ENZO PACI
IL DEL
SIGNIFICATO PARMENIDE
NELLA FILOSOFIA DI PLATONE
CASA EDITRICE GIUSEPPE PRINCIPATO MESSINA - MILANO...
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ENZO PACI
IL DEL
SIGNIFICATO PARMENIDE
NELLA FILOSOFIA DI PLATONE
CASA EDITRICE GIUSEPPE PRINCIPATO MESSINA - MILANO
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
Officine Grafiche Principato — Messina - 1938-
PREFAZIONE
La civiltà europea sempre, nei suoi momenti di più alta tensione,
o di potenza
guardarsi,
di valutarsi,
o di crisi, ha sentito il bisogno di e, questa valutazione,
sere stata che lo sguardo al passato, da sorgente
non può es-
il ritrovare la profon-
della nostra cultura nella civiltà
Si sa che, prima della guerra mondiale,
classica. la scuola di
Marburgo ha cercato in Platone la riprova del suo sistema trascendentale.
Ma come il pensiero tedesco dal
smo si mosse verso un nuovo ontologismo,
neo-kanti-
cosi si senti il
bisogno di ristudiare il pensiero platonico,
di liberarlo dal-
l'interpretazione
Fu Iulius Sten-
zel che compì
metodologica
del Natorp.
questo grande lavoro;
siero contemporaneo
attentissimo
al pen-
sempre seguì un indirizzo filosofico in
ogni ricerca, anche in quelle che sembrano puramente logiche,
e riuscì in tal modo a realizzare
il grande
filoideale
dello studioso del pensiero antico: l'unità tra la filosofia e la filologia. Mentre Husserl combatteva sione del mondo,
per una nuova vi-
riuscendo in fondo ad una teoria delle
idee, che rinnova i motivi più profondamente platonismo,
Stenzel sgretolava
l'interpretazione
razionali del natorpiana
dell'idea come legge. Il presente lavoro, in cui si ritrovano i suaccennati motivi, pur mantenendosi
:
nel piano di un 'interpretazione
sto-
rica di Platone, poteva
è quindi un lavoro di pensiero, e tale non
non essere in quanto tenta di inverare
zione di Natorp
in una più ampia visione del concetto
legge trascendentale
e tiene conto sempre,
non può sembrare,
del paziente
dello
Vinterpreta-
anche là
di
dove
studio filoso fico-filologico
Stenzel. Il risultato è un principio antinomico assoluto, la cor-
relatività tra l'uno e il molteplice o tra l'essere e il non essere,
assunta
come fondamento
inteso quest'ultimo come
razionale
del
platonismo,
non solo come espressione
ciò che nel pensiero
storica
c'è e ci sarà di
ma
eternamente
platonico. Non starò qui a difendere anticipatamente la mia opera: certo un simile tentativo
i difetti del-
non era facile e
spesso la fatica è rimasta nel lavoro troppo visibile e verrà richiesta, Platone
conseguentemente,
al lettore.
La
grandezza
non ha nulla da temere dal mio metodo
co; tuttavia una tale freddezza
di
anatomi-
era necessaria e solo essa
mi ha permesso di ritrovare quell'armonia
che per me non
è solo base della civiltà classica ma di ogni civiltà e quindi della stessa civiltà
contemporanea.
Tornare a Platone significa ritrovare il fondamento no del nostro spirito, l'essenza primordiale
In due parole è tutto detto: è europea la sintesi degli opposti, raggiunta
la soluzione positiva
senza ridurre la potenza
eter-
dell' europeismo.
di tutte le vitale
creatrice antinomie,
della loro dina-
micità. Io credo dunque al principio dell' antinomia anche se assunto oltre l'orizzonte
platonico,
dell'essere,
come principio
base di un vero idealismo, di un idealismo cioè che non si plachi in un cristallizzato
e dogmatico
la vita come opposizione
e lotta creatrice. Altrove
ottimismo,
ma senta ho ten-
tato e tenterò di chiarire ciò che qui, con Platone, mi sembra porsi come base prima, storicamente
e idealmente,
nostro pensiero. Per ora, congedando questo primo mi preme indirizzare
del
lavoro,
il lettore verso una meditazione
che
non
credo inutile: il nulla, il non essere, Vopposizione
di-
struggitrice di tutti gli aspetti della vita e del pensiero, hanno invaso e stanno invadendo la filosofia europea. Non chiudiamo gli occhi, oltrepassandola,
ma cerchiamo di « vivere » questa rendendola
positiva
e creatrice.
crisi,
Sarà ciò
che di più grande potremo fare se riusciremo, e sarà, in un certo senso, la missione della nostra epoca. Mi si comprende?
Non rinunciare a nulla, accettare in noi ogni esperien-
za, vivere in tutte le opposizioni,
svolgere tutti i problemi,
seguire tutti i sensi dell'essere che la ragione ci indica. È quello che si fa nel Parmenide. E il Parmenide non è il simbolo della distruzione, spezzarsi (Cfr.
non è il crollo del sistema, non è lo
della logica, come vuole la filosofia
K . JASPERS: Philosophie,
III.
dell'esistenza
Metaphisik.
1 9 3 2 , p a g . 4 6 ) ; proprio le sue opposizioni
Berlin,
creano la vita
stessa del pensiero, il respiro dialettico del vivente,
l'eterna
legge razionale che supera la morte ad essa opponendo senza tregua la potenza
creatrice dello spirito. Si comprenderà il
senso dì questo lavoro quando ci si renderà conto che sugli stessi m o t i v i dell' esistenzialismo e della « meditatio mortis » esso tende a fondare la più libera e pura « meditatio vitae ».
Parma, 12 Maggio 1938-XVT.
E. P.
PARTE PRIMA IL PROBLEMA DEL PARMENIDE NEI DIALOGHI FINO ALLA
REPUBBLICA
CAPITOLO I . I
Il
DIALOGHI
GIOVANILI
problema
del P a r m e n i d e
FINO AL
è
CRATILO
il p r o b l e m a
dei
pos-
sibili r a p p o r t i tra u n i t à e m o l t e p l i c i t à . N o i c e r c h e r e m o
di
s t u d i a r e il g r a d u a l e s v i l u p p a r s i di q u e s t o p r o b l e m a nei d i a l o g h i c h e p r e c e d o n o il P a r m e n i d e
t e n t a n d o di s e g u i r e
in
essi il v a r i o m o v i m e n t o c h e c o n d u r r à alla fissazione d i a l e t t i c a d e i r a p p o r t i tra l ' u n o e il m o l t e p l i c e nelle n o v e i p o t e s i del nostro dialogo. T r a l a s c e r e m o perciò tutti i problemi che non
contri-
b u i s c o n o a c h i a r i r e il m o v i m e n t o d i a l e t t i c o i n q u e s t i o n e m o d o c h e i d i a l o g h i p r e c e d e n t i il P a r m e n i d e
in
diventeranno
u n a l o g i c a i n t r o d u z i o n e a d esso. L a d i s c u s s i o n e , i n q u e s t ' u l t i m o , tra S o c r a t e e Z e n o n e e il l u n g o discorso d e l l ' E l e a t e , permetteranno
poi una
p r e c i s a v a l u t a z i o n e del
significato
c h e p e r P l a t o n e c o n s e r v a il m e t o d o s o c r a t i c o così c o m e v e r r à c a r a t t e r i z z a t o nel T e e t e t o . I l n o s t r o s t u d i o si d i v i d e r à i n q u a t t r o p a r t i . Nella prima
v e r r à p o s t a in l u c e , c o m e si è d e t t o ,
dialettica che conduce al P a r m e n i d e e verranno d a q u e s t o p u n t o di v i s t a , i d i a l o g h i fino a l l a
la
esaminati, Repubblica
c o m p r e s a . N e l l a s e c o n d a a n a l i z z e r e m o il d i a l o g o i n q u e s t i o n e . N e l l a t e r z a il T e e t e t o ci offrirà l a possibilità di v a l u t a r e
la m a i e u t i c a s o c r a t i c a c o m e u n a t i p i c a f e n o m e n o l o g i a d e l c o n o s c e r e g u i d a t a d a l l a l e g g e c o r r e l a t i v a essere e n o n e s sere. N e l l ' u l t i m a c e r c h e r e m o d i v e d e r e i n c h e m o d o l e p o sizioni r a g g i u n t e d a l P a r m e n i d e p e r m a n g o n o e si s v o l g o n o nelle u l t i m e espressioni d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o .
L'Ippia
Minore e il Primo Alcibiade.
— Nell'Ippia Mi-
n o r e S o c r a t e sostiene c h e s e il m a l e v i e n e c o m m e s s o c o s c i e n t e m e n t e si g i u n g e a d e l l e c o n c l u s i o n i s c a n d a l o s e . S e u n u o m o , c h e c o n o s c e il b e n e , fa il m a l e , c o s t u i , c h e fa il m a l e con un ragionamento ed una premeditazione, è certo superiore a c h i fa il m a l e s e n z a s a p e r l o . A c h i l l e è p e r l ' u o m o naturalmente sincero c h e n o n inganna tariamente,
Ippia
mai volon-
U l i s s e è l ' u o m o c h e f a il m a l e p e r r e a l i z z a r e i
s u o i fini. L ' i n s e g n a m e n t o
del dialogo è questo:
bisogna
considerare l'azione in rapporto a d u n m o n d o ideale
per-
fetto a c u i c i si d e v e a v v i c i n a r e il p i ù p o s s i b i l e . T a n t o l e a z i o n i di A c h i l l e q u a n t o q u e l l e d i U l i s s e d e v o n o essere c o n siderate
n o n in rapporto al loro v a n t a g g i o
momentaneo,
alla l o r o u t i l i t à i m m e d i a t a p e r l a r e a l i z z a z i o n e d i q u e s t o o q u e l fine, m a in r a p p o r t o a l l a l o r o v i c i n a n z a o l o n t a n a n z a d a l l a r e a l t à i d e a l e . S e U l i s s e fa il m a l e , c o n p i e n a c o s c i e n z a di f a r l o , d e v ' e s s e r e n e c e s s a r i a m e n t e m i g l i o r e d i A c h i l l e c h e è i n c o s c i e n t e ; a m e n o c h e il criterio c o n c u i si g i u d i c a n o l e a z i o n i d e i d u e eroi n o n sia u n criterio c h e g u a r d a a l c o n tenuto p u r a m e n t e quantitativo del loro sapere o a d u n contenuto riguardante i loro v a n t a g g i materiali dipendenti dalla m o l t e p l i c i t à sensibile e d a l l a d o x a , m a u n criterio c h e p o n g a in r a p p o r t o l e a z i o n i d i A c h i l l e e di U l i s s e e d il l o r o s a p e r e c o n il s a p e r e finale e t o t a l e e cioè c o n l a c o n o s c e n z a d e l m o n d o delle idee. Il metodo usato d a Ippia per giudicare n o n tiene affatto
conto invece del m o n d o ideale e perciò
conduce necessariamente
a delle c o n c l u s i o n i a s s u r d e . N e l
dialogo è quindi tacitamente
presente
il p r o b l e m a
fonda-
m e n t a l e d e l p l a t o n i s m o , cioè il p r o b l e m a d e i r a p p o r t i t r a idee e m o n d o s e n s i b i l e , r a p p o r t i c h e s o n o d i m o s t r a t i n e c e s -
s a n i p e r a s s u r d o . S i p u ò r i d u r r e s c h e m a t i c a m e n t e il r a g i o n a m e n t o d e l d i a l o g o in q u e s t o m o d o : se n o n si tiene c o n t o c h e o g n i a z i o n e p a r t i c o l a r e , o g n i m o l t e p l i c i t à , d e v e essere m e s s a i n r e l a z i o n e c o n u n a v i s i o n e g e n e r a l e dei fini d e l l a v i t a , c o n u n ' u n i t à , n o n si p u ò e s p r i m e r e n e s s u n g i u d i z i o s u l le a z i o n i u m a n e . Nell'Alcibiade
Primo
si c o n t r a p p o n e
alla concezione
p o l i t i c a di A l c i b i a d e , l i m i t a t a a d u n a utilità
momentanea
ed asservita alla d o x a , una politica che tenga conto dell'util i t à t o t a l e , c i o è d e l l ' i d e a d e l b e n e . C o n o s c e r e sè stessi s i g n i fica p r o p r i o q u e s t o : r i c o n o s c e r e i n noi m e d e s i m i , n e l n o s t r o i n t e r n o , c h e t u t t e le c o n o s c e n z e e a z i o n i p a r t i c o l a r i d e v o n o essere r e g o l a t e d a u n ' u n i t à e c a p i r e c h e q u e s t ' u n i t à
consi-
s t e n e l l ' a n i m a ( A l e . 1 3 0 B , 1 3 2 c, 1 2 4 C ) . A l c i b i a d e è i m m e r s o n e l m o n d o delle o m b r e e s e g u e q u e l l o c h e v i a v i a gli s e m b r a bello e b u o n o , m a u n a cosa è bella solo in rapporto a d u n ' i d e a della b e l l e z z a , p e r c i ò A l c i b i a d e n o n p o t r à
riu-
s c i r e m a i , a m e n o c h e n o n si r i m e t t a s o t t o la g u i d a di S o c r a t e , d a l m o m e n t o c h e egli c r e d e c h e la v i r t ù consista nella m o l t e p l i c i t à e c h e essa si p o s s a i m p a r a r e p e r a b i t u d i n e c o m e si è i m p a r a t o a p a r l a r e la l i n g u a n a t i v a ( 1 1 1 A ) . I d u e d i a l o g h i n o n d i c o n o n u l l a di p i ù , in r a p p o r t o a l n o s t r o
pro-
b l e m a , di c i ò c h e si è f a t t o v e d e r e , m a in essi n o n si t r o v a nulla che contraddica alle posizioni più tardi prese da P l a t o n e . Si t a c e di m o l t i p r o b l e m i , m a si p u ò o s s e r v a r e , e così avrebbe
fatto
probabilmente
osservare
Platone,
che
non
e r a il c a s o di t r a t t a r e i p r o b l e m i a f o n d o c o n i n t e r l o c u t o r i d e l c a r a t t e r e di I p p i a e di A l c i b i a d e e c h e n è c o n l ' u n o n è con l'altro sarebbe stato possibile comportarsi diversamente d a c o m e si è c o m p o r t a t o S o c r a t e .
L'Ippici
Maggiore. — I n q u e s t o d i a l o g o si d i s c u t e s u l -
l ' i d e a d e l b e l l o . Si è d e t t o c h e q u i n o n si p e n s a a d u n a v e r a e p r o p r i a i d e a nel s e n s o d e l l a teoria delle i d e e e c h e si ri' c e r c a p i u t t o s t o u n « c o n c e t t o » s e c o n d o il m e t o d o di d i s c u s s i o n e s o c r a t i c o . M a p r o p r i o q u e s t o fatto ci p u ò a i u t a r e
a
— i
4
—
comprendere la v i c i n a n z a del dialogo c o n i problemi dialoghi metafisici. T u t t a la discussione c o n Ippia
dei
riguarda
la b e l l e z z a s e n s i b i l e : P l a t o n e v u o l far v e d e r e c h e
questa
n o n si c o m p r e n d e se n o n si p o n e i n r e l a z i o n e c o n l a b e l l e z z a c h e è p r e s e n t e i n t u t t e le c o s e . Si p a r l a infatti a n c h e di u n a b e l l e z z a delle l e g g i e dei c o s t u m i . I l p r o b l e m a d e l l ' u n i t à e della m o l t e p l i c i t à è a n c h e q u i p r e s e n t e : se di d u e f o r m e si p u ò dire c h e s o n o b e l l e è p e r c h è a d esse a p p a r t i e n e medesima
« ousia » (Ippia
Magg.
302 C D ) . S e
una
Platone
n o n a c c e n n a q u i i n m o d o p i ù c h i a r o alla t e o r i a delle i d e e ciò si s p i e g a a n c o r a u n a v o l t a c o n il c a r a t t e r e d e l d i a l o g o e dei p e r s o n a g g i : n o n era il c a s o di p a r l a r e c o n I p p i a c o m e si p a r l e r à c o n P a r m e n i d e e la d i s c u s s i o n e , i n q u e s t o d i a l o g o , si l i m i t a a d u n fatto p a r t i c o l a r e e n o n r i g u a r d a teoria g e n e r a l e . È
sufficiente c h e l ' I p p i a
una
Maggiore, come
tutti i d i a l o g h i c h e g l i s o n o v i c i n i , ci d i m o s t r i , c o n l a s u a conclusione,
c h e il p r o b l e m a
posto
n o n si p u ò
risolvere
s e n z a tener c o n t o d e l l a v i s i o n e filosofica c h e P l a t o n e e s p o r r à nella R e p u b b l i c a e nel P a r m e n i d e .
L'Ione.
— L ' I o n e è i n r e l a z i o n e c o n il g r u p p o di d i a -
l o g h i c h e h a n n o p e r s c o p o di u n i f i c a r e le v a r i e v i r t ù i n u n a sola virtù, dialoghi ( C a r m i d e , L a c h e t e ) che stanno
intorno
a l P r o t a g o r a , e di c u i u n o dei t e m i p r i n c i p a l i è la c r i t i c a della poesia e dell'interpretazione
allegorica della
poesia.
D ' a l t r a p a r t e , c o m e il P r o t a g o r a , così l ' I o n e è i n r e l a z i o n e c o n il F e d r o , p o i c h é u n o dei p r o b l e m i p i ù i m p o r t a n t i
di
questo dialogo sarà
di
q u e l l o di t r a s f o r m a r e
la r e t t o r i c a
F e d r o , rettorica p u r a m e n t e f o r m a l e , i n u n a r e t t o r i c a
diret-
ta v e r s o l ' i d e a . M a c o n I o n e , il r a p s o d o n o n m o l t o i n t e l l i g e n t e e m o l t o p i e n o di sè, n o n è il c a s o d i p a r l a r e c o m e c o n F e d r o , a n c h e p e r c h è q u i n o n s i a m o sulle r i v e d e l l ' I l i s s o i n quello stato d ' a n i m o
t u t t o s p e c i a l e i n c u i S o c r a t e c o l à si
trova. Così a d Ione v e r r à detto che la sua è u n ' a r t e non umana,
m a u n ' a r t e i s p i r a t a d a g l i d e i , s e n z a c u r a r s i se il
r a p s o d o è in g r a d o di c o m p r e n d e r e
il s e n s o
filosofico
di
q u e s t ' a f f e r m a z i o n e . I n q u a n t o i n esso v i e n e p r i n c i p a l m e n t e t r a t t a t o il p r o b l e m a d e l l a p o e s i a l ' I o n e è p o i a n c h e i n s t r e t ta relazione c o n la R e p u b b l i c a . Si tratta quindi di un dial o g o a s s a i c o m p l e s s o . I l s u o i n t e n t o , s e c o n d o noi,- è q u e l l o di far v e d e r e c h e u n a « t e k n e » i s o l a t a c o m e q u e l l a c h e d o v r e b b e a v e r e il r a p s o d o n o n p u ò esistere, c o s ì c o m e n e l P r o t a g o r a si d i m o s t r e r à c h e è n e c e s s a r i o u n u n i c o c o n c e t t o della virtù. O g n i virtù dipende dall'altra e tutte dipendono dalla visione dell'idea del bene, dell'unità che è implicita n e l l a loro m o l t e p l i c i t à . U n a una
« t e k n e » è la e s p r e s s i o n e
« areté » particolare, m a questa particolare
di
u areté »
a s u a v o l t a n o n h a v a l o r e se c h i la p o s s i e d e n o n p o s s i e d e , n e l l a s u a p a r t i c o l a r i t à , l ' u n i t à , e c i o è la v e r a u n i c a e p r i ma
<( areté » : l ' i d e a d e l b e n e . O r a p e r P l a t o n e esiste
un
p i a n o in c u i il m o n d o d e l l e i d e e a g i s c e a t t r a v e r s o u n ' i s p i r a z i o n e d i v i n a ; I o n e si t r o v a c o s ì di fronte a d u e m o n d i : il m o n d o d e l l a r e a l t à ed il m o n d o d e l l a p o e s i a , n o i d i r e m m o del contenuto e della forma poetica. I n quanto nella poesia si g u a r d a a l c o n t e n u t o I o n e n o n è affatto i n g r a d o di g i u d i c a r e : c o m e p o t r à egli, p o i c h é O m e r o p a r l a di t a n t e a r t i , essere c a p a c e di g i u d i c a r e se di t u t t e p a r l a b e n e o m a l e ? Q u i I o n e a v r e b b e p o t u t o r i s o l v e r e la s i t u a z i o n e s o l o p o n e n dosi n o n p i ù d a l p u n t o di v i s t a del r a p s o d o m a d a l p u n t o di vista del
filosofo.
v e n i e n t e d a l l ' i d e a , il
S e la p o e s i a è i s p i r a z i o n e d i v i n a p r o filosofo
c h e g i u d i c a O m e r o d e v e te-
n e r c o n t o di q u e s t o f a t t o , m a n e l l o stesso t e m p o n o t a r e c h e t u t t e le s i n g o l e a r t i c h e O m e r o c i d e s c r i v e h a n n o u n s i g n i ficato
solo in q u a n t o s o n o p o s t e i n r e l a z i o n e , n o n
logica,
m a <( m a g n e t i c a », c o n l ' i d e a . S o l o il filosofo p u ò , di f r o n t e a d O m e r o , c o m p r e n d e r e c h e il p o e t a p u ò p a r l a r e di t u t t o p r o p r i o p e r c h è è i s p i r a t o e c h e p e r c i ò n o n si t r a t t a , p e r i n t e r p r e t a r l o , di essere a b i l i i n t a n t e arti q u a n t e s o n o q u e l l e di c u i O m e r o p a r l a , m a b a s t a s a p e r e f o r m a l m e n t e c h e t u t t e l e s i n g o l e a r t i s o n o f o r m e m o l t e p l i c i di u n ' u n i c a r e a l t à . filosofo
trova
nel f a t t o
che Omero, per ispirazione,
Il
può
p a r l a r e di t u t t e le arti s e n z a c o n o s c e r n e n e s s u n a , u n a p r o -
v a c h e in t u t t e c ' è l ' u n i t à , l ' i d e a , c h e sul p o e t a a g i s c e m a gicamente, proprio, dice Socrate, come u n magnete.
Nel-
l ' I o n e n o n si fa a l t r o c h e dire c i ò c h e si a f f e r m a nel
Par-
m e n i d e d a u n p u n t o d i v i s t a m e t a f ì s i c o e n e l Sofista d a u n p u n t o di v i s t a p r i n c i p a l m e n t e l o g i c o , m a l o si d i c e p e r c i ò che
riguarda
il p r o b l e m a
della poesia.
C h e nell'Ione
sia
presente g i à la t e o r i a delle i d e e l o si p u ò d e d u r r e a n c h e d a un parallelo possibilissimo colla R e p u b b l i c a . I n
quest'ope-
ra ci t r o v i a m o c e r t a m e n t e di fronte a d u n a c o n d a n n a poesia, m a ciò n o n ha nessun v a l o r e per la nostra
della
discus-
sione p e r c h è nella R e p u b b l i c a s i a m o sul p i a n o p o l i t i c o e, d a q u e s t o p u n t o di v i s t a , l ' i d e a l i t à di u n o s t a t o n o n ammettere
una
realtà
determinata
può
solo dall'ispirazione.
// Carmide ed il Lachete.
— Il C a r m i d e è uno di quei
d i a l o g h i c h e ci r a p p r e s e n t a n o
la v i t a di S o c r a t e in A t e n e .
V e d i a m o il
filosofo
gioventù ateniese.
in u n a p a l e s t r a , i n m e z z o a l l a m i g l i o r e S o c r a t e è s i c u r o c h e il b e l
giovanetto
C a r m i d e p o s s i e d e la « s o f r o s u n e » m a n o n riesce a dire in c h e c o s a q u e s t a p o s s a c o n s i s t e r e .
fargli
Dell'interlocutore
b i s o g n a t e n e r c o n t o p e r c h è il d i a l o g o finisce s e n z a c o n c l u sione: mide
S o c r a t e n o n p o t e v a infatti una
discussione
sistematica
intraprendere sulla
teoria
con Cardelle
idee.
A n c h e q u i si t r a t t a d i f a r c o m p r e n d e r e c o m e u n a v i r t ù p a r t i c o l a r e la si d e b b a c o n s i d e r a r e solo in r e l a z i o n e c o n l a v i r t ù in sè stessa e c i o è c o n l ' i d e a del b e n e . C o s ì il d i a l o g o si i n serisce n e l p r o b l e m a d e l l ' u n i t à e d e l l a m o l t e p l i c i t à i n q u a n t o d i m o s t r a c h e u n a v i r t ù i s o l a t a è i n c o n c e p i b i l e . Q u a l c o s a di simile, m a in senso inverso, t r o v i a m o nel L a c h e t e . A n c h e in q u e s t o d i a l o g o si d e l i n e a u n r i t r a t t o d e l l a v i t a d i S o c r a t e : il m a e s t r o v i e n e r i c e r c a t o c o m e e d u c a t o r e d a i g e n e r a l i L a c h e t e e N i c i a , p e r i figli di d u e b u o n i A t e n i e s i ; l a s c e n a è a n c h e q u i in u n g i n n a s i o . È i n d i s c u s s i o n e il c o r a g g i o , l
l (( a n d r e i a ». N i c i a c e r c a di definire il c o r a g g i o m a
defini-
sce una virtù generale o meglio la virtù in generale 1 9 9 E ) , c e r t o c o n p i ù spirito
filosofico
di quello
(L.
dimostrato
da
L a c h e t e nelle s u e d e f i n i z i o n i . S e n z a r i c o r r e r e
assurde
ipotesi,
secondo
cui tanto
nel L a c h e t e , P l a t o n e r i f i u t e r e b b e la sta p e n s a r e a l r a p p o r t o
nel
a
Carmide,
filosofia
delle
quanto
di S o c r a t e , b a -
r e c i p r o c o dei d u e d i a l o g h i ,
molto
s i m i l i sia p e r l a c o s t r u z i o n e l e t t e r a r i a , sia p e r l a s c e n a c h e in essi v i e n r a p p r e s e n t a t a .
Nel primo una singola virtù vie-
n e p o s t a in r e l a z i o n e a l l a v i r t ù in sè, a l l ' u n i t à , e si d i m o s t r a c o n c i ò c h e le v i r t ù p a r t i c o l a r i n o n s o n o c o n c e p i b i l i se n o n in q u a n t o p a r t e c i p a n o dimostra
a l l ' i d e a della v i r t ù ; n e l s e c o n d o si
invece che c o m e la molteplicità non è possibile
s e n z a l ' u n i t à , così l ' u n i t à n o n p u ò , p e r m e z z o di u n a defin i z i o n e artificiale c o m e q u e l l a d ì N i c i a , essere s e p a r a t a d a l l a molteplicità.
// Liside. — L a m e d e s i m a s c e n a dei d i a l o g h i p r e c e d e n t i r i t r o v i a m o n e l L i s i d e : s i a m o in u n a p a l e s t r a e il g i o v i n e t t o L i s i d e si p u ò b e n i s s i m o p a r a g o n a r e a C a r m i d e . I l d i a l o g o si p u ò p e n s a r e a v v e n u t o nello stesso p e r i o d o d i t e m p o
in
c u i s o n o a v v e n u t i il C a r m i d e ed il L a c h e t e . Si t r a t t a d e l l ' a m i c i z i a e d e n t r i a m o campo:
così i n u n
nuovo
quello che sarà sviluppato specialmente nel Sim-
p o s i o . L ' a m i c i z i a n o n è o r i g i n a t a nè d a l l a s o m i g l i a n z a d i d u e esseri n è d a l l a d i s s o m i g l i a n z a , p e r s p i e g a r s e l a
occorre
p e n s a r e c h e l ' i d e a d e l b e n e , c o m e a m o r e , a t t r a e a sè gli esseri p a r t i c o l a r i c h e si a m a n o i n q u a n t o i n essi è
presente
l'unico v e r o amore che è quello per l'idea. Nel particolare n o n si a m a il p a r t i c o l a r e , m a l ' u n i t à e q u i n d i , si p u ò c o n c l u d e r e , in o g n i p a r t i c o l a r e ci d e v e essere l ' u n i t à . q u i r i t r o v i a m o il p r o b l e m a
dell'unità
Anche
e d e l m o l t e p l i c e , il
q u a l e , d a t o l ' a m b i e n t e , n o n p u ò essere s v i l u p p a t o di p i ù d i c o m e è stato fatto.
L'Eutijrone.
—
N e l l ' E u t i f r o n e il p r o b l e m a
trattato è
d i c a r a t t e r e r e l i g i o s o , m a t e n t i a m o di v e d e r e il significato veramente
filosofico
d e l d i a l o g o . S e c o n d o noi S o c r a t e v u o l
far c a p i r e a d E u t i f r o n e
PACI
c h e la v e r a p i e t à n o n p u ò
essere
2
separata dalla giustizia e questa, a sua volta, dal bene in sè, d a l l ' i d e a m a s s i m a e u n i c a c h e q u i s e m b r a
identificarsi
c o n la d i v i n i t à . V e d r e m o n e l P a r m e n i d e c h e l ' i d e a d e l b e n e , concepita c o m e assoluta unità, raccoglie nel suo seno tutte le i d e e p o s i t i v e , le q u a l i d a essa v e n g o n o distinte s o l o q u a n d o si sale a l l ' u n i t à d a l m o l t e p l i c e , in q u a n t o si r a g g r u p p a n o d e i m o l t e p l i c i sotto u n ' i d e a , p e r e s e m p i o q u e l l a d e l l a g i u s t i z i a , s e n z a p e n s a r e c h e c i ò c h e è g i u s t o , se è v e r a m e n t e t a l e , d e v e essere n e c e s s a r i a m e n t e
a n c h e b e l l o e s a n t o ed
avere
in c o n s e g u e n z a a n c h e tutti g l i altri a t t r i b u t i p o s i t i v i .
Per
S o c r a t e la r e l i g i o n e c o i n c i d e c o n la filosofia e d il c u l t o d i E u t i f r o n e non p u ò essere c h e u n errore c u n a v u o t a
for-
m a l i t à . E u t i f r o n e v e d e solo u n a s p e t t o d e l l ' i d e a d e l b e n e : il s a c r o ; n o n si a c c o r g e c h e u n a sola d e t e r m i n a z i o n e
posi-
t i v a p o r t a c o n sè a n c h e t u t t e le a l t r e e c h e p e r c i ò u n c u l t o c o m e q u e l l o c h e egli p r a t i c a n o n h a n e s s u n v a l o r e , i n q u a n to, determinandosi
c o m e c u l t o , n e g a il v a l o r e t o t a l e
della
1
d i v i n i t à stessa. ) .
77 Protagora
e VEutidemo.
— Il Protagora
è
diretto
c o n t r o la sofistica di fronte a l l a q u a l e si r i v e n d i c a il m e t o d o s o c r a t i c o . I n o l t r e t r o v i a m o in q u e s t o d i a l o g o la c o n d a n n a d e l l a p o e s i a e la c o n d a n n a
delle v a r i e
interpretazioni
d e l l ' o p e r a p o e t i c a c o n s i d e r a t a d e l t u t t o inutile r i s p e t t o a l l a ricerca del v e r o (Prot. 357 C e segg.). Il m e t o d o
d'inter-
pretare la poesia che Protagora
come usa,
ironica-
a n c h e S o c r a t e , è q u e l l o stesso c h e v e n n e
condan-
mente,
usa,
nato nell'Ione. In questo dialogo abbiamo visto che terpretazione
della p o e s i a n o n è p o s s i b i l e se n o n si
presente
in
che
ogni arte particolare
è presente
l'intiene
l'unità
i d e a l e . C o s ì il P r o t a g o r a si r i c o l l e g a a l d i a l o g o c o n s i d e r a t o e in esso
ritroviamo
una più decisa affermazione
della virtù, unità qui tanto più confermata
dell'unità
q u a n t o p i ù la
1) EUTIFRONE - E d . Crcnset. Paris, 1925, pag. 182.
— ig —
t e n d e n z a d e l l a sofistica c o n d u c e v a a l p a r t i c o l a r i s m o .
L'unità
d e l l a v i r t ù è t u t t ' u n o c o n l a s c i e n z a : si p a r l a c i o è c h i a r a mente
della n e c e s s i t à d i u n s a p e r e scientifico i n t o r n o
al-
l'idea,
mentre
dal
nell'Ione
l'unità
era
considerata
solo
p u n t o di v i s t a d e l l a p o e s i a e n e l l ' I p p i a M i n o r e d a u n
pun-
to d i v i s t a u n i c a m e n t e m o r a l e . Si noti c o m e n e l P r o t a g o r a v i e n e i n v e r a t o s c i e n t i f i c a m e n t e c i ò c h e n e l l ' I p p i a M i n o r e rim a n e solo u n a
premessa
necessaria
p e r r i s o l v e r e il
para-
d o s s o p r e s e n t a t o d a q u e l d i a l o g o . Q u i si p a r l a d e l l a felicità d e l l ' u o m o c h e n o n si p u ò r a g g i u n g e r e se n o n
guardando
a l l ' u n i t à finale d e l l e a z i o n i , a l l ' u n i t à delle v i r t ù
particolari
e q u i n d i alla s c i e n z a . I l p a r a d o s s o d e l l ' I p p i a M i n o r e , c u i chi fa il m a l e v o l o n t a r i a m e n t e
per
è m i g l i o r e di c h i fa il
b e n e , si r i t r o v a nel P r o t a g o r a (355 E ) in c u i si a f f e r m a c h e l ' u o m o d o v r e b b e fare il m a l e p e r necessità d i fare il b e n e . T u t t o si s p i e g a , t a n t o n e l p r i m o c a s o c o m e n e l s e c o n d o , a m m e t t e n d o c h e se il m a l e si fa è p e r i g n o r a n z a e n o n p e r conoscenza e l'ignoranza è precisamente
il n o n
conoscere
la r e l a z i o n e di o g n i p a r t i c o l a r e a z i o n e c o n l ' i d e a d e l b e n e . L a v a l o r i z z a z i o n e del metodo socratico, a scapito della sofistica,
viene ripresa
rappresenta
nell'Eutidemo.
Poiché
la
sofistica
il m e t o d o e r r a t o è c h i a r o c h e il m e t o d o g i u s t o
si a f f e r m e r à t a n t o p i ù q u a n t o p i ù si d i s t i n g u e r à d a dei sofisti. C o m p r e n d i a m o
quello
q u i c o m e fosse l o g i c o c h e P l a -
t o n e ci desse la t r a t t a z i o n e p i ù a m p i a di q u e s t o in u n d i a l o g o c o m e il Sofista di c u i lo s c o p o
problema
fondamentale
è a p p u n t o q u e l l o d i c e r c a r di definire c h e c o s a è il sofista.
Il Gorgia. — L ' a p p o r t o p r i n c i p a l e di q u e s t o d i a l o g o è la c o n d a n n a della r e t t o r i c a c o m e essa v e n i v a c o n c e p i t a nelle s c u o l e sofistiche. L a d e f i n i z i o n e d e l l a r e t t o r i c a
data
nella
prima parte del dialogo presenta quest'arte come operatrice di p e r s u a s i o n i sia v e r e c h e false. I n q u e s t o s e n s o essa v i e n e distinta d a l l a s c i e n z a c h e è s e m p r e v e r i t à ( G o r . 4 5 4 B E ) . G o r g i a o s s e r v a c h e la r e t t o r i c a , c o m e m e z z o di p e r s u a s i o n e , d e v e essere u s a t a c o n g i u s t i z i a . M a q u e s t o n o n p u ò
bastare
a S o c r a t e (459 B ) . E g l i n o t a c h e u n o r a t o r e p u ò p e r s u a d e r e , a n c h e se n o n è m e d i c o , p e r c i ò c h e r i g u a r d a l a s a l u t e , m e g l i o di u n o stesso m e d i c o , c i o è di c o l u i c h e p o s s i e d e
la
s c i e n z a ; m a , e q u i s i a m o i n u n o dei p u n t i c e n t r a l i d e l d i a logo, può l'oratore agire anche indipendentemente dalla con o s c e n z a d e l g i u s t o e d e l l ' i n g i u s t o e, i n q u e s t o c a s o , d a l l a c o n o s c e n z a di c i ò c h e è v e r a m e n t e utile p e r l a s a l u t e ? DE).
(459
Si d i m o s t r a c h e c i ò è i m p o s s i b i l e e c h e p e r c i ò l ' o r a -
t o r e , se è v e r a m e n t e t a l e , n o n p u ò e n o n d e v e s b a g l i a r e (460 E ) . C o n s e g u e n t e m e n t e n o n b i s o g n a a f f e r m a r e , ha
fatto
Gorgia, che l'oratore
deve
come e
che
q u i n d i p u ò n o n essere t a l e , p e r c h è l ' o r a t o r e n o n p u ò
essere g i u s t o
non
agire che secondo giustizia. Secondo Socrate non può
dun-
que
indi-
esistere
una
rettorica
come scienza particolare
p e n d e n t e m e n t e d a l l a c o n o s c e n z a d e l l e i d e e . L a s c i e n z a rett o r i c a n o n è, i n u l t i m a a n a l i s i , p o s s i b i l e , se n o n i n
quanto
è preceduta dalla conoscenza del m o n d o ideale. N e l F e d r o si v e d r à c o m e la r e t t o r i c a c o n c e p i t a i n tal m o d o n o n v e n g a condannata,
ma
esaltata
come un
mezzo per
avvicinarsi
a l l a p e r f e z i o n e d e l m o n d o delle i d e e . D ' a l t r a p a r t e i n c h e c o s a la r e t t o r i c a si d i s t i n g u e d a l l a s c i e n z a ? I n q u a n t o p r e c i samente
l'oratore
non ha
una
v e r a c o n o s c e n z a di c i ò di
c u i p a r l a c o m e , a n a l o g a m e n t e , il p o e t a n o n c o n o s c e t u t t e le a r t i di c u i la s u a
l'espressione
lirica.
Quello che l'oratore d e v e sapere è che ogni azione
poesia
diventa
umana
è t a n t o p i ù d e g n a d i essere c o m p i u t a q u a n t o p i ù essa a v v i c i n a c o l u i c h e la c o m p i e a l l a r e a l t à del b e n e . È p e r q u e sta r e l a z i o n e f o r m a l e fra le d i v e r s e a z i o n i e l ' i d e a c h e l ' o r a t o r e p u ò p e r s u a d e r e a d u n a d a t a a z i o n e . S i p e n s i q u i alle r e l a z i o n i di q u e s t a p o s i z i o n e c o n i d i a l o g h i g i à d a n o i esam i n a t i e, p r i n c i p a l m e n t e , c o n l ' I o n e e c o n l ' I p p i a M i n o r e . I
problemi
di questi
d i a l o g h i si r i p r e s e n t a n o
necessaria-
m e n t e q u a n d o si p r e n d e i n e s a m e l a q u e s t i o n e d e l l a rettor i c a . Il fatto c h e sia p o s s i b i l e l ' a r t e d e l p e r s u a d e r e ,
come
il f a t t o c h e sia p o s s i b i l e la p o e s i a , n o n si s p i e g a n o s e n o n si a m m e t t e
una
r e l a z i o n e tra
il m o l t e p l i c e e l ' u n i t à ,
tra
l ' e s p e r i e n z a ed il m o n d o i d e a l e . L ' e s i s t e n z a stessa di c e r t e forme noi
di c o n o s c e n z a ,
considerate,
l'unità
nella
limitata,
è una
dell'idea,
dimostrazione
molteplicità,
del bene
c o m e quelle
della
presenza
unico in ogni
da del-
azione
b u o n a p a r t i c o l a r e . U s a n d o t e r m i n i c h e v e n g o n o p o i ripresi d a P l a t o n e p o s s i a m o dire c h e la r e l a z i o n e tra u n i t à e m o l teplicità non è qui considerata c o m e « koinonia » o c o m e p a r t e c i p a z i o n e , m a c o m e r a g i o n sufficiente d e l l ' e s i s t e n z a d e l particolare,
c o m e l ' e s s e n z a d e l m o l t e p l i c e il q u a l e n o n
p u ò s p i e g a r e se n o n i n q u a n t o
contiene l'unità
nella
si sua
molteplicità. N e l l ' I o n e a b b i a m o visto un unione n o n logica m a , dir e m o , mistica, c o n l'idea, in q u a n t o questa attrae c o m e u n a c a l a m i t a il p o e t a ed il r a p s o d o . C o n il p r o b l e m a d e l l a rett o r i c a s i a m o s u u n n u o v o p i a n o i n q u a n t o q u i è in q u e s t i o n e anche l'azione che deriva dalla persuasione e quindi,
oltre
c h e u n v a l o r e p o e t i c o , il p r o b l e m a a s s u m e a n c h e u n v a l o r e p r a t i c o . I n q u e s t o s e n s o il G o r g i a p r e s e n t a q u e l l o c h e s a r à l'interesse centrale del F e d r o . M a quello che più
interessa
Platone
l'aspetto
nel
dialogo che stiamo questione,
considerando
così c h e ,
è
negativo
della
m e n t r e nel F e d r o
rettorica
v e r r à g i u s t i f i c a t a , nel G o r g i a essa v e r r à
la
condan-
nata c o m e nel P r o t a g o r a e n e l l ' E u t i d e m o . I n q u e s t e o p p o s t e p o s i z i o n i di P l a t o n e n o n c ' è n e s s u n a i n c o e r e n z a c o m e n o n c ' è n e s s u n a i n c o e r e n z a di fronte a l l e opposte
maniere
con cui viene considerato
Isocrate
nel-
l ' o p e r a p l a t o n i c a : s e m p l i c e m e n t e v a r i a il p u n t o di v i s t a d a c u i P l a t o n e si p o n e di fronte al p r o b l e m a . P o i c h é la rettor i c a p u ò essere c o n s i d e r a t a , fisti,
c o m e era considerata
dai so-
non come un'arte che avvicini all'idea ma come un'ar-
te c h e delle r e l a z i o n i delle c o s e p a r t i c o l a r i a p p r o f i t t a
non
p e r i n d i r i z z a r e le a z i o n i v e r s o il b e n e m a i n v e c e p e r s p i n gere a d azioni m a l v a g e giustificandole c o n tutti i m e z z i ; P l a t o n e si p o r r à c o n t r o la r e t t o r i c a , c i o è c o n t r o la m o l t e p l i cità b r u t a e disorganizzata considerandola
c o m e falsità
ed
errore. A q u e s t a si c o n t r a p p o n e la felicità di c o l u i c h e s e g u e
il b e n e : il m i t o c h e c h i u d e il d i a l o g o e q u i n d i u n a s p e c i e di esempio della v e r a rettorica
d i c u i il F e d r o p r e s e n t e r à
la
teoria. R i t r o v i a m o in questo dialogo a n c h e u n p r o b l e m a n o n m a n c a v a nel P r o t a g o r a ,
che
il p r o b l e m a c i o è di c o m e sia
p o s s i b i l e l ' e r r o r e e di c o m e sia p o s s i b i l e c h e ci s i a n o d e g l i uomini
che usano
la r e t t o r i c a
erroneamente
ed
ingiusta-
m e n t e . L a q u e s t i o n e si p u ò p r e s e n t a r e b e n i s s i m o i n semplice domanda: questa
domanda
questa
c h e c o s ' è il sofista? E s a r à p r o p r i o
che Platone,
come sappiamo,
dovrà
a
più
tardi rispondere. C'interessa
notare
che anche
n e l G o r g i a le r e l a z i o n i
tra l ' u n i t à e l a m o l t e p l i c i t à c o s t i t u i s c o n o la b a s e di t u t t a la discussione:
il p u n t o
di v i s t a
filosofico
di P l a t o n e
dalla parte dell'unità contro la molteplicità ora
è
qui
considerata
e s s e n z i a l m e n t e nel s u o a s p e t t o n e g a t i v o .
Il Menone.
— Il dialogo s ' i m m a g i n a a v v e n u t o u n p o '
di t e m p o d o p o quelli p r e c e d e n t e m e n t e E).
La
questa
posizione è diversa da
esaminati
quelle
finora
diversità la cogliamo pienamente
(Men. g ì
esaminate
in q u e s t o
e
fatto:
n o n si c e r c a di s a p e r e c h e c o s a s i a n o q u e s t a o q u e l l a v i r t ù p a r t i c o l a r i , m a c h e c o s ' è la v i r t ù i n sè m e d e s i m a . c h i e d e se la v i r t ù è i n s e g n a b i l e : rentemente
senza risposta,
ma
la d o m a n d a
in realtà
Menone
resta
appa-
essa si t r o v a
t u t t o l o s v o l g i m e n t o d e l d i a l o g o , in c u i S o c r a t e d i m o s t r a
in a
M e n o n e c h e il p r i n c i p i o s e c o n d o c u i si p r e t e n d e di definire la v i r t ù i n sè stessa c o n t a n t a f a c i l i t à è u n p r i n c i p i o a s s o l u tamente muove
erroneo.
La
continuamente
virtù
è presente
la nostra
ricerca,
in
noi in
in q u a n t o ,
quanto libe-
r a n d o c i d a g l i errori, c i g u i d a s e m p r e di p i ù v e r s o l a v e l
rità ) . C h e nel M e n o n e sia p o s s i b i l e r i t r o v a r e u n a p o s i z i o n e
i) L a dialettica socratica mira a rendere cosciente l'interlocutore della sua ignoranza e determina cioè con assolutezza « l'atto aporético». Cír. GRASSI: Il problema della metafisica piato-
m o l t o v i c i n a a quella che noi moderni c h i a m e r e m m o « crit i c i s t a », l o h a m e s s o b e n e in e v i d e n z a il N a t o r p ') e si p o t r e b b e a n c h e d i r e c h e la c o n c l u s i o n e d e l d i a l o g o è q u e s t a : n o n si d e v e c o n s i d e r a r e la v i r t ù c o m e u n o g g e t t o , c o m e u n a cosa, c o m e u n fenomeno. Noi potremo avvicinarci alla virt ù i n v e r a n d o v i a v i a il n o s t r o p e n s i e r o e a m p l i a n d o la n o stra ricerca su di essa. M a ciò che a noi particolarmente int e r e s s a è, p e r c o s ì d i r e , l ' a s p e t t o o p p o s t o d e l l a
questione,
c h e v i e n e b e n p o s t o in l u c e d a l M e n o n e . I n r e a l t à l ' i n t e r p r e t a z i o n e del N a t o r p f o r z a u n p o c o il s e n s o d e l d i a l o g o ; ciò che qui principalmente t r o v i a m o è che mentre Socrate r i c h i e d e a M e n o n e u n a s o l a v i r t ù , M e n o n e n o n riesce a ris p o n d e r e e c o n t i n u a a « fare p i ù c o s e di u n a sola » (77 B ) . E v i d e n t e m e n t e è l'unità della v i r t ù che interessa, m a in c h e s e n s o ? N o n nel s e n s o c h e t u t t e le v i r t ù si d e b b o n o
riunire
i n u n a s o l a , p u n t o di v i s t a g i à p r e s o i n altri d i a l o g h i , m a c o n l ' i n t e n z i o n e di v e d e r e q u a l e r a p p o r t o c ' è t r a la v i r t ù , u n a , e le v i r t ù , m o l t e p l i c i . P o s s i a m o n o i a t t r a v e r s o il m o l teplice
risalire
all'uno?
P o s s i a m o f a r e p e r la v i r t ù
quello
c h e S o c r a t e fa così f a c i l m e n t e p e r il c o n c e t t o d i figura ( 7 5 B e s e g g . ) ? E si noti c h e q u i S o c r a t e c i d à d e l l a figura d u e d e f i n i z i o n i a c u i s e m b r a a t t r i b u i r e q u a s i l o stesso v a l o r e . C o m e m a i ? S e c o n d o noi si p u ò c o n c l u d e r e c h e c o n la v i r t ù , c o n l ' i d e a d i v i r t ù , n o n ci si p u ò c o m p o r t a r e c o m e c o n q u a l siasi c o n c e t t o : se l ' i d e a c o m e t a l e è u n i t à n o n p o t r e m o m a i t r o v a r l a c o m e u n o g g e t t o esistente s u l l o stesso p i a n o in c u i e s i s t o n o le c o s e m o l t e p l i c i . M e n o n e d o v r e b b e fare u n s a l t o d a l m o l t e p l i c e a l l ' u n i t à e, n o n p o t e n d o f a r e q u e s t o s a l t o , n o n p o t r à m a i dire c h e c o s ' è la v i r t ù . L ' i d e a , nella s u a a s -
nica. Bari, 1923 pag. 16 e segg. 61 e segg. Vedremo come si sviluppa nel Teeteto questo metodo socratico alla luce della discussione del Parmenide. 1) NATORP: Platos Idecnlehre. Leipzig, 1921. I I Ed., p. 36 e sgg. La grande scoperta del Menone sarebbe la concezione dell'a priori. Cfr. pag. 42.
solutezza, è superiore all'esistenza,
c o m e ci d i m o s t r e r à
la
prima ipotesi del P a r m e n i d e . S i noti c o m e la posizione del problema
determini
tutto l ' a n d a m e n t o
della discussione
c o m e la c o n c l u s i o n e sia s t r e t t a m e n t e l e g a t a a l l e
e
premesse.
Se noi nella molteplicità v o g l i a m o trovare l'unità c o m e u n a realtà molteplice dobbiamo necessariamente concludere che quest'unità
n o n esiste e c h e è, c i o è , s u p e r i o r e a l c o n c e t t o
di e s i s t e n z a . S e le p r e m e s s e fossero d i v e r s e la c o n c l u s i o n e muterebbe:
si r i c o r d i il p u n t o d i v i s t a d e l L a c h e t e i n c u i
l ' u n i t à d a s o l a n o n è c o n c e p i b i l e ed i n c u i n o n p u ò
sepa-
rarsi d a l l a m o l t e p l i c i t à .
sem-
L e due conclusioni possono
b r a r e u n ' i n c o e r e n z a m a c i ò n o n è se si o s s e r v a le c o s a p i ù profondamente : è sempre v e r o c h e in ogni particolare virtù d e v e essere p r e s e n t e la v i r t ù , m a è a n c h e v e r o c h e , se n o i abbassiamo la virtù ad una realtà particolarmente
esistente,
essa d i v e n t a u n a c o s a fra le t a n t e c o s e e d a l l o r a è c o m p r o messa
a n c h e la p a r t e c i p a z i o n e
virtù come
delle v i r t ù
molteplici
alla
unità.
D a q u e s t o p u n t o di v i s t a p o s s i a m o a n c h e s p i e g a r c i p e r q u a l e r a g i o n e si p r e s e n t i
i n q u e s t o d i a l o g o la teoria
l ' « a n a m n e s i s » e v a l u t a r e il s i g n i f i c a t o
filosofico
di
del-
questa
t e o r i a . S e infatti l ' u n i t à , l ' i d e a , è s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a , a l m o l t e p l i c e , c o m e è possibile d i fronte a p i ù d a t i r i c o n o s c e r e l ' u n i t à stessa? C o m e d a u n o g g e t t o d a t o è p o s s i b i l e risalire a l l ' i d e a se l a v i a s e g u i t a d a M e n o n e è e r r a t a ? S e g u e n d o il l i n g u a g g i o k a n t i a n o del N a t o r p p o t r e m m o dire c h e , m e n t r e M e n o n e r i c e r c a a posteriori l a d e f i n i z i o n e d e l l a v i r t ù , sta è i n v e c e nel n o s t r o i n t e r n o
que-
e n o n si p u ò d e d u r r e d a l
m o l t e p l i c e , è, cioè, a p r i o r i . S e , c o m e s a p p i a m o , l ' u n i t à
è
n e c e s s a r i a m e n t e p r e s e n t e nella m o l t e p l i c i t à , l a s u a p r e s e n z a n o n è q u e l l a di u n ' i d e a c h e si a g g i u n g e a d altre i d e e , c o m e v e d r e m o nelle ipotesi d e l P a r m e n i d e . viene presentata
da
Socrate nel mito
Q u e s t a p o s i z i o n e ci d e l l ' « a n a m n e s i s »,
c i o è c o m e distesa nel t e m p o , s e m p l i f i c a t a n e l r a c c o n t o un a v v e n i m e n t o . P r i m a della nascita l'anima
di
era c o n s a p e -
v o l e d e l l a v e r i t à ed era, i n q u e s t o s e n s o , u n i t à . S e ora essa
r i e s c e a s c o p r i r e l ' u n i t à n e l m o l t e p l i c e è p e r c h è si r i c o r d a di q u e l l ' u n i t à c h e fu lei stessa e c h e o r a v e d e r i p r e s e n t a r s i i n t u t t e le c o s e . I l p r o b l e m a q u i s o t t i n t e s o , e c h e r i t r o v e r e m o i n s e g u i t o s v o l t o i n t u t t e le s u e p o s i z i o n i , è q u e l l o di c o m e l ' u n o p o s s a essere, nel m e d e s i m o t e m p o c h e è u n o , a n c h e m o l t e p l i c e . D a l M e n o n e noi s a p p i a m o c h e l ' u n i t à i n q u a n t o tale è sempre superiore all'essere m a s a p p i a m o anche che proprio per questo la molteplicità p u ò
partecipare
a l l ' u n o . S o l o il P a r m e n i d e c i s p i e g h e r à c o m e q u e s t a
parte-
c i p a z i o n e p o s s a e f f e t t i v a m e n t e essere p o s s i b i l e .
Il
Cratilo.
— Il Cratilo non contiene nessuna
indica-
z i o n e c h e c i r i v e l i q u a n d o esso è a v v e n u t o . Si p u ò a v v i c i n a r e a l l ' E u t i d e m o i n q u a n t o n e l C r a t i l o c ' è u n r i c o r d o di q u e s t o d i a l o g o . P e r noi è sufficiente s a p e r e c h e è a v v e n u t o i n u n p e r i o d o di t e m p o n o n m o l t o l o n t a n o d a i d i a l o g h i a n tecedentemente
esaminati.
Q u e s t o d i a l o g o h a m o l t o s v i a t o p e r il s u o c a r a t t e r e e x trafilosofico,
cioè per
l'analisi
e t i m o l o g i c a dei n o m i ,
ma
p o s s i a m o d i r e c o n il D i è s c h e il v e r o s e n s o d e l C r a t i l o c o n siste nel t e n t a t i v o di t r a c c i a r e u n a t e o r i a della c o n o s c e n za
Si pensi al fondamento della discussione:
Ermogene
c r e d e c h e il l i n g u a g g i o sia s e m p l i c e m e n t e d e r i v a t o d a
una
c o n v e n z i o n e tra g l i u o m i n i e c h e n u l l a i m p e d i r e b b e di c h i a mare c o n u n altro n o m e una m e d e s i m a cosa e dire c h e è bianco quello che ora viene chiamato nero. Cratilo pensa i n v e c e c h e i n o m i , q u a n d o s o n o v e r a m e n t e tali, tano perfettamente
le c o s e , p e r c h è essi s o n o
d e l l a n a t u r a di q u e s t e e si d e t e r m i n a n o condo questa
rappresen-
l'espressione
e si f o r m a n o
n a t u r a . C o n t r o E r m o g e n e S o c r a t e fa
v a r e che i nomi possiedono una certa loro caratteristica turale causata da un'altra caratteristica che,
se-
osserna-
indipendente-
i) A . DIÈS: Autour de Platon. Paris, 1926, II V o l . , pag. 482 e segg.
m e n t e d a n o i , r e s t a p e r m a n e n t e i n t u t t e le c o s e . È p r e c i s a m e n t e a q u e s t a c h e il legislatore d e l l i n g u a g g i o , c o l u i c h e f o r m a le p a r o l e , d e v e g u a r d a r e ( C r . 388 E ) . M a i n c h e c o s a consiste questa caratteristica?
N e l c a s o d e l l a s p o l a essa è
« la s p o l a i n sè » (389 A ) . S e n z a e s a g e r a r e l ' i m p o r t a n z a quest'ultima
affermazione,
noi p o s s i a m o p e r ò
sapere
di dal-
l ' i n t e r o p a s s o d e l C r a t i l o s u l l e g i s l a t o r e dei n o m i , c h e q u e s t i d o v r e b b e r o essere costituiti e, i n u n c e r t o s e n s o si c o s t i t u i s c o n o , s e c o n d o l ' e s s e n z a delle c o s e e q u i n d i s e c o n d o l ' i d e a . I n q u e s t o s e n s o n o i s a p p i a m o c h e ci p o s s o n o essere i d e e di t u t t e le c o s e di c u i ci s o n o n o m i e c h e esiste p e r c i ò
un
m o n d o molteplice delle idee. L a t e o r i a delle i d e e si s v i l u p p a nel p r o b l e m a e d e l m o l t e p l i c e : in certi d i a l o g h i si p o r r à
dell'unità
i n e v i d e n z a la
n e c e s s i t à d e l l ' u n i t à di fronte a l l a m o l t e p l i c i t à , i n altri si d i mostrerà
c h e le c o s e m o l t e p l i c i d i s o r g a n i z z a t e n o n
hanno
senso e c h e d e v o n o p e r c i ò essere u n i f i c a t e i n u n ' i d e a .
Il
problema
di
è q u e l l o della p o s s i b i l i t à d a p a r t e delle i d e e
t u t t e le c o s e d i a c c o r d a r s i c o n l ' u n i t à i d e a l e . P u ò
sembrare
p e r f i n o , a tal r i g u a r d o , c h e ci s i a n o i n P l a t o n e d u e d i v e r s e teorie delle i d e e : u n a , in c u i l ' i d e a v i e n e c o n s i d e r a t a
nella
s u a u n i t à c o m e v a l o r e , l ' a l t r a i n c u i si g u a r d a a l l e d i v e r s e idee, distinzione che d o v r e m o in seguito
esaminare.
I n c o n c l u s i o n e n e l C r a t i l o si p u ò g i à i n t r a v e d e r e c h e la molteplicità possiede una
certa r e g o l a e q u i n d i u n a
certa
u n i t à . O g n i essere p a r t e c i p a d e l l ' e s s e r e a s s o l u t o e cioè d e l l ' i d e a ed in q u e s t o senso o g n i m o l t e p l i c e è u n o . M a si v u o l dire n e l n o s t r o d i a l o g o a n c h e di p i ù . N o n s o l o o g n i m o l t e p l i c e h a i n sè l ' u n i t à m a la m o l t e p l i c i t à stessa p o s s i e d e u n a s u a r e g o l a in q u a n t o si d e t e r m i n a c o m e t a l e . P e r o g n i r e a l t à c ' è u n e s s e n z a p a r t i c o l a r e oltre a l l a p i ù p r o f o n d a generale e unitaria. detto, che l'unità
Si può quindi concludere,
essenza
c o m e si è
d e l l ' i d e a p u ò a n c h e essere r e l a t i v a ,
cioè è p o s s i b i l e u n a m o l t e p l i c i t à i d e a l e , c o m e d i m o s t r e r à seconda ipotesi del
che la
Parmenide.
S e noi g u a r d i a m o il m o n d o d e l l a d o x a v e d r e m o
l'unità
i d e a l e m o l t i p l i c a r s i i n t a n t e u n i t à q u a n t e s o n o q u e l l e delle cose
reali.
È
per
questa
posizione
dell'uno,
diversa
da
q u e l l a i n c u i esso ci a p p a r e c o m e s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a , c h e l e c o s e s o n o p e r noi i n t e l l i g g i b i l i e s o n o unificabili i n v a r i e s p e c i ed in g e n e r i , c o m e v e d r e m o n e l Sofista. A d E r m o g e n e b i s o g n a v a far c a p i r e c h e il l i n g u a g g i o n o n è u n a c o n v e n z i o n e : in q u a n t o è u n o strumento
semplice
della conoscenza
(387 E ) esso s e r v e a d i n f o r m a r c i s u l l e c o s e r e a l i , se fosse u n a c o n v e n z i o n e n o n sarebbe in nessuna relazione c o n la r e a l t à e p e r c i ò il m o n d o d e l l e c o s e s a r e b b e p e r noi a s s o l u t a m e n t e i n c o n o s c i b i l e a n c h e se a t t r a v e r s o i n o m i l o c o n o s c i a m o solo confusamente.
U n a r e a l t à delle c o s e d u n q u e
esiste
c o m e esiste nella m o l t e p l i c i t à di esse u n a r e g o l a , ed è
fis-
s a n d o c i su q u e s t a c h e noi p o s s i a m o c o n o s c e r e la r e a l t à dei molteplici in continuo divenire, e perciò quasi inconoscibili, per quanto
rispecchino una realtà immobile. Questa,
a s u a v o l t a , si d e v e n e c e s s a r i a m e n t e
differenziare
che,
dal
di-
v e n i r e , s a r à la r e g o l a s e c o n d o c u i la m o l t e p l i c i t à si o r g a n i z z a . P e r c i ò S o c r a t e c o m b a t t e C r a t i l o c h e identifica s e n z ' a l t r o i n o m i c o n le c o s e e r i v e n d i c a , di fronte a l u i , l a n e c e s sità di i d e e i m m o b i l i , distinte d a i v a r i n o m i i n c u i esse v e n g o n o r a p p r e s e n t a t e (439 A B ) . S e si identifica la m o l t e p l i c i t à dei n o m i c o n la r e a l t à delle c o s e q u e s t a r e a l t à s c o m p a r e e c o n essa s c o m p a i o n o a n c h e le i d e e . I n o m i n o n h a n n o
nes-
s u n s e n s o se n o n s o n o l ' e s p r e s s i o n e d e l l ' e s s e n z a i d e a l e di o g n i essere. C o n il n o m i n a l i s m o di C r a t i l o t u t t o c a d e nel d i v e n i r e ; se o g n i c o s a si a d e g u a
a d u n n o m e a n c h e il c o n t r a r i o
v e r o e le i d e e n o n s o n o q u i n d i c h e dei n o m i s e n z a
è
nessuna
r e a l t à . N o n s o l o m a l ' e r r o r e e la v e r i t à i n q u e s t o m o d o si c o n f o n d o n o e, c o m e n o n esiste p i ù l ' u n o , n o n esiste p i ù il v e r o . L o g i c a m e n t e S o c r a t e sostiene di fronte a C r a t i l o l ' o p p o s t o di q u e l l o c h e a v e v a s o s t e n u t o di fronte a d E r m o g e n e : nei n o m i e nella l o r o c o s t i t u z i o n e m o l t o p o s s o n o l ' a b i t u d i n e e l ' a r b i t r i o (434 C E e s e g g . ) : essi r i s p e c c h i a n o il v e r o m a s o l o molto da lontano. Se i nomi sono una cosa diversa
dalla
r e a l t à a l l o r a si s p i e g a la p o s s i b i l i t à d e l l ' e r r o r e ,
altrimenti
t u t t o q u e l l o c h e si d i c e d o v r e b b e essere v e r o (429 D ) . I l n u l l a di C r a t i l o è u n n u l l a a s s o l u t o e, n e l l a s u a n e t t a o p p o s i z i o n e tra
essere e n o n
q u a n t o s i a difficile
essere,
egli n o n
giustificare l'errore.
In
si a c c o r g e
questo
modo
t r o v i a m o n e l l a fine d e l C r a t i l o q u a s i u n p r e l u d i o a l Sofista, d o v e a q u e l n o n essere si c e r c h e r à di a t t r i b u i r e u n a realtà.
certa
CAPITOLO I I . IL
FEDONE,
IL SIMPOSIO
E
IL
FEDRO
IL
FEDONE.
I l d i a l o g o è u n r i t r a t t o i d e a l e d e l v e r o filosofo. sti
desidera
la
morte
in
quanto
con
essa p u ò
Que-
restituire
l ' a n i m a a sè m e d e s i m a . L a v i r t ù è u n a p u r i f i c a z i o n e c o n t i n u a d a l l e i n c o e r e n z e e d a l l a p e s a n t e z z a d e l m o n d o sensib i l e , p e r m e z z o di essa n o i r i u s c i a m o a d a v v i c i n a r c i a l l a p u r a e s s e n z a , a c i ò c h e è in sè e p e r sè ( F e d . 65 C e s e g g . ) . Q u e s t a g u i d a t u t t a l a v i t a d e l filosofo e p o i c h é essa sarà
pienamente
raggiungibile
se
non
quando
il
non corpo
n o n s a r à p i ù , la v i t a v i e n e c o n s i d e r a t a c o m e u n e s e r c i z i o della morte come
fine
(64 A , 67 A , 8 1 A ) . S i t r a t t a q u i a cui l'anima
dell'unità
t e n d e e della m o l t e p l i c i t à
come
m a l e d a c u i l ' a n i m a si l i b e r a . L ' u n i t à d e l l ' i d e a v i e n e q u i n d i pensata
a l di l à d e l l a v i t a , s u p e r i o r e a q u e s t a , t a n t o c h e
solo c o n la morte è possibile raggiungerla. Il m o n d o ideale è considerato
come assolutamente
trascendente:
r i s m o s » è i n c o l m a b i l e . L e i d e e p o s s o n o essere solo d a l l ' a n i m a ,
attraverso
il « c h o conosciute
i sensi s o n o a s s o l u t a m e n t e
ir-
r a g g i u n g i b i l i (65 D , 100 D ) . Nella molteplicità dell'esperienza noi possiamo
vedere
l ' i d e a , m a solo p e r m e z z o d e l l a r e m i n i s c e n z a c h e g a r a n t i s c e ,
in u n c e r t o s e n s o , la p a r t e c i p a z i o n e d e l m o n d o s e n s i b i l e a l m o n d o ideale, p o n e n d o n o n u n a continuità tra i due m o n d i , m a un'interiorità
dell'uno rispetto all'altro. Quello che, in
p r o p o s i t o di q u e s t a q u e s t i o n e , è s t a t o n o t a t o p e r il M e n o n e , v a l e a n c h e p e r il F e d o n e . C i ò c h e n e l l ' a l t r o d i a l o g o è p e r ò v i s t o d a u n p u n t o di v i s t a g n o s e o l o g i c o è q u i v i s t o di f r o n t e a l d e s t i n o ed a l s i g n i f i c a t o d e l l a v i t a d e l l ' u o m o . C o m e M e n o n e si d e v e l i b e r a r e d a t u t t e le false c o n o s c e n z e p e r a r r i v a r e a l v e r o , c o s ì l a v i t a d e l filosofo n o n è c h e il c o n t i n u o liberarsi d a l l e e s p e r i e n z e sensibili p e r r i t r o v a r e l ' i d e a . Q u e sta n o n si r a g g i u n g e , i n u n c e r t o m o m e n t o , c o m e q u a l c o s a c h e si a g g i u n g e a l l a v i t a e c h e è s u l l o stesso p i a n o d e l l a v i t a . L ' i d e a è s e m p r e s t a t a , era p r i m a e s a r à d o p o ; è, d e l l a v i t a , l ' e s s e n z a , c o m e è l ' e s s e n z a di t u t t a l a r e a l t à . P o i c h é qui l'interesse fondamentale n o n è gnoseologico m a u m a n o , si c e r c h e r à di v e d e r e se a n c h e l ' a n i m a , c o m e l ' i d e a , è p o s sibile a p r i o r i , se c i o è è g a r a n t i t a l a s u a e t e r n i t à .
Il fatto
più notevole della trattazione mitologica del F e d o n e è la t r a s p o s i z i o n e delle p o s i z i o n i l o g i c h e s u l l ' u n i t à e s u l l a m o l t e plicità, che noi a b b i a m o visto variare da dialogo a dialogo, s u u n p i a n o i n c u i si t r a t t a di s c o p r i r e q u a l ' è il d e s t i n o d e l l ' a n i m a di o g n i u o m o e s p e c i a l m e n t e d e l l ' a n i m a d e l G i à nel M e n o n e di fronte g n o s e o l o g i c o si f a c e v a a v a n t i
a l p u n t o di v i s t a
filosofo. logico-
quello mistico-religioso che
c o r r e v a , p e r così dire, s u l l e stesse r o t a i e d e l l ' a l t r o . P o i c h é il p r o b l e m a d e l l ' i m m o r t a l i t à t r o v a le s u e b a s i su u n a s t r u t t u r a l o g i c a , a c c a d e c h e , c h i a r e n d o q u e s t o p r o b l e m a , si c h i a risce nello stesso t e m p o s e m p r e p i ù il p r o b l e m a d e l l ' u n o , del molteplice e delle loro relazioni. C o m e a b b i a m o visto la discussione è sempre in P l a t o n e legata alla scena del dial o g o , q u i la s c e n a n o n p o t e v a essere p i ù a d a t t a p e r
porre
i n t u t t a la s u a a m p i e z z a il p r o b l e m a d e l l ' e t e r n i t à , d e l l a s u periorità dell'uno all'esistente. D i fronte
all'affermazione dell'unità ideale, intesa
in
senso assoluto c o m e nel Menone, t r o v i a m o però, nel nostro d i a l o g o , a n c h e la c o n c e z i o n e d e l l ' u n i t à r e l a t i v a d e l m o n d o
e, c i o è , d e l l a m o l t e p l i c i t à delle i d e e , g i à d a noi
ritrovata
nel Cratilo. N e l F e d o n e questa posizione diventa più chiar a : v e d r e m m o nel C r a t i l o l ' a m m i s s i o n e di u n a e q u e l l a del m o n d o s e n s i b i l e in q u a n t o
molteplicità
eternamente
dive-
n i e n t e . A n c h e n e l F e d o n e , c o m e nel C r a t i l o , si d i s t i n g u o n o d u e m o n d i , q u e l l o d e l sensibile e q u e l l o d e l l e i d e e ,
quello
v i s i b i l e e q u e l l o i n v i s i b i l e (79 C ) . I d u e m o n d i si differenz i a n o a n c o r a p e r c h è il m o n d o delle i d e e è f o r m a t o , a b b i a m o visto, da una
come
molteplicità, per così dire,
b i l e ; il m o n d o sensibile i n v e c e c o n t i n u a m e n t e
immo-
diviene
per
c u i in esso la r e a l t à d i v e n t a u n f e n o m e n o c h e o r a è e o r a n o n è, o r a è p o s i t i v o e o r a è n e g a t i v o . (72 B e s e g g . ,
70
D E e s e g g . , 7 1 B ) . M a q u a l ' è la r e l a z i o n e tra le d u e m o l t e p l i c i t à , tra il m o l t e p l i c e del d i v e n i r e e il"' m o l t e p l i c e d e l l ' i d e a ? S e l ' u n o c i o è è, i n s e n s o r e l a t i v o , c h e c o s a s o n o gli altri? P r o p r i o i n q u e s t o m o d o si p o r r à la q u a r t a i p o t e s i del Parmenide.
C o m e si s p i e g a n o le c o s e m o l t e p l i c i , di
all'immobile molteplicità ideale? È
fronte
qui necessario da
p a r t e s a l v a r e la p u r e z z a d e l l ' i d e a e, i n q u e s t o c a s o , mortalità realtà.
dell'anima,
una l'im-
e d a l l ' a l t r a s p i e g a r e il d i v e n i r e d e l l a
S e m b r a assai difficile c h e il m o n d o sensibile p o s s a
partecipare
all'idea senza che questa
in q u a l c h e m o d o
si
c o r r o m p a e p e r d a la s u a p u r e z z a . È n e c e s s a r i o n o t a r e c o m e in questi p r o b l e m i d e l F e d o n e si p r e s e n t i il p r o b l e m a
della
c o m u n i o n e o p a r t e c i p a z i o n e o dei r a p p o r t i tra m o n d o i d e a l e e mondo
sensibile.
A b b i a m o v i s t o nel M e n o n e
che,
pro-
p r i o p e r c h è l ' u n o è s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a e n o n p u ò esistere c o m e u n a c o s a tra le a l t r e c o s e , p r o p r i o p e r
questa
s u a a p r i o r i t à esso si p u ò p o r r e c o m e l ' e s s e n z a m e d e s i m a di o g n i m o l t e p l i c e . A b b i a m o v i s t o p o i nel C r a t i l o c h e la m o l t e p l i c i t à i d e a l e , d i s t i n t a d a q u e l l a sensibile, ci d à la p o s s i bilità di r a c c o g l i e r e le c o s e i n u n a s p e c i e , c h e l ' u n o p e r form a r e il m o l t e p l i c e m o l t i p l i c a l a s u a u n i t à c h e d i v e n t a ciò relativa
e diventa
una
garanzia
r e a l e . Q u i nel F e d o n e ci t r o v i a m o di fronte posizione:
nella prima
l'uno
per-
dell'intelligibilità
era s u p e r i o r e
ad una
del terza
all'esistenza
e
quindi irraggiungibile (Menone), nella seconda l'unità
di-
v e n t a v a r e l a t i v a e q u i n d i i n t e l l i g i b i l e e r i c e v e v a p e r c i ò il p r e d i c a t o di e s i s t e n z a , si t r a t t a o r a di s p i e g a r s i il m o n d o molteplice
in
quanto
assolutamente
diveniente.
L'atteg-
giarsi del problema assomiglia alla discussione che ritroveremo nel P a r m e n i d e : d i s t i n z i o n e tra
nel F e d o n e però m a n c a
ipotesi e ipotesi,
una
netta
distinzione che
potrebbe
p e r m e t t e r e di v e d e r e i p r o b l e m i t r a t t a t i c o n u n a
maggiore
c h i a r e z z a . C o m e d u n q u e è p o s s i b i l e l ' e s i s t e n z a di u n m o n d o d e l d i v e n i r e ? E s s o esiste i n q u a n t o p a r t e c i p a a l l e i d e e , q u e s t e i d e e s o n o i m m o b i l i e d e t e r n e : se il m o n d o s e n s i b i l e partecipasse completamente
a l m o n d o i d e a l e o si identifi-
cherebbe con questo oppure non sarebbe neppur
concepi-
b i l e . I n o g n i c a s o n o i n o n r i u s c i a m o a giustificare l a s u a esis t e n z a . T u t t o il F e d o n e è i n d i r i z z a t o d a l l a
considerazione
c h e se l ' i m m o r t a l i t à d e l l ' a n i m a è n e c e s s a r i a , l o è t a n t o di più in q u a n t o
c o n la s u a m o r t a l i t à
t u t t o si r i d u r r e b b e
a
m o n d o sensibile i n f o r m e , t u t t o il m o n d o i d e a l e d i v e n t e r e b b e u n ' i l l u s i o n e e la r e a l t à e m p i r i c a di c o n s e g u e n z a i n s p i e gabile. L a trascendenza del m o n d o ideale è necessaria s p i e g a r e il m o n d o d e l d i v e n i r e :
per
il c h o r i s m o s d e l l e i d e e è
l'unica posizione che renda possibile l'intelligibilità e l'esistenza del m o n d o immanente.
Si c o n f r o n t i n o le nostre o s -
s e r v a z i o n i c o m e il p a s s o 7 6 D E : « N o n è d u n q u e così — disse — o S i m m i a — se è v e r o c i ò di c u i s e m p r e p a r l i a m o e d il b e l l o e d il b u o n o e d o g n i e s s e n z a di q u e s t o g e n e r e , e, se è v e r o c h e noi a q u e s t a r i f e r i a m o t u t t o c i ò c h e c i v i e n e d a l l e s e n s a z i o n i , p o i c h é la t r o v i a m o esistente in noi g i à d a
pri-
m a : se a d essa p a r a g o n i a m o q u e s t e c o s e è n e c e s s a r i o c h e c o m e esistono q u e s t e , c o s ì sia esistita a n c h e l ' a n i m a
nostra
p r i m a c h e noi n a s c e s s i m o . E se la c o s a n o n è c o s ì , a l l o r a q u e s t o d i s c o r s o s a r e b b e s t a t o t e n u t o i n v a n o ». I r a p p o r t i t r a i d u e m o n d i , c i o è tra il m o n d o c o n s i d e r a t o nella s e c o n d a p o s i z i o n e e q u e l l o della t e r z a , v e n g o n o interpretati da Simmia col famoso esempio dell'armonia d e l l a lira, p r o p r i o il r o v e s c i o di c o m e v a n n o intesi.
e
Che
cos'è che S i m m i a non h a compreso? È quello che noi a b b i a m o g i à v i s t o nel M e n o n e e c h e ci è s t a t o p r e s e n t a t o c o n il m i t o d e l l ' a n a m n e s i s , sia i n q u e l d i a l o g o , sia q u i n e l F e d o n e . A b b i a m o v i s t o c h e l ' e s s e n z a stessa d e l l a m o l t e p l i c i t à è l'unità c h e nel suo interno noi riusciamo a scoprire, quello cioè c h e r e n d e p o s s i b i l e l ' e s i s t e n z a d e l m o l t e p l i c e è p r o p r i o l ' u n o e, i n q u e s t o c a s o , l ' a n i m a .
P e r c h è c i ò fosse a c c o r d a -
bile c o n l ' e s e m p i o di S i m m i a b i s o g n e r e b b e c h e fosse l ' a c c o r d o a r e n d e r e p o s s i b i l e l ' e s i s t e n z a d e l l a lira (92 A B
ed
E ) . S i m m i a n o n h a c a p i t o c h e il m o n d o d e l d i v e n i r e n o n è p o s s i b i l e se n o n esiste u n m o n d o i d e a l e c h e n e è l ' e s s e n z a . Più importante,
e in u n certo senso più n u o v a di fron-
te a l l e p o s i z i o n i d e l M e n o n e , è la c h i a r i f i c a z i o n e a c u i d à l u o g o C e b e t e . S i t r a t t a q u i di s v o l g e r e i n t e r a m e n t e il p r o b l e m a d e l l a g e n e r a z i o n e e d e l l a d i s t r u z i o n e (96 A ) , si t r a t t a c i o è d i s p i e g a r s i c o m p l e t a m e n t e il d i v e n i r e . S o c r a t e c o m i n c i a c o n il f a m o s o d i s c o r s o (96 A e s e g g . ) in c u i
rifa la
del s u o p e n s i e r o . L ' i n s e g n a m e n t o p r i n c i p a l e c h e d a
storia questo
p a s s o si p u ò r i c a v a r e è c h e il m o n d o d e l d i v e n i r e , o d e l l a n a t u r a , n o n si s p i e g a finché si c e r c a l a c a u s a d e i f e n o m e n i in u n altro f e n o m e n o :
analogamente
nel M e n o n e n o n
l e c i t o p e n s a r e l ' i d e a c o m e u n m o l t e p l i c e tra g l i a l t r i . sagora, pur parlando
d e l l a n e c e s s i t à di u n a m e n t e
era
Anasordina-
t r i c e , finì p e r m a t e r i a l i z z a r e q u e s t a m e n t e (98 C ) : b i s o g n a i n v e c e c e r c a r e la r a g i o n e d e l d i v e n i r e nel « l o g o s » (100 A ) . S e il d i v e n i r e è p o s s i b i l e è p e r c h è le c o s e sensibili p o s s o n o partecipare
ora a d un'idea
o r a a l s u o o p p o s t o ; p o i c h é le
i d e e o p p o s t e si e s c l u d o n o la p a r t e c i p a z i o n e a d u n ' i d e a
che
si n e g a s i g n i f i c a , p e r il m o n d o , d i v e n i r e , n a s c e r e e p e r i r e . Necessariamente una cosa muta, quando, partecipando
del-
l ' i d e a d e l l a g r a n d e z z a , le si a v v i c i n a p o i la p i c c o l e z z a . S i c c o m e il g r a n d e e d il p i c c o l o n o n p o s s o n o s t a r e i n s i e m e (103 B ) in q u a n t o u n o di q u e s t i c o n c e t t i n e g a l ' a l t r o , è n e c e s s a rio c h e la g r a n d e z z a s c o m p a i a q u a n d o si a v v i c i n a l a p i c c o l e z z a . N o n e s s e n d o c i p i ù la p a r t e c i p a z i o n e
all'idea e cioè
la p a r t e c i p a z i o n e a q u e l l a r e a l t à c h e f a c e v a sì c h e la c o s a
PACI
3
fosse g r a n d e :
questa muterà e da grande diventerà picco-
la (102 D E ) . S e il m o l t e p l i c e d u n q u e d i v i e n e è p e r c h è ci s o n o d e l l e i d e e c h e a m m e t t o n o i n sè m e d e s i m e u n l o r o c o n t r a r i o , delle i d e e c h e si s o n o c h i a m a t e o p p o s t e . O r a c h e c o s a s i g n i f i c a c h e d u e i d e e s o n o o p p o s t e ? P u ò a n c h e significare c h e u n a n e g h i l ' a l t r a , m a s o p r a t u t t o significa c h e è n e c e s s a r i o a m mettere
che nell'interno
stesso d e l p e r f e t t o
mondo
esiste u n fattore n e g a t i v o . P e r q u e s t a r a g i o n e n e l
ideale Parme-
n i d e si insisterà t a n t o sulla p o s i z i o n e n e g a t i v a d e l m o n d o i d e a l e : s o l o a m m e t t e n d o u n n o n essere delle i d e e si p o t r à infatti s p i e g a r e l ' e s i s t e n z a d e l m o n d o delle d o x a , l ' e s i s t e n z a del m a l e ed infine la p o s s i b i l i t à d e l l ' e r r o r e .
IL
SIMPOSIO.
L e p o s s i b i l i t à s c e n i c h e d e l S i m p o s i o s o n o di u n a c h e z z a e di u n a v a r i e t à infinite. N o n si t r a t t a
ric-
veramente
di u n d i a l o g o : il b a n c h e t t o i n o n o r e di A g a t o n e è e d o veva
essere p e r v a s o
Socrate
potesse
da
qui
troppo
spirito
svolgere la
sua
dionisiaco
discussione
i m e t o d i dialettici c h e a b b i a m o i m p a r a t o gli altri
dialoghi. Per
sofo p a r l a
attraverso
questa Diotima,
t a r e p e r ò c h e egli p a r l e r à
ragione,
perchè secondo
a conoscere neil
filo-
non senza a v e r fatto
crediamo,
no-
diversamente
da come
hanno
p a r l a t o g l i altri c o m m e n s a l i e c i o è p a r l e r à b a d a n d o
innan-
z i t u t t o a l l a v e r i t à di c i ò c h e d i c e . R i t r o v i a m o q u i l ' o p p o s i z i o n e tra l e t t e r a t u r a tra r e t t o r i c a e
e
filosofia.
filosofia
e, a n c o r p i ù
precisamente,
L a discussione del F e d r o non è lon-
t a n a d a q u e s t o d i a l o g o e p u ò a n c h e d a r s i c h e il F e d r o sia s t a t o scritto p r i m a d e l S i m p o s i o . I n q u e l d i a l o g o si g i u s t i ficherà,
infatti,
la r e t t o r i c a
v a r l a , in u n certo senso, a
in q u a n t o filosofia.
sarà
possibile
ele-
Nel Simposio Socrate
ci d a r à u n e s e m p i o v i v o di q u e s t a r e t t o r i c a
filosofica.
II discorso di Fedro.
— Il primo discorso rispecchia
t u t t o il c a r a t t e r e del g i o v a n e t t o F e d r o : egli si p r e o c c u p a di p a r l a r b e n e , d i dire d e l l e b e l l e c o s e , d i m e t t e r e i n e v i d e n z a il p i ù p o s s i b i l e c i ò c h e si d e v e c o n s i d e r a r e c o m e g i u s t o , s e n z a p r e o c c u p a r s i p e r ò affatto d e l v a l o r e i d e a l e d e i c o n cetti di b e l l o e di g i u s t o . T u t t o il s u o d i s c o r s o è t e n u t o i n u n t o n o m o l t o v i c i n o a q u e l l o c h e r i t r o v e r e m o nel d i a l o g o c h e p o r t a il s u o n o m e . È u n t o n o e n t u s i a s t i c o e, in u n c e r t o s e n s o , d i l e t t a n t e s c o . F e d r o r a p p r e s e n t a nel S i m p o s i o q u e l l o s t a t o p o e t i c o , n o n p r i v o di i n g e n u i t à , di p i e n a c o m m o z i o n e di f r o n t e a l l a v i t a , nel q u a l e si è s e m p r e p r o n t i a d e s a l t a r e e d a g l o r i f i c a r e , m e n t r e si t r o v a i n t u t t o q u a l c o s a c h e sia d e g n o di c i ò . P e r ò nel d i s c o r s o di F e d r o n o n m a n c a
una
c e r t a v e r i t à e p e r c i ò q u e s t a n o n m a n c a n e m m e n o nel s u o atteggiamento, come non dovrà mancare, in q u e l l a l e t t e r a t u r a
necessariamente,
e i n q u e l l a r e t t o r i c a c h e d i e t r o il d i -
s c o r s o di F e d r o s o n o f a c i l m e n t e r i t r o v a b i l i . V e r i t à , m a v e rità p a r z i a l e : c e r t a m e n t e il s e n s o p r o f o n d a m e n t e
filosofico
di P l a t o n e n o n p u ò a r r e s t a r s i a l d i l e t t a n t i s m o di F e d r o n è a l p r a g m a t i s m o d i L i s i a di c u i F e d r o è t a n t o
entusiasta
F e d r o n o n s e n t e affatto il b i s o g n o di u n ' u n i t à ,
egli o s -
serva e sente la vita e questa sua osservazione e questo suo s e n t i m e n t o , p i e n i di g i o v a n i l e f r e s c h e z z a , n o n h a n n o b i s o g n o di n e s s u n a g i u s t i f i c a z i o n e
filosofica.
È certo vero che
l ' A m o r e è il p i ù f a m o s o e il p i ù a n t i c o tra gli d e i ( 1 7 8 A C ) ed è v e r o c h e n o i p o t r e m m o a n c h e u s a r e la storia d e l l a m i t o l o g i a p e r r e n d e r c i c o n t o di q u a n t o g r a n d e d o v e t t e essere e d è, p e r g l i u o m i n i , l ' i m p o r t a n z a d e l l ' a m o r e . F e d r o v e d e in esso a n c h e di p i ù : n o t a c h e il v e r o a m o r e è d i s i n t e r e s s a t o c o m e q u e l l o di A l c e s t i , di O r f e o , d i A c h i l l e e di P a t r o c l o ( 1 7 9 B e s e g g . ) . N e s s u n a p e r s o n a di b u o n s e n s o
potrebbe
c e r t o n e g a r e q u e s t a a f f e r m a z i o n e . M a , p e r il filosofo, gare ^importanza
e la f u n z i o n e
d e l l ' a m o r e c o n la
spiestoria
d e l l a m i t o l o g i a è s p i e g a r e u n f a t t o c o n altri fatti, u n o d e i
1) ROBIN: E d . Fedro, Paris 1933, pag. X I V e segg.
t a n t i fatti d e l l a v i t a c o n a l t r i fatti d e l l a s t o r i a . È v e r o , c h e S o c r a t e u s a il m i t o , m a il s u o m i t o r a p p r e s e n t a q u a s i s e m p r e u n a p r o f o n d a v e r i t à filosofica c h e s a r e b b e i m p o s s i b i l e s p i e g a r e i n t u t t e le s u e p o s i z i o n i o c h e s a r e b b e i m p o s s i b i l e r i d u r r e a d u n a d i s c u s s i o n e d i a l e t t i c a . F e d r o i n v e c e u s a la storia d e l m i t o c o m e u n a d i m o s t r a z i o n e delle s u e a f f e r m a zioni
e questa
dimostrazione
non
potrà
avere per Platone u n valore veramente
necessariamente
filosofico.
Che l'amo-
r e sia d i s i n t e r e s s a t o è c e r t o u n a v e r i t à c h e il s e n s o c o m u n e p u ò immediatamente scoprire, m a quale verità sarà questa p e r il
filosofo?
I n q u e l l a c o s ì s e m p l i c e a f f e r m a z i o n e egli ri-
t r o v e r à la s u p e r i o r i t à d e l l ' i d e a , l ' u n i t à di essa di f r o n t e ai molteplici, agli uomini in questo caso, che, c o m e s a p p i a m o d a l L i s i d e , n o n a m a n o l a b e l l e z z a n e i p a r t i c o l a r i se n o n i n q u a n t o essa r a p p r e s e n t a l a b e l l e z z a u n i c a e cioè la b e l l e z z a i d e a l e . S u q u e s t a v e r i t à d i F e d r o il
filosofo
b a s e r à t u t t a In
s u a v i s i o n e d e l l a r e a l t à . F e d r o è, p o t r e m m o dire,
usando
l'espressione in u n senso molto v a s t o , immerso nel sonno d o g m a t i c o , se l a s u a p o s i z i o n e v i e n e g i u d i c a t a d a u n
su-
p e r i o r e p u n t o di v i s t a di c a r a t t e r e filosofico. L a s u a è u n a a c c e t t a z i o n e d o g m a t i c a d e l l a m o l t e p l i c i t à e q u e s t o è,
per
P l a t o n e , q u a n t o di p i ù antifilosofico sia p o s s i b i l e i m m a g i nare.
M a sarà
questa
posizione, restando
tale,
m o m e n t o della conoscenza del reale, totalmente
cioè
un
condanna-
bile? E c c o q u e l l o c h e c i i n t e r e s s a . I l d i s c o r s o di F e d r o è un riconoscimento della realtà del molteplice, non solo, m a anche della positività del molteplice, m a ,
si p e n s i
bene,
p e r c h è egli è c o s ì e n t u s i a s t a d e l l a v i t a ? P e r c h è sente c h e i n essa c i s o n o d e l l e « r e l a z i o n i », forse q u e l l e stesse di c u i L i sia a p p r o f i t t a p e r la s u a r e t t o r i c a , d e l l e r e l a z i o n i c h e l a s c i a no i n d o v i n a r e u n a p r o f o n d a r e a l t à d i e t r o a l m o n d o d e l l e a p p a r e n z e . S e F e d r o fosse c a p a c e di u s c i r e d a l s u o d o g m a ;
t i s m o e d i e n t r a r e in u n a p o s i z i o n e c r i t i c a e p o i d a l l a l t o di q u e s t a p o t e s s e g u a r d a r e il s u o a n t e r i o r e a t t e g g i a m e n t o
di
fronte a l l a v i t a , si t r o v e r e b b e a l l o r a n e l l a stessa p o s i z i o n e i n c u i a b b i a m o v i s t o S o c r a t e di fronte a I o n e . S e l a m o l t e -
p l i c i t à c o n s i d e r a t a c o m e tale è c o n d a n n a b i l e e c o n d u c e a l l ' a s s u r d o , se essa è a s s o l u t a m e n t e i r r a z i o n a l e q u a n d o v i e n e contrapposta
all'unità
assoluta,
concepita come
nel M e -
n o n e e i n c e r t e p o s i z i o n i d e l F e d o n e , se è a s s u r d o s e r v i r s i dello stato entusiastico di F e d r o per spingere gli uomini a q u e s t a o a q u e l l a a z i o n e c o m e forse f a c e v a L i s i a , e se infine è assolutamente
c o n d a n n a b i l e l a p o s i z i o n e p o e t i c a di F e -
d r o se essa v i e n e c o n s i d e r a t a di fronte a l l o S t a t o i d e a l e e p e r f e t t o ; t u t t o q u e s t o n o n significa c h e il d i s c o r s o d i F e d r o e le a f f e r m a z i o n i d i esso s i a n o falsi se q u e l l e a f f e r m a z i o n i v e n g o n o ricondotte al posto che veramente devono occup a r e , se esse n o n t e n t a n o d i sostituirsi a l l a
filosofia,
se v e n -
g o n o g i u d i c a t e c o m e u n a n e l l o della c a t e n a d e l p r o c e s s o dialettico e conoscitivo e c o m e un m o m e n t o
della r a z i o -
n a l i t à d e l r e a l e . N o i s a p p i a m o infatti c h e p e r P l a t o n e il m o n d o molteplice h a una sua realtà,
q u a n d o esso, c o m e
nel F e d o n e e n e l C r a t i l o , v i e n e v i s t o i n q u a n t o o r g a n i z z a t o idealmente, quando ogni molteplice viene giudicato tenendo c o n t o d e l l a s u a e s s e n z a i d e a l e . A n c h e l o s t a t o p o e t i c o di F e d r o p u ò c o s ì essere a m m i s s i b i l e se n o n si d i m e n t i c a c h e d e v e essere s e m p r e s u p e r a t o d a u n a s u p e r i o r e p o s i z i o n e filosofica:
l a p o e s i a e la r e t t o r i c a h a n n o s e m p r e b i s o g n o d i
essere c o m p l e t a t e d a l l a ventare
una
filosofia
filosofia
e possono allora anche di-
poeticamente
sentita,
sentita
a m o r e per la verità, c o m e creazione della verità
come proprio
n e l s e n s o « m a i e u t i c o », nel s e n s o r e a l e c i o è c h e si d e v e attribuire alla parola condanna
platonica
« p o i e s i s ». I l v e r o significato d e l l a che" r i t r o v e r e m o
nella
R e p u b b l i c a ci
sembra in questo m o d o sufficientemente c h i a r i t o : c o m e H e g e l P l a t o n e n o n c o n d a n n a l ' a r t e se n o n n e l senso c h e essa d e v e essere s e m p r e , d a u n p u n t o di v i s t a d i a l e t t i c o , s u p e rata dalla verità
filosofica.
Il discorso di Pausania.
— C o m e d i e t r o F e d r o si p o -
t e v a s c o r g e r e l ' o m b r a di L i s i a , così d i e t r o P a u s a n i a si p o trebbe
nascondere la personalità di Isocrate che Platone
v e d e d a u n p u n t o d i v i s t a m o l t o d i v e r s o , se n o n o p p o s t o , d a quello con cui considerava l'opera
e la p e r s o n a l i t à
:
Lisia ) . Se F e d r o intuisce, in u n o stato d'entusiasmo,
di
una
r e l a z i o n e t r a i m o l t e p l i c i e n o n sa p e r ò v e d e r e il m o n d o molteplice organizzato da una
realtà
ideale, Pausania
in-
v e c e sa c h e o g n i r e a l t à e m p i r i c a d e v e essere c o n s i d e r a t a in funzione di u n a certa unità, c h e le azioni n o n h a n n o
va-
l o r e p e r sè m e d e s i m e m a in q u a n t o p a r t e c i p a n o a q u a l c h e c o s a c h e è c o m u n e a t u t t e . F e d r o v e d e la p o s i t i v i t à d e l molteplice senza sapere che questa
positività dipende
da
u n m o n d o i d e a l e , P a u s a n i a v e d e il m o l t e p l i c e c o m e p o s i t i v o o n e g a t i v o a s e c o n d a c h e sia i n r e l a z i o n e o n o
con
u n ' u n i t à , n o n sa p e r ò q u a l e q u e s t a u n i t à s i a : egli i n t u i s c e s e m p l i c e m e n t e c h e il m o n d o e m p i r i c o d e v e essere o r g a n i z zato da una realtà che lo trascenda. L a m a n i f e s t a z i o n e di o g n i n o s t r a a t t i v i t à , s o s t i e n e P a u s a n i a (180 E , 1 8 1 B ) , n o n è p e r sè stessa n è b e l l a nè b r u t t a . Questi
caratteri
risultano
per
l'azione dal modo
essa v i e n e c o m p i u t a , se v i e n e c o m p i u t a r e t t a m e n t e , in essa c ' è r e t t i t u d i n e ,
con cui se c i o è
è buona, altrimenti è cattiva. P a u -
s a n i a n o n p a r l a d e l l ' i d e a del b e n e m a p e r ò i n t u i s c e q u a s i la s u a e s i s t e n z a . S e n z a u n ' u n i t à o g n i a z i o n e p a r t i c o l a r e è indifferente:
n o n ci p u ò essere n e s s u n a
bellezza in azioni
prese isolatamente e viste come molteplicità disorganizzata. Perciò Pausania distingue due diversi caratteri
dell'amore
a s e c o n d a c h e esso si m a n i f e s t i n e g l i u o m i n i d i b a s s o g e n e r e (181 B e s e g g . ) , che p e n s a n o solo al c o r p o , o negli uomini n o b i l i c h e g u a r d a n o a n c h e a l l ' a n i m a . L o s c o p o p e r c u i la precedente distinzione viene usata non corrisponde però all ' a l t e z z a s p i r i t u a l e c o n c u i P a u s a n i a si è p r e s e n t a t o
finora,
p e r c h è egli u s a la s u a p a r z i a l e v e r i t à p e r u n o s c o p o m o l t o basso, così c o m e , in un altro senso, F e d r o , o meglio Lisia, u s a v a la s u a . P a u s a n i a si s e r v e d e l l a s u a i n t u i z i o n e a l l ' o p p o s t o d i c o m e se n e s e r v i r e b b e se q u e s t a i n t u i z i o n e d i v e n -
i) ROBIN: Cit. pag. XXII.
lasse una vera
conocsenza. Tutto
è possibile
giustificare
q u a n d o si p e n s a n o n a l v e r o c o n t e n u t o d i u n ' a z i o n e m a a l l a semplice forma
con cui questa azione viene compiuta.
Il
conoscere che ci dev'essere u n a relazione tra molteplicità e unità,
senza sapere
può permettere
in che cosa veramente
essa
consista,
di ritrovare questa relazione per ogni caso
e c i o è a n c h e p e r i casi i n c u i n o n esiste. P a u s a n i a si s e r v e i n s o m m a d e l s u o f o r m a l i s m o p e r a c c o g l i e r e il c o n t e n u t o c h e più gli fa c o m o d o . C o m e a b b i a m o v i s t o p e r ò l a p o s i z i o n e di P a u s a n i a , c o m e q u e l l a di F e d r o , n o n è p r i v a d i u n a c e r t a v e r i t à , m a q u e sta n o n è u n a v e r i t à t o t a l e e d a s s o l u t a e, n o n e s s e n d o i n r e l a z i o n e c o n u n a v i s i o n e filosofica g e n e r a l e , d i v e n t a n e c e s s a r i a m e n t e u n errore. Il discorso di Erissimaco.
— A l d i s c o r s o di P a u s a n i a
segue u n intermezzo (185 C E ) ; dovrebbe parlare Aristof a n e , p o i c h é è il s u o t u r n o , m a A r i s t o f a n e n o n p u ò p e r c h è è p r e s o d a u n v i o l e n t o s i n g h i o z z o . O l t r e a l fatto c h e l a s c e n a h a u n c a r a t t e r e b u r l e s c o e c h e essa r a p p r e s e n t a ricatura
del buffone
Aristofane,
con questo
una ca-
artifizio
Pla-
t o n e h a v o l u t o farci n o t a r e c h e n e l S i m p o s i o n o n c ' è u n a pura relazione casuale nell'ordine c o n cui parlano i diversi personaggi. A b b i a m o visto come a F e d r o segue e c i o è c o m e si s u s s e g u o n o i r a p p r e s e n t a n t i ,
Pausania
p e r così dire,
di d u e p o s i z i o n i della r e t t o r i c a , m o l t o p r o b a b i l m e n t e di L i sia e d i I s o c r a t e . A r i s t o f a n e v e r r à l o g i c a m e n t e p o s t o i n s i e m e a d A g a t o n e , c i o è l ' a u t o r e di c o m m e d i e s a r à a v v i c i n a t o a l l ' a u t o r e di t r a g e d i e . Erissimaco, che è un medico, rappresenta
invece un
p u n t o d i v i s t a s c i e n t i f ì c o - p r a t i c o d i fronte a l p r o b l e m a d e l l ' a m o r e . E g l i v e d e m o l t o d i p i ù di F e d r o e di P a u s a n i a . L e s u e d u e m a n i e r e di c o n s i d e r a r e il p r o b l e m a nella n a t u r a e nell'arte infatti
o, d i r e m m o
riprese
n u o v i aspetti
meglio,
nella
spiritualità,
verranno
d a D i o t i m a . M a E r i s s i m a c o ci offre del p r o b l e m a .
anche
Quello che Fedro e Pausania
— o — 4
n o n a v e v a n o v i s t o è, p r i n c i p a l m e n t e ,
c h e l ' a m o r e d e v e es-
sere c o n s i d e r a t o i n r a p p o r t o a l m a l e ed a l b e n e , a l n e g a t i v o ed a l p o s i t i v o ed i n q u e s t o s e n s o v i e n e u s a t a d a E r i s s i m a c o la d i s t i n z i o n e p o s t a d a P a u s a n i a tra l ' a m o r e n o b i l e e l ' a m o re p o p o l a r e e a p p l i c a t a a t u t t a l a n a t u r a ( 1 8 6 A ) . I n t u t t i i c o r p i E r i s s i m a c o v e d e il m a l e ed il b e n e , il b u o n o ed il c a t t i v o a m o r e : l ' a b i l i t à del b u o n m e d i c o consiste n e l s a p e r l i r i c o n o s c e r e , l i b e r a n d o il c o r p o d a l m a l e e f a c e n d o
sorgere
in esso il b e n e . L a s a l u t e è u n ' a r m o n i a di c o n t r a r l i e la m a lattia c o n s i s t e nel p r e d o m i n a r e
di u n o d e i c o n t r a r i
(186 B
E ) . N e l l o stesso m o d o l ' a r m o n i a si r e a l i z z a nella m u s i c a i n q u a n t o essa a c c o r d a l ' a c u t o c o n il g r a v e ( 1 8 7 A B ) : il
ritmo
è la c o m b i n a z i o n e del l e n t o c o l v e l o c e ( 1 8 7 C ) . L ' a r m o n i a i n c u i c o n s i s t e la s a l u t e d e l l ' u o m o h a b i s o g n o di u n a lanza speciale c o m e , del resto,
ogni armonia
ha
vigi-
bisogno
d e l l a v i g i l a n z a d e g l i s c i e n z i a t i p e r n o n essere t u r b a t a , e p e r essere, se è n e c e s s a r i o ,
ristabilita
(187 E ) . Erissimaco
plica i suoi principi all'astronomia
ap-
e alla divinazione sem-
p r e n o t a n d o la n e c e s s i t à di u n a r e g o l a e d i u n o r d i n e .
Nel-
l ' e s p o s i z i o n e d e l m e d i c o c ' è m o l t o d i v e r o , p e r il fatto c h e egli p e n s a , c o m e si è v i s t o , a d u n p r i n c i p i o p o s i t i v o e a d u n o n e g a t i v o : c ' è q u i q u a s i il p r e l u d i o di q u e l l a c h e
sarà
la v i s i o n e p l a t o n i c a d e l l ' a m o r e . A n c h e E r i s s i m a c o p e r ò ins i e m e a l l a v e r i t à ci offre u n e r r o r e :
egli è u n o s c i e n z i a t o e
g i u d i c a d a s c i e n z i a t o , c o s ì n o n v e d e q u a l e sia il v a l o r e d e l l'armonia
di c u i p a r l a :
egli h a p r e s e n t e il m o n d o
davanti
a sè c o m e u n a serie di o g g e t t i n e g a t i v i e p o s i t i v i , o g g e t t i che come medico deve curare, organizzare, armonizzare.
I
c o n t r a r l i di E r i s s i m a c o n o n s o n o essere e n o n essere, c o n s e guentemente
l ' a m o r e d a lui c o n c e p i t o n o n s a r à
creazione.
E g l i p u ò p a r l a r e di u n a m o r e c a t t i v o , p e r c h è p e r lui a m o r e è s e n t i m e n t o p a t o l o g i c o c h e p u ò dirigersi sia v e r s o il b e n e c h e v e r s o il m a l e , m e n t r e p e r P l a t o n e n o n ci s a r à c h e a m o r e della v e r i t à . E r i s s i m a c o n o n c o m p r e n d e
la p o s i t i v i t à
l ' a m o r e e n o n la p u ò c o m p r e n d e r e p e r c h è n o n
del-
s'interessa,
c o m e s c i e n z i a t o , d e l l a l o g i c a r e a l e d e l l a r e a l t à , m a s o l o di
—
4i
—
u n a v i s i o n e d i q u e s t a c h e p o s s a essere utile a l l a s u a a r t e di m e d i c o . Il suo discorso rappresenta quasi la verità parziale c h e p u ò offrire l a s u a s c i e n z a p r a t i c a , v e r i t à c h e d e v e e s sere r i p r e s a m a a n c h e a m p l i a t a . C o l c o n c e t t o d i a r m o n i a il d i s c o r s o di E r i s s i m a c o r i u n i s c e , i n u n c e r t o s e n s o , l e p o s i zioni o p p o s t e d i P a u s a n i a e d i F e d r o , m a esso n o n r i m a n e p r i v o di errori, t r a essi il f o n d a m e n t a l e è q u e l l o d i p e n s a r e l ' a m o r e c o m e u n oggetto tra gli oggetti.
Aristofane
ed Agatone.
— A l discorso di E r i s s i m a c o
s e g u e q u e l l o d i A r i s t o f a n e c h e , c o m e s a p p i a m o , d e v e essere messo in relazione c o n quello di A g a t o n e . A n c h e Aristofane ed A g a t o n e d i r a n n o l a l o r o p a r z i a l e v e r i t à s u l l ' a m o r e . s t o f a n e sostiene c h e l ' a m o r e c o n s i s t e s o p r a t u t t o
Ari-
nell'unità
e c o m b a t t e le distinzioni di P a u s a n i a e di E r i s s i m a c o . P e r l u i n e l l ' a m o r e c ' è t u t t o il d e s t i n o degli u o m i n i ( 1 8 9 A ) e l a l o r o s o l a s p e r a n z a di felicità ( 1 9 1 D , 1 9 3 D ) . A g a t o n e s a d i s t i n g u e r e t r a ciò c h e r i g u a r d a la n a t u r a d e l l ' a m o r e i n sè e ciò che riguarda la sua azione, m a poi, come osserva S o c r a t e (201 E e s e g g . ) r i c o n f o n d e n u o v a m e n t e le p o s i z i o n i . I d u e discorsi d i A r i s t o f a n e e d i A g a t o n e h a n n o u n v a l o r e s o p r a t u t t o d i fronte a l p r o b l e m a d e l c o m i c o e d e l t r a g i c o c h e n o i v e d r e m o a m p l i a r s i , nel d i s c o r s o di D i o t i m a , i n q u e l lo d e l l ' e s s e r e e d e l n o n essere. I d u e discorsi s o n o d i v i s i d a u n intermezzo (193 D - 1 9 4 E ) : la sua funzione è naturalm e n t e q u e l l a d i d i s t a c c a r e il d i s c o r s o di A r i s t o f a n e d a q u e l l o di A g a t o n e . P e r q u a l e r a g i o n e ? L a p i ù p l a u s i b i l e ci s e m b r a q u e s t a : il d i s c o r s o di A r i s t o f a n e resta in u n c e r t o s e n s o i n s o s p e s o di fronte a g l i altri, a b b i a m o v i s t o q u a l ' è l a r e l a z i o n e tra i p r i m i tre e c o m e o g n u n o di essi ad Agatone
risponderà
risponda
all'altro:
p o i S o c r a t e c h e c r i t i c h e r à il s u o d i -
scorso, m a Socrate, anzi n e m m e n o Socrate, Diotima a c c e n nerà appena
alle teorie a r i s t o f a n e s c h e
sull'amore.
C h i ri-
s p o n d e r à a d A r i s t o f a n e ? N o n d i m e n t i c h a m o c i d e l l a fine d e l d i a l o g o : la
risposta
a d A r i s t o f a n e si p u ò p e n s a r e
compiuta
d a l d i s c o r s o di A l c i b i a d e il q u a l e r i s p o n d e alla p r o t e s t a c h e
Aristofane stava per sollevare contro Socrate (212 C ) .
