@ 1963,1970,Gius.Laterza& I'igli Nella ffBiblioteca diCultura M o(. lt'rllll, b prima edizione 1963 nuova edizione riveduta,aggiornata e allll'lilltlk IQ1() Nella ffuniversale Laterzap prima edizione 1976
T ullio D e M auro
Storia linguistica dell'ltalia unita
Nella frBiblioteca Universale Laterzlll) prima edizione 1983 In ffM anualiLaterzap prima edizione 1991
E ditori L aterza
'
Convenevolmente atali tre sorte di natura egoverni,si parlarono tre spezie di lingue...:la prima,neltempo delle fam iglie,...la qualsitruova essere stat . a una lingua muta...;la seconda si parlô
per imprese eroiche! o sia per somiglianze,comparazionl,.lmmagini,meta-
%BUOTFC: .k ! , . P$ ; k, . 7 N .. ,: .. ( y .. J j : r 'Jv d f h . j , ' 1 ' < t ' . v : . , y sj .. , u*o. -....
-2' .< .);:k' ç-à3--. .:
fore...che fanno ilmaggior corpo della lingua eroica,che sitruova essersiparlata ne1 tempo che regnaron gli eroi; la terza fu la lingua umana per voci convenute da'popoli, della quale sono assoluti signori i popoli, propia delle repubbliche popolari e degli stati monarchicis perché i popoli dieno i sensi alleleggi,a' qualidebbano stare con la plebe anco inobili... G.B.Vlco S'cienza Nvor/ 32
Lanostra lingua è come una vecchia città:un labirinto diviuzze e dilargbi, dicase vecchie e nuove,dipalazziampliati in epoclle diverse,e,intorno,la cintura dei nuovi quartieri periferici! le strade rettilinee,regolari,icaseggiatl tutti uguali... Rnpp'resentarsi una lingua signifca rappresentarsi una forma divita... ++ETN'
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Proprietà letteraria riservata Gius.Laterza & FigliSpa,Rom a-Bari
Finitodistamparene1jennaio 1991
nello stabilim ento d'artigrafiche Glus.Laterza & Figli,Bari CL 20-3742-4 ISBN 88-420-3742-7
L.WlwcENs' rElx Ric.$1.18-19 Chi costnu Tebe dalle sette porte? Nei libri ci sono solo inomi dire. I blocchi di roccia li hanno trascinati i re? ...11giovane Alessandro conquistè l'India.Da solo? Cesare bat' tè i Galli. M a almeno ce l'aveva un cuoco con sé? ... Ogni pagina una vittoria. Chi cucinè ilbanchetto della vittorga? Ogni diecianniun grand'uomo.Chiha pagato le spese?Tante notizie tante domande. B.BRECHT Domande d'un lavoratore che legge
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A vveptenza La presente trattazione concerne Ia storia linguistica del-
l'Italiadopo ilconseguimento dell'unitàpolitica(1861)efino agliannidelsecondo dopoguerra(1945-19602.11primo capitolo considera I'italiano in rapporto aiproblem iculturalied
etnico-politicidella nazionalitk ilsecondo descrive nella loro genesie nelloro essere lecondizionilinguistiche delpaese ne-
gIiannidell'unl ficazione (1859-18703, .ilterzo individua gli effettilinguisticidelletrasformazionisocialiconseguentialla raggiunta unitk ilquarto #ticonto deimutamentiformalie funzionaliavutisinegliidiomidialettalienella Iinguacomune in un secolo distoria unitaria.
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Le necessità dell'indaginehanno impostofrequentisconfinamentioltre iIimitideIprincl àale oggetto ditrattazione: neItempo,verso Iafasedelleoriginiromanzeo versolafase delle originiarioeuropee,perchépiù d'una volta solam ente in queste77/ffampieprospettive trovano adeguata interpretazio-
nefenomenilinguisticiancherecenti;nellospazio,versoaltre
N
tradizioniIinguistiche le cui vicende sisono variam ente intrecciate,anche tra Otto e N ovecento,con quelle della Penisola.
Qualcheparola dip/l 7 /richiedeforseilfatto che,per intenderefenomenie tendenze della s'toria Iinguistica,sisiano spesso richiam ati eventie vicende della storia politica, eco-
nomka,l' ntellettuale,letteraria.11rl ferimento a datinon linguisticitrova una duplice giustificazione nelleposizionip/lè avanzate della recentefilosofia eteoria generaledelIinguag-
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4vvertenza
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gio,coerentem enteorganizzatee consolidatesegnatam entenelIe trattazioniteoriche diA ntonino Pagliaro. La modernafi-
Z vverfenzl
fessanodiinteressarsi.LacitazionediVicoin capoalvolume
nizzarsidelle conoscenze ed esperienze um ane e Ia parte che ilconvergere deiparlantiverso un unico idioma ha neIcostituirsidelle com unitàstoriche;m a d'altro canto êpercïô stesso tratta ad indagare e mettere in Iuce quanto ilm utam ento
vuolsottolineare anzitutto questa m utualità dirapportitra storia non Iinguistica estoria Iinguistica,prim a ancora didare un'im m agine sim bolica delcomplessivo senso della storia linguistica dell'ltalia unita. L 'esigenza diraggiungere un tipo diesposizione relativam entesintetico eaccessibile,eventualm ente,anche alnon linguista e, d'altra parte, Ia necessità didocum entare ognias-
diacronicoeilfunzionamentosincronico d'unaIinguadipendano dall'usochediessa edellesuepartifa Ia comunitàche
pascolo diIuoghicom uni,dispeciosegenericità, diassunzio-
losofia delIinguaggio,infatti,da un Iato ha messo in piena evidenza lafunzioneprimaria che illinguaggio ha nell'orga-
I'adotta.H a scritto ilPagliaro. .qbn erdinando deSaussure, acuto teorico delIinguaggio, siê richiamato p/l -Idiuna volta al
giuoco degliscacchiper esempll ficare Iesue vedutesuIcongegno della lingua edeIsuo divenire...Pure, ilraffrontofra ilgiuoco e illinguaggio,aprim a vista ctls'isuggestivo ed evi-
dente,ad un r/!)attento esamesirivela deItutto ingiustl ficato...M entreilcongegnofunzionale deIgiuoco èperfettam enteindipendentedaim om entisoggettivi,poichéipezzidopo ognim ossa rim angono quello che sono con illoro valorestabilito, e talisono ancora dopo innumerevoligenerazionidi giocatori...nelIinguaggio,invece,ilm om ento soggettivo della parola vjvc com e traccia o risonanza nelsegno com e oggettività, nella sua im m agine acustica com e ?'presente nella
coscienza linguistica diuna com unitk tale mom ento sicom -
serzione (Ia storia difattirecentiè,non solo in linguistica, nisurrettizie)hanno indotto ateneredistintiduepianiditrattazione:alla docum entazioneprovvedono Ie note e l'appendice di docum enti e questioni m arginali, m entre f?/ testo è
affidataI'esposizionedeirisultatiessenzialidella ricerca.Nel fornire la documentazione, siè specialmente abbondato in notizierelativeallastoria demografica,urbanisticaed economica dellasocietà italianapostunitaria:pl/ôforsenon essere inutile un tentativo disistem azione diquesta malcerta m ate-
riacompiutoinfunzionediinteressiIinguistici.Invistad'un'utilitàsl ffatta,almeno in un caso siêabbandonato neItesto il m odo sintetico d'esposizione.N eIsecondo capitolo, siê concesso ampio spazio all'elencazioneanalitica didatirelativiaI-
I'incremento demografico delle città italianeperdare delfe-
pone necessariamente nelsegno con Ia necessitàfunzionale, chefa diquesto l'elemento deIsistema.M entreneIgiuoco il simbolo @'fisso e inattivo,quellofonico v/vd della vita dei
nom eno un quadro ampio anche se,per dir ctuia orientato verso iproblem ipropriam ente Iinguistici. M a,con lasuaanaIiticità e la sua relativa ampiezza, l'elencazione non vuolsoltanto serviredaprem essaallatrattazioneim m ediatam entesuc-
parlantie troga nella coscienza Iinguistica, che è coscienza
cessiva o allericerche chealtriinfuturo volessero intrapren-
d'unastoricitàben definita,Iasua legittimazioneeIasua neceu çu W/fiz)(A.PAGLIARO,11segnovivente,Napoli195% pp.56, 61j X N on staallapresente trattazione,m a,ovepiaccia,aglisto-
ricidellapolitica,dellaIetteratura,delpensierofilosoficoeai sociologim ettere in chiaro c/le,se ilIinguista non pl/ô illudersi,comepureun tempo siilluse,dipoterconcepire Ia f<Jl/-
tonomiakjdellapropriadiscl àlinacomeesclusionediognicenno adatiefattinonIinguistici,ctuiessi,gIistorici,nonpossono
77/l' kseriam entesottrarsiall'onere diprendere visionedelle vicende Iinguistichedella società e deiperiodistoricidicuipro-
dere; essa vuolanche in taImodo porre neIdebito rilievo il
fenomeno, ossia vuole implicitamente asserire l'importanza decisiva che I'urbanizzazione ha avuto nelle recentivicende Iinguistiche italianeaccelerando ilprocesso diabbandono dei dialettie diconvergenza deiparlantiverso I'uso costante delIa lingua nazionale. Taleprocesso è stato Ia base dell'italia-
nizzazioneformale efunzionale in atto neidialettied è la condizionep/l ) cospicua perché l'italiano sopravviva e viva, cioè sirinnovipur senza uscire daIsolco della tradizione.
Questo Iavoro,cominciato aNapolinel1960 eterminato
A vvertenza alla nuova edizione
a Rom a neI1963,siègiovato dell'apporto dim oltepersone.
In settorispecialiprezioseindicazionimihanno dato laproh NoraFedericieIaprof.LydiaSpaventa(statistica,demografia,sociologia),ilproh M ario Themell y (istruzioneh ilprof. LuigiSpaventa(economia).Nel1961unaprimaredazione(destinata alTerzoProgrammadellaRai)fu IettadaElenaCroce e da A nna D avies M orpurgo e con loro discussa; quasi tutta I'ultim a stesura è stata Ietta daIdott.M aurizio D arda-
no,assistentedistoria della Iingua aRoma,daIprof.Sebastiano Timpanaroedalprof.M arcelloDurante;colprof.Paul Zl ff dell'università diPennsylvania, ho discusso dialcuni presuppostiteorici(idiolettielingua com une,linguaggio dellapoesial:a tuttiilIavoro devemiglioramentisostanziali. Nelle considerazionisull'italiano popolare e sulla proso-
dia illettorepotràforse trovareancora un riflesso diquella intelligenza viva egenerosa chefu M ario Lucidi. GIiam iciche m ihanno aiutato neIrivedere dattiloscritto e bozze e neIpreparare gIiindicim iconsentiranno diomet-
tere ildebito ringraziamento.Questo Iibro ê>in certo rrlo#t)a
Xvver/enzl alla nuova edi zione
Varie partidelIibro,anche senza ritocchi,sono ora consolidateperchéle tesiin esseprospettatesono state riprese da
altri,svoltee verl ficate. La tesi secondo cuiIa storia delle idee linguistiche non
potevafarsicominciare con H umboldte con iromantici, i qualiinrealtàfurono tributariall'anterioretradizioneperpuntiessenziali(Iinguaenazione,arbitrarietàestoricitàdellaforma internaecc.),avanzata neItesto e in unaappendicedella primaedizione,passèalmomentoinosservata;rlpropostadue anni#/lètardiin prim o piano e con maggiordocum entazione nella lntroduzione alla sem antica,suscitè contrasti.Oggi, il m agistrale Iavoro diApelsulle idee linguistiche dall'um anesim o a Vico, la continuazione delle puntualiricerche diP. Verburg,iIibridiR osiello sulla Iinguistica dell'illum inism o e diChom sky,D onzé eSim onesullagramm atica razionalistica e diPort-R oyal, le indaginidiLia Form igarisulle teorie Iinguistichedell'empirism o,dovrebbero avereorm aiconvinto tut-
tia non p/ffdubitare<
anche Ioro: xow& z&p ' i(' L)v :otov. A d A ntonino Pagliaro queste pagine devono la loro origine,alsuo insegnamento,direttam ente o indirettam ente,cD che visipossa trovare dioriginale e dirigoroso.
prim a degliH um boldte deiBopp.Perciô ?'possibile ri p ro-
Dedico questo Iibro alla memoria dimiofratello Franco, ufficialepilota,morto nelcielo diRiminiil3 marzo 1943.
suo Iavoro haconfermato Iepaginesulla dialettomania ediaIettofobia,suIIiberalismo linguistico diB.Croce,sulla vJ-
Rom a,m aggio 1963
A vvertenza alla nuova edizione
QuestanuovaedizioneèIasecondadell'intero libro,terza
delsolo testo,che apparve nel-1965,senza note e appendici, nell'universle Laterza.Ahzitutto sono statecorrette lesviste: in cfô misono statispecialm ente utilidue accuratierrata corrige am ichevolm ente inviatim ida R.Englere G .C.Lepschy
elarecensionediR.Halljr.inxffsc?7gl/lgel:del1964.Inoltre idatistatisticie Iinguisticie iriferimentibibliograficisono statiaggiornatifino alterminedeIdecennio 1960-70.
porre quisenza modlfica (a parte icennibibliograficiintegrativi)quelcheerascritto nella vecchiaedizione. Una mia alunna,Elda Padalino,occupatasicon cura delle idee suIdialetto nella cultura italiana delN ovecento, col
cuità deIpopulism o imperversantenella nostra cultura specie disinistra.,4 questo proposito ptzdetto che le ideepopulistichesono state vigorosam ente criticate e sm entite soprattutto dalle esemplar. iricerche diSebastiano Timpanaro, ora puntualm ente ribadite nella seconda edizione diClassicism o e il-
luminismo nell'ottocento italiano (Pisa 1969, ).E Ia necessità cheleclassisubalterne,soprattuttocontadine,senzafarsifuorviare da populistivecchie nuovi,siimpadroniscano dell'ita-
liano comune,dell'italianov/voevero,uscendofuoridaighettidialettalif' ctuicomedaifunereimausoleidell'italianoaulico eprofessorio),questanecessitàevidenziata daargomentazionie analisidiquesto libro, ha trovato un interprete appas-
sionato in donM ilani,un'efficaceespressionenellaLetteraa
dvvertenza alla nuova edizione
a
una professoressa che ha inquietato tante coscienze addorm entate.
Lo studio della qpolitica Iinguisticabkdella scuola italiana ?'stato portato avantida un saggio diM arino Raicich e dalle ricerche dialcuniallievidelcompianto 0.Parlangèli.M a c'ê
ancora molto dafare,come deIresto perognialtro aspetto della storia della nostra scuola. L 'opportunità dianalizzare illinguaggiopoetico non solo
confrontando itesticon le vocidelpassato,ma anche badando all'uso Iinguistico coevo non poetico e non letterario; l'opportunità cioè,per dirla in term iniJljzè tecnici, ditenere conto non solo della dim ensione stilistica e diacronica, m a anche diquella sincronica e sociolinguistica ha trovato con-
fermeilluminantiin IavoridiRosiello eM aria LuisaAltieri Biagi,diSanguineti,D elBeccaro e N atale Tedesco. Che ilm ovimento m igratorio e la conseguente osm oside-
mografica e dialettale stessero scardinando impetuosamente
Avvertenza alla nuova edizione
com e Giulio Lepschy e M aria Cortiabbiano anch 'essi insistito sull'opportunità dianalizzare gIiitalianiregionali;danno bene a sperare iIavoridellegiovanistudiosegD ricordate, ilprossim o ritorno, in edizione ampliata e arricchita, della W ortgeographie con cuiRobertR tiegg Jvvfô lo studio deigeo-
sinonimiregionalie,infine,I'iniziativa didescrivere I'italiano regionalesiciliano intrapresadaICentro distudifilologici eIinguisticidiPalerm o.11clim a,insom m a,sem bra ormaim utato.E se tre egregistudiosicom e B.M igliorini, C. Tagliavini,P.Fiorelli,stampano ancora,a spese d'un entepubblico com e la Radio e Televisione Italiana, un D izionario di
ortografiaedipronunzia (Torino1969)in cuisipropongono comesoleIegittimeIepronunzie (spessopuramentepresuntive)dialcunecentinaia dimigliaiadifiorentiniignorando affatto ladivergentepronunziadelledecinedimilionidirestanti italiani, non trarrem o da cD m otivo dipessim ism o o di scandalo:ilIoro Iavoro ê un prezioso contributo a descrivere
l'assetto in ghettidialettaliseparatinelquale Ia società itaIiana era vissuta per secoli; che dello scardinamento stesse traendo vantaggio I'uso della Iingua comune,ad onta diepisodidim imetism o Iinguistico registrabilinelle sacche dipflf retrogrado razzism o e campanilism o:ecco alcune tesichesu-
Iapronunziadiquelfiorentino colto che tantaparteebbenei secolipassatinellaformazione dell'italiano;non vtzcondannato,mapiuttosto rl àreso eimitato,affiancandolo con ana-
scitaronopolemicheo almenodl ffidenzaalIoroapparire,ma hannopoitrovato verifichenellericerchesiadiduemiealun-
sto libro dim ostra, irraggiano ormaiim odellid'uso Iingui-
ne,Giovanna Renzie Rosanna Siciliano,sia diuna brava aIlieva diC.Grassi,M qriella Pautasso. ovanistudiose sidevono indaginiesam inanti ,4 queste gi neIloro complesso singolevarietà regionalidiitaliano.Sitratta diindaginichesviluppano e m igliorano Ieanalisiche,spes-
soperlaprima volta,ditalivarietàfurono datenellaprima edizionediquesto libro,eche orasinàropongono integrate e arricchitesoprattutto per quanto riguarda ilIessico.Per Ia
fonologia, invece,gIistudiosi-possono oggifarefinalmente rl ferimentoallaampia eparticolarezgiataFonologiagenerale efonologiadella linguaitaliana diZarkoM lz#lt No ilvalente studioso iugoslavo ha tenuto d'occhio Iefonologiedegliitalianiregionali,mettendo afrutto,integrando esviluppando buonapartedeIm aterialechequisiera raccolto.Certo m olto
resta afare.Dê bene a sperare che in annirecentistudiosi
Ioghe opere che diano conto delle pronunzie prevalentinei
grandicentri(RomaeM ilano,soprattutto)dacui,comeque-
stico cuieffettivamentesiattengono dipreferenzagliitaliani d'oggi.
A lcunepartideIIibro sono invece interam ente nuove.TaIiIe pagine suineologism id'origine regionale passatinell'italiano colloqviale com une tra glianniCinquanta e Sessanta,
suicaratteridell'italianopopolareunitario (lacuinascitag/ti erasalutata nella vecchia edizione,eIacuifisionomiarichiedeancoraulterioririlevazioni),sullepeculiaritàdeIrapporto Iingua-dialetto nella Rom a deIBelliein Rom a capitale.Sono anche nuove Ie ricerche suicaratteridelIinguaggio televisivo
esull'ampia influenza che questo ha avuto come scuola di Iingua unitariapergIiitaliani.D italescuola hanno dovuto e
anchesaputo approfittaresoprattuttoIeclassisubalterne,specialmentecontadine,tagliatefuori,fino all'avvento della tv,
XIV
A vvertenzà alla nuova edizione
Avverlenzl allaprima edizione 4 <. PUf.p
xv
dallapossibilità d'accedere all'uso della 'Iingua com une, relegate nelgïtiramm entato ghetto delle separazionidialettali.
diqueste esigenze.E poiché lagrandegram m atica,e Ia storia stilistica e I'analisisociolinguistica dell'ltalia contemporanea
Duestorici,DenisM ackSmith (ltaly.A M odern History, 2f 'ed.,cap.1ep.528)eAlberto Caracciolo (Le istituzioni de1nuovo statonelledimensionimondiali)sisonoaccortiche
continuano afarsidesiderare- oggicomesetteanniorsono questo Iibro torna a sfidare Ie aspirazionidiperfezione
questa analisidella situazione Iinguistica delpaesepoteva dare Ium e aglistorici; un Iinguista, Giacom o D evoto, ha visto che l'utilizzazione distrum entianaliticie statisticie I'attenzionesociolinguistica non impediscono a quest'indaginediqua-
llficarsicomestorica (Profilo distoria linguisticaitaliana,4c ed.,pp.179-804.Esprimo ad essila mia gratitudine. N essun ringraziam ento,pcrô,puè pareggiare quello che
devo agliinsegnantidiitalianofuoridiItaliaeaimaestrielementarieprofessoridiscuolamediaitalianichein questiannimiê capitato diincontrare e divedere trarreprofitto da queste pagine neIIoro insegnamento. Soprattutto pensando
ad essiildisagioperquanto diinsufficientescorgo in questo lavoro êstato vinto,e illibro torna a circolare in una edizione rinnovata. PerIa scuola italiana êgrave,?'socialmentegrave Ia m ancanza d'una descrizione analitica deIsistem a gram maticale e sintattico italiano.
Ifinidella scuola dell'obbligo sono irraggiungibili,inoltre,senza avere a disposizione un'analisisociolinguistica che dia conto dellapluralità dim odelliregionaliedeIIoro àm bito diIegittim ità spaziale esociologico-stilistica.N ellescuole mediesuperiorie nelle università ilgranparlare didï/kgl/JggD ll che viè dim oda ê una burletta in assenza d'una m inuziosa
storiadellevicendedegliusiletteraridellaIingua (laStoriadi M igliorinidovendo essere un punto dipartenza, non d'arri-
vok e icompitidell'educazione Iinguistica non sono soddi-
sfacibilisenzaun quadrosocplinguisticoestilisticodellediverse norm ediutilizzazionedeIla Iingua,daIIivello colloquiale,
familiare epopolare/7fl èinformale,aiIivelliformali. QuestoIibro népotevarlëdovevadaretutto questo;enon pl/: népretende didarlo ora, ad onta d'ogniintegrazione e ampliamento.Tuttavia in Iarga m isura siè qsporcato Ie m anf>>neItentativo didare qualche risposta a queste esigenze.
Per Io meno,ha contribuito a dl ffondere /J consapevolezza
-
della critica accadem ica, e siripropone a coloro che gffida
oggivoglionofarescuola inmodonon repressivo,macritico, nonpuristico maconsapevoledellacomplessastratl ficazione delle norme Iinguistiche dell'ltalia d'oggi.
N eIrivedere dattiloscritto e bozze della prim a edizione e
neIprepararne ifaticosiindiciun aiuto prezioso mivenne, sette anniorsono,da A nnam aria Cassese,che,diventata m ia m oglie, nonostante isette annitrascorsiè tornata ad aiutarm i.Ecco un motivo deItutto privato che I'autore invoca com e attenuanteperavere acconsentito a tentare questa nuova edizione. Rom a,gennaio 1970
d vvertenza alla prim a edizione <<#&Zz>
a
EsauritasiIaseconda edizionenella 44Universaleqk, perquesta edizione nella ffBiblioteca Universale Laterzan ho provveduto a correggere qualche sbaglio distampa residuo e a prepararequeste note introduttive.Laprima stesura delIibro
ha ormaivent'anni.Da essa ciseparano I'ampliarsie affinarsideglistudi,cuiper m iaparte ho cercato sempre dicontinuare a contribuire, e Io svolgersistesso di tendenze della
realtà Iinguistica italiana che vent'annifa,e non gj#perdifetto distudi,ûppenasiintravedevano. N eglistudi,siè avuta una crescita qualitativa e quantitativa deicontributi.D iquestiilIettore p? ,/ô avere un 'idea attraverso lepubblicazionidella Società diLinguisticaItaliana, edite a Rom a da Bulzoni, tra Ie qualibisogna alm eno citare: AA .VV .,L'insegnam ento dell'italiano in Italia e all'estero, qpubblicazionidella SL1m 4,2 voll.,Rom a 1971, Storia linguistica dell'ltalia delN ovecento,ivi, 6' aR om a 1973,Fenom eni m orfologici e sintattici nell'italiano contem poraneo, ivi, 7,3 voII.,Rom a 1974,A spettisociolinguistid dell'ltalia
4vvertenza allaprima edizionel#t.V h)
-
contem poranea,ivi, /p. 2 voll-, Roma 1977, Dieci anni di
linguisticaitaliana (1965-1975),ivi,12,Roma 1977,ldialetti e le lingue delle m inoranze di fronte all'italiano, ivi, 16, 2 voll.,Roma 1980. Tra Ie m olte valutazionicritiche dell'insieme diquestistudi, sipl/ô vedere ad esempio U . Vlclxuzzl, Discussioni e polem iche novecentesche sulla lingua italiana, in AA .VV.,Letteratura italiana contem poranea, diretta da G.M arianie M .Petrucciani, 3 voll., Lucarini, Roma 1982,
pp.709-36.Supuntipflèspecificivanno rammentatialmeno iIavorisull'italiano regionale e sulle varietà diitaliano che
dobbiamo a Sandro Bianconi,perilTicino,eA lfonso Leone,perIa Sicilia,(entrambinegli44, %/? ,/48/Iinguisticie semio/t)gjcj>)deIM ulino,nn.12 e 15,Bologna 1978 e 1982,),a Ines
LoiCorvetto,perIa Sardegna (nella bella collana diL.Rosiello, fxFentlrrler?f linguisticin, Zanichelli, Bologna 1983, in
cuièapparso come terzo volumeh a variautorideIvolume Varietàtenlinguistik des ltalienischen,a cura diG . H oltus ed E.R adtke,GunterNarr, Tiibingen 1983. Una m essa apunto e una sintesidim oltitem idom inantineglistudiitalianisticidi questiannisipossono trovareneIIibro diANNA LAURA e GluLIo LEpscuy,La linguaitaliana.Storia,varietà dell'uso, gram m atica,Bompiani, M ilano 1981, e negli Elem entidi storia
linguistica italiana diStefano Gensini(M inerva Italica,Bergam o 1982,).
Scorrendo bibliografieeindicidiquesticontributi,illettore che ne avesse voglia potrà trovare traccia dim ieilavori recentisulla storia linguistica italiana postunitaria, svoltiap-
profondendo quanto quiJvcvtpscritto. La quantità stessa deglistudiaccum ulatisiin questiven-
t'annisarebbeforseg/tipers' tjmotivo sufficientea suggerire 77fl)cheunaggiornamentoun rt facimentodiquestoIibro.M a,
4vvertenza allaprima edi zione d<sL/. J wP
..
revapropria solo dialcuni,profondamente italianizzandosi, eritrovando ctuinuoveIinfe.Inpflk nell'accresciutasicurezza delpossesso della Iingua nazionale,m oltichesivergogna-
vano d'usarlihannopreso coraggio eIiusano (usanoquelche neresta)con unanuova tranquillità,anchenelloscrivere.Di conseguenzagliultimidieciquindiciannihanno vistounafioriturastraordinaria e imprevedibile diopere IetterarieneidiaIetti,alcunedipregio riconosciuto neIm ondo,com equelle di A lbino Pierro, Ignazio Buttitta, Tonino Guerra, Leonardo Zanier.
/'m utato ilrapporto tra italiano e altre Iingue.Si?'fatta inaspettatam ente vasta un'attiva presenza della Iingua italiana in altripaesi,e altre lingueprem ono, con imponenticorrentidiprestitie calchi,suIvocabolario,sulle strutture sintattiche, sullo stile dell'italiano. Siam o passati daI gusto tradizionaleperperiodiassaiIunghialla prevalenza perperiodiy/f? l asciuttie brevi.
Infine,I'anticopredominiodelmondo culturaleeproduttivo contadino editradizioniintellettualiquasiesclusivam ente um anistiche si?'andato incrinando. Tecnologie avanzate,
nuoveformeproduttive,nuoviservizisisono radicatinella società.La cultura intellettuale è venuta un po'alla volta riconoscendo anche da noidiritto dipiena dignità intellettuale alle scienze naturalied esatte e alle ricerche dicarattere tecnico-progettuale.C' D ha esposto ilparlare com une all'irrom pere diondate ditecnicism idivaria provenienza. 11m utare delle condizioniesterne, com e gz si?'accennato,qua e /# ha inciso sulla Iingua in u çtjepers'tjconsiderata,
dallafonologia allasintassi. Vale dunque Iapena m ettere m ano a una prosecuzione di
quelchefu questo Iibro,a una storia linguistica dell'ltalia
come accennavo,c'è dipiù.I vent'annitrascorsihanno visto
dagliannideIdopoguerra ainostri.Con la speranza che essa possa presto vedere la Iuce Iicenzio questa nuova edizione.
nostro pjl >/che altrove sono m utate assaiIe condizioniIinguistiche.
Rom a,m arzo 1983
trasformazioniprofondenelLostrocomeneglialtripaesi.NeI L'italiano era ancora vent'annifa Iingua abituale d'una m inoranza.Oggiè linguaabitualedella maggioranza degliitaIiani,anche tra Ie m ura dom estiche, dove77/l)hanno resistito idialetti.I dialettihanno tutticam m inato sulla via che pa-
,4vvertenza
alla prima edizione 4
4vvertenza allaprima edizione <<M f,yy
,,
Iprocessie Ie tendenzeosservabilineglistudidiIinguistica italiana e nella stessa realtà Iinguistica deIpaese neI1983, al m om ento dellaprecedenteedizionediquesto Iibro, hanno continuatoafarsip/l/forti,7p/l )evidenti.Neglistudi, antiche Ia-
cunesisonoandatecolmando,colmoltl plicarsiegiustapporsi dibuonegrammatichedirl ferimento della nostra linguae di descrizionidelle varietà diitaliano, cuihanno concorso studiosi italianie stranieri, specialmente diIingua tedesca. M a m olte altrelacune restano ancora:dall3atlante linguistico a un adeguato dizionario storico della Iingua, a un dizionario dell'uso chesia redatto secondo critericertieche raccolgae vagli
criticamenteun numero sufficientedifontiscritteeparlate
.
N ella realtà Iinguistica,I'italiano è diventato orm ai, com e M anzonisognava chepotesse essere un giorno, una q4lingua vfvfle veraik,parlata dall'ottanta percento ep59 dellapopoIazione eparlata e scritta a quelmodo che Giacom o D evoto disse una volta 4
spazio che un tempo poterono avere nell'affannarsia voler dettare Iegge.A lla lingua oram aidavvero denom inabile na-
zionaleunagranpartedellapopolazione(circailsessantaper cento)continua ad affiancare I'uso d'uno e,spesso,pf?ld'uno deidialettio delle linguedim inoranza antichee nuove, gli unie lealtre semprep/l /attrattidall'orm aiegem one italiano. M olto ?'cam biato e,dalpunto divista linguistico, siè pro-
filatasotto inostriocchiin questianniunaqnovella istorian nell'uso quasigeneraledellaIinguachefudiDanteeM achiavelli.M a resta intatto, comespecl fico carattereoriginario,il policentrism o Iinguistico delpaese, purin m utate condizioni.
Questo Iibro appartiene tro tempo.E, se N dunque a un al nonfosse troppo presumerex,vorreipoterdireanch,io daavvertire
forseperaltri.Per volere dell'editore appare questa nuova , edizione e anch'essa habeatsua fata. Rom a,gennaio 1991
Storia linguistica dell'ltalia unita
Capitolo prim o
11prim ato dell'italiano
1. LINGUA E NAZIONALI' IA IN ITALIA qVoisapete che,quando un popolo ha perduto patria e libertà e va disperso pe1mondo,la lingua glitiene luogo dipatria editutto...Sapeteche coslavvennein ltalia,e chelaprim a cosa che volem mo quando cirisentimm o italiani dopo tre secoli di servitù,fu la nostra lingua comune,che Dante creava,ilM achiavelliscriveva,ilFerruccio parlava.Sapeteinfneche parecchi valentiuom inisidettero a ristorare lo studio della lingua,e fecero operaaltamentecivile,perchélalinguapernoifu ricordanza di grandezza di sapienza dilibertà, e queglistudi non furono m oda letteraria, come ancora credono gli sciocchi, m a prim a
manifestazione del sentimento nazionale...i b1. Queste parole de1 Settem brini riassum ono bene l'atteggiam ento che patrioti e letterati italiani dell'età del Risorgim ento e dell'unifcazione politica nazionale tennero verso la lingua comune. Alla base di quell'atteggiamento stava l'idea che lingua e nazione fossero legate vicendevolm ente in un rapporto di corrispondenza e distrettaunitâ.U n luogo comune fa diquest'idea un prodotto de1 rom anticisrno, anzi de1 romanticismo tedesco in particolare,e diessa siè addirittura giuntia stabilire l'anno dinascita:il1813,né prima né dopo2.In realtN,essa appare in 1 L . SETTEMBRINI, Ricordanze della mia ' ? Jz 'fJ, ed- a cura di A4-
THEMELLV' ,llilano 1961,p.65, e v.infra n.8. 2 Cfr.Vossl-El zGeistund Kultur 144:fNun erst (nell'età romaltticacor!Herder,v.Humboldtecc.)wurdeklarwiejedesVolk in seiner
2
1. 11primato dell'italiano
ambiticronologicieculturaliassaipiùvasti.Le prime sue tracce sitrovano in quelle zone dell'oriente antico,4che è ilprincipio del m ondo intero h à,secondo le parole d'un antico scrittore si-
riaco (BARDESANE Patr.Syr.11583),proprio 1à dovela narrazione biblica collocava la m aledizione babelica delle lingue, ossia la nascita,dovuta alla punizione della divinità oltraggiata, della molteplicità delle lingue e quindi delle molteplici nazioni Sprache sich seine besondere W eltanschauung oder besser W eltanschauungsm öglichkeit, ausspinnt etx.A; D AUZAT Euvope linguistique 14: 4La nationalité s'identilie-t-elle avec la langue? C'est la théorie allem ande...dontle m otd'ordrefutlancé par...E. M .Arndt,en 1813 b i;
ENTwISTLE Aspects of Language 27-28: jkThe connection between language and nationality seem s to be essentially m odern... The equation language-nation is comm only accepted - that is chiefly since the end of the eighteenth century under the in:uence of Rom antic
ideash );VloosM anuale92:4Deriva da1ui(Humboldt)l'idea diconsiderare la lingua com e una manifestazione di $Eigenart'nazionale h ); CHABOD Idea di nazione 34: f...il senso della nazione era forte assai nelM öser:e forte continua ad essere...nello Ham ann... dando origine afpensieri sulla lingua com e fondam ento della nazione... E si giunge
cosla Johann Gottfried Herder...Eglimuove da considerazionisulla lingua, che ha, sem pre, un determinato carattere nazionale, che è l'espressione de1
sivosvolgersidell'ideadinazione(1alinguaè,periM azzini,iM ancini, ecc.uno deiTcontrassegni'più altie pitlchiaridiunanazionalità)à h; solo incidentalm ente lo storico italiano accenna a un passo diM ura-
tori (41):qGià ne1 M uratori c'era, chiaro,ilsenso delle dilerenze nazionali, irriducibili: Elo stesso che ai costum i delle nazioniavviene alle lingue. Chi volesse in Italia usar vesti cinesi o quei riti... egli sarebbe dileggiato,perché altro sistem a ha questo cielo e altro ilcinese
ecc...'(Della perfettaAoe. slW haliana,M odena 1706,p.50)). Altra opinione hanno, natttralm ente, gli studiosi de1 m ondo antico: v.app- 1 sgg. e, per tutti, BEt-ocH Griech. Geschichte IV, 1,2: 44Denn die Sprache ist es, welche fiir die Bestim m ung der Nationalitst das ausschlaggebende Kriterium biidet... Die Alten dachten darin genau wie wir heute. Schon fiir H omer sind die Frem den die
4klkr sopoo:&vopton'o:(x 183,y302,1 43,c452).Spzterwirddie Sprachgleichheit der ( M akedonen m it den tibrigen Griechen betont#' , cfr. ivi le app. 1 e 2, e i passi diPolibio e Livio in essa citatia sostegno e cfr.ora anche H . D ILLER in Grecs et Barbares, Fondation Hardt, Ginevra 1962,pp. 39-40.
1. Lingua e nazionalità in Italia
dellaterra3.La stessa idea riaëora,assunta in un'atmosfera pil h razionale,nella tradizione culturale greca e latina4:come presupposto delle ri:essioni diErodoto sulla consistenza della nazionalità ellenica,come conclusione di talune osservazionilessicologiche di Cicerone, com e base delle classifcazioni etnografche del vescovo Isidoro. M eno attiva fu invece quell'idea nell'organizzazione e nella vita pratica e politica de1m ondo antico: ad esem pio,le m anifestazioni di nazionalismo linguistico disingolie dicom unità,se non m ancarono,furono perö alquanto
sporadiche (ciövalea confermareche ilprincipio dinazionalità ebbe parte scarsa nella vita politica antica,in cuile organizzazioni statali oscillavano tra l'impero sovranazionale e la frammentazione di una stessa nazionalità in una pluralità di città-
stato)5.
La formazione dei prim i stati nazionali, alle origini non solo, cronologiche de1 m oderno mondo europeo, la loro profonda eë cacia sulla complessiva vita delle società che in essisi
organizzarono (e,fra l'altro,giova dire sin d'ora, sugliabiti linguistici, che furono resi omogenei e si consolidarono in lin-
gue comuni peculiari dei singolistatinazionali),l'espandersi della loro in:uenza anche in quelle terre in cuinon esisteva,o non esistvva ancora,uno stato nazionale, portarono in primo piano l'idea delnesso dilingua e nazione;idea che siraflbrzù poiper il sorgere d'una politica linguistica degli stati, si ravvivö nelle polem iche letterarie e in quelle religiose, acquistô colore e vivacità nelle fantasie popolaresche o sem idotte sui caratteridelle lingue e nazionieuropee,e assunse,infne,la dignità d'unaidea.centrale nelle m editazionidi Francesco Bacone, diVico e diLeibniz sulla storia linguistica e civile deipopoli6. Herder, Fichte, Humboldt e altri m inori rom antici non furono dunque r finventoriA dell'idea diunità dilingua e nazione,m a eredi, più o meno qualifcati, d'una rem ota tradizione
1.11primato lcl/'i' flstzao
stoykp. -Vero è,perè,che nell'età romantica a quell'idea cisi rlchiamè con una frequenza e con una passione ignote per l'innanzi.La causa diciô non fu intellettuale o letteraria, m a essenzialmente politica. Dalla seconda m età delSettecento, non più - solo in Europa o, anzi, in alcune parti d'Europa, m a in tutto intero l'Occidente ilprincipio dinazionalit: divenne lo stimolo dom inante della vita politica: dovunque, il problema della libertà umana sipose come problema diautonomia politica delle nazionalità, ditutte le nazionalità, E dove tale autonomia era resa dië cile dall'inclusione d'una stessa nazionalità in form azioni statali sovranazionali o dalla sua dispersione in una serie distati subnazionali,ed era perciö necessario lottare per tener vivo ilnuovo ideale politico e realizzarlo, l'aderire a una m edesim a tradizione linguistica trascese iconfnidella comunicazione e dellaletteraturae acquistö valoreconcretam entepolitico, com e segno e sim bolo diunità nazionale:allora, secondo le parole di un poeta tiamm ingo,non ignoto forse alSettem brini, la lingua diventö qilvessillo deipopolisoggettip7. , Nella m isura in cuil'Italia aveva partecipato alla vita degli altripaesi europei, nella tradizione culturale italiana, dall'Alighierial Vico e alM uratori, ossia già prima de1Risorgimento, era stata ben presente l'idea ehe la lingua fosse sim bolo delta nazione e che l'adesione alle sue norme fosse testim onianza di -
nazionalità.Quell'idea,in pil h,aveva avuto una parte essenziale nel tenere in vita attraverso i secoli un'em brionale coscienza politicaunitaria,ed in essa èdato scorgere, com esivedràm eglio più oltre,una delle pitlfortiragioniche garantirono l'esistenza di un sistem a linguistico com une in tutta la Penisola. Dalla fine de1 Settecento,isuoiteoricisi erano m oltiplicatiin Italia N. com e altrove,e come altrove essa era stata alla base dinum erose espressioniletterarie,da quelle mediocri de1 Ferri, a quelle a1trimentidignitose degliAlferi,deiBerchet, dei lklanzoni8. ln 7RENIER,Dichtersuv.,cit.in VEGEZZI-RIJSCALLA, Che cos'è nazione, Torino 1854,p.19:4De taelis a1s de vlag der ondercheiden ' volken:
/'wie geene taelbezit,bezitgeen vaderland'. 8 Cfr, già L.A. l k. ltiRA' / roul. Per fetta poesia,cit.,111,pp.168-69:
(Gli ingegni italiani rivolgano lo studio loro a sem pre piG coltivare,
1 Lingua e nazionalità zk Itallh
quelle espressioni, anche nelle più accentuatam ente sentim entali, com e, in via d'esempio, nell'imm aginazione berchettiana dei profughi trasalenti all'udire im provvisam ente 4la cara lingua della cara Italia4,non vi era vacuità retorica: non solo perché alla loro origine vierano spesso precise esperienze per-
arricchire e ingentilire la lingua nostra...Volesse Dio (misia lecito dirlo)che nelle pubbliche scuole sicominciasseuna volta aben insegnarla unitam ente colla latina ai nostri giovani...Reputo lodevole il consiglio di alcuni saggi uom ini... i quali vorrebbero che pil h tosto nella nostra lingua italiana che in altra lingua si scrivessero oggidl e sitrattassero in essa tutte l'artie le scienze.Chiunque am a l'onor dell'Italia e la gloria de'nostritem pi, dovrebbe dileggieçicomprendere l'onestà,l'utilità e la necessità diquesto consiglio h ';cfr.inoltre G .F. GALEANI NAploxE, Dell'uso e dei Arep'della lingua italiana libri tre, 2 voll.,T orino 1791, 1,3:4La lingua è uno deipil h fortivincoli che stringa alla patria...L'avere una lingua propria,ilcoltivarla, l'amarla, lo apprezzarla. il farne uso non m eno nelle solennie pom pose occasioni, o nelle severe, che nelle fam igliari, e brillanti, non è l'ultim o m otivo, che stringa g1iuom ini, e g1i afl ezioni alla contrada in cuivivono; che giovi ad im prim ere in loro cuore un carattere originale, e sifattam ente proprio della nazione,talché ne risultiilpifavivo interessamento per lo pubblico bene...A; V .ALFIERI, sonetto CLX III, ed. de1 bicentenario, vol. lX , pp. 138-39: rtL'idïom a gentil.sonante e
puro / .../orfano orgiace,amitto ema1sicuro./.../ltalia,a quai xianena infamistrette /ilnon esser daiGotiancor disgombra! /Ti son le nude vocianco interdette ' );U .Foscol-o,D ell'origine e Je/!'? . f .#i cio della lettevatura (22 genn. 1809), in Opere, ed.naz., vol. VII. Firenze 1933, p. 36: 4Am ate la vostra patria, e non contam inerete con m erci straniere la purità e le ricchezze e le grazie natie de1nostro idioma t i; B. Puorl, in L. SETTEMBRINI, Ricordanze della mia rita, ed.M .THEMELLV,M ilano 1961,p.67:4 fPare piccola cosa quella che io fo,m a quando karö m orto la intenderete. Se io vidico discrivere la vera lingua d'ltalia,io voglio avvezzarvi a sentire italianam ente, e avere in cuore la patria vostra h; C.FERRI, Per Ia restaurazione della
lingua italiana,in Alcttnerimedelconte CristoforoFerriianese,Firenze 1824 (opuscolo senza pagine numerate):4 t1'parlo delsovrano almo linguaggio /ultimaspeme della patrianostra;/ché,perantico,a cor valente esaggio /la Patriae quelgentilfurounacosa./.../ln certa patria, ah, solo una favella / dall'Alpe alla Trinacria ultima foce / ' superialIine,e siravvisiin ella /l'insegna dell'ltalica virtute!, /Perù ch'esta inefabile salute , /noila creammo ad assembrar lo sparso / sem e della Rom uleafam îglia./Fratellî,essa è la nostra unica figlia , . /
1.11.prfvltzfo dell'italiano
sonali(negliergastolio in esilio gliaccentiitaliani erano stati vocidisolidaliafettie amicizie, disperanza e dilibertà),né solo per gli elem enti concettuali assai importanti che vierano im pliciti,come la noziorte della parte che spetta alla comunione linguistica nel costituirsi d'una comunità um ana; m a vacuaveracemente ecc.h;A .lklANzoxl, Conte di Carmagnola, atto II, coro
(La battaglia di M aclodio), vv. 16-20: f rD'una terra son tutti: un linguaggio / parlan tutti:fratelli li dice / lo straniero: / il comune lignaggio /a ognun d'essinelvolto trasparA; In.,M arzo 1821,vv. 29-32:4 tunagente chelibera tutta /o fia serva,tra l'Alpe ed ilmare; / una d'arme, dilingua,d'altare,/dimemorie,disangue,dicorA; G.BERCHET,Fantasie(1829),vv.65-68:4Perché ignotiche quinon han padri,/quistaran comein proprio retaggio?/Una terra, un costume,un linguaggio,/Dio 1oranco non diede a fruir?h;cfr.anche vv.439-440,in cuiitedeschisono dehnitiuna 4 fgente che con l'italo :'' non ha com une ildirï be 503-04:L jAh, dell a cara Italia /lacaralingua
ell'èb i;Progetto dicosthuzione>er l'Italiafatta libera ed t' ndipendente. All'anno 1835 (in Costt.itall.774-802):777:qArticolo Primo Fondam entale:TuttiiPopolidell'ltalia,e cosltuttig1iabitatoridella penisola che da1 ciglione delle Alpi incominciando dall'ovest da1 punto... sino al punto... nord,e che al nord, all'est e alsud è circondata dai m ari Adriatico e M editerraneo, non che ( #:f)le isoletutteadjacentialla penisola italiana, parlantila stessa lingua formano a perpetuità una N azione sola, e si costituiscono in Repubblica democratica una e indivisi-
:2 7,(VedinotaB)h;799:ff(B)11territorio dell'ltaliaè descritto quale essere dovrebbe... Niuno ignora che la Savoja ora dipendente da1 Piem onte è all'occidente d'Italia oltre i segnati conflni, e che per la lingua, gliusi, le relazioni anzicché all'ltalia appartiene in parte alla Francia ed in parte alla Svizzera:che il Cantone Svizzero de1T icino è una parte integrale dell'ltalia:che la Corsica per la lingua, per sim patia, per le relazioni...fu sem pcem aiisola italiana... h; T .M AMIANI,
Della italianità e della eleganza (1842),in Novellefavole enarrazioni
N apoli 1833, p.'339: ffil bel linguaggio del sl>; M ANcIxI Diritto, , I' nternazionale. Prelezioni con un saggio sul M achiavelli, Rom a 1873,
p.9 (Pre1.de1 22 genn.1851,rist.anche in P.S.M .,11Arl' ?;cl yft)di Alt?zf' ()xtzlr ' ltl,con pref.diF.RIJFFINI, Roma 1920):qM a dituttiivin-
coli di nazionale unità nessuno è pil h forte della com unanza de1 linguaggio.N elle lingue si ri:ette pure la fliazione delle razze;e Vico, Leibniz e Bacone si incontrano ugualm ente ne1 pensiero che in esse studiarsipossono meglio che altrove le nazionaliistorie h;G . VEoEzzlRIJSCALLA,Che cos'è nazione,Torino 1854, pp. 12-17 sostiene f ressere l'uniform ità dilingua ilprim o, vero ed unico essenziale elem ento della
7 jïrt-ntL:ltzz t,ntzzly1-L3z?zz/p'/tl i'tùrzzz//zz
:?
mente retoriche9 non potevano essere quelle espressioni per la serietà e ilrigore con cuiletteratie patriotine traevano le conseguenze nelloro parlare individuale,perl'im pegno con cuiesse venivano verifcate nella vita di intere assem blee politiche20, da quella oscura de1napoleonico dipartim ento de1Taro,che insisteva per poter usare la lingua italiana e non la francese,a1l'altra più famosa,alParlam ento Subalpino,in cuisigettavano le basi dell'upità italiana,e deputati e senatori,intanto, cerca-
nazionalità o,perdirla in altre parole,essereidentichelingua e nazione '
(sinotiche ancheposteriormenteladottrina italianadidiritto internazionale ha continuato a sottolineare l'im portanza del fattore linguistico tra quelli costitutivi della nazionalità: cfr. F. BAw AGLIA E.1.
s.v.Nazione;ecfr.anche SESI' AN Stato enazione29,31);C.BALBO, Pensierisulla storia d' Italia,Firenze 1858,p.351:L çLo scrivere italiano eë cace non è afl' ar letterario,m a azione nazionale; non alclm e ore, alcuni sforzi, o com e dicesi alcuni sudori le si debbono consacrare; m a tutti gli spiriti di ciascuno,tutte le forze dell'anim a e de1 corpo ;
la vita stessasarebbeaciö adoperata degnamenteA(cfr.anche,in perfetta coerenza con queste afermazioni,le opinionialtra volta espresse dalBalbo e riportate in SENIOR Italia #0.:0il184835-36);M .o'AzEct-lo
in M ARTINI,Confessioni1,121:4(Lalingua è la lctl . çt zlpiù importante. Secondo m e costituisce la nazionalità; e questa sarebbe una delle rhgioni per le quali vorrei la capitale a Firenze, voto che, com 'Ella
sa,riscosse applausicosl caldie universaliLscil.espressione J ' ronfctzqA; L. SETTEMBRINI, 0>.cit-, p.65: AVoi sapete che quando un popolo ha perduto patria e libertà e va disperso pelmondo,la lingua g1itiene luogo dipatria e ditutto;e che quando g1iritorna ilpensiero e ilsentim ento della sua passata grandezza,la lingua riforna appunto all'antico.Sapete che cqslavvenne in Italia e che la prim a cosa che volem m.o quando ci risentim m o italiani dopo tre secoli di servitù,fu la nostra lingua comune,che Dante creava,ilM achiavelliscriveva,ilFerruccio parlava. Sapete inhne che parecchi valenti uom ini si diedero a ristorare lo studio della lingua, e fecero opera altam ente civile, perché la lingua per noi fu ricordanza digrandezza di sapienza di libertà e quegli studi non furono m oda letteraria com e ancora credono gli sciocchi,m a prirda m anifestazione delsentim ento nazionale A.L'elenco quidato non intende,ovviam ente,essere eom pleto,m a è solo esem pli-
Iicativo; anche infra,ap'p.13. 9 V.app. 10. 10 V.app. 11.
8
1. 11Jlrp 'vlzz/o dellbitaliailo
vano diimpadronirsinelmodo migliore dell'italiano (cosa che, diceva ilBalbo,signifcava f4fare azione nazionaleM. Ed è notevole che l'afetto per la lingua italiana, ricco di m em orie, di veraci elem enti intellettuali, diserio impegno politico,pur ne1calore della lotta per l'indipendenza non degenerasse m ai in passione accecante. Altrove, ad esem pio in G erm ania11 la coscienza nazionale aveva precocem ente mostrato i segni dell'intolleranza propria de1nazionalismo esclusivistico, e negliidoleggiamentiper la lingua nazionale uominidell'intelletto e dell'autorità diH erdersierano spintisino a condannare le 4orde di monacii s che avevano #(contam inato # la purezza delle lingue germ aniche con la cultura e la civiltà latina e cri-
stiana.Afermazioni analoghe (solo che ai fmonaci latinih si sostituivano le 44nebbiede1settentrioneM non mancarono nella cultura italiana:m a sipossono reperire soltanto presso gliscrittoripiù ingenui,per esem pio in quelpurista Angeloniche nel giudizio comune,registrato fedelmente dal M onti, era stim ato 44un im becille solenne # )12.Nessuno che in Italiaavesseintelletto o autorità paragonabilia quelle d' iHerder sostenne idee sim ili. E come nella pratica ilsenso nazionale non m ancè ditrovare un limite,durante tutta l'età de1Risorgimento e iprimidecennidi vita unitaria,nella coscienza divaloriuniversaliqualila libertà elacom une civiltàeuropeaed umana, cosll'afetto perlalingua, almeno neimigliori,in coloro che, come Leopardio M anzoni13, venivano ritenutiguide idealidella vita de1paese,sitenne sem pre lontano daglieccessiottusidell'esclusivismo linguistico e si integrö ne1rispetto e,anzi,nell'aperta am m irazione perivalori presentiin altre tradizionilinguistiche e letterarie. 11 M anzoni, che in queglianniattendeva aldisegno didare alpaese una valida prosa m oderna, guardö sem pre con amm irazione aimodelli francesi e volle ideare una prosa che, italiana ne1lessico, fosse distile europeo;e non certo perun caso dedicö a un francese, ilFauriel,e a un letterato e patriota tedesco, ilKörner,proprio 11 V. app. 12. 12 V. app. 13. 13 V. app. 14, 15.
J. Residui alloglotti nei rozl-/infitalt ani
le due opere in cuiafermava con vigore poetiqo la parte che l'unitàlinguistica aveva nelcostituirsidell'unitâ e della coscienza nazionale.Un non minore senso europeo ispirô il Leopardi, il quale avvertiva che,se ilgusto dell'eleganza poteva e doveva tenere lontanigliscrittori dall'uso eccessivo di parole esotiche,sarebbestato sciocco perè voler bandiredall'italiano queivocaboli che tutta l'Europa usa e conosce: parole com e quelle signi6cantifgenio 'e
X1-I.()(;l-OTTI NEI (* ()Nl'INI ITAI-IANI '
A consolidarttil prim ato della lingua clle dal Rinascim ento s'era com inciato a dire 44italianal h14 contribuiva,oltre all'atteggiam ento diletteratie patrioti,anche l'esiguità delle isole e penisole linguistiche alloglotte. Al m om ento dell'unifcazione, la .percentuale com plessiva deicittadiniche com elinguam adre avevano un idiom anazionale europeo diverso dall'italiano non raggiungeva neppure l'uno per cento dell'intera popolazione15;il nucleo più compatto era a114 Cfr. NIIGLIORINI Storia 267 no.1,367 no. 1.
1:I relatividaticensitarisono lacunosi (v. infra app. 16). Nel 1861,dopo la cessione alla Francia diNizza e Savoia (trattato diTo-
10
1.11,pr/'zrltzfo dell'italiano
lora costituito dalle popolazioni delle alte valh alpine occidentali didialetto provenzale o francoprovenzale e dilingua francese.M a,anche cinquant'annidopo l'unità,quando,in seguito alla prima guerra m ondiale, i confni settentrionali e orientali italiani si estesero e inclusero nuovigruppi d'altra lingua, gli alloglotti raggiunsero appena ildue percento della popolazione. Sitratta dipercentualiassaibasse,quando siconsiderino quelle deglialloglottidialtristatieuropeie se sipensa che a form arle concorrono gruppidipopolazione tra loro diversie non collocabili tutti sul medesimo piano. Da un lato,infatti,stanno le isole linguistiche in cuil'alloglossia è dovuta principalm ente all'inerzia storica, ed ilpersistente uso diuna lingua m aterna diversa dall'italiano non limita rino de1 24 m arzo 1860; popolazione al 1848 di 826.702 abitanti:
SvlMl!z Jpp anni3.no.1),esistevano circa 104.000 alloglottidilingua francese,poco meno dicentomila alloglottidilingua albanese (stima: v. app.16) e alcune decine di migliaia (30.000?)dialloglottid'altre com unità,su una popolazione presente di25.017.000 ab.Per le varia-
zionisuccessivevanno tenutepresentile seguentivariazioniterritorialt (SvIMEz 100 anni180): 1866,annessione de1Veneto con i distretti mantovani e inclusione delle isole alloglotte-tedesche (infraj; 1919, annessione delle provincie diTrento e Bolzano (costituentila regione Venezia Tridentina, ora Trentino-Alto Adige) e delle provincie éli Gorizia,Pola,TriesteeZara(costituentilaVeneziaGiulia),con inclusione di cirœq 255.000 sloveni, 200. 000 tedeschi,95. 000 serbocroati,
1.500 istrorumeni(daticensitari1921);1945,perdita delle provincie diPola,Zara e parte della provincia diG orizia,con conseguente uscita
daiconfninazionalideinucleislavi,salvo residuiminimi(app. 18). D atidiinsiem e suglialloglottiin M EYER-LIJEBK.E Gr.it.11 sgg., 216, EI s.v.Italia 928-32;cfr. inoltre Vloossj Italia dialettale pp.X LlX LIV, e v. app.16-18. N el 1921, alm omento della m assim a espansione dei conlini e quindi degli àlloglotti, i com uni italiani a prevalente idiom a straniero erano 584, con una popolazione com plessiva
di circa 800.000 abitanti, pari al 2,1 % dell'intera popolazione (37.932.000).Per la distinzione d'ordine generale tra f tla minoranza che parla come lingua m aterna una lingua comune diversa da quella dello stato al quale è aggregata, poiché diquella com unità spirituale si sente parteh )e le m inoranze f tin cui illegam e con la propria com unità linguistica non va oltre le form e politicam ente meno coscienti del dialettol h cfr. PAGLIARO DP s.v.Lingua 788.
2.Atvi' #?.fJ'alloglottineico/l./irll -italiani
11
lavolontà diriconoscerein questolalinguanazionaleedicultura. Appartengono a tale gruppo anzitutto lç isole linguistiche alba-
pjyqi16ydisseminatelindalQuattrocento intutta l'ltaliameridionale e in Sicilia:negliannisuccessiviall'unità,le comunità,già esigue, si sono andate gfaldando a causa delle m igrazioni che hanno disperso molti nuclei familiari lontano dalle zone montane e agricole d'origine in centriurbaniin cuila assimilazione linguistica era praticam ente inevitabile.D el resto,anche permanendo nei paesi d'origine, gli albanesi, non raccolti in gruppi territorialm ente com patti,m a dislocati sporadicam ente nelle com un 'itàitaloromanze,hanno spesso Enito co1dim enticare completam enteilloro linguaggio tradizionale, adottando leparlate romanze ad esclusione dell'albanese.Allo stesso gruppo di m inoranze linguistiche appartengono anche le isole linguistiche greche17delSalento e della Calabria,e tuttele altre m inoriisole linguistiche18 sparse nella Penisola. Diverso carattere aveva ed ha l'alloglossia nelle penisole linguistiche che esistevano in Italia al m om ento dell'unità o neidecennisuccessivi: la stessa ffpeninsularitàA,la contiguità, cioè,con com unitànazionaliparlantilingue diverse dall'italiano, ha fatto slche l'alloglossia implicasse quanto m eno la viva coscienza d'un vincolo culturale con nazioni diverse dall'italiana. N elle com unitâ alpine occidentalididialetto'galloromanzo e di lingua francese19la legislazione liberale dello stato italiano unitario spense ognipossibilità di attriti o contrasti: il quadrilin-
guismo(cioèl'usoalternodidialettoligureopiemontese,patois provenzale o francoprovenzale,italiano,francese)è la manifestazione concreta,tuttora registrabile,ditale situazione fondata sulreciproeo rispetto dim inoranza e m aggioranza.Vicende più tormentate vifurono,fra le due guerre e in alcunim omentidel secondo dopoguerra,neirapporticon la m inoranza tedesca altoatesina 20:m a il ritorno a una legislazione linguistica liberale, 16 V .app.16. :7 V .app.17. 18 V.app. 18. 19 V. app.19. ca v app.19.
12
1. 11.prfAzltz/tldell'italiano
dopo la parentesifascista, anche nell'Alto Adige è andato m anifestando isuoiefettipositivinell' attutireicontrasti. Questi,comunque,ed è ciô che quiim portava rilevare, hanno forse poco giovato a diFondere l'uso dell'italiano in un lembo estrem o del territorio nazionale, ma, a diferenza dei contrasti linguistici avutisi in altri stati europei21, m ai ne1 resto de1 paese hanno m esso in forse il primato della lingua com une. 3. ITALIANI E ITALOFONI
Dall'indiscusso primato dell'italiano, fondato dunque sia sull'atteggiam ento concorde degliuominidicultura,deipolitici, dell'intero ceto dirigente,sia sulla scarsa consistenza num erica deigruppialloglotti, siè trattauna conseguenzaupparentem ente molto ovvia,e cioè che l'ltalia moderna appartenga a queipaesi in cui,come in Germ aniao in Francia, tuttiicittadiniintendono la lingua nazionale22. Pertanto,ilcensim ento dicoloro che parlano italiano, degli 4fitalofoniA, non ha m ai costituito un problem a23:gliitalofoni, tenuto conto de1fatto che ipochialloglotti 2:DAIJZAT Europe linguistique 106 sgg. ; 4La question des m inorités lixxguistiquesvarie suivant1es régions de l'Europe... D ans la zone centrale...les souvenirs desinjustices commises... et la crainte des réac-
tions...avajent amené...à imposerlaprotection des minoritéslinguistlques... M alheureusement les engagements n'avaient pas toujours pté- tenus suivant l'esprit des conventions... La situation... était toute tliflérente pour l'Europe Occidentale, dans laquelle sont inclus... 1'A1lem agne et l'Italie. D ans chacun de ces Etats, les plus évolués de l'Europe,y compris l'Allem agne débarrassée désorm ais de ses minorité f lrançaise danoise et polonaise, il y a une langue unique, nationale et dittéraire,vis-à-vis de laquelle 1es dialectes plus ou moins déchus et e rares idiom es allogènes ne tiennent pas une place sum sante dans la vie sociale pour être enseignés à l' école, si l'on songe surtout que Ia langue nationale est com prise et parlée par Ia presque totalité de la population...A. 22 V.nota precedente. 23 M BILLET-COHEN 60: f 4On peut évaluer à 53 m illions le nombre des individus parlant espagnol, contre 48 m illions quiparlentfrançais et39 quiparlentitalien A(da tenerepresente, per intendere l'im plicito
J.Italianie italofoni sono largam ente pareggiati dagliitalianistabilit' lluorkdei con-
Iinipoliticinazionali(soprattutto nella Svizzera italiana)21ysono stati considerati in num ero pari,a un dipresso, a quello degli abitantidella Penisola,e quindisi( ritenuto che,diparipasso colcrescere della popolazione,essi,da circa 39 m ilionine1 1920
(M eillet-cohen),sarebbero diventatioltre 43 milioni ne11947 (Hal1J 'r.)eoltre46milionine11950(Dauzat).Quanto aglianni dell'unifcazione,ragionando in m odo analogo,il loro numero potrebbe esserevalutato a circa 25 m ilioni. Le cifre ora elencate sono certamente superiori dimolto al vero;anzi,perquantoriguarda gliannidell'unifcazione,alterano la realtà linguistica italiana al punto da rendere incom prensibile o,per dirm eglio,deltutto invisibile la profonda rivoluzione
linguistica causata dall'unifcazione. Quello stesso Settem brini che siè ricordato alfne didocumentare le ragioniper cuipatriotie letteratiassegnavano all'italiano ilprim ato su ognialtro idiom a,intorno al1870,alterm ine delle sue lezionisulla letteratura italiana,im maginava che per ilgenerale risorgim ento na-
criterio della valutazione,che al censim ento del 1921 la popolazione
italiana era giunta a circa 38 milioni;10.-1D.(2a ed.,1952)52:4 fOn peut évaluer à 65 m illions le nom bre des individus parlant espagnol,
contre...44 quiparlentitalien...A);HALL Grammar 2:44The Italian language is spoken,in ltaly,in m ost of the area included within the
current political boundaries (1947)... The approximate number of speakers of ltalian is given as43,700,000 h;D AIJZAT Europe linguistique 152:4La population totale de l'Italie était évaluée en décembre 1950 î t46.120.000 habitants,ce quicorrespond à peu près,en déduisant le
Haut-Adige eten ajoutantle Tessin,au blocdesitalophonesA.Questa convinzione relativa alla efettiva italofonia degli italiani si riverbera nell'interpretazione deifenom enilinguisticidelpassato:coslW ASTBIJRG Lingua italiana 62-64,aferma che due fenom eqicaratteristici dellio-
rentino (la spirantizzazione delle aflkicate palatoalveolari /tJ/e /d5/ in posizione intervocalica e la spirantizzazione dell'occlusiva velare
sorda intervocalica)non sidiFusero nella Penisolaperché a ciù sioppose la ( fcoscienza deivalorifoneticidell'idiom a nazionale viva attraverso tutta la Penisola h '.In luogo diquesta spiegazione non sostenibile, cfr. quella del D 'Ovidio citata nellAapp. 33. :4 NJ app. 2O.
1.11yr/ ' A? 2tz/o dellfitaliano
zionale l'italiano sarebbe diventato 4lingtla vivap25.La form ula im plicita nella profezia e nell'augurio de1 Settem brininon era nuova: già molti decenni prim a Carlo Gozzi aveva defnito l'italiano Lunalingua mortaAgiacente qnelle m igliaia divolum i scrittih e che si apprendeva 4 tcorne le lingue morte p, per via distudio 26.Lasituazione non eram utatadim olto negliannidell'unifcazione. 11 primato dell'italiano era già allora un dato certo e sicuro,masoltanto sulpiano culturale epolitico,non sull'efettivo piano linguistico:a che l'italiano fossedavvero l'idioma principalm ente usato dagliitalianisiopponevano abitie caratteriche,radicatida secolinella società italiana,avevano prodotto condizioni linguistiche assai singolari,cioè, in defnitiva, ilparadosso diuna lingua celebratam a non usata e,per dir cosl, straniera in patria.
Capitolo secondo
U na lingua d'elezione
1. VlclsxoE s' roiucllE >:I-lxctusTlciu PREIJNITARIE Soltanto ilridotto grado disviluppo deglistudidilinguistica italiana puè spiegare come mai,considerando la situazione linguistica della Penisola da1punto divista della lingua letteraria, più d'una volta sisiaquasidim enticata l'esistenza deidialetti:il vigoree la m olteplicità diquestierano giâ presentia D ante e,si puö dire,non c'èm anuale diflologia romanza in cuinon sisottolinei,con unasorta dicom piacim ento populistieo,laloro 4vita-
litàA1.Quesfespressione, deltutto innocente quando la si aslPoP DialectologieI 467, W ARTBIJRG Ausgliederung 115,jk n.el.l 'ngua italiana 65 sgg., DAIJZAT Europe lingttistique 14. 5, PIJLGIIAM Tongues 45 sgg., Vloos M anuale 320 no. 1, 352 ecc.U n prim o quadro della t .selva #deidialettiitalianigià in D ANTE VE l xll-xlll;una classifca-
zione in rapporto alla maggiore o minore vicinanza altoscano (che 25 L. SETTEMBRINI, Lezioni di letteratura italiana, 2* ed., N apoli 1876, p.432: ( fNon più l'orazione con esordi, perorazioni, e lunghi periodi,m a un parlare alla buona e come siparla per farsi intendere, non per ciurmare la gente.Trascurate le lingue classiche, ricercati e studiati idialetti.La lingua nazionale...sarà lingua viva e vestita con com postezzabi.
26 Cfr. ACCAME BoBBIo C. Gozzi 51; v. anche nell'app. 19 la testim onianza de1 Senior.Anche ilM anzonirimpiangeva dinon avere
una lingua ( fviva e verahmentre componeva ilsuo romanzo (A.M . Opere 391R);l'espressione 4lingua morta) hfu usata già nella lettera de1 9.2.1806 a C. Fauriel, com e ricorda ora E. D p: 5' 1IcHEt.1s, 'alBelli,Rom a 1969,p.188,n.14. H/.proccl
neirisultativiene perè in pratica a coincidere,com e osservè lo SeHIAI?-
FINI Orgkïz/z'30, no. 2, con la classifcazione'etnicogeogralica fondata su1sostrato; cfr. anche N . M AccARRoxE, 11 concetto deidialetti
e/'4Italia dialettaleAnelpensiero ascoliano,AGI,XXII-XXIII(1929), pp.302-332,a pp.319 sgg.) fu data da AscoLlItalia dialettale;tra imoltiquadrid'insieme (la descrizione della situazione dialettale italiana è d'obbligo in ognimanuale dilinguistica romanza) emergono: ( M ERI-O Italia dialettale, 1t).Lingue e dialetti,Rollt-l?s Struttura linguistica,Vloossl Italia dialettale,C.GuAssl,Elementi di dialettologl ' a itaStzA?t z, T orino 1967, Col zrsl-Azzo Avviamento 163-212; vedi inoltre
ï hfra irinviia Vloos,TAGLIAVINIecco,e cfr.PoP Dialectologie I467 sgg., im portante per la storia degli studi dialettologici, am piam ente ripresa e approfondita in Colx-rEf-Azzo Avviamento 42-63.
16
11. Una lfagutz dbelt-zt-one
suma per quelche è,cioè com e un m odo sintetico e m etaforico per alludere alla m olteplicità deidialettiitaliani,alla persistenza storica e alla difusione a tuttiilivellisocialide1loro uso,riesce fuorviante e dannosa quando sia presaalla lettera, com e qualche volta è accaduto:non solo per le assurditàteoriche cuisigiunge quando sisia indottia pensare. che idialetti posseggano in sé una sorta dim isteriosa linfa vitale che non circolerebbe invece nella lingua letteraria; ma soprattutto perché,dimenticando il caratterepuram ente metaforico dell'espressione,sipuè altresldimenticare che l'ampio uso dei dialetti al mom ento dell'unifcazione non aveva radice in ciè che divitale poteva esservista'to nella storia italiana,m a,alcontrario,era la conseguenza delristagno plurisecolare della vita econom ica,sociale e intellettugle de1 paese. Che la situazione linguistica italiana del1870 fosse da porre in rapporto con le anterioriviceqde storiche fu compreso perfettamente già da un contemporaneo, l'Ascoli. N e1 Proemio a1l'44Archivio glottologico à hillinguista italiano dette evidenza al fatto che in Italia,fra la conquista romana de1IV e III secolo a.C.e l'unifcazione politica del 1861,non avevano agito forze capacidiaccrescere o almeno disalvaguardare l'om ogeneitâ linguistica delle diverse regioni2.Erano cioè m ancate quelle forze centripete,riducibiliin desnitiva all'accentramento dem ografco, econom ico, politico,intellettuale com portato da uno stato unitario e da una città capitale soverchiante ognialtra,che avevano inveceoperato in Francia,Spagna,Inghilterra inducendo colâ la provinciaa orientarsi,anche linguisticam ente,secondo ilmodello delle rispettive capitali;e d'altra parte,osservava l'Ascoli,era altresl.m ancato in Italia un m oto che,com e la Riform aneipaesi 2 Dopo Ascot, lProemio XXIV,cfr.JABERG Aspects 31-42,Vmos M anuale 85-87, 317-25. Con esatta visione'dçlle cose, de1 rapporto esistente tra situazione linguistica e situazione politica, economica e culturale aveva già parlato G . Baretti, un secolo prima dell' A scoli, confrontando le condizioni linguistiche italiane con quelle inglesi e
francesi (cfr. G. BAREW I, Lettere . JtzvuWWrf, a cura di A. Simioni,
1. Visende z/orl c/le e linguistiche preunitarie
tedeschi,difondendo largam ento l'istruzione elem entaree laletturadeitestisacri,polarizzando l'attenzione dituttiicetiin tutte
le regionisu identicitemldipolemica religiosa(identicialdilà. delle diverse possibilifedi),avesse coslcreato su1piano della ctlltura e'dçl. costume unx circolaziorie di idee,esperienze,tradizioni,capace di sopperire,aifnid'un alto grado di om ogeneità linguistica,all'assen' za diunità politica.E,per quanto riguarda i paesi di lingua tedesca, slpuö e si deve aggiungere
che in essiavevaspiegkto la sua eëcacia uniscante anche un fatto economico, ossia l'unione doganale, operante già molti decepniprim a che la Prussia realizzasse l'unità politica. Constatare, come l'M coli, e com e m olti sulle orme dell'Ascoli, l'assenza di forze centripete nella storia italiana dei secolipreunitarirende ragione soltanto in parte della situazione linguistica de1paese a m etâ Ottocento:a quell'assenza non cor-
risponde nei secoliIA sem plice inerte prosecuzidne dello'stato
diomogeneità linguistica creato (ma sidirà fra breve con quali limiti)dalla rozimnizzazione;ha corrisposto invece la presenza didatieilsuccedersidieventituttifavorentil'azionedipoderose forze centrifughe. Sullosfondo dituttelevicendestoricheitalianestacome dato non necessariam ente obbligante,m a certo fortemente condizionante,una fealtà geograEca discontinua3:anche storici e linguistiinclini a svalutare iq genere l'im portanza degliaspettie deicon6nigeografcirispetto aiconfnipoliticie am m inistrativi e al paesaggio creato dall'uomo,dinanzialla discontinuità territoriale della Penisola devono am mettere che essa,specie nei periodidim eno intensa'vita econom ica e sociale,ha favorito in m odo decisivo iparticolarismiregionali.Grazie ad essa,nell'età prerom ana poté sorgere e sussistere una framm entazione etnicolinguistica che non ha'paragone non solo in Europa ma,considerando aree didim ensionipariallaPenisolaitaliana,nell'intero
dominioarioeuropeo(solol'India,con unasupeMciequattordici volte maggiore,ofre un simile spettacolo dim escolanza digenti
e dilingue).TrailIV ed ilII1secolo a.C.liguri,celti,veneti,
M ilano 1911, lettera del 23 ag. 1760, p. 27 sgg-, specie pp. 33-35;
1o.La scelta delle lettereJ' t z-ilft zri330 sgg.L).
17
3 V. app. 21.
1I. Una lingua d'elezione
etruschi,piceni, um bri, oschi e sanniti, greci,m essapi, sicani e siculifurono unilicati sotto la direzione politica della repubblica rom ana:m a la soggezione politica non com portö l'annientamento o la rapida assimilazione degliethne prerom ani, poiché questi,se rinunciavano alla loro autonom ia politica e am ministrativa,erano liberiper ilresto e potevano conservare costum i, istitutie idiom itradizionali1.Per quanto riguarda questiultim i, sisa anziche,come la completa assim ilazione politica realizzata attraverso la inclusione deipopolisoggetti nella civitas romana era una concessione onorifca, cosl l'uso del latino, lungi dall'essere imposto,era e restô a lungo invocato e concesso com e un ambito diritto. In ta1 modo la rom anizzazione che, prima dell'unifcazione'politica delsecolo decim onono, fu ilm aggiore, se non l'unico processo capace di rendere om ogeneo il volto della Penisola italiana,raggiunse solo in parte questo risultato: ancora al tempo diAugusto le distinzioni etniche preromane, anche perché poggiavano,come s'è detto,su distinzionicreate daiconsninaturali,resistevano alpunto da venir prese a base delle vegiones allora îstituite 5. D ue secolipiù tardi,la riorganizzazione dioclezianea dell'lm pero comportè la separazione dell'ltalia in due diverse circoscrizioni: la settentrionale, con centro a M ilano, e la centro-
4 V. app. 22.
sLa tesivulgata,secondo cuile 11regioniaugustee(1:Campania, Latium ;11:Apulia et Calabria; III:Bruttium et Lucania;IV :Sam nium ;V : Picenum ; VI: Um bria;V II: Etruria;V III:Aem ilia; 1X :
Liguria; X :Venetia et Histria;Xl: Transpadana) ricalcano (JUNG Grundriss18)le anterioridivisionietniche,puö essere correttae limitataperalcuniparticolari(cfr.in RE s.v.Italia,suppl.111,col.1251), m a resta valida ne1 complesso. Senza dubbio, perciö, 4la partizione
augustea sta alla confluenza delle partizionianteriori(etniche e linguistiche) e seriori (amministrative e dialettali)l h(PARLANG/LIStoria Srl gz/r ' . rls ' czz 15, e cfr.E.PIJLCRAM,Prehistory and the Italian Dialects,
L 25,1950,pp.241-52);in ciè non vasottovalutato ilfattochele partizioni anteriori trovavano per lo pil h appoggio in confni naturali, com e sottolinea nella sua m onogralia d'insiem e THOMSEN Italic Regions 315 sg.
1. Vicende storiche e lingttistiche preunitarie
19
m eridionale con centro a Roma 6.M a ancora più carico diconseguenze per la storia della Penisola doveva rivelarsi un altro evento,in apparenza de1tutto indipendente:l'accoglim ento da parte de1 concilio diN icea de1 principio,della continuità 7. In forza ditale principio le partizioniamm inistrative romane,orm aifatiscentiper l'indebolirside1potere centrale,poterono invece sopravvivere in quanto assunte a base delle divisionitra le varie circoscrizioniecclesiastiche.E non fu questo ilsolo m odo con ilquale l'organizzazione della Chiesa diRom a intervenne a irrobustire particolarismie divisioni:con la creazione e ilrafforzam ento tra Tirreno e Adriatico de1Patrimonium SanctiPetri,sin dalpieno M edioevo fenom eni d'ogni ordine non poterono espandersi dalla pianura padana più a sud della Toscana e diRom a8. In particolare,la civiltà comunale e signorile, che nell'ltalia settentrionale e in Toscana, selezionando g1i aggregati urbani, creô una rete di città che è stata defnita la sola eredità positiva trasm essa dalle età anteriori all'ltalia unifcata,
non potè espandersi più a sud di Roma. Questa è, per chi venga dalsettentrione,l'ultim a città che possegga un suo palazzo com unale storico;duecento chilom etripiù a sud,a Napoli, 6Cfr.CARDINALIE1 s.v.Italia,Regionieprovincie,737-38,ap.738; M AZZARINO Trattato 385; l'importanza della partizione am m inistra-
tiva aiIinilinguisticifu sottolineata daBARTOLICaratterijbndamentali 12-13 (= Linguistica spaziale 108 sgg.).
î PARLANC/I-I Stort ' a Szzgzlzàsctz 12 sgg.y in specie a p.14: f tLa Chiesa non poté fare a m eno diripetere,nella distribuzione delle sedi episcopali,la tram a deicentrisuiqualisiarticolava l'am m inistrazione romana h.Per il problema generale dell'influenza linguistica delle circoscrizioniecclesiastiche posto già da M ORF Gliederung 32,cfr.altresï
M ORF Dichtung und Sprache 1lI 295-320 (= M undart forschung und Geschischteauf Romanischem Gebiet,4Bull.Dialectol.Rom.A,1,1909, pp. 1-17); BOLEI-I-I Partizione; Vloos M anuale 261 sgg.Per l'ltalia in particolare,la tesidella continuità tra unità etniche prelatine (a1meno in genere),romanaecivitatesechristianaedioecesesèstatacomprovata da M ERLO ltalia linguistica 71;in particolare per la zona ditransizione romagnola cfr. SCHURIIPosizione del vomagnolo 203,205,e cfr. inoltre Vloos M anuale 266. 8 V. app. 23.
20
11. Uzlfl lingua d'elezione
ilcastello dclla dinastia angioina è, ancora oggi, ilsegno urbanistico d'una realtà storica e sociale aflktto diversa da quella centrosettentrionale. Garantita dalle lotte per l'equilibrio condotte dai grandi statinazionalieuropeitra Cinquecento e Settecento, la divisione della penisola italiana in unità politiche diverse eprofondam ente diferenziate da1 punto di vista della struttura demografca e sociale durö, appena intaccata nel periodo napoleonico, fno all'ottocento.Anzi,nelprimo cinquantennio diquelsecolo, ad accrescere le diferenziazioni esistenti sopraggiunse la rivoluzione industriale: questa ag1neglialtri statieuropei nel senso della sem pre più accentuata unifcazione dell'organizzazione econom ica e sociale, e nell'area tedesca, come si è accennato, favorlla form azione dell'unione doganale fra idiversi statiche 1à esistevano; in Italia,invece, essa venne a rifrangersi contro la variegata e ristagnante società del tem po ed operö diferenziandola ancora dipiù :la ristrettezza deim ercati, la scarsezza dei capitali, l'arretratezza tecnologica costrinsero ogni singolo stato della Penisola ad avviare i prim itimiditentatividiindustrializzazione importando capitalie tecniche straniere e, d'altro lato, stabilendo barriere protezionistiche, ben pitl rigide che ne1passato,neiconfrontideipiù direttie tem ibiliconcorrenti. cioè proprio neiconfrontideglialtristatidella Penisola9. Questa,diconseguenza.sipresentava, alm om ento dell'uniicazione, fcome una casa nella quale g1i usciper cuis'avrebbe avuto a passare d'una in altra cam era erano più gelosamente sbarrati che non le esterioriporte d'entrataA:le parole de1Correntidefniscono bene la complessiva realtâ italiana deglianniim media9 Sulle (tante Italie ' /nell'qtà deli'illuminism o, cfr. F.VALsEccHf. Condizioni politiche e socialt'dell' ltalia nell'età dell'illuminismo, in La cultura illuministica in Italia, Torino 1957,p. 63 sgg. Sulla scarsezza di capitali indigeni,la ristrettezza dei mercati e le loro conseguenze
(ricorso a capitalie tecniche straniere e protezionismo)cfr.LuzzAr' ro Evoluzione ccont lzzlfctz 456,NIORANDI Grande industria 34 (ivila cit. diC.Correnti)sgg.,82 sgg.A un certo ritmo diprogresso economico
J.l.a 44selva 'hdei dialetti
tam ente anterioriall'unità,e non soltanto sotto l'aspetto economico, che esse soprattutto volevano dipingere.
2.L A b4SELVA # oEI DIALETTI
Su1 piano linguistico,la conseguenza delle vicende storiche qui rapidamente richiam ate è ravvisabile nel sorgere e nel prospcrare secolarc d'una 44selva# di idiomi fortemente diversi g1i uni dagli altri10. l dialetti italiani, anche considerandone soltanto icaratteri salienti, vanno ancor oggi distinti in alm eno tre gruppi:ilgruppo settentrionale,o galloitalico, lim itato a sud dalla cosiddetta linea La Spezia-Rimini11;ilgruppo toscano, con i cosiddetti dialetti di transizione12; e, infne, il gruppo meridionale13,lim itato a nord da una fascia costituita dai(4puntilinguisticiipartecipiaun tempo dicarattericentrali e m eridionali, la quale,partendo dall'agro rom ano e dai Colli Albani,muove verso le terre dell'antico Ducato diSpoleto e di quigiunge alle spiagge adriatiche tra Pesaro e Ancona. Fortem entcisolatirispetto aitre gruppimaggioristanno ilsardo e,ne1 settentrione, il ladino, entrambi considerati come formazioni
autonome rispetto alcomplesso deidialettiitaloromanzi(i1secondo da11939 èasceso alrango diquarta lingua nazionale della
Confederazione Elvetica).
La varietà e diflbrmit: dei dialetti è il risultato della diversitâ delle correnti innovative che hanno investito il latino nelle diverse regioni, diversità resa possibile e garantita attraverso i secoli dalle vicende storiche prima descritte.N ell'area settentrionale italiana hanno potuto operare le stesse correnti innovatriciche oltre le Alpihanno determ inato ilsorgere degli idiomi gallorom anzi; solo sporadicam ente qualcuna delle tendenze fonetiche 4 (celtiche l he qualche isolato elem ento lessicale
la società italiana doveva avviarsisolo intorno al1880:RoMEo G rande
le V app.24. 11 ' V . app.25,26. 12 V . app. 27,28.
p ' All? . /. çfr? W 37 (pittin genere capp.1-1f).
13V.app-29.
wBLIOTECA A a
Y RlO A . oEM me
.
22
11. Una àkrlzc d'elezione
sono riuscitia infltrarsie a diflbndersi, più a sud della linea La Spezia-Rimini,ne1lessico deltoscano e nelfonetismo deidialetti m archigianie umbri.Ne1loro aspetto fonologico idialettim eridionali sono restati in com plesso imm uni da tali innovazioni , e quindi vicini altipo linguistico latino, al quale sono restati anche e specialm entefedelinellessico. Invece idialettim eridionali presentano diverse concordanze, nei loro sviluppi, con il neogreco, concordanze ignote più a nord. Un forte conservatorism o fonetico è la caratteristica deidialettitoscani, che,nella fase arcaica, sono,con il sardo, la varietà romanza fonologicam ente più vicina al latino. Una volta costituitisi, i dialetti hanno potuto continuare
persecoliasvilujparsiin direzionidiverseelalorovarietàfu
lim itatasoltanto da1fatto che in tutte le regionivenne adottato il
latino nell'uso giuridico fino alQuattrocento o Cinquecento, e
nell'uso ecclesiastico ancor più a lungo 14. Fra ilTrecento e il Cinquecento,inoltre, icetipiù colti,come è noto, com inciarono ad usare sem prepiù spesso nellescritture pubbliche eprivateun idioma panitaliano, ilEorentino,nelle form e fssate da Dante Petrarca e Boccaccio arricchite poi,in ambiente cancelleresco e, , umanistico,dielem èntilessicalie strutture sintattiche didiretta derivazione latina.Verso ilhorentino elevato a italiano comune si polarizzano per tempo specialm ente alcuni dialetti come il , veneziano nel Nord,ilrom anesco nell'ltalia centrale, ilnapoletano ed ilsiciliano nelSud l5. M a ne1complesso queste conver14 Sem pre utile ilsaggio di KRISTELLER Italian Prose; altra docu m e nt Ci azione è data in M IGLIORINI Storia 311- 17 (sopravvivenza nel nquecento), 432-34 (Seicento, specie Stati della Chiesa), 519-22 (Settecento: resiste ancora nell'uso ecclesiastico, in alcuni tribunali, nei trattati sempre più di rado, nelle scuole si com incia a insegnare l'italiano e in italiano, e coslall'università;m a in alcune zone B , per es.a ologna,illatino è ancoraaddirittura popolare). Cfr.per la sopravvivenza del latino in Europa K ogcHAxEa Europa und Recht, PErtuzzl Saggi 6-7. La pronuncia scolastica del latino ha avuto una notevole
in:uenza in tuttii dialettiitaliani(v.app. 34). k 15 Per il periodo pilh antico: SCHIAFFINI M omenti 16- 17 (prime oinàiinterdialettali), Vlnosst Italia dialettale LXX-LXXI, RoHtTs Quellen 94-97, M IGLIORINI Storia, nel Trecento: pp. 216-19 (dial.
J.La f4selva )dei dialetti
23
genze non riuscirono a intaccare la fondam entale diversità dei dialetti,una diversità che riguarda non soltanto la forma esterna deivaritipidialettali,m a la loro tipologia funzionale;idialetti settentrionali sono orientati verso una più economica utilizzazione dei fonemie un più esteso sfruttamento deicaratteri di-
stribuzionali aifni della determinazione morfologica (queste due caratteristiche sono entrambe salientiin quello che in sede di tipologia linguistica è stato chiam ato qqtipo europeo m oderno A,realizzatosiin m odo specialm ente netto ne1 francese e
nell'inglese);i dialetti centromeridionali,invece, sono rimasti fermi a una distribuzione meno econom ica deifonem ie a una m orfologia pitlvicina al44tipo europeo arcaico / ),propr,io dellatino e ancor oggiprevalente nelle aree più orientali e meridionali europee. Che l'adozione sin dalTrecento d'una lingua nazionale codi inque o mune non abbia attenuato m aggiorm ente,ne1corsole mcedes ime seisecoli,la diversitàdeidialetti,non devestupire: ragionichehannoconsentito efavorito laform azione elasopravvivenza divarie tradizionidialettali,hanno ovviamente limitato l'esigenza e ostacolato la difusione d'un idiom a comune a tutta laPenisola.Come siè detto,in Francia,in Germ ania,in Spagna, in Inghilterra,m otivid'ordine politico,economico,sociale e culturale hanno attivam ente operato già prima de1 Cinquecento
aë nché allatino medievale sisostituisse un idioma tvolgare ), e,insieme,aë nchél'idiom aprescelto,unavoltaassunto alingua nazionale,sidiflbndessein tutte le regionie in tuttiicetisociali. Fra il Trecento e il Cinquecento anche in Italia si ebbe una settentr.),219-20 (centr. ),221-22 (merid.);ne1Quattrocento:270-76, 276-77,277-81;ne1 Cinqueeento:331-29;ne1 Seicento:440-41,44850; FREY D ial. veneti 12-18, 68-69 lim iti dell'influenza toscana com une:Vm os M anuale 86-87, 353-55.D ialetti in cui è accentuata la
convergenza verso l'italiano comune: veneti: F. SCHURR, RF, 50, 1936,p.296,SCHIAFFINIOvigini139,no.3,TAGLIAVINI Onkim'110, 341-42 (afiinità originaria dovuta alla f (agallicità1 de1 veneto e del
toscano), 340; romanesco:vedi app. 31; siciliano: ROHLFS Quellen 99-100, Plcclr'ro Sicilt' ano 195; per i dialetti m eridionali in genere cfr. LAIJSPERG Stellung fftzse' rl: e app. 29.
11. Una lingua d'elezione
J.La ftselva , )deidialetti
lingua nazionale:il toscano,o più esattamente ' 1l sorentino >. M a all'origine della fortuna del toscano vi furono soltanto il prestigio letterario conferito ad esso daitre granditrecentistie la conferm a ditale prestigio avutasi nel Cinqueccnto grazie al petrarchismo e all'opera dei gram m atici. Anche se non va trascurata l'in:uenza che le necessità de1 comm ercio ebbero ne1
grazione. Ne1 1527, con il sacco, la popolazione subl perdite spaventose, calando a 33.000 unità:settant'annipiù tardi, nel 1600,essaeradinuovo pil hchetriplicata,essendo salitaa 109.729 abitanti. La veloce espansione demograsca di quegli anni fu certo legata non ad increm ento naturale della popolazione resi-
tenere in vita forme interregionalidiitaliano (l'italiano ffitinerario) hdicuiparlavailFoscolo),l'esistenzadell'italianocomune
im portanza sottolineare la composizione qualitativa: lo Stato della Chiesa fu l'unico stato italianopreunitariochenon solo rac-
attraverso tre secoli fu, fuori della Toscana, essenzialm ente garantita dall'uso che di generazione in generazione continuarono a farne iletteratie idotti, con l'unica eccezione diRoma. Nella storia linguistica italiana Roma occupa un posto d'eccezione già in fase preunitaria. D aiprim idocum entiin volgare , com e ilN on dicere tlle secrita abboce delle catacombe di Com m odilla,lino alCinquecento, lacittàebbe un suo dialetto ditipo m eridionale17.Poi, a partire daiprim idecennidelCinquecento , cominciarono ad agire m olteplicifattoriche ailivellisocioeconom icipiù altidifusero l'uso dell'italiano, ed a livello popolare sm eridionalizzarono il dialetto, trasform andolo in un dialetto prossimo altoscano. A Roma,cioè,ebbe corso'con un anticipo disecoliilprocesso chein altre città italiane sièverifcato o m e, glio,ha cominciato a verifcarsisoltanto neideeennide1N ove' cento.Vale dunque la pena considerare più da presso le vicende linguistiche rom ane. La decadenza delle caratteristiche dialettali m eridionali de1 romanesco antico è direttamente legata agliaspetti quantitativi e qualitativi dello sviluppo demograhco della città durante il
cogliesseentro isuoiconfni(ciö avvenivaanchene1Regno),ma
Cinquecento.Lapopolazione(CASTIGLIONIPopolazionediRoma 340)passö da 40.000 abitantinel1513 a 60000 ne1 1523:già .
questo prim o increm ento è da riportare in buona parte a imm i16 V.app. 30. di R17 Su1 rom anesco antico e sulla sua decadenza cfr. M ERLO Lingua
oma,TAGLIAVINIOrlkini347-48;importante perla storia lingui-
stica romana flno all'fhtocento M lot-loalxl Lingua e cultura 107-14. Sul . S l'iscrizione delle catacom be di Com m odilla cfr. ilbe1lavoro di F. ABAT I NI , Un' i s c r i z i o ne to l g ar e r o z ' l z t z ' r l c d e l l a pv i ma n ' l e l IX tl del secolo , SLI, 6, 1966,pp.49-80.
dente, ma ad apporti im m igratorii. Di questi è della m assim a
efettivamente convogliasse verso un solo centro urbano maggiore una popolazione parlante dialettifortem ente diferenziati
(napoletani, umbro-aretini, adriatici ditransizione,settentrionali).Sicomprende dunqueperché g1iapportidemografcidel contado dello Stato Pontifcio furono talida scuotere profondamente le basidem ografche su cuipoggiava la vecchia tradizione
dialettaleromanesca (CASTIGLIONI@ .cit.350):perbuona parte degliim m igratide1contado un dialetto ditipo meridionale era ma1comprensibileem aleutilizzabile.Lentam ente essiloerosero, lo smeridionalizzarono.11processo non ebbe tregua per tre secoli:ne1 18. 53 oltre un quarto deiresidentiin città era nato in
altre provincie italiane (46.000 su 176.000:CAsTlcI-l()xzop.cit. 367).
Come è poiavvenuto nelle città dell'ltalia unita,nella Roma preunitaria ilcontinuo e progressivo indebolim ento de1 dialetto tradizionale si è combinato con la difusione della conoscenza e dell'uso dell'italiano.All'origineviè ancheperciè unapeculiaritâ sociopolitica dello Stato della Chiesa.Lq*qcorte pontifcia,in cui ne1 prim o Cinquecento fu particolarmehte rim archevole l'in:uenza m edicea e forentina, era l'unico centro politico in Italia che perla sua struttura,44cattglicahnell'inyenzione,panitaliana nella realtà,fosse composta da individuiditutte le regioniiquali,venendo in contatto,dovevano per necessità met-i' ere da parte idialettinativie adottare come idiom a corrente e quotidiano l'italiano. L'italofonia della classe dirigente trovava appoggio in quella de1clero:religiosidiogniregione im m igravano a Rom a e costituivano unapercentualenotevoledella popolazione,essendovial' ' .
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11. Una linglta d'elezione
l'incircaun religiosoogniventicinqueabitanti(7.069 su 194.000 ab.nel1861:CASTIGLIONIop. cit.361).Nelclerosiriproduceva in più ampiedim ensioniquantoavvenivanella curia;e da clero e curia l'italofonia irraggiava sulla popolazione sia per diretto
efktto diimitazione(caso limite:e?'zervitordepiazza checerca dipaylà tab' w7:nellasatira delBelli)siaattraverso ilpiù qualifcato canale dell'istruzione scolastica. L'insegnam ento elem entêik è,xlknguente nelresto dello Stato Pontifclbp.eya-a-Roma fo-. eentè,poiché,come spiegè il Gabelli il governo papalino 4$riserbava le sue dil denze principalmente aglistudi elevati, m a quanto a quell'istruzione m odesta e pacifca ehe oltrepassa di poco ilim itidell'alfabeto,nonché riguardarla com e un pericolo la considerava com euno deim ezzipiù eflicaciditenere legata la, gioventù al clero e uno strum ento diautoritàe di inlluenza h )18. ln conseguenza di tutto ciô, a m età Ottocento Rom a era l'unico grandecentro non toscanoincuil'italofonia non solo non era più considerata un'afettazione, eomeavvenivaaltrove(ed è avvenuto in qualche zona fno a tutto il secondo dopoguerra:
v.app.57),maeraunobbligosociale(VEoRoma47).Nel1860,
3.Lingua e dialettl'.#Alt)all'unità
27
tiche dell'italiano comune. Data questa sua conformazione il dialetto rom anesco sùbito dopo l'unifcazione risultè largam ente comprensibile in tutta la Penisola,alm eno per tutticoloro che conoscevano l'italiano: cosicehé,ad esem pio,dopo il 1890 Cesare Pascarella poteva intraprendere una tournée a M ilano, Ve-
nezia,Bologna e altrove,leggendo isuoisonetti(OJET' I.ILetterati239,n.1).
Sotto ilproflo esterno,già nella Roma preunitaria ildialetto, complem entarm ente alla tendenza all'italofonia,era relegato ai livellisocialiritenutipiù bassi:qualchecosa de1genere com inciô
averifcarsisolomoltidecennidopoaNapolieFoggia(app.29). Diversam ente daglialtridialetti,idiom iorganicia tutt'intera la compagine soeiale deglistatiitaliani preunitari,a Roma ildialetto era lo spregiato idiom a delle classisubalterne,espressione d'un m ondo separato,in rapporto con le culture egemoni solo per via disedim entazione detritica.Diconseguenza alBellipareva impossibile tradurre in rom anesco ilVangelo diS.M atteo; e proprio questa unicità dicollocazione delrom anesco entro la società papalina e tra idialettidell'ltalia preunitaria fu la prima
quando lo Zuccagni-orlandinicercö a Roma chiglitraducessein dialetto un testo tipo cheavevagià fatto tradurre negli altridialettidellaPenisola,rftuttiprocurarono diesim ersidalcompiacerlo, dichiarando che aRoma non siusa se non ilpuro linguaggio ita-
radicedellagrandeoperadelpoetadiRoma(v.app.31).
liano!pIZUCCAGNI-ORLANDINI Dialettt'302):afermazione certamenteesagerata(sipensiall'usode1dialettodapartedeireazio-
linguaitaliana,unicatralelingue nazionalidell'Europa moderna,
nari,subho dopo il ,70, in funzione antipiem ontese: cap. 111,
FuoridiRoma e fuori della Toscana,alsistem a linguistico italiano si faceva ricorso solo negliscrittie solo nelle occasioni
più solenni(enemmeno,comesivedrà,in tutte).Persecoli,la eii bmepocLealtrelinguearioeuropeedicultura,havissutosoltanto o quasisoltanto com e lingua didotti:ilpatriottico aflktto <-- ..*.- w<..'. >.
n. 16), ma tuttavia indicativa d'un'ormai aflkrmata tendenza
nutrito per essa dailetteratiè siato,e ora sivede bene ilperché,
all'italofonia. Gliefettiditale tendenza sicolgono ne1dialetto rom anesco sotto ilproflo della linguistica sia internasia esterna. D a1punto di vista interno,per l'italofonia delclero e dei cetidirigenti il dialetto,già intaccato dalla sm eridionalizzazione f(dal bassoA, si and?l conform ando alle strutture fonomorfologiche e sintat-
lapiù forte ragionedellasuasopravvivenzanellevarieregionidel
18 S%p' lla scuola a Rom a ancora prezioso GABELLIIstruzionq nella città diRoma;perla parte avuta da1clero, ivipp.158-60.Altre notizie e considerazioni in Vol-plcsl-l-l Scuola a Roma.
paese.
3.LINGIJA E DIAI-ETTI l'INo ALL'VNITX 11 fatto che l'italiano sia stato adoperato per secolisoltanto in cerchie ristrette e in occasioni di particolare solennità, ha iniuenzato non solo,com esivedrà,l'atteggiamento stilistico dei singoliprosatorie verseggiatori,m a ha inciso anche sulle strut-
&'Ntz l'n 'gua #'ér Iezl olle
ture fonologiche,m orfologiche, lessicalie sintattiche,sulla forma interna della lingua e sulla sua evoluzione storica. Un carattereche,da un punto divistadiacronico, individua l'italiano rispetto alle altre lingue nazionalieuropee e rispetto agliktessi dialettiitaliani,ivicom preso ilNorentino, èla staticità che,come osservô l'Ascoli,è tale da rasentare l'im mobilità:un francese o uno spagnolo, un tedesco o un inglese dell'ottocento, anche colti,non intendono itestiantichidella loro lingua;un italiano , anche dimediocre cultura, puö riuscire a intendere il Novellino. I fonem i dell'italiano e quasi tutte le loro variantidi realizzazione erano, a m età Ottocento, le stesse del forentino arcaico;imorfemieleparole4grammaticalih )(pronomi, prepo-
sizioni, articoli) del Trecento sopravvivevano altresl tutte; il lessico deitrecentistiera ancora in gran partevivo ed era quasi tutto ancora perfettam ente trasparente. Ciö è ben ovvio se si pensa che ifenom eni di trasform azione fonetica, legati all'uso parlato della lingua, erano restati necessariamente estranei a una lingua ditruadi ''. zione prevalentemente scritta, e che iprocessi di individuazione fu . .ùz ...i .ona . .le delle forme gramm aticali e lessicalie le innovazionisemantiche, per cuiS'humus pub essere solam ente un uso largo espontaneo deisistem ilinguistici, nem m eno potevano verifcarsiin una lingua la cui tradizione attraverso iltempo era aë data a una m inoranza diaddottrinati, che la usavano solo nelle scritture. Una tradizione linguistica sifatta spiega comc le sole notevoli innovazioni fonologiche verifcatesi nell'italiano tra il Tre e l'Ottocento siano in diretto rapporto con la graEa19;quanto alle innovazionilessicali e m orfologiche esse consistono in aggiunte di nuovi elem entiagliantichi, più che in sostituzionio trasform azioni.E la fonte ditaliaggiunte è ovvio che fosse non popolare,m a dotta,non dialettale m a latina:l'inqusso latino sul ... .
lessico e sulla sintassiitaliana (favorito inoltre dalla originaria prossimitàfonologicade1forentino altipo latino)èilfenomeno
preunitario20.Esso fu spinto a talpunto chenell'età dehvArcadia ipoetantiitalianipotevano dilettarsi nella composizione di sequele diversiambivalenti21:versiche potevano essere lettisia come latini sia come italiani a paritâ di senso e dipronuncia
(t. enendo presentelapronuncia latinadelV secolo d.C.,restata canonica nella scuola italiana).Sitratta digiochi:ma ilfatto che fra tutte le lingue neolatine,a parte alcune varietà dialettali sarde,soltanto l'italiano liconsenta,èsignifcativo dellaprofonda latinizzazione. Altri ri:essi strutturali dell'uso prevalentem ente scritto e poco frequente dell'italiano sono ravvisabilinellastessa polim orfia morfologica e lessicale22.Allorché una stessa forma flessionale si presentava in due varianti, queste venivano entrambe conservate per secolinella tradizione italiana, nella quale non potevano intervenire le tendenze selettive, econom iche, operantiin lingue sottoposte a un uso più largo.E se talora ilpur esiguo uso scritto ha diflkrenziato alm eno stilisticatnente gli elemcnti polimorf, facendo d'una form a quella canonica nella
versifcazione e d'un'altra quella propria della prosa (è ilcaso. per fare qualche esempio,diesto e questo,gito e andato,alma e
anima,augelloeuccelloj,più spesso talediferenziazione,aneora ametà Ottocento,mancava:coslinfoefacdo,voe vado,devo e debbo (4poeticoheradeggio),dovuto edebito,dettediedee ditq visto e veduto,tz/ytzrlàco e appaio ecc.N ella com plessiva struttura de1lessico,per g1istessim otivipoté prodursila ipertrofa sinonim ica dialcunicam pisemantici,cosicché,1à dove ilfrancesee lo spagnolo hanno una solaparola,l'italiano dell'ottocento ne ha due,tre,quattro,largam ente coincidentiquanto a significato:difronte alfrancese Iaurt' er,alloro elauro;accanto a rut' tseau, rusce11o, r,' vo e rio;accanto a changer, cambiare e cangiare' ,
accanto a rivage,sponda riva e rt 'a,lito e lido.Di qui,anche p una impressionante ipertrofa fraseologica: per esem pio, una frase abbastanza banale com e 44devo aver visto tuo padre h k
diacronico dim aggiore rilievo nella storia linguistica dell'italiano 19V.app.33;in questo senso cfr. già le considerazionidi U . Foscot-o, Saggi di Ietteratura italiana, ed.naz.,vol. lX, Firenze 19,58, p. 152 sgg.
aa v app. 34. 2: V app. 35. 22 V app. 36.
11. Una lingua d'elezione
(tralasciando minorifenomenistilistici,qualila presenzaeventuale ditroncamentie le oscillazioninell'uso dell'articolo)nell'italiano de1Novecento am mette alm eno 12 variantidirealizzazione semanticamente equivalentie poco o niente diferenziate !
stilistlcamente (((devo/debbo avergej visto/veduto (i1J tuo padre/papà/babboM. Correlativa alla sovrabbondanza in certi settori lessicali e fraseologiciera la lacunosità e povertà dialtrisettori;dalla Nora all'artigianato, alla vita domestica, interi settori di esperienza a m età Ottocento cadevano fuori delle possibilità linguistiche dell'italiano, con ilquale era possibile riferirsiad essisoltanto con perifrasi, in termini generici,non in m odo specifco,per l'assoluta carenza di onom astica panitaliana in talicasi:persecoli, infatti, a questisettori cisiera riferitiparlando non già italiano, ma qualcuno dei diversi dialettidella Penisola23. 23 Cfr.le testimonianze del PAscot,l in OJETTI Letterati 200 e del DE AMlclsIdioma gentile 173,aproposito della 44lingua che non sisa ), cioè 44di quelgran num ero di nom i dicose,che noinon sappiam o o che non cicuriam o disapere,perché diquelle date cose non abbiam o mai oecasione di parlare se non ne1 dialetto; m a che deve im parare chism dia davvero la lingua,perché questa non sisaprà maiche m alamente se non se ne studia più diquanto occorre a parlarla alla m eglio fra noi,dove non se ne parla che mezzah.D i conseguenza,secondo PlmtTzzl Lingua >dr gli italiani 15, ancora a m età del Novecento vi sarebbe in Italia soltanto j qun vocabolario nazionale per discutere dell'im mortalità dell'anima,per esaltare il valor civile,per descrivere un tram onto, per sciogliere un lam ento su un am ore perduto,m a non... un vocabolario comunemente accettato ed univoco per parlare delle m ille piccole cose della vita dituttii giornih ).L 'opinione de1 Peruzzi
puö non esserinteramente convalidabileper l'Italia centrale (Toscana, Umbria,Roma),ma lo è per l'Italia settentrionale e meridionale in cui,intorno al 1950,tre quartie,rispettivam ente,oltre due terzidella popolazione adulta usavano abitualm ente soltanto il dialetto ne1 par-
lare (v.cap.111,no.42):sulla inevitabile copseguente povertà lessi-
J.Lingua e dialetti./iAIt )all'unità
Appunto per quest'angustia dell'am bito d'uso dell'italiano, fuoridiRom a e della Toscana adoperato sempre e solo a livello formale e mai a livello inform ale, Carlo Gozzi e Ugo Foscolo erano spintia defnire l'italiano quna lingua m ortai,ilM anzoni a ripetere l'espressione e a negare che gliscrittoriitalianidisponessero d'una ' lingua Lçviva e verah ),ilLeopardia rilevare l'aridità dell'italiano21.Ed in ciè proprio, com e aveva osservato il Foscolo,stava la ragione prim a della secolare f 4questione della linguaA25: la conservazione d'una forma, o l'accoglim ento di qualche inevitabile neologismo,fenomeni altrove legati al consenso spontaneo della collettività dei parlanti, nella tradizione linguistica italiana potevano essere risolti soltanto per via dot-
.
trinale,commisurandoliaragionidiflologica(0pseudoflologica) conform ità a questo o quell'ideale m odello. Su1piano stilistico, la pedanteria tendeva ad essere la norm a prevalente, e l'eversione anarchica,predicata dagliscrittoride1f 4Caflk i $,era la via d'uscita più facilmente accessibile alle personalità m eno forti. Dinanzia quest'uso ristretto della lingua nazionale,era inevitabile che l'uso dei dialetti,lungi dal regredire, permanesse carenze sono particolarmente estese nel settore della nom enclatura
botanica e Iloreale,come più volte è stato rilevato (M .PRAZ,Nomidi Jori,LN 1,1940,pp.51-56,G.FOLENA,11pallordella viola,LN 10, 1949,pp.75-78),e come risulta dallagenericità delle traduzioniproposte daidizionariangloitaliani,che disolito glossano ilnom e specilico straniero con la locuzione ffnome diIiore h ).N on sempre,per fortuna, 4la insuë cienza del vocabolario si è com binata con l'ottusità di chi l'ha consultato %,com e è uvvenuto a qualcuno ' che,dinanzia un passo
diThyrsis diArnold (4Sweet-W illiam with his homely cottagesmell/ and stocksin fragrantblow...A,t11garofanino a m azzetticolsuo sem -
plice odorvillereccio /eviolacciocche in fragrante Noritah),lo ha tradotto:f t11 dolce G uglielm o colsuo odore didom estica piccola casa di cam pagna e con le calze che davano un colpo co1loro odore...h /. % 24 Per G ozzi e M anzoniv.supra cap. 1,no. 26;per Leopardi v.
cale dell'italiano parlato, quando è parlato,vi è anche qualche testimonianza esplicita: cosl tra g1i inform atori di una recente inchiesta
app. 15; per Foscolo cfr.Saggi diletteratura, cit., p.243 (e cfr. anche p.152).Per la distinzione tra uso formale e informale diuna
linguistica uno dichiara che è f tdiëcile scegliere (locuzioni)per con-
lingua rinvio almiolavoro Tra Thamuse Theutin Senso e sr kzli /ctzlt).
cetti familiari, perché non se ne parla quasi m ai in italiano A, e un altro, che pure parla abitualm ente italiano, dichiara perù di parlare
LLdialetto... specie coi dipendentil à (RPscc W ortgeographie 23 a).Le
Studi di semantica teorica e zltlrfc/, Bari 1970. 25V.app.37;e cfr. in questo senso le osservazionide1Foscolo in Sagg''Jf'letteratura,cit.,p.228.
11. Ulla lingua d'elezione
solido e vitale. N ei decenniche precedettero l'unitk ', in tutta la Penisola aidialetti,soprattutto alle loro variantiillustrielaboratesi nei m aggioricentriurbani, competeva una piena dignitàsociale:usatidaglistratipopolari,loeranoaltresldaicetipiù colti,dalle aristocrazie e perlino dailetterati, non soltanto nella vita privata,m a spesso anche nella vita pubblica e in occasioni solenni.ln Piem onte sipredicava in dialetto;ildialetto erad'uso nei salotti della borghesia e dell'aristocrazia m ilanese; a Venezia,ildialetto siafacciava e dom inava perfno nelle orazioni politiche e giudiziarie;anche a Napoliildialetto era d'uso nor-
J.Lingua e dialetti$no allkunità
33
polifaPalermo,sicostituironodellekoinàidialettaliillustri,entro cui si inalvearono tradizioni letterarie che con M eli, Porta, G oldoniraggiunsero elevatilivellipoetici.Alle soglie dell'unità, praticam ente assente dall'uso parlato,l'italiano era dunque minacciato persino ne1 suo dominio dell'uso scritto.Un im maginario contrasto tra la lingua italiana e la parlata calabrese,com posto in quegli annie diligentemente registrato dallo Zuccagni
Orlandipi(Dialetti374),dà in modo molto eëcace un quadro della situaziime linguistica italiana del tem po.Alla prima cosl si rivolge la seconda:
male nella corte (meno,invece,nella borghesia);ilprimo re d'Italia,Vittorio Emanuele,usava abitualm ente ildialetto anche nelle riunionicon isuoiministri26.A Venezia, a M ilano,a N a26 Sul veneziano nell' uso forense VIANELLO Veneziano 68-73. Su1 m ilanese nell'uso anche colto cfr.,oltre Foscolo e M anzonicit. all'app. 57,la testimonianza dilady M ORGAN in ZIJCCAGNI-ORLANDINID ialetti 49:f t11linguaggio fam iliare ditutte le classiessendo in M ilano ildia. letto nazionale, sarebbe ivi aflkttazione volgare l'uso dell'accento toscano,per cuiè riguardato infatticom e supremo ctzllfro tono' h:la testim onianza della M organ è conferm ata dalla satira de1 Porta contro la Jignora che pretende d'esser rallinata e lega questa sua pretesa alparlare italiano o un dialetto fortem ente italianizzato, contro,cioè,Donna
Fabia Fabron de Fabrian (C.PORTA,Lepoesie,a cura diD.ISELLA, 3 voll.,Firenze 1955,II,pp.422-29);lo stesso scrittore milanese insorse contro P. Giordani colpevole di aver sostenuto la necessità di Ainsinuare la pratica della com une lingua nazionale, solo istrumento m entale a mantenere e difondere la civiltà p, e criticava la produzione
letteraria in dialetto milanese (TIMPANARO Giordani 29-31): contro talitesiilPortascrisse12sonettiastiosied enfatici(0,.cit.,pp.254-79), che non ebbero m olta fortuna,diversam ente da1personaggio diD onna
Fabia divenuto poiproverbiale(C.ACUILHON in PAPANTIParlari289)Per ilPiem onte cfr.app.19;che Vittorio Em anuele 11usasse ildialetto piem ontese in ogni occasione risulta bene dalle testimonianze raccofte in CHABOD Politica estera 326-27,no. .5,e da M ARTINIConfessiont '11 152-53;aim inistriche lo esortavano a recarsiin visita um ciale a T rastevere rispondeva,rifutando:411papa 11 a doi pass a sentirà. I l'hai già faine abastantsa a caulpover veii... h;al Sella,che sicongratulava per l'avvenuta liberazione di Roma, replicava scontento: (La staga ciutu; am resta nen aut che tirem e un coulp de revolver: per l'on c'am resta de vive aisarà pinen da pié!h à;frasi de1genere, tradotte
M ali di tia non dissi, a m ia dassam i stari; non mi stari a frusciari Cjjy J 'J '2 ZCCUIRtu. in italiano dalla tradizione storiogralica di stampo agiografco,hanno sublto talora radicalitrasformazioni disignifcato:cosl,un #hnalment i sum a *, pronunciato dal monarca al m om ento d'entrare in Rom a dopo la conquista,m aanche dopo un lungo viaggio in earrozza,diventa,
nella traduzione ad uso delle scuole,ilfamoso (ma falso) 44cisiamo e ci resterem o h. Per la situazione linguistica ne1 Regno napoletano, dove le aristocrazie e le classi incolte usavano.il dialetto, ma dove la borghesia intellettuale aveva da m olti decenni l'abitudine diparlare in unavarietà di italiano o in un dialettofortem ente italianizzante,vedi app.29,e cap.111,no.16.Altre testim onianze per ilSettecento e il prim o Ottocento sull'uso de1 dialetto in M IGLIORINI Storia 501-503, 522-24, 592-94, CoRrEtAzzo Avviamento 173-77. Come'già vide il
Deqsanctis(aproposito de1M eli,vedilacit.in app.57)ecomeè implicito neiversicalabresicitatine1testo,lo sviluppo della poesia dialettale in ltalia ne1 Settecento e Ottocento ê da porre in relazione con la scarsa fam iliarità che anche il ceto colto aveva con la lingua nazio-
nale,ilcuiuso risultava in genere poco adatto alrafettività (osservazionid'insiem e in proposito sono in VosszEn Lingua e zl wmbpe 13-14, M ASTRELLI Lingua 37,essenziale ELwERT M undartliche K unstdichtung
175,182 sgg. ).Gioverà avvertire esplicitamente che t' utt'altro senso ha l'uso del dialvtto italianizzante o delle varietà regionali di italiano
in testi letterariitalianide1 secondo dopoguerra (vedicap.111, 9 e cap.IV),dopo ildeclino de1prestigio deidialetticome strumentilinguisticiesclusivi(LPDTKE Stellung der M undart,e vedicap.111,9 9). Per le polem iche su1 dialetto dopo l'unità cfr.app. 55 e 57.
j r j j 11. L5?t'?Iingua d'elezione
Eu sem pre l'accettai ca sii megghi di m ia... N un tanta protaria: nu m i sbrigogni.
J.Lingtta e dialettiJrl / all'unità
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vita associata diognigiorno,privata o pubblica.Fuoridella To-
scana,e fuoridi Roma (dove,come siè visto,peculiareerala posizione de1dialetto e,di ri:esso, singolare fu perciö l'opera
delBelli:v.app.31),lalinguacomune eraun possessodaacquiD i tia 'n du fazzu stim a, m andu li m ia cotrari d'Italia p'im parari lu lunguaggi. Nun m i negai per gofa linguazza scancarata, squaiata, scafezzata, e puru peia....
Sai picchi piaccia a tutti? Si siccano di tia e cui si vota a m ia pigghia rispiru. Tu scardi l'eleganza, tivoi mettiri l'ali; eu parru naturali e da nu gustu...
(M ale dite non dissi,a me lasciamistare;non mistare ad annoiare perché io stia in sussiego.Io sem pre l'ho accettato che tu seimigliore di m e... Non tanta superbia: non m i um ilii. D ite io faccio stima,
mando imieiragazzi (a scuola) per imparare illinguaggio d'ltalia.
sire attraverso applicazione e studio scolastico,dunquc un possesso riservato a coloro che avevano frequentato la scuola:occorre dunque aver presente,almeno nelle linee generali,ilquadro delle istituzioni scolastiche e dell'istruzione pubblica del tempo per intendere appieno la situazione linguistica.
' e cader nelpiattello è registrato in M lGLlolklxl . PN com e locuzione
pansettentrionale),milanese parla come te manget (ne esiste anche la variante romanaparla comenlagnij,pisano parlà spizziatoo #J'spizzio, tarantino scantkghiare. M a si possono aggiungere ancora: salentino kunta komu t'J fattu mâmma-ta (anche qui una variante romana: parla comemamma t'hafatto;cfr.G.M AzzoTTA,L'ortoepia italiana e la scuola dellkobblkko, 4(Annali della Facoltà di M agistero di Bari, h, 1968,pp.95-106,a p.96);siciliano parraricu lu squincie fl ' xcif (ricercato *,parrarintrippittatu 4impettitto' h,parraricu la lingua difora, parvari'vlyz/Al/tz diburcetta 4in punta diforchettah )(cfr.A.TRAINA, Nuovo vocabolario siciliano-italiano, Palermo 1868, s-vv.);romanesco (oltre le locuzioni già segnalate) parleggià come un libbro strappato (equivoco ironico per stampatoj oppure Come parleggiate scicche. ' .Me jo d'un libro strappato. ! (ROLANDI in CHIAPPINI Romanesco s.v.).
N on ho m ai negato di essere una goflk lingua sgangherata,sguaiata, in ciabatte ed anche peggio... Sai perché piaccio a tutti? Si seccano dite e chisivolge a m e prende respiro.Tu pregi l'eleganza, ti vuoi
Per la presunta pretensiosità dell'uso dell'italiano cfr. anche le aflkrm azioni e testim onianze di FoscoLo, CORONEDI-BERTI, TERRACINI,
mettere le ali;io parlo naturale e do un gusto...)
ancora,un aneddoto ln N' ersione m archigiana:un tale torna a casa da
QIJARESIMA in app.57, dilady M ORGAN e PORTA supra,no. 26; e,
militareeNngedinon rammentarepiù ildialetto (cfr.cap.111,no.30), La lingua com une,insom ma,non sioffriva alsingolo come una realtà (4naturalih )27jim mediatamente acquisibile vivendo la 27La coscienza della L 6innaturalitàt sdell'uso dell'italiano si rillette in locuzionie aneddoti variamente sottolineanti l'afettazione delparlare italiano e la naturalezza delparlare dialetto: ConrEt-Azzo Avviamento 173 ricorda trent. parlàr ciciliano ( fparlare italiano p e 44parlare afettatam ente *, padovano parlàr fzl clcara e cascare 2' Al piatèo
(4parlare in chicchera e cascare ne1 piattelloA (parlare 1* n chicchera
in particolare ilnome de1rastrello;m entre camm ina sussiegoso,m ette un piede proprio sull'attrezzo, il manico g1i sbatte con violenza sul naso eilsoldato,d'un subito ram m em orando:4Accidènde alu rastellu !h
(PARRINO Note 17). 11 parlare hnito o civile (cfr. testimonianze di M ANZONI e BELLI in app. 57) soltanto presso la borghesia urbana m eridionale ottenne qualche credito: vengono di qua le locuzioni parlare sporco per designare l'uso del dialetto e parlare pulito per
parlare italiano, connotato positivamente (cfr. le testimonianze di D'OvlDlo e VILLARIin app.52):ciù sarà da metterein rapporto con la precoce propensione all'italofonia segnalata per Foggia e soprattutto
Napolifin da1 secondo Ottocento (v.app.29).
II. (7?!t7lingua J'c/easbre
4.L'italiano neglianni t''l/zli'lt1
e diRom a neiconfnistatali,la percentuale scese al73 t), g circa. 4 L'ITALIANO NEGLI ANNI DELL'UNITX
A1 mom ento dell'uniEcazione, dunque, la popolazione ita-
liana era per quasi1'80% priva della possibilità divenire a N ello studio delle istittlzioni scolastiche è necessario distinguere la storia e i problem i dell'istruzione elem entare e popolare dalla storia e dai problem i dell'insegnam ento e dell'istruzione 4m ediaï $ e frsuperioreh /. L'esigenza dell'istruzione elementare estesa a ognicerchia dicittadinisiafermö in Europain epoche diversez8:già ne1Cinquecento in lnghilterraeGermania venne intrapresa una decisa lotta contro l'analfabetism o, anche perl'impulso della riform a religiosa protestante;in Francia,invece,ancora nelSettecento,l'illum inista Voltaire m anifestava la sua difidenza verso l'istruzione dei contadini. In lta1ia29,un im pulso deciso verso la creazione di istituzioniscolastiche dim assa si ebbe solo con la dom inazione napoleonica: questa fu abbastanza duratura perconvincere almeno icetiborghesi della necessità dell'istruzione popolare, sicché, quando durante la Restaurazione si tentö di cancellare ognitraccia di istruzione popolare,la borghesia liberale era pronta alcompito diresistere, di tentare di salvare le istituzioni già esistenti, di crearne altre nuove.Tuttavia,soltanto in Piemonte e nelLombardo-veneto g1isforzi delceto borghese riuscirono a indurre igovernia una politica mirante all'istruzione popolare,e anche in queste regioni,soltanto intorno al 1840.Altrove,le classidirigentinon solo non risposero positivam ente alle nuove istanze, m a condussero anzi a più riprese una politica di consapevole repressione dell'istruzione popolare.Perinevitabile conseguenza diquestapolitica,quando nel1861venne cornpiuto ilprim o cen-
simento della popolazione delnuovo regno,oltre il78% della popolazioneitalianarisultöanalfabeta(v.infra,pp.94sgg.).Dieci annipiù tardi,soprattutto in ragione dell'inclusione de1Veneto 28 lkloNuoE-coolcNoLA 1 206-229, 11 60-61; su Voltaire e altri illum inisti oscurantisti CHABOD Polittka estera 355, Plmuzzl Saggi 13,no.19.
29 M ONI XOE-CODIGNOLA 11 201-206, 248-62, BERTONI JOVINE Scuola 43-64 (dominio francese),65-90 (Restaurazione),91-106 (scuole deimoderati),161-212 (scuole fino al1848),239-270 (1848-1859).
contatto con l'uso scritto dell'italiano,ossia, per la già ram - . mentata assenza dell'uyo orale, dell'italiano senzhaltra specifcazione. Sarebbe tuttavia un errore attribuire la possibilità di conoscerel'italiano alrestante ventipercento della popolazione' . un'assunzione de1 genere peccherebbe,nello stesso tem po,per eccesso e,lim itatam ente a due zone,Roma ela Toscana,per difetto. Coloro cui toccava nel 1861 la qualihca di non analfabeti erano lontani in genere da un possesso reale della capacità di leggere escrivere:purtroppo solo apartire dal1951icensim enti italianihanno distinto,nella massadicoloro chehanno una qualche dim estichezza con l'alfabeto,i 44sem ianalfabeti) e glif4a1fabetipa pieno titolo.Ne11951,in una situazione culturale notevolm ente progreditarispetto agliannidell'unihcazione,isem ianalfabeti erano circa un quarto deinon analfabeti. 'è im possibile determ inare in modo positivo quantifossero isem ianalfabetinel 1861.Tuttavia è forse possibile qualche congettura per distinguere nella m assa dei non analfabeticoloro che sapevano
soltanto compilare uno stampato e scrivere (0 meglio 4dise-
gnareA)la propria hrma,senza avere quindialcun reale contatto con la lingua scritta,e coloro cheinvece sapevano correntemente leggere e scrivere,e potevano quindiconoscere e possedere l'italiano:a questa distinzione sipu6 giungereconsiderando la questione da1 punto di vista dell'el cienza delle istituzioni scolastiche 30. 30P.F.BENEDETTINI,La popolazione della Toscana a ?zlt ?ltldellbottocento, 4Archivio economico dell'unillcazio' ne italiana , ), vol. lll-1V, 1956,fasc.1,a pp.46-49,sulla base diun'indagine cam pione condotta sui registri parrocchiali :tabilisce che sul totale degli alfabeti della
regione il 20 % sapeva soltanto leggere e 1'80 0.r a sapeva sia leggere sia scrivere.Purtroppo datisim ili per altre regioninon sono disponibili. Com unque, se anche lo fossero, servirebbero solo in parte allo scopo che quisipersegue:date le condizionidella scuola a m età Ottocento,non solo il4saper leggere b ima anche il 4 tsaper leggere e scri-
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4.L'italiano negliannidell'/fpffti
L'inchiesta più estesa e obiettiva su1 funzionamento delle istituzioniscolastiche elem entari si ebbe in ltalia alla :ne del decennio giolittiano,e fu l'inchiesta de1 Corradini31:ancora a
l'ortografaitaliana,ed eraquindiinevitabileenorm aleche im aestrifossero qnon m olto praticidella lingua italianap.Nelregno delle D ue Sicilie la legge autorizzava esplicitam ente ad aflidare le classi, quando occorresse, a maestre analfabete. 11 Capom azza, ultimo presidente dell'istruzione pubblica del Napoletano,scriveva nel.1855 a proposito delle scuole elementaridel
queltempo,dopo mezzo secolo dipoliticavolta (purfraremore su cuioccorrerà tornare in seguito)allo sviluppo quantitativo equalitativo della scuola,insegnanti,dirigentiscolasticie uom ini d'ogniparte politica concordavano nelritenere che la semplice istruzione elem entare fosseinsuë ciente a garantire un duraturo possesso della condizione di non analfabeta.D all'inchiesta risultù inoltre,com e sivedrà,che a dir poco la mçtà deim aestri
eraabituata atkenere lezionein dialetto.Qualepotesse essere la .
.
sitttttzione negllannidell'uniscazione,in scuole lino a quelm om ento spesso apertamente osteggiate ne1 loro funzionam ento daigovernipreunitarie in una situazione generale m olto m eno progredita,risulta dalletestim onianze sparse relative allescuole preunitarie e dalle risposte all'inchiesta M atteucci de1 1864 32. Nelvecchio ducato parmense,ad esem pio,per accedere all'insegnamento delle scuole elementari era suë ciente conoscere vere. )(0 almeno ilsaperlo farea giudizio diparrocio sacrestani)non garantiq' a certam ente la medesim a continuità dirapporticon la lingua scritta che nei decennisuccessivi avrebbe garantito la stessa capacità. Pertanto non è accettabile la considerazione lim itativa avanzata da C. u Acclot-o Nuovo stato 33: r tsembra insuë ciente assum ere i dati della scuola pubblica come signifcativi deltotale, in un'epoca in cui l'insegnam ento fam iliare nelle classi superiori e quello parrocchiale nelle cam pagne e nei borghi avevano un posto non indilerente ' /. Tale ftposto non indilerenteA,è largam ente com pensato dalfatto che tutti i nostri calcoli sono costruiti favorendo ipotesi e cifre accrescentiilnum ero degli italofoni.Buone indicazioni su1 funzionam ento delle istituzionîscolastiche deglistatipreunitarisihanno, oltre che in
BERTONI-JOVINEScuola locc.citt.tanche in DE CESARE Fined'un regno 1,95,G .G IOVANNETTI, Una memoria l 'nedita diG.G.a Carlo A lberto, Novara 1943,M ITTERMAIER Condiziont 'd' ltalt ' a 188-214,Poccl Scuola nel Parmense 240-2* , ZAxoTTl-BlAxco Basilicata 41, no. 2, Zazo Istruzione nel N apoletano 267-68, 219, 284; per Rom a cfr. n. 18. at v pp. 91-94. 32 Sull'inchiesta M atteucci,cfr.TALAMO Scuola 58-60;ivi205-280 le risposte ai questionaricitati qui diseguito per le partid'interesse lingtlistico. t
regnoborbonico (1àdovein qualchemodoesistevano):qDaper ognidove...m ancanzadioggettiscolastici:non un libro,non un foglio dicarta,non un lapis,non un quaderno sidà aglialunni che quasituttisono sfornitidim ezziper provvedersene...N on poche seuole,poi,mancano fno degliscannie delle tabelle per l'insegnam ento de1leggere e dello scrivere...h.Alcapo opposto della Penisola, nella regione in cui il governo era più decisam ente impegnato ne1 gettare le basid'una sctlola eë ciente, in Piem onte,neglistessianni,in una memoria a Carlo Alberto,si
osservava: f4Quando accade che Consigli interi... di com unità ruralisisegnano con croce,quando in m oltipaesiim inistridel Vangelo sono costrettia bandire in un barbaro dialetto la parola diD io,quando g1iartierianchenelle cittàe,quelche è più. negozianti e perfino proprietari non sanno, o sanno m alissim o scrivere e durano fatica non solo a svolgere ed ordinare le loro osservazionie iloro pensam enti,m a anche a tenere le loro note e iloro registri;quando la massima parte delle femmine popolanc sono analfabete;quando viha diëcoltà a trovar copisti,e
molto più uominicapacidella tenuta deilibriLscil.contabili); quando nelle stesse professioninon m oltisono quelliche espongono con chiarezza e proprietà le loro idee,è forza concludere purtroppo che l'istruzione elem entare, dove sta la cagione intima diquesti gravie perniciosidifetti,sitrova in condizione deplorabile...h k. Se queste ealtrettantetestim onianze sulle condizionigenerali della scuola e dell'insegnam ento nella scuola preunitaria costituiscono la fonte principale per form are congetture sull'uso dell'italiano,o,perm eglio dire,deldialetto,nell'insegnam ento scolastico elem entare, per gli anni imm ediatamente successivi a1l'unifcazione l'inchiesta prom ossa da Carlo M atteuccinel186465 e le risposte deiprovveditorie ispettoriprovinciali danno a
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11. Una lingua tf'c/cafop?t?
questo proposito notizie esplicite e dirette.Nonostante ildeciso progresso realizzato purne1 brevegiro ditre o quattro annidalla scuola elem entare postunitaria, e nonostante che le anteriori catastrofche condizionie lo spirito cam panilistico inducessero g1iispettoricherispondevano all'inchiesta piùall'ottim ism o cheal pessimism o, le deEcienze delle istituzioni scolastiche italiane appaiono con tutta evidenza.Anzi,le valutazionipositive m ettono ancoram eglio in rilievo idifetti:valga l'esem pio dell'ispettore di Palermo che defniva 4soddisfacente) l'ottemperanza all'obbligo della frequenza previsto dalla legge Casati,e aggiun-
4. L'italiano neqliannidell'unità
m entare sarà slm iseramente retriblzito,i'istruzione prim aria 1ascerà sem pre m olto a desiderare l à;tuttavia,qsiusala lingua italiana nelle scuole e non ildialetto,e la lingua siparla dagliinsegnanticon pochissime.scorrezioni,giacché tuttiimaestrisono toscanih;a Bologna ffnella lingua siè fatto lodevole progresso
in'ciltradto con quâàtop#aticavasiin passato...Siparlasempre
fuorideigrandicentri(perilsovraflbllamento,l'incapacità del
lalinguaitaliana.Nella provincia diBologpa,aë ne allaToscana, evvim olta facilità a rendersela familiare,perché ildialetto è un impasto di parole storpiate bensl, m a di buona lingua; nella boccadeifanciulliperù non va esente da idiotismie scorrezioni, impossibili a togliersi ne1 breve tempo che si im piega nelle scuole elementari) h.Nelle provincie settentrionali,anche in quelle più avanzate,il dialetto dom ina nella scuola: in Piemonte, 44i m aestri, generalm ente parlando, insegnano la lingua in m odo troppo arido e teorico...sicontentano didare regole e non pensano che le parole italiane m ancano aifanciulli,che questipenr
personale insegnante, la discontinuità dei periodi di apertura
sano semprein dialetto...Quindilecomposizioniriescono sem-
della scuolae difrequenza efettiva),la scarsa preparazione dei
prem agre stecchite escorrette.Nelle scuoleelem entarideicapoluoghisiusalalinguaitaliana esiparlacon m ediocrecorrettezza. t naturalecheifanciullisettenniiqualihanno sempreparlato il linguaggio della m am ma e delbabbo debbano trovarsiin im barazzo neldoveresprim ere ipropripensieriin italiano; m aapoco a POCO siavvezzavo,e pagando iltributo dimoltierrorigiungono più tardia m aneggiare la lingua con discretafacilità.Nelle scuole deipiccolicom uni,e delle borgate,l'uso deldialetto è ancora un po'comune;co1pretesto che ifanciullinon intendono l'italiano, im aestri parlan' o sem pre il piem ontese e non si avvedono che continuando coslnon avverrà maiche altrisiavvezzi a com prendere se non a parlare la lingua nazionale.Torna meglio che g1ispropositivengano giù in copia anziché siperpetui l'uso diun dialetto che non . sicapisce a quattro palm ifuoride1 ne l M i l anes e, 44quasi tutti i docenti, m assim e Piem onte... c anl pagne tidipatente secondo ilregorïtrllt, , sono ancora m uni lanlento delcessato governo.M ancando quindidella cognizione dei buoni e veri metodi, si attengono al sistema individuale, chiamando alproprio banco queipochifanciulliche prom ettono
gevapoichedeimaschiobbligatifrequentavano(anzifusavanohl) la scuola solo il30% e delle femmine solo il180/0.Temicostantidelle risposte da tutte le regionierano la impossibilità di esaurire il program ma delle prime due classi prima di tre o quattro anni, l'ineë cienza praticam ente com pleta delle scuole
m aestriche fdipende dall'isolam ento in cuiessisitrovano e in gran parte da1 non avere speranza di migliore avvenire h. Per quanto riguarda in particolare l'insegnam ento e l'uso dell'italiano, le dië coltà di raggiungere i risultati desiderati furono segnalate da tutte le regioni in term ini m olto sim ili. N ella provincia diPalerm o ffnelle scuoleurbane siusa la lingua italiana: m a in gran parte delle scuole rurali non si è ancora potuto smettere l'usanza de1dialetto.La lingua generalmente si parla con le scorrezioniadottate e conservate nel dialetto h;ne1 N apoletano 44sono poco studiosi,in generale,im aestrie s'appigliano facilmente ad altri impieghi per lucrare. Gliinsegnanti vecchiusano ildialetto;queipochiche parlano in scuola in italiano,parlano assai scorretto #.M eno pessim istiche erano le risposte relative ad alcune provincie centralio prossim e alla T0scana:a Portom aurizio 4nelle scuole non siusa ildialetto che coi bam biniche entrano afatto nuovinelle scuole... in questa provincia la lingua italiana siintende facilmente da tutti,ché il dialetto non è molto diverso...La diflicoltà sta nello scriverla... senza erroridigram maticai b;ad Arezzo 4fnché ilm aestro ele-
buona riuscita e trascurando tuttiglialtri.Questacircostanza...
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11. Una Ifp#Jzl d'elea?bne
nonché la mancanza dibuonie ben.eom postilocalidelle scuole, costituiscono la vera causa della ritardata o mancante istruzione elem entare.Sopra 100 allievinella campagna,perciù sipuù afferm are che 80 ne escono istruiti poco più diqu'ando sono entrati...In generale imxestrisono poco studiosie purtroppo attendono a darlezioniprivate,obbligatidallapovera condizione... E 1à nelle cam pagne occorre spesso trovare maestrii quali attendono ad altre occupazioni,fino a mestieri,essendocinon solo maestri-organisti, m aestri-segretari, maestri-sagrestani, m a a1tresl m aestri sarti,fattori, bottegai, contadini.Sgraziatamente. nelle scuole siusa ildialetto.La lingua italiana im aestrinon la conoscono o non vogliono adoperarla,difendendosicolla scusa che iloro alunninon liintendono.La quale scusa quanto sia debole non è chinon veda.La lettura e l'uso dellalinguacontinui, insistenti,condurranno un dlgliitalianiaparlare unalingua sola, vero vincolo difratellanza,vero strum ento diciviltà e diforzah /. Non v'è dubbio,dunque,a concludere che in genere la sola istruzione elem entare,se a stento riusciva a sottiarre gliallievi all'analfabetism o,non riusciva a garantire un contatto duraturo
con lalinguanazionale:neiprimiannidopo l'unitk ein misura ancora maggiore negliannie decennianteriori,un reale contatto con la linpza comune e la sua efettiva e defnitiva acquisizione
eranoriservati(o,almeno,lopotevanoessere)soltantoacoloro che,dqpo le scuole elem entari,continuavano per qualche anno gli st' udi. Nel 1862-63 la istruzione postelementare veniva impartita a11'8,9 permille della popolazione in età fra gli11 e i18 anni.Si potrebbe dunque concludere che attraverso la scuola la conoscenza delllitaliano era garantita a questa percentuale della po-
polazionee,quindi,cheg1i4italofonih(o,adirmeglio,gli4italograf M erano poco meno dell'uno per cento.Per quanto sia già infm a,tale percentuale è eccessiva rispetto all'efettiva realtà:sierra infattiper eccesso proiettando la percentuale delI'8,9 per m ille sull'intera popolazione itqliana anche adulta, poiché g1iadultidel1860-70 che neidecennianterioriavevano frequentato la scuola postelem entare erano in percentuale certo digran lunga inferiore..Inoltre, la percentuale de11'8,9 per m ille ri-
guarda gliiscrittinelloro com plesso, e non glieffettivamcnte frequentanti,in num ero certo m inore,e prescinde inhne da ogni considerazione relativa al reale proftto scolastico e all'efettivo apprendim ento della lingua.lnfne,visono ragioniperreputare
ottimistiche (cioè maggiorate)le statistiche suilivellidiistruzionenegliannisuccessiviall'unifcazione(v.infra,p.90).Tuttavia,adottando criteridigrande larghezza, sipuö concludere che negliannidell'uniscazione coloro che fuoridiRoma e della Toscana erano giuntiad apprenderel'italiano erano circa l'8 per m ille della popolazione, ossia circa 160.000 persone disperse, per cosl dire,in una m assa di 20 milioni di individui.
Altro era ilcaso diFirenze (con le restanticittàtoscane)e diRoma:per le ragioni storiche giâ ricordate.in Toscana e a Rom a i dialetti localierano particolarm ente vicini nella struttura fonologica morfologica e lessicale alla lingua comune;inoltre, nello squallore scolastico dello Stato Pontifcio, Rom a era un'isola in cuile istittlzioniscolastiche popolarierano pitl che altrove in Italia eëcientie difuse.Perciô sipuô concludere che, intorno agliannidell'unità,già la semplice qualità dinon analfabeta consentisse a Roma e in Toscana un reale possesso della lingua comune:ai 160.000 italofonidialtre regioni,vanno dunque aggiunticirca 400.000 toscanie 70.000 romani. ln conclusione, negli anni dell'unilicazione nazionale, gli italofoni,lungida1rappresentare la totalità deicittadiniitaliani, erano poco pitldiseicentomila su una popolazione cheaveva superato i25 milionidiindividui:a m ala pena,dunque,il2,5 0,o della popolazione, cioè una percentuale di poco superiore a quella dicoloro che allora e poi nelle statistiche uë cialivenivano designati come fralloglotti)h. ' 11paragone fra coloro che parlavano italiano nel 1861 e gli alloglottinon ha giustiEcazione soltanto nella casuale vicinanza dipercentuali,o nelfatto che esso aë orö alla m ente diqualche
scrittore diqueidecenni,come ilDeAmicis(Idthma genttle 5). Se nel 1861 altoscano Bandipareva f4africanissim oA ildialetto siciliano,qualche anno prim a ifratelliVisconti,durante un lom viaggio ne1 Regno borbonico,quando parlavano italiano venivano scambiatiper inglesi;e se,come siè visto,im aestri del
11 L'iic llbtgua d'elezione
5.PROGRAM MI E PROSPETTIVE
Sperare dim odihcare le condizionilinguistiche italiane soltanto attraverso l'azione di m aestri toscani che diflbndessero la lingua com une era e doveva rivelarsiillusorio. Era stata,questa,la proposta della più sistem atica delle dottrine linguistiche elaborate negliannidell'unifcazione:la teoria manzoniana. A ntipedantesca nelle sue origini,perché nata in polemica contro le vecchie posizionipuristichee perchévolta a difendere l'uso vivo diFirenze contro coloro che volevano bloccare lo sviluppo linguistico italiano alle form e dell'lfaureo Trecento ) j,la teoria form ulata da1M anzoni e sostenuta daisuoiam miratoritese a generare un nuovo purismo e una nuova pedanteria: l'uso diFirenze era stato interpretato da m olti manzoniani36 come l'uso gofam entc popolaresco, e si cercava di diflbnderlo ad ogni costo in tutto ilpaese. M a anche i manzoniani più alieni da eccessi,lontanidalla pedanteria forentina e poco inclinia usare ottusam ente i ftribobolii locali,speravano e desideravano che l'unifcazione politica potesse imporre attraverso la scuola l'uso forentino.Perfare ciè siposem ano a un dizionario fondato non più sulla autorità degli scrittoti classici, ma su quella dell'uso yivo Eorentino;siavviarono lavoridilingua destinatia svellere la 44m alerba dialettale,h, cioè repertorionom astici e gramm aticalicheaccanto alleform edialettalioflrissero laform acorrispon-
dente Iiorentiha;sibattagliava contro le deviazionidall'uso vivo forentinotche zflioravano negli scritti letterari. N ella politica scolastica, alm eno sulla carta, l'orientam ento m anzoniano risc-oss -e'un certo successo: nelle scuole si adottarono i manuali antidialettali, ilm inistero dell'istruzione bandlconcorsiper dizionkridialettalie per un certo tem po fu seguita la pratica de1 trasferire i m aestri dalla regione d'origine in altra di dialetto diverso e quindi a loro sconosciuto e da loro non utilizzabile nell'insegnamento. A limitare la possibilità dieflkttiva attuazione delle idee lin36 ' V app.38.
5.Programmi e .pro&/cl/ïrtr
,
guistiche m anzoniane stavano perè diversi fattori.Anzktuttw il programm a m anzoniano esigeva come suo strum ento indispensabile un'organizzazione scolastica agente con pari intensità in tuttele regionie atuttiilivellisociali,senza diche sarebbestato im possibile im porrel'adozione egarantirela sopravvivenzaattraverso la scuola di un modello linguistico unitario.Allora,nell'ltalia degli anni dell'unità,una organizzazione scolastica de1 genere non esisteva,enon sarebbe esistita nem m eno neidecenni successivi; non esisteva ed era diflicile crearla sia per ragioni linanziarie e per il ridotto numero degli insegnanti sia per la povertà dim ilionidiabitanti;alla sua esistenza e alsuo sorgere si opponevano inoltre ragioni pilk fortiancora della miseria di tanta parte de1paese,'' e cioè l'opposizione che ilsolo discorrere
di istruzione obbligatoria suscitava,comesi vedrà (cap. 111. 5 eapp.49),neglianimideirappresentantidituttalaclassedirigente italiana,daicattolicipiù retriviailiberalim oderaticom e il Sonnino, dailiberaliavanzati aldem ocratico e repubblicano Carducci.Perattuareilprogramm am anzoniano erano insom ma necessarie profonde trasformazioni della mentalità dom inante, inconcepibili senza trasformazioni altrettanto profonde della struttura sociale. Sempre nell'ordine deifattiobiettivi,va altreslramm entato che la secolare divisione dialettale italiana, anche se lascuola avesse adottato in pieno iprogrammim anzoniani,e fosse stata in grado di raggiungere tutta quanta la popolazione infantile, avrebbe pur sem pre opposto una notevole resistenza alla diflksione delle variantiregionaliEorentine.M a forti,e non trascurabili, furono le opposizioni di principio nell'am bito del ceto colto italiano:non tantoivecchipuristi,quanto uom inidell'autorità e vivacità intellettuale e polemica di un Carducci e d'un Settem brini, c01 loro dichiarato antimanzonism o37j con le loro satire alEorentinism o deimanzoniani,contribuirono a ridurre il num ero deim anzonianiortodossi.D 'altra parte,glistessim anzoniani,sotto la pressione polemica degliavversari,e alcunianche per illoro senso critico,vedevano bene che ilpedagogisrno 37' V app. 39.
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11. Una #zzg'rz d'elezione
linguistico poteva essere soltanto una e non l'unica com ponente dell'aFermazione di un idiom a unitario. Lo stesso ( M anzoni, cosl com e un suo fedele seguace, il Giorgini,avevano sottolineato la dië coltà che una nazione avesse la lingua in un luogo, a Firenze,e ilcapo in un altro, cioè a Rom a:e con ciö implicitam ente am mettevano l'im portanza linguistica difattori extrascolasticied extrapedagogici, difattorisocialie politici. A questi soprattutto si richiamarono coloro che sono stati considerati i superatori della questione della lingua: il Caix, l'Ascoli, il
J. Prbgrammi eprospettive
ôcbgrt z/ctldegll'Italiani,le fondamentalipagine diTIMPANARO Classi-
afettata ((m onelleria linguistica h deim anzoniani meno avvertiti,m a anche non conformialla teorica dell'uso vivo Eorentino come unica fonte linguistica valida. 11 genio linguistico delle efettive realizzazionidelM anzoniveniva cioè riconosciuto,m a, analizzato con glistrum entidellalinguisticastorica,sidim ostrava in contrasto con le dottrine linguistiche de1m edesimo M anzoni. lnoltre, a parte le analisi retrospettive, le critiche alm anzonism o oltranzista facevano soprattutto prevedere che una lingua lessicalmente ricca e sintatticamente vivace sisarebbe difusa in tutto il paese solo in conseguenza di profonde trasformazioni che lo risvegliassero dalla miseria e da1torpore secolari. Ascoli, D'Ovidio,m a già prima un erudito com e il Tabarrini, appuntarono tutte le loro speranze dirinnovamento e m iglioram ento della situazione linguistica italiana nelrinnovamento e miglioramento dello stato culturale,econom ico e sociale de1paese,rinnovam ento e miglioramento che alcuni,come ilTabarrini, credevano im minente o già in atto.Laconseguenza diquesto modo divedere fu ildifondersi,nelceto colto italiano,diuna sorta di liberalismo linguistico,tnon estraneo,delresto,a quelfondo 1iberale dell'alta cultura italiana,delquale già prima s'è discorso apropositodello scarso o afatto assentenazionalism o lingu'istico. All'inizio del nuovo secolo, con l'avvio efettivo de1 rinnovamento delle strutture socialiitaliane e con ilreale allargam ento de1 numero degli italiani che usavano l'italiano, il liberalismo linguistico avrebbe trovato nuove ragioni nei fatti: ma, quel che più doveva contare su1piano delle idee,fu adottato e motivato teoricam ente da coluiche improntö della sua opera,attraverso dissensie consensi,tre generazioqidiintellettualiitaliani. 4411 linguaggio i b, doveva scrivere il Croce, fdè perpetua creazione...Le sem pre nuove impressionidanno luogo a mutamenti continuidisuonie disignifcati,ossia a sempre nuove espressioni.Cercare la lingua m odello è,dunque,cercare l'imm obilità ne1 moto.Ciascuno parla,e deve parlare,secondo g1ieehiche le cose destano nellasuapsiehe,ossiasecondo le sue impressioni. N on senza ragione ilpitlconvinto sostenitore diqualsiasisolu-
cismo 229-357, e l'utile introduzione di C . GllAssl pp. VlI-LI1I-in G . 1. AscoLl,Scrittisulla questione della lingua, M ilano 1967.
zione de1problemadell'unità della lingua (della lingualatineggiante,o trecentistica,o forentina,o che altro sia),allorché
D'Ovidio (app.40).
La linea disviluppo delsuperamento teorico della questione della lingua neiterm inipropostida1M anzonisiavvantaggiè non poco delprogresso deglistudi dialettologicie linguistici38:con larga docum entazione storica sipotè fnalmente provare che alla
base della lingua italiana vierasenza dubbio lo 46stampob i(secondo l'espressione dell'Ascoli)de1forentino arcaico,impostosi com e lingua nazionale grazie algenio letterario diDante e degli altriTrecentistimaggiori. M a sipoté provare altreslche già nel Trecento ilEorentino arcaico era stato integrato da apporticolti diprovenienza settentrionale e, soprattutto,da1latino.D ecisive, inhne,furono le analisidello stile e de1lessico de1romanzo de1 M anzoni:f(risciacquati in Arno A, ma ricchidiapportilessicali derivatidalla tradizione colta, non specihcam ente iorentina, e da modulistilisticieuropei, e quiudiben lontaninon solo dalla 38 G 1i studidi linguistica storica e dialettologia si svilupparono in Italia a partire dxlla m età dell'fhtocento su m odello tedesco:a questo sirichiam arono sia .i1 veronese Bernardino Biondelli, a lungo sottova-
lutato dailinguistiitaliani(ma se ne vedano pil h eque valutazioniin
Pop D ialectologie 1, 481, 48S, T IMPANARO Classicismo 253-58, DE M AIJRO,B.B.,s.v.in Dizionario:forrtz /co degliItaliani, vol.X ,Rom a 1968,pp.521-23,CoRrEt-Azzo Avviamento43), autore diun im portante Saggio.sui tstz/efffgallo-italici (M ilano 1853), sia, qualche anno più tardi,G.1.Ascoli(cfr.le deprecazionide1Tommaseo in A. S' russl, Ascoli-Tommaseo-cantù. Letteye inedite, ASN SP, s. II, 32, 1963, pp. 39-49). Sull'Ascoli cfr. T. BOLELLI, A.G.I., s.v. in D izionario
50
11. Una SA?gt/tzd'elezione
parla poipercomunicare isuoipensierie farsiintendere, prova ripugnanza ad applicare la sua teoria;perché sente che, co1sostituire la parola latina o trecentesca o forentina a quella didiversa origine,ma che risponde alle sue im pressioni, verrebbe a falsare lagenuinaforma della veritâ:daparlatore eglidiverrebbe vanitoso ascoltatore disé medesim o;da uom o serio, pedante;da sincero, istrione...A39. L'analisi delle correnti stilistiche dominanti nelle cerchie
Capitolo terzo
N uove condizionilinguistiche
colteeletterariemostreràpiùoltre(cap.1V,5)lapartecospicua che illiberalismo linguistico ha avuto fra Otto eN ovecento ne1 favorire nuove esperienze linguistiche. Qui,importaperorarilevare com e esso,scaturito da una giusta constatazione, la raflbrzasse.E la constatazione, come s'è visto,era che soltanto nuovi rapportitra icetieleregionide1paese, non su1piano puram ente linguistico, m a prelim inarmente su quello delle strutture economiche,socialie intellettuali, potevano estendere a più larghe cerchie l'uso della lingua nazionale e, insiem e,rinnovare e svel-
tire taleuso.Questa opinioneerala più giusta:lepagine deiSettembrini,deiTabarrini,degliAscoli, dei D'Ovidio,in cuiessa è esposta,sipossono e sidevono depurare delcalore profetico dicuitalora abbondano,e delle alterne e contrastantipassioni, naturali in chi vedeva stentare a realizzarsi, o, all'opposto, credeva prossirni a realizzarsi, gli ideali cui aveva dedicato la vita;ma occorre aggiungere, ex eventu,un razionale consenso. Frutto di secoli di storia, profondamente radicata negli abiti m entali,neicostumi,nelle pondizionieconom iche della società italiana, la situazione linguistica della Penisola poteva m odifcarsi,e sim odificö,difatti,soltanto sotto la spinta diun evento come l'unihcazione politica,capace cioè di rinnovare da1 profondo l'intera vita della nazione italiana.
a9 V .app. 41.
1.RIFLESSI soclAt,l E LINGUISTICI DELL'IJNI' IA Si è osservato che, nella sua storia, la penisola italiana non era maistata integralmente una e indipendente prim a dell'uniEcazione politica ottocentesca1 la quale, dunque, fu un evento com pletam ente nuovo e,in quanto tale,generö problemi e iniziative altresl nuovi. Anzitutto si avvertl la necessità di creare un apparato statale unitario:un solo parlam ento,un'amministrazione burocratica ed una organizzazione m ilitare unitarie,unam agistratura unica.ln tuttele regioni,quindi,e principalmente neicapoluoghi, ma soprattutto e prim a che altrove nella capitale,a Rom a,si andö form ando un ceto dirigente regionalmente assaicom posito,alcuiinterno era necessario adottare correntem ente la lingua comune: g1i organi del nuovo stato,e le sediditaliorgani,furono coslcentriagentia favore dell'adozione e della difusione della lingua nazionale.N e1m edesimo senso operö, in particolare, la scuola unitaria. l risultatidell'azione diunifcazione linguistica che fu svolta dallo stato e dalla scuola dopo l'unità siintendono perö pienam ente soltanto in rapporto ai profondi som movim enti che, m entre le nuove strutture statali si andavano organizzando, travagliavano la società italiana. Anche i moti della società traevano origine dall'avfenuta unifcazione politica, che aveva dato nuova audacia a politici e im prenditori, sicché g1i sparsi 1CnocsStoria d'ltalia 31.
111.avzford condizionilinguistiche tlm l 1 tentativigià compiuti per creareindustrieitaliane pote-
rono moltiplicarsi e raflbrzarsi2, tanto più che, con l'abbattimento delle vecchie pesanti barriere protezionistiche tra l'una e l'altra regione italiana, si era creata la prima prem essa dello sviluppo industriale m oderno, cioè un vasto mercato unitario dicapitalie m anodopera:nell'ltalia diqueltem po, lo sviluppo industriale determ inö, e non poteva essere altrimenti,ilconcentrarsi delle imprese, delle energie economiche ed umane in aree ristrette, determinù cioè il sorgere di grandi agglomerati urbani dipopolazione3. La presenza delle città non era certo un fatto nuovo nella storia italiana,specie nella storia del Settentrione:una novità , perè,erano le loro dim ensioni, la rapidità delloro increm ento ilcarattere regionalm ente composito delle correntiim migratorie, che garantirono tanta rapidità. Per im odi con cuiè avvenuto ilprocesso diurbanizzazione ha sconvolto l'assestamento tradi, zionale della società italiana. Ciö,sia detto per inciso, congiungendosi alla disparità di condizioni e form e di vita esistente inizialm ente tra le varie regioni, ha prodotto non poche lacune , ambiguità e incertezzenellefontistatistiche e docum entarie utilizzabiliper ricostruire la recente storia sociale italiana4. Non2Per questa prim a fasedello sviluppo economico italiano cfr.RoMEo Risorgimento, 1D.Grande industria 23-52. G ià prim a dell'unità ilceto im prenditore settentrionale, specialmente lombardo (questo non a c Jaso era stato di44spirito unitario %:cfr. CORRENTI Scritti I 507, 512, ACINI Proprietà 377,426,M ORANDI Grande industria 26), aveva in-' trapreso alcuni tentativi di ihdustrializzazione, che perù, data la generale situazione politica,non'erano riuscitia m odifcare la fondam entale arretratezza e framm entarietà dell'econom ia nazionale: COLETTI Emi S grazione 124-27, M ORANDI Grande industria 59 sgg., LvzzAr'ro toria economica 81-82, RoMEo Grande fnt fkzlrz' fz 9 sgg. 3 V. app. 42. Sulla tendenza alla ipertrofa della concentrazione urbana e industriale nelle aree econom iche m eno sviluppate dr. SvlME z lf/tf .p /o economico dellbEuropa meridionale, Rom a 1 z, Ricerche sullo J' 956,pp.36-37,223-230. 4 Raccolte e parziali sistemazioni di dati si hanno in SvllklEz S ISTA' I-R , ISTAT S.Per aggiornamenti di insieme al 1960-61 sono util, i SvjMsz 100 anni e ISTAT, C.Riepiloghicriticid'insieme (spesso con
datistatisticinon reperibilialtrimenti)sono apparsi alla tine delpe-
j! 2 .Gl it l # è l fd e l ' e mkr a z i o n e
dimeno,ad onta ditali diëcoltà,l'indagine linguistica non puè ignorare le particolari vicende di questa storia:infatti l'azione degli organi dello stato unitario, l'industrializzazione, l'urbanizzazione, i connessi scambi demografci interregionali sono all'origine delprogressivo abbandono deidialettie della correlativa adozione della lingua com une. lnoltre, le modalitâ particolari e regionalmente e socialm ente varie con cuisisono abbandonati i dialetti e si è adottata la lingua comune5 sono a loro volta all'origine dibuona parte delle trasformazioniche si possono registrare mettendo a confronto lo stato degli idiomi parlatiun secolo fa nella Penisola e il loro stato più recente. A parte considerazioni d'ordine generale, anche per m otivi specifcamente connessiad essa la storia linguistica italiana dopo l'unità richiede dunque d'esser vista ne1suo nesso con la storia della società italiana in tutti gli aspetti de1 suo sviluppo.
