FERDINANDO MAURICI
L'insediamento medievale nel territorio della Provincia di Palermo nventario preliminare degli abita...
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FERDINANDO MAURICI
L'insediamento medievale nel territorio della Provincia di Palermo nventario preliminare degli abitati attestati dalle fonti d'archivio (secoli XI-XVI)
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Capitolo I
Il Territorio e le fonti della ricerca
L'inventario preliminare degli abitati medievali della provincia di Palermo attestati da fonti scritte segue a distanza di alcuni anni la pubblicazione di un' analogo lavoro dedicato alla provincia di Agrigento ('). Con quest'ultimo, il presente saggio condivide interamente metodologia e finalità: fornire documentazione, il più ampia possibile, utile alla ricostruzione delle trasformazioni dell'abitato siciliano nell'arco di una lunga durata compresa fra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XVI. Gli studi di storia dell'insediamento medievale siciliano, e più in generale di topografia storica, dopo il grande inizio della Carte comparée di Amari e Dufour (2) ed il classico studio di I.Peri su Città e campagna in Sicilia (3), hanno conosciuto negli ultimi decenni un notevole sviluppo. La lezione di Amari e di Peri è stata raccolta, con piena consapevolezza, soprattutto da H. Bresc. Lo storico francese, a partire da un memorabile saggio pubblicato in collaborazione con F.D'Angelo nel 1972 ( 4), con una lunga serie di articoli e contributi ha dilatato enormemente, fra l'altro, le nostre conoscenze di topografia storica siciliana nei secoli medievali. In attesa della pubblicazione di un repertorio completo degli insediamenti, non si ritiene privo di importanza procedere alla pubblicazione di repertori ed inventari parziali, pur se realizzati senza
la immensa conoscenza delle fonti inedite d'archivio che lo storico francese può vantare ( 5). Per questa ragione, come anche nel caso del lavoro sull'agrigentino, questo inventario, già nel titolo, è da intendersi come `preliminare' . Come ed ancor più che nel caso della provincia di Agrigento, la scelta dell'area d'indagine, corrispondente ai limiti amministrativi della provincia di Palermo, è puramente ed unicamente strumentale. E' legata, in particolare, alla competenza territoriale di tipo provinciale delle Soprintendenze ai Beni Culturali ed Ambientali attualmente attive in Sicilia ( 6). La provincia di Palermo, in realtà, molto meno delle confinanti provincie di Trapani, Agrigento e Messina, presenta unità o almeno fattori storici o geo-morfologici unificanti. Mentre i nuclei delle provincie di Trapani ed Agrigento rientrano perfettamente nei territori diocesani delle sedi di Mazara e della stessa Agrigento, l'attuale provincia di Palermo è divisa fin dal XII secolo fra quattro diocesi: oltre Palermo stessa, Mazara, Agrigento e Cefalù. Il territorio del vescovado di Mazara, anzi, al momento della sua istituzione giunge fino a Capaci e Sferracavallo, alle porte di Palermo. La diocesi di Agrigento si estendeva fino a Cefalà, 34 km. a S di Palermo; mentre la giurisdizione della sede di Troina-Messina prima e di quella cefudese poi abbraccia tutto il comprensorio madonita.
Maurici 1993. Amari, Dufour 1859. Peri 1953-56. Bresc, D'Angelo 1972. Mentre questo lavoro era già pronto per la stampa, il professor Bresc, dopo un cordiale incontro, ha avuto la amabilità e la grande liberalità di inviarmi una copia sintetica del suo schedario dei luoghi abitati medievali siciliani. Ho avuto così modo di emendare ed integrare alcune delle schede da me elaborate. Per questa nuova dimostrazione di generosità, oltre che di stima e fiducia, il mio debito di gra-
titudine nei confronti del professor Bresc, già notevolissimo, aumenta ulteriormente. Altro grande debito ho contratto in occasione di questo lavoro nei confronti dell'ingegnere Giocchino Nania, un grande esperto di informatica che ha di recente pubblicato un interessantissimo studio sui casali del monrealese, mettendo a punto fra l'altro un software atto ad ubicare con la maggiore precisione possibile i luoghi abitati in base alle indicazioni dei documenti, dell a topografia e della toponomastica. Anche a lui vada il mio più sentito ringraziamento. (6) Così come istituite dalla Legge Regionale 80 del 1977.
Il territorio
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Capitolo I - Il territorio e le fonti della ricerca
Quest'ultimo è compreso nel XIV secolo nel giustizierato de lla contea di Geraci e de lle partes di Termini e Cefalù: le Madonie, in ogni caso, faranno sempre parte, nella triplice divisione in `Valli' dell'isola, del Val Demone, il terzo nordorientale . L'appartenenza di quest' area montana alla Sicilia orient ale, imposta in realtà dalla geografia, sarà ribadita anche dalla temporanea divisione della Sicilia in due giustizierati (citra e ultra flumen Salsum) voluta da Federico II ( 7). Il medioevo non lascia quindi alcun retaggio di unità amministrativa al territorio dell'attuale provincia: nè un'unica diocesi, nè un solo `Vallo', nè l'appartenenza allo stesso giustizierato. Il territorio, inoltre, presenta aree estremamente varie anche dal punto di vista geo-morfologico, paesaggistico, pedologico, economico. La dorsale madonita, con rilievi che sfiorano i duemila metri, continua verso Ovest la catena dell'Appennino siciliano. L'area costituisce certamente una microregione ed è storicamente unificata tanto sul piano della geografia ecclesiastica (la diocesi di Cefalù, creata nel 1131 da Ruggero II ingloba ancora oggi il comprensorio) che di quella feudale, con la eccezionale continuità della contea ventimigliana di Geraci-Castelbuono ( 8). Anche qui, però, sussistono differenze geomorfologiche, pedologiche, climatiche ed economicoproduttive molto notevoli (9). La ridente fascia costiera da Termini Imerese alla foce del Pollina, fertile e ben irrigata presenta nel XII secolo una serie di insediamenti -Trabia, Odesver-Buonfornello, Roccella, la stessa Brucato distrutta nel 1338- intorno ai quali le fonti permettono di intravedere culture ricche e varie ( 19) Anche il mare, con le tonnare di Solanto, Trabia, S.Nicola, Termini, Colobra, Cefalù e Raisigerbi, è una grande fonte di ricchezza ( 11). Dopo Termini, ed in pratica fino a Milazzo, mancano però i porti: la stessa Cefalù avrà sempre, nella mancanza di
un vero e proprio porto, il limite più grande al suo sviluppo. Ma la lunghissima spiaggia sabbiosa di Roccella, guardata da un castello almeno da età normanna -probabilmente già da prima- offre comoda possibilità di imbarco per le derrate agricole dell'entroterra e, dopo il Vespro, aprirà il suo 'ventre molle' ai distruttivi sbarchi delle armate angioine ( 12). Il massiccio vero e proprio delle alte Madonie, con i suoi monti calcarei (pizzo Catarineci m. 1660; monte S.Salvatore, m. 1912; pizzo Antenna Grande e pizzo Carbonara, m. 1979, monte dei Cervi, m. 1794) rimane praticamente vuoto di abitati stabili, nel medioevo come oggi. I boschi di sugheri, quercie e faggi posti sopra Cefalù, Collesano, Isnello, Castelbuono, forniscono rami morti per i focolari, legname da utilizzare per la costruzione di attrezzi, case, navi e da ardere per l'industria dello zucchero ( 13). La montagna offre inoltre pascolo estivo ad un enorme patrimonio zootecnico ( 14). Ma i grandi rilievi carsici, accidentati, chiazzati di neve per alcuni mesi l'anno, non offrono alcuna attrattiva per l'insediamento. Gli abitati, caratterizzati in quest'area da una lunghissima continuità, si dispongono quindi a corona attorno al massiccio, su quote varianti dai 400 ai 1.000 m. di altitudine. Prevalgono comunque i siti elevati ed isolati, spesso veri e propri nidi d'aquila: Caltavuturo (evidentemente, un toponimo in galca), Sclafani, Polizzi, Petralia Soprana, Gangi, Geraci (ierax, lo sparviero'), Monte S. Angelo, S. Mauro, Pollina. Il sito collinare di Collesano solo dopo la conquista normanna sostituisce quello montano dell'araba Qalcat as-sirat, l'attuale Monte d'Oro, una qalca inaccessibile. E solo nel corso del Trecento la capitale ed il cuore della contea ventimigliana di Geraci si sposterà dal sito eponimo, chiuso, arroccato e freddissimo, a quello collinare ed ameno di Castelbuono. Alle pendici meridionali delle Madonie, a
(7) Su tutto cfr. Corrao, D'Alessandro 1994. (8) Cfr. Corrao 1985, p. 71. (9) Cfr. Corrao 1985, p. 73. (10) Il grande sviluppo del vigneto nell'area costiera e collinare di Cefalù, ad esempio, è testimoniato da ll a quantità di 1000 salme di vino richieste alla città dal fodro aragonese del 1283; cfr. Corrao 1985, p. 76.
(11) Cfr. Bresc 1986, I, pp. 264-273; Scimè 1986. (12) Cfr. Bresc 1988, p. 241. (13) Cfr. Bresc 1983, p. 950; Corrao 1985, p. 76; Corrao 1989, p. 146, 153, 155 e passim. (14) L'area madonita nel 1283 fornisce il 16,5 % del bestiame richiesto all'intero regno da Pietro III per il fodro dell'armata aragonese; cfr. Corrao 1985, p. 75.
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Tornando sulla costa tirrenica, dopo Termini il paesaggio alterna rilievi calcarei, la continuazione dell'Appennino siculo, a volte quasi a picco sul mare (monte Catalfano, monte Pellegrino, monte Gallo, monte Pecoraro, monte Palmeto) a piccole ma fertilissime e ben ir rigue piane costiere. Si tratta di veri e propri teatri' chiusi verso l'interno da montagne ma aprentisi sul mare con golfi riparati, ricchi di porti ed approdi, di sorgenti e foci fluviali. Al millenario giardino irriguo della Conca d'Oro ( 19), trucidato dall'espansione edilizia palermitana degli ultimi decenni, segue la piana di Carini (20) e quindi il golfo di Castellamare (21) verso le cui spiaggie declina un vastissimo comprensorio collinare. In queste pianure, da Ficarazzi a Par-
tinico, si dilaterà fra XIV e XVI secolo la coltura della canna da zucchero. Gli enormi guadagni giustificano investimenti a volte colossali, come nel caso dell'acquedotto che nel Quattrocento porterà le acque di Risalaimi e dell'Eleuterio agli hortilicia cannamelarum della costa tirrenica. Una serie di monti isolati e di vere e proprie piccole catene (monte S.Calogero, monte Rosamarina, monti di Calamigna, monti della Conca d'Oro e Piana degli Albanesi, di Carini e di Partinico) separano le aree costiere dall'interno. Qui, da Caccamo a Castronovo, da Partinico a Corleone, Giuliana e Prizzi, si sussegue e si accavalla un'interminabile serie di colline da ll e cui argille affiorano qui e là scogli di conglomerati (Cefalà), serre gessose (da Villafrati a Ciminna), grandi massicci dolomitici (la Rocca Busambra, il pizzo Nicolosi ed il pizzo di Casi). Alle pendici dei cornplessi montuosi più ragguardevoli scaturiscono le sorgenti dei principali corsi d'acqua della zona. Sotto la Rocca Busambra, uno spartiacque imponente, nascono i rivoli che alimentano il torrente Frattina e quindi il Belice Sinistro. Ancora a ll e pendici della Busambra, e-dai monti fra Corleone e Prizzi, nascono i torrenti che poi confluiscono nei fiumi Azziriolo e Mendola e quindi nel S. Leonardo che Idrisi ricorda nel XII secolo come "largo e copiosissimo d'acque" (22). Nell'entroterra collinare le aree boschive sono molto ridotte rispetto all' area montuosa madonita e si concentrano in particolare intorno ai massicci orografici più importanti: monti di Calamigna, Rocca Busambra - Godrano - Corleone, monte Cammarata. Non mancano però boschi, anche vasti, nelle pianure costiere (Gallo, Capaci, Partinico) e boschetti che punteggiano qui e là il territorio contribuendo, ad esempio nel monrealese, a rendere più vario il paesaggio ed offrendo risorse aggiuntive alle popolazioni dei casali e redditi supplementari ai padroni della terra ( 23).
(15) Parafraso il titolo di Verga 1978. (16) Cfr. Corrao 1985, p. 74. (17) Cfr. Corrao 1985, p. 75. (18) Su questo feudo, in territorio di Petralia Soprana, cfr. Barberi, II, p. 262. E' evidente che il toponimo deriva da un antico casale, un rahal. In mancanza però di attestazioni certe dell'abitato,
questa località ed altre che presentano analoga situazione non sono state incluse nel'inventario. (19) Cfr. Bresc 1972 e Bresc 1995. (20) Sull'abitato medievale in quest'area cfr. Maurici 1986. (21) Su tutta l'area cfr. D'Angelo 1977. (22) Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 68. (23) Su tutto Bresc 1983 e Corrao 1988.
Sud di Gangi, Petralia, Polizzi e Caltavuturo, il paesaggio declina verso il `Vallone' di Vallelunga in una successione continua di groppe e colline, di tanto in tanto scossa dalla violenza di improvvisi affioramenti rocciosi come quello cui si abbarbica il castello di Regiovanni o l'altro al cui interno vennero scavate le `grotte' della Gulfa. Dalle nevi delle Madonie si alimentano le sorgenti dell'Imera Meridionale lungo il cui corso e lungo i cui affluenti la montagna cede all' altopiano della Sicilia interna `dei feudi e dei grani' ( 15). Qui sono i grandi feudi granari della contea ventimigliana: Bilici, Artisina, Bordonaro, Casalgiordano ( 16). Da qui, nel 1283, verrà l'8 % di tutto il frumento richiesto al regno da Pietro III ( 17). L'abitato fino al XIII secolo si disperde in casali spesso dai toponimi arabi in rahl: Rachalcatuni (1S), Resuttano, Recattivo, Regiovanni, Raulica, RaxaFica, Rachilebbi, Regaleale, Regalmici. Quindi, dopo gli abbandoni del XIII e XIV secolo, l'area rimane priva di insediamento stabile fino alle fondazioni baronali d'età moderna: Alimena, Resuttano, Vallelunga, Marianopoli, Villalba, Valledolmo, Alia, Roccapalumba, Lercara.
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Capitolo I - Il territorio e le fonti della ricerca
In questo paesaggio vario ed in lenta evoluzione, la viabilità medievale incide un segno debole ma molto persistente ( 24). Sei sono gli assi viari principali ben documentati fin dal XII secolo e tutti hanno come capolinea e ganglio generatore la capitale Palermo. Tre di essi attraversano l'area grosso modo in senso N-S, mettendo in comunicazione le due opposte costiere ed in particolare Palermo rispettivamente con Mazara del Vallo, Sciacca, Agrigento e Licata. Gli altri tre hanno sviluppo tendenzialmente longitudinale seguendo rispettivamente la linea della costa Tirrenica ad Est ed Ovest di Palermo e le tormentate pendici meridionali delle Madonie, fino alla valle del fiume Torto. La prima strada in senso N-S (in realtà N.E.S.O.), la via Mazarie, transita per il territorio del-
l'arcidiocesi di Monreale ed è ben documentata, in particolare, dal c.d. Rollo monrealese del 1182 (25). Ad essa è verosimilmente relativa una straordinaria opera d'arte medievale, il bel ponte ogivale che scavalca il Belice destro sotto Calatrasimonte Maranfusa ( 26). La via di Agrigento, altro fondamentale asse N-S, passa per Misilmeri e seguendo la valle dell'Eleuterio si biforca proseguendo con un ramo in direzione di Marineo e Corleone e quindi di Sciacca ed Agrigento. Il ramo principale della viabilità Palermo-Agrigento passa invece ad E della Rocca Busambra, enorme sbarramento naturale, per Cefalà e per Vicari giungendo quindi a Castronovo dove imbocca la vallata del fiume Platani. Fra Vicari e Castronuovo la strada di Agrigento si incontra con la prima importante arteria E-O, quella che proveniendo da Messina risale la valle dell'Alcantara e quindi, superata Randazzo, bordeggia i Nebrodi e le Madonie fino a Polizzi. E' la strada seguita nell'XI secolo dall'avanzata dei normanni che conquistano, una dopo l'altra, S. Marco, Cerami, Petralia. Per tale ragione un documento del 1090 parla della magna via francigena Castrinovi (27). A Polizzi, importante nodo stradale, la via si biforca imboccando con un ramo la valle dell'Imera e giungendo, attraverso Caltavuturo, alla costa Tirrenica e quindi a Termini L'altro ramo prosegue per le montagne e passando presso l'attuale Alia (fondaco della Gulfa) si riconnette, appunto, all'asse Palermo-Agrigento fra Vicari e Castronuovo. Si capisce bene a questo punto perchè il congresso dei baroni siciliani alla vigilia dello sbarco dei Martini ebbe luogo a S.Pietro di Castronovo, punto obbligato di passaggio e nodo stradale centrale. La seconda arteria E-O è il primo tratto della Palermo-Messina per le marine (o semplicemente Messina-Marine). Da Palermo a Termini attraverso la piana di Bagheria e Ficarazzi, Trabia e San Michele. Da Termini e dalla foce dell'Imera, dopo la biforcazione verso Caltavuturo, Polizzi e
(24) Sulla viabilità medievale siciliana cfr. Trasselli 1974; G. e H. Bresc 1975; Giuffrida 1980; Maurici 1983 e 1986; Bresc 1986, I, pp. 357-364; Uggeri 1986; Arcifa 1995. (25) Cfr. Nania 1995, pp. 183-187. (26) Manca uno studio, che si preannuncia interessantissimo, sui
ponti antichi, medievali e moderni della Sicilia. Accenni in Bresc, D'Angelo 1972, p. 369 nota 369; Bresc 1986, I, p. 358 tab. 73. (27) Pirri, I, col. 384; cfr. inoltre Bresc, D'Angelo 1972, p. 368; Maurici 1983, p. 11.
Oltre che per i monti e le catene principali, già ricordate, l'ororafia si caratterizza per decine e decine di altri bastioni e scogli rocciosi che emergono bruscamente dal paesaggio collinare. Sono rilievi sempre di modesta altezza (400-1000 m.) ma la cui morfologia, caratterizzata da inaccessibili fianchi scoscesi ed ampi pianori sommitali, offre ottime opportunità all'insediamento. E' il caso di Jato, Entella, Calatrasi, monte Cassar di Castronovo, Montagna Vecchia di Corleone e, fra i centri ancora esistenti, di Vicari. A questa 'aristocrazia' di siti naturalmente forti (o, in arabo, di gila), gangli dell'insediamento fino ad età normanna e sveva, si affiancano fra XI e XIII secolo decine e decine di abitati di sito aperto, posti sulle sommità o lungo i fianchi di modeste colline: sono i moltissimi casali con toponimo arabo in rahl o manzi/ del monrealese, dell'area di Carini e Partinico, delle divise generales di Vicari, della valle del Torto. La loro semplice elencazione, da sola, di contro gli enormi vuoti della rete dell'insediamento attuale, fornirebbe già la misura delle trasformazioni verificatesi nella facies del popolamento fra XI secolo ed età moderna.
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Messina per le montagne, la via costiera, la difficilissima Messina-Marine, raggiunge Cefalù e prosegue, fra tratti costieri a strapiombo e difficili superamenti di fiumare (ponte di Caronia), verso lo Stretto. La terza strada che percorre il territorio in senso E-O è quella che uscendo da Palermo conduce verso Partinico, Alcamo e quindi Trapani. Sul primo tratto (da Palermo a Partinico) ha almeno tre varianti principali, determinate sostanzialmente dalle difficoltà di superamento dei monti della Conca d'Oro: la prima possibilità è il percorso litoraneo che supera il pericoloso passo di Sferracavallo, minacciato per secoli dai pirati, e prosegue verso Partinico lungo la linea di costa; vi è poi una prima variante interna da Palermo a Carini attraverso i monti della Conca d'Oro (Scala di Carini) e quindi da Carini a Partinico ( 28). Un terzo itinerario conduce da Monreale, attraverso Pioppo e Sagana, a Mirto e Partinico e quindi ad Alcamo-Bonifato. Questi tracciati viari medievali, evanescenti dal punto vista delle strutture materiali (pochissimi ponti, nessun tratto riconoscibile di massicciata o lastricato), sono però indicati con chiarezza dalla dislocazione dei fondaci, le locande rurali dove gli uomini trovavano giaciglio, cibo e vino e le cavalcature stallaggio e cebada (29). Numerosi fondaci, in particolare, scandiscono la prima parte del tracciato Palermo-Agrigento, fino a Castronuovo: a Misilmeri, a Cefalà (fondaco de balneis, annesso alle terme arabo-normanne), a Gardizigeli presso Mezzoiuso, a S.Pietro di Castronuovo. Sullo stesso percorso, più tardi, saranno inoltre attestati i fondaci dell'Ogliastro (a Bolognetta), di Portella di Blasi (Villafrati), di S .Giuseppe (Vicari). Sull'asse corleonese della viabilità NordSud, la stessa Corleone, nel tardo medioevo unico centro abitato dopo Palermo, offre numerose possibilità d'alloggio ai viaggiatori ( 30). Nel XVI secolo, l'attivazione di un fondaco a Marineo (do-
cumentato fin dal 1531) ( 31) e quindi la fondazione del comune offrirà un'ulteriore tappa intermedia a metà strada fra Palermo e Corleone. Fra Corleone e Bisacquino, sullo stesso percorso, è attestato il fondaco di Patellaro. Una taberna funziona inoltre a Bisacquino nel 1308. Ad Est di Palermo, sul cammino per Trapani, si trovano fondaci a Partinico (Racali e passo No ci ll a), Montelepre e quindi Alcamo. Nel territorio fra Jato ed Entella, lasciato poco meno che deserto dalla fine delle guerre musulmane di Federico II, si può sostare, lungo gli itinerari per Mazara e Sciacca, a Disisa ( 32) e Curbici. Un `turista' d'eccezione come Alfonso il Magnanimo, impegnato nel 1434 in una grande battuta di caccia, può approfittare del castello di Calatrasi, non disdegnando però di fermarsi qualche riotte anche in aperta campagna, a Balletto ( 33), dove forse esisteva un fundacum documentato con certezza in epoca modera (34).
(28) Sul primo tratto della via Palermo-Partinico- Alcamo-Trapani cfr. Maurici 1986, pp. 160-164. (29) Sui fondaci della Sicilia medievale cfr. G. ed H.Bresc 1975; Nania 1995, pp.1 76-178. (30) Almeno sei fondaci attestatifra 1390 e 1450 (G. ed H. Bresc 1975, p. 100).
(31) Cfr. Nania 1995, p. 177. (32) Ove un fondaco è attestato nel 1526; Nania 1995, p. 177. (33) Documentazione in ACA, Cancillerfa, reg. 2824. (34) Cfr. Nania 1995, p. 177 nota 1. (35) Cfr. D'Angelo 1971a.
Fra queste arterie principali, ricordate spesso dalle fonti come confini di terre ed ulteriormente attestate dai fondaci e dai rarissimi ponti, si intreccia un fitto reticolo venoso di scorciatoie, traverse, vie secondarie, sentieri e trazzere che portano ad un casale, ad un fiume, ad un monte, ad una fonte, ad un approdo costiero, ai campi, ai pascoli, ai boschi. Il già ricordato Rollo monrealese del 1182, in particolare, disegna una mappa alquanto dettagliata di questa viabilità minore (ed a volte minima) del territorio dell'arcidiocesi ( 35) Altri cammini secondari si dipanano lungo le vallate e si inerpicano per i contrafforti delle Madonie permettendo l'accesso ai centri delle pendici e della montagna non ubicati lungo grandi direttrici viarie: Isnello, Geraci, S. Mauro, Gratteri, Monte S. Angelo, Castelbuono, Pollina. La viabilità secondaria, legata a capisaldi in parte almeno effimeri, dimostra sulla lunga durata tutta la sua debolezza. Al contrario, i principali
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Capitolo I - Il territorio e le fonti della ricerca
assi viari, pur con le possibili varianti, mantengono nel tempo importanza e consistenza. Ribadendo almeno in parte i tracciati di vie romane, questi percorsi si fissano nel corso dei secoli, cristallizzandosi nelle `regie trazzere', grandi percorsi mantenuti finchè possibile ad andamento rettilineo Le `regie trazzere' verranno abbandonate -o fuse nella nuova nascente viabilità rotabile- soltanto a partire dalla fine del `700 con la realizzazione delle prime strade `consolari' borboniche e quindi delle strade statali.
Anche per l'area corrispondente all' attuale provincia di Palermo le fonti scritte rimangono disperatamente scarse, se non del tutto assenti, prima della conquista normanna. Gli elenchi delle diocesi bizantine attestano dignità di città vescovile, oltre che per Palermo e Cefalù, anche per Termini Imerese La sede diocesana di Carini è invece attestata dalle epistole di Gregorio Magno che restituiscono, inoltre, il nome di alcuni fondi abitati e di monasteri presumibilmente non lontani da Palermo (37). Le cronache arabe della conquista islamica aggiungono la menzione di alcuni gangli della difesa bizantina: fortezze come Corleone (38), Caltavuturo ( 39) e forse Geraci, Castronovo e Calatamauro ( 40). Un'altra fonte araba, il geografo al-Muqaddasi (fine X secolo), ricorda nel suo elenco delle `città' (mudun) siciliane Partinico, una Akhyas corrispondente forse a Cinisi, Qalcat as-sirat(poi Collesano), Petralia, Brucato, oltre alle già precedentemente attestate Carini, Corleone, Termini, Geraci e Cefalù ( 41). Per sei secoli, dal VI alla prima metà dell'XI, conosciamo quindi una quindicina di toponimi relativi a centri abitati di tipo urbano o comunque di una certa rilevanza. Il semplice dato numerico rende già conto del deserto documentario che pre-
cede l'arrivo dei normanni. Nè l'archeologia è ancora in grado di colmare in maniera soddisfacente questa enorme lacuna (42). La situazione cambia solo con la conquista normanna ed anche per questo l'XI secolo si impone da sè come punto iniziale e li mite `alto' di questa ricerca. Si dispone intanto di importanti fonti narrative o comunque di tipo letterario quali le cronache di Goffredo Malaterra, di Amato da Montecassino, di Ugo Falcando nelle quali non mancano notizie sull' abitato siciliano, ed in particolare su alcuni fra i principali insediamenti di tipo urbano e su fortezze teatro di avvenimenti significativi (Cinisi, Jato, Entella, Vicari, Carini, Brucato etc.). La fonte letteraria più significativa per la ricostruzione dell'habitat nella Sicilia normanna è però, senza alcun dubbio, il celeberrimo Libro di re Ruggero del geografo arabo Idrisi. Non è questo il luogo per accennare, neanche nella maniera più rapida, a ll a genesi, alla struttura, a ll e fonti, allo stile di quest' opera geografica. Importante è però, dal nostro punto di vista, sottolineare come la descrizione idrisiana dell'isola si imperni sulle città ed i luoghi abitati principali, verosimilmente capoluoghi di distretto amministrativo o, in arabo, iglim L'abitato sparso nelle campagne, i casalia della documentazione archivistica in latino, sono per lo più ignorati da Idrisi o ad essi il geografo dedica esclusivamente accenni piuttosto vaghi Pur con questo notevolissimo limite, Idrisi rimane l'asse portante delle nostre conoscenze sul territorio e l'abitato siciliano nel XII secolo. Le fonti documentarie, per l'XI e XII secolo, provengono essenzialmente da archivi ecclesiastici ed in primo luogo da quelli delle diocesi fra cui il territorio fu suddiviso. Sono state pubblicate, spesso più volte ed in più opere ma non sempre in maniera soddisfacente, in attesa che sia portata a compimento la laboriosa opera di edizione del
(36) Cfr. Maurici 1994, pp. 27-41. (37) Cfr. Maurici 1994, pp. 41 -44 (vescovado di Carini) e p. 32. (38) Cfr. Maurici 1994, pp. 44-47. (39) Maurici 1994a, pp. 53-54. (40) Maurici 1994a, pp. 47-48 e p. 54. (41) Al Muqaddasi, in Amari 1880-81, II, pp. 668-675.
(42) Cfr. Maurici 1994a, p. 69-73. (43) Cfr. bibliografia: Malaterra, Amato, Falcando. (44) Cfr. Corrao, D'Alessandro 1994, p. 399. (45) E' il caso, per non citare che un solo esempio, de ll e "masserie e casali" ricordate in territorio di Cefalà (Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 85.
Le fonti della ricerca
( 36).
( 43 )
( 44 ).
( 45 ).
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siderazione è certamente il Tabulario' (e cioè l'archivio pergamenaceo) di S . Maria la Nuova di Monreale (46). Contiene centinaia di documenti relativi al territorio dell'arcidiocesi monrealese che, al momento della sua fondazione, si estendeva per più di 1.200 km., da Monreale sino alla valle del Belice ed ai confini con le diocesi di Mazara e Girgenti, a Sambuca ed a Corleone. Fonte archivistica assolutamente straordinaria ed asse portante delle conoscenze sul territorio monrealese è il celebre Rollo del 1182, un lunghissimo polittico delle terre redatto in arabo con traduzione latina ( 47) che descrive i confini dell'arcidiocesi, gli abitati ricadenti nel territorio e le loro divisae o pertinenze, fornendo inoltre moltissime informazioni sul paesaggio naturale (orografia, idrografia, vegetazione), sulla viabilità e sulla utilizzazione economica del suolo ( 48). Le pergamene del Tabulario monrealese regestate da Garufi continuano a fornire importanti informazioni sul territorio dell' arcidiocesi anche per i secoli dal XIII al XV. Per il medioevo finale e ovviamente per tutta l'età moderna riveste grande rilevanza l'archivio cartaceo della Mensa Arcivescovile di Monreale. Il complesso documentario è ben conservato presso quell'arcivescovado, ordinato, consultabile e dotato di un buon inventario dattiloscritto ( 49). Per i secoli a partire dal XIII, ulteriore documentazione relativa al territorio compreso nell'arcidiocesi monrealese si ritrova nel Tabulario del' abazia benedettina di S.Maria del Bosco di Calatamauro. Il complesso pergamenaceo è custodito presso l'Archivio di Stato di Palermo ed i regesti sono stati pubblicati ad opera di un gruppo di archivisti (50) Informazioni importanti per l'area di Cinisi, di Terrasini (entrambi attestati fino al XIV secolo come
casali) e, sempre nei confini dell'arcidiocesi monrealese, per quella di Sagana, si ricavano dalle pergamene del Tabulario dell'abazia di S.Martino delle Scale (Archivio di Stato di Palermo) e, per l'età moderna, dai fondi cartacei della stessa abazia. Rispetto alla documentazione monrealese appare meno organica e dettagliata, ma pur sempre numerosa e molto impo rt ante, quella del Tabulario della cattedrale di Cefalù , conservato presso l'Archivio di Stato di Palermo, le cui pergamene solo in pa rt e sono state pubblicate in diverse opere. Edizione integrale ha avuto invece il Rollus Rubeus e cioè il cartulario nel quale il vescovo Tommaso da Butera fece ricopiare, nel XIV secolo, i più importanti privilegi emanati in favore de ll a sua chiesa (51 ). La documentazione della chiesa cefaludese copre tutto il territorio della diocesi, corrispondente, come già accennato, all'area madonita. Per pa rte dello stesso territorio disponiamo della documentazione feudale della famiglia Ventimiglia esistente nell'archivio dei principi di Belmonte ed in particolare delle pergamene, edite, del Tabulario (52). Le più antiche fonti dell'arcidiocesi palermitana (53 ) comprendono documenzione utile per le aree di Caccamo, Brucato e Misilmeri, mentre nel Tabulario della Magione dei Teutonici (54 ) si ritrovano notizie sui casali e sui feudi dell' ordine a Margana, a Risalaimi (Marineo), a Corleone e Polizzi La diocesi di Agrigento, fin dalla sua ricostituzione alla fine dell'XI secolo, penetrava profondamente nel territorio dell'attuale provincia di Palermo, inglobando gli odierni comuni di Vicari, Mezzoiuso e Cefalà, ad una trentina di chilometri da Palermo. Su queste aree, e sugli abitati medievali in esse ricadenti fra XI e XIII secolo, forniscono molte informazioni le più antiche pergamene dell' archivio capitolare di Agrigento edite da P. Collura (55)
(46)Cfr. Garufi 1902. (47) Si legge nella vecchia trascrizione di Cusa (1868-82, I, pp. 179-202). Manca, oltre ad un'edizione paleografica del testo, anche una buona traduzione in una lingua moderna. (48)Piuttosto ampia è la bibliografia sul territorio dell'arcidiocesi monrealese. Ci si limita a rimandare a: Lello; Del Giudice 1849; Bercher et al. 1979; Di Giovanni 1892; D'Angelo 1971a, 1973, 1974, 1975, 1997; Johns 1983, 1986, 1988, 1992; La Co rt e 1902.
(49) Ordinamento ed inventario sono opera di Giuseppe Schirò. (50) Cfr. Pergamene Calatamauro. (51) Cfr. Rollus Rubeus. (52) Cfr. Mazzarese Fardella 1983. L'archivio cartaceo dei principi di Belmonte è conservato nell'Archivio di Stato di Palermo. (53) Mongitore 1734. (54) In Archivio di Stato di Palermo. Cfr. inoltre Mongitore 1721. (55) Collura 1961.
Codex Regni Siciliae Al complesso documentario più impo rt ante per l'area che qui si prende in con-
Capitolo I - Il territorio e le fonti della ricerca
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Inoltrandoci nel XIII secolo si può disporre della documentazione della cancelleria angioina (56) che menziona, oltre ad abitati fortificati già noti, un certo numero di casali mai prima attestati. In alcuni casi (Regalmici, ad esempio), il toponimo evidentemente arabo permette di escludere con assoluta certezza che la prima attestazione, d'epoca angioina, sia indizio di una fondazione dell'abitato nel corso del XIII secolo. I documenti angioini relativi a ll a tassazione del 1277 permettono inoltre di formulare ipotesi demografiche di una certa attendibilità. L'età angioina è, per dir così, chiusa da questa fonte e quella aragonese è aperta da documenti altrettanto significativi per la storia dell' insediamento, oltre che dell'economia. Si tratta delle cifre del fodro, la richiesta di vettovagliamento per l'esercito spedita da Pietro III a ll e universitates del regno (57). Questi documenti sono importantissimi anche perchè danno il segno, come meglio si vedrà, di un grande cambiamento verificatosi nella facies dell'abitato: la sparizione, quasi completa, dell'insediamento sparso, dei casali del Val di Mazara. Solo pochi casali vengono infatti ricordati in Sicilia occidentale negli anni a cavallo del Vespro: Modica (Alcamo), Arcudaci, Bizir, Adragna, Sambuca e, nel territorio che qui interessa, Mezzoiuso, Palazzo Adriano, Disisa, Montemaggiore. Tutti sono destinati a scomparire totalmente, almeno come entità amministrative e probabilmente anche come nuclei di popolamento, nel corso dei due secoli finali del medioevo. In numerosi casi, l'avvenuta trasformazione, il passaggio dal casale popolato al feudo disabitato, è attestato da un documento tre o quattrocentesco, sia esso pergamena di archivio ecclesiastico, imbreviatura notarile (i primi registri siciliani conservatisi sono de ll a fine del XIII-inizi del XIV secolo) (58) o atto delle cancellerie reali di Palermo o Barcellona. In questi ultimi fondi, ed in particolare a Barcellona, si sono condotti ampi sondaggi finalizzati alla redazione dell'inventario. Le serie n o-
(56) Cfr. I Registri. (57) Su tutti questi dati si rimanda a Carini, Silvestri 1882, D'Angelo 1978a e Bresc 1986, I, pp. 60-67. (58) Si tratta, com'è ben noto, del Registro del notaio Giovanni Maiorana da Erice (cfr.) e de ll e Imbreviature di Adamo de
tarili palermitane sono state spogliate sistematicamente da H.Bresc (per gli anni 1300-1460 ca.) alla cui enorme produzione scientifica si è largamente attinto anche come sempice' miniera di dati. A partire dal Trecento si è conservata anche la documentazione della città di Palermo, custodita nell'Archivio Storico Comunale. Alcuni dei registri di lettere e di bandi più antichi sono stati editi in questi ultimi anni La corrispondenza trecentesca fra l'universitas di Palermo e gli ufficiali di luoghi abitati di minime dimensioni (ad es. Curbici, Disisa, Fitalia, Merto) costituisce in qualche caso l'ultima attestazione della `esistenza in vita' di questi casali. Altre volte (è il caso dei casali lu Jurfu, Siniscalco, Borgetto) sono i documenti dell'Archivio Comunale palermitano ad attestare l'avvenuto spopolamento di antichi centri abitati e la loro trasformazione in tenimenta terrarum o feudi. A lle fonti archivistiche siciliane ed iberiche possono sommarsi anche quelle vaticane ed in particolare, per ciò che qui interessa, la documentazione concernente le decime ed il sussidio riscosso (1372-75) perla revoca de ll 'interdetto ( 60) Un documento pisano de ll a metà del Trecento, edito da Librino, presenta una interessante lista di città, terre e castelli siciliani Questo rapido esame delle fonti disponibili o comunque qui utilizzate non potrebbe terminare senza un cenno ai pur notissimi Capibrevi di G.L.Barberi. Si tratta, superfluo ripeterlo, di una immensa ricognizione dei titoli di possesso feudale effettuata dal giurista per incarico di Ferdinando il Cattolico. I Capibrevi, come è stato giustamente notato, costituiscono qundi "vere somme di topografia rurale siciliana fino al Cinquecento" Un'ultimissima annotazione deve farsi a proposito delle licentiae populandi che fra Cinquecento e Settecento scandiscono la trasformazione dell'insediamento e del paesaggio siciliani attraverso la fondazione di numerosissimi fra nuovi villaggi e vere e proprie città rurali. ( 59 ).
( 61 )
( 62).
Citella, notaio palermitano (Burgarella 1981). (59) Cfr. Acta Curie. (60) Sella 1944; Glenisson 1948. (61) Librino 1928. (62) Aymard, Bresc 1973, p. 945.
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Le difficoltà e le ambiguità lessicali si concentrano soprattutto nella categoria mediana, alla
quale peraltro appartengono realtà di insediamento piuttosto diverse e, spesso, decisamente difformi. Nella scala dell'insediamento, sotto le civitates si trovano abitati che per dimensioni e popolazione si avvicinano o raggiungono gli standard quantitativi di una civitas (nei documenti in greco, polis; in quelli arabi madina, plur. mudun). Ed insieme piccoli borghi murati abitati da alcune centinaia di persone ma posti a capo di grandi distretti. Queste ambiguità, è il caso di notare, si ripetono nelle tre lingue della Sicilia normanna. Così, i termini castrum e castellum, nell'XI e XII secolo, possono indicare altrettanto bene tanto l'abitato munito e giuridicamente eminente (pur se inferiore per rango alla civitas), quanto il fortilizio che lo sorveglia e lo protegge o ancora le rare fortezze isolate nella campagna. Il cultismo oppdum designa invece inequivocabilmente un abitato munito; mentre al rango di capoluogo amministrativo di distretto a llude in particolare un altro cultismo latino, peraltro non particolarmente diffuso: municipium. Nei documenti greci d'età normanna un'ambiguità del genere presentano kastron e kastellion, nonchè il cultismo astu. In arabo, la parola galea (parte integrante di tanti toponimi siciliani, da Caltanissetta a Caltagirone) indica in genere una posizione naturalmente forte, sia essa una vera e propria città in sito d'acropoli che un pinnacolo di roccia isolato ed atto ad ospitare solo un castello (ad esempio Calatamauro) o ancora un rifugio temporaneo, un'altura protetta da pareti rocciose inaccessibili. La definizione di (l ai ca qualifica quindi in primo luogo l'aspetto naturalmente protetto di un sito. L'altro termine arabo hisn si riferisce invece più specificatamente alle strutture costruite e può designare genericamente ogni tipo di opera architettonica atta a fortificare una posizione: dalla modesta cinta che difende un punto d'acqua, alla città murata vera e propria. In Idrisi, hisn indica più spesso un abitato di dimensioni ed importanza amministrativa ragguardevole, con accento sempre posto sul suo aspetto fortificato. I due termini, galea ed hisn, però, nell'uso documentario e let-
(63) Su questa specifica classe di p ri vilegi cfr. Giuffre 1979. (64) Garufi 1946-47. (65) Davies 1979.
(66) Ed alcune sono ancora da individuare nell'Archivio di Stato di Palermo o nei fondi di altri istituti archivistici. (67) Cfr. Conan, D'Alessandro 1994, p. 402.
Frequentemente, nell'inventario degli insediamenti, la licentia populandi, il privilegio regio alla base dello sviluppo di un nuovo comune, è posto come ultimo atto di una lunga vicenda (63): quella che dalla desertificazione di un casale di tradizione arabo-normanna, dallo sfruttamento agricolo e soprattutto pastorale del feudo spopolato fra tardo medioevo e Cinque-Seicento, po rt a alla colonizzazione d'età moderna del latifondo. Un lungo elenco di licentiae populandi venne edito da C.A.Garufi mezzo secolo fa ( 64); altre sono state più di recente segnalate da uno studioso inglese (65); la menzione di altre ancora si ritrova in varie ricerche e pubblicazioni (66) Il moltiplicarsi di licentiae populandi e la conseguente fondazione di villaggi rurali (nella sola provincia di Palermo almeno trentacinque fra la fi ne del XV ed il XVII secolo) chiude la facies basso medievale dell'insediamento, costituendo il li mite ultimo, e per così dire `naturale', di questa indagine. Il vocabolario dell'insediamento medievale
Da questa massa documentaria imponente viene fuori un `vocabolario dell'insediamento' che, nonostante le `sperimentazioni' d'età normanna, inevitabili in una terra populo dotata trilingui nella quale si scrive documentazione in arabo, greco e latino, si caratterizza per coerenza e durata. L'età normanna, molto in sintesi, introduce una triplice differenziazione fra le civitates di rango vescovile (più di rado definite urbes, titolo poi rimasto all'urbs siciliana per eccelenza, Palermo, già per gli arabi Madinat Siqilliya), gli abitati di medie dimensioni, capoluoghi di distretti, spessissimo fortificati, ed i casali della campagna, le residenza minute, il pulviscolo di abitati nei quali si disperdeva il grosso de ll a popolazione contadina ( 67).
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terario spesso corrispondono. Località dal toponimo costruito in galca (Calatrasi, Caltavuturo, Caltagirone) possono così essere definite da Idrisi come husún (plurale di hisn). Anche il termine qasr (plur. qsur), che in genere designa palazzi fortificati o veri e propri fortilizi, non sfugge ad una certa ambiguità. Lo si ritrova infatti parte integrante di toponimi come Qasr ibn Manqud-Castelvetrano, un abitato destinato ad un certo sviluppo, o a Qasr Yanah (Castrogiovanni, Enna), una vera e propria città. A Palermo, com'è ben noto, la definizione di qasr, `Cassaro', si estenderà a designare, nella nuova realtà della metropoli islamica, la città antica e murata: un'alternativa, vincente nel tempo, rispetto all'altra denominazione araba, Madina. Il termine Ruqqah, traslitterazione in arabo del corrispondente latino e romanzo, è utilizzato da Idrisi per designare alcuni fortilizi, tanto isolati (Roccella) che posti a guardia di più vasti centri abitati. Balad, poco frequente, indica un insediamento senza particolare riferimento a sue caratteristiche difesive. Passando alle fonti latine, un cenno a parte merita in primo luogo il termine latino e volgare terra. Esso, a partire dal XIII secolo e quindi fino al XIX indicherà in Sicilia, in pratica senza concorrenza, il centro abitato (tanto demaniale che feudale) dotato di propri organi amministrativi, cinto di mura e quasi sempre guardato da castello. Felicissima è la definizione della terra siciliana bassomedioevale formulta da Gaudioso: "questo termine indica il borgo già bello e costruito, con giurisdizione propria, sia anche baronale, sino a designare i grossissimi centri rurali, e spesso anche le città demaniali meno importanti" ( 68). Il termine terra compare già in documenti d'età normanna ma non ha ancora il senso specifico ed esclusivo acquisito più tardi. Piuttosto, fra XI e XII secolo, terra indica più spesso il territorio, il distretto dipendente da un centro amministrativamente rilevante sul quale in seguito si restringerà il significato della parola ( 69). Quasi sempre, nella documentazione di XIII-XV secolo, a
(68) Gaudioso 1992, p. 34. (69) Cfr. su tutto Maurici 1992, pp. 124-130. (70) Cfr. Bresc 1975.