In
q u e s t o m o d o si p u ò s p i e g a r e a n c h e u n a l t r o fatto e c i o è c h e sia s t a t o s c e l t o c o m e r a p p r e s e n t a n t e d e l l a t r a g e d i a u n t r a g e d i o g r a f o c h e c o n s e r v a t a n t o p o c o il v e r o c a r a t t e r e
tra-
g i c o del t e a t r o g r e c o . T a n t o A r i s t o f a n e c h e A g a t o n e , c o m e L i s i a ed I s o c r a t e , per Platone:
non sono quelli che d o v r e b b e r o
essere
i n tutti, c o m e a b b i a m o v i s t o , c ' è u n a
verità
m a in tutti c ' è u n a p o s i z i o n e e r r a t a . L a r e t t o r i c a che deve sempre
essere c o m p l e t a t a
sappiamo
d a l l a filosofia, così la
v e r a c o m m e d i a t r o v e r à s e m p r e i n f o n d o a sè m e d e s i m a
una
v e r i t à t r a g i c a . D e l resto c ' è del t r a g i c o a n c h e nel d i s c o r s o di A r i s t o f a n e , in q u e l l o s t r a n o d e s t i n o dei m o r t a l i
c h e si
affannano
spirito
tanto per raggiungere u n ' u n i t à che allo
c o m i c o s e m b r a così r i d i c o l a . M a A r i s t o f a n e è b e n l u n g i d a l rendersi c o n t o di q u e s t o f a t t o . U n c o m i c o c h e h a u n c a r a t tere p r o f o n d a m e n t e
t r a g i c o è q u e l l o di A l c i b i a d e , di t u t t a
la p e r s o n a l i t à di A l c i b i a d e c h e a m a e v u o l e il v e r o S o c r a t e , sì d a d i v e n t a r n e p a z z o , m a c h e a l v e r o n o n v o r r à m a i a s soggettarsi e non potrà mai partecipare.
C o m e in Aristofa-
ne c ' è u n s e n s o d e l c o m i c o c h e a P l a t o n e n o n d o v e v a s u o n a r b e n e p e r il r i c o r d o s e m p r e v i v o della c a r i c a t u r a di S o c r a t e e s o p r a t u t t o dei suoi effetti, c o s ì in A g a t o n e c ' è
un
falso t r a g i c o , c o m e d e l resto s a p p i a m o d a l l o stesso A r i s t o f a n e . A g a t o n e d i m e n t i c a p r o p r i o il p i ù i m p o r t a n t e ,
n o n si
a c c o r g e cioè c h e l ' a m o r e in sè m e d e s i m o è p r i v o di b e l l e z z a ed è p e r q u e s t o c h e la c e r c a : egli n o n si a c c o r g e della p r o f o n d a miseria di c h i a m a c o m e A l c i b i a d e , t u t t o il s u o d i s c o r s o n o n è c h e u n a c e l e b r a z i o n e d e l l ' a m o r e in q u a n t o g r a z i a e g e n t i l e z z a ed i n q u a n t o p o r t a t o r e di p a c e
all'umanità.
C o m m e d i a e tragedia d e v o n o trascendersi in una vision e filosofica: se S o c r a t e ci d à l ' e s e m p i o a p o l l i n e o di q u e s t a unione, Alcibiade ce ne dà un tragico esempio
dionisiaco
m a u n e s e m p i o n o n m e n o v e r o . È infatti A l c i b i a d e l ' u n i c o c h e p o s s a p r o n u n c i a r e u n e l o g i o di S o c r a t e , l ' u n i c o c h e in Socrate abbia
saputo
vedere un profondo
mistero,
il m i -
s t e r o stesso della r e a l t à . P e r c h è S o c r a t e è p e r lui u n d e m o -
n e : p o s t o a l l a fine d e l d i a l o g o così c o m e è, l ' e l o g i o di S o c r a t e fa sì c h e noi r i t r o v i a m o nel c u i si è t a n t o p a r l a t o esempio realtà
vivente.
Commedia
se c o n s i d e r a t e
filosofo,
di q u e l l ' a m o r e d i
nel Simposio, u n ' i m m a g i n e e tragedia
sono
ed
una
un
stessa
c o m e d e v o n o essere c o n s i d e r a t e :
la
t r a g e d i a , il t r a g i c o d e l l ' a r t e m a i e u t i c a di S o c r a t e e di t u t t a l a s u a v i t a è p u r s e m p r e p i e n o di u n c e r t o s e n s o di l e g g e r e z z a e di g i o i a , di s e m p l i c i t à e di c o m i c i t à , di
profonda-
m e n t e serio e di p r o f o n d a m e n t e i r o n i c o ; c o s ì l a c o m m e d i a , il senso c o m i c o di c u i t u t t i i d i a l o g h i s o n o s e r e n a m e n t e v a s i si c o n c l u d e i n u n a
per-
g i u s t i f i c a z i o n e g i o i o s a di c i ò c h e
sembra la cosa più profondamente
t r a g i c a : la m o r t e .
Per
l a c o m m e d i a d i v e n t a p o s i t i v o c i ò c h e è n e g a t i v o , se essa h a u n v a l o r e v e r a m e n t e c o m i c o ; p e r la t r a g e d i a d i v e n t a n e g a t i v o c i ò c h e è p o s i t i v o : n u l l a s a p p i a m o e la v e r i t à è sì u n ' e t e r n a c r e a z i o n e della b e l l e z z a , m a nel d o l o r e , n e l l ' a p o r i a . L ' e u d e m o n i s m o s o c r a t i c o si b a s a s u u n a c o n c e z i o n e p r o fondamente tragica della v i t a , m a v e r a m e n t e tragica e non f a l s a m e n t e , c o m e l ' e u d e m o n i s m o di A g a t o n e . S o c r a t e m e d e s i m o s o t t o l i n e a il significato di q u e s t i p a s si del S i m p o s i o , q u a n d o , a l l a fine d e l d i a l o g o , m e n t r e t u t t i s o n o c a d u t i v i t t i m e di D i o n i s o m e n o A g a t o n e e d A r i s t o f a n e , di fronte a d essi egli sostiene c h e c o l u i c h e
veramente
è u n c o m i c o d e v e essere a n c h e u n t r a g i c o (223 D ) . Il S i m posio è così una
tragedia
ed una
t e m p o , i n q u a n t o è p i e n o di v e r i t à
c o m m e d i a n e l l o stesso filosofiche.
L a medesi-
m a c o s a si p o t r e b b e d i r e di t u t t a l ' o p e r a p l a t o n i c a ;
come
p o t e v a u n a v i s i o n e d e l l a v i t a di q u e s t o g e n e r e giustificarsi, se i n s i e m e a l l ' u n i t à n o n v e n i v a p e n s a t a l a m o l t e p l i c i t à , se i n s i e m e a l p o s i t i v o n o n v e n i v a giustificato a n c h e il n e g a t i v o ? S e la l o g i c a della r e a l t à n o n fosse s t a t a tale d a
permet-
t e r e la p i ù a s s o l u t a m a n c a n z a del b e n e e la p i ù l o n t a n a
e
o p p o s t a p o s i z i o n e di fronte a l l ' i d e a ; m a , nello stesso t e m p o , l a p i ù a r m o n i c a fusione d e l b e n e e d e l m a l e nella c r e a z i o n e di o g n i e n t e e d e l m o n d o , c h e , c o m e v e d r e m o , si r i c r e a c o n tinuamente
per mezzo dell'amore?
Socrate e Diotima.
— Parla Diotima e non Socrate che
non potrebbe parlare nel tono ispirato e solenne della sacerdotessa. Ricordiamoci, prima di iniziare l'esame del suo dis c o r s o , delle p i ù i m p o r t a n t i
p o s i z i o n i fin q u i c o n s i d e r a t e :
s a p p i a m o infatti c h e l ' u n i t à è s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a e c h e essa n o n p u ò essere c o n s i d e r a t a c o m e u n o g g e t t o ( M e n o n e , F e d o n e e in seguito, la prima ipotesi del P a r m e n i d e ) . L ' u n i t à p u ò essere a n c h e r e l a t i v a , è possibile c i o è u n a m o l t e plicità ideale c h e garantisce l'intelligibilità della realtà ( C r a tilo e F e d o n e , p o i l a s e c o n d a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e ) . L ' u n i tà è poi necessariamente presente in ogni particolare ( F e done,
quarta
ipotesi del P a r m e n i d e ) ,
presa
c o m e tale la
m o l t e p l i c i t à è i n c o e r e n t e ( C r a t i l o , q u i n t a e d o t t a v a ipotesi del Parmenide), d a l punto di vista morale conduce all'ass u r d o ( I p p i a M i n o r e ) . N e l p a r t i c o l a r e n o n si a m a il p a r t i c o l a r e m a l ' u n i t à e q u e s t a è q u i n d i i n esso p r e s e n t e ( L i s i d e , quarta ipotesi), la bellezza è possibile in q u a n t o nel molteplice è presente la bellezza ideale (Ippia Maggiore, quarta i p o t e s i ) . I l m o n d o e m p i r i c o si d e v e q u i n d i o r g a n i z z a r e i n t o r n o a l l e i d e e , l a p o e s i a e l e a l t r e arti s o n o p o s s i b i l i i n q u a n t o t u t t e le c o s e s o n o r i u n i t e i n u n ' u n i t à , i n q u a n t o cioè c ' è t r a m o l t e p l i c i t à e u n i t à u n a r e l a z i o n e e si c h i a m i q u e s t a r e l a z i o n e c o n q u a l s i a s i n o m e ( I o n e , F e d o n e , discorsi di F e d r o , d i P a u s a n i a e di E r i s s i m a c o ) . L e v i r t ù p a r t i c o l a r i n o n s o n o possibili se n o n i n q u a n t o p a r t e c i p a n o a l b e n e ( C a r mide), la loro unità ci d à la scienza e cioè la coscienza del v e r o i d e a l e a c u i c o n d u c e il m e t o d o d i a l e t t i c o ( P r o t a g o r a ) , la m o l t e p l i c i t à c h e d o m i n a nella r e t t o r i c a è c o n d a n n a b i l e : b i s o g n a r i c o n o s c e r e l a p r e s e n z a d i u n ' u n i c a v i r t ù nelle v i r tù,
bisogna organizzare la rettorica
verso l'idea
(Gorgia,
Simposio, Fedro, Repubblica). L a molteplicità del mondo delle i d e e ci p e r m e t t e di c o n o s c e r e il r e a l e , le r e l a z i o n i fra la m o l t e p l i c i t à i d e a l e e q u e l l a s e n s i b i l e si s p i e g a n o c o n l a p r e s e n z a d e l n o n essere n e l m o n d o i d e a l e e c i o è c o l l a t e o r i a delle idee o p p o s t e : l'idea rimane u n a m a nel suo interno si fa s t r a d a il n o n essere ( F e d o n e e t u t t e le i p o t e s i n e g a t i v e
d e l P a r m e n i d e ) . E s s e r e e n o n essere s o n o d u n q u e u n o di fronte a l l ' a l t r o , n e l l o stesso m o d o l ' i d e a è e n o n è, s e m p r e d u n q u e è e n o n è n e l m e d e s i m o t e m p o e, p o i c h é a n c h e il m o l t e p l i c e v i e n e s p i e g a t o p e r m e z z o d e l n o n essere, s e m p r e l ' i d e a è n e l l o stesso t e m p o u n a
e m o l t e p l i c e ( d i s c o r s o di
D i o t i m a e terza ipotesi del P a r m e n i d e ) . T u t t e le p r e c e d e n t i p o s i z i o n i s o n o , e l o v e d r e m o b e n e in s e g u i t o , t u t t e l o g i c a m e n t e p o s s i b i l i , u n a cioè n o n e s c l u d e l'altra:
tutte sono vere in quanto sono momenti della ra-
z i o n a l i t à del r e a l e c o m e d i m o s t r e r à c h i a r a m e n t e la d i s c u s sione d e l l a s e c o n d a p a r t e d e l P a r m e n i d e . D e l l ' i d e a n o n b a sta dire c h e è u n a m a b i s o g n a a n c h e d i r e t u t t o q u e l l o c h e s'è visto. Nella posizione sopra ricordata per cui l'idea è e non è n e l l o stesso t e m p o è i m p l i c i t a u n ' a l t r a p o s s i b i l i t à . L ' i d e a p u ò essere e n o n e s s e r e : se nel s u o s e n o c ' è , q u a n d o è s v o l t a i n t u t t e le s u e i n t e r n e p o s i z i o n i , sia l ' a s s o l u t a t r a s c e n d e n z a c o m e l ' a s s o l u t a i m m a n e n z a , sia l ' u n i t à c h e la m o l t e p l i c i t à ; essa a c q u i s t a a i nostri o c c h i u n c a r a t t e r e n u o v o , p r o p r i o p e r c h è si l a s c i a v e d e r e s o t t o d i v e r s i a s p e t t i .
L'idea
n o n è s o l a m e n t e l ' u n i t à e l e a t i c a m a è a n c h e u n a r e a l t à esis t e n t e e d u n a r e a l t à m o l t e p l i c e e, c o m e t a l e , è e n o n è. L a s u a n e g a t i v i t à è u n a c o n s e g u e n z a l o g i c a , c o m e il P a r m e n i d e dimostrerà,
d e l l a s u a p o s i t i v i t à , c o m e la s u a
molteplicità
d e l l a s u a u n i t à . I l m o n d o e m p i r i c o si s p i e g a c o m e s o r g e n t e d a l l a s u a stessa u n i t à i n q u a n t o l ' i d e a si p o n e c o m e n e g a t i v a , i n q u a n t o l ' i d e a n o n esiste. L ' u n i t à e la t r a s c e n d e n z a i d e a l i n o n si n e g a n o p e r q u e s t o , a n z i s o n o t a n t o p i ù n e c e s sarie, sia c o m e p r i n c i p i d e l l a d e d u z i o n e l o g i c a , sia p e r c h è q u e s t a d e d u z i o n e n o n p r o c e d e p e r g r a d i c h e v i a v i a si e s c l u d o n o m a p e r g r a d i c h e r i m a n g o n o s e m p r e v e r i : il m o n d o e m p i r i c o d a essa l o g i c a m e n t e d e r i v a t o e s i g e u n a unificazione,
continua
una continua riduzione della molteplicità al-
l ' u n i t à , d e l n o n essere a l l ' e s s e r e . S i a l ' e s s e r e a s s o l u t o c o m e il n o n essere a s s o l u t o s o n o e n t r a m b i l o g i c a m e n t e possibili m a essi n o n s o n o p o s i z i o n i u n i c h e p e r c h è n e
richiamano
c o n t i n u a m e n t e delle a l t r e di fronte a c u i g i u s t i f i c a n o la l o r o stessa p o s s i b i l i t à . L ' e s s e r e e il n o n essere posti
immediata-
m e n t e u n o di fronte a l l ' a l t r o r e s t a n o i m m o b i l i e c o m e t a l i , inconcepibili, in relazioni logiche tra loro c o m e quelle che a b b i a m o v i s t o nei d i a l o g h i e s a m i n a t i c o n d u c o n o i n v e c e a d u n a p o s i z i o n e i n c u i n o i v e d i a m o n e l l o stesso t e m p o e s i s t e n z a e n o n esistenza fusi n e l l o stesso p r i n c i p i o , nello stesso t e m p o , nello stesso
istante.
P e n s i a m o o r a a l l e p o s s i b i l i t à di q u e s t a n u o v a p o s i z i o n e d e l l ' i d e a ed a l n u o v o c a r a t t e r e sto c o s ì in l u c e . C o n t e n e n d o
c h e d i essa v i e n e p o -
i n sè d u e p r i n c i p i
n o o p p o s t i essa d e v e n e c e s s a r i a m e n t e
che
so-
p o s s e d e r e gli a t t r i -
b u t i di q u e i d u e p r i n c i p i . S a r à c i o è p o s i t i v a m a s a r à
an-
che negativa,
non
a v r à l'essere
ma,
n e l l o stesso t e m p o ,
l ' a v r à . I n q u a n t o l o p o s s i e d e , essa r i m a r r à s i m i l e a sè m e d e s i m a , u l t i m o t e r m i n e e r e g o l a di t u t t o il m o l t e p l i c e , r a t i o essendi della r e a l t à , i d e a p e r f e t t a e d u n i c a ; i n q u a n t o
non
lo p o s s i e d e esse si m o l t i p l i c h e r à i n u n a m o l t e p l i c i t à , si s v i l u p p e r à nel m o n d o s e n s i b i l e , s a r à n o n essere e cioè la n e g a z i o n e di sè m e d e s i m a . M a p o t r à n e g a r s i se n o n esiste? P o t r à n o n essere se nello stesso t e m p o n o n si a f f e r m a positiva? E potrà
essere p o s i t i v a e d affermarsi
se q u e s t a n u o v a a f f e r m a z i o n e n o n r a p p r e s e n t a ne assolutamente
n u o v a , se c i o è p r i m a
come
come
tale
una posizio-
d i essere p o s i t i v a
l ' i d e a n o n era n e g a t i v a ? C o n c l u d e n d o l ' i d e a p e r n o n essere d e v e essere, p e r essere d e v e n o n essere. L ' u n i t à i d e a l e p i ù p u r a n o n p o t r à affermarsi s e n o n i n r e l a z i o n e c o n u n a m o l teplicità. Così la molteplicità più assoluta d o v r à
accoglie-
re i n sè stessa u n a c e r t a u n i t à . I l P a r m e n i d e c i d i m o s t r e r à c h i a r a m e n t e la n e c e s s i t à di q u e s t e p o s i z i o n i e i n n a l z e r à il s e n s o d e l l ' a n t i n o m i a essere e n o n essere a l e g g e t r a s c e n d e n tale, quella legge che v e d r e m o giustificare chiaramente,
nel
T e e t e t o , il m e t o d o m a i e u t i c o e c h e o r a v e d i a m o c h i a r i r s i a p o c o a p o c o d e l l e p r e m e s s e dei p r i m i d i a l o g h i . G i à d a o r a possiamo affermare ciò che sarà affermato solo dal P a r m e nide e cioè che dall'unità ideale deriva necessariamente
la
struttura della realtà e che dalla struttura della realtà d e r i v a necessariamente l'unità ideale. A seconda che noi ci p o n i a m o dal p u n t o di vista ideale o d a l p u n t o di v i s t a d e l l a r e a l t à d e l m o n d o n o i v e d r e m o d a l p r i m o il m o l t e p l i c e e d a l s e c o n d o l ' u n i t à . A
contatto
c o n l ' i d e a d e l b e n e il filosofo v e d r à nella r e a l t à il m o l t e p l i c e c o m e logica conseguenza della sua posizione m a in questa molteplicità ritroverà immediatamente
il b e n e e r i t o r n e r à
allora a l l ' i d e a . In questa, ancora, non potrà arrestarsi ed il c i c l o l o g i c o - m e t a f i s i c o i n q u e s t o m o d o si c o m p l e t e r à d e t e r m i n a n d o s i c o m e infinito ed e t e r n o . L a t e r z a ipotesi d e l P a r m e n i d e ci s p i e g h e r à , nel s u o s i g n i f i c a t o p i ù
profondo,
l ' a f f e r m a z i o n e c h e o r a a b b i a m o c e r c a t o di c h i a r i r e e c i o è c h e l ' i d e a è e n o n è nel m e d e s i m o i s t a n t e . S i t r a t t a di u n p a s s a g g i o e t e r n o , s e m p r e p r e s e n t e i n o g n i istante,
dall'es-
sere a l n o n essere e d a l n o n essere a l l ' e s s e r e . P r o p r i o q u e s t o p a s s a g g i o si d e t e r m i n a ,
nel Simposio, c o m e creazione.
D a l l ' e s s e r e a l n o n essere p e r c h è n e l l ' a t t o di c r e a r e l ' i d e a , c h e n e c e s s a r i a m e n t e è n e l c r e a t o r e , si n e g a i n q u a n t o s p e z z a la s u a u n i t à i n u n a m o l t e p l i c i t à : d a l n o n essere a l l ' e s s e r e perchè con questo spezzarsi dell'idea come
supersistente,
ciò che non è acquista, a p p u n t o perchè creato, esistenza. P a s s i a m o o r a ai p a s s i d e i S i m p o s i o i n c u i p a r l a n o S o c r a t e e D i o t i m a . L ' i d e a c o m e c r e a z i o n e v i e n e identificata con l'amore.
Il passaggio dal non
essere a l l ' e s s e r e v i e n e
c h i a r i t o nel p a s s o 205 B C : « q u a n d o c ' è p e r q u a l s i a s i r a g i o n e m o v i m e n t o d a l n o n essere a l l ' e s s e r e , la c a u s a di q u e sto m o v i m e n t o è sempre un atto creatore ». Questa creazion e a v v i e n e sia n e i c o r p i , sia nelle a n i m e . S e essa m a n c a s s e a c c a d r e b b e q u e l l o c h e si s u p p o n e a c c a d e r e nel F e d o n e sè m a n c a s s e r o i c o n t r a r i ( F e d . 7 1 A e s e g g . ) : la v i t a
finirebbe
p e r c h è è a t t r a v e r s o la g e n e r a z i o n e c h e le c o s e m o r t a l i ries c o n o a d i v e n t a r e eterne ( S i m p . 208 B ) . A n c h e l a c r e a z i o n e spirituale tende a creare negli uomini l'eternità del ricordo, c o s ì la c r e a z i o n e p o e t i c a , la c r e a z i o n e l e g i s l a t i v a e la c r e a z i o n e e d u c a t r i c e (208 E e s e g g . ) . L ' a m o r e fa sì c h e c i ò c h e
è m o l t e p l i c e si ricrei n e l l ' u n i t à e d a m o r t a l e d i v e n t i i m m o r t a l e : i n t u t t a la n a t u r a c ' è infatti il d e s i d e r i o d e l l ' i m m o r t a lità (206 C - 2 0 7 B e s e g g . ) . L ' a m o r e t e n d e a l possesso etern o d e l b e n e (206 A ) , l ' u o m o felice n o n si a c c o n t e n t a di essere felice m a v u o l e c o n s e r v a r e l a s u a felicità. A c h e c o s a s a r à d i r e t t a , p e r c i ò , la s u a a z i o n e ? Q u a l ' è l ' o g g e t t o d e l l ' a m o r e ? Q u a l ' è la s u a m a n i e r a d ' a g i r e ? È u n a c r e a z i o n e nel b e l l o (206 B ) , p e r c h è n o n si p u ò c r e a r e nel b r u t t o . È d u n q u e n e cessaria, per colui che crea, l'idea del bello e logicamente s a r a n n o n e c e s s a r i e , p e r il c r e a t o r e , t u t t e l e i d e e c h e d e t e r m i n a n o la p o s i t i v i t à d l l ' u n o . I n q u e s t o m o d o la c r e a z i o n e d i v e n t a u n a t t o di c a r a t t e r e d i v i n o :
« L'unione
dell'uomo
e della d o n n a è infatti u n a p r o c r e a z i o n e , e i n q u e s t ' a t t o
c'è
q u a l c o s a di d i v i n o » (206 C ) : è q u e s t o nel m o r t a l e u n c a r a t tere di i m m o r t a l i t à .
« T u t t e le v o l t e c h e u n essere f e c o n d o
si t r o v a i n v i c i n a n z a d e l b e l l o , p r o c r e a , m a c i ò n o n p u ò a c cadere in v i c i n a n z a del brutto » (id.). L a creazione è dunq u e p o s s i b i l e s o l o q u a n d o nel m o l t e p l i c e v i e n e t r o v a t a e d è p r e s e n t e la b e l l e z z a , solo q u a n d o il s i n g o l o si s e n t e
reale
n e l l ' i d e a d e l l a b e l l e z z a e t e r n a . Q u i il m i t o d e l l ' a n a m n e s i v i e n e g i u s t i f i c a t o i n u n a p i ù a m p i a p o s i z i o n e , così il c o n o s c e r e è s o p r a t u t t o u n a t t o m a i e u t i c o p o s s i b i l e in q u a n t o in noi c ' è g i à la v e r i t à . L a b e l l e z z a p r e s e n t e n e l m o l t e p l i c e fa i n m o d o c h e q u e s t o si r i p r o d u c a , c h e il g e n e r e u m a n o n o n p e r i s c a . C i ò è p o s s i b i l e solo p e r l a p r e s e n z a d e l l ' i d e a , p e r l a p r e senza dell'unità in quanto positività assoluta. A v v i e n e così, q u a n d o l ' i d e a v i e n e v i s t a d a l m o l t e p l i c e c o m e essere, c h e q u e s t o m o l t e p l i c e si e t e r n i z z a c o n l a r i p r o d u z i o n e . È a t t r a v e r s o q u e s t a c h e la m o l t e p l i c i t à r i p r o d u c e sè m e d e s i m a : ecc o il p a s s a g g i o d a l l ' e s s e r e a l n o n essere e d il m o l t i p l i c a r s i continuo dell'idea come unità.
Q u a n d o il filosofo è salito
fino a l l ' i d e a c o m p r e n d e la r e a l t à e la c r e a q u a s i d a l n u l l a ; m a q u e s t a s p i e g a z i o n e della r e a l t à , q u e s t a r e a l t à i n q u a n t o intelligibile, esige, c o m e s a p p i a m o , la relatività dell'uno e c i o è l ' e s i s t e n z a n e l l ' i n t e r n o d e l l ' u n o stesso di u n a m o l t e p l i c i t à , di u n a n e g a z i o n e , di u n n o n essere. A n c h e q u i s o l o il
P a r m e n i d e p o t r à c h i a r i r e fino in f o n d o il p r o b l e m a . S i s p i e g a c o s ì l ' u l t i m o t e r m i n e d e l l ' a m o r e , la d i a l e t t i c a
ascendente
c h e p o r t a il filosofo a l l ' i n t u i z i o n e d e l l a b e l l e z z a ( 2 1 0 e s e g g . ) . Il
filosofo
d o v r à a r r i v a r c i d o p o u n ' e s p e r i e n z a r e a l e di t u t t i
i d i v e r s i g r a d i d e l l a m o l t e p l i c i t à ( R e p . V I , 490 A B ) . G i u n to a l l ' u l t i m o g r a d o egli s a r à i n p o s s e s s o d e l l ' i n t u i z i o n e d e l b e l l o , s a r à v i c i n i s s i m o a l b e l l o i n sè, m a p r o p r i o q u e s t a v i c i n a n z a s a r à la c a u s a d e l l a s u a c r e a z i o n e , d e l s u o t e n t a t i v o di d i s c e n d e r e nel m o n d o p e r i m p o r g l i il b e n e e l a p e r f e z i o n e ( R e p . V I , 4 9 6 B e s e g g . ) . C o s ì s e c o n d o n o i si p u ò s p i e g a r e il p a s s o 209 E - 2 1 2 A , i n r a p p o r t o
a t u t t o il resto, e n o n
p r e s o i s o l a t a m e n t e , a l t r i m e n t i esso d a r e b b e l u o g o a c o n t r a d d i z i o n i i n s o l u b i l i . L ' a s c e s a a l l ' i n t u i z i o n e d e l b e l l o è, i n c o n c l u s i o n e , n e c e s s a r i a , p e r la stessa r a g i o n e p e r c u i è n e c e s s a ria la b e l l e z z a n e l l ' a t t o d e l l a c r e a z i o n e , p e r la r a g i o n e c h e , n e l l a c r e a z i o n e , n o n solo si p a s s a d a l n u l l a a l l ' e s s e r e a n c h e si o b b l i g a la p u r e z z a i d e a l e a c o n t a m i n a r s i , fenomenizzarsi,
a d i v e n t a r e infine n o n
essere.
È p e r le r a g i o n i s o p r a a c c e n n a t e c h e ,
conseguentemen-
te, l ' A m o r e n o n s a r à b e l l o , c o m e v o l e v a A g a t o n e , m a p r i v o d e l l a b e l l e z z a (200 A B C ) , d o v r à a v e r e u n c h e è fuori di lui e c h e c o n t i n u a m e n t e
ma
l'idea a
sarà
oggetto
ricerca (199 C E ) .
A m o r e è figlio di P o r o s , d e l d i o d e g l i e s p e d i e n t i e d e l l a ricchezza,
e di P o v e r t à ;
natura del p a d r e
partecipa
in c o n s e g u e n z a sia
sia d e l l a n a t u r a d e l l a m a d r e
(203
della B
e
s e g g . ) . A m o r e v i e n e c o n s i d e r a t o u n d e m o n e (202 E e s e g g . ) , c i o è u n m e d i a t o r e tra g l i u o m i n i e g l i d e i , u s c e n d o d a l m i t o , tra la m o l t e p l i c i t à e l ' u n i t à
e comincia così ad
q u e l c o n c e t t o di m e d i e t à c h e t a n t a i m p o r t a n z a u l t i m e e s p r e s s i o n i del p e n s i e r o
affermarsi avrà
nelle
platonico.
I n q u a n t o a m o r e , v i s t a d u n q u e nella p o s i z i o n e c o n c u i la v e d i a m o nel S i m p o s i o , l ' i d e a è l ' e t e r n a c r e a t r i c e d e l m o n d o , oltre a d essere l ' e s s e n z a e la r e a l t à p o s i t i v a di esso, e d e s p r i m e c o s ì il s e n s o d e m o n i c o d e l v e r o filosofo c h e ,
dopo
a v e r c o n o s c i u t o il m o n d o i d e a l e , r i t o r n a nel m o n d o
della
doxa. Socrate poteva benissimo accennare
PACI
sorridendo
alla
4
sua credenza negli dei, in quanto, rimanendo applicandolo
alla
filosofìa,
nel mito
ogni posizione logica
ed
dell'idea
h a la s u a v e r i t à e di essa si p u ò a f f e r m a r e t a n t o la t r a s c e n d e n z a q u a n t o la s u a p o s s i b i l i t à c r e a t r i c e . È q u e s t a la v e r i t à n a s c o s t a d a l l a f e d e n e g l i dei e n e i d e m o n i . M a se S o c r a t e p o t e v a dire c h e la s u a era u n a v e r a r e l i g i o n e in q u a n t o i n v e r a v a l ' a n t i c a n e l s u o spirito e n e l l a s u a v e r i t à , l a p o s i z i o n e s o c r a t i c a era t r o p p o n u o v a p e r c h è u o m i n i c o m e A n i t o e M e l e t o n o n sentissero in essa u n p r o f o n d o e t e m i b i l e c a rattere rivoluzionario.
IL
FEDRO.
I l F e d r o ci p r e s e n t a u n o d e i p r o b l e m i p i ù intricati d e l l'interpretazione
l
del pensiero platonico ) . Insieme alla di-
s c u s s i o n e sulla p o s i z i o n e c r o n o l o g i c a , p e r c u i la critica d a l l ' i p o t e s i d e l l o S c h l e i m a c h e r , c h e c o n s i d e r a v a il F e d r o c o m e l a p r i m a o p e r a di P l a t o n e , t e n d e ora a t r a s p o r t a r e il d i a l o g o a l l ' u l t i m o p e r i o d o , il F e d r o è u n v e r o r e b u s
an-
2
c h e d a l p u n t o di v i s t a d e l p e n s i e r o e d e l l a f o r m a ) . V o n A r n i m e M a i e r a v v i c i n a n o il p r o b l e m a d e l F e d r o a i p r o b l e m i d e l Sofista e del P o l i t i c o . C o s ì a n c h e S t e n z e l p o n e
in
3
r e l a z i o n e c o n il Sof. 253 D il p a s s o d e l F e d r o 265 D ) . L e
1) Questo capitolo è già apparso, con qualche piccola modificazione, nell'« Arch. di stor. della filos. it. » 1936, II. 2) I. S T E N Z E L : Studien z. Entwicklung d. Plat. Dialektik. Leipzig, 1931, pag. 105. 3) S T E N Z E L : O p . cit. pag. i n , Il passo del Sofista 253 D è uno dei passi più significativi sul procedimento diairetico che, secondo lo Stenzel, è l'interesse fondamentale del pensiero platonico dell'ultimo periodo, mentre fino alla Repubblica sarebbe rimasta valida la primitiva teoria platonica tendente a concepire l'idea come un valore. Diamo alcune notizie a proposito dell'opera dello Stenzel, notizie che sono necessarie a meglio comprendere i problemi di cui ci occupiamo. Tutti i problemi presentatisi nei dialoghi fino alla Repubblica trovano la loro soluzione, secondo lo Stenzel, nel procedimento diairetico, mentre si muta in questo modo la fisionomia dell'idea che si avvicina sempre più al
d i s c u s s i o n i si b a s a n o t u t t e s u l f a t t o c h e si a m m e t t o n o
due
p e r i o d i b e n distinti d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o c o m e fa p r i n c i p a l m e n t e l o S t e n z e l . Q u e s t ' u l t i m o c r e d e il F e d r o u n
dialogo
concetto. L'idea diventerà divisibile e nello stesso tempo si risolverà il problema del chorismos e si fonderà una vera methexis. I problemi si aggireranno intorno alla doxa su cui bisogna tener fermo per l'interpretazione del Teeteto e del Sofista. Platone si avvicinerebbe così all'interesse dominante del secolo I V ; e noi sappiamo dall'Usener e dal Wilamowitz che in questo tempo si era formata una vasta scienza dell'esperienza. In questo modo si potrebbe colmare, secondo lo Stenzel, l'abisso tuttora rimasto aperto tra Platone e Aristotele. A Platone il regno del divenire si presenterebbe, nel secondo periodo del suo pensiero, come un campo degno della più seria indagine. Il metodo diairetico permette a Platone di dividere l'idea e di assegnare a questa tutte le funzioni del concetto. Ma ogni diairesis, ogni divisione, conduce ad un indivisibile, ad un « atomon », come lo chiama Platone stesso (Sof. 229 B ) , quindi ad una nuova idea che non ha più le caratteristiche dell'antica e che Stenzel chiama « atomon eidos ». Nel procedimento diairetico, per mezzo di continue differenziazioni e divisioni, si giunge a nuovi concetti, a concetti idee, finché l'ultima idea trovata non esclude più la possibilità di essere vista come generica ed una nello stesso tempo. Questo procedimento appariva a Platone come deduttivo ed il resultato, l'idea atomo, come il resultato di una deduzione. E poiché Platone vuol spiegare il singolo nella sua essenza determinata necessariamente, si troverà di fronte al proplema della doxa, volendo anche fondare la verità essenziale del singolo giudizio e non solamente la forma generica di quest'ultimo. Ora il procedimento diairetico si applica con un taglio netto ogni volta che si presenta un dato. A d es. : il sofista è un profano о uno che se ne intende? L a risposta a questa domanda pre senta un nuovo concetto il quale a sua volta è suscettibile di una divisione. Prima di giungere in questo modo al concetto ultimo si trova così una quantità di concetti che sono quindi quasi sottospecie dell'ultimo concetto e stanno nella relazione di essere e non essere, non essere che assume il significato nuovo dell'« altro ». L a diairesis presenta continuamente l'essere ed il non essere in una concatenazione infinita: il primo si mostra come <( questo essere », il secondo come « non questo », quindi come l'« altro )>. Questo connesso del non essere con la diairesis viene esplicitamente chiarito da Platone nel Sofista 257 E : L o Straniero: « l a natura dell'altro mi sembra dividersi nel medesimo modo della scienza». Teet. : «come? ». L o Str. « anche questa senza dubbio è una ». « Ma ogni parte che se ne distacca per ap-
di p a s s a g g i o ; f o r m a l m e n t e
esso è s o c r a t i c o , d a l p u n t o
di
v i s t a d e l p e n s i e r o si c o n t r a p p o n g o n o n e l F e d r o d u e p o s i z i o n i : q u e l l a d e l p a s s o 2 7 7 B : « B i s o g n a essere c a p a c i di definire o g n i c o s a d i p e r sè stessa e s a p e r e i n o l t r e ,
dopo
a v e r l a definita, s u d d i v i d e r l a n u o v a m e n t e s e c o n d o le s u e s p e c i e , n o n a r r e s t a n d o s i c h e a l l a s p e c i e i n d i v i s i b i l e », c h e i n d i c a c h i a r a m e n t e il p r o c e d i m e n t o d i a i r e t i c o e l ' a t o m o n c o m e s c o p o d e l l a d i v i s i o n e , e q u e l l a d e l p a s s o 249 B , « B i s o g n a c h e l ' i n t e l l i g e n z a si eserciti s e c o n d o c i ò c h e si c h i a m a i d e a , a n d a n d o d a u n a m o l t e p l i c i t à di s e n s a z i o n i v e r s o l ' u n i t à di c u i l ' a f f e r m a r s i è u n a t t o di riflessione. O r a q u e s t ' a t t o c o n siste nel r i c o r d a r s i di o g g e t t i c h e g i à a l t r o v e la n o s t r a a n i m a
plicarsi ad un oggetto determinato riveste un nome che le è proprio ed è per questo che si parla di una molteplicità delle arti e delle scienze». Teet. : « P e r f e t t a m e n t e » . L o Str.: « E b b e n e le parti di quest'unità della natura dell'altro si specificano nel medesimo modo ». Secondo lo scopo a cui tende la divisione, ogni gradino di questa mostra come un non essente sta di fronte ad un essente. Una volta giunti all'atomo-idea si compie una nuova operazione: tutti i diversi essenti trovati, tutti i diversi sottoconcetti, che hanno condotto al vero e proprio concetto, vengono riuniti: operazione questa espressa in greco con i verbi « sunagein » (Sof. 224 C), « sumplekein », « sundein » (Sof. 268 C) ed in questo precisamente consiste la « sumploke eidon », opposta alla pura « sumploke onomaton » del Teeteto. In questo modo l'atomo idea contiene tanti predicati quanti sono i concetti in esso raccolti e ci offre la definizione in maniera da realizzare ciò che nel Parmenide era sembrato assurdo a Socrate, che un oggetto possa riunire in sè, senza contraddizioni, determinazioni diverse, che l'idea sia cioè una e multipla nello stesso tempo (cfr. Parm., 195 E). (Cfr. O p . cit., pagg. 54-72). Il passo del Fedro, 265 D, ci presenta Socrate che parla di due procedimenti dialettici. Il primo consiste nel « condurre ad una forma unica, per mezzo di una visione d'insieme, ciò che è disseminato in mille parti, in modo che con la definizione di ciò che interessa (traduco così « ekaston » perchè mi sembra di poter rendere solo in questo modo il significato che qui si dà al neutro nel contesto) tra quelle, si possa far vedere con chiarezza quale è quella su cui si vuole in ogni caso condurre l'indagine ». In 265 E il riavvicinamento al metodo diairetico così come è concepito dallo Stenzel è molto chiaro: l'altro procedimento dialettico consiste per Socrate « nell'essere capace di dettagliare per specie ».
h a visto », in c u i la dialettica viene concepita in funzione dell'anamnesis e cioè in funzione a d u n a teoria essenzialmente socratica o, almeno per lo Stenzel, del Platone del primo periodo. L a formazione del concetto di specie sarebbe data nel passo 2 7 7 B c o m e risultante dalla divisione e nel p a s s o B c o m e u n i f i c a z i o n e d e l l a m o l t e p l i c i t à delle p e r c e z i o n i . N e l p a s s o 2 4 9 B l a c o n t r a d d i z i o n e c o n s i s t e r e b b e n e l fatto c h e , m e n t r e si c o n s i d e r a i n u n p r i m o t e m p o l ' i d e a c o m e r i s u l t a t o delle s e n s a z i o n i , i n u n s e c o n d o t e m p o q u e s t a v i e n e posta
come
condizione
dell'atto
unificante
come
remini-
scenza.
Vecchio e nuovo - Due forme della dialettica.
— Lo
Stenzel nota giustamente c h e la prima affermazione del passo 249 B p o t e v a p r e s t a r s i a d u n a e q u i v o c a
interpretazione
sensistica e p e r c i ò P l a t o n e h a r i c o r s o , i n u n s e c o n d o m o mento,
alla t e o r i a
dell'anamnesis
come alla massima g a -
r a n z i a c o n t r o o g n i e m p i r i s m o . I l senso d e l b r a n o è, s e m p r e p e r l o S t e n z e l , c o m p r e n s i b i l e , se si p e n s a c h e i n esso si v u o l m o s t r a r e l a p o s s i b i l i t à di r a c c o g l i e r e i n u n ' u n i t à le s i n g o l e p e r c e z i o n i . O r a il m e t o d o d i a i r e t i c o , c h e si c h i a r i r à p r i n c i p a l m e n t e n e l Sofista, è b a s a t o s o p r a t u t t o s u l r a v v i c i n a m e n t o d e l l ' i d e a c o l l a p e r c e z i o n e sensibile, c o n f o r m e m e n t e
a tutto
il m o v i m e n t o d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o c h e t e n d e , p e r l o S t e n zel, sempre a d u n a maggiore valutazione del m o n d o
della
d o x a e, r i s p e t t i v a m e n t e , a d u n p r o g r e s s i v o c o n c e t t u a l i z z a r s i d e l l ' i d e a . S e si p e n s a c h e n e l p a s s o 249 B s o n o di fronte le due concezioni, la vecchia, tendente a vedere l'idea
come
un valore, e la n u o v a c h e a v v i c i n a l'idea agli oggetti del m o n d o sensibile, a l l o r a n o n si t r o v e r à p i ù i n q u e l p a s s o n e s s u n a c o n t r a d d i z i o n e . E s s o , m o s t r a n d o c i c o m e le p e r c e z i o n i intese n o n s e n s i s t i c a m e n t e si r a c c o l g o n o i n u n r a g g r u p p a m e n t o , c i p r e p a r a a l l a p o s s i b i l i t à d i v e d e r e nelle p e r c e z i o n i u n v a l o r e i d e a l e e n e l l ' i d e a u n a c e r t a i d e n t i t à c o n le p e r c e c e z i o n i . C i si a v v i c i n a così a l p r o b l e m a d e l Sofista e d alla teoria d e l m e t o d o d i a i r e t i c o a c u i si a c c e n n a
nello stesso
F e d r o a l p a s s o 2 7 7 B . I l v e c c h i o e il n u o v o c h e q u i si t e n t a di porre in u n a certa continuità t r o v a n o u n a
corrisponden-
z a nella f o r m a d e l d i a l o g o c h e è, c o m e a b b i a m o d e t t o , p e r 10 S t e n z e l , s o c r a t i c a , m a c h e r a c c h i u d e p e r ò n e l s u o s e n o posizioni che appartengono
al vero pensiero platonico.
Il
m e t o d o d i a i r e t i c o è s t a t o p o s s i b i l e solo d o p o c h e il P a r m e n i d e e b b e risolto i p r o b l e m i di c o m e l ' u n o p o s s a d i v e n t a r e m o l t i ; o r a , u n a v o l t a a f f e r m a t a la n u o v a p o s i z i o n e , q u e s t a si t r o v a v a , p e r l o S t e n z e l , in u n a c e r t a c o n t r a d d i z i o n e c o n 11 p e n s i e r o p l a t o n i c o d e l p e r i o d o s o c r a t i c o , c h e r i c e r c a v a s o p r a t u t t o nei m o l t e p l i c i l ' u n i t à e t e n d e v a a n o n c o r r o m p e r e la t r a s c e n d e n z a i d e a l e . I n o l t r e il p a s s a g g i o a l l ' u n i t à risult a v a i n u n c e r t o s e n s o c o n c o r d a n t e c o n la p r i m i t i v a v i s i o n e dei d i a l o g h i s o c r a t i c i , p r e s e n t a n d o s i sì c o m e r e s u l t a t o d i u n a divisione, m a come u n resultato indivisibile (atomon), quindi c o m e risultato u n i t a r i o . Q u e s t o fatto p o t e v a r e n d e r e p i ù facile il t e n t a t i v o di r i a v v i c i n a r e la v e c c h i a e la n u o v a p o sizione. « N o n d o v e v a attrarre Platone c o m e artista la rapp r e s e n t a z i o n e di q u e s t ' u l t i m o c o n n e s s o u n i t a r i o , il
ripren-
dere nuovamente i v e c c h i problemi pur tenendo conto, con grande
circospezione, delle
posizioni n u o v a m e n t e
acqui-
state? » ' ) . S e P l a t o n e v o l e v a p o r r e in r e l a z i o n e il v e c c h i o ed
il n u o v o d o v e v a p r i m a
di t u t t o d i m o s t r a r e
l'accordo
delle n u o v e p o s i z i o n i c o n l ' a n t e r i o r e p r o c e s s o i n d u t t i v o s o 2
c r a t i c o ) . I n q u e s t o m o d o si s p i e g a il p a s s o 249 B in q u e s t i o n e , c o m e si s p i e g a il f a t t o c h e . nel p a s s o 2 7 7 B P l a t o n e parli chiaramente
del n u o v o m e t o d o d i a i r e t i c o c h e v i e n e
c o s ì p o s t o i n r e l a z i o n e c o l p u n t o di v i s t a d e i d i a l o g h i s o cratici. Queste posizioni dello Stenzel sono certamente
molto
f o n d a t e m a ci o b b l i g a n o a d e l l e o s s e r v a z i o n i . P e r n o i nel pensiero platonico n o n è assolutamente possibile porre delle n e t t e d i v i s i o n i tra p e r i o d i e p e r i o d i di p e n s i e r o e ci v o r r e m -
1)
STENZEL:
Op.
cit.
2)
STENZEL:
Op.
cit.
Pag. Pag.
10S. 109.
m o s f o r z a r e d i v e d e r e la filosofia di P l a t o n e c o m e u n t u t t o u n i t a r i o . A n c h e se nel T e e t e t o , c o m e v e d r e m o , P l a t o n e rip r e n d e r à in e s a m e , d o p o il P a r m e n i d e , il m e t o d o s o c r a t i c o , n o n ci s a r à m a i n e l l o s v o l g i m e n t o d e l s u o p e n s i e r o u n v e r o salto e v o l u t i v o . S e d e l r e s t o P l a t o n e sente il b i s o g n o di
ricollegare
il
n u o v o all'antico, vorrà considerare questo antico come una p o s i z i o n e s u p e r a t a e p e r c i ò n o n p i ù v e r a d i fronte a l l ' u l t e riore s v i l u p p o d e l s u o p e n s i e r o ? P l a t o n e v u o l e e v i d e n t e m e n te c h e i n s i e m e a l l a s u a n u o v a p o s i z i o n e sia c o n s e r v a t a l ' a n tica ed è t e n e n d o c o n t o di q u e s t o fatto c h e p e r noi è p o s s i bile accettare i resultati dello Stenzel. T r a m e t o d o diairet i c o e m e t o d o s o c r a t i c o ci s e m b r a c h e n o n ci sia c o n t r a d d i zione, m a piuttosto crediamo che i due metodi siano a m b e d u e v e r i , c i a s c u n o nel loro a m b i t o . N u l l a i m p e d i s c e c o n c i ò di r i c o n o s c e r e e f f e t t i v a m e n t e nel F e d r o p o s i z i o n i g i à n o t e , m a non è detto che queste posizioni d e b b a n o
considerarsi
c o m e superate dalle n u o v e posizioni del pensiero platonico e c h e d e b b a n o p e r c i ò essere del t u t t o r e s p i n t e ; e d è p r o p r i o lo S t e n z e l c h e c i d à , c o m e a b b i a m o v i s t o , le b a s i f o n d a m e n t a l i di u n a s i m i l e i n t e r p r e t a z i o n e . S e c o n d o il n o s t r o p u n t o di v i s t a , in P l a t o n e si p o s s o n o distinguere, non storicamente ma
filosoficamente,
due me-
todi della d i a l e t t i c a : il p r i m o è d i r e t t o a l l a c o n o s c e n z a d e l l a r a z i o n a l i t à d e l r e a l e e c i o è è un m e t o d o in c u i si m u o v e u n problema
filosofico,
il s e c o n d o è i n v e c e c a r a t t e r i z z a t o
dal
f a t t o di a v e r e c o m e o g g e t t o la m o l t e p l i c i t à del m o n d o e m p i r i c o . L e l e g g i s u c u i q u e s t o s e c o n d o m e t o d o si b a s a s a r a n n o p i ù r i g i d e e m e n o e l a s t i c h e di q u e l l e d e l p r i m o , si r i u s c i r à a v e d e r e in esso d e l l e r e g o l e c a r a t t e r i s t i c h e c h e c e lo f a r a n n o apparire
quasi come una
logica formale.
Corrispondente-
m e n t e c i d o v r a n n o essere d u e d i a l e t t i c h e , u n a d i a l e t t i c a c h e chiameremo
filosofica
ed una che c h i a m e r e m o formalistica.
U n o dei p r o b l e m i p i ù i m p o r t a n t i s a r à q u e l l o di v e d e r e i n q u a l e r e l a z i o n e q u e s t e d u e d i a l e t t i c h e s t a n n o tra
di loro.
P e r lo S t e n z e l , c o m e si è v i s t o , le d u e d i a l e t t i c h e si d i s t i n -
g u o n o in quanto a p p a r t e n g o n o a due diversi periodi del pensiero p l a t o n i c o . N e i d i a l o g h i s o c r a t i c i P l a t o n e
pensa
alla
d i a l e t t i c a filosofica; a p o c o a p o c o la v i s i o n e p l a t o n i c a
si
t r a s f o r m a e, e v o l v e n d o s i e l a s c i a n d o l e p r e c e d e n t i p o s i z i o n i , d i v e n t a q u e l l a c h e noi t r o v i a m o n e l Sofista, n e l P o l i t i c o e n e l F i l e b o . Q u a l ' è , si c h i e d e lo S t e n z e l , il p r o c e d i m e n t o l o gico che v i e n e usato dalla dialettica del p r i m o periodo? E s s o si b a s a s u l l ' i n t u i z i o n e di i d e e m o l t o i m p o r t a n t i
c o m e il
b u o n o , il b e l l o , e il v e r o , m a p e r q u e s t o a p p l i c a r s i i m m e d i a tamente a concetti molto complicati sarebbe stato necessario a v e r formulato una logica. A n c h e queste osservazioni dello Stenzel sono giustissime. D o b b i a m o però
notare che
per
P l a t o n e n o n s a r à m a i p o s s i b i l e r i d u r r e a c o n c e t t i le i d e e d e l b e l l o e del b u o n o e le a l t r e s i m i l i . Q u e s t e i d e e s u p e r i o r i i n s i e m e a m o l t e altre c o n s e r v e r a n n o s e m p r e il l o r o v a l o r e p u r a m e n t e i d e a l e : s o l a m e n t e P l a t o n e ci f a r à v e d e r e , nei d i a l o g h i metafisici, c h e ci p o s s o n o essere i d e e di t u t t e le c o s e e quindi ide a cui corrisponde una realtà empirica e che poss o n o , v e v o g l i a m o u s a r e il l i n g u a g g i o d e l l o S t e n z e l , essere pensate come concetti. Si p o t r e b b e inoltre insistere a n c h e su u n a l t r o p r o b l e m a : q u a n d o si c e r c a di f o n d a r e u n a d i a l e t t i c a f o r m a l e e di c o m p r e n d e r e la r e a l t à d e l c o n c e t t o , c o n q u a l e m e z z o si s v o l g e q u e s t a i n d a g i n e ? N o n è essa u n o g g e t t o di s t u d i o , r i c a d e a s u a v o l t a s o t t o il m e t o d o di i n v e s t i g a z i o n e
non
filosofi-
c a ? L a r i c e r c a di u n a l o g i c a f o r m a l e n o n è u n a d e l l e t a n t e r i c e r c h e di c u i si o c c u p a la
filosofia?
E s s a è in u n secondo
p i a n o rispetto a l l a d i a l e t t i c a filosofica u s a t a nei d i a l o g h i , i n q u a n t o è di q u e s t a u n ' a p p l i c a z i o n e p a r t i c o l a r e . S e l a l o g i c a superiore,
che
g u i d a il n o s t r o p e n s i e r o q u a n d o c o n esso si t e n d e a d
formale
una
verità
non
venisse
filosofica,
distinta
dalla
logica
n o n si c a p i r e b b e p i ù c o n q u a l e
e c o n q u a l i m e z z i noi r i u s c i r e m m o a stabilire u n
maniera metodo
l o g i c o . L o S t e n z e l sostiene c h e p r i m a di a p p l i c a r s i a blemi
quali l'idea
del buono
e del bello, sarebbe
prostato
necessario trovare un metodo logico : ma, secondo noi, que-
sto m e t o d o l o g i c o , d e d o t t o n e c e s s a r i a m e n t e d a p o s i z i o n i e m piriche, rità
non sarebbe mai riuscito a condurci a delle v e -
filosofiche
c o m e sono quelle riguardanti l'idea del b u o -
no e del bello.
Il problema
della logica formale
doveva
i n v e c e s o r g e r e n e c e s s a r i a m e n t e nel s e n o stesso d e l l a r i c e r ca
filosofica
c o m e t a n t i altri p r o b l e m i ; a d
m e n t o si p u ò p r e s e n t a r e q u e s t a d o m a n d a :
un
certo
mo-
come dobbiamo
r e g o l a r c i q u a n d o si t r a t t a n o n di c e r c a r e c h e c o s ' è il b e l l o m a d i definire c h e c o s ' è l ' o g g e t t o a ? I l p r o b l e m a d e l l a c o noscenza
del
mondo
empirico sorgerà
modo, dopo che i problemi
filosofici
proprio
in
questo
s o n o stati posti i n t u t t a
la l o r o i n t e r e z z a , c o m e h a b e n n o t a t o a n c h e lo S t e n z e l a proposito del Parmenide. Naturalmente co che permetterà
il m e t o d o
diaireti-
la c o n o s c e n z a d e l l a r e a l t à e m p i r i c a d o -
v r à n e c e s s a r i a m e n t e essere i n r e l a z i o n e c o n u n a v i s i o n e
filo-
sofica g e n e r a l e del m o n d o e c i o è c o n i risultati d e l m e t o d o filosofico.
N o i c r e d i a m o p e r c i ò c h e c i sia in P l a t o n e , p i u t t o -
s t o c h e la t r a s f o r m a z i o n e di u n a d i a l e t t i c a filosofica i n u n a d i a l e t t i c a f o r m a l e , l ' a f f e r m a z i o n e d e l l a n e c e s s i t à delle d i a l e t t i c h e . I l p a s s o del F e d r o 265 D si p o t r e b b e
due
spiegare
p e n s a n d o c h e nella p r i m a p a r t e di esso si a c c e n n a a l m e t o do
filosofico
e c h e nella s e c o n d a p a r t e si a c c e n n a a l m e t o d o
d i a i r e t i c o . I d u e m o v i m e n t i d i a l e t t i c i c h e è p o s s i b i l e ritrov a r e nel p a s s o s u d d e t t o si p o t r e b b e r o r i c o n o s c e r e il p r i m o c o m e una dialettica ascendente che c o n d u c e alla conoscenza d e l l a r a z i o n a l i t à del reale e d il s e c o n d o c o m e u n a d i a l e t t i c a d i s c e n d e n t e m i r a n t e a d a r e la d e f i n i z i o n e di u n s i n g o l o o g g e t t o i n r e l a z i o n e c o n la p o s i z i o n e d i q u e s t o nella r e a l t à raz i o n a l e . I l R o b i n i n t e r p r e t a s e n z ' a l t r o il p a s s o i n q u e s t i o n e in q u e s t o s e n s o e c o s ì t u t t o il p r o b l e m a d e l l ' o p p o s i z i o n e d e l le d u e d i a l e t t i c h e nel F e d r o
C o m e e s e m p i del p r i m o p r o -
c e d i m e n t o d i a l e t t i c o il R o b i n p e n s a a i d i a l o g h i s o c r a t i c i , c o m e e s e m p i d e l s e c o n d o egli cita n a t u r a l m e n t e i d i a l o g h i m e tafisici.
1) Cfr.
ROBIN:
Op.
cit.
P.
CLIV
e
segg.
L'interpretazione
del R o b i n però n o n tiene conto,
e
n o n p o t e v a f a r l o , d e i p r o b l e m i c h e si a f f a c c i a n o a c h i r i l e g g a il F e d r o d o p o a v e r c o n o s c i u t o l ' o p e r a d e l l o S t e n z e l . N o i c r e d i a m o c h e nel p a s s o 265 D E si a l l u d a , sia n e l p r i m o c a so sia nel s e c o n d o , a l p r o c e d i m e n t o d i a i r e t i c o c h e v i e n e v i sto p r i m a c o m e ascendente poi c o m e discendente. N e l p a s so 249 B c r e d i a m o i n v e c e c h e si t r a t t i d e l m e t o d o filosofico così c o m e si e s p r i m e n e l l ' a s c e s a d e l p r o c e s s o i n d u t t i v o s o cratico.
L e nostre
interpretazioni
presuppongono
però,
e
nello stesso t e m p o p r o v a n o , c h e i n P l a t o n e n o n si p u ò t r o v a r e u n m e t o d o a s c e n d e n t e c h e c o i n c i d e c o l m e t o d o filosofic o e u n m e t o d o d i s c e n d e n t e c h e c o i n c i d e c o n il p r o c e d i m e n t o d i a i r e t i c o , m a p i u t t o s t o si d e v e d i s t i n g u e r e u n m e t o d o
filo-
sofico c h e si d i s t i n g u e nei d u e p r o c e d i m e n t i a s c e n d e n t e
e
d i s c e n d e n t e e d u n m e t o d o d i a i r e t i c o c h e si d i s t i n g u e n e l l o stesso m o d o . Q u e s t a i n t e r p r e t a z i o n e ci s e m b r a in a r m o n i a c o n il resto d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o . Il m e t o d o
filosofico,
co-
m e a s c e n d e n t e , h a r a g i o n e il R o b i n a r i t r o v a r l o i n t u t t i i d i a l o g h i s o c r a t i c i e c o m e d i s c e n d e n t e o g n i lettore di P l a t o n e p u ò r i c o r d a r s i d e l l a R e p u b b l i c a d o v e , se il p e n s i e r o sale fino a l l ' u n i t à , si p o n e p e r ò la n e c e s s i t à della s u a d i s c e s a p e r s p i e g a r e t u t t o il r e a l e ' ) . I l p r o b l e m a d e l P a r m e n i d e s a r à p r o p r i o q u e l l o di r e a l i z z a r e c i ò c h e n e l l a R e p u b b l i c a si è a f f e r m a t o c o m e n e c e s s a r i o d o p o l ' a s c e s a a l l ' u n i t à e c i o è la discesa d a l l ' u n o e l'applicazione nella sua interezza del m e t o d o filosofico d i s c e n d e n t e , m e n t r e il T e e t e t o c e r c h e r à di g i u s t i f i c a r e a l l a l u c e d e i r e s u l t a t i d e l P a r m e n i d e il m e t o d o i n d u t t i v o s o c r a t i c o o il m e t o d o a s c e n d e n t e .
1) L a dialettica filosofica conduce fino ad un principio incondizionato che giustifica i gradi di conoscenza per mezzo dei quali si è arrivati fino ad esso. È questo il movimento che chiamiamo metodo ascendente della dialettica. Ma quando ha raggiunto l'ultimo suo gradino il pensiero ridiscende, tenendosi fermo alle conseguenze che dal principio raggiunto derivano, ritornando quindi a giustificare, in questa sua discesa, le premesse da cui era passato e per mezzo delle quali era giunto all'unità. Cfr. principalmente: R e p . 516 e segg. e 511 B . C.
A n a l o g a m e n t e nel m e t o d o d i a i r e t i c o n o n c ' è solo u n a discesa, come potrebbe sembrare osservando a prima vista il p r o c e s s o di d i v i s i o n e , m a q u e s t a d i v i s i o n e è p o s s i b i l e s o l o se p r e c e d u t a d a u n p r o c e s s o di u n i f i c a z i o n e a s c e n d e n t e
ed
è p r o p r i o di q u e s t o c h e si p a r l a n e l p a s s o 265 D d e l F e d r o , c o m e primo procedimento da notare. Questa ascesa è prop r i o il « c o n d u r r e a d u n a f o r m a u n i c a , p e r m e z z o di u n a v i s i o n e d ' i n s i e m e , c i ò c h e è d i s s e m i n a t o in m i l l e p a r t i » c o m e si e s p r i m e il p a s s o c i t a t o . L a diairesis, d i v i d e n d o i d e a
da
i d e a , p o n e u n l i m i t e i n ciò c h e è p e r s u a n a t u r a i l l i m i t a t o , p o i c h é le p a r t i d o v r a n n o n e c e s s a r i a m e n t e ,
man mano
che
si f o r m a n o p e r d i v i s i o n e , f o r m a r s i n e l l ' i n t e r n o di u n ' u n i t à c h e è p r o p r i o q u e l l a fissata n e l l ' a s c e s a d i a i r e t i c a . È p e r q u e s t o c h e nel p a s s o 265 D si d i c e c h e si d e v e d a r e u n a definiz i o n e di c i ò c h e è d i s s e m i n a t o i n m i l l e p a r t i , e c i o è i l l i m i t a t o , e si sostiene c h e si d e v e v e d e r e c o n c h i a r e z z a « q u a l e è q u e l l a p a r t e s u c u i si v u o l e in o g n i c a s o c o n d u r r e
l'inda-
d i n e ». N o n s o l o , c o m e d i c e S t e n z e l , si t r a t t a d u n q u e
qui
di u n r i a v v i c i n a m e n t o a l m o n d o e m p i r i c o , m a t r o v i a m o g i à l a d e s c r i z i o n e di u n p r o c e s s o d e l l a d i a i r e s i s . I n p i ù il p r o c e s s o di a s c e s a u n i f i c a t r i c e , n e c e s s a r i o a d o g n i diairesis, ci sembra anche compiere l'importante
f u n z i o n e di r i c o n g i u n -
g e r e il m e t o d o d i a i r e t i c o a l l a d i a l e t t i c a
filosofica.
Sarà più
facile r i p o r t a r s i a d u n e s e m p i o c o n c r e t o . S e si t r a t t a di trov a r e l ' i d e a d e l p e s c a t o r e di l e n z a , ci t r o v e r e m o di fronte a q u e s t o p r o b l e m a ; se esiste l ' i d e a d e l l a c a c c i a (cfr. Sof. 2 1 9 E e s e g g . ) esistono a l t r e d u e i d e e , e c i o è q u e l l a della c a c c i a a l g e n e r e a n i m a t o e q u e l l a della c a c c i a a l g e n e r e i n a n i m a t o ; accettata
la p r i m a
e trovata
un'unità saremo obbligati a
d i v i d e r e a n c o r a la c a c c i a a l g e n e r e a n i m a t o i n c a c c i a a g l i n i m a l i p e d i g r a d i e in c a c c i a ai n u o t a t o r i ; a c c e t t a t a la s e c o n d a d o v r e m o d i v i d e r e a n c o r a . M a , si noti b e n e , c o n q u a l e c r i t e r i o si s c e g l i e la c a c c i a a i n u o t a t o r i animali
pedigradi?
precedentemente
Perchè
e non quella agli
si tiene p r e s e n t e
un'unità
s t a b i l i t a q u a n d o si p o s e la r i c e r c a di
pescatore. È quindi un'unità già precedentemente
già un
stabilita
che rende possibile la divisione, altrimenti noi n o n s a p r e m m o se p r o c e d e r e d a u n a p a r t e o p p u r e d a l l ' a l t r a e cioè n o n s a p r e m m o p i ù d i v i d e r e . S i d i v i d e i n q u a n t o si c o m p i e l ' a z i o n e s u u n ' i d e a u n i c a . E si noti c h e m a n m a n o c h e si r i s a l e dall'idea trovata al punto di partenza, i generi diminuiscono in comprensione ed aumentano
in estensione, per c u i ,
p r i m a d e l l a c a c c i a , c i t r o v e r e m o di fronte a l l ' i d e a d i c a t t u r a , l a q u a l e è p i ù estesa p e r c h è c i p u ò e s s e r e c a t t u r a p e r caccia e catura per lotta. Così di seguito, finché arriveremo a l l ' i d e a d i a r t e e, se si p r o c e d e s s e a n c o r a i n a v a n t i , c i t r o v e r e m m o nella n e c e s s i t à d i c e r c a r e l ' i d e a d e l l ' e s s e r e e q u i s a r e m m o i n p i e n a r i c e r c a filosofica.
Rettorica
e metodo diairetico. — F e d r o p r e s e n t a a S o -
crate u n discorso di Lisia. N o i s a p p i a m o d a l Simposio, d o v e F e d r o ci a p p a r e c o m e u n discepolo dell'oratore, c h e in L i s i a c ' è u n a c e r t a c o s c i e n z a delle r e l a z i o n i p o s s i b i l i tra i molteplici, m a c h e queste relazioni v e n g o n o viste da u n p u n t o d i v i s t a d o g m a t i c o e u s a t e p e r u n fine p r a t i c o . E r a p o s s i b i l e c h i e d e r s i : se l a r e t t o r i c a d i L i s i a u s a u n m e t o d o f a l s o , q u a l e s a r à il. m e t o d o c h e d o v r à essere u s a t o d a u n a v e r a r e t t o r i c a ? L e r e g o l e d i c u i L i s i a si s e r v e n e l d i s c o r s o s u l l ' a m o r e , c h e v i e n e l e t t o d a F e d r o , t r o v a n o u n a c e r t a ris p o n d e n z a nella r e a l t à , t a n t o è v e r o c h e l e s u e a r g o m e n t a z i o n i s e m b r a n o a p r i m a v i s t a m o l t o c o n v i n c e n t i . S e il d i s c o r s o di L i s i a è p o s s i b i l e l o è p e r c h è si b a s a s u delle v e r e relazioni logiche, m a erroneamente
usate, o meglio, usate
p e r u n fine p r a t i c o . O r a è e v i d e n t e c h e i n u n d i s c o r s o d e l l e c o n n e s s i o n i l o g i c h e c i d o v r a n n o essere e c h e l a p o s s i b i l i t à di c o n v i n z i o n e d i esso si d o v r à s u q u e s t e b a s a r e , m a q u e ste c o n n e s s i o n i n o n d o v r a n n o essere u s a t e te d a l loro c o n t e n u t o
filosofico
indipendentemen-
e d o v r a n n o essere c o n s i d e -
r a t e i n r e l a z i o n e c o n t u t t a la r e a l t à e c i o è c o n l a v e r i t à . E c c o c o m e si p a s s a a l p r o b l e m a d i u n a l o g i c a d e l d i s c o r s o c h e sia i n r e l a z i o n e c o n u n a v i s i o n e
filosofica
generale; col
ricollegare u n singolo problema morale a d u n a visione g e -
nerale e determinare
o g n i a z i o n e p a r t i c o l a r e i n v i s t a del-
l'unità fondamentale e cioè dell'idea del bene. L i s i a s p i n g e v a a d u n a a z i o n e d i m o s t r a n d o c h e era g i u s t a c o l r i c o l l e g a r l a a d u n a v i s i o n e g e n e r a l e c h e p e r ò era n e cessariamente
parziale.
Qual'era
l'interno
vizio logico,
il
g i u o c o su c u i L i s i a si b a s a v a p e r c o n v i n c e r e i suoi a s c o l t a t o ri a c o m p i e r e q u a l s i a s i a z i o n e ? U n a l o g i c a d i v e n t a i n q u e s t o m o d o a s s o l u t a m e n t e n e c e s s a r i a , p e r c i ò S o c r a t e r a d d r i z z a il d i s c o r s o di L i s i a e c e r c h e r à d i d i m o s t r a r e i n c h e m o d o è s t a t o p o s s i b i l e c o m p o r l o . I l d i s c o r s o i n q u e s t i o n e si b a s a s u u n a v e r i t à g e n e r a l e : l ' a m o r e di u n a m a n t e c h e si d i r i g e v e r s o la b e l l e z z a s e n s i b i l e è, p e r c o l u i c h e v i e n e a m a t o , u n m a l e . M a i n v e c e di c o n c l u d e r e c h e t r a a m a t o ed a m a n t e l e r e l a z i o n i n o n d o v r a n n o essere c h e di c a r a t t e r e s p i r i t u a l e , L i s i a n e c o n c l u d e c h e , p e r l ' a m a t o , s a r à m e g l i o c o n c e d e r e i suoi f a v o r i p i u t t o s t o a c o l u i c h e n o n l ' a m a . L i s i a n o n tiene c o n t o c h e n o n esiste s o l o l ' a m o r e di c u i egli p a r l a e c h e il f a t t o stesso c h e r e n d e p o s s i b i l e il s u o d i s c o r s o d i m o s t r a
l'esisten-
z a di u n a m o r e p e r c u i n o n è m a l e a m a r e c h i a m a v e r a m e n te. N e l primo discorso Socrate dimostrerà
in c h e senso il
d i s c o r s o di L i s i a è v e r o : se, egli d i m o s t r a , p e r a m o r e s ' i n tende quello che intende l'oratore, e dà qui dell'amore una definizione che potrebbe dare anche Lisia, allora non bisog n e r e b b e a m a r e chi a m a , m a c h i n o n a m a . L a d e f i n i z i o n e d e l l ' a m o r e c h e S o c r a t e p r o n u n c i a nel p a s s o 238 C n o n è d a prendersi c o m e tale, m a c o m e una definizione posta ipotet i c a m e n t e p e r p o t e r fare in m o d o di g i u n g e r e alle stesse c o n c l u s i o n i di L i s i a . D a c i ò c h e p r e c e d e n t e m e n t e s'è v i s t o , si c o n c l u d e c h e L i s i a p a r l a di u n a m o r e s e n z a d a r c e n e la d e finizione,
m a c h e , u n a v o l t a d a t a q u e s t a definizione e r i c o -
n o s c i u t o i n q u a l e r e l a z i o n e essa è c o n la v e r i t à , a l l o r a il s u o d i s c o r s o s a r e b b e g i u s t o ed a v r e b b e u n s e n s o , m a la c o n c l u s i o n e p r a t i c a di esso s a r e b b e a s s a i d i v e r s a . G u a r d i a m o o r a alle c o n c l u s i o n i c h e d e r i v a n o se si p o n g o n o di fronte i d u e d i s c o r s i , q u e l l o di L i s i a e d il p r i m o di S o c r a t e . S e , s t a b i l e n d o b e n e le definizioni di u n a c o s a , se n e
d e d u c o n o le c o n c l u s i o n i l o g i c h e e si a r r i v a a d u n a c o n c l u s i o n e s u u n fatto e m p i r i c o , v u o l dire c h e c ' è u n a r e l a z i o n e l o g i c a n e c e s a r i a tra l e p a r t i d e l d i s c o r s o . Q u e s t a r e l a z i o n e l o g i c a s a r à v e r a o falsa a s e c o n d a c h e le p r e m e s s e s i a n o i n a c c o r d o o i n d i s a c c o r d o c o n l a r a z i o n a l i t à d e l reale e c i o è c o n u n a v i sione
filosofica.
N e l primo caso la soluzione su u n oggetto
empirico sarà positiva, nel secondo caso sarà negativa. N e l d i s c o r s o d i L i s i a il p r o c e d i m e n t o l o g i c o r e a l e a v r e b b e d o v u t o essere q u e s t o : se a m o r e è — A , q u e s t o c a s o e m p i r i c o d o v r à essere — a . C o s ì , se L i s i a fosse s t a t o c o e r e n t e e n o n interessato, n o n a v r e b b e detto c h e la verità. M a Lisia n o n afferma c h e l'amore è — A , e lascia c o m p l e t a m e n t e
qualsia-
si d e f i n i z i o n e . A l t r i m e n t i il s u o d i s c o r s o a v r e b b e il signific a t o c o n t r a r i o di q u e l l o c h e v u o l e a v e r e , p e r c h è
dimostrare
l ' e q u i v a l e n z a tra la definizione n e g a t i v a di u n caso gener a l e ( — A ) e u n c a s o e m p i r i c o ( — a) significa a n c h e
dimo-
strare l'equivalenza tra u n a definizione positiva e u n caso e m p i r i c o p o s i t i v o (se — A è e q u i v a l e n t e a — a , a n c h e A s a r à equivalente a d a ) . Socrate col suo discorso dimostrerà
pro-
prio ciò che s'è visto colle precedenti conclusioni. Si scopre c o s ì u n o s c h e m a l o g i c o c o n c u i si p r e n d e u n o g g e t t o a e si m e t t e i n r e l a z i o n e p e r m e z z o di u n a d e f i n i z i o n e ( A ) c o n la r e a l t à , d a q u e s t a p o i si t r o v a l a p o s i z i o n e d e l c a s o e m p i r i c o a. L i s i a u s a l a l o g i c a a l r o v e s c i o e c i o è u s a u n a l o g i c a senza premessa. Potrebbe sembrare si p r e s e n t i
a n c o r a s t r a n o c h e il s u o d i s c o r s o
con tanta semplicità
ed e v i d e n z a .
il p a s s o 2 6 2 B . I n esso S o c r a t e a f f e r m a : dica contrariamente
Prendiamo
« q u a n d o si g i u -
a l l a r e a l t à e si è v i t t i m e d i u n a i l l u -
s i o n e , è c h i a r o c h e , se q u e s t o m a l e è p e n e t r a t o i n n o i , è a c a u s a di c e r t e somiglianze ». E a n c o r a
precedentemente
(262 A ) a v e v a n o t a t o c h e se si v u o l e i n g a n n a r e s e n z a i n g a n narsi
bisogna
conoscere
a fondo
le rassomiglianze
della
r e a l t à ( C f r . a n c h e il p a s s o 2 7 3 D i n c u i i l p r o b l e m a v i e n e visto in rapporto a l valore della scrittura). A n c h e qui c ' è g i à u n a c h i a r a a l l u s i o n e a l p r o c e d i m e n t o d i a i r e t i c o . E s s o si
rivela
attraverso
il p r o b l e m a
della rettorica
in q u a n t o
è
n e l l a r e t t o r i c a c h e si a v v i c i n a d e c i s a m e n t e u n m o n d o r a z i o n a l e ed u n a v i s i o n e
filosofica
di q u e s t o c o n dei c a s i p a r t i -
c o l a r i , c o n l a n e c e s s i t à di g i u d i c a r e e c o n o s c e r e q u e s t i c a s i p a r t i c o l a r i . Q u a n d o q u e s t i d i v e n t e r a n n o dei s e m p l i c i o g g e t t i d e l l ' e s p e r i e n z a a l l o r a il m e t o d o d i a i r e t i c o si m a n i f e s t e r à
in
t u t t a la s u a c h i a r e z z a . M a si noti a n c o r a
quanto
segue. Prima
di
incomin-
c i a r e u n d i s c o r s o b i s o g n a definire c i ò c h e n o n h a u n lore uguale per esplicitamente
tutti
(263 B ) e q u i
al suo primo
S o c r a t e si
discorso. In
« p e r t u t t o il resto n o n a b b i a m o
va-
richiama
esso, egli d i c e ,
compiuto che un
giuo-
c o , m a in q u e l l e c o s e c h e u n a felice f o r t u n a ci h a f a t t o d i r e , c i s o n o d u e p r o c e d i m e n t i di c u i n o n s a r à s e n z a interesse di c o m p r e n d e r e t e c n i c a m e n t e la f u n z i o n e » (265 C ) . S o c r a t e si riferisce a n c h e a l s u o s e c o n d o d i s c o r s o i n c u i h a c o m p i u t o della v e r a rettorica, ha posto l ' a m o r e in relazione a d u n m i to c h e v e l a v a la r a z i o n a l i t à p r o f o n d a della r e a l t à e p o i h a dimostrato
che,
nel
caso particolare,
bisogna amare
chi
a m a . O r a è p r e c i s a m e n t e d o p o il p a s s o 265 C c h e t r o v i a m o il p r i m o c h i a r o a c c e n n o a l m e t o d o d i a i r e t i c o (265 D ) c h e , c o m e a b b i a m o v i s t o , si d i v i d e a n c h e nei d u e
procedimenti
a s c e n d e n t e e d i s c e n d e n t e . I n o g n i c a s o p r i m a di definire u n o g g e t t o e m p i r i c o b i s o g n a definire l ' i d e a c h e c o n q u e s t o o g g e t t o d e v e essere p o s t o in r e l a z i o n e . I n q u e s t o m o d o noi ci s p i e g h i a m o a n c o r m e g l i o il p a s s o 2 7 7 E : in esso si p a r l a d i u n a l o g i c a f o r m a l e c o m e q u e l l a c h e è n e c e s s a r i a p e r l a rett o r i c a c h e d e v e d a r e u n a definizione e p o r r e il s u o p r o b l e m a in relazione a tutta u n a visione
filosofica
per poi procedere,
a t t r a v e r s o la d i v i s i o n e , a l l a c o m p r e n s i o n e d e l c a s o s i n g o l o . L a d i v i s i o n e è p o s s i b i l e p e r m e z z o delle r a s s o m i g l i a n z e d i c u i s o p r a si è p a r l a t o e se L i s i a g i u n g e a l l e c o n c l u s i o n i c h e v u o l e è p e r c h è p r o c e d e a t t r a v e r s o la d i v i s i o n e n o n p e r il l a t o g i u s t o , m a p e r il l a t o o p p o s t o a q u e l l o c h e d o v r e b b e usare.
Rettorica
e caratteriologia.
— S i è v i s t o così c o m e il
p r o b l e m a della rettorica c o n d u c a al p r o b l e m a della logica f o r m a l e . M a c ' è n e l l ' i n t e r n o stesso d e l p r o b l e m a
considerato
un'altra complicazione. N e l suo secondo discorso
Socrate
dimostra quale dev'essere l'ideale della n u o v a rettorica. Si v u o l sapere
qualcosa su u n fatto
particolare
dell'amore?
B i s o g n a p r i m a di t u t t o p e n s a r e a l l ' i d e a d e l l ' a m o r e e p o r l a in relazione c o n tutta la realtà ideale. M a se la rettorica dev e g u i d a r e l e a n i m e e d e v e essere p e r c i ò u n a « p s i c a g o g i a », deve anche conoscere la natura dell'anima:
noi diremmo
c h e l ' o r a t o r e d e v e c o n o s c e r e q u a l ' è il c a r a t t e r e d i q u e s t ' a n i m a e q u a l ' è la s u a p o s i z i o n e n e l l a r e a l t à . L a v i s i o n e g e n e rale a c u i o g n i o r a t o r e d e v e r i c o l l e g a r e il fatto
particolare
si r i v e l a a l l o r a c o m e u n a c o n o s c e n z a delle p o s s i b i l i p o s i z i o n i c h e p o s s o n o a v e r e le a n i m e
nell'universo. L e visioni del
F e d o n e e del Simposio sono troppo vaste p e r poter ricolleg a r e a d esse u n fatto p a r t i c o l a r e :
noi a b b i a m o bisogno di
u n a s p i e g a z i o n e filosofica c h e sia p i ù v i c i n a a i b i s o g n i d e l l a v i t a , a b b i a m o b i s o g n o di r i d u r r e l a v e r i t à , d i a v v i c i n a r l a al m o n d o empirico, senza, possibilmente,
c h e essa
perda
il s u o v a l o r e p o s i t i v o . I t e r m i n i l o g i c i d o v r a n n o i n u n c e r t o senso n e g a r e il l o r o v a l o r e u n i v e r s a l e p e r m u o v e r s i i n u n a v i s i o n e t e m p o r a l e i n c u i si s u c c e d o n o n e l t e m p o i t e r m i n i c h e i n v e c e , di fronte a l p e n s i e r o , si s u c c e d o n o l o g i c a m e n t e . È così c h e P l a t o n e ci d i s e g n a il m i t o della p r o c e s s i o n e d e l l e anime. N e l F e d r o le p o s i z i o n i l o g i c h e d e l S i m p o s i o si trasform a n o i n u n m i t o c h e t e n t a di s p i e g a r e l a r a g i o n e delle d i v e r s e p o s i z i o n i delle a n i m e
d i fronte
all'idea del bene
e
la r a g i o n e delle d i v e r s e s p e c i e di a n i m e , d e i d i v e r s i c a r a t tri, delle d i v e r s e i n d i v i d u a l i t à . I l m i t o è c o n c e p i t o s u u n o sfondo razionale, m a n o n p u ò dire nulla di preciso e di s c i e n t i f i c a m e n t e v e r o . E n o n p u ò dirci nulla d i v e r o p r o p r i o p e r c h è il p r o b l e m a n o n è u n p r o b l e m a filosofico, m a p i u t t o sto u n a applicazione del p r o b l e m a
filosofico a d u n
certo
1
c a m p o : la p s i c o l o g i a ) . N o i s a p p i a m o s i c u r a m e n t e d a l F e d o n e c h e il d e s t i n o d e l l ' a n i m a e la s u a storia s o n o r e g o l a t i d a l l e stesse l e g g i s u c u i si m u o v e il m o n d o , n e l F e d r o essa ci è p r e s e n t a t a c o m e a u t o m o t r i c e , m a n o n p o s s i a m o c o n o s c e r e p e r f e t t a m e n t e la storia di q u e s t ' a n i m a ; - s o l o in u n m i t o ci è p o s s i b i l e t r a s f o r m a r e l a v i s i o n e l o g i c a d e l p r o b l e m a n e l succedersi delle c a d u t e e del salire d e l l ' a n i m a all'idea del v e r o e del b e n e . P o i c h é il p r o b l e m a c h e q u i P l a t o n e si p o n e è u n problema psicologico in senso universale e totale, la q u e s t i o n e si p o t r e b b e p o r r e a n c h e i n q u e s t i t e r m i n i :
o la
p s i c o l o g i a h a u n v a l o r e a s s o l u t o e a l l o r a essa si r i d u c e a filosofia o essa n o n h a u n v a l o r e a s s o l u t o e, i n q u e s t o c a s o , n o n p o s s i a m o p r e t e n d e r e di c o n s i d e r a r e i suoi risultati s u l l o stesso p i a n o d e i r i s u l t a t i di c a r a t t e r e filosofico. I l p r o b l e m a a c q u i s t a i n P l a t o n e a n c h e u n s e n s o p i ù p r o f o n d o : se l a p s i c o l o g i a e la c a r a t t e r i o l o g i a s o n o n e c e s s a r i e , lo s o n o p e r u n a p s i c a g o g i a e cioè p e r u n a v e r a r e t t o r i c a . C o m p i t o di q u e s t ' u l t i m a è, c o m e s a p p i a m o , il r i c o l l e g a r e u n a t t o p a r t i c o l a re a d u n a v i s i o n e g e n e r a l e . O r a u n a t t o p a r t i c o l a r e è u n m o m e n t o d e l d i v e n i r e , è, c i o è , u n m o m e n t o i s o l a t o nel t e m p o e nello s p a z i o . S e n o i a v e s s i m o p r e s e n t e d a v a n t i a l n o s t r o s g u a r d o t u t t o il t e m p o e t u t t o l o s p a z i o , a l l o r a p o t r e m m o v e r a m e n t e v e d e r e i n essi la r a z i o n a l i t à d e l r e a l e . M a p o i c h é a noi si p r e s e n t a u n s o l o m o m e n t o e n o n si p r e s e n t a n o t u t t i gli a l t r i c h e s o n o p r e c e d u t i o c h e s e g u i r a n n o , n o i n o n p o s s i a m o v e d e r e , n e l l a s u a t o t a l i t à , la storia di c i ò c h e d i v i e n e , n o n p o s s i a m o cioè d i s e g n a r e u n a storia r a z i o n a l e d e l l e v i c e n d e d e l l ' a n i m a p e r la stessa r a g i o n e p e r c u i n o n p o s s i a mo comprendere
l ' e s s e n z a p a r t i c o l a r e di o g n i i n d i v i d u o :
o m n e i n d i v i d u u m ineffabile. D a q u e s t o p u n t o di v i s t a l ' u s o del mito diventa
filosoficamente necessario, c o m e , per
le
stesse r a g i o n i , v e d r e m o c h e s a r à n e c e s s a r i o nel P o l i t i c o e nel T i m e o .
i) R O B I N : Op. cit. P . C X L V I I , P . X X X V e segg.
PACI
5
Realtà
empirica
e realtà formale.
— C i ò c h e s o p r a si
è d e t t o p u ò s p i e g a r e la r a g i o n e p e r c u i , q u a n d o si d e v e c o n o s c e r e l a r e a l t à di u n o g g e t t o e m p i r i c o , l a l o g i c a
sembra
p e r d e r e il s u o a s s o l u t o v a l o r e filosofico p e r d i v e n t a r e u n a s e m p l i c e f o r m a . P e r l a stessa r a g i o n e p e r c u i è i m p o s s i b i l e u n a r a z i o n a l e storia delle v i c e n d e d e l l ' a n i m a , n o i s a p p i a m o che è impossibile anche u n a reale spiegazione logica di u n oggetto particolare. l'individualità
Come, insomma,
delle anime,
n o n si p u ò c o g l i e r e
così è impossibile
conoscere
l ' i d e a n e l s u o essere p a r t i c o l a r e di fronte a c u i l a c o n o s c e n z a a s s u m e p e r c i ò n e c e s s a r i a m e n t e u n c a r a t t e r e f o r m a l e . S i noti b e n e p e r ò c h e q u e s t o f o r m a l i s m o n o n v u o l affatto significare c h e l a c o n o s c e n z a della r e a l t à e m p i r i c a e d il m e t o d o d i a b e tico c h e la rende possibile n o n a b b i a n o u n contenuto di idee. U n o g g e t t o si p o t r à , i n c o n c l u s i o n e , s p i e g a r e p e r m e z z o delle s u e r e l a z i o n i f o r m a l i c o n t u t t a l a r e a l t à .
Conseguen-
t e m e n t e u n d a t o e m p i r i c o q u a l s i a s i si d o v r à p r i m a p o r r e i n relazione c o n una visione generale
filosofica
e, q u a n d o
è
necessario, attraverso u n mito, e poi p e r m e z z o della relaz i o n e g e n e r a l e si r i u s c i r à a s c o p r i r e u n a r e l a z i o n e p a r t i c o l a r e . A c c a d e l o stesso q u a n d o carattere
filosofico;
si t r a t t a di u n a r i c e r c a di
si s a l e a l l ' i d e a e p o i d a q u e s t a si d i s c e n -
d e a s p i e g a r e il m o l t e p l i c e . M a nella r i c e r c a
filosofica
era
la r a z i o n a l i t à d e l l ' u n i v e r s o c h e si m a n i f e s t a v a nella s u a t o t a l i t à , nella r i c e r c a e m p i r i c a è i n v e c e la p o s i z i o n e d i u n m o m e n t o d e l d i v e n i r e c h e si d e v e s p i e g a r e e, p e r l a stessa r a g i o n e p e r c u i esiste il d i v e n i r e , p e r la stessa r a g i o n e p e r c u i il n o n essere è u n a l o g i c a c o n s e g u e n z a d e l l ' e s s e r e , b i s o g n e r à c h e l a s p i e g a z i o n e di u n o g g e t t o e m p i r i c o v e n g a d a t a s o l o formalmente. A b b i a m o c e r c a t o i n q u e s t o m o d o di r e n d e r c i c o n t o d e l l ' i n t i m a c o n n e s s i o n e c o n c u i l e d u e d i a l e t t i c h e , l a filosofica e l a d i a i r e t i c a , si c o n g i u n g o n o n e l F e d r o . D a l l a l o g i c a r e a l e nasce quella che noi c h i a m e r e m m o u n a logica formale. A m b e d u e si m u o v o n o c o n i d u e p r o c e d i m e n t i a s c e n d e n t e e d i s c e n d e n t e , m a si d i s t i n g u o n o i n q u a n t o u n a m i r a a l l a s p i e -
g a z i o n e della razionalità del reale e l'altra alla spiegazione d e l l a r e a l t à di u n d a t o e m p i r i c o . N e l l o stesso t e m p o le d u e l o g i c h e si r i u n i s c o n o p e r c h è ,
quando
però
q u e l l o stesso
p e n s i e r o c h e h a c o n o s c i u t o l a r a z i o n a l i t à d e l l ' u n i v e r s o si a v v i c i n e r à a d u n d a t o e m p i r i c o , di esso d o v r à n e c e s s a r i a m e n t e c o n o s c e r e solo il s u o c a r a t t e r e p o s i t i v o , i d e a l e o filosofico, e cioè d o v r à conoscerlo solo formalmente.
CAPITOLO I I I . LA
REPUBBLICA
LO STATO
IDEALE.
Il problema dell'essere. — L ' i m p o r t a n z a della R e p u b b l i c a n o n è s o l o d i c a r a t t e r e p o l i t i c o ; il p e n s i e r o d i P l a tone, c o m e ogni pensiero u m a n o ,
si a v v i c i n a a l l a
realtà,
t a n t o p i ù q u a n t o p i ù c h i a r i s c e s è stesso. N e l l a R e p u b b l i c a dpvremmo quindi trovare, rezza,
espresse c o n la m a s s i m a
le linee f o n d a m e n t a l i
della
chia-
filosofia
platonica. Gli
studiosi h a n n o spesso visto in quest'opera
la conclusione
di u n p e r i o d o d e l p e n s i e r o d i P l a t o n e e l ' i n i z i o di u n a l t r o , non sempre,
a p a r t e q u e i r i c h i a m i c o n g l i altri
dialoghi
c h e si i m p o n g o n o d a sè m e d e s i m i , si è c e r c a t o d i v e d e r e nella R e p u b b l i c a il c e n t r o i d e a l e d e l l ' o p e r a p l a t o n i c a . L e d i v i s i o n i d i v a r i p e r i o d i d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o n o n rient r a n o , c o m e a b b i a m o d e t t o , n e l n o s t r o m e t o d o di s t u d i o ; in q u a n t o alla politica a noi interessa solamente porre in r i l i e v o il significato
filosofico
delle posizioni platoniche in
rapporto allo Stato. Quest'ultimo d o v r e b b e far parte del mondo del divenire, ora noi sappiamo che per Platone è impossibile arrivare a conoscere c o m p l e t a m e n t e in quale m o d o si f o r m i e si m u o v a c i ò c h e è d i v e n i e n t e , i n q u a l e m o d o si rispecchi
nella n a t u r a e nella p s i c o l o g i a l a r a z i o n a l i t à d e l
r e a l e s u c u i t u t t o si r e g o l a e d a c u i t u t t o si a d e g u a . Q u i
nella R e p u b b l i c a t r o v i a m o i n v e c e u n ' o r g a n i z z a z i o n e s o c i a l e idealizzata, u n a parte del divenire che diventa idea e che viene conosciuta e studiata
c o m e tale.
L o Stato è in fondo un'idea,
l'idea della giustizia in
q u a n t o o r g a n i z z a z i o n e di u n a s o c i e t à . L o S t a t o è u n m o d e l l o i d e a l e c h e d e v e s e r v i r di g u i d a a g l i u o m i n i d i q u e s t o m o n d o . S e i n q u e s t o esso esista o n o n esista n o n h a a l c u n v a l o r e (473 A B , 592 B ) . S i a m o d u n q u e di fronte a d u n a v i s i o n e s p e c i a l i s s i m a e di fronte a d u n o s t u d i o r i c c o d i r e l a z i o n i e di c o m p l i c a z i o n i . L a m o l t e p l i c i t à o r g a n i z z a t a v i e n e a mare
un'idea,
q u e s t a si p r e s e n t a
così n o n c o m e
for-
un'unità
m a c o m e un complesso molteplice che ha però valore ideale. Il m o l t e p l i c e p e r d e d ' a l t r a p a r t e il s u o p r e d i c a t o di esistenz i a l i t à e m p i r i c a , n e s s u n o ci a s s i c u r a s u l l ' e s i s t e n z a d e l l o S t a to platonico. A che cosa mira questa idealizzazione del molt e p l i c e ? C h e s i g n i f i c a t o h a q u e s t a fusione tra i d e a e r e a l t à empirica? Evidentemente nella s u a
l'idea non viene qui
posizione trascendente
considerata
c o m e nel M e n o n e
ed
in
p a r t e nel F e d o n e . Q u i essa è c o n o s c i b i l e , e, s o p r a t u t t o ,
è
m o l t e p l i c e ed esiste i d e a l m e n t e c o m e m o t l e p l i c i t à . C ' è d u n que un'esistenza
dell'idea come molteplicità e questa
con-
c l u s i o n e r i c o n f e r m a le c o n c l u s i o n i d e l l o stesso g e n e r e a c u i h a n n o c o n d o t t o g i à altri d i a l o g h i . M e l ' e s i s t e n z a di u n a m o l t e p l i c i t à i d e a l e si t r o v a nella R e p u b b l i c a i n u n a particolare.
Essa è pensata
posizione
c o m e r e a l i z z a b i l e nella
molte-
p l i c i t à e m p i r i c a , a n z i è a t t r a v e r s o a l l ' e s a m e d i q u e s t a c h e si sale a l l ' i d e a d e l l o S t a t o . Q u a l e m a g g i o r e d i m o s t r a z i o n e il m o n d o del d i v e n i r e si p u ò o r g a n i z z a r e s e c o n d o
che
un'idea?
N o i s a p p i a m o p e r ò c h e il d i v e n i r e p o r t a nel s u o , s e n o u n v u o t o i n c o l m a b i l e : il d i v e n i r e è p i e n o di n e g a t i v i t à e si m u o v e nel n u l l a . P e r i d e a l i z z a r l o c o m p l e t a m e n t e rebbe,
come abbiamo
v i s t o nel F e d r o ,
tener
bisogne-
presenti
del
d i v e n i r e t u t t i g l i e l e m e n t i , t u t t o il s u o s v o l g i m e n t o nel t e m p o e c i o è , infine, t u t t o il s u o essere. Q u e s t o è i m p o s s i b i l e p e r i c a m p i di c u i si o c c u p a n o il F e d r o ed il T i m e o ; l o s a r à a l t r e t t a n t o p e r la p o l i t i c a ? P e r la p o l i t i c a , a l m e n o d a l p u n t o
di v i s t a i n c u i o r a ci si p o n e ,
di n o . U n o
Stato
i d e a l e è p o s s i b i l e e, si noti b e n e , n o n si a s s i c u r e r à
sembra
tanto
c h e è p o s s i b i l e r e a l i z z a r l o , q u a n t o si d i m o s t r e r à c h e è p o s sibile p e n s a r l o . E c c o c i ò c h e a P l a t o n e i n t e r e s s a . riamente
per questa
indagine
nire p o l i t i c o d o v r a n n o
t u t t i gli e l e m e n t i
essere p r e s e n t i .
Necessadel d i v e -
S a r à infatti
bile d i s e g n a r e u n a storia d e l l a g e n e s i d e l l o S t a t o
possi-
(369 B ,
3 7 6 D ) , p r o p r i o in q u a n t o s a r à possibile c o n o s c e r e tutti gli elementi empirici che lo h a n n o costituito. S a r à possibile anc h e fissare le linee di u n a e d u c a z i o n e p e r f e t t a (376 E , 4 1 2 B ) , fissare tre
una
potenze
psicologia
dell'individuo
fondamentali
come sarà
e
ritrovare
possibile
in
esso
distinguere
n e l l o S t a t o tre c l a s s i , nella a r m o n i z z a z i o n e delle d i s t i n z i o n i p s i c o l o g i c h e e delle classi si f a r à c o n s i s t e r e la g i u s t i z i a . Q u e sta v i e n e v i s t a c o m e d o m i n a n t e su o g n i p a r t i c o l a r e e o g n i —
-
~paì"ticoiarè~tróva ia^ulO'àgiorie d'essere
in q u a n t o h a
una
s u a p r o p r i a f u n z i o n e (397 E ) . L a g i u s t i z i a c o n s i s t e nel fare il p r o p r i o l a v o r o (433 B ) . O g n u n o di noi è g i u s t o se c i a s c u n a s u a f a c o l t à fa ciò c h e le s p e t t a (441 E , 586 E , 587 A B ) . L a g i u s t i z i a , l ' i d e a , c h e in altri c a s i s a r e b b e v i s t a c o m e u n i t à assolutamente
trascendente
il m o n d o d i v e n t a
di m o l t e p l i c i o r g a n i z z a t i r a z i o n a l m e n t e . siste nel d o m i n i o
qui
della f a c o l t à r a z i o n a l e
con-
dell'uomo e
m e z z o di q u e s t o p r e d o m i n i o si r e a l i z z a la m a s s i m a (442 D ) . C ' è q u i l ' a f f e r m a z i o n e
armonia
L a prudenza
per
armonia
che poi ritroveremo
nel
F i l e b o ( F i l . 65 A e s e g g . ) , s e c o n d o c u i il b e n e è b e l l e z z a , s i m m e t r i a e v e r i t à . Il lettore di P l a t o n e c h e h a p r e s e n t e t u t t e le o p e r e d e l filosofo p e n s a s p o n t a n e a m e n t e a l F i l e b o q u a n d o S o c r a t e d i c e c h e n o n p a r l e r à p e r o r a d e l b e n e m a s o l o di q u a l c o s a c h e gli r a s s o m i g l i a
(506 E ) , e t r o v a
quindi
già
nella R e p u b b l i c a le s u g g e s t i o n i di q u e l d i a l o g o . T u t t o il m o l t e p l i c e v i e n e d u n q u e
v i s t o nella
b l i c a c o m e o r g a n i z z a t o , о m e g l i o , si d i m o s t r a pensabile
come organizzato secondo l'idea.
insito nella m o l t e p l i c i t à s c o m p a r e : venta
Repub-
c h e esso è
Il non
essere
q u e s t a si i d e a l i z z a , d i -
essere. T r o v i a m o nella R e p u b b l i c a
i n t u t t a la
sua
—
7i
—
g r a n d i o s i t à la p o s i z i o n e di p e n s i e r o c h e i d e a l i z z a il m o n d o e d a v v i c i n a a l l a r e a l t à la p e r f e z i o n e i d e a l e . S e c o n d o noi q u i c ' è u n a a p p l i c a z i o n e d e l c o n c e t t o di c r e a z i o n e q u a l e è s t a t o v i s t o n e l S i m p o s i o , u n a c r e a z i o n e nel s e n s o p i ù p u r o e c i o è l a c r e a z i o n e d e l l a p e n s a b i l i t à di u n o S t a t o p e r f e t t o . I n q u e sta c r e a z i o n e t u t t o il m o l t e p l i c e si p o s i t i v i z z a i n
massimo
g r a d o , c o m e d ' a l t r a p a r t e il m o n d o i d e a l e si i m m a n e n t i z z a , fino a p r e s e n t a r s i c o m e c o i n c i d e n t e c o l d i v e n i r e . L a r e a l t à p o l i t i c a è il p i a n o s u c u i i d e a l i t à e r e a l t à si f o n d o n o ,
essa
ci d à la p o s s i b i l i t à di r e a l i z z a r e nel m o n d o la p o s i t i v i t à d e l l e idee,
c o m e ci d à la p o s s i b i l i t à di c o n o s c e r l e , di
n o i stessi e g l i altri o d o c c u p a r e d e g n a m e n t e c h e ci è a s s e g n a t o d a l l a r a z i o n a l i t à d e l r e a l e ,
educare
quel
posto
permettendoci
così di s e g u i r e , i n t u t t o il s u o p r o f o n d o s i g n i f i c a t o , l ' i n s e g n a m e n t o d e l l ' o r a c o l o di A p o l l o . È
n e l l a R e p u b b l i c a d u n q u e c h e il p e n s i e r o
platonico
t r o v a la s u a m a s s i m a e s p r e s s i o n e , c o m e è n e l l a p o l i t i c a c h e P l a t o n e t r o v a v a il s u o interesse f o n d a m e n t a l e .
Nella R e -
p u b b l i c a s o l a m e n t e il m o n d o d e l l e i d e e d i v e n t a il della realtà:
mondo
n e l l o S t a t o i d e a l e p l a t o n i c o d o m i n a il f a m o -
s o p r i n c i p i o h e g e l i a n o c h e a n c h e a d H e g e l si era
chiarito
p r o p r i o nella « F i l o s o f i a d e l d i r i t t o » : c i ò c h e è r a z i o n a l e è r e a l e , c i ò c h e è reale è r a z i o n a l e . È c o m p r e n s i b i l e c h e in q u e s t o d i a l o g o si parli c o n t a n t a a m p i e z z a della d i a l e t t i c a e d e l l a t e o r i a d e l l e i d e e : è q u i c h e il p e n s i e r o p l a t o n i c o r a g g i u n g e il s u o s c o p o , c h e le p o s i z i o n i p a r z i a l i si r i c o n f e r m a n o i n u n a v i s i o n e g e n e r a l e , è q u i c h e il p r o b l e m a d e l l ' e s s e r e si r i v e l a i n t u t t a la s u a r i c c h e z z a e c h e P l a t o n e c h i a r i s c e di fronte a d esso le p o s i z i o n i f o n d a m e n t a l i
del suo pensiero.
S e l a r a z i o n a l i t à del r e a l e è v e r a b i s o g n a
dimostrare
c h e è p e n s a b i l e u n o S t a t o p e r f e t t o . S e la r a z i o n a l i t à è v e r a m e n t e r a z i o n a l i t à essa d e v e p o t e r o r g a n i z z a r e i d e a l m e n t e u n a m o l t e p l i c i t à q u a n d o tutti gli e l e m e n t i di q u e s t a
sono
p r e s e n t i . P o i c h é q u e s t o è p o s s i b i l e s o l o p e r la r e a l t à p o l i t i c a , la p e n s a b i l i t à di u n o S t a t o i d e a l e s a r à il f o n d a m e n t o
e la
p r o v a d e l l a stessa r a z i o n a l i t à d e l l ' u n i v e r s o . P e r c i ò s a r à n e l l a
R e p u b b l i c a c h e n o i t r o v e r e m o nella l o r o p i e n e z z a e nella l o r o t o t a l i t à le ipotesi d e l P a r m e n i d e c h e r i g u a r d a n o l ' e s s e re c o m e i d e a e c o m e m o n d o . N e l l a R e p u b b l i c a , n o n p e r c h è q u i p e r r a g i o n i esteriori P l a t o n e c e n e p a r l a , m a p e r c h è l ' o g g e t t o della R e p u b b l i c a l o p e r m e t t e e l o e s i g e , c o m e i n v e c e gli altri d i a l o g h i r i v e l a v a n o d e l l a r e a l t à s o l o q u e g l i a s p e t t i e q u e l l e p o s i z i o n i c h e si
riflettevano
n e g l i o g g e t t i d a essi
trattati.
Il problema del non essere. — A b b i a m o d e t t o c h e nella R e p u b b l i c a d i P l a t o n e d o m i n a il p r i n c i p i o h e g e l i a n o d e l l a r a z i o n a l i t à d e l r e a l e . M a n o i s a p p i a m o c h e il d i v e n i r e p e r P l a t o n e è il n o n essere e c h e s o l o l o S t a t o i d e a l e p e r m e t t e il r i a v v i c i n a m e n t o c o n H e g e l , c o m e solo l a r e a l t à
politica
p e r m e t t e la c o i n c i d e n z a d e l m o n d o c o n l a r e a l t à i d e a l e . I n -
-Hegel-troviamo-uno^tato^ealeT^toiicamerite determinato, n e l q u a l e si r e a l i z z a l ' i d e a d e l d i r i t t o :
per Platone
nessun
g o v e r n o della s u a e p o c a è a v v i c i n a b i l e , a n c h e d a l o n t a n o , allo Stato
filosofico
(499 B ) . H e g e l c i p u ò d a r e u n a filosofia
d e l l a n a t u r a , P l a t o n e n o n p a r l a della n a t u r a c h e a t t r a v e r s o il m i t o . O r a p o t r e m o n o i d i v i d e r e c o m p l e t a m e n t e
la real-
t à s o c i a l e d a l m o n d o della n a t u r a ? P o t r à l a filosofia d e l d i ritto f o n d a r s i i n d i p e n d e n t e m e n t e
dalla
filosofia
della natu-
r a ? I n P l a t o n e la possibilità d i q u e s t ' i n d i p e n d e n z a
ci g a -
r a n t i s c e , i n u n p r i m o t e m p o , la r e a l t à di u n o S t a t o i d e a l e , c i o è l a p r e s e n z a d i u n a r e a l t à e m p i r i c a afferrabile nella s u a totalità
c o m e essere. S e infatti
relazione col mondo
lo Stato viene pensato in
della n a t u r a esso a l l o r a n o n si p u ò
più pensare c o m e ideale. N o n sarà p i ù perfetto, n o n sarà più
un'idea,
n o n sarà
più molteplicità
organizzata,
ma
m o l t e p l i c i t à d i s o r g a n i z z a t a , d i v e n i r e i l l i m i t a t o , n o n essere. Esso sarà male, non bene. E d e c c o c h e il p r o b l e m a d e l m a l e si f a a v a n t i n e l l ' V I I I l i b r o della R e p u b b l i c a : si p a r l a d e l l a c o r r u z i o n e d e l l o S t a t o e d e l l ' i n d i v i d u o e d il p r o b l e m a d e l l ' i n g i u s t i z i a v i e n e p o s t o in r e l a z i o n e c o n u n m i t o n e l q u a l e si s i n t e t i z z a n o l e r e l a -
z i o n i tra p o l i t i c a e c o s m o l o g i a (546 A B ) , m i t o c h e v i e n e s v i l u p p a t o , i n t u t t a la s u a i m p o r t a n z a , occuperà
la
maggior
parte
nel Politico d o v e
del dialogo.
In
certi
periodi
c ' è s u l l a t e r r a sterilità d ' a n i m e e di c o r p i , t u t t o l ' u n i v e r s o è in un m o v i m e n t o
n e g a t i v o ed a l l o r a l o S t a t o i d e a l e si
dissolve. Il mito spiega naturalmente
quello che può spie-
g a r e u n m i t o . I l n o n essere, il m a l e , a p p u n t o p e r c h è tali, n o n si p o s s o n o s p i e g a r e r a z i o n a l m e n t e
perchè non rientra-
n o nello s v o l g i m e n t o di u n a f e n o m e n o l o g i a : la filosofia p o t r à giustificare la l o r o e s i s t e n z a e l a l o r o n e c e s s i t à d i fronte a l l ' e s s e r e ed a l b e n e m a n o n s c o p r i r e la l o r o i n t e r n a
ra-
z i o n a l i t à p e r c h è in essi q u e s t a r a z i o n a l i t à n o n esiste. Concludendo molteplicità e unità,
essere e n o n
essere,
p o s s o n o n e l l o r o i n c o n t r o c r e a r e la r e a l t à d e l m o n d o possono anche negare questa realtà e distruggerla. può
ritornare
trascendente,
perfetta,
immobile,
ma
L'idea
al
di
là
della stessa e s i s t e n z a , ed il m o n d o p u ò di c o n s e g u e n z a r i c a d e r e nella m o l t e p l i c i t à c a o t i c a , n e l n u l l a , c o m e nel
Fedro
l ' a n i m a p u ò r i c a d e r e a n c h e d o p o a v e r r a g g i u n t o la s u a p i ù a l t a e s i s t e n z a . T u t t o c i ò è p o s s i b i l e e noi v e d r e m o c o m e q u e ste p o s i z i o n i v e r r a n n o nide riguardanti
affermate
nelle ipotesi d e l
il n o n essere. Q u e s t o n o n p o t r à
Parmespiegarsi
che c o m e tale, come posizione negativa, disorganizzazione, opposizione
al b e n e .