2 GLI EFFETTI DELL'EMIGRAZIONE Com e in tutta l'Europa,anche in ltalia sin dal Settecento la popolazione, superata la crisi demografica secentesca, andö accrescendosi con ritm isempre più rapidi6. Tuttavia,rispetto alla com plessiva popolazione europea,che ne1giro diun secolo riodo gio'littiano in 50 anni,a cura dell'Accadem ia dei Lincei, e, per
ilcentenario dell'unità,in Economia (v. per-entrambielenco delleabbreviazioni). Sulle ambiguità e lacunedeidativ.app.43. 5 Come si vedrà, l'uniûcazione linguistica fra le varie regioni si è realizzata anzitutto nell'am bito dei ceti pil h colti, che, proprio per la acquisita solidarietà linguistica nazionale, si sono trovati per un certo periodo separatinettam ente daicetim eno abbientie m eno colti, legati ancora al monolinguismo dialettale. La profondità della crisi linguistica conseguente a ciù puù m isurarsi guardando alla tenacia con cuisii)cercato dievitarla in regionicom e ilT rentino e la Venezia G iulia dove l'om ogeneità anche linguistica dituttiicetiandava salvaguardata per ragioni politiche e, realizzandosi essa tradizionalm ente m ercé l'uso de1dialetto,questo è stato e continua ad essere adoperato
pittche altrove (v.infra no.15). 6 V .app. 44.
f
111.Nuove co//l/' ai ' t?Alf linguistiche
giunse a raddoppiarsipassando da 188 m ilioninel 1800 a circa 398 m ilioninel 1900,ilritm o dicrescita della popolazione italiana risultö m eno elevato:la popolazione presente, che nel1800 assomm ava a 18 m ilioni,ne1 1900 non raggiungeva ancora i 32 m ilioni e m ezzo. 11 più lento ritmo puö spiegarsi in parte con le condizioni del paese, meno progredito rispetto ad altri stati europei, cioè, in particolare, con le peggiori condizioni sanitarie che comportavano una nessione della mortalitâ più lenta che altrove;m a in m isura notevole la lentezza dell'accrescimento dem ografco deve ricondursi all'esistenza diun forte de:usso emigratorio 7,che ha avuto conseguenze im ponenti sia sullo sviluppo dem ografico sia sulle vicende linguistiche dell'Italia unita. Si è potuto di recente calcolare che fra il 1871 ed il 1951 circa 7 m ilioni di italiani si sono trasferiti defnitivam ente al-
l'estero.A qtlesti,pervalutare g1ieflkttilinguisticidell'em igrazione,vanno aggiuntig1iespatriatiche, dopo un soggiorno più o m eno lungo,m a comunque pitl che stagionale, sono tornati in Italia: il loro num ero, alm eno a titolo di indicazione, puö dedursisottraendo la già ricordata cifra degliespatriatidefnitividalla cifra complessiva degliespatriatifra il 1871 e il1951.
Poiché tale cifra (desunta daidatiannuie medidecennali di ISTAT S tav.20)ammonta a 20.753.000,in complesso puö ritenersi che g1i em igranti rim patriati siano stati poco m eno di
14.000.000.2 ragionevole chiedersi quale sia stata l'incidenza linguistica di un cosl ampio m ovimento di popolazione. L'eëcacia linguistica dell'emigrazione italiana verso l'estero è stata valutata fnora andando in traccia degli italianism ilessicalidiFusiin altripaesidagliem igrantie degliesotismilessi-
caliintrodottidaimedesimiin ltalia(specialmentenellaLucchesia,che sin da1 1870-80 fu una delle zone di m assim e punte
emigratorie: COLETTI Emtkrazione 23). Poiché g1i uni e gli altri sono ben poca cosa8,si puô essere indottia sottovalutare 7 V. app. 44 e 45. 8 In generale,cfr.A M ENAIIINI,Echi dellnltalo-americano in Italia, LN , I1, 1940, pp. 111-115;per singole regioni: VlcNoLl Castro Jci'
J,GIiçffellfdelln emi grazione
l'importanza linguistica dell'emigrazione; in realtà, questa ha agito sulla situazione linguistica italiana in m odo più com plesso e profondo'di quanto non sia possibile seorgere catalogando g1i esotismi introdotti per via popolare in qualche regione italiana. N e1periodo dimassim a intensità,cioè fra il 1891 e il 1911, l'em igrazione defnitiva incise soprattutto sulle classi più gio-
vani,fra i10 e i30 anni(COLETTIEmigrazione 40,BOLDRINI Sviluppodellapopolazione49)esoprattutto suimaschi(COLETTI e BOLDRINI ibid.j,ossia proprio sulle classi dietà e sulsesso in cui la percentuale di analfabetismo era ed è restata minore
(SvIMEz S tav.624)e quindimaggiore erailnumero dicoloro che conoscevano la lingua nazionale,il cui tramite principale, com e si è detto, era stato e senza dubbio era ancora in quei decenni la scrittura9. Ciô potrebbe portare a concludere che
Volsci124,no.1 (ivi,122-24 è una analisilimpidadeglielettilinguistici che l'em igrazione, a parte l'introduzione di sporadici esotism i,
haavutosullacomunitàciociara);G.Az-Esszo,Americanismi:' zzCulabria, LN ,lV, 1942,p.41; G.PELLECRINI,Americanismiin Lucchesia,LN , Vl, 1944-45, pp. 78-80; 0. PARLANG:LI, Angloamerl kanismisalentini,
LN, IX,pp.83-86 (dedicato aisolieflimeri prestitiangloamericani delperiodo dell'occupazione 1943-45);G. TROPEA,Americanismi in Sfc/ WW,LN,XVIII,1957,pp.82-85 (ivi,p.83,no.1,breve elenco diispanismi);1D.,Ancova suglt 'tzzzlerf e ctznl àzrlfdeIst kt liano,AGI,XLIV (1959),pp.38-56.Cfr.inoltre,per le fontistatunitensi degliamericanismi, ORTISI Siculo-americano e app.21,no. 4. 9Perla m inore dialettofonia e perl'orientam ento più spiccatamente italianizzante nell'uso del dialetto, caratteristici entrambi delle classi pil h giovanirispetto alle pifzanziane,cfr.,per esempio:BATTISTI Testi
dialettali I66;BRIJNER Pistojese2;CREMONESE Agnonese 3-4;D'ELIA Dialettisalentini136;DELLAVEoova in PAPANTIParlari327 (Padova); ERCOI-ANI Romagnolo IX ; GHIRLANDA Terminologia viticola 97-98; VlcNot,l Castro dei Volsci 124 ;ZAMBETTI Valmaggiore 26; per la pil h tenaee conservazione dell'uso de1dialetto e delle sue forme pil h arcaiche da parte delle donne cfr.,ad esempio:ACCATTATISCalabreseX ;BRIJNEIk
Pistojese l;CREMONESE Agnonese 4,7;ERCOLANIRomagnolo lX.Per entrambiifenomeni(accentuato conservatorismo delle donne e delle classianziane,tendenze innovative dimaschie classigiovani)ottime analisi nell'esauriente indagine di Franca CIRAVEGNA Ronco Canavese 115-121,159-163.
111. Nuove condizioni /?77?#?z/'.$l;'(Wtc
l'em igrazione abbia rallentato, piuttosto che accelerato, il processo di difusione della lingua comune, in quanto parrebbe aversottratto g1iindividuicapacidiusare la lingua com une più che la parte di popolazione a conoscenza del solo dialetto. Senonché occorre considerare che l'em igrazione non ha colpito le varie categorie di popolazione in m isura proporzionale alla dislocazione regionale degli individui e alla loro distribuzione nelle diverse classi di attività e reddito, m a ha colpito soprattutto leregioniele classiin cuipittesteso era l'uso deldialetto 10. Riprendendo in esame le cifre dell'emigrazione l'assenza di , proporzionalità risulta evidente. 1 6.897.000 espatriati defnitivisono statiforniti(SvIMEzS tav.107E 1,2,3)per2.352.000
dalle regioni centro-settentrionali (i1cosiddetto fdNord# delle statistiche)eper4.545.000dalleregionimeridionalic dalle isole (i1 cosiddetto ftM ezzogiornoA):il 640i/0, cioè, è partito dalle regioni meridionali e il 36% dalle centro-settentrionali La .
misura de1dislivello emigratorio tra idue grandicompartim enti delpaese risulta ancor m eglio se siramm enta che fra il 1871 e il 1951 la popolazione centro-settentrionale non ha costituito maim eno de162,5 O /o de1totalee quella delM ezzogiorno mai
più de137,5% . Quindi, oltre che in cifre assolute, anche e ancor più in rapporto al num ero degli abitanti, l'em igrazione dalle regioni centro-settentrionali è stata molto m eno intensa di quella meridionale:in com plesso, m entre di100 centro-settentrionalisolo 17 sono espatriati in via definitiva, su 100 meridionali sono 19Per valutare ilgrado didialettofonia delle regionie classisociali ne1 periodo di più intensa em igrazione verso l'estero, si è u' tilizzato. perle ragionigià note (cap.II,3,4), ilcriterio dell'alfabetism o com e
condizione necessaria (anche se non sumciente) per la conoscenza e
l'uso della lingua com une. Tale criterio sarebbe adoperabile con m inor ragione per epoche in cuiilsorgere d'un uso parlato dell'italiano consenty anche all'analfabeta divenire in contatto con la lin ua nazionale: ciö perö cominciù a verihcarsisoltanto verso la 5ne de1g periodo giolittiano e soltanto nelle grandi-eittà,sicché per valutare la dialettofonia degliem igranti, partitiin m assim a parte in epoca anteriore e dalle cam pagne,il criterio risulta senza dubbio utilizzabile.
J.Glid-f/e//i'dellb emigrazione
espatriati 38, cioè pitz del doppio. Appunto le regioni m eridionali hànno sempre presentato la pitl alta percentuale di
analfabeti:nelle cosiddette Provincie Napoletane (Camp4nia, Abruzzi, Puglia, Basilicata, Calabria) si registrava ne1 1861 1'86,3% dianalfabeti,in Sicilia1'88,60,7 0,in Sardegna1'89,70. 0; / dieci anni dopo la percentuale com plessiva de1 M ezzogiorno
era dell'84,1%/ (minima:72,2% a Napoli;massima 90,20,, 0 a Enna e Caltanissetta), mentre nelle regioni settentrionali era già scesa al54,2% e nelle centrali al 74,7t)t;ne1 1901 e '11,cioène1periododipiù intensaemigrazione(mediaannua dioltre 600.000 emigranti)nelNord le percentualifurono de1 34,7 e de1 24,8 0, /0, nel M ezzogiorno del 68,9 e del 58,9 Ozo. In cifre assolute e percentuali l'emigrazione incise dunque soprattutto sulle regioni che erano più ricche di analfabeti e, quindi, di dialettofoni. lnoltre giova osservare che l'emigrazione interessö in misura diversa le varie categorie professionalie le varie classidi reddito; altrettanto importante è distinguere nellhambito delle singole categorie i due sessi:-1e donne che ne1 periodo della grande em igrazione accom pagnavano gli operai erano certam ente a un livello culturale complessivo digran lunga inferiore a quello dei padri, fratelli e m ariti. Per quanto riguarda professione e sesso degli em igranti,
dalle cifre de1Coletti(p.54) riferite ad un periodo ditempo limitato (1878-1910) ma tale,tuttavia da abbracciare g1ianni di punta della grande emigrazione, è possibile ottenere ilseguente quadro com plessivo:
58
I11 Ni/orc condizioni/l'//g?zi'5'f/'c/l: cz/te c,#o/J/Je
m . 1.005.500 161.100
30,9 h ' 4,9
875.500
26,8
contadini
f.
percentuati
braeeianti 73.100 377-000
! ' .
m inatori e artigiani
m.
del resto,la stima diun contemporaneo, il Sonnino (ContatSzil'196).Certo non molto migliorierano le condizioni delle
, . . '
6-700 297.400
11,2 addetti all,industria 72.300
1t.400
0,3
professionisti
0,4 servizi 0,1
condizione ignota m .
Casa
linghe
totale
185.200 5,7j118 altri 000 6,1$
200.
complessiva era del38,8% (SvIMEz < % tav.623), ma fra g11 addetti all'agricoltura gli analfabeti erano il 53,3()/0. Proiettando indietro questidati,non siè lontanida1vero supponendo che le classi agricole, specie ne1 M ezzogiorno, fossero poco prim a de1 1900 prossim e al 100 per 100 dianalfabeti;tale era,
11,5
etlili
21,6tl' o (SVIMEZ 100 t7zlzll'tav.39),nell'agricoltura siaveva la media del29,6t )o dianalfabetie nelle 44condizioninon professionalih klamediaerade123,1% (SvIMEzS tav.634);osservando in particolare la situazione del M ezzogiorno,ne11931 la media
' 76,6 eeto rurale f.
2. Glic-f/' cftidell'eml krazione
,
3.267.500 100,00
Da questidatirisulta dunque che nelsuo periodo dipunta
l'emigrazione interessù soprattutto i ceti rurali (specie meridionali):al76,7O/o computato vanno aggiunte (accogliendo le considerazioni qualitative di COIETTI Emt irazione 56) buona -
parte delle persone di condizione ignota e delle casalinghe delle addette ailavori domesticie , cc.Almeno 1'80 % / dell'emigrazione era dunque costituita da manodopera non qualifcata che abbandonava le campagne. Invece soltanto lo 0,4% proveniva daicetipiù abbienti. D 'altra parte,com e si è accennato, g1ianalfabeti,ne1 com plesso e nelle singole regioni, non si distribuivano in modo proporzionale alla consistenza numerica delle singble categorie professionali(0 classi di reddito). N el 1931,quando la media nazionale degli analfabeti era scesa al
classi contadine nel Nord. Non solo, dunque, sotto il proûlo della com posizione regionale,m a anehe sotto quello della composizione professionale, sideve concludere che l'emigrazione ha inciso soprattutto stlgli analfabeti dialettofoni. D e1 resto, che g1i em igranti italiani, specialm ente in seno all'em igrazione transoceanica, fossero in grande prevalenza
analfabeti (e quindidialettofoni),risulta anche daidatirelativiall'emigrazione in arrivo negliStatiUniti,come è attestato, fra l'altro,dalle statistiche delle comm issioniamericane sull'im -
migrazione (TAEIJBER-TAEUBER 263).Ciö coincide con glistudi altrove citati(eap.l1,no.33 e app.20)che descrivono illinguaggio degliim migrati italiani in Am erica com e un comprom esso tra lo slang degliindigeni e ivari dialettidella Penisola
(non l'italiano).Per l'analfabetismo,inoltre,viè una controprova:subito dopo la prima guerra m ondiale,la promulgazione negli USA del Literacy Act, che richiedeva agli im m igrati la condizione di non analfabeta, fece diminuire l'emigrazione transoceanica italiana dalle centinaia di m igliaia del 1901-13
(minimo,nel1901,121.139emigratipergliUSA;mediaannua: 232.000)alle decine dimigliaia da11921in poi(medie annue: 1921-30,38.000; 1931-40, 11.464). L'analisi fn qui condotta avvia a una pil h adeguata valutazione delle conseguenze linguistiche dell'emigrazione italiana.
Questa, nelle sue conseguenze sociali, è stata studiata sotto tre prosli:in quanto causa de1 diradam ento della popolazione
60
11I. N ttove coplizFonf linyuistiche
(COI-ETTIEmigyazione224-26 sgg.),in quanto causa dell'ineremento diretto delle entrate nazionali (1D.ibid. 238-42 sgg.), in quanto causa dell'accrescim ento della qualifcazione profes-
sionalee intellettuale dell'immigrato (1p.ibid.248 sgg.).Anche per valutare g1i efetti linguistici è utile seguire un analogo schema di analisi. Anzitutto, l'em igrazione, com e si è detto, diradù la popolazione deicetie delle regionia più alta percentuale dianalfabeti e quindi di dialettofoni: nelle zone m ontane e collinari, nelle campagne, specialmente ne1 Sud, dovunque, cioè, la scuola com inciö a com battere seriamente l'analfabetismo solamente negli anni imm ediatamente precedenti la prima guerra
J.Glieyettidell'emigrazione
pitl povere de1 paese rendeva più sensibili gli eFettlindiretti prim a ricordati e produceva analoghe ripercussioni culturalie linguistiche. M a sulle condizioni linguistiche delle com unità d'origine gli emigranti esercitarono l'azione più diretta e intensa per
altra via.44Vanno via brutie tornano uominicivili) (COLETTI Emigrazione 250):lafrase diun dirigente d'associazionicontadine de1 Sud, registrata dalla comm issione parlam entare di inchiesta sulle condizioni dei contadini del M ezzogiorno,condensa ne1m odo m igliore un m otivo dom inante nelle valutazioni sugli eflkttipositiviche ilsoggiorno all'estero aveva sugliem igrati.Scriveva a queltem po ilColetti:qBasta recarsianche per
mondiale (vedi oltre pp.90 sgg.),l'emigrazione già anterior-
poco fra ireduciamericaniper convincersene.2 l'occhio che
m ente sottrasse m ilieni di analfabeti. Se,ciô facendo, non agi direttam ente ai 5ni della difusione della lingua nazionale, certamente ridusse il numero di coloro che tale lingua ignoravano e avrebbero continuato ad ignorare,e cioè sfoltlla m assa deidialettofoni,rendendo quindiilrapporto tra questie gliitalofonipiù vantaggioso per isecondi. lnoltre,riducendo lam assa deifanciulli di famiglia analfabeta, agevolù le deboli strutture della scuola nel com pito diinsegnare la lingua italiana. Infne, benché indiretta, non va tuttavia taciuta l'azione che l'em igrazione spiegö attraverso le sue conseguenze economiche, in quanto, diradando la popolazione delle zone depresse, portö ad un aumento disalari, almiglioram ento deipattiagrari, alla ristrutturazione della proprietà, insom ma a un som movim ento complessivo delle vecchie e statiche comunità rurali, avviate cosl verso una vita econom ica e sociale m eno m isera e arcaica e,quindi,verso l'istruzione,cioè verso l'uso della lingua nazionale. In secondo luogo, anche dall'estero gli em igratiagirono su coloro che restavano in patria. Sul piano economico, agirono attraverso m assicce rimesse di danaro: ne1 1907, ad esem pio, le rim esse dei soli emigrati transoceanici raggiunsero la cifra accertata di 365 milioni di lire dell'epoca, una somm a quasi
per prim o discopre le qualità nuove della. psiche.D isinvoltura, scioltezza di modi e di parola, foggia divestire, indipendenza dicarattere,senso maggiore della propria dignità e dei propri diritti,poca o punta soggezione dinanziagliantichipadroni...),
parialla metà de1defcit della bilancia commerciale (493 milionidilire:ISTAT S tav 83).11danaro cosli mmesso nellezone
Di conseguenza 44prima l'esercizio dell'occhio e della m ano sembrava ginnastica inutile' , ora appare fecondo e santo. Chi
.
(COI-ETTIEml krazione 251);tfl'emigrazione è una gran scuola dell'intelligenza; ne toglie la secolare ruggine per il non uso, vi fa entrare idee che prim a non sarebbero riuscite a pene-
trarvi... Questa non (, in fondo, che predisposizione ad apprendere..... N ella trama delle com unità rurali italiane dei prim idecennidelnuovo secolo l'emigrante,alritorno,siinseriva com e un elemento diprogresso.Em igrato portando con sé il dialetto, tornava pur sempre con esso, con quel dialetto fçche vent'anni di idiomi e di oceani diversi non gliel'hanno
scalftoA (PAVESE Poesie 11); ma g1i emigranti, lontano dall'ltalia, avevano intanto scoperto l'im portanza de1 4saper lettera h.qVarcato l'oceano hanno sentito tutto ilsacrifcio dinon poter inviare ilsaluto alla m oglie e la benedizione ai fgli,insieme alle notizie pitl gelose sui risparm i pertinacemente e quotidianamente accumulati,senza aë darsi ad estraneo A scri-
veva C.Jarach,relatore tecnico perg1iAbruzzinella commissione parlam entare di inchiesta sulle condizioni dei contadini
ne1 M ezzogiorno e nella Sicilia (COLETTI Eml irazione 258).
111..V!?t?rc condizioni#z?#'?ïJ' .ç/J'c/?c
da giovanotto ha appreso, ovvero ha dim enticato, torna a scuola. Le scuole private, frequentate da adulti, sono sorte
numerose accanto alle scuole pubbliche,ed il eontadino pagâ
mensilmente ilmaestro#(10,ivi).L'inchiesta nelle campagne siciliane constatava che gli iscrittinelle scuole elementari, dal
54,50% n'el1901-1902,erano'salitial73,50% appena cinque annipiù tardi:ftla ragione va cercata nell'anima stessa de1popolo,ilquale,nonostante le ostilità e le dil coltà dell'am biente, si è persuaso che la scuola rappresenta per lui una arm a di
lotta e di conquista.Eg egli è venuto in questa convinzione
J Q'onsegltenze dell'fbï/-ç/rftzszatzafope
pur più industrializzata e urbanizzata delle altre m eridionali
(e in parte proprio per questo),presentava percentualimolto bassediemigrati(COLETTIEmigrazione259).A mezzo secolo didistanza,la diretta correlazione fra emigrazione e regressione dell'analfabetism o appare con piena evidenza. lnfatti g1i analfabeti, considerandone le percentuali entro i confni italiani
de1 1871, passarono da1 68,8% de1 1871 al 62% de1 1881, cioè regredirono de1 10 % ;nel ventennio successivo (i1 censimento de11891non fu tenuto permancanzadifondi)regredirono da162 % al48,7Oz /o,e cioè la regressione fu già lieve-
grazie alla em igrazione. Tutte le deposizioni orali è sètitte concordano in questo:che l'em igrazione è la causa principale dell'aum entata frequenza della scuolap. ln Basilicata, sem pre secondo l'inchiesta parlam entare, f(elementidirisveglio mentale fra i contadini parc esistano in parecchi, se non in tutti icomuni.Sinota,ad esempio,traessiun vivo desiderio, che spesso non possono soddisfare per cause indipendenti dalla loro volontà,di far frequentare le scuole ai ragazzi. Frequenti sono, a questo riguardo,le raccomandazioni che vengono dagliem igrantiaë nché ifratellio ' Iiglio nipotisiano m andatia scuolab $. In Calabria, identiche constatazioni: 4Le scuole, da spopolate che erano, diventano un anno più dell'altro frequentate. Bisogna vedere lo zelo che mettono le mam m e popolane per far aecogliere i fgli a scuola e ne1 vigilarne i piccoli progressi! 11 fanciullo viene ripulito, vestito a nuovo, accompagnato a scuola e raccom andato con viva espressione dicalore alla diligenza delmaestro,perché ilpadre scrive dall'-im erica che suo
mente pitlrapida,essendo parial21,4 % in due decenni;nel
fkiio deve crescere istruito,perché orasoltanto eglisiaccorge
zione scolastica e,quipdi,della lingua com une.'
deldanno del non sapere...). Izg- correlazione tra em igrazionc e progresso nella istruzione nei pri' nbi-'dgccnni di vita unitaria è qualitativamente pàlese; e già il Coletti,ponendosi il problem a di stabilirla in P1?fP'fekisiterminiquantitativi, ebbe a osservare che,ad esem pio, il calo dell'analfabetismo fra icoscritti alle leve da1 1872 al 1907 era molto più rapido nelle regioni di massime punte assolute e percentuali dell'em igrazione, com e Abruzzi, Basilicata e Lom bardia,che non in una regione com e la Puglia che,
decennio ancora successivo, quello della grande em igrazione,
l'analfabetismo scese al 37,9% : il decremento, in soli dieci anni,fu cioè de122,20/0,superiore quindia quello realizzato in venti anni, quando l'em igrazione aveva conosciuto lnedie annue inferiorialla m età o a un terzo delle m edie de1 decennio 1901-11.
Questo balzo in avanti dell'alfabetismo,come si vedrà esami rfâhklb''i-lliiie itrdpllx-p-t jlitléà gtàtjlar stica-fino al 1910,non poté dipendere da una iniziativa accresçiptp d.y11$ ?stato (chep-i'ê ' '
allorà ignorare ilproblema)o diassociazioniprivateper1a 'lotta eontro l'analfabetismo, che com inciarono a operare soltanto intorno al 1910 e lim itatam ente a qualche zona depressa.Esso, dunque, poté essere prodotto solo dalla grande em igrazione, .
la quale,péièib,poriè non solo all'indebolimenio ' deidcaTetti locali(coldiradamento e ilsommovim'ento delle comunità piîl lohtane daigrandicentri),ma anche alla difusione dell'istru-
.
CONSEGUENZE DELLCINDUSTRIALIZZa AZIONF Perquanto non trascurabile,l'el cacia dell'emigrazione sulle vicende linguistiche italiane ( stata m eno rilevante dell'eëcacia ehe hanno avuto le migrazioni interne al paese. Un quadro adeguato diquesto fenomeno richiede pert ' jche prelim inarmente sitratteggino le trasformazionidell'economia italiana in seguito
64
111. Nuove condizioni Iinguistiche
all'uniscazione11:è infattiin esse l'origine deim otimigratori, e ad esse,de1resto,occorre richiamarsianche perla loro diretta incidenza sulla situazione linguistica. A m età Ottocento,l'Italia
era un tipico paese agricolo:gliaddettiall'agricoltura (e alle due attività collaterali della caccia e della pesca) in nessuna regione (con l'eccezione solo apparente della Sicilia) rappresentavano meno de150% della popolazione attiva,e nelcomplesso nazionale costituivano il 59,6% ;ancora ne1 1911 essi costituivano il55,50 ,, (,.Quarantaannidopo,nel1951,essierano scesial42,6 Oyo,ne1 1961 si erano molto rapidamente ridotti
al33t)(,(0 32,2 0,, /,),ne11970 al19,4 0 ,/0. Per contro, ne1 1861 soltanto 3.390.000 persone,pari al
23,60/0dellapopolazioneattiva,sidichiaravanodeditiall'attività industriale dell'epoca,che era, in realtà.un'attività ditipo prevalentem ente artlgianale; la percentuale degliaddetti all'industria, salita al 26,9 nel 1911,era giunta al 32,3 nel 1951, al
37,70 /0 ne1 1960,al43,4 %,nel1970. Parallelamente, gli addetti alle attività terziarie (trasporti. commercio,serviziecc.) sonosalitidal16,8fltldel1861,al17,6% de11911,al25,10,/0 del 1951,al37,2%,del1970.Altroindicedelprocessodiindustrializzazione de1 paese è dato dalle variazioni nelle percentuali de1prodotto lordo privato perramidiattività:ilprodotto lordo dell'agricoltura,cheneldecennio 1861-1870 costituiva il57,5 Ozo
deltotale,scende al45,9% nel1911-20 e tocca il25,9 0 /o nel
J.Consegttenze dell'indltstrializzazione
65
vorare e, soprattutto, ha consentito alla popolazione in età scolastica didedicarsiallo studio anziché allavoro.Inoltre,con-
tro le 72-84 ore settimanalidilavoro del1861 (realizzate lavorando da 12 a 14 orealgiorno,compresa spesso la domenica), la popolazione attiva nel secondo dopoguerra lavora da 40 a 48 ore settimarlali, per sei o, sempre più spesso, per cinque giornisettimanali.Ne1secondo dopoguerra,l'aumento de1 reddito e quello de1tempo libero hanno m odifcato radicalrnente le capacith diconsum o e la qualità deiconsum i,creando le m igliori condizioni all'opera delle forze che, com ç la scuola, la stanlpa,la radio e la televisione hanno più direttanlente contribuito alla difusione della lingua comune. Naturalmente, i progressi tecnologici connessi alla industrializzazione sisono riverberatianche sulla agricoltura italiana: ciô perö è avvenuto in m isura rilevante soltanto durante gli ultimi tre decenni del periodo quiconsiderato,e specialm ente neldecennio 1950-60,mentre perl'innanzile condizionidireddito e di lavoro degli addetti all'agricoltura erano restate di gran lunga inferiori alle condizioni degli addetti all'industria. Nel 1861 ilreddito m cdio diogni singola unità lavoratiu nel settore agricolo già risultava inferiore al reddito delle unità de1settore industriale ed era nettamente inferiore a quello delle
attività terziarie (ilrapporto tra itre tipidireddito era allora. grosso modo,12:13:19).Agliinizide1periodo giolittiano ildi-
1955;per converso, la percentuale del prodotto delle attività
slivello si era ulteriorm ente accresciuto in term ini di reddito
industrialipassa dal 19,8% del primo decennio postunitario al28,7O/oneldecennio 1911-20e raggiungeil4.8,3% ne11960.
annuo (in migliaia di lire de1 1959 esso ammontava a 195,9
I reali efetti della industrializzazione sulla vita della società italiana sono stati più vistosi degli stessi indici num erici ora m enzionati. Ne1 1861, su una popolazione totale di oltre 26 m ilioni, 15,5 m ilioni di abitanti erano costretti al lavoro
(57,40,70);nel1951 la percentuale della popolazione attiva era scesa al41,2 % ; l'aumento deiredditi reali,possibile grazie allo sviluppo dell'attività industriale e delle connesse attività terziarit,ha consentito alla popolazione pil h anziana dinon 1altV. app.46.
nel settore agricolo, 213,6 nell'industriale, 559,9 nelle attività
terziarie);trent'annipiù tardi,rispetto a quello degliaddetti agricoli,il reddito degli addetti all'industria era quasi doppio, e quello degli addetti alle attività terziarie era più che triplo. Anche negliultim iannide1periodo quiconsiderato,nonostante un com plessivo ravvicinamento ai livelli di reddito degli altri duesettori,l'agricoltura ha continuato ad ofrire redditiinferiori della m età.
Questa disparità dei redditi, già rilevante considerando le medie nazionali, si ingigantisce quando si confronti il reddito dei lavoratoriagricoli delle regioni meridionali co1 reddito de-
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111.N uove condizioniD?rl/g' . sfïc/lc
g1iaddettiall'industria o alcomm ercio o aiservizinelle regioni settentrionali. lnfine, occorre ramm entare che g1i addetti a1l'industria e ai servizi, potendo più facilm ente coalizzarsi in organizzazionisindacali, riuscirono ad ottenere alcunisensibili miglioram enti nelle condizioni di lavoro già prima della flne de1secolo scorso;invece,ancora agliinizi de1Novecento,l'inchiesta parlam entare sulla condizione deicontadinidocumentù che in regioni come la Calabria i salariagricoli correntierano
restatiglistesside1 1780 (millesettecentottanta):ciè è signifcativo non tanto in term inidi puro reddito,quanto perla luce che getta, alquanto crudam ente, sulla staticità dell'am biente contadino italiano e sui presupposti di tale staticità. La fuga daicampiera la inevitabileconseguenza diquesto stato dicose: fuga verso i paesi stranieri più progrediti sulla via dell'industrializzazione e fuga verso le città italiane,nelle quali,in una situazione ancora depressa come quella italiana, le industrie
e i connessi servizi tendevano a insediarsi (v.supra no. 3). L'urbanesim o,ilm ovim ento verso le città, destinato ad accentuarsicon la chiusura degli sbocchi m igratoritransoceanici, è stato l'efetto più palese,c anche il più ricco di conseguenze su1piano linguistico,della ristrutturazione econom ica della società italiana in via diindustrializzarsi. Tuttavia, a diflkrenza dell'emigrazione verso l'estero, l'industrializzazione ha avuto im portanticonseguenzeoltreche sulle condizionilinguistiche delpaese anche sugliidiom i,' kulle loro caratteristiche intrinseche. Se ha creato nuove possibilità e migliori condizioni per l'apprendim ento della lingua comune, se ha determinato il fenomeno dell'urbanesimo, che è stato fattore decisivo nella progressiva riduzione dell'uso dei vecchi dialetti, l'industrializzazione ha anche direttam ente contribuito a rinnovare ilvocabolario della lingua e deidialettiattraverso l'im m issione nelle attivhà agricole,nell'ambito domesticoj in tutt'intera la vita quotidiana,diuna massa d'attrezzi,oggetti, utensili,ciascuno dei quali è dotato non solo diidentiche caratteristiche obiettive, ma anche d'una stessa denom inazione valida in tutto ilterritorio.Cosl,grazie anche alla potenteazione della pubblicità deiprodotticomm ercialie industriali,siè ve-
J.Conseguenze dell'industrializzazione
67
nuta a Creare tutta una nuova nom endaturaagricolae dom estica che, forse per la prim a volta nella storia della Penisola, è risultata unitaria per tutte le regioni.Alle vecchie nom enclature che variavano fortemente da un dialetto all'altro e, col diflbndersi dell'uso parlato dell'italiano e delle varietà regionali,dall'una all'altra varietà regionale di italiano, si è andata sostituendo negli ultim i decenni una nom enclatura unitaria. Ciè ha m odifcato notevolm ente ilrapporto tra lingua e dialetti, in quanto questi, assorbendo la nuova nomenclatura, si sono considerevolmente accostati all'italiano 12.L'italianizzazione del lessico deidialettinon esaurisce il contributo dell'industrializzazione all'evoluzione delle forme linguistiche usate nella Penisola. G1i elem enti lessicali introdotti e difusi dallkindustrializzazione sono,com e m eglio sivedrà a suo luogo,in gran parte costituiti da basi lessicali di lingue diverse dall'italiano e con procedim enti di composizione nom inale e di suëssazione e prefssazione altreslestraneialla tradizione linguistica de1paese, estranei cioè non solo all'italiano m a anche al latino classico: ilvocabolario industriale, con tutto il fascino irrazionale che esso puö avere nella coscienza collettiva, grazie anche al potente e crescente intervento della pubblicità, ha determinato un avvicinamento dell'italiano a lingue europee di diversa struttura 13
12 Per singole zone cfr. ad esem pio: ERCOLANI Romagnolo IX ;
FLPCXIGER Kornreinl kung 96; GHIRLANOA Terminologia zl fsctfzz 51; PARRINO N ote 18-21; PArrAsso Pettinengo 46-7; SOFFIRI' TI Turynese 1-2;in linea generale cfr.M zgl-loalxl Lingua contemporanea;Ppmt/zzl Lingua 43-53; RI 'J 'Ecc W ortgeographie 118, 176. 13Sulla europeizzazione de1lessico italiano in conseguenza dell'in-
dustrializzazione cfr.RilEcc o>.cit.118 e v.infra cap.IV,no.49. Sull'eflicacia linguistica della pubblicità, oltre M Eolcl Pubblicità, G . D ORFLES,Simbolo comunicazione consumo, T orino 1962, pp. 207-11; si ricordi che tra alienati e neuropaticila ossessività si concentra so-
prattutto su1lessico pseudoscientihco e pubblicitario (cfr.M .Cosslo, N eologismi e neologistt' ,ï 'Rivista di patologia nervosa e m entaleA, 76,
1955,estr.dipp.61).1 tecnicipubblicitaririlanciano e consolidano nel pubblico le innoArazioni lessicali,sintattiche, stilistiche, piuttosto che porle in essere originalm ente: perciù altrove ho definito quello
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111. N lfort7coltdizioni lingttisticlte
Com e sivede,sulle strutture linguistiche della lingua e dei dialettil'industrializzazione ha inciso non m eno diquanto abbia inHuito sulle condizioni sociali e linguistiche de1 paese. sulle quali, essa, come s'è accennato, ha in:uito soprattutto attraverso l'urbanesimo,un fenom eno ma1studiato sia nel suo intrinseco sia nelle sue conseguenze linguistiche.
4-Urbanesimo elrlikrt zaitl z?finterne
dioltre 20.000 abitanti con com plessivi 3.025.000 abltantipari
al1'11,4O, z' o della popolazione (GIUSTI 157 e tav.3);nel1931 il loro numeroerasalito a140(GItTsTIivi),con 9.954.000abitanti, parial 24,3 0 ,. /0 ' della popolazione;m entre l'indice di aumento della popolazione delregno esclusi i centri,fatta eguale a 100 la popolazione de1 1861,era paria circa 142,l'indice di incremento della popolazione deicentrifra le stesse date era pari a
circa 330 (GlUsTIivi).Ne11951 ilnumero deicentricon oltre 4.. URBANESIMO E MIGRAZIONI INTERNE
Per valutare adeguatam ente le conseguenze linguistiche dell'urbanesimo occorre distinguere,data la diversità degli effetti,idiversitipidicentriurbania seconda delle loro dim en-
sioni14.Nel1861(entro iconfinide11961)esistevano 52 centri pubblicitario L jun linguaggiosubalterno#(f (Sipradue, h1967,2,pp.5-8). U na com pleta bibliografia dei moltistudiaccum ulatisisull'argom ento negliultim iannipuö vedersiin M .M EDICI, L'avvevbio nella >? . /èèSc; '!ti, 4Osservatore politico letterario' /,n.4,aprile 1969,pp.76-82,app.80-82. 14 11 fenom eno delle m igrazioni interne in ltalia è stato studiato soprattutto per quanto riguarda le sedi di partenza; m eno num erosi
(anche per la complessità maggiore dell'oggetto) g1istudi sullo sviluppo dei grandi centriurbani, ossia in deinitiva,sulle sedidiarrivo della maggiorparte delle masse migranti:la abbondanza didatiriferiti neltesto e nell'app.47 è dovuta appunto al tentativo di far fronte in qualche m odo alla carenza distkldiesaurienti, carenza che,de1 resto, fa tanto più apprezzare le indaginisvolte dal M ortara, da1 Giusti e, più direcente,daglistudiosicollegatialla rivista ( LNord e sud h e dal
Barberis.2 un fenomeno d'ordine generale che le città ' agiscano come centridiinnovazionelinguistica (COIIEN,Sociologiedu langage.139-40, 168-75),mentre le campagne sono zone diconservazione linguistica (A.ISIEII-I-ET,Introduction til'étude comparative des Iangues indoeuvo>?' c' rl?lex,7* ed.,Parigi 1934,pp.424-25,COI4EN?Sociologie du Iangage,
170-71,294,315);per1'ltaliamodernacfr.G.1.Ascot-l,Saggi/tzt@p%l' , A G I,1,1875,p.420:tf11rustico altro non è se non la favella un giorno com une anche alla città,che nelcontado pifla lungo resiste agliin:ossi novatorih ); la stessa tesi fu sirlteticam ente riesposta da M . BARTOI-t, 1 d' ialettidell'ltalia settentrionale, nota estratta dalvol.Piemonte.Gz/C Wt z d'ltalia delT.C.f.,llilano 1930, che aggiungeva:(doggi,neigrandicentriindustrialidiT orino e A' lilano, com e negli em porii com m ercialidi
GenoN'aeTrieste gma perquest'ultimav.p.83sgg.lamuiscono ltaliani
diogniregione...portatinaturalm ente a usare,piuttosto che idialetti, la lingua nazionale italiana... Sicché le città,che ieri furono le culle delle varietà dialettali, diventeranno domani le loro tom be h ). Dalle città l'abitudine di usare sem pre pil h largam ente l'italiano e sem pre m eno il dialetto e la tendenza a italianizzare le strutture fonologiche, m orfologiche, sintattiche e illessico dei dialetti si sono progressivam ente difuse verso icentrim inorie le zone agricole.In queste ultim e un coefliciente ditrasform azione linguistica è dato anche dalle m igrazionistagionali,che favoriscono iprestitiinterdialettalie portano talora alla form azione di idiom i nascenti dal com promesso tra due o più sistem i linguistici dialettali, idiomi il cui uso è spesso riservato agli individui appartenenti alle categorie più direttam ente impegnate ne1 fenom eno migratorio: cfr. M ERLO Cerrara 2-3, C. N IGRA. 11gergo dei Valsoanini, AG I, 43, 1874, pp. 53-60, P. S. PASQUALI, Appunti
lessicaliJ' t/r:csc/zz ' , 1D,7,1931,pp.254-260,298-302. Correlativam ente, le punte dim assim a consemrazione tlell'uso dei dialettie delle loro form e più arcaiche si registrano nelle zone m eno urbanizzate:persingole zonee fenomeniparticolari conform ia quanto
siè detto,cfr.:ACCATTATIS Calabrese X ;BERTONIProhlo storico 3235; F.A BoccHl in PAPANTI Parlari 410, no. 1 (Adria); BRUNER Pistojese l;Franca CIRAVEGNA Ronco Canavese 122-24,135-40;Carolina CoRoxEolBER' I'Iin PAPANTIop.cit.15,no.1 (Bologna);CREMONssl Agnonese 4,7;D'EJ-IA Dialettisalentini136 (Brindisi);G.IISI-I-A VEDOVA in PAPANTIParlari 327 (Padova);D'Ovlolo Pcr Campobasso 709-10; ERCOLANI Romagnolo IX ; GAvuzzl Piemontese VI1; Nlcot-l Dialetto zfl ' Voghera 4; PAGLIAI?O Storia lingttistica della Sicilia 371' ,
PAPANTIPavlari205-07 (Saluzzo città e contado),258-60 (Recanati), PARRINO N ote 19,22-25; PAtprAsso Pettinengo 27-37; PELLEGIIINI Tra
lingua edialetto 151-52 (regresso diforme arcaiche dialettalineimaggioricentriveneti);PRATI Valsugana 9,16;PREDIERILingua italiana 2; ROSAMANI Giuliano XIII; RI ' J 'EGG Wortgeographlk 114 (M ilanos Lecce); SOFFIETTI Tuvynese 2; SplEss Subjektpronomcn 60. 72-73, 75, 78-80; TERRACINI Dialetti 10-11; Zlccqlkol Agnone 405. U na
70
111.Nfff lva 'e conuizk onilingttistiche
20.000 abitantiera salito infne a 287 (SvIMEz S tav.25 A 1, calcolo dallacol.8),elapopolazione in essiresidente eraascesa a 19.199.123abitanti(calcolo da Svll klEz S tav.25 A 2,col.8) pari al 40,8% della popolazione italiana (calcolo da op.cit. 25 B 1,col.8).Ne1 1961 essierano 325,con 23.651.927 ab., parial46,7 % deltotale della popolazione residente (50.623. 569 ab.;calcolidaAS1 1963 tav.15).Ne11861 quattro regioni
4. Urbanest-mo e pliw-tazfoéli t-nterne
Tridentina, Umbria, Abruzzi, Basilicata (GItJs4k 158); ne1 1931 solo la Basilicata rcstava priva ditalicentriIGIt;S' n ivij, ma giâ ne1 1936 Potenza superù le 20.000 unità (SvIMI:z S tav.24 A 1,col.12).La parte che le miglioricondizioniigie-
testim onianza in contrasto con le citate è in E. M ARINI in PAPANTI Parlarl83,a proposito di Loreto dove,nel 1565, fnella classe m edia e ne1contado il dialetto tiene dell'italiano più schietto;non coslnella plebe urbana b: se la testim onianza, purtroppo non documentata, è verace, ciö signi6ca che a Loreto esisteva una situazione non ignota
niche, facendo calare i quozienti di m ortalità, possono aver avuto ne1 più intenso ineremento di questi centri, è com pensata dainotiefettinegativisuiquozientidinatalità che ha l'urbanizzazione: l'intensità dell'incremento, quindi, è dovuta a1l'aë usso m igratorio. 11 fenomeno ha interessato la situazione linguistica italiana per due aspetti: anzitutto per l'osm osi di popolazione che ha provocato, e quindiper il conseguente ravvicinam ento e indebolim ento degliidiom idialettalilocali;in secondo luogo, per il sorgere di un maggior numero dicentri in cui l'azione
anche altrove (cap.IV,no.10):poiché l'italianizzazione dei dialetti
delle forze (uëcipubblici,scuole,spettacoliecc.)che,come si
italiane non avevano centri di oltre 20.000 abitanti: Venezia
porta in genere alla restaurazione di fasi arcaiche già note ai dialetti
(vediinfra,cap.IV,1),in regioninelle qualiidialettidellezoneagricole sierano m eno discostatida1tipo fonologico italorom anzo proprio delliorentino arcaico e,quindi,dell'italiano letterario,l'adozione dell'italiano da parte delle classicittadine più colte ha fatto sl che queste adoperassero form e sim ili agli arcaism i serbati intatti nel contado, e sostituiti da innovazioni dialettali nei centri urbani. N on è escluso perö che nelle parole de1M arinidebba vedersi,pil h che la descrizione veridica d'uno stato di fatto, il rillesso di un'opinione serpeggiante in tutta l'Italia c' entromeridionale e fondata in piccola parte su constatazioniesatte dicoincidenza tra arcaism irurali e form e italiane culte, in gran parte su avversione stereotipica per l'urbanizzazione e tutto ciè che essa,anche su1piano linguistico,com porta;secondo tale opinione soltanto gli t(ignorantih, la 4plebe ' hparla davvero Adialetto h à, m entre isignori e i buoni villiciparlano no'n proprio dialetto, m a un italiano f dalquanto alterato h: cfr. ROMANELLI Errori napoletani 18: 44E cosl anche par dim enticata dai cittadini la voce orto, che pur si sente in bocca dei villani,che parlan più toscano dei cittadinie fan m eno im brattih. Ora,tale opinione era particolarm ente digusa nelle M arche dell'epoca de1 M arini, e riecheggia in pil h luoghi negli scritti
dimarchigianiraccoltidalPapanti(Pqrlari77,78,79,95):asuavolta,
vedrà oltre,direttam ente propagano l'italiano,è risultata catalizzata dalla loro stessa concentrazione.N aturalm ente,i nuclei urbani diitalofonirioperano,colprestigio della citth,anche su
coloro che,in numero sempre minore (da1l'88,6O/o de1 1861 al59,2% de1 1951,al53,3% ne11961),restano neicentri inferioria 20.000 abitanti. Questa dinamica demografica e i relativi efetti linguistici sipresentano m olto più accentuatiquando nell'ambito deicentri con oltre 20.000 abitanti si restringa 1à considerazione ai centri maggiori. Adottando la convenzione per cui 4grande
cittàpè un centro dialmeno 50.000 abitanti(SvIMEz 100 anni 5 ce tev.8),è possibile una serie diconstatazioni.Ne1 1861 esistevano soltanto 20 rtgrandi città A, concentrate soprattutto nell'ltalia centro-settentrionale,e in particolare settentrionale: esse erano Torino e Alessandria in Piem onte,M ilano in Lom bardia, Padova, ' Venezia e Verona nel Veneto, Trieste ne1 Friuli-venezia Giulia, Genova in Liguria, Bologna, Ferrara, .
laparticolare difusione ditale opinionenelle M arche fu probabilm ente prodotta sia dalla obiettiva prossim ità dell'area m archigiana alla reale situazione prim a descritta sia,forse,anche dall'esserstata quell'opinione
Ravenna e M odena in Emilia (12 nelSettentrione);Firenze, Livorno e Lucca in Toscana,Roma ne1Lazio (4 ne1Centro);
codilicata in une nota lettera diG.LeopardialGiordani(Epistolario, Firenze 1849,1,p.41)in riferimento allaparlata deipopolanide1suo
(4 ne1 M ezzogiorno). M entre, dunque, nel 1861 in ognuna
paese.
Napoli in Campania, Palermo, M essina e Catania in Sicilia delle regioni settentrionali incluse nei confni dell'epoca esi-
72
111.Art/ore co 'ndizlonilinguistiche
steva alm eno una 4grande cittâA, ne1Centro, su quattro, due
regioni(M arche e Umbria) ne erano prive,e altreslprive ne erano,su sette,cinque regionimeridionali(Abruzzie M olise, Puglia,Lucania,Calabria,Sardegna).Già ne1 1911,su1declinare de1pçriodo giolittiano,le grandicittà erano quasiraddop-
piate nell'ltâlia settentrionale (22),ed erano più .che raddoppiate nell'ltalia centrale (9) e nel Sud (11);prive digrandi città restavano solo tre regioni: Abruzzi, Calabria e Lucania. M ezzo secolo dopo,nel 1961,le qjgrandicittà* sono diventate 96,cioè il loro num ero è di nuovo più che raddoppiato;una sola regione,la Basilicata,continua ad esserne priva.ln queste
96 città si raccoglieva nel 1861 il 17,2% della popolazione italiana e molte erano ancora piccoli centri inferiori a 20.000
abitanti,come Sesto San Giovanni(4.334 ab.),Vigevano,Varese(11.000ab.),Busto,LaSpezia(11.700),SanRemo(10.400), Grosseto (4.000),M assa,Carrara,Pistoia (11.000),Ascoli,Pesaro,Terni(13.000),Pescara (3.000),TorreAnnunziata,Torre del Greco, Portici, Pozzuoli, Brindisi (9.937), San Severo, Lecce, Cosenza, G ela, Siracusa; nel 1911 vi si rabcoglieva il
22% della popolazione; ne1 1961 vi risiedono uëcialmente
4 Ur6tzf/fr rp p;o e ml kraziont-fnferpe Su1 piano linguistico,sul piano cioè della m escolanza degli idiom ilocali e quindi delloro indebolim ento,l'efetto è stato ancora m aggiore, è stato, per cosl dire, doppio: data l'entità dello scarto, poiché oltre la m età dei residenti delle 96 città proviene da altre località, non solo gli idiom i dialettali delle località diem igrazione hanno perduto un sesto deiloro parla 'nti, ma g1iidiom ilocalidelle 96 cittâ sisono certamente indeboliti, in quanto cololo che li parlavano sono stati costretti a cercare una solidarietà linguistica con gliim migratiche ne1giro ditre
o quattro generazioni, considerando globamente le 96 cittk li hanno soverchiati. D a1 punto di vista linguistico, l'efetto diosm osinon ha cioè interessato solo chiarrivava in città,m a anche chigià virisiedeva;non solo gliidiomideicentridiemigrazione hanno perduto parlanti, ma anche quelli dei centri maggiorisisonovistiindebolitinella loro tradizionale basediparlanti, questi essendo stati costretti a venire a comprom esso con inuovi arrivati. Perfno in un piccolo centro come Pettinengo negozianti o compagni di lavoro in presenza diim mi-
grati,specie se d'altro compartimento (cioè specie se de1Centro e de1Sud),abbandonano la parlata bicllese o locale e pas-
16.967.313 abitanti, cioè oltre un terzo della popolazione ita-
sano all'italiano, riservando il dialetto ai rapporti coi sicura-
liana(340 /0).Naturalmente,cifre assolutee percentualisareb-
mente nativitpAt/TAsso Pettinengo 97-98).Gliefettilinguistici
bero notevolmente maggiori se fossero disponibili i dati sulla popolazione realmente presente in tali centri.,Poiché da1 1861 al1961 la popolazione italiana presente entro iconfnidelvecchio regno è passata da 25.017.000 a 47.845.000 con un indice diincremento che,fatta eguale a 100 la popolazione de1 1861, è,com e siè detto,paria 191,se la popolazione delle 96 4 fgrandi cittàA fosse cresciuta co1 m edesim o ritm o, essendo pari a 4.291.753 nel 1861, avrebbe dovuto amm ontare nel 1961 a circa otto m ilioni e duecentomila persone; lo scarto rispetto alla cifra degli ul cialm ente residenti, scarto di oltre otto m ilionie m ezzo,pari a oltre un sesto della popolazione presente
dell'urbanesimo delle grandicittà riguardano insomm a non gli otto m ilioni di imm igrati soltanto,m a i diciassette m ilioni di persone che in talicittà risiedono,cioè,in com plesso,oltre un
de11961(entro iconfnidelvecchio regno),puè essereassunto a indicare ilnum ero dicoloro che spostandosidaicentrim inori hanno determ inato l'increm ento delle grandicittà. L'efetto di osmosi della popolazione è evidente già da questa cifra.
terzo della popolazione.t neifenomenid'osmosiregionale di questicentril'incentivo principale all'adozione delle varidâ region -' ali di italiano, cioè, come si dirà poi, all'adozione del sistéfila linguistico italia 'no secondo norm e di realizzazione più o m eno fortem ente intrise dicaratteristiche foniche e divoca-
bo1i.ZiaJ. çttMJ, i,.(. v.infrano.42,tab.l).
Tuttavia, queste cifre e considerazioni, per essere globali, se danno ilsenso diinsiem e diuno sviluppo,aderiscono male alla situazione concreta, con tutte le sue diform ità d'aspetto e tendenza.Per intendere pienam ente la grande varietà dirapportiche esistono ancorogginella Penisola tra lingua e dialetto locale, dialetto regionale e varietà regionale d'italiano, occorre
74
III.Nuove rorléal . b/lt -Iingltisticlte
dare evidenza fin d'ora alle accennate diflbrm ità. Una seriç d --î -MpptJ tilipgt .pnpilpiçrp-a-flkma idelletendenzelinguistiche -''' 'r 's -. . . . pawpptlo jhlljpsmoai-ç. r%ti-d. a-l-l-;p--. tf -iâ &ii-jtî#w.-Anz.itutto,.àncora ....
,
.
su1piano delle considerazionigloball,va osservato che se anche in ognuna delle 96 città il nucleo dei localisifosse trovato a
contatto con un nucleo numericamente paridi immigmti (il che non è stato),questi,provenendo da località diverse,dal
4 Urbanesimoe mikrtza? baiinterne
incremento inferiore a quello nazionale (191),città con incremento superiore a tale indice ma inferiore al doppio (382), cittàcon incrementosuperiorealdoppio (più di382).Soltanto in queéte uttime l'urbapjgznzione ha potuto v esplicart-iuiie le sue capacità diindebolimento deidialetti.
Appartengono alprimo gruppo seicittà (SvIMEz 100 fzzlrp tav. 8): Alessandria, Faenza,Livorno, Lucca, Pisa, Caserta.
punto divista linguistico non sarebbero statim aitra loro omogeneicom e ilocali,i qualigià perciö avrebbero avuto e hanno avuto buon gioco nell'im porre,alm eno in parte,illoro dialetto agliim migrati.lnoltre,gliim migratiprovengono in buona parte dalla stessa provincia o regione della città di im migrazione. Ora, l'aënità giâ a livello di grandi compartimentifacilita
Qui, dall'unità a oggi, l'efetto di indebolim ento del dialetto
l'assimilazione dell'idioma dialettale de1centro d'arrivo (PAU' rAsso Pettinengo 96-97).Tanto più occorre tenere conto de1
N ovara,Vercelli,Bergam o,Como,Crem ona,M antova,M onza, Pavia, Vigevano,Trento,Padova,Treviso,Venezia,Verona,Vicenza, Trieste, Udine, Sarona, Imola, Ferrara, Forll, Cesena, Rimim', M odena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Arezzo, Prato, M assa, Carrara, Siena, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro,Perugia,Foligno,L'Aquila,Benevento,Castellammare di Stabia, Napoli, Torre Annunziata, Pozzuoli, Andria, Barletta, M olfetta,Cerignola,San Serao,Catanzaro,Caltanissetta,M essina, Palermo, Ragusa, M arsala, Trapani, Sassan'. Di queste.
fatto che i nativi di altro comune censiti nei com uni italian'i
nel1931 (in tuttiicomuni,perô,e non solo nelle 96 44grandi cittàh:SvlMEzS tav.40.7)erano,nellamedianazionale,percirca il 54 % nativi di comuni della stessa provincia de1 comuhe di imm igrazione. Supponendo all'incirca costante questo rapporto anche per le 96 città m aggiori, si puö concludere che alm eno metà degli im migrati parla un idiom a dialettale aë ne
:guello deilocali.Iquali,quindi,neirispettidegliimmigrati SOno's 'iatip'-iralmeno dtm nptiyiip posizionediforzada1punto ' k1 é . k l jN ; .'.: . '1 ' ( :, ' .... ' . ,. . . . :' -*jdkomati di, yista linguistico:iy. quant o cos tt l' tul vano'un uocco -
camënte omogeneo dinanzialla non omogene itâ degliimmigrati; --W' ..
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e ih quanto gli imiiikraii, per una ihetà, parlavano dialetti aë ni a quello locale. Un secondo dato, nel quadro della lzrbanizzazione,ha ral-
lentato ilprocesso diindebolimento deidialetti.Questo efetto, già in sede divalutazione generale e ancor più dopo le considerazioni lim itative svolte poco innanzi, è palesem ente legato assaistrettam ente al fatto che g1iim migrati pareggino almeno inativi.In linea dimassima,ciô è in genere possibile neicentri che abbiano avuto tassidiincrem ento doppidiquellidella m edia nazionale.Considerate da questo punto divista,le 96 città ç gyqqdi gruppi: città con indice di ' poéjtmè distinguerai..in tl.
dovuto direttam ente all'urbanesim o si puö supporre che sia stato m en che nullo: se non fossero intervenuti altri fattori
(scuola,radio,ecc.),sarebbe stato lecito attenderviun processo di relativa concentrazione dei dialettofoni. Appartengono al
secondo gruppo 58 città(indice compreso fra 191 e382):Asti,
26(ilcuinomeène1precedente elenco in corsivo)hannoindici superioria 287,ossia sono relativamente vicine alterzo gruppo di città di più intensa imm igrazione; in 32, invece, l'efetto dell'urbanizzazione deve supporsi praticam ente m olto ridotto. In tutte,g1i im migrati sono gempre restati minoranza rispetto ainativi.Inoltre va tenuto presente che in tre regioni nessuna città supera l'indice 382:Veneto,Friuli-venezia Giulia e M arche;in queste zone discarsa im migrazione urbana complessiva l'efetto diretto dell'urbanesim o sulla struttura dialettale tra-
nae mancato(v1sono siàti,ifivèèe,efettiifidlrbtti,ctjtfïe Poisivedrà). A1terzo gruppo, con indice superiore a 382,appartengono
32città:Torino (581),Brescia(454),Milano (811),Sesto San Giovanni(1624/,Varese (542),Busto Arsizio (500),Genova (596),San Remo (542),LaSpezia(1053),Bologna(403),Firenze
111.N uove condizionilinguistiche
(467),Grosseto (1295),Pistoia(700),Terni(703),Latina (centro inesistentefino al1931),Roma (1075),Pescara (2355),Portiei(597),Torre de1 Greco (848), Salerno (4. 50),Bari (94. 0), Brindisi(775),Foggia(883),Lecce(480),Taranto(702),Cosenza (467), Reggio Calabria (568), Gela (399), Catania (548),Siracusa (439),Cagliari (572). Soprattutto in queste città è da supporre che le correnti di im migrazione provenienti da altri centriabbiano potuto svolgere tutta la loro azione. Com e si vede, in due terzi delle grandicittà l'urbanesim o non ha creato quelle condizioni medie di osmosi interregionale che,in sede diconsiderazioniglobali,inducevano ad indicare in esso una forza dissolutrice dei dialettilocalidelle città e indebolitrice dei dialetti delle zone di emigrazione. lnoltre va anche considerato a parte ilcaso diregioni com e ilVeneto, il Friuli-venezia G iulia e le M arche,in cui nessuna città supera l'indice di382:nelle lvlarche la fortissim a percentuale di emigraticoncentratia Rom a,e diquiagentisulla zona dipro-
venienza,compensa forse (ma v.infra no.42)le conseguenze della m ancata intensa urbanizzazione; m a ne1 Veneto e ne1 Friuli-venezia Gitllia l'assenza diun intenso inurbamento non ha avuto contropartite, e vi sono state anzi ragioni d'indole
#. (Jrbanesinlo e mtkrazioni interne
delVeneto è quella della Campania:è vero che tre centri, Poètici, Torre del Greco e Salerno, superano largam ente l'indice 382,ma diquestiilterzo è dipoco superiore ai100.000 abitanti e iprim idue stanno aldisotto ditale cifra esono,praticamente. 44periferia à h di N apoli, privi di ogni autonomia linguistica di fronte a un centro dioltre un m ilione diabitantidelquale sono appendici,sicché gliefl kttilinguisticidell'im migrazione neidue debellata e l'alunno si adattava alla pratica continua dell'italofonia, mentre la scuola elem entare ha avuto soltanto, in com plesso e in genere,l'effetto discolorire il dialetto piuttosto che digarantire il pos-
S Lesso definitivo dell'italiano (QUARESIMA Bocca trentina e v. infra 5).
a lim itata azione della scuola postelem entare nel T riveneto, cosi com e la ridotta urbanizzazione e im m igrazione sono certam ente a1l'origine della persistenza del dialetto. M a questo ha trovato un alleato potente nella situazione politica delle popolazioni. Com e si è già accennato,l'adozione della lingua com une ha com portato e com porta, all'interno di ciascuna regione, un periodo più o meno lungo dicrisidella solidarietà linguistica tra ivariceti:mentre ipiù progreditisitrovano già in una fase dim onolinguism o italiano, e talora non solo non usano,m a a m alapena intendono ildialetto locale, altri,m eno progrediti culturalm ente, sono ancora im m ersi nella dialettofonia (anche sotto questo prolilo,sia detto incidentalmente, sinota l'impor-
politica(comunianchealTrentino)favorentiun tenaceattacca-
tanza deif tpiccoliitalianizzantida strapazzoh gapp.571,cioè deiceti
m ento aldialetto:diconseguenza,in queste zone nordorientali d'ltalia,nonostante la elevata difusione ed el cienza delle istituzioniscolastiche,l'uso deldialetto ha avuto ed ha una particolare .e persistente tenacia15. M olto prossima alla situazione
medioborghesi e piccoloborghesi che, grazie all'uso di varietà regionalidiitaliano,sono riuscitiin genere a salvare ilcollegam ento linguistico, all'interno di ciascuna regione, tra i diversi gruppi sociali).
Questo periodo dicrisi,altrove privo diriiessipolitici (almeno nel sensostrettodellaparola),in regionidiconhne,esposteadunacontinua
ciù è da ravvisare il concorso di fattori diversi. Se l'analfabetism o è in quelle regioniridotto a percentuali insigniscanti, la percentuale dei diplomatie licenziatidiscuola media è nettam cnte inferiore alla media
pressione allogena ed alloglotta, avrebbe com portato una incrinatura della com pattezza delle popolazioni di sentim ento italiano, incrinatura dannosa agli eflktti im mediatam ente e strettamente politici. Di conseguenza, a Trento e a T rieste anche icetipil h coltihanno preferito pil h a lungo che altrove tenere in vita in tutti irapportidella vita associata di carattere non ufliciale l'uso del dialetto. U na conferm a della validità diquest'ipotesiviene dalla tenace dialettofonia de1Canton Ticino: Nr. app. 20, 2. Le ragioni patriottiche di quanto è avvenuto nella Venezia G iulia, non sfuggite de1 resto agli studiosi pil h attenti (SORR ) ENTO Dialetti 13-14; ROSAMANI Giuliano X ll), sono esplicite in. alcuhi w sem plici versi popolari citati dal Rosamani: f,Testim onio
nazionale:come sivedrà (infra 5) appunto la scuola postelementare
el /xe eltriestin, vecio dialeto /che l più perfeto /de la mia talianità ,
15 Naturalmente,a 'nche nelTriveneto è dato notare unapiù accentuata italianizzazione dei dialetti urbani rispetto ai rustici: cfr., per esem pio,PRA'I'I Valsugana 16,ROSAMANI Giuliano XV II;e nei centri dim aggioridim ensioni,com e Trento,specialm ente negliultim i anni, l'uso dell'italiano ha fatto la sua apparizione anche nella vita fam iliare
(QIJAIIESIMA Pronunzia trentina 120).Nla,in complesso,l' uso deldialetto vipersiste tenacemente (PELLEGRINI Lingua e dzaletto 159).In
è stata per decennila sede in cuila dialettofonia veniva, per dir cosl,
a mama m 'a im parà h >.
t
111.Nllt?g -' t,colîdizioni lingltistiche
centri minori sono annullati dalla enorme m assa della m etropoli, in cui tali eflktti non si sono avuti. Anche in Sicilia il centro m aggiore, Palermo, non è stato m eta d'im migrazione intensa, e ciö vale anche per M essina che, ancora agli inizi de1secolo,era l'altro m aggiore centro siciliano. ln misura decrescente, nelle regioni venete, ne1 Napoletano e in Sicilia, l'urbanesim o postunitario ha potuto alterare m eno che altrove l'equilibrio tradizionale degli aggregati di popolazione e degli idiom ipreesistenti,ed iflefettisiriscontra che più che altrove l'uso de1 dialetto è restato tenace, alm eno fra la m assa16.
16 Come siè detto (v.app. 29),dal Settecento il ceto intellettuale napoletano faceva uso della lingua com une anche nel parlare, oltreché nello scrivere. Tuttavia,dopo l' unità, il deflusso m igratorio verso altre città d'Italia,intenso a tuttiilivellisociali,m a specialm ente
nelle professioniintellettuali (cfr.la scherzosa profezia statistica delL'Almanacco di Strapaese, Bologna 1929, p. 70: 4diecimila avvocati
napoletaniemigreranno versoilNord ' h;ecfr.BARBERISM t krazioni38), e l'assenza diimm igrazioni,congiungendosia una debole azione della scuola elementare,ha reso ilM ezzogiorno una area diaccentuata dialettofonia, almeno nelsuo complesso. Gioverà aggiungere che, anche a livello dei ceti più colti, la dialettofonia ha trovato singolarialleati neiprimiannidopo l'unità:non erano pochi,dopo il'70,im eridionali che rifiutavano iffnuovi parlarivenutisu ne1 fecondo rim escolamento diquestiultim i anni' ),se un lessicografo napoletano,l'Andreoli,sen-
tiva ilbisogno dirammentarne l'esistenza (ANDREOLINapoletano lX), per giustifcare il persistere nell'uso di tratti dialettali arcaici:44nella quale stiticaggineh ', aggiungeva l'Andreoli, ( çtaluno obbedisce visibilmente ad una avversione profonda per le nuove sorti del nostro Paese h. D el resto non soltanto ne1 Napoletano l'uso persistente de1 dialetto nelle sue form e pil h arcaiche ha rappresentato l'estrinsecazione iinguistica di un atteggiam ento fortem ente conservatore: qualcosa di sim ile fu glà identifcato da1Foscolo nell'avversione del j qbe1mondo b i
settentrionale alla italianizzazione dell'uso linguistico (v. app. 57); anche a Bologna, ancora negli anni dopo l'unità, esistevano gruppi
4. Urbanesimo e ml krazioniinterne .
Sulla base delle precedenti considerazioni, è giusto concludere che nQn dovunque l'urbanesimo ha prodotto correnti imm igratorie di portata sul ciente a scalzare le preesistenti tradizioni dialettali.Occorre perö aggiungere che l'urbanesim o ha agito sulla situazione linguistica italiana non soltanto per le migrazioni interne che ha provocato, ma anche per altri aspetti. Anzitutto, nell'esaminare l'eëcacia linguistica delle 96 r (grandi cittàh ), si è Enora lasciato da parte l'efetto segnalato all'inizio di questo paragrafo, in riferim ento al complesso dei centri con oltre 20.000 abitanti:ilsorgere diun grande centro è li nzui sticamente signifcativo non solo per 1osm osidipopo< ...w . .
... .
..
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..
lazione che a' d ess6 ifigéiikre siconnette,m a anche per ilfatto
chevtsiconcentrano in m isura molto elevatag1io'rganiperifcrici o centrali dello stato, le scuole, g1i istituii pubblici e privati di cultura, le associazioni politiche, i centri di inform azione, i locali pubblici e di spettacolo ecc., ossia tutte quelle entitâ che,com e sivedrà m eglio in seguito,hanno propalato in lta '1ia la lingua nazionale17. Indipendentenlente dall'osmosi demoRom a,dove ildialetto era stato da secolibandito da clero e borghesia,
(cap.Il,2),dopo il '70 i clericalilo adoperarono in funzione antiunitaria,contro fer buzzurume che ciappestab inei giornali vernacoli
reazionari 4La frustah )e 4 (La Vera Roma, '(VEo 57-58,VOLPICELLI Scuola a Ronla 31-38);vale la pena dinotare che questideiclericali rom anifurono i soli docum enti di ispirazione cam panilistica romana, in una città che era stata e restù sem pre aperta ad accogliere correnti dem ograflche e culturali d'ogniregione e nazione;non a caso in essa sin dall'ultim o Ottocento prese a realizzarsia livello popolare quelfenom eno della mescolanza dialettale che sul piano nazionale doveva
verilicarsisolo con la Grande guerra (vediin questo cap.lano.30 e cfr.oltre,cap.IV,1). 17 Sulla cqpcentrazione dei fattori di italianizzazione nelle città
divecchia borghesia cittadina,iPetroniani,che praticavano un uso
cfr.app.48-51,e per la scuola in particolare cap.111,1 5;f'esigenza
geloso ed esclusivo de1 dialetto bolognese nelle form e pil h arcaiche
diuna analisidiflerenziata per singolicentriurbaniè stata sottolineata giustamente da G nAsslComportamento passim e66 e Ancora ctlzi z/pr/tz3nento;cîv.in eflettiora prim ipassiin tale direzione com piutida SIcII-IANO Catanzaro, RENZI Sulnlona, PatèrAsso Pettinengo. Su singole obiezioni m osse da G l zAssl artt. citt. e per una ripresa de1 problem a dei ri:essilinguistici dell'urbanizzazione cfr.ilm io articolo La /fr/p/J
(Carolina ColloxEol BERTI Bolognese V); analogamente, a Trieste, nell'ottocento, il vecchio tergestino, sopraflktto da1 veneto urbano più accentuatam ente italianizzante, sopravviveva soltanto nelle fami-
gliedelle( 4tredicicasate, )(J.CAVALLI,ReliquieladineTGCCOItBinM k jrfl d'Istria,AGI,Xll,1890-92,pp. 255-374,a pp.369-71).Perfno a
80
111. hTuove condizioni 'l'z'/zagtf/'.;/l'c/le
grafca, per .t-ple concentrgzione di forze pelle gratldi città la popolazione,più che neicentriminorie nelle cam pagne,è portata se non anche ad eqefci gre attivam ente, alm eno a dovere .t ... ; ; . subire ricettivpmxnt e l'uso della lingua nazionale:clö slè veri--..
'
fi' ihils ienza dubbio anche in città com e Alessandria o Caserta in cui l'im migrazione ha avuto intensità m inim a. M a vi è un secondo aspetto da mettere in luce: se per i primi due terzi
delrarco di secolo qui considerato non v'è dubblo che ' ifeno-
4. Urbanesimo e migrazioniinterne
d'Italia un esem pio classico di un vasto territorio industrializzato siaveva nel bacino della Ruhr,specialmente prim a che ilcostante avvicinarsideicentrie la forte tendenza alla fusione dicomuniche n'è stata la conseguenza, avessero condotto alla formazione delle attuali grandi unità amm inistrativeh. I decennitrascorsi hanno dato alle osservazioni del Giusti e ai fatti m edesim i una nuova prospettiva.U na serie convergente difattorinuovi,sortitra la line de1vecchio e l'inizio del
m eni diosm osi della popolazione hanno avuto com e epicentro le 44grandi città#,già ne1 1936 siproElavano situazioni nuove.
nuovo secolo (bastiricordare la trasformazione delle tecniche
Scriveva in queltorno ditcmpo ilGiusti(Sviluppo #tv'centri urbani162):4Fu messo in evidenza come fra icentridimaggiore epiù rapido sviluppo fkurino alcuni,oggidiuna grande
deimezziditrasmissione delle informazioni)ha tolto allecittà
belliche conseguenti alla meccanizzazione, la 4seconda rivoluzione industrialeArelativa altrasporto dienergia,la rivoluzione
importanza dem ograEca m a che erano addirittura nuclei di popolazione prevalentem ente agricola... Digran lunga più numerose sarebbero queste constatazionise ricercassim o la storia
tradizionali buona parte delle loro m illenarie giustifcazionie, nel medesim o tempo, in ogni parte del m ondo, nella Ruhr e ne1Tennessee Valley,nelpiccolo stato dilsraele e nella Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ha creato la possibi-
demografca dei 200 (censimento de1 1931; ne1 1951 erano 502)centrifra diecie ventimila abitantie quella dicentrian-
lilj el'utilità diunaurbanizzazionesenzacittà:.ls lp:urbaniz-
cora minori, e la nostra attenzione sarebbe ancora più sollecitata se ciprendessim o la cura diriconoscere la posizione geografca di questi centri, e li vedessim o raccolti, come spesso è il caso,vicini l'uno all'altro e formanti zone assai vaste di spiccato carattere industriale,quando di più antica tradizione. seppure sotto le forme dell'artigianato, com e ad esempio in Val Brembana, in Val Seriana, in Va1 Trom pia o ne1 Vicentino; quando invece in più recentimanifestazioni,com e in Va1d'Os-
sola o ne1 M ilanese. Queste zone esercitano verso i territori lim itrof o anche a più grande distanza un'attrazione non minore di quella dei grandi centrie in esse avviene una analoga trakfèfihazione sociale, qualche volta per gradi, com e nelle ricordate vallibergamasche,ove la popolazione operaia conserva ancora abitudini ed attività agricole, più spesso invece con rapido e decisivo passaggio da una condizione all'altra. Fuori italiana : n città, ( t11Veltro h, 9, 1965,f. 1,pp.3-21.A Grassi piace insistere,pif . l che sui fenomenim igratori,sulla concentrazione di fattori italianizzanti nelle città.
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zazlone 44a maglie targhe'h, che, senza creare agglomerati di ' il ktrrhirîf'' e-d/-à-ljflt' àkioni,flaesteso la retedeiservizicaratteristica delle città tradizionali a plaghe vastissim e di territorio. La rapidità con cui il fenomeno si è verifcato anche in Italia, è indicata dal fatto che i200 com uni tra i 10 e 20 mila abitanti segnalati per il 1931 dal Giusti,già m entre egliscriveva, ne1 1936,erano diventati450,ed erano 500 nel 1951.N el 1961 essisono calati a 488.La diminuzione è dovuta a due fattori: m olti centri appartenenti a tale classe ne1 1951 sono passati nel1961 alla classe superiore;tale perditanon è stata com pensatada un suë ciente numero diprom ozionidalla classe inferiore, a causa dello spopolamento che ha colpito icentrisotto i10.000 abitanti.A cominciare da 1 1951 è intervenuto in ltalia un fatto . . ... r nuovo,anticipato solo su scala m inim a ne1periodo fascista dalla creazione di com prensori di bonifca ne1 Lazio: accanto alle zone agricole che si vanno urbanizzando a m aglie larghe per via spontanea,in altre zone,cioè proprio nelle aree più diseredate e più lente,quindi,a strutturarsi in m odo più moderno per vie spontanee, sono stati creati, e aë dati a enti statali,
vasticomprensoridiriforma agraria.2 diëcile valutare l'inci-
82
111.Nl/orc condizt oni li rg//f. slitr /lc
denza della riform a in cifre relative alla popolazione. Un indice indiretto di tale incidenza si ha perè considerando che, dopo il 1951,g1ieptidiriform a hanno esteso la loro disciplina
su oltre 8 milionidiettari,parial29,33% della intera superlicie agraria e forestale nazionale (AcERBo Agrt koltura 161). A parte ilDelta padano,g1ientioperano soprattutto nell'ltalia m eridionale, nelle zone 44senza città #, dom inate un tempo
Lalla malaria (v.app.21),chedal1950 puè considerarsipraticamente scomparsa (ACERBO op.cit.134),e da1latifondo.Una rete di insediam enti sparsi pianifcati e di borghi di riforma ed alta concentrazione di servizi,di scuole, di centri didattici ricreativi copre oggiqueste zone che si popolano'e ripopolano di tecnici provenienti dai centri urbani e di popolazioni che lasciano ivecchiaggregatiper i nuoviinsediam enti. In conclusione, fattori generali della civiltà più recente e
fattori specifkamente ifiliani hanno esteso, nell'ultim' o te' rkd del'sec6l6-4 't' iiètfhkiderato,g1iefettilinguisticamente pitlrile-
vàriti dell'urbanesimo (osmosi demografca e concentrazione delle fokze propalatricidellalinguacomune)a vaste plaghe del tehltbrio agricolo italiâno.La staticitâ dem ografca diuna parte delle cosiddette 44grandicittà ) è stata compensata ne1secondo
dopoguerra da1 rinnovamento delle zone agricole. Tuttavia, tale rinnovamento è intervenuto relativamente tardi,sicché esso
non hatoltofnoad oggi(eforsenon toglieràin futuro),lafunzione diguida deglisviluppilinguisticiitaliani alle 32 città de1 terzo gruppo,le cit' tà che,presentando un indice diincremento demograsco superiorea 382,sono state g1iepicentride1somm ovimento demografco della società italiana postunitaria. D e1 terzo gruppo di città va posta in rilievo anzitutto la consistenza dem ografca: è vero che esse' , in tutto 32, sono appena un terzo delle cosiddette ((grandi cittàh, ma nel 1961 la loro popolazione amm ontava a oltre 9 milioni di abitanti,
cioè quasial60 0/o della popolazionecomplessiva delle 4fgrandi città, ).Ciè signifca che da un lato visono 64 centri in cuisi dividono meno di otto m ilioni di abitanti;dall'altro 32 centri in cuisidividono oltre 9 m ilionidiabitanti:in m edia,icentri con più altiindicidiincremento della pqpolazione sono dunque
Urbanesim o e Aalgrtzaitmiinterne
83
anche quelli dem ografcam ente più cospicui, dotati perciè di m agpor ' e ihlluenza e prestigio. Occorre avvertire perè che da1loro novero m ancano 6 delle 14 città che ne1 1911 avevano giâ superato i 100.000 abitanti
(Torino,M ilano,Venezia,Trieste,Genova,Bologna,Firenze, Livorno, Roma, Napoli,Bari, Catania, M essina,Palermo),e cioè mancano Venezia, Trieste, Livorno, M essina,Palerm o e, soprattutto,Napoli,che 6no alcensim ento de1 1921 restö lapiù
grande cittâ italiana (anche se grava proprio su diessa ilfon-
dato sospetto di maggiorazione delle cifre censitarie ne1 1911*
e nel1921).Tranne Livorno e M essina,quattro delle seicittà ora rammentate sono icapoluoghidelle rispettive regioni(Veneto,Friuli-venezia Giulia,Campania,Sicilia)le qualiquindi non soltanto non hanno conosciuto una intensa im migrazione,
magravitanosu centridigrandemassademografca (edigrande prestigio storico) in cuila dialettofonia non è stata come a1trove intaccata dall'imm igrazione.Nondimeno,giova osservare,
dei 18 centri maggiori di ciascuna regione (Torino,M ilano, Bolzano,Venezia,Trieste,Genova, Bologna, Firenze,Ancona, Perugia, Roma, Pescara, Napoli, Bari, Potenza, Reggio Ca-
labria,Palermo,Cagliari) solo seinon raggiungono l'indice di 382, m entre dodici sono tipici centri di im migrazione e di osmosi; e, soprattutto, delle otto città che ne1 1961 contano
oltre 400.000 abitanti(Torino,M ilano,Genova,Bologna,Firenze, Roma, Napoli,Palermo) solo due hanno un indice di increm ento inferiore a 382, m entre sei sono centridimassima imm igrazione.Due tçrzi degli epicentyi regionaliitaliani e tre quartideim assimicentridella vita italiana soziè dùnque altresl centridiattrazione degliim m igratiitaliani,bpicentridiosmosi, U'-... . ..- -.... w .. lri ètii-t dâ tj ui, iflràgione de1loro prestigio e della loro entità dem ografca,g1i eFetti già segnalati dell'osm osi di idiomi dialettalie di concentrazione delle forze propalantila lingua co-
nzuiiè slassom mano e sidilatano largamente in tutto il paese. Ognlm a delle maggioricittà italiane ha certo una sua storiaj '
suoi caratteripeculiari, dei quali occorre tener conto nell'analisidelle varietà regionalidiitaliano;e già icenni sin quidati consentono diintravedere le linee diuna situazione linguistica
111.Nllozc,e condizioni/f??.g?/?'sl?'c/?tz
che, p-l y. lrtçppçpte all'omogeneità,resta ancora mu çqty-lpipte
policentriça.Tuttavia la forte analogia difenomenldemografci h'etla maggioranza delle principali città italiane e l'obiettivo cumularsidegliefettiportantiam odifcare lavecchia situazione linguistica italiana giustifcano ancora una volta una considvzazhmç d'insiem e.N elle dodiei città italiane prim e in ordine di popolazlone le percentuali di censitinel com une nativi dicom uni dialtra provincia, cioè le percentuali diabitantiprovenienti da aree dialettali diflbrmi da quelle del centro di resi-
denza,erano ne1 1931 le seguenti(D. Rossltav.7):M ilano 46,12 (circa 440.000 ab.),Roma 49,77 (circa 460.000),Napoli 16,76 (circa 120.000), Genova 40,05 (circa 230.000), Torino 52,23 (circa 300.000), Palermo 16,38 (circa 60.0(0), Firenze 29,17 (30.000),Venezia27,02 (60.000),Trieste43,14 (105.000). Bologna 26,70 (58.000), Catania 16,52 (23.000), Bari 13,0F (20.000).Le cifre percentualieassolute sono giàin sé cospicue. e paiono indicative delgrado diosm osi demografca e dim escolanza idiom atica che sirealizza ne'l1e principalicittà. T uttavia la mescolanza.già ne1 1931, era in realtà m olto m aggiore. In parte cospicua i nativi del comune erano, già a quella data,
fklidiimmigratideidecenniprecedenti:ad esempio a Torino (calcolo da LANDINIE1 s.v. Torinojgià nel 1871 inatividel comune erano appena il44,5% deipresenti;a Roma già dal 1881, e regolarmente nei censimenti successivi, i nativi del comune non superano maiil48 Oyo ';se da1punto divista anagrafco inatida genitori im m igrati vengono confusicon inati da genitorinativi del com une, dalpunto divista linguistico essi, forse anche più deigenitori,hanno costituito un fattore diindebolimento deivecchiidiomilocali,per l'accentrata propensione
deigenitoriimmigratiaeducareifkliall'italofohiaIPAUTASSO Pettt hengo 105 e v.infra no.42,tab.l). L'ultim o terzo de1 primo secolo di vita italiana unitaria ha visto ulteriorm ente accrescersi la forza di attrazione delle grandi città sui centri m inori: le leggi contro l'urbanesim o, restate in vigore dal 1931 al 1961,non sono riuscite a lim itare l'intensità del movim ento di popolazione, anche se in buona parte gli spostamenti sono restati clandestini.0 sono stati re-
J Urbanesimo e m igrazioni interne
gistrati tardivam ente. Le cifre uë ciali relative a tali spostam entivalgono quindisoltanto com egrossolana indicazione della realtà. lnoltre,buone elaborazionisistem atiche ditalicifre ancora oggim ancano,sicché idatielencatiquidiseguito,desunti da calcolicondotti su basi di estrema prudenza partendo dalle cifre uë ciali,sono,anche per questo m otivo contingente,certam ente inferioridimolto aidatireali. Un indice pervalutare l'aluenza dipopolazione nei dodici centri principalide1paese tra il 1931 e il '61 puö desum ersi in prim a approssimazione, tenendo presente che ne1trentennio in questione il quoziente di accrescim ento della popolazione italiana com plessiva è stato di 1,21:la popolazione presente è
cioèpassatada41.177.000a49.834.000(SvIMEz100annitav.4). Se la popolazione delle dodicicittà fosse cresciuta con lo stesso ritmo,Roma,ad esempio, dovrebbe essere passata da.937.177
a circa 1.133.000 abitanti; invece la popolazione (uëciale) della capitale nel 1961 era paria 2.092.103:lo scarto, di circa 959.000 unità, ?) dovuto senza dubbio all'incremento m igra-
torio.SesifaeccezioneperTrieste (lacittà,dopo laprimacrisi demogralica successiva alla prim a guerra m ondiale, ha conosciuto neglianni criticide1 secondo dopoguerra un vero esodo di popolazione,sicché rispetto alla m edia nazionale in essa si
registrauno scarto negativo dicirca 20.000 unità),tuttiicentri principalipresentano scartipositivi analoghi, che,valutati co' n approssimazione al migliaio,sono i seguenti: Palermo 31,Venezia 52, Genova 57, Firenze 77, Catania 109, Bari 117, Bologna 164, Napoli 178, Torino 288, M ilano 394, Rom a 959.
Queste cifre bastano a m ostrare che ne1cuore dei centri principali,già poco omogeneinel1931 dalpunto divista della provenienza regionale deinativie quindidalpunto divista dialettale, nei tye decenni successivi si sono costituite delle vere e proprie 4 6grandicittâh)diim migrati.E tuttavia sitratta dicifre di prima lontana approssim azione, di molto inferiori alla realtà: esse servirebbero a dare il num ero degli im migrati, o almeno degliuë cialm ente imm igrati,se in primo luogo ilquoziente di incremento naturale dei grandicentri fosse pari alla m edia nazionale,in secondo luogo se icentri in questione non
86
111. Nuove condizioni linguistiche
avessero conosciuto fenomenidiemigrazione.In realtà,nessuna delle due condizioni siè verifcata:i quozienti diincremento naturale dei grandi centri sono inferiori, anzi,alla media na-
zionale(cièè in particolarerelazione con la tendenzaalla denatalità che visiregistra);ed essinon fungono solo da meta di imm igrati,m a anche da fonte diuna cospicua emigrazione.Per esem pio da Bari, soltanto nel periodo 1952-58, sqno emigrati
57.642 abitanti (GALAsso M tkraziont'74), pari a una media annua di oltre 8.000 unità; nel decennio anteriore al secondo con:itto m ondiale la media annua della popolazione emigrante
da Napoli siaggirava intorno alle 11.000 unità tcoLaMoxlco EI s.v.Napolij,g1i emigrantida Palermo erano nella stessa epoca oltre 5.000 all'anno (EPIFANI E1 s.v.Palermoj,da Firenze circa 7.000 (M oRIE1 ., 4. //.I s.v.Firenzej;da Torino ne1solo triennio ,35-37 emigrarono oltre44.000 abitanti(LANDINI EI . /1/*.I s.v. Torinoj; da Roma negli anni Sessanta emigrano fra le trenta e le quarantamila persone (FIGX-TALAMANCA 361). Daicentri principali, ne1giro ditre decenni,sono dunque partite anche m asse ingenti di em igranti: il loro numero va somm ato alla cifra indicante lo scarto tra increm ento teorico
medio (calcolato sulla base del quoziente 1,21) e incremento efettivo, e solo questa som ma com incia a dare un risultato
approssimato alla realtà (o,almeno,allarealtàuëciale)dell'imm igrazione. La distanza che corre tra lo scarto calcolato sulla base del quoziente 1,21 e la cifra reale degli im m igrati put s conoscersi,almeno in gran parte,ne1caso di Rom a:la somm a delle cifre assolute degliim migrati a Roma nel periodo 1932-
1956 (calcolata da D.Rossl,64 allegato 1V,col.f 4immigratiin cifre assoluteM è paria quasi1.200.000 unità,sicché puè presumersi che tra il 1932 e il 1961 siano imm igrate nella capitale non meno di 1.400.000 persone.Lo scarto prim a calcolato erainvecediappena 959.000 unità:ladiferenza,dicirca450.000 unità,è dovuta alla più ridotta natalità de1 grande centro rispetto alla m edia nazionale e alla emigrazione. Considerando come paradigm aticii rapporti tra scarto teorico e scarto efettivo verifcabili per Rom a,m aggiorando la somm a degliscarti
j. 1
Urbanesimo e migrazioni intevne
teorici calcolatiper ciascuna singola città (compresa Trieste) proporzionalmente (cioè moltiplicandola per 2,1) sipuè aferm are che, in com plesso, in trent'anni nei 12 centri maggiori sono imm igrati circa 4.716.000 abitanti: nello spazio d'una generazione,un italiano su dieci,stando alle sole cifre ul ciali. ha dunque lasciato il suo originario luogo diresidenza perandare a stabilirsiin una delle dodicicittà principali.Nello stesso tem po,centinaia e centinaia dim igliaia diabitantidelle dodici città principali le hanno lasciate per recarsi altrove nella Penisola. Un somm ovim ento cosl profondo, destinato a modifcare la distribuzione geografca della popolazione in modo radicale
(e,con la distribuzione geogralica,quella sociale,data la maggiore facilità di accesso alle professioni dirigenti propria delle
città rispetto ai centriminori: infra no. 43),ha suscitato naturalm ente forti resistenze conservatrici:la polem ica contro
l'urbanesimo (v.app.47)neè solo un aspetto;un altro,aque-
sto streitamente collegato, è ilpersistere di vivaci pregiudizi etnici,sopm ttutto contro imeridionaliche abbandonano il Sud per andare ad alim entare le industrie deigrandi centrisettentrionali. La singolare durezza de1 pregiudizio etnico contro i non nativi, specialm ente in Piem onte e specialm ente verso i
meridionali (FoNzI Stereotipo del meridthnale; Folq M eridthzlt7/g';PArrAsso Pettinengo 83)elafacilità con cuiilmeridionale è individuato attraverso ilsuo comportamento linguistico (anche questo visto in modo stereotipico,com e mescolanza dielem entisoprattutto romani,napoletani,siciliani,attribuitia chiun-
que,anche apugliesi: RIMANELLIM eridionalt'a Torino77-78), hanno com e conseguenza ilprodursidifenom enidim im etismo
dialettale,segnalabiliun po'dovunque IBARBERIS igrazioni27
'Cgee g.,47; Folq M m dionali 82; QUARESIMA Pronunaa frdrlflkfl
120):tuttavia,iltmimetismo dialettalehaavutounacollocAzipne sociale ben precisa,ha attecchito cioè soprattutto (e le ragioni sonoovviè)nelproletariato esottoproletariato in cerca dioccu-
paljpnç.A livello dellamediae piccolaborghesiapiù colta (si è detto altrove quanto cospicua sia stata l'imm igrazione a que-
sto livello sociale:v.app.47)le reazionisono stateditutt'altro
88
111. N uove ct?p?dz''z's'o//i lingltistiche
tipo: i già residenti e i nuovi arrivati in un centro mettono concordem ente da parte i rispettivi dialettie adottano,gli uni e gli altri,la lingua com une,sin dagliultim iannidello scorso secolo,specialm ente nelle classipiù giovanie nell'am bito della
scuola (injra no.42 e cfr.DE AMlcls Idioma gentile 22, 37; ERCOLANIRomagnolo IX ;QUARESIMA Pronunzia tyentina 120;
TERRACINIDialetti10-11).La vita diquesti44piccoliitalianizzanti da strapazzoïi, com e li chiamava nel 1925 il glottologo Terraciniin una relazione lkë ciale a un congresso,non è stata facile:hanno avuto contro di sé dialettofli e dialettofobi,pu-
ristie populisti(v.app.57).M aperessi,esivuoldire con ciö non soltanto a loro riguardo, ma anche ad opera loro, non è stata vana l'azione delle forze che, come ora si vedrà, hanno difuso la conoscenza della lingua italiana:per questi44italianizzanti da strapazzoA,cioè,la vecchia 44lingua m orta ) h, vivente soltanto nelle creazionidella poesia e della grande prosa d'arte, è diventata lo strum ento abituale, la lingua viva della nuova società italiana.
5. LINGUA E DIALETTI NELLA SCUOLA N e1 processo di diflbsione della lingua com une in tutte le regioni e in sem pre più larghi stratisociali dopo l'unità un posto diprim o piano ha avuto la scuola,che in tale difusione, diversamente da altre forze che hanno pur cooperato a ciö, ha trovato uno deisuoiliniprogram matici,costitutivi.La sua azione è stata per altro m olto varia per intensità ed eflicacia a seconda dei periodi e delle regioni e, soprattutto, a seconda dell'ordine discuole. La scuola . prim aria o elem entare ha agito su1 piano linguistico in modie con risultatiim prevedibilia coloro che neiprimi decenni dopo l'unità ne discussero i program mi18. 1 manzoniani avevano sperato di poter condurre attraverso la scuola una duplice lotta,volta da un lato a sradicare la 4malerba dia-
! J
J.Linglka e dialettinella scuola
lettale à ), dall'altro a imporre come tipo linguistico unitario il forentinol9. Altri, come il De Sanctis, l'Ascoli, il D 'Ovidio, erano decisam ente sfavorevoli ad una lotta indiscriminata contro i dialetti,neiquali scorgevano idepositari di un ethos locale da non disperdere,ma anzida salvare aifini dell'arricchim ento della cultura nazionale;i dialetti,perciù,non andavano m essiin ridicolo,ma studiatie confrontaticon la lingua,sicché dalla riiessione emergesse netto ilsenso della diversità di lingua e dialetto e si difondesse tra tuttila conoscenza della lingua senza isterilire quel che di vitale poteva esservi nei dialetti20. In genere, l'atteggiamento uë ciale delle autorità scolastiche fu ispirato piuttosto alle posizioni dei manzoniani che alle opinionide1De Sanctise dell'Ascoli:m a la pratica eflkttiva della scuola si svolse al di fuori degli schem i programm atici contrapposti.A ben guardare, il program ma dei manzoniani, pervenirveram ente attuato,avrebbe richiesto anzitutto ilcom-
pleto o quasicompleto adempimento deJWF:e defacto dell'obbligo dell'istruzione elem entare previsto dalla legge Casati del 1859: infatti,solo una azione che investisse la totalitâ o quasi delle nuove generazioni avrebbe potuto, pur sempre perö ne1 giro di qualche decennio,e non già imm ediatam ente,imporre un idiom a unitario;in secondo luogo,sarebbe stato necessario un corpo di docentitutti perfettam ente in grado di usare costantemente e correttam ente tale idioma,cioè l'italiano ditipo forentino21.11programm a desanctisiano richiedeva,oltre a que19 Vedi app. 38 e 55. 20 Vedi app. 40 f,55. F. de Sanctis fu segretario con voto della Com m issione provvisoria dell'istruzione da1 22 agosto al 9 novembre 1860,poi m inistro dell'istruzione nell'ultim o gabinetto Cavour e ne1
gabinetto Ricasoli, (1861-62) e nuovamente nel 1878-81 nel gabinetto Cairoli(A.M oscArl,IministridelRegnod'Italia,2voll.,Salerno 1955-57,pp.201,246).Sulle sue idee linguistiche e la sua azione di m inistro cenniin RAlclcu Scuola e im portantinotizie e considerazioni nella dissertazione di Flavia Luclnl,Le idee linguistt khe di Francesco
De Sanctis,diss.ined.,Università diRoma 1966 (ilsecondo volume è interam ente destinato alla trascrizione di inediti desanctisianiperti-
nenti all'argomento). 18 Vedi app.48.
89
21 ln questo stesso senso cfr. già PEnt/zzlLingua 33-34.
1H.Nuove condizionilingztistiche
ste, una terza condizione: richiedeva cioè che g1i insegnanti non solo possedessero perfettamente la lingua com une,ma fossero fornitid'un buon corredo dinozionistorico-linguistiche e dialettologiche. La mancata attuazione dei due diversi schem i di politica linguistica si spiega bene osservando che di queste tre condizionisoltanto la prim a e la seconda hanno com inciato a realizzarsine1quindicennio successivo alla seconda guerra m ondiale. Per quanto riguarda l'obbligo dell'istruzione,ne1 1861 almeno la metà della popolazione infantile lo evadeva, e ne1 1871 a1-
meno il400/0 (TALAMO Scuola 60);ma queste stimesono probabilmenteottimistiche:da1censimento del1951 (M EDICISvif/ z/pt ?della scuola 149)risultö che inatiprima del 1876 erano .
per il42,3t r,' f l analfabetie che fra g1ialfabetidelle stesse leve il20,3% era privo diognititolo distudio;ciù porterebbe a concludereche intorno al1870 oltre il62% della popolazione in età scolastica evadesse in realtà l'obbligo. La monumentale relazione de1Corradinioffre datisicuriperil1906,anno in cui ancora 47 fanciullisu 100 fra iseie gliundicianninon siiscri-
vevano alle scuole elementari (CORRADINI Relazihne 421);l provvedim enti del periodo giolittiano dettero rapidi frutti, se
è vero che nelgiro didue annila percentuale calù al25% : ciè coincide con idatiricavabilida1citato censim ento de11951 che registrano la dim inuzione degli analfabeti e dei privi di
titolo di studio elementare dal30,2% per inatifra il1896 e il1906 al24,7% e al17% perinatineidue decennisuccessivi.11 periodo della dittatura fascista non segnô una ulteriore dim inuzione dell'evasione dall'obbligo scolastico,che restö
sulle cifre percentualideldecennio precedente (M ED1cIop.&/. 149;TARANTINIop.dt.73),accrescendosianziduranteg1ianni di guerra. Solam ente nel secondo dopoguerra si sono avuti sensibiliprogressi:su1totale degliobbligatifra iseie iquattor-
dici anni (l'obbligo dell'istruzione è esteso sino a quest'età dalla Costituzione del 194822) g1i evasori erano nel 1950 il 22 Cfr.l'art.34 (Costituzl -one 105):4tLa scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore,im partita per alm eno otto anni, è obbligatoria
J.Lingzta e dl'alettinella scuola
15,4 0/0.La secolare massiccia evasione dall'obbligo scolastico ha avuto come conseguenza il persistere diun forte analfabetismo 23.Ancora all'inizio de1 secolo g1i analfabetierano quasi
la metà della popolazione e superavano il 69O/o ne1 M ezzogiorno;ne1 1931 erano il20,9 % della popolazione,ma oltre il38% nelM ezzogiorno (SvIMEz S tav.623);ne11951 erano ancora il 12,90 /0, ma nelle regioni de1 M ezzogiorno'oltre il 280/o (SvIMEz Jpp anm- tav. 39; TARANTINI Anal fabetismo tav.111);solo ne1 1959,secondo una stima (M EDICISvilu-ppo della scuola 151),scesero aldisotto de1100/0,e nel1961 risultarono pari al1'8,4% della popolazione (ASI 1963, tav. 17). La m isura e la persistenza delle evasioni e dell'analfabetismo sono giàsuë cientiad attestarequanto lascuolaelementare sia restata lontana dalla prima condizione necessaria alla realizzazione di una qualsiasi organica politica linguistica. A ciù si db' kè aggiungère che nelquadro della preparazione deimaestrinon fu maitentata o anche solo prevista quell'approfondita specializzazione linguistica e dialettologica necessaria per m a 'ndàre a eflktto ilprogramm a m anzoniano o ildesanctisiano.Per intendere l'efettiva azione lingulstlca svolta dalla scuola elem entare, occorre dunque prescindere dagli schemi interpretativi derivabili dalle discussioni fra m anzoniani e antimanzoniani e guardare alla concreta e varia consistenza delle istituzioni scolastiche primarie.A una piena eë cienza delle qualisi
opposero circostanze eforze divaria natura (carenzelegislative, povertà delle Enanze com unali,ostilità de1clero,degliamm inistratori locali e de1 ceto dirigente conservatore per la difu-
sione dell'istruzione)a causa delle qualiancora intorno al1910 l'istruzione elementare era un f(bisogno voluttuario A, un lusso. Cam illo Corradini, un burùcrate del ministero dell'istruzione, ne1 1910 era costretto a sintetizzare la situazione dell'istruzione prim aria scrivendo: qLa realtà costituisce la negazione più m anifesta e più assoluta de1prineipio teorico cuiilservizio e gratuita.1 capacie m eritevoli,anche se prividi m ezzi,hanno diritto diraggiungere i gradi più alti degli studiA. 23Vediapp.49. ' '
J.Lt'ngua e dialetti'ltella scuola
111.-' Vbtv c condiziotli linguistiche
sultati siano variinon soltanto secondo la capacità degli inse-
dell'istruzione elementare... dovrebbe corrispondere: cioè la generale e uniform e sua estensione, proporzionale esclusivam ente alle unità dei gruppi di abitanti... Per un servizio di carattere generale e uniforme il nostro ordinam ento amm inistrativo consente nondim eno una varietà che sarebbe appena conciliabile con un'attività sociale che avesse per 6ne...la soddisfazione di bisogni voluttuarii e di una utilità accessoria' . un'attività, dunque, da potersi proporzionare soltanto a quel grado digodim ento che s'intende raggiungere,e a quelcorrelativo grado disacrifcio che siè dispostia sostenere...La spesa per l'istruzione elem entare...viene a trovarsi in ragione diretta della potenzialità economica dei bilanci com unalie in ragione
gnanti, ma più ancora secondo l'ambienteh/(Relazione 127). E poiché perlo più nell'ambiente dominava ildialetto,non solo, come s'è già ricordato,neiprim ianni dell'unità altem po del-. l'inchiesta M atteucci, m a ancora mezzo secolo dopo al tem po dell'inchiesta Corradini,qimaestri...usavano in iscuola il dialetto o un misto didialetto e dilingua letteraria*che,aggiunge
il Corradini, L $val peggio dell'uso de1 puro dialetto'à(Relazione 128).Siinsegnano le regole della lingua,e anzia ci4 5t b dedicato anchepitldeltempo previsto daiprogram mitogliendolo
ad altre materie (Relazione 130),ma firisultatinon corrispondono sem pre altem po e all'attività dedicata a questa disciplina. Difattibasta vedere come leggono e come scrivono i fanciulli che sipresentano agliesamidicompimento,dopo tre o quattro anni di scuola... Certamente,alla mediocrità w dei.risultati contribuisce l'uso costante del dialetto,spesso assai lontano dalla
inversa della gravità delbisognob i(Relazione 544-45).Aldate Perm ezzo secolo aicom uni,le scuole erano,in genere 44m agaz-
ziniper fanciulli$ /(Relazione 163):su oltre 60.000 aule,solo 21.000 erano 44buone à ), ma qla designazione di buone, data a sole 21.028 aule...è...da intendersi con molta discrezione e
'
buona lingua...p(1301.All'originedella scarsezza diprogressi vi sarebbe stato, secondo le autorità centrali, 44l'errore, assai difuso, che la lingua si insegni soltanto nel tempo dato alla lettura e alla dettatura,alla gramm atica e alla composizione...h
con criterio afatto relativo>(Relazione 156):ad esempio,qjin taluni com uni della circoscrizione di Avellino... le famiglie e le autorità comunalinon avvertono ilbisogno dim igliorilocali scolastici, perché quelli esistenti sembrano loro più che adeguatie soddisfacentim essiin confronto con le misere casupole
(130);l'errore, cioà.,.:<, g. , .qçll -u ' ,i -n,, :, . çgt rplp. ya nt .. p.m).e.r .. a., m ...slrgt-. f.% raa.
listico. Nella scuola elem entare, insomm a, la lingua comune ''
autoritâ scolastiche (0. :.cit.119 sgg.).l tre annia cuiin 7/8 deicomtlni,pari a 3/5 della popolazione, si limitava l'istruzioneelementare (op.c2' f.559),erano assolutamente insulcienti
ancora all'inizio del secolo continuava a essere in genere una realtà lontana,staccata dalla vita quotidiana che trovava espressione neldialetto,una lingua che siinsegnava ma non sipraticava veram ente.D i conseguenza,l'gzione della scuola elementare valse soprattutto a indebolire ildialetto,ad avviare maestri
a evitare.. nella maggiorparte deicasi,l'analfabetismo diritorno
ed alunni verso forme italianigggqtj i di dial etto (è questo il r
nelle quali la gente generalmente dimorah (op.cff. 163). Su 60.000 m aestri, la metà era giudicata non buona dalle stesse
(0/.cit.32). ln ragione di questa debplezza strutturale, l'apparato scolastico, in genere, lungi dall'iniporsi all'am biente, poteva sopravvivere soltanto adeguandovisi,non già per salvarne la parte m igliore, com e era nell'intento de1De Sanctis, ma per subirlo in tutti i suoi caratteri. Per quanto riguarda l'insegnamento e la difusione della lingua ciô è evidente. 4L'insegnamento della lingua italiana tiene... il prim o posto nelle nostre scuole. Ed è parimenti agevole intendere com e, specie per esso, i ri-
44misto''deprecato dal corradlm--l-'kbfsù''' kanetà regionalidi italiano che,specieda1puntodivistafonologico,dovevano essere folztem cnte polarizzate vcrso i dialetti21. talivarietà,di cui si 24Sulla italianizzazione deidialettiattraverso la scuola elementare, in quanto fonte di italianism i nel parlare dei pil h giovani e, tram ite
questi,delle famiglie.cfr.,per esempio:BRUNER Pistokse 2;CREMOxEsE Agnonese 3-4; G HIRLANDA Terminologia viticola 97-98; PARIIINO Note 16-17; TERR. ACINI Dialetti 9; ZAMBETTI Valmaggiore 57. Sui residui dialettali nelle varietà regionali e nell'italiano standard adope-
94
111.. VJIt?rc condizionilinguistiche
5.Lingua e dialettinella zct/o/tz
vedrà oltre l'im portanza, sono da scorgere dietro i cenni del Corradini sulla normale presenza nella scuola di (4errori di pronunzia* degli allievi che i maestri non correggono ffpro-
nunziando maleessistessiy h(p.128). G ià l'inchiesta M atteucci aveva m esso in luce che, àhche in fatto di lingua, le condizioni della scuola variavano dalla città àlla càmpqgna, dalle zone urbanizzate alle agricole: nelle prime, alla influenza dell'ambiente, già per sé meno ancorato altradizionale dialetto,sisom mava un'azione più eë cace della scuola,in quanto scuole e maestrierano per quantità e qualità superiorialla m edia e m aggiore viera la frequenza.La politica scolastica italiana dall'unità alla guerra m ondiale non fece altro che esaltare queste diferenze e,dalla prim a guerra m ondiale ai primiannide1secondo dopoguerra,se non le rese pilh profondc, non riuscl perù ad eliminarle. Riprendendo in esam e le cifre dell'analfabetismo com e indici della intensità dell'azione linguistica della scuola elementare, si puè in proposito rilevare
come ne1 1951 la percentuale di analfabeti fosse de1 7,460/)
95
1861
1911
ITALIA Piem onte Lombardia Liguria Em ilia Rom agna Veneto Lazio Toscana U mbria M arche Abruzzi Sardegna Cam pania
75 54 54 54 78 65 68 74 84 83 86 90 86
40 11 13 17 33 25 33 37 49 51 58 58 54
1,8 4,9 4 3,1 2,3 2,6 2 2 1,7 1, 6 1,4 1,5 1,6
Puglia sicilia
86
60
89 86 86
58 65 70
I 1, 4 I ! 1,6
Basilicata Calabria
1951
18,57% nellezone agricole ecollinari.Data ladiflbrmità regio-
. 1,3 1 I 1,2 /
nei capoluoghi di provincia e oscillasse invece fra 1,11 e il nale delterritorio italiano,le diferenzetra zone agricole e urbanizzate sisono risolte in diflkrenze profonde tra le regioni:la tavola seguente mostra il diverso tasso di diminuzione nelle varie regioni, elencate in ordine decrescente di grandezza de1 tasso didim inuzione 1861-1951.
1911
Sono esclusi Trentino e Venezia G iulia, che appaiono solo co1
1921,e con percentualiminime dianalfabeti(2,5 e 2,2 scese in 30 annientrambe a 0,9). La diversa intensità dell'azione della scuola elem entare ha fatto sl che le necessarie tappe della difusione della cono-
scenza della ltngua siano state raggiunte a date molto diverse dalle varie regioni tra il 1871 ed il 1961: PERCENTUALI DI ANALFABETI
1871
supeviorial50O/o Liguria,Veneto,Em ilia,Toscana,Lazio,Um bria,M arehe,Abruzzi, Cam pania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata rato nella scuola non solo elem entare, ma anche postelem entare, cfr.
FluxcEscA'ro Friulano,RuRlxo M aceratese,e vediinfra no.26.
inferiorial50% Piem onte, Lom bardia
111.Nuove condizionilinguLstiche
5.Lingua e #/'cz/tlll/'nella scuola
inferiorial25 O.0 ' inferiorial 13 O yo /
supert ' orial500g. / o M arche, Abruzzi, Cam pania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Basilicata
1881
inferiorial50 O /o Veneto, Em ilia,T oseana, Lazio, U mbria
superiorial50 q' o Veneto,Em ilia,Toscana,Lazio,Um bria,M arche, Abruzzi, Cam pania,Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata
inferiorial50tl0 '
inferiorial25 O /o Lom bardia, Liguria
inferiorial13 Ogz ' o Piemonte
Piemonte, Lom bardia, Liguria
inferiorial 25 ?o ' -
Jnferiorial 13 9o '
1921
superiorial50% Calabria, Basilicata '
lnferiorial50 0 zo / ' 1901
superiorial507,0 / U mbria, M arche. Abruzzi, Cam pania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Basilicata
inferiorial50 O /0 '
Toscana, Lazio, Um bria, M arche, Abruzzi, Cam pania, Puglia, Sicilia, Sardegna
t hferiorial25O/o Veneto, Emilia
infeviorial 13 % Piem onte, Liguria, Lom bardia, Trentino,Venezia Giulia
Liguria,Veneto,Em ilia, Toscana, Lazio
inferiorial256, . / 0 Piem onte, Lombardia
inferiorial 13 tlo
superiorial50 %' o inferiorial50 t )t U m bria, M arche, Abruzzi, Cam pania, Puglia, Sardegna, Calabria, Basilicata
5 L&'gua e t i nc/efll -nella ' scl/o/t t
inferiorial25% Emilia, Toscana, Lazio
inferiorial 13 O/ O Piemonte, Liguria,Lom bardia, Trentino, Venezia Giulia, Veneto
Naturalmente la conoscenza della linguz nop comportava l'uso efettivo,ma solo la capacità potenziale d'uso:l'esempio de1 Trentino e della Venezia Giulia, che entrarono a far parte dello stato italiano con una percentuale m inim a di analfabeti, ma con un tenace predominio dei dialetti locali nella
vita associata (v.sulwa no. 15), mostra che tal -s-plll y. n . -4. i alità 1951
superiori al 50 O yO '
inferiorial50O' o Calabria, Basilicata
inferiorial25 9: M arche,U m bria, Abruzzi, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia '
lnferiorial 13 C . !/ ' o Piem onte,Liguria,Lombardia, Trentino,Venezia G iulia,Veneto, Em ilia, Toscana, Lazio
dal50Elt
Cam pania, M olise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna
puö restare inattuale su1 piano del linguaggio parlato,.,s.e no n intervengono quelle condizioni ambientali, create dallqindustdAlikzazione, ïla -ll*tifbin' eklfn 'o, dalle m igrazioni,che rendono necedkârio prim a lim itare e poi abbandonare litlso degli idiom i locali.E d'altra parte a Roma e in T oscana la secolare prossi.
.
m h' a dei dialettialla lingua com une ha certo facilitato l'uso di questa,anche se nota pienam ente solo a una minoranza.M a, a parte questi casiestrem i,il crvscqm dellp potenzialità d'uso dell'italiano è stato certo un fattore che,oltre un certo grado,
ne ha deïermlnaïo l'uso eflbifikià.Si-puô congetturare che le rài' i' if' reglonl a parte a oscana s' lano restate aldisotto ditale grado almeno finchl il 500 ,) della popolazione fu analfabeta; quindi,fno al 1861-71 Piemonte e Lom bardia,lino al '71-,81 la Liguria, Iino al 1881-1901 Veneto, Em ilia e Lazio, lino al 1911 l'U mbria,fino al'21 M arche,Abruzzi,Cam pania,Puglia, Sicilia, Sardegna, ûno al '31 Calabria e Basilicata. M entre si puö supporre che al disopra ditale grado siano giunte quando soltanto meno diun quarto della popolazione era analfabeta: a tale livello, paragonabile alla fase di 4(decollo * dei sistem i economici, Piem onte e Lombardia giunsero già nel 1901, la Liguria nel 1911, il Veneto e l'Emilia ne1 1921, il Lazio nel 1931, M arche, Um bria, Abruzzi, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna nel 1951; Calabria e Basilicata, invece, ancora nel 1951 restavano sotto tale livello,superato solo nel 1961. A1 processo di diffusione della lingua italiana le regioni jtprp dunque preso parte prim a e pifl delle dçl Settentrione h .
regioni del sud: già prima del 192t piemonte, Itombardiainjeriorial7,57To: Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lom bardia, T rentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-venezia Giulia,Em ilia Romagna, Toscana, Lazio.
Liguria, Em ilia e Veneto hanno superato la soglia del 75 Oz/o di non analfabeti; m entre soltanto dopo il 1921 in Abruzzi, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, lwucania e Calabria gli analfabeti, in genere necessariamente dialettofoni,sono scesia
100
I1I. J vlfozz'e condizionl'/fr!,jrl, I?'. çf;'c/?e
percenttlali inferiori al 50 0 0.N el 1951, su 5 m ilioni e m ezzo /,
dianalfabeti,3.718.531 (parial66,6 0 /0)vivevano nelle regioni m eridionali,accanto a 3.675.375 semianalfabeti,som mandosiai quali pareggiavano quasi i 7.861.406 alfabeti. Ben diversa la situazione nelNord,in cuig1ianalfabetierano appena 842.656
(14,4 0t)contro 18.399.851 alfabeti,di cui 15.854.363 forniti di un titolo di studio. N el 1961, secondo idaticensitari,
su
3.772.565 analfabeti,2.591.562 (parial67,6% )vivevano nelle regionimeridionali, contro 548.261 (14,3Ot)) viventinelle regionisettentrionali:e cioè neldecennio 1951-61 siè accentuata la concentrazione dell'analfabetismo ' nt' l' M e'zzogiorno. Oltre che nella più intensa urbanizzazione e industrializzazione delNord, anche in questa diversa distribuzione dell'analfabetispo e dell'alfabetismo, cioè della potenzialità d'uso della lingua, è da indicare l'origine della fortllna dielementilinguisticisettentkrio-
nalinell'italiano standard e dielerpynti mçridipnali nell'italiypo a'tinte pppolayçjxtw Li nfva, cap. 1V, 2 sgg.): dopo l'unità, ( tsaper par1are italiano ) h è andato diventando sempre più un '
.
carattere tipico de1 Settentrione, m entre non sapere parlare italiano,cioèsaperparlare soltanto dialetto,è andato diventando un contrassegno tipico delle popolazioni contadine del Sud. Se è palese l'importanza avuta dalla scuola elem entare in quanto ha difuso,purlentam ente,la possibilità diconoscere la lingua com une e non isolidialetti,e ha favorito,con la sua scarsa eëcienza, il crescere e prosperare di varietà dialettali italianizzantie divarietà regionalidiitaliano,non m eno importante,anche se rivolta a una m inoranza,ê) stata l'azione della Fuola m edia infecit lrç q supvziore25.Come siè detto,neglianni dell'unifcazione solo a coloro che l'avevano frequentata e la frequentavano si puö attribuire in linea di massima la qualifica di italofoni. N aturalmente, anzitutto per il loro stesso .
.
aumento percentuale (gliallievidellescuole mediesono passati dallo 0,9% dei coetanei nel 1862-63,al4,1% ne1 1911-12, al 18,1%o' nel 1951-52, al 30,7tt ! . t ne1 1959-60: Svll , klEz 100 annitav.42),in secondo luogo perilmaturare didiverse con25Vedi app. 50.
J.Linglta e J?W/c!/?'llella scuola
101
dizioni sociali e culturali, essisono andati perdendo l'esclusività di tale qualilica: tuttavia, alm eno lino all'attecchire dei mezzidiinform azione dimassa,dicoloro che avevano una piena conoscenza del patrimonio linguistico italiano sono restati il nuclèo principale. D iversam ente dagliiscrittialle scuole elem entari,g1iiscritti alle scuole medie sono sem pre stati distribuiti in m odo molto om ogeneo tra le vaiie regioni.Già nel 1862=63,a se.nelle cosiddette ffprovincie napoletaneA la percentuale complessiva ( appena del 2,3 0/, 0, contro 1'8,9 O'z / o ' medio,una regione ftm eridionaleA come la Sardegna presentava una percentuale superiore .
alla media (11,10, /0). L'azione dello stato unitario non restè senza eëcacia in questo settore della scuola,che ab i 'Alg' f/' t?pottt giovarsi dell'essere amm inistrato direttam tnte dalle autoritil centrali. N el 1911-12,'4951-52 e 1959-60 si sono avute le sèguenti percentuali regionali di iscritti alla scuola m edia
(alunniper1000 abitantifraundiciediciotto anni): Lazio Liguria Cam pania M arche Piem onte Sicilia Em ilia Um bria ITALIA Lom bardia Toscana Sardegna Puglia Veneto Calabria Abruzzi Basilicata
74,3 63,3 46,3 46,1 45,7 44 43,3 41,7 40,9 38,4 , 38,2 37,2 36,6 30,8 25,5 23,2 21
Liguria Lazio Piem onte Toscana Em ilia Lom bardia ITAI-IA Campania U mbria M arche Trentino Sicilia Puglia Friuli Abruzzi Sardegna Veneto Calabria Basilicata
344,4 272,7 222,5 211,9 207,7 201,9 181,4 180,2 175,4 174.9 164 157,9 148,8 146,6 133,5 131,4 l30,6 113,7 82,8
Liguria 498,4 Lazio 465,4 Piem onte 352,1 T oscana 340,0 Friuli 337.4 Em ilia326,6 Lombardia 324,6 Um bria 313,9 ITALIA 306 Cam pania 304,4 Sardegna 299,7 Sicilia 278,5 Puglia 277,4 Trentino 276,8 M arche 268,7 Abruzzi 228.7 Veneto 222,7 Calabria 208,8 Basilicata 190,5
I11 Nzforc condizioni î? -7 ?#? z? . slfcJ/t ?
Dalla tavola precedente emerge che una regione m eridionale com e la Campania ha fornito una parte notevole degliita-
lofonifno al1911eche,in questo settore,ilLazio (cioèRoma) ha avuto una funzione diguida,tanto più signifcativa data la m assa cospicua,in cifre assolute,dellapopolazione rom ana.N on m eno importante è l'ascesa percentuale degli italofoni fra il 1911 e il 1951 nelle regioni settentrionali, Liguria, Piemonte, Lom bardia, Emilia;ciö ha creato un'altra condizione de1 settentriollaligzarsi.dell'italian. o standard quotidiano: ne1 1951 su 2.514.4. 74 diplomaticon licenza m edia inferiore 1.402. 361 (01a
tre il500,0 ') erano concentratinell'ltalia settentrionale (anche se non tuttierano settentrionali),e diessioltre mezzo milione nella sola Lom bardia:su 1.379.811 diplomaticon licenza m e-
dia superiore 678.1. 27 (poco meno de1500/0)erano altresl'concentratinell'ltaliasettentrionale(224.000 nellasolaLombardia). Come ha agito l'istruzione m edia su1patrim onio linguistico italiano sipuö congetturare dalle cifre sin quifornite e da qualche sparsa testimonianza.Fino a tempi recenti, per circa due terzidelsecolo postunitario,l'istrtlzione postelementare è stata destinata a una m inoranza:non più esigua com e ne1 1861, m a
pursempre ristretta al4% ne1.1911-12,e aldisotto del150/ .0 ' ancora ne1 1931 (M EoIcI Sviluppo della scuola 120-21). Solt) intorno al1950 l'istruzione postelem entare siè avviata a diventare un fenom eno dim assa.Per il stib carattere m inoritario la scuola m edia siè posta a lungo in attitudine didifesa neicon-
fronti dell'ambiente: diversamente dalla scuola elementare, in essa, per quanto è possibile giudicare, si è riusciti a evitare l'uso normale de1 dialetto già daiprim ianni dell'unitz a, anche
se'qua e 1à,nclle zone diprovincia in cuila scuola non ha potuto fruire dei vantaggi dell'urbanizzazione,possono segnalarsi regionalism i nen'uso linguistico degli allievi26. Date le condi-
zioniinizialm ente com uni a tutte le regioniitaliane,vincere la battaglia contro l'uso esclusivo de1 dialetto parve possibile soltanto a un prezzo:quello diim porre agliallievidi rifuggire sistematicam ente da ogni elemento lessicale e da ognim odulo sintattico usato ne1 linguaggio parlato, sia in quello orientato verso il dialetto sia,da1 momento in cuipresero a formarsile varietà regionali, in quello orientato verso queste27. L'antiappartenevano per lo più alla buona borghesia delluogo,restia a consentire che i proprifigli si mescolino ai plebei nelle scuole di stato. G li allievi dell'istituto statale in realtà provenivano in larga m aggioranza da fam iglie m odestissim e le quali,se si prende come criterio di valutazione iltenore divita de1Nord,sipotevano senz'altro dirpovere' , m olti,per dipiù,provenivano daicom unirurali deîdintorni, dove la vita ristagna da secoli. Se ne videro tosto le conseguenze nella lingua italiana. M entre le ttcittadine'h.,. si esprim evano in m odo passabile quanto a gram m atica e sintassi,g1ialtri,in gran parte,usavano un linguaggio scorretto, approssim ativo, poverissimo. N on solo ignoravano il signifcato di vocaboli un po' m eno consueti, incontrati leggendo
iclassicie imanuali(4veterano' h,ï sindigeno à h,4inediaA.( fgiudeo#), m a parlavano con tale im proprietà da costringere l'esaminatore ad uno sforzo non piccolo dierm eneutica per capire iconcettiche volevano esprimere.La sintassi era applicata a casaccio; m olto frequenti
g1ierrorinell'uso de1gerundio (percuicadevano in continuianacoluti. inversionidisoggetto,passaggiarbitraried erratidall'attivo alpassivo
eviceversa);frequentissimo lo scambio dell'indicativo co1congiuntivo
e delcongiuntivo con l'indicativo,ilche dava l'imp-ressione diascoltare una specie digergo,m escolanza dilingua e didialetto.La confusione delle idee,aggravata dalla confusione dellessico,giungeva a form e inverosim ilicon la confusione delle costruzionisintattiche;le pochissim e eccezionifacevano risaltare ancor pil h la paurosa impreparazione della
massa...Quasituttigli interrogati ammisero che nelle loro casenon entrava m ai il giornale, benché avessero in m edia 19-20 annib $. 27 Vedi app.50; buoni esem pi di ipereorrettisimi scolastici sono in PAlzlalxo Alacevatese 36,ove siidentifica una tconiunctivitis #l ' . sc, ' >l/-
Iorum da aggiungere alla coniunctivitis professoria della quale parla, 26 Cfr.PARRINO slaceratese 12, 25 e passim , e R.BERARDI,Esami in S? ' cI Wtz,N S,67,1u.1960,pp.77-92,p.81:(6La com m issione dicui facesvo parte doveva esaminare circa cento candidati all'abilitazion 'e m agistrale' . di essi una quindicina erano privatisti, una trentina proveniNrano da un istituto pariscato,i rim anentierano allievi di due distinte classi di un istituto statale... Le allieve dell'istituto pariûcato
per illatino,ilPasqualiA:sono questii risultati della L 3guerra deliberata e insistente ' hcondotta da buona parte delle gram matiche scolastiche 4aicostruttiriprovevolih,cioè 4(contro certicostrut'tisgramm aticati, che non è raro,purtroppo,udire sulla bocca e perhno leggere negliscrittidelle persone colte , h,secondo le espressionidiuna disusa
grammaticascolastica(A.BONGIOANNI,F.ToxEt-t-l,Grammatica della
104
111.Nvot?e condizioni linguistiche
parlato,o,m eglio,ilparlare ( 4come un libro stampato #,è stato cosl l'ideale linguistico più difuso nçlla scuola media. G li esem pie le conseguenze de1 conformarsla questo ideale sono innumerevoli.Basterà ricordare la battaglia ingaggiata da gram -
matiche e insegnanticontro l'uso esteso delgerundio (che è sl largamente usato dagli scrittoriaulici,ma è altresl iltipo
hanno aggiunto nuove ragioni a favore di un uso anchilosato della lingua comune.
Tutiavia,ilfatto stesso che questim alannilinguisticie non linguistici della scuola siano stati più volte denunciati, e con tono f ortem ente polem ico, consente di afferm are chey accanto ? aldominante,non sono m ancatinella scuola italiana altriideali.
di subordinazione più vitale nella lingua parlata e nei dialetti
centro-meridionali),o contro ilche relativo e a favore diillla quale,o a favore diasnché.Perfno a Firenze l'i1 ne (2 7 :. 49,. yr ..uuc ...o .-..r .r uw:ç --.t . : yayt li >. . .
b!J!; scolqj-t,i yo ha trionfato alm eno in certe scuole,come provano
.
perepoche diverse le polemiche delPistelliequellepiù recenti
de1Bianchi;lafaccia della M adonna è corretto in volto,siarrabbia in si inquieta,siporta in si conduce,passare le vacanze
in trascorrere le vdcanze,fare le lezioni in eseguire i comkiti; a Roma, vi eA' J un grzwatf: tarta è sostituito da la torta troneg#iava;un periodo com e L'altr'anno Jb ho compiuto dodici tmni'
e abbiamofatto una festa JW fami glia:@'venuto mio mb viene stravolto correggendolo in:.. in famiglia rtxl l'intervento di mth zio;.ptv//re J'regaliè sostituito da donare, la televisione #:;'
ragazzi è corretto in lo spettacolo televisivo destinato ta'ragazzi. 11 generale impianto dei program m idi insegnamento dell'italiano, basati sulla pratica dei tem i, più volte condannata
daipedagogistisin daiprimidecennidell'unità (app.50),pratica che,com e è stato più volte osservato,impone didiluire in tre o quattro pagine quello che uno scrittore classico ha ben
detto in una o due frasi,ha favorito inoltre la verbositk cioè l'adozione,da parte ' degliallieviedeidocenti,diftifhiul' è stereotipiche cristallizzate. E i programm i scolastici di ogni disciplina, imponendo per'decenni e decenni a discenti e docenti la fuga dalla realtà storica de1passajo e de1presente,dalla esperienza concreta e diretta, verso i placidi porti dei 4m anualià h, lingua italiana per uso delle scuole medie C 'Al -f eAerf,18a'ristampa della2*
ed.,Torino 1931,pp.IIIe VII).Sulla coniunctivitisAro-fe. ut m k,utile
docum ento dell'mstrattezza e schem aticità con cui si è insegnato il latino nelle scuole m edie italiane, cfr. G . PASQUALI, Coniunctivitis
yrofe. ut m k,C,VI,1926-27,pp.267-269.
6.FATTORI Dl UNIFICAZIONE:BUROCRAZIA ED ESERCITO
.
Oltre la scuola,anche altriorganidelnuovo stato unitario, ) natiinsiem e con la formazlone di questo,happo agiyo al :ne della difusione della lingua comune.La loro azione,come siè accennato,non è stata intenzionalm ente voltaa tale hne,ma non per ciö è stata priva diim portanza,dato illim itato raggio d'iniuenza della scuola e prim a dell'avvento di mezzi d'inform am zione di m assa, cioè per tutto il primo cinquantennio di vita unitaria.La creazione diun corpo diburocratiha avuto eflktti lingukticianzitutto sui burocrati stessi, che dai trasferim enti sono staticostrettiad abbandonare spesso,alm eno in pubblico, il dialçtto d'origine e ad usare e diflbndere un tipo linguistico unitario 28.Sitratta diun tipo linguistico con sue caratteristiche abbastanza om ogenee.L'influtnza deidialetti1..usopr attutto; mçr i... ., .. .--... .. ..
.- -....-.. v
-
diolali,non ètrascurabile:provienedall-uso dlburocratlmeri-
dionali t' ncartamento, dallo spagnolo encartamiento; sim ilmente lo spagnolo descuido 4trascuratezza h /, passato ne1 Seicento in napoletano, attecchl verso il 1875 nel linguaggio butocratico
sotto la forma disguido (dovuta ad una etimologia popolare che legava erroneamente, m a con el cacia semantica, la parola a 28 Cfr. M lct-loRlNl Lingua contemporanea 20-22; 1o. Storia 681, 716.11 costituirsi diuno stato unitario ha avuto un riflesso linguistico
nell'uniscazione della terminologia giuridica (per cui v. app. 65) e della nomenclatura (anzitutto ufliciale,manon solo)delleprofessioni: cfr.le recensionidiM .M EolclalDizionario delleyrq/kswfozlf,a cura de1 M inistero de1 Lavoro e Previdenza sociale, Roma 1966, LN 27, 1966,pp. 133-34,e di A. M ENARINI a M . M Eolcl,N uovimestieri e
nuore professioni,Roma 1967, LN 29, 1968,pp. 93-94.
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I1I z' Vvorc condizionl.f' gq/ttr?zglfc/ztJ
guidare)e,co1signiscato di((smarrimento/ ),dallinguaggioburocratico passè poinella lingua comune29.Gliarcaism ie le innovaz ioni più audaci si mescolano sotto la penna degli am m ini-%-<. .. .... w..-..strattzi-. ''Uh'iipo diform azione nominale assaiantico in italiano è quello dei co 'siddetti deverbàli a sul sso zero:si tratta cioè tli nomi derivati da verbi preesistenti senza l'aggiunta dei sulssit'11tipo è antico,m a serve per creazionilessicalinuove .-
,,
e-'imprevedute:coslda riparttke sicrea rt harto,da rivendicare ivendica da reintegrave reintegra. Anche la formazione di un esercito nazionale va rammentata fra ifattoriche hanno modifcato le condizionilinguistiche italiane.11servizio m ilitare,che ha avuto in ltalia carattere obbligatorio, allontanando per un certo tempo gli individui dai luoghidi origine e im mettendoliin am bienti linguistici diversi ed eterogenei,ha concorso ad indebolire le tradizioni dialettali; né va passata sotto silenzio l'attività delle scuole reggim entali, cospicuasoprattutto negliultim idecennidplrottocerïto 30.L'uso -
29Cfr.X' IIGLIORINIStoria 714,1D-LN ,VIII 73-74;iviilX' Iigliorini illustra la storia d'un altro ispanonapoletanism o di lontana origine latina diffusosiper ricalcare una parola tedesca:l'espressione argumentum contra producentem,il cui senso originario era fargomento che è contrario a coluiche lo avanza ' h,intesa com e 4argom ento che produce effetti contrari' k, dette luogo allo spagnolo contrapvoducente, che, attraverso l'italiano m eridionale degliuflicistatali,si( ' )poi difuso anche per rispondere all'esigenza di tradurre il tedesco gegen. wirkend. Per i deverbali a suGsso zero v. cap. lV, pp. 222 sgg. 30 Sullhem cacia delle scuole reggim entali,specie nelridurre la percentuale dianalfabeti,cfr.ASI 1900,p.162,C.CORRADINI.11compito
dellbesercito nella lotta contro l' anavabetismo, NA, 212, mar. 1907, p.305 sgg..1D.Relazione 95.Sulla m escolanza dialettale dell'am biente m ilitare durante la G rande guerra cfr. SORRENTO Dialetti e Cesare BATTISTIScritti 13 288: LIn un unico cimento si sono fusi e confusi ifiglidelVesuvio e quellidelle Alpi,gliabitantidelpiano e quellidel mare.G 1ialpinihanno salutato con gioia tuttigli italianiapparsisulle Alpi;forse,per la prima volta, hanno sentito in loro i fratelli. Ogni ricordo di antagonism i, di dim denze fra settentrione e m ezzogiorntd è per loro scomparso... 11regionalismo, maicom battuto lino a ora a sum cienza né dalla scuola,né da1 Parlam ento. né dall'esercito stesso; il regionalism o ha avuto un colpo m ortale... Espressione di questa
costante dell'italiano era perö eccezionale nell'esercito im mediatam ente postunitario anche fra g1iul ciali:specie ipiem ontesi insistevano nell'uso de1 loro dialetto ed a ciù si deve se una serie di piem ontesism i, colne cicchetto, grana, ram azza, sono restatinelgergo delle caserme ediquisono rimbalzatinelgergo
popolarecomune(l H Ict,IoRINIStoria674,725).Ancoraaltempo della prima guerra m ondiale neirapportitra uëciali e truppe l'uso de1 dialetto era consueto, com e risulta, ad esem pio, da una testim onianza del D 'Annunzio 31: Eraqram o su per il Veliki, all'assalto. I fanti m ordevano l'azzurro. 5la l'azzurro m irosseggiava. M ipareva che tuttiavessero ilm io cuore per insegna verm iglia. Ed ecco, odo alla mia sinistra un accentt) d'Abruzzo,un suono diterra natale. 11linguaggio natale m iriaflluisce alla gola, alle labbra. Chiamo, grido, interrogo. lH 'è risposto. M '(.' dato il rude e fiero ftu ' paesano... .
E tu chisi'(E tu chi sei?).
1. so' D 'Annunzio. Tu si' D 'Annunzie...7 . G abbriele!... L() stupore spalancava la bocca al piccolo fante. -.- E chi s ti' fa' a ècche ? Vàttene, vàttene! Si i' me m ore, nu' ê.niende.M a si tu te more. chi t'arrefà? -.-
.- .
Nei tre anni e m ezzo de1 prim o conoitto mondiale i ceti contadini,che della guerra alfronte portarono ilm aggior peso
(X' lEt,oGRANf Grande guerra 113-20, 332) ebbero occasione di fusione è la rnescolanza f' olkloristica che caratterizza g1iaccam pam enti deinostrisoldati:son g1ialpinichecantano ( 4M aquant'è bella Napule, '. e i napoletaniche ripetono le cantilene dei bergam aschi e le villotte friulane.Sifondono alcam po isuonidelle eento cittàd'Italiah. Sull'interregionalism o com portato dal conflitto cfr. anche M ussot-lxl'Slkitti I175,'iki' a'-P-13. 3:)' Jacobone,n'apoletano,dirige un coro dimilanesi. Sicanta a voce spiegata la canzone della povera Rosetta:Aiventinov' e
agosto /era una notte osczlrtz ,/commisero un delitto /gliagentidella .
questura h ). L'eflicacia de1 servizio m ilitare nel diflbndere l'uso di italianism ineldialetto e ne1creare una kpinè popolare interdialettale è ben m essa in luce da VlcNot.l Castro dei Volsci 122; cfr. anche RU-EcG ' ïkrortgeographie149 e lastoriella marchigianaalcap. II,no.27.
31G.D'ANNIJNZIO,11hore della /? 'r?' ctz,a ctlra diF.Flora,7* ed., Alilano 1942, p. 323.
108
111.A'i/ord condizion''/?'??#?f?'#l?2/?6
incontrarsi(v.supra n.30);e la borghesia,nella misura in cui partecipè al conflitto, vi bruciè almeno parte della retorica. Scriveva alla m oglie Adolfo Omodeo32: Curioso com e scom paiono, o m eglio,si rifugge dai vecchi nomi.
Sidiceazione,e non battaglia:frontee non guerra:a patrl ' a sipreferisce nazione. Sintom o d'una fsionom ia e d'una tem pra diversa nei popoliin conoitto rispetto ailoro precedentistorici.M inore sentim entalism o poetico, più dura e caparbia tem pra. 4tBattaglia ) fa pensare all'eroe,alguerriero d'altri tem pi,illam po deim anipoli e l'onda dei cavalli;L 6patria A alla febbre ardente de1 Risorgim ento o della Rivoluzione. lnvece in f 4azione ),4fronte h, qnazione ' ) sim anifesta la rude risolutezza e tenacia dello sforzo.
M a anche nelle retrovie la G rande Guerra misc in crisiil vecchio gusto retorico.11 3 febbraio 1918 alla Scala diM ilano
sitenne una riunione pubblica (M ELOGRANI526-27),cuipartecipö anche un uomo politico italo-am ericano, Fiorello La Guardia,deputato diN ew York.Un contemporaneo cosiscrisse: A' lentretuttig1ioratoriprecedentiavevano parlato in toga,in pom pa m agna, egliparlù...in m aniche dicam icia.N on m ontö sui trampoli, non architettö la sua concione con squadra, compasso e piom bino; m a disse cose che penetravano direttam ente, di colpo,nel cervello e nel cuore dell'uditorio.
E Ferdinando lklartini scriveva: Xleraviglioso di eflicacia il deputato am ericano La Guardia, di d nrigine pugliese.La parola concisa,la sostanza m ateriata di praticità, il gesto addirittura m eridionale. M im ica atavistica.
sono le tracce restate ne1 parlato corrente di tutte le clask 33; icantidiprotesta,idiaridipopolani,le lettere note attraverso le raccolte di Spitzer e Omodeo, ifram menti di discorsie di lettere dei condannati al plotone d'esecuzione che i tribunali specialihanno salvato alla nostram em oria doctlmentano ilprimo costituirsi dell'italiano popolare unitario 34. 33Elementigergaliaferm atisidurante la G rande guerra e registrati
come taliin scrittidell'epoca:attaccareun bottone tM ussoLlNlScritti . 1231);cecchino (austriaco,tiratore sceltoaustriaco' h(necorreva anche una variante settentrionale cechino: U . OJETTI, Lettere alla moglie.
1915-/. Q,a cura diF.Ojetti,Firenze 1964,p.55,avanzava l'ipotesi di una origine da ciecoLm a parrebbe una Volksetymologie basata sulla pronunzia con la scem pfa;che all'origine stia ilnom ignolo diFrancesco G iuseppe, Cecco . l?é! >>c, im pèratore d'Austria,pare conferm ato dalla
formazionedicarlino,v.infra);esserefuoriuso tM ussoLlxlop.cit.116); j' ar camovva ( ffare la parte de1leone/ h,Javefesso,/.Jtz(10.ibid. );imboscare, imboscato (nacquero come espressionieufemistiche: imboscato pareva 4una parola a dondolo,per cancellare g1i im barazzi:non una parola a picco, com e disertore,traditore, parole a picco...h ): cosl A.
Baldini,cit.in M ELOGRANI Grandeguerra 110);marcarevisita'(M tTssoLlxl Scvitti I 116);> .izzicare 4cogliere con un colpo' h(1n.ibid.j; portare a casa Ia ghirba (1D.cit.117);scalcinato,spicciarsela,svirgola f (forte tirob i(M ussol-lxlScrittil 116);tagliareIa corda (10.cit.117). Altri elem enti fortunati al m om ento, m a poco resistenti poi furono
jfhaus f tricovero blindato sotterraneo) h (M rssot-lxl Scritti 1 200, OMot)Eo,Letterecit.p.154),carlino((austriacob t(dalnomedelnuovo imperatore Carlo I:OMooEo,Lettere,p.179);cfr.ancoraperulteriori elementiM ussol-lxlScritti1 116-17,167,172,183,223,231,e M ELOGRANI Grande guerra 110-11. 34 La protesta si insinua,sotto forma di nostalgia per la casa, di orrore per la guerra,anche in m olte canzonidiguerra che hanno circo-
lato liberamente in Italia per decenni(coslin Dove seistato mio bell'alpino,E colcï/bfodelrtmore,Eva una nottechepforcrtz,:Pena giunto .
M a,soprattutto, attraverso l'incontro di popolazionidivario dialetto,durante la Grande Guerra siprolilö per la prim a volta un livello linguistieo popolare e unitario, ricco di regionalism im a non regionale:neologismicom e cecchino o imboscato 32 A.OMot)EO, Lettere 2. 9. 10-, : 76,Torino 1963, p. 155.Per l'uso di tlzione cfr.anche ilD iario in X' ltlssot-lxlScritti I 116 e passim.
al vl/b reggimento, hTon ti ricordi quel mese J'tz/rz' fe, u hlonte nero ecc.: cfr.Cantidella montagna,4* ed.,Trento-Bolzano 1960,pp.9,10,18,
26-27,53-54): questa è una buona garanzia di autenticità popolare di m olte canzoni de1 genere: sono pertanto da utilizzare.le raccolte
diP.JAHIER,Cantidisoldati,Firenze 1920,C.CARAvAcLlos,f canti delle trincee tctl' r//rfit//()alfolclore diguerra),Roma 1935.Altro materiale,anche più antico e pilzrecente,in L.M ERCIJRI,C.T tizzl,Canti politici fftzfitzzlf, 2 v011., Rom a 1962, 1,pp. 193-261, I1. p. 11 sgg.,
dove è rilevabile ilpassaggio dall'italiano aulico (pp.202-05,214 sgg.)
7.La . FIt 7?z? >t z q'totidiana eAcrfot fct ' z
LA s' raMpx l QUOTIDIANA E PERIODICA
Le travprmazioni.di fondo dell'economia italiana e de1 livello ittedio diistruzione hanno modifcato le condizioni lin-' guistiche delpaese,oltre che perle viegià Enora indicate,anche in quanto hanno consentito e determinato profonde innovazioni in due settoristrettamente collegati:l'infoym gziqqe e lo spettaçplp,L'aum ento deltqmpp libero e deiredditiindividualie glo.
baliconseguentçallaindujtr'ializzazione(v.supva 111,3)e,d'altnalfabetism o hanno prodotto una tro canto, la ridpz ipn y., -d qll '' o.r .n. '''''o'' '' m , ''j fruizione crescente deim ezzidilnformazione e deglispettacoli, .
fruizione favorita altresldall'avvellto di nuove teçnivhe di fis-
S1lZiOIIC C tl-asmissiolle dCimessaggiOtticiC2 'J -CUStici.1 tipidi inform azione e dispettacolo che si avvalgono di tecniche tra-
dizionalicome la stampa periodica e non periodica o iltmatro,e v *> . t T ipilegatiinvece a tecniche recenti,com e cinem a sonor o,radio t : s,hanno svolto in ltalia una duglice- a-z1.op e ts. lyvitivzr .ellnaul.
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Sti a 'hanno cioè diflkso econsolidato ilpossesso della lfnj' ua com une a scapito deidialetti;e hanno determ inato ilsorgere di nuovimodulistilisticiconnessialleesigenzeinsite nelle tecniche k1ilissazione e trasm issione deimessaggi.
Fra mezzidiinformazione,lastampa(v.app.51),in particolare quella quotidiana,ha tratto im aggiorivantaggidallo sviluppo economico e culturale della società italiana postunitaria. X'eglianni dell'unifcazione,esisteva in ltalia una folla difogli
locali.Anche im rglio avviati,com e (La perseveranza hdiM ilano, 44La voce de1 popolo)h di Bologna, LLL'opinioneA e L11 diritto)hdi Rom a, (f11piccolo h /di Napoli,non sidistaccavano tlalle caratteristiche comuni: le tirature assai basse e la forte
politicizzazione (LoDIGiornalkï sti 10,20,51; SOMMARVGA Bio daidialetti(pp.19. 3,196,197,201,208-12)delle canzonidiprotesta dell'ltalia im m ediatam ente postunitaria all'italiano popolare unitario,
t-hesiafacciagià,isolatamente,negliScariolanti(in qitalianobastardo. , secondo l'editore F.B.PRATELLA,Etnojonia diRomagna,Udine 1938,
la predilezione per ilche generico sono caratteristiche diquest'italiano subalterno: si vedano in buona parte raccolte nella caratterizzazione
caricaturaleditaleparlatadatadaC.Pascarellane1suoSoldatofucilato:
cit.in A.FABI,N ote . sz//Jtzpoesia contadina vomagnola,in Le ctzz/mtwpc
akllicism i:istoria,2' / sente,una platea di lutto e di lcrrtlr; asintatticità:
emiliane ndl'epoca modcrna,M ilano 1957,pp. 157-93,a p.167),per
) ' 1lNt ' lmaloreson tuttefalsità;diseguaglianzestilistiche (e asintatticità):
diventare dominante neicantidiprotesta della Guerra,esem plare per tutti O Gorizia tu sei malede-tta.Fondamentale per siffatte canzonidi protesta è illavoro di1k1.L. STRANIERO,S.Llnlmovlel,Canti di./)/-0testa,4(11Contemporaneo A,4,1961,n.37,in particolare pp. 152-64; altre attestazioni in M pzl-oclkANz Grande gucrra 111, Plotone d'esecltzione 387. -88. ' 1 h4 .ateriale epistolare e diaristico:L. Splrzl îu,Italienische
t?.Tratti analoghiin altri 'a madre quando ilsente c/ 'piglia un t sî.po cez' klocumentipiftrecentidiitaliano popolare:aulit.ismi:ottave $ 4tassiane 8
Srff wsért r/tzpvcelcz7:rk/c-Alateri 'alenzu einev Chavahteristik derrt )/&. ç/fJplIichen itall knisclten K orrespondenz,Bonn 1921,10.,D ie Umsclreibungen des . / dcérri /k. çf tIIunger' )im Italt knischen, Halle a.S. 1921, OMODEO -f .omenti 1 393-409, F- CIII/I-IANI,Diarl' o della grande r/zt ?rrtz scritto /4 -1 .f . un pastove, a cura diAnnabella Rossi, (11 Contenaporaneo A,4,1961, n.40,58-95,Plotone d'esecuzione 49-50, 59,64,66,67,12,77,t ?3-94, 97-8,99-100,101-02,139,140,158,174,178,186,202,285,321,349, 353,361,362,367,370-71,373,393,394,398-99,401,402,408,409-
Cennialle ulteriorivicende dell'italiano popolare unitario infra capl1l,8 e app.55 e66.M anca uno studiosistem atico.La ripetizionepas-
siva difornwle burocratiche o auliche,l'asintatticità (da non confondere con le diflicoltà di ï' issazione grafica de1 periodo,anch'esse pre-
sentimaoperantialivellomeno profondo),lediseguaglianzestilistiche,
in C;IIJLIANIop.cit-,pp.62,90-91,fvuttodiBacco f tvino p,fataleocca/t/r?c ecc.in D.A'lowe rAl-r )l,Autobioglmhe della /t ggpt ?/w.Ricerca sociolo-. .î gfctz sulle c/tzç. s' fsociali nella bassa Lombardia,rrorino 1961,pp.85,87' .
oppurein A .A' luscll -l-o,Qztaderno,acuradiA4.ltlazzocchiAlemalllaiFirenze 1958,nelsuo L qitaliano alla paesana' )(p.91)sivedano îche' . l7- 17 c'era un A? zf( )amico che rfcorlo ilsuo cognome,p. 39 Evidente che tioveva essereuna Ap ' tzz' lltkgf ' oA?e dipatateche ogazfz/o dinoiçe Ia conservava per ylt pr/t zr/c al crzpî/lt?,p.41 la >rz' A?/tz cosa che miraccomantai.Caratte' ristica tlell'l 'taliant) subalterno è la rarità deiriflessi dialettali rispetto alle ' iperco' rrezioni: cfr. in Xltlscltl-o,o>. cit-, 1e.rare sonorizzazioni
'iLèridîonali(mi>t ?z7J2' g, 'o,p.8. 5,vingono,p.9F)dinanziallamassa impol ' ter '1te dfipercorrettisrni,alcunistabilizzatisi (/?z?îc(?, lunchezza e lunr/ bfçsfplo pp- 22, 32 passim :bionto,bionta,biontina pp.37,: 38,61?98; caînpio,c/pm/ Wrcpp-4.3,112;g' erundiin -nto ' 32,37,44yF6,59 .,69,71, S7,92,98;eccy).Cisipttf ) . lchiedere se iram nRentatiattlicism ie stilem i burocratici in contesti inopportuninon siano l'equivalente lessicolpgico delle ipercorrezioni fonologiche.
111.'Nuove condizioni ffrgl 'fistiche
112
zantina41).In pratica,sitrattava difoglidipartito,dalcontenuto espresso ffin una forma della quale soltanto g1iiniziatiriu-
scivano acompiacersil à(LoDIop.cit.20),rivoltiaquellaminoranza esigua che per censo e istruzione godeva del diritto divoto
(nel1870 ivotantierano 528.932,paria11'1,97% della popolazione:CHABOD Politica Gfertz512) e che era sostanzialmente
cominciè a conoscere intorno al1880 (RoMEo Grandeindustria 37),lo svilupp' o delle lotte politiche e sindaçalidicuiènotala correlazio'ne con la difusione della stampa ILtfZZATTO-FEGIZ 11volto803)consentironoun rapidoaumentodelletirature,ossia
un ridim ensionam ento dell'intero settore,con la scom par'sa dei
vecdhi organi e l'avvento dei prim i grandi organi di stampa,
coincidente,aldifuoridellaToscanaediRom a,con g1iitalofoni. Pur restando all'interno di queste strutture, il ftFanfullah / di
come 44La tribunaï idi Roma e q11secolo # diM ilano che entram bi,neglianni da1 1890 alla fine de1 secolo, tiravano oltre
Ferdinando M artini(pubblicato prima a Firenze,poia Roma)
centomilacopie(COLAJANNI1898 157;LoolGiornalistt'53,66).
rappresentù una novità:la rete dicorrispondenti,una redazione eë ciente, l'im pegno costante per raggiungere'una esposizione nitida e brillante deifattie delle idee assicurarono alfoglio già
Eorentinoepoiromano unadifusionenazionale (LoDI Giarnàlisti 19 sgg.; M ARTINI Confessioni I 81-108; FATTORELLO Giomali 106).11f tFanfullah )consente discorgere giâ in parte le principali m odalità dell'azione linguistica della stam pa: la
di#usione quotidiana e contem poranea diun m edesimo m odello .
dtprosa italiana entro cerchie crescentidile(ton, t apparjenentj .
a cetidiversie a regioni diverse;la m ediazioneditendenze sti-* listiche diverse,costrette a lasciar da parte glr '' -ectegéiper rag-' giungereunaprosa difacile com'prensione:tipico ilcaso delBro..
gtio che abitualmente qsfringpellava crogiolandosinei pleonasm i. forentineschi> e dové em endarsi appunto nella redazione
del44Fanfullah )(M ARTINI Confessioni1199-103,107);%.indivir dpz ïgippe.çd elimihazione deiprovincialismie deiquiAro quo linguistici(D'OvIoIo Corremhni206-07;M ARTINIConfessiont'11 111 sgg.);qlpktile disinvoltob iche fu modello algiovanissimo Croce e4 tfu alloracosaassainuova ebenefca in ItaliaA(CRocE FPS 1143).' .
Ancora intorno al 1880 le condizioni-generali del paese non consentivano alla stampa dispezzare il cerchio delle basse tirature,se non con im ezzide1qM essaggero iidiRoma che,per raggiungere la cifra fm iracolo A di 20.000 copie, doveva assum ere nella form a una andatura dialettale e lim itarsia un contenuto da 44aéilo d'infanziaà h secondo le parole de1 suo stesso
direttore,ilCesana-(LoDI Gioznalisti129-30).M a n. ttnve condizioniandavano m aturandq:ilprogresso econom ico che ilpaese
tnnovaziqpeimportante,perle sueconsçguçnze linguistichê,fu
la adozione de1 tvlegrpfo com e m ezzo di com unl :cazl ; ' one delle
4corrlspondenzei b(perl'innanziinviate perlettera).Nacque a1lora lo stile qgiornalistico A,rapido,legato in origine alle ovvie esigenze dibrevità'deicostosimessaggitelegrahci,e degtinato a sopravvivere anche dopo che altelegrafo si sostitul il relativa-
mentemenocostoso telefono (LooIGt hrnalisti191).44Secolof ie (4TribunaA furono tuttavia soltanto organi di transizione: all'inizio de1 decennio giolittiano il'qdecollois dçll'ççvnom ia, la riorganizzazione su basi ampiam ente dem ocratiche della vita politica,la crescita culturale delpaese consentiron 'o e im posero ilsorgere dinuove grandi imprese giornalistiche.ffSi era formata una classe numerosa dipersone che apprezzava la buona' letteratura:...il quotidiano popolare a servizio dei mezzo anal.
fabetinon andavapiù ï i(LoDIGioynalisti117):g1idrganicreati allora, agli inizi del secolo, a Torino, M ilano, Rom a, ( 4La stam pap di Frassati, il 4Corriere della sera à h di Albertini, il 4Giornale d'ItaliaA di Bergamini,ebbero una struttura che nei decenniseguentiservlda m odello atuttiiquotidianiitaliani. Finché g1iarchivideigrandiquotidianinon saranno aperti aglistudiosi,sarà im possibile'determinare con qualche esattezza ilvolume globaledelletirature,dellevenditee deglieflkttivilettorio qricettorià hdella stam pa quotidiana negliultim idecenni:
diconseguenza,l'azione svolta dalla starqp4 qpptjdiana perd. i o. f. fm drrr.l.>-li ?4 çomune in ambienti legati ancora al dialetto ..pg! puö essere valutata . solo approssim ativam ente. Tuttavia ab-
biamo indizi per asserire l'esistenza ditale azione (SERAO in OJETTILetterati275,Encot-AxlRomagnolo IX).Inoltre idati
variamente ricavatinegliannide1secondo dopoguerra sono suffcienti per stabilire che la stam pa quotidiana raggiunge regolarm ente ognigiorno,nel 1950 come ne1 1958,quasi la metà della popolazione adulta, cioè circa 15 milioni di individui
(LUZZATTO-FEGIZ 11 volto 800,W Elss lnformazione 57);se a .
questi si som mano i lettori irregolari e i lettori della stam pa settimanale, si deve concludere che la stampa raggiunge quasi 25 m iliopidipqrsone,cioè,in pratica,quasitutta la popolazione
adulta pon analfabeta (LUZZATTO-FEGIZ 11 volto 810, W Elss Informazione61sgg.).Sesitienepresentechene11951gliadulti fornitidiun titolo distudiopario superioreallalicenza diquinta
elementare erano poco più di 17 milioni(calcolo da ISTAT C tav.57)echene11958 iradioauditoriregolarieoccasionalinon superavano,come sivedrà,i 17 m ilioni,sideve concludere che lu tt m ...pa,anche dopo l'avvio diuna seria politica scolastica e ,y anche dopo l'avvento trionfale delle trasmissioniaudiovisive,è restato.uno deipil' . tpotentifattorididiflzsione della lingua nazipnale.Se a ci6 siaggiunge che la stam pa è un m odello quotidianamente presente alla coscienza deicetianche più colti,anzi soprattutto di questi,e che,dagli inizi delsecolo,con la creazione della Ljterza pagina) h,cuifurono chiamatia collaborare i
maggiori rappresentanti della vita intellettuale italiana (LoDI Giornalisti117,135;FALQIJIInchiesta),non vifu tipo diargomento che non venisse Eltrato attraverso i quotidiani,si. com prende com e le tenden/e linguistiche alorantinella prosa giornalistica non restino lim itatealparticolare settore in cu9nascono, ma sidiflbndano da questo all'uso parlato e all'uso colto e lette-
rario della lingua (M IGLIORINILingua contemporanea 6-10): tale è stato ilcaso di tap.j anovazioni sem antiche come, per r v.ç.. i dare solo qualcuno deglisvariati esempipossibili,il passaggio dicentyare da1senso di4fcolpire alcentro Aa quellb diqconcen-
trare(un discorso ecc.)A(LN I24)o quello diaccidenteo incidente alsenso di44infortunioi tGossEx Accidente). In questa prospettiva possono essere adeguatam ente valutati gli apporti della stam pa aldivenire linguistico italiano. La stampa quotidiana e settim anale, soprattutto attraverso
illavoro degliffinviatispecialih )all'estero (FANFANI-ARLIA Les-
w' t'oV1I;LoplGiornalisti192sgg.),èstatalaprincipalefontedi conosccnza e didifusione di esotismi, diadattam entiitalianizzaritidegliesotismi,alcuninon sopravvissutialle prime appari-
zioni(comeprimezza da ingl.pyimacy,fPopolo d'ltalia) 17-539),altri invece attecchiti (planave:44Corr.d.Sera) h26-4-39; nonsenao:44Corr.d.Sera> 8-5-39),dicalchidisignilicato e di strutture delperiodo;su taliargom entisitornerà pitloltre esam inandopiù in generaleirapportitraitaliano ealtrelingue europee,m agié quimeritaun cenno più particolare ildiflbndersinei
giornalie daigiornali della frase ppmipqle,legata non solo a
calco e imitazione disimilarius1non italiani(PASQUALIOsserqwmbzli'69),maancheaesigenzedirapiditàemodernitâespressiva interne alla tradizione linguistica italiana (DEa voTo Cronar/yp dellehnanze 114). Un secondo apporto della stam pa è l'abuso e quindiillogoramento de1lessieo e della fraqeologia aulica e macchinosa.Cisi è spesso lam entatidello stile 4pseudoum anistico ie delle 4 (perifrasi inutili) frequenti nella prosa giornalistiea di colore e di
commento politico o sportivo (A.VBt x zzlPerl frtw'inutilt' ,LN VIII 62;A. FABI 4Non a caso A, LN XVIII 120-21;AJELLO
Decadenza delquotidiano 31),fenomeno,delresto,non soltanto italiano 35;m a proprio per la via dell'abuso queste formule stilistiche sisono logorate e iloro elementicostitutivisono andati cadendo in desuetudine.Durante ancora ilfascismo,anche fra igiornalistifedelia quellaparte politica non m ancö chisiavvide 35 Cfr.,ad esempio,G .ORwELL,-Politics and the English Language, in Selected Essays,Londra 1957, pp. 143-57.D e1 resto,il malanno è
antico,se sideve crederealP.Geremia DttEssEt-t-lo (della Compagnia diGesù),FetontedelM ondo cioè Leuniversaliruinedella Iingua,At zrl: terza...volgarizzata dal. sl k' rll?r Gio' vanniSpada,NobileLuccllese,Roma 1646,p.140 sgg.:4Questisavij,che noiaddimandiamo Politici,per lo pil h dalla lingua sifanno conoscere: la lingua dicqstoro è una anguilla in un drappo di seta; prendila pur da che parte ti piace, che sem pre sfugge;non è questa lingua scabrosa,ma liscia,lucente,piena di sugo,e di parole; pratichissima in m achinare inganni. La lingua Politica è lubrica come anguilla in drappo di seta...b $; segue am pia esemplifcazione. Su1 barocco ne1 giornalismo sportivo cfr. BASCETTA Ling.spovt.189-95.