Capitolo I - Zl territorio e le fonti della ricerca
terra verrà abbinato anche il termine castrum. Terra et castrum: si definirà così, esattamente,
l'insieme costituito dall'abitato cinto di mura e dal castello -feudale o demaniale- che ad un tempo protegge e sorveglia il primo. Nel XIV e XV secolo, il latino castrum (cui corrisponde il volgare castellu-castiddu) designerà anche, oltre che il castello urbano, anche i fortilizi isolati nella campagna la cui costruzione si moltiplica specialmente dopo il 1350. Queste fortezze rurali, a volte, e specialmente nel caso di strutture particolarmente modeste, sono definiti anche fortellicia. La parola Pietra, in documenti a partire dal XIV secolo, indica non frequentemente castelli posti su rupi impressionanti (ad esempio il castello della Margana). Il termine Sala, che non ha nulla a che vedere con i longobardi, compare in provincia di Palermo solo a Partinico. Nè sono attestati nel territorio motta e forza, altri due termini del lessico trecentesco siciliano della fortificazione ( 70). Meno vasta è la terminologia relativa all'abitato minore sparso nelle campagne che fino a tutto il XII secolo è la caratteristica principale della geografia dell'insediamento siciliano. Per questa classe di abitati, casale è la parola latina e quindi romanza di gran lunga più diffusa a partire dall'XI secolo e quindi, fin dal XIII, in pratica l'unica. Nella documentazione normanna in latino compare a volte, come dotta alternativa a casale, anche il cultismo vicus. Il corrispettivo di casale nei documenti greci è chorion, con il plurale choria che ha lasciato ricordo di sè nella toponomastica della provincia di Messina (le Furie). Nella documentazione araba il corrispondente esatto di casale è rahl, con l'alternativa frequente di manzil. Entrambi i termini arabi, oltre che nella documentazione, hanno lasciato tracce evidenti e numerose nella toponomastica di tutta la Sicilia occidentale (Misilmeri, Misilfurme, Misilbesi, Mezzoiuso, Recattivo, Regaleali, Regiovanni etc.). A questa terminologia corrisponde una gamma di insediamenti piuttosto variegata già dal
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punto di vista demografico. Il casale può avere da pochissimi a qualche decina ed a volte a qualche centinaio di abitanti. Ciò che caratterizza il casale è però, sempre o quasi, il suo statuto giuridicamente inferiore e la mancanza di opere di fortificazione. Esso -è stato acutamente scritto- è un "abitato rurale non difeso, sempre, ma d'ampiezza diversa, dal villaggio di colonizzazione, come Mesepe, alla semplice azienda agricola, abitata da pochi dipendenti" (71). Queste realtà demografiche diverse hanno generalmente in comune la posizione topografica, spessissimo in sito collinare ed aperto (non mancano ovviamente eccezioni) e soprattutto -come già accennato- dallo statuto giuridico subordinato. Il casale ricade infatti nel distretto, nella diakratesis, di un centro giuridicamente eminente (72). Un paragone, ovviamente non scientifico ma non del tutto arbitrario, potrebbe istituirsi, laddove esistono, con le frazioni e la loro dipendenza da un comune. L'abitato di Regalgioffoli, attuale frazione del comune di Roccapalumba, è erede, già nel toponimo in rahl, di un casale arabo-normanno. Di quest'ultimo ha inoltre in qualche modo conservato le modeste dimensioni (ovviamente rapportate alla scala attuale) e la dipendenza amministrativa dal centro superiore. Nella parola casale, inoltre (e nei suoi corrispondenti), coesistono l'abitato vero e proprio ed i campi da esso dipendenti, coltivati dai contadini -o meglio dai villani- residenti sul fondo. La definizione del casale meridionale d'epoca prenormanna fornita da Lizier quasi un secolo fa appare quindi ancora estremamente significativa e precisa. Il casale "è un piccolo nucleo economico, composto di più fondi di natura e cultura diversa, situati nella medesima località, con le loro pertinenze, con una o più case e con le fabbriche o edi-
fizi necessari all'azienda rurale assegnati ad una o più famiglie di coltivatori" ( 73). Ancora sui "caratteri originari" del casale medievale siciliano ha notato acutamente M. Gaudioso: "il fatto di vedere oggi cittadine e grossi borghi di tal nome ( 70.) ha creato in noi un concetto falso del casale medievale; mentre basterebbe che noi riflettessimo sullo spirito vero di quella denominazione per crearcene un'idea più umile, ma più esatta, naturale ed appropriata per designare quella parte del feudo che raccoglie in sè un mucchio di case, spesso caverne primitive" ( 75). I non moltissimi scavi archeologici di siti medievali identificabili come casali (Caliata presso Montevago, le Rocche di Roccapalumba, S. Anna di Caltabellotta, contrada Saraceno a Favara) (76) hanno restituito un'evidenza materiale che ben si adatta a queste descrizioni. I siti constano di alcune case, in genere semplici monovani a pianta rettangolare, costruiti in pietrame locale e coperti con spioventi di tegole. Nella Sicilia sudorientale, cui si riferisce più specificatamente il passo di Gaudioso, è poi molto frequente l'abitato trogloditico, le "caverne primitive" ( 77). Esempi di casali medievali trogloditici non mancano neanche in Sicilia occidentale e specificatamente nel palermitano. Le grotte della Gulfa, presso Alia, documentate come casale dai XII al XIV secolo, già nel toponimo arabo (ghurf, `camere') chiariscono il loro carattere artificiale, antropico ed una loro probabilissima origine altomedievale.
(71) Aymard, Bresc 1973, p. 948. (72)Aymard, Bresc 1973, p. 947. (73)Lizier 1907, p. 185. (74)Basti ricordare per la Sicilia, i casi di toponimi in rahal e manzil oggi pertinenti a vere e proprie cittadine, come Racalmuto o Misilmeri. (75)Gaudioso 1992, p. 33. (76) Su Caliata cfr. Castellana 1992; su Saraceno vedi Castellana, McConnel 1990; per S.Anna cfr. Panini 1992. Lo scavo del casale di contrada Le Rocche, presso Roccapalumba (Pa-
lermo), è rimasto inedito. Si possono inoltre ricordare i casi degli insediamenti medievali sviluppatisi sulle ville rom an e di Piazza Armerina (cfr. Carandini et al. 1982) e di Patti (Voza 1976-1977) e sull'abitato di Sofiana (Bonomi 1964). (77) Non entro volutamente nel merito del problema dell'insediamento `rupes tr e' e della sua cronologia, recentemente riaperto da un interessantissimo contributo di Aldo Messina. (78) Lo hanno fatto già Gaudioso 1992, pp. 34-42 e Bresc, D'Angelo 1973, p. 962.
Il casale è quindi il tipo di insediamento maggiormente diffuso e documentato fra XI e XII secolo, tanto in archivio che sul terreno. Occorre però sottolineare -ancora una volta ( 78) - come la denominazione `casale' ebbe molto spesso, tanto nei documenti che nella toponomastica, vita più
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lunga rispetto agli abitati corrispondenti. Ad un effettiva desertificazione di centinaia di casali fra XII e XIII secolo fa da contrappunto la lunga persistenza del termine tanto nell'uso documentario che nella toponomastica. Verso il 1270 si registra nella documentazione una certa confusione fra il casale ancora abitato ed il tenimentum terrarum, il latifondo ( 79). L'incertezza è aumentata dal fatto che spesso l'espressione tenimentum terrarum, il tenimento delle terre' è seguita da un genitivo del tipo casalis Chinnisi: il `tenimento de ll e terre del casale di Cinisi'. In molti casi è quindi difficile o impossibile, sulla base della sola documentazione archivistica, indicare con precisione il momento dell'abbandono, del passaggio dal casale al feudo. Passaggio che, almeno in alcune circostanze, dovette peraltro verificarsi gradatamente, con uno scivolamento quasi impercettibile verso l'abbandono. In definitiva, molti di quelli che nel XIII o nella prima metà del XIV secolo vengono ancora definiti dai pubblici notai e dagli scrivani di corte come `casali' in realtà sono già divenuti o si avviano a diventare dei fondi rurali privi di abitato permanente, dei latifondi. La fase di ambiguità ed incertezza non durerà però a lungo. Almeno dalla seconda metà del XIV secolo in poi la parola feudum -in siciliano fegu- designerà senza equivoci il latifondo spopolato. Anche nell'uso terminologico l'evoluzione e la trasformazione saranno così complete. Immutati o semplicemente storpiati e sicilianizzati resteranno invece, nella grandissima maggioranza dei casi, i toponimi già pertinenti a centri abitati scomparsi e quindi rimasti a designare i latifondi. Il casale diventa feudo ma non cambia nome. Ed il nome è spessissimo d'o ri gine ed etimo arabi. La toponomastica araba -evidentemente non relativa solo all'abitato- venne quasi cristallizzata ed imbalsamata dal grande mutamento culturale che, cancellando fra la fine del XII secolo e la
(79) Cfr. Bresc, D'Angelo 1973, p. 376.
Capitolo I Il territorio e le fonti della ricerca -
pri ma metà del XIII quattrocento anni di presenza arabo-islamica, lasciò un territorio in buona parte deserto, come sospeso fra un passato sempre più lontano e sfuocato ed un futuro incerto. La colonizzazione d'età moderna introdusse in alcuni casi una nuova serie di nuovi toponimi legati ai fondatori di centri abitati (Joppolo, Bolognetta, Villafrati, Cefalà Diana, Ventimig li a, Cerda), a caratteristiche topografiche e naturali dei siti (Valledolmo, Piana degli Albanesi, Altavilla), ad esigenze beneaugurali (Campofelice). Si diffusero in particolare nuovi microtoponimi legati al possesso frammentato delle terre censuate ed ancora all'impianto di nuove colture. La recentissima espansione urbanistica di quasi tutti i centri abitati, l'infittirsi della viabilità rurale, la proliferazione di case di villeggiatura specialmente nelle aree costiere, oltre a distruggere paesaggi naturali e storici, ha ulteriormente contribuito a ll a perdita, probabilmente, di centinaia di microtoponimi. L'abbandono della terra, l'emigrazione ed il distacco dall'agricoltura hanno reso le generazioni più giovani sostanzialmente estranee all'ambiente rurale. Farsi aiutare, nella ricerca di un sito o di un topomino, da guide più giovani di quaranta o cinquant'anni, conduce spesso a piccoli fallimenti. Una grande certezza è data però dalla cartografia militare che, fin dagli anni immediatamente successivi all'unità d'Italia, ha fissato per sempre, materialmente sulla carta, migliaia e migliaia di toponimi, dando forma scritta -ancorchè spesso stravolta ed equivocamente trascritta- ad un eccezionale e millenario palinsesto. Con un lavoro durissimo ed ingrato, in qualche modo paragonabile a quello degli editori di fonti, i topografi militari hanno così creato e messo a disposizione un gigantesco corpus di materiali per la storia rurale de ll a Sicilia, come di tutto il Paese. Un'opera che, almeno per l'isola, nonostante contributi di altissimo livello, resta ancora in buona parte da intraprendere.
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Capitolo II
Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai Normanni a Federico II Dai bizantini ai musulmani La Sicilia si presenta all'inizio del medioevo con una rete di insediamenti di tipo urbano risalenti alla colonizzazione greca (in particolare sulle costiere da Termini a Messina e da Taormina a Selinunte), agli stanziamenti fenicio-punici (LilibeoMarsala e Palermo) e, nell'interno, ad aggregazioni indigene ellenizzate in tempi successivi (è il caso, fra gli altri, di Enna, Noto, Jato, Judica, Centuripe). Diversamente che per altre aree anche del Mezzogiorno d'Italia, il passaggio dalla tarda antichità all'alto medioevo non sembra costituire per l'insediamento siciliano, o almeno per le sua rete urbana, una fase di scompaginamento e forte selezione ('). Le desertificazioni e gli abbandoni più importanti si erano verificati già, in fasi ovviamente diverse, da secoli. Camarina, Gela, Eraclea, Megara, Selinunte e, nell'area qui considerata, Solunto ed Himera dormivano già da secoli il loro sonno. Soltanto due delle città sedi vescovili siciliane registrate in età bizantina -Tindari ed Alesascompaiono nel periodo fra l'invasione musulmana e la conquista normanna ( 2). Il pericolo musulmano portò piuttosto ad un generale ricompattamento delle strutture urbane: i circa quaranta toponimi di città e fortezze bizantine attestate dalle cronache della conquista islamica (per metà corrispondenti a siti antichi certamente documentati dalle fonti) trovano significativa rispondenza nell' incompleto elenco delle mudun siciliane del X secolo compilato da al-Muqaddasi (3). La gerarchia tardo-antica e bizantina
dei siti urbani giunge quindi sostanzialmente intatta in età musulmana, quando si potenzia ed arricchisce con il rilancio dell'esistente e con probabili nuove fondazioni. Al momento della conquista normanna, un centinaio di abitati principali, porti o centri interni spesso in sito d'acropoli (la categoria, in questa formulazione certo troppo indistinta, comprende la grande madina siciliana, Palermo, ed insediamenti molto pi«modesti come Brucato), costituisce l'intelaiatura portante dell' insediamento e dell'organizzazione territoriale. Nel territorio dell'attuale provincia di Palermo questa sostanziale continuità delle strutture urbane fra tarda antichità ed età islamica viene pienamente confermata. Accanto a Palermo, che prima della conquista musulmana non è che una delle principali città dell' isola, Thermae-Termini (4), Cefalù e Hiccara-Carini mantengono rango e dignità di città vescovile almeno fino alla vigilia della conquista musulmana ( 5). Su un piano senza dubbio inferiore sono documentati per l'età bizantina anche Corleone, Castronovo, Caltavuturo e, con minore certezza, Geraci e Collesano ( 6). Si tratta sempre di fortezze protette già da situazioni topografiche inaccessibili. La Montagna Vecchia di Corleone, dove con probabilità sempre maggiore si colloca la Corleone bizantina e quindi islamica, è un rilievo alto, scosceso e di difficile accesso. La `terra vecchia' di Caltavuturo, il nucleo più antico dell'abitato poi `scivolato' a valle, è sita su un immenso sperone accessibile solo da un lato, sbarrato dalle rocce cui si abbarbica il castello. Scavi del 1984 -solo di recente pubblicati (')
(1) Una situazione assai diversa per la Calabria e la Basilicata
del VII secolo d. C. prospetta Noyé 1983, p. 109. (2) Maurici 1992, p. 50. Alesa però si sposta sul sito non lontano, ma defilato dalla costa ed elevato, della medievale Tusa. Una evoluzione simile sembrerebbe aver determinato l'arroccamento della sede vescovile bizantina di Triokala
(3) (4) (5) (6) (7)
sul sito montano e fo rt issimo di Caltabellotta. Ivi, pp. 20-22 e p. 64. Su Termini Imerese cfr. in particolare Belvedere Cfr. Maurici 1994a, pp. 27-41. Maurici 1994a, pp. 44-54. Villa 1997.
et. al.
1993.
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Capitolo II Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai normanni a Federico II
- confermano la datazione ad età bizantina ( 8) dell'imponente muraglia (2 km. di lunghezza) che chiude l'unico versante accessibile del monte Cassar, il grande rilievo che sovrasta a N il comune di Castronuovo di Sicilia. La gigantesca fortezza non sembrerebbe sopravvivere oltre il IX secolo, quando l'abitato potrebbe essere sceso' sul sito dell'attuale paese di Castronuovo. La conferma della datazione ad età bizantina delle mura del Cassar riapre il dibattito sull'insediamento siciliano alla vigilia dell'invasione islamica, confermando -si ritiene- una tendenza alla concentrazione delle popolazioni in siti elevati, difendibili ed incastellati. Si ribadisce però qui quanto già affermato altrove (s): la necessità di indagini archeologiche da compiersi in centri d'altura a lunghissima continuità di vita. Non sappiamo nulla di preciso sulle origini e la storia fino all'XI-XII secolo d. C. di paesi come -per restare sempre nell'ambito della provincia- Prizzi, Vicari, Caccamo, Giuliana, Sclafani, Polizzi, Petralia Sottana e Soprana, Gangi, S. Mauro Castelverde, Isnello. Ed anche sulle origini di Corleone, Ceraci, Caltavuturo, per i quali disponiamo almeno di qualche menzione documentaria d'epoca prenormanna, non sappiamo in realtà quasi nulla. Fino a quando non disporremo per un numero significativo di questi siti di dati ben precisi derivanti dallo scavo, le nostre conoscenze rimarranno poco più di semplici congetture. Il discorso potrebbe allargarsi all'intero territorio isolano. La conoscenza archeologica dei siti abbandonati non è sufficiente: per costruire un quadro meno sfumato della evoluzione dell'abitato fra la fine del mondo antico e la conquista normanna occorre scavare nelle attuali città e paesi in sito d' acropoli: potrebbero venire delle sorprese.
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e fundi rustici, e le fonti d'età normanna che attestano l'esistenza di centinaia di piccoli abitati intercalari (casalia, rihal choria nelle tre lingue della diplomatica normanna) si estende un vuoto documentario praticamente tot ale. Un punto è però certo: la documentazione dell'XI-XII secolo non offre appigli consistenti per ipotizzare una numerosa serie di fondazioni ex novo ( 10). La gran parte dei casali d'età normanna risale quindi almeno ad età islamica. L'interrogativo da porsi è allora in che misura l'età musulmana abbia mutato l'aspetto e la consistenza dell'abitato intercalare; ed è un interrogativo da porre in primo luogo -ancora una volta- alla ricerca archeologica che però, allo stato attuale delle conoscenze ( 11) non è ancora in grado di proporre risposte soddisfacenti e definitive. Le allettanti tentazioni delle toponomastica sono da respingere o quanto meno da utilizzare con grandissima prudenza. La notevole massa di toponimi arabi in rahl (`casale', sing. di rihal) o in manzil ancora segnati sulle carte topografiche o attestati dai diplomi normanni comprende certamente, accanto ad effettive fondazioni d'età islamica, anche numerosi cambi di denominazione per insediamenti preesistenti e qualche iniziativa di popolamento già d'età normanna ( 12). D' altra parte, neanche un toponimo in galca costituisce indizio affidabile dell'origine araba di un abitato d'altura incastellato. Al contrario. Nel caso di Caltabellotta (qalcat al ballut, `larocca delle quercie) e Caltavuturo (probabilmente galcat aba Tawr, `la rocca di abu Tawr') i toponimi giunti fino a noi vennero coniati dai musulmani per designare fortezze bizantine che opposero alla conquista islamica una qualche resistenza. ,
Ancora più incerte e sfumate sono le nostre conoscenze sull'insediamento rurale sparso dei secoli altomedievali. Fra le lettere di Gregorio Magno, ricche di indicazioni concernenti massae
Gli esempi archeologicamente noti di evoluzione di abitati rurali da età tardo-romana ad epoca normanna sono ancora poco numerosi e forniscono dati non sempre univoci. Il casale di Caliata, presso Montevago, la cui vita sembra ricominciare nella prima metà dell' XI secolo, è preceduto da
(8) Proposta da Maurici 1988-89, p. 33 e Maurici 1992, pp. 36-42. (9) Maurici 1995b, p. 492. (10) Aymard, Bresc 1972, p. 955. (11) Lo stato delle conoscenze è riassunto da Pesez 1994 e Molinari 1994. I due autori ritengono certa la sopravvivenza
fino a ll a conquista musulmana di una fitta rete di abitati sparsi ed aperti. Ho altrove confutato d'autorevole ipotesi, non ritenendo che allo stato attuale delle ricerche sia possibile formulare un giudizio definitivo (cfr. Maurici 1995b). (12) Aymard, Bresc 1972, p. 957.
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una fase tardo-romana e bizantina ma non sembra possibile, allo stato delle conoscenze, parlare di continuità priva di soluzione ( 13). L'insediamento tardo-romano, bizantino e medievale di contrada Saraceno, presso Favara, presenta una sovrapposizione di strutture insediative medievali sui livelli bizantini di VIII-inizi IX secolo sigillati da uno strato compatto di crollo con incendio ( 14). Una cesura drammatica sembrerebbe quindi separare la vita del sito più o meno in corrispondenza degli anni dell'invasione islamica. Significativi indizi a favore di una certa tenuta dell'insediamento rurale fra età tardo-romana e bizantina ed epoca musulmana vengono ora, per il territorio della provincia di Palermo, dalla Monreale survey, unico esperimento di archeologia estensiva di grande respiro spaziale e cronologico fino ad ora avviato in Sicilia ( 15). Ma a S.Anna di Caltabellotta (prov. di Agrigento) l'insediamento tardo-antico e bizantino sembra presentare una lunghissima fase d'abbandono dopo la metà del VI secolo d. C. e fino presumibilmente all'XI (16).
morfologiche ben marcate e che costituivano altrettante ripartizioni territoriali in possesso di propri organi amministrativi, religiosi, giuridici. Nei singoli aqalim il popolamento si ripartisce in unità insediative, produttive e fiscali piccolo-medie, il rahal siciliano equivalente all'alqueriaiberica. In ogni distretto (al sing. iqlim) è poi da ipotizzare l'esistenza di un abitato capoluogo' ed eponimo, sede di delegazione formale di potere, centro amministrativo e religioso dell'iglim, in genere corrispondente ad un insediamento eminente per sito, popolazione, storia. Abitato aperto ed abitato incastellato sembrano quindi coesistere, all'interno di una struttura coerente, alla vigilia de ll a conquista normanna L'età normanna
EnelaSicsud-ortPlOienfcò parecchi villaggi ritenuti tardo-romani e bizantini che non sembrano giungere all'anno 1000, "distrutti per sempre dalla procella araba" ( 7). Il problema de ll a continuità o rottura fra età bizantina e normanna, in ogni caso, tocca solo marginalmente l'assunto principale di questa ricerca che inizia con le prime fonti documentarie dell'XI secolo. Il dato da tenere presente qui è la situazione di fatto trovata dai normanni al momento della loro irruzione in Sicilia e la evoluzione verificatasi fra la fine dell'XI e la fine del X II secolo. H.Bresc ( 18) ha proposto di applicare alla Sicilia musulmana un modello simile a quello riscontrato per lo Sharq al-Andalus da P.Guichard (19). L'isola sarebbe stata divisa, al momento dello sbarco normanno, in `distretti' (aqalim) relativamente vasti, corrispondenti a volte ad unità geo-
La conquista normanna, più che da scontri campali -che comunque non mancarono- , fu caratterizzata dalle operazioni di blocco e dall'assedio, a volte particolarmente lunghe e complesse, delle principali città e fortezze islamiche, dei capoluoghi' dei vari aqalim (20). Le cronache de ll a conquista ricordano, per il nostro territorio, la capitolazione di Petralia, l'occupazione di Cefalù, Brucato e Collesano, la resa, la ribellione ed il nuovo assedio di Jato e Cinisi, il lungo e drammatico assedio di Palermo (21). Con l'evoluzione della conquista in dominazione, città e insediamenti fortificati principali continuarono a svolgere il loro ruolo di gangli vitali dell'insediamento e dell'organizzazione territoriale. Città e castra principali, conquistati più spesso dietro stipula di capitolazioni che per espugnazione violenta, vennero in genere ulteriormente fortificati dal vincitore normanno pro velle suo (22) con l'erezione di nuovi castelli o il rafforzamento di fortificazioni preesistenti. Le fonti ri-
(13)Castellana 1992, p. 38. (14)Ibid. e Castellana, McConnel 1990. (15)Johns 1992, in part. p. 415. (16)Panvini 1992, p. 165. (17)Orsi 1898, p. 1. In realtà la datazione di questi siti sarebbe, ove possibile, da verificare sulla base della maggiore conscenza dei materiali rispetto all'epoca di Orsi.
(18) Bresc 1984a, p. 76. (19) Il modello di organizzazione territoriale è stato proposto da Guichard e Bazzana 1979, pp. 191-192. (20) Maurici 1991, p. 24. (21) Cfr. Maurici 1992, ppp. 94-97. (22) L'espressione è utilizzata da Malaterra (III, XII, p. 64) nel caso di Castronovo, occupato da Ruggero verso il 1077.
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cordano castelli (il termine designa in questo contesto il fortilizio, la residenza o il complesso edilizio fortificato) di XI e XII secolo a Brucato, Caccamo, Carini, Caltavuturo, Cefalà, Cefalù, Collesano , Corleone, Geraci, Gratteri, Jato, probabilmente Misilmeri, Partinico, Patellaro, Petralia, Pollina, Prizzi, Roccella, Termini, Vicari. In nessun caso questi primi castelli siciliani sorgono isolati nella campagna; al contrario, vengono sempre costruiti all'interno o nelle immediate vicinanze di un centro abitato da dominare e controllare prima ancora che difendere. Almeno venti castelli d'età normanna divennero quindi le residenze dei nuovi detentori del potere -rappresentanti del conte e poi del re, feudatari laici ed ecclesiastici- e rimasero quindi, in uno ad i centri abitati da essi controllati, i gangli amministrativi, religiosi e militari del nuovo ordinamento territoriale. Nelle grandi linee, nel modello identificabile, la inferiorità di status con cui i vinti musulmani ed i greci -infidissimum genusvennero incorporati nel nuovo ordine sociale e giuridico si riflesse direttamente anche nelle scelte di insediamento. Ai greci e soprattutto ai saraceni delle campagne, ridotti in gran maggioranza -o confermati con aggravi ulteriori- nella condizione ereditaria di villani (23), venne imposta la residenza nei casali aperti, centri della produzione agricola e unità di contribuzione fiscale ( 24). Il sistema feudale, impiantato in Sicilia come in Terrasanta sulla base dell'igtac (almeno nei due Valli islamizzati dell'isola) ( 25), rese ancora più netta nelle campagne la separazione fra il mondo dei vinti e la società dei vincitori. Il dominico e quindi le corvées trovarono diffusione soltanto o prevalentemente nel Val Demone greco. Nella Sicilia occidentale, e segnatamente nel territorio qui preso in esame, i rapporti fra gli indigeni dei casali ed i signori feudali o gli ufficiali del demanio reale si limitarono in genere alla corresponsione delle imposte personali e fondiarie dovute: giziah e gamin.
I coloni latini venuti al seguito della avanguardia militare normanna si stanziarono prevalentemente nei centri fortificati principali, all'ombra dei castelli demaniali e feudali. Le case del `baglio' del castello di Vicari ricordate nel 1194 suggeriscono l'immagine di fortilizi preceduti da una basse court costituita da case allineate su una corte a formare verso l'esterno un muro continuo, una sorta di p rima linea difensiva del castello vero e proprio ( 26). Le terre vecchie della toponomastica, a Caltavuturo, a Carini, o il colle di S.Vitale a Castronuovo detto Montagna reale, confermano la divisione di questi centri abitati. La parte elevata e fortificata, posta so tt o la protezione ulteriore del castello, è riservata nell'XI e XII secolo ai coloni latini. Nei quartieri periferici e non difesi verrà concentrata la popolazione indigena sottomessa. In diversi centri dell'isola questa tendenza al cantonamento, al concentramento dei musulmani `cittadini' e 'borgesi' in aree decentrate e poco difese dell'abitato sembra confermata dalla sopravvivenza nella toponomastica del termine rabad, `sobborgo'. Quartieri detti rabatu esistono ancor oggi, per esempio, a Sutera, a Sciacca e, in provincia di Palermo, a Castronovo ( 27). L'espulsione o la ghettizzazione dei musulmani delle città e dei centri incastellati, quando non la loro strage realizzata durante la conquista a Messina, a Bugamum, a Iudica, a Pantalica, non poteva comunque essere applicata su scala globale per tutta l'isola, neanche laddove la resistenza armata musulmana si protrasse più a lungo. Ad Agrigento la popolazione era in maggioranza islamica ancora alla fine del XII secolo, provocando non poche apprensioni, quando non reali pericoli, ai vescovi costretti a fortificarsi attorno alla cattedrale (28). Contemporaneamente, però, la popolazione saracena di Termini si era ridotta verso il 1185 ad una esigua minoranza, occupando un quartiere fuori delle mura (rabad) a lei riservato (29), una vera e propria moreria. Nella stessa Pa-
(23) Sul villanaggio in Sicilia cfr. il classico Peri 1965 recentemente ristampato in Peri 1992, pp. 5-121 (sull'opera di Peri si vedano però le osservazioni di Johns 1983, pp. 232-233); cfr. inoltre Peri 1978, pp. 91-93. (24) Bresc 1984a, p. 79.
(25) Johns 1983, p. 236. (26) Cfr. Bresc 1984a, p. 79. (27) Maurici 1992, pp. 140-141. (28) Collura 1961, p. 307: pauci christiani erant ibi usque ad mortem regis Guillelmi secundi.
(29) Lo testimonia Ibn Jubayr, in Amari 1880-81, I, p. 153.
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lermo, dopo il pogrom del 1161, i saraceni abbandoneranno il Cassaro per rifugiarsi nel Seraicadi, il quartiere al di là del fiume Papireto. Palermo venne ben presto scelta come sede regia e fin dall'espugnazione era stato rivitalizzato il suo rango di sede arcivescovile. Cefalù fu rilanciata da Ruggero II con lâ fondazione del vescovado e della cattedrale. Termini, pur non riacquistando il rango vescovile, venne rafforzata ed il suo castello si avvia fin da epoca normanna a divenire una delle fortezze più importanti di tutta la Sicilia occidentale. A poca distanza da Termini, vive e fiorisce Brucato che Idrisi descrive come fortezza dotata di mercato e vasto e popolato distretto. Alle spalle della costiera fra Termini a Cefalù, sulla montagna madonita, continuano il loro sviluppo o compaiono per la prima volta nella documentazione fra XI e XII secolo tutta una serie di centri d'altura certamente o presumibilmente fortificati: Caccamo, Caltavuturo, Collesano, Geraci, Gratteri, Isnello-Rocca Asini, Petralia, Polizzi, Pollina, Ruqqah Basili (forse sul sito di Ipsigro e poi di Castelbuono), Sclafani. Il fo rte insediamento di famiglie feudali normanne (i Montescaglioso a Pollina e Sclafani, i Craon a Ipsigro e Geraci, Adelicia nipote di Ruggero II a Collesano, i Bonello a Caccamo), la costruzione o il riadattamento di castelli e fortificazioni contribuirono certamente ad assicurare a questi centri una ininterrotta continuità di occupazione e vita. Sulla costiera ad occidente di Palermo, non diversamente da Termini, anche Carini non recuperò l'antica dignità vescovile. Negli anni di Ruggero II venne però munita di un castello e, dopo la rivolta del barone del luogo, il celebre Matteo Bonello, fu verosimilmente recuperata al demanio. Sempre sulla costiera ad Ovest di Palermo, Partinico viene infeudata agli Avenel e munita anch'essa di un castello che controllerà l'abitato sottostante e la piana dall'alto della posizione imprendibile del monte Cesarò. Nell'entroterra collinare compreso fra il
(30) Uno storico arabo successivo alla conquista normanna, Ibn Khaldun, narrando quei fatti sottolinea la facilità con cui erano stati occupati i casali, di contro alla resistenza opposta dai centri fortificati (Ibn Khaldun, in Amari 1881-1882, II, p. 202).
corso del fiume Torto e quello delll'Eleutero emergono come centri fortificati ed incastellati, oltre la già ricordata Caccamo, Ciminna, Cefalà (un castellum vi è documentato fin dal 1121), Petterana, Vicari. Più a Sud si impongono Prizzi e Castronovo. In tutte queste località è testimoniato un afflusso di latini al seguito di signori feudali (i Lucy a Petterana, i Bonello a Prizzi oltre che a Caccamo) o intorno ai rappresentanti dell'amministrazione regia (probabilmente a Vicari) Più ad Ovest, fra l'Eleutero ed il Belice, si estendono le terre che, a partire dal 1172 verranno accorpate nell'arcidiocesi di Monreale. Sono zone di profonda e radicata presenza musulmana, quasi prive di insediamenti latini (fanno eccezione le signorie di Calatrasi e Patellaro poi inglobate nel feudo-arcidiocesi di S. Maria la Nuova) e sorvegliate, sui confini, da una catena di terre e castelli che da Corleone e Prizzi scende fino a Caltabellotta e risale fino alla costa passando per Salemi e Calatafimi. All'interno della vastissima area si disperde un pulviscolo di casali, tutti o quasi dai toponimi e dalla popolazione araba. Le posizioni montane più alte ed imprendibili sono occupate, spesso fin dall'antichità (Jato, Entella, Montagna Vecchia di Corleone), da abitati fortificati che si trasformeranno in altrettanti punti di disperata resistenza quando diverrà impossibile la convivenza fra cristiani e musulmani, fra il regnum ed il riesumato emirato siciliano. L'insieme degli abitati intercalari, i casali aperti e generalmente privi di protezione che non fosse quella offerta eventualmente dalla topografia, costituiva complessivamente un plat-pays indifeso, riservato all'etnia sottomessa ( 30). La sola documentazione scritta di XI e XII secolo offre, per il solo territorio dell'attuale provincia di Palermo, i nomi di circa 160 casali. Il numero aumenterebbe di molto se si aggiungesse la dozzina circa di casali attestati per la prima volta nel XIII secolo ma con ogni probabilità già esistenti precedentemente, i toponimi indicativi, gli insedia-
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menti attestati solo dalla prospezione archeologica che qui non vengono presi in considerazione. Il casale, quindi, anche nel palermitano, è di gran lunga il tipo di abitato più diffuso fra XI e XII secolo. Il grosso dei casali documentati si concentra nell'area monrealese, sulle colline del Belice. Una documentazione meno abbondante ed organica di quella monrealese aggiunge altri contingenti più o meno numerosi di toponimi per le aree interne di Cefalù, Vicari, Castronovo, e per la zona compresa fra il S.Leonardo ed il fiume Torto. Fonti isolate gettano fiochi fasci di luce per le costiere ad Ovest ed Est di Palermo dove un popolamento minuto è attestato nel territorio di Carini e sulla fascia pianeggiante e fertilissima da Trabia a Roccella. Decisamente minore il numero di casali attestati in area madonita e non è probabile che questa rarefazione sia da imputarsi solo ai limiti de ll e fonti. Relativamente poche sono le attestazioni di casali abbandonati fin dagli anni prima della mo rte di Guglielmo II: il casale Pagani de Gorgiaera diruto nel 1182; a qualche miglio da Corleone, nello stesso anno, si ricordavano le rovine del casale di Briace Veteris; ad Entella il privilegio monrealese del 1182 registrava la presenza di dirroita; deserto era anche un casale Belich certamente diverso dall'omonimo castello, detto più tardi Pietra di Belice. Nel 1183 un ordine di Guglielmo I dispensava dal ritorno ai casali d'origine i villani che si fossero rifugiati nellle terre di S.Maria la Nuova di Monreale ( 31) Ma la fuga dei villani in cerca di migliori condizioni di vita, ulteriormente documentata a Mezzoiuso nel 1177, era ancora un fenomeno relativamente limitato. Veniva sanzionato con durezza delle leggi normanne ma non era tale da porre radicalmente in crisi l'ordine costituito. I tre fuggitivi saraceni di Mezzoiuso promisero al loro signore, l'abate di San Giovanni degli Eremiti, di sottoporsi agli obblighi fiscali, venendo paternamente perdonati dal religioso. La menzione di casali abbandonati diventerà però più frequente parallelamente all'acuirsi della crisi fra i musulmani e la corona siciliana, nel pe-
(31) Cusa 1868-82, I, pp. 245 ss. (32) La definizione in Bresc 1985, p. 250. (33) Amari 1935-39,111, p. 495.
riodo compreso fra la morte di Guglielmo II ed il ritorno di Federico II dalla Germania. Verso il 1186 si andavano spopolando i casali intorno Vicari ed ai primi del XIII secolo si notava l'abbandono dei casali di Carini. Dopo il pogrom antimusulmano del 1189, la fuga dei villani dalle residenze si trasformerà in un vero e proprio esodo di massa, una Higira (32) verso le aree montane del Val di Mazara dove la minoranza islamica sarà protagonista di una lunga e disperata resistenza all'acculturazione forzata ed all'annullamento. La crisi dell'ordine normanno
L'odio razziale e religioso era esploso una prima volta, fin dagli anni del Malo, nella stessa Palermo, capitale del regno e dell'esperimento di convivenza interetnica tentato dagli Altavilla. Nel 1161, durante la rivolta nobiliare che aveva portato all'arresto di Guglielmo I, i musulmani di Palermo erano stati attaccati nelle loro case e botteghe e massacrati, mentre i superstiti erano costretti a rifugiarsi nel quartiere del Transpapireto (33). Poco dopo, i `lombardi' dei feudi aleramici (Piazza, Butera) si gettarono addosso ai musulmani che vivevano mescolati a loro o nei casali ad esclusivo popolamento islamico e massacrarono. Diretti istigatori dell'attacco furono i nobili ribelli al sovrano: Tancredi di Lecce, il conte di Paternò Simone, l'illegittimo Ruggero Sclavo'. La feudalità in rivolta individuava nei gayti di corte musulmani o cripto-musulmani il più forte elemento di resistenza alle sue pretese di maggiore potere po li tico. Per gli immigrati lombardi' , poi, i musulmani, villani e `borgesi', erano, oltre che dei `diversi' per lingua cultura e religione, dei concorrenti nel commercio e nell'artigianato e soprattutto un ostacolo a ll 'accesso ed al pieno sfruttamento delle terre pertinenti ai casali. La componente islamica della popolazione, dai suoi strati più elevati ai più infimi, divenne quindi il principale bersaglio dei ribelli. Le motivazioni sociali si sovrapponevano quindi a quelle
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stare alle accuse, complice di nefandezze dei saraceni di Palazzo, costituiscono spie dell'ulteriore deterioramento dei rapporti interrazziali. E questo, durante la reggenza di Margherita ed il cancellierato di Etienne de Perche, all'interno della corte, già centro e modello di convivenza tollerante.
religiose conducendo verso una contrapposizione totale. La tolleranza non sembra aver mai caratterizzato a lungo la storia dei rapporti fra gruppi umani e la Sicilia normanna e quindi sveva fece eccezione solo per qualche decennio, fra la violenza iniziale dell'assoggettamento e quella finale della distruzione. Gli effetti di questo primo pogrom antisaraceno sul popolamento e sull'insediamento nella Sicilia centro e sud-orientale, già duramente provata dalle violenze della conquista normanna, non sono esattamente calcolabili. Non sappiamo quante siano state allora le vittime nè quanti abitati musulmani abbiano imboccato la strada della definitiva decadenza. L' aggressione ebbe comunque certamente caratteri violentissimi e lasciò cicatrici permanenti, costringendo molti superstiti a cercare scampo nella fuga verso i tutiora sarracenorum oppida (34). E cioè verso le fortezze montane della Sicilia occidentale come Jato e Cinisi che, arresesi nell'XI secolo ai normanni a condizioni presumibilmente piuttosto vantaggiose, erano rimaste tenacemente attaccate al passato islamico. L'emorraggia fu quindi copiosa. L'afflusso in Sicilia occidentale di profughi e fuggiaschi dalla parte centrale ed orientale dell'isola è suggerito ulteriormente dai cognomi toponomastici trascritti più tardi nelle platee dei villani dell'arcidiocesi di Monreale: Rametta, Vaccaria, Polizzi, Modica, Castrogiovanni, Mineo (35) Il clima di rancore ed odio reciproco, ulteriormente acutizzato dalle sanguinose vendette consumate dal gaito Martino durante la repressione della rivolta lombarda da pa rt e di Guglielmo I, era destinato a durare anche dopo la morte del Malo. Episodi come la fuga in Af ri ca di un altro gaito di corte, Pietro, o le condanne per apostasia pronunciate contro alcuni convertiti ed ancora il processo di Roberto di Calabiano, protetto e, a
Con la fondazione dell'arcidiocesi di Monreale, che fra 1174 e 1186 accorpò vasti territori in origine tanto demaniali che feudali e precedentemente compresi fra i vescovadi di Palermo, Mazara ed Agrigento, Guglielmo II tentò di avviare a soluzione definitiva il problema musulmano ( 36) E ciò nel momento in cui, al di là del velo di tolleranza che impediva il ripetersi di fatti sanguinosi come quelli del 1161, un osservatore acuto come l'andaluso Ibn Jubayr coglieva progressivamente da vari indizi -e da ll e dirette testimonianze di correlligionari siciliani- il senso di precarietà e di minaccia incombente sulla comunità saracena dell'isola. Che, non lo si dimentichi, dopo un secolo di conversioni, espulsioni ed afflusso di immigrati occidentali, si era ormai ridotta ad una minoranza anche numerica, oltre che culturale, religiosa e politica (37). La fondazione dell'arcidiocesi, il cui titolare veniva investito di eccezionali poteri amministrativi e giudiziari ( 38), si presta quindi ad interpretazioni complesse ed articolate. E' certa la volontà da parte del re di contrapporre una forte presenza allo strapotere dell' arcivescovado palermitano (39). Ma la creazione della signoria temporale su circa 1.200 km' di territorio, più di 100 casali e diversi grandi abitati fortificati d'altura, diverse migliaia di abitanti, in prevalenza villani di religione musulmana (40), valeva senza dubbio ad inquadrare quest'area che si era andata configurando spontaneamente' come un cantone saraceno di grande pericolosità potenziale.
(34)Così si esprime Falcando (p. 70). (35)Bresc 1985, p. 250; Johns 1983, p. 244. (36)Sulla fondazione e l'organizzazione della signoria di S.Maria la Nuova di Monreale cfr. in particolare Johns 1983, p. 186 e ss.; cfr. inoltre Bercher et al. 1979 ed in ultimo D'Angelo 1997. (37)"E qui gli uomini che veggono innanzi nelle cose loro, temon che avvenga all'universale dei Musulmani di Sici lia ciò che seguì ne' tempi andati a que' dell'isola di Creta; dove tanto lavorò la tirannide de' Cristiani e tanti fatti particolari accaddero
successivamente, oggi una cosa domani un'altra, che gli abitanti alla fine furono costretti a farsi cristiani dal p rimo fino all'ultimo; scampando solo que' pochi che Iddio decretò di far salvi. Che la parola della dannazione piombi addosso agli infedeli" (Ibn Jubayr, in Amari 1880-1881, II , pp. 178-179). (38) Cfr. Johns 1983, p. 251. (39) Cfr. Tramontana 1983, pp. 639-640. (40) Non mancavano comunque i villani cristiani, fossero essi greci o saraceni convertiti; cfr. D'Angelo 1997, p. 206.
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Capitolo II - Casalia, Terre e Castella:L'insediamento dai normanni a Federico II
Il territorio attribuito a S. Maria la Nuova era quasi privo di consistenti stanziamenti di coloni latini ed i pericoli di contrapposizione violenta derivanti dalla contiguità di insediamento potevano sembrare quindi eliminati in origine. In ogni caso, questa grande `riserva' musulmana risultava sorvegliata e stretta da una catena di abitati fortificati e castelli tanto demaniali che feudali ( 4'). La popolazione saracena, sebbene non avesse contatto diretto con colonie di latini, veniva così a trovarsi concentrata e chiusa all'interno di un ridotto potenzialmente assediato, una sorta di grande riserva. Alla fine del XII secolo il territorio di Monreale rappresentava quindi un frammento di passato ormai pericolosamente in bilico. Era una residua isola saracena la cui definitiva acculturazione , demandata ai monaci di Monreale, poteva considerarsi solo questione di tempo. L'area, prevalentemente argillosa e collinare, separata dalla costa settentrionale e da Palermo da una catena di rilievi calcarei, era ancora animata da una policultura che univa agli open fields cerealicoli ed al pascolo, piantagioni irrigue e specializzate: frutta, legumi, piante tessili e coloranti, canna da zucchero (42). La popolazione, in maggioranza villani ratione personarum censiti nelle garacid al-rigal i `polittici degli uomini' ( 43)- era sottoposta ad obbligo di residenza. E continuava inoltre a versare all'arcivescovado di Monreale, come in precedenza alla corte o ai signori infeudati sul territorio, capitazioni religiose (giziah) e canoni agrari in denaro e prodotti della terra. La costituzione del dominico e la corresponsione di angherie erano escluse da questa forma di conduzione e sfruttamento della terra. Il solo casale di Qurûbnish -oggi Curbici- nel 1171 fruttava una cifra altissima versata certamente in moneta d'oro, oltre a rendite in derrate alimentari e vino ( 44). Il casale, il rahl o manzi/ musulmano, è quindi ancora l'unità base di insediamento, sfruttamento del
(41) (42) (43) (44)
Johns 1983,p.4. Bercher et al. 1979, pp. 527-531. Johns 1988, p. 76. Johns 1986, p. 231 e nota 31. Sul casale di Curbici cfr. inoltre D'Angelo 1975. (45) Johns 1992, p. 415. (46) Così sono definiti, nel 1176, Jato e Calatrasi (Garufi 1902, p. 12 doc. 16; cfr. inoltre Bresc 1984a,p. 81; Maurici 1992,p. 126).
suolo, tassazione. Più di cento casali di medie e piccole (a volte piccolissime) dimensioni si ripartivano negli aqalim di quattro centri eminenti ed incastellati: Jato (galcat Jatu), Calatrasi (galcat at-tirazi), Corleone (Qiirlan), Battalaro (Batalclrú). In parte certamente considerevole, i rihal ed i manazil monrealesi documentati nel 1182 erano fondazioni precedenti alla seconda metà del XII secolo e risalente almeno ad epoca emirale. Nell'area di 72 km2 battuta a tappeto dai ricercatori della Monreale survey, 9 siti con ceramica del XII secolo sembrano essere occupati con continuità almeno dal X: 7 siti occupati nei secoli X-XI, però, non hanno restituito ceramica del XII ( 45). Accanto ai casalia ed ai quattro municipia (46) incastellati, le fonti e l'evidenza archeologica mostrano anche l'esistenza di altre forme di insediamento, a volte effimere e temporanee. Una dozzina di grotte (girân) sono attestate da lle fonti scritte in unione a nomi di persone che evocano quindi la loro utilizzazione come abitati ( 47). Aspri rilievi montagnosi e speroni di roccia isolati offrivano inoltre una numerosa riserva di siti-rifugio, occupabili temporaneamente in caso di pericolo ( 4ß). Il tentativo di Guglielmo II era destinato ad un clamoroso fallimento. Ben poco avevano infatti da guadagnare i saraceni nel passaggio dall'amministrazione regia, impersonata da gayti musulmani o cripto-musulmani, a quella dell'arcivescovado di Monreale. Già Michele Amari ritenne che i saraceni del monrealese siano stati "spinti a disperazione dalle avanie de' loro nuovi signori tonsurati, più ingordi e più duri al certo degli uffiziali mezzo musulmani della corte" ( 49). Più concretamente, J.Johns ha riscontrato nella documentazione monrealese la volontà regia, evidentissima verso il 1180, di legare più strettamente gli uomini alla terra, riducendo anche i muls, i villani "lisci" o ratione tenimenti, originariamente liberi
(47) Bercher et al. 1979, p. 531; cfr. inoltre Johns 1986. (48) E' il caso, ad esempio, di Monte Pietroso (IGM F° 258 IV SO), su cui cfr. Johns 1983, p. 227 e Giustolisi 1985, p. 31), di Calatamauro (Johns 1983,p. 227; Giustolisi 1985,pp. 174177; Maurici 1992, p. 78 e p. 264 con ulteriore bibliografia) e dei sito recentemente esplorato di Pizzo Mirabella, non lontano da Monte Jato (Lo Cascio, Maurici, Pizzo Mirabella). (49) Amari 1933-39, III, p. 559.