E
quando
sarà
necessario
parlarne
c o m e di q u a l c o s a di o r g a n i z z a t o , c o m e di q u a l c o s a di i d e a l e , a l l o r a si r i c o r r e r à al m i t o il c u i u s o v e r r à q u i n d i a n c h e q u i ad assumere un valore profondamente
filosofico.
Nella na-
t u r a , in c u i t u t t o l ' e s s e r e e t u t t o il n o n essere d o v r e b b e r o e s sere p r e s e n t i ,
c r i s t a l l i z z a t i nel d i v e n i r e
fisico,
nella
storia
d e l c o s m o s , il n o n essere, se noi c e n e d e s s i m o r a g i o n e c o m e dell'essere, assumerebbe
un valore positivo. P e r questo
la
storia d e l c o s m o s noi n o n la c o n o s c i a m o , n è d o b b i a m o c o noscerla: massimo
vedremo
come
nel
T i m e o si s v i l u p p e r a n n o
q u e s t e p o s i z i o n i e c o m e , a n c h e l à , s o l o il
riuscirà ad esprimerne
il s e n s o p o s i t i v o . S o l o il m i t o
al
mito può
i l l u m i n a r c i se n o i , a t t r a v e r s o il s u o m i s t e r o , s a p r e m o i n t r a -
v e d e r e d a l o n t a n o la s a p i e n z a d i v i n a . D i v i n a , p e r c h è s e u n D i o c o s ì c o n c e p i t o esistesse e se fosse a d esso p r e s e n t e t u t t o il d i v e n i r e c o s m i c o , c o m e a l filosofo la r e a l t à p o l i t i c a , q u e s t o D i o p o t r e b b e s p i e g a r s i il n o n essere e d il m a l e i n u n a v i s i o n e r a z i o n a l e . M a s p i e g a r e il n o n essere v u o l d i r e c o noscerlo e giustificarlo: potrebbe u n D i o considerare
come
b e n e il m a l e ? C e r t o a L u i il m o n d o si p r e s e n t e r e b b e
come
p e r f e z i o n e a s s o l u t a . F o r s e , c o m e L e s s i n g , il
filosofo
prefe-
risce il m a l e , l ' i g n o r a n z a e l ' i m p e r f e z i o n e , m a a n c h e p e r c i ò , l ' a m o r e , l a c r e a z i o n e e la v i t a .
DIALETTICA
E RE
ALTA.
Il problema dell'essere. - Il metodo ascendente. — R a p presentando
dunque
l a R e p u b b l i c a il p u n t o
di vista cen-
trale d e l p l a t o n i s m o e l a fusione t r a l a v i s i o n e
filosofica
e
la r e a l t à e m p i r i c a si d o v e v a n e c e s s a r i a m e n t e i n q u e s t ' o p e r a trattare, c o n a m p i e z z a e c o n larghezza, in u n a v e d u t a
d'in-
s i e m e , il p r o b l e m a della r a z i o n a l i t à d e l reale c h e n e g l i altri d i a l o g h i si e r a p r e s e n t a t o p i ù i n p r o f o n d i t à c h e i n l a r g h e z z a e c o l l e g a t o a dei p r o b l e m i p a r t i c o l a r i , m a m a i v i s t o i n u n a visione generale. L ' o r g a n i z z a z i o n e ideale di un complesso così v a s t o c o m e l a s o c i e t à r i p o r t a i n q u e s t i o n e tutti i p r o b l e m i , m a c i ò d i c u i o r a si s e n t e il b i s o g n o è u n c o l l e g a m e n t o delle v a r i e p o s i z i o n i e d u n a s u p e r i o r e g i u s t i f i c a z i o n e di esse. C o s ì n o n si p o t r à p a r l a r e ,
nella R e p u b b l i c a , solo
di q u e l l ' a s p e t t o d e l m o n d o i d e a l e c h e r e n d e p o s s i b i l e l ' a v v i c i n a r s i d e l l ' i d e a a l m o n d o s e n s i b i l e , m a si d o v r à parlare
della trascendenza
anche
delle i d e e , c o m e d e l m o l t e p l i c e
nella s u a p o s i z i o n e p i ù l o n t a n a d a l m o n d o i d e a l e . G i à nella s t r u t t u r a g e n e r a l e d e l l ' o p e r a e n e l l o spirito c h e l a i n f o r m a si p u ò n o t a r e c h e P l a t o n e n o n t e n d e a s o p p r i m e r e il m o l t e plice, m a a d a s s e g n a r g l i u n p o s t o d i fronte a l l ' i d e a s e n z a negarlo come molteplice. Il
filosofo
cerca di
trasformare
il m o n d o d e l l e a p p a r e n z e i n u n m o n d o r e a l e ; la r e a l t à d i
questo mondo
di o m b r e s a r à l a s u a r e l a z i o n e stessa
con
l ' i d e a , il r i c o n o s c i m e n t o c h e q u e s t e o m b r e n o n s o n o r e a l i , ma appunto stesso
tempo
o m b r e di q u a l c o s a c h e le s u p e r a permette
la l o r o
esistenza
e che nello
e la
loro
cono-
scibilità. Platone
si t r o v e r à n e c e s s a r i a m e n t e
d i fronte
alla
ne-
g a t i v i t à d e l m o n d o s e n s i b i l e , di q u e l m o n d o c h e è l ' o g g e t t o d i c o n o s c e n z a della d o x a .
Q u i nella R e p u b b l i c a
è
la
r e a l t à p o l i t i c a c h e v i e n e c o m b a t t u t a in q u a n t o f o n d a t a s u l l a d o x a o in q u a n t o
d i s o r g a n i z z a t a a c a u s a della
negatività
dei molteplici e cioè, in questo caso, a causa dell'ingiustizia. Il dialogo comincia proprio essere insito nel m o n d o
c o n la p r e s e n t a z i o n e
delle o p i n i o n i :
del
non
il r a p p r e s e n t a n t e
d e c i s o e c o s c i e n t e di q u e s t o m o n d o è T r a s i m a c o (336 B , 3 5 4 C ) . I l p r i m o l i b r o d e l l a R e p u b b l i c a p r e s e n t a nel c a m p o p o l i t i c o la sintesi di t u t t e q u e l l e p o s i z i o n i a c u i P l a t o n e si è s e m p r e o p p o s t o in tutti i d i a l o g h i : è l ' o p p o s i z i o n e al d o g m a t i s m o c h e q u i si v u o l far n o t a r e in t u t t a la s u a n e c e s s i t à ed è i n s i e m e , d i r e m o c o l N a t o r p , la f u n z i o n e c r i t i c a d e l l ' i d e a l i s m o p l a t o n i c o c h e si v u o l p o r r e s o p r a t u t t o in e v i d e n z a . A i f i l o d o x i si d o v r a n n o c o n t r a p p o r r e
i filosofi. S o l o
quan-
d o questi s a r a n n o al p o t e r e finiranno i m a l i p e r l o S t a t o e p e r il g e n e r e u m a n o insisterà
sul
fatto
(473 D , L e t t . V I I , 326 B ) . A l l o r a si
che,
benché
le i d e e p o s s o n o
apparire
m o l t e p l i c i , si d e v e g u a r d a r e a l l a l o r o u n i t à (476 A ) , la n e cessità d e l c h o r i s m o s v e r r à nello stesso t e m p o
riaffermata
i n t u t t a la s u a c r u d e z z a (476 B ) . S a r à n e c e s s a r i o all'unità
quando
le i d e e v e n g o n o c o n s i d e r a t e
t r a la m o l t e p l i c i t à , q u a n d o g l i esseri c h e n e p a r t e c i p a n o possibile in q u a n t o
guardare
molteplicità
si c o n f o n d e il b e n e i n sè c o n (476 B ) . Q u e s t a c o n f u s i o n e è
la c o n o s c e n z a resta d o x a , b i s o g n a
in-
v e c e v e d e r e i s i n g o l i c o n c e t t i i n sè, nella loro c o s t a n z a
e
nella l o r o u n i f o r m i t à (479 E , 484 B , 485 E , 493 E , 494 A ) . È sul m e t o d o a s c e n d e n t e d e l l a d i a l e t t i c a filosofica q u i si insiste. D a l l a m o l t e p l i c i t à c o n o s c i u t a
che
dogmaticamente
b i s o g n a salire a d u n a m o l t e p l i c i t à i d e a l e (507 B ) , a l l ' i d e a
di o g n i s i n g o l o . D ' a l t r a p a r t e c o m e si p u ò giustificare q u e sta
m o l t e p l i c i t à i d e a l e se n o n c o n u n ' u n i t à ?
Quest'unità
massima e quest'ultimo grado della dialettica sarà la c o n o s c e n z a d e l l ' i d e a d e l b e n e (505 A ) . L a d i a l e t t i c a d e v e q u i n d i condurre alla visione di quest'unità, alla noesis d e l l ' u n o , a r rivare
per m e z z o d'ipotesi
a d u n a realtà
( 5 1 0 B ) . P e r q u e s t ' a s c e s a la m a t e m a t i c a
superipotetica
ha un grandissi-
m o v a l o r e e d u c a t i v o , p r o p r i o i n q u a n t o il s u o s t u d i o a b i t u a l'anima
a valersi dell'intelligenza per la verità, a
trovare
l ' u n o in ciò c h e è molteplice ( 5 1 1 A B , 522 C , 526 C ) ed è per questa
a s c e s a c h e si d e l i n e a u n a s c a l a d e l l e s c i e n z e .
L'educazione del
filosofo
q u e s t o senso p e r c h è ne p u ò permettere
sarà dunque
tutta indirizzata in
solo l a c o n o s c e n z a d e l l ' i d e a di b e n governare
del b e -
(505 A B , 5 1 7 C ,
5 1 9 C ) . I n questo modo Trasimaco è vinto ed in questo m o d o la f u n z i o n e critica d e l l ' i d e a l i s m o p l a t o n i c o si r i c o n ferma come ascesa all'ultimo bene. Noi riconosceremmo nel m e t o d o d i a l e t t i c o di c u i q u i si è p a r l a t o il m e t o d o u s a t o i n tutti i d i a l o g h i a n c h e se P l a t o n e n o n c e l o f a c e s s e e s p l i c i t a m e n t e n o t a r e ( 5 3 4 D ) a s s e r e n d o c h e a l l ' i d e a si d e v e a r r i v a r e mediante l'abilità del domandare
Il valore ontologico del metodo
e del rispondere.
ascendente.
— Il m e -
t o d o a s c e n d e n t e , di c u i q u i nella R e p u b b l i c a si p a r l a , è a p p l i c a t o , c o m e si è d e t t o , a u n p r o b l e m a d i c a r a t t e r e g e n e r a l e che riguarda
tutta la visione
filosofica
di P l a t o n e
e chia-
risce, p r o p r i o p e r q u e s t o s u o t o t a l e s p i e g a m e n t o , il m e t o d o usato in tutti i dialoghi platonici. M a in questi ultimi a b b i a m o v i s t o c o m e il m e t o d o
filosofico
è i n stretta r e l a z i o n e
c o n il p r o b l e m a t r a t t a t o ; n e c e s s a r i a m e n t e ,
i n essi, l ' a s c e s a
al m o n d o ideale n o n verrà c o m p i u t a in tutti i suoi gradi ed in t u t t a l a s u a t o t a l i t à c o m e nella R e p u b b l i c a . N e l l o stesso m o d o g l i altri d i a l o g h i n o n ci d a r a n n o q u e l l a v i s i o n e d ' i n s i e m e c h e ci d à l a R e p u b b l i c a m a i l l u m i n e r a n n o
piuttosto
questo o quell'aspetto dell'idea, questa o quella sua posizione logica. U n a volta giunti a d u n principio n o n ipote-
tico, p e r il f a t t o stesso c h e v i si è g i u n t i , t u t t e le i p o t e s i verranno
ad
assumere
un
certo
valore:
così
attraverso
l ' a s c e s a a l l ' i d e a in o g n i d i a l o g o p l a t o n i c o si s c o p r e , i n u n determinato
campo,
un aspetto
del m o n d o
ideale
garan-
tito p r o p r i o d a l m e t o d o u s a t o , i n q u a n t o S o c r a t e n o n p e r d e m a i di v i s t a l ' i d e a d e l b e n e . O r a nella R e p u b b l i c a il m e todo è usato per un problema che racchiude i problemi part i c o l a r i e q u i n d i l ' u s o di esso s p i e g a a n c h e i m e t o d i p a r t i c o l a r i . S e o g n i d i a l o g o ci d à i n p r o f o n d i t à u n a s p e t t o d e l l a r a z i o n a l i t à d e l r e a l e n o n ci d o v r à a l l o r a la R e p u b b l i c a d a r e la c o n o s c e n z a t o t a l e di q u e s t a r a z i o n a l i t à ? L ' a s c e s a a l l ' i d e a d e l b e n e , p a s s a n d o a t t r a v e r s o i m i n o r i g r a d i di c o n o s c e n z a , n o n ci d a r à i n s i e m e a l l a v a l u t a z i o n e c o n o s c i t i v a di q u e s t i , l a d e s c r i z i o n e filosofica della loro p o s i z i o n e g e r a r c h i c a ?
In
q u a n t o l ' i d e a del b e n e v i e n e e f f e t t i v a m e n t e r a g g i u n t a , o g n i g r a d o di c o n o s c e n z a a c q u i s t a il s u o v a l o r e , p r o p r i o p e r c h è v e n g o n o l i m i t a t e le s u e p o s s i b i l i t à c o n o s c i t i v e . A
questo
p u n t o si p o t r e b b e r o p r e s e n t a r e a l lettore le stesse d o m a n d e c h e si t r o v a n o nel testo d e l l a R e p u b b l i c a (505 E e s e g g . ) . C h e c o s a è il b e n e ? È la c o n o s c e n z a d e l b e n e ? L ' i d e a del bene n o n ha per P l a t o n e solo un valore c o n o s c i t i v o о m e g l i o s o l o u n v a l o r e in q u a n t o è o g g e t t o di c o n o s c e n z a , m a , c o m e t u t t e le i d e e , h a a n c h e u n v a l o r e o n t o l o g i c o a s s o l u t o . C o m e l a v i s t a n o n è il sole così la c o n o s c e n z a n o n è l ' i d e a (508 B ) . M a se il sole n o n è la v i s t a è p e r ò l a c a u s a di essa e d a essa è v e d u t o : in q u e s t o m o d o si p u ò d i r e c h e c i ò c h e è il sole d e l m o n d o v i s i b i l e è, nel m o n d o intelligibile, l ' i d e a d e l b e n e (508 C ) . E s s a è la c a u s a d e l l a c o n o s c e n z a , d e l l a v e r i t à e d e l l ' e s i s t e n z a . I l sole n o n d à s o l a m e n t e a l l e c o s e la p o s s i b i l i t à di essere v e d u t e m a a n c h e la g e nesi, l ' i n c r e m e n t o e il n u t r i m e n t o , s e n z a p e r ò c h e esso sia la g e n e s i (509 B ) ; l ' i d e a d à l ' e s i s t e n z a al r e a l e m a a q u e s t o r e a le resta s u p e r i o r e . O r a q u a n t o si è g i u n t i a l l ' i d e a d e l b e n e , e si è g i u n t i p e r m e z z o di u n m e t o d o c o n o s c i t i v o c h e a d essa g u a r d a v a c o m e a s u a g u i d a , q u e s t o m e t o d o c o n o s c i t i v o , d a t o il v a l o r e o n t o l o g i c o d e l l ' i d e a , a v r à p e r c o r s o dei
g r a d i di c o n o s c e n z a a c u i r i s p o n d e v a n o d e i g r a d i di esis t e n z a : in q u e s t o m o d o l a g e r a r c h i a di c o n o s c e n z e c h e h a c o n d o t t o a l l ' i d e a d e l b e n e si p r e s e n t e r à
anche come
una
g e r a r c h i a di c a r a t t e r e o n t o l o g i c o . È forse b e n e q u i n o t a r e che, contrariamente
a c i ò c h e s p e s s o si è c r e d u t o , il c a -
r a t t e r e i d e a l i s t i c o d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o si r i v e l a q u a n d o si insiste s u l v a l o r e o n t o l o g i c o d e l l e i d e e :
proprio noteremo
i n s e g u i t o , a p r o p o s i t o d e l Sofista c o m e , c o n t r a r i a m e n t e a l l e tesi n e o - k a n t i a n e ,
una dottrina delle idee o delle essenze,
n o n sia c o n t r a d d i t o r i a r i s p e t t o a l p o r s i di u n a l e g g e t r a s c e n d e n t a l e m a n e i n v e r i i n v e c e la r e a l e d i n a m i c i t à A chi dubitasse
di q u a n t o
r i v o l g e r e b b e la d o m a n d a
teoretica.
è stato affermalo
c h e si t r o v a
Piatone
nel p a s s o 4 7 6
E:
« chi conosce, conosce qualcosa o nulla? » Necessariamente a t t r a v e r s o la d i a l e t t i c a a s c e n d e n t e si d o v e v a s c o p r i r e q u e l l'aspetto
della r a z i o n a l i t à
del reale
che
corrispondeva
a
quel dato problema e cioè quel dato v a l o r e ontologico che corrispondeva a quel dato valore dialettico. Risulta già da ciò c h e la d o x a , in q u a n t o g r a d o di c o n o s c e n z a di c u i si c o n o s c o n o i limiti, v i e n e g i u s t i f i c a t a e r i c o n o s c i u t a d a q u e l l o stesso m e t o d o d i a l e t t i c o c h e l ' h a c o n d a n n a t a
c o m e insuffi-
c i e n t e a c o n d u r r e a l l ' i d e a del b e n e , a l l o stesso m o d o c h e v e n g o n o giustificati a n c h e gli altri g r a d i di c o n o s c e n z a . L a d o x a v i e n e c o n d a n n a t a s o l o i n q u a n t o s o r p a s s a i s u o i limiti e n o n v i e n e p o s t a i n r e l a z i o n e c o n gli altri g r a d i d i c o n o s c e n z a . B i s o g n a cioè v e d e r e i m o l t i n e l l a l o r o r e l a z i o n e c o n l ' u n i t à ( 4 7 9 E , - 484 B ) . L a d o x a si p o t r à giustificare s o l o q u a n d o si s a r à g i u n t i a l l ' u n i t à
somma,
all'idea del bene.
Qual'è
o r a nella R e p u b b l i c a l a r e a l t à o n t o l o g i c a c o r r i s p o n d e n t e a l l a graduazione
delle
conoscenze?
Queste
vengono
descritte
nello stesso t e m p o di q u e l l a n e i p a s s i 509 E e s e g g . P l a t o n e fa d u e g r a n d i d i v i s i o n i , u s a n d o p e r c h i a r e z z a u n
esempio
g e o m e t r i c o , cioè d i s e g n a n d o le d i v i s i o n i s u u n a r e t t a :
B
A
O
C
doxa eikasia
episteme pistis
AB
D
dianoia
episteme (in s. stretto)
immagini,
BO
esseri r e a l i .
OC
esseri reali c o m e intelligibili,
CD
idee.
S i d i v i d e la r e t t a p r i m a i n d u e p a r t i c h e r a p p r e s e n t a n o , rispettivamente,
il m o n d o
del visibile oggetto della
doxa
e d il m o n d o d e l l ' i n t e l l i g i b i l e o g g e t t o d e l l ' e p i s t e m e . I l p r i m o si d i v i d e in m o n d o
delle i m m a g i n i e m o n d o
d e g l i esseri
r e a l i , i n q u a n t o intelligibili, cioè le idee i n q u a n t o
molte-
p l i c i t à in r a p p o r t o c o n la r e a l t à s e n s i b i l e , e le i d e e i n q u a n t o d i v i s e da q u e s t a r e a l t à sensibile ( 5 1 0 B C ) . R i s p e t t i v a m e n t e i g r a d i di c o n o s c e n z a s o n o : i m m a g i n a z i o n e , c r e d e n z a , d i a n o i a e i n t e l l i g e n z a . N o i s a p p i a m o i n o l t r e c h e d a l l e i d e e si s a l e p o i a l l ' i d e a c h e è o r i g i n e di t u t t o e c i o è a l l ' u n i t à . t o n e s t a b i l i s c e s u l l a retta d e i r a p p o r t i di c a r a t t e r e
Pla-
geome-
t r i c o c h e c h i a r i s c o n o i r a p p o r t i di c a r a t t e r e l o g i c o e c i o è (I) A B : B C = O C : C D e q u i n d i
(II)
B O = O C . Tra-
d o t t o i n t e r m i n i l o g i c i c i ò significa (I) : c h e gli esseri r e a l i c o m e i n t e l l i g g i b i l i s o n o le i m m a g i n i delle i d e e a l l o stesso m o d o c h e ( I I ) le m m a g i n i d e l l a f a n t a s i a s o n o le i m m a g i n i della r e a l t à
concreta.
C'è dunque
l o stesso r a p p o r t o
m o l t e p l i c i t à i n t e l l i g i b i l e e le i d e e e tra
fantasia
e
tra
realtà.
T e n e n d o c o n t o di q u a n t o si è d e t t o noi s a p p i a m o : 1) c h e esiste u n ' u n i t à , cioè c h e esiste l ' i d e a d e l b e n e ; 2) c h e
esiste
una
molteplicità
come
oggetto
della
fantasia; 3) c h e esiste u n a m o l t e p l i c i t à r e a l e ; 4) c h e esiste u n a m o l t e p l i c i t à r e a l e c o m e i n t e l l i g i b i l e ; 5) c h e esiste u n a m o l t e p l i c i t à delle i d e e .
Se noi pensiamo
ora al significato della
Repubblica
c h e si è c e r c a t o d i m e t t e r e i n c h i a r o a p r o p o s i t o d e l l o S t a t o i d e a l e , q u a n d o si t r a t t ò d e l p r o b l e m a d e l l ' e s s e r e , v e d i a m o s u b i t o c h e p e r P l a t o n e il p r o b l e m a p r i n c i p a l e consiste n e l l a n e c e s s i t à d i unificare l e p r o p o s i z i o n i (2) e (3) c o n l e u l t i m e d u e e c i o è il m o n d o m o l t e p l i c e d e l r e a l e c o n q u e l l o i d e a l e in quanto molteplice. C o m e questa unificazione è a v v e n u t a n e l l o S t a t o c o n l e d i v i s i o n i d e l l e classi e n e l l ' i n d i v i d u o c o n le divisioni della facoltà dell'anima in m o d o c h e ogni f a coltà ed ogni classe avesse la sua funzione, così nel m o n d o d e l l ' e s s e r e si è v e r i f i c a t a u n a d i s t i n z i o n e d e l l e v a r i e c o n o s c e n z e e d e i v a r i o g g e t t i a c u i q u e s t e si r i f e r i v a n o ,
resi
possibili questi e quelle dalia superiore e trascendente
idea
del bene dominante in tutti i problemi e d in tutta
l'opera
di Platone.
Il problema
del non essere - Il problema
discendente e la creazione. — L a d i a l e t t i c a
del
metodo
filosofica
ci con-
d u c e d u n q u e fino a d u n p r i n c i p i o i n c o n d i z i o n a t o c h e g i u stifica i g r a d i d i c o n o s c e n z a p e r m e z z o d e i q u a l i si è a r r i v a t i fino
ad
esso.
Questo
movimento
si è c h i a m a t o
metodo
ascendente della dialettica. M a q u a n d o h a raggiunto l'ultimo s u o g r a d i n o il p e n s i e r o r i d i s c e n d e t e n e n d o s i f e r m o alle c o n seguenze che dal principio raggiunto derivano e ritornando q u i n d i a giustificare, i n q u e s t a s u a d i s c e s a , le p r e m e s s e d a c u i e r a p a s s a t o e p e r m e z z o delle q u a l i e r a g i u n t o a l l ' u n i t à . G l i u o m i n i i m p r i g i o n a t i nella c a v e r n a c r e d o n o c h e le o m b r e p r o i e t t a t e s u l f o n d o d i essa s i a n o v e r i t à ( 5 1 5 C ) m a se v e d e s s e r o l a l u c e d e l sole n o n p o t r e b b e r o
sostenere la
s u a f o r z a e d il s u o f u l g o r e ( 5 1 6 A ) . I l filosofo c h e a p o c o a p o c o a q u e l l a l u c e riesce a d a b i t u a r s i , dando
si a c c o r g e ,
i n essa, cioè, fuori d e l l a s i m i l i t u d i n e ,
guar-
discendendo
l o g i c a m e n t e d a essa, c h e p r o d u c e t u t t o il v i s i b i l e e d è l a c a u s a a n c h e delle o m b r e ( 5 1 6 B C ) . C o m p i u t a p e r ò q u e s t a d i s c e s a i d e a l e il filosofo si a c c o r g e c h e q u e l l e o m b r e
sono
o m b r e , r i c o n o s c e i l o r o limiti e d il l o r o m i s e r o v a l o r e r e a l e ,
—
8i
—
p e r c i ò n o n v u o l t o r n a r e nella c a v e r n a p e r c h è sa c h e l à t r o v e r e b b e le t e n e b r e è dovere dei
( 5 1 6 C D E ) . M a P l a t o n e afferma
filosofi
liti ( 5 1 9 D ) : essi d e v o n o a b i t u a r s i a magini che una
che
di r i t o r n a r e nel l u o g o d a c u i s o n o s a -
volta credettero
fissare
realtà,
le oscure im-
devono
ritornare
n e l m o n d o d e l m o l t e p l i c e e della d o x a e r i t o r n a r c i p e r organizzarlo, per idealizzarlo, per a v v i c i n a r l o al m o n d o delle idee.
C o m e si p o t r à
compiere
questa
idealizzazione?
Ri-
p o r t i a m o c i a i c i n q u e a s p e t t i della r e a l t à c h e s o n o stati m e s si i n l u c e d a l l a R e p u b b l i c a . I l p r i m o è il m o m e n t o i n c u i l ' i d e a si p o n e c o m e a s s o l u t a u n i t à s u p e r i o r e a l l a stessa esis t e n z a . S i r i c o r d e r à c o m e nel F e d o n e e n e l M e n o n e ,
oltre
c h e nella R e p u b b l i c a , è s t a t a r i g o r o s a m e n t e a f f e r m a t a
que-
sta p o s i z i o n e c h e noi r i t r o v e r e m o Parmenide.
nella p r i m a
ipotesi
N e l l o stesso t e m p o s a p p i a m o c h e q u e s t a
del posi-
zione dell'idea non è l'unica e che u n secondo aspetto della realtà afferma
c h e le i d e e s o n o m o l t e p l i c i , c h e esiste c i o è
u n a m o l t e p l i c i t à i d e a l e , c o m e r i c o n f e r m e r à la s e c o n d a i p o tesi d e l P a r m e n i d e .
O r a il m e t o d o a s c e n d e n t e c i h a
fatto
salire fino a l l a p r i m a p o s i z i o n e m a c o m e si p o t r à d a essa d i scendere?
Necessariamente d o v r e m o per passare dalla pri-
m a alla seconda affermazione negare l'idea c o m e unità affermarla
c o m e molteplicità. L a discesa da una
ed
posizione
a l l ' a l t r a s a r à p e r c i ò p o s s i b i l e solo p e r m e z z o di u n a
nega-
z i o n e . S i p o t r à d u n q u e dire d e l l ' i d e a c o m e u n i t à è i n q u a n t o t a l e , m a c h e non è, in q u a n t o è m o l t e p l i c e . N e l c a p i t o l o d e d i c a t o a l S i m p o s i o noi a b b i a m o d e r i v a t o d a q u e s t e
pre-
m e s s e il c o n c e t t o di c r e a z i o n e c h e r i t r o v e r e m o nella
terza
ipotesi
del P a r m e n i d e .
Ricordandoci
delle c o n c l u s i o n i
raggiunte p o s s i a m o ora notare che ripassando discendente
dalla
prima
alla s e c o n d a
là
col metodo
posizione della
Re-
p u b b l i c a ( p o s i z i o n e c h e nello s c h e m a s o p r a s c r i t t o è la q u i n t a ) , d o b b i a m o r e n d e r c i c o n t o c h e il p a s s a g g i o è reso p o s s i b i l e s o l o d a l c o n c e t t o d e l n o n essere. N e l l o stesso m o d o è p o s s i b i l e p a s s a r e d a l m o n d o d e g l i o g g e t t i reali ( q u a r t a ipotesi d e l P a r m e n i d e ,
terza posizione
d e l l a R e p u b b l i c a ) al m o n d o delle o m b r e zione della R e p u b b l i c a
corrispondente
(la s e c o n d a
alla quinta
posiipotesi
d e l P a r m e n i d e ) s o l o se si n e g a n o gli o g g e t t i i n q u a n t o r e a l i e si a f f e r m a n o in q u a n t o
ombre.
D ' a l t r a p a r t e c ' è nel q u a d r o p r e s e n t a t o c i d a l l a R e p u b b l i c a u n a g r a n d e d i v i s i o n e tra v i s i b i l e e i n t e l l i g i b i l e , tra m o n do della d o x a e m o n d o dell'episteme. N o i s a p p i a m o dal F e d o n e c h e le r e l a z i o n i tra m o l t e p l i c i t à i d e a l i e m o l t e p l i c i t à s e n sibile si s p i e g a n o c o n la teoria delle i d e e o p p o s t e e c i o è , c o m e a b b i a m o c o n c l u s o , c o n la t e o r i a del n o n essere. I l m o n d o sensibile p u ò p a r t e c i p a r e a l m o n d o i d e a l e s o l o i n q u a n t o l ' u n i t à i d e a l e d i v e n t a m o l t e p l i c e , cioè non
è u n i t à . C o s ì il
n o n essere c h e il m e t o d o d i s c e n d e n t e r i c h i e d e p e r il s u o m o v i m e n t o , fa sì c h e sia p o s s i b i l e u n a p a r t e c i p a z i o n e del m o n d o d e l l a d o x a al m o n d o d e l l ' e p i s t e m e . G l i esseri reali d i v e r r a n n o c o s ì intelligibili e i n q u e s t o r a p p o r t o c o n le i d e e s a ranno conosciuti dalla dianoia pubblica). Diventando
( q u a r t a p o s i z i o n e della R e -
intelligibili si p o t r a n n o
identificare
c o n le i d e e , c o m e a v v i e n e n e l l a R e p u b b l i c a p e r l o
Stato
i d e a l e . C o m p i u t a la i d e n t i f i c a z i o n e si d o v r à r i c o n o s c e r e c h e in q u a n t o l ' i d e a è d i v e n t a t a m o l t e p l i c i t à , e c i o è si è n e g a t a c o m e unità,
è stata possibile l'identificazione
tra
mondo
i d e a l e e m o n d o sensibile. Q u e s t o si è p o s t o c o m e n o n essere di fronte al m o n d o i d e a l e e p e r c i ò , p e r i d e a l i z z a r l o , il mondo
i d e a l e si è n e g a t o c o m e u n i t à .
Conseguentemente
g i à la q u i n t a p o s i z i o n e , cioè l a m o l t e p l i c i t à delle i d e e c o n tiene in sè t u t t e le p o s s i b i l i t à p e r s p i e g a r e il m o n d o
empi-
r i c o , p r o p r i o p e r c h è i n essa l ' u n i t à si n e g a , l ' e s s e r e cioè d i v e n t a n o n essere. L'identificazione
tra
t e p l i c i t à i d e a l e ci a p p a r e sta.
la
molteplicità
G l i esseri reali d i v e n t a n o
in q u a n t o
reale
e la
intelligibili, a b b i a m o
tato
visto,
si i d e n t i f i c a n o c o n le i d e e . N e l l a t e r z a p o s i z i o -
ne della R e p u b b l i c a t r o v i a m o d u n q u e un m o n d o che presenta
mol-
così d a u n n u o v o p u n t o di v i -
questa
dell'incontro
identificazione, dell'essere
un
mondo
col non
rap-
c h e è il r i s u l -
essere
e che
ritro-
v e r e m o n e l l a t e r z a ipotesi d e l P a r m e n i d e . . I l m e t o d o a s c e n dente ha dimostrato
che l'incontro
è stato possibile d a l
p a s s a g g i o d e l n o n essere a l l ' e s s e r e , d a l l a salita d e l m o l t e p l i c e a l l ' u n o , il m e t o d o d i s c e n d e n t e i n v e c e c h e esso è p o s s i b i l e p e r il p a s s a g g i o d a l l ' e s s e r e a l n o n essere.
Nel-
la t e r z a p o s i z i o n e della R e p u b b l i c a r i t r o v i a m o d u n q u e il c o n c e t t o di c r e a z i o n e g i à e s a m i n a t o n e l S i m p o s i o . C r e a z i o n e q u i nella m a s s i m a b e l l e z z a , p e r c h è
nella v e r i t à ,
e
q u i n d i c r e a z i o n e di u n o S t a t o p e r f e t t o .
La
distruzione.
— A b b i a m o d u n q u e v i n t o il n o n e s -
sere? S a r e b b e c o m e d i r e c h e l o S t a t o p e r f e t t o n o n s o l o è p e n s a b i l e m a esiste e d è s e m p r e esistito. N o i s a p p i a m o i n v e c e c h e c ' è e c i p o t r e b b e essere l a c r e a z i o n e d e l l o S t a t o i d e a l e m a c h e c ' è a n c h e la s u a d i s t r u z i o n e . C ' è d u n q u e u n n o n essere c h e c i è s f u g g i t o , u n n o n essere c h e n o n è s o l o il n o n essere della m o l t e p l i c i t à di fronte a l l ' u n i t à , m a è il n o n essere d e l l a m o l t e p l i c i t à d i fronte a sè m e d e s i m a , c i o è l a falsità, l ' e r r o r e , il m a l e . L e o m b r e le a b b i a m o c o n s i d e r a t e o m b r e di u n a r e a l t à , m a esse p o t e v a n o a n c h e essere false ed essere s e m p l i c e m e n t e o m b r e , e, d o v r e m m o dire,
ombre
di c i ò c h e n o n è, c o m e q u e l l e d e i s o g n i . P o t e v a n o essere i m m a g i n a z i o n falsa, perchè n o n c ' è solo la i m m a g i n a z i o n e v e r a . I l m o n d o della d o x a l o a b b i a m o v i s t o nella s u a p o s i t i v i t à , i n esso p e r ò si a n n i d a v a C'è
l'errore.
u n n o n essere b e n p i ù p r o f o n d o
noi c o n s i d e r a t o
p e r il m o n d o
di q u e l l o d a
r e a l e d i fronte
al mondo
i d e a l e . È u n n o n essere c h e è s o t t o l o stesso m o n d o r e a l e , è l a f a l s i t à d i q u e s t o , la s u a n u l l i t à n o n d i fronte a l l ' i d e a m a d i fronte a sè m e d e s i m o , c o s ì c o m e si c e l a nella n a tura u n male che a noi uomini n o n è dato spiegare. P e r questo
Platone
a v e v a definito
il m o n d o
della
doxa
un
m o n d o i n t e r m e d i o tra c i ò c h e è e c i ò c h e n o n è ( 4 7 7 B e s e g g . ; 4 7 8 C D ) , c o n q u e s t o n o n essere i n t e n d e v a l a p o s s i b i l i t à insita nella d o x a d e l l ' e r r o r e e d e l l ' o m b r a v a n a senza realtà.
I n c o n s e g u e n z a il m o n d o della d o x a n o n è
solamente ventare
un mondo
conoscibile, una
realtà
intelligibile e a v v i c i n a r s i a l l ' i d e a , m a
che p u ò c ' è in
diesso
u n n o n essere c h e n o n è r i d u c i b i l e a c o n o s c e n z a , u n s a p e r e fantastico
di c i ò c h e a s s o l u t a m e n t e
è inconoscibile
perchè
n o n è, p e r c h è è f a l s o , e r i p e t i a m o c i a n c o r a l a d o m a n d a citata:
c o m e si p u ò c o n o s c e r e c i ò c h e n o n è? I l m i t o ,
quanto trasfigurazione fantastica
d e l n o n essere, ci
già in
appare
q u i i n t u t t a l a s u a p e r i c o l o s a v i c i n a n z a c o n la d o x a . M a se il m o l t e p l i c e p u ò essere falso e se esso si s p i e g a s o l o in q u a n t o p a r t e c i p a a u n m o n d o i d e a l e , a n c h e nel m o n d o i d e a l e si d o v r à essere q u a l c o s a c h e p e r m e t t e
l'errore
e d il m a l e . I l n o n essere r i p r e n d e q u i t u l l e le s u e p o s i z i o n i . I n f a t t i il m o l t e p l i c e nel F e d o n e v e n i v a s p i e g a t o , c o m e a b b i a m o g i à ricordato, in q u a n t o p a r t e c i p a v a a d idee o p p o ste. O r a noi p o s s i a m o p e n s a r e a d i d e e c o m e il v e r o ed il suo opposto,
il falso, ed a l l o r a v e d r e m o il m o l t e p l i c e
s u o i n f o r m e d i v e n i r e , così c o m e si è v i s t o lo S t a t o muoversi
dalla sua
distruggersi.
perfezione
Il divenire è stato
e quindi,
nel
perfetto
necessariamente,
visto come
organizzabile
d a l l ' e s s e r e , n e l m o m e n t o della c r e a z i o n e si s a l i v a infatti a l l ' e s s e r e , c o s ì c o m e l a c r e a z i o n e era s o l o p o s s i b i l e nella b e l l e z z a , cioè nella p o s i t i v i t à . M a se il d i v e n i r e restasse d i v e nire? S e esso n o n r a g g i u n g e s s e l ' i s t a n t e d e l l a c r e a z i o n e ? S e i n v e c e di salire a l l a p o s i t i v i t à si dirigesse i n v e c e v e r s o la n e g a t i v i t à , v e r s o il n o n essere? Q u a l i s a r e b b e r o a l l o r a le i d e e a c u i p a r t e c i p e r e b b e se nel m o m e n t o d e l l a c r e a z i o n e
parte-
c i p a a l m o n d o i d e a l e in q u a n t o perfetto? P a r t e c i p e r e b b e
ad
i d e e c h e s o n o false i n q u a n t o s o n o il c o n t r a r i o di sè m e d e s i m e , i n q u a n t o s o n o il b r u t t o , il f a l s o , il m a l e ? C i s a r à
un
n o n essere d e l l ' i d e a d e l b e l l o , u n n o n essere d e l l ' i d e a
del
v e r o e u n n o n essere d e l l ' i d e a d e l b e n e . C i s a r à in o g n i m o d o u n n o n essere delle i d e e c h e n o n d i p e n d e s o l o d a l l a l o r o m o l t e p l i c i t à m a a n c h e d a u n a n e g a t i v i t à c h e si p r o d u c e i n o g n i i d e a i n q u a n t o in o g n i i d e a si p u ò f a r s t r a d a l ' o p p o s i z i o n e a sè stessa. E d è l o g i c o c h e sia c o s ì . U n a v o l t a i d e n t i f i c a t o il m o n -
do del reale col m o n d o ideale, ciò che a c c a d e nel primo d o v r à n e c e s s a r i a m e n t e a c c a d e r e a n c h e n e l s e c o n d o . E se le i d e e c o m e n o n essere si i n c o n t r a s s e r o c o n il m o n d o r e a l e come negativo, necessariamente,
d a questo incontro, d o -
v r e b b e risultare il c o n t r a r i o d e l l a c r e a z i o n e e cioè l a d i struzione, c o m e ci dimostrerà la settima ipotesi del P a r menide. M a anche qui d o b b i a m o notare che ciò c h e non è n o n p u ò i n c o n t r a r s i , l a d i s t r u z i o n e n o n p u ò esistere p e r c h è r a p p r e s e n t a il n u l l a , d o v r e m o d u n q u e p a r l a r e d i q u a l c o s a d i n e g a t i v o c h e si t r o v a n e l s e n o della stessa c r e a z i o n e , n e g a t i v i t à c h e si v e r i f i c a p r o p r i o q u a n d o l a c r e a z i o n e n o n c ' è e c ' è q u i n d i il s u o o p p o s t o . N e l l o stesso m o d o q u e l m o n d o r e a l e c h e n o i a v e v a m o v i s t o unirsi a l m o n d o i d e a l e e d i v e n t a r e i n t e l l i g i b i l e , se c i s a r à n e l m o n d o i d e a l e u n a negatività, diventerà n e g a t i v o e inintelligibile, oggetto di u n a credenza c h e è falsità, m o n d o di fenomeni inorganizzabili.
L a stessa
unità
dovrà
conseguentemente
negarsi
i n s i e m e a l resto e n e g a r s i n o n i n q u a n t o d i v e n t a m o l t e p l i c i t à m a n e l senso c h e d i v e n t a a s s o l u t a m e n t e non uno.
In
c o n c l u s i o n e t u t t o q u e l l o c h e si e r a g i à v i s t o c o m e essere c i a p p a r e o r a c o m e n o n essere e p r e c i s a m e n t e l a s e c o n d a p o sizione sul m o n d o delle o m b r e d i v e n t a negatività in q u a n t o le o m b r e p o s s o n o essere false, l a t e r z a s u l m o n d o r e a l e t r a sforma questo m o n d o in u n m o n d o fenomenico, la quarta diventa negativa in quanto c ' è in ogni reale u n a negatività c o m e c ' è nelle i d e e della q u i n t a , l a p r i m a i n q u a n t o a n c h e l'unità p u ò negarsi. R i t r o v e r e m o q u e s t e p o s i z i o n i n e g a t i v e nelle i p o t e s i n e gative del Parmenide. Il problema tato
del Parmenide.
— Così noi a b b i a m o no-
nella R e p u b b l i c a l ' a f f e r m a z i o n e
di cinque posizioni
s u l l ' e s s e r e c h e p o s s o n o essere v i s t e a n c h e c o m e n e g a t i v e . D a l l ' i d e a d e l l ' u n i t à , c o m e d a l sole, h a n n o o r i g i n e l u c i e d o m b r e , c r e a z i o n e e d i s t r u z i o n e . L a d i a l e t t i c a ci h a c o n d o t t o col s u o metodo ascendente all'unità, col suo m e t o d o di-
s c e n d e n t e p r i m a a l l a c r e a z i o n e e p o i a l n u l l a . M a il m e t o d o discendente era usato nella R e p u b b l i c a , solo per quello c h e r i g u a r d a v a il r i t o r n o dei
filosofi
nella c a v e r n a . N o i lo a b -
b i a m o a p p l i c a t o a t u t t a la r e a l t à . P l a t o n e stesso u s e r à nel P a r m e n i d e la d i a l e t t i c a d i s c e n d e n t e in t u t t a la s u a p u r e z z a e, d i s c e n d e n d o d a l l ' u n o , d e d u r r à da esso t u t t a la r e a l t à e t u t t o il n o n essere. I l p r o b l e m a d e l P a r m e n i d e s a r à a p p u n t o q u e l l o di u n i ficare
t u t t e le p o s i z i o n i d a noi t r o v a t e n e l l a R e p u b b l i c a , r e a -
l i z z a n d o c o s ì c i ò c h e n e l l a R e p u b b l i c a si è a f f e r m a t o c o m e necessario d o p o l'ascesa all'unità e cioè l ' a p p l i c a z i o n e , nella sua interezza
filosofica,
d e l m e t o d o d i s c e n d e n t e . U s a n d o le
i d e e esso r a g g i u n g e r à le i d e e , a t t r a v e r s o le i d e e e idee, deducendo dall'uno,
finirà
in
con questo suo movimento,
la
r a z i o n a l i t à e d il n o n essere d e l m o n d o .
PARTE SECONDA P A R M E N I D E
CAPITOLO I. LA PRIMA PARTE
Socrate e Zenone.
DEL
PARMENIDE
— Z e n o n e h a finito di l e g g e r e il s u o
s t u d i o ; S o c r a t e l o p r e g a di r i l e g g e r e la p r i m a ipotesi d e l p r i m o a r g o m e n t o ( 1 2 7 D ) . L a c r i t i c a di S o c r a t e si c o m p i e s o l o su q u e s t a p r i m a
p a r t e d e l l o s t u d i o di Z e n o n e , e v i d e n t e -
m e n t e p e r c h è c i ò , n e l l ' i d e a di S o c r a t e , p o t e v a b a s t a r e p e r c r i t i c a r e t u t t o il r e s t o . S o c r a t e fa n o t a r e a P a r m e n i d e c h e Zenone,
n o n solo si v u o l r e n d e r e
inseparabile
dalla
sua
persona e c o n s e r v a r e così la sua amicizia, m a v u o l a n c h e rendersi inseparabile dall'opera del maestro
(128 A ) . P e r
S o c r a t e Z e n o n e n o n fa c h e r i p e t e r e le tesi d i P a r m e n i d e , t e n t a n d o di far c r e d e r e , t r a t t a n d o l e d a u n a l t r o p u n t o v i s t a , c h e esse s o n o d i v e r s e d a q u e l l e d e l m a e s t r o .
di
Parme-
n i d e n e l s u o p o e m a a f f e r m a c h e in t u t t o è u n o e c e n e d à delle b e l l i s s i m e e d e v i d e n t i p r o v e , a l t r e t t a n t e c e n e d à Z e none
dimostrandoci
Parmenide
l'inesistenza del molteplice
(128 B ) .
e Zenone, dice Socrate, parlano ciascuno dal
l o r o p u n t o di v i s t a , i n m o d o c h e n o n s e m b r a n o dire n u l l a di s i m i l e , m a d i c e n d o i n r e a l t à p r o p r i o la m e d e s i m a c o s a . Z e n o n e r i s p o n d e c h e il s u o l i b r o h a p r o p r i o v o l u t o d i f e n d e r e , a s u o m o d o , l a d o t t r i n a di P a r m e n i d e c o n t r o c o l o r o c h e t e n t a v a n o di d e r i d e r l a c o l n o t a r e c h e se l ' u n o è, a d u n a
— go —
tale affermazione dovrebbero seguire u n a seguenze ridicole e contrarie
quantità
a l l a tesi s t e s s a .
di con-
Così
h a f a t t o v e d e r e c h e se d a l l ' a m m i s s i o n e d e l l ' u n i t à
Zenone derivano
d e l l e c o n s e g u e n z e a s s u r d e e r i d i c o l e , n o n m e n o r i d i c o l e ed a s s u r d e s o n o le c o n s e g u e n z e c h e si d e v o n o d e d u r r e
quando
si a m m e t t e u n a m o l t e p l i c i t à ( 1 2 8 D ) . L o s t u d i o d i Z e n o n e v i e n e così r i d o t t o a d u n ' i m p o r t a n z a
puramente
polemica ').
B i s o g n a però notare la speciale posizione in cui sono v i sti q u i il p e n s i e r o di P a r m e n i d e e q u e l l o di Z e n o n e . A m b e d u e c o n d u c o n o a l l ' a s s u r d o ed è p r o p r i o q u e s t o f a t t o c h e si v u o l porre in e v i d e n z a . P a r m e n i d e v i e n e considerato semplicemente in quanto affermatore
dell'unità,
Zenone può
per
q u e s t o n e g a r e l ' e s i s t e n z a d e l m o l t e p l i c e . S e l ' u n i t à v i e n e affermata in tutta la sua p u r e z z a , c o m e nella seconda
parte
del dialogo farà P a r m e n i d e nella sua prima ipotesi, necess a r i a m e n t e il m o n d o m o l t e p l i c e s a r à p i e n o di c o n t r a d d i z i o n i , c o m e si c h i a r i r à n e l l a q u i n t a i p o t e s i . N o n si d o v r à q u i n d i d i r e c h e la p o s i z i o n e di Z e n o n e è e r r a t a m a p i u t t o s t o c h e essa è l i m i t a t a .
S o c r a t e v e d e n e l l o s t u d i o di Z e n o n e
l'af-
f e r m a z i o n e c h e se gli esseri s o n o m o l t e p l i c i essi d e v o n o e s s e r e a n c h e simili e d i s s i m i l i , c o s a i m p o s s i b i l e p e r c h è i sim i l i n o n p o s s o n o essere dissimili e v i c e v e r s a ( 1 2 7 E ) . C o n seguentemente
è impossibile
perchè, una volta posta,
l'esistenza
della
molteplicità
essa n o n p u ò s f u g g i r e d a l l e c o n -
traddizioni sopra notate (Cit. 127 E ) . Perciò Socrate
farà
n o t a r e a Z e n o n e c h e d e v e p u r esistere u n ' i d e a i n sè d e l l a s o m i g l i a n z a e q u a l c o s a di c o n t r a r i o a q u e s t a ( 1 2 9 A ) . P a r t e c i p a n d o il m o l t e p l i c e a q u e s t e d u e i d e e , i n q u a n t o
parte-
c i p a a l l a s o m i g l i a n z a c i ò c h e è simile è s i m i l e , i n
quanto
partecipa al suo contrario, è dissimile. Socrate d u n q u e t r o v a n i e n t e di s t r a n o n e l f a t t o c h e le c o s e s i a n o , a
non causa
di q u e s t a d o p p i a p a r t e c i p a z i o n e , simili e dissimili ( 1 2 9 A B ) .
1) A. DIÈS: Ed. Parmenide. Paris 1923, P a g . 56 (1). S. WAHL: Etude sur le Parmenide de Platon. Paris, 1926. P a g . 16 Pagg. 225-26 (10) e (11).
— gì —
S a r e b b e d e l f a t t o c h e c i ò c h e è s o m i g l i a n t e i n sè d i v e n i s se il s u o c o n t r a r i o
e v i c e v e r s a c h e S o c r a t e si m e r a v i g l i e -
r e b b e m o l t i s s i m o ( C i t . 1 2 9 B ) , e c h e l ' e s s e n z a d e l l ' u n o fosse m o l t e p l i c e e il m o l t e p l i c e , a s u a v o l t a , u n o ( 1 2 9 C ) . C h e ci sia u n a m o l t e p l i c i t à nel m o n d o del d i v e n i r e s e m b r a a S o c r a t e la c o s a p i ù n a t u r a l e ( 1 2 9 D ) . U n a v o l t a s e p a r a t e
le
idee dal m o n d o molteplice, quello che è proprio del m o n d o d e l l a m o l t e p l i c i t à , n o n è p i ù n e c e s s a r i o c h e sia t a l e
anche
nel m o n d o ideale. Socrate chorismos.
combatte
none è dunque
nome
del
che vede Socrate attraverso
e Parmenide
in
Ze-
un Parmenide ben diverso da quello pen-
sato da Platone, del
Zenone
Il P a r m e n i d e
dialogo. L à
cioè d a l P a r m e n i d e esso n o n
della seconda
si l i m i t e r à
ad
parte
affermare
l'esi-
s t e n z a d e l l ' u n o ed a n e g a r e l ' e s i s t e n z a dei m o l t e p l i c i . D ' a l tra p a r t e S o c r a t e l i m i t a la p o s i z i o n e di Z e n o n e p e r m e z z o d e l l a teoria d e l c h o r i s m o s . Z e n o n e p a r l a di u n a
molteplicità
in generale senza
empirica
distinguere
tra
molteplicità
e
m o l t e p l i c i t à i d e a l e : era i m p l i c i t o nel s u o s t u d i o c h e essend o c i l ' u n a ci fosse a n c h e l ' a l t r a e c h e , e s s e n d o i m p o s s i b i l e l'una,
fosse i m p o s s i b i l e a n c h e l ' a l t r a .
Questo non
sembra
c h i a r o a S o c r a t e c h e n o n p o t r e b b e c o n c e p i r e u n fatto questo genere. C i appare
q u i il p r i m o p u n t o di
di
contatto
tra la p r i m a e la s e c o n d a p a r t e d e l d i a l o g o . N e l l a s e c o n d a parte,
e precisamente
s t r a t o c h e esiste u n a
nella s e c o n d a molteplicità
ipotesi,
ideale:
verrà
dimo-
dunque,
certo senso, Z e n o n e a v e v a ragione q u a n d o
in
un
identificava
le
due molteplicità. C ' è perciò implicitamente nello studio
di
Z e n o n e q u e l l o c h e v e r r à p o i distinto d a
Parmenide
s e c o n d a p a r t e d e l d i a l o g o . N o n c ' è solo il c h o r i s m o s u n i t à e m o l t e p l i c i t à , p e r c u i la m o l t e p l i c i t à a p p a r e ma
c'è
anche
il r i c o n o s c i m e n t o
di
una
nella tra
assurda,
molteplicità
del
m o n d o ideale e cioè precisamente quello che Socrate chied e v a a Z e n o n e p o n e n d o il c h o r i s m o s tra i d e e e m o l t e p l i c i t à empirica. quando
D'altra identifica
parte
Zenone
senz'altro
ha
veramente
la m o l t e p l i c i t à
ragione
empirica
e la
molteplicità ideale? S e questo sarà possibile lo sarà solo in p a r t i c o l a r i c o n d i z i o n i , c o m e si è v i s t o nel S i m p o s i o e nella R e p u b b l i c a , e c o m e si v e d r à n e l l a t e r z a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e . L a p o s i z i o n e d i Z e n o n e n o n s t a b i l i s c e t u t t e le d i s t i n z i o n i n e c e s s a r i e e S o c r a t e h a d u n q u e b e n r a g i o n e nelle s u e c r i t i c h e c h e s a r a n n o i n s e g u i t o a p p r o v a t e d a l l o stesso P a r m e n i d e ( C f r . 1 3 5 E ) . Si p u ò a n c h e p e n s a r e c h e Z e n o n e n o n credesse necessaria una trattazione
di q u e s t o g e n e r e ,
data
la c a r a t t e r i s t i c a p o l e m i c a d e l s u o s t u d i o . S e la p o s i z i o n e di Z e n o n e è p e r ò l i m i t a t a e giustifica la c r i t i c a di S o c r a t e , la i n t e r p r e t a z i o n e di S o c r a t e è, d a p a r t e s u a , p a r z i a l e (e si ric o r d i c h e S o c r a t e e s a m i n a solo il p r i m o p u n t o d e l d i s c o r s o di Zenone), in q u a n t o n o n a m m e t t e una molteplicità ideale e n o n c o m p r e n d e c h e n e l d i s c o r s o di Z e n o n e c ' è u n
esem-
p i o , b e n c h é n o n t o t a l m e n t e e s a u r i e n t e , di q u e l m e t o d o d i a lettico a cui, più tardi,
Parmenide
esorterà Socrate
stesso
(Cfr. 135 D ) . N e l l a s e c o n d a p a r t e d e l d i a l o g o t a n t o la p o s i z i o n e di S o c r a t e c o m e q u e l l a di Z e n o n e v e r r a n n o r i c o n o s c i u t e l e g i t time in quanto compenetrate
l'una nell'altra. C i dovranno
dunque
essere
distinte:
l'unità
assoluta,
tre
posizioni
l'affermazione
l'affermazione
del-
della molteplicità ideale
e
l ' a f f e r m a z i o n e di u n a m o l t e p l i c i t à e m p i r i c a . S e Z e n o n e a m m e t t e s s e u n a d i s t i n z i o n e tra m o l t e p l i c i t à i d e a l e e m o l t e p l i cità empirica ne deriverebbe poi anche un'altra conseguenz a e, p r e c i s a m e n t e ,
c h e la m o l t e p l i c i t à
empirica,
se
n o n essere, p u ò a n c h e essere, c o m e si v e d r à nella
può
quarta
ipotesi della s e c o n d a p a r t e d e l d i a l o g o . I n c o n c l u s i o n e g i à d a o r a si p u ò v e d e r e la di affermare le p r i m e c i n q u e i p o t e s i di P a r m e n i d e :
necessità la pri-
m a , cioè l'affermazione dell'unità, la seconda, cioè la molt e p l i c i t à i d e a l e , la t e r z a ,
cioè l'unione
tra
la
molteplicità
i d e a l e e m o l t e p l i c i t à e m p i r i c a r e a l e , la q u a r t a , c i o è q u e s t a m o l t e p l i c i t à e m p i r i c a c o m e r e a l t à e la q u i n t a , c i o è l a m o l t e p l i c i t à e m p i r i c a c o m e a s s u r d a , in q u a n t o si a f f e r m a di fronte a l l ' u n i t à a s s o l u t a d e l l ' u n o . Si s c o p r e così a n c o r m e g l i o la li-
mitazione della visione zenoniana dell'opera di P a r m e n i d e , o meglio del Parmenide di Platone, in quanto, mentre Zenone affermava l'assurdo della molteplicità, P a r m e n i d e
dimostre-
r à , oltre a c i ò , l a p o s s i b i l i t à di u n a r a z i o n a l i t à d e l m o l t e p l i c e , a p p l i c a n d o , c o m e v e d r e m o m e g l i o i n s e g u i t o , l o stesso m e t o d o d i Z e n o n e , m a n e l l a s u a i n t e r e z z a e d i n t u t t e le s u e poss i b i l i t à . S e m b r a a n c h e a n o i c o s ì c o m e a l W a h l ') c h e i n q u e s t o s e n s o il d i a l o g o si d i r i g a q u i v e r s o l ' i n t e l l i g i b i l i t à , i n quanto supera, o meglio invera, la posizione di Zenone. G l i s t u d i o s i h a n n o di solito c o n s i d e r a t o l a t e o r i a d e l l a p a r t e c i p a z i o n e d e l l e c o s e sensibili alle i d e e , c h e S o c r a t e s o s t i e n e i n q u e s t a p a r t e d e l d i a l o g o ( 1 2 9 A ) , c o m e l a stessa t e o r i a s o s t e n u t a n e l F e d o n e e nella R e p u b b l i c a . N o i a b b i a m o visto, studiando quei dialoghi e ponendoli in relazione con il S i m p o s i o , c h e d a l F e d o n e e d a l l a R e p u b b l i c a si d e d u c o n o le stesse p o s i z i o n i c h e p o i si
ritrovano
nel Parmenide.
Cre-
d i a m o p e r c i ò c h e il F e d o n e e l a R e p u b b l i c a n o n v e n g a n o criticati e r e s p i n t i d a l n o s t r o d i a l o g o , m a c h e p i u t t o s t o v e n g o n o c r i t i c a t i i n esso g l i i n t e r p r e t i c h e n o n p o n g o n o le p o s i zioni di quei dialoghi in relazione colla seconda parte del P a r m e n i d e . L a t e o r i a c h e sostiene q u i S o c r a t e è sì q u e l l a d e l F e d o n e e della R e p u b b l i c a , m a vista unilateralmente
e non
collegata coli'intera opera platonica. Il Socrate del Parmen i d e , n e l l a s u a g i o v i n e z z a , n o n v e d e t u t t e le r e l a z i o n i e c o n l ' i n v e r a m e n t o d e l l e s u e p o s i z i o n i u n i l a t e r a l i , c h e si t r o v a n o n e l l a p r i m a p a r t e d e l d i a l o g o , nelle p o s i z i o n i d i P a r m e n i d e c h e si t r o v a n o n e l l a s e c o n d a , si v u o l a v v e r t i r e il lettore a n o n identificare il F e d o n e e la R e p u b b l i c a c o n u n a v i s i o n e d e l m o n d o d e l l e i d e e c h e S o c r a t e p o t e v a a v e r e a v u t o solo in u n a s u a l o n t a n a g i o v i n e z z a , e, si noti b e n e , m o l t o c h e q u e i d i a l o g h i si i m m a g i n a s s e r o
Parmenide
e Socrate,
prima
avvenuti.
— Necessità
di idee di tutte le
cose. — P a r m e n i d e e n t r a nella d i s c u s s i o n e q u a s i c o m e d i -
r) WAHL: O p . cit. p . 20.
f e n s o r e di Z e n o n e o, m e g l i o , d e l l a v e r i t à p a r z i a l e c h e il d i scorso di Zenone c o n t e n e v a : l'unificazione tra
molteplicità
i d e a l e e m o l t e p l i c i t à e m p i r i c a . S o c r a t e d i v i d e t r a le i d e e e ciò c h e a d esse p a r t e c i p a ( 1 3 0 B ) . E g l i d i s t i n g u e q u i n d i
due
m o n d i , m a p e r S o c r a t e n o n è c h i a r o se n e l m o n d o i d e a l e ci siano o no tante idee per q u a n t e realtà ci sono nel m o n d o e m p i r i c o . R i c o n o s c e c h e ci s o n o nelle i d e e del b u o n o e d e l b e l l o ( 1 3 0 B ) m a n o n è s i c u r o c h e ci sia u n ' i d e a
dell'uomo,
d e l f u o c o e d e l l ' a c q u a ( 1 3 0 C ) e n o n s a a m m e t t e r e c h e ci p o s s a n o essere i d e e di c o s e c o m e i p e l i , il f a n g o e le m a c c h i e . P a r m e n i d e p e n s a i n v e c e c h e ci s i a n o i d e e di t u t t e l e c o s e e fa n o t a r e a S o c r a t e c h e ò a c a u s a della s u a
giovi-
n e z z a c h e egli d i s p r e z z a certi o g g e t t i , n o n g i u d i c a n d o l i d e g n i di p a r t e c i p a r e a d u n ' i d e a
(130 E ) . Il
riavvicinamento
c o m p i u t o d a Z e n o n e è d u n q u e p o s s i b i l e e se S o c r a t e
am-
m e t t e s s e idee di t u t t e le c o s e l o d o v r e b b e b e n r i c o n o s c e r e . O r a c h e c o s a significa a m m e t t e r e c h e c i s i a n o i d e e di t u t te le c o s e ? P r i m a di t u t t o c h e il m o n d o i d e a l e n o n r i m a n e f e r m o nella s u a u n i t à e p e r f e z i o n e , c o m e c r e d e S o c r a t e , m a si p u ò a v v i c i n a r e al m o n d o s e n s i b i l e e c h e a s u a v o l t a q u e sto m o n d o
sensibile p u ò l i b e r a r s i d a l l a s u a
negatività
ed
o r g a n i z z a r s i così c o m e a b b i a m o v i s t o nella R e p u b b l i c a . S o c r a t e r i m a n e f e r m o al s u o m o n d o i d e a l e perfetto s e n z a c a p i r e c h e se esistono delle i d e e esisterà a n c h e u n a
moltepli-
cità ideale e quindi tante idee q u a n t e sono necessarie comprendere
il m o n d o ,
come ben
dimostrerà
per
Parmenide
n e l l a s u a s e c o n d a i p o t e s i . C o m e nella R e p u b b l i c a o g n i f a c o l t à d e l l ' a n i m a ed o g n i c l a s s e s o c i a l e a v e v a n o l a l o r o f u n z i o n e , così nulla della r e a l t à s e n s i b i l e si d o v r à
disprezzare,
p e r c h è t u t t o è o r g a n i z z a b i l e s e c o n d o u n ' i d e a e cioè p e r c h è di o g n i c o s a ci p u ò essere u n ' i d e a . S e c ' è u n ' i d e a d e l b e l l o ci d o v r à essere a n c h e u n ' i d e a d e l f a n g o . N o i d o b b i a m o p e r ò o s s e r v a r e c h e se l ' i d e a d e l b e l l o p u ò essere s o l o p o s i t i v i t à , i n q u a n t o la b e l l e z z a h a u n v a lore e s s e n z i a l m e n t e i d e a l e e le c o s e s o n o b e l l e s o l o i n q u a n to ne p a r t e c i p a n o , d e l f a n g o i n v e c e ci p u ò essere u n ' i d e a i n
q u a n t o l ' o g g e t t o f a n g o è intelligibile, m a c i p u ò essere a n che un'opinione falsa, in quanto l'oggetto fango
appartiene
al m o n d o della natura. A n c h e del bello ci potrebbe
essere
u n a d o x a , m a a l l o r a si t r a t t e r e b b e d e l b e l l o e m p i r i c o , della m o l t e p l i c i t à delle c o s e b e l l e . I l n o n b e l l o è il b e l l o i n q u a n t o n o n è sè s t e s s o , c i o è i n q u a n t o è n e g a t i v i t à di fronte a s è , c o n t r a r i o c i o è a sè m e d e s i m o . I n c o n c l u s i o n e ci s o n o i d e e di t u t t e le c o s e m a c i s o n o i d e e d i enti c h e esistono solo i d e a l m e n t e , i n q u a n t o si f o n dono,
come vedremo meglio, nell'unità,
e d i d e e di c o s e
c h e esistono a n c h e s e n s i b i l m e n t e . C i s o n o i d e e d i q u e l m o n d o c h e è o g g e t t o della filosofia e d i d e e d i u n m o n d o c h e p u ò essere o g g e t t o della filosofia e della s c i e n z a , m a c h e p u ò essere a n c h e o g g e t t o della d o x a . È q u e s t o fatto c h e giustifica filosoficamente l ' a c u t a
o s s e r v a z i o n e d e l W a h l ') :
« Socrate n o n ha ancora abbastanza
coraggio per ammet-
t e r e c h e c i s o n o i d e e d i t u t t e le c o s e , m a n o n si p u ò dire d'altra parte che Parmenide non abbia abbastanza
corag-
g i o p e r a m m e t t e r e c h e le c o s e s o n o , i n u n c e r t o s e n s o , q u e l l o c h e s o n o , f a n g o se s o n o f a n g o , b e l l e z z a se s o n o b e l l e z z a ? »
Rapporti
con il problema
della diairesis. — I l p a s s o
d e l P a r m e n i d e c h e s t i a m o e s a m i n a n d o si r i c o n n e t t e
filoso-
ficamente al problema dei d u e metodi dialettici, quello sofico e q u e l l o d i a i r e t i c o . I l m e t o d o
filosofico
filo-
che ha per
o g g e t t o u n m o n d o i d e a l e si o c c u p a di t u t t a la r e a l t à , m a s o l o i n q u a n t o è o r g a n i z z a b i l e r a z i o n a l m e n t e . C o s ì t u t t e le idee lo interessano S e si o c c u p e r à
e t u t t e le c o s e i n q u a n t o i d e a l i z z a b i l i .
delle cose sensibili i n q u a n t o
oggetti del
m o n d o d e l l a d o x a , l o farà p e r c o m p r e n d e r e in q u a l m o d o è possibile conoscere, cioè determinare, determinazione
la l o r o i d e a .
Questa
e quetsa conoscenza sono la funzione
pre-
cisa d e l m e t o d o d i a i r e t i c o c h e p e r c i ò d e v e d i s t i n g u e r e c i ò c h e è d a c i ò c h e n o n è, c i ò c h e è i d e a l i z z a b i l e d a c i ò c h e
i) W A H L :
O p . cit.,
Pag.
26.
r i m a n e o p i n a b i l e . I n q u e s t o s e n s o il m e t o d o d i a i r e t i c o f a r à 1
i n m o d o c h e il m o n d o della d o x a d i v e n t i v e r o ) , in
quanto
t o g l i e r à d a esso t u t t o c i ò c h e n o n è, e l a diairesis d i v e n t e r à in questo m o d o una continuazione della dialettica
filosofica
c h e la r e n d e p o s s i b i l e . I l m o n d o dei c o n c e t t i n o n n e g a , in altre
parole,
la teoria
delle i d e e . L e d e f i n i z i o n i c h e
può
d a r e il m e t o d o d i a i r e t i c o nel Sofista s o n o t u t t e e m p i r i c h e e non guardano
a nessuna
realtà
filosofica.
Platone
sottoli-
n e a c i ò c h e s t i a m o d i c e n d o a v v i c i n a n d o l a definizione d e l sofista a q u e l l a d e l p e s c a t o r e di l e n z a e d infatti le d u e defin i z i o n i c o r r o n o s u d u e linee p a r a l l e l e . ( C f r . S o f . 2 2 1 D d o v e lo straniero
eleate insiste s u l l a p a r e n t e l a
dei d u e
concetti)
g i u s t i f i c a n d o il s e n s o i r o n i c o , difficilmente n e g a b i l e , d i t u t t a l a r i c e r c a . L o stesso a v v i e n e n e l P o l i t i c o q u a n d o si fa u s o d e l l ' e s e m p i o d e l l ' a r t e d e l tessitore( C f r . P o i . 2 7 9 B e s e g g . ) , d o v e n o n c ' è n e s s u n senso i r o n i c o m a d o v e si v e d e c h i a r a m e n t e c h e c o n la diairesis si p u ò d a r e u n a definizione e m pirica del politico a v v i c i n a n d o l o a un
oggetto
veramente
e m p i r i c o c h e s e r v a di g u i d a ( C f r . 2 7 9 B e s e g g . ) . L a p o l i t i c a è c o m e u n a tela e, c o n q u e s t o r a f f r o n t o , c o n o s c e r l a c o m e u n a cosa e m p i r i c a
è possibile
(Cfr. 3 1 1 C ) ; q u a n d o
si d o v r à d i r e q u a l c o s a di c a r a t t e r e filosofico sulla p o l i t i c a , i n v e c e del m e t o d o d i a i r e t i c o , si u s e r à
un mito
(268 D
-
2 7 4 E ) a c u i , c o m e a b b i a m o v i s t o , la R e p u b b l i c a e s p l i c i tamente rimanda.
C o s ì nel Sofista il v e r o s e n s o della sofi-
s t i c a , e n o n la definizione e m p i r i c a del sofista, s a r à d a t o d a u n a delle p i ù p r o f o n d e
discussioni
filosofiche
dei d i a l o g h i
platonici. Ritornando Parmenide
al passo esaminato,
r i s o l v e r à il p r o b l e m a
la s e c o n d a p a r t e d e l
di S o c r a t e , e
Parmenide
a v r à il c o r a g g i o di r i c o n o s c e r e c h e le c o s e s o n o q u e l l o c h e s o n o , nel s e n s o c h e , se a m m e t t e r à
un mondo
ideale
che
p u ò s p i e g a r e ed o r g a n i z z a r e t u t t a la r e a l t à , a m m e t t e r à
an-
c h e , nella q u i n t a i p o t e s i , u n m o n d o di c u i gli o g g e t t i d e l l a
1) S T E N Z E L : O p . cit.. P a g g . 72-73. Pag. 84.
n a t u r a v e n g o n o v i s t i nella l o r o n e g a t i v i t à , g i u s t i f i c a n d o c o sì le e s i t a z i o n i d i S o c r a t e , m a i n v e r a n d o l e A n c h e questo passo del dialogo rimanda conda
razionalmente. dunque
alla se-
parte.
Le difficoltà della partecipazione.
— Parmenide segui-
ta a c o m b a t t e r e l a p o s i z i o n e d i S o c r a t e . C o m e f a r a n n o ,
egli
c h i e d e , l e c o s e a p a r t e c i p a r e a l l e idee? O g n i c o s a c h e p a r tecipa parteciperà
all'idea intera
oppure a d u n a parte di
essa? ( 1 3 1 A ) . Q u a n d o l ' i d e a è p r e s e n t e n e l m o l t e p l i c e r i m a n e u n a o diventa molteplice? R i m a n e r e u n a in oggetti c h e si d i s t i n g u o n o
n o n p u ò senza
perdere
la sua
unità
(131 B). Si ricordi c h e Socrate n o n ammette
i d e e d i t u t t e le
c o s e , e c h e , n o n a m m e t t e n d o i d e e d i t u t t e le c o s e , egli n o n p u ò v e d e r e i n c h e m o d o il m o n d o i d e a l e p o s s a a d e g u a r s i a t u t t o il m o n d o r e a l e . A n c h e q u i b i s o g n a p e n s a r e
alla se-
c o n d a i p o t e s i d i P a r m e n i d e e t e n e r c o n t o d i q u a n t o si è d e t to sopra. N e l m o n d o ideale c ' è u n a molteplicità e u n a distinzione, considerato un
mondo
quando
il m o n d o d e l l e c o s e v i e n e a s u a v o l t a
n o n più come oggetto della d o x a , m a c o m e reale che p u ò diventare
i n t e l l i g i b i l e , a l l o r a le
c o s e i n q u a n t o intelligibili si p o t r a n n o u n i r e c o n le i d e e i n quanto
m o l t e p l i c i . T e n e n d o c o n t o della s e c o n d a p a r t e d e l
dialogo potremmo
dire c h e a l l o r a
si u n i r a n n o
d e l l a s e c o n d a ipotesi c o n q u e l l o d e l l a q u a r t a .
il
mondo
L e cose in
q u a n t o c o s e n o n p o t r a n n o m a i p a r t e c i p a r e a l l e i d e e , essere c i o è ideali o i d e e , i n q u a n t o , c o m e c o s e , esse a p p a r t e n g o n o al m o n d o d e l l a d o x a e s o n o p e r c i ò irreali. E s s e
divente-
r a n n o reali q u a n d o s a r a n n o i d e e e, si p o t r e b b e a n c h e d i r e , c h e a l l o r a l e idee a v r a n n o
un'esistenza
r e a l e . I l risultato
della s e c o n d a ipotesi d i P a r m e n i d e s a r à c h e l ' u n o è r e l a t i v o e c h e t u t t a l a r e a l t à è c o n o s c i b i l e . L a q u a r t a i p o t e s i si f o n d e r à s u l l a s e c o n d a e si d o m a n d e r à :
c o s a è il m o n d o se
l ' u n o è r e l a t i v o ? E c o n c l u d e r à c h e il m o n d o i n q u a n t o i n telligibile è r e a l e . D u n q u e
non c'è una partecipazione di
—
g a -
vina c o s a a u n a i d e a , m a p i u t t o s t o il m o n d o d e l l e idee i n quanto
m o l t e p l i c e si i d e n t i f i c h e r à
c o n il m o n d o
reale
in
q u a n t o i n t e l l i g i b i l e , c o m e , del r e s t o , si è g i à v i s t o negli altri dialoghi. A d u n c e r t o m o m e n t o le i d e e d i v e n t a n o la r e a l t à del m o n d o , c o m e v e d r e m o nella q u a r t a i p o t e s i . B i s o g n a r i c o r d a r e p e r ò c h e tra l a q u a r t a e la s e c o n d a c ' è la t e r z a i p o tesi, il c h e e q u i v a l e a dire c h e tra l ' i d e a l i t à e d il m o n d o c ' è la - c r e a z i o n e . Ritorniamo per questa v i a al problema lasciato poco fa.
Tutte
le i d e e p o t r a n n o
essere c r e a t e ?
Evidentemente
n o . S o l o q u e l l e r e a l t à c h e p o s s o n o essere n e l l o stesso t e m p o o g g e t t o d e l l a s c i e n z a e della d o x a p o t r a n n o
essere c r e a t e ,
c i o è esistere i n q u e s t o m o n d o . D i v e n t e r a n n o c r e a t e s o l o le i d e e di c o s e esistenti, le a l t r e r i m a r r a n n o i d e e c o m e i d e e , cioè superiori
al ' m o n d o
reale
e quindi
superesistenti
in
q u a n t o raccolte nel seno dell'unità assoluta. I n questo caso la p a r t e c i p a z i o n e t r a esse e le c o s e p o t r e b b e forse a v v e n i r e s e n z a d a r l u o g o alle c o n t r a d d i z i o n i c h e P a r m e n i d e fa n o t a r e a S o c r a t e , p e r c h è la p a r t e c i p a z i o n e n o n d o v r e b b e essere c o n c e p i t a m a t e r i a l m e n t e c o m e sostiene il W a h l , b a s a n dosi s u P r o c l o e r i c h i a m a n d o s i a d H a l e v y , M i l h a u d e T a y lor ' ) . Q u e s t a p a r t e c i p a z i o n e s a r à p e r ò s e m p r e la
parteci-
p a z i o n e di u n a r e a l t à sensibile a d u n a r e a l t à i d e a l e ed a l l o r a r i t o r n a il p r o b l e m a :
c o m e p u ò una realtà ideale par-
t e c i p a r e a d u n a r e a l t à sensibile s e n z a p e r d e r e la s u a i d e a lità? P e r q u a n t o si f a c c i a q u e l l e c h e d o v r a n n o
partecipare
alle idee saranno sempre cose, a m e n o che queste non siano rese intelligibili ed il m o n d o d e l l e i d e e n o n d i v e n t i m o l t e p l i c e . M a a l l o r a le i d e e d i v e n t e r a n n o idee immateriali scompariranno.
esistenti e le
S e esse s o n o
nostre
immateriali
d o v r a n n o rimanere separate dalla realtà sensibile. L a t e r z a ipotesi di P a r m e n i d e c i f a r à v e d e r e c h e nel m o n d o delle i d e e ci s a r à u n a m o l t e p l i c i t à , m a c h e in essa r i -
marra a n c h e
u n a c e r t a u n i t à , cioè l ' u n i t à di c i ò c h e è nello
stesso t e m p o v e r o , b e l l o e b u o n o . A q u e s t e i d e e il m o l t e p l i c e , il m o n d o , p a r t e c i p e r à i n u n m o d o s p e c i a l i s s i m o , i n q u a n t o esse s a r a n n o p r e s e n t i n e l l ' i s t a n t e d e l l a c r e a z i o n e , l a q u a l e , si ricordi il S i m p o s i o , p u ò a v v e n i r e s o l o nella b e l l e z z a e nella verità,
m a , p u r essendo
stenti. S e nel m o m e n t o
presenti,
non diventeranno
esi-
d e l l a c r e a z i o n e dello S t a t o è p r e -
s e n t e l ' i d e a d e l b e n e , essa s a r à p r e s e n t e c o m e il sole sulle cose e permetterà
l a loro c o n o s c i b i l i t à e la l o r o e s i s t e n z a ,
m a l ' i d e a d e l b e n e i n sè s a r à s e m p r e s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a . S e i n v e c e s a r à p r e s e n t e n e l m o m e n t o della c r e a z i o n e l ' i d e a d e l l e t t o , p o i c h é c o m e si è v i s t o c ' è u n ' i d e a d i t u t t e l e c o s e , q u e s t ' i d e a si r e a l i z z e r à e c i o è d i v e n t e r à esistente nello stesso m o d o c h e il letto c o r r i s p o n d e n t e
nella r e a l t à
acquisterà
u n v a l o r e i n t e l l i g i b i l e . A s u a v o l t a u n letto s a r à b e l l o q u a n d o sarà
ben fabbricato,
quando
cioè realizzerà
pienamente
l ' a r e t è d e l b e l l o , cioè l ' e s s e n z a d e l l e t t o , a l t r i m e n t i n o n s a r e b b e intelligibile c o m e l e t t o , m a s a r e b b e solo u n ' i d e a e n o n s a r e b b e s t a t o c r e a t o n e l l a b e l l e z z a e nella v e r i t à alle q u a l i , se è v e r a m e n t e p e r f e t t o , d e v e a v e r p a r t e c i p a t o nel m o m e n t o della creazione. P e r c i ò Socrate porta in risposta a
Parme-
n i d e l ' e s e m p i o d e l g i o r n o c h e i l l u m i n a le c o s e s e n z a m o l t i p l i c a r e e d i v i d e r e la s u a l u c e . M a l ' e s e m p i o p u ò a n d a r b e n e p e r le i d e e i m m a t e r i a l i
alle q u a l i le c o s e p a r t e c i p a n o n e l
m o m e n t o della c r e a z i o n e , m a n o n s p i e g a n u l l a p e r le a l t r e idee e p e r c i ò P a r m e n i d e
oppone a Socrate u n esempio in
cui si è f o r z a t i a d a m m e t t e r e l ' i d e a c o m e « m a t e r i a l e », c i o è il raffronto t r a l ' i d e a e l e c o s e c o m e u n v e l o c h e r i c o p r e p i ù individui (131 B ) . N o i a b b i a m o visto però che anche questo p u n t o della p r i m a p a r t e d e l d i a l o g o , si s p i e g a , c o m e t u t t o il r e s t o , se si p e n s a alla s e c o n d a p a r t e .
L''argomento
del terzo uomo.
molteplici siano grandi
in quanto
— Socrate pensa che i partecipano
all'idea di
g r a n d e z z a . M a il g r a n d e i n sè e i m o l t e p l i c i g r a n d i n o n richiedono una n u o v a molteplicità e perciò una nuova idea
IOO
di g r a n d e c h e li unifichi? M a c o s ì f a c e n d o si a c c r e s c e l a m o l t e p l i c i t à , p r o p r i o p e r c h è s e m p r e p i ù si a f f e r m a il b i s o g n o d i un'unità,
ed il procedimento continua all'infinito,
sempre
p i ù m o l t i p l i c a n d o il m o l t e p l i c e e s e n z a m a i r a g g i u n g e r e l a unità. (132 A B ) . È questo l'argomento detto del terzo u o m o . A n c h e q u e s t a difficoltà si s p i e g a q u a n d o si p e n s a c h e n o n si t r a t t e r à , c o m e si è v i s t o p r e c e d e n t e m e n t e , d i u n g r a n d e c h e esiste m a t e r i a l m e n t e e d i u n a c o s a g r a n d e , m a di u n g r a n d e a c u i la c o s a g r a n d e p a r t e c i p a , n e l l a c r e a z i o n e , c o m e m i s u r a e a r m o n i a e c h e p e r c i ò resta i m m a t e r i a l e e si u n i s c e , p e r q u a n t o in m a n i e r a p a r t i c o l a r e , c o m e si v e d r à n e l l a s e c o n d a i p o t e s i , a l l ' i d e a di v e r o e di b u o n o . I l g r a n d e
rimarrà
n e l l ' u n i t à a n c h e q u a n d o a d esso p a r t e c i p e r à u n a c o s a m o l teplice, perciò n o n ci saranno d u e cose e d u n a dualità c h e esige l ' u n i f i c a z i o n e .
L'idealismo
empirico.
— S o c r a t e c e r c a d i d i f e n d e r e le
s u e p o s i z i o n i c o l n o t a r e c h e c i p o t r e b b e essere u n ' a l t r a p o s sibilità. C i a s c u n a i d e a — egli d i c e — p o t r e b b e essere u n p e n s i e r o e s o l o i n q u e s t o t r o v a r e la s u a e s i s t e n z a . I n q u e s t o m o d o o g n i i d e a p o t r e b b e c o n s e r v a r e l a s u a u n i t à s e n z a esser s o g g e t t a alle difficoltà di c u i s o p r a si è p a r l a t o ( 1 3 2 B ) . E s s e n d o s o l o p e n s i e r o , o g n i m o l t e p l i c e p u ò a d essa p a r t e c i p a r e senza distruggere l'unità ideale. D o p o t u t t o c i ò c h e si è d e t t o s t u d i a n d o l a R e p u b b l i c a si p u ò n o t a r e c h e il S o c r a t e il q u a l e p e n s a a delle p o s s i b i l i t à di questo genere è b e n indietro, è b e n più g i o v a n e , diremo c o n P a r m e n i d e , d e l S o c r a t e di q u e l d i a l o g o . L a c o n o s c e n z a d e l sole n o n è l ' i d e a d e l s o l e . I l p e n s i e r o n o n è l a c a u s a d e l l a realtà. L ' i d e a h a u n valore ontologico, un'esistenza che è i n d i p e n d e n t e d a l f a t t o d i essere o n o p e n s a t a . I l p e n s i e r o , come dice Parmenide, d e v e necessariamente pensare qualcosa, qualcosa che è e che quindi è diverso dal pensiero stesso (cit. 1 3 2 B ) . I l m e t o d o a s c e n d e n t e della R e p u b b l i c a ci r i v e l a v a infatti u n a r e a l t à o n t o l o g i c a . L ' i d e a l i s m o p l a t o nico v u o l b e n distinguersi da ciò che noi moderni p o t r e m m o
forse c h i a m a r e u n i d e a l i s m o e m p i r i c o . S i è g i à n o t a t o a p r o p o s i t o d e l l a R e p u b b l i c a c h e il v e r o c a r a t t e r e i d e a l i s t i c o d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o si r i v e l a p r o p r i o
quando
v a l o r e o n t o l o g i c o delle i d e e . Q u e s t e h a n n o
si insiste
sul
i m a l o r o esi-
s t e n z a i m m a t e r i a l e , s o n o il p e n s i e r o i n q u a n t o r e a l t à
onto-
logica, m a esistono indipendentemente
D'al-
tra p a r t e ,
dal pensiero.
c o m e si v e d r à n e l l a s e c o n d a i p o t e s i , esse s o n o
p e n s a b i l i . L a l o r o e s i s t e n z a è p o s s i b i l e i n q u a n t o i n essa è p r e s e n t e l ' u n i t à , l ' i d e a d e l b e n e , il sole, m a n e l l a s e c o n d a ipotesi
questa
unità
si r e l a t i v i z z a , d i v e n t a
molteplice
c o m e tale, non p i ù superiore all'esistenza, m a mente
e,
immaterial-
esistente.
L'esistenza delle idee viene però dedotta
da
qualche
cosa che all'esistenza è superiore e quindi, ricordando si p u ò
pensare
s o l o c i ò c h e è,
superiore
anche
al
che pen-
siero. L a s e c o n d a ipotesi d e r i v a d a l l a p r i m a così c o m e le i d e e ed il m o n d o d e r i v a n o d a l b e n e e d a l sole. S o l o q u e s t a osservazione,
che verrà
dialogo,
giustificare
può
chiarita
nella
e r i s o l v e r e le
seconda
parte
difficoltà
del
presen-
t a t e n e l p a s s o di c u i s t i a m o p a r l a n d o . P o s s i a m o ora n o t a r e c h e nella s e c o n d a ipotesi la r e a l t à o n t o l o g i c a d e l l e i d e e c o i n c i d e c o n la l o r o p e n s a b i l i t à e c h e , in q u e s t o s e n s o , le i d e e s o n o p e n s i e r o . M a n o n esistono i n q u a n t o s o n o p e n s a t e , i n quanto
s o n o c r e a z i o n e del p e n s i e r o . A b b i a m o v i s t o , n e l l o
stesso t e m p o , c h e le i d e e , d o p o il m o m e n t o della c r e a z i o n e , q u a n d o s o n o i d e e di u n a r e a l t à esistente nel m o n d o , d i v e n t a n o r e a l i e c o i n c i d o n o c o n le c o s e i n q u a n t o i n t e l l i g i b i l i . Ma questa realtà non è causata dal pensiero perchè è c a u s a t a d a l m o m e n t o in c u i l ' i d e a si p o n e c o m e c r e a t r i c e . A l t r i m e n t i il m o n d o r e a l e si r i d u r r e b b e a d u n s o g g e t t i v i s m o a s soluto. L a creazione, a sua v o l t a , a v v i e n e solo nella bell e z z a , c i o è q u a n d o i n essa è p r e s e n t e l ' i d e a d e l b e n e
che
d à l ' e s i s t e n z a a t u t t e le c o s e c o m e a t u t t e le i d e e . L a r e a l t à o n t o l o g i c a delle i d e e , resa p o s s i b i l e d a l l ' i d e a del bene, avrebbe
è
dunque
ragione
assolutamente
Parmenide:
necessaria,
altrimenti
se o g n i c o s a p a r t e c i p a
alle
i d e e è i n e v i t a b i l e o c h e t u t t o sia p e n s i e r o e t u t t o p e n s i , o p p u r e c h e t u t t o sia p e n s i e r o e p r i v o della p e n s a b i l i t à ( 1 3 2 C ) . N o i s a p p i a m o i n v e c e c h e le i d e e s o n o i n d i p e n d e n t i d a l p e n siero b e n c h é c o i n c i d a n o c o n esso e s i a n o il p e n s i e r o ,
in
q u a n t o p e n s a b i l e , e s a p p i a m o c h e il m o n d o n o n esiste i n q u a n t o è pensato m a in q u a n t o è creato, b e n c h é , in q u a n t o i n t e l l i g i b i l i t à , esso c o i n c i d a c o l p e n s i e r o e sia p e n s i e r o .
Im-
p e n s a b i l e è s o l o c i ò c h e n o n è, c o m e è i n c o n o s c i b i l e il m a l e ed è i n c o n c e p i b i l e il n u l l a di c u i n o n c ' è e s i s t e n z a né c o m e idea,
né
Sofista
c o m e realtà
empirica,
poiché,
e c o m e s p i e g a il P a r m e n i d e
come
afferma
nella seconda
il
parte,
ciò c h e n o n è, è s e m p l i c e m e n t e l ' a l t r o e l ' o p p o s t o di c i ò c h e è. C ' è però u n altro lato del p r o b l e m a . T u t t o penserebbe, dice Parmenide,
se le i d e e fossero s o l o p e n s i e r o ,
t u t t o s a r e b b e p r i v o di
oppure
pensabilità.
Bisogna perciò spiegare che tutto non pensa e che c'è q u a l c o s a c h e è s o l o p e n s a b i l e , s e n z a essere s o g g e t t o di u n p e n s i e r o . D ' a l t r a p a r t e b i s o g n a a n c h e c h e ci sia u n s o g g e t t o pensante, siero,
p o i c h é se t u t t o fosse s o l a m e n t e o g g e t t o di
necessariamente
p r i v o del pensare,
questo
tutto
sarebbe
pen-
impensabile,
inconcepibile : i « noemata » sarebbero
« a n o e t a » (cfr. c i t . 1 3 2 C ) . Se dunque Parmenide
a f f e r m a c h e la r e a l t à n o n
può
essere p e n s i e r o , egli a f f e r m a p e r ò a n c h e la n e c e s s i t à di u n s o g g e t t o p e n s a n t e , il q u a l e n o n d e v e essere il t u t t o p e r c h è altrimenti
n o n ci s a r e b b e p i ù la r e a l t à :
se il s o g g e t t o si
identificasse c o n l ' o g g e t t o , e fosse l ' o g g e t t o , c h e c o s a p e n s e r e b b e ? B i s o g n a b e n e c h e il p e n s i e r o p e n s i q u a l c o s a , c i o è u n o g g e t t o , s e n z a c o n esso identificarsi. C i ò n o n solo r e n d e necessario u n soggetto pensante m a rende necessario anche c h e q u e s t o s o g g e t t o , e si r i p e n s i a K a n t , r i m a n g a m e n t r e v a r i a n o gli o g g e t t i c h e s o n o p e n s a t i .
identico
Anche
que-
st'esigenza v e d r e m o che sarà soddisfatta dalla seconda parte del dialogo. C o m e K a n t nella s e c o n d a e d i z i o n e d e l l a s u a « C r i t i c a
d e l l a r a g i o n p u r a » , a n c h e P l a t o n e h a v o l u t o difendersi d a l l a possibile accusa di idealismo empirico.
La
teoria della mimesis.
— Socrate, battuto
nuova-
m e n t e , p r e s e n t a a P a r m e n i d e u n n u o v o m o d o d i c o n c e p i r e le i d e e e la p a r t e c i p a z i o n e a d esse delle c o s e . E g l i s u p p o n e c h e le i d e e e s i s t a n o c o m e m o d e l l i d e l l a n a t u r a , c h e le c o s e n e s i a n o p o i l e c o p i e e c h e l a p a r t e c i p a z i o n e delle cose a l l e idee consista nella rassomiglianza di queste c o n quelle ( 1 3 2 D ) . M a se u n o g g e t t o è l ' i m m a g i n e d i u n ' i d e a b i s o g n a , o b b i e t t a P a r m e n i d e , c h e q u e s t ' i d e a sia s i m i l e a l l a s u a i m m a g i n e n e l l a m i s u r a i n c u i q u e s t a le r a s s o m i g l i a . O r a q u e s t e d u e e n t i t à simili b i s o g n a c h e p a r t e c i p i n o a m b e d u e d e l l ' i d e a di s o m i g l i a n z a ( 1 3 2 E ) . S e d u n q u e u n o g g e t t o è simile a l l'idea a d un oggetto, vedremo spuntare u n a nuova idea e c o s ì , c o m e si s a , all'infinito ( 1 3 3 A ) . L a p a r t e c i p a z i o n e p e r m e z z o della s o m i g l i a n z a e l ' i d e a c o m e m o d e l l o della n a t u r a s o n o d u n q u e i m p o s s i b i l i . B i s o g n a p r i m a di t u t t o n o t a r e c h e qui siamo, in u n certo senso, nel m o n d o della d o x a . N o n t u t t e le i d e e p o s s o n o c r e a r e delle i m m a g i n i d i s è , s o n o c i o è imitabili. L e idee che n o n h a n n o u n a realtà
corrispondente
in q u e s t o m o n d o , n o i s a p p i a m o c h e s o n o d i v i s e d a esso e c h e d i esse n o n è p o s s i b i l e n e s s u n a i m i t a z i o n e , n o n è p o s s i bile, insomma, un'imitazione dell'idea del bene e del bello, senza corrompere quelle idee. S e questa imitazione è real i z z a b i l e , q u e l l e i d e e s a r a n n o p r e s e i n u n altro s e n s o ; c o m e esistenti c i o è nella r e a l t à fìsica, così l ' i d e a del sole nella R e pubblica viene presa c o m e u n simbolo. A queste idee, a b b i a m o g i à v i s t o c h e la p a r t e c i p a z i o n e delle cose a v v i e n e i n m o d o s p e c i a l e n e l m o m e n t o della c r e a z i o n e . P e r c i ò c h e r i g u a r d a le i d e e c h e p o s s o n o d i v e n t a r e r e a l t à esistenti i n q u e sto m o n d o a b b i a m o g i à v i s t o i n c h e s e n s o l a p a r t e c i p a z i o n e p u ò a v v e n i r e . M a n e i p a s s i citati c ' è u n a l t r o p r o b l e m a : se la p a r t e c i p a z i o n e c o m e s o m i g l i a n z a è i m p o s s i b i l e , c o m e s a r à possibile l a t e o r i a d e l l a m i m e s i s t a n t e v o l t e a f f e r m a t a
da
Platone? B i s o g n a bene c h e ci siano in questo m o n d o delle
copie delle idee e c h e quindi la teoria della s o m i g l i a n z a sia, in q u a l c h e m o d o accettabile. S i p r e n d a il f a m o s o p a s s o d e l l a R e p u b b l i c a s u l l ' i d e a d e l l e t t o . I l f a b b r i c a n t e di letti n o n fa l ' i d e a d e l l e t t o m a
un
l e t t o . O r a l ' i d e a d e l letto è c i ò c h e è il l e t t o . I l f a b b r i c a n t e farà d u n q u e q u a l c o s a c h e è s i m i l e a c i ò c h e è, m a n o n è (cfr. R e p . 597 A ) . D a q u e s t o p a s s o si v e d e c h i a r a m e n t e c h e la s o m i g l i a n z a e l ' i m i t a z i o n e n o n a v v e n g o n o t r a u n a c o s a c h e è, c h e c i o è è intelligibile e l ' i d e a , m a ,
ammesso
che
c i ò sia p o s s i b i l e , t r a u n a c o s a c h e n o n è e l ' i d e a . L ' i m i t a zione, dato l'ultimo rapporto, è possibile in q u a n t o è p o s sibile il n o n essere di u n ' i d e a . C o s ì l o S t a t o , q u a n d o n o n è p e r f e t t o , è u n ' i m i t a z i o n e d e l l ' i d e a d i S t a t o ( R e p . 484 D ) . In
realtà
l'imitazione
non
è
una
partecipazione,
ma
la
m a n c a n z a di i d e n t i t à t r a u n a c o s a e l ' i d e a c h e c o l l a c o s a coincideva in q u a n t o questa cosa era intelligibile, cioè ideale. N o n essendoci più quest'identità l'idea non sarà più
reale
e c i o è n o n s a r à . C o n s e g u e n t e m e n t e u n l e t t o (e n o n il letto) non sarà una
cosa intelliggibile m a
una
cosa del
mondo
d e l l a d o x a , cioè di q u e l m o n d o d e t e r m i n a t o , n e l l a s e c o n d a parte del P a r m e n i d e ,
dalla quinta ipotesi; u n m o n d o
che
è, m a c h e , d a l l ' a l t r o l a t o , n o n è. C o s ì si c o m p r e n d e s e m p r e m e g l i o p e r c h è il m e t o d o d i a i r e t i c o , a c u i è affidata l a c o n o s c e n z a d e l l e c o s e e m p i r i c h e , si p r e s e n t i c o m e u n a d o x a r a z i o n a l i z z a t a e d eserciti la s u a f u n z i o n e , c o m e d i c e S t e n z e l , concettualizzando i molteplici ed eliminando v i a v i a dalla r i c e r c a ciò c h e n o n è p e r t r o v a r e c i ò c h e è . C o n c l u d e n d o l ' i m i t a z i o n e n o n si d e v e c o n c e p i r e c o m e una
partecipazione
all'idea
per
rassomiglianza
ma
come
u n n o n essere d e l l ' i d e a . È n a t u r a l e p o i c h e q u e s t o essere, contrapposto
di c i ò c h e è, n o n p o s s a affermarsi se a s u a
volta non c'è l'essere. Così anche l'imitazione,
nell'Ione,
è s t a t a p r e s a p e r p r o v a d e l l ' i d e a e d e l l ' e s s e r e , c o s ì il d i s c o r s o r e t t o r i c o nel F e d r o ci h a d a t o il m e z z o di t r o v a r e il d i s c o r s o l o g i c o , n e l l o stesso m o d o la r i c e r c a s u l sofista, nel dialogo omonimo, permetterà
di t r o v a r e i n v e c e il filosofo
(cfr. S o f . 2 5 3 C e, p e r i r a p p o r t i t r a l a sofistica e l ' a r t e m i m e t i c a , p r i n c i p a l m e n t e R e p . 596 C , S o f . 233 B e s e g g . ) . Il problema
della scienza delle idee e la conoscenza
del
mondo. — P a r m e n i d e n o n h a a n c o r a finito l e s u e c r i t i c h e , egli p r o s e g u e , d i c e n d o c h e l a teoria di S o c r a t e d à l u o g o a difficoltà a n c o r p i ù g r a v i d i q u e l l e
finora
considerate.
« S e q u a l c u n o dirà che per l ' u o m o non è possibile c o noscere le idee, n o n sarà possibile confutarlo, a m e n o c h e il c o n t e s t a n t e
n o n sia u n a p e r s o n a
ricca di u n a
cultura
scientifica e c c e z i o n a l e e d i s p o s t a a s e g u i r e l ' a s s e r e n t e p e r u n d e d a l o di a r g o m e n t i » ( 1 3 3 B ) . P a r m e n i d e a m m e t t e g i à da
p r i n c i p i o c h e l a c o n f u t a z i o n e n o n sia i m p o s s i b i l e . S e
— egli c o n t i n u a — si p o n g o n o delle i d e e i n sè e p e r s è , s i a m m e t t e n e l l o stesso t e m p o c h e n e s s u n a di esse sia i n n o i . Le
idee, anche
se h a n n o
rapporti
r e c i p r o c i tra d i l o r o ,
h a n n o u n essere riferibile a loro m e d e s i m e e n o n a c i ò c h e in n o i v i c o r r i s p o n d e .
D'altra
parte le cose c h e sono in
noi p u r a v e n d o g l i stessi n o m i delle i d e e , n o n s o n o c h e i n q u a n t o s o n o i n r a p p o r t o t r a sè m e d e s i m e , e n o n i n q u a n t o sono in rapporto c o n le idee (133 C D ) . S e qualcuno è p a d r o n e o s e r v o d i u n a l t r o , egli n o n s a r à s c h i a v o d e l l ' e s l'essenza del padrone e nemmeno padrone dell'essenza del servo ma, come uomo,
egli s a r à p a d r o n e
o s e r v o di u n
u o m o . I n c o n c l u s i o n e c i ò c h e è i n n o i n o n h a n e s s u n a efficacia sulle i d e e , n è le idee ne h a n n o s u n o i . L e i d e e n o n esistono c h e i n sè e p e r sè e c i ò c h e è i n n o i n o n è r e l a t i v o che a ciò c h e è in noi (133 E ) . Così la scienza in quanto è scienza in sè, sarà scienza di ciò che è la verità in sè, e c i a s c u n a s c i e n z a c h e è i n n o i , s a r à l a s c i e n z a di c i a s c u n e n t e c h e esiste i n n o i ( 1 3 4 A ) . N o n a b b i a m o le i d e e i n sè stesse e n o n a b b i a m o q u i n d i l a s c i e n z a i n sè stessa e, p o i c h é s o l o q u e s t a p e r m e t t e la c o n o s c e n z a delle i d e e i n s è , q u e s t a resta per noi assolutamente inconoscibile (134 B ) . L a g r a v i t à d i q u e s t e n u o v e o b b i e z i o n i di
Parmenide
c o n s i s t e , i n u n c e r t o s e n s o , nel fatto c h e esse r i a s s u m o n o
—
t u t t e le p r e c e d e n t i . come sappiamo,
io6
L e i d e e s o n o i n sè, m a
esse p o s s o n o ,
entrare in contatto col nostro m o n d o
nel
m o m e n t o della c r e a z i o n e . I l m o n d o r e a l e , n e l l o stesso m o d o , e n t r a i n c o n t a t t o c o n il m o n d o i d e a l e . M a c o m e f a c c i a m o n o i a c o n o s c e r e le i d e e ? P e r q u e s t o s c o p o c ' è l a d i a l e t t i c a filosofica c h e g i u n g e , c o l s u o m e t o d o a s c e n d e n t e , all'unità l'uno
e che, col metodo
la stessa r e a l t à
discendente,
attraverso
deduce poi
cui è passato
fino dal-
il
metodo
I n u n certo senso però P a r m e n i d e h a ragione
quando
ascendente.
afferma
c h e noi p o s s i a m o c o n o s c e r e il m o n d o i d e a l e . N o i
a r r i v i a m o a c o n o s c e r l o in q u a n t o ne,
in seguito, in relazione
esso è esistente e si p o -
c o n il m o n d o
nosciamo per m e z z o della seconda
ipotesi,
reale. ma
L o co-
il
mondo
i d e a l e si p o n e a n c h e c o m e s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a n e l l a s u a u n i t à a s s o l u t a , ed a l l o r a c o m e è p o s s i b i l e c o n o s c e r l o ? C o m e è possibile conoscere l'unità?
T u t t o ciò che è conosciuto è
o g g e t t o del n o s t r o p e n s i e r o , q u i n d i , esiste; c o m e c o n o s c e r e ciò che è superiore all'esistenza? D ' a l t r a parte l'unità
idea-
le s o l a m e n t e p u ò p e r m e t t e r c i , u n a v o l t a r a g g i u n t a , la s p i e gazione e la conoscenza della realtà. A m m e s s a una scienza delle i d e e c o m e q u e l l a c h e ci v i e n e a s s i c u r a t a d a l l a s e c o n d a ipotesi ed a m m e s s a u n a s c i e n z a d e l r e a l e c o m e q u e l l a g a rantita dalla quarta ipotesi, queste scienze non saranno a s s o l u t a m e n t e i n d i p e n d e n t i l ' i m a d a l l ' a l t r a ? I n altri Parmenide
poi
termini
q u i si c h i e d e : c o m e è p o s s i b i l e ed i n c h e c o s a
consiste il r a p p o r t o
tra la d i a l e t t i c a
filosofica
che conosce
le i d e e e l ' o r g a n i z z a z i o n e r a z i o n a l e d e l l a r e a l t à , e il m e t o d o d i a i r e t i c o c h e c o n o s c e le i d e e i n q u a n t o reali, i n q u a n t o o g getti d i q u e s t o m o n d o c h e d i v e n t a n o i d e e ? L a s e c o n d a i p o tesi ci d i m o s t r e r à c h e , se è p o s s i b i l e u n a d i a l e t t i c a
filosofica,
tutto è possibile, a n c h e la conoscenza empirica. C ' è d u n q u e g i à i m p l i c i t a nella d i a l e t t i c a la p o s s i b i l i t à della c o n o s c e n z a , p r i m a c h e si d i s t i n g u a , c o n la c r e a z i o n e , se l ' o g g e t t o c h e è c o n o s c i u t o sia esistente s o l o i d e a l m e n t e o a n c h e
realmente.
I n q u e s t o m o d o il m e t o d o d i a i r e t i c o ci a p p a r e
sempre
p i ù c o m e u n p r o s e g u i m e n t o d e l l a d i a l e t t i c a filosofica e d esso è reso possibile, logicamente, prima ancora che esistano realm e n t e gli oggetti a cui d e v e applicarsi. Il m e t o d o diairetico d i v e n t a u n m e t o d o a sè p e r c h è i s u o i o g g e t t i d i v e n t a n o d a i d e a l i , c o n la c r e a z i o n e , r e a l i ; a l l o r a t r o v a r e l ' i d e a d e l letto s i g n i f i c h e r à d e t e r m i n a r e la r e a l t à d e l l e t t o . P a r m e n i d e p e n s a , c o n l ' e s e m p i o d e l l o s c h i a v o e d e l p a d r o n e , a l fatto c h e n o n esiste la s c h i a v i t ù m a l o s c h i a v o . O r a l ' i d e a d e l l a s c h i a v i t ù c o m e t a l e n o n d i v e n t e r à m a i esistente, esisterà i n v e ce l'idea dello s c h i a v o a cui può corrispondere una
realtà
empirica. C ' è però sotto questo l'altro p r o b l e m a : u n o schiav o n o n è lo s c h i a v o c o m e i d e a . M a u n o s c h i a v o s i n g o l a r mente determinato,
fa p a r t e ,
per Platone, del m o n d o del
d i v e n i r e c o m e n o n i n t e l l i g i b i l e : esso esiste i n q u a n t o
c'è
in lui u n a r e a l t à p o s i t i v a c h e è l ' i d e a d e l l o s c h i a v o , m a n o n esiste in q u a n t o le d e t e r m i n a z i o n i c h e l o c o s t i t u i s c o n o c o m e singolo restano rappresentazioni
fantastiche
mai di-
m o s t r a b i l i e q u i n d i m a i o r g a n i z z a b i l i in u n g i u d i z i o . L a quinta
ipotesi s p i e g h e r à q u e s t e p o s i z i o n i d a n d o c i
insieme
il f o n d a m e n t o r a z i o n a l e d e l m e t o d o d i a i r e t i c o . P a r m e n i d e fa i n o l t r e n o t a r e c h e se noi n o n c o n o s c i a m o la s c i e n z a v e r a d e l l e i d e e e le i d e e s o n o a s s o l u t a m e n t e i n d i p e n d e n t i d a n o i , n e r i s u l t e r e b b e c h e se D i o p o s s e d e s s e la s c i e n z a in sè n o n p o t r e b b e c o n o s c e r e il n o s t r o m o n d o ( 1 3 4 C D ) . L ' o b b i e z i o n e si s p i e g a nello stesso m o d o delle p r e c e denti:
c'è però u n a verità parziale in questa n u o v a c o m -
p l i c a z i o n e c h e v i e n e p r e s e n t a t a . S i p a r l a di u n a c o n o s c e n z a della s c i e n z a i n sè, di u n ' i d e a d e l l a s c i e n z a i n sè, di
un
p e n s i e r o in s è ; P a r m e n i d e s o t t o l i n e a s u b i t o l a s u a p o s i z i o n e a f f e r m a n d o c h e c ' è u n a s c i e n z a i n sè, c o m e c ' è il b e l l o i n sè ( 1 3 4 C ) . C o m e s a r à p o s s i b i l e a l p e n s i e r o p e r f e t t o di c o n o s c e r e sè stesso? L a d o m a n d a è la m e d e s i m a c h e si p o r r à P a r m e n i d e sull'unità è conoscibile non è più unità, e quindi essa n o n p u ò essere c o n o s c i b i l e e n o n p u ò n e m m e n o essere. I l p e n s i e r o n o n p u ò , i n q u a n t o p e n s i e r o p e r f e t t o , c o n o s c e r e sè s t e s s o , l a s u a i d e a . E s s o si p u ò s o l o p e n s a r e c o m e
unità
ontologica assoluta c h e permette l'esistenza o c o m e
unità c h e permette la conoscenza. N o n sarà m a i però n è esistente, n è o g g e t t o di c o n o s c e n z a , c o m e si v e d r à nella p r i m a i p o t e s i della s e c o n d a p a r t e d e l d i a l o g o a c u i q u e s t a d i scussione è quasi un'introduzione
L'esercizio
diretta.
dialettico. — P a r m e n i d e h a finito. E g l i n o n
h a m a i n e g a t o , i n t u t t o il s u o d i s c o r s o , l ' i m p o s s i b i l i t à d i u n a teoria delle i d e e . H a s o l o p r e s e n t a t o
delle obbiezioni.