111.Nuove condizt'oni îfpkglt?àf/'c/?t'
delrapido invecchiamento della macchina fraseologica costruita a celebrazione delle persone e degliattidella dittatura fascista: alquanto pateticam ente,un giornalistacelatosotto lo pseudonimo diPiccola guardia lam entava che aggettivicom e ardente,travol#ente, JW#p.#ff,' &7:, oceanico, incontenthile,formidabile, entusiastico non potessero più attribuirsiseriamente a sostantivicom e
mantfestazione, invocazione,fede,érrf#o, esclamazthne (4Critica fagcistahà15 aprile 1941).Diquestinessiefrasisierafatto una sorta discherzoso catechism o che circolava nelle redazionidei
giornali(FLORA Stampa 90-91): Com e è il Duce? M agnihco. Invitto e invincibile. Insonne. La sua Iigura7 . M aschia. La sua sagom a? Romana. O anche: forgiata nel bronzo... Com e sono le sue legioni?
Quadrate. E i fedeli? Della vigilia. D ella dura vigilia... Com e si arriva alle im mancabili m ete7 . N udi... Com e sono le dem ocrazie? Agnostiche e im belli...
A tenere lungamente in vita questi nessi anche logorati t provvidero le f 4note di servizio hhimpartite dall'uë cio centrale della stam pa;ancora nelgiugno del 1943 ne veniva inviata una cosl fatta: fSensibilizzare l'annunzio in prima pagina del di-
scorso de1Duce.(Grande,gS' t?T' #O discorso,o altraaggettivazione delgenere)h (FLORA Stampa 25)36. 36 11 logorio di certi nessi attraverso l'abuso fattone dai giornali siavvertiva già nei prim idecennidelsecolo:racconta infattiM argherita G . SARFATTI, D ux. w &flf. î&oszlz ', 1883-1924, 18a ed., Rom a s.d.
(1938?), p. 325, che anche il M ussolini da giovane aveva nutrito 4fl'odio deifloridiluoghi com uni#,e aggiunge: fSi è divertito m olto a comporne,con alcuniam ici, il repertorio sistem atico:ilbastone nodoso,ilsentt kro tortuoso,la questione annosa, e similicoppie per le quali
Terzo fondam entale contributo della stam pa è'i1 consolida-
mento-de1 prestigio linguistico della capitale: dal 1870 tutti i
'giornal' i'ele agenzie dispongono diunareàuzione a Roma o di 4corrispondentih kdalla Sala stampa romana (LoI)I Gioynalisti 175sgg.),cuièaldatalastesuradellapartepoliticade1giornale. 2 accaduto coslchela stampa abbiadifuso dovunque particolarità dellavarietàronuna diitaliano:peranticipareun esempio, l'uso romano e m eridionale dif 4a Rom aiinvece di44in Rom ahh attraverso laprosagiornalisticasièlargamenteimposto anchene1 Settentrione. La tendenza rom anizzante si raflbrzö particolarsi im plorava invano il divorzio...' ). Acutamente sensibile alla form a
verbale (v.supva no.33),una volta alpotere ilM ussolinidiventè fecondo inventore di m ode verbali e ffparole a corso forzoso # imposte
alla e dalla stampa (cfr. E.PERuzzl, Parole a covso forzoso, LN 6, 1945,pp.83-84):a sussidio dichivoleva adoperare mottie sentenze de1Mussolinifu approntato un Dizionario mussoliniano.1500 afermazionie dehnizionidelDucesu 1000 argomentiscelte edisposte in ordine avabetico Jz'soggetto,actlra diB.Biancini,ed.Hoepli,3aed.,M ilano 1942.La stam pa d'età fascista fu ilm aggiore canale didifusione delle sentenze m ussoliniane, del resto secondo gli intendim enti espressi
pil hvoltedallo stessoM ussolini(cfr.,nelcit.Dizionario,levociGiornalismo,Giovnalismofascista,Stampa,Stampafascista).Su M ussolinioratore e scrittore cfr. anche: L. BIANCHI,M ussoliniscrittore e oratore,
Bologna 1937 (trad.tedesca,presso ilPetrarca-Haus,Colonia 1938); T .M ADIA,Eloquenza del duce. Le parole pvedilette, (Popol.d'Ital.) h, 27 ag.1937, n.238,p. 3; C.VILLANI, Stile di Nlussolini, Con IX ,
pp.601-19 (iyiampia bibl. );AtltlEo Grammatlka forense 126-27; L. GAl-t)I,Alussolini J. ç a modevn olasz stilus, 4Archivum philologicum 4, 64, 1940, pp. 181-197; H . ELLNVANGER, Sulla lingua di . M '., M ilano 1941; E. PARATORE,L'oratoria ciceroniana della maturità,Roma 1959, pp. 14-15. Sulla inouenza linguistica del M . oltre il cit. art. di E. Peruzzi,v.anche app.56.Data la tonalità encom iastica dibuona parte della letteratura relativa, non m ancano, com e è facile'intendere,note amene:uno studioso italiano, ad esem pio, volendo lodare il fatto che , (Benito A' Iussolini quando scrive e quando parla non abusa d'aggettivih,spiegava che ilM .non poteva usare l'aggettivo il quale,disfattisticamente, 4ovatta il pensiero e l'im bellettaA,sicché non è adatto
' tper l'esposizione chiara, sintetica?positica, sbvlkativa, che è dote speciflca de1 Suo gdelM .,cioèl temperamento , ). Sivedano ora sul A. 1.e sull'educpzione'linguistica d'età fascista le im portantipagine di AI. T. GENTILE Educazione 207-64.
t
118
111.Nuove condizioni /i ' ??. #' lJ9ff t7 /?t'
mente durante ilperiodo fascista quando f4ilgiornale,quasiper intero,era formato...dall'oëcina centrale della cosiddetta Cultura Popolare.Cosl,ad esem pio,una nota del23 settembre 1939 avvertiva:<<Sensibilizzare ilricevimento deicapi bolognesida parte'delDuce.Titolo su tutta lapaginasulla consegna delDuce alpopolo italiano.11testo deldiscorso puö essere pubblicato in neretto e deve essere rigorosam ente controllato.11discorso del
Duce put j essere commentato.(Ilcommento velo mandiamo ' noi)''h k(FLORA Stampa 5-6).Anche dopo ilritorno alle istituzioni democratiche,attraverso la stam pa il predom inio linguistico rom anohacontinuato ad esercitarsisullealtreregioni:come m eglio si dirà in seguito, nella capitale, divenuta il m aggior centro dellavita intellettuale e artigtica italiana,risiedono per lo più icollaboratoridelle LLterze pagine Adeiquotidianianche settentrionali; e ne1 M ezzogiorno i lettori di quotidiani rom ani erano dopo il 1950 oltre un m ilione, contro gli 80.000 lettori
diquotidianisettentrionali(W EIss Stampa meridionalej. 8. SPETTACOLI E TnAsMlssloNl DI MAssA Pervalutare ilmodo concreto ed efettivo con cuispettacoli e trasm issioni audiovisive hanno agito nelle condizioni linguistiche italiane occorre riprendere in esam e i dati relativi alla diflksione della stampa. Com e ji è detto, nel secondo dopoguerra la stampa raggiungeva regolarmente o irregolarmente quasi tutta la popolazione non analfabeta e regolarmente raggiungeva poco meno di 15 m ilionidipersone.11collegamento con l'analfabetismo già lascia diper sé supporre che la percentuale deilettorinon sidistribuisse nelle varie regionie categorie professionaliin modo proporzionale alnum ero com plessivo dei componenti:ilettori,com e i non analfabeti,siconcentrano soprattutto in alcune zone e professioni.Ne1secondo dopoguerra, la m edia italiana delle fam iglie in cuisilegge la stam pa perio-
dica o libriè de159,2% :ma considerando la popolazione per categoriesiconstata che la percentualesale al93,7 0,,/ 0 fra impiegati e liberi professionisti, si aggira oltre la m edia fra lavora-
toriin proprio e dipendentiartigianie industriali,cala al37,1Os
ne1settore agricolo e al28,7 fra icoltivatoridipende'nti(ISTAT Vita della popolazione 13-15,26-38.Dato ciö,è ovvio che le percentualisiano alte,oltre il75%' in Piemonte-val d'Aosta, Liguria,e Roma e provincia,tocchino il73% in Lombardia, siano superioriallam ediain Emilia-lkom agna,M arche,Toscana, Umbriae Alto Lazio,e calino invecesotto la m edia nelleregioni
meridionalie nelle isole fino alminimo del34,3O/o in Puglia, Basilicata e Calabria' ,sim ilm ente,esse sono m assim e nei capoluoghie neicentricon oltre 20.000 ab.,m inime nei centrim i-
nori (1sTAT op. Ioc. cit.; LIJZZATTO-FEGIZ 11 zw/lo 802-803). Se si guarda alla stampa non periodica, cioè alla produzione libraria e alsuo assorbimento,siconstata una concentrazione anche m aggiore:ne1 1947,su 29,2 m ilionidiadulti,ilettoridilibrierano soltanto 9,8 m ilioni;diquesti,4,5 milionileggevano più diquattro librialtrimestre,e 5,3 milioni da uno a quattro libri;in altriterm iniil15 0,,/02dellapopolazione adulta as-
sorbiva il 60O/o della produzione libraria, il 18O/ o assorbiva il residuo 40 0,,/0, i l67% era praticamente estraneo alla lettura dilibritLuzzA' rTo-FEclz11volto859-62).t moltoprobabileche negliannisuccessivial 1950 questa situazione sisia modifcata nel senso di una espansione della percentuale dei lettori: m a lungo quasitutto l'arco delsecolo postunitario la stam pa,com e conferm ano ancheidatiora ram mentati,se ha avuto u'n raggio di incidenza pil h vasto della scuola,se ha consolidato e perfezionato l'acquisizione della lingua com une in vastissimistratidella popolazione,ha trovato nell'analfabetismo un lim ite non valicabi1ç.-e fra le popolazio 'hi, söprttttl itto''' frà q'uelle fneridionali, viventifuoridelle zoneindustrializzateeurbanizzate,haincontrato resistenze che solo occasionalm ente sono venute meno.Cinem a, radio,televisione hanno varcato questilim itie vinto queste resistenze,riuscendo a rendere normalee quasiquotidiana la pref ! k! k r. Ir4z@' L.. t: 1 L i. ? s ( !: ?y t . (! ! L p ) 1 1 L L )17)Li . -L -i -.. -: -l ,,s ,,-t.1 ,E -i ,--.-..-) r; g r? !. i ti. ! ; l , t . ) i ( .: -i ) .. , . i ( 1 . , r . : ,, . L 1 Li k: > , h L t n r/ i l a ksc i p ' ) 1 . . 7 ) .'#. # !k !r ?( !q , . l r E ) ,, i -j L ( ,, . : r , ) L, t ) i). qr tk ) . I ir ; i Lt :lnaI Li Lei! k (E ,(:i k: 9 t1 Li p in cui11dialetto aveva prl ;m a domina ' .'t o.senza contrasti37. 11 cinema sonoro, rapidamente difusosi in ltalia dopo il .
.
.
37V app.52, 53,66.
.
120
1934,ne1dopoguerra richiamava aglispettacoliil48,6% della popolazione (W EIss Informazione 53 sgg.).Un sondaggio dell'Istat nel 1956 consentldistabilire una percentuale anche più
alta,quelladel64,9 O /o (1sTAT Vita dellalopo/tzmbAl: 18-19).Le .
percentualipercategoria e perregione sidistribuiscono intorno allam edia nazionale senzaglisbalziconstatabiliperla stam pa:la percentuale m inim a dei frequentatori di spettacoli cinem ato-
grafcisihatraicoltivatoridipendenti(57,50/0),lamassimatra imprenditorie liberiprofessionisti(84,80 , zt)),ed entrambe sono relativamente prossim e alla m edia globale;altresl non distanti
sonolamassima(Romaeprovincia760/0)elaminima(Abruzzi 46,3 0 /0)percentuale regionale.La forza dipenetrazione de1cinem anelle classienelle regionipiù povere em erge confrontando lettori di giornali e frequentatori di sale cinem atografche: in
Puglia,Basitipata,Calabria essisono rispettivamente 34,3% e 58,7% ;in Sicilia38,4% e640y/ 0,nelLaziomeridionaleeCampania 45,9% e 63% ;in Sardegna50,9% e69% .Percospicue percentuali della popolazione m eridionale il cinem a sonoro è stato dunque laprima fonte diconoscenza della lingua nazionale. Radio e televisione, nella loro distribuzione percentuale, presentano, rispetto alla stampa, le stesse caratteristiche del cinem a,m a ancora più accentuate:ne1secondo dopoguerra coloro che ognigiorno o quasi fruiscono ditrasm issioni radiote-
levisive hanno superato 1,80% della popolazione dioltre 12 anni;il7,5Oyo 'ascolta la radio 3-5volteallasettimana,il4,4tl' o una volta,il2,5% meno diuna volta e soltanto il5,1% non ascoltamailaradio (LIJZZATTO-FEGIZ11volto841);giànel1955,
deitelespettatorisoloil10O/o segueletrasmissioninellapropria casa (1sTAT op.cJ' /. 17,prospetto 7):tralasciando dirilevare quanto in ciö è implicito diprofondamente nuovo e rivoluzionario perun paesetradizionalm ente povero divita associata non fam iliare,sembra lecito formulare l'ipotesiche ilconfronto fra reazioniindividuali e collettive e il consegtlente raflbrzam ento delle prime grazie alle seconde,accrescano ulteriorm ente quel potere diassim ilazione qpaticah )che latelevisionehain comune
col cinema (CANESTRARI Psicologia e televisione), sicché i11:0dellilinguisticiirradiatidalla televisione raggiungono una forza ' diim mediata penetrazione ignota ad ognialtro tipo ditrasmissione e fissazione disegnilinguistici38. 11contributo linguistico del cinem a,della radio, della televisione non siè esaurito nella difusione dell'italiano in am bienti legatialdialetto:esso è stato,come e più ancora che nel caso della stampa,m olto complesso. Si è detto che il cinem a sarebbe costretto a rirup. tr tyg-r. ç-. di )
,
..
continuo iproprimezzlllnguisticieageneralizzarneluso (BAT' rls' rlLi hktta e clnema 34).In realtà,le innovazioni attribuibili allinguaggio cinem atografco non sono num ericam ente confron-
tabilicon quelle lanciate dai giornal::ilcaratteredim assa dello
spettacolo,e la condizione dello spettatore (che non ha,ovviam ente,la possibilità, concessa allettore, di ritornare material-
mente e mentalmente su una parola) rendono obbligatorie 44battutehdidialogo brevi,sintatticamente e lessicalmente semplicie perspicue,cioè conformia usilinguisticigià largam ente noti. Le innovazioni sorte nell'anlbito cinematografco hanno
1à dove la televisione era giunta,l'abitudine diassistere alle sue
trasmissioniera pitldifusa dell'ascoltare la radio (ivi855). N e1 1958 le famiglie che in Italia aseoltavano la radio o la televisione oppure sia la radio sia la televisione erano in m edia 0, con oscillazionimolto ridotte fra levarie regioniecate77,1 0 ,,/
gorie (1a percentualeminima in Puglia,Basilicata e Campania, era de156,2% :ISTAT Vita dellaltlpo/t7zit?zl: 16-18,tavv.4-6). .
Pure, questidati non danno ancora pieno conto della portata diquella che è stata chiamata 4la rivoluzione sociale della radio
e della televisioneii(GIANxIxI),se ad essinon siaggiunge che
35Per l'eëcacia diradio,cinem a e tv nelridurre l'uso deidialetti e nell'italianizzarne le strutture cfr. ad esem pio FL'' !J 'CKIGER Kornreinigung 96, Erxcot-Axl Romagnolo IX e l'app. 66. Va aggiunto inoltre che ia televisione, trascinando gliindividui fuori dell'am bito strettam ente fam iliare,in case altrui o in locali pubblici,ha spesso m oltiplicato le occasioni diusare la lingua com une nelle zone dipiù tenace persistenza dei dialetti, dato che, com e già si è accennato, anche in queste sin daiprimiannide1 Novecento siè cercato diusare l'italiano
neirapportiextrafamiliari(cfr.,peresempio,DEAlkllclsldionla gentile 22,37,QUAI RESIMA Pronllncia trentina 120-21).
122
111.Nuort condizionilinguistiche
y'.Spettacolie frc-çzllg'.s.s?b7lfdi massa
perè avuto una fortuna grandissima:bastiricordare picchiatello,
sono statiassuntia elem enticostitutividinuove tradizionipo-
adattato dall'inglesepixellated irl# arrivatalafeà' ta' fa,ilsl?pro-
polari(M IGLIORINIFortuna deititoli 121;M ENARINI Aipft7/-gini 7-29; 1D.Cinema nella Iingua 43-80).Per altro, occorre
lungato che,calcato sull'analogo yes? anglosassone, ha larga-
m entesostituito iltradizionalepronto?nellerisposte'telefoniche; ma esse tuttavia,com e siè detto,sono state assaipoche. U na apparente deroga a quanto ora siè a'ferm ato circa le perspicuità de1 lessico, e insieme un secondo contributo de1 linguaggio cinem atografco, importante non meno delle rare innovazioni,è costituito dall'uso cheesso fa diparole e costrutti aulici,inseritiin un contesto f6rtem entè'progaico e quotidiano pçr sorprendere e divertire lo spettatore. 11jqgagi dell'a'ulicità risalirebbe a Petrolinie sarebbe poistato ripreso,prim a delsecondo con:itto,da M acario;m a certamente ilnapoletano Totô è riuscito m eglio dituttia trarne profitto:sipensi,peresempio,
aggiungere che in Italia ilnuovo folklore ha avuto una importanza particolare. egso è stato, dall'origine, ' ip, e ciö ha costituito, date le condizioni storiche della Penisola, un fatto nuovo.lnsiem e a questinuovicontenutipopolari unitari,ilci-
nemaha favorito lo sviltt/p'âfki-'delcvalano popottre unitario: nel 1939 11p' ifi'ienace e noto sttldloso 1 lngulstlca ltaliana. Bruno A' ligliorini, poteva spingersi ad asserire che in ltalia, dato ilpersistere deidialetticome sistem ilinguisticiadoperabili nella vita privata e sem iprivata,non esisteva un idiom a popo-
lare comune, paragonabile allo slang o all'tzrézol (M IGLIORINI Lingua contemporanea 17-18). A nostro avviso, un italiant)
allo scambio dibattute delLblmpeyatore dt'Ctz/rl'(44To' rè: Ha d'uopo.UN TALE'(improw idoj:/'d'uopo...To' rè gsevero,riconfermando)2Ha d'uopo#)o dall'uso diarcaismicomequi-
povolare,subalterno, prende a formarsi già.negli annl''de '1)a
squilie.Su questi elem enti,grazie anche alla sua m imica molto espressiva,il com ico napoletano ha attratto ilridicolo,e ne ha coslbruciato le possibilità d'uso irri:esso: chi ripensialle lettere di prigionieri italiani della prima guerra m ondiale e alle ingenue inserzioni di elem enti aulici, di origine m elodramm atica, in una compagine lessicale poverissim a e semidialettale
m utata per questapaçte soprattuttq grazle all'azionede1cinema e,. dal,19 wdella-lelevisione. Spesso,con accentiqualche volta dr ici,ilcinem a e la o am m at televisione sono stati accusati di abusare dei dialetti, di diffondere idialettioltre iloro lirniti,diperpetrare una Laggressione) halla buona lingua italiana39:m a pro-priflpjan- do il dia-
((4Noialtristiamo co1quoraspetarcheungiornolaltrole trombe diguerra la pace suonar):OMooEo M om'eas 398),puè vaIutare quanto g1ischerzidiTotô hanno aiutato ipiù (per g1i snob v.infra,lV,n.32)ad avvertire,primaancora che ilridicolo dell'aulieità fuor diluogo,la aulicità stessa dicertielementi lessicali,cheperl'innanzi,se noti,rischiavano diessere adoperati in contesti che non li esigevano afatto. M a icom icie,più in genere,tutto ilcinema che ha adoperato ildialetto hanno dato alla storia linguisticaitaliana un terzo im portante contributo che va peraltro inteso in un quadro più
ampio e com plesso di quello puramente linguistico.11mizwm a ha creato, in Italia com e altrove,specialm ente a partire dagli
Tr lhl e' llasecondaguerra mondiale,un npo-vo..f e.Come è 7yk . 'or .
stato giustamente notato,titoli diflm ,personaggi e interpreti
Grande Guerra (v' -'j'-6 è'note);'mà è soprattutto nèglianni .
*
de'lsecondo dopoguerra che la situazione linguistica ltalianaè ..
...
;
39 V. app. . 54. 55, 66. 11 timore di tale agxressione, e l'opinitlnt. che essa sia in atto, ? z una caratteristica reazione stereotipica ispirata a pregiudizio etnico cui si ftbbandonano non soltanto persolle nAediocrem ente prllvvedute di conoscenze intorno alla situazione
tlenàografica e linguistica italiana (cfr- le lettere a giornali raccolte ln Foyl Aleridionali98à,ma anche collaboratoridiquotidianio riviste specializzate.(lccllrre aggiungere,per intendere appieno la reazione e na,isuoitbitantie la varietà rom ana diitaliant: le sue aragioni,che Rol sono per naolti abitanti de1 Settentrione realtà m a1 discernibili da1
s' lezzogiorno;cfr.1?oFffkleridionali'102,e iln-215 diRUTEGG ' W ovtgeojrrtz/p/zp 'c 105,da cuirisulta che per almeno un quinto deisettentrionall . i terronl'f(com inciano a Roma A, e che al nom ignolo si accom pagna una ï iintenzione polenlica#,-per cuiesst)viene talora adoperato anclAe per designare i ttlscanio, addirittura,tutti c()lllrt) che abitano csottf) 11 . 1' . *fA)-
%.S.pt?/ltvcg/fe zrtz.çzzldà-çTbz?g'di massa
125
,
letto (delresto,vaosservato,in formequasisempreblande,lessicalm ente scolorite perché possano riuscire largam ente com -
prensibili),ilcinema ha diflkso la consapevolezza delcarattere regionale deidialetti.Film com e La terya trema o 'In nome della legge o Divorzio all'italiana hanno ûssato nella coscienza nazionale la nozione dello stretto legame tra ildialetto siciliano e la realtà locale, circoscritta e tradizionale, dell'isola; L'oro #;' xWa poli ha collegato il dialetto napoletano alla vita stentata e t farrangiata A d'una borghesia in disfacim ento, aggrappata a ogniespediente per non precipitare nella m iseria de1 sottopro-
letariato;in Rocco eiAwoi'fratellio nelPosto ildialetto lucano o m ilanese è ilcorrispettivo linguistico deglislumso deipaesoni in via d'essere fagocitatidalla m etropolim ilanese;con l'el cacia tlella dramm aticità o con quella,non minore, de1ridicolo,ilcinttma ha raforzato nella .collettività ilsenso che i dialetti siano f '' o 'rm ' e collegate a quanto diprovinciale, di invecchiato,di oppressivo, di risibile permaneva nella società italiana, form e, tlu' nque, da superare com e m odelli attuali dell'esprim ersi, da considerare com e relitti archeologici del passato. Non a caso ilgusto per iltçatro in dialetto ha perduto ogniim mediatezza
ed hp assunto carattere rihesso e semicolto:neicentri minori, doveildialetto èancora un nemico da battere, ilteatro dialettale è praticam ente assente,mentre non lo è ilteatro in lingua;soltanto neigrandicentri,a T orino,M ilano, Rom a,dove ildialetto va scomparendo dall'uso,va perdendo immediatezza,le rappresentazionidialettalihanno un mercato propizio. Colcontribuire a circoscrivere l'uso deidialetti,ilcinem a italiano ha creato per dir coslilposto allo sviluppo d'una varietà popolare unitaria di italiano;nello stesso tempo,ha com inciato a porre in essere tale varietà:il44rom anesco h )delNovecento, quello cheresta de1vecchio dialetto di Rom a,fortem ente venato dim eridionalismi, ( stato ed è sem prepiù largam ente adoperato dalcinem a perdare form a linguistica a contenutipopolario popolareggianti40. N ella sua azione linguistica ilcinema ha trovato un appoggio, recente m a potente,nelle trasm issionitelevisive:per questevale quanto
siè già detto per ilcinem a.salvo qualche ulteriore considerazione.La prima riguarda ilfatto che la televisione hauna difusione e una continuitâ diazione enormemente m aggiore de1ci-
nema,e perciö lasua inNuenza lipguisticq iapçpfp.più profonda. In secondo luogo,non essendo essa puro spettacolo,m a anche servizio di informazione, i contenuti delle trasm issioni televisive hanno un'ampiezza pari a quelli della stampa diinform azione:non vi( tipo diargomentidicuila televisione non tratti e non possa trattare adoperando dunque tutte le risorse della lingua comune, con piena libertà.Questo rende l'italigno. telçvisivo sintatticamente e lessicalmente molto pitl vario e ricco ..di que llo cinematografco e di quello puram ente radiofonico
(v.per ulteriorianalisie datil'app.66). Per ragioni diverse da quelle de1 cinem a, anche la radio costringe ad usare l'italiano secondo moduli çelativam ente ri-
gidi:ilgiornaleradio e glialtriserviziinformativi(sono queste le trasm issioni più ascoltate: ISTAT Vita della loptp /tzmbzl: 17). .
privi deisussidivisivi della televisione, devono ricorrere a un periodare breve,senza inversionisintattiche,povero dim odulazioniprosodiche,ricco,invece,dielem entariparallelism ifraseologiciediripetizionidelsoggetto.Allascarsa sintatticità delfraseggiare, corrisponde la scarsa sintatticità fonologica: rispetto alparlato italiano non radiofonico,in cuiognisingolo fonem a varia pi! h o m eno fortem ente a seconda d' ella natura deiprece-
dentie successivi(ad esempio,la pronuncia della -7zfnale di con varia notevolmente a seconda che la parola successiva co-
mincicon /t, /,/k/,/p? /,/f/ecc.),lapronuncia radiofonica tende ausareunasola variante(cheperifonemiconsonanticièquella antevocalica) qualiche siano ifonemisuccessivi(v.app.53). A parte queste caratteristiche,la pronunzia radiofonica, che in m olte regionie in am pisettorisocialiha costituito neidecenni fra le due guerre e durante la seconda guerra m ondiale l'unico modello di pronunzia non dialettale, ha contribuito a r '' endere provinciale la pronunzia toscana dell'italiano. Si è detto, con toniper lo pifldilam entela e diprotesta, che nelle trasm issioni
della radio italiana (e della televisione)domina senza contrasti 55 e cap. IV no. 31-33.
la pronunzia italiana di tipo romano:ciù'è in gran parte vero
f
126
111.J'Vvtlre condizioni /?'pzw/?'&l?'c/?tï
(FRACASTORO-M ARTINI Lingua e rtzïb 97, 103),ma non interamente, in quanto molto spesso la pronunzia radiofonica (
zjqça..t1i-settentritmalismi (FRACASTORO-M ARTINI @ .cit. 117: CAMILLIRadio epvonunziaj.Non trovano credito,invece,le particolarità di pronunzia liorentine,se non come elementi di caratterizzazione dialettale a 5niumoristici.Nelconstatare ciö, cisiè qualche volta lasciatidominare da risentim enticam pani-
listici41:ma,come giustamente è stato osservato (M IGLIORINI Lingua contemporanea 28),tgar.adio (ma ciù vale anche per cinema e televisione)non crea disuo arbitrio ma 44asseconda.le tendenze della lingua comunep, e queste, dall'unità in poi, '-nbh si elaborarono pitl nei centri quieti e appartati della Toscana,m a altrove,neigrandicentrieconomici,demografci,politici e intellettuali de1 paese, a Torino, a M ilano, a Rom a.
Qui,spontaneam ente,la radio ha attinto isuoim odellidipro-
nunzia eliha poidifusilargamente (perhno,come sivedrà,a Firenze),perché diqui,come finora siè visto,sono partite le correntisociologiche che hanno som m osso e rinnovato le condizionilinguistiche delpaese,e diqui, com e si( già in parte accennato, è cominciato il fenom eno di sfaldam ento e intimo
rinnovamento deivecchidialettitradizionali.Qui,nellem aggiori eittà de1paese,un lingua che per secoliera stata dom inio geloso diuna minoranza è diventata lingua alla portata ditutti,ed
èstataavviatavers:un' jarzialerinnovamento delle suestrutture,non soltanto fonologiche,m a m orfologiche,lessicali,sintattiche e semantiche.
LINGUA COMUNE E DIALETTI: ESPANSIONE E REGRESSIONE
N el corso dell'analisisin tjuicondotta si è avuto occasione diaccennare più volte all'una o all'altra delle linee fondam entali disviluppo della situazione linguistica italiana.A una com plessiva visione d'insiem e,tra ifenom enicaratterizzanti l'evolversi
,'.
Linglta e dialetti: espansione e regressione
dellecondizionilinguistiche dellaPenisola dopo l'unità, ilprim o, non soltanto in senso cronologico,è ilprofilarsidelleforze com portantila riduzione e,peralcuniam bientisocialie regionali, il totale abbandono dell'uso dei dialetti.Tali forze, strettam ente connesse al processo dell'unificazione, sono state, com e si è visto, anzitutto l'emigrazione vttrso l'estero, che ha sottratto ingentim asse di dialettofoni e favorito la diFusione dell'istruzione;in secondo luogo,la tendenza all'inurbamento e ilcorrelativo sorgere di grandi centriin cui hamîo dovuto convivere m asse provenientida diverse aree dialettali;infne,anche l'istituzione di una burocrazia e diun esereito unitario a livello dei cetiborghesine1caso dell'una,o nell'am bito anche dipiù ampie cerchie popolari ne1 caso dell'altro, ha determ inato, colne i grandicentriurbani,la medesima necessith diconvivenza. Sottf) l'azione ditaliforze dil cilm ente sarebbe stato possibile ilpersistere delle vecchie condizioni di fram mentazione dialettale, anche se,in via di ipotesi, non fossero state presenti nella società italiana altre forze volte a diflbndere, a spese dei dialetti, la conoscenza e l'uso della lingua com une. Con la creazione dello stato unitario alcune di queste forze eomportanti l'espansione dell'italofonia, intesa almeno com e potenzialità d'uso,senon com e uso eflkttivo dellalingua, hanno assunto un vigore crescente di decennio in tlecennio:(-ilcaso delle istituzioni scolastiche e delle organizzazioni politiche. A . m aggior distanza di tempo, l'am modernam ento della vita econom ica e sociale,legato all'uniEcazione, favorll'azione dialtrt' forze cooperantia diflbndere la conoscenza dellalingua colnune; anzitutto la stampa a grande tiratura e, poi, g1i spettacolie i mezzi d'informazione di m assa, cioè cinerna, radio e televisione. Purtroppo, non ( possibile seguire con esattezza statistica il processo di difl-usione dell'italofonia:per quanto possa suonare paradossale,occorre dire che proprio la diflksione dell'uso della lingua com une ha reso problem atico valutare con preclsione quantitativa la dil Tusione della conoscenza della lingtla
comune.In altriterm inl,ilvenlr meno detle condizionillnguistiche deglianni dell'unità ha toltf a validità al criterio dell'al-
9.Lingua e dialetl,'.espansione e regl'essione
11L Nl zortlcondizionilt hqttistiche
fabetismo come discrim inante dell'italofonia, in quanto sua condizione necessaria.G ià prim a della line dell'ottocento, nei m aggiori centri urbani, dove era pitl cospicua la percentuale degli alfabeti, maggiore l'intensità degli scambi tra classi socialie regionidiverse, e pitlvivace la vita sociale e la vita politica organizzata, com inciarono a realizzarsi condizioni in cui anche un analfabeta,attraverso l'uso parlato,poteva essere am m esso alla conoscenzadella linguanazionaleeperfno,in qualche circostanza,poteva essere spinto ad usarla. Lentamente, cioè, in tutti icentrim aggiori cominciarono a crearsi quelle condizioniche persecolierano state unaprerogativa soltanto diRoma. U n censimento degli italofoni al principio del Novecento dovrebbe tener conto diciö,e somm are cioè ai 13 m ilionidialfabetiesistentifuori deigrandicentri,i3 milionicirca di abitanti deicentricon oltre centomila abitanti,che erano tuttiin condizionq di poter acquisire la conoscenza dell'italiano anche se analfabeti. Occorre perè sottolineare e chiarire che per gran parte di questi 16 milionidi persone l'italofonia era puramente potenziale;16 m ilioni,cioè,erano coloro che avevano fruito efruivano d'un contatto relativam ente durevole con l'uso scritto e orale dell'italiano per possederne una ctrta conoscenza teorica slda poterlo usare all'occorrenza e da poter intendere chi l'usava; m olto inferiore, invece, era ilpum ero di coloro che usavano rçalm ente l'italiano nella vita quotidiana: probabilmente costoro,gliitalofonieffettivi,non superavano i5 m ilionidiindividui,com e è possibile ipotizzare proiettando indietro di cinquant'annile proporzionidesum ibilidall'esam e della situazione linguistica italiana negli anni successivi al 1950. Si sono create in ltalia, nel secondo dopoguerra,le condizioni culturali medie, g1i sviluppi scientifci prelim inarm ente indispensabili,g1i strum enti e le organizzazioni che renderebbero possibile un censimento degli italofoni,una analisi statisticamente corretta e particolareggiata sia delle condizionid'uso della lingua e de1dialetto sia delgrado diconoscenza della lingua.Alla persistente assenza d'un rilevamento statistico delgenere sipuè tuttavia riparare in qualche m odo utilizzando so-
prattutto i dati desum ibili da una pregevole indagine svolta
neglianni Cinquanta dal Rùegg (RPEGG Wortgeographiej,ed integrando e conferm ando tali dati con quelli di successivi
più specifci sondaggi(SICILIANO Catanzaro, RENZI Sulmona, PAIJTASSO Pettinengoj.11Rifegg intendeva studiare le reciproche interferenze tra g1iusi linguistici delle diverse regioniitaliane,attraverso l'analisi e la prelim inare raccolta del maggior num ero possibile di elem en'ti lessicali regionali e di varianti regionali nell'uso della lingua comune;per controllare meglio ilgrado di attendibilità delle risposte dei suoi inform atori, in
)tutto 124 individuisparsiin 54 provincie diverse,lo studioso .
lsvizzero chiese ad esdi anche notizie sulle circostanze'e ilim iti
t i n cuiciascuno usavao non usava(eritenevadidovereo dinon 1 dovere usare)lalinguacomune.11linedcll'indaginenon richiedeva che i124 interrogati fossero sceltiin m odo proporzionale alla distribuzione degli italiani nelle diverse regioni, classi di reddito e professione, classi di istruzione, di età ecc.: accade
quindiche ben 36 (oltre un quarto)siano laureati,mentre la percentualeefettivadeilaureatierain Italia,ne11951,dell'1% circa;o,ancora,gliinterrogatidiVenezia superariö in num ero quellidiRoma;e nessuno puö rappresentare la vasta categoria
deglianalfabeticompleti(pari,come siè già più volte detto, al13% dellapopolazione italiana ne1dopoguerra).Ben rispondente agli scopi dell'indagine dt1 Rûegg, il gruppo dei suoi informatoriè lontano dal rappresentare fedelmente i rapporti percentualiesistentitra le diverse categorie diitalofoni.Tuttavia, le risposte relative all'uso che della lingua com une e de1 dialetto fa ciascuno degli interrogati, quando siano sfruttate nel m odo dovuto e con cautela, gettano luce sulla situazione linguistica italiana deglianniCinquanta e,come siè accennato, trovano conferma in successive indagini4z. 42 1 dati di RPEGG W ortgeographl k 20-29 sono sintetizzabili per 122 dei 124 inform atorianzitutto distinguendo coloro che parlano abitualmenteitaliano da coloro cheusano anche o esclusivam enteildialetto. T ABELLA I N = Nord, C = Centros S = M ezzogiorno e Isole; L = l-aureati, D = Diplomati (al-
meno 7 o 8 annidi studio postelemcntare),M E = in possesso dilicenza media (8 annidi studio) o elementare (5 o 3 annidistudio).
111.Nuove condizioni lt'npuçstiche
Dall'elaborazione dei dati del Riiegg,risulta che ne1 1951
oltre un terzo della popolazione italiana (35,420()paria oltre IF milioni) aveva abbandonato l'uso de1 dialetto come unico strum ento di com unicazione, ma soltanto poco più d'un sesto
9..I,/K#JZtl e dialetti..eskansione e regressione
131
tamente al dialetto: per oltre quattro quinti della popolazione italiana il dialetto era ancora abituale e per quasi due terzi
(63,5O/o paria 26.846.000 persone)era l'idioma d'uso normale nel parlare in ogni circostanza.
(18,5% paria 7.825.000 individui) aveva rinunciato complee)Casiparticolari:ne1N ,un D (con genitoridiregionidiverse) parla itaa) Parlano abitualmente italiano in ognitipo d'ambiente: N C S tot. L 8 9 7 24 D 16 4 7 27 ME 2 5 7 tot. 26 18 14 58 note:1)nelN.7 usano occasionalmente anche espressionidialettalicon compagnidiscuola fe uno speciEca:#/soltanto con gliamicip)o con igenitori;2)ne1C 2 usano talora espregSionidialettalia finischerzosio per realizzare maggior familiarittk;3*)nelS. 5 usano anche espressionidialettalio con igenitpri(1;ma cfr.anche l'informatore SA 1:qla madre parla dialettol))operscherzo:4)sui47nontoscani24.nasconodagenitorinatiinduediverseproA.incie.
1iano in casa,dialetto a scuola;nelN, 2 D parlano abitualmente italianoi
ma dialetto con igenitori (per scherzo,uno anche con fratellilLa tab. I consente diapprezzare la parte avuta dalla scuola nello
spezzare l'altrimenti compatta dialettofonia dell'ambiente (tab. l < e no. 1 did' ,si osserviinoltre che tra i laureati due terzisono italofoni completi,tra i diplom ati poco pil h della metà, tra i possessori
di licenza medioelementare poco più d'un quinto). L'esame delle note, corredato alle osservazioni de1 Rùegg sui singoli inform atori.
m ostra qualielementigiocano a favore dell'italiano e deldialetto.1) Tra g1iitalofoninon toscanila percentuale diindividuinatida genitori
diorigine diversadialettale supera il50 % ,mentre essaè de118 y/otra idialettofoni,iqualiperoltre 1'80 % sono natida genitoridella medesim a provincia;la capacità diitalianizzazione linguistica delle m igraziqpiinterne viçne in chiaro anche m eglio se si osserva che deinati
L D ME tot. nota:ne!S.1:ritenendo poco rispeTtoso ildialetto,non lo adopera con igenitori.
tt)Parlano abitualmente dialetto soltanto,ma a scuola parlano italiano: L D ME tot.
N 2 1 4 7
S 3 1 2 6
tot. 5 2 6 13
da genitorididiverseprovincie il67,7 E )oè italofono,mentre trainati da genitorid'egualprovincia (a parteleprovincie toscane)g1iitalofoni .s ono appena il23,6 % (rispettivamente 24 su , 35 e 24 su 70);l'azione italianizzatrice delle m igrazionirisulta anche dalle note 1,2 di# e dal prim o caso die.Diciè siha piena conferm a nelle indaginidiGiovanna
RENZISulmona 101 (44Deinatidagenitorididiversaorigine dialettale 1.81% è italofono;deinati da genitoridiuguale provincia g1iitalofonisono il47 O().I dialettofonisono nati tuttida genitoridi ugual provincia, /) e di M ariella PAtirAsso Pettinengo 100 (tfNella maggior
neta: nelN .2 parlano italiano anche con persone d'altra regione e coi figii.
parte dei casi i coniugi parlano tra loro nel dialetto del paese di origine, naturalmente quando am bedue provengono dalla stessa regione...N elle fam iglie l'italiano ...è usato...solam ente neicasidimatri-
d) Parlano àbitualmente soltanto dialetto in ogni tipo d'am biente:
espressivo e fam iliare. : è questo il m otivo per cui lo si adopera con i
N C S tot. L 2 3 5 D 9 5 15 M E 17 4 21 tot. 28 1 12 41 notet1)alN.l,con coniuge d'altra città,ricorre all'italiano;2) alS.4 parlano anche italiano,oltrecchédiaxetto,in casiparticolari(! con lamadre d'altra regione,1 talora a scuola. 2 con ifigli); 3)su 38 di cuirisulta la provenienza regionale dei genitori,31 hanno genitorfd'egualprovincia,7 diprovincie diverse; 4) neâle 'I/re Venezie,dove quaslla totalitr'l degliinterrogativin ogniclassed'istruzione!è interamente dialettofona,2.(lichiarano diparlare dialetto anche con itayianidialtra reeloni.
monio Iidanzamentimisti) /).2)11dialetto è sentito come idioma più
compagnidiscuola (tz no.1,2,3),o con ifamiliari,specie anziani ia n 'o. 1,2,3 e 20 e 30 caso),ma perciö stesso in qualche casopuù parereirrispettoso(nota1dib;PAllrAsso Pettinengo105,RENZISulmona 101).3)11dialetto èl'idioma deipil hanziani:i5 dialettofonicompleti .
tra i. 36 laureatihanno età m edia di46 anni;l'italiano è la lingua dei
igli(no.1 ac e a #);tra idialettofoni7 hanno oltre 40 anni,tra gli italofoni solo 3; cfr. a conferm a Pz wrAsso Pettinengo 100 sgg., 106, RENZI Sulmona 101-02. G1istessi dati della tab. I possono essere organizzatidistinguendo
111.Aû/orc condizloniIinguistiche
Le indagini svolte neglianni Sessanta (SICILIANO,RENzI, PAUTASSO opp.tJ' ff.)consentono diaflbrmare che,anche in centriminori(Pettinengo)o in zone difugamigratoria (Sulmonap
#.Lingua t?dialetti: eskansione e regressione
in parte Catanzaro),l'italofonia è generalmente comune ai1ivellipiù. altidiistruzione e reddito ed intacca sempre dipiù la
dialettofonia anchenelle clas>isubalterne (v.permaggioridettagliapp.66).Non vale solo perPettinengo né per gliimmigrati soltanto, quanto osserva conclusivam ente M ariella Pau-
g1i inform atori per classi di istruzione e compartim ento della Penisola. T ABELI-A 11
a) dei 13 laureati del
8 parlano italiano 3 alternano italiano e dialetto 2 parlano dialetto
dei9 laureatidel
9 parlano italiano (J alternano italiano e dialetto 0 parlano dialetto
dei7 laureati del
7 parlano italiano 4 alternano italiano e dialetto 0 parlano dialetto
bj dei29 diplomatide1
16 parlano italiano 4 alternano italiano e dialetto 9 parlano dialetto
dei 6 diplom atidel
4 parlano italiano 1 alterna italiano e dialetto 1 parla dialetto
dei16 diplom atidel
7 parlano italiano 5 alternano italiano e dialetto 4 parlano dialetto 2 parlano italiano 4 alternano italiano e dialetto 17 parlano dialetto 5 parlano italiano 0 alternano italiano e dialetto 0 parlano diaietto
dei6 m edioelem entaride1S
0 parlano italiano 2 alternano italiano e dialetto 4 parlano dialetto
La tabella 11 oflre la base per ricavare alcune indicazioniquantitative su1 num ero degli italofoni nelle diverse classi di istruzione e nei diversi com partimenti della Penisola. A ta1 llne, occorre supporre
tA>so (Pettinengo 105): L'italiano viene sentito com e elemento dilivellam ento sociale e di attenuazione delle diferenze tra classe e classe.Chinon è ancora riuscito ad inserirsinella società in m odo soddisfacente,desidera tuttavia che suo figlio parta avvantaggiato e ritiene che questo vantaggio g1i sia dato dall'abitudine ad esprimersiin lingua italiana Nn da piccolo... in questo m odo l'im m igrato è convinto di fare il bene di suo Gglio che il rapporto tra italofoni, alternanti e dialettofoni, ricavabile sulla base della tab. 11 all'interno di ciascuna dasse di istruzione nei tre diversi compartim entiitaliani, sia costante anche nel complesso degli individuiche in ogni singolo compartimento appartengono a una data classe di istruzione: il num ero di costoro è desum ibile con sem plice calcolo da ISTAT CSI tav. 58,e,dato questo num ero, è facile ottenere ilnumero dei componenti delle tre categorie diparlanti.Per ottenere perö una cifra alm eno indicativa delnumero degli italofoni in ltalia
intorno al1951 (a quest'anno siriferiscono idatidiISTAT CSL e a qualche anno dopo idatidell'inchiestade1Riiegg)occorre tener conto delledue categorie deicosiddettisemplicialfabeti(alfabetisenza titolo scolastico) e deglianalfabeti:seguendo in questo come in precedenti oqlcolicriteridilarghezza nelcom puto degliitalofoni,sipuè supporre che ilrapporto tra questie le altre due categorie di parlanti sia nell'am bito degli alfabeti identico a quello registrato da1 Rûegg fra i
dotati dititolo medioelementare (in realtà è molto probabile che la percentuale deidialettofonisia molto maggiore); quanto aglianalfabeti,essisono statituttiascrittialla categoria deidialettofoni (oltre che per considçrazioni qualitative, anche per com pensare eventuali errori per difetto nel com puto della categoria nella precedente e su-
perioreclassediistruzifme).lnun puntosièt 'uttaviacredutoopportuno correggere i rapporti suggeriti dalle cifre ricavate dal Rùegg: è già
in sé poco credibileche ilrapportoitalofoni/altrisianell'ltaliacentrale m igliore a livello dei possessori di titolo m edioelementare che tra i diplom ati:questo non si verifca in nessun altro com partim ento,contrasta con la generale correlazione tra livello diistruzione ed italofonia ed ha contro disé le esplicite attestazioni diPARRINO . h/ laceratese,per quanto concerne l'uso del dialetto da parte degli alunni marchigiani
134
111.Nuove condizioni linguiniche
9. f.aiAlrlztz e dialetti: espansione e regressione
ofrendogli la possibilità di stabilire rapporti con tutte le categorie di persone su una base di uguaglianza: la lingua nazionalç è..6ki,o. è intesa com e strum ento di riscatto culturale e di aflerm azione socmle.
Se all'italofonia intesa nel senso di uso attivo e abituale dell'italiano erano estraneine1 1951 ancora quasi 26 m ilioni di
individui,la italofpnia çome ppyvngiali .t sà d'uso della lingua per delle classi*colastiche.inferiori. D 'altra parte,va osservato che i due non italofonicompletidella tab. 11 sono entram bi marchigiani e che. percaso,dalRiiegg non è stato interpellato nessun m archigiano dotato soltanto del titolo m edioelem entare. Per risolvere le diverse incongçuenze, si possono ascrivere gli 806.000 m archigianiforniti dititolo m edioelementare per m età alla categoria dei dialettofoni e per metà alla categoria dicoloro che alternano la lingua aldialetto.
iscritto o,in circostanze eccezionali,anche nelparlare pu6 con-
%7ABELLA lII
zionleicompromessitraibrmeefunz -fon' l -d' e' Xa'lnguacomunee
siderarsieqçsav-con sicurezza al770/o degliindividui,se non a11'87 0,/0,cioè atuttimeno g1ianalfabeticbmcleti.Fra il 18,5 0/0 / diitalofoniche usavano esclusivam ente l'italiano e il 13 0zo di dialettofoniche usavano esclusivamente ildialetto,stavano o1t idue terzidellA- ppppl ,-g gb lm .pvr.i -qllplilw lirm ua eildialetto el' a. ; no feùl.
form e e funzionidegliidiom idialettalihanno avuto origine in questa m assa. ' - JNel periodo giolittiano,la percentuale di coloro che conoscevano l'italiano era certam ente inferiore: si aggirava proba-
(calcolo datab.11e CSltar.58,con cifre arrotondate almigliaio)
N C S tot. N C S tot. N ME C S tot. N ALF C S tot. N AN A LF C S tot. N TOT. C S tot.
182.000 105.000 135.000 422.000 678.000 307.000 394.000 1.379.000 14.993.000 5.135.000 7.333.000 27.461.000 2.545.000 1.362.000 3.675.000 7.582.000 843.000 895.000 3.718.000 5.456.000 19.241.000 7.804.000 15.255.000 42.300.000
parlano abitualmente soltanto italiano
parlano abitualmente sia italiano sia dialetto
parlano aoitualmente soltanto dialetto
112.000 105.000 68.000 285.000 373.000 205.000 173.000 751.000 1.302.000 4.329.000 5.631.000 1.158.000 1.158.000
42.000 37.000 79.000 95.000 51.000 123.000 269.000 2.606.000 403.000 2.445.000 5.454.000 500.000 102.000 1.225.000 1.827.000
28. 30.0* 58.0* 210.0* 51.0* 98.1X* 359.1X* 11.085.G 0 403.0* 4.888.0* 16.376.G* 2.045.G * 102.G0 2.450.0* 4.597.0* 843.000 895.000 3.718.G 0 5.456.0* 14.211.000 1.451.G* 11.184.G* 26.846.(00
1.787.000 5.797.000 241.000 7.825.000
3.243.000 556.000 3.830.000 7.629.000
bilmente,come siè detto,intorno al50% della popolazione; quella degliitalofonieffettivi(anchese non esclusivamente italofoni)puè dunque supporsi(sulla base delrapporto de11951. che era di87:36)paria non più del20 % della popolazione adulta,ossia a circa 5 milionidipersone.N e1giro dim ezzo secolo,dunque,la percentuale degli italofoni era giunta a decu-
plicarsi. Quindi, anche sotto l'aspetto dell'espansione della conoscenza e dell'uso della lingua comune;l'età giolittiana siconEgura com e un m omento nodale della storia linguistica dfll'ltalia unitaria;nello stesso periodo, come si è visto,si accelera il deousso deidialettofoniattraverso l'emigrazione e siamplia,di
discolarità dellapopolazione(v.idatidel1961elaboratiperregionee compartimepto allafinedell'app.49)hanno portatoall'italofonia masse ingenti: sulla base dei dati della tab. 1 dell'app. 66,considerando il fatto che essiriguardano due cittadine m eridionalididebole im migrazione in cuil'italofonia non è certam ente privilegiata,e tenendo conto deidatisullascolarità del1961,sipuù ipotizzare che neglianniSessanta
almeno il30 % dellapopolazione italiana sia stato guadagnato all'italofonia abituale,mentre è scesa sotto 1'8,4 yo la dialettofonia costante ed esclusiva, la incapacità alla italofonia, se è generalizzabile quel che è registrabile a Sulm ona e Catanzaro, e cioè l'apparizione di pattuglie di italcfoni anche neglistratia più basso livello di scolarità e negli am bienti di pil h tenace persistenza de1 dialetto.
L'intensa migrazione interna degli anni Cinquanta e Sessanta,
la profonda azione della televisione (v.app.66),la crescita dellivello
1 )
136 '
111.N uove condizioni /@?;.gwl' . ç/,' c/?e
conseguenza,la loro azione di stimolo dell'istruzione, si intensiEca con il 4decollo b i dell'econom ia il processo di industrializzazione e inurbam ento,siallargano ilim itidella lotta politica
)ofganizzata,lascuolacominciaastrutturarsisu basiben pilhrobuste che per l'innanzi,.sidiflbnde la stampa diinform azione, entrano in gioco insom ma, con slancio accresciuto e crescente per gliefettidella spontanea sinergia che tra esse sicrea,quasi tutte le forze che hanno portato a ridurre l'uso esclusivo deidialetti e a propagare quello della lingua comune. La svolta avutasi nelle condizioni linguistiche durante il periodo giolittiano merita di essere sottolineata non solo per i ri:essi che ebbe sulla consistenza formale e funzionale degli idiomi parlati in Italia,m a anche ad altri fni.Ancora troppo spesso la storia delle idee e delle creazionipoetiche continua ad essere condotta dallo qspecialista h considerando le une e.le altre divelte da1 loro contesto stqrico. Rilevando ciè, non si vuole negare o dim inuire la funzione autonom a de1 pensiero e della poesia;ma proprio chisipreoccupa ditale autonomia,se non vuole im poverire disignifcato l'uno e l'altra,non puö non giungere a vedere nelflosofo e ne1poeta quello che Vico insegnava a vedere in quest'ultimo,e quelche glistorici più intelligentihanno scorto perfno ne1l'4utopistah / Platone:gliedu-
catori de1 loro tempo e della società umana. Questo modo di vedere im plica ovviamente l'esistenza di un rapporto m utuo m olto stretto tra le vicende de1pensiero Elosolico e della poesia ',
e la storiadell'intera società.2 dunque legittimo chiedersi(ma èunadomandaretorica)selasemplicitàe,perdircosl,latranquillità scevra di polemica con cui Croce agli inizi del Novecento considerè chiusa la vecchig 4questione della lingua b i
(app.41) e Pascoli, Gozzano e icrepuscolari,come sivedrà (infracap.lV,5),relegaronotralevecchieebuoneLLcosedipessim o gusto hiltradizionale lessico aulicizzantedellaversifcazipne italiana, siano da spiegare soltanto, com e in genere si è fat o. .t con ragioniinterne alla storia della filosofa e alla storia deigustie delle;poetiche,cioè soltanto con ilrisorgere diinclinazioni idealistiche accentuanti la libera creatività dello spirito e con l'accettazione dipoetiche m odernizzantie dell'inclinazione vic-
9.Lingua e dialetti: espansione e regressione
torhughiana a Ljmettere il berretto rosso ) alla lingua poeticaIn realtà non è arbitrario collegare la svolta segnata dal Croce nella storia delle idee e da1Pascolie daicrepuscolrinella storia de1 linguaggio poetico con la svolta che, nei m edesim i anni, si verificava nelle condizioni linguistiche dell'intera socictà italiana:sipoteva tranquiX m entesottolineare la funzione della creatività e della spontaneità linguistica contro la pedànteria, si poteva mettere da parte com e invecchiato illessico arcaizzante e volgersialla lingua quotidiana viva em oderna, perché in queg1ianni,per la prim a volta nella storia d'Italia, la lingua nazio-. nale siavviava a diventare una realtà davvero quotidiana e viva in tutto ilpaese,uno strumento usato da milionidipersone che, con illoro stesso num ero, rendevano dil ciliad attuarsiivecchi intenti puristici e pedantesehi. L'estensione dell'uso della lingua com une, se tolse alla pedanteria la suà atm osfera vitale, non avvenne tuttavia in modo anarchico:soltanto neiprimiannide1Novecento, e non prim a, com inciè a fungere da modello ilcomune uso che della lingua sifaceva neicentriurbanisoprattutto da parte deicetipiù colti; c questi, oltre tutto. si erano linguisticam ente form ati sotto l'azione di forze tendentia espandere l'uso della lingua secondo m odellifortemente om ogenei, come la scuola e la stam pa: taliforzqhanno continuato poia operare sia come m odello degli individuigià acquisiti all'italofonia, sia neiconfrontidegli italofoniformatisinei decennisuccessivi. Fra le due guerre e nel secondo dopoguerra, a queste forze tradizionali altre si sono aggiunte perestendere la conoscenza e l'uso dell'italiano, e tutte hanno serbato gli stessi caratteri di omogeneità, anzi,ne1caso. della radio,lo hanno spinto sino all'estremo: le radioaudizioni costituiscono infattiuna sorgente dimodellilinguistici per dir cosl puntiforme, che nello stesso istante diflbnde dovunque un unico m odulo linguistico. lnsomm a,lungo tutto il periodo postunitario,fno agliannidelsecondo dopoguerra, la tradizione linguistica italiana è stata dominata da forze che da1 centro hanp. p irradiatg modulilinguistict-wlla pçriferia.Pertanto,iparlantisono stati sottoposti a potenti forze centripete, unihcanti gliusilinguistici. tze nuove forme linguistiche o le nuove fun.
138
111.N uove condizioni Srlrkruibfi' cl-&'
zionidiforme preesistentiregistrabilinell'uso diquesto o quell'am biente regionale o sociale hanno avuto piena fortuna soltanto nella m isura in cui sono riuscite a inserirsi nell'uso linguistico degli insegnanti, dei giornali, della radio..Se si pone m entealla giàramm entata fobia de1parlato che hacaratterizzato largam ente l'insegnamento e la pratica dell'italiano nella scuola e nella relativa ristrettezza degli ambienti che elaborano l'italiano giornalistico e radiofonico,è facile comprendere com e le i ovazioni periferiche siano state sottoposte a un vaglio
sevvro, certamenie plti severo dl quel che si sarebbe potuto
9.Lingua e dialetti:espansione e regressl-one
139
versionipolitiche conosciute dal paese durante un secolo non hanno perù prodotto nessunainterruzione nellatrasm issione erek L k yd- i la . zia d!4.-1, prpjes . ; s -i pn..jdingenti:anzl,comeenoto,lkl ndicedi .
.
.
.
mobilità sociale (cloè la percentuale difkli che abbandonano iltipo diattivitàpaterna)èstato in ltaliapiù basso che in altri paesieuropeiquando siguardiagliscam biin senso 4fverticale*. tra classe 44superiore b ie classi 4 $inferiori#. ln altri term iniy la preminenza sociale e,quindi,la preminenza in fatto d'uso della lingua italiana, attraverso tre o quattro generazioni, sono re-
state sempre,con prevalenza quasiassoluta,aifklie ainipoti
avere se una collettività diparlantiam pia,come era ampia già agliinizidelsecolo quella italiana,fossestata giudice delle innovazioni nella sua interezza econ ilsuo uso linguistico irriiesso e ancora in:uenzato da m odellidialettali. Occorre aggiungere che,naturalm ente,più larga accettazione delle innovazionisisarebbe avuta anche nell'ambito dellascuola edeim ezzidiinformazioneseilpaeseavesse conosciuto un brusco salto diclasse dirigente,nelsenso pifzampio diqueslo ter-
dicoloro che la avevano neiprimidecennidopo l'unità. Prevalenza delle fpv ç. acctntrate nel processo d'estensione de-ll' -uso della -l =mgua comune e corltw ) pt ;tà.. .kqciologica della classe dirigente attraverso i decenni,combinandosi insiem e, hanno fatto
mlne-f-fè'--il' D nele protessioniintellettuali,neiquadridirigenti
m eno impressionante per chi,esercitando ilm estiere dell'intel-
della burocrazia,nelle redazioni dei giornali,nelle élites intellettuali fosse avvenuta in qualche mom ento una radicale rivoluzionecomportantelacom pletasostituzionedeivecchicon nuovi m em brigiungentidalle classim eno colte e m eno esposte all'attrazione deimodellilinguisticitradizionali43.Le numerose con-
lettuale,malsenerendeconto)èlamiglioreriprovadituttociè:
s)che ilrinppyamen to delle str pttvre dvll'italiano sig avvenuto. .. *- . a r
con m olt>.-l.ç. p!sz>.-çxçavtela,senza che in sostanza,cisidiscostasse da1solco della tradizione.11perslstere, anzlilprimeggiare'
diletture ottocentesche tra la grande massa dei lettori (fenoIacopo Ortis, se le dichiarazioni non celano con una rem ini-
scenza scolastica unapiù sostanzialeignoranza(maèpureinteressante che la reminiscenzasiaproprio quella),Promessix$>o. #, Cuore,1 mt kerabili, Piccolo mondo antico form ano attraverso le
generazioniilnerbo della culturaletterariacollettiva(app.51$ 43Sulla mbbilità sociale cfr.in generale BENINIDentograsa 121-38 (ancoravalido secondo LIPSET-BENDIX 27,no.4);perl'ltaliain particolare cfr. CHESSA Trasmissione delle professionib A. LEHNER Sur la mesuredela mobilitésociale,in Transactionsof theSecond World Congress of Sociology,vol.II,p.123,LlvlAscesa,lnchiesta Shell.l dati italianisono sistem atiin una prospettiva comparativa in LIpsET-BExDlx 22-23,25,32,33,36-37,240.Ailinidiquesta trattazione è importante rilevare che un fattore diaccrescim ento della m obilità sociale in
senso verticale (scambitra classisuperiorie inferiori)èrappresentata dalla urbanizzazione (LIPSET-BENDIX 58-59,204-226,280):anche in
Se la mobilità negliscambitra classidirigentie classi inferioriè stata m olto ridotta,m olto elevatay invece,è stata,com e sièvisto,la ''A .le bc . e stw -rl.pzi .g4 pm-tyle4,creata dag1ispostamentidiindividuie gruppi fam iliari da1 settore agricolo a quello delle attività industriali e dei servizi, dai centri ruraii alle grandi città. 11 com plessivo spostam ento, del quale già sono statianalizzatiidatie imom enti, ha interessato con pari intensità sia le classisuperiori,sia le inferiori, sicché ha scardi-
Italia gIiscambitra classisuperiori e inferïorisono m olto più intensi
nelle grandicittà (caso tipico è Roma)cheneicentriminori(LEHNER op.cJ' l.123,LIPSET-BENDIX 32-33).Inhne va osservato che un rinnovam ento non per giustapposizione, ma per sostituzione della classe
dirigente si è avuto in Italia con la rivoluzione fascista del 1922-25,
ma ( restato limitato alsolo settore dei dirigentipolitici tLAsswELt. politicalBehaviour 157-72).
140
111. AT?ztu.,e condizioni linguistiche
9 fzfr/jrz/tz e dialctti: d.
141
nato completam ente lebasisocialisu cuipoggiavano usi, m enta-
t accaduto cosl che di un fenomeno dievidente imponenza
litk tradizioni.E anche la parte dipopolazione che non siè
sia m olto dilcile reperire una documentazione com plessiva relativa a tutta la Penisola: nonostante tale dië coltà, si cercherà più oltre di dar conto della italianizzazione dei dialetti'
m aterialm entespostatadaun tipo diattività all'altro e dallacam pagna alla città,ha cercato di adeguarsiai modidella vita cittadina.Su1Jma 'no linguistico,ciö ha signifcato la rottura degli tquilibritradizionali che avevano reso dië cile l'adozione d'un idiom a comune in tutte le m anifestazionidella vita associata ed avevano correlativam ente favorito la persistenza di distinte tradizioni dialettali;ed ha comportato nell'ambito della borghesia inurbatalanecessità diadottarela lingua nazionaleancheneirapporti internialla cerchia fam iliare, m entre nei ceti inferiori e nella popolazione non ancora inurbata ha creato la volontà di xdeguarsiagliusilinguisticiborghesicittadini. Tale volont: ha operato in due m odidistinti:attraverso la progressiva riduzione
delruso deidialettitradizionaliad ambitidirapportiinterinkividuali sempre più ristretti, riduzione che si va spingendo in m olte zone :no allimite della elim inazione de1dialetto;e attraverso un processo diitalianizzazione accentuata de1lessico. anzitutto,ma anche,com e sivedrà, della fonologia,morfologia e sintassi dei dialetti. Questo processo di itnl' lanizzazio. n. e ,strutturale, avvenuto neigrandicentrisotto ildiretto inpusso dell'italiano e neicentri m inorisia sotto l'influsso deidialettiurbani, m aggiorm ente iu lianizzati,sia,fra le due guerre, e poi,sotto l'in:usso diretto della lingua com une, non è statq fnora debitam ente studiato. g1istoricidella lingua comune accennano ad esso com e a un fe-
nomeno imponekte,parlano dirfsfasciarsiA dcidialetti, ma 1asciano da parte ognianalisiparticolare, forse ritenendola dipertinenza della dialettologia;senonchéla dialettologia tradizionale, im pegnata nellaricercadelle form edialettaliritenute più tipiche. cioè proprio delle forme più discoste dalla lingua com une, sdegna g1i italianismi dialettali, ai quali in genereaccenna soltanto per rimpiangere che, con la loro introduzione, sivengane cancellando itrattipiù caratteristici diquesto o queldialetto44. .
(infra,cap.1V,1)nella convinzione che essa interessinon soltanto la storia deisingolidialetti(egiàperciè non è giusto trascurarla),maanche la storia della lingua comune,in quanto lo 44sfasciam ento i s dei dialetti, la loro adeguazione, soprattutto fonologica,all'italiano,ha reso sem pre più facile trasferire parole e costrutti di origine dialettale nell'alveo della lingua com une. Attraverso la lacrim ata 44morte h dei dialetti, attraverso la loro prepotente italianizzazione, si è creata cosl upa fonte endogena diinnovazioni,una fonte popolare, m a non regionale. che è un dato nuovo nella storia della lingua italiana la quale lino all'unità politica aveva arricchito ilsuo lessico e la sua fraseologia soprattutto attingendo alla latinità o a fonti esotichc. '
Campobasso 145, PIERI Lucchese 107, BERTONI Prohlo storico 35,V. LoNco,11dialetto di. JNllklc' tzxt)in Provincia diGrosseto,ID,12, 1936. pp.19-34,103-147,p.20:( 4Nella fase odierna ildialetto diPitigliano m ostra anch'esso m anifestig1ieflktti deleteri della corrente letteraria; ed è per questo che io m isono accinto a raccogliere quanto più m i è stato possibile della morente parlata prim a che ilridursidiessa alnulla dia luogo ad inutili rim pianti... ln generale,m i lim ito a ricordare le sole caratteristiche per cui il pitiglianese sistacca daltoscano A. Sono rariglistudiin cuisidedichiun'attenzione sistem atica agliitalianism i
(0 ai dialettalismi urbani italianizzati) specie recenti: quasi isolati restano perciè N lcot,l Dialetto di Voghera, Franca CIRAG GNA Ronco Canavese.Per ia m ediazione dei dialettii' talianizzati deigrandi centri nella prim a fase di italianizzazione dei dialetti rusticio deicentrim inoricfr. i fatti particolari ricordati, per esem pio, per Torino da G AvuzzlPiemonteseVII,SOFFIET'I' I Turynese 1-2, CIRAVEGNA Ronco Cana-
vese 43,146-48,158;per M ilano e Pavia da SplEss Subjektpronomen #t z::; ' ??7,N lcof-l Dialetto di Vogheva 3-4,211 epassim ;per Bergamo da
.
44Storicidella lingua:DEVOTO Prohlo 146-47;M IGLIORINIStorla 674; per l'atteggiamento dei dialettologi cfr., ad esem pio, D 'Ovlolo
ZAMBETTI Valmaggiore 26; per Trento da PIIA' I-I Valsugana 9; per Napolida D'Ovlolo Pev Campobasso;per Brkndisida D'ELIA Dialetti salentini 136.
142
111.Nuove condizioni Jïn-gl/fglfc/lc
'
10. Fortuna delle tlcrfef: regionali
143
ifattihanno facilitato poila loro adozione in tutte lç-lçgio. ni e 10. FORTUNA DELLE VARIETA REGIONALI
ttl
Espansione dell'uso e lento rinnovamento strutturale della lingua comune, regressione dell'uso e intenso e rapido processo diitalianizzazione strutturale deidialettisono fenom enidi massim o rilievo nell'insiem e della recente storia linguistica itaIiana.M a diquesta sidarebbe un quadro lacunoso,enon siintenderebbero appieno i fenomeni ora ricordati, senza dare il debito rilievo a un altro fenomeno:alla adozione progressivamente crescente e al consolidamento strutturale di varietà regionali di italiano45. ' Le varietà regionali di italiano cuigià più volte siè accennato, possono considerarsi,volendo dare una rappresentazione sinteticadelfenom eno,come una-nuoyp riqp-ttante nntavdalcom porsi della tradizione linguistica italiana con le molteplici tra-
dizionitingulstiche dialettali:in altritermini,essesisono andate forma -hdö a mano a m ano che g1iam bientiabituatialmonolin-
guismo dialettale (specie per quanto riguardava l'uso parlato) si sforzavano diusare la lingua comune.N ell'adottar questa,i dialettofoni,in m isura variabile da luogo a luogo,dall'uno a1l'altro strato sociale e dall'uno all'altro tipo dirapportiinterindividuali,vi hanno inserito elem enti lessicali de1 loro dialetto d'origine e l'hanno piegata alle consuetudinifonologiche e sintattiche dialettali. L0 sviluppodell'usodellevarietàregionalihacreatounasitua-
zione diestre
ob'itAlv iq uisyica)Le varietà regionalihanno
favorito iltrasferimento l e em enti linguisticilocali nell'alveo della lingua comune;in esse,perguardareora alsolo lessico,g1i elem- e-q-ti1 pyali,giàin parte italianizzati,sisono,comesivedrk
4dqw ratii fonologicamente ed hanno acquistato,con unafacies fonologica.iiallana, anche la cittadinanza non più in una ; : -. ''' zona dlalettale rlstretta, ma in uno deigrandi compartim enti .
dqlla Penisola (i1Nord,il Centro,il M ezzogiorno):entrambi 45 V.app.57,in cuile attestazioni relative alloro diflbndersisono m escolate ad apprezzam enti polem ici,e v. cap. IV ,2.
,
regionali, p' kfble e forme della lingua comune, adottate largam ente dai parlanti di una determ inata zona, diventatevi abituali, si sono potute con crescente facilità inserire nei dialetti '; t tradizionali,contribuendo alglâ ncordato processo diitalianizzazlone strutturale.Attraverso 1uso dellevarietàJygipnali,dialçtto c lingua,che erano nell'ottocento due entità contrapposte,sono andate sempre più diventando quasi varianti d'una m edesima -
tradizione. Alm eno nelle zone più progredite della Penisola,ilmomento in cuila distinzione tra lingua e dialetto ha perduto ilcarattere d'una opposizione tra realt: m al conciliabili,va collocato,probabilmente,nelperiodo tra le due guerre m ondiali.Un numero crescente diparlantiha potuto da quelm omento disporre d'una pluralità di registri linguistici; l'italiano com une, l'italiano re- . gionale,ildialetto italianizzante,il dialetto nelle sue form e più arcaiche e lontane dall'italiano. La capacità di disporre pienamente dituttiiquattro registriè comune a non moltiindividui: soltanto una estesa inchiesta linguistica potrebbe precisare il loro numero, m a tutto lascia supporre che essi siano relativam ente pochi,in quanto la contem poranea piena conoscenza e adozione dell'italiano colto e de1dialetto nelle form epiù arcaiche richiede una spiccata cultura. Com unque, attraverso il parlare dichi dom ina in tutto o in parte i quattro registri linguistici teoricam ente possibili, fotme provenienti dall'italiano colto e forme provenientidaidialettihanno preso a coesistere non solo nell'ambito sociale o ne1 patrim onio linguistico potenziale di uno stesso individuo, m a nello stesso ' discorso e, addirittura, nella stessa frase. L'alternarsi deivari registri espressivi nello stesso contesto agli inizi del secolo unitario era'rilevato come fatto singolare, ed eFettivamente è docum entabile soltanto di
rado (D.SPEZIA in PAPAN' I' rParlari273-74);ancora altempo della prim a guerra m ondiale rivestiva, alm eno agli occhi dei
dialettologi, carattere dieccezionalità(BATTISTI Testt'dialettali 1 167-69);nel1925,quando doveva essere ormaigià un fenom eno dim assa,poteva ancora essere condannato com e un vezzo
#
111 N uove cozltsa/bAl?'linguistiche
di$ qpiccoliitalianizzantida strapazzol à(TERRACINIDialttti1011);magià ne11937 siimponeva comeun fatto ormainormale agliocchidello stesso studioso ora citato, ilqualescriveva allora
'
(TERRACINILinguistica à'ftàr/ctz54):44ilparlantenon distingue il dialetto dalla lingua,se non com e forma più o meno volgare di
una identicatradizione*.L'inchiesta de1Riiegg (v.supra n.42) pcrmette diaffermareche ne1secondo dopoguerra oltre due terzi tlclla popolazione,pur parlando più o meno abitualmente diaIctto,conoscevano l'italiano:l'uso alterno della lingua e deldialctto,a seconda degliambienti,delle circostanze, dell'atteggia-
lnento psicologico(i1dialettoèlostrumentoespressivo dell'afettività ',dello scherzo,lalingua lo èdelrispetto:v.notealla tab. 1,
supra n.42),eraun fattocomune,abitualeperil18% dellapopolazione.U n num ero cospicuo diinterrogatiha inoltre dichiarato di inserire, di solito al fine d'una m aggiore espressività,
clementiregionali(in un caso)o schiettamentedialettaliin contestiitaliani:tra g1iundiciinform atoride1Rûegg che hanno di-
chiarato ciè(sitrattadegliinformatoridesignaticomeTO 1,RA 2,PG 2,Sl2,RO 1, LE 1, LE 2,NA 4, RC 1,N U 2, SS 1)
# sono gli studentidiliceo classico o universitari, 7 ilaureati; sitratta,cioè,in tuttig1iundicicasi,diindividuidiculturanettam ente superiore alla m edia,e ciè conferma che ilpossesso con-
temporaneoesicuro dell'italianoede1dialetto(non,sibadi,delle sole forme regionali)e l'inclinazione a variare contestiitaliani m ercé l'inserzione di elem enti dialettali sono fatti di cultura, 44popolariA soltanto nella misura in cuivasti strati della popolazione siano acquisitia forme dicultura rillessa, dicultura non in senso etnografico, di cultura, insom ma, senza aggettivi. Grazie all'adozione delle varietâ regionalidiitaliano,alm obile ponte che esse hanno creato tra lingua e dialetti, sono nate nuove possibilità stilistiche anche in sede letteraria.Da1teatro
dialettale diEduardo DeFilippo (enon èun caso ehead aprire la serie siano proprio testiitalonapoletani,se sipone m ente alla più lunga tradizione che aveva in Napolil'adozione diuna va-
Tietâ regionalej,allenovelleeairomanzipubblicatinelsecondo dopoguerrada A.M oravia,P.P.Pasolini, C.E.Gadda,L.M a-
stronardi,quelche in Verga era stato unaaudacia poetica(non
10. Fortuna delle varietà regionali
disgiunta perö da una razionale valutazione della situazione linguistica italiana:vedi app. 57),o,in altriletterati,un ten-
tativo sperimentale tDEvoTo Projlo 139-4. 0), è diventato un fatto normale:ilcoesistere nella stessa pagina diregistrilinguisticidiversicom e nuovo e suggestivo mezzo per individuare e obiettivare ilu riare d' eglistutid'anhno e deipuntid' i'vistà dei personaggi o delnarratore.D all'assunzione su1 piano dell'arte. ilfenom eno linguistico hatratto, è lecito presumere,nuova forza nella coscienza della collettività. L'esteso uso delle varietà regionali nella recente storia linguistica italiana,illoro collegam çsto ctm .pt 't.policentrismo ççonomico,dep ogral coecuhurale-tuttoracaratteyistico dellasocietà ,l itallana46,rende diëcile prevedere una loro scom parsa a breve sca -.g js. nza.Comunque, anche se scom parissero,1,im portanza che hanno fnora avuto esige che ad esse sia dedicata una adeguata considerazione linguistica. Naturalm ente, questa deve prescindere da giudizidivalore ispiratiall'idea della superiorità intrinseca de1dialetto o della lingua comune rispetto alle strutture regionalida descrivere.lnvece,come siè accennato, proprio a tali idee cisiè ispirati,tolte rare eccezioni, ne1parlare delle varietà regionalio diqualcheloro particolare caratteristica:ciè ha indotto a considerare ifenomeniin m odo falso, a concepire questo o quell'uso com eun errore,una deviazione dalla norm a della. lingua com une.U na diagnosidelgenere, a parte ogniquestione relativa alla legittim ità deigiudizidivalore puristiciin sede di analisiscientifca e storica deifattilinguistici, è intrinsecam ente, m a1 motivata.Essa potrebbe avere un qualche fondamento se,, allorchè le forme regionalisono state create, la lingua com une fosse già stata tradizionalm ente in uso:ma coslnon era un secolo fa,e in m olti ambienti e zone ha continuato a non esser' vero anche neidecennisuccessivi.Perfare un esem pio particflare,il De Am icis e tutti coloro che, dinanzialborghese piem ontese portato a dire chiamare in luogo d;domandare,hanno visto in ciù una deviazione da1retto uso linguistico, hanno cem m esso un errore diprospettiva: i piemontesi che adopera- no 4G In questo senso cfr. FRrcowl Clttà 78 sgg.
146
111.Nfforc condizionilinguistiche
chiamare in m odo diverso dalla norma italiana,in realtà non si allontanarono da questa,ad essiancora estranea neiparticolari, ma trasferirono un elemento lessicale de1 loro dialetto in una cornice lessicale e fonologica italianizzante,proprio in quanto, lungi dal deviare, cercavano di accostarsiagli usi della lingua
comune.Scriveva ancora E.Scarfoglio LLDC 103-104): Tranne i toscani, tutti gl'italiani quando si trovano a discorrere con persone che non siano del loro paese,traducono dalproprio dialetto,e ilpil h delle volte traducono m ale.Ho notato ultimamente questo fatto nella propria persona di G iovanniVerga.N oiparlamm o un giorno lungam ente insieme,e io notavo lo stento e l'im perfezione del suo italiano, com 'egli, certam ente, si scandolezzava della sconcezza del m io. Poi andam mo a m angiare delle sardelle sopra una tartana m essinese ancorata ne1porto diRipa Grande;e subito ilVerga com in-
ciö aparlarsiciliano coimarinaicon una coslfacile speditezza,che io dissi in me medesim o: 4D iavolo! E perché costui non fa parlar siciliano i siciliani delle sue novelle?h /.
La virulenza e l'ampiezza deigiudizinegativiespressicontro Ie varietà regionalie coloro che le adoperavano hanno tuttavia un pregio docum entario:giovano cioè a fare intendere quanto fastidiosamente nuove fossero le varietà, quanto profondam ente esse modifcassero la situazione linguistica esistente. L'imponenza de1fenomeno spiega l'intensità delle proteste che sisono levate dinanziad esso come dinanzia tuttiifenomeni deiquali sièNnoraparlato eche hanno m odifcato levecchiecondizioni47. Benché sipossa supporre che le proteste abbiano rallentato la completa aflkrmazione dei fenom eni innovativi, la loro eflicacia non èstatacerto parialleintenzioni:glisdegnicontro l'uso
dièquestoche...,diassaq odiincartamento,odibar,non hanno im pedito che queste e innumerevoli altre form e nuove entrassero,alla lunga,dipieno diritto nelcom une patrimonio linguistico.CB non deveperô indurre a considerare irrilevantile proteste:esse sono state tante e cosl violente che, indipendentem ente dalla loro ridotta eë cacia linguistica, pongono un problem a di natura storicoculturale. U n vecchio e benemerito 47Perle variediscussionie polemiche v.app.45,47,49,54, 55, 56.
10.Fortuna dellt varietà rcrf-tlrltzà'
studioso dei.regionalism ilinguistici, il Romani,avanzö a questo proposito,con molta cautela,una spiegazione ditipo politico, accennando alla possibilité di intepretare tante proteste come frutto diuna vocazione conservatrice,4didestra)),diceva
senzatabù eufemisticiilRomani,dellaculturaitaliana(ROMANI Abruzzesismt '9-10).Una spiegazione delgenerelascia perö insoddisfatti:contro 1'4imbastardimento b ie a favore della conservazione deivecchidialettinella loro integrità,stavano non soltanto iborbonizzantinapoletanio g1i aristocratici triestini, m a anche progressisti,anche uom inidella sinistra politica,dal De Sanctis agli scrittori populisti de1 secondo dopoguerra; cosl come nella polem iea contro l'istruzione obbligatoria ildemocratico Carduccisiincontrava con le punte più retrive dello schieramento cattolico e liberale italiano. Più probabilmente, occorre invece richiam are la imprevista e radicale novità delle esigenze e dei fenom eni scaturiti dalla realizzata unità politica e dal conseguente processo diunifcazione della vita italiana in tuttii suoi aspetti:da un punto di vista intellettuale,ilnuovo sorprendeva e sconvolgeva glischem i m entali consueti non solo dei conservatorim a anche di chisi professava,e per altre parti era realm ente,progressista. Chiudersi nella protesta, anziché comprendere,era l'atteggiam ento più rassicurante per chi sentiva ildovere di partecipare anche dottrinariamente alla vita de1proprio tempo,anche cioè tessendoviintorno una rete divalutazionidottrinali.L'altro atteggiam ento possibile era quello di partecipare ai fenomeni in atto senza porsiproblemidottrinalie interpretativia loro riguardo: fu I'atteggiam ento seguito dai più, da coloro che hanno accettato le nuove condizionie inuoviusilinguisticisenza preoccuparsidigiustifcarel'accettazione medesima.11loro atteggiamento solo dirado,come ne1Verga o ne1Pavese,è documentabile ateraverso le dichiarazioni teoriche o program matiche;m olto più
spesso,come sivedrk esso risulta soltanto da1loro eFettivo
comportamento linguistico (v.infra,cap.1V,5).
Capitolo quarto
N uove form e e funzioni
#
1. 1 DIALETTI vEnso LA LINGIJA COMUNE
Per quanto poco studiato hnora, l'intenso rinnovam ento dei sistem ilinguisticidialettaliavutosiin Iialia dopo l'unità sipresenta chiaro nelle sue liqççgrn erali.P ci& cun.-dz ilrqo- l .' -ç -jpnti .
..
de lrinnovamentosonostateessenzialmentejjpgçattlesingole innovazi oni,cioè,sono risultate dall'assunzione in un dato dia -
!4 /
-
letto diforme efunzioni che,provenendo daaltridialettio dalla lingua com une,erano ad esso inizialmente estranee1. Va per:
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t11cosiddetto contatto tra isistem ilinguistici, e cioè la situazione in cui individui che parlano un dato idiom a trasferiscono in questo elementie strutture dialtriidiom i, è ilpiù cvidente tra ifattoridirinnovam ento delle lingue; ciè non signisca perö che le innovazioni debbano avere origine solo da tale fattore e siano perciù di necessità esogene. Anzi,di recente è stata sottolineata la priorità delle innovazioni endogene:4(Les dil cultés quhon éprouve à. identifer toutes 1es circonstances qui ont pu influer sur la genèse d'un changem ent linguistique ne sauraient détourner 1es chercheurs d'une analyse explicative:ilconvient...de toujours donnerla priorité à. cet aspect de la causalité des phénom ènes quine fait intervenir que la langue en cause' etle cadre perm anent, psychique etphysiologique, de toute économ ie linguistique:loidu m oindre eflbrt, besoin de com m uniquer etde s'exprim er,conform ation et fonctionnem ent des organes. En second lieu. interviendront les faits d'interférence d'un usage ou d'un idiom e sur
un autre...b $(M ARTIXX'I-Eléments 217).Ne1caso deidialettiitaliani in- fqAe.pppttm-iyprîg ptworre perô notare che le innovaztom fjt' fdb -- w -gçr ..
sono state m olto rare. qua cuna ne segnala C . M ERLO, 11 vocalismo
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'. i ' ( I 1 ! d ' p : . : ,
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150
1V.Nuoveforme efunzioni
subito detto che iprestitidall'uno all'altro dialetto sono in gran parte dm nter retar sicome pr stitidalla linRua com une aidi a*'- - i A' e %' n .............. ...n, ..w...a.w ...>. letti. w . v 7 : ; .. restitiinterdialettali,in attl,sono per o p/u prestltldl :.,.j form e efunzionidaidia ettideigrandicentriurbani,più accentuatalnenteitalianizzanti,aidialettideicentriminoriedelle zone agricole,e costituiscono perciö ne1loro complesso una sorta di italia indiretta/icuieflkttisicum ulano alla italianiz. ., zazione diretta dovuta a prestitichepenetrano neidialettidirettamente dalla lingua com une senza la mediazione deidialetti' urbani.dimaggior prestigio,come iltorinese,ilmilanese,ilrom ano,il napoletano. L'esistenza di prestitidirettidai dialettidelle zone m eno o non urbanizzate ai dialetti dei grandi centri è, dopo l'unità. m alam ente docum entabile: in linea teorica (- facile presum ere che le forticorrenti m igratorie riversatesi neigrandicentriabbiano favorito l'inserim ento di elem enti dialettali rustici nell'uso deidialettiurbani;m a,evidentemente,ilprestigio delle parlateurbanedialettalie la poca omogeneità de 'l1e correntidiimm igrazione e quindi delle correnti linguistiche innovative, hanno reso episodica e precarial'esistenza diquesto tipo diinnovazioni. Soltanto a Rom a se ne hanno tracce notevoli,che non possono passare sotto silenzio:ciö,senza dubbio,va posto in relazione .
sia con la eccezionale immigrazioneverifcatasinella capitale (e quindicon la possibilità che in essa sussistessero più alungo che
altrove nucleicospicui diimmigratidialettalmente omogenei), sia con la assaidebole presenza, se non con la totale assenzay di pregiudizi etnici regionalistici nella popolazione romana
(cap.11,2).Diconseguenza,sin daiprimidecennipostunitarix
1. Dialetti verso la lingua comune
151
carnente dall'am atriciano o caroso dal Lazio m eridionale2. Col tempo,specialm ente quelsettoredellessico che,con term inetecnico,sisuolchiam are espressivo,siè arricchito ne1rom anesco diparole d'origine soprattutto m eridionale,come ciuccio e mal/0/*4 ),fasullo e intrallazzo,fetare,fetente,jetentone,mogliera, .
fesso;qualche vocabolo de1genere,perè,è venuto anche dai dialettidelSettentrione:valgapertutti bidone3. A Romp,inoltre,le condiziom-tf4-vo. revoligià descritte hanno < =
consentlto che a più riprese siformassero sistemilingyjstici ibridi? nascenti dalla m escolanza di diversi sistem i dialet' tali centrom eridionali. 11 parlare interiore, endofasico, nel Pasticciacdo brutto de ' cvb M erulana diC.E.Gadda è una buona docum entazione letteraria dimescolanze delgenere.11rom anzicre lombardo non ha,per questo aspetto,inventato,anche se non ( agevole provarlo dando cohto ditaliform azioniibride,che sono legate al Ruttuare delle correnti migratorie, al form arsi e allo sfasciarsidelle cinture di baracche intorno alla cerchia urbaha
(INSOLERARoma 66,268-69).Almeno peruna disifatte formazioniè tuttavia restata una qualche documentazione,e cioè per il LLcispadano h )o 44cispatano p. Già nel nom e, la cui seconda forma puö interpretarsi sia eom e frutto d'una ipercorrettistica
trasformazione della sonora in sorda (app.62 l a 2)sia come una trasformazione legata a tendenze indigene di alcune aree
meridionali,tra le qualiNapoli(BERTONIItalia dialettale 155, n.1),traspareilcarattereoscillantedellamescolanza.Questa,in efetti,fu 44un im pasto divaridialetti,delnapoletano,dell'abruzzese specie - e de1m archigiano,e m agari di qualche altra regione vicina,con un zinzin di romanesco. E questo im pasto
i.-. i.-d-ia-lettideidintorni,com e lcq. m nne-qcn hn nccnltn rolcm çn-ti-fl - t. tonico del dialetto di Carbonara di Bari, ID, II, 1926, pp. 85-99, a p. 85. I parlanti,cioè, quando non hanno abbandonato de1 tutto un
dialetto,lo hanno trasformato introducendovielementi (fonemi,lessemi,morfemie j kparole grammaticali' h,tipidisintagmi) provenienti dall'italiano comune (0 daidialettiurbanipiù italianizzati),piuttosto che riplasm ando in nuove form e e secondo nuoviusiimaterialitradizionali.
2 CHIAPPINIRomanesco s.vv.Laziale o abruzzese fu la prima im migrazione popolare a Rom a dopo l'unità: cfr., oltre VEo op. cit. nel testo, INSOLERA Roma 65. 3 M ENARINI 4Bidoneh /; per i prestiti m eridionali al rom anesco,
oltre CHIAPPINI Romanesco s.vv.fetare,fetentone, e NII-SSON-EHLE Romanescos.v.mogliera,cfr.LN 1151Uesso),1113(racchio;app.62), XIIl 16 e 39-41 (intrallazzojtXIV 19-20 (malloppo ecc.);per ciuccio cfr.D'AMBRA s.v.e Tlllt-ussA,Campionario dellefavole,Roma 1943. p.74;v.anche infra no.32.
1V.N uove ./oi -??lc e . /i//?afozlf
1-Dialettiverso la Iingua comune
nacque, istintivamente, per la gioconda rappresentazione di tutto quelpiccolo mondo che soprattutto dopo il '70 siandö formando in Roma:um ile gente venuta dalle provincie limitrofe per esercitare um ili mestieri:stallini,c' uochi di bettola,sguat-
b, /?f j $letto # j fratelloh), sorèla 4sorella i fr rat onè tl444 4acqua/, fronte#,da tan f@w 44da molto tempo 4 ,aqua 4 ,tubévb 4cinghiah ), movendo daTorino,hannosostituitoneidialettideicentrim inori e delle zone m ontane form e d'egualsignilicato più discoste dall'italiano come, rispettivamente,frèl,Jzp zri' , /âJt èva, /i8/, ffe b riva,pola 4. ln Lombardia, da Bergamo forme dialettal.i nelle
teri, rivenduglioli,spazzini,vetturini...h (VEo Roma 141-44). Ri t!o ad altreformazionilinguisticheqnaloghesparite senza -e t lasciar tr-ac ' -8 '1à? ''il-èis 'padano ebbe la ventura d'esser assunto a strlmento espressivo della poesia popolaresca da uno scrittore dialettale romano, Adolfo G iaquinto, che in cispadano com -
qualia una (s) oppure (z)dell'italiano comune corrispondono egualmente (s) oppure (z) sidifondono verso icentriminori elim inandovile form e localiin cuile due sibilantiitalorom
poseunihteroptiemèttö;Fkànktscandonieall'Afreca,ealtriscritti. Nelsonetto Er coco cheparla all'avventore,ad esem pio,a form e romanesche com e dichi o vôle si alternano form e m eridionali,
ad esempio,ilbergam asco sikome fdsiccome #ha sostituito a V al M aggiore l'antica forma locale hihome5; nella stessa regione, naturalm ente, anche più intenso è stato l'inpusso del dialetto milanese, cosi come nell'ltalia centrom eridionale soprattutto i dialettidi Roma e di Napoli hanno pilotato verso l'italiano i dialetti periferici6. Assai più deiprestiti da altri dialetti, g1i italianism i hanno i nt a t ccato profondamente i tradizionali sistem i linguistici dialettali. Dopo l'unità, con l'andar del tem po, l'italianizzazione
abruzzesio ciociare,comefaciole,scert hle,cu per co,lu ecc.:
U
-
Si lei, signore, dichi cosa vôle abbiam e cappelline e cappellette, pastine in brote, baccalà 'n guazzette, e um m ete de m anze cufaciole. Vulete pescie 'n um m ete, sceriole? Te faccie 'n bel piattine de spaette ? Pumm atore arrepiene nu l'ho dette ca c'è remaste un pum matore sole. Vulisse spezzatini de vitelle? Cutalette appanate,m anze all'osse, frittate co'bresciutte alle padelle? Rignone? è trem m enate stam attine. T 'arroste 'na bestecca bella grosse? Parecchie a lu signore, Serahne!
GAvuzzl Piemontese V Il, Franca CIRAVEGNA Ronco Canavese 4. 5, 54, Con-rEt-Azzo Avviamento 191- 92, Glussl Comportamento 42 45 e Ancora Compovtamento, PAre rAsso Pettinengo 24-26 (forme tori-,
nesidiflusedaBiellanelbiellese).Naturalmentesipossonocitareanche i casi pilh complessi: v. infra n.10.
5 ZAMBETTI Valmaggiove 25-26. 6 Per l' inouenza del dialetto di M ilano su quelli di altri centri urbani di qualche importanza (come Bergamo e Pavia), poi, attrave f rso questi, sui cerztri m inori cfr. :Nlcot-l Voghera 211 (fenomeni onologici); SptEss Subjektpvonomen 60, 72-73, 75, 78-80; ZAMBETTI Val J#;KELLSR,DieM undarten derSottoceneri(Tessinj, RLR 10 maggiore .; gg., 13,1940,p.128 sgg., ap.160 (uso delpronome , 1939,p.189 s
n'elcacig mplto più profonda hanno avuto le correntidi prestitidaidialettideigrandicentriurbankaidialettideit:htri m-fn..Pr, i..v ,tlelle.ztm e :gricqle. 11 fenome no che in talune zone -----= ..
sembra' avereradicipiù antiche(CORTELAZZO Avviamento 191), 2. n dglv f dqpp 1tlqi-ficggione.politica.si.è . > .... C .- t je ..r -. m.. -an-d.-o s-em. ...pre p.iù-... in tutte le rçgiaona i ...d vlv lwrvqi . y-o.-laa e dovunque esso haavuto come risu ''ltato la italianizzazione deidialettiperifericiattraverso l'as.
.
anze
avevano dato comeesito rispettivamente ghje (dj:in ta1modo,
.
..
.
.
sunzione dilb-frùe c e,provrAhdö -dâlXaletti urbani,erano dialettali bensl,ma già dalla metà dell'ottocento relativam ente prossime all'italiano. In Piem onte, ad esempio, forme com e
personale);per l'inlluenza dei dialetti diRoma e Napolisuidialetti .
laziali e m eridionali, per esempio per quanto riguarda la regressione del C la m etafonia, cfr. D 'OvlDlo Per Campobasso 708-12, VIGNOLI astro de' Volsci126-27, F.BLASI,11dialetto diPreta (JUt?!f), ID 12, 1936 ,1938, pp.59-76,a pp.36-37;inlluenza diM es, pp.35-57,14.
s Gina(eCataniaeEnna)su centrigalloitaliei(Aidone, Nicosia,Novara); . Tnop EA, Effetti di . çfzzilu' o. ç?rlinguistica nelle parlate galloitaliche BALI 13-14,1966, pp.3-50,pp.3-11.V.anche supra,cap.111,no.14. ,
j
F ! @ j . ) : .
IV.Nuove Jt przzsd e /' z/z?cFtpJ?l-
ha investito tuttiidialettiin tuttiglio'rdinidiunità costitutive, çp-com e nella nella (E 'a com e nella ,m **'&' -'or --f 'ool M#'''oe '**#i =a. ' ne1 l 'e -'jpi sirtrlqm' l fenom eni di italianizzazione dei sistem i fonologici sono numerosi.Per la maggior parte essiconsistono nella introduzione di caratteri distribuzionali conformi all'italiano e per l'innanzi ignoti localmente: ad esempio nei dialetti lom bardi l'italianizzazione delle norm e fonologiche distribuzionali ha fatto slche potessero essere usate in poqizione intervocalica oc-
dellafonologiade1toscano arcaico,eq' uindidell'italiano, rispetto alle altre lingue rom anze e aglistessialtridialettiitalorom anzi: la difusione di italianismi ha quindi necessariamente portato alla restaurazione distrutture fonologiche che isingoli dialetti avevano già conosciuto e successivamenteavevano abbandonatoSoltanto tenendo conto diciè,e ramm entando insiem e la forte frantum azione dialettologica de1 territorio linguistico italiano,
clusivesordecomegtj,mentreperl'innanzinellastessa posizione
innovazioni dei dialçtti dei centrim aggipri di una determ inata zona possano avere talora creato delle concordanze con idialetti più tenacemente arcaizzanti della stessa zona,cit s che ha favorito ilnascere e ilperpetuarsid ' ,già ricordato, reljgivq al parlar bene degli abitanti del contado rispetto alle plebi cittadinet0.
potevano trovarsi soltanto occlusive sonore7. ln diversi casi l'italianizzazione ha modihcato non soltanto le norm e di distribuzione delle unità fonologiche esistenti nei dialetti,m a ,,..i . gr i o de l l e uni t à f onol oa mmd i è s 'ta fno iqarc-lo.stçsso.jpxspt --f . .. . giche:fonemi dialettaliprividi corrispondenti nell'italiano co..
munesono statieliminati(eoslin diversidialettilevocalinasali, oppure in dialetti del Bergamasco la fricativa laringalc ghJ),
s'intendepienamenteilsingolareJ-qpqmvao-percui. lewpitzrvcenti
.
mentre in altricasi nelsistem a fonem atico dei dialettisi sono stabilm ente inserite unità fonologiche dell'italiano,come l'africata m ediopalatale in dialetti che conoscevano solo aFricate
15,no.1,16,no.23);restaurazione di-o-tonico in pavese:lat.-J-, t i-> lat.volg.-t;-g= ital.-J-1 > paveseantico-ou > pavesemoderno -o - (in:uenza delmilanese:Nlcot-l Voghera 211); restaurazione di -i n- tonico in pavese:lat.-ïn- > lat.volg. -l'n- g= ital.-2 ' z?-1 > pavese
dentali(app.58 1 A).
(dopo 1854 c.)-1 ' n- (influenza de1milanese:Nlcol-l Voghera 211).
antgco e vogherese -en- > pavese antico -e1' n- > pavese m oderno
Da un punto di vista com parativo generale va osservato che il processo di italianizzazione fonologica ha prodotto in genere perisingolidialettila regressione verso fasiarcaiche.Ad
te 'V.cap.111,no.14.Altri casiin cuile innovazioniitalianizzanti urbane e colte sisaldano con arcaismirusticisiveriscano, peresem pio, aa Fi orenzuola:qui ilsum sso lat. volg.-ariu siera trasformato (attra-
esempio l'accoglimento della formajradèle poifratèlin sostituzione difrèlha comportato un avvicinamento sia ne1vocali-
verso -dri) in -dr forma che si conservava agli inizidelNovecento nella parlata dei vecchidell'alta valle in parole come kampâr (sost).
sm o sia ne1 consonantism o alla form a italorom anza com une
ecc.; successivamente ne1 centro urbano si era avuto -gr, com e in mersér 4merciaio h )ecc.;con l'italianizzazione sidiflbndono ne1dialetto '
fratello8.Esempidelgeneresipotrebberoagevolmentemoltipli-
urbano parole (dipalese origine scolastica)come sumdr lJzfzrltfri'4so-
care9:essisono collegatial già rilevato carattere conservativo
m aro ' ), karamKri 44calamaio b i che restaurano la forma antica del suffisso e, per dir cosl, vengono incontro agli arcaism iancora sopravvi-
7V.app. 58 I b. 8G z w uzzl Piemontese VII. t ' Tutti i fenom eni di italianizzazione fonologica m enzionati nell'appendice 58 l A,B,da un punto divista diacronico rappresentano altrettanti casi di restaurazione di form e docum entate o ricostruibili, grazie alla com parazione,per le fasiarcaiche dei dialetti.A talifenom enipossono ancora aggiungersi,in via d'esem pio,altri casi diitalianizzazione comportante la regressione verso form e protoromanze:
restaurazione divocaliatone sincopate in bolognese (PAPAN' I'IParlari
venti (M .CASELI-A,Fonologia deldialetto di Fiorenzuola,SR,XVII, 1922,pp.5-71,ap.25).Similmentein Toscanaunanotainnovazione delfiorentino urbano,la regressione deldittongo -uo- in -0-, alla line dell'ottocento non aveva ancoraraggiunto le zonem ontuose della Lucchesia e ilcontado pisano,nelle cuiparlate resisteva ildittongo;quando la borghesia urbana, uniformandosi alla norm a italiana, e non pifz 6orentina, reintrodusse i dittonghi, la restaurazione italianizzante venne'a saldarsicon ilfenom eno diconservazione proprio delle parlate
pil h periferiche (PIERILucchese 109,1D.Pisano 142).Ne1Biellese e a Pettinengo,l'antica form a hampana è stata sostituita daltorinese c Yôha,
IV j Nuove fbrp'e e fuzzag bAlf'
Se la ita> lipiyzqz one fonologica rappresenta da un punto di w i r''-'' vista com parativo e da un punto divista meram ente fonologico un processo di restaurazione di for m e arcaiçhe,a una consideh'aw.x . . ' '=' razione globale dello sviluppo dei sistem ilinguistici dialettali e deirapportitra questie l'italiano com une è perè chiaro che soltanto attraverso quel processo di restaurazione fonologica era .k ;...
:
ed èposmblle un radlcaleprocesso dirinnovamento deisistemi linguisticl dialettali.,lnfatti il progressivo accostam ento dei sistemlfonplp-giçigia. leuali..all'italiwpq ha Je-kso sem pre più facile -
-
..
..
trasportare elementi lessicali e m orfologicl italiani nei dialetti e ciô,specialm ente ne1lessico,ha consentito la irruzione dicorrenti sem antiche moderne nell'alveo tradizionalistico e arcaizzante< dei vec chi dialetti della Penisola, specialm ente meridio.- ... . ..
. .
myli.Comeneltafonologia,anchenellessico leinnovazionisono. raggruppabili in diverse catecprie a seconda della profondità. con cui intaccano il patrim onio peculiare di ciascun dialetto: alcune restano per dir coslalla superfcie, consistono cioè nell'introduzione di form e aventi la m edesim a origine romanza delle preesistenti form e dialettali, rispetto alle quali siqualilicano soltnntowwper.una m aggiore prossimità fonologica all'italiano 11. In altri casi, com e nella sostituzione de1 vecchio piemontese buché con l'italianizzante goardé, ovvero di de briva
con da tan tèn,dibt ifécon suhé,leform. v-itAttqp. ivapti.:çgççi .ano forme apqhjue '
icnmente-diverse12.Ancor più rilevanti,e
sempre più numerosico1passar deltem po,sono icasiin cuile forme italianizzantirappresentano per illessico deisingolidialetti una com pleta novi tà,in cuicioè,con il nuovo lessema, ( ....-
. giunto un nuYfB-' Rg --nl fcato neldialetto:casidelgenere siveri-
!z a s z p i e o t n i e , s a l i e l a n t i v d t a e l a p o m l i t o c d a e , r n a l c m i v o i l n t à d o u r c b i a t n a d 1 i n 3 . o ,i n s o mmaa 1 g 5 l 7 i Com e illessico,eoslanche m orfologia e sintassidei dialetti si sono plasm ate suim odelliitaliani:ad esempio,dialettiprivi de1 congiuntivo hanno adottato questo modo in conseguenza della italianizzazione: dialetti in -cui era,' tybbligrorio l'uso del pronom e personale soggetto nella flessione verbale hanno eliminato tale obbligo e conformato l'uso del pronome a quello libero proprio dell'italiano com une11. 11 complessivo progresso dell'italianizzazione dei sistem i e delle strutture dialettalipuô essere descritto in term ini quantitativi confrontando testi dialettali cronologicam ente successivi, ma relativamente omogenei quanto a contenuto e ispirazione. M ettendo a confronto cam pioni ditesto trattiper esem pio dai sonettidiG .Bellie daiversidiC.Pascarella e Trilussa sipossono constatare,ilprogressivo diflbndersine1rom anesco dipa-
role identiche allecorrispondentiparole italiane (60% in Belli, 71% in Trilussa)ela complementare progressivaeliminazione delle parole prettamente vernacole prive di corrispondentinel-
l'italiano comune (4% in Belli,1O/o in Trilussa),coslcome la regressione diparole discoste in uno o più fonemi dalle corri-
spondentiitaliane (36% in Belli,28% in Pascarella,280/0 in 13 V. app. 58 11 C ; in questo gruppo di innovazioni si possono collocare anche quelle puram ente sem antiche: cosl, ad esem pio, i corrispondenti dialettalidiarte,artista hanno conservato hno a tem pi recenti i signifcati arcaici di #m estiere / h, qabilità' / e 4artigiano '
(cfr.DE M AURO,Perla storia diars<arte',SM V,VIII,1960,pp.5368,app.67-68,no.41),ma negliultimidecennisipossono segnalare
Ecano soprattutto nei settori lessicali relativi all'industrializ-
nell'am bito dialettale usidella parola nelsenso estetico,usiintrodottisi
che,poi,è stato in parte soppiantato a sua volta dinuovo da kampana qche non è altro che un'italianizzazione sconosciuta allo stesso tori-
14 Per la diflusione del congiuntivo nei dialetti cfr., ad esem pio. ZAMBETTI Valmaggiore 57; per la regressione dell'uso obbligatorio
nese)(C.GnAssl,Per una carta linguistica delle varietà dialettali>ïe-.
delpronome personale soggetto con iverbicfr.SplEss Subjektprono-
montesi,in Convegno .>er la preparazione della Carta deidialettiitaliani
(16-17 mag.19644,M essina 1965,p.79;M ariella PAurAsso Pettinengo 55). 11 V. app. 58 11 A. 12 V .app. 58 11 B.
palesemente perinQuenza dell'italiano comune (cfr.ad esempio TRIt-tTssA, Campionario dellefavole, Roma 1943,p.50).
men 60,72,78-80.Appartiene al medesim o ordine difatti la generale regressione della seconda persona plurale del verbo com e forma di cortesia,sostituita dalla terza singolare con Lei:ZAMBETTI Valmaggiore
39; 0. KEI-LER,Die M undarten des Sottoceneri (Te:. çl%), RLA, X, 1934, p. 189 sgg.,X llI, 1940,p. 128 sgg.,a p. 160.
158
1Ize.Nuove ./br-c c funzionb -
Trilussa)15.11risultato è che solo un passo separa itestidialettali di Trilussa da testi italiani. N ella sestina seguente, ad
esempio,tre interiversi(ilprimo,ilquarto,ilsesto)sono indistinguibili dalljitaliano com une e negli altri tre versi le di-' % vers 'ità riguardano soltanto la fonologia diquattro parole su 16:
J.Le varietà regionali dellbitaliano
mente dialettali sono entrate nell'alveo delia lingua comune. Come già si( accennato,iltram ite perquestiprestitideidialetti alla lingua com une è stato costituito dalle vati-t! xgi plp.lidi ,k -,. z italhffö,alle qualiconviene ora perciö volgere la considerazlone. .
..
VARIETX REGIONALI DELLTITALIANO
Farem o una politica un po' m ista uguale a la politica italiana, con una m onarchia repubbricana clerico-m oderato-socialista: c' osl contento tutti e ar tem po istesso resterè Re com 'ero :no adesso.
pp possono distinçp iyylipi Nell'uso de1 sistema lipgtlisli .w- 'A';** guersi,com e' g-ià-W'e pm volte detto,xlcune varietà a carattere p -ro, per prestigio e per numero di indlvidui e omglç. Q- -@-tt .r . - gi che si uniform ano ad esse, devono considerar si 1: mag gi ori; '; k ' t . ..
-
ln tali condizioni, la pressione della lingua comune si è potuta esercitare sui sistemi e le strutture dialettali con successo sem pre m aggiore, poiché l'ingresso di forme e funzioni dall'italiano nei dialetti è riuscito sempre meno avvertibile; nello stesso tem po,per efetto delm edesim o processo diitalianizzazione, sempre più facilm ente form e lessicali originaria-
la varietà .tt-ttqlcimwqle, che ha i suoi'centrl di irradlazlonc ne ç.principalicittà dell'ltalia settentrionale;1a. . rietà- t oscana. .,. . e t ! ) . . r , pm g na ; l a var i et à mer idioche ha ilcentro in Firenze;la y-ui . ,-
aal r,ilcuicentro m aggiore è N apoli.Visono,accanto a queste, ..=-..t : ..
s al cune varietà minori,com e la sarda e l'um bro-marchigiana.
Allinterno diciascuna varietà,possono indlviduarsi= ttvarietà -dotate di- caratteri aaxiuntivi. Cosl, nell'ambito della varietà settentrionale, puù individuarsi una sottovarietà em iliano-romagnola caratterizzata da un fenomeno come la spi.
15 Per ricavare le percentuali riferite neltesto e riportate qui appresso più analiticam ente i cam pioni sono stati tratti da: G . BELLI, Sonetti romaneschi, ed.M ORANDI, 5 voll., Città di Castello 1889; C. PASCARELLA, 1 sonetti. Storia nostra. Le prose,a cura dell'Accad. dei Lincei. pref. E.CEccul, M ilano 1955, sonetti I e X I della Scoperta ,#e l' America,pp.91,101; TRlLussA,N ove poesie, M ilano 1941,ogni prim a strofa a pp. 11, 21, 31,41, 51, 61, 71, 81. Nella valutazione dell'identità o diflbrm ità rispetto alle corrispondenti form e italiane
sono state trascurate le eventualidiflbrmità puramente graliche (ciarez?o C'stato quindiconsiderato identico a ciavero,Spag 'na a Spaggna
ecc.)e le diflbrmità non fonologicamente rilevantiin italiano (lbalo) Itstato quindiconsiderato identico a (batlol). Belli
parole diforma identica all'italiano 60T/ o parole diverse in uno o due fonemi
Pascarella
70%
snali(pertroncamento) . . . . . 16% parole diverse per un solo fonem a interno . . . . . . . . . . . . 8 0,,,;
parole diverse per più d'un fonem a 12 % parole prive di corrispondenti nell'italiano com une . . . . .
7,5 t , % 7,5 %
Trilussa
rantizzazione della semivocale /w/,ad esempio in uomo, che si aggiunge agli altri fenomeni com uni alla intera varietà set-
tentrionale (app. 59, 1 a 8); allo stesso modo, nell'ambito della varietà meridionale si puö individuare una sottovarietà abruzzese-molisana,dotata di diversi caratteri che si aggiun-
gono a quellicomunia tuttoilM ezzogiorno (app.62,lb 5), o una sottovarietà siciliana (infraj. Non a caso gli esem pi ora fatti a proposito delle sottova-
rietà sono trattidalla fonologia:ifenom qpiçh.çjnd --ividuano più nettam çràte e tenacem cnte ciascylp varietà diflkrenziandola dalle altre e dall'italiano com une,sono soprattutto fenomenid'ordine fonologico.Perragionidiverse,invece,sia ifenom enim orfùlùgici 7i' âlferïbtnenilessicalisia,inhne,ifenomenisintatticisiprestano m eno a individuare in modo caratteristico le varietà regionali. . ..
Per quanto riguarda la.-mp -rfologia, le difktçN iazioni al
livello dell'italiano regionale sono neldecenni postum tarl pra-
160
1V. Nuovevfornleeylfkt afoz/f
ticam ente açp-m-pgcse.Tra la 6ne del Settecento e l'Ottocento, ilprim o passo verso la adozione dell'italiano com une sirisolse, secondo le concorditestimonianze dello Zanotti, de1 ( M anzoni
e dell'Arlia (app.57), nell'axmglimento de1 sistema de@inen.
zialm hnlisnn-dz--paw cyç.di individui e ambienti che tradizional-
m ehte-pàrlavahb diâl ytto:gli elem ehfi lëssicali' d/alettali subivano una sommaria ltalianizzazione fonologica e soprattutto venivano 4 tterminati# o 44aggeggiati# secondo le norme della lingua comune.Lo sforzo dirispettare lo scheletro desinenziale italiano haavuto successo:iregionalism imorfologicisono orm ai praticamente àssentinell'italiano settentrionale, esono rarianche nelle varietà centrom eridionali. 1 principali sono iseguenti:
'
1)inomifemminiliuscentialsingolarein -eterminano al plurale in ..e per analogia con lam assadeifem miniliin .. a nella
varietàtoscanaditintapiùfortementedialettale(app.60,1I11), ' 2) la terza persona plurale del presente indicativo nei cerbidella seconda e terza coniugazione termina in -ano (. r0gliano,vedanoj nella stessa varietà toscana (app. 60, 111 4); 3)ne1passato remoto appaiono sporadicamente in diverse parlate centromeridionali, dalla Toscana alla Sicilia, forme di-
verse da quelle dell'italiano comune (app.60 1I1 5,62 lIl b 2 e infra no.36).
! 1 '2 .Ler t z r f e f l' r e g i o n al ide l' i t a l i a no
Più lento e diëcile è stato il processo di assimilazione del lessico italiano nelle varie regioni.Anzitutto, com e docum entano le testimonianze prim a citate,alm eno inizialmente,m olta parte del lessico dialettale è stato utilizzato in frasi che, da1 punto divista deimorfem i,erano già aderential sistem a della lingua comune: da m età Ottocento le trasformazigmi- kpxm '1i, m oltiplicando sia icontattiinterregionalisia quellitra iparlanti di una regione e le fonti di modelli linguisticiunitari, hanno prem uto per 1eliminazione delle form e lessicali locali, seono-
genefë-de1 piemontese sopanta ffsoliiah (app.59,11 1) o il napoletano e meridionale scarafone 44scarafaggioh (app. 62, 11s.v.),ancora registrate come presentinell'italiano regionale alla Iine de1secolo,sono state elim inate dalle ri>pçltiyç varietà regionali:illoro uso,cioè,è rqlçggt -nell'ambito deldialett a l7. . p. La pressi one antidialettale è stata tanto forte da c -reare sensibili m .i-. ,ipe zcorrettistici: in diverse aree italiane si puè contracço-l riscontrare il fenomeno per cuil'uso di elem enti lessicali italiani che trovano un corrispondertte troppo sim ile nei dialetti locali viene eliminato o fortem ente linlitato, spesso, corne siè già accennato,per suggerimento o imposizione degliinsegnanti, m entre viene favorito l'uso di loro sinonim i senza prossim i corrispondenti dialettali. Perciö,ad esem pio, nell'italiano cen.
.
tromeridionale Parole comefaccia,p;)/,bFG cascaresono spesso .
Palesem ente,sitratta divariantitrascurabilidinanzialcom plesso didecine e decine di morfem i italiani riprodotti senza variazioni in tutte le varietà regionali;e ancor più trascurabili esse vanno considerate, quando si tenga conto del fatto che riguardano elementigram maticali di bassa frequenza, per uno deiquali, cioè per il passato rem oto, la bassa frequenza è indice diun avanzato declino diacronico 16.
evitate in quanto,essendo presentiiloro aëninei'dialetti, sono
ritenute più volgari diviso o volto,prendere, caderel8. pp.1,21,31,41):forme verbali216,dicui19 (meno de19 % ) di passato remoto (nessuna anomala),2 (meno dell'l %) di3a plur.del tipo dt kano, vedano; form e nom inali 281, nessun plurale di nom e
terminante alsingolare in -e,tre nomiin -ealsingolare (circa 1 %). 17Ci?)signillca che,orm ai,siode ne1M ezzogiorno quasisem pre e
solo Ukarad fo:nel,o altre formesimilari,fonologicamente pertinential 16Per ildeclino delpassato rem oto v. app.59 III 4 e 62 Il1 b 2
ed infra cap.IV,3; per quanto riguarda la frequenza deimorfem i
.
in questione, in un testo rispecchiante con fedeltà ilIiorentino parlato più fam iliareycioè nelle Pistoled'Omero diE. PISTELLI,2a ed.,Firenze
1919,sihanno le seguenticifre assolute e percentuali(ricavate dalle
dialetto; e gli informatori m eridionali di RPEGG W ovtgeographie 97, n. 136, non m enzionano l'esistenza della parola. $8V.app.50 e cap.111,p.103 eno.27.Cfr.inoltre PERIJZZILingua 41: ftL'accettazione della lingua nazionale è per m olti reazione alla parlata locale ed è, in ogni caso, accettazione di m odelli linguistici sentiti, a torto o a ragione, com e non regionali).
N uoz:e.formeefunziolli
Tuttavia, gli stessi fenom eni di ipercorrettism o, veriEcandosi con modalità diverse a seconda dell'area dialettalè, hanno creato,con
.
.
.
vocaboli.Nella serie caciojormaggio,rovesct 'ayelversarelbuttarel ' gettare 07 vino sulla tavola,jregare/strohnarelstropt ' cct ' are gli occ/zi' ,ecc.,serie i cuivocabolierano tutti egualm ente presenti nei dizionari normativi di m età Ottocento 20, le singole aree regionalihanno elctto com e usuale l'uno o l'altro term ine della serie:il Sud ha optato per cacio,gettare e buttaye, strohnare;
ilNord performaggio,fregare,rovesciare;la Toscanaper cacio, ç/Ft)/u' ccJWFe e versaye. ln Col' 1segtlef1z2.diCi6,illessico italiano,0, per dir m eglio, 1>l. lSO degli elemçpti lesskali-tt aiivè-'r'e -s 'tato molto vario dal.
l'una all'altra area.)Direcente, com e già siè detto, è stata condotta una accurata indagine sull'italiano fam iliare nelle diverse regioni: 124 individui, residenti in 54 diverse provincie italiane, sono stati interrogati sul m odo o sui m odi con i quali esprimono abitualm ente 242 nozioni21. I risultati consentono una sintesiche dà la m isura,in terminiquantitativi,delle di -
regziazioniregionaliesistentinell'uso de1legsico comune. Una C -ö' l 'ii' fàtâi-ione si tmpone per prima: su 242 nozioni
soltanto una,qcafl' è forte (a1bar)A (n.197),suole esprimersi in tutte le provincie da tuttii parlanticon una sola e identica
E non basta:si verifca anche che soltanto 1'11 0, /0 ' circa delle 242 nozionisiesprime con due sole locuzionio parole,m entre
1,88% viene espresso con due,tre,quattro e lino con tredici locuzioni o parole diverse da regione a regione. Naturalm ente, l'uso di una parola non è esclusivo, nella m edesima provincia e per il m edesimo parlante, dell'uso di altre parole:in teoria,perogninozione potrebbero esistere una parola usata da tutti e,accanto ad essa,i suoi sinonimi regio. nal i.U no stato dicose del genere sarebbe relativamente prossim o alla standardizzazione de1lessico:esso è perù ancora lontano dalrealizzarsi in ltalia. Su 242 nozioni soltanto 12, pari
al4,7%',sono o,per dir meglio,possono essere denotate con una parola usata in tutte le 54 provincie da tutti gli interro-
gati:oltre espresso,che rappresenta ilm assim o distandardizza-
zione(i1suouso,cioè,parrebbepoterescluderein generequello di ognialtra parola),le parole e locuzioniin questione sono maniglia,tetto,hnestya,sarta,Tïmb eCaio,4 meno venti1Domenica delle Palme,cappuccino (nelsenso di44caflk con latte)), limonata,camion, albeqo (rispettivamente, nn. 115, 116, 119, 145, 161, 184, 190, 196, 197, 238, 242 della lista di RPEGG
Wortgeogyaphie). A queste 12,sipossono aggiungere altre 21 espressioniche, se pur non usate da tutti gliinterrogati,sono usate in tutte le 54 provincie, almeno da un interrogato,a designare la stessa
nozione.Le ventuno parole sono:fede,/, j4/0,bambinaia,cfèco, orecchioni,raffreddore, cetriolo,prezzemolo,ctzrcs b/,prosciutto, vitel. lo,cena,p7?,chiave,aymadio1soldi,parroco,macchts na (nel senso diftautomobileh)),garage,copertone,galleria (nn. 1, 3, 11,33,44,45,49, 50,52,67,71, 87,96, 114, 124, 156,206,
mono con parole o locuzioni diverse dall'una all'altra regione.
236,239,240,241). ln defnitiva,solamente il13% delle2#2 nozionièespresso
19 V .cap. 11 pp.29-30. 20 Cfr. G . M Axuzzl, Vocabolario della lingua italiana, 2a ed , Firenze 1859 e sgg.,ToMMAsl!o e D'AMBRA s. vv.;per le preferenze regionali cfr.RPEGG W ortgeographie 88 n. 32,90 nn.59,64. 21 Cfr.RiiEcc W ortgeographie 51-84.
usata per designare una certa nozione è estranea all'uso diquattro o più provincie su 54.
parola:espresso.I-?e24. 2 nozioni,cioè,peroltreil99% siespri-
con una parola o locuzione usata,anche se non da tutti,alm eno in tutte le provincie;87 volte su cento non esiste una parola che sia usata a designare la stessa nozione in tutte le regioni.
Nel44%/ deicasistudiatidalRûegg laparolapiù difusamente
1 .. ,
f !
164
IV. NuoveformeeJ' l zAlaftmf
Considerando nel complesso le oltre 1000 parole e locuzioni usate per esprim ere le 242 nozioni studiate da1 Rùegg il46,5C yo è usato in meno didieciprovincie (28,5% in meno,
dicinque),mentresoltanto il33,5% èusatoalmeno nellametà delle provincie considerate. Le diferenziazionigeneralinon risparmiano nemm eno quelle parole caratterizzate da un'alta frequenza m edia, le quali, secondo le recentiacquisizioni della linguistica quantitativa, sono le più stabili in una tradizione linguistica: m a anche questo vero e proprio nucleo solido de1 sistem a lessicale, in italiano, dopo un secolo divita unitaria, è ancora intaccato da regionalismi.Osservando la lista di frequenza degli elem enti lessicali
italiani(KNEASE IWL 15-17),su 85 parole con rango superiore a 40 o frequenza superiore a 400, almeno 15 (essere/stare, avereltenere,sapere/conoscere, trovave,uscire, entrare, tornare, oya,tz/rïzz,prendere,Af/. uf?z'e, anno)sono soggette a diferenti usiregionali. Una analisi a parte mtritano quei casiin cui la standardizzazione nell'uso diun uniço elem ento lessicale è, se no' n raggiunta,prossim a:tra diessi possono includersitutti icasi, già segnalati, in cui una stessa espressione è presente in tutte le provincie per indicare una data nozione,e in aggiunta possono contarsi quei casiin cui a una espressione usata nella m aggioranza delle provincie sioppone una sola espressione in una regione22.D alla analisiditalicasi,in tutto 46 su 242, siricavano 22I 46 casisono iseguenti(ilnumero inizialeèlostessodellalista diRiiEcc W ortgeographie 85 sgg.; in m aiuscoletto sono date le parole
usate in 54 provincie su 54. ): 1. FEDE - sioppone il Nord con vera;
3.FlcLl- sioppone laToscanacon hglioli(più altre21prov.sparse); 7.1' nbraccio(52prov.) siopponelaToscana(pil hUmbria)con incollo; 9.icapricci(53 prov.) sioppone la Toscana con bizze(pil h altre 11 prov.sparse);
!j )) .
2.Le zwrfefâ regionalidelln italiano
l65
alcune constatazioni d'insiem e. Anzitutto, la varietà toscana è la più attiva ne1 tenef in vita.varianti regionali--diverse-dal- -
l'vspressicnz'' jfqndqrd dqminante .in . ltalia:gli elementi della varietà toscana godono ancora di un certo prestigio, dato che. solamente in un quinto deicasi(servito da tavola, sottoveste per gilè, anello per ditale, 2 7 tocco per l'una),restano confnatialle sole provincie toscane. Ben maggiore, naturalm ente, è il prestigio delle espressioniitaliane standard,che in almeno 16 casi su 19 sisono im poste nelle stesse cinque provincie tos di stuate da1 Riiegg.11 declino della varietà toscana com ecane m ode llo 45.RA i FFREDOORE sioppone la Toscana (più altre10 prov. sparse)con tt ireddatuva,alcune provincie delSud con catarro; 49. CsTRlol-o - si oppone parte del Nord (pil h altre prov. sparse) con cocomero; 50.PREZZEMOL. O - si oppongono provincie diverse (M ilano, Siena, Pescara,9 meridionali,alcune adriatiche)con diversinomilocali;
52. CARclol?j - sioppongono provincie ligurie calabre con diversinom i locali;
53.zucca (51)
si oppone Roma (pitl alcune prov. meridionali) con 64 FORMACGIO - sioppone la Toscana (pil h parte de1Sud)con ca o; 67. . Pl zosclu'r'ro si oppongono provincie piemontesi (pifzTicino) ci con giambone; cocuzza o cocozza ;
71. 80 VITEI-LO - sioppongono Napolie l'Aquila con annecchia; . s ervizio da tavola (52) - sioppone la Toscana (isolata)con servito da tavola; *7.CENA - siopponel'uso deiraënaticon pvanzo; 96.GIL; - siopponelaToscanacon sottoveste(isolata)epanciotto (anche
moltealtreprov.sparse); 114.CHIAVE - sioppone (m a solo nell'accezione f tchiave del po ilSud con chiavino; rtone) h) 1 15.M ANIGLIA - sioppone la Toscana (Firenze e Siena)con gvuccia; 116 . TETTO si oppongono prov. settentrionali (tra cui Venezia) con
conerto; 119. Ftxnsl'lx,v
sioppongono prov. settentri onali(tra cuiVenezia e Ge-
nova)con balcone;
124. si oppongono provincie diverse con varianti locali; 142. ARMADIO t a v o l a ( 46 ) sioppone Firenze (più prov. settentrionali) con asse; 145. SARTA - si oppongono provincie veneto-adriatiche (tra cuiVenezia) con sartora e calabre con costuriera;
11.BAMBINAIA - sioppone l'uso deirafllnati con nune, hop'ne; 33.Clsco si oppongono soprattutto Genova e M essina con orbo;
148.ditale(52)- siopponelaToscana con anello;
42.mialzo (53)- sioppone la Toscana con milevo(con altre 24 prov. sparse); 44.ORECCHIONI- sioppone la Toscana (più Genova-taa Spezia, Forlll
156. 161. Sot-oz sioppongono usi gergali e prov.diverse con variantilocali; Tlzlô E CAlo - si oppongono provincie settentrionali e calabrosgcule con variantilocali;
con gattonl';
-
! II,' r.Nuove./0?/7:e. /ifpzFoAlf
166
dell'uso nazionalç e il suo soggiacere a usi che trovano oggi
fuori dt' Yoscana la loro principale base sipalesano con chiarezza in questidati:in più casisiverifica ciö che siè osservato
apropositodellacoppiamanlklia-gruccia:44ilcarattereliorentino (Ii una parola puè anche non esserc più un vantaggio, bensi 1111 ostacolo, non solo per la sua difusione,m a anche per la sua stessa sopravvivenza a Firenze...Oggi, con Firenze orm ai alla periferia della vita politica ed economica italiana,e innegabillnente scaduta come centro culturale,un vocabolo che suoni spiccatamente sorentino trova spesso, appunto in questo suo l81-hllmine(53)
sioppone la Toscana (più altre 26 prov.sparse) con
J, Le varietà regionali dell'italiano
carattere, il limite della propria esistenza, ) (PERt;zzI Lingua 39-41). esistenze particolal jgttm he notevoli si manifestano anche nei centri m arginali dell'area settentrionale, cioè a Venezi: e ..le.M olto più rarlsono i Genova,e nelle provincie calabrprp.i.jw. '== 1 casl ln cui una espressione avvlata a diventare standard trova
**, un,areadiresistenzacheabbiailsuocentroprevalenteaXlX*lla*, nd )
Toriné ' o Napbl i'infine praticamente inesistentisono icasiin J .
cuiRoma. da sola opponga una variante locale a un'espressione ? pani taliana. Com e era lecito attendersi in base alle analisi de1 precedente capitolo, il centro m aggiore della vita nazionale, dove più intensa è la emigrazione da ogniregione e da cuicon
saetta ;
183.l'una (50)- siopponelaToscana(quattroprov.:Firenze,Pisa,Lucea, Siena)con iltoccok 184.QUATTRO MENO VENTI - siOppone la Toscana (più altre 21 prov. sparse)con ventiallequattro; lt)(). IloMExlcx DELLE PALME si oppone la Toscana (pitl 13 prov.settentrionali) con Domenica degli &W' rï; 19f ). CApet/cclxo sioppongono alcune prov.settentrionali (tra cui M i. lktno) con cappuccio; 198.LIMONATA - si oppongono alcune prov-'settentrionali con cedrata; 206.PARROCO - sioppongono provincie venete (tra cuiVenezia),adrîatiche,alcune m eridionali con varianti locali;
207.frate(46)- sioppone ilSud (pil h altre prov-)con monaco; 208.sttora(46)- siopponelaToscanaetpiù altreprov.delSud)con monaca: 226.giavdinonubblico - si oppone il Sud con villa;
236.MAccHlxa - siopponelaToscana(in parte)eilNord (in parte) con vettura;
237.autista(53)- siopponechauyeur(autistadiricchiprivati); 238. CAMlox - sioppone ilNord con autocarro;
239.GARAGE- sioppongonoprovinciediverseconautorimessa(pubblica?): 240.Copsltroxk -=siopponelaToscana confascione; 241.GALLERIA - sioppongono provincie diverse con tunnel,trajbro; 242.AI-BERGO - sioppongono in prov.diverse hotel(elegante)e Iocanda (misero);
Su 46,in dodicicasi(3,9,42,45,80,96,115,148,181,183,184, 240)la Toscana ua sola,osenza che siindividuino altriprêcisicentri
(in duecasi,116e 119,con epicentro aVenezia,in uno,196,a M ilano, in uno,67,in Piemonte)siopponesenzache siindividuino altr'èen'' i?i o,... ' di. mre sl J -.i s ,:h> ,in 9 casi l'opposizione è raforzata da altre zone ln '%-, .. .
cali(44,142,190,236) sitratta della Toscana;in cinque (161,33, 52,145,2061dialtreprovincie;in 3casig44,33,52Jl'epicentro settentrionale è Genova,in due (145,2061è Venezia); in 3 casi (71,114, 226)ilSud sioppone da solo,in 9 con altre zone (due (64,2081con Ia Toscana,7 con altre provincie; in quattro casi,l'opposizione è ri-
stretta alle provincie calabro-sicule: 33, 52, 145, 161); in quattro casi(50.156,239,241) l'opposizione non ha centriregionali preva-
lenti;in 3 (11,237,242)ha basenelle diferenziazionisociali,per cui la gente 4 tper beneA non ha la 44bam binaia' h, m a la Abonne , h o la
ftnurse,;soltanto ne1caso dizucca (n.53),iniine,sideve registrare un regionalismo rom ano :va tuttavia m esso in rilievo che,nell'uso di tale i 'egionaIism o, cioè cocuzza,Rom a non è isolata, m a siaccom pagna
ad altre dieciprovincie (perlo più meridionali);in secondo luogo,a Rom a ilvocabolo non solo non esclude l'uso di zucca, ma è ristretto o alla cerchia popolare o a un uso scherzoso,diversam ente da quelche
accadein alcune provinciemeridionaliin cuicocozza (0 suoiallotropi fonologici) sono la forma normale nell'uso del ceto medio e eolto tRëEcc W ortgeographie 112).Che toscano e iiorentino si siano andati
diresistenza,sioppone aun uso standard perla m aggiorparte delter-
isolando sem pre più e, quindi, siano andati raggiungendo un grado sem pre m aggiore di dialettalità,è conclusione cui tendono ora sia G .
ritorio nazionale (in 11 deidodieicasitale uso è per altro penetrato nelle stesse provincie toscane),in altri7 casil'opposizione toscana è raflbrzata daquelladialtre zone (Umhria eprovincie contigue setten-
stando al resoconto d'una sua conferenza tenuta ad Arezzo nel 1965 e citata in G .G/ASSI,Corso distoria della Jfngl/t zitaliana,T oz -ino 1966,
trionali:7,44;provinciem eridionali:64,208;provinciesettentrionali:
142,190,236);in 8 casi(1,49 67,116,119,196,198,238)ilNord
RoHtps,Italienisch und Toskanisch (4 (ora ' #enon 4adesso# h),Festschrift... infelden, M onaco 1963, pp. 288-97, e sia Bruno k' digliorini, .V.Rhe pp. 194-95 (Grassiconcorda con tale conclusione).
168
1V.Nz/tmeformee.f?zpziopï
maggior prestigio irradiano nuovi m odelli linguistici, è ultresi quello in cui il lessico standard è accettato pressocché totalm ente senza resistenza et1 è quasi privo di provincialism i23. Un'ultim a considerazione esigono g1i elementilessicali raccolti dal Rfiegg: dei dodici elem enti lessicali usati in tutte le
provincie datuttiiparlanti,quattro (cappuccino,espresso,/11/)-
' 2.Lerf lrï cl t ivegi onal idel' it al i ano
169
l t
nata,albergo)sono legatiad aspettipeculiaridelmoderno costum e della soeietâ urbana, al bar, alturi smo,uno (camion) è un neologismo tecnico; tre (maniglia, tetto,jinestraj sono
y,
parole dell'industria edilizia. Ancora una volta, cioè, è palese il nesso tra standardizzazione degli usi linguistici e processo di industrializzazione e amm odernamento della società italiana. Com e già si è accennato, le varianti- r-twp i nali adl. 'us( z.
23 La varietà rom ana è esente da provincialism i stretti m olto più della toscana. A riprova della assai ridotta sregionalità del parlato rom ano si osserviche in M IGLIORINIPN num erosielementiche sono disicura origine rom ana sono presentatisenza indicazione di dialetto o luogo: segno che anche all'illustre lessicologo non ne è evidente la
radice regionale.Sivedano ad es.in PN le vocifusto,(? za)frego,ga-
gliardo, cocco tf/ ' mamma, ganzo, bustarella, stranito, sventola, e cfr.
le analoghe vociin CHIAPPINIRomanesco,perfusto la n.32,per bustarella l'app. 61 II. lnoltre, tra le prim e 100 nozioni della lista de1 Riiegg,per 15 esistono parole ilcuiuso non varca ilim itidelle cinque
provincie toscane,o addirittura diFirenze (8.hkoso,10.fcht ',Jc/l/' xf, daddoli,ghenghe, 17.aver gli stomachini, aver glistomacucci, 22. bocce dim .pone,29.rimpiatterello,ringuatterello,36.fvignolo,40.pizzt korino, 47. tosse cavallina, 48.verzotto, cavolella,49.evbucce, 60.semelle,78. anwro di sale, salato amaro, 80. servito da tavola, 91. camiciola, 96.
sottoveste Epergiléj,100.calzerottiper calzinij.Invece in nessun caso esistonoparoleilcuiuso siaristrettoallasolaprovinciadiRoma(l'unica provincia delLazio considerata dalRùegg) e nemmeno a Roma e a
un'altra sola provincia;in solitre casisihanno parole ilcuiuso è lim i-
tato a treprovincie,cioèa due soleoltre Roma (26,31,75:tirareuna selciata,hcozza,sgommarello),e in tre casisihanno parole ilcuiuso è esteso solo ad altre tre provincie (17,24,36:far boccuccia,giocare a piastre,pedilkllo): si tratta naturalmente sempre di provincie non lim itrofe e quindiin nessuno dei6 casi puö parlarsidiprovincialism i stricto sensu. Estendendo lo steàso tipo di valutazione alle altre provincie studiate da1Rflegg e continuando a lim itare l'indagine alle prim e
cento nozioni,siha che icentripiù ricchidiprovincialismi (cioè di locuzioniusateineuna oalmassimo dueprovincie)sono:con,4 provincialismiM ilano (21,23, 50,82),Pescara (38,50, 73,97);con tre: Canton Ticino (30,55,95),Genova (24,55, 88);con due:Trieste (39,62),Perugia(23,73),Napoli(12,71);con uno:Fiume(62),Como (39),M erano (91),Brescia (82),Reggio Emilia (65),Parma (65),V. enezia(1),Bologna(1),LaSpezia(54),Ravenna(27),Forh (27),Ancona (1),Orvieto (23),L'Aquila (71),Salerno (12),Foggia (25),Bari (5), Catanzaro (98), Reggio Calabria (73).
. v.
.
.
.
*< ..a. '
elementiilcuinumero è chiuso (comeavvienew.p u.. . e-r . -.g .1ir' e u . w l .e v -me ..nti costitutivi de1sistema morfologico e de1sistema fonematico), ma. i. q yna serie apertailcuinum ero dielem entivariafortemente sia attraverso iltempo sia da un individuo all'altro della stessa com unità linguistica,senza che talivariazioniintacchino sensibilm ente la possibilith dicomunicare. CB rende estrem am ente quttuantel'insieme deifattilessicali' . un da to elemeYto regionale puô con grande facilità diflbndersi fuori della regione d'origine; il ricorso ai sinonim i e la possibilitâ di sostituire a una parolaunaperifrasiad essa equivalente fanno sl, inoltre,cheuna parola caratteristica diuna determ inata varietà regionale possa facilm ente essere evitata in buona parte delle circostanze in cui potrebbe venir teoricamente adoperata. Per tutto ciö i fenomenilessicaligiovano poco a individuare la varietà regionale cuiva ricondotto un determ inato testo italiano contem poraneo.
Per ragfonidiverse,anche iregionalismisintatticisono uti lizzabilisqlo in partealénedicaratterizzarelevarietàregiongli -
diitaliano o di individuare la varietà cuisiuniforma un dato testo o un dato individuo. lnfattiiregionalism ispecifcid'una sola varietà ne1 campo sintattico sono rari, e i costruttisegnalatlcome regionalism iproprid'una determ inata varietà sono in genere propridipiù d'una e talora ditutte le varietà:la sosti-
2.Le rtzrfc/d reglh3lalidell'italiano
1V.kvtftlz' e fovme e funzion,
tuzione dei pronomi personali obliqui, alm eno per la terza persona singolare e plurale, alle forme di pronome soggetto
dellalingualetteraria (Iuiperegli,loroperesst'ecc.)( jun feno' meno comune a tutte le varietà;ilcumulo dipronomie particelle pronom inali, segnalato talora com e un settentrionalism o tipico,siriscontra in realtàanche nella varietà toscana e in tutta l'Italia centromeridionale;la sostituzione del passato prossim o al passato rem oto, spinta Eno al limite dell'elim inazione di qtlesto dall'uso parlato, è generale fuori della varietà toscana; la espansione dellhuso dell'indicativo a spese degli altri modi tinitisiregistra in tutte le varietà regionali,non esclusala stessa varietà toscana21.Concordanze regionalitanto estese fanno scor-
gerç in tali fenomefii non kinto dei regionalism i. quanto delle varianti colloquiali familiari nell'uso dell'italiano com une: in quasituttiicasiora citatisono le forme e icostruttidipiit bassa frequenza anche nei testi letterari di m età Ottocento quelli che ne1linguaggio parlato dopo l'unità hanno avuto un tlso ancor piîzridotto e tendente talvolta alcompleto dileguo23. 2' 1Per i pronom ipersonaliobliquiv.app.59 111,2,60 1II 2 a,b
(peripronomiditerzapersonailfenomeno ègeneralenell'usoparlato: P.G.GOIDXNICH,Grammatica,4aed.Bologna 1961,p.107);perl'uso pleonastico deipronom iv.app.59 IIl 3,60 11I 22 e cfr.inoltre PAR-.
171
I regionalism i m orfologici, lessicali, sintattici per ragioni divcrse hanno tutti una capacità soltanto ridotta di individuare le une rispetto alle altre e ciascuna rispetto all'italiano le varietà regionali; essi hanno perö la possibilità di aë orare sia a livello del linguaggio parlato sia nelle scritture. Esattam ente all'opposto, le vacianti fonologiche regionali, per l'adeguarsi degliscriventi alle norm e ortograhche com uni, più diffcilmente em ergono nelle scritture;m a, a livello del linguaggio parlato,hanno tln. ,çl-qygjp-.. pp-t-e--rw-e.- -d..i..., c..a.r-a.tt.erizzazione. Ciè dipende essenzialm ente dal più basso numero delle unità fonologiche rispetto alle unità m orfologiche e lessicalie rispetto aitipidicostruzionisintattiche, ossia dalla pil helevata freqllenza che una unità fonologica, un fonem a,ha rispetto ad una desinenza o rispetto a una parola:la probabilità statistica e la eflkttiva occorrenza della pronuncia regionale di un dato fonem a è digran lunga pi' à elevata della probabilità e della occorrenza diun uso regionale morfologico o lessicaie o sintattico. Sipossono ascoltare e concepire innum erevoli frap:i tey in via .. dpt d'esem pio,da un italiano del Settentrione stl zz4..thr in essevi .. . . sia un solo regionalism o ley icale o sintattico; ma pon sono invece molte le frasie, quasisipotrebbe dire,le parole in cui non sia presente qualcuno dei regionalism i fonologici caratteriktièi'' della varietà settentrionale. -
.
a
ulxo M aceratese27 (l'uso sisviluppa ne1linguaggio popolare per dar rilievo alcomplem ento diretto delverbo senza ricorrere alla form a pas-
siva come,peres.,in ilAtzl?'clo hanno salvatoijigli:A.RoNcoNl,11 z' erbo latino,Firenze 1959,p.36);perl'espansionedell'uso delpassato prossimo v.app.59 Ill 4,62 l1l b 2,cfr.inoltre PARRINO M aceratese 27-28, 30-31, M . Sltunlc, 11 preterito nel toscano parlato, 44Lingui-
sticah7 (1965),pp.85-90,1n.,11valoredeIpiuccheperfetto nella lingua della . çltz' ?z' l>tz italiana conlcz?l /?tprtzzyctz, ibid., 8 (1966-68), pp. 10F-14 (la spinta a usare le form e com poste trae origine daidialetti:FlLzl Sintassi45-50);per l'indicativo in luogo delcongiuntivo edelcondizionale v.app.60 11I 6,61 IIl 2,62 11I b 3 e inoltre FlLzl Sintassi 24-26,PAlllxlxo M aceratese 31-38;per ilpresente in luogo del futuro A'.app.61 l111,62 IIIb 1 einoltre cfr. FlLzl Sintassl '22-23,P. &I/RINO iklaceratese 28-29. 25 Per quanto riguarda i pronomi di 3a persona,ne1 I capitolo dei Promessi Sposi,ad esem pio, si hanno contro 7 casi di lui soggetto 3 egli. Per i m odi del verbo, incluse le form e nominali, nei primi tre
periodi dei prim i dieci capitoli dello stesso rom anzo si hanno le seguenti frequenze: '
1ndi cativo
.. ..
.
congluntlvo
.. ..
COndizionale
. ..
lm peratlvo
. .. .
1't' llln1to . . . .
.
. ! .
participio (assoluto) . gerundço
.. ..
.
9 89 2 12 1 2 3 5 43 2 15 5
U n'eccezione, rispetto alle considerazionisvolte, è,neltesto manzoniano,ilrapporto tra le form e dipassato o trapassato prossimo dell'indicativo e dipassato prossim o delcongiuntivo e le forme dipassato e trapassato remoto:ilrapporto è quifavorevole alle form e m eno po-
polari(25 casicontro 6).
'
172
1V.Ah/orcforme e. fzfpaioai -
Neidecennianterioriall'uniscazione,perla precedentem ancanza di un uso parlato dell'italiano fuori della Toscana e di Roma,le pronunzie regionalihanno potuto liberamente consolidarsi.N eiprim idecennidopo l'unità,la form azione deim aggioricentri urbanie il confronto che in questiavveniva tra le diverse pronunzie regionali,hanno reso possibile ad un numero crescente di individui di eliminare, dalla loro pronunzia personale,iregionalism ifonologicipiù spiccati;fra le due guerre mondiali, a questi m odelli individuali sono venuti in soccorso con la loro azione sempre più larga sia la (#d ip yia il cinema .-- vv sonoro, sicché anche fuori della capitale e della Toscana ha potuto prendere piede una pronunzia non regionale diitaliano.
Tuttaviapne1medesimo tempo,peJ fe 'stesseraglonlche a-u' n' a ' .
.
parte deiparlanti consentivano l'accesso a una pronunzia sregionalizzata,masse sçm pre più num erose sono state indotte ad
abbyndonare idialettia vantaggio dell'italiano,parlato in genere
secondo moduli regionali.Insom ma,lo stess-o- g. rocesso didiffusitln-y-della lingua comune in forma parlata e n' -: n -.. '. 'p'i. ù...ktgo ! )' scritta ha sl elim inato,alm eno tendenzialm ente, i regiona.lism i
J. Le rtzricfti regionalidellbitaliano
M olto m aggiore è il prestigio della varietà settentrionale: alcune particolarità,quali la pronunzia chiusa della e in parole
com e tempo, la sonorizzazione di tutte le africate dentali in posizione iniziale diparola,la sonorizzazione ditutte le s intervocaliche semplici,la anticipazione de1 massimo di altezza rispetto al massim o diintensità nelle vocali accentate, sono caratteristiche alle quali cercano di uniform arsi i sem icolti delle classi pitl agiate e delle professioni a contatto con il pubblico
(commesse dinegozio ecc.)anche nell'ltalia centromeridionale e nella stessa Firenze27.M a l'inouenza è stata anche m orfolo27 Per la pronunzia anteriore della e in tempo anche a Firenze cfr.FIORELLI Una sibilante 84 n*.18;perla sonorizzazione delle fricative e delle aflricate anche fuori del Settentrione,cfr.app. 59 I A 3,
4,60 1,9;per la difusione della prosodia settentrionale (che trova peraltroappoggioindialettimeridionalidell'Adriatico,comel'abruzzese) cfr.CAMILLITononellapronuncia.L'espansioneverso Sud della sonorizzazion'e della fricativa sibilante intervocalica rende per ora im probabile
l'ipotesisecondo cuila /s/linirà co1soppiantare de1tutto la /z/,come è accaduto nell'area ispanoromanza (Ch.H.GRANDGENT,From Latin
.
to Italian, 3* ed., Cam bridge 1940, pp. 90-91; G . BERTONI, F. A . Ucot-lxl, Prontuario di pronunzia, 7a ed., Torino 1949, pp. XV I-
fonologici nel ceil più colti,m a, d'altra parte, ricacciando inbwi1)i dietro l'uso dei dlaletti?ha ttazj-xfuz? it- x. li..4. ..-f !. )p. , d . Q. a
.
nalidg esigue minoranze alla grande maggioranza deipajrlanti. 11prestigio delle quattro maggiorivarietà dipronunzla del-
: si chiude alm assim o,:no allimite della ie della u,per im itare laparlata settentrionale, com e puè vedersi da qualche esem pio letterario de1 settentrionalizzare dei m eridionali sem icolti, o im maginato dai sem icolti. Ecco, ad esem pio,una battuta, con relative didascalie, di
.
.
.
. .'.
lyitaliano <e p..m ..o ..lib .,' diverso. t minimo perla varietà meridionale, nono' -àiàiift'' 1' a'm'assa diindividuiche ad essa siuniforma e nonostante che essa sia largamente nota anche fuori de1 M ezzogiorno attraverso la già ramm entata azione de1 cinem a e di altrimezzidispettacolo e inform azione.Sipuö aggiungere che il prestigio di tale varietà regionale è minimo perfno per g1i stessi parlanti m eridionali, i qualidifrequente soggiacciono a inavvertiti o intenzionali fenom eni di ipercorrettism o per evitare le reali o presunte particolarità regionali di pronunzia26. 26 Per i fenomeni di ipercorrettism o fonologico ne1 M ezzogiorno cfr. app. 62 I a 5, 6 e le reazioni ipercorrettistiche nelle pronunzie del Bonghi e de1 D e Sanctis descritte dal D 'OvlDlo Rimpianti cit. nell'app.57.
XVII,LXI-LXII).Almeno a Napoli,non solo la e,ma anche la o
sik-sik,l'artehce Azmér fct ?(DE Flt-lppo Cantata 125): ,
(Sik-sik. Com e prim o esperim ento, faccio 'o gioco d' 'e duie
bicchiere.Tienemente ame.Io dico (cercando didare unbintonazione stretta e settentrionale alla sua Atzr/tzft z,tra lo sgrammaticato e ilprovin-
ciale...j:LPubblico rispettabile.Quinon s'imbrogliaa nisciuno.Questi sono tuttigiuoca senza priparato,anza per evitare qualunque suspetto,
io rislrero Ldesidero?unacontrolla,unapersona de1pubblica,cheviene qua in palcuscenico a cunstatare con i propri occhi... Si c'è qualchê persona del pubblico che vuol venire in palcuscenico, signori?/ h.T u subbeto rispunne: f tVenche io ï b. M 'arraccumanno, si no po' essere che saglie uno d' 'o pubblico...A. Per un altro eqem pio, si ricordi la bellissima M appata in cuiil Padreterno, sceso in terra a N apoli, per l'esattezza a Piazza D ante, parla f(furastiero h,cioè,parrebbe da alm eno un indizio,settentrionale:
f 4E questo quidavante/cosal'è?L'Alighiero?...No,ricetteSanPietro, questo è Dante) h(DI GlAcoMo Poesie 353).
174
IV. Ntl opeiorme efunzioni
gica: ad esem pio, dalla varietà settentrionale, attraverso l'uso com merciale,è passata nell'italiano comune la tendenza a eli-
minare i collettivi(c.d.plurali) in -a in parole come carra, Jurtw,tina,serbando solo i plurali carrb sacchi, tini(GoIDàxlcH Grammatica141). La penetrazione in Firenze, nel cuore stesso della varietà toscana,diuna particolarità settentrionale, cosl com e l'accoglimento di pronunzie originariam ente rom ane della e e della o
in determinate parole,sono indizidel(ttmiplzilo prestigio della var' tttà rrgionaletoscanaanche sulpiano della fonologia.Dopo cento annidistoria linguistica unitaria risulta ampiam entê conferm ato daifatti quel che osservava Francesco d'Ovidio prim a della 5ne dello scorso secolo: della fonologia toscana ci si è appropriati in Italia soltanto di quei caratteri che venivano chiaramente denunciati e individuati dalla gralia, cosicché le numerose variantà di fonem i non individuabili nell'ortografa k
La vgriets h.ro ' -cnm enet.lvssiqp-x-çfpl nc# - .a . ..-..1 .e .u -nella fonologia è stata partiçol:reente ricettiva: caratterlstiche fonologiche toscane hanno continuato a d 'iflbndersia Roma anche nel Novecento, se pur di rado:contemporaneam ente, in determinatistrati sociali hanno trovato ospitalità alcune caratteristiche fonologiche originariam ente settentrionali29. D 'altra parte, la conoscqpg>- .d -#-llg. w.y@. rv ilk . v romrjna di italiano è stata .q: .tçsa a tutti i parlanti della Penisola attraverso ip.e dewlcinema,che,com e l'azione diuturna e massiccia della ry-d -v
w
siè detto (v.cap.111,8),hanno accettato largamente particolarità della pronuncia romana anche dove questa diferisce dalla forentina,e hanno adoperato ilromanesco,non meno del napoletano e siciliano,a finidicaratterizzazione com ica'o realistica.Ed un secondo fattoreha sorretto ilprocesso didifusione dellaconoscenzadellavarietà romana:gliscamt t ?-i--itgçr-lxgippali.
Come siè giàcalcolato (v.supra,cap.111,4),in meno ditren-
corrente (sipensialla asptrazione e spirantizzazione delle occlusive e sem iocclusive intervocaliche, a buona parte deiraflbrzam epti iniziali dopo le particelle raflbrzanti, alla .coesistenza diafricate dentalie sibilantisorde e sonore ecc.)sono i n buona parte diventate indizio diregionalismo toscano%. 28Perla penetrazione in Firenze dipronunzie settentrionaliv. supra
nO.21 (e, per mancati raforzamenti siktatticiy cfr.anche CAMILLI, LN 14,1953,21),perquella dipronunzie romane cfr.G.BERTONI, F. A. UGOLINI,L'asse linguistico Roma-Firenxe, LN 1, 1939,pp.2. 527. L'ortograha italiana è stata creata adattando l'alfabeto latino alle esigenze della Iissazione grafca del toscano antico, e l'adattam ento,
m ente intaccata dalle pronunzie settentrionali, m eridionali e, in due
casi(le distinzioni /d5/- /dd5/, /b/- /bb/)perlino dalla pronunzia rom ana, la distinzione di alm eno cinque divers' i tim bri vocalici, la
distinzionetra /s/e /J/,tra /p/e ynj/,tra /X/,/1/,/j/,hanno ben resistito grazie alla buona individuazione graûca. D 'altra parte,la gralia non dava riconoscim ento alle varianti condizionate, anche a quelle che erano date da fonotipi notevolmente diversi da1 punto di vista acustico e articolatorio tenendo conto deicaratteriarticolatorigeneral-
mente rilevantijn italiano:cosl,.ad esempio,Ie varianti semplici e intense deifonemipalatali/p/,tf/,/X/sono state ignoratedallagralia che adoperain ognicaso glistessidigrammio trigrammi(per le semplici: gnomo; gli' ,scena, scialo' ,per le intense:legno; Jcoglf,Jcogli/;
consolidatosiin età rinascimentale,fu abbastanza felice (anche a causa delgiàrilevatoconservatorismo fonologico deltoscano)almeno in relazione ad altri sistemi ortografci europei (R.A. HALL JR.,Italian
lasci,ltzscio),e altresl sono ignorate le varianti sorde e sonore della fricativa dentale (sonora in sdegno,sorda in spero)ecc.In alcunicasi,
P/loaezzle. ç and Ortogrl//e, It 21, 1944, pp. 72-82; B. M IGLIORINI,
grafemie ed o denotanticiascuno due fonemidiversi(/C/,/e/ed /a/ /0/): per il conseguente indebolimento della distinzione v.app.64 I6,e v.injka pp.188-89.
Note sulla gra// delRinasdme 'nto,#SttzdidiElologia jtalianaA,13, 1955, pp. 259-266; P. FIORELLI, 4(Degli eleznerlfl'delparlar toscano #,
la gralia non coglie alcune opposizionifonem atiche,com e ne1caso dei
LN 18,1957,pp.113-118).CB ha facilitato-nell' apprendimento del-
Le im precisioni della grafa hanno lasciato un notevole m argine
l'uso orale dell'italiano inon toscanie rom anied ha fatto sl che, dopo I'unità, coll'irrobustirsi dell'uso orale dell'italiano anche fuori della Toscana e diRom a,la anteriore tradizione oralecolta siastata in m olti punti difesa, per dir cosl, dall'insorgere delle pronunzie regionali: la distinzione di occlusive sem plici e intense, sorde e sonore, varia-
dilibertàaiparlantidellediverse regioni,esip potuto verilicare quel che osservavagià F.o'Ovlolo (perlacitazioneintegrale de1suo punto
divista v.app.33).V.inoltre infra no.73. 29Per le inQuenze settentrionaliv.app.61 I a 4,5;per le ' toscane v.app.61 1 b 2.