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da vincolo ereditario alla gleba, nella condizione più dura degli hursh, i villani "ruvidi", o ratione personarum, legati a vita alla terra ed ai casali (S 0) Le contraddizioni dovevano esplodere in maniera sanguinosamente definitiva quando, nel 1189, con la mo rte di Guglielmo II, si estingueva la successione diretta degli Altavilla e veniva meno definitivamente la forza che aveva tenuto unite la società dei vincitori e quella dei sottomessi. Verso lo scontro finale
La notizia della morte di Guglielmo II, come era già successo per quella della prigionia di Guglielmo I, scatenò nuovamente l'odio dei cristiani di Palermo contro i musulmani che ancora abitavano la città. I saraceni che scamparono alla multa strage allora ripetutasi ( 51 ) fuggirono ad montana (52) e cioè verso le fortezze d'altura del territorio \ di Monreale, rinnovando 1'Higira del 1161. Il nuovo pogrom dovette convincere definitivamente l'aristocrazia cittadina musulmana adattatasi al servizio della dinastia Altavilla, che il tempo della possibile convivenza e della collaborazione era finito per sempre. Le superstiti elites saracene forniranno ora quei condottieri politici e militari la cui mancanza aveva senza dubbio contribuito a contenere fino a quel momento il malcontento dei villani. Relegandolo, al massimo, in forme minori di rivolta come la fuga dai casali già in atto, ad esempio nella zona di Vicari, fin dal 1186 (53). La situazione era stata ulteriormente compromessa dall'elezione regia di Tancredi le cui responsabilità i musulmani di Sicilia certo ri-
(50)Johns 1983, p. 241, pp. 317-324; Johns 1988, p. 76. I villani "lisci" o ratione tenimenti, in origine non iscritti nelle platee, mantenevano la condizione villanale finchè stavano sul terreno che avevano ricevuto e vi prestavano i servizi stabiliti. Erano quindi liberi di spostarsi fra i vari feudi o nelle terre di demanio, alla ricerca di condizioni di vita e lavoro di volta in volta più favorevoli: costituivano quindi, nella società dei sottomessi, una categoria in qualche modo privilegiata, un elemento di mobilità sociale. (51)Così gli Annales Casinenses, p. 314. (52)L'espressione oltre che dagli Annales Casinenses è adoperata anche da Riccardo di S.Germano (Chronica, p. 64) e dai Gesta Henrici et Ricordi (p. 141). (53)White 1984, p. 432 doc. XXXVI.
cordavano molto bene. I Gesta Regis Henrici e Ruggero di Hoveden affermano anzi recisamente che la fuga dei saraceni verso le montagne, sotto la guida di cinque reguli, era motivata proprio dal rifiuto indignato di servire regi Tancredo (54). La pace conclusa fra Tancredi e Riccardo Cuor di Leone, liberando il sovrano siciliano almeno dal difficile problema dell'occupazione inglese di Messina, costrinse però i ribelli alla ricerca di un accordo momentaneo. Esso venne concluso con la consegna di ostaggi ed il ritorno dei saraceni -o meglio, si può ipotizzare, di parte di essi- ai casali ed alla condizione villanale. Una fonte ricorda infatti che i saraceni di Sicilia reversi sunt in domos suas, colentes terras sicut consueverant (55). In ogni caso, anche se per qualche anno
non si registreranno episodi di secéssione aperta ed è anzi documentata la fedelta di alcuni contingenti saraceni a ll a regina Sibilla (5fi), il pogrom del 1189-1190 rappresenta una rottura netta e traumatica con il passato. E dimostra il fallimento finale della formula di convivenza ineguale instaurata dalla conquista normanna. Già nella coscienza dei contemporanei, i fatti immediatamente seguiti alla mo rt e di Guglielmo II vennero considerati l'inizio di quei turbationum tempora cui metterà fine solo il ritorno di Federico re ed imperatore dalla Garmania. La fuga dei saraceni ad montana e le operazioni militari dela conquista sveva aprirono ulteriori smagliature nella rete dell'insediamento. Casali deserti ed abbandonati sono segnalati in varie parti de ll a Sicilia occidentale. Enrico VI nel 1194 accordò al monastero di Santa Maria la Latina il permesso di ricostruire i suoi casali, distrutti nella guerra (57). Altri casali vuoti ed abbandonati
(54) Gesta Regis Henrici, II, p. 141; Ruggero di Hoveden, III, p. 69. Il particolare dei cinque reguli è fornito da Riccardo di San Germano (Chronica, p. 64). Si trattava, secondo
Amari (1933-1939, III, p. 559), di "uomini di nobil sangue", dunque esponenti dell'aristocrazia tradizionale saracena, fino ad allora "collaborazionista". (55) Gesta Regis Henrici, p. 141; Ruggero di Hoveden, III, p. 69. (56) I contingenti saraceni vennero mandati nel 1194 contro Catania che si era schierata in favore di Enrico VI; l'esercito di Sibilla venne però fatto a pezzi da contingenti genovesi e presumibilmente anche tedeschi (Annali Genovesi, II, pp. 50-51 e Ottone di San Biagio, p. 325; cfr. inoltre Amari 1933-39, III , p. 562). (57) Pirri, p. 1132; H.-B., I, p. 12.
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Capitolo II Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai normanni a Fede ri co II -
dai villani erano segnalati, alcuni anni dopo, nell'antico iglim di Carini, nelle vicinanze di Salemi e persino sulle Madonie (58). I saraceni restarono apparentemente calmi e sottomessi sotto Enrico VI ( 59) ma la situazione subì un'altra drammatica svolta dopo la morte dell'imperatrice Costanza, quando Federico, barnbino di quattro anni, era già stato incoronato re di Sicilia. Durante la minorità del sovrano e la lotta per la reggenza ( 60) i musulmani divennero una delle pedine principali dello scontro in atto e la loro rivolta assunse definitivamente chiari contenuti di lotta politica, culturale e religiosa. Coscienti della loro forza -ma anche della loro delicatissima posizione, isolati in un regno ormai cristiano)- i saraceni giocarono la carta dell' alleanza militare con Markwald von Anweiler contro il papato ed i prelati di Palermo. La strana coalizione subì però nel luglio del 1200 un sanguinoso rovescio militare sotto le mura di Palermo assediata ( 61) e nei campi fra la città e Monreale. Nello scontro morì anche il capo dei musulmani, il primo 'signore patriottico' di cui le fonti hanno tramandato il nome, Magded (62). La diplomazia papale ebbe quindi la possibilità di tentare una delicatissima operazione volta ad ottenere, se non l'appoggio, quanto meno la neutralità dei musulmani ( 63). Con questo scopo, nel settembre del 1206, Innocenzo III indirizzava una missiva che è un capolavoro di diplomazia e retorica al qadi, ai gayti ed a tutti i saraceni di Sicilia, invitandoli a mantenere la fedeltà al loro signore, il giovane re di Sicilia Federico ( 64). Questo documento è importante, al di là di ogni altra
considerazione, anche perchè nomina esplicitamente alcune delle località tenute dai musulmani, fino ad allora vagamente indicate dalle fonti come tutiora sarracenorum oppida o semplicemente montana. Oltre Jato ed Entella, due toponimi ancora oggi esistenti ed ormai celebri per importanti scoperte archeologiche, l'epistola di Innocenzo ricorda anche le località di Platano e Celso. Altri documenti latini degli stessi anni permettono di aggiungere alla lista delle fortezze musulmane Calatrasi (menzionata nel 1203) ( 65), il castellum di Corleone (occupato dai musulmani nel 1208) (66) e l'altro castellum di Guastanella (67). Una fonte araba ricorda inoltre, qualche anno dopo, Cinisi ed un luogo non facilmente identificabile chiamato Ga ll o (68). Già i soli toponimi immediatamente localizzabili (oltre Jato ed Entella, Calatrasi, Cinisi, Corleone e, nell'agrigentino, Guastanella) sono sufficienti a delimitare con buona approssimazione l'area occupata dai saraceni. Essa comprendeva, oltre alle terre dell'arcivescovado di Monreale, dalle porte di Palermo al bacino del Belice, anche il retroterra di Agrigento, spingendosi inoltre almeno fino a ll a zona di Segesta, nella diocesi di Mazara. Era sostanzialmente la stessa area che nella seconda metà dell'XI secolo, all'arrivo dei normanni, aveva opposto una lunga resistenza. Jato e Cinisi, capitolate una prima volta, si erano ribellate al giogo normanno ed erano state di nuovo costrette, nel 1079, a chiedere l'aman, la capitolazione (69); sotto Entella aveva trovato la morte in un'imboscata Ibn at-Thumna, alleato ed `ingaggiatore' dei normanni ( 70).
(58) Amari 1933-39, III, p. 586 e nota 2. (59) Ivi, III, p. 567. (60) Su questo complesso periodo della storia siciliana, oltre le pagine di Amari 1933-39, III, pp. 578-600, cfr. Van Cleve 1937 ed il recente Kölzer 1994. (61) La città fu assediata per una ventina di giorni ed è da presumere che ormai pochissimi musulmani vivessero al suo interno (Amari 1933-39, I II , p. 596 nota 1). (62)Amari 1933-39,111, pp. 595-597. Un resoconto della battaglia di Monreale, combattuta nel luglio del 1200, fu redatto per Innocenzo III dall'arcivescovo di Napoli , Anselmo (H.-B., I, pp. 191-195). (63) H.-B ., I, pp. 53-54. Cfr. inoltre Amari 1933-39,111, p. 597. (64) H.-B., I, pp. 100-102. Calatrasi ed Jato, nel 1203, vennero occupate dai monaci di Monreale, ribelli al loro abate-arci-
vescovo, alleati di Guglielmo Capparone e quindi dei musulmani che di Jato e Calatrasi costituivano la popolazione. Nei due castella i monaci, secondo l'accusa di Innocenzo III, vivevano luxuriose commettendo scelera d'ogni tipo. (65) H.-B., I, pp. 135-137; Gesta Innocentii, p. 658. (66) Collura 1961, p. 309 (Libellus de successione pontificum Agrigenti).
(67) Si tratta del Tarik al-Mansuri, in Amari 1889, p. 17. (68) Malaterra, II, XX, p. 69. (69) Ivi, II , XXII, p. 36. (70)Ivi, III, p. 609 nota 3 a c. di C.A.Nallino. Muhammad ibn cAbbad succede a Magded, caduto nella battaglia di Monreale del 1200, ed al suocero Ibn Fakhir nella serie dei `grandi signori patriottici', ultimi capi dei musulmani di Sici lia (cfr. Bresc 1986, I, p. 144).
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Il ricordo orgoglioso del passato pienamente libero era quindi ancora ben vivo all'inizio del XIII secolo fra i saraceni che occupavano le colline ed i monti della Sicilia occidentale. Lo stesso ambiente naturale esaltava le aspirazioni di riscossa. La minorità e quindi la lunga assenza del re cristiano -dal 1212 impegnato nell' avventura in terra tedesca- dilatarono a dismisura le possibilità dei ribelli. La rivolta divenne così contrapposizione totale al regnum latino, la secessione si trasformò in creazione statale, in una estrema riesumazione dell'emirato siciliano. Un Muhammad ibn cAbbad (detto Mirabettus nelle fonti latine), forse discendente del Bernavert che aveva combattuto i normanni nell'XI secolo in Val di Noto (71), più probabilemnte recente immigrato dall'Africa, divenne in un momento imprecisabile condottiero di tutti i musulmani dell'isola. La `carriera' di questo grande ribelle è nota nelle grandi linee. Il primo passo fu il matrimonio con la figlia di un capo riconosciuto dei musulmani di Sicilia, tale Ibn Fakhir. Quindi, 'chiaritosi' definitivamente ribelle, Muhammad ibn cAbbad assunse la titolatura almoravide di amir al muslimin (`principe dei credenti'), battè una propria moneta d'argento ( 72) mentre le emissioni di Enrico VI e Federico II, come già prima quelle di Guglielmo II, venivano sfregiate con punzonature (73). Durante la lunga reggenza di Costanza d'Aragona l'intraprendenza e l'arroganza degli antichi villani dilagò in tutta la Sicilia occidentale. Palermo venne di nuovo direttamente attaccata, forse nel 1216 (74). Monreale subì molestie usque ad muros ecclesie ( 75). Ad Agrigento il vescovo Urso venne catturato, rinchiuso per più d'un anno nel castello di Guastanella e liberato solo dopo il versamento di un fo rte riscatto. Prima di partire per la Germania, Federico aveva cercato di tamponare la rivolta saracena con
disposizioni che, destinate a rimanere sulla carta, dimostrano ulteriormente la gravità della situazione. L' arcivescovo di Monreale Caro era stato autorizzato a far catturare, ovunque si trovassero, i villani di Jato e di Celso che, perfidos in omnes et rebelles, rifiutavano ormai apertamente la loro dipendenza de jurisdicione ipsius ecclesia Montis Regalis (76). Per la difesa militare della cattedrale guglielmina di Monreale (ne ... a servili paganorum superbia destruatur) il re di Sicilia aveva fin dal 1211 ingiunto a quanti possedevano poderi e vigneti in quel territorio, di fissare a Monreale la propria residenza. L'ordine era stato reso più incisivo con la minaccia di confisca ed incarneramento a favore dell'arcivescovado dei beni degli inosservanti (77). Da questo punto Federico, ora anche imperatore, riprese le fila del problema saraceno appena rientrato nel regnum. Nel luglio 1220 ordinava che civitates, cartella, casalia, villas, ecclesias, possessiones, villanos et jura dell'arcivescovado di Monreale usurpati ed occupati, venissero restituiti (78). Il sovrano reiterava l'ordine nel marzo 1221 da Brindisi, sottolineando il potere attribuito a Caro di impadronirsi di tutti i villani casalium sottrattisi a dominio ecclesie e confermando alla chiesa tutti i bonos usos e le consuetudines che nell'arcidiocesi, epicentro della rivolta, vigevano al tempo di Guglielmo II ( 79). Con dei semplicissimi documenti Federico II ristabiliva sulla carta lo status quo ante: reitroduceva il villanaggio oramai in pieno declino, riconduceva a casali deserti ormai da anni uomini che da tempo non riconoscevano più il valore delle garacid. In altre parole resuscitava nei termini più duri e categorici la formula della convivenza ineguale, confermando inoltre il molo e la potenza dell'arcivescovado di Monreale nei termini in cui erano stati concepiti da Guglielmo II. La completa resa dei saraceni ed il loro rein-
(71)D'Angelo 1975a; Isler 1992, p. 107. (72)D'angelo 1984, pp. 60-62. (73)Bresc, D'Angelo 1972, p. 378. In seguito a questo assalto subì danneggiamenti l'ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi, alle po rte della città, cui nel 121 Federico II confermò per compenso tutti i privilegi e le concessioni precedenti (Mongitore, Monumenta, pp. 25-26).
(74) H.-B., V, p. 251. (75) Winkelmann 1880, p. 93. (76) Ivi, p. 94. (77) H.-B., I, pp. 800-801. (78) H.-B., II, p. 149-152. (79) Cfr. Tramontana 1985, p. 161; Maurici 1987, pp. 3940.
Capitolo II Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai normanni a Federico II
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serimento nell'antico sistema socio-economico erano, d'altra parte, obiettivi che Federico poteva ben ritenere necessari per conservare il favore ed il consenso di quei beneficiari, soprattutto ecclesiastici, senza il cui appoggio non sarebbe stato possibile avviare la lotta contro il baronaggio recalcitrante del Mezzogiorno, continentale ( 80). L'offensiva antimusulmana, in ogni caso, era un tappa imprescindibiile lungo il difficile processo di ristabilimento dell'ordine, della legalità e della
teret, excepto uno solo arto arteque exciso aditu (82). Gli scavi che da un quarto di secolo conduce
pitio erat munitus, ut ex nulla parte ascensus pa-
sul monte la missione dell'Università di Zurigo hanno rivelato una straordinaria vicenda di insediamento protrattasi per più di 2.000 anni, dagli inizi del I millennio a. C. alla desolazione finale compiuta dalle truppe di Federico II nel 1246. Il primitivo abitato indigeno cominciò a importare materiale ceramico greco (probabilmente da Selinunte) verso il 550 a. C. ed intorno a quella data venne edificato un tempio dedicato ad Afrodite. Verso il 300 a. C. il centro di Jato venne interamente ricostruito secondo canoni urbanistici greci. Sui lati sud ed est vennero erette mura e torri (forse su preesistenti fortificazioni); vennero realizzati un asse viario principale accuratamente basolato in arenaria, un'agorà a portici, un grande e pretensioso teatro posto a Nord-Ovest dell'agorà, private dimore a peristilio fra le quali una, particolarmente grande e lussuosa, è stata interamente scavata. Nella prima età romana imperiale la città si trova però già in crisi: la grande casa a peristilio ed il tempio di Afrodite erano in rovina, gli edifici sull'agorà trascurati. Jato non seguì comunque il destino di altre città antiche in sito d' altura, definitivamente abbandonate in età romana, come ad esempio Solunto. Il centro urbano sopravvisse pur attraversando una fase di lunga e profonda decadenza, documentata da crolli non restaurati o ripresi con interventi edilizi molto modesti. Tracce evidenti di distruzione con incendio alla metà del V sec. d. C. potrebbero mettersi ipoteticamente in rapporto con le scorrerie vandale, anche se manca una sicura prova archeologica. In ogni caso, anche dopo questo momento acuto di crisi, la vita sul monte non cessò del tutto, come provano una moneta bizantina databile al 741-775 ed alcune fibbie di cintura di tipo altomedievale. La più antica testimonianza archeologica di età islamica su Monte Jato è una monetina d'argento del califfo fatimida Al-Aziz risalente al 975-
(80) E' la c. d. `Scala di Ferro', toponimo ricordato da ll a Tavoletta dell'Istituto Geografico Militare (IGM) F° 258IV N.E. Sulle ricerche archeologiche che da quasi trent'anni svolge sul Monte Jato la missione dell'Università di Zurigo cfr. Isler
1991 e l'ulteriore bibliografia citare, (in part. le relazioni dello stesso Isler e di H. Bloesch su "Sicilia Archeologica"). (81) Malaterra, II, XXII, p. 36. (82) Cfr. Isler 1991, p. 116.
regnum supremazionchtul'ai
normanno. Una terra irta di fortezze
Di fronte all'ultimatum di Federico, Muhammad ibn cAbbad ed i suoi musulmani reagirono preparandosi allo scontro ed alla resistenza ad oltranza, arroccandosi e trincerandosi nelle loro qila dell'interno. Il notevole sviluppo della ricerca archeologica in Sici li a occidentale nell'ultimo ventennio consente di abbozzare un quadro dell'organizzazione insediativa e difensiva degli ultimi saraceni di Sicilia, a cominciare dalla fortezza simbolo di Jato, dove con molta probabilità si rinchiuse lo stesso Muhammad ibn cAbbad. Monte Jato, alto 852 m, a circa 30 km. a SudOvest di Palermo, è l'ultima propaggine meridionale della catena che separa la Conca d'Oro e quindi Palermo dall'interno dell'isola. Difeso su tre lati da pareti strapiombanti e ripidi pendo, è accessibile solo attraversando un pianoro contiguo a Sud-Est o mediante uno stretto sentiero, in parte ricavato artificialmente nella roccia, a Nord-Est (81). La sommità della montagna presenta un vasto pianoro (più di 40 ha.) in pendenza verso Sud, in grado di ospitare un sito urbano anche di notevoli dimensioni. Si trattava quindi di una vera fortezza naturale, come già rilevato da Malaterra secondo cui il monte ita ab omni latere scopuloso praeci-
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996 d. C. (83). A ll a prima metà dell'XI secolo possono datarsi invece le più antiche ceramiche invetriate rinvenute. Con la conquista normanna disponiamo, come si è già visto, anche delle prime fonti scritte dopo la menzione della città da parte di Plinio il Vecchio. Fra XI e XII secolo Jato continua ad essere un importante centro d'altura abitato da musulmani, una qalca al centro di un vasto distretto costellato di casali. Sul monte, secondo la testimonianza di Idrisi, esistevano de ll e prigioni politiche, allocate molto probabilmente in un castello (84). Fino a questo momento mancano però quasi completamente testimonianze monumentali d'età islamica e normanna, dal momento che l'abitato si era forse prevalentemente spostato più ad Ovest, in una zona dell'altipiano non ancora toccata dagli scavi ( 85). La grande rivolta musulmana, a partire dalla fine del XII secolo e fino alla distruzione finale del 1246, conferì ulteriore importanza al centro abitato la cui popolazione venne incrementata da villani dei casali fuggiti e venuti a mettersi sotto la protezione e le bandiere dei capi ribelli. Le fortificazioni, necessarie solo sui lati Sud ed Est, vennero rinforzate con mura di tecnica semplice e scadente. L'abitato si estese di nuovo fino alla zona del teatro e dell'agorà della città antica. Sulle loro rovine vennero realizzati veri e propri quartieri di piccole case, frettolosamente costruite con tecnica assai povera, riutilizzando materiali degli edifici antichi e a volte persino pietre tombali cavate da necropoli musulmane più antiche ( 86). Generalmente queste case islamiche di età sveva sono dei semplici monolocali: alcune dispongono però di cortiletti, in qualche caso dotati anche di forni (& 7). All'interno di una casa è stato possibile isolare e datare 4 differenti fasi di vita, tutte risalenti al periodo svevo (88). Aree sepolcrali con semplici tombe a cassa realizzate con poca cura e sepolture isolate si in-
serirono qua e là nel tessuto abitato: a monte della cavea del teatro greco; davanti al portico occidentale dell'agorà;; presso il muro di cinta a sud dell'agorà stessa. La presenza di necropoli all'interno del centro abitato si potrebbe spiegare tenendo presente lo stato d'assedio che caratterizzò le ultime fasi di vita di Jato. Alcuni degli inumati, tutti deposti senza alcun corredo, erano disposti sul fianco destro con il volto verso Sud\Sud-Est, come prescrive il rituale musulmano; altre tombe presentano però scheletri deposti in posizione supina con la testa ad Ovest ( 89). Anche la Rocca d'Entella, sede dell'omonimo centro antico e medievale, è una vera fortezza naturale, un enorme ed isolato bastione roccioso aelevantesi fino a 557 m., con pareti a picco che la isolano sui versanti sud, est ed ovest ed un vasto pianoro sommitale. Le ricerche topografiche e gli scavi condotti da ll a Scuola Normale di Pisa fin dal 1982 hanno mostrato l'esistenza di un centro indigeno abitato a partire almeno dall'VIII secolo a. C., successivamente grecizzato ed in vita almeno fino ad età romana imperiale. Le cospicue testimonianze di vita medievale si concentrano soprattutto nell'ultima età normanna e, come a Jato, in età sveva, p ri ma dell' abbandono definitivo del sito. Ancora poco chiara è però la storia di Entella nell'XI secolo e per quasi tutto il XII. Dopo la menzione del castrum Antilium da pa rt e di Malaterra occorre giungere al 1182, passando per il silenzio completo di Idrisi, perchè il castellum Hantelle ritorni nella documentazione ( 90). La menzione degli
(83)Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 86: "una prigione nella quale è rinchiuso chiunque incorra nella collera del re". Cfr. inoltre Peri 1978, p. 37. (84)Isler 1991, p. 24. (85)Isler 1992, p. 114. (86)Ivi, p. 111; Ribi, Isler 1988. (87)Isler 1992, p. 403. (88)Isler 1991, p. 123.
(89) Fonti su Entella medievale in Maurici 1992, p. 294; Maurici 1987, pp. 62-63; Canzanella 1993. (90) Ibid. Il documento del 1182 è il celebre polittico bilingue (arabo-latino) della chiesa di Monreale, Cusa 1868-1882, I, in part. p. 198. (91) Fazello, I, 10, 3, pp. 621-622: cfr. inoltre Entella 1986, pp. 1078, 1089; Giustolisi 1985,pp. 141-142.
hedificia diruta que sunt subtus castellum Hantelle ed ancora dei dirroiti de Hantella nello stesso do-
cumento del 1182, insieme al silenzio di Idrisi e delle altre fonti, permetterebbero di ipotizzare una certa decadenza dell'abitato fino al suo rilancio come centro delle rivolte islamiche ( 91). Il punto più alto de ll a Rocca d' Entella, il Pizzo della Regina (m. 557), è occupato dalle
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Capitolo II - Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai normanni a Federico II
strutture di un potente edificio fortificato attualmente sottoposto ad indagine archeologica: è da ritenere che si tratti delle rovine del castello già note a Fazello ( 92). Su un altro punto eminente di Entella, il rilievo di quota 542 posto a metà circa del ciglione meridionale della Rocca, sono stati già scavati due grandi edifici medievali separati da un dislivello di pochi metri (93). L'edificio inferiore si compone di alcuni ambienti quadrangolari a pianta stretta ed allungata, disposti attorno ad un cortile centrale. E' stata messa giustamente in rilievo l'analogia di questo tipo edilizio con case islamiche dell'Africa settentrionale ( 94). La tecnica muraria è a doppio paramento di pietre grezze o appena lavorate disposte a strati regolarizzati mediante frammenti di tegole o pithoi e legate con terra gessosa. L'edificio ha conosciuto certamente diverse fasi costruttive: finora le date più certe sono però quelle dell'abbandono e della distruzione attestate da monete di Federico II del 1221 e del 1225. L'edificio superiore è una struttura rettangolare (m. 27 x 18) con ingresso a baionetta in un torrione quadrangolare aggettante sul lato nord, mura perimetrali, almeno un cortile interno e vari ambienti: una tipologia edilizia non dissimile a quella dell'edificio inferiore, anche se più marcato è l'aspetto fortificato del complesso. Anche le tecniche costruttive sono sostanzialmente analoghe ed anche questo edificio presenta diverse fasi costruttive. Ancora una volta, inoltre, le uniche certezze cronologiche sono relative all'ultimo momento di occupazione precendente l'abbandono ed il crollo, databile nel corso della prima metà del XIII secolo. Per quanto riguarda la datazione dell' impianto originario, è possibile, come ipotizza A. Corretti, che il palazzo sia stato costruito nella seconda metà del XII ma mancano indicazioni certe a tal proposito. Una particolarità dell'edificio è la presenza di un piccolo bagno riscaldato con pavimento in
cocciopesto poggiante su suspensurae. Anche questo particolare induce a cercare confronti in ambito musulmano. I paralleli con castelli siciliani di tipo chiaramente nordico come i donjons di Paternò ed Adrano sembrano in realtà del tutto fuorvianti. I precedenti del palazzo fortificato di quota 542 vanno cercati nell'architettura islamica dell'Africa del Nord: le grandi case con cortile illustrate da E.Fentress; il fortino dell'Oued Yquem in Marocco (X-XIII sec.) ( 95); la fortezza fatimide di Ajdabiya, monumento già più complesso ed articolato (96). L'unico confronto fino ad ora possibile in Sicilia è quello -giustamente proposto da Corretti- con l'ingresso a baionetta in torre del Castellaccio di Monreale. Le caratteristiche di fortezza naturale ritornano nel sito di un altro grande insédiamento musulmano coinvolto nella rivolta: Calatrasi, sul monte Maranfusa ( 97). Il rilievo è un grande bastione calcareo con due vette separate da una sella mediana (m. 486 e 468) difeso da potenti strapiombi ed accessibile solo dal versante SE, sbarrato in età medievale da un muro, e da un un punto a NW dove si apre un'antica strada tagliata nella roccia. La grande superficie sommitale venne occupata da un centro indigeno poi grecizzato, apparentemente abbandonato già verso la metà del III secolo a. C. e fino al tardo V secolo d. C., quando un modesto insediamento, forse una fattoria, si impianta su un angolo dell'antico centro urbano. Una nuova importante fase di occupazione urbana del sito inizia almeno nel X secolo d. C. (98) e Calatrasi compare nella documentazione normanna già nel 1091. Fu feudo (di ben undici cavalieri) della famiglia Malcovenant ma tornò al demanio nel 1161 per essere quindi concesso, nel 1176, a ll a chiesa di Monreale ( 99). Del castello, posto sulla cima SE del monte, restano alla luce il torrione di NW, tracce delle mura di cinta, di ambienti voltati a botte e di un'altra torre o comunque di un ambiente quadrangolare. Re-
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(92) Cfr. Entella 1986, pp. 1089-1092; 1096-1099; Entella 1988, pp. 1517-1523; Entella 1990, pp. 439-450; Corretti 1992a e 1992. (93) Cfr. Fen tr ess 1987. (94) Cfr. Thouvenot 1932. (95) Cfr. Abdussaid 1964.
(96) Su Calatrasi cfr. Giustolisi 1985, pp. 44-52; Johns 1983, p. 277; Maurici 1992, p. 268; Spatafora 1990,1992; Spatafora, Calascibetta 1986; Spatafora 1995. (97) Su tutto Johns 1993, pp. 411-415. (98) Maurici 1992, p. 268. (99) Ivi, p. 293.
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centi scavi condotti da F.Spatafora hanno permesso lo studio di una piccola necropoli medievale di rito musulmano: alcuni degli scheletri mostrano tipologie berberoidi. Un'altra importante fortezza musulmana del Belice, Corleone, ben documentata storicamente, è ancora poco conosciuta archeologicamente. La località si arrese ai conquistatori musulmani nell'839-840 ed è ricordata nel X secolo da al Muqaddasi fra le città siciliane e quindi come gala ed hisn da Idrisi. Venne concessa-a ll a chiesa di Monreale nel 1176 e, come si è già visto, occupata dai saraceni ribelli nel 1208 ( 100). La tradizione locale indica come sito dell'abitato medievale una montagna vicina al comune odierno e nota col nome di `Vecchia', appellativo riferibile più ad una città che non alla montagna in sè. La `Vecchia' è un'altra fortezza naturale alta più di 1000 m., con un vasto pianoro sommitale circondato da pareti a picco e dotato di un solo difficile accesso. Una ricognizione di superficie condotta molti anni fa da C.Trasselli ha mostrato tracce di insediamento nel IV-III sec. a. C. e quindi nel medioevo, con ceramica invetriata ed una moneta di Federico H che rappresenta fino ad ora l'unico dato cronologico certo Più recenti indagini, condotte dall'Archeoclub di Corlene e coordinate da F.Spatafora, hanno mostrato l'esistenza di un grande fortilizio, quasi certamente di età medievale. La fortezza presenta una cinta esterna turrita ed un ridotto interno anch'esso munito di torri ). Sui periodo di costruzione, uso ed abbandono di questo grande castello, in mancanza di scavi archeologici, non può affermarsi nulla di preciso. GiàTrasselli ipotizzò però che dalla `Vecchia' l'abitato potesse essersi spostato nel sito attuale dopo il periodo delle rivolte islamiche quando, come meglio si vedrà, il territorio fu ricolonizzato da immigrati `lombardi' .
di Cinisi. Il toponimo è già pe rt inente ad una fortezza musulmana ricordata da Malaterra e quindi ad un `grosso casale' che Idrisi dice edificato sulla costa di un monte. Cinisi, inoltre, è ricordata fra le fortezze ribelli a Federico II dal Tarik al-Mansuri (103). La tradizione locale ubica l'insediamento saraceno' sul `Castellaccio' , un aspro sperone di roccia a metà costa del Monte Pecoraro che domina il comune odierno, sviluppatosi su una stretta piana costiera a partire dal XVII secolo. Una prima ricognizione del Castellaccio ha in effetti permesso di identificare un sito archeologico con pochissima ceramica acroma medievale e poverissime strutture murarie in pa rte probabilmente edificate su terrazzamenti artificiali. In un altro sito ubicato sul pendio che dalla pianura sale verso i contrafforti calcarei del Monte Pecoraro, si raccolgono inoltre frammenti di ceramica invetriata genericamente databile ai secoli XI-XII.
Quasi sulla costa tirrenica, una trentina di km. ad Ovest di Palermo, si trova l'attuale comune
Non lontano da Cinisi si trova anche il sito medievale della `Montagnola'. Si tratta di un rilievo calcareo che si innalza fino a 567 m. all'estremità meridionale del Monte Palmeto, il massiccio che chiude verso Est il Golfo di Castellammare, il più profondo e vasto della costa Tirrenica e di tutto il litorale siciliano. Verso Ovest, in direzione del mare, la `Montagnola' ed il vicino Monte Palmeto presentano alte e verticali pareti rocciose, risultando praticamente inaccessibili. Lo stesso si verifica sul versante S, di modo che la 'Montagnola' risulta accessibile soltanto, e non senza difficoltà, lungo il versante E-SE. Qui si apre uno stretto canalone con una sella terminale che separa la `Montagnola' dal vicino Monte Palmeto. La `Montagnola' è quindi una vera e propria fortezza naturale ben difesa già dalla situazione topografica: una realtà che si può ben definire con il termine arabo gala. Una rapida prospezione del sito venne realizzata e pubblicata agli inizi degli anni `70 da V.Giustolisi ( 104). Lo studioso ebbe la fortuna di
(100)Cfr. Trasselli 1969. (101)Rilievo delle strutture affioranti in Vintaloro, Scuderi 1994; cfr. inoltre D'Angelo, Spatafora 1995. ([021 Su tutto cfr. Maurici 1992, pp. 81-83.
(103)Giustolisi 1975, pp. 51-52. (104)Su questo personaggio si veda Amari 1933-39, III, pp. 609612; Moritz 1910, pp. 293-305; Lévy Provençal 1954, pp. 283-288. Sia permesso inoltre di rinviare a Maurici 1987.
( 101 )
( 102
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rinvenire sulla `Montagnola' due monete medievali. Una, in argento, era un conio di Muhammad ibn cAbbad ( 105) Il solo versante accessibile della 'Montagnola' è quello E-NE, lungo il canalone denominato localmente Portella Fra Diana' . Su questo lato il rilievo della `Montagnola' , che nella sua parte terminale si innalza totalmente isolato, appare difeso da scarsi resti di una muraglia realizzata in pietra calcarea locale grezza, messa in opera apparentemente senza legante. Sugli altri versanti del sito alte pareti verticali isolano cornpletamente il vasto pianoro sommitale (sulle carte militari denominato `la Terrazza') modestamente inclinato in direzione E-SE. Nessuna esigenza, quindi, di erigere qui ulteriori opere difensive. La cima della `Montagnola' , quasi a strapiombo verso la costa, è occupata dai resti di una struttura realizzata in parte con impiego di conci di arenaria ben squadrati e per il resto in spezzami calcarei locali. E' appena da ricordare il fatto che sulla `Montagnola' non esistono affioramenti di arenaria e che questi conci vennero portati, quindi, da altre zone, presumibilmente dalle contrade costiere ai piedi del rilievo. La struttura o l'edificio della cima sembrerebbe protetto sul lato S-SE da un tratto di muraglia realizzato, in parte almeno, in conci squadrati di arenaria. Questo muro è però quasi completamente crollato e molti conci, integri o più spesso frammentari, ingombrano il suolo. Fra questo materiale è stato rinvenuto un grosso frammento di stele tombale islamica orizzontale (mqabriya o sayf). A circa 30 m. dalla cima della `Montagnola' , in direzione S, ad una quota leggerente più bassa, si trova una cisterna in parte scavata nella roccia ed in part e realizzata in muratura con rivestimento impermiabilizzante di cui restano tracce evidenti. Le dimensioni della cisterna, di pianta rettangolare, sono m. 5,50 x 3,40 con una profondità attuale di ca. 1,20. La maggior pa rt e dei resti visibili si trovano però a SE de ll a cima, sparsi per il vasto piano inclinato definito sulle ca rt e `la Terrazza' la cui superficie non dovrebbe essere inferiore ai 3 ha. La
maggior parte di questo spazio è letteralmente ingombro di pietrame calcareo informe (in parte almeno resti di costruzioni), frammenti di tegolame con interstizi nell'impasto dovuti a paglia triturata, conci di arenaria intatti o in frammenti. Tutto farebbe pensare ad un insediamento di grandi dimensioni e con numerosa popolazione. La ceramica recuperata in superficie è molto poca. Si tratta quasi sempre di frammenti acromi di pareti di forme chiuse con solcature orizzontali da tornio, un tipo assai bene conosciúto in Sicilia. Pochissimi ed estremamente sminuzzati i frammenti di ceramica invetriata monocroma verde. Molto più interessanti appaiono in confronto alcuni oggetti metallici ed un gruppo di monete fra cui, in maggioranza, conii di Federico II e almeno un'altra moneta di Muhammad ibn tAbbad, oltre quella rinvenuta da Giustolisi. Considerando le dimensioni dell'insediamento e la vicinanza all'attuale comune di Cinisi, non si può escludere che la `Montagnola' sia stata il sito o uno dei siti della Cinisi medievale. Si può infatti ipotizzare la moltiplicazione dell'abitato fra due o tre siti: uno in basso, normalmente abitato (quello descritto da Idrisi), e due in alto (il 'Castellaccio' e la `Montagnola'), frequentati forse solo in casi di pericolo, come l'arrivo dei normanni o la lunga guerra contro Federico II ( 106) L'importanza per i ribelli musulmani dell'area di Cinisi stava nella sua immediata vicinanza al mare da dove potevano giungere ai ribelli (e di fatto, con ogni probabilità, giunsero) aiuti dal mondo musulmano o da parte di altri occasionali alleati.
(105)Cfr. ibid. e Maurici 1988-89, pp. 32-33. (106)L'identificazione si deve a Johns 1983, p. 229.
(107) La ricognizione è stata effettuata nell'agosto 1987 da JJohns, da alcuni ricercatori de lla Monreale Survey e dallo scrivente.
Alcuni indizi suggeriscono di identificare la fortezza musulmana chiamata in latino Celsum ed in arabo galcat gâlsú (latinizzato a sua volta in Calatialci) con Pizzo Cangialoso (m. 1475), presso Prizzi, un oronimo che non sarebbe altro che che la volgarizzazione dell'originale nome arabo ( 107) A parte la corrispondenza toponomatica, il privilegio monrealese del 1182 localizza galeat gâlsú nelle immediate vicinanze del Monte Barracù, un rilievo che ha mantenuto intatto l'oronimo e si trova vicinissimo al Pizzo Cangialoso. Una prima
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prospezione archeologica della vasta montagna non ha però portato a risultati positivi ( 108). Della "città interna de ll 'isola di Sicilia", come con probabile esagerazione il geografo Yaqut definisce Celso (09), non è stata rinvenuta alcuna traccia ( 110) Più incerta ancora è la localizzazione della fortezza chiamata `Gallo' dal Tarik al-Mansuri ,111‘E' da escludersi che essa vada ubicata sul Capo Gallo, il promontorio che chiude ad ovest il golfo di Mondello, presso Palermo. Lo stesso Tarik al-Mansuri, infatti, definisce Gallo "luogo de' monti di Sicilia, non però della regione di quel promontorio dell'isola che sovrasta il mare", volendo probabilmente evitare confusioni proprio con questa località. Gallo va cercata nell'interno dell a Sici li a occidentale, in prossimità dei siti già localizzati. Un Monte Gallo esiste non lontano da Rocca d'Entella ed alle sue pendici si estendono le contrade dette rispettivamente Cautalí grande e Cautalí piccolo. I due toponimi (Cautalí e Gallo) potrebbero essere entrambi l'esito - rispettivamente dall'originale arabo e dalla forma latinizzata - di un originale arabo galcat cAli , un toponimo attestato nel 1188 (112) Oltre a queste località ricordate dalle fonti ma di identificazione incerta, la prospezione archeologica ne rivela altre non testimoniate da alcun documento ma che ben potrebbero esser state fortezze e rifugi dei ribelli musulmani all'inizio del XIII secolo. Presso Monte Jato, sul versante opposto de ll a vallata, G.Lo Cascio ha esplorato il Pizzo Mirabella (in siciliano Mirabedda), un oro-
nimo che potrebbe collegarsi con Muhammed ibn cAbbad-Mirabettus ( 13) Sul rilievo, aspro ed assolutamente inospitale, esistono tracce di un piccolo insediamento fortificato (forse un castello) occupato, a giudicare dalle ceramiche, solo per un breve periodo fra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo. Potrebbe trattarsi di una vedetta militare posta a controllo della vallata dello Jato e della c. d. `Porta di Palermo' , uno stretto valico che superando i monti della Conca d'Oro conduceva da Palermo nel cuore dell'emirato ribelle ( 14). Non lontano da Corleone, sul massiccio roccioso della Rocca Busambra, I.Valente e S .Vassallo hanno scoperto un singolare recinto fortificato in pietrame a secco di perimetro superiore ai 600 m. All'interno dell'area cintata si rinvengono poche tracce di ulteriori costruzioni, concentrate solo in una zona, e scarsissimi frammenti ceramici riconducibili molto genericamente ai secoli XI-XIII ( 15). Il sito, fino ad ora un unicum privo di possibili confronti in Sicili a, presenta molte analogie con gli albacares ispano-musulmani, i recinti fortificati per la custodia del bestiame (116) Non bisogna dimenticare che i musulmani di Sicilia erano, oltre che contadini, anche pastori: i Gesta Regis Henrici, in particolare, raccontano che alla morte di Guglielmo II i musulmani in fuga sulle montagne portarono con sè il loro bestiame (11')
(108)Fonti e bibliografia su Celso (gal`at gâlsti, Calatialci) in Maurici 1992, p. 267; Maurici 1987, p. 67. (109)Mentre questo testo era già terminato, gli amici dell'Archeoclub di Corleone, che qui ringrazio, mi hanno segnalato la scoperta di un'area archeologica medievale su un punto della vasta montagna. Mi riprometto di compiere al più presto un sopralluogo. (110)Amari 1889, p. 17. Per le fonti inoltre Maurici 1987, pp. 67-68; Maurici 1992, p. 267. (111)In un documento di quell'anno compare un personaggio chiamato Giordano de Calathaly (White 1984, p. 437 doc. XXXVIII). (112)La Chronica Siciliae perepitomata (in Canzanella 1993, p. 56) riferisce che :" A li 1221 l'imperatore Federico andau cum grandi exercitu sopra li saraceni chi eranu in li montagni di Sicilia, e maxime supra Xati e Mirabeth; li quali prisi e debellao, ficili habitari in lochi plani, e Sciato e Mirabet feci impendiri in Palermo". Non credo che il brano
possa costituire la prova dell'esistenza di un centro dei ribelli chiamato Mirabet. Dal contesto dovrebbe essere chiaro che si fa riferimento a Mirabet come ad una persona. Al contrario, l'indicazione di Jato come presunto nome proprio suggerisce la possibilità che il nome dell'amir possa essere passato a sua volta a designare una delle fortezze dei ribelli. (113)Su tutto Lo Cascio, Maurici, Pizzo Mirabella. (114)Cfr. Maurici, Vassallo 1987. (115)Cfr. Maurici 1992, pp. 78-81. (116) Gesta Regis Henrici, p. 141. (117)Sull'itinerario di Federico II nell'estate-autunno 1221, cfr. le date topiche dei documenti allora emanati (H.-B., 1I, p. 178 (1221 mag., Messina), p. 182 (mag., Catania), p. 188 (giu. 13, Messina), p. 195 (giu. 30, Catania), p. 195 (lug., Caltagirone), pp.197-199 (lug., ago. 15, Palermo), p. 204 (set. 25 Trapani), p. 214 (ott., Palermo), p. 222 (nov.,Agrigento). Per la presenza a Piazza (ago. 10) cfr. Böhmer, Regesta Imperii.
Grandi qila poste su monti inaccessibili, castelli abbarbicati alle roccie, posti di vedetta sugli accessi terrestri e marittimi, siti-rifugio per uomini
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Capitolo II - Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai normanni a Federico II
ed animali. Contro questo territorio topograficamente difficile ed irto di fortezze scese in campo Federico II fin dall'estate 1221.
Tempi, luoghi e particolari della repressione sono noti solo attraverso una documentazione poco consistente, sicuramente non rispondente alla estrema gravità e drammaticità dei fatti. Le operazioni del 1221, in particolare, rimangono poco chiare: fra maggio ed i primi di luglio l' imperatore si mosse fra Messina e Catania; a luglio lo troviamo a Caltagirone e Palermo, quindi, in agosto, a Piazza Armerina (in castris prope Platiam), il 25 settembre presso Trapani e, a novembre, ad Agrigento (118). Sembra quasi che Federico abbia compiuto una ricognizione generale intorno al terreno dello scontro, prima di sferrare l'attacco in grande stile. L'offensiva militare è però in pieno svolgimento l'estate successiva (1222) ( 119) Da giugno ad agosto l'imperatore è personalmente in castris in obsidione Jati , con un esercito che una fonte araba stima in 2.000 cavalieri e 60.000 fanti (121): le cifre sono certamente molto esagerate ma rendono bene l'idea dello sforzo militare in atto. E' probabile che insieme alle manifestazioni di potenza bellica Federico abbia avviato tentativi di intavolare trattative. Le diverse versioni dei fatti tramandate rispettivamente dal Tarik al-Mansuri, da Ibn Sacid (122) e dalla compilazione storico-geografica del XIV secolo di al-Himyari (123), non permettono però di accertare con sicurezza in che maniera l'imperatore riuscisse alla fine ad avere nelle sue mani Pamir ribelle. Neanche sulle circostanze della morte di Muhammad ibn cAbbad le fonti
danno una versione unica: secondo al-Himyari l'emiro venne annegato in mare dopo che Federico infranse la promessa di farlo portare sano e salvo in Africa (i24 il Tarik al-Mansuri parla invece di un'esecuzione capitale in piena regola e di impiccagione parlano esplicitamente alcune fonti latine ( 126). La morte di Muhammad ibn cAbbad non significò in ogni caso la fine della rivolta. Nel settembre del 1222 (probabilmente ancor prima dell'esecuzione di Mirabettus) troviamo Federico a Calatrasi e nell'agosto del 1223 l'imperatore è di nuovo all'assedio di Jato (128 La fortissima galca, quindi, o non era mai capitolata nonostante la cattura e la morte di Muhammad ibn cAbbad o era stata persa e quindi rioccupata dai saraceni. Nessuna fonte cristiana parla, per questa fase dello scontro, di operazioni anche contro Entella. Sull' assedio di quest'ultima fortezza, anche mediante la costruzione di un siege castle, si dilunga però, con ulteriori particolari romanzeschi o romanzati, il testo di al-Himyari. Nel frattempo, i primi prigionieri saraceni cominciavano ad affluire a Lucera (129), formando il nucleo originario della futura colonia militare. Indeboliti da quattro o cinque anni di guerra e dalla perdita del capo carismatico del gihad, i musulmani di Sicilia (una fonte ricorda in particolare quelli di Platano) fin dall'inverno 1224 inviarono dei rappresentanti per trattare la sottomissione (13°) Probabilmente Federico usò la guerra musulmana in Sicilia anche come pretesto per prendere tempo nei confronti del papa che premeva per la crociata in Terrasanta e nel luglio 1224 egli era di nuovo, per il terzo anno concecutivo, all'assedio di Jato (131). Nello stesso anno pa rt e almeno della popolazione musulmana di Malta veniva
(118) Sullo svolgimento dei fatti dal 1221 al 1225 cfr. Amari 1933-39, III, pp. 601-620; mi sia concesso rimandare inoltre a Maurici 1987, pp. 39-46. (119) H.-B., II, p. 255, p. 258, p. 265. (120) Cfr. Tarik al-Mansuri , in Amari 1889, p. 12. (121) Cfr. Moritz 1910. (122) Cfr. Lévi-Provençal 1954, pp. 286-287. (123) Ibid. (124) Tarik al-Mansuri, in Amari 1889, p. 12. (125) Così gli Annales Siculi, p. 117 e la Chronica Alberici Trium Fontium, p. 894.