S o p r a t u t t o h a v o l u t o f a r v e d e r e c h e è i m p o s s i b i l e definire il b e l l o , il g i u s t o , il b e n e e g l i altri c o n c e t t i d i q u e s t o g e n e r e , p e r c h è essi a p p a r t e n g o n o a d u n a v i s i o n e sono i termini ed i momenti di u n a
filosofica
filosofia
generale,
e t r o v a n o il
l o r o v e r o p o s t o s o l o q u a n d o si è i n p o s s e s s o d i u n a t e o r i a totale sulla razionalità del reale. Il g i o v a n e Socrate c h e q u i a s c o l t a , s p a v e n t a t o , le difficoltà c h e s o r g o n o d a v a n t i
alla
s u a i p o t e s i d i u n m o n d o i d e a l e , r a s s o m i g l i a b e n e a tutti g l i interlocutori del Socrate m a t u r o c h e P l a t o n e ci h a present a t o n e i s u o i d i a l o g h i . C e r t a m e n t e egli n o n è E u t i f r o n e , n è Gorgia, nè Protagora e tanto m e n o Ippia o Ione, m a p u ò b e n avvicinarsi a Teeteto a c u i , c o m e ci dice Platone, rassom i g l i a perfino
fisicamente.
A Teeteto Socrate raccomanderà
q u e l l o c h e o r a a lui stesso r a c c o m a n d a P a r m e n i d e :
eserci-
t a t i , i m m e r g i t i fino i n f o n d o n e g l i esercizi della d i a l e t t i c a c h e s e m b r a n o n o n s e r v i r e a n u l l a e c h e il v o l g o c o n s i d e r a c h i a c c h i e r e e n i e n t ' a l t r o . E s e r c i t a t i finché sei g i o v a n e , p e r c h è se n o l a v e r i t à f u g g i r à s e m p r e d a g l i sforzi c h e t u farai p e r r a g g i u n g e r l a ( 1 3 5 D ) . E l a stessa r a c c o m a n d a z i o n e r i p e t o n o c o s t a n t e m e n t e a l l e t t o r e tutti i d i a l o g h i p l a t o n i c i c o n i l o r o p a r a d o s s a l i resultati e c o n l a l o r o s c o n c e r t a n t e
man-
c a n z a di conclusione. Solo u n esercizio dialettico di u n a ricc h e z z a inverosimile h a potuto permettere a P l a t o n e di scrivere i suoi dialoghi, solo la visione sempre presente di u n a r a z i o n a l i t à d e l r e a l e q u a l e q u e l l a c h e il P a r m e n i d e c i s v e l a , p o t r à p e r m e t t e r e a l lettore di P l a t o n e di a v v i c i n a r s i a l s u o p e n s i e r o e di p e r d e r e d i esso il m e n o p o s s i b i l e . C o m e a S o -
—
iog
—
crate giovanetto l'insegnamento
di P a r m e n i d e
permetterà
di c o m p r e n d e r e il v e r o s e n s o d e l l a s u a t e o r i a delle i d e e , c o s ì p e r il l e t t o r e il P a r m e n i d e a v r e b b e d o v u t o essere l a g u i d a segreta per comprendere ogni dialogo platonico. M a d i q u a l e e s e r c i z i o d i a l e t t i c o si v u o l p a r l a r e ? C h i e d e Socrate a Parmenide. Bisogna, risponde quest'ultimo,
non
s o l o , in o g n i c a s o , s u p p o r r e l ' e s i s t e n z a d e l l ' o g g e t t o e c o n s i d e r a r e q u e l l o c h e ne r i s u l t a , m a a n c h e s u p p o r r e l ' i n e s i s t e n z a di esso e v e d e r e c i ò c h e risulta d a q u e s t a p o s i z i o n e ( 1 3 5 D ) . Se, chiarisce P a r m e n i d e , p r e n d i a m o in considerazione l'ipotesi di Z e n o n e sulla p l u r a l i t à , b i s o g n a c e r c a r e , s u p p o s t a la s u a e s i s t e n z a , c h e c o s a n e risulta p e r il m o l t e p l i c e in r a p p o r t o a sè m e d e s i m o e p o i i n r a p p o r t o a l l ' u n o e p o i , p e r l ' u n o , in r a p p o r t o a sè m e d e s i m o in r a p p o r t o a l m o l t e p l i c e ; i n s e guito, supposta
la s u a i n e s i s t e n z a , e s a m i n a r e
ancora
che
c o s a n e r i s u l t e r à , sia p e r l ' u n o c o m e p e r il m o t l e p l i c e , i n q u a n t o i n r a p p o r t o a sè m e d e s i m o i n r a p p o r t o a l m o l t e p l i c e ; in s e g u i t o , s u p p o s t a la s u a i n e s i s t e n z a , e s a m i n a r e
ancora
c h e c o s a n e r i s u l t e r à , sia p e r l ' u n o c o m e p e r il m o l t e p l i c e , in q u a n t o i n r a p p o r t o c o n sè m e d e s i m o e in q u a n t o i n r a p p o r t o l ' u n o c o n l ' a l t r o ( 1 3 6 B ) . L o stesso si p o t r e b b e fare, dice P a r m e n i d e ,
p e r o g n i c o n c e t t o di g e n e r e .
Parmenide
a v r e b b e q u i n d i p o t u t o u s a r e a n c h e u n a l t r o c o n c e t t o oltre l'unità m a perchè usa l'unità?
« Sebbene Parmenide,
nota
il L e v i ' ) , d i c h i a r i c h e l ' e s a m e d e l r a p p o r t o fra l ' u n i t à e la m o l t e p l i c i t à c h e egli s c e g l i e s e r v e s o l t a n t o a d a r e l ' e s e m p i o d i u n p r o c e d i m e n t o d i a l e t t i c o c h e d e v e essere a p p l i c a t o a t u t t e le i d e e , è c h i a r o c h e , n e l p e n s i e r o di P l a t o n e , tale ric e r c a d o v e v a a v e r e u n v a l o r e p a r t i c o l a r e ». C i ò significa c h e il m e t o d o di P a r m e n i d e , n o n h a u n v a l o r e p u r a m e n t e gnoseologico, cosa che, da parte nostra, a b b i a m o sostenuto d i c e n d o c h e esso si o c c u p a d e l l a r a z i o n a l i t à del r e a l e . D e l resto c o m i n c i a r e d a u n ' i d e a o d a u n ' a l t r a è lo stesso, a n c h e
1) A . L E V I : Il concetto di tempo nella filosofia di Platone. Milano, ig20. P a g . 4g.
il m o l t e p l i c e di Z e n o n e p o t e v a s e r v i r e , p u r c h é la d i a l e t t i c a filosofica
v e n g a u s a t a i n t u t t a l a s u a t o t a l i t à e,
sopratutto,
d i c e P a r m e n i d e , p u r c h é si t e n g a c o n t o n o n s o l o d e l l ' e s s e r e m a a n c h e d e l n o n essere. E n o i a b b i a m o v i s t o c o m e s o l o il c o n c e t t o d e l n o n essere p u ò p e r m e t t e r e
di r i s o l v e r e
certe
difficoltà p o s t e d a P a r m e n i c e , così c o m e a b b i a m o v i s t o c h e le i p o t e s i del n o n essere s o n o c o s t a n t e m e n t e
a
fianco
del-
l ' e s s e r e nei d i a l o g h i p l a t o n i c i e s a m i n a t i e si t r o v a n o , i m p l i c i t a m e n t e , nella R e p u b b l i c a , n e l l a stessa f o r m a c o n c u i le t r o v e r e m o nella s e c o n d a p a r t e d e l
Parmenide.
È l o g i c o in o g n i m o d o c h e P a r m e n i d e p a r l i Ed è
filosoficamente
dell'unità.
necessario; la sua discussione comincia
l à d o v e finisce la d i s c u s s i o n e della R e p u b b l i c a e d o v e l'ascesa del metodo
filosofico.
finisce
C e r t o q u a l s i a s i a l t r a i d e a ci
a v r e b b e c o n d o t t i a l l ' u n i t à c h e è il p r i n c i p i o e l ' i n i z i o della d i s c u s s i o n e , c o m e il sole è p r i n c i p i o della n a t u r a d e l l ' e s s e r e e del conoscere; l'unità a cui P a r m e n i d e
e Platone
erano
a r r i v a t i e d a c u i r i d i s c e n d o n o i n s i e m e , p e r s p i e g a r e le idee e il m o n d o , il n o n essere e l ' e s s e r e , la c o n o s c e n z a e l ' e r r o r e . A v v e n t u r i a m o c i o r a c o n P a r m e n i d e e t e n t i a m o di a t t r a v e r s a r e il s u o <( i m m e n s o o c e a n o di p e n s i e r i » ( 1 3 7 A ) .
CAPITOLO I I . LA SECONDA PARTE D E L PARMENIDE
LA PRIMA
L'unità
come superessente.
IPOTESI.
— Parmenide comincia con
l'affermazione dell'unità. Egli non parla dell'esistenza dell'uno,
m a v u o l v e d e r e c h e cosa d e r i v a dal fatto di pen-
s a r e l ' u n o c o m e u n i t à . E g l i d i c e p e r c i ò se l'uno è tino, m a la c o p u l a h a q u i u n v a l o r e d i u g u a g l i a n z a e n o n d e t e r m i na
un'esistenza
questo
( 1 3 7 C ) . « È » n o n significa d u n q u e ,
c a s o , c h e l ' u n i t à è. I l N a t o r p
mentre per Protagora
la parola
attributo
soggettivo, Parmenide,
del pensiero
in
ha sostenuto che,
essere v i e n e u s a t a come
come Pla-
t o n e , i n t e n d e l ' e s s e r e c o m e l ' o g g e t t o d e l p e n s i e r o , c o m e il pensato.
S e u n a c o s a è essa esiste, se n o i p e n s i a m o u n a
c o s a essa è così c o m e si p r e s e n t a d a v a n t i a n o i , c o m e o g g e t t o . L ' e s s e r e delle i d e e è l ' e s s e r e d e l p e n s a t o , l ' e s s e r e c h e v i p o n e il p e n s i e r o . O r a il p e n s i e r o h a delle l e g g i i n t e r n e , q u e s t e l e g g i s o n o u n i v e r s a l i e d a s s o l u t e e, c o n s e g u e n t e m e n te, s o n o , p e r il N a t o r p , q u e l l e c h e P l a t o n e c h i a m a i d e e . I l p e n s i e r o i n q u a n t o l e g g e d i sè m e d e s i m o n o n p u ò q u i n d i 1
p e n s a r e c h e c i ò c h e è ) . O r a n o i c i t r o v i a m o , nella p r i m a
1) NATORP: Ueber Platos Ideenlehre. segg.
Berlin. 1914 p . 3 e
i p o t e s i , di f r o n t e a l f a t t o c h e il p e n s i e r o p e n s a u n o g g e t t o c h e n o n è. P e n s a a l l ' u n i t à , n o n a f f e r m a n d o n e
l'esistenza,
m a affermando semplicemente l'unità c o m e unità. D a ciò risulta c h e , se s e g u i a m o la p o s i z i o n e d e l N a t o r p , n o n d e v e i n t e n d e r s i c o m e il p e n s a t o ,
l'unità
cioè come l'oggetto
del p e n s i e r o . O r a se il p e n s i e r o n o n p e n s a u n p e n s a t o c h e cosa pensa?
Evidentemente qualcosa che non
è
pensato.
M a sé il p e n s a t o c o i n c i d e c o n l ' e s s e r e a l l o r a il p e n s i e r o d o v r à p e n s a r e q u a l c o s a c h e n o n è. M a è possibile pensare
un non pensato,
pensare
un
n o n essere? A P a r m e n i d e ( c o m e s a p p i a m o d a l fr. 7 D i e l s d u e v o l t e c i t a t o d a P l a t o n e in S o f . 237 A e 258 C ) il p e n sare ciò c h e non è s e m b r a v a assolutamente
i m p o s s i b i l e il
c h e è in p i e n o a c c o r d o c o n le tesi d e l N a t o r p .
Platone,
nel Sofista, d i m o s t r e r à c h e il n o n essere è, i n q u a n t o esso cinsiste n e l l ' a l t r o , di c u i o g n i p a r t e c h e si o p p o n e a l l ' e s sere, è il n o n essere. I n q u e s t o s e n s o il n o n essere è p e n s a b i l e . D u n q u e se il n o n essere v i e n e p e n s a t o esso v i e n e pensato in q u a n t o altro dall'essere, e in q u a n t o è quest'alt r o . I n c o n s e g u e n z a q u a n d o il p e n s i e r o p e n s a a l l ' u n i t à , se l a p e n s a c o m e q u a l c o s a c h e n o n è, la p e n s a i n
rapporto
alla molteplicità, o meglio, c o m e altro dalla molteplicità. L ' u n i t à n o n è, si p o t r e b b e dire b a s a n d o s i sul Sofista, t u t t o quello che è altro da lei. È questa l'unica maniera con cui il p e n s i e r o p u ò p e n s a r e l ' u n i t à . M a c i ò c h e n o n è l ' a l t r o c h e c o s ' è ? E v i d e n t e m e n t e , s e m p r e s e g u e n d o il S o f i s t a , è sè m e d e s i m o . O r a essere sè m e d e s i m i significa u s a r e il v e r b o e s sere non c o m e copula m a c o m e equazione. D i r e l ' u n o
è
l ' u n o i n q u a n t o n o n è il m o l t e p l i c e , significa d i r e c h e l ' u n o n o n ha l'esistenza del molteplice. Nella p r i m a
i p o t e s i le
i d e e n o n s o n o d u n q u e l ' o g g e t t o del p e n s i e r o , m a v e n g o n o determinate c o m e tutto ciò che è opposto all'esistente, considerato
questo
come
negativo.
Necessariamente
le
idee
avranno qui un valore positivo. Se, conseguentemente, pur a v e n d o u n v a l o r e p o s i t i v o , s o n o l ' o p p o s t o di c i ò c h e esiste, n o n s a r a n n o , i n q u a n t o s o n o p o s i t i v e , n o n essere, m a
sa-
r a n n o p i ù d e l l ' e s s e r e . L a p r o p o r z i o n e della R e p u b b l i c a tra i d e e e r e a l t à i n t e l l i g i b i l e e tra m o n d o r e a l e e m o n d o d e l l a f a n t a s i a , ci p u ò c h i a r i r e q u i l a p o s i z i o n e , a s s u m e n d o , stesso t e m p o , t u t t o il s u o v a l o r e
filosofico.
nello
Q u a n d o si t r a t t a
di s p i e g a r e q u a l e è l a r e a l t à d e l l e i d e e , P l a t o n e si t r o v a , c o m e n o i , d a v a n t i a tre t e r m i n i noti e a d u n t e r m i n e i g n o t o . P e r s p i e g a r c i c h e c o s ' è q u e s t o x , c i o è la r e a l t à delle i d e e , egli d i c e c h e la stessa d i s t a n z a c h e c ' è tra il m o n d o
fanta-
s t i c o (il n o n essere) e d il m o n d o e m p i r i c o c o m e r e a l e ,
c'è
tra le idee c o m e esistenti (cioè le i d e e in q u a n t o p e n s a t e , i n q u a n t o oggetti del pensiero, c o m e saranno affermate s e c o n d a ipotesi) e le i d e e c o m e u n i t à a s s o l u t a . C ' è
nella
dunque
u n ' e s i s t e n z a o n t o l o g i c a d e l l ' i d e a c o m e u n i t à , la q u a l e è d i t a n t o s u p e r i o r e a l l e i d e e o n t o l o g i c a m e n t e esistenti c o m e m o l t e p l i c i e c o m e p e n s a t o , di q u a n t o l'essere d e l m o n d o è s u p e riore a l n o n essere d e l m o n d o . D a c i ò risulta c h e l e i d e e c o m e m o l t e p l i c i non
sono di fronte a l l ' i d e a c o m e u n i t à .
Ora
s i c c o m e il p e n s i e r o p e n s a solo le i d e e c o m e m o l t e p l i c i , c i o è c o m e esistenti, q u a n d o p e n s a l ' u n i t à p e n s a u n essere infinitamente superiore alle idee. A p p u n t o per questo suo superiore v a l o r e o n t o l o g i c o l ' u n i t à
n o n si p o n e c o m e
oggetto
d e l p e n s i e r o e, q u a n d o il p e n s i e r o la p e n s a , la p e n s a o c o m e unità
assolutamente
superiore
all'esistenza senza
deternii-
n a z i o n e e a l l o r a l ' i n t u i s c e , o p p u r e la p e n s a in q u a n t o
non
è ciò che è altro da lei. In conclusione l'unità ha un valore ontologico superiore a l l ' e s s e r e c h e p e n s a il p e n s i e r o , e d a p p u n t o p e r c h è h a q u e sto s u p e r i o r e v a l o r e o n t o l o g i c o , è p o s s i b i l e di fronte a d essa e, p e r m e z z o di essa, a f f e r m a r e n o n solo il m o n d o f e n o m e nico, m a tutto ciò che è pensabile, e quindi a n c h e le idee, c o m e c i ò c h e è a l t r o d a lei. U n a volta riconosciuta la superiore posizione ontologica dell'unità che viene intuita o pensata dal pensiero, senza c h e q u e s t o la r e n d a u n o g g e t t o c i o è u n essere esistente, ci si p u ò d o m a n d a r e : q u a l ' è la p o s i z i o n e d e l p e n s i e r o in q u a n to pensa
una
realtà
ontologica superiore
al
pensato,
in
quanto pensa cioè un'unità? n e c h e d à il N a t o r p
Riportiamoci
all'interpretazio-
d e l l ' i d e a d e l b e n e nella R e p u b b l i c a .
L ' i d e a del bene non è oggetto di conoscenza, dice Natorp, m a rappresenta,
in quanto fondamento dell'essere e del c o -
n o s c e r e , l a p o s i z i o n e stessa d e l p e n s i e r o i n q u a n t o
autole-
g i s l a t i v a , il p e n s i e r o p u r o , l a p u r a l e g g e d e l p e n s i e r o ' ) . D i c o n s e g u e n z a q u a n d o il p e n s i e r o p e n s a l ' u n i t à p e n s a sè stesso c o m e unità,
c o m e e s i g e n z a unificatrice
assoluta,
cioè,
c o m e p o s s i a m o dire r i f e r e n d o c i a K a n t , c o m e i o t r a s c e n d e n tale. L a legge del puro pensiero è però possibile, per P l a tone,
solo p e r m e z z o d e l l ' a f f e r m a z i o n e
della realtà
onto-
l o g i c a d e l l ' i d e a . P a r t e n d o d a l l e stesse p r e m e s s e d e l N a t o r p si d e v e n e c e s s a r i a m e n t e
concludere,
come
abbiamo
con-
c l u s o , c h e se b i s o g n a p e n s a r e l ' u n i t à c o m e a l t r o d a l m o l t e p l i c e , b i s o g n a n e l l o stesso t e m p o p e n s a r l a
come positività
e q u i n d i c o m e s u p e r i o r m e n t e esistente. A n c h e se si d o v e s s e c o n s i d e r a r e l ' u n i t à c o m e il f o n d a m e n t o nostra
c o n o s c e n z a essa
metodologico della
dovrebbe mantenere
quel
v a l o r e o n t o l o g i c o c h e P l a t o n e le h a a t t r i b u i t o
preciso
i n t u t t a la
s u a o p e r a e, p r i n c i p a l m e n t e , n e l M e n o n e , n e l F e d o n e e n e l la R e p u b b l i c a . S e essa d i v e n t e r à l e g g e s a r à solo c o m e m o mento
correlativo della molteplicità e la legge, in questo
c a s o , v e d r e m o c h e n o n n e g h e r à affatto il s e n s o o n t o l o g i c o dell'essere.
Svolgimento sua prima
della discussione - Figura e luogo. — D a l l a
affermazione dell'unità come unità,
Parmenide
d e d u c e c h e n o n p u ò essere m o l t e p l i c e , c h e n o n p u ò a v e r e parti e che non p u ò nemmeno L'uno
sarà
illimitato
essere u n t u t t o ( 1 3 7 D ) .
e non potrà
avere
nessuna
figura
( 1 3 7 E ) . N o n s a r à i n n e s s u n l u o g o n è i n sè stesso, n o n p o tendo
n è essere c i r c o n d a t o e d a v e r e c o n t a t t i ,
perchè per
q u e s t o d o v r e b b e a v e r e delle p a r t i , nè r a d d o p p i a r e sè m e d e -
1) N A T O R P :
Platos Ideenlehre cit. p. 216.
simo in contenente e contenuto (138 A B ) . L'affermazione d e l l ' u n i t à a s s o l u t a s p i e g a s u f f i c i e n t e m e n t e l a m a n c a n z a di parti nell'unità.
M a questa m a n c a n z a di parti è tale c h e
l ' u n o n o n p u ò essere u n i t à d i u n a m o l t e p l i c i t à . N e c e s s a r i a mente
c i ò d e v e a c c a d e r e se il v a l o r e o n t o l o g i c o d e l l ' u n o
è superiore a qualsiasi molteplicità, come è superiore alla m o l t e p l i c i t à i d e a l e c h e , di fronte
all'unità,
è n o n essere.
N o n si p o t r à dire d u n q u e c h e l ' u n o r a c c o g l i e i n sè le a l tre i d e e p e r c h è i n q u a n t o u n i t à q u e s t e i d e e n o n s a r à p o s sibile
dividerle,
in quanto
molteplicità,
non sarà
possi-
b i l e r a c c o g l i e r l e . L ' u n o n o n è i n n e s s u n l u o g o , p e r c h è il l u o g o p a r t e c i p a d i u n ' e s i s t e n z a . N o n essere i n n e s s u n l u o g o significa q u i n e c e s s a r i a m e n t e n o n essere a l l o stesso l i v e l l o delle i d e e , q u i n d i i n u n l u o g o i d e a l e . N o n essere i n sè n o n significa n o n essere i n sè m e d e s i m o , c o m e q u a l c u n o ha interpretato, prendere
m a n o n essere l o c a l m e n t e i n s è , c i o è n o n
sè stesso c o m e u n a p a r t e .
Essere
sè
medesimo,
p e r l ' u n o , è essere u n o i n u n senso d i u g u a g l i a n z a e n o n d i e s i s t e n z a . Essere in sè medesimo
significherebbe al contra-
rio essere d i v e r s o d a s è , e d essere q u i n d i nel s e n s o di esistere.
Movimento
e immobilità.
— P e r muoversi l'unità d o -
vrebbe muoversi o per alterazione, o per translazione. S e si a l t e r a n o n è p i ù u n i t à . S e si m u o v e p e r t r a n s l a z i o n e , s u sè stessa n o n p u ò m u o v e r s i p e r c h è n o n a v e n d o p a r t i n o n h a u n c e n t r o , v e r s o altri n e m m e n o p e r c h è n o n è i n n e s s u n l u o g o . E n e m m e n o p u ò darsi c h e v i d i v e n g a , p e r c h è u n a p a r t e di essa s a r e b b e n e l l o s p a z i o e u n a p a r t e f u o r i : ci s a r e b b e r o d u n q u e n e l l ' u n i t à delle p a r t i . L ' u n o è, i n c o n c l u sione, a s s o l u t a m e n t e i m m o b i l e ( 1 3 8 C , 1 3 9 A ) . Q u e s t a i m m o b i l i t à p e r ò n o n b a s t a p e r stabilire l a s u p e r i o r i t à d e l l ' u n o al m o v i m e n t o . L ' i m m o b i l i t à è r e l a t i v a a l m o t o : dunque
che l'unità
sia c o n s i d e r a t a
al c o n c e t t o d i r i p o s o ( 1 3 9 B C ) .
è logico
c o m e superiore
anche
Differenza
e identità.
— L ' u n o n o n p u ò essere d i v e r s o
d a sè m e d e s i m o , n o n p u ò c o n s e g u e n t e m e n t e essere i d e n t i c o a d u n altro differente
(139 C ) . L'unità non potrà
da qualcos'altro.
nemmeno
essere
P e r esserci u n a d i f f e r e n z a c i
d o v r e b b e essere u n a m o l t e p l i c i t à e p e r c i ò l ' u n i t à è s u p e r i o r e a l c o n c e t t o della d i v e r s i t à . L a m e d e s i m a c o s a a c c a d e p e r ciò c h e riguarda l'identità ( 1 3 9 D E ) . L ' u n o n o n è identico a sè stesso i n q u a n t o , c o m e d i c e c h i a r a m e n t e
Parmenide,
(( l a n a t u r a d e l l ' u n o n o n è l a stessa di q u e l l a d e l l ' i d e n t i t à » , e a n c o r a : « se si a m m e t t e s s e c h e l ' u n o e l ' i d e n t i c o n o n differiscono in nulla, tutte le v o l t e c h e qualcosa d i v e n t a ident i c a , d o v r e b b e d i v e n t a r e a n c h e u n i t à » ( 1 3 9 D ) . Q u i risulta c h i a r a m e n t e c h e l ' u n i t à , i n q u a n t o si differenzia d a l l a m o l teplicità,
permette
alla
molteplicità
di essere
molteplice.
N e i c a s i p a r t i c o l a r i è p e r c h è l ' u n o è u n o c h e e s i s t o n o delle parti,
i n q u a n t o q u e s t e s o n o possibili s o l o se l ' u n o v i e n e
concepito come unità
assoluta
d a esse distinta.
mente l'inesistenza spaziale dell'unità permette
Analogal'esistenza
d e l l o s p a z i o e, nello stesso s e n s o , l ' u n o p e r m e t t e l ' e s i s t e n z a d e l m o t o e d e l l a q u i e t e , d e l l a differenza e d e l l ' i d e n t i t à , c o m e permetterà l'esistenza delle altre idee c h e seguiranno.
Somiglianza e non somiglianza.
— Così l'unità non sa-
r à n è simile n è dissimile, n o n p o t e n d o essere n è i d e n t i c a n è differente
( 1 3 9 E e segg.), sarà cioè superiore all'idea di
somiglianza e all'idea di dissomiglianza. L'unità sarà conseguentemente anche superiore a d ogni relazione
matema-
tica, non sarà cioè nè uguale nè disuguale n o n potendo a v e r e misure identiche, nè maggiore o minore numero di misure, non sarà cioè più grande o p i ù piccola di qualsiasi altra cosa (140 C D ) .
Tempo
ed essere. — L ' u n o n o n p o t r à essere n è p i ù
v e c c h i o nè più g i o v a n e e n e m m e n o dell'identica età di u n a l t r o , esso n o n p o t r à d u n q u e i n n e s s u n m o d o esistere n e l
t e m p o , n o n p o t e n d o n e m m e n o essere p i ù g i o v a n e o p i ù v e c c h i o d i sè m e d e s i m o ( 1 4 1 A B C ) . N o n si p u ò d u n q u e d i r e d e l l ' u n o era, è staio, diveniva; p e r c h è q u e s t o s i g n i f i c h e r e b b e c h e è s t a t o n e l t e m p o e p e r l a stessa r a g i o n e n o n si p o t r à dire:
è, diviene,
sarà, diventerà,
sarà diventato.
Ora « s e
l ' u n o n o n p a r t e c i p a affatto, i n n e s s u n c a s o , a l t e m p o , esso non è m a i stato, n o n diveniva e n o n era; n o n è diventato ora, nè diviene, nè è, nè, dopo, diventerà, n o n sarà diventato m a i , nè sarà » ( 1 4 1 E ) . Se n o n è possibile partecipare all'essere c h e i n questo m o d o , l'uno n o n partecipa
affatto
a l l ' e s s e r e , c i o è n o n è (cit. 1 4 1 E ) . Q u e s t i u l t i m i p a s s i s o n o molto importanti perchè ci fanno capire c h e l ' u n o non è e n o n esiste n e l s e n s o c h e n o n p a r t e c i p a a l l ' e s s e r e
esistente
nel t e m p o . C ' è l a c o n f e r m a q u i c h e l ' u n i t à h a u n ' e s s e n z a s u p e r i o r e , e d è p e r q u e s t o c h e si c o n c l u d e c h e l ' u n o n o n a v r à n e m m e n o q u e l l ' e s s e r e n e c e s s a r i o p e r essere u n o , g i a c c h é si è d e d o t t o l ' e s s e r e d a l t e m p o ( 1 4 1 E ) . I l p a s s o i n c u i si d i m o s t r a c h e o g n i c o s a c h e è n e l t e m p o d e v e a v e r e l a m e d e s i m a e t à d i sè m e d e s i m a e d e v e d i ventare nel medesimo tempo più giovane e più vecchia di sè stessa ( 1 4 1 B e s e g g . ) p u ò a p p a r i r e a n c h e m o l t o sofistico. Il Diès h a giustamente posto in relazione questo passo con il p a s s o d e l l a R e p u b b l i c a 4 3 0 E e c o l p a s s o d e l C a r m i d e 168 A - 169 C ' ) . N e l l a R e p u b b l i c a si d i c e c h e « essere s u p e r i o r e
a sè
stesso » è u n ' a f f e r m a z i o n e r i d i c o l a , p e r c h è c h i è s u p e r i o r e a sè stesso d o v r e b b e a n c h e essere inferiore a s è stesso. L ' a f fermazione n o n è possibile su u n a m e d e s i m a persona,
se
n o n a m m e t t e n d o i n essa delle p a r t i d i v e r s e . C o s ì l o S t a t o è s u p e r i o r e a s è stesso q u a n d o la s u a p a r t e m i g l i o r e d o m i n a la p e g g i o r e (cfr. R e p . 4 3 1 B ) . N e l C a r m i d e si fa n o t a r e , :
c o m e b e n d i c e il D i è s ) , c h e n o n c i p u ò essere u n a r e l a z i o n e
1) DIÈS: O p . cit. P a g . 77 (2). 2) DIÈS: O p . cit. P a g . 77 (1).
c h e d o v e c ' è u n r e a l e d u a l i s m o di t e r m i n i , a l t r i m e n t i il p i ù v e c c h i o di sè s a r à a n c h e p i ù g i o v a n e di sè. O r a c o m e m a i nel P a r m e n i d e si d i c e c h e u n a c o s a p u ò essere p i ù g i o v a n e e p i ù v e c c h i a di sè m e d e s i m a ?
Tenendo
c o n t o dei
passi
d e l l a R e p u b b l i c a e del C a r m i d e , c i ò di c u i si p a r l a nel P a r menide non è assurdo proprio perchè è applicato all'uno. Si v u o l far v e d e r e c h e l ' u n o , i n q u a n t o a s s o l u t a u n i t à ,
non
p u ò nè diventare più g i o v a n e nè più v e c c h i o e questo perchè, q u a n d o si p a r l e r à nella s e c o n d a i p o t e s i d e l l ' u n o c o m e esistente,
si v e d r à c h e di esso si p u ò d i r e c h e d i v e n t a
più
giovane e più vecchio pur restando sempre uno, senza determinare
i n sè m e d e s i m o
vecchiaia.
Ciò avverrà però
come l'idea prima
un
dualismo
quando
l'unità
esistente d e l l ' u n o e n o n
i p o t e s i , si p a r l a d e l l ' u n i t à
tra
giovinezza e sarà
quando,
pensata
come
nella
come superiormente
esi-
stente. D e l l ' u n i t à si p u ò dire q u e l l o c h e n o n si p u ò dire d e l le a l t r e
c o s e , il p a s s o
di
Parmenide
è
un
sofisma
solo
se n o n si p e n s a c h e esso t e n d e a s p i e g a r e , c o n u n e s e m p i o i n c u i si p a r l a
di c o s e i n g e n e r a l e ,
g i o v a n e interlocutore
di P a r m e n i d e
una
difficoltà c h e il
non a v e v a capito.
In
c o n c l u s i o n e il p a s s o c h i a r i s c e c h e c i ò c h e n o n è p o s s i b i le d i r e di t u t t e le c o s e , c i o è c h e s o n o o p p u r e più
g i o v a n i e p i ù v e c c h i e di sè stesse s e n z a
r e in sè m e d e s i m e dell'idea
dell'uno
una
per
molteplicità,
cui a m b e d u e
si p u ò
non
sono
determinadire
invece
le a f f e r m a z i o n i
sono
possibili, c o m e si sa dai p a s s i c i t a t i della R e p u b b l i c a e d e l Carmide. L ' e s s e r e nel t e m p o l'unità
c o m e unità,
d e l l ' u n o che non è possibile
sibile d e l l ' u n i t à in q u a n t o è. M a q u e s t o essere nel non
sarà
per
nella s e c o n d a i p o t e s i s a r à i n v e c e p o s -
concepito come una
partecipazione
tempo
al
divenire
del m o n d o e m p i r i c o , p r o p r i o p e r c h è l ' u n o a n c h e
esistente
c o m e i d e a d e l l ' u n o , è p i ù v e c c h i o e p i ù g i o v a n e di sè m e d e s i m o , s e n z a p e r ò m o l t i p l i c a r s i in p i ù p a r t i e in p i ù t e m p i . Si i n t r a v e d e g i à q u i la n e c e s s i t à d e l l a t e r z a i p o t e s i , di
— ng u n a concezione speciale cioè dei rapporti tra unità e t e m p o e del tempo
stesso.
Conoscibilità.
— Se l'uno
non partecipa
però
come
a s s o l u t a u n i t à a n e s s u n essere e p e r c i ò n o n è, d i esso, d i c e Parmenide
proseguendo
il s u o d i s c o r s o ,
n o n è possibile
nè u n n o m e nè u n a definizione, nè scienza, nè opinione, nè s e n s a z i o n e può
essere
in q u a n t o
(142 A ) . N o i abbiamo visto che l'uno non
pensato unità
e che, conseguentemente,
assoluta,
clusione di P a r m e n i d e
partecipare
è dunque
non può,
all'essere. L a con-
una prova
della
nostra
i n t e r p r e t a z i o n e . M a P a r m e n i d e d i c e a s s a i di p i ù e c h e , c i o è , d e l l ' u n o n o n c i sarà n e m m e n o s e n s a z i o n e e o p i n i o n e .
L'af-
f e r m a z i o n e d i P a r m e n i d e si s p i e g a i n q u a n t o , nella s e c o n d a ipotesi,
si a f f e r m e r à
dell'uno
c o m e esistente
ciò che qui
v i e n e n e g a t o . P a r m e n i d e c o n c l u d e c h i e d e n d o se è p o s s i b i l e che sia così dell'uno (142 A ) . N o i s a p p i a m o c h e l ' u n o n o n si p u ò n o m i n a r e
e Parmenide lo nomina.
l a v a dell'unità come assoluta unità,
Q u a n d o si p a r -
n o n si p a r l a v a d i u n
essere c h e p o t e v a a v e r e il n o m e d i u n o , m a d i q u a l c h e c o sa c h e , c o m e a b b i a m o v i s t o , a v e v a u n v a l o r e a s s o l u t a m e n t e s u p e r i o r e . U n a v o l t a giustificata l ' u n i t à c o m e
superesistente
P a r m e n i d e r i p e n s a a c i ò a c u i si p u ò d a r e il n o m e d i u n o e p e r q u e s t o , s t a c c a n d o s i d a i risultati d e l l a p r i m a
ipotesi,
con la s u a d o m a n d a ci introduce alla seconda, in cui l'unità potrà chiamarsi
unità.
LA SECONDA
IPOTESI.
Il passaggio dalla prima alla seconda ipotesi. — C o m e a b b i a m o n o t a t o nella R e p ú b l i c a il p a s s a g g i o d a l l a p o s i z i o n e in c u i si s t a b i l i s c e l a s u p e r e s i s t e n z a d e l l ' u n i t à , a l l a p o s i z i o n e in c u i si a f f e r m a l a m o l t e p l i c i t à i d e a l e , c o m e q u i nella s e c o n d a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e , è reso solo possibile d a l c o n c e t t o d i n o n essere. N e l l a s u a d o m a n d a
( p u ò essere così
d e l l ' u n o ? ) P a r m e n i d e p e n s a v a g i à a d u n u n o c h e n o n era quello considerato dalla prima ipotesi. Nella seconda l'uno p o t r à a v e r e t u t t e le a t t r i b u z i o n i p e r c h è n o n s a r à l ' u n o d e l la p r i m a . L ' u n o c h e esiste n o n è d u n q u e l ' u n o c o m e u n i t à assoluta. Osservazioni
sul concetto di non essere nel
Parmenide.
— C h e s i g n i f i c a t o h a q u i il c o n c e t t o di n o n essere? N e l l a R e p ú b l i c a a b b i a m o v i s t o c h e il n o n essere p u ò essere c o n s i d e r a t o c o m e m a l e , c o m e errore,
c o m e distruzione.
Evi-
d e n t e m e n t e n e l n o s t r o c a s o il c o n c e t t o d i n o n essere v i e n e ad assumere u n altro significato c h e è quello c h e a s s u m e v a nella R e p ú b l i c a q u a n d o n o n si p r e s e n t a v a c o m e errore, m a come un passaggio da una posizione all'altra. P e r spiegarci q u e s t e d u e d i v e r s e m a n i e r e d i c o n c e p i r e il n o n essere p r e n d i a m o il Sofista. I n q u e s t o d i a l o g o si d i m o s t r a , c o m e s a p p i a m o , c h e il n o n essere in u n c e r t o s e n s o è (cfr. p r i n c i p a l m e n t e 2 4 1 D . E . ) . I n tutti i g e n e r i c i ò c h e è a l t r o d a essi fa sì c h e c i a s c u n g e n e r e sia a l t r o d a l l ' e s s e r e e, c i o è , n o n e s sere ( 2 5 6 E ) . I n q u e s t o s e n s o t u t t i i g e n e r i p o t r a n n o n o n essere e d i n o g n i i d e a ci s a r à u n a q u a n t i t à definita d i e s sere e u n a q u a n t i t à infinita di n o n essere (cit. 2 5 6 E ) . P e r q u a n t e v o l t e s o n o g l i altri p e r t a n t e v o l t e l ' e s s e r e n o n è : q u e s t ' u l t i m o infatti n o n è g l i altri m a s e m p r e sè m e d e s i m o (257 A ) . G l i altri, a l l a l o r o v o l t a , nella l o r o infinita
mol-
t e p l i c i t à , n o n s o n o p e r t a n t e v o l t e p e r q u a n t e l ' e s s e r e si aff e r m a c o m e t a l e (cit. 2 5 7 A ) . P r e c i s a m e n t e q u e s t o m e t o d o viene seguito nel Parmenide. A n c h e n e l l a p r i m a ipotesi l ' u n o si d e t e r m i n a v a
come
n o n essere p e r q u a n t e v o l t e si n e g a v a c o m e m o l t e p l i c i t à , s p a z i a l i t à e così v i a . S e l ' u n o p o i si a f f e r m a v a c o m e u n i t à n o n s u p e r e s i s t e n t e , m a esistente, i m m e d i a t a m e n t e
scompa-
r i v a l ' e s s e r e d e g l i altri. I n c o n c l u s i o n e il Sofista
afferma
che, q u a n d o p a r l i a m o in questo m o d o dell'essere, n o n parl i a m o di q u a l c o s a c h e è c o n t r a r i o a l l ' e s s e r e m a di q u a l c o s a c h e è a l t r o d a l l ' e s s e r e (457 B ) . I l n o n essere p e r m e t t e così
la m o l t e p l i c i t à delle i d e e e d è a c a u s a d e l n o n essere c h e si p a r l a di u n a p l u r a l i t à di a r t i e di s c i e n z e (257 D ) . L a n a t u r a di c i ò c h e è a l t r o si s p e z z a nel m e d e s i m o m o d o c o n c u i si d i v i d e l a s c i e n z a (257 C ) . I n q u e s t o m o d o il n o n essere è u n g e n e r e c o m e g l i altri g e n e r i c h e si d i s t r i b u i s c e s u tutti g l i esseri (260 B ) . D a q u e s t o p u n t o di v i s t a il r i s u l t a t o
di
o g n i ipotesi d e l P a r m e n i d e è a l t r o d a quelli di t u t t e le a l t r e . Q u e s t a a l t e r i t à si v e r i f i c a i n q u a n t o la p r i m a i p o t e s i si differenzia dalla seconda, questa dalla terza, mantenendo
in
sè l a d i f f e r e n z i a z i o n e d a l l a p r i m a ,
si
differenzia altre
anche dalla terza,
ipotesi. P r e n d e n d o
e quindi,
la p r i m a ,
e così a v v i e n e p e r t u t t e le
così q u a l s i a s i i p o t e s i i s o l a t a
del
P a r m e n i d e essa è sè stessa i n q u a n t o è sè stessa, e le a l t r e rappresentano ciò che non è l'ipotesi considerata. C ' è dunq u e nel P a r m e n i d e
un
non
essere di c i a s c u n a i p o t e s i
di
fronte a t u t t e le a l t r e . L e a l t r e p e r ò n o n s a r a n n o
presenti
q u a n d o si d i s c u t e u n ' i p o t e s i i s o l a t a ; n o n s a r a n n o
presenti,
per
seconda,
e s e m p i o , t u t t e q u e l l e c h e v e n g o n o d o p o la
q u a n d o si d i s c u t e la s e c o n d a . L a d i s t i n z i o n e a v v i e n e d u n q u e tra ipotesi p e r r a g i o n i di d i s c u s s i o n e , c i o è p e r r a g i o n i dialettiche. L a dialettica discendente del P a r m e n i d e distingue semp r e p i ù l ' u n i t à d a c i ò c h e n o n è u n i t à e, d a q u e s t a distinz i o n e , p r o c e d e v e r s o la d e d u z i o n e della m o l t e p l i c i t à .
Man
m a n o c h e le d i f f e r e n z i a z i o n i a u m e n t a n o la m o l t e p l i c i t à a c centua
il s u o c a r a t t e r e
immanentistico
finché si n e g a
t u t t o . L a m o l t e p l i c i t à d i v e n t a , si p u ò dire, s e m p r e
del
meno
ciò che è l'uno della prima ipotesi, e poiché l'uno è ivi p o s i t i v i t à , la m o l t e p l i c i t à d i v e n t a s e m p r e p i ù n o n essere. V i a v i a c h e si p r o c e d e , d a t e le n e c e s s i t à d e l m e t o d o d i s c e n d e n t e , a u m e n t a s e m p r e p i ù il c a r a t t e r e n e g a t i v o d e l l e i p o t e s i , finc h é , a d u n c e r t o m o m e n t o , la q u i n t a ipotesi r i a s s u m e r à i n sè u n a q u a n t i t à di n o n essere t a l e d a b a s t a r e n o n s o l o p e r differenziarsi, prima doxa
ma
anche
per
ipotesi. Nella quinta si p r e s e n t e r à
opporsi alla positività ipotesi infatti
il m o n d o
c o m e opposizione alla perfezione
della della del-
l'unità della prima ipotesi. D a l l a quinta
ipotesi i n
avanti
il n o n essere a u m e n t e r à s e m p r e p i ù e, o l t r e c h e a d e t e r m i n a r s i c o m e a l t r o d a l l ' e s s e r e , si d e t e r m i n e r à a n c h e c o m e o p posto all'essere. C ' è quindi nel P a r m e n i d e una distinzione generale tra i d u e g r u p p i di i p o t e s i ; le p r i m e q u a t t r o r i g u a r d a n o
l'es-
sere e le u l t i m e c i n q u e r i g u a r d a n o il n o n essere. C o n s e g u e n t e m e n t e c i s a r a n n o d u e p o s i z i o n i d e l n o n essere, d i stinte,
ma
una
legata all'altra.
L a prima
è la p o s i z i o n e
p e r c u i u n a ipotesi si d i s t i n g u e d a t u t t e le altre e c i o è d a l l a p r e c e n d e n t e e q u e s t a p o s i z i o n e è q u e l l a d i t u t t e le ipotesi fino a l l a q u a r t a , la s e c o n d a è la p o s i z i o n e di t u t t e le i p o tesi c h e s e g u o n o , c o m p r e s a la q u i n t a ,
posizione per
cui
o g n u n a di esse si d i s t i n g u e d a l l a p r e c e d e n t e , m a a n c h e si o p p o n e a d u n ' a l t r a i p o t e s i . P r e c i s a m e n t e la q u i n t a si o p p o n e alla p r i m a , la sesta alla seconda, la settima alla terza, l ' o t t a v a a l l a q u a r t a . L a n o n a ipotesi h a u n a p o s i z i o n e p a r t i c o l a r e c h e e s a m i n e r e m o , c o m e , d a u n a l t r o p u n t o di v i s t a , h a u n a p o s i z i o n e p a r t i c o l a r e a n c h e la q u i n t a . P o s s i a m o c o n c l u d e r e c h e i d u e c o n c e t t i d e l n o n essere c h e t r o v i a m o nel P a r m e n i d e si p r e s e n t a n o u n o c o m e a l t e r i t à , l ' a l t r o c o m e a l t e r i t à e o p p o s i z i o n e . L e ipotesi i n c u i si d e t e r m i n a , i n s i e m e a d u n a d i v e r s i f i c a z i o n e a n c h e u n ' o p p o s i z i o n e , s o n o q u e l l e g i à v i s t e nella R e p u b b l i c a c o m e a s s o l u t a m e n t e n e g a t i v e . C i si p u ò r e n d e r e c o n t o d e l l a v e r i t à di q u a n t o si è d e t t o e s a m i n a n d o s e m p l i c e m e n t e la p o s i z i o n e i n i z i a l e di c i a s c u n a i p o t e s i c o m e risulta d a l s e g u e n t e s c h e m a :
I — Superesistenza dell'uno.
Essere assoluto.
II — Esistenza dell'uno. Relatività dell'uno. Ipotesi sull'essere.
III — Instantaneità dell'uno. Creazione. I V — Gli altri in rapporto all'esistenza relativa
Ipotesi sul mondo della doxa (Essere e non essere).
dell'uno.
V — Gli altri di fronte alla positività dell'uno. Mondo della doxa (opposizione alla I ipotesi).
Non essere come rità.
alte
Non essere come alte rità e opposizione.
V I — Non esistenza relativa dell'uno (opposizione alla se conda ipotesi). Ipotesi sul non essere.
V I I — Non essere come distruzione ipotesi).
(opposizione alla
terza
Non essere come alte rità e opposizione.
V i l i — Non esistenza relativa dell'uno, in rapporto agli al tri (opposizione alla quarta ipotesi).
Coincidenza del non es sere con l'essere superesistente.
X I — Inesistenza dell'uno e degli altri.
Non
essere
assoluto.
Mondo ideale e idealità dell' esperienza.
—
Parmenide
r i t o r n a , d o p o l a fine d e l l a d i s c u s s i o n e s u l l ' u n o c o m e u n i t à , a l p u n t o d a c u i era p a r t i t o ,
« p e r vedere se u n n u o v o esa-
m e d a r à d e i risultati d i v e r s i » ( 1 4 2 B ) . P a r m e n i d e n o n n e g a l a p r i m a i p o t e s i e d il s u o r e s u l t a t o , c i o è l a s u p e r e s i s t e n za dell'unità. Egli riprende l'uno concepito come
esistente
e p o n e i t e r m i n i d i u n a n u o v a i p o t e s i : s e l ' u n o è. Q u i l a c o p u l a h a u n v a l o r e n o n d i u g u a g l i a n z a m a il solito v a l o r e p e r c u i afferma l ' e s s e r e d i u n s o g g e t t o ( 1 4 2 C ) . Q u e s t o s o g getto però, cioè l'uno, h a assunto, dopo la discussione sulla sua superesistenza,
u n valore preciso per cui è impossibile
determinarlo come l'oggetto del pensiero, c o m e u n pensato. I n questo m o d o la copula « è », ogni volta che affermerà dell'unità
un predicato,
negherà
la sua superesistenza,
e
d i r à , i n q u e s t o s e n s o , c h e n o n è, p r e c i s a m e n t e c o m e è s t a t o .fatto nella p r i m a i p o t e s i . I n q u e s t o m o d o le d u e i p o t e s i c i d i c o n o p r o p r i o l a stessa c o s a i n d u e p o s i z i o n i l o g i c h e d i v e r s e : nella p r i m a è p e r l a s u p e r e s i s t e n z a d e l l ' u n o c h e esiste il m o l t e p l i c e , nella s e c o n d a i n v e c e il m o l t e p l i c e
esiste
p e r l ' e s i s t e n z a d e l l ' u n o . N e l l a p r i m a l ' e s i s t e n z a della m o l teplicità
era g a r a n t i t a
dall'unità
e dalla
permanenza
q u e s t a u n i t à i n o g n i m o l t e p l i c e , nella s e c o n d a è perchè
l'unità
diventa
oggetto di pensiero,
di
garantita
realtà
stessa
della conoscenza. Questa quanto
realtà
l'unità,
della conoscenza viene determinata
i n v e c e di distinguersi
in
d a o g n i g e n e r e , si
identifica c o n esso e n e f o n d a c o s ì l ' i d e a l i t à . I n q u e s t o m o d o si d i c e c h e l ' u n i t à
è tutto quello che non è
si p o n e c o m e s u p e r e s i s t e n t e .
quando
C o n s e g u e n t e m e n t e essa si d e -
v e negare come soggetto e porsi come oggetto. Nella sec o n d a ipotesi è p e r ò s o l o l ' u n i t à
c o m e superesistente c h e
diventa oggetto di conoscenza e che, data la relazione tra p e n s i e r o e u n i t à s u p e r o n t o l o g i c a , è. I n q u a n t o bene viene conosciuta e pensata
l'idea del
noi conosciamo tutta la
r e a l t à c h e d a l l ' i d e a d e l b e n e è resa p o s s i b i l e ,
conosciamo
c i o è t u t t o q u e l l o c h e nella r e a l t à h a u n v a l o r e p o s i t i v o e
c i o è i d e a l e . Q u a n d o n e l l a R e p u b b l i c a si c o s t r u i s c e u n o S t a t o q u a l e è r e s o p o s s i b i l e d a l l ' i d e a d e l b e n e , si c o s t r u i s c e l ' i d e a dello Stato. nato
dalla
quindi
In
conclusione
seconda
la s e c o n d a
ipotesi
tutto ciò che viene ha
un'esistenza
determi-
come
idea
i p o t e s i r a p p r e s e n t a la p o s i z i o n e
t i c a d i s c e n d e n t e i n c u i si giustifica e si d e t e r m i n a
e
dialet-
l'esistenza
d e l l e i d e e , di q u e l m o n d o i d e a l e c h e g i à è s t a t o v i s t o nella R e p u b b l i c a , c o m e nel F e d o n e e n e l C r a t i l o . U n m o n d o d e l l e idee è perciò u n a molteplicità di idee e non una
moltepli-
c i t à c a o t i c a , m a u n a m o l t e p l i c i t à o r g a n i z z a t a , l ' i d e a l i t à stessa di t u t t o c i ò c h e è e, in a l t r e p a r o l e , t u t t o c i ò c h e è i n quanto ideale. Q u a n d o l'unità viene pensata
il p e n s a t o
t u t t o c i ò c h e nel m o n d o v i e n e reso esistente d a l l ' u n o
è
come
s u p e r esistente, c i o è t u t t o c i ò c h e è p o s i t i v i t à , sia c o m e i d e a c h e r e s t e r à s e m p r e i d e a , sia c o m e i d e a c h e p o t r à e s p r i m e r s i anche sensibilmente,
o c o m e i d e a c h e esisterà a n c h e
come immagine,
come immagine
immagine
ma
positiva,
solo
cioè
come
vera.
T u t t o c i ò c h e n e l l a r e a l t à p e r P l a t o n e p u ò essere v i sto c o m e p o s i t i v i t à , h a u n v a l o r e i d e a l e . A n c h e il f a n g o , come ben voleva Parmenide,
avrà
il f a n g o
il s u o
me
quindi
potrà
si è v i s t o n e l l a
avere
Repubblica
la s u a i d e a e d valore
anche
positivo.
t u t t o il m o l t e p l i c e è
g a n i z z a t a l e , t u t t o c i ò c h e esiste p u ò a v e r e la s u a
Coor-
funzione
e, in q u e s t o s e n s o , t u t t o c i ò c h e è r e a l e p u ò a v e r e u n v a lore r a z i o n a l e c o m e a v v i e n e n e l l o S t a t o p e r f e t t o .
Da
que-
sto p u n t o di v i s t a N a t o r p h a p e r n o i r a g i o n e q u a n d o
vede
n e l l a d i s c u s s i o n e d e l P a r m e n i d e la f o r m a z i o n e di u n a dell'esperienza '). Il mondo
empirico è dedotto
teoria
dall'unità
prima c o m e m o n d o positivo cioè ideale, quindi c o m e idealità, e i n s e g u i t o , m a n m a n o c h e si p r o c e d e v e r s o il n o n essere, anche c o m e negatività. D ' a l t r a
p a r t e se ci si l i m i t a
alla s e c o n d a i p o t e s i h a r a g i o n e a n c h e B u r n e t p e r c u i la d i -
i) NATORP: Op. cit. P a g . 222 e segg. 242 e segg.
scussione
riguarda
s o l a m e n t e l e i d e e e n o n il m o n d o
sen-
sibile ' ) . Svolgimento
della discussione.
P a r m e n i d e , c i o è se n o i a t t r i b u i a m o
— S e l ' u n o esiste, d i c e l ' e s s e r e a l l ' u n o c h e è,
e l'uno all'essere c h e è u n o , è necessario c h e l'oggetto della n o s t r a i p o t e s i , c i o è l ' u n o c h e esiste, s i a u n t u t t o e p r e c i s a mente « l'uno c h e è », d e l quale tutto sono parti l ' u n o e l'essere (142 D ) . C i a s c u n a di queste parti è la parte di u n tutto e perciò l'uno sarà u n tutto c h e h a parti (cit. 1 4 2 D ) . E c c o c o m e l ' u n i t à i n q u a n t o esistente p u ò essere m o l t e p l i c e senza negarsi c o m e unità:
mentre l'unità assoluta n o n p u ò
essere l ' u n i o n e d i p a r t i , l ' u n o c o m e esistente i n v e c e l o p u ò . L ' u n i t à e l ' e s s e r e s o n o q u i n d i d u e p a r t i d e l l ' u n i t à stessa i n q u a n t o esistente. O r a l ' u n i t à n o n è a m m i s s i b i l e , i n q u e s t o caso, senza l'essere e l'essere senza l'unità. C o s ì in ciascuna delle parti, cioè sia nell'essere c h e nell'unità,
ci sarà u n a
n u o v a d u a l i t à tra essere e d u n o . « Q u a l u n q u e p a r t e c i d i a essa c o n t i e n e s e m p r e q u e s t e d u e p a r t i :
l'uno sempre com-
prende l'essere, e l'essere l ' u n o ; in m o d o c h e è necessario che, poiché è sempre d o p p i o , n o n sia m a i u n o » (142 E 143 A ) . È proprio perchè l'unità
n o n è r a g g i u n t a c h e la
d u a l i t à si r i p e t e r à s e m p r e , q u i n d i l ' u n o , i n q u a n t o e s i s t e n t e , è multiplo all'infinito (143 A ) .
/ numeri ideali. — S a r e b b e difficile n o n v e d e r e q u i l a d e d u z i o n e , d a l l ' u n i t à d e l l ' i d e a , d e l l a d i a d e indefinita. Q u e s t o c i p r o v a c h e l ' u n i t à i n q u a n t o esistente e p e n s a t a è il m o n d o i d e a l e nella s u a m o l t e p l i c i t à . B i s o g n a t e n e r che i numeri ideali n o n sono numeri materiali,
presente
per-quanto
permettano l'esistenza di questi, m a sono delle v e r e e p r o 2
p r i e s o s t a n z e c o m e t u t t e le i d e e ) . S i c c o m e , l a d i a d e , p e r
1) BURNET: Greek Philosophy. London, 1932. P a g . 260. 2) ROBIN : L a théorie plat, des idées et des nombres. - Paris, 1908, pag. 267 e segg. - L a pensée grecque. Paris, 1932 pag. 253 e segg.
P l a t o n e , n o n fa p a r t e d e l l a serie d e i n u m e r i e n e l P a r m e n i d e n o n si p a r l a d e l d u e c h e p e r P l a t o n e è il p r i m o n u m e r o , m a si c o m i n c e r à a d e d u r r e i n u m e r i ( 1 4 3 A ) c o m i n 1
ciando d a l tre ) , è sicuro c h e in questa ipotesi, c o m e nella p r i m a , P l a t o n e n o n c i p a r l a di r e a l t à m a t e r i a l i q u a n d o p a r la d i n u m e r i , d e l l a figura, d e l m o v i m e n t o e d i t u t t o il r e s t o , m a c i p a r l a di i d e e . in q u a n t o
esi-
s t e n t e d i f r a z i o n a r s i a l l ' i n f i n i t o . « S e esiste il n u m e r o ,
Le
esi-
sterà
idee numeri
la
pluralità
e
permettono
l'infinita
all'unità
molteplicità
degli
esseri »
( 1 4 4 A ) . T u t t a la p l u r a l i t à esistente s o l o i n q u e s t o
senso
p u ò p a r t e c i p a r e a l l ' e s s e r e i n m o d o c h e n u l l a di c i ò c h e esiste n e s i a p r i v o ( 1 4 4 B ) . C o s ì l ' u n i t à p o t r à t r o v a r s i
« in
ciascuna parte dell'essere » e n o n mancare nè alla più piccola nè alla p i ù g r a n d e Parmenide,
(144 C ) . N o n solo m a , chiarisce
l'essere « n o n è diviso in m a g g i o r n u m e r o
di
q u a n t o n o n l o sia l ' u n o », « l e s u e p a r t i s o n o i n n u m e r o u g u a l e a q u e l l e d e l l ' u n o » ( 1 4 4 D E ) . C o s ì si c o n c l u d e c h e la
molteplicità
dev'essere
nel seno
stesso
dell'uno
(cit.
1 4 4 E ) . S i c o m p r e n d e o r a p e r c h è l ' u n o p u ò essere i n t u t t i i m o l t e p l i c i s e n z a c e s s a r e di essere u n o e p e r c h è i d i a l o g h i platonici hanno sempre affermato che la molteplicità è tale p e r c h è i n essa c ' è l ' u n i t à .
Limite
e figura.
— S e le parti sono comprese in u n
tutto, continua Parmenide, l'uno sarà limitato in quanto è u n t u t t o ( 1 4 4 E ) . C i ò c h e c o m p r e n d e delle p a r t i è u n l i m i t e , u n l i m i t e c r e a delle d i s t i n z i o n i : l ' u n o a v r à q u i n d i u n p r i n c i p i o , u n m e z z o e d u n fine. O r a il m e z z o è u g u a l m e n t e distante
tra il p r i n c i p i o e d il fine e l ' u n o p o t r à ,
sto m o d o , p a r t e c i p a r e a d u n a c e r t a f o r m a
in que-
(145 A B ) . In
questi passi l'unità ci a p p a r e , d a superiore a d ogni limitazione quale era nella p r i m a ipotesi, c o m e u n limite, a n z i
1) ROBIN: L a thèorie cit. pag. 255.
c o m e ciò che limita e d à l'essenza alle
figure.
S e nei passi
p r e c e d e n t i si p a r l a v a delle i d e e n u m e r i q u i si v u o l p a r l a r e di t u t t e le i d e e c h e d a n n o u n a f o r m a a l l a r e a l t à . T u t t o c i ò che nel mondo ha una
figura
ha un'idea
e q u e s t ' i d e a fa
p a r t e d e l s e c o n d o g r u p p o di i d e e c h e l a d i a l e t t i c a d i s c e n dente deduce dall'unità in quanto
esistente.
C i risulta d u n q u e u n m o n d o i d e a l e c o m p o s t o d i i d e e numeriche, in cui l'unità agisce c o m e u n a limitazione, c o me
« peras » contrapposto
figure
all' « apeiron » producendo
le
e le f o r m e . Idealità
dello spazio.
— Questo m o n d o ideale costi-
tuito c o m e s o p r a si è d e t t o ,
n o n p u ò esistere se n o n i n
uno
necessariamente
spazio:
si p o n e q u i n d i
dell'idealità dello spazio. Se l'uno, p u ò essere l i m i t a t o e f o r m a r e d e l l e
il p r o b l e m a
pur rimanendo figure,
tale,
necessariamente
d e v e essere i n q u a l c h e l u o g o e q u i n d i a n c h e i n sè ( 1 4 5 B CD).
« I n q u a n t o l ' u n o è u n t u t t o esso è i n a l t r o , m a i n
q u a n t o si c o m p o n e d i t u t t e le p a r t i , esso è i n sè m e d e s i m o , i n m o d o c h e l ' u n o è n e c e s s a r i a m e n t e i n sè stesso e i n altri » ( 1 4 5 D ) . Q u i « altri » significa t u t t o c i ò c h e n o n è u n o i n q u a n t o i d e a , c i o è tutti g l i altri g e n e r i , c o m e n e l s e g u i t o della d i s c u s s i o n e di q u e s t a i p o t e s i . L o s p a z i o h a u n v a l o r e i d e a l e n e l s e n s o c h e si p o n e n o n c o m e i l l i m i t a t o (apeiron) m a n e l s e n s o c h e esso è t u t t o sè m e d e s i m o , c i o è r e a l i z z a t u t t a l a s p a z i a l i t à p o s s i b i l e . I n altre parole per intendere questo concetto p o t r e m m o
dire
c h e n e l l o s p a z i o i d e a l e l'infinito n o n c ' è p i ù i n q u a n t o t u t t o quello c h e è spazio è realizzato. S e noi avessimo presente il m o n d o s e n s i b i l e i n t u t t a l a s u a s p a z i a l i t à , i n o g n i s u a parte,
c h e è infinita
(infinitamente
moltiplicabile)
trove-
r e m m o tutto lo spazio.
Movimento
e riposo delle idee. — D a l l a s p a z i a l i t à si
passa necessariamente al movimento. P u ò sembrare
strano
c h e P l a t o n e a m m e t t a u n m o v i m e n t o n e l m o n d o delle i d e e :
m a si p e n s i c h e q u i è t u t t a l a r e a l t à c o m e i d e a l e c h e si d e d u c e e cioè tutta la realtà in quanto positività: ci d e v e essere n e c e s s a r i a m e n t e a n c h e u n m o v i m e n t o i d e a l e se c i s o n o dei m o v i m e n t i p e r f e t t i .
« È necessario d u n q u e
che l'uno,
il q u a l e è s e m p r e i n sè stesso e n e g l i altri sia s e m p r e i n r i p o s o e i n m o t o » ( 1 4 6 A ) . O l t r e le i d e e c h e s t a b i l i s c o n o l o spazio sono dunque un
movimento
dedotte anche quelle c h e stabiliscono
nello s p a z i o , m a u n m o v i m e n t o i d e a l e e
quindi, c o m e tale, diverso dal m o v i m e n t o reale del quale n o n si p o t r e b b e dire c h e si m u o v e m e n t r e è i n
Differenza
e identità.
riposo.
— L e relazioni sopra notate i m -
p l i c a n o p e r ò u n a differenza t r a l ' u n i t à e g l i altri g e n e r i , o r a c o m e p u ò l ' u n i t à essere differente d a c i ò c h e d e r i v a l o g i c a m e n t e d a essa m e d e s i m a i n q u a n t o esistente, c o m e a b b i a m v i s t o d e r i v a r e i n u m e r i , l a f o r m a , l o s p a z i o e il m o v i m e n t o ? B i s o g n a d u n q u e c h e a n c h e l a differenza e l ' i d e n tità tra questi generi a b b i a n o u n v a l o r e ideale. N e l m o n d o ideale
identità
e differenza
non devono
essere
contrarie
l ' u n a d a l l ' a l t r a c o m e a v v i e n e p e r gli esseri m a t e r i a l i . « S e l a differenza,
dice Parmenide,
n o n sarà
m a i nell'identità
essa n o n s a r à m a i n i e n t e d i c i ò c h e esiste » ( 1 4 6 E ) . P e r essere i n c i ò c h e h a u n a r e a l t à b i s o g n a q u i n d i c h e la differ e n z a sia n e l l ' i n t e r n o stesso d e l l ' i d e n t i t à . P e r c h è ci s i a cioè u n a d i f f e r e n z i a z i o n e r e a l e t r a g l i esseri, b i s o g n a c h e q u e sta
differenziazione stabilisca
nello stesso
tempo
la loro
unità, c h e a b b i a cioè u n valore positivo in quanto è u n a differenziazione
c h e unisce nell'uno c o m e idea
del bene.
S o l o i n q u e s t o s e n s o l ' u n o p u ò essere differente d a g l i altri e d a sè m e d e s i m o e d i d e n t i c o a g l i altri e d a sè m e d e s i m o ( 1 4 7 B ) . L a d i f f e r e n z a s a r e b b e a l t r i m e n t i i n c i ò c h e n o n è, i n u n m o n d o c h e è o p p o s t o a q u e l l o i d e a l e e c h e si differenzia n o n in u n cosmos m a in u n caos.
Somiglianza
e dissomiglianza.
— N e l l o stesso m o d o l a
dissomiglianza ideale sarà u n a rassomiglianza in ciò c h e è
u n o di tutti i g e n e r i e c i o è n e l l a l o r o e s s e n z a ,
nell'unità
( 1 4 7 A e s e g g . ) . L a d i s s o m i g l i a n z a c h e n o n fosse nello s t e s so t e m p o somiglianza sarebbe u n ' i m i t a z i o n e e cioè,
come
p e r il c a s o della differenza e c o m e g i à a b b i a m o v i s t o n e l l a prima parte del dialogo, p o t r e b b e a v v e n i r e solo in ciò c h e n o n è, i n c i ò c h e si c o r r o m p e e d i v e n t a n e g a t i v o . Contatto.
— N e l l o stesso m o d o l ' u n i t à
« ha contatto
e n o n h a c o n t a t t o c o n g l i altri e c o n sè m e d e s i m a » ( 1 4 9 D ) . H a c o n t a t t o c o n sè stessa i n q u a n t o r e s t a u n i t à , m a a n c h e n o n h a c o n t a t t o c o n sè stessa, n e l s e n s o c h e h a c o n t a t t o c o n gli altri, m a , n e l l o stesso t e m p o n o n h a c o n t a t t o c o n g l i altri e q u i n d i il c o n t a t t o h a u n v a l o r e i d e a l e p e r c h è s o l o di u n c o n t a t t o i d e a l e s o n o p o s s i b i l i t u t t e l e a f f e r m a z i o n i s u d d e t t e p r e s e i n s i e m e e s o l o p e r u n c o n t a t t o i d e a l e esse p o s s o n o essere v e r e . C ' è d u n q u e n e l m o n d o i d e a l e u n a a d e renza assoluta e perfetta
di tutto ciò che è molteplice e
u n i c o e d h a f o r m a e si m u o v e p e r f e t t a m e n t e nello s p a z i o , c o m e differente
e d i d e n t i c o n e l l o stesso t e m p o ,
dissimile
m a s i m i l e nella d i s s o m i g l i a n z a .
Uguaglianza
e non uguaglianza.
— Per non corrom-
p e r e la s u a i d e a l i t à q u e s t o m o n d o i d e a l e n o n d o v r à a v e r e parti più grandi e parti più piccole. L a piccolezza,
come
l a s o m i g l i a n z a , n o n p u ò p r o d u r s i i n c i ò c h e è, i n q u a n t o p i c c o l e z z a e n e g a t i v i t à essa a p p a r t i e n e
all'opposto di ciò
c h e è e c i o è a l n o n essere. C o s ì l a g r a n d e z z a n o n p u ò e s sere i n c i ò c h e è p e r c h è q u e s t o s a r e b b e p i ù g r a n d e d i lei ( 1 5 0 B C ) . G l i altri n o n c o n t e n e n d o g r a n d e z z a e p i c c o l e z z a , non saranno nè più piccoli nè più grandi dell'uno e così sarà per quest'ultimo (150 D ) . I n questo m o d o l'uno sarà u g u a l e a sè stesso e a g l i altri ( 1 5 0 E ) . S a r à p e r ò c o n t e n u t o d a g l i altri, c o m e nello stesso t e m p o li c o n t e r r à i n s è , e d in q u e s t o s e n s o , s a r à p o i p i ù p i c c o l o e p i ù g r a n d e d e g l i altri c o m e , r i m a n e n d o u g u a l e i n q u e s t a r e l a z i o n e , s a r à p i ù p i c c o l o e p i ù g r a n d e di sè m e d e s i m o ( 1 5 1 B ) . D a l p u n t o d i
vista
della
misura
l'uno
sarà
dunque
« numericamente
e g u a l e , m a g g i o r e e m i n o r e d i sè e d e g l i altri » ( 1 5 1 E ) . È l'idealità del piccolo e del grande che qui viene dedotta. N o n si d i m e n t i c h i c h e il m o n d o d i c u i si p a r l a n o n h a altri g e n e r i a l l ' i n f u o r i di q u e l l i d i c u i s o p r a è s t a t o d e t t o e c h e è q u i n d i s e m p r e a t t r a v e r s o l e r e l a z i o n i d i essi c h e si s v i l u p pano
n u o v e r e l a z i o n i i d e a l i : i n q u e s t o m o d o il c o n g i u n -
g e r s i ed il differenziarsi di u n g e n e r e d a l l ' a l t r o
rappresen-
tano tutta la realtà ideale.
Il tempo.
— N e l m o n d o i d e a l e p e r f e t t o c h e fin q u i è
s t a t o d e d o t t o m a n c a il c o n c e t t o d i t e m p o i d e a l e . A b b i a m o v i s t o g i à nella p r i m a i p o t e s i c o m e i r a g i o n a m e n t i di P l a t o n e sul t e m p o h a n n o u n v a l o r e solo in q u a n t o sono applicati all'uno, hanno u n v a l o r e cioè in quanto sono applicati a d u n t e m p o i d e a l e . S o l o i n q u e s t e infatti p u ò l ' u n i t à
essere
e d i v e n i r e p i ù g i o v a n e e p i ù v e c c h i a di sè m e d e s i m a e d e g l i altri ( 1 5 1 E ) . I n q u e s t o t e m p o , c h e è e t e r n i t à , e c h e p u r e r e s t a t e m p o , l ' u n o i d e a l e e t u t t o il m o n d o i d e a l e esistono e c o s ì si a r r i v a fino a l l ' u l t i m a c o n s e g u e n z a d e l l ' a m m i s s i o n e dell'esistenza dell'unità. L'essere è u n partecipare all'essere d e l p r e s e n t e , l ' e r a e d il s a r à u n p a r t e c i p a r e a l l ' e s s e r e d e l passato e del futuro
( 1 5 2 A ) . I l m o n d o i d e a l e , in t u t t e le
r e l a z i o n i fin q u i c o n s i d e r a t e è s e m p r e t u t t o sè stesso e d i v i e n e p u r r e s t a n d o u n i t à ( 1 5 4 A ) . L ' e t e r n i t à di P l a t o n e è u n ' e t e r n i t à i n c u i si s v o l g e u n d i v e n i r e i n m o d o c h e a m b e due i concetti assumono u n valore assolutamente ideale. Si d e v e q u i n e c e s s a r i a m e n t e c o n c l u d e r e il c o n t r a r i o d i q u e l l o c h e si è c o n c l u s o c o n l a p r i m a ipotesi e cioè c h e l ' u n o e r a , è, s a r à , d i v e n i v a , d i v i e n e e d i v e n t e r à ( 1 5 5 D ) . D i esso c i sarà u n a scienza, un'opinione ed u n a sensazione, sarà possibile definirlo e d a r g l i u n n o m e , p o t r à essere n o m i n a t o e d espresso ( 1 5 5 E ) .
/7 mondo delle idee. — D o v r e m m o d u n q u e , c o n il r e s u l t a t o d e l l a s e c o n d a i p o t e s i , a v e r e di fronte a noi t u t t e le
i d e e nella d e d u z i o n e c h e di esse v i e n e c o m p i u t a
dall'unità.
I n t u t t a la s u a o p e r a P l a t o n e h a s e m p r e p a r l a t o idee attraverso
i problemi della conoscenza. È
delle
attraverso
la m a n i e r a di c o n o s c e r e c h e le i d e e si r i v e l a n o . I l m e t o d o ascendente c o n d u c e all'idea del bene, dell'unità in realtà superesistente
quanto
c h e n o n p u ò essere o g g e t t o di p e n s i e -
r o : abbiamo dunque una prima e massima idea.
Sappiamo
di essa c h e è p o s i t i v i t à a s s o l u t a . I l m e t o d o a s c e n d e n t e
sale
a lei p a r t e n d o d a l m o n d o d e l l e o m b r e e d e l e v a n d o s i s e m p r e p i ù : n o n riesce a d e t e r m i n a r l a Essa appare simmetria
dunque
ed a d a r n e u n a
sotto diversi aspetti,
definizione.
come
bellezza,
e verità, così c o m e dice P l a t o n e nel F i l o b o
(64
A e s e g g . ) . N o n esistono d u n q u e le i d e e del b e n e , d e l b e l l o e del v e r o , se n o n i n q u a n t o s o n o u n a p o s i t i v i t à , e se n o n i n q u a n t o s o n o l ' u n i t à stessa i n t u t t a la s u a p e r f e z i o n e , c h e , se è a s s o l u t a m e n t e p o s i t i v a , essa n o n p u ò essere b e l l a , s i m metrica,
buona
e giusta. Queste sue caratteristiche
possiamo scorgere quando
n o i le
c o n s i d e r i a m o la s u a a z i o n e sul
m o n d o i d e a l e , il q u a l e a p p u n t o nella p o s i t i v i t à si o r g a n i z z a i n u n a m o l t e p l i c i t à a r m o n i c a : nei n u m e r i i d e a l i , nelle
figure
i d e a l i , nello s p a z i o e nel m o v i m e n t o i d e a l i , nella differenza, nella s o m i g l i a n z a , nel c o n t a t t o
e n e l l ' u g u a g l i a n z a ideali
q u i n d i n e l l ' e s i s t e n z a e nel d i v e n i r e di u n t e m p o i d e a l e .
e In
questo m o d o e secondo queste categorie viene dedotta tutta la r e a l t à i d e a l e . L e i d e e s u c u i si è m o s s o il m e t o d o d i s c e n d e n t e , e cioè l ' u n i t à a s s o l u t a m e n t e p o s i t i v a e i n u m e r i i d e a l i c o n t u t t e le altre, s o n o i d e e c h e p e r m e t t o n o
l'organizzarsi
i d e a l e di t u t t o u n m o n d o il q u a l e d i v e n t a c o n o s c i b i l e , p e r c h è d e l l ' u n o si p u ò dire c h e è e c h e è p e n s a t o , p r o p r i o i n q u a n t o è il t u t t o , c o m e n e l l o stesso t e m p o si p u ò n o m i n a r e e dire c h e è b e l l o , b u o n o , v e r o e g i u s t o . I n u m e r i i d e a l i e le a l t r e i d e e s o n o c o n o s c i b i l i i n q u a n t o d e d u c i b i l i , c o m e si è f a t t o , col metodo della scienza empirica,
nei n u m e r i
empirici
e
nelle altre l e g g i c h e r e g o l a n o l ' a r m o n i a d e l m o n d o , l e g g i s t u diate dalla matematica
e dall'astronomia
in m o d o
partico-
l a r e , e p e r c i ò q u e s t e s c i e n z e , a f f e r m a la R e p u b b l i c a ,
sono
utilissime p e r indirizzare verso la conoscenza del m o n d o i d e a l e . D i t u t t o c i ò c h e è p o s i t i v o c i d e v e p o i essere u n ' i d e a e p e r c i ò t u t t o q u e l l o c h e è reso p o s s i b i l e d a l m o n d o i d e a l e d e d o t t o p e r m e z z o delle i d e e n u m e r i e delle a l t r e , d e v e esistere c o m e i d e a . C i s a r a n n o d u n q u e i d e e di t u t t e le c o s e p o i c h é t u t t e le c o s e p o s s o n o essere p o s i t i v e . C i s a r a n n o cioè tutte q u e l l e i d e e c h e si p o s s o n o c o n o s c e r e n o n solo a t t r a v e r s o il m e t o d o a s c e n d e n t e , il m e t o d o d i s c e n d e n t e e l a s c i e n z a e m p i r i c a , m a a n c h e a t t r a v e r s o l a d o x a , il m e t o d o d i a i r e t i c o , l ' o p i n i o n e i n q u a n t o o p i n i o n e g i u s t a . C o s ì t u t t e le c o s e d e l mondo
della
quanto
esistente è p o s s i b i l e a n c h e u n ' o p i n i o n e ,
doxa
avranno
un'idea
perchè
dell'unità
in
come ben
h a d e t t o P a r m e n i d e . N o n solo, m a d e l m o n d o i d e a l e è p o s sibile a n c h e u n a s e n s a z i o n e , a n c h e l a s e n s a z i o n e p u ò q u i n di essere v e r a , s e unificata d a l l ' u n i t à ,
ed anche gli oggetti
di c u i è p o s s i b i l e a v e r e u n a s e n s a z i o n e p o t r a n n o essere p o s i t i v i , a n c h e i peli e d il f a n g o , se v i s t i nella l o r o f u n z i o n e , nella l o r o i d e a l i t à n a t u r a l e . bili c i s a r à
P e r c i ò a n c h e delle cose sensi-
un'idea.
N e l P a r m e n i d e t r o v i a m o d u n q u e u n a g e r a r c h i a di i d e e , di c u i la p r i m a c o n t i e n e l a m a s s i m a p o s i t i v i t à , e le altre s o n o v i a v i a inferiori, p u r p a r t e c i p a n d o t u t t e d e l l ' e s s e n z a u n i taria, p r o p r i o i n q u a n t o i d e e , e d e s s e n d o p e r c i ò t u t t e p e r fette. L a s e c o n d a ipotesi ci h a d e d o t t o , d a l l ' u n i t à c o m e esis t e n t e , t u t t o q u e l m o n d o delle i d e e di c u i t a n t o si p a r l a nell'opera
platonica.
L o t r o v i a m o nel P a r m e n i d e
P a r m e n i d e s v o l t o i n t u t t a la s u a c o m p l e s s a
LA La
posizione
negativa
dell'uno.
e solo nel
organicità.
TERZA
— Il mondo
IPOTESI. ideale
c o m e v i e n e p e n s a t o nella s e c o n d a ipotesi è t u t t a l a r e a l t à , n u l l a è fuori d i esso. T u t t o q u e l l o c h e esiste p e r g l i altri, e q u i « altri » significa, c o m e v u o l e N a t o r p , il m o n d o r e a l e , esiste a n c h e p e r l ' u n i t à
( 1 5 5 E ) . M a nella s e c o n d a i p o t e s i
rimaneva, i m p l i c i t o supereessente delle i d e e .
il r i s u l t a t o d e l l a p r i m a , e r a c i o è l'unità
che, in quanto
Prendiamo
pensata,
c i d a v a il m o n d o
ora, dice Parmenide,
il
resultato
della seconda ipotesi e consideriamolo in relazione a quello della prima
che v i era implicito. P e r la seconda
ipotesi
l'uno sarà u n o e molteplice, p e r la p r i m a n o n sarà nè u n o n è m o l t e p l i c e , s a r à cioè s u p e r i o r e a l l ' e s i s t e n z a . O r a , p o i c h é essere,
c o m e a b b i a m o v i s t o , significa s o p r a t u t t o
es-
sere n e l t e m p o ed è d a l l a p a r t e c i p a z i o n e a l t e m p o c h e si d e d u c e la p a r t e c i p a z i o n e a l l ' e s s e r e , ci s a r à
necessariamen-
te u n m o m e n t o in c u i l'uno p a r t e c i p a a l t e m p o e u n m o m e n t o in c u i l ' u n o n o n p a r t e c i p a a l t e m p o e, c o n s e g u e n t e m e n t e , u n m o m e n t o in c u i l ' u n o è e u n a l t r o i n c u i l ' u n o n o n è. N o n s a r à p o s s i b i l e p e r l'unità p a r t e c i p a r e a l l ' e s s e r e c h e i n d u e m o m e n t i distinti. C i s a r à d u n q u e u n t e m p o in cui l ' u n i t à è ed esiste c o m e i d e a l i t à e u n t e m p o in c u i n o n esiste c o m e t a l e ( 1 5 5 E - 1 5 6 A ) . S i r i c o r d i o r a c h e l ' u n o della p r i m a in quanto
non partecipava a nessun
ipotesi e r a u n o
essere delle i d e e e
c h e , s e d i esso si d i c e v a c h e n o n è, c i ò s i g n i f i c a v a e significa c h e n o n è il m o n d o i d e a l e . D ' a l t r a p a r t e e r a solo p r e s u p p o n e n d o q u e s t o n o n essere d e l l ' u n i t à c h e essa si p o teva
poi pensare
seconda quanto menide,
come
esistente.
Il mondo
ipotesi è i d e a l e in q u a n t o è presente dopo
aver
i n esso l ' u n o
ideale
è positività,
della
prima.
c o n c l u s o c h e il m o n d o
della
cioè in
Ora
ideale
Paresiste
in q u a n t o esiste in u n t e m p o i d e a l e , si c h i e d e : c o m e s a r à p o s s i b i l e la p a r t e c i p a z i o n e d e l l ' u n i t à
a questo
essere?
S i è g i à v i s t o c h e l ' u n i t à è i n q u e s t o essere, a p p u n t o p e r c h è il t e m p o n o n h a u n v a l o r e e m p i r i c o e se h a u n v a l o r e i d e a l e , è p e r c h è in esso l ' u n i t à resta u n i t à . Q u i P a r m e n i d e d i v i d e d u n q u e le d u e p o s i z i o n i d e l l a p r i m a e della s e c o n d a i p o t e s i e le p o n e u n a di fronte a l l ' a l t r a : l ' u n i t à d i c u i si p a r l a rit o r n a a s s o l u t o n o n essere e, d i fronte a d esso, si p o n e l ' u n i t à stessa m a i n q u a n t o p e n s a t a , cioè in q u a n t o essere. L a d i v i s i o n e tra i d u e m o n d i , g i à riuniti nella s e c o n d a i p o t e s i ,
è dunque
s o l o p o s s i b i l e se il r e s u l t a t o
di q u e s t a
seconda
ipotesi viene staccato nettamente dal resultato della prima che viene, a sua volta, presa c o m e assolutamente isolata. L a n u o v a posizione p r o d u c e così un rovesciamento di t e r m i n i . A c c a d e c h e l ' u n i t à si t r o v a di fronte a d u n m o n d o perfetto
c h e è s t a t o p o s s i b i l e ed è p o s s i b i l e s o l o
perchè
l ' u n i t à si è p o s t a c o m e a s s o l u t a , a d u n m o n d o perfetto p e r ò c h e o r a si s t a c c a d a lei, i n q u a n t o p u ò essere t u t t o ciò c h e lei n o n p u ò essere. S i p u ò in u n c e r t o s e n s o m i t o l o g i z z a r e il ragionamento per renderlo più chiaro. S'immagini un D i o c o m e perfezione assoluta. Questo D i o crea un m o n d o perfetto e p u ò c r e a r l o s o l o i n q u a n t o si era p e r c i ò distinto g i à p r i m a di c r e a r l o d a l m o n d o c h e p o i c r e e r à . O r a se, d o p o la c r e a z i o n e , q u e s t o D i o si s t a c c a s s e d a l m o n d o c h e h a c r e a t o e ritornasse
nella posizione primitiva,
e facesse cioè ciò
c h e fa P a r m e n i d e c o l s u o r a g i o n a m e n t o q u a n d o
considera
le d u e ipotesi s e p a r a t a m e n t e , si t r o v e r e b b e di fronte a d u n a r e a l t à c h e si è s t r a n i a t a d a l l a s u a u n i t à , p e r f e t t a p e r ò c o m e il s u o c r e a t o r e e q u i n d i q u a l c o s a di p i ù d e l s u o c r e a t o r e , p e r c h è m e n t r e il c r e a t o r e r i t o r n a n d o nella s u a p o s i z i o n e n o n esiste, essa esiste in u n t e m p o i d e a l e . A l l o r a il n o n essere d e l creatore non è più superesistenza m a piuttosto diventa
un
n o n essere di fronte a c i ò c h e è. I l c r e a t o r e n o n si t r o v a p i ù d a v a n t i a l l a s u a c r e a z i o n e e n e m m e n o d a v a n t i a sè s t e s s o . E se la s u a c r e a z i o n e è t u t t a la r e a l t à in q u a n t o p e r f e t t a , il c r e a t o r e d i v e n t e r à n o n essere a s s o l u t o . Q u e s t a p o s i z i o n e n e g a t i v a , in t u t t a la s u a a s s o l u t e z z a , d e l l ' u n i t à , P a r m e n i d e la r i t r o v e r à f a t a l m e n t e a l l a fine di t u t t a la s u a d e d u z i o n e , e c i o è nella n o n a i p o t e s i . N e l l a q u a r t a i p o t e s i l ' u n i t à s a r à s u p p o s t a di fronte a g l i altri, m a s a r à l ' u n i t à i n q u a n t o esistente e cioè l ' u n i t à
della seconda ipotesi. Nella quinta
ipotesi
l ' u n i t à s a r à a n c o r a p o s t a di fronte a g l i altri, m a q u i si i n tenderà
l'unità
come assoluta
positività, l'unità
risultata
d a l l a p r i m a i p o t e s i q u a n d o la s e c o n d a n o n era a n c o r a d e dotta.
L'unità
della quinta
ipotesi n o n è, m a
non
è
in
q u a n t o è p o s i t i v i t à , i n q u a n t o è il c r e a t o r e . O r a P a r m e n i d e
p o n e a n c o r a u n a v o l t a l ' u n i t à d i fronte a g l i altri e c i o è d i fronte a l m o n d o . E l a p o n e c o m e n o n essere. C o m e si d e v e i n t e n d e r e q u e s t o n o n essere se n o n il c o n t r a r i o a s s o l u t o d e l l a positività e cioè l a negatività assoluta? Nella nona
ipotesi
gli altri s o n o c o n s i d e r a t i c o m e il m o n d o : s e l ' u n o s a r à n e g a t i v i t à , si d i c e , il m o n d o s c o m p a r i r à n e l n u l l a . E c h e c o s ' è l a s c o m p a r s a d e l m o n d o s e n o n il salire v e r s o c i ò c h e n o n è il m o n d o , v e r s o l ' i d e a ? N o n h a s e m p r e d e t t o S o c r a t e c h e la v e r a r e a l t à n o n è q u e l l a d e i sensi? L a v i t a d e l
filosofo,
c o m e a b b i a m o visto nel F e d o n e , n o n è c h e u n esercizio della m o r t e , c o s ì n e l F e d o n e l ' i d e a e r a c o n s i d e r a t a
superiore
alla v i t a e s o l o c o n la m o r t e r a g g i u n g i b i l e . L a v e r a m u s i c a è la
filosofia,
dice Socrate, m a la vera
filosofia
è un impa-
r a r e a m o r i r e e l ' a s s o l u t a e p e r f e t t a a r m o n i a si p u ò r i t r o v a r e s o l o nella m o r t e .
Deduzione
alternata delle ipotesi. — I l m o n d o p e r f e t t o
della p r i m a i p o t e s i è d u n q u e il n u l l a a s s o l u t o , q u a n d o il c r e a t o r e , d o p o a v e r c r e a t o il m o n d o i d e a l e , si s t a c c a n u o v a m e n t e d a esso. T u t t e l e i p o t e s i , c o m e s a p p i a m o , un'ipotesi
contraria
che rappresenta
hanno
la l o r o n e g a z i o n e , e
cioè il l o r o n o n essere. O r a p o t r e b b e a v e r e l ' e s s e r e p e r f e t t o c h e h a c r e a t o il m o n d o i d e a l e u n t e r m i n e n e g a t i v o c h e g l i si c o n t r a p p o n e ? N e c e s s a r i a m e n t e q u e s t o u l t i m o g r a d o nella scala dell'essere, questo nulla assoluto della nona si d o v r à
identificare
con l'unità
perfetta
ipotesi
della p r i m a
in
q u a n t o si è s t a c c a t a d a l m o n d o i d e a l e c h e h a c r e a t o . I l n u l l a p e r f e t t o n o n p u ò esistere p e r c h è , c o m e s a p p i a m o , il n o n essere n o n è c h e u n c o n t r a p p o s t o d e l l ' e s s e r e . Q u a n d o l'essere p e r f e t t o n o n è, n o n p u ò a v e r e u n n o n essere c h e g l i si c o n t r a p p o n e ,
e q u i n d i il n u l l a p e r f e t t o
coinciderà col-
l'assoluto bene. L'unità
a s s o l u t a c h e h a c r e a t o il m o n d o
delle i d e e ,
quando, dopo la sua creazione, viene nuovamente divisa, e q u i v a l e a l n u l l a a s s o l u t o d e l l a n o n a i p o t e s i . M a a n c h e il m o n d o ideale della seconda ipotesi subirà u n
mutamento
q u a n d o di f r o n t e a sè t r o v e r à il n u l l a . E s s o n o n s a r à p i ù u n m o n d o i d e a l e p e r c h è c ' è q u a l c o s a c h e n o n è c h e g l i si c o n trappone:
q u e l l o stesso essere c h e l ' h a c r e a t o . E d a l l o r a il
m o n d o i d e a l e si r i a f f e r m e r à di fronte a q u e s t o n u l l a a s s o l u t o e se il s u o c r e a t o r e è d i v e n t a t o il n u l l a e la q u e s t o m o n d o i d e a l e d i v e n t e r à la v i t a . L a s u a
morte,
partecipa-
z i o n e a l l ' e s s e r e a v r à q u i n d i u n n u o v o significato : « p r e n d e r e p a r t e a l l ' e s s e r e n o n è forse q u e l l o c h e t u c h i a m i s c e r e ? )> — c h i e d e P a r m e n i d e — « e d a b b a n d o n a r e
na-
l'essere
n o n è forse m o r i r e ? ». « L ' u n o d u n q u e a s s u m e n d o e p e r dendo l'essere nasce e m u o r e » (156 A B ) . L ' u n o c h e m u o re s a r à l ' u n o della p r i m a i p o t e s i nella s u a n u o v a p o s i z i o n e , cioè quella della nona ipotesi, l'uno che nasce sarà
l'uno
d e l l a s e c o n d a i p o t e s i i n u n a n u o v a p o s i z i o n e i n c u i il m o n d o d e l l e i d e e d i v e n t a m o n d o della r e a l t à e cioè la p o s i z i o n e d e l l a q u a r t a i p o t e s i . L ' u n i t à si è q u i n d i n u o v a m e n t e s p e z zata in d u e parti di cui una rappresenta
il n u l l a e l ' a l t r a
la r e a l t à i d e a l e d i v e n u t a r e a l e . C ' è u n m o n d o r e a l e d a u n a p a r t e i n c u i il t e m p o n o n h a p i ù u n v a l o r e i d e a l e , m a
è
d i v e n t a t o t e m p o r e a l e ; e, d a l l ' a l t r a , c ' è il n u l l a d e l l a n o n a ipotesi. P e r c o m p r e n d e r e q u e s t o n u l l a nel s u o p i e n o s i g n i f i c a t o è n e c e s s a r i o a v e r e p r e s e n t i in q u a l c h e m o d o t u t t e le i p o t e s i di P a r m e n i d e .
S e il m o n d o delle i d e e è d i v e n t a t o
realtà,
t u t t i i g e n e r i c h e i n esso a v e v a n o v a l o r e i d e a l e h a n n o
as-
s u n t o u n v a l o r e r e a l e . E p r i m a di t u t t i gli altri la m o l t e plicità ideale diventerà reale, i numeri ideali
diventeranno
l ' e s p e r i e n z a n u m e r i c a della r e a l t à . S i a m o s e m p r e n e l l a q u a r ta ipotesi e c i o è n e l l a s e c o n d a d i v e n t a t a q u a r t a . O r a q u e s t a quarta ipotesi, a p p u n t o perchè è una trasformazione
della
s e c o n d a , ci p o r t e r à a d u n a n u o v a p o s i z i o n e d e l l ' u n i t à c o m e esistente d e l l a s e c o n d a ipotesi ed a n z i si d e t e r m i n e r à i n f u n z i o n e di q u e s t a n u o v a p o s i z i o n e ed i n r e l a z i o n e a d essa. L a quarta ipotesi rappresenta
il m o n d o r e a l e e cioè g l i altri di
fronte a l l ' u n o c o m e esistente. P e r q u e s t a r a g i o n e P a r m e n i d e la p o r r à nei s e g u e n t i t e r m i n i :
se l ' u n o è (è nel s e n s o n o t o
d e l l a s e c o n d a ipotesi) c h e c o s a s o n o g l i altri? E gli altri s a r a n n o il m o n d o r e a l e i n q u a n t o p o s i t i v o . R i c o r d i a m o o r a di c h e c o s a è a v v e n u t o q u a n d o a l l a fine d e l l a d i s c u s s i o n e sulla s e c o n d a ipotesi si s o n o d i v i s e le d u e p r i m e i p o t e s i l ' i m a d a l l ' a l t r a . L ' u n i t à d e l l a p r i m a , m i t o l o g i c a m e n t e il c r e a t o r e , si è t r o v a t a di fronte a d u n m o n d o p e r f e t t o c h e a v e v a a c q u i s t a t o p i ù r e a l t à d e l l o stesso c r e a t o r e . D a v a n t i a q u e s t a r e a l t à la p r i m a ipotesi si t r a s f o r m ò n e l n u l l a e c i o è n e l l a n o n a . O r a la s e c o n d a ipotesi si è n u o v a m e n t e t r a s f o r m a t a
e si è t r a -
s f o r m a t a d a i d e a d e l m o n d o a m o n d o r e a l e . D i fronte
a
q u e s t o m o n d o r e a l e l ' u n i t à d e l l a p r i m a i p o t e s i si d o v r à p o r r e in u n a n u o v a r e l a z i o n e e c o s ì , c o m e la q u a r t a ipotesi c i è r i s u l t a t a d a u n a n u o v a p o s i z i o n e d e l l a s e c o n d a , la q u i n t a risulterà da una n u o v a posizione della prima
e come,
più
p r e c i s a m e n t e , la q u a r t a r i s u l t a v a d a l l a r e l a z i o n e d e l l ' u n o i n q u a n t o i d e a l e c o n g l i altri, la q u i n t a s a r à il r e s u l t a t o d e l l ' u n o in q u a n t o u n i t à s u p e r e s s e n t e c o n g l i a l t r i . N e c e s s a r i a m e n t e a l l o r a , se il m o n d o r e a l e , di fronte a l l a p o s i z i o n e d e l l a s e c o n d a ipotesi e c i o è a l m o n d o i d e a l e , p o t e v a identificarsi c o n esso, q u i n o n si p u ò p i ù i d e n t i f i c a r e c o n l ' u n i t à p e r f e t t a e p e r c i ò di fronte a q u e s t a esso si p r e s e n t e r à c o m e m o l t e p l i c i t à n e g a t i v a , c o m e m o n d o d e l l a d o x a c h e p u ò essere v e r o m a p u ò a n c h e essere f a l s o . P e r q u e s t a r a g i o n e la q u i n t a i p o tesi si e n u n c e r à in q u e s t o m o d o : se l ' u n o è u n o , d i s t a c c a t o a s s o l u t a m e n t e d a g l i altri, q u e s t i c h e c o s a s a r a n n o ? I n q u e s t o m o d o d a v a n t i a l m o n d o della, d o x a l ' u n o h a r i a c q u i s t a t o la s u a p u r e z z a u n i t a r i a e si è p o s t o n u o v a m e n t e di fronte a l l ' u n o c o m e esistente, il q u a l e si è t r a s f o r m a t o nel m o n d o reale della q u a r t a ipotesi. Il m o n d o della seconda ipotesi assumerà così ancora u n n u o v o aspetto a causa del n u o v o resultato e cioè della quinta ipotesi. Il m o n d o ideale t r o v e r à n e c e s s a r i a m e n t e i n sè m e d e s i m o q u a l c o s a di n e g a t i v o se l ' u n i t à c o m e esistente, c h e p u r c o n t i e n e , h a reso p o s s i b i l e u n m o n d o d e l l a d o x a . Q u e s t o si p o r r à c o n t r o il m o n d o delle i d e e e le i d e e t r o v e r a n n o nel l o r o s e n o q u a l c o s a c h e n o n s a r à , q u a l c o s a c h e è il l o r o o p p o s t o e la l o r o n e g a z i o n e . P e r c i ò
r i s u l t e r à u n a n u o v a i p o t e s i , l a sesta, i n c u i v e r r à d i m o s t r a t o c h e l ' u n o i n q u a n t o esistente e c i o è il m o n d o i d e a l e , h a in se u n s u o contrario e quindi n o n è. N e v e r r à di conseg u e n z a c h e le i d e e p o t r a n n o c o r r o m p e r s i e n e g a r s i , e d i n questa corruzione n o n potranno più trasformarsi nel m o n d o reale, c o m e dimostra l'ipotesi settima. E così, necessariam e n t e , il m o n d o r e a l e d e l l a q u a r t a i p o t e s i t r o v e r à u n s u o n o n essere e d u n s u o c o n t r a r i o e c o m i n c e r à a dirigersi v e r s o q u e l l a n e g a z i o n e d i sè m e d e s i m o c h e c o n d u c e a l n u l l a . L ' o t tava
ipotesi c i s p i e g h e r à c o s ì il c o r r o m p e r s i
del mondo
r e a l e , u n c o r r o m p e r s i c h e , s e a r r i v a a l n u l l a p e r f e t t o , rit o r n a c o n l a n o n a ipotesi nella p r i m a e cioè a l l ' a s s o l u t a p o s i t i v i t à c h e , a s u a v o l t a , d i fronte quarta
al m o n d o reale della
i p o t e s i , c o m e a b b i a m o v i s t o , si p o n e c o m e n u l l a
perfetto.
/7 continuo passaggio dalla prima alla seconda
ipotesi.
— N e l l e r e l a z i o n i s o p r a c o n s i d e r a t e t r a le v a r i e ipotesi si p u ò n o t a r e u n p a s s a g g i o c o n t i n u o d a l l a p o s i z i o n e d e l l a prim a e q u e l l a della s e c o n d a i p o t e s i . U n a v o l t a n e g a t a l ' u n i tà a s s o l u t a e d a f f e r m a t a la s u a e s i s t e n z a , il p e n s i e r o e l a r e a l t à n o n si p o s s o n o p i ù a r r e s t a r e e d e v o n o n e c e s s a r i a m e n t e g i u n g e r e fino i n f o n d o e p o r r e t u t t e le a l t r e i p o t e s i . I n q u e s t o s e n s o a v e v a b e n r a g i o n e il N a t o r p q u a n d o afferm a v a c h e g i à n e l l a p r i m a ipotesi e r a c o n t e n u t a t u t t a u n a teoria
d e l l ' e s p e r i e n z a . O r a si p o t r à
m a i arrestare
questo
p a s s a g g i o t r a l ' u n i t à a s s o l u t a e le idee? G i u n t a a l l a fine d e l l e s u e r e a z i o n i l ' u n i t à si t r o v a n u o v a m e n t e c o m e n u l l a a c o i n c i d e r e c o n sè stessa e cioè c o n sè stessa c o m e p o s i tività, n o n potendo l'assoluta positività, c o m e a b b i a m o v i sto, c o n t e n e r e i n sè il s u o c o n t r a r i o . M a q u e s t a p o s i z i o n e è q u e l l a della p r i m a ipotesi c h e c o n d u c e f a t a l m e n t e alla s e c o n d a e q u i n d i a t u t t e le a l t r e . U n a v o l t a a f f e r m a t a
l'unità
creatrice e una volta pensata l'unità creata, l'idea del bene ed il m o n d o d e l l e i d e e , u n a v o l t a d i v i s i p o i q u e s t e d u e p o s i z i o n i , c o m e fa P a r m e n i d e nella t e r z a i p o t e s i , esse si d o -
vranno
nuovamente
ricongiungere.
Questa
ricongiunzione
n o n sarà però immobile e statica, m a sarà eterna,
poiché
sempre l'unità reagirà alla n u o v a posizione della moltepli:
c i t à c h e è s t a t a d a lei c r e a t a . N a t o r p ) a v e v a b e n v i s t o c h e la t e r z a ipotesi era u n a m e d i a z i o n e tra la p r i m a e la s e c o n 2
d a c o m e , d e l r e s t o , F o u i l l é e ) , c h e e s p r i m e il p a s s a g g i o t r a l a p r i m a e la s e c o n d a i p o t e s i e la r e l a z i o n e c o n l a t e r z a d i c e n d o c h e la p r i m a si p o n e c o m e tesi, la s e c o n d a
come 3
antitesi e la t e r z a c o m e sintesi. A n c h e p e r H a r t m a n n ) le d u e tesi si p o n g o n o di fronte i n q u e s t o s e n s o . L o H a r t m a n n vede giustamente
c h e il p r o b l e m a
centrale
del dialogo è
quello della relazione tra idea e m o n d o reale per cui
da
u n a p a r t e si p o n e u n a c o n c e z i o n e d e l l e i d e e c h e p o s s a c o n ciliarsi c o n la r e a l t à , e d a l l ' a l t r a u n a c o n c e z i o n e di q u e s t a t a l e c h e essa p o s s a p a r t e c i p a r e a l l e i d e e . P e r H a r t m a n n la p a r t e c i p a z i o n e a v v i e n e p e r m e z z o d e l l a t e r z a ipotesi e c i o è n e l l ' i n c o n t r o t r a il m o v i m e n t o e il r i p o s o , nel c o n c e t t o d e l i
l ' i s t a n t a n e i t à ) . P e r m e z z o di q u e s t a « m e t a b o l è » t u t t e l e i d e e p u r e p a s s a n o a l l ' e s i s t e n z a così c o m e noi a b b i a m o c e r 5
c a t o di far v e d e r e ) . S e l ' i d e a e s c e d a l l a s u a fissità, essa si p o n e i n u n a r e l a z i o n e infinita c o n il m o n d o d e l p e n s i e r o , i n m o d o c h e p o i , a p o c o a p o c o , r e l a z i o n e p e r r e l a z i o n e , si s v o l g e d a l l ' i d e a il m o n d o d e l l ' e s i s t e n z a c o n c r e t a . A n c h e il 6
W a h l ) n o n ci s e m b r a t a n t o l o n t a n o d a u n a
interpretazione
c o m e la n o s t r a , se egli p u ò p a r a g o n a r e , c o m e
giustamente
fa, la r e a l t à della t e r z a i p o t e s i c o n l ' i n t u i z i o n e del « K e r a u n ò s » e r a c l i t e o c h e g o v e r n a il m o n d o . I l W a h l v e d e n e l l a t e r z a ipotesi u n e c o d e l l e p i ù p r o f o n d e d o t t r i n e di E f e s o :
1) N A T O R P :
Op.
cit.
Pag.
260.
2) F O U I L L É E : L a philosophie de Platon. Paris 1888. V o l . I , Pag. 264 e segg. 3) N. H A R T M A N N : Piatos Logik des Seins. Giessen. 1909 Pag. 332 e segg. 4) N. H A R T M A N N : O p . cit. P a g . 355-358. 5) N. H A R T M A N N : O p . cit. P a g . 360 e segg.
6) W A H L : O p . cit. Pagg. 170-171.
in
questo
kantiane,
modo
egli s e m b r a
accettare
le
interpretazioni
p e r c u i la t e r z a ipotesi si p o t r e b b e
considerare
c o m e (( il p a s s a g g i o c o n t i n u o d a l l a p r i m a a l l a s e c o n d a i p o tesi e d a l l a s e c o n d a a l l a p r i m a » e c i o è p r o p r i o q u e l l o c h e n o i a b b i a m o c e r c a t o di far v e d e r e . Kirkegaard
osserva, a proposito del P a r m e n i d e ,
che l
l ' i s t a n t e « è il n o n essere nella c a t e g o r i a d e l t e m p o » ) e d i v e n t a « la t i p i c a c a t e g o r i a d i p a s s a g g i o ( m e t a b o l é ) » tra :
l ' u n o e il m o l t e p l i c e e tra tutti g l i o p p o s t i ) p e r c u i è p o s s i b i l e a t t r i b u i r e « il s u o s e n s o a l l ' e t e r n i t à , e t e r n i t à e d i s t a n 3
te d i v e n e n d o i t e r m i n i estremi di u n a c o n t r a d d i z i o n e » ) , c o n t r a d d i z i o n e c h e f o n d a p e r n o i la r e a l t à
trascendentale
della terza ipotesi che trascende a p p u n t o nella sua medietà ogni termine
contradditorio.
« U n o dunque e molteplice — dice Parmenide —
na-
s c e n t e e s o g g e t t o a l l a m o r t e , forse c h e l a s u a n a s c i t a c o m e u n o n o n è la s u a m o r t e c o m e m o l t e p l i c e , e l a s u a n a s c i t a c o m e m o l t e p l i c e n o n è la s u a m o r t e c o m e u n o »? ( 1 5 6 B ) . L'unità
nasce c o m e unità
ma
quando,
come molteplice,
m u o r e , q u a n d o il m o n d o m o l t e p l i c e è s c e s o i n t u t t e le s u e d i f f e r e n z i a z i o n i d i a l e t t i c h e fino a l n u l l a . Q u e s t o n u l l a , c o m e s a p p i a m o , n o n p u ò r e s t a r e i n sè stesso, p e r c h è c o i n c i d e con
la p o s i t i v i t à a s s o l u t a e q u i n d i si m u o v e e c r e a la se-
c o n d a ipotesi d a c u i s u c c e s s i v a m e n t e si s t a c c a . D o p o q u e sto suo n u o v o distacco l'uno, che c o m e molteplice è morto, si t r o v a , i n v i r t ù di t u t t o il g i r o d i a l e t t i c o c h e h a c o m p i u t o i n t e r a m e n t e , i n u n a p o s i z i o n e n u o v a p e r c u i si p u ò dire c h e n a s c e q u a n d o il m o l t e p l i c e , c h e è di fronte a lui, si n e g a e muore.
Ma
questa
morte,
proprio
perchè
è
determinata
d a l l a n a s c i t a d e l l ' u n o , è u n a m o r t e c h e r a p p r e s e n t a la v i t a stessa d e l m o l t e p l i c e : infatti l ' u n i t à ,
a sua volta, morirà,
q u a n d o creerà u n m o n d o perfetto, perchè distaccandosi da
1) S. pag. 1 2 1 .
KIRKEGAARD:
Le concept de l'angoisse. Paris, 1935,
2)
S.
KIRKEGAARD:
Op.
3)
S.
KIRKEGAARD:
Op.
cil. cit.
pag. pag.
