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Linea Test Linea Test è un marchio che contraddistingue, all'interno delle collane FrancoAngeli, una linea di prodotti editoriali — libri, manuali, test, materiali e so ftware — per l'analisi e la valutazione delle caratteristiche, delle capacità e delle differenze individuali. Volta a soddisfare le esigenze operative e di progetto di singoli professionisti e studiosi, di strutture pubbliche e private, Linea Test intende coprire quattro aree d' intervento: - psicologia dell'educazione, prevenzione e intervento sociale, - psicodiagnostica delle abilità cognitive e della personalità, - selezione, formazione e lavoro. In accordo con i principi di etica e di qualificazione professionale internazionalmente accettati, sono disponibili nelle librerie specializzate solo alcuni dei prodotti pubblicati. Gli altri materiali possono essere acquistati esclusivamente da personale qualificato direttamente alla FrancoAngeli, dietro compilazione di un apposito modulo, per salvaguardare i prodotti da un uso improprio. Comitato scientifico:
Guido Amore tti, Ornella Andreani Dentici, Gab ri ella Antonucci, Alessandra Areni, Lucia Boncori, Dora Capozza, Maurizio Cardaci, Maria Cristina Caselli, Vi ttori o Cigoli, Francesca Cristante, Alessandra De Coro, Anna Paola Ercolani, Rosa Ferri, Dino Giovannini, Cesare Kaneklin, Giuseppe Mantovani, Francesco Marucci, Sergio Cesare Masin, Giovanna Nigro, Arturo Orsini, Laura Picone, Antonio Pieno, Clemente Polacek, Egidio Robusto, Albino Ronco, Vi ttorio Rubini, Aristide Saggino, Glo ri a Scalisi, Pio Scilligo, Carlo Semenza, Giuseppe Vallar, Renzo Vianello, Paul Kline, Pierluigi Zoccolotti Direzione:
Nicola A. De Carlo e Santo Di Nuovo
Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito Internet WWW.FRANCOANGELI.IT , oppure scrivere a FrancoAngeli/Linea Test, Viale Monza 106, 20127 Milano (fax: 02/2613268), richiedendo l'apposito catalogo
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Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo
Ferdinando Fornara, Marino Bonaiuto e Mirilia Bonnes
INDICATORI DI QUALITÀ URBANA RESIDENZIALE PERCEPITA (IQURP)
Manuale d'uso di scale psicometriche per scopi di ricerca e applicativi
FYancoAngell/Llnea Test
In copertina: August Macke, Cattedrale a Friburgo in Svizzera, 1914
Copyright © 2010 by FrancoAngeli s.r.1., Milano, Italy.
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Stampa: Tipomonza, via Merano 18, Milano.
Indice
Introduzione
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1. La consulenza della psicologia ambientale e architettonica alle scienze della progettazione
1.1. La psicologia ambientale e architettonica come ausilio per la progettazione e la riqualificazione ambientale 1.2. La progettazione basata sull'utente 1.3. Il contributo della psicologia nelle diverse fasi della progettazione 1.4. I metodi della ricerca psicologica per la consulenza alla progettazione architettonica 2. La valutazione di qualità ambientale
2.1. Qualità ambientale "oggettiva" vs. "soggettiva" 2.2. Un esempio di valutazione "oggettiva": la Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) 2.3. Un esempio di valutazione "soggettiva": la Post-Occupancy Evaluation (POE) 2.4. Un confronto tra i due tipi di valutazione: risultati di ricerca 2.5. Le ragioni per un' integrazione tra "oggettivo" e "soggettivo" 5
3. Risposte psicologiche e comportamentali all'ambiente urbano
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4. Lo sviluppo di scale di misura per Indicatori di Qualità Urbana Residenziale Percepita (IQURP) e per l'Attaccamento al Quartiere di residenza (AQ) »
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3.1. L'ambiente urbano: immaginabilità sociale e sistema multi-luogo 3.2. La soddisfazione residenziale 3.3. Gli indicatori di qualità residenziale percepita 3.4. L'attaccamento al luogo di residenza
4.1. La creazione dei primi set di item e le prime indagini 4.2. Lo sviluppo delle scale IQURP e AQ 4.3. Limiti delle precedenti versioni delle scale IQURP e AQ 5. Struttura fattoriale e proprietà psicometriche delle scale IQURP e AQ
5.1. Campione normativo e procedure di somministrazione 5.2. Strumenti 5.3. Risultati delle Analisi delle Componenti Principali e dell'attendibilità 5.3.1. Aspetti architettonici e urbanistici 5.3.2. Aspetti sociali 5.3.3. Aspetti funzionali 5.3.4. Aspetti di contesto 5.3.5. Attaccamento al Quartiere (AQ) 5.4. Struttura fattoriale, attendibilità e capacità discriminativa degli indicatori 6. La versione breve delle scale IQURP e AQ tramite l'Analisi Fattoriale Confermativa
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6.1. Perché una versione ridotta delle scale IQURP e AQ? » 6.2. Strategie di specificazione dei modelli di equazioni » strutturali 6
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Appendice 1. La Versione Base degli strumenti: i 148 item divisi per indicatore e per scala di misura »
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Appendice 2. La Versione Breve degli strumenti: i 66 item divisi per indicatore e per scala di misura
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6.3. Risultati dell'Analisi Fattoriale Confermativa 6.3.1. Aspetti architettonici e urbanistici 6.3.2. Aspetti sociali 6.3.3. Aspetti funzionali 6.3.4. Aspetti di contesto 6.3.5. Attaccamento al Quartiere (AQ) 6.4. Validità e attendibilità della versione breve degli indicatori 7.Applicazioni delle scale IQURP e AQ
7.1. La riqualificazione di una piazza urbana 7.2. La progettazione di nuovi complessi residenziali 8. Guida all'uso delle scale IQURP e AQ
8.1. Introduzione 8.2. La codifica dei dati e la costruzione del data set 8.3. Lo screening dei dati e l'inversione degli item di senso negativo 8.4. La costruzione degli indici IQURP e AQ 8.5. Il calcolo delle medie degli indici IQURP e AQ Riferimenti bibliografici
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Introduzione
Questo volume si rivolge a tutti coloro interessati al tema della qualità percepita degli ambienti urbani per la promozione di città più "sostenibili" (cfr. Bonnes, Carrus, Passafaro, 2006; Bonnes, Uzzell, Carrus, Kelay, 2007). In particolare, sono qui presentati alcuni strumenti psicometrici da utilizzare per la valutazione della qualità ambientale residenziale urbana e del legame affettivo con il proprio ambiente di residenza. Il pubblico di riferimento è, dunque, costituito principalmente da professionisti ed esperti delle scienze della progettazione (urbanisti, architetti, ingegneri edili, ecc.), professionisti ed esperti di scienze sociali applicate al territorio (psicologi sociali, di comunità e ambientali, sociologi del territorio, economisti urbani, ecc.), pianificatori e gestori del territorio (amministratori, impiegati degli uffici tecnici degli enti locali, ecc), studenti universitari (di Architettura, Psicologia, Sociologia, Ingegneria, ecc.) e, infine, tutti coloro che vogliano orientarsi (o saperne di più) sul tema qualità della vita urbana dal punto di vista dei cosiddetti utilizzatori o fruitori, in linea con una filosofia progettuale che sia appunto "centrata sull'utente" (user centered). È noto come periodicamente vengano presentati o pubblicati rapporti sulla "vivibilità" (o qualità della vita) delle città, a vari livelli di scala (nazionale, europea, mondiale), da parte di varie agenzie (pubbliche o private) e associazioni ambientaliste. In Italia, ad esempio, il Censis, l'ISTAT, l'Eurispes e Legambiente pubblicano annualmente classifiche che ottengono una notevole copertura mediatica. Di conseguenza, la posizione occupata dalla propria città (sia in termini as-
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soluti, sia in relazione alla posizione occupata in precedenza) rappresenta un elemento che può avere un certo peso nell'arena politica e, dunque, gli amministratori saranno inclini a prendersi il merito in caso di miglioramento della posizione, mentre saranno tenuti a renderne comunque conto ai loro cittadini in caso di peggioramento della stessa. Tali graduatorie possono infatti influenzare le scelte decisionali in materia di urbanistica da parte degli amministratori, anche perché termini quali "sostenibilità urbana" e "città sostenibili" sono sempre più utilizzati e dibattuti tra gli addetti ai lavori e nei media. Le classifiche in questione sono tipicamente basate sulle performance espresse su un paniere di indicatori, di natura geo-ambientale (ad esempio, la qualità dell'aria), socio-economica (ad esempio, il tasso di occupazione), e socio-sanitaria (ad esempio, il tasso di tossicodipendenti). L'elemento che accomuna questi indicatori è quello di riferirsi a valutazioni "oggettive", cioè misurabili e quantificabili in maniera univoca sulla base di criteri accettati e condivisi. Un limite di queste rilevazioni è rappresentato dalla totale assenza del versante cosiddetto "soggettivo", che riflette la valutazione da parte di coloro che vivono ed esperiscono un determinato ambiente urbano. Come si vedrà nel corso del presente volume (in particolare nel capitolo 2), da un lato le valutazioni "oggettive" possiedono sempre un certo grado di soggettività, dall'altro lato la rilevazione delle valutazioni "soggettive" può essere effettuata seguendo quei criteri di rigorosità, sistematicità, attendibilità, validità e standardizzazione che caratterizzano il metodo scientifico. Tali criteri sono tipicamente condivisi nella comunità degli studiosi di psicologia ambientale, una disciplina che sin dalla sua nascita ha sottolineato l'esigenza di una progettazione basata sull'evidenza empirica (evidence based design) in merito alla soddisfazione delle esigenze e delle aspettative dei fruitori. La proposta contenuta in questa sede riguarda dunque la presentazione di alcuni strumenti psicometrici per la misura di indicatori di valutazione "soggettiva" della qualità ambientale residenziale urbana (incluso l'attaccamento residenziale). Tali strumenti sono stati sviluppati nell'arco di circa venti anni di indagini sul campo e i risultati di ricerca sono stati pubblicati in varie riviste scientifiche e volumi a livello sia nazionale che internazionale. L'obiettivo principale di questo manuale è quello di mettere in grado il professionista di rea-
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lizzare una rilevazione psicologico-ambientale tramite l'illustrazione delle procedure di codifica, raccolta, decodifica, analisi e interpretazione dei dati raccolti con l'utilizzo degli strumenti presentati. Nello specifico, il volume è organizzato come segue. Il primo capitolo si sofferma sugli aspetti teorici e metodologici che rappresentano le fondamenta della consulenza psicologico-ambientale alla progettazione architettonica e urbanistica. Il secondo capitolo affronta il tema della valutazione di qualità ambientale, evidenziando l'esigenza di acquisire dati validi e attendibili sulla valutazione "soggettiva", data dalle risposte psicologiche di coloro che vivono, occupano ed esperiscono un determinato ambiente, accanto ai classici dati di valutazione "oggettiva" che tipicamente caratterizzano le rilevazioni di qualità ambientale. Il terzo capitolo si focalizza sugli aspetti psicologici connessi al benessere e alla qualità della vita negli ambienti urbani, con particolare riferimento a temi quali la soddisfazione residenziale, la percezione di qualità urbana residenziale e l'attaccamento al luogo di residenza. Il quarto capitolo traccia una sorta di cronistoria dalla creazione al progressivo raffinamento delle scale di misura per gli Indicatori di Qualità Urbana Residenziale Percepita (IQURP) e per l'Attaccamento al Quartiere di residenza (AQ). Nello specifico, verranno presentati i risultati di ricerca che hanno orientato lo sviluppo degli strumenti in questione. Il quinto capitolo presenta i contenuti e le proprietà psicometriche della versione base delle scale IQURP e AQ. Il sesto capitolo, analogamente al precedente, presenta contenuti e proprietà psicometriche, questa volta con riferimento alla versione breve delle scale IQURP e.AQ. Il settimo capitolo mostra l'utilità delle scale IQURP e AQ all'interno di programmi operativi di trasformazione del territorio. Nello specifico, i due casi di studio riportati riguardano rispettivamente un'indagine inserita in un progetto di riqualificazione di una piazza urbana (quindi, su committenza pubblica) e uno studio (su committenza privata) sulle esigenze e sulle aspettative dei residenti di complessi residenziali con spiccate caratteristiche innovative (in termini di servizi collettivi e attributi delle unità abitative). L'ottavo e ultimo capitolo è rappresentato da una guida pratica 11
che ha l'obiettivo di mettere il professionista in condizione di utilizzare questionari contenenti le scale IQURP e AQ. Nello specifico, vengono fornite indicazioni sulla codifica e preparazione del set di dati, sulle analisi preliminari da effettuare, sulla costruzione e sul calcolo delle medie degli indici IQURP e AQ, operazione quest'ultima che permette di quantificare la qualità ambientale delle diverse dimensioni caratterizzanti l'esperienza psicologica (o "soggettiva") di un quartiere urbano.
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1. La consulenza della psicologia ambientale e architettonica alle scienze della progettazione
1.1. La psicologia ambientale e architettonica come ausilio per la progettazione e la riqualificazione ambientale
I primi esempi di collaborazione sistematica tra le scienze della progettazione e le scienze psicologiche sono databili intorno alla fine degli anni Cinquanta dello scorso secolo, quando in Nord America (USA e Canada) e in Europa (soprattutto in Gran Bretagna e in Svezia) si assiste alla formazione di gruppi di ricerca costituiti da architetti e psicologi, tipicamente per progetti riguardanti gli ambienti ospedalieri e residenziali. L'esigenza di una consulenza psicologica nella progettazione o riqualificazione architettonica, legata alla necessità di un approccio olistico che tenesse conto della complessa interazione tra persona e ambiente fisico-spaziale, è emersa in primo luogo dalle scuole di architettura e dalle agenzie di progettazione architettonica, spinte dal bisogno di creare nuovi spazi che rispondessero alle aspettative ed esigenze dei loro utenti/utilizzatori, di fatto o potenziali. Tale area di studi multidisciplinare, definita prima più specificamente Psicologia Architettonica (Architectural Psychology) e poi in generale Psicologia Ambientale (Environmental Psychology), è stata intesa come possibile ponte tra problematiche di ordine concreto-operativo e individuazione di soluzioni ottimali, non solo dal punto di vista estetico-visivo, ma soprattutto da quello dell'adeguatezza funzionale della )
1 Attualmente la psicologia architettonica si può considerare come una branca della psicologia ambientale che si occupa specificamente delle interazioni tra persone e ambienti costruiti.
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progettazione ambientale rispetto alle esigenze e alle aspettative degli utenti (Bonnes e Secchiaroli, 1992; Bonaiuto, Bilotta e Fornara, 2004). Tra i principali obiettivi della nascente psicologia ambientale (o architettonica) c'era dunque quello di ridimensionare l'eccessiva distanza creatasi tra progettisti e utilizzatori/fruitori (users), modificando in primo luogo le modalità di ideazione e realizzazione del processo progettuale. Fin dagli inizi, le ricerche in questo campo hanno mirato a rilevare le modalità con cui le persone rispondono alle specifiche disposizioni di un setting e, dunque, i contributi forniti dalla psicologia ambientale rivestono in tal senso una forte valenza operativa. Nello specifico, l'obiettivo generale di questa disciplina è quello di raccogliere informazioni sui modi in cui la disposizione fisico-spaziale può contribuire a un efficace assolvimento degli scopi/funzioni cui gli ambienti sono stati destinati o, meglio, a individuare le caratteristiche fisiche che lo spazio deve possedere per risultare adeguato alle funzioni che è chiamato ad assolvere e per facilitare le azioni dei fruitori (Bonnes e Secchiaroli, 1992). Tra le tappe fondamentali per l'emergere del nuovo campo con specificità e peculiarità proprie, è da ricordare il costituirsi, nel 1958, di un gruppo di ricerca guidato dagli psicologi sociali W. Ittelson e H. Proshansky, presso la City University di New York, con l'obiettivo di analizzare il ruolo che il rinnovamento dell'assetto fisico-spaziale di un ospedale psichiatrico aveva sul comportamento dei pazienti. Nel 1960 l'urbanista K. Lynch pubblica il volume "L'immagine della città", in cui propone un approccio rivoluzionario alla pianificazione urbana: pensare e progettare la città partendo dall"`immagine" o "immaginabilità" che essa può avere nella mente dei suoi abitanti. In questa prospettiva, l'uso e le immagini che gli abitanti hanno dello spazio urbano diventano i punti di riferimento principali per ogni decisione progettuale. Negli stessi anni, in Canada, lo psichiatra inglese H. Osmond, famoso soprattutto per i suoi studi sugli effetti delle sostanze psicotrope e per essere stato il primo a utilizzare il termine "psichedelico", sottolineava la differenza tra setting fisico-spaziali "sociofughi", i quali inibiscono l'interazione sociale, e setting fisico-spaziali "sociopeti", i quali agevolano gli scambi relazionali. Questa chiave di lettura è stata utilizzata subito dopo dall'architetto 14
K. Izumi per la realizzazione, sempre in Canada, di un nuovo ospedale psichiatrico. Successivamente, nel 1969, lo psicologo sociale R. Sommer, allievo di Osmond, elabora i concetti di "territorialità umana" e "spazio personale" per indicare come le caratteristiche dell'ambiente fisico influenzino i meccanismi cognitivi/affettivi e comportamentali attraverso i quali gli individui regolano le distanze interpersonali e l'uso dello spazio. Anche in Gran Bretagna le prime testimonianze di studi sistematici realizzati sul campo risalgono agli anni `50-'60. Le prime attività in questo senso sono identificabili, infatti, nelle tesi di dottorato di T. Lee (allievo del notissimo psicologo sperimentale Frederick Bart lett , antesignano dello studio dei processi cognitivi) nel 1954 e di B. Wells nel 1964, centrate rispettivamente sullo studio di ambienti residenziali e lavorativi. La cornice teorica di questi primi studi è di natura cognitiva: veniva posta l'enfasi su aspetti quali la concezione o il grado di soddisfazione degli utenti nei confronti del quartiere in cui vivevano (o edificio in cui lavoravano) piuttosto che sui loro comportamenti all'interno di essi. Il tentativo era quello di far luce sulle relazioni esistenti tra variabili fisico-spaziali e risposte umane, tenendo in considerazione possibili differenze individuali. Nel 1969, G. Broadbent e A. Ward nel loro volume "Metodi di progettazione in architettura" proponevano un modello, applicabile alla realizzazione di un progetto, caratterizzato da tre fasi: analisi, sintesi e valutazione. Partendo da una prospettiva psicologica, la fase considerata più importante è quella della valutazione, che richiede un esame approfondito delle reazioni degli occupanti in merito all'edificio. A partire da questo momento, la valutazione data dagli occupanti viene vista come componente necessaria e irrinunciabile di una progettazione sistematica. In relazione a questo, D. Canter (1972) nel volume "Psicologia per architetti" sottolinea come il progettista, prima o poi, debba valutare le "implicazioni psicologiche" delle proprie decisioni progettuali: per esempio, il solo fatto di creare un assetto fisico-spaziale tenendo conto dell'effetto visivo che esso provoca, contiene implicite assunzioni sulla relazione tra le caratteristiche dell'assetto e le risposte psicologiche. Il ruolo della psicologia ambientale (o architettonica), secondo Canter, diviene allora quello di fornire un fondamento scientifico a tali assunzioni implicite. 15
Nel successivo volume "Psicologia e ambiente costruito", a cura dello stesso D. Canter e di T. Lee (1974), viene proposta la necessità di portare avanti un tipo di ricerca psicologica che superi il determinismo architettonico per promuovere un tipo di studio più "interattivo" del rapporto individuo/ambiente costruito. Il presupposto determinista, sottostante all'iniziale ricerca di relazioni sistematiche tra ambiente costruito e comportamento umano, viene apertamente riconosciuto come limitato e teoricamente inadeguato ad affrontare la natura interattiva del rapporto persona-ambiente costruito. Canter e Lee (1974) arrivano quindi a identificare tre ambiti rispetto ai quali la psicologia ambientale (o architettonica) può fornire utili informazioni nella fase di progettazione: a. attività delle persone, ovvero quali attività vengono svolte, dove e come sono svolte, come cambiano; b. valutazioni differenziate di queste, ovvero quali gerarchie di priorità esistono tra queste attività, dal punto di vista pratico e valoriale; c. relazione comportamento/ambiente, ovvero non limitarsi alla conoscenza delle reazioni alle variabili architettoniche, ma valutare i meccanismi a esse sottostanti.
1.2. La progettazione basata sull'utente
La proposta di Canter e Lee (1974) è congruente con quell'approccio alla progettazione architettonica, sviluppatosi partire dagli anni Ottanta, il cui scopo principale consiste nel migliorare l'abitabilità e la vivibilità degli edifici attraverso il coinvolgimento diretto degli stessi utenti nel processo progettuale (Gifford, 2002). Questo sistema di progettazione, conosciuto sotto il nome di progettazione centrata sull'utente (user centered design) o progettazione sociale (social design), prevede in particolare l'introduzione delle metodologie tipiche della ricerca psicologico-sociale all'interno delle diverse fasi del processo progettuale, al fine di studiare come un ambiente, e in particolare uno spazio costruito, possa riflettere al meglio le esigenze e i desideri dei suoi fruitori. R. Sommer (1983) definisce la progettazione sociale come un nuovo modo per: a) lavorare con la gente piuttosto che per la gente; b) -
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coinvolgere gli utenti nella pianificazione e nell'organizzazione degli spazi a loro destinati; c) educare le persone a usare l'ambiente in modo "consapevole", vale a dire sia responsabile che creativo, per raggiungere un equilibrio armonico tra aspetti sociali e fisico-naturali. La novità consiste nel coinvolgere i futuri utenti nel processo progettuale, per realizzare un ambiente che risponda appieno alle esigenze e alle richieste da essi stessi più o meno espressamente formulate; la progettazione sociale diventa così un metodo inclusivo, democratico, centrato sull'utente e sui suoi bisogni. Questa nuova esigenza trova la sua giustificazione nel fatto che, troppo spesso, l'edificio assume un significato differente per l'architetto e per il "non-architetto"; i criteri di valutazione e le aspettative delle due parti possono essere talvolta molto diverse essendo centrati, per gli architetti, principalmente sulle qualità estetiche o tecnologiche dell'edificio, per i non-architetti soprattutto sulle qualità della costruzione e sulla vivibilità degli spazi (Devlin, 1990). Oggi molti architetti e progettisti riconoscono l'importanza di realizzare un edificio centrato sull'uso che di esso verrà fatto dai suoi fruitori, senza per forza doverne sacrificare l'aspetto estetico o tecnologico, sottolineando il ruolo svolto dagli psicologici ambientali nel ristabilire e nel facilitare la comunicazione tra le principali figure coinvolte nel momento progettuale: committente, progettista e utente. Progettare edifici richiede un'attenta conoscenza della prospettiva degli utenti, questo perché il progettista deve tenere conto di credenze, preferenze e atteggiamenti presenti (e non sempre espresse) nei potenziali fruitori (Anelli, 2003). In generale, i principali obiettivi che una progettazione basata sull'utente si propone di raggiungere sono (Gifford, 2002): a. creare ambienti che rispondano appieno alle esigenze dei loro utilizzatori e siano adatti alle attività che da essi verranno svolte; b. soddisfare gli utenti; c. modificare i comportamenti, ad esempio incrementare la produttività degli impiegati di un ufficio, diminuire l'aggressività nelle prigioni o intensificare l'interazione e la comunicazione negli ospizi; d. potenziare il controllo personale degli occupanti, dando loro la possibilità di modificare lo spazio, rendendolo rispondente alle proprie esigenze; e. facilitare il "supporto sociale", progettando ambienti che facilitino cooperazione, assistenza e supporto tra gli utenti; f. rendere gli edifici facilmente "leggibili", facilitando occupanti o vi17
sitatori nell'orientamento e negli spostamenti all'interno dell'edificio. Tutti gli obiettivi sopra elencati sono connessi l'uno con l'altro e trovano la loro sintesi nel primo di essi, considerato il principale. A tal proposito, la letteratura psicologico-ambientale distingue la "congruenza", che corrisponde all'oggettiva risposta data ai bisogni degli utenti (nota anche come environmental fit), dall'abitabilità", definita come la qualità ambientale così come viene percepita dagli utenti dell'edificio (Gifford, 2002). La valutazione di abitabilità, in particolare, può essere considerata assimilabile a quella di "usabilità" spesso adottata negli studi ergonomici sull'uso delle nuove tecnologie. La distinzione tra congruenza e abitabilità è utile per mettere in luce il divario ancora oggi esistente tra la valutazione di qualità data da esperti di progettazione e quella data dagli utenti: tale divario può essere legato, in particolare, ai differenti criteri di valutazione alle quali le due categorie fanno riferimento. Un esperto, infatti, può dichiarare che la qualità di un edificio sia soddisfacente, in quanto soddisfa il criterio di "congruenza", mentre un utente può essere convinto del contrario, se questo non soddisfa il criterio di "abitabilità". Molti sforzi si devono quindi compiere per ridurre la distanza tra valutazione oggettiva o "esperta" (data, appunto, da un esperto di progettazione) e valutazione soggettiva o "ingenua" (data da un utente), come dimostrato anche in alcune ricerche sull'ambiente residenziale delle quali si parlerà nei prossimi capitoli. 1.3. II contributo della psicologia nelle diverse fasi della progettazione
Un programma di progettazione architettonico-urbanistica si articola in diverse fasi, nelle quali il contributo delle scienze psicologiche può risultare utile con modalità e intensità differenti. Canter e Lee (1974) individuano tre momenti del processo progettuale e, per ciascuno di essi, specificano i contenuti della consulenza psicologico-ambientale. Nella fase di Ideazione certe indicazioni di tipo generale provenienti dalla ricerca psicologica possono fornire suggerimenti di o18
rientamento all'ideazione del progetto. Nella fase di Specificazione si possono identificare le influenze specifiche di particolari caratteristiche fisiche e spaziali degli ambienti da progettare (o progettati) sui processi psicologici degli utenti attuali o potenziali (per esempio, la relazione tra aspetti strutturali del setting e processi di regolazione della privacy, oppure tra luminosità dell'ambiente ed efficienza lavorativa). Nella fase di Valutazione si procede ad analizzare il progetto una volta realizzato e "occupato" dagli utilizzatori destinatari del progetto, al fine di individuare direzioni di possibili ulteriori ottimizzazioni progettuali, sia per quanto già realizzato, sia soprattutto per quanto ancora da realizzare e quindi, in ogni caso, per gli eventuali aspetti futuri dello stesso progetto o di altri ulteriori progetti da realizzare. Un'altra tassonomia sulle fasi della progettazione architettonica è quella formulata da Zeisel (1975), che nello specifico ha identificato le seguenti cinque fasi del processo di costruzione di un singolo edificio: 1) Programmazione (analisi), nella quale vengono identificati gli obiettivi del progetto, i suoi limiti, i criteri da seguire; 2) Progettazione (sintesi), nella quale vengono prese le decisioni progettuali corrispondenti agli obiettivi e ai criteri proposti; 3) Costruzione (realizzazione), nella quale viene realizzato il progetto vero e proprio, tenendo sempre conto di eventuali modifiche; 4) Utilizzo (test di realtà), nella quale viene verificato l'edificio, il suo grado di adattamento all'ambiente naturale e sociale, attraverso "l'uso" che ne viene fatto dagli utenti; 5) Valutazione (revisione), caratterizzata dal monitoraggio del prodotto finale in riferimento agli obiettivi proposti nella fase iniziale e all'utilizzo che ne viene fatto.
Secondo Zeisel, il contributo della ricerca psicologico-ambientale può essere proficuo in ciascuna fase, ma sarebbe di grande rilevanza soprattutto nella prima, la programmazione, e nell'ultima, la valutazione, che in questo caso coincide con la valutazione "post-occupativa" (POE, Post-Occupancy Evaluation), di cui si parlerà nel prossimo capitolo.
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1.4. I metodi della ricerca psicologica per la consulenza alla progettazione architettonica
Quale che sia la fase del processo progettuale, la consulenza psicologico-ambientale si sostanzia in un'indagine scientifica che dovrebbe avere come scopo quello di fornire delle linee guida ai progettisti, oppure di costituire la base conoscitiva per interventi che facilitino i processi comunicativi tra tutti gli attori sociali coinvolti nel setting (stakeholders). Tale indagine si focalizza sull'identificazione e quantificazione delle aspettative degli utenti attraverso un'analisi della quantità e del genere di persone che occuperanno lo specifico setting fisico-spaziale, del tipo di attività che esse dovranno svolgere e di quanto spazio avranno bisogno per realizzarle, del modo in cui abitudini e cultura potranno trovare espressione in tale se tt ing e di quanti potranno essere gli utenti occasionali. Tutto ciò alla luce degli scopi connessi a quello specifico setting fisico-spaziale e degli obiettivi che ci si propone di raggiungere, come ad esempio garantire maggiore privacy e controllo personale o incrementare la comunicazione e i rapporti sociali. Per rispondere a questo genere di domande, la ricerca psicologica ricorre all'utilizzo di metodi e strumenti diversi, quali l'intervista, il questionario, le sketch maps (disegni, grafici o mappe), lo studio delle tracce comportamentali (osservazione spaziale sistematica), l'analisi delle tracce fisiche, la rilevazione di risposte psico-fisiologiche, l'esperimento di laboratorio e la riproduzione in scala di un ambiente (simulazione). L'intervista è un metodo che consente al ricercatore la raccolta di informazioni generali su valori, atteggiamenti, preferenze e scopi degli utenti, in modo tale da fornire materiale per la formulazione di nuove proposte e idee per il progetto. Le interviste vengono tipicamente condotte da una/un intervistatrice/tore con una singola persona, ma nel caso di un progetto molto ampio e complesso, in cui può essere necessario realizzare una vasta serie di interviste, si usa ricorrere anche a interviste di gruppo per garantire un certo risparmio di tempo nonché un guadagno in efficienza. Una variante dell'intervista di gruppo, ultimamente sempre più utilizzata per fini di ricerca e/o intervento, è il focus group, che presenta caratteri e regole di conduzione peculiari (cfr. ad esempio Zammuner, 2003). L'importante non è comunque arrivare a stabilire quante persone devono essere intervi20
state insieme o singolarmente, piuttosto quante interviste devono essere realizzate affinché le risposte ottenute possano essere considerate rappresentative e, quindi, generalizzabili all'intera popolazione di riferimento. In molti casi, infatti, non è necessario che tutti gli utilizzatori di un se tt ing vengano intervistati, ma è sufficiente che lo sia solo un campione opportunamente ragionato di essi. Anche la scelta del luogo in cui svolgere l'intervista è importante; in generale, è preferibile optare per un posto che sia familiare all'intervistato. Nel caso, ad esempio, in cui il progetto riguardi il rinnovo di uffici, il luogo ideale per l'intervista sarebbe proprio quello di lavoro (a meno che non sia troppo rumoroso, o sia difficile avere un po' di privacy), in quanto permetterebbe alla persona di concentrarsi con più facilità sullo specifico ambiente architettonico oggetto di indagine (Hershberger, 2002). Un esempio di utilizzo del metodo dell'intervista come ausilio alla progettazione architettonica viene da uno studio realizzato in Svezia (Kuller e Mattson, 1984) in vista del rinnovo di un ospedale geriatrico, dove alcuni degenti erano stati intervistati con lo scopo di conoscerne e comprenderne i bisogni e le aspettative. Sulla base delle interviste, nella sala da pranzo dell'ospedale è stato ricreato un tipico arredamento degli anni `30-'40, corrispondente al periodo vissuto in gioventù dai pazienti. In seguito a questo cambiamento del se tting sono stati riscontrati sia un notevole incremento nelle interazioni sociali e nelle conversazioni tra i pazienti, sia un miglioramento della soddisfazione e della qualità ambientale percepita. Ad ogni modo, è da sottolineare come l'impiego di interviste e colloqui psicologici deve rispettare quei criteri procedurali e tecnici che ne garantiscano l'attendibilità e la validità. L'indagine campionaria condotta tramite la somministrazione di un questionario rappresenta uno dei metodi più utilizzati nella consulenza psicologica alla progettazione per quantificare la valutazione (post-occupativa o pre-occupativa) del se tting (o del progetto) da parte degli utenti. Come vedremo nei prossimi capitoli, le ricerche sulla valutazione di qualità ambientale e, nello specifico, sulla soddisfazione residenziale hanno spesso utilizzato misure rappresentate da questionari, spesso autocompilabili dai partecipanti. La costruzione, taratura e validazione di strumenti di misura psicologici (tipicamente costituiti da 21
scale contenenti item — cioè parole o frasi — su atteggiamenti, o comportamenti, o motivazioni, o stati affettivi, ecc.) che hanno il formato di un questionario richiedono un elevato grado di a) intuizione (in termini di capacità di introspezione psicologica), b) conoscenza dei domini concettuali da misurare, c) competenza tecnico-metodologica in relazione allo strumento-questionario, d) competenza statistica e psicometrica per la preparazione del set di dati da raccogliere e per la successiva elaborazione degli stessi, e) organizzazione nella realizzazione dell'indagine campionaria (modalità, tempi, risorse umane e non da investire, ecc.). Detto questo, e a fronte di una serie di limiti intrinseci (cfr. ad esempio Roccato, 2006 per un contributo recente su pregi e difetti di questo strumento di ricerca), la qualità dei dati che si possono ottenere tramite un (buon) questionario può essere di ottimo livello e, soprattutto, di grande utilità ai fini dell'intercettazione delle aspettative dell'utenza. Altre metodologie, invece, si basano sull'osservazione sistematica delle attività svolte quotidianamente dagli utenti che vivono, praticano o, semplicemente, attraversano un determinato se tting fisico-spaziale. Tra queste, le più note sono quelle denominate "mappe comportamentali" (behaviour mapping) e "tracce comportamentali" (behaviour tracking). Utilizzando questi metodi si può ottenere un quadro generale delle abitudini degli occupanti attraverso l'osservazione diretta dei loro comportamenti: ciò spesso è considerato anche più attendibile rispetto alle informazioni riferite tramite le interviste e i questionari. L'osservazione sistematica può essere molto utile come supplemento ad altri metodi nel caso di risultati contraddittori che necessitino di un chiarimento; spesso, però, gli eccessivi costi a essa legati in termini sia di tempo sia di denaro non ne permettono l'adozione. Un metodo indiretto che può essere utile in ausilio a quelli citati fin qui è costituito dall'analisi delle tracce fisiche lasciate dalle attività degli utenti. Queste vengono distinte in tracce di "erosione" (consumo) o di "accrescimento" (aggiunta di materiali o oggetti): all'interno di un ufficio, ad esempio, un tappeto usurato segnala un'area molto frequentata, la presenza di poster alle pareti indica quanto gli utenti tendano a personalizzare il proprio spazio e l'esistenza di pannelli divisori tra le varie postazioni lavorative suggerisce un forte bisogno di privacy. Il principale vantaggio dell'analisi delle tracce fisi22
che risiede nel risparmio di tempo: in pochi minuti è possibile sintetizzare ore di osservazioni comportamentali. D'altra parte, però, tale metodo non permette l'individuazione dei bisogni di quella minoranza di utenti che, eventualmente, fa un uso del setting differente dagli altri e, soprattutto, non è adatto a identificare le dimensioni psicologico-sociali in grado di spiegare un determinato uso del se tting fisico-spaziale. La rilevazione di misure psico-fisiologiche permette di cogliere alcuni aspetti intra-individuali non rilevabili tramite altri strumenti utilizzati dalla ricerca psicologica (quali, ad esempio, l'intervista e il questionario). Si possono infatti misurare per questa via risposte di interesse psicologico quali lo stress (tramite, ad esempio, la rilevazione del livello di cortisolo — l'ormone dello stress — nella saliva) e le emozioni (tramite, ad esempio, la rilevazione del battito cardiaco, della pressione arteriosa e del rilascio di alcuni ormoni) provocati da determinati stimoli ambientali, come nel noto studio di Ulrich, pubblicato nel 1984 su Science, riguardante l'effetto positivo in pazienti ospedalieri della visuale su uno spazio verde. L'esperimento di laboratorio può essere utilizzato per verificare, ad esempio, quali assetti fisico-spaziali favoriscono determinate risposte psicologiche o comportamentali. Il grande pregio dell'esperimento di laboratorio è quello di presentare caratteristiche di controllo delle possibili variabili di disturbo, in modo da rendere più sicura l'attribuzione delle risposte rilevate ai fattori-stimolo presentati (si tratta infatti di un metodo che massimizza la validità interna, cfr. Ercolani, Areni e Mannetti, 1990). Il limite di questo metodo è invece legato all'artificialità del setting sperimentale utilizzato (il laboratorio stesso), degli stimoli (per esempio video, fotografie -o modelli del progetto) e dei compiti richiesti ai partecipanti, tutti elementi che spesso non riescono a riprodurre adeguatamente la complessità e la ricchezza dell'esperienza che gli individui hanno in un ambiente reale. Negli ultimi anni si stanno affermando tecniche di misurazione delle risposte automatiche, come ad esempio gli atteggiamenti impliciti (tramite lo IAT — Implicit Association Test, cfr. Greenwald, McGhee e Schwartz, 1998), che permettono di cogliere quelle idee, credenze e preferenze che tendiamo a nascondere agli altri o delle quali non siamo consapevoli.