(126) Un documento è datato da Calatrasi il 10 set. 1222. Cfr. Riccardo da San Germano, Chronica priora, p. 108. (127) Winkelmann 1880, pp. 233-235 doc. 257. (128) Amari 1933-39,111. pp. 613-614. (129) H. - B., II, p. 411 (marzo, 5); cfr. Amari 1933-35, II I, pp. 615-616. Il particolare riguardante i saraceni di Platano è fornito dagli Annales Colonienses Maximi, p. 837. (130) Winkelmann 1880, pp. 243-244 doc. 267: 1224 lug. 8. (131) La spedizione su Malta è attestata da Ibn Khaldun, in Amari 1880-81, II, p. 213; inoltre Luttrel 1975, p. 36.
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( 125)
Una reconquista `sterminatrice'
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espulsa e rimpiazzata con abitanti di Celano spediti all'esilio ( 132), mentre la flotta imperiale effettuava un vittorioso raid su Gerba (133) Un grande sforzo bellico venne infine realizzato nel 1225, quando Federico chiamò al servizio militare barones omnes et infeudatos regni sui e nominò alcuni capitanei al comando delle operazioni per far descendere de montanis nolentes ( 134). Gli accenti trionfalistici di alcune fonti permettono di fissare in quell'anno un netto successo dell'imperatore ( 135). I saraceni sottomessi, parte andarono ad incrementare la colonia di Lucera, parte tornarono forse nei casali ( 136). Nel 1225 si concludeva quindi la p rima fase dello scontro. L'imperatore aveva inizialmente sviluppato la sua azione mirando ad un ristabilimento delle `buone usanze' del tempo di Guglielmo II cercando cioè di far tornare i saraceni alla condizione villanale ed ai vincoli di residenza sulla terra, nei casali . La gravità del problema aveva però reso obbligatorio quasi subito un drastico cambio di strategia. L'obiettivo divenne dichiaratamente exterminare de insula (137) i saraceni, ad ogni costo, giustiziando i capi e gli irreducibili, trasferendo coattamente in Puglia quanti cedevano o erano costretti alla resa. Non sarà mai possibile dire quanti saraceni casalium siano potuti tornare dopo la fine delle ostilità alle proprie residenze, quante siano state le vittime della guerra, quan ti dei cento casali registrati nell'arcidiocesi di Monreale nel 1182 esistessero ancora nel 1225. In ogni caso, a quel punto della contrapposizione, il ri -tornalpsiedmotr plcenimpossibile: l'annullamento completo e definitivo della ,
(132)Amari 1933-39, III , p. 618. (133)Riccardo da San Germano, Chronica priora, p. 115; cfr. inoltre Amari 1933-39, I II , p. 619. (134)La Chronica Alberici monachi, p. 916 narra che Fridericus imperator de sarracenis qui montanas tenebant in Sicilia nobiliter triumphavit. Cfr inoltre Amari 1933-39,111,
p. 619 e Maurici 1987, p. 46. (135)Cfr. Annales Siculi, pp. 117-119. (136)Così si esprime Riccardo da San Germano (Chronica priora, p. 111); non è inultile ricordare il senso tecnico, giuridico, che E.Duprè Theseider (1973 p. 76) attribuisce al verbo exterminare e cioè esiliare, mandare fuori dei limiti (termini) del proprio territorio. (137) Tarik al-Mansuri, p. 17. (138)H.-B., V, p. 505 (1239, nov. 7); p. 509 (nov. 17). (139)Ivi, V, p. 427 (1239, ott. 6 0 7).
minoranza musulmana, ormai realmente sparuta sul piano numerico, era quindi solo questione di tempo. Alcuni anni dopo, nel 1229-30, le fortezze di Jato, Entella, Cinisi e Gallo ed alcune altre erano ancora teatro di rivolta ( 138) ma non abbiamo particolari su questa sollevazione. Intorno al 1239 la residua popolazione saracena di Sicilia era di nuovo in subbuglio. I pastori musulmani che avevano preso in gabella le greggi della corte, non potendo pagare quanto pattuito, erano minacciati di lavori forzati nei castelli di Lentini e Siracusa (139) Altri saraceni casalium trasferitisi -o più probabilmente trasferiti coattamentea Palermo, nell'antico qua rtiere islamico del Seralcadi (il Transpapireto) non manifestavano alcuna volontà di stabilirvisi. Fede ri co si sforzava per bona verba di convincerli promettendo lorofavorem et gratiam (140). Alcuni saraceni di Puglia cercavano poi l'occasione propizia per lasciare le nuove residenze e tornare in Sicilia (141), spingendo Federico ad emanare un nuovo ordine di concentrazione a Lucera (142). Erano le ultime manifestazioni disperate di insofferenza, sfociate nel 1243 in rivolta aperta, secondo l'antico copione: fuga ed asserragliamento dei saraceni ad Jato ed Entella (143), già teatro della resistenza di Muhammad ibn cAbbad e dei suoi. Nel 1245 Fede rico spedì contro i ribelli il conte di Case rt a che mise il blocco a Jato costruendo contro la fortezza un siege castle (144). Nell'estate di quell'anno l'imperatore inviò un' ultimatum ai guerriglieri non escludendo di trattare con una certa indulgenza quanti si fossero immediatamente sottomessi , scendendo de montanis ad planitiem (145).
(140)Ivi, V, p. 590 (1239, dic. 16). (141)Ivi, V, p. 626 (1239, dic. 25). (142)Gli Annales Siculi riferiscono che nel 1243 omnes Saraceni de Sicilia tamquam rebelles ascenderunt in montana et ceperunt fatum et Entellam (p. 118 il testo riporta Alicatam ma è chiaro trattarsi di lectio facilior per Antellam o Entellam). (143)Ivi, p. 119.11 siege castle eretto dal conte di Case rt a venne
visto da Fazello (I, X, 3, p. 620). Potrebbe essere il fortilizio esistente sui contrafforti sud-orientali del monte o quello rintracciato da J.Johns, N.Momigliano e da chi scrive sul Monte Pagnocco, 2 km. circa ad est di Jato in linea d'aria (cfr. Maurici 1992, p. 174; Maurici 1987, pp. 61-62; Johns 1993, p. 91). (144) H. - B., VI, p. 456. (145) Winkelmann 1880, I, p. 339.
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Capitolo II Casalia, Terre e Castella: L'insediamento dai normanni a Federico II
Nel luglio Federico poteva comunicare al primogenito del re di Castiglia l'avvenuta resa e la discesa dei saraceni dai loro castelli montani ( 146). L'imperatore peccò allora di presunzione o vi fu forse un estremo episodio di resistenza. Nel novembre 1246 egli scrisse però ad Ezzelino da Romano annunziandogli trionfalmente che anche gli ultimi ribelli erano finalmente discesi al piano timore nostre potentie perterriti, nec fortune cesaree volentes ultrius, quin potius valentes, obsistere ( 147).
(146)Winkelmann 1880, p. 339. (147) H.-B., VI, p. 472.
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Jato ed Entella vennero abbandonate, come mostrano drammaticamente gli scavi. Gli ultimi esponenti della resistenza musulmana furono spediti anch'essi a Lucera e quanti poterono restare in Sicilia si nascosero fra le pieghe di un tessuto demografico sempre più compattamente latino, cattolico, occidentale venendo presto totalmente assimilati. Era la fine della Sicilia islamica e del mondo della Gheniza, questa volta per sempre.
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Capitolo III
1250-1550: nuove facies dell'insediamento
La sparizione violenta della residua componente islamica de ll a popolazione siciliana e la crisi definitiva del villanaggio rimasero drammaticamente incise nel paesaggio e nella geografia dell'insediamento. La facies dell'abitato d'età normanna, caratterizzato dalla gerarchia fra il castrum (l'insediamento fortificato e giuridicamente eminente) ed i casalia, venne del tutto scompaginata. Nel territorio della provincia spariscono completamente e definitivamente una decina di abitati d'altura incastellati documentati dalle fonti scritte d'età normanna: al Khazan, Calatabusammara Calathali, Calatameta, Cinisi, Entella, Khâsu, Jato, Qalcat gâlsú, Qalcat at-tariq.Per altri siti il ricordo dell'esistenza di un centro abitato d'età musulmana o normanna verrà conservato, nei secoli finali del medioevo, da castelli isolati o da minuscoli loci sopravvissuti o so rt i in momenti diversi: è il caso di Calatrasi, Cefalà, Partinico, Patellaro. Per gli abitati fortificati fu quindi crisi: per i casali fu strage. Quasi centodieci casali ricordati nel XII secolo -su un totale di centosessanta- non tornano più nella documentazione. Centodieci su centosessanta: la percentuale delle sparizioni postulate in base al silenzio delle fonti successive sfiora quindi la percentuale altissima del 70%. Epicentro dell'ecatombe fu, non a caso, il territorio monrealese. Qui, del centinaio di rihal attestati nel XII secolo solo sette (Bisacquino, Giuliana, Adragna, Comicchio, Disisa, Modica, Raya) sono documentati come centri con capacità fiscale ancora negli anni del Vespro ('). Soltanto i
primi due, però, sopravviveranno ale ulteriori desertificazioni trecentesche e Giuliana riceverà un grande e singolarissimo castello attribuito alternativamente a Federico II o al suo omonimo della dinastia aragonese ( 2). I rimanenti cinque spariranno definitivamente nel corso del XIV secolo, così come i pochissimi altri (ad esempio Merto) la cui `esistenza in vita' è attestata ancora verso il 1340. Gli altri casali monrealesi d'età normanna, la stragande maggioranza, o non ritornano più del tutto nelle fonti o, anche se ancora definiti casalia nella seconda metà del XIII secolo da una prassi documentaria che si adatta lentamente alle trasformazioni dell'habitat, sono con ogni probabilità già ridotti a semplici tenimenti agricoli (tenimenta terrarum) (3). Sono diventati, cioè, dei feudi privi di popolazione e di strutture stabili di insediamento, gestiti con contratti enfiteutici prima e quindi, già dall'inizio del XIV secolo, con affitti brevi per cerealicoltura o pascolo ( 4). Il cambiamento drammatico attestato dalla documentazione è confermato anche dalla ricognizione archeologica di superficie. Nei 72 km2 della Monreale survey, su venti siti occupati nel XII secolo ben quattordici vengono abbandonati. E' una percentuale di desertificazione del 70 %, assoltamente identica a quella ricavata dalle fonti scritte. La completa convergenza dei dati non può non esser messa in grande rilievo. In altri sei siti l'area occupata nel XIII secolo appare notevolmente inferiore rispetto al secolo precedente; sei nuovi siti attestano una occupazione sporadica nel XIII secolo ma nel totale dei tredici siti che hanno restituito materiali di XIII secolo, soltanto uno ne ha restituito anche di XIV e XV (5). La crisi dell'insediamento apertasi nel
(1) Cfr. D'Angelo 1978, pp. 73-74. (2) Sul castello di Giuliana cfr. ora Marchese 1996 che attribuisce il castello, si ritiene a buona ragione, a Federico III.
(3) Sul significato dell'espressione cfr. Bresc, D'Angelo 1972, p. 376; D'Angelo 1974, p. 33. (4) Cfr. D'Angelo 1973, pp. 10-11. (5) Cfr. Johns 1992, pp. 415-416.
Sparizione di abitati e tentativi di ripopolamento in età sveva
Capitolo III - 1250-1550: Nuove facies dell'insediamento
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XIII secolo sfocia quindi, in territorio di Monreale, nell'abbandono, nella desertificazione praticamente completa che durerà sino alla fine del XV secolo. Ricerca documentaria ed archeologica, in questo caso, concordano pienamente. Realtà analoghe si colgono anche in altre aree della provincia limitrofe al monrealese. Nella fascia costiera immediatamente ad Ovest di Palermo, da Sferracavallo a Cinisi, compresa nell'antica diocesi di Mazara, rimane in vita solo il centro incastellato di Carini. Nel suo antico tenimento scompaiono i casali di Racalmissimon, Racalzarcadi e Capaci, documentati un'ultima volta rispettivamente nel 1207 e nel 1240 ma con moltissima probabilità abbandonati già allora (6). Il territorio di Cinisi, fortezza dei musulmani ribelli, resta dopo il 1250 spopolato o quasi: nel 1263 è detto tenimentum terrarum cuiusdam casalis quod vocatur Chinnisi, una formula ambigua dettata dall'incertezza di una realtà da poco delineatasi. Ma già nel 1331, senza possibilità di equivoci, la definizione è quella di casale inhabitaturn (7). La trasformazione è avvenuta completamente, il ciclo del caxale abitato si è concluso. Hanno cessato di esistere anche il centro della Montagnola di Monte Palmeto, la stessa Partinico ed i casali del suo antico iglim, ad eccezione almeno di Mirto (o Merto), giunto fino al XIV secolo (8). Continuando la ricognizione del territorio provinciale, numerose sparizioni di casali si registrano anche nell'area compresa fra le pendici delle Madonie ad Est, le sorgenti del Platani e della Milicia a Sud ed Ovest, la costa tirrenica a Nord (9). Presso Vallelunga, dove la presenza musulmana era fortemente radicata, scompaiono Bonifato (Marcato Bianco), Garcia, Gulfa, Miccichè. Nel territorio circostante Castronovo svaniscono Cantara e Regalsciacca. Nel bacino del fiume Torto mancano all'ap-
pello nel corso del XIII secolo almeno i casali Bacco, Raciura, Rahalstephani. Intorno a Vicari, altra terra che ben resiste abbarbicandosi al suo castello normanno, vengono spazzati via Rahalkerames , certamente già spopolato nel 1271, Margana (ove prima dei i 351, sul feudo deserto, verrà eretto un castello), mentre dal vicum Mezelchal i villani erano fuggiti già verso il 1186 ( 10). Presso il casale di Mezzoiuso scompare Khâsu, un centro arroccato a più di 1.000 m. di altitudine, ipoteticamente divenuto rifugio di musulmani ribelli (11) Nel territorio di Cefalà, dove è ipotizzabile che risiedesse qualche nucleo arabofono ancora verso il 1242 ( 12), spariscono le "masserie e casali" ricordati da Idrisi ( 13) ed in parte testimoniati anche dalla prospezione archeologica sulle serre di Capezzana ( 14) e al pizzo San Nicola ( 15). Lo stesso castellum ed il balad normanno di Cefalà (pizzo Chiarastella) sembrano non sopravvivere oltre la metà del XIII secolo per essere poi definitivamente soppiantati, nel corso del `300, da un nuovo castrum, un castello isolato sorto a poca distanza. Non lontano da Cefalà spariscono anche Godrano ed il sito d' altura di Calatameta o Calata Anneth, da ubicarsi sui Monti di Calamigna ( 16). Sulla costiera da Palermo a Cefalù non tornano nella documentazione, dopo il XII o al massimo la p ri ma metà del XIII secolo, i casali di cAyn bi-l-Liân (S. Michele), Trabia, Buonfornello e, appena più verso l'interno, Ciandro, Calcusa e Burgitabis ( 17). Per quest'ultimo anche la ricognizione archeologica indica l'abbandono fra XII e prima metà del XIII secolo ( 18). Il coinvolgimento nelle guerre saracene anche di questa zona ai limiti col Val Demone è, d'altra parte, estremamente probabile. Sappiamo che l'area cefaludese era abitata ancora nel XII secolo da popolazione, se non esclusivamente, prevalentemente musul-
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Cfr. Maurici 1992, p. 276. Cfr. Maurici 1986, p. 172; Maurici, Vergara 1991, p. 9. Cfr. Maurici 1992, p. 342. Su tutta l'area cfr. Bresc, D'Angelo 1972, in part. la tabella alle pp. 393-402. (10) White 1984, pp. 432-433 doc. XXXVI. (11) Su Khâsu-Pizzo di Casa, cfr. Maurici, Vassallo 1987a. (12) Una descrizione dei confini del tenimento dell'ospedale di Cefalà, in quell'anno, venne infatti redatta, oltre che in la-
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tino, anche in arabo (Collura 1961,pp.120-126 doc. 63; cfr. inoltre Amari 1933-39, III, p. 604). In Amari 1880-81, I, p. 85. Cfr. Maurici 1983, p. 27; 1983a, p. 76. Cfr. Lo Cascio, Maurici 1992. Cfr. Bresc, D'Angelo 1972, rispettivamente p. 394 e p. 396. Su tutto cfr. tabella dei luoghi abitati, s. v. Cfr. Vassallo 1988, pp. 162- 174.
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mana (19). E' noto inoltre che Federico II tolse a ll a chiesa il controllo del castello di Cefalù (20): il fortilizio era infatti reputato della massima importanza militare , anche perchè ricadeva in pieno nella marchia sarracenorum (21). Scavi recenti hanno dimostrato che esso subì dei riadattamenti in epoca federiciana (22). Lungo la stessa fascia costiera resiste, in attesa del rilancio che avverrà negli anni di Federico III, la terra di Brucato ( 23); resiste nell'entroterra termitano Caccamo il cui castello viene ampliato nel 1203 (24); e resiste sulla costa fra Termini e Cefalù, in posizione eccezionale, il castello della Roccella espugnato dalle truppe di Enrico VI nel 1194 (25) e dove Federico II ordinava nel 1221 si facesse la guardia quando ciò si mostrasse opportuno (26). Sostanziale tenuta si registra anche per i centri abitati della montagna madonita, a popolazione mista greco-saracena nell'XI-XII secolo e dove forti insediamenti feudali avevano rappresentato garanzia di precoce latinizzazione e sviluppo: Collesano, Geraci, Pollina, Sclafani, Caltavuturo, Gratteri, Gangi, Polizzi, Petralia (sdoppiatasi almeno da età angioina) ( 27), Ipsigro (quindi, dai primi del XIV secolo, Castelbuono) ( 28); Isnello che passa fra XIII e XIV secolo dallo status di casale a quello di terra e castrum (29); S.Mauro che compare improvvisamente come castrum demaniale in età angioina ( 30). Ed ancora Montemaggiore, casale nel 1190, già munito di un castello nel 1269 (31); la minuscola Scillato ( 32); Bilici, alle pendici del massiccio, verso il Vallone, attestata come castello nel 1271 (33)
La prima ondata di spopolamenti, quella della prima metà del Duecento, coinvolge qui, almeno in base agli scarsi dati di cui si dispone, abitati piccoli e marginali: forse Casalgiordano, un toponimo che potrebbe rimandare ad un casale normanno (34); forse un Racalbalata, da collocarsi ipoteticamente presso Caltavuturo ( 35). Regiovanni (Rahaljohannis), anch'esso molto probabilmente in origine un casale normanno, approfittando dell' eccezionale sito rupestre si trasforma fra XIII e XIV secolo in uno straordinario castello ( 36). Sulle pendici occidentali delle Madonie scompare il casale Amballut, da ubicarsi probabilmente presso Gratteri ( 37). La esiguità della documentazione e la scarsissima conoscenza archeologica del territorio impediscono però di formulare ipotesi meno vaghe sui periodi e sulle cause degli abbandoni in ambito madonita.
(19)Cfr. Peri 1978, p. 66; Giunta 1985, p. 20. (20)In cambio della custodia del castello di Cefalù, Fede rico II nel 1223 dava la sua disponibilità alla reintegrazione di Alduino nella sede vescovile cefaludese (cfr. Granà 1988, pp. 6-7 e p.95). (21)1-1.13., V, p. 251 (1238, ott. 28). Nel corso de lle guerre saracene nel castello furono anche incarcerati dei prigionieri musulmani (cfr. Bresc 1985a, p. 62; Bresc, D'Angelo 1972, p. 378). (22)Cfr. Tullio 1995. 23) Cfr. H.Bresc, in Brucato, I, p. 44. (24) Cfr. Maurici 1992, p. 259. ( 25) Fonti e bibliografia ivi, p. 357. i 26) H: B., II , p. 199. 27) Su tutte queste località si rinvia alle fonti ed alla bibliografia citate nell'inventario. (28) Ipsigro (o Ipsicrò) compare nelle tassazioni angioine e aragonesi del 1277 e del 1283 (D'Angelo 1978, p. 73); nel 1322 si lavora
alla costruzione castri ... Belvidiri de Ypsicro e cioè del castello di Castelbuono (cfr. Mazzarese Fardella 1983, p. 38 doc. 17). (29) Casale secondo Idrisi (in Amari 1880-81, I, p. 114 ma un doc. del 1159 parla già di Rocca Asini, cfr. Garufi 1899, p. 82 doc. XXXIV), Isnello (Asinellum nel medioevo) è già ricordato come castellum e castrum verso il 1250 (cfr. Mongitore 1721, p. 107) e nel 1272 (I Registri, VII, p. 209). (30) Cfr. Sthamer 1914, p. 66. (31) Cfr. Bresc, D'Angelo 1972, p. 398. (32) Cfr. Granà 1988, p. 107. (33) Cfr. Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. (34) Cfr. H. e G.Bresc 1985, p. 65 e nota 8. (35) I Registri, XIII, p. 29. (36) Cfr. H. e G.Bresc 1985, pp. 65-66; Bresc 1975, p. 432; Filangeri 1985, p. 108 e figga 13-15. (37) Cfr. Bresc, D'Angelo 1972, p. 378 e p. 393 s. v.
Il cambiamento portato da Fede rico II alle sue estreme conseguenze lascia in definitiva un paesaggio molto diverso -certo con differenze e sfumature locali- da quello che la documentazione permette di ricostruire ancora per gli anni intorno al 1180. Con l'eliminazione della componente musulmana si riducono gli spazi riservati a coltivazioni intensive. Scompaiono per sempre almeno una decina di grandi abitati fortificati ed un numero enorme di casali. Un'utilizzazione ingenua delle fonti d'archivio non permetterebbe di abbozzare un quadro rispondente alla drammaticità dei fatti. Una semplice somma mostrerebbe infatti, per l'intero Val di Mazara, l'esistenza di 38 terre fortificate e
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Capitolo III - 1250-1550: Nuove facies dell'insediamento
228 casali nel XII secolo e di 28 terre e 233 casali nel periodo 1200-1350 (38), con un saldo nominalmente in pareggio per quanto conce rne l'abitato intercalare . Ma le fonti aumentano di numero e qualità nel corso del XIII secolo e attestano nomi di insediamenti mai prima d'allora documentati, in molti casi già disabitati e definiti come casali solo per il ritardo con cui la prassi documentaria si adeguò all e modifiche velocemente verificatesi. Il discorso cambia se però si prende in considerazione, per lo stesso periodo 1200-1350, anche il numero degli abitati certamente e definitivamente abbandonati. Esso è indicato, oltre che dal definitivo silenzio calato su centri prima attestati, anche da una più esatta terminologia del tipo casale exhabitatum o feudum, ohm casale. Ciò permette in alcuni casi di cogliere senza incertezze l'avvenuto passaggio dal casale abitato al latifondo spopolato. Nel periodo 1200-1350 sono almeno 287 i casali che si spengono in tutto il Val di Mazara (39) moltissimi dei quali prima del 1300 ( 40) ed in particolare fra 1200 e 1250. D'altra parte, dove la documentazione del XII secolo è abbondante e copre, come nel monrealese, tutti o quasi tutti i casali allora esistenti, non si verificano `illusioni ottiche' provocate dal successivo aumento delle fonti e quindi degli insediamenti documentati. Si delinea quindi, immediatamente, una realtà impressionante: il vuoto, la sparizione quasi compieta dell'abitato intercalare di tradizione araba e normanna, `risucchiato' , quasi annientato dalla repressione federiciana della rivolta islamica. E come si è visto, anche la ricognizione archeologica, pur se ancora limitata ad alcune aree campione, mostra che il fenomeno degli abbandoni fu molto esteso, forse anche più impressionante di quanto le stesse fonti archivistiche, nel loro complesso, non lascino intendere (41). La distribuzione degli insediamenti nella Sicilia occidentale cambia fra 1189 e 1250: e cambia in una maniera così radicale e profonda che la geografia del popolamento allora ridisegnatasi,
Di fronte a queste distruzioni, ai vuoti da lui stesso creati, il potere monarchico al suo apogeo, pur con interventi decisi ed autoritari ( 42) 4potè cercare di risolvere soltanto alcune delle situazioni più difficili, a cominciare da quella de ll a stessa capitale del regnum. Nel corso degli eventi a partire dal pogrom del 1161 Palermo aveva perso senza dubbio pa rt e considerevole (numericamente ed economicamente) dei suoi abitanti. La latinizzazione dell'antica sedes regni passò attraverso la progressiva distruzione della sua popolazione musulmana, praticamente an ri ma del 1250. Dopo la partenza di Fe--nieta giàp derico II per la Germania, inoltre, Palermo non sarà più la residenza ordinaria del sovrano. Le fonti ci presentano una città in difficoltà, con larghi vuoti anche nel tessuto urbanistico (43). Le smagliature si addensavano soprattutto nel Cassero, svuotato dalla strage e dalla fuga degli abitanti musulmani e quindi dalla fine dell'apparato di corte normanno. La crisi è documentata dalla menzione di case in rovina. Nel 1212 la Magione dei Teutonici cede un fondaco con tre camere ruinosas ubicato sulla Platea marmorea; sempre la Magione nel 1236 concede a censo alcuni casalina -e cioè ruderi di case ridotti alle mura perimetrali- nei pressi del Palazzo Reale. Altre abitazioni vanno in rovina a Santa Barbara, vicino la Sala Verde -quindi presso il Palazzo Reale- e presso la ruga coperta che collegava la Cattedrale ed il Palazzo ( 44). Gli abbandoni non ri-
(38) I dati sono forniti, ovviamente senza alcuna ingenuità, da H.Bresc (1976, p. 195). (39) Ibid.; inoltre Varvaro 1981, pp. 207-208. (40) Cfr. Li Gresti 1991, p. 38.
(41) E' il caso dell'agrigentino. Cfr. Rizzo 1992, pp. 186-187. (42) Bresc 1984, p. 165 parla a proposito della Sicilia di Federico II di "Etat exaspéré". (43) Su Palermo in età sveva cfr. Fodale 1994.
pur con le grandi modifiche apportate dalle fondazioni feudali fra XVI e XVIII secolo, è sostanzialmente ancora oggi attuale. La Sici li a del latifondo spopolato, delle poche terre arroccate in posizioni elevate, della distanza fra l'uomo e la terra, nasce fra la fine dell'età normanna e gli anni del Vespro e porta il marchio a fuoco de ll a lotta fra Federico II ed i saraceni.
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Tentativi federiciani di ricolonizzazione. Corleone: una terra nova in Sicilia occidentale
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sparmiano altre zone della città come Po rt a di Termini, il Seralcadi con la zona del convento di S.Domenico, dove la crisi ha trovato riscontro archeologico (45) ed ancora la fascia extraurbana fino ed oltre S.Giovanni dei Lebbrosi (46). Federico II cercò di colmare i vuoti trasferendo in città immigrati forzati e volontari. Fra i primi, come si è già detto, vennero a Palermo saraceni dei casali. Per essi, però, il Seralcadi è l'anticamera della deportazione in Puglia o dei lavori forzati nei castelli della Sici li a o ri entale, se non de ll a morte (47). I1 quartiere resterà così ancora semi-abbandonato e nel 1246 operava un ufficiale specificamente incaricato dall'imperatore della distribuzione delle case vuote del Seralcadi, della Galca e del Cassaro (48). Altra immigrazione coatta giunse a Palermo dal Val Demone e dal Val di Noto, dalle terre ribellatesi ed esemplarmente punite: da Centuripe, Capizzi, Montalbano, da Mineo. Questi deportati vennero insediati a SudEst del Cassaro, oltre il Kemonia, nel qua rt iere che da loro verrà chiamato l'Albergaria Centurbi et Capicii, e nella ruga Minei (49). Come immigrati volontari spiccano gli ebrei del `Garbo', cioè dell'occidente almohade, autorizzati nel 1239 a stabilirsi anche nel Cassero ed incaricati di rilanciare le coltivazioni pregiate della Conca d'Oro: palme da datteri, indaco ed henna alla Favara, vigne alla Zisa, canna da zucchero ( 50) In definitiva, la Palermo di Federico II, ben diversamente da come propaganda una tradizione storiografica ed una vasta letteratura turistico-divulgativa, è una città in crisi profonda, sempre più lontana, ormai, dai fasti del secolo normanno.
Gli stessi sistemi sperimentati contemporaneamente a Palermo - trasferimenti forzati e fomento dell'immigrazione volontaria- vennero impiegati anche nel tentativo di ricucire alcuni degli enormi squarci apertisi nell'insediamento rurale del Val cd Mazara. Ad immigrati volontari provenienti dall'Italia del Nord, ultima retroguardia dei lombardi' calati nell'isola al seguito degli Aleramici, venne concessa nel 1237 Corleone ed il suo territorio. Il miles Oddone di Camarana con non pochi uomini delle pa rt i de Lombardia, vessati in patria dallo stato di guerra ed altre sventure, avevano dato all'imperatore la loro disponibilità a trasferirsi in Sicilia se avessero ricevuto il beneplacito ed un posto sicuro dove stabilirsi. Federico concesse in un primo momento il casale di Scopello, in territorio di Morite San Giuliano (Erice). Il territorio di Scopello, però, stretto fra il Tirreno e la costa alta e rocciosa, non venne ritenuto idoneo da gente che, in ogni caso, non aveva col mare molta familiarità. Franco D'Angelo ha ritenuto che la rinunzia a Scopello da pa rte dei `lombardi' sia stata motivata in primo luogo dalla presenza di musulmani ostili nell'entroterra della località (51). Ciò può essere vero. E' però anche da ipotizzarsi che, a parte l'effettiva insufficienza del territorio di Scopello per una comunità numerosa, la sua presa di possesso da parte dei `lombardi' avrebbe causato dissidi con i `borgesi' di Monte San Giuliano. La città aspirava senza dubbio ad impadronirsi delle aree estendentisi ad Est e Nord, come di fatto si sarebbe verificato. Venne scelto allora per i `lombardi' il territorio demaniale di Corleone ( 52), più vasto e fer-
(44)Cfr. Bresc 1981a, p. 26. (45)Cfr. C.A. Di Stefano 1995, pp. 290-291; Ardizzone, Arcifa 1995, p. 299 (scavi dell'area della nuova pretura); Lesnes 1995, p. 301. (46)Cfr. Peri 1978, p. 136. (47)Cfr. Bresc 1985, p. 251. (48)Cfr. Peri 1978, pp. 136-137. (49)L'ordine di trasferire a Palermo gli uomini di Centuripe (nel medioevo Centorbi) e Capizzi in H.-B., V, pp. 595-597; misure nei confronti dei renitenti, ivi, pp. 770-771; cfr. inoltre Peri 1978, p. 137; Bresc 1985, p. 251. (50)H.-B., V, pp. 571-574, 1239 dic. 15. (51)D'Angelo 1981, p. 69. (52)La concessione in H.-B., V, pp. 138-141 (1237, nov.). Sulle
cause che portarono al rifiuto di Scopello cfr. D'Angelo 1981, p. 65 e p. 69. D'Angelo ritiene che il territorio di Scopello fosse sufficientemente vasto e fertile e che il rifiuto da pa rte di Oddone da Camerana e dei suoi sia da motivare con la presenza, in quell'angolo del Val di Mazara, di musulmani ostili che avrebbero bloccato i coloni dall'entroterra. Non posso essere d'accordo su questa spiegazione, dal momento che Corleone si trovava non lontana da Jato ed Entella, non ancora definitivamente distrutte. Piuttosto, si può ritenere che la presenza musulmana intorno a Scopello fosse ormai tale da non destare preoccupazioni e far ritenere più consigliabile lo stanziamento `lombardo' nel cuore del territorio che pochi anni p ri ma aveva costituito la marchia sarracenorume dove la rivolta si sarebbe riaccesa nel 1243-1246.
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tile di Scopello, già in buona parte `bonificato' dalla presenza musulmana. Una folta ed agguerrita colonia di ghibellini nord-italiani, in ogni caso, avrebbe costituito un'ulteriore garanzia contro nuovi sussulti insurrezionali da pa rte dei saraceni eventualmente superstiti. L'abitato di Corleone venne quindi probabilmente rifondato dai lombardi che, si può ipotizzare, trasferirono definitivamente l'insediamento dalla `Vecchia' al sito attuale. Si avviò così quel processo di sviluppo che avrebbe fatto in breve di Corleone una delle terre più importanti e ricche del Val di Mazara ( 53). L'abitato della 'Vecchia' -dove le recenti ricerche dell'Archeoclub di Corleone hanno portato al rinvenimento di un grande castello interrato ( 54)- rimase probabilmente da allora deserto. Con un altro documento del 1249 Federico, dopo aver ricordato la concessione del 1237, stabiliva che Corleone, divenuta già supra modum
Capitolo III - 1250-1550: Nuove facies dell'insediamento
penso era concesso a Bonifacio di Camerana, figlio di Oddone, il casale et castrum di Militello in Val di Noto (55). Con il ritorno alla corte, considerando l'importanza attribuita alla località supra modum dives, è ipotizzabile che venisse avviata fin dagli ultimi anni di Federico la costruzione almeno di uno dei due castra demaniali di Corleone. Un castrum a Corleone è infatti certamente attestato a partire da età angioina ( 56) ma ignoriamo se si tratti dell' inferius o del superius. Al di là dei possibili dubbi sulla genuinità del documento del 1249, non si verificò allora alcun trasferimento verso la Sicilia orientale, a Militello. I lombardi' rimasero a Corleone, continuando la valorizzazione di un territorio rimasto quasi deserto ed incolto dopo le stragi e le deportazioni dei saraceni. Nel 1243 due residenti in Corleone, Nicolò da Spoleto e Benedetto Tosca-
nus (i cognomi indicano come non solo di 'lombardi' fosse composta la prima ondata di immigrazione) ricevevano dai Teutonici due salti d'acqua per impiantare mulini nei pressi del vecchio casale musulmano di Hajarzeneti (la `pietra dello Zanata'). Un'altra concessione di salto d'acqua per farvi un mulino, a favore dei fratelli Corrado e Bonifacio di Camarana e di alcuni soci, è del 1261. In quell'occasione i due ricevettero, sempre dai Teutonici, anche una gualchiera. L'immigrazione e la costruzione della nuova terra continuò almeno fino all'età di Manfredi. Nel 1264, infatti, Corrado di Camerana, su incarico della curia, provvedeva a distribuire a quanti si stabilivano a Corleone i lotti per le case e gli appezzamenti di terreno agricolo proporzionati alle esigenze di ciascuno ( 57). La colonizzazione `lombarda' di Corleone si risolse quindi in un grande successo. Rimase tuttavia un caso isolato. In epoca di Manfredi l'arcivescovo di Monreale tentò di rilanciare la zona di Jato concedendo nel 1258 ad un gruppo di armeni il casale Jatina ad faciendum ... domos et terras ad seminandum ( 58). L'esperimento non ebbe in pratica alcun seguito. L'epoca delle immigrazioni massiccie verso la Sicilia si era sostanzialmente chiusa con il XII secolo. Dopo la morte di Guglielmo II, l'isola era stata sconvolta da un lungo periodo di perturbationes, era gravata ora da un peso fiscale crescente e da modi di governo adeguati alla volontà di sfruttare tutte le potenzialità economiche (59). Non risulta inoltre, dalla legislazione di età sveva, un "indirizzo coerente e pienamente consapevole delle funzioni che le immigrazioni avevano avuto e potevano ancora avere in un paese che continuava a presentare vuoti da colmare e spazio per forze di lavoro" (ó 0). Piuttosto si percepisce da più indizi "il timore che gli alienigeni potessero farsi portatori di tendenze e concezioni discrepanti dagli indirizzi e dai modi
(53) Si vedano a tal proposito i dati della tassazione angioina del 1277, del fodro e del sussidio aragonese del 1282 e 1283 sottoposti ad analisi da D'Angelo 1978, in part. p. 73, p. 82. (54) Cfr. Vintaloro, Scuderi 1995, p. 32. Le ricerche sono state coordinate da F.Spatafora. (55) H.-B., VI, pp. 695-697 (1249, feb. 20). Sulla colonizzazione di Corleone cfr. inoltre Peri 1978, pp. 148-149, che seguo
da vicino in tutto. (56) Cfr. Sthamer 1914, p. 66 e passim. Sui castelli di Corleone cfr. Maurici 1992, p. 293. (57) Cfr. ibid. e ivi, p. 312 nota 5. (58) Nania 1995, pp. 214-217. (59) Cfr. Abulafia 1990, p. 181. (60) Peri 1978, p. 146.
dives, populata et munita et apta hostilibus insultis ad resistendum, tornasse al demanio. In com-
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governo invalsi nel regno" ( 61). La Sicilia, in denitiva, non costituiva più la meta ricca ed alletnte che era stata fra XI e XII secolo. In Sicilia occidentale ed in particolare nel rritorio qui considerato, a fronte di un'emorraia demografica impressionante, di distruzioni imani, della stessa sottoqualificazione di Palermo, unico successo certo e duraturo dell'età di Feerico II fu dunque il ripopolamento di Corleone. a terra rifondata per volere dell'imperatore rilase l'unico centro abitato stabile e permanente el bacino del Belice ( 62) fino alle nuove colonizazioni d'età moderna. E' vero che "non c'erano omunque le condizioni per colmare le falle perte, nel tessuto demografico e in quello ediliio, dai guasti della rottura della convivenza fra ristiani e saraceni" (ó 3). La pa rt e occidentale del'isola, la stessa antica capitale uscirono in ginochio dal lungo regno di Federico. La Sicilia ultra, ella leva feudale del 1240, venne chiamata a foriire solo quindici cavalieri contro i quaranta della Sicilia orientale: e se è vero che queste cifre "ne ont pas en rappo rt avec l'importance réelle de haque province" ( 64) è anche vero che la diffeenza non è casuale e non può non rimanere impressionante. Non fu certamente un caso se si accenderà in Sicilia occidentale, -fra Palermo, Corleone e Vicari- la rivolta del Vespro, trentadue anni dopo la morte dell'imperatore, appena sedici dopo la fine della dinastia sveva. Dal Vespro al primo `500: ulteriori desertificazioni, concentrazione dell'habitat, costruzione di castelli, primi tentativi di ripolamento
La documentazione degli anni a cavallo del Vespro costituisce un'ulteriore riprova della drammaticità delle trasformazioni avvenute. Le tassazioni angioine ed aragonesi, ex silentio, registrano la scomparsa di decine e decine di casali. All'eccezionale sviluppo di Corleone che nel 1277 conta
(61)Ibid. (62)Cfr. Bresc 1994a, p. 371. (63)Peri 1978, p. 137.
probabilmente 3300 fuochi e 3700 nel 1282 (65) corrisponde la desertificazione praticamente cornpleta del vasto territorio circostante. La lunga guerra seguita al Vespro contribuisce certamente alla ulteriore rarefazione e concentrazione dell'abitato, facendo direttamente, nel territorio della provincia, due vittime `illustri': le terre di Brucato e (molto probabilmente) Monte S .Angelo, distrutte ed abbandonate dopo la micidiale spedizione angioina del1338. Tanto Brucato che Monte S.Angelo erano due siti strategici, a controllo della costa tirrenica fra Termini e Cefalù vessata dalle scorrerie, dai ripetuti tentativi di invasione e vero `ventre molle' verso l'interno dell'isola. Ben si capisce dunque tanto il loro potenziamento negli anni di Federico III, quanto la loro distruzione nel corso delle vicende belliche. Alla stessa stessa generazione di fortezze appartengono anche le terre ed i castelli di Castroreale (prov. di Messina) e Monte Bonifato (prov. di Trapani), entrambe iniziative dirette di Federico III ( 66). La feudalità e gli enti ecclesiastici partecipano al disegno di fortificazione dell'isola. Non lontano dalla costa cefaludese, a partire dal 1316, i Ventimiglia incominciano a costruire la loro nuova `capitale' sul sito dell'antico casale di Ipsigro. Alla nuova terra si affiancherà un castello destinato (come nel caso di Castroreale) a restare nel nome del nuovo insediamento, l'attuale comune di Castelbuono. A Partinco,eèsul'gdofiCastellammare opposto a quello sorvegliato da monte Bonifato, sarà negli stessi anni l'abate cistercense del Parco a edificare un nuovo casale, l'odierna Partinico ed un fortilizio, la Sala Partenici. Negli anni di Federico III, quindi, vi sono ancora le energie demografiche e l'autorità statale necessarie a lanciare nuove iniziative di popolamente, pur se legate strettamente al problema della difesa dell'isola. In relazione all'emorragia demografica della peste nera si registrerà un'altra drammatica ondata di spopolamenti. Fra 1330-40 e 1375 circa spariscono Alia (casale ancora nel 1329, `casale o feudo', e quindi probabilmente
(64) C fr . Martin 1985, p. 102. (65) Bresc 1986, I, p. 64. (66) C fr . Bresc 1988, p. 242.
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spopolato, nel 1366), Burgifilecti, Carcaci, Contessa, Cumeit, Curbici, Disisa, Fisaula, Fitalia, Guddemi, Librici, Marineo, Merto, Montemaggiore, Mezzoiuso (casale ed universitas ancora nel 1336), Petterana, Puccia, Rachalzafi, Regalmici, Rahaljunta, Riena, Miserelle-Risalaimi, S .Giovanni di Caccamo. Sono almeno una ventina di casali che in qualche modo erano sopravvissuti alla tragedia delle guerre musulmane. Si spengono nel corso del Trecento in qualche caso almeno probabilmente per vera e propria `consunzione' , fra lo stato di guerra civile cronica, la peste nera e le ricorrenti recrudescenze epidemiche, la fuga dei superstiti verso le città e le terre fortificate in grado di assicurare protezione e sopravvivenza. La popolazione, fortemente ridotta rispetto ai numeri ipotizzabili per il XIII secolo, si concentra definitivamente nei centri murati. Questi ultimi vengono ulteriormente fortificati da nuove , 'cinte (quella di Palermo è il caso più eclatante) e da castelli costruiti ex novo o restaurati ed adeguati alle nuove esigenze belliche. Si diffonde nel secondo Trecento anche il castello isolato nella campagna e privo di abitato corrispondente. Il baronaggio impegnato in lotte senza quartiere si fortifica ulteriormente erigendo fortellicia anche nei feudi disabitati, a guardia dei raccolti e delle greggi esposti alla razzia avversaria, a controllo di strade, di approdi e `caricatori' granari. Questa grande fase di costruzione di castelli baronali corrisponde, dopo la morte del duca Giovanni, al momento di più profonda crisi della corona sicilia che, fra le altr prerogative, perde la regalia delle fortificazioni. I nuovi castelli feudali sorgono per lo più senza la licenza sovrana: nel caso del castrum de ll a Margana essa viene concessa in sanatoria. Nascono così, oltre Margana, i castelli di Bilìci, Cefalà, Colobria, Palazzo Adriano, Patellaro, Roccella, S.Michele. Come già accennato, sono fortilizi generalmente senza centro abitato corrispondente o sotto i quali l'insediamento si rarefà fino a sparire del tutto, come nel caso del locum di Patellaro. In molti casi questi castelli trecenteschi ereditano il nome ed il sito (a volte con spostamento di qualche centinaio di metri, come
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a Cefalà) di antichi casali d'età araba e normanna disabitati da decenni. Più raramente (a Patellaro, a Roccella), il castello trecentesco prende il posto e sostituisce completamente un preesistente fortilizio de'età normanna sul cui aspetto materiale, cancellato dalle ricostruzioni, non possiamo dire assolutamente nulla. I documenti d'archivio e le fonti narrative trecentesche, in primo luogo il cronista Michele da Piazza, abbondano di notizie sull'erezione di castelli e sul loro impiego bellico. Fra' Michele, in particolare, riferisce di molti assedi fornendo informazioni preziose sulle tecniche di blocco, sulle armi offensive e difensive, sugli stratagemmi e le astuzie impiegati durante le operazioni. Complessivamente ne viene fuori un quadro di sostanziale debolezza militare dei fortilizi siciliani, un'immagine suggerita anche dall'evidenza architettonica di molti castelli siciliani del XIV secolo. Pochi giorni -quando non poche ore- di tiri con machinis seu trabucchis furono in alcuni casi sufficiente ad ottenere la resa di castra anche importanti. L'introduzione e la diffusione delle bocche da fuoco accentuò la scarsa validità bellica della maggioranza delle fortezze isolane. Alla Roccella, nel 1418, sarà sufficiente che le truppe viceregie mettano in batteria due bombarde perchè i Ventimiglia ribelli asserragliati dentro le mura si arrendano precipitosamente ( 67). La costruzione di castelli e fortilizi continuò anche nel XV secolo, in un quadro politico del tutto mutato, questa volta con l'autorizzazione e l'appoggio de ll a monarchia e dei suoi rappresentanti. I vicerè di Alfonso il Magnanimo, Giovanni e del Cattolico favoriscono iniziative di ripopolamento e rilancio economico che incominciano proprio dalla costruzione di una torre o di un fortilizio. Le licenze per la costruzione di turres, castra efortellicia si moltiplicano. La maggior parte dei castelli e dei fortilizi quattrocenteschi sorge sulla costa o a ridosso di essa, per proteggere gli impianti produttivi dalle razzie barbaresche. E' infatti la costa, con le sue piantagioni di canna da zucchero (hortilicia cannamelarum), con le sue tonnare, i suoi `caricatori' per l'esportazione delle
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(67) Cfr. Corrao 1985, p. 94 ed in particolare Corrao 1988.