122. 123.
esso, si t r o v e r à a n c o r a nel n u l l a , e d a l l o r a n a s c e r à
come
molteplice della sua morte c o m e unità. N o n si d i m e n t i c h i c h e è p r i n c i p a l m e n t e s u l l ' a r g o m e n t o d e l l ' « a n t a p o d o s i s » c h e S o c r a t e b a s a v a , n e l F e d o n e , la s u a c o n v i n z i o n e sulla i m m o r t a l i t à d e l l ' a n i m a . M i t o l o g i z z a n d o il r a g i o n a m e n t o si p o t r e b b e dire c h e il D i o c r e a t o r e n o n p u ò creare una volta tanto, m a è costretto, q u a n d o ha creato, a m o r i r e e a r i n a s c e r e c o n t i n u a m e n t e e a r i c r e a r s i p e r c i ò in o g n i i s t a n t e . « Q u a n d o l ' u n i t à si m u o v e e p o i si i m m o b i l i z z a —
d i c e P a r m e n i d e — e q u a n d o e s s e n d o i m m o b i l e p o i si
m u o v e ; c i ò , c e r t a m e n t e , n o n lo p u ò fare c h e i n u n m o m e n t o i n c u i n o n è in nessun t e m p o ». L ' u n o n o n p o t r à s e n z a m u tarsi p a s s a r e i n d u e stati d i v e r s i . « M a n o n c ' è p e r ò n e s s u n t e m p o in c u i u n m e d e s i m o essere, p o s s a , n e l m e d e s i m o t e m p o n o n essere i n m o v i m e n t o n è i m m o b i l e » . « E p p u r e s e d e v e m u t a r e si d e v e p u r m u t a r e i n q u a l c h e m o d o ». « Q u a n d ' è d u n q u e c h e esso m u t a la s u a p o s i z i o n e ? » « C e r t a m e n t e n o n è q u a n d o è nel t e m p o ». « N o n è d u n q u e i n u n a s t r a n a p o s i z i o n e c h e b i s o g n e r à d i r e c h e è q u a n d o esso m u t a ? ( 1 5 6 C D ) (( I n q u a l e p o s i z i o n e ? » — C h i e d e il g i o v a n e A r i s t o tele — . nide — .
« Nell'istantaneo » (cxaifnes) — risponde
Parme-
« Q u e s t o è infatti il v e r o s i g n i f i c a t o d e l l ' i s t a n t a -
n e o : esso è il p u n t o di p a r t e n z a di d u e d i v e r s i c a m b i a m e n ti ». « Q u e s t a s t r a n a n a t u r a d e l l ' i s t a n t a n e o , p o s t a tervallo
del m o v i m e n t o
e
dell'immobilità,
fuori
nell'indi
ogni
t e m p o , è g i u s t a m e n t e il p u n t o d ' a r r i v o e il p u n t o di p a r t e n z a p e r q u e l l o d e l m o b i l e c h e p a s s a al r i p o s o c o m e p e r quello dell'immobile che passa
al m o v i m e n t o » (156 E ) .
A l di s o p r a d e l l e d u e c o r r e n t i e t e r n e s i a m o p e r c i ò in u n a p o s i z i o n e di c o r r e l a t i v i t à a s s o l u t a ,
trascendentale
rispetto
a l m o v i m e n t o ed a l l a stasi, a l d i v e n i r e e a l l ' e t e r n i t à , a l l ' u n i t à e a l l a m o l t e p l i c i t à . « Q u a n d o sta p e r p a s s a r e
dall'uno
a l m o l t e p l i c e e d a l m o l t e p l i c e a l l ' u n o , n o n è nè u n i t à
nè
m o l t e p l i c i t à e n o n si d i v i d e nè si r i u n i s c e » ( 1 5 7 A ) . « A n a l o g a m e n t e nel s u o p a s s a g g i o d a l s i m i l e a l d i s s i m i l e , essa n o n è nè s i m i l e nè d i s s i m i l e , nè a s s i m i l a z i o n e n è d i s i n t e g r a -
zinne. C h e d a l piccolo v a d a al grande ed all'eguale o i n versamente, nè grande,
essa n o n s a r à ,
in questo tempo,
nè piccola,
nè uguale, nè crescente nè decrescente, nè i n
atto di uguagliarsi » ( 1 5 7 B ) . Il senso della legge trascendentale. sibile ritrovare
— Se dunque è pos-
n e l p e n s i e r o p l a t o n i c o il c o n c e t t o d i u n a
l e g g e t r a s c e n d e n t a l e a p p l i c a n d o a d esso le e s p e r i e n z e d e l l o s v i l u p p o d e l p e n s i e r o filosofico o c c i d e n t a l e — e c i ò è i n e v i t a bile se il n o s t r o P l a t o n e d e v e essere il P l a t o n e v i v o nelle a p o r i e d e l n o s t r o p e n s i e r o —• q u e l l a l e g g e n o n l a si t r o v a n e g a n d o il s e n s o o n t o l o g i c o d e l l ' i d e a . V e d r e m o i n s e g u i t o , a p r o p o s i t o d e l Sofista, il p o s s i b i l e a c c o r d o d e l l ' o n t o l o g i s m o c o n u n v e r o i d e a l i s m o . Q u i si v u o l n o t a r e c h e t u t t a l a c o m p l e s s a p r o b l e m a t i c a della a n t i n o m i a d e l l ' u n o e d e l m o l teplice, ritrovata
nei d i a l o g h i p r e c e d e n t i il P a r m e n i d e e d
espressosi n e l S i m p o s i o c o m e c r e a z i o n e , si è risolta terza ipotesi i n c u i la dialettica alternata
nella
dell'essere e del
n o n essere h a d e d o t t o d a l l a c o r r e l a z i o n e d e l l ' u n o e d e l m o l t e p l i c e tutti i possibili p u n t i d i v i s t a d a c u i il p e n s i e r o d e v e c o n s i d e r a r e il r e a l e . L e d u e grandi correnti dell'ideale e del reale, del pensiero e d e l l ' e s i s t e n t e ,
della sostanza
pensante
e della s o -
s t a n z a estesa, d e l l ' e t e r n i t à d e l t e m p o e d e l d i v e n i r e e m p i r i c o , n o n si p o n g o n o i n u n a i m m o b i l e e s t a t i c a o p p o s i z i o n e , m a si t r a s c e n d o n o n e l l o r o c o n t i n u o c o r r e l a t i v i z z a r s i l ' u n a a l l ' a l t r a , n e l l ' i n e s a u r i b i l e d i n a m i c i t à c h e le p o n e
continua-
m e n t e e c o n t i n u a m e n t e le unifica i n q u e l l ' a t t o p e n s a n t e i n c u i v e r a m e n t e si e s p r i m e , c o m e lotta t r a il nulla e d il t u t t o , la t e n s i o n e v i v e n t e d e l p e n s i e r o . P o i c h é s o l o così l ' a t t i v i t à t e o r e t i c a p u ò v i v e r e l a s u a v i t a p r o f o n d a e d esprimersi c o m e a n i m a d i t u t t e le c o s e i n m o v i m e n t o e t e r n o s u sè stessa (Fedro 245 C ) , e n o n « rimanersene là, solenne e sacra » ma privata
così d e l l a stessa i n t e l l i g e n z a
(Sofista 2 4 9 A ) .
Il pensiero — dirà più tardi Aristotele nel famoso
passo
( M e t . X I , 7) c h e c h i u d e l ' E n c i c l o p e d i a di H e g e l — p e n s a
sè stesso a c c o g l i e n d o in sè il s u o p e n s a t o ; l ' i d e a , e t e r n a sè e p e r sè, si a t t u a e si p r o d u c e
in
Dinamismo trascenden-
t a l e d u n q u e c h e q u i si e s p r i m e n e l l a c o r r e l a t i v i t à d e i t e r m i n i essere e n o n essere, c o r r e l a t i v i t à c h e nelle s u e p o s s i bili p o s i z i o n i p o n e il s e n s o d e l l e v a r i e ipotesi c o m e i n e c e s s a r i m o v i m e n t i dialettici c h e il p e n s i e r o c o n t i n u a m e n t e
per-
corre nel suo c a m m i n o . Sensi dell'essere — quelli delle v a rie ipotesi — c h e n o n s o n o d a t i d o m m a t i c a m e n t e m a p o s t i dal pensiero c o m e sue necessarie determinazioni, posti c o m e i « pensati » dalla legge trascendentale
e quindi
c o m e la
v e r a r a z i o n a l i t à del m o n d o . P e r c h è il D i o t r a s c e n d e n t e della p r i m a i p o t e s i n o n è il s o g n o i r r a z i o n a l e d e l l ' e s p e r i e n z a m i s t i c a , m a l ' u n i t à c h e il p e n s i e r o d e v e n e c e s s a r i a m e n t e sare
nell'opporre
l'uno
parmenideo
alla
pen-
molteplicità
del
m o n d o ; il m o n d o d e l l e i d e e n o n è il fissarsi d o m m a t i c o d e i c o n c e t t i r a g g i u n t i d a l l ' i n d u z i o n e , m a il costituirsi del m o l teplice nell'armonia
ideale; perchè
e m p i r i c a , l o stesso m o n d o
fisico,
il m o n d o
della
realtà
di c u i si p a r l e r à nelle i p o -
tesi s e g u e n t i , n o n è il m o n d o c h e d o m m a t i c a m e n t e
viene
accettato
posto
dalla
sensazione m a
un
senso
dell'essere
d a l p e n s i e r o e c o s t i t u i t o d a u n a n e c e s s a r i a c o r r e l a z i o n e di questo. C o s ì si r i s o l v o n o le difficoltà della p r i m a p a r t e del d i a l o g o , s v i l u p p a n d o in l e g g e t r a s c e n d e n t a l e l ' e s e r c i z i o d i a l e t t i c o a c u i l ' E l e a t e i n v i t a v a il g i o v a n e S o c r a t e . N o n l a t e o ria d e l l e i d e e c a d e nella d i s c u s s i o n e di P a r m e n i d e m a o g n i sua possibile interpretazione
dogmatica.
I n q u e s t a t e r z a ipotesi c o n v e r g e d u n q u e
il s e n s o d e l
p l a t o n i s m o . P e r essa si giustifica q u e l l a m e t a f i s i c a d e l l ' a p p r e n d e r e c h e S t e n z e l h a così b e n e p o s t o i n l u c e a p r o p o s i t o 2
d e l M e n o n e ) , i n c u i tutti gli o p p o s t i , « s a p e r e e n o n s a p e r e , immortalità e mortalità » trapassano l ' u n o nell'altro ed attuano
3
« il c o n c e t t o della v e r a v i t a d e l l o spirito » ) . P e r -
ir) H E G E L : Enciclopedia III Bari, 1923, P a g . 512. 2) S T E N Z E L : Platone educatore. Bari, 1936, P a g . 90 e segg. 3)
STENZEL:
Op.
cit.
Pag.
170.
tanto non bisogna confondere questa metafisica del c o n o s c e r e c h e d o m i n a i n t u t t a la m a i e u t i c a s o c r a t i c a c o n la d i a lettica del P a r m e n i d e .
L a maieutica è essenzialmente
me-
t o d o c h e s p i n g e il d i s c e n t e a s u p e r a r e o g n i p a r z i a l e s a p e r e d o m m a t i c o , la dialettica discendente tende invece a ricolleg a r e l o g i c a m e n t e q u e i v a r i m o m e n t i d e l s a p e r e , c h e il m e todo h a considerato parziali, per presentarli c o m e necessari sensi della r e a l t à p e n s a t i d a l l a c o r r e l a t i v i t à
trascenden-
t a l e . I l m e t o d o m a i e u t i c o , g u i d a t o d a l l a stessa l e g g e , p o t r e b b e m e g l i o dirsi u n a f e n o m e n o l o g i a del c o n o s c e r e m e n tre l a d i a l e t t i c a è p i u t t o s t o u n a l o g i c a d e l l ' e s s e r e . L à d o v e la m a i e u t i c a a g i s c e t u t t o v i e n e s u p e r a t o , d o v e si e s p l i c a la d i a l e t t i c a d e l P a r m e n i d e t u t t o si r i p o n e a l s u o g i u s t o p o s t o . P e r c i ò b i s o g n a v a c e r c a r e nei d i a l o g h i p r e c e d e n t i il P a r m e n i d e il d i s p o r s i d i a l e t t i c o di q u e i sensi d e l l ' e s s e r e c h e , da u n punto di vista puramente socratico, v e n g o n o spesso negati. Questa ricerca di una dialettica ascendente positiva è proprio quella che da noi è stata c o m p i u t a in quei dial o g h i i n c u i il t o n o m a i e u t i c o n e g a t i v o si s o v r a p p o n e s p e s s o a l l ' a s c e s a d i a l e t t i c a dei g r a d i d e l l ' e s s e r e . Q u e s t a c o n f u s i o n e tra m e t o d o e filosofia d e l l ' e s s e r e , t r a f e n o m e n o l o g i a d e l c o noscere e teoria dell'essere, tra la negazione socratica nec e s s a r i a a g u i d a r e il p e n s i e r o a d u n p u n t o
essenzialmente
a n t i d o g m a t i c o e la c o r r e l a t i v i t à essere e n o n essere i n c u i si e s p l i c a l a v i t a p o s i t i v a della r a g i o n e ; q u e s t a
confusione
dunque, d o v e v a sparire una volta compiuta la discussione del Parmenide,
ed a P l a t o n e d o v e v a presentarsi nella sua
v e r a l u c e il s e n s o d e l m e t o d o s o c r a t i c o . N o n si d i m e n t i c h i che se noi, per abitudine,
c h i a m i a m o m a i e u t i c o il m e t o d o
d e i d i a l o g h i p r e c e d e n t i il P a r m e n i d e , t u t t a v i a è solo nel T e e t e t o c h e P l a t o n e p a r l a p e r la p r i m a v o l t a di u n a m a i e u t i c a s o c r a t i c a e di essa s v o l g e l ' i n t e r a t e o r i a , c h e s a r à c o m e v e d r e m o , l a t e o r i a di u n a
appunto,
f e n o m e n o l o g i a del c o n o -
s c e r e . N o n si rischia di e s a g e r a r e t r o p p o d u n q u e
affermando
c h e il m e t o d o di s t u d i o d a noi u s a t o , il q u a l e p r e n d e r à
in
c o n s i d e r a z i o n e il p r o b l e m a d e l m e t o d o , c h e p u r si a t t u a fin
d a i p r i m i d i a l o g h i , s o l o d o p o la d i s c u s s i o n e d e l P a r m e n i d e , e cioè d o p o a v e r c o n d o t t o le p a r z i a l i p o s i z i o n i d i a l e t t i c h e d i quelli a l l ' u n i t à del n o s t r o d i a l o g o , p r o c e d e i n a c c o r d o c o l m o v i m e n t o d e l p e n s i e r o di P l a t o n e . L a t e r z a i p o t e s i n o n è s o l o d u n q u e la l e g g e d e l l a c o n o s c e n z a del r e a l e e c i o è la c o r r e l a t i v i t à c h e p o n e le v a r i e ipotesi d e l P a r m e n i d e , m a si r i v e l e r à a l t r e s ì , e l o v e d r e m o nel T e e t e t o , c o m e la l e g g e d e l p e n s i e r o c h e d a l l e s u e p r i m i t i v e p o s i z i o n i d o m m a t i c h e t e n d e v i a v i a a c o n q u i s t a r s i la p r o p r i a l i b e r t à : i n q u e s t o m o d o la d i a l e t t i c a a s c e n d e n t e si p r e s e n t e r à c o m e u n s u p e r a r e c o n t i n u o q u e i v a r i i sensi d e l l ' e s s e r e in cui il p e n s i e r o si m u o v e , p o n e n d o in l u c e l ' i m p o s s i b i l i t à p e r il p e n s i e r o di fissarsi i n u n o s o l o di essi, d o g m a t i c c i z z a n d o c o s ì i n u n a sola d i r e z i o n e la d i n a m i c i t à del s u o m o v i m e n t o , in u n a sola i p o t e s i , l ' i n c o n t r a r s i
eterno
di t u t t e i n q u e s t a t e r z a i p o t e s i c h e , in q u a n t o t u t t e le t r a s c e n d e , si p o n e altresì c o m e il l o r o c e n t r o . Platone svilupperà questo concetto della centralità c o m e m e d i a z i o n e tra g l i o p p o s t i . L a stessa t e o r i a
dell'amore
a s s u m e t u t t o il s u o v a l o r e p r o p r i o d a q u e s t o p u n t o di v i l
sta ) , d o v e l ' a m o r e c r e a nel b e l l o c o n d u c e n d o il n o n essere all'esistenza. N o n insistiamo su questo risolversi della legge t r a s c e n d e n t a l e nel c o n c e t t o di c r e a z i o n e g i à c o n s i d e r a t o
a
p r o p o s i t o d e l S i m p o s i o . S i r i c o r d i c h e il m o n d o e m p i r i c o o il m o n d o r e a l e v e r s o c u i o r a c i p o r t a n o le ipotesi d e l P a r menide trova logicamente posto d o p o quetsa terza ipotesi, d o p o cioè c h e i d u e o p p o s t i i d e a e fusis, s p i r i t o e m a t e r i a , p e n s i e r o e d e s t e n s i o n e , si s o n o fusi n e l l a l e g g e c h e li m e d i a e li unifica n e l l a s u a i s t a n t a n e i t à ,
nella s u a
trascendenza
all'eternità e al divenire del t e m p o , per cui v e r a m e n t e p u ò dire c h e il p e n s i e r o è il c r e a t o r e d e l m o n d o .
1) S T E N Z E L : O p .
cit.
P a g g . 133, 1 5 1 , 170,
174.
si
LA QUARTA
IPOTESI.
Il mondo del reale ed il metodo diairetico. — P a r m e nide ritorna
ora, c o m e s a p p i a m o , alla seconda ipotesi e
la c o n s i d e r a d i fronte
al m o n d o creato per m e z z o della
t e r z a i p o t e s i , e cioè di fronte a g l i a l t r i . S e q u e s t i s o n o a l tri d a l l ' u n o , n o n p o s s o n o essere l ' u n i t à ( 1 5 7 B ) . P e r ò q u e sti altri, se s o n o t a l i , l o s o n o i n q u a n t o s o n o p a r t i d i u n tutto e qui perciò l'unità
diventa l'unificazione dei mol-
t e p l i c i reali i n u n a r e a l t à u n i c a ( 1 5 7 C ) . « L a p a r t e n o n s a r à , d u n q u e , u n a p a r t e d e l l a p l u r a l i t à n è d i tutti i s u o i c o m p o n e n t i , m a di u n a c e r t a i d e a u n i c a , c h e n o i c h i a m i a m o t u t t o , il q u a l e f o r m a u n ' u n i t à p e r f e t t a , e d è d i q u e s t a c h e la p a r t e s a r à p a r t e » ( 1 5 7 E ) . I n q u e s t o m o d o se g l i altri h a n n o parti, partecipano pure al tutto ed a l l ' u n o . È chiaro c h e q u i si s p i e g a i n c h e m o d o la m o l t e p l i c i t à r e a l e p o s s a p a r t e c i p a r e a l l ' u n i t à . M a si noti c h e q u e s t ' u n i t à è u n ' i d e a , n o n solò*" i n q u a n t o i d e a , m a i n q u a n t o p a r t e c i p a n t e
alla
r e a l i z z a z i o n e e c h e g l i altri s o n o a l t r e t t a n t e i d e e c h e h a n n o u n a r e a l t à . L a p a r t e c i p a z i o n e d u n q u e c o n il m o n d o i d e a l e in q u a n t o tale, e c i o è c o n la s e c o n d a i p o t e s i , n o n è q u i c o n siderata, perchè questa a v v i e n e nel m o m e n t o della creazione ed è pensata d a l pensiero c o m e creatore, cioè d a l pensiero nella s u a p o s i z i o n e filosofica p u r a . È c h i a r o c h e n o n si p u ò s p i e g a r e t o t a l m e n t e l a r e a l t à se n o n si m e t t e i n r e l a zione una realtà particolare c o n tutta la realtà ideale e quindi a n c h e c o n t u t t a l a r e a l t à p a r t i c o l a r e .
Necessariamente
d u n q u e la p a r t e c i p a z i o n e d i c u i q u i si p a r l a n o n p e r m e t t e r à u n a c o n o s c e n z a di c a r a t t e r e filosofico, m a u n a c o n o s c e n z a d e l l a r e a l t à i n c o m e tale c h e si ottiene, p r i m a di t u t t o , i n quanto
si s c o r g e i n o g n i m o l t e p l i c i t à di i d e e l ' u n i t à
di
un'unica idea. Parmenide
p r o s e g u e nelle s u e d e d u z i o n i e n o t a c h e ,
p e r p a r t e c i p a r e a l l ' u n o , b i s o g n a essere q u a l c o s a di differente d a l l ' u n o , o r a , in q u e s t o m o d o , riaffermatasi
l'unità
c o m e u n i t à , t a n t o il t u t t o c o m e le p a r t i d o v r a n n o p a r t e c i p a r e a d essa. C o s ì l ' u n i t à e la m o l t e p l i c i t à a n t e c e d e n t e m e n t e t r o v a t e si p o r r a n n o c o m e u n a n u o v a m o l t e p l i c i t à r a c c h i u s a dall'unità
( 1 5 8 B ) . S v i l u p p a n d o il s u o r a g i o n a m e n t o
Par-
m e n i d e p r e n d e le d u e p o s i z i o n i t r o v a t e e le m e t t e d i fronte. I n questo modo l'unità rimarrà sempre estranea alla moltep l i c i t à , p e r c h è q u a n d o si identifica c o n q u e s t a , n a s c e
una
n u o v a u n i t à e d a l l o r a c i s a r à « u n a m o l t i t u d i n e di c o s e i n c u i n o n si t r o v a l ' u n o » ( 1 5 8 C ) . « C o n s i d e r a n d o
sempre
così in m a n i e r a a s s o l u t a la n a t u r a e s t r a n e a a l l ' i d e a , t u t t o ciò c h e v i s c o p r i r e m o n o n s a r à s e m p r e i n f i n i t a m e n t e m o l t e p l i c e ? » (cit. 1 5 8 C ) . L e relazioni tra
altri
e molteplicità, qui stabilite
da
P a r m e n i d e , s o n o le r e l a z i o n i p o s s i b i l i tra le i d e e i n q u a n t o reali. D ' a l t r a parte bisogna notare che queste relazioni è stato possibile determinarle
solo pensando
all'unità
come
esistente d e l l a s e c o n d a i p o t e s i . Q u e s t a u n i t à i n q u a n t o
tale
r i m a r r à s e m p r e i d e a , p e n s a t o , o m e g l i o essere c o m e p e n s a t o . L ' u n i t à si p o n e q u i c o m e unificatrice i n q u a n t o è afferm a t a la s u a e s i s t e n z a , i n q u a n t o si d i c e c h e è. S i s a l e d u n q u e d a l m o n d o r e a l e , q u a n d o si d e t e r m i n a n o in esso le s u e r e l a z i o n i l o g i c h e , a l m o n d o i d e a l e , c o n c u i si p r e n d e c o n t a t t o m e d i a n t e l ' i d e a d e l l ' e s s e r e c o m e u n i t à . A n c h e q u i il p e n s i e r o p u ò p e n s a r e il r e a l e s o l o in q u a n t o n o n p e r d e il contatto
con la
sua
posizione
filosofica
precedentemente
s t a b i l i t a . Q u a n d o si d i c e : il l e t t o è, in q u e s t o « è » c ' è la sintesi di t u t t o il m e t o d o a s c e n d e n t e d e l l a d i a l e t t i c a
filosofi-
ca che è arrivato a porsi, prima c o m e unità, poi c o m e pens a t o e q u i n d i c o m e essere. T e n e n d o c o n t o c h e c o n la q u a r t a ipotesi s i a m o nel m o n d o d e l l a r e a l t à , p o s s i a m o d i r e c h e i n essa l ' u n i t à i d e a l e n o n si r e a l i z z a , m a è p r e s e n t e c o n t i n u a m e n t e t u t t e le v o l t e c h e l a r e a l t à v i e n e c o n o s c i u t a e q u i n d i p e n s a t a . C o s ì le i d e e d e l b e l l o , d e l b u o n o e d e l v e r o , n o n si realizzeranno ma saranno
s e m p r e p r e s e n t i in q u a n t o
per-
m e t t e r a n n o , o m e g l i o s a r a n n o la g a r a n z i a di o g n i g i u d i z i o . P e r P l a t o n e d i r e « è » significa dire « è b u o n o », e d « è »
a n c h e tutte quelle altre determinazioni che costituiscono la p o s i t i v i t à d e l l ' u n o . S i a m o q u i di fronte a d u n o dei p r i n c i p i f o n d a m e n t a l i d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o : n o n si p u ò c o n o s c e r e l a r e a l t à se n o n si c o n o c s e la s u a p o s i t i v i t à e il r e a l e si c o n o s c e solo q u a n d o
si c o n o s c e il b e n e . N a t u r a l m e n t e
si
parlerà
d e l l ' i d e a d e l b e n e , m a , se se n e p o t r à p a r l a r e , è p e r il s u o essere o n t o l o g i c o a c u i ci a v v i c i n a il m i t o d e l l ' a n a m n e s i s . Quelle determinazioni positive non sono che l'idea dell'unit à l a q u a l e n o n si p u ò c o n o s c e r e i n q u e s t o m o n d o , m a c h e si è c o n o s c i u t a n e l l ' a l t r o .
Q u i la
riconosciamo
quando
i
m o l t e p l i c i ci d a n n o l ' o c c a s i o n e di r i c o r d a r l a . L a p o s i t i v i t à è s e m p r e p r e s e n t e i n o g n i g i u d i z i o , c o m e se n o i c i r i c o r d a s s i m o di lei e n o n i n q u a n t o n o i l a p e n s i a m o , e d è l o g i c o , p e r c h è in q u a n t o il p e n s i e r o p e n s a u n o g g e t t o n o n si c o n o s c e come pensante,
ma
si a d e g u a a l l ' o g g e t t o e s o l o
quando
d i c e « è », si p o n e i n c o n t i n u a r e l a z i o n e c o n il m o n d o r e a le e, c o n s e g u e n t e m e n t e , o g n i g i u d i z i o s a r à p e r c i ò u n g i u d i zio esistenziale. N o i a b b i a m o d e t t o c h e la r e a l t à si c o n o s c e p e r m e z z o d e l m e t o d o d i a i r e t i c o : o r a si v e d e c h i a r a m e n t e p e r c h è a b b i a m o s o s t e n u t o c h e a n c h e nel m e t o d o d i a i r e t i c o c ' è
una
d i a l e t t i c a a s c e n d e n t e . È p r o p r i o q u e s t a c h e fa sì c h e a n c h e la c o n o s c e n z a e m p i r i c a sia p e n s i e r o e c h e r e n d e p o s s i b i l e dire di o g n i r e a l e « è q u e l l o c h e è ». C o s ì nel Sofista lo Straniero Eleate q u a n d o
u s e r à il m e t o d o d i a i r e t i c o affer-
m e r à c o n t i n u a m e n t e di o g n i i d e a t r o v a t a « è », i n c o n t r a p p o s t o a « n o n è )). Q u e s t o « n o n è » significa n o n
essere
q u e l l o c h e si è e c i o è l ' a l t r o e n o n il m e d e s i m o , nel s e n s o che sarà chiaramente spiegato dal Sofista. L e r e l a z i o n i t r o v a t e d a P a r m e n i d e nei p a s s i a n t e c e d e n t e m e n t e e s a m i n a t i s o n o p o i , c o m e si p u ò v e d e r e f a c i l m e n t e , b a s a t e s u l l o stesso p r i n c i p i o s u c u i si b a s a o g n i r a g i o n a m e n to e c i o è sulla c o n t r a p p o s i z i o n e t r a la p r i m a e la s e c o n d a i p o t e s i , tra l ' u n i t à
e la m o l t e p l i c i t à , e q u i n d i sulla l e g g e
trascendentale. Ora le relazioni di cui stiamo parlando son o , p e r n o i , le stesse s u c u i si m u o v e il m e t o d o d i a i r e t i c o .
C i ò significa c h e a n c h e la c o n o s c e n z a e m p i r i c a d e l l a r e a l t à è basata,
l o g i c a m e n t e , sulla stessa l e g g e s u c u i si m u o v e
t u t t o il r e a l e . Troviamo dunque, la
determinazione
c o n c l u d e n d o , nella quarta
della
realtà
m e t o d o d i a i r e t i c o ed in q u a n t o
in
quanto
ipotesi,
conoscibile
perciò realtà
del
dal
mondo,
d e l l a fusis ' ) . C i resta d a v e d e r e la c o r r i s p o n d e n z a
tra
le
r e l a z i o n i t r o v a t e d a P a r m e n i d e e le l e g g i c h e r e g o l a n o il m e t o d o d i s c e n d e n t e della c o n o s c e n z a d i a i r e t i c a . S e si p r e n d o n o i p a s s i s o p r a c i t a t i si p o t r à v e d e r e c h e P a r m e n i d e a r r i v a
a
quattro conclusioni differenti: I . — G l i altri p a r t e c i p a n o a l l ' u n i t à m a s o n o d a essa differenti; q u e s t a d u n q u e unifica gli altri c h e r e s t a n o
diffe-
renti l'uno dall'altro (157 B C ) . I I . — L a p a r t e è p a r t e n o n di u n a p l u r a l i t à m a d i u n ' i d e a u n i c a : la p a r t e fa d u n q u e p a r t e di u n ' i d e a c h e r e sta u n i c a p u r a v e n d o p a r t i
(157 E ) .
I I I . — G l i altri s o n o u n a m o l t e p l i c i t à r a c c h i u s a d a l l'unità
(158 B ) . I V . — G l i altri s o n o u n a m o l t e p l i c i t à infinita ( 1 5 8 C ) .
Si p r e n d a ora il p a s s o d e l Sofista 253 D , c h e h a
dato
t a n t o d a fare a g l i studiosi "). L o S t e n z e l l o s p i e g a d i m o s t r a n d o c h e il m e t o d o d i a i r e t i c o si b a s a e s s e n z i a l m e n t e su di e s s o . N o i lo s p i e g h i a m o m e t t e n d o l o i n r e l a z i o n e c o n i p a s s i d e l Parmenide
in q u e s t i o n e :
in questo senso,
tenendo
conto
di t u t t o q u e l l o c h e si è n o t a t o s u l m e t o d o d i a i r e t i c o , p o s s i a m o a c c o r d a r e la nostra i n t e r p r e t a z i o n e c o n q u e l l a d e l l o S t e n z e l . N e l p a s s o d e l Sofista 253 D t r o v i a m o q u a t t r o p o s i z i o n i di c u i la p r i m a c o i n c i d e c o n l a p r i m a dei p a s s i d e l P a r m e n i d e , la t e r z a c o n la s e c o n d a , l a s e c o n d a c o n l a t e r z a , e la quarta
c o n la q u a r t a .
T r a d u c o il p a s s o , c h e è di
difficile
1) S T E N Z E L : Studien. cit. P a g . 81-82, dove si dimostra che la diairesis si orienta verso gli oggetti esistenti in natura. 2) Si veda la nota su Stenzel nel nostro capitolo dedicato al Fedro.
interpretazione,
a c c e t t a n d o il testo a c c e t t a t o d a l l o S t e n z e l :
« D u n q u e c o l u i c h e è c a p a c e d i f a r c i ò (di e s e r c i t a r e l a d i a lettica), è a b b a s t a n z a accorto per n o t a r e : I.) u n ' u n i c a idea, d i v i s a i n o g n i p a r t e , a t t r a v e r s o m o l t e , d i c u i c i a s c u n a resta una separatamente;
I I . ) m o l t e i d e e , differenti l ' u n a d a l l ' a l -
t r a , r a c c h i u s e d a l d i fuori d a u n a s o l a i d e a ; I I I . ) u n ' u n i c a i d e a c h e resta u n i c a p u r e n t r a n d o i n u n a p l u r a l i t à d i i d e e , e d infine
I V . ) u n a molteplicità di idee divise l'una
dal-
l'altra » ' ) .
Diaìresis limite e somiglianza. scussione
Parmenide
dovrebbe
— P r o c e d e n d o nella d i -
esaminare
il m o n d o
della
r e a l t à d a t u t t i i p u n t i d i v i s t a d a c u i h a e s a m i n a t o il m o n d o d e l l e i d e e . E g l i si l i m i t a p e r ò a d i s c u t e r e l a p o s i z i o n e d e g l i altri r i s p e t t o a l l i m i t e e a l l ' i l l i m i t a t o e l a l o r o p o s i z i o n e d i fronte a l l a s o m i g l i a n z a e d alla d i s s o m i g l i a n z a , p e r c h è ste p o s i z i o n i , s u p p o n i a m o ,
que-
contribuiscono a spiegare come
sia p o s s i b i l e l a c o n o c s e n z a d e l l a r e a l t à p e r m e z z o d e l l a d i a ì resis. I n q u a n t o
molteplicità mancante
dell'unità
gli altri
s o n o illimitati e q u i n d i infiniti. Q u e l l a c h e S t e n z e l c h i a m a l'idea a t o m o P a r m e n i d e ci dimostra c h e n o n è possibile se non in u n a mediazione tra l'unità sceglie, mentalmente,
e l a m o l t e p l i c i t à . S e si
u n a p i c c o l a p a r t e d e l m o t l e p l i c e , si
p o t r à s e m p r e , p r o p r i o p e r c h è la r e a l t à si è c o n c e p i t a i n u n a m o l t e p l i c i t à infinita,
p r o s e g u i r e la d i v i s i o n e . I n f a t t i
che così a b b i a m o isolato dalle altre, parte all'uno,
sarà
ancora
« non avendo
necessariamente
molteplicità »
( 1 5 8 C ) . È c h i a r o c h e q u i si a l l u d e d i r e t t a m e n t e diairetico e precisamente cerca attraverso
l'idea alcuna
al metodo
a l p r o c e s s o d i a l e t t i c o p e r c u i si
una molteplicità un'idea.
Parmenide
dice
c h e l a r i c e r c a d i p e r sè stessa p o t r e b b e essere infinita,
dato
c h e u n ' i d e a è i n infinita r e l a z i o n e c o n l e a l t r e .
Considerata
1) STENZEL: Studien, Cit. P a g . 63. Ritorneremo su questo passo a proposito del Sofista.
isolatamente dall'unità
di u n ' i d e a
la m o l t e p l i c i t à n o n
l i m i t i , e q u i n d i il m e t o d o d i a i r e t i c o n o n
ha
riuscirebbe
mai
a trovare l'idea che cerca in u n a molteplicità. Però una pos i z i o n e di q u e s t o
genere
è,
presa
isolatamente,
assurda,
infatti, dice P a r m e n i d e , « in q u a n t o ciascuna parte diviene u n a p a r t e , essa v i e n e l i m i t a t a d a l l e a l t r e e d a l t u t t o , c o m e il t u t t o , a s u a v o l t a è l i m i t a t o d a l l e p a r t i » ( 1 5 8 D ) . A v v i e n e c o s ì c h e l a diairesis, d i v i d e n d o i d e a d a i d e a , p o n e u n l i m i t e i n c i ò c h e p e r s u a n a t u r a è i l l i m i t a t o , p o i c h é le p a r t i
do-
vranno
per
necessariamente
man
mano
che. si
d i v i s i o n e , f o r m a r s i n e l l ' i n t e r n o di u n ' u n i t à
formano
che rende pos-
sibile la d i v i s i o n e stessa. R i p o r t i a m o lo stesso e s e m p i o g i à u s a t o n e l l a nostra d i s c u s s i o n e s u l F e d r o c i t a n d o c i ò c h e si è g i à d e t t o : « se si t r a t t a di t r o v a r e l ' i d e a del p e s c a t o r e di l e n z a , ci t r o v e r e m o di fronte a q u e s t o p r o b l e m a ; se esiste l ' i d e a d e l l a c a c c i a (cfr. S o f . 2 1 9 E e s e g g . ) esistono a l t r e d u e i d e e , e cioè q u e l l a d e l l a c a c c i a al g e n e r e a n i m a t o
e
q u e l l a d e l l a c a c c i a a l g e n e r e i n a n i m a t o ; a c c e t t a t a la p r i m a e trovata
un'unità
saremo obbligati a dividere ancora
caccia al genere animato in caccia agli animali
la
pedigradi
e in c a c c i a ai n u o t a t o r i ; a c c e t t a t a la s e c o n d a d o v r e m o d i v i d e r e a n c o r a . M a si n o t i b e n e , c o n q u a l e criterio si s c e g l i e la c a c c i a ai n u o t a t o r i e c o n q u e l l a a g l i a n i m a l i p e d i g r a d i ? P e r c h è si t i e n e p r e s e n t e u n ' u n i t à g i à p r e c e d e n t e m e n t e
sta-
b i l i t a q u a n d o si p o s e la r i c e r c a c o m e r i c e r c a di u n p e s c a t o r e . È
quindi un'unità
c h e r e n d e p o s s i b i l e la d i v i s i o n e , a l t r i -
m e n t i n o i n o n s a p r e m m o se p r o c e d e r e d a u n a
parte op-
p u r e d a l l ' a l t r a e cioè n o n s a p r e m m o p i ù d i v i d e r e . S e si d i v i d e si d i v i d e in q u a n t o si c o m p i e l ' a z i o n e s u u n ' i d e a u n i c a . E si n o t i c h e m a n m a n o c h e si risale d a l l ' i d e a t r o v a t a p u n t o di p a r t e n z a i g e n e r i d i m i n u i s c o n o i n
al
comprensione
e d a u m e n t a n o in e s t e n s i o n e p e r c u i , p r i m a d e l l a "caccia, c i t r o v e r e m o di fronte a l l ' i d e a d i c a t t u r a , la q u a l e è p i ù estes a p e r c h è c i p u ò essere c a t t u r a
per caccia e cattura
per
l o t t a . C o s ì di s e g u i t o , finché a r r i v e r e m o a l l ' i d e a di a r t e c h e è q u e l l o c h e è ». P e r t r o v a r l a si s u p p o n e c o m p i u t a
una
ricerca
d i a i r e t i c a . S e p e r ò si p r o c e d e s s e a n c o r a i n
ci t r o v e r e m m o nella n e c e s s i t à di c e r c a r e l ' i d e a
avanti
dell'essere
e q u i s a r e m m o in p i e n a r i c e r c a filosofica. I n q u e s t o m o d o il m e t o d o d i a i r e t i c o r a g g i u n g e il m e t o d o
filosofico
P a r m e n i d e e s p r i m e c i ò c h e si è s p i e g a t o in q u e s t o m o d o : « g l i altri d a l l ' u n o , sia nel t u t t o c h e nelle p a r t i ,
ven-
g o n o a d essere così illimitati e l i m i t a t i » ( 1 5 8 D ) . I n q u a n t o g l i a l t r i s o n o l i m i t a t i e i l l i m i t a t i , d i c e a n c o r a P a r m e n i d e , essi s o n o simili e dissimili a sè m e d e s i m i e l ' u n o r i s p e t t o a l l ' a l t r o ( 1 5 8 E - 1 5 9 A ) . S i noti c h e i c o n c e t t i di s o m i g l i a n z a e di dissomiglianza
s o n o q u i in u n a
posizione
completamente
n u o v a . L e i d e e a c u i c o r r i s p o n d e u n a r e a l t à s o n o simili e dissimili nel senso c h e s o n o u n i f i c a b i l i i n u n a
« sumplokè
e i d ò n ». U n ' i d e a è simile a d u n ' a l t r a i n q u a n t o p u ò , c o m e questa,
essere c o m p r e s a q u a l e s p e c i e di u n g e n e r e
supe-
r i o r e . I l m o n d o r e a l e c h e a t t r a v e r s o le i d e e si c o n o s c e , i n q u a n t o è m o l t e p l i c e ed u n o , l i m i t a t o e d i l l i m i t a t o e s i m i l e e d i s s i m i l e , si t r o v e r à p o i , c o n s e g u e n t e m e n t e , in u n a
op-
p o s i z i o n e di fronte a t u t t e le i d e e di q u e s t o g e n e r e in q u a n t o q u e s t e a s s u m o n o u n a r e a l t à . P e r c i ò s a r à p o s s i b i l e alle i d e e i n q u a n t o reali di p a r t e c i p a r e a t u t t e « le o p p o s t e affezioni e s c o g i t a b i l i » ( 1 5 9 B ) . N e l l a r e a l t à il m o v i m e n t o , p e r e s e m p i o , e d il t e m p o a s s u m e r a n n o v a l o r i n u o v i , c h e s o n o q u e l l i appunto
p r e s e n t i nel m o n d o r e a l e c o m e tale e c o m e t a l e
pensato.
Il t e m p o s a r à infinito e p p u r e
d e l l o s p a z i o . S a r e b b e facile
finito
e così s a r à
a p p l i c a r e il r a g i o n a m e n t o
a
t u t t e le i d e e e p e r c i ò P a r m e n i d e t e r m i n a la s u a d i s c u s s i o n e sulla quarta ipotesi.
1) Così, dallo stesso punto di vista, la diairesis si riconcilia, per lo stesso Stenzel, con quella che lo studioso tedesco aveva chiamato prima maniera di Platone e divisa da quella seguente alla Repubblica. Si ricordi la critica da noi compiuta a proposito del Fedro, a questa divisione. Stenzel stesso nota a pag. 84: « a questo punto, alla premessa fondamentale di tutto il nostro lavoro (cioè la divisione del pensiero platonico in due periodi) bisogna aggiungere di proposito il seguente fatto: appare qui che Platone non ha mai abbandonato la sua posizione socratica ».
LA
QUINTA
IPOTESI.
N e l l e false l u c i d e l c r e p u s c o l o il m o n d o d e l l a r e a l t à si v e d e e n o n si v e d e e se p u ò essere r i c o n o s c i u t o c o m e r e a l e p u ò a n c h e s v a n i r e n e l l ' o m b r a . A l l o r a n o n si p u ò p i ù ritrovare l'unità mente
nei m o l t e p l i c i e c i o è c o n o s c e r e
gli o g g e t t i , p e r c h è s e n z a l ' u n i t à ,
non
diairetica-
è possibile,
c o m e s a p p i a m o , la d i v i s i o n e . O r a l ' u n i t à era nella s u a m a s s i m a e s t e n s i o n e l ' e s s e r e stesso c o m e e s i s t e n t e . N e l l a n u o v a p o s i z i o n e della q u i n t a ipotesi l ' e s s e r e si p o r r à d u n q u e c o m e diviso dal m o n d o , c o m e assoluto e perfetto. T u t t e le v o l t e c h e si è fissato l o s g u a r d o sulla p e r f e z i o n e d i v i n a il m o n d o r e a l e è s e m p r e d i v e n t a t o u n a v a l l e di l a c r i m e . C o s ì s a r à p r o p r i o la p e r f e z i o n e a s s o l u t a q u e l l a che permetterà presenta
l'errore.
Il m o n d o c h e la q u i n t a i p o t e s i ci
è il m o n d o della d o x a , n o n nella s u a
negatività
a s s o l u t a , m a nella s u a p o s i z i o n e i n t e r m e d i a . E s s o p u ò essere o r g a n i z z a b i l e ed a l l o r a è v e r o , p u ò essere f a n t a s i a
ed
o p i n i o n e , e d a l l o r a p o t r à essere v e r o m a a n c h e f a l s o .
In
q u e s t o m o n d o , d i c e P a r m e n i d e , l ' u n o e gli altri n o n s o n o mai insieme perchè l'unità in quanto assoluta non può avere p a r t i ( 1 5 9 C ) . « L ' u n o n o n s a r à d u n q u e g l i altri n è p e r il s u o t u t t o , n è p e r le s u e p a r t i » (cit. 1 5 9 C ) e così gli altri non potranno
partecipare all'uno (159 D ) . Essi non
sono
così unificabili m a , a p p u n t o p e r q u e s t o , n o n s o n o u n a v e r a m o l t e p l i c i t à (cit. 1 5 9 D ) . C o m e t a l i n o n s a r a n n o n è simili n è dissimili, n è m o b i l i nè i m m o b i l i ( 1 5 9 E - 1 6 0 A ) . N o n p o t r a n n o n e m m e n o n a s c e r e e m o r i r e ( 1 6 0 A ) . S i noti q u i c o m e v i e n e s o t t o l i n e a t a la i m p o s s i b i l i t à d e l m o n d o i m p e r f e t t o d e l l a d o x a di p a r t e c i p a r e a l l a c r e a z i o n e c h e a v v i e n e solo nel p e r f e t t o e c i o è c o n la p r e s e n z a d e l l ' u n i t à . Q u e s t a , p r e s a nel s u o i n s i e m e , nelle c i n q u e ipotesi c o n s i d e r a t e , si è r i v e l a t a c o m e unità e c o m e non unità, sempre in equilibrio instabile tra la p r i m a e l a s e c o n d a i p o t e s i . L ' u n i o n e delle p r i m e d u e ipotesi c o n la t e r z a e la q u a r t a e la l o r o i n t e r d i p e n d e n z a v i e -
n e s o t t o l i n e a t a d a P a r m e n i d e i n u n p a s s o di g r a n d e i m p o r t a n z a p e r c h è i n esso si c h i a r i s c e il c o n c e t t o di « altri » q u a l e è u s a t o n e l P a r m e n i d e , i n m a n i e r a i n e q u i v o c a b i l e . G l i altri d e l l e p r i m e d u e ipotesi e r a n o , c o m e s a p p i a m o ,
l'unità
in
q u a n t o p e n s a t a o n o n p e n s a t a , nelle u l t i m e d u e g l i altri s o n o il m o n d o r e a l e . P e r c i ò P a r m e n i d e c o n c l u d e r à :
« così l'uno
se è, sia d i fronte a sè m e d e s i m o , sia d i fronte a g l i altri, è t u t t o e nel m e d e s i m o t e m p o n o n è u n o » ( 1 6 0 B ) . N o n si d i m e n t i c h i i n o g n i m o d o c h e g l i altri della s e c o n d a i p o t e s i , in q u a n t o
i d e e , e r a n o p o t e n z i a l m e n t e g l i altri d e l m o n d o
reale. C o n l a c o n c l u s i o n e c i t a t a di P a r m e n i d e l a q u i n t a
ipo-
tesi ci i n t r o d u c e v e r s o u n n u o v o c a m p o , q u e l l o d e l n o n e s s e r e . E d è l o g i c o , se essa r a p p r e s e n t a
il m o n d o della d o x a ,
c h e è e c h e n o n è. I n q u a n t o è esso d i v e n t a o p i n i o n e , s e n sazione e fantasia metodo
vera e forma
diairetico, in q u a n t o
delle i d e e c o n o s c i b i l i d a l
n o n è si dirige s e m p r e p i ù
v e r s o il n o n essere. LA L'errore entrati,
SESTA
ed il non essere delle idee. — S i a m o
IPOTESI. dunque
a t t r a v e r s o la q u i n t a i p o t e s i , nel p r o b l e m a d e l n o n
essere. Si è d e t t o c h e se l a m o l t e p l i c i t à r i m a n e t a l e e n o n v i e n e unificata essa d i v e n t a i n c o n o s c i b i l e ed i r r e a l e . I l m e t o d o diairetico n o n p u ò p i ù quindi esplicare la s u a funzione conoscitiva. M a come
p u ò il m e t o d o
diairetico
in
q u a n t o tale essere i m p o s s i b i l e ? E s s o si b a s a su u n a r e a l t à ideale, quindi dovrebbe sempre avere un valore positivo, e p o i c h é r e n d e v e r i g l i o g g e t t i della d o x a c h e d i v e n g o n o idee trovate p e r m e z z o della divisione, anche la d o x a se è
doxa
mondo
e s e , c o m e si v e d e , è i n c o m u n i c a z i o n e
c o n il
i d e a l e , d e v e essere s e m p r e v e r a , in q u a n t o
viene
resa tale d a l l o g o s
i) S T E N Z E L :
Il Teeteto porrà con chiarezza pro-
O p . cit. P a g . 73-74.
prio questo p r o b l e m a :
c o m e si p u ò f o r m a r e
un'opinione
falsa? (cfr. T e e t . 1 8 7 D e s e g g . ) . S a p e r e q u e l l o c h e n o n si sa e n o n s a p e r e q u e l l o c h e si sa s o n o c o s e i m p o s s i b i l i ( 1 8 7 B ) . C o m e si è v i s t o e s s e n d o l a d o x a i n c o m u n i c a z i o n e c o n la diairesis, il p r o b l e m a
riguarda
anche quest'ultima.
M a il
m e t o d o d i a i r e t i c o noi s a p p i a m o c h e è p o s s i b i l e s o l o in q u a n t o c ' è i n esso u n a c o n g i u n z i o n e a s c e n d e n t e c o n l ' e s s e r e . logico quindi che Socrate nel Teeteto prosegua in
È
questo
m o d o : « b i s o g n e r à forse n o n d i r i g e r e la n o s t r a r i c e r c a
da
q u e s t o p u n t o di v i s t a , m a , i n v e c e d i b a d a r e a l l ' o p p o s i z i o n e tra s a p e r e e n o n s a p e r e t e n e r c o n t o i n v e c e di q u e l l a d e l l ' e s sere e d e l n o n essere? » ( T 8 8 C D ) . P e r ò si d i c e p i ù i n n a n z i che « giudicare falso è diverso dal giudicare una cosa c h e n o n è » ( 1 8 9 B ) p e r c h è « chi g i u d i c a c i ò c h e n o n è n o n g i u d i c a affatto » ( 1 8 9 A ) . O r a blemi:
il p r i m o ,
sono impliciti qui
c h e il g i u d i z i o in
quanto
due
giudizio
pronon
p u ò essere c h e v e r o , c o m e a b b i a m o v i s t o , p e r c h è p e r P l a tone non è possibile conoscere che ciò che ha u n v a l o r e p o s i t i v o . I l s e c o n d o è c h e è n e c e s s a r i o c h e l ' o p i n i o n e falsa si g e n e r i c o n u n a t t o m e n t a l e c h e n o n è il g i u d i c a r e , e c h e non è quindi nemmeno d o x a o rappresentazione.
Il r i c h i a -
m o a l n o n essere h a u n v a l o r e c o n c r e t o nel senso c h e il p r o b l e m a d e l l ' e r r o r e n o n si p u ò r i s o l v e r e , c o m e s a p p i a m o
dal
Sofista, se n o n r i s o l v e n d o il p r o b l e m a d e l n o n essere. R i s o l v e r e q u e s t ' u l t i m o p r o b l e m a significa r i c o n o s c e r e i n q u a l c h e m o d o c h e il n o n essere è. C o n s e g u e n t e m e n t e l ' e s s e r e p o s i t i v o ed i d e a l e in q u a n t o esistente p u ò a v e r e i n sè u n e l e m e n t o n e g a t i v o c h e è a l t r o d a esso e c h e è a d esso c o n t r a r i o . P e r c i ò P a r m e n i d e d o v r à r i t o r n a r e sulla s e c o n d a ipotesi e d i m o s t r a r e c h e i n essa è p o s s i b i l e u n n o n essere, c h e il n o n essere p u ò c i o è a v e r e u n ' e s i s t e n z a
in quanto
opposi-
zione all'essere. S e nel m o n d o ideale c'è u n elemento negat i v o a l l o r a esso n o n s a r à p i ù i d e a l e e c i o è p o s i t i v o ,
non
s a r à a l l o r a p i ù p o s s i b i l e la c r e a z i o n e , e q u i n d i a l l e idee n o n c o r r i s p o n d e r à p i ù u n a r e a l t à . Q u e s t o significa p r e c i s a m e n t e c h e il m e t o d o d i a i r e t i c o p u ò n o n essere v a l i d o e c h e l ' e r r o r e
è possibile. Stenzel dice molto giustamente : « u n solo errore
nella p a r t e g i u s t a d e l l a d i v i s i o n e , u n o s c a m b i o
del-
l ' « 011 » c o l « mé 011 )), r e n d e il l o g o s e r r a t o e d a p p o r t a a l c o n c e t t o r i c e r c a t o falsi p r e d i c a t i , a g g i u n g e c i o è a l l ' o g g e t t o un
« altro » predicato,
quello appunto
1
c h e non è » ) . I l
m e t o d o d i a i r e t i c o p u ò q u i n d i e r r a r e e n o n essere c i o è p i ù u n m e t o d o , i n q u a n t o nella d i v i s i o n e è p o s s i b i l e u n o s c a m b i o tra l ' e s s e r e e il n o n essere. O r a n o i s a p p i a m o il v a l o r e c h e h a q u e s t o essere c o m e i d e a s u p e r i o r e a c u i t u t t o il p r o cesso di divisione è legato. E s s o è l'essere del m o n d o ideale in q u a n t o esistente. I l m e t o d o d i a i r e t i c o p e r c i ò n o n fa c h e r i c e r c a r e n e l l ' u n i t à e nella m o l t e p l i c i t à ideali u n i t e , c o m e si s a , n e l p e n s a t o , q u e l l a d e t e r m i n a t a i d e a di c u i h a b i s o g n o . P e r f a r q u e s t o s c e g l i e le v i e c h e s e r v o n o p e r stabilire l e r e l a z i o n i t r a le i d e e e le r e l a z i o n i d i q u e s t e c o n l ' e s s e r e . S e il metodo diairetico è possibile, è d u n q u e possibile in quanto c ' è u n a r e a l e c o n n e s s i o n e t r a l e i d e e esistenti
ontologica-
m e n t e c o m e p e n s a t e . S e a d u n c e r t o p u n t o si s c a m b i a l ' e s sere c o l n o n essere, q u e s t o p u ò essere p o s s i b i l e solo se t r a le idee o n t o l o g i c a m e n t e
esistenti s o n o possibili d e l l e
rela-
z i o n i false, se cioè i n v e c e di p o r s i esse c o m e altri i n u n i o n e c o n l ' u n o si p o n g o n o c o m e altri i n o p p o s i z i o n e c o n l ' u n o .
Svolgimento
della discussione. — P a r m e n i d e r i c o m i n c i a
la d i s c u s s i o n e f a c e n d o n o t a r e c h e a l t r o è dire c h e l ' u n o n o n è, a l t r o è dire c h e il n o n u n o n o n è. P e r n o n u n o s ' i n t e n d e q u i il m o l t e p l i c e i n t e s o c o m e g l i altri, cioè c o m e il m o n d o s e n s i b i l e . P a r m e n i d e v u o l f a r n o t a r e c h e la d i s c u s s i o n e d e l l a sesta ipotesi n o n r i g u a r d a g l i altri, e cioè il m o n d o
reale,
m a r i g u a r d a l ' u n o i n q u a n t o esistente. L a f o r m u l a « s e l ' u n o non è » intende perciò c o n la sua negazione n o n negare gli altri m a n e g a r e l ' u n i t à q u a l e era s t a t a p o s t a nella s e c o n d a i p o t e s i ( 1 6 0 C D ) . S u b i t o d o p o a P a r m e n i d e interessa n o t a r e c h e , i n q u e s t a s u a p o s i z i o n e , l ' u n o i n q u a n t o n o n è, è
i)
STENZEL:
Op.
cit.
Pag.
74.
conoscibile, appunto perchè viene considerato c o m e o p p o s t o a l l a s e c o n d a i p o t e s i (cit. 1 6 0 D ) . B i s o g n a p e r c h è l ' u n o in q u a n t o n o n essere sia c o n o s c i b i l e , o s s e r v a r e la s u a n e g a tività in ciò che è già stato osservato c o m e conoscibile e c o m e p o s i t i v o . P e r c i ò s a r à , se è c o n o s c i b i l e , a n c h e
differente
d a g l i altri e g l i altri s a r a n n o differenti d a lui ( 1 6 0 E ) . P e r ò il c o n c e t t o d i d i f f e r e n z a n o n si a p p l i c a q u i a g l i a l t r i a l l ' u n o stesso nel s u o i n t e r n o .
In
questo
interno
ma
l'unità
p a r t e c i p a , i n q u a n t o n o n è, a c i ò di cui essa si d e t e r m i n a c o m e differente. « N o n si p o t r e b b e p a r l a r e n è d e l l ' u n o n è d e g l i altri d a l l ' u n o e n o n c i s a r e b b e n i e n t e di l u i n è i n r a p p o r t o a lui c n o n si p o t r e b b e n e m m e n o d i r e c h e è q u a l c h e c o s a )> se p r e c i s a m e n t e n o n p a r t e c i p a s s e nè a q u e s t o q u a l c h e c o s a , nè, c o n s e g u e n t e m e n t e e d i n tale m o d o , a t u t t i g l i altri (cit. 1 6 0 E ) . P e r c i ò p e r l ' u n o « è i m p o s s i b i l e essere, p e r c h è c o m e si s a , n o n è. M a u n a p l u r a l i t à di p a r t e c i p a z i o n i gli è p o s s i b i l e a n z i gli è n e c e s s a r i a a l c o n t r a r i o ,
dal
momento
c h e l ' u n o c h e n o n è d e v e essere b e n lui e n o n è u n a l t r o » (161 A ) . C o s ì il n o n essere d e l l e i d e e v i e n e r e s o p o s s i b i l e n e l l'interno
delle i d e e stesse della s e c o n d a ipotesi e n e l l ' i n -
t e r n o d e l l ' u n i t à m e d e s i m a c h e i n q u e l l ' i p o t e s i si a f f e r m a v a c o m e esistente. I l n o n essere p u ò p a r t e c i p a r e d e l l a m o l t e p l i c i t à c h e n a s c e d a l s u o stesso p o r s i c o m e t a l e . N e l l o stesso m o d o le i d e e , c h e s o n o u n i t à ,
p o s s o n o n o n essere
unità,
i n q u a n t o n o n p a r t e c i p a n o a l l ' u n o e n e m m e n o tra di l o r o . O r a r i m a r r à p u r s e m p r e fra l o r o u n a r e l a z i o n e e q u e s t a rel a z i o n e è q u e l l a s t a b i l i t a d a l n o n essere. P e r i n t e n d e r e m e g l i o l a q u e s t i o n e si p e n s i a d u n p r o c e s s o m e n t a l e di d i v i s i o n e c h e , p e r c e r c a r e il p e s c a t o r e di l e n z a , q u a n d o h a d i v i s o la c a c c i a i n c a c c i a a g l i a n i m a l i p e d i g r a d i e d i n c a c c i a ai n u o t a t o r i , i n v e c e di p r o c e d e r e d a l l a p a r t e g i u s t a , p r o c e d a d a l l a s b a g l i a t a e finisca p e r d i r e c h e il p e s c a t o r e di l e n z a è u n c a c c i a t o r e di u c c e l l i e n o n di p e s c i . S e la c o n c l u s i o n e è e r r a t a , lo è p e r c h è i n v e c e di p r o c e d e r e d a u n a p a r t e , si è p r o c e d u t o d a u n ' a l t r a ; il m e t o d o di p e r sè stesso è g i u s t o ,
t a n t o è v e r o c h e se si c e r c a s s e p e r e s e m p i o il c a c c i a t o r e di allodole andrebbe
benissimo. Ora,
se è s b a g l i a t o ,
questo
a v v i e n e p e r c h è d e l l ' u n i t à c h e si c e r c a si d i c e c h e n o n
è
q u a n d o i n v e c e è o p p u r e il c o n t r a r i o , e p e r c i ò si m o l t i p l i c a in u n a m o l t e p l i c i t à c h e n o n è p i ù i n r e l a z i o n e c o n
l'unità,
m a c h e è i n u n a r e l a z i o n e a s s u r d a s t a b i l i t a d a l n o n essere dell'unità,
e d a l n o n essere della m o l t e p l i c i t à .
C o m e si è v i s t o n e l l a q u a r t a ipotesi il p r o b l e m a della diairesis
interessa
anche
questo Parmenide
il c o n c e t t o
di
somiglianza.
Per
p a r l a di s o m i g l i a n z a e n o n s o m i g l i a n z a
fra le i d e e e d a f f e r m a c h e ci d o v r à essere d i s s o m i g l i a n z a n e l l ' u n i t à in sè m e d e s i m a e, a p p u n t o p e r q u e s t o , a n c h e gli altri s a r a n n o d i s s o m i g l i a n t i . È n a t u r a l e c h e c h i a f f e r m a c h e il p e s c a t o r e di l e n z a è u n c a c c i a t o r e di u c c e l l i u n i s c e c o s e c h e n o n si r a s s o m i g l i a n o e cioè c o m p r e n d e s o t t o u n o stesso g e n e r e delle s p e c i e c h e n o n v i d e v o n o essere c o m p r e s e . A n a l o g a m e n t e a c c a d r à p e r c i ò c h e r i g u a r d a il p r o b l e m a d e l l ' u g u a g l i a n z a e del suo contrario:
quando
nel
mondo
d e l l e i d e e si s t a b i l i r a n n o delle r e l a z i o n i n e g a t i v e o s b a g l i a t e , u n d a t o m o l t e p l i c e p o t r à essere g r a n d e o p i c c o l o i n
quanto
si p e r d e la s u a r e l a z i o n e c o n il t u t t o . P e r c i ò l ' u n i t à n o n esis t e n t e d o v r à , i n q u a n t o nel s u o s e n o si s t a b i l i s c e u n a m o l t e plicità
negativa,
partecipare
all'uguaglianza,
considerata
c o m e m e d i a t r i c e t r a il p i c c o l o e il g r a n d e , e d infine a l l a p i c c o l e z z a e d a l l a g r a n d e z z a ( 1 6 1 D E ) . D a c i ò c h e fin q u i si è c o n s i d e r a t o risulta p e r P a r m e n i d e il p r i n c i p i o g i à d a noi notato e che ora v i e n e affermato esplicitamente: l'unità che n o n è d o v r à c i o è essere, q u e s t o essere si d o v r à p e r ò c o m prendere
solo c o m e è s t a t o c h i a r i t o a n t e c e d e n t e
(162 A ) .
P a r m e n i d e a n z i insiste s u l l a n e c e s s i t à d e l n o n essere d i affermarsi
c o m e opposto all'essere, e non solo riguardo
al
n o n essere, m a p r o p r i o p e r c h è s o l o in q u a n t o d a c i ò c h e è p o s i t i v o si d i s t i n g u e il s u o c o n t r a r i o la p o s i t i v i t à p u ò essere p o s i t i v i t à .
« È
partecipando
a l l ' e s s e r e d e l l ' e s s e r e es-
sente ed a l n o n essere d e l l ' e s s e r e n o n essente c h e c i ò c h e è p o t r à essere p i e n a m e n t e . C o s ì ciò c h e n o n d o v r à p a r t e c i p a r e
IÓO
a l n o n essere d e l l ' e s s e r e n o n essente, c o m e a l l ' e s s e r e d e l l ' e s sere n o n essente, se si v u o l e c h e c i ò c h e n o n è r e a l i z z i , d a p a r t e s u a , la c o m p l e t e z z a d e l s u o n o n essere » ( 1 6 2 A B ) . T r o v i a m o p e r u l t i m o u n a l t r o p r o b l e m a di u n a importanza.
certa
I l m o n d o r e a l e di c u i si è finora p a r l a t o ,
ap-
p u n t o perchè è reale, è in u n certo senso i m m o b i l e o meglio n o n c ' è in esso c h e q u e l l a m o b i l i t à di v a l o r e i d e a l e c h e c ' è a n c h e nelle i d e e . I n q u a n t o c o n o s c i b i l e c i ò c h e è r e a l e è c o s t a n t e : è i n q u a n t o errore e m a l e c h e il m o n d o d i v i e n e . O r a a n c h e q u e s t o d i v e n i r e d o v r à t r o v a r e s p i e g a z i o n e nel m o n d o i d e a l e c o m e n o n essere. L o stesso essere d e l n o n essere n o n è p o s s i b i l e , nelle c o n d i z i o n i s o p r a e s a m i n a t e , s e n z a c h e si verifichi u n m u t a m e n t o .
Il non u n o partecipa a d u e stati
d i v e r s i , q u e l l o p e r c u i a f f e r m a il s u o n o n essere i n
quanto
p a r t e c i p a a l n o n essere d e l l ' e s s e r e n o n essente, l ' a l t r o
per
c u i a f f e r m a il s u o essere p a r t e c i p a n d o a l l ' e s s e r e c h e è. Q u i l ' u n o è e n o n è nel s e n s o c h e si m u o v e fra l ' e s s e r e e il n o n essere p e r a f f e r m a r e la s u a e n t i t à . I l d i v e n i r e v i e n e g i u s t i ficato nel s e n o stesso d e l m o n d o i d e a l e i n q u a n t o n e g a t i v o : « l ' u n o c h e n o n è si è r i v e l a t o c o m e m o s s o p o i c h é esso p a s s a d a l l ' e s s e r e a l n o n essere » ( 1 6 2 C ) . P e r ò in q u a n t o n o n è d o v r à essere a n c h e i m m o b i l e , p e r c h è p e r m u o v e r s i b i s o g n a m u o v e r s i in q u a l c h e l u o g o ( 1 6 2 E ) , c o s a c h e n o n p u ò f a r e n o n esistendo. L ' u n o che non è è d u n q u e immobile e m o s s o . L a s u a i m m o b i l i t à c i v i e n d a t a d a l s u o essere i n q u a n t o non uno, dal suo permanere
c o m e entità n e g a t i v a .
Nello
stesso m o d o l ' u n i t à si a l t e r e r à e n o n si a l t e r e r à . L a c o n c l u s i o n e d i t u t t a la t r a t t a z i o n e è p o i la s e g u e n t e : « i n q u a n t o si a l t e r a l ' u n o c h e n o n è n a s c e e p e r i s c e , i n q u a n t o n o n si a l t e r a n o n n a s c e nè p e r i s c e » ( 1 6 3 B ) . Q u e s t ' u l t i m a
affer-
m a z i o n e s e m b r e r e b b e s t r a n a t r a t t a n d o s i di u n m o n d o i d e a le. M a si noti c h e si t r a t t a della n e g a t i v i t à d e l l e i d e e e c h e q u e s t a n e g a t i v i t à d e v e s p i e g a r e t u t t o c i ò c h e di n e g a t i v o a c c a d e nel m o n d o r e a l e . N o n si t r a t t a d e l n a s c e r e o d i v e nire c o m e u n p e r d e r e o u n a s s u m e r e l ' e s s e r e , m a di u n n a s c e r e e di u n d i v e n i r e c h e a v v e n g o n o i n q u a n t o l ' e s s e r e n o n
c ' è . S e il m o n d o del d i v e n i r e n a s c e e m u o r e c o m e t a l e , q u e s t o s u o s t a t o n o n lo si p o t r à s p i e g a r e se a n c h e n e l
mondo
i d e a l e , i n q u a n t o n e g a t i v o , n o n a v v i e n e c i ò c h e a v v i e n e nel mondo
s e n s i b i l e . C o s ì c o m e si s p i e g a l ' e r r o r e si s p i e g a il
n a s c e r e e il m o r i r e d e l m o n d o s e n s i b i l e . S i v e d e g i à q u i la n e c e s s i t à di u n a n u o v a p o s i z i o n e . C o m e la s e c o n d a
ipotesi
i n t r o d u c e v a a l l a t e r z a , così l a n e g a z i o n e d e l l a s e c o n d a i p o tesi i n t r o d u c e a l l a n e g a z i o n e della t e r z a , n e g a z i o n e i n c u i si d i m o s t r e r à
l'impossibilità della creazione. L a terza ipo-
tesi si t r o v a v a tra u n m o n d o i d e a l e p o s i t i v o e u n
mondo
r e a l e p o s i t i v o . L a s e t t i m a si t r o v e r à fra u n m o n d o
ideale
n e g a t i v o e u n m o n d o r e a l e n e g a t i v o , e, c o m e nella t e r z a e r a p o s s i b i l e la c r e a z i o n e , q u i a v v e r r à l o g i c a m e n t e il c o n t r a r i o . P e r c i ò la s e t t i m a i p o t e s i n o n s p i e g a il n a s c e r e e il m o r i r e in q u a n t o n e g a t i v i t à m a d e t e r m i n a
il c o n t r a r i o d e l l a c r e a -
zione. Nel mondo empirico in quanto negativo a v v i e n e un p a s s a g g i o tra l a v i t a e la m o r t e c h e n o n è n è d i s t r u z i o n e n è creazione; è u n nascere e un perire disorganizzato che è possibile,
come sappiamo
anche
dal Fedone,
in q u a n t o
ciò
che è molteplice non sempre rimane unito alla sua essenza ma, mutando
il g e n e r e di c u i è s p e c i e m u t a a n c h e l a s u a
e s i s t e n z a , d a t o il r a p p o r t o
tra p e n s i e r o e r e a l t à .
m o n d o ideale in q u a n t o n e g a t i v o , in quanto a c i ò c h e è i d e a l i t à p o s i t i v a , si d o v r à dire
Così del
contrapposto
necessariamente
c h e n a s c e e d i v i e n e , se c i ò a c c a d e nel m o n d o e m p i r i c o i n q u a n t o d i s o r g a n i z z a t o . Si noti inoltre c h e il d i v e n i r e è s p i e g a t o c o n l ' a l t e r a r s i d e l n o n essere. S e il m o n d o d i v i e n e è p e r l'alterarsi
dei
rapporti
n e g a t i v i fra
u n ' i d e a p r i m a si a f f e r m a ,
le i d e e ,
perchè
cioè
p e r e s e m p i o , c o m e s p e c i e di u n
g e n e r e c h e n o n è il s u o , e p o i c o m e s p e c i e di u n a l t r o g e n e r e c h e a n c o r a n o n è il s u o . Q u i l ' e s s e r e d e l n o n
essere
n o n r i m a n e n e l l a stessa p o s i z i o n e m a , c o l m u t a r e d e l l a p o s i z i o n e e r r a t a e q u i n d i d i t u t t o u n c o m p l e s s o di r e l a z i o n i errate,
muta
sè stesso i n q u a n t o n e g a i n d i v e r s e r e l a z i o n i
q u e l l a in c u i si t r o v a v a p r e c e d e n t e m e n t e .
Questo
alterarsi
d e l n o n essere a v v e r r à p e r ò i n s i e m e e a c a u s a d e l l ' e s i s t e n z a
del n o n essere stesso, p e r c u i si p o t r à d i r e c h e il n o n
uno
p u ò a l t e r a r s i , m a m a n t i e n e la s u a e n t i t à n e g a t i v a a t t r a v e r s o le a l t e r a z i o n i e, i n q u e s t o s e n s o , n o n n a s c e e n o n p e r i s c e .
LA SETTIMA
IPOTESI.
N e l s e n o stesso del m o n d o i d e a l e ci p u ò essere,
in
q u a n t o c ' è q u a l c o s a c h e g l i si o p p o n e , t u t t o il n o n essere p o s s i b i l e , così c o m e c ' e r a n e l l a s e c o n d a i p o t e s i t u t t o l ' e s sere
possibile. Q u a n d o
l'unità
dal
mondo
perfetto
delle
i d e e si s t a c c a v a , si p o n e v a c o m e n e g a t i v i t à a s s o l u t a e p e r fetta,
ed era
questa
sua
negatività assoluta
che
permet-
t e v a la n u o v a p o s i z i o n e d e l l ' u n i t à e la c r e a z i o n e d e l m o n d o . M a o r a il m o n d o delle i d e e lo a b b i a m o v i s t o n e l l ' o p p o s t o di sè m e d e s i m o e n o n nella s u a p e r f e z i o n e . D i fronte a d esso l ' u n i t à n o n p o t r à p i ù essere e n o n essere c o m e a v v e n i v a nella t e r z a i p o t e s i . Il nulla p e r f e t t o si d e t e r m i n a s o l o di fronte a l l ' e s s e r e p e r f e t t o : t i v i t à a s s o l u t a si d e t e r m i n a
l'unità come posi-
s o l o di fronte a l m o n d o delle
i d e e c o m e p e r f e z i o n e esistente. M a q u i ci t r o v i a m o d a v a n t i a l l a n o n esistenza d e l m o n d o i d e a l e . E d a l l o r a , n e c e s s a r i a m e n t e , la n u o v a p o s i z i o n e d e l l ' u n i t à s a r à n o n u n a vità perfetta mina
negati-
ed a s s o l u t a , m a u n a n e g a t i v i t à c h e si d e t e r -
come opposta
a l l a p o s i z i o n e c h e essa stessa
aveva
a s s u n t o nella t e r z a i p o t e s i . S a r à n o n essere m a n o n il n o n essere c h e p e r m e t t e la s o p p r e s s i o n e d e l m a l e , m a il n o n essere c h e a f f e r m a il m a l e di fronte a l b e n e . S e n e l s e n o d e l l a r e a l t à c ' è u n ' i s t a n t e c r e a t o r e , a d esso si p u ò
contrapporre
la d i s t r u z i o n e e c i o è il n o n essere della c r e a z i o n e . Q u e s t a non a v v e r r à e l'unità non sarà in nessun senso, non a v r à e non potrà avere nessuna
d e t e r m i n a z i o n e . È il n o n
essere
delle idee c h e l ' u n i t à d o v r e b b e a f f e r m a r e i n s i e m e a l l a s u a n o n esistenza d a v a n t i a q u e s t o n o n essere. I l c r e a t o r e
non
sente p i ù il c r e a t o c o m e u n a r e a l t à c h e h a u n ' e s i s t e n z a p i ù r e a l e d e l l a s u a , p e r c h è o r a il m o n d o delle i d e e n o n e s i s t e .
A l l o r a il c r e a t o r e n o n r e a g i r à , n o n si p o r r à c o m e p e r f e z i o n e e nulla assoluti, m a r i m a r r à nella sua superiorità all'esistenz a , nel s u o n o n essere d e l l a p r i m a i p o t e s i , q u a n d o si d e t e r m i n ò c o m e n e g a t i v i t à di fronte a t u t t e le i d e e .
Mancherà
il p a s s a g g i o d a l l a p r i m a a l l a s e c o n d a i p o t e s i , p a s s a g g i o c h e abbiamo visto eternamente
presente nell'istante creatore
e
c h e , nelle v a r i e p o s i z i o n i d e i d u e t e r m i n i c r e a t o r e e c r e a zione perfetta,
c o n t e n e v a nel s u o s e n o t u t t a la r e a l t à .
Ma
q u i il p a s s a g g i o n o n ci s a r à p i ù e n o n ci s a r à p i ù p e r c o n s e g u e n z a la d e d u z i o n e d e l r e a l e d a l l ' u n i t à .
Questa ritornerà
una divinità superiore all'esistenza e una divinità non creatrice. A l l o r a n e m m e n o la s u a r e a l t à p o t r à a f f e r m a r s i e c i o è n e m m e n o la s u a p e r f e z i o n e a s s o l u t a c h e è p o s s i b i l e s o l o i n quanto
essa si c o n t r a p p o n e
ad un mondo creato.
Questo
D i o , se v u o l e a f f e r m a r e sè stesso, n o n p u ò n o n c r e a r e :
se
v u o l e a f f e r m a r e la s u a a s s o l u t a p e r f e z i o n e d o v r à m u o v e r s i tra sè e la s u a c r e a z i o n e ed a r r i v a r e f a t a l m e n t e a l l a n e g a z i o n e di sè e c i o è a l m a l e e d a l l a d i s t r u z i o n e . N o n c r e e r à . P e r c i ò il m o n d o d e l l e i d e e n o n esisterà e n o n esisterà la v i t a . N e l l o stesso m o d o , se h a c r e a t o , d o v r à a n c h e d i s t r u g gere. D e v e passare necessariamente per questa settima ipotesi e s c o n t a r e fino i n f o n d o le c o n s e g u e n z e d e l l a s u a c r e a z i o n e e q u i n d i d e l l a s u a p e r f e z i o n e . N o n p a s s a n d o p e r la d i s t r u z i o n e n o n a r r i v e r à m a i alla n e g a z i o n e di q u e l
mondo
c h e h a c r e a t o e c h e si d e v e n e g a r e c o n t i n u a m e n t e p e r p o t e r continuamente
risorgere.
Q u e s t a v o l t a d i c e n d o c h e l ' u n o n o n è P a r m e n i d e l o aff e r m a d u n q u e in s e n s o a s s o l u t o . C o s ì c i ò c h e n o n è « n o n sarà
essere nè p o t r à
partecipare
all'essere in nessun
mo-
d o » ( 1 6 2 C ) . P e r c i ò « p o i c h é n a s c e r e e perire n o n è c h e p e r d e r e o a s s u m e r e l ' e s s e r e », c o m e si è a f f e r m a t o
paralle-
l a m e n t e nella s e c o n d a i p o t e s i , l ' u n o n o n n a s c e r à e n o n p e rirà ( 1 6 2 D ) . N o n si a l t e r e r à e n o n a v r à m o v i m e n t o e n e m m e n o p o t r à essere i m m o b i l e ( 1 6 2 E ) , così c o m e n o n
potrà
c r e a r e il m o n d o r e a l e e p e r c i ò P a r m e n i d e c h i a r i s c e c h e g l i altri n o n p o s s o n o a v e r e c o n l ' u n o n e s s u n a r e l a z i o n e ( 1 6 4 A ) .
S i noti c h e d e g l i altri c o m e g e n e r i altri d a l l ' u n o si è g i à p a r l a t o e c h e q u i si v u o l e i n t e n d e r e il m o n d o r e a l e . « L ' u n o , conclude P a r m e n i d e , così concepito, n o n a v r à nessuna det e r m i n a z i o n e sotto n e s s u n r a p p o r t o » ( 1 6 4 B ) .
L'OTTAVA
IPOTESI.
« S e l ' u n o n o n è c h e c o s a s a r a n n o g l i altri? » ( 1 6 4 B ) . D o p o la s e t t i m a i p o t e s i , i n c u i si è a f f e r m a t a la p o s i z i o n e d i s t r u t t i v a c o m e o p p o s t a a l l ' u n i t à c r e a t r i c e , P a r m e n i d e si chiede: altri?
se n o n c i s a r à la c r e a z i o n e c h e c o s a s a r a n n o gli
Quest'ipotesi è l'ipotesi opposta alla quarta.
ralmente
non
bisogna perdere
di v i s t a c h e essa
Natupresup-
p o n e t u t t e le a l t r e e c h e p e r c i ò si p r e s e n t a c o m e l ' u l t i m o g r a d i n o d e l l a d i s c e s a . L a r e a l t à d e l m o n d o si è a f f e r m a ta p r i m a c o m e r e a l e , p o i c o m e r e a l e e d irreale, o r a d o p o la sesta e la s e t t i m a i p o t e s i , essa d o v r à essere s o g g e t t a a q u e l l a d i s t r u z i o n e e d a q u e l n o n essere di c u i l ' i p o t e s i p r e c e d e n t i h a n n o d i m o s t r a t o la p o s s i b i l i t à . I n q u e s t o m o d o il m o n d o r e a l e s a r à c o m e il n o n essere d e l m o n d o i d e a l e . N o n solo la d o x a q u i s a r à errore, c o m e è s t a t o g i u s t a m e n t e d i mostrato
m a n e c e s s a r i a m e n t e a n c h e la r e a l t à d e l m o n d o
r e a l e d i v e r r à i r r e a l t à . Si d o v r e b b e d i r e c h e il m o n d o
diventa
l ' o g g e t t o d e l m e t o d o d i a i r e t i c o in q u a n t o i l l i m i t a t o e d a s s u r d o . Q u e s t o m o n d o p e r ò , si
ricordi
bene, non ha un'esi-
s t e n z a r e a l e , p e r c h è , c o m e s a p p i a m o , esiste s o l o c i ò c h e h a u n ' i d e a : il resto è n o n essere. A l l o r a la d o x a e d il m e t o d o d i a i r e t i c o errati si r i v e l e r a n n o p r o p r i o p e r q u e l l o c h e s o n o e c i o è c o m e c o n o s c e n z a di u n a r e a l t à inesistente. G l i a l t r i , d i ce
Parmenide,
saranno
una
molteplicità empirica,
come
l'oggetto di una ricerca diairetica che non a b b i a nè princip i o nè fine e c h e n o n sia q u i n d i n è r i c o l l e g a t a c o n il c o n -
c e t t o g e n e r a l e di essa, nè si c o n c l u d a i n u n ' i d e a
atomo
( 1 6 5 B ) . I l m o l t e p l i c e si d e t e r m i n a c o m e a l t r o d a sè stesso attraverso molteplicità su molteplicità, dato che l'unità esiste ( 1 6 4 C ) . C i s a r a n n o plessi i l l i m i t a t i
n o n delle u n i t à ,
di m o l t e p l i c i t à
non
m a dei c o m -
e di questi
« se a n c h e
si
p r e n d e q u e l l o c h e p u ò s e m b r a r e il p i ù p i c c o l o , a v v i e n e c o m e d i u n s o g n o q u a n d o si d o r m e , il q u a l e , m e n t r e va
uno diviene multiplo e mentre
sembrava
sembra-
piccolissimo
d i v e n t a g r a n d i s s i m o a c a u s a d e l l e s u d d i v i s i o n i c h e esso s u bisce » (164 D ) . Il m o n d o reale dunque,
quando
si c o r -
r o m p e a c a u s a d e l n o n essere delle i d e e , n o n esiste p i ù . L a s u a r e a l t à è c o m e q u e l l a dei s o g n i e v i v o n o c o m e in u n s o g n o c o l o r o c h e c r e d o n o a l l a r e a l t à di u n m o n d o i n c u i d o m i n a n o l ' e r r o r e ed il m a l e . I c o m p l e s s i di c o s e m o l t e p l i c i illimitati e disorganizzati sembreranno
a questi
filodoxi
delle
u n i t à v e r e e p r o p r i e , c r e d e r a n n o di v e d e r e in essi u n ' a r m o nia n u m e r i c a , e t u t t o c i ò c h e è p o s s i b i l e solo di u n m o n d o reale in c u i t u t t o è o r g a n i z z a t o s e c o n d o l ' i d e a d e l b e n e , c r e d e r a n n o di v e d e r l o a n c h e in q u e s t o m o n d o c h e esiste solo nella l o r o i l l u s i o n e ( 1 6 4 E - 1 6 5 A e D ) . I l m o n d o i n g a n n e v o l e di c u i q u i si p a r l a , c h e r a s s o m i glia n e l l o stesso t e m p o alla r e a l t à nel p r e c r i t i s m o ed a l l a rappresentazione
di S c h o p e n h a u e r ,
dovrà
necessariamente
<( d i v i d e r s i e sfasciarsi in p o l v e r e , p e r c h è o g n i v o l t a v e r r à a s s u n t o u n c o m p l e s o s p r i v o di u n i t à » ( 1 6 5 B ) . S o l o a c h i lo g u a r d e r à d a l o n t a n o esso p o t r à s e m b r a r e v e r o , m a d o « l o si e s a m i n i d a v i c i n o e c o n o c c h i o a c u t o , unità non può non sembrare
multipla
quan-
ciascuna
all'infinito,
perchè
essa è p r i v a d e l l ' u n o » ( 1 6 5 C ) .
S e si s c e n d e d a l l ' u n i t à a r r i v a fino i n f o n d o :
perfetta
LA NONA
IPOTESI.
noi s a p p i a m o
c h e si
al n u l l a . E d è solo così c h e è p o s -
sibile r i t o r n a r e e t e r n a m e n t e
a c r e a r e nella p e r f e z i o n e .
Par-
m e n i d e o r a h a il n u l l a d a v a n t i a s è : il m o n d o d e l l e o m bre scomparirà e ritornerà tri,
nel m o n d o ,
me
negazione dell'idea,
n u o v a m e n t e la l u c e . N e g l i a l -
non essendoci più l'unità, non
ci sarà
più
nemmeno nulla,
co-
nemme-
n o le o m b r e , n e m m e n o il m a l e . S e l ' u n o n o n è i n s e n s o a s s o l u t o e t o t a l e , g l i altri n o n p o t r a n n o essere nè c o m e u n i t à n è c o m e m o l t e p l i c i t à . S e l ' u n i t à è il n u l l a p e r f e t t o a n c h e il m o n d o n e g a sè stesso ( 1 6 6 A B ) . P a r m e n i d e ' a l l a fine d e l d i a l o g o r i a s s u m e la r i c e r c a : « t a n t o se l ' u n o è, q u a n t o se n o n è, esso stesso e g l i altri n e i r a p p o r t i c h e h a n n o c o n sè e nei r a p p o r t i sono,
sembrano
reciproci, sono assolutamente essere
tutto
e
non
tutto e
s e m b r a n o ».
non
Questo
s c h e m a t i c o r i a s s u n t o è a n c h e u n ' a v v e r t e n z a : il lettore n o n r i m a n g a a l l ' u l t i m a ipotesi m a le a b b i a s e m p r e p r e s e n t i t u t t e i n s i e m e , p e r c h è se p r e s e t u t t e i n s i e m e le i p o t e s i s o n o i term i n i i n c u i si m u o v e la l e g g e t r a s c e n d e n t a l e
e, i n q u e s t o
s e n s o , il P a r m e n i d e ci offre, c o m e a b b i a m o t a n t e v o l t e aff e r m a t o , la v i s i o n e t o t a l e della r a z i o n a l i t à del r e a l e . T o t a l e e q u i n d i a n c h e il n o n essere t r o v e r à , c o m e a b b i a m o v i s t o , la s u a f u n z i o n e e la s u a n e c e s s i t à .
PARTE TERZA IL
T E E T E T O
Dialettica
ascendente e fenomenologia
del conoscere. —
D o p o il P a r m e n i d e a P l a t o n e si d o v e v a n o p r e s e n t a r e difficoltà s o p r a t u t t o
per ciò che riguardava
serie
il m e t o d o s o -
cratico nei rapporti colla discussione di quel dialogo. Il resultato del Parmenide
era i n b r e v e q u e s t o :
l'unità
come
unità non è pensabile c h e in rapporto alla molteplicità. A n a logamente l'organizzazione unitaria
di u n m o n d o ideale è
s e m p r e c o r r e l a t i v a a l l a n e g a z i o n e di q u e s t a o r g a n i z z a z i o n e : l ' e s s e r e è, i n altre p a r o l e , s e m p r e c o r r e l a t i v o a l n o n essere. N o i a b b i a m o v i s t o c h e il p r o b l e m a
dell'unità
e della
m o l t e p l i c i t à è p r e s e n t e i n tutti i d i a l o g h i p l a t o n i c i , m a il m e t o d o socratico, la dialettica di Socrate, in c h e rapporto è c o n il p r i n c i p i o f o n d a m e n t a l e d e l P a r m e n i d e p e r c u i l ' e s sere è s e m p r e c o r r e l a t i v o a l n o n essere? A l lettore d i P l a tone n o n d o v e v a n o sembrare troppo chiari i rapporti
siste-
m a t i c i t r a i d i a l o g h i fino a l l a R e p u b b l i c a e i p r o b l e m i d e l Parmenide, tato
come sembrano chiari a noi che a b b i a m o
di r i c o s t r u i r l i ;
d'altra
p a r t e il p r o b l e m a
muta
tenora
aspetto per porsi in u n a n u o v a forma. Socrate seguiva nella s u a d i a l e t t i c a il p r i n c i p i o d i c o r r e l a z i o n e t r a essere e n o n essere? O r a , se n e i d i a l o g h i a n t e r i o r i a l P a r m e n i d e il p r o blema dell'unità e del molteplice non m a n c a v a , n o n è certo facile v e d e r e i n essi il m e t o d o s o c r a t i c o c o m e a p p l i c a z i o n e di q u e l p r i n c i p i o . P e r c i ò a P l a t o n e si i m p o n e u n n u o v o l a -
v o r o . C o n esso si d o v r à e s a m i n a r e i n c h e m o d o la d i a l e t t i c a socratica è accordabile col Parmenide e in che m o d o
quin-
d i il m e t o d o s o c r a t i c o di r i c e r c a è d o m i n a t o d a l p r i n c i p i o d i c o r r e l a t i v i t à tra essere e n o n essere. I l p r o b l e m a è d u n q u e , fondamentalmente,
un problema
di m e t o d o . M a si r i c o r d i
c h e il m e t o d o d i a l e t t i c o n e l p e n s i e r o p l a t o n i c o si p u ò osserv a r e d a d i v e r s i p u n t i di v i s t a . E s s o si p r e s e n t a c o m e « m e todo
filosofico
» e come « metodo dialettico-formale » o me-
g l i o m e t o d o d i a i r e t i c o , e, nelle s u e d u e d i s t i n z i o n i , si d i v i d e a n c o r a in due m o v i m e n t i : ascendente e discendente. Il m o vimento discendente
del m e t o d o
filosofico
l o si è v i s t o i n
a t t o nel P a r m e n i d e i n c u i si d i s c e s e d a l l ' u n i t à a c u i a v e v a condotto l'ascesa dialettica della R e p u b b l i c a . Ora in quell ' a s c e s a d i a l e t t i c a c h e f u n z i o n e a v e v a il p r i n c i p i o s o c r a t i c o p e r c u i s a p e r e è s a p e r e di n o n s a p e r e ? I n a l t r e p a r o l e se il pensiero raggiunge l'unità
e q u i n d i la s u a p o s i z i o n e a s s o -
l u t a fino a c h e p u n t o ciò è d o v u t o a l l a d i a l e t t i c a s o c r a t i c a ? D ' a l t r a p a r t e il p r i n c i p i o s o c r a t i c o del s a p e r e c h e n o n si sa i n c h e r e l a z i o n e è c o n il P a r m e n i d e ? P l a t o n e risponderà alle precedenti d o m a n d e
dimostran-
d o c h e il p r i n c i p i o s o c r a t i c o è u n ' a p p l i c a z i o n e d e l p r i n c i p i o c o r r e l a t i v o tra essere e n o n essere. S o c r a t e , c o n il s u o m e t o d o , s p i n g e v a il s u o i n t e r l o c u t o r e
a l l a n e g a z i o n e di
ogni
s a p e r e p a r z i a l e e p r o p r i o q u e s t a n e g a z i o n e a p r i v a la v i a a l l a conquista del sapere assoluto, v a l e a dire alla conquista q u e l l ' u n i t à c h e p o i , nel P a r m e n i d e , si d i m o s t r e r à
di
correlativa
alla molteplicità. Platone d o v e v a perciò tornare indietro
e
r i v e d e r e le p o s i z i o n i s o c r a t i c h e d a l n u o v o p u n t o di v i s t a c h e gli si era c h i a r i t o d o p o il P a r m e n i d e . C o n c i ò n o i ci p o s s i a m o r e n d e r e c o n t o d e l l a f u n z i o n e d e l T e e t e t o n e l l ' i n s i e m e del p e n s i e r o p l a t o n i c o : esso t e n d e a d i m o s t r a r e c h e S o c r a t e h a sempre seguito gli insegnamenti
dell'Eleate. Platone
qui u n trucco letterario già preparato
n e l l o stesso
1) DIÈS: Parmenide, cit. P a g . XII-XIII.
userà Parme-
iride. S o c r a t e nel P a r m e n i d e è a n c o r a g i o v a n e , è a l l ' i n i z i o della sua carriera
filosofica.
Diés ha dimostrato che Platone
d e s i d e r a c h e il T e e t e t o sia letto a p p u n t o d o p o il P a r m e n i d e ' ) . N e l T e e t e t o i n f a t t i S o c r a t e r i c o r d a di essersi i n c o n t r a t o , q u a n d o era a n c o r a nel fiore d e l l ' e t à , c o n P a r m e n i d e il c u i p e n s i e r o g l i a p p a r v e
di sublime profondità
(Teet.
1 8 3 C ) . S o c r a t e i n c o n t r ò T e e t e t o p o c o p r i m a di m o r i r e e n e a m m i r ò la felice n a t u r a ( 1 4 2 D ) , egli c o n o b b e d u n q u e T e e t e t o p e r p o c o t e m p o , forse p e r q u e l t a n t o i n c u i a v v e n n e r o il d i a l o g o o m o n i m o e d i d u e s e g u e n t i , il Sofista e il P o l i t i c o . P o i c h é , c o m e si è d e t t o , S o c r a t e p o c o d o p o m o r ì , è c h i a r o che P l a t o n e v u o l farci credere che i dialoghi suddetti
pre-
c e d e t t e r o il F e d o n e , l ' E u t i f r o n e , l ' A p o l o g i a e il C r i t o n e . O r a p o i c h é nel T e e t e t o S o c r a t e è g i à v e c c h i o e nel P a r m e n i d e è g i o v a n e , c i ò c h e si v u o l far c r e d e r e è c h e tra il P a r m e n i d e il T e e t e t o , e q u i n d i tra il P a r m e n i d e e i d i a l o g h i m e t a f i s i c i , c h e s i c u r a m e n t e s e g u o n o il T e e t e t o a c u i P l a t o n e h a a v u t o somma
cura
di r i a t t a c c a r l i ,
si s o n o s v o l t i t u t t i g l i
altri
dialoghi. La
finzione
h a lo s c o p o g i à n o t a t o : si v u o l e c h e il let-
t o r e p e n s i c h e S o c r a t e h a s e m p r e t e n u t o p r e s e n t e la d i s c u s sione a v u t a
nella s u a
giovinezza con Parmenide.
Conse-
g u e n t e m e n t e il T e e t e t o c i p r e s e n t e r à il v e r o m e t o d o s o c r a tico,
q u a l e d o v e v a essere a g l i o c c h i di P l a t o n e e p o i c h é ,
come ben dice Diés, Platone non ha un passato dogmatico da rigettare
il m e t o d o d e l T e e t e t o si a c c o r d e r à , o s a r à
f a t t o il t e n t a t i v o di q u e s t o a c c o r d o , c o n il v e c c h i o m e t o d o socratico. L a d o m a n d a a c u i si d e v e r i s p o n d e r e d i v e n t a così l a seguente: crate?
q u a l e s a r à l a f u n z i o n e d e l l a p e r s o n a l i t à di S o -
In Socrate, nota
Diés,
2
« si è i n c a r n a t a
la
filosofia
stessa » ) . M a o r a il p r i n c i p i o c h e a P l a t o n e a p p a r e
1) Dies: O p . cit. P a g . X V I . 2) DIES: O p . cit. id.
fon-
damentale
è la c o r r e l a z i o n e d e l l ' e s s e r e c o n il n o n
essere:
nel T e e t e t o s a r à p r o p r i o q u e s t o p r i n c i p i o c h e g i u s t i f i c h e r à il m e t o d o di S o c r a t e , d e t e r m i n a n d o s i c o m e p r i n c i p i o di s a pere e non
sapere.
S o c r a t e si p o n e , n e l l a s u a f u n z i o n e c r i t i c a , c o m e
in-
c a r n a z i o n e della d o t t a i g n o r a n z a . E g l i p o r t a i n sè il s a p e r e assoluto e critica quindi ogni posizione relativa del sapere affermata d a Teeteto. O g n i posizione di T e e t e t o è u n m o mento relativo del sapere che v i e n e criticato e n e g a t o
di
fronte a l s a p e r e a s s o l u t o . P e r c i ò il s a p e r e di T e e t e t o « n o n è » di fronte a l l ' e s s e r e d e l s a p e r e di S o c r a t e . L a di q u e s t ' u l t i m o
è q u e l l a di t r a s c e n d e r e
ogni
funzione
affermazione
p a r z i a l e di T e e t e t o p e r s p i n g e r e T e e t e t o a d u n v e r o s a p e r e . S i p u ò d i r e p e r c i ò c h e S o c r a t e r a p p r e s e n t a il p r i n c i p i o t r a scendentale del m e t o d o e che T e e t e t o p o n e i varii m o m e n t i d e l s a p e r e c h e s o n o « f e n o m e n o l o g i c i », s e c o n d o l a p o s i z i o ne hegeliana della F e n o m e n o l o g i a , rispetto al sapere assoluto a cui Socrate tende. I l m e t o d o a s c e n d e n t e si r i v e l a così c o m e « f e n o m e n o l o gia del conoscere » diretta da u n principio
trascendentale
i n c u i si e s p r i m e l a c o r r e l a t i v i t à tra essere e n o n essere c o ~ m e c o r r e l a t i v i t à tra s a p e r e e n o n s a p e r e . I l P a r m e n i d e
per-
m e t t e i n q u e s t o m o d o a P l a t o n e di r e n d e r s i t o t a l m e n t e c o n t o e di s v i l u p p a r e fino in f o n d o il m e t o d o d i a l e t t i c o di S o c r a t e . P e r ò n o n si d e v e c r e d e r e c h e tale m e t o d o , d a P l a t o n e s v i l u p p a t o n e l l a s u a t o t a l i t à , è u n m e t o d o n u o v o . S e il f a t t o p e r c u i P l a t o n e p o n e t u t t i i s u o i d i a l o g h i tra P a r m e n i d e Teeteto è una
finzione,
questa
finzione
e
i n d i c a p e r ò c h e il
m e t o d o s o c r a t i c o d e v e essere c o m p r e s o e v a l u t a t o d a l p u n t o di v i s t a d e l T e e t e t o e q u i n d i d a q u e l l o d e l P a r m e n i d e ,
sen-
z a p e r c i ò c h e esso v e n g a n e g a t o . I l m e t o d o d e l T e e t e t o n o n è affatto i n c o n c i l i a b i l e c o n l a t e o r i a d e l l a r e m i n i s c e n z a
ed
esso si r i c o l l e g a d i r e t t a m e n t e
Lo
alle a p o r i e d e l M e n o n e .
s c h i a v o del M e n o n e « si r i c o r d a » s o l o q u a n d o
si a c c o r g e
c h e c r e d e d i s a p e r e c i ò c h e n o n sa e q u a n d o S o c r a t e l o h a c o n d o t t o a q u e l p a r t i c o l a r e s e n t i m e n t o di i m b a r a z z o i n c u i
1
si e s p r i m e l ' a p o r i a ) . « L a r i c e r c a i n c o m u n e in u n
dia-
logo b e n condotto è u n fattore capitale della r e m i n i s c e n z a : n u l l ' a l t r o p u ò c o n d u r r e q u e s t a fino ai s u o i u l t i m i effetti ». N e l T e e t e t o « la r e m i n i s c e n z a è p r e s e n t a t a c o m e il f o n d a m e n t o della maieutica » ' ) . I n o l t r e c o m e la n u o v a p o s i z i o n e c h e a b b i a m o c h i a m a to f e n o m e n o l o g i c a n o n è i n c o n c i l i a b i l e c o n il m e t o d o s o c r a t i c o dei p r i m i d i a l o g h i c o s ì essa n o n d i s t r u g g e i r e s u l t a t i d e l l a d i a l e t t i c a a s c e n d e n t e q u a l e d a noi è s t a t a v i s t a n e l l a R e p u b b l i c a . I v a r i i sensi d e l l ' e s s e r e c h e la R e p u b b l i c a r a g g i u n g e e c h e p o i si r i p r e s e n t a n o n e l P a r m e n i d e n o n v e n g o n o i n n e s s u n m o d o n e g a t i p e r il f a t t o c h e c o n c h i a r e z z a si v e d e il p r o c e d e r e a s c e n d e n t e d e l p e n s i e r o a t t r a v e r s o di e s s i : c i ò c h e si n e g a è s e m p l i c e m e n t e il f a t t o c h e u n o q u a l s i a s i di essi p o s s a sostituirsi a l l a t o t a l i t à d e l c o n o s c e r e c h e è a p p u n t o la t o t a l i t à delle p o s i z i o n i in c u i si p u ò p o r r e l ' u n o di fronte a l m o l t e p l i c e e v i c e v e r s a . C i ò significa, in altre p a r o l e , c h e la t r a d i z i o n a l e t e o r i a d e l l e i d e e è s e m p r e v a l i d a nel T e e t e t o , c o m e nel Sofista e n e g l i altri d i a l o g h i , e d a n z i le n u o v e p o s i z i o n i n o n si s p i e g a n o se n o n a l l a l u c e di q u e l l a , c o s ì c o m e essa è a p p a r s a
nelle ipotesi del
Parmenide,
p e r c h è s e n z a q u e l l e i p o t e s i n o n si s p i e g h e r e b b e r o le r e l a z i o n i fra le i d e e e il f a m o s o p r o b l e m a d e l l a p a r t e c i p a z i o n e . Il v a l o r e ontologico delle idee non viene da Platone ripudiato:
le i d e e s o n o e s a r a n n o
mai
s e m p r e enti o e s s e n z e ,
s o l o il n o s t r o k a n t i s m o ci fa c r e d e r e c h e u n a tale p o s i z i o n e sia i n c o n c i l i a b i l e c o n u n m o v i m e n t o a s c e n d e n t e di t o n o fen o m e n o l o g i c o . M a , si n o t i b e n e , c h e P l a t o n e sia a r r i v a t o a porsi u n p r o b l e m a c h e , t r a d o t t o nel nostro l i n g u a g g i o , d i v e n t a il p r o b l e m a d e l t r a s c e n d e n t a l e , n o n v u o l d i r e c h e le i d e e d e b b a n o essere esse stesse l e g g i e ridursi, n e g a n d o s i il l o r o s e n s o o n t o l o g i c o , alla l e g g e stessa del c o n o s c e r e , c o s ì
1) L . R O B I N : Platon, Paris 1935, P a g . 7 1 . 2) L .
ROBIN:
Op.
cit.
Pag.
72.
come vuole Natorp. L a trascendentalità
del conoscere
non
d i s t r u g g e il m o n d o delle i d e e .
La maieutica. — T e o d o r o fa n o t a r e a S o c r a t e c h e T e e t e t o gli a s s o m i g l i a ( 1 4 4 A ) , sia p e r il n a s o c a m u s o , sia p e r gli o c c h i i n f u o r i : p e r c i ò n o n è b e l l o . S o c r a t e , p a r l a n d o
a
T e e t e t o di q u e s t a r a s s o m i g l i a n z a e s c h e r z a n d o sul s u o stesso m e t o d o , d i c e c h e n o n b i s o g n a c r e d e r e a T e o d o r o il q u a l e , non essendo pittore,
n o n p u ò g i u d i c a r e di
rassomiglianze
v i s i v e : Socrate ricercherà piuttosto rassomiglianze e perciò interrogherà
interiori
Teeteto.
S o c r a t e d o v e v a a s s o m i g l i a r e da
giovane a Teeteto
e
a v r e b b e p o t u t o q u i n d i fare gli stessi errori c h e T e e t e t o f a r à nel c o r s o d e l d i a l o g o , errori c h e n o n p e r m e t t o n o u n a r i s p o s t a , c h e s e n z a essere a d e r e n t e Teeteto i quali hanno
ai problemi immediati
un valore aporético,
poteva
del
essere
d a t a d a S o c r a t e sia in u n a v i s i o n e g e n e r a l e c h e noi p o s s i a m o o t e n t i a m o d i r i c o s t r u i r e , sia p r o p r i o c o l r i c o n o s c i m e n t o c h e le a p o r i e in c u i il T e e t e t o si s v o l g e h a n n o u n v a l o r e p r o p r i o c o m e tali e s o n o l a n e c e s s a r i a espressione, d a t i i t e r m i n i in c u i la d i s c u s s i o n e si m u o v e , delle n e c e s s i t à del p e n s i e r o p e r c i ò la stessa e s p r e s s i o n e d e l l a « k i n e s i s » d e l Come
si e s p r i m e r à
dunque
l'interiore
e
pensiero.
rassomiglianza
fra
Socrate e Teeteto? S o c r a t e sa a n d a r e
oltre le a p o r i e e c o n c e p i s c e
il loro v a l o r e , T e e t e t o resta nelle a p o r i e e q u i n d i necessariamente
in m o d o n e g a t i v o . I n r a p p o r t o
quindi
conclude a
questo
sapere che è un non sapere, a questa scienza che da certo lato è u n a
non scienza, appunto
perchè
sul
un
piano
della d i s c u s s i o n e è n e g a t i v a in q u a n t o t a l e la p o n e il s u o principio
si d i s t i n g u e
immediata-
mente da Teeteto dato che Teeteto non supera
trascendentale,
Socrate
trascenden-
t a l m e n t e le s u e p o s i z i o n i , m a solo le a c c e t t a o le n e g a . S o c r a t e s o t t o l i n e a a l l ' i n i z i o d e l d i a l o g o la
distinzione
su a c c e n n a t a . E g l i d o m a n d a a l g i o v a n e i n t e r l o c u t o r e :
« ap-
p r e n d e r e n o n è d i v e n i r e p i ù s a g g i o i n t o r n o a c i ò c h e si a p -
prende? » (145 E ) . Teeteto risponde affermativamente,
ma
n o n sa c h e S o c r a t e n o n a c c e t t a , in q u a n t o p o s t a così d o g m a t i c a m e n t e , la s u a r i s p o s t a , c o m e i n v e c e noi s a p p i a m o . T e e t e t o si p o n e q u i n d i fino d a l l ' i n i z i o della d i s c u s s i o n e i n u n a p o s i z i o n e falsa i n q u a n t o d o g m a t i c a . Si d i v e n t a p i ù s a g g i o d u n q u e i n t o r n o a d u n a c o s a i n q u a n t o si a p p r e n d e
positi-
v a m e n t e i n r a p p o r t o a d essa. Si t r a t t a q u i n d i della « sofia », m a essa è v e r a m e n t e « e p i s t e m e »? T e e t e t o ne è c o n v i n t o , m a S o c r a t e n a t u r a l m e n t e n o n la p e n s a così e resta p e r p l e s s o s u l l a p o s s i b i l e i d e n t i f i c a z i o n e della sofia c o n l ' e p i s t e m o ,
in
q u a n t o , se è intesa la sofìa p o s i t i v a m e n t e la s c i e n z a si b a s a i n v e c e su u n s a p e r e n e g a t i v o . Q u i n d i S o c r a t e d o v r à c h i e d e r e a T e e t e t o c h e c o s a è la s c i e n z a e, p o s s i b i l m e n t e , d i m o s t r a r g l i c h e essa n o n è s e m p l i c e m e n t e sofia nel senso p o s i t i v o i n t e s o da Teeteto. L a domanda
presuppone naturalmente
già un
s u p e r a m e n t o d e l l a p r i m i t i v a p o s i z i o n e di T e e t e t o c h e , q u e sta v o l t a , r i s p o n d e
c h e l a s c i e n z a è l ' i n s i e m e di t u t t e le
d i s c i p l i n e d a c u i si a p p r e n d e . D i fronte a q u e s t a sintesi d o g m a t i c a S o c r a t e p o n e l ' e s i g e n z a di u n f o n d a m e n t o e d u n i t a r i o della s c i e n z a ( 1 4 6 D ) .
semplice
Socrate non chiede nè
l ' o g g e t t o della s c i e n z a , nè q u a n t e s c i e n z e c i s i a n o , m a
che
c o s a è l a s c i e n z a in sè ( 1 4 6 E ) . Si t r a t t a di u n p r i n c i p i o e n o n di d a t i e p r o p r i o di q u e l p r i n c i p i o c h e , i n q u a n t o t r a s c e n d e n t a l e , f a r e b b e c o m p r e n d e r e a T e e t e t o c h e la s c i e n z a è anche un non sapere. Teeteto c o m p r e n d e ciò che Socrate v u o l d i r e , egli a n z i s'è s p e s s o s f o r z a t o di r a g g i u n g e r e
una
definizione d e l l a s c i e n z a ( 1 4 8 E ) e offre o r a u n e s e m p i o di c a r a t t e r e m a t e m a t i c o , e s e m p i o c h e d o v r e b b e c h i a r i r e il m e t o d o della r i c e r c a . P e r s a p e r e c h e c o s a è u n a p o t e n z a b i s o g n a infatti n o n d e s c r i v e r e e n o m i n a r e le p o t e n z e m a
tro-
v a r e la l e g g e p e r c u i u n n u m e r o si c o s t i t u i s c e c o m e p o t e n z a ( 1 4 8 B ) , m a T e e t e t o n o n è i n g r a d o di a p p l i c a r e lo stesso processo all'indagine sul sapere, per q u a n t o sia c o n v i n t o c h e il m e t o d o d a u s a r s i d e b b a essere lo stesso. P e r c i ò S o c r a t e h a b e n r a g i o n e di far a p p r o f o n d i r e a T e e t e t o il c o n c e t t o del s a p e r e c o m e n o n s a p e r e , il fatto cioè c h e n o n s a -
p e r e a p p l i c a r e il m e t o d o c h e p u r e T e e t e t o c o n o s c e è i n d i z i o d i p i e n e z z a e n o n d i m a n c a n z a . I n f a t t i se T e e t e t o « n o n sa » è p r o p r i o p e r c h è « sa » c h e l a r i c e r c a d e v e c o m p i e r s i s e c o n d o u n m e t o d o g i à a l u i n o t o c h e p e r ò n o n sa u s a r e i n quanto,
q u e s t a v o l t a , n o n è i n g r a d o di f o r m u l a r e il p r o -
b l e m a c o n la stessa c h i a r e z z a c o n c u i a v e v a f o r m u l a t o problema
d e l l a l e g g e delle p o t e n z e .
formulazione chiara del problema
Ora che cos'è
il
questa
d e l l a s c i e n z a se n o n
lo
stesso s v i l u p p o della r i c e r c a ? L a l e g g e c h e T e e t e t o c e r c a è cercata dogmaticamente
in q u a n t o
egli n o n sa c h e n o n
formulabile prima di a v e r posto l'intera conoscere, anzi noi s a p p i a m o l a stessa
problematica
problematica
dal Parmenide
dell'unità
che
essa
a cui rimandano
è del è
tutti i
p a r z i a l i p u n t i di v i s t a . Socrate dovrà dunque
c h i a r i r e il s i g n i f i c a t o d e l l a
sua
m a i e u t i c a r i s p e t t o a c i ò c h e si è d e t t o . C i si r i v o l g e , c o n tutta probabilità,
ad un
pubblico che conosceva bene
d i s t a n z a r e a l e c h e c ' e r a tra il P a r m e n i d e
g h i s o c r a t i c i e di fronte a l q u a l e p o t e v a essere utile f e r m a r e il m e t o d o s o c r a t i c o , t a n t o p i ù c h e esso n o n essere s t a t o u s a t o n e l P a r m e n i d e . m e nel T e e t e t o u n ' i m p o r t a n z a
la
ed i p r i m i d i a l o riaf-
sembrava
L a maieutica
assu-
c o n s i d e r e v o l e : la d i s c u s s i o -
n e sulla s c i e n z a è p o s t a a l s u o i n i z i o in r a p p o r t o a l m e t o d o m a i e u t i c o c h e v i e n e p o i r i c o r d a t o a l l a fine d e l d i a l o g o . L a s p i e g a z i o n e sulla m a i e u t i c a t e n d e f o n d a m e n t a l m e n t e
a
due
s c o p i ; p r i m a di t u t t o essa giustifica le c o n c l u s i o n i n e g a t i v e d e l d i a l o g o , m e t t e n d o in r i l i e v o il s u o significato
aporético
e cioè il fatto c h e il p r i n c i p i o m a i e u t i c o a g i s c e r i s p e t t o alle ricerche particolari
e dogmatiche
come principio
trascen-
d e n t a l e e q u i n d i n e g a v i a v i a le v a r i e p o s i z i o n i i n c u i T e e t e t o si a r r e s t a ; i n s e c o n d o l u o g o , c o m e si è g i à v i s t o , si t e n d e a presentare la
figura
di S o c r a t e , così c o m e ci è
familiare
attraverso ai dialoghi socratici, c o m e l'incarnazione del principio trascendentale
stesso. N o n è i n p o t e r e di S o c r a t e di
c r e a r e m a d i a i u t a r e a c r e a r e . E d egli, p r o p r i o c o m e le l e vatrici,
può aiutare
la creazione proprio
perchè
è
impo-
t e n t e a c r e a r e egli stesso ( 1 5 0 C ) . U n D i o gli p r o i b i s c e la creazione,
perchè,
notava
acutamente
Kirkegaard,
« tra
gli u o m i n i la m a i e u t i c a è t u t t o c i ò c h e è p o s s i b i l e , l a c r e a z i o n e r e s t a la f u n z i o n e d e l l a d i v i n i t à »
È
proprio
que-
sto a t t e g g i a m e n t o n e g a t i v o di S o c r a t e c h e fa n a s c e r e il s a pere nei suoi interlocutori che, da principio,
« sembrano,
e qualcuno proprio del tutto, non sapere u n bel niente » (150
D ) . D i s c u t e n d o c o n S o c r a t e essi s c o p r o n o i n v e c e i n
sè m e d e s i m i il l o r o s a p e r e .