176
1V. Nuoveforme efunzi oni
t'annisono imm igrate a Rom a 1.400.000 persone e ne sono em igrate stabilmente circa 400.000; il m ovimento em igratorio si
è accentuato in annirecenti,arrivando atoccareil15% della popolazione romana (FIGA-TALAMANCA 361-62).Tutto ciö ha creato un ftto tessuto di scam bi fra am bienti non rom ani e am biente rom ano:un ventesim o circa della popolazione italiana siè trovata nella condizione diagire come difusore dim oduli romani nei confronti dell'am biente di provenienza o dell'am biente in cui,emigrando da Rom a,veniva a inserirsi. Infine, la conoscenza diretta, in loco, dell'italiano parlato a Rom a è stata consentita e im posta a tutticoloro che ipellegrinaggireligiosie ilprocesso dicentralizzazione e coordinam ento della vita pubblica e politica tipico d'uno stato moderno hanno condotto e conducono saltuariamente a recarsinella capitale dello stato italiano e ne1centro m ondiale delcattolicesim o. Non v'è dubbio che in Italia nessun altro centro è stato a cosl stretto contatto con tutto il resto de1 paese. Proprio qaxsto çontatto, perö, rende dië cile valutarc l'inQuenza della varletà rom ana sulle altre varietà di italiano:esso ha lnfatti avuto com v çppqçgpçps lq.una grogressiva elimina.
zione-dall-italiano parlato a Roma ditutu gu aemeniipi?,nettamente municipalie,anzi,regionali30,cosicché,guardando ai 3e Per la assenza di provincialismi lessicali nella varietà rom ana
v.supra no.23,e infw no.32.Perquanto concerne la fonologia,valgono analoghe osservazioni:dei12 caratteritipicidella varietà romana
(app.61 Ia,b),soltanto'1atrasformazionedella/X/in /j/elo scempiam ento della vibrante intensa sono assentiin tutte le altre tre m aggiori
varietà (ma sono tuttavia presenti nell'area umbro-marchigiana: v. app.63 11),mentre icaratteriIa 3,4,9,b 1,2,3 rappresentano altrettante copcordanze con la varietà toscana,ilcarattere I a 2 con la varietàmeridionale,Ia 1,5,6 con lavarietâtoscana(1,1limitatamente all' usotoscanopil hcolto)emeridionale:vaperô osservato cheloscempiamento dikr/è in netta regressione perlino ne1vernacolo,alpunto chein testivernacolicompaiono le intense(v.app.58 1B),coslcome èin regressione iiraflbrzamento di/b/e /d5/intervocalici(v.app.61 Ia2).Nell'assenzadiregionalismifonologicinessunavarietàpuöcompetere con Ia rom ana,ivicompresa la varietà toscana:in questa,caratteri estçanei alle altre tre varietà m aggiori sono la spirantizzazione
J. Le rcz/clâ regionalidellbitaliano
177
solifenom enifonologici,è orm ai dië cile distinguere irisultati dell'apprendim ento dell'italiano per via scolastica dai risultati dell'assimilazione diform e e modulipropridella. varietà.romana di italiano. Un m odo per apprezzare i risultati di questo secondo processo è perè oferto,come ora sivedrà,dalla considerazione di queglielem enti linguistiei, soprattutto lessicali, che l'italiano delle scuole ancora sdegna. Coloro che hanno rivolto la loro attenzione alla situazione linguistica italiana ne1 periodo successivo alla prim a guerra e, soprattutto,alla seconda guerra m ondiale,hanno spesso sottolineato,anche se qualche volta in term ini soltanto generici,il crescente prestigio dell'uso rom ano dell'italiano 31:l'esistenza di tale prestigio e la sua misura possono indursi dal num ero di parole espressive, popolari che da Roma si sono difuse32. delle occlusive sorde e sonore sem plici intervocaliche, l'aspirazione
delle occlusive intense o postconsonantiche,la disocclusione di /n/, /m/ semplici intervocalici, il dileguo di /v/ semplice intervocalico, la elim inazione de1 dittongo -uo-,una folla di allotropi fonologici;'v. app.60 I a,b,c.Per la sintassi,v.supra p. 170 e no.24. 31 Sul prestigio della varietà rom ana, destinato a crescere con l'unificazione,cfr.già l'opinione de1 D 'Ovlolo Correzioni 206 e,successivam ente, quelle di E. Rom agnoli, C. E. G adda, A. M oravia
P. P.Pasoliniecc.(v.app.54 e55);Trento preferisceRomaa Firenze nel60 % deicas*i didiscordanza fonetica tra ledue città (QIJARESIMA ' Pronuncia trentina 111-17);inoltre cfr.G.BERTONI,F.A.U GOLINI, L'asse linguistico Roma-Firenze,LN 1,1939,25-27,G .Vloossl N uova edizione,S.H EINIMANN VR, 1950,p.324,CAMILLI Pronuncia 74-77,
A.0.ANToNlAccl,Notassobreortofonia italiana 4Estudiositalianos#, 2, sett. 1952,pp.45- 60,RPEGG W ortgeographie 149-50, 176,V loos M anuale 355-56 ecc. 32 Gli elem enti lessicali della varietà rom ana diventati panitaliani
sono iseguenti,traquellicitatinell'app.' 6111(1asiglam traparentesi
indica origine meridionale): abbioccare, abbottare, abbuyarsi (0 abzrWl,abbozzare,ammappete,ammazzete,ammazzelo (diflusifino a :o-JJt
Torino e Napoli:RPEGG Wovtgeogyaphie 101),bagnarola,beccamorto, borgata,bruscolini,bullo,burino,bustarella (m ;per ilcarattere meridionale de1 suflisso cfr. D'AMBRA s. v. cimmarella, ciavarella e cfr.
PANZINIDM s.v.),caciara,cafone (m),dritto,fanatico,infamità (m), fasullo,Jesso (m),fregare,ïAl, gàsymo (m),intrallazzo (m),Iagna,lagnoso, lenza,locandina,macello,malloppo (m),mannaggia (m), menare,me-
l
178
1V. Nuoveformeefunzioni
J.Le zwr/erzl regionalidell'italiauo
179
N aturalmente la cifra assoluta, diper sè cospicua,va messa in rapporto con le analoghe cifre relative all'apporto delle altre aree regionali italiane. Possiamo stabilire tale rapporto sulla scorta di due recenti pubblicazioni lessicografche: le Parole
4diun uso incipiente# (M IGLIORINIPN V),ve ne sono 378
nuove de1M igliorini(M IGLIORINIPN)e ilpiù aggiornato dizionario dell'uso attualmente(1969)disponibile,l'eccellente di-
anche parole vecchie e com uni: novità e regionalità si riferiscono allora al signifcato, come nei casi del settentrionalismo
zionario de1PasseriniTosi. Tra le ftparole nuoveA,cioè parole
tronotte (anche lomb.),mondezza (m),mondezzaro,ntozzone(m),mozzonaro, non tlimpicciare,padrondno,pallonaro,pappagallo, vpappagallismo, pedalino, pedicello, Afzztz 4seccatura, b, korrazzo, (mipiace,ce n'l) un pozzo,puzzone,racchio (m),rimediare, rionale, scapicollarsi,
scemenza (m),scht b so,. scf>>o (m),scorfano,scostumato (m),shlatino, sfondone,sganassone,sparagno (m),sparagnare(m),spintarella,strazio, stronzo (m), tardona,tazza (del gabinetto),tombarolo,zompave (m). Un problem a particolare è quello dell'esistenza d'un centro di irradiazione del gergo,forito durante il secondo con:itto mondiale, ne1 settore de1 com mercio clandestino, la borsa wdrtz: A . M SNARINI, Ai Ar/t7rgl' nidella lingua,LN 6,1945,pp.70-73 nega che ilcentro diirradiazione sia stato Rom a; tuttavia, se non l'unico, questo fu il centro prevalente e ciù puù scorgersi da qualche indizio:ad esem pio, l'esercente,o ilsupposto esercente disifatto com mercio,eraprevalentemente designato com e borsaro nero, con un sum sso diderivazione tipicam ente
romano (cfr.BATTAGLIA s.v.). Un caso interessante.diconvergenza rom ano-milanese è ilgergo snob dei ( Lgagà # divia Veneto a Rom a e divia M ontenapoleone a M ilano. N ell'im mediato anteguerra,un giornale um oristico rom ano, il qM arc'Aurelio h,rifaceva ilverso al gergo elegante di via Veneto attraverso le prose della 4signorina M em è k h; ne1 secondo dopoguerra Franca VALERI, Diario della Signovina Snob, M ilano 1951, raccolse le sue satire, ulteriormente popolarizzate attra-
verso trasmissioniradiofoniche,fortunate riviste (ffI Gobbià h)e lilm. Alla cristallizzazione letteraria de1 linguaggio snob e al suo eflkttivo arricchim ento dette un contributo notevole anche Giovanni M osca, con alcuni volumi e la sua attività di um orista sul f tBertoldo à he, ne1 dopoguerra,su f tCandido *. Elementi chiaramente romanisono fusto fforte 1,gagayella (signorina snob b $;elem enti sicuram ente settentrio-
nalisonog1iaccrescitivieidiminutiviinusitati(tipopescatoroni,Pierone, Freudone,sartorella,insiemino,bouquettazzi tfl'./iorïl,superlativiinconsueti, anche da sostantivi (carinissimo, lana mistissima, rivistissimaj. Come neililm diTotè (cap.111,8),coslnelle satire antitoscane dei G obbie negli scherzidi Franca Valeri ha trovato la sua ironizzazione illessico libresco,aulico, arcaizzante,m elodramm atico, piegato a va-
registrate com e dialettali o regionali o,comunque,in uso spe-
cialmente in una determinata città o regione.(Siavverta che, comeè ovvio,trale4tparolenuoveà )e iregionalismifkurano bevuto, nell'accezione di 44ubriaco % o del rom ano un pozzo riegare um oristicamente il fraseggiare snob : loco, veruno, genitrice, piacemi,involaronsi,nelmio esilpetto; diqui,un fuoco pirotecnico di locuzioni che scandalizzano g1ianziani benpensanti per i m olti ftcasi diestrem a libertà dilinguaggio,diturpiloquio,ditrivialità b i:gettonare 4 (telefonareA,il missile delvegliardo f ïilvaglia dipapà A,dare la biada
alfevro 4far benzina#,far#Alo,far Ctz/rf,far rf' tz M ontenapoleone, far rtlrtz/e,fardisoccupato.Tutto l'apparato espressivo de1linguaggio snob (1a sumssazione sorprendente, l'esagerazione, l'uso irriverente della fraseologiascolastica e ulliciale)puè vedersiaccortamente sfruttato nelle Satire d'Orazio tradotte con coscienza e serietà da G .M oscA, M ilano 1939, 10a ed. 1945,o,dello stesso M osca,neiDialoghitfl 'Lucft zxo tradotticoldoruto rispetto,M ilano 1945.Per una estensiva utilizzazione letteraria del gergo giovanile e studentesco cfr. la prim a tra-
duzione italiana diThe catcher fzzthe rye diJ.D.Salinger, Vita da uomo,trad.diJ.Darca,Roma 1952 (edizione Casini):antifrasienfatiche (la mia lurida infanzia,Hollyzvood non J lontana da questosudicio .:0 . 910 p.5;la tap-dance ce l'/zo nelmio sanguefottuto p.31;cJ'mancô maledettamenteAocochemisfasciassiilmio cretino osso delcollo p:53), elementidialetealiromani(fasullo p.51,puzzonep.55,frescaccep.58, zozzona p.62),neoformazioni(gettonare.pp.S9,63,194).Su1linguaggio snob deitardianpiCinquanta,4strascicato,afettato,rilassato,iperbolico e cangiante *,cfr. le osservazioni di Cam illa CEDERNA,N oisiamo
lest knore,M ilano 1958,pp.113,115-16 ecc.,doveilparlatosnob èdelinito Lcocktail di parole up to-date che presto decadono, di parole inglesi e francesi o tradotte in fretta dall'inglese e da1 francese, di m odi di dire derivati dal parlare sportivo, fam iliare e studentesco h.
Cfr., oltre SCHIAFFINI Lessicologia 265-68: M . M Eolcl, Fa Jlo,fa Ctz/rf,fa 38 parallelo, LN 12, 1951,pp. 91-96,'10.,Superlativo di sostantivi,LN 20,1959,pp. 120-23,0.PARLANGELI,N on nasce e non si veste, 4 (Rassegna pugliese) h 2,1967,pp.3-7 e soprattutto A. FABI, Appuntisullinguaggio snob,LN 13,1952,pp.54-55 ed ALTIERI,Lingua italiana 277 sgg. Sui precedent.i italiani del tipo 4fa CapriA cfr.A .
FABI, B.M IGLIORINI, Ancora sul fzyt l fffar Ctz/lrf '>,LN 13, 1952, pp.15-16,e suiprecedentifrancesidelprimo Novecento L. SPITZER,
Ca . /' tzl '!distingué,.elle. Jtzg 'l Tespagnole',RR 31, 1940,pp- 44-51.
180
1V.Nuovejhrme e. funzioni
J.Le varietà veRionali dell't-taliano
com e raforzativo ne1senso di fmoltissim o p ecc.; per le acce-
ostiare, patta, pattina, scandbla, scop-
zioniv. le app. 59-62.) Le parole nuove regionali registrate
(p)o1a, sentoni, sgnappa, slappare, sortù, strina, stim arsi, stravento, tagliare, tim onella
da1 M igliorini sono elencate qui di seguito divise per aree re-
gionali;allafinediognigruppo fkurano duecifre:laprimaindica ilnumero complessivo delle parole delgruppo,la seconda ilnum ero delle parole registrate in PASSERINITosl;sono queste ultime le parole che,d'uso incipiente negliannideldopoguerra c 6n()aipiim ianniSessanta,sipossono ritenere orm aibene affermate nell'uso alla fne deldecennio:taliparolesono stampate quidiseguito in carattere spaziato. piemontese ciapè l'anciua, bicerin, gorba, infernotto, lea, 9 margaro, purilla,purillo, tam pa ticinese buzza, g rotto, rascana,vallerano 4 bellunese cldolo 1 lombardo andana, balera, barbone, barsella, basletta,bauscia,bevuto, cacciavite,capperone, cesata, cilappone, claire, fustel1a, ghelba, ghisa, grotto, invernengo, mandarini, m arognetta, m edolo, m etronotte, paparino, pedule, pisquano, portura, raflicata, sbarbino, scocca, secchia, spinazzin, stallazzo, stecca,veggione JJ lombardoveneto pepè, scum otto, trovante J Teneto bocia, borézzo, capitello, ciccare, cuora, fondina, fraia, ganzèr, iota, liagù, m adresla, pacciugo, peota, porca l'oca,rio terrà, fon -
/&êl'Oscano
abbioccarsi, alluzzare, baciasca, b an done, bidonata, cacino, cam panella, capo rotto, casiere, catere, ciccare, cim alino, chiorba,
comandiero, cuccare, davantino, (a1la) dioboia, doddo, drusiana, duraio, fascione, fetta, frustina, ganzo, gitante, lam predotto,
(star) lustro, manfano, fare la masa, m escita, m esticheria,m omm o,nettezza,piccia, prolisso, pusigno, scaciato, scangeo, scartare, scazzottare, sciacquon e, scozzare, sgorgio, spoletta, strazio
45
10
altre' pltzrfetà tosc. accattano, accattarotto, barbero, catana, esser fatto dicorna dichiocciola,linchetto,pivialata, sguillare 14
2
20
4
6 J 1
0 1 1
romagnolo arzdor,caveja,smembro genovese bianchetto, casaccia, mesere, (di) peste,ros-
J
0
setto, cagno, sciacchetrà, voscià
8
1
pansettentrionale andare in oca, arella, braghe, braghette, cagna,canestro,carrozza,parlare in chicchera, gèrbido, m alacopia, om enone, om etto,
115 28
forentinoe
1 0
tanazzo, schincapenne, (in) spadina, velma,
trentino emiliano
totale Settentrione (escluse ripetizioni)
0
zavariarsi brovada, brom bolo, m ularla, pègola, pergolaro,strucoli canederli, m aso, pegola cu ora
fnW szlo
181
totale Tosca 'na (incluso campanella) romano
abbiocœ rsi, abbottare, bagnarola, barozza,beccaccione,beccam orto,bomba,b orgata, b ruscolini, bruttone, buona notte al secchio, caciara, canario, cappotta, carciofolaro, cavacecio, cibare, cimaroli, ciriola, cirioleggiare,cispadano,com icarolo,conlinferare, dindarolo, dritto, facciataro, fanatico, fasullo, ferracocchio, francobollaro, frocio, fusaiaro,giretto,giudio,grifo,grifare,guanciale, im pancottato,incalcata,infrattarsi, infam ità, inghippo, lagna, lagnoso, lavare, lenza, locandina, m accarello, m ace11o, m ancorrentejm ascherajm elù, m enarey m erca, m etronOtte, m On dezzay m ondezzaro,m OSCettOy m Ozz()ne, m ozzonart),m uriccia, nOn t'im picciare, p adroncino, pagliarella, pallonaro, panetto,panzata,papagno, p ap-
53 10
IV.Nuoveybrplc ej' unzioni
182
intrallazzo, macchista, m agari, m arrobbio, m arranzano, netturbino, panella, pepatello, pignolata, pom eliay'puparo, scagno, sciara, tarocco, trazzera, uomo di rispetto, vastasata, vossia, fuino 29
pagallo, pappagallism o, pataecaro,(a) pedagna, ped alino, p edicello, peracot-
taro,pistamentuccia,pettata, pizza, (morire di) pizzichi, porrazzo, (m i piace) un pozzo, (hai detto un) prospero, puncicata, pulcio,puzzone, racchio,ricicciare,rim ediare, rionale, saperci fare, scafare. scartavetrare, scastagnare, scapicollarsi, schifoso, scippo, scivoloso, scoppola, scorfano, scucchia, scostum ato, seccagna, sfasciacarozze, sfessare, sfilatino , sfondone, sformarci, sganassone, sgnzllarsi, sgrullone, sorci verdi, sortt h, sostacchina, sp aragnare, sparagno, spaziente, sp op olare, sporcifcare,sprecarsi,spupazzare,staccare, strazio, stronzo, tacco, tardona, tazza, tettarello, tirare la catenay*tom barolo, tropea, urtista, volem ose bene, zeppo
totale rom ano (escluse ripetizioni)
183
2.Le varietà regionalidell'italiano
totale M ezzoéiorno (escluse ripetizioni) sardo corso
70 23
bardana, bauorina,m uttettu anfarti
totale sardo e corso (escluse ripetizioni)
4
TOTALE ITALIA (escluse ripetizioni)
0
378 112
11quadro precedente dà evidenza alprç/gmîpig--delln-xarietà rom ana ne1processo diarricchimento de1vocabolario ity130 59
altrevarie1: centr. barozza,birata, breccia, cam panella, (a) dandeggio, scorporato,slatinare
liano aifiàierso appoAl popolarl, dal tùyo.Tale prekommio .
sim anifesta tn varie forme.Sulpiano dell'uso incipiente,osservato dal M igliorini, la varietà romana è quella che si m ostra più attiva:133 lessem iusatia Rom a sono registratidalM iglio-
rini;segtzono ilSettentrione,con 115 lessemi(spicca la varietà lombarda con 33 lessemi),ilM ezzogiorno con 70 lessemi,la
totale altre varietà centrali (escltzse ripetizioni)
varietâ toscana con 53 lessem i, infne varietà m inori. Com e si vede,più diun terzo delle parole n'uove .-di- o-cigi ' è -m -.r fornito da Rom a. lnoltre,delle 378 parole diorigine regionale registrate da1 M igliorinisolo 112...!,p.p.p-..!sg-pJ1v-i -q-lm-x digtqnario che,come quello de1PasseriniTosi,h-#-.d i m ra 44l'uso cppune .. . -u. a.i dblppâtro-tempo h )e dinuovo,se badiam o alle parole accettate, cogliam o un aspetto del prèdom inio della varietà rom ana: su 112 parole 50, poco m eno della m età,sono appunto romahe; seguono con 28 la varietâ settentrionale,con 23 la varietà m eridionale e con appena 10 la varietà toscana diitaliano. Una più sottile valutazione dellâ capacità dim ostrata dalle singole varietà nell'arricchire ilvocabolario com une puö aversi m isurando quello chepotrem m o deEnire44indice digradimento * delle innovazionichevengono per dircoslproposte dalle varietà stesse.In media,siè detto,su 378 parole nuove diorigineregio.
napoletano e/crlzxerl 'dionale basolato, caccave11a, cam pata, carosella, cartuccella, eerasa, ceraulo, che vuoida m e, ciancioso,com parizio,com pariello, controra, craie poscrai,dama di piazza,fium ara,fusilli, fnlsco, medicaciucci, m ettersi, m ola, ofano, passaggio, p ezzullo, pianino, piccirillo, p ittare, putiplz, rim patriata, scagliozzo, scassare, scatolo, scetavaiasse, sciamm eria, sciuscià, scoppola, sortù, stonato, tim ogna,trappeto 39 pugliese sottano 1 lucano m onachicchio 1 sicilt' ano bucchino, calia, cannizza, cannizzo, carnezzeria, catoio,eirneco, cosca, cuccla,giornataia,
-
15 0 t)
-
184
I1z r.Nuoveiorme e. fl/rla? ' o'?@
nale,soltanto 112,paria circa il 29 per cento,sem brano passate nell'uso com une.Le singole varietâ sidislocano aldisopra e aldi sotto di questa media,come risulta da1seguente specchietto: varietà lom barda e napoletana . . varietà rom ana . . . . . . . M ezzogiorno in com plesso m edia complessiva . .. varietà siciliana . . . . . . Settentrione in complesso . . varietà forentina . . . . . . varietà veneta . . . . . . . varietà toscana in com plesso varietà piernontese
circa 42 % circa 38 % circa 20 % 29 % circa 25% circa 24 % circa 22% circa 20 % circa 19 % 0%
La varietâ romana di italiano, che domina incontrastata com efonte diinnovazionisu1piano delle cifre assolute,su1piano delgradimento percentuale delle sue proposte innovative sivede raggiungere e superare dalla varietà lom barda e dalla varietà na-
poletana.Assaiminore è ilprestigio dellavarietàveneta(20 0/0) e pressocché nullo quello della varietâ piemontese:se diprestigio dell'italiano settentrionalepuô parlarsi,ciù vafatto chiarendo che tale prestigio è aldato essenzialmente all'alto gradim ento con cuiin tutta ltalia sono accolte le forme radicate a M ilano. Con eloquenza le cifre su riportate parlano deldecrescente prestigio della varietà forentinae,ancorpiù, parrebbe, della complessiva varietà toscana.lnEne siosscrviche ilm ntribwuto-dato dalle varietà siciliana, m eridionale e napoletana al lessico comtme italiano è ancorpiù rilevante poichém oltielem entidifusi a Rrzq!a xe da Roma sono,in realtk diorigine meridionale.
In efitti,f'analisideglielementilesslcaiiromani(v.n.32)
m ostra ancora una volta la ricettività tipica della varietà romana:in genere sitratta dielementinon indigeni,ma diacquisto relativam ente recente,provenienti per lo più dalle parlate meridionali,le stesse dalle qualiviene la spinta ad usare m oduli sintatticinuovinella linguaparlata e,Enalmente,anche in quelle contingenze uë ciali nelle quali scuola e tradizionalisti preferivano o asserivano di preferire i vecchi costrutti dell'italiano
J.1.e varietà regionali dell'l-taliano
18s
latineggiante 33.Nell'ltalia unita, cioè,a Roma,e non altrove, l'uso di forme linguistiche d'ogni ordine, dalla fonologia al lessico e alla sintassi,e d'ogniorigine,popolare e dotta,esotica e dialettale, viene per dir cosl verifcato e convalidato sl che
possa poidiflbndersi,fuoridell,ambientetecnico,socj. aj. e o regionale diprovenienza,in tuttiicetie in tutte le regioni. U na visione deifatti linguistici ripone il pregio e la validità d'una tradizione linguistica nella sua fpurezza),ossia nella sua capacità disoddisfare alle esigenze dell'intendere e de1 comunicare senza bisogno di elementi ad essa inizialm ente estranei. Da questo punto di vista, non v'è dubbio che l'italiano parlato a Rom a sia defnibile,come qualcuno ha detto,44sfatto l àe assai
poco puro.Quelmodo divedere è perè errato.Se dalle vicende dell'uso linguistièo corrente nell'ltalia postunitaria si leva lo sguardo ad abbracciare l'intero corso della storia linguistica europea, lo sviluppo pluriqçc olare ditre grandi tradizioni lin. guistiche sm entisce l'ingenua concezione puristica. Latino, francese, inglese, tre lingue che si sono largam ente esték-è-:'
p8pWli-svarlailechelunnoofertomodellid'ogniordineatutte le lingue delmondo eivile,tre tipguç,cioè,che hanno largamente dom inato l'Europa, m ostranoW unitA% llg-grande wcapa,
--
cità d'espandçrs i e di durare,1: m, ps . .slma..rjcettività34.Le due qualità nascono entram be dalla Hessibilità de1 comportam ento linguistico dicoloro che neisecolihanno adoperato le tre lin..
33 Per l'origine meridionale di m olti elementi lessicali difusi da Rom av.supra no.32;perg1ielem entisintattici,soprattutto perl'espansione dell'uso dell'indicativo lro congiuntivo e per le relative polem iche v. app. 54 e app. 61 III 2, 3. . 34Per l'atteggiamento antipuristico che domina la storia linguistica francese cfr.U LLMANN Précis 173-79;per la 4fricettività h /e il( tliberalism o A della tradizione inglese, cfr. ad esem pio, da ultim o, A. R. TELLIER,H htoiredela langueanglaise,Parigi1962,pp.98-106,174-76; per illatino M EILLET Esquisse 1-5,279-284;per una visione d'insiem e degliscam bitra le lingue europee,oltre M EILLET Linguistique I 127-29, 11 36-43, cfr. A. PACLIARO, W .BELARDI,Storia lingut ' stica l'.E' zfro/w,
Roma 1963,pp.88-95 (grecismiin latino),176-77 (gallicizzazione del russo ne1Settecento),192 sgg.(lessico fteuropeo #),202-209 (latinismi e francesismiin inglese),e v.infva.
186
1V. Nk/tlre thrmeeJunzioni
gue: quella llessibilità, quella souplesse, per ripetere la parola usata da1M eillet,ha reso facile aglialloglottiadattarsiall'una o all'altra delle tre tradizioni linguistiche, e a chi in queste era inserito ha reso facile arricchirle e perfezionarle grazie all'assorbimento d'elem enti lessicali o sintattici. alloglotti. Secondo il lkleillet, essenzialm ente nella souplesse è la radice della millenaria fortuna dellatino. Come l'antica lingua di Roma, anche litaliqno parlato nella capitale Jéllrfik' ll' â unha m ostra la m e-
tlesima plasticità:in-ciö,'riskètttj'ad'altre varietà regionaliitaliane,stalaraglonedellasuamaggiorfortuna,pur,natliralmente, su un piano più ridotto e modesto,qualeèquello su cuisicollocano i rapporti tra la varietà romana d'italiano e la provincia italiana, lom barda o sicula, napoletana o forentina che sia. 3.L'AepoRTo DIALETTALE Ne1 trattare delle varietà regionali di italiano si è già accennato al problem a dell'apporto che glla lingua co m une è , venuto da queste e,perloro tramite,daidialetti. Taleproblema fa palesem enteparte diquello più vasto relativo alle innovazioni di ogni provenienza registrabili nell'italiano postunitario. ln generale,le in-novazioniche siverifcano in un sistema linguistico possonp classiscarsi da varipuntidivista. Anzitutto,esse vanno classifcate a seconda della loro appartenenza a11uno o all'altro dei piani in cui siarticola un sistema linguistico; da questo punto divista,in quanto concernono ifonem i, im orfem i,
le unità lessicali(lessemi),e la funzione signifcativa deimorfemi (funzione sintattica) e dei lessemi(funzione semantica), si distinguono in innqyq yiopi fonologiche, morfplogiche, lessi-
cologiche,sintattiche e semgntiche.Suiprimitre piani,le innovazioni possono consistere nell'inserimento ne1 sistem a di nuove unità formali o nella eliminazione di unità preesistenti
(nell'un caso o nell'altro simodifcacioèl'inventario delleunità linguistiche),nella trasformazione della consistenza acustica di taliunità,infne nella trasform azione delle norme che regolano la collocazione delle unità nella sequenza di unità linguistiche
J.L'aptorto dialettale
187
costituenti la frase;sul piano sintattico e semantico, le innovazioni possono consistere nella creazione di nuove funzioni sintattiche o semantiche, nella soppressione difunzionipreesistenti, nel ridimension>mento delle stesse. lnfne, le innovazioni possono classiicarsi a seconda della loro provenienza in endogeneyquando siano date da trasformazioni o riadattam enti -- '' erialigià esistentinelsistem a o da neoform azioniintegralm ente originali,ed in esogene, quando , le nuove unità o funzioni,o iprocessiche anno portato alla loro trasformazione o soppressione traggono origine da un sistem a linguistico diverso: in quest'ultim a classe diinnovazioni, a seconda de1sistem a di provenienza o dell'ambiente sociale in cui sono apparse per
prime,possono suddistinguersile innovazionidialettali(0 dialettalismi), le innovazioni allogloyte, dette altvu-Wo-tismi, le
innovazioni popolari, tecniche, dotte,letterarie. La classifcazione di una innovazione rispetto ai punti di vista precedentemente indicati non consente tuttavia di determ inare l'importanza dell'innovazione stessa: la soppressione o la aggiunta o la trasformazione diuna form a o diuna funzione linguistica ha valore ben diverso a seconda delle reazionia catena che ciö provoca ne1 sistem a e a seconda della frequenza
media (0 probabilità) caratteristica dell'unità o della funzione .
l critçri- 4igl mlisixisttmatica equansitafivafattivalere dallapiù recente lingulstica generale sono indispensabilipervalutare nella -
sua concretezza e nella sua storii-i ' iY ta portata efettiva diuna innovazione. L'apporto venuto daidialettialla lingua comune ne1periodo post-unitario non è certamente da sottovalutare; ma non perciè sipuè parlare, com e si è fatto, di ( faggressione dialettaleh ) alla lingua italiana e, in specie,diaggressi one meridionale (v.
app.55).Su1piano fonologico sideve constatare che nessuno ww.
-
dei fonem i conso-' nan '''i1' c'i-propri dell'italiano tradizionalY e puù dirsi scom parso p''e-r ' diretta in:uenza dialettale. Soltanto nell'ambito deifonem ivocalicisiè manifestata una tendenza inno-
vativa cospicua-bxè'tfaè''' in parte origine dai dialetti -N ell'ita
-
liano' dell'ottocento, parlato allora quasi soltanto in Toscana
e a Roma (cap.11,4),sidistinguevano nettamente in sillaba
188
IV.N' zoreJbrme efunzioni
tonica i quattro fonemi vocalici /E/,/o/aperti ed /e/, /o/ chiusi.Tale distinzione è entrata senza dubbio in crisix con il sorgere d'un esteso uso orale dell'italiano anche fuori della T oscana e di Rom a si puè dovunque notare, anche a Roma e a Firenze,un indebolim ento de114 distinzione,e sivede operare la tendenza a usare un solo tipo die e un solo tipo di o. Giova elencare rapidamente le condizioniditale crisi:
1) la distinzione dei due termini di ciascuna coppia è
3.L'apporto dialettale
189
6)la grafa tradizionale non dà alcun riconoscimento alla distinzione e conosce soltanto un segno ee un segno o ciascuno
valido perla rispettiva aperta e chiusa (app.64 l 6 a). Come sivede,la tendenza a ridurre da 7 a 5 ifonemivocaliciitalianipuè soltanto inparte ricondursia trasposizione diretta diuno stato dicose dialettale.lnoltre,daidialettinessun fonem a è stato trasferito nella lingua comune, nonostante l'im missione
d'uh buon numero tli ele 'mentilessicali dialettalinella lingua
assente in molti dialettio è presente con m odalità diverse da
com une:clè è dovuto alramm entato processo diitalianizzazione
quelle toscane e,dopo ilSeicento,romane (app.59 l b 1,62 I b 2); 2)la distinzioneè ancorapresentein Toscana e a Roma,
fonologica che le parole dialettali hanno subito nelle varietà
m a num erose singole parole sirealizzano in m odo diverso nelle due zone e,nell'am bito diciascuna,dall'una all'altra classe d'età
e classé sociale (app.60 I b 5,app.61 l b 2); 3) la distinzione aveva luogo soltanto in sillaba tonica:
delle com binazioni fonem atiche dialettali è direttamente passata nella lingua comune quando era estranea alle norme distribuzionali fonem atiche di questa, sicché anche da1 punto di vista della trasformazione delle norm e distribuzionali ildiretto
anche a Rom a o in Toscana iparlantierano e sono quindiabi-
apporto dialettale puö ritenersinullo.Non va tuttavia dim enti-
tuatiausareunaa sola (=)e unasola (o1in tuttelesillabeatone,
cata la possibilità d'un apporto indiretto.I dialettisettentrio-
e a collegare ne1gioco delle associazionigram maticalie lessicali
nali conoscono una utilizzazlone deifonemi più economica,ed amm ettono quindi fnali e nessi consonantici estranei all'ita-
una (ejfonematicamente indistinta ora ad una g6j (grel katrej, (rE:ko))ora ad una (e( (gdetr ta:rej, (I dettol); coslcome una sola /o/ ora alla /a/ aperta (lnonE ni:noq, ('nonno) ora a una /o/ chiusa (gfjol ri:rej, gl fjo:rej); 4)la distinzione non impediva che nella poesia tradizionalerimassero psolo/e ppolo/,ysera/e pkimEra/(CAMILLIProAltlzicl' tz27)35; 5) il rendimento della distinzione tra il termine aperto e il chiuso di ciascuna coppia è ridotto,relativam ente ad altre
opposizionide1sistema (app.64 I6 a); 35 Saranno da riportare a questa consuetudine, oltre che ad om o-
grafa e progressivo dileguo dell'opposizione,giochi verbalitipoforo M ussolini, nome de1fôro sportivo monumentale costruito a Roma durante ilfascismo e,durante la guerra,nome delfôro della cintura cuibisognava arrivare stringendo la cinghia deipantaloniper penuria
dicibo (cfr.M lcl-loRlxlPN s.v.foro).
rejionalidi italiano prim a diesser inserite ne1 patrim onio les-
sicale comune (v.supra j 1).Per lo stesso processo,nessuna
liano: per esem pio, si ha in em iliano e piemontese Jhestra
contro l'italiano hnestra, in piemontese Iendna, lodna contro l'italiano lendine, allodola, in dialetti vari camp,.:tzf,.ptvc ecc.
contro campo,gatto,porco ecc.(v.app.26).Neidialettimeridionali ciô non siverifca in egualm odo;in diacronia ha anzi operato all'interno della parola una cospicua tendenza alla anaptissi, cioè all'inserzione di una vocale tra due consonanti, co-
sicché sihanno in abruzzese sulechq jà,calecà,aletare,bqfoleche contro l'italiano solcaye, calcare,altare, ô1/olco,ne1 dialetto irpino corovatta,nelnapoletanopulicino,grazejuso,cavodo contro l'italiano cravatta,Jw/cfzlo,grazioso,caldo (BERTONIItalia dialettale 154-55).Tuttavia,specialmente neidialetti napoletani, .
abruzzesi,lucani,la tendenza diacronica a ridurretutte le vocali fnalia vocale indistinta,e la tendenza diacronica e sincronica
a eliminare deltutto anche la vocale indistinta (BERTONIItalia dt hlettale 163),hanno fatto slche nella giuntura tra parole con
/
190
I1,r. Nuoveformee. ftflizforll
J.I.%apporto dialettale
fnale vocalica indistinta ossia,nella pronuncia rapida, con snale consonantica e parole con iniziale consonantica siform ino nessi
L'apporto dei dialetti all'evoluzione sintattica della lingua com une dopo l'unità pone un problem a di valutazione molto delicato, la cui soluzione richiede che si trascendano ancora
estraneiall'italiano comune:/nataverlnellnkopp Antipan/, /a stikalpilln front/.Questeabitudinidialettalinon sono restate probabilmente senza eflicac'la quando,diflbndendosll'uso del-
che dalla varietà settentrionale sono passate poinell'italiano com une. Ci?)tuttavia ( possibile in un num ero di casiabbastanza rilevante per dare la m isura dell'apporto lessicale che è venuto all'italiano com une
l'italiano,siè trattato dipronunziare le parole esotiche che sem pre più spesso entravano nell'italiano comune e che presentavano nessi consonantici e linali consonantiche estranee all'italiano tradizionafe:ln eflktti, proprio nell'area settentrionale ê'-fheridionale,prima che in Toscana e a Roma, parole com e
dai dialettisettentrionali(in generale cfr.A. PRATI,Dialettismidell'italiano, Pisa 1954).Dal Piemonte provelzgono vocaboli del gergo scolastico,coqle bocciare (transitivo, main Toscana intransitivo,cfr. LN 14, 1953,p.115 e M IGLIORINIStoria 725), de1gergo militare, come arrangiarsi(LN 3,1941,p.135,18,1957,p.15),cicchetto (M Ict-loRlxlStoria 725), piantare una grana (ivi),pelandrone (iv' i),ramazza (ivi), della nomenclatura alimentare, come grissini (SCHIAFIrlxlLessicologia 245).Da1Ticino vienegvotto (M IGI-IORINIPN s.N'.).
enigma,Amleto,spoyt,tram sono state pronunciate (enigma), gamlEtoj, gspartj,gtramj, eda1Settentrione e dalM ezzogiorno talipronunzie sono penetrate in Toscana e a Rom a, facendovi
regredirelepronunzie tradizionali(enimma),gamelqtoq,gsporte), (tramme) (v.app.59 l b 5,60 l b 3, 62 l b 7,64 11 1,2)-
D alla Lom bardia provengono vocaboli della nomenclatura alim entare,
comegrana (v.app.59 11A 2),risotto epanettone(M tGLIORINIStoria 726, SCHIAFFINI Lessicologia 247), termini geografci locali, come brughiera e marcita (M IGLIORINI Storia 726) e alcuni altri vocaboli divari campitM lcLloulwl Storia 726) come baleva,barbone,bevuto, claire,fustello,ilgià menzionatogrotto,invernengo,marognetta,metronotte (anche romano),paparino,yeézkld,scocca, secchia f (sgobbone, ', stallazzo (sitratta diparole registrate in app.59 11 A 2 che sono en-
Ancora m eno considerevole che allivello fonologico è stato l'apporto dei dialetti al livello m orfolog 'ico. Se nelle'varietà reglt q ' ih-âli' /-Fp-è' ciàlm ente nella ' lioscana, si registrano sporadi-
che apparizioni di morfemi di origine dialettale (v. app. 60 I1l 1,2 d,4,5;62 1Ilb 2),nessuno diquestiè riuscito a imPorsi nella lingua com une 36. M olto più cospicuo è stato l'apporto dçi dialetti nelsettore lessicale. Esso è già stato illustrato nei particolari a proposito delle parole diorigine dialettale meridionale e centrale non toscana che,attraverso la loro assunzione nella varietâ rom ana, hanno avuto poi diflksione nazionale; occorre aggiungere soltanto che non pochi prestiti lessicali sono venuti all'italiano comune dai dialettiveneti,lom bardi,piem ontesi e, in genere, settentrionali37. 36V.app.60 111 1,2 d,4,5;62 IlIb 2;inoltre,a proposito delle forme eramo, per eravamo,erf per eravate, adoperate da chi 44ostenta
iltoscano familiare# (Gradi,Tarchetti,RiccardidiLantosc@),conobbimo, rimasimo in Verga,saressimo, avressimo nei rtsem icoltidell'ltalia
settentrionale' ) (Verdi), cfr., nello stesso senso, M IGLIORINI Storia 707-708. 37Allo stato attuale della docum entazione,non è sem pre possibile individuare con sicurezza la precisa origine dialettale dim olte parole
191
trate ne1 vocabolario corrente panitaliano e, com e tali, sono incluse ad.es.in PASSERINI Tosl s. vv.).Un venetismo generalizzatosifacil-
I
mente per l'aspetto latino è abbinare (v.BATTAGLIA s.v.;ma v'è chi registra ancora resistenze puristiche: SATTA s. v.). Altri venetismi (app.59 11 A 3)chehanno avuto fortuna (cfr.PAssymlxlTosls.vA'.) sono cuora,fondina 4 (piatto fondo, ),peètltja, fontanazzo (siavverta che cuora è anche em iliano:M lgt-loRlNlP-W s.v. ).Elementisia lombardisia venetisono scus otto 4 tschiaflb he trovante f 4masso erraticoh (M IGLIORINI Ph=e PASSERINITosl s.vv.).Deglielementiliguri(59 A 114)haavuto fortunascagno (PAssERINI).Settentrionalismigenerici (59 11 B) ora afermatibene nell' uso generale (cfr.PASSERINI Tosl) sono andare in oca, malacopia, ometto 4gruccia, attaccapannih ),patta,
pattina,. &co>(>)o/tz;sempre daidialetti settentrionaliprovengono terminirelativiad aspettigeoantropicipeculiaridelle Alpi(baita e malga, canalone,cvoda,cczwftz,vedvetta,foiba,dolinajo allatecnica dell'ascensione Lcordata,incrodarsi):sitratta d'un apporto soprattutto veneto (F. Rooot-lco,Nomidati localmente alle rocce italiane, LN 9, 1948, 34-40;P.REHORA, Variantife. uïct z/p ', LN 1, 1939,164-65;M IGLIORINI
Storia 726 gcita come venetibaita,malga,cengiajj e ciè è spiegabile tenendo presente che l'assimilazione di tali vocaboli e il loro inseri-
J..L'apporto dialettale
1V.NuoveJorme eyifziait'af una volta ilim iticronologicidella presenteindagine. 2 indubbio che nell'italiano postunitario si siano avute notevolitrasform azioni nella sintassi de1 verbo:per quanto riguarda i m odi del verbo si assiste a un processo di espansione dell'indicativo a
spese de1 congiuntivo e de1 condizionale, m entre per quanto riguarda itempiilpresente siespande a spese delfuturo ed il passato prossim o a spese de1passato rem oto 38.Non viè dubbio che idue processisiano dam ettere in qualche m odo in relazione con lo stato morfologico-sintattico dei dialetti, nella maggior parte dei quali tali processi avevano avuto luogo già in fase preunitaria,e sierano anzispintiin più zone fno alla com pleta scom parsa dim orfemie suë ssicaratterizzantile forme dicongiuntivo o condizionale e le form e di passato remoto 39. Stabilire un rapporto di causa ed efetto tra situazione dialettale e processiin atto nellalingua com une è perè forse troppo srmplicistico.Viè qualche indizio peraferm areche' nell'uso deitem pi e deimodi la lingua com une non solo presenta una buona resistenza alle dirette pressionideidialettofoni,m a addirittura im -
m ento nell'uso comune sono stati favoriti soprattutto dall'alpinism o, da1 turism o alpino, da1 servizio m ilitare e dalle operazioni belliche: se l'alpinismo è stato praticato anche nelle Alpi O ccidentali, e in queste, a Courmayeur, ha sede la scuola di alpinism o dell'Esercito, icentrituristicialpinisono perù collocatisoprattutto nella zona dolom itica,e le Alpi Venete sono state il teatro delle operazioni belliche durante il prim o con:itto m ondiale. N aturalm ente limitato è, dopo l'unità, l'apporto di dialettism i
toscani(v.supra no.22),ma non perö trascurabile:piuttosto che all'inclinazione toscaneggiante di qualche scrittore, com e L. Viani, che tentè spesso di trasporre dialettism itoscaninella lingua com une,
ponelesuestrutture aidialetti(v.supya no.14).Se irisultatidi
ma senza successo (v.l 'nfra p.247),o airarie cautiforentinismidi
questa,per dir cosl,controfensiva della lingua sono lim itati, se nei dialetti non si ricreano dovunque form e di condizionale e di congiuntivo e forme di perfetto tolte dipeso dalla lingua com une,ciö non dipende tanto da una resistenza dei sistemi e deimodulisintatticidialettali,che in tuttiglialtripuntisipresentano in via didissoluzione sotto la pressione costante delle form e e dellafunzionalitàdella lingua comune,ma va ricondotto alfatto che,per m otividiorigine più com plessa e lontana, passato rem oto e modi non indicativi sono in crisi nella stessa tradizione della lingua letteraria. Come si è detto, le origini
V. PaaToLlxl la cui scrittura è (aflbndata nel popolo A,m a è anche
(risalita a un livello più alto h tDEvoTo Prohlo 1. 56-58),la fortuna Postunitaria dei toscanism iè legata essenzialmente alla fortunà''di'' .J V' nocchio,ilracconto di Collodiche ne1 1950 aveva raggiunto itre m i-
lioni di copie.Delle locuzioni fiorentine che vi si trovano (cfr.D . PROVENZAL, La lingua di Pinocchio, LN 13, 1952,pp.25-26) alcune,
tuttavia,sono restate estreneealpatrimonio comune(farcivetta,stardi balla,mandarsia male,dardiAfcc/zft?,tanfanaree,giudicando soggettivamente, anche, m algrado sia registrato in ZINGARELLI s. v., bordoni,
venire,'bordoni),altreinvecesono diventateparteintegrantede1lessico edellafraseologia correnteLnon inhlarnemaiuna,>ù. çipissi,pervia di, un sacco e una sporta, come dire almuro,a perdita d'occhio, che J che
non J,>cr$loepersegno,parlarecomeanIibrostampato:v.ZINCARELLI s.vv.).Altrielementilessicalitoscani(app.60 11)afermatisinell'uso (cfr.PASSERINI Tosl s.vv. ) sono bandone 44saracinescah,campanella 44ûnello A (anche marchigiano), casl kre, cuccare, davantino,mescita, mesticheria,Afccftz,puslkno,sciacquone.Certamente,alla diflusione di
38 V. appa 59 llI 4, 60 ll1 6, 61 lII 1 2, 62 IlI b 1 3 4, PAu-
Rlxo M aceratese 28-29 (presente pro futuvo), 30-31 (passato prossimo pro remoto),31-37 (indicativo pro congiuntivo e condizionale). 39 Oltre alle app. cit.supra no. 38, cfr. BERTONI ltalia dialettale
locuzioni Iiorentine non ha giovato l'uso spropositato che ne venne
179-80 (scomparsa de1 perfetto ( Lsintetico M,Nlcol-l Dialetto di Voghera 50 (assenza morfologica de1congiuntivo),C.VIGNOLI,11Azzrftzre diGorizia e l'italiano.Confronti,Roma 1917, pp.33-34,36,38,51 (assenza morfologica de1passato remoto e conservazione di un mor-
talora fatto (v.app.54)e la pedanteria scolastica con cuisicercè di im porle attraverso i m anuali contro i regionalism i: a quest' ultim o riguardo,silegga ad esempio ilm odo con cuiilROMANIAbruzzesismi 51,cercava dicom battere l'uso de1verbo provare invece diassaggiare: f sln una trattoria di Firenze.fCam eriere, il vino è annacquato. Portalo via'. QScusi,signore;i)preciso quello di ieri'. çN on m i credi? Provalo '. 11 cam eriere sorride e risponde: (Non sarà m ica un vestito che lo devo provare: 1ei vorrà dire che io lo assaggi'h.
193
fem a congiuntivale speeiftco soltanto per la 3a persona sing. e plur.
delpresente);G.B.FESTA,11dialettodiM atera,ZRPh,38,pp.129-62 a p.160 (assenza morfologica de1congiuntivo e condizionale).Per la i ' .
l
li'
tesi di una diretta trasposizione dello stato di cose dialettale nell'uso della lingua cfr. ad esem pio ROMANELLI D ialetto e Iingua 116-17.
194
ditale Cn slvanno Cer e mol tonoc alsna di1à;dell'anabfto cron e geolingufstico entrocat cuf sf co C ologjeo om e è noto' Ie szuue aro euro' e e Pl .t .l arcaï xtdtvicam ente e tï che resentp Kicca e com pl o. avano un essa jn vaoin nfissï e dï ' e,-ue ueua nuo ezosa s erfe cljdesu enz presssfche otev dem ento yessïca l ano caratterizzare ognisu ojoe forma nom fu e oom uaje
logïcament dïf
JJodib dcttiitaliazù. ? a;, amorjuogkamoplto
t e (sn O l* t l idDocme tieles lc an n ajy a j fl' af leu Jn ()a SX CY z f l' z min nal os ve rbd
aule overuleavjj-Crbale;ïzupportfeonegantïVu e quindïIa f' nzïou
stione nella sas srao m e se noo escl gnalatï dafpzvjye 'jerano l-su-ent ss usfvamente -uo. daj yn (n#;--: - , 'SPa ciç b va posta Ia n' Q' -uuoa' t,dalle desïnenze ju rvuaj ota njneztà neyjuo jyje tsyyu aro terfzza le lu .y one d êue arfoeuropee jtt p e che caras esioenzfale rend p antfche:g cooxesso sfsteoa m eva jpdjgevente da1 punto di u ente funzlooape dj sta strerta trus zzpwz 1. u jtu re pegus p g stïche oteva non esse e e 1Ron era a per fndjvjduare ) zzunio am ente sjyut a di ve v s mponentfuna sase s. : a funzïone sfntattï ca dene una ïmpostazfone m oi t-*S'Stemade1 eoegerendevapos pdfoie eostftuïto da? Periodo Y CCRSi ricche df su'be cioè 9Qd1O Y CCSidel9uale itestfclassïcjdell,aftfchità gr ecoro fVa messe diesemx cvnside lingufstica arfoeuropea' rata zlel suo Jnsfem e aano. .- x:--**. abbandono dello stiu --r' = Cortaelastorfa de1 )-3Sttlrïa . ,. costituftada par ole ; ;)-i''Cr'OCl1CO,dellafrasenl nw---lxtvressfvo --t/t/l' aru t aelafe conocate e c 'contrassegnïdene sro relazio com e una lunga mareu-(s, u e eonsfderar a,puo correlatïvament -si stfeo (sverso .. vvjcsazuento veyso uo tï o ys y , P1 ù ecooomfco: u p gu zionali valea di ve pa eonocazçooe al G,.s, a: , ,. . (ja e unfo lessfcan oen tra I a fs o,a s ug o l a s a r o / 0 ' ' , u ' ' n d ' v l d u a r e sz oa l me n t e ; - ---z . terf dfstrfbuzïoAnas ' c&ra sintattïche z. arfduzsL 'oLfc 1oi P o r t a t o r î e s e g n a u t o r f ' d j I e ç c un Zit'nf P'OVressïs-a de1n nan lo sviluppo d e. r: o:=, JeîCasinomleo n, usd Collocazlone recyr ca oddlepreposlzfonfumy,fr i Preposïzfone e lo me --* #'k 'me totade nea a' pen rdf (j l , l
linguî * a teyosjyjau.umamctovvegozuyyysmp
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J.L'akporto dialettale
195
duale,la perdita della cosidetta :essione interna (l'alternanza vocalica in funzione grammaticale tipofkit-fëdtj,la riduzione delnumero deimodi,la riduzione delnum ero dei diversi tem i verbali denotantitempie aspettidiversi della nozione espressa dalverbo,laperdita,nellelingue più avanzatein questadirezione,della distinzione m orfem atica tra lediverse persone delverbo, la perdita,al limite estrem o,della stessa distinzione m orfematica tra nom i, verbi ed elem enti indeclinabili, aldata invece quasi interam ente,com e nell'inglese m oderno,al contesto sintagm atico, sono altrettante tappe di questo camm ino plurisecolare10. l due fenomeni com plementari, cioè la riduzione e tendenziale elim inazione delle distinzioni morfematiche ed il sempre più esteso sfruttam ento delle relazionisintagm atiche ai fnidella individuazione della funzione diuna parola,si coordinano ad un periodare per il quale è necessariamente dil cile, se non impossibile, procedere per frasi pluriproposizionali. Si pensi alcaso abbastanza ovvio delle proposizioni relative. Ne1 latino classico,che già rispetto allatino arcaico era andato non poco oltre nel processo di semplifcazione m orfem atica della Eessione nom inale epronom inale,ilpronome relativo disponeva nei due casi direttam ente adverbali, nominativo e accusativo,
disetteformemorfematicamentedistinte(qui,quae,quod,quem, gztzzzl,quoh quasj;l'italiano per contro dispone almassimo di quattro forme (il/la quale,i/lequali),ed idialettiin genere dispongono diuna unica form a indeclinabile per tuttiigeneri e inum eri,cioè dell'equivalente diche;ne1periodare latino esiste pertanto una larga possibilità di aprire teoricam ente in qualsiasi punto de1 periodo una proposizione relativa riferita senza
ekuivocia un termine della frase anche successivo e comunque distante da1 pronom e relativo; in italiano un periodare de1 genere tende a essere sempre pil h dië cile41.
l'CYt'' eCostituentfIasaseossu -*i''PP&rf'
40M EJLLET Linguistt hue I 61-75,147-48, 156-57,e in particolare 11 113-22, e DURANTE Lingua AtMll ' ctz 65 sgg.
41 11 che (e anche in certa misura iljla quale rispetto alle cinque equivalentiforme delrelativo latino)è organico a un periodare breve e a proposizionidistruttura sem plice:inserito in un periodare am pio,
i
i96
1V. Nkot?eJormeefunzioni
J.L'apporto dialettale
Naturalmente, uno sviluppo i cui tem pi si misurano in secoli,per non dire in m illenni, amm ette cospicue pause,incertezze e addirittura regressioni arcaizzanti: la storia linguistica latina illustra forse m eglio diognialtra quale durata e quanto rilievo possano avere taiipause. N umerosiindiziportano a ritenere che già intorno al III secolo a. C.nell'uso parlato de1 latino sifossero realizzatifenomeni, qualiad esem pio la semplifcazione della qessione nominaleo la nascita diform e analitiche a designare i diversi tem pi de1 verbo, caratteristiche di quel latino volgare dalquale, con lo sfasciarsi della com pagine politica dell'lmpero d'Occidente, avrebbero preso le m osse sei o sette secoli dopo le divergentitradizioni linguistiche rom anze. M a, com e è stato detto, per sei o sette secoliil latino parlato scorre quasi invisibile al disotto della docum entazione scritta che continua a presentare da Terenzio alla latinitâ tardo- imperiale uno stadio linguistico molto più arcaico42; delresto, 1'0sservanza delle norm e di tale stadio a livello delle élites scien-
197
collocazione dclle parole a fnisintattici, e sebbene in tale direzione abbiano continuato a svolgersi idialettie, come sivedrà fra breve, anche l'italiano postunitario, è anche da dire che, specialmente nella flessione verbale, l'italiano m ostra chiari segnidiconservatorismo e addirittura diregressione. Ad esem pio,ildiverso impiego delle form e amereie amassi, cioè la creazione di due distinti m odi non indicativi, è fenomeno legato alrecupero delladistinzionem orfem aticatra le funzionididubitativo e le funzionidiottativo,distinzione che lo stesso latino, dopo averla probabilmente conokciuta, aveva abbandonato. Anche la rideterm inazione delle desinenze verbali distinguenti le diverse persone lâ dove la evoluzione fonologica aveva creato coincidenze di form e, rideterminazione attivam ente operante ancora alle soglie dell'unità43jsiinquadra altreslnella tendenza a conservare almeno alle form everbalila capacità diessere esse stesse,con le loro desinenze,portatricidella loro funzione nella frase indipendentemente dalla loro collocazione. Soltanto la presenza operante di questa tendenza, di questo assestamento de1 sistem a ne1 settore della Pessione verbale, puö spiegare com e l'italiano postunitario abbia Enito colrifutare l'uso obbli-
tifche siè protratta per secolie secolinelf'Europa moderna. Un fenom eno delgenere, relativo a un'intera lingua, rende com prensibile che un singolo sistem a linguistico possa cono-
scere,jnalcune sue sezioni,incertezze e regressionisenza che
gatorio de1pronome premesso alla forma verbale (tipo:la c'> la Provvidenza;e'diceche..., ecc.):taleusoavevapersélaforza dell'uso vivo forentino (manon toscano),dell'uso deidialetti
perciè in complesso le sue trasformazioniescano fuoride1quadm diuna 4endenza difondo. Ora,se.è com plessivam ente palese che già ne1 passaggio dal latino al tipo italoromanzo si è attuato un notevole passo verso la semplihcazione delle distinzionim orfem atiche e verso ilcomplementare sfnlttam ento della
settentrionali e,infne,l'autoritâ del M anzoni; ma, m entre nei dialettisettentrionalisiinquadrava in un sistem a verbale che lo 43 11caso più cospicuo dirideterm inazione è la sostituzione di -v0
alla desinenza -va di la persona dell'imperfetto (lat.volg. -lwgAn)),
in frasi in cui si susseguono sintagm i nom inali diversi non puö non ingenerare equivoci variam ente risolti: cosl nella frase 44un indice... puö essere fornito dalle cifre della spesa per la previdenza e per l'assistenza sociale, che denotano...h il che am m ette diversi riferim enti.
che aveva resistito nella lingua letteraria. La desinenza -vo,originaria
probabilmente della Luqchesia (G.PERALE,B.M IGLIORINI,L'imkerfetto dell'indicativo, LN 2, 1940,pp.139-143), si difuse prima ne1 linguaggio fam iliare,poi, sull'esempio delM anzoni(esempio non costante perö:cfr.per es.PS 509,18 f tm 'era propostoM,anche nella
Lesoluzioniseguitein genere sono:ajilricorso aun nesso paratattico analitico:A.,.equestecifre...A;bjilricorso aun nesso aulico arcaico: :...,le qualici fre ...#;c)ilricorso a una apposizione adibita a pura funzione di congiunzione: ( f..., cifre che...p. Su quest'ultimo tipo cfr.G.HERczEc,L'apposizione in funzione #ireggentedi proposizioni
lingua scritta,con oscillazioni durate sino ai prim idecennidel Nove-
cento (GotnANïcH Grammatica 123; M lct-lolttNt Stovia 707). Base della rideterm inazione ( l'analogia con il rapporto valido nelpresente
tra -a;-o (canta:canto);sulla parte avuta in generedaiprocessiana-
subordinate,LN 18,1957,pp.17-22,p lanota diG .FOLENA ivipp.22-23. 42PAGLIARO-BELARDI Storia linguistica #'S? zr/>J 109.
logici ne1 costituirsi del sistem a desinenziale italiano, cfr. DIJUAN' I'E D esinenze.
Ij
198
1pr. Nuove fornte e./ifaa/ bp?
richiedeva necessariam ente per la corrosione delle desinenze capaci di diversifcare le varie persone de1verbo,in liorentino e nella prosa scritta italiana risultava un inutile pleonasm o44. Alm eno nella flqysione verbale, gli italofoni hanno dunque rispettato e anzi parzialm ente accentuato la capacitâ sintattica autonom a dellesingole form e verbali;ciè sirivela perö in m odo rilevante soprattutto per quanto riguarda le distinzioni tra le varie form e personali, m entre, per quanto riguarda la distinzione morfem atica deim odi,l'aë orare nella Firenze dell'ottocento de1 tipo se avevo in luogo dise avessi indica l'esistenza di un incipiente processo di semplifcazione nel sistem a della lingua com une ancora indipendente da ogni in:uenza di un sostrato dialettale non toscano45. N ei dialetti, più lontani o afatto lontanidall'in:uenza conservatrice delperiodare e della sintassi latina, la tendenza alla sem pliûcazione m orfologica aveva potuto operare già da secoli: col diflbndersi della conoscenza e dell'uso dell'italiano in ambientianteriormente dialettofoni, si è .determinata una situazione di crisi nei dialetti e nellalingua. ,cheè dato cogliereneglioppostimovim entirappresentati dalla creazione diforme di'congiuntivo o condizionale o passato remoto in dialettiche ne erano privi,e dalla riduzione dell'uso diquestimodie diquesto tem po nelle varietâ regionali di italiano. Se la semplifcazione m orfologica,conseguente all'espansione dell'uso dell'indicativo e in particolare de1 presente, dell'im perfetto e del passato prossimo,è cosl rilevante anche ne1linguàggio colto,ciè va ricondotto,piuttosto che alla sola diretta in:uenza dim odellidialettali,alconcomitante rafforzamento della tendenza a rifuggire da frasi pluriproposizionali.Richiam ando quanto prima siè detto,occorre insistere ancora una volta su1nesso tra com plessità m orfologica e complessità de1 periodare: una tendenziale semplifcazione della m orfologia delverbo,almeno per quanto attiene alle distinzioni m odali,è l'ovvio correlato della tendenza a un fraséggiare sem plice, se non sempre uniproposizionale, tendenza a cui Fran-
J.L'apporto dialettale
cesco de Sanctis,D'Annunzio prosatore, Pavese, soprattutto poeta,hanno dato dignitàdim odernostileletterario edipoesia46. 46 Nella tavola seguente si ha: A
M Axzoxl PS ed.PISTELLI primo periodo ognidiecipagine da p. 7 a p.197 -
B = M Axzoxl, Sparsa le trecce morbide (dall'xz ltfcfc/lJ , atto dieci frasi C = DE SAxc-rzs,Giovinezza,primo periodo diognicapitolo, da1I alXX D = DE Saxc-rls, Storia della Ietteratura italiana, primo periodo di ciascuno dei 20 capitoli E = CArtouccl,Prose diG.C.,5a ed..Bologna 1911, primo periodo alle pp. 1, 11,21...,191 F = CAlttluccl, Poesie di G. C., 7a ed-, Bologna 1908, primo periodo alle pp. 3,13, 23, 103, 113,123,...,403, 413,423, 513, 523, 539, 703,713,725,803,813,823...,1003,1013,1023 G = D'Axxtmzlo,11 piacere, ed. naz-, Roma 1942, prim o periodo alle pp.1,11,21...,191
H = D'AxxuNzlo,11yiorcdella liyica,a curadiF.FLORA,7*ed.,M ilano 1942,prim o periodo alle pp.3,23,33...,193 =
CRocE,Filosojla Poesla Storia,M ilano-Napoli1951,pp.3,23,33...,
193 L = PAvEsE,La bella estate,Torino 1949,pp.1, 11..., 191 M = PAvEsE,Poesie ctff/c e,'r?cJ;'fc,T orino 1962,pp.11..., 181,189 (primi periodi di ogni pagina, tranne p. 189, dove sono stati considerati
entrambiiperiodi) Dalla tavola si ricava che i 6 campioni con, in m edia, più di tre
proposizionia frase (in ordine decrescente 1,A,B,F,H,E)hanno altresl un quoziente m edio di indicativi su congiuntivi e condizionali parial 10' ,7;i 5 cam pioni con m eno di tre proposizioni a frase hanno invece un quoziente di indicativi pari al 25,2A B C 2 - 14 3 1 2 2 1 3 3 3 1 2 1 1 2 1 1 - 2 1 1 2
44 V. app. 59 III 3, 60 III 2 e cfr. D 'OvlDlo Correzioni 69-71. 4: V.app. 60 III 6.
199
D 8 6 3 2 1
E 4 3 5 4 2 1 1
F G H 6 11' 6 9 3 5 4 2 2 5 4 3 1 3 3 1
L 6 4 3 4 2
M 6 6 2 4 1
200
Rinnovamento e tradlszione
1V.Nuoveiorme e iunzioni
Concludendo, e tenendo d'occhio soprattutto contingenti polemiche culturali svoltesi a più riprese in Italia intorno al rapporto tra lingua e dialetto,gioverà sottolineare che il contributo dei dialetti alla lingua comune, visto nei suoi lim iti efettivi, non puô non valutarsi positivam ente, se si ritiene fatto positivo il disporre di un lessico espressivo più ricco e variato; e va anche aggiunto che, se il rapporto tra lingua e dialetti dovesse essere concepito con i toni drammatici talora adoperati, se si dovesse cioè parlarc, com e si è fatto, di 4aggressione #,g1i aggreditisarebbero da indicare neidialetti, soggiacenti,in ogniparte,all'in:uenza della lingua nazionale. V a oltre le polem iehe oecasionali un'ultim a constatazione conclusiva: una analisi obiettiva dell'apporto dei dialetti alla lingua com une dopo l'unitàrivela,com esièvisto, che in coloro iquali hanno adoperato il sistem a linguistico italiano è stata presente una rilevante inclinazione verso le form e linguistiche di pil h econom ica utilizzazione,verso la brevità e la sem plicità. La m edesima inclinazione,congiunta a tendenze non soltanto linguistiche della civiltà industriale europea dell'ottocento e delNovecento, è all'origine dell'accostam ento formale e funzionale dell'italiano postunitario alle lingue dell'Europa occidentale.
Ancora una volta si rivela dunque l'importanza e il limite dell'azione deidialetti neiconfronti della lingua:l'apporto dei dialetti( stato nullo nella morfologia ed anzi,piuttosto,lam orfologia dei dialetti ha sublto l'iniuenza della lingua com une
(v.supra n.14);èstato certamente notcvole ne1lessico,ma va tenuto presente,per intendere la dimensione de1fenomeno,che la lista di alcune decine di prestiti dialettali va com misurata alla lista didecine e decine dim igliaia diparole componentiil patrimonio di una persona normalmente colta o,se anche si vuole,alla lista dialcune m igliaia diparole certamente note a ogni italofono 47; sia nella fonologia sia nella sintassi, inhne, i dialetti, piuttosto che essere la causa principale o com unque diretta delle trasform azioni dell'italiano postunitario, hanno creato soltanto un ambiente favorevole a talitrasformazioni.
B
nxedia
E
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L
6,1 5,4 2,1 2,1 3,2 3,6 1,95 3,5 6,6 2,95 2,6
i rnad. ppo/rt oong.) c !56/17 30/1. 32/0 38/1 41/10 86/6 28/2 51/6 82/18 41/2 43/2 eCOnd. h quoziente
201
4. IMPULSI EsoGExl Eo ENDOGENI:RINNOVAMENTO E TRADIZIONE
30 32:0 38 4,1 14,3 14 8,5 4,5 20,5 21,5
47 Si è calcolato che in Francia 44un individu cultivé h conosce o, alm eno, riconosce olœe 24.000 delle 50.000 parole delPetit La-
rousse (P.GIJIRAUD,Caracthe statistt ' que du vocabulaire,Parigi 1954, p. 23); tuttavia, glistudi sull'estensione delvocabolario individuale sono in fase dirapida evoluzione e non è escluso che test pifz precisi facciano ascendere a cifre m olto più elevate il num ero di parole tipo note a una persona adulta colta: sem bra abbastanza sicuro che un bam bino norm ale di 6 anni possegga circa 3.500 parole;in am biente anglosassone, il bagaglio minimo in 'dispensabile d'uno studente di scuole m edie superiorialla fine de1corso sifa ascendere a 15.000 parole,m a da recenti indaginirisulta che già verso i 17 anniun alunno
conosce circa 24. 0* parole((, '.A.51ILLER,Langageetcommunication, trad.C.THOMAS,Parigi 1956, p; 3. 180-81, 201-204).
t l .
L'adozione dell'italiano da parte dim asse crescenti dipersone è avvenuta,come si è visto, sotto la spinta difenom eni sociali e di forze legate strutturalm ente alla m oderna civiltà industriale europea. Se, com e si è già ricordato, nell'italiano preunitario non mancano 4europeism iïilessicali48, l'italiano postunitario, le cui nuove condizioni d'uso sono determ inate da un accostamento della società italiana unifcata alla società europea,siè approssimato ulteriorm ente alle forme e alle funzionidelle lingue nazionalideglistatieuropeipiù progrediti. 48 V. app. 15.
202
1V. N uove.forme e funziont '
N ell'Europa dell'otto e de1N ovecento le correnti d'espansione linguistica sisvol xono seèondd'le dirèéibrii d'espansione
dellapfi' riià-e -'dellasecondarivoluzioneindustriale:comel'indu ' .
strializzazione,con le sue im plicazioni intellettuali e sociali, si addenga nell'Europa nordoccidentale diquidiflbndendosiverso sud ed est, cosl le maggiori correnti linguistiche sono date dalla difusione di angliçism i,francesism ie, in m inor misura, germanig-m i verso il M ezzogiorno e l'Oriente europei49. Le 49Sulla provenienza prevalentem ente francese e inglese deiprestiti inseritisinelle lingue europee dalla fine de1 Settecento al N ovecento,
v.supra,no.34 einfrano.50;perl'italiano in particolarev.ancheno. 53,54.Secondo B.M IGLIORINIStoria 694-695, 735,739 ilcontingente pifz numeroso di esotismi penetrato in italiano dopo l'unità sarebbe dato dai francesism i, seguito da quello degli anglicism i: ciè sarebbe da porre in relazione alfatto che 44l'apertura verso l'estero è limitata, per lo più,alla conoscenza de1 francese.M olto pil h ristretta è, in con-
fronto,la conoscenza dell'inglese e de1tedesco# (p.695).A giudicare perö dai rilevam enti statistici sugli esotism i pil h in uso in testi italiani,com presi,sinoti,tra il1942 e il1962, glianglicism isono m olto
più frequentideigallicismi,e cièin duplice senso:a)ilessemidiorigine inglese in uso sono 30 contro appena 8 lessem idiorigine francese;
b)ilessemidiorigine esoticadotatidipil halta frequenza Lbar,' zrlclc/l, tram,lfpz, autobus ecc.) sono anglicismi; la combinazione dei due fattori non puö non dare una forte prevqlenza globale nei testi agli anglicism i: infatti, su 78 esotism i incontrati nel cam pionam ento, si hanno 60 anglicism i,9 francesism i, 9 esotismivari(v.infra . no.56).
Poiché tra le persone che in ltalia conoscono lingue straniere (in tutto 4.119.396,parial1'8,2%o della popolazione),ilfrancese continua ad esserelalinguapiù conosciuta (3.084.669 persone,parial74,9 %), seguita a molta distanza dall'inglese (1.008.975;24,5 %),daltedesco (675.182;16,4% ),dalio spagnolo (131.273;3,2 0t))edallealtrelingue (cfr.ISTAT Aspettiscolasticie linguistici24-27),ilprevalere degliesotismi inglesi in testi recenti non puö spiegarsi, ovviam ente, con una più difusa conoscenza dell'inglese;la prevalenza è daspiegare con due
motivi:ajper ifrancesismi,le possibilità diun adattamento e diuna assim ilazione integrale, che li sottraggono quindi a un com puto sincronico degli esotism iy sono m olto maggiori che per gli anglicismi;
b4nellosport,nellapolitica,nell' industria,nellescienze,ilmondoanglosassone, soprattutto am ericano, è andato acquistando un prestigio crescente rispetto al francese. Per le principali correnti postunitarie diesotism icfr.:nella politica, A.L.M EssERl,Anglicisminellinguaggio
4.Afarlozwzaea/o e tradt. zione
203 ,
correnti in senso inverso hanno carattere sporadico: le gate a singoli episodi,non incidono a fondo sulle strutture lin guistiche. Esiguo, in particolare, è il contributo italiano alle lingue di paesipiù occidentali, coslcom e esiguo è il contributo dato dalle lingue dipaesipiù orientaliall'italiano. Dall'italiano verso ilfrancese e l'inglese si spostano solo rare parole isolate com e po 0 litico italiano nelSettecento e nell'ottocento,LN 18, 1957,pp. 1008;ne1costum e:A . L.M sssERl,Vociinglesidella moda accolte: ' AlItaliano nelX 1X secolo,LN 15, 1954,pp.47-50; M . J.M lNlcuccl,Flirtaree civettare,LN 8,1957, pp.87-91,A.M ENARINI, N ote sulla lingua d'oggi in Enciclopedia dtlla civiltà atomica, M ilano 1959, vol. V IIl p. 68, ,
sgg. Vel f-control, call-girl, supermavket, baby-sitter, blue-jeans, quiz. h obby ecc.);nelle terminologie tecnico-industriali, A .L.M EssEul, Anglicismi ottocenteschiri feriti ai mezzi dicomunicazioney 1D., Ferrovia Jerrozpftzr/ b,LN 16,1955,pp.5-10, 73-74;nelle terminologie tecnico-, scientifiche, L.LOMBARDI, La terminologia elettrotecnica LN 1,1939, ,
pp.16-17 (in un tentativo didizionario internazionale);G . TORALDO olFRANCIA,L'innuenza dell'inglesesulvocabolario dellaJlfctzin J' ftz/zW
qN uovo Cim ento ) h, s. IX, 8, 1951, suppl., pp. 198-2049 G . PE' , I-I' ENATI , Su l l i n gua g gi o r e c e nt e de i me di c i LN 1 4, 1 953 , pp l' , . 2227; 10., Qrso una novmalizzazione internazionale delle terminologi e s c i enttt hche e tecniche,LN 17,1956, pp.95-97.Un settore diparticolare rice tività è la nomenclatura dei nuovim estieri e nuove professioni:su 379 lessem i registrati nell'accurato lavoro di M . M Eolcl, N uo' vi mestieri e
nuoveAro/eJwbrlf,Roma 1967,43 sono prestiti, tutti dall'inglese (ac-
count executive,advertising manager, area manager, art director,babysitter,brand manager, buyer,cameraman, contactman,controller,copy-
c kner,Jhk/lfdispatcher,ghost-xriter, hostess,c' ihief dest zltf/ zllrz' tz/denkner? n t e r n al a udi tor,junior,layoutman,marketingassistant, media buyer,medi
a man,merchandiser,mixer video,yrc:. çàgent,productmanager,progress controller,receptionist,research man, sales training director, Af cnkpter,scriztWfer,scyt st-giyl,senioy,s.ptzce buyer,l.ptzc: salesman,stes zvard, system engineer, talent scout, time-buyev, tvaining diyector, TPR executive, ri-
s fualizer),20 sono o adatumentio calchi,uno dalfrancese Lvisagista, ranc.visagiste),uno daltedesco (adremista), gli altri 18 dall'inglese: addetto alle relazioni >? zSc/le, assistente di mercato t , as sistente roli -/ h' g/lldispatcher),capo servizio tecnico dldattico (training directors, cartonista, centralk' nt ' sta-receptlw onl ' st, compratore(buyer),de hnitivista (layout man),derrista,direttore diprodotto (productmanagerj, disegnatore in d lt W man), s'.ç/dflt?rc al lstriale (designer),esperto JJ'mezzipubblicitari(vlc#2 e vendite (sales training director), istruttore del personale (training
204
If'.NuoveJormeeJunzioni
ribffo,fowovianh, maha, malaria, mattot de,fascista, e dalle lingue pil h orientali vengono altresl parole isolate com e sovtkt,
bolscevico ofoiba50.A1contrario,forte è l'iniuenza che l'itadirectorj, recordista (da to record ( 4registrare' h), scvittove-fantasma fghost-%vriterj,telefonista-receptionist,stilista (desl kner).Abbiamo quindi, ne1 settore della nuova nom enclatura professionale, un totale di 63 elem enti lessicali m utuati o calcati da lingue straniere, soprattutto
l'inglese,con unapercentuale dicircail15O/ocheè cinquevoltemag-
4.Rinnovam ento e tradizione
205
liano esercita sulle lingue dell'Europa balcanica, sia, per dir cosl,in proprio, sia come mediatore di francesism ie latinism i tecnicipaneuropei:calchinon solo lessicali,m a anche sintattici, e esotismi italianisono num erosi in rum eno, non mancano in' bulgaro, e sono di particolare rilievo in serbocroato51. Simil- ''
angloitaliane,Roma 1949,pp.23-62 (saggio risalente al1925 e dedicato a italianismi di varie epoche); C. BATTISTI, Risonanze c' ftzstzzle
giore della percentuale di tutti g1i esotism i e calchi registrabili nella totalità de1 lessico italiano; in questo infatti'calchi ed esotism i sono
nelvocabolario europeo,in Italianinelmondo,Firenze 1942,p.389 sgg. D alle lingue europee a oriente della Penisola vengono in italiano rarie
il35t )' ; l(v.infra no.55). e Nel primo cinquantennio postunitario fg1iitalianism i passati...
occasionalivocaboli:dolina (F.Rooot-lco,Pev la storia della ler-fnologia geologica:conca,cratere,dolina,LN 4,1942,pp.36-39),mugik, J'. 1tz,troika (divulgatiattraverso le traduzionideiromanzirussi:M IGLIORINI Storia 742);con la Rivoluzione d'Ottobre,l'assunzione da
ad altre lingue non sono numerosi, e si presentano in certo m odo
isolati, come effetto disingoli eventih )(M IGLIoR1xIStoria 743):tali sono, ad esempio, in francese irredentisme,malavia, pltz. #itz,visotto, palahtte,mattoîde,fervoviaire (M ESSERI,art.cit.,ano.49),in inglese irredentism, mattoid ecc.; Parigi è il grande centro di sm istam ento
degli italianismi nelle lingue dell'Europa occidentale (B. E. Vloos, )r. aw diespansionedellalinguaitaliana,Nimega-utrecht1932,p.9), La./(
parte delpartito com unista russo della direzione delm ovim ento com unista internazionale e l'ascesa dell'u nione Sovietica alrango delle m assim e potenze mondiali, iprestitie g1iadattam enti da1 russo,pur restando episodicirispetto alflusso continuo di esotism ie calchi anglo-
in quanto,perdendo illoro nesso dinom e proprio con l'evento che li aveva resi noti, sono stati assunti a signilicato m olto pitl generico:
francesi,siinsttiscono:zar,zarismo,Duma,bolscevico (sost.e agg-), soviet,sovietico,menscevico (sost.e agg.)appaiono ad esempio tuttiin Storia del partito comunhta Lbolscevico) dell'U.R.S.S., Roma 1945, p.103;quiappaionoancora,ad esempio,knut(p.127)ekulak (pp.128, 129 ecc.). 51Venuta meno la tradizionale mediazione diVienna (cfr.Vloos, op.cit.supva ano.50 eJ.JERNEY,Sugliitalianismipenetratinelserbo-
coslin inglesefascism denota in genere L $any authoritarian,anti-demo-
croato negliultimicento anni,44Studia Romanica et Anglica Zagrabien-
cratic, anticom munist system or governm ent in which economic control by t' he state, m ilitaristic nationalism , propaganda, and the crushing of opposition by.m eans of secrete police em phasize the su-
attinto direttam ente all'italiano:si hanno cosk in serbocroato oltre la
che continuano ad essere,anche dopo ilprimo conflitto m ondiale,rela-
tivamentepochi,anche se molto notieusati,come ilfraneesefascisme e fasciste e la ricca serie anglosassonefascism,fascist,fascistic ecc.I vocabolilegatiafascismo sisono rivelatisemanticamente molto vitali,
premacy of the state over the individualh (Standard International s.v. ).Nessuno deivariconeorrentisinonimicialloglottiha avuto una eguale fortuna ed espansione semantica internazionale:in inglese, ad esem pio, Falangist e Nazt 'restano nom i propri, designanti l'uno f ïa be r of t he f a s c i s t pa r t y i n ' S pa i n , ) e l ' a l t r o 4 a m e mbe r of t he m em N ational Socialist Germ an Party,founded in 1919 on fascist princi-
plesh )(StandardInternationals.vv. );i1,perdircosl,sinonimo angloam ericano maccarthysm non ha avuto fortuna nem meno in patria,com e risulta dall'assenza del lem m a ne1 cit. Standard International e da1 fatto che nella Encyclopaedia Britannica,Chicago 1962,vol.13,323 B, si designa il 46maccartism o b i con la perifrasi j scertain activities that were deemed harm ful to the dignity of the senateA.Per altri m eno fortunati prestiti a lingue europee occidentali cfr. M . PRAZ, Ricevche
siab i1,1956,pp.56-82,p.61),le lingueaorientedellaPenisolahanno
consueta serie faéist,antt faéizam, tmli/blùf,antifajisticki ecc.,anche ad esem pio,agvumi, astratizam, astratist, astratistiéhi, autostrada,de-
mokristiiani(adattato dal1950 in demokrjéanij,indzhendentizam,ecc-, neorealist ecc., rastrelamentl' , skeda,skedari j,solfatava, telefoto, ' tles. ptz e lambretltla ecc., tempipassati,dolcefar niente,se non â vero J ben trovato ecc.(JERNEY,art.cit.,pp.61-80).Perg1iitalianismi in altre lingue europeo-orientalisipensi alla fortuna della legislazione italiana
in Romania,Grecia,Turchia (CARAccIot-o Nuovo stato 104-5) e cfr., per il rum eno, L. GXI-III, Contributo alla storia degli italianismidella lingua romena, AG l 31, 1939, pp. 114-131; per il neogreco H . R. KAHANE, Nleditelwanean Bibliography.Italian Loan-W ords in Alodern CW-ccl, qAnnuaire de l'lnst. de Philologie et d'histoire orientale , h, 7, 1944,pp.187-228,E.RAMONDO,N uovisaggiitalogreci,AG I,32,1940, pp.70-96,33,1941,10-38,A4.Coltrxt-Azzo,Caratteristiche dellbitaliano
206
1LL zquoveyornvc efunzioni
mente,fortee m arcata èl'in:uenza che francese e inglese hanno esercitato sull'italiano. 11 m qto d'accostam ento dell'italiano alle altre lingue europee di cultura non è diretto inizialm ente dagli strati più popolari52: la spinta ad assimilare moduli e form e europee è vcntlta, sin dai primi decenni postunitari, dai ceti più colti v
tlcllc città, ed ha avuto successo, contro le proteste puristiche
tapp.56),per due motividiversi.Anzitutto,perché ilrinnovanlento linguistico dellessico francese e inglese negliultimi secoli è avvenuto in gran parte reintegrando o inserendo nella compagine lessicale delle due lingue lessem i latini, sia pure con nuovisignifcati,o grecismilatinizzati:ciè,data la prossim ità fonologica dell'italiano al latino, ha consentito una più agevoleassim ilazione deglianglolatinism iedeifrancolatinism i53.
parlato a Corfù.1D.,Vicendestorichedella lingua italiana a Cor/' z),LN 8, 1947, pp. 29-34, 44-50; per il turco C. TAGLIAVINI, Osserrazioni sugli elementi italiani in tuvco,4tAnnali dell'lstituto Orientale h,n. s., 1, 1940, pp. 191-204. 52 Alm eno lino alla seconda guerra m ondiale la penetrazione di vocistraniere perviapopolareè esigua:glianglicism iriportatiin patria dagliem igranti restano sepoltinelle diverse aree dialettali,senza passare nella lingua com une;soltanto nel periodo della occupazione m ilitare angloamericana sisono avutiprestiti difusidagli strati popolari
aicetipiù colti,prestiti,peraltro,emmeri(v.cap.111,no.8).Naturalm ente,ciè non signiica che prestitipenetratiper tram itidottio sem idotti m edioborghesi non siano poi diventati popolarissim i, da
sporte chaufeurabar. 53Sulla facilità con cuilessem i francesi,inglesi,tedeschidiorigine latina o greca possono entrare in italiano,cfr.ad esempio G .M ONTALENTI,La terminologia della genetica,LN 2,1940,pp.10-12.Esotism i
o adattamentifrancolatinisono ad esempio ascensore (BATTAGLIA s.v.) o pacihsta (M IGI-IORINIStoria 734); esotismie adattamenti francogrecisono auto (BATTACLIA s.v.;M EssERl LN XV1 6),semantico e semantl ka (risalenti alBréal:A.W .READ,An Accountof the W ord f 4Semantics),W ,4,1948,pp.78-97;cfr.,pertuttiifrancogrecism idella famiglia e per iloro adattam entie calchiin varie lingue,S.U LLMANN,
The f' rfncl èl. çqéSemantics,2a ed.,Glasgow-oxford 1957,pp.4-5). Anglolatini, in origine, sono, per esem pio, decevebrato < decerebrare
(PETTENATILN XlV 27),selezione,selezionare < selection (FocHILN
!! j i 4.Ri nno vame nt oet r adi zi one
207
In secondo luogo, l'adozione di lessem i francoinglesi?jvenuta incontro a quella inclinazione al più esteso sfruttam ento delle possibilità com binatorie cui già si è accennato e che si vede riemergere a tuttiilivelli de1sistema come motivazione ultima dibuona parte delleinnovazioni. C'è da chiedersi ora in che cosa esattam ente sia consistito l'avvicinamento dell'italiano alle altre lingue europee di cultura. N el rispondere a tale quesito, troppo spesso sono stati seguiti criteri non esatti. Trascurando la fonologia, la morfologia,la funzionalità soprattutto sintattica delle form e,ossia i settori in cui, come si vedrà, l'avvicinamento è più signifcativo,siè guardato alsolo vocabolario:e in questo ilsegno del-
XlV 89),anglogrecisono,ad esempio,piattafovma < plat form (M EsSERILN XVIII 100-108),editoviale <::editorial(M IGLIORINILN I32), anglogreci sono in origine metropolitana,simbiosi ecc. (M IGLIORINI Storia 735).Un germanolatinismo diorigine è obiettivo (M IGLIORINI Stovia 735,n.2),un germanogrecismo è banausico < banausisch < ;$( xvzuctytég f 4meccanico,utilitario / h(BATTAGLIA s.v.).Una buona prova della persistenza deglielementigreco-latiniin caso diadozione di elem entiesoticiè ilrecente microsolco che rispetta soltanto la parte greca
della parola francese (0 inglese)su cuiè calcato (microsillon o microgvoove): cfr. M ENARINI, Lingua d'oggi, in Enciclopedia della civiltà atomica,cit.In casimolteplici,come locomotiva o deragliave (LERCH LN 11 103;MEssElzlLN XVI6,8),antisemita (francesismo secondo BATTAGLIA s.v.,germanolatinismo secondo M lcLloulNl Storia 735), o lotta tfl 'classe (DE MAuRO,Stovia e analisi semantica diftclassep, 4RassegnadifilosofiaA,7,1958,pp.309-351)formelinguistichegreche e latine, modelli funzionali del latino ' m oderno, francesi, inglesi, tedeschi, convergono ne1 determ inare form a e funzione di un lessem a feuropeo ): q(Beaucoup plus qu'on ne croit, beaucoup plus que ne le souhaitent des nationalism es myopes,les vocabulaires quiexprim ent notre civilisation europeenne concordent entre eux...T oute l'Europe actuelle,etl'Europe de languegerm anique ou slave autantque l'Eul 'ope de langue rom ane,a hérité de ce fonds universel,et,directement ou sous un déguisem ent, tous 1es vocabulaires intellectuels de l'Europe sont faits de m em es élém ents. Pour ce qui exprime la civilisation, il y a dalts nos langues,en dépit des am ours-proprçs nationaux,beau-
coup debien commun,presquepasdebien particulier' h(M EII-I-ET Linguistique 1142-43).
208
IIzr.Nuoreforme eiunzioni
l'inouenza alloglotta siè colto e additato soprattutto nei cosid-
dettiesotjsm io forestierism i,ossia nelle parole che co' nservano una forma grafca e una struttura fonematica prossima, se non identica,a quella alloglotta,come meeting o réclame. Lafonologia
degliadattamenti(e l'adattamento fonologico delle stesse parole grafcam ente non adattate,come club:v app.64)non ha .
richiam ato l'attenzione,l)é.sono stati rilçvaticon la stessa cura e lo stesso animus polem ico dedicato agli esotismi, i oakhi w ntici, ossia le trasformazioni della funzione semantica di un lessem a già esistente in italiano avvenuta sotto la inEuenza di lessem istranieri già parzialmente equivalenti:è, fra itanti, ilcaso didatore e lavoyo,già esistentinell'italiano tradizionale, e già singolarm ente equivalentialtedesco Geber e Arbeit, adoperatiin una nuova funzione ne1nesso datore #l'lavoro m odellato su1 tedesco Aybeitgeber&1. .
54 K.JABERG,rec.a M IGLIORINI,Lingua co' nfeAl/ho' rlxcl,VR,4, 1939,pp.188-93,p.191 no.1,ricorda,oltre datore dilavovo, una serie di calchi dal tedesco difusi da B. Croce, com e eticità-sittlichkeit,
4.Rinnovamento e tradizione
209
L'attenzione concentrata sui lessemi di struttura fonem atica non tradizionale ha portato a elaborare lunghe liste degli elem entiesotici,francesie inglesi,apparsineitestiitaliani.Chi
scorrauna qualunque diquesteliste (pek esempio quella molto ampia, includente anche adattam enti grafci e qualche calco,
in M IGLIORINIStoria 735-742),è indotto a concepire l'ultimo secolo di storia linguistica italiana com e un progressivo crollo della compagine tradizionale de1 lessico: non soltanto profani
(comeP.M onelli:v.app.56)hanno ricavato taleimpressione, m a anche linguistiesperti,guardando agliesotismi,hanno visto nella 44evoluzione linguistica odiernahuna 4evoluzione coslra-
pidadapotersidire,sottoqualcheaspetto,rivoluzioneA(SCHIAFI'INI Lessicologt' a 265).Tuttavia, se si considera il fenomeno della difusione degli esotism i tanto in relazione al loro effettivo permanere nell'uso quanto in relazione al corpo com plessivo del lessico e alla loro frequenza nell'uso, le preoccupazioni per la 44m ortep della lingua italiana non si rivelano fondate.
Anzitutto,come'è stato osservato (M IGLIORINIStoria 739, 740),non tuttig1iesotismie adattamentiregistrabilinell'ultimo
coscienziosl 'tà-Gewissenhaftz kkeit,incolpevolezza-schuldlost kkeit,inessen-
secolo hanno avuto pari fortuna: comptoir, blaga,gigotto, tim-
zft zsftl-Unwesentlichkeit.Sulcalco linguistico in generale cfr., da ultim o, S. U LLMANN, Semantics, Oxford 1962, pp. 165 sgg., oltre M EILLET Linguistique 11 35-43. Settori da cui irradiano dopo l'unità num erosi calchi sem antici spesso in sostituzione di anteriori esotism i, sono: il
bro per campanello, mitinga'' o. ç#ce, destroyer sono scomparsi
settore sportivo (G. DEvoro,Lingue speciali: le cronache delcalcio, LN 1, 1939,pp.17-21;P.REBORA,Hvealtà e vecchiezza deinostrivocabolari,LN 1,1939,pp.27-29,p.28;L.CARETTI,N oterellecalcistlkhe, LN 12, 19. 61pp.14-18;10.,N oterelle tennistiche,ivi77-80;1D., Noterelle ciclistiche,LN 15,1954,pp.20-26;10., Pavoledello sport,LN 29,
19. 55)pp.63-71),in cui,ad esempio,pallacanestro ricalca basket-ball, pallanuoto zlmterpolo, pugilato boxle), montante zf/perctlf, ali zvings, centroattacco o centroavanti centre-forzvard, mediani halfbacks, ecc.; le scienze,in cuiad esempio,veincrocio ricalca l'inglese backcross, modi-
hcazione duvevole il tedesco Dauermodmkation (M ONTALENTI LN 11 10-12),di j-fvangeve ricalca l'ingleseto scatter,corrente continua direct current,dedurreun'equazionederive an equation ITORALOO ol FRANCIA art. cit. in j qN uovo Cimento b i, s. lX , VII1, suppl., pp. 198-204); corrispondenzegiornalistichedall'estero (cap.111,7),traduzionibuone e cattive (app.51),doppiaggicinematograici(cap.111,8)sono altret-
dopo esser statiin uso alla Ene delsecolo.Cisideve chiedere dunque anzitutto quanti esotism i sono entrati a far parte stabilm ente de1 patrimonio lessicale, alm eno in percentuale. Un computo del genere dà risultati,per dir cosl,rassicuranti55:a tante sorgentidicalchiattinentiaicam pipiù diversi:ne1secondo dopoguerra, arrampicatore sociale, autocontrollo, lavaggio del cervello, ra-
gazza-squillo,impegno tzociWfe,politicojimpegnato t/o/ fsct zplerllelrical.# cano socialclimber,se4-control,brainzvashing,call-gtrl,erlgtzgepzeal,engagê (M ENARINI,Note sulla lingua d'oggi,cit.);fa w #z;oricalca ça fait distingué (v.supra,no.32),e cfr.ancora S.HEINIMANN,Italienische Tagespresse 2- ersten Weltkrieg (1914-194, Ginevra-zurigo 1946; G. PASQUALI, L'italiano moderno lingua europea, fPrimato A 1, 1940, 7, p.6; 1o. Osservaziom'68-69. 55L'indagine è fondata su 5 campionidi100 parole ciascuno,scelti
con varicriteri,quattro da ZINCARELLI(che non registra voci come
210
1V.Nuove forme efunzioni
metà de1 Novecento,ily 9$8a.% de1lessico risulta pur sempre . . .,
4.Rinnovamento e tradizione
211
le varie voci de1 verbo essere appaiono 9.600 volte, quelle di
costituito da parole de1lessico tradizionale ancora in uso;inoltre,non è da credere che ilresiduo 5,2 Oyo 'sia costituito per in-
avere 4.876,quelle dijare2.540,ma quelle dirasserenare ap-
tero dagliesotismiche intimoriscono ipuristi:1'1,4% è dato
(KNEASEIWL s.vv.).11giudizio sugliesotisminon puù prescin-
da grecismi non interamente adattatirispetto alle norm c rcgolanti ancora nell'ottocento l'incontro di consonanti e sillaba
dere dalla frejp-eng up edia con cui essi appaiono nei testi: sein via diijotesi,in italiano,contro decine dimigliaiadipa-
linale (v.app.64 11),cioè da grecismicome ayitmicoo aritmest. w,clo 0,8O/oèdatodalatinismio paralatinismi(ab,. ptzl. w' ??l, absdsso ecc.).Soltanto ilresiduo 3% è costituito o da adattamcnti recenti di gallieismi, anglicismi ecc. (1,60/0) o dagli
role tradizionalivifossero anche solo 100 esotism i,ma allivello
cstltism i veri e propri, penetrati perö anche prima dell'unità,
come passepartout o Zollverein, che ascendono al1'1,40/0. Tuttavia un computo fondato sulrapporto delle varie classi di parole nel vocabolario è insufliciente se non si tiene conto anche della frequenza d'uso deisingoliesotismi.L'analisiquantitativa de1 lessico ha m esso in chiaro in genere che esistono forti diferenze nella frsquenza con cui appaiono le unità linguistiche de1sistem a:in testiitalianilunghi,complessivamente,
400.000 parole #fortià ) (0 ( 4piene> o ïnon grammaticali)), blaga,rapidamente scomparse),uno dalDEI (che registra anche voci come blagaj. A.='prirltidiecivocabolidclle pp.5.15,25...,95;B = primidiecivocabolidelle pp.101 lemmiprincipalialle pp.1201,1301..., 1701,e ultiml40lemmiprincipali;E = DEI,primo lemma diognllna delle pp.1-100 de1I vol.
201,301....1001;C = 100 vocaboliconsecutivida p. 101 l5no a p.104;D = primidiecl
fondo indigenoa . . grecism ifonologicib adattamentirecentic . . latinismie paralatinismid esotism ie . . totali
A B 92 100 6 1 1
4 1 1
E totale percentuali 93 474 94,8 1 7 1,4 1 8 1,6 2 4 0,8 3 7 1,4
100 100 100 100 100 500
100
(a)ivicompresiadattamentîpreunltarf cometmsacca (rfsalente alXVIsec.)oammortizzaplerllo (qec.XVIII;qecondo ZINGARELI'.I s.v.neologismol),contando per uno g1i eventuali. allotropi (cohpîere/coppieroj,escludendo le vociccntrassegnate come ar-aiche e non più in uso. (b)rispettoallenorrnedidistribuzionefonematicadell'ottocento:aritmetin-o. aritmico,ubadon, acmadlmia. (c)acchitare (?),passacaglia.pasvamano,passamaneria,ap6avtz.pfetfe(?),zcicche,sciantosa,tzrcôro (perdiversisipu6 in realtàsospettare un uso g1à preunitario). (d)ab,passim,abducente,abscissione. (e)passetartout,tincal(?),zulù (?),Zollverdn,clreke',qfternoon,cgz/fr.
paiono 12 volte, quelle dicelebrare, umiliare, stridere 10 volte
difrequenza diessereofare,l'italiano sarebbe nondimeno una lingua fondamentalmente esotizzata. ln realtà l'italiano è lontanissimo da ciè. Per determ inare la frequenza media degli esotismi, ci si è serviti qui di dieci campioni lunghi com plessivam ente poco m eno diventim ila parole forti,vale a dire paria un ventesim o de1m ateriale delquale siè servita la Knease.D ata laestensione relativam ente ridotta de1 materiale complessivo, sarebbe stato possibile che gli esotismi, avendo singolarmente frequenze molto basse, potessero mancare completam ente da1 m ateriale considerato. Per evitare questo rischio, normale in qualsiasi campionam ento statistico, e insiem e per condurre una dim ostrazione che faccia le m aggioriconcessionialla tesiche ritiene sovvertite dagli esotism i le tradizionali strutture dell'italiano, si sono volutam ente scelti cam pioni tratti da testinei quali è lecito a .prftm'supporre che gli esotismi abbondino, testi cioè per ogniaspetto apertialle innovazioniregionalilessicalie sintattiche,aineologism itecnici,alla term inologia disettoridella vita associata collegatia tradizioni anglosassoni,com e il settore sportivo,o,comunque,alla vita internazionale56.Tra le venti56 Per valutare la frequenza m edia degli esotism i, grecismi non interam ente adattati, latinism i, si sono scelti 10 cam pioni: A = C. G. JUNG,f! problema dell'inconscio nella psicologia moderna,trad. anonimo, Torino 1942,prim e dieciparole fortialle pp.3, 13,23..., 103;
B = C.PAVESE,La bella estate,6a ed.,Torino 1949 (lingua volutamente prossima alla varietà regionale piemontese),pp.7-41 (prim i7 cap-) per èom plessive 6.306 parole forti; C = C. Mrool-lllcu, L'incubo nero, M ilano 1950, serie 44I gialli M onda-
doriA,n. 87,22 apr.1950 (vicenda in ambiente ispanoamericano conprotagonistianglosassoni),prim ecentoeultimecentoparoleforti;
212
1V.Nzfoth eJormeefunzioni
4 Rtànovamento g tradimhne
213
m ila parole deidiecitesti coslsce' lti gliesotismi sono soltanto 96,includendo tra questianche ilatinism ie grecism inon perfettam ente adattati,ossia due categorie diparole che appartengono,in realtà, al patrim onio tradizionale italiano: si constata dunque che gli esotism i costituiscono appena lo 0,480 /o dci testi italiani anche pil h inclini ad usarli. 11 signifcato di questa cifra richiede perö un approfondim ento.Come si è detto, ne1lessico italiano esotism i, latinismi
e adattamentiimperfetticostituiscono il5% delle unità lessi-
D = Uxlolq' E GOLIARDICNITALIANA,Goll ardia Jculturaeintellt kenza(dagli atti del VI e V11 congresso dell'UGI),Firenze 1954 (lessico larga-
tiche: se la m edia delle frequenze delle parole tradizionali e la media dclle frequenze degliesotismifosse la stessa,esotismi e non esotism i nei testi dovrebbero stare negli stessi rapporti in cuistanno ne1vocabolario.La diferenza pu6 spiegarsisoltanto amm ettendo che gliesotismiesistentine1vocabolario italiano vengono usatiin media meno diquanto in m edia vengono
cali esistenti ed i soli esotism i in senso stretto ascendono a1-
1'1,60/0.La diferenza tra la percentuale degli esotismiesistenti nel vocabolario dell'italiano contemporaneo (1,60/0) e la percentuale della frequenza d'uso degli esotismi (0,48),in testioltretutto procliviad adoperarli,è rilevante.t evidente
che la diferenza tra le due percentuali non sussisterebbe qua-
loraleunitàlessicalicostituentiil98,4% diparolenonesotiche avessero in media la stessa frequenza dell'1,6% diparole eso-
m ente aperto a neologism i e tecnicism igiuridici,sociologiciy esisten-
zialisticiecc-),prime cento parolefortidi5 diversidiscorsi(pp.7-8, 14-15,37-38,52-53,60-61); =
=
AIJTORI VaRl,La cultura illuministica in Italia, Torino 1957, prim e
cento parole fortiall'inizio didiecisaggi diautoridiversi(pp.13, 23,43,69,87,148,1é3,189,208,222); J.K.GALBRAITH,Economiaebenessere,M ilano1959,trad.G.BADIAI-I, prim e dieciparole fortialle pp.11,21,31...,101;
G = 4 (11Mondob i(settimanaledir.daM.PaNNtixzlol,25ott.1960,pp.1-2, com plessive 4.300 parole forti;
H = t411GiornoA(quotidiano diM ilano),18 luglio 1962,pp.1-2 (lessico incline a neologismi, sigle, tecnicism i; titoli anticonvenzionali: In trattoria z/loztldi Anitona ; 27 fpezzi' / diversi,comprendentidiversi
riassuntidistampa estera),circa 3.700 parole forti; = 411Giornoh, 17 luglio 1962,pagina sportiva (frasiincomprensibili all'inesperto di questioni pugilistiche e simili:4talla fine del match c'erano sette punti per l'arbitro Barrovecchio oltre alla sensazione
destata da1 knock-down in:itto al challenger'h l), circa 2.000 parole forti; K = L. M ASTRONARDI, 11 maestro di Vigevano, Torino 1962 (presentato dall'editore come jtuna scrittura che adopera come viene viene la
lingua parlata,le espressioniburocraticoscolastiche e il dialetto, )), pp.9-19, 1560 parole 44fortih. fondo tradizionale . . . . . . grecl 'sm l'l -m perfettam ente o non adattati . . . . . . . . . latinisrni irnperfettamente o non adattati . - . . . . . . . ga lClSCT11 . . . . . . . . . artgllclsm l . . . . . . . . . gerlnanlslnl . . . . . . . . ltriesotisrni adattamentiparziali
B 6.300
F 98
1 3
l
fondo tradizionale . . . . . . grecism i l'm perfettam ente o non atlattati . . . . . . . . . . latinism i im perfettam ente o non adattati . . . . . . . . . gallicisrni . . . . . . . . . . angllclslnl . . . . . .
G 4.290
H 3.720
1959
8
gerlnanlsnu . . . . .
9 3
5
Dei 96 esotism iipil h frequentisono: bar . . . 6 match . . . 6 tram . . . 6
in )) .)
Alm .. . . 4
A
velter . . . autobus . . record . . . stayers . . ring . . . taxi . . . . test . . . zf //ertwl . .
4 3 3 3 2 2 2 2
') h) )/ ') > ï i lh h /
3 1 1
1
1 1 2 1 1 1 1 1
totale' 19.714
13 9 60
4 6
altriesotisrni . . . . adattarnentiparziali
K 1560
testi diversi solo testo àà hh
h )
A
lh )/ Si # testi diversi solo testo ) h k / h h hh ti ) h h
214
1V. NuoveformeeA aaioa/ '
usate le singole parole del fondo tradizionale della lingua. Oc-
corre cioè concludere che dinanzialle scelte yecord /primatoy .
bar jtw#?,knock-out/fuortcomb 'attimentoecc.iparlantinon adoperano indiferentemente l'uno o l'altro termine della coppia,m a optano, più spesso di quanto credano itradizionalisti pessim isti,periterministrutturalm ente più legatialfondo tradizionale italiano. Tale preferenza non è spinta sino al lim ite dell'abbandono dell'esotismo,almeno in m olte decine di casi, m a tuttavia la sua esistenza è accertabile nelle sue menzionate conseguenze. Ed è proprio l'esistenza di questa preferenza difusa e comune per ilterm ine non esotico che crea la possibilità d'un accorto uso stilistico dell'esotismo, non soltanto su1 piano alquanto banale delle formule pubblicitarie, le quali ricorrono di preferenza all'esotismo appunto per la sua relativa eccezionalità,ma anehe su1piano più qualifcato delle scritture letterarie,in cuil'esotism o giova non solo a denotare alcunché, ma anche a suscitare risonanze stilistiche estranee all'eventuale equivalente non esotico,com e felicemente è stato osservato da
uno scrittore italiano,ilPiovene(v.app.56). Se ia difusione degli esotism i non ha in sé nulla dirivoluzionario, non per questo essa va sottovalutata. G1i tsqtismi sono infattiilsegno più evidente, a un tempo un efetto e una causa, di una notevo'le trasformazione delle norm e diutilizzazione dei fonem i italiaqi, una trasformazione tendente ad un im-piego più economico deifonemiesistentiattraverso un accresciuto numero di possibilità com binatorie e com portante la
possibilità diparole più brevi (app. 64 11 1,2). Ed insieme negliesotism idim aggior frequenza, comehlm,bar,s port,l'assenza di ogni contrassegno m orfem atico del num ero singolare o pltzrale57 si collega a una tendenza profonda alla semplif57 G 1i esotism ianglofrancesicom e contrassegno di plurale conservano la -s pluralizzante anche correntem ente soltanto hnché restano a bassilivellidifrequenza:cos),in 4411Giorno b idel17 e 18 luglio 1962, cit.supra, no. 56,hanno la -s al plurale vocaboli com e test o stayer,
ma talecontrassegno non è pil h usato pervocabolicome bar(cfr.BATTACLIA s.v.),sport(cfr.Lagazzetta #egll 'sport,daI1962 titolo diuna rubrica lissa diterzultima pagina in 4411M ondo ) 9,hlm (cfr-,peres.,
4. Rinnovamento e tradizt'one
215
cazione delsistem a delle distinzionimorfematiche ed allo sfruttamento delle relazioni sintagm atiche al fne di individuare la funzione sintattica d'una parola:in nessi com e sport nazt hnale,
sporttradizionali,$lm censurato,jlm neorealistici,barchiuso,bar elegantiecc.la funzione sintattica disingolare o plurale deitre sostantivi risulta ad esem pio dal loro nesso con g1iaggettivi o
participiseguenti.M a illegame tra accettazione degliesotisrrfi'l .-.- . ( eo ndenze epdp-gçlw..d#1 pispm : lipguistico italiano si delinea -...-. ..
.
.
con m agglor evidenza quando ilfenomeno sia considerato com e parte de1quadro,più vasto e com plesso,dell'evoluzione dell'intera com pagine lessicale italiana e dei rapporti,anche a livelli diversi del lessico,tra il sistem a linguistico italiano e gli altri . europei. Le pregevoli indagini esistenti su singoli aspettidellessico italiano postunitario,utilizzate aldifuoridivalutazioniquantitative necessariea darilsenso diinsieme deifenom eni, possono avercontribuito non poco a creare,anche neilinguistipitlàvveduti,l'im pressione di una evoluzione e di una crescita vorticosee caotichefdiun sovvertim ento rivoluzionario delleconsuetudini linguistiche tradizionali58. Ancora una volta sia lecito sottolineare che soltanto ilricorso a com putistatistici,delresto
G.SAoout. ,11cinema,Torino 1949,pp.12,13 epassim :1 .Alm,primi #f A A l ec c . ) . , . 58Oltreg1istudicitatisupra,no.54,cfr.ivarilavoridiA.JIJNKER, W achstum und W andlungen im neuesten italienischen W ortschatz, Erlangen 1955,10.,Zur M odcztl tvf im zeitgensssischen ltalienischen,frM itteilungsblatt des Allgem . D eutschen Neuphilologenverbandesb $, 1957, pp. 38-40, 73-78, 1D., Gesunkenes M etapherngut im zeitgenossischen
jtalienischen,in Syntactica und Sff Wàf/' ctz.Festschvl ftfurE.Gamillscheg, T ûbingen 1957,pp.243-259,in cuisiindividuano ivaricentridiirra-
diazione dimetafore:la guerra (gueyya tra le bellissime,tl f/epw' gptz del Jreddo),la politica,specie economica (criterio guida,programma basej, le mode :losoflco-politiche (dialogo,apertura),la psicologia (complesso delPC1j,la religione tradizionale (avcangelo della velocità,. ? J1 crucis dei neroazzurrij, le reminiscenze classiche,soprattutto fra i cronisti sportivi(Soloni della lega,laurearsiin tennis).Una ricca sorgente di metafore alla m oda è la psicoanalisi,specie freudiana: cfr.E.W Elss, Concettipsicoanalitici,4U lisse h )1,2,ag.1947,pp.279-286, M .CORTELAzzo LN XX I 65.
216
1V. Nuoveforme efunzioni
elem entari,soltanto il ricorso alle 4 $astrazioniï inumeriche, apre la via a intendere ifenomenilinguisticinella loro reale e concreta storicità. U na prima indagine condotta su1 patrim onio lessicale italiano, tralasciando per il mom ento di tener conto della frequenza media deisingolilessem i59,porta a concludere che circa
il30 % deivocaboliapparsinella plurisecolare storia dell'italiano sono a m età de1 Novecento relitti archeologici non pitl utilizzati. Occorre mettere in evidenza che di queste perdite ilperiodo postunitario è responsabile soltanto in minima parte: su 31 o 32 vocabolinon più usati,2 soltanto erano in uso ancora all'inizio dell'ottocento, mentre per 29 l'uscita dall'uso va ricondotta aisecolianteriori,tra iqualisoprattutto ilperiodo
rinascimentale è responsabile delle perdite per circa il 50% deicasi.In genere,quindi, sipuè dire che ivocabolirestatiin uso Nno agli inizi dell'ottocento sono sopravvissuti anche ne1 periodo postunitario. La stessa indagine m ette in luce la presenza ne1 lessico iialiano diun gruppo noteyole ditecnicism i, ilcui uso è lim itato a testiscientifcio ad attività artigiane o industrialiristrette 59 In questa prim a indagine siprescinde dalla frequenza d'uso dei lessem i considerati: va solo ricordato che, essendo i vocaboli di più aha frequenza una esigua m inoranza nel complesso de1lessico, ne1 se-
guente campione (data la sua costituzione) i vocaboli saranno nella grandissim a maggioranza lessem idibassa freqtlenza:in esetti, su 100
solo uno (atrocej è incluso in KNEASE IWL.Su cento vocaboliscelti in BATTAGLIA 1 condiderando le prim e dieci parole forti ogni cento
pagine apartire dap.1 (ed escludendo levocidipuro rinvio ad altre) sihanno iseguentirisultati: usuali
dalle origini . . . . . . dal Cinque-seicento . . . dal Settecento . . . . . . dalprim o O ttocento . . . postunitari . . . . . . . totali latinismi,esotismiecc. . . TOTALE
21 3 2 1 15 42
usatisolo in
usatisologp
non
2 ---8 10
1 2 1 5 6 15
6 15 4 4 2
testiletterari ambgtitecnlci più usuali
4.Rinnovamento e tradizione
217
e che,quindi,risultano dië cilmente com prensibilifuoridiquestiambiti.Per m eno diun terzo tali vocaboli sono entrati in uso tra ilperiodo delle origini e l'Ottocento, per meno di un terzo nelprimo Ottocento,e peroltre un terzo nella fase postunitaria: il generale sviluppo tecnico delle discipline umanistiche e scientifche e,per quanto riguarda in particolare l'ltalia, la completa ristrutturazione delle attività produttive avvenuta dopo l'unità e il passaggio da un'economia a base agricola a una economia a base industriale, rendono a dir poco plausibile che almeno per un terzo il lessico tecnico sia costituito da vocabolipostunitari.Una sezione non indiferente del
lessico,parial10% ,risultacostituita da vocaboliusatiepisodicam ente in testiletterarie inconcepibilialdifuoridiquesti: è ilcaso,per esempio,diabadessa, acconi gliorato,avvilucchiare, e di altrivocaboli arcaicio de1fondo popolaresco toscano che scrittori come D 'Annunzio o Viani hanno tentato di inserire nella lingua comune,m a senza successo. A parte una percentuale di esotism i che,a conferm a delle
precedentiindagini,risulta ancora unavolta esigua (2 0/0),soltanto il42% deivocaboliregistratiin un completo dizionario storico è dato da vocaboliusuali.Diquesti42 vocaboli,21 sono ininterrottam ente in uso dalla fase delle origini,6 sono entrati in uso nei secoli che vanno da1 Rinascim ento alle soglie dell'unità,15 sono vocabolientratiin uso nelperiodo dell'unifca-
zione (includendo in questo,ad esempio,ilGiusti,ma escludendo tuttaviailM anzoni)o nelperiodo postunitario.Percirca il 350/0,dunque,ilvocabolario usuale è costituito da lessemi di origine unitaria:ciö denota certam ente una rilevante inventività linguistica nel settore lessicale e potrebbe sem brare una conferma de1sospetto secondo cuil'italiano postunitario sarebbe spggetto a un forte sconvolgim ento.Per dissipare tale sospetto è indispensabile considerare più da presso ivocaboli postunitari60:in 10 casisu 15 le neoformazioni consistono nello svi6e Vocaboli postunitariusuali tra i100 dicui a nota 59:accondi-
scendente,accondiscendenza (sviluppanoilsettecentesco accondiscendere); aferente (anglofrancolatinismo, entrato in ambiti tecnici nel primo
218
fJzr. N uove./brple e.fzf??zl ' ozi/
luppo,secondo imodulidi derivazione e sufissazione pil h tra-
dizionali,divocaboliusatifin dalle origini,come affermare o avviluppare,da cuisono tratte le neoformazioniaffermabile e avviluppante;id 4 casisitratta diderivazioni,sem pre secondo
4 Rinnovamento e tradt'zione
219
constatare che diessi1'84 % risale alla fase delle originie il 16 % al Rinascimento; nessuno di questivocaboli è esotico (perfno abartoccameno diuna colonna),nessuno è diorigine
m oduli tradizionali, da vocaboli già usati nel Settecento; in un solo caso,infne,siha una neoformazione che soltanto per ironia potrebbe dirsi meno tradizionale delle altre:sitratta in-
postunitaria, nessuno è scom parso dopo l'unità.A1 livello dei vocaboli di m aggior frequenza, non disturbata da interferenze di fatti episodici e secondari,la visione dell'evoluzione storica de1lessico sifa più sicura:ilvocabolario italiano più usuale è,
fattidell'aggettivo afferente che, pur difuso in ltalia sotto la
nella fase postunitaria, ancora per oltre 1'80% costituito da
spinta dim odellianglosassoni e francesi, è tuttavia per form a e funzione un latinismo o, come sarebbe più giusto dire, uno di queimoltieuropeism iche ilLeopardiriteneva didover difendere dalle ire dei puristi. All'imm agine de1 sovvertim ento, della rivoluzione,sem brerebbe dunque già a questo punto opportuno cominciare a sostituire l'im m agine diuno sviluppo che, ' î pur non i ndiferente,non perciè ha com portato una lacerazione C Icontorniditale im m aginesifanno ancorpilhprecisiquando. daglistratipiù superficialidella com pagine dellessico, glistrati cioè costituiti dalla m iriade dilessemi dibassa frequenza quali sono quelli fnora considerati, l'iùdagine, p:r dir cosl, penetri neglistratipiù profondi,verso ilnucleo solido de1lessico. Considerando ad esem pio queivocaboliai quali neldizionario storico de1 Battaglia è dedicata almeno una colonna 61, si puö
lessem irisalentialla fase delle origini,integratiin m isura rilevante dalle neoformazioni rinascim entali. Dal punto di vista delle forme, le età posteriori, compresa quella postunitaria, hanno rispettato e tramandato attraverso le generazioniilvocabolario più usuale quale si costitultra ilTre e ilCinquecento. Ciè non signisca perö che siano m ancate,specialm ente dopo l'unità, notevoli innovazioni sem antiche.U n quinto dei vocabolirisalentialla fase delle originie oltre la m età deivocaboli rinascim entali sono statisfruttati dopo l'unitâ in nuove m etafore e in nuove accezioni.Va m esso in evidenza che soltanto in un sesto o in uh settimo dei casi di ampliam ento funzionale, questo è avvenuto attraverso calchi sem antici, cioè sotto la spinta di modelli alloglotti62. La persistenza de1lessico fondam eptale delle originiè ulte-
riormente accertabile grazie alla integrazione dei dati quantiOttocentoediquidifuso);affermabile(sviluppal'originarioafermarej; al heresco,alheriano (difusinell'ottocento,modellatisu ovviaggettivi danomipropri);annualità(sviluppodell'originarioannualej;apriscatole (formato dalessemiusualidalleorigini,secondoun modello dicomposizione tradizionale);arruffamento,arruffapopoli,arrufata,arruffatore, arruffatura (fortunati già da metà Ottocento,sviluppano l'originario arrufare,che è portatore difunzione metaforica in età postunitaria); avviluppante,avviluppatamente(sviluppano l'originario avviluppare). 61 Restringendo l'analisi a vocaboli di più alta frequenza, per esem pio quelliche nelBATTAGLIA sono trattatiperalm eno unacolonna, e scegliendone 50 dati da1prim o collocato alle pp.1, 11,21...491 in
BATTAGLIA 11 (ove manchiin dette pagine,ilprimo nelle immediatamentesuccessive)sihaun quadro molto più semplice delprecedente: su 50 vocabolidifrequenzanotevole,42 risalgono alla fase delle origini, 8 alRinascimento.8 dei42 vocabolidelle originie 5 degli 8 vocaboli rinascim entali hanno avuto im pieghi parzialm ente nuovi dopo l'unità
(v.infva,no.62).
62 Vocaboli delle origini, im piegati in m odo nuovo dopo l'unità: banchiere im piegato al femm inile, banchiera; bandiera in nessi com e
verdelrosso bandiera,in senso metaforico (( 4ideale>) ecc.; bastone in metafore(b.tra leruote,redi:.);benemerhoin locuzioniburocratiche; bracciata in accezione sportiva (nuoto);brillarein senso ironico (b.per l'assenza,diceva con disprezzo 1'Ar1la,non era italiano,m a faceva paz' te
della qlingua dell'avvenireh /:aveva ragione);bruto nelsenso di44maniaco sessualeA;buono in locuzioni diverse (buono buono,sta buono, belloebuono 4 (autentico M e,alfemminile,su modellidialettali(buonadonna, bonaj. Vocaboli rinascimentali impiegati in nuove funzioni: basein locuzionimetaforiche(a base(S,gallicismo,basef tmassa diaderenti a un partito,divotantiA),o in funzione aggettivale (pvoblema basejo in senso militare;batteria nelsenso dif tcomplesso diapparecchiature h; bilanciarsi 44tenersi in bilico h; bottegaio com e aggettivo spregiativo;brulicare in senso m etaforico.
220
Ipr. N uove forme e .ftfp/zlbaf
4.Rinnovamento e tradizione
tativi forniti dalla lista di frequenza della Knease e dai dati storici risultanti dai dizionari de1 Battaglia e de1 Battisti63: del lessico fondamentale di più alta frequenza nel Novecento.
levantie tuttavia caute,realizzate senza perderdivista imodelli europei, e tuttavia restanti nel solco di una tradizione che, in un rinnovamento sifatto,trova non già la m orte m a la garanzia di una rinnovata vitalità. Più che l'introduzione di nuovi lessem i, il rinnovam ento linguistico postunitario appare dunque rilevante per il diverso ç nuovo uso del m ateriale lessicale ereditario. Come i rapidi sondaggi statistici prim a condotti hanno già m esso in luce, al livello de1 lessico di bassa frequenza incidono in m isura pari
il56 O /o è costituito da vocaboligià duecenteschi,il 15 % da vocaboliimmessinell'uso daDante,il19% davocabolientrati in uso nelTrecento,poco meno del7% da vocabolirinascimentali,meno de120 /0,inhne,da vocabolidelleetà successive. L'accettazione lim itata di dialettism ied esotism ie la restrizionc delloro uso a una funzione stilistica ed espressiva, che è correlativa al loro m ancato inserim ento tra gli elem enti lessicali di alta frequenza; la scarsa incidenza, anzi l'isolamento dcitentativi direcupero diarcaism iliquidatigià da secolie di ribobolipopolareschi;la conservazione de1lessico delDuecento, integrato da1poderoso apporto creativo di Dante e selezionato ed arricchito nell'età de1 Rinascim ento; lo sviluppo soprattutto semantico dell'eredità tràdizionale; la natura prevalentem ente indigena di tale sviluppo, m a tuttavia non esclusivamente ed angustam enteindigena:questitratti, nell'insiem e,non compongono davvero l'im magine diun sovvertim ento, non consentono di parlare dilacerazioni o di prossim a 44m orte i bdella lingua;certo,non consentono nem m eno che siparli di stasi e di im mobilità, che sarebbero sorprendenti in una fase storica in cuila lingua italiana esce daicenacolideidottie deiletterati e diventa strumento espressivo dim ilioni di individui, ma inducono pitlttosto a parlare di trasform azioni lessicali non irri-
al35 % de1lessico usuale,non tecnico,le neoformazionicostituite da lessemi tradizionali e suëssi tradizionali uniti in
nuove combinazioni(v.supra no.59 e 60);inoltre,al livello deivocabolidipiù alta frequenza, è ri sultato cheoltre il25fyo del patrimonio lessicale è stato impiegato, oltre che nelle tra-
dizionali,in nuoveaceezioni(v.sulwano.61e62).Esaminando queste, è palese in più di un caso, ad esem pio per bandiera in yosso bandiera o per base in pyoblema base, ehe la novità della accezione siconnette a fenom eniiqualitrascendono la vicenda disingole parole,ossia si connette alla adozione dinuoviprocedim enti nell'im piego dei lessem i tradizionali.
Sulla base di alcune form azioni antiche in -t' zare L gr. -
(atomizzare),deaggettivali(nazionalizzarej,trattida nomipropri(coventrizzare):taliverbipossono essere impiegatiin fun-
*3 Restringendo l'analisi a 194 vocaboli inclusi in KNEASE 1W L
zione assoluta ovvero possono essere integrati da un com plem ento diretto ed assum ono a seconda della formula sintagmatica senso equivalente a 4 fessere come... b i ovvero a f trendere, rendere come...h )61. Altresl appoggiato a formazioni tradizio-
s.vv.e D El s.vv.siha: vocaboli risalenl'i a
cifre assolute
cifre percentuali
110
56,5% 15,5 t lo ' 19,5% 1,6Fo 5,3% 1,1A' o 0,5 %
30
38
3 10 2 1 194
:N w, e su1modello delsulsso francese -isersiè introdotto
in italiano un suë sso -izzare:il dato realm ente nuovo e im portante è da indicare soprattutto nella sua praticam ente i1limitata utilizzabilità al :ne di formare verbi desostantivali
42-44 (s.vv.abbandonare - balbettare)e giovandosidi BATTAGLIA I
X III secolo . . . Dante . . . . . . X IV secolo . . . . XV secolo . . . . . XVI secolo . ... . XVll secolo . . . XVIII secolo . . . . T OTALE
221
nalicome ragionare,affezionare,ma nuovo perl'estensione del suo uso è il suë sso -ion-are: i verbi denom inali di tale tipo sono altresl adoperabili in duplice form ula, con o senza com plemento diretto, e valgono co1 com plem ento diretto q jsotto64 F. FocHl,I ' pcrs/'in -ionare, LN X IV, pp. 84-91,a p. 84. !
i
l
222
4.Rinnovantento e tradizione
JJQ Nuovejbrme efunziont '
Porre a...) Lincursionare,contravvenzionarej, f ïmettere in stato di...h (azionaye, congestionarej, mentre ancora più Qessibile
fortunadidue tipisintagmaticinuovi;iltipofar/po ed iltipo formatocartolina oproblemabase.
e legato alle varie contingenze de1 segno è il loro uso in for-
De1 prim o tipo si è già parlato per additare in esso una costruzione fortunata ne1linguaggio alla m oda delsecondo do-
mula assoluta (defezionare,funzionarej65. N elsettore della forrnazione deinom iun procedim ento antico che ha conosciuto una fortuna senza precedenti è la formazione di nomi a suë sso zero tratti da verbi. Come è stato giustam ente osservato,la nascita delle nuove unità lessicali di questo tipo è passata inosservata.a causa della omofonia con aggettivi o sostantivi già esistenti: nella loro consapevolezza linguistica necessariamente sincronica ai parlanti è sfuggito sfugge che,ad esem pio,macero fdatto delm acerare,luogo dove sim acera),scontento 44poca contentezzaA,blocco f4atto delbloccareà )non sono in rapporto diretto con i due aggettivi macero
poguerra ed un esempio cospicuo diinlluenza alloglottaG*:fa Ctz/rfpuùsostituireun tradizionaleèdegno di...,ja hno sipuù im maginare che sostituisca sintagmi già più complessi com e
conferisceI'aspetto #;'cibche?...,mapersostituirej' a 38oJtzrtz/lelo è necessaria una lunga e com plessa perifrasi non scevra di reminiscenze storiche e di notazioni psicosociologiche.
Quanto ai sintagmide1tipo foymato cartolina,essisono stati interpretaticom e costituitida un lessema, caytolina, preceduto da un lessema in funzione diprepositivo, formato;a loro vol ta i prepositivi sono stati deEniti Lplerom atem i a preposizione zero con funzione preposizionaleA69. Accanto a questo tipo esiste l'altro palesemente aë ne, cioè iltipo problema base,/wrola tr/l/ bwe,che è lecito interpretare come costituito da una pa-
escontento,econ ilsostantivo blocco(#; 'pietra),masono deverbali a suë sso zero dei verbi macerare, scontentare, bloccare66. L'estesa utilizzazione de1suësso zero siconnette,insieme con la tendenza a evitare il cum ulo dei suëssi67, alla già rilevata inclinazione a sfruttare ne1 modo più econom ico il m ateriale linguistica.esiqthflte:à,questà-'stessa inclinazione va ricondotta la fortuna dei due suë ssiverbali già ricordati, grazie ai quali puô venire eliminata quando piaccia una estesa serie di peri-
rola variabile,problema o parola, e da un 4pleromatema i bche sostituisce volta a volta aggettivi, proposizioni relative e altre più o meno com plesse locuzioniperifrastiche70. Non sono rarii casidi parole assunte in funzione di prepositivo e di posposi-
tivo:esem plare è ilcaso ditt p '0,che appare ora come prepositivo, col valore di qappartenente al tipo di, de1...h ), ora com e
frasi.2 ancora una esigenza dibrevità che determina la vasta
pospositivo,colvalore di 44rappresentante il tipo di..., de1...h ). La com binazione di due lessemi bivalenti quali, ad esem pio,
65Elenco diverbiin -ionare in Foclll, art. cff.,pp. 85-89 e nella nota di B. lvllct-loytlxl, ibid., pp. 89-90: dall'ambito delle tecniche
tipoformato,ovvero diunodiquestiediun aggettivo chepossa
industriali provengono azionare,emulsionave,funzionare; dall'ambito
esser sostantivato,porta alla costituzione disintagm icom e tipo
comm erciale proviene commissionare; dalla term inologia m edico-bio-
formato o inglese fèo o tipo inglese in cuila funzione deidue
logica vengono congestionqre,frizionare,suggestionare,emozionare,se-
lessem iè segnalata e deve esser segnalata, oltreché necessariam ente dalla loro rispettiva collocazione, dalla collocazione del sintagm a nella frase.Nell'ambito delcom plessivo segno lingui-
zionare,ustionare;dalle cerchie diburocrati,dirigentipoliticied eco-
nomici,economistiecc.vengono convenzionare,defezionare,dilazionare, sanzionare,infazionare, dejlazionare,dimçssionare. l denominativi in aredatemiin -ion-sono presenti,anche se rari,già nellatino classico: cfr.per es.i deponenticontionari,auctionari. 66 Cfr.C.M ERLO in 4fPaideia *,6, 1951,pp.100-101,M ICLIORINI in LN 13,1952,80. -
t )
87Cfr.B.M lct-loulxl,Sulla tendenza a evitareilcumulodeisus ssi nellaformazionedegliaggettivi,ih Festschri ft# .F zf#,Berna1943,pp.442-
' j
452. ,
#
t
B8V.supra,no.32,54. 69M .M Eolcl,1 prepositivi,LN 14, 1953,p.82;prepositivisono,
ad esempio,formato,genere,marca,misura,stile,/2/0,tramite,uso,via. 70 Pospositivi con funzione di aggettivi sono, ad esempio, (argomentot basc, (argomento' l chiave, Largomentoj princi he, t/t7ro/t zl tema, (seduta,discorso)llzz?ze,(orario)ponte,()%#/e. çe) 1,/0,(lingua) standard.
4
,
224
4.Rinllovamento e tradizione
1V.N uovejbrme efunzioni
stico ilsintagma,quando ciô risponda alla esigenza dideterm inazione di una form a lessicale fssa che individui stabilm ente un signifcato,viene,per dir cosl,saldato nelle sue partie trasformato in composto:al sintagm a trasmissioniradio puö sostituirsi il com posto radiotrasmissione. Rispetto aitradizionalitipidicomposizione esistentiin ita-
frutto di una seconda possibilità nuova, anch'essa largamente popolare:la possibilità dell'abbreviazione di un composto per
cuidaradiofonia siricavaradio,dasubacqueosub,coslcomegià allaEne dell'ottocento da automobilesiera ricavato auto;le neoform azioni siflktte possono venire a loro volta ricom poste, come appunt o nelcaso diradiotyasmissione o diradioaudizione J .
liano,qualiportabandiera ocapomahain cui,qualechesial'origine,l'elemento determinante (maha,bandierajsegue ildeter-
.
.
. .
L'esistqnza .nell'italiano postunitario di un tipo sintattico
come fa /vo, di elementi lessicali come zanarchia (coniato seherzosamente per Zanavdelliarchia), in genere tutti i fenomeni relativi all'assunzione di nuovi procedim enti suë ssali e sintagm atici, presuppongono due condizioni: l'esistenza e il peso determ inante di un uso scritto della lingua, l'esistenza e ilpeso non m eno determinante diun pso parlato. L'esistenza diun uso scritto della lingua, delle formule scritte com e riferimento dell'uso successivo,va postulata p .er due m otivi:come tramite necessario fra la tradizione italiana e imodellieuropei, che potevano Rroporsi con tanta el cacia soltanto attraverso la scrittura;in secondo luogo, almeno per tutta la prima fase de1periodo postunitario, com e supporto necessario a che imodelli, una volta introdotti, venissero ripresi e resi noti agli individui di una comunità in cui vigevano ancora le 44m arche di separazione , àdei dialetti.D e1 resto, si è già accennato più volte al fatto che la tradizione grahca ha plasm ato in m olti aspetti le form e e le strutture fonologiche dell'italiano comune postunitario 73. M a non m eno indispensabile al verifcarsi di
71 Su1 carattere dei com posti tradizionali cfr. l'am pia trattazione
in GOIDXNICH Grammatica 145-148,dovesidistinguono:.4)icomposti del tipo batticuore,guardaportone, tagliacarte, Aom/l ftzpt?,mangiatutto,
parapiglia (c. d. imperativali: cfr. S. HEINIMANN, Die italienischen Imperativkomposita,( fArchiv fùr das Sttzdium derN eueren Sprachen >, 186, 1949, pp. 136-153; m a A . PAGLIARO, Sommanh Jf linguishka arioeuropea,Rom a 1930,p.161 e R.H ALL LN 8, 1957, 22-23 interpretano ilprim o elem ento com e tem a verbale a stlm sso zero,evidente
in facidanno,facibene); B4 i composti 4verbali d'altro tipoA,come cascamortop tornaconto (che, respingendo l'interpretazione de1tipo . , 4 come imperativale, andranno uniti alla categoria precedente); C) i compostididue sostantivi,suddistintiin:a4appositivi,come capocomico,capoluogo;b4attributivi,come caposaldo,caposcarico;c)complem entari,com e caposezione,capostazione,ecc.La declinabilità alplurale e alfem minile deicom postitradizionalipresenta numerose oscillazioni dall'uno all'altro e dall'una all'altra zona: G OIDXNICH Grammatica
286 (a),(b), (d), 287 II,1,2;R. M .RIJGCIERI,Compostinominall
guaggio in medicina, ( $11 Protagora. Rivista bim estrale di cultura ' à, 52-55,ag--ot.1967.estratto di40 pp. Anche illinguaggio della politica è stato fertile di com posti, da statocrazi a (1884) e zanarchia (1883),
italianie loroplurale,f (Rom ana A,4,1940,pp.572-78;talioscillazioni mancano nei composti dinuovo tipo,a determ inante + determinato,
suiqualicfr.,periprimi,A.L.M EssERl,Ferrovia,ferroviario,LN 16,
costruito da Zanfarkdellij+ Lmojnarjchia (R. DE M ATTEI,LN,XVII 42-44),fino alla demoplutocrazia (LN,XlX 127).Ne1Diz. di./bno/t wl, Roma 1962,diBELARDI-M INISSIsipuù calcolareche circa il33 % dei
1955,pp.73-74,e inoltre B.M lot-loRlNl,<Super-'nella lingua contem-
poranea,AR,1937,pp.211-27,1D.,11/,/0 radiodl yusione' ,*'per setto ri . di particolare vitalità della com posizione cfr. G . PETTENATI,Sul ltn-
.
equivalentia radtofonotrasmtsstone,radlofonoaudtzlone72.
minato, il tipo radiotyasmissione rappresenta una innovazione, avvçnuta sotto la spinta deim odelli greci o grecizzanti tradizionalm ente presenti nelle term inologie tecniche,e deimodelli tedeschie anglosassoni71.M a iltipo radthtrasmissioneè insieme
guaggiorecentedeimedici,LN 14,1953,pp.24-27 (un esempio dicomposto medico:epatocolangioenterostomia),1D.,Nomenclaturafarmaceutica (e nomibrevettaticommerciali),LN 16,1955,pp.22-27;P.G. GOIDXNICH,Compostinominaliibridinelle terminologie scientihche,LN 2 (1940),pp.60-61;E.D.VITALI,Considerazionisulproblema delS' a-
225
il
(!f
! j
termini sia costituito da com posti, quasituttigrecizzanti o già greci. 72 Cfr.,a proposito diauto e tele, B.M IGLIORINI LN , 11 13,14. 73 Co1 diflbndersi dell' uso parlato la gralia tradizionale ha induito anzitutto sulla costituzione articolatoria e acustica delle unità fonematiche italiane e sulla persistenza o l'indebolim ento della distinzione fonetica tra le varianti d'uno stesso fonema; in secondo luogo, sulla
226
1V. Nuove./brmc e. /i/? 7zït?;' ?! '
quei fenom eni è l'esistenza di un uso parlato, ilgrande fatto nuovo nelle vicende della storia linguistica italiana postuni-
taria:zanarchia efa/at?presuppongono chealmeno in qualche persistenza o l'indebolim ento delle stesse distinzionifonetiche rilevanti alline della distinzione deifonem i,cioè sulle cosiddette 4topposizioni' à
ftlnematiche (per una critica alnon felice termine 4opposizionehcfr. BELARDI Fonologia 77-78); inoltre ha in:uito sullo strutturarsi dei fonem iin serie che individuano i diversi lessem i e le diverse varianti
morfematiche d'uno stesso lessema (voci dello stesso verbo, varie forme d'un aggettivo ecc.);lagraha,inhne,ha agito sullenorme fonologiche regolanti la giuntura dei vari lessemi nella frase. lnsomm a, l'inlluenza della grafa nello sviluppo diacronico e nella funzionalità sincronica del sistem a fonematico italiano in ogni sua parte è un esem pio cospicuo diuno diquei 44docum enti storicih ) extralinguistici cui il linguista deve 4all'ultim o ) h rivolgersi per intendere 4le circostanze che hanno potuto inouire sulla genesid'un ' m utam ento lingui-
stico' ) (MARTINET Eléments 217).Sicomprende perciù bene perché a tale inouenza sisiano spesso richiam atistudiosiche m iravano a cri-
ticare l'interpretazione strutturalista (e forse ormai gioverebbe dire '.paleostrutturalistah $) del sistema linguistico e delle sue evoluzioni fondata su due ipotesi: quella d'una integrale autosuGcienza delle forme linguistiche, e specialm ente delle unità fonem atiche, nella loro funzionalità sincronica,e quella,conseguente alla prim a, della origine interna al sistem a stesso di ogni mutamento.Oggi,grazie all'opera di studiosi non italiani, com e ad esem pio B.M almberg, E. Coseriu,A.
M ' artinet (cfr.BELARDIFonologia 97 sgg.),e distudiosiitaliani,come A .Pagliaro.A' 1.Lucidi,L.H eilm ann,W .Belardi,dello strutturalismo
saussuriano etrubeckojano èpossibilericonoscere sial'apporto decisivo allo sviluppo delle conoscenze linguistiche sia ilim itie le im precisioni concettuali e fattuali; cosicché è orm ai anche possibile,senza tim ore dicaderein una fastidiosapolem ica antistrutturalista divecchio stam po, riconoscere in quelle due ipotesila trasposizione in term inipiù m oderni
(la 4 ftraserizionefonematicaà h,verrebbefattodidire)delrozzodiscorso positivistico e ottocentesco sulle lingue come j qorganism i vivi*, che nascono,crescono e muoiono secondo un proprio autonom o ciclo vitale. In una prospettiva d'ordine generale sicollocano pertanto consapevolm ente le osservazionidi M ALMBERG Système phonologique 37 e passim e di Vlnos M anuale 43 circa l'influenza della graiia sulla fonologia italiana.Aisingolinum erosifenom enia ciè relativisiè accennato nella presente trattazione; qui gioverà considerarli nell'insiem e. La grafa non im pedisce nel Settentrione la realizzazione di ogniocclusiva sem -
plicecomemedia(app.64I1);frena,invece,lespirantizzazionitoscane,
J.Rinllo%?amento e tradizione
am biente non si abbiano complessi nei confronti de1 sistem a linguistico entro cui la parola e il sintagma si collocano, am bienti e situazionicome la seduta parlamentare o la conversag1iscem piam entisettentrionalidelle intense e ;raddoppiamentim eri-
dionalidi/b/e/d5/intervocalici(64 l1),latrasformazionesettentrionale diIpIin ynj/(64 l3);favorisce,con lesueindistinzioni,laconfusione e oscillazione tra variante sorda e sonora dei fonemi africatie
fricatividentali(app.64 l 2 b,64 1 5),rende incerta la sopravvivenza della distinzione fonematica tra grado semichiuso (/e/, /0/) e grado semiaperto (/(/,/a/)delle vocaliditimbro e od o (app.64 1 6 a,e supra p.188,e no.28);determina,infine,ilvocalismo dimolte parole '
di provenienza alloglotta il cui adattam ento fonologico italiano parte dalla form a scritta letta secondo le norm e ortogra:che e ortofoniche
lradizionaliitaliane (app.64 l 6 b),determina ilpassaggio diygn/a /p/negliesotismi(app.64 111),lanon assimilazione deglialtrigruppi consonantici e quindi nuove norm e nella distribuzione fonematica e
nella fonologia digiuntura (app.64 11 1,app.64 111).In diacronia, l'adeguamento alla grafa ha determinato ilpassaggio di /J/ (da ysj/ latino)a /tJ/in bacio (D'OvIDIo,cit.all'app.33),laçonservazionenel M uzogiorno di/j/postpalatale (app.62 I a 4),la emergenza diuna /j/.e non soltanto nelM ezzogiorno,dopo /tJ/,là dove questa era ed
knotata con ci-(R.A.HALL,La f kgrammatica deglisbagli' hnellagraha #W/eparole straniere,LN 18,1957, pp.23-25),latendenzaalla regres-
si/ne di/tts/a /ts/làdove questaeranotata con -z-semplice (M ALAcou Ortoepia 100);èun aneddoto,manon trascurabile,latrasformazione diun nom e pur popolare un tem po, quello di N ino Bixio, da
tlbi:go),sola forma originariamente legittima,a gl biksjo),sola forma oggi valida (A. GABRIELLI, Dizionario linguistico moderno, M ilano 1955);infne,la norma tradizionale percuile parole fonicamente accentate sull'ultim a sillaba hanno nella grasa l'accento gralico sull'ultima vocale ha fatto slchc,negliesotism iin cuil'accento gralico m an-
cava,sisiano avute pronunzie con axxento ritratto (cknac anzicché rognàc e persno, ne1 Sud, Càvour: PASQIJALI Osserrazioni 69-70). L'im ponente grafcizzazione della fonologia italiana poggia non solo
sulcarattere quasifonematico dell'ortografia italiana (supra,no.28), ma anche,senza dubbio, sulla sproporzione esistente ancora ne1 1950 e ancorpiù nel passato tra coloro peri quali l'italiano era una lingua
non solo scritta ma anche parlata (circa 15 milioniemezzo)e coloro, per i quali l'italiano era una lingua praticata.prevalentem ente nella
1
produzioneericezioneditestiscritti(21milioni):cfr.cap.111,no.42, tabella IlI per queste due cifre, e cap. II, 4 per periodi anteriori al 1950.
228
fF.Nltove -foypleehtnziqiti
4.Rinnovamento e tradizione
zione scherzosa in cuitorniutile e siim ponga com e necessaria l'innovazione,in cuisiabbia piena confdenza con lo strumento linguistico cui si ricorre. La larga difusione e la produttività a tutti i livelli sociali dei procedimenti sopraindicati richiede la presenza di un uso parlato sem pre più largo come tram ite necessario per trasm ettere le nuove forme e le nuove strutture a tutti g1i individui di una comunità in cui gli analfabeti e i sem ianalfabeti sono stati a lungo la m aggioranza. De1 resto, l'esistenza delparlato è condizione indispensabile per intendere la genesi di fenom eni cui già si è accennato: dall'im missione di lessem i dialettali fonologicamente italianizzati nella lingua
Dalle consuetudini del linguaggio parlato, nel quale, sotto la spinta dell'em otività, più facilm ente trovano accettazione blocchi sintagm atici incom piuti, ellittici, che punteggiano di tentativi di innovazione e semplilicazione quasi ogni discorso, e dalle esigenze diuna scrittura rapida,quale siha in contingenze numerose, ne1giornalism o, nella pubblicità, nella prosa
scientihcasemiformalizzata,ovuniueinsommaiproblemidel-
l'eufonia ed euritmia cedono dinanzia quelli della concentrazione diun massimo dinotizie nelm inim o spazio, scaturiscono potenti correntirinnovanti,nelsenso dello sfrondamento,im odulisintatticiitalianitradizionali. Un'ellissi orm ai stabilizzata ad opera di propagandisti politicie della pubblicità è iltipo camminate Pirelli, gpoftzfd?sociap. 2çztz, usato sin dagli anni anteriori al secondo conflitto n)()ndiale75. Se qui è colpita una preposizione, e lo ( stabilmente, in altri casi, con maggioripossibilità direintegrazione, l'ellissi investe altri elementi: elem enti pronominali, com e suo, sua in sintagm i originati nella lingua parlata, ma accolti poi nella
scritta(supra,no.32,-37)all'adozionedelladesinenza-onell'impvrfetto (supra,no.8),forme aimarginidella tradizione scritta sisono imposte grazie alla loro presenza nellinguaggio parlatm e al peso crescente che questo è andato acquistando.All'uso parlato,inoltre, sono probabilmente da ricondurre i num erosi casi di individuazione funzionale o di elim inazione degli allotropi: là dove l'uso tradizionale della lingua scritta oscillava, talora da secoliy nel proporre due varianti, come rado e raro. evl.pf fo
IinguascrittaancheletterariadaPirandelloaPavese(seIorf/atyffe in tasca < lo rimette nella sua tascaj;congiunzionicon verba putandi (credojacciano unhlm vecchih ;interiblocchidicon-
e impeto, cultura e coltura, tono e tuono, doventare e
diventare, una m aggior confdenza con l'uso della lingua ha consentito che una delle due forme, diventando sensibilm ente meno frequente dato l'uso accresciuto, cadesse,ovvero ha portato a diferenziare il signifcato delle due form e71.
giunzione e verbo,com e neisempre più difusi 4ablativiasso-
lutib iecostruttiappositiviprolettici(venutoil tale,w' tzraousciti; cncciatoreappassionato,ilFucinl'...);anchein un altro Uostrutto ?'un elemento verbale che tende a scom parire:nel cosiddetto stile indiretto libero,che consente alla narrazione di accostarsi alparlato,senza riprodurlotra virgolette, diesserrealistica senza
74 Per allotropi elim inati dall'uso della lingua italiana com une v. ad esem pio app. 60 l c. D iferenziazione e individuazione funzionale diallotropisiè avuta dopo l'unità,ad esem pio nelle coppie,origi-
esserefotografca:presentegià ne1M anzoni(#S 438:44Renzo...
nariamente allotropiche,avrossarearrossire,assovdareassovdire(RoMA-
in pochigiorni,sitrovù fuor dipericolo. Co1tornardella vita... pensù più chem aia Lucia.Cosanesarebbedilei, in queltem po, che il vivere era come un'eccezione? E... non poterne saper
NELI-I Lingua e dialetto 97,e cfr.,ora BATTAGLIA s.vv.;la decadenza
diarrossareintransitivo fu sancita dalle correzionidelM anzoni),cultura coltura (ROMANELLILingua edialetto 91,M lcLlolllxlStoria 698), empito impeto (M ALAGOLIOrtoepl' a 142),laJkonteilfronte (GOIDXNICH Grammatica 139),ghiacciaio ghiacciat ' a (M IGLIORINIStoria 698),pulire polire(M ALAGOLIOrtoepia 146),vadovaro(10.ivi139),stilostile(ZINGARELLI s.v.), tono tuono (M Ict-1oRINIStoria 698). G1iallotropinon individuati di m aggiore frequenza restano a m età circa de1 periodo
postunitario denaro /danaro,giovane /giovine,gioranotto lgiovinotto, intero /intiero (individuato invece rispetto a questa coppia è integroj,
229
lagrima /lacrima,meraviglia 1 maraviglia,AlfTrft' rfg/z' t). çt?/ntaraviglioso, obbedire / ubbidire, uguale / eguale; a questi vanno aggiunti molti
t
1 j , '
vocaboli continuatori de1 lat. nuntius, nuntiare, nei quali i gruppi -
nzia,-nzioecc.alternanocon -ncia,-ncioecc.(cfr.KNEASE1W L s.vv.).
7: Cfr.B.M lct-loulxl,11tipo sintattl ko 4votate socialista ' h,LN 13. 1952.pp. 112-118; M lolcl Pubblicità 489-90.
?
230
IV.A'l/e? Jcjorme eXlAlafozlf
nulla!A),è diventato poi comune da1 Verga in poi76. Dagli am bientigiornalistici,politicie burocraticisi( difuso in Francia e in altripaesieuropeitra cuil'Italia l'pso dicomplem enti l mia-yxttbi aaliin funzione determinativa:a una frase com e 4i - .-
nistro ritorna ln sede# $'iwvero 4 fritornerà#, flritornerebbe#, 44dovrebbe ritornareh ) si sostituisee sempre più di frequente, nei titoli e dovunque sia possibile, un costrutto del tipo fil ritorno in sede de1 ministro h), palesem ente m eno chiaramente
4. ftïrzlortzrrlenlo e tradizione
Ancora una volta, tuttavia, gioverà considerare questo com plesso di innovazioni in rapporto al generale stato del sistema. Si tratta certamente di un complesso im ponente per il num ero di lessem ie fam iglie di lessem i e per il num ero di tipidisintagm i;tanto più imponente,perché sitratta dimoduli di form azione lessicale e di costituzione sintagmatica saldati
l'uno all'altro sul piano formale: ad esem pio,ti po è il centro
denunciante l'anim o di chi scrive 77. Ellisaj delle preposizioni,
diunacatenadiderivati(fJ>o,tipizzare,tiptùzato,ttp 'lbalmbae), funge da prepositivo (rossetto 11 /0 bruna,ovvero astuccth p// k
sviluppo dei prepositivi e pospositivi, soppressione dei verba putandi, estensione dei costrutti appositivi prolettici, uso'di com plementiavyerbiali in funzione determ inativa sono episodi singoli che trovano un denom inatore comune nella prevalenza sem pye più m assiccia dello stile nominale sul verbale 78.
plementiavverbiali,art.cit.,passim .Certam ente,il crescere della prevalenza de1nom e sulverbo nella prosa scientifca o tecnica o giorrlalistica è da porre in relazione alle esigenze d'una comunicazionc più econom ica,che riduce la presenza deiverbi all'uso dipochielementl verbalisvuotati,puri portatori di informazioni relative a tem pt),per-
76Cfr.,in ordine aivarifenomeni:F.CHIAPPELLI,Note sul/1 :0
sona,modalità,e sfrutta in pieno inom ie irapportiadnom inali(s'. supra,no.77),Eno allimite estremo della abolizione d'ognielemento
4mi lavo le mani' h, LN 15, 1954,pp. 56-59; H . NlLssox-EHLE, Les
propost 'tt hnsco-//lfz' re, çjuxtaposéesen italien moderne,Lund 1947;G. H EltczEc,Stile nominale nella prosa italiana contemporanea,4Acta linguistica Xcadem iae Scientiarum H ungaricaeh, 4, 1954,pp. 171-192
(e anche,per ilproblema generale,A.LOMBARD,Constructionsnominalesdanslefrançaismoderne,Uppsala1930);sullostileindiretto libero, perilquale sierapensato ain:uenzafrancese(L.Sp1TzEn in 4Germanisch-Rom anische M onatschriftA IX ,1921, pp. 58-61;peril diverso uso cfr.V .LUGLI,Lo stile indiretto liberom' n .Flauberte Verga,in Dante
e Balzac, Napoli 1952,pp. 219-247),cfr. G. HEnczEc,11 dt ' scorso diretto Iegato in Renato Fucini,LN 11,1950,pp.39-42,.J.FRANGG. Appuntisullo stilelibero indirettonella 4M ascherata AdiAlbertoM oravia. LN ,XV 86-89;N .VITA,Genesidel 4discorso rivissuto #e suo uso nella narrativa italiana,CN 15,1955,pp.5-34;G yH ERczEc,Zo stile indiretto libero t ' n italiano, Firenze 1963; e cfr. SCARFOGLïO LDC 102-104.
77 G.HEltczEc,Comklementiavverbialiin funzione determinatka,
verbale fnito,com e avviene spesso nella lettura diform ule algebriche. geom etriche.logico-sim boliche.M a la medesima prevalenza puù avere ed ha radicianche nella necessità della individuazione e comunicazione di astrazioniscientifche,e,inline,puö alimentarsia esigenze ditutto altro genere,com e ben ha visto il Folena' . l'am pliam ento della sfera funzionale delnom e avviene in diversicasi,ad esempio nella gram m aticalizzazione diapposizioni,in ragione delcarattere sem plice e intui-
tivo delrapporto nominale (cfr.G.FOI-ENA LN 18,1957,pp.22-23). Cosl,venendo alconcreto,proprio sull'onda diuna esigenza espressiva disem plicità e di evidenza intuitiva la frase nom inale am ora spesso. ad esem pio,in Pavese;essa ha formule diverse:come epitesi.che puf ' à form alm ente sottintenderee sottintende ilverbo diuna precedente frase
verbalecuirinvia:frC'èun ventochetigiunge./Coseseccheerimorte /t'ingombrano e vanno ne1vento./M embra eparole antiche. /Tu tremi nellhestateà (Poestk 165);come epitesi che rinvia soltanto ad sensum alpredicato verbale diuna proposizione precedente:44...Terra
LN 16,1955,pp.58-62;da1punto divista stilistico,tuttgvia,ilfenom eno non è da legare soltanto, qualunquisticam ente, alle m alintenzionate reticenze, ai tabu de1 linguaggio politico segnalati da O rwell
e piante,/cielo dimarzo,luce,/vibrano e tisomigliano- /iltuo rgf . à e iltuo passo /come acque che sussultano- / Ia tua vugafra Jlfocchl /comenubiraccolte-/iltuo tenero corpo luna zolla nelsole./Haiun
(supra,cap.111,no.35),marispondeanc' heauna esigenzadiinforma-
sangue, un respiro ' $; com e proposizione nom inale vera e propria, a verbo zero,con predicato puramente nominale:4 (Lo spiraglio dell'alba
zione fattuale,scevra ilpiù possibile.volutam ente e per onestim otivi. da elem ehtivalutativi.11fenom eno non è solo francese,inglese,tedesco.
danese,ma dimolte altrelingue (HERczEc art.cJ 'l.). 78 Sul progressivo prevalere del nom e su1 verbo nelle lingue m o-
derne cfr.G.DEvo'ro Cronache dellehnanze114 e G .HEuczEc,Com-
/ respira con la tua bocca /in fondo alle vie vuote./ Lucegrt kia ? tuoiocchi,/dolcigoccedell'alba lsulle collinescure#(Poesie 179);fin apertura dipoesia) fProprio sotto la pergola,mangiata la cena., 1C'è 11 sotto dell'acqua che scorre sommessaA (Poesie 91).
t
232
11z' N uove./or-eejltnzioni
rossettoj da pospositivo aggettivale (rossetto ti po, bruna fèoly oltreché da norm ale e tradizionale sostantivo;occanhne è la base dioccasthnare ed entra a far parte didiverse catene dicomple-
mentiavverbialiin funzione appositiva (la prossima w' w'ftzdel '
nistro JW occasione dellbinaugurazione della nuova chiesa parroc-
chialej.Da1punto divista funzionale,inoltre,tutte le innovazioni segnalate si coordinano ne1 senso di consentire un più economico sfruttam ento del materiale lessicale sul piano della costituzione diderivatie su1piano deisintagmi:inoltre,ttftte le innovazioniconcorrono ad accrescere la parte deisostantivinel costituirsidella frase. 'Tuttavia, non si deve credere che l'italiano si sia trasform ato in una lingua simile a quella degliaccademicidiLagado presso iquali,com e narra Gulliver,44dapprima venne proposto di abbreviare il discorso riducendo i polisillabi a m onosillabi ed eliminando iverbie iparticipi:perché a veder le cose come stanno,tutte le cose imm aginabili non sono che nom i.Venne seconda la proposta diabolirde1tutto ogniparolaAe,aggiunge Swift, la proposta 4fu caldam ente appoggiata com e infnitam ente vantaggiosa alla salute non meno che alla concisione h. Le innovazionilessicalie sintagm atiche,nonostante l'alta disponibilità79, si collocano a un livello basso di frequenze. Per quanto produttivisin dall'ottocento,itipi di neoform azioni in
dzzaye e in -thnare non fkurano mainella lista difrequenza della K nease;ciô signifca che almeno fino al1930 nessuna delle relative neoformazioniera entrata a far parte delnucleo essen-
ziale de1 lessico italiapo8t 1. Quanto ai nuovi tipi sintagm atici 79 La nozione difdisponibilità b iva fatta valere accanto a quella di
efettivafrequenzadiunaformalinguistica:parolecomebaroforchetta, per quanto difrequenza relativamente ridotta,sono altam ente disponibiliper la continua presenza delle entità cosl. denom inate alla nostra'
percezione (cfr.P.GUIRAIJD rec.a G.GOIJGENHEIM,A.SAIJVAGEOT, L'élaboration tfa Jkanfmis elémentaire, BSL 52, 1956, 2, pp. 81-88, in particolare pp.84-85). 80Figurano invece in KNEASE,IW L,s.vv.le form azionipiù antiche. D el resto,oltre che relativam ente poco frequenti neitesti,le neoform azioniin -izzare e -ionare sono relativam ente rare anche nel lessico.Un
4 Rinnovamento e lrtzJ/'r zz't)??f?
essicostituiscono unapossibilitàcertam entenuova, m a,appunto, una possibilità. U na bella imm agine di Ludwig W ittgenstein è qui essenziale per intendere lo stato di ogni moderna lingua europea: f yla nostralinguaè com eunavecchia città:un labirinto diviuzze e dilarghi,dicasevecchiee nucve,dipalazziam pliatiin epoche diverse,e, intorno,la cintura dei nuovi quartieriperiferici, le strade rettilinee,regolari,icaseggiatitutti egualih8l. Le nuove vie della derivazione standardizzata, della composizione nom inale a determ inante + determ inato, dei sintagmi a preposizione zero e a prevalenza nom inale sono e restano alla periferia della lingua.11centro,ilcom plesso deglielementipiù num erosi ne1lessico,e più frequentineldiscorso,resta pursem pre quello tradizionale: l'antichissim o processo di derivazione diverbi in
mre da sostantivi (celebre e celebrare, immagine e immaginare, abbandono e abbandonare, canto e cantare) domina in sincroni a neglistratidellessico dipiù alta frequenza ed è diacronicamente vitale:neim edesimistrativisono anche i44vecchipalazziam pliatiin epoche diverseA,iprocedim entididerivazione meno o non più vitaliche hanno dato luogo in altritem pia lessem idai sondaggio nc1 prim o volum e de1 BATTAGLIA, condotto conteggiando
iprimicinquanta verbi (esclusiidisusati) che siincontrano da p.1 in poi e da p.477 in poi,ha dato iseguentirisultati: verj)1.l .n -are non (jenom l .natl.vj . . . verbl 'l'n ..are denominativiantichi . . verbi 1n -are denom inativl 'postunitari .
(esclusi -izzare -ionare) . . '-
tzzare
-
ionare*
œ't lrd
. .
t/re . . . .
'-
ol re ' -1
. . . . . .
re denom inativo
.
.
. ..
. .
.
TOTALE
1 çgg.
477 sgg.
totale
19 19
16 21
35 40
2 1 1 1 2 3 3 50
9 1 1 0 0 3 7 100
* razionare,diepoca preunitaria.