(69) I (70) 1
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granaglie, a costituire la fascia economicamente più vivace dell'intero territorio, oltre che la più esposta. Nascono così i castra di Brucato, Buonfornello, Ficarazzi, S. Nicola l'Arena, Trabia e Trappeto, un toponimo che dice già tutto sulle origini di quel centro abitato. Altrove saranno delle semplicissime torri ad offrire protezione ad impianti produttivi ubicati sulla costa o nell'immediata prossimità del litorale: così a Mondello, a Sferracavallo, a Capaci. Era stata d'altra parte la stessa corona siciliana, con Martino I, a dare l'esempio lanciando fin dal 1405 un grande progetto di fortificazione delle coste siciliane contro le incursioni barbaresche. Della quarantina di torri di cui si prevedeva la costruzione o il restauro, ne vennero portate a termine probabilmente la metà. I punti dove si previde l'erezione di questa prima generazione di torri d'avviso, come avverrà successivamente, erano rilevanti dal punto di vista economico: presenza di tonnare, mulini, `caricatori' . Oppure erano siti dai quali si poteva sorvegliare vastissimi specchi di mare. Relativamente alla sola costa dell'attuale provincia di Palermo, nel primo gruppo rientrano le torri progettate da Martino il Giovane per Trabia (guardia di mulini), Raisigerbi ed Isola delle Femmine (tonnare); nel secondo quelle per Capo Mongerbino e Capo Rama ( 68) Nell'entroterra dei feudi, delle masserie granarie e delle grandi estenzioni abbandonate a pascolo, l'evoluzione è più lenta. Lungo tutto il XV secolo si registra, a pa rt e quella di alcune torri, solo la costruzione di due castelli, peraltro entrambi piuttosto modesti: Batticano presso Bisacquino ed il torrione di Montelepre posto a difesa di un `fondaco' e di un passo stradale obbligato. Anche le licentiae populandi concesse nel corso del secolo (ad esempio Cefalà e Margana) rimangono lettera morta, a dimostrazione delle grandi e persistenti difficoltà economiche, demografiche, militari. Perchè vi siano segnali forti di cambiamento occorrerà che "la spiga scacci la pecora" ( 69). Bisognerà cioè attendere la fine del Quattrocento e
(68)Su tutto cfr. Maurici 1985-87. (69) Cancila 1983, p. 11 e ss. (70) Lesnes, Maurici 1993, pp. 244-245.
gli inizi del Cinquecento, la fase di progressivo incremento demografico, la conseguente necessità di sottrarre terre al pascolo per rimetterle a coltura. Nei territori deserti dell'arcivescovado di Monreale ed a Mezzoiuso sarà allora agevole trovare spazi per lo stanziamento di gruppi di profughi albanesi che a ll a fine del Quattrocento sfuggono dal Paese delle Aquile di fronte all'inarrestabilità della conquista turca. A Piana, a Mezzoiuso, a Contessa e Palazzo Adriano esistevano o erano esistiti dei piccoli nuclei di popolamento. Su queste rovine gli albanesi costruirono le loro case e le loro chiese, costituendo delle `piccole patrie' caparbiamente attaccate alle origini ed alla tradizione. Fu, quello delle colonie albanesi, il primo episodio di quella ricolonizzazione dei feudi destinata a cambiare il volto de ll a Sicilia fra XV e XVIII secolo. Sino alla metà del XVI secolo, però, le iniziative di ripopolamento stentano a concretizzarsi, nel territorio della attuale provincia di Palermo come altrove. A Cefalà, dove un castello trecentesco costituiva nucleo e rivendicazione di popolamento , ad una nuova licentia populandi concessa nel 1525 (dopo una prima, rimasta lettera morta, del 1431) non fece egualmente seguito la fondazione di alcun centro abitato. Anche per la baronia di Cefalà, però, la documentazione notarile attesta con grande evidenza il fenomeno di progressiva riconversione dal pascolo -ancora prevalente verso il 1520- a ll a cerealicoltura ( 70). Il ripapolamento della zona avverrà solo a partire dal 1550 con la fondazione del paese di Marineo. Come Capaci, anche questa nuova terra verrà difesa da mura e dotata di un `castello' , in realtà un edificio merlato a metà fra il fortilizio medievale e la residenza rurale fortificata d'epoca moderna. Seguiranno, sempre sulle terre di Cefalà, Ogliastro (oggi Bolognetta) e Claristella (poi Villafrati); il villaggio di Cefalà Diana sarà l'ultimo della serie, alla metà del XVIII secolo. Da Monreale a Bisacquino, da Alcamo a Corleone, i grandi feudi dell'arcidiocesi, eredi dei casali del 1182 (Disisa, Camuca, Modica, Terru-
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sio, Renda, Realcelsi, Ursine, Malvello etc.), nella prima metà del XVI si coprono di masserie cerealicole (71). Nel corso del Cinquecento non si registra, però, dopo la precoce ondata delle fondazioni albanesi, la creazione di nuovi abitati. Perchè sorgano Roccamena, Camporeale, Campofiorito, S.Giuseppe Jato (poi sdoppiatasi con San Cipirello) occorrerà attendere il XVII ed il XVIII secolo. Ed anche allora la struttura complessiva dell'insediamento risentirà molto di più degli abbandoni tardo medievali che non delle fondazioni moderne. I pochi villaggi sorti in epoca moderna sulle colline dell'alto Belice non andarono che a punteggiare il vuoto lasciato dalla repressione federiciana e dagli ultimi spopolamenti trecenteschi. Nessuna battaglia del grano, nessuna riforma agraria farà rivivere i cento casali di Monreale. Difficoltà di avvio del processo di ricolonizzazione si registravano anche lungo costa. A Capaci, ad Ovest di Palermo, verso il 1520 non voleva andare a stabilirsi nessuno per paura di moros y corsarios. E ciò nonostante la concessione di una licentia populandi e di una speciale moratoria per debiti (i cosidetti privilegi di Eraclea, Terranova e Siculiana) in favore di quanti accettassero di andare a colonizzare il feudo. Il paese sorgerà solo verso il 1570 e verrà costruito con caratteristiche urbanistiche in parte ancora di tipo medievale: mura di cinta, torri e castello.
(71) Cancila 1983, p. 45.
Capitolo
III 1250-1550: Nuove facies dell'insediamento -
Capaci e Marineo, centri abitati di nuova fondazione ma dall'aspetto in parte ancora medievale, furono però un'eccezione, giustificata dalla loro precoce fondazione e, per Capaci, dalla immediata prossimità alla costa. A partire dagli ultimi del Cinquecento e quindi nel secolo successivo, smentendo la lettera delle licentie populandi che continuano a parlare di mura e torri, le nuove terre feudali nascono prive di cinta muraria e con piante regolari tipiche dell'urbanistica di fondazione. Bolognetta, Baucina, Ventimiglia, Cerda, Sciara, Lercara, Roccamena, Cinisi, Cefalà Diana, Terrasini, Campofiorito, Aliminusa: queste `città nuove' della provincia di Palermo ripeteranno decine di volte, fra tardo XVI e XVIII secolo, lo schema dell'abitato contadino di stecche di casette monolocali distribuite su una griglia regolare. Su questa edilizia modestissima emergono solo pochi `corpi di case' del 'borgesato' locale e sopratutto la chiesa madre e la residenza del barone, ancora detta `castello' più spesso per tradizione e valenza simbolica che per effettiva rilevanza militare degli edifici. Si inciderà allora un segno nuovo ed immediatamente riconoscibile, con la sua reiterazione, nella facies dell'abitato siciliano. Un segno sostanzialmente destinato a durare, con poche modifiche, fino alle espansioni ed agli stravolgimenti urbanistici degli ultimissimi decenni.
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Conclusioni
Dal casale alle «città nuove»
Fra la fine dell' XI e la prima metà del XVI secolo una facies dell'insediamento in Sicilia occidentale tocca il suo apogeo e quindi decade fino a svanire quasi del tutto, mentre inizia ad impiantarsene un'altra totalmente differente che si strutturerà pienamente nel corso del XVII secolo. La prima fase, tipica dell'XI-XII secolo e conclusasi fra XIII e XIV, è quella del casale, dell'abitato intercalare. Decine e decine di casalia (un centinaio solo nel monrealese) punteggiano ed animano l'entroterra collinare. La Sicilia normanna presenta un'immagine molto diversa da quella moderna e contemporanea dell'isola: è una terra dai mille villaggi, dalle residenze minute sparse per le campagne e nella quale il grano, certo diffusissimo, non è ancora la monocultura ossessiva della Sicilia moderna. E' una Sicilia nella quale la parola feudo non è ancora sinonimo di latifondo spopolato e deserto; dove i pesanti obblighi connessi alla condizione villanale assicurano ai padroni de lla terra la presenza continua nelle campagne della forza lavoro e quindi la corresponsione puntuale di canoni e testatici. Una Sicilia, quindi, nella quale la separazione fra l'uomo e la terra, la lontananza fra le residenze umane ed i campi, è una realtà ancora di là da venire. La seconda Sicilia, la Sicilia che conosciamo, nasce dalla fine di quell' altra. Distruzione della minoranza musulmana portata a compimento da Federico con lunghe campagne sterminatrici', crisi del villanaggio e del casale, trionfo delle libertà 'borgesi' nell'accesso e nello sfruttamento delle terre, impiantarsi del latifondo classico: fra 1189 e 1300 circa la sinergia di questi immensi cambiamenti concentra la grande maggioranza della popolazione in pochi borghi e terre fortificati, lasciando nelle campagne, con l'eccezione di pochi casali destinati comunque all'estinzione, strutture insediative provvisorie ed ef-
fimere utilizzabili per i momenti di più duro impegno dell'annata agricola. Nel corso del Trecento, lo stato di cronica guerra esterna ed interna e la crisi demografica con la grande peste del 1347-48 partita proprio dalla Sicilia - determinano, con un'ulteriore potente spinta, la sparizione pressocchè totale del1' abitato intercalare superstite. Negli ultimi due secoli del medioevo siciliano, poche terre fortificate ed abitate da alcune centinaia o poche migliaia di abitanti ereditano territori agricoli immensi ed altrimenti deserti, antiche divisae e tenimenta che nell'XI e XII secolo erano suddivise fra decine e decine di casalia abitati. E' il caso delle terre di Carini, Vicari, Prizzi, Ciminna, Caccamo e -su un piano già superiore- Corleone. Le inteminabili guerre trecentesche, la crisi della monarchia dententrice della facoltà di innalzare fortezze, lo strapotere del baronaggio determinano inoltre il moltiplicarsi, specialmente dopo il 1350, dei castelli nobiliari. In tutte o quasi tutte le terre, nuovi fortilizi sostituiscono o integrano più antichi castelli d'epoca normanna: è quello che si verifica, ad esempio, a Vicari. La costruzione di un castello o almeno di una torre -a volte di una muraglia- è un passaggio obbligato nell'evoluzione dei pochi casali destinati a sopravvivere, passando alla categoria superiore della terra. E' il caso di Giuliana, Chiusa Sclafani, Isnello; e, fra gli abitati destinati almeno a temporanea `eclissi', di Mezzoiuso e Montemaggiore. A Ipsigro-Castelbuono ed a Partinico è la costruzione di un nuovo castello a determinare o comunque a rendere possibile, fin dai primi del Trecento, la nascita di nuovi centri abitati. Ai castelli d'ambito `urbano', eretti sempre in posizione chiave del tessuto abitato, si affianca ora una tipologia di fortilizi quasi sconosciuta fino al XIII secolo: il castrum seu fortellicium isolato nella campagna e posto a protezione dei feudi dalla razzia o a guardia di passaggi obbligatori. Questo nuovo tipo di fortezze può avere almeno
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due origini. In un primo caso si tratta di castelli preesistenti, intorno ai quali l'abitato si rarefà fino a scomparire del tutto o quasi. E' ciò che si verifica a Roccella, a Calatrasi, a Bilìci, a Regiovanni, a Battalaru-Patellaro. Molti di più nel XIV e poi nel XV secolo, saranno i castelli (per non parlare delle semplici torri) costruiti ex novo, spesso su o presso i siti di antichi abitati ormai deserti: Cefalà, Sala di Partinico Margana, Riena, Colobria e quindi S.Nicola, Brucato, Buonfornello, Trabia. Il fenoneno della scomparsa dei casali è macroscopicamente evidente soprattutto nell'area collinare che si estende dal Torto al Belice; quindi sui due terzi del territorio provinciale. Sulle Madonie la diffusione del casale e quindi la sua scomparsa sembrano realtà meno appariscenti, anche se per questa zona l' esiguità delle fonti lascia un certo margine di incertezza. L'area montagnosa ad Est del fiume Torto si caratterizza soprattutto -fra XI e XVI secolo- per l'ininterrotta continuità di siti d'altura come Polizzi, le Petralie, Gangi, Caltavuturo, Sclafani, Geraci. Sopravvissute alla crisi
demografica del XIV secolo, queste terre di montagna, in età moderna, costituiranno un grande serbatoio di popolazione cui attingerà largamente la feudalità per le sue nuove fondazioni. Dopo alcuni tentativi di ripopolamento, destinati con qualche eccezione al fallimento, soltanto a ll a fine del Quattrocento l'arrivo di profughi albanesi permetterà l'impianto delle prime terre nuove. Seguiranno, nella prima metà del Cinquecento, poche fondazioni in aree vicine a Palermo e ben collegate alla capitale bisognosa di derrate agricole ed in particolare di grano e vino: Misilmeri, Marineo e poi Capaci. La grande ondata delle nuove fondazioni inizierà però dopo il 1570 e durerà circa un secolo, determinando la ricolonizzazione -parziale- delle aree collinari dal Belice ai bacini della Milicia e del Torto, fino a ll e pendici orientali e meridionali delle Madonie. Si strutturerà allora -definitivamente- quella facies dell'insediamento che sostanzialmente caratterizza ancora oggi la provincia di Palermo e tutta la Sicilia occidentale.
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57
Inventario preliminare degli abitati (XI-XVII secolo)
Nell'inventario figurano soltanto i centri abitati attestati con certezza in quanto tali dalle fonti d'archivio. Centri documentati solo dall'archeologia o la cui esistenza è suggerita (anche se con moltissima probabilità) unicamente dalla toponomastica, o ancora da altro tipo di indizi, non sono stati presi in considerazione. Per completezza, l'inventario comprende anche le nuove fondazioni fino al XVII secolo anche se questo studio è chiaramente incentrato sull'insediamento medievale. I siti inventariati, così come nel quadro sinottico, sono disposti in ordine alfabetico. Il numero d'ordine è , ovviamente, lo stesso nel quadro sinottico e nell'inventario. I toponimi di luoghi abitati non più esistenti, quando non documentati solamente una volta, sono riportati nella forma o nella variante maggiormente attestata dalla documentazione. I toponimi del Rollo monrealese del 1182 sono riportati nella forma attestata dalla versione latina; per i toponimi arabi, però, si è riportata ove possibile anche la probabile forma originaria. Zn rtP p ^ rl^i ejn bnli hititi_ 1Vallo di Mazara o al Val Demone, separati dal corso dell'Imera Settentrionale, è rispettivamente indicata d alle abbreviazioni VM e VD. Segue, per tutte le località, l'indicazione dell'appartenenza alla Provincia (Prov.) di Palermo e, solo nel caso di località identificate con certezza, quella del comune di appartenenza. La localizzazione topografica, in ogni caso, quando non espressamente precisata, è da intendersi unicamente a livello di corrispondenza toponomastica (con tutte le incertezze, le approssimazioni e gli errori possibili) ed è stata realizzata sulle Tavolette in scala 1:25.000 dell'Istituto Geografico Militare (I.G.M.). I toponimi esistenti sulle carte medesime sono accompagnati, secondo le stesse indicazioni fornite dall'I.G.M., soltanto dal riferimento completo alla Tavoletta, accompagnato da una breve indicazione di distanza chilometrica da un comune o
da una località prossimi (ad es. «BELUYN - Localizzazione: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, ex feudo e santuario di Tagliavia, 9 km. a N di Corleone, I.G.M. 258 I SO Rocche di Rao»). Le coordinate UTM sono indicate solo laddove l'identificazione di una località sul terreno appare certa (o comunque estremamente probabile) e il relativo toponimo non viene riportato sulle carte stesse. Per i comuni o le frazioni attualmente esistenti e quindi riportati già sulle normali carte geografiche o stradali (in primo luogo quelle del Touring Club Italiano), non viene ovviamente fornita alcuna ulteriore indicazione topografica. Le citazioni dalle fonti dei singoli luoghi abitati sono disposte in ordine cronologico: dopo la data del documento è indicato il tipo di insediamento attestato dalla testimonianza, quasi sempre secondo la terminologia originaria (per la quale cfr. cap. I). L'eventuale punto interrogativo fra parentesi dopo l'indicazione del tipo di insediamento indica il carattere ipotetico e non chiarito con certezza dalle fonti di tale definizione. È (Nana iu_1i_cata_ la fante dell'informazione., secondo il sistema abbreviato (Autore-data) utilizzato anche per le note e la bibliografia. Nel caso di documenti d'archivio inediti, la sigla ASPA indica l'Archivio di Stato di Palermo; quella ACA l'Archivo de la Corona de Aragon di Barcellona. Altri archivi sono denominati per esteso ed anche i singoli fondi archivistici sono indicati senza uso di sigle. Le note, ove presenti, forniscono ulteriori, telegrafiche, informazioni di carattere topografico e, eventualmente, archeologico. Segue, ove possibile, una breve e senza dubbio incompleta bibliografia sui singoli siti. È superfluo chiarire che non si è voluto qui realizzare una bibliografia completa dei comuni della provincia di Palermo, neanche di quelli sorti o comunque documentati fra XI e XVII secolo.
58
Quadro Sinottico Nr.
Toponimo
XI sec.
XII sec. XIII sec. XIV sec.
1 Abu Simag 2 Agera Moneta 3 Alberi
casale
4 Al-Gamma 5 Al Khazan 6 Alia
casale
XV sec.
XVI sec. XVII sec.
casale feudo ex casale hisn
casale
Alimena Aliminusa Altavilla 10 Amarii 11 Amballut 12 c Ayn ad-Dâmmús 13 Bacco 14 Baida 15 Balat 16 Balestrate 17 Batticani
casale
feudo e casale
feudo
terra
7 8 9
terra terra terra
casale casale casale casale casale casale
Bramasa Briaca Brucato Brucato (torre) Buchubze Buchinene Bufurera Bulchar Buonfornello
casale casale
casale
feudo e castello diruto
18 Baucina 19 Belich 20 Belliemi 21 Belmonte Mezzagno 22 Beluyn 23 Benbark 24 Bicheni 25 Bilìci 26 Billuchia 27 Birakla 28 Bisacquino 29 Bolognetta 30 Borgetto 31 32 33 34 35 36 37 38 39
feudo
terra
casale casale terra
contrada contrada
casale casale casale casale casale casale casale
casale casale casale
casale castello castello casale
casale
terra
torre
torre
feudo feudo e casale casale e monastero casale casale
rovine hisn
hisn
casale casale casale casale casale
terra
terra
feudo casale
feudo
castello
terra terra
59
Toponimo
Nr. 40 41 42 43 44
Burgitabis Burgifilecti Burliya Buzzanedi Caccamo
XI sec.
XII sec. XIII sec. XIV sec. XV sec. XVI sec. XVII sec. monastero
casale casale casale
feudo casalino
abitato
abitato
terra
terra
terra
terra
terra
castello castello castello 45 46 47 48 49 50
Calata Anneth Calatabusammara Calatamauro Calatialci Calatrasi Calcusa
qalca qalca qalca qalca galca
casale
feudo
feudo
feudo rovine
castello fortezza qalca
qalca
casale
feudo
castello castello feudo feudo
rovine terra
(Cerda) 51
Caltavuturo
ab. fo rt .
hisn
terra
terra
terra
terra
terra
castello castello casale
52 Cantara 53 Capaci
casale
terra
terra
terra
terra
terra
casale feudo
54 Carcaci 55 Carini
feudo torre
ab. fo rt .
hisn
terra
terra
castello castello castello castello castello chiesa feudo ex casale casale
56 Casale 57 Casale della Pietra 58 Casale de Sclavis 59 Casale Filii Goroc 60 Casale Pagani
casale casale diruto casale casale
de Gorgia
61 Casale Pastoris 62 Casale Riccardi Capuensis
63 64 65 66 67
casale
Casale Sutoris Casalgiordano Cassaro Castana Castelbuono (Ypsigro)
feudo casale casale casale
casale casale universitas
terra
terra
terra
castello castello castello castello 68 Castronovo 69 Cefalà Diana 70 Cefalà Vecchia
castrum abitato
abitato
terra
terra
terra
terra
castello castello castello castello castello castello feudo feudo castellum casale
abitato
balad 71
Cefalù
72 Chasu
abitato
città città città castello castello castello castello feudo casale abitato civitas
città
città
60
Nr.
Toponimo
XI sec.
XII sec. XIII sec. XIV sec.
casale
73 Chiusa 74 Ciminna
abitato
abitato
terra
XV sec.
XVI sec. XVII sec.
casale
casale castello
terra
terra
terra
terra
terra
terra
feudo
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
castello castello 75 Ciniana 76 Cinisi
abitato
abitato casale fortezza
77 Cochena 78 Collesano
abitato abitato
abitato abitato
82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94
Coscasino Cumeit Curbici Cuttaie Dichichi Disisa Dubel Ducki Entella Fabaria Fantasine Femminino Ficarazzi
95 96 97 98 99
Filaga Fisaula Fitalia Gallo Gangi
feudo
terra terra terra castrum castrum castrum
castello _ feudo casale contrada casale
79 Colobria 80 Contessa 81 Corleone
casale feudo
abitato
,
hisn
casale casale casale casale casale casale casale casale
castrum castellum
terra
terra
terra
castello castello castello castello casale casale monte casale casale casale
casale feudo
fortezza casale
feudo feudo
casale casale
castello case
feudo casale casale
feudo feudo feudo
feudo
feudo
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
terra
feudo
terra
ospedale universitas
casale casale abitato
casale casale terra
castello castello 100 101 102 103 104 105 106
casale casale casale casale casale
Gar
Gar as-sarfi Garchinienai Gardalisi Garsuayb Gayti Geraci
107 Giardinello 108 Gimriyya 109 Giuliana 110 Godrano
casale casale
abitato
villa
terra
terra
terra
castello castello castello casale casale casale casale
terra
terra
terra
castello castello castello feudo casale
61
Nr.
Toponimo
111 Gratteri
XI sec.
abitato
XII sec. XIII sec. XIV sec. hisn
terra
casale casale
114 115 116 117 118 119
casale casale casale casale casale casale casale castellum
120 121 122 123
lurfibuckerin Jato Jurf Lacamucka
124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153
Lacbat Lawqa Lercara Librici Magagi Maganuge Malvicino Malvito Manzil Hinden Manzil Nigita Manzil Qurt Marcatobianco Margana Marineo Maraus Melia Menzelabdella Menzelabderamen Menzelcharres Menzelgresti Menzelleuleu Menzelnusayr Menzelsalah Menzenkasem Merto Meteuy Mezelchal Mezelzamur Mezzoiuso Miserella
terra
terra
terra
terra
terra
feudo
terra
feudo
terra
castello castello castello casale feudo feudo feudo masseria feudo'
112 Guddemi 113 Gulfa Hajarzeneti Helbur Huzen Karieni Iatina Isnello
terra
XV sec. XVI sec. XVII sec.
terra castrum
terra
cast.
casale abit.fort.
galca
fortezza
casale casale
feudo masseria
casale casale casale casale casale chiesa casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale
casale
casale contrada
feudo castello castello feudo feudo tenimento casale casale casale
casale casale
casale
feudo
feudo
casale
feudo feudo feudo
casale
terra
62
Nr.
Toponimo
154 Misilmeri
XI sec.
XII sec. XIII sec. XIV sec. XV sec. XVI sec. XVII sec.
abitato
casale gasr
casale chiesa
155 Mizelhackal 156 Monreale
castello habitacio castello castello chiesa
civitas
città
terra
terra
città
città
universitas 157 Montelepre
158 Montemaggiore 159 Monte S. Angelo 160 Palamiz 161 Palazzo Adriano 162 Parco 163 Partinico 164 Patellaro
feudo castello vilaggio villaggio fondaco terra terra abitato casale casale feudo ex casale castello castello abitato chiesa casale deserto terra casale casale castello villaggio terra convento convento parco reale terra castello castello terra abitato abitato castello castello castello hisn abitato
r
165 Petralia Inferiore
ga a
166 Petralia Superiore
abitato
terra
abitato
hisn
168 Piana d. Albanesi 169 Polizzi
abitato
terra
170 Pollina
abitato
terra
locum terra
terra
terra
terra
terra
terra terra
terra terra
terra
terra
terra
terra
castello castello castello universitas
167 Petterana
terra terra
terra
castello castello castello feudo casale ed abitato casale terra
terra
terra
castello castello universitas castrum
terra
castello 171 172 173 174 175 176 177 178
Prizzi Puccia Qabiyana Qalcat at-tariq Qannash Racalbalata Racali Racalzarcati
179 180 181 182 183 184 185 186
Rachaldeni Rachalmunx Rachalzafi Raciura Rahalabdella Rahl abú al-luqam Rahl abil-qulm Rahalallum
hisn
universitas
terra
casale
feudo
locum
casale galea
casale casale casale feudo
casale deserto
casale casale casale casale casale
toponimo tenimento casale casale casale feudo
63
Nr. 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197
Toponimo
XI sec.
Rahalamrum Rahalbacal Rahalbahari Rahalbensehel Rahalbiat Rahalbukal Rahaleceya Rahalfarrug Rahalgalid Rahagidit Rahalgiunta
casale casale casale casale casale casale casale casale casale
Rahalhumur Rahalmie Rahalminawi Rahalmissimon Rahalmud Rahalnicola Rahalstephani
208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218
Rahaltauri Rahalumur Rahaluta Raja Rande Ravanusa Rebuttone Regalgioffoli Regalmici Regalsciacca Regiovanni
219 220 221 222 223
Riena Rifesi Rigard Roccapalumba Roccella
224 225 226 227 228
Rugir Ruggâh Basili Sabuci Safi Sagana
casale
feudo
casale casale feudo
198 Rahalygeus 199 Rahalkarram 200 Rahalkerames 201 202 203 204 205 206 207
XII sec. XIII sec. XIV sec. XV sec. XVI sec. XVII sec.
casale tenimento casale casale deserto casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale casale
chiesa casale
feudo
feudo deserto
locum
feudo
casale casale casale
feudo
casale casale chiesa
feudo feudo feudo castrum castello castello in rovina feudo feudo
feudo terra terra castello castello castello castello castello
rocca
casale
casale
casale rocca casale casale tenimento casale
hisn
64
Toponimo
Nr.
XI sec.
XII sec. XIII sec. XIV sec. XV sec. XVI sec. XVII sec.
terra
229 S. Carlo 230 S. Giovanni
territorio o casale
231 S. Mauro
castrum
232 S. Michele
chiesa casale
chiesa
233 S. Nicola 234 S. Pietro
chiesa
casale
235 236 237 238 239 240 241
S. Cristina Gela Santagani Sanane Schimesa Sciara Scillato Sclafani
terra
terra
castello castello castello castello torre
249 250 251 252
Terrasini Torretta Trabia Trappeto
Terrus Ursine Ustica Valledolmo Veli Veneroso Ventimiglia Verbumcaudo Vicari
torre
torre
monte casale terra
casale (?) abitato
oppidum universitas
terra
terra
terra
terra
castello
casale torre castello castello torre tonnara tonnara tonnara tonnara
città
253 Tudia 254 255 256 257 258 259 260 261 262
torre
terra
casale casale casale
242 Sénore 243 Solanto Summini Suq al-Marca Taneperi Targia Termini
terra
feudo torre
castello
244 245 246 247 248
terra
casale abitato abitato contrata abitato terra terra terra terra città città castello castello castello castello castello castello terra feudo terra contrada terra torre torre abitato torre piantagione feudo ex casale feudo casale casale monastero monastero deserta deserta deserta terra
casale casale terra
abitato
terra
casale
torre
terra
terra
terra
terra
terra
feudo
terra e masseria
castello castello castello castello 263 Villafrati
65
Inventario
6 - ALIA
_v 1- ABiJ SIMAG
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Alia. 1176 - casale Yhale (?) - Spata 1861, p. 451. 1296 - casale - Gregorio 1791-92, II, p. 492. 1329 - casale - ASPA, notaio R. Citella, spezzone 20; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1366 - ASPA - casale o feudo - ASPA, Cancelleria, reg. 38, c. 227; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1396 - feudo ASPA, Cancelleria, reg. 25, c.143; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1416 - casale o feudo Lalia - Lionti 1891, p. 151. 1418 - feudo e masseria - Dentici Buccellato 1982,p. 177. 1623 - licentia populandi alle origini del comune attuale - ASPA, Protonotaro, reg. 533, c. 33; Garufi 1946-47, p. 122; Tirrito 1873, I, p. 182. BIBLIOGRAFIA: Barberi, III, pp. 212-214; Guarneri 1866; Leone-Cardinale, Raccuglia 1908; Portera 1989, pp. 1-3.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza. 1178 - luogo abitato dell'arcidiocesi monrealese Garufi 1902, p. 15. ADRIANUM cfr. PALAZZO ADRIANO 2 - AGERA MONETA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma da ubicarsi presso Prizzi. metà XIII sec. - casale - White 1984, p. 456. AL ABR.GA cfr. LIBRICI 3 - ALBERI
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune di Polizzi Generosa, contrade Alberi e Casale, 6 km. a N di Resuttano; I.G.M. 260 III S.O. Resuttano. 1373 - feudo - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 120. 1398 - feudo, ex casale - ASPA, Cancelleria, reg. 44,c. 237v; Bresc, D'Angelo 1972,p. 393. _ AL-6 4 - AL-GAMMA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 25. 5 - AL -KHAZAN
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, da ubicarsi presso il lago artificiale dello Scanzano, fra Marineo e la Rocca Busambra. 1150 ca. - castello (hisn) - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 84. BIBLIOGRAFIA: La Corte 1905; Maurici 1992, p. 250; Peri 1953-56, I, p. 193.
7 - ALIMENA
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Alimena. 1279 - casale - ex inf. H. Bresc. 1628 - licentia populandi alle origini dell'odierno comune - ASPA, Protonotaro, reg. 541, c. 77r; Garufi 1946-47, II, p. 123 BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 87-88; Po rtera 1989, pp. 4-6. 8 - ALIMINUSA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo,Aliminusa. 1635 - licentia populandi alle origini dell' odierno comune - ASPA, Protonotaro, reg. 562, c. 241; Garufi 1946-47, II, p. 123. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 88; Misuraca 1981; Portera 1989, pp. 7-8. 9 - ALTAVILLA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo , Altavilla Milicia. 1621 - licentia populandi all e origini del comune attuale - ASPA, Protonotaro, reg. 529, c.
66
21; Balistreri 1979, pp. 75-80. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 119; Bellanca 1981; Portera 1989, pp. 9-11. ALTOFONTE cfr. PARCO
10 - AMARII o RAHL cAMMÂR
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma da ubicarsi a N della Rocca Busambra, non lontano da contrada Bifarera, nei cui pressi una carta del 1830, segnalata da G. Nania, ubica una masseria Amaro. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 183. 1183 - casale - Garufi 1902, p. 26. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 79. LOCALIZZAZIONE:
11 - AMBALLUT o CASALE SENESCALCI
VD, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, molto probabilmente corrispondente a Buonfornello. 1191 - casale - Rollus Rubeus, p. 65; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1349 - feudo de Siniscalco - Acta Curie 8, p. 280.
LOCALIZZAZIONE:
12 - cAYN AD -DÂMMIIS
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza, molto probabilmente Masseria Dammusi, 2 km. a N di S. Giuseppe Jato ma in comune di Monreale; I.G.M. 258 IV N.E. S. Cipirello. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 25. 1521 - feudo li dammusi - Garufi 1902, p. 107. LOCALIZZAZIONE:
cAYN BI-L-LiÂN cfr. S. MICHELE 13 -BACCO
VM, Prov. di Palermo, comune di Sclafani Bagni, contrada del Vacco, 5 km. a N di Alia; I.G.M. 259 II N.O. Alia. 1171 - casale - Garufi 1914, pp. 175-6; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1223 - casale - Rollus Rubeus, p. 205. 1373 - casale (probabilmente disabitato) detto mo-
LOCALIZZAZIONE:
nachorum et Backi - Pasciuta 1995, p. 142. 1391 - casale - Pirri, II, p. 810. 14 - BAIDA
VM, Prov. di Palermo, Baida. 1177 - casale - Pini, I, col. 108. 1211 - casale - Pirri, I, col. 136. 1293 - casale - Acta siculo-aragonensia, I, 1, pp. 56-57.
LOCALIZZAZIONE:
15 - BALAT o RAHL AL -BALÂT
VM, Prov. di Palermo (?), non identificato con certezza ma da localizzarsi probabilmente nell'area fra Case dello Stretto e cozzo del Pigno, a cavallo fra le provincie di Palermo e Trapani; I.G.M. 258 IV SW Monte Pietroso. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 190. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995a, p. 113. LOCALIZZAZIONE:
16 - BALESTRATE
VM, Prov. di Palermo, Balestrate. 1457 - concessione di coltivare e fabbricare nel territorio - Amico, I, p. 127. 1681 - costruzione di un magazzino per botti di vino presso la spiaggia detta Sicciara Amico, II, p. 498 n. 1. 1800 - elevazione a parrocchia - Amico, II, p. 498. BIBLIOGRAFIA: Guida Storica 1981, pp. 7-35; Portera 1989, pp. 20-23; Tuzzo 1965. LOCALI77AZIONE:
BATTALARI cfr. PATELLARO 17 - BATTICANI
VM, Prov. di Palermo, comune di Campofiorito, contrada e fiume Batticano e contrada Conte Raineri, poco a N di Campofiorito; I.G.M. 258 II N.O. Corleone. 1344 - feudo - Bresc 1986, II, p. 679. 1452 - permesso di riedificare il castello diruto detto conti Ranyeri a Batticano - ACA, Cancillería, reg. 2871, c. 131r. 1655 licentia populandi per il feudo Batticani alle origini dell'odierno comune di Campofiorito - Davies 1979, p. 232. LOCALIZZAZIONE:
67
NOTE: pochi resti di un castello sussistono sull'altura di contrada Conte Raineri. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 132, Barberi, III, pp. 181-183 e 353-4; Maurici 1992, p. 253; SMDS, VIII, pp. 222-223. ILLUSTRAZIONI: foto 1.
km a N di Corleone; I.G.M. 258 I S. 0. Rocche di Rao. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 182. 1336 - contrada Beluyn dicta de Tallavia - ASPA, notaio S. Pellegrino, reg. 2; D'Angelo 1973,p. 11. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 76-7.
18 - BAUCINA 23 - BENBARK o RAHL IBN BARAKA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Baucina. 1624 - licentia populandi per il feudo omonimo, alle origini dell'attuale comune - ASPA, Protonotaro, reg. 532, c. 299; Garufi 194647, II, p. 121. BIBLIOGRAFIA: Po rt era 1989, pp. 24-26. 19 - BELICH LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, di incerta identificazione, ma da ubicarsi presumibilmente fra Monte Jato ed il fiume Belice. 1182 - casale deserto - Cusa 1868-82, I, p. 181. 20 - BELLIEMI o VILLIANAE LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, case, cozzo e monte Belliemi, ca. 7 km. a S.O. di Partinico; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 1134 - casale - Pirro, II, p. 774. 1521 - feudo - Garufi 1902, p. 107. BIBLIOGRAFIA: D'Asaro 1994, pp. 14-15. 21- BELMONTE LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Belmonte Mezzagno 1625 - licentia populandi - ASPA, Archivio Belmonte, vol. 165, cc. 129-132; Davies 1979, p. 231. 1752 - nuova licentia populandi alle origini dell'attuale comune - Bellanca 1981, p. 96. BIBLIOGRAFIA: Bellanca 1979a; Po rt era 1989, pp. 27-28. 22-BELUYN LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, ex feudo e santuario di Tagliavia, 9
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, verosimilmente contrada Guastella poco a N.O. di Monte Jato; I.G.M. 258 IV N.E. S. Cipirello. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 187. 1855 - «Scibarca ossia Guastella» - Nania 1995, p. 101. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 98-101. 24 - BICHENI o RAHL BIGÂNII LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da localizzarsi verosimilmente a S di monte Jato, fra il ponte Gianvicario, contrada Scarpa e contrada Giambascio; I.G.M. 258 IV N.E. S.Cipirello. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 192. 1333 - casale Pichani - ASPA, notaio B. Alamania, reg. 80, c. 112v; D'Angelo 1973, p. 11. 1505 - feudo e marcato vocato di Pichiano Nania 1995, p. 125 nota 1. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 125. 25 - BILICI LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comuni di Castellana Sicula e Petralia Sottana, contrada e masseria Bilici, 4 km ad E di Vallelunga Pratameno; I.G.M. 267 I N.E. Villalba. 1271 - castello - I Registri, VI, p. 155. 1322 - masseria - Mazzarese Fardella 1983, p. 42. 1354 - torre - Documenti 1983, p. 208. 1354 -feudum cum turri seu fortilicio et habitacione - Mazzarese Fardella 1983, p. 141. 1392 - feudum cum suo castro - Mazzarese Fardella 1983, p. 141. 1408 - castello - Gregorio 1791-92, II, p. 492. NOTE: del castello rimangono pochissimi ruderi inglobati nelle strutture di una masseria moderna.
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BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 135; Barberi, III, pp. 69-76; Filangeri 1985; SMDS, VIII, 42-43 ILLUSTRAZIONI: foto 2. 26 - BILLUCHIA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Palazzo Adriano, contrada e case Pullicia, presso il Santuario di Rifesi; I.G.M. 266 I S.E. Cianciana. 1170 - casale donato da Guglielmo II alla chiesa di Agrigento - Collura 1961, p. 56. 1198 - casale - White 19884, p. 451. 1240 ca. - casale - Collura 1961, p. 306. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, p. 228. 27 - BIRAKLA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza, forse Valguarnera e Racali presso Partinico; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 1183 - luogo abitato - Garufi 1902, p. 25. NOTE: cfr. RACALI. 28 - BISACQUINO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Bisacquino. 1159 - luogo abitato - Garufi 1899, p. 84. 1182 - luogo abitato - Cusa 1868-82, p. 198. 1183 - terra - Garufi 1902, p. 26. 1188 - casale - Lello, pp. 51-55. 1279 - casale - Garufi 1902, p. 55. 1282 - universitas - Carini, Sivestri 1882, I, p. 12. 1291 - abitato - Pergamene Calatamauro, p. 98 perg. 14. 1303 - villaggio - Gregorio 1873, p. 339. 1332 - casale - Acta Curie 5, p. 275 e 227. 1349 - casale abitato - Acta Curie 8, p. 270. 1548 - terra con 469 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. 1593 - terra - con 2652 abitanti - Amico, I, p. 169. 1651 - terra - con 3731 abitanti - Amico, I, p.169. BIBLIOGRAFIA: Portera 1989, pp. 29-31 29 - BOLOGNETTA già OGLIASTRO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Bolognetta.
1570 - licentia populandi all e origini del comune attuale - Garufi 1946-47, II, p. 112. 1619 - effettiva fondazione del villaggio - SMDS, V, p. 316. BIBLIOGRAFIA: Conoscere e conservare; Portera 1989, pp. 34-35; Rinella 1981. BONIFATO cfr. MARCATOBIANCO 30-BORGETTO
VM, Prov. di Palermo, Borgetto. 1130 - casale - Bresc 1995a, p. 93. 1294 - feudo e casale - Guida Storica 1981, p. 44. 1327 - edificium Burgetti - Nania 1995, p. 208 nota 2. 1332 - tenimentum terrarum - Acta Curie 5, p. 318 1360 - feudo e casale; fondazione del monastero di S. Benedetto - Pirro, II, p. 1097. 1410 - trasferimento dei monaci, a causa della poca sicurezza di Borgetto, nel monastero di S. Maria delle Ciambre - Pirro, II, p. 1098. 1639 - ritorno dei monaci a Borgetto e sviluppo dell'insediamento nel feudo - Pirro, II, p. 1098. 1703 - ordine di concentrazione dell'abitato nel sito dell'attuale comune - Guida Storica 1981, p. 46. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 154-155; Guida Storica 1981, pp. 41-71; Portera 1989, pp. 38-39.
LOCALIZZAZIONE:
31 - BRAMASA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza. 1229 - casale - Winkelmann 1880, I, p. 275; Bresc, D'Angelo 1972. 1337 - casale - ASPA, S. Martino, 116, fasc. 2; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 32 - BRIACA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Palazzo Adriano, case e portella Imbriaca, sulla strada statale 118 fra Corleone e Prizzi; I.G.M. 258 II S.E. Prizzi.
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1161 - fontana Briace - Nania 1995, p. 142 1182 - ruinas desertas veteris briace - Cusa 186882, I, p. 195. 33- BRUCATO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune
di Sciara, monte Castellaccio, alle pendici E del monte S. Calogero; I.G.M. 259 I N.O. Monte S. Calogero. 970 ca. - «città» - Al Muqaddasi, in Amari 188091, II, p.670. 1063 ca. - abitato fortificato - Malaterra, II, XXXV, p. 45. 1159 ca. - fortezza (hisn) - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 64. 1338 - distruzione del castello e dell'abitato. 1355 ca. - fortillicium - Librino 1928, p. 207. 1558 - rovine del castello e dell'abitato - Fazello, I,IX, I, p. 412. NOTE: le rovine del castello e dell'abitato abbandonati nel 1338 sono state in pa rt e portate alla luce dagli scavi diretti da J. M. Pesez. BIBLIOGRAFIA: Brucato; Peri 1953-36, I, pp. 5658; Pesez 1977. 34 - BRUCATO,
torre e trappeto.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Termini Imerese, contrada Brocato e Castello; I.G.M. 259 I N.O Monte S. Calogero. 1438 - torre - Bresc 19886, II, p. 876 1474 - torre, «baglio» fortificato e trappeto da zucchero - ASPA, Archivio Notarbartolo, reg. 227, c. 149v. 1558 - fortilizio e bettola - Fazello, I, IX, I, p. 412. 35- BUCHUBZE
Prov. di Palermo, da localizzarsi verosimilmente fra Margana e Prizzi. 1136 - casale - Garufi 1899, p. 27; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393.
LOCALIZZAZIONE: VM,
36 - BUCHINENE o RAHL ABU KINÀNA
di Palermo, molto probabilmente contrade Bicchinello, Casale di
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov.
Sopra e masseria Casale, fra i comuni di Corleone e Monreale, 6 km a N.E. di Corleone; I.G.M. 258 I S.O. Rocche di Rao e 258 I S.E. Godrano. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 189. NOTE: presso masseria Casale affiorano abbondanti frammenti di ceramica medievale (XI-XII secc.); un imponente recinto fortificato in pietrame a secco quasi certamente di epoca medievale si trova a poche centinaia di metri più a monte, in contrada Casale di Sopra. BIBLIOGRAFIA: Maurici, Vassallo 1987. 37 - BUFURERA o RAHL BU-FURiRA
VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, contrada Bifarera, alle pendici N della Rocca Busambra; I.G.M. 259 I S.E. Godrano e 258 I S.O. Rocche di Rao. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, pp. 183-84. 1281 - terre - Garufi 1902, p. 205. 1564 - feudo - Nania 195, p. 80. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 78-80.