P e r c i ò si è d e t t o c h e
a s s u m e nel d i a l o g o la f u n z i o n e d e l p r i n c i p i o ed è costretto
Socrate
trascendentale
quindi a negare ogni posizione, m a
è ap-
p u n t o solo c o s ì c h e i p r o b l e m i si s c o p r o n o e n a s c e la s c i e n z a i n t u t t a la s u a p r o b l e m a t i c a . A n c o r a n e l T e e t e t o si r i t o r n a a d i f e n d e r e S o c r a t e contro
(( i p i ù » c h e v e d o n o i n l u i solo u n a
c a u s a di
disor-
dine e un dissolvitore di ogni sano principio morale e soc i a l e . È s i g n i f i c a t i v o c h e p r o p r i o nel T e e t e t o c i ò v e n g a ricordato:
evidentemente
il P a r m e n i d e
offre
un
approfon-
d i m e n t o d e l l a p e r s o n a l i t à di S o c r a t e e del s u o m e t o d o a l l a luce della trascendentalità appunto
del conoscere. I più non
questo e cioè che Socrate pratica
di s u a m a d r e
Fenarete
sanno
l a stessa
arte
e d i c o n o c h e egli è « b i z z a r r o »,
c h e n o n fa c h e c r e a r e d e l l e p e r p l e s s i t à n e l l o s p i r i t o d e g l i u o m i n i (tous a n t h r o p o u s damentalmente
aporein 149 A ) , m a ciò che fon-
n o n s a n n o è c h e il s a p e r e si c r e a
proprio
i n q u e s t o « a p o r e i n ». Il Teeteto, che è apparso Platone,
il d i a l o g o p i ù n e g a t i v o
di
t e n d e i n v e c e a giustificare t u t t i i d i a l o g h i n e g a -
t i v i i n q u a n t o i n v i t a il lettore a c o m p r e n d e r l i i n
rapporto
alla maieutica e in rapporto al principio trascendentale i n essa si m u o v e . I l g i o v a n e T e e t e t o è p r o p r i o
che
l'esempio
di u n S o c r a t e c h e n o n h a c o s c i e n z a d e l v a l o r e d e l l a m a i e u tica e che conclude negativamente senza accorgersi del v a -
1)
KIRKEGAARD:
Riens philosophiques. Paris, 1937, P a g . 59.
lore p o s i t i v o d e l l a s u a d i s c u s s i o n e , di c i ò c h e d a l l a stessa discussione necessariamente
n a s c e . S e S o c r a t e nei d i a l o g h i
platonici viene concepito come l'incarnazione
della
legge
trascendentale è logico che tutti p r e n d a n o luce nel m e t o d o d i r i c e r c a c h e li m u o v e e li g u i d a . La libertà del sensibile.
— Spinto da Socrate Teeteto
si d e c i d e p e r la s u a p r i m a definizione d e l l a s c i e n z a : c o l u i c h e s a , sente
(aisthanetai)
c i ò c h e sa, p e r c i ò l a s c i e n z a è
sensazione, l'episteme è aisthesis. T e e t e t o pone
un'equiva-
l e n z a , e s s e n d o d a t o c h e q u a n d o si sa si h a n n o delle s e n s a z i o n i , la s c i e n z a c o n s i s t e in q u e s t e s e n s a z i o n i . L ' e r r o r e e la v e r i t à della u a a f f e r m a z i o n e s o n o fin d a ora r i v e l a b i l i . N o n è v e r o c h e in o g n i c a s o si sa q u a n d o si s e n t e , m a si p u ò a n che sapere senza che a l nostro
sapere
corrisponda
diret-
t a m e n t e u n a s e n s a z i o n e : il s a p e r e è p e r c i ò p i ù v a s t o d e l l a sfera del sensibile. D ' a l t r a
p a r t e è e v i d e n t e c h e il s a p e r e
è a n c h e s e n s a z i o n e . O r a , e s a m i n a n d o il s a p e r e c o m e sensib i l e , è p o s s i b i l e n o t a r e i n esso la m a n c a n z a di i d e n t i t à
tra
l ' u n i v e r s a l i t à c h e v i e n e p o s t a d a l l a t e n d e n z a t e o r e t i c a e il s u o reale c o n t e n u t o c o m e s e n s i b i l e ? I n a l t r e p a r o l e c ' è nel sapere
equivalente
alle s e n s a z i o n i u n a
t e r n a c h e c h i e d e di essere s u p e r a t a ? un'aporia al
che spinge ad
superamento
del
un
sapere
E,
processo dogmatico
contraddizione
in-
conseguentemente, dialettico che
e
viene
perciò offerto
d a l l e s e n s a z i o n i ? È c h i a r o c h e se l ' a n a l i s i delle s e n s a z i o n i dimostra
c h e il l o r o s a p e r e
non
corrisponde
all'esigenza
di n e c e s s i t à e di u n i v e r s a l i t à c h e esige il p e n s i e r o
bisogna
c o n c l u d e r e c h e le s e n s a z i o n i n o n d a n n o la s c i e n z a . Si v o r rà p e r c i ò c o n c l u d e r e c h e le s e n s a z i o n i n o n s o n o , n e l l o r o ambito,
un sapere?
Proprio
non viene più considerato
in q u a n t o il loro
dogmaticamente
contenuto
il l o r o
sapere
v i e n e giustificato c o m e r e l a t i v o . C o n c i ò si c h i a r i s c e il l a t o p o s i t i v o della f u n z i o n e n e g a t i v a di S o c r a t e . C i ò c h e S o c r a t e n e g a è c h e la s e n s a z i o n e sia t u t t o il p e n s i e r o , c h e essa e s a u risca il p e n s i e r o e c h e in essa si e s p r i m a d u n q u e
totalmen-
te il p r i n c i p i o d e l c o n o s c e r e . L a s e n s a z i o n e p e r c i ò d e v e v a lere c o m e s e n s a z i o n e e n o n a l t r o , m a n o n si p u ò
fondare
il v a l o r e d e l l a s e n s a z i o n e se nello stésso t e m p o n o n si c h i a r i s c e c h e l a s c i e n z a esige il s u p e r a m e n t o d e l c o n t e n u t o s e n sibile. Q u e s t a e s i g e n z a di s u p e r a m e n t o è p r o p r i o q u e l l a c h e fa sì c h e i c o n t e n u t i
delle s e n s a z i o n i ci a p p a i a n o
relativi
p r o p r i o p e r c h è è di o g n i s e n s a z i o n e l ' e s s e r e r e l a t i v a . N e l l o stesso t e m p o il p r i n c i p i o t r a s c e n d e n t a l e c h e è s t a t o q u i a p p l i c a t o c h i a r i s c e il p r o p r i o
metodo:
d a l l ' e s a m e stesso
del
s e n s i b i l e si d e d u c e c h e il s a p e r e risulta d a l r i c o n o s c e r e c h e la s e n s a z i o n e n o n è il s a p e r e , il c a s o p a r t i c o l a r e della s e n s a z i o n e è i n d i c e d e l m e t o d o g e n e r a l e s o c r a t i c o : il v e r o p r i n c i p i o d e l c o n o s c e r e è a p p u n t o l a l e g g e c h e p e r m e t t e di fiss a r e a d o g n i c o n o s c e n z a p a r t i c o l a r e il s u o l i m i t e
ponendo
in l u c e così c h e il c o n o s c e r e n o n si e s a u r i s c e i n n e s s u n sapere particolare m a è la legge universale che fonda e limita t u t t e le f o r m e d e l s a p e r e . È n o t e v o l e p e r c i ò c h e S o c r a t e t r a sporti immediatamente
la difìnizione di T e e t e t o sul c a m p o
r e l a t i v i s t i c o e p o n g a l ' e q u i v a l e n z a d e l l a f o r m u l a di T e e t e t o c o n q u e l l a di P r o t a g o r a : « l ' u o m o è la m i s u r a di t u t t e le cose » (152 A ) . L a s e n s a z i o n e a p p a r e (fainetai) d u n q u e d i v e r s a i n o g n i diverso soggetto. Poiché questo apparire è l'essere (aisthanesthai), scerla
come
il sentire
apparenza
una
sentita
s e n s a z i o n e significa r i c o n o -
(fantasia).
In
quanto
sensazione
essa è i n f a l l i b i l e e, i n q u e s t o s e n s o , è s c i e n z a (cfr. C r a t i l o 386 A ) . L ' e s s e r e si r i s o l v e così n e l l ' e s s e r e d e l l a f a n t a s i a cioè n e l l ' a p p a r e n z a .
e
« N u l l a è u n o i n sé e p e r sè, n o n c ' è
n u l l a c h e si p o s s a n o m i n a r e e q u a l i f i c a r e c o n g i u s t e z z a : se t u l o c h i a m i g r a n d e p o t r à a p p a r i r e a n c h e p i c c o l o » e così di s e g u i t o ( 1 5 2 D ) . È
nella t r a s l a z i o n e , nel m o v i m e n t o
e
nel c o n t i n u o f o n d e r s i di o g n i c o s a c h e si f o r m a il d i v e n i r e di c i ò c h e n o i c r e d i a m o essere, c r e d e n z a e r r a t a p o i c h é , sec o n d o la n o t a f o r m u l a e r a c l i t e a , n u l l a è m a t u t t o d i v i e n e . L o stesso essere e l o stesso d i v e n i r e s o n o a p p a r e n z e dotte dalla kinesis. Il m o v i m e n t o v i e n e considerato
procome
vita e come sanità:
esso è il b e n e , sia p e r l ' a n i m a
p e r il c o r p o , m e n t r e t u t t o il c o n t r a r i o
come
è la stasi.
Questo
elogio del m o v i m e n t o secondo Stenzel è una chiara
antici-
p a z i o n e del Sofista d o v e l a k i n e s i s d e l l e i d e e s e m b r a
di-
v e n t a r e il p r e s u p p o s t o d e l l a l o r o c o n o s c i b i l i t à . A f o n d a m e n t o di q u e s t a p o s i z i o n e g n o s e o l o g i c a q u i S o c r a t e si r i c h i a m a
ad-
dirittura all'eterno m o v i m e n t o del cosmos, u n richiamo questo, nota
s e m p r e lo S t e n z e l , d e l t u t t o e s t r a n e o a l l e
socratiche blema
opere
G i u s t a m e n t e l o S t e n z e l r i c o n o s c e c h e il p r o -
d e l T e e t e t o è di far p o s t o a l l a s e n s a z i o n e
ed
alla
d o x a : il v e r o t e m a d e l d i a l o g o è a p p u n t o di v e d e r e i n c h e senso ci p u ò essere u n a s c i e n z a d e g l i o g g e t t i d e l d i v e n i r e ") e p e r c i ò di s t u d i a r e i r a p p o r t i tra d o x a ed e p i s t e m e ,
come
si v e d r à p i ù i n n a n z i . S e m p r e s e c o n d o l o S t e n z e l , « P l a t o n e , q u a n d o scrisse il T e e t e t o , a v e v a g i à c h i a r a m e n t e
presente,
nelle s u e linee essenziali, il c o n c e t t o di s c i e n z a c h e t r o v i a m o 3
nel P a r m e n i d e naturalmente
e nel Sofista » ) . P e r S t e n z e l c i ò significa c h e la teoria g n o s e o l o g i c a p r e s e n t e
teto è già completamente
liberata
nel T e e -
dalle relazioni coli'idea
del bene e quindi dalla visione generale, orientata in senso etico, fino
che domina alla
la p r i m a
Repubblica.
parte del pensiero
Nel Teeteto
p u n t o di v i s t a s o c r a t i c o , d e t e r m i n a t o
d a l l a stessa
d i S o c r a t e nel d i a l o g o , i p r o b l e m i c h e s a r a n n o n e l Sofista d a l l o S t r a n i e r o naturalmente
risolvere,
Eleate '). Socrate
cosa
che
platonico
si e s p o n g o n o
anche
sotto
poi non
noi
il
presenza risolti poteva
affermiamo,
t e n e n d o p r e s e n t e p e r ò t u t t o c i ò c h e si è d e t t o sul
metodo
m a i e u t i c o . M a noi n o n c r e d i a m o c h e il p r o b l e m a della d o x a d e t e r m i n i u n interesse ne trascendentalistica
filosofico
che escluda
l'interpretazio-
d e l ' p r i n c i p i o del conoscere
dominante
i n P l a t o n e : il p r o b l e m a d e l l a d o x a è a p p u n t o p o s t o i n r a p -
1)
STENZEL:
Studien cit. P a g . 35-36.
2)
STENZEL:
Op.
cit.
Pag.
37.
3)
STENZEL:
Op.
cit.
Pag.
38.
4)
STENZEL:
Op.
cit.
id.
p o r t o alle n e c e s s i t à t r a s c e n d e n t a l i d e l p e n s i e r o , n e c e s s i t à c h e si d e t e r m i n a n o , mente,
di fronte
al sapere
dogmatico,
e c h e v e n g o n o espresse c o l l a m a s s i m a
negativa-
forza
dalla
p e r s o n a l i t à di S o c r a t e . A l l a tesi d e l m o v i m e n t o , c o m e d e l r e s t o si f a r à p o i n e l Sofista, v i e n e r i c o n o s c i u t o u n v a l o r e così c o m e a l l a tesi d e l l'immobilità; a m b e d u e sono aspetti della problematica dell ' u n o e del molteplice ed attuano la n o n superabile correlaz i o n e tra u n o e m o l t e p l i c e . O r a la s e n s a z i o n e si giustifica appunto
c o m e il m o m e n t o
movimento continuo,
dell'assoluta molteplicità e del
senza perciò che v e n g a riconosciuto
l ' e s a u r i r s i i n essa d e l l a s c i e n z a c h e n e l s u o s e n o ,
proprio
perchè trascende e pone ogni posizione particolare, accoglie tutte le v a r i e p o s i z i o n i p o s t e d a l l a p r o b l e m a t i c a del P a r m e n i d e . L e a c c o g l i e l i m i t a n d o l e e p o n e n d o i n l u c e la loro relatività che rimanda
continuamente
a c i ò c h e le t r a s c e n d e
e c i o è a d u n p u n t o di v i s t a u n i v e r s a l e . L a tesi d e l m o v i m e n t o t r a s p o r t a i m m e d i a t a m e n t e
So-
c r a t e nel c a m p o d e l l ' a s s o l u t o r e l a t i v i s m o d e l sensibile e n o n solo d e l s e n s i b i l e i n q u a n t o o g g e t t o m a d e l s o g g e t t o stesso delle s e n s a z i o n i . L ' o g g e t t o c o m e s e n s a z i o n e n o n si p o n e i n r e l a z i o n e c o n u n s o g g e t t o : la s e n s a z i o n e è l i b e r a d a q u e s t a stessa r e l a z i o n e , essa p o n e il s o g g e t t o e l ' o g g e t t o in r a p p o r t o a l l a sua a s s o l u t a i n s t a b i l i t à e li t r a s p o r t a s u l s u o p i a n o c h e è appunto
assolutamente
relativo. U n a
considerazione
di
q u e s t o g e n e r e è d e l l a m a s s i m a i m p o r t a n z a p e r il c o n o s c e r e : in essa v i e n e infatti s u p e r a t o o g n i r e a l i s m o d o g m a t i c o sia in r a p p o r t o a l l ' o g g e t t o c h e i n r a p p o r t o a l s o g g e t t o . I l p i a n o delle s e n s a z i o n i si r i v e l a d u n q u e in u n a s u a specifica a u t o nomia, anteriore
a l l a stessa d i s t i n z i o n e di s o g g e t t i v o e di
o g g e t t i v o . E v i d e n t e m e n t e il sensibile n o n p u ò costituire la scienza, m a , non meno evidentemente,
presenta un
piano
del c o n o s c e r e i n t u t t a la s u a p u r e z z a . L ' a s p e t t o c h e q u e s t o relativismo prende
nella s u a p i ù p r o f o n d a
quella degli « iniziati » dice Socrate, arriva
espressione, a
in
distinguere
il r e a l e i n d u e f o r m e in c u i la d u a l i t à si r i p e t e a l l ' i n f i n i t o .
« II' t u t t o è m o v i m e n t o e n i e n t ' a l t r o c h e m o v i m e n t o e q u e sto riveste due forme, a m b e d u e
di c a r a t t e r e
infinito,
che
h a n n o p o t e n z a l ' u n a di a g i r e e l ' a l t r a di p a t i r e » ( 1 5 6 B ) . D a l l o r o a v v i c i n a r s i e d a l l a frizione d e l l ' u n a e d e l l ' a l t r a n a s c o n o d u e serie p a r a l l e l e : il s e n s i b i l e e la s e n s a z i o n e c h e si p o n g o n o . s e m p r e i n s i e m e . L ' o g g e t t o d i v e n t a q u i il sensibile p o s t o i n q u e s t a c o r r e l a z i o n e e p e r d e p e r c i ò il s u o d o g m a t i c o . Il s o g g e t t o , d a p a r t e s u a , p e r d e il s u o fisso,
aspetto carattere
i n q u a n t o d i v e n t a p u r a s e n s a z i o n e ed è p u r a
sensa-
z i o n e : o c c h i o , p e r e s e m p i o , e d o c c h i o c h e v e d e , q u a n d o si i n c o n t r a , nel m o v i m e n t o , c o n q u a l c o s a di v i s i v o c h e si p o n e in r a p p o r t o
di p a z i e n t e a l l ' a z i o n e d e l l ' o c c h i o . E ciò c h e è
v i s i v o n o n è a s t r a t t a m e n t e il v i s i b i l e . L ' o g g e t t o n o n è b i a n c h e z z a m a u n fiore b i a n c o o u n a p i e t r a b i a n c a , e t u t t o c i ò c h e a r r i v a a colorarsi di q u e l c o l o r e ( 1 5 6 E ) . D ' a l t r a p a r t e n e m m e n o il r a p p o r t o a g e n t e e p a z i e n t e è
fisso:
m a è corre-
l a t i v o e c i ò c h e è a g e n t e p u ò porsi c o m e p a z i e n t e e v i c e v e r s a . P e r c i ò c o n c l u d e S o c r a t e : « essere è u n t e r m i n e c h e b i s o g n a d e l t u t t o s o p p r i m e r e » ( 1 5 7 A ) ; c i o è n o n si p u ò a t t r i b u i r e l ' e s s e r e alla sfera del s e n s i b i l e e n o n si p u ò di esso d i r e in a l c u n c a s o , q u e s t o è, q u e l l o è. N a t u r a l m e n t e
è logico
c h e S o c r a t e p a r l i qui di essere c o m e e s i g e n z a u n i t a r i a ,
la
stessa c h e h a p o s t o d a v a n t i a. T e e t e t o a l l ' i n i z i o del d i a l o g o , quando,
di fronte
all'unione
dogmatica
della
molteplicità
delle s c i e n z e , p o n e v a la n e c e s s i t à di u n a s c i e n z a s e m p l i c e e unitaria.
Non bisogna dimenticare
che questa
esigenza
d o m i n a t u t t o il d i a l o g o e c h e è di fronte a l l ' e s s e r e di q u e s t a s c i e n z a c h e si n e g a l ' e s s e r e d e l l e p a r t i c o l a r i f o r m e del c o n o scere. È proprio questo concetto unitario
che permette
la
c r i t i c a ed è in r a p p o r t o a d esso c h e S o c r a t e a f f e r m a l ' a s s o l u t a m o l t e p l i c i t à del s e n s i b i l e l i b e r a n d o T e e t e t o d a l l a c r e denza
nel v a l o r e reale delle s e n s a z i o n i .
Queste non
r e a l t à , la l o r o c a r a t t e r i s t i c a è q u e l l a di essere u n a
sono
fantasia,
p e r c i ò , p r e s e c o m e s e n s a z i o n i , il l o r o p i a n o è lo stesso p i a n o dei s o g n i e delle a l l u c i n a z i o n i . R i m a n e n d o nel p u r o sensib i l e n o n si p u ò a f f e r m a r e l ' e s s e r e in q u a n t o q u e s t o si r i s o l v e
interamente
nel percipi. L a d o m a n d a
c h e si fa S o c r a t e nel
passo (158 C) è di netto carattere b e r k e l e y a n o : a che cosa risponderemo
a c h i v o l e s s e s a p e r e se n e l m o m e n t o
attuale
noi d o r m i a m o e s o g n i a m o t u t t o c i ò c h e noi p e n s i a m o , o se i n v e c e , s v e g l i , è in u n d i a l o g o v e r o c h e s t i a m o
discorren-
d o ? ». E c o m e il c o s c i e n z i a l i s m o di B e r k e l e y p o n e i n risalt o , di fronte a l r e a l i s m o di L o c k e , l ' a s s o l u t a
problematicità
del c o n o s c e r e , c o s ì q u i è il r e a l i s m o c h e v i e n e s u p e r a t o r a p p o r t o a l l ' e s i g e n z a di u n i t à i m m a n e n t e
in
nel p e n s i e r o stes-
s o e cioè i n S o c r a t e , c h e fa v a l e r e q u i , i n q u e s t ' e s i g e n z a , il principio trascendentale
c h e m u o v e la d i s c u s s i o n e .
L ' e q u i v a l e n z a p o s t a tra s o g n o e r e a l t à fa risaltare c o r p i ù il c a r a t t e r e a s s o l u t a m e n t e sensibile
nella
sua
relazione
an-
f e n o m e n i c o di o g n i d a t o
col
movimento
universale:
o g n i l e g g e c h e n o n sia il m o v i m e n t o è e s t r a n e a
alla sfera
d e l s e n s i b i l e c o m e t a l e ; a d u n a simile p o s i z i o n e c o n d u c e d i r e t t a m e n t e la c r i t i c a di H u m e a l c o n c e t t o d i c a u s a e di s o stanza
ed a p r e p e r c i ò la v i a a d u n a
posizione critica,
la
q u a l e n o n è g i à , nel s u o v e r o s i g n i f i c a t o , u n a n e g a z i o n e d e l p i a n o d e l l ' e s p e r i e n z a , m a u n a c o m p r e n s i o n e di q u e s t o p i a no che riduce l'esperienza a puro fenomeno. N o n c'è
qui
d ' a l t r a p a r t e n e s s u n a t e n d e n z a a p o r r e u n a « c o s a in sè » nè di v e d e r e il s e n s i b i l e in r e g o l e e c o n n e s s i o n i c h e n e l i m i t i n o la l i b e r t à e la s p o n t a n e i t à . ro m o m e n t o
intuitivo,
Il sensibile è il m o n d o c o m e p u -
antecedente
al c o n o s c e r e
dell'intel-
letto e a n t e c e d e n t e a d o g n i d i s t i n z i o n e di s o g g e t t o e di o g g e t t o . D a q u e s t o p u n t o di v i s t a la d e t e r m i n a z i o n e di u n p i a n o del sensibile c o m e i n d i p e n d e n t e è u n ' e s i g e n z a c h e si è s p e s s o fatta
viva
nella
filosofia m o d e r n a ,
specialmente
nel
neo-
r e a l i s m o a m e r i c a n o e perfino, in u n c e r t o s e n s o , nelle c o r renti della fenomenologia tedesca, c o m e esigenza dell'assoluta libertà del m o m e n t o intuitivo del conoscere. C i ò non v u o l dire, naturalmente,
c h e P l a t o n e resti i n q u e s t a
posi-
z i o n e di r i v e n d i c a z i o n e della l i b e r t à d e l sensibile. L a stessa sensibilità si r i v e l a su p i a n i c h e l ' o r g a n i z z a n o e la u n i f i c a n o s e c o n d o c e r t e d i r e z i o n i : s a r à q u e s t o il p r o b l e m a della
tra-
s p o s i z i o n e di c i ò c h e è p u r a f a n t a s i a s u u n p i a n o di c o n o scenza in cui i varii elementi sensibili v e n g o n o organizzati s e c o n d o v a r i e f o r m e u n i t a r i e c h e si c o l l e g a n o p o i a d
una
i n t e r a s i s t e m a t i c a del c o n o s c e r e . È a p p u n t o q u e s t o u l t e r i o r e m o m e n t o di c o n o s c e n z a , c h e unifica i n t u i z i o n e e d i n t e l l e t t o , c h e ci v e r r à n e l Sofista p r e s e n t a t o c o m e m e t o d o d i a i r e t i c o e quindi c o m e conoscenza formale del sensibile e v e d r e m o c o m e e i n c h e s e n s o la n e c e s s i t à d e l l a d i a i r e s i s v i e n e p r e s e n t a t a a n c h e q u i nel T e e t e t o . N o n bisogna d'altra parte pensare che P l a t o n e intell e t t u a l i z z i il s e n s i b i l e : nei p a s s i p r e c e d e n t i si p o n e
anzi,
c o m e si è v i s t o , la s u a p i e n a a u t o n o m i a . L a diairesis o r g a n i z z a s e m p l i c e m e n t e in r a p p o r t o dendo,
ed a n c h e a m m e s s a
una
a l l ' o g g e t t o c h e sta
divì-
universale organizzazione
dei r e s u l t a t i d e l l a diairesis, g l i a t o m i i d e e , la sfera d e l s e n sibile resta s e m p r e p i ù v a s t a e n o n si e s a u r i s c e m a i c o m e c o n t e n u t o d e l l a diairesis c h e la c i r c o s c r i v e s o l o f o r m a l m e n te. Se gli atomi idee sono, sono a p p u n t o in q u a n t o contrapp o s t i a i s e n s i b i l i . I n a l t r e p a r o l e se il s a p e r e c o m e s c i e n z a è p i ù v a s t o d e l sensibile, il s e n s i b i l e è p i ù v a s t o c o m e « irrazionale » del razionale e non è m a i c o m p l e t a m e n t e razion a l i z z a b i l e : in q u e s t o s e n s o esso è v e r a m e n t e u n c o m p i t o p o s t o a l p e n s i e r o , m e n t r e la s u a v a s t i t à , p o n e n d o s i in t u t t a la s u a i n f i n i t e z z a , g a r a n t i s c e c o m e l i m i t e il m o v i m e n t o stesso di d i v i s i o n e d e l l a diairesis. L a s e n s i b i l i t à h a d u n q u e u n s u o essere, c h e è l ' e s s e r e d e l l a s u a f a n t a s i a ,
il s e n s i b i l e c o m e
t a l e , i n d i p e n d e n t e d a o g n i a l t r o a t t r i b u t o ; si d o v r e b b e d i r e , se fosse p o s s i b i l e , la sensibilità i n q u a n t o s e n s i b i l i t à a p r i o r i . Q u e s t o p i a n o in c u i la s e n s i b i l i t à si p o n e c o m e a s s o l u t a m o l t e p l i c i t à c o i n c i d e c o n il m o n d o d e l l a d o x a q u a l e v i e n e costituita sulla struttura della quinta ipotesi del P a r m e n i d e , d o v e la d o x a n o n è a n c o r a d i s t i n t a c o m e v e r a o f a l s a , m a è vista indipendentemente dalla sua assunzione nel metodo d i a i r e t i c o . C o m e nel P a r m e n i d e la q u i n t a i p o t e s i si d e t e r m i n a di fronte a l l ' u n i t à , q u i il m o n d o d e l l a sensibilità si p o n e c o r r e l a t i v a m e n t e a l l ' u n i t à c h e S o c r a t e fa v a l e r e c o m e
esigenza assoluta nel corso del dialogo. L a legge
trascen-
d e n t a l e d i c o r r e l a z i o n e è q u i i n a t t o e d e d u c e d a sè il m o m e n t o d e l m o l t e p l i c e . Q u e s t o m o m e n t o i n c u i il m o l t e p l i c e si p o n e c o r r i s p o n d e nello stesso t e m p o a l q u a r t o
momento
in c u i si s v o l g e il m e t o d o d i a i r e t i c o e c h e a b b i a m o v a t o nella q u a r t a
ipotesi d e l P a r m e n i d e
ritro-
corrispondente
a
s u a v o l t a i n m o d o p r e c i s o , c o m e si è v i s t o , a l l a q u a r t a d i s t i n z i o n e d e l f a m o s o p a s s o d e l Sofista (253 D ) c o n c u i d u n q u e il c o r r i s p o n d e n t e
passo del Parmenide
(158 C) è in
s t r e t t a r e l a z i o n e . I n s e g u i t o il p r o b l e m a d e l T e e t e t o si s v o l g e r à s e c o n d o le d i r e z i o n i rese possibili e n e c e s s a r i e
dalla
p o s i z i o n e della sesta i p o t e s i . I l m o n d o del sensibile c h e d a u n a p a r t e p u ò a p p a r i r e c o m e r e a l e , così c o m e a p p a r e nella quarta ipotesi del P a r m e n i d e permettendo quindi u n a c o n o s c e n z a di sè e p e r c i ò u n a s c i e n z a d e l sensibile, potrà, sentarsi del
dall'altra
a l l a l u c e d e l p e n s i e r o , r i v e l a r s i c o m e errore e p r e q u i n d i c o m e si e r a p r e s e n t a t o
nella sesta
ipotesi
Parmenide.
La prima critica di Socrate a Teeteto. — A b b i a m o v i s t o il r i s u l t a t o p o s i t i v o c h e si d e v e t r a r r e d a l l a p r i m a
ana-
lisi c h e c o m p i e S o c r a t e d e l l a definizione di T e e t e t o . R e s u l t a t o p o s i t i v o i m p l i c i t o p o i c h é S o c r a t e n o n h a fatto c h e s v o l gere, di ciò che Teeteto h a detto, l'aspetto di verità e cioè il c o n c e t t o della l i b e r t à d e l s e n s i b i l e . M a S o c r a t e r i t o r n a a l l ' a s p e t t o n e g a t i v o della d e f i n i z i o n e d i T e e t e t o , a s p e t t o n e g a t i v o c h e si r i v e l a n e l s u o d o g m a t i s m o p e r c u i si c o n c l u d e c h e l a s c i e n z a è s e n s a z i o n e . I n q u e s t o senso la d e f i n i z i o n e non p u ò non venire
criticata.
L a c r i t i c a di S o c r a t e n o n si s v o l g e p e r ò i n s e n s o dirett o , m a egli la s v i l u p p a i n q u a t t r o p a r t i distinte e r e g o l a r mente separate dai rispettivi intermezzi. I n ognuno di questi m o m e n t i della s u a c r i t i c a S o c r a t e p r o c e d e i n d u e d i r e z i o n i : d a u n l a t o critica l ' e q u i v a l e n z a di T e e t e t o tra s e n s a z i o n e e s c i e n z a , d a l l ' a l t r o a p p r o f o n d i s c e il p i a n o d e l sensibile,
approfondendo
il s u o a s p e t t o
aporético
e
ponendo
q u i n d i la n e c e s s i t à di s u p e r a r l o e u n i f i c a r l o i n u n a s c i e n z a della s e n s i b i l i t à . La
prima
critica è compiuta,
volutamente,
con
una
c e r t a s u p e r f i c i a l i t à , u s a n d o a r g o m e n t i p o p o l a r i e d eristici. Perchè, dice Socrate, Protagora non ha posto a misura
di
t u t t e le c o s e il p o r c o o il c i n o c e f a l o ? N o n s a r e b b e s t a t o lo stesso? N e l l a d i f e s a d i P r o t a g o r a c h e S o c r a t e f a r à c i a r e a lui stesso u n simile a r g o m e n t o v i e n e
pronun-
giustamente
g i u d i c a t o g r o s s o l a n o d a P r o t a g o r a e q u i n d i d a l l o stesso P l a t o n e . M a n o n o s t a n t e c i ò , h a il s u o l a t o di v e r o : P r o t a g o r a , c o m e tutti i sofisti, n o n s e m b r a r e n d e r s i c o n t o d e l l a d i g n i t à dell'uomo in q u a n t o ricercatore del v e r o , o a l m e n o da questo p u n t o di v i s t a v i e n e c o n s i d e r a t o . L a s u a t e o r i a p u r p o n e n d o l ' u o m o a c e n t r o d e l m o n d o si c o n c l u d e c o n il solito pragmatismo. L ' a r g o m e n t o , qui rigettato, sarà ripreso con più
chiarezza e senza alcuna
grossolanità,
proprio
dopo
l ' a p o l o g i a di P r o t a g o r a . N o n p i ù p r o f o n d i s o n o g l i altri a r g o m e n t i c h e S o c r a t e q u i u s a p e r la s u a c r i t i c a : è d a n o t a r e principalmente
che Protagora
viene confutato,
nel
c h e solo a p r i m a v i s t a s e m b r a p i ù s e r i o , p o n e n d o
modo innanzi
il f e n o m e n o d e l l a m e m o r i a . C o l u i c h e r i c o r d a di a v e r v i s t o e n o n v e d e sa o n o n s a ? S e s c i e n z a e s e n s a z i o n e s o n o i d e n t i c h e q u a n d o io c h i u d o g l i o c c h i e m i r i c o r d o di c i ò c h e h o v i s t o so e n o n so nello stesso t e m p o ( 1 6 4 B ) . L ' a r g o m e n t o fondamentale
c h e n e l l a critica S o c r a t e u s a
è questo:
la
s c i e n z a n o n è s e n s a z i o n e p e r c h è se c o s ì fosse si p o t r e b b e s a p e r e e n o n s a p e r e nel m e d e s i m o t e m p o ( 1 6 5 B ) . M a a l l o r a c h e c o s a r i m a n e d e l l a g i à p o s t a l i b e r t à d e l sensibile r a g g i u n ta p r o p r i o p e r il p r i n c i p i o p e r c u i si sa e n o n si sa q u a n d o si sa di n o n s a p e r e ? S o c r a t e s t e s s o , c o m e a b b i a m o v i s t o , h a i n i z i a t o il d i a l o g o c o n l ' e q u i v a l e n z a m a i a c c e t t a t a
da
T e e t e t o tra s a p e r e e n o n s a p e r e , e q u i v a l e n z a c h e giustifica sia la p r o b l e m a t i c a del c o n o s c e r e , sia il s u o p r i n c i p i o t r a scendentale. Se qui Socrate confutasse
Protagora
con
un
simile s i s t e m a c o m p r o m e t t e r e b b e il s u o stesso p r i n c i p i o e c i ò c h e g i à si è r i v e l a t o c o m e p o s i t i v o nella s u a r i c e r c a , v a l e
a d i r e q u e l t a n t o di v e r i t à c h e è c o n t e n u t o nella p o s i z i o n e di Protagora non più interpretata dogmaticamente. Si comp r e n d e a l l o r a q u a l ' è la f u n z i o n e di q u e s t a p r i m a c r i t i c a s u p e r f i c i a l e : essa fa v e d e r e c o m e n o n si d e v e c o n f u t a r e
Pro-
t a g o r a e p e r m e t t e a S o c r a t e di far e n t r a r e i n s c e n a l ' a c c u s a t o stesso a d i f e n d e r e c i ò c h e c ' è di v e r o n e l l a s u a t e o r i a e a n c h e , c o m e si v e d r à , c i ò c h e n o n c ' è di v e r o p e r S o c r a t e c h e si r e n d e p o s s i b i l e i n q u e s t o m o d o u n a p i ù s t r i n g e n t e e più profonda
critica.
L a p o c a d i s p o s i z i o n e d a p a r t e del lettore, s e m p r e affascinato dall'aspetto ultraterreno dell'idealismo platonico, a comprendere
una
r i v e n d i c a z i o n e della r e l a t i v i t à d e l sensi-
b i l e d a p a r t e di P l a t o n e , giustifica a m p i a m e n t e q u e s t o p r i m o falso a t t a c c o di S o c r a t e c h e , d a l p u n t o di v i s t a a r t i s t i c o è pienamente
r i u s c i t o e r a g g i u n g e nella d i s c u s s i o n e
m e n t e il s u o s c o p o . S o c r a t e f a r à dire a P r o t a g o r a
totalcontro
sè stesso : « se t u p a r l i q u i di p o r c i e di c i n o c e f a l i v u o l d i r e c h e il p o r c o sei p r o p r i o t u ». E P r o t a g o r a t e r m i n a la s u a apologia invitando Socrate a servirsi con più onestà della discussione dialettica, altrimenti,
egli n o t a c o n u n a
ironia
n o n p r e c i s a m e n t e i n n o c e n t e , a c u i si r i s p o n d e r à nella difesa d e l filosofo d a i s a g g i d e l l a r e a l t à p r a t i c a e c h e a p p a r i r à
tan-
t o p i ù v i v a in q u a n t o a l l a fine del d i a l o g o S o c r a t e si d i r i g e r à v e r s o il P o r t i c o d e l R e d o v e t r o v e r à M e l e t o ; a l t r i m e n t i c o loro che vengono confutati
i n v e c e di p r e n d e r s e l a
stessi e di r i c o n o s c e r e c h e h a n n o s b a g l i a t o se l a n o n e c e s s a r i a m e n t e c o n il l o r o
con
sè
prenderan-
confutatore.
È c h i a r a d u n q u e la r a g i o n e p e r c u i S o c r a t e i n t e r r o m p e il s u o p r i m o a t t a c c o c r i t i c o r i c o n o s c e n d o n e la v o l g a r e s u p e r ficialità:
« m i s e m b r a c h e a b b i a m o f a t t o c o m e u n g a l l o di
cattiva razza, affrettandoci,
b e n p r i m a di essere v i n c i t o r i ,
a d a b b a n d o n a r e la l o t t a e d a g r i d a r e v i t t o r i a ». E d
ancora
p i ù c h i a r a è la r a g i o n e d e l l ' a p o l o g i a di P r o t a g o r a . I n essa possiamo distinguere
due
parti:
una
positiva, in
riafferma c o n e n e r g i a il v a l o r e d e l sensibile, e d u n a tiva che dalla precedente affermazione svolge un
quanto nega-
pragmati-
s i n o l o g i c o e d etico c h e s a r à p o i c r i t i c a t o d a S o c r a t e . P r o t a g o r a afferma
infatti
decisamente
il p r i n c i p i o p e r
c u i si
p u ò s a p e r e e n o n s a p e r e . A S o c r a t e esso è s e r v i t o p e r afferm a r e l ' a s s o l u t a r e l a t i v i t à d e l s e n s i b i l e : p r o p r i o q u e s t o è il l a t o di v e r i t à c h e si c e l a s o t t o il r e l a t i v i s m o p r o t a g o r e o . S e P r o t a g o r a p u ò a f f e r m a r e c h e n o n esiste u n s o g g e t t o c h e h a m e m o r i a e c h e sa e c h e p e r m a n e di fronte a l v a r i a r e d e g l i o g g e t t i ; se P r o t a g o r a r i a f f e r m a c h e , v i s t o s u l p i a n o d e l s e n sibile, il s o g g e t t o n o n è c h e u n a s e n s a z i o n e a n c h ' e s s a c o n tinuamente
m u t e v o l e c o m e t u t t e le s e n s a z i o n i , è
perchè,
s e n z a s a p e r l o , h a s o t t o p o s t o il sensibile a d u n a c r i t i c a c h e n e h a c o n f u t a t o il c a r a t t e r e d o g m a t i c o . L a m e m o r i a
come
f a t t o m n e m o n i c o è infatti u n fatto tra i fatti e n o n
potrà
g a r a n t i r e m a i , c o m e t a l e , il c o n o s c e r e . E r a d u n q u e S o c r a t e , c h e nella sua falsa c r i t i c a s u p e r f i c i a l e , p e c c a v a di r e a l i s m o . C i ò c h e si r i a f f e r m a , a n c o r a u n a v o l t a , è il p i a n o d e l l a m o l teplicità e assoluta relatività, determinazione possibile solo di fronte a l l ' e s i g e n z a di u n i t à c h e S o c r a t e m a n t i e n e
sempre
v i v a . C o m e b e n s a p p i a m o l ' e s i g e n z a di u n i t à p o n e nuamente
conti-
il m o l t e p l i c e di fronte a sè, c o m e il m o l t e p l i c e
d'altra parte rimanda
sempre all'unità e la legge
trascen-
d e n t a l e si a t t u a p r o p r i o in q u e s t a s u a n o n s u p e r a b i l e c o r r e lazione.
Protagora
di s u p e r a r e
comincia a sbagliare q u a n d o
d a esso c i ò c h e n o n è p o s s i b i l e d e d u r r e : aspetto,
pretende
il s u o r e l a t i v i s m o nel senso d i v o l e r d e d u r r e
l'errore che commette
è, s o t t o u n
Teeteto quando
altro
identifica
scienza e sensazione. L a s a g g e z z a consiste per P r o t a g o r a nel s a p e r m u t a r e e far m u t a r e le s e n s a z i o n i e n e l s a p e r sostituire a sensazioni che s e m b r a n o cattive, sensazioni che sembrano b u o n e . S e u n c i b o è a m a r o p e r chi è m a l a t o e d o l c e p e r c h i è s a n o , n o n si t r a t t e r à c e r t o di r i c e r c a r e c h e c o s a s i a n o la d o l c e z z a e l ' a m a r o , m a di p r o v o c a r e l ' i n v e r s i o n e d e l l a s e n s a z i o n e p e r il m a l a t o e p r o p r i o q u e s t o è il c o m p i t o del m e d i c o c h e p r o v o c a q u e l l ' i n v e r s i o n e c o n la m e d i c i n a ,
mentre,
nel c a m p o m o r a l e , il sofista l a o t t i e n e c o n i suoi discorsi ( 1 6 7 A ) . C i ò è n a t u r a l m e n t e p o s s i b i l e i n q u a n t o le s e n s a z i o n i
—
i8g
—
c o m e tali s o n o s e m p r e v e r e , d a t a la l o r o a s s o l u t a r e l a t i v i t à , e u n a v a l e l'altra ed è sostituibile all'altra. L e sensazioni n o n s o n o p i ù o m e n o v e r e , m a s o l o h a n n o , i n certi r a p p o r t i , p i ù o m e n o v a l o r e . I l b u o n o r a t o r e fa i n m o d o c h e a l l a c i t t à s e m b r i g i u s t o c i ò c h e p e r lei è utile e d i n g i u s t o c i ò c h e le è dannoso (167 C ) . C o n c i ò P r o t a g o r a è a n d a t o a l di l à d e l s u o r e l a t i v i s m o c h e ha trasformato in u n v e r o e proprio p r a g m a t i s m o . V e r o è c i ò c h e è p i ù utile e s e m b r a t a l e . D a u n a p a r t e si s v o l g e d a l l a p o s i z i o n e r e l a t i v i s t i c a u n a s c i e n z a , d a l l ' a l t r a se n e d e r i v a n o i p r i n c i p i i di u n a r e t t o r i c a . I l F e d r o h a g i à d i m o s t r a t o , di fronte a L i s i a , di c u i la p o s i z i o n e n o n è l o n t a n a
da
q u e l l a c h e q u i a s s u m e P r o t a g o r a in r a p p o r t o a l l a r e t t o r i c a , c o m e d a i p r o b l e m i di q u e s t a
si p a s s i n e c e s s a r i a m e n t e
p r o b l e m a della diairesis. N o n si p o r r à q u i
al
necessariamente
p e r S o c r a t e il p r o b l e m a d i c o m e è p o s s i b i l e u n a c o n o s c e n z a d e l sensibile e di c o m e è p o s s i b i l e s u p e r a r e , b e n
altrimenti
d i c o m e fa P r o t a g o r a , il r e l a t i v o d e l l e s e n s a z i o n i ? I l p r o b l e m a è tanto più urgente in q u a n t o P r o t a g o r a basa sul rel a t i v i s m o t u t t o u n s i s t e m a e se n o n s e m b r a c o m m e t t e r e l ' e r r o r e di d o g m a t i z z a r e t u t t o il s e n s i b i l e , c o m p i e p e r ò q u e l l o di r i d u r r e t u t t o a r e l a t i v o . Si t r a t t a q u i n d i d i l i m i t a r e q u e sta a r b i t r a r i a e s t e n s i o n e d i m o s t r a n d o c h e la sfera d e l sensib i l e si l a s c i a o r g a n i z z a r e s e c o n d o u n a l e g g e , c h e l ' o p i n i o n e si l a s c i a d i s t i n g u e r e in v e r a e falsa d a l p e n s i e r o , c h e q u e st'ultimo
infine r a c c o g l i e e d i s c i p l i n a i c o n t e n u t i
sensibili
r e n d e n d o così p o s s i b i l e il g i u d i z i o s u l loro essere e sulla l o r o v e r i t à . S e n o n si v u o l e c h e il r e l a t i v i s m o a s s o l u t o d e i sensibili i n v a d a l a sfera d e l p e n s i e r o e se si p o n e d ' a l t r a p a r t e l ' e s i g e n z a di s u p e r a r e il p i a n o d e l l a sensibilità, b i s o g n a a s s o l u t a m e n t e e s a m i n a r e i n c h e m o d o e d in c h e senso il s e n sibile è p e n e t r a b i l e d a p a r t e d e l p e n s i e r o , p o i c h é s o l o q u e sto p o t r à d i r c i i n c h e c a s o u n a s e n s a z i o n e è v e r a e f a l s a , d a t o c h e tale criterio n o n è r i t r o v a b i l e s u l p i a n o delle s e n s a z i o n i . C i ò significa c h e è n e c e s s a r i o d i s t i n g u e r e u n a
doxa
v e r a d a u n a d o x a f a l s a , d i s t i n z i o n e c h e s o l o alla l u c e d e l
— igo — p e n s i e r o s a r à p o s s i b i l e se la d o x a c o m e t a l e è s e m p r e v e r a , conclusione che permette a Protagora l'arbitraria
estensione
del s u o r e l a t i v i s m o . L ' e s i g e n z a di u n a d i a i r e s i s è q u i c h i a ramente posta m a non è detto perciò che Platone
rinunzi
alla sua v i s i o n e d e l l a v i t a o r i e n t a t a i n s e n s o e t i c o . L a d i a i resis n o n è c h e u n m o m e n t o d e l l a g e n e r a l e t e o r i a delle i d e e , q u e s t a p e r m a n e s e m p r e v i v a ed a n z i si a l l a r g a . P e r c i ò a n c h e nel T e e t e t o l ' o p p o s i z i o n e tra S o c r a t e ed i p i ù , tra S o c r a te e la r e t t o r i c a sofistica, tra l ' e s i g e n z a i d e a l e di P l a t o n e e il p r a g m a t i s m o d e g l i u o m i n i della c a v e r n a , r i m a n e c o m p l e t a m e n t e v i v a ed essa è p o s t a c o n la stessa c r u d e z z a c o n c u i ci a p p a r e
n e l l ' A p o l o g i a e nel F e d o n e .
È
proprio
questa
e s i g e n z a c h e giustifica il r i t r a t t o d e l filosofo c o n t r a p p o s t o s a p i e n t i della
ai
pratica.
L a c o n q u i s t a d e l v e r o p r o c e d e di p a r i p a s s o c o n la d i s t i n z i o n e tra ciò c h e è s a g g e z z a sofistica e s a g g e z z a fica,
filoso-
tra il « sofista » e il « filosofo » a c u i d o v e v a essere d e -
d i c a t o u n d i a l o g o c h e p o i , n o n si sa p e r c h è , n o n è p i ù s t a t o s c r i t t o . O g n u n o v e d e c o m e il c o n t r a s t o tra sofistica e sofia
corra
lungo
t u t t o il p e n s i e r o
platonico
e come
filola
c o n t i n u i t à del m o t i v o d e l l a d i s t i n z i o n e tra S o c r a t e ed i s u o i a c c u s a t o r i si f o n d a c o n la r i c e r c a d e l v e r o e c o n il c o m p l e t o d i s p i e g a m e n t o della teoria delle i d e e c o m e l a si r i t r o v a
nel
Sofista e nel F i l e b o . L ' u n i t à i d e a l e tra i d i a l o g h i metafisici ed i d i a l o g h i s o c r a t i c i v i e n e c o s ì , a n c h e d a q u e s t o p u n t o di vista, riconfermata,
in q u a n t o i n a m b e d u e i g r u p p i d i d i a -
l o g h i si r i v e l a l a stessa f o n d a m e n t a l e fondamentale
equazione:
la r i c e r c a
esigenza e la della
verità
stessa
coincide
c o n la s e m p r e m a g g i o r e d e t e r m i n a z i o n e di c i ò c h e a l l a v e rità si o p p o n e , c i o è il n o n essere d e l sofista. S e m b r a q u i n d i i n u t i l e d i s c u t e r e se l o s c o p o
principale
del T e e t e t o sia la r a f f i g u r a z i o n e d e l filosofo di fronte a i p r a tici della s c i e n z a o la r i c e r c a d e l m o d o c h e r e n d a
possibile
una conoscenza del molteplice e della sensibilità. I due scopi s o n o p a r a l l e l i e si f o n d o n o l ' u n o
nell'altro.
—
I9i
—
La seconda critica. — D a c i ò c h e si è d e t t o a p r o p o s i t o del contenuto
dell'apologia di Protagora
apparirà
chiara-
m e n t e i n c h e d i r e z i o n e si s v o l g e r à l a n u o v a c r i t i c a di S o c r a t e . Infatti d a u n l a t o essa d o v r à c r i t i c a r e l a d o x a i n q u a n t o si c r e d e p o s s i b i l e d i d e r i v a r e d a essa q u a l c o s a di v e r o e d i f o n d a r e s u d i essa, e s o l o s u di essa, l a s c i e n z a c h e h a i n vece esigenze a cui la d o x a n o n p u ò soddisfare;
dall'altro
essa d o v r à c o n t r a p p o r r e a l l a s a g g e z z a d i P r o t a g o r a l a s a g g e z z a p i ù a l t a e p i ù n o b i l e d e l filosofo e d è p r e c i s a m e n t e qui c h e t r o v a il s u o p o s t o l a d i s g r e s s i o n e di S o c r a t e s u t a l e argomento. C i ò che sembra a ciascuno, secondo Protagora, così è c o m e a lui sembra. L a conseguenza c h e d a questa a f f e r m a z i o n e si p u ò d e d u r r e n o n s a r à m a i c h e u n ' o p i n i o n e sia v e r a r i s p e t t o a d a l t r e c h e s o n o false, m a p i u t t o s t o c h e t u t t e le o p i n i o n i s o n o v e r e . L ' o p i n i o n e c h e è v e r a p e r m e è falsa p e r u n a q u a n t i t à di P r o t a g o r a
e n o r m e di altri u o m i n i . L a v e r i t à
n o n esiste d u n q u e c h e p e r l u i . S u p p o n e n d o
c h e egli v i c r e d a e c h e g l i altri si rifiutino d i c r e d e r v i , p e r t a n t e v o l t e il n u m e r o d i c o l o r o a c u i n o n s e m b r a v e r a sorp a s s a il n u m e r o u n o , p e r a l t r e t t a n t e l a s u a v e r i t à s a r à n o n esistente p i u t t o s t o c h e esistente ( 1 7 1 A ) . N o n s o l o m a p o i c h é tutte le o p i n o n i s o n o v e r e , le o p i n i o n i d e i p i ù c h e n e g a n o q u e l l a di P r o t a g o r a s a r a n n o v e r e e c o n c i ò P r o t a g o r a a m m e t t e c o m e f a l s a l a s u a stessa o p i n i o n e ( 1 7 1 B ) . C o s ì l a v e rità di P r o t a g o r a n o n s a r à v e r a p e r n e s s u n o : n é p e r l u i n é p e r g l i altri ( 1 7 1 C ) . D e l r e s t o , d a t o c h e P r o t a g o r a v u o l r e s t a r e a l l ' o p i n i o n e , si p o t r à o p p o r g l i c h e e f f e t t i v a m e n t e , c o m e egli stesso h a a f f e r m a t o , le o p i n i o n i n o n si e q u i v a l g o n o e c h e , p e r e s e m p i o , n e l c a s o di u n a m a l a t t i a , l ' o p i n i o n e c h e p i ù v a l e s u l m e t o d o di g u a r i r l a n o n è c e r t o q u e l l a d e l p r i m o venuto m a piuttosto quella del medico ( 1 7 1 E ) . Certo per u n o s t a t o il g i u s t o è c i ò c h e s e m b r a g i u s t o , m a d a t o c h e i s a g g i , c o m e l o stesso P r o t a g o r a
afferma,
d e v o n o fare i n
m o d o c h e s e m b r i g i u s t o c i ò c h e è p i ù utile, d o v e t r o v e r a n n o essi il c r i t e r i o p e r g i u d i c a r e di q u e s t a u t i l i t à ?
Protagora
v i e n e così c r i t i c a t o a t t r a v e r s o l a s u a stessa e s i g e n z a d i s o r -
p a s s a r e la s u a p o s i z i o n e r e l a t i v i s t i c a . R e s t a n d o s u l
piano
d i essa la v e r i t à d i P r o t a g o r a n o n p u ò v a l e r e u n i v e r s a l m e n te, n o n a p p e n a cioè si c o n s i d e r a u n ' o p i n i o n e c o m e c e n t r a l e a n c h e le o p i n i o n i c o n t r a r i e a q u e s t a
d e v o n o essere
poste
c o m e tali. L ' e s i g e n z a di universalità spinge a superare r e l a t i v i s m o sensibile m a
il
è assolutamente irrealizzabile sul
p i a n o di q u e l r e l a t i v i s m o . I l m e d i c o c h e c o m p i e l ' i n v e r s i o n e d e l l e s e n s a z i o n i s u p e r a g i à il p i a n o d e l l e s e n s a z i o n i , i n fatti se q u e s t e si e q u i v a l g o n o p e r c h e r a g i o n e i n v e r t i r l e ? C ' è g i à n e l m e d i c o il s e n s o di c i ò c h e è m i g l i o r e e di c i ò c h e è p e g g i o r e , di c i ò c h e è p i ù u t i l e e m e n o u t i l e . L a s t e s s a c o s a v a l e p e r il sofista i n r a p p o r t o a l l e l e g g i d e l l a s u a c i t t à :
se
la s u a r e t t o r i c a t e n d e a far a c c e t t a r e u n a m a g g i o r e u t i l i t à v u o l dire c h e egli h a l ' i d e a di q u e s t a u t i l i t à . A l t r i m e n t i l a s u a r e t t o r i c a p u ò essere s o l o giustificata d a l l a v o l o n t à di far p r e v a l e r e il s u o p u n t o di v i s t a , la s u a v i s i o n e d e l l o Stato sarebbe in realtà quella di T r a s i m a c o . È
significa-
t i v o c h e la posizione, di P r o t a g o r a n o n p o s s a v e n i r critic a t a in t u t t a la s u a i n t e r e z z a se n o n sulle b a s i p o s t e d a l l a Repubblica. L'utilità dello Stato è legata indissolubilmente con l'idea d i q u e l l o , q u e s t a è s o l o p o s s i b i l e sul p i a n o d e l l a d i a l e t t i c a filosofica
della R e p u b b l i c a e a t t r a v e r s o la s u a a s c e s a a l l ' i d e a
del b e n e . L a d i s g r e s s i o n e di S o c r a t e s u l
filosofo
contrappo-
s t o a g l i u o m i n i d e l l a s a g g e z z a p r a t i c a a c q u i s t a c o s ì il s u o p i e n o significato se si p e n s a c h e c o n n e t t e il T e e t e t o c o n la R e p u b b l i c a e quindi c o n tutti i dialoghi socratici in cui d o m i n a l ' e s i g e n z a di u n a d i a l e t t i c a a s c e n d e n t e . P o i c h é il T e e teto mira anche a porre i fondamenti
di u n a
diairesis
e
q u i n d i di u n a l o g i c a f o r m a l e , q u e s t o r i c h i a m o è u n r i c h i a m o alla logica
filosofica
senza la quale è impossibile porre
l e b a s i d e l l a stessa diairesis e s e n z a la q u a l e n o n è s u p e r a b i l e t o t a l m e n t e , d a l p u n t o di v i s t a g e n e r a l e
filosofico
e non
solo l o g i c o - f o r m a l e , la p o s i z i o n e di P r o t a g o r a . T u t t a l ' a n t e riore o p e r a di P l a t o n e è q u i r i c h i a m a t a c o n l ' e v i d e n t e i n t e n z i o n e di s o t t o l i n e a r e l a n e c e s s i t à di t e n e r l a p r e s e n t e , s p e -
cialmente ora che l'interesse
si d i r i g e s o p r a t u t t o v e r s o la
c o n o s c e n z a d e l m o n d o sensibile. S o c r a t e q u i n o n p o t e v a rip r o d u r r e t u t t e le p o s i z i o n i dei d i a l o g h i s o c r a t i c i
appunto
p e r c h è il s u o c o m p i t o è di p o r r e il f o n d a m e n t o di u n a d i a i resis, a q u e l l i si r i m a n d a
c o n questa parentesi sul
che sintetizza in una apologia del v e r o saggio
filosofo,
contrapposta
a l l ' a p o l o g i a di P r o t a g o r a , il c o n t e n u t o g e n e r a l e dei d i a l o g h i a n t e r i o r i . S e si p e n s a p o i a c i ò c h e si è n o t a t o z i o n e tra
filosofo
e sofista si c o m p r e n d e r à
sull'opposi-
a n c o r m e g l i o lo
s c o p o di u n i f i c a z i o n e d e l l ' i n t e r e s s e d e i v a r i d i a l o g h i a
cui
t e n d e il p a s s o i n q u e s t i o n e . Si noti il p a s s o s e g u e n t e e si v e d r à c o m e i n esso sia v i v o il t o n o ed il c o n t e n u t o dei d i a loghi socratici:
« C i sono due modelli, o caro amico,
nel
s e n o d e l r e a l e : l ' u n o d i v i n o e felice, l ' a l t r o p r i v o di D i o e p i e n o di m i s e r i e . M a essi (i p i ù , i s a g g i d e l l a p r a t i c i t à ) se n e a c c o r g o n o a f f a t t o :
la loro estrema
non
irragionevolezza
i m p e d i s c e a d essi d i a c c o r g e r s i c h e n o n f a n n o c h e
rendersi
simili a l s e c o n d o m o d e l l o c o n le l o r o i n g i u s t e a z i o n i e c h e perdono
ogni rassomiglianza
c o n il p r i m o .
L a loro
puni-
z i o n e è la l o r o v i t a stessa v i s s u t a s e c o n d o il m o d e l l o a c u i si r e n d o n o s i m i l i . M a noi d i r e m o l o r o c h e , se n o n si l i b e r a n o d a l l a l o r o p r a t i c i t à , q u a n d o s a r a n n o m o r t i , la r e g i o n e l i b e r a d a o g n i m a l e n o n li r i c e v e r à i n n e s s u n c a s o e c h e i n q u e s t o m o n d o essi n o n f r e q u e n t e r a n n o
a l t r e c o m p a g n i e se
n o n q u e l l e a c u i si s o n o resi simili, u o m i n i b a s s i e v i l i c h e solo i v i l i
frequentano;
ed
in
questi
avvertimenti,
essi,
u o m i n i d e l l a p r a t i c a , n o n s a p r a n n o v e d e r e c h e discorsi d e l t u t t o insensati » ( 1 7 6 E - 1 7 7 A ) . F e d o n e e R e p u b b l i c a form a n o il t o n o d i q u e s t o p a s s o c o m e d e g l i altri d e l l o stesso g e n e r e s p a r s i i n q u e s t a a p o l o g i a del
filosofo
(cfr. 1 7 6 A B ,
1 7 6 D , 1 7 5 E , 1 7 3 A B ) . È d a n o t a r e d ' a l t r a p a r t e il p o s sibile raffronto c o n il d i s c o r s o c o n t r o i filosofi c h e t r o v i a m o n e l G o r g i a ( G o r . 482 C - 486 D ) . I r i m p r o v e r i ed i s a r c a s m i di G o r g i a s o n o q u i , q u a s i p a r a l l e l a m e n t e , a s s u n t i c o m e v i r t ù d e l l ' u o m o di p e n s i e r o . U n a tale l i b e r t à nel t r a t t a r e l ' a r g o m e n t o e u n tale r i c o n o s c i m e n t o d e l v a l o r e p o s i t i v o d e l l a
proverbiale
indifferenza
d e l filosofo
v e r s o la v i t a
pratica
s o n o p e r P l a t o n e t a n t o p i ù p o s s i b i l i in q u a n t o nella R e p u b b l i c a h a p i ù v o l t e insistito, c o m e s a p p i a m o , sul d o v e r e c h e h a n n o i filosofi di r i d i s c e n d e r e n e l l a c a v e r n a delle o m b r e , d a c u i s o n o saliti, p e r o r g a n i z z a r l e e d i r i g e r l e s e c o n d o
verità.
L ' e s i g e n z a di q u e s t a d i s c e s a si e s p r i m e , d a l p u n t o di v i s t a filosofico, p r o p r i o nella d i a l e t t i c a d i s c e n d e n t e e n e l l ' i n t e r e s s e s e m p r e p i ù v i v o p e r il m o n d o d e l m o l t e p l i c e . P e r c i ò è q u i possibile un
atteggiamento
che
nella
Repubblica
sarebbe
a p p a r s o , s o t t o certi a s p e t t i , r i p r o v e v o l e : cioè la n o n c i t à d e l filosofo è t a n t o p i ù q u i a f f e r m a b i l e
prati-
in q u a n t o
p o n g o n o nel d i a l o g o i f o n d a m e n t i d e l l a s u a stessa
si
praticità,
d e l s u o interesse p e r la d o x a , d i c u i si v u o l v e d e r e i n q u a l s e n s o sia p o s s i b i l e u n a s c i e n z a ed i n q u a l s e n s o p o s s a q u i n d i r i c o l l e g a r s i c o n l ' i d e a l e e t i c o a c u i t e n d e la d i a l e t t i c a d e l l a Repubblica. N o n c ' è b i s o g n o d u n q u e di d i f e n d e r s i d a G o r g i a , i s u o i stessi s a r c a s m i d i v e n t a n o l o d i : a d i f e n d e r e
il filosofo
dal-
l ' a c c u s a di a s t r a t t e z z a è sufficiente l ' i n t e r e s s e c h e il d i a l o g o stesso d i m o s t r a p e r il m o n d o d e l l a sensibilità. La ripresa
critica dell'arbitraria
estensione
d o p o l ' a p o l o g i a d e l filosofo
della d o x a
in u n a
serie di
c h e r i p r e n d o n o la d i s c u s s i o n e i n t e r r o t t a e c h e
viene passi
ripresentano
a n c o r a p i ù e n e r g i c a m e n t e l ' e s i g e n z a di u n i v e r s a l i t à d e l p e n siero c h e o r a s a p p i a m o r i c o l l e g a r s i c o n la t r a t t a z i o n e Repubblica
e dei d i a l o g h i s o c r a t i c i .
della
Nella Repubblica
la
r i c e r c a della g i u s t i z i a era b a s a t a s u l s u o d i s t i n g u e r s i d a c i ò c h e n o n è g i u s t i z i a . I l f a t t o s t e s s o c h e sia possibile u n c o r rompersi dello Stato e che questo corrompimento
sia r i c o -
n o s c i b i l e è la p r o v a d e l c a r a t t e r e r a z i o n a l e dello S t a t o c o m e i d e a . L a c i t t à c e r c a , c o n le s u e l e g g i , di r a g g i u n g e r e
l'uti-
lità, m a n o n s e m p r e r a g g i u n g e il s u o s c o p o ( 1 7 8 A ) . N o n t u t t e le o p i n i o n i s o n o d u n q u e v e r e m a è possibile u n ' o p i nione falsa. Il tema
c h e s a r à i n s e g u i t o s v i l u p p a t o è qui
i m p l i c i t o : c o m e è p o s s i b i l e l ' e r r o r e ? L a tesi p r o t a g o r e a
se-
c o n d o c u i t u t t o è v e r i t à n o n d i c e nello stesso t e m p o
che
t u t t o è e r r o r e ? E n o n si p o n e p e r c i ò c o m e n e c e s s a r i a ,
da
p a r t e d e l p e n s i e r o , u n a d i s t i n z i o n e tra le s e n s a z i o n i s e c o n d o i r a p p o r t i c h e q u e s t e a s s u m o n o di fronte a l c o n o s c e r e ? A p p l i c a r e l ' u t i l e n o n è p o s s i b i l e se n o n si sa c h e c o s a è l ' u t i l e , m a n o n si sa c h e c o s a è l ' u t i l e se n o n si p u ò d i s t i n g u e r e d a ciò c h e n o n è u t i l e . L a v e r a u n i v e r s a l i t à d e l p e n s i e r o sta a p p u n t o in questa distinzione per cui l'utile è accettato per la s u a v e r i t à e n o n p e r l ' o p i n i o n e c h e il r e t o r e v u o l e i m porre. A d una indagine più approfondita
il p r o b l e m a
ap-
pare anche da un altro aspetto che lo ricongiunge al p u n t o di v i s t a m o b i l i s t i c o di P r o t a g o r a . F i n c h é si resta s u l p i a n o d e l m o v i m e n t o n o n si p u ò r a g g i u n g e r e u n a v e r i t à u n i v e r s a l e : il p u n t o di v i s t a p r o t a g o r e o n o n p o t r à m a i d i v e n tare scienza in q u a n t o è costretto a restare legato al t e m p o ed a l l ' e m p i r i c i t à d e l t e m p o . O r a è e v i d e n t e c h e l ' u t i l i t à i n q u a n t o si r i c o l l e g a alle e s i g e n z e d e l m o n d o d e l l e i d e e è i n dipendente e superiore non solo in rapporto alla molteplic i t à s p a z i a l e m a a n c h e in r a p p o r t o a q u e l l a t e m p o r a l e . « I l m e z z o di f a r e a c c e t t a r e p i ù u n i v e r s a l m e n t e a n c o r a
queste
c o n c l u s i o n i s a r e b b e c h e la q u e s t i o n e a b b r a c c i a s s e
l'intera
e s t e n s i o n e d e l l ' i d e a l i t à in c u i r i e n t r a l ' u t i l e , essa si e s t e n d e infatti a n c h e a l l ' a v v e n i r e » ( 1 7 8 A ) . L ' e s t e n s i o n e d e l l ' i d e a a c c o g l i e q u i n d i il t e m p o in sè stessa e l o t r a s c e n d e n e l l a s u a u n i v e r s a l i t à . C o n e s e m p i di c a r a t t e r e
eguale a quello dei
d i a l o g h i s o c r a t i c i , S o c r a t e s v i l u p p a q u e s t a tesi. I l c r i t e r i o p e r g i u d i c a r e d e l l e c o s e future P r o t a g o r a n o n p u ò t r o v a r l o nella s u a p o s i z i o n e r e l a t i v i s t i c a . I l m e d i c o d o v r à p e r e s e m p i o s a p e r e c o n p i ù s i c u r e z z a d e l m a l a t o se l a f e b b r e p o t r à o non potrà sopraggiungergli. Così sarà l'agricoltore che giudicherà della futura
d o l c e z z a o a m a r e z z a del v i n o .
Ogni
arte, c o m e s a p p i a m o dai dialoghi socratici, è tale in q u a n t o ha un v a l o r e ideale e rimanda all'idea del bene,
altrimenti
resta i n g i u s t i f i c a t a la s u a a r e t é . M a il p r o b l e m a c h e s o t t o stà a q u e s t a t r a t t a z i o n e è p i ù v a s t o : il p e n s i e r o n o n si c o n cilia, n e l l a s u a e s i g e n z a di u n i v e r s a l i t à , c o n il m o v i m e n t o assoluto da cui invece Protagora pretende
di d e r i v a r e la
s c i e n z a . S i a p r e così l a v i a a l l a t e r z a c r i t i c a d i S o c r a t e c h e r i g u a r d a a p p u n t o il m o v i m e n t o .
La
terza critica. — S o c r a t e r i c h i a m a d a u n p u n t o d i
v i s t a s t o r i c o la tesi d e l m o v i m e n t o . I s u o i sostenitori p i ù energici sono gli appartenenti
a l l a s c u o l a e r a c l i t e a , m a la
tesi v i e n e r i c o l l e g a t a c o n l e a n t i c h e c o s m o g o n i e c o m e g i à è stato fatto
n e l C r a t i l o . I n c o n t r a p p o s i z i o n e a i sostenitori
d e l m o v i m e n t o v i e n e p o s t a la s c u o l a d i P a r m e n i d e e d i M e lisso. C h e c o s a significa, d i c e S o c r a t e ,
dire c h e t u t t o si
m u o v e ? S i tratta in realtà di d u e forme di m o v i m e n t o , di a l t e r a z i o n e e d i t r a n s l a z i o n e ( 1 8 1 A ) . C i ò c h e si m u o v e si m u o v e i n sè stesso e i n r a p p o r t o a g l i altri, p e r c i ò o g n i s e n s a z i o n e è i m p o s s i b i l e in q u a n t o o g n i s u o c o n t e n u t o è eternamente
fluttuante.
L e sensazioni
non potranno
dunque
mai dare la scienza. L ' a c c e n n o a Parmenide spinge Teetet o a c h i e d e r e u n a d i s s e r t a z i o n e i n p r o p o s i t o d e i sostenitori d e l l ' u n i t à m a S o c r a t e si rifiuta d i c e n d o c h e n o n è il c a s o d i richiamare l ' o c e a n o di discorsi c h e noi a b b i a m o g i à tentato di a t t r a v e r s a r e e r i c o r d a , c o m e s a p p i a m o , il s u o a n t i c o i n c o n t r o c o n P a r m e n i d e e la s u b l i m e p r o f o n d i t à d e l d i a l o g o a cui questi partecipò. Si noti o r a c h e la tesi d e l m o v i m e n t o v i e n e c r i t i c a t a i n q u a n t o si p r e t e n d e d i d e d u r r e ma
d a l m o v i m e n t o la s c i e n z a ,
c h e il m o v i m e n t o n o n v i e n e c r i t i c a t o i n sè stesso e
gli v i e n e p i u t t o s t o c o n t r a p p o s t a c o m e c o r r e t t i v o l a tesi d e l l ' i m m o b i l i t à a c u i si a g g i u n g e u n d i r e t t o r i c h i a m o a l P a r m e n i d e . I l Sofista c i d a r à la c r i t i c a d e l l a s t a b i l i t à e l e a t i c a , m a g i à il P a r m e n i d e a v e v a a c c e t t a t o il m o v i m e n t o d e l s u o significato p o s i t i v o . L a d i s t i n z i o n e t r a m o v i m e n t o d i a l t e r a z i o n e e d i t r a n s l a z i o n e si r i t r o v a t a l e e q u a l e nella p r i m a ipotesi d e l P a r m e n i d e
(138 C ) , d o v e la super essenza del-
l'unità viene giudicata trascendente al m o v i m e n t o e al rip o s o . L a s e c o n d a ipotesi p e r ò c i d i r à c h e l ' u n o p u ò n e l l o stesso t e m p o e m u o v e r s i e essere i n r i p o s o : il m o v i m e n t o viene q u i accettato d a u n punto di vista ideale. Il m o n d o
d e l l e i d e e si m u o v e s e n z a a l t e r a r s i , r e s t a n d o p u r s e m p r e sè stesso e m a n t e n e n d o l a s u a p e r f e z i o n e . La
c o n t r a p p o s i z i o n e stessa t r a E r a c l i t o e
Parmenide
l a s c i a s u p p o r r e c h e la p o s i z i o n e di P l a t o n e è nella c o n c i l i a z i o n e d e i d u e p u n t i di v i s t a . I n o g n i c a s o l a g i u s t i f i c a z i o n e d e l m o v i m e n t o delle i d e e n o n significa c h e l a s c i e n z a d e rivi dalla sensazione:
anzi, d a questo punto
d i v i s t a , il
p r o b l e m a del m o v i m e n t o era stato ripreso nel P a r m e n i d e , nella sesta ipotesi, i n c u i il m o v i m e n t o d i v e n t e r à c a u s a d e l l'errore e quindi non più positivo m a negativo. Il m o v i m e n t o p u ò d u n q u e
essere c o n s i d e r a t o d a d u e
p u n t i di v i s t a : i n q u a n t o è g i u s t i f i c a b i l e i d e a l m e n t e e d i n q u a n t o è negativo rispetto alla scienza e quindi causa d'err o r e . I l m o n d o i d e a l e si m u o v e p u r r e s t a n d o t a l e , il m o n d o esistente si m u o v e e p u ò n a s c e r e e m o r i r e ,
il s u o m o v i -
m e n t o p u ò essere c o n o s c i u t o i n q u a n t o m o v i m e n t o i d e a l e m a p u ò essere c a u s a d i errore p r e c i s a m e n t e , si noti b e n e , c o m e la d o x a p u ò essere g i u d i c a t a v e r a o f a l s a . I l m o v i m e n t o del sensibile è assolutamente relativo, è anteriore al significato di n e g a t i v o e p o s i t i v o c h e g l i si p u ò a t t r i b u i r e d a u n p u n t o d i v i s t a r a z i o n a l e e m a i d a esso si p o t r à d e r i v a r e u n a s c i e n z a s e n z a v e d e r e i n c h e senso il m o v i m e n t o è comprensibile come razionalità e in c h e senso è invece causa d ' e r r o r e .
Il problema
dell'errore,
c h e in seguito
sarà
chiaramente posto da Socrate, è quindi anche qui potenzialm e n t e p r e s e n t e . S o c r a t e m a n t i e n e s e m p r e s a l d a la s u a p o s i z i o n e della r e l a t i v i t à a s s o l u t a d e l sensibile c h e q u i v i e n e r i c o n f e r m a t a d a u n n u o v o p u n t o di v i s t a .
La
quarta critica. — L ' u l t i m a c r i t i c a d i S o c r a t e a l l a
equivalenza posta da Teeteto tra sensazione e scienza riveste u n c a r a t t e r e
nettamente
positivo. F i n q u i noi sappia-
m o c h e il p e n s i e r o p o n e c o m e a s s o l u t a m e n t e r e l a t i v o il p i a n o d e l s e n s i b i l e e c h e n e l l o stesso t e m p o è c o s t r e t t o a s u p e r a r l o se v u o l d e r i v a r e d a esso u n a c o n o s c e n z a . I l sensibile n o n v e r r à p i ù c o n s i d e r a t o o r a nella s u a r e l a t i v i t à m a
in quanto
p u ò essere o r g a n i z z a t o d a l p e n s i e r o ,
l ' i n t u i z i o n e p u ò essere a s s u n t a
in
c o m e c o n t e n u t o di u n
i n t e l l e t t i v o . È a n c o r a il p r i n c i p i o t r a s c e n d e n t a l e scere che,
quanto
come a v e v a posto la relatività
atto
del cono-
del piano
del
s e n s i b i l e , così p o n e di fronte a l l a m o l t e p l i c i t à delle s e n s a z i o n i l ' e s i g e n z a di u n p r i n c i p i o u n i t a r i o . scendentale
c o m e l e g g e , in q u a n t o
Il principio
m o m e n t o della m o l t e p l i c i t à l ' e s i g e n z a di u n s a p e r e ce e unitario, solutamente
deve dapprima relativo,
come
tra-
fa v a l e r e d i fronte
al
sempli-
p o r r e il m o l t e p l i c e c o m e a s contrapposto
all'unità
imma-
n e n t e n e l l ' a t t o d e l c o n o s c e r e , i n m o d o c h e le s e n s a z i o n i si r i v e l i n o , nella a s s o l u t a
relatività
della
doxa,
come
fanta-
s i a . M a di fronte a q u e s t a n u o v a m o l t e p l i c i t à c h e è s t a t a posta
dal
pensiero
proprio
per
salvaguardare
la
propria
p u r e z z a u n i t a r i a , si r i p o n e l ' e s i g e n z a d e l l ' u n i f i c a z i o n e , della s u s s u n z i o n e d e l m o l t e p l i c e in u n a t t o c o n o s c i t i v o c h e p o s s a i n esso, s e c o n d o c e r t e d e t e r m i n a t e
regole logiche,
distin-
g u e r e e v a l u t a r e le c o n n e s s i o n i s e c o n d o c u i i d a t i sensibili si d i r i g o n o e si r a g g r u p p a n o . genza unitaria
L a n e c e s s i t à di r i p o r r e l ' e s i -
d e l p e n s i e r o c h e c o n la s u a f u n z i o n e
nega-
t i v a sul m o l t e p l i c e c r e a c o n t i n u a m e n t e u n s a p e r e , c o m e g i à è a v v e n u t o a p r o p o s i t o della g i u s t i f i c a z i o n e d e l p i a n o
del
sensibile, r i p o r t a nella s c e n a d e l d i a l o g o il g i o v a n e T e e t e t o il q u a l e , sostituito d a T e o d o r o , era s c e s o a l p o s t o di s e m p l i c e a s c o l t a t o r e d o p o l ' a p o l o g i a di P r o t a g o r a . T e o d o r o era l ' i n t e r l o c u t o r e p i ù a d a t t o a c u i S o c r a t e si p o t e s s e r i v o l g e r e p e r c r i t i c a r e e r i p o r r e nei s u o i v e r i a s p e t t i la tesi p r o t a g o r e a , s e n z a c h e u n r e s u l t a t o v e r a m e n t e n u o v o d e r i v a s s e dalla discussione. D a T e o d o r o non nasce sapere, è T e e t e t o c h e si p o n e , crate,
c o m e il t e r m i n e
nella s u a affinità
giustamente
personale
s u c u i a g i s c e il m e t o d o
con Somaieutico
quale a p p l i c a z i o n e in atto del m e t o d o trascendentale. t e t o r i t o r n a c o s ì in s c e n a n o n a p p e n a la d i s c u s s i o n e
Teeripre-
s e n t a la n e c e s s i t à di c r e a r e u n n u o v o p u n t o di v i s t a p o s s i bile proprio e
unità.
attraverso
il c o n t i n u o g i u o c o tra
molteplicità
L'oggetto
della
discussione,
l'equivalenza
scienza e sensazione, sarà riposta
ancora
una
cioè
tra
volta,
non
p i ù c o m e a m p l i f i c a z i o n e dei p u n t i di v i s t a d a c u i si p u ò a c c e t t a r e il s u o r e l a t i v i s m o e rifiutare l a s u a p r e t e s a di v a lere c o m e c o n o s c e r e , m a p e r v e d e r e se a t t r a v e r s o
lo s v i -
l u p p o della c r i t i c a è p o s s i b i l e d e r i v a r e d a essa a n c o r a
un
r e s u l t a t o p o s i t i v o . P e r c i ò S o c r a t e si r i v o l g e r à a T e e t e t o « ed a l l e s u e c o n c e z i o n i s u l l a s c i e n z a » d a c u i t e n t e r à « di l i b e rarlo per m e z z o della sua arte maieutica » (184 B ) . Ogni sensazione, dice Socrate, è possibile in quanto essa c o r r i s p o n d e
un
o r g a n o ; alla vista, per
ad
esempio,
gli
o c c h i . O r a gli o c c h i c h e c o s a s o n o se n o n il m e z z o c o n c u i noi v e d i a m o ? P e r m e z z o di essi noi r a g g r u p p i a m o le s e n sazioni visive. M a l'esempio degli occhi ha
semplicemente
il v a l o r e di u n p a r a g o n e . L a c o n c l u s i o n e è c h e « c ' è u n ' i d e a u n i c a , a n i m a o c o m e si v o g l i a c h i a m a r l a , d o v e t u t t e le sensazioni c o n v e r g o n o insieme e per m e z z o della quale, d o le s e n s a z i o n i
come strumenti,
noi p e r c e p i a m o
usantutti
i
sensibili » (184 D ) . L e s e n s a z i o n i s o n o s l e g a t e tra l o r o e, come sappiamo,
assolutamente
dagli occhi, l'audizione
r e l a t i v e , la v i s i o n e è
data
d a l l e o r e c c h i e ; le s e n s a z i o n i
sono
d i v i s e d a g l i o r g a n i di s e n s o , c o m e p u ò a l l o r a il
pensiero
c o n o s c e r e q u a l c o s a c h e si formi d a l l ' i n s i e m e di p i ù
sensa-
z i o n i distinte dei r e l a t i v i o r g a n i di senso? V e d e r e ciò c h e in uno
stesso d a t o
l e g a le s e n s a z i o n i della v i s t a c o n
quelle
d e l l ' u d i t o n o n s a r à m a i p o s s i b i l e se si resta sul p i a n o sensibile. D a d o v e proviene l'unificazione? Il primo tere c o m u n e c h e il p e n s i e r o
r i c o n o s c e tra
del
carat-
d u e sensibili è
che a m b e d u e sono (185 A ) , ad a m b e d u e è applicabile quindi la c a t e g o r i a d e l l ' e s s e r e . I n q u e s t o m o d o v i e n e g i à
assunta
la s e n s a z i o n e s o t t o l ' a t t i v i t à d e l c o n o s c e r e di essa è o r a p o s sibile dire c i ò c h e n o n si p u ò dire d e l l a f a n t a s i a : è o n o n è (185 E ) . Teeteto c o m p r e n d e subito ciò a cui v u o l e arrivare Socrate:
il p e n s i e r o c o m p r e n d e
s u o essere s u p e r a n d o
il sensibile e r i c o n o s c e il
la s u a r e l a t i v i t à in q u a n t o
forma
il
sensibile c o n le c a t e g o r i e i d e a l i , oltre c h e di essere e di n o n
essere, di s o m i g l i a n z a e di d i s s o m i g l i a n z a , d i i d e n t i t à e di differenza e c o s ì di s e g u i t o ( 1 8 5 D ) . O r a q u a l e è l ' o r g a n o c h e c o n o s c e q u e s t e c a t e g o r i e ? S o n o esse d e r i v a b i l i , i n q u a n t o p e r m e t t o n o il c o n o s c e r e , d a l s e n s i b i l e , o s o n o a p r i o r i ? Q u e s t e c a t e g o r i e ( k o i n à ) n o n h a n n o c o m e i sensi u n o r g a n o l o r o p r o p r i o ; è l ' a n i m a c h e , « a u t é dia
a u t é s », a p p l i c a le
idee c o m u n i . Esse sono d u n q u e a priori. L a categoria prim a , quella che ha m a g g i o r e estensione è l'essere (186 A ) e la p r o b l e m a t i c a d e l l a s u a a p p l i c a z i o n e e d e i s u o i r a p p o r t i c o n le i d e e v e r r à s t u d i a t a , c o m e v e d r e m o , nel S o f i s t a . Q u i si p r e t e n d e d a T e e t e t o s e m p l i c e m e n t e il r i c o n o s c i m e n t o c h e l ' e s s e r e n o n è u n d a t o r e a l i s t i c o . P e r c i ò è il p e n s i e r o c h e p u ò a f f e r m a r e c i ò c h e è o n o n è e s o l o il p e n s i e r o p u ò a t t r i b u i r e o n o la c a t e g o r i a d e l l ' e s s e r e . I n conclusione, dice Socrate, « uomini e bestie
hanno
il p o t e r e d e l l a s e n s a z i o n e p e r o g n i i m p r e s s i o n e c h e , a t t r a v e r s o il c a n a l e d e l c o r p o , si i n c a m m i n a v e r s o l ' a n i m a . M a i ragionamenti che confrontano queste impressioni nel loro rapporto
con l'essere » appartengono
all'anima
e si r a g -
g i u n g o n o attraverso l'esercizio e lo studio. L a verità
non
si c o n q u i s t a c h e nella s u a e s s e n z a e nella s u a t o t a l i t à e, se n o n la si r a g g i u n g e , la s c i e n z a è i m p o s s i b i l e . C i ò n o n u n s e n s o d o g m a t i c o m a significa c h e s o l o la r a g i o n e
ha può
a p p l i c a r e la c a t e g o r i a d e l l ' e s s e r e : il s e n s i b i l e c o m e tale è al di l à di q u e s t a c a t e g o r i a ( 1 8 6 C D ) , la s c i e n z a n o n v a dunque
ricercata
sensibile,
nel s e n s i b i l e , m a
u c o n cui l ' a n i m a
nell'atto
che pone
s'applica sola e
il
direttamente
a l l o s t u d i o d e g l i esseri » ( 1 8 7 A ) . C o m e è f a c i l e v e d e r e le c o n c l u s i o n i di S o c r a t e s o n o di d e c i s i v a i m p o r t a n z a . S i c o n c l u d e p r i m a di t u t t o c h e le s e n s a z i o n i p o s s o n o d i v e n t a r e il c o n t e n u t o d e l l ' a t t o d e l c o n o scere c h e le r e g o l a s e c o n d o le s u e c a t e g o r i e . I l m e n t o solo p u ò p r e d i c a r e l ' e s s e r e c o n f r o n t a n d o zioni :
questo
« c o n f r o n t a r e »,
qui
ancora
ragionale s e n s a -
indeterminato,
d i v e n t e r à p i ù t a r d i il d i v i d e r e d e l m e t o d o d i a i r e t i c o . S o l o il r a g i o n a m e n t o p u ò inoltre v a l u t a r e
fino
a che punto
una
—
20I
—
c o s a è utile e si a l l u d e q u i d i r e t t a m e n t e a l l a d i a l e t t i c a a s c e n dente del metodo
filosofico
c h e r i c o l l e g a le d i v e r s e
aretaì
c o n l'idea del bene. Il conoscere non è u n dato, non a c c e t t a p a s s i v a m e n t e il s u o o g g e t t o , m a è s t u d i o d i q u e s t o oggetto, l'esercizio dialettico a cui consigliava u n farsi c o n t i n u o di sè e d e i p r o p r i i c o n t e n u t i .
Parmenide, Perciò la
s c i e n z a n o n è d a t a , n è p o t r à m a i esserlo, i n q u a n t o atto conoscitivo trascende continuamente
come
ogni suo partico-
lare contenuto. L'essere è la conseguenza dello studio c h e l'anima compie e questo studio è la scienza c o m e principio t r a s c e n d e n t a l e c h e p o n e v i a v i a c o m e s u o o g g e t t o le p a r t i colari forme
del conoscere, sensazioni,
z i o n e delle i d e e n e l l ' u n i t à ,
traverso l'atto categoriale. Si rimanda della
sistematica
filosofica
principio trascendentale.
categorie,
comprensione quale
unifica-
d e l sensibile a t -
quindi alla
si v i e n e
totalità
svolgendo dal
P e r c i ò T e e t e t o n o n p o t r à m a i af-
f e r m a r e c h e l a s c i e n z a è q u e s t o o q u e l l o , p o t r à solo p o r r e questo o quel contenuto
f e n o m e n o l o g i c o d e l c o n o s c e r e af-
f e r m a n d o c h e è s c i e n z a , i n m o d o c h e S o c r a t e sia c o s t r e t t o a superarlo ed a negarlo riaffermando
che non è scienza.
Sapere è proprio questo sapere e non sapere e in quanto Teeteto svolge continuamente
le s u e p o s i z i o n i
dogmatiche
nella l o r o a p o r é t i c a , i n t a n t o T e e t e t o c o n o s c e , s a , si c r e a il suo sapere sotto la continua
influenza
della maieutica di
Socrate.
La scienza come giudizio, il metodo diairetico e il problema dell'errore.
— L ' a t t o i n c u i si c r e a e si e s p r i m e l a
scienza è dunque l'atto trascendentale che, superando p r e il d e t e r m i n a t o c o n t e n u t o c h e p o n e c o m e s a p e r e , così c o n t i n u a m e n t e può determinare
sè stesso. Q u e s t ' a t t o ,
c o m e il g i u d i c a r e :
semsupera
d i c e T e e t e t o , si
d o x a z e i n . I limiti d i
comprensione di Teeteto sono subito chiaramente posti: la s c i e n z a è il g i u d i z i o i n q u a n t o d o x a z e i n . A n c o r a u n a v o l t a il c o n o s c e r e v i e n e identificato c o n u n a delle s u e f o r m e p a r ticolari, l'atto trascendentale
c o n u n a delle s u e f o r m e f e -
n o m e n o l o g i c h e . L a p o s i z i o n e di T e e t e t o p e r m e t t e r à
d'altra
p a r t e d i s v o l g e r e d a essa u n p a r t i c o l a r e s a p e r e , d i s v o l g e r l o e, n a t u r a l m e n t e ,
di s u p e r a r l o .
S i è s p e s s o t e n t a t o di r i c o n o s c e r e in q u e s t o d o x a z e i n del T e e t e t o u n s e n s o d i v e r s o d a l senso c h e
comunemente
viene attribuito al v e r b o da P l a t o n e . I n q u a n t o deriva doxa,
d o x a z e i n significa a v e r e u n ' o p i n i o n e
ed in
s e n s o è s t a t o g i à p i ù v o l t e u s a t o il v e r b o n e l l e
da
questo
precedenti
p a g i n e del T e e t e t o . O r a è e v i d e n t e c h e T e e t e t o c o l s u o n u o v o d o x a z e i n n o n i n t e n d e p i ù il v e r b o nel s u o s e m p l i c e s e n s o di a v e r e u n a o p i n i o n e . E g l i r i s p o n d e a S o c r a t e il q u a l e aveva
affermato
sensazione
« ma
c h e la s c i e n z a n o n si p u ò t r o v a r e nell'atto,
qualsiasi nome
l ' a n i m a , d a sola e d i r e t t a m e n t e ,
abbia,
che doxazein. Esso indica
p e r T e e t e t o il l a v o r o d e l l ' a n i m a
cui
p r a g m a t e u e t a i p e r ì ta o n -
ta » ( 1 8 7 A ) . T e e t e t o n o n sa t r o v a r e a l t r o n o m e p e r sta a t t i v i t à d e l l ' a n i m a
nella
per
quando,
que-
dunque
paragonando
le
s e n s a z i o n i , si f o r m a u n ' o p i n i o n e s u di esse; q u e s t o f o r m a r s i u n ' o p i n i o n e è p o i in r e l a z i o n e a l l o s t u d i a r e ta o n t a . T e e t e t o h a u n a c e r t a i d e a di q u e s t a r e l a z i o n e p o i c h é , c o m e a b b i a mo precedentemente
v i s t o , egli h a r i c o n o s c i u t o c h e il c o -
n o s c e r e si s v o l g e a t t r a v e r s o le c a t e g o r i e . A v e r e u n ' o p i n i o n e è affermare
q u a l c o s a su u n g r u p p o di s e n s a z i o n i in
rap-
p o r t o alle c a t e g o r i e : o p i n a r e d i v e n t a d u n q u e g i u d i c a r e . M a è nello stesso t e m p o e v i d e n t e c h e T e e t e t o n o n v a oltre il c o n c e t t o di d o x a . I l m o d o c o n c u i T e e t e t o i n t e n d e il g i u d i z i o resta l e g a t o a l m o d o c o n c u i egli i n t e n d e la d o x a . P o i c h é q u e s t a è l ' o p i n i o n e , e c o m e t a l e n o n è, sul p i a n o d e l p e n s i e r o , né v e r a né f a l s a , il g i u d i z i o s a r à l ' a t t o c h e , p a r a g o n a n d o le o p i n i o n i , g i u d i c a q u a l e di esse sia v e r a e q u e sto a t t o è il d o x a z e i n . I l p r o b l e m a d e l criterio c o n c u i il p e n s i e r o d i v i d e il falso d a l v e r o , T e e t e t o q u a n d o d i c e d o x a z e i n n o n se l ' è p o s t o : esso è g i à d a t o p e r lui nel f a t t o di o p i n a r e v e r o . N o n c ' è b i s o g n o q u i n d i di s u p e r a r e la d o x a p e r g i u d i c a r e : il g i u d i z i o è l ' a p p l i c a r s i della d o x a e la d o x a stessa i n q u e s t o s u o a p p l i c a r s i è v e r i t à . P e r c i ò egli c o n c l u -
de:
scienza è l'opinione v e r a . Il d o x a z e i n ha d u n q u e
d o p p i o s i g n i f i c a t o c h e giustifica la s u a d o p p i a
un
interpreta-
z i o n e : esso t e n d e a d i v e n t a r e g i u d i c a r e , m a p o n e u n g i u d i z i o c h e n o n esce d a l l a d o x a e c o m e t a l e v i e n d e t t o o p i nare. T e e t e t o n o n v e d e c h e è la c a t e g o r i a d e l l ' e s s e r e c h e p u ò p e r m e t t e r e la d i s t i n z i o n e tra v e r a e falsa d o x a . P e r c i ò S o c r a t e è c o s t r e t t o a p o r r e il p r o b l e m a d e l l ' o p i n i o n e falsa e a p o r l o nei s e g u e n t i t e r m i n i : « in t u t t i i c a s i i n c u i n o i p a r l i a m o di o p i n i o n e f a l s a , i n c u i noi d i c i a m o c h e u n o di n o i giudica
falsamente
e l'altro
giustamente,
affermiamo
noi
c h e q u e s t a d i s t i n z i o n e (di g i u s t o e falso) esiste in n a t u r a ? » (187 E ) . Teeteto risponde
affermando.
Il v e r o e il f a l s o
s o n o q u i n d i c o n c e p i t i d a lui c o m e d a t i e n o n c o m e p r e d i c a t i d e l g i u d i z i o . E g l i n o n s ' a c c o r g e , in a l t r e p a r o l e , c h e q u a n d o il g i u d i z i o d i c e è o n o n è a p p l i c a la c a t e g o r i a d e l l ' e s s e r e a q u e s t o o a q u e l d a t o c h e n o n di p e r sè stesso è o n o n è, p e r c h è i n q u a n t o s e n s a z i o n e è s e m p r e d a t o se l ' o p i n i o n e , sul s u o p i a n o , è s e m p r e v e r a . C o s ì T e e t e t o c o r r e il r i s c h i o di d o g m a t i z z a r e di n u o v o q u e l p i a n o d e l sensibile di c u i g i à a v e v a r i c o n o s c i u t a la a s s o l u t a r e l a t i v i t à e di c u i g i à a v e v a c r i t i c a t o l ' a s p e t t o r e a l i s t i c o . D i fronte a q u e s t a r i c a d u t a S o crate ripone immediatamente
la s u a p o s i z i o n e
trascenden-
t a l e . S e m b r a d u n q u e , s e c o n d o il p u n t o di v i s t a di T e e t e t o , c h e la s c i e n z a sia s e m p r e s a p e r e , essa c o n o s c e c i ò c h e è, n o n d i s t i n g u e c i ò c h e è d a c i ò c h e n o n è, è u n p r e n d e r e l ' e s sere d o v e c ' è e farlo d i v e n t a r e c o n o s c e r e , m a n o n è il c o n o s c e r e c h e p o n e l ' e s s e r e . P e r c i ò o si sa o n o n si s a :
si sa
q u a n d o al sapere corrisponde ciò che c'è, già d o g m a t i c a m e n t e d a t o , n o n si sa, q u a n d o il d a t o n o n c ' è . M a è p o s s i b i l e u n a s e n s a z i o n e s e n z a il s u o c o n t e n u t o ? C ' è d u n q u e
una
r e a l t à oltre il sensibile? È i n essa il criterio del v e r o e del falso, se in q u a n t o essa c ' è , c ' è la s e n s a z i o n e e q u i n d i il c o n o s c e r e , e i n q u a n t o n o n c ' è il c o n o s c e r e n o n p u ò s v i l u p p a r si? T e e t e t o d o v r e b b e r i s p o n d e r e
affermativamente
a
tutte
queste d o m a n d e e perciò dovrebbe concludere che conoscere
è s e m p r e c o n o s c e r e il v e r o e c h e il c o n o s c e r e il falso è i m possibile, perchè
dovrebbe
determinarsi
come
conoscenza
di c o s e c h e n o n s o n o , le q u a l i , se n o n s o n o , n o n
possono
d a r l u o g o a s e n s a z i o n i e q u i n d i a c o n o s c e n z a . M a se il c o n o s c e r e è s e m p r e c a u s a t o d a c o s e c h e s o n o esso è vero:
c o m e mai allora è possibile l'errore?
sempre
C o m e è possi-
bile u n giudizio sbagliato? Il realismo d o g m a t i c o non
potrà
m a i risolvere un problema simile. L'affermazione che S o c r a t e è c o s t r e t t o a r i p o r r e (188 B ) si c o l o r i s c e d e l l a s u a tipica ironia:
è impossibile sapere e non sapere nel
mede-
simo tempo? È impossibile, conferma Teeteto e d e v e conf e r m a r l o . C h i p u ò s v o l g e r e il s i g n i f i c a t o c o m p l e t o d e l l a form u l a s o c r a t i c a p e r c u i s a p e r e è s a p e r e di n o n s a p e r e ?
Non
è i n essa c h e si a t t u a l'infinito p r o c e s s o d e l c o n o s c e r e c h e p r e n d e c o s c i e n z a di s è ; n o n è essa stessa l ' a s p e t t o p i ù c h i a ro della legge trascendentale non
sa i n
quanto
c h e sa in q u a n t o unifica,
eternamente
ripone
ma
il p r o b l e m a
della
p e r il p e n s i e r o
mo-
molteplicità? I l p r o b l e m a n o n è facile n e p p u r e derno: una
p e r c h è la f e n o m e n o l o g i a
fenomenologia
della v e r i t à ?
dell'errore E
non
si p o n e
si p o t r à
come
mai
ri-
s o l v e r e se si c r e d e c h e l ' e r r o r e o la v e r i t à s i a n o d a t i e s e , c o n s e g u e n t e m e n t e , l ' e s s e r e e il n o n essere s o n o c o n c e p i t i c o m e a n t e r i o r i al g i u d i z i o c h e i n v e c e li p o n e . P e r c i ò è n e c e s s a r i o c h e p r i m a c h e il g i u d i z i o si formi si r i c o n o s c a il s e n sibile c o m e u n a sfera a s s o l u t a m e n t e
indipendente
dalle ca-
t e g o r i e , di c u i è i m p o s s i b i l e dire se è o n o n è, se è v e r a o falsa, perchè in quanto
il s e n s i b i l e è a p p u n t o
n o n p u ò essere c h e u n v e r o s e n s i b i l e . S o l o
il s e n s i b i l e
l'inesauribilità
di q u e s t a sfera d e l l ' i l l i m i t a t o giustifica il l i m i t a r e d e l l a
ra-
g i o n e c h e a l t r i m e n t i si p o n e c o m e u g u a l e a sè stessa i n u n v u o t o g i u d i z i o di i d e n t i t à . movimento trascendentale
Il c o n o s c e r e i n q u a n t o
continuo
è un affermare e un negare,
continuamente
trascende
i termini
ma
proprio
in q u a n t o
che
afferma
o c h e n e g a . O r a l ' e r r o r e n o n consiste g i à i n c i ò
c h e si n e g a , p e r e s e m p i o nel p i a n o d e l l a sensibilità c h e il
c o n o s c e r e n e g a p e r la s u a e s i g e n z a di u n i v e r s a l i t à e di a u t o n o m i a , o i n c i ò c h e si a f f e r m a , p e r e s e m p i o n e l l o stesso p i a n o d e l s e n s i b i l e a f f e r m a t o nella s u a a s s o l u t a r e l a t i v i t à ,
ma
nel n o n t r a s c e n d e r e sia l ' a f f e r m a z i o n e c h e l a n e g a z i o n e e n e l l ' a r r e s t a r e il m o v i m e n t o c o n o s c i t i v o n e l l ' u n a o n e l l ' a l t r a . A l l o r a si s b a g l i a i n q u a n t o il sensibile si p r e s e n t a c o m e a s s o l u t a m e n t e n e g a t i v o di fronte a l p e n s i e r o c h e esige l ' a s s o l u t o , o p p u r e q u e l l o si p r e s e n t a c o m e t u t t o il c o n o s c e r e in q u a n t o s c i e n z a e a l l o r a la s c i e n z a si r e l a t i v i z z a . L ' e r r o r e n a s c e n o n a p p e n a si a s s u m e u n o dei m o m e n t i f e n o m e n o l o g i c i d e l l a v e r i t à c o m e t u t t o il s a p e r e . M a q u a n d o
questo
m o m e n t o fenomenologico viene riconosciuto c o m e tale tutta la
fenomenologia dell'errore
diventa
fenomenologia
della
v e r i t à c o m e l o s p i e g a r s i f e n o m e n o l o g i c o d e l l o stesso p r i n cipio trascendentale. C o s ì p o s t o il p r o b l e m a si t r a s f o r m a
immediatamente
i n q u e l l o d e l l ' e s s e r e e d e l n o n essere. I n f a t t i c o m e s a p e r e è a n c h e n o n s a p e r e , c o m e nello stesso t e m p o c h e si a f f e r m a il v e r o si p o n e il n o n v e r o , c o s ì , p o i c h é l ' e s s e r e è u n p r e d i cato
del p e n s i e r o s e
ne
deve necessariamente
concludere
c h e l ' e s s e r e è a n c h e n o n essere. I l p r o b l e m a d e l Sofista c o m i n c i a p r o p r i o q u i . I l g i u d i z i o c h e d i c e è, v i s t o nel s u o p r o f o n d o s i g n i f i c a t o , d e v e n e c e s s a r i a m e n t e a n c h e dire n o n è. I n f a t t i , c o m e si s a , il m e t o d o d i a i r e t i c o si e s p r i m e r à p r o p r i o i n q u e s t o m o d o : u n a c o s a è in q u a n t o n o n è u n ' a l t r a cosa. L a complessa struttura del m e t o d o diairetico in tanto è v a l i d a i n q u a n t o l ' a n a l i s i di u n d a t o è s e m p r e r i c o l l e g a t a a l m o m e n t o t r a s c e n d e n t a l e del p e n s i e r o . L a p i ù p i c c o l a a n a lisi p r e s u p p o n e l ' i n t e r a s i s t e m a t i c i t à d e l l a r a g i o n e p e r c u i l ' e s s e r e e il n o n essere n o n s o n o d a t i m a
continuamente
p o s t i e n e g a t i . L ' e r r o r e di u n ' a n a l i s i , l o s c a m b i o n e l g i u d i z i o di u n è c o n u n n o n è, n o n è p o s s i b i l e se n o n si s c a m b i a il r a p p o r t o d e l l e c a t e g o r i e stesse d e l p e n s i e r o e se n o n si n e g a q u i n d i t u t t a la s t r u t t u r a i d e a l e d e l l a r e a l t à . P e r c i ò Parmenide
q u a n d o n e l l a sesta ipotesi r i p o r r à
il p r o b l e m a
dell'errore, della d o x a in quanto falsa, d o v r à riportarsi al-
l ' u n i t à i d e a l e e r i c o n o s c e r e la p o s s i b i l i t à di r a p p o r t i n e g a t i v i nel s e n o d e l l o stesso m o n d o i d e a l e . È l o s c a m b i o d e l l ' e s s e r e c o l n o n essere c h e c a u s a l ' e r r o r e . M a p o i c h é il p e n siero n o n d o g m a t i z z a m a i l ' e s s e r e o il n o n essere m a c o n t i n u a m e n t e li t r a s c e n d e n e s o r g e il p r o b l e m a c h e si p o n e il S o f i s t a : i n c h e senso il n o n essere è? S e io g i u n g o a dire : l a c a s a è u n o g g e t t o a n i m a t o , d i e tro a q u e s t o m i o g i u d i z i o sta t u t t a u n a s i s t e m a z i o n e f a l s a del m i o p e n s i e r o . C o m e p u ò v e d e r e il m o n d o u n u o m o c h e g i u n g a a d u n a simile a f f e r m a z i o n e ? E i n c h e c o s a c o n s i s t e r à la s u a v i s i o n e falsa d e l m o n d o ? E s s a d e r i v a da un'infinità
certamente
di m a n c a t e d i s t i n z i o n i c h e si r i p o r t a n o
però
ad una fondamentale. E g l i d e v e per forza credere che tutto ciò c h e è è a n i m a t o e r e s t a r e f e r m o i n q u e s t a s u a c r e d e n z a : non appena
u n o g g e t t o g l i si p r e s e n t a
i n v e c e di d i r e c h e
n o n è in r a p p o r t o a l l ' a n i m a t o d i c e c h e è a n i m a t o . I l c o n c e t t o di a n i m a t o v i e n e c o n c e p i t o d o g m a t i c a m e n t e , il s a p e r e di q u e l l ' u o m o n o n si s u p e r a ,
n o n si m u o v e , e m e n t r e d i
fronte a l l a v a r i e t à d e g l i esseri il p e n s i e r o si m o l t i p l i c a c o n tinuamente
distinguendoli in questa
ponendoli appunto
sua moltiplicazione e
c o m e esseri, egli si a r r e s t a a d u n o
di
q u e s t i e a d esso identifica gli a l t r i . O r a n o n è c h e la c a s a n o n sia o c h e l ' a n i m a t o n o n sia, in u n a v i s i o n e s i s t e m a t i c a d e l l ' u n i v e r s o n o n e r r a t a a m b e d u e s o n o ; è l a v i s i o n e sistem a t i c a c h e , i n q u a n t o n o n si è s v i l u p p a t a in t u t t a l a s u a p r o b l e m a t i c a , è e r r a t a e p e r c i ò f a sì c h e il g i u d i z i o s c a m b i l ' e s s e r e c o n il n o n essere. L ' e r r o r e mancato
moltiplicarsi
del sapere
è dunque
e quindi
esplicazione del principio trascendentale si a b b a n d o n a
sempre
una
del conoscere. Se
l ' e s e m p i o s o p r a p o r t a t o e si p e n s a a d
più probabili e immensamente
un
mancata
errori
più vasti, come quello per
c u i il c o n o s c e r e v i e n e i d e n t i f i c a t o
con uno
qualsiasi
s u o i m o m e n t i f e n o m e n o l o g i c i , si v e d r à c h e l ' e r r o r e , p i ù q u a n t o p i ù c i si a v v i c i n a a i p r o b l e m i della
dei
tanto
filosofia,
è
p r o p r i o il farsi della v e r i t à c h e si p o n e i n u n s u o m o m e n t o p e r n e g a r s i in u n m o m e n t o p i ù u n i v e r s a l e del p r i m o ,
che
si e s p r i m e i n u n a m e t a f i s i c a p e r n e g a r l a e c o m p r e n d e r l a
in
u n a m e t a f i s i c a p i ù v a s t a e p i ù r i c c a d e l l a p r i m a , c h e infine conosce in q u a n t o continuamente
h a c o s c i e n z a di n o n c o -
noscere mai. D u n q u e l ' e r r o r e si giustifica i n q u a n t o è v i s t o n e l l a t o t a l i t à s i s t e m a t i c a del s a p e r e . S e si p a r t e d a l p r i n c i p i o p e r c u i c i ò c h e si s a n o n si p u ò p i ù n e g a r e e,
analogamente,
c i ò c h e n o n si sa n o n si p u ò s a p e r e , n o n si a r r i v e r à m a i a r e n d e r s i r a g i o n e d e l l ' e r r o r e . I t e n t a t i v i di c a p i r e l ' e r r o r e su q u e s t o p i a n o s a r a n n o s e m p r e infruttuosi. È i m p o s s i b i l e c o n f o n d e r e c i ò c h e si sa c o n ciò c h e n o n si sa (188 B ) . C o n s i d e r a t o il c o n o s c e r e c o m e s a p e r e di u n a c o s a r e a l e l ' e r r o r e è impossibile. « Forse che — nota Socrate — non bisognerà d i r i g e r e la n o s t r a r i c e r c a d a q u e s t o p u n t o di v i s t a , m a i n v e c e di p r e n d e r e
in e s a m e l ' o p p o s i z i o n e t r a s a p e r e e n o n
sapere,
o c c u p a r s i d e l l ' e s s e r e e d e l n o n essere? »
sarebbe
così l ' a f f e r m a r e
L'errore
su q u a l s i a s i c o s a c i ò c h e n o n
è
( 1 8 8 D ) . M a s a r à p o s s i b i l e u n g i u d i z i o s u c i ò c h e n o n è? Colui che giudica ciò che non è n o n giudica nulla (189 B ) e g i u d i c a r e f a l s a m e n t e è d i v e r s o d a l g i u d i c a r e ciò c h e n o n è. I l g i u d i z i o e r r a t o n o n è c e r t o il r i c o n o s c e r e c o m e
un
r e a l e c h e è u n r e a l e c h e n o n è, p e r c h è è i m p o s s i b i l e g i u dicare sul nulla. S o c r a t e c o n t i n u a s u p p o n e n d o c h e e r r a r e sia s c a m b i a r e u n a c o s a c o n u n ' a l t r a , p e r e s e m p i o , d i c e T e e t e t o , il b e l l o c o n il b r u t t o .