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Una variante dell'esperimento di laboratorio è costituita dal metodo della simulazione, il quale consiste nel riprodurre, possibilmente in scala 1:1, l'ambiente che verrà costruito o rinnovato e nel lasciarlo poi "sperimentare" ai futuri utenti. Essa prevede, in una fase successiva, la somministrazione di questionari agli utenti per verificarne gli esiti. Considerato che non sempre è possibile o facile ricreare un ambiente, negli ultimi anni si è cominciato a introdurre in questo campo l'uso della realtà virtuale (Hershberger, 2002).
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2. La valutazione di qualità ambientale
2.1. Qualità ambientale "oggettiva" vs. "soggettiva"
L'approccio della psicologia e i suoi metodi presentati nel precedente capitolo possono quindi essere usati per studiare la relazione persona-ambiente e, dunque, per far luce sulle modalità attraverso cui le persone valutano gli ambienti. A tal proposito, si possono distinguere due tipi generali di valutazione ambientale. Il primo tipo è rappresentato da valutazioni tecniche che si basano su strumentazioni meccaniche ed elettroniche o altri parametri "oggettivi" per rilevare e misurare il livello di qualità ambientale di un determinato attributo o setting fisico. Questo tipo di valutazione è definito TEA (Technical Environmental Assessment — "valutazione ambientale tecnica"; Gifford, 2002) oppure valutazione "oggettiva" o "esperta" (Bonaiuto, Carrus, e Bonnes, 2002). Il secondo tipo si fonda invece sui dati percettivo-valutativi prodotti da osservatori o utilizzatori di un determinato setting o elemento ambientale. In questo caso, dunque, i valutatori sono persone chiamate a dare un giudizio sulla qualità o su altre .caratteristiche ambientali. Questo tipo di valutazione è definito OBEA (ObserverBased Environmental Assessment — "valutazione ambientale basata sull'osservatore"; Gifford, 2002) oppure valutazione "soggettiva" o "ingenua" (Bonaiuto et al., 2002). L'OBEA riflette dunque una misura "esperienziale" della qualità ambientale e, in tal senso, rappresenta uno degli interessi di ricerca più fertili della Psicologia Ambientale fin dal suo delinearsi come campo disciplinare distinto e peculiare. 25
Per quanto le valutazioni tecniche possano essere facilmente identificate come misure "oggettive", mentre le valutazioni ingenue possano essere considerate misure "soggettive", in realtà è sempre presente un certo grado di soggettività nelle TEA, così come gli studi di OBEA aspirano a un certo grado di standardizzazione metodologica. Difatti, nel primo caso, gli esperti che conducono valutazioni tecniche sono chiamati a decidere sia quali elementi o caratteristiche dell'ambiente sono da misurare (Uzzell, 1989), sia quali spazi e quali tempi scegliere per le rilevazioni (Zube, 1980). Chiaramente, tali decisioni comportano un certo livello di arbitrarietà nella scelta decisionale del valutatore. Nel secondo caso, d'altro canto, i ricercatori che conducono studi sulle valutazioni ingenue mirano a costruire misure replicabili che presentino adeguati indici di validità, attendibilità, sensibilità e utilità (Craik e Feimer, 1987) e che quindi raggiungano l'obiettivo della rigorosità metodologica. Inoltre, ragionando in termini sistemici, se i due poli rappresentati da persona e ambiente costituiscono un sistema interdipendente nel quale vige un rapporto di mutua causazione, allora, a prescindere da quale dei due poli sia il focus di studio, questo si deve necessariamente considerare in relazione all'altro polo. In altre parole, se il focus è sulla valutazione "soggettiva" bisognerà comunque analizzare le caratteristiche strutturali dell'attributo o del se tting oggetto di conoscenza (vale a dire, i cosiddetti dati non-psicologici della Teoria del Campo di Lewin, 1951), allo stesso modo se il focus è sulla valutazione "oggettiva" non si dovrebbe trascurare come l'oggetto ambientale da esaminare è percepito ed esperito dagli individui. 2.2. Un esempio di valutazione "oggettiva": la Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA)
Nel dominio delle valutazioni tecniche rientrano le cosiddette "Valutazioni di Impatto Ambientale" (VIA), che vengono utilizzate a scopo gestionale dagli ambiti istituzionali statunitensi, europei (cfr. ad esempio la direttiva CEE n. 85/337 del 1985) e, anche, italiani (cfr. ad esempio Zeppetella, Bresso e Gamba, 1992). Le VIA consistono in una stima "esperta" degli effetti potenziali di un intervento ambientale sulle diverse componenti ambientali e 26
socio-economiche implicate. Quindi, il compito di una VIA è quello di fornire elementi da un lato di natura descrittiva, sulle caratteristiche strutturali (qualità e valore delle risorse ambientali) e sulle condizioni attuali (stato di "carico" delle risorse) del segmento ambientale interessato dall'intervento; e, dall'altro lato, di natura predittiva, sulle variazioni qualitative e quantitative che si verificherebbero nel caso l'intervento fosse effettuato. Le componenti ambientali considerate nelle VIA riguardano elementi bio-ecologici (acque, suolo, sottosuolo, aria, clima, fauna, flora, ecosistemi), socio-economici (demografia, assetto sanitario, società, territorio) e paesaggistici (paesaggio, patrimonio culturale). Nella fase descrittiva di una VIA vengono riportate, per ciascuna di queste componenti, la definizione della componente considerata, una sua descrizione, la sensibilità, la qualità, il livello di criticità, gli interventi che possono minacciarla in modo rilevante, i metodi utilizzati per la stima degli impatti, le fonti di riferimento dei dati, e infine ogni altra informazione utile a caratterizzare la componente nello specifico ambiente oggetto di studio. Questa analisi dettagliata dello status quo viene effettuata per fornire un quadro particolareggiato sullo stato dell'ambiente al "punto zero", cioè prima dell'intervento, e costituisce quindi la base per la stima degli impatti che verranno prodotti dall'intervento. Nei casi in cui i decisori istituzionali devono effettuare una scelta sulla localizzazione di un intervento che apporterà cambiamenti al pre-esistente tessuto socio-ambientale (ad esempio, la costruzione di una centrale nucleare o il posizionamento di un impianto radiotrasmettitore), la VIA assume una valenza particolarmente strategica, alla luce dell'importanza delle implicazioni (e delle ripercussioni) per la popolazione residente nel territorio interessato. 2.3. Un esempio di valutazione "soggettiva ": la Post-Occupancy Evaluation (POE)
Lo sviluppo degli studi di Post-Occupancy Evaluation (POE — "valutazione post-occupativa") è generalmente legato ad un aumento di consapevolezza su come gli ambienti costruiti siano spesso progettati senza considerare le aspettative delle persone che usano tali ambienti. 27
Difatti, l'assunzione secondo la quale l'architetto-progettista conosce abbastanza le esigenze, le aspettative e le preferenze degli utenti si è dimostrata nella maggior parte dei casi infondata (Bechtel, 1997). Una valutazione post-occupativa consiste in un esame dell'efficienza degli ambienti costruiti dal punto di vista degli utenti che occupano e utilizzano tali ambienti (Zimring e Reizenstein, 1980). Una POE si caratterizza per un approccio analitico e sistematico, che implica l'inclusione nell'analisi sia di tutti i gruppi/categorie di occupanti, sia di tutti gli usi/attività principali che avvengono nello specifico ambiente. Inoltre, è da evidenziare il peculiare rigore dei metodi utilizzati per la raccolta e l'analisi dei dati valutativi. All'interno della comunità scientifica si è spesso aperto il dibattito su quale sia esattamente l'oggetto di valutazione di una POE (Bechtel, 1997). Alcuni sostengono che il focus della valutazione è rappresentato dal progetto urbanistico-architettonico, altri invece sottolineano che il progetto in sé è irrilevante, in quanto il punto-chiave è se l'edificio permette di soddisfare i bisogni e gli scopi degli utenti. Queste differenze si esprimono nella grande varietà di metodiche e tipologie utilizzate per condurre ricerche di valutazione post-occupativa. A ogni modo, un programma di POE deve a) prevedere un'attenta pianificazione dello studio; b) considerare le informazioni derivate dal contesto a diversi livelli (organizzativo, ambientale, sociale); e infine c) essere condotto con l'intento di sviluppare una nuova conoscenza (Zimring e Wener, 1985, p. 101). Analizzando la letteratura, gli studi di valutazione post-occupativa possono variare per diversi aspetti. Zimring e Reizenstein (1980) identificano le seguenti tre dimensioni. 1) Generalizzazione. Molte POE sono progettate specificamente per un edificio, quindi i risultati che emergono non sono generalizzabili ad altri edifici. Altre POE scelgono scuole, prigioni, uffici, ospedali che siano rappresentativi di una più ampia popolazione, allo scopo di utilizzare i risultati per ottenere conoscenze sulla generale classe di luoghi a cui gli ambienti campionati appartengono. 2) Ampiezza di focus. Alcune POE mirano a studiare solo uno o due attributi ambientali (luce, rumore, lay-out, privacy, ecc.). Altre POE tentano di cogliere la natura complessa e sistemica di un 28
ambiente, quindi mirano ad analizzare tutti quegli attributi (di natura fisico-spaziale, socio-relazionale, funzionale, organizzativa) ritenuti importanti. 3) Tempi di applicazione. Nei casi in cui il progetto di cambiamento/trasformazione ambientale deve attuarsi in tempi stretti, un programma di POE deve adeguarsi in tal senso (ad esempio, rinunciando a livelli di analisi più profondi e complessi) per essere in grado di fornire in tempo informazioni utili al versante della progettazione architettonica. In altri casi, possono non esserci scadenze temporali legate all'inizio di interventi, ad esempio una POE può essere richiesta come parte di un programma longitudinale che si pone il fine di accumulare dati (informativi) nel tempo su un determinato edificio.
Successivamente, Wener (1989) ha messo in luce la seguente dimensione differenziale. 4) Tipologia. Esistono due tipi di progetti di valutazione post-occupativa. Il primo si riferisce alle valutazioni comparative, cioè a quegli studi che hanno la funzione di confrontare ambienti differenti oppure lo stesso ambiente in tempi diversi. In questi casi si effettuano studi multipli o longitudinali, utilizzando tecniche quantitative e, preferibilmente, strumenti standardizzati. Rientrano in questo tipo di progetti anche le cosiddette ricerche "multigenerazionali" (Wener, Frazier, e Farbstein, 1985), le quali possono riguardare confronti tra diversi elementi: stessi o diversi tipi di struttura (palazzi o edifici) in località diverse, per clienti/organizzazioni differenti, dove vengono di fatto confrontate tra loro tutte quelle caratteristiche rilevanti ai fini del programma di ricerca. II secondo tipo si riferisce alle valutazioni generative, che utilizzano tecniche qualitative e si focalizzano su case studies per generare idee in grado di orientare la pianificazione o la programmazione dell'intervento di valutazione post-occupativa. Dunque, la valutazione generativa è da intendersi soprattutto come fase esplorativa di un programma di POE, utile a fornire elementi per l'analisi dell'ambiente in questione e la successiva formulazione delle ipotesi di lavoro al riguardo.
Infine, Gifford (2002) aggiunge le seguenti due dimensioni:
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5) Scala. L'oggetto d'analisi può variare dal singolo settore di un edificio a un intero quartiere. 6) Investimento. Per alcune POE basta un investimento minimo di energie, denaro e persone impiegate, come ad esempio nel caso di un numero non elevato di occupanti (il campione di utenti da selezionare sarebbe molto piccolo, o addirittura può coincide con la popolazione); oppure se l'ambiente da sottoporre a valutazione ha un basso livello di complessità; ovvero se vi sono pochi elementi o aspetti da valutare. Altre POE possono richiedere un largo impiego di ricercatori e intervistatori che operano in tempi lunghi.
Le metodologie utilizzate per la raccolta dei dati valutativi comprendono questionari, interviste, osservazioni dei pattern comportamentali, osservazioni di tracce (cioè gli effetti del comportamento sull'ambiente fisico), analisi di archivi. Sono stati costruiti specifici strumenti psicometrici per specifiche classi di edifici (o ambienti costruiti), tra cui uno dei più utilizzati nella letteratura di ricerca è il Multiphasic Environmental Assessment Procedure (MEAP, Moos e Lemke, 1984) per le case di riposo degli anziani. Ma sono stati creati anche strumenti per la valutazione di istituti di pena (Farbstein e Wener, 1982), residenze psichiatriche (Gabb, Speicher, e Lodl, 1992), campus universitari (Gerst e Moos, 1972). A tale proposito, Preiser (1994) ritiene che sia più facilmente quantificabile la valutazione di aspetti quali la luminosità, la temperatura, l'umidità e il rumore, rispetto ad aspetti quali la piacevolezza estetica di un edificio e la sua compatibilità con il contesto in cui è inserito. 2.4. Un confronto tra i due tipi di valutazione: risultati di ricerca
Un esempio di confronto empirico tra componente "oggettiva" e componente "soggettiva" di valutazione ambientale è fornito dalla ricerca condotta da Bonnes e Bonaiuto (1991, 1995) in contesto urbano. Nello specifico, nell'ambito di un più generale progetto MABUNESCO sulla città di Roma (Bonnes e Secchiaroli, 1992), lo studio ha preso in considerazione il quartiere Aurelio di Roma, situato nella 30
parte nord-ovest della città tra il centro storico e la periferia vera e propria, con lo scopo di verificare il grado di corrispondenza tra misurazioni tecniche e percezioni dei residenti in merito agli stessi aspetti caratterizzanti l'ambiente residenziale in esame. L'analisi è stata effettuata ripartendo il quartiere in sei sub-zone, sulla base di indici differenziali prodotti dal gruppo di pianificazione urbana. Le valutazioni tecniche fornite da esperti di diversi campi disciplinari consistevano nelle seguenti misure per ogni sub-zona considerata: indice di volumetria territoriale edificata (m 3 su m 2 ); indice di terziarizzazione (cioè, numero di servizi e attività non residenziali per 100 abitanti); indice di centralità funzionale dei servizi; indice di densità umana; grado di qualità ecologico-naturalistica delle aree verdi; livello di dotazione di aree verdi (cioè, percentuale di spazio verde pubblico e privato sul totale dell'area); grado di accessibilità al verde pubblico (cioè distanza dal parco pubblico più vicino). Le valutazioni degli utilizzatori sono state misurate tramite un questionario che indagava il livello di soddisfazione residenziale e di qualità ambientale percepita in merito ai principali aspetti caratterizzanti il contesto ambientale di residenza. Tale questionario è stato compilato da un campione di residenti, bilanciato per le sei sub-zone indagate. I dati raccolti hanno prodotto i seguenti tre indici percettivi: densità spaziale e sociale (a sua volta suddiviso in tre sub-indici: densità spaziale fisico-statica, densità spaziale umano-dinamica, opportunità relazionali e d'uso delle aree verdi); sicurezza socio-spaziale e amichevolezza; servizi socio-funzionali. Il confronto statistico tra questi due ordini di dati valutativi da un lato mostra una sostanziale diversità di soddisfazione residenziale tra le sei sub-zone differenziate sulla base di indici ambientali "oggettivi"; dall'altro lato, mostra che le corrispondenze tra valutazioni tecniche e valutazioni degli utenti presentano nel complesso una relazione debole. Più specificamente, una relazione abbastanza buona è emersa tra tre coppie di indici valutativi, ma solo se si considerano livelli di qualità ambientale (oggettiva e percepita) scadente, mentre a livelli medi ed alti di qualità ambientale il legame è più tenue. Tale concordanza si riscontra nelle coppie costituite da: centralità funzionale dei servizi e soddisfazione per i servizi socio-funzionali; scarsa densità umana e soddisfazione per la densità spaziale umano-dinamica; scarsa volumetria territoriale edificata e soddisfazione per la densità spaziale fisico-statica. 31
Nel caso degli indici di valutazione dell'ambiente naturale, invece, sono addirittura emerse relazioni negative tra le valutazioni esperte (da parte di urbanisti ed ecologi vegetali) e la valutazione ingenua. Tale risultato è in linea con altre ricerche (Carrus, Fornara, Bonaiuto, e Bonnes, 2009), ed è spiegabile se si tiene conto del fatto che, nella stima di qualità di uno spazio verde, le misure esperte (in particolare quelle dei naturalisti-biologi) attribuiscono grande valore a elementi come la "naturalità" ambientale dell'ecosistema (in genere inversamente proporzionale al grado di intervento/cambiamento operato dall'uomo), vale a dire il suo livello di wilderness, e la ricchezza in termini di bio-diversità (vegetale ed animale). Tali elementi spesso contrastano con gli scopi per cui le persone utilizzano uno spazio verde, e quindi con la fruibilità di questo da un punto di vista umano; di qui l'emergere di valutazioni esperte e ingenue di segno opposto. Inoltre, è da menzionare che altri studi condotti sullo stesso quartiere romano (Ardone e Bonnes, 1991) hanno evidenziato come gli aspetti fisici, comportamentali, sociali e di attribuzione simbolica si presentano strettamente legati nella rappresentazione/costruzione psicologicosociale degli spazi verdi urbani. Dunque, se gli usi e le attività che le persone effettuano in un determinato luogo hanno un ruolo centrale nella percezione e valutazione dello stesso, allora qualunque indagine sul tema della valutazione ambientale dovrebbe sia prendere in considerazione quali usi/attività un determinato luogo permette o non permette (in altre parole, quali affordances sono presenti, in termini gibsoniani — cfr. ad esempio Gibson, 1979), sia studiare come tali possibilità d'uso/azione influenzano le percezioni e valutazioni di quel luogo (Uzzell, 1989): usi e valutazioni di un luogo sono infatti interconnessi nell'esperienza dell'abitante (Bonaiuto, Bonnes, e Continisio, 2004). In generale, le differenze tra i due suddetti tipi di valutazione ambientale rispetto a un determinato setting (ad esempio, un edificio o un'area verde) o elemento ambientale (ad esempio, l'aria, l'acqua, la vegetazione o la fauna), rimandano in ultima analisi all'attribuzione di una serie di valori ambientali: ciò vale a dire che lo stesso bene ambientale può possedere valori ricreativi (usi e attività di svago), estetico-contemplativi (conoscenze e memorie relative), funzionali (benessere e qualità della vita) ed ecologici (biodiversità). Tali valori non possono essere presi in considerazione in modo esaustivo attra32
verso le procedure di misurazione tecnica utilizzate dagli esperti, come tipicamente avviene negli studi sulla VIA. Queste considerazioni suggeriscono la necessità, per una migliore pianificazione, progettazione e gestione dei cambiamenti ambientali, di non trascurare il punto di vista e le competenze "ingenue" espresse e quotidianamente sviluppate dagli utenti nella loro interazione con l'ambiente. 2.5. Le ragioni per un'integrazione tra "oggettivo" e "soggettivo"
Le valutazioni tecniche e le valutazioni ingenue non sono da intendere necessariamente come metodologie alternative allo studio delle valutazioni ambientali, in quanto esse piuttosto rappresentano due differenti livelli di rilevazione che possono essere utilizzati in modo complementare all'interno di uno stesso programma di studio o di intervento. A livello istituzionale, un esempio di strumento che comprenda misure sia "oggettive" che "soggettive" di qualità urbana è costituito dagli Indicatori Comuni Europei (European Common Indicators). Tale iniziativa, promossa dalla Commissione Europea e dall'Agenzia Europea per l'ambiente dal 1999, mira a monitorare la sostenibilità ambientale a livello locale (cfr. http://europa.eu.inticomm/environmentlurban/common_indicators.htm) . Il paniere di undici indicatori comprende misure oggettive (contributo locale al cambiamento climatico globale, disponibilità di servizi e spazi pubblici all'aperto, gestione sostenibile delle autorità e delle imprese locali, qualità dell'aria, inquinamento acustico, uso sostenibile dei terreni, impronta ecologica), valutazioni soggettive (soddisfazione dei residenti in merito alla propria comunità locale) e altre informazioni basate su quanto riportato dai residenti (mobilità locale e trasporti, percorsi casa-scuola dei bambini, indicatori di sostenibilità). È da rilevare come uno solo degli undici indicatori (quello di soddisfazione verso la comunità) miri a cogliere il versante soggettivo della qualità ambientale urbana, vale a dire l'ambiente come è valutato da coloro che lo vivono e lo esperiscono. Esempi di integrazione tra valutazione ambientale "oggettiva" e "soggettiva" sono invece rappresentati da alcuni studi condotti entro la cornice del Programma MAB (Man and Biosphere — Uomo e Bio33
sfera) dell'UNESCO, un programma internazionale di ricerca applicata sulle interazioni tra l'uomo e il suo ambiente, con il fine di fornire conoscenza scientifica a chi decide in materia di gestione delle risorse naturali ambientali (UNESCO MAB, 1988). Tale programma si caratterizza proprio per la scelta di un metodo "integrato", che implica la collaborazione tra studiosi appartenenti a differenti campi disciplinari, sia delle scienze fisiche e naturali, sia delle scienze sociali. Nel corso degli anni, all'interno del Programma MAB (nato nel 1971) si è progressivamente verificato un cambiamento dell'unità d'analisi considerata, dapprima costituita dall'"ecosistema", in una tipica accezione di matrice biologico-naturalistica, poi più orientata ai "sistemi d'uso umano" (di Castri, Baker e Hadley, 1984) o ai "sistemi socio-ecologici". Questo ha comportato anche una specifica attenzione ai fenomeni psicologico-ambientali accanto a quelli fisicobiologici. Difatti, delle tre dimensioni che contraddistinguono qualunque sistema d'uso umano, le prime due (dimensione spaziale e dimensione temporale) riguardano prevalentemente gli aspetti fisicobiologici del sistema in oggetto, mentre la terza (dimensione di percezione ambientale) riguarda tipicamente la componente umana, che si esplicita tramite le percezioni e le azioni degli individui e dei gruppi che caratterizzano il sistema e concorrono a definirlo. Quest'ultima dimensione racchiude in sé quei fenomeni psicologico-sociali che implicano processi di natura sia cognitiva, sia affettiva, volti a rappresentare l'ambiente e le sue caratteristiche a livello individuale e collettivo (Bonnes e Secchiaroli, 1992, p. 30), e che sono inestricabilmente connessi anche con i comportamenti e con gli usi caratteristici di un se tt ing (cfr. ad esempio Bonaiuto, Bonnes e Continisio, 2004). Lo spostamento dell'unità d'analisi verso il sistema d'uso umano è risultato particolarmente evidente nello specifico Programma MAB n. 11 per la città di Roma (Bonnes, 1991), dove il contesto di studio è rappresentato dall'ecosistema urbano, considerato nella sua complessità, di una grande area metropolitana come quella romana. L'importanza data alla dimensione di percezione ambientale si esplicita nella considerazione di tre principali categorie/ruoli di attori sociali che agiscono sul sistema. Tali categorie/ruoli sono rappresentati rispettivamente da (Bonnes e Secchiaroli, 1992): a) decisori ambientali, ovvero autorità locali, statali e sovranazionali che sono istituzionalmen34
te preposti a decidere circa l'assetto del sistema ambientale in oggetto; b) tecnici ed esperti ambientali, ovvero progettisti, urbanisti, ingegneri e studiosi delle scienze ambientali, i quali per le loro competenze ambientali specialistiche sono chiamati dai decisori istituzionali a fornire conoscenze e proposte atte a orientare le scelte decisionali e gestionali in materia ambientale; c) utilizzatori o fruitori dell'ambiente in oggetto, ovvero coloro che da un lato occupano, praticano ed esperiscono tale ambiente, utilizzando le opportunità che esso offre come risorsa per soddisfare specifici bisogni (residenziali, ricreativi, produttivi, ecc.) e, dall'altro lato, rappresentano i destinatari delle scelte dei decisori ambientali e delle analisi degli esperti ambientali. La distinzione tra queste tre categorie di attori (o stakeholder) ambientali risulta particolarmente utile se si vogliono esaminare le similarità e le differenze tra le concezioni/rappresentazioni espresse da ciascuna categoria in merito all'ambiente in oggetto; in particolare, riveste particolare importanza il confronto tra le valutazioni degli esperti ambientali, basate sulle risultanze di procedimenti analiticosistematici, e quelle degli utilizzatori, che si formano invece tramite processi transattivi di natura molare in cui si integrano elementi cognitivi ed affettivi (Bonnes e Secchiaroli, 1992, p. 32). Dato che i decisori istituzionali si affidano generalmente alle stime fornite dagli esperti, nel caso gli utenti manifestino concezioni diverse da questi ultimi, le scelte gestionali e decisionali rischiano di risultare incongruenti con i bisogni, le aspettative e i valori espressi dagli utilizzatori, i quali dovrebbero essere i destinatari di tali scelte. Dunque, il fatto che l'ambiente, così come è o nella sua eventuale trasformazione, permetta o non permetta la soddisfazione degli scopi degli utilizzatori, tende ad avere delle ripercussioni non solo sul sistema (d'uso umano) ambientale studiato, ma anche sui sistemi a esso in qualche modo connessi (ad esempio: il quartiere rispetto alla città) e quindi su un sistema di ordine superiore (cfr. Bronfrenbrenner, 1979). Un esempio in tal senso è fornito da una serie di ricerche che hanno indagato le varie tipologie di usi/attività (residenziali, socio-relazionali, di svago, di acquisto, di uso delle aree verdi, ecc.) effettuate da residenti in una grande città come Roma (Bonnes, Mannetti, Secchiaroli, e Tanucci, 1990) ed in una piccola città come Lecce (Bonnes e Mazzotta, 1995). Da questi studi, che hanno ricevuto 35
successive conferme empiriche (Bonaiuto, Fornara e Bonnes, 1997), è emerso come la presenza o assenza di certi elementi o attributi nel quartiere di residenza orientasse il tipo di attività dei residenti non solo nel quartiere stesso, ma anche in altri luoghi urbani come il centro storico e la periferia (cfr. Bonaiuto e Bonnes, 1996). Quindi, coloro che hanno il mandato di decidere in materia di gestione e progettazione ambientale dovrebbero prendere in considerazione i dati di ricerca basati sugli utilizzatori, accanto alle valutazioni "tecniche" fornite dal versante esperto. Tale opzione risulta particolarmente necessaria alla luce, come già scritto, delle differenze esistenti tra questi due livelli, che possono dar luogo a valutazioni di qualità addirittura opposte sugli attributi ambientali che costituiscono il sistema.