LOCALIZZAZIONE:
38 - BULCHAR
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi nelle immediate vicinanze di Monreale, lungo la vallata del fiume Oreto. 1176 - casale - Pirri, I, p. 454. 39- BUONFORNELLO
VD, Prov. di Palermo, comune di Termini Imerese, zona archeologica del tempio d'Imera; I.G.M. 259 I N.O. Monte S. Calogero. 1198 - casale Odesver - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 34; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1223 - casale Odesver - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 43; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1344 - feudo - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 112; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 1431 - castello - Sezione d'Archivio di Stato, Termini Imerese, notaio G. Bonafede, reg. 6. 1460 - arx - ACA, Cancillería, reg. 3475, c. 75v. NOTE: il fortilizio insisteva sui ruderi del tempio dorico di Imera e venne smantellato per portare
LOCALIZZAZIONE:
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alla luce le rovine classiche. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 152; Himera 1970, tav. Al; Pace 1933-49, I, pp. 73-74; SMDS, I, pp. 399406. 40 - BURGITABIS
VD, Prov. di Palermo, comune di Cerda, contrada Burgitabis e cozzo S. Nicola nella vallata dell'Imera Settentrionale, 9 km ad O di Collesano; I.G.M. 259 I N.E. Collesano. 1198 - casale - Battag lia 1896, pp. 123-4. 1408 - monastero di S. Maria de Burgitabis Bresc, D'Angelo 1972, p. 394. NOTE: le rovine del complesso conventuale esistono ancora. S. Vassallo localizza il casale medievale sul poco distante cozzo S. Nicola dove si raccoglie in superficie ceramica di XI e XII secolo. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 338; Vassallo 1988, pp. 162-167. LOCALIZZAZIONE:
41 - BURGIFILECTI
VM, Prov. di Palermo, da localizzarsi probabilmente presso Roccapalumba o sui monti di Calamigna o dei Cani. 1170 - casale - Garufi 1914, p. 100 1343 - territorio o casale - Barberi, III, p. 378. 1396 - feudo - ASPA, Cancelleria, reg. 25, c. 143; Bresc, D'Angelo 1972, p. 394. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 186. LOCALIZZAZIONE:
42 - BURLIYA
VM, Prov. di Palermo, non localizzato. 1178 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 15.
mente presso Scillato. 1275 - casalinum - I Registri, XIII, p. 28. 44 - CACCAMO
VM, Prov. di Palermo, Caccamo. 1094 - centro abitato - Pirro, p. 771. 1150 ca. - centro abitato - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 89. 1161 - oppidum - Falcando, p. 43. 1176 - castellum quod dicitur Calces - Pirri, I, col. 106. 1203 - terra et castellum - Garufi 1940, pp. 95-96. 1282 - universitas - Carini, Sivestri 1882, p. 12 e p. 16. 1293 - casale - Acta siculo -aragonensia, I, 1, p. 132. 1337 - terra et castrum - Michele da Piazza, p. 54. 1355 ca. - terra et castrum - Librino 1928, p. 208. 1375 - terra con 583 fuochi fiscalmente capaci Glenisson 1948, n. 28. 1408 - terra et castrum - Gregorio 1791-92, II, p. 489. 1548 - terra con 1407 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. 1593 - terra con 7289 abitanti - Amico, I, p. 180. 1651 - terra con 8324 abitanti - Amico, I, p. 180. NOTE: il castello di Caccamo, uno dei più grandi e noti della Sicilia, è attualmente in restauro. BIBLIOGRAFIA: Bibliografia Topografi ca, VI, pp. 228-229; Lanza Tomasi, Sellerio 1968, pp. 161165; Portera 1989, pp. 40-43; Peri 1953-56, I, pp. 179-183; Santoro 1976, 1981, pp. 68-85, 1982, 1986, pp. 78-80; Scarlata 1984, pp. 202-206; SMDS, II, pp. 1-23. LOCALIZZAZIONE:
LOCALIZZAZIONE:
BUSAMMARA cfr. CALATABUSAMMARA BUTONT cfr. REBUTTONE 43 - BUZZANEDI
VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza ma da localizzarsi probabilLOCALIZZAZIONE:
CALAMIGNA cfr. VENTIMIGLIA 45 - CALATA ANNETH LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, forse corrispondente a pizzo Balata Mauri, presso masseria Suvarita, sui Monti di Calamigna; I.G.M. 259 IV N.O. Ventimiglia di Sicilia. 1131 - 'alca - White 1984, p. 396. 1337 - feudo Calathameta - ASPA, notaio S. Pellegrino, reg. 2, c. 220v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 394.
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46 - CALATABUSAMMARA o QALcAT ABII SUMRA
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma da ubicarsi sul massiccio della Rocca Busambra o nelle immediate vicinanze; I.G.M. 258 I S.E. Godrano. 1182 - fortezza (qalca) - Cusa 1868-82, I, p. 196. 1348 - contrada - Pergamene Calatamauro, p. 100, perg. 301. 1417 - feudo - Lionti 1891, p. 231. 1421 - mandra - Bresc 1994a, p. 390. 1558 - fortezza in rovina - Fazello, I, X, III, p. 486. 1571 - feudo vocato lu casali di Busammara Nania 1995, p. 43 nota 25. NOTA: nei pressi è da ubicarsi un casale Gamera ricordato nel 1281 (Biblioteca Comunale di Palermo, ms. QqH3, f. 86, ex inf. H. Bresc). BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 170; Massa, II, pp. 25LOCALIZZAZIONE:
26. 47 - CALATAMAURO
VM, Prov. di Palermo, comune di Contessa Entellina, castello di Calatamauro; I.G.M. 258 III S.E. Contessa Entellina. 1150 ca. - galca - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 93. 1182 - galca - Cusa 1868-82, I, p. 200. 1282 - castello - La Mantia 1918, p. 9. 1293 - castello - Acta Siculo-Aragonensia, I, 1, p. 232. 1558 - castello in rovina - Fazello, I, X, III, p. 488. NOTE: il castello si presenta in stato di rudere, con pochi resti di una cinta esterna, una seconda cinta inte rn a relativamente ben conservata, una grande cisterna sotterranea e rovine di una torre sul punto più alto del rilievo. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 192-193; Giustolisi 1985, pp. 174-177; Maurici 1992, pp. 174-175 e p. 264; A. Schirò 1887.
LOCALIZZAZIONE:
ILLUSTRAZIONI:
foto 3.
48 - CALATIALCI o GELSO o QALcAT GÂI.SIJ
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, molto probabilmente pizzo Cangialoso; I.G.M. 258 II S.E. Prizzi.
1145 - centro abitato - Cusa 1868-82, I, p. 127. 1178 - centro abitato - Cusa 1868-82, I, p. 100. 1182 - qalcat galsú - Cusa 1868-82, I, p. 196. 1206 - fortezza musulmana ribelle - H.-B., I, 1, pp. 118-119. XIII sec. prima metà - «città» - Yaqut, in Amari 1880-81, I, p. 189. BIBLIOGRAFIA: Johns 1983, p. 229; Maurici 1987, p. 67; Maurici 1992, p. 267. 49 - CALATRASI o QALeAT AT TIR^1Zi -
VM, Prov. di Palermo, comune di Roccamena, monte Maranfusa, 2 km a N.O. di Roccamena; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale. 1091 - abitato fortificato (Calataczarut) - Pirri, II, p. 842. 1150 ca. - centro fortificato (hisn) - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 86. 1162 - centro fortificato (castellum) - Garufi 1902, pp. 161-163. 1176 - centro fortificato (municipium) - Garufi 1902,p. 18. 1182 - centro fortificato (galca) - Cusa 1868-82, pp. 200-202. 1203 - centro fortificato (castellum) - H.-B., I, 1, p. 102. 1305 - castrum - Nania 1995, p. 167 nota 2. 1351 - castello isolato - D'Angelo 1972, p. 339. 1351 - castello isolato - Michele da Piazza, p. 185. 1396 - castello isolato - ASPA, Protonotaro, reg. 8, c. 31. 1434 - castello isolato; vi risiede alcuni giorni Alfonso il Magnanimo - ACA, Cancillería, reg. 2824, c. 10r-v. 1458 - il castellano di Calatrasi è accusato di omicidio - Archeologia e territorio, p. 393. 1558 - castello e rovine di un centro abitato - Fazello, I, X, III, p. 487. NOTE: sulla cima del monte Maranfusa sussistono i resti del castello di Calatrasi, di recente sottoposto ad indagine archeologica; l'abitato, anch'esso oggetto di recenti ricerche archeologiche, occupava il vasto pianoro sommitale del monte. A poca distanza da Maranfusa, sul corso del fiume Belice, si trova lo splendido ponte di Calatrasi, ad un'arcata ogivale. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 193-194; Archeologia e territorio, pp. 391-414; Giustolisi 1985, pp. LOCALIZZAZIONE:
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44-52; Johns 1983, pp. 227-228; Maurici 1992, p. 268; Mercadante 1992; Spatafora 1990, 1992, 1995; Spatafora, Calascibetta 1986, pp. 173-174 e 268.
ILLUSTRAZIONI: foto 4 e 5. CALCES cfr. CACCAMO 50 - CALCUSA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, territorio dell'odierno comune di Cerda. 1167 - Alcusa, luogo abitato - Pirri, I, p. 802. 1223 - casale - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 42; Rollus Rubeus, p. 205. 1359 - feudo - D'Alessandro 1963, p. 100 n. 54. 1418 - feudo - ASPA, Archivio Belmonte, reg. 134, c. 635. 1425 - feudo e masseria - Dentici Buccellato 1982,p. 168. 1526 - licentia populandi rimasta senza attuazione - ASPA, Protonotaro, reg. 244, c. 313v. 1626 - nel feudo esistono alcune case ed una chiesa - Messineo et al. 1978, p. 122. 1663 - licentia populandi alle origini dell'attuale comune di Cerda - Davies 1978, p. 232. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 195-196; Barberi, III, pp. 358-360; Bresc, D'Angelo 1972, p. 394; Messineo et. al 1978; Portera 1989, pp. 86-87. 51 - CALTAVUTURO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Caltavuturo. 938 - fortezza - Amari 1880-81, I, p. 287. 970 ca. - «città» - Al Muqaddasi, in Amari 188081, II, p. 670. 1087 - abitato fortificato (castellum) - Pirro, I, col. 495. 1150 ca. - abitato fortificato (hisn) - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 112. 1282 - universitas - Silvestri 1995, I, p. 12 e p. 16. 1311 - terra e castello - Acta siculo-aragonensia, II, p. 120. 1355 - terra e castello - Librino 1928, p. 208. 1376 - terra e castello con 257 fuochi fiscalmente capaci - Glenisson 1948, n. 1556. XV sec. - terra e castello
1548 - terra con 650 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. XVI-XVII secc. - lento spostamento dell'abitato dalla «Terra Vecchia» al sottostante sito del comune odierno - Passafiume, p. 59. 1645 - abitato diviso in due pa rt i: una superiore ed una inferiore - Passafiume, p. 59. 1651 - terra con 3963 abitanti - Amico, I, p. 215. NOTE: l'abitato attuale si raccoglie alle pendici del rilievo della `terra vecchia' sul quale esistono le rovine del castello e dell'abitato originario, trasferitosi progressivamente più a valle. BIBLIOGRAFIA: Cipolla 1880; Pancucci 1991; Peri 1953-56, I, pp. 228-231; Po rt era 1989, pp. 44-46; Peri 1955, p. 629; Rinella 198la; SMDS, IX, pp. 213-216. ILLUSTRAZIONI: foto 6. CAMPOFELICE DI FITALIA cfr. FITALIA C'AMPOFELICE DI ROCCELLA cfr. ROCCELLA CAMPOFIORITO cfr. BATTICANI 52 - CANTARA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo (?), ipoteticamente Ponte Saraceno, alle po rt e di Castronuovo; I.G.M. 267 IV N.E. Cammarata. 1240 ca. - casale - Collura 1961, p. 311. BIBLIOGRAFIA: Bresc, D'Angelo 1972, p. 394. 53 - CAPACI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Capaci. 1240 - casale - ASPA, Archivio Camporeale, 260, cc. lr-2v. 1411 feudo - Archivio del Comune di Palermo, Atti, Bandi e Provviste, cassetta 23, c. 6r. 1462 licenza per costruzione di una torre con «baglio» fortificato - ASPA, Cancelleria, reg. 112, c. 62r-v. 1482 feudo e vigneti - ASPA, notaio G. Randisi, reg. 1159, c. 85r. 1517 - licentia populandi per il feudo di Capaci ASPA, Cancelleria, reg. 253, cc. 110-112; Trasselli 1982, I, p. 347.
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1521 - concessione di privilegi a quanti andranno a popolare il feudo - ASPA, Cancelleria, reg. 274, cc. 334-336; Trasselli 1982, I, p. 347. 1531 - feudo e vigneti - ASPA, notaio G.de Marchisio, reg. 3797 (dic. 30). 1577 - castrum - ASPA, notaio V. Giglione, reg. 7221, c. 86r. 1593 - villaggio con 321 abitanti - Amico, I, p. 235. NOTE: tracce archeologiche di un insediamento erano visibili sul pizzo Muletta, alla periferia del comune attuale, prima che il rilievo venisse quasi del tutto distrutto dall'attività di una cava; è soltanto ipotizzabile che si trattasse del villaggio medievale. Fin dalla prima metà del XVII secolo le fonti d'archivio attestano l'esistenza di Isola delle Femmine — ove la pesca del tonno è documentata fin da età normanna — come borgata di pescatori dipendente da Capaci. BIBLIOGRAFIA: Maurici 1986; Portera 1989, pp. 57-59; SMDS, II, pp. 227-228. 54 - CARCACI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, contrada e monte Carcaci e masseria Carcaciotto, I.G.M. 259 III S.O. Filaga. 1161 - toponimo relativo ad una «portella» Nania 1995, p. 142. 1300 - casale - ASPA, Tabulario della Magione, perg. 337; Bresc, D'Angelo 1972, p. 394. 1397 - feudo - Barberi, III, p. 229. NOTE: recenti ricognizioni archeologiche hanno mostrato l'esistenza di un insediamento arcaico sulla pa rt e più alta di monte Carcaci e sul versante 0; un più vasto abitato tardo antico e medievale occupa l'intero versante S.E. BIBLIOGRAFIA: Archeologia e territorio, pp. 342343. 55 - CARINI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Carini. 970 ca. - «città»- Al Muqaddasi, in Amari 188081,11, p. 670. 1093 - abitato fortificato - Pirri, II, p. 842. 1150 ca. - abitato fortificato e fortilizio - Idrisi, in
Amari 1880-81, I, p. 83. 1168 - castellum - Falcando, p. 160. 1182 - centro abitato - Cusa 1868-82, p. 187. 1271-1282 - terra e castello demaniali - Sthamer 1914, p. 66. 1317 - villaggio - Gregorio 1874, p. 334. 1349 - terra et castrum - Acta Curie 8, p. 154. 1355 - castrum cum habitacione - Librino 1928, p. 209. 1374 - terra - Pasciuta 1995, p. 143. 1375 - insediamento con 56 fuochi fiscalmente capaci - Glenisson 1948, n. 9. 1408 - castrum et locum - Gregorio 1791-92, II, p. 488. 1492 - terra et castrum - ASPA, notaio De Leo, reg. 1405, gen. 12; Trasselli 1982,11,p. 483. 1548 - terra con 460 fuochi - Fazello, I, X, I, p. 777. 1651 - terra con 4134 abitanti - Amico, I, p. 243. NOTE: il castello di Carini, reso celebre dalla saga popolare della Baronessa, è attualmente in restauro; sussistono inoltre una po rt a e pochi avanzi delle mura urbane. BIBLIOGRAFIA: Barcellona Passalacqua 1901; Basile 1986; Bibliografia Topografica, VII, pp. 230233; BuffaArmetta 1925; Collurafici 1958; Lanza Tomasi, Sellerio 1956, pp. 2-10; Maurici 1986; Maurici 1992, p. 276; Portera 1989, pp. 60-62; Peri 1953-56, I, pp. 186-188; SMDS, II, pp. 273279; Santoro 1986, p. 81; Terranova 1893-94. 56 - CASALE LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi presso Giuliana. 1376 - chiesa di S. Maria de lu casali - Pergamene Calatamauro, p. 135, perg. 429. 57 - CASALE DELLA PIETRA
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, da ubicarsi nell'antico territorio de ll e Petralie; potrebbe identificarsi ipoteticamente con contrada Casale, in territorio di Petralia Sottana, 1326 - feudo - Giambruno 1909, p. 70. 1398 - feudo ed (ex-) casale - ASPA, Cancelleria, reg. 44, c. 237v; G. e H. Bresc 1988, p. 62. BIBLIOGRAFIA: Barberi, III, pp. 295-296.
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CASALE DEL MONACO cfr. SAN CARLO
CASALE SENESCALCII cfr. AMBALLUT
58 - CASALE DE SCLAVIS
63 - CASALE SUTORIS o RAHL AL -KHAYYÂT
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo. Ubica-
bile, con buona probabilità, presso portella dello Scavo lungo la strada statale 121, fra Alia e la stazione di Valledolmo; I.G.M. 259 II S.O. Valledolmo. Altro toponimo simile è il cozzo Scavo, ricadente però in prov. di Caltanissetta. Qui recenti scavi archeologici dimostrano un'occupazione da età greca al medioevo. 1284 - casale - La Mantia 1914, p. 113. 59 - CASALE FILII GOROC o RAHL IBN cARK LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non lo-
calizzato con esattezza ma da ubicarsi fra Calatrasi ed Entella. 1182-1183 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 202 e p. 278. 60 - CASALE PAGANI DE GORGIA o RAHL ILA BAYAN DI GHURGI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato con esattezza ma da ubicarsi nella magna divisa Jati, non lontano dal ponte di Calatrasi (ex. inf. ing. G. Nania).
1182 - domos dirutas ubi erat casale pagani de gorgia, nella divisa di Jato - Cusa 1868-82, I, p. 201.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubi-
carsi nei pressi di Curbici; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale e IV N.O. Monte Pietroso. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 186. 64 - CASALGIORDANO LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune
di Petralia Soprana, masseria Casalgiordana e cozzo Castellaccio; I.G.M. 260 III S.E. Alimena. 1402 - feudo - ASPA, Archivio Belmonte, reg. 8, c. 15; G. e H. Bresc 1988, p. 65. 65 - CASSARO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune
di Sclafani Bagni, contrada Cassaro, 3 km a W di Valledolmo; I.G.M. 259 II S.O. Valledolmo. 1176 - casale - Spata 1861, p. 451. 1289 - casale - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 61; Bresc, D'Angelo 1972, p. 395. NOTE: Tirrito parla di rinvenimenti di un mosaico e di monete greche e romane. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, pp. 189-191. 66 - CASTANA o QAS TANA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non iden-
61 - CASALE PASTORIS o RAHL AR-RAci LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non iden-
tificato ma da ubicarsi verosimilmente non lontano da Caltafalsa; I.G.M. 258 IV S.O. Monte Pietroso. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 189. 62 - CASALE RICCARDI CAPUENSIS LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non iden-
tificato con esattezza, da ubicarsi presso Caccamo. 1137 - casale - White 1984, p. 401. BIBLIOGRAFIA: Bresc, D'Angelo 1972, p. 395.
tificato ma da ubicarsi presso Calatialci. 1182 - casale (?) della divisa o nei pressi di Calatialci - Cusa 1868-82, I, p. 197. 1183 - luogo abitato - Cusa 1868-82, II, p. 733. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 153. 67 - CASTELBUONO LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Castel-
buono. 1105 - casale Ypsigro - White 1985, p. 388. 1282-83 - universitas Ypsigro - Carini, Sivestri 1882,I,p.12,p.16,p.366. 1308-10 - casale Ypsigro - Sella 1944, p. p. 53, p.
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60, p. 168. 1316 - fondazione del castello Belvidiri de Ypsigro - Peri 1955, p. 643 n. 44. 1322 - è in costruzione il castello Belvidiri de Ypsigro - Mazzarese Fardella 1983, p. 38. 1329 - territorium Castri Boni, p. 171. 1408 - terra et castrum - Gregorio 1791-91, II, p. 498. 1548 - terra con 1114 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. 1651 - terra con 5625 abitanti - Amico, I, p. 256. NOTE: il castello ventimigliano, una grande mole quadrangolare con cortile centrale e torri angolari, è attualmente in restauro. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 254-256; Magnano di San Lio 1996; Mogavero Fina 1976; Po rtera 1989, pp. 63-66; Santoro 1978; Santoro 1981, pp. 85-93. ILLUSTRAZIONI: foto 7.
quart iere alto - Tirrito 1873, I, pp. 369-372. 1548 - terra con 955 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. 1593 - terra con 3452 abitanti - Amico, I, p. 274. 1651 - terra con 3518 abitanti - Amico, I, p. 274. NOTE: il nucleo medievale del paese si trovava sul colle di S. Vitale, l' altura che sovrasta il comune attuale; qui sussistono ancora i ruderi del castello e di alcune chiese, una delle quali (la chiesa del Giudice Giusto, già di S. Giorgio), a tre absidi aggettanti, potrebbe esser datata ad età normanna. Il Libellus de successione Pontificum Agrigenti ricorda un casale Mastra con la sua chiesa: il luogo abitato, per quanto non identificabile con precisione, dovrebbe ubicarsi con buona probabilità nei pressi o comunque nel territorio di Castronuovo. BIBLIOGRAFIA: Bibliografia Topografica, V, pp. 142-144; Portera 1989, pp. 71-72; Peri 1953-56, I, pp. 272-274; Tirrito 1873, 1877; Villa 1997.
68 - CASTRONUOVO
Illustrazioni: foto 8 e 9.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Castronuovo di Sicilia. 1077 - castrum occupato da Ruggero I - Malaterra, III, XII, p. 64. 1150 ca. - centro abitato - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 87. 1188 - centro abitato - White 1984, p. 435. 1257 - habitatus - Battaglia 1896, p. 75. 1349 - terra - Acta Curie 8, p. 65 e passim. 1355 ca. - terra e castello - Librino 1928, p. 208. 1355 - castello - Michele da Piazza, p. 251. 1357 - terra e castello - Cosentino 1886, p. 360. 1377 - terra e casali circostanti - ASPA, Tabulario di S. Martino, perg. 460; Trasselli 1982, II, p. 408. 1398 - terra demaniale - Amico, I, p. 273. 1401 - castello e centro abitato (villa) diviso fra una parte posta in alto (Mons Realis) ed una in basso - Tirrito 1873, pp. 138-139. 1423 - cessione di Castronuovo a Guglielmo Raimondo Moncada e restauro del castello Tirrito 1873, pp. 159-160. 1499 - terra e castello - Tirrito 1873, p. 164. 1515 - arrivo di nuovi abitanti - ASPA, Conservatoria del Real Patrimonio, reg. 103, c. 247; Trasselli 1982, I, p. 82. XV-XVII sec. - progressivo spopolamento del
69 - CEFALÀ LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, castello e comune di Cefalà Diana. 1349 - castello - Starrabba 1884, p. 190. 1357 - castello - Cosentino 1886, p. 423. 1408 - castello - Gregorio 1791-92, II, p. 488. 1431 - castello; concessione di licentia populandi rimasta senza esito - ASPA, Protonotaro, reg. 31, c. 162r; ACA, Cancillería, reg. 2816, cc. 90v-91v. 1453 - castello isolato - ASPA, Cancelleria, reg. 92, cc. 546-551. 1507 - permesso di effettuare restauri al castello ASPA, Conservatoria del Real Patrimonio, reg. 95, c. 44. 1525 licentia populandi rimasta senza effetto ASPA, notaio G. de Marchisio, reg. 3796 (lug. 21) e ASPA, Conservatoria del Real Patrimonio, reg. 1200, cc. 563r-577v. 1571 - castello isolato - ASPA, notaio F. Occhipinti, reg. 3731, c. 160r. 1684 licentia populandi alle origini dell'attuale comune di Cefalà Diana - ASPA, Conservatoria del Real Patrimonio, Mercedes, reg. 422, c. 254r. 1730 - il castello in rovina è abitato da poche fa-
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miglie di contadini - Archivio Parrocchiale di Villafrati, reg. 5, c. 22. 1748 - villaggio con meno di cento abitanti ASPA, Riveli, reg. 2746. NOTE: spettacolari e monumentali rovine del castello trecentesco (cinta muraria, torre mastra, ruderi della torre d'ingresso). BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 307-309; D'Angelo et al. 1969; Lesnes, Maurici 1993; Mannoia, Pisana 1979; Maurici 1983, 1983a, 1985, 1992, p. 286; Portera 1989, pp. 73-76. ILLUSTRAZIONI:
foto 10.
70 - CEFALÀ VECCHIA
VM, Prov. di Palermo, comune di Villafrati, monte Chiarastella, 2 km a N.E. di Cefalà Diana; I.G.M. 259 IV N.O. Ventimiglia di Sicilia. 1091 - centro abitato - Co ll ura 1961, p. 16. 1091 - centro abitato - Pini, p. 842. 1116 - locum - Bresc 1995a, p. 90. 1121 - castellum - White 1984, p. 393. 1150 ca. - centro abitato - Idrisi, in Amari 188081, p. 85. 1182 - centro abitato - Cusa 1868-82, I, p. 180. 1244 - centro abitato - Co ll ura 1961, p. 129. 1299 - casale (?) - Amari, Vespro, p. 555. 1461 - feudo Chifale lu vechu seu la Favarocta ASPA, notaio G. Traverso, reg. 793 (1461, feb. 5). NOTE: sul Monte Chiarastella sussistono i resti di una grande struttura quadrangolare, ben rilevabili dalla foto aerea, da identificarsi con ogni probabilità con il castellum del 1121. Ai piedi del monte sorge il celebre edificio dei Bagni di Cefalà. BIBLIOGRAFIA: cfr. la bibl. su CEFALÀ ed inoltre Bibliografia Topografica, VII, pp. 192-193. LOCALIZZAZIONE:
ILLUSTRAZIONI:
foto 11 e 12.
71 - CEFALÙ VD, Prov. di Palermo, Cefalù. 858 - città fortificata; si arrende ai saraceni Amari, 1933-39, I, pp. 463-4. 1087 - centro abitato - Pirri, I, p. 495. 1150 ca. - «fortezza (hisn) simile a città» e rocca
LOCALIZZAZIONE:
- Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 65. 1131 - fondazione della cattedrale - Pirri, II, p. 793. 1131 - civitas - Collura 1955, p. 607. 1167 - civitas - Pirro, II, p. 802. 1185 - cittàe castello - Ibn Jubayr, in Amari 188081, I, pp. 152-153. 1223 - città e castello - Granà 1988, p. 95. 1266 - terra e castello - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 47. 1274-82 - città e castello demaniali - Sthamer, 1914, p. 66. 1361 - città e castello - Michele da Piazza, p. 406. 1376 - città con 300 fuochi fiscalmente capaci Glenisson 1948, n. 1626. XV sec. - città e castello demaniali. 1548 - città con 935 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: resti monumentali della cinta urbana antica e medievale; sulla Rocca, rovine del castello demaniale, di recente sottoposto ad indagine archeologica e restauro. BIBLIOGRAFIA: Archeologia e territorio, pp. 361374; Bibliografia Topografica, V, pp. 209-217; La Basilica cattedrale di Cefalù 1985; Documenti e testimonianze 1982; Rollus Rubeus; Portera 1989, pp. 77-85; Peri 1953-56, I, pp. 60-69; Tullio 1984, 1995; La Rocca di Cefalù 1995. ILLUSTRAZIONI: foto 13. CELSO cfr. CALATIALCI CERDA cfr. CALCUSA 72 - CHASU o KH^1SU
Prov. di Palermo, comune di Mezzoiuso, pizzo di Casi odi Casa; I.G.M. 258 I S.E. Godrano. 1150 ca. - casale - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 89. 1182 - abitato - Cusa 1868-82, I, p. 196. 1240 ca. - abitato - Collura 1961, p. 303. 1417 - feudo - Lionti 1891, p. 231. 1425 - feudo - Barberi, III, p. 99. NOTE: sulla cima del monte esistono i resti di un abitato e di un probabile fortilizio. Si raccolgono frammenti di ceramica greca a v. n. e di invetriata medievale (XI-XII secolo). Il casale Sapsap del tenimento di Chasu, docuLOCALIZZAZIONE: VM,
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mentato nel 1240 (Collura 1961, p. 311), è forse corrispondente a Rachalzafi (cfr.). BIBLIOGRAFIA: Buccola 1909, 1912, 1914; Calderone 1893, II, p. 33; Gattuso 1972; La Co rte 1905; Maurici 1982; Maurici, Vassallo 1987a; Raccuglia 1916.
1593 - terra con 4346 abitanti - Amico, I, p. 333. 1651 - terra con 5716 abitanti - Amico, I, p. 333. BIBLIOGRAFIA: Barberi, Magnum Capibrevium, pp. 458-459; Anzelmo 1990; Graziano 1911; Por -tera198,p.-3 75 - CINIANA
CLARISTELLA cfr. VILLAFRATI 73 - CHIUSA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Chiusa Sclafani. 1296 - casale - Gregorio 1791-92, II, p. 467. 1320 ca. - rifondazione del casale da parte di Matteo Sclafani - Fazello, I, X, III, p. 488. 1363 - castrum et terra - Gregorio 1874, p. 371. 1366 - casale - Sella 1944, p. 133. 1408 - castello - Gregorio 1791-92, II, p. 490. 1473 - terra - ASPA, Tabulario Calatamauro, perg. 650. 1547 - terra e castello - ASPA, Protonotaro, reg. 295, c. 83r. 1548 - terra con 924 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. 1593 - terra con 4454 abitanti - Amico, I, p. 327. 1651- terra con 5297 abitanti - Amico, I, p. 327. BIBLIOGRAFIA: Calandra, Randazzo 1988; Portera 1989, pp. 88- 90; SMDS, III, pp. 14-15. 74 - CIMINNA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Ciminna. 1097 - centro abitato - Mongitore 1734, p. 15. 1123 ca. - centro abitato - Cusa 1868-82, p. 471. 1271 - casale - I Registri, VIII, p. 70. 1283 - terra - Carini, Silvestri 1882, I, p. 329. 1326 - terra e castello saccheggiati dagli angioini - Fazello, II, IX, III, p. 572. 1336 - terra - Acta Curie 6, p. 263. 1375 - terra con 343 fuochi fiscalmente capaci Glenisson 1948, n. 29. 1402 - terra e castello - ASPA, Cancelleria, reg. 39, c. 104v. 1408 - castello e locum - Gregorio 1791-92, II, p. 489. 1515 - terra e castello - Anzelmo 1990, p. 202. 1548 - terra con 1030 fuochi Fazello, II, X, I, p. 777.
1182 - luogo abitato (?) Cusa 1868-82, I, p. 200. NOTE: verosimilmente corrisponde a GIULIANA (cfr.). 76 - CINISI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Cinisi. 1079 - abitato fortificato - Malaterra, III, XX, p. 69. 1091 - abitato - Pirro, II, p. 842. 1150 ca. - casale - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 82. 1230 ca. - fortezza dei musulmani in rivolta Amari 1889, p. 63. 1263 - casale e tenimentum terrarum - ASPA, Tabulario S. Martino, perg. 2. 1331 - casale spopolato - ASPA, Tabulario S. Martino, perg. 347. 1344 - concessione per l'impianto di una tonnara alla marina del feudo di Cinisi - ASPA, Cancelleria, reg. 3, c. 191r-v. XV sec. - feudo e tonnara. 1570 - costruzione di un «baglio» fortificato per la tonnara - ASPA, notaio G.B . de Conciis, reg. 9363, cc. 634v-637r. 1617 - censuazione del feudo ed inizio del popolamento - Maurici, Vergara 1991, p. 20. 1672 - fondazione della chiesa madre - Amico, I, p. 335. NOTE: è ipotizzabile che il centro abitato di Cinisi abbia subito uno o più spostamenti di sito dal medioevo al XVII secolo. La tradizione locale ubica la Cinisi islamica sul Castellaccio, un rilievo che sovrasta il comune attuale (I.G.M. 249 III N.E. Carini), sul quale sussistono poche tracce di un piccolo insediamento. Un grande centro abitato medievale a poca distanza dalla Cinisi attuale si trova invece sulla Montagnola, un'altura posta appena a S di monte Palmeto, ed in particolare nel luogo indicato come «la Terrazza» dalla tavoletta I.G.M. già ricordata
78
BIBLIOGRAFIA: Giustolisi 1975; Guida Storica 1981, pp. 73-85; Mangiapani 1910; Maurici 1986; 1987, p. 68; 1992, pp. 81-83; Maurici, Vergara 1991; Misuraca 198la; Portera 1989, pp. 94-95. ILLUSTRAZIONI: foto 14. 77-
COCHENAoQUGANÂH
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, ipoteticamente Rocca di Fiori, 4 km a N.O. di Marineo; I.G.M. 258 I N.E. Marineo. 1095 - luogo abitato - Pirri, I, col. 76. 1150 ca. - Quganâh, luogo abitato (?) - Idrisi, in Amari 1880-81, I, pp. 84-85. NOTE: resti di un insediamento medievale (secc. XI-XII) sulla Rocca di Fiori sono stati riscontrati da A. Scarpulla; il sito corrisponde bene alle scarne indicazioni topografiche fornite da Idrisi per Quganâh. BIBLIOGRAFIA: Scarpulla 1996, pp. 104-107. 78
- COLLESANO
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Collesano. 1063 - Golisanum, centro abitato - Malaterra, II, XXXV, p. 45. 1140 - centro abitato - Garufi 1899, pp. 38-40. 1145 - fortezza chiamata in arabo Qalcat as-sirat - Cusa 1868-82, I, p. 472. 1150 ca. - hisn chiamato in arabo Qalcat as-sirat; Idrisi da notizia della distruzione di un precedente abitato fortificato dello stesso nome posto in sito elevato e della ricostruzione dell'insediamento nel luogo, molto probabilmente, dell'attuale Collesano Idrisi, in Amari 1880-1881, I, p. 114. 1156 - centro abitato - Garufi 1899, pp. 76-78. 1181 - centro abitato; si fa inoltre riferimento ad un abitato abbandonato nelle vicinanze (con ogni probabilità Qalcat as-sirat)come villa vetus - Garufi 1899, pp. 173-174. 1194 - centro abitato - Pirri, I, col. 114. 1203 - centro capoluogo ed eponimo di contea Garufi 1940, p. 96. 1271 - castrum - I Registri, VI, p. 324. 1277 - terra con forse 200 fuochi - Bresc 1986, I, p. 62. 1308-1310 - castrum - Sella 1944, p. 32.
1327 - terra - Acta Curie, 4, p. 27. 1340 - terra et fortalicium - Corrao 1985, p. 83 n. (46). XV sec. - terra e castello 1548 - terra con 838 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: il centro di Qalcat as-sirat è stato identificato con il sito archeologico di Monte d'Oro, 2 km ad O dell'attuale Collesano; I.G.M. 259 I N.E. Collesano. Nel comune odierno sussistono alcuni ruderi del castello. BIBLIOGRAFIA: D'Angelo 1978; Di Stefano 1978; Gallo Pontani 1881; Portera 1989, pp. 96-100; Peri 1953-56, I, pp. 233-237; Peri 1955, pp. 645651; SMDS, III, pp. 50-64; Tamburello 1883. 79
- COLOBRIA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, monte e masseria Colobria; I.G.M. 259 III S.O. Filaga. 1355 ca. - castello - Librino 1928, p. 209. 1408 - feudo - Gregorio 1791-92, II, p. 492. 1450 - feudo - ASPA, notaio N. Aprea, reg. 830; Bresc, D'Angelo 1972, p. 395. NOTE: tracce di un insediamento di VII-V sec. a.C. sul monte Colobria; le strutture del castello medievale sono state con molta probabilità inglobate nella masseria fortificata Colobria. BIBLIOGRAFIA: Archeologia e territorio, p. 342; SMDS, IX, pp. 168-170. ILLUSTRAZIONI: foto 15. 80 - CONTESSA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Contessa Entellina. 1308 - chiesa - Sella 1948, p. 111. 1373 - casale - Pergamene Calatamauro, p. 130, perg. 410. 1404 - contrada - Pergamene Calatamauro, p. 166, perg. 542. 1448 ca. - stanziamento dei primi coloni albanesi - G. La Mantia 1904, p. XIII. 1520 - casale - G. La Mantia 1904, p. 54. 1548 - casale con 98 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777.
79
BIBLIOGRAFIA: G. La Mantia 1904; Portera 1989, pp. 101-102; A. Schirò 1902.
82 - COSCASINO VD, Prov. di Palermo, comune di Sclafani Bagni, portella Coscasino, 6 k a N.E. di Alia; I.G.M. 259 II N.O. Alia. 1176 - casale - Spata 1861, p. 451. 1223 - casale - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 42; Rollus Rubeus, p. 205. BIBLIOGRAFIA: Bresc, D'Angelo 1972, p. 395; Bresc 1985a, p. 62; Tirrito, I, p. 191. LOCALIZZAZIONE:
81- CORLEONE VM, Prov. di Palermo, Corleone. 839 - fortezza - Ibn al Athir in Amari 1880-81, I, p. 373; An Nuwayri, ivi, II, p. 119. 1093 - centro abitato - Collura 1961, p. 16. 1150 ca. - abitato fortificato e castello (galca ed hisn) - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 87. 1151 - fortezza (astu) - Cusa 1868-82, I, p. 130. 1176 - castellum - Pirri, I, col. 106. 1182 castellum - Cusa 1868-82, I, pp. 194-196. 1208 - castellum - H.-B., I, pp. 135-137. 1237 - stanziamento a Corleone di una colonia di lombardi - H.-B., V, pp. 138-141. 1249 - terra demaniale fortificata - H.-B., VI, pp. 695-697. 1274-82 - terra e castello demaniali - Sthamer 1914, p. 66. 1335 - terra - Acta Curie 6, p. 79. 1355 ca. - terra e due castelli - Librino 1928, p. 208. 1375 - terra con 1136 fuochi fiscalmente capaci Glenisson 1948, n. 16. XV sec. - terra e castelli demaniali. 1548 - terra con 1353 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: non è possibile individuare con assoluta certezza il sito della Corleone bizantina e musulmana: potrebbe essere quello della città attuale ma potrebbe anche essere la Montagna Vecchia, il rilievo che sovrasta l'abitato odierno. Qui recentissime indagini hanno mostrato l'esistenza di un grande castello interrato. Sembra quindi piuttosto ragionevole ipotizzare che lo stanziamento dei «lombardi» in età federiciana abbia determinato uno «scivolamento» dell'abitato dalla Montagna Vecchia al sito attuale. Quest'ultimo era difeso e controllato, a partire almeno dal XIV secolo, da due castra, l'inferiore ed il superiore. BIBLIOGRAFIA: Bibliografia Topografica, V, pp. 418-420; Maurici 1992, p. 293; Portera 1989, pp. 103-106; Trasselli 1969; Vintaloro, Scuderi 1995. LOCALIZZAZIONE:
ILLUSTRAZIONI: foto 16.
83 - CUMEIT o AL-QUMAYT VM, Prov. di Palermo, comune di Piana degli Albanesi, Monte Kumeta; I.G.M. 258 I N.O. Piana degli Albanesi. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 193. 1306 - casale - Nania 1995, p. 127 nota 2. 1556 - montagna della Cometa - Nania 1995, p. 128, nota 1. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 127-128. LOCALIZZAZIONE:
84 - CURBICI INFERIORE o Q.RLTBN.S AL-SUFLÂ LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Camporeale, case Curbici; I.G.M. 258 IV S .O. Monte Pietroso. 1169 - casale - White 1984, p. 245. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 186. 1283 - casale Curubnis inferioris - Garufi 1902, p. 61. 1327 - casale Acrupichi - Nania 1995, p. 89 nota 1 1336 - casale abitato - Acta Curie 6, p. 187. 1349 - casale - Acta Curie 8, p. 115. 1351 - taverna - ASPA, notaio R. Citella, spezzone 19, 1351 gen. 24; D'Angelo 1973, p. 11. NOTE: i frammenti ceramici di XI-XIV secolo rinvenuti da D'Angelo presso le case Curbici localizzano con precisione il sito del casale. BIBLIOGRAFIA: D'Angelo 1975; Nania 1995, pp. 92-93. CUTEMA cfr. GUDDEMI 85 - CUTTAIE LOCALIZZAZIONE:
VM, Prov. di Palermo, non iden-
80
tificato con certezza ma da ubicarsi verosimilmente a N.O. di Corleone, nella zona di Summini (cfr.) 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 184. 1726 - feudo Guttaya - Archivio Arcidiocesano di Monreale, Ca rt e Processuali, 553 (ex. inf. ing. G. Nania) BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 62. 86 - DICHICHI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato, da ubicarsi presso pizzo Cangialoso e monte Barracù. 1182 - casale nella divisa o comunque nelle vicinanze di Calatialci - Cusa 1868-82, I, p. 196. 87 - DISISA o DESISA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, masseria Desisa; I.G.M. 258 IV N.E. S. Cipirello. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, pp. 190-91. 1283 - universitas - Carini, Sivestri 1882, p. 293 1287 - casale - Garufi 1902, p. 61. 1327 - centro abitato - Nania 1995, p. 208 nota 2 1335-36 - casale abitato - Acta Curie 6, p. 132 e p. 253. 1340 - casale abitato - Pasciuta 1995, p. 189. 1348-49 - casale abitato - Acta Curie 8, p. 16 e p. 188. 1546 e 1569 - feudo - Nania 1995, p. 116 note 1 e 2. 88 - DUBEL o RAHL 'L -DIIB.L
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi non lontano da GARSUYAB (cfr). 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 192. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 121.
90- ENTELLA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Contessa Entellina, Rocca d'Entella; I.G.M. 258 III N.E. Monte Bruca. 1062 - castrum Antilium - Malaterra, II, XXII, p. 36. 1182 - castellum Hantella - Cusa 1868-82, I, p. 199. 1206 - fortezza dei ribelli musulmani - H.-B., I, 1, p. 118. 1222 ca. - fortezza dei ribelli musulmani - Al Himyari, in Lévy-Provençal 1954, p. 286. 1230 - fortezza dei ribelli musulmani - Amari 1889, p. 63. 1243-1246 - fortezza dei ribelli musulmani, assediata, espugnata e spopolata dalle truppe imperiali - Annales Siculi, p. 118. 1305 - tenimentum Antele - Nania 1995, p. 167 nota 2. NOTE: recenti scavi, tuttora in corso, stanno riscoprendo la città antica e medievale di Entella. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 393-397; Fazello, I, X, III, p. 487; Archeologia e territorio, pp. 496487 (bibliografia aggiornata 1992-1995); Corretti 1992, 1992a, 1995; Dagli scavi di Montevago; Entella 1986, 1988, 1990, 1992, 1994; Entella 1; Falsone 1980; Giustolisi 1985; Maurici 1987, pp. 6263; Maurici 1992, p. 294; Alla ricerca di Entella. 91 - FABARIA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato, da localizzarsi nella zona di Vicari. 1272 - casale - I Registri, IX, p. 43. 1347 - feudo - ASPA, notaio E. Citella, spezzone 10 N; Bresc, D'Angelo 1972, p. 396. 92 - FANTASINE o FUTTASINE o RAHL FUTTÂSINA
89 - DUCKI o AL -DUQQi
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, masseria Ducco e case Ducotto, 13 km a N di Corleone; I.G.M. 258 I N.O. Piana degli Albanesi e 258 I S.O. Rocche di Rao. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 182. 1546 - feudo - Nania 1995, p. 74.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, quasi certamente cozzo Moli e case Mule, 5 km ad O di Campofiorito, comune di Contessa Entellina; I.G.M. 258 II N.O. Corleone e 258 III N.E. Monte Bruca. 1151 - casale del territorio di Corleone - Cusa 1868-82,1, p. 132.
81
1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 197. 1183 - casale - Cusa 1868-82, II, p. 733. 1488 - territorio di Fontasina o delle Mole - Nania 1995, p. 154. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 154-55.
1388 - feudo - ASPA, Archivio Belmonte, reg. 80, c. 237; Bresc 1986, II, p. 683 n. 411. 1417 - feudo - Bresc 1986, II, p. 879. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 460; Peri 1955, II, pp. 644-645.
93 - FEMMININO
97 - FITALIA
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo (?), non identificato con certezza ma da ubicarsi con molta probabilità nelle vicinanze di VENERUSO (cfr.) 1321 - casale spopolato ceduto da Francesco Ventimiglia insieme al casale Veneruso al vescovo di Cefalù in cambio di Pollina ASPA, Tabulario Cefalù, perg. 95; Mazzarese Fardella 1983, p. 34; Rollus Rubeus, p. 33. BIBLIOGRAFIA: Cormo 1985, p. 82 e n. (43).
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Campofelice di Fitalia. 1145 - luogo abitato - ASPA, Tabulario Magione, perg. 224. 1147 - luogo abitato - Mongitore 1734, p. 15. 1229 - casale - Winkelmann 1880, p. 275. 1244 - casale - Co llura 1961, p. 129. 1336 - casale - Acta Curie 6, p. 238. 1417 - feudo - Lionti 1891, p. 230. 1594 - concessione di licentia populandi rimasta senza effetto - Gattuso 1975, p. 23. primi del XIX secolo - fondazione dell'attuale comune - Gattuso 1975, p. 73. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 460; Gattuso 1975; Tirrito 1873, I, p. 178.
94 - FICARAZZI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Ficarazzi. 1457 - licenza di fortificare il trappeto da zucchero ivi esistente - ACA, Cancillería, reg. 2865, c. 184r-v. 1558 - «case di Ficarazzi» - Fazello, I, VIII, I, p. 403. 1757 - villaggio con ca. 200 abitanti - Amico, I, p. 447. BIBLIOGRAFIA: Palazzolo 1988; Portera 1989, pp. 107-109; SMDS, III, p. 241; Santoro 1985,p. 101. 95 - FILAGA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Prizzi, frazione di Filaga. 1240 ca. - ospedale - Collura 1961, p. 305.
FUTTASINE cfr. FANTASINE 98 - GALLO
VM, Prov. di Palermo, comune di Palermo, da ubicarsi alle falde di Monte Gallo, fra le frazioni palermitane di Mondello e Sferracavallo; I.G.M. 249 I S .O. 1086 - casale - Pirri, I, col. 74. 1211 - casale - Pirri, I, col. 136. 1336 - contrada agricola - Acta Curie 6, p. 285.
LOCALIZZAZIONE:
GAMERA cfr. CALATABUSAMMARA - GANGI
96 - FISAULA
99
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune di Geraci Siculo, case Fisavoli, 2 km a N.E. di Geraci Siculo; I.G.M. 260 IV S.E. S. Mauro Castelverde. 1271 - castrum - I Registri, VI, p. 155. 1282 - universitas - Carini, Sivestri 1882, I, p. 199. 1283 - abitato fiscalmente rilevante - Carini, Sivestri 1882, I, p. 295 e p. 366.
LOCALIZZAZIONE: VD,
Prov. di Palermo, Gangi. 1150 ca. - centro abitato - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 100. 1155 - centro abitato - Cusa 1868-82, pp. 360-362. 1195 - centro abitato - Mazzarese Fardella 1983, p. 6. 1211 - centro abitato - Pirri, I, col. 136. 1271 - terra - Documenti 1983, pp. 80-83.