M a p e r far c i ò b i s o g n a p e n s a r e a m b e d u e le
c o s e . O r a p e n s a r e è u n d i s c o r s o c h e l ' a n i m a fa c o n sè stess a , i n d i r i z z a n d o s i c o n t i n u a m e n t e d o m a n d e e risposte e p a s sando
dall'affermazione
alla negazione.
« Quando
essa si
f e r m a e si t r o v a c o n t e n t a d e l l a s u a a f f e r m a z i o n e e n o n g i u d i c a p i ù , è q u e s t o c h e noi d i c i a m o c h e è, in essa, il g i u dizio » (190 A ) . Quest'ultimo riore d e l l ' a n i m a :
è quindi
l'espressione
del d i a l o g o
inte-
o r a si p u ò , d a v a n t i a noi m e d e s i m i , dire
c h e il b e l l o è b r u t t o ? P u ò a n c h e il folle a f f e r m a r e d a v a n t i a sè c h e il b u e è u n c a v a l l o e c h e u n o è u g u a l e a d u e ?
(190
B C ) . I n a l t r e p a r o l e S o c r a t e n o t a c h e se si a f f e r m a c h e il b e l l o è b r u t t o o si d i c e c h e il b u e è u n c a v a l l o , v u o l d i r e c h e si c o n o s c o n o sia il b u e c h e il c a v a l l o , e, c o n o s c e n d o l i a m b e d u e , c o m e si fa a d i r e c h e l ' u n o è l ' a l t r o ? T a n t o m e n o è p o i c i ò p o s s i b i l e se si c o n o s c e u n o s o l o d i essi. L ' e r r o r e non
nasce mai dalla conoscenza o non
c o n o s c e n z a delle
c o s e c o m e t a l i . S e io d i c o c h e il b u e è u n c a v a l l o v u o l d i r e c h e n o n h o d i s t i n t o d u e s p e c i e e c h e , p e r e s e m p i o , io i d e n tifico il g e n e r e q u a d r u p e d e ,
che considero
come
cavallo,
c o n t u t t e le s p e c i e c h e h a n n o q u a t t r o g a m b e e il m i o p e n s i e r o n o n è a r r i v a t o a l l o r a a d i s t i n g u e r e nel g e n e r e p e d e le s p e c i differenti.
L'errore
quadru-
nasce dall'arrestarsi
del
p e n s i e r o in u n g i u d i z i o p r i m a c h e il p e n s i e r o si sia c o m p l e t a t o nel s u o d i a l o g o i n t e r i o r e .
M a se io a r r i v o a
fissare,
n e l l e i n t u i z i o n i infinite d i c u i è c o m p o s t o il m i o m o n d o s e n sibile, il c a v a l l o c o m e u n a s p e c i e e il b u e c o m e u n ' a l t r a è l o g i c o c h e io n o n p o t r ò m a i c o n f o n d e r e i d u e c o n c e t t i d a v a n t i a m e s t e s s o . S e l o f a c c i o è p e r c h è il m i o p e n s i e r o n o n è arrivato a certe distinzioni e n o n perchè s c a m b i o due c o noscenze che possiedo o una conoscenza che possiedo con u n a c h e n o n p o s s i e d o . C e r t o il g i u d i z i o p r e s u p p o n e l a i n finita
l i b e r t à delle s e n s a z i o n i s u cui
fissa,
sintetizzandole,
il s u o a t t o . M a il s u o essere o v e r o o f a l s o n o n d i p e n d e d a l l e intuizioni m a dal suo m o v i m e n t o interiore. N e l m i o m o n d o d ' i n t u i z i o n i io p o s s o i n t u i r e il c a v a l l o e il b u e , p o s s o v e derli e p u r n o n riuscire a d i s t i n g u e r l i se, c o l p e n s i e r o ,
non
h o d i s t i n t o la s p e c i e e q u i n a d a q u e l l a b o v i n a . E se a n c h e v e d o le l o r o differenze, s e n z a il g i u d i z i o p o s s o s e m p r e c r e d e r e c h e s i a n o differenze a n a l o g h e a q u e l l e t r a u n c a v a l l o n e r o e u n o b i a n c o o tra u n b u e g r a n d e e u n o p i c c o l o . Se l'errore è possibile è d u n q u e
nell'interno
stesso, n e l d i a l o g o interiore c h e l ' a n i m a
di
me
fa c o n sè m e d e -
s i m a : esso n o n p u ò essere c a u s a t o d a l l a e s t r i n s e c a z i o n e v e r b a l e d e l g i u d i z i o . C i ò c h e T e e t e t o n o n c a p i s c e è il f o n d a m e n t o d e l g i u d i z i o nel p e n s i e r o e il s u o r i c o l l e g a r s i a l p r i n cipio trascendentale:
il s u o g i u d i z i o è u n a t t o d o g m a t i c o e
non
un
momento
fenomenologico del conoscere; solo tra-
s c e n d e n d o il g i u d i z i o si f o n d a il s u o v a l o r e , finché si r i m a n e i n e s s o e si p e n s a c h e l ' a t t o s l e g a t o d e l g i u d i c a r e sia s a p e r e n o n si r i u s c i r à m a i a c a p i r e l a s u a f u n z i o n e c o n o s c i t i v a e t a n t o m e n o a g i u s t i f i c a r e il g i u d i z i o e r r a t o . D i è s , p e r v e d a il p r o b l e m a i n m a n i e r a mente
ragione
osservando
diversa da noi, ha
che
« per
chi pone
quanto perfetta-
la
scienza
c o m e s u p e r i o r e a l g i u d i z i o v e r o ( l ' o p i n i o n e v e r a di T e e t e t o ) , è possibile un intermediario
tra scienza e n o n scienza. M a
n o n c e n ' è p i ù p e r c h i r i p o r t a la s c i e n z a a l g i u d i z i o v e r o , solo due
posizioni sono loro possibili:
sapere
o non
sa-
pere » '). I n c o n c l u s i o n e S o c r a t e c o n o s c e l a sfera di v a l i d i t à d e l g i u d i z i o s o l o i n q u a n t o la t r a s c e n d e e r i c o n d u c e il g i u d i z i o al principio trascendentale
d e l c o n o s c e r e . I n c i ò la c o n c l u -
s i o n e p o s i t i v a d e l l a c r i t i c a a l l a s e c o n d a d e f i n i z i o n e di T e e t e t o , n e l r i g e t t a r e il g i u d i z i o c o m e f o r m a
dogmatica
della
s c i e n z a si e s p r i m e i n v e c e di q u e l l a c r i t i c a l ' a s p e t t o n e g a t i v o . Però
c'è ancora
una
possibile, o meglio impossibile,
s p i e g a z i o n e dell'errore, r i m a n e n d o nel c a m p o della seconda definizione
di T e e t e t o ; c ' è
quindi
ancora
una
critica
da
f a r e . C i ò c h e si p o n e i n q u e s t i o n e è l a m e m o r i a e l ' o b l i o , conseguentemente
il g i u d i z i o f a l s o n o n
nelle s e n s a z i o n i , nè nel l o r o r a p p o r t o , nell'assunzione
della
sensazione
da
consisterebbe nè nel p e n s i e r o ,
parte
del
« nè ma
pensiero »
(195 C ) . Socrate critica questa spiegazione n o t a n d o che in q u e s t o m o d o n o n si s p i e g a l a p o s s i b i l i t à d e l l ' e r r o r e i n q u a n t o si f o r m a n e l l ' i n t e r n o
d e l p e n s i e r o stesso, c o m e a v v i e n e
p e r e s e m p i o n e g l i errori di n u m e r i .
Si potrebbe inoltre di-
s t i n g u e r e t r a a v e r e la s c i e n z a e p o s s e d e r e l a s c i e n z a . L a si h a c o m e r i c o r d o , la si p o s s i e d e q u a n d o si fa r i v i v e r e q u e s t o o quel ricordo, a seconda della necessità, del giudizio. N o n si p u ò o r a s c a m b i a r e u n r i c o r d o p e r u n a l t r o e d a t t u a r e nel giudizio un ricordo che non corrisponde?
L'errore è
1) A . DIÈS: Autour de Platon cit. II, P a g . 461.
dun-
q u e u n sostituire u n r i c o r d o c o n u n a l t r o , u n s a p e r e c o n l o stesso s a p e r e ? M a a l l o r a è p r o p r i o il s a p e r e c h e c i fa s b a g l i a r e e la c o n c l u s i o n e è a s s u r d a .
L'introdurre
un
sapere
a c c a n t o a u n n o n s a p e r e è p o s s i b i l e ? E s s i d o v r e b b e r o essere l ' o g g e t t o di u n n u o v o s a p e r e e c o s ì a l l ' i n f i n i t o (200 B ) . I problemi che Socrate pone vertono ancora su u n giud i z i o i n t e s o n e l p i a n o della d o x a e i n d i c a n o il p u n t o di v i s t a per superare tale posizione. P r i m a di tutto in c h e senso v a i n t e s o il r a p p o r t o tra s e n s a z i o n e e i n t e l l e t t o ? I n c h e m o d o il m o l t e p l i c e d e l sensibile v i e n e a s s u n t o n e l g i u d i z i o ? C o m e s a p p i a m o è il g i u d i z i o c h e d i s t i n g u e tra v e r a e falsa d o x a , in c h e s e n s o q u e s t a si p o n e c o m e s u o c o n t e n u t o e i n c h e senso si c o m p i e l ' a d e g u a z i o n e del s e n s i b i l e c o n la
forma
l o g i c a d e l g i u d i z i o ? C o m e m a i l ' i l l i m i t a t o della s e n s a z i o n e si l i m i t a ? L a s e n s a z i o n e a s s u n t a
nel giudizio v a l e ancora
c o m e s e n s a z i o n e ? D ' a l t r a p a r t e c o m e p u ò il p e n s i e r o l i m i tare l'illimitato? Il m e t o d o diairetico risponde a questi prob l e m i c h e s o n o gli stessi c h e si p o n g o n o a p r o p o s i t o d e l l a p a r t e c i p a z i o n e tra i d e e c o s e , a c u i si r i s p o n d e nella s e c o n d a p a r t e d e l P a r m e n i d e . M a q u i il p r o b l e m a si r i p o n e i n m o d o specifico i n r a p p o r t o
a l g i u d i z i o . O r a se n e l g i u d i z i o è l a
c o p u l a c h e u n i s c e s o g g e t t o e p r e d i c a t o , q u a l e è la s u a f u n z i o n e ? C o m e s a p p i a m o essa a t t r i b u i s c e l ' e s s e r e a l l e s e n s a zioni:
il p r o b l e m a si a m p i a d u n q u e
in q u e l l o d e l l ' e s s e r e .
I l s u o c o n c e t t o d e v e essere t a l e c h e u n i s c a l'infinità m o l t e p l i c e c o n il l i m i t e del p e n s i e r o , c h e p o n g a u n q u i n d i tra l ' u n i t à
del
rapporto
e la m o l t e p l i c i t à . O r a il g i u d i z i o d e l l a
d i a i r e s i s r a c c o g l i e le r a p p r e s e n t a z i o n i
e limita
nella
loro
illimitatezza quelle che interessano l'oggetto della r i c e r c a : il sensibile a l l o r a è, in q u a n t o il m o n d o d e l l e i d e e , m o l t i p l i c a n d o s i , r a g g i u n g e il m o l t e p l i c e e l o giustifica n e l l a s u a concatenazione.
L ' e s s e r e del sensibile n o n è d u n q u e
che
l ' e s s e r e d e l l e i d e e o m e g l i o il m o n d o d e l sensibile l i m i t a t o in q u a n t o i d e a l e . I l g i u d i z i o n o n p r e n d e u n a s e n s a z i o n e p e r farla d i v e n t a r e i d e a , m a il p e n s i e r o m o l t i p l i c a n d o nel m o n d o delle i d e e , r a g g i u n g e , i n q u e s t a o q u e l l a d i r e z i o n e ,
l'idea
di u n d a t o s e n s i b i l e : q u e s t ' i d e a è l ' i d e a l i t à d e l sensibile, l a s u a e s s e n z a , il s u o essere. D ' a l t r a
p a r t e d ' i d e a l i t à di
un
solo s e n s i b i l e n o n è a m m i s s i b i l e c h e n e l l ' i d e a l i t à di t u t t o l o s v i l u p p o del pensiero sistematico:
l ' e s s e r e di u n a
z i o n e si p u ò g i u s t i f i c a r e s o l o in q u a n t o
sensa-
ricollegabile con
l ' e s s e r e d e l l e i d e e . O r a p o i c h é nel P a r m e n i d e l ' e s s e r e v i e n e continuamente
d e t e r m i n a t o c o m e u n r a p p o r t o tra u n i t à
m o l t e p l i c i t à e p o i c h é il v a r i a r e d e l r a p p o r t o
e
dà all'essere
s e m p r e n u o v o s i g n i f i c a t o , il g i u d i z i o di c u i l ' e s s e r e si p o n e c o m e c o p u l a v a r i a di significato a s e c o n d a d e l r a p p o r t o c h e i n esso a s s u m o n o u n i t à e m o l t e p l i c i t à . P e r c i ò nella s e c o n d a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e l ' è h a solo il s i g n i f i c a t o c h e a s s u m e i n u n g i u d i z i o di r e l a z i o n e , nella d i a l e t t i c a a s c e n d e n t e
l'è
n e g a c o n t i n u a m e n t e o g n i p r e d i c a t o c h e n o n p u ò essere a s s u n t o n e l l ' i d e n t i t à a s s o l u t a del s o g g e t t o e n e l m e t o d o d i a i r e t i c o l ' è v a r i a a n c o r a di s e n s o , c o m e si è v i s t o . L a d i a i r e sis è p o s s i b i l e s o l o in q u a n t o il r a p p o r t o t r a m o l t e p l i c e e u n i t à si è d e t e r m i n a t o in m o d o t a l e c h e il m o l t e p l i c e , n e l l a q u a r t a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e , si è c o s t i t u i t o c o m e il m o n d o r e a l e esistente i n q u a n t o p e r f e t t o . È i n q u e s t o m o d o c h e il g i u d i z i o si m o l t i p l i c a , q u i n d i il s u o « è » e q u i v a l e q u i a d « esiste ». E s i s t e r e c h e significa esistere i n m o d o perfetto in quanto l'esistenza perfetta
è l'aspetto
i d e a l e del sensibile
e q u i n d i la s u a p o s s i b i l i t à di c o n n e t t e r s i c o l m o n d o i d e a l e . I l sensibile i n q u a n t o p e r f e t t o è g i à d e d o t t o , q u a n d o si p r o n u n c i a u n g i u d i z i o su di esso, d a l m o n d o i d e a l e : l a q u a r t a ipotesi lo h a g i u s t i f i c a t o c o m e u n a n e c e s s a r i a p o s i z i o n e d e l la c o r r e l a z i o n e u n i t à e m o l t e p l i c i t à . I n q u e s t o m o d o il g i u d i z i o n o n t r o v a n u l l a d a v a n t i a sè d a f o r m a r e , n o n u n c o n tenuto, non una rappresentazione. L a rappresentazione
in
q u a n t o v e r a è g i à i d e a , a n z i è l ' i d e a , è il p e n s i e r o c h e la p o n e c o m e t a l e e n o n u n sensibile p o s t o oltre il p e n s i e r o c h e la p o n e di fronte a l p e n s i e r o stesso. I l g i u d i z i o n o n h a n u l l a fuori di sè d a a s s u m e r s i , t u t t o è d e n t r o di lui e ciò è n a t u r a l e se e f f e t t i v a m e n t e il sensibile n o n è u n d a t o m a è p o s t o d a l p e n s i e r o . I l p r o b l e m a d e l l ' e r r o r e si giustifica nello stesso
m o d o i n q u a n t o n e l l ' i n t e r n o stesso d e l m o n d o i d e a l e si p o n e non solo l'esistere c o m e perfetto m a a n c h e l'esistere c o m e indipendente
d a l l a p e r f e z i o n e e infine l ' e s i s t e r e c o m e i m -
perfetto e negativo. L'illimitato della sensibilità è un m o m e n t o d e l p e n s i e r o i n q u a n t o è p o s t o d a l p e n s i e r o , il g i u d i z i o n e l l a s u a f u n z i o n e di l i m i t e è u n a l t r o m o m e n t o p e n s i e r o c h e q u e s t a v o l t a , v a r i a n d o la c o r r e l a z i o n e
del unità
m o l t e p l i c i t à , p o n e il sensibile c o m e p e r f e z i o n e d e l l ' e s i s t e n t e . D a t o c i ò c h e si è p r e c e d e n t e m e n t e o s s e r v a t o il r i c o r s o a l l a m e m o r i a e a l l ' o b l i o p e r d e o g n i s i g n i f i c a t o d i fronte a l problema che è qui puramente
teoretico e non può venire
risolto p s i c o l o g i c a m e n t e . Il p a s s a g g i o d a s e n s a z i o n e a l g i u d i z i o n o n s a r à m a i p o s s i b i l e se n e l l ' i n t e r n o d e l p e n s i e r o stess o n o n si p a s s a d a u n a p o s i z i o n e a d u n ' a l t r a : s o l o il P a r m e n i d e g i u s t i f i c a n d o il p a s s a g g i o d a i p o t e s i a i p o t e s i e q u i n di
le possibili p o s i z i o n i
giustifica
della
nel m e d e s i m o t e m p o
correlazione
trascendentale
la p o s s i b i l i t à d e l g i u d i z i o .
F i n c h é si p e n s a c h e il g i u d i z i o sia u n a t t o u n i f i c a t o r e di elem e n t i d a t i n o n l o si p o t r à m a i c a p i r e . L o stesso si p u ò dire d e l t e n t a t i v o di g i u s t i f i c a r e l ' e r r o r e p e r m e z z o della d i s t i n z i o n e d i a v e r e e p o s s e d e r e
la
s c i e n z a . Si t r a t t a di u n a n u o v a m a t e r i a l i z z a z i o n e d e l p r o c e s s o c o n o s c i t i v o . Q u a n d o io g i u d i c o e r r o n e a m e n t e è p e r c h è il m i o p e n s i e r o , e i n esso la c o r r e l a z i o n e u n i t à , e m o l t e p l i c i t à , è m u t a t o i n q u a n t o il m o n d o d e l l e i d e e v i si p o n e i n rapporti
negativi. Altrimenti come
giustificare
le s c i e n z e
e le n o n s c i e n z e c h e a v r e i , m a t e r i a l i z z a t e , n e l l a c o s c i e n z a ? L ' a r g o m e n t o d e l t e r z o u o m o si r i p o n e q u i c o m e nella p r i m a parte del Parmenide
quale chiara indicazione che per
ri-
s o l v e r e la q u e s t i o n e b i s o g n a t e n e r c o n t o d e l l a s e c o n d a p a r t e del dialogo stesso. N o n o s t a n t e c i ò le c o m p l i c a z i o n i c h e n a s c o n o d a
que-
s t ' u l t i m a c r i t i c a di S o c r a t e n o n s o n o e s a u r i t e , il senso d a a t t r i b u i r e a l l a r a p p r e s e n t a z i o n e i n c o n n e s s i o n e c o n la d o x a , il p r o b l e m a stesso d a l p u n t o di v i s t a p s i c o l o g i c o c h e t a n t o s p e s s o si c o n f o n d e c o n il p e n s i e r o ,
sono tutti aspetti
che
c h i e d o n o diessere c h i a r i t i e s a r a n n o r i p r e s i p e r c i ò d a P l a t o n e . S i a m o i n t r o d o t t i così s e n ' z a l t r o a l l e q u e s t i o n i s u s c i t a t e d a l l ' u l t i m a d e f i n i z i o n e di T e e t e t o :
« l a scienza è opinione
v e r a a c c o m p a g n a t a d a r a g i o n e » (201 D ) . L ' e s e m p i o c h e S o c r a t e u s a e c i o è gli e l e m e n t i d e l l a s i l l a b a c h e , e s s e n d o irrazionali, non possono m a i formare un razionale con la loro somma,
p o n e senz'altro in tutta chiarezza i problemi g i à
a c c e n n a t i c h e si r i s o l v o n o s o l o r i c h i a m a n d o s i a l P a r m e n i d e . Stenzel
nota
a
essa r a p p r e s e n t a
proposito
di q u e s t ' u l t i m a
il c o n c e t t o d e l s a p e r e c h e
definizione finora
che
Platone
a v e v a s o s t e n u t o e di c u i q u i si c o m p i e l a c r i t i c a . L a s u a giustificazione viene ricercata
p e r tre v i e c h e
rimandano
t u t t e e t r e a l Sofista (pensiero e s p r e s s o i n p a r o l e , sintesi di e l e m e n t i i n u n t u t t o , r a g i o n e definita c o m e differenza c a r a t t e r i s t i c a ) . Q u a n d o si n o t a c h e gli e l e m e n t i s o n o i n c o n o scibili e le c o s e d a essi c o m p o s t e si p o s s o n o definire
me-
d i a n t e l a c o m b i n a z i o n e dei n o m i d e l l e p a r t i c h e le c o s t i t u i s c o n o (201 E ) , si a c c e n n a s e n z ' a l t r o c o n q u e s t a onomaton
sumploké
alla s u m p l o k é eidòn del Sofista. C o n l'esempio
delle s i l l a b e si t r a t t a , c o m e si è v i s t o , di u n ' u n i t à r a z i o n a l e c o m p o s t a di p a r t i i r r a z i o n a l i , l a s c i e n z a è a l l o r a i m p o s s i b i l e . M a è tale p e r c h è T e e t e t o p a r l a di u n a s o m m a di e l e m e n t i (203 E ) m e n t r e la si d o v e v a c o n s i d e r a r e , n o t a s e m pre lo Stenzel, c o m e un elemento n u o v o . Solo l'idea divis i b i l e della diairesis p u ò r i s o l v e r e t u t t i i p r o b l e m i ed è a l l a d i a i r e s i s c h e si r i m a n d a c e r c a n d o di definire la r a g i o n e p e r m e z z o d e l l a differenza
caratteristica.
Stenzel nota
giusta-
m e n t e c h e solo il P a r m e n i d e p o t e v a p e r m e t t e r e di r i s o l v e r e le c o n t r a d d i z i o n i di T e e t e t o e c r e d e di v e d e r e i n
questa
p a r t e d e l d i a l o g o u n a c h i a r a c r i t i c a della t e o r i a d e l l e i d e e ]
g i à c r i t i c a t a nel P a r m e n i d e ) . A p a r t e q u e s t a c r i t i c a a l l ' i n e sistente
passato
d o g m a t i c o di P l a t o n e ,
le o s s e r v a z i o n i
di
S t e n z e l s o n o n o t e v o l i s s i m e . E f f e t t i v a m e n t e s o l o la diairesis r i s o l v e i p r o b l e m i c h e si p o n e S o c r a t e , m a se l a d e f i n i z i o n e
1) S T E N Z E L : O p .
cit.
Pag.
43-44.
di T e e t e t o v i e n e c r i t i c a t a n o n è p e r c h è e s s a r a p p r e s e n t i
un
pusto di vista superato. Diés ha per esempio notato che ciò che m a n c a a quella definizione per accordarsi al p u n t o v i s t a d e l F e d o n e e d e l M e n o n e è di ssere u n
di
ragionamento
c a u s a l e c h e si r i a t t a c c h i a l l a d e f i n i z i o n e g e n e r a l e d e l l ' e s s e r e inteliligibile e quindi alla reminiscenza. di e s i s t e n z a ,
di i d e n t i t à
I concetti
generali
e di e g u a g l i a n z a , d e v o n o r i c o l l e -
garsi alla realtà intelligibile che loro d à senso e v a l o r e . Se n o n si v e d e c h e i r a p p o r t i i m p e r f e t t i d e l m o l t e p l i c e
tendono
a l l ' u n i t à i n sè n o n si r a g g i u n g e m a i il l e g a m e c h e s t a b i l i s c e la d o x a nè la s u a g i u s t i f i c a z i o n e r a z i o n a l e ' ) . I l f a t t o è c h e T e e t e t o m a t e r i a l i z z a a n c o r a il s u o c o n c e t t o di s c i e n z a . S i a m o o r a sul p i a n o d e l l a d i a i r e s i s e c i o è d i u n a c o n c a t e n a z i o n e di g i u d i z i c h e d e v e p e r m e t t e r e la c o noscenza del molteplice; Teeteto v e d e bene che è la ragione e n o n la d o x a c h e r e n d e p o s s i b i l e il s a p e r e m a
concepisce
la r a g i o n e c o m e il r e s u l t a t o m a t e r i a l e d e l l a u n i f i c a z i o n e dei m o l t e p l i c i , m e n t r e la d i v i s i o n e si c o m p i e s o l o
nell'interno
d e l l e i d e e . C o n c i ò n e m m e n o la d i f f e r e n z a c a r a t t e r i s t i c a
si
giustifica q u a n d o , c o m e n e l l ' e s e m p i o di S o c r a t e , v i e n e m a t e r i a l i z z a t a . L a differenza c a r a t t e r i s t i c a v a l e i n q u a n t o m e z z o di d i v i s i o n e e n o n è p o s s i b i l e r i t r a r l a d a l c o n t e n u t o
sen-
sibile. Ancora
una
v o l t a s o l o il P a r m e n i d e
può
rispondere,
c o m e n o t a b e n e lo S t e n z e l . T e e t e t o n o n h a a n c o r a
abban-
d o n a t o il s u o c o n c e t t o d o g m a t i c o di o p i n i o n e a c u i si v i e n e a d aggiungere c o m e u n altro concetto d o g m a t i c o , la ragion e . L a r a z i o n a l i t à d e l l a diairesis si g i u s t i f i c a s o l o i n
quanto
il P a r m e n i d e h a g i à g i u s t i f i c a t o l a r e g i o n e s u c u i essa d e v e a g i r e , p o n e n d o q u e s t a i n r e l a z i o n e i d e a l e c o n il m o n d o d e l l e i d e e . L a diairesis d e v e r i c o n d u r c i a l m e t o d o d i s c e n d e n t e
fi-
losofico e d a l p a r a l l e l o m e t o d o a s c e n d e n t e e q u i n d i a q u e l l a r e g i o n e i n t e l l i g i b i l e a c u i si r i c h i a m a D i é s c h e è q u a n t o d i re, p e r n o i , a l l a l e g g e t r a s c e n d e n t a l e .
i) A . DIÈS: O p . cit. II, P a g . 467.
I l T e e t e t o h a c o s ì r i c o n g i u n t o la d i a l e t t i c a
ascendente,
v i s t o c o m e f e n o m e n o l o g i a del c o n o s c e r e , c o n il m e t o d o d i a i r e t i c o . D a u n a l t r o p u n t o di v i s t a s o n o d u n q u e c o n f e r m a t e le f o n d a m e n t a l i p o s i z i o n i d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o . L a d i a l e t tica
filosofica,
c o n il s u o m o v i m e n t o a s c e n d e n t e ,
passando
p e r i v a r i sensi d e l l ' e s s e r e c o n d u c e a d u n a p o s i z i o n e a s s o l u t a d a c u i si s v o l g e la p r o b l e m a t i c a d e l l ' u n o e d e l m o l t e p l i c e , la q u a l e , d i s c e n d e n d o d a l l ' u n o , g i u s t i f i c a t u t t i i v a r i sensi d e l l ' e s s e r e e q u i n d i a n c h e l'esistere s u c u i a g i s c e il m e t o d o d i a i r e t i c o e si r i c o l l e g a a s u a v o l t a c o n il m e t o d o filosofico
in q u a n t o ogni sua distinzione particolare è fon-
d a t a su una visione
filosofica
generale.
Q u e l l ' a s c e s a d a l l ' u n i t à d a c u i p o i la d i a l e t t i c a , nel P a r m e n i d e , s c e n d e , v i s t a o r a d o p o la d i s c u s s i o n e d e l
Parme-
n i d e s t e s s o , a p p a r e a n c h ' e s s a r e g o l a t a d a l l a c o r r e l a z i o n e ess e r e e n o n essere, c o r r e l a z i o n e c h e S o c r a t e fa v a l e r e c o m e principio trascendentale
di fronte a l s u o i n t e r l o c u t o r e
che
s u p e r a , i n q u e s t o m o d o , le v a r i e f o r m e i m p e r f e t t e o f e n o m e n o l o g i c h e d e l s a p e r e e si a v v i a a l s a p e r e a s s o l u t o . L o stesso p r i n c i p i o t r a s c e n d e n t a l e è la v i t a della d i a i resis, c h e i n t a l m o d o è q u i n d i g u i d a t a d a l l o stesso p r i n c i p i o c h e g u i d a il m e t o d o a s c e n d e n t e minammo
fino
filosofico
c h e noi g i à esa-
a l l a R e p u b b l i c a e c h e si è r i v i s t o q u i nel
T e e t e t o , c o m e l o stesso p r i n c i p i o è q u e l l o c h e d o m i n a nella d i s c u s s i o n e d e l P a r m e n i d e e nel p r o c e s s o di d i v i s i o n e c h e si m u o v e a t t r a v e r s o i v a r i sensi d e l l ' e s s e r e s c o p e r t i i n q u e l d i a l o g o e fissa p e r t u t t o il m o n d o del n o s t r o s a p e r e c i ò c h e è v e r o e c i ò c h e n o n è v e r o , ciò c h e h a u n ' i d e a o p u ò ricollegarsi al m o n d o ideale e ciò che è i n v e c e disorganizzato e s p e z z a t o , c h e n o n solo è r i m a s t o oltre il g i u d i z i o , m a n e l giudizio è entrato nel m o m e n t o in cui n o n d o l e v a entrare, q u a n d o il m o v i m e n t o di p e n s i e r o d o v e v a a n c o r a
procedere
nel s u o l a v o r o e si è i n v e c e a r r e s t a t o . I v e c c h i p r o b l e m i d e l l a p a r t e c i p a z i o n e e del c o r i s m o s s e m b r a n o così d e f i n i t i v a m e n t e
risolti.
PARTE QUARTA GLI ULTIMI
DIALOGHI
CAPITOLO I . I L
/7 problema
S O F I S T A
degli ultimi
dialoghi in rapporto al Par-
menide. — C o m e n e l T e e t e t o , a l l a l u c e della d i s c u s s i o n e d e l P a r m e n i d e , P l a t o n e h a r i p r e s o il m e t o d o s o c r a t i c o p e r d e l i n e a r e u n a teoria d e l c a m m i n o c h e il p e n s i e r o p e r c o r r e p e r a r r i v a r e alla v e r i t à , c o s ì n e i d i a l o g h i metafisici e n e l T i m e o egli r i p r e n d e l e b a s i f o n d a m e n t a l i d e l s u o s i s t e m a p e r r a c c o g l i e r l e e d a r m o n i z z a r l e c o n i risultati d e l P a r m e n i d e . I l lettore r i c o r d e r à c h e le n o v e ipotesi d e l P a r m e n i d e rappresentano
altrettanti piani dell'essere e che questa di-
v e r s i f i c a z i o n e p e r m e t t e d i r i s o l v e r e il difficile p r o b l e m a d e i rapporti
tra l'unità
superessente
e il m o n d o
delle idee,
t r a il m o n d o delle i d e e e il m o n d o d e l l e c o s e e p e r m e t t e i n fine la s p i e g a z i o n e della l o g i c a d e l m e t o d o d i a i r e t i c o . N e l l o stesso t e m p o si è v i s t a l a p o s i z i o n e c e n t r a l e c h e la t e r z a i p o tesi o c c u p a n e l l a d i s c u s s i o n e : essa si p o n e c o m e m e d i o t r a il m o n d o d e l l e i d e e e il m o n d o c r e a t o e, r i a s s u m e n d o t u t t e le ipotesi n e l l ' a n t i n o m i a
essere e n o n essere, e s p r i m e l a
legge trascendentale del conoscere nell'istantaneità che div e n t a e t e r n i t à . I l lettore d ' a l t r a p a r t e r i c o r d e r à c h e le i p o tesi d e l P a r m e n i d e d i s c e n d o n o d a l l ' u n i t à i n sè p e r f e t t a e d i m m o b i l e a l n o n essere a s s o l u t o d e l l ' u l t i m a i p o t e s i , c h e esse c i o è p r e s e n t a n o t r a i d u e o p p o s t i c o n c e t t i d i essere a s s o -
l u t o e di n o n essere a s s o l u t o u n a g r a d u a l i t à d i sensi d e l l ' e s sere c o m e m e d i a z i o n e t r a l ' u n i t à s u p e r e s s e n t e e la m o l t e plicità dell'esistere del m o n d o . E
poiché, come
sappiamo
d a l l a teoria d e l l e i d e e n u m e r i l a s c i a t a c i d a A r i s t o t e l e , l ' u n i t à è nello stesso t e m p o il b e n e s o m m o , la g e r a r c h i a d e i sensi d e l l ' e s s e r e si p r e s e n t a c o m e g e r a r c h i a di v a l o r i , c o m e v i s i o n e finalistica
e d e t i c a d e l m o n d o , n e l q u a l e il s a g g i o t e n t e r à d i
risalire d a l n u l l a a q u e l l ' e s s e r e p e r f e t t o d a c u i p u r e q u e s t o nulla è derivato. S u q u e s t e b a s i P l a t o n e c o s t r u i s c e il s u o p e n s i e r o e, p e r q u a n t o esso n o n si p r e s e n t i i n u n s i s t e m a d o g m a t i c o , è v i s i b i l e i n esso l o s f o r z o di u n a o r g a n i z z a z i o n e s i s t e m a t i c a , a l m e n o di u n a v i s i o n e g e n e r a l e d e l m o n d o . C o m e il T e e t e t o h a r i p r e s o l a t e o r i a d e l m e t o d o c o s ì il Sofista r i p r e n d e r à la t e o r i a d e l l ' e s s e r e . Q u a l ' è la l e g g e c h e il c o n o s c e r e a t t u a nel s u o p o r s i c o m e p e n s i e r o d e l l ' e s s e r e ? I l n u o v o essere n o n s a r à p i ù l ' e s s e r e a s s o l u t o
parmenideo
c o m e n o n s a r à il d i v e n i r e di E r a c l i t o . E s s o t r a s c e n d e r à q u e ste d u e p o s i z i o n i , i n sè d o g m a t i c h e , e si p r e s e n t e r à c o m e l o g i c a m e n t e d o v e v a p r e s e n t a r s i d o p o la d i s c u s s i o n e d e l P a r m e n i d e e c i o è c o m e essere c o r r e l a t i v o t r a le d u e o p p o s t e p o sizioni di u n i t à e m o l t e p l i c i t à , di stasi e m o v i m e n t o , di m e d e s i m o e a l t r o . L a l e g g e d e l c o n o s c e r e in q u a n t o essere, c h e è nello stesso t e m p o la v i t a d e l l ' u n i v e r s o , s a r à d u n q u e
una
l e g g e t r a s c e n d e n t a l e , i n q u a n t o si p o n e oltre o g n i d e t e r m i n a z i o n e p a r t i c o l a r e e d o g m a t i c a d e l c o n o s c e r e , e si p r e s e n t e r à quindi c o m e correlazione p u r a tra gli opposti, o b b l i g a n d o la p r e t e s a del p e n s i e r o a l l a s u a a s s o l u t e z z a a t e n e r c o n t o d e l n o n essere c h e a q u e l l a a s s o l u t e z z a si o p p o n e e p e r m e t t e n d o c h e l ' i l l i m i t a t o m o l t e p l i c e d e i c o n c e t t i p o s s a essere m e d i a t o n e l l ' u n i f i c a z i o n e d e l g i u d i z i o . I n q u e s t ' u l t i m o le m o l t e p l i c i i d e e c h e il m e t o d o d i a i r e t i c o s c o p r e p o t r a n n o essere a s s u n t e grazie alla correlatività del principio trascendentale che perm e t t e a l l a m o l t e p l i c i t à di p a r t e c i p a r e a l l ' u n i t à , a l m e d e s i m o di p a r t e c i p a r e a l l ' a l t r o , a l l ' e s s e r e di p a r t e c i p a r e a l n o n e s s e r e , e d a q u e s t ' u l t i m o di p r e s e n t a r s i infine n o n p i ù c o m e
mera
n e g a z i o n e , i n tal c a s o i n c o n c e p i b i l e ed
inesplicabile
c o m e l'essere assoluto, m a c o m e alterità, c o m e non
essere
c h e è i n q u a n t o a p p u n t o è l ' a l t r o e c i o è il t e r m i n e c o r r e l a t i v o d e l l ' e s s e r e . C o n c e z i o n e q u e s t a n o n n u o v a nel p e n s i e r o p l a t o n i c o e infatti c h i d a essa si r i v o l g a i n d i e t r o , c o m e si è f a t t o nel T e e t e t o a p r o p o s i t o d e l m e t o d o ,
vedrà con
rinnovata
c h i a r e z z a il s e n s o o s c u r o di m o l t i d i a l o g h i , e b a s t i
ricordare
il F e d o n e d o v e g i à , se p u r s o t t o u n a s p e t t o m i t i c o e relig i o s o , si p r e s e n t a v a q u e l l a c o r r e l a z i o n e tra essere e n o n e s s e r e , c o m e o p p o s i z i o n e tra v i t a e m o r t e ,
opposizione
che
quei termini p o n e v a c o m e eternamente succedentisi l'uno all ' a l t r o , e, su q u e l l a f o n d a m e n t a l e c o n t r a p p o s i z i o n e ,
costrui-
v a u n a teoria d e l l a r e m i n i s c e n z a e q u i n d i d e l c o n o s c e r e , i n c u i g i à il c o n o s c e r e si p r e s e n t a v a c o m e espressione di q u e l l a contrapposizione e quindi c o m e prima forma di quella che a b b i a m o chiamato sua legge trascendentale. C o m e il p r o b l e m a d e l l a c o n o s c e n z a e il p r o b l e m a
del-
l ' e s s e r e v e n g o n o ripresi e t o t a l m e n t e s v o l t i d o p o il P a r m e n i d e , c o s ì P l a t o n e r i p r e n d e r à il p r o b l e m a d e l l a n a t u r a , d e l l a s u a g e n e s i e della s u a
storia,
principalmente
nel T i m e o s u b a s i c h e d i r e t t a m e n t e
svolgendolo
rimandano
al
Parme-
n i d e di c u i n e l T i m e o r i v i v e il m o v i m e n t o d a l l ' u n i t à
alla
m o l t e p l i c i t à , d a l l a p e r f e z i o n e i d e a l e a l c a o s della
materia.
L e g a t o al problema della natura d o v e v a poi
ripresen-
tarsi il p r o b l e m a
d e l l a p o l i t i c a . I l T i m e o si r i a l l a c c i a ,
se
n o n alla R e p u b b l i c a , a l m e n o a d u n a d i s c u s s i o n e c h e le r a s s o m i g l i a e su c i ò P l a t o n e v o l e v a a t t r a r r e l ' a t t e n z i o n e
del
lettore, in q u a n t o il p r o b l e m a p o l i t i c o e cioè d e l « b u o n c o n d u t t o r e di p o p o l i » si f o n d e c o n il p r o b l e m a
della
storia,
in g e n e r a l e v i s t a c o m e storia d e l l ' u n i v e r s o a l l a q u a l e l'ultima
parola,
spetta
c o m e si v e d e nel m i t o d e l P o l i t i c o , s u l l a
p o s s i b i l i t à d i u n b u o n g o v e r n o e di u n g o v e r n o
filosofico.
L a storia è p e r P l a t o n e b e n a l t r o d a l l a r a z i o n a l i t à d e l m o n d o ed essa n o n è tale p r o p r i o p e r c h è n e l l ' u n i v e r s o lo stesso r i t m o
del pensiero
domina
disteso c r o n o l o g i c a m e n t e
t e m p o . E s s e r e e n o n essere d i v e n t a n o q u i d u e
nel
movimenti
d e l c o s m o s , u n o d i r e t t o v e r s o la p e r f e z i o n e e l ' o r d i n e ,
l'al-
tro diretto v e r s o l a d i s s o l u z i o n e e la d e c a d e n z a . S o t t o u n a n u o v a l u c e si d o v e v a p o i p r e s e n t a r e , n e l F i l e b o , il p r o b l e m a m o r a l e o il p r o b l e m a d e i v a l o r i ,
nuova
l u c e c h e , p e r a l t r o , n o n r i n u n z i a a i risultati s u q u e s t o p r o b l e m a g i à r a g g i u n t i , m a li s v o l g e sul p i a n o di gerarchica dell'essere del P a r m e n i d e , c o m e la m e d i a z i o n e a t t i v a tra mondo
gradualità
presentando
il
bene
il limite e l ' i l l i m i t a t o
c o m e c o s m o s di v a l o r i c r e a n t i s i s u l l ' o p p o s t a
e il alte-
rità d e l l ' u n o e del m o l t o , o m e g l i o , q u i , d e l finito e d e l l ' i n finito. Ciò che pertanto è da tener presente è che per P l a t o n e i p r o b l e m i in q u e s t i o n e s o n o s p e s s o insolubili in q u a n t o leg a t i a l l a n a t u r a d e l l ' a l t r o e d e l d i v e n i r e a c u i il p e n s i e r o stesso p a r t e c i p a . teressa:
Ma non è questo che principalmente
P l a t o n e ricorre a l m i t o solo p e r e v i t a r e , in
inpro-
b l e m i c h e s o n o gli eterni p r o b l e m i d e l p e n s i e r o u m a n o ,
un
inutile e d a n n o s o d o g m a t i s m o . C i ò c h e i n v e c e b i s o g n a sottolineare è che questi tentativi sistematici seguono tutti una l e g g e c h e solo v a r i a in q u a n t o v a r i a l ' o g g e t t o a c u i si a p p l i c a , c h e solo c i o è m u t a
i suoi t e r m i n i
m a n o n la s u a
es-
s e n z a , a s e c o n d a c h e si m u o v e nel p r o b l e m a d e l l a n a t u r a o in q u e l l o della m o r a l e , in q u e s t a c i o è o in q u e l l a s c i e n z a di q u e l l a p a r t e d e l p e n s i e r o una
filosofia
filosofico
che noi
d e l l o s p i r i t o . L ' e s s e n z a della l e g g e
chiameremo trascenden-
tale è s t a t a o r m a i c o n q u i s t a t a p e r s e m p r e e sia c h e essa si presenti fista,
c o m e c o r r e l a z i o n e di m e d e s i m o ed a l t r o
nel S o -
sia c h e si p o n g a c o m e m e d i a z i o n e tra il finito e l ' i n -
finito nel F i l e b o , o, nel T i m e o , c o m e m e d i a z i o n e tra il m o n d o i d e a l e e il m o n d o m a t e r i a l e n e l l ' a n i m a d e l m o n d o e n e l l ' a z i o n e del D e n i u r g o , esso s a r à s e m p r e q u e l p r i n c i p i o
di
c o r r e l a t i v i t à tra essere e n o n essere d a l P a r m e n i d e s v i l u p pato e già definitivamente
raggiunto.
77 sofista e il filosofo. — I p e r s o n a g g i d e l d i a l o g o s o n o T e o d o r o , Socrate, Teeteto e lo Straniero d ' E l e a che d o m i -
n a t o t a l m e n t e l a d i s c u s s i o n e c o m e p o i f a r à a n c h e nel P o l i t i c o . S i è m o l t o d i s c u s s o s u q u e s t o p e r s o n a g g i o , sia s c o p r i r e la s c u o l a c h e esso r a p p r e s e n t e r e b b e ,
per
sia p e r il f a t t o
c h e c o n la s u a p r e s e n z a esso s i m b o l i z z e r e b b e la m o r t e
del
p e n s i e r o s o c r a t i c o n e l l o s v i l u p p o della filosofia p l a t o n i c a . Si è g i à d e t t o c h e , c o m e A . D i é s , noi n o n c r e d i a m o c h e P l a tone abbia u n passato dogmatico da rigettare. C i basterà p e r c i ò s a p e r e c h e l o s t r a n i e r o d ' E l e a è u n d i s c e p o l o di P a r m e n i d e e di Z e n o n e ( 2 1 6 A ) , u n p a r r i c i d a (241 D ) r i s p e t t o a l m a e s t r o , i n q u a n t o d i m o s t r a c h e il n o n essere è, d i m o strazione g i à fatta, g l i o , fatta
d e l resto, d a P a r m e n i d e stesso, o m e -
compiere da Platone a Parmenide
nel dialogo
c h e p o r t a il s u o n o m e . C i ò c h e p i ù c o n t a è il f a t t o c h e l o Straniero,
come dice Teodoro, è un v e r o
filosofo.
E
non
p i u t t o s t o u n D i o ? C h i e d e S o c r a t e fra il serio e lo s c h e r z o s o . S e n o n u n D i o u n essere d i v i n o p e r c h è tale è il titolo c h e spetta a d un v e r o g u e r e il
filosofo
filosofo
( 2 1 6 C ) . M a è t a n t o facile distin-
d a g l i altri u o m i n i ? D a l sofista,
principal-
m e n t e , e d a l l ' u o m o p o l i t i c o ? N o n è facile s a p e r e c h i s o n o , questi
filosofi,
che « dall'altezza della loro vita » g u a r d a n o
c o n c o m m i s e r a z i o n e « gli u o m i n i di q u a g g i ù » ( 2 1 6 C ) e p r o p r i o a l l o S t r a n i e r o , d i c e S o c r a t e , a v r ò il p i a c e r e di d o mandarlo
(216 D ) .
C h i è il
filosofo?
E c c o il t e m a c o n c u i il d i a l o g o si i n i -
z i a . T e m a n o n n u o v o p e r noi c h e a b b i a m o g i à v i s t o nel Teeteto la contrapposizione
tra
il
filosofo
ed i saggi del
m o n d o a p r o p o s i t o d e l l a q u a l e si è n o t a t o c h e la c o n q u i s t a d e l v e r o p r o c e d e di p a r i p a s s o c o n l a c o s c i e n z a d e l l a d i s t i n z i o n e fra c i ò c h e è v e r o e c i ò c h e è f a l s o , t r a c i ò c h e è veramente
filosofico
e c i ò c h e i n v e c e è sofistico. T e m a c h e
c o r r e n e l l ' i n t e r n o d i t u t t o il p e n s i e r o p l a t o n i c o c o m e s e m p r e p i ù m a r c a t a d i s t i n z i o n e tra S o c r a t e ed i s u o i a c c u s a t o r i , t r a S o c r a t e e i sofisti o retori d e l s u o t e m p o . T e m a i n o l t r e c h e nel F i l o s o f o a v r e b b e d o v u t o t r o v a r e l a s u a e s p l i c a z i o n e e la s u a t o t a l e o r c h e s t r a z i o n e .
completa
N o n si
saprà
m a i certo perchè questo dialogo promesso non è stato scrit-
t o , m a forse c h e il l e t t o r e n o n t r o v a u n a r i s p o s t a a
questo
p r o b l e m a , se p e n s a c h e è a p p u n t o s c o p r e n d o c h e c o s a è il Sofista c h e si sa c h e c o s a è l a
filosofia?
C h e è proprio con
l o s p i e g a r s i l ' e r r o r e e il n o n essere c h e si a r r i v a a l l a c o n q u i s t a d e l v e r o essere c h e t a l e è p r o p r i o i n q u a n t o si c o n trappone al suo opposto, in q u a n t o è sempre correlativo a ciò che lo nega? S o c r a t e c h i e d e chi è il
filosofo.
L o Straniero
risponde
a n a l i z z a n d o il c o n c e t t o di sofista. M a , p o i c h é l ' a n a l i s i p i e n a di difficoltà, c o m i n c e r à c o n l ' a n a l i z z a r e u n
è
concetto
p i ù facile p e r p o i a p p l i c a r e l o stesso m e t o d o a n c h e a l sofista ( 2 1 8 D ) . O r a il m e t o d o d e l l o S t r a n i e r o è il m e t o d o d i a i r e t i c o , m e t o d o c h e v a l e , c o m e s a p p i a m o , p e r gli o g g e t t i d e l m o n d o , p e r g l i o g g e t t i e m p i r i c i . P o t r à essere u s a t o i n u n a ricerca
filosofica?
N o . E p r o p r i o il Sofista, c h e p o n e le b a s i
d e l m e t o d o d i a i r e t i c o , d i m o s t r a c h e q u e s t o m e t o d o n o n è il m e t o d o a d a t t o p e r una r i c e r c a
filosofica.
Si c o n s i d e r i l ' a r t e
d e l sofista c o m e u n ' a r t e q u a l s i a s i d e l m o n d o e m p i r i c o , l ' a r t e , p e r e s e m p i o , del p e s c a t o r e di l e n z a . O r a d e l p e s c a t o r e
di
l e n z a si p o t r à d a r e u n a d e f i n i z i o n e p e r m e z z o d e l m e t o d o d i a i r e t i c o , n o n s a r à p o s s i b i l e f a r e a l t r e t t a n t o p e r il sofista. L e sei definizioni di q u e s t o p e r s o n a g g i o s o n o t u t t e p a r z i a l i e insufficienti. O g n i p r o b l e m a sere considerato
come un
filosofico problema
p u ò , se si v u o l e , esdi u n ' a r t e
dell'espe-
r i e n z a . M a le s o l u z i o n i n o n s a r a n n o m a i sufficienti. I c o n c e t t i di sofistica e di filosofia t r a s c e n d o n o i p r o b l e m i e m p i rici,
non
possono
essere c o n s i d e r a t i
P e r c i ò la r i c e r c a di u n c o n c e t t o
sul p i a n o
filosofico
impostazione del seguente p r o b l e m a :
di
quelli.
d e l sofista s a r à la
i n c h e m o d o il n o n
essere è? T e e t e t o è s e m p r e l o stesso p e r s o n a g g i o di nostra c o n o s c e n z a : egli c r e d e sul serio c h e si p o s s a r i s o l v e r e u n
pro-
b l e m a c o m e q u e l l o del sofista n e l l o stesso m o d o c o n c u i si è d a t a la definizione d e l p e s c a t o r e di l e n z a . L ' e r r o r e è q u e l l o stesso c o m p i u t o d a S t e n z e l : il m e t o d o d i a i r e t i c o n o n si s o s t i t u i s c e a l l a c o s i d e t t a v e c c h i a teoria d e l l e i d e e m a è s e m -
plicemente u n o dei metodi del pensiero platonico. L a conn e s s i o n e i n c u i esso si t r o v a , n e l S o f i s t a , c o l l a r i c e r c a d e l c o n c e t t o d i n o n essere, d i m o s t r a d u e c o s e : p r i m a d i t u t t o c h e l a diairesis n o n è a p p l i c a b i l e a c i ò c h e t r a s c e n d e g l i o g g e t t i d e l l a d i v i s i o n e , i n s e c o n d o l u o g o c h e l a diairesis è r e t t a d a l l a stessa l e g g e c h e r e g g e o g n i p e n s i e r o c h e s i a v e r a m e n t e t a l e e c i o è d a l l a l e g g e di c o r r e l a z i o n e t r a essere e n o n e s s e r e . L ' i r o n i a d e l S o f i s t a , c h e a D i é s h a fatto p e n s a r e a R a b e :
l a i s ) , n a s c e t u t t a d a l t e n d e n z i o s o p a r a l l e l i s m o t r a il sofista, il p e s c a t o r e d i l e n z a e il c a c c i a t o r e d i s e l v a g g i n a g i o v a n e e r i c c a , q u a l e si r i v e l a il sofista stesso i n u n a d e l l e definizioni e m p i r i c h e c h e d i lui si d a n n o . L ' i r o n i a d e l p a r a g o n e è a n c o r a p i ù e v i d e n t e se si p e n s a c h e s o l o l ' a r t e sofistica si p u ò p o r r e sullo stesso p i a n o d e l l a c a c c i a e d e l l a p e s c a , c o s a i n v e c e assolutamente impossibile per l'arte
filosofica.
L'enig-
m a d e l l ' a r t e sofistica è q u e l l o stesso g i à n o t a t o n e l F e d r o a proposito del discorso di Lisia ricostruito d a S o c r a t e : Lisia p o s s i e d e u n a l o g i c a m a la a p p l i c a d o v e m e g l i o c r e d e e d o v e p i ù g l i fa c o m o d o . I l sofista è u n
filosofo
c h e usa quello
stesso m e t o d o , p e r c h è egli è u n filosofo c h e p u ò d i v e n t a r e s a g g i o d e l m o n d o e m p i r i c o e i n c o n s e g u e n z a essere p a r a g o n a t o a l p e s c a t o r e e a l c a c c i a t o r e . U n filosofo q u i n d i c h e n o n è
filosofo,
c h e è e nello stesso t e m p o n o n è, e a c a u s a s u a
si p o n e p e r c i ò il p r o b l e m a d e l n o n essere. P r o b l e m a
que-
st'ultimo evidentemente legato alla molteplicità del m o n d o e m p i r i c o e d a l l a s u a n e g a t i v i t à i n m o d o tale c h e s c o p r i r e c h e c o s a è il sofista significa nello stesso t e m p o s c o p r i r e i n c h e m o d o la filosofia p u ò r a g g i u n g e r e l a c o n o s c e n z a d e l l e c o s e d i q u e s t o m o n d o a t t r a v e r s o il m e t o d o d i a i r e t i c o .
Lo sviluppo
delle posizioni del Parmenide.
— I l sofista
è d u n q u e u n filosofo c h e s c e n d e n e l m o n d o e c h e d e l l a
filo-
sofia si s e r v e c o m e di u n m e s t i e r e . E s s e r e sofista significa af-
i) A . DIÈS: O p . cit. II, P a g . 307.
f e r m a r e c h e n o n si c e r c a a l t r o c h e la v i r t ù m a « farsi
pa-
g a r e i n m o n e t a s o n a n t e » (223 A ) , significa far c o m m e r c i o di u n a c o s a c h e , p e r s u a n a t u r a , n o n è c o m m e r c i a b i l e (224 A B).
In
q u e s t e definizioni e m p i r i c h e
avanti un'esigenza
filosofica,
fondazione trascendentale
si fa a p o c o a
poco
q u e l l a stessa i n e r e n t e a d
della diairesis. C o s ì lo
una
Straniero
ripete un'osservazione già a noi nota dal P a r m e n i d e e cioè che un metodo veramente
filosofico
non tien conto del v a -
lore d e g l i o g g e t t i c h e e s a m i n a (227 B cfr. P a r m . 1 3 0 C , P o i . 266 D , F i l . 58 C ) . Q u e s t a o s s e r v a z i o n e n o n h a p e r ò il s e n s o c h e le si è v o l u t o a t t r i b u i r e e c i o è n o n significa affatto Platone rinunzi ad ogni posizione
filosofica
che
del s u o p e n s i e r o
e q u i n d i a l l a v e c c h i a teoria delle i d e e d a sostituirsi o r a c o n la d i a i r e s i s . S e , c o m e d i c e il P a r m e n i d e ,
c i s o n o idee
di
t u t t e le c o s e , d e v e essere p o s s i b i l e a n c h e la c o n o s c e n z a d e l m o n d o e m p i r i c o , c o n o s c e n z a c h e il m e t o d o d i a i r e t i c o ci a s s i c u r a p o n e n d o le idee su u n p i a n o di r e a l t à c o n c r e t a c o m e a p p u n t o nel P a r m e n i d e si è v i s t o . P e r f i n o p r o b l e m i
filosofici
p o s s o n o essere t r a t t a t i i n q u e s t o s e n s o c o m e a v v i e n e p r o p r i o del p r o b l e m a d e l sofista, m a , i n q u e s t o c a s o , il sofista d e v e essere c o n s i d e r a t o c o m e u n p e s c a t o r e o u n c a c c i a t o r e e la definizione r a g g i u n t a s a r à p u r a m e n t e a n a l o g i c a s e n z a r i u s c i re a p e n e t r a r e n e l l ' e s s e n z a del p r o b l e m a . A d esso, c o m e si è d e t t o , si a r r i v a a p o c o a p o c o , t r a s c e n d e n d o le p o s i z i o n i p a r z i a l i della q u e s t i o n e .
continuamente
L o S t r a n i e r o d o p o la
q u i n t a definizione n o t a c h e il sofista p u ò essere
considerato
a n c h e c o m e l i b e r a t o r e della n o s t r a i g n o r a n z a , i n q u a n t o sempre
pronto
a confutare
le n o s t r e
affermazioni,
è
avvici-
n a n d o così l ' a r t e sofistica a l l ' a r t e m a i e u t i c a (229 C , 230 B ) . Sofista e filosofo si a s s o m i g l i a n o c o m e la l o g i c a di L i s i a a s s o m i g l i a v a a q u e l l a di S o c r a t e , c o m e il c a n e a s s o m i g l i a a l l u p o (231 A ) . G i à fin d ' o r a c e r c a n d o il sofista si t r o v a il
filo-
s o f o , e, si c a p i s c e , la r i c e r c a di u n a d i s t i n z i o n e si i m p o n e n o n m e n o p e r il p r i m o c h e p e r il s e c o n d o . A n a l o g a m e n t e si v e d r à c h e il p r o b l e m a d e l n o n essere è n o n m e n o
intima-
m e n t e l e g a t o c o n q u e l l o d e l l ' e s s e r e . C o m u n q u e le definizioni
e m p i r i c h e d e l sofista n o n h a n n o d a t o u n r e s u l t a t o s o d d i s f a c e n t e . E s s e h a n n o p e r m e s s o p e r ò di a r r i v a r e a l l a c o n c l u s i o n e , c h e le s u p e r a , p e r c u i il sofista si r i v e l a
principalmente
u n c o n t r a d d i t o r e i n g r a d o di c o n t r a d d i r e in o g n i c a s o e i n p o s s e s s o di u n a
s c i e n z a u n i v e r s a l e e t o t a l e . E g l i sa
tutto
p e r c h è p u ò f a r sì c h e sia c i ò c h e n o n è. L a c o n t r a p p o s i z i o n e t a c i t a di c u i b i s o g n a tener c o n t o è tra il sofista c h e t u t t o sa e il filosofo c h e sa di n o n s a p e r e . I l sofista, i n altre p a r o l e , non realizza la legge trascendentale del Teeteto per cui sap e r e è s a p e r e di n o n s a p e r e , m a egli a p p r o f i t t a
di
questa
l e g g e t r a s f o r m a n d o c o n t i n u a m e n t e l ' e s s e r e in n o n essere o v i ceversa.
C i ò gli è p o s s i b i l e g r a z i e a l l ' i m i t a z i o n e , v e c c h i o
p r o b l e m a c h e q u i ritorna i n t i m a m e n t e c o n g i u n t o c o n il p r o b l e m a d e l l ' e s s e r e (234 B e s e g g . ) . I m i t a r e è fingere di s a p e r e ciò c h e n o n si s a , è q u i n d i n o n t e n e r c o n t o affatto d e l p r i n copio trascendentale. È sempre su questa base che per P l a t o n e o g n i r e t t o r i c a ed o g n i a r t e è, di fronte a l s a p e r e a s s o l u t o , c o n d a n n a b i l e . O r a è e v i d e n t e c h e se l ' i m i t a z i o n e è p o s sibile, se essa riesce a t r a s p o r t a r e
sul piano dell'essere ciò
c h e n o n è, q u e s t o n o n è d e v e p u r a v e r e u n s e n s o , q u e l l o a p p u n t o c h e d a l l a m i m e s i s gli v i e n e a t t r i b u i t o p e r m e z z o di u n i n g a n n o . C o m e quest'inganno è possibile? C o m e mai ciò che n o n è c i p u ò v e n i r e in q u a l c h e m o d o p r e s e n t a t o c o m e essere? (236 E ) B i s o g n a p e r q u e s t o c h e i n q u a l c h e m o d o il n o n essere sia e p e r c i ò l o S t r a n i e r o si o p p o r r à a l l a tesi p a r m e n i d e a p e r c u i il n o n essere è a s s o l u t a m e n t e i m p o s s i b i l e c h e sia (237 A B e s e g g . ; 2 4 1 B e s e g g . ) . C o m e il P a r m e n i d e
dimostrava
c h e l ' e s s e r e c o n c e p i t o c o m e u n i t à è c o r r e l a t i v o a l n o n essere, così il Sofista d i m o s t r e r à c h e q u e s t o « è c o r r e l a t i v o » significa « è » e q u e s t o è significa c h e « n o n è » il n o n essere a s s o l u t o m a è 1'« a l t r o ». C i ò c h e n o n è b e l l o n o n è q u a l c o s a di i n e s i s t e n t e m a è l ' a l t r o d a l b e l l o : s a r à l ' u t i l e , s a r à il necessario, m a sempre sarà. Così ciò che non è una seggiola n o n s a r à n o n essere m a t u t t o q u e l l ' e s s e r e c h e è a l t r o d a u n a s e g g i o l a . C i s o n o d u n q u e v a r i esseri c h e solo d i v e n t a n o n o n essere n e l l a l o r o r e l a z i o n e . L e i d e e r e s t a n o s e m p r e e s s e n z e
m a nella relazione g i u d i c a t i v a in cui v e n g o n o assunte o g n u n a di esse si d e t e r m i n a c o m e e s s e n z a i n q u a n t o n o n è t u t t e le a l t r e . L ' e s s e r e e il n o n essere r i g u a r d a n o q u i n d i n o n l ' e s s e n z a delle i d e e m a la l o r o r e l a z i o n e e la l o r o c o m u n i c a b i l i t à . E s s e p a r t e c i p a n o a l l ' e s s e r e a f f e r m a t o d a l g i u d i z i o e si p o n g o n o v i a v i a c o m e u n i t à in q u a n t o n o n s o n o m o l t e p l i c i t à . T u t t a v i a f a n n o p a r t e d e l l a m o l t e p l i c i t à , s o n o n o n essere, p u r e s s e n d o e s s e n z e , i n q u a n t o a p p u n t o o g n u n a di esse si p o n e c o r r e l a t i v a m e n t e a t u t t e le a l t r e . L e i d e e s o n o e n o n s o n o . I l P a r m e n i d e a v e v a d i m o s t r a t o c h e p o s t e di fronte a l l a m o l t e p l i c i t à esse d i v e n t a n o u n i t à e d e s c l u d o n o il m o l t e p l i c e c o m e n o n essere. P o s t e di fronte a l l ' u n i t à esse d i v e n t a n o m o l t e p l i c i e a f f e r m a n d o il l o r o m o n d o i d e a l e n e g a n o l a p o s s i b i l i t à d i u n ' u n i t à a s s o l u t a , di u n essere a s s o l u t o n o n c o r r e l a t i v o . N o n s o l o m a s v i l u p p a n d o t u t t e le possibili r e l a z i o n i tra u n i t à e m o l t e p l i c i t à il P a r m e n i d e c o n c l u d e v a c h e e s i s t e v a n o v a r i p i a n i d e l l e e s s e n z e a s e c o n d a della p o s i z i o n e di c o r r e l a z i o n e i n c u i e r a n o a s s u n t e . C o s ì era p o s s i b i l e sia u n m o n d o i d e a l e di p u r e i d e e , sia u n m o n d o r e a l e in c u i le i d e e si c o n c r e t i z z a v a n o c o m e r e a l t à , s i a u n m o n d o d e l l ' o p i n i o n e v e r a , sia u n m o n d o di i d e e in r e l a z i o n i false e d e r r o n e e c h e i n sè a m m e t t e v a n o l ' e r r o r e e d il n o n essere. A b b i a m o v i s t o c h e o g n i ipotesi è in q u a n t o n o n è t u t t e le a l t r e e c i o è p o s s i a m o dire, c h e o g n i ipotesi è i n r e l a z i o n e alle a l t r e g r a z i e a l p r i n c i p i o t r a s c e n d e n t a l e di c o r r e l a t i v i t à . G r a z i e a d esso, c h e n e l l a t e r z a ipotesi si a f f e r m a c o m e c r e a z i o n e e si p o n e c o m e m e d i o fra m o n d o i d e a l e e m o n d o r e a l e , i p r o b l e m i d e l l a p a r t e c i p a z i o n e v e n g o n o risolti. I l m o n d o d e l l e i d e e e il m o n d o c r e a t o s o n o c o m u n i c a b i l i p r o p r i o p e r c h è il p r i n c i p i o d i a l e t t i c o c h e li p o n e p u ò g i u s t i f i c a r e sia u n m o n d o di i d e e c h e u n m o n d o r e a l e . L a r e a l t à è i d e a p e r c h è l o stesso principio
trascendentale
di
correlazione
può
vederla
sia
c o m e r e a l t à c h e c o m e i d e a e, p e r l a stessa r a g i o n e , le i d e e p o s s o n o esistere, p o s s o n o essere e s s e n z e . M a , n e l l o stesso t e m p o , le i d e e e il r e a l e n o n s o n o n o n a p p e n a v e n g o n o v i ste d a u n a l t r o p o s s i b i l e p u n t o di v i s t a e si fissano c o m e n e -
gatività
ed
errore.
Queste
posizioni
del
Parmenide
non
v a n n o d i m e n t i c a t e n e l Sofista. P l a t o n e s v i l u p p a di esse l a particolare
concezione di comunicabilità
s t r a n d o c h e è la p o s i z i o n e t r a s c e n d e n t a l e
delle i d e e
dimo-
del conoscere ed
il g i u d i z i o i n c u i q u e s t a si e s p r i m e c i ò c h e fa sì c h e u n ' i d e a sia o n o n sia e c h e , nel c a s o i n c u i le r e l a z i o n i s i a n o e r r a t e , fa sì c h e il g i u d i z i o sia falso i n q u a n t o
scambia
un
non
essere c h e u n essere o v i c e v e r s a . C o m e si sa nella diairesis u n solo s c a m b i o d e l l ' è c o n il n o n è è sufficiente a p r o d u r r e l ' e r r o r e . È p r e c i s a m e n t e q u e s t o s c a m b i o c h e il sofista c o n tinuamente
u s a p e r il s u c c e s s o d e i s u o i d i s c o r s i . M a
quel
n o n essere p u ò a n c h e v e n i r e u s a t o c o m e d e v e essere e c i o è nelle r e l a z i o n i
giudicative per
cui una
usato
cosa è
in
q u a n t o n o n è t u t t e le a l t r e . I n a l t r e p a r o l e il s e m p l i c e f a t t o c h e il n o n essere è n o n giustifica a n c o r a l ' e r r o r e ,
bisogna
c h e , p e r c h è esso a v v e n g a , si s c a m b i c i ò c h e è c o n c i ò c h e n o n è o v i c e v e r s a . O r a , a s u a v o l t a , tale s c a m b i o è p o s s i b i l e i n q u a n t o t u t t o il m o n d o delle i d e e p u ò essere p o s t o i n relazione
negative,
in
quanto
quindi
la
correlazione
tra
l ' u n i t à e la m o l t e p l i c i t à n o n s o l o si p u ò p o r r e in m o d o t a l e c h e d a essa risulti il m o n d o r e a l e c h e l a diairesis c o n o s c e e il m o n d o della d o x a , c i o è la q u a r t a e la q u i n t a ipotesi d e l P a r m e n i d e , m a a n c h e i n m o d o d a g i u s t i f i c a r e , c o m e infatti a v v e n n e nella sesta i p o t e s i , il n o n essere delle i d e e , e q u i n d i , c o m e nelle altre ipotesi n e g a t i v e , il n o n essere e l ' e r r o r e v e r s o i q u a l i s e m p r e p i ù ci si a v v i c i n a m a n m a n o c h e si scende
dall'unità.
L'errore
n o n si d e v e c o n f o n d e r e
c o n 1'« a l t r o »,
l'al-
t e r i t à n o n è n e g a z i o n e , n o n è falsità, m a è a p p u n t o
alte-
r i t à . L ' e r r o r e è i n v e c e u n a falsa r e l a z i o n e tra le i d e e , falsa c o m u n i o n e , u n o s c a m b i o tra gli altri e l ' u n o .
una
Come
si è g i à v i s t o nel T e e t e t o l ' e r r o r e n o n è n e l l ' o g g e t t o d e l p e n siero m a nel g i u d i z i o c h e n o n si è e s p l i c a t o t o t a l m e n t e e si e s p r i m e q u i n d i i n false r e l a z i o n i tra i d e e ed i d e e .
Queste
s o n o a l l a l o r o v o l t a possibili i n q u a n t o n o n solo il n o n essere m a a n c h e l ' e s s e r e v e n g o n o d a t i alle i d e e d a l g i u d i z i o i n
c u i esse e n t r a n o
in relazione. Perciò u n a teoria
del non
essere è nello stesso t e m p o u n a teoria d e l l ' e s s e r e e c o n o s c e r e c h e c o s ' è l ' e r r o r e significa s a p e r e c h e c o s ' è l a v e r i t à , s a p e r e c h e q u e s t ' u l t i m a è e n o n è, si p o n e c i o è n o n p r i m a del giudizio, m a nel giudizio c h e l'afferma,
c o m e le i p o -
tesi d e l P a r m e n i d e s o n o o n o n s o n o a s e c o n d a d e l l e p o s i z i o n i d e l l ' u n o e d e l m o l t e p l i c e . N e l Sofista P l a t o n e f o n d i s c e q u e s t a teoria d e l l ' e s s e r e g i à r i s u l t a t a nide m a , come è naturale, Parmenide,
appro-
dal Parme-
il Sofista n o n d i s t r u g g e n è il
n è l a t r a d i z i o n a l e teoria d e l l e i d e e . I l m o n d o
d e l l e i d e e resta s e m p r e v a l i d o c o n le s u e s o l i t e c h e , solo si d i m o s t r a
caratteristi-
c h e p r o p r i o p e r il f a t t o c h e le i d e e
sono è possibile tra loro u n rapporto e c h e sono o n o n sono in r a p p o r t o a l l a r e l a z i o n e c o n c u i v e n g o n o a s s u n t e .
In ciò
la l o r o a l t e r i t à , e n o n il l o r o n o n essere, p e r c h è a n c h e q u a n d o d i c i a m o « il c a v a l l o n o n è u n b u e » c i ò n o n significa c h e n o n esiste l ' i d e a d e l b u e , e q u i n d i t u t t o il m o n d o d i i d e e c h e n o n s o n o il c a v a l l o , m a solo c h e , nella r e l a z i o n e g i u d i cativa, u n ' i d e a è in quanto n o n è tutte le altre. Il m o n d o delle i d e e è s a l d o c o m e n o n m a i e c i ò p e r c h è si è d i m o s t r a t o col c o n c e t t o di a l t e r i t à c h e le idee s o n o a n c h e se n e l g i u d i z i o si p u ò dire c h e n o n s o n o . B r o c h a r d a v e v a perciò perfettamente
ragione sostenen-
d o c h e l a teoria d e l l ' e s s e r e d e l Sofista n o n è c h e u n o s v i l u p p o delle p o s i z i o n i del P a r m e n i d e e c h e s o l o c o n il p r i 1
m o d i a l o g o si s p i e g a il s e c o n d o ) . Ontologismo tato fondamentale
e trascendentalismo.
— P o i c h é il resul-
d e l P a r m e n i d e era stato quello di som-
m u o v e r e la concezione dogmatica dell'essere per risolverla nella c o r r e l a z i o n e t r a s c e n d e n t a l e
è l o g i c o c h e , n e l Sofista,
lo S t r a n i e r o inizi la s u a c r i t i c a alle c o r r e n t i c o n c e z i o n i d e l -
i) B R O C H A R D : L a théorie platon. de la participation. de phil. anc. et mod. Paris, 1912, P a g . 132 e segg.
Etudes
l ' e s s e r e p r o p r i o c o l s u o p a r r i c i d i o e c i o è c o n la c o n f u t a z i o n e d e l l a tesi d o g m a t i c a di P a r m e n i d e p e r c u i l ' e s s e r e n o n p u ò m a i n o n essere. Si noti p e r ò c h e l a p o s i z i o n e di trascendenza
dell'essere come unità
viene dogmaticamente assunta,
è criticata
assoluta
in
quanto
i n q u a n t o c i o è essa
preten-
d e di e s a u r i r e , i n u n a sola p o s i z i o n e , t u t t e le possibili p o s i z i o n i della c o r r e l a z i o n e . L ' u n i t à
parmenidea
s u b i t o v a l i d a se T e e t e t o c o m p r e n d e s s e
diventerebbe
c h e essa n o n è
un
d a t o c h e v a l e di p e r sè, m a è u n a delle p o s i z i o n i c o r r e l a t i v e della legge e in tanto v a l e in q u a n t o è posta dal
pensiero
c o m e s u a p o s s i b i l e d e t e r m i n a z i o n e . L a c r i t i c a delle d o t t r i n e pluralistiche
dell'essere,
c o m e q u e l l a delle d o t t r i n e
unita-
r i e , l a c r i t i c a d e l l e teorie delle i d e e d e g l i A m i c i delle i d e e c o m e q u e l l a d e i F i g l i della t e r r a , v e n g o n o t u t t e d a l m e d e s i m o p u n t o di v i s t a in q u a n t o t u t t e
compiute
rappresentano,
« u n a c o n c e z i o n e d o g m a t i c o - m e t a f i s i c a delle i d e e stesse » e in q u a n t o « l ' a s t r a t t o essere in sè di tali p o s i z i o n i rifiuta il rapporto
con posizioni razionali antitetiche
e rende l
i m p e n s a b i l e la c o m p l e s s a s t r u t t u r a d e l r e a l e » ) . I n s e n s o « c o n P l a t o n e la r a g i o n e esce d a l l a s u a z a , il s u o essere d i v i e n e s i s t e m a :
quindi questo
immediatez-
il m o m e n t o
ontologico
n o n a p p a r e sufficiente a d e s p r i m e r e l ' a u t o n o m i a
razionale,
e, b e n c h é esso a b b i a le sue r a d i c i n e l t e l e o l o g i s m o etico-rel i g i o s o d e l l a v i s i o n e p l a t o n i c a d e l l a r e a l t à , si s v o l g e e si ri2
solve verso una posizione logico-trascendentale » ) . A questo p u n t o la n o s t r a
interpretazione
del pensiero
a s s u m e il s i g n i f i c a t o di u n p r o b l e m a d e l l a poranea,
e i n esso, in u n c e r t o s e n s o , t e n d e a d
C i sia p e r m e s s o p e r c i ò a r r e s t a r c i chiarificazione rappresenta ficazione
platonico
filosofia
contemampliarsi.
su tale p r o b l e m a
n e l l o stesso t e m p o
una
c o n c l u s i v a dei p u n t i di v i s t a d e l n o s t r o
la c u i chiari-
studio.
L a f o n d a z i o n e di u n a teoria delle i d e e intese c o m e es-
1 ) A. B A N F I : 1926, Pag. 404. 2)
A.
BANFI:
Principii di una teoria della ragione. Milano Op.
cit.
Pag.
405.
senze e quindi una teoria ontologica dell'essere rappresenta certo una delle conquiste fondamentali del p l a t o n i s m o . T u t t a v i a t a l e m o n d o i d e a l e , q u a n d o esso v e n g a v i s t o i n r a p p o r t o a d u n a p o s i z i o n e di s a p e r e a s s o l u t o , n o n p u ò n o n a p p a r i r e p a r z i a l e e insufficiente e n o n p u ò e s a u r i r e i n sè l ' a s s o l u t o s a p e r e . D a q u e s t o p u n t o di v i s t a u n a t e o r i a o n t o l o g i c a d e l l e i d e e , e q u i n d i l a t e o r i a di u n ' e i d e t i c a , d e v e v e n i r e n e c e s sariamente
criticata e considerata
non come sapere asso-
l u t o m a s o l o c o m e u n a t a p p a di a r r e s t o n e l c a m m i n o c h e l a r a g i o n e p e r c o r r e v e r s o q u e l s a p e r e . C o m e t a l e essa si p r e senterà
fenomenologico della
ragione.
Nella dialettica ascendente del Teeteto, tendente
come un
momento
appunto
a l l a c o n q u i s t a di u n s a p e r e p u r o , t a l e p o s i z i o n e v e r r e b b e n e g a t a ; a n a l o g a m e n t e , nel S o f i s t a , v i e n e c r i t i c a t a la t e o r i a d e g l i A m i c i d e l l e i d e e i n q u a n t o essi p r e t e n d o n o c h e l ' e i d e tica esaurisca l'intero senso razionale della realtà.
Tanto
v a r r e b b e p r e t e n d e r e c h e la s e c o n d a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e , d o v e si f o n d a il s e n s o di u n m o n d o i d e a l e , sia l ' u n i c a i p o tesi p o s s i b i l e . P e r tale r a g i o n e a g l i A m i c i d e l l e i d e e si c o n t r a p p o n g o n o i F i g l i d e l l a terra e c i o è i s o s t e n i t o r i di q u e l m o n d o di c u i il s e n s o v i e n e g i u s t i f i c a t o d a l P a r m e n i d e d o p o la t e r z a i p o t e s i e cioè q u a n d o il m o n d o a p p a r e , a n c h e se f o n d a t o d a l p e n s i e r o , non p i ù c o m e m o n d o d e l l e i d e e , m a , a l l a l u c e d e l l a stessa c o r r e l a z i o n e c h e h a g i u s t i f i c a t o il m o n do ideale, c o m e m o n d o reale, c o m e m o n d o creato. A m b e d u e le p o s i z i o n i s o n o d o g m a t i c h e m a , c o m e l a r a g i o n e g i u n ta a l l a c o s c i e n z a d e l l a s u a t r a s c e n d e n t a l i t à r e s t i t u i s c e v a l o r e ai momenti superati che a tale posizione l'hanno
condotta,
e si r i c o r d i nella R e p u b b l i c a l ' i d e a m a s s i m a d a c u i il m o n d o c o m e d a l sole r i c e v e e s s e n z a e d e s i s t e n z a , c o s ì le p o s i z i o n i d o g m a t i c h e fissate n e l r i c o n o s c i m e n t o d e i p a r z i a l i sensi d e l l ' e s s e r e c h e i n esse si r i v e l a n o , v e n g o n o t u t t e r i v a l u t a t e n o n a p p e n a le l o r o d i m e n s i o n i si p r e s e n t a n o c o m e p o s i z i o n i possibili d e l l a c o r r e l a t i v i t à t r a s c e n d e n t a l e
essere e n o n e s -
sere, n o n a p p e n a cioè si c o m p r e n d e c h e esse n o n v a l g o n o i n sè e p e r sè m a s o n o p o s t e , c o m e n e l P a r m e n i d e a v v i e n e ,
d a l l a r a g i o n e c h e si m u o v e n e l l a s u a i n t e r i o r e
dinamicità.
I l m o n d o delle i d e e e l a t e o r i a o n t o l o g i c a di esse n o n p u ò p r e t e n d e r e di r a c c h i u d e r e il s e n s o d e l l a r a z i o n a l i t à d e l r e a l e , m a n o n c e s s a p e r q u e s t o di essere u n o d e i m o m e n t i n e c e s sari
della legge unità
aspetti
e molteplicità e quindi
necessari dell'essere. I n
altre
uno
degli
p a r o l e se l ' e i d e t i c a
n o n è p i ù i n u n a p o s i z i o n e d o g m a t i c a e se q u i n d i la r a g i o n e si r i s o l v e v e r s o la s u a p o s i z i o n e l o g i c o - t r a s c e n d e n t a l e , p r o prio questa
r i s o l u z i o n e restituisce a l l ' e i d e t i c a t u t t o il s u o
s e n s o e t u t t o il s u o v a l o r e . I l p e n s i e r o m o d e r n o h a c r e d u t o di a v v i c i n a r e P l a t o n e a sè stesso n e g a n d o il s e n s o o n t o l o g i c o d e l l ' i d e a p e r r i d u r l a a l c o n c e t t o di l e g g e ; se c i ò , c o m e si è v i s t o , è in u n c e r t o s e n s o p o s s i b i l e , n o n è m e n v e r o c h e p r o p r i o q u e s t a r i s o l u z i o n e , g r a z i e a l l a teoria d e i v a r i sensi dell'essere corrispondenti zioni
della legge
alle possibili e necessarie
trascendentale
di
correlazione,
posi-
rivaluta
p r o p r i o q u e l senso o n t o l o g i c o d e l l e idee c h e p r i m a si è d o v u t o , e n e c e s s a r i a m e n t e , n e g a r e . I l r e s u l t a t o di q u e s t o m o v i m e n t o è che l'essenza o l'idea non ha più u n significato d o g m a t i c o , il s u o essere n o n è p i ù u n essere d a t o , m a a p p u n t o u n o d e i sensi i n c u i la r a g i o n e m u o v e sè stessa q u a n d o si e s p l i c a nella s u a t o t a l e e a u t o n o m a l i b e r t à . L ' a n t i n o m i a i n a t t o nelle i n t e r p r e t a z i o n i p l a t o n i c h e c o r r e n t i è t u t t a b a s a t a s u l l ' a n t i t e s i fra l ' i d e a i n t e s a c o m e essere o n t o l o g i c o e l ' i d e a c h e si a v v i a , se n o n s e m p r e a d i v e n t a r e l e g g e , diventare m o v i m e n t o e dinamicità, interpretazione
a
questa
a c u i il Sofista h a offerto t a n t o m a t e r i a l e . P e r la stessa r a g i o n e l ' u n i t à del p e n s i e r o p l a t o n i c o si s p e z z a i n d u e p e r i o d i i n c u i d o m i n e r e b b e r o le d u e c a r a t t e r i s t i c h e a c c e n n a t e :
nel
p r i m o P l a t o n e s t a r e b b e p e r l a t e o r i a delle idee c o m e e n t i t à fisse e i m m u t a b i l i , nel s e c o n d o le i d e e si r i v e l e r e b b e r o c o m e v i t a e m o v i m e n t o . M a a m b e d u e le p o s i z i o n i , c o m e si è v i s t o , h a n n o v a l o r e e si c o m p e n e t r a n o l ' u n a n e l l ' a l t r a , e d e s i ste u n solo P l a t o n e c h e non h a mai rinunciato alla teoria d e l l e i d e e intese c o m e e s s e n z e e c h e nello stesso t e m p o h a c o m p r e s o quella teoria in una visione generale della realtà
c h e la l i b e r a d a l l a s u a s t a t i c i t à e d a l s u o i n i z i a l e s e n s o d o g matico. Si- c o n f r o n t i n o
queste
pensiero in parte sorta,
posizioni con una
si noti b e n e ,
corrente
di
c o m e reazione alla
s c u o l a di M a r b u r g o , v o g l i a m o d i r e c o n l a f e n o m e n o l o g i a d i Husserl. E s s a parte dalla critica del sensibile c o m e base del s a p e r e , c r i t i c a c h e si e s p r i m e nella teoria d e l l ' « e p o c h e » e nel p r o c e s s o di « r i d u z i o n e f e n o m e n o l o g i c a ». L a d i r e z i o n e naturale del nostro
pensiero
ci c o n d u c e a
sensibile c o m e u n d a t o a l di fuori di n o i
considerare
il
si t r a t t a i n v e c e
di astenersi d a l l ' u s o di u n a simile d i r e z i o n e , di p o r l a « tra p a r e n t e s i » e, c o n essa, tutti i g i u d i z i e d i c o n c e t t i , i n s i e m e a t u t t i i d a t i esterni, i f e n o m e n i p s i c h i c i e c c . Si r a g g i u n g e r à c o s ì u n « d o m i n i o n e u t r o del v i s s u t o » c h e si p r e s e n t a come
originario
ed
irriducibile:
la
fenomenologia
è
per
H u s s e r l p r o p r i o la d e s c r i z i o n e di q u e s t o d o m i n i o n e u t r o d e l 2
v i s s u t o così c o m e esso si p r e s e n t a a l l ' i n t u i z i o n e ) . I n sto d o m i n i o n e u t r o , menologica,
que-
o t t e n u t o a t t r a v e r s o la r i d u z i o n e f e n o -
noi p o s s i a m o s c o p r i r e d e l l e e s s e n z e
indipen-
denti dal t e m p o e da ogni relatività del vissuto non neutro, o p p o s t e q u i n d i a i fatti s e m p l i c e m e n t e d a t i e i m m e r s i n e l l a relatività
3
d e l d i v e n i r e ) . L ' e p o c h i z z a z i o n e e la
fenomenologica
conducono quindi Husserl alla
riduzione fondazione
d i u n m o n d o d e l l e e s s e n z e e cioè di u n ' e i d e t i c a p u r a . Q u e sta r a p p r e s e n t a
a s u a v o l t a la s t r u t t u r a stessa d e l l a r e a l t à
i n q u a n t o gli stessi a s p e t t i d e l reale p r i m a p o s t i tra
paren-
tesi v e n g o n o r i c o m p r e s i c o m e d i r e z i o n i d e l s e n s o d e l
ra-
zionale. L ' o g g e t t o c o m e tale, a cui l'intenzionalità della c o scienza tende,
d i v e n t a il c o n t e n u t o
di
quest'intenzionalità 4
c h e r i s o l v e gli o g g e t t i nel loro essere i d e a l e ) . M a c i ò c h e
1) E . H U S S E R L : Idee zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen philosophie. I. Halle, 1928, P a g g . 48-49. 2) E . H U S S E R L : 3) E . H U S S E R L : 4) E . H U S S E R L :
O p . cit. P a g . 139-140. O p . cit. Pag. 7 e segg. O p . cit. Pag. 64 e segg.
p i ù interessa è c h e questa t r a s f o r m a z i o n e d e l l a f e n o m e n o l o J
gia in scienza delle strutture razionali della realtà ) a v v i e n e a t t r a v e r s o il m o v i m e n t o l o g i c o g i à p o s t o i n l u c e ; cioè la rid u z i o n e f e n o m e n o l o g i c a , t e n d e n t e a s e p a r a r e le e s s e n z e d a l l a r e a l t à e m p i r i c a , a d u n c e r t o m o m e n t o s e m b r a n e g a r e le ess e n z e stesse, p e r b a s a r s i s u l l ' u n i c o f a t t o i n d u b i t a b i l e d a c u i le stesse e s s e n z e
finiscono
p e r d i p e n d e r e , v a l e a d i r e la c o -
s c i e n z a i n t e n z i o n a l e risolta i n io p u r o inteso c o m e r e s i d u o f e n o m e n o l o g i c o o m e g l i o , p o s s i a m o d i r e , c o m e io t r a s c e n dentale:
la f e n o m e n o l o g i a d e s c r i t t i v a si t r a s f o r m a
c o s ì in
2
f e n o m e n o l o g i a t r a s c e n d e n t a l e ) . D a l l o stesso p u n t o di p a r t e n z a di H u s s e r l , la s u a critica d e l n a t u r a l i s m o c o m e n a t u ralizzazione del conoscere e del suo oggetto, d o v e v a necessariamente
sorgere una
teoria
del trascendentale.
Ora
la
t e n d e n z a d e l n a t u r a l i s m o è q u e l l a di c o n c e p i r e o g n i essere n e l l o stesso
« senso » con cui concepisce l'essere dell'og3
g e t t o n a t u r a l i z z a t o ) . D i q u e s t o p a s s o si g i u n g e alla stessa n a t u r a l i z z a z i o n e della c o s c i e n z a , e, c o n s e g u e n t e m e n t e ,
ad
u n a r i d u z i o n e di q u e s t a a l l ' e s s e r e d e l l a p s i c o l o g i a . D a c i ò la n e c e s s i t à di u n a c r i t i c a d e l l o p s i c o l o g i s m o a t t r a v e r s o
la
q u a l e si d o v r à a r r i v a r e a l l a d e t e r m i n a z i o n e d e l v e r o essere d e l l a c o s c i e n z a . Q u e s t o v e r r à r a g g i u n t o p r i m a a t t r a v e r s o la r i c e r c a f e n o m e n o l o g i c a delle e s s e n z e su c u i si b a s a
un'on-
t o l o g i a d e l l a c o s c i e n z a e p o i c o n il c o n c e t t o di c o s c i e n z a t r a s c e n d e n t a l e c h e giustifica lo stesso m o n d o o n t o l o g i c o d e l l e i d e e . D u n q u e se la c r i t i c a d e l n a t u r a l i s m o e dello p s i c o l o gismo permette
a d H u s s e r l di a r r i v a r e a l l a c o s c i e n z a t r a -
s c e n d e n t a l e , a q u e l c o n c e t t o si a r r i v a s o l o i n q u a n t o si d i stingue
fra
d i v e r s i sensi d e l l ' e s s e r e :
prima
l'essere
della
s c i e n z a , n a t u r a l i z z a t o , e l ' e s s e r e d e l l a c o s c i e n z a , c o m e ess e n z i a l i t à e i d e t i c a e p o i tra le p r a t i c a m e n t e infinite o n t o l o gie r e g i o n a l i e c i o è a t t r a v e r s o i v a r i sensi d e l l ' e s s e r e c o r r i -
1) E . H U S S E R L :
Op.
cit. P a g .
2)
Op.
cit.
E.
HUSSERL:
3) E . H U S S E R L :
Pag.
O p . cit. P a g .
309
e
segg.
178.
34 e segg.
s p o n d e n t i alle v a r i e f o r m e d e l s a p e r e . L a c a r a t t e r i s t i c a f o n damentale
della fenomenologia sembra
dunque
consistere
n e l p o r r e il c o n c e t t o d i t r a s c e n d e n t a l e d a u n p u n t o di v i s t a t a l e p e r c u i il f o n d a r e q u e l c o n c e t t o significa n e l l o stesso t e m p o d e t e r m i n a r e i v a r i sensi d e l l ' e s s e r e a c u i il t r a s c e n dentale n o n d e v e adeguarsi. I n altre parole per Husserl i v a r i m o m e n t i del conoscere n o n sono solo forme fenomenologiche negative del sapere assoluto e quindi gradi di sviluppo puramente
teoretici c h e l a r a g i o n e d e v e
percorrere
p e r c o n q u i s t a r e sè stessa, m a d i v e n t a n o a n c h e v a r i i p i a n i e s s e n z i a l i , v a r i i sensi d i q u e l l ' e s s e r e c h e n o n s o n o p i ù d a t i dogmaticamente,
come prima
dell'epochizzazione, m a ri-
solti n e l l a s t r u t t u r a t r a s c e n d e n t a l e
1
della coscienza ) .
I l p e n s i e r o m o d e r n o si è c o m p o r t a t o v e r s o q u e l s e n s o d e l l ' e s s e r e s u c u i si f o n d a la p o s s i b i l i t à d i u n ' e i d e t i c a c o m e la s c u o l a di M a r b u r g o si è c o m p o r t a t a c o n l ' i d e a di P l a t o n e . M a se c i ò h a p o s t o i n c h i a r o l ' e s i g e n z a d e l p r o b l e m a d e l t r a s c e n d e n t a l e e q u e l l a di u n a c r i t i c a d e l l a c o n c e z i o n e d o g m a t i c a dell'eidetica, h a però posto n e l l ' o m b r a la legitt i m a n e c e s s i t à d i u n m o n d o d e l l e i d e e . D a q u e s t o p u n t o di vista Husserl ripresenta alla fondamentale
filosofia
m o d e r n a il p r o b l e m a 2
del pensiero platonico ) .
La definizione dell'arte dialettica. — N e l l a c r i t i c a d e l l e a n t i c h e teorie d e l l ' e s s e r e c o m p i u t a d a l l o S t r a n i e r o è d a n o t a r e s o p r a t u t t o l'interesse p l a t o n i c o n e l r i g e t t a r e q u e l l e t e o rie c h e p r e s e n t a n o i n s e n s o d o g m a t i c o la l e g g e t r a s c e n d e n t a l e d i c o r r e l a z i o n e . C o s ì v i e n e c r i t i c a t a s u b i t o l a teoria secondo c u i l'essere è d o g m a t i c a m e n t e
u n o e molteplice
n e l l o stesso t e m p o e si s o s t i e n e c h e s o l o u n a c o n f u s i o n e d e l concetto dell'essere p u ò rendere possibile l'accordo del di-
1) Si veda a proposito di questa interpretazione il lavoro di L É V I N A S : L a théorie de l'intuition dans la phen. de H. Paris, 1920. 2) C. R I T T E R : Die Kerngedanken der plat. phil. München 1931, Pagg. 188 e segg.
s a c c o r d o e c o s ì v i a (242 E , 243 C ) . D o t t r i n e
pluraliste
e
d o t t r i n e u n i t a r i e c a d o n o i n q u a n t o l ' e s s e r e è s e m p r e a l di l à d e l l e loro i d e n t i f i c a z i o n i , t r a s c e n d e s e m p r e o g n i s u a p o sizione dogmatica.
L a c r i t i c a d e l p u n t o di v i s t a u n i t à
m o l t e p l i c i t à r i a s s u m e le a n t i n o m i e g i à v i s t e nel come, analogamente,
e
Parmenide,
l ' a n t i t e s i tra i F i g l i della t e r r a e g l i
A m i c i d e l l e i d e e r i a s s u m e la stessa a n t i n o m i a c o m e o p p o s i zione tra m o n d o ideale, anteriore alla terza ipotesi del P a r m e n i d e e m o n d o r i s u l t a t o d a l l a c r e a z i o n e . N e l l a c r i t i c a di q u e s t e o p p o s t e p o s i z i o n i si i n t r o d u c e la definizione d e l l ' e s sere c o m e « p o t e n z a », c o m e a z i o n e e p a s s i o n e . A . D i é s h a notato
giustamente
che questa
posizione, non
nuova
nel
1
pensiero platonico ), viene data c o m e provvisoria e consid e r a t a c o m e tale ' ) . L a c o n c l u s i o n e a c u i P l a t o n e v u o l e arr i v a r e è c h e l'essere n o n è definibile, c h e esso è oltre o g n i definizione.
« È
proprio
questa
eterogeneità
dell'essere
r a p p o r t o a d o g n i a l t r a c o s a c h e P l a t o n e v o l e v a far n e l l a s u a storia
in
risentire
3
delle teorie d e l l ' e s s e r e » ) . P e r m e z z o di
quella definizione l'antitesi
tra m a t e r i a
p o r e i t à ed i n c o r p o r e i t à si t r a s f o r m a
ed i d e a c o m e c o r -
i n q u e l l a di stasi e di
m o v i m e n t o ' ) . D ' a l t r a p a r t e q u e s t o c o n c e t t o di m o v i m e n t o s u c u i si è t a n t o insistito, n o n i n t r o d u c e il m o v i m e n t o nelle 5
i d e e , n o n t r a s f o r m a le i d e e stesse i n m o v i m e n t o ) . L o S t r a n i e r o stesso r i a s s u m e la p o s i z i o n e d i a l e t t i c a della d i s c u s s i o ne:
b i s o g n a c h e il
l'unità,
filosofo
« da
quelli che affermano
sia la m o l t e p l i c i t à delle i d e e , n o n si l a s c i
sia
affatto
imporre l'immobilità del tutto, e a quelli poi che m u o v o n o l ' e s s e r e i n t u t t i i sensi, n o n presti
nemmeno
ascolto,
ma
f a c c i a s u o sia c i ò c h e è i m m o b i l e sia c i ò c h e si m u o v e » (249 C ) . E si r i c h i a m a l a stessa p o s i z i o n e d i c o r r e l a z i o n e
1) A . D I E S : L a definition de l'etre et la nature des idees dans le Sophiste de Platon. Paris, 1909, P a g . 21 e segg. 2) A . D I E S : Op. cit. Pag. 29-30. 3)
A.
4) A . 5) A .
DIES:
Op.
DIES:
O p . cit. P a g . 35 e segg. O p . cit. Pag. 54 e segg.
DIES:
cit.
Pag.
31.
trascendentale
verso l'interpretazione
le T e e t e t o è m e s s o a n c o r a L'eterogeneità
dogmatica della
una volta in guardia
dell'essere
si
determina
sempre
c o r r e l a z i o n e sia d e i d u e t e r m i n i v i t a e m o r t e
qua-
(250 A ) . come
una
(Fedone
105
B e s e g g . ) , sia c o m e i d e a l i t à e c o r p o r e i t à , sia c o m e u n i t à e molteplicità
e,
finalmente,
stasi
e movimento '). Ma
sere n o n si l a s c i a e s a u r i r e n e m m e n o d a q u e s t a quando stessa
questa
non v e n g a considerata
che l'essere pone
come
a sè m e d e s i m o
posizione tra l'essere e l'altro
l'eterogeneità
e cioè c o m e
due problemi diventano
op-
(250 C ) . P e r c i ò il p r o b l e m a
d e l l ' e s s e r e s v i l u p p a t o i n t u t t o il s u o m o v i m e n t o conduce necessariamente
l'es-
opposizione
al p r o b l e m a
del
non
aporético
essere ed i
u n o solo (250 E ) . O r a è
proprio
nel m o m e n t o stesso c h e il p r o b l e m a si p o n e nella s u a inter e z z a c h e esso si t r a s f o r m a
in quello della c o m u n i o n e delle
i d e e e c i o è nel p r o b l e m a
della predicazione.
del dialogo ancora
una
volta insieme
della legge trascendentale che ad
alla
Nell'interno
chiarificazione
si c h i a r i s c e il m e t o d o
essa v i e n e r i c o l l e g a t o . Il p r o b l e m a
diairetico
della
predica-
z i o n e si m u o v e su q u e s t e d u e p o s s i b i l i t à : o la r e a l t à n o n è che molteplicità
assoluta
ed allora
nessuna
idea
può
en-
t r a r e i n c o m u n i c a z i o n e c o n l ' a l t r a e il m o v i m e n t o e la stasi s o n o i n c o n c e p i b i l i in q u a n t o l'essere;
oppure
un'idea
non
partecipa
possono
partecipare
all'altra
senza
al-
distin-
z i o n e ( 2 5 1 D E , 252 A , 252 D ) . M a il v e r o sta in u n a
terza
p o s s i b i l i t à e c i o è nella m e d i a z i o n e d e l l e d u e p o s s i b i l i t à c o n siderate
(251 E ,
pendere
la p o s s i b i l i t à
252 E ) in u n a
concezione che faccia
o l'impossibilità
della
di-
comunicazio-
ne d a l l a l e g g e d e l p e n s i e r o c h e r e g o l a i v a r i sensi d e l l ' e s sere.
C o n l'antico
chi saprà
quando
metodo
socratico lo Straniero
le lettere p o s s o n o unirsi l ' u n a
c o l u i c h e n o n se n e i n t e n d e o p p u r e il g r a m m a t i c o ?
chiede: all'altra, (253 A )
A n a l o g a m e n t e c h i è c h e c o n o s c e r à in q u a l c a s o e i n
1) A. DIÈS: O p . cit. Pag. 15.
che
m o d o la partecipazione delle idee è possibile? L a risposta: il
filosofo,
è evidente.
g u i d i nel r a g i o n a m e n t o
« È
necessaria una
scienza che ci
se si v u o l s a p e r e c o n p r e c i s i o n e :
quali generi sono mutualmente
conzonanti e quali invece
n o n p o s s o n o a c c o r d a r s i ; d i m o s t r i inoltre se v e ne s o n o c h e , s t a b i l e n d o u n a c o n t i n u i t à a t t r a v e r s o t u t t i g l i altri,
rendono
p o s s i b i l e l a l o r o c o m u n i c a z i o n e e se p o i nella d i v i s i o n e v e n e s o n o altri c h e , tra q u e l l i r a g g r u p p a t i , s o n o i fattori della d i v i s i o n e stessa » (253 B C ) . Q u a l e s a r à
questa
scienza?
S i r i c o r d i c i ò c h e si è d e t t o della c o n n e s s i o n e tra errore e verità,
tra
non
essere ed
essere,
« F o r s e c h e n o n ci s i a m o i m b a t t u t i ,
tra
sofistica e
filosofia.
dice lo Straniero, sen-
z a a c c o r g e r c e n e , c o l l a s c i e n z a d e g l i u o m i n i liberi, e
non
r i s c h i a m o n o i di a v e r s c o p e r t o p r i m a di t r o v a r e il sofista, p r o p r i o il
filosofo?
» (253 C ) S e g u e la d e f i n i z i o n e d e l
sofo d i a l e t t i c o i n u n p a s s o g i à c i t a t o a p r o p o s i t o d e l
filoPar-
m e n i d e p e r d i m o s t r a r e le c o n n e s s i o n i della diairesis c o n il problema
della partecipazione
q u a l e è v i s t o nella
quarta
i p o t e s i di q u e l d i a l o g o . C o l u i c h e è u n v e r o d i a l e t t i c o è i n g r a d o di d i s t i n g u e r e « I) u n ' u n i c a i d e a , d i v i s a i n o g n i p a r te, a t t r a v e r s o mente;
m o l t e , di c u i c i a s c u n a resta
I I ) m o l t e i d e e , differenti l ' u n a
una
dall'altra,
separataracchiu-
se d a l di fuori d a u n a sola i d e a ; I I I ) u n ' u n i c a i d e a c h e r e sta u n i c a p u r e e n t r a n d o i n u n a p l u r a l i t à di i d e e ; I V ) u n a m o l t e p l i c i t à di i d e e d i v i s e l ' u n a d a l l ' a l t r a » (253 B ) . S t e n zel,
che
dedica un
intero
capitolo a
questo
p a s s o ' ) , lo
s p i e g a s o s t e n e n d o c h e i n esso si a l l u d e a l r e s u l t a t o separazione
dei c o n c e t t i , a l l a diairesis, e a d u n ' i d e a
nita a t t r a v e r s o
m o l t i interi c o n l ' u n i t à ,
cioè la
della riu-
sumploké
eidòn necessaria per raggiungere l ' a t o m o eidos. « Il terzo ed il q u a r t o fra
membro
del p a s s o s o n o riuniti
strettamente
di l o r o e s t a b i l i s c o n o l ' a c q u i s t o d e l l a d e f i n i z i o n e ,
del
l o g o s , di u n a sola i d e a , c o n u n a c o n c a t e n a z i o n e di p r e d i -
1) S T E N Z E L :
Studien cit. Pagg. G2-71.
c a t i c h e è il r e s u l t a t o d e l l a s e p a r a z i o n e d e l l e m o l t e superiori:
questa
concatenazione
costituisce
la
unità
ricercata
n u o v a unità e c o n ciò separa tutte le altre idee n e t t a m e n t e d a q u e s t a . S u l l a stessa b a s e si c o m p r e n d o n o a n c h e il p r i m o e d il s e c o n d o m e m b r o »
Però mentre i due ultimi m e m -
b r i h a n n o p e r s c o p o la s e p a r a z i o n e , c o n i p r i m i d u e si i n dica
i n v e c e la
r i c o n g i u n z i o n e di
ciò che è stato
diviso.