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3. Risposte psicologiche e comportamentali all'ambiente urbano
3.1. L'ambiente urbano: immaginabilità sociale e sistema multi-luogo
Se le valutazioni degli utenti e abitanti dei luoghi devono essere considerate, si rende necessario disporre di strumenti utili all'uopo. In questo volume vengono presentati alcuni strumenti per la rilevazione delle risposte di valutazione ambientale dei luoghi urbani, con particolare riferimento al quartiere di residenza. Tali strumenti sono il frutto di un lungo percorso di ricerca, avviatosi fin dalla fine degli scorsi anni settanta, sui temi della percezione e della valutazione dell'ambiente urbano. Le prime fasi di questo percorso si sono focalizzate sulla città di Roma e sono partite come sviluppo di una delle tematiche di studio maggiormente praticate in quegli anni, dalla Psicologia Ambientale, in tema di immaginabilità sociale o "leggibilità" degli spazi urbani (cfr. Lynch, 1960; Downs e Stea, 1973; Moore e Golledge, 1976). Nello specifico, l'oggetto di queste prime indagini era costituito dalle "immagini", o rappresentazioni cognitive, possedute dagli abitanti di Roma nei confronti della loro città, considerando questa sia nel suo complesso, sia nelle eventuali parti o luoghi più significativi, ad esempio: il "centro", il proprio quartiere di residenza, i diversi quartieri e la periferia (Bonnes e Secchiaroli, 1983; Bonnes, Paola e Poggiali, 1987; Bonnes, Secchiaroli e Rullo, 1987). Da alcuni studi iniziali, condotti su un campione di residenti romani, si è ad esempio evidenziata l'esistenza di una forte concordan37
za e tendenziale ambivalenza tra gli stessi abitanti nel connotare affettivamente l'immagine della città, sotto il profilo di diversi aspetti ambientali. Mentre è emersa un'immagine positiva relativamente agli aspetti estetici e agli aspetti umani e relazionali, è risultata abbastanza negativa l'immagine per gli aspetti funzionali ed organizzativi della città (Bonnes, 1986). Sulla base di questi primi risultati, si è quindi proceduto ad approfondire lo stato di tale immaginabilità della città di Roma per i diversi abitanti, mirando a ricostruire sotto questo profilo, in senso sia cognitivo che affettivo, l'immaginabilità della città e delle sue varie parti o luoghi. L'intento è stato quello di arrivare a individuare nella città i luoghi urbani più salienti, in senso psicologicoambientale, nella prospettiva degli abitanti, cioè nella prospettiva di chi quotidianamente vive e pratica la città stessa. Si è quindi indagato sulle cognizioni e preferenze di differenti categorie di abitanti di Roma (quali lungo-residenti e brevi-residenti, giovani e anziani, donne e uomini, ecc.), nei confronti dei vari quartieri, o zone, nei quali la città di Roma risulta suddivisa — per denominazione toponomastica (quartieri) e amministrativa (circoscrizioni, municipi, ecc.) — nella denominazione sia ufficiale che "ingenua", cioè spontaneamente espressa dagli abitanti. Si è in particolare presa in esame sia la correttezza di tali conoscenze da parte degli abitanti, per numero, nomi e localizzazione, sia la relazione tra queste conoscenze e le relative preferenze residenziali per queste stesse zone o quartieri. Si è così evidenziata in tale contesto socio-spazio-temporale l'esistenza tra gli abitanti di conoscenze e immagini per lo più incerte, confuse, spesso errate e tendenzialmente contraddittorie (cfr. Bonnes, Paola e Poggiali, 1987; Bonnes, Secchiaroli e Rullo, 1987; Bonnes e Aiello, 1995). Nei complesso, per molti dei quartieri più consolidati della città, fatta eccezione per la zona del suo "centro", si è constatata una debole, talvolta anche confusa e contraddittoria immaginabilità da parte degli abitanti. Sono al momento in corso alcuni studi volti a verificare oggi, a oltre venti anni di distanza, lo stato di tali conoscenze, preferenze ed immagini da parte degli abitanti di Roma, anche in considerazione delle varie iniziative, in senso sia informativo che organizzativo, portate avanti al riguardo dalla Municipalità nel corso di questi ultimi dieci-quindici anni. Al fine di approfondire ulteriormente questi aspetti e con l'intento 38
più generale di comprendere le specificità psicologico-ambientali del rapporto delle persone con il proprio ambiente urbano e i suoi vari luoghi, questo filone di ricerca è successivamente avanzato in varie direzioni, sviluppandosi in senso sia intradisciplinare (con intenti di rilevanza interna per la psicologia sociale e ambientale), sia interdisciplinare (con intenti più di psicologia ambientale applicata), avvalendosi in questo senso della collaborazione multidisciplinare, da sempre prevista e caratterizzante il Programma MAB-Roma (cfr. par. 5), al quale tali ricerche risultavano collegate. L'obiettivo della ricerca si è quindi spostato sullo studio delle rappresentazioni/percezioni e usi relativi ai tre principali luoghi urbani (o sub-luoghi della città) individuati come dotati di maggiore salienza nell'immaginabilità degli abitanti: il "centro", il proprio quartiere di residenza, e la periferia. A questo fine, tra i vari quartieri romani emersi con debole immaginabilità sociale, è stato preso in considerazione uno specifico quartiere-campione (il quartiere Aurelio), scelto da un lato per la sua posizione intermedia tra il centro storico e la periferia, e dall'altro lato per la sua eterogeneità interna per ciò che riguarda gli aspetti urbanistico-architettonici e la tipologia di aree verdi presenti. Lo stesso quartiere risultava inoltre collocato all'interno dell'area campione a suo tempo prescelta per il Progetto MABRoma, rappresentata dal settore nord-orientale della città (cfr. Bonnes, 1987). Seguendo lo schema concettuale della teoria del luogo sviluppata all'interno della Psicologia Ambientale (Canter, 1977; Bonnes e Secchiaroli, 1992), il lavoro di ricerca si è quindi concentrato sulle relazioni tra i sistemi d'uso/attività, o pratiche, dei residenti nei tre luoghi urbani considerati, anche in connessione alle relative percezioni ambientali parallelamente indagate. Secondo la Teoria del Luogo, ogni luogo è infatti il risultato della relazione tra attributi fisicospaziali, attività/usi, e concezioni sia degli attributi fisico-spaziali sia delle attività condotte in tale spazio fisico. I diversi luoghi di un sistema urbano prevedono quindi specifici elementi e strutture fisico= spaziali, specifici sistemi di uso e di attività e infine specifici scopi, aspettative, bisogni dei diversi attori sociali implicati. Nell'ottica sistemica delineata da Bronfenbrenner (1979) e successivamente sviluppata per la Psicologia Ambientale da Bonnes e Secchiaroli (1992) come "prospettiva multi-luogo", l'ambiente urba39
no si delinea come un sistema di luoghi la cui principale relazione è espressa dai criteri di inclusione/esclusione e vicinanza/lontananza. Ad esempio, un determinato quartiere include una serie di aree (residenziali, commerciali, industriali, di verde pubblico, di svago, di fruizione socio-culturale, di servizi vari, ecc.), è in relazione di vicinanza o lontananza con un altro quartiere, è incluso nella città di cui fa parte ed è escluso da un'altra città. L'esperienza di luogo della persona tende quindi a organizzarsi secondo diversi livelli, comprendenti sistemi di relazioni di luogo sempre più ampi, da intendersi come inclusi l'uno nell'altro, nonché in relazione reciproca e tra loro variamente distinti. Da questi studi sulla città di Roma è infatti emerso come il tipo di attività/pratiche svolte dagli abitanti nel proprio quartiere di residenza risulti strettamente interdipendente rispetto alle tipologie d'uso e fruizione sia del "centro", sia della periferia. Si è al tempo stesso evidenziata la forte peculiarità, in senso simbolico, storico-artistico e di "appartenenza urbana", che proprio il luogo-centro assume rispetto agli altri luoghi considerati; questo anche nella definizione dei vari pattern di pratiche urbane multi-luogo degli abitanti (Bonnes, Mannetti, Secchiaroli e Tanucci, 1990). Sulla base dei differenti sistemi di attività e pratiche multi-luogo nella città, sono state infatti individuate diverse tipologie di abitanti, principalmente differenziate per il maggiore o minore grado di apertura residenziale o integrazione nell'ambiente urbano complessivo: da coloro che mostrano pratiche articolate e localizzate in tutti e tre i luoghi urbani considerati (soprattutto persone abbastanza giovani, di genere maschile, ad alta scolarità) a coloro che vivono quasi esclusivamente confinati nella loro abitazione e nel loro quartiere (soprattutto gli anziani). Inoltre, è stata verificata la coerenza, sia temporale che spaziale, di tali pratiche urbane multiluogo attraverso vari studi, sia riesaminando a dieci anni di distanza lo stesso quartiere Aurelio (Bonaiuto, Fornara e Bonnes, 1997), sia analizzando comparativamente altre città italiane di diversa scala. Ad esempio, il confronto di una piccola città come Lecce con una grande città come Roma ha mostrato, accanto a notevoli similarità, anche interessanti specificità, quale in particolare l'assenza nella piccola città di quei gruppi "confinati" individuati invece nella grande città (Bonaiuto e Bonnes, 1996). È stata infine chiaramente confermata l'ipotizzata relazione tra gli stili di attività/pratiche urba40
ne e la percezione di qualità dell'ambiente residenziale da parte dei residenti (Bonaiuto, Bonnes e Continisio, 2004). Dunque, se esiste un'associazione tra la valutazione (ambientale) del proprio quartiere e la scelta di frequentare o meno le varie zone di una città, allora emerge chiaramente l'importanza di studiare il livello di soddisfazione residenziale che gli abitanti sviluppano nei confronti dell'ambiente urbano, argomento che verrà trattato nel prossimo paragrafo. 3.2. La soddisfazione residenziale
La soddisfazione residenziale rappresenta uno dei temi più studiati dagli psicologi ambientali, interessati alle relazioni tra persone e ambiente urbano. Nello specifico, essa è definibile come una risposta valutativa connessa al piacere o alla gratificazione che deriva dal vivere e abitare in un determinato luogo (Amérigo, 2002), il quale può essere inteso a vari livelli di scala (ad esempio, quartiere, complesso condominiale, edificio, appartamento). Concettualmente, la soddisfazione residenziale comprende le stesse tre componenti del costrutto psicologico-sociale di atteggiamento (cfr. Rosenberg e Hovland, 1960), vale a dire la componente affettiva, cognitiva e comportamentale, e rappresenta dunque una risposta valutativa di natura multidimensionale (Francescato, 2002). Il livello globale di soddisfazione residenziale espresso da un individuo dipende quindi: a) dal legame affettivo con il luogo di residenza; b) dalla valutazione cognitiva dei vari aspetti che definiscono il grado di qualità dell'ambiente residenziale; e, infine c) dagli usi e dalle attività condotte nel proprio ambiente di residenza. I primi due aspetti sono stati studiati anche come pattern distinti e autonomi, in quanto si riferiscono a due costrutti strettamente connessi alla soddisfazione residenziale (e che in parte si sovrappongono a essa nella letteratura di ricerca; cfr. Bonaiuto, 2004): tali costrutti sono l'attaccamento residenziale (di natura prevalentemente affettiva), che rientra nel più ampio costrutto di "attaccamento di luogo" (cfr. Giuliani, 2004), e la qualità residenziale percepita (di natura prevalentemente cognitiva). L'importanza di studiare i fattori che influenzano le modalità e i processi di valutazione e di soddisfazione rispetto al proprio luogo di residenza è legata alla possibile discre41
panza tra le idee e le realizzazioni dei pianificatori e dei costruttori, da un lato, e le aspettative ed esigenze degli utenti, dall'altro. Tale discrepanza ha talvolta pesato negativamente sulle scelte in materia di urbanistica. Un esempio classico, riportato da più fonti, è rappresentato dal progetto di Prui tt-Igoe, attuato nella città americana di St. Louis nel 1954 e consistente in quarantatre palazzi di undici piani destinati ai ceti meno abbienti. Dopo sedici anni, ventisette palazzi erano già del tutto abbandonati e due anni più tardi l'intero blocco di case fu demolito. Questo progetto era basato su una concezione architettonica moderna, la quale predicava l'utilizzo di tutti gli spazi esistenti tra gli appartamenti, ma, alla prova dei fatti, il disegno del progetto si è dimostrato inadatto per una serie di ragioni: l'eccessiva altezza degli edifici, che ostacolava il controllo "visivo" dei bambini piccoli da parte dei genitori; la disposizione degli ascensori e delle rampe di scale, che favoriva attività delinquenziali; e, soprattutto, l'assenza di spazi tra gli appartamenti, che ha impedito la socializzazione e, di riflesso, l'instaurarsi di una rete di relazioni di mutuo supporto tra i residenti. Tutto questo, unito all'isolamento del blocco dal resto della città e alla carente manutenzione, ha portato al fallimento non solo dello specifico progetto, ma anche dell'idea edilizia a esso soggiacente. Dunque, la lezione che si trae dall'esempio di PruittIgoe è che, se l'obiettivo della progettazione urbanistica è quello di promuovere il benessere e la soddisfazione residenziale, allora bisogna anche considerare le percezioni e le valutazioni soggettive accanto ai parametri oggettivi, al fine di poter contribuire a migliorare la qualità della vita nella relativa area abitativa. L'analisi delle variabili soggettive si presenta tuttavia complessa e delicata, anche per la difficoltà di individuare i reali bisogni psicologici sottesi alle risposte valutative. Per esempio, Galster (1987) riporta un'indagine condotta tra le persone anziane in procinto di andare ad abitare in un blocco residenziale in costruzione. Dato che dalle risposte degli anziani si inferiva l'esigenza di uno spazio per sedersi all'aperto, fu predisposto un balcone per ogni appartamento, ma tale realizzazione, contrariamente alle attese, non incontrò il favore dei residenti: il balcone veniva utilizzato poco e, inoltre, riduceva la superficie della casa, mentre in realtà gli anziani desideravano uno spazio esterno comune per potersi incontrare e riunire. A tal proposito, è bene sottolineare che quando si progettano ambienti residenziali non 42
è da trascurare il nodo delle differenze esistenti tra le esigenze delle diverse categorie socio-demografiche, in quanto tali esigenze risultano spesso legate alle appartenenze sociali (di età, di genere, di status socio-economico, di livello culturale, ecc.). Come già accennato in precedenza, lo specifico ambiente al quale sono riferite le valutazioni di soddisfazione residenziale può essere costituito dall'abitazione, da un singolo edificio oppure dal quartiere di residenza. Le scelte o preferenze abitative e la soddisfazione verso la propria casa sono strettamente associate sia alle caratteristiche socio-demografiche (età, genere, status socio-economico, composizione del nucleo familiare) e di personalità dell'individuo, sia alle norme e ai valori condivisi dal gruppo sociale o dalla cultura di appartenenza. Dunque, tali elementi orientano, ad esempio, le preferenze per una certa tipologia abitativa (ad esempio: casa indipendente unifamiliare con giardino nella zona X oppure appartamento terrazzato nella zona Y), per una certa configurazione spaziale (ad esempio: salone più grande oppure cucina più grande), per un certo stile di allestimento degli interni (ad esempio: arredi ultra-moderni oppure mobili antichi). Tognoli (1987) delinea un approccio teorico che, a suo avviso, è esplicitamente o implicitamente utilizzato nella maggior parte degli studi sulla soddisfazione residenziale. Tale teoria poggia sui concetti di adattamento, aggiustamento e ottimizzazione. Il processo di adattamento provoca un cambiamento nelle risposte valutativo-affettive in caso di esposizione continua a un elemento ambientale disturbante; al contrario, il processo di aggiustamento favorisce un cambiamento comportamentale che modifica la situazione. La combinazione di questi due processi servirebbe per neutralizzare uno stato affettivo negativo e, di conseguenza, ristabilire un equilibrio di tipo omeostatico tra l'individuo e le richieste dell'ambiente circostante. Le risposte di adattamento e di aggiustamento sono a loro volta influenzate dal processo di ottimizzazione, che si riferisce alla formulazione di piani e strategie cognitivo-comportamentali per soddisfare i propri scopi/bisogni. I vincoli affettivi, l'attaccamento, l'identità e la soddisfazione verso il luogo di residenza sarebbero legati a questi processi. Galster (1987) indica l'esistenza di due approcci prevalenti negli studi sulla soddisfazione residenziale: il primo si rifà al divario percepito tra la situazione attuale e le aspirazioni, ed è quindi basato su 43
una comparazione; il secondo si riferisce al paradigma "intenzionale", secondo cui le persone pensano e agiscono per soddisfare determinati scopi. Nel primo caso, il livello di soddisfazione residenziale è più o meno alto a seconda del minore o maggiore divario tra la situazione abitativa attuale e quella ideale; nel secondo caso, il grado di soddisfazione dipende da quanto l'individuo percepisce l'ambiente di residenza come facilitante i propri scopi. Le ricerche sul tema si sono spesso occupate della soddisfazione residenziale espressa da specifiche categorie di individui, come gli anziani, i bambini, i disabili (fisici e mentali) e le minoranze etniche, oppure in relazione a particolari eventi, come il cambiamento e la riallocazione residenziale; soprattutto in questi casi, un positivo grado di soddisfazione è risultato dipendere dal buon esito dei processi di adattamento e aggiustamento. Unger e Wandersman (1982) hanno rilevato l'importanza delle relazioni di vicinato, le quali fornirebbero un supporto socio-emozionale e incrementerebbero la soddisfazione; la partecipazione alle attività di quartiere favorisce un miglior livello d'integrazione e un maggiore investimento affettivo nel luogo, soprattutto in caso di omogeneità di status percepita dai residenti. L'importanza delle relazioni di vicinato è emersa anche in una ricerca condotta da Amérigo e Aragonés (1990): tale fattore risultava il secondo miglior predittore dei punteggi di soddisfazione, dopo l'attaccamento al luogo. Diversamente, Fried (1982) ritiene che il rapporto tra relazioni sociali e soddisfazione non sia diretto, ma mediato dalle caratteristiche di personalità dei residenti: per esempio, se l'individuo è orientato verso le relazioni interpersonali, allora la socievolezza dei vicini aumenta il suo livello di soddisfazione; viceversa, se si è meno orientati in tal senso, allora le relazioni di quartiere non incidono. Altri studi (ad esempio, Levy-Leboyer e Ratiu, 1993) hanno dimostrato come la disponibilità di spazi verdi e di percorsi pedonali all'interno del quartiere ne influenzi positivamente la valutazione. Baba e Austin (1989) hanno invece rilevato che la sicurezza percepita nel quartiere risulta associata più al livello di soddisfazione residenziale che a dimensioni tipicamente legate alla sicurezza quali la paura dei crimini, l'essere stati vittime di episodi di delinquenza e il supporto sociale del vicinato. Per quel che riguarda le differenze di status socio-economico, lo 44
studio già citato di F ri ed (1982) fa emergere un'apparente relazione tra status e soddisfazione residenziale (al crescere dello status aumenta la soddisfazione) che però non terrebbe conto delle differenti qualità "oggettive" degli ambienti abitativi in cui le due categorie di persone risiedono. Infatti, le persone di status medio-alto sarebbero mediamente più soddisfatte del loro luogo di residenza rispetto alle persone di status medio-basso, in quanto è probabile che le prime abitino in un. complesso o quartiere di maggiore qualità rispetto a dove abitano le seconde. Per quanto riguarda il contesto italiano, diverse ricerche si sono concentrate sulla città di Roma (cfr. ad esempio Bonaiuto e Bonnes, 2002). Gli studi iniziali hanno mostrato come le valutazioni di soddisfazione residenziale avvengano tramite modalità volte a integrare dimensioni ambientali diverse, quali la dimensione fisico-spaziale e quella sociale. In altre parole, gli individui che giudicano elevata la densità di spazio edificato del proprio quartiere (aspetto architettonico-urbanistico), tendono a giudicare altrettanto alta la densità umana (percezione di affollamento, che è un aspetto sociale), e viceversa. L'esame delle variabili maggiormente influenti sulle dimensioni di soddisfazione residenziale e sulla valutazione affettiva globale del quartiere ha rivelato che le dimensioni di esperienza temporale (anzianità di residenza nel quartiere e ore passate quotidianamente nel quartiere), l'età e il livello socio-economico risultano influenzare le risposte valutative dei residenti. In particolare, il livello di soddisfazione e di valutazione positiva del proprio quartiere risultava maggiore al decrescere del livello socio-economico (questo risultato è opposto a quello emerso nello studio di F ri ed, 1982) e al crescere dell'età, dell'anzianità di residenza e delle ore passate quotidianamente nel quartiere. In generale la letteratura di ricerca sulla soddisfazione residenziale si sovrappone in parte con la letteratura su altri costrutti similari: in particolare, si è già accennato in questo stesso paragrafo come alcuni aspetti peculiari della soddisfazione residenziale — vale a dire la valutazione cognitiva del proprio ambiente residenziale, la risposta affettiva ad esso e, infine, le azioni effettuate in relazione ad esso (ad esempio, l'uso maggiore o minore che si fa del proprio quartiere per raggiungere scopi funzionali o ricreativi) — siano stati studiati come costrutti distinti (Bonaiuto, 2004). Mentre esempi di studi sugli u45
si/attività in relazione al proprio quartiere sono quelli sulla pragmatica urbana (Bonnes e Secchiaroli, 1992) già accennati nel par. 3.1, le valutazioni cognitive e affettive dell'ambiente residenziale rientrano rispettivamente nei filoni di ricerca sugli indicatori di qualità ambientale percepita e sull'attaccamento di luogo, che costituiranno i temi dei prossimi due paragrafi. 3.3. Gli indicatori di qualità residenziale percepita
Nel loro importante contributo alla letteratura di ricerca psicologico-ambientale sulla qualità ambientale percepita, Craik e Zube (1976) descrivono quattro tipi di assessment che possono essere studiati rispetto a uno specifico se tting, ovvero: proprietà fisiche e spaziali (ad esempio, la densità di edifici in un quartiere oppure l'ampiezza di una sala d'attesa ospedaliera); numero e varietà di elementi presenti (ad esempio, il numero di piani in un edificio e la varietà di servizi presenti in un'area); tratti tipici (ad esempio, la pulizia, la rumorosità o il comfort); comportamenti tipici (ad esempio, gli usi e le attività che caratterizzano una piazza o un'area funzionale). Moos (1973) aggiunge un ulteriore tipo, costituito dal clima sociale (ad esempio, grado di socievolezza dei residenti di un quartiere oppure grado di accoglienza dei pazienti da parte degli operatori sanitari in un reparto ospedaliero). Secondo Craik e Feimer (1987), cinque fasi possono essere identificate in un programma di valutazione di qualità ambientale: 1) selezione di un campione rappresentativo dell'unità ambientale da esaminare; 2) scelta di un criterio che discrimini tra gli elementi campionati; 3) individuazione e descrizione degli attributi che caratterizzano gli elementi campionati; 4) gli attributi vengono posti in relazione con il criterio discriminante per avere una preliminare indicazione sui potenziali predittori; 5) cross-validazione, su un altro campione dell'oggetto ambientale in esame, delle relazioni predittive trovate, per ottenerne la generalizzabilità. Ad esempio, se l'unità ambientale (1) è costituita dal quartiere urbano e il criterio discriminante (2) è dato dalla percezione di qualità ambientale, si tratta di selezionare quartieri urbani di differente livello di qualità ambientale (ad esempio, alta vs. bassa) e di individuare gli attributi più importanti (3) 46
che influiscono sulla qualità ambientale percepita di un quartiere. Successivamente, bisogna verificare il peso relativo di ciascun attributo sulla percezione di qualità ambientale del quartiere (4) e, infine, cercare conferma delle relazioni emerse tramite nuove rilevazioni su altri quartieri urbani (5). Gli attributi che vengono individuati durante un programma di valutazione di qualità ambientale observer-based sono stati definiti PEQI (Perceived Environmental Quality Indices) per distinguerli dagli EQI (Environmental Quality Indices), che invece sono basati su valutazioni tecniche (Craik e Zube, 1976). La maggior parte dei PEQI che sono riportati in letteratura rientrano in tre macro-classi di unità di studio: a) il paesaggio, in particolare quello naturale; b) l'ambiente residenziale urbano; c) l'interno di uno spazio costruito (ad esempio un edificio). Gli studi sulla valutazione del paesaggio (landscape assessment) sono stati particolarmente incentivati dalle richieste dei gestori e pianificatori ambientali, per essere in regola con le nuove norme legislative in materia di impatto ambientale. Zube, Sell e Taylor (1982) riportano che le ricerche pubblicate in questo filone riguardano un ampia gamma di temi, come la valutazione di boschi e foreste, l'identificazione di elementi che aumentano l'attrattività estetica delle strade, le preferenze degli utenti verso vari luoghi ricreativi. La letteratura sulla valutazione di qualità residenziale si sovrappone a quella sulla soddisfazione residenziale (cfr. par. 2, cap. 2), mentre per quel che riguarda la valutazione dell'interno di uno spazio costruito da parte di coloro che utilizzano tale spazio, essa può anche essere definita valutazione post-occupativa (POE — Post Occupancy Evaluation), tema che è stato già trattato nel par. 3, cap. 2). Partendo dai risultati delle ricerche condotte all'interno del Programma MAB-Roma e facendo riferimento all'approccio dei PEQI, alcune indagini condotte in Italia hanno mirato alla costruzione di misure per indicatori di qualità urbana residenziale percepita (cfr. Bonaiuto, Aiello, Perugini, Bonnes e Ercolani, 1999; Bonaiuto, Fornara, Aiello e Bonnes, 2002). Nel caso degli studi precedenti, l'obiettivo era quello di individuare come i vari aspetti che caratterizzano il luogo di residenza si presentino integrati nelle risposte valutative dei residenti, al fine di far luce sulle modalità di costruzione socio-cognitiva dell'esperienza di luogo. In questo caso, invece, l'obiettivo47
guida è stato quello di approntare una serie di indici di qualità residenziale percepita da poter confrontare con gli indici di valutazione tecnica, ottenuti tramite la collaborazione di architetti e urbanisti (come già visto nel par. 4, cap. 2). La possibilità di avere indicatori di percezione residenziale che siano validi, attendibili e stabili dal punto di vista psicometrico, da un lato ne può favorire l'utilizzo per applicazioni sul campo immediate, come nel caso di interventi di riqualificazione urbanistica o di progettazione ex novo di complessi residenziali; dall'altro, risponde a quanto rilevato da alcuni studiosi (cfr. ad esempio, Craik e Feimer, 1987; Amérigo e Aragonés, 1990), i quali lamentano una generale carenza di informazioni negli studi pubblicati rispetto agli indici e alle procedure di validazione delle dimensioni di soddisfazione residenziale e di qualità urbana percepita. Nel prossimo capitolo verranno presentati sia il percorso di costruzione e sviluppo di questi indici di qualità residenziale percepita, sia le loro relazioni con altre dimensioni legate all'esperienza residenziale, come ad esempio l'attaccamento al quartiere di residenza, costrutto che verrà introdotto nel prossimo paragrafo. -
3.4. L'attaccamento al luogo di residenza
In merito all'importanza psicologica rivestita dai vari luoghi urbani, il quartiere di residenza rappresenta, insieme all'abitazione, il luogo di più intensa esperienza ambientale (quantitativamente e qualitativamente) nell'arco di vita e si dimostra, più di altri luoghi, interessato a quei processi psicologici di transazione di luogo (come l'identità e l'attaccamento) che ne rendono la valutazione articolata e complessa (Bonnes e Secchiaroli, 1992). La complessità di questa transazione emerge con particolare evidenza nelle aree periferiche delle grandi metropoli, dove esistono quartieri che spesso presentano carenze oggettive a vari livelli. Le relative valutazioni possono tuttavia risultare notevolmente influenzate dai legami affettivi con questi instaurati. A tal proposito, un costrutto che ha suscitato grande interesse tra gli psicologi ambientali è quello dell"`attaccamento di luogo" (derivante dalla Teoria dell'Attaccamento di Bowlby, 1969), che si caratterizza per la sua natura eminentemente affettivo-emozionale e si riferisce a quei vincoli esperiti positivamente, a volte senza con48
sapevolezza, che vengono sviluppati nel tempo grazie ai legami comportamentali, affettivi e cognitivi tra gli individui e/o i gruppi e il loro ambiente socio-fisico (Brown e Perkins, 1992). Dunque, i sentimenti che noi esprimiamo nei riguardi dei "nostri" luoghi (e delle relative comunità di cui facciamo parte) ci aiutano sia nella definizione della nostra identità, sia nel dare un significato alla nostra esistenza (Giuliani, 2004). L'attaccamento di luogo assolve alcune funzioni come quella di fornire stabilità, sicurezza e difesa dell' identità personale; tuttavia, esso non va considerato come processo statico, in quanto le trasformazioni dei luoghi, delle persone e delle attività causano cambiamenti nelle modalità di attaccamento, le quali si creano e ricreano continuamente nel tempo. Tra i luoghi con cui una persona sviluppa una relazione di attaccamento, l'ambiente residenziale è senza dubbio il più importante (e quindi il più studiato) per la sua salienza relazionale e temporale nell'arco di vita di una persona. Cosi come per la soddisfazione residenziale, anche l'attaccamento al luogo di residenza può essere riferito a diversi livelli di scala territoriale, dal micro (la propria abitazione) al macro (la propria città). Come riportato da McAndrew (1998) nella sua rassegna sulla letteratura di ricerca in proposito, l'attaccamento al proprio luogo di residenza risulta maggiore negli anziani, nei bambini, nelle categorie sociali meno abbienti, in coloro che presentano una minore mobilità urbana, nei lungoresidenti (Bonaiuto et al., 1999) e in coloro che vivono in piccole comunità (Lewicka, 2005). Inoltre, l'attaccamento residenziale ha mostrato di essere un importante predittore del rifiuto di cambiamenti nel proprio territorio (Vorkinn e Riese, 2001; Carrus, Bonaiuto e Bonnes, 2005). Nella maggior parte delle ricerche su questo argomento si sono utilizzati metodi qualitativi, mentre negli studi quantitativi l'attaccamento residenziale è stato in molti casi operazionalizzato come un legame affettivo generale tra l'individuo e il proprio ambiente residenziale, spesso comprendente sia la propria abitazione che il proprio quartiere. A tale proposito, le stesse ricerche portate avanti per la verifica degli indicatori di qualità urbana residenziale percepita (cfr. par. precedente) sono state utilizzate per lo sviluppo e la validazione di una scala di misura dell'attaccamento al quartiere (Bonaiuto et al., 1999; 2002). Tale scala comprende aspetti (di natura cognitiva, moti49
vazionale e conativa) quali la propensione alla valutazione favorevole del luogo, la motivazione a migliorarlo e a non abbandonarlo e il rifiuto di un eventuale cambiamento di residenza. La misura di attaccamento al quartiere è stata utilizzata come criterio in modelli di path analysis (Bonaiuto et al., 1999) che verranno commentati nel prossimo capitolo.
50
4. Lo sviluppo di scale di misura per Indicatori di Qualità Urbana Residenziale Percepita (IQURP) e per l'Attaccamento al Quartiere di residenza (AQ)
4.1. La creazione dei primi set di item e le prime indagini
Lo sviluppo e il raffinamento delle scale di misura per Indicatori di Qualità Urbana Residenziale Percepita (IQURP) e per l'Attaccamento al Quartiere di residenza (AQ) sono il frutto di un processo graduale, caratterizzato da una serie di rilevazioni empiriche sul campo che si sono succedute nel tempo e che hanno preso l'avvio sulla base di precedenti ricerche condotte in altri paesi. Le ricerche iniziali, condotte in un contesto urbano di grandi dimensioni come la città di Roma (cfr. Bonnes, Bonaiuto, Ercolani e De Rosa, 1991), hanno previsto, in accordo con Stokols (1987), una prassi operativa composta di due fasi: la prima, esplorativa, di "mappatura contestuale"; la seconda, di "specificazione contestuale". Nella prima fase sono state eseguite interviste libere con alcuni residenti del contesto residenziale indagato (il quartiere Aurelio di Roma) per individuare gli elementi "contestuali" attinenti allo scopo della ricerca. Il materiale raccolto nelle interviste è servito nella seconda fase per la formulazione di una scala di soddisfazione residenziale costituita da 47 item. Tali item misuravano i tre diversi aspetti che, in accordo con la letteratura di ricerca sul tema (Canter, 1983; Guest e Lee, 1984; cfr. par. 3, cap. 3), caratterizzano l'ambiente residenza: aspetti spaziali (architettonici e urbanistici), umani (popolazione e ti51
po di vita nel quartiere) e funzionali (servizi disponibili). Un'ulteriore scala, composta di 8 item (aggettivi qualificativi, 4 di senso positivo e 4 di senso negativo), è stata utilizzata per misurare la valutazione affettiva globale del quartiere di residenza. Dalle analisi effettuate sono emerse le seguenti tre dimensioni: a) dimensione "visuo-percettiva", comprendente le valutazioni di densità spaziale percepita, sia in senso urbanistico-architettonico, sia in senso umano-sociale (affollamento); tale dimensione sembra connettersi a quella prospettiva di apertura/chiusura residenziale, già indicata a suo tempo da Altman e coll. (cfr. ad esempio Altman e Gauvain, 1981), vista come modalità regolatrice delle relazioni con lo spazio socio-fisico; b) dimensione della "sicurezza relazionale", coinvolta nella valutazione della sicurezza socio-relazionale e fisico-spaziale; c) dimensione della "possibilità di fruizione", inerente la valutazione della disponibilità sia di strutture funzionali (ad esempio, negozi, mercati, scuole, centri sportivi), che di un supporto amicale del vicinato. I risultati hanno dunque mostrato come le valutazioni di soddisfazione residenziale avvengano tramite modalità volte a integrare dimensioni ambientali diverse, in particolare per quanto riguarda la dimensione fisico-spaziale e quella sociale. L'esame delle variabili maggiormente influenti sulle tre dimensioni specifiche di soddisfazione residenziale e sulla valutazione affettiva globale ha rivelato che le dimensioni di esperienza temporale (anzianità di residenza nel quartiere e ore passate quotidianamente nel quartiere), l'età e il livello socio-economico sembrano influenzare le risposte valutative dei residenti. 4.2. Lo sviluppo delle scale IQURP e AQ
Ricerche successive condotte dallo stesso gruppo di ricerca hanno mirato alla rilevazione di indicatori di qualità urbana residenziale percepita e di attaccamento al quartiere di residenza (cfr. Bonaiuto et al., 1999, 2002). Se nel caso dello studio precedente l'obiettivo era quello di osservare e verificare come i vari aspetti che caratterizzano il luogo di residenza si presentano integrati nelle risposte valutative dei residenti, al fine di fare luce sulle modalità di costruzione sociocognitiva dell'esperienza di luogo, in questo caso l'obiettivo-guida è 52
stato quello di individuare una serie di indici di qualità residenziale "observer based' da poter confrontare con gli indici di valutazione tecnica, come spiegato nel par. 4, cap. 2. Il percorso procedurale seguito durante questo secondo periodo di ricerca ha previsto un'iniziale fase esplorativa di mappatura contestuale (similmente a quanto già visto prima), che si è avvalsa anche dei risultati accumulati nelle ricerche precedenti. Successivamente, sono state approntate rispettivamente una scala per la misura dell'Attaccamento al Quartiere (AQ) e undici scale per la misura di Indicatori di Qualità Urbana Residenziale Percepita (IQURP), le quali rientrano in quattro criteri generativi (cfr. Bonnes et al., 1997). Questi strumenti sono stati concepiti con una struttura modulare, in modo da poterne utilizzare le scale anche separatamente, e quindi somministrare alcune scale e non altre, a seconda delle qualità ambientali alle quali i ricercatori sono interessati (cfr. Bonaiuto et al., 2002; Bonaiuto e Fornara, 2003). I criteri generativi delle scale IQURP rispecchiano i tre macroaspetti che caratterizzano il luogo di residenza (spaziali, umani e funzionali; cfr. Canter, 1983) più un ulteriore aspetto, definito "contestuale" (Bonaiuto et al., 1999), che riguarda da un lato il ritmo di vita che caratterizza il quartiere (stimolante/monotono, tranquillo/caotico), dall'altro lato le sue condizioni sotto il profilo della manutenzione, cura e tutela ambientale (inquinamento, manutenzione degli spazi). Le etichette delle scale IQURP, che rimandano ai loro contenuti, sono di seguito menzionate, suddivise per i rispettivi criteri generativi: A) Aspetti architettonico-urbanistici: 1) spazio architettonicourbanistico, 2) accessibilità e viabilità, 3) aree verdi; B) Aspetti socio-relazionali: 4) gente e relazioni sociali; C) Aspetti funzionali: 5) servizi socio-sanitari, 6) attività sportive e culturali, 7) servizi commerciali, 8) servizi di trasporto pubblico; D) Aspetti di contesto: 9) stile di vita, 10) inquinamento, 11) manutenzione e cura. Per quanto riguarda invece l'attaccamento al quartiere, esso è misurato, come già detto, da una specifica scala (la scala AQ). Una prima versione di queste scale è stata somministrata a un campione di residenti di vari quartieri romani sotto forma di un questionario auto compilato (Bonaiuto et al., 1999). Le elaborazioni statistiche effettuate hanno prodotto i seguenti 20 -
53
IQURP: 1) estetica degli edifici, 2) volumetria degli edifici, 3) spaziosità tra gli edifici, 4) collegamenti con il resto della città, 5) praticabilità degli spazi interni, 6) spazi verdi, 7) affollamento e minacciosità, 8) socievolezza, 9) intrusività e intolleranza, 10) servizi socio sanitari, 11) servizi scolastici, 12) servizi ed impianti sportivi, 13) attività culturali e di svago, 14) servizi commerciali, 15) servizi di trasporto pubblico, 16) stile di vita stimolante/monotono, 17) stile di vita tranquillo/caotico, 18) inquinamento, 19) macro-manutenzione, 20) micro-manutenzione; 21) attaccamento al quartiere. Dalla scala AQ è emerso invece un singolo indicatore AQ, il quale raccoglie i vari aspetti del costrutto che gli item generati misurano (radicamento e legami identitari con il luogo). Questi indicatori sono stati poi utilizzati nella formalizzazione di una serie di modelli di path analysis (cfr. Corbetta, 1992), per testare sia le influenze delle variabili socio-demografiche e temporali (primo livello) sugli indicatori di qualità residenziale (secondo livello), sia le influenze di entrambi i primi due livelli sull'attaccamento al quartiere di residenza (misurato tramite l'apposito indicatore dato da una scala di 6 item). I modelli costruiti sui dati raccolti indicano che la valutazione positiva di diverse qualità residenziali, da un lato media l'influenza (poco rilevante) delle appartenenze socio-demografiche e temporali, dall'altro contribuisce in modo diretto allo sviluppo del pattern di attaccamento residenziale. In particolare, la percezione nel quartiere di uno stile di vita sia stimolante sia tranquillo (aspetti di contesto), la piacevolezza estetica degli edifici e la presenza di aree verdi fruibili (aspetti urbanistico-architettonici), e la soddisfazione verso le relazioni sociali di vicinato (aspetti socio-relazionali) rappresentano le dimensioni che meglio predicono un positivo attaccamento al quartiere di residenza. Ai fini applicativi, questi risultati possono fornire utili spunti a chi si occupa di progettazione e pianificazione territoriale, in quanto sottolineano l'importanza di prendere in considerazione le valutazioni di qualità ambientale fornite dagli utenti, allo scopo di favorire una loro interazione positiva di valenza anche affettiva (come espressa dal processo di attaccamento) con i luoghi; ma anche in quanto forniscono indicazioni sulla priorità di alcuni indicatori di qualità urbana residenziale percepita nello svolgere tale ruolo e sull'assortimento degli aspetti ai quali essi rimandano (un mix nell'ordine di aspetti di 54
contesto, architettonico-urbanistici e socio-relazionali, con una relativa minore importanza degli aspetti funzionali). 4.3. Limiti delle precedenti versioni delle scale IQURP e AQ
Per motivi di rigore metodologico, i quali prescrivono la costruzione e l'utilizzo di indici di rilevazione il più possibile affidabili, è sorta l'esigenza di procedere ad alcune modifiche delle scale di qualità urbana residenziale percepita, in quanto alcuni indicatori in esse misurati avevano mostrato una coerenza interna (misurata con il coefficiente Alfa di Cronbach) poco adeguata in (cfr. Bonnes et al. 1997). Questi problemi di ordine psicometrico riflettevano o erano comunque accompagnati da alcuni limiti insiti agli strumenti, in particolare si è potuto notare come: a) alcune scale presentavano pochi item, quindi il contenuto delle qualità da misurare risultava sottorappresentato; b) alcune scale risultavano sbilanciate per la presenza di un numero preponderante di item di senso negativo (formulati cioè in modo tale da affermare una assenza o carenza di qualità) rispetto agli item di senso positivo (formulati cioè in modo tale da affermare una presenza o una completezza di qualità), o viceversa; c) alcuni item presentavano contemporaneamente due diversi elementi su cui esprimere il proprio giudizio (ad esempio: "gli edifici di questo quartiere sono belli e curati'); d) alcuni item erano troppo lunghi e quindi non ottimali dal punto di vista della comprensibilità.
Le modifiche apportate hanno dunque riguardato un incremento del numero di item, per aumentare la validità di contenuto delle scale; il bilanciamento nella numerosità tra item di senso positivo e di senso negativo all'interno di ciascuna scala; il cambiamento di formulazione in item considerati doppi o troppo lunghi (cfr. Manganelli Rattazzi, 1990 per una trattazione approfondita sui requisiti di adeguatezza degli item di un questionario). Lo strumento modificato è stato somministrato a un campione di 55
312 residenti in sette diversi quartieri romani (Monteverde, Prati di Castello, San Lorenzo, Testaccio, Tiburtino, Tuscolano, Eur; cfr. Bonaiuto et al., 2002), i quali sono stati selezionati da un gruppo di architetti del Dipartimento ITACA (Innovazione Tecnologica nell'Architettura e Cultura dell'Ambiente) dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", seguendo i criteri della massima varietà rispetto alle caratteristiche architettoniche e urbanistiche, alla densità di popolazione, e alla locazione geografica all'interno della città. I risultati hanno fatto emergere una sostanziale conferma delle strutture fattoriali rilevate in precedenza, con un incremento significativo della coerenza interna degli indicatori. A questo punto, si è pensato di sottoporre la nuova versione dello strumento a residenti di vari quartieri posti in contesti urbani italiani di differente dimensione e posizione geografica, allo scopo di generalizzare a livello nazionale le strutture fattoriali rilevate e, dunque, realizzare una effettiva validazione dello strumento nel contesto italiano, come vedremo nel prossimo capitolo.
56
5. Struttura fattoriale e proprietà psicometriche delle scale IQURP e AQ
5.1. Campione normativo e procedure di somministrazione
Al fine di realizzare una validazione delle scale IQURP e AQ per il contesto italiano, è stata realizzata un'indagine campionaria estesa a diverse città su scala nazionale (cfr. Bonaiuto, Fornara e Bonnes, 2006). Nello specifico, questo campione normativo è costituito da 1488 residenti di diversi quartieri (sia di alta sia di bassa qualità oggettiva) di undici città italiane di media estensione (dai 50.000 ai 400.000 abitanti): in ordine alfabetico, Agrigento, Bologna, Cesena, Firenze, Grosseto, L'Aquila, Latina, Matera, Palermo, Pescara e Salerno. La distribuzione del campione per i principali indici socio-demografici è illustrata nelle tabelle da 5.1 a 5.6. Tab. 5.1— Frequenze assolute e percentuali del campione normativo per il fattore Genere
F
F%
Femmina Maschio
744 744
50 50
Totale
1488
100
Livelli
57
Tab. 5.2 — Frequenze assolute e percentuali del campione normativo per il fattore Età
Livelli
Dai 16 ai 19 anni Dai 20 ai 29 anni Dai 30 ai 39 anni Dai 40 ai 49 anni Dai 50 ai 59 anni Dai 60 ai 78 anni Totale
F
F%
245 252 245 247 248 251
16.5 16.9 16.5 16.6 16.7 16.8
1488
100
Tab. 5.3 — Frequenze assolute e percentuali del campione normativo per il fattore Titolo di studio
F
F%
Licenza Elementare Licenza Media Licenza Superiore Laurea
100 457 678 252
6.8 30.7 45.6 16.9
Totale
1488
100
Livelli
Tab. 5.4 — Frequenze assolute e percentuali del campione normativo per il fattore Professione
Livelli Imprenditore Impiegato Commerciante Casalinga Libero Professionista Insegnante Operaio Specializzato Studente Dirigente Artigiano Operaio Pensionato
F
F%
28
2.0 19.8 5.2 10.7 5.6 6.3 2.6 21.6 1.8 2.4 3.6 12.7
295 78
159 84 93 38
321 27 36 54
189
altro
85 1487
Totale
58
5.7 100
Tab. 5.5 — Frequenze assolute e percentuali del campione normativo per il fattore Città di residenza
Livelli Agrigento L'Aquila Bologna Cesena Firenze Grosseto Latina Matera Palermo Pescara Salerno Totale
F
F%
144 144 144 120 120 120 144 144 144 120 144
9.7 9.7 9.7 8.1 8.1 8.1 9.7 9.7 9.7 8.1 9.7
1488
100
Tab. 5.6 — Frequenze assolute e percentuali del campione normativo per il fattore Anzianità di residenza nel quartiere
Livelli Meno di 10 anni Dai 10 ai 19 anni Dai 20 ai 29 anni 30 anni e oltre
F
F%
267 537 311 371
18.0 36.1 20.9 25.0
Totale
1486
100
I partecipanti sono stati contattati da intervistatori appositamente addestrati (tutti laureandi in Psicologia) in vari luoghi di incontro e di passaggio presenti nelle città (ad esempio, parchi urbani, piazze, esercizi commerciali, centri di aggregazione sociale, ecc.). Gli intervistatori avevano il compito di consegnare un questionario autocompilabile a coloro che accettavano di collaborare alla ricerca. I questionari compilati sarebbero stati in seguito raccolti dagli intervistatori secondo le modalità (tempi e luoghi) concordate con i partecipanti. I questionari sono stati somministrati tra il 1998 e il 1999.