82
1282 - universitas - Carini , Silvest ri 1882, I, p . 11, p. 40 e passim. 1299 - oppidum conquistato e distrutto' da Federico III - Nicolò Speciale, IV, IX, in Gregorio 1791-92, I, p. 392; Acta siculo-aragonensia, II, p. 61. 1321 - terra - Mazzarese Fardella 1983, p. 43. 1388 - terra e castello - Mazzarese Fardella 193, p. 121. 1408 - terra e castello - Gregorio 1791-92, II, p. 498. 1548 - terra con 977 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: l'erudizione locale si è sbizzarrita sull'identificazione del sito dell'oppidum «distrutto» da Federico III. Fra le varie ipotesi, è da ritenersi però più ragionevole quella di I. Peri (Peri 1955, pp. 633-639) secondo il quale l'oppidum del 1299 corrisponderebbe esattamente al sito dell'attuale comune e non si sarebbero verificati allora la distruzione completa e il conseguente spostamento dell'abitato. Il monastero di Gangi Vecchio, da alcuni indicato come sito dell'oppidum del 1299, potrebbe esser sorto sulle rovine di un modesto casale, forse corrispondente al G. flah menzionato da Idri si. I due abitati, il casale presso il monastero di contrada Gangi Vecchio ed il centro fortificato poi evolutosi nel comune odierno, sarebbero quindi coesistiti, a poca distanza, già da età normanna. La prospezione archeologica di superficie del sito di Gangi Vecchio realizzata da un' équipe franco-italiana porterebbe d'altra parte ulteriormente ad escludere che la località corrisponda all'oppidum «distrutto» (quasi certamente in modo non definitivo) nel 1299. Al vertice dell'altura su cui si dispone l'abitato, sussistono le strutture, ampiamente rimaneggiate, del castello. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 487-88; Barbato 1920; Beck et al. 1975; Beck, Poisson 1983; Naselli 1949; Portera 1989, pp. 110-113; Peri 1955, pp. 633-639; SMDS, IV, pp. 5-18. ILLUSTRAZIONI: foto 17.
1182 - casale (?) - Cusa 1868-82, I, p. 193. NOTE: cfr. MENZELNUSAYR. 101 - GÂR AS -SARFÌ
VM, Prov. di Palermo, non localizzato. 1183 - casale dell'arcidiocesi di Monreale - Ga -rufi1902,p.5
LOCALIZZAZIONE:
102 - GARCHINIENAI
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza, forse contrada Carciminia, 1 km ad E di Godrano; I.G.M. 258 I S.E. Godrano. 1097 - luogo abitato - Cusa 1868-82, I, p. 4.
LOCALIZZAZIONE:
103 - GARDALISI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, contrada Gardalisi, presso il Santuario di Rifesi; I.G.M. 266 I N.E. Bivona 1171 - casale - Collura 1961, p. 56. 1295 - casale - ASPA, Archivio Montaperto, reg. 66, c. 6.
104 - GARSUAYB o GAR SUcAYB
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma ubicabile con verosimiglianza nell'area di contrada Sparacia e masseria Perciata; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale. 1182-1183 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 121 e 280-81. 105 - GAYTI
VM, Prov. di Palermo, non identificato. 1333 - casale dell'arcidiocesi di Monreale D'Angelo 1973, p. 11. LOCALIZZAZIONE:
100- GAR o OAR GELSO cfr. CALATIALCI
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma da ubicarsi nell'area del monte Mirabella, masseria la Chiusa e Portella della Ginestra, forse presso la grotta del Garrone; I.G.M. 258 I N.O. Piana degli Albanesi. LOCALIZZAZIONE:
106 - GERACI LOCALIZZAZIONE: VD,
Siculo.
Prov. di Palermo, Geraci
83
970 ca. - «città» - Al Muqaddasi, in Amari 188081, I, p. 669. 1087 - centro abitato - Pirro, I, p. 445. 1105 - villa - White 1984, pp. 388-389. 1150 ca. - centro abitato fortificato e borgo - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 114. 1271 - terra e castello demaniali - Sthamer 1914, p. 66. 1282 - universitas - Carini, Silvestri 1882, I, p. 12. 1293 - terra - Acta siculo-aragonensia, I,1, p. 137. 1338 - terra e castello - Michele da Piazza, p. 56, p. 59. XV sec. - terra e castello. 1548 - terra con 853 fuochi - Fazello, II, X, I , p. 777. NOTE: pochi resti del castello sull'altura che sovrasta l'abitato. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 485-500; Maurici 1992, p.303; Mogavero Fina 1967,1980; Po rtera 1989, pp. 114-117; Peri 1953-56, I, pp. 243-244; Peri 1955, pp. 641-642; SMDS, IV, pp. 56-60; IX, pp. 268-276.
1293 - castello o locum - Acta siculo-aragonensia, I, 1, p. 232. 1332 - vi risiede qualche tempo Federico III Acta Curie 6, p. 128. 1356 - terra e castello - Cosentino 1886, pp. 9394. 1376 - terra - Glenisson 1948, n. 1639. 1408 - terra - Gregorio 1791-92, II, p. 490. 1548 - terra con 710 fuochi - Fazello, I, X, I, p. 777. NOTE: il castello di Giuliana, uno dei più atipici dell'intera Sicilia, consta di un torrione pentagonale cui si collegano due ali edilizie a pianta rettangolare; questo nucleo è preceduto da una cinta muraria a pianta di semipoligono irregolare ed è difeso verso S da un vertiginoso precipizio. BIBLIOGRAFIA: Bellafiore 1993, p. 45; Bruschi, Miarelli Mariani 1975, pp. 148-150; Davì 1980; Marchese 1976; Maurici 1995, pp. 57-60; Meli 1995; Portera 1989, pp . 121-123; Santoro 1986, pp. 86-87; ILLUSTRAZIONI: foto 19 e 20.
ILLUSTRAZIONI: foto 18. 110 - GODRANO 107 - GIARDINELLO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Camporeale, masseria Giardinello, alle pendici N.O. di Monte Pietroso; I.G.M. 258 IV S .O. Monte Pietroso. 1327 - tenimentum casalis Jardinelli - Nania 1995, p. 89 nota 1. GIBILMANNA cfr. MONTE S.
ANGELO
108 - GIMRIYYA VM, Prov. di Palermo, non identificato. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 25.
LOCALIZZAZIONE:
109 - GIULIANA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Giuliana. 1185 - casale - Pirro, I, p. 461; Garufi 1902, p. 29. 1280 - castrum (?) - I Registri, XXXVI, p. 125. 1282-83 - universitas - Carini, Silvestri 1882, I, p. 12, 15, 200, 295, 366.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Godrano. ca. 1150 - località (al gudrân, «le paludi») - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 88. 1242 - luogo abitato - Collura 1961, p. 121. 1264 - luogo abitato (?) - Pergamene Calatamauro, p. 25. 1417 - feudo - Lionti 1891, p. 228. fine XVI secolo - fondazione del comune attuale - SMDS , IV, p. 125. metà del XVII secolo - villaggio di 25 fuochi Amico, I, p. 537. NOTE: la tradizione locale individua presso la ex Stazione ferroviaria, ad un chilometro dall'abitato, il sito del casale medievale. La carta di Sicilia dello Schmettau del 1721 (Dufour 1995, tav. 10) riporta nella zona il toponimo «Cutrano Antico». BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 537; Barberi, III, pp. 96-99; Po rt era 1989, pp. 125-126. 111 - GRATTERI LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Gratteri. 1087 - centro abitato - Pirri, I, p. 495. 1105 - luogo abitato infeudato - White 1984,p. 389.
84
1150 ca. - abitato fortificato (hisn) - Idri si, in Amari 1880-81,p. 115. 1201 - abitato fortificato infeudato ad un baro Mazzarese Fardella 1983, p. 12. 1250 - abitato fortificato (castellum) - Mongitore 1734,p. 107. 1271 - castello - Documenti 1983, p. 162. 1300 - castello - Documenti 1983, p. 114. 1338 - terra e castello - Michele da Piazza, p. 70. 1409 - terra e castello - ACA, Maes tr o Racional 2506. 1417 - terra - Lionti 1891, p. 220. 1548 - terra con 397 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 778. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 544-5; Po rt era 1989, pp. 127-129; Peri 1953-56, I, pp. 238-239; Peri 1955, p. 645; SMDS, IV, pp. 175-178; Scelsi 1981. 112 - GUDDEMI
VM, Prov. di Palermo, comune di Corleone, contrada e case Guddemi, alle pendici S.E. di Rocca Busambra; I.G.M. 258 II N.E. Monte Cardellia. 1211 - luogo abitato - Mongitore 1734, p. 86. 1244 - casale - Collura 1961, p. 129 e p. 303. 1337 - casale - ASPA, notaio G. Citella, reg. 77, c. 169. 1417 - feudo - Lionti 1891, p. 230. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 365; Maurici 1982; Raccuglia 1916; Tirrito 1873, I, pp. 177-178. LOCALIZZAZIONE:
113 - GULFA
VM, Prov. di Palermo, comune di Alia, Grotte della Gulfa o dei Saraceni; I.G.M. 259 II S.O. Valledolmo. 1150 - casale - Mongitore 1721, p. 186. 1176 - casale - Spata 1861, p. 451. 1303 - masseria - ASPA, Tabulario Magione, perg. 385; Bresc, D'Angelo 1972, p. 396. 1399 - feudo - ASPA, Cancelleria, reg. 17, c. 48v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 397. 1408 - feudo - Dentici Buccellato 1982, p. 165. 1416 - feudo - Lionti 1891, p. 152. NOTE: le Grotte della Gulfa (dall'arabo ghurf, «stanze») sono un complesso di ambienti artificialmente scavati nella roccia per il quale sembra estremamente probabile una datazione, almeno in pa rt e, ad epoca altomedievale.
BIBLIOGRAFIA: Braida Santamaura 1984; Mannino 1989; Maurici 1992, pp. 35-36; Tirrito 1873, I, pp. 183-84. ILLUSTRAZIONI: foto 21. 114 - HAJARZENETI o HAGAR AZ -ZANiai (la «Pietra dello Zanata»)
VM, Prov. di Palermo, molto probabilmente ex feudo Magione o S. Elisabetta, ca. 10 km. a N di Corleone ma in comune di Monreale; I.G.M. 258 I S.O. Rocche di Rao. 1155 - casale Raalginet (?) - Pirro, II, p. 1345. 1182 - casale (?) - Cusa 1868-82, I, p. 196. 1243 - casale (toponimo storpiato in Chaiar Etenech) - Battaglia 1896, p. 52. 1312 - feudo - Pirri, p. 1345. NOTE: il toponimo rimanda evidentemente alla tribù berbera degli Zanata. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 150-51. LOCALIZZAZIONE:
HASU cfr. CHASUM 115 - HELBUR o RAHL AL-BUR
VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi presso PATELLARO (cfr.). 1182 - casale della divisa di Patellaro - Cusa 1868-82, I, p. 198. LOCALIZZAZIONE:
116 - HUZEN o UAZAN o RAHL AL -WAZZÂN
LOCALIZZAZIONE:
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con esattezza ma da ubicarsi verosimilmente non lontano dalla confluenza fra il torrente Balletto ed il fiume Jato. 1149 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 28. 1182 - casale e diruta hedificia huzen veteris Cusa 1868-82, I, p. 194. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 135. LOCALIZZAZIONE:
117 - KARIENI o QARYÂNi LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza ma da ubicarsi non lontano da Calatrasi, forse su monte Galiello; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale.
85
1182 - abitato (?) nella divisa o nei pressi di Calatrasi - Cusa 1868-82, I, p. 201. 1183 - luogo abitato - Garufi 1902, p. 26. 1530 - pheudo... di lo Cariello - Nania 1995, p. 65 nota 1.
Portera 1989, pp. 130-132; Peri 1953-56,1, pp. 237238; Peri 1955, p, 645; SMDS, IV, pp. 250-257.
BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 65 e p. 168.
120 - IURFIBUCKERIN v o GURF Bi1 KARiM
ISOLA DELLE FEMMINE cfr. CAPACI
KINNES cfr. QANNASH
118 - IATINA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi verosimilmente fra Partinico e S. Giuseppe Jato. Secondo Di Giovanni (1892, p. 493), da localizzarsi invece presso portella d'Atuzzo e case Casale, fra Belmonte Mezzagno e S. Cristina Gela; I.G.M. 249 II S.E. Misilmeri. 599 - massa Getina - Gregorii Magni, Ep. 9,120. 1134 - luogo abitato - Pirro, II, p. 774. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 193. 1183 - luogo abitato - D'Angelo 1973, p. 8. 1258 - casale concesso ad un gruppo di Armeni Nania 1995, p. 215. 1333 - casale - D'Angelo 1973, p. 11. BIBLIOGRAFIA: Di Giovanni 1892, p.493; La Corte 1899; Nania 1995, pp. 55-58; Taormina 1996. IPSICRÒ o IPSIGRO o SICHRO cfr. CASTELBUONO
119 - ISNELLO LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Isnello. 1150 ca. - casale - Idrisi, in Amari 1880-81, p. 114. 1250 - castellum - Mongitore 1734, p. 107. 1159 - rocca Asini - Garufi 1899, p. 82. 1272 - castrum - I Registri, VII, p. 209. 1292 - casale - De Stefano, Giunta 1956, p. 233. 1296 - abitato - Gregorio 1791-92, II, p. 468. 1377 - terra e castello - Mazzarese Fardella 1983, p. 104. XV sec. - terra e castello. 1548 - terra con 617 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 778. Nom: pochi resti del castello sussistono sulla vetta del rilievo alle cui pendici si stringe l'abitato. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 570-72; Lima 1979;
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma ubicabile presumibilmente nell'area delle contrade S. Loe e Pietralunga; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale. 1182 - luogo abitato - Cusa 1868-82, I, p. 192. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 124.
121 - JATO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di S. Cipirello, Monte Jato; I.G.M. 258 IV N.E. S. Cipirrello. 1079 - abitato fortificato - Malaterra, III , XX, p. 69. 1114 - castello - Garufi 1940a, p. 350. 1150 ca. - abitato fortificato e castello - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 86. 1176 - abitato fortificato e giuridicamente eminente (municipium) - Garufi 1902, p. 12. 1182 - abitato fortificato (galca) - Cusa 1868-82, I, p. 193. 1206 - fortezza dei musulmani ribelli - H.-B., I, 1, p. 118. 1222-1224 - fortezza dei musulmani ribelli assediata da Fede ri co II - H.-B, II, 1, pp. 255265; Winkelmann 1880-85, I, pp. 233-235; e pp. 243-344. 1229-30 - fortezza dei musulmani ribelli - AlHimyari, in Amari 1889, p. 63 1243-46 - fortezza dei musulmani ribelli espugnata e spopolata dalle truppe di Federico II - Annales Siculi, p. 118-119. 1779 - licentia populandi a ll e origini dei comuni attuali di S. Giuseppe Jato e S.Cipirello Amico, I, p. 534. NOTE: scavi dell'Università di Zurigo, in corso da quasi trent'anni, hanno portato alla luce importanti strutture edilizie e monumentali de lla città antica e medievale, documentandone la storia da età indigena al 1246. BIBLIOGRAFIA: Archeologia e territorio, pp. 493-
86
494 (con bibliografia aggiornata 1992-1996); Bibliografia Topografica, IX, pp. 368-375; Bloesch, Isler, Monte Iato; Isler, Monte Iato; Isler 1991, 1992, 1992a. 122 - JURF o AL -GURF VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 25. 1329 - lu Iulfu, tenimentum terrarum - Acta Curie 5,p. 238.
LOCALIZZAZIONE:
Archivio Palagonia, vol. 931; Mavaro 1984, p. 4. 1595 licentia populandi alle origini dell'odierno comune - Biblioteca Comunale di Palermo, ms. ai segni Qq G 93, n. 16; Mavaro 1984, pp.18-21. 1651 - villaggio di poco più di 275 abitanti - Mavaro 1984, p. 54. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 74-75; Mavaro 1984, 1989; Portera 1989,pp. 136-138; Sangiorgio 1990. 127 - LIBRICI o LIBRIZZI VM, Prov. di Palermo, molto probabilmente cozzo Casale, 2 km a N della frazione di Sambuchi, fra Caccamo e Roccapalumba ma in comune di Caccamo; I.G.M. 259 IV S.E. Sambuchi. 1123 - luogo abitato - Cusa 1868-82, p. 471. 1150 ca. - Al-Abr.ga, luogo abitato presso Petterana - Idrisi, p. 89. 1282 - casale - Carini, Silvest ri 1882, I, p. 135 e 187. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 185. LOCALIZZAZIONE:
123 - LACAMUCKA o RAHL LAQMÙQA VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, case Cambuca e monte Castellaccio; I.G.M. 258 IV N.E. S. Cipirello. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 188. 1183 - casale - Garufi 1902, p. 25. 1452 - feudo e masseria la Camuca - ASPA, notaio G. Traverso, reg. 788; D'Angelo 1973, p. 11. 1520-21 - feudo di la Cammuca - Gaufi 1902, p. 107; Nania 1995, p. 103. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 102-3. LOCALIZZAZIONE:
124 - LACBAT VM, Prov. di Palermo, non localizzato con precisione ma da ubicarsi non lontano da MALVITO. 1182 - casale (?) - Cusa 1868-82, I, p. 194. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 134. LOCALIZZAZIONE:
125 - LAWQA o LEOUKAS VM, Prov. di Palermo, non localizzato con esattezza. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 26. LOCALIZZAZIONE:
126 - LERCARA LOCALIZZAZIONE:
VM, Prov. di Palermo, Lercara
Friddi. 1595 - feudo con stantie, vigna, fundaco - ASPA,
128 - MAGAGI o RAHL AL -MAGÂGÌ VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, da ubicarsi a N di Corleone. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 14. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 83.
LOCALIZZAZIONE:
129 - MAGANUGE Prov. di Palermo, comune di Piana degli Albanesi, monte Maganoce; I.G.M. 258 I N.O. Piana degli Albanesi. 1095 - casale - Pirro, col. 70. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 181. 1183 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 282. 1479 - feudo - Nania 1995, p. 72 nota 2. 1522 - fundacum et tabernam - Nania 1995, p. 72 nota 3. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 64.
LOCALIZZAZIONE: VM,
130 - MALVICINO
VD, Prov. di Palermo, comune di Isnello, contrada il Castello, 2 km a N.E. di LOCALIZZAZIONE:
87
Isnello lungo il torrente Castelbuono; I.G.M. 260 IV N.O. Isnello. 1156 - chiesa di S. Nicola de Malo Vicino - Garufi 1899, p. 76. (Rocca S. Nicola; I.G.M. IV N.O. Isnello). 1190 - chiesa di S.Nicola - Rollus Rubeus, pp. 168-69. 1508 licentia populandi per un castillo llamado Bonvicino que antiguamente estaba poblado; non fa però seguito alcuna fonda-
zione - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 126; Bresc 1985a, p. 69; SMDS, IV, p. 131. NOTE: attualmente del castillo llamado Bonvicino avanzano poche strutture relative ad una torre costruita su un piccolo affioramento roccioso. BIBLIOGRAFIA: Bresc. 1985a; Trasselli 1982, I, p. 79. ILLUSTRAZIONI: foto 22. 131- MALVITO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, contrade Malvello e Malvellotto; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale e 258 I S .O. Rocche di Rao. 1182-1183 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 185 e pp. 278-280. 1282 - casale - Garufi 1902, p. 60. 1333 - contrada agricola - ASPA, notaio B .Alamania, reg. 80, c. 112v; D'Angelo 1973, p. 11. 132 - MANZIL HINDUN LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi presso l'attuale Pioppo, frazione di Monreale. 1182 - manzil - Cusa 1868-82, I, p. 180. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 26. 1532 - contrata vocata Misilianduni - Nania 1995, p. 61. 1558 - sorgente Misilianduni - Fazello, II, VIII, I, p. 403. 1721 - Misericannone- Dufour 1995, Tav. 9. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 61. 133 - MANZIL NIOÎTA o MANZIL NIKETOU LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non iden-
tificato.
1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 25. 134 - MANZIL QURT LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 26. 1303 - villaggio chiamato Misilcurti —Gregorio 1874, p. 339. 135 - MARCATOBIANCO
o
BONIFATO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, Marcatobianco, a S di Alia; I.G.M. 259 II S .O. Valledolmo. 1176 - casale (?) - Spata 1861, P. 451. 1396 - feudo - ASPA, Cancelleria, reg. 25, c. 143; Bresc, D'Angelo 1972, p. 393. 136 - MARGANA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Prizzi, castello de ll a Margana; I.G.M. 259 III N.O. Vicari. 1150 - casale - ASPA, Tabulario della Magione, perg. 1; Bresc, D'Angelo 1972, p. 37. 1150 ca. - casale - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 88. 1328 - mansio dell' Ordine Teutonico - Acta Curie, 5,p. 65. 1349 - contrata - Acta Curie 8, p. 81. 1351 - licenza di costruzione del castello concessa in sanatoria ai cavalieri Teutonici - Mongitore 1721, p. 97. 1355 ca. - castello - Librino 1928, p. 209. 1357 - fortilicium - Cosentino 1886, p. 382 e p. 520. 1430 - intervento di ampliamento e restauro del castello - ASPA, notaio. G. Traversa, reg. 773; Bresc 1980, p. 381, G. e H. Bresc 1984, p. 169. 1435 - licentia populandi cui non segue la fondazione di alcun abitato - Mongitore 1721, p. 115. 1494 - castello - ASPA, notaio D. De Leo, reg. 1407. 1558 - castello - Fazello, I, VIII, I, p. 405; I, X, III, p. 481. NOTE: tracce di un insediamento del VII-V sec. a.C. sul punto più alto delle Liste della Margana.
88
Le strutture del castello medievale, in spettacolare posizione su una rupe isolata, sono mascherate ed avvilite da rifacimenti, sovrastrutture ed intonaci moderni. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 41; Archeologia e territorio, pp. 342-345; Bibliografia Topografica, VII, pp. 187-188; Finocchio 1995; Peri 1953-56, I, pp. 99-100; Titrito 1873, I, pp. 176-177. ILLUSTRAZIONI: foto 23. 137 - MARINEO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Marineo. 937 - centro abitato (?) - Amari 1880-81, I, p. 286. 1150 ca. - centro abitato (?) - Id ri si, in Amari 1880-81,1, p. 85. 1342 - tenimentum terrarum con case - ASPA, notaio F. De Biffardo, reg. 115, c. 23v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 397. 1420 - contrada - ASPA, notaio G. Traversa, reg. 768, c. 5v. 1428 - feudo - ASPA, notaio G. Traversa, reg. 772; Bresc, D'Angelo 1972, p. 397. 1522 masseria cum domibus, magasenis, tegurus et alüs officinis - ASPA, Archivio Camporeale, reg. 152, cc. 3r-14r. 1550 licentia populandi alle origini dell'attuale comune - ASPA, Cancelleria, reg. 357, cc. 86v-89r. 1553 - costruzione delle prime case - ASPA, notaio A. Cavarretta, reg. 1810, c. 241, c. 270r, 295v-296r. 1559 - costruzione di un castello e di altre 200 case - lapide in situ sopra il portone del castello. 1593 - terra di 1082 abitanti - Amico, II, p. 45. NOTE: l'abitato medievale, erede di un insediamento antico, va ubicato, alla luce degli scavi archeologici, sulla «Montagnola», un rilievo appena alla periferia del comune. Il castello cinquecentesco dei Bologna domina con la sua mole l'abitato nel quale ancora sussiste qualche stecca di casette terranee monolocali verosimilmente non molto dissimili da quelle del primo nucleo cinquecentesco. BIBLIOGRAFIA: Archeologia e territorio, pp. 111235; Bibliografia Topografica, VIII, pp. 365-375; Maurici 1996; Portera 1989, pp. 139-141; Tamburello 1969, 1970, 1972, 1975, 1975a, 1988; Scarpulla, Trentacosti 1989.
138 - MARAUS
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Godrano, contrada e case Marosa, alle pendici meridionali della Rocca Busambra; I.G.M. 258 I S.E. Godrano. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 189. 1357 - tenimentum terrarum... Marausi - ASPA, S. Martino, 2 fondo, busta 1567, c. 106; Nania 1995, p. 110. NOTE: nella contrada Marosa si raccolgono frammenti di ceramica invetriata dell'XI-XII secolo. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 110. MASTRA cfr. CASTRONUOVO 139 - MELIA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, contrada Melia e masseria Casa Gr an de, 4 km. ad E di S. Stefano di Quisquina; I.G.M. 267 IV N.O. S. Stefano di Quisquina. 1193 - casale - Garufi 1899, p. 253. 1240 ca. - abbazia di S. Filippo - Collura 1961,p. 306. 1272 - casale - I Registri, VIII, p. 191. 1308 - casale ed hospicium di Riccardo Filangeri - ASPA, notaio B. Citella, reg. 127; Bresc 1980,p.378. 1349 - casale - ASPA, notaio E. Citella, reg. 79, c. 143. 1355 ca. - castello - Librino 1928, p. 208. 1408 - feudo - Gregorio 1791-92, II, p. 492. NOTE: il fortilizio tardo-medievale è stato trasformato in una masseria agricola. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 75-76; Barberi, III, pp. 219-220; Peri 1953-56, I, p. 220; SMDS, IX, pp. 233-237. 140 - MENZELABDELLA o MANZIL cABD ALLAH
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi presso monte Raitano. 1182-1183 - casale - Cusa 1868-82,1, pp. 191-92 e 254. 1280 - casale - Garufi 1902, p. 57. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 120.
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141 - MENZELABDERAMEN o MANZIL cABD AR -RAHMÂN
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi a S di Monte Jato, verosimilmente nell'area comprendente le contrade Cerasa, Piano di Campo e Percianotta Nuova; I.G.M. 258 IV N.E. S.Cipirello e 258 I N.O. Piana degli Albanesi. 1182 - casale - Cusa 1868-2, I, p. 192. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 126. 142 - MENZELCHARRES o MANZIL KHARRÂZ
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi verosimilmente nelle immediate vicinanze di Camporeale. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 191. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 26. 1224 - casale - Winkelmann 1880, p. 275. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 119. 143 - MENZELGRESTI o MANZIL KRISTÌ
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, probabilmente vallone Zucca ri , a N di Camporeale; I.G.M. 258 IV N.E. S. Cipirello. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 191. 1183 - casale - Garufi 1902, p. 25. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 119. 144 - MENZELLEULEU o MANZIL LU' LU'
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi presso il casale di Curbici. 1182 - casale (?) - Cusa 1868-82, I, p. 186.
tificato con certezza ma da ubicarsi a N di Corleone, non lontano da Bifarera. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 183. 147 - MENZENKASEM
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato ma da ubicarsi nel corleonese. 1182 - casale della magna divisa di Corleone Cusa 1868-82, I, p. 195. 148 - MERTO o MiRTLT
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, monte e contrada Mirto, 5 km a S.E. di Partinico, ed in particolare area archeologica adiacente alle case dette localmente «i Casalini»; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 1110 - casale - Pirri, II , p. 773. 1114 - vicum - Collura 1955, p. 561; Mazzarese Fardella 1978, p. 45. 1133 - casale - Cusa 1868-82, pp. 515-16; Pirri, II, pp. 773-774. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 190. 1328 - casale abitato - Acta Curie 4, p. 167; Pasciuta 1995, p. 362. 1333 - casale - ASPA, notaio B.Alamania, reg. 80, c. 112v; D'Angelo 1973, p. 11. 1340 - casale - ASPA, Magione, vol. 221, c. 3; D'Asaro 1994, p. 21. 1401 - feudo - Garufi 1902, p. 207. 1458 - feudo - D'Asaro 1994, p. 22. 1583 - feudo - D'Asaro 1994, p. 23. NOTE: area di frammenti medievali (XI-XIV secolo) presso le case localmente dette «i Casalini». (ex inf. G. Lo Brano). BIBLIOGRAFIA: D'Asaro 1994; Mazzarese Fardella 1978; Nania 1995, pp. 111-113.
145 - MENZELNUSAYR o MANZIL NASR MESALTON cfr. MEZELCHAL
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma da ubicarsi nella divisa di GAR (cfr). 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 193. 146 - MENZELSALAH o MANZIL SÂLIH
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non iden-
149 - METEUY
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza ma da ubicarsi presso CALATIALCI (cfr). 1182 - casale della divisa o comunque nei pressi di Calatialci - Cusa 1868-82, I, p. 197.
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150 - MEZELCHAL
VM, Prov. di Palermo, non localizzato con certezza ma da ubicarsi non lontano da Vicari. 1121 - vicum - White 1984, p. 393. 1131 - vicum - White 1984, p. 397. 1134 - territorio (Mesalton) - Pirri, II, p. 774. 1186 - casale - White 1984, p. 432. 1320 - territorio - Bresc, D'Angelo 1972, p. 398. NOTE: Bresc e D'Angelo (1972, p. 398) localizzano il casale sulla Montagna del Cane (o monti di Calamigna), presso Ventimiglia di Sicilia. Il fatto che nei pressi di Mesalton sia ubicata una chiesa di S. Sofia, ricordata già nel 1121 e nel 1131 presso il casale Mezelchal suggerisce l'equivalenza fra i due toponimi, il secondo dei quali, probabilmente, non è che una storpiatura del primo. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 176.
LOCALIZZAZIONE:
151 - MEZELZAMUR o MANZIL ZUMLIR
VM, Prov. di Palermo, non identificato con precisione ma ubicabile con molta probabilità nelle immediate vicinanze di Camporeale, nell'area di monte Spezzapignate e cozzo Gelso; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale, o poco più a N dove il Vallone Ciurru Murru potrebbe aver conservato una eco molto contraffatta del toponimo arabo. 1182 - casale - Cusa 1868-2, I, p. 191. 1445 - feudo Misilisamuri - ASPA, notaio G. Traverso, reg. 784; D'Angelo 1973, p. 11. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 118. LOCALIZZAZIONE:
152 - MEZZOIUSO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Mezzoiuso. 1132 - casale - Pini, II, p. 114. 1177 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 111. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 183. 1244 - casale - Co ll ura 1961, p. 311. 1282-83 - universitas - Carini, Sivestri 1882, I, p. 199, 295, 365. 1336 - casale abitato - Acta Curie 6, p. 239. 1388 - feudo - Bresc, D'Angelo 1972, p. 397.
1421 - feudo e torre - Gattuso 1972, p. 24. 1490 ca. - stanziamento di una colonia albanese, alle origini del comune attuale - Gattuso 1972, p. 39-41. 1501 - restauro della torre e della chiesa di S. Maria - La Mantia 1904, p. 46. 1548 - villaggio con 164 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Bresc 1972a; Buccola 1909, 1912, 1914; Gattuso 1972; Gebbia 1976; Genuardi 1913; La Mantia 1904; Maurici 1982; Portera 1989, pp. 142-144; Raccuglia 1910, 1911. MINAWI cfr. RAHL MINAWI MINEOUI cfr. RAHL MINAWI 153 - MISERELLA
VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi presso Risalaimi, 2 km a N di Marineo, lungo il corso del fiume Eleuterio; I.G.M. 258 I N.E. Marineo. 1206 - casale -ASPA, Tabulano Magione, perg. 15. 1295 - casale - ASPA, Tabulano Magione, perg. 277. 1428 - feudo - ASPA, notaio N. Aprea, reg. 828; Bresc, D'Angelo 1972, p. 400. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 137;. Fazello, I, VIII, I, p. 403; Maurici 1982. LOGALIz.z,AZIONE:
MISELABDELLA cfr. MENZELLABDELLA 154 - MISILMERI
VM, Prov. di Palermo, Misilmeri. 1086 - centro abitato - Mongitore 1734, p. 4. 1134 - centro abitato - Cusa 1868-82, I, p. 13. 1150 ca. - «fortilizio ragguardevole e valido castello» - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 83. 1175 ca. - castello (gasr) - Al-Harawi, in Amari, Sul supposto sepolcro, p. 161. 1194 - luogo abitato - Pirri, I, col. 115. 1296 - castello - Gregorio 1791-92, II, p. 469. 1320 - castello - Bresc, D'Angelo 1972, p. 398. 1349 - castello - Acta Curie 8, p. 282. 1355 ca. - castrum e habitacio - Librino 1928, p. 208. 1408 - castrum - Gregorio 1791-92, II, p. 488. 1487 - trasformazione radicale del castello - Meli 1958, pp. 213-220.
LOCALIZZAZIONE:
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1512 - licentia populandi alle origini del comune attuale - Garufi 1946-47, p. 111. 1540 - fondazione effettiva del villaggio - Fazello, I, X, III, p. 481. 1548 - villaggio con 40 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. 1593 - villaggio di 563 abitanti - Amico, II, p. 138. NOTE: ruderi monumentali del castello sull'altura che domina il centro abitato. BIBLIOGRAFIA: Cannarozzo 1981; Maurici 1992, p. 324; Po rt era 1989, pp. 145-147; Peri 1953-56, I, pp. 190-191; Romano 1981; SMDS, V, pp. 82-87. ILLUSTRAZIONI: foto 24. 155 - MIZELHACKAL o MANZIL eAOR
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non localizzato ma da ubicarsi non lontano da Calatrasi. 1182 - casale nella divisa o comunque nelle vicinanze di Calatrasi - Cusa 1868-82,1, p. 201. 156 - MONREALE LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Monreale. 1172 - fondazione dell'arcivescovado - Garufi 1902, p. 10. 1211 - abitato fortificato - Winkelmann 1880, I, p. 94. 1282 - universitas - Carini, Sivestri 1882, I, p. 11 e p. 16. 1322 - civitas - Acta Curie 6, p. 21. 1336 - civitas - Acta Curie 6, p. 200. 1355 ca. - civitas... cum castris duobus - Librino 1928,p.208. 1399 - città e castello - Acta Curie 11, p. 179 1548 - civitas con 996 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Garufi 1902; Lello; Lima 1991; Portera 1989, pp. 148-151; Schirò 1978, 1984, 1990. ILLUSTRAZIONI: foto 25. 157 - MONTELEPRE
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Montelepre. 1130 - Munkyuleyb, centro abitato (?) - Bresc 1995a, p. 93.
1207 - Munkaheb, centro abitato (?) - Kehr 1904, p. 175. 1329 - osteria rurale (fondaco) - G. e H. Bresc 1975, p. 97. 1333 - feudo - Guccione 1982, p. 326. 1337 - feudo - Nania 1995, p. 70 nota 1. 1341 - tenimentum - Garufi 1902, p. 68. 1433 - licenza, rilasciata all'arcivescovo di Monreale Giovanni Ventimiglia, per erigere nel feudo di M. una torre o fortilizio - Garufi 1902, pp. 193-195. 1434 - durante una battuta di caccia re Alfonso V si ferma in hospicio Monkilebi - ACA, Cancillería, reg. 2824, c. 123. seconda metà sec. XVII - aggregazione di popolazione presso la torre - Amico, II, p. 161. 1694 - villaggio di 206 abitanti - Misuraca 1979, p. 158. NOTE: la torre dell'arcivescovo Ventimiglia si trova al centro dell'abitato, di cui è evidentemente il nucleo generatore. È una massiccia costruzione quadrangolare con un piano terreno attualmente occultato da costruzioni recenti addossate ed altri due piani, il primo dei quali coperto da bellissime volte ogivali costolonate. BIBLIOGRAFIA: Mancuso, Pizzurro 1978; Misuraca 1979, pp. 149-158; Portera 1989, pp. 152-154. ILLUSTRAZIONI: foto 26. 158 - MONTEMAGGIORE
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Montemaggiore Belsito. 1159 - abitato infeudato - Garufi 1899, p. 83. 1190 - centro abitato - Garufi 1899, p. 235. 1269 - casale e castello - I Registri, VI, p. 154 e XII, p. 144. 1271 - castrum - Documenti 1983, p. 82. 1275 - centro abitato - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 53; Bresc, D'Angelo 1972, p. 379 nota 8. 1322 - centro abitato - Mazzarese Fardella 1983, p. 40. 1342 - casale - ASPA, Tabulario di S. Martino, perg. 100. 1349 - casale abitato - Acta Curie 8, p. 325. 1409 - feudum, olim casale - ASPA, Cancelleria, reg. 47, c. 60; Bresc, D'Angelo 1972, p. 398.
92
1448 - feudo, masseria e chiesa - Dentici Buccellato 1982, p. 178. 1578 - erezione in marchesato - Amico, II, p. 162. 1652 - paese con 1260 abitanti - Amico, II, p. 162. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 162; Barberi, III, pp. 307-309; Militello 1988; Portera 1989, pp. 155157; SMDS, V, pp. 198-201. 159 - MONTE S. ANGELO
VD, Prov. di Palermo, comune di Cefalù, Pizzo S. Angelo e Gibilmanna; I.G.M. 260 IV N.O. Isnello. 1087 - Gibilmanna, luogo abitato - Starrabba 1888, p. 2. 1190 - chiesa di S. Maria de Zibelmagno - Rollus Rubeus, pp. 168-169. 1329 - priorato S. Maria di Gibilmanna - Rollus Rubeus, p. 45. 1337 - castrum et terram Sancti Angeli Bonvicini - ASPA, Archivio Belmonte, reg. 133, c. 1; Bresc 1985a, p. 64. 1338 centro fortificato di Monte S. Angelo - Michele da Piazza, p. 63. NOTE: resti del castello sono stati localizzati e descritti da H. Bresc. BIBLIOGRAFIA: G. e H. Bresc 1988, pp. 63-64; Bresc 1985a; Tullio 1985.
LOCALIZZAZIONE:
ODESVER cfr. BUONFORNELLO OGLIASTRO cfr. BOLOGNETTA 160 - PALAMIZ o RAHL BÚ 'L-MALiH
1160 - luogo abitato - Nania 1995, p. 148 nota 1. 1182 - Adrianum centro abitato - Cusa 1868-82, I, p. 195. 1277 - casale con circa 25 fuochi - Bresc 1986, I, p. 64. 1282 - universitas - Carini, Silvestri 1882, I, p. 200. 1349 - castello - Michele da Piazza, p. 358. 1416 - castrum - ACA, Cancillería 2428 c. 128v. 1488 ca. - ripopolato da immigrati albanesi - G.La Mantia 1904, p. 3. 1542 - centro abitato da albanesi - Trasselli 1982, I, p. 67. BIBLIOGRAFIA: Bresc 1972a; Giunta 1982; G.La Mantia 1904; Oliveri 1991; Po rtera 1989, pp. 158159. 162 - PARCO VM, Prov. di Palermo, Altofonte. 1149 - istituzione di un parco reale - Pirri, II, p. 1322. 1182 - monastero cistercense di S. Nicolò de Gurguro nella località della Grazia, poi Villagrazia - Cusa 1868-82, p. 194. 1307 - fondazione della chiesa e del convento cistercense di S. Maria - Pirri, II, p. 1322. 1349 - monastero Sancte Marie de Altofonte Acta Curie 8, p. 239. 1618 - rifondazione della chiesa - Pirri, II, p. 1328. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 320-21; Portera 1989,pp. 12-14.
LOCALIZZAZIONE:
163 - PARTINICO Prov. di Palermo, Partinico e monte Cesarò; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 970 ca. - «città» - Muqaddasi, in Amari 1880-81, I, p. 670. 1093 - centro abitato - Pirro, pp. 872-873. 1150 ca. - abitato sovrastato da un castello sito nel luogo detto gabân o cimitero - Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 82. 1165 - abitato e castello - Mazzarese Fardella 1983,p. 3. 1182 - centro abitato - Cusa 1868-82, p. 180 e p. 187. 1309 - licenza per la costruzione di un villaggio Pirri, II, p. 1325. 1315 - licenza per la costruzione di un castello in
LOCALIZZAZIONE: VM,
VM, Prov. di Palermo, non localizzato ma da ubicarsi presso Calatrasi. 1182 - casale Palamiz quod est vacuum - Cusa 1868-82,1, p. 201. NOTE: Nania (1995, p. 166 nota 3) propone di identificare il casale con quello chiamato in altro luogo dello stesso documento del 1182 Belich (cfr.). LOCALIZZAZIONE:
161 - PALAZZO ADRIANO VM, Prov. di Palermo, Palazzo Adriano. XII sec. - casale - Starrabba 1866, p. 9. LOCALIZZAZIONE:
93
casale Salae de nemore Partinici - Pirro,
p. 1325. 1340 - monte ubi erat castrum Partenici (D'Asaro 1994, p. 21). 1355 ca. - castrum - Librino 1928, p. 208. 1399 - terra e castello della Sala - Acta Curie 11, p. 139 e p. 209. 1434 - castrum nel quale si ferma Alfonso il Magnanimo durante una battuta di caccia ACA, Cancillería, reg. 2824, cc. lr-5r. 1515 - trappeto per le canne da zucchero - Trasselli 1982, I, p. 32 nota 1. 1548 - centro chiamato Sala di Partinico ed abitato da 70 famiglie - Fazello, I, X, III, p. 480 e II, X, I, p. 777. NOTE: il castello documentato da Idrisi corrisponde con tutta probabilità alle rovine esistenti sul monte Cesarò, l'elevato e ripido rilievo che sovrasta l'attuale comune. Il sito risulta evidentemente deserto già nel 1340, quando si parla del monte ubi erat castrum Partenici. Del castelletto trecentesco, detto la Sala di Partinico, costruito a difesa del casale tardomedievale (nucleo originario del comune attuale) sono rimasti alcuni ruderi al bordo della circonvallazione urbana, a pochissima distanza dall'Ospedale. Esistono quindi, nelle immediate vicinanze di Partinico, le rovine di due castelli medievali. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 225-226; Bibliografia Topografica, X, pp. 375-379; D'Angelo 1977; D'Asaro 1994; Giustolisi 1976; Maurici 1992, p. 342; Mazzarese Fardella 1978; Palazzolo 1988, 1989; Po rt era 1989, pp. 160-162; Peri 1953-56,1, pp. 184-185; Pomar 1981. "
ILLUSTRAZIONI: foto 27, 28 e 29. 164 - PATELLARO o BATTALARI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Bisacquino, case e contrada Battelaro; I.G.M. 258 II S.O. Bisacquino. 1150 ca. - castello (hisn) - Idri si, in Amari 1880881, I, p. 90. 1182 - castello - Cusa 1868-82, pp. 198-200. 1303 - castello - Gregorio 1874, p. 339. 1353 - arx di nuova costruzione - Michele da Piazza, p. 185. 1360 - luogo abitato - Pergamene Calatamauro, p. 115, perg. 361.
1374 - locum con 48 fuochi - Glenisson 1948,n. 16. 1423 - castell e loch - ACA, Cancillería, reg. 2427, c. 33v. NOTE: I resti del castello sono stati inglobati in una masseria più recente, attualmente in avanzato stato di degrado. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 132; Di Giorgio 1993; Maurici 1992, p. 343; Peri 1953-56,1, pp. 212-213. ILLUSTRAZIONI: foto 30. 165 - PETRALIA INFERIORE LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Petralia Sottana. 1258 - Petralia inferior Mazzarese Fardella 1983,p. 16 1282 - universitas - Carini, Silvestri 1882, I, p. 12. 1300 - castrum - Documenti 1983, p. 114. 1548 - terra con 663 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Collisani 1908; Portera 1989, pp. 163-169 166 - PETRALIA SUPERIORE LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, Petralia Soprana. 1061 - castrum - Malaterra, II, XX, p. 35. 1087 - abitato incastellato - Starrabba 1888, p. 2 1150 ca. - abitato incastellato (galca ed hisn) Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 112. 1093 - luogo abitato - Collura 1961, p. 1201 - terra e castello - Mazzarese Fardella 1983, p. 11. 1258 - terra - Mazzarese Fardella 1983, p. 16. 1282 - universitas - Carini, Sivestri 1882, I, p. 14. 1300 - castrum - Documenti 1983, p. 114. 1354 - terra et castrum - Mazzarese Fardella 1983,p. 61. 1409 - terra et castrum - ACA, Maestro Racional 2409. 1548 - terra con 663 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 341-344; Ferruzza 1935; Macaluso 1986; Portera 1989, pp. 163-169; Peri 1953-56, I, pp. 240-243; SMDS, X, pp. 219220.
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167 - PETTERANA VM, Prov. di Palermo, comune di Caccamo, pizzo Pipitone, 1 km a S della frazione di Sambuchi; I.G.M. 259 IV S.E. Sambuchi. 1097 - luogo abitato - Cusa 1868-82, I, p. 5. 1150 ca. - abitato fortificato e castello (hisn) Idrisi, in Amari 1880-81, I, pp. 85-86. 1170 - terra e castello - White 1984, p. 417. 1271 - castello e casale - I Registri, VIII, p. 69. 1282 - casale - Carini, Sivestri 1882, I, p. 135. 1337 - luogo abitato - Michele da Piazza, p. 54. 1355 ca. - castello - Librino 1928, p. 208. 1438 - feudo - Bresc, D'Angelo 1972, p. 398. NOTE: le vestigia archeologiche dell'abitato cinto di mura e del castello di Petterana sono evidentissime sul pizzo Pipitone. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 346; Barberi, III, pp. 337-339; D'Angelo 1971; Maurici 1992, p. 347; Peri 1953-56, I, pp. 50-53; Tirrito 1873, I, pp. 184185.
1904; Mandalà 1985; 1989; Portera 1989, pp. 170173.
LOCALIZZAZIONE:
ILLUSTRAZIONI: foto 31. 168 - PIANA DEGLI ALBANESI, già Piana dell'Arcivescovo e Piana dei Greci. VM, Prov. di Palermo, Piana degli Albanesi. 1487 - licentia populandi in favore di un gruppo di profughi albanesi per il feudo lu Mercu dove si vedevano certa maragmata ruiLOCALIZZAZIONE:
nosa et antiqua, in quo videtur antiquitus fuisse casale. Questo documento è alle ori-
gini dell'attuale comune - ASPA, Cancelleria, reg. 171, c. 341r; G.La Mantia 1904, p. 37 e p. 30. 1488 - stipula di Capitoli fra gli albanesi e la Mensa Arcivescovile di Monreale - La Mantia 1904, pp. 36-42. 1491 - casale di li greci - Archivio Arcidiocesi di Monreale, Mensa, busta 560, c. 2 (ex inf. ing. G. Nania). 1513 - casale Merci - Mandalà 1989, p. 105. 1556 - casale - Nania 1995, p. 128, nota 1. 1558 - casale con 306 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 346-48; Bresc 1972a; Fazello, I, III , III, p. 481; Giunta 1989; La Mantia
169 - POLIZZI VD, Prov. di Palermo, Polizzi Generosa. 1087 - centro abitato - Pirri, col. 495. 1150 ca. - castello (hisn) - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 112. 1193 - terra demaniale - Kehr 1962, pp. 473-474. 1206 - casale - Mongitore 1721, p. 19. 1269 - terra - Bresc, D'Angelo 1972, p. 399. 1274 - terra e castello demaniali - Sthamer 1914, p. 127. 1282 - universitas - Carini, Sivestri 1882, I, p. 12 1299 - terra e castello - ASPA, Tabulano Magione, perg. 329. 1301 - vi risiede per qualche tempo Federico III Acta siculo-aragonensia, II, p. 67. 1322 - terra - Acta Curie 6, p. 54. 1335 - terra - Acta Curie 6, p. 150. 1354 - terra e castello - Michele da Piazza, pp. 194196. XV sec. - terra e castello demaniali 1548 - terra con 1790 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Bibliografia Topografica, X, pp. 134-136; Maurici 1992, p. 351; Peri 1953-56, I, pp. 231-233; Peri 1955, pp. 630-631; Portera 1989, pp. 174-176; Tessuti e castelli, pp. 31-33.