81 L.W lTTcExsTElx,Philosophische Untersuchungen, con trad.ingl. di G .E.M . ANscoMns, 2a ed., Oxford 1958, p. 8.
lfz'- Arl/orc..Jorz?lt'e. J;?/?c/o??z
qualiè costituita tanta parte,forse la m aggiore,dellessico d'alta frequenza82.E,naturalmente,anche isintagm iditipo tradizionale continuano ad essere in uso,anziipiù in uso.Ed anche 1à dove esista una possibilità nuova,questa puö restare inoperante: non tutti am ano l'ftoccasionissima m oderno caseggiato centroservizi collegatissimo pentacamere tribagno accessoriato h k' , c't'chicontinua a preferire le case più vecchie,verso ilcentro. Accanto a statizzare le industrt' e sussiste,pur sem pre,la possi-
5.Zfxgzltz colta e.lingua poetica : #la roce antica ' J
235
a quello, cosl nella lingua passano dalle vecchie alle nuove
forme dicontinuo.t perquesto andare e venire che ilvecchio centro sopravvive,che la nuova periferia com incia a vivere e si um anizza:è per ciô che,come ha aferm ato ilSegre, 44la nostra
lingua continua a prefçrire l'evoluzione alla rivoluzione# (SEGRECarattenbtiche466).Vecchiee nuove parole,vecchiç nuovi
che trasmissione radiofonica,votate socialista,ma anche votate
costrutti, coesistono nell'uso,slofrono aiparlanticom e imezzi di volta in volta più idonei per la soluzione dei problemi che l'espressione e l'interpretazione,ilcom unicare e l'intendere, ossia, in un sol term ine,il linguaggio, pongono a ciascuno.CB tuttavia richiede una dimostrazione: e per tal via l'indagine torna e deve tornare a concentrarsi sugli individuiche hanno adoperato e sfruttato le forme e i congegni funzionali de1 si-
per ,' /partito socialista, credo basti, ma anche cre#o che basti.
stema linguistico italiano.Queglistessiindividuiche primasiè
C'è chipreferisce ilvecchio e chi ilnuovo m a,o dibuona o dicattiva voglia o,come più spesso accade,quasisenza farvi caso,tutti,com e in unacittà da1centro alla periferia e da questa
m ostrato in qualmodo operassero per trasform are, con le condizionidella vita sociale e intellettuale, le condizionilinguistiche delloro paese;che poi,studiando levecchie elenuove strutture degliidiom idialettalie della lingua comune e illoro interferire' e coesistere, sono stati chiam ati giâ più volte a testim oni, devono ora riassumere, per dir cosl.parte di protagonisti nella presente trattazione.
bilità di dire trasferire allo stato Ia . pro. pr/d/ti delle industrie. accanto ad azionare resta mettere in azthne o avvt hre, c'è lo scontento m a sussiste la scontentezza, accanto a .jà $no resi ste sembra gentile,? elegante; sipuô dire radiotrasmissione,ma an-
82 Per i denom inali in -are,che già in latino formavano la m assa
deiverbiin -are(V.PlsAxl,Gramm./tz!.,Torino 1948.p.231),laloro centralità risulta sulpiano dellessico dalla precedente no.80:su 100
verbi40 sono denom inali in -llre preunitarisenza suflissiintermedi. 9 sono denom inali in -are postunitari senza suflissi interm edi. 1 Lt denom inativo in -izzare postunitario. Su1 piano della frequenza nei
testi,in KxEAsE,IW L,sihanno 82 coppie (ossia 164 vocaboli)uniti da1 rapporto nome: verbo (sincronicamente) denominale in -are.
5. LINGUA COLTA E LINGUA POETICA: ftLA VOCE ANTICA #
N essun altro rapporto suë ssale tra lessem inom inalie lessem iverbali è cosllargam ente rapprçsentato:iltipo nom e:denom inativo'in -izzare
mi d la lingua colta si presentano A prima vista,ipcqbl -ç - .. rl vari dal l ' m a l l ' a l t r o . s e t t or e. da lla critica d' arte alla m edicina, 'ur '' 'x .
è (v.no.80)assente,iltipo nome-denominativo in -ionare è presente in quattro casi.Una notevole consistenza (diecicoppie)mostra iltipo
e m otteplici e diverse paionp le :oluzioni date ad essi da cia-
opera: ad-operare,carezza:ac-carezzare,m entre molto più rari sono
scuna personalitâ tDEvoTo Projlo 152-54). Tuttavia, proprio
itipi(a questo analoghiperla presenza della preposizione come elemento costitutivo del denominativo) sereno: rasserenare,vecchio: in-
questa varietk che parrebbe richiedere un# lunga analisiparti-
vecchiare. Ben rappresentati sono i denom inativi in -ire, tipo rosso:
arrossireo colore:colorire(7 coppie)che sono ipiù diretticoncorrenti deidenominaliin -areanche su1piano dellessico (v.supra,no.80). Per un caso di rapporto verbo-nom inale non pil h sfruttato norm alm ente,che ha avuto ancora qualche guizzo divita nella tem perie latineggiante postcarducciana, si pensi a ansito, derivato da ansare sul
modello dianelare:anelito (cfr.BATTAGLIA s.N'.).
colareggiata, sottintende una realtà om ogenea: uno stilç standard della prosa colta non siè ancora creato nell'ltalia postunitaria,anche se visono segnid'un moto verso la standardizza-
zD' ione83C-Inragionedelle considerazioniprecedenti(pp.192-95$ .
.... ..,
sl pu6 assumere il periodare com e indice tipico per valutare 83 M IOLIORINI Storia 672 sgg., 676 sgg.
236
IV i VIIOVJ,jornte e. /i z//z/ b?l? '
una maniera stilistica.Dalpunto divista de1periodare,è facilmente documentabile ilcoesistere,neglistessiam bienti,diim postazionistilistiche diverse.Valga l'esempio dijLNord e Sud A, una rivista divaria tecnica e dipolitica de1secondo dopoguerra.
Un breve campione (cinque frasiper ogniarticolo delprimo numero)mostra l'alternarsidipersonalit: stilistiche diverse e di tipi di periodare diverso nella stessa pagina dello stesso
autore.Nell'editoriale,a un periodo lungo (7 righe) con soli tre verbi,che dunque sfrutta le possibilità dello stile nom inale, succede im mediatamente un periodo di una riga e mezza con 4 verbi, cioè un periodo tradizionale' , ma ilterzo è una frase nom inale pura;ilquarto e ilquinto ripiegano su un equilibrio
maggiore tra verbi(4 e 5) e lunghezza (4 e F righe).Ne1secondo articolo,il rapporto è più van' taggioso per iverbi(23 verbiin quindicirighedivisein quattro periodi),ciè che comporta una certa complessità difraseggio (quasiseiproposizioni per frase):senonché la quinta frase è uniproposizionale.Nel terzo articolo ilrapporto tra verbi e lunghezza complessiva si inverte:su 30 righe visono solo 24 verbi,e nella quinta frase sihanno 5 verbisu 10 righe.U n altro autorevole collaboratore
della rivista,in un altro numero (11, 11,ott. 1955,p.23),fa succedere a un secco periodo uniproposizionale (un verbo e una riga),un periodo lungo setterighe,con seiproposizioni,e un periodo con cinqueverbi,ossia dicinque proposizioni,lungo meno didue . righe. La mediocritas stilistica è,palesem ente,un
obiettivo ancoralontano:imezzinuovi(frase nominale,brevità di periodo) sono accoltie giustappostiaivecchiper ottenere variazioni d'ordine retorico. La stessa varietà diperiodare e distile,ossia ilmedesimo assum ere le innovazioni in una com pagine conservatrice, si riscontra non soltanto nella sincronia d'un m edesim o am biente, ma anche nelsuccedersideim aggiorim odellidiprosa colta valididi1à della disciplina o delle discipline nelcuiambito sono dapprim a nati.De Sanctis,Carducci,Croce,Omodeo,ad esem pio,presentano quattro fsionomie stilistiche diverse,anche se ciascuna m atura e coerente a se stessa.Per una parte,l'esem pio delD eSanctisè stato piuttosto amm irato che efettivam ente se-
5.Lingua cr?/lzze lingwa poetica.,la voce antica, h
237
guito:la sua capacità diorganizzare il discorso in frasisem pre indicative, distruttura elementare, uniproposizionali, trova riscontro, nella prosa delle discipline umanistiche. soltanto nei più m aturiscrittidell'om odeo, e per ilsolo prevalere dell'indicativo, per esem pio nella bella Leggenda di Carlo Alberto. Invece,la inclinaàione desanctisiana a giovarsidim ateriale lessicale diogni provenienza,aulico o popolare, secondo l'esigenza della particolare situazione espressiva, la m ancanza in ciö di com plessio inibizioni,trova antecex nti nella più che secolare tradizione napoletana rimontante allo sdegnoso antitoscanismo de1 Vico e antipetrarchismo de1 Capasso, ha un parallelo nel Carducci,e un seguace ne1Croce81. 11periodare crociano è pro84 Per oltre il 50 7. ' 0 La Giovinezza e la Storia della le/fertz/tlzw italiana sono costituite da frasi un' iproposizionali: v. supra,no. 46; a parte f! piacere di D 'Annunzio nessuno degli altritesti considerati presenta una percentuale cosl alta. Pochi paragoni ha il periodare desanctisiano per quanto riguarda la preferenza per proposizioni a '
verbo indicativo (supra,no.46).11periodare semplice risponde a una scelta consapevole, nata da una reazione al periodare puristico al cui fascino il De Sanctis giovane aveva soggiaciuto:44Presia poco a poco
lo stilede1màrchese (Puotil,con un po'diaFettazione,come sogliono fare gliimitatori.Quello stile consisteva in una certa scelta diparole solennio n6bili.non logore dall'uso e non troppo antiquate, e in un
certo periodare non troppo complicato o alla boccaccevole, m a pur sostenuto', solenne,copioso.Iperiodettiilm archesenon potevadigerirli; e quello stile alla francese chiam ava uno stile a singhiozzi. Non perciö andavasino alBoccaccio. m ateneva una cotalvia dim ezzo,che rendeva ilsuo periodare spedito e sem plice A. A una reazione allo scrivere puristico va fatta risalire anche,alm eno in parte, la libertà con cui il De Sanctis com pone nella stessa pagina elem enti lessicali aulici e prosastici, toscanism i e meridionalismi: cfr. ne1 cap. I della Giovinezza
elementiaulieiqualiAmix. nonna morta>ur ieriA, j' oco,*miride cxm
quel çiso soave A, accanto a toscanism i, com e fg1i è che Ciccillo non a m ai'' pienteb $e.J0,o ameridionalismilessicalicomemettevein tavola .f
(per questiultimicfr.ancora,ad esempio,nelcap. XIIIfare lo zto monacotne1XIV fabbvicatore( fmuratore$qo sintatticicome ( 1g1ialtri due stavana a Rom a , h. M a è probabile che la sicurezza linguistica
dekanctisiana riposianche in gran parte nella tradizione napoletana, nella lunga consuetudine con lalingua comune (v.app.29), adoperata senza alcuna soggezione altoscaneggiare: circa il disprezzo de1 Vico
238
1V. wi Nrl zt x' c Ibrnte e.J?f/?zp b/??
7.Jî uingtta colta e l/'zls!'ut' ?poetica :44la voce antica A
fondamente diverso da quello de1 Carducci e de1De Sanctis, ed è invece vicino piuttosto alperiodare de1M anzoni:m a nella sicurezzacon cuivengono adoperateeriproposteformelessicalie locuzionidiognietà della lingua e divaristratistilistici, anche se con cautele maggioridiquelle delmolto più vario Carducci, ilCroce m ostra diavereassimilata l'esperienza de1critico napoIetano e de1 poeta toscano, che entrambi considerava m aestri suoi nelle cose letterarie85.
Tradizione latina, modello francese, in:uenza Jermanica, correntitecnicistiche conduiscono per dir cosiex instituto nell'uso linguistico delle formulazionilegislative italiane,sganciate da pedanterie puristiche e sem pre pitlvolte a considerare com e norm a l'uso linguistico corrente86. I giuristi parlano m olto lnale delloro modo discrivere,e un luogo com une già antico
per le afettazionitoscaneggianticfr. Opere 27 R ;per l'antipetrarchismo delCapasso,cfr.,dello stesso, i179 sonetticontro ipetrarchististam -
e la sua inclinazione a 4(servirsi del linguaggio ordinario h àsono da lui
patinella raccolta deisuoisonettiecapitolinapoletani(ed.Chiurazzi, Napoli1874).Circa l'Omodeo,v.infra,no.86.Rispetto alla reazione
diflusi dall'ottocento, com e classe, classista, classisttko e democratico sono spesso da1uievitati,e sostituiticon ceto o,rispettivam ente e cin-
manzoniana allo stile boccaccesco, fondato sulla subordinazione e
l'intreccio di inliniti, di participi e gerundi (G. HERczEc, Schemi ritmici nei Pvomessi Sposi, # (ltalica. Rivista della Società ungherese
italiana, h1,1948,pp.27-34),quella delDe Sanctis è ancora più decisa. Sul Carducci prosatore cfr. G . DEvoro, GiosuL Carducci e Ia lingua italiana,Con,1957,pp. 524-536,in cuisidà rilievo alla 4(sicurezza t i de1 C.e alla sua 44apertura ' àlessicale, sicché nella sua pagina coesistono f 4isegnidella nobiltà e dignità linguistica, presi...da schemi lontani,latineggianti>,elem entipolem icipopolareschie lo 44inconsueto arcaico ' ï, che sopravvisse,con m aggior m oderazione, ne1 Croce. Cfr. anche G .VALLESE,Realismo eretorica della prosa carducciana, 44D elta 'h, n.s.,4,1953,pp.52-62*. e:Dopo M anzoni,ilCroce ofre tra idieciprosatorianalizzatisupra, no.46,ilperiodare più com plesso,da1punto divista de1num ero delle
proppsizionicostituentila frase:ilperiodare è tuttavia alquanto più sem plice di quello carducciano e manzoniano per fl maggior num ero
di proposizioni indicative (i1 rapporto di indicativi a congiuntivi e condizionali è in Croce di4,5 a 1,ne1Carducci di4,1,ne1 M anzoni
di3,2 a 1),e in ciö siaccostaalquanto all'andamento deglialtriprosatori più recenti,m a non di m olto, a giudicare dalle cifre riscontrate in altri prosatori de1 N ovecento, e non solo negli scrittori d'arte,m a anche in uno storico per tantiaspettiprossim o alCroce, nell'om odeo:
nella Leggenda diCarlo Alberto nella recente stoviograha,Torino 1940 (primo periodo diciascun capitolo)le frasicontano in media 3,4 pro-
posizioni,e ne1 rapporto tra l'indicativo e im odicongiuntivo e condi-
zionale (un rapporto di29 a zero) questo fraseggiare è ilsolo che si approssim i a quello de1D e Sanctis. Per quanto riguarda il lessico, il Croce evitù con cura i tecnicism i d' ogni sorta: lo f raborrim ento del
gergo lilosoffco,che spesso cela l'incertezza e l'oscurità delpensiero ' /
attribuisce ogni sorta d'ambiguità al parlare dei politici (v. supra,cap.111,no.35).Pure,de1doctlmento in cuisiraccolesplicitamente dichiarate (FPS 99). Perfno tecnicismi politici ben quecentescamente,con popolare (cfr.perciè DEM AIJuo,Storiaeanalist ' semantica ditclasse ',qsRassegna di filosofia ' ),7,1958,a p.350,e SuI
signihcato #i'4dcmocrazia A,411Ponte) h,1958,a pp.44-45).Laeliminazione dei tecnicism igiova non poco a conferire lim pidezza alla pagina crociana. M a il linguaggio è tutt'altro che f 4ordinario . h:le forme di questo vengono assunte e volte a usinon com uni,spesso secondo m oduli esem plati su1 latino,e variate con arcaism i:cosl, in una sola
pagina(FPS 13)a un tenerechepervitenerec/ie,seguonounfar#'z/o>() e,più in basso,una esplicazione delle colt,,e dietro l'uso della preposizione in coniata a non frt?>/()diverso intento traspare il latino ad che consente dievitare ilper più normale,che sarebbe perù una ripetizione
delperimmediatamente precedente (>eradoperareuna immaginea zlo' ?z troppo diverso intento coniata da Bacone).11riferimento allessico corrente resta tuttavia, e consente al Croce di adottarlo all'occorrenza nelle sue form e anche più popolaresche, inopinate in quei contesti e perciè più em caci:cfr.ad esempio lo sguazzerebbe in ( 4né la facezia che le categorie non sono le m eschine quattro, m a le ricchissim e e anzi inhnite che coincidono con g1i inhniti moti afettivi dell'anim o um ano, ricchezza e infinità nella quale si sguazzerebbe col som m er-
gersinelbuio delmisticismo...# (FPS 51 R),o,ancora in un altro contesto polemico (prefazione a DE Lot-l-ls Forma poetica V),dare lza calcio: 4 tPerciè esso (i1 volume del D.L.) torna oggi particolarmente em cace ed attuale: oggi, in cui si tende, in ogni parte della vita, a spezzar la tradizione e a dare un calcio al passato: la qual
cosa è poi (come dicevaJacopo Burckhardt) la deûnizione della barbarie ' /.Cfr.ancora, per altrim oduli arcaizzanti, secondo che .pf? ) con-
E' ,' epe (FPS 53),industriediesempli hcazioni(FPS F4),imentovatipoeJt z. slr/'IF#S 285). 86 V app. 65.
IV N utm evfonme e ./bA?a?ot??
gono e convergono le esigenze legislative e le esigenze politiche intorno alle qualisiè'com battuto perun secolo in Italia, occorre
dare diverso giudizio. N ella Costituzione della Repubblica italiana un periodare breve e lineare,che sarebbe piaciuto al De Sanctis,sialterna a periodimeno lunghi,m a a membriparallelie proposizioniindicative.Viè una sem plicità, per dire cosl, tranquilla e non ricercata. Come è costum e delle nuove costituzioni,la form ulazione siaddentra,privatisticam ente, nei44rapporti civilih, ma il tecnicismo è riassorbito ed equilibrato in quella semplicità. L'opera trascende, crocianam ente, g1i individui che la generarono. Nata dallo scontro delle fazioni, dal confluire di esigenze molteplici, la Costituzthne è un m odello
dieqgàlibrip linguistico.Dietro si scor .
-pepolo'Qhe parla
sicuro la propria lingua, che dà, vichianam ente, 44sensi alle
leggiA.t lo stesso popolo che garantiva alsuo maggiorhlosofo
J.Linglta colta t?lingua poetica : t4Ia voce antica à'
241
questa coscienza.11m utare deigustinon ha fatto cadere dalla
memoria iversidiNonna xs/ezwzlzw 87: Loreto im pagliato e il busto d'Alieri, di N apoleone,
ifioriin cornice (1e buone cose dipessimo gusto), il cam inetto un pù tetro, le scatole senza confetti, i frutti di m arm o protetti dalle cam pane di vetro, un qualche raro balocco, g1i scrigni fatti di valve, gli oggetti co1 m onito <salve!'
de1 secolo la possibilità di teorizzare la spontaneità dell'espri-
mersi(app.41e cap.111,9).Lo stesso popolo,ancora,acquisendo un largo possesso della propria lingua,ha consentito con le nuove form ule distile proposte alla prosa d'arte da1M anzonied ha aperto.la strada alla nuova poesia. Y N ella storia deirapportitra ilceto colto italiano e la lingua nazionale nel corso dell'età postunitaria il m om ento decisivo dicrisiva collocato nel prim o decennio delsecolo ventesim o. t un decennio,come siè già ricordato, im portante anche per altriaspettidella storia italiana:è ildecennio in cuisiconsolida la grande industria e,con ciè,sicreano iprimiconsistentinuclei del proletariato m oderno e di una moderna borghesia, è il decennio della grande em igrazione, della prim a espansione dell'istruzione, della prima estensione decisa della responsa-
bilitàpolitica.t ildecennio,inEne,che,nellastoriaintellettuale delpaese,siapre con due opere chiave:iCantità'Castelvecchio de1 Pascoli e L'Estetica de1 Croce.Appunto in quei medesim i anni,g1iscrittoriitalianiprendono coscienza de1fatto che nella situazione linguistica italiana è avvenuto un mutamento profondo. Forse nessuno m eglio di Guido Gozzano,e certo nessuno con più delicata poesia,ha saputo dar form a durevole a
Silenzio bam bini! Le am iche - bam bini, fate pian piano! le amiche provano al piano un fascio di musiche antiche: motivi un poco artefatti ne1 secentism o fronzuto di Arcangelo de1 Leùto e di Alessandro Scarlatti; innam oratidispersi,gem entiil
87 N onna Speranza è tra le pochissime liriche italiane comprese nella canonica antologia di Elena CnocE, I poeti delN ovecento fftzstz/p' e stranieri,T orino 1962,pp.792-796.Su G ozzano cfr. E.SANCIJINETI, G . G.lndagini e letture,Torino 1966, le buone caratterizzazioni del
lessico e della sintassi (anche dialtri crepuscolari) in M aria Luisa ALTIERI Lingua italiana 129-60 e le pagine importanti e nuove diN . TEoEsco Condizione crepuscolare 12-24 e passim .
242
IV.
Ns/oi ëitlforme e Jd/lCar àbl?f
Lt ngua colta e Iingua +oetica: tla eoce antica A
.
Per chi, ncll'ltalia dell'ottocento, parlava quasi solo e sem pre dialetto e viveva in un am biente di dialettofoni, e limitava quindi di necessità il proprio rapp orto con la lingua quando pure questa non g1ifosse preclusa alla lettura di a1, ,, cune prose e diversi,e forse più divergiche diprose parole ,
come augtlio ofedele o core,le inversioni, troncamenti, tutti
glistilemidella tradizionale versihcazione trc e cinquecentesca avevano realtà linguistica funzionale almeno pari alle parole e, ai costruttidella prosa, e una dignità letteraria extrafunzionale certo superiore88. Linguaggio della poesia tradizionale elinguaggio della prosa erano egualmente lontani dall'esprim ersi quotidiano, e il primo aveva, in più, ilfascino e la risonanza d'una grande tradizione poetica. Era ovvio che a chi tentava una com posizione in versi il prim o continuasse a im porsi, a valere com e preferito, dilà d'ognieventuale intenzione rivoluzionaria8B.l versidiGozzano segnano ilm o l mento in cuial ora Da coscienza d'un m utamento ormai avvenuto: r(la lingua che ante creava, il M achiavell i scriveva p che 4il Ferruccio parlavay àin secolilontanic in Toscana era diventata la lingua , d'uso dim ilionidipersone che ognigiorno s e ne servivano leggendo escrivendo e, aRoma,Torino,M ilano Napoli,neigrandi ,
:8V infra,no.95,perladistinzione tra fattorifunzionalied extra-
funzionali. 9 Per il fascino dell'arcaica lingua della dell8 sia rispetto a quella a prosa basti citàre, per tutti, LEOPARIIIpoe cit., 11 19, secondo il quale la lingua a 1ui , Zibaldone, ed. Ft-ona i contem poranea era pura n poesia e corrotta in prosa Per le non attuat e intenzionideirivoluzionari rom antici anche più .vol enterosi, valga l'esem pio di Gius Ch eppe iarini: costui rimproverava al Carducci di credere che 4la poesik î non ha ragione di esistere se non con l'intonazione montata di un grado sulla prosa k j, e sosteneva che 46ilpoeta ha diritto difare deiversi che,p 'ur essendo versi, paiono prosaA(cfr.V . BETTELONI ssioni , Impre c itiche e ricordiautobiograhci, Napoli 1914, p. 112);eppur dr e i n una elle sue Storie, nelle terzine di Giuliano ed F-CWW e c he non , usa parol r 'paiono h certo della prosa, e sono invece deI lessico petrarchesco e arcaizzante,com evirtute,gene,tfesirt,davante, Sia e nell'ironizzante atm osfera crepuscolas i persentl),pallente. reent i lof( lessipur a scino dell'aulicità L cale traspare ancora in Gozzano, com e felicemente osserva M aria uisa ALTIERI Lingua italiana 138-40.
243
centri, anche parlando. Con ciù, augello, rlzozz, innamorato non sono pilh equidistantcioF,fedele uccello, , egualm ente lontanidalla esperienza linguistica de1 parlante e dello scrittore: se gli allotropi poetici serbano ancora un f ascino di ffbuone coseà )tradizionali,gliallotropiprosasticisono ormai realtà immcdiata e quotidiana, che ha assunto posizione prim aria nella coscienza linguistica. l Nella prosa letteraria e d'arte iprodrom i della situazione inguistica m aturata pienamente all'inizio del llovecento ave vano potuto essere sfruttatim olto per tem po. La prosa letteraria italiana già nel secondo Settecento aveva attraversato una prim a violenta crisi di rinnovam ento: naturalmente, le innovazionidiqueltempo, non sostenute da un uso suëcientemente largo della lingua, erano state in parte soflbcate durante la re staurazione daipuristi90. M a solo in parte:un dato tradizionale dell'illuminism o, il guardare alla letteratura francese al suo stile,com e ad un esem pio valido anche per l'italiano,, sopravvisse,ed è dato coglierlo in m inori come il B ettelonie in un maggiore come il M anzoni91. Quando il Manzonisipone il problem adiraggiungereuna scrittura non aulica,44viva evera h,
/
f' t'Per la crisi della prosa italiana ne1 Settecento cfr . SCHI AFFINI Momenti 91-132, in particolare 108-109 per le reazioni puristiche , rallofobe;e si aggiunga ora G . FOLENA,Letlrkfp/e : ' !stknth 'cato del rinnovamento linguistico nel Settecento italiano, in A tti del IV Ctmgr . dell'Ass.internaz. dilingua elett.italiana,W iesbaden 1965 9: Per l'atteggiam ento illum inistico di am mi ,pp!392-427. f razione per la prosa rancese (ma anche, ne1 caso-del Baretti, inglese) cfr. SCHIAFFINI uv ome nti 99-101 03-106, 117-118;circa l'am m irazione d per lo stile franc,es1 elM anzoni e v. app.14;Vittorio BETTEIONT,Impressionicvitiche ericovdiautobiograhci,Napoli1914, p.12 scriveva:44N on volevo scrivere come ilpadre Antonio Cesari... che ipretim imcttevano innanzi com e m odello.Ora c'è la prosa del Carducci, che è il vero e grande m aestro ditutti;m a aim ieitempi egliera ancor giovane e non aveva pubblicato che pochiversi. Fortunatam ente io studiaiallora ilfranc e tosto m i innam oraidi Voltaire,Rousseau e D iderot;ed eccom ies ine-; golfato nella lettura assidua di quelli i m reggiabili prosatori. E cosl imparai a scriverè;perochè se la m ia l inpa ua l'appresidai classici italiani,la m aniera diusare questa lingua lagi mparai daiclassicifrancesi, la cuidote principale è la chiarezza y h. a
244
f1z- Nuore ./brp' ?t'e funzl bFlf
egliha già alle spalle la polem ica illum inistica, ha dinanzi agli occhiimodellifrancesied ha intorno,neisalottidellaborghesia e dell'aristocrazia.m ilanese protesa verso l'unificazione,iprim i incerti ma non trascurabili tentativi di italiano parlato: egli riprende questitentativi, licoordina e liraflbrza.La sua non fu,e non poteva essere,la pure e sem plice utilizzazione diuna lingua già data per intero:fu,com e vide ilD 'Ovidio,travagliato processo di selezione,che riuscl a interpretare in buona parte esigenze com uni che già si delineavano. Alle soglie dell'unità. sia pure ancora soltanto al più alto livello letterario, la prosa d'arte aveva già trovato una form ula risolutiva di tutti i successiviproblem i:siè fatto un vanto divolta in volta a questo o quelprosatore posteriore diaver raggiunto il ((realismo linguistico h;ma questa form ula,la form ula diPavese,e prima ancora di Verga, de1 rifarsi al linguaggio parlato come a m ezzo dicontrollo delpatrim onio linguistico tradizionale,è già quella manzoniana92.Seilpatrim onio lessicalee sintattico de1romanzo manzoniano non era l'intero patrim onio linguistico italiano, com e grettamente volevano imanzoniani di stretta osservanza,
ciè dipendeva,come fu notato da Francesco de Sanctis (app. 40), dailimitidicontenuto de1romanze,che tenevano fuori una parte della lingua viva e vera. L'adottare anche questa parte della lingua con l'am pliarsi deicontenuti,era,da1punto
divista linguistico,una novità materialiter e non formaliter. per adoperare la distinzione scolastica,d'esecuzione solo e non >
92 Per M anzoni, vedi le app.14, 38, 39; per ilrealismo iinguistico di Pavese v. app. 55; per Verga, concorde con M atilde Serao. v.app. 57;la recente critica cosiddetta stilistica,propensa ad accen-
tuare perVerga (e perognialtro romanziere postunitario),gliaspetti ritenutioriginali,soprattutto sulpiano che tale critica dice linguistico, anche la critica stilistica sottolinea la continuità tra il M anzoni e il Verga,alm eno perquanto riguarda ilM astro donGesualdo:cfr. legiuste osservazionidi E.GIACHERV,art.cit. J'Al-frtzallanota93,p.37 eno.71,
245
diprincipio.E non form ale,m a soltanto m ateriale innovazione era ed è stato l'accogliere entro le scritture letterarie moduli regionali, che al tempo de1 M anzoni ne1 linguaggio parlato erano ancora schiacciatitra iforentinism idialettalie l'adesione scolastica alla lingua comune,e qhe soltanto nelle generazioni
successive,cioèpresso la borghesiaurbanadeigrandicentri(gli 44italianizzanti da strapazzoF h), avrebbero acquistato peso nel linguaggio parlato,e avrebbero coslpotuto costituire una fonte, un (4controcanto t i,più o m eno felicem ente utilizzato,per Verga o Pavese, per Gadda o M oravia o Pratolini93. Se l'inventività 93 11rinnovarsidell'adesione degli scrittoriitalianidegliultim idecennialla lingua com une è stato sottolineato da 1. Baldelli,nello scrittl) disintesiPanorama dell'italiano novecentesco, f (La Rassegna della letteratura italiana ),67,1963,pp.401-424, a pp.405-08, ed è stato analiti cam ente docum entato neibei saggi raecoltiora in Vaviantidip' rosatoricontemporanei(Palazzeschi,Cdcc/lp ' ,Bassani,Cassola,Testori), Firenze 1965: si tratta di studi anche m etodologicam ente indicativi, in quanto provano che un'analisi linguistica attenta a problem i digusto e di stile non è inconciliabile, m a trae anzi vantaggio dalla sim biosi con l'attenzione alla dim ensione sociolinguistica e alla funzionalità della langue;cfr.anche ALTIERILingua italiana 239-70, e,con riguardo agliscrittoritoscani,C .GRAssl,Corso distovia della Iingua ital., Torino 1966,pp.105-95. Circa le intenzioni flodialettali di m olti scrittori v. app. 55; sul realism o linguistico, idialettismi in funzione crom atica, gliechi vitali fra ilpopolo,le rivoluzioniletterarie in senso antiform alistico dell'uno o dell'altro deirom anzierioperantifra Otto e N ovecento, cfr.,ad esem -
pio,G.CONTINI,Alcunifattidella lingua di GiovanniBoine,LN 1, 1939,pp.82-88 (a localizzare B.servono quattro fenomeni:laproduzione dinomideverbaliasuflisso zero, tipo lo spalanco ts blu;la intransitività dei verbi denominali; la fusione degli epiteti; la inversione nella collocazione degli avverbi, tipo ll armonium . ç2'spandeva quieto tW-
niano A si avrebbero già prima delM astvo don Gesualdo. ci ö è conferm abile certo guardando alla complessiva struttura de1 periodare deI Verga,tutt'altro che antimanzoniana, nonostante il parere di letterati
giàj;1D.,11lessico diPca 4Letteratura),ott.1939 (in Peag1ieiementi vernacolisono in funzione cromatica); C. LINATI,Del Dossi e della /ïp,j'r/tz,LN 1,1939,pp.112-24 (44ilD.tra inarratoriitalianiusù con abbondanzae arbitrio maggiori'parolefuorid'uso Lbvisciamento,dimevgolare 4scuotere un chiodo lino a strapparlo ' h, nabisso,Af. ç/lff/orït?q o tratte dalmilanese Lsbassarsi,agugliata,sleppa dinlanzo,bacioccoj:co-
e criticistilistici:v.infra,no.93).
vario ganche con toscanismi: bazzucare, rimbeltempire;o neologismi:
conbibl.(secondoilGjACHERV,art.c, 'f.,p.75,f ltraccehdif 4tonomanzo-
munque tentè didare all'ltalia un linguaggio narrativo pil h ricco e più
246
IV Nl/oz. , ejot' me efp zaafor?l
de1M anzoniaveva prodotto per tempo una formula,l'unifcazione nazionale con le sue conseguenze linguistiche aveva approntato e andava approntando im aterialiper render operante quella 'formula nella creazione di nuove opere: la tradizione della prosa letteraria italiana poté cosl ignorare quelle lacerazioniriscontrabilinelle vicende linguistiche della versifcazione, e ciè ha consentito,in direzionidiverse da1Tom maseo a D'Annunzio e oltre,ilrecupero dilessem ie costruttiarcaici,inseriti
bisallegare i #twS, impoltronarsi, gergoneggiare, paternostrarejh); F. CHIAIVEJ-LI, Lessico di Pea, LN . 3, 1941, pp. 110-111; V. BRANCA,
Emilio de Alarchi,Brescia 1946 (ultimo cap.La prosa italo-lombarda delD e M archi, 4Letteratura p 29,lu.-ag. 1946, pp.79-83: l'adozione disfum ature lombarde nelDemetrio Pianelligiova a caratterizzare rea-
listicamentel'ambienfd);ISELLADossi14-75;G.CONTINI,Unparagrafo sconosciuto della storia dellbitaliano Ietterario nell'ottocento, in Ueber-
lieferung und Gestaltung.FestgabefiirTh.xs/ocrrz' ,Zurigo 1950,pp.127140 (analizza11diavolodelX S' tm/'UsziodiA.Zanolini,eschedaibolm. gnesismiE,ttzmo buono,sentaa>? . /re,vaAl zrftll,che appaiono in bocca ai vari personaggi); P. GONNELLI,La prosa di alcuni scrittori della 44VoceA,Con,1957,pp.63-76 (laL ,V ' hfu 4laprima validarivoluzione letteraria in senso antiform alistico che sia stata seguita dall'italiano
medio ) ');A.DEIDDA,NotesullessicoJz 'G.Pl>ï. rJ,LN 18,1957,pp.42-. 48 (a P.piaceva L çuscir dalle forme raggelate, dalle carraie troppo percorseh: donde la sumssazione inconsueta Lciecaggine, t zrczka rli/d), verbi e composti inauditi Lcastragrilli, pettinapopoli,recchieggiarejj; la com ponente regionale in Pirandello è analizzata in PAGLIAUO Piran-
dello 37-48 (4La dialettalità...diPirandello si fa valere sotto due aspetti:assunzione diterm iniparticolariin relazione all'am biente de-
scritto; imprestiti e calchi in funzionediespressività' )). Sullo stile nominale e il discorso indiretto libero (0 fdiscorso rivissuto à h),già m anzoniano,v. supra, p. 230 e no. 76; ivi per la parte avuta da1 Verga nel renderlo com tlne. 11 Verga esige perè alm eno una u1teriore considerazione.11 suo periodare è stato spesso ritenuto esem plare per un periodare ( çconciso secco, brachilogico , ); di questo vero e proprio m ito critieo dà conto E. G IACHERV, L qLa roba h e
l'arte di Verga, Roma 1959 (Suppl. a L 4M arsia' h), pp. 4-8 e note relative,il quale contrappone aM esso la constatazione che,in realtà. q;ilm aggior Verga si muove fra due oppostitempi stilistici:uno conciso,secco,brachilogico,l'altro largo,abbandonato,disteso ' i.Da qualche sondaggio statistico sulla com plessità del periodo e sulla presenza
diproposizionicongiuntive e condizionali(primo periodo in ciascuno
in un periodare che,alm eno nelcaso di D 'Annunzio,era modernam ente agile 94. deiprim i10 capp.deiM alaeoglia,prim i8 e ultim i2 periodisia nella
Lupa sia in Cavalleria rusticanajsihanno iseguentirisultati: M edie complessive
hlalavoglia Catallerta
-
m edia delleproposizioniper ogni frase . . . . . .
4,8
rapporto tra indicativo/congiuntivo,condizionale
28/2
99/7
quoziente de1 rapporto . .
14
14.1
Confrontando questiindicicon quellidella nota 46,sipuè constatare che ilperiodare diVerga per num ero diproposizioniin ognifrase
è più complesso non solodiquello de1De Sanctis (2,1),ma diquellt) diPavesepoetaeprosatore(2,6e2,95),diD'Annunzio prosatore(1,95) e poeta (3,5),diCarduccipoeta (3,6)e prosatore (3,2),e ilsuo periodare,dicuisarebbe caratteristica f dla brevità estrem a...che ha raggiunto
l'incredibile in La Lupa e Cavalleria rusticana A (BONTEMPELLI in GIACHERY,op.cf!.,p.7),sicollocain realtàperquestoaspetto tra ipiù complessidella letteratura postunitaria;ilrapporto tra proposizioni a verbo indicativo e proposizioni congiuntive e condizionali, che nel
Vergaè di14,1,è più alto,oltreche in De Sanctis(32 e38),anche in Carducci poeta (14,3) e in Pavese poeta e prosatore (21,5 e 20,5), ed ( dipoco inferiore ne1D'Annunzio (14):anche per questa parte, dunque,ilperiodare verghiano svela quella complessità diperiodo che
sicongiunge (v.supra,p.199 e no.46)all' uso deiduemodinon indicativi. 94 11 recupero degli arcaism i nella prosa postunitaria è tanto no-
tevole da risultare apprezzabile anche in un sondaggio statistico sul lessico quale è quello esposto neisuoirisultatisupra a no. 59:osservando la tabella ivi riportata si constata che su 100 vocaboli,a parte itecnicism i,sihanno 41 vocabolinon usuali:diquesti31 sono andati
cadendo dall'uso in epoche diverse (2 soli,come siè detto,in fase postunitaria),8 sono dialettismiche soprattutto ilVianiha tentato di inserire nell'uso e 2 sono vocaboli delle originicaduti dall'uso prim a dell'unità e rim essiin onore soprattutto da1D 'Annunzio.Alrecupero de1 vocabolario arcaico, sfoltito soprattutto tra Cinque e Seicento,
partecipano con D'Annunzio altriprosatori:cosi (per la documentazione cfr.BATTAGLIA s.vv.)abbonacciare è ripreso da D'Annunzio e Pirandello,annobiliredaD' AnnunzioeOjetti,anneraredalD'Annunzio, annestare dal Soflici, animadvevsione dal Bacchelli. Per uno schem a arcaizzante di form azione lessicale rivitalizzato,v.supra,no.82;anche
248
IP'e. Nuovt forme e J?!,?. aioni
M olto più com plessierano iproblemiespressividella versiEcazione, per ragioni generalie per le condizioni linguistiche particolari dell'ltalia. 11 rapporto tra contenuto dei segni linguisticie form a esterna diquesti sipone in m odi diversinella prosa narrativa e nella versifcazione che aspiri a dignità di poesia. Nella prima, l'esigenza di comunicare un contenuto predom ina, e le forme lihguistiche possono essere adoperate prevalentemente secondo criteri di funzionalità. Nella poesia, invece,la forma esterna,voglia essa essere m usica o, se sivuole, grido,ha un peso diverso e m aggiore:ifattoriextrafunzionali, presenti in ogni atto di parola, predom inano 95. Un prosatore
5..J-f/lgl/t'?colta e yblgl?tz poetica : (4la voce tka/fctzkh
'
puè,allim ite,servirsidiun dizionario per reperire una parola, ilsenso di un sinonimo, un costrutto;un poeta ha bisogno di una diversa certezza formale, diparole possedute sino alle più remote risonanze extrafunzionali,foniche ed afettive. Una parola fuoritono non distrugge un'opera diprosa:nella sua prim a stesura il romanzo manzoniano era piaciuto a lettori toscani digusto letterario e linguistico scaltrito, e ilM anzonistesso ha
narrato (app.14)con quanta faticaeglidové pvrsuaderealcuni de1fatto che, nella prima stesura, esistevano dislivelli stilistici opportunam ente elim inatinella seconda. U na parola fuoritono, che abbia risonanze non previste, spezza un'intera poesia.
Quando la poetica romantica pose ilproblema diutilizzare il al difuoridella prosa letteraria,anche nellaprosa colta letterariam ente pilhelevata e nella saggisticapiù line sihanno riprese divocaboliarcaiz-
zanti:si è già citato Ojetti,e vanno aggiunti perlomeno Croce (v. supra,no.85)ed E.Cecchi(cfr.1.BALDELLI,Dello stile difCorse al trotto*,LN 17,1956,pp.121-28),che pure hateso aimodipil h arditam ente letterarie cultied ha in:uito su criticid'arte come R . Longhi. L'amm irazione de1 Croce per il Carducci e ilgiudizio delBetteloni
su Carducciprosatore (supra,no.92)consentono distabilire l'esistenza d'una linea continua diprosaculta e letteraria pil h attenta aivaloridella tradizione:talelinea,sulcuisfondo sta l'equilibrata prosa m anzoniana, ha continuazione soprattutto ne1 gusto de1 periodare relativamente com plesso e nella preferenza per unità sintagmatiche non inferiorialle
7 sillabe (G.L.BECCARIA,L'unità melodica nella prosa italiana,AGI 44,1959,pp.101-141,p.121 sgg. );inte' grata da1gusto per la parola e ilm odulo culto e arcaizzante,un gusto che ilTom m aseo ha trasm esso
a D'Annunzio e Carducci (M . Ptlppo, Tommaseo prosatore, Roma 1948),attraverso questigiunge a Croce e siprolunga sino a Cecchie a scrittoridistoria e scienze um anistiche com e, a tacer d'altri,Carlo Antoni,sulla cui capacità di'4ritradurre in term ini di estrem a chiaregza e arm onia qualsiasi problem a A, una capacità che spinse lt' f. M issiroli a ricercarlo com e collaboratore della terza pagina, cfr.ora le considerazioni di A . PAGLIARO, Ricordo di C . A. in C. ANTONI, Stort kismo e antistoricismo, Napoli 1964, a pp. 8-9, 15. 9:Su1rapporto tra valorifunzionalied extrafunzionalinella prosa e nella poesia cfr.A. PAGLIARO, La parola e /'fpzl/?7tzp' Ale, N apoli1957, pp.155-83.Sullinguaggio poetico italiano in generale cfr. :DE LoLLls, Forma poetica; C. CAI-CATEURN, N ovecentismo poetico, Con, 1, 1929,
pp.3-39;W .TH. EI-wERT,Lo svol gimento della forma metrica della poesia lirica italiana, 4Estudis Romànics b i2, 1949-50, pp. 113-134; 1t). Linguaggio poetico' , A. SCHIAFFINI, D ivagazioni e testimonianze
patrimonio linguistico più popolare per giungere, stilizzandolo, a una conveniente form a poetica,in Francia com c in Germ ania sulla retorica nella lingua e letteratura italiana, A ttidell'V111 Congresso l' nternazionale distudi romanzi, Firenze 1959, ll, 1,p.403 sgg.; 1t)., Testimonianzesulla lingua della yoe.çr ' tzcheftsifau pro&a senza esserprosa, h, in Studi sulla Ietteratura dell'ottocento , ' Al onore di P . P- Trompeo, Napoli 1959,p.529-550 (rist.in G.Dsvoro,B.M IGLIORINI, A. S., Cento annidistoria della lingua t 'taliana, Roma 1962,pp.39-68 ed in SCHIAFFINIM ercanti 132 sgg.);1D.,Forma eriroluzionepoetica #fGiozwanl 'Rascoli, 44Siculorum Gymnasium h, 8,1955,pp.509-, 567 (rist.
in M evcanti 59 sgg.);10.,Ungaretti nella storia della forma poetica,
44Letteraturat i5,1958,pp. 104-134;TEtlEsco Condizione crepuscolare) M aria Luisa ALTIERILingua italiana 129-185 (crepuscolarismo, futu-
rismo,ermetismo),260-68 (Pasolinie Avanguardia).M olto materiale
è raccolto in G . FOLENA, F. BANDINI,L.PoLATo,P.SpszzAxl, P.V. M ENGALDO,A.M IJTTERLE,Ricerche sulla lingua >oelfctz contemporanea, 4Quaderni del Circolo linguistico e hlologico padovanoh, 1, 1966, prevalentem ente nella direzione de1 rafronto tra l'una e l'altra personalità poetica)m a 4il grande sem enzaio d'ogni trovata poetiea è nel
campo della prosat h,come avverte M ontale(v.infra,app.67)e perciù paiono assaipil h produttive e attendibilile analisidiM aria Luisa Al-
tierieTedesco(cit.)eRosiello(v.n.102)chetengonocontoanchedella dim ensione sincronica, sociolinguistica del linguaggio poetico italiano secondo quanto Elwert aveva già fatto e si era sostenuto sin dalla
primaedizione diquestaStoria (cfr.oraanchel'app.67;e,perlapossibilità d'un approccio non m eram ente stilistico-diacronico, cfr. le indagini sulla prosa letteraria svolte da Baldelli, M aria Luisa Altieri,
Grassi,cit.supra no.93).
250
Il (' r Arl/orejormee.Jlf,?z?b??'
non furono necessarigrandisforzi:un uso popolare della lingua esisteva colà da secolied esisteva già una tradizione poetica che diquella lingua aveva fatto ilproprio strumento. A metà Ottocento,in Francia ilf ïmettere ilberretto rosso aldizionario . h e le 44tem peste nel fondo del calam aio h signifcavgno soltanto, per la versifcazione, com battere l'eccesso delle perifrasi e introdtlrre neiversi le parole dell'uso corrente anche se tecnicistiche ed esotiche96.ln Italia ilricorso alpatrimonio linguistico 9t ' Th. W . ELSVEI:' I- Linguaggio poetico 37-38, nel giusto intento didefnire una prospettiva europea entro cuicollocare le vicende della lingua poetica italiana ha cercato un denominatore com une alla f 4crisi de1 linguaggio poetico # in Italia e in Francia e lo ha cosl delnito: 4in Italia com e in Francia inuoviidealisipossono deflnire, rispetto allinguaggio poetico,con idue term inidi:democratizzazione e indivi-
J. Lthgua colta e dibewlc poetica: 4(la voce antica 8)
.
popolare e borghese agliinizi dell'ottoccnto era possibile soltanto scegliendo la via dei dialetti. Chiintendeva poetare adoperando la lingua com une aveva intorno a sé, ne1 suo tem po e nelsuo ambiente,un uso scritto prosastico ancora alla ricerca. nelle sue punte più avanzate, disoddisfacentisoluzioniespressive,ed un uso parlato troppo timido per dar garanzia intorno ai valori extrafunzionali, alle risonanze aflkttive e m usicali di una form a linguistica della prosa. Lontano nel tempo,lontano dalle esigenze dicontenuti nuovi, ma ben garantito nei valori funzionalirelativiacontenutide1passato e, soprattutto,neivalori extrafunzionali,ilpatrimonio linguistico della poesia italiana tre e cinquecentçsca rappresentava il pitz solido punto di riferim ento per chi volesse comporre versl: la repugnanza per lc parofe della prosa, repugnanza caratteristica di tutta intera Ia
dualizzazione.Quanto alla Franciay'basta ricordare come V.Hugo si vantasse di aver messo un bonnetrouge au vieux dictionnaire, cioè aver introdotto nellinguaggio poetico delle parole dibassa lega prim a ban. dite dalla poesia,imots rôturiers;e giova ram m entare come eglivenne zssecondato... dal... Sainte-Beuve, il quale pure... si gloriava di aver introdotto delle espressioni di basse bourgeoisie nelle stze rime. Lo stesso Sainte-Beuve poi sottolineava... di essersi servito anche di parole antiquate,dimots suvannh h.Tuttavia, lo stesso Elwert sottolinea in m odo em cace che nelrom anticism o italiano il tema della 4 faccessibilità dell' espressione poetica ad un pubblico di non soli letterati' $ ttassum e...im portanza...m ercé la speciale situazione culturale italiana: ciù f tsicomprende solo tenendo conto de1fatto che in Italia la lingua della poesia'era una lingua d'arte, distinta dalla lingua della prosa
letteraria,pil h lontana ancoradallalingua parlata (delresto non molto in uso)e lontanissima daidialettiche erano comunementeilnormale .
m ezzo di com unicazione anche nei ceti pitz alti della società b $. Ora, questa diversità d'am biente non è dato accessorio: essa dà un senso del tutto diverso alle vicende della lingua poetica italiana e francese.
Quando Hugo proclama:f .Je misun bonnetrouge au vieux dictionnaire./Plusdemotsénateur!Plusde motrôturier!/JeEs unetempête au fond de l'encrierh ),ilsuo problem a è quello diliberarsida uno stile in cui egli non scorgeva L $rien de trouvé, rien d'im aginé, rien d'inventé *, m a soltanto f ddes idée d'em prunt vêtues de images de pacotille à /. Tale era lo stile d'una lingua stata un tem po L qforte et savoureuse . h, m a passata poi per f (l'alam bic de Voltaire # e diventata attraverso l'uso 4 (parfaitement claire, sèche, dure, neutre, incolore
etinsipide' ).qAu XIXOgsièclej,ilfallaitune langue poétiqueh:questo
è il problem a dell'l-lugo, problem a di elim inazione o riduzione dello.
standardizzato (1a 4pacotillek h)e problema diinserzione, nella tram a
usuale,diparole rare, tecniche,esotiche,popolaresche e d'ogniprovenienza,anche Lbasso borghesih, purché talida scacciare ilnobile consuetudinario e il corrente. Perciù Hugo non rinuncia alle urnes e ai glaives, e vi aggiunge singolari virgilianism i,-com e colocasia, o liste dinom iesotizzantidinaviecc. (cfr.perla dottrinae laprassilinguistica dell'lqugo am pie notizie in CH. BRIJNEAU, Petite histoire de la
langueJkançaise,2 voll.,Parigi1958, Il,pp.49-51,53-59).In ltalia, ilproblem a non è quello diuscire dalle strettoie dell'uso corrente, arricchendolo, ma, proprio al contrario, si tratta di creare appunto un uso corrente e difarsiche lapoesia possaattingerea questo. ln Francia siha un mero problem a distile, in ltalia un problem a dilingua, anzi-
tutto. Questo, appunto, conferisce alle polem iche linguistiche dei romantici italiani quella L 6m aggior insistenza sul line civile... che distingue iln dall'inizio il rom anticismo italiano essenzialm ente patriottico e nazionale da1 romanticism o francese à h, insistenza che lo Elwer' ty esauriente e illum inante per ogni altro aspetto, si lim ita a constatare senza spiegare.La spiegazione, tuttavia,non è orm aidiflicile.Per modil icare la lingua della poesia in senso f .democratico b ioccorreva creare un uso corrente,ciè che era possibile soltanto scardinando le tradizionali condizioni econom iche, sociali e politiche de1 paese. Per questo, 4parlare italiano , h era sentito, secondo un'espressione già ricordata, com e Lbfare azione nazionale b i. Ancora per questo, intendere la storia linguistica del paese signilica intendere m oti profondi ed essenziali nella globale vicenda storica della società italiana.
2S2
1V. N uove./brpli 'efunzioni
253
tradizione poetica italiana secondo ilCroce e il De Lollis, nasceva da questo stato di cose linguistico. Se la lingua della prosa ottocentesca pareva una lingua falsa e morta,una lingua irreale librata suidialetti,la lingua della lirica tradizionale era, rispetto alle condizioni de1 tempo, ancor pill irreale. Questa doppia dissociazione non ha riscontro in nesstlna altra letteratura europea m oderna,se non.forse solo nella letteratura in lingua latina in tem pi moderni.N on solo l'italiano scritto non cra uno strum ento linguistico abituale,ma,per quel poco che lo era, era tradizionalmente rifutato dalla versificazione: per realizzare in Italia le esigenze della poetica rpm antica, erano necessarie dve rivoluzioni, e non una sola. I pbeti possono tentare soltanto la prima delle due rivoluzioni: ridurre sem pre più ai m argini del loro uso le form e Iessicali, i moduli sintattici petrarcheschi. M a l'abbandono di quelpatrim onio,sostituito dalle ancora m alcerte form ule prosastiche,avviene a tutto rischio deipoeti.Siè detto che Pascoli è ilgrande eversore nella storia dellinguaggio poetico italiano. M a Pascölifu piuttosto ilprim o m oderato capace diraccogliere i fruttidi una eversione che altri avevano compiuto o almeno avviato già prima di lui. In realtà già lweopardi è attento alle pogsibilità de1parlato che sente intorno a sé, nelle M arche,ed
M eno felici, anzi,com e ha m ostrato il De Lollis, fastidiosam ente infelici, le inserzioni del lessico prosastico si fanno sem pre più frequenti nei versifcatori e poeti più recenti, daI
.
eglistesso,come si è già ricordato (cap.111,no. 14),attesta con quanta gioia gli accadeva discoprire le coincidenze tra il parlato della sua provincia e quel toscano che egli conosceva
attraverso ilibri,stilizzato dalla liricatradizionale.Certo,ejliè ben lontano dall'abbandonare illessico petrarchesco:m a quando se neserve,quando,per adottare la form ula de1 D e Lollis, egli lo 44distilla v, il suo sguardo è puntato su1 prim o tim ido apparire dell'italiano parlato.Lo splendore deirisultatipoeticidà l'im pressione di un lessico com patto, coerente,senza iatture.
Eppure anche in Leopardispemesta accanto a speranza,nudo accanto a ignudo,tanto accanto a cotanto eandareaccanto agire97. Già con Leopardiiltradizionale lessico petrarchesco è in crisi. 97 Sulle teorie linguistiche de1 Leopardi, non senza conseguenze dopo l'unità e nel N ovecento sia in sede teorica sia in sede diprassi
lingtziatica (cfr.,oltr. e la Ronda,il4fpurismo come eleganzah iproposto da A.PAGLIARO,11segno vivente,N apoli1952, pp.131-143),v.app.15;
per isuoitentatividiriferirsia moduliparlativalidi, v.supra,cap.111. no.14 :questi tentativi,e la piena consapevolezza di questitentativi, tolgono valore all'ipotesi di K .Vossl-Ert, Leopardi, H eidelberg 1930.
p.280,secondo cui una serie dielementi lessicali leopardiani (per esempio,nelSabato,lagallina,l'drètzl ' z/t ?lecc.) stiano a rappresentare ilgenerico,iltipo,e non siano in funzione d; realism o:com e giustam ente osserva lo Etw su' r Linguaggio poetico 51, 4rimane il fatto che l'espressione di per sé non è generica, m a diretta, realistica, stando essa inqr ece di una perifrasi o di una espressione metonim ica quale avrebbe servito a un poeta di stretta osservanza classicista h /. Sul coesistere ne1 Leopardi di elem enti attinti direttam ente al Petrarca e di elem enti lessicali 4sem plici, diretti, anzi regionali' ,, essenziali sono DE Lot-t-ls Forma poetica 1 sgg.ed ELwERT Linguaggt ' o poetico 50-51: cosi coesistono nel Leopardie talora si alternano a pochiversi di di-
stanza (apparlia tSflrsW 30) e (sentjiva (ivi 26),(spendjea (ivi 18) e çmolcleva (ivi44),speranza (Silv' ia 29,50)e speme (ivi 32,55),tanto (ivi 38) e cotanto (ivi 58),queto (Sera 2) e qut kto (S2 7rCW 3),guardo (Passero 39) e sguardo (Sera 46)ecc.Per misurare ilrapporto tra arcaism ie non arcaism isisono condottidue sondaggisu un'intera poesia e due su un breve cam pione, stabilendo su1 eom plessivo num ero di
parole piene quantisono g1iarcaismilessicalio morfologici (augello e Ioco o spendea e negaro),quanti inessisintagmaticinon prosastici (11 limitar , çtz/frl') e quanti infine i troncamentinon più obbligatori nella prosa e ne1parlato deltardo Ottocento e Novecento (1 /,' vll 'fzzr. #d').Quidiseguito ecco irisultati: Passero
arcaism ilessicalio m orfologici . . . . . . arcaism isintagmatici . troncam enti ed elisioni non obbligate . ' totale delle parole .
lniinito
Totali
2 2
26 16
27
1 20
18 332
46 725
Pertanto sipuù calcolare l'incidenza degliarcaism ilessicalie m or-
fologici come pari al 7,25% delle parole e quella dei troncamenti come parial6,3 ?,o '.Per iregionalismilpio%)a,evbaioloq ELwERT Linguaggio poetico 50.
254
IV. N uove./br-e e. /l zpap ' f a?gd
Berchet alPratie allo Zanella98. E quando,avvenuta l'unihcazione, néglianim i ditanti, del rom antico M anzoni coslcom e dell'antim anzoniano Settembrini, si accende la speranza che 98 Per i m inori, il loro progressivo accostarsi alla lingua parlata
(guardato acutamente,anche se non benevolmente,dal De Lollis)e il persistere di form e arcaizzanti sia lecito rinviare a due indagini, purtroppo non integrate da valutazionid'ordine quantitativo, m a qualitativam ente eccellenti.Anzitutto a DE Lol-t-ls Forma poetica 38 sgg.
(Berchet),55 (Prati),61 (qanarchia stilistica$: ( itale ibridismo a noi fa oggil'efetto d'un forte profum o dim uschio in un salotto borghese
dove arrivino gliodoridella cucina.M a inostripadrisenebearono ' h), 91 sg.(M amiani),97 (Regaldi),148-50 (i1tedesco standard diBflrger Aund hattenichtgeschrieben /ob ergesund geblieben ),ossia f demai (lej aveva scritto / se fosse sano e salvo) j,è tradotto da1 Bellati4e alla misera aveva maiscritto /se sfuggisse dell'oste all'acciar' /),237 (Aleardi), 253 sgg. (Zanella); successivamente,cfr.il bel saggio di ELwEIIT Linguaggio poetico 48-49 (Berchet), 51-52 (Giusti), 52-56 (Praga44pionieredellinguaggiorealistico...maquasisemprecon qualche strascico dilinguaggio tradizionaleè),56-57 (Betteloni),57-58 (Stecchetti:f t2 soltanto con lo StecchettidiPostuma, 1877.che arriviam o alpuro linguaggio realistico.alla lingua ditutti igiorni messa in versi,
e algrande strepitoso successo diquesta nuova poesiah),73-75 (Zanella),80-81 (Crepuscolari,futuristi ecc. ).Accanto a queste due indagini per tanti rispetti esem plari possono ancora essere ricordate: G . BARZELLOTTI,La rivoluzione e Ia letteratura : % Italia avantie dopo #S anni1848 e 1849,Firenze 1875;P.ARRIGHI,Levérisme danslaArtuc narrative italienne, Parigi 1937, ove si tratta anche di versifcazione
5.Zp-atwtz colta e lingua poetica :tfla voce antica A
255
l'italiano stia per diventare lingua viva e parlata, il lessico petrarchesco è travolto dall'esplosione carducciana e dannunziana. Una im magine convenziortale fa delCarducciun poeta tradizionalista, contro cui facilm ente si appuntano gli strali, tardividimezzo secolo,deicattedraticim odernisti:certamente, se per taluni aspetti il Carducci fu, com e il Croce am ù dire, tfd'ltalia grande e antica l'ultimo vateA, per quanto riguarda le forme linguistiche eglifu anche il prim o poeta della nuova ltalia. Contro ilvecchio fondo lessicale petrarchesco, contro il vocabolario della arcaica e patriarcale società contadina toscana depurato,stilizzato e ingentilito, il Carducci, pur soggiacendo taloraalsuo fascino,scatenö non soltanto le44GraziepetroliereA, illessico realistico che cominciava a sentirsiintorno, i44pappagalli lusingatoriàh, il ftpio bove #, 44l'asin bigio h; nell'assalto alla vecchia lingua egli si serve anche delle LLEvie de1 nevoso Edone #, di LLRoma redimita di lior purpureip, insomm a dei latinismiche,nella storia dellessico italiano,quando siprescinda dall'aspetto fonologico, hanno agito in funzione de1 rinnovam ento lessicale.E dietro la ripresa deim etriclassici, apparentem ente professorale e flologica,apparentemente regrediente di secoli e secoli,si cela il gusto nuovo della parola fortem ente scandita,siproflano letendenzeassuntepoia normedella nuova fonologia di giuntura dell'italiano postunitario. E, insne, nei metribarbarim uore la rim a99.
(Praga,Stecchettiecc.);P.NARDI,Scapl kliatura.Da (W?z. çCAAe Rovani a Carlo Dossi,Bologna 1924. Se ci volgiamo a considerare i versidi poeti m inori dell'ottocento, è facile svolgere e particolareggiare e conferm are le indagini delD e Lollis e dell'Elwertsu testiin versida loro trascurati. Co'sl in A mia madre de1 DE AMlcls si legge: 4M ia
madre ha sessant'anni, / e più la guardo e più misembra bella. / Non ha un detto,un sorriso,un guardo, un atto /che non mitocchi...
Vorrei ritrarla quando inchina il viso... M a se fosse un mio prego in cielo accolto...h; o in N EERA: 4Lo so, l o so, che m'ami / eppur te
>'prego /dolceamormio,/amorchem'innamora,/dimmeloancora. /Che sono la tua vita /e chine dubita? /Lo haidetto tu:/ieri... M ad'orain ora,/dimmeloancora./Dimmelopurdomani/Squillalo ancora,/nocchierdigioia,jdalla tua dolceArortz,/ancova!Ancora. f, h, dove si resta in sospetto su quanto di realistico vi sia nella m etafora. E g1iesem pi si potrebbero m oltiplicare.
99 Insiste sulla tradizionale repugnanza per gli elementi prosaici anche in Carducci, D E LoLl-ls Forma poetica 100 sgg. : g1i elem enti realistici avrebbero pura funzione satirica; con am pia dimostrazione, EI-wEI ?' I-Linguaggio poetico 58 sgg.,m ette in evidenza elem entilessicali realisticinon solo nelle Rimenuove,ma anchenelle Odibarbare. Quanto ailatinismi,se è vero che giovano a conferire aulicità allo stile, com e De Lollis ed Elwert hanno giustamente sostenuto, è anche vero che rappresentano una m assa di lessem i entro cui si disperde il lessico sospiroso; inoltre, se è vero che spesso il latinism o, ad esempio foro o divo in San Petronio, servono a sostituire in m odo genericamente aulico una più precisa parola prosastica, come piazza o santo,è anche vero che per molti latinism i e grecism i carducciani vale quelche lo
Elwertha coslacutamente notato perilD'Annunzio(v.infra),e cioè che stanno in funzione direalistica dipintura d'am biente, com e Palazt ' o
256
1V.Nuove ftl rzl: e.#fz?aFoz?/'
J.Lingua colta e lingua poetica: 4,la voce antica )h
Vatura1m ente, nelCarducciha ancora il suo peso l
zione accadem ica delle perifrasi: il treno a tradia vaporiera, , o l sem pre è chiam ato eon term ini non propri, ma costa spesso, essere indicato, singolarie note perifrasi per , com e 4 filmostro con-
scio di sua m etallica anim ai ï che (i fammei occhi sb Del resto anche il più gi arra/ ). ovane tram elettrico, coslsiesprim e: D 'Annunzio, dinanzial prim o .
eccelso,evandrio colle, leprotesebracct' a tedepr cantiin Dinanzialleterm diCaracalla (dove tuttalessicalmente realistie e ca è an ciociaro)e la rergf' ae tacita, ilAozl/e chelasequenzadel frt,,glieburneicarriin Nell'annuale dellajbndazione diRoma. Sulla m ./ etrica ebarbar barbaroin Carduccicfr. LN 1,1939 ak hdelCarducci(per , p.151)oss ervazionisparse già in ELwERT, loc. cit., e, fondam entalmen te, G . PAPAR N ovecento.Introduzione allo studio della lingua p EI-I-I, Carducci e ,' / Napoli1953.L 'influenzadelsilenzio oetica contemporanea, zl ertfecarducciano sullaliricaposteriore è docum entata già i n CALCATEI/RA. N ovecentismo cit., p Per valutare lo sforzo diintroduzionedi 31. nuavilessemi,nella com. pa gine della 44odiata poesia h duccicon quello diun àgiova confrontare il vocabolario del Carta tradizionale com e Leopardie con quello d'un poeta de1 secondopoe dopoguerra com e Pa
IW L. Le parole son vese.alla luce di K NEAgE oui st te considerate sotto il profilo del :rango ' (numero deitestiin c aappa > re una parolayche nella lista della K . va da un m assim o di40 a un minimo di9);per le parole dirango inferiore a 9, escluse quindi dalla lista della italianista am eri esseappare nella lista un vocabolo diegualbase lessicale cana,se di a un convenzionale rango 8, altrimenti a un ra sisono ascritte I cam pioni de1Leopardi ngo convenzionale 7. costituitidalle prim e venti Sïfrfa, Ricordanze. Cantosono notturno, Quiete dopo Ia fepz> parole diA Carducci sisono studiate le prim e ventiparole f o; per ., Sabat orti a p. 2, 13, 23. 785,792 dell'edizione Zanichelli t.supra;per Pavese le prime venti parole fortialle pp. 11,21, 31 e, ci di tutta i Spagna a p. 185 della cit. ntera Passerè >erpiazza tff hanno iseguentirisultati: ed. Calvino delle poesie. In percentuale si rt?' O
7 8 9 10-19 20-29 30-39 40
<2
= * v jo
<
0 4c q v c x -o .. mm m jo- . .
Carductt
29 8 4 18
14 /
15 $ 41 12
Pa.t:ese
IL:5(lkf'zf) 9,70 tôo
25t )o 12,4 Q.o
18'0 0O '/ ' 23,0 8,t) , 62,4 , l$. 21,4 o-k'
Come si vede il Carducci presenta frequenza alta e m, edi una percentuale di parole di a nettam ente inferiore non solo alla percentuale diPavese, ma anche a quella de1Leopardi, e correlativam ente l e sue
.
.
.
. . . . il paSSa carro che non ha tim one né giogo, e non corsieri splendenti di sangue e di cui prostesa l'onta soggi schiume
ace,
m a rapidità senza acume che bassa scivola, imm une tra la ferrea fune sospesa e il duplice ferro seguace. 1-
lj L ' J '
i
':
Tuttavia, D'Annunzio ancor più di Carducci S1allontana daltradizionale lessico petrarchesco.ln Carducci1 atlnlsm lSOnO anche una sfda alla ftusata poesia , j é1Iessico orm aitend mente usuale della borghesf enziala:yovo ' evitarepiazza;jn o u nnunzia p-wr-':-venerico e vago, serve a gliesotism idiognisorta egk-a -da iGtY t' a'me '''Xot iCVYCCiSmi,coslcome tecnicism i.sia pure fn una noeqio -u- ''îParziaiivalgono com e indizio di ricerca realisti f-na oi --lH -uufvadeda1presente,sono ca. sïone tecnica. per gIistessi' J , ; v 1 H J '-:*1 ''''aistanzadiprecim 'c- -- bjY'' F'àccola sotto ,. / moggy ,(jj' C 7uYb'oiScritti,peres.nella am er H,Vk' R Ofre i prîm ï esem pi di q controcanto
' J/al Ze Zt C t S al Ge, il ) zea D' Annunzio
preferenze siconcentrano ffuorirango à ), costituito diparole a bassissim a frequenza. su1lessico ( 10eSu D 'Annunzio, fondamentali g1istudidi B . M I CLIORINI, Gabviele d' A nnunzio e la lingua italiana in Gabriele D 'Annunzio. Le tenute per il Lyceum di Firenpe, Fire,nz tture e 1939, pp. 182-201; M . PRAz D 'Annunzio poeta georgi , f tRivista delle biblioteche e degliarchivi, 1919, pp. 7-14 ; 1D D'Aco, ) , nnunzio e l'amor se ., carnes la morte e fl diavolo Firenze 1948 nsuale della parola, in La , , p.459 s gg.(ivi,p. 493 il passo diLaus ' cfltzc vv. 5536-44;A . PAGLIARO, 11 linguaggio podsct?di G. D'Annunzio, in G .D 'A . neI primo centenario della nascit,a, Rom a 1963,pp. 33-55;ScHI. & > I ? I xI M i78-131;E. GIAMMARCO ffvernacolo abruzzese nella narrativaercant e nella drammaturgia dan,nu nziana, rAbruzzo p, 1,1963,pp. 271-91; e cfr . sopr poetico 63-73. Per l'assunz attutto ELwBRT Linguaggio ione di m odul i dialettali e folclorici cfr.i saggi, largamente utilizzati dipoi, di G i ovanni CRoclox l, Problemi
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1V.Nuoveaftlrrae e jitnzioni
Se la realtà da esprimere e da trasfkurare poeticamente non picon ù un am biente da repubblica m arinara o una natura r ivissè uta animo sensualm ente pagano; se intorno,intanto siirrobustisce e siallarga l'uso scritto e ilparlato della lingua, ; se un protagonista della storia intellettuale italiana e m ondiale si avanza a contestare con suggestive ragioni teoriche i diritti della parola morta e im balsam ata ne1 dizi id onario e ad esaltare iritti della spontanea creatività linguistica i i ndividuale; se nfastidisce l'inserzione di vecchi elementi li nguistici tra i nuovi convalidati dall'uso; se il mondo delle im m agini e dei sentim entisiincentra intorno alla torre diun b orgo e alla vita m inuta che visisvolge presso, allora,quasinecessariam ente a , l
poesia ripete ed rtascolta novelle e ragioni/da bocche /celate nell'ombra...:/ragioni,novelle,esaluti d'amore, all'orecchio, confusi: /g1iassiduibisbigliperduti ne1sibilo assiduo dei fusi;/le vecchie parolesentite /dapresso con palpitinuovi
Allora, nascono i Canti di Castelvecchio ). . l ve rsi del Pascoli non sono meno letterarie pensati deglialtri:talora non spon tanei, la loro spontaneità non va m ai confusa con l'improvvisazione;ma in essiillessico vivo entra orm aidipieno diritto e
fo ndamentalidelfolhlore,con duelezionisu ,7folhloree # D'Annunzio, Bol ogna 1928,pp.61-159. Siveda ad es.La jiaccol a sotto ilmoggio ed.naz.,Rom a 1942 , ,
p.96:
GIGLIOLA T'ha morso una serpe? IL SERI>ARO
L'hafdetto. GlcLloLA Velenosa? IL SERIZARO L'haidetto. GIGLIOLA Puoi m orire? IL sEle allo Si muore e non si muore. ftChiedeo lo morto allsasse dell'abete: 4ïNon hanno miso f' igliema ne1 foco?' h #Flglieta h fece l'asse fdmagna e beve; s'è compro un busto de velluto novo 't. Lo sai quelcanto antico, baronella?
5.Lingua colta e lingua toetica..44la noce anttka #
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senza rivali:i piedi edi, i riccioliriccioli' e non .si chiam ano pt>, ' @ f o c r i ne . E poi ché ne1 par l a r e c i s iserve de1dialetto, in que. sti versientra anche il dialetto:l'ipocoristico Zuanl o i dialettism iitalianizzati,da stiampa a vocerzo101. D ivenuto poeta lau.
le1Seguendo le indicazionidiA . TRAINA,Saggt' osulJtzszlodelpascoli Padova 1961, si puè caratterizzare l'attitudine linguistica delPascoli , come plurilinguistica:pluralità dilingue cuiricorre (latino, italiano,
dialetto);pluralità dilinguaggi(eolloquiale, tecnico,contadino);cfr.
ora anche F.DsL BEccAno, L'elemento dialettale nellinguaggio poetico pascoliano,44Belfagor h ) 24, 1969, pp.293-323. Interessante, per v4lut 1are la posizione de1PASOLINI, P.P.PAsoLlxl, Pascolie M ontale, Con, 947, pp. 199-205 (p.205: (un Pascoli, letto con nuova coscienza, puù bil essere considerato com e colui che ha contribuito a render possi-
e l'italiano in cuiM ontale ha inserito ilsuo linguaggioh);giudizio
non discorde neisaggi diA . SCHIAFFINI,cit.supra,no. 95. Sui lirici posteriorialPascoli cfr-,oltre glistudide1Calcaterra e dello Schiaë ni: 1. GUTIA,La parola rtzgtzin Ungaretti, LN 12,1952,pp.68-77; 10 La mess' in xcezltz in M ontale, Con, 1949, pp. 684-697; F. RjvA, N ot. , e sulla !l %#NJ della Aoe. slW d1'Pavese, LN 17,1956,pp.47-53.Essenziale è I-Linguaggiopoetico 77-78 (con riferimentialtentativo dotto, d ELwER' i im itare l'irregolarità metrica della poesia popolare italian , a).Iversi c Mitati ne1 testo sono di La Poesia in Canti di Castelvecchio, 18a ed., ilano 1945, vv. 6-18. Dopo il carducciano 44Odio l' usata poesia #, e dopo il dannunziano Le .ssr>fcanore (vv.7-37: 4Le mi e parole /
sono profonde /comeleradici/terrene,/altreserene /comeifirmamenti,/fervidecomelevene /degliadolescenti,/ispide comeidumi /confuse come i fumi / confusi, /nette... / tremule..-/ tumide... / , l abili... / vergini... / notturne... / funebri... / pieghevoli... / tenui comeiteli/chefraduesteli/tesseilragno#)èquestoilprimopoetico m anifesto della sem plicità verbale, de1tono dimesso o prosaico. Qualche anno dopo, A.G RAF,Poesie, p.401 (citato in ELwERT Linguaggio
poetico 19) scriveva;fCanone d'arte./ Essere semplice e schietto, / e che in ognisua parte /risponda alpensato ildetto, / è questo ilfsar ommo dell'arte;/è quila pura bellezza,/negata all'amasio vile /che solvagheggiae carezza /se stesso nelproprio stileh. Sipossono, ricordare, pil h tardi, e ne1 medesimo senso, altri analoghi manifesti
poetici:Amai diU.SABA:fAmaitrite parole che non uno /osava M 'incantö la rima fiore /amore, /la più antica diëcile delmondo./ . Am aila verità che giace alfondo, /quasiun sogno obl iato...t ï;Ilimoni di E. M ONTALE: fAscoltam i, ipoetilaureati / simuovono soltanto fralepiante/dainomipoco usati:bossiligustrio acanti. /Io,perme,
260
1V. Nz fta/:jorme efunzioni
reatoy Pascoli tornè
poi in pai'te al vecchio linguaggiù. M a rztlll;tstoria de1 lessico e della sintassi deila poesia italiana, seguito efettivo ebbero i Canti: Valentino, la Saggina,la Bicicletta,le form e, cioè, di una lirica che si vale del patrimonio linguistico quotidiano. Cosl,qualche anno più tardi, Gozzano poteva catalogare,com e siè visto, tra 4lebuone cosedipessim o
gusto)quel32O/o dellessico italiano caduto in disuso fuori della versifcazione tardiva o de1m elodram m a:ilcor, l'twre//o,
ilJedel,ildrudo,ilbrando,las peme.Daallora,laliricaitaliana,
neisuoipur diversi orientamentie valori,non si è più disancorata dalla lingua corrente. Essa costruisce e si costruisce con ta1 lingua, e alle form e che da questa accoglie conferisce la bellezza della poesia. Non unàparolaarcaizzante ad esem pio, , hella Trtkste di Saba, m a solo Aparole trite h ): H o attraversata tutta la città. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in 1à deserta, chiusa da un m uricciolo: un cantuccio in cui solo siedo; e m i pare che, dove esso term ina, termini la città.
amo le strade che riescono aglierbosi/ fossidove in pozzanghere / mezzoseccateagguantanoiragazzi/qualchespanztaanguilla;/leviuzze che seguono iciglioni, /discendono tra ic' iuë dellecanne /emettono negliorti,tra g1ialberideilimoni. /.. ./Quidelle divenitepassioni/ per m iracolo tace la guerra, / quitocca anche a noipoveril anostra parte diricchezza /ed è l'odore dei limoni...#.A queste poesie su1 linguaggio della poesia è da ascrivere, anche se non ha intonazione program m atica, La voce di C.PAvu E: AL'uom o solo ascoita la voce
calma / con lo sguardo socchiuso,quasiun respiro / glialitasse su1 vol L'to,un respiro amico /che risale,inbredibile,daltempo andato. / uomo solo ascolta lavoceantica /cheisuoipadri,neitempi, hmm o udito,chiara /e raccolta,una voce che come ilverde /deglistagnie deicolliincupisce a sera. /L' uomo solo conosce unavoce d'ombra,/ carezzante,che sgorga neitonicaimi/ diuna polla segreta:la beve intento, /occhi chiusi,e non pare che l'abbia accanto. / 2 la voce cheun giorno hafennatoilpadre /disuo padre,eciascuno delsangue morto./U'na voce didonna che'suona segreta,/sulla soglia dicasas al cadere delbuio :.V. app. 67.
5.Linqua colta e lingua poetica: (sIa voce t?;?/i'c(l>
261
Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurrie m ani troppo grandi per regalare un fiore; com e un am ore
con gelosia...
E non un arcaismo si isola nel 4 tleopardiano ) Cardarelli: Un tem po, era d'estate, era a quel fuoco, a quegli ardori, che si destava la m ia fantasia. Inclino adesso all'autunno, da1 colore che inebria, am o la stanca stagione che ha già vendemm iato. N ulla più m i som iglia nulla più m i consola, di quest'aria che odora di m osto e di vino, di questo vecchio sole ottobrino che splende sulle vigne saccheggiate...
Brevità di periodo, carattere uniproposizionale della frase, esteso sfruttamento dei rapporti nom inali, fino al lim ite della
adozjone della frase nom inale pura, preferenza sem pre più
accentuataperillessico dipitlaltafrequenza (e quindi,sinoti, più antico) nell'ambito ' del lessico usualç, forma integrale e stabile delvocabolo, le innovazioni sparsam ente colte nell'italiano postunitario si raccolgono e si saldano l'una all'altra in una nuova forma poetica nelle Poesie di Pavese, specie nelle ultime.Valga come esem pio Passerb >dr Piazza #2 'Spagna: Sarà un cielo chiaro. S'apriranno le strade su1 colle di pini e di pietra. 11 tum ulto delle strade non m uterà quell'aria ferma. l fiori spruzzati di colori alle fontane occhieggeranno com e donne
262
IV.Nzlor:lhrmeefunzioni divertite.Le scale le terrazze le rondini canteranno ne1 sole. S'aprirà quella strada, le pietre canteranno, il cuore batterà sussultando com e l'acqua nelle fontane sarà questa la voce che salirà le tue scale. Le fnestre sapranno l'odore della pietra e dell'aria m attutina. S'aprirà una porta. 11 tum ulto delle strade sarà il tumulto del cuore nella luce smarrita.
J.Lingua colta e lingua poetica: 4la voce antt ka I
263
per una percentuale ancora m aggiore,è costituito dallessico di
della lingua comune,con sensiprevalentemente concreti, visivi, piuttosto che astratti:parole dunque com e giorno, luce, za/re, ombra,cielo,voce,sole,acqua,J' ertz,azzurro, lampo, notte piuttosto che com e umano o memoria102. 11 rifuto de1 lessico latineggiante,petrarchesco,da rpoeta laureato A, ha condotto,con vichiana astuzia della Provvidenza, al recupero de1fondo più antico, archetipico, della lingua italiana. Coloro che ora esaltavano ora tem evano il sovvertimento della tradizione lingvisticaitaliana, hanno dato de1nuovo un'im magine non retta.A ciö,forse,ha contribuito anche ilCroce, con ilsuo scetticism o dinanzialla lirica postcarducciana. M a su un piano più alto,qualeè quello alquale deve elevarsiognigiudizic che voglia essere tale,e non sciocca calunnia e recriminazione,occorre riconoscere che all'equilibrato sviluppo delle vicende della lingua colta e della linguapoetica italiana ha contribuito ilCroce in m odo decisivo, facendosiinterprete e difensore didue esigenze com plem entarie solo apparentemente opposte: l'esigenza, com e si è veduto,della libertà linguistica, della genuinitâ e della spontaneità,esigenza che egliaveva fatto valere
più altafrequenza.t questala parte dellessico che,come mo-
già neifa'sua primaEstetica (v.app 41)e l'altraesigenza della
Sarai tt z - ferm a e chiara.
In una struttura ftferma e chiara) hsiraccolgono quitalune innovazioni dell'italiano postuniurio: ma il lessico, come si è
detto altrove (no.99),per oltre il600/0,e neiversiora citati stra la linguistica quantitativa,m eno m uta nel tempo, in diacronia,in italiano com @e in ognialtra lingua,e che diuna lingua,dunque,costituisce il cuore.L'analisi linguistica non puè
far altf ro, qui, che sciogliere e dichiarare in valori razionali quel che il poeta ha unitariamente intuito: L'uom o solo ascolta la voce antica che i suoi padri, nei tem pi, hanno udito, cltiara e raccolta...
La 1î!' . ka ' 'na,che volevaliberarside1Petrarcaeperdere la propria anima tradizionale,proprio aderendo alla lingua com une è servendosi, nell'am bito di questa, degli elem enti più usttali, ha ritrovatp l'anima più antica della lingua.Anche in un poeta come M ontale, di cui già il Contini segnalö la propensione per vocaboliderivantida linguaggispeciali,ed in cui il vocabolario è ricco e disperso, le parole chiave sono par'ole ..
.
continuità della tradiziope, che gli suggerl, nella prefazione'al
libro ' delDe Lollis', ''un Pensiero o, meglio, una formulazione incisiva di un pensiero altrove da lùi ragionato in term ini più ampi:44La poesia*,scriveva ilCroce, 44e con leitutta la vita,è com e un coro che si prosegue neisecoli,e la nuova voce non puô risonarvicom e nuova se non ascoltando e accogliendo in sé le precedenti, e rispondendo ad esse, e ripigliando da esse il canto e continuandolo a suo e insiem e a 1or modo , h. E col Croce a talivicende hanno naturalm ente contribuito tutticoloro che ne sono statiattori,cioè scrittorie poeti. M a la loro opera, com e siè cercato di mostrare, non avrebbe avuto 102 Cfr.già G . CONTINI,Esercizidi lettura Jo/rtz autori contemkoranei,con un'appendice su testinon contemporanei,2a ed.,Firenze 1947, p. 77 sgg.,e idue im portantistudi diL. RoslEt-t-o, Le sinestesie nell'opera poetica diAlontale, 4RendicontiA, 7, 1963, pp.1-19,e Consistenza e distribuzione statisttka del lessico poetico dt ' Alontale, J3lW., 11-12, 1965,p.397 sgg.
264
117. N uoveJbrplc e./' C/zlz/' t' h?kz'
senso e possibilità disvolgersi,se le condizionilinguistiche de1 paese non fossero m utate e se la lingua italiana non fosse stata tratta fuori deilibriin cui giaceva' ( fcome m orta 3 he usata com unemente.U om ini di cultura com e il Croce,in quanto teorizzatori, e gli scrittori, in quanto attori di certiprocessi linguistici,appaiono quindinon più che interpretidiprim o piano
(ma,va anche detto,non meno che autonom iinterpreti,e nel-
l'esser taliu,vario titolo sta appunto illoro compito epregio) tIiuna storia più am pia e complessa, quale è quella diuna intera comunità nazionale,ossia deim olti individui che la com pongono.
D ocum entie questionim arginali
1.LINGUA E NAZIONE:PRIME TRACCE IN ORIENTE G ià ne1Vicino e M edio Oriente antico è dato ritrovare tracce dell'ideadiunità tra lingua e nazione.CB è anzitutto possibileanalizzando la narrazione biblica sulla divisione babelica dei popoli; perilnarratore biblico ilsegno dell'unità dicui avevano fruito idiscendentidiAdam o fino alloro arrivo nella pianura diSennaar era
essenzialmente d'ordine linguistico (4(erat autem terra labiiunius etsermonum eorumdem ) h,Gen.XI 1),e ladispersione deipopoli, conseguente altentativo dicostruire la torre ( 4cuius culm en pertingat ad caelum #,è essenzialm ente realizzata attraverso la m aledizione delle lingue, cioè attraverso 91 m oltiplicarsi degli idiom i qut non
audiatunusquisquevocem proximisui>(XI8):44atqueita),aggiunge
lanarrazione,4(divisiteos Dom inusex illo loco in universasterras*. Suicom plessiproblem iinterpretatividelpasso biblico, cfr.,da ultim o, BoRs'r Turmbau I 114 sgg.:non èim probabile che nello strutturarsi dellasagaabbiaavutopartecospicua ilcollegam ento,attraverso un'etimologia popolare, del nom e accadico della città. bab-ili 4porta di
Dioà ),con laradice ebraicabll44confondere)(B.M EISLER FJ s.v. Babel).Nonèquestol'unicoluogobiblicoin cuiilcriterio linguistico fungada discriminantedella nazionalità;un altro è la storia di Jefte (yud.X1l4-6)chedistinguevag1iEfraimitidaiGalaaditiosservando illoro diverso comportamento verbale:sullabaseditaliosservazioni
JeftelasciavaandareiGalaaditiesgozzavag1iEfraimiti.M eno dramm aticie cruenti,alm eno per quanto è possibile saperne, m a non m eno rilevanti sono altri riQessim ediorientalidell'idea diunità di lingua e nazione.Sitratta di riqessilessicali, che attestano com e quellhidea fosse patrim onio com une de1sapere collettivo diquelle popolazioni.
t !,
w, .tlglta e NJZJI.OAId . ug .) . yl . 17. avjc. z'l. . tll/t? qref'a e.jf7jy
268
11prim o fatto lessicale da considerare è la presenza in sum erico, sem itico babilonese,antic. o indiano e greco diun vocabolo a raddoppiam ento,barbar- in sum erico, dotato diun duplice signifcato a seconda deicontesti:4(straniero à )e LLbalbuziente/ );la coesistenza dei due signifcatiè prova che per quelle popqlazionil'om ogeneità etnica eracom unem entestabilita sulla basedell'om ogeneità linguistiea, della capacità,cioè,diben parlare una determ inata lingua. O ltresum erico barbar-, cfr. altresl l'accadico barbaru-, ant.ind. barbarah (sing. )
( 4balbuziente8 h,baybavâh (plur.)( tinon arii,g1istra'nieri),gr )épp ypogqstranieroA,jt zppt zplrptovog 4 tche parla unalinguastranieray / (HoM.1l.11867).11centro didifusione della parola èstato prob l'area sumerico-babilonese (W EIONER 303, SPECHT Urheimat 11 FRISK s v.l s4pt ' lt y. p()gl:ciè èstato contestato,parendo improbabile, chepropriounaparoladelgenerefossemutuatadaaltripopoli(THIE.
.
.
ME H eimat 586; L. LOMBARDO, :Rendiconti 1st. Lom bardo Sc. e Lett.%,91,1957,p.251, MAVRHOI' BR s.v.barbarahi);senonché in piena età storica ilatinim utuarono la parola daigreci, com e poi i 44barbari) / germ ani la m utuarono dai latini. Secondo W EIDNER,/oc. cit.,ilvalore prim ario della parola sarebbe 44stranieroy he secondario sarebbe lo sviluppo sem antieo (fm alparlante, balbuzienteA; m a il
raccostamentoadaltreanaloghelbrmazionipopolari(lat.balbus)rende
comparativam ente più prob.l'ipotesi che ilvalore primitivo fondam entale sia proprio.quello di 44balbus, balbuzi ente)(cfr.SPECHT, FRISK,M AYRHOFER,locc. citt. ,eBplsaco s.v.$&Fp( xFoç).L'alloglossia è cioè considerata com e una aglossia o, alm eno, cacoglossia: un analogo atteggiam ento m entale è alla base del proverbiale paragone
2. LINGUA E NAZIONE:TRADIZIONE GRECA E LATINA
Per la G recia vanno tenuti anzitutto presenti alcuni ri:essi les-
sicalidella nozione diunità dilingua e nazione:perjtlpi st xpog,v. supra;altriusilinguistici:sinonimia di&ààtsr puàog ed l'rcpùyàto-r-rog
(POLYB.XXIV 9,5);usodi&ààlyltoccogperL3stranieroà )(HERooo' r. 11 54:cfr.anche STEPHANIJS s.v.);nellasinonimia diyàipcc' t x ed lXvog(SFp'r.yud.111,8)èdavederelatrasposizione dellasinonimia presente ne1 testo ebraico ? Cfr. com unque una analoga sinonim ia in italiano antico in VA C s.v.lingua,n. 1. 5. U na utile testim onianza è anche il passo om erico sul sincretism o etnico cretese com provato m ercé il richiam o alla pluralità di lingue: O#.X 1X 172-177. In generale,oltre BEt-oci. lGriech.Geschichte 1V, 1,2 sgg.,cfr.M AzzARlxo
Fine173:4fethnos...'nazione'(.Jvjun concettochene1mondoantico fu sem pre connesso,più o meno,con quello dilingua à ).In G recia si ha la prim a nitida ed esplicita teorizzazione della parte essenziale che tocca all'unità linguistica nel costituirsi dell'unità nazionale:essa risale ad Erodoto che, sul fnire del libro VIII delle Storie, racconta com e,nel mom ento più dramm atico delle guerre persiane,gli Spartani avessero avuto il tim ore di vedersi traditi e abbandonati dagli Ateniesiattiratidalle profferte degliam basciatoridelre persiano;gli Ateniesi,dopo averrespinto le oferte dipace,risposero agli Spartani che m ai avrebbero potuto tradire l'Ellade, sia perché impegnati a vendicare la distruzionedeitempli,sia acausadi, % 'ElklmpLxùv,44la ellenicitàA,44che è)h,spiega Erodoto,44identità disangue e di lingua A
greco fral'incomprensibilestridio delle rondinie le linguedei/4pfst xpo:attestato in Assc.Ag.1050,donde ladenominazionemetafor i lca dello straniero come xelkzfl)v Ljrondinehh, in JoN TRAG.33 (per
(1?)véip.t xLp, fsvqz xaLlpâyàtoccov:V1II144,2).Laidentitàdilingua
erano Veramente uomini, cfr. J. JUTHNER, Ilellenen &êl# B6lrbtlretln
rone attesta,fu altreslpresente la concezione della lingua com e rillettente nelle sue caratteristiche le caratteristiche nazionali. T ale concezione, di tipo m olto m oderno, è docum entata ad esem pio nel De
a caratterizzazione dei qbarbarià )com e anim ali, m entre solo i greci
Lipsia 1923,pp. 7 no. 30,128);sempreperilmedesimo atteggi am ento sivedano le denom inazionisem anticam ente analoghe esistenti in turco,slavo ecc.ram m entateda SCHwYZER I78 no. 5:cfr.anche W ERNER Barbarus, BoRs' r Turmbau 1 18 sgg. 11secondo fatto lessicale è la duplicità di signifcato di termini com e l'accadico lilani 4lingue) che,nelle iscrizioniachem enidi, vale anche tnazioniA:cfr. M AZZARINO Fine 173 no. 1.
com e condizione della identità nazionale fu un concetto più volte adoperato dagli storici antichi a proposito della nazione macedone
IPOLYB.IX 37,Llv.XXXI29).M ane1mondo antico,comeCice-
Oratore(II4,17),incuiin unaparticolaritàdellessicogrecoelatino si scorge il riflesso delle rispettive nazionalità: LLQuem enim nos ineptum vocamusism ihivideturab hoc nom en habere ductum ,quod non sitaptus.Idque in serm onis nostriconsuetudine perlate patet...
HocvitioLscil.quellodellaineptitudo)cumulataesteruditissimailla
t
G raecorum natio. Itaque quod vim huius m ali G raeci non vident,
270
J. N azionalismo linguistico nelmondo antico
4 fftrtnclhiotffnazthnalitJ
ne nom en quidem ei vitio im posuerunt. 'U t enim quaeras om nia, quom odo G raeciineptum appellent,non reperies) h. Alla Ene de1 m ondo antico, Isidoro, nelle Et ymologiae, dette a queste idee una sistem azione destinata a restar qtopica h per tutto ilM edioevo,sia sancendo ilprincipio de1 fquot linguae totgentes b i
mom ento in cuiD iodeziano sipose ilproblem a di rendere linguisti-
(lX 1,1sgg.),siacon lesuecaratterizzazionimiste,cioèauntempo etnografche e linguistiche, dei72idiomiedel le72genti(Etym.IX, 1 sgg.;cfr.inoltre BoRs' r Turmbau I 175 sgg).
rispetto ilgreco,che aveva tra loro la fama dilingua locuples eclara
.
3. NAzloxAl-lsMo LlxculsTlco xEL Moxno Axlqco
G li im peri con epicentro nel bacino del T igri e dell'Eufrate abbracciarono,senza chesiponessero problem idisnazionalizzazione, stirpidiverse e adottarono contemporaneam ente più lingue comuni
(nell'impero degli Achemenidi,aramaico,elamico,accadico e persiano coesistevano com e lingue am m inistrative e in parte religiose e uëciali:A.PAGLIARO,Letteratura della fbrsb preislamt kat pp.15-17 in A .PAGLIARO,A.BAUSANI, Storth della letteraturaJerwbatz,M ilano
1960).In Greciailnazionalismolinguisticosilimitè aldisprezzoper altre lingue o,più sem plicem ente ancora, all aplacidaignoranza(CIc.
camenteomogeneol'impero,lalinguapresceltafuillatino(MARROU, op.cit.,343);infne,ancoraaltempodiGiustiniano,illatinoera considerato de iure l'unica zd-rptog tFf awy')(fus' r.Nov.V11 1).Fuori dell'am bito giuridico, i Rom ani considerarono sem pre con grande
(CIc.De/n.IIII10;lslo.Etym.IX 1,3)oalmenopiùriccain confronto allaegestasdellatino (LUcR.I 136-39,830-33,III258-260; PL.Epist.IV 18;SEx.Epist.58,1sgg.;GELL.N.A.X116).Proprio la degenerazione diquesto rispetto e diquesta am m irazione in com plesso diinferioritàprovocèsaparte lasatira di Lucilio contro Albucio
Llnc.26-33MPLLER)equelladiGiovenalecontroledonnelatineche parlavanosoltantoin greco(VI186sgg.),unadellepiù notevolimanifestazioni, se non di nazionalism o, alm eno di patriottism o linguistico delm ondo antico:laappassionata difesa del latino contro g1i
snob (perquesti,cfr.anche CAT.84 eClc.Brut.247)svoltada Ciceroneall'iniziodelDe/NJ 3J/. seculrninantenellachiusade1cap.II1: 44Ego autem satis m irarinon queo,unde hoc sit tam insolens dom esticarum rerum fastidium .N on est om nino hic docendilocus:sed
itasentioetsaepedisserui(cfr.111115,xv 51; Tusc.11xv 35;De - l.deor.IIv8;Desen.45;Brut.73),Latinam linguam non modo
DeOr.1177),l'espansionelinguisticade1grecoessendounasponta-
non inopem ,ut vulgo putarent,sed locupletiorem etiam esse quam
latino:daLivio (XL 42)risultachel'uso dellatino,lungidall'essere
poetis,postea quidem quam fuit quem im itarentur, ullus orationis vel copiosa ve1 elegantis ornatus defuit?A. Sull'antico 44lnopiaK om plex h e sul suo risorgere in età um anistica cfr. KLEIN Latein und Volgare 53-54, 113-15. '
neaconseguenzadelriconosciuto prestigiodella cultura ellenicae non frutto d'una qualsiasi f tpolitica linguisticaA. Più com plesso era lo stato dicose a Rom a.N ella più antica età repubblicana una politica linguisticavifu,m am irè acontenereenon giàad espanderel'uso del im posto aifederati,veniva concesso invece com e un onore. Le conseguenze sulla storia linguistica italiana furono rilevanti: la Penisola non venne sottoposta a un processo om ogeneo e pianificato di rom anizzazione linguistica, m a le varie genti andarono assim ilando ognuna
perunapropriaviaillatino(BtmlxszltvAusbreitung 34-35,PULGRAM Tongues264 sgg.). Nella età repubblicana più avanzata,iRomani assunseroinsedeuëcialeneiconfrontidialtrelinguenazionali(ce1tiche,germaniche ecc.)un atteggiamento analogo aiGreci:quello dell'ignoranza(M ARROUEducazione340).11grecoebbeinveceun certo riconoscimento ufiiciale (MARROIJ loc.cit.).11bilinguismo difatto dellaculturalatinanongiunseperè maiad averepieno riconoscim ento de fzlre:Claudio tolse la cittadinanza a un Luciano che, conoscendo
ilgreco,ignoravaillatino(DIo CAs.LX 17,4,SUET.Cl.16,2);ne1
Graecam.Quando enim nobis, ve1dicam aut oratoribus bonis aut
4. IL PRINCIPIO DI NAZIONALITX
Anche della idea di nazione si è asserita l'origine rom antica
(essa44sorge etrionfacon ilsorgeree iltrionfare diquelgrandioso m ovimento europeo dicultura che ha nom e rom anticism o, ):CHA-
Boo Idea #;'nazione J3),ammettendosene tutt' alpiù precorrimenti nel Settecento (ALBERTINI Stato nazionale 108),in Houdar de la Motte eDanieldeFoe(HAZARD Conscienceeuropéenne170-72)eal massimoinM aclliavelli(CHABODop.cff.8-10).Vièunabaseperquesta opinione in due ordinidifatti:illim ite naturalistico de1pensiero
antico (anchestoriograNco;CltocE Teoriat:storia 171-75;cfr.anche
4 11Arirztrg /r' o dir/tza/ blltz// 'lfi le osservazionidiW . JAEGER,ylristotele.PrimeIlnee#J'una q îltm' l Xlla sua evoluzione spirituale,trad. ital. di G . CALOGERO, Firenze 1934,
p.531sgg.sulla astoricità dell'ideaditsviluppo'ia Aristotele)impedla G recie Latinidicogliere appieno ilcarattere diform azioni
storicheproprio delle nazionalità (PAGLIARO DP s.v.lingua);siosservituttavia che l'idea delle nazionalità com e,form azioniscaturenti dalla libertà um ana e,quindi, non naturalistiche m a in certo modo
storiche è presente abbastanza nettamente in BARDESANE (cfr.Dialogo delleleggt 'deipaest' ,introd.trad.e note diG . LEvl DELLA VIDA,
Roma1921,p.38 sgg.)che riPette in ciè un filoneellenistico risalente ali'aristotelico Carneade (cfr.la citata introduzionede1DELLA VloA,p.14);e,d'altraparte,l'organizzazione politica dellepopolazioniorientali,greche e latine, non siincentrè intorno alprincipio dinazionalità,m asirealizzö o in com paginiplurinazionalio in cittàstato m olteplici all'interno di un'unica nazione, ilche fu causa ed
effetto a un tempo della debolezza delsenso della nazionalità (cfr. K oux N azionalismo 29-78 e M Azzam xo Fine 173 sgg ).11carattere .
naturalistico ed etnografco della nozione di nazionalità e lo scarso peso che la nazionalità ebbe nelle civiltà Eorite intorno albacino del M editerraneo,non sono perö sus cientiad asserire chem ancèall'antichità l'idea di nazione. Caratterizzazioni dei gruppi etnicicome, appunto,entità sopraindividualidotate diun loro stabile L !genio i ssi hanno tanto a livello popolare o sem ipopolare, anche sotto form a di
pregiudizio regionalistico (sipensialla fama dif tmollezzaped LLeffem inatezza Adegliloni:ARISTOPH. Pax 46,Th.163;PLAT.CoM . 69, 14ecc.;allar!ghiottoneriaAedrrottusitàà hdeiBeoti:EIJB. 39,M NESIM . 2,DEMoxlc.1,PLUT. 2,995ecc. ),quanto alivello scientifco,dalla letteraturaperiegetica eda Erodoto ad Aristotele, da Cesare a Tacito
eagliscrittoripiùtardi(BARDESANEop.loc.cit.;FIRM.MAT.M ath.I 2-49Islo.Etym.IX II);alcuneideesullecaratteristichenazionali, ad
esem pio quella della Llibertas Germ anorum , h, consolidatesigià nell'età im periale rom ana, come ricorda del rcsto lo stesso CHABOD Idea dt' nazione 28, durarono poi tenacem ente attraverso tutto il
Aledio evo (HöLZI-E Altgermanhche Freiheit). ln polemica con la tesi di Chabod cfr. G . SALVEMINI, Scrittisul Risorgimento,M ilano 1961,pp.542-555.
J. Stati zltz-wbzszzs - 6.Polemiche letterarie
273
5. G LI STATI NAZIONALI: IL NESSO LINGUA-NAZIONE In Europa,la form azione deglistatinazionali agl sulla storia linguistica concorrendo all'elim inazione dell'uso de1 cosmopolitico latino m edioevale e creando le prem esse e il bisogno de1 difondersi d'un tipo linguistico unitario all'interno deiconEnidiciascuno stato; l'adozione di tale tipo linguistico com e sostitutivo de1 latino in atti uë ciali, nelle scuole ecc. ebbe spesso sanzioni uë ciali in appositi
editti(cfr.perla Francia eilfrancese:At-oNso Lengua en América 102 sgg.,DAIJZAT Europelinguistique57,114-15,VloosM anuale28889;perla Spagnae lo spagnolo:DAUZAT op.cit.152-53,Vmos M anuale 289-90,320,323;perl'lnghilterra e l'inglese:DAUZAT op.cJ 'f.
68-69,174).Intalmodo,venneraflbrzatodifattoillegamereciproco dilingua e nazionalità.L'inquenza deglistatinazionalinon sirestrinse alle aree geografiche in cui essi sorsero, m a siestese anche a quelle zone europee che restavano organizzate politicam ente in stati plurinazionali o frantum ate in stati diversi, e ciè avvenne a causa della complem entarità dei fenom eni relativi alla nazionalità, com e giustam ente ha sottolineato SESTAN Stato e nazione 32-34.L 'osservazione de1 Sestan va tenuta ben presente per intendere la storia linguistica di paesi com e Germ ania e Italia, a lungo privi di proprie unitarie organizzazioni statali, che tuttavia sentirono,per quanto concerne il form arsid'una coscienza nazionale e l'adozione diuna lingua com une specifca della nazione, l'inquenza de1 sorgere di stati nazionali in Francia,Spagna ecc. 6. POLEMICHE LETTERARIE
Queste riguardano anzitutto l'afermazione dei pregi deiL 3volgari) hcontro la persistenza dell'uso de1 latino:tem a ricorrente in tali lodi è quello dell'aderenza e convenienza storica deivolgarialle esi-
genzecaratteristichediciascunanazionalità(cfr.DANTEConr.Iv-x, BoccAcclo Vita di Dante 16,Lol u xzo 1)E'M EDICIin Prosatorivol g.
delQuattrocento998 R;perladigusione delmedesimotemain ltalia cfr. K LEIN Latein und Vol gare 61-67; per tutta l'Europa quattro e cinquecentesca: K UKENHBIM Grammaire grecque47 no.2,91 no.2, 1D.Linguistique./rt zzlfwù:18-21).Ancorpiùraflbrzanol'ideadell'associazione tra lingtla e nazionalità le polem iche pro e contro l'uno o
274
7. Polemiche relzkfose - 8.Slcreofi yi
l'altro dei4volgariy heuropei;esse, risalendo alD uecento sono riiesse , già in D ANTE Conv. Ix-xll,VE Ix(cfr.l' ed.diA.IWARIGO,31:edFirenze 1957, p.75 sgg.e notedicommento altesto)esiintensi , f-
caronopoiduranteilRinascimento(KUKENHEIM GrammaireJ' ft7/J' :zlrJé' 198-223)el'etàbarocca(FUBINIM uratori142sgg.;cfr. anche BoRs'r Turmbau 1I1 I 1029, 1035,1048 sgp). 7. POLEMICHE RELIGIOSE
Le polem iche religiose deiriform atorianzitutto rinverdiscono la conoscenza del testo ebraico e greco delle Scritture, spingono ad analisie comparazionifra le treredazioniecreano cosltutt dizione di considerazioni sulla diversa funzionalità in a unatrasita nelle tre
lingue e collegata alle singole rispettive nazionalità (KIJKENHEIM G ramntair?grecque3, 103-104,133;cfr-,ad esem pio, M ARTIN LIJTHBR, W erke.Gesam tausgabe, 58 voll-,W eim ar1883-1948 l , XLVI II,p.700). noltre talipolem iche contribuiscono a scalzare dall'uso religioso il latino m edioevale cui, anche per ta1 via, si sostituiscono i volgari nazionali: la legittim ità di tale sostituzione fu giustifcat a appunto sostenendo che ogninazione dovesse avere un suo specifco idiom a idoneoallesuetradizioniecaratteristiche(cfr. anche per ciè LIJTHER, W erke,ed.cit., 1,p.379,111,p.597, V,p. 212,X IX , p.72 ecc.), vivoeben com prensibile;sivedeutilm entein proposito il pream bolo allalegge sull'istruzione obbligatoria approvatanel1647 dalla coloni della Baia de1M assachussets:fUno deiprincipali progettidell'Ana tico Ingannatore è quello ditenerlungigliuom inidalla conoscenza delle Scritture, un tem po col m antenerle in una lingua sconosciuta , oggipoicolpersuaderlia non ricercare l'uso delle lingue:cosicché il verosensoesigniscatodell' originalefnlcoll'essereoscuratoesconciato con false chiose di ciurm adori... A(cfr.MONROE-CODIGNOLA I227). 8.STEREOTIPILINGUISTICIPOPOLARIE SEMIDOTTI Fonteprincipaleperlesatiresuicaratteridellevarie lingue euro-
pec (e deirispettivipopoli) resta L.A.M URATORI,Della per fetta poest h italiana,4 voll-,M ilano 1821, 1, pp.. 13-44, 111, pp. 168-236 Già diCarlo V siraccontava comeeglisolesse dire che 44s'ilvoulait. parler aux D am es, ilparleroititalien,...s'ilvoulaitparleraux hom -
9.Bacone Iz rfctlLeibniz
275
mes, il parleroit francois gversione delfrancese padre Bouhours; nellavariante italiana delm edesimo aneddoto è ilfrancese che serve 44perparlare alle dam e/ )el'italiano,invece, agliuomini,anzi,addirittura, ai prlncipi:cfr. M URATORI,op.cit., 111, p. 214J,s' ilvoulait parler à.son chevalil parleroit allemand,et...s'il voulait parler à D ieu,il parleroit espagnolA.Anche, in defnitiva,ispanizzante do-
veva essere l'autore della Carte géographt kue de la Ctwr (Colonia 1668)secondo ilquale44l'Allemand hurle,l'Angloispleure,le Francoischante,l'Italien joiie lafarce,etl'Espagnolparleh ).Riecheggiam enti di tali stereotipi si trovano in Giuseppe M aria GALANTI,
Nuovadescrizkonestorica egeograhca dell'ltalth,t.1,jV (inIllumlnistiitaliani.' f'. 'Ri lormatorinapoletanl,a c.diF.Venturi,M ilanoNapoli 1962,pp.1058-61):4La lingua italiana ...sebbene non si possa agpmgliareallagreca ed allalatina in bellezzaed in perfezione, è tuttavolta la lingua meno difettosa in Europa, dopo che siè cessato di parlare la latina. Essa è ricca,sonora,regolare nella form a,varia nelle sue m odifcazioni,piena diforza,digrazie, diam enità.T utti questivantaggilideve alla latinaed agliorganidilicatidegl'ltaliani. L'inflessione della voce negl'ltalianirespira l'arm onia e la m usica.
Questaorganizzazione ha dato allaprosodiadellesillabe una naturale dolcezza e l'am enità sconosciuta al resto dell'Europa. Le altrelingue diEuropa hanno conservato più durezza diaccentiepiù espressioni grossolane de'popoliguerrierieferocichecihanno dom inato. Sulle lingue influisce ancora l'asprezza de1 clim a,e quello dell'ltalia ha un vantaggiosoprailclim adeglialtripaesidiEuropa... G 1istranieri, com etutticolorochegiudicano solam ente ottim o quello ch'èdelloro uso.non vogliono riconoscere alcuna preferenza nella lingua italiana. M a una lingua veram ente felice è una lingua arm onica, una lingua che sia adatta alla m usica e alla poesia.I Francesiche per difetto della loro lingua non hanno m usica né poesia, e che non possono dissim ulare questo vantaggio nell'italiana, siristringono a dire che la lingua italiana èadatta alla musica ed allapoesia, m a la loro regna
nella prosa...).Cfr.infra app.32. 9.BACONE Vlco LEIsNIz D iBacone va tenuto presente il 1.VI, cap. I del De augmentis
4' cz' eafl brxrzl(cfr.F.B.,Opera,Francofortes.M .1665,coll.146-47), di Leibniz il 1. 1I1 deiN ouveaux essays sur I'ealezlflezzlerlf humaih
276
7p. Vacuità retorica
(cfr.G.G.L.,Operaphilosophica,ed.J.E.ERDMANN, Berlino 1860, pp.296-335),diVico numerosipassidella Scienza nuona (soprat tutto Opere441-43,543-45 R).Itre filosofimenzionati, e con loro H -
obbes,Locke, Condillac,Hum e, Ham ann, partecipano d'un com plesso m oto dipensiero che dom inala filosofia europea fino a Kant A quelm oto dipensiero dobbiam o la prim a acquisizione della no-. zione diarbitrarietà sem antica delle lingue, e quindi della loro intrinseca storicità che accende un nuovo interesse scientisco e genera glistudidilinguistica:cfr. le analisi svolte in D E M avRo Introdu, zione alla Jevltz/lffctz, 2a ed., Bari 1966, pp. 51-83, L.RoslEl-i-o Linguistica illuminista, Bologna 1967, DE M AuRo Une introduction, , t' t Ia sémantique, Parigi 1969, pp.49' n.2,52 n.1.56 n. 1.Per l'ulteriore sopravvivenza dellaidea dell'unità dilingua e nazione neipres dunt i i4inventoriprom anticicfr. ANTONILotta 125-180, CHABOD Idea HJnazione 31 sgg-, 44,47-51,e soprattutto J.G.FICHTE, Stimtltkhe VWG hggb.1.H . FICHTE, Lipsia 1845, itaE 111,2,pp.311-344(intrad. l.G .A .FICHTE, I tàkct vw'alla nazthnetedesca, actlradiE.BuRICH Palerm o 1915,pp. 65-106);vediinol , trecap.1,no.8.
10.VAculTx RETORICA
rteilcasodeipuristipiù accesi(periqualiv infra,app.13), èdaAopa sservare che spesso nell'enfasiretorica sono incorsi .
d are , nelparl ell'italiano, letterati stranieri più che italiani. La lingua italiana f tcoulante, sonore, harm onieuse A è presente già alm eno in CH. DE B RossEs(cfr.Lettresfami .lièresécritesd'ltalieen1739:11740, Parig-i 1799 II,p.223);e' ssariapparein Guillaume-ThomasRAYNAL, che., nellaH istoire.p/lïftuo.p/ lkzl:etpolitiquedesétablissemensetdu commerce
d lesEuropéensdanslesdeuxIndes(6voll., Parigi1770),scrive:44Leur angueLscil.des Italiensl,avecdu son,de I'accentetdu nombre, a
pris tousles caractères de la poésie ettous les charm es de l C a musique. es deux arts l'ont consacrée aux délices de l'harmonie eom m e son , plus doux organe. Lalanguefrançaiseregnedanslaprose. Sice n'est pas le langage des dieux, c'est celui de la raison et de la véritéA
(1.XIX,cap.XII);l'ideadellamusicalitàdell'italianoha continuato a circolare per tutto ilperiodo rom antico, giocando, qualche volta bruttischerzi:perfno alG oethe, che En da bam bino aveva am ato, . l'italiano com e r funa gaia variazione del latino t i ( TH. HU E B NE R , 1 1 maestro #' l' f/#fbrit?di Goetke, ItXXVI,1949,pp.148-50)eche,giun-
JJ.Assemblee politiche
277
gcndo in ltalia,a Rovereto sientusiasm è sentendo 4 4einen stockwelschen Postillon pche non parlava più, ovviam ente, tedesco , m a, secondo G oethe,4die geliebte Sprache>, l ' i t a l i a n o ( e a v r à i nv eee presum ibilm ente parlato qualche dialetto veneto:cfr. Italienische Reise in G .s l' Ferk , X ,Lipsia 1889,p. 27);epi fltardiqualcosade1gencre, capitö a un poeta anglosassone che, traversate le Alpi occidentali a Aostasirallegrava perché ilpopolo non si abban-, drrivando in Va1d' ona va pi ù a l l e q c acofonie nasali) kdelfrancese:naturalm ente i vald ostani,parlassero patoiso francese. certo siabbandonavano, invece proprio a questetfcacofonie ), m aalpoetaparevadisentire , , com e sent i va no a bi t ua l ment e a l t r i s uoi c o l l eg hi ude ndo l ' i t l aliano,un 44serico p 7atino,una lingua 4(soave %, 4celeste)),4sonora)(cfr.MENGIN Italie
9,175 ecc.).Coltempo,l'armoniositàdellafavellaitalianaè diven
-
tata una certezza di m assa da 4Guide bleu h ). VlrroRlo BE-r-rlît-
(Impressionicrittkheericordiautob oxl thgrajci,Napoli1914.pp.27-28) raccontava in proposito quest'aneddoto: si era trov f ato una volta
uorid'Italia,in una platea gremita distranieri(inglesi)accoxsiad
%c d oltare una com pagnia italiana che recitava in italiano; aognitirata fegli attoriscrosciavano puntualig1iapplausi, che risuonarono più ragorosi alla fne;ilB., stupito d'una eosl diffusa conoscenza del l'italiano, chiesespiegazioni in inglese,a un suo vicino , , e cost ui g1i risposechené iuinéaltricapivano ilsenso dellefrasi.m a tutti erano ve f nuti per am m irare e tutti applaudivano (tla soave sonorità della avella p. 11. ASSEMBI-EE POI-ITICHE Proclam are l'italiano lingua ul ciale fu preoccupazione propria gi à d deidem ocraticide1 1796:nella costituzione bolognese,la prima elle costituzionidem ocratiche italiane, sitrovano,ad esem pio , idue s e d guentiartieoli:((258:Tuttigliattigiudiziarie tuttigli strum enti evono interam ente scriversi in lingua italiana. 259: Sim ilm ente il nuovo Codice civile e crim inale... sarà interam ente scritto in lingua italiana>(cfr.Costt.itall.32).2 probabilechegiàquestidue articoli f ossero ispiratialtim ore chelinguauflicialepotesse diventare ilfrancese,che in efettinegliannisuccessivicom inciö ad essere diffusa-
mente adottato negliattipubbliciitaliani(HAZARD Lettresitaliennes 56-57)eaun certopuntovenneprescritto deiure4 kdans1esdépartm entsdela ci-devantBelgique, dansceux dela rivegauchedu Rhin
278
JJ. Germania e Italia
etdansceux du Tanaro,du Pô,de M arengo,dela Stura,de la Sesia
etdelaDoireh(decr.de124PrairialXI):lereazionifurono vivaci, e reaglfra l'altro anche l'assemblea deldipartimento de1Taro,che
chiesedipotercontinuareadusarel'italiano(HAZAROop.cit.195-200). N ello stesso contesto dipreoccupazionie reazionivanno probabilm ente vedute anche le prescrizionirelative all'insegnam ento dell'ita-
lianonellescuoleelementaride1regnonapoleonicodiNapoli(decr.7, 7nov.1806,art.4,cit.in BERTONI-JOVINESeuola58),nelPiemonte dellaRestaurazione(Regol.1822,tit.II,cap.1,artt.39,43;BERTONIJOVINE Scuola 83), ne1 Lombardo-veneto (Regol. 1S18,cap. 111, art.21;BERTONI-JOVINEScuola 89).Perilparlamento subalpino,v. infra app.19.
1J.Puvismo ingenuo
279
nun,so sage doch,Freund,wie man
Idea dinazthne1,notadeltraduttore),sicché occorredeterminareil sostantivo tedesco con l'agg.exklusivischer per rendere il signiûcato
dell'it. nazthnalismo (KOPPELMANN Nation Sprache 123 e passim (perl'uso dellalocuzionel). 13.PURISMO INGENUO
12. GERMANIA E ITALIA
A'rerre classiche, nella prim a m età del secolo scorso, delprin-
cipio dinazionalità) à(CHABOD Idea #l'nazt hne56),ma con notevoli diversità:KOPPELMANN Natkon Sprache 123 dà evidenza alfatto che in Italia,diversam entechein Germ ania,fu assente ne1Risorgim ento un 4exklusivischer N ationalismus)h; nello stesso senso, cfr. CHABOO Politt ka estera 134 sgg.,1o.Idea di nazione 58 sgg., 61 sgg., 70 sgp, per la costante presenza nei patrioti italiani dell'idea di Europa e dell'idea dilibertàaccanto all'idea nazionale;ecfr.già CftocE Storia #'Akro/w 241 sgg.L'impronta universalistica della tradizione culturale italiana,ne1che puè forse avere avuto parte ilfondo cattolico
de1paese(cfr.VAUSSARD DePararquet bM ussollni70 sgp),ha fatto sl che per tutto l'Ottocento posizioni nazionalistiche ditipo tedesco non attecchisseroin Italia:unicaeccezioneilgruppo diCrispie della
4RiformaA,attivo dopo il'70,ma isolato (CHABOD Politica estera 45-69,1o.Idea#/'nazione66-67).11diversoambiente hadatodiversi
L.ANGEI-ONI(4 yun imbecille solenneAsecondo V.MONTI,Letfezz inedite e sparse,raccolte ordinate e illustrate da A. BERTOLDI, G .M AZZANTINI,2 voll.,Torino 1893-96, lI,p.123)era convi nto che esistesse una congiura internazionale, diretta da francesi, per
snaturarelalingua italiana(Dell'ltalia,uscente,7settembre1818,ragionamentiIV diL.a4.,frusinate,dedicatiall'italica nazione,l voll., Parigi1818,1,pp.17,314,342;cfr.HAZARD Lettresl 'ltz/ieaae.ç313-17); Antonio CESARI(beflhto dalLeopardiecaroaiclericalieagliaustriacanti dell'ottocento, come risulta da1 volum e apologetico, alm eno nell'intenzione,diG .GUIDETTI,A .C.giudt katoeonorato dagliitaliani,
Reggio d'Emilia 1903)dedicavalamaggiorparte dellesueantipatie alfrancese(cfr.FALCHICesari120no.4);P.Cos' rAconsigliava(Opere,4 voll.,Firenze 1839,I1,p.153):f tAlza la frusta...e menalaa tondo,finché le scim ie, im bacuccate alla scozzese, alla tedesca, alla francese, abbiano sanguinosa la schiena A; P. G IORDANI parla del limpido cielo d'Italia oscurato qcolle nebbie e le nuvole caledonie A
sviluppi teorici e pratici all'idea di identità di lingua e nazione nei due paesi.Le cam pagne puristiche avviate in Germ ania allafne de1 Settecento in favore della Eindeutschung dellessico,se ebbero cospi-
(percolpa,a suo avviso,de1Cesarotti:Scritti,vol.VI,p.8);più
cuirisultati(cfr.HIRT Etymologie 157-162,MosERDeutscheSprachgesch.162 sgp,168),si accompagnarono a eccessixenofobimolto violenti:non soloin quelJoachim Campecheneisuoiopuscolie col
lubrrtz /cs 'linguistid e çlfdrzm',per cura di G. GUIOETTI, Reggio d'Emilia 1934,pp.41-43,208,222).Anchein B.PUOTI non man-
suo rifacimento delRobinson Crusoe siera reso degno,per il suo zelo
disterminatoredegliesotismi,dellablandasatiradegliXenien(4 (Sinnreich bist du,die Sprache von fremden W örtern zu saubern:/
cauto nei giudiziesterofobi,m a non m eno deciso ne1 rifuto diogni innovazione successiva al T recento, fu ilManuzzi(G.M . ,Scritti
cano elem enti ingenuam ente xenofobi, per es. in Della maniera di studiarla lt' ngua e l'eloquenza italiana,/, >rfdue, N apoli1839,p.XVIII: f tCom e g1i aridi cam pi de1 settentrione sem pre quasi di ghiacci ricopertie dinevi,m aiprodur non potrebbero quelle liete ed abbon-
'.
1 i i . '', i .
:7 (
.
280
JJ.Purismo ingenuo
danti m essi, che biondeggiar si veggono nei pingui e fertili prati d'Italia;coslsimilmenteleaspreetetrefantasiedegliuominidiquelle dure regioni le gaie e soavi im m agini ingenerar non possono che sl vaghie leggiadrirendon sovente iversi degli italiani;né quelle m alinconiche e pietose,che dolcem ente in altria lagrim are ci m uovono, e non a terribile ecrudele disperazioneh );anche a proposito del Puoti, la tesi vulgata, e in defnitiva d'origine risorgim entale, asserente l'ispirazione patriottica che avrebbe m osso e giustiscato i puristi nel
loro complesso (cfr.pertuttiMAzzoxlI 328-29)èstatacontestata con m olta docum entazione da FALCHI Puristt' 59 sgg., secondo il quale i puristi, ancorati a posizioni di assoluta conservazione delle form e linguistiche trecentesche,erano costrettida ciè a posizioni misoneistiche e quindiideologicam ente reazionarie:il loro patriottism o poteva essere solo strum entale,cioè inteso a irretire igiovanidi idee liberalie quindipatriottiche;m a quando si venne alla realizzazione eFettiva ditaliidee essinon esitarono a svelare le loro sincere e reali
inclinazionidiclericali(FALCHIPuristt '77-79)e austriacanti(80-84). Quest'ultimo elemento è notevole certamente: esso sta a provare che la esterofobia dei puristi era collegata non alla volontà di realizzare l'indipendenza nazionale,m a a quella, ben diversa,di tenere la cultura italiana al riparo dall'atm osfera dem ocratica circolanye in
Europa,tranneche,com'ènoto,inAustria(cfr.TIMPANARO Giordani 40-42,RAlclcH Scuola 255).Datalegiudizio,che in complessonon sem bra inesatto,va probabilm ente escluso il Puoti: se è vero che,
secondoletestimonianzediLuigiLAVISTA ePasqualeVILLARI(A. 9mon' e e scritti #J7L.L .V. a cura di P. V., Firenze 1863, pp. VIII
sgg.,7,102)ben altra tensione intellettuale e morale regnava nella scuola napoletana de1 D e Sanctis a confronto di quella de1Puoti,è pur vero che della sincerità um ana de1m aestro esistono non soltanto le belle testim onianze del Settem brinie de1 D e Sanctis, m a di essa sono altreslprova l'aiuto dato da 1uialD e Sanctis,e ancora qualche
altro etemento,come la simpatia perilLeopardi(F.IàE SANCTIS, Memorietlezioniescrittigiovanili,1,Bari1962,p.56sgg.)e,soprattutto,l'am m irazione che egli,quasiunico fra ipuristi,nutrlper slan-
zoni(vediinfra app.14).L'avversione esterofoba deipuristi aveva per oggetto soprattutto la lingua e la cultura francese , la più vicina
emeglionota,quelladonde venne lastessaparolapurismo(M .VITALE,( 4PuristaALLJwrhzzlt pA.Storia diparolee motividella lorofortuna,fACM E ),17,1964,pp.187-311).Quantoalle più rare ventate d'anglofobia,alternate de1resto all'angloflia,cfr.HAZARD Lettres
14.M anzoni
281
italiennes348-366.Sulla parte avuta da1M anzonie da1Leopardinella storia m orale e politica de1 risorgimento italiano cfr.ad esem pio M ACK SMITH Storia 23. 14. AIANZONI
A buon dirittoilM anzonipotevadirealGiorgini(letteradell'ott. 1862):f 'Saichedopol'ltaliailmiosecondosospiroèstato daannie anniquellachesola potevaesserelalinguaitaliana) h. Questa linguail M anzonivolle distilee dispirito europeo:le sue larghe e vive sim -
patie europeenon ammettono dubbi(HAZARD Lettresffllfeaxe. ç453465)e non percaso eglidedicèalFaurielilConte#J'Carmagnola e alK örner ilM arzo 1821,cioè proprio idue testiin cuiè in prim o piano l'idea dell'identità di lingua e nazione. Al Fauriel nel 1821 egli scriveva che per attingere la perfezione nella prosa italiana 44il faut penser beaucoup à ce qu'on va dire,avoir beaucoup lu 1esitaliens dits classiques,et les écrivains des autres langues, 1es Français surtout; avoir parlé de m atières im portantes avec ses concitoyens; et avec cela on peut acquérir une certaine prom ptitude à trouver
danslalangue,qu'on appelle bonne(linguadiCrusca), ce qu'elle peutfournir à,nos besoins actuels;une certaine aptitude à,l'étendre par l'analogie,et un certain tact pourtirerde lalangue française ce
quipeutêtremelédanslanôtre#(Opere,Milano 1950,111,p.505). Queste sue simpatie ebbero ancora conferma quasi mezzo secolo
pifztardiquando egliscriveva alCasanova(Scrittisulla lingua italiana #l 'A.M .,percuradiG.Lesca,Firenze 1923,pp.283-84): (4N el1820,trovandom iin Parigi,avevo scritta,in risposta ad un critico cortese d'una m ia tragedia, una dissertazione in francese sull'unità ditem po e diluogo in quelgenere dicom ponim enti,e ne1far quellavoro,non solo non m 'era occorso di scartabellarede'vocabolari francesi,m a neppure venuto in m ente che ce ne fosse;e di quello
dell'Accademiafrancesenon conoscevo neancheilfrontespizio. Quell'opuscolo fu poipubblicato...E non solo non ebbia risapere che,da lettorifrancesi-..,cisiano state notatedelle porcherie in fatto di lingua o dijtile;ma,ea voceea stampa,mivennero degliattestatiche era
statotrovatofrancesegcfr.WAILLEManzoni74).Nonleparràstrano
che ilconfronto dellafacilità incontrata in questo caso con glistenti
durati nell'altro (le correzioniper la seconda stesura dei #.S.j, e perfarm ale,abbia cooperato a renderpiù vivo in m e ilsentim ento
2:2
7#.M anzoni
15.Leopardi - 16.Is'ole linguistiche albanesi
283
della diflkrenza che corre,per chi abbia a scrivere,tra l'avere e il
non avere una lingua vera da adoperare) à.Quando poiil M anzoni
15. LEOPARDI
conobbe Iatradizionevocabolaristicafrancese,latenne in gran pregio
(cfr. A. MANzoxl,Appendice alla relazione intorno all'unità della lingua eaimezziJvr#J#onderla,Milano 1869,p.33sgg.(larelazione
In particolarecfr.Zibaldone1213-1229 (ed.FLORA,4 voll.,Milano 1937-40,1,pp.817-28).La difesa degli4europeismih /lingui-
sgg.)).Tutto ciè spiega la sua attitudine teorica non gretta dinanzi alproblemadeiforestierismilessicali(ibid.p.69sgg-).Ciö,congiun-
stici è tanto più signiEcativa in quanto, sentimentalmente, L ., diversam ente da1M anzoni,era poco incline a sim patizzare con la cultura.e laciviltà francese:eratuttavia ben lontano dalle posizionipu-
e temerità romantichehlo 4averposto alpari(iposterino1crederanno)ilManzonicon Danteà h;P.CosrA,Opere,Firenze 1839,II,
ristiche(senevedailvivo edeëcaceritrattoin DESAxcrls,Lagiovinezza,loc.cit.)e dallasopravvalutazione ingenuamente nazionalistica della lingua italiana (siveda anziin Zibald.2518 (= FLO1u, cit-,1,p.1507jilduro giudizio sullalingua italiana ((bruttissima e
.
era stata pubblicata l'anno precedente in N A 7,m ar. 1868,p.425
gendosiall'eFettiva m odernità de1suo stile,g1iattirè ilbiasim o dei puristi.114(Giornale arcadico#,61,pp.146-48,citava tra Ie ((follie p. 153, defniva i Promessi 5' ?. d ((opera digenere falso e digusto .#(
oltramontano$h;eccezionifurono M .Col-oMso (FALCHIPuristi 6970),P.GIORDANI(TIMPANAROGiordani237)eB.Puo' rlLDellostudio delleJciée zlzeedelle lettereedelloroveroscopo,Napoli1833,p.38); suirapportitra i puristi e il M anzoni,cfr.FALCHICesari 16-20,e già D 'Ovlolo Correziom'24-25: L ?Vifu chiaccusè pietosam ente ilM anzonidinon essereriuscitoperquantoviadoperasse ognim ezzo a far divorziodalfrancese;m a ilvero èchenellalinguaeiEnlcolriuscirvi poco m eno che interam ente,e nello stile, non che siproponessequel divorzio,vagheggiè anzicon persuasione ilpiù stretto connubio.A 1ui parve ridicolo che la nostra prosa avesse sola a restare sequestrata dal consorzio europeo, per ninnolarsi nella m anifattura di periodi risonanti,quasiincipriata m atrona che strascichinelle vuote sale del suo palazzo una pom posa veste all'antica, né esca m ai sulla strada dove sarebbe derisa e fastidita; e volle assolutam ente piegarla alla foggia europea,specialm ente franceseh ).Sullo svolgim ento di queste ideelinguistichem anzonianesièm olto discusso,anchea m otivo dello
stato deirelativiscrittide1M .(daultimo cfr.REYNOLDSProblemij: sviluppando le analisidiFoRTI,il quale aveva già ridotto da tre a duele f (fasihdelpensiero linguistico m anzoniano,una prim aqeuropeizzanteb i ed una seconda 4toscanaA,G.M ACCHIA (A.M ANZONI, G . CAPPONI, Saggt ' o #?7vocabolario italiano secondo l'/ zm diFirenze,
compilatoin collaborazionea Varramistanel1856,acuradiGuglielmo
MACCHIA,Firenze 1957,in particolarep.33)ha mostrato comesin dall'inizio delle sue ri:essioniilM .nutrisse l'aspirazione allatoscanità lessicale unita all'esigenza d'uno stile europeo.
pessim a per ragionie qualità indipendentidalla purità e da1barbarism o, cioè perché povera, m onotona, im potente, fredda, ineë cace,
smogta,inespressiva,impoetica,inarmonicah )).Cfr.BOERILeopardi, Col-AcRosso Teoria lE' o.pf?r#f ' tz?;tz,1o.Studii115-17,126 sgp,131-32, 149-54, H AZARD Lettres italiennes 481-82, M Azzoxl 1, 518-19. Su '1
termine europdsmo (nell'accezione linguistica) esulsenso che puè avere nella linguistica scientisca cfr. Pymuzzl Saggi 25 sgg. 16. lsou LlxGulsTlcHE AI-BANESI
Dovute tutte a immigrazioniquattrocentesche (N.CORTESE E1 s.v.AlbanesidiItalia),sonosparsein tutteleregionidel Meridione e in Sicilia (elenco deicomuniin CORTESE loc.cff-,e TAGLIAVINI Ori gini335).1 daticensitari,utilizzabilida11901 per insulcienza dei rilevam enti anteriori, docum entano la progressiva Eessione dei
nucleifamiliarie degliabitantêdilinguaalbanese:21.554 e(calcolo) 96.000nel1901;20.467e(calcolo)90.670nel1911;20.113e 80.282 ne1 1921. La Pessione è tanto più rilevante se sitiene presente il ritm o di increm ento generale della popolazione italiana,passata alle date considerate da 32,4 m ilioni a 36,3 m ilioni. L'em igrazione e l'assorbim ento linguistico da parte delle comunità rom anze conterm ini sono all'origine della iessione. A quest'ultim o proposito occorre tener presente che i nuclei albanesi non solo non costituiSCOnO tln Com tlne a S1 Stanteym 2jSPeSSO,nem m eno tlna frazione, e si trovano im m ersi in preponderanti com unità italiane: cosl, ne1 1921, a M aida vi erano 765 albanesi su 4.452 ab., a N icastro 95 su 21.629,aT rebisacce 32 su 2.559,aSan Cipirello 3 su 4.998 ecc.
284
J7. Isole linguistichegreche
18.Isole linguistiche minori
285
t quindiindispensabile per gliAlbanesipossedere iconterminidia -
lettiitaliani(TAGLIAVINIE1s.v.Itall ' a931).A unaripresademograEca recente accenna K . ROTHER, Lh' e A lbaner in u$W#; 'ftzà' :a, 44M itteil. Oesterr. G eogr. G esells. ) /, 110, 1968, pp. 1-20.
17.Isot,E LINGIJISTICHE GRECHE La Grecla d'Italia com prende due isole linguistiche, una più attiva nelSalento,l'altra pressoché scom parsa in Calabria. N elSalento la G recia com prendeva 27 comunialm eno nelCinquecento, 15 nell'O ttocento;oggicom prende i 9 com unidiSternatia, lklartignano, Zollino, Calim era,M artano, Castrignano dei Greci, Corigliano d'O tranto, M elpignano, Soleto, per eom plessivi 34.498 ab.(1951),di cuibuona parte in grado dicapire ilgrico. La Grecla calabra,in provincia di Reggio, sul versante m eridionale deli'Asprom onte, com prendeo,m eglio,com prendevacinquecom uni:RoccafortedelGreco, Rochudi,Condofuri,Bova e Bova M arina, dicomplessivi16.304 ab.
18. ISoLE LINGUISTICHE MINORI
Procedendo da sud a nord, nell'area italoromanza si trovano, oltre le m aggiori già ricordate, le seguenti isole linguistiche:
1)nucleigalloromanzi-meridionali:aFaetoeaCelleSanVito, nelFoggiano,si parla un dialetto francoprovenzale; un dialetto provenzale si parla a Guardia Piemontese,
2)isolacatalanadiAlghero:in Sardegna,ad Alghero (nelcomune21.629ab.)sopravviveunacoloniacatalanaistituitavidaPietro IV di Catalogna Aragona nel 1354;g1i abitanti parlano e capiscono
idialettisardivicini(TAGLIAVINIE1s.v.Italia932,1D.Onkini328, no.77,DEnI s.v.Al ghero); 3)nucleislavimeridionali:nelMolise,neicomunidiAcquaviva Collecroce,San Felice Slavo e M ontem itro,circa 3.000 persone rappresentano la continuazione dell'im m igrazione di Croativenuti in
ItalianelQuattrocentoperfuggireiTurchi(RE4ETAR Serbokroatische
(1958).11greco ( parlato usualmentesolo a Gallicianö,nelcomune
K olonien, G . REICHENKRON, Serbokroatisches aus.Sûditalien, ZRPI A
di Condofuri. Altrove ne serbano non l'uso, m a la m em oria alcuni
XI,1934,pp.325-339,CIRESE Cantipopolari121-261); 4)isoletedescheminori,inviadidissoluzione,sihanno lungo
vecchi(cfr.G.RosslTAIssI.Testineogrect'diCalabria.ParteI:1ntroduzione,prolegomenietestidt'Roccaforte,Palermo1959,pp.XV1IXX1lI).Iparerisono discordicircal'originedellaGrecia:numerosi studiosi seguendo G iuseppe M orosi sostengono l'origine da im m igrazioni d'età bizantina;altri invece, guidati da G .Rohlfs,vedono nella G recia attuale un ultim o residuo dell' antica colonizzazione
grecad'etàclassica(oltreROHLFSE1s.v.Italia929-30,E.PONTIERI E1 s.v.Grecid' ltalt' a,TAGLIAVINIOniim'78-81,BATTISTISostrati 60-82;cfr.a favore della prim atesiPARLAXGEI-IStoria linguistica 59
sgg.,edellaseconda KARATZASDialectesnéogrecs).Come peridialettirom anzi,anche per ineogrecila regressione dell'uso siaccom pagna all'infltrazione diorm aiinnum erevoliitalianism inella struttura delle parlate:cfr.,per esem pio, M auro CAssoxl, U?l mercato
greco-salentino tA. Jcrftzaol,ID 4,1928,pp.280-83.
tutto l'arco alpino:nelM onte Rosa,neiT rediciComunidelVeronese,
neiSette Comunide1Vicentino,ne1Friuli(C.BATTISTI,11dialetto tedesco dei Tredici Comuni veronesi, ID , VII, 1931, pp. 65-114,1D.
E1 s.v.Italia 928-29,TAGLIAVINIOrigini334); 5)nucleislavisettentrionali:inucleisloveniaiconEninordorientalid'Italia sono ridottia poca cosa in seguito alla cessione alla
Jugoslavia della maggiorpartedell'lstria(perla situazioneesistente tra la fine della prim a e la Ene della seconda guerra m ondiale,cfr. G.M AVERE1 s.v.Italia 930-31,BARTOLI-VIDOSSI, Sol uogvl Popola-
zionedella Venezth TridentinaeGiulia);gliSlovenidellaValdiResia (Udine), del Goriziano,delterritorio triestino ecc.sono in iarga m isura bilingui e vanno abbandonando l'alloglossia sotto la pressione dei nuclei urbani m aggiori in cui prevale la popolazione ita-
liana (TAgt.IAvIxI Onkini 334,no.91); 6)un'isola istrorumena in provincia di Fiume siè trovata inclusa neiconfniitalianitra le due guerre mondiali(TAGLIAVINI EIs.v.Italia 931-32,1o.Ori gini305-306 e note,fk.23).
286
1#. Piemonte e Alto az lt fïge
19. IL FM NCESE IN PIEMONTE, IL TEDESCO IN ALTO ADIGE;POLITICA E LEGISLAZIONE LINGUISTICA
Nelle' vallate alpine ilconfnv linguistim tra dialettiitaloromanzi
19.Piemonte eAlto Adl ke
287
lianoede1francesetart.374:4neicomunidovesiparlalalinguafran-
cese,essaverràinsegnatainvecedell'italianoA;cfr.altreslgliartt.190, n.1;191,n.4;274,nn.1-2;275,n.1sull'insegnam ento della letteratura francese nelle 4provinciedove è in uso talelingua A nellescu'ole
è straordinariam entefrastagliato e non segue né iconfnigeografici
secondarie e tecniche). Sul diritto linguistico piemontese,basedi quelloitaliano,cfr.A.JAMALIO ND1s.v.Lingua italiana (zI. çt )dellaj 963;ADDEO Lingua e statuto (moltosimilealprecedente).In linea
(M ORF Dichtung undSprache1II295-320)nl ipolitici(TAGLIAVINI Orig'J' al'358-59).La presenza delfrancoprovenzale edelprovenzale
di fatto, si poteva constatare neglianni dell'unifcazione che ilfrancese e idialetti francoprovenzalie provenzalirestavano in uso,oltre
sulversanteitaliano delle Alpi,e l'uso nella stessa zona delfrancese com e lingua dicultura hanno originistoricherem ote,e costituiscono una delle testim onianze più notevoli di un fenom eno generale nella penisolaitaliana:quello dellapersistenzadiantichissim e delim itazioni etniche.L'unità etnica delle gentiprelatine stanziate tra Briançon e Susa fu rispettata dalle suddivisioni am m inistrative rom ane dietà augustea e il com partim ento rom ano serbè la sua unità ne1 M edio
cheaNizzaeinSavoia(cedutaallaFranciane11861),ne1circondario diAosta,neimandamentidiCesanaeOulx(oggiUlzio),nelcircondariodiSusa,ne1mandamentodiFenestrelle(Pinerolo):incomplesso vierano circa 104.000 alloglotti(cfr.l'opuscolo diG.VEGEZZI-RUSCAI-LA,Dirittoenecessità #?2abrogareilfrancesecomelkngua x.#icl 't z/é' nellevallidellaprovincia#,'Torino,Torino 1861).M ailfranceseera
(ligurie piemontesi)e galloromanzi(provenzalie francoprovenzali)
evo nellaarcidiocesidiVienne (M ORF @.cit.11I 302-303,KELLER Parlers Valdôtaths22-26).Con laformazione de1principato diPie-
Iargam ente in uso com e lingua di cultura nell'intera aristocrazia e borghesia piem ontese.E non solo aitem pidella giovinezza dell'Al-
fieriquando perluieperisuoiamici,f (bennatiedeiprimarjdella
m onte sivenne a costituire un'unità politica praticam ente bilingue:
cittàA,era naturale usare nello scrivere ilfrancese,e in francese fu
#eiureilbilinguismofu sancito(econsolidato percièin viadifatto)
la primastesuradelleprimetragedie(cfr.cap.XI11dell'/yoc/111 e cap.Idell'A/octzIV diV.ALFIERI,Vita),maancoraaitempidella
con idue edittide11560 e 1577 neiqualiEm anuele Filiberto diSa-
voja stabiliva che negli attigiudiziariillatino fosse sostituito dal francesenellaSavoja enellealte vallidelle due Doreedall'italiano neglialtricircondari(F.ScLoms,Storia della legislazione italiana, 5voll.,nuova (3a?qed.,Torino 1863-64,vol.II,2,pp.430-31;T. TIBALDI,11trionfodell'idiomagentilenellaValled'Aosta,Torino1912, pp.26-29);qualchetempodopolamedesimàripartizionesiebbeanche nell'insegnamento (DATJZAT Europelinguistique146)' .Lo Statuto
giovinezza de1Cavour,qualifcato dai maestri4(distinto A in m atem atica e flosofa e in francese,m a L6più che m ediocrei b in italiano,lingua che,diversam ente dalfrancese e daldialetto, 4rim ase sem pre per 1ui una lingua di scuola, alla quale dovette faticosam ente tornare negli
annidella vitaparlamental' eh(cfr.lalettera a C.Balbo,in Epistolario,Bologna 1962 sgg.,vol.1,p.189,cit.in R. RoMEo,Cavoure
albertino del 1848,all'art.62, confermè form alm ente il bilinguism o
'' /suofcvrl/tl(1810-1842),Bari1969,p.205).E,aproposito diCavour c d'altri,ancora diversidecennidopo N. W . SENIOR (Italt' a dopo
neiseguentitermini:4(La lingua italiana è la lingua uëcîale delle
il1848 34;cfr.ancheA.OMODEO,L'operaAo/l' f? 7ctzdelcontediCavour,
Camere.t perè facoltativo diservirsidella francese aimembriche
lvoll.,Bari1941,p.178)registranellesuememorielatestimonianza
appartengono aipaesi in cuiquesta è in uso,o in risposta ai m edesim ih.A tale norm a statutaria siraccordarono diverse leggipiemonte' si e,avvenuta l'unifcazione, italiane:l'art.4 della legge 23 giugno
di Costanza Arconatisulla situazione linguistica piem ontese: LLAnche in Piem onte la diferenza di lingua è la nostra grande dil coltà: le nostre tre lingue nazionali sono ilfrancese,ilpiem ontese e il genovcxse:di queste,solo ilfrancese è inteso da tutti.U n discorso in genovese o in piem ontesenon potrebbe essere inteso dadue terzidell'Assemblea.Eccetto iSavoiardi,che qualchevolta usano ilfrancese, tuttii deputatiparlano in italiano;m a questo è per loro una lingua morta,nella quale non sono nem meno m aistatiabituatia conversare.
1854,n.1371 (4 fLaraccolta degliattide1governo conterrà,purein
distinta serie,la traduzione in lingua francese diognilegge... h )),la quale restè senza regolam ento attuativo fno al R .D .28 novem bre 1909,n.1810,che perè non tenne alcun conto dell'art.4 orm aicaduto in desuetudine;gliartt.della legge Casatisulla pubblica istruzione,13 novembre 1859,n.3725,relativiall'insegnamento dell'ita-
Quasi mai percib essi possono adoperarlo con spirito, e neppure
288
1#.
Piemonte eAlto az lfl ke
19. Piemonte e Alto a' lt fgke
correntem ente.Cavour è per natura un buon oratore, m a in italiano èim pacciato.Viaccorgetechetraduce;coslAzeglio;cosltutti;fuorché alcuniavvocatiche sono abituatia rivolgersiaitribunaliin italiano. tPerché allora ',io dissi, <non parlano in francese?Quellaè lalingua che riuscirebbe naturale alloro pensiero '. $Senza dubbio ', rispose 1 , parlerebbero m eglio in francese:m a a noinon piacerebbe udire il francese,fuorché daun savoiardo. Sarebbe doppiam ente im popolare, prima per non essere italiano, poi per essere francese:perché subito dopo i Tedeschi noitem iam o e detestiamo i Francesi'h ). M a, nonostante questa spinta patriottieo-politica avvertibile a livello della classe politica im pegnata nelprocesso d'uniûcazione delpaese, a livello profondo la società piem ontese della m età dell'ottocento resta
289
vuto essenzialm ente alla politica ecclesiastica, proponeva l'italianiz-
zazione linguistica forzata diquelle zone (sulla base de1 principio dell'assoluta identità di lingua e nazionalità sostenuto dal Vegezzi;
v.supra p.6,n.8);laproposta,forseperlemotivazionianticlericali, trovè favore press'o il Carducci,che recensipositivamente lo scritto
delVegezzi-ltuscalla nella 4(Nazionel hdel 10 dicembre 1861(cfr. Operets G.C.,ed.naz.,XXVI,pp.175-81).Larecensione delCarducci è interessante soprattutto perché attesta che una certa intolleranza linguistica serpeggiava anche fra i burocrati del m inistero della pubblica istruzione,iquali,violando lo Statuto e le leggi, avevano ingiunto ai com uni valdostani di provvedere esclusivam ente all'insegnam ento dell'italiano nelle scuole elem entari. All'opuscolo del Vegezzi, reagl tra gli altri l'anno successivo il canonico valdo-
attaceataalsuo dialettoe,comeavvienealtrove(cfr.app.57)consi-
dera segno d'afettazione ilparlare italiano:G . G IACOLETTI,Sull'uso della lingua e della pronunzt' a italiana in Piemonte, Torino 18,50,p.7, attestacom esia(assairaroincontrare quialcuna donna, che regga ad una conversazione m ezzanam ente lunga nell'idiom a italiano h ) e ram m enta44l'opinione generale diffusa, cheilvolerciè fare sia un volersi
stano E.BkRARD,Lalanguefrançaisedansla Vald'Aosta.retonsef ; M .le c/lt' z'.#'.R.,Aosta 1862 (cfr.TIBALDI,11trionfo dell'idioma gentile,cit-,p.34 sgg-).M alalegislazione liberaleitaliana,consolidata dopo la caduta de1 fascismo, tolse possibilità diseguito a quella polem ica. La lenta regressione dei dialetti francoprovenzali e pro-
afettatamentedistinguere#(cit.in CORTELAZZOAvviamento 176).
venzalichesipuèregistrare (nel1921iparlantierano scesia90.000 circa)èdeltuttospontanea;essafu ovviamenteassailenta:neglianni
D ell'art. 62, per quanto riguarda la facoltà d'usare il francese, si avvalsero il generale de Launay, presidente delconsiglio deim inistri ne1 1849, il Cavour, i m inistri ( M enabrea, Bava, Perrone e tuttiideputatinatividellezonefrancesi(F.RAcloplat-1. BRUNELLI, CommentoalloStatuto delRegno, Torino 1909,vol.111,255-57 sgg. Gliultim i discorsiin francese siebbero alla Cam era dei deputati) . il 24 m aggio 1860,allorché ideputati savoiardi si aeeomiatarono dai colleghi,e alSenato il9 giugno 1860:fu questo un discorso del senatoreJacquemond che,restato poinelParlamento italiano, abban-
successivi all'unifcazione ZVCCAGNI-ORLANDINI Dialetti 17, scriveva:qgliabitantidelPiem onteparlano abitualm enteilloro dialetto, e quantunque abbiano m olta facilità nello esprim ersi in lingua ita-
liana gaflkrmazione smentita ne1seguito dallo stesso Z.-O. ),pure è m anifesta una certa lor preferenza per la francese #. 11regresso dell'uso del francese com e lingua di cultura, favorito dalla burocrazia
italiana,èdocumentatoperidecennisuccessiviinTIBALDI11trthnfo cit-,pp.51-70.Per lo stato attuale,cfr.TAGLIAVINIOrtkini 373,
donù spontaneamente (pur avendo ildiritto dinon farlo)l'uso del
no. 138; BROCHEREL Patois offre una testim onianza dirisentim enti regionalistici. M eno rilevanti per la storia linguisticé che per quella politica sono stati i rapporti con la m inoranza alloglotta altoatesina.
francese.N on m ancarono in quegli annialcuni che siagitarono per im pediread ognicosto l'usodelfrancesedentro efuoriilParlam ento. Cosl, il 27 m arzo 184. 9 un deputato invitö il de Launay a parlare esclusivamente in italiano, e il m inistro rispose: L jM essieurs, jeme sers de la langue française, parce que c'est un privilège qui nous est accordéparle Statut.Vouloirm 'obligerh. parler en italien, ce serait
A parte le minoriisole linguistiche tedesche già som a menzio-
nate,ilnucleomaggioredialloglottidilinguao dialettotedesco (circa 200.000 nel1921)è stanziato nellepenisolelinguistiche dell'Alto Adige,anorddiSalorno,edellaValCanale,lungo ilFella (Udine):
unvraidispotisme;or,jedéclarequejenesouffrepointde dispotisme>.Quando dopo il '60 ilfrancese uscldeltutto dall'uso parla-
cfr. C. BATTISTI E1 s. v.ltalia 928-29, SowfocivlPopolazionidella
m entare,continuarono le proteste per le concessionidella legge Casati:coslilVegezzi-Ruscalla, nell'opuscolo cita*o,dopo aver ram m entato che ilpersistente uso delfrancese nelle vallipiem ontesi era do-
Venezia Tri Wcafi btze Gkulia;TAGI-IAVINIOrt kini334-35,nok91.Per una obiettiva esposizione dei problem i di coesistenza fra italofoni e
alloglotti(obiettività non facile a raggiungersi:cfr.le giuste consi-
k ;
290
20. Italiani.J/ zorl'd' ltalia
derazionidiDEAxovlè,Conhnilinguistici)utile DAIJZAT Europe linguistique146-51;perlafasepiùrecente(1945eseguenti)deirapporti, cfr.BATTISTIAlto Adige(in polemicacon luiDOERRENHAIJSSiidtyrolerVolkstumj.Airappol'titrastatoitalianoeminoranzaaltoatesina non ha certo giovato che questa sia stata inclusa entro iconfniita-
lianiall'inizio de1periodo fascista (1922-1943),sicchénon haconosciuto inizialm ente la legislazione linguistica prefascista, diim pronta
accentuatamente liberale(un'improntachedestava loscandalo degli scrittoridelperiodo fascista,comeJAMALIO NDI s.v.Linguaitaliana
eADDEO Lingua e statuto),sibbene quellafascista (elenco completo delle disposizioni,anche diquelle inserite nel concordato de1 1929 con la Santa Sede,attraverso cuiilfascism o m irè alla forzata italianizzazione de1 clero nelle zone alloglotte, in FIORELLILingua nell'or-
dinamentocostituzionale);a unalegislazioneliberalesiè tornaticon la caduta de1 regim e fascista e la creazione diregioni a statuto spe-
ciale(cfr.lenuovedisposizionilegislativeinFIORZLI-Icit.):ilrispetto, anzi la attiva 4ttutela h delle m inoranze linguistiche è principio oggi
sancito nella stessa costituzione della Repubblica italiana (Costituzione28-30 gart.3j,34-35 gart.6));cfr.ancheFIORELLIDiritti/l ' zlgulsttct.
20. ITALIAXI Fvom D'ITALIA 11 nucleo m aggiore è il ticinese.Ad una sistem atica annessione
allostatoitalianodituttigliitalofoni(0 presuntitali),aunasortadi 4 tpanitalianismo # parallelo al pangermanesim o, non si è m ai seriam ente pensato dopo l'unifcazione;la volontà diunire allo stato italiano le terre 4irredente A ebbe tra l'unità e la guerra m ondiale com e oggetto soloilT rentino el'Istria.Anche ne1periodo fascista, quando
per ragioniditattica politica (più che come iinalitàdaperseguire seriamente)fu enunciatal'ideadiuna44annessioneh )diterritoriincui sitrovavano nuclviiyaliani(peres.,la Corsica),anche allora non si
m ise m aiin questione ilCanton T icino. A dire il vero,e a titolo di m era curiosità,sipuè ricordare che la questione fu posta da B. M UssoLlxl nel 1921, quando il gruppo fascista era in parlamento una piccola m inoranza ancora lontana dalla conquista del potere, in due discorsi: il 3 aprile 1921 a Bologna il capo de1 m ovim ento fascista ram mentè LLquei vincoli di razza che non cilegano soltanto agliitalianida Zara a Ragusa ed a Cattaro, m a che cilegano anche agliita-
20.Italianifuovi#>. &tzhW
291
lianide1Canton Ticino,anche a quegliitalianiche non vogliono più
esserlo,a quellidella Corsica#(quiè da constatarela ripresadella teoria tedesca e crispina della L jnazionalità incoscientep fondata sul
principio 44natio quia natab i:CHABOD Idea dinazione66 sgg.);tre mesidopo,alla Cam era deideputati,lo stesso dichiarö di jtoccareun tasto m olto delicato: in questa Cam era e fuori tutti sanno che ne1 Canton Ticino,che sista tedeschizzando e imbastardendo,aflioraun m ovim ento diavanguardie nazionali,che io segnalo e che noi fascisti
seguiamocon vivasimpatiaptMtlssot-lxlScritti11157,167).In seguito perè tale rivendicazione avanzata per creare noie al governo, fu abbandonata dalM ussolinidivenuto a sua volta capo de1governo
italiano' tcfr.DoRso Mussolint'253).Deltutto isolato fu anchel'irredentismo ticinese diC.SalvioniITIl vIIaANARO Cattaneo 11800). Fuoridei confni-politicinazionalil'italiano è stato ed è parlato:
1) nella repubblica indipendente di San Marino (nel1950 circa 13.000 ab.),in cuiè lingua uëciale (legge 26 marzo 1857, art.48,in GIANNINI-BONELLI286-87);ildialettolocaleèditiporomagnolo (non marchigiano:TAGLIAVINIOnkint '336 no.92); 2)nella Svizzeraitaliana,in cuil'italiano è, colfrancese,iltedescoedilretoromanzo(Iadino),bnadellequattrolingue qnazionalit i (ma illadino è escluso dalnovero delle tre lingue 4uëciali) h);gli italofoni, che dialettalmente appartengono al gruppo lombardo, sono concentrati nelCanton T icino e nelle valliCalanca, M esolcina, Bregaglia e di Poschiavo; i residenti linguisticam ente italiani erano
301.325 nel1910 (parial90, 4)della popolazione),238.544 ne11920 (calo tanto più notevole in ragionedelgeneraleaumento dipopolazione),241.985 ne11930,220.530 ne11940 (deiqualisolo 158.690 con cittadinanza svizzerae61.840 con cittadinanzaitaliana);la resistenza linguistica degli italofoni è in com plesso ridotta, nonostante
lavicinanzadellostatoitalianoelafortecontinuaimmigrazione(cfr. EIs.v.Svizzera,lingua eApp.11):l'uso dell'italianoe deidialetti locali regredisce dinanzi all'uso delle altre lingue della Confederazione e l'italiano quotidiano Iocale è penetrato da francesism i,al o-
rantianchenellastampaquotidiana,(G.PozzleAA.VV.,L'italiano zleigiornali ticinesi,S/djwib dianalisiIt hguistica a cura diun gruppodt
ricoticinese),21,1965,pp.41-60)9l'usode1dialettosembrapiùvitale di quello della lingua, ed è com unque più resistente che nelle lcuni locali limitrofe zone lom barde entro confni italiani; second . o a
(cheebberomododiesprimersiinta1senso nelcorsodiun dibattito
292
20 Italiani -/ lzor/'d' Italiu
ai corsiestivi per stranieri dell'università de1 Sacro Cuore in R anzitutto ildialetto sarebbe preferito alla lingua dagliimm igrato ima te-) deschinellezoneitalofone, inoltre (tneicom andie nelle istruzionidurante il servizio m ilitare prevale in m aniera crescente l'uso del dialetto e vi t: una certa sEducia verso l'italiano, specialm ente nelle scuole elementarih ):in com plesso e in conclusione sem bra esservi, nella conservazione deldialetto più tenace che nella vicina Lom bar-
dia,lavolontà(politica)di43approfttarediun'evoluzionedellavicina
2l. Discontinuità territoriale
avevano la seguente consistenza:Franeia 77.000, G erm ania 14.000. Egitto 12.000, Tunisi 6.000,U SA circa 50.000,stati sudam ericani circa 50.000. Per i posteriori accrescim enti, v.i nfraapp. 44,45.
21. D ISCONTINUITX TERRITORIALE D a un punto di vista strettam ente geograhco la diversità tra le
Iwom bardiaperdifferenziare anche m aggiorm ente ilconEne politico, servendosidiun dialetto italiano perresistere alla cultura italiana) /;
varie zonedellaPenisolaè assainotevole (F.SAcco EI s.v.ltalt' a
3)in Corsica (279.000 abitantinel1921,247.000 ne11954)iI.