59
5.2. Strumenti
La versione delle scale IQURP e AQ, desunta dai risultati ottenuti sui precedenti campioni romani (cfr. Cap. 4) e contenuta nel questionario utilizzato per questa rilevazione, comprende un totale di 158 item (150 item per le 11 scale IQURP e 8 item per la scala AQ). Tali scale sono di seguito elencate, suddivise per i cinque criteri generativi. Tra parentesi è indicato il numero totale di item per ciascuna scala. a) Aspetti architettonico-urbanistici (3 scale): 1) Spazio visualizzato: spazio architettonico-urbanistico (22 item) 2) Spazio praticato: organizzazione dell'accessibilità e della viabilità (14 item) 3) Spazio verde (10 item) b) Aspetti sociali (1 scala): 4) Gente e relazioni sociali (24 item) c) Aspetti funzionali (4 scale): 5) Servizi sociali (12 item) 6) Servizi ricreativi (16 item) 7) Servizi commerciali (8 item) 8) Servizi di trasporto (8 item) d) Aspetti di contesto (3 scale): 9) "Clima" psicologico (16 item) 10) Salubrità ambientale (8 item) 11) Manutenzione e cura (12 item) e) Attaccamento al Quartiere (AQ, 1 scala) 12) Attaccamento al Quartiere (8 item).
Il questionario è diviso in cinque sezioni, ciascuna delle quali contiene gli item afferenti a un criterio generativo. La risposta a ciascun item è stata fornita su una scala di disaccordo-accordo a sette passi, dove O = completamente in disaccordo, 1 = molto in disaccordo, 2 = abbastanza in disaccordo, 3 = né in disaccordo né in accordo, 4 = abbastanza d'accordo, 5 = molto d'accordo, 6 = completamente d'accordo. 60
Per ciascuna scala metà degli item è di senso positivo, esprimente cioè valutazione di presenza di qualità ambientale, mentre l'altra metà è di senso negativo, esprimente cioè valutazione di assenza di qualità ambientale. Il numero di item in ciascuna scala è proporzionale al numero di dimensioni attese in base alle analisi di componenti principali degli studi precedenti (Bonnes et al. 1997; Bonaiuto et al., 2002). Alla fine del questionario è presente una sezione per la raccolta delle informazioni socio-demografiche e residenziali sui rispondenti. 5.3. Risultati delle Analisi delle Componenti Principali e dell'attendibilità
Una prima serie di Analisi delle Componenti Principali (ACP) è stata effettuata su ciascuna delle 12 scale allo scopo di identificare le soluzioni fattoriali più plausibili ed eliminare gli item che non risultavano rappresentati per ciascuna soluzione. La scelta di effettuare analisi separate per ciascuna scala è motivata dal fatto che l'obiettivo di questa indagine non era quello di verificare, come in precedenti ricerche (Bonnes et al., 1991), l'interconnessione dei vari aspetti che caratterizzano l'ambiente residenziale urbano nella percezione dei residenti. Naturalmente, relazioni e sovrapposizioni sono presumibilmente presenti: ad esempio, è probabile che i residenti soddisfatti degli aspetti architettonico-urbanistici siano soddisfatti anche della manutenzione/cura (e viceversa), ma questi due indicatori appartengono a dimensioni valutative concettualmente separate, come risulta anche nella letteratura sul tema (Canter, 1983; Bonnes et al., 1997). Inoltre, lo scopo in questo caso era principalmente quello di sviluppare una serie di misure valide e attendibili per indicatori "soggettivi" di qualità ambientale urbana residenziale che fossero confrontabili con gli indici di valutazione "oggettiva" (cfr. cap. 2). Dunque, l'eventuale estrazione di fattori che comprendono item riguardanti aspetti diversi (vale a dire che mescolano più dimensioni valutative, come nelle ricerche precedenti di Bonnes e collaboratori, cfr. Bonnes et al., 1991) renderebbe difficile il confronto con gli indici oggettivi, notoriamente dotati di alta distintività. Inoltre la struttura modulare consente di poter utilizzare cia61
scuna scala indipendentemente dalle altre in funzione di specifiche esigenze di ricerca applicata. L'estrazione dei fattori è stata condotta tramite il metodo dello Scree Test e seguendo un criterio di interpretabilità dei fattori. Nel caso di estrazione di due o più fattori per una determinata scala, una preliminare rotazione fattoriale obliqua (metodo Oblimin) è stata effettuata per verificare la presenza di un'eventuale correlazione significativa tra i fattori. Quando tale correlazione è risultata inferiore a .20, è stato usato il metodo Varimax di rotazione ortogonale. Una seconda serie di ACP è stata condotta per avere soluzioni fattoriali più "pulite", eliminando quegli item che non erano significativamente rappresentati in nessuno dei fattori estratti (ovvero, con una saturazione inferiore a .40); oppure che non esprimevano la caratteristica di "semplicità fattoriale" (vale a dire, che mostravano saturazioni rilevanti su più di un fattore). In totale sono stati eliminati 10 item, dunque dall'iniziale set di 158 item si è passati a 148 item, ripartiti in 19 indicatori di qualità urbana residenziale percepita ed 1 indicatore di attaccamento al quartiere di residenza. Tutti gli indicatori emersi, con una sola eccezione, sono risultati bipolari, ovvero costituiti da item sia di senso positivo (presenza di qualità) che di senso negativo (carenza o assenza di qualità). La maggior parte di tali indicatori presentano item di senso negativo con saturazioni di segno positivo e viceversa. Al fine di favorire una chiara lettura e una più immediata comprensione dei fattori come indicatori di presenza di qualità (e non di carenza o assenza), si è scelto in questi casi di invertire il segno degli item, in modo da ottenere saturazioni, rispettivamente, positive sugli item indicanti presenza di qualità, e negative sugli item indicanti qualità scarsa o assente. Tale operazione, come noto, non provoca alcun cambiamento sugli indici statistici (comunalità degli item, percentuale di varianza spiegata dal fattore, ecc.) calcolati con il metodo dell'analisi delle componenti principali. L'attendibilità dei fattori/indicatori estratti è stata misurata tramite l'indice di consistenza interna Alfa di Cronbach.
62
5.3.1. Aspetti architettonici e urbanistici 1. Spazio visualizzato: spazio architettonico urbanistico -
La soluzione fattoriale per questa scala è costituita da 3 fattori correlati che spiegano il 61.9% della varianza totale' (cfr. tabella 5.7). I) Densità degli edifici Il I fattore include 7 item, di cui 4 al polo positivo e 3 al polo negativo. Gli item di segno positivo si riferiscono alla presenza sia di spazio sufficiente tra le case, sia di equilibrio tra aree costruite e spazi liberi. Gli item di segno negativo si riferiscono alla mancanza di spazio tra una costruzione e l'altra. II) Estetica degli edifici Il II fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano la bellezza e gradevolezza degli edifici, mentre gli item di segno negativo riguardano la sgradevolezza di forme e colori degli edifici. Tab. 5.7 — ACP Scala IQURP 1: Spazio visualizzato (spazio architettonico-urbanistico). (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattori 1.
Densità degli edifici Le case del quartiere sono ben distanziate tra loro C'è sufficiente spazio tra le case del quartiere Le case del quartiere sono troppo attaccate tra loro In questo quartiere c'è poco spazio tra una costru- zione e l'altra Le costruzioni di questo quartiere sono addossate l'una all'altra
2. 3. Estetica Volumetria degli degli edifici edifici
.85 .82 -.77 -.76 -.70
' La percentuale di varianza spiegata da ogni soluzione si riferisce all'analisi effettuata in seguito all'eliminazione degli item che non rispettavano i criteri discussi in precedenza e, nel caso di soluzioni multi-fattoriali, la varianza di ogni singolo fattore (espressa nelle tabelle) si riferisce alla soluzione non ruotata. 63
Questo è un quartiere spazioso .63 In questo quartiere le zone costruite e gli spazi .51 liberi sono ben equilibrati Gli edifici di questo quartiere sono belli .81 Gli edifici di questo quartiere sono brutti -.78 In generale gli edifici del quartiere hanno brutte -.76 forme Questo quartiere è piacevole da guardare .74 Gli edifici del quartiere sono costruiti con bei ma- .74 teriali I particolari degli edifici del quartiere sono molto .73 curati Questo quartiere è sgradevole dal punto di vista -.70 estetico I colori degli edifici del quartiere sono poco indo- -.67 vinati Gli edifici del quartiere sono troppo grandi -.86 La grandezza di certi edifici del quartiere è vera- -.85 mente eccessiva In questo quartiere gli edifici sono troppo alti -.80 -.74 La dimensione degli edifici del quartiere è oppri- mente In questo quartiere il volume degli edifici è spro- -.66 porzionato Nel quartiere, le case sono troppo alte rispetto alla -.56 larghezza delle strade Alfa
.88
Autovalore Varianza spiegata % Varianza spiegata TOT
8.15 38.8
.90
.89
3.08 1.77 14.7 8.4 61.9
Nota: sono riportate solo le .saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40. r13 = .43 r12 = .35 r23 = .26
III) Volumetria degli edifici I11I1 fattore risulta monopolare e contiene 6 item al polo negativo, riguardanti l'eccessiva altezza e grandezza degli edifici. Le tre dimensioni emerse si mostrano intercorrelate, in particolare la densità degli edifici mostra una rilevante relazione positiva da un lato con la volumetria degli edifici (r = .43) e, in misura minore, con l'estetica degli edifici (r = .35), mentre è trascurabile la relazione tra volumetria ed estetica (r = .26).
64
2. Spazio praticato: organizzazione dell'accessibilità e della viabilità La soluzione fattoriale per questa scala è costituita da 2 fattori indipendenti che spiegano il 47.8% della varianza totale (cfr. tabella 5.8). I) Praticabilità degli spazi interni Il I fattore include 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano sia la buona agibilità del quartiere per chi si sposta in bicicletta e per i portatori di handicap, sia la presenza di strade larghe e di spazi per parcheggiare. Gli item di segno negativo riguardano la carenza sia di parcheggi, sia di spazi per muoversi a piedi e in bicicletta. II) Collegamenti con il resto della città Il II fattore contiene 6 item, di cui 4 al polo positivo e 2 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano il buon collegamento del quartiere con il centro e le altre parti della città. Gli item di segno negativo riguardano l'isolamento del quartiere e la difficoltà nel raggiungerlo da altre parti della città.
3. Spazio verde: presenza e praticabilità Questa scala è risultata monodimensionale e l'unico fattore spiega più della metà (57.7%) della varianza totale (cfr. tabella 5.9). I) Spazio verde Il fattore comprende 10 item, di cui 5 al polo positivo e 5 al polo negativo. Gli item di segno positivo si riferiscono alla presenza e buona utilizzabilità di spazi verdi, mentre gli item di segno negativo si riferiscono all'assenza, carenza o non fruibilità delle aree verdi nel quartiere.
65
Tab. 5.8 — ACP Scala IQURP 2: Spazio praticato (organizzazione dell'accessibilità e viabilità). (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Fattori
Item
Praticabilità degli spazi interni Nel quartiere c'è buona disponibilità di spazi per parcheggiare È facile circolare in bicicletta in questo quartiere In questo quartiere le macchine parcheggiate impediscono di muoversi a piedi È pericoloso andare in bicicletta per le strade del quartiere In questo quartiere i parcheggi sono quasi totalmente assenti Le strade di questo quartiere sono sufficientemente larghe Lo spazio per muoversi a piedi nel quartiere è insufficiente È un quartiere ben agibile anche per le persone disabili Da questo quartiere il centro è facilmente raggiungibile Questo quartiere è isolato dal resto della città Questo è un quartiere ben collegato con parti importanti della città C'è un'ampia scelta di strade per uscire dal quartiere È facile uscire rapidamente dal quartiere Per accedere al quartiere bisogna fare giri viziosi
.74 .71 -.71 -.68 -.66 .63 -.63 .58
4.24 30.3
Autovalore % Varianza spiegata
% Varianza spiegata TOT
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40. r12 = .21
66
.84 -.82 .81 .52 .45 -.45
.83
Alfa
2. Collegamenti col resto della città
. 77
2.45 17.5 47.8
Tab. 5.9 — ACP Scala IQURP 3: Spazio verde (presenza e praticabilità). (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Fattore Spazio verde
Item Nel quartiere ci sono spazi verdi dove è possibile rilas- sarsi Per raggiungere un parco occorre purtroppo spostarsi in altri quartieri della città Nel quartiere c'è un giardino o parco dove le persone si possono incontrare Nel quartiere gli spazi verdi sono in buone condizioni Nel quartiere manca un parco dove i bambini possono giocare in libertà Nel quartiere ci sono sufficienti zone verdi Il verde del quartiere è ben attrezzato (illuminazione, vialetti, panchine, cestini per i rifiuti, ecc.) Le aree verdi del quartiere sono troppo piccole Molti spazi verdi del quartiere stanno scomparendo Il verde del quartiere è per lo più chiuso al pubblico
.83 -.83 .80 .80 -.80 .79 .73 -.71 -.70 -.55 .92
Alfa
5.77
Autovalore
% Varianza spiegata
57.7
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40.
5.3.2. Aspetti sociali
4. Gente e relazioni sociali La soluzione fattoriale per questa scala è costituita da 3 fattori che spiegano il 56.7% della varianza totale (cfr. tabella 5.10). I) Sicurezza Il I fattore comprende 6 item, di cui 2 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo sono relativi alla sicurezza nel quartiere sia delle strade, sia nel caso di uscite serali. Gli item di segno negativo sono relativi all'alto rischio nel quartiere di fare brutti incontri di sera, alla presenza di persone poco raccomandabili e ai segni di vandalismo. 67
Tab. 5.10 - ACP Scala IQURP 4: Gente e relazioni sociali. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattori
1. 2. Sicurezza Discrezione In questo quartiere si può uscire tranquilla- mente anche di sera Girando per il quartiere la sera tardi c'è il rischio di fare brutti incontri Il quartiere è frequentato da persone poco raccomandabili Le strade del quartiere sono sufficientemente sicure In questo quartiere spesso si verificano atti di vandalismo Le zone verdi del quartiere sono mal fre- quentate La gente qui fa troppi pettegolezzi Qui si ha spesso l'impressione di avere gli occhi degli altri puntati addosso In questo quartiere si ha l'impressione di essere controllati dagli altri In questo quartiere la gente non si intromette negli affari altrui In questo quartiere la gente è in genere discreta La gente di questo quartiere è in genere poco socievole La gente del quartiere tende ad isolarsi È difficile fare amicizie tra la gente del quartiere Nel quartiere è facile fare conoscenza con altre persone Gli abitanti di questo quartiere hanno rapporti solo formali tra loro La gente del quartiere collabora facilmente La gente di questo quartiere è in genere cordiale Alfa
.87 -.86 -.78 .74 -.68 -.58 -.84 -.81 -.80 .77 .76 -.76 -.75 -.73 .73 -.67 .53 .50
.85
Autovalore % Varianza spiegata
5.37 29.8
% Varianza spiegata TOT
3. Socievolezza
.86
2.93 16.3
.81
1.91 10.6
56.7
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40. r12 = .35 r13 = .31 r23 = .00
68
II) Discrezione Il II fattore comprende 5 item, di cui 2 al polo positivo e 3 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano la presenza nel quartiere di persone "discrete", vale a dire rispettose della privacy altrui. Gli item di segno negativo riguardano la presenza di persone pettegole, la percezione della mancanza di privacy, il sentirsi controllati dagli altri. III) Socievolezza Il III fattore comprende 7 item, di cui 3 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano sia la facilità di socializzazione nel quartiere, sia la presenza di persone cordiali e collaborative. Gli item di segno negativo riguardano la tendenza a isolarsi, la formalità nei rapporti interpersonali, la poca socievolezza e la difficoltà nel fare amicizia tra i residenti. La dimensione di sicurezza mostra una relazione positiva sia con la discrezione (r = .35), sia con la socievolezza (r = .31), mentre le ultime due risultano tra loro indipendenti (r = .00). 5.3.3. Aspetti funzionali 5. Servizi sociali
La soluzione fattoriale per questa scala è costituita da 2 fattori correlati che spiegano il 52.9% della varianza totale (cfr. tabella 5.11). I) Servizi scolastici Il I fattore comprende 6 item, di cui 3 al polo positivo e 3 al polo negativo. Gli item di segno positivo si riferiscono alla buona quantità, qualità e raggiungibilità delle scuole del quartiere. Gli item di segno negativo si riferiscono alla carenza, scarso livello e inagibilità dei locali delle scuole del quartiere. II) Servizi socio-sanitari Il II fattore comprende 6 item, di cui 2 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano la bontà del servizio 69
offerto nel quartiere sia dalla ASL, sia dai vigili urbani. Gli item di segno negativo riguardano l'inadeguatezza nel quartiere della ASL, dei servizi sociali e dell'assistenza agli anziani. La correlazione tra servizi scolastici e servizi socio sanitari risulta essere di lieve entità e di segno positivo (r = .31). -
Tab. 5.11 — ACP Scala IQURP 5: Servizi sociali. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattori 1. Servizi scolastici
Le scuole del quartiere sono in genere di buon livello Il quartiere è ben fornito per servizi scolastici Bambini e ragazzi sono costretti a spostarsi dal quartie- re per andare a scuola Le scuole dell'obbligo sono facilmente raggiungibili a piedi Le scuole del quartiere sono in genere scadenti Le scuole del quartiere sono collocate in locali inadatti I servizi sociali del quartiere sono inadeguati Nel quartiere mancano servizi per l'assistenza alle persone più anziane In questa zona l'Azienda Sanitaria Locale non è adeguata alle esigenze degli abitanti L'Azienda Sanitaria Locale di questa zona offre servizi soddisfacenti I vigili urbani del quartiere forniscono anche utili servizi sociali Alfa
.80 .80 -.79 .78 -.73 -.65
-.71 -.71 -.69 .65 .61 .85
Autovalore % Varianza spiegata % Varianza spiegata TOT
2. Servizi socio- sanitari
4.05 36.8
.71
1.77 16.1 52.9
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40. r12 = .31
6. Servizi ricreativi La soluzione fattoriale per questa scala è costituita da 2 fattori correlati che spiegano il 52.1% della varianza totale (cfr. tabella 5.12).
70
Tab. 5.12 — ACP Scala IQURP 6: Servizi ricreativi. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattori
1. Servizi e impianti
2.
Attività socio- culturali
sportivi
Ci sono zone del quartiere dove è possibile praticare sport all'aria aperta In questo quartiere è possibile praticare varie attività sportive Se ti piace andare a correre il quartiere si presta bene Nel quartiere le zone all'aria aperta per praticare sport sono insufficienti Questo è un quartiere ben dotato in fatto di impianti sportivi Gli impianti sportivi presenti nel quartiere sono insuffi- cienti per le esigenze degli abitanti Se ti piace la bicicletta il quartiere si presta pochissimo Nel quartiere non si ha modo di praticare attività sporti- ve diverse Il quartiere è spesso animato da diverse manifestazioni culturali (mostre, spettacoli, ecc.) Di sera il quartiere offre diverse attrattive In questo quartiere sono veramente poche le iniziative di tipo culturale Questo quartiere non è sufficientemente attrezzato per ospitare iniziative culturali Il quartiere è ben dotato di strutture per spettacoli teatrali Nel quartiere scarseggiano attività di svago per gli abitanti Le biblioteche del quartiere sono adeguate per le esigenze degli abitanti La mancanza di punti di ritrovo non consente ai più
.83 .77 .77 -.76 .72 -.66 -.66 -.63 .81 .77 -.71 -.69 .69 -.63 .60 -.54
giovani di passare il tempo libero nel quartiere .88
Alfa Autovalore % Varianza spiegata % Varianza spiegata TOT
5.62 35.1
.84
2.72 17.0 52.1
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40. r12 = .30
71
I) Servizi e impianti sportivi Il I fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo sono relativi sia alle buone possibilità nel quartiere di correre e fare attività sportive all'aria aperta, sia alla buona dotazione di impianti sportivi. Gli item di segno negativo sono relativi all'insufficienza nel quartiere di spazi aperti e impianti per fare attività sportive varie ed andare in bicicletta. II) Attività socio-culturali Il II fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo si riferiscono alla presenza nel quartiere di attrattive varie, manifestazioni culturali, locali per spettacoli teatrali, e biblioteche. Gli item di segno negativo si riferiscono alla mancanza o carenza nel quartiere di iniziative culturali, attività di svago e punti di ritrovo. La correlazione tra servizi e impianti sportivi ed attività socioculturali è di lieve entità e segno positivo (r = .30).
7. Servizi commerciali Questa scala é risultata monodimensionale e l'unico fattore spiega quasi i tre quinti (59%) della varianza totale (cfr. tabella 5.13). I) Servizi commerciali Il fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano la varietà e raggiungibilità dei negozi del quartiere, mentre gli item di segno negativo riguardano la carenza di assortimento dei negozi del quartiere.
8. Servizi di trasporto Questa scala è risultata monodimensionale e l'unico fattore spiega il 60.6% della varianza totale (cfr. tabella 5.14).
72
Tab. 5.13 — ACP Scala IQURP 7: Servizi commerciali. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattore
Servizi commerciali
Questo quartiere è ben servito in fatto di negozi Nel quartiere ci sono negozi di ogni genere Nei negozi del quartiere si può trovare qualsiasi cosa Nei negozi del quartiere mancano le cose particolari Per fare acquisti particolari è necessario uscire dal quar- tiere I negozi del quartiere non offrono un'ampia scelta di prodotti I negozi sono mal distribuiti nel quartiere I negozi che vendono generi di prima necessità sono
.87 .87 .85 -.75 -.75 -.72 -.70 .58
facilmente raggiungibili .90
Alfa
4.72
Autovalore
59.0
% Varianza spiegata Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40.
I) Servizi di trasporto Il fattore comprende 7 item, di cui 4 al polo positivo e 3 al polo negativo. Gli item di segno positivo sono relativi alla buona frequenza, varietà, distribuzione di fermate e capacità di collegamento dei mezzi di trasporto pubblico del quartiere. Gli item di segno negativo sono relativi alla qualità scadente, alle attese eccessive e alla scomodità dei mezzi di trasporto pubblico del quartiere. 5.3.4. Aspetti di contesto
9. "Clima" psicologico La soluzione fattoriale per questa scala è costituita da 2 fattori ortogonali che spiegano oltre la metà (52.7%) della varianza totale (cfr. tabella 5.15).
73
Tab. 5.14 — ACP Scala IQURP 8: Servizi di trasporto. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattore
Servizi di trasporto La qualità dei trasporti pubblici nel quartiere è in genere scadente La frequenza dei mezzi di trasporto pubblico è adeguata alle esigenze degli abitanti del quartiere In questo quartiere c'è una buona varietà di mezzi di trasporto pubblico I mezzi pubblici esistenti garantiscono un buon collegamento con le altre parti della città I servizi di trasporto pubblico del quartiere obbligano ad attese eccessive Gli autobus del quartiere sono troppo scomodi Le fermate dei mezzi di trasporto pubblico sono ben
-.83 .82 .80 .79 -.75 -.75 .71
distribuite all'interno del quartiere Alfa
.89
Autovalore
4.24
% Varianza spiegata
60.6
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40.
I) Tranquillità vs. caos Il I fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano la presenza nel quartiere di un ritmo di vita tranquillo e di un'atmosfera serena e quieta. Gli item di segno negativo riguardano la presenza nel quartiere di confusione e di un'atmosfera stressante. II) Stimolazione vs. monotonia Il II fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano la presenza nel quartiere di eventi interessanti e attività stimolanti, mentre gli item di segno negativo riguardano la considerazione del quartiere come luogo noioso e avaro di avvenimenti.
74
Tab. 5.15 — ACP Scala IQURP 9: "Clima" psicologico. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Fattori Tranquillità vs. Stimolazione vs. monotonia caos
Item
C'è un ritmo di vita tranquillo nel quartiere Questo quartiere è un'oasi di quiete In questo quartiere non si può mai stare in pace Vivere in questo quartiere è piuttosto stressante In questo quartiere la confusione è insopportabile In questo quartiere è impossibile rilassarsi Rispetto al caos di altre zone questo è un quartiere dove si può ancora vivere
C'è un'atmosfera serena in questo quartiere Questo è un quartiere molto noioso In questo quartiere si possono fare solo poche cose È divertente trascorrere il tempo libero in questo quar- tiere In questo quartiere i giorni sembrano tutti uguali In questo quartiere è difficile annoiarsi Questo quartiere pullula di attività In questo quartiere non succede mai niente Ogni giorno c'è qualche novità interessante nel quartie- re
.80 .76 -.76 -.75 -.75 -.72 .70
.68 -.75 -.73 .71 -.67 .67 .66 -.65 .62 .89
Alfa
4.75 29.7
Autovalore % Varianza spiegata % Varianza spiegata TOT
.84
3.68 23.0 52.7
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40. r12 = O
10. Salubrità ambientale Questa scala è risultata monodimensionale e l'unico fattore spiega quasi i due terzi (64.5%) della varianza totale (cfr. tabella 5.16). I) Salubrità ambientale Il fattore comprende 7 item, di cui 3 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo sono relativi all'assenza di inquinamento atmosferico e acustico nel quartiere, mentre gli item di segno negativo sono relativi alla presenza di inquinamento atmosferico e acustico. 75
Tab. 5.16 — ACP Scala IQURP 10: Salubrità ambientale. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Item
Fattore
Salubrità ambientale Questo è un quartiere inquinato In questo quartiere la salute degli abitanti è minacciata dall'inquinamento L'aria di questo quartiere è pulita Nel complesso questo quartiere non è inquinato Nel quartiere c'è troppo rumore In questo quartiere l'intensità del traffico dà veramente troppo fastidio Questo è un quartiere silenzioso Alfa Autovalore
-.84 -.82 .82 .79 -.78 -.78 .77 .91
4.51 64.5
% Varianza spiegata
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40.
11. Manutenzione e cura Questa scala è risultata monodimensionale e l'unico fattore spiega il 38.8% della varianza totale (cfr. tabella 5.17).
I) Manutenzione e cura Il fattore comprende 12 item, di cui 6 al polo positivo e 6 al polo negativo. Gli item di segno positivo riguardano sia la manifestazione di cura per il quartiere da parte dei residenti, sia l'efficienza nel quartiere delle condizioni della segnaletica stradale, del servizio di raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade. Gli item di segno negativo riguardano la presenza nel quartiere di buche nelle strade, di edifici in cattivo stato, di muri imbrattati, di luoghi abbandonati, di scarsa illuminazione e di scarso senso civico da parte dei residenti.
76
Tab. 5.17 — ACP Scala IQURP 11: Manutenzione e cura. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Fattore
Item
Manutenzione e cura
Gli abitanti di questo quartiere dimostrano scarso senso civico nei riguardi dell'ambiente Le strade del quartiere vengono regolarmente pulite Gli abitanti del quartiere evitano di sporcare in giro Gli abitanti della zona mostrano cura per il loro quartie- re Il servizio di raccolta dei rifiuti è efficiente La segnaletica delle vie del quartiere è tenuta in buone condizioni Nel quartiere ci sono troppi luoghi abbandonati In questo quartiere le auto vengono parcheggiate rispet- tando gli spazi consentiti Troppi muri del quartiere sono imbrattati con scritte o disegni Ci sono troppe buche nelle strade del quartiere Molti edifici del quartiere sono in cattivo stato Nel quartiere l'illuminazione delle strade è spesso in- sufficiente
-.72
Alfa
.85 4.66
Autovalore
.70 .70 .70 .64 .62 -.60 .58 -.56 -.55 -.54 -.52
38.8
% Varianza spiegata
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40.
5.3.5. Attaccamento al Quartiere (AQ) La scala di attaccamento al quartiere di residenza è monodimensionale e l'unico fattore spiega il 56.1% della varianza totale (cfr. tabella 5.18). I) Attaccamento al Quartiere
Il fattore comprende 8 item, di cui 4 al polo positivo e 4 al polo negativo. Gli item di segno positivo si riferiscono alla presenza di attaccamento residenziale (il mio quartiere "è ideale", "fa parte di me", "farei fatica a lasciarlo", "mi riconosco nella gente che ci vive"), mentre gli item di segno negativo si riferiscono alla carenza di attac77
camento residenziale (con questo quartiere "non ho nulla in comune", "non mi riconosco nel suo stile di vita", "non mi ci sento integrato", "vivrei volentieri in un altro quartiere"). Il fattore coagula, quindi, sia elementi di radicamento, sia elementi di identità personale, sia elementi di identità sociale. Tab. 5.18 — ACP Scala AQ: Attaccamento al Quartiere. (Adattamento da Bonaiuto, Fomara, & Bonnes, 2006)
Fattore
Item
Attaccamento al Quartiere Questo quartiere fa ormai parte di me Vivrei volentieri in un altro quartiere Farei molta fatica a lasciare questo quartiere Non ho nulla in comune con questo quartiere Non mi riconosco nello stile di vita del quartiere Questo per me è un quartiere ideale Non mi sento integrato in questo quartiere
-.79 .78 -.77 -.72 .72 -.70
Mi riconosco nella gente di questo quartiere
.70
Alfa
.79
.91
Autovalore % Varianza spiegata
4.49 56.1
Nota: sono riportate solo le saturazioni fattoriali uguali o superiori a .40.
5.4. Struttura fattoriale, attendibilità e capacità discriminativa degli indicatori
La struttura delle scale e la numerosità degli indicatori sono risultate confermate rispetto alle indagini condotte su campioni romani con precedenti versioni delle scale IQURP e AQ (Bonnes et al., 1997; Bonaiuto et al., 1999), con la sola differenza di una scala, che era emersa come bidimensionale in precedenza ed è risultata invece monodimensionale con questa versione delle scale, sia in una indagine condotta con un campione di residenti romani (Bonaiuto et al., 2002), sia con questo campione normativo a livello nazionale. La scala in questione è quella di "manutenzione e cura", che presentava nelle precedenti rilevazioni due indicatori di qualità separati (anche 78
se tra loro molto correlati), uno riguardante la macro-manutenzione (di responsabilità della pubblica amministrazione), l'altro la micromanutenzione (di responsabilità degli abitanti), che invece in questo studio (così come in quello di Bonaiuto et al., 2002) appaiono sintetizzati in un'unica dimensione.
Tab. 5.19 - Quadro s'ntetico degli indici IQURP e AQ (N item totali = 148). (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
Criteri
Fattori
Scale
1. Densità degli edifici 2. Estetica degli edifici 3. Volumetria degli edifici 4. Praticabilità degli spazi
Spazio visualizzato (architettonicourbanistico)
Aspetti architettonicourbanistici
Spazio praticato (organizzazione dell'accessibilità e della viabilità)
Aspetti funzionali
Aspetti di contesto Attaccamento residenziale
7
8 6 8
.88 .90 .89 .83
interni
Spazio verde (presenza e praticabilità)
Aspetti sociali
N. Alfa Item
generativi
5. Collegamenti col resto della città 6. Spazio verde
7. Sicurezza 8. Discrezione 9. Socievolezza 10. Servizi scolastici Servizi sociali 11. Servizi socio- sanitari 12. Servizi e impianti sportivi Servizi ricreativi 13. Attività socio- culturali 14. Servizi commerciali Servizi commerciali Servizi di trasporto 15. Servizi di trasporto 16. Tranquillità vs. caos "Clima" psicologico 17. Stimolazione vs. monotonia 18. Salubrità ambientale Salubrità ambientale 19. Manutenzione e cura Manutenzione e cura Attaccamento al Quartiere Attaccamento al quartiere Gente e relazioni sociali
6
.77
10 .92 6
.85
5 7 5
.86 .81 .85 . 71
8
.88
8
.84 .90 .89 .89 .84
6
8 7 8 8
.91 7 12 .85 .91 8
(AQ)
Le caratteristiche psicometriche di questa nuova versione delle scale conferma, in questo campione normativo a livello nazionale, quanto già emerso in uno studio preliminare condotto su un campione di residenti 79
romani (Bonaiuto et al., 2002), vale a dire coefficienti di attendibilità decisamente migliori rispetto alla versione precedente, quantificati da indici di consistenza interna compresi tra .92 e .71, che solo in due indicatori su venti scendono sotto .80 (cfr. tabella 5.19). L'analisi delle medie degli indicatori a livello aggregato (totale del campione) mostra che i punteggi medi variano da un massimo di 3.95 a un minimo di 2.02 e, per quanto concerne la maggior parte degli indicatori (vale a dire 15 su 20), la media è risultata superiore al punteggio medio della scala di risposta (uguale a 3, dato che la scala di risposta va da O a 6). Dato che a numero più alto corrisponde migliore qualità percepita, si può dire che nel complesso delle realtà urbane analizzate la qualità residenziale è quantomeno accettabile per i residenti. Nello specifico, le cinque medie più alte sono quelle di due IQURP architettonico-urbanistici (collegamenti e volumetria), dei servizi scolastici, del livello di tranquillità e della sicurezza; viceversa, le cinque medie più basse riguardano tre IQURP funzionali (attività socio-culturali, servizi socio-sanitari e servizi/impianti sportivi), il livello di stimolazione e le aree verdi. La tabella 5.20 riporta gli indici di tendenza centrale (media), dispersione (deviazione standard) e forma della distribuzione (asimmetria e curtosi) per ciascuno dei 148 item che compongono i 19 IQURP e la misura di AQ emersi dall'ACP. Tab. 5.20 - Indicatori IQURP e AQ: Contenuto degli item e statistiche descrittive dei 148 item componenti (N - 1488)
IQURP e AQ 1. Densità edifici (7 item)
Contenuto item
Ar-- DS As Cu
Le case del quartiere sono ben distanziate 2.67 1.54 0.02 -0.67 tra loro C'è sufficiente spazio tra le case del quar- 2.84 1.50 -0.07 -0.63 tiere Le case del quartiere sono troppo attac- cate tra loro In questo quartiere c'è poco spazio tra una costruzione e l'altra Le costruzioni di questo quartiere sono addossate l'una all'altra
Questo è un quartiere spazioso In questo quartiere le zone costruite e gli spazi liberi sono ben equilibrati
80
3.10 1.61 -0.02 -0.75 3.30 1.58 -0.11 -0.76 3.24 1.58 -0.06 -0.74
3.33 1.47 -0.21 -0.34 2.83 1.48 -0.06 -0.47
2. Estetica edifici (8 item)
Gli edifici di questo quartiere sono belli
3.12 1.36 -0.26 -0.10
Gli edifici di questo quartiere sono brutti 2.57 1.55 0.17 -0.49 In generale gli edifici del quartiere hanno 2.35 1.47 0.28 -0.34 brutte forme Questo quartiere è piacevole da guardare 3.33 1.51 -0.33 -0.24 Gli edifici del quartiere sono costruiti con 2.99 1.30 -0.17 0.18 bei materiali I particolari degli edifici del quartiere so- 2.62 1.45 0.04 -0.40 no molto curati Questo quartiere è sgradevole dal punto 2.35 1.58 0.31 -0.49 di vista estetico I colori degli edifici del quartiere sono 2.64 1.47 0.27 -0.11 poco indovinati
3. Volumetria edifici (6 item)
Gli edifici del quartiere sono troppo 2.45 1.42 0.29 -0.25 grandi La grandezza di certi edifici del quartiere 2.20 1.50 0.50 -0.19 è veramente eccessiva In questo quartiere gli edifici sono troppo 2.39 1.52 0.39 -0.11 alti La dimensione degli edifici del quartiere 2.11 1.39 0.43 -0.03 è opprimente In questo quartiere il volume degli edifici 2.19 1.41 0.42 -0.09 è sproporzionato Nel quartiere, le case sono troppo alte 2.36 1.49 0.44 -0.19 rispetto alla larghezza delle strade
4. Praticabilità interna (8 item)
Nel quartiere c'è buona disponibilità di 2.99 1.72 -0.21 -0.94 spazi per parcheggiare È facile circolare in bicicletta in questo 3.21 1.80 -0.24 -0.97 quartiere In questo quartiere le macchine parcheg- 2.31 1.67 0.54 -0.44 giate impediscono di muoversi a piedi E pericoloso andare in bicicletta per le 2.71 1.69 0.14 -0.82 strade del quartiere In questo quartiere i parcheggi sono qua- 2.81 1.84 .027 -0.99 si totalmente assenti Le strade di questo quartiere sono suffi- 3.11 1.52 -0.36 -0.54 cientemente larghe Lo spazio per muoversi a piedi nel quar- 2.14 1.64 0.60 -0.44 tiere è insufficiente È un quartiere ben agibile anche per le 2.63 1.68 0.01 -0.88 persone disabili
81
5. Collegamenti Da questo quartiere il centro è facilmente 4.21 1.63 -0.88 0.07 raggiungibile resto città Questo quartiere è isolato dal resto della 1.89 1.69 0.70 -0.32 (6 item) città
Questo è un quartiere ben collegato con 3.87 1.61 -0.68 -0.23 parti importanti della città 3.42 1.52 -0.38 -0.47 C'è un'ampia scelta di strade per uscire dal quartiere 4.08 1.34 -0.76 0.50 È facile uscire rapidamente dal quartiere
6. Spazio verde (10 item)
Per accedere al quartiere bisogna fare giri viziosi
1.97 1.50 0.67 -0.01
Nel quartiere ci sono spazi verdi dove è possibile rilassarsi
2.88 1.98 0.02 -1.23
Per raggiungere un parco occorre pur- troppo spostarsi in altri quartieri della città
3.12 2.17 -0.15 -1.41
Nel quartiere c'è un giardino o parco dove 3.08 2.12 -0.14 -1.35 le persone si possono incontrare Nel quartiere gli spazi verdi sono in buo- 2.92 1.73 -0.10 -0.88 ne condizioni Nel quartiere manca un parco dove i bambini possano giocare in libertà
3.13 2.13 -0.04 -1.41
Nel quartiere ci sono sufficienti zone verdi 2.83 1.89 0.08 -1.15 Il verde del quartiere è ben attrezzato (il- 2.66 1.92 0.06 -1.16 luminazione, vialetti, panchine, cestini per i rifiuti, ecc.)