LOCALIZZAZIONE:
170 - POLLINA VM, Prov. di Palermo, Pollina. 1087 - centro abitato - Pirri, col. 495. 1137 - terra - Garufi 1912, p. 352. 1167 - casale - Pirri, p. 802. 1232 - castellum - Pirri, p. 806. 1282 - universitas - Carini, Silvestri 1882, p. 16, p. 199. 1308-10 - castrum - Sella 1944, p. 32. 1321 - castellum - Mazzarese Fardella 1983 , p. 35. 1408 - terra e castello - Gregorio 1791-92, II, p. 498. 1548 - terra con 360 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: spettacolari avanzi delle mura di cinta e della torre mastra del castellum. LOCALIZZAZIONE:
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BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 382-383; Filangeri 1985; Maurici 1992, p. 352; Peri 1953-56,1, pp. 6971; Portera 1989, pp. 177-181; SMDS, VI, p. 52. ILLUSTRAZIONI: foto 32.
171- PRIZZI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Prizzi. ca. 1150 - castello (hisn) e borgo (rabad) - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 87. 1161 - Tenimentum castri Pericii - Nania 1995, p. 141; Bresc, D'Angelo 1972, p. 399. 1199 - castrum - Winkelmann 1880, p. 73. 1282-83 - universitas (S. Angeli Pericii) - Carini, Silvestri 1882, I, p. 12, p. 295, p. 365). 1328 - casale - Acta Curie 4, p. 137. 1332 - casale - Guccione 1982, p. 10. 1349 - casale o terra - Acta Curie 8, p. 73, p. 214. 1355 ca. - castrum - Librino 1928, p. 209. 1408 - locum - Gregorio 1791-92, I, p. 489. 1548 - terra con 345 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: pochi resti del castello sussistono al vertice del rilievo cui si abbarbica il centro abitato. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 288-289; Barberi, III, pp. 400-402; Marsala 1980; Maurici 1992, p. 353; Milazzo 1961; Oliveri 1989; Peri 1953-56, I, pp. 214-216; Portera 1989, pp. 182-185; Tirrito 1873, I, pp. 162-164.
172 - PUCCIA LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune di Polizzi Generosa, serra di Puccia e masseria Puccia; I.G.M. 259 II S.E. Vallelunga Pratameno; I.G.M. 260 III S.O. Resuttano. 1275 - casale - I Registri, XIII, p. 28. 1330 - feudo spopolato - ASPA, notaio S. Pellegrino, reg. 3, c. 108v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 399.
173 - QABIYANA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato. 1178 - luogo abitato dell' arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 15.
QALcAT AS-SIRAT cfr. COLLESANO 174 - QALcAT AT-TARiQ (la «rocca della via») LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non iden-
tificato con certezza ma da ubicarsi nel corleonese. 1150 ca. - galca a nove miglia da Corleone - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 87. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 173. 175 - QANNASH o KINNES
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza. 1182 - centro abitato della divisa Battalari - Cusa 1868-82, p. 199. 1183 - casale dell'arcidiocesi di Monreale - Cusa 1868-82, II, p. 284. QUGANAH cfr. COCHENA 176 - RACALBALATA
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, presumibilmente masseria e contrada Balate, 5 km. a NE di Caltavuturo; I.G.M. 259 II N.E. Caltavuturo. 1274 - casale - I Registri, XIII, p. 29. 177 - RACALI o RAGALI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Partinico, case Racali o Ragali 2 km. a S di Partinico; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 1130 - casale - Bresc 1995a, p. 93. 1182 - fonte e torre Herculis (ma nel testo arabo Rakla) - Cusa 1868-82, p. 181 e p. 190. 1327 - fonte (fons rachali) - Cusa 1868-82, p. 208. 1488 - taberna vocata di Raxali - Nania 1995, p. 178 nota 11. 1638 - fondaco - Nania 1995, p. 178 nota 11. NOTE: cfr. BIRAKLA. 178 - RACALZARCATI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Mandra Zarcati, 3 km a N.E. di Torretta; I.G.M. 249 II N.O. Torretta.
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1202 - Zarchante, casale nel tenimento di Carini - Gregorio 1873, p. 199 nota 3. 1240 - casale -ASPA, Archivio Camporeale, 260, cc. lr-2v. sec. XVII - feudo Racalzarcati - ASPA, Conservatoria del Real Patrimonio, Investiture, reg. 1140, c. 189r. NOTE: nel feudo venne edificato nel XVII secolo il comune di Torretta (cfr.). 179 - RACHALDENI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato ma da ubicarsi presso Calatrasi. 1305 - Rachaldeni, presso Calatrasi - Garufi 1902, p. 68. RACHALMINGI cfr. REGALMICI
180 - RACHALMUNX o CASALE DE MONACIS LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, ipoteticamente Monaci, appena a N del comune di Borgetto; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 1361 - tenimentum terrarum unum vocatum Racalmunx in arabica lingua, latine vero Casale de Monacis - ASPA, S Martino 2° fondo, busta
1567, c. 109; Nania 1995, p. 112 nota 2. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 112. 181 - RACHALZAFI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, ex feudo Rafalzafi, 7 km ad E di Filaga; I.G.M. 259 III S.O. Filaga. 1300 - casale - ASPA, Tabulario Magione, perg. 337; Bresc, D'Angelo 1972, p. 400. BIBLIOGRAFIA: Barberi, III, pp. 272-278; Tirrito 1873, I, pp. 214-15. 182 - RACIURA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Caccamo, monte Ragiura e vallone Rociura; I.G.M. 259 III N.E. Roccapalumba e 259 II N.O. Alia. 1170 - casale - Garufi 1914, p. 100. 1240 ca. - casale - Collura 1961, p. 311.
1431 - feudo e masseria Ralchura - Dentici Buccellato 1982, p. 165. BIBLIOGRAFIA: Bresc, D'Angelo 1972, p. 399. 183 - RAHAL ABDELLA o RAHL cABD ALLAH LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Camporeale, contrada Rapitalà; I.G.M. 258 IV N.O. Alcamo. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 194. 1307 - casale Abdelali (?) - Pirro, II, p. 1324. 1327 - tenimentum terrarum... vocatum Rabitalari - Nania 1995, p. 89 nota 1, 1445 - feudo - D'Angelo 1973, p. 11. 1483 - territorio - Archivio Parrocchiale di S. Nicolò da Tolentino, Palermo, numerazione provvisoria 722 (1483, dic. 3). BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 137. 184 - RAHL ABU 'L -LUQAM LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato, da ubicarsi probabilmente non lontano da CURBICI. 1182 - via Bulluchum - Cusa 1868-82, p. 186. 1183 - rahal Buallocom, luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale; Cusa 1868-82, p. 733; Garufi 1902, p. 26. 185 - RAHL ABU QULM LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, forse monte Colomba, fra Bisacquino e Prizzi; I.G.M. 258 II S .O. Bisacquino. 1183 - casale - Garufi 1902, p. 26. 186 - RAHALALLUM o RAHL cALUN
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza ma da ubicarsi nel corleonese. 1182 - casale della magna divisa di Corleone Cusa 1868-82, I, p. 194. 187 - RAHALAMRUM o RAHL cAMRIIN LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo (?), non identificato con certezza ma da localizzarsi non
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lontano da Calatrasi, verosimilmente ad E del monte Orsino. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 188. 1269 - casale in territorio di Calatrasi - D'Angelo 1973,p. 10. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 105.
di Monreale, masseria Arcivocale; I.G.M. 258 I S.O. Rocche di Rao. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, 189. 1451 - feudo - Nania 195, p. 44 nota 39. XVI sec. - feudo Arcivocale - Nania 1995, p. 107. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 106-107.
RAHL cAMMÂR cfr. AMARII
193 - RAHALECEYA
188 - RAHALBACAL
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con precisione, forse corrispondente a RAHALIGEUS . 1130 - casale - Bresc 1995a, p. 94. 194 - RAHALFARRUG o RAHL FARRI G
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, presso Cefalù, non identificato con certezza. BIBLIOGRAFIA: Bresc 1985a, p. 55. 189 - RAHALBAHARI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, ipoteticamente presso portella di Poira, 8 km a N.O. di Corleone; I.G.M. 258 I S.O. Rocche di Rao. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 180. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 64-65.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da localizzarsi fra S. Cipirrello e Camporeale dove, 3 km. ad E di Camporeale, esiste una contrada Fargiuni; I.G.M. 258 IV S.E. (ex inf. ing. G. Nania). 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 191. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 118.
190 - RAHALBENSEHEL o RAHL IBN SAHL
195 - RAHALGALID o RAHL AL -GALiZ
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi con verosimiglianza non lontano da contrada e masseria Pernice; I.G.M. 258 IV S.E. Camporeale. 1154 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 34. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 192. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 120 e 122-23 191- RAHALBIAT LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, ubicato tradizionalmente nel territorio urbano dell'attuale comune di Castronuovo di Sicilia, nei pressi del convento dei Cappuccini. 1240 ca. - casale - Collura 1961, p. 305. BIBLIOGRAFIA: Bresc, D'Angelo 1972, p. 399; Tirrito 1873, I, pp. 171-72. 192 - RAHALBUKAL o RAHL AL -BLTQÂL LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi probabilmente a S delle case Cartafalsa; I.G.M. 258 IV S.O. Monte Pietroso. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 189. 196 - RAHALGIDIT o RAHL AL-GADiD
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi verosimilmente a S di Partinico, forse alle pendici del monte Belliemi. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 104. 1280 - casale Rachalgidit - Garufi 1902, p. 58. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 104. 197 - RAHALGIUNTA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi nei pressi della stazione di Lercara Friddi. 1300 - casale - ASPA, Tabulario della Magione, perg. 337; Bresc, D'Angelo 1972, p. 399. 1327 - territorio - ASPA, notaio R. Citella, spez-
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zone 89; Bresc, D'Angelo 1972, p. 399.
203 - RAHALMINAWI o RAHL AL -MINAWi
198 - RAHALIGEUS o RAHL AL-GAWZ
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, contrada Realcelsi; I.G.M. 249 II S.O. Monre al e. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 193. 1457 - feudo - D'Angelo 1973, p. 11. 1499 - feudo - Nania 1995, p. 131, nota 2. 1590 - feudo - Nania 1995, p. 131, nota 1. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 131-33. 199 - RAHALKARRAM
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, verosimilmente monte Calcerame, a Sagana, 1,5 km. a S.E. di Montelepre, IGM 249 III S.E. Partinico. 1130 - tenimentum terrarum - Bresc 1995, p. 80 e p. 92. NOTE: cfr. SAGANA. 200 - RAHALKERAMES
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, probabilmente Cozzo S.Nicola, 5 km a S di Campofelice di Fitalia; I.G.M. 259 III N.O. Vicari. 1136 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 115. 1271 - casale spopolato - ASPA, Tabulano Magione, perg. 563; Bresc, D'Angelo 1972, p. 399. BIBLIOGRAFIA: Bresc 1992; Tirrito 1873, I, pp. 175176.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, da ubicarsi presso Prizzi. 1183 - casale dell'arcidiocesi di Monreale - Cusa 1868-82, II, p. 264 204 - RAHALMISSIMON
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, presso Carini ma non identificato con certezza. 1207 - casale - Kehr 1904, p. 175. BIBLIOGRAFIA: Bresc 1986, II, p. 585 n. 28. 205 - RAHALMUD o RAHL AL -MUDD
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma con certa verosimiglianza da ubicarsi nell'area compresa fra case Fraccia, case Pignicello e Baglio Morana; I.G.M. 258 IV N.O. Alcamo. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 190. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 114. 206 - RAHALNICOLA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Palazzo Adriano, monte S.Nicola; I.G.M. 266 I S.E. Cianciana. 1171 - casale - Collura 1961,p. 59.
201- RAHALHUMUR
207 - RAHALSTEPHANI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, da localizzarsi però verosimilmente non lontano da Caltafalsa; I.G.M. 258 IV S.O. Monte Pietroso. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 189.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, solo ipoteticamente contrada le Rocche, 2 km ad E di Roccapalumba; I.G.M. 259 III N.E. Roccapalumba. 1195 - casale - Mongitore 1734, p. 86. 1211 - casale - Pirri, I, col. 136. 1330 - feudo spopolato - ASPA, notaio S. Pellegrino, reg. 3, c. 108v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 400. NOTE: in contrada le Rocche scavi rimasti inediti hanno messo alla luce tracce di un abitato dell'XIXII secolo. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, pp. 174-175.
202 - RAHALMIE o RAHL AL-MAYA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, da ubicarsi probabilmente fra Monte Jato e Corleone. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 183. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 74-75.
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208 - RAHALTAURI o RAHL ATH THAWR
213 - RAVANUSA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con precisione, da ubicarsi nel corleonese, forse presso il corso del torrente Realbate. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 194. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 136.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, masseria e contrada Ravanusa, ad O di Roccamena; I.G.M. 258 IV S.O. Monte Pietroso. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 26.
209 - RAHALUMUR
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato ma da localizzarsi non lontano da Jato. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 181. 210 - RAHALUTA o RAHL AL -WATf1
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Paletnto, non identificato con certezza, ma da ubicarsi non lontano da Rapitalà 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, pp. 186-187. NOTE: Nania 1995, p. 93 ritiene possa identificarsi con GIARDINELLO (cfr.) BIBLIOGRAFIA: Amari, Dufour 1859, p. 49; Nania 1995, p. 93. 211- RAJA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Palazzo Adriano, costa e case Raia, 5 km a O di Prizzi; I.G.M. 258 II S.E. Prizzi. 1150 ca. - luogo abitato - Idrisi, in Amari 188081,I,p.87. 1161 - luogo abitato (?) - Nania 1995, p. 142. 1182 - luogo abitato (?) - Cusa 1868-82,1, p. 195. 212 - RANDE
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, monte Renda presso la frazione di Pioppo; I.G.M. 249 II S.O. Monreale. 1182 - luogo abitato - Cusa 1868-82, I, p. 193 1524 - quadam curte in medio feudi eiusdem monasterii in loco dicto Renda - Nania 1995, p. 130, nota 1. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 130.
214 - REBUTTONE
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, por -telamonRbu,3k.aSEdiAltofonte; I.G.M. 249 II S.0. Monreale e II S.E. Misilmeri 1155 - casale Butont in contrada Menneni - Mongitore 1734, p. ; Amari, Dufour 1859, p. 33. 1491 - feudum vocatum Ralbuttuni - Nania 1995, p. 19 nota 5. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 19 nota 5. 215 - REGALGIOFFOLI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Roccapalumba, frazione di Regalgioffoli. 1398 - feudo Rachalyofalu sito fra i territoriis terrarum Caccabi et Biquari - ASPA, Cancelleria, reg. 34, c. 85v. 1431 - feudo, concessione di licentia populandi forse alle origini dell'attuale abitato - Tirrito, I, p. 184. BIBLIOGRAFIA: Barberi, III, pp. 271-272; Tirrito 1873, I, p. 184. 216 - REGALMICI
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sici lia, Baglio Regalmici e cozzo Castellaccio; I.G.M. 259 II S.O. Valledolmo. 1271 - casale - I Registri, VIII, p. 72. 1289 - casale - ex. inf. H. Bresc. 1320 ca. - casale - Bresc, D'Angelo 1972, p. 400. 1401 - feudo - ASPA, Cancelleria, reg. 39, c. 341v.; Bresc, D'Angelo 1972, p. 400. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 401; G. e H. Bresc 1988, pp. 66-67; Tirrito 1873, I, p. 181.
100
217 - REGALSCIACCA
VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, cozzo e contrada Regalsciacca, 4 km ad E di Castronuovo di Sicilia; I.G.M. 259 III S.E. Lercara Friddi. 1132 - casale - Spata 1861, p. 431. prima del 1340 - feudo - Barberi, III, p. 220. NOTE: nella contrada sussistono tombe ad arcosolio, alcune delle quali modificate e reimpiegate, un «palmento» scavato nella roccia e traccie di abitazioni (fori per travi) addossate a emergenze rocciose. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 172. LOCALIZZAZIONE:
218 - REGIOVANNI
VD, Prov. di Palermo, comune di Gangi, case Regiovanni, 9 km a S di Gangi; I.G.M. 260 II S.O. Villadoro e 260 III S.E. Alimena. 1195 - casale Rahaljohannis -1VMazzarese Fardella 1983,p. 6. 1230 - è ricordato un Prothasius dominus Rahaliohannis - Sciascia 1994, p. 45. 1273 - è ricordato un Guglielmo de Rahaljohannis - I Registri, IX, p. 279. 1300 - castrum - Nicolò Speciale, in Gregorio 1791-92, I, p. 433. 1336 - castrum - Michele da Piazza, pp. 52-53 e Bresc 1975, p. 432 n. 20. 1396 - castellu et fegu - Flandina 1886, p. 147. 1408 - castello e feudo - Gregorio 1791-92, II, p. 492. 1558 - castello in rovina - Fazello, I, III, III, p. 277 e I, X, II, p. 446. NOTE: il castello consta di una serie di ambienti scavati in un gigantesco pinnacolo roccioso alla base del quale si dispone una struttura edilizia a «baglio» completamente rimaneggiata. BIBLIOGRAFIA: Barberi, I, pp. 133-7; Bresc 1983; Filangeri 1985, figg. 13-15. LOCALIZZAZIONE:
ILLUSTRAZIONI:
foto 33.
219 - RIENA
VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, case Riena; I.G.M. 259
LOCALIZZAZIONE:
III S.O. Filaga. 1284 - casale - La Mantia 1918, p. 113. 1320 ca. - casale - Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. 1396 - territorium - Barberi, III, p. 218. 1441 - feudo - ASPA, notaio G. Maniscalco, reg. 342; Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 215. 220 - RIFESI
VM, Prov. di Palermo, comune di Palazzo Adriano, bosco e santuario di Rifesi, a S di Palazzo Adriano; I.G.M. 266 I N.E. Bivona. 1170 - chiesa di S. Giorgio de Refes - Collura 1961, p. 49. 1171 - chiesa di S. Maria - Collura 1961, p. 57 1177 ca. - monastero della Ss. Trinità e chiesa di S. Giorgio - Collura 1961, p. 64. 1188-91 - chiesa di S. Maria - Collura 1961, p. 87. 1260 - chiesa di S. Maria - Collura 1961, pp. 163-168. 1261 - chiesa diruta - Collura 1961, p. 172. 1270 - chiesa di S. Maria - Collura 1961, p. 207. 1274 - chiesa della Ss. Tri nità - Collura 1961, p. 220. BIBLIOGRAFIA: Di Stefano 1955, pp. 47-48, figg. 146-147; Tirrito 1873, I, pp. 148-150. LOCALIZZAZIONE:
221- RIGARD o RICCARDO
VM, Prov. di Palermo, non identificato con sicurezza. 1183 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, 26. LOCALIZZAZIONE:
222 - ROCCAPALUMBA
VM, Prov. di Palermo, Roccapalumba. 1417 - feudo la Palumba - Lionti 1891, p. 231. XV sec. - feudo Petra di la palumba - Dentici Buccellato 1982, p. 158. 1641 - costruzione delle prime case del paese Garufi 1922, p. 31. 1670 - villaggio di 228 abitanti - Garufi 1922, doc. 4. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 433; Garufi 1922; Portera 1989, pp. 188-189. LOCALIZZAZIONE:
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223 - ROCCELLA
225 - RUQQÂH BASILI
Prov. di Palermo, comune di Campofelice di Roccella, castello di Roccella; I.G.M. 259 I N.E., Campofelice di Roccella. 1087 - Roccamaris - Pirro, col. 495. 1136 - chiesa di S. Giovanni Roccelle - Garufi 1899, pp. 25-26. 1150 ca. - casale e castello - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 64. 1191 - castello (?) - Rambauld de Vaqueiras, in Poesie Provenzali, p. 131 v. 46. 1205 - Roccella - Battaglia 1896, p. 125. 1221 - castello - H.-B., II, p. 199. 1371 - castello e «caricatore» frumentario - Mazzarese Fardella 1983, p. 90. prima del 1385 - ricostruzione del castello - Mazzarese Fardella 1983, p. 115. 1409 - castello - ACA, Maestro Racional, reg. 2506. 1418 - castello stretto d'assedio - Corrao 1988, p. 67. 1558 - castello - Fazello I, I II , III , p. 418 e I, X, I, p. 448. 1699 - licentia populandi alle origini dell'attuale comune di Campofelice di Roccella ASPA, Protonotaro, reg. 724, c. 25; Garufi 1946-47,p. 124 NOTE: i resti più notevoli del castello, costruito in ottima posizione su un affioramento roccioso in riva al mare, sono lo spettacolare torrione, a tre piani con splendide volte costolonate e gli ambienti voltati a botte che costituivano il piano inferiore di un grande palazzo per il resto totalmente distrutto. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 436; Corrao 1988; Maurici 1992, p. 357 e 1994; Noto 1980; Santini 1984; Spatrisano 1972, pp. 168-177.
LOCALIZZAZIONE:
LOCALIZZAZIONE: VD,
ILLUSTRAZIONI: foto 34. 224 RUGIR o RAHL RUGIR («il casale di Ruggero»)
Prov. di Palermo, non identificato con certezza; ipoteticamente contrada Rugirello presso Bisacquino; I.G.M. 258 II S.O. Bisacquino. 1178 - casale dell'arcidiocesi di Monreale - Cusa 1868-82, p. 143. 1183 - casale - Garufi 1902, p. 26. LOCALIZZAZIONE: VM,
Prov. di Palermo, non identificato con esattezza. 882 - «Città del Re» fortezza edificata dalle truppe bizantine - Ibn al Athir, in Amari 1880-81,1, p. 398., 1150 ca. - rocca - Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 114. NOTE: le proposte di identificazione più verosimili sembrano quella con il sito del casale Fisaula, presso Castelbuono, proposta da Peri (1953-56, I, p. 244) e l'altra con Ipsicrò e quindi Castelbuono. Non può escludersi, come ritenuto dall'Amari, neanche una ipotetica identificazione con Polizzi Generosa. 226 - SABUCI VM, Prov. di Palermo, non identificato con esattezza ma da ubicarsi presso Calatialci, cfr. 1182 - casale de ll a divisa o nelle vicinanze di Calatialci - Cusa 1868-82, I, p. 197. LOCALIZZAZIONE:
227 - SAFI o RAHL SÂFi
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da identificarsi fra monte Jato e monte Maranfusa-Calatrasi. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 181. 1280 - tenimentum terrarum Rachalsaphi presso Calatrasi - Garufi 1902, p. 56. 228 - SAGANA LOCALIZZAZIONE:
VM, Prov. di Palermo, comune
di Monreale, contrada Sagana; I.G.M. 249 III S.E. Partinico. 1093 - casale - Pirro, pp. 842-843. 1182 - casale - Cusa 1868-1882, pp. 180-181. 1319 - masseria - Lo Brano 1997, p. 32. 1352 - casale - Lo Brano 1997, p. 131. 1373 - masseria - Lo Brano 1997, p. 41. 1536 - feudo - Lo Brano 1997, p. 42. NOTE: Lo Brano 1997 p. 16 ipotizza, con buoni argomenti, che il casale di Sàgana non sia altro che una seconda denominazione di RAHALKARRAM (cfr.) BIBLIOGRAFIA: Lo Brano 1997.
102
1355 ca. - fortellicium - Librino 1928, p. 207. 1418 - castello - ASPA, notaio N. Iskinono, spezzone 53; Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. 1558 - chiesa di S. Michele e torre di guardia da poco edificata - Fazello, I, VIII, I, p. 404. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 111.
229 - SAN CARLO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, San Carlo, frazione del comune di Chiusa Sclafani. 1628 - licentia populandi per il feudo Casale del Monaco, alle origini dell'attuale abitato ASPA, Protonotaro, 541, c. 192; Giuffrè 1979, p. 228. 1653 - casale con 69 abitanti - Giuffrè 1979,p. 228.
233 - SAN NICOLA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, San Nicola l'Arena. 1440 - licenza di impiantare una tonnara e costruire una torre per sua protezione - ACA, Cancillería, reg. 2833, c. 125r-v. 1558 - castello - Fazello, I, VIII, I, p. 404. 1759 - tonnara e fortezza - Amico, II, p. 197. NOTE: la torre quattrocentesca, cilindrica, è in buono stato di conservazione.
230 - SAN GIOVANNI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Montemaggiore Belsito, cozzo S. Giovanni, 6 km. a N.E. di Alia; I.G.M. 259 II N.O., Alia. 1343 - territorio o casale - Barberi, III, p. 378. NOTE: sul cozzo S. Giovanni (m. 670) sussistono abbondanti tracce archeologiche dell'insediamento medievale. BIBLIOGRAFIA: Bresc, D'Angelo 1972, p. 401; Tirrito 1873, I, p. 186.
234 - SAN PIETRO di CASTRONUOVO VM, Prov. di Palermo, comune di Castronuovo di Sicilia, casale e chiesa di S. Pietro, lungo la strada statale 189,1 km a S della Stazione ferroviaria di Castronuovo di Sicilia; I.G.M. 259 III S.E. Lercara Friddi. 1094 - chiesa cum terris, vineis et viginti villanis Pirri, p. 771; Margagliotta 1989, p. 24 nota 11. 1101 - casale - Margagliotta 1989, p. 24 nota 13. 1108 - chiesa - White 1984, p. 392; Collura 1955, p. 563. 1289 - casale - ASPA, Tabulario di Cefalù, perg. 61; Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. 1375 - feudo - Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. 1396 - casale e torre -ASPA, Cancelleria, reg. 25, c. 136; Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. 1476 - fondaco - Margagliotta 1989, p. 24 nota 23. NOTE: le strutture della chiesa, della torre e del fondaco, sostanzialmente ancora intatte, necessiterebbero un immediato intervento di salvaguardia. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, pp. 197-98; Margagliotta 1989. LOCALIZZAZIONE:
231 - SAN MAURO LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, San Mauro Castelverde. 1271 - castrum - Documenti 1983, p. 82. 1274-81- castello demaniale - Sthamer 1914, p. 66. 1308-10 - castrum - Sella 1944, p. 60. 1320-21 - restauri al castello - Mazzarese Fardella 1983,p.43. 1408 - terra e castello - Gregorio 1791-92, II , p. 498. 1548 - terra con 836 fuochi - Fazello, II , X, I, p. 777. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 60-61; Portera 1989, pp. 194-199; SMDS, IV, pp. 55-60; IX, pp. 269-276. 232 - SAN MICHELE DI CAMPOGROSSO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Comune di Altavilla, contrada S. Michele; I.G.M. 250 III S.ENicola'Aren;IG.M250SOBagheria. 1134 - chiesa di S. Maria di Campogrosso - Cusa 1868-82,1, p. 13. 1169 - casale cAyn bi-l-liân - Cusa 1868-82, p. 76. 1173 - chiesa di S. Maria di Campogrosso - Gregorio, Considerazioni, I, p. 296 nota 2. 1285 - chiesa di S. Michele - Mortillaro 1842, p. 85.
ILLUSTRAZIONI: foto 9. 235 - SANTA CRISTINA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Santa Cristina Gela.
103
1491 - feudum Sancte Cristine - Nania 1995, p. 19 nota 5. fine XVII secolo - fondazione del comune attuale da parte di un gruppo di abitanti di Piana degli Albanesi. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 361; Portera 1989, pp. 200-202.
1672 - licentia populandi all e origini de ll 'odierno comune - ASPA, Protonotaro, reg. 644, c. 103; Garufi 1946-47, II, p. 124. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, pp. 468-470; Portera 1989, pp. 207-209.
236 - SANTAGANI
LOCALIZZAZIONE: VM,
VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, c.da S. Agata I.G.M. 258 I N.E. Marineo. 1182 - casale ed ospedale - Cusa 1868-82, I, p. 180 e p. 197. 1558 - monte Santagano - Fazello, I, VI, III, p. 322. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 156-57. LOCALIZZAZIONE:
SAPSAP cfr. CHASU 237 - SARANE o SCIARANE o ESCIARANI o RAHL AS-S AcAR^1Ni LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, molto probabilmente contrada Ciandro, tre chilometri a S.O. di Casteldaccia, comune di Casteldaccia; I.G.M. 250 III S.O. Bagheria. 1143 - casale presso Misilmeri - Garofalo 1835, p. 14; Cusa 1868-82, p. 68. 1172 - casale - Garofalo 1835, p. 29; Cusa 186882, p. 80. BIBLIOGRAFIA: Amari, Dufour 1859, p. 48; Bresc, D'Angelo 1972, p. 395. 238 - SCHIMESA o SIMMES o SESMES VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza ma da ubicarsi non lontano dal castello della Margana, presso Vicari. 1136 (?) - casale (Eximes) del territorio di Vicari, confinante con Rahalkerames - Cusa 186882,I,p.115. 1155 - casale - ASPA, Tabulario Magione, perg. 77; Bresc, D'Angelo 1972, p. 401. 1272 - casale - I Registri, IX, p. 66. BIBLIOGRAFIA: Tirrito 1873, I, p. 176.
LOCALIZZAZIONE:
239 - SCIARA LOCALIZZAZIONE:
VM, Prov. di Palermo, Sciara.
240 - SCILLATO prov. Palermo, Scillato. 1190 - mulino presso Scillato - Pini, p. 840. 1379 - contrata - Giambruno 1909, p. 70. BIBLIOGRAFIA: Portera 1989, pp. 210-211. 241 - SCLAFANI VM, Prov. di Palermo, Sclafani Bagni. 938 - centro abitato - Amari 1933-39, II , p. 225. 1087 - centro abitato - Pirri, I, col. 495. 1150 ca. - centro abitato - Idrisi, in Amari 188081, I, pp. 111-112. 1164 - oppidum - Falcando, p. 15. 1283 - universitas - Carini, Silvestri 1882, I, p. 293. 1308-1310 - castrum - Sella 1944, p. 32. 1349 - terra- Acta Curie 8, p. 128. 1355 ca. - terra et castrum - Librino 1928, p. 208; Michele da Piazza, pp. 383-384. 1376 - abitato - Glenisson 1948 n. 19. 1558 - terra con 247 fuochi - Fazello, II , X, I, p. 777. NOTE: i ruderi della torre mastra sono gli avanzi più importanti del castello; rimane inoltre un tratto delle mura urbane con un bel portone ogivale sormontato dallo stemma degli Sclafani. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 477-79; Barberi, Magnum Capibrevium, p. 188; Cipolla 1880; Maurici 1992, p. 368; Peri 1953-56, I, pp. 227228; Portera 1989, pp. 212-214. LOCALIZZAZIONE:
242 - SÉNORE VM, Prov. di Palermo, comune di Contessa Entellina, vallone Sénore, presso Calatamauro; I.G.M. 258 III S.E. Contessa Entellina e 258 III S.O. S. Margherita. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 199. 1185 - casale - Pirro, I, p. 461. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 495.
LOCALIZZAZIONE:
SESMES cfr. SCHIMESA
104
SIMMES cfr. SCHIMESA
248 - TERMINI
243 - SOLANTO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Termini Imerese. 970 ca. - città - Al Muqaddasi, in Amari 1880-81, II, p. 670. 1130 - civitas et castellum - Pirro, I, col. 84. 1150 ca. - abitato fortificato e castello (hisn e galca) Idrisi, in Amari 1880-81, I, p. 63. seconda metà XII secolo - oppidum - Falcando, p. 38. 1185 - città con castello e sobborgo - Ibn Giubayr, in Amari 1880-81, II, p. 153. 1274-82 - città e castello demaniali - Sthamer 1914, p. 66. 1355 ca. - terra e castello - Librino 1928, p. 207. 1409 - terra e castello demaniali - ACA, Maestro Racional 2509. 1548 - terra con 1747 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 776. BIBLIOGRAFIA: Balsamo 1964; Bozzo 1878; Buccellato Dentici 1976; Portera 1989, pp. 215-220.
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Solanto. 1393 - torre e tonnara - ASPA, Cancelleria, reg. 19, c. 109; Bresc, D'Angelo 1972, p. 402. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 528-29; Fazello, I, VIII, I, p. 404. 244 - SUMMINI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza, da ubicarsi a N.O. di Corleone, forse nei pressi di Borgo Schirò. 1182 - casale (?) Cusa 1868-82, I, p. 184. BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, pp. 84-85. 245 - SUQ AL-MARCA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato. 1183 - luogo abitato dell' arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 26. 246 - TANEPERI o AT-TANÂBARI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, non identificato con certezza. 1178 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Garufi 1902, p. 10. v 247 - TARGIA o DARGIA o AD-DARLA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, probabilmente Scala della Targia, presso case della Neviera, sul versante occidentale del monte Pizzuta; I.G.M. 258 I N.O. Piana degli Albanesi. 1182 - luogo abitato dell'arcidiocesi di Monreale - Cusa 1868-82, I, p. 180. 1183 - luogo abitato - Garufi 1902, p. 25. 1508 - contrata di la curti et di la targia secus pheudum di la ginestra - Nania 1995, p. 62. NOTE: il toponimo Scala della Targia, non registrato dalla moderna cartografia, è però riportato da carte topografiche ottocentesche (ad es. una, d'autore ignoto, del 1836; cfr. Nania 1995, cartina 13).
249 - TERRASINI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Terrasini. 1350 - feudo - ASPA, Tabulario di S. Martino, perg. 158. sec: XVII - inizio dello sviluppo del comune odierno. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 596; Portera 1989, pp. 221-223. 250 - TORRETTA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Torretta. 1461 - contrada - ASPA, notaio G. Randisi, reg. 1153, c. 63v. 1634 - licentia populandi per il feudo Rachalzarcati alle origini dell'odierno comune di Torretta - ASPA, Protonotaro, reg. 581, cc. 42r-43v. NOTE: cfr. RACHALZARCATI. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 604; Portera 1989, pp. 226-228. 251 - TRABIA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Trabia. 1150 ca. - luogo abitato - Idrisi, in Amari 188081, I, p. 63. 1445 - torre - ASPA, Protonotaro, reg. 35, c. 118v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 402.
105
1509 - torre - Lanza di Trabia 1878. 1653 - licentia populandi alle origini del comune attuale - ASPA, Conservatoria Real Patrimonio, Mercedes, reg. 327, c.169; Garufi 1946-47, II, p. 124. BIBLIOGRAFIA: Amico, III, pp. 607-608; Barberi, III, pp. 349-353; Belvedere et al. 1979; Dentici 1980; Lanza di Trabia 1878; Portera 1989, 1989, pp. 229-233; SMDS, V III, pp. 103-111. 252 - TRAPPETO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Trappeto. 1448 - licenza per costruire un castello a protezione del trappeto di canna da zucchero del tesoriere Nicolò Leofante - ACA, Cancillería, reg. 280, c. 174v. sec. XIX - sviluppo dell'attuale comune BIBLIOGRAFIA: Tuzzo 1977, 1987. 253 - TUDIA LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune di Castellana Sicula, Borgo Tudia; I.G.M. 260 III S.O. Resuttano. 1398 - feudo, ex casale - ASPA, Cancelleria, reg. 44, c. 237v; Bresc, D'Angelo 1972, p. 402. 254 - TURRUS o TERRUS LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Bisaquino, S. Biagio; I.G.M. 266 IV N.E. Sambuca di Sicilia. 1151 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 132. 1183 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 285. 1184 - casale - Del Giudice 1849, p. 29. 1303 - villaggio - Gregorio 1874, p. 339. fine sec. XVII - feudo Tarusio o S. Biagio - Nania 1995,p. 155. BIBLIOGRAFIA: Bresc 1992; Nannia 1995, p. 155.
BIBLIOGRAFIA: Nania 1995, p. 67. 256 - USTICA LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Ustica. 1150 ca. - isola con ancoraggio - Idrisi, p. 52. 1284 - monastero benedettino di S. Maria di Ustica - Pirri, I, col. 153 1312 - chiesa di S. Maria decaduta per le incursioni nemiche e l'incuria dei responsabili Pirri, I, col. 157. 1326 - monastero - Pirri, I, col. 159. XV sec. - isola deserta - Trasselli 1966. XVI sec. - isola deserta e covo di pirati - Trasselli 1966. XVII sec. - isola deserta e covo di pirati - Trasselli 1966. 1759-1761 - popolata da coloni provenienti soprattutto da Lipari - Amico, II, p. 641. 1763 - saccheggiata dai barbareschi - Amico, II, p. 641 BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 640-641; Tranchina 1885; Trasselli 1966. 257 - VALLEDOLMO già CASTRONORMANNO LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Valledolmo. 1650 - licentia populandi alle origini dell' odierno comune - ASPA, Protonotaro, reg. 597, c. 198; Garufi 1946-47, II, p. 124. BIBLIOGRAFIA: Bellanca, Rinella 1981; Portera 1989, pp. 239-241. 258 - VELI
UAZAN cfr. HUZEN
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo (?), non identificato ma da localizzarsi lungo il fiume di Sirignano, molto probabilmente sulla riva pertinente oggi alla provincia di Palermo. 1182 - casale - Cusa 1868-82,1, p. 181.
255 - URSINE o WARSIN
259 - VENEROSO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Monreale, monte Orsino e contrada Pietra Orsino; I.G.M. 258 IV S.O. Monte Pietroso. 1182 - casale - Cusa 1868-82, I, p. 181.
LOCALIZZAZIONE: VD, Prov. di Palermo, comune di Alimena, contrada e masseria Venerosa, 4 km. a N di Ponte Cinque Archi; I.G.M. 268 IV N.E. Villarosa
106
1321 - casale spopolato, ceduto da Francesco Ventimiglia insieme al casale Femminino al vescovo di Cefalù in cambio di Pollina - ASPA, Tabulario Cefalù, perg. 95; Mazzarese Fardella 1983, p. 34; Rollus Rubeus, p. 33. BIBLIOGRAFIA: Corrao 1985, p. 82 e n. (43). 260 - VENTIMIGLIA o CALAMIGNA
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Pale n' o, Ventimiglia di Sicilia. 1627 - licentia populandi per il feudo Calamigna, alle origini dell' odierno comune - ASPA, Protonotaro, reg. 544, c. 4; Davies 1979, p. 231. NOTE: il toponimo Calamigna, con cui ancora oggi è localmente indicato l'abitato di Ventimiglia, è relativo almeno a partire dal XV secolo al feudo ma è molto probabile spettasse in origine ad un centro abitato. Le ricerche svolte da un appassionato locale, Vincenzo Affrunti, hanno mostrato l'esistenza di un considerevole sito archeologico alla periferia dell'attuale abitato, in contrada Castellaccio. Da qui provengono monete ed altro materiale archeologico, in corso di consegna al comune, databile almeno dall' età bizantina a quella sveva. Sembra quindi piuttosto verisimile che il centro archeologico del Castellaccio possa identificarsi con Calamigna, precedente diretto dell'attuale comune di Ventimiglia. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, p. 653; Appari 1995; Portera 1989, pp. 242-245. 261 - VERBUMCAUDO
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, comune di Polizzi Generosa, contrada e vallone Verbumcaudo, 5 km ad E di Vallelunga Pratameno; I.G.M. 259 II S.E. Vallelunga. 1274 - casale - ASPA, Tabulario Magione, perg. 266; Bresc, D'Angelo 1972, p. 402. 1295 - casale - ASPA, Tabulario Magione, perg. 273; Bresc, D'Angelo 1972, p. 402 1384 - torre - ASPA, notaio B. Bononia, reg. 132; Bresc 1979, p. 116.
BIBLIOGRAFIA: Barberi, III, pp. 66-67; SMDS, VIII, pp. 233-236.
262 - VICARI LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Vicari. 1077 - centro abitato - Malaterra, III, XI, p. 64. 1091 - centro abitato - Collura 1961, p. 16. 1136 - centro abitato - Garufi 1899, p. 29. 1150 ca. - abitato fortificato - Id ri si, in Amari 188081, I, p. 85. 1182 - centro abitato - Cusa 1868-82, p. 183. 1171,1187,1194 - castello - Garufi 1899, pp. 127, 216,264. 1282 - terra e castello demaniali - Bartolomeo da Neocastro, in Gregorio 1791-92, I, p. 33. 1355 ca. - terra e castello - Librino 1928, p. 208. 1408 - Gregorio 1791-92, II, p. 488. 1548 - terra con 258 fuochi - Fazello, II, X, I, p. 777. NOTE: imponenti ruderi delle mura di cinta e della torre mastra del castello in spettacolare posizione a dominio dell'abitato. BIBLIOGRAFIA: Amico, II, pp. 654-56; Butera 1898; Maurici 1992, pp. 382-83; Peri 1953-56, I, pp. 194-96; Portera 1989, pp. 246-248; SMDS, VIII, pp. 250-54; Tirrito 1873, I, pp. 159-162. ILLUSTRAZIONI: foto 35. 263 - VILLAFRATI
LOCALIZZAZIONE: VM, Prov. di Palermo, Villafrati. 1602 - licentia populandi per il feudo delle Mendole dove già esisteva una masseria; il nuovo villaggio avrebbe dovuto chiamarsi Chiarastella - ASPA, Protonotaro, reg. 464, c. 138r; Garufi 1946-47, p. 120. 1640 e 1671 villaggio e chiesa di S. Giuseppe Bongiovanni et. al. 1993, p. 19. BIBLIOGRAFIA: Amico, I, p. 659; Bongiovanni et al. 1993; Maurici 1982; Oddo 1986; Po rt era 1989, pp. 252-253.. VILLIANAE cfr. BELLIEMI
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Indice delle illustrazioni (tutte le foto sono dell'autore)
Foto 1 - Batticani, ruderi del castello detto «del conte Ranieri» Foto 2 - Bilici, ruderi del castello Foto 3 - Calatamauro, la Rocca ed i ruderi del castello Foto 4 - Monte Maranfusa, ruderi del castello di Calatrasi Foto 5 - Calatrasi, il ponte Foto 6 - Caltavuturo, il castello della «terra vecchia» Foto 7 - Castelbuono, il castello Foto 8 - Castronuovo, colle di S. Vitale, chiesa del Giudice Giusto Foto 9 - Castronuovo, S. Pietro, la chiesa, interno Foto 10 - Cefalà Diana, il castello trecentesco Foto 11 - Monte Chiarastella, foto aerea, resti del castellum normanno di Cefalà . Foto 12 - Cefalà, i bagni, veduta interna Foto 13 - Cefalù, la Rocca, resti del castello Foto 14 - Carini, «Montagnola», veduta panoramica Foto 15 - Colobria, il castello Foto 16 - Corleone, castello soprano, la torre mastra Foto 17 - Gangi, veduta panoramica dell'abitato Foto 18 - Geraci Siculo, veduta panoramica . . . Foto 19 - Giuliana, veduta panoramica Foto 20 - Giuliana, castello, particolare dell'interno Foto 21- Gulfa, le «Grotte», veduta esterna Foto 22 - Malvicino, ruderi della torre Foto 23 - Margana, la «Pietra» ed il castello Foto 24 - Misilmeri, ruderi del castello Foto 25 - Monreale, il Castellaccio del monte Caputo Foto 26 - Montelepre, la torre Foto 27 - Partinico, la piana, l'abitato ed il monte Cesarò (indicato dalla freccetta) . Foto 28 - Partinico, monte Cesarò, ruderi del castello normanno . Foto 29 - Id., area urbana, resti del castello trecentesco della Sala di Partinico Foto 30 - Patellaro, il castello Foto 31- Pizzo Pipitone, resti interrati del castello di Petterana Foto 32 - Pollina, veduta panoramica Foto 33 - Regiovanni, il castello Foto 34 - Roccella, il castello Foto 35 - Vicari, ruderi del castello Carta 1- I luoghi abitati 1100-1245 Carta 2 - I luoghi abitati 1245-1350 Carta 3 - I luoghi abitati 1350-1475 Carta 4 I luoghi abitati 1475-1560 Carta 5 - I luoghi abitati 1560-1700
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Foto 3 - Calataniauro, la Rocca ed i ruderi del castello.
Foto 4 - Monte Maranfusa, ruderi del castello dr Calatrasi.
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Foto 6 -
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Foto 7 Caste/buono, il castello. -
Foto 8 Castronuovo, enfie di S. Vitale, chiesu del Giudice Giusto. -
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I- C'eja rr liana, r casaea r trecen tesco
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Foto 11
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Monte Chiarastella, foto aerea, resti del castellum normanno di Cefalà (concessione S.M.A. 225 del 15-5-78).
Foto 12 - Cefalà, i bagni, veduta
interna.
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Foto 13 - Cefah 1, la Rocca, resti del castello.
Foto 14 -
Cariai, «Monlagno(a. , ceduta panoramica.
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Foto 15 - Culobria, il castello.
Foto 16 - C'u+eone. caslelln soprana.
tor-+e nravr+a.
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Foto 17 Gangi, ceduta panoramica dell'abitata. -
Foto 18 Geraci Siculo , redutu panoramica. -
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Foto 19 -
Giulianra, ved Ida panoramica.
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Foto 20 - Giulia :a, ca.srefia, particolare dell'inferno.
Foto 21 - Grr ! ir. I. «Groire.. veduta este++:u.
Foto 22 - Malvicino, ruderi della torre.
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Foto 23
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Marana, la «Pietra» ed il cacrello.
Foto 24 - .1146.t/meri, ruderi del castello.
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Foto 25 - :Monreale, ii Castellaccio del monte Caputo.
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Foto 27
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Partiniro, la plana, l'abitatoed il monte Ce.sat•n (indicala ctulka freeeerta}.
Pcarrinico. maul« Cesurn, ruderi del ecr.+re[lo.
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Foto 31 Pizzo Pipitone, resti interrati del carrello di F errerano, -
Foto 32 - Pollina , veduta panoramica.
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FL 33 - Regiovanni, il castello.
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