Italt ' a pp.708-18,Leformedeltern' torioeitipidelJwtsfwpb,GIANXEI-LITrattato41);inparticolarelanatura rende disagevolilecomu-
dialetto cism ontano è ditipo toscano, l'oltremontano è di tipo sardo; la lingua uë ciale è ilfrancese, m a l'uso dell'italiano colto è ancora
r le ilativamentevivo(cfr.BOTTIGLIONIEIs.v.Corsica, DAIJZAT Europe nguistique 122); 4)nellecittà istriane e dalmate, appartenute ancl ae politicanaente all'ltalia tra il 1918 e il 145,inucleiitalianisisono ridotti
con lacessioneallaJugoslavia(TAGI-IAVINIOrigini336,note95-96); 5)aAlalta (314.000 ab.ne11955)siparla un dialetto arabo nlagrebino influenzato dall'italiano, lingua ufliciale fino al 1934 poi , sostituito dal dialetto edall'inglese (cfr.E1 e 1)EnI s. v., lalsAxl Italiano t? lvlalta, 0 .PARI-ANGELI,O ssevvazioni sull'uso della Iingua italiana a Alalta, ( tAnnali di l ïlagistero. Barià), 1969, pp. 3-53);
6)notevoli nuclei di emigrantiitaliani esistono negli Stati
U nitid'Am erica,neglistatisudam ericanie, dalsecondo dopoguerm
in moltipaesieuropei(Germania, Olanda,ece.);essisono perb le, gatipiù cheall'uso dell'italiano a quello deivaridialettidella Penisola: pertrovare un sistem a diintesa iparlantididiverso dialetto ricorrono
spesso allalinguade1paesein cuisitrovano(fenomeno non isolato: cfr.MEILLETLangues111),operdirmeglioadungergomistodidialettism iitalorom anzi:cfr. A.A.LlvlxGsrox,La M erica sanemagogna RR, X, 191% pp. 206-26. Vaucl. tax It ' A- M . Tuluwo,Tke,
Slve' c/lofLittleItal y,(Ameriean Nlercury' )XXVI, 1932,pp.356-59,
ORTISI Siculo-americano, TAGLIAVINI Origini 152-53, note 76-78, M G ENARINI Italiani all'estero e Aimargini 145- 208 (bibl.202-208), . TROPEA,Ancora s ugllamoicanisminelnkiliano, AG I,XLIV,1959, pp.'38-56,p.39 no.3.Laconsistenza num erica diquestinucleiè di dië ciledeterm inazione. N el1861,alm om ento de1prim o censim ento nazionale, iprincipali nuclei di em igranti cittadini italiani all'estero
pp.702-708,Descyizionegeopaleontologicap.702,R.AI-MAGIX E1s. v. nicazionitrapianura padanae toscana, trailversante adriatico e quello tirrenico degli Appenninianche in epoche tecnologicam ente progre-
dite,come negliultimisettant'anni(E1s.v.Comunicazionip.765). Ovviam ente,da un punto divista generale, tagligeografci anche netti non è detto che debbano costituire confniinsormontabili: basti pensare alcaso delle AlpiOccidentali, deiCarpazi ,deiPirenei(SCHPRR D ialetti 10,Vloos M anuale 286, 298-99;pcr l'unità dei due versanti delle Alpi Occidentali, cfr.supra app.19).Anche nell a preistoriae protostoria italiana g1i ostacoli naturalinon sono stati insorm ontabili: la Penisola è stata percorsa perlom eno da due m oti m igratori
danord asud (latiniecelti)edall'Adriatico alTirreno (italici).Ma il superam ento degliostacoli naturali non ha avuto quella continuità che porta al loro annullam ento dalpunto divista geoantropieo: solo
in uncaso (espansionetransappenninicadegliEtruschi6noall'Adriatico)sièrealizzatoqualchecosadelgenere.primachel'invasioneceltica tornasse a ricacciare g1iEtruschinelle loro sedi. La m ancanza di tale continuità è senza dubbio da porre in rapporto non tanto con la natura deiconfniquanto con quella delle zone confnanti:iPirenei e Ie Alpi sono più im pervi della m ontagna appenninica, m a separano pianure m olto am pie nelle qualifu possibile lo stanziam ento di popolazioniche raggiunsero per tem po una certa evoluzione tecnologica e soprattutto pianure in cui, per la loro natura, poté essere desiderabile stanziarsi per popolazioni che vivevano di agricoltura.
Fattaeceezioneperiltrattotosco-emiliano(ilsoloeheabbia,perdir cosl,ceduto)la montagna appenninica per due terzidella Penisola separa due mariorlatida pianure in genere esigue (e infestateab antiquo dalla m alaria:K lxD RE s. v.malaria,E1 s. v.,G IANNEI-LI
Trattato61);questepianure,coslcomelerade conche pianeggianti
294
22. Fvammentazione etnica e romanizzazione 295
sparse all'interno della catena,erano poeo allettanti e soprattutto non consentivanol'addensarsidipopolazioniviventidiagricoltura e quindi l'urbanizzazione eiiprogressotecnologico. Coskgli Appennini, m eno alti delle Alpi e meno im pervi dei Pirenei, hanno segnato fratture etnicolinguistiche più profonde delle altre due catene montuose. Solo m olto lentam ente le ' popolazioniantiche giunsero quindia percepire ilfatto che l'Italia era una entità geografca unitaria defnita dalle Alpi ttdalm are,esolo lentam enteandarono estendendo da sud versonord
un uniconomeallaPenisola(JUNG Grundriss3,58).Perla naturadeI pacse,iconfninaturalihanno avuto perciè una parte molto notevole
nella protostoriae storiaetnicopolitica dell'ltalia (in questo senso, senza tem ere d'essere oggetto della facile accusa di qdeterm inismo geografco h /,H OFMAN Land Italien, VOGT Röm.Rep.1-9, HAsslxcEn
GeographischeGrundlagen 176-77)ediconseguenzanellastoria della frammentazioneetnicolinguistica(coslgiàSCHI JCHARDT Brevier 145. efr.VloosM anualepp.299-300).Ancheglistoricidell'età moderna non ignorano l'im portanza della discontinuità geografica: M ACK SMI' I' H Storia 12.
lasciate tn loco e le loro tradizionirispettate. Ciù,com e s'è già accen-
nato(app.3),inparticolareperlalingua' .l'usode1latino eraconcesso (nonimposto)comeunonore(peresempionelcasodellagreca Cuma in Llv.X I, 42;cfr.A .Buolxszlt:rA usbreitung 34-35,PULGRAM Ton-
gues264 sgg.).Laposteriorestoria linguistica della penisola italiana
ha risentito in m isurarilevante diquestatolleranza linguistica rom ana: la rom anizzazione della Penisola fu, fra il2.500 a.C . e il 1860 d.C. l d'unico episodio che avesse pertema, in qualche m isura, l'unifcazione& elpaese;che in esso sisia laseiato in secondo piano l'aspetto linguis co (consapevolmertte,in nome delqqdivide et impera8h, seeondo Pti IJI-GRAM Tongues 265 no.4. m a cfr-,contro, Voc' r Röm . Rep.92-93) non è avvenuto senza conseguenze:le varie popolaziofti hanno assim ilato solo di propria volontà e quindi in m odo diverso e in tem pi diversiil latino, presum ibilm ente adattandolo ai propridiversi abiti zngulstlci. 'dea della continuità tra tendenze linguistiche delle popolal L'l azioni prelatine e tendenze linguistiche dei dialetti italiani risale a M aflkie Muratori(TIMPANARO Cattaneo 1 750-53), m a l'analisi è
ottocentesca.A metà Ottocento W ENTRIJP Neapolt ' tanische M undart 3,pose in rapporto una tendenza dell'osco, ehe trasform ava il. nesso
22. FRAMMENTAZIONE ETNICA E ROMANIZZAZIONE
consonantico arioeuropeo -nd- (conservato perfettamente in latino)
A1m om ento dell'incendio gallico, erano presentiin Italia alm eno
iseguentigruppietnico-lingnistici(cfr.M EILLET Esquisse 74-76,V PlsAxl,Stort h della lingua latina, 1,Tori no 1962,p.76sgg.):a)non .
arioeuropei. 'liguri,nelle Alpioccidentali e Liguria;picenisettentrio-
nali;etruschi;sicaninella Sicilia orientale;b)arioeuropei:veneti; celti(infasediespansionedallapianurapadanaattraverso le M arche versoIavalledelTevere);umbriealtriitalici(osci,sabelli)su1l'Appennino:n ,fase di espansione verso ilT irreno e verso sud ; latinie
residuilatino-siculi(in regressione)lungo la costa tirrenicq fino in Sicilia; piceni m eridionali; m essapi; colonie greche lungo le coste
meridionali.t noto chesoltantoinun primomomento (ecioèanteriormenteall'incendiogallico)iRomaninella loro espansionesolevano distruggere le città sconftte e trasportare in Rom a parte degli abi-
tanti,disperdendo Ie popolazionisoggette (G.CARDINALI E1 s.v. Italia,jConquistaromanadell'ltalia199,GIANNELLITrattato290-91); successivam ente, la rom anizzazione consisté nella creazione d'unâ retedicoloniee,soprattutto, diuncomplessosi stemafederativo (GöHLER Rom und Italien,VOGT Röm . Rep.77-93):l epopolazionivenivano
in -nn-,con la trasform azione dellat. - nd- in -nn- avvenuta nel napoletano e in tuttiidialettiitalorom anzia sud della linea Ancona-peru-
gia-Argentario(con esclusionedeidialetticalabresimeridionali'cartinainTAGI-IAVINIOri gini67);taleteoria, che ha trovato consenziente gr a n p a r t e de g l i s t u d i o siimpegnatinell'indagine(TAGLIAVINIop cit. 66 6 8 , n o . 1 9 2 3 e Vl no sManuale229)l tstatacontestatadaIROHIFS Vorlatdnische . & zl#ï J. çJz 65-67, in quanto la tendenza simanifesta .
.
-
-
.
dopo il 1000 e pare avere centri di diffusione diversi dall'area osca
Qua d lche anno dopo ilW entrup, Ascot.lUn//t?Aleitalico,seguito poi.
alRibezzoealtri(TAGLIAVINIOrigini65-66), attirö l'attenzione sui relittilessicaliitalicinei dialettim eridionali. Infine nel 1883 N lssEx Italische Landeskunde 1 494, propose di ricondurre (die aspirierte AussprachederToseaner(gorgiajA4(an dieHâufungvon Aspiraten,)
ehe,sulla base della grafia, parrebbero essere esistite in etrusco:la ipotesidelNissen ha trovato fautoritenaci com e M ERLO Studi lin, gu G istici 101-26, 197-288, e avversarialtresidecisi,come R. H . HALI-,
. Ro HL>' s, S.HEINIMANX (storia della questione in TAGLIAVINI Origini75-77).Tuttavia siègeneralmente concordi nell'ammettere
l
in com plesso una relazione tra fram m entazione prerom ana e fram -
296
2J.11 Patrimottium Petri
mentazione dialettaleitaliana(decisamentecontrario è SCHûRR Dialetti22);ecioè,ancheseisingolifenomenifoneticisuiqualimaggiormentesièdiscussoesidiscute(nd> nn,kw h;menocredito hal'ipotesidi sostrato perd > r,avanzata da N .NEUMANN SPALLART,W eitere
Beitröge zur Charakterish' k des Dialectes der Marche,Halle 1907) non fossero da interpretare co'm e efetto di sostratilinguistici prelatini, le singole sopravvivenze linguistiche prelatine ne1settore les-
I
24.Dl /-/brpli ' ft ldialettale italiana
297
curadiP.VILLARI,Firenze 1864,vol.1,pp.247-256javeva rilevato lin dalla seconda m età de1Settecento cheilM ezzogiorno d'Italiaera un corpo m alato, attraverso il quale non circolava più sangue, corso tutto alla testa,alla capitale h ).A questa struttura de1 M ezzogiorno e della Sicilia e alla speciale estensione degli Stati della Chiesa vanno coordinati m olti aspetti salienti della storia linguistica italiana: gli Stati della Chiesa hanno esercitato una duplice contraddittoria fun-
sicaleesintattico paiono certeancheai44sostratofobià )(ROHLFSStruttura linguistica 100-102,1o. Substratomaniej, coslcome pare certo
zione(SCHURR Dialetti 111-12):hanno consentito ad alcune isolate
che tdla triplice suddivisione linguistica dell'ltalia corrisponde rispettivamente con Ie sedi dei Celti nell'ltalia settentrionale, degli Osci, Um bri,Sannitie Sabininell'ltalia centrale e meridionale, degli Etru-
nell'ambitodeidialettigallo-picenieumbro-laziali(passaggio dilat. volg./a/ad/e/)finoaRoma(tosc.ora,merid.mo'sostituitidaadesso):
schinellaToscanaA(VlDosM anuale265ecfr.anche185-86;nelme-
parte, impedendo l'espansione delle correnti storiche verso il Sud, lasciarono questo isolato dalla disusione delle innovazioni linguistiche centrosettentrionali. Rare innovazioni settentrionali e centrali sono gitintenelSud,m a pertutt'altra via:attraverso l'uso delle classi
desimo senso T AGLIAVINI Ori gini 61-63, BATTISTISostrah'X LVI-
XLVII,PzsAwzS' aggi179-80, MIGLIORINI Storia 10 sgg.). Ci: è spiegabile tenuto conto de1fatto che le posteriori partizionipoliticoterritoriali italiane ricalcarono fondam entalm ente le linee delle parti-
zionietnico-linguistiche de1IV sec.(ved.infraj. 23. IL PATRIMONIUM PETRI: CONSEGUENZE STORICHE E GINGUISTICHE xsI- SuD G 1i effetti sulla struttura dem ograEca e sociale de1 M ezzogiorno d'ltalia prodottineisecolidall'esistenza degliStatidella Chiesa sono ben sintetizzatida COMPAGNA Cittàecentri52:4N elSud,insom m a,
troviamo capitalicome Napoli eYalermo,cariche di tmiseria nascostasottolesembianzesplendenti'gcRocE Vt' te2151;manoninsediamentiumanirazionalmentedislocatieorganizzaii,non un sistema cittadino di tipo m oderno, collegato da una fitta rete di comunicazioni.M entre le cittàeuropee e leçittà dell'ltalia settentrionale con esse - sono state per dir coslselezionate dalla civiltà comunale e dal Rinascim ento,e sono diventate poi il teatro della rivoluzione industriale e dell'urbanesim o m oderno,nell'ltalia m eridionale,se dicittà sipuè parlare,se ne puè parlare soltanto ne1senso di iluoghi diresidenza dei proprietarifondiari o de icom m ercianti arricchiti...' ...; , e sitratta dicittà che tper g1iabitantidelle campagne e dei com uni m inoriesercitano le funzioni...di una fera perm anente,dove siva a fare acquistie a spendere un poco didenaro in divertim enti' ...De1
resto anche Gaetano Filangierigcfr.La scienza della legislazione,a
innovazioni4settentrionaliAdiinEltrarsilungolevieEm ilia e Salaria
cfr. HALL Papal States, TAGLIAVINI Ori gini 3* -346; ma,d'altra
coltedeimaggioricentriurbani(Napoli,Messina,Palermo):ROHLIB Struttura linguistica 95, 99, 104, ha dato rilievo a queste isoglosse che dalsettentrione perdircoslbalzano in Sicilia,lasciando daparte le regioninon urbanizzate delM ezzogiorno,attraverso icentri urbani m aggiori. lnfne,la scarsezza di com unicazioni all'interno delM ez-
zogiorno stesso (ancora nel1890 su 1848 comunimeridionali1621 noneranocollegatidastrade:CHABODPolitica486,no.1)elaestrema povertà delle varie regionim eridionalihanno fatto slche, come tutta la vita fuori dei m aggiori centri urbani,cosl i dialetti ristagnassero in form e diim pressionante arcaicità:alcuni dialettim eridionali eonservano elem entilessicalidel latino arcaico e dei dialetti doriciarcaici; in altre parole,innovazioni prodottesia Rom a nel III o 11 secolo a.
C.(einGreciane1IV ol1lsecoloa.C.,quandolakoinécominciö a sostituireidialetti),difusesidovunquenell'arearomanza(egreca)non sono giunte 6no aipaesi,per eyempio, della frontiera calabro-lucana
(vediinfra,app.29). 24.. DIFFORMITA OIALETTALE ITALIANA
A.MEILLET,rec.a LABANDE-JEANROY Questlon de la Ianguein BSL 26,1925,103-104 (confronto tradiversitàdeidialettifrancesie italiani);VloosM anuale319;BERTONIProjlo9sgg.;1D.Italia #r blettale38-53.La diflbrm ità deidialettiitalianiinteressa la loro stessa
298
Linea La S>ezftz-AJ'?>I?'>??
tipologiastrutturale efunzionale (vedit' nfra).Da un punto divista geolinguistico essa puö valutarsi grazie al ROHLIB Di ferenciaci6n, che ha studiato 50 tipi lessicalirom anzi da1punto di vista form ale e funzionale, determ inando com e le variazioni di form a e funzione si distribuiscano nell'area romanza. Se sulla scorta delle sue carte geolinguistiche si esaminano le singole aree rom anàe entro cui è in uso una stessa lingua nazionale,risulta che l'area piflricca di variazioniè quella italiana:più esattam ente,m entre l'area portoghese in 50 casisi presenta 46 volte unitaria e solo in quattro casisi mostra divisa tra due diversitipilessicalirom anzi;m entre l'area rum ena nella totalità dei casiè unitaria;m entre,inEne,l'area francese e la spagnola sono unitarie in 29 e, rispettivam ente, 22 casi, l'area italiana è unitaria k ' soltanto in 8 dei 50 tlpiconsiderati da1 Rohlfs, m entre 42 volte su
26.Dïafelfl'settentrionalio Ralloitalici
299
penetrateasud dellalinea La Spezia-Rimini(cfr.TAGLIAVINIOrzl
gi 2ni 344 e no. 102, 351-52,Vloos M anuale 305-307, M ERLO Saggt ' ,MIGLIORINIStorth 67).Tuttavia, per quanto schem atica, l63 sgga partizione in due aree rom aaze f (mantiene un certo
(V signifcato9. loosManuale307,cfr.anche 299-300)ed è soprattutto signifca-
tivo ilfatto che la linea dipartizione cuisi è pensato co rra proprio attraverso ilterritorio dialettale italiano:siha qui un'ulterio della profonda diversità tra igruppidialettaliitaliani re prova l settentrio, i nale appartenente alffneurom anisches Gebieth ) i centrom eridionali ,
appartenentiallo 44altromanischesà h(LAIJSBERG Stellung ltaliens) .
26. D IALETTI SETTENTRIONALI o GALLOITALICI
cinquanta sipresentadivisa fralediverse variantiromanze.t istruttivo altresiconsiderare più da presso icasiin cui le aree si presentano divise tra tipi diversi: in 20 dei28 casi in cui i dialetti iberici presentano pifldiun tipo lessicale romanzo in concorrenza, la linea dicon6ne tra le aree lessicalicoincide con ilconfine dell'area catalana; cosa analoga siregistra anche in Francia in cui ilconfne tra le aree lzssicali 9 volte su 21 coincide col confine dell'area provenzale; in altriterm ini,nell'area gallorom anza e più ancora in quella spagnola vi è un con6ne dialettale netto e unico che prevale sugli altri: in Italiainvece la linea diconfne tra le aree dialettalinei42 casi di variazione è di volta in volta diversa,e non vi è una linea che prevalga nettam ente sulle altre.Siaggiunga intine che m entre in Francia e in Spagna solo in due casi il territorio dialettale si presenta diviso tra più didue tipilessicalirom anzi,in Italia ciö siverï ca in 11 casi,in un caso le form e rom anze diverse sono quattro e in tre casi sono addirittura cinque.
M BERTONI Italia dial. 55-106,TAGLIAVINI Origini338-344, Vloos f anuale 316.Le tendenze innovative che segnano il passaggio dalla onologia del latino volgare alla fonologia galloitalica sono le medesim e che operano nell'area galloromanza e, più in genere, rom anza occidentale.D alpunto divista delluogo di articolazione deifonem i
consonantici e vocalici domina la tendenza generale (GRAMMONT Traité 156 sgg.)verso articolazionipil k avanzate che non in latino
volgare e nei dialetti italiani centrom eridionali. Vocali: la a de1 lat . volgare sim uta in e, ineondi zionivariabilidaluogoaluogo(ilfenom eno,attraverso idialettigallopiceni, si insltra,com e siè accennato l Uungo la litoraneaadriaticafno in Abruzzo e lungo la Salaria lino in,
mbria gGubbio,Città diCastello)e lino a dialettidell'Aretino e della ValdiChiana;TAGLIAVINIOrigini 339);la u del lat volg. elao,passanoaiieii(manon nell'Emilia,trannelazona diSestolal; l e tre innovazionisiriconducono tuttealla formula sopr z addetta (avanamentode1luogodiarticolazione)chesiverifcaanche nelterritorio .
gallorom anzo, in cuiè notala44predilezione per learticolazionifron25. LINEA LA SPEZIA-RIMINI
talie procheilei (HAMMARSTRöM Romance Languages 279) Consonanti: la stessa tendenza .
,
Segnerebbe non solo un conNne dialettale interno dell'area ita-
loromanza, ma il confne tra l'area romanza occidentale (iberorom anza e gallorom anza, inclusi i dialetti italiani settentrionali o gal-
loitalici)el'arearomanzaorientale(italoromanza e balcanoromanza): cosfBARTOLICaratterifondamentalt' ,WARTBIJRG Lingua italiana 24. 1D.Ausgliederung 60 sgg.,IW EIP: R Entstehung 42 sgg.Ci?)è stato conte-
statoinquantoalcuneisofonesettentrionali(palatizzazionedi/a/)sono
m a m eno spiccatam ente, si riseontra nelle
t a/ sf> orma /r tJ /tzionidinessiconsonanticilatini:/k1/> /tJ/, /g1/ /d5/, /tJ/(lo s/ /s/,/d5/> pdz/> /z/,pkt/> /ct/> yjt/(piem . làit)> mb.lacj.Tuttavia,g1isviluppide1consonantismo galloitalico (ancheneifenomenioraricordati)sonosegnatisoprattutto da un'al tra tendenza:l'indebolimento (spinto fino aldileguo)delle articola -
zioniconsonantiche. T ale indebolim ento sim anifesta in vario m odo; scempiamento delle intense Iatine (caballu> piem . lom b. em il.
27 Dialettf#l'fra3tsizione - 28.Zhbfef/ftoscani
300
f J, '
29. Tradizioni dialettalie lingua comttne neI Sud
301
f.
kavàl).lenizioneesonorizzazione(equindispessodileguo)delle sorde intervocaliche(di gitu> dito> ant.lomb.dido> ven.deo),africazionedeinessilatinicl,gl(vedisupra),assibilazione delle aFricate mediopalatali(cioèperditadell'occlusioneanchenella tenuta),vocalizzazionedel/k/nelnessorh.srmpljfkazionrdeigruppiconsonantici formatisiin seguito allacaduta dellevocaliatone (cfr.bologn.zdèr < lat.deexcitare),perditadell'occlusione nelle nasalie conseguente
neltoscanopiù recente(cosicchél'italiano chehaabase ilEorentino arcaieoneèrestatoimmune):taleèilcasodeifenomenidiindebolimento delle occlusive sorde intervocaliche, spinto per/k/e /t/:no aldileguo(vediinfra app.30).Lasonorizzazionedellesordeocclusive intzrvocaliche è lim itata alle parole giuntc in Toscana com e pre-
stiti(ago,lago,Jgvktzecc.:ROHI-FSQuellen97-98,TAGLIAVINIOrtkint351-52).Leragionidelconservatorismo sono state individuatenella
nasalizzazione della vocale tautosillabica. Questi fenomeni,caratte-
com pleta alloglossia,rispetto al latino, degli Etruschi. Per l'origine
r
risticidellaRomàniaoccidentale(ROHLFSSprachgeographischeStreif-
delconservatorismo cfr.:MERLO Laziosanm. ta;BERTONIProjlo 16-
afire 13 sg.,15 sg.,LAUSBERG Stellung Italiens 320-21, TovAlt Sonori-
17;DEvoro Fiorentino;Vloos M anuale 358-59, 390. 11 conservatorism o de1toscano antico,com e siè accennato, è alla base de1conservatorism o dell'italiano:per ciè cfr.Vm os M anuale 384 e RICHTER Entwicklung q ffez'romanischen Sprachen.
sationj,siconnettonocon ifenomenidicadutadelle'vocalisnalidel latinovolgare(trannela-a,etrannecheinareaveneta)e dellevocali atone,in una tendenza unitaria più generale relativa a una distribuzione e utilizzazionc più econom ica deifonem i;l'individuazione fonem atica diuna parola avviene neidialettigalloitalicicon un num ero di
fonemimoltopiùridottocheintoscanoeinlatinovolgare(oltre che classico),valeadireidialettigalloitalicisicomportanosottoilproElo
29. TRADIZIONI DIALBTTALI E LINGUA COMUNE NEL SUD
dell'econom ia fonematica com e il francese.
Per un quadro d'insiem e abbastanza dettagliato cfr. Blm-roxx ltalia dialettale 151-68. Le condizioni ecologiche già ram m entate
(supra,app.23),ecioèl'esistenzadidueotregrandicentridiimpor-
27. D IALETTI I)I 'rl u xslzloxE
tanzae tradizione sopraregionale ed europea,inseritiin un am biente pochissim o o niente urbanizzato, spezzato in una m iriade di com partim entidalla conform azione delsuolo e dalle scarse o nulle com uni-
Sono questii dialetti-gallopiceni:BERTONIItalia dial.123 sgg.p
TAGLIAVINI Ortkini334. ,sulla loro funzioneditramite tra innova-
cazioni(1'850/0 'deicamunimeridionalinel1861non eracollegato da strademasolodasentieri:app.23),hannocreato nelSudunasitua-
zioni settentrionali galloitaliche e dialetti centrom eridionali vedi suAru app.23.
zione idiom atica com plessa: nelle città m aggiori, tradizioni dialettali
italianizzanti,soprattutto a Napoli(cheha esercitato già prima dell'unità una lenta azione diitalianizzazione indiretta sui dialetti dei centri m inori attraverso studenti e borghesia:D E CESARE Fine d'un regno I92;D'Ovlolo Per Campobasso712;v.supra cap. 111,no.14 e
28. D IALETTI ToscAxl Specialm ente nella fase arcaica due e trecentesca restano prossim i alla fonologia de1 latino con un accentuato conservatorism o
cap.1V,1),etentatividiusoparlatodellalinguacomune;nellezone m eno urbanizzate dialetti raccolti in gruppi m olto diversi, spesso uzzolto lontanidalle correntiinnovative circolanti.nell'inzera . penisola. LAIJSBERC Stellung Italiens ha distinto quattro gruppi dialettali: anzitutto,idialetti napoletani, appartenenti,come i dialetti toscani e il
(già colto perfettamente da Dante,ilquale riponeva la superiorità delvolgare del4fslh )nelfatto che qjm agis videtur inniti gram m atice'h: 1z 'S .1,x 4)chenell' interaRomàniatrovariscontro soltantonelsardo:
iltoscano(ediconseguenza I'italiano)ènellasuafaseanticalalingua
romano,ancora al4fVierstufengebietA(con distinzione,cioè,diun '
rom anza pil k ricca diconservazionidiantiche fasiinnovative rom ane
grado sem ichiuso e ditln grado sem iaperto per le vocali ditim bro e
e più povera diinnovazioniromanze (BARTOLICaratterifondamentali, SEGRE Caratteristtkhe 453-59). Le innovazioni caratteristiche sono rare(/rj/> /j/)elepiù signifcative si aflkrmano soprattutto
ed o);la 4 finteradriatische Rtlmanitât#;la 44archaische Romanitëth / (Lucania e Sardegna);la b qgriechische Romanitët#(Salerno,Calabriamerid.,Sicilia).Leinnovazionifonetichepifllargamentedifuse
11
302
29. Tradizionidialettalie lfpgzltzcomune nel Sud
sono l'assim ilazione progressiva deinessilatini-nd-,mb-,--.:-,-af-,
n<-in-ap-,-,a--,-e -,-nd-,-?lp (VmosM anuale228-229),laspi-
-
m ntizzazione dell'occlusiva bilabiale sonora in posizione iniziale e
dopolavibrantedentale(Vmosop.cit.264),lapresenzadifenomeni metafonetici(un tempo anche a Roma) e della vocale neutra tra l'Abruzzo(asud dell'Aquila),laCiociariaela Calabriasettentrionale (TAGLIAVINI Origini348-51). In complesso, presentano una facies estremamente conservatrice (ma fonologicamente meno de1toscano antico)e fanno blocco pertanto colbalcanoromanzo in un gruppo #appenninobalcanicoA(VmosManuale305-337).Nellessico sihanno punte di arcaismo estrem o, cioè continuazione di form e de1latino
arcaico Uornus,giàin lat.class.e quindiin tutta la Romàniasoppiantato daIurnus,ècontinuato,oltrechenella Sardegnamerid.,a M atera,S.Chirico Raparo,T ortorae nella Valle de1Sini;analogo il
caso dinura:cfr.ROHLFSDi yerenciaciôn25-28),dell'osco o dellatino oschizzato (octofer,rle/' u:Rout-FsQuellen 100-102),de1greco anticopreellenistico (y&g duspov ecc.:ROHLFSQuellen 109).Igrecisminell'ltalia meridionale (da intendere anche come innovazioni
J9. Tradizioni dialettoli e lïn.glztz comune nelSud
Plcclr' ro Siciliano, e PARLANGELI Storia linguistica 59-68. La recenziorità della rom anità siciliana e calabro-m eridionale deriva chiaram ente, com e ha m ostrato il Pagliaro, dall'azione dei centri urbani
maggiori:Xlessina(cheneiprimisecolidopoilMillerivaleggiè per importanza con Palermo,anche sotto l'aspetto linguistico (SCHIAFy' lxlM omenti18,no.42j)ePalermo,che fral'X1eilXIIIsecolofu il m aggiore centro urbano d'Italia, m eta di forti correnti im migra-
torie pisane,genovesie veneziane tLuzzATTo E1 s.v.Popolazione 920).Napolisitrovè in condizionianaloghe a quelle deimaggiori centri urbani della Sicilia, m a ancor più accentuatamente propizie all'accoglimento di innovazioniprovenientidall'area centrale, dato il suo carattere dicapitale de1Regno e la sua contiguità territoriale con
lazona diRoma(Ascol-lltaliadialettale 120):non ècerto percaso che il napoletano sia tra idialetti m eridionalil'unico che faccia ancora parte de1 4Vierstufengebiet#, insiem e ai dialetti toscolaziali
fLAIJSBERG Stellung cit.).Tuttavia,laprossimitàfondamentale,strut-
stanteMezzogiorno(RoHLFsQuellen 83sgg.,103-104),e nellemede-
turale,de1dialetto napoletano aidialettitoscolaziali,se è già in sé rilevante, non dà tutto intero il senso della eccezionalità delle condizioni linguistiche napoletane nei secoli coyrenti tra la form azione della lingua nazionale italiana e l'unifcazione politica.G ià il D 'OvIolo Correzioni 128, ricordö giustam ente che la qquestione della lingua h si agitö tra ûorentinie 4lom bardih )o,addirittura,tra Eorentini e toscani,m a ad essa non presero parte iletteratinapoletani che dai tem pi del Sannazzaro accettarono di buon grado la suprem azia del Gorentino, una suprem azia che si tram andö di generazione in
della m etyfonia m eridionale; instaurazione de1 dittongam ento to-
generazionedaltardo Cinquecento alSettecento(VITAI-ELeonardodi Capua 91-95):ciè determinè,secondo ilD'Ovlolo,nella borghesia
parallele a quelle verifcatesinelpassaggio dalgreco antico alneo-
greco) sono numerosi: ROHLFS Quellen 108-148; 1D.Griechischer S/rackegf;TAGLIAVINI Ori gini 226,nc.19; BONFANTE Grèce et f' zl. lf..D 'altraparte,visono ne1M ezzogiorno,specie in Sicilia, punte dë accentuata evoluzione lessicale, cioè innovazioni lessicali coincidenti con innovazionigalloitaliche e galloromanze e ignote al re-
sime zone siha una forte convergenia verso iltoscano (assenza
n noLpiede,>f:#fJaPalermoeneicentriurbanigmentrenell'interno sopravvive la dittongazionemerid.dinanzia-J'e-:4;conservazione
in siciliano antico L nel messinese.di-pl& e -nd- non assimilati:
RoHl-y' s Que11ea 99-1009 Plcclwo Siciliano 183-85). L'interpretazione sia dei.relittilegsicaligreciarcaici(e della.presenza diisole greche:vedisupra app.17)siadelleconcordanzegalloitaliche etoscane che caratterizzano il siciliano urbano, il calabrese m eridionale
q ilsalentjnö èstata alungo controversa:ilRohlfs(loc.cit.)ha sostenuto che tutto sispieg' hicon la lunga sopravvivenza della grecità arcaica in queste zone e con l'assim ilazione delle m edesim e all'area rom anza quando già siera form ata unalingua letteraria a prevalenza
toscana;ma cfr.leobiezionidelPagliaro fstorialinguistica della SJ' dliaj,Bonfante,Parlangeli,Piccitto ealtrioraraccolteesistematein
napoletana un costante sforzo diapprendim ento della lingua com une.
f2probabile che proprio ilcarattere digrande m etropoliitaliana ed europea abbia favorito a N apoliquesto atteggiam ento psicologico m olto diverso da quello dialtre zone d'ltalia,com presa l'ltalia m eridionale.A sostegno ed am pliam ento delle considerazionide1 flologo napoletano, si deve ricordare che nella capitale de1 Regno il riconoscim ento del prim ato del toscano non restè un dato m eram ente dottrinale,in quanto sitradusse in una effettiva pratica della lingua com une sia negliscrittisia,cit)che più conta,nell'oratoria forense: Vico nella
suaAutobiograja ricordapiù voltequantoimportantefossel' assimilazione del toscano per le personalità m aggiori delm ondo culturale
napoletanotraSeieSettecento(Opere26-29R)ecitainparticolareil caso didon N icolö Caravita che 44per purità ditoscano stile h )era ri-
304
29. Tradiziont'dialettali e pfarzfc comune nelxgwf
tenuto f davvocato primario de'tribunalià h(op.dt.29).Latestimonianza vichiana acquista tutto ilsuo valore se sipensa che, a parte Venezia,N apoliera ilsolo centro in cuivigesse la prassi deldibatti-
mentogiudiziarioorale,compreselearringhe(F.Sctbms,Stort ' a#el1
Jp.11horentino/, Wg? ztzcomune
305
p.236)sia,in certistratidellamediaborghesiameridionale, un a crescente ripugnanza ad usare in ognioccasione sempre e solo ildialetto.
ravvisabile già nelle parole delRodinè (citate nelcap.1l,no.34),
tura,Firenze1879,p.36;VIANELLO Veneziano):attraversolapl-atica dellavitaforense(echidice vita forense dice,notoriamente,nerbo dellavitaintellettualeecivile napoletana),mentre altrovel'uso parlato dell'italiano veniva ritenuto una (4afettazione volgare# (vedi cap.II,no.26),sicostitulcoslunatradizionediusonon solo scritto
attestata esplicitam ente per N apolie Foggia da ZuccAcxl-o Rt-Axolxl Dialetti 346,386,eonferm ata da questa testim onianza dei 1889:(4In nessuna altra regione d'Italia s'usa coslpoco ildialetto tra le persone civili,quantonellacittàdiN apolienellaregionechenepiglia ilnom e in pubblico e in privato. lvisifrequenta ilteatro dove sirappresenti , in piem ontese,o in veneziano, com e quello ove sireciti nelloro dialetto;parlato in questo step,so teatro, a poco a poco,da un num ero sem prem inore dipersonaggi,perchénon sarebbepiflverosim ile oggi
TALELeonardodiCapua 153-59).L'italianoparlatoaNapolitraSette
porlo in boccaad attorirappresentantipersonecivilih(P.TURIELLO, Gov Cf erno e governatiin ltalia Fatti, 2* ed-, Bologna 1889, p.131).
legislazione,cit.supra,II,2,pp- 562-63;G.ZANAROELLI, L'am loca-
m a anche parlato dell'italiano,cuipotevano richiam arsigià neiprim i decenpidelSettecento gram m aticicom e N. Amentae G.Cito (Vz-
e Ottocento, anche nelle occasioni più solenniera certam ente ricco
.
r. anche cap. 11, no. 27.
nella fonologia dicaratteriregionali(ancora dopo l'unità sappiamo
che lapronunziade1D e Sanctisede1Bonghiera intrisa divariantie di ipercorrettism i regionali:v. l acitazione diD'Ovidio all'app.57); m a insom m a a N apoli,con oltre un secolo d'anticipo sulle altrezone
non toscane (Roma a parte),nacque l'uso d'una varietà regionale d'italiapo che dava alceto colto ben altra sicutezza e scioltezza nell'uso scritto dell'italiano e che dové fungere da tram ite pèriltrasferim ento di elem enti sintattici e lessicali dalla lingua comune nel
dialetto.Questo naturalmente restava lo strum ento linguistico usuale
perleclassiinferiorieancheperlearistocrazie(allacorteborbonica ildialetto era,comeènpto,d'usonormale),e,dopo l'unità,l'attaccam ento alle form e pilk tradizionalideldialetto fu tipico deivecchi
'ruppidirigentiborbonizzanti(cap.111,no.16).M al'italofoniaera g
30. IL FIORENTINO LINGIJA COMIJNE Che l'italiano com une avesse a base ilforentino arcaico fu pro-
vato già dall'Ascoli(i1Norentino e non genericamente iltoscano; particolarità eselusivam ente forentine sono la vocalizzazione della
vibrante dentalelatinanelnesso parJ 'o/,laanafonesidelleduevocali sem ichiuse rom anze dinanzia fonem a consonantico palatale o a na-
sale anche velare,ilcosiddetto indebolimento di /a/pretonico nelle desinenze verbali,la sostituzione analogica della desinenza dicong. -i amo alle desinenze -amo, -emo, -imo nella prim a plur.de1presente
indicativo;cfr.TAGLIAVINIOri gini353/54).L'Ascolividealtresiche
norm aleaspirazionenelceto borgheseenelleprofessioniintellettuali: ciè spiega ilsuccesso della scuola delPuotie,poi, del D e Sanctis.
ciö dipendeva essenzialm ente dalla 4virtù sovranap dell'Alighieri
In ciè è forse la spiegazione psicologica delcarattere nlpderato che
a lingua com une e sulla natura altreslletteraria della conferm a cinquecentesca di tal' e scelta si è insistito anche in seguito: BERTONI
ebbeilpurism onapoletano,ilqualenon sitrovö inpolem icacon l'am biente,m afu as d esso organico:da un puntodivistaculturale, laviva, diuttlrnapresenza' della'mem oriadiVico'tcglievaTespiro ai' formalism i pedanteschi; da un punto di vista più strettam ente linguistico lo
sdegnoso antitoscanismo proclamato da1Vico (Opere 27 R),lapratica forense,la vivace atm osfera di conversazione degli 4studi) hnapoletanirendevano inattuabile e inadeguato un program m a puristico
distrettaosservanza(cfr.app.13e14).Daquestapienaetfadizionale. conEdcnza con ilpatrim onio linguistico italiano poterono nascere sia
ilsingolare e personale stile della prosa desanctisiana (cap. IV,
(Proemt h);sullaoriginaria naturaletterariadellasceltade1Eorentino
Projlo87-88,94(Bembo),MIGLIORINILinguaecultura 10,1D.Stort' a locc.citt.(diFusione attraverso lecerchie letterarie:supra cap lI, no.15),508-16,A.SCHIAFFINIMomenti31-33,A.VlscAl m lIntrodu.
mbae.Grandivocabolari13-16,VloosM anuale289, 351,353,354-55, TAGLIAVINI Origini 352. Nella lingua eom une conouiscono già nei prim i secoli elem entinon toscani, restati estranei alle parlate encoriche popolari toscane: badile, sabbia, cr= ctz,adesso, ecc.k D 'OvlDlo
Correziom.23,BERTONIQuestionedella àWérl/tz.1o.Lingua letterarth. W ARTBURG Lingua J' ft#rkzw 58-59, ROHLFSQuel len 98.Laconquenza
306
31.La componente l''A,.gltù/itltz nell'okera di G. G.Belli
J1.La comnonente linguistica aell'oAertzdiG . G.Belli
307
passatenellalinguacomune(FIORELLIFoneticaSorentina 58,no.6);
zione belliana abbia operato in m aniera decisiva la scelta linguistica a favore delrom anesco. Ed è perciè non poco lamentabile che ditale com ponente linguistica dell'opera belliana poco si siano interessati proprio coloro che per ragionidiprofessione m eglio avrebbero potuto giudicarne, ossia i linguisti. Studi di linguisti su1 B., dopo quello diH .SCHUCHARDT,G. G .B.und #,' erömt. sche Satyre, in Ro-
l'italiano si è andato progressivam ente conform ando a m odelli latini
manischesundKeltisches.GesammelteAufsâtze,Berlino1886,pp.150-
nella lingua letteraria di elem enti non toscani, settentrionali, è già
antica(ROHLFSivi)eanticaèanchelaconstatazionediciè (SCHIAFFlxlM omenti31).Duefattihanno staccato lesortide1forentino e della lingua com une: il forentino ha conosciuto dal Trecento evoluzionifonetiche che,non registrate nella grafa corrente, non sono
(aPP.35.
79,sono piuttostorari:Bellieilrom anesco non hannotrovato ancora ilIoro Salvioni.Possono ricordarsiilavoridiF. Tell enbach (1909),
F.Schûrr(1941),H.Nillsson-Ehle(1954).Ne1volumeStudi&JJW?a'
31. LA coMpoxEx' rE LINGIJISTICA NEI-L'OPERA DI G . G . BELLI D iversi fatti inducono a pensare che il dato linguistico abbia
avutounaparteessenzialenelconfkurarsidell'opera poeticadelBelli. Anzitutto,da num erosiappuntie note è palese che in Belli,com e del resto in altritra imaggioriautoride1 prim o Ottocento italiano,operö un profondo interesse riflesso per i fenom eni linguistici com e era
stato giànotato da E.I)E MIcHEI-Is,114Romanescoh )(1952),in Approccial#e#2' ,Roma 1969,pp.9-18,eC.M USCETTA,Cultura eupotvl' tz in G .G.Belli, M ilano 1961, p.321,ed è stato m ostrato più dire-
centeda Mh.TH.ELwERT,G.G.Bellicomeosservatore #J'fenomenî Iinguistid, in Studi linguistici in onore #l ' lzr. Pisani, M ilano 1969, pp.317-41 e,soprattutto,nella m agistrale indagine di Roberto Vighi
(VIGHIBelliromanesco,357-464 epassim).In secondo luogo, Belli i: uno dei rari poeti e scrittori d'arte che abbiano aë dato la loro produzione artisticam ente qualifcata a due idiom i diversi: possono farsi, accanto al suo, i nom i di poeti ellenistici com e Callim aco o Teocrito, nei quali perè il bilinguism o era conseguenza m eccanica della scelta di generi letteraridiversi,ciascuno connesso stabilm ente etradizionalmente a un dialetto greco,o inom idiPetrarca, Poliziano, Pascoli,Beckett,Pavese,in più d'uno dei quali,perè, l'idiom a fondam entale è uno,m entre l'altro,greco o latino o inglese, è scelto per una tentazione erudita o per un occasionale scherzo letterario. In Belli,più che in tutti,ilbilinguismo è praticato con parisincerità ed è indice di una crisiche si svolge su1 piano propriam ente linguistico, anche se investe diriEesso tutta l'opera.Infne,nonostante che kisia, com e sivedrà,una forte continuità di program m ipoeticitra ilBelli italiano e il Belli rom anesco, è chiaro che tra l'uno e l'altro vi è un salto incolm abile da1 punto divista del valore artistico della produ-
zione.Tutto,dunque,lasciacrederechenelconfkurarsidella produ-
nd cealezlurl b diG.G.Belli,Rom a 1965, l'unico linguista presente è Bruno M igliorini,con uno studio che non tocca perö il Belli. U n notevole interesse per idatilinguisticiè registrabile invece in L . SILoRl,Studisulla.poeslb deIBelli,Roma1957,in particolare pp. 4. 9-119. Forse questa singolarelacunositàdellabibliograhabelliana. ormaiper altriaspetti assaivasta,va ricondotta alfatto che iltem a de1 dialetto è Iargam ente presente nelle trattazioni intorno al Belli, e trascina spesso con sé quelle visionim itologiche de1 rapporto dialetto-lingua che paiono d'obbligo quando letteratinon linguistitrattano questa o sim iliquestioni,e che certo infastidiscono lo specialista linguista. Al qualecom pete perè proprio cercaredichiarire, per quanto sta in lui, iterm inidelproblem a critico belliano, ilche signiEca anzitutto sgom brare il terreno deim itisul dialetto e sulla sua funzione nelle opere letterarie: solo dopo l'espunzione di opposti errori tradizionali in proposito è possibile passare poi ad esam inare il signifcato della scelta linguistica del Belli. 11 prim o m ito di cui occorre far giustizia è quello del dialetto visto com e corruzione e deform azione della lingua, è il m ito della 4m alerba dialettaleA,da sradicare dalterritorio patrio. Consegue da tale mito l'idea che scrivere un' opera letteraria in dialetto signischi condannarsia scrivere m ale,in una sottolingua. T ale opinione,che fu in parte del G iordani e del G orelli, contro i quali polem izzava il Porta,non m eriterebbe una rettifcase non fosse sopravvissuta lungam ente nella scuola e se non fosse stata rinverdita nell'opinione com une da fatti diversi dell'ultim o trentennio: dalla polem ica fascista contro idialetti,coslcom e dall'uso deidialetti . a fnidi c aratterizzazione com ica di personaggi socialm ente e culturalm ente inferioriin 6lm o sketch televisividelsecondo dopoguerra. A costo difarsorridere ilsavio specialista perl'ovvietà, vale sem pre lapena diricordare ainon specialisticheidialettinon sono cor-
308
J/.La componente /J%,j'?z,'.çl?'ctz nell'opera di G.G. se/&
ruzioni della lingua nazionale. Com e il toscano e l'italiano,com e il parigino e ilfrancese,ilcastigliano e lo spagnolo,inum erosidialetti della penisola italiana sono altrettante derivazioni del latino, dotate di pari legittim ità storica. 11 m ilanese coo 4testaA e il m eridionale
capa non sono corruzionideltoscano eitaliano capo,ma,come quest'ultima forma,x' appresentana una trasformazione dellatino cmput.
cosicomeunatrasformazioneè ilfrancesechef.Non c'è alcuna ragione diritenere più o m eno corrotta l'una o l'altra form a: tutte,nel loro valore sem antico e nella loro form a fonem atica,sono derivazioni parim enti legittim e. Alla pari legittim ità diacronica fa riscontro Ia parità funzionale sincronica:tanto g1i idiom i che chiam iam o lingue quanto g1i idiom i che chiam iam o dialetti presentano le stesse caratteristiche strutturali generali, se ne consideri l'aspetto fonologico o l'aspetto sintattico-gramm aticale o il lessicale. N e consegue che è in linea teorica prefettamente possibile scrivere opere letterarie pregevoli in qualsiasi idiom a, dialetto com preso. D a questo punto di vista,Porta aveva ragione: I paroll d'on lenguagg, car sur G orell, hin ona tavolozza de color,
che ponn fk elquaderbrutt,e elponn fà bell segond la maestria de1 pittor.
Senza idej,senza gust,senzaon cervell che regola iparollin del descor, tutt ilenguagg del m ond hin com e quell che parla on sô umilissim servitor:
e stiidej,sto bon gustgiàelsavarà che no hin privativa dipaes, m a di coo che gh'han llemmadestudià: tant l'è vera che in bocca de U sciuria el bellissem lenguagg di Sienes
1'è ellenguagg pù cojon chem aighe sia. D e1resto,com e gli urbanistiam ano ricordare la verità lapalissiana secondo cui,in fondo,ognicittà sta in cam pagna,coslilinguisti possono ben dire che ogni lingua è, in fondo, un dialetto.
M aaltro èilmito oggipiù fastidiosoe presente.2 ilmito romantico-populistico de1 dialetto com e idiom a fresco,vergine, spontaneo. e della lingua come idiom a artifcioso,consunto,scolastico.Vedrem o tra breve com e sia proprio questo il m ito che più aduggia la com -
31. La cozapt r/ep/e linguistica ?le//'o>erc-di G. G. Belli a l
prensione delBelli:perché,se ilm ito della LLm alerba dialettale# porta a una totale condannafacilm entesm entita daglievidentipregiditanta letteratura dialettale,dal M eli e dal Porta fino ai recenti casi di A . Pierro o di 1.Buttitta,questo secondo m ito,im plicando una valutazione altrettanto totalm ente positiva ditale letteratura, se da un lato cela assai m eglio la sua natura acritica,d'altro lato,portando a una valutazione m eccanica, im pedisce di porre e risolvere un problem a critico nella sua circoscritta storicità. Contro il m ito populistico de1 dialetto, giova ram m entare che i dialetti non sono,anzitutto, ilvergine regno della libertà. Essi, non meno di una lingua,im pongono severi lim iti al parlante. Limitianzitutto sulpiano della realizzazione fonica:è entrata nelle m acchiette televisive la fam iglia napoletana che sofl' re e protesta perogni m inim a deviazione dalla norm a direalizzazione delle paroledi questa o quella O nzone napoletana.D elresto,sipossono ram m entare le satire dello stesso Belli, contro il4fparlà ciovile A, o del Porta, contro la povera donna Fabia Fabron de Fabrian. M a i dialetti non soltanto pongono lim iti alla libertà espressiva dc1singolo com e la lingua:com e questa essisono altreslintrisidi elemcnti latini colti, di preziose reliquie arcaiche, di antichi grecism i. in una parola,sono intrisidicultura.Ed è,sinoti,proprio in virtù di tale carattere colto deidialettiche essim eritano un interesse non populistico, vanno protetti dalla lotta indiscrim inata e dalla radicale distruzione. 11m ito populistico non solo im pedisce di intendere la natura del dialetto,m a ha anche ben più gravi conseguenze da1 punto di vista ddl'interpretazione storica e critica dell'uso letterario del dialetto.
Quelmito,comesiè accennato,portacon sé l'idea che usare la lin-
guasiaantipopolare,quindireazionario(espongaalmenoalrischiodi essere reazionari),mentre usare ildialetto sarebbe senz'altro progressivo.Le cose,perö,non silasciano sem pliûcare a questo m odo. Sin dalprim o Ottocento num erose sono le testim onianze docu' m entanti la poss 'ibilità' .d'una Rlnziene reazienaria dell'uGo (1e1 dia-
letto(v.cap.111,n.16).GiàFoscoloricordacomeneimunicipide1 Scttentrione chiavesse osato tentare diparlare italiano sarebbe stato colpito dalla derisioue de144belm ondo h conservatore.Sim ilm ente, a X apoli,l'italofonia è osteggiata dai borbonizzanti com e sappiam o da un lessicografo, l'Andreoli. A Bologna il nucleo conservatore della borghesia,iPetroniani,erigono,tra se stessie glihomines novi im m igrati, proprio la barriera de1 vecchio dialetto. Sono le fam iglie ari-
.
yj
-
310
JJ.La componente linguistica nellbopeva t f? 'G. G.Bellt
stocratiche che a Trieste tengono in vita più a lungo ilvecchio dia-
letto tergestino.E unaconfermadecisivavieneproprio da Roma.Qui ildialetto aveva avuto da secolivitastenta,messo albando dalla buona
società.Quando perè le porte diRoma siaprirono alla nuova Italia unifcata e liberale,i4papalinipreagirono,tra l'altro,proprio riesum ando l'uso pubblico del dialetto neigiornali reazionari com e 44La frusta h ) e LqLa vera Rom a A: il dialetto pareva l'arm a più eë cace 44contro er buzzurrum e che c'appesta à ). D el resto, era appunto in dialetto il canto della reazione antigiacobina e antidemocratica che travolse i patrioti napoletani de1 '99: A lu suone de la gran casce viva viva lu popule vasce! A lu suone de litammurelle so risuol'te lipuverielle. A lu suone de le cam pane viva viva lipupulane! A lu suone de livioline sembe morte a' Giacubbine!
N on basta, dunque, optare per il dialetto per trovarsi sulla via delprogresso,percom piere,con ciè e con ciö solo,una scelta rivoluzionaria,com e,con l'avallo diaccadem icivanitosi,hanno spesso detto
in tempirecentiparecchiletteratiitaliani(v.app.55).Sevogliamo realm ente individuare il senso della scelta compiuta da1 Belli, dobbiam o inquadrarla nell'abnorm e situazione linguistica italiana nella quale,se un idiom a sovraregionale fu ukato,lo fu soltanto ad opera di letteratie soltanto per iscritto. In tale situazione e con tale strum ento linguistico, a partire dalla seconda m età de1 Settecento, si pongono variproblem i:per icom uniparlanti,diparipasso colrisveglio della vita nazionale,con la ripresa degliscambi,con l'avvio del processo diunifcazione politica,si pone il problem a ditrovare uno strum ento unico di scambio linguistico, un idiom a sovradialettale; faticosam ente, partendo da conoscenze libresche riservate per decennia una élite.ilproblem aviene risolto attraverso l'adozione sem pre più frequente dell'italiano nella vita quotidiana,con un processo che solo neldecennio giolittiano doveva giungere alla fase conclusiva
riuscendoacoinvolgeremasseconsistentidiparlanti(soprattuttonelle città).Perleclassicolte,siponeilproblemadiportare nuovicontenutinelvecchio guscio linguistico italiano:4 tilproblem a della ttcrisi linguistica'' de1 Settecento riguarda in sostanza la storia dell'aferm arsiunitario diuna nuova cultura,quella dell'illum inismo europeo,
' ! i ' . , -
JJ.La componente /,%glz9/l'ctz nell'opera diG. G. Bejli
in uno spazio geografeo e sociale fortem ente diferenziato... ; il risultato più cospicuo di questo rinnovamento europeo della nostra tradizione linguistica sta in una nuovasistem azione interna ed esterna delvocabolario,particolarm ente intellettuale e m orale, in una riconquistata libertà form ativa che risente sem pre più del predom inio della lingua edella m entalitàscientifca,ne1lessico,nella fraseologia
enellasintassi...) h(G.FOLENA,Leoriginieilwkaf /cult?delrinnovamento linguistico nelSettecento italiano,in Problemi di lt hgua e letteratura italiana delSettecento.Atti delIV Congressodelllassociazione
internazt hnale>erglistudidt'ling'uee Ietterature europee,W iesbaden
1965,pp.392-427,ap.427).Perscrittorid'arteepoetiilproblemaè quello disoddisfare l'esigenza stilistica della qnaturalezzaà, settecentesca e poirom antica,e diportare nella lirica e nelrom anzo tutto un m ondo di contenuti estranei alla tradizione umanistico-gesuiticae petrarchistico-arcadica.La soluzione de1problem a viene cercata lungo due linee di sviluppo: una linea, destinata a m aggiore avvenire, è quella rappresentata dal M anzoni e dalLeopardi, dalla loro attenzione alparlato delle rispettive regioni, dalloro cauto,m a sostanzialm ente deciso e innovatore tentativo diarricchire lacom pagine lessicale e sintattica tradizionale selezionando in essa form e e m odi vivi
nelparlato regionaleoltre che nellatradizioneletteraria (cfr.app.14 e15,ecap.V,5).Unasecondalineaèquellade1Grossi,de1Porta,del Belli:alle nuove esigenze e ai nuovicantenutisi risponde abbandonando ilvecchio involucro linguistico e tentando l'avventura deldialetto. Che la scelta di partenza diPorta e di Belli sia sastanzialmente
analoja,non è dubbio,tanto più se sipensa alfatto che ilprim o è statomodelloeispiratoredelsecondo(C.M USCETTA,Culturaepoesia
#J 'G. G. #.,cit.,pp. 303-21; C. C. SEccHl,Bellie Porta,in'Studi
belliani,cit-,pp.537-56).E tuttaviaunasceltaehe,dalpunto divista dell'individuo, sostanzialm ente fu identica, portö a risultati profon-
damente diversi:in questo caso,possiamo apprezzare pienâmente il peso dell'istituto linguistico sulsingolo parlante.11m ilanese che Porta elegge a strum ento della sua poesia è il dialetto di un'intera com unità,ditutte le classi.( $11m ilanese delPorta non è un astratto uniform e linguaggio dialettale, è la parola viva, diFerenziata, e articolata in eentotoni...A,sidistinguein esso,divoltain volta, L$l'acvento largo, stravaccaa de1 parlar popolano, quello sostenuto in punta di labbra,secco e tagliente dell'aristocrazia, la sua goffa im itazione ne1
servitorame...h(A.BANFI, Un grandepoeta dialettale italiano nella
312
J7.La componente linguistica nell'opera t fi 'G. G . Belli
'
H 'ilano dellbottocento,ftRinascitah 11,1954,pp.677-82).Tuttala
u
cultura m ilanese dell'epoca, la cultura più viva, puè essere portata ed èeFettivam ente portatadalpoeta m ilaneseneisuoiversi,neiquali trovano ospitalità non solo la storia di N inetta del Verzee, m a lo sfogo anticlericale distam po borghese o la polem ica intellettuale in favore dei dialetticon l'appendice d'una storia della letteratura dialettale m ilanese. 11 dialetto m ilanese,idiom a di un'intera società in via diintenso,fecondo rinnovam ento politieo e intellettuale, è strum ento policorde d'uno scrittore che interpreta tutta intera quella società, nei suoi m oti. La scelta del dialetto com piuta dal Belli,anche se inizialm ente puè avere avuto le stesse m otivazionidi quella portiana, ha invece esiti aflktto diversi, fortem ente condizionati dall'assai peculiare natura e posizione del romanesco nell'am bito della società rom ana del prim o Ottocento. A Rom a il dialetto viene avvertito come idiom a non solo letterariam ente,m a socialm ente inferiore:non è,com e ilm ilanese, il dialetto ditutta una società in ognim om ento,m a è l'idiom a deicetipiù um ilie rozzi,usato con pu 'dore daicetipiù elevati.11dialetto poteva dunque bep sem brare,com ealBelliapparve,nonun idiom astoricam ente autonom o,m a una ftcorruzione h ),una ( fstorpiatura A dell'ita-
liano,una4linguaabiettaebuflbnaA(letteraalP.pePlacido Gabrielli,
del15 gennaio 1861,in G .G .B.,Lelettere,a cura diG . Spagnoletti,
2 voll-,M ilano 1961* ,vol.II,pp.441-42;in essa B.nega la possibilità
ditradurre in romanesco ilvangelo dis.Matteo). Siè dettoche, come Dickensè Londra,Baudelaire è Parigi,Joyce è Dublino,cosl Belliè Roma.Questo è linguisticamente vero. 11 carattere delrom anesco,la sua natura diidiom a subalterno,ha avuto una im portanza decisiva ne1confgurarsidella poesia belliana.
2 evidente,nel Belliitaliano,la presenza d'una istanza poetica disem plicità.Scrive egliad esem pio nella lettera a Franeeseo Spada del 2 luglio 1833: f tD ovunque parla la verità con parole convenienti alsoggetto e alla situazione,11è bellezza ed effetto imm ancabile, o che l'ispirazione vengadiGerm ania o diG recia. Lemusesonofkli e della M emoria,e la M em oria m oderna ha ben altre da contarcene chenon quella diPericlee d'Augusto.Perchéandareal tem pio della Gloria per una sola via e sem pre per quella? Se l'Oriente ha la sua, l'Occidente ne ha fabbricata un'altra;e cosialtre ilM ezzogiorno ed
ilNord.Ciascunopartedacasa sua...A(Lettere,cit..1.p.277).Dieci
annidopo,eglidichiarava in versi:
31.La copl yonep/e linguistica lzclf'o/ertïdi G.G.Belli Chiara ognifrase m ia,com e una stella, non sol la intendi tu,ma insiem tua madre, e tua flglia e tua m oglie e tua sorella.
Né maiper cruscherie perllde e ladre dovrô accusarmi nel perdon d'Assisi o in altri giubileide1Santo Padre...
2 ilmio discorso un orticello aprico dove a un girar di capo, a un batter d'occhio tosto discernidall'appiola illico, e guardandotipoisotto a'ginocchi, gridi con un sorriso all'ortolano: Ecco qua iravanelli, ecco ilinocchi!
Versimediocri,m a docum entaridiquelm edesim o atteggialnento
che si dichiara nella prefazione kll'edizione lucchese delle poesie italiane' .f!In queste paesie l'autore sa di essere un uomo deIsecolo X IX, e di parlare ad uom ini di questo secolo, quindi i suoi tem i, i suoi concetti, le sue parole, si concordano all'età nostra e ai nostri costum i) h. Su1 piano linguistico, questo signisca cercare di evitare 44iputentiarcaism id'unafavella fradicia per quasisette secolidivi-
eah(Lettere,cit.,1,p.455).Viècioèunasostanzialecontinuità di istanze poetiche tra il Belli italiano e ilromanesco: la stessa linea di am ore per la verità m orale,m essa in chiaro dalVighi, porta il Belli, come i m aggiori contem poranei, a ricercare la verità linguistica sia
nellepoesieinlinguasianelloscegliere ildialetto (F.FELCINI,Note sulla poetica delB.,in Studibelliani,cit.,pp. 311-27, G .ORIOLI,B. poeta CW lingua,ibid.,pp.329-50;perqqBellipoeta della veritày hè essenzialeilbelsaggio diR.VIGHI,Belli,nascostopoeta della verità, in fdStrennq dei rom anisti'1963 h ), Rom a 1963, estratto di 28 pp.; cfr. anche L.FllLlcl in VIGHI,Belli roman., p.1. 4).M alasuascelta,la scelta stessa diLeopardie M anzonie Porta, a contatto con ilrom a-
nescq di risultaliaffatto diversi. Com e siè visto,scegliere ildialetto significava per Porta aprirsi la via ad esprim ere ogni tipo di contenuti, popolari e borghesi, prim itivio intellettualistici,grazie a un duttile strum ento adoperato già a quel fne da ogni strato della società m ilanese '. Ben a ragione il Porta poteva scrivere, nell a epistola dedicatoria alfklio Giuseppe, del 1815:44N on m i spinse a tentar questo genere am cr di lasciNîa o turpitudine di m ente e di cuore,m a curiosità e bram a soltanto di, provare se ildialetto nostro poteva esso pure far m ostra di alcune di
314
JJ. La componente linguistica nell'opera di G.G.Belli
J1.La componente Iinguistica nell'opera Jl 'G. G.Belli
quelle veneriche furono fin or credute intangibile patrim onio dilin-
dalbiografo),icontenutichein essatrovanoespressionesono diim-
guaggipiù generalieaccettih.Portaharagione(piùditantisuoicritici):lasceltadeldialetto èperluilasceltad'unaformaesterna su
pressionante arcaicità,tanto daspingere a parlare ilVigolo di una vera e propria q sdiscesa alle M adriAe di4 fdem oniacoA:formule che possono non soddisfare,m a che,colsolo fatto d'essere state adottate da un critico dell'esperienza eintelligenza delVigolo, attestano benel'im pressione che icontenuti belliani possono suscitare. E nem m eno pare giusto parlare di progressism o sotto ilproflo form ale: per quanto ciö possa irritare superstiti sensibilità populistiche, occorre dire che nella polem ica tra Porta e Giordanipro o contro l'uso letterario deI dialetto,Porta aveva dalla sua la ragione teorica e generica della parità degliidiom i,e le ragionidella sua fantasia d'artista, m a G iordani aveva le solide ragionide1progresso civile e culturale,che, nell'ltalia dell'ottocento, passava e doveva passare attraverso l'adozione e la
cui più sicuro,che non sull'italiano, è il suo controllo per m aggior fam iliarità con essa,m a la 4form a internai delsuo m ondo poetico e linguistico è borghese ed europea. Altro senso doveva avere la scelta delBelli.Optare per un idiom a subalterno, usato soltanto dalla 44plebe h, signifcava scegliere non soltanto una veste fonetica e un apparato m orfologicosintattico, de1 resto assai prossim ia quelli dell'italiano letterario, m a un m odo di signifcare le cose, un m ondo di contenuticulturali, m ondo e m odo ben circoscritti e delim itati:ilm odo sem antico e il m ondo culturale della 44turba h k,sola depositaria a pieno titolo del dialetto ram anegco. In altre parole,la scelta delrom anesco,compiuta con intentidiadesione alla realtà, cotnportava di necessità la scelta non solo d'una form a esterna,m a,insiem e,d'una form a interna,che Belli stessa ha felicem ente caratterizzato in unaannotazione del1830 giustam ellte ad-
ditatadalVighi(1lpeladell'ironia nell'interpretazionedeiSonetti,in Studibelliani,cit.,pp.275-310,a pp.284-85),comeunaouvertureai Sonetti:LTurbare,turbamento,m ente turbata,turbolento ecc.ecc., sono astrattie traslatiditurba.La turba o ilpopolazzo ne è la radice. T utto ciè che è confuso, disordinato, inconseguente, instabile, è prerogativa della turba,delpopolo. 11m uoversisenza motivi,senza ordine,senzascopo,m asolo allam ercé delleimpressionidelm om ento, è proprietà della turba. Dunque il idturbare la m ente ''1 i pensieri, gli eFetti,l'esser turbato ecc.,equivale al dare all'anim o,al cuore, il disordine che siravvisa nell'andar delle turbe' h. La scelta del rom anesco com piuta dal Belli signihca dunque la scelta,com piuta senza alcun sentim entalism o populistico,diun m o-
do diintendere la realtàe dicomportarsiin essa. 2 la forma interna d'una plebe disorganizzata e turbolenta quellache viene in prim o pia-
noattraversolasceltalinguisticabelliana.t appenailcasadirammen-
diffusione in ogniceto dell'italiano (fondamentali perciè glistudi raccoltiora in TIMPANARO Classicismo).Perletteratidiintentiprogressisti questo non poteva signifcare altro che, com e ben ha visto e detto Cesare Pavese,tentare l'avventura della lingua, con isuoiri-
schi,fuorideiportisicurideldialetto (v.app.55). ( M a non sivuolecon questo dire che l'opera delBelli, non essendo qualiNcabile com e 4(progressiva-h /,sia da qualificare come reazionaria, clericale,codina, o quanto m eno pia e rispettosa di Santa Rom ana Curia,com e da taluno si è voluto fare. Essa non fu progressiva, fu qualcosa di ben diverso: fu eversiva e rivoluzionaria, fu, com e ha ben detto il Vigolo sin dal suo primo, lontano articolo belliano, di una m odernità che ha sopravanzato a lungo la consapevolezza critica
(t11MondoA,10febbraio 1924).E ciè èavvenuto aragione.Attraverso la scelta delrom anesco Belliha chiam ato alla ribalta contenuti che anteriorm ente erano aë oratinella letteratura solo in una cornice giocosa,in queinovellieridelTre e Cinquecento che eglipure studi;
conattenzionerisentendonel'in:ussotl kluscp: TTA,Cultura,cit.,pp.94. , 348,339-55).M aa queicontenuti,nella cornice metricamente raf-
bilidescrizionie interpretazionidifattistoricie m onum enti, l'intreccio di elem entare sessualità anim alesca,di fam e, di paure supersti-
fnata delsonetto,Bellidà una evidenza diim mediatezza, una dram maticità ignotaperl'innanzi. Perchéquelche m odernam ente potrebbe dirsi rfl'inconscio collettivoA, perché il parlare interiore di ciascuno venisse alla ribalta con altrettanta libertà e felicità espressiva, con altrettanta disinibizione dicontenutie freno d'arte,occorrescendere
zioseIMUSCprTe rA,Cult.epoesia,cit.,p.329).Carlo Muscettahavo-
nelcorso dellaletteratura europea (non italiana)finoaltardo Otto-
tare le paretim ologie ed anfibologie intorno a cui sicostruisce tanta
partedeisonetti(SILORI,Studi,cit.,pp.18sgg.,99sgg.),leincredi-
luto prestare all'opera del Belli intentiprogressisti:sta di fatto che,
seguardiamo all'opera nelsuo intrinseco (e a noipare che questo propriamente dovrebbe essere com pito de1 critieo, che è altra cosa
cento e ancor ohre,forse,:no a Joyce. 11 carattere non progressivo,m a eversivo, sovvertitore, radicalmente rivoluzionario de1Belli,pare che sia qui, e non nelle per altro
J2.1141genio',dell'italiano
m alcerte e m alferm e sim' patie liberalidell'Accadem ico T iberino. ln testa alla bella raccolta dicantipopolariitalianidiLeydie Crivellisi
legge:t (Qualchevolta,dagliafreschiedaiquadri,ilorovisicifssano. Xla dailibriquasim aineintendila voce.Le loro generazionihanno form ato la lingua che parliamo,la sintassideinostripensieri,'l'orizzonte delle città,il presente. M a la coscienza che anno dopo anno, m ietitura dopo m ietitura e pietra dopo pietra essiform ano aisignori e aipadroni,quella coscienza non liriconosceva.Liom etteva. Confondeva le loro vocicon quelle degliailberi o deglianim alida cortile.
Questicantisonostatiuditi quando sono statiuditi tutt'alpiù com e voce diuna cultura separata e arcaica...p.Ebbene, Belliè,non per ilsuo animo,m a perla sua obiettiva opera dom inata dalla scelta delrom anesco,è l'eccezionale,quasiunica sm entita a queste esatte asserzioni.1suoisonetticostituiscono appunto un libro da cuirisuo-
nanoquellevoci.Sicchéanchediessipossiamoedobbiamodire(quaIe che fosse l'animo dell'autore)che44...noioggisappiamoche essi esprim ono un m ondo di dom inati, in contestazione e risposta h /.
J2.11 ('genio ',delltitaliano
tipo di problem i:vanno quindi tenute ben presenti le riserve di
SAusstlllE 310 sgg.(ricorrenti spesso nei suoicorsi universitari; GooEt-Sources111-12,eNotes61-62),SPITZERTipologla lingiilstica, Vloos M anuale 406-407;L'idea della staticità e prossim ità al latino
dell'italiano,ideacentralenelpensieroascoliano(Italiadialettale122; r 4grado interm edio frailtipoanticoo latino eilm odernoo rom anzop,
124:q çpersistenzache rasenta l'immobilità#),era già presente neI qquiamagisvideturinnitigrammaticehdantesco lPW Ix 4),eofl' ri m otivo tradizionale divanto ailetterati italiani difronte ad altrilet-
teratietlropei(G.NATALILN 18,1957,73-74):essaèriaëorata,in terminiflologicamente fondati,sia nelle osservazioni(chesono insiemeunapreziosatestimonianza)delFoscolo,peresempioin quelle a proposito de1sonetto diGuittone QuantoJu' ?ïmidistrugge,' /mio, pensiero(in cuif4non èparolacheogginon s'usi,h,perché44lalingua italiana,con unico esem pio nella storia degliidiom i,conserva freschi per quasi seicent'anni tutti i suoi vocaboli e m odi didire. Le voci m oderne l'hanno poco, o m olto, rafardellata; ma la sua schietta e
nativa ricchezza sta tutta nelle antichek ):Prosepolitiche e letterariep 32 IL icExlo ' IIEI-I-'ITAI-IAXO
ed.naz.,vol.VIl1,Firenze 1933,p.123),sia nellaletteraturalinguisticapil krecente:cfr.soprattuttoLEwlEuropöîscheSprachen 15-17.
41(l'italianottwirktaufEuropâer,gegeniiberdem barocken Spani-
Per quanto siè detto (supra app.2,6-9)non sembra accettabilel'opinioneche la 4idiomatologiah(valutazione globale d'un sistema linguistico) abbia origine senz'altro nell'ambito della linguistica moderna (cosiinveceTERRACINI44Aureo Trecento) h1;coslanchenelsaggio4LQuiamagisvideturt ' nnitigrammatice),rist.inLingui-
schen und dem eingeengten Französischen, w ie eine vernùnftige. eine klassischeErscheinungA;giudizio accettato da SCHIAFFINIM ille
stica storica 184-88, a p. 185; 4 (quel giudizio fra le tre . lingue che Dante istituisce quasi anticipando le dispute de1 secolo XVI, e le contese di prim ato in cui ciascuna delle grandi lingue letterarie af-
natura letteraria e dotta delle ragionie degliam bientiche hanno de-
fermerà la propria maturità...) (p.186) sono già idiomatologia in' nuce).M oltoforteèlacontinuitàtralesingolevalutazioniidiomatologiche anterioriall'avvento della linguistica storica e le valutazioni recenti;indubbiam entè,I'èsigenza dir k'integralitàl hdelle anaiisilinguistiche fatta valere dall'indirizzo strutturalistico dona nuovo vigore e restituisce dignità aitem ihum boldtianidella linguistica, cioè aitem idell'analisie deEnizione de1funzionamento com plessivo dèlle
Iingue,della loro tipologia non solo estrinseca,ma j 4internaA(TESNIkRE 12-137 :. M a, proprio ai fnidello sviluppo dell'idiom atologia, questa va liberata da quell'im pressionismo e da quell'approssim azione che hanno distolto buona partedeilinguistida1curare questo
anm'23-24),LAIJSBERG Charakteristik 111,113,118.Tqle staticità e prossim ità al latino sono conseguenza della staticità e prossim ità al
latino classico propria de1toscano (supra app.28)e,inoltre,della terminatolasceltadeltoscanoalinguanazionale(app.30):perquattro o cinque secoli solo e sempre glistessiam bientidiletteratie le stesse ragioni di fascino e prestigio letterario hanno confermato di generazione in generazione la scelta com piuta tra ilTre e il Cinquecento;gli stessiam bientisono statii soli depositari dell'uso della lingua,im pedendone ognideviazione di rilievo dalla norm a tre e cin-
quecentesca(BRkALMélanges361sgg.;VISCARDIGrandivocabolart '1314;VloosManuale351),ecercandodiavvicinareancoraesempredi
.
più la lingua allatino im m ettendoviin copia latinism i lessicalie sin-
tattici(ved.infra app. 34, e SEGRE Caratteristiche465-66. ).Sulle ragionidella staticità cfr.anche M IGLIORINI Lingua e cultura 10,90,
eHUBERSprachedesQuattrocento14-15,20.Cièhaimpeditoalungo che'in Italia attecchisse quell'atteggiam ento costantem ente e consa-
318
32.11 4genio' bdell,italiano
i 4 jj
;J. Canlbiamentifonologici
319
,
pevolm ente favorevole all'ampliam ento e arricchim ento de1 lessico
m ente soggetti a corrom persi per la lontananza dalla gramm atica
che(apartelaparentesipreziosistica)dominèinFranciada1Cinquecento (ULLMANN Précis 173-179). l klentre le affermazionirelative
aneddoti riferiti dal M uratori: l'italiano serve per parlare non agli
alla staticità dell'italiano e alla sua prossim ità allatino si presentano com e im m ediatam ente valide anche agli occhi del m eno im pressionista e più positivo dei linguisti m oderni,altre caratterizzazioni lasciano più dubbiosi: tali,anzitutto, quelle relative alla Lqm usicalità ) /
uomini,maai44principil hoppurealleLdamebi(nelledueversionidelle parole diCarlo V:MURATORI,Dellaperf.At ?e. çl k,cit.,111,p.214), I'italiano rfjoiielafarceh /(RAB' OIJTIX,ivij,è linguapiù delfrancese
dttll'italiano(unluogocomuneinternazionalecheriecheggiaperöanche nella letteratura linguistica qualifcata:v.app.10 e cfr.Vosst-lm
(RApIx in M URATORI,e cfr.un'eco in J.J.ROUSSEAU,Essat'surl'origqWe des langues,ed.Ch.Porset,Bordeaux 1968,pp.199-200),lo
ltalienischeLiteraturgescht khte7).E tuttavia,anchein esse,viè un
stile degliitalianiè coslpieno dipensieriartefattiche questa sembra
fondo diverità. ln conseguenza della prossim ità al latino,l'italiano ha conservato a diflkrenza de1francese e dello spagnolo la distinzione
lalorolinguanaturale(FONTENELI-E,ivi),l'italianoèlingua44loin du
in sillabe didiverso peso ritmico (chiuseeaperte)ed ha conservato (e accresciuto attraverso l'inserzione di latinismi,continua in ogni epoca)la distinzione tra parole proparossitone,parossitone e tron-
lants$(BOILEAIJArtpoet.l 39 sgg.).SPITZER Umgangssprache310
che,nonché una forte variabilità nell'estensione delle singole parole, distinzione e variabilità per lo più elim inate dal francese. Tutto ciè dà al ritm o de1discorso italiano un andam ento certam ente più vario delritm o franceseo spagnolo e diqui,com e ha m ostrato H .Lausberg
dizinon hanno alcun signifcato tecnico (ognisistema linguistico è'
fcharakteristik 107 esgg.),puè derivarel'impressionedivariabilità musicale da moltiprovata dinanzi all'italiano. Sembrerebbero anche assolutam ente intraducibili in term ini non im pressionistici le aflkr-
4communis) h),laqualetornapoimoltevolteinmoltiscrittorienegli
adatta al genio degliitaliani che sono 4fnaturalm ente com m ediantiA
droitp,sforzata,che non tende 44au bon sensh ), piena di 4 ffaux brilha dato la versione m oderna di questo antico giudizio sul carattert. bd'arteh dell'italiano. Riferitialsistem a linguistico in sé questigitl-
4innaturale#, in quanto naturalm ente arbitrario nelle unità che lo
costituiscono):malaimpressione diartihcio haunasuavalidità se riferita aim odicon cuil'italiano è stato usato neisecolie già nelCinquecento.T ale m odo poteva dirsiinnaturale nelsenso che la lingua com une lungi dall'ofrirsi come punto diriferim ento popolare e naturale per lo scrittore e l'eventuale parlante, si presentava invece
mazionirelativeall'ariditàdell'italianoILEOPARDIloc.cit.all'app.15 e,direcente,A.MORAVIA Linfraapp.541)o,alcontrario,allasuaric-
comeunametada raggiungerecon moltafatica.Qualeequantaebbe
chezza e abbondanza fraseologica,dicontro alla standardizzazione del francese, onde l'italiano pare in uno stato di4creazione perm a-
z#l'lzz;l 'ft èdella linguaetzp 'mezzidi#, 'onderla,in Proseminoricon note #
occasionedidireil( Manzoni(A.M.,Appendiceallarelazioneintorno diA.BERTOI-DI,Firenze1897,p.335).
nentep (WARTBIJRG Tre conferenze 38-43). Ma anche queste due aFerm azioniimpressionistiche e apparentem ente contraddittorie poggiano sulla constatazione positivam ente documentabile che nel lessico italiano accanto a settoriipertrofciper ipolim orfsm ie l'esteso
33. CAMBIAMENTI FONOLOGICI
gioco sinonimico (sono isettoridelvocabolario4poetico# h)altrivene sono(quellitecnici,dell'onomasticadomesticaenaturalisticaecc-)di grande povertà (perentrambivedicap.I1,3):ricchezza e povertà
secondo cui è im possibile ridurre a una form ula unica i m otivi per cui un sistem a fonologico varia in diacronia è stata di recente riva-
da com m isurare,ovviam ente,alla norm a delle altre lingue dicultura europee e,perisettoripoveri,anche deidialettiitaliani.lnfine,hanno una loro base anchele valutazioniidiom atologiche relative alcarattere
lutata nell'ambito dell'indirizzo strutturalistico (la constatazione giàin BELARDIFonologt ' a 62):accantoaifattori46interniAalsistema,
dilinguanon naturale,dilinguad'arte(o,in terminispregiativi,artefatta)dell'italiano:valutazione già in qualche modo implicita nel 4quia magis videtur inniti grammaticeb idantesco (che distaccava I'italiano daglialtri volgariche,nella visione dantesca,sono natural-
L'opinione delGrammontLlkaité 175-79,in particolare 175)
A .M ARTINET postula l'azione difattori44esternià hcom e possibilicause
dimutamentofonologico (Economie190-195,lD.Eléments217).Com unque, i diversi motivi che secondo G ram mont, M artinet e altri
(peres.,cfr.STURTEVANT LinguisticChange33,34,56,60,61,63) portano alm utam ento fonologico,agiscono tuttisulterreno dell'eflkt-
320
JJ.Cambts amentijonologici
tiva produzione e percezionedeisegniacusticie non potevano quindi avere el caciasu una lingua utilizzata essenzialm ente nella scrittura. A lungo perciö l'italiano non ha conosciuto correntiinnovative nella
fonologia.Quando tra il tardo Settecento e l'Ottocento hanno co
-
m inciato a costituirsiiprim iam bientiin cuiper un m otivo o per l'altro siparlava italiano, il punto di partenza e di riferim ento dell'apprendim ento diquesto essendo lascrittura, sisono avutiuna serie difenom enidiadattam ento della ancora m alcerta tradizione orale alla grafa; ditali adattamenti, che possono bene considerarsi 4 6innovazioniArispetto alforentino arcaico, un quadro sintetico fu dato da1 D 'Ovlolo Correzioni:L$L'Italia non si appropriö se non del fiorentinoscritto,eanchediquesto fin dovepotevasenzasforzoo con sforzi tollerabili.CB ebbeisuoiefettispecialm entesullapronunzia, alcuni
vezzidellaquale,comeilcosiddettocaspiratodijcooilceg sibilantedipaceeregina,non signifcatidallascrittura(enon lofurono
anche perché,essendo aspirata l'iniziale in la casa, ma non in per casa,e sibilantel'inizialein la cena, ip' rl ',manon inpercena,ilp' ra, cotaliparoleavrebbero dovuto scriversiin duem odi, secondo le congiunture.Per la m edesim a ragione, non uscldiToscana ilvezzo di proflkrir doppia la iniziale dopo da, da pporre,eccetto neicomposti, dappocco,davvero.Cièpurecontribulafarchetralo'nferno, la 'zwlb-
ria,e l'inferno,l'ingiuria,sipreferisselasecondaelisione cherende m utabileilsolo m onosillabo servile;relegando la prim a, toscana al-
trettanto,arariusipoetici)restaronregionali.Avvenneanchedipiù. EssendosidaiT oseanism esso discriver bascio, camiscia, perché co-
desto mite suono (fricatt' va mediopalatale sorda semplice derirante dallatt ' no/-sj-/Jnon siscambiassecon quellopiùgagliardo cheèin fasct hLfricatiramediopalatalesordaintensaderivantedaInessoJ-skJ '-/), mentreèinvecepariaquellatoscaneggiantedipaceLfricativamedthpalatalesorda semplicedertw vata da ayricata mediopalatalesordaprorezaàpfe. a sua volta, da una occlusiva velare sovda Iatina dtatzzllï a
vocaleantert hrej,ne derivè che quegliitalianiche pronunzianpace con un verocLaffricata mediopalatalej,ossiacon quelcheiToscani stessifansentirein selceofaccia,loesteseroancheabadoecamicia Lche,nellapronunziacolta,contengonoormaiappunto vAl'tz frl ' tr flft?mediopalatale,e non pfî funafricativa medçopalatalesemplicej. I quali .
um e camisia, non sipronuncian con un vero c Perè,venendo da basts in nessun dialetto;cheglialtridialettio dicon quasibascio, in m odo sim ile altoscano. , o ba so.Lo stesso dicasisuppergilh difagiano,fagt' uolo,Perugt h,già Peroscia, che in latino hanno se non g, e fuor di
34.11modello latino
321
Toscanasuonano press'apocoofasctw uoloofasolo.Lapronunziainsommachedibacioofagiuolo (cftë conaffricatemediopalatalisordeo sonorejsisuolfareingranparted'Italia,senonèconformealtoscano, non segue nem m eno le parlate locali, ed è una creazione tutta letterariah /. 34.IL MooEtLo LATIXO Le condizioni che hanno facilitato l'inserzione di elem enti lessicali latini in italiano sono d'ordine interno e esterno: il sistem a fonologico toscano, restato particalarm ente prossim o a quello latino
(supraapp.28),consentecon facilitàmaggiorechein ognialtra lingua europea l' inserzione di elem entilessicalilatini i qualisono in sincronia irriconoscibili dagli elem enti lessicali di tradizione continua, gi.unticioè in italiano attraverso la traEla de1 latino volgare e
deltoscano (TAGLIAVINI Origini 273-277). Condizione esterna è l'uso prevalentem ente dotto della lingua, nella quale ilrinnovam ento lessicale si com pie quindi per via di inserzione di elem enti latini, spesso sem anticam ente rinnovati:il risultato e,insiem e,la norlpa di quest'uso sono ben individuatinella fam osa sentenzadi Cristoforo Landino (4è necessario esser Latino chivuole essere buon T oscano t )
(cfr.M .SAxroRoLandinoj.Conservatorismo fonologico elatinizzam ento,som mando iloro eFettie favorendosil'un l'altro,hanno conferito allessico italiano,in opposizione a quello franeese, un aspetto 4non arbitrario t i,4concreto )h,f tmotivato) h:in francese inessisem anticimûr-maturité,eau-aqueux sono de1tutto im m otivati in sincronia, m entre palese è in italiano la m otivazione dei corrispondenti nessi
maturo-maturità,acqua-acquoso tvfoosManuale397).L'aëusso dei latinismilessicalièditutteleepochedellastorialinguisticaitaliana(e, naturalm ente,la storia deilatinism inon puè essere separata da quella
deigrecismic' lassicied ecclesiastici):MIGLIORINI Stotia 165-170, 233-240, 301-305, 402-408,488-490, 568-574, 655-659. 44La presenza sensibile dellatino non è fenomeno che possa risultare o agire in qualche m omento solo dellanostrastorialinguistica:m a èditutto ilsuo decorso,ilsuo stigm a.E presenza sensibile de1latino significa studio delle form e e delle proporzioni:senso della form a:che ètradizionale dello spirito neolatino, segnatamente di quello italiano , )
(A.SCHIAFFINIM illeanni24).Notevoleèl'in:uenzadellapronuncia m edievale dellatino giuridico ed ecclesiastico su alcunidialettispe-
322
JJ. Versiambivalenti- 36.Polimorssm' '
cienegliesitidieedolunghe(MIGLIORINIPronunzia 16-17,Boxlot,l
37.La #questione della Sarv.c .
223
Latino 9-14,FREY Dial.venett'15 sgg.).
leranm a disdegno,ed altrisim ilivocaboliparticolarialla prosa non adoprerem o nelverso...de'qualiha raccolto un catalogo Francesco
35. VERSI AMBIVALENTI
Alunno nelle Ricchezze della lfaé' va nolgare8;una lista diparole prosastiche (confutare,âwas/twrz,congratularsi,o/e?wre,misericordia, zff- ffcuaa/,magnmcenza,tribolato,= v. r:J,zanzara,a>>ëSlo' )anche
Nicola Capasso,poeta egiurista napoletano (1671-1745),fu ad
in S.M AyTEI,RimeeJvo,e,Venezia 1719,p.141;cfr.perlediscussioni settecentesche in proposito FUBINI M uratori 131-150.
esem pio autore,perla cappella dellaVerginedeiPescatoriaN apoli delseguente distico italiano e latino:f(In m are irato,in subita pro,
cella /Teinvoco,Maria,benignastellay ).MattiaButturini,grecista elatinistapavese(1751-1817),composedascolarounasflzadiversi in onorediVenezia (citatiin L.MORANDI,Lettureeducative/tzcf/l 'e piacevoli,CittàdiCastello 1912):f(Tesaluto,almadea,deagenerosa /oglorianostra,ovenetaregina!/In procellosoturbinefunesto/tu regnastisecura:millemembra/intrepidaprostrastiinpugnaacerba! IRegnain prosperasorte,in pompaaugusta, /in perpetuosplendore, inaureasede./Tu serena,tuplacida,tupia,/tubenigna,mesalva, ama,conserva!ï h.Diquestocomponimento(spacciatoforsecomeproprio)sivalsein unadisputailTommaseoperprovare,riprendendo un tipod'argomentazione(1avicinanzaallatino)plurisecolare(KLEIN Latdn und Volgare26,no.6)chel' italianoerapiùdelfranceseprossimo allatino(G.NATALILN 18,1957,73-74).L.MORANDI,Orkginedella .
lîngua italiana,Città diCastello 1883, p.60,no.1,eita una poesia logudorese composta dalM adau in onore dell'arcivescovo M elano:
44M elaninomen celebre /cantetsuperba Calaris /et Sarda terra applaudat/cum jucundamemoria./Ipsevenitdenobile/etillustre prosapia /etveras etiaf m glorias /occultatpro modestia ecc.$ ). 36. POLIMORFISMI
CANBI-LO Allotropi(i.e.,spesso,anchepolimorlismi);SCHIJCHARD
Schddezcörter;EI-wERTLt kguaggthpoett ko41-44. La distinzione tra un lessico specifico della poesia e illessico della prosa era già presente nel Settecento:cfr.G . G .ORsI,Considerazionidelmarchese G. G . Orsi sopra la maniera del ben pensare zlt?'componimenti del P. D . Bouhouvs,M odena 1735, 1,pp.687(Aciguarderemo didircoifran-
cesine1versodiltkenzamauseremo più volentiericura:enondivertimento,mapiacere,non salario,ma mercede:non disgrazia, m a sven-
tura:non di fferenza macontesa:non soddksfatto,mapago:non col-
37.LE coxolzioxl oBlmqqvE DELLA 4(QUESTIONE DELLA LINGUA #
G ià ne1decennio dell'unifcazione appaiono evidentisintom idi
stanchezzaperlequestionilinguistiche(perlopiù,inrealtà,lessicali). G .BARBEM ,M emoriediun editore,rist.Firenze 1930,p.200,ricorda che nel 1863 #incom inciava a venir meno l'am ore per quei libri il
cuipregioprincipalefosselalingua>.Più tardiG.Carducci(0/&:, XX VII,Bologna 1938,p.62;cfr.anche B.CRocE,A .M anzoni,3*
ed.,Bari1946,p.75sgp)siscagliavacontro44inepotuncolidiZuccheroBencivennicheseguitano adibattereàn coslbelmodo quelle loro questioni di lingua che non fniscono m ai, m ai, m ai'h. Negli stessianniscriveva M .TABARRINI,RelazioniJ' W lanori#:11/ R .A cca-
#é?/l' fl àella Crusca(1869-704,Firenze 1870,pp.28-29:4Le mutate sortid'Italia gioveranno senza fallo ad estendere l'uso della lingua com une; e questo rim escolarsi d'Italiani dall'Alpi all'Etna, che si guardano in viso pèrla prim a volta,e sistringon la m ano co1 senti'ne, condurrà nece-ssariafnente m ento d'appartenenza a una sola nazio a rendere sem pre più ristretto l'uso deidialetti,che sono m arche di separazione,fattepiù profonde da secolariisolam enti.M a da questo gr' an fatto,sivogliao non sivoglia,lalingua uscirànotabilmentem odiEcatah ).Com e alTabarrini,coslall'Ascolie alD 'Ovidio e ad altri
(vediihfra'app.40)dovèparerechesistessero ormairealizzando le condizionidella celebre ( 4profezia#foscoliana :ASem aiverrà giorno che le condizionid'Italia facciano essere la lingua italiana scritta insiem e e parlata,allora le litie ipedantiandranno aldiavolo e dentro aivorticidelEum eLetein anim aecorpo>.1prim ilavorisullaplurisecolarer tquestionedellalinguapsonostatiscrittisull'ondadellastan-
chezzae de1disgusto peripresunti#edanti:ciè valesegnatamente periduevolum i,peraltriaspettiassaipregevoli,diT hérèseLABANbE-
JEANROY DeBarettitlManzoni,EAD.Questlon delalangue.Larivalutazione dellaquestione dellalinguaèaw enuta lungo duelinee:già
'
324
J7.La 44questione della lingua t'
nel1902 ilCroce (Estetica 164-65)nell'atto stesso dicontestarela legittimitàteoricadellaquestionedellalingua(v.app.41)sentivail bisogno diprecisarecheL3quegliardentidibattitihavevano inqualche m odo radiceneiproblem ide1LLparlare escrivere efettivih, cioè nel1'44esigenza...,per esem pio,dell'intendersi più facilm ente tra i com ponenti d'un popolo diviso dialettalm ente h,e in esigenze letterarie. E cioè,aldi1à dell'apparente astrattezza, la (Lquestione della lingua)h ebbe una sua concretezza per le obiettive condizioni d'uso dell'italiano,lingua puram ente scritta,oggetto d'un uso soltanto rillesso, alla qualelem odihcheim posteda1progresso intellettualeem ateriale non potevano esser apportate in m odo spontaneo,da un uso vivo che esisteva solo debolm ente,m a dovevano di necessità esser legittim ate in m odo dottrinario.In questo senso, cfr.HALL Questionedel la ICW, jr?4tz,
in particolare 49-56,e IWIGLIORINI Questione della lingua.D'altra parte,A. G RaMscl, che ebbe m olto a riEettere su questioni lingui-
sticheLopere:1,Letteredalcarcere,Torino 1948,pp.27,103-104; 1I,11materîalismostoricoelajlosojadiBenedettoCroce,iviid.,p.25; 111, Gli t' ntellettuali e l'organizzazione della cultura, ivi 1949, p. 21 sgg.;IV,11 Risorgt' m ento,ivi 1950,p. 29;V I,Letteratura e vita nazionale,iviid.,p.57 sg.,201; cfr.L. Roslimt-o, Problemie orienta-
mentilinguisticinegliscrittidiA.Gramsci,QIGB,2,1957,pp.39-57, La componente à' rwz/gsctznello storidsmo gramsciano,in La città .Jx-
tura.Saggisullajkurae3 ' /pensiero#2 'A.Gramsci,acuradiA.Caracciolo e G .Scalia,M ilano 1959,pp 299-327),scri veva in Letteratura etv' ftznazionale(p.201):4Non ègiusto direchequestediscussioni .
siano state inutilie non abbiano lasciato tracce sulla cultura m oderna...O gnivolta che afliora,in un m odo o nell'altro, la quistione della lingua,signiûca che si sta im ponendo una serietdialtriproblem i, la necessità distabilire rapportipiù intim ie sicuri' tra igruppidirigenti e la m assa popolare-nazionale ' ).Sulla linea di G ramsci,cfr.Sozzl,
Questione della lingua 9 (contro la Labande-leanroy),19,24-28 (su Bonghi,N ievo,Ascoli,sensibiliaipresupposticulturalie socialidel-
ljusolingul Jstico),31-34 (su Gramsci), e'la più com prensiva indagine diVITALEQuestionedellalingua197-223,266-271.Ineflktti,l'esistenza d'una dim ensione sociale e latam ente politica della questione della lingua fu chiara già nelSettecento alM urator i,alCesarotti,alN a>
. . pioneecc.:cfr.51.Ptplapo,Ripessiculturalt. dellepolemichell.ngul stlche settecentesche,NA,XCII (1957), pp.213-222.
38 1 manzoniani
325
38. I MANZONIANI
Furono numerosie diassaidiversa levatura (cfr.S.' AGI-IANI ' I Controversie linguistiche in Italia nel secolo XIX , in 4Leonardo #, X II, 1945,p. 1 sgg.; G .N Excloxl,M anzonisti in concorrenza,(tPa-
ragoneh ),VIII,1953,p.25sgg-).Traifedelissimisiricordanoalcuni scrittori com e il G uerrazzi, che, assertore di toscanità, rim proverö alCarduccidinon L jannacquare h )im odiclassicicon parole vernacole
(A.BEccAxl,Lessicoguerrazziano,LN 4,1942,pp.58-60).AlCantt k sideve se per lungo tem po si è dato fede a due o tre ftlinguistiche h )
dell klanzoni(LetteresulGrossi,Torino1862,p.37:4411M .dapprima opinava che in fondo aidialettiesista una ricchezza com une che put) adoperarsinelle scritture;e lo provava da1riscontrare quante dizioni del m ilanese si trovino o vive sulle bocche dei toscani, o scritte nei loro libri antichi...D appoi m odiEcè capitalm ente quellhopinione, riducendola più pratica colsostenere che bisogna riportarsialsoren-
tino...h );cfr.ancheC.CANTù,Manzonie'lalinguamilanese,s.1.s.d.). 11D e Am icis sibattè per la difusione della lingua com une x che nel-
l'usoparlato(Pagine. s/wrlz,Firenze1876,e,soprattutto,ldiomagen/,' J:;cfr.,oltreM IGLIORINIStoria 676,VITALE Questionedellalingua 207-208,B.CrtocE,Problemi#,'estetica,Bari1910,pp.211-221).Per increm entare la difusione del toscano nell'uso parlato i m anzonisti e flotoscanistiavanzarono le più varie proposte:che im aestrifossero reclutatisoloin Toscanaocheatuttiim aestrifossefattoobbligo d'un
periodo diresidenzain Toscana(RAIcIcH Scuola249);un Giacomo Gavotti(cit.inXAlclcH Scuola248)giunsea proporre di4(congiungere in m atrim onio m ille operaie toscane utilm ente istruite con altrettanti operai dell'alta e della bassa Italia e altrettante ragazze delle provincie antiche e m eridionali con operai toscanih:cosl 4(la lingua vivadiT oscanasifram m ischierebbeaibacidellegenerazioniventure A, grazieatalimatrim oniche,secondoilproponente,dovevan farsi44tra personeprobe e religioseA.Lo Scarfoglio,ne1suo LibrodiDon C&-
sdotte(1882)(LDC IX esg.),caldeggièpiù cheletesimanzoniane quelle,più m oderate,delBonghi.R.Bonghifu senza dubbio la personalità dim aggior rilievo tra imanzoniani:in un opuscolo fam oso
(PerchélaletteraturaJ' /t z#tzptznonsiapopolaret. nItalth.Letteretw' sc//e, M ilano-padova1855,2aed.1866,3a1873ecc.)eglisostenevalavalidità dell'esperim ento m anzoniano,m a avvertlche 44ditantim alinon èsolo letterarialacagionep;anchem egliode1M anzoniyedialtrim an-
326
J& 1 manzoniani
zoniani,eglivide che la questione dell'unità evitalità della lingua non si risolveva im ponendo un m odello linguistico com une, m a m odi-
ficandolecondizioniobiettivedellaculturaedella società (cfr.Sozzl Questihnedellalingua 24-28;VITALE Questthne della li hgua 205-06).
' j t3 # 9 . G l i L a I n A t i N m T a I n M z o A n N i a Z n O i N I A 4 N 0 I . 1s u p e r a m e n t od e l a. q . d . 1 . / '
327
Su P.Fanfani,C.Cocchetti,1.G.Isola,L .G elm etti,C.Gam bini
In talm odo eglicom pivaun passo decisivo in quellachesarebbepoi stata la posizione dell'Ascoli.M olti m anzoniani furono in realtà dei
cfr.VITALE Questione della lingua 208-09,269.SulLambruschini
bonghiani:cosl0.BAccl(Perlaprosa vtw va,NA,10gennaio 1903
#f #oa#tvr//.Relazthnealministrodellapubblicaistruzione,NA,8mag.
Prose eprosatort' , , Pal ermo 1906),Giacomo BARZEI-LOTTILDal. RJ7 rltzscimento alRisorgimento,Palerm o 1904, specie pp. 199-279 e N A 16 maggio 1901). Più vicini all'ortodossia m anzoniana furono: G , . PUCCIANTI,Dell'unità della lingua J W Italia. Pensieri',Pisa 1868;CAsAxovA,che avviè lo studio delle variantifra prim a e seconda stesura del rom anzo;F.PEltslco, che nel1870ripresetalestudio (emise a
confronto lo stileleopardiano emanzoniano);G.BERRARDI,Avviamento allkarte deldire,slontecassino 1869, che annotè sistem aticam ente levarianti delle due stesure ( tsenza grettezze dicriterio e di
gustoh )(D'OvIDIo);iiBRoct.lo,chescrisseuna Vita #J'Federico ;' / Grande,nota per il ridicolo forentinismo, e che,com e m inistro dell'istruzione,sollecitö la relazione de1M anzonisull'unità della lingua; G . B. G foRclxl, che colsuo N ovo vocabolario della lingua J'ftzstzzlfl 4 voll., Firenze 1897,doveva realizzare lapropostafatta daIM anzoni , nella relazione al Broglio; G . RIGIJTINI, Vocabolart' o italiano della lingua At zr/t zffz,Firenze 1875;L. M oluxol,Le correzioniat.P.S. e l'unità ' della lthgua, laed.,Parm a 1879;P.PETROCCHI, Incasaefuort'. racconto dialogtko t' llustrato, M ilano 1893. Tra questi, larghi criteri dim ostrarono il Casanova, ilBernardi,ilRigutini(G.Vol -m,G.R.e ,7 Vocabolanh t ' talt hnodella linguaparlata, in Saggth di'rtvl'e maniere
delparlarloreali kt?,'Firenze 1932,pp.81-99).Lo stesso Giorgini attenuö ilsuo Eorentinism o quando nella prem essa alN ovo vocaboîfprlb sottolineè l'im portanza che avrebbe assunto inevitabilm ente Rom a in quanto capitaledella nazione. 11m eglio disé i m anzoniani e chisipose ilproblem a dell'unità della lingua com e essenziale lo dettero promovendo e portando a term inericerchestorico-descrittive sulla lingua com une e idialetti:nacquero da questa attività ilperio-
dico forentino f (L'unità della linguat ï(1869-73:cfr. M IGLIORINI Storia 681,no.1,PERt/zzlLingua274,eunafolladistudiedizionari dialettali(su cuicfr.E.M oxAcl,Pe'nostrimanualettl,Roma 1918, pp.43 sgg.).
cfr.ivi'203 e i suoi due scritti Dell'unità della lingua e dei mezzidi
1868,p.99sgg.,eDell'unitàdella lingua,apropositodell'ultimoscritto diA.M anzoni,NA 12,novembre 1869,p.541sgg.Vanno inoltre ri-
cordatiilSettembrini(su cuicfr.MIGLIORINIStoria 686,*729no.1, aggiungendo anche E.SETTEMBRINI,Lezionisulla letteratura italiana,
2aed.,Napoli1876,vol.111,pp.318-19 e433)eilCarducci(oltre la nota punta polem ica contro f tun m anzoniano che tiriquattro paghe per il lesso lh e contro il ffm anzonism o degli stenterellih, in Rime N uove,LX X II,vv.70e84,cfr.gliattacchialBroglio,defnitortbuflbn
serio #,in Lettere,Bologna 1911,p.81,Opere XII,238;cfr.anche, contro lasemplicità fattadisciatteriaela falsapopolarità,Opere1,87, 111,369,XI,364 e igiudizicontro im anzonianidistretta osservanza
in Opere IV,224 e 104-105;ilCarduccipolemizzè anche contro il Bonghi,f4professore ditutte le cose in tutte le.università de1 Regno p
Lopere111,106)ealludevaforsea1uiinRimeAkor:,cit.(cfr.L.M . CAPELLI, D izionanktto Carducciano,II, Livorno 1913, p. 66, s. v.
manzont' anoj;altridatie analisid'insieme della politica linguistica perseguitadalC.in RAlclcu Scuola394-492).Anchepergliantimanzonianivale ciè che s'è detto dei m anzoniani, e cioè che alla lunga prevalsero fra diloro gliatteggiam entipiù equilibrati:ilriconoscim ento delvalore artistico e linguisticam ente esem plai' e deiProm essi
Sposièfrequente(specialmenteaccentuatone1Settembrini,locc.citt-). e laavversione è indirizzata soprattutto aim anzonianiortodossi,agli im itatori senza ingegno.o agli irrigidim enti m eram ente teorici de1 M anzoni stesso. 40.IL SUPERAMENTO DELLA 4(QUESTIONE DELLA LINGUAh Talesuperam ento èlegatdaldiFondersidellaconsapevolezza,presente già ad esem pio in Ippolito N ievo,deipresupposticulturalie socialinecessaria un uso linguistico lm itario nellaPenisola:cfr.Con-
fessionid'unt' taliano369 R;Frammento sulla Rlk7 ofxzfozl: nazionale (1861)1077sgg.R;Studt' isullapoesiapopolareecivilepltzaprpl/plezlfe
328
40. 11 superamento della vq. d. 1.*
inItalia(Udine1854),rist.acuradiF.ULlvl,Rieti1954.ecfr.anche SozzlQuestionedellalingua24.Unaposizioneintermedi;frailManzoni(usovivo)el'Ascoli(usocolto)ebbeN.ToMMAsEo:cfr.A.DuRo,
40.11 superamento della tq.d.1.h /
329
in cuil'ArteelaFilospfastan congiunteeindiviseM e,soprattutto, ilm erito d'aver visto giusto da un punto divista storico riconoscendo
nelforentino ilfondamento genetico dell'italiano (XVII:44iltipo
ïlinguistica e poetica #l'N icolô Tommaseo, Pisa-Rom a 1942 VITALE
fonetico,iltipo morfologico e lo staknpo sintattico dellinguaggio di
Questionedella #?Jll ztz194-95.SimilmenteilFORNARI,ne1vol.Idel 4Propugnatore) h(cit.in D'Ovlolo Correzthni 206)sosteneva una
lavirtlhsovranadi'DanteAlighieriA).M al'Ascoliponevain rilievo,
tesim oderata e interm edia:f rSeegliègiusto ildirecheillinguaggio non istà tutto negliscrittori, non sivorrà per qtlesto aferm are che si trovi intero fuori degliscrittori. Certifattim entali.e certe più 6ne relazionie determ inazioni delpensiero, non si vedono distintam ente e nori vengono signi6cate, se non quando siscrive,cosicché alcuna piccola parte de'vocaboli, e m olta parte de'm odi di dire e de' c0struttinon sipuù im parare altroveche nelle scritture h. Alla risoluzione delproblem a della lingua, cioè a sostegno della tesistorica secondo cuila lingua com une è geneticam ente il6orentinô elevato a italiano m ercé l'uso colto e scritto, e quindia sostegno della tesinorm ativa favorevole a polarizzare l'uso corrente sull'uso colto e a difondere in tutte le olassisocialitale uso, dettero illoro contributo Gino CAPPONI, N apoleone CAlx, G raziadio Isaia Asconle Francesco D'OvlDlo. De1 C-apponi va ricordato l'articolo Fatti relatt' vi alla storia della nostra /l' a,jw/,in N A 11,agosto 1869,pp. 665-682(cfr.G.FOLENA,G.C. storlko della linguas 411 slattino dell'Italia centrale ' h, Firenze,6 dicem bre 1952,e 0 .K RISTELLER Prosa vol gare e 1D. Italian Prose 53,
no.14).De1Caixcfr.Laformazione degliidiomiletterari,l ' r,ispcrir
dell'italianodopo le ultimerfcercâe, N A 27,settem bre e ottobrt. 1874, pp. 35-60 e 228-309. M a il contributo decisivo venne dall'rXsclll): cfr.SCHIAFFINIOrt kint'130-33,153,155,160-62.165-71, T IMPAN-&,RO
Cattaneo11774-76.Dell'AscolisonodavedereilProenu' o(rist., con
prefazione di F.n'Ovlolo, a cura di A. CAMILLI, Città di Castello
1914),e La Iettera sullo stile,in 4Perseveranzah ,del 12 aprile 1880 (rist. poi in D'OvlDlo, Correzioni app.111, e successivamente in D'Ovlblo,Studiimanzoniant j Caserta 1928. pp.335-342).Come rilevègiàilD'OvlDlo (Correziont118-120)ecomehapoiconfermato lo Schiaë ni,art.t'ff., Ia posizione dell'Ascoli im plicava già un superam ento della polem ica pro o contro M anzoni:del quale l'Ascoli riconoscevala grandezza (cfr.Proemio XXVIII,oveil51. è deEnito 4tquelgrande che è riuscito con l'in6nita potenza diuna m ano che non pare aver nenri a estirpar dalle lettere italiane o dal cervello dell'ltalia l'antichissim o cancro della retoriea'he XX IX , dove la posizione del M . era defnita tfun m ovim ento partito dall'altissim a sfera
Firenze si.erano indissolubihnente disposatialpensiero italiano, per più de1 M anzoni,l'eë cacia della tradizione scritta e letteraria sulla lingua colta e disapprovava la 4m onelleria Aafettata deim anzoniani: cfr.Proemio X X sgg.:L çSe ilsussiego è una gran brutta cosa quand'è un'afettazione,puè all'incontro avvenire...che il colloquio segua in talicondizioni,nelle qualiilm ancare digravità o disussiego o diserio calore,costituisca egli,alla sua volta,una vera afettazione...N essuno vorrebbe dicerto cheun ministro dicessein parlam ento...'noi in queste cose diTurchia non cisiEcca ilnaso '; com e ognun sente che fra due scienziati è m odo più naturale, anche nel discorso casalingo:$visideterm ina un piccolo vano'che non . La piena consapevolezza dell'avvenuto superam ento della questione della lingua siebbe con Francesco D'Ovidio,il cuiscritto capitale a questo riguardo,LecorrezionitzJ'P.S.ela quektionedella lingua,ebbe nu-
meroseedd.(quisicita la 4a,Napoli1895/efu accolto con favore
da G .M Azzoxl,N A 130,agosto 1893,p.749 sgg.,F. SENSI,f(Rass. Bibliograf.A,31 dicembre 1893,R.BONGHI,C,26 m arzo 1894.A1 centro del pensiero del D'Ovlolo, che si ricollega alle discussioni
sullecorrezionideiP.S.t. çv/rtz,app.38,ecfr.F.D'OvIDIo,L.SAILER,Discussionimanzoniane,CittàdiCastello 1886),èladistinzione tra ilM anzonie im anzoniani:la lim pidezza delM anzoniè com e un raggiodilucebianca,cheall'analisisirivelacom posto dituttiicolori,
mentre imanzonianisono semplicemente slavati(p.11);in altri
term ini,lavalidità della prosa deIM .è ripostaproprio nella capacità diassim ilazione ditradizionim olteplici,fra l'altro diquella colta e dello stile 4europeo A e .francese(pp.22-25);tuttaviaalM anzonila m orale cattolica im pose delle lim itazionidicontenuto e,dirim balzo,
4J.C?roce
diforma(in talsensos'era giàpronunciato F.oE SANCTIS,NA dicembre 1873)silxhéilsuo linguaggio non è tutta intera la lingua italiana(pp.12-13).Diquil'impossibilitàdirestringersialsolo modello deiPromessiSposi:quello dei manzoniani, che si scagliavano contro chi non diceva novo, o diceva tra o cosa vuot '4fera un nuovo purism o,m igliore diquello delCesari, perché rivolto alla lingua viva, m a peggiorein ciè,che diuna nazionem em ore diuna secolare eoltura pareva volerne fare un popolo che senza legam ico1passato de-
liberidarprincipioallasuaciviltàA(p.199).D'altraparte,44aimancamentiLlessicalijdellanostraLlinguajripareràlasopravvenuta unità della nazione,con l'eë cacia della capitale politica, con g1i scambii intellettualie m aterialiinfinitam ente cresciuti, e una più salda unità dilingua sarà l'efetto d'una più stretta com unanza divita. Volerla anticipare m ediante una convenzione è un pretendere d'aver ar-
tifcialmente ciô chela sola natura puè dareA(p.203).Secondoil D 'O vIDIo,siflktto m iglioram ento dello stato linguistico delpaese era già in atto :già esisteva un tribunale cuisottom ettere le innovazioni, e cioè la stam pa quotidiana e le assem blee politiche, in cui opera il m iglior correttivo d'ogni afettazione o d'ogni provincialism o: ii ri-
dicolo (pp.206-207).Un tale tribunale,o meglio la consapevolezza della sua esistenza,aveva risolto (tin teoriae ancorpiù in pratica)hla
questione della lingua (p.XIV)e proprio perciö poteva dirsiche (pp.216-17)fniunopiù nascenépuristanéperticariano némanzoniano,e,non m en della veechia pedanteria che ilM anzonidebell6, spariranno le piccole pedanterie dialettaliin cuieglie isuoi, abusando dellavittoria,trascorrono. Poich'è sem pre vero che dily a quelqu'un quia plusd'esprit que Voltaire:c'esttoutle m ond 'h /. 41. CRocE
11passo ricordato neltesto è in Estetica 164-65. Nelle posizioni delCroce non sarà da ignorarelaprosecuzione, su un piano naturalm enteben altrim enticomplesso,diprecociesperienze antipuristiche, quali la reazione al culto dei f4bei parlarib $che eercava diinculcare
L.Rodinö (v.cap.II,n.34)nonchélasimpatiaperlo tfstiledisinvolto% dei giornali e la propensione alla 44secchezzah ) ram m entate
entrambe nelcap.11 de1Contrt huto alla critlka dimestesso (FPS 1143):qNella seconda e terza classeliceale provaianchele prime soddisfazionidellavanità letteraria... ;e,lettore digiornaliletterarî,e
4l. Croce
331
soprattuttode1Fanfulladelladomentka delMartini(chefualloracosa nuova e benefica in ltalia),introducevo neimieicomponimentilo stile disinvolto di quei giornali,più adatto alla m ia indole di quello poetico o enfatico,chenon ho m ainé allora népoitentato.E quantunque avvertissiin m e una certa secchezza e poveru diespressione, e invidiassi altri m iei com pagni per illoro stile abbondante, quella secchezza,ora che ci ripenso, non forniva cattivo indizio, accom pagnata com 'era da una certa virtù logica e da una cura di sincerità, che m 'im pediva di sforzare m e stesso h. N el m erito della questione della lingua ilCroce intervenne con la recensione assaicritica allV#?b-
magentiledelDeAmicis(v.app.38);cfr.ancheA.M anzoni,3aed-, Bari 1946,pp.75-90,in cuisiripiglia la critica all'idea diuna lingua assolutam ente e stabilm ente unitaria.Per lo sfondo teorico di queste posizioni cfr. D E M AuRO,Introduzione alla semantica, 2* ed., Bari 1966,pp.90-111.Le tesidelCroce, appoggiate da Cesare de Lollis
(dicuicfr.isaggipoiraccoltiin Cruscainfermento,Firenze 1922), portarono,diventando uë ciali,alla soppressione dell'Accadem ia della Crusca,rim essapoiin piedicon com pitiflologiciedistudio e non più
sorentineschienormativi(E1s.v.Cruscaj.Inoltreletesicrociane, con la loro carica liberistica,illoro richiam o alla parità e legittim ità
dituttiglispontaneiusilinguistici(ciè che è dichiarato esplicitamentenellarecensionealla MalerbadelMastri(v.app.55j,in Conversamhnicritiche,2a,ed.,Bari1924,11vol.,p.256),in:uirono anche sultentativo di porre Ene alla dialettofobia e al purism o bellettristico dei program m iscolasticiitaliani,tentativo legato alla riform a Gentile o,più esattam ente e specificam ente,al program m a linguistico per le scuole elem entariapprontato da G .Lombardo Radice
(v.app.48e55;l'apporto delL.R.èstudiato in T.TowlAsl,Idealismo efascismonella scuola italiana, Firenze 1969,pp.32-44,57; illegame con le idee crociane fu sottolineato da C.TRABALZA nelcap.
11dialettoel'insegnamentodella linguanazionalein E1s.v.dialettoj. Per le idee di Croce suldialetto, la letteratura dialettale,il teatro in
dialetto cfr.:Giambattista Basilee,7f 4Cuntode licz/aff 'h )(1891j,in Saggisulla letteratura t' taliana delSeicento,3a,ed.,Bari 1948,pp.26-
28;SalvatorediGiacomo(1903j,inLa letteratura della nuovaItalt h, 11l vol-, 5a ed-,Bari 1949, pp. 74-102; Vittonh Bersezlo e il teatro
piemontese(1906),in La letteratura dellanuovaItalth,Ivol.,5aed., Bari1947,pp.138-50;La letteraturadialettalerijkssa,la suaorï pbe nelSdcentoeilsuoN'cr b storico(1926j,in Uomt' m'ecosedellavecchia Italia,2voll.,Ivol.,Bari1927,pp.222-234;Poesiadialettale(1933J,
4J.Un@cazione- #J.Incertezzedeidati
in Paginesparse,vol.111, N apoli1943,pp.69-72;Letteratura dialet-
taleesentimentonazionaleg1943),inNuo' vepagine. s/t 7rî:,s.1,N apoli 1948,pp.211-12;Sulteatrodialettale(1951j, in Terzepagine mtzrse, .
Bari 1955,vol.11, pp.263-64.La parte avuta dal Croce nelliberare gliintellettualiitalianidalcom plesso dello 4scrivere beneh )fu scorta già da Pancrazi, in OJETTI Letterati26.
44. Valutazione demograsca dell'emt krazione
333
spessomaggiorati,spedenell'ltaliameridionale);AnnaslariaRATTI E1s.v.M i gratort k correnti250-57(migrazioniinternazionaliseguite solo dopo il1876),258-59 (manchevolezzenell'analisidelle migrazioniinterne);C.CotAivloxfco EI s.v.Napoli (alterazioniintenzionalineicensimentide11911 e 1921);TARANTINIAnalfabetismo 55-59 (diëcoltà obiettive,imutamentiattraverso iltempo,alterazioniintenzionalidellanozione edell'accertam ento deidatidell'anal-
fabetismo);SvllvlEzS 1007-1021(elenco dellevariazionididenominazione e di estensione del territorio nazionale, regionale, provin-
42. UNIFICAZIONE POLITICA E MERCATO UNITARIO
ciale,comunale);BARBRRISM igraziont'rurali20sgg.,no.13(polivaM ARCHAL Intégration, analizzando la storia dell'integrazione econom ica nazionale francese tra Sei e Settecento, e dello Zollverein germ anico,ha sottolineato che la semplice aboiizione deidazi protezionistici all'interno di un m ercato non conduce ad una efettiva integrazione econom ica senza una decisa politica econom ica o i perante n questo senso:perciè solo negliultim iannidelSettecento in Franciaesolo nel1871in Germ ania, cioè,rispettivamente nelgiro didue , secoli'e m ezzo secolo, sirealizzal' efettivaunitàintegratadeiduem eru catiz In altri term ini, l'unifcazione econom ica esige un'attività politica che la favorisca e non puè essere considerata un effetto m eccanico dell'uflifcazionepolitica. Tuttavia è palese che l'unihcazione politica ne crea le due necessarie prem esse:l'abolizione di barriere interne e l'unità della classe dirigente politiea ed econom ica. Resta quindisempre vero che ffl'unità nazionale... si puè dire,anche sul piano econom ico, ilpiù grande fatto della storia italiana nell'età moderna#,come da ultimo ancora aflkrma RoMEo Grandep r?i#pz.s/rf'fz 19.
lenza dell'espressione f ïaddetti all'industria h ) in alcune statistiche
dell'lstat);Svlluz 100 anniXV (diversità diaeronica dinomenclatura e didefnizionidinom i,divergenze sincroniche e diacroniche
nell'interpretazione dinomie loro delinizioni);BOLDRINISviluppo dellapopolazione 35-37 (diëcoltà varie nellaconfrontabilità diacronicadeidatidemografici).Tuttequesteincertezzenon impediscono tuttavia che,con m olte cautele, idatidisponibilisiano utilizzabilial 6ne diindagare ivariordinidifenomeni:cfr. da ultim o leconsiderazioni rassicuranti di G u Asso M igrazt hni 14-16. 44. VALUTAZIONE DEMOGRAFICA DELLCEMIGRAZIONE
BENINIDemograha $' lt Wl' JNJ2,9;A.M OMIGLIANO,G.LUZZATTO Els.v.Popolazione;G.LIJZZATTOStoriaeconomica81-82(depressione demografcadegliStatipontifci);cfr.inoltreletavv.12-15in SvlMsz S ela tav.4 in Svfl klEz l00 anni. La portata dell'em igrazione è stata
determinataperviadicalcolo (cfr.BOLDRINISviluppodellapopolazkone).In ragionedell'incrementonaturaledellapopolazione(dovuto allaeccedenzadeinativivisuimorti),lapopolazioneitaliana,chenel
43. INCERTEZZE DEI DATI STATISTICI
Sarebbe utile una ricerca specilicam ente intesa a precisare sistem aticam ente natura, ragioni, conseguenze e lim iti ditali incertezze.
Intantocfr.:BExlxlDemograhaf' ftzàkzltz16-23(incertezzedeidatide mografciglobali),33(variazionidiacronichedinomenclatura), 48-49 (diverseinterpretazionidell'espressione 4 tcentro abitatop);COLETTI Emigrazi hne3-19;GIUSTISvt' luppo#tu'centriurbanl155 (non omo -
-
geneità delle44frazionià )fino al1921, circoscrizioni basate 43su criteri t r oppo va ghi , o t r oppo diversi, o addiritturasu nessun cri 17 terioM, 7 (datidemografcidisingolicomupivolutamente alteratiy cioè
1871 ascendeva a 26.839.000 abitanti, avrebbe dovuto raggiungere nel 1951 la eifra di 52.761.000 abitanti; a questa data, in realtà,la popolazione ascendeva a 45.864.000 individui; lo scarto fra le due cifre è dovuto all'em igrazione del initiva, cioè al trasferim ento in altri paesi diquasi 7 m ilioni di italiani. Benché ottenuta per via teorica, questa cifra è l'unica sicura:le cifre deirimpatri, grazie alle quali sarebbe possibile com putare l'em igrazione netta, sono m anchevoli fino al 1921;e le cifre annue degliespatripeccano forse per eccesso per quei periodi in cui le cifre degli em igrati venivano com pilate
sullascorta delle ' richieste diespatrio (che potevano poinon avere
#J.L'eml kyazione verso l'estero
conscguenza) e peccano per difetto in quanto non tengono conto degli espatriclandestini,o com unque non denunciati. 45 L ' EMIGRAZIONE vEl tso L'ESTERO U na im pressionante m itologia circondè a lungo, dopo l'unità, il fenom eno dell'em igrazione verso l'estero; la difusa im pressione che l'em igrazione im poverisse il paese sottraendo unità di lavoro portô alleleggi20 m arzo 1865 e 3dicem bre 1888, dicarattere repressivo,che ebbero com e unico reale eflktto quello direndere dië cile
l'apprezzamentostatisticoequotidiknodelfenomeno(COLETTIEmirrtzmbpé 17,275);generaleeralaconvinzionechel'emigrazione portasse fcorna e denarih, secondo la dichiarazione di un latifondista
lucano aunacommissioneparlamentare(COLETTIEmtkrazione230) e producesse siElide,tubercolosie alcolismo (COLETTIop.cfr.249 sgg.).Iquadrinecroforicialla DeAmicis(44Bestiedasoma,dispregiatiiloti,/Carnedacimitero,/Vanno acampard'angoscia in lidi ignoti./Vanno,ignariditutto,oveliporta/Lafame,in terre ove altragenteèmorta;/Comeilpezzenteciecoo vagabondo /Erradi portainporta,/Essicoslvannodimondoinmondo...h ):COLETTI278) non aiutavano certo a capir m eglio le cose,anzifnirono colconfondereleideeeisentim entianchedipersone responsabilicom eV . Pa-
reto(COLETTIEmtkrazione232).Nonc'èdastupirsicheilprimostudio serio,quello de1COLETTI, si sia avuto solo nel 1910. D el Iavoro delColettisivedono utilm ente soprattutto leseguentipagine:30-31
(emigrazionefinoal1876),45(crescitadell'emigrazionedalleregioni meridionali in assoluto e nell'ambito dell'emigrazione defnitiva), 55(estrazioneprofessionale:agricoltori,pastori,giardinieri,boscaioli, terraiuoli, braccianti giornalieri, sterratori, m uratori e edili, costi-
tuisconoingenerealmeno1'800/0dell'emigrazionemaschile,g1ioperai egliartigianinonsuperanomaiil12tl/ o;leprofessioniliberalisitengonosemprelargamentesottol'10 /, $),80(risultatide1flussomigratorio sulle colonie diitalianiall'estero:intorno al1909 gliitalianiall'estero
sono5.476.525,dicui4.435.920(81%jinAmerica(USA :1.779.059; Brasile: 1.500.909. , Ar gentina:1.000.000ecc.)e 836.306 (15,280,70) inEuropagFrancia:400.000,Svizzera;135.000;GermaniaeAustria: 190.000 ecc.q), 87-222 (cause dell'emigrazione; pagine essenziali anche per la docum entazione dello stato della società italiana fuori
deigrandicentri),257-61 (efettidell'emigrazione soprattutto per
46.1 mutamentinellkeconomia
quanto riguarda la diminuzione delpanalfabetismo). Sulla diminuzione dell'analfabetism o in conseguenza dell'em igrazione cfr. anche CORRADINI Relazione 422-23,FoRruxA'ro M ezzogiorno 11 501, SAL-
VEMINIProblemi61-62;suglieflbttieconomici,oltre COLETTIop.loc. c1't., STRINGHER Scambk'120-22.
Per ilperiodo posteriore al 1910,cfr.AxToxuccl-TRlLL( 5 Emi-
grazione;Anna Xlaria RATTIE1 s.v.M l kratoriecorrdpfi'252 sgg.; DE VERGOTTINIDemograha degliitalianiall'estero in particolare 65 sugliemigratiUSA e loro condizioni(bibl.);GAt-Asso M'krazioni 26-31;Bot-oluxlSviluppo della popolazione48-49,51-59.La miglior fonte didatiè Svll klp: zS tavv.107-114,m a cfr.anche ISTAT S tavv. 2024,e ISTAT C tavv.41-42.Perilsignifcato com plessivo deim ovim enti m igratorii nella storia italiana cfr. VOLPE Italia moderna 1 228 sgg., 11 193sgg.;TAEUBER-TAEUBER Population o.fthe t7a;' States56-58, tav. 13 fornisce dati sull'im m igrazione italiana negli U SA e sulla
sua flessione dopo ilLiteracy Act (invecel'imnzigrazione inglesee la scandinava si m antengono pressoché stazionarie, l'irlandese aum enta,la tedesca quasisi triplica rispetto aglianniprecedenti;crol-
lano,come l'italiana,anche l'ilnmigrazione russa e centroeuropea). Perilprevaleredim eridionalifragliitalo-am ericanicfr.anche ZIMMERMANN Italians J W Amertka. 46 I MIJTAMEXTI NELI-'ECONOMIA
Oltre A' IORANDIGrande industria e RoMEo Grandeindustria,cfr. AcERBo Agrtkoltura i'ftzàbzltz, TREMELLONI lndustria italiana. I dati
neltesto siriferiscono allapopolazioneattiva(compresigliiscrittiai registrididisoccupazione)non all'occupazioneefettiva(percuicfr. SvlMEz,Aumento dellkoccupazione 3' p Italia dal1950 al1957, Roma
1959).Perlecondizionidilavorodegliaddettiall'agricolturaneiprimi
decennidell'unità,occorre tenere conto de1fatto che gliincrem enti di reddito del settore nel prim o ventennio dell'unità vennero incam erati daicetipossidenti e capitalistici,non dai contadini:ciö creè riserve di capitali per l'industrializzazione, m a depresse in term ini
relativilacondizionedegliaddettiailavoriagricoli(RoMEo Grande industria 26 sgg.);talecondizione èstatapiù volte documentata:CoLIITTI Emigrazione 87-222,e da ultim o AcylRso Agricoltura 112-116. Dati de1 1970 in A' Iinistero delBilancio,Ad/tzmbrlp generale sulla . f? '-
tuazione economica delpaese,presentata il31.3.1971.
47.Alhtamenti internie l/rhtzatviv?o
47. M lGRAzloxl INTBRNE >:uRBANprSIMO Violenta e persistente è stata la corrente dipregiudizi contro le m igrazioni interne dalla cam pagna verso la città:essa si profla già
48.La scuola elementare
337
degl . i em igrantim eridionaliverso l'estero o verso l'internoy datire-
centi in BARBERIS Mtkrazionirurali23-26.t importante rilevare (BARBERISop.c,' l.44.4. 5).chealcontadino meridionaleèdiëcilein-
Icggiperfavorire ildequsso dalla città verso le zone piflim pervie e
serirsi direttam ente nell'industria, mentre ciè è possibile dopo un certo periodo diinurbam ento. Sispiega coslcom e m ai per lungo tem po l'em igrazione verso icentridelNord sia stata prevalentem ente costituita da borghesi,che più facilmente o m eno dië cilm ente potevano inserirsi;tale prevalenza risulta chiara dalle statistiche della
spopolate(R.D.4 marzo 1926,n.440;28novembre 1928,n.7874; cfr.BARBERISshkrazionirurali39-40)esicercadiripristinareuna
Societàumanitariaedalcensimento del1901(COLETTIEmigramhne 132):
negli ultimiannidell'ottocento e ne1periodo giolittiano (BENINI Demograjal' lt z/lbrlt78-10)eculminanelperiodofascista:siformulano
sorta diservitù della gleba con una rigida legislazione antiurbanistica
(Ltazionepromossa dal Governo Nazionale a favore dell'thcremento demograhcoecontrol'urbanesimo,inAS,s.VI,vol.32,1934,pp.. 6361).A' la le legginon bastavano:cosicché neki'zllmanacco diStrayl tztve (Bologna 1929),M ino Maccariscriveva:qQuesto è ilfenom eno che sichiam a urbanesim o e che il socialism o ha preparato. T occa a noistroncarlo. Com inciamo a levare la tessera del fascio e deisindacatiai contadiniche calano in città; e poibastoniam oli!) h;
eaggiungeva4Italianotornaallezolle!/Non tiNdardellemodedi Francia!/Badaamangiarepaneecipolle/E terraiadoverelapanciah(cit.in BARBERISMigrazt hni38no.25,39 no.26;Barberisrieorda la presenza di due voci discordi ne1 coro antiurbanistieo in-
tonato allora dalla cultura italiana:Ignazio Silone e Ugo Spirito). Altri,come GlusTlSviluppo deicentriurbant '163-65,alla quar-
tinadiMaccarimostravadipreferirele terzinediDante (Par.XV 97-124, 130-33, XVI 46-63), assunte a manifesto della polemica antiurbanistica. M a anche D ante non ebbe eflicacia di freno. Per quanto riguarda ilfenom eno in sé,oltre BENINIcit.,cfr.:M ORTARA A ttrazthne delle,grt7n#i'città;Glus' rlSviluppo #é'; 'centriurbani;SvlMEz S tavv.21-27;Svll klEz Jpp anni tavv.6-8;diutile consultazione
(talorainsostituibile)sono levoc. i(eirispettiviaggiornamentinelle tre Appendici)dell'Akcfc/tl /eïb italthna:C.Cot-AMoxlco Bari178; U.ToscHlid.. z1//.11 356,111 205;A.SORBELI-IBologna;A.M oRl Catania 428;1o.Firenze;G .AxrmlAxl Genova;G .CARACI M essina; 1o.M ilano268;C.Cot-AMoxlco Napoli;V.EPIFANIPalermo;E.M IGI-IORINI-L.M AROIRoma;P.LANDINI Torino;1r). Venezia.In particolaresuRoma:RosslSviluppo#g'Roma;su ( M ilano:DEIWADDALENA
Esperienza demograjca milanese.Sulle migrazioni interne cfr.GAtasso M igrazioni 80 sgg., 146-163; fondam entale per l'interpretazione d'insiem e COMPAGNA Terroniin città;sulla ((vocazione urbana *
totale Su 100 abitantidiM ilano sono natia: della popolazione M ilano . . . . . 43,3 prov.di M ilano . . . . . . . . . . 22,0 Lornbardia . . . . . . . . . . . . . 17,7 Alta Italia . . 1,6 Italia centrale . . . . . . . . . . . 5,5 ltalia rneridionale e Isole . . . . . . 1,4 Estero . . 2,1
solioperai 45,2 24,3 17,5 7,7 1,5 0,6 2,0
Sulla reeente ristrutturazione delle zone agrieole depresse cfr.
AcEltBo Agricoltura 160-62 epassim,e Nuoveel/ersbazeurbanistiche. L 'intensità del sovvertim ento delle strutture tradizionali delle aree agricole puè essere valutata bene anche da due indici: la rapidità
dellameccanizzazionede1lavoro agricolo(fatteegualia 100letrattriciesistentine11924,l'indice diincrem entonel1958è paria3.790:
calcolodaACERBOAgricoltura148);l'inversioneditendenzetraMezzogiorno eregionisettentrionali(a partire dal1950,lameccanizzazione agricola è più rapida nel M ezzogiorno che nel Settentrione:
ACERBO Agrtkoltura 149).Per la concentrazione deiservizie degli spettacolineigrandicentriurbaniv.k' nfraapp.50 sgg.Perun elementare(manellostatoatttlaledeglistuditutt'altrocheinutile)proflo di storia delle città in Italia cfr. Farcoxl Città. 48. LA scuot.A ELEMEXTARE
Legislazione in generale A.NAMIAS D1 s.v.Istruzionepubblica 834 sgga,L.SEVERI E1 s.v. Educazione,M EDICISviluppo della scuola
15-18 (1ascuolanell'ord.costituzionaledel1948),64(leggisull'assistenza scolastica),87-89,95-97 (leggisull'edilizia);sulla politica e
338
48. La scuola elementare
legislazione scolastica im m ediatam ente postunitaria:TALAMO Scuola
14-22 (legge Casati),31 sgg.(ministero T.Mamiani),39-48 (F.de Sanctis),48sgg.(M atteucci);p:rgliannisuccessivi:MAsIIstruzthne 2-20 (uëcialeeottimistico);BERTONI-JOVINEScuola 273sgg.Situazione efettiva in generale: per il 1864,cfr.questionarie rispoite
dell'inchiesta Matteuccide11864 in TALAMO Scuola 201-204 (questionario),206-208(prov.diNapoli),211-13(Cagliari),219-24 (Palermo),237-50 tToHnol,256-61(M ilano),264-67(Bologna),269-74 (Arezzo),281-90 (Portomaurizio);Documentisullkistruzione.Per il primodecenniode1Novecento:CORRADINIRelazione32,110-11(inefEcaciadell'obbligobiennale),33-36,422-23(carenzelegislative),100113,421-22(percentualiregionaliobbligati,iscritti,frequentati,promossi),119 sgg.(insegnanti),127-130 (insegnamento dell'italiano), 157 sgg.(ediliziascolastica),186sgg.(sommespesedallostato frail 1871eil1908perl'istruzione elementarepro tw/i' /::Emilialire4,11, Piem onte 3,46, Liguria 3,07, Lom bardia 3,07,Veneto 2,83, medt' a
italiana complessiva 2,05,Lazio 1,89, Toscana 1,84, M arche 1,74, Puglie 1,57,Basilicata 1,12,Sardegna 1,04,U mbria 0,87,Cam pania 0,74,Sicilia0,73,AbruzzieM olise0,54,Calabria.0,24),519-35(spese
deicomuni);perilsecondodopoguerra,M EolclSviluppodellascuola 24-27,67-72,87 sgg.110-19,146-51,162-64 (spesepro twp'f: per l'istruzionegnon soloelementarej:1958:Italiasettentrionale11.100, centrale 13.000 gcentrosettentrionale 11.700),meridionale 9.400,insulare9.500 (M ezzogiorno 9.500J).Datistatistici(oltrechenelletre inchieste citate):SvlMEz S tav.632-640 (scuole elementari 192619. 51),643(percentualealunniiscrittinellescuoletraiseieiquat-
48.La scuola elementare
sione scolastica è praticam ente elim inata per i prim i anni... M, 13
(l'evasioneède19,2perimaschi,14,9perlefemmine),14(l'evasione èdell'1,8 fra ifklidiimpiegati,dirigenti,liberiprofessionisti,del 18,3% ne1settoreagricolo,de110,8tragliaddettiall'industria),15 (evasioniaseconda delleregionistatkstichein percentualie,tra parentesi quadre,in cifre assolute, in ordine crescente: Rom a e pro-
vincia 5,5 (18.620),Piemonte,Va1 d'Aosta, Liguria 6,9 (36.723j, Lombardia 8,7 (70.091J,Tre Venezie 10,0 (75.411),Sardegna 10,3 (24.1271,Lazio meridionale e Campania 11,0 (91.918J, Toscana, Umbria,Alto Lazio 12,9 (66.075J,Emilia-Romagna eM arche 13,2 (76.9544,AbruzzieMolise 15,7 (35.769j,Puglia,Basilicata,Calabria 16,5 (165.409),Sicilia 16,9 (118.977):totale,su 6.515.432,non frequentano 779.974),18 (deinon frequentantiil68,4Fo è fornitodi licenzaelementare,eil2,0% solamenteèanalfabeta).Diutileconstlltazione per la storia delle istituzioniscolastiche italiane restano tut-
tora: ZANOTTI-BIANCO Calabrt' a 10-15 (carenze legislative), 16-55 (relazione dimaestrisulle condizionidella scuola all'inizio de1Novecento),56-59 (ostilità deicomuni),70-81(condizionidegliinsegnanti),131-55 (ristampa della Relazione àw#'e#, W' zïtzscolastica,in 4 jBoll.ulcialedellaP.1.h ),20dicembre1923),147sgg.(datiregionali:
.
tordicianni sultotale dei coetanei: 1911-12:Nord 68,7, M ezzo-. giorno 45,3,Italia59,7;1931-32:N ord 78,3,M ezzogiorno 68,0,Italia80,2;1936-37:N ord 88,2,M ezzogiorno69,5,Italia 80,8;1949-50:
Nord 88,6,M ezzogiorno 78,Italia 84,1);SvlMEz 100 tz/lal'tav.41 (scuoleelementariealunni1861-1959);ISTATC tav.62(scuoleelementari1956-59);ISTATS tav.27(scuoleealunni,perannoemedie decennalidal1861 al1955).ISTAT Aspettt .scolastid elihguistict'12 (441,88% deigiovanisoggetyiall'obbligoscolastico(6-14)hanno frequentato una scuola nelcorso dell'anno scolastico 1959-60;tale dato subisce perè variazionidinotevole entità,se siesam ina la situazione
perclassidietà:da197-4% deiragazzifno ai10 annisiscende al 90,4% periragazzidai10ai12anni,eal68,8% per quelliin età superiore ai12 anni;tenendo conto che unacerta aliquota non puè frequentare la scuola perimpossibilità Nsica...sipuè direche l'eva-
Abruzzo Emilia . M arche U mbria Lazio . . Veneto . . Lom bardia Sardegna M olise . . Puglie . . Cam pania Piem onte Toscana Liguria . . Basilicata. . Sicilia . Calabria
Spe yr perse edî lio ziacapi sct oe lastica 1879-22
Aule disadatte O mancanti.
Iin lire) 27,43 16,27 15,43 14,01 13,02 10,76 10,29 9,96 9,74 9,51 7,94 7,38 7,20 6,97 6,75 6,23 4,17
Percento 32,33 17,94 21,00 22,00 37,50 19,88 16,31 32,25 33,00 35,17 28,50 10,75 25,06 15.75 50,00 43,07 35,17
Scuole per 1000 abftanti
M aestri per K m:
0,217 0,337 0,329 0,194 0,280 0,369 0,552 0,760 0,184 0,241 0,478 0,343 0,233 0,653 0,102 0,238 0,206
(Siavverta chel'alta somma spesa in Abruzzo è conseguenza del decreto legge 9 m aggio 1915, n.654 pericom unicolpitida terremoto,
340
48.La scuola elementare
di cui beneficiè essenzialm ente L'Aquila, con 1. 56 per ab., contro
Teramo ll/ab.e Chieti13/abj);1D.Basilt kata 272-319 (risposte al questionariosullescuole).Cfr.infradatisull'analfabetismo.Sull'insegnam ento della lingua italiana nelle scuole elementari,oltre ipassi
delle inchieste Matteuccie Corradiniriferitineltesto (pp.38-43, 91-93)cfr.anche GABELLIIstruzione77 sgg.,Io.11metodo 'JW. ç:gnatnentonellescuole elementarid'Italia (1aed.,Roma 1880),2aed. a cura diE.CARRARA,Firenze 1941,p.37,TRABALZA Umbro IV-V I, sull'orientam ento ciecam ente antidialettale della 44scienza m inisteriale hh concretatosi nei program m i d'insegnam ento linguistico elem entare fssatico1decreto 31 gennaio 1905.A questo,com e ad altri orientam enti m inisteriali dom inanti dopo l'unità,si potè opporre il
gruppo distudiosisostenitoride1Ljliberalismo linguisticoA(ispirato alleposizionidiB.Croceede1neoidealismo)e,quindi,fermioppositoridella dialettofobia(v.app.. $5),quando,ministriCroceprima e poi, ne1 prim o G abinetto M ussolini,il Gentile,fu varata la riform a dell'istruzione in Italia.M afu una breveparentesi.Unariform adem ocratica, una politica linguistica liberale e liberante, irrom pevano nella atm osfera conservativa della scuola italiana proprio m entre sul
paesecalava la cappa delladittatura.Leggiamo neiprogrammi(redatti da G .Lom bardo Radice,che alm inistero dell'istruzione era
direttoredell'istruzioneelementare):(4Iprogrammicheseguonosono delineatiin guisa da fare, per se stessi,obbligo alm aestro dirinnovare continuamente la propria cultura, attingendo non a m anualetti in cuisiraccolgono le briciole de1sapere,m a allevive fontidella vera
cultura de1 popolo. Queste fontisono:la tradizione popolare cosl
48.La scuola elementare
perla prim a volta un gruppo diillum inati44cappelli# cercava dim ettere in piediuna scuola in cui44berrettiAe 44cappellit ivenivano educati, se non altro, al reciproco confronto, all'intelligenza, prem essa
(siapurilluministica)diintegrazione.Non potevadurare(cfr.GExTILEEducazthne137-38).Dodiciannidopo,ministro C.DeVecchi di Val Cism on, presidente d'apposita com m issione N azzareno Padellaro,siebbero inuoviprogram m i:qle aggiunte e le correzioni,di sapore scopertam ente politico, hanno un solo signifcato: l'asservim ento e latrasform azione della scuola in organo dipropaganda poli-
tical h(G.MAZZOT' I' A Lingua edialettoneiprogrammidellescuoleelementari(1923-19554,inI' IPOTIMHEIE.ScrittiJbonore#,7pr.Pisani, Lecce1969,pp.141-55,ap.147).Inconformitàallageneralepolitica di accentram ento e repressione d'ogni m omento autonom o,la poli-
tica linguistica autenticamentefascista (chesfoceràpoiin una lotta apertaaldialetto:v.app.55)giàneiprogrammielementaridel1934 ha modo dirivelarsicancellando ogniriferimento aldialetto (cfr.il testo riportato in MAZZOTTA,art.tu' f.,pp.148-49,n.14).Non c'era da aspettarsi altro da un regim e che sopprim eva dai censim entiogni Cnchiesta sull'analfabetismo,chiudendo g1iocchidinanzialm acroscoAico fenom eno.Ne1 1945 i prim iprogram m idell'ltalia ritornata alla
democrazia (cfr.F.BETTINI,IJrtwrt zvlpu'd1'. çlz/#lbperlescuoleelementaridal1860 al1945,brescia 1961,pp.198-200)continuano a tacere suidialetticom e com ponente dell'insegnam ento elem entare e solo accennano alla necessità che m aestrie allievievitino f(indessioni dialettali, le false cadenze,la sciatteria,la m onotonia, l'enfasih:LLil program m a di lingua italiana cioè sifonda sul presupposto che gli
com e essa vive, perenne educatrice, nel popolo..., e la grande letteratura...h; in conform ità a questo im pianto, nei program m i per la I11 elem entare troviam o, al punto 2 deiprogram m i di lingua,44nozionipratiche digram m atica ed esercizigram m aticalicon riferim ento
scolari del 1945 fosyero tutti italianofonib i tMAzzoTTA,art.tu' f., p.152).Sorteappenamigliorehaildialetto neiprogrammiappro-
aldialetto.Eserciziditraduzioneda1dialetto.(Proverbi,indovinelli, novelline)l hneiprogrammiperla IV alpunto 5,troviamo 4fpiccoli studilessicali:a)famigliediparolenellalingua italiana;b)annota-
pre esem pio delcorretto uso della lingua nazionale e,pur accogliendo le prim e spontanee espressioni dialettali degli alunni, si astenga da1 rivolgere loro la parola in dialetto yh, Com e ha osservato giustam ente
zioni di frasi e parole dialettali di più dië cile traduzione A; insne,
ilM azzotta,ciè contraddice (e proprio in un aspetto basilare come quello dell'educazione linguistica) alla solenne proclamazione se-
neiprogrammiperlaV,alpunto 1fkurano 4(nozioniorganichedi gram m atica italiana, con particolare riguard 'o alla sintassi, e siste-
matico riferimentoaldialetto.Eserciziditraduzionedaldialetto(novelline,cantipopolari)hh,ealpunto4 4(piccoliesercizilessicali,come nella classe precedente #.Per la prim a volta idialettinon erano pil k oggetto dim era condanna,m a distudio e riferim ento bLsistem atico #;
vati con decreto del presidente della Repubblica italiana nel 1955
(24giugno1955,n.503).Inessisiprescrive:qL'insegnantediasem-
condo cui la scuola deve m uoversi 4 $su una linea di naturale continuità con quanto l'alunnoeha già im parato,inteso e sentito ne1 cerchio della fam iglia, de1 suo am biente naturale e sociale A.
342
49. L'analfabetismo
49.L'ANAI-BABETISMO
11fenomeno (anche ilcosiddetto analfabetismo diritorno,proprio dichihafrequentatoperqualcheannolascuola)èinrelazione inversa all'eë cienza delleistituzioniscolasticheelem entaried è illustrato in genere negli scritti a queste relative; in particolare cfr.
TARANTINIAnal fabetismo;per l'atteggiamento delle classidirigenti cattoliche e m oderate nelprimo cinquantennio unitario, spesso indifferentio avversealdiflbndersidellaistruzionefra le classicontadine
eoperaie,cfr.V.n'OxoEsREgGlo,Discorsosullvstruzthne t lf/ktzftmb, in Dichiarazioneediscorsidelbarone P-. D 'O.A.al1 congresso cattoltko italiano,Firenze 1874,cit. in TALAMO Scuol a 113-14 (4t...Se, com e abbiam o dim ostrato,sono igenitoriche hanno ildovere e il
dirittodiistruireededucareifklioli,esecondoicomandamentidella ChiesaLscil.cattolicaj,comelostatohadiritto diobligareigenitori m edesim ia m andarealle sue scuoleifglioli, sotto pene ai primi se non lo facciano,ed aisecondialtreslse non sappiano a certo tem po leggere e scrivere?...E qual'èalpostutto l'istruzione obligatoria che orm aisivuoldareaifanciulli?Laistruzionedeifanciullisivuole Iaica, si vuole nelle tenere m enti insinuare l'ateism oy si vuole n'ei te 'neri cuori istillare la corruzione, necessaria conseguenza dell'ateism o;si vuole scristiaaeggiare ilm ondo, o ricacciarlo alla paganica barbarie. Contro tanta em pietà e sventura alza la voce ilprim o congresso cat-
tolico d'ItaliaM;Soxxlwo Contadini176-77 (((Manca generalmente deltutto ilsentimento della solidarietà tra le varie classi, o per dir m eglio essonon sidim ostra che nellasola dië denza difrontealnon siciliano.Per ognialtro riguardo ilgalantuomo non considera ilborgeseo ilgiornatarochecom euno strum ento diguadagno,o com e u n terreno da sfruttare,m entre essinon vedono alla loro volta ne1 bene-
stanteeheun oppressore)),196 (4(Pococ'èdaosservaresullo stato
diistruzione nella classerurale. Tutto siriassum e neldire, che essa m anca afatto.Se la statistica ci dà sulla popolazione com plessiva
della Sicilia 1,87% dianalfabeti,certamentenellaclassedeicontadinila proporzionesiavvicinerebbem olto al100 A' o.Le classi agiate non sipreoccupano dello stato diassolutaignoranzain cuisitrovano i contadini, e questo nonostante le facilità speciali perl'istruzione dell'infanzia edelledonnedella classe rurale, che presenta la Sicilia in com une co1N apoletano, perl'accentram ento dituttala sua popo-
lazionenellecittàe neiborghi8,197-98 (secondo ilS.,non occu-
49.L'anaëabetismo
343
parsi qde1 benessere dei contadiniA e Lper com penso insegnâr loro unicam ente a leggere e ascrivere,perché essisappiano bene che sono infelici) h signifca che 44noi avrem o sem inato vento e raccoglierem o
tempestah ));CHABOD Politica estera 272-75 (sulla mitologia conservatrice ûorita intorno al problema dell'istruzioneobbligatoria (il maestroftsocialistah ),l'alfabeto((sovversivopecc.):perfnoilL 3democratico h )Carduccisischierè contro iqlavoriforzatide1saperleggere i s e contro l'alfabeto qilpiù ipocrita strum ento dicorruzione e delitto che l'uom o,questo anim ale eminentem ente politico,abbia inventato t b
gaLidia,21marzo1877,LettereX1581);cfr.ancheTARANTINIAnalfabetismo69-70.Fontistatistiche:BENINIDemograja italiana40-44 (analfabetiper classid'età,per classidipopolazione,per sesso); SvliklEzS tav.623(analfabetiper100 abitantidiseianniepiù 1871 (1901,'11,'21,'31)1948,divisiperregione,compartimento,sesso), 624(analfabetipergruppidietàecategorieprofessionali),625(per-
centuale deglisposie delle spose che non sottoscrissero l'atto dim a-
trimoniodal1931al'50),626(analfabetineicapoluoghieperregioni agrarieda11921al1931),627(analfabetitraivisitatiallelevediterra neglianni1871,'91,1901,'11,'15,'18,'20,'30,'31);SvllklEz 100 annitav.39 (analfabeti:numero assoluto e per 100 gnon,come è erroneamentedetto,1.000!Jabitantidioltre6annidietà,divisiper regioni,anni1861,,71,1901,'11,'21,'31,'51); MEolclSviluppo dellascuola 68 (analfabetiin Europane11901,'11,'21,'31,'51:nel 1951 Austria, D anim arca, Finlandia,G erm ania, Inghilterra, N orvegia, Olanda,Svezia, Svizzera presentavano percentualiprossim e allo
zero,Cecoslovacchia 2,5,Francia 3 (1901:16,51,USA 3,2 g1901: 11,2j,Belgio3,3 (1901:18,6j,Ungheria4,7(1921:13, 4j,Polonia7,5, URSS 7,5 (1921:50,1j,Italia13,2 (1901:48,2),Spagna 17,3(1901: 58,7j,Bulgaria 20 (1901:70,4),Romania20 (1901:782,Jugoslavia 25,1 (1921:50,51,Grecia 25,9 (1901:54,72,Portogallo 44,1 g1901: 73,1j),146-47(analfabetiealfabetine11871,'81,1901,'11,'21,'31, '51,cifre assolute e percentualisul totale della popolazione di oltre
seianni),148(analfabetiin etàscolasticaepostscolastica nel1951), 149(analfabetiealfabetiprividititolidistudio per classid'età nel 1951),151(valutazionedell'analfabetismonel1959);ISTATC tav.59 (personeprive dititolo distudio (analfabetiealfabetijin età da 6 anniin poipersesso,età eregione).Peridatidel1961 cfr.ISTAT, 10ocensimentogeneraledellapopolazione:15ottobre1961,v01.11.DJS riassuntivicomunalt 'e provinciali su alcune .prfncz /tz/i caratteristt khe slrutturah.della uptl /tl/t zmbae;sesso,età,istruzione,tzlfigslt ' i economt ka,
344
49. L'analfabetismo
Roma 1963,tavv.2(riassuntivagenerale),5(datiprovinciali),8(comunali);sultotale dellapopolazioneresidente dioltre 6 anni(pari a 48.582.473,di cui 22.216.144 m aschi, 23.366. 329 femmine),gli analfabeti erano 3.831.926, di cui 1.471.241 m aschi e 2.360.685 fem m ine,ossia,in percentuali, erano 1'8, 4% deltotale,il6,6% dei
50.Scuola Az leï' tzinfeziore e. sz//crobre
Ecco ora g1istessidatiriorganizzati'per grandicompartim enti;le
percentuali(approssimate perdifetto a meno dell'l0/0)sono calcozate in riferim ento al totale della popolazione di tutt'ltalia.
' licenza ' li alybfti I l l aureati t flr p/t prz lt zlf media eleme cent za prtrl janayagti;zozuos
maschi,il10,10/0dellefemmine.ln baseacalcolodelletavv.2,5,8 delcit.vol.con idati censitari 1961 è costruita la seguente tavola de1 livello discolarità della popolazione residente di6annie oltre distinta per regionielencate in ordine crescente d'analfabetism o. '
!laureatidmi halt oi -fpu zr c: l et n qytz ajeleu mce zaare jat lfr ab ve jtigtgayauti( ltot av en nt
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1 .261 20.830.449 45, 38 . . . : .167 1.24. 2.589i ' 632.742 8. 553.053 0,32 0,97 1,94 11,30 ) .2,71 1.38 l 18, 62 Mezzogiorno l185.689 569. 738 1.117.250j8, 228.1633.568.634 2.591.562 16. 261.036
!148 0,4 8 j 2,01 5,14 31,29 I 5,22 ! 1,24 .066 442.931 894.558 5.192
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Utilidatisullaevasione(equindisull'eëcienza delle istituzioni scolastiche primarie)perglistessiannisihanno in M IN.PUBBLICA IsrRuzloxE,Relazione della Commissione #,'t' ndagine sullo stato e lo xl 'l.pu pt?dellapubblica istruzioneJb Italia.11.Documenti,Roma 1964, pp.89-94.Per il1961 glialunniobbligatierano 4.370.798:gliix ritti
erano 4.282.590 (97.92/ 0), gli efettivamente frequentanti erano 4.185.372 (97,7%),g1ievasori(non iscritti)erano pertanto 88.208 (2,037, /0),gliinadempienti(non frequentanti)erano97.218 (2.26(! /0). In complesso il4,29% diobbligatinon eraraggiuntodalla scuola. ,
. . .
1
1
14,1 J 7,2 j 100n0
174 197.419$111.506' ;1.227.572
1 307 54.570 464.039 106. 851j 69.217 729.538 AbruzzêeMolise ;121068 531, 8 j 7 , 5 l 6 4 , 9 1 4 ,9 000.. 035 .320 86.389( 818.324 251.9 47 1189# ., 97 87 ; 1. 41 1 1 ,
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Campania . . . . 53.603 164.893 354.128j 02.032. 771 914.410
Puglia
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, 0 3,1 6,9 ( 50,7 . . 571 .287 154. 074 275.515 2.104.083 1,4 J,7 6,6 5p,5
21, 5
14,2 100,0 624.634 74.144. 439
15,0
lt)t ?.(l
465.058 2.986.987
15,3 ' j 100,0
918.007 642. 617 I4.151. 683 22,0
15,4 f 100.
0 Basilicata....j4 p. 0776 12,4. . 2824,4.4676 25707. 6891227 .290 11 3.086lj561.2 45 54 0 2,9 Jp,J ' 100b0 ,
.
(15.918 54.068 87.315 793. 047 440.740 378990 '1770.078
Calabria . . . . i
( #2 ; J0 48 ' 444
.
246 l 212
.
.