Le aree verdi del quartiere sono troppo 3.46 1.81 -0.23 -0.97 piccole Molti spazi verdi del quartiere stanno 3.17 1.76 -0.15 -0.87 scomparendo Il verde del quartiere è per lo più chiuso 2.05 1.78 0.59 -0.51 al pubblico
7. Sicurezza (6 item)
In questo quartiere si può uscire tranquil- 2.40 1.53 0.43 -0.35 lamente anche di sera Girando per il quartiere la sera tardi c'è 3.36 1.60 -0.19 -0.67 il rischio di fare brutti incontri Il quartiere è frequentato da persone po- 3.80 1.54 -0.39 -0.52 co raccomandabili
Le strade del quartiere sono sufficiente- mente sicure
2.56 1.40 0.44 -0.17
3.71 1.54 -0.38 -0.52 In questo quartiere spesso si verificano atti di vandalismo Le zone verdi del quartiere sono mal fre- 3.77 1.51 -0.37 -0.34 quentate
82
8. Discrezione (5 item)
La gente qui fa troppi pettegolezzi 2.76 1.54 0.19 -0.51 Qui si ha spesso l'impressione di avere 2.63 1.56 0.20 -0.56 gli occhi degli altri puntati addosso In questo quartiere si ha l'impressione di 2.42 1.48 0.31 -0.45 essere controllati dagli altri
In questo quartiere la gente non si intro- mette negli affari altrui In questo quartiere la gente è in genere discreta
3.17 1.44 -0.28 -0.27
9. Socievolezza La gente di questo quartiere è in genere (7 item) poco socievole
3.70 1.27 -0.40 0.27
3.50 1.40 -0.65 0.25
La gente del quartiere tende ad isolarsi 3.39 1.37 -0.23 -0.13 È difficile fare amicizie tra la gente del 3.54 1.43 -0.32 0.25 quartiere Nel quartiere è facile fare conoscenza con 2.38 1.33 0.65 0.35
altre persone
Gli abitanti di questo quartiere hanno rapporti solo formali tra loro
2.89 1.37 0.06 -0.31
La gente del quartiere collabora facilmente 2.64 1.22 0.37 0.32 La gente di questo quartiere è in genere 2.07 1.05 0.45 0.88 cordiale 10. Servizi scolastici (6 item)
Le scuole del quartiere sono in genere di 2.44 1.46 0.67 0.17 buon livello Il quartiere è ben fornito per servizi scolastici 2.31 1.68 0.69 -0.26 Bambini e ragazzi sono costretti a spo- 3.54 1.85 -0.37 -0.91 starsi dal quartiere per andare a scuola
Le scuole dell'obbligo sono facilmente raggiungibili a piedi
2.06 1.77 0.77 -0.30
Le scuole del quartiere sono in genere scadenti Le scuole del quartiere sono collocate in locali inadatti
3.76 1.44 -0.44 -0.07 3.68 1.51 -0.43 -0.16
I servizi sociali del quartiere sono incide- 2.49 1.62 0.20 -0.63 11. Servizi socio- sanitari guati Nel quartiere mancano servizi per (5 item) 1.99 1.60 0.53 -0.43 l'assistenza alle persone più anziane In questa zona l'Azienda Sanitaria Locale non è adeguata alle esigenze degli abitanti
2.82 1.65 0.13 -0.65
L'Azienda Sanitaria Locale di questa zo- 3.46 1.59 -0.04 -0.70 na offre servizi soddisfacenti I vigili urbani del quartiere forniscono 4.30 1.49 -0.49 -0.55 anche utili servizi sociali
83
12. Servizi e impianti sportivi (8 item)
Ci sono zone del quartiere dove è possibi- 2.94 1.90 0.21 1.12 le praticare sport all'aria aperta 3.34 1.79 -0.11 -1.06 In questo quartiere è possibile praticare varie attività sportive Se ti piace andare a correre il quartiere si 2.85 1.90 0.15 -1.09 presta bene Nel quartiere le zone all'aria aperta per 2.88 1.89 0.02 -1.16 praticare sport sono insufficienti
Questo è un quartiere ben dotato in fatto 3.58 1.85 -0.26 -1.06 di impianti sportivi
Gli impianti sportivi presenti nel quartiere 2.50 1.87 0.26 -1.07 sono insufficienti per le esigenze degli abitanti Se ti piace la bicicletta il quartiere si pre- 3.13 1.87 -0.12 -1.08 sta pochissimo Nel quartiere non si ha modo di praticare 2.53 1.80 0.29 -0.94 attività sportive diverse
13. Attività socio-cultur. (8 item)
Il quartiere è spesso animato da diverse ma- 1.77 1.71 0.77 -0.33 nifestazioni culturali (mostre, spettacoli, ecc.) Di sera il quartiere offre diverse attrattive 1.61 1.61 0.86 -0.05 In questo quartiere sono veramente poche 3.81 1.82 -0.57 -0.72 le iniziative di tipo culturale 3.67 1.76 -0.42 -0.78 Questo quartiere non è sufficientemente attrezzato per ospitare iniziative culturali
Il quartiere è ben dotato di strutture per 1.63 1.80 0.98 -0.10 spettacoli teatrali
Nel quartiere scarseggiano attività di svago per gli abitanti
3.81 1.66 -0.50 -0.59
Le biblioteche del quartiere sono adeguate 1.99 1.89 0.48 -0.98 per le esigenze degli abitanti La mancanza di punti di ritrovo non con- 3.56 1.78 -0.39 -0.84 sente ai più giovani di passare il tempo libero nel quartiere
Questo quartiere è ben servito in fatto di 3.38 1.85 -0.38 -0.87 14. Servizi commerciali negozi Nel quartiere ci sono negozi di ogni genere 3.13 1.89 -0.20 -1.07 (8 item) 3.41 1.90 -0.39 -0.97 Nei negozi del quartiere si può trovare qualsiasi cosa Nei negozi del quartiere mancano le cose 3.24 1.82 -0.12 -0.99 particolari Per fare acquisti particolari è necessario 3.60 1.93 -0.42 -1.00 uscire dal quartiere I negozi del quartiere non offrono un'am- 2.75 1.82 -0.19 -1.02 pia scelta di prodotti I negozi sono mal distribuiti nel quartiere 2.61 1.67 0.26 -0.68
I negozi che vendono generi di prima ne- 4.36 1.52 -1.06 0.71 cessità sono facilmente raggiungibili
84
15. Servizi di trasporto (7 item)
La qualità dei trasporti pubblici nel quar- 2.86 1.70 0.22 -0.82 tiere è in genere scadente La frequenza dei mezzi di trasporto pub- 3.02 1.72 -0.27 -0.87
blico è adeguata alle esigenze degli abitanti del quartiere In questo quartiere c'è una buona varietà 2.70 1.72 -0.01 -0.97 di mezzi di trasporto pubblico I mezzi pubblici esistenti garantiscono un 3.41 1.72 -0.42 -0.67 buon collegamento con le altre parti della città
I servizi di trasporto pubblico del quartie- 3.21 1.64 -0.02 -0.72 re obbligano ad attese eccessive Gli autobus del quartiere sono troppo 2.76 1.56 0.25 -0.46 scomodi
Le fermate dei mezzi di trasporto pubbli- 3.38 1.61 -0.47 -0.37 co sono ben distribuite all'interno del quartiere 16. Tranquillità vs. Caos (8 item)
C'è un ritmo di vita tranquillo nel quartiere Questo quartiere è un'oasi di quiete
3.64 1.54 -0.54 -0.30 2.72 1.59 0.03 -0.69
In questo quartiere non si può mai stare 2.11 1.54 0.63 -0.05 in pace Vivere in questo quartiere è piuttosto 2.17 1.54 0.42 -0.48 stressante In questo quartiere la confusione è insop- 2.40 1.73 0.30 -0.85 portabile In questo quartiere è impossibile rilassarsi 2.27 1.50 0.46 -0.32
Rispetto al caos di altre zone questo è un 4.04 1.41 -0.76 0.55 quartiere dove si può ancora vivere C'è un'atmosfera serena in questo quartiere 3.71 1.29 -0.59 0.47
17. Stimolazione Questo è un quartiere molto noioso
2.88 1.46 -0.03 -0.34
vs.
Monotonia (8 item)
In questo quartiere si possono fare solo poche cose
2.39 1.59 0.37 -0.59
È divertente trascorrere il tempo libero in 3.58 1.56 -0.09 -0.71 questo quartiere In questo quartiere i giorni sembrano tutti 2.64 1.41 0.15 -0.39 uguali
In questo quartiere è difficile annoiarsi Questo quartiere pullula di attività
3.59 1.42 -0.16 -0.32 3.83 1.60 -0.41 -0.57
In questo quartiere non succede mai niente 2.81 1.45 0.19 0.26
Ogni giorno c'è qualche novità interes- 4.30 1.38 -0.61 0.09 sante nel quartiere
85
18. Salubrità ambient. (7 item)
Questo è un quartiere inquinato
3.52 1.84 -0.28 -0.98
In questo quartiere la salute degli abitanti è 3.26 1.80 -0.15 -0.97 minacciata dall'inquinamento
2.93 1.73 0.13 -0.87 L'aria di questo quartiere è pulita Nel complesso questo quartiere non è inqui- 2.88 1.74 0.17 -0.93 nato
3.26 1.73 -0.22 -0.88 Nel quartiere c'è troppo rumore In questo quartiere l'intensità del traffico dà 3.26 1.84 -0.21 -1.03 veramente troppo fastidio
Questo è un quartiere silenzioso
3.11 1.70 0.03 -0.93
19. Manutenzione Gli abitanti di questo quartiere dimostrano 2.63 1.54 0.27 -0.53 scarso senso civico nei riguardi dell'ambiente e Cura Le strade del quartiere vengono regolarmente 3.44 1.54 -0.44 -0.30 (12 item) pulite Gli abitanti del quartiere evitano di sporcare 3.05 1.50 -0.23 -0.55 in giro 3.14 1.51 -0.33 -0.44 Gli abitanti della zona mostrano cura per il loro quartiere 3.46 1.54 -0.51 -0.26 Il servizio di raccolta dei rifiuti è efficiente La segnaletica delle vie del quartiere è tenuta 3.40 1.48 -0.53 -0.20 in buone condizioni Nel quartiere ci sono troppi luoghi abbando- 2.37 1.53 0.38 -0.43 nati
In questo quartiere le auto vengono parcheg- 3.15 1.68 -0.25 -0.87 giace rispettando gli spazi consentiti 2.27 1.58 0.40 -0.52 Troppi muri del quartiere sono imbrattati con scritte o disegni Ci sono troppe buche nelle strade del quartie- 3.34 1.74 -0.18 -0.89 re Molti edifici del quartiere sono in cattivo stato 2.57 1.54 0.27 -0.61 Nel quartiere l'illuminazione delle strade è 2.79 1.67 0.16 -0.84 spesso insufficiente
3.71 1.55 -0.41 -0.34 Attaccamento Questo quartiere fa ormai parte di me al Quartiere 2.80 1.75 0.10 -0.86 Vivrei volentieri in un altro quartiere (8 item) Farei molta fatica a lasciare questo quartiere 3.43 1.76 -0.28 -0.84 Non ho nulla in comune con questo quartiere 2.32 1.63 0.49 -0.23 Non mi riconosco nello stile di vita del quar- 2.80 1.55 0.14 -0.51 fiere -
Questo per me è un quartiere ideale
3.27 1.53 -0.24 -0.40
Non mi sento integrato in questo quartiere
2.35 1.49 0.43 -0.20
Mi riconosco nella gente di questo quartiere Nota 1: Nota 2: Nota 3:
3.10 1.52 -0.27 -0.35
1l = media, DS = deviazione standard, As = Asimmetria, Cu = Curtosi Gli item di senso negativo (e le relative statistiche) sono riportati in corsivo Per tutti gli item il valore minimo è risultato uguale a O e il valore massimo è risultato uguale a 6. '
86
Ovviamente, questo è un quadro generale che non contempla le differenze esistenti tra città diverse e tra quartieri diversi. Disaggregando i dati per città si manifestano infatti alcune peculiarità che caratterizzano le varie realtà urbane in relazione alle dimensioni di qualità residenziale percepita. Ad esempio, risultano ai primi posti Cesena e Grosseto per la qualità degli aspetti architettonico-urbanistici, Salerno per gli aspetti socio-relazionali e per l'attaccamento al quartiere e Bologna per gli aspetti funzionali. Viceversa, risultano agli ultimi posti Agrigento e Salerno per la qualità degli aspetti architettonico-urbanistici, Firenze per gli aspetti socio-relazionali e, di nuovo, Agrigento per l'attaccamento al quartiere. Ad ogni modo, come si può vedere più in dettaglio dalla tabella 5.20, l'analisi delle medie a livello disaggregato mostra una buona capacità discriminativi degli indici IQURP e AQ tra contesti urbani. Questi risultati sottolineano alcune peculiarità che differenziano la qualità urbana residenziale percepita lungo le dimensioni sia dell'estensione urbana (da città più grandi a città più piccole), sia della posizione geografica (dal Nord al Sud Italia passando per il Centro), che rimandano a diversità di ordine storico-culturale, economico e sociale. Tab. 5.20 - Medie e deviazioni degli indici IQURP e NA per le 11 città campione. (Adattamento da Bonaiuto, Fornara, & Bonnes, 2006)
zr z2 zb zcl zr z,7 z4;II u ^ ii
n^ o^ uó o^ Indici " IQURP e p m ^ ^ Ó m Ó ^ AQ
A C
3.12 (.91)
3.59 3.16 2.45 2.88 (1.15) (1.10) (1.15) (1.12)
Estetica degli edifici
3.29 (1.11)
3.06 (.95)
3.60 (1.11)
Volume tria degli edifici -
Praticabi lità Spazi interni
3.54
(.84)
3.91 3.29 (1.04) (1.08)
4.14
(.86)
é
z^ u^
3.10 (.94)
2.94 3.66 2.68 3.57 3.01 (1.10) (1.02) (1.27) (1.09) (1.03)
3.00 3.08 2.38 (1.18) (1.17) (1.14)
87
zm u„
À
7 0
o^ h o^o tr^
2.59 2.91 3.03 2.93 2.15 (1.04) (1.00) (1.01) (1.40) (1.18)
4.34 3.72 3.76 3.88 3.84 3.48 3.73 3.87 (1.14) (1.00) (1.05) (1.29) (1.06) (1.06) (1.02) (1.20) -
ii
3
3.19 3.31 (1.08) (1.22) 4.02
zW
AA AA 1i m À A ^ Ó À À ^ ^ m C
Densità degli edifici
(.84)
u;
2.81 (.99)
3.78 (.91)
4.01 (.97)
3.24 (.96)
3.27 (1.10)
2.63
3.72
(1.48) (1.19)
3.26 3.40 3.06 3.24 (1.06) (1.03) (1.11) (1.15)
Collega- menti col resto città
(.97)
Spazio verde
2.94 3.86 2.07 3.66 2.07 3.08 2.69 4.15 2.59 1.81 2.79 3.96 (1.08) (1.11) (1.40) (1.07) (1.39) (1.18) (1.08) (1.47) (1.22) (1.04) (1.47) (1.47)
Sicurezza
3.42 (.98)
3 97 .
4.38 (.92)
4.00 (.88)
4.08
(.99)
4.02 (1.15)
3.74
(.99)
3.78 3.03 (1.07) (1.04)
3.87 3.00 3.71 3.16 4.08 (1.01) (1.01) (1.06) (1.02) (1.00)
4.18
(.80)
4.29
(.86)
4.20 3.95 3.98 (1.04) (1.08) (1.06)
4.71
3.74 3.09 2.94 (1.20) (1.19) (1.07)
(.88)
3.61 (1.15)
3.45 (1.31)
4.24 (.88)
(1.19)
(89)
Discrezione
3.47 3.32 3.01 3.45 3.29 3.36 (1.04) (1.19) (1.30) (1.18) (1.04) (1.22)
Socievo- lezza
(.77)
(.93)
(.75)
(.67)
(1.19)
(.94)
(.81)
4.23 (.60)
Servizi scolastici
3.74 (1.13)
4.31 (.86)
3.54 3.70 3.73 3.04 2.36 (1.17) (1.22) (1.25) (1.02) (1.27)
3.61 (.94)
4.16 (.88)
3.59 (1.04)
(.59)
Servizi sociosanitari
2.26 (1.03)
(.96)
Servizi e impianti sportivi
2.24 3.50 2.39 3.89 2.43 2.22 2.81 (1.12) (1.27) (1.39) (1.19) (1.31) (1.38) (1.13)
2.25 2.79 2.76 2.95 3.53 (1.26) (1.14) (1.25) (1.32) (1.37)
Attività socio- culturali
1.97 2.22 1.57 2.10 1.85 2.59 (1.04) (1.16) (1.06) (1.11) (1.13) (1.14)
2.67 (1.32)
Servizi commer- ciali
3.26 3.06 3.62 3.53 2.57 3.63 3.94 2.21 3.11 3.52 3.42 3.41 (1.37) (1.20) (1.08) (1.41) (1.43) (1.25) (1.22) (1.07) (1.07) (1.27) (1.66) (1.38)
Trasporto pubblico
2.88 2.92 3.29 2.63 3.81 3.31 (1.19) (1.24) (1.20) (1.00) (1.36) (1.29)
Tranquillità vs. caos
3.85 (.96)
3.27
3.58
2.89
3.42
2.38
(.91)
3.37
(.79)
2.82 (1.02)
3.45
(.89)
2.04
(.99)
3.22
(.85)
2.31 (1.08)
3.10 (1.09) 3.66
1.60
(.92)
1.43 (.88)
2.19
(.95)
3.07
2.36
(.86)
3.50 2.91 (1.04) (1.29) 3.47
3.04
(1.09)
2.99
(.97)
3.56
2.16
(.99)
4.95
3.37
3.49
3.69 (1.23)
2.31 1.74 (1.00) (1.08)
2.02 1.66 1.40 (1.06) (1.23) (1.21)
3.10 3.14 3.12 3.09 3.88 (1.10) (1.16) (1.10) (1.62) (1.30)
2.79 2.90 3.82 3.48 (1.11) (1.05) (1.34) (1.06)
3.89 (.99)
2.96 (.98)
(.93)
3.68 3.65 (1.10) (1.13)
4.04 3.45 4.12 (1.03) (1.03) (1.01)
4.06 (.90)
(.89)
2.49 ( 1. 03)
(.93)
3.76 2.90 3.75 (1.12) (1.11) (1.19)
3.27
ambient.
(.46)
3.91 2.67 4.09 (1.17) (1.50) (1.26)
Manut. e cura
3.53 (.77)
3.82 (.89)
2.94 (.87)
3.83 (.92)
3.03 (.88)
3.00 (.84)
(.68)
(97)
3.32 (1.02)
(.47)
3.44
3.66 3.22 3.64 3.18 3.49 3.39 2.93 2.89 (1.18) (1.29) (1.19) (1.30) (1.18) ( 1.42) (1.13) (1.22)
4.31 (.86)
3.40 (1.20)
Stimolazione vs. monoto- nia Salubrità
Attacca- mento al
quartiere
2.26
(.94)
2.63
(.98)
2.39
1.99
2.55
(.91)
2.56
(1.00)
1.96
(.87)
2.75 (.81)
2.94 (1.17)
2.09
2.55
(.99)
2.43 (1.02)
3.20 2.70 3.77 2.44 1.72 (1.33) (1.29) (1.17) (1.55) (1.42)
3.23 (.70)
3.51 (.79)
4.26
3.30
Per ciascun indice IQURP e AQ sono in grassetto le medie più alte e sono in corsivo/grassetto le medie più basse. La scala di risposta originale va da O a 6 (il punto medio della scala è quindi 3). Punteggi più alti corrispondono a qualità maggiore.
88
In conclusione, dunque, questi indici di qualità urbana residenziale percepita e di attaccamento residenziale si dimostrano, in questa versione perfezionata, adeguati strumenti di misura della valutazione di qualità ambientale espressa dagli utenti/fruitori di un quartiere urbano, dimostrando coerenza interna soddisfacente e capacità di rendere conto della multi-dimensionalità che caratterizza l'ambiente urbano residenziale nella percezione e rappresentazione dei suoi abitanti. Inoltre, la capacità discriminativa degli indicatori tra contesti urbani differenti per grandezza, posizione geografica e altre caratteristiche ne rendono particolarmente auspicabile l'uso per indagini comparative, laddove i termini di confronto possono essere costituiti sia dalla valutazione oggettiva vs. soggettiva dello stesso quartiere urbano, sia, come presentato in questa sede, da valutazioni soggettive operate da residenti di città diverse (oppure di quartieri diversi della medesima città). Dunque, in caso di utilizzo periodico di questi indici su scala nazionale o, almeno, regionale, si potrebbe quantificare la qualità urbana percepita nei suoi vari aspetti per le varie città e, di conseguenza, stilare classifiche così come usualmente avviene per gli indicatori "oggettivi" di qualità della vita urbana. Oppure, affiancare gli uni agli altri, in modo da avere un quadro più articolato e veritiero della situazione. Ovviamente, questo andrebbe perseguito attraverso periodiche indagini campionarie che soddisfino determinati requisiti di metodo.
89
6. La versione breve delle scale IQURP e AQ tramite l'Analisi Fattoriale Confermativa
6.1. Perché una versione ridotta delle scale IQURP e AQ?
L'esigenza di costruire una versione ridotta delle scale IQURP e AQ nasce dalla consapevolezza di alcuni limiti insiti nella versione estesa. Difatti, a fronte della stabilità fattoriale e del soddisfacente grado complessivo di attendibilità mostrati dalle scale, c'è da registrare che alcuni partecipanti si sono lamentati della lunghezza e ripetitività del questionario. A tale proposito, è noto come questi fattori possano favorire la perdita di interesse da parte dei rispondenti, con la conseguenza di minare la qualità dei dati raccolti (ad esempio, risposte date a caso nella seconda parte del questionario; cfr. su questo tema Manganelli Rattazzi, 1990; Roccato, 2006). In merito alla ripetitività, essa è legata alla presenza di alcuni item il cui contenuto è molto simile a quello di altri per ragioni di controllo del response set, vale a dire della "tendenza a rispondere alle voci del questionario in modo sempre identico quale che sia il contenuto della domanda o la risposta corretta" (Bailey, 1978, trad. it. 1985, p. 161). In altre parole, fenomeni quali l'acquiescenza o uno stile di risposta estremo favoriscono la tendenza del rispondente a dichiararsi abbastanza o completamente d'accordo (nel primo caso) oppure abbastanza o completamente in disaccordo (nel secondo caso) con una serie di item che possono asserire una tesi e il suo contrario. Dunque, la presenza di item di senso sia positivo sia negativo permette di controllare a posteriori eventuali risposte tra loro incoerenti, ma questo rende lo strumento ripetitivo causando noia e caduta di motivazione nel rispondente. A tale proposito, nelle scale IQURP e AQ sono presen90
ti coppie di item speculari, che riguardano la medesima qualità dello stesso micro-aspetto, la cui unica differenza è il senso della frase (positivo oppure negativo) in termini di presenza oppure assenza di qualità. Un esempio in tal senso è fornito dalla coppia di item "Gli edifici del quartiere sono belli" e "Gli edifici del quartiere sono brutti". Infine, l'alto numero di item (vale a dire 148) limita la possibilità di inserire altre misure nel protocollo di ricerca, sia per i motivi appena riportati (perdita di interesse dei rispondenti se il questionario è troppo lungo), sia pérché un questionario troppo articolato può favorire l'insorgenza di affaticamento cognitivo, provocando in entrambi i casi effetti negativi sulla bontà delle risposte date. Chiaramente, questo problema non si pone nei casi in cui si vogliano utilizzare solo alcune delle scale e alcuni degli indicatori misurati dallo strumento. Riassumendo, una versione breve della scale IQURP e AQ dovrebbe ridurre la probabilità di caduta della motivazione e di affaticamento cognitivo dei rispondenti e permetterebbe il loro uso anche in aggiunta ad altre misure contenute nello stesso questionario (oppure in aggiunta ad altri compiti a cui è sottoposto il partecipante). Inoltre, uno strumento più agile potrebbe risultare più funzionale alle esigenze di architetti e progettisti e, più in generale, nell'ottica di un suo utilizzo all'interno di programmi di progettazione o riqualificazione urbanistica. La scelta dell'Analisi Fattoriale Confermativa (AFC) come tecnica statistica per ottenere una versione breve delle scale IQURP e AQ è stata effettuata allo scopo di raggiungere l'obiettivo di validare la struttura fattoriale delle scale, emersa con le Analisi delle Componenti Principali, tramite l'uso di un numero esiguo di item (3 o 4) per ciascun fattore (cfr. Fornara, Bonaiuto e Bonnes, 2009). In particolare, l'AFC permette la verifica della validità di costrutto delle dimensioni latenti (Bagozzi, Yi e Phillips, 1991; Corral-Verdugo, 2002). Nello specifico, l'ordine di grandezza e la significatività statistica dei pesi fattoriali di ciascuna misura (i singoli item) sui relativi fattori latenti (IQURP e AQ) forniscono evidenza empirica per la validità di costrutto convergente, mentre una correlazione tra fattori latenti che sia inferiore alle correlazioni item-fattore fornisce una prova di validità di costrutto discriminante (Corral-Verdugo, 2002, pp. 263-264). Di conseguenza, le ipotesi operative di questa fase di analisi hanno riguardato il conseguimento di coefficienti adeguati per i seguenti indici statistici: 91
a) indici di adattamento dei modelli per le strutture fattoriali IQURP e AQ; b) coerenza interna dei fattori (tramite il calcolo dell'Alfa di Cronbach), considerando che la riduzione degli item componenti ciascun fattore avrebbe comportato un valore tendenzialmente più basso di tali indici rispetto alla versione base delle scale'; c) coefficienti lambda, i quali connettono variabili manifeste e latenti, sia in termini di grandezza e significatività statistica, sia in riferimento (nelle scale multi-fattoriali) alle correlazioni delle dimensioni latenti comprese nella stessa scala.
6.2. Strategie di specificazione dei modelli di equazioni strutturali
Le AFC per ciascuna scala sono state condotte, per mezzo del software LISREL 8.30 (Joreskog e Sorbom, 1993), sulle matrici di varianza-covarianza ottenute dal set di dati raccolti sullo stesso ampio e articolato campione utilizzato per la validazione della versione base delle scale (1488 residenti in diversi quartieri di 11 città italiane). Nello specifico, è stata effettuata una cross-validazione (cfr. Cudeck e Brown, 1983; Yuan, Marshall e Weston, 2002) attraverso una procedura di divisione casuale del campione in due sotto-campioni, in modo da sviluppare un modello (per ciascuna scala) nel primo sotto-campione (il campione di "calibrazione": N = 744) per poi validarlo nel secondo sotto-campione (il campione di "validazione": N = 744; cfr. Fornara et al., 2009). In merito agli indici di adattamento dei modelli di equazioni strutturali si è deciso di non prendere in considerazione il Chi-quadrato per una serie di ragioni che sono di seguito argomentate. Nella letteratura specialistica di riferimento è ormai ampiamente riconosciuta la scarsa adeguatezza del valore del x2 per scegliere se accettare o rifiutare un dato modello. È infatti noto come il test di significatività sul x2 sia troppo legato alla numerosità del campione (Bentler e Bonnet, 1980; Joreskog e Sorbom, 1993), tanto che "per campioni molto am1 Questo a causa della dipendenza del coefficiente Alfa di Cronbach dal numero degli item, quindi a parità di inter-correlazione media tra gli item l'Alfa cresce all'aumentare di N item (Nunnally e Bernstein, 1994).
92
pi, praticamente tutti i modelli sono rifiutati" (Marsh, Balla e McDonald, 1988, p. 391). Così, con un ampio campione un buon modello mostrerà quasi sicuramente un x2 significativo (e quindi il modello non sarebbe adeguato a spiegare quel set di dati), mentre con un piccolo campione (entro certi limiti di numerosità) è possibile che un modello inadeguato presenti un x2 non significativo (Hox e Bechger, 1998). Marsh e Hocevar (1985) sostengono la necessità di una valutazione "soggettiva" per stabilire se un valore x2 significativo è sufficientemente basso da riflettere un fit adeguato, ma tale ricorso alla "soggettività" costituirebbe una indubbia minaccia alla fama dell'ACF come tecnica statistica rigorosa (Marsh et al., 1988). Per quanto questi limiti del test di significatività sul x2 come indicatore di bontà di un modello siano stati diffusamente riportati dalla letteratura specialistica in merito (per esempio, cfr. anche Schumaker e Lomax, 1996; Byrne, 1998), tali limiti sono stati largamente ignorati nelle pratiche di dimostrazione di bontà dei modelli (Marsh, Hau, Balla e Grayson, 1998). Alla luce di queste considerazioni, si è deciso in questa sede di non prendere in considerazione la statistica Chi-quadrato come indice di adattamento, anche perché la numerosità dei due campioni (calibrazione e validazione) è decisamente alta. In linea con quanto suggerito da Hu e Bentler (1999), la bontà di adattamento dei modelli è stata valutata sulla base del valore assunto da tre indici: il Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA), lo Standardized Root Mean Square Residual (SRMR) e il NonNormed Fit Index (NNFI). Per ciascuno dei tre indici esistono valori soglia entro i quali o oltre i quali (a seconda dell'indice) il modello costruito è accettabile, vale a dire che non è falsificato dai dati. Nello specifico, l'indice RMSEA deve essere inferiore a .06 (Browne e Cudeck, 1993, indicano le soglie di .05 per un adattamento ottimale close fit e .08 per un adattamento accettabile — acceptable fit); l'indice SRMR deve essere inferiore a .08 e l'indice NNFI deve essere superiore a .95 (Hu e Bentler, 1999). In particolare, il valore dell'indice RMSEA è quello che in questa sede è stato prioritariamente considerato ai fini dell'accettazione o del rifiuto di un determinato modello. Tale scelta è motivata dal fatto che quest'indice risulta il meno dipendente dalla numerosità del campione tra tutti gli indici creati per misurare la bontà di adattamento di un modello di —
—
93
equazioni strutturali, tanto che esso è stato esplicitamente indicato come "uno dei criteri più informativi per i modelli di equazioni strutturali" (Byrne, 1989, p. 112). Una procedura iterativa passo-passo è stata seguita per la specificazione dei modelli per ciascuna scala. Il punto di partenza è sempre stato quello di una soluzione iniziale comprendente tutti gli item della scala, ciascuno di essi con un'unica saturazione sul fattore latente atteso. A tale proposito, è da ricordare come la natura "confermativa" di queste analisi fattoriali è in riferimento sia alle originarie dimensioni concettuali di qualità residenziale urbana percepita (Bonnes et al., 1997), sia ai risultati delle precedenti ACP (su questo e su - precedenti insiemi di dati, cfr. Bonaiuto et al., 2002; 2006). Dato l'obiettivo principale di questa fase di ricerca, vale a dire la riduzione del numero di item per ogni scala, e dato che la bontà di adattamento di un modello peggiora al crescere del numero di indicatori per fattore latente (Gerbing e Anderson, 1993), il numero di item da trattenere (e quindi da inserire nella versione breve) rispetto alla versione base delle scale è stato fissato in 3 item per le scale multi-fattoriali e 4 item per le scale mono-fattoriali2 . Partendo dalla soluzione iniziale si è dunque proceduto eliminando, per ciascuna scala, un item alla volta, verificando ad ogni passo il miglioramento della bontà di adattamento delle soluzioni, fino ad arrivare a una soddisfacente soluzione finale. La scelta delle soluzioni fattoriali (o, in altre parole, dei modelli di equazioni strutturali) è stata fatta sulla base di criteri di ordine sia concettuale, sia statistico. Dal punto di vista concettuale, si è cercato di mantenere quegli item che potessero assicurare il massimo di validità di contenuto per ciascun fattore IQURP o AQ (vale a dire, il relativo costrutto latente misurato). In altre parole, si è tentato, ove possibile, di selezionare item riguardanti diversi aspetti del costrutto misurato (dunque, a livello di singolo fattore) piuttosto che item riguardanti lo stesso identico aspetto (ad esempio, uno di senso positivo e uno di senso negativo, come "Gli edifici del quartiere sono belli" e "Gli edifici del quartiere sono brutti"). Questo criterio concettu2
Non è possibile verificare le soluzioni a 3 item nelle scale mono-fattoriali per motivi di natura algebrica (i modelli risulterebbero non identificati, vale a dire che non sarebbe possibile rintracciare un unico set di parametri che minimizzi la distanza tra i dati osservati e il modello di stima).
94
ale è stato rispettato solo se suffragato anche dal versante statistico, onde garantire un'adeguata bontà di adattamento dei modelli. Per incrementare la bontà di adattamento dei modelli, dalla soluzione iniziale fino alla soluzione finale di fattori con 3 o 4 item, la procedura di eliminazione passo-passo degli item è stata effettuata tramite gli indici di modificazione di Lagrange (cfr. Chou e Bentler, 1990). In particolare, l'item che mostrava, in ciascun passo, il più alto indice di modificazione (e la cui esclusione dal modello, di conseguenza, provocava l'incremento più accentuato dell'indice RMSEA) era quello che veniva eliminato (cfr. Fornara, Bonaiuto e Bonnes, 2009 per maggiori dettagli statistici sulla procedura seguita). Un ulteriore criterio statistico seguito per la selezione degli item riguarda il possesso di determinate proprietà psicometriche, quali il grado di approssimazione a una distribuzione normale (valori di kurtosis e skewness compresi tra -1 e +1). Per ciascuna dimensione, la soluzione finale (di 3 item per le scale multi-fattoriali e di 4 item per le scale mono-fattoriali) doveva mostrare anche un'adeguata coerenza interna (misurata tramite l'Alfa di Cronbach) per poter essere accettata. Una volta sviluppati per ogni scala i modelli di AFC con il campione di calibrazione, essi sono stati replicati con il campione di validazione, in modo da verificarne la bontà di adattamento con un campione differente da quello con il quale tali modelli sono stati sviluppati. 6.3. Risultati dell'Analisi Fattoriale Confermativa
Per ciascuno dei 19 IQURP e per la misura di AQ emersi dall'Analisi Fattoriale Confermativa è riportato in tabella 6.1 il contenuto degli item e, per ognuno di essi, gli indici di tendenza centrale (me, dia), dispersione (deviazione standard) e forma della distribuzione (asimmetria e curtosi). Di seguito vengono brevemente illustrati i contenuti di ciascuna scala, mentre gli indici di bontà di adattamento dei modelli sono riportati a margine delle figure (dalla 6.1 alla 6.12).