I l p r i m o m e m b r o p o i e il t e r z o s o n o d a c o n s i d e r a r s i c o m e le p r e m e s s e d e i r e s u l t a t i r a g g i u n t i r i s p e t t i v a m e n t e
d a l se-
c o n d o e d a l q u a r t o . U n ' u n i c a i d e a infatti e n t r a i n lasciandole separate
molte
( p r i m a m e m b r o ) p e r c u i (nel s e c o n d o
m e m b r o ) si r i s t a b i l i s c e l ' u n i t à i n q u a n t o q u e s t e i d e e v e n g o n o p o i r a c c h i u s e in u n ' u n i c a
idea.
Nel terzo
membro
l'unità v i e n e stabilita dalle c o n c a t e n a z i o n i delle unità
su-
p e r i o r i e p o i i p r e d i c a t i a d a t t i v e n g o n o r i a s s u n t i (nel q u a r t o m e m b r o ) in u n a d e f i n i z i o n e p e r c u i si p u ò r a g g i u n g e r e u n a d i v i s i o n e d e f i n i t i v a d e i c o n c e t t i . I l r e s u l t a t o d e l l a diairesis è dunque
un'unità
separata
nettamente,
dalla
quale
ne
v a n n o s e p a r a t e m o l t e a l t r e (255 D E ) ; c o n il c h e è r a g giunto pienamente
c i ò c h e si era a f f e r m a t o
nel p a s s o s o -
p r a c i t a t o c o m e s p e c i f i c a f u n z i o n e d e l l a d i a l e t t i c a e c i o è il dividere per generi e non prendere per altra u n ' i d e a che è la m e d e s i m a partecipare contrario
e non
confondere
cioè le idee che
con quelle che i n v e c e non
sarebbe proprio
l'errore.
possono
possono farlo:
il
Stenzel è riuscito così
a s p i e g a r e il difficile p a s s o s c o p r e n d o i n esso i f o n d a m e n t i d e l l a d i a i r e s i s . I n t e r e s s a v a far p r e s e n t e c h e q u e s t a è p o s sibile s o l o q u a n d o v i e n e p o s t o i n t u t t a la s u a i n t e r e z z a il p r o b l e m a d e l l ' e t e r o g e n e i t à d e l l ' e s s e r e e c h e c i o è il m e t o d o diairetico è reso possibile proprio dalla r a g g i u n t a posizione della legge trascendentale.
A b b i a m o v i s t o nel
Parmenide
c o m e n e l l a q u a r t a i p o t e s i si p o s s a d e t e r m i n a r e il s e n s o d e l l ' e s s e r e s u c u i la diairesi si m u o v e p e r c h è P a r m e n i d e
1) STENZEL: O p . cit. P a g . 6 7 .
pone
i n r e l a z i o n e il m o n d o d e l l e i d e e d e l l a s e c o n d a i p o t e s i c o n il m o n d o della r e a l t à . L a diairesis i n altre p a r o l e è p o s s i b i l e s o l o se l a c o r r e l a z i o n e t r a s c e n d e n t a l e è g i à e n t r a t a i n g i u o c o e h a d e t e r m i n a t o le p o s i z i o n i s u c u i q u e l l a si d e v e muovere.
Deduzione
dall' eidetica
della legge trascendentale.
—
I l p r o b l e m a c h e o r a d i r e t t a m e n t e si p r e s e n t a a P l a t o n e n o n è privo sua
d i difficoltà:
data
l'eterogeneità
c o r r e l a z i o n e c o n il n o n essere,
tale
d e l l ' e s s e r e e la c o r r e l a z i o n e si
e s p r i m e essa i n idee? I n a l t r e p a r o l e se l a l e g g e
trascen-
d e n t a l e p o n e il m o n d o i d e a l e e g l i altri sensi d e l l ' e s s e r e , q u e s t a stessa l e g g e , n e i t e r m i n i i n c u i si e s p r i m e e i d e t i c a m e n t e , c o m e d e v e essere i n t e s a ? I g e n e r i s o n o i d e e di p e r sè m a d o v e t r o v a p o s t o il t e r m i n e stesso i d e a l e d e l l a l o r o c o r r e l a z i o n e ? S i t r a t t a f o n d a m e n t a l m e n t e d e l p r o b l e m a delle categorie. L a legge trascendentale
è oltre o g n i senso d e l -
l ' e s s e r e a p p u n t o p e r c h è p o n e l ' e s s e r e stesso, così è oltre l o s t e s s o s e n s o i d e a l e : le i d e e i n c u i essa si e s p r i m e d i v e n t a n o idee di u n a speciale categoria correlativa; l'idea male e dell'uomo non p u ò formalmente
dell'ani-
identificarsi c o n
l ' i d e a d e l l ' e s s e r e . A n c h e S t e n z e l n o t a c h e « l'essere c o m e c o n c e t t o s u p e r i o r e a t u t t e le s p e c i a l i z z a z i o n i n o n è nè l ' e s sere
della p r e d i c a z i o n e , p o i c h é n o n c o n g i u n g e le s i n g o l e
s p e c i e inferiori c o n il s o g g e t t o c o m e f a r e b b e i n q u a l i t à d i c o p u l a e d esso è c o n t e n u t o i m m e d i a t a m e n t e in q u e s t e s i n gole determinazioni come l'arte nell'arte del pescatore di l e n z a ; n è è u g u a l e a l s o l o esistere m a è il c o n c e t t o s u p e r i o r e a i c o n c e t t i c h e si m u t a n o i m m e d i a t a m e n t e i n d e t e r minati
1
g i u d i z i esistenziali » ) . Q u e s t o
essere s u p e r i o r e
è
l ' e s s e r e c o m e c a t e g o r i a m a s s i m a i n c u i il p e n s i e r o si esprim e c o m e nella s u a l e g g e , è q u i n d i l ' e s s e r e c h e t r a s c e n d e le d u e p a r t i c o l a r i p o s i z i o n i , p r e s e i n s è , d i essere e n o n essere
e si p o n e c o m e l o r o p u r a c o r r e l a z i o n e . Q u e s t a m a s s i m a tegoria non d o v e v a risultare
a Platone troppo
te c o m e t a l e , d a t i a n c h e i p e r i c o l i di r i t o r n a r e , l a t o , in u n p e r i c o l o s o d o g m a t i s m o .
Egli parla
di n o n essere c o m e i d e e , e c e r t a m e n t e termini
essere c o n s i d e r a t i
sul p i a n o
ca-
chiaramenda
questo
di essere
e
così possono i due
dell'eidetica,
ma
qui
l'eidetica è vista nella correlazione stessa da cui v i e n e fondata.
Si pone u n p a s s a g g i o non perfettamente
chiaro,
an-
c h e se n e c e s s a r i o , t r a il s e n s o e i d e t i c o d e i t e r m i n i e la l o r o risoluzione in funzioni
categoriali. S e m b r a
neri m a s s i m i p o s s o n o p e r m e t t e r e posizione
che solo i ge-
il p a s s a g g i o a d u n a
(254 C ) . C e r t o la c o m u n i c a b i l i t à
tale
dell'idea
del-
l ' e s s e r e c o n q u e l l a d e l n o n essere è la l e g g e p r i m a a c u i si t e n d e e la l e g g e sufficiente p e r s p i e g a r e o g n i p a r t e c i p a z i o n e , ma
c o m e dedurre dall'idea dell'essere e dai predicati
im-
m e d i a t i c h e a d essa si a d d i c o n o , e q u i n d i d a l l e i d e e i m m e d i a t a m e n t e v i c i n e , la l e g g e stessa c h e si p o n e oltre le i d e e come ragione trascendentale problema si
deve
della
deduzione
necessariamente
di q u e l l e ? S i t r a t t a q u i n d i delle c a t e g o r i e ,
compiere
sul
deduzione
pensiero
nel
del che mo-
m e n t o d e l l a s u a p o s i z i o n e e i d e t i c a . L a n e c e s s i t à di
questa
d e d u z i o n e s p i e g a la c o m p l e s s a a r g o m e n t a z i o n e
cinque
generi massimi.
L a meta
scendentale
essa d e v e v e n i r d e d o t t a
chiara
ma
la c o m u n i c a b i l i t à
dei
finale s a r à s e m p r e la l e g g e t r a i n m o d o c h e sia
delle i d e e . B i s o g n a p a r t i r e
dalle
i d e e stesse e, d a l l a l o r o c o n n e s s i o n e , r a g g i u n g e r e la l e g g e di q u e s t a e q u i n d i il c o n c e t t o di n o n essere c o m e a l t r o d a l l'essere.
P e r far c i ò è n e c e s s a r i o d i m o s t r a r e
che l'altro
è
u n ' i d e a a p a r t e p u r e s s e n d o in r e l a z i o n e c o n t u t t e le a l t r e . Questa
dimostrazione
gonare tra mento
si r a g g i u n g e c o m i n c i a n d o
loro i termini
d e l l a c o r r e l a z i o n e stasi
col
para-
e movi-
L a stasi e il m o v i m e n t o n o n s o n o nè il m e d e s i m o
nè l'altro. Si noti c o m e tutta l ' a r g o m e n t a z i o n e usa dei g e -
1) A . DIÈS: O p . cit. P a g . 9.
n e r i intesi c o m e r e l a z i o n i t r a s p o r t a n d o l i detica,
sul piano dell'ei-
s e n z a l a q u a l e t r a s p o s i z i o n e il r a g i o n a m e n t o
non
p o t r e b b e r e g g e r s i . C o s ì , d o p o a v e r d e t t o c h e la stasi è u n a i d e a e c h e il m o v i m e n t o è u n ' a l t r a i d e a si d i m o s t r a
che
a n c h e il m e d e s i m o e l ' a l t r o s o n o a l t r e i d e e . S e infatti si afferma:
movimento
=
a l t r o , si d e v e c o n c l u d e r e c h e e s s e n -
do uguali ad un terzo termine,
m o v i m e n t o e riposo
sono
u g u a l i , il c h e è a s s u r d o . L o stesso a c c a d e se si i d e n t i f i c a n o c o n l ' e s s e r e (255 A ) . C o n s e g u e n t e m e n t e c o s ì c o m e l ' e s s e r e , p u r p a r t e c i p a n d o al m o v i m e n t o e al riposo, è altro dal m o v i m e n t o e dal riposo, riposo e m o v i m e n t o
parteciperanno 1
a l l ' e s s e r e , s e n z a c o n f o n d e r s i c o n esso (255 B ) ) . N e l l o stesso m o d o l'essere non è identico al medesimo
(255 E ) nè a l -
l ' a l t r o (255 D ) . Q u e s t o a l t r o h a d u n q u e la s u a v a l i d i t à o l tre l e i d e e di essere, m o v i m e n t o , stasi e m e d e s i m o e si d e t e r m i n a c o m e u n a q u i n t a i d e a (255 E ) . A q u e s t o p u n t o si a r r i v a a c i ò a c u i la d i m o s t r a z i o n e t e n d e v a . miamo
che
(l'idea dell'altro)
è sparsa
« Noi
attraverso
affer-
a
tutte
le a l t r e . C i a s c u n a di esse infatti è a l t r a d a t u t t e le a l t r e , n o n in v i r t ù d e l l a s u a p r o p r i a n a t u r a , m a i n q u a n t o t e c i p a a l l ' i d e a d e l l ' a l t r o (255 E ) » . I l m o v i m e n t o i n
parquan-
to è a l t r o d a l r i p o s o , e d e v e essere t a l e se t u t t e le i d e e p a r tecipano
all'idea
dell'altro,
« non
è » il r i p o s o .
Ma
esso
p e r ò « è » i n q u a n t o p a r t e c i p a a l l ' i d e a d e l l ' e s s e r e (256 A ) . L e categorie dell'essere e dell'alterità sono dedotte
dunque
d a l l e i d e e c o m e i d e e a c u i t u t t e le i d e e p a r t e c i p a n o p u r r e stando
q u e l l e c h e s o n o ; esse t r a s f o r m a n o
il s e n s o e i d e t i c o
d e i g e n e r i u s a t i nella d i s c u s s i o n e nel c a r a t t e r e
trascenden-
t a l e d e l l a l e g g e di c o r r e l a z i o n e . <( E s i s t e d u n q u e u n essere d e l n o n essere, n o n solo d e l m o v i m e n t o , m a in t u t t o l ' i n s i e m e d e i g e n e r i . I n t u t t i essi infatti la n a t u r a d e l l ' a l t r o r e n d e c i a s c u n o di essi a l t r o
che
l ' e s s e r e , e, p e r c i ò s t e s s o , n o n essere. C o s ì t u t t i , u n i v e r s a l -
1) A . DIKS: Op. cit., pag. 10.
mente,
sotto questo aspetto,
possiamo chiamarli non
es-
s e r e e d ' a l t r a p a r t e , p o i c h é essi p a r t e c i p a n o a l l ' e s s e r e , n o i li c h i a m i a m o essere » . « I n t o r n o a d o g n i i d e a c ' è u n a m o l teplicità
di
essere e u n ' i n f i n i t a
quantità
di
non
essere »
( 2 5 6 E ) . P e r t a n t e v o l t e g l i altri s o n o , p e r a l t r e t t a n t e l ' e s s e r e n o n è (257 A ) . Q u a n d o si e n u n c i a il n o n essere n o n si e n u n c i a il s u o c o n t r a r i o « m a s o l o q u a l c o s a c h e è a l t r o d a l u i )> (257 B ) . P a r m e n i d e è così d e f i n i t i v a m e n t e
confutato
(258 C D E ) : il n o n essere è, e d è p e r c h è l ' e s s e r e n o n p u ò essere s e n z a n o n
essere. L a c a t e g o r i a d e l l ' e s s e r e c o n c u i
il p e n s i e r o p e n s a il m o n d o , c a t e g o r i a c h e si s v o l g e d a l l e , stesse i d e e , si s v i l u p p a e si t r a s f o r m a nella l e g g e stessa c o n c u i il p e n s i e r o p e n s a l ' e s s e r e e il n o n essere di sè m e d e s i m o . Si d a r à quindi pienamente ragione a Diés ed alla sua c r i t i c a d i q u e l l e i n t e r p r e t a z i o n i c h e c o n s i d e r a v a n o il m o v i m e n t o c o m e b a s e di t u t t o il d i a l o g o . I l c o n c e t t o di m o v i m e n t o c o m e q u e l l o d i stasi e q u e l l o d i m e d e s i m o n o n è c h e un
p a s s a g g i o n e c e s s a r i o della d e d u z i o n e d e l l ' e s s e r e
posizione trascendentale.
come
« Il m o v i m e n t o v i e n e stabilito e
difeso s o t t o il m e d e s i m o titolo d e l l a stasi, a t i t o l o c i o è d i intermediario,
c o m e termine
determinazione
di
un
altro
n o n essere c o m e a l t e r i t à s i z i o n i in P l a t o n e mentazione:
di
paragone
necessario
concetto » che è
alla
appunto
il
C e r t o la n e t t e z z a d i q u e s t e p o -
è complicata dalla
difficoltà d e l l ' a r g o -
u n i t à e m o l t e p l i c e , m o v i m e n t o e stasi e a l t r e
simili c o r r e l a z i o n i p o s s o n o in r e a l t à t u t t e v a l e r e c o m e c a t e gorie massime
su
c u i si m u o v e la
legge
trascendentale,
m e n t r e d ' a l t r a p a r t e n e s s u n a di esse è v a l i d a n o n
appena
l a c o r r e l a z i o n e v e n g a s p e z z a t a e d i d u e o p p o s t i intesi d o g maticamente. R e s t a d a n o t a r e q u a l c o s a i n t o r n o a l c o n c e t t o d i essere totale (pantelòs on). Infatti che c o s ' è questa legge trascend e n t a l e se n o n q u e l l a p o s i z i o n e i n c u i l ' u n i t à si p o n e c o m e
1 ) A . DIÈS: O p . cit. Pagg. 2, 4 5 , 127 e 128.
s u p e r i o r e a t u t t e le a l t r e ipotesi d e l P a r m e n i d e ? C h e c o s ' è se n o n l ' i n c o n t r o c r e a t i v o d e l l ' e s s e r e c o n il n o n essere p e r c u i il p e n s i e r o c r e a d a l l ' i n t e r n o di sè stesso il m o n d o ? quanto
legge trascendentale
t a x ù », l ' e t e r n a
continuità
il p e n s i e r o è il g r a n d e
In
« me-
c o r r e l a t i v a tra l ' u n o e il m o l -
t e p l i c e , tra il m o v i m e n t o e la stasi, tra l ' e t e r n i t à e il t e m p o . L ' e s s e r e nella s u a t o t a l i t à è l ' e s s e r e oltre o g n i
determina-
z i o n e , i n c u i la v i t a si f o n d e c o n la m o r t e , il m o v i m e n t o c o n l a p a c e e t e r n a . Si è t a n t e v o l t e d i m e n t i c a t o c h e s u b i t o d o p o il f a m o s o p a s s o s u l l ' e s s e r e nella s u a t o t a l i t à (249 A ) t r o v i a m o nel Sofista u n a l t r o p a s s o n o n m e n o s i g n i f i c a t i v o . S e l ' e s s e r e è i m m o b i l e esso n o n a v r à nè intelletto nè v i t a e c i ò n o n è p o s s i b i l e (249 B ) , « m a , n e l l o stesso
tempo,
se n o i a c c e t t i a m o di p o r r e in t u t t o la t r a s l a z i o n e e il m o v i mento, ciò v o r r à dire, ancora u n a v o l t a , sopprimere l'intelletto d a l r a n g o d e g l i esseri » (cit. 249 B ) . M o v i m e n t o e v i t a d u n q u e q u e l l i d e l l ' e s s e r e t o t a l e , m a n o n il m o v i m e n to delle cose, della v i t a che noi, in q u a n t o uomini, conosciamo.
Quella vita piuttosto
che sorpassa
ogni
determi-
n a z i o n e p a r t i c o l a r e di m o b i l i t à e i m m o b i l i t à , di n a s c i t a e di m o r t e , q u e l l a v i t a d u n q u e c h e t r a s c e n d e o g n i p o s i z i o n e p a r z i a l e e in c u i s o l o si a t t u a il p e n s i e r o c o m e p u r a l e g g e della sua
razionalità.
D ' o r a i n a v a n t i i p r o b l e m i di P l a t o n e s a r a n n o
i se-
g u e n t i : la l e g g e t r a s c e n d e n t a l e , c h e e s p r i m e n d o s i nelle c a t e g o r i e essere e n o n essere, g a r a n t i s c e il n o s t r o c o n o s c e r e e unifica i n sè i d e a l i t à e m a t e r i a l i t à ,
spiegando l'unità
del
m o l t e p l i c e e la p o s s i b i l i t à d e l l ' e r r o r e , q u e l l a l e g g e , c h e g i à nel S i m p o s i o si era p r e s e n t a t a
nella c r e a z i o n e c o m e c o s t i -
t u t i v a della v i t a s p i r i t u a l e , i n q u a l i c a t e g o r i e si d o v r à esprimere
quando
si p r e s e n t e r à
come
sistemazione
razionale
del m o n d o della p o l i t i c a , d e l l a m o r a l e e d e l l a n a t u r a ?
CAPITOLO I I . POLITICO, FILEBO,
TIMEO E LE IDEE NUMERI
77 Politico — Si è definito il c o n t e n u t o di q u e s t o d i a l o g o c o m e u n p r o b l e m a p o l i t i c o c h e s e r v e di p r e t e s t o esercizi dialettici sul m e t o d o . N o n si t r o v e r à infatti a l t r o d i a l o g o p l a t o n i c o in c u i si p a r l i c o n t a n t a
continuità
d e l m e t o d o d i a i r e t i c o ed i n c u i q u e s t o v e n g a p i ù Ciò nonostante
ad
nessun
la diairesis n o n p u ò r i s p o n d e r e
attuato. nemmeno
q u i a p r o b l e m i c h e e s c o n o d a i suoi l i m i t i . Si t r a t t a di sap e r e c h i è il p o l i t i c o e si c e r c a di r i s o l v e r e il p r o b l e m a a n a l i z z a n d o e d i v i d e n d o n e l s e n o della t e c n i c a e della s c i e n z a . L a p o l i t i c a s a r à u n a s c i e n z a p r a t i c a e n o n t e o r i c a (258 E ) , m a l'uomo di Stato non è u n puro tecnico o un puro prat i c o , esso p o s s i e d e u n s a p e r e (259 C D ) c h e p e r ò h a
una
f u n z i o n e n o n c r i t i c a m a d i r e t t i v a (260 B C ) , e d i r i g e n o n delle c o s e m a d e g l i esseri v i v e n t i c h e h a n n o l a
caratteri-
s t i c a di v i v e r e i n c o m u n e (261 C D E ) . A q u e s t o p u n t o i n t e r v i e n e l ' a p p l i c a z i o n e della diairesis c h e c o n d u c e a l l a d e finizione d e l p o l i t i c o c o m e p a s t o r e di u o m i n i . L o s t r a n i e r o r i a s s u m e così la r i c e r c a : a v e v a m o , p r i m a di t u t t o ,
« nella s c i e n z a t e o r e t i c a
dunque
u n a p a r t e d i r e t t r i c e e, di
sta, una parte che per analogia a b b i a m o c h i a m a t o
queauto-
direttrice. L ' a r t e di a l l e v a r e gli a n i m a l i fu p o i d i v i s a c o m e u n a n o n p i c c o l a p a r t e di q u e l l a e c o m e s p e c i e a s u a v o l t a di q u e s t ' u l t i m a a b b i a m o t r o v a t o l ' a l l e v a m e n t o d e l g r e g g e ,
e d i q u e s t o l ' a l l e v a m e n t o del g r e g g e e r r a n t e e a n c o r a l ' a r t e di allevare gli animali senza corna. deve separare
di q u e s t ' u l t i m a
L a p a r t e c h e p o i si
arte ha bisogno per
essere
d i v i s a di essere c o n s i d e r a t a d a tre p u n t i di v i s t a se l a si vuol comprendere
sotto u n n o m e solo e chiamarla
l'arte
d i p a s c o l a r e a n i m a l i n o n a d a t t i a l l ' i n c r o c i o . F i n a l m e n t e la d i v i s i o n e di q u e s t a , l ' a r t e c i o è di p a s c o l a r e g l i u o m i n i , u l t i m a p a r t e c h e r e s t a v a del g r e g g e b i p e d e , è p r o p r i o q u e l l a c h e si c e r c a v a e c h e si p u ò c h i a m a r e a r t e r e g i a o p o l i t i c a » (267 B C ) . I l lettore r i t r o v e r à f a c i l m e n t e nel p a s s o c i t a t o il m o v i m e n t o d e l l a diairesis nel m o m e n t o i n c u i nella s u m p l o k é eidòn raccoglie tutti i predicati intorno p a r t e c h e r e s t a v a » e cioè a l l ' a t o m o q u a l s i a s i t r a t t a t o di s i s t e m a t i c a manda:
eidos.
« all'ultima Si a p r a
un
e si t r o v e r à c h e a l l a
do-
« c h e c o s a è l ' u o m o ? », si r i s p o n d e c o n l o stesso
metodo che l'uomo ciò pretendere
è l'homo
sapiens.
N o n si v o r r à
con
c h e la s i s t e m a z i o n e r i s o l v a il p r o b l e m a
fi-
losofico d e l l ' u o m o c o m e n o n si p u ò p r e t e n d e r e c h e P l a t o n e r i s o l v a t o t a l m e n t e nella diairesis il p r o b l e m a p o l i t i c o . D a l l a c o n s i d e r a z i o n e d e l l a p o l i t i c a c o m e t e c n i c a o a r t e fra le a r t i , bisogna i n v e c e passare alla posizione del problema politico n e l l a sua i n t e r e z z a : q u a l ' è l a l e g g e c h e r e g o l a l a v i t a p o l i t i c a ? Q u a l ' è l a c a t e g o r i a p e r m e z z o della q u a l e il p e n s i e r o p u ò rendersi r a g i o n e d e l l ' a t t i v i t à p o l i t i c a ? La
definizione raggiunta
d a l l a diairesis n o n
serve
a
q u e s t o s c o p o . I n c h e c o s a il re differisce d a t u t t i gli altri p a s t o r i ? (267 E ) . C o n s i d e r a t a la p o l i t i c a c o m e u n f a t t o
tra
i fatti e m p i r i c i a n a l i z z a t i essa si c o n f o n d e c o n t u t t e le a l tre
arti
empiriche.
Commercianti,
maestri
di
ginnastica,
a g r i c o l t o r i e f o r n a i p r e t e n d e r a n n o di essere c o n s i d e r a t i u o m i ni politici (267 E , 268 A ) . P e r t r a s c e n d e r e q u e s t a p o s i z i o n e puramente
empirica
del problema
si i n t r o d u c e
un
mito.
L a condizione attuale dell'umanità è derivata da una « caduta » come quella dell'anima
individuale, è una
condi-
z i o n e r e t r o g r a d a r i s p e t t o a l m i t i c o r e g n o di C r o n o s , i n c u i il m o n d o era g u i d a t o d a u n D i o . L e d u e e t à s o n o i n d i -
pendenza
del
movimento
dell'universo
che
si
svolge
d u e t e m p i . I l c o s m o s , c o m e u n a sfera p e r f e t t a m e n t e
in
equi-
l i b r a t a s u di u n a b a s e , v i e n f a t t o g i r a r e d a u n D i o i n
un
senso positivo e sotto questa g u i d a divina sulla terra tutto è felicità e b e l l e z z a , p o i il D i o l ' a b b a n d o n a e l ' u n i v e r s o rit o r n a i n d i e t r o . A l r e g n o di C r o n o s s u c c e d e a l l o r a il r e g n o di Z e u s e m e n t r e p r i m a gli u o m i n i e r a n o g u i d a t i d a u n p a store o d a p i ù p a s t o r i d i v i n i , il D i o d e l l ' u n i v e r s o e le s u e d i v i n i t à , s o t t o il r e g n o di Z e u s « l a f u n z i o n e p a s t o r a l e a p p a r t i e n e p i ù a delle d i v i n i t à : gli u o m i n i d e v o n o
non
bastare
]
a sè stessi e g o v e r n a r s i d a soli » ) . « Il m i t o d e l P o l i t i c o afferma
c h e la f u n z i o n e p o l i t i c a esige a t t i t u d i n i s p e c i a l i s -
s i m e , p o i c h é il p o l i t i c o è c o l u i c h e , i n u n a u m a n i t à
caduta,
d e v e r a p p r e s e n t a r e c i ò c h e r a p p r e s e n t a v a il D i o p e r l ' u m a 2
nità del t e m p o di C r o n o s » ) . B i s o g n a d u n q u e t e n e r c o n t o p e r la p o l i t i c a di u n f a t t o f o n d a m e n t a l e : si t r o v a fra u n m o n d o
negativo e una
l'uomo funzione
politico positiva
d a c o m p i e r e i n q u e s t o m o n d o n e g a t i v o . L a p o l i t i c a n o n si p u ò s t a c c a r e d a l l a storia d e l l ' u n i v e r s o e il m i t o v e d e i n e s s a il s u c c e d e r s i di d u e m o v i m e n t i c h e r i f l e t t o n o i d u e s e n s i della
legge
del
pensiero:
il m o v i m e n t o
verso l'essere
e
q u e l l o v e r s o il n o n essere. A n a l o g a m e n t e nel T i m e o l ' u n i v e r s o si m u o v e r à in d u e sensi c o n t r a r l i
corrispondenti
al
m o t o che partecipa del m e d e s i m o e a quello che partecipa d e l l ' a l t r o ( T i m e o 36 C D ) . I l m i t o d e l l ' A t l a n t i d e , c o n c u i si i n i z i a il T i m e o (21 E e s e g g . ) , r i s p o n d e a l l a stessa esig e n z a d e l m i t o di C r o n o s ; n e l l ' u n o e n e l l ' a l t r o si c e r c a u n a realizzazione storica
d e l l ' i d e a in
uno
Stato perfetto.
Nel
T i m e o il m i t o r e a l i z z a il d e s i d e r i o d i S o c r a t e c h e v o r r e b b e esistita e
corrispondente
a l l a d e s c r i z i o n e t e o r e t i c a d e l l a c i t t à perfetta
l a storia di u n a
città veramente
(Timeo 19 B ) .
L a descrizione della città ideale del T i m e o h a proprio
1) R O B I N :
Platon cit. P a g .
2)
Op.
ROBIN:
cit.
Pag.
292.
293.
la
f u n z i o n e d i r i c o l l e g a r e il p r o b l e m a della n a t u r a a l p r o b l e ma
politico. I l p o l i t i c o n o n è d u n q u e il p a s t o r e di p o p o l i d e l l ' e p o c a
d i v i n a m a il c o r r e t t o r e di u n m o n d o i m p e r f e t t o ,
legato al
d i v e n i r e , a l n o n essere, a l m a l e . « M e n t r e ci v e n i v a c h i e sto il re ed il p o l i t i c o d e l ciclo a t t u a l e e d e l m o d o di v i v e r e , a n d a r e a c e r c a r e , p r o p r i o nel p e r i o d o
attuale opposto,
'il p a s t o r e c h e g u i d a v a il g r e g g e u m a n o di a l l o r a , divino e non
umano,
questo
era
proprio
un
pastore
grande
er-
r o r e » (274 E , 2 7 5 A ) . V i e n e così introdotto
nella r i c e r c a il c o n c e t t o di
non
essere c o m e p r o p e d e u t i c a
a l l a d e s c r i z i o n e della l e g g e
che
g o v e r n a la v i t a p o l i t i c a . I l m i t o n o n è sufficiente a
questo
s c o p o e l o S t r a n i e r o c e r c a di s v o l g e r e l a d i s c u s s i o n e s u l l a b a s e di u n
esempio paradigmatico
s i m i l e , nella s u a
fun-
z i o n e , a q u e l l o d e l p e s c a t o r e di l e n z a g i à u s a t o nel Sofista. Si t r a t t a di definire l ' a r t e d e l tessere. Si e s c l u d o n o d a q u e sta d i a i r e t i c a m e n t e t u t t e le arti p r o s s i m e c h e c o n t r i b u i s c o n o alla tessitura.
N e l l ' a r t e della l a n a si d i s t i n g u e r à
l'arte
filare il s o l o o r d i t o e q u e l l a c h e fila le t r a m e p e r
di
conclu-
d e r e c h e l ' a r t e d e l tessere è q u e l l a c h e « c o n l ' i n t r e c c i o d e l le t r a m e e d e l l ' o r d i t o f o r m a u n tessuto » (283 A ) . Si t r a t t e r à di u s a r e l o stesso p r o c e d i m e n t o p e r r a g g i u n g e r e la d e finizione
d e l p o l i t i c o . Q u i n o n t r o v i a m o il t o n o i r o n i c o d e l
Sofista r i s p e t t o a l l ' a n a l o g i a tra p e s c a t o r e d i l e n z a e sofista, poiché
il p o l i t i c o
verrà
effettivamente
considerato
come
u n r e a l e tessitore c h e t e s s e n d o i n s i e m e le v a r i e i n d o l i d e g l i uomini
« conduce a termine
il p i ù m a g n i f i c o e il p i ù
ec-
c e l l e n t e d i t u t t i i tessuti » ( 3 1 1 C ) . C i ò n o n v u o l dire p e r ò c h e la diairesis r i e s c a e f f e t t i v a m e n t e a definire l ' a r t e p o l i t i c a . S i t r a t t a di u n p r o c e d i m e n t o a n a l o g i c o giustificato d a l fatto c h e l a p o l i t i c a r i e n t r a nella sfera d e l l ' a z i o n e : tra mondo
p o l i t i c o e il m o n d o
empirico c'è una
il
connessione
n e c e s s a r i a i n q u a n t o la p o l i t i c a d e v e n e c e s s a r i a m e n t e
muo-
v e r s i ed a g i r e i n q u e l m o n d o così c o m e esso si p r e s e n t a a l l ' a n a l i s i d i a i r e t i c a . L ' a n t i t e s i si r i p r e s e n t a
come opposizio-
n e tra il s e n s i b i l e e l ' i n c o r p o r e o : primo
prepara
alla
vera
l'esercizio dialettico
dialettica
del
secondo
286 A ) . L ' u o m o p o l i t i c o si t r o v a a m e t à , p e r s u a
sul
(285
E,
natura,
dei due m o n d i che l'esempio p a r a d i g m a t i c o cerca di a v v i c i n a r e . I n q u e s t o m o d o c o m e la d i a i r e s i s nel Sofista v e n i v a ricollegata alla ricerca tiche
e
tecniche
filosofica,
vengono
c o s ì le v a r i e a t t i v i t à
avvicinate
all'arte
pra-
politica.
Il
metodo diairetico circola nell'interno della scienza politica p e r i c o n t a t t i n e c e s s a r i d e l l a p o l i t i c a c o n il m o n d o . C o s ì si comprende chiaramente l'approfondimento
del processo p a -
r a d i g m a t i c o : in u n c e r t o s e n s o è u n p a r a d i g m a t u t t a l ' a z i o ne p o l i t i c a c h e t e n d e a r e a l i z z a r e in u n m o n d o n e g a t i v o u n ordine e un'armonia.
A . Diés nota,
c o n la c o n s u e t a
pro-
fondità, c h e « questa opposizione tra realtà corporali e inc o r p o r e e , in c u i si p r o l u n g a o p i u t t o s t o r i s o r g e il p r o b l e m a del p a r a d i g m a ,
fa p a r t e di u n ' e s p o s i z i o n e c h e si
presenta
c o m e u n a d i s g r e s s i o n e e c h e si h a s p e s s o il t o r t o di c o n s i d e r a r e c o m e t a l e . O r a , il c o n c e t t o c h e q u i v i e n e i n t r o d o t t o , in u n l u o g o c h e è m a t e r i a l m e n t e il c e n t r o d e l d i a l o g o , n e è n e l l o stesso t e m p o il c e n t r o d i n a m i c o .
Questo concetto
la g r a n d e m i s u r a :
to m é t r i o n » ' ) , c h e r a p p r e s e n t a
l a l e g g e interiore
c h e r e g o l a la v i t a p o l i t i c a e p e r c i ò
e s p r e s s i o n e della l e g g e di c o r r e l a z i o n e a s s u n t a direttiva
della vita politica stessa.
è
proprio la
come legge
P l a t o n e sottolinea
che
q u e s t a l e g g e d e l l a m i s u r a , c h e r e g o l a il r a p p o r t o tra il p i c c o l o e il g r a n d e e tra il n e g a t i v o e il p o s i t i v o , n o n d e v e i n t e n d e r s i i n s e n s o e m p i r i c o , c o m e s e si t r a t t a s s e d i m i s u r a r e delle cose. G r a n d e e piccolo n o n sono solo in rapporto con l'altro, sura
ma partecipano
ambedue
l'uno
del concetto di m i -
(283 E ) . S i d e d u c e c o s ì , c o m e nel Sofista, u n a
g o r i a c h e si s v o l g e i n l e g g e e c h e , se m a n c a s s e ,
cate-
renderebbe
i m p o s s i b i l i t u t t e le a r t i e la p o l i t i c a stessa (284 A ) . « D o b b i a m o d u n q u e fare c o m e n e l l a q u e s t i o n e d e l Sofista, d o v e
1) A. DIÈS: Edizione del Politico. Paris, 1935, P a g g . X L I I I XLIV.
a b b i a m o c o s t r e t t o il n o n essere a essere, p e r c h è q u e s t ' e s i stenza
e r a l ' u n i c o rifugio d e l n o s t r o
stringeremo,
questa
v o l t a , il p i ù
ragionamento
e il m e n o
a
e co-
diventare
c o m m e n s u r a b i l i n o n solo l ' u n o a l l ' a l t r o m a a n c h e
rispetto
a l l a g i u s t a m i s u r a » (284 B ) . L ' a r t e reale è d u n q u e una metretica superiore che acc o r d a il m o n d o i d e a l e c o n il m o n d o n e g a t i v o d e l d i v e n i r e , essa p e r m e t t e l a d i v i s i o n e p e r s p e c i e g e n e r i i n m o d o t a l e c h e q u e s t a d i v i s i o n e si p o s s a a p p l i c a r e a t u t t e le a r t i t e c n i c h e e c r e a t i v e : si t r a t t a di u n a s p e c i e di diairesis a l serv i z i o d e l l ' a z i o n e b a s a t a sul p o s s i b i l e a c c o r d o tra il m o n d o e la r e a l t à d e l b e l l o , d e l g i u s t o e d e l b u o n o
L ' u o m o di
S t a t o è l a r e a l i z z a z i o n e di q u e s t o p r i n c i p i o c h e p e r m e t t e di d i s t i n g u e r e il p o l i t i c o d a l p o l i t i c a n t e , c o m e il filosofo
dal
sofista (291 C ) . C o m e il sofista si t r o v a v a p e r i c o l o s a m e n t e v i c i n o al
filosofo,
così il p o l i t i c o è i n stretta
connessione
c o n il t i r a n n o , in q u a n t o gli è p e r m e s s o di essere s u p e r i o r e a l l e l e g g i , e, i n c a s o di n e c e s s i t à , di v i o l a r l e (293 A B ) e p r o p r i o i n q u a n t o h a c o s c i e n z a d e l l a differenza tra sè e il t i r a n n o è u n v e r o u o m o p o l i t i c o . È a l di s o p r a d e l l e l e g g i proprio
perchè
può
fondarle,
perchè
p o s s i e d e la
scienza
r e a l e (296 D e s e g g . ) , la s u a v i o l e n z a è giustificata d a l l a necessità
di
una
mediazione
paradigmatica,
dalla
legge
— I l F i l e b o è il d i a l o g o di u n a u t u n n o
pieno
stessa c h e r e g o l a la v i t a p o l i t i c a .
Filebo. e maturo:
un'atmosfera
di s a g g e z z a g o e t h i a n a
lo
perva-
d e . I l g i o v a n e S o c r a t e del c h o r i s m o s fra i d e e e m o n d o si è r i p i e g a t o s u sè stesso e la s u a r i b e l l i o n e a l l a v i t a d e l senso è diventata
accettazione totale e serena
c a l m a di v a -
lutazione. S o c r a t e s ' i n t r a t t i e n e s o r r i d e n d o c o n q u e s t o « F i l e b o il bello » che non v u o l e a nessun patto porre in discussione
1) R O B I N :
Op.
cit.
Pag.
270-271.
l a s u a c e r t e z z a c h e il p i a c e r e sia p e r l ' u o m o la
massima
felicità. V e r o s a c e r d o t e d i q u e l l a d e a c h e « egli d i c e p o r t a r e il n o m e di A f r o d i t e , m a il c u i v e r o n o m e è P i a c e r e » ( 1 2 B ) . P e r c h è ecco che cosa ora interessa a S o c r a t e : c h e cias c u n o di n o i c e r c h i di p o r r e i n l u c e q u a l i s o n o il t e n o r e d i vita e lo stato d ' a n i m o atti a rendere possibile per tutti gli u o m i n i u n ' e s i s t e n z a felice » ( 1 1 D ) . D a q u e s t o n u o v o p u n to di v i s t a la p u r a r a z i o n a l i t à s o c r a t i c a d e v e d i s c e n d e r e d a l s u o a r i s t o c r a t i c o s e g g i o e l ' i n d i v i d u a l e c e r t e z z a di F i l e b o e l e v a r s i a d u n a p o s i z i o n e u n i v e r s a l e . L a d e a di F i l e b o , d i mostra
c o n il b e n e ;
« ma
n e m m e n o l a t u a i n t e l l i g e n z a , o S o c r a t e ». « L a m i a
Socrate, non può
identificarsi
forse
o F i l e b o . M a l a v e r a , la d i v i n a , c r e d o si c o m p o r t i b e n a l trimenti.
E n e m m e n o io o r a c o m b a t t o p e r c h è l ' i n t e l l i g e n -
z a c o n q u i s t i il p r i m o p r e m i o . . . » (22 C ) . I l c o n c e t t o d i m i sura
e di a r m o n i a
ritorna c o m e medietà
degli opposti
e
trionfa in u n a v i s i o n e etico-finalistica d e l c o s m o s in c u i S o c r a t e t e n t a di fissare u n a g e r a r c h i a di v a l o r i . L a possibilità' stessa della r i c e r c a è d a t a d a P r o t a r c o , t e r m i n e m e d i o
tra
le d u e c r e d e n z e d o g m a t i c h e d e l b e n e c o m e i n t e l l i g e n z a e del bene c o m e piacere. Molto a c u t a m e n t e nota lo Stefanini : « s e n z a la m e d i a z i o n e di P r o t a r c o , S o c r a t e r i m a r r e b b e comunicante
c o n F i l e b o , nella stessa
generazione del misto la finitezza delle idee sarebbe conda
rispetto
al torbido
in-
guisa che senza
fluire d e l l ' i n f i n i t o ,
la
infe-
e
parimenti
c o m e la p u r a s a p i e n z a c o n t e m p l a t i v a r i m a r r e b b e
squallida
di affetti se u n t e n o r e i n t e r m e d i o di v i t a n o n e l e v a s s e n e l l a sfera del p e n s i e r o q u a l c h e p a l p i t o di c o m p i a c e n z a e q u a l c h e f r e m i t o di p i a c e r e » Infinità
e
finitezza
sono ora
le d u e
nuove
categorie
s o t t o c u i si p r e s e n t a il c o s m o s , il p e r a s p r i n c i p i o
d'ordine
e di a r m o n i a , l ' a p e i r o n p r i n c i p i o di d i s o r d i n e e c o n f u s i o n e della relatività assoluta dell'illimitato. Sotto questo
1) L .
STEFANINI:
nuovo
Platone. II. Padova, 1935. Pagg. 283.
aspetto
l ' u n i v e r s o d e v e essere v i s t o p e r c h è la r i c e r c a
sul
b e n e sia p o s s i b i l e ; la g r a d u a l i t à d e l l ' u n o e d e l m o l t e p l i c e c h e q u i si r i c h i a m a , d i s t i n g u e n d o l a d a l l a p u r a o p p o s i z i o n e (14 C) e ponendola c o m e giustificazione delle enadi ideali, t e m a p r e l u d i a n t e , e n o n il s o l o in q u e s t o d i a l o g o , a l l ' a r m o n i a di L e i b n i z , q u e s t a g r a d u a l i t à
diventa rapporto
armo-
n i c o tra il l i m i t e , il p r e c i s o , e l ' i m p r e c i s a b i l e infinità molteplice.
« D o n o di P r o m e t e o
a g l i u o m i n i »,
del
« risplen-
d e n t e di l u c e infinita », q u e s t a n u o v a d o t t r i n a c h e c i h a n n o l a s c i a t o gli a n t i c h i , « p i ù s a g g i di noi e p i ù v i c i n i a g l i d e i », d o t t r i n a p e r c u i « le c o s e c h e si d i c o n o eterne s o n o c o m p o s t e d a l l ' u n o e d a i m o l t i e h a n n o insito in l o r o il l i mite e l'illimitato » (16 C ) . Perchè « l'uno originario
non
è s o l t a n t o u n o e m o l t i e illimitati m a è a n c h e u n o e u n a quantità
l i m i t a t a » ( 1 6 D ) . L a v e r a v i t a è così u n
misto
d e l l i m i t e e d e l l ' i l l i m i t a t o (22 A , 23 D ) p e r c h è « n e s s u n o di noi v o r r e b b e v i v e r e p o s s e d e n d o
la s c i e n z a , il
sapere,
l ' i n t e l l e t t o e la m e m o r i a di o g n i c o s a , s e n z a p e r ò a v e r p i a ceri piccoli e grandi e neppure
dolori » (21 D E ) . E
di
q u e s t o m i s c u g l i o d e l l i m i t e e d e l l ' i l l i m i t a t o ci d e v e essere u n a c a u s a c h e r i u n i s c a i n u n a a r m o n i a sola i d u e
estremi
stati d e l r e a l e (22 D , 23 D ) e, forse, u n ' a l t r a a z i o n e c a u s a le c h e d i v i d a c i ò c h e p r i m a è s t a t o u n i f i c a t o c r a t e n o n v i insiste t r o p p o . quattro o cinque:
(23 E ) . S o -
I nuovi generi sono
dunque
il l i m i t e , l ' i l l i m i t a t o , il l o r o m i s c u g l i o ,
l a c a u s a d e l m i s c u g l i o dei d u e p r i m i g e n e r i e forse la c a u s a che divide i due generi in questione. C i n q u e generi,
ma
n o n è difficile v e d e r e c o m e , n e l l o r o i n t i m o , essi si b a s i n o e si r i a s s u m i n o s u l t e r z o g e n e r e , s u l l ' u n i o n e d e l l e d u e o p p o s t e p o s i z i o n i di l i m i t e e di i l l i m i t a t o . I n f o n d o la c a u s a d e l l o r o unificarsi e d e l l o r o d i v i d e r s i si r i s o l v e nella p o s s i b i l i t à o m e n o d e l l a sintesi a r m o n i c a d e l b e n e c h e ,
quando
a v v i e n e , r e a l i z z a la p r o p r i a n a t u r a ed è i n u n c e r t o s e n s o c a u s a di sè stessa resa
p o s s i b i l e d a l l a p o s s i b i l i t à di
una
m e d i e t à tra. i d u e m o n d i , e, q u a n d o n o n a v v i e n e , l a s c i a i due mondi rivolgersi l'uno contro l'altro rendendoli
causa
essi stessi, nel l o r o d o g m a t i s m o , d e l l a m a n c a t a sintesi. N o n b i s o g n a insistere t r o p p o su q u e s t i g e n e r i e S o c r a t e
stesso
c e l o c o n s i g l i a . L ' e s s e n z i a l e è il s u p e r a m e n t o delle d u e p o sizioni d o g m a t i c h e della v i t a morale, v a l e a dire del b e n e come
piacere
e del
bene
come
contemplazione,
supera-
m e n t o i n c u i si e s p r i m e l a l e g g e c o n c u i il p e n s i e r o l'universo come ordinamento
pensa
etico-teleologico. Perciò
si s a p r e b b e d e l t u t t o d i s s e n t i r e d a A . D i é s c h e n o n
non crede
n e c e s s a r i a , a p r o p o s i t o del n o s t r o d i a l o g o , u n a p r e c i s a z i o n e metafìsica troppo ambiziosa r e s p i n g e r e il t e n t a t i v o
M a n e m m e n o sembra facile
di L a c h e l i e r c h e , b a s a n d o s i
su
un
p a s s o di P l u t a r c o , identifica i c i n q u e g e n e r i d e l F i l e b o c o n i c i n q u e g i à v i s t i d e l Sofista "), p e r q u a n t o
l'identificazione
3
sia t u t t ' a l t r o c h e p r i v a d i difficoltà ) . P r e c i s a z i o n i d i q u e sto
Socrate,
sono
forse fuori l u o g o ; m a p i ù c h e esteriore l ' a n a l o g i a è
genere,
dato
l'avvertimento
notato
di
inte-
r i o r e : si t r a t t a s e m p r e d e l l a l e g g e p o s t a i n l u c e d a l Sofista che d e v e ora comprendere mente
costruirsi la vita
le c a t e g o r i e d a
morale.
in l u c e l ' u n i t à
L.
cui svolgersi per
Robin ha
ideale dei problemi
posto
chiara-
del Filebo con
q u e l l i d e g l i u l t i m i d i a l o g h i ') e si c a p i s c e c h e se i d e n t i f i c a z i o n i letterali s o n o i m p o s s i b i l i n o n si d e v e r i n u n z i a r e
alla
u n i t à dei p r o b l e m i . Si p u ò c o m u n q u e porre la seguente questione:
quali
s o n o le e s s e n z e d e l l a v i t a m o r a l e ? in c h e m o d o si d e d u c o n o e in che rapporto sono i generi? Ora questi generi sono i t e r m i n i i n c u i si e s p r i m e la l e g g e d e l l a r a g i o n e i n assunta presenta
c o m e legge del m o n d o e si d e v e p r e s e n t a r e
morale,
ma
quanto
il c o s m o s si
c o m e d i s t e s o a l d i fuori
di
q u e l l a l e g g e , i n u n a s i s t e m a z i o n e c h e sè è r a z i o n a l e si p o n e a n c h e c o m e e s s e n z i a l i t à e t i c a g r a d u a l e dei v a l o r i . I l m o n d o
1) A. DIÈS: Autour de Platon cit. II, P a g . 385. 2) Oeuvres de J. L A C H E L I E R : Paris, 1933. II, P a g . 19 e segg. 3)
L.
STEFANINI:
Op.
cit.
Pag.
4) L . R O B I N : O p . cit. P a g .
289
(1).
154 e segg.
del P a r m e n i d e che d a l l ' u n o scende al molteplice viene v i s t o c o m e u n q u a d r o s t a t i c o i n c u i la l e g g e della v i t a m o r a l e d e v e s c o p r i r e u n a g e r a r c h i a . E se i sensi d e l l ' e s s e r e del P a r m e n i d e
risultavano senz'altro dallo spiegarsi delle
p o s s i b i l i t à a n t i n o m i c h e del p e n s i e r o , q u i il p e n s i e r o si p o n e n o n c o m e l a r a g i o n e stessa c h e si c r e a il s u o o g g e t t o m a c o m e pensiero di u n m o n d o che, pur retto e pensato
ra-
zionalmente,
cui
ha
il s u o t i p i c o o r d i n a m e n t o
etico,
in
l ' a p r i o r i , se si v u o l così p a r l a r e , è u n ' a p r i o r i r a z i o n a l e i n q u a n t o è n e l l o stesso t e m p o u n a p r i ori m o r a l e . L a f u n z i o n e di q u e s t ' u l t i m o n o n è s o l o q u e l l a di r i v e l a r e a l p e n s i e r o u n o r d i n e e t i c o d e l c o s m o c o m e esplicarsi della l e g g e di
ar-
m o n i a t r a il l i m i t e ed il l i m i t a t o m a a n c h e q u e l l a di v e d e r e q u e l c o s m o s , c o m e si è d e t t o , disteso, o g g e t t o d e l p e n s i e r o fissato su c u i il p e n s i e r o r i t o r n a p e r s c o p r i r e i n esso la g r a d u a l i t à d e l m o n d o e i d e t i c o i n c u i si e s p r i m e la v i t a m o r a l e . O l t r e le c a t e g o r i e ci t r o v e r e m o a l l o r a di fronte
ai
gradi-
i d e e , r i v e l a t i d a l l a stessa l e g g e i n c u i i v a l o r i m o r a l i esprim o n o la p r o p r i a
essenza e che è necessario scoprire nella
loro gerarchia. V e d r e m o come da questo c h i c o P l a t o n e s v i l u p p e r à la teoria
finalismo
gerar-
delle idee-numeri.
Per
o r a d o b b i a m o s o l o s o t t o l i n e a r e c h e se la l e g g e della v i t a morale fonde
il l i m i t e e l ' i l l i m i t a t o n e l l a
trascendentalità
d e l l a sintesi, è n e c e s s a r i o p o i s p e z z a r e a n c o r a u n a v o l t a la sintesi p e r r i v e d e r e il c o s m o s i n u n a r e t e i d e a l e di c u i il l i m i t e è l a m a g l i a p i ù l a r g a e p i ù forte e l ' i l l i m i t a t o si p r e s e n t a c o m e l a m o l t e p l i c i t à delle p i c c o l e m a g l i e in c u i la r e t e si a l l a r g a , a s s o t t i g l i a n d o s i , p e r t e n d e r e a l l ' i n f i n i t o . F o r se p e n s a n d o a q u e s t a n u o v a difficoltà S o c r a t e fa
interve-
n i r e il g e n e r e c a u s a c h e c r e a il m i s c u g l i o e d a c c e n n a
ad
una seconda causa che d o v r e b b e dividere ciò che è stato unito:
semplici accenni che poi non v e n g o n o sviluppati.
I n ogni m o d o Platone non crede ancora
necessario
l'uso
d e l m i t o c h e nel P o l i t i c o a v e v a risolto p r o b l e m i n o n m e n o g r a v i e c h e si r e n d e r à n e c e s s a r i o nel T i m e o q u a n d o il q u a dro del m o n d o oggettivo come m o n d o
fisico
diventerà,
in
q u a n t o s o m m e r s o - n e l . divenire, o p a c o alla legge del pen- * siero.
Socrate nel F i l e b o p u ò
distendere
la sua
legge
di
a r m o n i a in una descrizione delle essenze della v i t a m o r a l e : q u i n o n ci s e m b r a c h e L a c h e l i e r a b b i a t o r t o n e l l ' i n s i s t e r e sul rapporto
dei c i n q u e g e n e r i c o n i c i n q u e v a l o r i - e s s e n -
ze per quanto
la d e d u z i o n e d i q u e s t e
d a i p r i m i sia
tut-
l
t'altro c h e chiara ) . D e l resto u n a simile indagine s a r e b b e a s u o p o s t o s o l o i n u n o s t u d i o s u l l a teoria della m o r a l e p l a t o n i c a . S i a sufficiente n o t a r e c h e q u e s t i c i n q u e v a l o r i , g e rarchicamente
posti c o m e misura,
proporzione,
saggezza,
o p i n i o n e r e t t a c h e si a t t u a nelle a r t i e nelle s c i e n z e , p i a c e r i l i b e r i d a l l a l o r o c o r r e l a z i o n e c o n il d o l o r e (66 A B C ) , n o n p o s s o n o costituirsi se n o n c o m e m e d i a z i o n e t r a l ' o r d i n e l i m i t a t o d e l b e n e e il d i s o r d i n e infinito d e l l a v i t a
sentimen-
t a l e , n o n p o s s o n o costituirsi c i o è se n o n c o m e e s p l i c a z i o n e d e l l a sintesi r e g o l a t r i c e d e l l a m o r a l e e q u i n d i d e l l a stessa l e g g e d e l p e n s i e r o c h e i n q u e l l a sintesi si e s p r i m e .
Il Timeo. una
filosofia
— I l p r o b l e m a d e l T i m e o è il p r o b l e m a
della natura c o n g i u n t o c o n quello di u n a
di filo--
sofia d e l l a s t o r i a . D a q u e s t o t e m a i n i z i a l e , c h e c o n g i u n g e i n e s o r a b i l m e n t e la n e c e s s i t à d i u n o s t r u m e n t o t e o r e t i c o a t to a l l a c o n o s c e n z a d e l l ' u n i v e r s o fisico e la p a r a l l e l a n e c e s sità d i t e n e r p r e s e n t e c h e q u e s t o s t r u m e n t o d i p e n d e a sua, volta dal tempo e dalla sua inalienabilità, nasce tutta problematica di una
filosofia
la
d e l l a n a t u r a , n o n s o l o nel T i -
m e o , m a i n t u t t o lo s v o l g e r s i d e l p e n s i e r o o c c i d e n t a l e . L e v i e s e g n a t e d a l p e n s i e r o g r e c o s o n o le stesse c h e l a s c i e n z a moderna
p e r c o r r e : il p r o b l e m a d e l t e m p o r i a s s u m e i n sè .
t u t t o il s e n s o d e l l a r i c e r c a
filosofica
e si p o n e d ' a l t r a p a r t e
i n t e r m i n i c o s ì p e r e n t o r i i d a l a s c i a r c i p e r p l e s s i p e r la s u a f a t a l i t à a p o r e t i c a . A l l a c o n c l u s i o n e d e l s u o s t u d i o sul c o n c e t t o d i t e m p o nella
filosofia
d i P l a t o n e A . L e v i si e s p r i m e
1) LACHELIER: O p . Cit. Pagg. 25-27.
nei
seguenti
termini:
« All'interpretazione
logico-metodo-
l o g i c a d e l l ' i d e a , offerta d a l N a t o r p e d a i s u o i s e g u a c i , c h e pensano
questa
c o m e metodo o legge del pensiero,
s p o n d e u n a filosofia c h e , c o n d a n n a n d o
v o l g e la p r o p r i a r i c e r c a a l l a d e t e r m i n a z i o n e dei
logicizzazione progressiva
fondamenti
dell'esperienza.
ri-
fondamen-
ti r a z i o n a l i d e l l a c o n o s c e n z a , d a c u i si s f o r z a d i la
corri-
ogni metafisica,
derivare
Ma
se
tali
n o n s o n o n e l t e m p o , se v a l g o n o a l l ' i n f u o r i
di
o g n i s u c c e s s i o n e c o m e è p o s s i b i l e r i d u r r e a d essi q u e l l ' e s p e rienza
che necessariamente
assume
l'aspetto
del
divenire
temporale? L e obbiezioni che sono legittime contro' l'interp r e t a z i o n e l o g i c o - m e t o d o l o g i c a del p e n s i e r o p l a t o n i c o ,
val-
g o n o anche contro ogni neo-kantismo formalistico. I n
bre-
ve,
i problemi
mangono mente,
n o n risolti d a l l e c o n c e z i o n i p l a t o n i c h e
q u e l l i stessi c h e il n o s t r o p e n s i e r o a s s a l e
ri-
vana-
p e r c h è n o n t r o v a il p a s s a g g i o d a c i ò c h e è
fuori
d e l t e m p o a c i ò c h e in esso si s v o l g e , e p e r c i ò n o n s à s p i e g a r e il p r o b l e m a d e l l ' e s p e r i e n z a nè c o m p r e n d e r e c o m e , c o n u n processo intellettuale
che ha un decorso temporale,
si
p o s s a c o g l i e r e u n a sfera di v a l o r i teoretici c h e s t a n n o fuori di ogni successione » C e r t o K a n t n o n si è r i t i r a t o d i fronte a d u n tale p r o blema:
n o i s a p p i a m o c h e il c o n c e t t o d i t e m p o è a l c e n t r o
ideale della « Critica della ragion p u r a » c o m e tema m i n a n t e del p r o b l e m a
dello schematismo
do-
trascendentale
il
q u a l e d o v r e b b e p e r m e t t e r e l ' a p p l i c a z i o n e delle c a t e g o r i e a i fenomeni,
per
cui l o s c h e m a
partecipa
da
u n lato
della
n a t u r a d e l m o n d o i n t e l l e t t u a l e e d a l l ' a l t r o al m o n d o sensibile "'). E n o n s a r e b b e fuori l u o g o n o t a r e c h e , c o m e si è g i à v i s t o , nelle u l t i m e espressioni d e l p e n s i e r o p l a t o n i c o il c o n c e t t o di m e d i e t à c o m p i e u n a f u n z i o n e a n a l o g a nella
quale
1) A. L E V I : Il concetto di tempo cit. Pag. i n . 2) K A N T : Critica della ragion pura. Bari, 1924, I, P a g g . 159-160.
si r i s p e c c h i a il p u n t o di v i s t a d e l l a t e r z a i p o t e s i d e l
Par-
menide applicato v i a v i a alla politica nel Politico e alla m o r a l e n e l F i l e b o . M a c o n t u t t o c i ò n o n è d e t t o c h e la difficoltà s i a r i s o l t a . L a q u e s t i o n e s e m b r a r i p o r r e i n d i s c u s s i o n e t u t t a l a t e o r i a delle i d e e : il c h o r i s m o s è
ripresentato
decisamente proprio all'inizio del T i m e o c o m e opposizione fra c i ò c h e è s e m p r e e n o n è m a i s t a t o g e n e r a t o e eie
che
i n v e c e n a s c e c o n t i n u a m e n t e e m a i è (27 D ) e c o n il c h o r i s m o s r i t o r n a u n a t e o r i a c h e gli era p a r a l l e l a e c i o è la m i mesis ( 3 1 A ) , l a r g a m e n t e u s a t a
i n t u t t o il d i a l o g o ')
no-
n o s t a n t e la b e n n o t a c r i t i c a d e l P a r m e n i d e . E p p u r e il m o n d o d e l l e idee esiste e n e g a r l o è i m p o s s i b i l e . « È forse i n v a n o c h e n o i a f f e r m i a m o c o n t i n u a m e n t e c h e esiste d i o g n i oggetto un'idea
intelligibile, oppure
tutto ciò non
è
che
u n a q u e s t i o n e di p a r o l e ? » ( 5 1 C ) E si r i s p o n d e d i s t i n g u e n do l'intellezione dall'opinione:
ciò che risponde
m a esiste e di esso è p o s s i b i l e u n ' i d e a
alla
pri-
(52 A ) .
M a n o n si d e v e d i m e n t i c a r e l a r a g i o n e p e r c u i q u e s t a c h i a r i f i c a z i o n e s u l l e i d e e è i n t r o d o t t a nel T i m e o . E s s a è l e g a t a i n t i m a m e n t e a l p r o b l e m a del l u o g o , d e l l o s p a z i o ( x o r a , 48 E e s e g g . ) c h e , c o m u n q u e si v o g l i a i n t e n d e r e , è c e r t o u n t e r z o g e n e r e , m e d i o tra il m o n d o i d e a l e e il m o n d o d e l d i v e n i r e , c h e il r a g i o n a m e n t o c o n d u c e di n e c e s s i t à a p o r r e , a n c h e se l o stesso P l a t o n e confessi di n o n v e d e r
troppo
c h i a r o n e l l a q u e s t i o n e (49 A ) . A l l o s c h e m a t i s m o t e m p o r a l e si a g g i u n g e c o s ì u n a s p e c i e di s c h e m a t i s m o s p a z i a l e e d a n c h e q u i si t e n t a di r i s o l v e r e il p r o b l e m a p e r m e z z o d e l c o n c e t t o di m e d i e t à o, p e r l o m e n o , p e r m e z z o di u n
piano
c h e c o n c i l i i le o p p o s t e p o s i z i o n i d e l l ' i d e a l e e d e l l ' e s i s t e n t e . I l t e m p o d e l P a r m e n i d e era l ' e t e r n o p r e s e n t e c h e c o i n c i d e con l'eternità: come
il t e m p o d e l T i m e o è c r e a t o d a l D e m i u r g o
un'imitazione
mobile
dell'unità
eterna,
« Egli
ha
f a t t o , d e l l ' e t e r n i t à i m m o b i l e ed u n a , q u e s t a i m m a g i n e eter-
1) L .
STEFANINI:
Op.
cit.
II,
Pag.
326.
n a c h e p r o g r e d i s c e s e g u e n d o la l e g g e d e i n u m e r i » (37 D ) . I l t e m p o d e l P a r m e n i d e era eternità e d i s t a n t a n e i t à
come
incontro delle d u e posizioni dell'uno e del molteplice, dell ' e s s e r e e d e l n o n essere. N e l T i m e o l ' u n o
ritorna
i m m o b i l e : si d i s t i n g u e l ' è c h e gli a p p a r t i e n e
eternità
d a l fu e d a l
s a r à del m o n d o : le tre d i m e n s i o n i del t e m p o n o n si f o n d o n o m a r i a p r o n o a n c o r a u n a v o l t a il d u a l i s m o (37 E , 38 A ) . Il problema
d e l l o s p a z i o si p o n e s u l l o stesso p i a n o :
punto perchè l'istantaneità
eterna del P a r m e n i d e
c o n t r o tra l ' e s s e r e c o m e essere p e r f e t t o e il n u l l a
era
apl'in-
assoluto
e, p o i c h é t u t t e le possibili p o s i z i o n i d e l l ' u n o e d e l m o l t e p l i c e c o n f l u i v a n o n e l l a t e r z a i p o t e s i , si p o t e v a in essa rit r o v a r e il c o n c e t t o di c r e a z i o n e d e l S i m p o s i o . D o p o la t e r z a ipotesi la c o r r e l a z i o n e d e l l ' u n o e del m o l t e p l i c e
riguarda
n o n solo u n m o n d o i d e a l e m a u n m o n d o r e a l e , n o n s o l o le i d e e p o s s o n o essere le d i m e n s i o n i del p e n s i e r o m a si p r e s e n t a n o c o m e l ' e s s e r e r a z i o n a l e della r e a l t à , l a r e a l t à esistente del m o n d o in q u a n t o
raggiunta
dall'angolo visuale
di u n a d a t a c o r r e l a z i o n e resa p o s s i b i l e d a l l a l e g g e t r a s c e n dentale. Ma a p p u n t o perchè posta dal m o v i m e n t o dell'uno e d e l m o l t e p l i c e la r e a l t à d e l P a r m e n i d e
sarà sempre,
in
s e n s o l a r g o , u n a r e a l t à d e l p e n s i e r o , le c o s e della diairesis s a r a n n o s e m p r e p o s t e d a l m e t o d o c h e le p e n s a , e i n c i ò d e l resto la g i u s t i f i c a z i o n e della m a s s i m a
apertura dell'ideali-
s m o p l a t o n i c o , c h e g i u n g e l à d o v e s e m b r a v a fosse a s s u r d o g i u n g e r e a S o c r a t e g i o v a n e t t o . C i s o n o i d e e di t u t t e le c o s e e il v e r o m e t o d o è q u e l l o p r o s p e t t a t o risolto nel P a r m e n i d e : per
finire a n c o r a
dalla Repubblica e
« u s a r e le i d e e e r a g g i u n g e r e le i d e e
nelle stesse idee ». D o p o c i ò t u t t o
v r e b b e essere p i ù facile di q u a n t o i n r e a l t à n o n s i a : e s p a z i o s o n o i d e e ; c h e v a l e la r i c e r c a di u n a spaziale e temporale
se è v e r a m e n t e
do-
tempo
esistenzialità
possibile, per
dirla
c o n l i n g u a g g i o m o d e r n o , c h e « la n a t u r a nel s u o significato m a t e r i a l e » si r i s o l v a « nella c o s t i t u z i o n e d e l l a nostra
sen-
sibilità », e, nel s u o significato f o r m a l e , n e l l a c o s t i t u z i o n e del n o s t r o intelletto c h e a s u a v o l t a p e r m e z z o delle s u e
regole rende
p o s s i b i l e la stessa
esperienza
possibile, attraverso lo schematismo, pura
dei p r i n c i p i i
Eppure
proprio
universali
questa
c o m p l e s s o di c a t e g o r i e brerà
a
Platone
stata l'intera
tavola fissate
impossibile.
della
se infine
una tavola scienza
fisiologica
è
fisiologica
della
natura?
p u r a , e cioè
un
del pensiero scientifico, semLa
risoluzione del reale
sua
possibilità
nell'ideale,
sarebbe
del
mondo
nel p e n s i e r o , d e l l ' e s i s t e r e n e l l ' e s s e r e . P e r la stessa
ragione
p e r c u i la diairesis h a u n s e n s o f o r m a l e , c o m e si è c o n c l u s o a p r o p o s i t o d e l F e d r o , u n ' e q u a z i o n e tra essere ed
esistere
è i m p o s s i b i l e . S i p o s s o n o r i d u r r e il c o n c e t t o di t e m p o ed il c o n c e t t o di s p a z i o a c a t e g o r i e , m a
si t e n g a
presente
t a l e r i s o l u z i o n e e q u i v a r r e b b e a l l a stasi a s s o l u t a c h e p r o p r i o il P a r m e n i d e ticata a fondo. S'indovina
che
parmenidea
e p i ù t a r d i il Sofista h a n n o
cri-
q u i il m o v i m e n t o interiore
del
p e n s i e r o p l a t o n i c o : la c o m p r e n s i o n e t o t a l e d e l m o n d o e q u i v a l e alla sua negazione c o m e m o n d o e quindi, per un passaggio logicamente necessario, alla sua m a n c a t a
compren-
s i o n e . A p p l i c a r e al T i m e o il m o v i m e n t o d e l P a r m e n i d e
nel-
la s u a i n t e r e z z a è i m p o s s i b i l e e se fosse p o s s i b i l e la n a t u r a non sarebbe più natura m a a p p u n t o pensiero e non è c o m e p e n s i e r o c h e noi v o g l i a m o c o m p r e n d e r l a m a c o m e n a t u r a : b i s o g n a m u o v e r s i in essa s e n z a n e g a r l a . Si r i t r o v a il senso d e l l a n o t a c r i t i c a di H a r t m a n n a K a n t : tra le c a t e g o r i e a p r i o r i e il m o n d o n o n c ' è i d e n t i t à .
È dunque
di u n a
spe-
c i a l i s s i m a o n t o l o g i a c h e si h a b i s o g n o p e r la g i u s t i f i c a z i o n e d e l l a n a t u r a . L e idee s o n o n e c e s s a r i e , P l a t o n e l o r i a f f e r m a , m a l o riafferma i n r a p p o r t o a l l a t e o r i a della x o r a e q u a n d o sta p e r r i c o l l e g a r e a l p r o b l e m a delle i d e e la s u a t e o r i a d e g l i e l e m e n t i (53 C e s e g g . ) . C i ò c h e q u i si c e r c a , n o n è u n ' o n tologia dell'essere m a
un'ontologia
dell'esistere,
esprimen-
d o s i i n m o d o a p p r o s s i m a t i v o , u n ' o n t o l o g i a d e l l ' e s i s t e r e dell ' o g g e t t o scientifico. B i s o g n a c o m p r e n d e r e l ' i r r a z i o n a l e s e n za ridurlo a razionale. C i ò è necessario non tanto dal pun-
1) K A N T : Prolegomeni. Bari, 1925, Pag. 118.
to d i v i s t a d e l l ' e s p e r i e n z a q u a n t o d a l p u n t o di v i s t a pensiero:
non
si c o s t r i n g e l ' i r r a z i o n l e
nella logica
del
senza
v i o l a r e la stessa l e g g e della r a g i o n e . I d e n t i f i c a r e l ' i d e a c o n l ' e s i s t e n t e n o n significa i d e a l i z z a r e l ' e s i s t e n t e m a
compro-
m e t t e r e la r a z i o n a l i t à d e l l ' i d e a . N o n si v u o l n e g a r e il s e n s o profondo
dell'hegelismo ma
la
c o n c l u s i o n e della
filosofia
d e l l a storia n o n è l a r a z i o n a l i z z a z i o n e d e l l a storia m a la rid u z i o n e del razionale a contingente.
A n a l o g a m e n t e consi-
d e r a n d o l a n a t u r a c o m e i d e a nel s u o essere « a l t r o d a sè » e c o m e s i s t e m a dei g r a d i l o g i c i d e l l ' i d e a ') si identifica l ' i d e a con
il f a t t o , l ' e s s e r e c o n il n o n essere e, p r o p r i o p e r s a l v a r e
la r a z i o n a l i t à d e l p e n s i e r o , si s p e z z a l a c o r r e l a t i v i t à tra essere e n o n essere c h e la giustifica. È
n e c e s s a r i o d u n q u e r i p o r r e il d u a l i s m o d e l T i m e o e d
è n e c e s s a r i o p r o p r i o p e r s a l v a r e la r a g i o n e . C i ò c h e o r a si h a presente non è l'essere ideale o la riduzione del m o n d o d e l l a n a t u r a e della storia a l l ' i d e a , m a p r o p r i o l ' e s i s t e n z i a l i t à nel s u o t i p i c o n o n essere, nel s u o essere i m m a n e n t e n e l t e m p o e nello s p a z i o e m p i r i c o . I l p r o b l e m a d e l l ' e s i s t e n z i a l e diventa
correlativo al problema
dell'essere:
il s u o
porsi
n o n è la n e g a z i o n e della r a z i o n a l i t à m a l o s v o l g e r s i i n v e c e della
sua
intima
esigenza aporética.
L'ontologia dell'esi-
s t e n t e c h e q u i si r i c e r c a d e v e p e r m e t t e r e il m u o v e r s i d e l p e n s i e r o scientifico e n o n p u ò n o n essere p o s t a d a l p e n s i e r o m e n t r e d e v e nello stesso t e m p o
far
parte
dell'irrazionale
d i v e n i e n t e . Si r i t r o v e r à la m e d e s i m a e s i g e n z a nella s p e c u l a z i o n e scientifica c o n t e m p o r a n e a :
la scienza non p u ò fare
a m e n o di u n ' o n t o l o g i a s u c u i o p e r a r e , a n c h e nel c a s o c h e 2
q u e s t a v e n g a r i c o n o s c i u t a c o m e i r r a z i o n a l e ) . C o s ì le i d e e d e l l a diairesis d o v r e b b e r o t r a s f o r m a r s i do,
i n q u a l c o s a di ibri-
in q u a l c o s a c h e p u r e s s e n d o n o n è : n o n si t r a t t a s o l o
1) H E G E L : Enciclopedia, Bari 2) E . M E Y E R S O N : Explication Pag. 20, 23 e segg. Per Io sviluppo E. P A C I : Filosofia della natura e Fil. 1938. II.
1923, II, P a g . 209. dans les sciences. Paris 1927, dei problemi qui posti si v e d a : filosofia della scienza. R i v . di
dell'idea del fuoco m a del fuoco concepito c o m e
elemento
c h e e n t r a nella g e n e s i t e m p o r a l e d e l m o n d o su c u i l a s c i e n z a d e v e o p e r a r e . Q u a l s i a s i i d e a di c u i si a m m e t t a l u z i o n e nella g e n e s i è f a t a l m e n t e
l a riso-
si p e n s i
che
si p u ò s e m p r e p a r l a r e di e s s e n z a o di i d e a d e l l ' a c q u a
ma
c h e la s c i e n z a p u ò m a n t e n e r e elemento l'acqua
inadeguata:
quell'idea
i n d i v i s i b i l e ) solo fino a
quando
(dell'acqua non
i n o s s i g e n o ed i d r o g e n o . L e i d e e n o n
ha
come risolto
coincidono
c o n g l i e l e m e n t i p e r c h è il m o n d o i d e a l e n o n si p u ò
identi-
ficare c o n l ' o n t o l o g i a scientifica. P e r c i ò o g n i s o l u z i o n e s c i e n tifica è p r e c a r i a e, d a l p u n t o di v i s t a verosimile.
Platone
insiste
con
forza
filosofico, sul
solamente
carattere
pura-
m e n t e i p o t e t i c o di o g n i p o s i z i o n e t e o r e t i c a c h e r i g u a r d i il m o n d o d e l l ' e s i s t e n t e scientifico, sia r i s p e t t o al c o n c e t t o stess o di u n ' o r i g i n e come
la
del m o n d o
(29 C ) , di teorie
s p i e g a z i o n e delle s e n s a z i o n i
(68
D),
particolari sia
rispet-
t o a l l ' i n s i e m e di t u t t a la d i s c u s s i o n e (69 A B ) . S e si t r a t ta
di i d e e q u e s t e
hanno
q u i la b e n
strana
caratteristica
di u n essere n è s t a b i l e nè in a l c u n m o d o r i s o l u t i v o . C i ò c h e è v e r o p e r P l a t o n e c o m e p e r noi è" c h e la s c i e n z a n o n sarebbe
p o s s i b i l e se g u i d a t a
d a l solo p r i n c i p i o
di
identità.
L a s p i e g a z i o n e scientifica n o n è c h e u n a c o n t i n u a
raziona-
lizzazione del molteplice che pure non d e v e venir
raziona-
l i z z a t o m a essere m a n t e n u t o tende a negare i fenomeni
c o m e t a l e . C o n la r a g i o n e si « m e n t r e p e r m u o v e r s i nel d e -
d a l o c h e essi f o r m a n o noi d o b b i a m o a l c o n t r a r i o
mantenere
]
la l o r o r e a l t à » ) . L ' i r r a z i o n a l e a s s i c u r a così il m o v i m e n t o del p e n s i e r o scientifico e d i n a m i c i z z a l ' i d e a l e m e c c a n i c i s t i c o d e l l a s c i e n z a ; la r i s o l u z i o n e m e c c a n i c i s t i c a è u n l i m i t e a c u i la s p i e g a z i o n e scientifica t e n d e s e n z a r a g g i u n g e r l o m a i : si o p p o n e a l m e c c a n i c i s m o a s s o l u t o il p r i n c i p i o di
Carnot
e c i o è il c o n c e t t o d e l l ' i r r e v e r s i b i l i t à d e l t e m p o '"). L a s p i e -
1)
MEYERSON:
Op.
cit.
Pag.
in P O I R I E R : 1926, P a g . 87 e segg. 2)
MEYERSON
676.
Phil, et Savants Franc. II. Paris,
gazione meccanicistica dell'universo sarebbe dunque
quella
t o t a l e r a z i o n a l i z z a z i o n e d e l d i v e n i r e c h e si r i v e l a i m p o s s i b i l e p e r P l a t o n e c o m e p e r noi e c h e , u n a v o l t a
compiuta,
d i s t r u g g e r e b b e la s c i e n z a stessa. P l a t o n e s a l v a la s i t u a z i o n e p e r m e z z o del m i t o e c i o è , infine, r i c o r r e n d o a d u n m e z z o di conoscenza non razionale che permette
di r i s o l v e r e la
p a r a d o s s a l e s i t u a z i o n e p e r c u i si d e v e d a u n a p a r t e o n t o logizzare e risolvere l'universo
in una
visione
d a l l ' a l t r a l a s c i a r e i t e r m i n i della s p i e g a z i o n e
razionale,
assolutamente
m o b i l i e sostituibili e q u i n d i s o l a m e n t e i p o t e t i c i . I l m i t o h a q u i l a f u n z i o n e di s a l v a r e la r a z i o n a l i t à compromettere
c h e n o n si v u o l
in u n d a n n o s o d o g m a t i s m o
conformemente
a q u e l l o c h e s e c o n d o B r u n s c h v i c g è il s e n s o
fondamentale
l
d e l m i t o p l a t o n i c o ) . E si p u ò dire, t e n e n d o
c o n t o di c i ò
c h e si è n o t a t o , c h e il m i t o , in q u e s t o c a s o p a r t i c o l a r e , e q u i v a l e al p a r a d o s s o e p i s t e m o l o g i c o di M e y e r s o n i n c u i si traduce l'antinomia,
n e c e s s a r i a a l p e n s i e r o scientifico, tra
zionale e irrazionale,
tra
p r i n c i p i o di i d e n t i t à
ra-
e principio
di C a r n o t . L ' i r r e v e r s i b i l i t à d e l t e m p o è l ' o s t a c o l o i n c u i si urta fatalmente
la s c i e n z a c o m e la
filosofia
della
natura:
ogni spiegazione v e r a m e n t e meccanicistica, e cioè v e r a m e n te r a z i o n a l e , n o n p u ò a m m e t t e r e il t e m p o c h e c o m e r e v e r s i b i l e . D i fronte a l l a r e a l t à p e r c u i c i ò c h e è s t a t o n o n p u ò essere p i ù il p e n s i e r o
deve necessariamente
arrestarsi.
q u e s t o a r r e s t o si r i a s s u m e il p a s s a g g i o d a l l a natura alla razionale
filosofia
d e l l a storia.
d e l l a storia
dovrebbe
filosofia
Ciò che una raggiungere
In
della
spiegazione
è proprio
la
s p i e g a z i o n e a s s o l u t a del s u c c e d e r s i dei fatti, o r a la s u c c e s sione temporale
rimanda
fatalmente
g i n e d e l l ' u n i v e r s o e della s u a
fine:
al problema b i s o g n a i n altre
dell'oriparole
s p e z z a r e l a serie c a u s a l e c o n u n p r i n c i p i o d a c u i t u t t o h a o r i g i n e e c o n u n fine a c u i t u t t o t e n d e . P r i n c i p i o e fine si c o n f o n d o n o i n q u a n t o a m b e d u e t e n d e n t i a p o r s i c o m e spie-
i) L . B R U N S C H V I C G : Le progrès de la conscience dans la phil. occ. Paris, 1927, I, Pag. 17 e segg.
gazione
razionale
della, serie
temporale.
Come
principio
assoluto a Platone non p o t e v a presentarsi che l'unità
par-
m e n i d e a g i à risolta i n c o r r e l a z i o n e . M a d i f r o n t e a l l a serie temporale c o m e irreversibile tale correlazione d o v e v a
ne-
c e s s a r i a m e n t e c a d e r e e l ' u n i t à ristabilirsi n e l l a s u a t r a s c e n d e n z a . C o s ì P l a t o n e si s f o r z e r à a n c o r a d i s i n t e t i z z a r e le d u e p o s i z i o n i d e l l ' e r a c l i t i s m o e d e l l ' e l e a t i s m o . P e r il p r i m o t e m p o si r i s o l v e v a n e l l a n a s c i t a d e l l ' u n o e nel r i t o r n o
il al-
l ' u n o di t u t t e le c o s e e l ' e t e r n i t à d i v e n t a v a infinita s u c c e s s i o n e c i c l i c a , p e r il s e c o n d o l ' e t e r n i t à si fissava nel s u o s e n so a s s o l u t o
P l a t o n e cerca di fondere le d u e p o s i z i o n i :
l ' u n o si r i p o n e nella s u a t r a s c e n d e n z a c o m e e t e r n i t à t e m p o d i v e n t a l ' i m m a g i n e mobile di quell'eternità.
ed il Il
di-
v e n i r e si s v o l g e così i n e t e r n i t à p u r r e s t a n d o d i v e n i r e e s a l v a n d o la stasi d e l l ' e s s e r e : « l ' i m m a g i n e m o b i l e d e l l ' e t e r n i t à è e t e r n a in q u a n t o essa, i n v e c e di v a n i r e n e l l ' i n f i n i t o d e l l a s u c c e s s i o n e , si s v i l u p p a c i r c o l a r m e n t e c o l m o t o p e r f e t t o d e g l i a s t r i e r i s t a b i l i s c e a l t e r m i n e di c i a s c u n o d e i s u o i cicli numericamente
determinato —
il g i o r n o , il m e s e ,
il g r a n d e a n n o (39 D ) — q u e l l ' u n i t à in c u i p e r m a n e no propriamente
2
detto » ) . Visione ardua — nota
l'anno, l'etersempre
l o S t e f a n i n i — in cui si riflette l a t i p i c a c o n c e z i o n e c l a s s i c a della storia. L'irreversibilità è d u n q u e corretta nel solo m o d o p o s s i b i l e : si a m m e t t e u n r i t o r n o , c h e è p o i e t e r n o ,
al-
l'unità intorno a cui l'universo gira temporalmente e spazialmente. Questa concezione classica è nettamente opposta
alla concezione della
storia
dell'idealismo hegeliano:
t u t t a v i a b i s o g n a n o t a r e c h e u n e s a m e a p p r o f o n d i t o del p r o b l e m a d e l l ' i r r e v e r s i b i l i t à c i r i c o n d u c e a l l a stessa p o s i z i o n e g r e c a . A . R e y h a d i m o s t r a t o la n e c e s s i t à d i v i o l a r e il p r i n 3
c i p i o d i C a r n o t ) e la p o s s i b i l i t à d i u n c o n c e t t o scientifico
1) R. MONDOLFO: L'infinito nel pensiero dei Greci. Firenze 1934, a g - 532) STEFANINI: O p . cit. V o i . II, P a g . 351. 3) A. REY: L e retour èternel et la philos. de la phisique. Paris, 1927, Pagg. 298-300. p
d e l l ' e t e r n o r i t o r n o c h e r i s o l v a le a n t i n o m i e di u n i t à e m o l 1
t e p l i c i t à e di s p a z i a l i t à e t e m p o r a l i t à ) ,
s e n z a c h e si sia
o b b l i g a t i a d a b b a n d o n a r e la d i n a m i c i t à v i t a l e d i q u e l l e a n t i n o m i e . L a v i o l a z i o n e d e l p r i n c i p i o d i C a r n o t e il c o n c e t t o dell'eterno
ammissibili
in
q u a n t o le d u e v i e di p r o c e s s i o n e d a l l ' u n o e di r i t o r n o
ritorno
all'unità,
intanto
sono
al-
l ' u n o s o n o rese p o s s i b i l i , e q u e s t e s o n o s o l o possibili i n u n a visione dell'universo che non neghi l'irreversibilità, m a che p o n g a l o s v o l g i m e n t o v i c i n o al r i t o r n o i n u n s u s s e g u i r s i di p r o c e s s i o n i e di i d e n t i f i c a z i o n i g i à m i t i c a m e n t e espresse nel m i t o d e l P o l i t i c o . F i l o s o f i a della storia e t u r a si f o n d o n o n e l l o stesso p r o b l e m a : porale
deve
necessariamente
filosofia
della na-
la successione tem-
s p e z z a r e la
correlazione
del
P a r m e n i d e p e r p o r r e la c a t e n a d e l l e ipotesi n o n nella i s t a n t a n e i t à e t e r n a d e l l a t e r z a ipotesi, c h e t u t t e le r i a s s u m e ,
ma
i n u n d i s t e n d e r s i c i c l i c o c h e t r a d u c e nel t e m p o , c o m e u n o svolgersi e un ritornare,
la discesa l o g i c a delle ipotesi d a l -
l ' u n o s u p e r e s s e n t e e il l o r o r i t o r n o a l l ' u n o d o p o il t e r m i n e u l t i m o d e l l a d i s c e s a . L a p r i m a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e si fissa d u n q u e
nella s u a
extratemporalità;
la s e c o n d a
d i v e n t a il m o n d o i d e a l e c o m e m o d e l l o d e l l ' u n i v e r s o
ipotesi deter-
m i n a n d o s i c o m e il v i v e n t e i n sè (30 D , 3 1 A ) ; la t e r z a i p o tesi d o v e v a n e c e s s a r i a m e n t e c a d e r e i n q u a n t o l ' u n i t à
delle
ipotesi nell'istante
spez-
eterno
d e l l a c r e a z i o n e era o r m a i
z a t a . A l p o s t o della c r e a z i o n e l o g i c a si sostituisce il m i t o d e l D e m i u r g o . A n a l o g a m e n t e si s p i e g a l ' u n i t à rende
p o s s i b i l e a l D e m i u r g o l a c r e a z i o n e ") : l a
eterna
che
creazione
del T i m e o , c o m e già a v e v a n o visto Xenocrate e Plutarco, n o n è c h e u n a v e s t e m i t i c a c h e t r a d u c e il p r i n c i p i o l o g i c o 3
i n i n i z i o c r o n o l o g i c o ) . L e s c o n n e s s i o n i del m i t o s o n o f a cilmente
spiegabili:
il D e m i u r g o
t r o v a r s i tra l ' i d e a e l'esistente
doveva
e r a p p r e s e n t a r e la l o r o fu-
1) A. R E Y : O p . cit. P a g . 28G. 2) M O N D O L F O : O p . cit. P a g g . 68, 74. 3) M O N D O L F O :
Op.
cit.
necessariamente
P a g g . 70,
73.
s i o n e n e l l a c r e a z i o n e p r i m a a n c o r a c h e l ' e s i s t e n t e fosse eff e t t i v a m e n t e c r e a t o . T u t t a v i a si v e d r à q u i r i s p e c c h i a r s i n e l m i t o la l e g g e c h e s v i l u p p a i n u n t e r z o t e r m i n e d u e o p p o s t i . L ' a l t r o e il m e d e s i m o si r i t r o v a n o nella c o m p o s i z i o n e d e l l'anima
del m o n d o
(35 A B ) m e d i a t i d a u n t e r z o
genere
c h e , c o m u n q u e si v o g l i a i n t e n d e r e , c o m p i r à s e m p r e u n ficio di m e d i a z i o n e . L a c o r r e l a z i o n e tra
unità
e
uf-
alterità,
c o m e q u e l l a t r a finità e infinità, n o n s o n o n e g a t e m a s o l o r i p o r t a t e a l l ' e s i g e n z a d e l m i t o e c i o è a l l ' e s i g e n z a scientifica del
verosimile
e
dell'irrazionale.
In
questa
complessità
s p e s s o o s c u r a d i t e r m i n i u n a p o s i z i o n e si f o n d e
facilmente
c o n l ' a l t r a m a l ' e s i g e n z a b a s e è s e m p r e la m e d e s i m a : doveva
aggiungersi alle precedenti
p o s i z i o n i il
cosi
problema
della x o r a c o n le difficoltà c h e si p o r t a d i e t r o . N e c e s s a r i a m e n t e , d a t o il d i s p o r s i t e m p o r a l e d e l l e i p o t e s i del
Parme-
n i d e , la f o r m a z i o n e d e l c o s m o « a l p a r i di q u e l l a d i o g n i a l t r a r e a l t à c o n d i z i o n a t a nel F i l e b o , d e v e essere r i c o n d o t t a al concorso dei due elementi costitutivi della
generazione
e di o g n i g e n e r a t o ; q u e l l o i n c u i e q u e l l o a c u i i m i t a z i o n e la g e n e r a z i o n e si c o m p i e :
ossia l ' a s s o l u t a m e n t e
amorfo
e
J
la d e t e r m i n a z i o n e c h e esso r i c e v e » ) . C o s ì la q u a r t a i p o tesi del P a r m e n i d e , il m o n d o d e l l e i d e e d o p o la c r e a z i o n e , si p r e s e n t a
come
quella
speciale ontologia
di i d e e
nello
s p a z i o di c u i si è p a r l a t o . C i ò c h e n e l P a r m e n i d e è u n m o m e n t o d i a l e t t i c o d i v e n t a nel T i m e o u n a r e a l t à :
a n c h e sen-
za tentare determinazioni più precise in proposito è certo c h e nel T i m e o si p r o c e d e d a l l ' u n i t à a l n u l l a , d a l l a p i e n e z z a d e l l ' e t e r n o a l v u o t o di c u i si c e r c a di d i m o s t r a r e l ' i n c o n c e p i b i l i t à . M o n d o l f o h a n o t a t o c h e il v u o t o e s c l u s o n e l l ' i n t e r :
n o si r i t r o v a a l l ' e s t e r n o ) , oltre l ' u n i v e r s o , i n u n a 3
regione
i p e r u r a n i a ) i n c u i il n u l l a si riafferma c o m e s u p e r e s s e n z a
1) M O N D O L F O :
Op.
2)
Op.
MONDOLFO:
3) M O N D O L F O :
cit. cit.
Pag. Pag.
311. 316.
O p . cit. P a g g . 320-321.
d i t o n o m i s t i c o r e l i g i o s o . S i v o r r à n o t a r e il s i g n i f i c a t i v o p a rallelismo di questo m o v i m e n t o di idee c o n la g i à studiata risoluzione dell'ultima ipotesi del P a r m e n i d e risoluzione
c h e presenta
nella
q u i il c o n g i u n g e r s i
prima,
dell'esistere,
c h e si n e g a nel s e n o d e l l a s u a i n e v i t a b i l e d i a l e t t i c a , c o n l ' a s s o l u t o essere s u p e r e s s e n t e mitico-naturalistico
e che ripone
delle i p o t e s i
nello s p i e g a r s i
del Parmenide
c o r r e l a z i o n e t r a essere e n o n essere della t e r z a della legge
la
stessa
ipotesi e
trascendentale.
N e l l o stesso m o d o è p o s s i b i l e s p i e g a r e il
ripresentarsi
della mimesis c h e qui d o v e v a apparire c o m e l'unica possib i l i t à d i e s p r i m e r e u n r a p p o r t o t r a l'essere e d il m o n d o . E d è facile c a p i r e c h e l ' i s t a n t a n e i t à
d e l l a t e r z a ipotesi d o v e v a
n e l m i t o s p e z z a r s i e f a r p o s t o a l l e fissazioni d e l t e m p o c o m e passato e come avvenire. I n c o n c l u s i o n e l a t e o r i a delle i d e e n o n è r i p o s t a i n d i s c u s s i o n e s e n o n i n q u a n t o il p r o b l e m a della filosofia d e l l a n a t u r a e d e l l a storia e q u e l l o c o n c a t e n a t o d e l t e m p o e s i g o no u n n u o v o punto di vista. Il tradimento
verso la ragio-
n e , e cioè v e r s o l a p o s i z i o n e d e l P a r m e n i d e e d e i d i a l o g h i c h e l o s e g u o n o , si r i s o l v e i n u l t i m a analisi n e l m i t o e q u e st'ultimo
n o n t r a d i s c e il r a z i o n a l e m a n e s a l v a il v a l o r e
mantenendo
l a s c i e n z a nella
sua necessaria
ipoteticità
e
salvando la ragione da u n dogmatismo che renderebbe imp o s s i b i l e l a v i t a stessa d e l p e n s i e r o scientifico.
Le idee numeri. — P o i c h é le « L e g g i » n o n i n t e r e s s a n o il n o s t r o s t u d i o finiremo c o n q u a l c h e b r e v i s s i m a v a z i o n e sulla dottrina sul p r o b l e m a
che
delle idee n u m e r i , s e n z a
richiederebbe
una troppo
osser-
diffonderci
vasta
tratta-
zione. A b b i a m o visto la posizione del problema nide:
la diade
indefinita
viene dedotta
nel P a r m e -
dall'unità
ideale
nella s e c o n d a ipotesi e si è g i à d e t t o c o m e sia i m p o s s i b i l e identificare
questi
numeri
c o n i numeri
matematici. C h e
i n q u e s t o p a s s o d e l P a r m e n i d e si d e d u c a n o i n u m e r i
ideali
dall'unità
viene sostenuto
1
anche dallo Stenzel ) . C o m u n -
q u e il s e n s o d e l l e « d o t t r i n e n o n scritte » di P l a t o n e s e m b r a p o t e r s i r i d u r r e a c i ò c h e se n e d i c e nel
non
Parmeni-
d e . Si noti t u t t a v i a c h e g i à i n q u e l d i a l o g o si t r o v a ,
come
si è v i s t o , u n a g e r a r c h i a di o r d i n i di i d e e di c u i il p r i m o posto è o c c u p a t o dalle idee
numeri.
I l p r o b l e m a c i s e m b r a r i m a n e r e nei t e r m i n i p o s t i
dal
L e v i c h e r i c o l l e g a la teoria delle i d e e n u m e r i c o n il s e n s o fondamentale matematica
del
pensiero
della realtà
platonico.
« L'interpretazione
i d e a l e si f o n d e
indissolubilmente
c o n le p r i m i t i v e i n t u i z i o n i e s t e t i c o - e t i c h e d e l p l a t o n i s m o :
e
tale fusione è i n d i c a t a d a l l a a f f e r m a z i o n e c h e la m i s u r a
e
2
la s i m m e t r i a s o n o b e l l e z z a e v e r i t à » ) . C o n la teoria d e l l e i d e e n u m e r i a b b i a m o d u n q u e l ' u l t i m o t e r m i n e di s v i l u p p o del p e n s i e r o p l a t o n i c o c h e s v o l g e a n c o r a i n p r o f o n d i t à sue premesse, senza, secondo noi, negare i resultati r a g g i u n t i . A P l a t o n e le e s t r e m e
le
prima
difficoltà di r i c o n d u r r e
il
d i v e n i r e i n u n s i s t e m a r a z i o n a l e , difficoltà c h e d ' a l t r a p a r te d o v e v a n o essere m a n t e n u t e ,
c o m e si è v i s t o n e l T i m e o ,
p e r g a r a n t i r e il m o v i m e n t o stesso del p e n s i e r o scientifico, d o v e v a n o far p e n s a r e a l l a p o s s i b i l i t à di u n a s u p e r i o r e v i s i o n e s c h e m a t i c a o f o r m a l e di c a r a t t e r e e x t r a - t e m p o r a l e cui rimanessero
fuori i p r o b l e m i c h e n a s c o n o m a n
da
mano
c h e ci si a v v i c i n a a l n o n essere, m a n m a n o c h e si p r o c e d e dalla seconda ipotesi del P a r m e n i d e
alle i p o t e s i n e g a t i v e .
B e n c h é i p r o b l e m i delle a l t r e i p o t e s i d e l P a r m e n i d e d o v e s sero r e s t a r e s e m p r e v a l i d i , P l a t o n e p o t e v a p e n s a r e di s v i luppare in u n solo p i a n o u n a dottrina p u r a m e n t e
formale
su c u i n o n influissero c o n t e n u t i di s o r t a , i d e a l e di u n a
ma-
thesis u n i v e r s a l i s c h e d o v e v a r i v i v e r e in L e i b n i z e c h e n o n è spento nemmeno
o g g i . O r a p o i c h é g i à nel P a r m e n i d e
n u m e r i e r a n o v i s t i c o m e le i d e e p r i m e s u b i t o d o p o
1) S T E N Z E L : Leipzig 1933, 1 1
2)
LEVI:
Op.
i
l'unità,
Zahl und Gestalt bei .Piaton und Aristoteles. S - 58.
E d
P a
cit.
Pag.
85.
e r a l o g i c o c h e si s v i l u p p a s s e p e r u n s a p e r e f o r m a l e a s s o luto proprio
l a r e g i o n e i d e a l e d a essi d e t e r m i n a t a ,
tanto
p i ù c h e essa p e r m e t t e v a d i c o n s e r v a r e t u t t i g l i altri a s p e t t i del pensiero platonico. Il m o n d o ideale rimane
nella s u a
tipica gerarchia e in t a l m o d o « P l a t o n e realizza il p i a n o della R e p u b b l i c a , di fondare sull'incondizionato il m o n d o i d e a l e , e, p e r c o n s e g u e n z a , q u e l l o sensibile ( c h e r i c e v e d a l p r i m o l a s u a r a g i o n e d ' e s s e r e ) , p e r c h è l ' u n o è il p r i n c i p i o incondizionato
c h e nulla
ammette
1
sopra
d i sè » ) . « L a
molteplicità delle idee forma in tal m o d o u n sistema
ordi-
nato gerarchicamente; e la molteplicità dentro ogni singola i d e a (il p e r a s d e l F i l e b o ) è r i d o t t a a l l ' a z i o n e d e t e r m i n a t r i c e d e l l ' u n o » "'). P o i c h é l o s v i l u p p o d e l l a n u o v a s c i e n z a esatta
univer-
s a l e e l a s u a f o r m u l a z i o n e s o n o possibili i n q u a n t o si a s t r a e da o g n i p r o b l e m a p a r t i c o l a r e e si r e s t r i n g e il s a p e r e i n u n assoluto
formalismo,
doveva
essere
possibile,
da
questo
p u n t o d i v i s t a , l ' i d e n t i f i c a z i o n e della diairesis c o n l a d i a lettica
filosofica
e d il m e t o d o
trascendentale.
P e r questa
f o r m a l e r e g i o n e i d e a l e t u t t o il m o n d o si r i s o l v e r à , c o s ì c o m e v u o l e Stenzel, sul piano di un'unica realtà
ideale-ma-
t e m a t i c a . C i ò r e n d e a c c e t t a b i l e i resultati d e l l o s t u d i o s o t e 3
d e s c o c h e a c c a n t o a l l a d i a i r e s i s delle idee ) , p u ò p o r r e u n a p a r a l l e l a diairesis d e i n u m e r i ' ) , i n q u a n t o il m e t o d o d i a i r e t i c o , c h e a p p l i c a t o a l l e idee p e r m e t t e l'idea
atomo,
applicato
di discendere al-
alle grandezze geometriche
con-
d u c e a l l a « linea i n s e c a b i l e » c o m p r e n d e n t e superfici e s o lidi e p r o d u c e , n e l c a m p o a r i t m e t i c o , i n u m e r i . M a c i ò c h e a n o i p r e m e d i s o t t o l i n e a r e è il f a t t o c h e n e l l a t e o r i a d e l l e i d e e - n u m e r i si r i p r e s e n t a l a p o s i z i o n e g i à d a n o i r i t r o v a t a n e i d i a l o g h i p l a t o n i c i d o p o il P a r m e n i d e .
1)
LEVI:
2) L E V I :
Op.
cit.
O p . cit.
Pag.
90.
id.
3) S T E N Z E L :
Op.
cit.
Pag.
10 e segg.
4) S T E N Z E L :
Op.
cit.
Pag.
23 e segg.
L a d o t t r i n a si b a s a infatti s u l l ' a z i o n e d e l l ' u n o , c o m e cipio formale,
sulla diade del g r a n d e
prin-
e del piccolo c o m e
e l e m e n t o m a t e r i a l e , c h e « d e v e significare il p r i n c i p i o d e l l a v a r i a z i o n e indefinita,
della c o n t i n u i t à »
Tentativo
dun-
q u e di r i s o l v e r e o g n i s a p e r e i n s a p e r e i d e a l e , t e n t a t i v o c i ò di u n a v i s i o n e scientifica r i g o r o s a , i n c u i si
per-
ripresenta
l ' a n t i n o m i a tra il p r i n c i p i o m a t e r i a l e e il p r i n c i p i o f o r m a l e . P r i n c i p i o m a t e r i a l e o il m o l t e p l i c e , l ' i l l i m i t a t o , c h e t r a d u c e il n o n essere; p r i n c i p i o f o r m a l e , o il b e n e o l ' u n o , traduce
il c o r r e l a t i v o c o n c e t t o d i essere.
che
Dall'azione del-
l ' e s s e r e s u l n o n essere n a s c e il m o n d o delle i d e e c h e risolv o n o il v i v e n t e i n sè ' ) , cioè t u t t a la r e a l t à v i s t a c o m e p e r fetta e s i s t e m a t a , i n r e l a z i o n i p u r a m e n t e i d e a l i , q u e l l a stessa r e a l t à della s e c o n d a i p o t e s i d e l P a r m e n i d e e d e l m o d e l l o d e l l ' u n i v e r s o c h e P l a t o n e t e n t a di a l l a r g a r e i n u n a r i g o r o s a del t u t t o . I d e a l e c h e d o v e v a c a d e r e , risultava dalle mitologizzazioni m a t e m a t i c h e
visione
in c i ò
che
dell'antichità,
m a a cui lo s v i l u p p o del pensiero occidentale d o v e v a
ri-
servare,
il
in ciò che c o n t e n e v a
più fortunato
1) L E V I :
2) R O B I N :
eli p u r a m e n t e
avvenire.
Op.
cit.
Pag.
Platon, Cit.
89.
Pag.
145.
razionale,
PER UNA
BIBLIOGRAFIA
I testi migliori sono quelli di Hermann-Wohlbrad nella biblioteca Teubner di Lipsia e la seconda edizione della collezione di Oxford a cura di J. Burnet. Preziosa ed arricchita della traduzione e di ottime introduzioni è la collezione « G. Bude » a cura di Robin, Diès, Rivaud, Croiset, Souilhè, però non ancora completa. II lettore troverà in A D O L F O L E V I : Le interpretazioni immanentistiche della filosofia di Platone. Milano, s. d.; l'esposizione e la critica delle principali interpretazioni del pensiero platonico. Per ciò che esula dal contenuto di quest'opera si vedano i due volumi di A . D I E S : Autour de Platon, Paris, 1927. Una sobria bibliografia si può trovare alla fine della bella sintesi di L . R O B I N : Platon, Paris, 1935. Altre belle e chiare sintesi sono: A . E . T A Y L O R : Plato, London, 1929, 2 ediz.; A . D I E S : Platon, Paris, 1930; C. R I T T E R : Die Kerngedanken der Plat. Phil. München, 1931; L . S T E F A N I N I : Platone, due vol. Padova, 1932-1935. Non si dimentichino le belle pagine dedicate da S T E N Z E L a Platone in Metaphysik des Altertums. München, 1931, specialmente per ciò che riguarda il Parmenide. Per il Parmenide J. W A H L : Etude sur le P. de Platon, Paris, 1926, ci dà una buona bibliografia sull'argomento alla quale sia sufficiente aggiungere: G. C A L O G E R O : Studi sull'eleatismo, Roma, 1932; l'edizione del Parmenide con introduzione e appendice di A . E . T A Y L O R . Oxford, 1934 e lo studio di M A X W U N D T : Ueber Platons Parmenides. Stuttgart, 1935. a
I N D I C E
Pag.
PREFAZIONE
PARTE
PRIMA
IL P R O B L E M A D E L P A R M E N I D E N E I D I A L O G H I FINO ALLA REPUBBLICA Cap.
I. — I dialoghi giovanili fino al Cratilo .
L'Ippia Maggiore
13
.
.
.
.
Il Carmide ed il Lachete
16
Il Liside
17
.
.
.
.
L'Eutifrone
17
Il Protagora e l'Eutidemo
18
Il Gorgia
19
Il Menone
22
Il Cratilo
25
I L — 77 Fedone,
il Simposio
e il Fedro
Il Fedone
.
.
.
.
Il Simposio
.
.
.
.
.
.
.
Il Fedro »
il
12
L'Ione
»
Pag.
L'Ippia Minore e il Primo Alcibiade
III. — La Lo
.
.
Repubblica Stato
29 34 50 68 68
ideale
Dialettica e realtà
29
.
74
PARTE SECONDA
IL Cap.
P A R M E N I D E
I. — La prima
parte
del Parmenide
.
.
Pag.
89
Socrate e Zenone . . . . . . Parmenide e Socrate. - Necessità di idee di tutte le cose . . .
»
93
Rapporti con il problema della diairesis
»
95
Le difficoltà della partecipazione
.
»
97
L'argomento del terzo uomo
.
»
99
»
100
»
103
»
105 108
L'idealismo empirico
.
La teoria della mimesis
.
. .
.
.
.
.
89
Il problema della scienza delle idee e la conoscenza del mondo L'esercizio dialettico . »
. .
.
II. — La seconda parte del Parmenide L a prima ipotesi
.
L a seconda ipotesi
.
L a terza ipotesi
.
L a quarta ipotesi
.
L a quinta ipotesi
.
.
L a sesta ipotesi
.
.
L a settima ipotesi .
.
L ' o t t a v a ipotesi
.
.
L a nona ipotesi
.
PARTE
IL
.
.
.
»
ni in
»
119
.
»
147
.
.
»
154
.
.
»
155
.
.
»
162
.
.
»
164
. .
.
.
.
.
.
. .
.
»
»
.
.
. .
.
.
.
.
.
maieutica
La
libertà
.
.
165
TERZA
T E E T E T O
Dialettica ascendente e fenomenologia del conoscere . La
133
.
del sensibile
. .
. .
. .
.
.
.
»
.
.
.
.
169 174 178
L a prima critica di Socrate a Teeteto
.
.
.
»
185
La
.
.
.
»
191
»
196
»
197
seconda critica
.
L a terza critica
.
.
L a quarta critica
.
.
. .
. .
.
. .
. .
. .
. .
L a scienza come giudizio, il metodo diairetico e il pro blema dell'errore . . . . . . . .
201
PARTE QUARTA
GLI ULTIMI DIALOGHI Cap.
I. — 77 Sofista
.
.
.
.
.
Il problema degli ultimi dialoghi in rap porto al Parmenide . Il sofista e il filosofo L o sviluppo delle posizioni del Parmenide Ontologismo e
trascendentalismo
La definizione dell'arte dialettica Deduzione dall'eidetica della legge tra scendentale . . . . »
I L — Politico,
Filebo,
Il Politico Filebo 11 Timeo . Le idee Per una
bibliografia
numeri
Timeo
e le idee
numeri
Pag. 219