1000
50. Scuot, A MEDIA INFERIORE E SUPERIORE
SvlMEz S tav.645-53; ISTAT S tav.28;M EolclSvlluppo della
scuola 120-123(scuoladagli11ai14anni),124-134 (scuoladai14ai 19anni);SvlMsz100annitav.42-44.Sulconservatorismodell'organizzazione scolastica postelem entare, essenziale BORGHI Autorità ed educazione;cfr.anche PEDRAZZIScuola : classi;è im portante notare com e,o rincorrendo im itidella scuola popolare o in nom e diun rozzo antium anesim o, le sinistre italiane de1 prim o N ovecento ab-
bianocontribuitoassaispesso(coneccezioninotevolissime,comequella de1GramsciLGliintellettualiel'organizzazionedella cultura,Torino 1948,99-100,113j)a44cristallizzareinforme cinesih /lc diferenziazioni classistiche nella scuôla:BORGHIAutorità ed educazione
50.Scuola media inferioreesuperiore 89-119, e PEoluzzl Scuola e .prtwrt zvlral'372-75; sul meccanicism o conservatore nell'insegnamento della letteratura:CoxrEssl Poetinella scuola. Sulla conseguente inclinazione generalm ente astratta e pe-
dantesca nell'insegnamento dell'italiano cfr.MARTINI Confessioni1 96:nelle scuole fiorentine di m età Ottocento qD io guardi a dire mi sono messo a studiare,poniamo,la prosodia.Come usava ilSalvini? tM isono addato'.Dunque:misono addato allaprosodia. lo credo? N eanche persogno.: 'U''Javviso,son dicredere, com e insegna ilGiam bullari.Peggio,poi,chiosasse dare un tufo nelvolgare e hnire una
letteraco1sonotuotz /-//alb/illf. çàv' -o amico.11commendatore Annibal Caro era stato alm ondo per nulla? N on aveva egliscritto mitt'do e donoper tzpzf' c/ h fznt??ecidovevamo daree donareperamicissimianche noi#; cfr.anche: GABELLI Istruzione 183 sgg. ; P. VALENTE, L'esercizio delcomporre nella scuola medth,RP,1 J908, pp. 355-71,
516-27;Anna MANIS,11comporrenella scuolacomplementare,RP,111, 1909-10,pp.152-63;E.osrAMlcls, L'idioma gentile,T orino 1912,
p.170 (perlascuola),pp.166-72 (denunciadell'atteggiamento ipercorrettistico);E.PISTELLI,Lept' stoled'Omero,con pref.diVAMBA (L.Bertelliq,2a,ed.,Firenze 1919,pp.16-23;E.BIANCHI,Sponta?,é' l 'ft k epedanteria,LN ,III 60-61;LEONE Italiano JW Sicilia 86, 89
(ipercorrettismilessicali,in massimapartedioriginescolastica,sono: adirarsi per arrabbiarsi, cancellare per scancellare, caricare l'orologio per dar la corda all'orologio,carro per carretto, carretta,condurre per portare,confezionareper cucire,dimentlcarsiperscordarst ',esser.prtl-
JJ.Stampa e editoria
51. STAMPA E EDITORIA In questo,com e in tutto il settore dei m ezzi diinform azione,è indispensabile integrare statistiche e valutazioni circa le fonti di inform azioni con quelle sui L 6ricettorià ),poiché le prime sono signilicative solo se m esse in relazione con le seconde:un aum ento del nu-
merodiLtestateiinellastampaperiodica(eperfino,entrocertilimiti, unaumentodellecopievendute)noncomportadiperséun maggior num ero diftricettoriA,cioè,in questo caso,dilettori,né una dim inuzione signiEca una m inore diffusione;anzi, le variazioni del num ero difontidiinform azione possono collegarsia variazioniinverse ne1 num ero di ricettori: cosl è appunto avvenuto in Italia dopo il 1861-70 e, di nuovo, dopo il 1900 nel settore dei quotidiani, che hanno raggiunto m aggioritirature attraverso un processo diriduzione delnum ero ditestate e diconcentrazione delle im prese giornalistiche in alcunigrandiquotidianiafferm atisielim inando la m iriade difogli locali.Occorre tener conto che tirature,abbonam enti ecc.sono in sé
poco signifcativi(a1solonumerodiabbonatialleradioaudizionibada invece, in un libro per altri aspetti pregevole, Ornella FRACASTORO
M ARTINILt' ngua eradio 11),specialmentein una società a redditi bassi(almenorispettoallamediaeuropea)comeèstataalungol'Ita1ia postunitaria: di una stessa copia di quotidiano con uno stesso apparecchio radiotelevisivo fruiscono in genere num erosi ricettori
mossoperpassare,prendereperplklt hre,prendere,7/b/ bagnoperfare 0' //? zabagnottopopersorcio,trattenerepertenerenxccfffer:perammazzare);R.HALL,L'uso #,'gli,le e loro comeregime indiretto,LN,
(non calcolabilisullabasedelnumeromediodeicomponentide1nu-
XX1 58-65;QUARESIMA Bocca trentina 24. ,altri dati sull'ipercorret-
m ero di ricettori di questo o que! tipo diinform azione. E di qui, anche,la ridotta utilizzabilità di buona parte delle statistiche culturali reperibili nelle pubblicazioni uë ciali italiane:sitratta infatti di statistiche che,per lo più,forniscono datisoltanto intorno alnum ero ditestate,dititolidilibripubblicati,diabbonam entiecc.:in questa e nelle appendici seguenti tali statistiche saranno ricordate soltanto per scrupolo di com pletezza. N umero #,'testate e dt .SfoJ, ':dal 1936 al1950 Svll klEz S tav.677; per il 1957 e 1958: ISTAT C tavv. 76, 77,1o. ASC 1961, 1-12; per notizie sulle testate dall'unità alprim o dopoguerra cfr.E1 s.v.Giornalismo.
tism o lessicale dei professori sono forniti da G . PETTENATI, La correzione dei compitinella scuola elementare e media, 44Servizio inform azioni AVIO h, 1966, pp. 336-39, 1967, pp. 25-27, e da M arta FATTORI, Creatività e educazione, Bari 1968, pp. 91-93. L'aulicità spropositata.la negligenza delle reali condizioni linguistiche dei discenti trionfano nella redazione di m oltilibri ditesto : cfr. perciö l'im portante contributo di C . BASCETTA, La lingua & J' librt 'di testo. Esame comparatts vo, Roma 1964.
cleo fam iliare in quanto possono trovarsi e si trovano fuori di tale
nucleo).Diqui,lanecessitàdiindaginicampioneperaccertareilnu-
Ricettori(abbreviazionispecialiusate quidiseguito:> = periodici, q = quotidiani, l = libri, c = capoluoghi o centri con oltre
348
51.Stampa e editoria
,
20.000 ab.,lt= lettori,nlt= non lettori, o = occasionale,r = regolare,a = ascoltatori,na = non ascoltatori, ra = radio, tv = televi-
sioneyrtv = radiotelevisione):prima indagine fondamentaleè Ltlz-
JJ.Stampa e editoria risposte
Classi tf'dltl 18-25 .25 25 6 44
26-35 36 26 5 30
36-45 46-55 56-65 66 eoltrc' 44 49 55 49 23 26 23 26 4 4 5 4 29 21 16 21
ZATTO FEGIZ 11volto 795-837;dati più notevoliper valutazioni linguistiche:795:nel1947 ltre o diq erano 1.6/18 mi lioni;800:nel 1950 solo m età adultisono ltr;801:oltre m età delle donne sono nlt; la percentuale deinlt aum enta con l'età; 802: regioni con percen-
non.leggo'm ai . . . . . non ho letto da tre m esi . ho letto, ma non ricordo . uno o pilh titoli . . . . .
tualiminoridinlt:Lazio 15% ,Piemonte 17,Toscana 18,Emilia
860:in complesso gliadultidichiaratam entenltsono il410 0,cui si ,/
Lom bardia 20, Liguria 21, T re Venezie 22, Puglie 30, Cam pania M arche Um bria 31,AbruzziSicilia 36, Sardegna 37, Basilicata Calabria 43;803:percentualidiltcrescono con la densità dipopola-
aggiunge un 25 % diltoe un 5 O /odiprobabilinltnon dichiarati,né è im probabile che nltsipossano celare fra iltdichiarati:com unque,
alladata dell'inchiesta(1947)iltdilibriassommavano,almassim o, al29O/odellapopolazioneadulta;nltpercategorie:impiegati15flo ', .
zione(salvoilcasodizoneagrarieemilianeetoscanediforte,tradizionaleediflksointeressepolitico);nltsono33% neicomunifino a 5.000 ab-,28 fnoa 20.000,26 fno a 50000,19finoa100. 000,12% .
oltre i100.000;810:su 100 ltoppure a:24 Itre a ?', 20 ltre a o, 9 lt r e na; 5 lt o e a r, 12 lto e a 0,8 11 o e na;3 nlt e a (), 7
nltea o,12 nltena (pertanto solo il12%,neglianniimmediatam ente anteriorialla difusione della tv,era estraneo all'azione coln-
binata deimezzidiinformazione).Le indaginidelLuzzatto Fegiz sono integratedaquellediISTAT Vita dellapopolazione 13-15, 26-33; datidim aggioreinteresselinguistico:nel1957in m edia59,2% fami -
glie dilt,40,8% dituttinlt;rapportipercentualiltjnlt:coltivatori dipendenti28,7/71,3;settoreagricolo in genere37,1/62,9;lavoratori dipendenti62,9/37,1;lavoratoriin proprio 72,5/27,5;libereprofessionieimpiegati93,7/6,3.Percentualidifamigliecon ltperregioni statistichein ordinedecrescente (tra parentesidatiriferitiaisolic): PIEMONTE VALLE o'AosTA LIGIJRIA 75,3 (84,5),sol o q33,6,ltdilp q 7,9 (10,2);ROMA E pRovlxclA 75 (78),solo q 28,7,l# q 10,4 (10,7);LOMBARDIA 73 (84),q26,4,lp q9,5 (14,2);TREVENEZIE 69 (83,1),q 20,3,p q l10,4 (15,6);EMILIA ROMAGNA MARCHE 62,1 (73,1),q 21,1p q l8,1(14,7);Italt' a in media 59,2 (70,9),q 21,5, .
.
.
.
.
> ql7,4(10,4);SARDEGNA 50,9(75,8),q20,0,> ql5,9 (9,9);LAzlo MERIDIONAI-Ee CAMPANIA45,9(55,9),q20,4,p ql4,9(5,2);SICILIA 38,4.(4. 5,7),q14,8,> ql4,3 (5);PIJGI-IABASILICATA CAI-ABRIA 34,3 (46,3),q9,4,/ q l4,7 (6,6). Per datiulterioriv.app.66. Produzione libraria. lndagine fondam entale LuzzAr' ro FEglz
flvolto 859-81:859:alla domanda ((qualeè ilpiflbellibro (non scolastico)letto negliultimitre mesiisisono avuteleseguentirisposte:
professionisti e dirigenti 16,datori di lavoro 32, casalinghe 37,artigiani43,operai47,agricoltoriconduttori53, personediservizio efatica 62,braccianti70. ,861:ltdialm eno 4 lnon scolasticialtrim estre sono 4,5 m ilioni,ltdi1-4 lsono 5.3 m ilioni, nlt 19,4 m ilionisu 29,2
milionidiadulti;862:il580 /odilèlettodal2. $% dicolorocheciingolarm ente leggono dipifl;864:lapiù alta percentuale diltsihanel
Nord,col42O /o;seguono ltalia centrale,370,/0,lsole 370 /0,Sud 34 % ;nelsettore librario non esistono cioè le fortidisparità che si hannone1settorestampaquotidianaeperiodica(leélltes,cioè,hanno un comportamento più omogeneo della restante popolazione);866: nel 1949 su 100 autoridei llettisolo 4. 7 sono italiani, 53 sono autori letti in traduzione, e precisam ente 26 sono nord-am ericani, 8 francesi, 8 inglesi, 4 russi, 7 altre lingue e nazionalità. D a tre indaginisvolte nel1947, 1949,1954 lpiù lettie autoripiù
citatierano(inordinedecrescente):1947:MAxzoxl,Promesst'Sposi; L.BROMFIELD,Lagrandepioggia;M . M ITCHELL,Via colvento;A.J.
CRONIN,E le stelle stanno a guardare;V . Huco,I p' abcrtz&/l ';A.J. CRoxlx,La cittadella; H . SPalxg,Fi glioljrfft)nu' o;R.LLEwELI-IN, Com 'era verde la mia zwf/é';F. W ERFEL,Bernadette;A.J.CRONIN, Le chiavi delParadiso; D . Du M AIJRIER, La prima moglie;L.ToLs' rol,Guerra epace;quindi,aparimerito,E.DIIAwucls, Cuore;A . D UMAS,11Conte diM ontecristo;A. FogAzzARo,Piccolo mondo antico;
T.KRöGER,11villaggiosepoltonelll oblio;C. Li lvl,Cristost'âlèrmatoa Eboli;A.M UNTHE,La storia 45 San M tkhele;A. RAxo,Noi' / Stu';J. STEINBISCK,Pian della Tortilla; 10., Uomt hie topi.1949 (titolo in tondo se in anniim m ediatam ente precedentiera stato proiettato in
ltalia un flm tratto dallibro):M.MITCHELL,Via colvento;A.J. CRONIN, La cittadella; R . BACCHELLI,11m ulino de1Po; L . PEvE-
? !E 1h') J7.Stampa e el//tp?'?tz
52. Cinema e altri :/cftacoli
UELLI, Occht' zktspzEwsctz&W'; E. H EMlxcw av, Per chi suona la
pulsivoecc.Su1ruolo deltraduttorenell'introdurrecalchi e neologi-
caxnpana;V.HUGO,1 miserabili;A.J.CRONIN,Le chiavidelPa-
smi sileggono acute pagine in L .BIANCIARDI,La , ? 514 agra,M ilano 1962, pp. 137-42.D i44problem i della traduzione A in rapporto alla storia linguistica italiana si occupö nel 1966 il Circolo linguistico padovano. M a i risultati non hanno m ai visto la llzce e continua a farsi desiderare lo studio prom esso da G . FOLENA in Rtkerche sulla lingua .,0:1. contemp.,Padova 1966,p.V1I.
radiso; A .KRAVCHENKO, H o scelto la libertà; A. M Axzoxl, PromessiS/f m';0.SYILDE,11ritratto diDorian Gray;E.BRONTE,La voce nella tempesta;10.,Cime tempestost;L.PEV% ELLI,Ticercher6 dovunque; N .P.W ISEMANN, Fabiola ;U .Foscot-o, Le ultime lettere
#J 'yacopoOrtis;S.A' IAUGIIAM,11f5lode1rasoio:A.DECEspsoTs 's.Nessuno torna indietro;( M .T w&lx.W ilson lo zuccone; LIALA, Signorsî;
1,.BROMFIELD,Lagrande pioggia.1954(autoridiromanziGlmati in anniimmediatamente precedentiincorsivo):('ronin,Gtlareschi, Hemingvay, Steinbeck, Trizzino, A' loravia, Dumas,j. -f pzleà', Buck,
52. CINEMA E ALTRI SPETTACOLI
Papini,W altari,M augham,lkfalaparte,D elly,Toistoi,Liala,LaJt fbre. Levi,Pirandello,Robinson. Le indaginiora riferite consentono alcune considerazioni d'in-
Cifre assolute e percentuali di spettatori: Svll/ lEz S tavv. 68492, ISTAT C tav. 80, ISTAT A SC 61 tav. 72. ln com plesso si puö calcolare che ne1 secondo dopoguerra il cinema raggiunga circa il
sieme:è palese l'iniuenza delcinema nell'orientare (e forse nell'accrescere)le letture;la difusione dimodulilinguisticinuoviè aëdata non tanto agliautoriitalianidelNovecento (Manzoni,De
48% della popolazione(W y. IssInformazt hne53 sgg.);datipil h analiticiin ISTAT Vitadellapopolazione18-19,tav.7.Notiziesull'inquenza
Moravia),quanto,piuttosto,alletraduzionidicontenlporaneiinglesi,
linguistica de1 cinem a e aneddoti intorno al linguaggio cinem atografco neglistudidelM ENARINIA ipztzrpbi'7-39,Cinema nella lingua, 44Bidone A, Totô e la lingua,in FlTToxlTotô e la lingua;M IGLIORINI Lingua d'oggi19 ;BATTISTILlktgua e cinema;1o.Linguaggio delcinema. L'inPuenza del teatro è quantitativam ente assolutam ente infe-
am ericani,francesi,traiqualiprim eggianosem preCronin ed H em ingway; non è possibile un'indagine sull'italiano standard senza te-
riorea quelladelcinema (ilrapporto dibigliettivendutiditeatrie dicinemaèdiunoa230ne11959:ISTATASC 61tav.67);manonva
nerecontodelletraduzioni(che,invece,sonospessolasciatedaparte completamente,come ad esempio dalla KNEASE IWL);da queste
trascurato l'aspetto qualitativo: il teatro di prosa ha agito direttam ente sulle classi più colte; specialm ente nei prim idecenni dopo l'unità, e fino alla diFusione di cinem a sonoro e radioaudizioni, ia recitazione costitulin Italia per i ceti più coltiilprincipale m odello cuiriferirsi dal punto di vista della pronunzia.D i qui l'im portanza delle scuole di recitazione. Cinem a eteatro danno una netta indicazione delconcentrarsidegli spettacoli nelle città m aggiori:quasi la m età deibiglietti di cinema
Am icis, Fogazzaro e addirittura Foscolo restano fra gliautorisem pre pll b letti,e solo ne1 1954 si registra fra gliautori disuccesso la presenza di contem poranei italiani com e G iovanni G uareschi e
viene latendenzaaun periodarepiù breve,auno stile rotto e prossi-
mo alparlato,caratteristica nuova nella prosa italiana (PASQUALI Osservaziont.69)che,attraverso l'esperienza ditradurredelPavese (traduttore diSteinbeck,ad esempio)e dia 'ltrièpassata,come si vedrà, nella prosa d'arte. D alle traduzioni vengono innum erevoli
neologismi:comealtripuristi(cfr.ad esempio FANFANI-ARLIA Lessico V11),anche ilROMANELLILingua e dialetto 190-91,comprese quale fonte diinnovazionifossero le traduzionie dette un elenco,con intenti puristici,qdi queste m eraviglie...ecose m irabiliA presentiin
alcune (T.CARLVLE,Glieroi,trad.diMaria PEzzk PASCOLATO,Firenze 1889;W .JAMES,Gllidedldella fJàoltrad.diG.C.FERRARI,
Torino 1903)epoiafermatesilargamente.Talierano ad esempio: Anonandràmoltolontano) h,tomvio,ambiguoperincerto,ff1erft7((tnon riesco a intendere cosa signiEchi questo termine)),44ciù che dà sensoA,campo #j'coscienza,Alt7. çl?7 cl 'ft 1 processo J.p. percdlsgpt?, iperls m-
(ISTAT ASC 61tav.72)eoltrelametà deibigliettidellaprosa(ivi tav.68)nel1959vennerovendutineisolicapoluoghidiprovincia,la cuipopolazione sûora il terzo della com plessiva popolazione italiana
(SvIMEz100 anni13).Iprincipalicentride1teatrodiprosaperogni singolaregioneelencatinell'ordinedeibigliettivenduti(cifrein migliaia)eranonel1958:Roma340,M ilano 307,Torino 140,Genova 119,Firenze 107,Verona 64,Trieste59,Bolzano 20,Bari8,Pesaro e U rbino 7,5, Perugia 3,8, Cagliari 1,9, Potenza 1,5. Per il teatro di prosa i 540.287 bigliettivenduti nel 1958 erano assorbitiper oltre il
53.Radio e televisione
90 y/ o daicapoluoghidi provincia e per oltre il40% da due sole città: Rom a e M ilano.A risultatianaloghisigiunge considerando il num ero dirappresentazioni:per esem pio in Piem onte su 132 rappresentazioniin dialetto 124 sitennero neicapoluoghie diqueste 114 nella sola Torino.In altre parole,ilgusto perilteatro dialettale attecchisce soprattutto dove più forte è il declino dei dialetti, sicché èdainterpretarecom eungusto riqessoenonim m ediato,un sintom o in più, nella com plessiva evoluzione delle condizioni linguistiche italiane,de1 distacco dai dialetti tradizionali. Per dati ulteriori v. app. 66.
53.Radio e televisione
anche nellezonegeografiche e nelle classisocialiapiù basso reddito, che sono anche le zone dipiù tenace persistenza deldialetto:da ciè l'im portanzadellaradiotelevisioneaifinidelladiffusione della lingua e,più generalm ente,della cultura là dove urbanesim o, scuola,stampa ancora lino alsecondo dopoguerra tardavano a farsentire iloro effetti. Tale im portanza è rilevante nonostante tuttii lim iti di conte-
nuto delle trasmissioni(dr.M AxxticclSpettatore 188 sgg.).Sulle percentualidiabbonatinelsecondodopoguerraISTATASC 61tav. 68,
79,WlussInformazione 63 sgg.(nelnumero degliabbonamentisi notano tra le regioni dipunta e quelle di m inim a diferenze m olto
forti,chesiriducono guardando alnumerodiricettori).Percentuali diricettori: LUZZATTO FEGIZ 11 z'o/lt? 839-58;ISTAT Vîta della>t)53.RAotö E TELEVISIONE
polazione16-18,tavv.4-6 (donde la tabellaseguente):
Senza dubbio, e non soltanto in riferimento all'ltalia, bisogna 4parlare di una rivoluzione sociale della radio e della televisione t i
PERCENTUALE DELLE FAMIGLIE CHE ASCOLTANO IN OGNI REGIONE
(GIANNINIEfettt 'della radiotelevisione332).La valutazione ditale
(fra parentesile cifre relative aicapoluoghi):
rivoluzione si presenta, quando si scenda ai particolari concreti, grandem ente problem atica anche e soprattutto là dove sono pifl progredite e ral nate le indagini di psicologia collettiva e sociologia
culturale,ancora rudimentaliin ltalia (MAxxtlcclRadiotelerisione 17sgg.);inoltreinltalia,aoscurarel'interpretazionedeifenomeni,si è aggiunto l'atteggiam ento ostile che una parte de1 ceto intellettuale ha ritenuto didover assumere neiconfrontideinuovim ezzidiinform azione, con alcune notevolissime eccezioni com e quella di Carlo
Antoni(cfr.le discussioniin 4(Tempo presenteb i,1958,nn.4-5,e M AxNucclRadio e teletisione;contro la superfcialità della polem ica
pregiudiziale cfr.anche BELLOTTO Teledi ffusione,con eccellente bibliografad'insieme).Primacheneitermini,spessopseudoscientiEci e nzitologici dell'fruom o-m assaA ecc., la diflksione delle trasm issioni radiotelevisive m erita forse una adeguata valutazione in termini più positivi, ossia in term ini econom ici:se la radio e la tv sono 44stru-
mento d'informazione tra i meglio accettià )(W EIss Informazione 50 sgg.)ciè dipendeanzituttoda1loro costobassissimo perilricettore,che m olto spesso,nella grande m aggioranza deicaqi,puö fruire
efruiscein Italiadiunaricezionegratuita(oltreil910// 0 deiricettori tv nel 1958 assistevano alle trasm issioni fuori della propria casa:
ISTATVitadellaltl /t/llm' t7zié'17):nessun altrotipodispettaeolo o di inform azione ha un costo cosl ridotto. Questo elemento economico ha consentito la larghissim a ricezione delle trasm issioniradiotelevisive
solo tv
solo radio
Lombardia . . . . . . . . . . Rom a e provincia . . . . . . Toscana,Umbria,Alto Lazio Emilia, Romagna, M arche . . . Tre Venezie . . . . . . . . . Piemonte, Val d'Aosta, Liguria media italiana . . . . . . . . Lazio meridionale, Campania . Sicilia . . . . . . . . . . Sardegna . . . . . . . . Abruzzi e lklolise . . . . . Puglia,Calabria, Basilicata .
9 (5,5) 5,3 (4,8) 13, 0 (t0,8) 10,7 (6,5) 10,0 (6,5) 7,7 (4,3) 8 (5,6) 7,2 (4,9) 3,5 (3.3) 8,5 (7,6) 8.1 (7,0) 3,4 (3,0)
24,1 (29,3) 35,6 (37y0) 19,4 (23,4) 22,1 (25,9) 25,2 (27,1) 30,5 (37,3) 26,5 (31,4) 25,4 (31,0) 31,8 (36,0) 23,4 (36,6) 26,2 (34,8) 29,1 (35,2)
radio e lr
totale
Lonabardia . . . . . . . . . . Ronaa e provincia . . . . . . Toscana,Umbria, Alto Lazio. . Emilia,Romagna,M arche . . . . T re Venezie . . . . . . . . . Piemonte,Val d'AostasLiguria media italiana . . . . . . . . Lazio meridionale, Campania . Sicilia . . . . . . . . . . Sardegna . . . . . . . . Abruzzi e Nlolise . . . . . Puglia, Calabria, Basilicata .
54,7 (57,6) 45,1 (45,4) 52,4 (54,5) 51,5 (57,2) 47,6 (55,2) 43,7 (47,2) 42,6 (47,4) 38,8 (43,2) 38.6 (30,3) 31,3 (38,1) 25,4 (33,5) 23,7 (31,0)
87,8 (92,4) 86,0 (87,2) 84,8 (88,7) 84,3 (89,6) 82,8 (88,8) 81,9 (88,8) 77,1 (84.4) 71,4 (79s0) 63,9 (69,6) 63,2 (83,9) 59,7 (75,3) 56,2 (69,2)
, p )
. , '
354
54.Giudt ' zisulforentino
Secondo ISTAT Vita della popolazione 17,su cento persone che ascoltanola radio 87,4 seguono giornale radio enotiziaridiinformazione,72,8 m usica leggera e operetta,52,4 cronache sportive, 45,9 com m edie m usicalie varietà,40,9 m usica operistica e sinfonica, 30,4 dram m i,21,3 cultura varia,2,0 altri. Sull'italiano radiotelevisivo,oltre illavoro d'insiem e di Ornella Flu cAsroRo M ARTINILingua eradio,cfr.FIORELLILN . X II81;M IGLIORINI Lingua contemporanea 28; CAMILLIRadio epronunzîa. Per datiulteriori v.app.66. 54.G luolzl SuL I'IORENTINO
Uùa prima sistemazione del dibattito intorno al forentino si ebbe con L.LuzzATTo,Pro e contro FJ' reazz.Saggio storico sulla>0lemica della lingua,Padova 1883.All'interno dello schieram ento floforentino,coincidentenèlla seconda m età dell'o ttocento con im anzoniani,già prim a della 5ne delsecolo risuonarono vocidim odera-
zione,comequelledelGiorginie de1Bonghi(vedisupra app.38); F.M ARTINIdette un quadro satirico delparlareforentineggiante di
taluni(peresempio diun provveditoreaglistudichelo richiamava
aldoverein questiterm ini:4Stiaalchiodo, non pretenda divenderm i gatta in sacco.Stia alchiodo,faccia ildoversuo,che è diosservare scrupolosam entk iprogram m im inisteriali:che altrim entile daranno
l'erbacassia,esaràpeggio perlei!*Confessioni1161-63)e,comeredattore del44Fanfullah /,cercö dicom battere ilm alvezzo dei4pleo-
nasmiforentinil h(Confessthni11 99-103,107).Delresto,ancheun ' fautore dell'uso vivo di Firenze com e norm a ideale del parlare in tuttaItalia,ilD eAm icis,siopposea chi4in rivaall'Arno aveva perduto la naturalezzadelparlare,e raccattato soltanto le scorieidiom a-
tichecheglistessitoscanicoltiributtano.(Idiomagentile86sgg.),e immaginandö dirivolgersiaun giovaneforentino scriveva Li6 55):
i
54.Giudizisuljorentino toride1 forentino si sono invece andate sem pre più inasprendo:fra
ledueguerremondialiG.PAPINIeL.BONELLI(cfr.FALQUILtbtgua egergo)convocaronoun convegnodiscrittoritoscani,concluso dalla seguente dichiarazione: 44Gli scrittoritoscani, pienam ente consapevoli di quegli elem enti della tradizione spirituale e artistica italiana che la T oscana rappresenta,riaflkrm ano,contro insoferenze e incom prensionim anifestatesinegli ultim i anni,che la toscanità non intesa soltanto com e form a linguistica,m a soprattutto com e peculiarità sostanziale dicarattere e divisione,puè e deve esercitare nelgran quadro della letteratura italiana,senza sottintesi di regionalism o intem pestivo, il suo antico e insorm ontabile uflicio *. Contro Bonelli e Papini insorse allora Ettore Rom agnoli,secondo il quale 4 6se c'è in Italia una città fatalm ente destinata a divenir la nuova fucina della lingua nazionale,questa è Rom a A.D elm edesim o parere furono G iu1io Bertoni e l'U golini che ne1 1939, quando si trattè di creare un tipo di pronuncia standard per la radio italiana, presero posizione a
favorediRoma,scrivendo(LN,I27):44Ciauguriamoche(conl'aiuto dellescuole e,in.particolare,deimaestrielementari)sidiflbnda in ltaliaefuorid'Italia(salvo,naturalmente,qualchevezzodialettale), la bella e calda pronunzia rom ana)à.In concreto,ilBertoniproponeva la creazione di un 4asse linguistico Rom a-Firenze h ), cioè poneva a norma dell'italiano standard tutte le concordanze rom ano-horentine, mentre,neiraricasididissidio nell'uso colto delle due città.lasciava nm pia libertà aiparlanti,pur propendendo per una soluzione rom ana. Su questifondam entifu im postato dalBertonie dall'u goliniilPron-
zxribdt 'pronunziaeortograja(1aed.Torino 1939,7a8d.ivi1949). Contro tale im postazione si batterono in teoria e di fatto anzitutto i decisi fautori delle pronunzie forentine,com e E. BlAxcul che nella
primaedizionedelsuo Comesidice comesià'crfgge(Firenze 1942) aveva posto accanto alle pronunzie Eorentine le rom ane, elim inate
invece nellasecondaedizione(ivi1948),o U.MARzlAxo (pseud.di Umberto ExRIA),Lapronunzia elagraja degliitaliani.lèssico #lW-
44Perinsegnarlalinpza aituoifratellidiItalia...deviguardartianche tu dai dialettism i-.., non devilasciartisfuggire m ai... voi tscerf,voi
m ante moierno,M ' ilkno 1948; m a si batté anche B. A/ IIGLIORINI che
JJc:14' ..-edichtho.-.e legganoperleggono...eildovetu vl uf?eilche
4ho cercato didim ostrare che l'avere im postato ancora una volta la questione soprabasecittadina,anzi,peggio,sopra un dilem m a tra due città,i tstato un errore,perché ha rinfocolato queisentim enticam panilistici che occorre invece sopire. Tanto più che non si tratta di
.
tu %)uoi. ?...; e m 'am metterai che a dire ignorante per maleducato si corre pericolo dicalunniare.deisapientoni...A.Colsem pre più netto prevalere di Napoli,( X ilano e Rom a nella vita pratica e intellettuale, m entre l'uso vivo di Firenze andava perdendo sem pre più ogni capacità difungereda modello linguistico esclusivo. lereazionideifau-
in Pronunziajorentinaopronunzia romana?(Firenze 1945)scriveva:
scegliere dla'pronunzia forentina con tutte le sue peculiarità (la /lzzsw ecc.)néquellaromanaconl'abbitoeilcuggino,masitrattasolo
J4 Gittdizisulhorentino diprendere norm a da quelle due città per le e e le o aperte o chiuse, per le s e le z,per iraflbrzam entiiniziali...D elrestop,proseguiva il M igliorini, 4persone nate a Firenze da genitori pure am bedue liorentini,dicono-//laogeapert aje...altre...dicono/rlzlfa(echiusaj;c'è...
chidicefôllaec'èchidiceJhlla.Emilio Peruzzi(f 4Lelingueestereb t X1,p.147)testimonia perFirenze ancheannéttere,frltw' o,grémboh y-
55.Dialettomania edialettofobia
357
9S).Sfoghicampanilistici delgenere,quando siano diligentemente circostanziatienon,cometaloraaccade,imprecisieaberranti(cfr.gli esem pidiquestidatida P.FIORELLI,Gorgia toscana egorgia beota,
in LN,XlV 57-58)non sono privid'unaloro utilità,in quanto atteso no ilregrèdire e ilprogredire dei diversi m odelli linguistici.
L'atteggiam ento del sligliorird, che per altro ha poi accentuato ie
suesimpatieEorentine(cfr.LN,XVI1l,1957,126rec.aE.QUAREsll uA,Pronunzia trentina epronunzia normale gcioè tosco-romanal
55. D IALETTOMANIA E IMALETTOFOBIA
.
della lingua italiana,in 4St.trentinidi s. storiche ) h, XX XV I, 1957.
pp.101-127),ha prevalso ne1gruppo ditLinguanostra#,larivista
Tenaciavversaridella 44m alerba dialettaleA, contro la quale esigevano che la scuola ingaggiasse una lotta senza quartiere,furono in
fiorentina che ilA' Iigliorinidirige,e ha contribuito a ridurre a episodi deltutto isolati sia le polem iche antitoscane,che non sono m ancate
genereimanzoniani(manon,comesièaccennato,ill klanzoni:cfr. SORRBNTO Dialetti7-9),come,ad esempio,P.M ASTRI,La ma'lerba
(cfr.P.S.RIVETTAg' Toddij,GiroJ'. &tz/fb incercadella buonalingua. M ilano 1941,specie p.254;E.M II-ANO,L'idioma d' Italia :note e J.p-
puntt ',Torino 1948),sialeavversioniantiromane ispirate alpregiudizio etnico e campanilistico flofiorentino.D i questo pregiudizio un
dialettale,in Su>er llerta.Note critiche diletteratura contemporanea, Bologna 1903,pp.303-326.ed il D E AMlcls,che nekk'ldioma gentile dedicè m olte pagine a com battere l'uso deidialetti.L'avversione per ildialetto,dom inatrice deiprogram m i scolastici italiani a parte una
esempio su 4LinguanostrahofreF.Focl ll(Credo che>/ zô bastare. LN,XVII98):LLChelacapitalesicompiaccia,daqualchelustroin
breve parentesi(v.App.48)trovö appoggio nelle istruzioniche il
qua, di atteggiarsi anche a capitale linguistica, è cosa arcinota. Lo dim ostra,fra l'altro, la disinvoltura con cui riesce a spingere avantiy quasi fosse una perla del bel parlare,un autentico errore disintassi ricavato dall'uso rom anesco e m eridionale... L 'errore dicuistiam o parlando è diventato una vera e propria regola,non solo tra funzia-
f(25 luglio 1938:Non occuparsideLkkAntologia deipoetimilanesiconze-/orzlat u'a curadiS.Pagani...) h;4422 settembre 1941:I quotidiani, iperiodicie le rivistenon devono più occuparsiin m odo assoluto del
nari(poco sottiliin fattodilinguaein gran partemeridionali),ma anche fra letteratidiprofessione,fra uom iniilcuinom e potrebbe do-
1943:N on occuparsidiproduzionidialettalie dialettiin Italia, sopravvivenze del passato che la dottrina m orale e politica del Fa-
manifartestoh /.11Fochi(cfr.ancheLN,XVIII58-59)haraccolto
scismotendedecisamenteasuperareA(FLORAStampa81-82).Spesso
am pia messe di questifferrorih consistentinell'uso dell'indicativo in dipendenza diverbi deltipo 4 fm ipare h ),43credo p ecc.:questi.errori sarebbero com m essida Silvio d'Am ico,dalla radio,da1cinem a,da
autoriteatralicome Diego FABBRI(La bugiarda,in f 411drammah n.236,p.27,col.2a)eperfno daun giornalistache,informailFochi,è nativo diFucvccltio,ed è corrispondente de1qCorrierv delkq
Serab idiMilano(I.MONTANELLI,44Corr.d.Serah à,15 marzo 1957). U n analogo infortunio è occorso algiornalista A.T odisco,piem on-
tese (e autore diarticolimordacicontro Roma),che,scrivendo un articoloperilquotidiano( 6Lastampaà h,hausatoladizione(normale nellavarietàromanadiitalianoenon solo inquesta)f'aviadelBabuino A,invece diqf' a via de1Babuino '),ed è stato perciö redarguito
da lettorisettentrionalidelquotidiano torinese (FoFIMeridionall
m inistero dell'educazione in periodo fascista im partiva alla stam pa:
dialetto h ); 42 settem bre 1942 : N on occuparsi del teatro vernacolo.
Questadisposizione hacaratteretassativo epermanente...h );44Giugno
cisiè oppostialla difusione di particolarielem entidialettali,specie m eridionali, nella lingua com une: cosl, anche in tem pi recenti, A .
SoFFlcl(Lingua in # (Gazz.de1Popolo%12 giugno 1941)lamentava ildiflbndersidiusim eridionalicom e assainelsenso di4fm olto h, affattonelsensodi44pernienteh ),ed ilM ONTALEtlcorr.d.SeraA1uglio 1959)halamentato f 4l'aggressionechela lingua italianasubisce da parte deidialetti...perpetrata da radio e TV (linguaitaliana in boccameridionale)A.L'usodeldialettoinoperedicarattereletterario è stato da ultim o condannato da E.FALQIJILingua egergo,che ha
scritto (pp.350-51):44Alla realtànuovadioggi,peressereespressa fedelm ente e com piutam ente,ildialetto non puè in alcun m odo bastare.Sipensialprogresso scientifco,all'indagine flosofica e psicologica, alla lotta politico-econom ica.11 dialetto è assolutam ente ina-
358
JJ.Dialettomania edialettofobiu
55. Dialettomania a dialettojhbia
datto e insulciente a quanto dinuovo e dicom plicato e didram m atico e disorprendente c'è,erisalta,nella realtàodierna#.Più cauto, m a
ignorare che cisirivolgeva a un am biente didialettofoni,con l'Ascoli
analogoerailparerediC.PAVESE(1lmestieredt'vivere,laed.,Torino 1953,p.372):ft11dialetto èsottostoria.Bisognainvececorrereilri-
Sanctis,che già in una conferenza tenuta a Palerm o nel1875 sulM eli
schio e scrivere in lingua, cioè entrare nella storia, cioè elaborare e scegliere un gl zsto, uno stile, tm a retorica,un pericolo. N4)ldialetto. non si sceglie, si è im m ediati, si parla d'istinto. In lingua si crea. Beninteso ildialetto usato con fniletterariè un modo difarstoria, è
una scelta,un gustoA;(p.266)L$Non certo che le grandiepoche gdella letteratura) scrivano in dialetto.Esse adoperano un volgare rialzandolo con ogni sorta di accorgim enti retorici, di form ule poetiche, in esse il passaggio dal dialetto alla lingua avviene in nom e della poesia che utilizzae rialza tuttala vivacità deldialetto.M entre quando esisteunalingualetterarianon sisentepiù ilbisogno diquesto rialzo,in quanto pare che questa lingua abbia dignità,e buona notte.ikla,insom m a,se ormaiè fatta è fatta.Orm aiildialetto è distinto dalla lingua:e non sipuè tornare indietro se non m ascherandosi
ed altri(percuicfr.MoxAclManualetti9-10)protestöancheilDe aveva afermato (NuoviJtwp'critici,ed.N.CORTESE,Napoli1933, p.358):LLParte diquesta potenzaLscil.poetica)sideve aldialetto. Com e D ante e Petrarca furono bene ispiratia lasciare illatino e a poetare in volgare,bene ispirato fu ilM eli.L'Arcadia trasportata nel
dialetto acquista una virtù nova...Questo sentite neldialetto,dove vi brilla innanzi e vi stupisce quello che nell'esausta parola italiana ha perduto ognisapore. E qualdialetto !dove è una m elodia che ti spetra e t'intenerisce,quando pure che i sentim enti non vi sieno teneri, una m elodia sino alla tenerezza, e punto m onotona o addormentatrice,com e una ninna nanna che degeneri in cantilena. Non te ne dà iltem po la velocità diquesto dialetto sveltissim o com 'è l'ingegno siculo,pieno di scorciatoie e diabbreviazioni,con trapassi rapidissim i, tutto parola propria e piena di senso...A. Cinque anni dopo,com e m inistro dell'istruzione,ilD e Sanctisapprovö leseguenti
dastrapaesani.11problemaèinventare(frequentativodiinrenire)una nuovavivacità(leopardianamente naturalezza)#.Diqui,perilPa-
qdisposizioniregolamentarihper le scuole tecniche (estensore dei
vese, l'im portanza dell'incontro con la letteratura nordam ericana, cioè con (Lilvolgare nordam ericano b iche gliappariva L4una creazione
IX-X e cfr.M oxAclM anualetti 11,no.1;1D.iviper la citazione):
linguistica afondo dialettale o perlo meno parlato#(PAVESEPoesie 127-28.e cfr.supra app.51). T estim onianze di sim patia, di attaccam ento al dialetto, inteso com e realtà linguistica ricca divivacità e vitalità,fresca,popolare,a un tem po aristocratica e plebea ecc., circolano nella cultura italiana sin dall'ottocento. In parte esse si connettono alla reazione contro quanto diastratto e libresco viera nelprogram m a diuniEcazione linguistica deim anzoniani,in parte riflettono ilgusto rom antico per ciè
cheera(osiritenevachefosse)popolareetradizionale(SORRENTODia/:/5 4sgg.).Controimanzonianiscriveval'Ascot-l(Proemio,ed.con prefazione diF.D'0vû)10 e note diA. CAMILLI, Città di Castello
program m i fu perè L. M orandi: T RABALZA Dal dt. aletto alla lingua f (poiché nelluogo ove risiede lascuola siparlaun dialetto,più o m eno disform e dalla lingua,sibadia farrilevare in che principalm ente consista questa disform ità;non per m ettere in dispregio il dialetto, m a per far tesoro diquel fondo,pil h o m eno ricco m a sem pre prezioso, che esso ha com une con la buona lingua...A.A1confronto tra lingua e dialetto dovevano servire idizionaridialettali,periqualiil6 m arza 1890,auspiceilM orandi,P.Boselli,m inistro dell'istruzionw bandlun concorso che4fdiede risultatim ediocrià h,m aconsentltuttavia aim em -
bridellacommissionegiudicatrice(G.1.Ascoli,presidente;membri: R. Bonghi, V. Crescini, M . K erbaker, L . M orandi, F. d'Ovidio,
F.L.Pullé,C.Salvioni;C.deLollisrelatore)diporreunfrenoalla lottaindiscriminatacontro idialetti.Questi,tuttavia,regredivanoine-
1914,pp.43-44):4Ciparlano delgran dannochesiailmantenere i nostrifkliuoliquasibilingui,lasciandoforocioèildialettomaterno,e
sorabilm ente,e non m ancava chiriteneva che l'unico atteggiam ento possibile dinanzi al fenom eno fosse non la lotta né Ia difesa, m a il
costringendoli a studiare, al m odo che sifa un idiom a straniero, la lingua che sidice nostra...com e se la scienzae l'esperienza non di-
rimpianto:cosi,secondo C. Dossl (( 4La Riforma#,giugno 1886, ree.aunatraduzionedell'sAlefffcindialettopiemontese),f slatendel ua
mostrassero in cento maniere che è anziuna condizione privilegiatk
nell'ordinedell'intelligenzaquestadeifkliuolibilîngui...#.Controuna politica scolastica volta a ( 4m ettere in dispregio il dialetto h e contro la prassiefettivadellescuolein cuisiinsegnavalalinguaGngendo di
verso una lingua universale è un fatto che ci arreca anche dolore. Cancellansi i dialetti,sem enzaio di ogni frase emcace e spontanea. intermediarifedelideinostriintim iafettie deinostritradizionalicoxs tum i. U na lingua più va perdendo paese e pifl deve, per adattarsi
360
JJ. Dialettomania edialettgfobia
alle m olte e diverse generazionidigente, lim itare il suo vocabolario alle espressioni digenerale intelligenza, abbandonare quindia poco a poco le pittoresche parole succo diim m agini che spesso non sono com prese fuori del luogo di loro origine; cosicché mentre la lingua diventa piana, ilche è bene,diventa apche m onotona ilche è , m aleh' ,per analoghe considerazioni anche di studiosi cfr., pcr tutti,
BERTONIProjlostonko32-35.PiùvolteneidecennisuccessiviidiaIettivennero difesi:in nom e delle tradizionilocali e deldecentram ento culturale,su una linea non diflbrm edalliberalism o linguistico delCroce (v.app.41),ne invocarono la tutela G. Cltocloxl, Le regionie la cultura nazionale, Catania 1914,passim,M ONACIM anualettilw. çw' v;,1D.Ancora #tv'dialettiedella lingua. Lettera a P. Villari NA 227, 16 ottobre 1909, p. 610,G .LOMBAROO RAolcE Lezthni di , , didattt ka ericordidiesperienza magistrale, Palerm o 1913,p.173 sgg 1o. 11dialetto nella scuola, in A ccanto aimaestri Torino 1925,pp.551. , , 60,T RABALZA Daldialettoalla lingua VIIsgg., 1D.Lo studio deidia/://J' , in Ernesto M onaci. Z'vt lfat),ilmaestro,iljlologo,Roma 1920. pp.97-102;altrihanno continuato a sottolineare, con anim o tardorom antico, tinteggiato, specialm ente nelsecondo dopoguerra, di populism o e progressivism o a buon m ercato, la tyspontaneità ' )del diaIetto,la sua ffconcretezza#h, contrapponendo tante virtù alla piattezza
sciattezza de1 linguaggio 4 (borgheseib(vedi infra e soprattutto app.57),inp'erfettoaccordo,nellostabiliretalecontrapposizione, con le vecchie classipadronalicampagnol eapertamenteantiunitarie(vedi cap.lIIno.16)o,comunque,diformazioneespiritopreunitari. Per -
individuare il flone rom anticopopulistico nelle discussioni sui diaIettisi posseno ricordare: G . PAscot.l in OJETTILètterah'199-201:
lfQuanto alvocabolario diGabriele gd'Annunziojio tidirè che lo credo ottim o;solo vorreivedervivifcato quelsuo carattere aulico da
qualche buona infusione ttidialetto...La campagna è stata troppo tem po descritta convenzionalm ente sopra un tipo fatto ;per-troppo tem po gliuccellisono statisem pre rondinied usignoli, e per troppo tem po ifiorideim azzolinisono statirosee mhle... Un po'dibotanica e di zoologia non farebbe m ale. 11prim o è stato G abriele, il quale perè m olte volteusa denom inare leerbee le piantecol nom e latino italianizzato,m entre abbiam o deinom iitalianim eravigliosie poeticissim i.M a anche ltli, anche1ui!O -non m ièandatoafarnidifcare,non so più dove,g1i usignoli sui cipressi?p; G . PASCARELLA in OJETTI
op- cit. 243-44: f (La lingua parlata dal popolo romanesco... gha) una grande superiorità su quella italiané. Essa è pifl propria perché
55.Dialettomania e (fft zlcfftlfo&l 't l
k più concreta...e ogni parola dà im m ediatanzente l'idea della cosa
da essafkurata);alcuniintezwentiai#(congressisuidiaiettih )chela 4Fam iglia m eneghina#,costituitasinel 1924 col6ne di prom uovere la conoscenzadeidialettiede1folklorelocale, prese a organizzare dal
1925 (cfr.SORRENTO Dialetti15 sgg.:come tipico intervento contrario alla difusionv dcll'italiano parlato e favorevole alla conservazione deidialettifin nelle scuole cfr. T ERRACINIcit.all'app. 57;una posizione m olto più m oderata era quella, ad esem pio,de1Solm Ex' ro op.cff.; nell'r fAlmanacco della famiglia meneghinap, M ilano 1940,
apparveE.SloLlI,EGNANI,Glif#r' oz?7r 'regionalinella linguaitaliana); le interviste,le apologie ecc. di C.E. GADDA,E . M ONTALE,A .M o-
RAVIA(pseudon.diA.PINCHERLE),P.P.PAsot-lxlealtripubblicate nel1959 su rivisteletterariecome4f11menaböl h(l,1959)o46Nuovi argomentitb(nn.38-39),su1settimanale a grande tiratura 4L'F.uropeoh,30 agosto e 6 settem bre 1959, suiquotidiani q11Paeseàh, 25 ottobre1959,e44Corr.d.Serah ), 31luglio 19. 59.Quest'ultimadisputa, per la notorietà deipartecipanti, assunse peralcunim esile dim ensioni diun fenom eno di massa. ln larga m isura, le dichiarazioni rilasciate alla stam pa dagli autori ricordati non possono essere giudicate col m etro della coerenza concettuale e della veridicità storica e descrittiva:con un m etro de1genere esse rischiano diapparire deinonsensi
(ACos'è che esiste algiorno d'oggi?Assolutamente nulla.Non c'è più nulla di nulla: a com inciare da1 lessico, da1vocabolari o...A), delle contraddizionialquanto ermetiche (palesemente contraddittorio è condannare da un canto la L ,aggressione alla lingua italianah perpetuata dalla televisione che porrebbe la Llingua italiana in bocca m eridi pnale h,e d'altro lato lodare le possibilità di un 44controcanto dialettale chesiinsinuiinafferrabilm ente nelpentagram ma dellam u-
sicaverbale scrittah )).In realtà,quelle dichiarazioni,anche quando non sipresentino apertam ente nella form a della confessione ed efl' u-
sionesoggettiva (in questa forma,con giusto intuito,C.E.GADDA,
ad esem pio,ha scritto diaver f 4sublto ilfascino delrom anesco ne1suo m om ento sorgivo inventivo,in quanto a me non rom ano anche lafrase consacrata in un determ inato senso appariva ne1suo sorgere crl 'gina-
rio...A),anchequando impropriamente assumano la formade1giudizio critico obiettivo o della descrizione difatti, quelle dichiarazioni vanno invececonsideratecom e qpoesia chesiva facendo h /, e apprezzate nella m isura in cuigiovano alfarsidinuove creazioniartistiche. Da un punto divista storico e concettuale, in quelle dichiarazioniun solo dato m erita rilievo, e cioè che la polem ica pro o contro l'uso
W
362
56 Esotismie neologistni: retzaibaf e consensi b().A'Jof/zêll'e neologismi: reazioni e consensi
%
del dialetto si è trasform ata in una polem ica pro o contro l'uso del
363
MANFRONI,Dizionario divociimpure,1883;R.PEzzot-l,11barbari-
romanesco econtrotaluneparticolaritàlessicali(e foniche,ne1caso delcinemaedellatelevisione)romaned'usoedioriginemeridionale:
smo in Italia, N apoli 1886. I decennisuccessivifurono m eno fertili
ciè conferm a che sem pre più cisiavvia in Italia, alm eno nellegrandi città e nella coscienza deicetipiù colti, verso una situazione linguistica in cuidifronte all'italiano com une sta,.com edom inante varietà popolare unharia, il (dialetto t brom anesco, orm ai tendenzialm ente coincidente con la varietà regionale rom ana di italiano.
dominio,M ilano 1933,2aed.1943;U.SltvAGxl,Vitupèro dell'idioma,
56. ESOTISMI F NEOLOGISMI: REAZIONI E CONSENSI
Come siè detto (app.12-15),l'esterofobia nelle sue forme più esasperate non ebbe m olta fortuna in Italia nelcorso dell'ottocento' , con l'unità,irapportitra l'Italia e l'Europa siandarono facendo sem pre più stretti,sicché non poche son.o state le innovazionilinguistiche variam ente connessea form e efunzionidialtre lingue. I pur ridotti spiriti esterofobi e puristiei ebbero dunque dal tardo Ottocento un vasto cam po difattisu cuiappuntare le loro proteste:naturalm ente, poiché ilrieonoscim ento diun calco sintattico e sem antico, o l'identifcazione diuna tendenza a trasform are le norm e distribuzionali dei fonem i,richiedono ilpossesso d'una qualche preparazione specialistica,le protesteesterofobe sisono rivolte soprattutto contro glielementilessicalistranieridiFusisiin Italiaocontroilorosom mariadattam enti,essendo g1i unie glialtri, esotismiintegralied adattam enti, facilm ente riconoscibili, e non verso i calchi sintattici o sem antici. Insiem econ gliesotism ie gliadattam enti, le condanne sisana appuntate anche contro ineologism icolpevolialtresl dialterare la purezza della lingua.N acquero cosl, sull ascia delDizionariodebfrancesismi e deglialtrivocabolie modinuovi'eguastt't ' ntrodottinella nostra lingua italiana,conlevocielefrasi.pur:chea quellirù.pcwfftwa,compilatonello
studiodiBasilioPuorl,Napoli1845(cfr.L.RoslEt-t-o,11(4Dizionario de' FrancesismiA di B . Puoti, LN,XlX 110-18),altridi zionaridi 4voci im pureïi: F. UGOLINI, Vocabolario diparole e modierratiche
sono comunementein uso,Firenze 1858 (2aed.1861 (ristampe non autorizzateaPalermoeNapolij,4*ed.1881);P.FANFANI,C.ARLIA, Lesst wco dell'injma e corrotta italianità,Milano 1877 (2a ed.1881, 3*1890);L.Roolxô,Repertorioperlalt hguaitalianacompilatosopra le opere de'pak/forl'jlologi,Napoli1866;C.ALLonlo,1princi pali francesismida evitarsinella Iingtta parlata e scrittasTorino 1879;
dioperedelgenere,chesolamente dopo il1930 (esidiràfrapoco perché)riapparvero con unacertafrequenza (P.MONELLI,Barbaro Milano 1938;A.JAcoxo,Dizionario #fesotismi,Figenze 1939).Un postoapartespettaalDizionariomodernodiA.PAxzlxl(1aed.1905, 7a1935),passato daintentipuristico-nazionalisticiall'intentodidare una panoram ica com piuta dineologism ie esotism iin cui, più che gli esotism io ineologism iin sé,sicom battono glisnobism ipiflingenui
delleélitesborghesi(cfr.A.SCHIAFFINI,Lenoveedizionidiquestodizionario,in PAxzINIDM ,V-XVI); su questa medesima linea si colloca B. M IGLIORINI,Parole nuove, M ilano 1953. Poca fortuna ebbe inizialm ente ilpurism o negliorganidello stato. Una com m issione creata dopo l'unità dal m inistero di grazia e giustizia colcom pito di rivedere e purifcare leggi,decretie nom enclatura uë ciale finlla sua operapoco gloriosam ente nelridicolo,allorché siseppe che ilsuo m em bro più autorevole, Pietro Fanfani,intendeva sostituire la parola kept 'con la locuzione tubino militare con pelo.E non m iglior credito ebbero nelprim o ventennio delnuovo secolo le proposte degliaccadem icidella Crusca,ancora intentialloro prover-
bialmente monumentale dizionario.Quanto poco successo riscuotessero icruscantianche nell'am biente Norentino risulta bene dalle continue satire che ne faceva nelle sue Pistole O mero Redi, un ragazzo liorentino.sotto le cui spoglie sicelava Erm enegildo Pistelli, che inviava periodicamente lettere al qG iornalino della D omenica)/: 4Ora tiprego diringraziareilbabbo diCarlino M azzonichem 'harisposto
quella letterachepubblicasti(eomelealtreqçpfstoleAanche questa è indirizzata a VAMSA, pseudonimo di L . BIIRTELLI, direttore del
44GiornalinohJperdireche ho ragionedeicomponimenti,maperè che sono petulanteperché miimpanco a discorrere dicerte cose che luidice che non ne so nulla com e sarebbe la crusca e ilM aram eo
garamaicoj.Tu g1idiraianomemio grazielo stesso...SolamentegIi diraiche quanto a quell'idea che io vada a fare una visita alla crusca, l'ha fatta bassa e non ci vado, perché vedere com e fanno a fare il gasse elaltlce elettrica elepastedelGillio lacioccolatadelTorricelli m ipiacerebbe anche a m e,m a vedere deiprofessorivecchiche fanno
unvocabolarioconlapapalinaequandoarrivanoinfondogseciarrivassero!Nota diE.P.)ricominciano sempreda capo,chivuoiche abbia di quelle voglie?...A dirtila verità questa non m e l'aspettavo
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56. Esotismi e neologismi: reazionie consensi
56. Esotismi e heologismi:reazionie consensi
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dal babbo delCarlino che quando scrive pigliasse tanto sul serio la
contro gliesotism iin T .G IGLI,rec.a P.M ONELLI,Barbarodominio,
crusca' h(O.R.,Lepistoled'Omero,cit.,pp.35-36).Dell'amenitàdelle
Milano 1933,in ID 9,1933,pp.251-61),masolo verso il1935,con
proposte puristiche si valse il D e Lollis nella polem ica che doveva condurre,vittoriosam ente, per ottenere la soppressione o la radicale trasform azione della vecchia Accadem iq forentina:valga ad esem pio la proposta dell'accadem ico T ortoliche voleva sostituire réclame con
contro gliesotismigiunse alsuoculmine.Undecreto legge(18 gennaio 1939)comminèpenesevereailocalipubblicicheavesseronomi
richiamo,cioè,spiegava.4con fkurainsépiù naturaleedipiù evi-
marecircolaridiquestotipo(n.319):(4Laparolaseduta,che non è
dente ragione,tolta dal linguaggio dell'aucupio ) h. oppure con schia-
mazzo,ossiaf4purconvocabolodell'aucupioh )(DELot-t-lsCrusca48). M a, proprio quando G . G entile, m inistro dell'istruzione nel prim o gabinetto fascista,accogliendo le ragionide1D e Lollisdecise la soppressione della vecchia Accademia fiorentina,proprio quando cioè il purism o sem brava averperduto ognipossibilità disussistere,g1ieventi politici richiam arono in vita la polem ica contro gli esotism i e la portarono a una estensione e violenza sconosciuta in Italia.La generale ispirazione nazionalistica del movimento fascista fece sf che il vecchio purismo esterofobo,ridotto agliestrem im a ancora sopravvi-
vente (Per la lingua d'Italt' a un vecchio accademico dalla Crusca,di 1.51sl-LuxGo,apparveaFirenzenel1923),trovasseunalleatopotente. 11capo de1movimento fascista,B.M ussolini, non fu uno scrupoloso
purista:la sostituzione de1tradizionalefoggiare con ilfrancesismo. forgiare,la defnitiva divulgazione de1nesko già presentein M anzoni e Collodi,ma anch'esso a lungo condannato come francesismo (R. FORNACIARI. Gramm. della lingua italiana, Firenze 1936, pp. 194-
95;TltsvEsEmphasis218-19),èquestoche(4f2 l'aratro chetraccia il solco ecc.M,sono in Iargamisuraconseguenzede1suo esempio,ricevutopermillecanalidabuonapartedegliitaliani(FALCHI Cesari 10,FI-ORAStampa 5);tuttaviaconsentlcheirappresentantiuëciali
l'inasprirsi delle relazioni diplom atiche ainternazionali, la cam pagna
non italiani;il Com itato Olim pico N azionale Italiano poteva diz'adistilefascista,èstata datem po sostituita con quella più propria di
riunioneo rapporto.Quanto sopra ricordino le Federazioniancheagli organidipendenti,e controllino che la vecchia dizione non abbia più
a fkurare neiverbalio comunicatialla stampaA.L'Accademia dei Lincei, allora Accadem ia d'Italia,nom inè una com m issione, presie-
duta dalFormichi,colcompito diesaminare isingoliesoiismie di proporne l'accettazione,l'adattam ento o la sostituzione. Alcuni eso-
tismisuperarono laprova:fu cosldecretato chesipotessediresport,
zezlag,ciac,A' céc.Altrifuronoinvececondannati:Afestivaloccorreva sostituirefestlvale,a parquetparchetto,agin gineprella,a cognato brandy rtzftz/:,acocktailarlecchino.Lepropostedisostituzione,oltre
.
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che dagliaccadem icid'ltalia,provenivano da pubblicistie linguisti. 'Rubri che speciali per la caccia all'esotism o furono allora istituite da .quot idiani,com e ad esempio la 4G azzettadelpopolo h )diTorino?da
' riviste settimanali,come 4Tempoh(la cuirelativa rubrica sichiamava44AutarchiadellalinguaM e da riviste mensiliespecializzate, com e la forentina L àLingua nostra8h,che registrava regolarm ente tutti idecretie leproposte contro gliesotism i.T ra icontributideglistu.di osipiù qualifcatisipossono ricordarequellidelglottologo G .ALEs.
slo,Risaliamoallefonti,4 (Le lingueestereh,maggio 1941,che proponeva di sostituire kiimmelcon comino e bar con barra,e quelli di B. M igliorini,che propose alcune sostituzioni destinate al successo
delregim e avviassero la cam pagnacontrog1iesotism i. L'aprirla spettö alla 4N uova antologia A:il 16 agosto 1926 ilm em bro de1partito fascista Tom m aso T ittoni pubblicava in quella rivista l'articolo La 1./ esadellalinguaitaliana(NA 326,p.377sgg.)incui,dopoaverdeprecato l'uso dl-forgi are(propriolaparolamussoliniana),messaapunto,
v
ruoloecc.proponevaai4camerati)(masivedràfrabrevecheanche questo eraun francesismo):44qualcuno facciailgiro delle redazioni
q
dei giornalie scacci questisfregiatoridella lingua italiana. Potrebbe ordinare ciö ilD uce A.A questo e ad altriarticolidella j qNuova anto-
logia) (Per la dt fesa della lingua italiana,328,1 novembre 1926, p. 118 sgg.;FuoriC 'barbari/,326, 1 marzo 1928, p.132sgg. )seguirono altre voci(buona cronistoria dell'avvio della polemicafascista
tad esempi o,autista in luogo dichauffeur),maproposeo caldeggi6 altre sostituzioninon accettate,come direttoriale per editoriale(già usatoda(4Criticafascista>del15 novembre 1934),arlecchinopercoeilwïl. fprop-tafattaanchedaR.BACC- LLI:1,N,-lV 45-46).A ti-
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tolo d'esem pio, possono ram m entarsi le proposte del D 'Annunzio,
chevolevasostituirecognacconarzente(cfr.P.S.PASQIJALI LN,11 134),A.JAcoxo,Dizionart' odiesottsmi,cit.,cheintendevasostituire copboy con buttero,cocktailcon zozza o misce,gzw/' ercon cialdino, kiimmelcon cimino(non comino),boomerang con bomerango (LN,IV 45).Dibattitiiqfocatisiaccesero intorno alproblemadella sostitu-
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zione dibar,icuisurrogatinazionalidovevano essere asecondadelle
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56. Esotisnlie ?gctp/twibrz?f.'reazioni e consensi
opinioni bettolino, quisibeve, taberna potoria,ber, barro,:tzrrtz, bara
(sic), mescita,liquoreria,/tzgleratz(LN,11 111),coslcome intorno alla sostituzione diouverture:le autorità uë cialiproposero di sostituire questo vocabolo con un adattam ento italianizzante già apparso ne1Settecento,cioè overtura;contro sischierarono 411M essaggero )
del3agosto'39eP.MoxllLLl(ffCorr.d.Sera*19agosto ,39);il29 agosto G .Bertoni,sul44Giornale d'ltaliah )difese il surrogato;due giornidopo ilM onellireplicö sulfCorriereA;il3 settem bre Bertoni rispose ancora su1 4Giornale d'Italia);il 12 ottobre B. A/ligliorini intervenne con un articolo neiç sD irittidella scuola A, diecigiornidopo 4411M eridiano )aprlun dibattito al quale parteciparono DiM arzio, Bertoni, Casella: la rivista forentina 4Lingua nostra ) lo riassunse e concluse,nell'ultim o fascicolo de11939, con tre articoli di
G.BERTONI(LN,I166-67),F.TORREFRANCA (167-70),B.A' llcLloRlxl(170).L'ampiezza della disputa,svoltasinellesettimanein cui scoppiava la seconda guerra m ondiale, basta a dire quanto il problem a degliesotism ioccupasse giornalistie glottologiitalianidell'epoca.L 'esterofobia sispinse tanto avantiche sull'organo ufliciale dello stesso partito fascista,4411Popolo d'ltalia A, un esponente de1partito, E.Bodrero,condannè com e esotism ifrancesinon soltanto locuzioni
come Camera JZ,i deputati e progetto dilegge,ma perfno camerata, una parola cheda1senso di4 3com m ilitone) hsiera spostata alsignif-
cato,ripastole,di4appartenentealpartitofascistah )(LN,180).La guerra e le m utate opinionipolitiche dibuona parte deipartecipanti a quei dibattiti, hanno successivamente indebolito di m olto le proteste contro gliesotism iyridotte orm aia episodiisolati;sipuö ricordare ad esem pio quanto scriveva F. Focul,-1 verbi l'a -izzare, LN , X IV 84-89,ap.89:44Vorrem m oeoncluderelasciandoil
56.Esotismt'c î'eologismi: reazioni e consensi
nell'accoglim ento divocaboli esotici;sipigliano a sacchi,senza cautela,senza nemm eno tentare didarloro veste e suono italiano.L'idioma siim pingua,silardella diespressionisoprattutto inglesidiAm erica,checonservano intattala grafa,anche se ilpiù delle volte sono pronunciate alla carlona.E non solo diquelle che indicano cose nut)ve,m a anche divocaboli che hanno un esatto corrispettivo da noi... Persino vocaboliche parevano eternida noisono in pericolo.In una canzone nuovissim abacio è sostituito dallo spagnolo besohh.All'accusa, ilM onellifa seguire la debita docum entazione diprova,costituita dai
versiseguenti:44nonsapevodisognare/d'impazzirenelbaciarti:/tu mihaisteso /con un beso /con un besod'amor) h. N on sono m ancate,accanto a tante proteste e polemiche contro i neologism i e gli esotism i,alcune esplicite prese di posizione contro l'esterofobia linguistica e ilm isoneism o. A parte le già ram m entate
opinionidelLeopardiedelManzoni(app.14e 15),negliannidell'unificazione P.VIANI,DizionariosdiA?. dlt? w'francesismiedipretese zwzv'e forme erroneedella lingua c' /tz/c' zzzztz,2 voll.Firenze 1858-1860, cercè difrenare la polem ica indiscrim inata contro ogni vocabolo non
tradizionale,discutendo soprattutto lecondannedell'ugolini(supraj e lo stesso atteggiam ento m oderato assunse anche G . Rlctl' rlxl, 1 pzw/t/ p àraf buoni e c/lsrC '.pfl kfrequentinellbuso odierno,Roma 1886.
G.PAscoLl,su1finire de1secolo,dichiarava(OJETTILetterati199)2 4 ,Lo stilediGabriele(D'Annunzio)è'ottimoe,comestilenarrativo, nuovo e italianissimo, non (come alcunimilanesiche non sanno scriverevorrebbero dire)foggiatosullo stilefrancese.De1resto,non com prendo questo continuo spavento de1 contagio francese; m a le due lingue sono cosisim iliche certiscam bidevono fatalm ente avvenire,anziè bene che avvengano...h;le stesse opinionisostenne vigorosamente C.I)yrLol-l-ls Crusca 48 epassim.
Ne1 1941 (e la data va sottolineata)A.A' IENARINI,. ?1 proposito #,'barbarista,LN IlI 113-18,scriveva:4Tuttiipopoliconeorrono
all'evoluzione generale,e coiloro contributt.le loro idee,le loro imprese,viaggiano talvolta le denom inazioni;se qualche voce straniera piace e colm a una lacuna esettiva, ebbene l'accetti sem plicem ente ed onestam ente la nostra critica, com e l'ha già accettata il nostro
pubblico...Parolecomebare//vlnoncisonostateimposte,edhanno raggiunto tanta popolarità unicam ente per opera nostra; insorgendo rabbiosam ente contro di esse solo perché straniere o perché ci provengono da Paese ora nem ico, non paleserem m o certo la coscienza della nostra superiorità... D opo quelle inglesi, uguale trattam ento
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56.Esotismi e neologisml.:reazionie consensi
avrebbero dovuto richiedere,per g1i stessim otivi, le voci greche; m a chiunque sappia in quale m isura e grado essefguranonell'it liano,com prende com e una sim ile im presa ao che fosse rea, am m ess lizzabile praticam ente, non renderebbe un buon servigio alla nostra lingua,che pur deve parte della sua duttilità, de1 suo colore della , sua espressività e specialmente della sua ricchezza, a m ateriale d'im portazione*.F.PoLfTl,/1proposito JI 'neologismiLN , X IV 114-117, difendendo contro E. Trevesunaseri edineologismi(accredito,allarz?2l'lftz, bocciare, constatare, estraniarsi,ertiro,fantomatico,favoritismo,jlacone,fondo#J'cassa,intermediart h,,14,/f1 *ca. ornamentazione, / pacchiano,particolartw smo,scemenza, spettacolare,superdiva,trattatina,
vertenzajofl' re uno deirariesempidimotivazione dottrinale del-
l'accettazione di singoli neologism i, accettazione che di norm a è avvenuta pervia irriiessa e non esige, nella comune coscienza, ciali giustiicazioni erudite. 11com pito direperire taligiustiEcazsipe oni e più in genere di discutere riiessam ente i problem iche si pon gono a m ano a m ano nelcorso dello sviluppo linguistico dovrebbe essere sistematicamentesoddisfattodalla4fglottotecnicaA(cfr. B.M IGLJORINI LN 11 1 sgg.,IV 16-21;sulle inclinazioni4 (neopuristicheAdelM igliorini cfr. NI.Puppo, OrientamentidiIingua e letteratura T orino ,
1952,pp.75-86).Una aperta difesadegliesotismièstatacompiuta
daG.PlovExE,Lecitoegiustol'usodelleparolestraniere, f4La stam pa#
22ottobre1960(inrispostaalMonelli):44L'usodelleparolestraniere...
puè derivare dalla pigrizia o dalla sciatteria, m a nei casi m igliori è conseguenza d'una m aggiore sensibilità Nlologica. Siavverte sem pre pifl che m olte volte la parola straniera e quella italiana con cui si potrebbe paragonarla non com baciano perfettam ente... Nessuna parola italiana traduce bene ,exy, che sottintende un retroscena scientifco o pseudoscientifico, industriale, pubblicitario, il sesso come problem atica, lo studio sui mercati... 11 nostro neologismo, poi,o la parolagià esistente ripescata per l'occasione, possono diventare validi,m a corrispondono dirado con esattezza alla parola straniera che dovrebbero x-ceiar via... Per-oempio,spoglitwqll rola .o,. pa allegra,ha uno sfondo diverso dastrip-tease. parola fredda,che presuppone un tecnicism o erotico... Insom m a, l'uso diparole straniere è uno deitantim ezziper ottenere quegliefettidiscorcio, concretezza, secchezza, rapidità nervosa, che sono i pregi di una prosa m oderna.N on vedo in nom e diquale feticcio linguistico vidovrei rinunciare h ).
57. Le rtzrfel: regionali di italiano
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57.LE #ARIE' IA REGIONAI-I DIITALIANO
Già nella seconda metà delSettecento F.M .ZAxonvz,Dellkarte
Aoefftw ragionamenticinque(1oed.Bologna 1768),ed.a cura di' A. G ELLI,P.FANFANI,Firenze 1859,p.162,scriveva deiborghesidel suo tem po:44Lasciando le form e.e le m aniere più proprie e particolaridella loro provincia,ritengon quelle sole che son più com uni, e che sperano dover essere più facilmente intese;e term inando le vocia guisa che le term inano itoscani,s'avvisano a quel m odo di parlar bene e anche,se a Dio piace,toscanam ente. Cosiform ansi una lorlingua,la qualnon parlasicomunem ente in niuna provincia, nè altro voglion per essa che farsi intendere...h. 11giudizio su questitentatividistaccarsidaldialetto esuirisultatidiquestitentativi,cioè sulle varietà regionali,era molto duro: 4chifa sforzo fuordiFirenzediparlartoscano,comeogniuom dabbene dovrebbe fare..., viene considerato daipiù un afettato, un
tuttesalle, uno sputacuiussiA, scriveva il Baretti(La scelta #:/1e letterefamillari335L),cheperè,innomediunastoricamenteimpossibile ad/sione alla norma colta toscana,siassocia -va algiudizio corrente neltrattar m olto duram ente chicercava didiscostarsidaldialetto e diapprossimargi all'idioma comune:4V'è egli forse ignoto che la lingua toscana...non è lingua che più esista in voce...? In ciascunaterranostra.dallaN ovalesaappièdell'Alpigiù sino aReggio diCalabria,v'ha un dialetto particolare,dicuiognirispettivo abitapte,siagrande.sia piccolo,sia nobile,sia'plebeo,sia dotto,non lo sia,fa costantem ente uso ne1suo quotidiano conversare slnella propria fam iglia che fuori.E quando accade che qualcuno voglia pure appartarsidaglialtrifavellando,a quale spediente s'ha egliricorso? Ahim è,ch'eglitoscaneggia quelsuo dialetto alla grossa,alla grosga bene!E non s'avendo fregata dibuonora la m em oria colla studiata lettura de'nostribuoni scrittori,viene a form are una lingua arbitraria,perché senza prototipo:una Iingua tanto ' impura e diflbrme e biglacca,slnelle vocislnelle frasi,slnella pronuncia,che fa pur d'uopo,sentendola,ciascun siraccapricci...se possiede...fguato di lingua'...Signor Niccolö m io,andiancene,per esem pio,a Rom a
(chévoglio purcominciaredaqueltrasandato caputmundije por-
giam o l'orecchio,peresem pio,a quegliarcadiquando se lacinguettano insiem e in quelloro ridicolo Parrasio...Che belparlarel...La linguacciaccia usata da que'cialtroni...non consiste se non in quel
J7.Le rfzrïefti'yeaionali di italiano
loro brutto rom anesco sen za po1?a e senza Iom bi s qua distranisanzesism i chfazzat f ' Pruzzato qui e
eParlatoquindiorecftato coll9*e9U2dibestialibarbarismf
yj Strascicatas)adag o econ j e vx ajj tanto jargjjey jmjja vo/ S nguescente da dis' d una grazfa df 0ronuncfa s) m ollem ente j ra aryyr jtj m etjtsjyyjr gyjgrty m am nonne deglï ebrei livornesi... A bbandoniam o Rom a em e e yyjox visltare ad una ad una tutte l'altre nostre eittà ri andfancene fbliT1O#nuna d'esseanche isfgnoripiI'j cospîcuîp ncyal i- . ofzzo' h j (j più alto aflkre, anehe g1istessfletteratidipri , ajae e e am u jyj Ciascuno, ciascuno m a bYSS01a,ciascuno, , quando vuol parl are un po'm e
de1solito s'ha;come dissi îIsu
Ca'de1diavolo
orjspettlvotoscanloPicbezmcfl te
Vvizm tmto... di E se verun ' di jjj neggiantfpossa fn buona cosoci que scannatf gergacci m aI toscaenza porsi... a confronto della ling usata com unem ente daï sfïnori, dalle dame dailetterati anzi ua d aivalletti, daJ trecconfe da//e lavandaie di'p i j tjjtelo' j Pure . '''V ' :-O '-''Che vi passaste, com 'io# aicuniannfïn quell a m etroPcliêDiquestitentativiitalianizzanti e diqueste di eom prom esso, smnate da una 0 ',a--:-- - -stx'Mtture linguistiche entro cuisiinseriscono elem entil-es una generazione pîfltardiI.. * .y vo1. lx' a curadîc'Izol-lsxo s renze 19ss*&î'''' & '' *l* n*, . lalinguaitaliananon sia parlata neppure ' oggi,appare' c aro a ojys m abita e chiunque traversa quella penfsola. Ix perso negli altri paesi d'Europa sigiovano della lfngua nazïolas j u ja. sciano idialettialla plebe. or questo în Italfa è p r fvilegioysojo o chi,viaggfando nelleprovineie circonvicine com u igiova di un 1inyjyaygyo ,s m ne ta1quale tanto da farsiintendere e che?otrebbe chiZDMJ-Si ercantaeeitlnerarfo. sensiclaîunque dim' Si dipartisse appena da1 dfaletto dd su' orando xc112 St'z PF0Pria, o muni ci o'dRRCOIRtcrftbbe i1 popol opi ,e dopPiO rischio dinon farsi Jntendere da l. j jassytyuskjyomt dalbelm ondo peraflbtta z i o n e d i J e t t e r a t u r a , ) ( i ) p a s s o j jya ys pom sone educate... # in poi appare eon m i Dtîcorso storico .yv/ testo'r;/ a ' nsn)e varlant;, anche neI C* 1960' P* JJ7. , sull,ftasano'-jfitnerarjo ) y' xo altroveneglistessiggaggt', cît. p :j()j).jjco j; o is olrurm'2 zxcbe yjs jo ,al rul ta pe Cezione dei fenom eniIinguistici che eelie'bb. , zoni ilFoscolo 6ssù' I C 1'-P3ride1Leopardie del( u an, a c u n e c a r a t t e r f s t f c h e e c o l d f z f o n i d e l l ' 1e varietà regionali: I'origine m edio- o piccoloborghese df yyso du1 la sua necessità storica. distacco ditaluso dall qursjujsoy. della popolazfonepfflm,isil e t r adi zi oni erae,insiem e, del4fbeIm ondo #. dfalmyyayy uvversfOne ,j ...
ednaz que
Ji Oc' lc ;m . A;''JJ1i 1,: VitQitalianizzante
Jsoscot. o(s-aj; -, . ' * ;, . % ;e ' / ' /JO' 'i 'aPariare l''SJl:î 'Che lcC2YC2O
IC*&WCXO*d'ed.naz.vo1x nrenze
J7. Le varietà regionalidiitaliano
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che taluso suscita nel44belm ondo #. N ei prim i decenni dell'o ttocento, 2k. Afanzoni cosl descriveva l.a varietà m ilanese di italiano: il #parlar hnito #4fvoleva dire adoprar tutti ivocaboli italiani che sisapevano,o quellichesicredevanoitaliani, e alresto supplire com e si poteva, e, per lo più, s'intende,con vocaboli milanesi cercando , perë disclliva. r quelliche anc.he ai m ilanesisarebbero parsitroppo milanesi,e gliavrebbero fattiridere;e dare altutto insieme le desinenze della lingua italianaA(Opere f ' ae#ffe o rare, 5 voll., M ilano
1883,V,p.348).Aicaratteriindividuabiligiàattraverso leparole
dello Zanottie delFoscolo, un altro si aggiunge grazie all'osserva, zione de1M anzoni:la coesistenza nelle varietà regionalidell'attrazione verso il fondo dialettale, e della reazione ipercorrettistica al dialetto.ldentico l'orientam ento del44parlarcivilel hdiRo G ma,dicui . G.BELLI(Sonettiromaneschied.M oluxol,5voll.,CittàdiCastello
1889, 1,pp. 174-75) fece la satira rappresentandone l'imitazione
tentata da un servitork'. che cadeva in ognisorta diipercorrettism i
e pluxffcpermannaecc),eriportfalse'regressioniLgo'nbapergomma,' a n d o i p r e c e t t i d ' un a z i a a l l a n i p o t e s u flalinguatajanaA(I, 234). Con l'unifcazione,l'uso delle varietà f regionali siirrobustisp. ce .
diF e si onde,em inaccia idialettiv la tradizionaleimmobilitàdellalin c gua
omune:letestimonianzesimoltiplicano(siciteranno percièsolo le più signihcative),manelcontemposifanno sempremeno obiettive,
sem pre più impregnate dipolem ica contro la m edia e piccola borg%esia ritenuta,non de1tutto a torto, portatriceprincipale diqueste sistem azionilinguistiche dicom prom esso. 1877:la CORONEDI-BERTI Bolognese V,avverte che a Bologna esistevano ormai44due dialetti l'uno : parlato da'civili,l'altro dalvolgo. Quello de'primiè un dialetto snaturato e ridotto quasia un italiano bastardo;l'altro è il dialetto bolognese vero , vi vo espiccato comenellasua originel à(questo, equesto soltanto,veniva parlato daicosiddettiPetroniani, che tene-
u nocosladistinguersidairecentiinurbati).1878:'D'OvIDIo Cam-
so 145:ANe1M ezzodl, perla stessa m aggioreaë nità diquesti dialettialla lingua colia, le persone pur mezzapamente istruite non s'abbandonano quasi m ai alpretto dialetto, o parlar sporco,come lo chiam ano;e se daun lato, parlando l'italiàno colto, lo impregnano di inEniti provincialism i di pronunzia, di parole, di fraseggio di , cx trutti;dall'altro,parlando in dialetto, non san tenersida1m escolare aisuoni e alle parole e form e vernacole, moltisuonie parole e form e della lingua colta. dalm ettere suldialetto com e un intonaco letterario. Or l'eruire da cotali voci imbiancate lo schietto color
57.Le varietà regionalt'di italiano '
nativo, provandole col reagente delgergo plebeo j1ritrovar l lezïone... ha lastessadis coltà ehe puô avere... Ie a ver. a ' #liato palinsesto rispetto al Iegvere un m O---VVCUC LIFIiflvarbuScriveva altrove lo stesso D 'ov1U oy Uo c '. f ' n . G , 1 j o11or oia>-ottigliaorndhs 11s 1 W' . * . *Cr -* :3 -c E' -i Jtv * Pd Fi on va ir nî c ' lism o è venuto sem pre pîfl ass Stile trasandato delle cancenerie reputato segno discarsa cultura e d'inettitudine. 'Un n posyayyo ujyu dica o scriva thnammorato, sacca,ossycy voyt yso msjuyyyu vsyy deriso);sem pre fIo 'ovloIo . m.yayt , Rt t t j pa j e r mo 19(s, p. r,, (ju. scrisse la pronunzfa d'un m eridionale colto 1 nonghi:4 fua pvo. , de nunzîa avrebbe voluto che riuscisse t o s c a na e i n gr a n pa r te yosoa. j neggïava difatto m a dava sistematf c a m e nt e i n certï vezzi che egli si era im posti perché sedotto da ano,--;- r-,, .
od;cxom' -''m erliJ''YeCJSyEvivendosiallo
JPXYVZRWK'C
Lk-
--n 'a ' niamo,forte o corpo,advsvo o peggajl.Pronunciava,poo' v-rsn p- l
Credeva che anche in sim ilivocit '*'2 1--'''V .0.C21echiusaperché r. ;l .1-
quelladilerenzacheèfrlpostog 2 -. ** L:)). ''t 'Cu)1 .Kzpoletanovisia - - f*' ''
un toscano direbbe eth t. o se roflf i' e due codestifalsîtoscg . )j' Vec tfeO% 'aG' W dev ' z W. a O% inc outm'te t i ani sm i p spesso m etteva l'es er va un
.
proposito..., );ed ecco Iadeserizione della pronuncialod sl se yf w so t ymd si ( O c u r op.cit. p.Ij()):y(aj wjx jasuapronunzianon era g zen poco s'era liberato dei v e z z i f o n e t i c i m e r i d f onally-x Ejv eyjf cl i c e. yy o paura diquestisdrucciolavaycom >a1t yusy yo jrjx ms us
ri de11a sua regïone rire poiincevaope.rthgeggto,o jetytyo yyerymg(y , oyjursym. . juoj y z j y tltle14te ne11a sua regione pronunzfava iI d o i1 t su (;as f pprrgjyy oom u arebbe un inglese pitk syfm ilîa Il nguali che a dentali pronunciare le parole come cth egt hsto quasicom e chiô ' e g ysym -sms l880: FfxAMoas, vocasoiago to//,uso agygzzeg 1880 e, ja etj.y uayyeyayyyy pp.fv-v :44anche yje,pjyj eojtk p com e$adoperare la m ano destra:parlare' arlare a m o,de!dfalettt> è' sfcondo le norm e del buono italiano# b com e adoperare la sinistra, pe r 9t12Kt0 sivoglia educata. Talché in tutto l'Abruzzo nmy J:-M' a . un Avvocatoo daun oeputato '-: 11ku ''-Cc Z'làedaun Sindaco,da ,n J italiane e latîne quando-non s't
ICT . I2CVa1 '
J-sRuG ll' , 'a 'Z v Y) 'sQ l'YKsPeof s red eatIt,e ntie :s ao uo (i -l or )e , c a ke ( c a l c e ) , p e n z pr o , ( c f b ---.u.- aa -PP.4-5).1894:c pa o . . x n % . . 7 % u . d ' e 0' ' Ci t t à d i ca s t e l l o 1 : 9 , . 1 r . v ' R=k.rk y' l.ovxem v -
.
* 'k .
y rt. 15t. aj.a. Jk 1r'j (j.
.
Canonf fondam entali per far dell- Z, Jl'1:1'. a S: -'1CC*&X246;tUnodei a a 9ueilo difar parlare iloooolano. b ' l*-' D* C--!Y '''C,t .ta1e,secondo me,è Poetiromaneschi ché a-Rom i o c1J' ' : L 7 , ' ' C Y ' O . t 1 l COsopratuttoperi 1etto m a in una'li - -'*u'?'1 ''t' iPOPOlo,non siparla in dia, 11popolano il ngua incertay ingunnevoley letterariam ente falsa. popolano deve parlare; 1uï, in ; prm a persona!h j; E.
!;7 Le r'tzrfel' d regionali #J'italiano
A.BIJI' TIin OJETTILetterati16.$. '44La lingua italiana adatta al rom anzo sista form ando adesso. 11rom anzo deve avere alsuo servigio znc I he la lingua parlata, non la sola lingua aulica, e una lingua parata veram ente, capace di esprim ere il pensiero moderno con le sue sottigliezze e le sue sfum ature, non c'è ancora in Italia. Bisogna perciè studiare i testi e difondere il vocabolario di cui una gran , parte è inerte e sconosciuta... Solo dopo questo studio potrem o permetterci di assum ere una form a di periodare più libera..., senza pericolo di scrivere in prosa dialettale, com e si è fatto per m olti annie si fa tuttora anche da letterati... h );M atilde SERAO in OJETTI Letteratt'275:qGuardate quia N apoli:abbiam o tre lingue;una letteraria,aulica,sognata, non reale; una dialettale, viva,ehiara t, pi torica, sgram maticata, asintattica; una m edia, che dirè borghe se ehe è scritta dai giornali, che ripulisce il dialetto sperdendone la, vivacità etentaim itare lalinguaaulica senza ottenerne lalim pidezza)h; è notevole che ne1seguito dell'intervista, la S.,pur dicendo divolersi ia chi scriveva 44bene ,),cioè serven4m ettere in ginocchio # davant' dosi della lingua ( 4aulica A, dichiarava di sapere e volere scrivere soltanto nella 44terzah )lingua:e a questa, com e a fonte di m odelli linguistici,consigliava diattingere anche G . VERGA in OJETTI Letterati 116, quando aFerm ava ehe 4 (ascoltare, ascoltare $ era l'unica scuola valida perlo scrittore italiano m odernoa S.e Verga sono , m al entram biisolati nelloro atteggiam ento disim patia verso le varietà r Veglènalie l'italiano parlato che andava sorgendo. 1895;C.ARLIA, oci e maniere ï'llngua viva, M ilano 1895,pp. V11-V111:44Corrono tem pi non punto propizialla nostra lingua, la quale ognigiorno che passa diventa sem pre più un buglione, un quissimile de1 gergo che siparla ne'portide1Levante, perché siaccetta ognisorta divocaboli di m odi, di dettati, e anche di costrutti appartenenti a poco puri, dialcttiprovincialie a lingua straniere, spesso aggeggiati all'italiana. ma talora senza neppure alcuna aggeggiatura anzi facendo pom pa d , ellaloro rudezzane1pronunziarli). 1906: E.DE AwuclsIdioma gen/#e'22.:rf'()ui-sento un cox diitalianisettentrionaliche esclam ano: S tudiare la lingua! M a la lingua si im para dall'uso! D a qual uso l'i m parate voi,carisignori? ln casa voiparlate quasituttie fuor di casa quasi sem pre il vostro dialetto, e quando non parlate questo par ate e sentite parlare un italiano povero e scorretto,pieno zeppo, di il di otismi...A;op.cit. 44:( j1tuoiGgliuoliparlanocon facilitàam m irabile un italiarzo com passionevole, d'un tessuto tutto piem onteke ricam ato d'ogni specie di idiotism i e dim odi di conio gallico, e-in,
J7.Ze varietà regionali#f'italiano
tutto iltem po chestetticon voinon gl'intesicorreggerenéda tené da tuo m arito,neanche una volta. In casa vostra,per quello che riguarda la lingua,regna la più scapestrata anarchia. G irando per le stanzc feci aituoifgliuolim olte dom ande, e sentiiche a quasitutte lecosedanno ilnom edialettaleo francese;chiam ano tirtttoilcassetto. rubinetto la chiavetta, comà ilcassettone... D iscutendo con Alberto... raccolsidalla suaboccanon so quante parole efraside1nefando linguaggio burocratico che tuo m arito porta a casa dall'ul cio. Ah nop cara cugina, codesta non è una scuola di conversazione italiana; m aunabaldorialinguistica...Dunque;o ripigliateildialetto in casa. o m ettetevid'accordo per frenare la licenza linguistica... I ragazzi... parleranno forse con m inorfacondia, che non sarà una gran disgrazia , m a con m aggior correttezza... A. 1907: PREDIERI Lingua italiana 7: 4.Per necessità diprogresso nazionale, nelle accadem ie, negli ul ci , nelle am m inistrazioni, nel com m ercio, nelle industrie, nelle arti. neiviaggi,ovunque, insom ma,ènecessario orm aia tuttil' uso diuna linr za unica... Di quil'andar divenendo più com une nelle città e , soprattutto nelle più popolose e attive, l'uso dell'idiom a nazionale che siparla per6no nelle piazze e fra le ortolane, m a, ahim è, com e m alconcio e sciatto... N on siha nessun riguardo a bistrattar la lingua delnostrobelpaese, nell'ignoranza m ostruosa della quale sism ussano persino e si spengono le vive grazie de1 parlare locale e paesano >. 1909:P.VILLARI, fdîalettiela lingua,N A, 225,1 giu.1909,p.385 sgg.: q11 ferm ar l'attenzione sui dialetti... farà evitar di cadere... in quegli abruzzesism i, calabresism i, sardism i... che sono form e artificiali,scorrette, nelle qualiildialetto sisforza disalire sino alla lingua,e questa cerca discendere sino aldialetto, senza riuscire ad essere m ai né l'una cosa né l'altra'. Sono form e...diun linguaggitx che pretende di essere, com e dicono, signorile, pulito,senza essere veram ente un linguaggio,perché è piuttosto un gergo à ). 1927:TER-
RAclxlDialetti10 (relazionetenutail23 maggio 1926 al11 congresso deidialettiitaliani):4 (Saremo tuttid'accordo nell'essere un po'scctticisull'italianità della lingua cuisono edklcatiiragazzinelle fam iglie delle grandicittà, quando i genitori stessi,o per l'origine loro,o perla loro istruzione, non abbiano defnitivam enterinunziato a servirside1 dialetto.E se vedere ildialetto entrare trionfalm ente
nellescuolegilT.avevaformulato appuntolapropostachelelezioni sitenessero indialetto)persuaderàcertipilxoliitalianizzantidastrapazzo aparlareailero fklicome essi parlano.o almeno pensano, sarà un notevole vantaggio per la scuola... #.1957:QIJARESIMA Prn-
58 ltalianizzlhnefonologica e lessicaledet -dialettt' nuncia trentina 120' per fnezza digusto o per snob nelle r e l a z i oni quot i di ane c oi s uoi conterranei trentiniam a servirsi della l ingua invece che del dialetto, deve sem pre constatare che questo ultim o sivendica con l'insinuarsiognigiorno dipiù nella tersa parl qata di lui col piegarla via via alle proprie abitudinifonetiehe di inessione, accento, tim bro, pronuncia... 11 dialetto t4 il linguaggio naturale eautoctono della nostra italianissima regio ne...Questo sarebbe bene che tenessero presente... coloro che in questi ultim i anni hanno preso l'abitudine diparlare un italiano approssim ativo
coiproprifkliuoli...) ,.1959;PELLEGRINITra Iingua edialetto 144: f4La gram m atica, m orfologia e sintassi, dell'italiano regionale ha com e oggetto di ricerca l'individuazione degli errori più com uni che sinotano nell'uso orale, m a spesso anche negliscritti dipersone generalmente dim odesta cultura A. U n atteggiam ento diriserva negativasinota anche in indaginioggettivecome PAurAsso Pettinengo 105: f 4Chinon è ancora riuscito ad inserirsi nella società in m odo soddi-
sfacentedesideratuttaviachesuo fklio partaavvantaggiatoeritiene
che li questo vantaggio glisia dato dall'abitudine ad esprim ersiin itaano ' Iin dapiccolo. Ora,qualisiano le caratteristiche diquestalingu a, pi e na di form e italiane a m alapena italianizzate,non è m io com pit d o atteggiam ento di oggettiva iefnire...A. Risulta perciè eccezionale l' nteressescientifco e,insiem e, divalutazionepositiva che domina nel saggio di 0. PARLANGELI, Ifondamentil inguisticidell'unitàitaliana 4rAnnalidella Faeoltà diM agistero gdiBarilA, 4,1965,pp.181-212., 58. ITALIANIZZAZIONE FONOLOGICA E LESSICALE DEl DIALETTI
1 ltalianizzazionefonologt ka. x4)Xl odifichedell' inventariofonematico. Elim inazione diunità f
onem atiche estranee all'italiano comune: elim inazione delle vocali nasalizzate neldialetto urbano diM ondovlPAPANT
elimi I(Parlari202); nazionedellafricativa laringale/h/neidialettidelBergamasco c hre2526).lntroduzione di fhela possedevano (ZAMBETTIValmaggl -
oncm i dell'italiano com une inizialm ente estranei all'inventario del di
aletto:introduzionedell'africata mediopalataleytj/in bergamasco (PAPANTIParlari 12,no.2);introduzione della fricativa dentale sonora /z/in dialettibergamaschiperiferici(ZAMBET' I,I Valmaggiore 25-26).
376
58.Italianizzazioneionologica elessicaledeidialetti
B)Modifchedellenormedistribuzionalideifonemi.Introduzione della sequenza vocale+ occluska sorda+ vocale (-tzf(?-,-icoecc.)indialettichelaignoravano:ticinese(GHIRLANDA Terminologia vitikola 97-98,121),veneziano epadovano (L.LuzzATTo,f dialetti moderni delle cff/û di Venezia e Padova, 2 voll., Padova 1892, 1,
pp.21-24);introduzione della sequenza vocale+ af-ricata mediopalatale+ vocale:dialetticiociari(VIGNOLICastrode'Volsd 126-27); introduzionedellasequenzavocale+ vibranteintensa + vocale(-orro-, arra- ecc.):romanesco ITRILUSSA,Acqua e vino.Omminie bestie. NoveAoeàe,3aed.,Milano 1951,p.7 discorri,corriecc.);introduzione della sequenza vocale+ /l/+ consonante: romanesco calza, albicocca (NILSSON-EHLE Romanesco s.vv.);introduzione della sequenzavocale+ /m/+ /b/+ vocale:romanesco ITRILt;SSA,op.cit., pp.11,14,19,27,40 ecc.bombardamento,combina ecc.);introduzionedellasequenza ' oocale+ /n/+ /d/+ vocale:romanesco (TRI-
l-tissA,op.cit.,pp.21,33,51,52,57.66 ecc.,condominio,biondo,
vendichi,candele,condensato,spendereecc.),dialetticiociari(VIGNOLI, Castrode'Fbàcf ',151,banda,sindeke);introduzione della sequenza vocale+ /n/+ /j/+ vocale:romanesco(CHIAPPINIRomanesco 124); introduzionedellasequenza/a/tonicain penultimasillaba + /r/+ /o/:valsuganotto (PRATIValsugana 15);introduzione divocale non in nesso didittongo in sillabe toniche chiuseo aperte (CREMONESE Agnonese 7;D'OvlDlo Per Campobasso 708-12;VIGNOLI Castro de'
Volsa'126-27;ZlccARolAgnone406). II.ltalianizzazione lessicale.
z1)Introduzionediitalianismiehesostituiseono parole dialettalidieguale osimile etimo romanzo (italianizzazionefonologica o suëssale-desinenziale): dialetti piemontesi: sorèla per seurb aqua pereva,fradèlofratèlperfrèlecc.tGAvuzzlPiemonteseV1I),pegiu perAêj,sèka perszkka,tantu pertam Ltanj(SOFBIETTITurynese2); valsuganotto:drder per ardre, ves pâro pervespéro(PRATIValsugaila 15-16),masshera per mascara (A. PRATI,Dizionario valsuganotto, Venezia1960,p.VIII);dialettitrentinievicentini:sartepersaltor, saltora (PRATIValsugana25);romanesco:sbuffàperabbufft' t,addormentasse per addormisse, mattatoio per ammazzatore, borghese per
borgese,albicocca(0arbicoccajperbnkoccola,calzapercarzetta,cicala percecala,jeliceperjlicio,gaggia pergazzia,sarta persartôra ecc. (NILSSON-EHI-E Romanesco s.vv.).
58.Italianizzazionejonologica elessicaledeidialetti
377
B) lntroduzione di italianismi(0 di perifrasi italianizzanti) che sostituiscono parole (0 locuzioni) dialettali di diverso etimo romanzo:dialettidelPiemonte:fruntjrontper bii fèt,a pfiaf/'per ùezcti,da tan lâzlper de irz. rt z (CIRAVEGNA Ronco Canavese 45)s cingia perpola (CIRAVEGNAivi54),sujiéperbûfé,ni gôssiperbûtéia, krhta pergàia tpAllTAsso Pettinengo 57-61);romanesco:affrettasse .
per ainasse,regazzino per babbuso,commesso o garzone per bancarolo, denari per beggi,giacca per camiciola,doccolata per caracca, intascà per imbertà, s' Al,edjz rlflper imparà (NILSSON-EHLE Romanesco s.vv.); dialetto m aceratese:gomnta, aritmetica, sil labario,farfalla,zanzara,
lambadina,petrojo,kafzz,frangov6llu sostituiscono scassinao scanrJ7#zltz, nùmmeri, la sandacroce, .ptz/ë/ftz,zambana,At z//lWzz, lucillinas pundura,vullinu;gavinettu sisostituisce a locu,.pcrfl /rb e sgravasse
sisostituiscono aJïtà,m b6 4un pocoà hsisostituiscealla f 4gradazione
assairiccadiparoleh /esprimentilo stessosenso(nacica,nacichétta, zlw rlèca,Cw rejechétta,u strongecô,ntpilu,n/&,7,ghecclm ecc.), scrôfa prevale su lècca,tr6l' a,ringia,à' crtit?,regazza 4fragazzah )sostituisce bardascia,jdanzata sostituisce regazza 4fidanzata) h,flje 4foglie3) sostituisce brange e, per influenza dell'italiano comune, perde il senso antico di 4erbaggi per cuocere h che si esprim e ora
con lrbe(PARRINO Note 16-17,24-26).La perdita divecchie unità Iessicali dialettali non è sempre correlata alla im mediata sostituzione con nuove unità italianizzate:alla veeehia unità si sostituisce talora, in fasiditransizione, una perifrasi italianizzante, com e ha m ostrato Franca Ciravegna studiando il parlare di Ronco Canavese, dove alcuni individui sostituiscono ad esem pio deriidir 44dipanare A con
fàrla lana akatt Yn,gint' cf kstrabico)con ohkiàiretZ' /JP/bin 4non ci vede beneA(cfr.F.CIRAVEGNA Ronco Canavese46,116,135;cfr. anche GlusslComportamento42). C)Introduzione diitalianismiprividipreesistenticorrispondenti dialettali. Dialetti lom bardi:inett, l infa ecc,(GHIRLANDA Terplfzloltwftz riticola 51,92, 97-98, 104, 111),dato che,q çf/lt-l: (ZAMBETTI Valmaggiore 26); dialetti emiliani: sucialësta, re/lzlô/fc/?g/l (Cantt.politict '1210),karamari;romanesco:Tlul-IJssA,Campionari 'o dellefavole,con introduzione diF.A' IARTINI, Roma 1943,p.48 aroplano,p.44 arimbombà,p.93 automobbtle,pp.46,48,49 bomba, pp. 13, 80 classe, p. 46 combattimento, pp. 13, 43 comizzio, p. 80 gasse,pp.25,26 libberale,p.24 pensatore,pp.42,55,80 socialista;
siciliano:liberali(Cantipolitict'l194),fundiaria,cunguagliu,dupricatu ecc.(iviI 195).
378
J#. Varietà settentrionale di t 'taliano
59. r' Q rfef'd settentrionale #f italiano
379
mtnte arretrato,cioè la fricativa (coslcome l'a:ricata dentale),è realizzata come alveolare (CAMILLI Pronunda 45); 4 l'affricata
59.V ARIE' IA SETTENTRIONALE DI ITALIANO
.
dentale in posizione iniziale, che in italiano am m ette ' due varianti 1. Fonologia.
a) Consonantismo.1. 11sistema fonematico italiano prevede in posizione intervocalica la opposizione tra le consonanti sem plici
(durata breve e tensione muscolare lene)/p/,/b/,/t/,/d/,/k/,/g/, /tJ/,/d5//m/,/n/,/l//r/,/f/,/v/,/s/eleintense(duratalungaetensione forte;impropriam entedetteedefinitetalora doppieo gem inate. in quanto sim boleggiate nelle trascrizionicon laripetizione delsegno
dellasemplice:BELARDIFonologia 328)ypp/,ybb/,ytt/,ydd/.../ss/; 44l'intensa rispetto alla semplice com porta unam aggiortensione m uscolare, una m aggior pressione ne1 pneum atocelom a e una m aggiore
Juratah /(BELARDI ivi);come variante condizionata della semplice (in posizionepreconsonanticaper/r/,postconsonantica pertutte le occlusiveeper/m/,/n/,/f/,/v/,pre-epostconsonanticaper, /1/e/s/) appareunaconsonantediduratabreveeintensitàintermedia(4(media, h; CAMILLI Pronunzia 43;4digrado m edio-fortet s:CASTELLANI
Fonotipi441,HALL Italian Grammar 13).L'opposizione trafonemi consonanticisem plieie intensie la distinzione deitre tipifonicisem pliceintenso e interm edio sono indebolite o assentinellavarietàsetten-
trionalediitaliano:leintensetendono aridursiaintermedie(PANcoxcEt-t.lItaliano 18-19)elesempliciintervocalichetendonoaltresl ad essere rese com e intermedie, tranne che nella sottovarietà veneta
(MAI-AGOI-I Ortoepia 80;CAMILLI Pronuncia 43);la riduzione di durata colpisce anche quei fonem i intensi icui corrispondenti sem plicinon appaiono m aiin posizione intervocalica, come / p/,/k/ecc.; 2.connessa alla precedente tendenza, m a con più estesa aferm azione, è la elim inazione delraddoppiamento sintattico dopa le particelle
raflbrzanti,come,adesempio,lapreposizionea (CAMILLIPronuncia 73);3.lafricativadentalesempliceammettein italianoduevarianti: unasonora (zqdavantiaconsonante sonora,unasorda (s)davantia consonante sorda e davanti a vocale in posizione iniziale; la sorda e la sonora sitrovano entrambe in posizione intervocalica, senza che il sistema im ponga l'una o l'altra: nella varietà settentrionale d'italiano la fricativa in posizione intervocalica è realizzata invece sem pre
comesonoraesihaquindiElka:za)control'italianocomuneE6ka:sa), gfal zulloj contro l'italiano comune gfal sullol (A/ IALAGOLI Ortoepia 80;CAMILLIPronuncth 40);inoltre illuogo d'articolazione è lieve-
non condizionategtsje (dzj,èrealizzata semprecomesonora(CAMILLIPronuncia 45):siha quindinon solo (ldzf:rojcome nell'italiano com ulle, maanche (l dzi:o),contro l'italiano comune (ltsi:o) (CAMILLIPronuncia 41,1D.LN 3,1941,p.47;G.PASQIJALILN 2 1940, p.41);5.leparoleitalianecontenentiyts/opdz/sonoreal izzate. con(sj,gz):ladisocclusioneèparticolarmentefrequentedopoconsar nante (PAxcoxcEt-t,lItaliano 6;CAMILI-IPronuncia 45);6 la fricat vamediopalatale/J/tendeadessereresacon(sjj(M ALAGOI-IOrtoepia 7i 5;PANCONCELLIItalthno 79CAMILLIPronuncia 45);7 la laterale palatale /X/elanasale palatale/p/tendono ad essererese con (nj) E1j) tpAxcoxcELLfItaliano 9;CAMILLI Pronuncia 44);8 ristretta, all'area em iliana è la spirantizzazione della sem i vocale /w/,percui. anziché (Iwa:mo),siha glvwa:mojo (Iva:moj:CAMILLIPronundq .
.
.
-
43;9.altresiristretto ad alcune aree è l'arretram ento della articola-
zionedi/r/tpAxcoxcELLlItaliano8);10./r/e/l/postconsonantiche in em iliano sviluppano una vocale anteriore epentetica per cui si
ha (Ipaterial,(bibelioltekaj (MALAGOLIOrtoepia 140) b) Vocalismo,/tzflf'prosodici,nessifonematici.1.In generale, m olto ridotta è la sensibilità all'opposizione romano toscana tra /e/ ed /6/,/o/ed/a/;spessosihannoinversionirispettoallanormacolta, per cuiinvece diybfne/siha /benc/,invece dipprofessore/siha yprofessare/, e oscillazioni varie dall'una all'altrazona delSetten .
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-
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-
trione,che attendono ancora una descrizione esauriente anche in relazionealgradodifam iliaritàouë cialitàde1parlatosu cuisifondano
leanalisiealgradodiculturadelparlante(perosservazionienotizie in proposito cfr. : Pol m u Phonologie 189-90; Vloos M anuale 141; PELLEGRINI, Lt' n gu a e aletto 143; M IGLIORINI Pronunzia 16- 17); 2. l'intonazione nelle frdi asiindicative enunciative coincide con quella che nell'italiano centrale l; ' propria delle frasi indicative em otive: cioè nelle sillabe accentate il m assim o dell'acuità non eoincide con ilm assim o dell'intensità, ma è anticipato, se possibile, alla sillaba
precedente (v.infra app.60 1b 1);3.la vocale tonica èpitllunga che nell'italiano comunesianelleparolepiane(MALAGOII Ortoept'a 11) sia nelle parole tronche (almeno nella sottovarietà lombarda: CAMILI-IPronunct' a42);4.ristretteall'areapiemontesesono lavela rizzazionedell'/a/tonicain sillaba aperta(MALAGOLIOrtoepia 22, e -
-
380
59. Izu rfe/â settentrionale #,'italiano
cfr.DEAMlclsldiomagentile76)elacentralizzazionedella/e/tonica in sillabâ chiusa (MALAGOLIOrtoepia 50,e cfr.DE AMlclsIdioma gentile 77);5.l'incontro diconsonantianorganiche all'interno di parola(ptkmeo,abdicoecc.)non dàluogoafenomenidiassimilazione (M ALAGOLIOrtoepia 106):sihacioè glabdicojenon (Iaddicoj.
59. Varietà settentrionale di italiano
381
panettert' a 4rivendita di paneh à, avanzare 4risparmiareh, chiamare
f.chiedere (un favore,l'elemosina)#,bucare 4marinare la scuolap, fattorino44bigliettaioA;altrilessemiregistratidaI WIGLIORINIPN s.vv.: infernotto f 4cantina profonda$ h,léa 4 tviale#,margaro fallevatore di buoi o pecorep,purilla,purillo ( 4amichetta#, f 4amichetto>, tampa
44buca,osteriainfma, h.2.Varietàlombarda:finede1secolo (fonti: ll.Lessicoefraseologia. z4)El ementicaratteristicidisottovarietà.1.Varietà piemontese:1870circa(fonte:E.FRlxcEscnlxl,Cittàecampagna.Dialoght ' #; 'lingua.jt zr/t zfl.laed.,Torino 1868,31:ivi1864;illavoro haca.
.
rattere norm ativo e puristico: spesso com e ftpiem ontesism ih ) specifcisono citati elem entilessicali colloquialio neologisnli che, in realtà, erano pansettentrionali o panitaliani, qualipelare le patate vsbuéciare le patate),riga 4scrim inaturah,ho inteso 44ho sentito)h,
fragranza. sçza' . îf' ltz44aroma,profumo gosimili)) h):assuefattocon ( 4abituatoa>,broscia(4spillone$,bruciareilctl f/' â44tostareileafl' èA,ntantile f ktovagliab i,pomo fs terra 44patata) h,prenderd diletto 4divertircisi, trarne piacere ï i,servietta 44tovagliolo *,somigliare 4 (parere,sem brare h,
D 'OvlDlo Correzioni 26, 43-44, 69-71; D E AMlcls Idioma gentile
49-50):brutto come-raflbrzativo diaggettiviesprimentivalutazioni negative (brutto cattivo,brtttto stupido ecc.);cosl4.tantopin ce rl'/ cosl'#J'...;dietro ( 4attorno h )in quidietro,4tcon sé' h in aver dietro una
cosa;giù /su comeintegrantisistematicidiverbicome porre,Artvldere,togliere,portare,determinano stabilmente accezioniparticolari: porsij/ f? l Landare a letto h ),menar su 4condurre in prigioneh ecc.' .
mica,no pospostialverbo in funzione dinon...,non...mica Lcrede mica 44non crede,non crede m ica , h,si pzl t;no 44non sipuö #);inizio delsecolo (fonte:PREDIERILingua italiana;nell'elenco seguente il u
num ero tra parentesirinvia alla pagina,l'assenza diindicazione equivale a rinvio al lessico alfabetico alle pp.45-49 per i sostantivi,77
stomaco 4tpettoh );line delsecolo (fonte:DE AMlclsIdioma gentile
sgg.pergliaggettivi,114 sgg.periverbi):anta 4impostah ),antina 44sportello#,batosta,bigino 4traduttoreh ),bollito f 4lesso, h(66),bora
45-48; l'intento caricaturale e il toscanismo non tolgono, di solito,
#vento disettentrione ) h,bordo 4 (orlatura b i,brutta,brutta ctl tz,carta upf
esattezza airilievigcfr. MIGLIORINI Storia 674, no.3)):arrivare 44capitareh )(a un taleJarrivata una disgraziaj,buggerio 4 $baccano/ h, rhiamare 44domandareà ),comô 44cassettone*(panitaliano!),fare una malattia 44avere una malattiah ),impt harsene 4 (infschiarseneA,robinttto tchiavettah(poidivenuto panitaliano nella forma rubinettoj.
da bollo 44c.bollatap,confezione44manifatturaà,croccante44mandorlatoh /,cruccio4tormentoh,dettato4dettatura' )(67),fettuccia4nastro* (67),jacca r tstanchezza#(67),genere4(derrataA(67),grana#parmi-
sopanta 4palco mortohl'espressione usata dalDE AMlclsè in realtà
dello ) ',menab6 4guida,tracciah j,panetteria 44fornoh k,papt' ifbabbo#. pendenti 4orecchinih /, piccolo 4fattorinop, protocollare 44mettere a
un toscanismo,che a sua voltasta per iben più diFusisgmtta (# solat h:RUEGG Wortgeographie 95,n.112);tiretto 4cassettoA(non solo piemontese:RPEGG Wortgeographie 96),vimh 4vezkop (panitaliano); particolarità fraseologiche:niente deltutto f4per nienteh, misonosbagliato( fhosbagliato) h' ,seeondodopoguerra(fonte:RUEGG Wortgeogyaphie 84 sgg.:rr ko' nyso,limitato a 242 ncrzitmipmlopiù pertinentiallessico d'uso corrente familiare):bau (nellinguaggio infantile, rispetto ai prevalenti bubû, baubau) 4cane>,gibigianna 4tbarbaglio solino prodotto con uno specchiettoh(ancheveneziano), pietra (tirareuna)44sasso,tirareunà h(anchemeridionale),tosse asiraWtz4fpertosseh,giambone44prosciutto)),desslrt4findipastol h(anche milanese),guardaroba 4armadioh, tavolino da notte 4comodinoA, abat-jour4paralume),cali gine4fuliggine%farronrôn 4farlefusa' h,
gianohh,grinta 4ceflb*,larandino 4acquaioh /,lavapiattif 4sguattero *> lucido ( tcera da scarpe hh, mammalucco 44sciocco , h, manganello 4.ran-
repertorioà/(114),rampone(68),raviolo 44agnolotto) h,ringhiera (68). rubinetto f4chiavettah /(68),sagoma 4(formaA(68),sberla 44schiafo, à. sfera 44lancetta dell'orologiop(68),sgrasgnone 44ladroh /,spagnoletta 4sigaretta h ), stringa 4fettuccia h ), tema ftcolnponimento, svolgim ento
de1t.h(69),trapunta 4(coltroneA (69),trasloco 4sgomberoh(69), secondo dopoguerra(fonti:FrancaAGENO in LN Xlv 119;R:EGG Wortgeographie 84 sgg.):barbone r tmendicanteh /,capperone f dcrosta di m uco h, catalogna 4tipo di verdura / ), cesata 4 (palizzata ) h, giusto 4 raggiustato,sano,non rotto , h,tosa f (giovane donna nubile #,duccino
4tettarellap,farsila :23,*nellinguaggio infantile per ilprevalente farn'Ia bua,, jxr ' t?/. /v'rl/'o magattellt '44burattini' h,ganascia 44mascella4, erborino 44prezzemolo ' à, michetta t (panino #, uovo al latte 4 fuovo à
382 Vavietà lelleplrffmtzle dij' /f?/ftzp?t? '
la coque #, dessèpt 44fin di pasto t j' tosaupv jpasto di m ezzogiorno h) . salvt etta 44ascfugam ano )) om , otto 4gruccfa ), sottana jjgonna #, am -' mezzato 44m ezzanino t i gelosgè yy ersjan 0 h lt@lttwellaffpersiana avv' e estel-ne a due battentil ghf olgibile là,:. gabay 4comodfno)(anehevrneto: '
ra),far;'mesuert .j yrjordjnajv jacasa#
/(?. j' rerg, : tfpfzafcherfa)j balera tbajjo , mezzana 44javorante sarta p, ico all'aperto )y da poyzio a Pt. 1ato ( 4daErode aPf1ato# brum 44pubbl carrozza danoloh j registratiin M locloayxzp.N s,.vv ;altrilessemi. . ;ap t da y t a j j m a r c j a pj e de ferroviario bi, hasletta 4catino di Iegno per pullre i1 rlso ecc ) j,sauscg j4scjocco) jr bevuto44ubriaco>, cacdavito jfpersona o cosa se.nz Tscïoceone fatuo ) a valore),ct' Lappopte , ,claiye 4fsaracinesca a m aglia# , jt tstaja f4rassello dell'involucro di m edfcfnal 44compenso prem io a c e con im pressione de1 prezzo )y ghaba om m essî abflf# hisa y jvjgjjC''' t. nTeMneni'o *Cereali o frutta m aturanti d'Jnverno )) ' C f Wft Yf xo fCalabro-siculo ,) 'alrt' fzle/rtz 44m istura di scorie e calc' i *CXO #, mèî dolo 4varietà df ' n Calcare) h# metronotte44vjgije nottu rno à) Om .
F** (diminutivo dipapàj yets/e jjs' C' n*nettOmaccione,),papa-
i' . ç uano 4sciocco vanerello -' 02FPC lCvvere da rocciatore / 9 ' , ) j,poptuyajjtrasporto aspaljeoabraccia) p, ragcata y4rimprovero violento), snaa tho y(sbarbatello)j , sc vestim ento esterno e ossatura della carrozzerïa d'un'aut occa 4 yrj. 4 ïsgobbone) h spinazzth jj o)y secchia prjnrjpjayjte (nej jyajjo)j uctyz, z laggio, rfm es> sa, h,stecca 44bustarella ) , l.Varfetà venetogfuliana;fi yoj e deIsecolo(DsAxflcjsgtuomayysyya jysys sol:altana 4 tterraaza)., àatn cone j(snestra #. o 4 jj nuono , buono t
veggione44veccliojnunJffSt2' 1-
...com che...44jnonsoJchecosag.y);gtzyu(v.suyraz.);ttyavasayyjjs.y tv.supra 2.):ttyavgs jjjyjtjuryv#;yyvgy. yyusom ma j; y yggtygy . 1dubftare))(non . r,,. ?svsjjy .);ouaydotyyytyjquayltjoj;yvugyypye j(sr yy pare); sganety y4com odfno à j; second ap Wortgeographgè , o dopoguerra (fonte: Rgscc y4.sggo):saytoy y jpatjrjyyoj, tosg jgkovayje (yoyyyya nubile) ,, ct. uccioy 4tettarell ..
.
a),gtàt g .ossu jjjyarjyagjjo soji 44lentiggini, ), brusco jys runcolo# no) yy payte , t osse pagayta jpertosse, ), cornottf 44fagiolini) mtkhvtta y4panjno) j, gagoyo 4 fsaesty. a , j, scgg j 4prysjayje esterne a due battenti#y ro/ô 44persj ana avvolgîbile)j sgabay y4com odino#,caligthe y ,j' ujkyne#, tavoy jasse) sartot.e 4,sarto .rivendita dlpane)), sagccht.4,(janarf,j cat,. ), pistoyu , 'nebbia densa, h, mala 1*.6 et*l' J 44brutta copia, ), pgwayto y(aarvwowx ' w -lessemi registrati in M lcl-losl '- ACY' 'u &' uî*c*eî 'guzrtiere, ) altri s;j .J,v t' Sabbioso, ), bo ciay4vecchioalojjn o#--2.-.'.Y -1'(%*1*n4 ï 'aflioramento bini#,capitelloy4piccolacappef laisnfoJL'JE'* -. *'--' -CDtDSIaSmO deibam-
cuora
/bzztfzw fpîattofbn'Jo, ),yra -t . a --L' b'rt jg Lca cta 'ë' edf 'ea i smi serc eic ,on ,. tr,.ari,aftmof, ).
.
>
59. Lorik/ti settentrionale diitaliano 383
nestra*,madresih 44atfetto maternoh, paciugo 44fango liquido e appiccicaticcio ), peôta,peotta tipo diim barcazione cazione.schincapennef , porca l' oca impre4scribacchinoA, ( i n j s p a d i n a 4 i n be l l a vita)),velma 4aë oramento sabbioso periodicamente som m erso à) , zavar iarsi 4andare in collera p, fontanazzo ( ffuga d'acquaAia venete , voci s sia lombarde. registrate da IM IGLIORINI PN s.
(nelling. infantile)) vv.;pepè 44scarpe h,schnotto ( 4scappellotto) h, trovant e 4rm asso er-
ratico ï ). 4. Altre varietà regionali settentrionali: line de1 secoloD E Al kllclsldîoma gentile 50-51,P.REBORA Varianti lesstkali . , 1, , LN 164-65 (originariamenteallesolevarietàsubalpine appartenevano r srloda,cengia,vedretta, cordata,canalone);secondodopoguerra(fonte:
fgt-loRlxlPAïs.vv.):ticinese buzza (4sradicamento d'alberiper
pioggeà h,grotto tcantina à ), rascana 4scala su cui esporre covoni di grano #, vallerano 44valligiano t i; trentino:canéderli44gnocehidipane e lardo $ i, zafua, pègola 4tmala sorte' *; bellunese: cîdolo 44chiusa h); triestino-giuliano; brovada 4frape sot t'
meta aceto#,brombolo 4bolle (di no)che salgono da1fondo marinoà ), mularla,pègola,pergolaro
. trecce dicavivegetali per allevam ento diostriche),strùcoli(4rotoli di pasta doke ' h; em iliano. c uora (4pezzo di fango #; rom agnolo: smembro 4chi trova consolazione in un bicchier di vino ge à; , beone h novese e ligure:bianchetto f rpesciappena nati confraternite religiose ) h,casaccia 44antiche mlsere (ffazzoletto ricam ato ), qmoltomale),rossetto t,ipo (di)pesteavv. dipesce,scagno f(uë cio dieom m erciante i b sciacchetrà qualità di vino delle Cinque T erre. ,
B)Elementicomuniatuttalavarietàsettentrionalediit
line d aliano: lsecolo (fonte:D'Ovlolo Correzioni69- 71,81):Ia in la p dica, le ai' a c' J ecc. ;cumulo dipronomipersonal ipleonastici(taIuigli
c o epeggiopermiglioreepeggiore' divuoleunacasah);megli ,secondo opo g uer nte:RPEGG Wortgeographie 84 sgg.): vera 4 ma tri mo nr ia ale(f #o tanello ,b ambocda (-0)(fbambolaA, la veccht'a f4barbaglio soli ha ,) pr ni doo' si(giocarea)4giocarea rincorrersip, nasconderst'(giocano re/ 4eg ca
re a rim piattino h, fregarsigl iocchi4stropieciarsigli occhi>,verza 44cavolo verzotto à )
, an guria 4 fcocomero(rosso)A,melone .melone (giallo))/,briciole, môllica tmolllca (del pane)kh, busecca #(trippa h, secchiaio, scafo 4l avandinop,pelare 4mondare*, terrina '(zuppiera) h,scodella4ttazza senzam anico), paletôt 44sopr ala(ftesa(delcappello)A, abito invernale'h, da ayttare k taëttasiA, pianoterra 4 ïpianterreno #
olaio 4ripostiglio sotto il tetto à ), imposte ( , s fpersiane esterne a due battenti1, tiretto (4cassetto A, trapunta 4copertaimbot-
384
59. Varietà settentrionale diitaliano
60. Varietà toscana diitaliano
tita / ), stracciaio f4cenciaiolo A, lattoniere 4stagnino #, moletta 4arro-
p.2622)è sostituito regolarmente da1passato prossimo (TRABALZA
tino#,sberla 4schiaflb#,bl 'olco 44villanoh,(ajmoroso 44amico d'una f
Daldialetto alla lingua 57,81,G.DEvo-ro,Lbaspettodelverbo,LN,
ragazzah k,dopopranzo tpomeriggioh ),adesso ( forah,posdomani 4do-
2,1940,34-38,p.38).
m an l'altro *,balera 4ballo pubblico all'aperto #, suora, messa bassa #m essa non cantata) /,t' mbarcadero f 4im barcatoioà /,bigliettart' o 4bigliettaio A; altri lessem i pansettentrionali re-gistrati in M IGI-IORINI PN s. vv.: andare in oca 4arrabbiarsih, arella 4graticcio A, braghe
60. VARIETX ' roscAxA I)I ITALIANO
44bracheh ),cagna 4bugia*,canestro4bidonedibenzina(delletruppe d'occupazione tedesche)p,carrozza 44sonnellinoA,parlare C W chikchera ( 4parlare con raë nata afettazioneA, gèrbido 44terreno fnora sterile, m a coltivabileh, ometto 4grucciah, ostiare 4bestem m iare>, patta o pattina f(presa per tegami, ferro da stiro ecc.h ), scàndola 44scaglia dilegno#,scôppola 44schiaflb hh,sentont'4a sedereh ), slappare
1. Fonologia.
a)Consonantismo.1.Leocclusivesordesemplici,in posizione intervocalica (0 tra vocale e /1/ o /r/),sono realizzate come leni; nel parlare corrente o ne1 vernacolo sono realizzate com e fricative
r fleccare (di animali)A,sortù (folieraA,stimarsi(ftenerseneA,stra-
omorganichegt ?l,Pj,ghj,giungendotalora(, 0' Je (hj,masoprattutto l'ultima,sino aldileguo ne1parlaredeicosiddettiLqboccalonih(PAN-
vento fta vento, ditraversoh /, taglthre 44m arinare la scuola, ), tim onella 4calessino #.
446,449);2.ne1parlarecorrenteo nelvernacolo,anchele occlusive
coNcELLl Italiano 19; FIORELLI Fonett ka 60; CASTELLANI Fonotipi sonore sem plici in posizione intervocalica tendono a esser realizzate
come fricative (p1,@j, (yj tpAxcoxcELLlItaliano 19;FIORELLI
II1. Sintassi,
Fonetica 60;CASTELLANIFonotipi446);3.nelvernacolo ((in una 1. Soppressione dell'articolo determ inativo con pronom i pos-
sessivi,secondo ilmodello francese (soprattutto piemontesismo:DE AMlcls Idioma gentile48);2.pronomipersonaliobliqui,specie di 3apersona (meecc.;lui,/eI' ,loroj,sostituitiaipronomisoggetto (G. GIJARESCHI,Corrierinodellefamiglie,Milano 1954,p.129:f tiQuando m i aiutava lei - m i spiegè
prendevo cinque. Adesso ho preso
varietà dipronuncia che sipotrebbe chiamare enfatica,le consonanti tendono ad acquistare una certa aspirazione,che sinota soprattutto
nelleocclusivesordedigrado forte Lscil.intenseqemedio-forteLscil. in posizionepostconsonanticajà )(CASTELLANIFonott' pi448);4.leconsonantinasalisemplici/n/e /m/in posizioneintervocalicatendono a perdere l'occlusione,specialm ente se si trovano più nasali in sil-
la corressi.tt più io
labe consecutive (FIORELLI Fonetica 60); 5. le consonanti nasali
dire me replicö la Pasionaria Io siscrive, me sidice 'A;PAvEsll Poestk 12 4luigirù tutte le Langhe fum ando ), 41 qè uscito anche lui di prigione stanotte h, 60 (Llui pensa all'inutile giorno #, ivi f41ui sssa ilgroviglio degli steli nericci/ à,62 4lui tutte le sere ne parte p ecc.;de1tutto isolato in PAVESE Poen' e 14, un uso com e 44quando gIi
finalidisillaba determ inano la nasalizzazione della vocale precedente,
quattro,ma l'ho preso me!'.çSidice io'
dico /ch'egliè traifortunati...#);3.uso pleonastico deipronomi edelleparticellepronominalidittichee personali(D'OvIoIo Corrembé 69-71;PAVESEPoest ' e130:4...quest'uomovorrebbe/1uiaverlo un bambino eguardarlo giocareM;4.ilpassato remoto (che manca
specie se seguite da fricativa (CASTELLANIFonotipi445,448); 6. l'africata dentale (sempre intensa in posizione intervocalica:FIoRELLIFonetica 60)ammette duevarianti,gtsj e gdzj,già in Dante fgurantiin rima (avanziin rima con romanzi),la cuiripartizione non è condizionata(siha lasordain zio,alzo,pazzo,lasonorain zero,orzo,rozzoj;vaperö avvertitocheancheaFirenzetendeadiffondersil'uso dellasonoragdzj,ritenuto piùelegante(CAMILLIPronuncia 40-41; FIORELLI Una sibtlante 84, no. 18; 10.,Zete al &ub,
di form e proprie nei dialetti veneti, lombardi, liguri e piem ontesi
LN 8,1947,pp.56-62);7.leafricatemediopalatalisemplicisorda
(FII-ZISintassi45-48;pertraccedipassatoremotoancoranellaprima
e sonora in posizione intervocalica sirealizzano com e fricative om or-
metà dell'ottocento in dialetti non urbanidelPiem onte cfr. tuttavia FlLzlSintassi47,no.3;C.N IGRA,11dialetto di Viverona,in Aliscellanea lingm' stica r' a onore di G.1.., 4. çct)/f', Torino 1901,pp.247-262,
ganiche,cioècomegJjeg5j(BATTISTIFonettka 165-68;E.RICHTER, Die italienischen c- und s- Laute,4 (Archives néerlandaises de phonétique experim entale h ), 16, 1940, pp. 1-38; A. CASTELLANI, N uovi
386
60. Izrtzrs-eltl toscana di italiano
testt.JorezifibfdelDugento,2 voll-,Firenze 1951-52,1,pp 29-349 .
1o.Fonotipi 446-47; P. FIORELI-I rec. a CASTELLANI, op. cit., in 44G iornale italiano diElologiaA, 6, 19F3,p.281;1o. s.v.C in D En1; 10.,Lepalatoalreolaricomefonemt' ,LN 16,1954,pp. 85-87; A. CAMI LLI , An c o r a de l l e pal at al i w' & 7 t z aS , LN 16, 1954,pp. 2 /1/sirotacizza,ne1vernacolo 9-30);8. ravocalee consonantee, talora,anche ,f
fraocclusiva(sonora?)evocale(FIORELLIFonetica61);9 la frieativa .
dentale sem plice intervocalica am m ette una variante sorda e una
sonora,giàinDantefkurantiin rima(nasorimanteconvasoecaso): un tentativo di attribuire valore fonematico alla distinzione puè compiersisulla base diqualche caso d'opposizione,
(d comeyprezento/ aprtsentarej:Jpresento/(dapresentire;FIORELLIUnasibilante86). pfuso/:yfuzo/ (dafondere), la cui ripartizione è sincronicamente incondizionatacomenelcaso diyts/e pdz/(v.supra 6.);dalpunto divistadiacronico la/z/puö spiegarsicomerioesso dellapronuncia
m edievale del latino,Essatasi nelle parole di origine dotta; dopo l'unità anche a Firenze la variante sonora ha teso a diflbndersioltre ilim itid'un tem po perin:uenza de1parlare ral nato o creduto tale (R.A.HAI-L,Latln-. f-ihltalthn,L 23,1947,pp.426-29;P. FIOREI-LI, Dt. scussioni sulla storia #c#'f (essep tra rotwff, Con, 1951, 563-577;1D. Una J7A7tzzifc,passim ; CAMILLJ, LN l4,1953.31);10.la fri cativa
dentale dopo/n/,#/,/l/tendead africarsi(ROMANIToscanismi23; PAxcoxcEt-t.lItaliano 17);11.la fricativa labiodentale sonora semplicetendeadileguarsitravocali(FIORELLIFonetica60;CASTELLANI Fonott b'448);12.lesemivocali/j/e/w/dopo occlusivasorda sono sorde (CAMILI-IPronunct' a 43);13.la semivocale /j/è assorbitada un fonemapalataleo palatoalveolarechelapreceda(ROMANIToscanismi 17-18;A.CAMILLI, Lagrajadeinessipalatal î,LN,10,96-98; FIORELLIFonetica 60)epalatizza,dileguandosi,/l/o /n/precedenti (CASTELLANIFonotlhi447,448);14.lasemivocale/w/nelforentino correntesidileguadinanzia/a/eanche,ne1fiorentinopiù popolare dinanziaognivocaleseprecede/k/spirantizzato(1alingua comune, ha accettato laregressionedi-?zo-ad -o- neinessiin cuisiè prodotta
più anticamente e cioè dopo occlusiva+ vibrante Lpruova> prova, truova> trovaj,dopofonemay tpalataleïLbarcaiolo,muricciolo,campagnoloj,ma ha respinto la regressione incondizionata afermatasi ne1forentino colto dell'ottocento e oggitendente a diventare un tratto vernacolare:P.G .G oloàxlcu,Per la stor' ia tfelf'o breveIatino nella lt hgua letteraria e nella parlata cc' z ? S/t?#J 'Firenze, RAL s.V11 II, fasc. 3, D 'OvlDlo Correzt hni 59, FIORELLI Fonett ka 60, 61).
60 Izrtzrfk'tl toscana #J'italt-ano
387
b) Vocalismo,. /JlSprosodiciesintagmatict '.1.Levocaliaccentate, pronunciate cioè intensam ente, hanno anche un tono più alto nella pronuncia indicativa enunciativa,m entre nella pronuncia indicativa em otiva il tono più alto è anticipato rispetto al culm ine del-
l'intensità (sulla sillaba precedente a quella accentata secondo A. CAMII-LI,Trattato#J'prosodia e metrica latina,Firenze 1949,pp.14, 133-34; 1D. Tono nella pronuncia 74;cfr.anche CASTELLANI Fono-
tipi441);2.nellevocaliaccentateintensitàetono sono decrescenti: ascoltando alla rovescia una parola com e valere incisa su un nastro m agnetizzato si sente approssimativam ente ereélav, con la seconda
partedellaepiù intensaepiù altadellaprima(CASTELLANIFonotthi 41.1,no.14);3.l'incontro diconsonantianorganichetendea essere evitato con ilricorso allaepentesivocalica(AmeletoperAmleto,ma anche aghero,J' zl,jr/é/e?e:ROMANI Toscant ' smi 18;M ALAGOLIOrtoepia
140-41)oall'assimilazioneregressiva(ROMANIToscanismt'23;MALAGot.lOrtoepia 2:ammos fera,annegazione,tzrfvlvleffc/,ismo,. p' za>llt?, tènmko,ussoricida;PANCONCELLIltaliano 16);4.siconnetteallaprecedentetendenza l'usodellavocaleprotetica/i/nelleparole comincianticon /s/+ consonante,quando precedaparolaterminanteper consonante(MALAGOLIOrtoepia!57);5.perladistinzionedeltimbro aperto e chiuso delle vocalie ed o toniche e sem itoniche cfr.CASTEL-
LANIFonotti440-45,evediinfraapp.61Ib 2;6.periraddoppiamentisintattici,v.infra app.61 I b 3. c)Allotropifonologicinon rJ 'ct?rI#vcJ' &W'alle normegeneralisueIencate:Ayrica (RoMAxI Toscaml 20-21),briaco(ROMANIdt.26), cammino(1D.cit.27),candellt kre(1D.ivij,canocchiale(1D.ivi),#o' ?J-tare(1D.cJ' /.28),escire(1D.irij,fravole(1D.cJ ' f.29),gastigogastigare (1D.cit.22),guasi(1n.t vi),marsalla(1D.J' gS),nepoti(MALAGOLIOrtoepia 125),Niccola (RoMAxIToscanismi22),scandolo (1D.cit.31), spengere (10.cit.32),strattagemma,wzuvrrt?,sussurrare(1D.dt.22). I1.Lessico efraseologia (Fonti:RoMAxlToscanismi= R,Ri -iEcc Wortgeographie= RW (con asterisco le formetoscaneusate soloin 10 o meno di10 delle 54 provinciesu cuièfondatal'inchiestadelRiieggl,M IGLIORINIPN = 51( 1e vocisono forentinesalvodiversa indicazionel):abbthccarsi 4 fsdraiarsiper riposaret i(pantosc.M),accattano sen.4 (chiaccatta a scopo religione# (M ), accattarotto lucchese qaccattoneh (M ), *acchiappino4 frincorrersi(giocarea)A(RW 87),acquat' oAlavandino:
:389
60. r zfclrfdfti toscana difltzfïtzno
(RW 91),albero 44pioppoA(R 25),alluzzare((eccitareh ),*amarodi sale (4salatoï i(RSV 92. ),*anello f tditalel h(R 25,RW 98), * anno 44l'annopassatob i(R 25,RW 102),*anno#l 'Ià44dueannifaïi(R 26), * appalto 4tabaccaioh )(RSV 98),* appigionast'4falttasi(RW 90), badasca f (lavandinob i(M ),balocco (fgiocattoloh(RW 86),bandone 44saracinescah )(M ),bàrbero 4pallina in gioco infantile$)(M ),bidonata 4(spintone)(M ),bizze(4capriccip(RW 85),* bocce disapone r fbolle disaponei (RW 86),*bruciate 4castagne arrostiteh )(RSV 90);cacino f 4meschinoh(M),cacio 4(formaggioA(RW 90),*caml 'clb/tz 4magliah ) (RW 94), campanella 44anellol h (M), *cantuccth f4primooultimopezzodelpaneh )(RW 90),caporottoffruttoguasto) (M ),casiereftguardiano)(M),* cassetta 4cassettoA(R 27,RW 96), catana 4ftasca postoh )(lucchese:M ),càtereftmandorleA(M)cenah 4tstraccio daspolveroA,*cendaio44straccivendoloh(RW 97),Ceppo 44NataleA(R 27),*chiasso44vicolot $(RW 106),chicchi,.e4dolcitlmih (RW 86),chiorba fttestaA(pantosc.:M ),ciccaref 4essercontrariato) h (1 :1),cimalîno ( 4taglio di carne di manzoh (M),cocomero (rosso) f tcocomeroh )(RW 90),*coltrone4imbottitaA(RW 96),comandtw ero 44imperiosob i(pantosc.:M),(esserfatto#J')corna #l'chiocciola d fesser delicatoA(sen.:M ),*crusca44lentigginiA(RW 88)cuccaref4aferrare, ), (M );*daddoli( fmoineA(RW 85),davantino 4jabotp (M ),dt' acdo flfreddoï $(R 28),Lalla)dioboia( 4allabeceraA(M),d6ddof tscemoï i(M), duraiotcaramellaioC )(M),drusiana 4sciattonaA(pantosc.,M );*embrice ((tegolaA (RW 95); *fagioliniin erba (RW 89),*farforca ftmarinare la scuolaà )(RW 104),*fascione44copertone#(RW 108, A' l),fetta (miseriaA M *Saccherer(carrozza da noloA (RW 107), *hcht' ,-ini( tmoinep(RW 85),hcoso 4 tpiagnoneà h(RW 85),hgliola ( 4giovane donna nubileh )(RW 85),hglioli4(fkli' )(RW 85),fonte r kfontanah )(RW 106),frustts na ( 4pane lungo e sottilei s(M);ganzo ftstraordinarioA (fesclamazione plebea dimeraviglia in voga a Firenze nel 1945 sgg.h ): M ; la voce proviene da Rom a: CHIAPPINI
Romanescos.v.),*gattonif4orecchionip(RW 89),*ghengheftmoine# (RW 85),giacchetta AgiaccaA (RW 93),gitante 4ffattorinoA (M), *giubba f tgiacca))(RW 93),gota 4guanciaA(RW S8),*gruccia 1. ttmanigliah ) (RW 95),gruccia 2. f(stampella, ) (RW 93; PERUZZI Lingua39-41),granata( 4scopaà )(RW 97);t' nfreddaturaffrafreddoreA (RW 89);lampredotto 4(parte della trippa) h(M),levarsif talzarsiA (RW 89),linchetto f(spiritellop (lucchese:M),( xstar) lustro 4ïstar frescoh )(M );mànfano 4 ffurbacchione# (M), (far la) masa f tfare piccole vessazionia un compagnoh )(M),mèsdta (M ),mestt kheria
60. J'Q rfcfti toscana tff italiano
389
44negozio di vernici) (M ),nt idolla 4mollicay )(RW
90),mommo 44il vino,ilbereA(M),mota (fangoA(RW 106);nascondino(giocarea) 4giocarc a nascondersih )(RW 87),nettezza 4immondiziat i;*palcomorto44ripostiglio sotto iltettoà )(RW 95),pandotto ( 4gilèp(RW' 93),peso 44pesanteh )(R 30),piattola 44scarafaggio# )(RW 97), piccia ffcoppia (difchiecc.)) (pantosc.:M ),pivialata ftprocessione del Co rpus Domini# (sen.: M),pt' zzicagnolo 4salumeriah )(RW 99), * pizzicorino(lapelle. /Jt1)(4mipizzica, )(RSV 88),*popone(giallo) ( tmelone (giallo)A(RW 90),pvollsso 4kpignoloA(pantosc.:M),SmJ' l kz;tl44spuntino a ore tarde)(tosc.,M );querce ( 4querciah )(MALAcot,lOrtoepia 143),quartiere 44appartamentoA(RW 9, 5);regio ( 4re (delle earte)A (pantosc.,51),*nkovernare fflavare (ipiatti)) (RRY 91),rinnovare un ' ê pdvsftl44mettere un vestito per la prima volta) , (D'OvIoIo Correzthni204),*rotolantetavvolgibileh )(RW 96);saetta ï ffulmineh )(RW 101),scaciato f (male in arnese)(tosc., M ),scangeo 4driassoh(M ),scartarer4passare la carta vetrataA(M), scazzottaye (pantosc., 1:1),sciacquone 4parte del W C ï i(pantosca,M ),sct hcco 4 4 c hc s a po c o d i s a l e h ( RJ V 9 1 ) , s c o z za r e 4 4 e s s e r e e l e g a n t e ' h ( M), * semelle( 4piccolo panerotondoA(RWr90),*servitoda tarola 4fservizio da tavola, )(RW 92),sgorgt ' o 4fmalfatto h )(M ),sgutllare f rscivolare) h(aret.,51),sortire44tlscire)(R 26),sottana 44gonnay )(RW 93), *sottoveste 4gilèp (RSV 93),spoletta f tforma dipaneh (1$1), sposa 44donna sposata (di qualunque età e da qualsiasitempo)A (R 92, ),*stomacht hi' ,stomacucci(avereglt.)44esscreschifltosoA(RW 86),strazio 4cascamiA(M),stropicciarst'gliocchiIRSV 88);*tocco 4(l'unaA (RW 101),tornaye4.andare ad abitare% (D'OvIoIo Correzioni204,R 33),*tossecanallt ' na ftpertossep(RW 89), * totb, totto nellinguaggio infantile 44cane) h(RW 86),tranvat'44tram ) h(MALAGol-l Ortoepia 149), *trasporto ffunerale) (RW 107), *trombaio 44idraulicop(RW 98);*verghe(ïrotaieA(RW 107),verzotto 4verzah (RW 89);zozzo44sudicioi ï(RW 93). .
111.Alorjblogia esintassi. 1. I nom i fem m inili in -e sono invariabili al plurale: le noce, le
ragione,leywrfa,legente,lepulce,leforbice,le' &otz ecc.;taloraanche aggettivicomefelicevalgonoperilpluralefemminile(ROMANIToscanismt'36,TRABALZA Daldt hletto alla lingua 32);2.pronomipersonali:a)lui,/e;',loroperegli,esso,ella,essa,essi,esse(ROMANIToscanismi38-39,40);b)tepertu (RoMAxIToscanismi38);c)suo, sua,
61. Varietà romana di italiano
390
6l. r' r tzrfeltl romana #,'italiano
dentale intervocalica è nel vernacolo sempre sorda:si notano fenom eni di sonorizzazione nelle stesse condizioni della varietà m eridio-
suoi,sue per loro (ROMANI Toscanismi39);d)sipein sostituzione dicf/cenellaprimapersonaplurale(4tArrivammo senzaquasiaccorgerseneh:ROMANI Toscanismi42);e)uso pleonastico deipronomi e delle particelle pronominali (PISTELLI Pistole #'O-:rt?: 1 4 fgli
nale (CMTELLANI Fonotipi452. ; FIORELI-I Una sibilante; CAMILLI, LN 14 1953,31);6.lefricativesiafricano dopo nasaleomorganica (CAMILLIPronunct' a 45)ela fricativa dentale,nelvernacolo,anche dopo/1/e/r/(PANCONCELLIItaliano17);7.lavibranteintensa, nella pronuncia pifz popolaresca, si scempia (CAMILLI Pronuncia 44); 8.lalateralepalatalejjtendeaesseresostituitada/j/tpAxcoxcELLl ltaliano9);9./j/in posizioneintervocalicatendearafforzarsiin JJ' j/ (come nella Toscana meridionale:CAMII-LI Pronunct' a 43).
m andereia LeiA,4airagazzig1ipiacerebbeà h,2 ftio giornifa a Lei gli scrissi un biglietto A, 3 44a m e m i pare una ingiustizia/ ecc-; i
pronomisoggetto di3apersonae'jglilegli,lalella,eglino usatipleonasticam ente sono forentinism i poco difusi anche in Toscana: cfr.lalim pida trattazione dell'argomento in G oloxxlcl. lG rantmatica
1, 65);3.eliminazione della prima persona plurale sostituita da noi + impersonale(ROMANIop.rz' /.41)94.mnoper-ononella3a,plurale
b) Vocalismo,fattiprosodt kt'ej' attisthtagmatt ki.1.Perilrap-
presente indicativo, -ino per -ano nella 3a plurale de1 presente con-
porto tra intensità e altezza delle vocali'toniche valgono le stesse
giuntivo (ROMANIToscanismi40);5.dastiperdesti,dassi,stassiper desn'stessi(ivi);6.l'indicativo imperfetto e l'indicativopiuccheperfetto sostituiscono icorrispondentitempidelcongiuntivo (ROMANI Toscamz-mi42-42).
normetoscaneelneridionali(supra,app.601b 1.2;CAMILLITono nellapronuncia 74);2.comenellavarietàtoscana,coslnella romana sono nettamentedistinteuna /Q/(aperta)euna/e/(chiusa),una/a (aperta)e una /o/(chiusa)in sillaba tonica;non sempre la vocale, di una stessa parola è pronunziata nella varietà rom ana com e nella toscana:siharmo,ad esem pio, rom.p kolonna/,tosc.pkolonna/,rom.
61. VARIETX ROMANA DI ITALIANO
1.Fonologia.
a)Consonantismo.1.Le occlusivesorde semplici,in posizione intervocalica,o tra vocale e/1/,/r/sono realizzate come leni(PANcoxcELLlItaliano 19;MALAGOLIOrtoepia 24);2.l'occlusiva sonora /b/e l'affricata sonora mediopalatale /d3/in posizione intervocalica sono sempre intense,sicch'é sihanno (labbilej.(laddso) (CAMILLI Pronuncia45);FIORELLILN 12,1951,82 rilevachenell'arearomanomeridionale iltentativo (dotto o semidotto:comunque,radiofonico)diridurrela lunghezza e intensitàdelle /b/e /d5/intervocaliche reca con sé una indebita riduzione dilunghezza della vocale
tonica:perevitare(Iabbilej,sitende a realizzare un (labileje non gla:bile);3.laafricatasemplice/tJ/in posizione intervocalica tende ad essererealizzatacomefricativa/J/(app.60 Ia7eG.G.BEI-LI,I sonettt'romaneschi,ed.VlGot-o,3voll.,M ilano1952,1,p.CLXXXVI); 4.com e nella varietà toscana,l'africata dentale puö essere sorda o sonora senza distinzione fonem atica e senza rapporto con l'am biente
fonematico(v.supra,app.60Ia6);alivellopopolarespessoasonore sorentine rispondono sorde (CAMILLIPronuncia 41);5.lafricativa
391
plettera/,tosc.plEttera/ (elenco delle pronunzie romanein CAMILLI Pronuncth 77-78;cfr.anche ivi37-38, e BERTONIPro jlo 101-103); traleduevarietàsisvolgonoscambicontinui(attraversolapronunzia
teatrale,prevalentem ente orientata secondo il toscano, o attraverso
radio,cinema,contattidiretti)sicché ad esempio verso il 1940 il vecchio toscano Jfalla/èstato sostituito dalromano Jfolla/anche a Firenze,m entre tra gliinizidelsecolo e il 1950 le generazionirom ane piîlgiovanihanno accettato la pronuncia liorentina in num e-
roseparole(elenco in CAMILLI,LN 10,1949,29;v.app.'54 ecfr. inoltre G . BERTONI, F.A. U coLlxl,L'asse lingm' stico Roma-Firenze LN , 1, 1939, 25-27);3.come nell a toscana,anche nella varietà, rom ana b usuale il raflbrzam ento della consonante iniziale di una
parolaprecedutadallecosiddetteparticelleraflbrzanti(HALLItalian G rammar15-16):varietàromanaevarietàtoscanadi vergonoinalcuni particolari:a)da,dove,come(interrogativo)sono raflbrzativia Firenzeenon a Roma;b)ahvdeh,eh,oh,osonoraflbrzativia Roma enon aFirenze;c)gliarticolilo,Jt7,li,lehanno iniziale raflbrzata a Firenze,non raflbrzata (lna solo ' nelvernacolo)a Roma;d) ne, at?zlhanno inizialeraflbrzataaFirenzeenona Roma;e)llt, f2,cosi, .
p' :,qua,qui,sedth,merda,chiesa hanno iniziale raflbrzata a Roma,
.
non raflbrzataa Firenze(A.CAMILLI,1raffbrzamentt'I' ?;r' mbà't' nita-
392
61. Jzr tzrfe/t l romana diitaliano
liano,ftArchiv fiir das Studium der neueren Sprachen und Litera-
turen, ),1909,pp.170-74,10.,1rafforzamentirks' mb/r ' ,LN,3,1942, 44-45). II Lesnko.
(Fonti: M IGLIORINI PN = M , RPEGG Wortgeographie= R:V (conasteriscoleformeusateinmenodi10provinciej,VloosslNuo' va edizione93-94= V);*abbacchio 4(agnello dilattemacellato)(RW 91),abbioccare(BATTAGLIA s.v.),abbottare(10.,M),abboffarsi(10.), *acchiapparella (gthcareaj( 4giocarea rincorrersiA(RW 87),*am>elG *ammazzete,*ammazzelof4caspita) h(RW 101,150),*arena ?zlt?>. 44cinema all'apertoï i(RW 104);bagnarola (M ),baiocchit(danaroh ) (RW 99), barozza fbaroccio#(M),beccaccione 4marito tradito# (M ),beccamorto44becchinoh(M),bomba44dolceb i(M ),borgata f4villaggio satellitep (M), *botticella 4(carrozza da noloA (RW 107), bozzoAbernoccolo)(RW 88),bruscolini4semidizuccaA(M),bruttone 4amantei(M),bullo (forma difusa daigiornaliumoristicidi .
tinta rom anesca a scapito dibulo:V.CIAN,Per la Jftvlb del4(buloh, ,buonanottealsecchio(M),*burino44inciLN 10,1949,pp.41-43) .
vileib(RW 100),bustarella (C.NASELLI,LN 13, 1953, 56),bustarellaro 4chiaccetta una bustarella) (M);taciara 4chiasso) à(M), cafone f (incivileA (V, RW 100), caldarroste 4 (castagne arrostite' ) (RW 90),canario f(canarinoA (M ),*capare f(mondare le patateh ) (RW 91), cappotta 44buttarsi a mucchio su un compagnoh ) (M), carciofolaro44venditoredicarcio:A(M ),(ajcavacea' o44(a)cavalluecio) h (M ),(doverst')czstzr:L q(dover)sopportareh )(M),dmarolif(primicarciofA(M),ciriola f 4forma dipaneA,4(anguilla,voltagabbanah(M ), drioleggiare( 4comportarsidaanguilla(in politicaecc.)A(M),cocuzza 4zucca, ) (RW 89. ), colonnetta (4comodinoh ) (RW 96), comicarolo fattore discarsa levaturab s(M),compaesano (concittadinoh )(RW 105), conhnferare 4 tconfarsiib(M ), copptho rframaiolop (RW 91); dindarolo 4salvadenaio8 )(M),dritto 4furboh '(rilanciato da Roma, M );fabbroferraio4 ffabbroA(RSV 97),facdataro44imbianchinoh )(M ), fanatico 44vanitoso,vanaglorioso$ (M ),fasullo (giudeo romanesco, M),fattaccio 44fatto dicronaca nera,delittob i(M IGLIORINIStoria 727),ferracocchio44chifale partiin ferro delle carrozze)/,fesso (v. cap.IV,no.3,V),francobollaro (fvenditore difrancobolli))(M), fregare(V),frocio 4pederastaï )(M ),fruttarolo44fruttivendoloA(RAV 99);ganascia44mascellah )(RW 88),*giocarello4giocattoloA(RW 86),
61. lftzrfcfti rovltzzltz diitaliano
ju' rdfftlq jflirtA(M),giudio44ebreo)(A4),gnfo 4 ycadutai(M),gnf 'are 44caderep(M ),guancialef tpartedellardoh )(M );impancottatoftrammollitoy )(A/ 1),incalcataf 4colpodatosu1cappello,osullatestab i(M ), t' nfrattarsir tdarsiallamacchiaA(M ),inghl hpo(SCHIAFTINILesstkologia 249. , LN 20, 1959, p. 30; D 'AMBRA s v.' nchti ppo,M),inguaiato (SCHIAFFINILessicologia 249;D'AMBRA s.v.'nguaiare),t ' ntrallazzo, intrallazzaro (v.cap.IV no.3),intrufolarsi(tentrardisoppiatto) (M IGLIORINIStoria 727);lagna 4lamento continuato#(M ),Iagnoso 44lamentoso) h(M ),lavare4esserenoioso,darsiarieA,Ienticchief tlentiggini%(RW 88),lenza (4furboA(M ),locandina ( ta' vvisoa stampah ) (M);maccarello f4sgombroh,macello 4 (disastro,chiasso,confusione ecc.p(1$1),mancorrente44corrimanoA(M ),mannaggia (V).malloppo (V,At-ssslo LN 14,1953,19-20),maschera( tlianoA(M),melîtfmerluzzop(M),menare44batterei(RW 100,149-50,M ),merca r kmarchiatura a fuoco dianimaliA(M ),metronotte,zzll' cctl(V),mondezza 44immondiziaA (M ), mondezzaro 4immondezzaiok ) (M), moscetto 44pastoreA(M ),mozzone44mozziconeb s(M ),mozzonaro44raceoglitore dimozziconiib(M),muriccia 44muricciolop (M );non S impicciare 4non tioccupared'unacosah )(M),*nascondarella tpbctzrea)44giocareanascondersi) h(RW 87);padroncino44padronein propriod'una carrozzella,d'un tasslA(M),pagliarella (4copertura dicanneA(M ), pallonaro44bugiardob i(M ),panetto44pederastah ),panzata4mangiatah ) (M ),papagno44pugnoh(M),pappagallo 4corteggiatore inopportuno efastidioso,importunatoreh )(M),pappagallismo(tcomportamento da pappagallop(M),pappone((sfruttatoredidonne),pataccaro4 fimbroglionep (M),(a)pedagna 4 ta piediï i(M),pedalîno 4calzino' h(M), pedicello4tforuncolo) h(RW 88),peracottarof4sbruflbneA(M ),pettata 4salitafaticosaA(M ),pistamentucda f tcacciatoredastrapazzoh )(M), pizza 4 (cosanoiosaA(M),pizzardonef4vigileurbano)(V,RW 107, M lgLloRlxlSton' a 727),pizzt khit?at ?ri ' r: di)44annoiarsiA(M ),porrazzo f tasfodeloh )(M ),(mipiace unjpozzo 4moltissimoA (M ).(hai dettoun)prosperoft(haidettouna)cosastraordinariaà )(ironico,M), pulcio 4ttaglio dicarneh(M),puncicata 44puntura,pugnalataA(M), pupazzetto 4fdisegno llmoristico> (M lcLloRlxl Stork' a 727),pupo 44bambino3 )(V),puzzoneftpoco dibuonoy h(M ussoliniera ilp.per eccellenza:1k1);quartiere44quartiereA(RW 106);racchio(v.app.62 ,
.
.
11 s.v.e cfr.sllcLloRlxl LN 2, 1940, 13;elem ento rom ano-napole-
tano difuso daigiornaliumoristici),ricicciare4 kspuntare dinuovoi ï (M ),rimediareffottenere, h,rionale,rr bae (M),rosetta (fpiccolo pane rotondo#(RW 9); sapercifare 4essere abile>(M),sbafart,sbafo
61.Varietà romana diitaliano
4atto dichiottienealcunchéprofttandodell'altruigenerositàh(MIGLIORINIStoria 1214,scafare( trendereabileA(M),scapicollarsi(4precipitarsiA(M),scartavetrareflpassar la carta vetrataA(M),scastagnare 44comportarsimaleA (M ),scemenza(L.RoslELLo,rec.a M , QIGB 7,1962-63,p.157;F.POLITILN 14,1953, 116),schi foso ( 4schiEltosoh(M),sdvolosoAafettatarnente gentile#(M),sct' volosità (M ),scoppola 4 (berrettoA (M),scorfano 4 tpersona deformeh (M), scuccht' a (4bazzaA(M),seccagna 44noiah(M ),*sega(far)44marinare lascuolah(RWr104),selciataffsassatah(RW 87),s fasdacarrozze(M), sjlatino44forma dipaneA(M ),sfondone44grosso erroreA(M ),sformarci(4restarcontrariatoà ),*sganassoniflschiaë h )(RW 100),sgrullarsi( tscuotersip(51),sgrullone4scroscioA(M),sorciverdi4coseincredibili,maivisteh )(M),sortù ftsoprabitoh )(M),sostaccht ha 4 (traverse che collegano impalcatureA(M ),spazienteftimpazienteA(1V1), spintarella(C.NASELLILN 13,1952,56),spopolare44farfurore#(M), sporci hcare f 4imbrattare) h (M), sprecarsi 4donare generosamenteA (ironico,M ),spupazzaref 4portarein giroh /(M ),staccare44terlninare illavoroh /(M ),staccionata 4steccatoh(M IGLIORINIStort ' a 727),stagnaro 4 (lattoniereh (RW 97), *stracciarolo f tstraccivendoloy h(RM97),stranire44stordireA(DEAMlclsIdiomagentile52),straxio44seccaturah(M);tacco44bravoballerinop(M),tardona(4donnaanzianah à (M),tassinaro 44tassistah(M ),tazza (delgabinettojftvaso diporcellana del gabinettoh(M),tettarello 4 (piccolo tettoh à(M ), tirare la catena f4andarsene#(M),tombarolo 4scavatoreabusivo ditombe etrusche A; urtista ( 4venditore ambulante di cartoline, ricordi ecc.h
(M);vassallata 4azione scorrettah (1D.ivi),ventitrl (V), *veste 44gonnap(RSV 94),volèmosebene44vogliamocibene (dimentichiamo il passato)h (M ),zeppo ftsteccoA, zompare (V), zozzo (4sudicioh ) IRM?93).Vociromano-meridionali(tuttetalisecondoM ):dspadano 44forestieroA,injamità 44infamiaA,scti ppo f(furtoh,scostumato (4lnaleducatoA,sfessare4stancare) h,sparagno(4rispàrmioh ),stronzo,frtl /lta 44tem pesta, ubriacaturah à.
' t !t , j7!