95
Tab. 6.1 - Indicatori IQURP e AQ: Contenuto degli item e statistiche descrittive della versione breve (N = 1488). Adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009 IQURP
Item
Contenuto item
X
DS
As
eAQ -0.02 Le case del quartiere sono troppo attaccate 3.10 1.61 DEI 1. Densità tra loro edifici -0.07 2.84 1.50 C'è sufficiente spazio tra le case del quar- DE2 fiere -0.11 1.58 In questo quartiere c'è poco spazio tra una 3.30 DE3 costruzione e l'altra
2. Estetica edifici
3. Volumetria edifici
1.36
-0.26
-0.10
EE2
Questo quartiere è piacevole da guardare
3.33
1.51
-0.33
-0.24
EE3
0.27 0.11 2.64 1.47 I colori degli edifici del quartiere sono poco indovinati 0.43 -0.03 2.11 1.39 La dimensione degli edifici del quartiere è opprimente 2.19 0.42 -0.09 In questo quartiere il volume degli edifici è 1.41 sproporzionato
VE1 VE2
PII PI2
0.39
-0.11
1.67
0.54
-0.44
2.99 Nel quartiere c'è buona disponibilità di spazi per parcheggiare 3.21 È facile circolare in bicicletta in questo quartiere 4.21 Da questo quartiere il centro è facilmente raggiungibile Questo è un quartiere ben collegato con 3.87 parti importanti della città
1.72
-0.21
-0.94
1.80
-0.24
-0.97
1.63
-0.88
0.07
1.61
-0.68
-0.23
Questo quartiere è isolato dal resto della città
1.89
1.69
0.70
-0.32
Ve
Nel quartiere ci sono spazi verdi dove è possibile rilassarsi Nel quartiere ci sono sufficienti zone verdi
2.88
1.98
0.02
-1.23
2.83
1.89
0.08
-1.15
Per raggiungere un parco occorre pur- troppo spostarsi in altri quartieri della città
3.12
2.17
-0.15
-1.41
Ve4
Nel quartiere gli spazi verdi sono in buone condizioni
2.92
1.73
-0.10
-0.88
Si 1
-0.39 -0.52 1.54 II quartiere è frequentato da persone poco 3.80 raccomandabili -0.52 3.71 -0.38 1.54 In questo quartiere spesso si verificano atti di vandalismo 3.36 1.60 -0.19 -0.67 Girando per il quartiere la sera tardi c'è il rischio di fare brutti incontri 2.76 1.54 0.19 -0.51 La gente qui fa troppi pettegolezzi
Ve2 Ve3
Si3 Di1 Di2 Di3 9. Socievolezza
1.52
2.39 In questo quartiere gli edifici sono troppo alti In questo quartiere le macchine parcheggia- 2.31 te impediscono di muoversi a piedi
Co3
Si2
8. Discrezione
-0.76
3.12
5. Collegamenti Co 1 resto città Co2
7. Sicurezza
-0.63
Gli edifici di questo quartiere sono belli
PI3
6. Spazio verde
-0.75
EE
VE3 4. Praticabilità interna
Cu
Sol So2
So3
Qui si ha spesso l'impressione di avere gli occhi degli altri puntati addosso
2.63
1.56
0.20
-0.56
In questo quartiere la gente non si intromet-
3.17
1.44
-0.28
-0.27
È difficile fare amicizie tra la gente del quartiere
3.54
1.43
-0.32
0.25
Nel quartiere è facile fare conoscenza con altre persone
2.38
1.33
0.65
0.35
La gente del quartiere tende ad isolarsi
3.39
1.37
-0.23
-0.13
te negli affari altrui
96
10. Servizi scolastici
2.31
1.68
0.69
-0.26
2.06
1.77
0.77
-0.30
2.44
1.46
0.67
0.17
2.49 I servizi sociali del quartiere sono Ma- deguati 1.99 Nel quartiere mancano servizi per l'assistenza alle persone più anziane In questa zona l'Azienda Sanitaria Loca- 2.82 le non è adeguata alle esigenze degli abitanti
1.62
0.20
-0.63
1.60
0.53
-0.43
1.65
0.13
-0.65
In questo quartiere è possibile praticare varie attività sportive Questo è un quartiere ben dotato in fatto di impianti sportivi Ci sono zone del quartiere dove è possi-
3.34
1.79
-0.11
-1.06
3.58
1.85
-0.26
-1.06
2.94
1.90
0.21
1.12
AS 1
Nel quartiere scarseggiano attività di svago per gli abitanti
3.81
1.66
-0.50
-0.59
AS2
Di sera il quartiere offre diverse attrattive
1.61
1.61
0.86
-0.05
AS3
3.67 1.76 -0.42 -0.78 Questo quartiere non è sufficientemente attrezzato per ospitare iniziative culturali
SCI
Nel quartiere ci sono negozi di ogni ge- nere Nei negozi del quartiere si può trovare qualsiasi cosa Questo quartiere è ben servito in fatto di negozi
3.13
1.89
-0.20
-1.07
3.41
1.90
-0.39
-0.97
3.38
1.85
-0.38
-0.87
SC4
I negozi sono mal distribuiti nel quartiere
2.61
1.67
0.26
-0.68
ST1
I mezzi pubblici esistenti garantiscono un buon collegamento con le altre parti della città La frequenza dei mezzi di trasporto pub- blico è adeguata alle esigenze degli abitanti del quartiere
3.41
1.72
-0.42
-0.67
3.02
1.72
-0.27
-0.87
ST3
Gli autobus del quartiere sono troppo scomodi
2.76
1.56
0.25
-0.46
ST4
Le fermate dei mezzi di trasporto pub- blico sono ben distribuite all'interno del
3.38
1.61
-0.47
-0.37
C'è un'atmosfera serena in questo quar- tiere Rispetto al caos di altre zone questo è un quartiere dove si può ancora vivere
3.71
1.29
-0.59
0.47
4.04
1.41
-0.76
0.55
Vivere in questo quartiere è piuttosto stressante
2.17
1.54
0.42
-0.48
Questo quartiere pullula di attività
3.83
1.60
-0.41
-0.57
4.30
1.38
-0.61
0.09
SM3
Ogni giorno c'è qualche novità interes- sante nel quartiere In questo quartiere non succede mai niente
2.81
1.45
0.19
0.26
SAI
L'aria di questo quartiere è pulita
2.93
1.73
0.13
-0.87
SA2
Nel complesso questo quartiere non è inquinato
2.88
1.74
0.17
-0.93
Sc 1 Sc2 Sc3
11. Servizi socio- sanitari
SS I SS2 SS3
12. Servizi e impianti sportivi
IS1 IS2 IS3
13. Attività socio- culturali
14. Servizi commer- ciali
SC2 SC3
15. Servizi di trasporto
ST2
Il quartiere è ben fornito per servizi sco- lastici Le scuole dell'obbligo sono facilmente raggiungibili a piedi Le scuole del quartiere sono in genere di buon livello
bile praticare sport all'aria aperta
quartiere 16. Tranquillità vs. Caos
TC1 TC2 TC3
17. Stimolazione SM1 vs. Monotonia SM2
18. Salubrità ambientale
97
19. Manuten- zione e cura
SA3
Questo è un quartiere silenzioso
3.11
1.70
0.03
-0.93
SA4
In questo quartiere la salute degli abi- tanti è minacciata dall'inquinamento
3.26
1.80
-0.15
-0.97
MCI
Le strade del quartiere vengono rego- larmente pulite La segnaletica delle vie del quartiere è tenuta in buone condizioni Gli abitanti della zona mostrano cura per il loro quartiere
3.44
1.54
-0.44
-0.30
3.40
1.48
-0.53
-0.20
3.14
1.51
-033
-0.44
3.34
1.74
-0.18
-0.89
MC2 MC3
MC4 Ci sono troppe buche nelle strade del
quartiere
Attaccamen- AQ 1 to al quartiere AQ2 AQ3 AQ4
Questo quartiere fa ormai parte di me
3.71
1.55
-0.41
-0.34
Farei molta fatica a lasciare questo quar- tiere Questo per me è un quartiere ideale
3.43
1.76
-0.28
-0.84
3.27
1.53
-0.24
-0.40
2.35
1.49
0.43
-0.20
Non mi sento integrato in questo quar- fiere
Nota 1:
X = media, DS = deviazione standard, As = Asimmetria, Cu = Curtosi
Nota 2:
Gli item di senso negativo (e le relative statistiche) sono riportati in corsivo
Nota 3:
Per tutti gli item il valore minimo è risultato uguale a O e il valore massimo è risultato uguale a 6.
6.3.1. Aspetti architettonici e urbanistici 1. Spazio visualizzato: spazio architettonico-urbanistico Il modello per questa scala è costituito da 3 fattori correlati, ciascuno composto da 3 item (cfr. figura 6.1). Il fattore Densità degli edifici comprende item sulla distanza tra edifici o case del quartiere; il fattore Estetica degli edifici comprende item sulla bellezza, la gradevolezza e il colore degli edifici del quartiere; il fattore Volumetria degli edifici comprende item su dimensione e altezza degli edifici del quartiere.
2. Spazio praticato: organizzazione dell'accessibilità e della viabilità Il modello per questa scala è costituito da 2 fattori indipendenti, ciascuno composto da 3 item (cfr. figura 6.2). Il fattore Praticabilità degli spazi interni comprende item sulla buona agibilità del quartiere per chi va a piedi o si sposta in bicicletta e sulla disponibilità di parcheggi; il fattore Collegamenti con il resto della città comprende item sul collegamento del quartiere con il centro e le altre parti della città. 98
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .048; SRMR = .025; NNFI = .098; CFI = 0.99 RMSEA = .055; SRMR = .029; NNFI = .097; CFI = 0.98)
41
Densità degli edifici
DE1
-.87 ( -.82)
-81
.81 (.79) -111 DE2
sz
-
-.75 ( -.79)
DE3 .39 (.34)
63
64
EE1 I
.72 (.78)
-
.69
.71 (.68
Estetica H EE2 (.75) degli edifici -.57 (-.56)
^5
EE3
66
VEI
67
-.80 ( -.80) Volumetria degli edifici
-.79 ( -.78) 01 VE2 -
-.77 (-.77)
H
161 VE3
$
69
Fig. 6.1 - AFC Scala 1QURP 1: Spazio visualizzato (spazio architettonico -urbanistico) (N1 = N2 = 744, gdl = 24), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009 Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .038; SRMR = .028; NNFI = .98; CFI = .99 RMSEA = .043; SRMR - .038; NNFI = .98; CFI = .99)
Pii -.69 (-.66)
61
PI2 ó2
.68 (.64) .57 (.57)
PI3
__ós
►I Col
.83 (.84) -
.75 (.80) -.70 ( -.74)
--
*1 Co2
46"
Co3
5
-b 6
Fig. 6.2 - AFC Scala 1QURP 2: Spazio praticato (organizzazione dell'accessibilità e viabilità) (N1 = N2 = 744, gdl = 9), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
99
3. Spazio verde: presenza e praticabilità Il modello per questa scala è costituito da un unico fattore (Spazio verde) composto da 4 item (cfr. figura 6.3) che riguardano la presenza e quantità di aree verdi nel quartiere, le loro condizioni e la possibilità di rilassarsi all'interno di esse. Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .000; SRMR = .003; NNFI = 1.00; CFI = 1.00 RMSEA = .000; SRMR = .005; NNFI = 1.00; CFI = 1.00)
.86 (.86)
41 Vel
.84 (.77)
4.1 Ve2
-.79 ( -.74) .76 ( . 72)
Ve3
I Ve4
2
—83
sa
—
Fig. 6.3 — AFC Scala IQURP 3: Spazio verde (presenza e praticabilità) (N1 = N2 = 744, gdl = 2), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
6.3.2. Aspetti sociali
4. Gente e relazioni sociali Il modello per questa scala è costituito da 3 fattori, ciascuno composto da 3 item (cfr. figura 6.4). Il fattore Sicurezza comprende item sul rischio di fare brutti incontri di sera, sulla presenza di persone poco raccomandabili e sui segni di vandalismo nel quartiere; il fattore Discrezione comprende item sui pettegolezzi e sul controllo da parte degli altri nel quartiere; il fattore Socievolezza comprende item sulla possibilità di socializzazione nel quartiere.
100
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .045; SRMR = .039; NNFI = .97; CFI = .98 RMSEA = .044; SRMR = .036; NNFI = .97; CFI = .98)
-11(
1 1
-.73 (-.65)
Si2 ò2
-.70 (-.69)
.36 (.33
al
-.80 (-.86)
Si3 —63
Di1 -.84 (-.86) l -.74 (-.73) -1■1 Di2 .69 (.63)
-.71 (-.67) .67 (.72) -.65 (-.68)
^4 I
—65
^ Di3 ^^b
^^-1111
Sol
H
So2 1-6
7
$
So3 —69
Fig. 6.4 – AFC Scala IQURP 4: Gente e relazioni sociali (N1 – N2 = 744, gdl = 25), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
6.3.3. Aspetti funzionali
5. Servizi sociali Il modello per questa scala è costituito da 2 fattori correlati, ciascuno composto da 3 item (cfr. figura 6.5). Il fattore Servizi scolastici comprende item su quantità, qualità e raggiungibilità delle scuole del quartiere; il fattore Servizi socio-sanitari comprende item sull'adeguatezza nel quartiere di servizi sociali, ASL e assistenza agli anziani.
101
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .044; SRMR = .023 NNFI = .98; CFI = .99 RMSEA = .000; SRMR = .017, NNFI = 1.00; CFI = 1.00)
Sci
.85 (.85)
Sc2
Sz
-►I Sci
—83
.70 (.72) .64 (.71)
SS1
-.79 (-.90) -.56 ( -.55) -.48 ( -.35)
gi
—
-
01 SS2
►I SS3
^
S5
--
s6
Fig. 6.5 – AFC Scala IQURP 5: Servizi sociali (N1 = N2 = 744, gdl = 8), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
6. Servizi ricreativi Il modello per questa scala è costituito da 2 fattori correlati, ciascuno composto da 3 item (cfr. figura 6.6). Il fattore Servizi e impianti sportivi comprende item sulla possibilità di fare sport all'aperto o al chiuso nel quartiere; il fattore Attività socio culturali comprende item su attività di svago e iniziative culturali nel quartiere. -
7. Servizi commerciali Il modello per questa scala è costituito da un unico fattore (Servizi commerciali) composto da 4 item (cfr. figura 6.7) che riguardano quantità, varietà e distribuzione dei negozi nel quartiere.
8. Servizi di trasporto Il modello per questa scala è costituito da un unico fattore (Servizi di trasporto) composto da 4 item (cfr. figura 6.8) che riguardano collegamenti, frequenza, comfort e distribuzione di fermate dei mezzi di trasporto pubblico del quartiere.
102
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
Servizi/impianti sportivi
RMSEA = .037; SRMR = .023; NNFI = .99; CFI = .99 RMSEA = .046; SRMR = .029; NNFI = .98; CFI = .99)
.
ISI .88 (.87) 81 (.79) IS2
.66 (.67) .44 (.49)
az
4,1 IS3 H 3
41 AS1
&4
-.75 (-.75)
.65 (.61) - Id AS2 I
-.62 ( -.65)
bs
--
^ A53 -66
Fig. 6.6 - AFC Scala IQURP 6: Servizi ricreativi (N1 = N2 = 744, gdl = 8), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009 Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .008; SRMR = .006; NNFI = 1.00; CFI - 1.00 RMSEA = .065; SRMR = .010; NNFI = .99; CFI = 1.00)
SCI
^
.88 (89) .86 (.89) -► SC2 .86 (.85) -
-.61 (-.68) -hi SC3
SC4
-
al
8z
H
3
34
Fig. 6.7 - AFC Scala IQURP 7: Servizi commerciali (N1 = N2 = 744, gdl = 2), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009 Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .000; SRMR = .006; NNFI = 1.00; CFI = 1.00 RMSEA = .000; SRMR = .005; NNFI = 1.00; CFI = 1.00)
ST1 .80 (.75) .71 (.77)
-.67 (.69) .65 (.72)
ST2 -
61
82
-
ST3 1-6 3 ST4 -8 4
Fig. 6.8 - AFC Scala IQURP 8: Servizi di trasporto (N1 = N2 = 744, gdl = 2), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009 103
6.3.4. Aspetti di contesto 9. "Clima" psicologico Il modello per questa scala è costituito da 2 fattori correlati, ciascuno composto da 3 item (cfr. figura 6.9). Il fattore Tranquillità vs. caos comprende item sull'atmosfera e la vivibilità del quartiere; il fattore Stimolazione vs. monotonia comprende item sul livello di attività nel quartiere. 10. Salubrità ambientale Il modello per questa scala è costituito da un unico fattore (Salubrità ambientale) composto da 4 item (cfr. figura 6.10) che riguardano il grado di inquinamento atmosferico e acustico nel quartiere. 11. Manutenzione e cura Il modello per questa scala è costituito da un unico fattore (Manutenzione e cura) composto da 4 item (cfr. figura 6.11) che riguardano la manutenzione delle strade e della segnaletica e la cura dei residenti per il quartiere. Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
.72
RMSEA = .041; SRMR = .026; NNFI = .98; CFI = .99 RMSEA = .049; SRMR = .059; NNFI = .96; CFI = .98)
TC1 •I .69 (.69) ^ TC2 ^2
(.62)
-.66 ( -.66)
.72 (.71)
TC3 ^ SM1
-.60 ( -.57) I
l
ò3
H
.60 (.63) - /01 SM2 --
4
5
SM3 --66
Fig. 6.9 — AFC Scala IQURP 9: "Clima " psicologico (N1 = N2 = 744, gdl = 8), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009 104
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .017; SRMR = .008; NNFI = 1.00; CFI = 1.00 RMSEA = .000; SRMR = .004; NNFI = 1.00; CFI = 1.00)
J SA1 .88 (.88)
F -5
.82 (.84)
-11 SA2
.73 (.68)
^ SA3
-.66 ( -.71)
SA4
61 2
63
04
Fig. 6.10 — AFC Scala IQURP 10: Salubrità ambientale (N1 = N2 = 744, gdl = 2), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .026; SRMR = .013; NNFI = .99; CFI = 1.00 RMSEA = .074; SRMR = .023; NNFI = .96; CFI = .99) MC1
.63 (.70) .63 (.66) -11 MC2 .57 (.67) -.52 (-.49)
41.1
H H
' z
MC3
63
MC4
6
4
Fig. 6.11— AFC Scala IQURP 11: Manutenzione e cura (N1 = N2 = 744, gdl = 2), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
6.3.5. Attaccamento al Quartiere (AQ)
Il modello per questa scala è costituito da un unico fattore (Attaccamento al Quartiere) composto da 4 item (cfr. figura 6.12) che riguardano il senso di appartenenza e di integrazione nel proprio quartiere. In tabella 6.2 sono riassunti il numero di item e i coefficienti di attendibilità per ogni indicatore IQURP e AQ della versione breve confrontati con la versione base.
105
Indici campione di calibrazione: (Indici campione di validazione:
RMSEA = .041; SRMR = .012; NNFI = .99; CFI = 1.00 RMSEA = .030; SRMR = .011; NNFI = 1.00; CFI = 1.00) ^
.87 (.85) .77 (.86) -► .66 (.70) -.53 ( -.58)
AQ 1 -6,
I AQ2
^
"
3
-8
2
1-53
AQ4
64
Fig. 6.12 - AFC ACP Scala AQ: Attaccamento al Quartiere (NI = N2 = 744, gdl = 2), adattamento da Fornara, Bonaiuto, & Bonnes, 2009
Tab. 6.2 - Quadro sintetico degli Indicatori di Qualità Urbana Residenziale Percepita e di Attaccamento al Quartiere: confronto tra versione base e versione breve Criteri generativi
Scale
Fattori
Versione
Versione
base breve N Alfa N Alfa Item Item
Spazio visualizzato Densità degli edifici . 72 3 .90 8 (architettonico- Estetica degli edifici 7 .88 3 .85 urbanistico) Volumetria degli edifici 6 .89 3 .83 Aspetti Spazio praticato Praticabilità degli spazi .67 8 .83 3 architettonico- (organizzazione interni urbanistici dell'accessibilità .77 Collegamenti col resto 6 3 .82 e della viabilità) della città Spazio verde (pre- Spazio verde 4 .87 10 .92
senza e praticabil.) Gente e relazioni Sicurezza .85 6 3 . 78 sociali Discrezione 5 .86 3 . 79 Socievolezza .81 7 .73 3 Aspetti Servizi sociali Servizi scolastici 6 .79 .85 3 funzionali Servizi socio-sanitari .71 3 5 .62 Servizi ricreativi Servizi e impianti sportivi 8 .88 3 .82 Attività socio-culturali 8 .84 3 . 71 Servizi commerciali Servizi commerciali 8 .90 4 .88 Servizi di trasporto Servizi di trasporto .89 4 7 .81 "Clima"psicologico Tranquillità vs. caos Aspetti 8 .89 3 . 71 di contesto Stimolazione vs. mono- 8 .84 3 .67 tonia Salubrità ambientale Salubrità ambientale .91 7 4 .86 Manutenzione e cura Manutenzione e cura 4 . 70 12 .85 Attaccamento Attaccamento al Attaccamento al quartiere 8 .91 4 .82 residenziale Quartiere (AQ) Aspetti sociali
N. item totali
148
106
66
6.4. Validità e attendibilità della versione breve degli indicatori
La procedura iterativa di cross-validazione eseguita per ciascuna scala ha fatto emergere adeguati indici di bontà di adattamento nelle soluzioni finali della versione breve delle 11 scale IQURP e della scala AQ. Infatti, se consideriamo le soglie di accettabilità suggerite in letteratura per un modello di equazioni strutturali (cfr. Hu e Bentler, 1999; Browne e Cudeck, 1993), i valori più bassi di CFI e NNFI emersi sono rispettivamente .98 e .96 (quindi sopra la soglia di .95), il valore più alto di SRMR è .059 (quindi al di sotto della soglia di .08), mentre per quanto riguarda i valori di RMSEA solo in due casi sono risultati superiori a .06 (nello specifico, .074 a .065 nei campioni di validazione delle scale di manutenzione/cura e dei servizi commerciali) e in un caso superiore a .05 (.055 nel campione di validazione per la scala dello spazio architettonico-urbanistico), dunque tutti gli RMSEA sono entro il valore-soglia di "adattamento accettabile" di .08 (Browne e Cudeck, 1993). Dell'iniziale set di 158 item totali componenti la versione base delle scale IQURP e AQ, le precedenti Analisi delle Componenti Principali ne avevano trattenuto la stragrande maggioranza, eliminando appena 10 item, di cui ben 6 dalla stessa scala (quella sugli aspetti socio-relazionali, cfr. Bonaiuto et al., 2006). Al fine di ottenere un numero simile di item componenti la versione breve di ciascun indicatore IQURP e della misura di AQ, si è optato per trattenere 3 item per fattore nelle scale multifattoriali e 4 item per fattore nelle scale monofattoriali (vedi anche par. 6.2). Il risultato che ne deriva è costituito da uno strumento complessivo di 66 item, con una riduzione del 55% rispetto alla versione base 3 . Come prevedibile, l'attendibilità degli indicatori della versione breve è risultata più bassa (ad eccezione di un caso) rispetto alla versione base. Questo perché l'alta coerenza interna della maggior parte dei fattori estratti con 1'ACP è dovuta al cospicuo numero di item componenti (dai 5 ai 12 per fattore) ed è risaputa la dipendenza del coefficiente Alfa di Cronbach dalla numerosità degli item (Nunnally 3 Nessuno dei 10 item eliminati dalle analisi nella versione base è presente nella versione breve.
107
e Bernstein, 1994). Inoltre, la presenza nella versione base di item che misurano aspetti identici dello stesso costrutto latente (come per esempio "Gli edifici del quartiere sono belli" e "Gli edifici del quartiere sono brutti", nei quali quel che cambia è solo il senso — positivo o negativo — dell'item) favorisce l'intercorrelazione tra gli item di un indicatore e, di riflesso, ne incrementa il coefficiente Alfa. A tale proposito, si può sostenere che, se si fossero seguiti altri metodi di selezione degli item per ottenere una versione breve delle scale IQURP e della misura di AQ (per esempio, trattenendo per ogni fattore i 3 o 4 item con la più alta saturazione nelle ACP), è probabile che sarebbero emersi indicatori con maggiore coerenza interna, contenendo item tra loro molto correlati. Questo, però, avrebbe prodotto indicatori con minore validità di contenuto, in quanto sarebbero andati persi altri aspetti caratterizzanti il costrutto misurato. Ad esempio, nel caso dell'estetica degli edifici si correva il rischio di perdere l'item riguardante l'aspetto specifico del colore, così come per la volumetria degli edifici si rischiava di non comprendere l'item riguardante l'aspetto specifico dell'altezza. Quest'opzione di natura concettuale è stata corroborata anche dal versante statistico, in quanto itero semanticamente simili condividono un'alta proporzione di covarianza di errore negli indici di modificazione di Lagrange utilizzati per l'eliminazione degli item nei modelli di equazioni strutturali. Ad ogni modo, l'Alfa degli indicatori ottenuti per la versione breve è solo in qualche caso decisamente meno elevata rispetto alla versione base delle scale (cfr. tabella 6.2). Infatti, nella versione breve l'attendibilità risulta ottima (Alfa superiore a .80) in ben metà degli indicatori (dieci), buona (Alfa tra .80 e .70) in più di un terzo (sette) degli indicatori e solo in tre casi accettabile o appena accettabile (Alfa tra .70 e .60) 4 . Dunque, tenendo presente che la versione breve degli indicatori IQURP e AQ comprende 3 o 4 item ciascuno, l'attendibilità complessiva dello strumento è sicuramente soddisfacente. 4 In particolare, la coerenza interna più bassa risulta per la misura dell'indicatore sui servizi socio-sanitari (Alfa uguale a .62), che non a caso comprende tre item riguardanti ciascuno diversi tipi di servizi (sociali, sanitari e specifici per gli anziani), che non sempre presentano un'associazione forte e positiva in quanto a livello di qualità percepita dai residenti. In altre parole, un individuo può per esempio aver giudicato buona la qualità dei servizi sociali e meno buona la qualità dei servizi sanitari e degli specifici servizi per gli anziani nel territorio di appartenenza.
108
In merito alla formulazione degli item, la maggior parte dei fattori della versione base comprende item sia di senso positivo (vale a dire che esprimono presenza di qualità), sia di senso negativo (che esprimono carenza o assenza di qualità) riguardanti aspetti complessivi o specifici del costrutto misurato. Per quanto riguarda la versione breve delle scale, a dispetto della notevole riduzione di item, si è puntato a mantenere un certo grado di eterogeneità per queste due dimensioni (senso dell'item e livello di specificità), almeno a livello di scala se non di singolo indicatore, ma questo solo in presenza di adeguati indici statistici (bontà di adattamento dei modelli, coerenza interna degli indicatori, proprietà psicometriche degli item, ecc.). In altre parole, anche se alcuni indicatori mostrano solo item di senso negativo (è il caso di volumetria degli edifici, sicurezza e servizi socio-sanitari) o solo item di senso positivo (è il caso di servizi scolastici e servizi/impianti sportivi), ciascuno di essi fa parte di scale multifattoriali che comprendono altri indicatori i cui item sono di senso opposto, dunque le possibili distorsioni dovute al set di risposta (response set: Bailey, 1978) sono in qualche modo minimizzate anche in questa versione breve delle scale di misura. Passando alla validità di costrutto delle scale, l'uso dei modelli di equazioni strutturali ha fatto emergere soluzioni fattoriali che soddisfano i criteri di validità di costrutto sia convergente, nelle scale tuono- e multi-fattoriali, sia discriminante, nelle scale multi-fattoriali 5 (cfr. Corral-Verdugo, 2002). In conclusione, l'uso della versione breve delle scale IQURP e di quella AQ sembra particolarmente indicato, in progetti di ricerca o applicativi, nei casi in cui tale strumento sia somministrato all'interno di un'ampia batteria di misure di altri costrutti (come, ad esempio, aspetti riguardanti la qualità della vita, il benessere percepito, la partecipazione alla vita comunitaria, ecc.) oppure di costrutti simili ma a un diverso livello di scala territoriale (ad esempio, soddisfazione e preferenze verso l'abitazione, il complesso residenziale, la città, ecc.). 5 Nel caso della scala IQURP "Manutenzione e cura" è stata verificata anche la soluzione a due fattori (macro-manutenzione e micro-manutenzione) che era emersa in ricerche precedenti (Bonaiuto et al., 1999; cfr. anche par. 5.4), ma dato che questa soluzione non soddisfaceva il criterio di validità di costrutto discriminante, in quanto la correlazione tra -i fattori latenti risultava superiore ad alcune correlazioni item-fa ttore, si è optato per la soluzione mono-fattoriale, già emersa nella versione base della scala.
109
Inoltre, la versione breve di questo strumento permette di raccogliere informazioni in modo più maneggevole sugli indicatori "soggettivi" di qualità ambientale che derivano dalle valutazioni delle persone (Gifford, 2002; Marans, 2003), specialmente se essi sono inseriti in programmi di progettazione partecipata (Sanoff, 2000) oppure confrontati con indici "oggettivi" o con dati di mappatura (come quelli forniti dal GIS — Geographical Information System).
110
7. Applicazioni delle scale IQURP e AQ
In questo capitolo vengono sinteticamente presentati due esempi di utilizzo degli indici IQURP e AQ per situazioni di concreta applicazione progettuale: si tratta di due indagini empiriche associate rispettivamente a un programma di riqualificazione di una piazza urbana e a un progetto di costruzione di un complesso residenziale dalle caratteristiche peculiari. I prossimi due paragrafi forniranno una sintesi di queste due indagini, nelle quali sono stati utilizzati una serie di strumenti comprendenti, tra gli altri, alcune scale IQURP e AQ (e anche adattamenti di tali misure — che riguardano il quartiere di residenza — ad altri livelli di scala territoriale, come il complesso residenziale) nella loro prima versione, dunque precedente alle versioni estesa e breve presentate in questa sede. Entrambe le indagini che vengono qui brevemente trattate mettono in luce quale può essere il contributo fattuale di questo tipo di strumenti in programmi di progettazione e trasformazione edilizia che prendano in considerazione i desideri, le aspettative, le immagini e le rappresentazioni delle persone che occupano, vivono e utilizzano un determinato setting fisico-spaziale. I dati raccolti con questi strumenti possono essere dunque utilizzati dai tecnici e dagli esperti del versante progettuale-architettonico, per favorire una più ampia comprensione e quindi anche una maggiore opportunità di dialogo con gli utenti, come auspicato da Sanoff (2000), al fine di realizzare una proposta progettuale che vada nella direzione di una progettazione più "partecipata" dagli utenti stessi. Il dialogo tra gli utenti e i progettisti può infatti essere promosso e agevolato mediante la realizzazione di eventi nei quali sia 111
prevista la restituzione (a tutti gli stakeholder coinvolti) dei risultati emersi nell'indagine psicologico-ambientale. Questi esempi ci consentono altresì di comprendere come IQURP e AQ siano strumenti di misura che nelle indagini sul campo vengono solitamente integrati con altri strumenti di misura per incrociarne poi le informazioni risultanti. 7.1. La riqualificazione di una piazza urbana
Il primo esempio di impiego con intenti applicativi degli indici IQURP e AQ si è realizzato all'interno del programma di riqualificazione urbana rivolto ad una piazza, Largo Mengaroni, ed all'annesso manufatto agricolo (ex-fienile) nel quartiere Tor Bella Monaca di Roma. Tale programma è risultato vincitore di un Bando di Concorso Nazionale sulla "Progettazione partecipata e comunicativa", promosso dall'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e dal WWF, in collaborazione con il Comitato per l'Edilizia Residenziale (CER) del Ministero dei Lavori Pubblici, con il duplice intento di i) diffondere i metodi di coinvolgimento degli abitanti nelle scelte di trasformazione e riqualificazione delle città e del territorio, e ii) sviluppare nuovi strumenti di comunicazione capaci di rendere le scelte progettuali più facilmente comprensibili ai cittadini (INU- WWF-CER, 1996). Secondo la filosofia dei promotori del bando, la qualità della vita urbana si può incrementare anche attraverso la ricerca di forme di partecipazione dei cittadini alle scelte progettuali; tale istanza non è da intendersi come un mero elemento tecnico o politico, ma piuttosto rappresenta un vero e proprio processo psicologico-sociale e culturale attraverso il quale ricomporre il rapporto sociale e affettivo tra gli abitanti e il loro habitat. Il coinvolgimento dei cittadini nel disegno progettuale, oltre a esprimere un'istanza di natura democratica e partecipativa dal basso, così come auspicato dai sostenitori di questa visione, rappresenta anche un momento di confronto e integrazione tra le immagini/rappresentazioni "esperte" dei tecnici progettisti e quelle "ingenue" espresse dagli utenti/fruitori dello spazio in questione (cfr. Healey 1997 e cap. 2 di questo volume). Il progetto vincitore del bando è stato preparato da un gruppo di architetti, coordinati dall'Arch. Salvatore Dierna e afferenti al Dipar112
timento Itaca dell'Università di Roma "La Sapienza" (Dierna et al., 1998; cfr. anche Bonaiuto e Bonnes 2002). La realizzazione del progetto, avvenuta tra il 1999 e il 2001, ha previsto l'attivazione del processo partecipativo tramite la costituzione di un laboratorio di quartiere, con la funzione di promuovere lo sviluppo sociale della comunità mediante il coinvolgimento delle associazioni, degli operatori economici e dei singoli residenti, in modo da individuare le problematiche più presenti nel quartiere e tradurle poi in indicazioni operative atte ad orientare di conseguenza il versante della progettazione esperta (ovvero gli architetti responsabili del progetto). Dalla documentazione storica, prodotta dal laboratorio di quartiere in merito al tessuto socio-economico e all'assetto urbanistico di Tor Bella Monaca, emergeva un quadro tipico di molti quartieri della estrema periferia romana: dopo la costituzione di un primo nucleo insediativo di baracche malsane negli anni '30, il quartiere aveva vissuto uno sviluppo urbanistico caotico e disorganizzato, a diffuso carattere di illegalità. Alla fine degli anni '90, la tipologia abitativa del quartiere era costituita quasi esclusivamente da edilizia pubblica e 1'80% delle assegnazioni di case è avvenuta tramite occupazione illegale. Ne consegue che il quartiere risultava caratterizzato da alti indici di degrado sociale ed ambientale, come testimoniato dalla debole struttura produttiva ed occupazionale, il basso reddito medio, la carenza di servizi pubblici e sociali, la forte dispersione scolastica, l'alto numero di tossicodipendenti. All'interno del programma di riqualificazione urbana di Largo Mengaroni, l'intento del laboratorio di quartiere era quello di incrementare le occasioni di scambio sociale fornite da tale area, in modo da agevolare lo sviluppo di relazioni interpersonali in grado di stimolare il senso di appartenenza alla comunità locale. L'area in questione, in adiacenza a zone destinate a verde pubblico e con una vasta area commerciale limitrofa, non mostrava un'identità specifica in questo senso, ossia in termini di luogo di aggregazione urbana, essendo essenzialmente destinata alla viabilità locale e ad area di parcheggio di servizio alla zona commerciale. Utilizzando metodologie di indagine basate su gruppi di discussione e interviste libere con i membri delle principali associazioni presenti nel territorio, il laboratorio di quartiere ha quindi individuato una serie di elementi utili ad informare i progettisti sulle aspettative e sui desideri della popolazione residente. 113
Allo scopo di approfondire l'analisi di alcuni aspetti problematici individuati dal lavoro del laboratorio di quartiere, il progetto di riqualificazione urbana dell'area prevedeva un contributo di studio sistematico sulla popolazione residente da parte del team di psicologi ambientali che in seguito avrebbe dato vita al CIRPA (Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale). Tale contributo si è caratterizzato con un duplice obiettivo (Bonaiuto e Bonnes, 2002): 1) approfondire l'indagine sulla specifica area di Largo Mengaroni, tramite lo studio delle qualità affettive evocate dal luogo, le rappresentazioni, le proposte e i desiderata espressi circa il progetto, e il grado di disponibilità al coinvolgimento gestionale; 2) allargare l'indagine al contesto residenziale complessivo del quartiere, tramite lo studio delle qualità residenziali percepite, allo scopo di individuare gli aspetti di maggiore insoddisfazione (a livello di quartiere) rispetto ai quali il progetto (a livello di singola area all'interno del quartiere) potesse fornire un intervento di miglioramento.
Il campione della ricerca era costituito da 102 residenti nel quartiere Tor Bella Monaca, bilanciati per le principali caratteristiche demografiche, e rappresentato da persone non appartenenti alle associazioni e gruppi organizzati già intervistati dal laboratorio di quartiere. Gli strumenti utilizzati erano contenuti in un questionario autosomministrabile diviso in tre sezioni. La prima sezione comprendeva una forma abbreviata della prima versione degli indicatori IQURP e AQ (ossia la versione di cui si è parlato nel par. 4.2), contenente gli item più significativi degli indicatori di qualità residenziale percepita che si è ritenuto fossero più importanti da misurare in questa specifica indagine, vale a dire quelli riguardanti lo spazio visualizzato (estetica, volumetria e densità degli edifici) e il verde residenziale per quanto concerne gli aspetti architettonico-urbanistici; la discrezione e la socievolezza per quanto concerne gli aspetti socio-relazionali; i servizi ricreativi per quanto concerne gli aspetti funzionali; il "clima" psicologico (stimolazione vs. monotonia e tranquillità vs. caos) e la manutenzione per quanto concerne gli aspetti di contesto. È stato misurato anche un indicatore di attaccamento al quartiere. La seconda 114
sezione comprendeva la scala di misura delle qualità affettive dei luoghi (Russell e Lanius, 1984) nel suo adattamento italiano (Perugini, Bonnes, Aiello, e Ercolani, 2002). Si tratta di una scala che nella sua versione in lingua italiana consta di 48 aggettivi qualificativi equamente distribuiti in otto sotto-scale, che rappresentano le seguenti dimensioni: 1. rilassante, 2. piacevole, 3. entusiasmante, 4. stimolante, 5. stressante, 6. spiacevole, 7. triste/deprimente, 8. soporifero/sonnolento. La scala di risposta utilizzata è a 7 passi, in riferimento alla specifica piazza oggetto della riqualificazione (da O = per niente adatto a descrivere Largo Mengaroni a 6 = del tutto adatto a descrivere Largo Mengaroni). Infine, la terza sezione comprendeva, oltre alle usuali domande sulle caratteristiche socio-demografiche dei rispondenti, alcuni item a scelta multipla o a risposta aperta che riguardano gli usi attuali e la rappresentatività, le proposte progettuali ed il grado di coinvolgimento dei residenti in merito all'area interessata dal progetto di riqualificazione (Largo Mengaroni e l'ex-fienile). Come riportato da Bonaiuto e Fornara (2003), i risultati hanno evidenziato una generale bassa qualità urbana residenziale percepita e un basso livello di attaccamento al quartiere (cfr. tabella 7.1). Difatti, per tutti gli indicatori il punteggio medio del campione si colloca al di sotto del valore medio previsto dalla scala di misurazione. In particolare, è emersa come particolarmente negativa la valutazione di qualità dei servizi socio-culturali, dell'estetica degli edifici, della micro-manutenzione (ovvero la piccola manutenzione da effettuare a cura degli abitanti) e del verde residenziale. Meno negativa è risultata la valutazione dei servizi/impianti sportivi e della volumetria degli edifici, il cui punteggio medio è di poco inferiore al valore medio della scala di misurazione. Come esplicitamente richiesto dal Bando, è stata analizzata l'eventuale presenza di differenze valutative tra residenti con caratteristiche socio-demografiche diverse. Le analisi della varianza effettuate hanno mostrato alcune significative differenze tra le medie per quanto riguarda l'età: gli anziani sono apparsi più insoddisfatti rispetto ai giovani nella valutazione del verde residenziale e della stimolazione ambientale, mentre il gruppo di età intermedia (persone tra i 30 e i 50 anni) si è mostrato più insoddisfatto dell'estetica e della densità degli edifici rispetto ai più anziani. Gli anziani si sono mostrati più insoddisfatti (in confronto ai giovani e agli adulti) del livello di "di115
screzione" (in questo caso negativamente etichettato, in termini di affollamento/minacciosità). Per ciò che riguarda l'eventuale presenza di bambini o ragazzi nel nucleo familiare, essa è sembrata incidere in senso negativo sulla percezione di affollamento/minacciosità, mentre chi non aveva bambini o ragazzi appariva più insoddisfatto del livello di socievolezza dei residenti. Tab. 7.1 — Punteggi medi in ordine decrescente degli indici IQURP e AQ rilevati nel quartiere Tor Bella Monaca di Roma (N = 102, scala di risposta da O = assenza di qualità a 6 = presenza di qualità) Media
Indicatori
Media
Servizi/impianti sportivi
2.97
Sicurezza e tolleranza
2.09
Volumetria edifici
2.94
Tranquillità vs. caos
2.06
Socievolezza e Cordialità
2.62
Verde residenziale
1.92
Densità edifici
2.60
Micro-manutenzione
1.75
Macro-manutenzione
2.47
Estetica degli edifici
1.70
Attaccamento al quartiere
2.34
Attività socio-culturali
1.68
Stimolazione vs. monotonia
2.19
Indicatori
Fonte: Bonaiuto & Fornara, 2003
Per quanto riguarda le qualità affettive attribuite a Largo Mengaroni, i risultati hanno evidenziato una netta prevalenza delle dimensioni affettive connotate negativamente. In particolare, le dimensioni "stressante" e "spiacevole" sono risultate le più adeguate a descrivere il luogo, mentre, all'opposto, le dimensioni "rilassante" e "piacevole" sono risultate le meno adeguate. L'unica qualità affettiva positiva al di sopra del valore medio della scala di risposta è stata la dimensione "stimolante". Gli specifici aggettivi che sono risultati più adatti a definire il posto rimandano ad una generale percezione di caos ("agitato", "movimentato", "aggressivo", "turbolento", "confusionario"), 116
viceversa i meno adatti nella valutazione rimandano ad attribuzioni di piacevolezza e quiete ("incantevole", "pieno di pace", "tranquillo", "entusiasmante", "invitante"). Le analisi della varianza effettuate per verificare eventuali differenze tra categorie di residenti (genere, età, zona di residenza e presenza/assenza di bambini o adolescenti nel nucleo familiare) non hanno fatto emergere risultati statisticamente significativi, quindi esiste una sostanziale consensualità nelle valutazioni delle qualità affettive attribuite a Largo Mengaroni dai residenti del quartiere. La rappresentatività del luogo è legata prevalentemente a connotazioni negative ("offre poco", "luogo abbandonato e trascurato", "luogo degradato", "luogo malfamato") ed alle sue caratteristiche funzionali-geografiche ("presenza di negozi", "posizione geografica"); inoltre, solo una quota minoritaria di abitanti (soprattutto coloro che abitano negli edifici prospicienti Largo Mengaroni, coloro che abitano con bambini o ragazzi, e coloro che sono più anziani) ne vede le potenzialità in termini di sviluppo e utilizzo futuro. Per quanto riguarda gli usi e/o strutture da realizzare per la riqualificazione dell'area, i maggiori consensi si sono avuti attorno a strutture di aggregazione rivolte a fasce particolari di abitanti (parco giochi per bambini, centri socio-ricreativi per bambini, giovani e anziani) e ad attrezzature e spazi per il verde, per lo sport e per attività culturali; spicca inoltre la richiesta di servizi per la sicurezza urbana (vigilanza, posto di polizia, protezione, controllo). L'analisi globale di questi risultati ha evidenziato come la qualità socio-ambientale del quartiere sia scadente nella percezione dei suoi abitanti, questo in accordo con la situazione di degrado e povertà ambientale che è manifestata dal quadro socio-urbanistico "oggettivo" fornito dal laboratorio di quartiere. Le indicazioni fornite ai progettisti, sulla base dei punteggi degli indicatori di qualità urbana residenziale a livello dell'intero quartiere, hanno suggerito di orientare le scelte progettuali, per la specifica area costituita da largo Mengaroni e dall'ex-fienile, verso luoghi dedicati ad attività culturali e di socializzazione, che siano esteticamente curati ed arricchiti da verde urbano, nonché caratterizzati da materiali facilmente manutentibili anche dai singoli abitanti. In secondo luogo, i risultati riguardanti le qualità affettive evocate e l'attuale immagine di Largo Mengaroni hanno suggerito di pianificare soluzioni in grado 117
di trasformare la connotazione sostanzialmente negativa del luogo, che suscita emozioni spiacevoli ed è descritto come caotico e degradato, in una più positiva, che possa evocare invece qualità quali piacevole (incantevole, invitante) e rilassante (tranquillo, pieno di pace), ma anche eccitante (entusiasmante). Per ulteriori dettagli sul caso progettuale si rimanda ai contributi di Dierna e collaboratori (1998), Bonaiuto e Bonnes (2002) e Bonaiuto e Fornara (2003). 7.2. La progettazione di nuovi complessi residenziali
Una altro esempio di applicazione delle scale IQURP e AQ è rappresentato dall'indagine psicologico-ambientale condotta, tra il 2002 e 2003, nell'ambito di una Convenzione di Ricerca Scientifica (Direzione scientifica: Mirilia Bonnes e Marino Bonaiuto) tra una importante Società Edilizia e il Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Lo scopo dell'indagine era quello di acquisire conoscenze in grado di orientare la progettazione e realizzazione di un nuovo complesso residenziale nel quadrante nord-est di Roma, zona Nomentana. La filosofia progettuale espressa dalla committenza si focalizzava su un'idea di complesso residenziale che, oltre a garantire le usuali funzioni abitative, valorizzasse il più possibile anche le dimensioni umane, relazionali e sociali dell"`abitare", nonché i possibili servizi innovativi che possono essere offerti alla residenza. Le caratteristiche principali di questo "nuovo abitare" infatti sono, da un lato, il recupero di quella dimensione umana e sociale tipica dei piccoli centri urbani e dei villaggi di un tempo; e, dall'altro lato, l'introduzione di tecnologie e servizi innovativi che garantiscano un elevato livello di qualità della vita. In altre parole, lo scopo è quello di offrire alla persona non più semplicemente una "casa", intesa come mero involucro fisico, bensì una modalità abitativa caratterizzata da un'ampia gamma di servizi e opportunità residenziali che possano rispondere alle molteplici esigenze dell'abitante metropolitano contemporaneo. Dunque, per conoscere le esigenze e le aspettative dei vari tipi di potenziali utenti/abitanti, è stata realizzata un'indagine empirica che 118
ha previsto i) una fase qualitativa, di natura esplorativa, e ii) una fase quantitativa, basata sia su quanto emerso dalla fase precedente, sia sull'analisi della letteratura scientifica sulla soddisfazione residenziale, con particolare riferimento da un lato al fenomeno delle "gated communities" (o "condomini esclusivi", cfr. Carvalho, George e Anthony, 1997), dall'altro lato ai cosiddetti "servizi di prossimità" alla residenza (Bonnet e Bernard, 1998). Dall'analisi degli studi condotti in precedenza sui condomini esclusivi è emerso come la soddisfazione residenziale di coloro che abitano in questo tipo di ambienti sia principalmente legata alle caratteristiche di unicità di tali ambienti e alla loro capacità di rispondere alle aspettative di sicurezza dei residenti. Nello specifico, sia l'esperienza del luogo che il grado di congruenza/discrepanza tra le aspettative iniziali dei residenti e il loro soddisfacimento o meno possono spiegare perché i fattori che pesano sulla soddisfazione attuale possono non coincidere con quelli che hanno inizialmente favorito la decisione di trasferimento in questo tipo di luoghi. Pertanto, la fase quantitativa di questa indagine psicologico-ambientale ha preso in esame il livello percepito di unicità/specialità del complesso residenziale, il motivo dell'attribuzione di tale unicità, il livello di sicurezza attuale e desiderato e le aspettative latenti. Riguardo ai "servizi di prossimità" alla residenza, è emerso come questi assumano una funzione simbolica nell'evoluzione sociologica della famiglia e rappresentino dei valori aggiunti rispetto alla classica abitazione condominiale. Dunque, la fase quantitativa dello studio ha analizzato il grado di soddisfazione verso i servizi esistenti e il grado di attrattività di servizi potenziali. Sia la fase qualitativa che la fase quantitativa dell'indagine empirica sono state portate avanti in due complessi residenziali esistenti e affini a quelli dei nuovi immobili in corso di realizzazione. Tali complessi residenziali sono ubicati sempre a Roma, zona EUR-Torrino. La fase qualitativa ha previsto la preparazione, conduzione, registrazione, codifica, analisi e interpretazione di una serie di interviste semi-strutturate, alle quali hanno partecipato l'amministratore condominiale, i portieri dei due condomini, e un campione di 20 residenti dei due condomini (10 residenti per ciascun condominio). L'obiettivo era quello di acquisire informazioni per la rilevazione delle dimensioni-chiave relative allo specifico contesto di studio (da integra119
re con quelle già individuate con l'analisi della letteratura scientifica) e per la costruzione degli strumenti di misura da utilizzare per la fase quantitativa. In particolare, si è indagato quali aspetti del complesso residenziale fossero più soddisfacenti, quali i meno soddisfacenti, quali i più salienti e, infine, quali fossero le possibili aspettative residenziali latenti. I principali risultati di questa fase hanno fatto emergere: 1) un elevato grado di soddisfazione complessiva dei residenti verso il complesso residenziale e l'abitazione in oggetto; 2) una maggiore facilità e precisione dei residenti nell'elencare gli aspetti positivi riguardanti le motivazioni di acquisto e soddisfazione attuale, rispetto agii aspetti negativi; 3) la sensazione dei residenti di vivere in un complesso "speciale", grazie alla ricchezza della dotazione degli appartamenti (balconi, barbecue, aria condizionata ecc.) e dei servizi aggiuntivi al complesso (palestra, piscina, sala condominiale, cortile comune); 4) una serie di elementi caratterizzanti sia la soddisfazione che l'insoddisfazione dei residenti verso il complesso e verso le abitazioni.
Sulla base dei risultati della fase qualitativa e dell'analisi della letteratura scientifica è stata preparata la fase quantitativa dell'indagine, che ha avuto come obiettivi quelli di analizzare a) il grado di qualità percepita dell'ambiente residenziale, con riferimento tanto al complesso residenziale specifico quanto all'intero quartiere in cui esso è inserito; b) il grado di soddisfazione/insoddisfazione (in generale e verso vari aspetti specifici) per l'ambiente residenziale, con riferimento tanto al complesso residenziale quanto all'appartamento; c) i potenziali servizi aggiuntivi più salienti e più marginali nei desideri dei residenti (a livello di appartamento e complesso residenziale); d) le relazioni tra, da un lato, gli indicatori sociodemografici, residenziali, di qualità residenziale percepita, e, dall'altro lato, la soddisfazione globale verso l'esistente e i desiderata a livello sia di complesso residenziale, sia di appartamento; e) l'individuazione di profili psicologico-sociali dei residenti, basati sia sulle appartenenze sociodemografiche e residenziali, sia sulle risposte di valutazione e di desiderata in relazione all'ambiente di residenza. I residenti dei due condomini che hanno partecipato alla fase quanti120
tativa dell'indagine sono 101, relativamente bilanciati per condominio, genere e fascia di età. I partecipanti sono stati contattati in loco dopo che tutti i condomini erano stati informati sull'esistenza di questa indagine tramite una lettera recapitata nelle loro cassette postali. Il compito dei partecipanti è stato quello di compilare un questionario comprendente le seguenti misure delle percezioni dei residenti (in relazione ai luoghi: quartiere, complesso residenziale, appartamento): a) 17 scale di misura degli IQURP relativi al quartiere di residenza (vale a dire, il livello di scala territoriale per cui le scale IQURP sono state costruite) e la scala di misura dell'AQ; b) 14 scale di misura degli IQURP a livello del complesso residenziale e una scala di attaccamento al complesso residenziale, adattate partendo dalle corrispondenti scale IQURP e AQ a livello del quartiere; c) una serie di item sulla soddisfazione globale verso il quartiere, il complesso residenziale e l'appartamento; d) una serie di item di valutazione di specifiche componenti del complesso residenziale e dell'appartamento; e) una serie di item di valutazione di potenziali servizi aggiuntivi, in relazione al complesso residenziale e all'appartamento; fj una serie di domande riguardanti le caratteristiche sociodemografiche e residenziali (degli abitanti e dell'appartamento). Presi nel loro complesso, i risultati della fase quantitativa (cfr. Fornara, Bonaiuto, Bonnes, Carrus e Passafaro, 2007) hanno mostrato come i residenti dei due particolari complessi residenziali analizzati abbiano percezioni quasi esclusivamente positive e favorevoli in merito al proprio ambiente residenziale per tutti i differenti livelli di scala (quartiere, complesso residenziale, appartamento) e per tutti i vari aspetti valutativi considerati (specialità percepita, soddisfazione e qualità percepita; cfr. tabella 7.2 per un confronto tra medie degli indici IQURP del complesso residenziale e del quartiere). Le medie della tabella 7.2 mostrano come tra il complesso residenziale e il quartiere si registrino differenze solitamente a vantaggio del primo, ma non per quegli aspetti sui quali il complesso non può rappresentare un valore aggiunto rispetto al quartiere nel quale è inserito (ad esempio, peri collegamenti con il resto della città). Inoltre, a specifiche caratteristiche sociodemografiche e residenziali dei residenti corrispondono differenti percezioni e aspettative nei confronti del proprio contesto abitativo. Nello specifico, la maggior parte dei residenti i) giudicano il proprio complesso residenziale come un posto "speciale" soprattutto per la qualità edilizia e per la presenza di 121
strutture/servizi aggiuntivi alla residenza, ii) ne sono molto soddisfatti soprattutto per la presenza e la cura degli spazi verdi, e ii) lo percepiscono come avente una buona qualità ambientale soprattutto per l'aspetto estetico degli edifici e per la tranquillità. I pochi motivi di insoddisfazione (vale a dire quegli aspetti percepiti di qualità bassa) riguardano la sicurezza, l'assistenza all'acquisto dell'abitazione, i vicini e il "clima sociale" per quanto riguarda il complesso residenziale, mentre per quanto concerne l'appartamento sono lo stato dei muri e l'insonorizzazione delle pareti gli elementi meno soddisfacenti. Tab. 7.2 — Confronto tra Medie (DS) degli indici 1QURP a livello di complesso residenziale e di quartiere in (N = 101 residenti in due condomini in zona Eur-Torrino; scala di risposta da 0 = assenza di qualità a 4 = presenza di qualità) Complesso
Quartiere
Collegamenti
3.39 (.53) 3.03 (.54) 2.84 (.81) 2.75 (.69)
2.74 (.68) 2.49 (.65) 2.22 (.78) 2.65 (.65)
Sicurezza Discrezione Socievolezza
2.63 (.76) 2.52 (.93) 2.12 (.75)
2.18 (.67) 2.56 (.70) 2.10 (.58)
Tranquillità Stimolazione Pulizia Manutenzione
3.19 (.60) 2.66 (.66) 2.85 (.64) 2.78 (.73)
2.84 (.58) 2.10 (.85) 2.60 (.80) 2.12 (.78)
Estetica Praticabilità interna Verde
Riguardo alle dimensioni che influenzano le risposte valutative globali (quali la soddisfazione e l'attaccamento) rispettivamente verso il complesso residenziale, l'appartamento e il quartiere di residenza, è emerso che aspetti quali i materiali di costruzione e la presenza della palestra risultano importanti per la soddisfazione verso il complesso, mentre aspetti socio-relazionali (quali la discrezione e la socievolezza) e contestuali (quali la stimolazione) sono associati all'attaccamento dei residenti al proprio complesso residenziale. Nel caso dell'appartamento, sono ancora una volta i materiali di costruzione, insieme con lo stato dei muri interni, ad essere importanti per la soddisfazione dei residenti. Infine, nel caso del quartiere, la percezione di qualità ambientali come la discrezione, la presenza di negozi e la presenza di aree verdi favorisce un maggiore attaccamento al quartiere stesso. 122
Per quanto concerne le aspettative e i desideri residenziali, è emerso un quadro abbastanza articolato: in riferimento al complesso residenziale, sicurezza e manutenzione d'emergenza sono gli aspetti più desiderati, mentre la presenza di un bar (o ristorante) e di un minimarket all'interno del complesso sono gli aspetti meno desiderati; in relazione al proprio appartamento, il risparmio domestico (in termini sia economici — risparmio di soldi — che ecologici — risparmio energetico) è l'aspetto più desiderato mentre la domotica è l'aspetto meno desiderato. Inoltre, le analisi delle componenti principali effettuate sugli item riguardanti le aspettative e i desideri sui servizi di prossimità, sia a livello di complesso residenziale che di appartamento, hanno fatto emergere i seguenti fattori. Per quanto concerne il complesso residenziale sono emersi i fattori "servizi/strutture per le esigenze quotidiane" (bar/ristorante, minimarket, lavanderia, servizio ristorazione a domicilio, noleggio dvd/cd, domestica condominiale, presidio medico, centro fitness), "servizi/strutture ricreative" (area culturale, biblioteca, circolo ricreativo, tennis/calcetto, palestra attrezzata, servizio di manutenzione d'emergenza), "servizi/strutture per la sicurezza" (servizio di vigilanza, sistema di videosorveglianza); e "servizi/strutture per i bambini" (parco giochi, percorsi sicuri, servizio di baby-si tting, piscina baby, nido condominiale, ludoteca, finestre sul parco giochi, presidio pediatrico, centro sportivo, animatori). per quanto concerne il proprio appartamento sono emersi i fattori "dispositivi tecnologici per la sostenibilità" (depuratore acqua, depuratore aria, sistema integrato per risparmio idrico, dispositivo per raccolta rifiuti, sistema integrato per risparmio elettricità), "domotica di base intra-domestica" (sistema di irrigazione automatica balconi, apertura elettrica serrande, dispositivo anti-intrusione), "domotica avanzata e telecomunicazioni" (controllo a distanza degli elettrodomestici, parabola satellitare, linea adsl, predisposizione impianto stereo) e "dispositivi tecnologici per il comfort quotidiano" (sensori per regolazione riscaldamento stanze, accensione/spegnimento automatico luci stanze, idromassaggio, tritarifiuti). Le successive cluster analysis e analisi della varianza hanno infine permesso di individuare sei differenti profili di residenti, di cui due che sono molto soddisfatti di tutto, due che sono soddisfatti o solamente del complesso o solamente dell'appartamento, e infine due che risultano meno soddisfatti di tutto (cfr. tabella 7.3).
123
Tab. 7.3 — Caratterizzazione dei gruppi emersi dalla Cluster Analysis effettuata sulla base delle risposte valutative dei residenti (N=101)
SODDISFAZIONE SPECIALITA COMPLESSO ATTACCAMENTO AL COMPLESSO INDICATORI QUALITÀ COMPLESSO
GRUPPO 6
GRUPPO 1
GRUPPO 2
GRUPPO 3
GRUPPO 4
GRUPPO 5
N = 22
N = 20
N=11
N=14
N = 16
N = 13
Entusiasti
Appagati
Soddisfatte del Complesso
Soddisfatti dell'Appartamento
Insoddisfatte con desideri
Distaccati
Complesso +
Complesso +
Complesso +
Complesso =
Appartam. -
Appartam.+
Complesso = Appartam. -
Complesso Appartam. -
Appartam. +
Appartam. +
Speciale + .
Speciale +
Speciale =
Speciale -
Speciale =
Speciale -
Attaccamento + +
Attaccamento +
Attaccamento +
Attaccam. - -
Attaccamento -
Attaccamento -
Estetica + Praticabilità + Verde + Sicurezza + Discrezione = Socievolezza + Fiducia + Organizzazione = Tranquillità + Stimolazione + Pulizia + Manutenz. +
Estetica + Praticabilità + Verde = Sicurezza - Discrezione - Socievolezza + Fiducia + Organizzazione = Tranquillità = Stimolazione + Pulizia - Manutenz. -
Estetica - Praticabilità - Verde - Sicurezza + Discrezione + Socievolezza = Fiducia - Organizzazione = Tranquillità = Stimolazione + Pulizia + Manutenz. +
Estetica - Praticabilità + Verde - Sicurezza + Discrezione = Socievolezza = Fiducia = Organizzazione = Tranquillità + Stimolazione = Pulizia + Manutenz. +
Estetica + Praticabilità Verde + Sicurezza - Discrezione Socievolezza = Fiducia Organizzazione Tranquillità Stimolazione Pulizia Manutenz. -
Estetica = Praticabilità Verde = Sicurezza + Discrezione + Socievolezza Fiducia = Organizzazione + Tranquillità + Stimolazione Pulizia Manutenz. +
Le differenze di segno si riferiscono alla significatività dei confronti tra i gruppi effettuati con l'analisi della varianza e i test post-hoc (Test di Dunc an, Alfa = .05); la direzione del segno (maggiore, minore o uguale) si riferisce al confronto con la media globale del campione. (Continua alla pagina successiva)
Tab. 7.3 — Caratterizzazione dei gruppi emersi dalla Cluster Analysis effettuata sulla base delle risposte valutative dei residenti (N=101) (Segue) GRUPPO 1
GRUPPO 2
GRUPPO 3
GRUPPO 4
GRUPPO 5
GRUPPO 6
Entusiasti
Appagati
Soddisfatte
Insoddisfatte con desideri
Distaccati
del Complesso
Soddisfatti dell'Appartamento
N=22
D E S
Complesso
D E R A Appartamento T A ▪ L,,
S
O
C I
Genere
Età
Scolarità
LSE
N° Persone Figli N° Figli M Figli minorenni Figli piccoli O G Condominio Affittuari R A Grandezza App. F Piano N° Balconi/Terrazzi O D E
N=20
N=11
N = 14
N=16
N = 13
Primari + Ricreativi + Sicurezza ++ Bambini + +
Primari - Ricreativi = Sicurezza + Bambini - -
Primari - Ricreativi + Sicurezza - Bambini -
Primari + Ricreativi = Sicurezza - Bambini -
Primari + Ricreativi = Sicurezza + Bambini +
Primari Ricreativi Sicurezza Bambini - -
Sostenibilità + Domotica +
Sostenibilità - Domotica =
Sostenibilità + Domotica +
Sostenibilità - Domotica -
Sostenibilità = Domotica +
Sostenibilità + Domotica -
Comunicazione + Comfo rt +
Comunicazione = Comfo rt -
Comunicazione + Comfo rt - -
Comunicazione - Comfo rt -
Comunicazione = Comfo rt +
3/4 Femmine 2/3 Maschi Più sopra i 40 80 % sotto i 40 Più Alti 60% Alto Più Bassi Più Bassi Bilanciato 60% Alto 2/3 massimo 2 2/3 almeno 3 2/3 almeno 3 80% senza figli 2/3 con figli 60% con figli 2/3 con 2 figli 80% massimo 1 50% almeno 2 Tutti massimo 1 15% Si 50% Sì 25% Si 50% Si 25% Si 15% Si 50% Si 40% Si 5% Si 2/3 Condominio A 70% Condominio B 95% Condominio B 70% Condominio A 60% Condominio B 15% 10% 25% 25% 25% Bilanciati 70% media 85% media/piccola 80% media/piccola 95% media/grande 2/3 alto 60% basso 55% alto 75% basso 85% basso 95% massimo 1 70% massimo 1 90% massimo 1 1/3 3 2/3 almeno 2 Bilanciato 85% sotto i 40
2/3 Maschi 60% sopra i 40 70% Alto Più Bassi 2/3 2 o 3 Più con figli 2/3 massimo 1 35% Si
3/4 Femmine 70% sotto i 40 70% Alto 70% Basso 70% massimo 2 Più senza figli
Comunicazione = Comfo rt Bilanciato Più sopra i 40 Bilanciato 70% Alto 90% massimo 2 75% senza figli 2/3 massimo 1 Nessuno Nessuno
60% Condominio A 15% 75% piccola 2/3 basso 95% massimo I
Le differenze di segno si riferiscono alla significatività dei confronti tra i gruppi effettuati con l'analisi della varianza e i test post-hoc (Test di Duncan, Alfa = .05); la direzione del segno (maggiore, minore o uguale) si riferisce al confronto con la media globale del campione
Nello specifico, il primo gruppo è stato etichettato come "Entusiasti": si tratta di residenti di entrambi i sessi, giovani, con figli piccoli e basso livello di istruzione che si sentono molto soddisfatti e desiderano tutti i possibili servizi proposti (sia del complesso residenziale che dell'appartamento). Il secondo gruppo è stato definito "Appagati": si tratta di uomini sopra i 40 anni, con alto livello di istruzione, e residenti in appartamenti medio/grandi, i quali si mostrano molto soddisfatti, ma manifestano pochi desideri (nella fattispecie, solamente un servizio di sicurezza per il complesso residenziale). Il terzo gruppo è stato definito "Soddisfatte del Complesso": prevalentemente donne, con alto livello di istruzione, che sono molto soddisfatte e attaccate al complesso residenziale ma meno soddisfatte dell'appartamento, e quindi con meno desideri nei confronti del complesso (solamente i servizi ricreativi) e più desideri (sostenibilità, domotica di base e domotica avanzata) nei confronti dell'appartamento. Il quarto gruppo è stato etichettato come "Soddisfatti dell'Appartamento": prevalentemente uomini, sotto i 40 anni, senza figli, che sono molto soddisfatti dell'appartamento ma meno soddisfatti e attaccati al complesso residenziale, e quindi con qualche desiderio nei confronti del complesso (servizi primari e servizi ricreativi) e nessun desiderio nei confronti dell'appartamento. Il quinto gruppo è stato etichettato come "Insoddisfatte con desideri": prevalentemente donne con figli piccoli che sono poco soddisfatte sia del complesso residenziale sia dell'appartamento, ma con molti desideri, sia (e soprattutto) per il complesso (servizi primari, sicurezza, servizi per i bambini), sia per l'appartamento (domotica avanzata, comfort). Infine, il sesto gruppo è stato definito "Distaccati": residenti di entrambi i sessi, di alto livello socio-economico, senza figli, residenti in appartamenti piccoli, che si mostrano poco attaccati (e mediamente soddisfatti) al complesso e poco soddisfatti dell'appartamento, mentre hanno come desiderio prevalente quello di avere dispositivi tecnologici per la sostenibilità domestica. Riassumendo, i risultati di questa indagine scientifica psicologicoambientale hanno fornito informazioni rilevanti su quali attributi progettuali, a livello sia di complesso residenziale sia di abitazione, possono influire sulla soddisfazione dei desideri e delle aspettative dei residenti. Tali attributi sono rappresentati da: una tecnologia all'avanguardia per la sicurezza, il benessere e la vita domestica; la cura 126
particolare per i servizi negli spazi interni comuni; la progettazione di spazi comuni per incoraggiare la comunicazione e la socializza zione tra i residenti del complesso; la presenza di spazi verdi per rilassarsi e rigenerarsi; servizi ricreativi e commerciali a portata di mano; spazi per il tempo libero ed attività di svago; spazi caratterizzati per bambini e anziani; strutture per la cura del benessere psicofisico. In conclusione, questo studio rappresenta un buon esempio del tipo di informazioni che si possono raccogliere tramite indici quali gli IQURP e l'AQ in combinazione con altre misure, sia di ordine similare, ma a differente livello di scala territoriale (permettendo, come in questo caso, il confronto tra quartiere e complesso residenziale), sia di ordine differente, in riferimento ad altre risposte psicologiche (preferenze, desiderata, ecc.).
127
8. Guida all'uso delle scale IQURP e AQ
8.1. Introduzione
La codifica dei dati provenienti da questionari che contengono le scale IQURP e AQ comporta la preparazione di uno specifico data set. Per l'immissione dei dati e per i successivi trattamenti statistici (quali ricodifiche e costruzioni di punteggi aggregati) possono essere adeguati anche gli ampiamente diffusi programmi di calcolo su foglio elettronico (come Microsoft Excel oppure programmi open source come StarOffice Calc e OpenOffice.org Calc) che funzionano praticamente su tutti i sistemi operativi. Invece, se si vuole utilizzare il set di dati per analisi statistiche più complesse, quali analisi fattoriali, analisi dell'attendibilità, modelli avanzati di analisi della varianza o modelli di equazioni strutturali, tanto per citarne alcune, bisognerà esportare il file dati preparato sul foglio elettronico (oppure costruire ex-novo il file dati) in un software statistico più specializzato, sia di impronta generalista (ad esempio, lo Statistical Package for Social Sciences — SPSS — oppure un software gratuito come R), sia per elaborazioni specifiche (ad esempio, LISREL o EQS per i modelli di equazioni strutturali). Dato il nostro intento di fornire una guida a questi strumenti (comprendente la codifica, immissione, elaborazione e interpretazione dei dati da questi prodotti) che ne renda possibile l'utilizzo a prescindere dall'accesso o meno (in termini sia di licenze, sia di competenze di uso) a programmi statistici più o meno costosi e sofisticati, nel prosieguo del capitolo si farà riferimento ai classici programmi di calco-
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lo su foglio elettronico (in particolare OpenOffice.org Calc i , ma quanto riportato si può estendere anche a Microsoft Excel e StarOffice Calc, in quanto sono tutti e tre estremamente simili), i quali permettono di effettuare tutte le principali elaborazioni che servono per un utilizzo applicativo degli indici IQURP e AQ (screening dei dati, ricodifiche degli item, costruzione di punteggi aggregati e calcolo delle medie degli indici). Inoltre, tali programmi permettono anche di verificare modelli semplici di analisi inferenziali (correlazioni, regressioni, analisi della varianza, ecc.). Se si fosse invece interessati a verificare ulteriormente la struttura fattoriale delle scale sul proprio set di dati, calcolare la relativa attendibilità degli indici e condurre analisi specifiche (come, ad esempio, quelle riportate nei capitoli 5 e 6), si consiglia comunque di esportare il file su software più specializzati. I paragrafi successivi saranno scritti rivolgendoci a un lettore che abbia una conoscenza almeno di base su come funziona un programma di calcolo su foglio elettronico. Se questo non fosse il caso, si consiglia di raccogliere informazioni in merito tra la vasta mole di guide presenti anche in rete. 8.2. La codifica dei dati e la costruzione del data set
Come noto, all'apertura di qualsiasi programma di calcolo su foglio elettronico appare una griglia con un menù a tendina nella parte superiore della pagina. La griglia contiene solo caselle vuote, eccetto la prima colonna a sinistra e la prima riga in alto, evidenziate in grigio e contenenti del testo definito dal programma. In particolare, la prima colonna a sinistra contiene i numeri in ordine crescente (da 1 in poi), mentre la prima riga in alto contiene le lettere dell'alfabeto in ordine crescente (prima 1 sola lettera — A, B, C,..., X, Y, Z — poi 2 lettere — AA, AB, AC,..., ZX, ZY, ZZ — poi 3 lettere AAA, AAB, AAC,... ZZX, ZZY, ZZZ — e così via). La scelta di OpenOffice.org Calc come programma di foglio elettronico di riferimento per gli esempi contenuti in questo capitolo è stata dettata dalla sua supportabilità da parte di qualsiasi sistema operativo e dalla sua facile accessibilità e gratuità per chiunque. Difatti, OpenOffice.org Calc fa parte della suite Open Office, le cui versioni in italiano (la più recente, uscita nel 2009, è la 3.1) sono scaricabili gratuitamente dal sito http://it.openoffice.org , 129
Tipicamente, quando si inseriscono i dati da un questionario ogni riga corrisponde a un caso (o a un questionario compilato, o a un partecipante), mentre ogni colonna corrisponde a una variabile (come uno specifico indice socio-demografico oppure un item del questionario). Prima di inserire i dati, viene utilizzata la prima riga vuota della griglia per inserire le etichette delle variabili, che possono essere dei codici o degli acronimi (cfr. tabella 8.1). Ad esempio, nella cella Al (prima colonna) si può inserire N. (che indica il numero del caso, o questionario) 2 , nella cella A2 (seconda colonna) si può inserire un'etichetta per la città di rilevazione, nella cella A3 (terza colonna) si può inserire un etichetta riguardante il genere del partecipante e così via. Nel caso, invece, degli item che misurano gli indici IQURP e AQ, si possono utilizzare 2 lettere che identificano l'indice (ad esempio EE per Estetica degli Edifici) e un numero d'ordine; dunque, nella forma breve delle scale, avremmo EE1, EE2 e EE3 per indicare i 3 item relativi (cfr. cap. 6, in particolare figura 6.1 e tabella 6.1). Tab. 8.1 — Esempio di codici di variabili da inserire nell'architettura di un set di dati su foglio elettronico 1 2 3 4
A N.
B
Città
C Sex
D
E Stud
Età
F EE1
G EE2
H EE3
I
5 6 7
8
L'architettura del foglio-dati va costruita in modo da agevolare l'inserimento dei dati dal questionario, dunque in linea di massima é bene riprodurre nelle colonne della griglia la stessa sequenza degli item del questionario, mentre gli indici sociodemografici e residen2 È buona norma inserire nella prima colonna il numero del caso, che dovrebbe coincidere con il numero d'ordine del questionario (che viene tipicamente siglato a matita o a penna dal somministratore, oppure prestampato), in modo da poter velocemente rintracciare il questionario corrispondente ai dati inseriti in una specifica riga. Questo non sarebbe possibile con i numeri su sfondo grigio presenti di default, soprattutto in caso di eliminazione a posteriori di qualche questionario (e, quindi, di qualche riga), in quanto i numeri su sfondo grigio non vengono cancellati.
130
ziali possono essere inseriti indifferentemente all'inizio o alla fine (vale a dire, le prime colonne, come in tabella 8.1, oppure le ultime colonne della griglia). I dati sono da inserire in formato numerico, in quanto questo permette un più ampio ventaglio di elaborazioni statistiche, di natura sia descrittiva che inferenziale. Dunque, per quanto riguarda le risposte agli item basta inserire i numeri segnati dai partecipanti (nel caso specifico, lungo la scala di risposta che va da O a 6), mentre per quanto riguarda gli indici socio-demografici si usa assegnare dei valori in ordine crescente (partendo da O o da 1) a ciascuna modalità prevista. Ad esempio, per variabili misurate su scala ordinale come il titolo di studio, si può ordinare dal più basso al più alto, partendo da O per codificare il possesso di licenza elementare fino ad arrivare a 3 per codificare il possesso di una laurea. Per quanto riguarda, invece, variabili misurate su scala nominale (le cui modalità, vale a dire, non sono ordinabili in termini valoriali, da un meno a un più), quali il genere e la professione, si usa utilizzare un valore per ciascuna modalità, partendo sempre da O o da 1: ad esempio, per il genere si può utilizzare O per il partecipante di genere maschile e 1 per il partecipante di genere maschile oppure viceversa, mentre per la professione bisogna assegnare tanti valori quante sono le professioni da codificare (a meno di non aggregarne alcune a priori, prima del'inserimento). L'età non crea problemi di codifica, in quanto, similmente a quanto avviene per le risposte agli item, basta inserire il valore corrispondente agli anni indicati dal partecipante sul questionario. Per quanto riguarda i valori mancanti, che possono scaturire i) da risposte intenzionalmente o accidentalmente non date dal partecipante oppure ii) da errori di codifica del trascrittore, si dovrà lasciare la relativa casella in bianco, a meno che, nel secondo caso, non si possa recuperare lo specifico questionario (ecco spiegata l'importanza di creare una connessione tra la riga del foglio-dati e il questionario cartaceo, come riportato nella nota 1 di questo capitolo). Una volta costruita l'architettura del file con l'inserimento delle etichette delle variabili e la decisione sui valori da attribuire alle diverse modalità di alcune di esse 3 , si può iniziare il vero e proprio in3 Si può utilizzare come promemoria di queste scelte anche un altro foglio vuoto dello stesso file che si sta utilizzando per l'inserimento dei dati.
131
serimento dei dati dai questionari raccolti, dopo aver salvato quello che da ora in poi sarà il nostro file dati. 8.3. Lo screening dei dati e l'inversione degli item di senso negativo
Una volta inseriti i dati, è necessario in prima istanza effettuare uno screening per sincerarsi che non ci siano stati errori nell'immissione (ad esempio, valori fuori intervallo come 3 per il genere oppure un numero pari a o superiore a 7 per le risposte agli item IQURP e AQ). Ad esempio, per chiedere il valore massimo contenuto in una serie di celle su OpenOfce.org Calc (versione 3.1), bisogna posizionarsi con il cursore su una cella vuota qualsiasi (che verrà evidenziata dal programma, come esemplificato in tabella 8.2 4), poi andare sul menù Inserisci e cliccare Funzione dalla tendina (oppure cliccare sull'iconcina fx posizionata sulla barra degli strumenti), si aprirà la finestra "Creazione guidata funzione" dalla quale bisogna scegliere dall'elenco la funzione MAX, cliccare su AVANTI, selezionare dal fogliodati (tramite trascinamento del mouse) le celle di cui si vuole sapere il valore massimo (ad esempio, tutta la colonna riguardante le risposte a tre specifici item, come esemplificato in tabella 8.3, oppure tutte le colonne riguardanti le scale IQURP e AQ), cliccare su OK e, infine, apparirà il risultato sulla cella selezionata (cfr. tabella 8.4). La stessa procedura può essere utilizzata per chiedere il valore minimo di una serie di celle (funzione MIN) oppure per altre funzioni che si vogliono calcolare su un set (o su parte di un set) di dati (come, ad esempio, il calcolo delle statistiche descrittive per ciascun item).
4 Chiaramente, l'utilizzo di questo foglio-dati con soli 5 casi ha finalità esclusivamente di esempio, in quanto per le indagini che prevedono l'uso delle scale IQURP e AQ sono necessari campioni di almeno un centinaio di casi, a seconda delle esigenze. Ad ogni modo, quanto sarà esposto per un data set di 5 casi è valido per tutti i data set, a prescindere dalla numerosità del campione.
132
Tab. 8.2 — Data set su foglio elettronico e scelta di una cella di calcolo
A N. 1 2 3 4 5
1 2 3 4 5 6
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
E Stud 1 2 2 2 0
Età 19 45 34 38 61
F EE 4 3 6 3 0
G EE2 3 1 6 3 1
H EE3 2 4 1 4 6
I
H 1 EE3 2 4 1 4 6
I
7
8
Tab. 8.3
—
A N. 1 2 3 4 5
1 2 3 4 5 6 7 8
Tab. 8.4
1 2 3 4 5 6 7 8
Celle sulle quali viene effettuato il calcolo richiesto
—
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
Età 19 45 34 38 61
E Stud 1 2 2 2
EEl 4 3 6 3
G EE2 3 1 6 3
0
0
1
Risultato della rilevazione del valore massimo contenuto nelle celle
A N. 1 2 3 4 5
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
Età 19 45 34 38 61
E Stud 1 2 2 2
F EE1 4 3 6 3
G EE2 3 1 6 3
0
0
1
H EE3 2 4 1 4 6
I
Un'importante trattamento da effettuare sul set di dati riguarda gli item di senso negativo, vale a dire quegli item connotati negativamente (ad esempio, l'item EE3 della versione breve: "I colori degli edifici del quartiere sono poco indovinati") ai quali l'attribuzione di un valore alto sulla scala di risposta (vale a dire, l'essere abbastanza o del tutto d'accordo) indica un giudizio di scarsa o nulla qualità (e 133
viceversa se si attribuisce un valore basso. Risulta quindi necessario ricodificare tali item, tramite la costruzione dei loro inversi, questo sia per l'eventuale calcolo dell'attendibilità degli indici IQURP e AQ, sia soprattutto per la successiva costruzione dei punteggi aggregati, che esprimeranno i valori degli indici IQURP e AQ. Facciamo l'esempio del già citato item EE3. Sempre in ambiente OpenOffice.org Calc, inserire una nuova variabile nel foglio-dati, dunque nella prima riga, cella Il della tabella 8.5 utilizzata come esempio (vale a dire, la prima cella dall'alto della prima colonna vuota a destra dopo quelle già riempite), scrivere EE3R (che sta per item EE3 ricodificato), dopodiché posizionarsi con il cursore sulla cella immediatamente sottostante (cella I2 della tabella 8.5, che sarà evidenziata dal programma), andare sul menù Inserisci e cliccare Funzione dalla tendina (oppure cliccare sull'iconcinafx posizionata sulla barra degli strumenti), si aprirà la finestra "Creazione guidata funzione", sulla quale bisogna digitare, di seguito a "uguale" (=) nell'apposito spazio "Formula" adibito alla scrittura delle funzioni, "sei meno" (6-) e di seguito scegliere dall'elenco la funzione NUM, cliccare su AVANTI, selezionare dal foglio-dati con il mouse la cella relativa al valore originale da invertire, vale a dire la risposta all'item EE3 del rispondente 1, dunque la cella H2 (cfr. tabella 8.6), e apparirà il risultato sulla cella selezionata come risulta nella tabella 8.7 (infatti: 6-2 = 4). Infine, posizionarsi con il cursore sull'angolo in basso a destra della cella I2, quando apparirà una croce (come mostrato in tabella 8.8), trascinare con il mouse fino alla cella I6 e si otterrà il risultato della funzione di trasformazione anche per gli altri valori della medesima colonna selezionata (vale a dire, quella che si riferisce all'item EE3, cfr. tabella 8.9). Analogamente a quanto visto nell'esempio, la stessa procedura va utilizzata per l'inversione di tutti gli altri item di senso negativo, che sono chiaramente indicati sia per la versione estesa, sia per la versione breve delle scale, rispettivamente nei capitoli 5 e 6. A questo punto, si potrà decidere di i) lasciare nel foglio-dati sia le colonne riguardanti gli item originali, sia quelle riguardanti gli inversi (nell'esempio, quella dell'item originale EE3 e quella del suo inverso EE3R), anche se da ora in poi si utilizzeranno solo i secondi, oppure ii) salvare una nuova versione del file in cui gli originali vengono eliminati e restano solo gli inversi. La seconda soluzione è da preferire, sia per 134
le successive (eventuali) operazioni di calcolo tra celle adiacenti 5 , sia per evitare possibili confusioni; inoltre, in caso si voglia controllare qualcosa sugli item originali, c'è sempre la vecchia versione del file. Tab. 8.5 — Creazione di un item inverso: cella di destinazione del calcolo A N° 1 2 3 4 5
1 2 3 4 5 6 7 8 Tab. 8.6
—
Tab. 8.7
1 2
—
1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
E Stud 1 2 2 2 0
Età 19 45 34 38 61
F EE 4 3 6 3 0
G EE2 3 1 6 3 1
H EE3 2 4 1 4 6
G EE2 3
H EE3 2
G EE2 3
H EE3 2
I
EE3R
Cella sulla quale viene effettuato il calcolo richiesto
A N° 1
1 2
B
Città
E Stud 1
D
Città
B
C Sex
Età
1
0
19
F EE1 4
EE3R
Risultato del calcolo effettuato sulla singola risposta
A N° 1
B
Città 1
C Sex 0
D
E Stud 1
Età 19
F EE 4
I
EE3R 4
5 Prima di eliminare la colonna riguardante l'item originale (ad esempio, EE3), ricordarsi di selezionare la colonna dell'item sostituto (ad esempio, l'inverso EE3R), andare sul menù Strumenti, cliccare su Contenuti celle dalla tendina e, infine, deselezionare l'opzione Calcolo automatico, questo perché altrimenti l'eliminazione della colonna di EE3 comporterebbe la modifica dei valori contenuti nella colonna di EE3R.
135
Tab. 8.8 — Estensione del calcolo ad altre risposte
I 2 3 4 5 6
A N° 1 2 3 4 5
B Città
1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
E Stud 1 2 2 2 0
Età
19 45 34 38 61
F EE1 4 3 6 3 0
G EE2 3 1 6 3 1
H I EE3 EE3R 2 4 4 1 4 6
G EE2 3 1 6 3 1
H EE3 2 4 1 4 6
7
8 Tab. 8.9 — Risultato del calcolo effettuato su un set di risposte
1 2 3 4 5 6
A N° 1 2 3 4 5
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
E Stud 1 2 2 2 0
Età 19 45 34 38 61
F EE1 4 3 6 3 0
I EE3R 4 2 5 2 0
8.4. La costruzione degli indici IQURP e AQ
Dopo aver creato gli inversi degli item di senso negativo, è possibile procedere con la costruzione dei punteggi aggregati, vale a dire gli indici IQURP e AQ. Si tratta di calcolare nuove variabili che rappresentano la media dei punteggi dati da un rispondente agli item che compongono un certo indice, come visto nei capitoli 5 e 6. Partendo dal nostro file di lavoro, immaginiamo di voler costruire il punteggio aggregato dell'indice IQURP "Estetica degli Edifici". Nella versione breve delle scale, tale indice si compone dei 3 item EE1, EE2 ed EE3R (immaginiamo di aver eliminato l'originale EE3 come suggerito nel paragrafo precedente). Dunque, sempre in ambiente OpenOffice.org Calc, i passaggi sono molto simili a quanto visto in precedenza. Nello specifico, bisogna inserire una nuova variabile nel fogliodati, dunque nella prima riga, cella I1 della tabella 8.10 utilizzata come esempio (vale a dire, la prima cella dall'alto della prima colonna vuota a destra dopo quelle già riempite), scrivere IQ_EE (che sta per "IQURP Estetica degli Edifici"), dopodiché posizionarsi con il 136
cursore sulla cella immediatamente sottostante (cella I2 della tabella 8.10, che sarà evidenziata dal programma), andare sul menù Inserisci e cliccare Funzione dalla tendina (oppure cliccare sull'iconcina fx posizionata sulla barra degli strumenti), si aprirà la solita finestra "Creazione guidata funzione", scegliere dall'elenco la funzione MEDIA, cliccare su AVANTI, trascinare con il mouse da F2 a H2 (cfr. tabella 8.11) e apparirà il risultato sulla cella selezionata come risulta nella tabella 8.12 (infatti: 4+3+4:3 = 3.67). Tab. 8.10 — Costruzione di un punteggio aggregato: cella di destinazione del calcolo
1 2 3 4 5 6
A N° 1 2 3 4 5
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
Età 19 45 34 38 61
E Stud 1 2 2 2 0
F EE1 4 3 6 3 0
G EE2 3
E Stud 1 2 2 2 0
F EE1 4 3 6 3 0
G H I EE2 EE3R IQ EE 4 3 1 2 6 5 2 3 1 0
E Stud 1 2 2 2 0
F EE1 4 3 6 3 0
G H I EE2 EE3R IQ EE 4 3,67 3 1 2 6 5 2 3 1 0
1
6 3 1
H I EE3R I EE 4 2 5 2 0
7
8 Tab. 8.11
1 2 3 4 5 6 7 8
—
Celle sulle quali viene effettuata la media
A N° 1 2 3 4 5
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
Età 19 45 34 38 61
Tab. 8.12 — Risultato della media richiesta
1 2 3 4 5 6
A N° 1 2 3 4 5
B
Città 1 1 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
Età 19 45 34 38 61
7
8
137
l
Dunque, abbiamo ottenuto la media delle risposte agli item componenti l'IQURP EE da parte del rispondente 1. In altre parole, tale valore esprime il giudizio globale del rispondente 1 sull"`Estetica degli Edifici". Dato che si tratta di una media calcolata sulle sue risposte, viene mantenuta l'aderenza alla scala di risposta originale degli item, che va da O = per niente d'accordo (indicante qualità pessima) a 6 = del tutto d'accordo (indicante qualità eccellente), dunque il punto medio della scala è 3 e il nostro rispondente 1 presenta una media di poco superiore, ossia 3.67, indicante quindi un giudizio di qualità sufficiente per l'estetica degli edifici. Per ottenere le medie ai 3 item per tutti gli altri rispondenti, analogamente a quanto visto prima per la ricodifica degli item negativi, bisogna posizionarsi con il cursore sull'angolo in basso a destra della cella I2, quando apparirà una croce (come mostrato in tabella 8.13), trascinare con il mouse fino alla cella I6 e si otterrà la media anche per gli altri casi (cfr. tabella 8.14). Da questo esempio, emerge che, per quanto riguarda l'estetica degli edifici, il rispondente 5 la giudica di qualità davvero pessima (media uguale a 0.33, decisamente sotto il punteggio medio della scala, uguale a 3, e molto vicino al punteggio minimo, che è 0), i rispondenti 2 e 4 danno una valutazione di qualità relativamente bassa (media uguale, rispettivamente, a 2 e a 2.67, quindi entrambe sotto il punteggio medio della scala), mentre il rispondente 3 manifesta una percezione di alta qualità (media uguale a 5.67, decisamente al di sopra del punteggio medio della scala e molto vicino al punteggio massimo, uguale a 6). Analogamente a quanto visto nell'esempio si procederà per la costruzione delle altre nuove variabili che rappresentano gli indici IQURP e AQ. Tab. 8.13 - Estensione de calcolo della media agli altri casi
1 2 3 4 5 6 7 8
A N° 1 2 3 4 5
B Città
1 1" 1 2 2
C Sex 0 0 1 0 1
D
E Stud 1 2 2 2 0
Età
19 45 34 38 61
138
F EE1 4 3 6 3 0
G EE2 3 1 6 3 1
I H EE3R I• EE 4 3,67 2 5 2 0
Tab. 8.14 — Risultato del calcolo della media sugli altri casi A B C Sex 1 N° Città 1 0 2 1 2 1 0 3 1 4 3 1 2 0 4 5 1 5 2 6 7 8
D
E Stud 1 2 2 2 0
Età
19 45 34 38 61
F EE1 4 3 6 3 0
G EE2 3 1 6 3 1
H I I EE3R 1 IQ EE 4 3,67 2 1 2 5 5,67 2 2,67 0 0,33
8.5. II calcolo delle medie degli indici IQURP e AQ
A questo punto, poniamo che fossimo interessati a conoscere e quantificare la qualità percepita media degli IQURP dello spazio architettonico-urbanistico, vale a dire "Estetica degli edifici", "Densità degli edifici" e "Volumetria degli edifici", in riferimento a un determinato quartiere urbano, per mettere poi a confronto questi dati con quelli di altri quartieri (ad esempio, della stessa città) oppure con dati di qualità "oggettiva", come riportato nel capitolo 2. Sempre in ambiente OpenOffice.org Calc, lavoriamo ora su un file che contiene solo i punteggi medi agli indici (calcolati con la procedura vista nel paragrafo precedente anche per gli altri 2 IQURP) degli stessi 5 casi. Analogamente a quanto visto in precedenza, posizionarsi con il cursore sulla cella vuota immediatamente al di sotto dell'ultimo valore della variabile IQ_EE, o ancor meglio, per motivi di leggibilità, due celle sotto (ad esempio, la cella 18, come mostrato in tabella 8.15), poi andare sul menù Inserisci e cliccare Funzione dalla tendina (oppure cliccare sull'iconcina fx posizionata sulla barra degli strumenti), si aprirà la solita finestra "Creazione guidata funzione" dalla quale bisogna scegliere dall'elenco la funzione MEDIA, cliccare su AVANTI, trascinare con il mouse da 12 a I6 (cfr. tabella 8.16) e apparirà il risultato sulla cella selezionata come risulta nella tabella 8.17. A questo punto, per calcolare le medie degli altri 2 indici, basta posizionarsi con il cursore sull'angolo in basso a destra della cella 18, quando apparirà una croce (come mostrato in tabella 8.18), trascinare con il mouse fino alla cella K8 e si otterrà la media anche per gli altri 2 indici (cfr. tabella 8.19). 139
Dunque, se gli indici IQURP rilevati si riferissero a uno specifico quartiere urbano e se, invece di avere un campione di soli 5 casi (o rispondenti, o questionari compilati), avessimo un campione congruo e rappresentativo dei residenti del quartiere in questione, potremmo fornire una valutazione generale di qualità "soggettiva" del quartiere per i tre indicatori considerati. Nello specifico, potremmo constatare che tale ipotetico quartiere riceve una buona valutazione in merito alla "Densità degli edifici" (media di 4.11, indicante un discreto livello di qualità), un giudizio abbastanza negativo sulla "Volumetria degli edifici" (media di 1.75, corrispondente a un livello piuttosto basso di qualità) e, infine, una valutazione di poco insufficiente riguardo all"'Estetica degli edifici" (media di 2.87, di poco sotto al punto medio della scala di risposta). Tab. 8.15 — Calcolo della media dell'IQURP "Estetica degli Edifici": cella di destinazione del calcolo
1 2 3 4 5 6 7 8
I IQ EE 3,67 2 5.67 2,67 0,33
J IQ_DE
5,15 3,25 5,67 3,5 3
K IQ VE 2,91 1,5 3 1 0,33
L
Tab. 8.16 — Calcolo della media dell 'IQURP "Estetica degli Edifici": cella di destinazione del calcolo
I 1
2 3 4 5 6 7
8
^
IQ_EE 3,67 2
5,67 2,67 0,33
J
K
IQ DE
IQ VE
5,15 3,25 5,67 3,5
2,91 1,5 3 1 0,33
I 140
L
Tab. 8.17 - Risultato della media dell'IQURP "Estetica degli Edifici"
I
I
5,15
2,91
2 3,25
1,5
4 5 6
5,67 5,67 3,5 2,67 0,33 3
7 8
2,87
Tab. 8.18
-
IQ EE
4 5 6
3
Tab. 8.19
J IQ DE
L
K IQ_VE
5,15
2,91
2
3,25
1,5
5,67 2,67 0,33
5,67 3,5
3 1
3
0,33
^
Risultato del calcolo della media sugli altri 2 indici
1 2
3
4 5 6
8
0,33
3,67
^ -
3 1
Estensione del calcolo della media agli altri 2 indici
1 2
7 8
L
K
IQ VE
3,67
3
J
IQ DE
IQ EE
1 2
I
I IQ_EE
J IQ_DE
K IQ_VE
3,67
5,15
2,91
2
3,25
1,5
5,67 2,67 0,33
5,67 3,5
3 1
3
0,33
2,87
4,11
1,75
141
L
I
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150
Appendice 1. La Versione Base degli strumenti: i 148 item divisi per indicatore e per scala di misura
Scala 1: Spazio architettonico-urbanistico IQURP 1: Densità degli edifici
Item
Testo dell'item
DE1 DE2 DE3 DE4 DE5 DE6 DE7
Le case del quartiere sono troppo attaccate tra loro C'è sufficiente spazio tra le case del quartiere In questo quartiere c'è poco spazio tra una costruzione e l'altra Le case del quartiere sono ben distanziate tra loro Le costruzioni di questo quartiere sono addossate l'una all'altra Questo è un quartiere spazioso In questo quartiere le zone costruite e gli spazi liberi sono ben equilibrati
IQURP 2: Estetica degli edifici
EE1 EE2 EE3 EE4 EE5 EE6 EE7 EE8
Gli edifici di questo quartiere sono belli Questo quartiere è piacevole da guardare I colori degli edifici del quartiere sono poco indovinati Gli edifici di questo quartiere sono brutti In generale gli edifici del quartiere hanno brutte forme Gli edifici del quartiere sono costruiti con bei materiali I particolari degli edifici del quartiere sono molto curati Questo quartiere è sgradevole dal punto di vista estetico
IQURP 3: Volumetria degli edifici
VE1 VE2 VE3 VE4 VE5 VE6
La dimensione degli edifici del quartiere è opprimente In questo quartiere il volume degli edifici è sproporzionato In questo quartiere gli edifici sono troppo alti Gli edifici del quartiere sono troppo grandi La grandezza di certi edifici del quartiere è veramente eccessiva Nel quartiere, le case sono troppo alte rispetto alla larghezza delle strade
151
Scala 2: Spazio praticato IQURP 4: Praticabilità interna
PI l PI2 PI3 PI4 PI5 PI6 PI7 PI8
In questo quartiere le macchine parcheggiate impediscono di muoversi a piedi Nel quartiere c'è buona disponibilità di spazi per parcheggiare È facile circolare in bicicletta in questo quartiere È pericoloso andare in bicicletta per le strade del quartiere In questo quartiere i parcheggi sono quasi totalmente assenti Le strade di questo quartiere sono sufficientemente larghe Lo spazio per muoversi a piedi nel quartiere è insufficiente È un quartiere ben agibile anche per le persone disabili
IQURP 5: Collegamenti con il resto della città
Col Cot Co3 Co4 Co5 Co6
Da questo quartiere il centro è facilmente raggiungibile Questo è un quartiere ben collegato con parti importanti della città Questo quartiere è isolato dal resto della città C'è un'ampia scelta di strade per uscire dal quartiere È facile uscire rapidamente dal quartiere Per accedere al quartiere bisogna fare giri viziosi
Scala 3: Spazio verde IQURP 6: Spazio verde
Vel Ve2 Ve3 Ve4 Ve5 Ve6 Ve7 Ve8 Ve9 VelO
Nel quartiere ci sono spazi verdi dove è possibile rilassarsi Nel quartiere ci sono sufficienti zone verdi Per raggiungere un parco occorre purtroppo spostarsi in altri quartieri della città Nel quartiere gli spazi verdi sono in buone condizioni Nel quartiere c'è un giardino o parco dove le persone si possono incontrare Nel quartiere manca un parco dove i bambini possono giocare in libertà II verde del quartiere è ben attrezzato (illuminazione, vialetti, panchine, cestini per i rifiuti, ecc.) Le aree verdi del quartiere sono troppo piccole Molti spazi verdi del quartiere stanno scomparendo Il verde del quartiere è per lo più chiuso al pubblico
Scala 4: Gente e relazioni sociali IQURP 7: Sicurezza
Si
Si2 Sia Si4 Si5 Si6
Il quartiere è frequentato da persone poco raccomandabili In questo quartiere spesso si verificano atti di vandalismo Girando per il quartiere la sera tardi c'è il rischio di fare brutti incontri In questo quartiere si può uscire tranquillamente anche di sera Le strade del quartiere sono sufficientemente sicure Le zone verdi del quartiere sono mal frequentate
IQURP 8: Discrezione
Dil Di2 Di3 Di4 Di5
La gente qui fa troppi pettegolezzi Qui si ha spesso l'impressione di avere gli occhi degli altri puntati addosso In questo quartiere la gente non si intromette negli affari altrui In questo quartiere si ha l'impressione di essere controllati dagli altri In questo quartiere la gente è in genere discreta
152
IQURP 9: Socievolezza
Sol Sol So3 So4 So5 So6 Sol
È difficile fare amicizie tra la gente del quartiere Nel quartiere è facile fare conoscenza con altre persone La gente del quartiere tende ad isolarsi La gente di questo quartiere è in genere poco socievole Gli abitanti di questo quartiere hanno rapporti solo formali tra loro La gente del quartiere collabora facilmente La gente di questo quartiere è in genere cordiale
Scala 5: Servizi sociali
IQURP 10: Servizi scolastici
Sc 1 Sc2 Sc3 Sc4 Sc5 Sc6
Il quartiere è ben fornito per servizi scolastici Le scuole dell'obbligo sono facilmente raggiungibili a piedi Le scuole del quartiere sono in genere di buon livello Bambini e ragazzi sono costretti a spostarsi dal quartiere per andare a scuola Le scuole del quartiere sono in genere scadenti Le scuole del quartiere sono collocate in locali inadatti
IQURP 11: Servizi socio-sanitari SS 1
SS2 SS3 SS4 SS5
I servizi sociali del quartiere sono inadeguati Nel quartiere mancano servizi per l'assistenza alle persone più anziane In questa zona l'Azienda Sanitaria Locale non è adeguata alle esigenze degli abitanti L'unità Sanitaria Locale di questa zona offre servizi soddisfacenti I vigili urbani del quartiere forniscono anche utili servizi sociali
Scala 6: Servizi ricreativi
IQURP 12: Servizi e impianti sportivi IS1
IS2 IS3 IS4 IS5 IS6 IS7 IS8
In questo quartiere è possibile praticare varie attività sportive Questo è un quartiere ben dotato in fatto di impianti sportivi Ci sono zone del quartiere dove è possibile praticare sport all'aria aperta Se ti piace andare a correre il quartiere si presta bene Nel quartiere le zone all'aria aperta per praticare sport sono insufficienti Gli impianti sportivi presenti nel quartiere sono insufficienti per le esigenze degli abitanti Se ti piace la bicicletta il quartiere si presta pochissimo Nel quartiere non si ha modo di praticare attività sportive diverse
IQURP 13: Attività socio-culturali
AS 1 AS2 AS3 AS4 AS5 AS6 AS7 AS8
Nel quartiere scarseggiano attività di svago per gli abitanti Di sera il quartiere offre diverse attrattive Questo quartiere non è sufficientemente attrezzato per ospitare iniziative culturali Il quartiere è spesso animato da diverse manifestazioni culturali (mostre, spettacoli, ecc.) In questo quartiere sono veramente poche le iniziative di tipo culturale Il quartiere è ben dotato di strutture per spettacoli teatrali Le biblioteche del quartiere sono adeguate per le esigenze degli abitanti La mancanza di punti di ritrovo non consente ai più giovani di passare il tempo libero nel quartiere
153
Scala 7: Servizi commerciali IQURP 14: Servizi commerciali
SCI SC2 SC3 SC4 SC5 SC6 SC7 SC8
Nel quartiere ci sono negozi di ogni genere Nei negozi del quartiere si può trovare qualsiasi cosa Questo quartiere è ben servito in fatto di negozi I negozi sono mal distribuiti nel quartiere Nei negozi del quartiere mancano le cose particolari Per fare acquisti particolari è necessario uscire dal quartiere I negozi del quartiere non offrono un'ampia scelta di prodotti I negozi che vendono generi di prima necessità sono facilmente raggiungibili
Scala 8: Servizi di trasporto IQURP 15: Servizi di trasporto
ST1 ST2 ST3 ST4 ST5 ST6 ST7
I mezzi pubblici esistenti garantiscono un buon collegamento con le altre parti della città La frequenza dei mezzi di trasporto pubblico è adeguata alle esigenze degli abitanti del quartiere Gli autobus del quartiere sono troppo scomodi Le fermate dei mezzi di trasporto pubblico sono ben distribuite all'interno del quartiere La qualità dei trasporti pubblici nel quartiere è in genere scadente In questo quartiere c'è una buona varietà di mezzi di trasporto pubblico I servizi di trasporto pubblico del quartiere obbligano ad attese eccessive
Scala 9: "Clima" psicologico IQURP 16: Tranquillità vs. caos TCI
TC2 TC3 TC4 TC5 TC6 TC7
TC8
C'è un'atmosfera serena in questo quartiere Rispetto al caos di altre zone questo è un quartiere dove si può ancora vivere Vivere in questo quartiere è piuttosto stressante C'è un ritmo di vita tranquillo nel quartiere Questo quartiere è un'oasi di quiete In questo quartiere non si può mai stare in pace In questo quartiere la confusione è insopportabile In questo quartiere è impossibile rilassarsi
IQURP 17: Stimolazione vs. monotonia SMI
SM2 SM3 SM4 SM5 SM6 SM7 SM8
Questo quartiere pullula di attività Ogni giorno c'è qualche novità interessante nel quartiere In questo quartiere non succede mai niente Questo è un quartiere molto noioso In questo quartiere si possono fare solo poche cose È divertente trascorrere il tempo libero in questo quartiere In questo quartiere i giorni sembrano tutti uguali In questo quartiere è difficile annoiarsi
Scala 10: Salubrità ambientale IQURP 18: Salubrità ambientale
SA1
L'aria di questo quartiere è pulita
154
SA2 SA3 SA4 SA5 SA6 SA7
Nel complesso questo quartiere non è inquinato Questo è un quartiere silenzioso In questo quartiere la salute degli abitanti è minacciata dall'inquinamento Questo è un quartiere inquinato Nel quartiere c'è troppo rumore In questo quartiere l'intensità del traffico dà veramente troppo fastidio
Scala 11: Manutenzione e cura IQURP 19: Manutenzione e cura
MC 1 Le strade del quartiere vengono regolarmente pulite MC2 La segnaletica delle vie del quartiere è tenuta in buone condizioni MC3 Gli abitanti della zona mostrano cura per il loro quartiere MC4 Ci sono troppe buche nelle strade del quartiere MC5 Gli abitanti di questo quartiere dimostrano scarso senso civico nei riguardi dell'ambiente MC6 Gli abitanti del quartiere evitano di sporcare in giro MC7 Il servizio di raccolta dei rifiuti è efficiente MC8 Nel quartiere ci sono troppi luoghi abbandonati MC9 In questo quartiere le auto vengono parcheggiate rispettando gli spazi consentiti MC10 Troppi muri del quartiere sono imbrattati con scritte o disegni MC 11 Molti edifici del quartiere sono in cattivo stato MC12 Nel quartiere l'illuminazione delle strade è spesso insufficiente Scala di Attaccamento al Quartiere (AQ) AQ: Attaccamento al quartiere
AQ1 AQ2 AQ3 AQ4 AQ5 AQ6 AQ7 AQ8
Questo quartiere fa ormai parte di me Farei molta fatica a lasciare questo quartiere Questo per me è un quartiere ideale Non mi sento integrato in questo quartiere Vivrei volentieri in un altro quartiere Non ho nulla in comune con questo quartiere Non mi riconosco nello stile di vita del quartiere Mi riconosco nella gente di questo quartiere
155
Appendice 2. La Versione Breve degli strumenti: i 66 item divisi per indicatore e per scala di misura
Scala 1: Spazio architettonico-urbanistico IQURP 1: Densità degli edifici
Item
Testo dell'item
DE1 DE2 DE3
Le case del quartiere sono troppo attaccate tra loro C'è sufficiente spazio tra le case del quartiere In questo quartiere c'è poco spazio tra una costruzione e l'altra
IQURP 2: Estetica degli edifici
EEl EE2 EE3
Gli edifici di questo quartiere sono belli Questo quartiere è piacevole da guardare I colori degli edifici del quartiere sono poco indovinati
IQURP 3: Volumetria degli edifici
VE VE2 VE3
La dimensione degli edifici del quartiere è opprimente In questo quartiere il volume degli edifici è sproporzionato In questo quartiere gli edifici sono troppo alti
Scala 2: Spazio praticato IQURP 4: Praticabilità interna
PII PI2 PI3
In questo quartiere le macchine parcheggiate impediscono di muoversi a piedi Nel quartiere c'è buona disponibilità di spazi per parcheggiare È facile circolare in bicicletta in questo quartiere
IQURP 5: Collegamenti con il resto della città
Col Co2 Coi
Da questo quartiere il centro è facilmente raggiungibile Questo è un quartiere ben collegato con parti importanti della città Questo quartiere è isolato dal resto della città
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Scala 3: Spazio verde IQURP 6: Spazio verde
Ve Ve2 Ve3 Ve4
Nel quartiere ci sono spazi verdi dove è possibile rilassarsi Nel quartiere ci sono sufficienti zone verdi Per raggiungere un parco occorre purtroppo spostarsi in altri quartieri della città Nel quartiere gli spazi verdi sono in buone condizioni
Scala 4: Gente e relazioni sociali IQURP 7: Sicurezza
Sil Si2 Si3
Il quartiere è frequentato da persone poco raccomandabili In questo quartiere spesso si verificano atti di vandalismo Girando per il quartiere la sera tardi c'è il rischio di fare brutti incontri
IQURP 8: Discrezione
Di1 Di2 Di3
La gente qui fa troppi pettegolezzi Qui si ha spesso l'impressione di avere gli occhi degli altri puntati addosso In questo quartiere la gente non si intromette negli affari altrui
IQURP 9: Socievolezza
Sol So2 So3
È difficile fare amicizie tra la gente del quartiere Nel quartiere è facile fare conoscenza con altre persone La gente del quartiere tende ad isolarsi
Scala 5: Servizi sociali IQURP 10: Servizi scolastici
Sc Sc2
Sc3
TI quartiere è ben fornito per servizi scolastici
Le scuole dell'obbligo sono facilmente raggiungibili a piedi Le scuole del quartiere sono in genere di buon livello
IQURP 11: Servizi socio- sanitari
SS1 SS2 SS3
I servizi sociali del quartiere sono inadeguati Nel quartiere mancano servizi per l'assistenza alle persone più anziane In questa zona l'Azienda Sanitaria Locale non è adeguata alle esigenze degli abitanti
Scala 6: Servizi ricreativi IQURP 12: Servizi e impianti sportivi
IS 1S2 IS3
In questo quartiere è possibile praticare varie attività sportive Questo è un quartiere ben dotato in fatto di impianti sportivi Ci sono zone del quartiere dove è possibile praticare sport all'aria aperta
IQURP 13: Attività socio-culturali
AS 1 AS2 AS3
Nel quartiere scarseggiano attività di svago per gli abitanti Di sera il quartiere offre diverse attrattive Questo quartiere non è sufficientemente attrezzato per ospitare iniziative culturali
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Scala 7: Servizi commerciali IQURP 14: Servizi commerciali SC 1
SC2 SC3 SC4
Nel quartiere ci sono negozi di ogni genere Nei negozi del quartiere si pub trovare qualsiasi cosa Questo quartiere è ben servito in fatto di negozi I negozi sono mal distribuiti nel quartiere
Scala 8: Servizi di trasporto IQURP 15: Servizi di trasporto
STI ST2 ST3 ST4
I mezzi pubblici esistenti garantiscono un buon collegamento con le altre parti della città La frequenza dei mezzi di trasporto pubblico è adeguata alle esigenze degli abitanti del quartiere Gli autobus del quartiere sono troppo scomodi Le fermate dei mezzi di trasporto pubblico sono ben distribuite all'interno del quartiere
Scala 9: "Clima" psicologico IQURP 16: Tranquillità vs. caos
TC1 TC2 TC3
C'è un'atmosfera serena in questo quartiere Rispetto al caos di altre zone questo è un quartiere dove si può ancora vivere Vivere in questo quartiere è piuttosto stressante
IQURP 17: Stimolazione vs. monotonia SM l
SM2 SM3
Questo quartiere pullula di attività Ogni giorno c'è qualche novità interessante nel quartiere In questo quartiere non succede mai niente
Scala 10: Salubrità ambientale IQURP 18: Salubrità ambientale
SAI SA2 SA3 SA4
L'aria di questo quartiere è pulita Nel complesso questo quartiere non è inquinato Questo è un quartiere silenzioso In questo quartiere la salute degli abitanti è minacciata dall'inquinamento
Scala 11: Manutenzione e cura IQURP 19: Manutenzione e cura MCl
MC2 MC3 MC4
Le strade del quartiere vengono regolarmente pulite La segnaletica delle vie del quartiere è tenuta in buone condizioni Gli abitanti della zona mostrano cura per il loro quartiere Ci sono troppe buche nelle strade del quartiere
Scala di Attaccamento al Quartiere (AQ) AQ: Attaccamento al quartiere
AQ AQ2 AQ3 AQ4
Questo quartiere fa ormai parte di me Farei molta fatica a lasciare questo quartiere Questo per me è un quartiere ideale Non mi sento integrato in questo quartiere
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