6J. Varîetà meridionale di italîano
395
distato in luogocon toponimi(v.app.54e cfr.G.Puccloxl,Preposizioniezm/al'geograjci,LN 12,1951,54):vanotatocheconnomi propria dicittà a alterna con in nella lingua scritta sin da1T recento
(BATTAGLIA s.v.a,con esempidiBoccaccio ePavese)e checon nom ipropridistrade,piazze ecc.o con nom icom unidiparte dicittà
a è anche meridionale (BATTAGLIA s. v.abitare; F.DE SANcTIs, Gthvinezza,cap.XVI LLa scuola alVico . BfW1). 62.VARIEG MERIDIONALE DI ITALIANO 1 Fonologia.
a) Consonantismo. 1. Le occlusive sorde semptiei vengono realizzate spesso come leni in posizione intervocalica (M ALAGOI-I Ortoepia 24);2.lestesseeleafricatesorde,dopoconsonantenasale. e talora dopo /1/,sono sonorizzate(M .BARTOLI,Grammatikalische
Uebersicht, in P. SAvJ-LopEz, A ltitaltknische Chrestomathie, Strasburgo 1903,pp.175-76;M ALAGOLIOrtoeplh 24;FINAMORE, Vocabolario dell'uso abruzzese,Lanciano 1880, pp. IV-V ; CAMILLI Pro-
nuncia44-46),ecièprovocanondiradofenomenidiipercorrettismo (lempoperlembo,t hcegno peringegno:D'Ovlolo Rimpianti110);3. l'occlusivasonorabilabiale/b/el'a:ricatasonoramediopalatale/d5/' in posizione intervocalica (anche iniziale) o fra vocale ed /l/o /r/ sono realizzate come intense: Jrubpare/, ptraddsedja/ (MALAGOLI Ortoepia 80;LEONEItaliano in &W/C' t z90);4.nell'italiano comune (e nei dialetti italoromaazicentrali) i nessiarcaici /tJj/-! -rocale, /Jlj/+ vocale e /Jj/+ nocale si sono trasformati in /tJ/+ vocale, /p/+ vocale,e/J/+ vocalecon assorbimento della semiconsonante palatale /j/;nella varietà meridionale la /j/resiste,sicchésihanno forme come (ltlJ'e: kol,(bapl pja:mo),(Ifjentsaq(CAMILLI Pronunda 37;1D.Lavrtz//deinessipalatali,LN 10,1949,pp.96-98);5.l'af-
plfô bastare,LN 17, 1956,98,1D.,Congiuntko manomesso,LN 18,
fricata dentale sem plice in posizione iniziale è realizzatasem pre com e sorda neidialetti,e lo è stata a lungo anche nella varietà regionale d'italiano; m a già verso il 1940 G . PASQUAI -I(LN 12,1940,41)osservava com e (persone che voglion parlar bene...pronunziano dzio anche a Rom a e persino nellklezzogiorno:in paesiin cuila z è sem pre ts si tende a realizzarla corrte tfa anche dove è sorda in toscano. 11m odulopresenta alla m ente due parlate:tsin dialetto, du in lingua /);
1957,58-59);3.a sostituisce regolarmente t' n come preposizione
ilfenomeno,come ribadlilCamilli(LN,3,1941,47).4siestende
111.Sintassi.
1.Alfuturo indicativo sisostituisce ilpresente (TRABALZA Dal dthlettoallalingua81);2.comenelSud,alcongiuntivosisostituisce l'indicativo in dipendenza deiverba putandi(F.Foclll,Credo che .
396
62. Varietà meridionale diitaliano
a tuttele z inizialisorde,ed è una voga che ha invaso ovunque l'Italia delle persone di m ezza cultura linguistica, le quali voglion parlar
bene. M olte maestre elementari inculcano ai loro allievi dzappa,
dzio,dzoppo,dzuppa...t unapronunciacheora appare (ed èveramente)pretenziosa,ma che forse hapersél'avvenire,giacchéprosegue una tendenza antica nell'italiano,dove la dz dizabaione,zaino,
zero,zlmarra deriva da una consonante sorda (cfr.de1sottoscritto Notedl'pronunciaitaliana,inLLItalicah ),marzo 1936,p.6)h;inposizione interna da una sequenza latina consonante+ tio siha jttsio/, jttsjo/,mentredaunasequenzavocale+ tiosihalasonorasemplice / fdzio/,ydzJ'o/,come in ' vizio,nazione,. sergsmb;la sonora semplice, in luogo della doppia, si ha anche in voci derivanti da1 greco con + % (F.o'Ovmlo,Appuntt 'sulla storia dello z,O>erE',vol.X,Napoli 1933,p.221,A.CAMILLI,Ancora intorno ad 4i,u h,LN 14,1953, .
p.54;1o.Pronuncia40-41);6.lafricativadentaleinposizioneinter-
62. Varietà meridionale di italiano
p.V);2.permotivianaloghiaquellisegnalatinelSettentrione(per particolarieondizionidialettaline1M ezzogiorno cfr. Vloos M anuale
192-193),laopposizioneromanaetoscanatratimbrochiusoetimbro aperto delle vocalie ed o è m a1resa nella varietà m eridionale:im eridionali,com e isettentrionalianche colti, tendono a eludere la scelta traiduetim bri,realizzando unaeed una oaperte oditim bro inter-
medio (CAMILLIPronuncia 37-38;LEONE Italiano in Sicilt' a 90);3. la distinzione dei diversi tim bri vocalici è assai debole in sillaba
finale(CAMILLIPronunah 42);4.come nella varietà settentrionale anche nella m eridionale le vocali toniche delle parole piane sono
più lunghe che in toscano (MALAGOLIOrtoepia 11);5.particolari dellavarietàabruzzesesono;a)latendenzaapalatizzarelaa tonica in sillabaaperta(ROMANIAbruzzesismi17;M ALAGOLIOrtoepia 22); b)l'inserzione diuna fricativa velare sonora /y/fra due vocaliin iato;sihannoquindiidèga,paghlse(MALAGOLIOrtoept h 33;ROMANI
vocalica è sem pre sorda nei dialetti, e tale era sem pre anche nella
Abruzzest ' smi 19-20; il fenomeno si registra anche in Basilicata:
varietà meridionale d'italiano (MALAGOLI Ortoepia 80):intorno al
SINISCALCHIIdiotismt'199-200);c)l'aperturadelgradodiaframmatico nellevocalii,u,e,otoniche(RoMAxIAbruzzesismi18-19);6.peril
1840 F. de Sanctis, per pronunciare sonora la -s- intervocalica si attirù ilsoprannom e dichiosa chiosa daisuoialunnidella Nunziatella
(Giovinezza,cap.XV;N.M ARSELLI,Glbitaltw am'delMezzogiorno, NA ,15 febbraio 1884,pp.633-35 ricorda 4(il disgraziato m aestro,a cuidem m o ilsoprannom e dichiosa,perché eglici rim andava spesso alle seccanti chiose del Cavalca e dei Fioretti di S.Francesco,pro-
nunciando la <s'diquellaparola in modo sibilanteM;successivamente l'uso di/z/in posizioneintervocalicaanche1àdoveèignoto alla varietà toscana,com e in casa o desidera,si è sem pre più difuso
(LEONEItalthno 2' rlSicilk' a 90);7.lafricativa dentalesordain posizione anteconsonantica tende a esser realizzata com e m ediopalatale,
esihannocosl(IJta:re),glvilpojecc.(CAMILLIPronllnah45),mentre dopo nasale siafrica in Jts/o.con sonorizzazione (vedisupra 2.), in pdz/,e sihanno cosl(penltsa:rejecc.(PANCONCELLIltaliano 17;
rapporto tra m assim o d'altezza e d'intensità nelle vocalitoniche val-
gonolestessenormetoscaneeromane(CAMILLITononellaprozll/acl'tz 74;CASTELLANIFonotipi441);7.l'incontro diconsonantianorga.
niche non tende ad essere,evitato:anzi, quando ancora siconsiglia-
vano lepronunzie genimmajgammolsfe:raj,a Napolisiregistravano (evenivano rimproverate)lepronunzie (elnigma),gatmolsfECra)ecc. (ROMANELI.ILinguaedialetto182);8.ilraflbrzamentoinizialemanca dopo ha,chi, #tz, o, sta, tra,va,e dopo le pluri sillabe tronche(F. D'OvIDIo-W . I W EVER-LPBKE, Grammatica storica della lingua edei dthlettiitaliani,M ilano 1906, pp.19-20).
1I.Lessicoefvaseologia.
FINAMORE Vocabolario, cit.; SINISCALCHI Idiotismk. 190-91; LEONE,
(Fonti (citate fra parentesie siglate come seguej: DA = DE
Italiano in Sfcf/i k,90);8.particolare delsiciliano è la tendenza a trasformareifonemidentaliinfonemiretroqessi(perquesto da ultimo cfr.LEONEItalianot' nSJ' CC W' tz90). b) Vocalismo,fattiprosodiciesintagmatici.1.Le semivocali/j/, /w/vengono spesso vocalizzate,con trasformazione della struttura sillabicadella parola:difronte aibisillabiitalianiykwadro/,y /pjano/, sihanno itrisillabiykuadro/,/piano/(FINAMORE, Vocabolart ' o,cita,
AMlcls Idioma gentile 52 sgg.; F = FINAMORE Abruzzese s.v.;L = LEONEItalianoi' zlSicilia;M = M IGLIORINIPN ;N = Nvzzo H ngua nella Campania;RA = ROMANIAbruzzesismis. v.;RN = ROMAXELI-I
Errort'napoletani; RW = RPEGG Wortgeographt' e; S = SINISCALCHI
Idiotismi):all'impiedi44inpiedi#(RA,S,L 87),alzareillettof trivoltare imaterassiS h(S),amtko a 4 (amico di)(N II,20),andarsenedi testaper4 finnamorarsidi,appassionarsiaA(RN 31),appurare4stabilire#(RA,S);basolator flastricato stradaleA(M ),battesimareftbat-
! '
j
398
62. Varietà meridionale dt'italiano
tezzaret b(S),baubaulbubù(nellinguaggioinfantile)4fcaneh )(RSV 86) beato a teAbeato tet b(F),borro ( 4brutta copia)(DA, S),bucchino, 44lavoro donnescoh )(sicil.,M),buttare (i1vino,l'olio ecc. jL çv' ersareh (RW 90);caccavella 4scatola dilattaA(M),cacdare r fcavare, tirar fuori#(RA,DA,S),calare4fportaregiù/ )(RA),càlia 4(ceciabbrustoliti*(sicil-,M ),calzascarpelcalzatorefcorno (percalzarescarpejh à (RW 93),calzone4 ïcalzoniA(DA,S),camera f tstanza#(S),campata tsomma per vivere una giornata))(M),camorra 4associazione di persone a fini illecitii (SeHIAFFINI Lessicologia 245-46),t'annizza 44graticcioA(sicil-,M),cannizzoffcesto)(sicil.,M),cantina4tspaccio divinop(S,RW 99),carnezzenh f tmacelleriap(sicil.,1ï1),carosella 4qualità digranoA(M),ca'rosello ttsalvadanaioi ï(RW 99),cartiera #cartella, ) (DA, S), cartuccella, caktuscella 4(piccola cartaA (1$1), catarro 44raffreddoreh )(RW 89),catoio 4 tbasso))(sicil-,M),cerasa 4fciliegiab i(M),ceraulo 4Eautista>(M),cercare f rchiedereà )(RA, S, RW 100),chevuoidame?(M),chianino 44chiavedelportoneh (RAV 95),ciancioso44grazioso/ )(M ),decato4ciecoi(RN 17),ciotola4(tazza senza manico, )) h(RW 92),ctkneco(razzacanina sicil.,M ),colonnetta 4 fcomodinot ï(RW 96),compare 44padrinoA (RW 85), compankllo 4EglioccioA (RW 85),controra ( 4siestaA (M ),coppola f sberretto$ 3 (DA 52,RW 94),coppino 44ramaiolol h(S,RW 91),Lnon â) cosa 4tnonvalelapenaà /(F),cosca4societàdimafosiA(M),cortotbassoà ) (RN 17,L 85),cozzo4cantucciodipaneh y(RW 90),creparsi4tincrinarsil h(RA).cuccla tipo didolce(sicil.,M );dama #J 'piazza ffgran dama# (1:1),dWerentt'4alcuni,alquantiy )(S),disguido (S,MIGLIoRlxlLN VII173-74),dispiaciuto44spiacente#(DA,RN 28,RA,S) d h(S);falda r(tesa de1eappelloi b(RW 93), far , fisperato'tfpovero/ usto ktcrescerei b(F),jare la cucina f trigovernareh(RW 91),farst' un btkthts ere4bereun bicchiere))(RA),fatica 4 tlavoro' i(RA, RN 21, S),faticarertlavorareh )(RA,S),faticatore 4contadino,braccianteh ) (S),fanatico((vanesio>(RA;PAGLIARO Pirandello 41),fetwaro(4ferraioh (RW 97),ferretto ftforcinah )(RW 94),festa 4 tvacanzah (S), jca $4fico, )(S),jdarst'44sentirsiin grado,sentirsibcney h(DA, RN 35,S,L 89),Slone(tassenza(arbitraria)a scuolah )(RW 104), hglio a 44fkliodiA(N 11,20),humarar ttorrenteA(lH),forcinella4 fforcirïa? ) (RW 94),fosseDthj fosse,7 aklo ftvoglia Dio/voglia ilCieloà )(RN ' 15),Jrusco 44follettoà )(M ),fusilliqualità dipasta (M );galantuomo 44borghese,chivestedasignoreA(RN 22;ev.n.35, cap.11),gatta 44gattoï i(S),getto44verso)(RW 90),giacca (alla6nedell'ottocento eraregionalismo per)44giacchettaA(S),gkornataiaflavoranteagricola .
.
62. Varietà meridionale di italiano
agiornatah )(sicil.,M),gradinata ( 4scalaA(DA,S),gruppofrdifterite, h (RW 89);imparare4finsegnare)(RA,S,L 86),impapocchiare4(imbrogliareA (S), incaricarsi ftoccuparsiA (RN 35, S),incartamento 44fascicoloA(RN 18),incontrare44trovareA(RA),influenzaresuqualcuno 44influenzare qualcunop (S),in mezzo alla strada 44in, per stradaA(RN 23),intrallazzo(4imbroglioh )(M IJSUMARRA LN 13,3941,M);largo f 4piazzetta diformairregolareh )(S,P.P.TRopflaEo, Largodellbimpresa,LN 1,1939,pp.141-145),lentif 4occhialit i(RN 18),leoarela tavola44sparecchiareb i(S),localsi)4aëttasih(RW 94); macchista 4verniciatore a oliot i(sicil.,M),magari44anchep(sicil., M ),malloppof trefurtiva)(Az-EssloLN 14,19-20),mappina44cencio) (S,RW 97),marrobbt h( 4oscillazione dimarea3 $(sicil-,M),marranzano 4grillo canterino, )(sicil.,M ),mazzate4percosseA(RA),medicaciucci4medicastroï i(M. ),mellone d'acqua 4 (cocomeroà )(RW 90), mettere la tavola 4apparecchiareA(RA),mettersi4 fchiamarsià h(1 k1), mettern'lttlzrtz,Tergogna ecc.L qaver/provare paura,vergogna ecc.h ) (RA),mo'44adessoi(RW 102),mola 4tdenteb i(RN 17,L 87,M ), molliche 4briciole) h(RW 90),monaco,.. a 44frate,suoraA(RW 104), monachicckio 44follettoi b (lucano, M), mozzone f(mozziconeh à (S); nascondersi(giocare a)4giocare a rimpiattino)(RW 87),netturbino 44spazzino comunale) (denominazione nata a Palermo (dalnome dellasocietàNetturbeà,poidiFusasiin altrecittà:M);ofàno44vanitosoï i(M ),omertà (< umiltàj 44sottomissione alle leggi della camorrah ) (SCHIAyTINILesstkologt h 245),ossequi 4buongiorno grivolgendosia superiore)t i(RW 100);paesano 4concittadinoi s(S,Rh' 105),palazzo44casamentoA(L 86,RN 23),panella 44pizzelladifarinadiceci) à(sicil.,M),passaggiorfpiccolaaudaciaversounadonnaA (M ),pepatello44tipo didolce(sicil.,M),pezzente4straccione)(RN 23),pezzullo4brevearticolodigiornaleh(M),petrosino4prezzemoloh ) (RW 89),pianino((organettodiBarberia)(M ),piattofondo4scodellaf i (S),piattospaso4piattonon fondoh )(S),picdrillo ( fragazzinoà )(M ), pietra (tiyareuna)44tirareunsassoh )(RW 87),pignolatatipodidolce (sicil.,M ),pittare 4colorare,dipingere,tingere# (RN 29),pizzo 44canto, capo, cocca) h(RA),pomelia f rforep (sicil., M),provare 44assaggiareh )(RA),puparo 4marionettistah )(sicil.,M ),putti pt 'strumento musicale (1 ï. :);quarto,quartierino,quartino 4appartamentoA (S, RW 108); racchio 44sgraziatoA (D'AMBRA s. v., M IGLIORINI LN 11 13),restare44lasciare) h(S),rientrare44rimetterdentroA(RA), rtw manere 4 flasciareA(DA 52),rimpatnhta 44rievocazione diricordii s (M ),rione 44quartiereh )(RW 96),ritirarn'44rientrare in casap(RA,
400
62. Varietà meridionale di ffcstzr/tl
S);salire44portarsu#(RA),scaglthzzoflfrittella#(M), scala ftscalino $) (RA),scarafone4 fscarafaggioA(S,manca aln.136 diRW ), scasare f (traslocareA(S,RMT94),scagno rtavolino da lavoro$ 1(sicil., z , scassaretrompere, )(M ).scassato44rottoi é(M),scatolo44scatolaà/(M ), scetavaiassestrumento musicale (M),sciammert' a4 fmarsinat i (M ), sdara 44lavabasalticaA(sicil.,A? 1),sciusa' à (dall'ingl.shoe-sht' ne, M), scoppola ( 4scappellotto# (M),scorno rtvergogna,modestia, tim ore A (RN 15-16),scostumato( fineducatoh )(RA,S),scemenza (PotITlLN , 14,6),scendere4tportargiù,mettergil ' th . )(L 90), serranda f4persiana avvolgibile) (RW 96),s hm' o 44divertimento,piacereA (S),sfasciare 44rompereh (S,L 85,RW 147),sfrido 4tcascamià )(M ),sfruculthre (fprendere ingiro,infastidirep(M ), soppt kno f tsolaioh à(S;manca aln.112 diRW),sortù fttimballoà )(M),sottano qbassoà )(pugliese M),sparagnare r(risparmiarev(RW 99), sporta r fcestaA (RN 18), , s p u t o r t s a l i v a b i ( RN 1 7 ) , s t a gi o n e ( 4 b u o n a s t a g i o n e g p rimavera, estate)A (L 88) , s tampella f4grucciaA (RW 93),staref(essereh )(F,RA,S), stipo 4(armadioh(RA,S,R$V 96),stonare4tseccareh(S, RW 100), stonato (4storditop(RN 20,M ,PAGLIARO Pirandello41),strohnarsi gliocchifstropiceiarsiglioechif $(RW 80);tazza ( 4tazzasenzamanicoh )(RW 92),tabacchino 4 ftabaccaioh /(S,L 87),tarocco r fgrossa aranciah (sicil.,M),tenere ftavereA(DA, S, RA, RN 35),tt ketto 44cassetto) (S, RW 96), traycato # taflbllatop (RN 28), trappeto f h,trazzera 4 (sentieroà )(sicil.,M ),troppof (molto) h(RA, S), t4frantoio) rovare ((cercare) h (DA 52);uscire pazzo 4impazzire) (RN 31); vastasata ffarsaA(sicil-,M),verdura rfortaggidiognigeneret b(RN 18),verza f (cavolo verzottop(RW 89).vl slla ( 4giardino pubblicob (L 86,RW 106),vizio4 tabitudineA(S),rolere(+ participiopassatoj ffvolere/dovereessereg+ participiopassatoji(J7pescevuolcottobene ilbambino vuolptkliato in braccio:S, D z&, TRABALZA Dal dialetto, alla lingua 71; ROMANI Calabresismi 79 80), zui ( no f(mezzano% sicil-,M). -
.
-
1I1 Sintasst.
a)Preposizionierezione.1.amico,JFlb si costruiscono con a (supraI1,s.vv.;Nuzzo Lingua nella Campamh 1120);2 ilcom ple.
m ento diretto dei nom i44anim atipcon i verbitransitiviè preceduto
daa (DEAwuclsIdiomagentile52;ROMANICalabresismi85;Nuzzo Lingua nella Campanth 11 13);3.numerosiverbiammettono, nella varietà m eridionale,com plem entidiretti e assum ono senso equiva-
62. Varietà meridionale #/'italiano
401
lente al costrutto italiano facdo+ verbo omofono:per esempio, salireunacosa,scendereilJwzukre,restareunacosa(v.supraII,s.vv.). b)Sintassidelverbo.1.ilpresentesisostituiscealfuturo (TRABALZA Daldialetto alla lingua 81);2.ilpassato prossimo sisostituisce al passato remoto (un tempo non in Calabria meridionale e Sicilia: TRABALZA op.cit.;ROMANICalabresismi72;successivamentelasostituzione si è aferm ata anche in Sicilia, grazie a spinte ipercorrettistiche antidialettali, e la conseguente rarità dell'uso delle form e di passato rem oto ha avuto com e rillessim orfologicinotevoliincertezze
desinenzialiLebbimo,vidimoaccantoadavemmoecc.):LEoxEItaliano CW Sicilia 90,92-93); 3.l'indicativo sisostituisce alcongiuntivo (TRABALZA op. cit. 80; SINISCALCHI Idiotismi 89-90; ROMANELLI Errort'napoletant'39-40; ROMANI Calabrest' smi 74; LEoxE Italiano
inm' cl 7cb 93);4.congiuntivo econdizionale,seusati,hanno un uso oscillante e am m ettono scam bifra loro, sicché si registrano tutte le
possibili combinazioni:se #l* Aw' ,fareiv 'se #,' r:f,facessi;se dtkessi, facessi;se #8' ctsw', 'farei(TRABALZA Daldialetto alla lingua 80;DE Alkllcls Idioma gentile 53; SlxlscALcHlIdiotismi s.v.Jz; ROMANELLI
Linguaedialettt '116-118;FlLzlSintassi27-28).c)Sintassidella.proposizione. 1. Alle proposizioni dipendentiintrodotte in italiano da
che,Jzrc/lg(+ cong.)consoggettodiversodalsoggettodellareggente, possono corrispondere proposizioni inEnitive con le congiunzioni
di(verba dicendi,>lf/tzAl#;'),per(Enali),sicchésihanno:credediessere Carlo ilcolpevole (tipo ormai raro;SlxlscAt-cHlldiotismt 's.v.di), chiamèilservoperspazzarelastanza(SINIscALcHIop.cit.s.v.per); 2.il tipo Lvoglio essere spiegato questo teorem a A,assim ilato da G . PASQUALI LN 3, 1942, 112 all'inglese the /I/ * rJ,j'isgiven a book,è più probabilm ente da interpretarsi,alm eno nella sua origine, com e caso particolare della precedente norm a 1.:in altriterm ini,esso non nasce
daunaestensione della diatesipassiva (èimpossibile *iosonospiegato un teorema o,con soggetto femminile,*io sono àr pfeért zltzun teorema,ed inoltre il participio non concorda in genere con il soggetto della principale,m a con il sostantivo della dipendente:A chille volle essereraccontateleavventurediviaggio,rtwàb esserespiegata lalezione:
Nuzzo Lingua nella Cf/vl//7zub 15; Rol klAxl Calabreslsmi 79-80), ma dell'uso della infinitiva (con la normale eliminazione deldiin dipendenzadavolere)inluogodiproposizionicolcongiuntivo,anche quando il soggetto della dipendente non coincida con quello della
principale (per esempideltipo,oltre Nuzzo e ROMANI,opp.locc. citt.,cfr.DEAwllclsIdiomagentile52).
6J. Varietà minoyi - 64. lnnovazionijonologiche
64.Innovazionijonologiche
sizionesussistentitraleunitàfonem atiche, le possibilità dicombina-
63.VARIETX REGIONALIMlxonl
zione dellestesse,icarattericosiddettisoprmsegmentali(in italiano datisoprattutto davariazionidiintensità e altezza deifonemicosti-
1:)JtIle tro m aggiorivarietà di italiano si distaccano cune m inorivarquat ietà dotate dicaratteripeculiariche suggeriscono dial riservare ad esse una eonsiderazione specifea. I 1 ) Va r i e t à s a r d a . A) Fo noiogia:le occlusive sorde intervocaliche e le africate sia sem plicisia Gntensesonorealizzatecomemedie(RoMAxISardismi17-23; A/ IALAot,lOrtoepia 80).B)Lessico efraseologia (fonti:DEAwuclsIdi gentile 54 = DA , oma
tuentiuna parola),le norme della cosiddetta fonetica sintattica (0 meglio fonologia di giuntura),regolantil'incontrotrala 5ned'una parolae l'inizio della seguente. Poiché le opposizioniin grazia dicui due fonem ialternandosi riescono a distinguere due parole che per ilresto abbiano egualstruttura fonem atica, poggiano sulla diversità
acustica deidue fonemistessi(1a diversità acustica è la condizione necessaria dell'opposizione),letendenzecheintaccano omodifcano
ROMANISardt' smi= R):alzare4fsalirey )(DA R 24),.assaîora4(mol totempo' )(DA),bardana frazzia$ )(M1GLIoR,IxI PN) fmalatoh )(DA),disptw aciuto tspiacente#(R 28) dormire 4 ,cattivo4 4addormentare#(DA),entrare(4metteredentroh(DA), , (R 31), pienare ffriempire)(DA),pur troppo f afntteempo ) teFettivoarme là(Rh 4 4).C)Sintassi:1.verbiintransitividell'italiano comune sono usati com e transitiviLalzare,dormire,entrare);2. essere si sostituisce a s t a r e vico1gerundio(sono scrivendo, Jpreparando ec neicostruttidurati c.:ROMANISardismi36). raliminori.-Hanno caratterifonologicicom uni con l lI) Varietà cent a v a r i e t à t o s c a n fricativizzazionedi/tJ/, sonoreintervocalichea:( leocclusive PARRINO M aceratese10 /d5/edel , ev.a con laroma pp.60la2,7), iamento diyrr/,trasformazionedi/X,/in /j/: PARRINO Man ca era(s tecseemp 8, 10,e v.app 61 Ia7,8),con lameridionale (sonorizzazione diconsona ntidopo nasali , pa cons latizzazionedi/s/anteonantica,'uso esclusivo di /s/ e /ts/, indistinzione di tim bri
iaconsistenzaacusticadeifonem iitalianisonoquitrattatein rapporto alle tendenze che intaccano l' insiem e delle opposizioni.
1) Consistenza acustica e opposizioni. 1. Otxlusive. La distinzione d'ordine fonetico, non rilevante fonem aticam ente, tra grado
semplicetenue(/p/di/ape/)emedio (/p/diparpa/)nonèregistrata
in alcun m odo nella graEa corrente:la tendenza a rendere le sem plici com e medie, pur non incontrando resistenze né ne1 sistem a fonem atico né neltradizionale sistem a di rispondenze tra valori fonicoacusticie grafem i,non è riuscita ad espandersioltre l'ambito regio-
naledellevarietàsettentrionaliesarda(app.59 IA 1,63 lA), pre-
valendo altrove la tendenza contraria a rendere accentuatam ente leni le occlusive intervocaliche. La spirantizzazione delle occlusive intervocaliche incontra invece un freno anche nella grafa, oltre che in opposte tendenze alraforzam ento delle intervocaliche nell'area set-
.
apertie chiusipere ed t?:PARRINO M aceratese 8, 10,e v . 1 a 2, 5,6,7,b 2);regionalismilessicaliregistratiin MIGapp. LIORI62 PN :barozza (4baroccio NI
di G b$(umbro),birata 4 tgiro deicerisullapiazza ubbioh )(umbro),brecct' a 4ghiaiah ) (marchigiano), #fanelloh(marchigiano), campanella (4)dandeggio4brancolando%(marchigiano) scorporato 4sviscerato) k (dial. centrali), slatlnare f tbestemmiareh , ) ( di a l . c e n t r a l i ) ; pe r i r e g i o na l i s mi s i n t a t t i c i c f r 25 PARRINO slaceratese
6 4
.
sgg.
.
403
INNOVAZIONI FONOLOGICHE
Le tendenze innovative registrabili nella fonologia dell'italiano c om t une dopo l'unità riguardano la consistenza acustica e articolaoriadelleunitàcostitutivedelsistem afonem atico,irapportidioppo-
tentrionale e, limitatamente alla /b/,nell'area romanomeridionale, sicchlrestalimitataall'areatoscana(app.601 1) La rilevanza fone.
m aticae lanitida distinzione grafka trasem plicie intenseim pedisee ehe si diflbndano oltre ambitiregionalisia la tendenza settentrionale
/
alloscempiamento (app.59 1a1)siala tendenzameridionaleeromanaairaddoppiamento della /b/(app.61 a 2,62 a 3).InEne,la netta distinzione graEca e la rilevanza fonem atica dell'opposizione diocclusive sorde e sonore im pediscono l'espansione della tendenza m eridionale alla sonorizzazione delle occlusive sorde in posizione condizionata:de1resto,frequentifenom eniipercorrettisticirendono precaria la aferm azione ditale tendenza nello stesso A' fezzogiorno
(app.62 a2).11contrasto delle tendenze innovative regionalie la buona individuazione grafca delle occlusive italiane hanno consentito alcom plesso diopposizionifonem atiche valido per talifonem i nell'o ttocento di im porsi com e m odello norm ale di pronuncia. I
404
64 Innovazionifonologiche
luoghi d'articolazione tradizionali sono rispettati per le labiali e le velari;soltanto perledentalisinotanoin ambitisublegionalitendenze
all'arretramento (app.59 Ia 3,62 Ia8). 2.Affricate.a)Mediopalatali.L'indebolimento dell'occlusione è limitato alla Toscana perla sonorasemplice intervocalica (app 60 .
Ia7)enonhapossibilitàd'espansionealNord,perlapresenzadella tendenza a rendere mediala tenuta ditutte le semplici(app. 59 1 a1),népuèespandersiaRomaonelSuddatalatendenzaquidominanteatrasformarela/d5/inintensa(app.61Ia2,62 Ia3);per la sorda sem plice intervocalica l'indebolimento si verifca anche a
sud dellaToscana(61Ia 3),manon trovaaeeoglimento nelNord per le ragioni già dette; scem piam ento settentrionale di sorde e sonore e raddoppiam ento rom ano e m eridionale della sonora si bilanciano, com e ne1 caso delle occlusive non allricate: l'ortogralia tradizionale, carente ne1 fissare questi com e tutti gli altri fonem i
palatali(CAMILLIPronuncia 10),estraneiallatino classico e quindi m alnotatiin un sistem a grafco derivante da1latino, sssa in m odo perspicuo l'opposizione tra sem plici e intense, F sorde e sonore (P. IORELI-I,4 fDeglielementidelparlar toscanoh ), L N 18,1957,pp.11S-
18).b)Dentali.Posizioneiniziale:laindistinzionegrafcanellaortogra6a corrente,che adoperain tuttiicasiilgrafem a a elairrilevanza fonem atica della distinzione tra sorda e sonora hanno consentito
econtinuano aconsentirelibero gioco delletendenzeregionali(che portano a realizzare l'asricata com e sonora al Nord, sorda al Sud,
sordao sonoraa seconda delleparolenellevarietà centrali)e delle tendenze soeiali(la sonoraè ritenuta più 4feleganteA)già in preced nzarilevate(vediapp.59 Ia4,60 Ia6,611 a4, 62 I a 5). Pe osizione interna:alla indistinzione grafca nella notazione disorda e sonora e alla irrilevanza fonem atica dell'opposizione, siaggiunge per l'africata dentale intervoealica una notazione irnperfetta delle
sempliciedelleintense:leintensedi/attsjone/,/vittsjo/sono notate con un solo grafem a a,eciè haprodotto la tendenzanell'am bito de1 ceto colto Eorentino a realizzare la intensa com e sem plice per f4uniform are la pronuncia alla serittura) h, in base alla corrispondenza generalm ente valida tra unicità del grafem a e brevità o sem plicità delfonema(MALAGOLIOrtoeyh 100).A livellosemidialettale, invece, èla grahache siadegua alla pronunziadondegrafecom e amtkizzt h istruzzione ecc. per esem pio in TRlLgssA,Libro n. 9,Lecose.La gente, M ilano 1951, pp. 94-95 ecc., o operazzione ecc. in D f GiAcolvro,
Poesie281).
64. lnnovazionifonologiche
405
3.Nasali.a)M odo d'articolazione.Perle tendenze allo scempiamento dipmm/,pnn/valequantodettoapropositodelleocclusive. Quanto alla nasale palatale intervocalica,la tendenza settentrionale allo scem piam ento non intacca alcuna opposizione vigente nelsistema
fonematico italiano,datocheper/p/,comepertuttiifonemiconsonanticipalatalinon occlusivio africati,non siha opposizione fonem atica tra sem plice e intensa,m a una distribuzione com plem entare
dei due fonotipi(semplice media in posizione iniziale,intensa in posizioneintervocalica:CAMILLIPronuncia 22);inoltre,la tendenza settentrionale, in questo com e ne1 caso degli altri fonemi palatali, non ha contro di sé una notazione graEca distinguente la varietà
semplice dall'intensa (grafie come Spaggna appaiono ne1Belli,per dare grafcam ente un'aria dialettale alcom ponim ento,m a non hanno avuto fortuna nem meno nell'am bito della stessa poesia rom anesca:
cfr.,peresempio,compagna /montagnain TRILUSSA,Libron.9ecc., cit.,pp.97-98).Tuttavia la tendenza allo scempiamento,anche in questo caso, trova contro il Settentrione tutta l'Italia centrom eri-
dionale. b) Luogo d'articolazione. In posizione preconsonantica i fonem i nasali assum evano nella pronuncia tradizionale il luogo d'articolazione de1 fonem a successivo e le diverse varianti erano
notatecon m (bilabiale)on (labiodentaledinanzia/f/o/v/,dentale dinanzia fonem identali,velopalatale dinanzia fonem ivelarie pala-
tali):cfr.CAMILLIPronuncia 23-24.Nell'italiano postunitario siva aFerm ando una tendenza a sottrarre la consistenza fonica della nasale allhinflusso del fonem a successivo, sicché si hanno pronuncie con
/n/dentale dinanzia/v/o /k/in parole come convegno o concorso (registrate nella pronuncia radiofonica da FIORELLI Una sibilante 81-82)esihanormalmente/m/dinanziadentale(nasaleinamnistia, oplzasz/. ç(questonuovotipo distribuzionaleentraafarpartedinomi proprie sigle diflksi nel secondo dopoguerra,com e OM SA ,Simca,
I.M .C.A.ecc-).Latrasformazionesettentrionale della semplice iniziale edell'intensaintervocalica/p/in pnJ '/(app.59 1A 7)incontra resistenze nella esistenza de1nesso ynJ '/in sequenze come Tonio e nella sua distinta notazione gralica.
4.Lateralievibranti./1/,/11/,/r/,prr/hanno unaperfettaindividuazione graEca e le opposizionitra iquattro term inisono largam ente sfruttate:le tendenze che potrebbero intaccare l'insiem e tradizionale sono quindi relegate in am biti regionali e, anzi,nello stesso am bito
regionale,sono avvertite come vernacolari(app.60 Ia8,61Ia7) esonoaddiritturainregressoneglistessixzernacoli(app.58B:corri,
406
64.Innovaziont 'Jonologichv
calza in romanesco).Perletendenzeamodifcare luogo emodo di articolazionedi/z (/v.app.59 Ia7,61Ia8ev.supra ciè chesiè osservato a proposito della nasale palatale. 5.Fricative. Dentalie palatali.Com e le africate,anche le fricative si inquadrano solo parzialm ente nel sistem a di opposizione valido per le occlusive,sistem a che, com e si è visto,per ogniluogo d'articolazione oppone a due sorde due sonore, a due sem plici due intense: la opposizione tra sem plice e intensa vale per la dentale
sorda /s/(casa /cassaj,manon perlapalatale /J/,chehala stessa distribuzionedeglialtrifonemipalatali(v.supran.3);ladistinzione
64.Innovazionifonologiche
407
varietà toscanaed alla varietà romana tradizionale (v.app.60 1 b 5,61lb2).Tuttaviaessanon hariconoscimentonellacomuneortografa(sull'importanza de1fattoregrafico in questocaso cfr.MAt-MBERG Systèmephonologique37,eVloosManuale 143)ed è oscurata da tendenze regionali m olteplici, contrastanti, incoerenti, intrecciate in 4(unababele inestricabilecheva dalle divergenzeregionalia quelle
locali (anche in Toscana, naturalmente) e individualih à(CAMILI-I Pronuncia 38;inoltrev.app.59 1b 1,62 lb 2).Dalpunto divista norm ativo il problem a d'una scelta coerente è stato am piam ente
tra sorda e sonora esiste per la fricativa dentale,m a non ha rilievo fonem atico:in tutte le varietà,in posizione iniziale diparola e fnale
dibattuto,senza che sia emerso un orientamento univoco (cfr.N. MIGLIORINI,Prontuariortograjcieortofonici,LN 10,1949,pp.6062);tral'ondeggiaredellecontrastantitendenzenell'uso piùrecente,
disillabasiha/s/davantiavocaleedavantiaconsonantesorda,/z/ davanti a consonante sonora; in posizione intervocalica, ne1 Setten-
due,per altro divergenti, sono parse dotate di particolare vigore: quella 44eleganteA che porta a realizzare com e chiuse tutte le vocali
trione siha sempre /z/(a parte icompostiavvertitiancora come tali,ad esempio presentire),nelle varietà romana e meridionale si
in sillaba apertao in sillabachiusada nasale(perctlisiha Jbene/, ptempo/:FIORELLIUna sibilante84 no.18),e quellacheB.Miglio-
aveva un tem po sem pre e solo la sorda,nella varietà toscana sia la
rini ha sintetizzato nella form ula fvocale incerta, vocale aperta >, per cui, ad esem pio, le parole di recente im m issione m ostrano una
sorda sialasonora,a seconda delleparole(v.app.59 1a 3,60 1 a 9,61 Ia5,'62 1 a6);accanto apss/e /J/,inoltre,non esistono
vocale aperta,come nelcaso diceco o azteco (B.MIGLIORINI,C 8,
corrispondenti sonore. La graEa tradizionale individua bene per la dentale la sem plice e la intensa,che non sono invece distinte graficam ente per la palatale,m a non distingue la sorda e la sonora.D ue
1929,p.509;1o.Lingua contemporanea 27;perl'originedellanorma:
tentatividinormalizzare la pronunzia generalizzando la /s/(attraverso la radio:M IGLIORINI Pronunzia 69) o la /z/,che avrebbe 4maggior prestigioho f(particolar graziaA(R.GIACOMELLI,11. problema dell'unijcazt hnedella pronunzia nazt hnaleeisuoifdrl/tzfs ka'di
gionalile vocalicontigue a nasalisono intaccate da una debole na-
Boxlot-lLatino9-14). bjSièveriEcato sperimentalmenteche in tutte le varietà re-
salizzazione(BATTISTIFonettka 183-84);lanasalizzazioneè particolarm enterilevantequando lanasalesiatautosillabica,com ein conscio,
solumhne,in 4Rivista aeronauticaA,26.1950,p.457 cit.in FIORELLI
nongli,fanfara,pensiero (CAMILLIPronuncia,34,53). c)Levocalisecondarie presentiin parole diorigine esotica,
Una sibilante 84 no.18,86 no.26;TooolgP.S.RIVETI'AI,Giko d'ltalia 7* a cerca della buona lingua,Milano 1941,p.156)hanno in-
specie neiprestitilessicalidipiù larga difusione,sono state trasform ate e assim ilate aitipivocaliciitaliani:cosi,ad esem pio,ilfrancese
contrato resistenze l'uno da parte dei parlanti de1 Settentrione
bleuèstato reso con /b1u/,esuccessivamentesièconiatoun adatta-
(MIGLIORINIop.loc.cit.)ein Toscana(FIOREI-LIUna sibilante 82), l'altroin Toscana enelSud (FIORELLIop.cif.84). 6.Vocali.a) Le tendenze innovative più cospicue riguardano
m ento grafco blu;m a anche quando l'adatiam ento grafco m anchi, l'assim ilazione aitipivocalicitradizionalisiè consolidata,com e nel
l'opposizione tra il grado selnichiuso e il grado sem iaperto delle vocali e ed 0:ilrendim ento dell'opposizione ,/E/-/e/,/a/-/o/non
11 sistem a vocalieo italiano m ostra dunque una buona resistenza dinanzi alle ondate di vocaboli alloglotti form ati spesso in origine con vocali de1 tutto estranee all'italiano com une. 11 vocalismo dei forestierism i di più larga diffusione m erita tuttavia una più attenta considerazione; esso rivela in m odo non equivoco, alm eno per la generalità deiprestitilessicalianglosassonidiacquisto m eno recente, che ilpunto dipartenza per la costituzione dell'adattam ento è stato
ètrascurabile(CAMILLIPronunda 86),ecomunqueècertomaggiore delrendimento dell'opposizionesemplice-intensa di/b/,/d5/,limitate a rare parole dibassa frequenza (abilelabbile; abaco/abbaco; mogiolmoggio;agio/aggloj;inoltre,puressendoviunaserie didiscordanze in singole parole, l'opposizione dei due gradi è com une alla
caso dichauffeurreso con pfoflfer/(RPEGG Wortgeogvaphie 171-73).
408
64.Innovazionifonologiche
non la forma fonica alloglotta nelta sua effettiva realtà acustica,ma la form a grafca interpretata secondo ivalori della corrente ortografa e ortofonia italiana.Ad esempio,in casicome tunnel,tram,handicap o sim ili,se le originarie form e foniche inglesi fossero state il diretto m odello degli adattam entifoniciitaliani, questi dovrebbero suonare
a un dipresso */ta:ne1/,*/trEm/,*jlendikep/;leforme realmente in uso,cioèptunnel/(cfr.ZINGARELLIs.v.,senzaindicazionedipronunciaesotica,ossiacon accettazionedellapronunziaitalianizzante), ptramm/o ptramlvai/(quest'ultima forma fu imposta con provvedi-
64.InnovazioniJbnologiche
409
DEn1 s.v.)),m1ymn,mps,ncn,nct,nsc (nJ,nskl,nscr,nsl,nsp, nsv,pn,. p1,ps,pz gptsj,rscr,rsp,rst,rstr,tm,tn,stm,ztgtstj.Si ha infatti:/p/davantia occlusiva in ptomaina,ptero-ecc.,adepto, cripta,optare,eucalipto,clepto-ecc.,captareecc.,davantiasemiocclusiva in opzione, capzioso, davanti a nasale in pneumatico, apnea, davantia fricativa dentale in psiche,psico- ecc-,pseudo- ecc.,sepsi,
capsula,rapsodo, ecc.;/b/ davantia occlusiva in bdellio, abdico, subdelirio, subcosciente, davanti a nasale in abnegazione, davanti a sibilante in abnde, obsoleto, davanti a sibilante seguita da occlusiva
m ento legislativo richiesto da F.M artini ne1 1882 e prevalse,nonostante le proteste, contro le form e 4dotte A, o m eno indotte: cfr.
in subscapolare,substrato;/t/davantia nasale in tmesi,atmos fera, f&fvlt p,aritmetica,rffvlt?,etnico,etno-ecc.;/d/davantianasalein ad-
MIGI-IORINIStoria 698,no.2),plandicapp/(ZINGARELLIs.v.senza indicazionedipronunciaesotica),rivelano l'aderenzaaldatografico.
nante,in adsorbimento,adstrato;/k/davantia occlusiva in ctonico,
mometro,adnata, davanti a fricativa dentale,anche seguita da conso-
U na m iglior sorte hanno avuto le vocalidi vocaboliusati in cerchie
auctotono,ectoplasma, davanti a nasale in acme, acmonital, tecnico,
tecnicheristrette,cometrust(ZINCARELLIs.v.con indicazionedella pronunzia),iprestitipiù recenti,Eltratiattraverso ilsonorocinema-
davantiafricativainxenio,xeno-ecc.,uxoricida,facsimile,maximum; /g/ davantia nasale in gmelina,sti gmatizzare,pigmeo,dogma;/m/
tografco,le radiocronache sportive,ilcontatto diretto, durato tre o t1uattro anni, con le truppe inglesi e am ericane.
davanti a labiale con fricativa in acampsia,metempsicosi, davantia laterale in amletico,davantia nasale in mnemonico,omnibus, anamnesi,
amnistia, amnesia; /n/ davanti a occlusiva seguita da consonante II) Distribuzione dei./brlerli.1.Posizione iniziale e interna di parola. La tendenza a uniform are la pronunzia alla grafa, cioè la sequenza fonem atica alla sequenza dei valori acustici collegati in m odo prevalente ai singoli grafem i com ponenti la parola scritta, la larga im m issione di grecism ie latinism itecnici e diesotism idi altra origine, le concordi tendenze regionali settentrionali e m eridionali
(app.59Ib5,62Ib7)hannostabilizzatodopol'unità,control'anterioretradizionetoscanaepopolare(app.60 Ib 3),lapossibilità di usare nessicome /pt' /,ppk/,pbd/ecc.,che anteriormentevenivano assimilatiin ptt/,pkk/,pdd/ecc.(assimilazioniregressive).Allalista di 117 nessi consonantici possibili in italiano elaborata da CAMILLI Pronuncia 52 vanno aggiunte circa quaranta nuove com binazioni e
cioè leseguenti(in grafiacorrente;traparentesiquadrelenotazioni fonetiche eventualm ente necessarie; in corsivo, com e nella lista de1
Camilli,inessichepossonoapparireinposizioneinizialediparola): bc(bkj,bd,bn,bs,bsc,bstr,cm,cn,cs,ct,dm,dn,ds,dstr,ft,J'Aa (gnancheneivocabolidirecenteimmissionehailvaloredi/J1/:cfr. DEnI s.v.G e s.vv.gn...;ha cioè avuto ilsopravvento ilvalore fonico norm alm ente annesso al digram m a gn, con le sole dubbie eccezioni
digndss,realizzato talora con pgn/gcfr.DEnIs.v.),egnome,dicui spesso siodono realizzazionicon pgn/ (ma siha /p/ in gnomico:
non laterale o vibrante in plancton,splancnico, davanti a fricativa dentale con consonanti o gruppi consonantici vari in translucido,
transvolare,frtwmtzcj / 'co,sanscrito,davantiafricativapalatoalveolare in conscio,J' zlctwîcl b ecc.;/r/davantia/s/con consonantiinperscrutare,superstizt w one,superstite,superstvato,interspazio,iperspazio;/f/ davantia occlusiva in ft-(cfr.DEnI s.vv.),afta,nafta,oftalmico ecc.;/s/davantia occlusiva seguita da consonante non laterale o vibrante in istmo;/ts/davantia occlusiva in azteco.Su1problema dei nessiconsonanticicfr. 1.K LAJN,1 nessi consonantici nell'italiano, LN 28, 1967,pp. 74-81, M ULJA/I: Fonologia 456 sgg. che tornano . sull'argom ento,purtroppo con soprassalti puristicie diflicoltà ad inquadrare i fenom eni entro schem i teorici prestabiliti. U no studio senza purism o e senza apriorism i si fa ancora desiderare. 2. Posizione fnale. L'accettazione com une di tecnicism i, esotisrni,latinism i ha avuto conseguenze rilevanti anche e soprattutto per quanto riguarda la struttura delle fnalidiparola.A livello dotto e popolare ha serbato vigore fino a tutto l'Ottocento la tendenza a elim inare con un suë sso vocalico le fnali consonantiche divocaboli non italiani im rnessi nell'uso generale, sicché ancora in CAMILLI Pronuncia 53,7. 5,si aferma:LjLe parole italiane possono term inare in consonante solo quando questa sia 1,m n,r preceduta da vocale A
410
64. Jkporcal bpl'fonologiche
o quando intervenga il fenomeno de1 troncam ento: al di fuori di questo,44lesoleparole italianeterm inatein consonantesono le parti-
celle con,, b,non,perp.Tuttavia già ilCamillidoveva avvertire che 44le parole direttam ente introdotte dal latino, dal greco o da altre lingue possono conservare nella pronuncia e nella gralia le consonanti finali... Rari sono quelli che adoprano... gasse, rumme ecc.
secondo la pronuncia popolare dell'ltalia centraleh (CAMILLIPronuncia 53-54).Le stesse ragioniche hanno favorito l'introduzione dinuovinessiconsonanticiin posizione interna hanno profondam ente m odifcato la struttura delle fnali diparola:le parole esatiche divenute italiane, non soltanto nel senso diparole usate largam ente, in ogniceto,in ltalia e in contestiitaliani, m a anche nelsenso diparole stabilm ente inserite nel sistem a della suë ssazione e derivazione, possono orm ai term inare con quasi tutte le consonanti previste dal sistem a fonem atico italiano e non sono rare le term inazionidiconso-
nantiche(neimonosillabienegliossitonicon Enalemonoconsonantica la consonante fnale è realizzata come intensa, secondo quanto risuha daiveechiadattam enti, de1 tipo rumme,gasse, e daiderivati, com e snobbare da snob,quîzzare da quiz, bissaredabt ' secc.;cfr.invece
zenitale da zeni' t,lapisino da lapisj.In posizione Enale sihanno: occlusive:/p/handicap (handicappato,handicappare),. ç1pp Vtoppare, stoppataj,vam. p;/b/club,sub,snob (snobbismo,snobbare)' ,/t/zenit (zenitale),ctz /llf,alt,est,fe. sf,sprint,sport(sportivo),#l 'rf(jlirtare); /d/sud,nord,standard (standardkzzare);/k/shok o sciock (scthccare), twgnac (cognacchts no);/g/ smog,ring,ct z-yxW, g;pts/quiz (gl/izztzre), seltz;/m/ rum, tram,zl/srrltzfl zza,jlm (jlmicoj;/n/ neon,camt hn (camionista);/r/bar,valzer;/l/tunnel,hotll;/f/bluff(bluffarej;/s/ bis(&Jmr$,autobus,humus,miss,ex. .
.
111)Fonologia digiuntura.Letrasformazioniintervenutenella strutturadellasillabasnale(v.supra II,2)rendonoitipidigiuntura trafonem a fnale e fonem a iniziale della parola successiva m olto pil k num erosi e vari: ai tipi tradizionali, che prevcdevano in posizione
Enaleounavocaleosoltantoleconsonanti/1/,/r/,/m/,/n/(CAMILLI Pronunct ' a 53)sisonoaggiuntitipimoltopiù variati,inragionedella accresciuta serie di consonanti che possono apparire in posizione fnale.La conseguenza che più colpisce è ilsorgere dicumulidicon-
sonanti(écumuli'enon dgruppi':inutile quindila precisazionedi MUI-JATI; Fonoloqia 458)impensabilinell'italiano preunitario come injlirtpseudoserio,shockpstkhico,snobstraordinario,quizmnemonico
64.Innovazionifonologiche ecc.A garantire la non assim ilazione delle Enali alle inizialiè intervenuta una tendenza tipica dell'italiano postunitario : la tendenza, anche altrim enti ravvisabile e identifcabile, a fssare in form e cristallizzate,o quanto più possibile cristallizzate,le sequenze difonem i che individuano un elem ento lessicale. Tale tendenza al ora anzi-
tutto nella regressione dell'uso della /i/ prostetica dopo la Nnale consonantica all'inizio diparola cominciante per s preconsonantica:
iltipoperistrada non soltanto non siè esteso ad altrepossibilicom-
binazioni(non si ha mai *llirtipseudoserio) ma sembrava già al slalagoli in via disparizione (IWALAGOLI Ortoepia 157;CAMILLI Pronuncth 74-75).Un secondo fenomeno attestante la propensione a form e fisse d'un m edesim o elem ento funzionale è la riduzione delle form e articolate di varie preposizioni. I tipi col, collo, colla, coi,coglt',colle,pel,.peJ ',tra 'l,trallo cedono aitipicon il,con lo ecc. Le condizioni sono diverse non solo dall'una all'altra preposizione, m a per la stessa, dall'uno all'altro tipo. Tra 'l, trallo appartengono aglistratiarcaicidella lingua e già ne1secondo Ottocento erano in
via dicompletascomparsa (GoIoàNIcH Grammatka 90).Le forme pel,pello,pella,pelle,Jv,j4/'erano nel Cinquecento frequentinell'uso familiare,ma non nelletterario;nelsecondo Ottocento pello,pella, pelle,peglt'scompaiono anche da lessiciconseN atorietoscaneggianti, nei qualiè netta altreslla prevalenza diper ilsu pel,per ?7su pei; JW epei,con le altre forme articolate diper,sono ne1primo Novecento 44form e volgari e rustiche e usate solo in parte della Toscana t i .
(GoI1qNIcH Grammatica90).Unapiù tenace resistenzamostranole form e articolate dicox:VAC s.v.registra 37 cole 6 con il,43 con Io m a ancora 9 collo, 13 coi e 2 con i,e i dizionari toscaneggianti de1
secondo Ottocento accolgono soltanto esempidicollo ecolla (GoIDXNICH op.loc.cit.j;un sondaggio statistico su testicontemporanei (R.A.HALLJR.,M oot. P(u' F' lllinItalianGrammar,It36,1959,pp.5659 ap.57)hadato iseguentirisultati: mensili tecnici quotidiani . . . . . settimanalipopolari . scrittiletterari . . .
col
coi
42 t l/ o 45 % 59% 920( )
*7O() 14 % 14 y zfl 42 %
con 1* cogli colle
93 O() 86 TII 86 3â 58 t )fl
La statistica diferenziata per settori m ostra con evidenza che la tendenza a disarticolare la preposizione è stata guidata e sostenuta
64.lnnovazionifonologiche soprattutto dall'uso linguistico degli am bienti tecnici e giornalistici. U n quarto fenonzeno ancora rivela la tendenza alla cristallizzazione de1vocabolo in una form a canonica invariabile in ognigiuntura
fonologica,e cioè ilregresso deitroncamenti(perdita dellavocale o sillaba snale dinanzi a parola com inciante per consonante: buon
tempo)e delle elisioni(perdita della vocale fnale dinanzia parola com inciante per voeale:buon amico;per la distinzione dei due fe-
64.InnovazioniJbnologiche alla stllabazione,LN 2,1940,pp.71-72,116 rilevava che sem pre pifz difrequentein libriegiornaliapparivano giunturecom e una ondata, della industria, la elemosina, quegh'ingegni, alcuna t ' dea,nello entrare ecc.; nello stesso anno una gram m atica, dopo aver esposto le regole dell'elisione, aggiungeva perö; 4si dice anche lo istinto,lo abbaglio h à
(G.F.GOBBI,Grammaticaitaliana. perusodellescuolemedie,Livorno 1940,p.18).Secondo ilCamillil'origine delfenomeno andava ri-
riguardagliinNniti(escludendog1iinfinitiseguitidaparticelleprono-
condotta a L $dattilografe e com positori... poco scrupolosip; egli aggiungeva che 44le form e intere sono state trovate più com ode ) /. ln altriterm ini,le m ancate elisioni sisarebbero avute anzitutto dove la form a da apostrofare sitrovava in 5ne diriga,e diquile form e piene
m inali enclitiche, per i quali il troncam ento era nell'ottocento
sarebbero poi state trasferite anche all'interno della riga. Questa
d'obbligo,etaleèrestato)elevociditerzapersonapluraledeiverbi, mettaaconfrontoiPromessiSposi(primiduecapoversidel1capitolo
spiegazione,coskcom e ilrichiam o alla LLpovertà del nostro alfabeto p che im pedirebbe diapostrofare cieglidinanzia parole com incianti
e cinque gruppi di dieci righe alle pp. 21? 31, 41, 51,61 dell'edi-
pervocali(GOIDXNICH Grammatica 1),individuano piuttosto l'occasione almanifestarside1fenomeno che non lasua ragione(sipensi
nomenicfr.GoloàxlcH Grammatica 76).A mostrare le proporzioni delfenom eno è sul ciente un sondaggio statistico che,per quanto
zione PISTELLI) e un testo letterario de1secondo dopoguerra (G. TowlAslDILAMPEDUSA,11Gattopardo,M ilano 1958,cap.1, Rosario
epresentazionedelPrincipe,pp.17-19). in-iiniti 3eJ'âqrâworletlurali M anzoni Tomasi M anzom Tomasi
tronchi/elisi locutivi(tipo:aver bisogno, Teder malej . . . . . . . . . . . tronchi/elisinon locutivi (tipo:rcder la 'atzrct z) . . . . . . . . . . . totale
testoletterariamenteetipografcamenteaccuratocome11Gattopardoj. La tendenza a presentare il vocabolo in una form a stabile,che resticostante ne1variare delle contingenzesintagm atiche,è l'equivalente, sul piano della fonologia di giuntura,della tendenza rilevata considerando l'articolazione e la consistenza acustica dei fonem i
(v.supra I3,1l):latendenza aeliminare all'interno diparolava-
17
non apocopati davanti a vocale . . . . 10 non apocopati davanti a consonante . . 5 non apocopatiin posizione fnale . 5 20
all'esistenza digrafi. e com e chbaltn',normalisecondo lo stesso Golor xlcll,q#.loc.cit.,e alla presenza delle forme intere non elise in un
5 5 4
24
Nei passi m anzoniani eonsiderati per il precedente sondaggio si trovano inoltre num erosi altri troncam enti non in locuzioni Esse '
(' &Jdn,. #ar,ancor,intenzion,tra',co',/t kcolcorno,JC ' f??a,son,cavalier mt' laneseecc.);ne1testopiù recente,invece,sihasoltanto duevolte iltroncamento dicolorein una locuzione lissa (color di...),mentre d'altra parte sitrova in due casil'assenza dielisione in giunture in
cuitradizionalmentesarebberichiesta(unaimmagine,nessunaf7ffl' &/' ftè). Quest'ultimo fenomeno, l'assenza di elisione, costituisce una ulteriore testim onianza, la quinta, della tendenza alla cristallizzazione delle parole in form ecanoniche:nel1940 A. CAMILLI,Intorno
rianti com binatorie e la tendenza a non assim ilare le consonanti dinanzi a consonanti anorganiche rivelano il m edesim o sforzo di guadagnare per tutte le unità del sistema, siano queste fonem i o siano voeaboli, una form a costante e invariabile per ciascuna. D i questo sforzo le form e grafche intere e la adesione puntuale alle forme grahche sono insiem e la condizione ed il risultato. T utto lascia credere, dunque, che il carattere com plessivo delle articolazioni italiane,che è stato descritto com e interm edio tra quello lene, jq1ax A,de1 portoghese e quello energico e spiccato, f 4energetic and
preciseh, dello spagnolo e del francese (HAMMARSTRöM Romance Languages279),sisiaandatoapprossimando,dopo l'unità,aquesto ultim o.La autonom ia accentuativa della parola,in italiano m aggiore
chein altrelingueromanze (HAMMARSTRöM op.cit.286-87),èstata certam enteuna condizione favorevole alraggiungim ento diuna pronuncia spiccata e relativam ente staccata delle unità lessicali costituenti la frase.
64.Innovazioniyolto/ogfc/le
1V)Innovazioniprosodiche. Nella sistemazione grammaticale greca più antica erano dettizrpocp8ltz.:gliaccenti,la quantitàegli spiriti caratteristicidelle singole parole, nonché i fenom enigrafcie
foniciche nella scrittura e ne1 parlato venivano detti &xùc-rpor pog,
s( /v,ôzro8tac-rol' / ' )(apostrofo,giunzionesdisgiunzione:cfr.W .BE-
'
LARDI,N.M lxlssl,Dizionariodifonologia,Roma1962,s.v.prosodia). Nella linguistica moderna ilnome dif(prosodia (diuna lingua)h
designa,nell'insiem e dicaratteristiche foniche non fonematiche rilevabilinella realizzazione delle frasi, ifenom eniriguardantiilrapporto e le variazionidiintensità, altezza e tem po tra i diversi vocaboli e gruppi di vocabolicostituenti una frase. 11m erito di aver aperto all'indagine questo cam po distudiancora largam ente inesplorato spetta a un fonologista italiano, ilPanconcelli-caizia,che fin da1prim o decennio del secolo prese in esam e le curve m elodiche tipiche delle diverse classidifrasiitaliane;tuttavia, ilridotto num ero dirieercatorideditiin ltalia aglistudidifonetica sperim entale ha fatto slche le ricerche,pur sem pre in m odo discontinuo e, fno alsecondo dopoguerra,tra la disattenzione della linguistica ulciale, sisiano sviluppate soprattutto a proposito dialtridom iniilinguistici,in particolare dell'inglese e dello spagnolo e, in via secondaria, del francese e del tedesco. Spetta tuttavia altresl a uno studioso italiano, ilpadre Agostino G em elli,la prim a dim ostrazione convincente della im portanza deifenom eniprosodici nelconcreto funzionam ento della lingua:an-
cora direcente M ercedesAlvarez(v.l' nfra)ha sottolineato che nel
64.Innovazionifonologiche
dellevocali/a/ed /0/,rapporticherestanocoytantinelvariareindividuale deivalori assoluti.L'oggetto della prosodia è costituito dunque non dalla variazione deivaloriassolutidiintensità e altezza, m a dalle variazionideirapportitra ivaloriassoluti.Talivariazionisono
inrapportodirettoconidiversitipidifrase(enunciativaafermativa, enunciativa emotiva,interrogativa,ipotetica ecc.) e con ildiverso senso descrittivo o valutativo,proprio o afettivo-m etaforico,diuno stesso vocabolo. Circa ifenom eni d'indole generale della prosodia ed i fenom eni specifci della prosodia italiana esiste una letteratura non scarsa, m a poco sistem atica per ilcarattere,per dir cosl, anarchico e disordinato che l'indagine ha avuto in questo settore.Con particolare riferim ento agli scritti di argom ento generale più im portanti e agli scritti più sem plicem ente interessanti l'italiano e i dialetti, non L' forse inutile elencarla qui di seguito in ordine cronologico: G .PANCONCELLI-CALZIA, Experimentalphonetische Untersuchungen fiôt!r den
italienischen zehnsilbtken Vers, 44Gutzmanns M edizinische-pëdagogische M onatsschriftA, 1908, pp.275-292 ;G .PANCONCELLI-CALZIA, SprachmelodieJ' zlitalienischenSötzenund C ' zleinem italienischenGedicht, 4Gutzm anns M edizinische-pëdagogische M onatsschrifth, 1911, pp. 161-176; H . GUTZMANN,D ie Registrierung in der Praxis des RhinoLaryngologen, 44Zeitschrift fûr Laryngologie p, 5, 1912, pp. 625-
668;BATTISTITestidialettali(1914)162* ,G.FERRERI,G.BILANCIONI, Lagrajca laringeaerespiratoriacomez ' zl#/ ' cedella ' &tzrfelf èglottologica
determ inare ivalori assolutidialtezza, intensità e tem po della pronunciadiuna frasecisitrova dinanzia valoridisparatie apparente-' m enyevariabiliin m odoconfuso,neiqualisembradië cilesceverareciè cheèdipertinenzaindividuale,ciè che è relativo a un transitorio stato afettivo e cit)che, invece,appartiene stabilm ente alla norm a o addirittura al sistem a linguistico interindividuale. T uttavia, se variano i valori assoluti, per uno stesso individuo, anziper gliindividui di una stessa com unità linguistica,restano costantiirapportitra ivalori. ln italiano, lo stesso individuato fonematico Junpazzq ammette due sensidiversia seconda che alsostantivo sidia senso equivalente a 6 ,anorm ale neuropsichico) hovvero a ftim prudentep. Com e dim oströ ilGemelli,e com e è stato conferm ato più direcente dalG uberina, le due frasi si pronunciano in m odo nettam ente diverso: l'analisi elettroacustica eonsente difssare in term iniobiettivila diversa im pressione uditiva,e consente di cogliere l'esistenza didue tipi di
Psychol.lh 32, 1914, pp. 166-256; G . PANCONCELLI-CALZIA, Ueber das Verhalten von Dtwer und f. fôk im A kzent,4tVox A,1917,pp.12748;E.W .SELMER,Ein neuerReiseregistrierapparatw/hrexperimentalphonetische Zvecke, f tOpuscula phonetica) h, 1927, 6. Heft; C. E. PARMENTER, S. N . TREvI&o, Italian lntonation, lt, 7, 1930, pp. 80-84; G. PANCONCE LLI-CALZIA,Zur Frage der Frequenzbevegungen F t.m Italienischen,4Casopis pro m oderniflologiiA, 16,1931,fasc.1-2, pp. 125-128;C.SCHNEIDER, Uebertragung desInhalts von W achscml-
rapportitraivaloriassolutidiintensità ealtezza dellavocale pe/e
LOTTERMOSER,Uebereik Verfahren zur trâghdts freien Aufzdchnung
deldialettoitaliano,4Attidella clinica otorinolaringoiatrica diRom ah ),
estratto (con grafci), Roma 1914; E.WAIBLINGER, Beitröge zur Feststellung des TonfallsZW den romanischen Sprachen,r tArch.gen.
zenoderSchall platten aufdasKymographion,4Voxh ),1932,pp.4-7; E.ZwIRNER,Schallplattenaufnahmen deutscher Alundarten,4fVoxh ), 1933, pp. 24-27; A. GEMELLI, G . PASTORI, L'analisi elettroacustica dellt' nguaggio,2 voll.,( M ilano 1934,passim ;X1.GRPTZMACHER,W .
64.Innovazionifonologiche von M elodienkurven, 4tAkustische Zeitschriftp, 2, 1937, fasc. 5,
pp.242-48,3,1938,fasc.4,pp.138-196;BATTISTIFonetica (1938) 251;G .PANCONCELLI-CALZIA,Ueberden f dFrageton h )im Italienischen, V R 4,1939,pp.35-47;G .FARA,Orizzonti musicalinella glottologia, ID 17, 1941,pp.81-131; M .PORENA,11movimento melodico della parola comeelemento #z'studth glottologt' co,RAL s.VII,4,1943,pp. 166-184; M ERCEDES V . ALVAREZ PIJEBLA DE CHAvEs, Problemas de
Joplfl /l' fw experimental,LaPlata1948,pp.39-54;A.CAMILLI,Trattato diprosodia e metnka latina,Firenze 1949,pp. 14, 133-34;A.CAMII.I.I,Spostamenti di tono nella pronuncia italiana, LN 11, 1950, l?.74;R.A.HALI-,B.M lcLloalxl,Ancora delsintagma cognome+ prenome,LN 17,1956,pp.27-28;P.GUBERINA,Etudeexpérimentale de l'expression linguistique,44Studia romanica et anglica Zagrabiensia t h, n. 5,luglio 1958,pp. 33-50; G . L.BECCARIA,L'unità melodica nella prosa italiana,AG1 44 1959, p.101 sgg.; P. GUBERINA,Le ppa et le nmuvement dans le langage,44Studia rom aniea et anglica Zagrabiensia A, n.7, 1959, pp. 3-15; PELLEGRINI Lingua e dl hletto
(1959) 140-42; G. L. BECCARIA, Strutture melodiche nella prosa #'r?r?t'moderna, ftLettere italiane #, 12, 1960, p. 82 sgg.; M . CHAl' AI.I-Az,N otes on Italian Intonation,4(Le M aître phonétique#,75,
lt)6(),pp.10-13;J.LAZICZIUS,Lehrbuch der Phonetik,Berlino 1961,
64.Innovazt onifonologiche
417
dialettiapparentemente similiLscil.:simili nelst 'stemafonematico e morfemattko,nellessicoenellasintassij,sipuè osservarea volte una melodia nettamente diversa (forse retaggio antichissimo?) e, per
restare nell'am bito triveneto,non sarà dië cile notare,ad es.,una profonda opposizione nella intonazione tra i dialetti trentinie quelli
venetih (PELLEGRINI Ls ngua e dialetto 141-42). Individuano l'esistenza di norm e prosodiche diverse tra i vari dialetti g1i studi di
BATTISTI Testidialettali62 (sultrentino),FERRERI-BILANCIONI,La grajcalaringea,cit.supra(dialettisettentrionaliecentromeridionali), PORENA,11movimento melodico,cit.supra (romanesco evarietà romana),CAMILI.ITononellapronuncia (dialettisettentrionalieabruzzesi).La persistenzadellaprosodiadialettale nell'uso regionale dell'italiano crea,a livello prescientifico,la possibilità facile e im mediata diriconoscere la provenienza regionale d'un parlante.Perle future ricerche sulla prosodia dell'italiano com une tutto ciè impone che si tenga conto della provenienza regionale dei parlanti sui cui usi si fonda l'analisi: tale aecorgim ento è stato qualche volta trascurato, anche in ricerche preziose com e quelle delG em ellie delG uberina.
b)Le ricerche delCamilli,fondate sulla analisiuditiva non strumentale (sulla validità,anzisulla indispensabilità e primarietà ditaleanalisicfr.GUBERINA,Etudeexpérimentale,cito,p.33),inte-
Pur con l'approssim azione e le riserve che devono accompagnare g1i enunciati relativi a ricerche ancora fluttuanti nei presupposti concettuali,nelm etodo,neim ezzi dirilevazione,circa la prosodia nell'area italiana possono form ularsi alcune constatazioni relativam ente sicure.
grate da quelle strumentali de1 Ferreri e de1 Bilancioni, rivelano l'esistenza dialm eno due grandivarietà regionali prosodiche:le due varietà si distinguono soprattutto per il diverso im pianto prosodico delle frasi enunciative indicative. N ella varietà centrale, nelle frasi indicative enunciative tra le vocali costituenti ognisingola parola la vocale più alta è anche la vocale più intensa.ossia ilm assim o dell'altezza coincide con il norm ale accento intensivo della parola;nelle frasi indicative em otive, il culm ine dell'altezza è invece anticipato sulla sillaba precedente a quella aecentata là dove,beninteso,la parola possegga una sillaba pretonica. Nell'area settentrionale invece l'anticipazione dell'altezza rispetto alla intensità caratterizza le frasi
1,p. 144-47; M . CHAPALLAZ, Further N otes on Italian Inton., 4fLe Alaître phonétiqueh ), 77, 1952,pp. 5-7;0 .voN EssEx,All gemeine und angewandte Phonetik,Sa ed., Berlino 1962,pp. 167-176; M IJLJA-
tzlt ' jFonologia493-500(allacuibibl.,selettivaenon sostitutivadella precedente,è da aggiungere alm eno il fondam entale contributo del
compianto M ario LUclol,Saggilinguistici,pp.155-75).
aj Come nell'area tedesca,anche nell'italiana LLl'andamento
indicativeenunciative(v.app.591b2,app.60Ib 1).Questaseconda
m elodico della frase neidialetti e nell'italiano regionale ( assaivario ed in qualche caso m olto m arcato ed im m ediatam ente riconoscibile)
im postazione prosodica si riscontra anche nell'area abruzzese-m o-
lisana(CAMILLITononellapronuncia).Sipuèformularein proposito
ad esempio in Liguria (dovela cantilena èdefnita,con voceindigena,côcina),nelVeneto,in alcuneregionimeridionaliecc.;la ca-
una ipotesi che attende di essere verifcata: poiché 44ne1 francese sussistono due tipi di accento A e 4...quello musicale... alla fne di una frase... puè essere disgiunto da quello di intensità, cioè puö
denza regionale è oggetto d'im itazione e diparodie spesso indovinate, nel teatro com ico e nella rivista,ove l'im itazione tenta dicogliere e di esagerare i tratti caratteristici di una intonazione...T ra alcuni
venireanticipatoA(BATTISTIFonetica 251),poiché,cioè,l'andamento prosodico francese sembrerebbe coincidere con l'andamento prv
418
64. .f?istlrtzz/ ' tmz'fonologiche
sodico dell'italiano settentrionale e dei dialetti de1 versante adriatico dell'ltalia peninsulare, sipuè supporre che sia lecito parlare di un andam ento prosodico 4galloitalico A, che, come innum erevoli altri fenom eni,salderebbe ilSettentrione italiano alla Francia e siespanderebbe a sud lungo la costa dell'Adriatico.
c)GlistudidelCamilli(citatipiù in alto)e quellidelGuberina concordano ne1distinguere per l'italiano centrale (Camilli) fondam entalm ente 4 o F tipi prosodici a seeonda dei tipi di frase: la frase enunciativa indicativa, caratterizzata da forte intensità alI'inizio,variazioni gradualidialtezza e intensità alcentro, abbassam ento di intensità e intonazione alla fine, tem po non defnl kto; la frase enunciativa emotiva caratterizzata da alta intensità ealtezza nelle sillabe iniziali e fnalidella frase,e da tem po rallentato nellaparte centrale; la frase interrogativa non em otiva, caratterizzata da un brusco aum ento dell'altezza in una sillaba dicollocazione non deter-
minata(coincidentecon latonicadellaparola intornoacuivertela interrogazione),dalentadiminuzionedell'intensitàdellesillabeEnali, da altezza relativam ente elevata sulla stessa,datem po rapido in eorrispondenza degli aum entidialtezza; la frase interrogativa em otiva, caratterizzata da1forteaum ento dialtezza eintensità in corrispondenza della parola più strettam entecollegata alla em otività. A questiquattro, P. G uberina aggiunge un quinto tipo di andam ento prosodico: quello individuante la frase Lésegmentata) h de1 tipo quellbuomo, lo conosco ovvero lo conosco, quell'uomo.
d)Sesirihettealfattochenellagraliatradizionale,coskcome
del resto nelle trascrizioni fonetiche e fonem atiche previste dalla lnternationalPhonetic Association,le variazionid'ordine prosodico
hanno soltanto scarso riconoscimento (nellagralia tradizionalevengono rilevate con segnidiintèrpunzione soltanto le pause m acrosco-
piche)siintende facilmente come nelprocesso diassimilazione e difusione dell'uso orale dell'italiano, processo che com e si è più volte dim ostrato ha avuto la sua base e ilsuo costante punto diriferim ento nella trasm issione scritta delle form e linguistiche italiane, il settore del sistem a sottoposto a pifl forti tendenze innovative sia stato quello prosodico. La scarsa consapevolezza riQessa della esistenza e consistenza di norm e prosodiche ha reso relativam ente scarsi irilievipolem icicoslfrequentia proposito dialtre tendenze innovative.Tuttavia non sono m ancatiirilievida parte delle personalità di gusto più fine e sensibile, m eglio educate all'uso e alla percezione deivaloriprosodicitradizionali.Ad esem pio, neiprim ianni
64.Jr?nort?mb/lijbnologiche dopo l'unità,nel cap.XXV I della Giovinezza,Francesco de Sanctis scriveva: 4...avevo fatto m olto progresso nell'arte del leggere; e ne avevo qualche obbligo a un ta1Cam illiche teneva scuola dideclam azione, dove, im parando a recitare con verità e naturalezza, avevo corretto quel po' di enfasi stridente e piagnucolosa... Ci conferiva anche ilgusto che m isiandava purifcando,e quelm io viver dentro nella lettura,siche non m isfuggivano le più lievigradazionidelpensiero o del sentim ento. L'intonazione era giusta, l'accento sincero, Ia voce insinuante, fatta più alla dolcezza che alla energia,non m ai monotona.D icevo che le cose hanno ciascuna la sua voce;e quando qualcuno, leggendo,non aveva la voce abbastanza :essibile e mutabile,m iveniva ilm aldivisceri,e non sapevo infngerm i.M e Ia prendevo coi m aestriche non sapevano leggere;e dicevo che ilm odo di leggere dim ostrava il valore de1 giovane più che qualunque esam e:
ciô che sembra un paradosso ed è verità.Quando ero chiamato a qualche esam e,solevo farleggere qualche periodo,e a dare ilgiudizio
non mioccorreva altro.Queste parranno puerilità;ma penso anche oggicosl.In N apolipochissim isanno ben leggere e ben pronunziare; il fatto com incia nei fanciulli, che im parano in modo cosl barbaro a com pitare. 11m archese ci siarrabbiava. L'im portanza della buona pronuncia e delle letture pubbliche non è ancora ben capita...8 h.
QualcheannopiùtardiT.M AMIANI(Dellafltzàkrjïlt ïedellaeleganza, in Novelle,Iavoleenarrazioni,Napoli1883,p.327)scriveva:44Ponete m ente com e l'un dl pil k che l'altro si vada smettendo e quasi dim enticando l'orditura m irabile e senza fne varia e pieghevole della canzone petrarchesca;a segno che diventano raricoloro che sappiano sentire a un tratto e goderpienam ente ilsottileartifcio delle sue pause e delle sue rispondenze A. L'assenza di notazioni grafche dell'andamento prosodico, l'isolum ento linguistico della T oscana dove l'uso orale della lingua aveva la sua più cospicua base tradizionale, l'apprendim ento soprattutto pe: via scritta della lingua,infne,probabilm ente,anche iltentativo di evitare m arcate cadenze dialettali sono stati altrettanti fattori cooperantia creare un tipo didizione povero divariazioniprosodiche. R.A.HALL,B.A/ IIGLIORINI,Ancora delsintagma cognome+ prenome, LN 17, 1956, pp.27-28, forniscono la testim onianza diun notevole rillesso di tale dizione: individui caratterizzati da un rilevante conservatorism o linguistico articolano ancora un sintagma deltipo M aza/Aa'G uido con una forte pausa ed una curva m elodica discendente che m ancano nel tipo Guido M azzoni e che, con la loro presenza,
420
65. La /,' Alkj'!/tz della Iegislazione italiana
segnalano la eccezionalità del prim o tipo; i due linguisti attestano perè che nell'italiano più m oderno si realizzano spesso i due tipi con eguale intonazione e senza alcuna pausa. La m edesim a m onotonia è stata rilevata dalFIORELLI Una sibilante81 nelle trasm issioni
radiofoniche(in cuil'annunciatore'leggeun testo scritto),peresempio in sintagmi de1 tipo aiuti aibambinibisognosi dell'Europa, nei qualila assenzadisegnalazioniprosodicherendepossibilileinterpretazioni più diverse. 65. LA LINGUA DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Le lam entele sulla corruzione, sull'ineleganza e rozzezza dellinguaggio proprio delle form ulazioni legislative italiane risuonarono assaialte nelperiodo della Restaurazione. N el1820 un letterato e giurista m antovano,Ferdinando ARRIVABENE, trattando in generale del
linrzaggio giuridico fDella lingua forense.Dissertazione,Bergamo 1820),sipronunciù controgliuàilinguisticidegliuominidilegge:
65.La fi' r?gl/tz della Iegislazione z'/tz/p'lAItz
giuridica italiana dopo l'unità. Tuttavia visono buone ragioni per tenerli ben presentientrambi.E non solo ragioni d'indole generale, ' com e sarebbero quelle implicite nel ram m entare la vischiosità, la grande lentezza con euiifenom enicollettivie fra glialtrile linguc eilm odo d'usarle sim odifcano nelcorso deltem po, sicché sarebbe ing. ivstp pvnsare chv fattie polemiche risalential 1820 o 1830 potessero avere perduto ogniattualità appena trent'annipilk tardi. Vi è anche alm eno una ragione specifca per cuim ette conto diricordare idue opuscolidella Restaurazione, ed è che quasitutta la letteratura sull' argom ento fino a tem pirecentissim inon ha abbandonato iterm inie l'im postazione de1problem a proprideidue puristide1prim o O ttocento.Poco dopo la proclam azione delregno d'Italia, l un napoetano, Gaetano VALERIANI, si dedicö a una L jdisam ina degli orrori
dilingua inclusinelcodice penale delRegno d'Italiah )(La lingua deinostri lepWtz/tm ' , ossia tsâwAzlfatz ecc., Napoli1864);ilpresi dente della Corte di Cassazione di M ilano, G iuseppe M anno, giudicato t 4insuë cientenellascienza de1diritto.p,m a stim ato com e 44linguista #
(cioè linguaiolo),sidedicö ad emendare da terminif (non italianiA
pur tem endo che 44osar d'ingentilire la lingua forense sia fatica gittata >, egli riteneva tuttavia dtesdere indispensabile oggim ai una m iglior lingua a quanti professano giurisprudenza in Italiaà ) e prolm neva perciö che si approntasse un ftglossario d'infim a italianità giudiciariah, in cui fossero elencati in ordine alfabetico gli erroriy i
il progetto Cassinis dicodice civile, ottenendo in genere credito, sicché nel testo del 1865, com e il M anno aveva proposto, parimenti,
barbarismi,i dialettismidellesgico giuridico corrente (pp.7-8j-
mezzo secolo più tardi, Vittorio SclAcolA, fondando un circolo di studi giuridici, si preoccupava di porre il problem a del linguaggio legislativo e più generalm ente giuridico, condannando 4 3la gente che crede cheun librosiatanto pilbscientifcoquantopiù siallontana
Qualche anno più tardi,all'accademia di Rovereto veniva letto un dialogo sulla lingua legale:autorv ne era un giovane avvocato tren-
tino,Maurizio Moschini.11M osculxl(Saggth #J'linguaIegale,Pavia 1832)deprecava gliusiaberrantidisingolivocabolinelleleggidei varistatiitalianidell'epoca(peresempio,nubileperscapoloj,ineologismiinutiliepocoeleganti(comepett' zionare,p.28),iforestierismi (p.64)esoprattutto le formulazionisemidialettali:eglisognava che si potesse 44giugnere a scrivere non più quasi in particolari dialet' ti nelle diverse partid'ltalia diversi%, m a,invece,4in una polita Ii. ngtza-
atuttaItaliacomune$(p.12).Perraggiungerequestamèta,ilMoschiniproponeva che siperseguissero tre vie:lo studio delvocabolario della Crusca,la lettura attenta degliscrittoriitaliani, m eglio se di cose giuridiche, de1 T recento e Cinquecento, l'assim ilazione e
l'imitazione dellatino deigiuristiantichi(p.52 sgg.). Sia l'opuscolo dell'Arrivabene sia .quello de1 M oschini cadono fuori deilim iticronologicidiquesta indagine vertente sulla lingua
revoca,'rimborso, rialzo, conserratorio sono sostituiti da parimente, rivocazione, rl' mborsazione, rialzamento, conservativo, m entre resi-
stonooptare(controottarej,escussione(CARAccloLo Nuovostato42);
da1vocabolario italianoALDirittopraticoedivittoteovico,in (.Rivista di diritto com m ercialeh, 1, 1911,p.840);due annidopo Pietro C()GLIOl-O riprende le vecchie lamentele puristiche, sull'italianità corrotta,e chiede nello stesso tem po una m aggiore m odernità linguistica nelle form ulazionilegislative;richiesta alquanto contraddittoria, se sipensa che ilCogliolo,sulle orm e delM oschini, addita neltestamento de1Boccaccio e in un passo diBenedetto Varchik'optimum
stilistico cui igiuristidovrebbero attenersi(Scrittivarididiritto pa' zwzt?,2 voll-,Torino 1913,1I,pp.30-36;7a ed., M ilano 1940,l1,
pp.105-109).Passano vent'anni,ma l'italianità linguisticacontinua a corrompersi negli scritti dei giuristi, alm eno secondo il parere di
Ludovico MORTARA (G1,1936,4,p.58).Unparerecondiviso.di11 a qualche anno,da Piero ADDEO, che in una serie discrittie opuscoli
65.La Iingua della legislazione t'taliana
65.La lingua della legislazione italiana
423
non prividiingenuità è andato in cerca delle brutture e deglierrori digram m atica e di lessico com m essi da avvocati,giudici, legislatori,
conto della particolare situazione linguistica dell'ltalia ottocentesca. ln un altro m anuale di.precettistica forense. quello di G iovanni
notaiLGrammaticaforense;10.,Lingua notarile,Napoli1938).
GIURIATI(Comesifa l'avvocato,Livorno 1930,p.244),ilproblema
Fra tante condanne, non m anca qualche fugace cenno positivo: peresempio,secondo Rosario Nlcol-ù,ilcodice civile del1865,fra isuoipregi,avrebbe avuto qla chiarezza deldettato,lafnezza del-
dellinguaggio da tenere nelle arringhe è visto altresiin term inipitl larghi, cioè in rapporto alla cultura linguistica com tm e: qChi parla italiano nelle curie d'Italia? L'interrogazione parrà strana e pedantescae sossticaaipiù...:sipotrà rispondere che ilbelpaese, per cui fu fatto ilproverbio ilingua toscana in bocca rom ana ', non viene meno a se stesso neanche nelle curie.E sia.Am m ettiam o in fatto, o in ipotesi,cheilterritorio toscano eilrom anovadano scevrida m ende, m a glialtrinove decim idella Penisola? Se g1iscrittorinostri, aldire diTom m aseo,o sono letteratiche sragionano o scienziatiche sgram m' lticano ?,se inostrlteatri,dopo trenta alm idiunità nazionale, n on hanno ancora trovato una lingua che non sia di convenzione, com c m ai potrem o sperare noi forensi di vincere la prova? lnsidiano la purezza de1 nostro linguaggio due here nem iche di esso, la lingua vernàcola e la lingua curiale, due m acchine idrovore, che gettano continuam ente fotti divoci barbare e dim odiviziosî. Quale linguaggio, adunque, parlerà in questi tempi di transizione il nostro oratore ? Si atterrà al puro o all'usuale, al corretto o al trascurato ? ilbivio ( una perplessità crudele. Sacrificarelachiarezzaallapurezza e alla correzione é arrischiare di non farsi intendere dai giurati. Sacriscare la carrezione e la purezza all'intelligenza altruiè un fare torto ai giudici). Se sull'uso parlato deitribunalipesano soprattutto le condizioni e icaratteridell'uso linguistico eorrente, illinguaggio delle form ulazioni legislative deve tener conto delle esigenze intrinseche della codifcazione: il peso diqueste esigenze è stato m esso in rilievo da
l'espressioneA(CodtkecJh7e,in Enc.deldir-,Varese 1960,p.243). M a, nella sua essenza, questo è,com e i precedenti, un giudizio di valore pit k che d'esistenza:com e in quelli,anche in questo la preoccupazionedella bontà letterariadell'espressionegiuridica è dom inante, e spinge a condannare o a lodare, più che a intendere storicam ente il problem a,o i problem i,della lingua italiana in relazione alle esigenze delle form ulazioni legislative, del dibattito giudiziario, della dottrina giurisprudenziale.
Qualche passo notevole nella direzione d'una più adeguata com prensione ditaliproblem iè stato com piuto in epoche diverse da tre distinti autori.In un'opera precettistica del 1843 Vincenzo M oRExo
scriveva(Galateodegliavvocati,Napoli1843,pp.173-75):L jQuanto alla lingua e allo stile da usare, è grave sentenza... Nelforo è viva quella disputazione, vivissim a nella letteratura nostra, de1 purism o
e delIassismo.t viva,ma travisata etravolta.lmperciocchépurismo è quel culto superstizioso della lingua, cioè delle frasi, dei m odi e delle voci del T recento; lassism o è il caldo afetto di tlna lingua, creata e m odifcata da ogni scrittore, che non tollerando alcuna legge dilessico vuole usare m odie frasiitaliane o no,e divario signifcato...Pure,la numerosa generazione degliindottidelforo addi-
manda purismo la (semplice)scienza,e lassismo l'ignoranza della gram m atica; sicché chiam a puristi coloro che si guardano dagli erroridicostruireilverbo con l'aggettivo,e ilm aschile con ilfemm inile; e lassisti tutticoloro che scrivono dessersiprodotto appello da egli'. rsi esser lassista m a essere ignorante. Attendi e ... 11che non puè di spera intorno a ciè percioccYé'la atmosfera della letteratura è assai più am pia diquella de1foro,e la racchiude,cosldopo che idue vizi saranno distolti di là, anche di qua saranno' rim ossi. Verrà tem po che la buona lingua la quale aborre ugualm ente dalla superstizione
e dalla licenza,certamente siJarà via quando l'età che corre sarà fatta molto adulta ) '. 11 M oreno, palesem ente, si m uove anch'egli sulpiano deldover essere,e dà valutazionie precetti:m a è, a difl' erenza deglialtri,consapevole deilegam i che stringono il linguaggio forense a quello letterario e com une, e mostra di rendersi ben
R.PoqlcEscl-ll,inunabrevissimanota(Arcaismodellinguaggt ' ocuriale, 44Riv.trim .didir.e proc. civ.p,II,1948,pp.480-82)chesiconcl ude con l'asserire l'inevitabilità d'una certa dose diarcaism o e ditecnicism o nellinguaggio di ogni legislazione. L'indagine sul linguaggio giuridico italiano nel suo complessa procede in m odo profcuo se, senza sm arrirsiin valutazionidigusto, tiene conto deidue tipi didati intravisti sia dal lkloreno e Giuriati sia dalPoggeschi:ossia se tiene conto dell'am biente linguistico entro cui si é inserito il linguaggio dei giuristie dei legislatori, e se tiene conto delle esigenze intrinseche a tale linguaggio. Nel definire le esigenze intrinseche del linguaggio giuridieo italiano non sipuè non tenerconto della discussione che siè svolta e si
r1 / /ûë'-)' .
.
424
65.La Iingua della legislazione italiana
4J. La ?t'agtttz della legislazione italiana
va svolgendo sulla codifcazione e sull'interpretazione. Tra le m olte questioni che si intrecciano in tale discussione interessano qui in particolare due quesiti che, im plicitam ente, cisi è posti: il prim o riguarda la necessità e inevitabilità dell'esistenza di esigenze specifche e caratteri diferenziatori de1 linguaggio giuridico; il secondo riguarda la possibilità di determ inare deduttivam ente una volta per tutte taliesigenze.U n'ala autorevole deiteoricideldiritto ha risposto e risponde aferm ativam ente a entram biiquesiti.N el1938,quando il neopositivismo logico non aveva ancora avuto la fortuna di esser
tendo in evidenza che una norm a non vale come puro seglif,linguistico descrittivo d'un com portam eh' io ipotetico m a com e segnl) 1111guistico che program m a sulla base di giudizidivalore im plicitio espliciti certi com portam enti e che volu 'tam ente si inserisce in un gioco diforze obiettive fuoride1quale avrebbe altro senso da quello che ha. In defnitiva, la norm a giuridica non è in sé, nella sua isolata formulazione, obiettivam ente autosul ciente, e non è nem m eno
dimoda presso igiuristiitaliani,ilColonna (A.Col-oxxA,#er Ia scienza del#J ' r;' ffo,Torino 1938,p.61)già rispondeva afermativa-
aggiunge, secondo il Betti, la m ancanza di autosuë cienza form ale dell'intero corpus legislativo:sulla scorta delle aserm azioni di W-.
m ente: egli riteneva che i diritti vigenti peccano di im precisione term inologica, e invocava aiEni della fondazione della scienza giuridica ( tuna term inologia nuova, e m agari astrusa i che designasse iconcettioperativi deldiritto.U na posizione delgenere è stata successivam ente ripresa,sulla scia delpositivismo logico,da N .BoBnlo, Scienza deldiritto e analisidellinguaggio,4Riv.trim estrale didiritto e procedura civile h ), 4, 1950,pp.342-67:la giurisprudenza sarebbe non altro che analisidellinguaggio legislativo,che dovrebbe descrivere,per conferire ad esso rigore,sia individuandone le regole d'uso in esso im plicite,sia com pletando taliregole e dando ad esse la form a di un sistem a coerente. Posizioni del genere sono state oggetto di
M.URBAN LLanguageand reality,Londra 1939,pp.125,196 sgg., 201,234,242) ilBettiinsiste sulla ellitticità delparlare giuridico,
qualcheironia(cfr.P.FIORELLI,Perunvocabolanhgiuridicoitaliano, LN 8,1947,pp.96-108)edellacriticadiE.BETTI,Teoriagenerale
desiderabile che lo sia. Alla non autosuëcienza di contenuto si
com e diogni altra sorta diparlare: proprio in ciè, secondo il Betti, ha radice l'esigenza dell'interpretazione, e proprio questa ellitticità rende vanie illusoriiprecettiche in alcune legislazionida Costantino al diritto territoriale prussiano tentano di vincolare i tribunali a una interpretazione letterale che ricada interam ente all'interno
delsistema diformulegiuridiche(p.805). Se per i positivistilogicila lacunosità dicontenuto e diform ulazione delle legislazionio non esiste o non dovrebbe esistere, se per
ilBettiessa esiste,zna come un portato inevitabile della struttura sostanziale e form ulare deiprecetti, non manca chi né la nega o lâ com batte,né sem plicem ente Ia eonstata, m a anzila auspica e intende
dell'interpretazione,M ilano 1955,2 voll.,II,pp.797-98,secondo il
program marla.Quando alvocabolo f(lacunositàhsitolga ognicarica
quale q jil vizio radicale di codesta teoria... sta nel dim enticare che le norm e non sono pure enunciazionidigiudizitendentia comunicare un sapere circa la sintesi d'un soggetto e d'un predicato,m a sono strum entiad un fine diconvivenza sociale.Incom be pertanto algiurista interprete di identifcare i tipi di interesse che hanno form ato oggetto didisciplina legislativa;e poiché sifattiinteressisicollocano nella vita diuna società,costituiscono in gran parte <m ateria segnata', soggetta a certe leggi sue proprie, che operano prima ancora della disciplina giuridica, chiaro appare che... non basta... analizzare la logica della lingua usata dalla legge:si deve altresl indagare, in un indirizzo storico e tecnico, sia la logica dei rapporti sociali disciplinati,sia la logica delloro trattam ento giuridico A. In altriterm ini, il rifuto del program m a di lavoro della giurisprudenza neopositivistica e della concezione che essa ha di ciù che è o dovrebbe essere un corpus legislativo,viene dalBettim otivato,se non erriamo,m et-
em otiva o valutativa e lo siassum a in senso puram ente descrittivo, è questa, sem bra, la posizione adom brata di recente da Rosario
Nicol:(Ioc.ct. t.),ilqualesièchiesto L échecosadebba rappresentare un codice in una società moderna, se esso cioè debbi essereun corpus, il più com pleto possibile,di norm e precise e analitiche per tuttigli istituti della vita giuridica,ispirate al rigoroso tecnicismo degli iniziati,o se piuttosto non debba essere un tessuto di principi, sui hlonifondam entalidell'esperienzagiuridica, che,perla loro capacità
espansiva ela loro Hessibilità,possano ggrazieallavoro degliinterpreti)adeguarsipiù da vicino alritmo dell'evoluzione delle nostre strutture socialiA.U na prospettiva delgenere èpalesem ente opposta aquella in cuisimuove o desidererebbechecisim uovesse lagiurisprudenza neopositivistica. In questa sede,non interessa prender partito fra le tesidiverse quidelineate:piuttosto prem e rilevare che dalla discussione sirica-
426
'lt'fdella legislaz'g't)/le italianu 65 1.a &'zl,gl
vano delle ipotesilim ite su quelche puù essere un corpus legislativo. Sulla scorta di tale discussione, possiam a cioè ipotizzare una serie di$m odelli'distrutture legislative ed esam inare le esigenze e iproblem iche a ciascuna ineriscono in rapporto al linguaggio corrente: im odellicosï ipotizzati possono valere com e punti di riferim ento per valutare poi in concreto la situazione peculiare de1 linguaggio giuridico italiano. Si esam inino anzitutto le due ipotesi estrem e: quella d'una cokli6cazione ridotta all'essenziale,e quella d'una codihcazione priva diognilacuna dicontenuto e di form a. Per ragionidiverse in entram biicasinon sipone un prablem a di rapporti tra lingua giuridica e lingua com une. U na coditicazione ridotta al m inim o presenterebbe certam ente dei problem i d'ordine espressivo e lessicale all'atto della sua form ulazione: m a sarebbero problem iin tutto analoghia quelli ehe si incontrano nel dar form a linguistica a contenuti d'indole generale, problem i che si pongono e si risolvono senza residuinell'am bito d'un uso accorto del patrim onio linguistico cam une;senza residui, cioè senza che sia neczssario ricorrere a un vocabalario tecnico, specilico di tale cadiEcazione. Per ragioniopposte, un problem a di rapportitra u5i linguisticicorrenti,non tecnici,e usidellinguaggio giuridiconon siporrebbe nel caso di una codiicazione che si preoccupasse in partenza di darsi una veste linguistica interam ente formalizzata, ossia che si preoccupasse di m uovere da una serie diesplicite desnizionirelative ai term ini adoperabili e alle loro regole d'uso. U na valta desniti form alm ente,iterm inid'una codiEcazione deIgenere sarebbero sostanzialm ente diversi dalle parole dell'uso com unz,quan4'anche fossero fonicam ente sim ilia queste:l'uso linguistico com unenon avrebbe alcun peso neldeterm inare le scelte term inologiche e le regole d'uso, nL vi sarebbe poss -ibilità d'equivoco o di reciproca interferenza tra le form ulazioni d'una codificazione siflktta e frasi del linguaggio comune eventualm ente consonanti. Problem i di rapporto tra linguaggio giuridico e linguaggio com une non siporrebbero in questo caso perché la lingua giuridica sarebbe per costituzione aflktto irrelata alla lingua com une. La codifcazione italiana è egualmente lontana dalle due ipotesi estrem e ora delineate.A dire il vero,una re-
l y, r y6 5 .Laà ' > l p l f t zde r l al e g ùl a z i o nei t a l i a n a
4 27
sostenere che le norm e della legge costitulseono regole diun sistem a a struttura logica,sicché nell'interpretarle deve darsialle parole il signiEcato accolto nel sistem a. M a alla m edesim a esigenza puö sod-
disfarsianche altrimenti.t un canone ermeneutico elementare com m entare,finché sipuö, Om ero con Om ero. M a O m ero non è un sistem a a struttura logica. Né lo sono le norme legislative italiane, delle quali è palese il carattere non formalizzato, non autosul ciente per ilrinvio continuo alvalore com une delle parole. Ciè è delresto esplicito nell'art. 12 delle disposizioni generali del codice civile. 4 fnell'applicare la legge non si puè ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal signifcato proprio delle parole secondo la connessione diesse,e dalla intenzione de1legislatoreA. In eonform itàa ciö,illegîslatoreitalianonon ham aiavutotroppa preoccupazione per iverba I' lm ' . ç:l'attenzione con cui ilcodice civile tedesco de1 1896 delinisce per tre paragra: il signiicato di Sache
4cosat h(90-92)e perlino la parola Gesetz 4leggeA(art.2:AooEo Grammatt kaforense155)èrestataestraneaintalemisuraallacodifcazione italiana. E gioverà osservare che, quando e dove questa attenzione poteva essersim anifestata,isuoiefettisono statisuccessivam ente cancellati: ad esem pio, nel progetto del c. c. del 1942
quattro articoli(421-24)erano dedicatialladefnizione delleparole 4cose m obili', 6m obilia 'ecc.e sono statipoielim inatidalla stesura
defnitiva(ADDEO Grammattka /brcaà' e 160). .
In queicontestiin cuiunaprecisazionedell'uso lessicale corrente si è im posta,ilegislatorisisono giovatidivaritipidideterm inazione che P. FIOREI-LI, Per un vocabolart' ogthridl ko italt hno,LN 8, 1947.pp.96-108,ha com pendiato in cinque categorie:
1) dehnizioni:(4sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio e ornamento diun'altra cosap(817 c.p.p.); 2) enumerazione delle specie: ( 4sono piccoli imprenditori i coltivatori dlretti del fondo, gli artigiani, i piccoli com m ercianti
ecc.h(c.c.art.2083); 3) enumerazione degli elementi costitutivi: 44ne1 nome comprendono ilprenome eilcognomeh(c.c.6,cpv.1); 4)chiarimento della diversa estensione delterminegiuridico
cente sentenza della Cassazione (24 giugno 1958,n.2243,cit.in Rass.digiur.sulcod.civile,Libro 1,app.diaggiornamento,a cura
rispetto alvocabolo com ùne:4sotto ilnom e dipovertà non siintende la nullatenenza,m a uno stato in cuiilricorrente non sia in grado di
diA4.e G.STEI-LA RICHTER,Milano 1961,p.14)a proposito del-
sopperireallespese dilite$(R.D.30-12-23,n.3282.art.16,cfr.
l'articolo 12 delle D isposizionigeneralide1c.c.ha creduto necessario
428
65.La Jfplgz/t?della legislazione C'/c/ftmtz
anche F.BELLONZI,Diritto e sinonimi:povero,indigente,necessitoso,
LN 4,1942,p.115); 5) sfruttamento dell'interrelazione rubrica-testo: 44OmicidioChiunquecagionalamorted'unuomoecc.)(c.p.art.575);44Apolidi. Se una persona non ha cittadinanza ecc.b i(Preleggi,art.29). t dunque palesecheilegislatoriitalianihanno rinunziato ad una sistem azione rigida della term inologia,ed hanno accettato,e consapevolm ente,dioperare nell'am bito deivalorilessicalisaputi,com e del resto giàfu veduto benedaV.PARETO,Trattato#l 'soct hlogiagenerale, I Firenze 1923, p. 50, e S. M EssINA, 11 linguaggt' o pkrftsct? nella
tecnica della legt. slazionefascista,in 4411libro italiano nelmondoh, II,4, 1941, pp. 1-18. La rinunzia a una sistenaazione term inologica rigida è anche da porre in relazione aicrescenticompitidello stato m oderno,e quindi all'irttrusione nei testi legislativi di una m assa di term ini tecnici, tiascuno deiqualispesso rientrante nell'am bito didisciplineo tecniche operative diverse,capacidicondizionarne in vario senso l'uso:tipico è il caso della coppia sinonim ica atto e documento,il cuiuso legislativo è variamente in:uenzato da diversi e in parte contrastanti usi u tranei in origine alle form ulazioni legislative,nelle quali tali conlrastisirillettono;è notevole che colprogredire deltempo nelle form ulazionilegislative atto sia stato usato sem pre più spesso in luogo
didocunlento(P.GuIDI,Teort ' agiurtdicadeldocumento,Milano 1950, pp. 11-16):poiché nell'uso corrente della lingua atto è altresl la paroladimaggiorfrequenza(KNEASEIWL,s.v.),sihaincièunulteriore indizio dell'atteggiam ento linguistico deilegislatoriche sem pre più sono andati riferendosi agli usi linguistici correnti, specie dove interferivano e si contrastavano usi tecnici diversi. L'interferire di tradizioni diverse e la problem atieità della loro conouenza nei testi legislativiè stata m essa spesso in rilievo:cfr. A.D .GIANNINI,lstituzioni #J'diritto frzlwftzrg b, 8aed. ,M ilano 1960 Ltassa,imposta,tri-
/wfo),pp.35-39;AooEo Grammaticaforense 157-160;A' 1.l WEDICI, 11formaggio44granah ),LN 17,1956,pp.23-25;G.PETTENATI,Nomenclaturafarmaceutica(:nomibrevettaticommerciali),LN 16,1955, pp.88-89;va detto che nell'incontro con gliusicorrentile form ulazionilegislative hanno talora parte attiva:oltre gliartt. citt.cfr. A . CHlcco,1 nomidelle cose e ildiritto, 44Giur. ital.# 86, 1934, p. 1:-, coll.274-78,sull'intervento delle legginella im posizione e nell'uso di
65.La Iingua della legislazione italiana
429
nomicom eseta,burro.vinodiFrascatiecc.L'esigenzadifarriferim ento aun uso linguisticocorrente,non tecnico,presenteforsein ognilegislazione,m a certo de iure in quella italiana, e d'altra parte l'assenza diun robusto uso corrente dell'italiano almom ento delle prime codificazioni, spiegano com e m ai i legislatori italiani abbiano spesso .c ercato, per dir cosl, un'ancora delle loro form ulazioni in m odelli alloglotti, cioè ne1 latino classico, nel tedesco e nel francese, senza badare alle lam entazionipuristiche. L'aderenza al m odello francese, sin dagli inizi dell'ottocento, perla legislazione non ha bisogno didocum entazione:le stesse prese
diposizione puristiche citate supra,ilbilinguismo legislativo e non
solo legislativo piemontese (v.app.20)ne danno ampia prova.Per il tradizionalism o cfr.R. PoggEscul,Arcaismo del linguaggio curiale, cit., che chiarisce, contro i facili antitradizionalism i dell'Addeo
jLingua notarile,cit.),le ragionideltradizionalismo formulare.Tra tanti com plessi problem i, i tentativi di intervento puristico erano condannatio a vedersi respintio a creare,quando riuscivano,inutili complicazioni:ne1 1859-65,a parte gliinterventi puristici delpresi-
a
dente Manno(v.sopra),iredattorideicodicicivileedicommercio tconsulente letterario fu tra altriilcav.Achille Mauri,milanese)
'
lavorarono dapprim a sulla base de1 testo sardo, con forti iniuenze de1codice napoleonico nella sua variante italica,poi,dopo l'unilicazione,utilizzarono im odellidiParm a e,in m inor m isura,diN apoli, sicché la lingua della legislazione venne ad assum ere un carattere
composito (CARAccIot.o,Nuovostato38-42,cheutilizza la Raccolta dei/tzztm'preparatoridelcodicecf' w' /:delRegno#J'Italia);leproposte
.
di revisione stilistica del codice penale che F. lklartini form ulè nel 1889 su incarico diG .ZANARDELLI,furono respinte da L.Lucchini
checurö la stesuradefnitiva(M.D'AMELIO,Linguaggioletterario e linguaggiogiurtdico,4tCorriere dellaSeraA 3 mar.1932,n.54).né m iglior sorte ebbero gli interventi puristici di G uido M azzoni sul
c.p.p.ne11913,e quellidiU.Ojettisulcodice Rocco (ADOEO Grammqtica/. 'zel4e,.. @ 1é5. ).V. n esempio diintervento puristico accettato dal legislatore con conseguenze negative è oferto, tra i vari, dall'articolo relativo agli obblighi del m andatario. 11 Cod. N fz .>. art.1993 stabiliva che 44tout m andataire esttenu de rendre com pte
desa gestion ie già ilCodtkecfzt l' fe diNapoleone, 7 GrandepelRegno
#' . lft#Jb (a p.587 della 4a,ed.,Milano 1806)traduceva alla lettera (art.1993):4rQualunquemandatariodeverenderecontoalmandante del suo operato,e ditutto quello che ha ricevuto in forza della sua
430
66. -Mass media,televisione e li3lgua karlata
procura ecc./h.11codice civile del 1865 molto saviam ente conservava la vecchia dizione all'al' t. 1747:44ognim andatario deve render conto delsuo operato...' h.La form ula è palesemente calcata sulla francese, m a non per questo render conto si puè ritenere di origine francese: trova infatti anzitutto un antecedente in una locuzione com e render zwgubad,dipalese im pronta latina e già presente in Dante;in secondo luogo, a parte g1i esempi m anzoniani,è ram m entata com e norm ale, senza i cenni deprecatorii consueti per gli esotism i, in TOMMASEO
204 (s.v.Darconto,render contoj.Nondimeno,ilcodifcatore del 1936 ritenne l'espressione francesizzante e la corresse, con intento
puristico,in 44rendere ilcontoh )(art.1713,c.c.1936):poiché il non è,quicomein altricontesti,un elemento pleonastico(sipensi, inviad'esempio,afarmaleefareilmale,vedererossoevedereilrosso ecc-)l'aggiuntaha alteratosostanzialmenteilsenso delpasso,senso che va recuperato faticosam ente attraverso una inevitabile disquisizione dottrinaria che accerti, oltre la lettera, la 4 fintenzione p de1 legislatore. La quale era e restava, anche per il legislatore d'epoca fascista,quella diobbligare il m andatario arispondere ditutto intero ilsuo operato,non soltanto da un punto divista fnanziario m a sotto ogniproflo,e non era quella dilim itare tale responsabilità alla m era
presentazione d'un prospetto delle entrate e delle uscite (coslG. M lxlmvlxl,11mandato,la commissthne,la spedizione,vol.V1Il del
Trattato #J 'dirittorJ'? S& italiano,Torino 1954,pp.90-92).
j !)
66.M ass media,televisione e lingua Atzrltzltz
)'
:
431
tuale, puè essere quindi ricevuto in m om enti successivi, am m ette facilm ente successive ricezioni da parte dello stesso soggetto, che, nelcorso dello stesso atto ricettivo,puè tornare indietro con l'occhio, rivedere la stessa im m agine e rileggere il già letto. La possibilità
teorica diassimilazione delsegno aëdato alla stampa èdunque (e resterà fin quando non vi sarà una sostanziale trasform azione delle
tecniche e deicosti della registrazione foto-sonora)per inormali ricettori enorm em ente m aggiore delle possibilità che hanno segni trasm essi da altri media. 11 ri:esso di ciè si ha nella grande varietà diargom entitrattatidalla stam pa,daipiù sem pliciai più com plessi, e dalla varietà lessicale e sintattica di una pagina stam pata: anche le parole rare,anche icostruttipiù sottilipossono essere usatisenza troppi inconvenienti da1 giornale perché, con o senza accorgim enti esplicativi,il ricettore puè,da1contesto stesso, e tornandovi su pifl volte,intendere e assim ilare le une e glialtri.In teoriatutta la Iingua, in tutta la sua ricchezza funzionale,puö essere adoperata daigiornali.
Questo carattere generale della stampa siè perö combinato con lecaratteristiche sociolinguisticheitaliane in modo da lim itarel'incidenza linguistica eFettiva di questo medium .A nzitutto, ex l 'rl. slïfv/o, Ia stam pa non poteva e non puè prom uovere un uso parlato;fnché questo m anchi,essa non puö quindi dare grossi contributialla creazione d'un uso inform ale. 11 contributo linguistico della stam pa si è quindicollocato all'interno dell'uso form ale scritto:in quest'am bito essa ha avuto un'azione certam ente positiva, contribuendo a creare una prosa m edia unitaria,raflbrzando cioè la standardizzazione del-
66.M Ass MEDIA,TELEVISIONE E LINGUA PARLATA NEGLIANxISESSANTA
l'uso formale scritto (v.supra,pp.110-18).A questa,siaggiunge
Riprendendo qui le analisi svolte precedentemente (v. supra capp.111,jj 7,8,9,app.51-54)e aggiornandole con nuovidati,
un'altra lim itazione: per la complessità linguistica che di solito è insita ne1 m essaggio stam pato, anziper ilsem plice fatto che esso è stam pato, più d'ogni altro medium la stam pa ha cozzato in Italia contro due barriere. A nzitutto un analfabetism o ancora fcrte: nel
tratti soprattutto da LuzzAr' ro FEGIZ 11voltol, RExzlSulmona, SIcILIANO Catanzaro,e dai saggi del volume Televisione e vita italiana, Torino 1968, cerchiamo qui di esam inare le caratteristiche linguistiche deivarimass raeïb operantiin ltalia e la loro capacità diincidenza sulla situazione linguistica collettiva degli Anni Sessanta. All'industriapubblicitaria la stam pa continuaa im porsiperun suo carattere: il m essaggio aë dato alla stam pa è recepibile non in un
momentosoltanto,main unaunitàditempochevadalgiorno(nei casideiquotidiani),alla settimana nelcaso dialtriperiodici(LUzzA' r' ro FEGIZ 11volton 1332).La cosa interessa anche illinguista. Essa siconnette alfatto che ilsegno scritto ha una durata non pun-
1951 la percentuale deglianalfabetiera del7,46O /o neicapoluoghi eoscillava tra1,11ed il18,5% nellezone agricolee collinari,e nella media nazionale siorava il14 % ;nel1961 la situazione era migliorata:in nessuna regione sihanno più percentualidianalfabetisupe-
riorial25 % ;tuttavia restano su percentualisuperiorial13 O /o sei popolose regioni (Campania, Molise, Basilicata,Puglia, Calabria, Sicilia) e sopra la media nazionale de1 7,57O /o restano Wlarche, Um bria, Sardegna. La seconda barriera è quella della scarsissim a cultura postelem entare:ancora nel 1951 g1iiscrittialla scuola postc-
lementare rappresentano poco più del 18 % della popolazione in
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66. M ass media, telenisione e Iingua parlata
66.M ass media, televisione e lingua parlata
433
età scolastica. V n'élite, dunque. Ed una élite è ancora dieci anni
unoscandalettoalgiorno,notiziepilkadatteaunadonna...M;alcuni
dopo, quando la percentuale è quasi raddoppiata: oltre il 60 %
infne invocano giornali( 4a caratteri più grandih o che 4 tcifosse chi me lo legge A o, ancora,44cronaca della provincia >. In pratica, l'azione linguistica della stam pa puè considerarsi
della popolazione in età scolastica continua a sfuggire all'istruzione postelem entare.Ancora più m assiccia è la barrieradellabassascolarità,se sipassa a considerare ildato più signifcativo aifinidella diffusione della stam pa, e cioè il grado discolarità dell'intera popola-
zioneancheadulta:soloil15,040/0dellapopolazioneitalianarisulta, nel1961,aun livello diistruzionepiù che elementare;per1'85 % la licenza elem entare è il tetto non valicato della form azione scolastica
hiaro chela stampa italiana, non potendo superare (v.app.49).t c' di m olto questo secondo limite, si vede costretta a basse tirature che, com binate con il tradizionale policentrism o italiano e quindi con ladifusionepoco più che regionaleanche delle m aggioritestate. com portano alticosti.La stam pa urta cosi contro una terza barriera
(l'unicadisolitosegnalata),ecioècontroquellaeconomica:ilprezzo d'un quotidiano(25 lirenel1955,70 lirenel1969),nonostanteagli statistici sem bri che non sia 44una grossa cifra *, è in realtà tale per una notevole parte della popolazione; a ognim odo,4m entre all'operaio am ericano il giornale costa da uno a due m inuti di lavoro #,
all'italianocostaq7-8minutihtLuzzATTo FEGlz11voltol1344).Entro questo triplice cerchio,la stam pa raggiunse soltanto una parte della popolazione, la cui consistenza è stata variam ente saggiata in anni recenti, m a con risultati attendibili soltanto a partire dal 1963. In quest'anno siè calcolato che LLhanno guardato in un giorno m edio # uno o più quotidiani 35,5 italiani su cento, pari a 13,12 m ilioni;
limitataaun'opera (certo non trascurabile)dimero consolidamento diquelpatrim onio linguistico che iparlantihanno acquisito attraverso la scuola. Non viè dubbio che,difronte alle lim itazioniche la stam pa incontra sulsuo cam m ino in quanto m ezzo atto a m odifcare l'assetto della situazione lingtzistica italiana, il cinem a sonoro abbia avuto invece un'im portanza notevole tra il 1930 e ilprim o decennio post-
bellico:comesièvisto (cap.111,8),percospicue percentualidella popolazione italiana,specie nelM ezzogiorno e nelle Isole,ilcinem a sonoro è stato la prim a fonte di conoscenza della lingua nazionale. T uttavia, a valutare i lim iti del raggio di incidenza delcinem a,si osservi:anzitutto le percentuali difrequentatorisono in declino da1 1958in poi;in secondoluogo,ancheneiperiodidim aggioreaë uenza
(1958)la percentualedicoloro cheandavanoalcinemaalmeno una volta almese non superava il490 /o;insne,una frequenza abbastanza assidua da poter produrre consistenti m utam enti del patrim onio linguistico individuale, cioè una frequenza di alm eno una volta alla settim ana,era riservata nel 1958 al 28 Og/ o ',ne11960 ad ap-
penail17% dellapopolazioneadulta,ossiaa 10 e,rispettivamente, 6,1milionitLuzzATTo FEGIZ11voltol240).Comesivede,sono cifre
(23.880.000individui;LvzzAr' roFEGIZ11voltol1357).Comeèovvio,
inferiori a quelle di chi legge quotidianam ente un giornale, anche se, com e si è m ostrato altrove, il cinem a è riuscito ad arrivare in stratie regionidove la stam pa stenta,anche nella m ateriale distribu-
la percentuale deilettorinon è omogenea tra Ie varie classidireddito
zione,ad arrivare(supra,cap.111,8).
ai44non lettoriAappartiene inveceil64,5 O /o della popolazioneadulta ediistruzione:ilettorisonoil78,8O/onellaclassesociale4superiore) h, il77,9 0 0 tra idotatidi istruzione m ediosuperiore ed universitaria, ,/
esonoinveceappenail14,4O /otrag1iappartenentiallaclasse44inferiore>edil25,7O/otraiprividititolidistudio ogliadulticon sola istruzione elem entare.
L'analisideimotivipercuinon sileggonoigiornalitLuzzATTo FEGIZ11voltoz1342sgg.)confermachequesti,apartel'elevatocosto (20% delle giustilicazioni),ofrono diëcoltà dicomprensione:su cento non lettori, 28 dichiarano che leggerebbero se avessero pifl tem po disponibile,m eno lavoro,se non fossero stanchi,se avessero < m eno pensieri'; 11 leggerebbero se il contenuto fosse più elemen-
tare (4più fattidicronaca,meno politica,più notizie sensazionali,
Questa possibilità,propria de1film,diraggiungere stratisocialm ente e culturalm ente non om ogenei è,in realtà.una necessità dettatadalle esigenze dell'industriacinem atograsca,e a suavoltadeterm ina drastichelim itazionidella libertà linguisticadeldialogo sonoro. Glialticostidiproduzioneedistribuzionedellepèllicoleedigestione delle sale di proiezione rendono necessario produrre film capaci di largo sm ercio:diqui,nella m assa della produzione cinem atografca. la prevalenza diElm dim ero trattenimento,l'opzione per argom enti e contenuti elem entari,facilm ente recepibiliin ognistrato sociale e in aree culturalm ente diform ideivaricontinenti.A queste lim itazionidelcontenuto si connettono lim itazioni form ali:ilcontenuto semnlice,il carattere ditrattenim ento dello spettacolo,la condizione
434
66.M ass media, televisione e lingua parlata
dello spettatore (che,se puè integrare ilparlato con l'immagine, non puö perö tornare indietro a ricontrollare quanto ha ascoltato, né puè im m ediatamente convalidare la sua interpretazione con quella
deivicini)rendono pressoché obbligatorie battute didialogo brevi, sintatticam ente e lessicalm ente semplici e perspicue, cioè conform i a usi linguisticigià largam ente noti.N on viè dubbio che ilcinem a sonoro ha rappresentato un prim o tram ite attraverso cui una tradizione di parlato non form ale e,insiem e,unitario in tutta la penisola è stata portata a contatto di larghi strati di popolazione: m a ciè è avvenuto con le forti limitazioni segnalate. La radio è stato il prim o medium capace disfondare ilm uro dei bassiredditi:già neiprim iannidelsecondo dopoguerra soltanto il
5,1% della popolazione italiana adulta dichiarava di non ascoltare maila radio (v.supra 111,9 eLuzzAr' ro FEGIZ 11voltot841).Nel 1963, in un 44giorno m edio h à la percentuale degli ascoltatori è del
51,9% dellapopolazione(19.200.000);in una4fsettimanamediaAla radio raggiunge il73,9% della popolazione (27.340.000):per entram be le unità ditem po è notevole che g1iscartirispetto allam edia nazionale sono, se confrontati con g1i analoghi scarti esistenti tra ricettoridellastam pa edelcinem a,piuttosto m odestisia considerando le varie regioni statistiche sia considerando le varie classi sociali
tLtizzATTo FEGIZ11gg011t?21410 sgg-).La radio,cioè,è stata ed è agevolm ente alla portata di tutti. CB signifca,dalpunto di vista linguistico,che laradio è ilprim o medium che abbia varcato decisam ente la barriera dell'italofonia, che sia penetrata nella m assa dei 26 m ilionidiitalianiabituati a parlare quasiesclusivam ente dialetto secondo i dati degli Anni Cinquanta. M a anche la radio, per ragioni diverse da quelle de1 cinem a sonoro,ha visto lim itata la sua azione dalle sue stesse caratteristichç. Che sisia potuta approntare una caratterizzazione unitaria dell'italiano 44radiofonico t i,m entre è im proponibile un'analoga tiattazione per l'italiano fllm ico o, com e vedrem o, televisivo, è già un fatto di per sé indicativo:sta a signifcare,cioè,che l'oggetto d'indagine è sostanzialm ente om ogeneo,ossia,in altriterm ini, che il parlato radiofonico ha caratteristiche fortem ente standardizzate. Come è stato
ben mcstrato tFxAcAsToRo Lingua eradio),ilparlato radiofonico,e specialmente il parlato del giornale radio e dei servizi inform ativi,
cioè deiduetipiditrasmissionipiù seguite(ISTAT Vitapo.ptll/zibne 17,Altai1965,p.186),sicaratterizzaperun periodarebreve,senza .
inversioni sintattiche, esente da variazioni colloquiali, ricco, invece,
16.Nlass media, telek'isione e lingua parlata ,
435
di elem entari parallelism i sintattici e fraseologici, di ripetizioni del soggetto.A lla scarsa com plessità sintattica,corrisponde l'atonia pro-
sodica (supra 111,9).Citroviamo dinanzi a un uso della lingua molto lontano dall'uso spontaneo, inform ale: il m essaggio radiofonico tende ad essere accuratam ente concepito per destinatariche non
hanno la possibilità diricontrollarlo più volte (come nelcaso del delsegno)néhannolapossibilitàdiintenderlo in nessocon un'immagine(comenelcasodelparlatoflmico).Diquiunusofortemente ri#esso e form ale della lingua ed una notevole lim itazione dellessico
edellasintassiadoperabili.Con rotturenotevoli,maeccezionali(tali leradiocronacheimprovvisate),laradio haportatointutteleregioni italiane, in tutti gli strati sociali, l'italiano di chi, com e dicevano i com pagni di Pinocchio,44parla come un libro stam pato à ): l'italiano utile per itrattatidimetaEsica o isonettipetrarchevoli,non la lingua d'una società alla ricerca di nuovi assetti, di ragioni non retoriche della propria vocazione unitaria. Prelim inare alla caratterizzazione linguistica delle teletrasm issioni è un richiam o alla controversa questione dello 44specifco televisivo A. Com 'è noto, varie tesi sono state sostenute: che la teletrasm issione non sia altro che una variante della cinem atografa; che, invece, in forza della istantaneità delle sue riprese e dell'im m ediatezza della ricezione la televisione abbia una sua specifca autonom ia; che la televisione,in ragione dell'intervento dichicoordina le riprese,abbia
unasua peculiare4creativitàA(cfr.A.BELLOTTO,Lo spettacolotelez' ïxfz, o e l'educazione degliadulti:situazione eArtlfevlz'italiani,4Com unicazioni di m assa h ) 1, 1963, pp.106-122, in particolare p. 110
sgg.). In realtà,basta considerare la eterogeneità tipologica delle trasm issioni,che, secondo l'uso,si possono raggruppare in cronache dirette, documentazioni,fnzioni,per intendere la dië coltà del problem a. Com e è stato osservato, la TV è fatta di svariate form e di
spettacolo (concerto,balletto,opera,teatro,cinema,sport)e dialtrettanto svariate formedicomunicazione (lezionescolastica,dibattito,ccnferenza stam pa,inchiesta,serm one,com izio, esposizione inform ativa,cronaca diretta estem poranea, dialoghidal vivo, dialoghi
preordinatiecc-):essa,se sibada alle modalità direalizzazione del messaggio,più che un linguaggio unitario, è una som m a dei linguaggi,delle form e più diverse dispettacolo e com unicazione.T ale som m a 4sarebbe incom pleta se non tenessim o conto di queigeneri divenuti orm ai caratteristici dello spettacolo televisivo: ad esem pio, Ia cronaca diretta o diFerita, il collegam ento plurim o. Spettacoli
436
66.M ass media, televisione e lingt ta Atzr/tz/t z
come Campanilesera della nostra RAI...,irelais dell'Eurovisione,i collegam entiintercontinentalivia Telstar eRelay costituiscono spettacolirealizzabilisolo in T V ed iloro espedientitecnicim odifcano profondanw nte anche icontenutie le intenzionicreative degliautori. >
(BELLOTTO art.cit.111). Questa maœq. qdim ex aggiettrogenei,in larga parte non specifcip e tuttavia in qualche m isura tecnicamente peculiari,trova la sua specifcità nel tipo di ricezione e ricettori. G li apparecchi televisivi 4 sportano il m ondo in casaA, si dice con form ula enfatica, m a non
inesatta:un evidentepresupposto economico (ilcosto dell'informazione ricavabile e degli spettacoli fruibili m ediante la televisione it
pergliutentiincomparabilmente più bas>odeicostidialtrimezzilm consente la fruizione della televisione con una frequenza e una am-
piezzaignota ad altrimezzi(F.VlTo,Ladi ffust hne#tv'mezzifwt /ltyvisiviconseguenzaefattoreditrasformazthnisocthli,4StudidisociologiaA,1,1963,pp.5-21).Inoltre,lecaratteristichestessedel4piccolo scherm o / h,la sua m ateriale am ovibilità, ilsuo accendersie spegnersia volontà dell'utente,ilcarattere realistico dim olta parte della produzione, fanno della televisione un'entità fam iliare: il rapporto con la televisione non ha,com eè noto, né il carattere 44form ale h né le disattenzionichecaratterizzano ilrapporto dell'utentecon laradio. Com e siè constatato,quando g1iutentisirivolgono periscritto aglientiradiotelevisivi,r4en ce quiconcerne lesattitudesdiférentes à l'égard de la radio et de la télévision... l'auditeur écrit souvent <
va pasjusqu'à employer le prénom de la personne à.laquelle il
4$. v ass zaeditz,televisione ç'lingua parlata
437
11 parlato televisivo, diversam ente da quello radiofonico, non è m onocorde,m a ptlt ' lvariare daform ulazionisemplici,ditipo cinem a-
tografco,alleformulaz/onipiù complessedeldiscorso ex cathedra. Scriveva G .Baldinine11963:44La televisione ripropone giornalm ente ad un vastissim o raggio diclientiilproblem a della lingua...Lasignora Aldini, per esem pio, parla una lingua quando recita, m ettiam o, Ia
traduzione diun dramma greco (6su questa procellosa ardua scogliera'...).unaafatto diversaquando recita una commedia americana(:Hello,vecchiomio,lozioNick èandatoaunachiesaepiscopale'...) e ancora una lingua diversa e tutt'afatto nuova quando presenta iprogrammidell'.4//rtWo (dsostanzaautentica dipoesia', .Ia sua ricerca narrativa aflbnda in ampie ragioni', dmotivazioni um ane '.
:una colorita curiosità ancorata ad un gusto attento'...).
D 'altra parte, le com medie dialettali, delle quali la TV fa molto uso, par che colgano non già delle atm osfere diverse e contrastanti.
ma più soltanto deitic nervosi...' h(CS 15 settembre 63,7). In eFetti,la varietà d'usiè estrem a.T roviam o esem pidiparlato inform ale standard, povero lessicalm ente, sintatticam ente precario, quale puè esser bene esem pliscato da m olti discorsi di M ike Bongiorno.ffG uardi,questa seraledobbiam o dire due cosem olto belle: la prim a è che nell'evenienza che lei non raddoppi questa sera,c'è un gruppo dipersone,che non so bene quale gruppo sia,che le coslruirà un appartam ento che leipotrà andare ad abitare ilgiorno in
cuisisposah )(Lasciaoraddoppia?dell'11febbraio 56):questoperiodo,con la sua inflata diche a cannocchiale,rende m ovenze tipiche
delparlato pil b irriiesso.Quanto allavarietà lessicale de1parlato dello
s'adresse.Le petit écran sem ble inciter à. une plus grande fam iliarité que le haut-parleur. M . Oulif a constaté que, proportionellement. 1es téléspectateurs écrivent... trentefoisplusquelesaudi teurs*(J. CAzExEuvy:, Sociologie de la radio-télévision, Pari gi1963,p.20).11 telespettatore avverte il personaggio dello scherm o televisivo come 4ospite in casa h à: si veda la stessa im pressione riecheggiata in uno
stesso presentatore essa è parsa in genere m odesta: vi è chigli ha attribuito Ia conoscenza di44quindiciparoleA.Cifra certam ente esa-
scrittodiG.MoscA(CS 18marzo 63,3):LUn tempolapropaganda
Cassaràè venuta ln scenastlsngendo tra lebracciaun gatto dipezza: ungattocollerico,haspiegato,m ostrandonelacodadrittaelaschiena arcuata; m a quell'aggettivo ha m esso in im barazzo Bongiorno, che
politica sifaceva all'aperto,più sigridava senza far capire ciö che si diceva e pifl sifaceva colpo,l'oratore era ilpadrone della piazza, m entre,oggiche la propaganda sifa alla TV,esso è ospite dicasa nostra,dove non put)urlare,m a deve pacatam ente rendersisimpatico, pena,altrim enti, di sprofondare con un piccolo gesto nel buiop. D al punto divista degliusi della lingua tutto ciö com porta una serie di caratteristiche.
gerata(ovviamente,vcrso ilminimo):stadifatto che qualcheincidentevocabolare,comequel)o de14 tgatto collerico>,lasciaintravvedere un lessico non propriam ente estesissim o.L'incidente del4gatto
collericot ifu cosiriferito )aigiornalideltempo:44La signorina l'hascambiato perilnomediunanuovarazzadifelini...*(CS 5dicembre-58). PerG.M arottaBongiorno,L jimpareggiabileinLasciaoraddoppia. ?,
haunvocabolariodi15parole)(CS,9 dicembre58,3).L'incidenza de1linguaggio diBongiorno puö m isurarsiosservando che ilsuo uso
438
66. M ass media,televislone e lingua parlata
66. M an media, televisione e Iingua parlata
439
dipersonaggio,inizialmente condannato daiben parlanti(((quando
(che,comevedremo,èprontoacondannareildialetto)nonèturbato
M .B.presenta qualche tipo che crede diinteresse spettacoloso, gli aë bbiasubito laqualifcadipersonaggio:ïStaseraabbiamo un nuovo
dalle realizzazioni rom ane dell'italiano. Ovviam ente, la fam iliarità stilistica possibile nel parlato televisivo.la sua colloquialità,non puè non tradursi,date le già descritte condizioni linguistiche italiane, in una com parsa delle diverse varietà regionali di italiano. 11 prestigio che la varietà rom ana aveva acquisito ben prim a dell'avvento della televisione,e Ia stessa ubicazione distuditelevisivinella capitale,hanno prodotto un certo predom inio diquesta su altre varietà. Com e già siè accennato,dalparlato inform ale e im provvisato,le trasm issionipassano a quello che è stato felicem ente detto 44italiano
personaggio '.Qualchenostrolettoretrovagiustamenteesagerataque-
stapomposaqualifca#:CS22maggio59,3),sièpoidiflksopeono trailessicograf:cfr.GOXNELLIs.v.guest-star:4kt un personaggio di prim aria im portanza ecc.A.E cfr-, sia pure virgolettato, l'uso bongiorniano in M EoIcI, Linguaggio ldlegsWro 119 : (4Si dovrebbe far riferim ento ad alcuni fpersonaggi'A. T uttavia,ilparlato diM ike non è cheunam inim aparte delparlato televisivo. Altri 44personaggip televisivi si sono destreggiati esprimendosi in un parlato informale venato di elem enti libreschi
(r 4papà non haavuto animodivenireA,diceunqblasciaraddoppistaï y 1'11 luglio 1957),più o meno autenticamente letterari.Diquesti
eonsapevoleh(Baldini),e cioè alparlato formalmente più qualiffcato.Vi dom ina un'esigenza di m edietà,di toni sm orzati,acuta-
mente rilevata da G.Mosca(CS 18 marzo 1963,3):tuttavia non
faceva sfoggio ilftflosofo à hM ariannini:fflavita è un m istero m usicale con in bocca il sapore del m ondo, e perciè ha certe sue sfaccetta-
m ancano casiin cuiilparlato siavventura,anche in sede didibattiti.
ture...A (Lascia o raddoppth?,5 ottobre 1956),4il mio simpatico inquisitore(idest:M .Bongiornoj#, 4sonostato un preconizzatore.,
G liusiletterariescientifcidellalingua,con tuttalalororicchezza vocabolare e sintattica,dom inano i4docum entih )em olte44hnzioniA. N eicasididocum entariscientifcio ditrasm issionieducative e scolastiche il parlato m ette a frutto tutta la possibilità di integrazione con l'im m agine e,allim ite,con la stessa scrittura, trasform ando a1l'occorrenza iltelespettatore in L6telelettorehh.La totalità dalla lingua, dunque,nella totalità deisuoi usi,form alie inform ali,regionalie standard,parlatie perfno scritti,è m essa in opera nelle trasm issioni televisive. ln confronto a questa ricchezza d'usi dell'italiano, poca cosa
44fu fondata da m e in unione con un am ico h ), L3il m io privato m ar-
moreodomicilio, à,tledarècongrueistruzioni#(Lasciaort z##op>lW? 11 ottobre 1956). .
11 parlato inform ale con venature regionali più o meno accentuate non è raro: si va dall'r4o piem ontese in bocca toscanaA della
cantanteR.Pavone(segnalatoin CS 24settembre1965,5),asettentrionalismicome lo scempiamento delle doppie (CS 8 marzo 1963. 8)oladilcoltàdirealizzareunasibilanteintervocalicasordasemplice (CS 14 aprile 1959,3),fno allavarietàregionale nettamentedomi-
verso forme diqualchecomplessità (CS 10 aprile 1963,5).
nante sulle altre, e cioè la varietà regionale romana. Annunciatori
sono le apparizionideidialettisiain commedie in dialetto (sirammentiilciclo del1960)sianelleintervistediretteiacuisiafacciano
televisivinatividiRomao residentia Roma(CS 6 agosto 1965,5), presentatori e attori digrande popolarità (CS 20 aprile 1958,6) CS 18 gennaio 1959,6; CS 10 aprile 1959, 9)irradi ano madellidi
ma parlano soltanto illoro dialetto napoletano o rolnanesco (CS 26 novembre 1965, 12) o milanese (CS 28 novembre 1965, 12):
pronuncia rom ana oscillante da1m inim o diform alità alla form alità accentuata deitelegiornali.Lo scandalo è grande tra icollaboratori
dialcunigiornalidiM ilano:siparladiLçantilinguaA(CS 5dicembre 1959,3),di4italoromanesco) h(CS 24settembre1965,5).Giàadue anni didistanza dall'inizio delle trasm issioniviè chi proclam a decaduta e m orta la lingua fper colpa h deim alvagiannunciatoritelevi-
sivi(A.VAI-ORI,Ms15febbraio1955,3).Iprotestanti,inunconvegno aFirenze,deprecanoilfenomeno(CS29marzo1960,3).11pubblico
personaggi che non sanno parlare l'italiano standard o regionale, la reazione delpubblico d'altro dialetto t'quella dell'incom prensione. L'incom prensione e una com plessiva reazione negativa colpiscono perfno i testi letterari dialettali.N el 1960-61 la televisione m ette in onda un ciclo didram m idialettali.Saggiando le reazioni del pubblico,il Servizio Opinionideve cosleoncludere:411 tCiclo delTeatro in dialetto ',in com plesso,non ha riscosso una accoglienza m olto favorevole;la parlata dialettale,per quanto alle volte m itigata, ha costituito una difficoltà per Inolti...Ad ognirnodo,non sono state notate,in relazionealgrado diistruzionedelpubblico,diversem isure
66.M ass media,televisione e lingua parlata
diapprezzam ento.Contrastanti,perù,icom menti. Le persone m eno istruite sisono appassionate in genere alla tram a delle com m edie presentate....m a spesso non sono riuscite a seguire agevolrnente idialoghidialettali,soprattutto quando appartenevano aregionim olto distantidallaloro.Lepersone più istruitehanno invece apprezzato m eno latrama deilavoripresentati...Fratalipersone, inoltre,più frequente è stata la com prensione deidialoghidialettali... La notorietà e la sim patia dicuigodono i capocom icidelle com pagnie... ha fatto dperdo-
nare'a una parte delpubblico anche l'uso del dialetto#QSO 7,
1961,pp.73-74). Qualsiasi cosa ne abbiano detto i puristi,occorre pacatamente constatare che,in rapporto all'uso deldialetto,latelevisioneha avuto l'effetto difarlo regredire:proprio e solo nellam isura in cuiditanto in tanto ildialetto ha fatto lasua apparizionesuglischerm i, esso siit palesato a m ilioni di italiani com e un idiom a legato a personaggi
avvilitinellamiseria(come neicasipiù su citati),e,ad ognimodo, come un idiom a non com prensibile fuoridiun àmbito m unicipale. Se questo vale per icetiurbani borghesigià acquisiti, almeno nelle pretese,all'italofonia,vale anche,com e vedrem o pilkoltre, per iceti dialettofoni dei centri m inori e delle campagne. Poca cosa sono anche i rari forestierism i che appaiono qua e là
nelletrasmissioni(CS9gennaio1965,5).Delresto,quandounLjpersonaggio* diLascia o raddoppia? siavventura a usare una modesta
frasefrancese(sitratta delmaestro Chiron che esclama:($entre les deux mon coeur balance#),ci pensa M ike Bongiorno a ristabilire l'equilibrio:M ikeBongiorno non capisce,ilpubblieo ride o siindigna
(DE RITA Contadt hi120-122),l'usodiparole stranieresimostraingabbiato nel duplice steccato delridicolo e dell'ignoranza di lingue diverse dalproprio dialetto,la purezza dell'idiom a nazionale è salva
(Lasciaoraddoppt' a?,9luglio 1957).
66.M ass media,lc/elswbcc e Svrl/c pqrlata
441
popolazione,coneentrandosidipreferenzaneicomunicapoluoghi(quasisettecentom ila nei capoluoghi, quattrocentom ila neirestanticom u-
ni):ciöèinteressanteinquanto,nellamisurain cuiallatelevisionesi potrà riconoscere una funzione prim aria ne1 processo di diffusione dell'italofonia, ancora una volta occorre riconoscere nelle città m aggiori gli epicentri del fenom eno dell'italianizzazione con il conseguente passaggio della lingua italiana da strumento 44oligarchico h )
(Devoto)dipochiscrittoriede1contadotoscanoalinguadellemoderne
città italiane. N e1 1962 gli abbonanzenti erano saliti a 3.457.262,
parial6,8% della popolazione.Nel1964 gliabbonamentierano in com plesso 5.212.503, di cui 95.189 in locali pubblici. 37,2 fam iglie su cento avevano in casa un televisore,con una densità m assim a ne1
Lazio (51,11% delle famiglie),minimain Basilicata (17,42O/o per famiglia). Naturalm ente, il num ero degli abbonam enti è indicativo solo delle possibilità di un ascolto stabile, continuato, consolidato. Di m olto superiori sono le cifre degli efettivi ricettori: in un giorno m edio dell'ottobre 1964 iricettorioscillano tra una m inim a superiore alm ilione verso le 18,30 e le 23,30,restano largam ente sopra iquattro m ilionitra le 20,15 e le 23,15,toccano g1iotto m ilioni tra le 20,30
e le23,siaggirano tra i12 e i13 milioni(sitrattadimassimidi media,percuisipossono averecifre ben più elevate)trale21ele 22.Per valutare queste cifre,sitenga presente che le punte m assim e diascolto radiofonico sforano appena i10 m ilionialle 13 e i6 m ilioni tra le 20 e le 21. Dal fascicolo Ascolto e gradimento per le trasmissioni televisive
1965(s.l.,s.a.)riportiamo ancora qualche cifra.Laprosateatrale ètraigenerimenosegulti:eppurelereplichepomeridiane(dunque in ore discarso ascolto)richiamano in media 1.400.000 spettatori. G lioriginalitelevisiviraggiungono 7.300.000 persone.La 4(prosa del
Dopo questo quadro dellavarietàd'usidella lingua in televisione. studiam oorag1iefettiIinguistici delte teletrmsm issioni. La valutazione deglieFettilinguistici della televisione deve partire anzitutto dalla conoscenza delnum ero deiricettori. Accertam enti in proposito sono statifattipiù voltee sistem aticam ente daglistessi
venerdlirichiama dai5,5ai9,5 milionidispettatori.Quattrodrammi diShaktspeare raggiungono in media 5!8 milionidispettatori.Un
organismiradiotelevisivi (cfr-yoltre app. 53, ARai 1964, 312-24' ,
biglietti di teatro venduti annualm ente in tutta Italia oscillano tra i 3 e i 4 m ilioni; dunque,il pubblico che nei teatri di tutt'ltalia e ne1 corso d'un intero anno assiste alle rappresentazioni,equivale al pubblico ditelespettatorid'una sola serata dim odesto successo. Nello stesso anno, g1iascoltatoridiuna rubrica settim anale di
1965,180-88;11pubblicodella FP-,QSO 10,1965; LuzzAr' ro FE()IZ 11volto'1375-81,1390-1423;D EM AURO TV 294, n.54).Cil imiteremo qui,pertanto,a indicaresoltanto qualchecifra. Giàne11958 gliabbonam enti avevano raggiunto la cifra di1.096.185,parial2, 2 % dell'intera
rom anzo sfortunato in Italia, il Don Chisciotte, raggiunge in m edia
2.600.000 spettatori.Dostoevski j è portato a 9.600.000 spettatori, Tolstoja 14.500.000.Sitenga presente chefra il1958 e il1961 i
442
66. M ass media,televisione e lingua parlata
cultura,A lmanacco, erano in m edia 7,3 milioni,quellideLk'zlpprodo 2y8 milioni;le recensionidiSegnalibroerano seguite da900.000 persone;le Cronache dei.pt7rll' fs'richiamavano 3,5 milionidiascoltatori il Telegiornale 8,2 m ilioni,TV 1 6,7 m ilioni. Le cronache dicalcio, , che solo cinque volte richiam arono poco più di 5 m ilionidi spettatori,erano seguite in media da 4,1 m ilioni.A volere scherzare, sipotrebbe dire:Shakespeare batte icam pionidelcalcio 3 a 2. E dietro lo scherzo ci sarebbe, c'è, qualcosa di m olto im portante per illin-
guistaeognistudioso (eperilpolitico quihabetauresaudiendij. Indaginidel 1963 e 1964 fanno ascendere a 23 o 24 m ilionigli adulti che risultano ascoltatori in una 44settim ana m edia ) h e a 13 m ilioni i 4non ascoltatorih à. Non m eno rispettabili sono le cifre in gioco perla popolazione tra i6 e i17 anni:nel1964 siè calcolato
cheil38% dellapopolazionegiovanileascoltavalatelevisionealmeao 4-5voltelasettimanaesoloil26Oy/ o(34t)tltranon possessoriditelevisore)era(4nonascoltatoreA.Sitrattadicifreassoluteehegareggiano con quelle della scuola m edia unifcata:nel 1961 siè calcolato che i
44bambinih(4-11anni)inascoltotrale17ele18oscillanotra680.000 e740.000,m entretra le20,30ele22oscillanotrai300.000 e i375.000, .
nellestesseorei4fragazzià )(12-17anni)oscillanotrai369ei390.000 etrai310.000 e i390.000.Se sitieneconto che al31 dieem bre 1960 la popolazione residentetrai5 e i15 anniam montava aoltre8.380.000 individui,eiè signisca che, agliadultiascoltatori,andranno aggiunti alm eno 6 m ilionidiragazzi, e2.380.000ai44non ascoltatorip.Globalmente le due cifre sono dunque di circa 30 m ilioni diascoltatorie circa 15 m ilionidinon ascoltatori. Poiché sia per i dialettofoni sia perinon ascoltatoriviè una fortissim a correlazione con ibassilivelli di istruzione e i bassi redditi, è ragionevole supporre ehe in larga parte inon spettatorisiano dialettofoni. Poiché ne1 1951 idialettofoni qpuri) erano 27 m ilioni, lo scarto tra questa cifra e i 15 m ilioni di non telespettatori,pari a 12 m ilioni di persone, puù sim boleggiare, in prima grossa approssim azione, la im ponente m assa di coloro per cuila televisione è stata, giorno per giorno, una scuola diusilinguistici italiani. M a,data la situazione italiana, caratterizzata da una debole presenza di persone che parlassero ne1 1951 abitualm ente italiano
(180/0)oalmenoalternasserospessoaldialettol'italiano(circaaltrettanti),sipuè direchepertuttiisuoispettatorilatelevisioneèstata una cospicua scuola attraverso cui gli italiani si sono fam iliarizzati, in tutteleregionieneipifzvarilivelli-sociali. con la tradizione diita-
66. M ass media,televisione e lingua parlata
443
liano parlato inform ale e form ale.M a c'è dipiù:anche i15 m ilioni dinon ascoltatoriè lecito ipotizzare che abbiano risentito dell'azione linguistica della televisione. A sostegno dell'ipotesivalga una considerazione sociologica,anzitutto :per ragionidireddito,diistruzione. diprofessione,digrado d'urbanizzazione,g1iascoltatorisicollocano
trag1i4 (induenti#(nelsensosociologico deltermine)edèdacredere che anche m olti ((espertih siano telespettatori. Attraverso influenti d espertilatelevisione ha probabilm enteavuto m odo diorientare il .e com portam ento linguistico anche deinon ascoltatori.La stessa ipotesi è sufragata specialm ente per i centrim inori dalla eccellente
indagine condotta da L.de Rita: L qt interessante notare come una persona che ha assistito agli spettaeoli TV soltanto una sera in 8
mesi(ilFestinaldellaCanzoneNapoletanab)riportiinomidispettacolim aivisti,e la cuiconoscenza è evidentem ente indiretta,un po'
periresocontidelfkliuolo,un po'pericommentideglialtri,ipiù fortunati che vivono vicinial Centroh (DE RITA Contadini 102; cfr.anche4 e 128).
11com pito che ora c'è da porsiè quello di avviare una più precisa e puntuale caratterizzazione dell'azione linguistica svolta dalla televisione.Tale azione puù essere considerata,tenendo conto d'una classica distinzione saussuriana, sotto due proEli: sotto il proflo 44internopc'è daaccertare in chem isura latelevisione abbiam adifcato il vocabolario italiano nel suo complesso durante gli ultim i quindicianni;sotta ilproilo f testernoh,cioè sotto ilprolilo delle
interferenzetraivariidiomidellapenisola(dialettielinguacomune) edelle condizionidivita ditaliidiomi,c'èda ricereare in chem isura e m odo la televisione ha m odiEcato il rapporto tra dialetti e lingua presso g1iitalofoni,idialettofonie la categoria dicoloro che alternano abitualm ente lingua e dialetto. Le trasform azioni interne del vocabolario italiaao collegate alla televisione si raccolgano in due categorie: innovazioni scm ' zntiche o lessicaliconnesse alcam po semantico della televisione o divulgate dalla televisione;parole che, preesistentiin italiano,sono state dalla televisione m esse in uso con frequenza assaî m aggiore che ne1passato.Elenchiam o quidiseguito le parole della prim a e della sezonda categoria. D al prim o elenco escludiam o sia i tecnicism i e le voci gergaliilcuiuso è ristretto aitecnicie alpersanale della televisione sia le creazioni occasionali o ssherzose rapidam ente sparite dall'uso; analogam ente escludiam o da1secondo elenco quelle parole rare cui la televisicne ha restituito o ha dato una fortuna solam ente ellim era
INIIGLIORINIPN = Mi;GoxxEt-t,l= G ;BALDELLIBrevestoria= B):
'
*4
66.M ass media televisione e Sztjrlztz ptlrlata
d< .
,
1)Innorazionisemantt khee lessl kali.
accendere: estensivam ente adoperato, oltre che per I a radio (l k1i), anche per la TV; ampex:apparecchiatura e sistemadiregistra-
zionesunastrodeisegnalitelevisivi(Mi,G ;v.vidigrtqh);andare
M ass ?ae#/'t?, televisione e lingtta parlata
445
occidentale,in atto dal1954(G);ilvocaboloèstatoilpunto di partenza d'una serie diparole occasionali(eurograna,europremiare,euvopremih;Slmato:come s.m.,sequenza 6lmata o inserto film ato in una trasm issione prodotta negli studi televisivi
(G e CS 17 ottobre 1964,13);intervisione:collegamento trale
J ' a onda: v. onda ;annunciatore,annunciatrice:adoperato estensi-
retitelevisivedell'eurovisione e qtlel le dialtripàtwgio condnenti;
vamenteancheperlaTV (G),oltrecheperlaradio(Mi);antenra' .ç /fz: chi ha antenne televisive sull'abitazione (A' Ii); audio: parte della trasmissione televisiva connessa all'udito (Mi;CS
mandarein onda (MEDICI,art.cit-,119):v.onda;messa , > onda:
22 novem bre 1953,3:43l'tw t so e ilvideo, com e m idicono che si
chiamano)gletteral);apparatofonico deltelevisore;anchecome agg.:ripresa audio (CS 6 marzo 1960,6),segnaleaudio (G s.v. ranalej;audiovtlivo:relativo all'audio e alvideo,a comunicazioniuditiveevisive(M i);in frequenteunionecon mezziequivale all'ingl.mass communication ntedia (in inglese ètmeno frequenteaudiovisualmeans),chetuttaviasiè andato afermando nella forma mass media (cfr.F.VlTo,La di ffusione deimezzi zw#l' txaw' rl'cit-,p.6);camera:estensivamente adoperato perla macchinadaripresatelevisiva(M i);cameracar:automobilescoperta con telecamera(G);cameramanloperatorealla telecamera (v.);canale:più che radiofonico (Mi),televisivo: ( tgamma di frequenza occupata per la teletrasm issione de1segnale televisivo A
(G); ilvocabolo divenne largamente noto con la 4apertura) h del4secondo canaleh '(4 novembre 1961: LUZZATTO FEclz 11 voltol 1394);canta-:relativo a canzoni;ilpunto dipartenza parecantautore(1961),seguitopoidacantagiro(CS 29settembre 1962,8):oltre questilaTV ha divulgato cantagiornale (CS 20 ottobre 1965,12),cantastampa(CS 13settembre1964,6),cantatutto (CS 31 marzo 1963,8);carosello:rubrica pubblicitaria com inciata il 3 febbraio 1957 e diventata, col telegiornale, la
trasmissione televisiva più segulta (ARai1964,351);la parola
sul m odello di messinscena, eflkttuazione di una trasm issione
(G);mettereJ ' zIonda:v.onda;monitor(M i),monitore(G):ricevitore televisivo ad alta fedeltà in uso negli studi televisivi; monitoriale: relativo al m onitore; musichiere nom e di fortunata rubrica televisiva e dei personaggi che vi prim eggiavano negli
anni1958-60 (1 Hi,CS 30 marzo 1958,6);dalsostantivo sifece un femminile(-t?:CS 30 marzo 1958,6),un superlativo,musichierkssimo (CS 27 agosto 1958,6),un diminutivo femminile. musichieretta(CS 29 marzo 1960,6);ilsost.fu produttivo anche com e m odello:nel1959,C.M uscetta coniè critichiere, designa-
zione spregiativa del critico (Mi. s.v. crittkhierej; nazionale: com e s.m ., il n., è per antonom asia la designazione del prim o
canaletelevisivo(CS 15settembre1964.,12,17ottobre1964,13). onda: è equivalente di scena nelle locuzioni andare, ntettere in
onda,paralleleadandare,mettereinscena(G);origthaletelevisivo: comes.m.,lavoro teatrale scritto perla TV (G);panoramt kare: eseguire panoramiche (CS 8 gennaio 1966,5;e cfr.G,s.&'. panoramica);parlato:parte dialogata o commentata diteletrasmissione (CS 17 ottobre 1961,13);quiz':indovinello,gara di indovinellitelevisivi(lkIi);meno fortunato è quizzare;seconf lo. com es.m .,perantonom asia il( Lsecondo canalehdellatelevisione
italiana (v.nazionale);sfarfallio: disturbo del video (B);teleL ilsigniEcato generale delpresssoide è 4a distanza #, ed in questo
signiEeato esso entra nella parola televisione (segnalata da B.
è'errn' ai cosl legata al senso di #sequenza.(Ji brevi scefle pub-. blicitariebiche anche nelle areein cuiequivaleva agthstra questa ultim a parola si è difusa nel senso di 44m eccanism o girevole à F
M IGLIORINI in LLLingua nostra A, 1, 1939, p. 14; usata in ltalia alm eno dal 1935:A . H IJXLEY, M ondo nuovo, trad.ital.,M ilano,
(cfr.C.LAURENZIin CS 18 giugno 1963,3);diretta:comes.f.,
prefssoide ha poi assunto ilvalore diabbreviazione dell'intera parola television. e ed ha aequistato il senso connesso alla più fortunata delle tecniche d'azione ( ça distanza'h: le resistenze a
ripresa televisiva trasm essa direttam ente, secondo una tecnica in lieve declino a partire da1 1961 circa per il largo impiego di registrazioni videom agnetiche: frequente la locuzione in diretta
(G);eurovislone:collegamento tra le retitelevisive dell'Europa
1935,pp.73,111,ecc.):analogamente ad auto-,radio-ecc-,il
ciô,manifestatedalMiglioriniancora nel1950 (2aed.dell'. z' 1/pendicealDizionario modernodiA.Panzini),cadono con l'inizio delle trasm issioni e tele- diventa, col senso di L jtelevisivo h,(4re-
66.M ass media. fe/:rgftme e lingua parlata
446
lativo alla televisione h ), prim o elem ento d'una folla di parole
(cfr.F.Focul,Lingua in rivoluzione,Milano 1966,p.69):teleabbonato (B,M i,G),teleascoltatore (Mi),telecabaret(CS 22 novembre 1965,6),telecamera (B,Mi,G),telecinema (B,G), telecronaca (G ;mancain Mi),telecronista (B,M i),teled#usione, teledramma (B,M i),telejilm,telegenia (G),telegènico (M i,G), telegiornale (B,M i,G),tele forum (CS 5 gennaio 1963,B),tele-. paalc/l(B,Mi),telequiz (CS 10 maggio 1957,el kli,B),teleoperatore(B),teleracconto(CS 29ottobre1965,13),telerqqista(M i,B), teleromanzo(CS 22 marzo 1960,6,e G),telericezione(B),teleschermo(Mi,B),telescuola (51i,B),teleservizio,44serdziogiornalistico televisivoA (CS 12 agosto 1966,10),telespettatore (Miy B,G),telespettatrice(G),telesport(nomedirubricaTV),teleteca (Mi,B),teletecnico (Fochi),teletrasmettere (M i),teletrasmissione (Ms17 febbraio 1956,7))teleutente(M i,B),telerisione,44sistema diripresa e trasmissionel à(v.prima),44ente organizzatore delle trasmissioni#(Mi),qtelevisorelh(DE RITA Contadim 127),telerflibo (Mi),televisore (M i,B,G);video:44schermoh(M i,G), $ 4ciè che è o riguarda la parte visiva delle trasmissioniA (G), Atelevisione)(M i?),44televisoreh(51i?,G);videoni paratore(Mi, s.v.mdeo);videotecnico (Mi,s.v.video),' wWt ?t ?zatz jrzleffct y(G,s.&-. diretta);vidtkrafo:apparecchiaturaperripresetelevisive(M i,G), pellicolaottenuta con taleapparecchiatura (G);visore:telespettatore(CS 4 marzo 1960,3);zoom,zoomare,zoomata:v.zum; zum :obiettivo alunghezzafocalevariabile(Mi,G);movimento
66.M ass media, televisione e Iingua Acr/cftz
allatelevisione(CS 11febbraio 1958,3);valletto, ralletta:nonostante le condanne dipuristiper la presunta origine francese
haavuto grandediflksionegraziealla televisione(Mi, E.ALLo-, oot.lin CS 8 agosto 1957, 3). Com e si è detto, sisono om esse dalgruppo .4 le parole che alm eno per ora, non hanno varcato la cerchia deitecnicie collabo-, ratori della televisione. N e diam o quidiséguito un elenco:
alluminatura, ampiezza cresta a cresta, a questo (G),aspect rt zfrb, çr' assistente #J'scena, f7. ç. .ç/cz; fedistudth (G),balun,banda laterale, banda residua,bilancia dixs l/w' /rfe,blanklng,bobina dt'depessione, canale adiacente, canale immagine, canale vi deo,carrellista (G),
cartello (G),cascode, cinescopio,copioncino (G), correzione del gamma,cromlnanza,diafotia,dissettore diimmagkni,divisore bi' atz,fading,J/fro dicrotko,/lfc/leryIotocatodico, fnario,effetto fe/i#l unzthnario di serwfal b (G),girag-a (G),girndista (G).grating .
-
generator, C' coatlîfr tl t?,larqa,lettore,lirello #f'cancellazione, & -& upf
nanza,p' /,' A' er rideo (G),orthicon,oscillatore #,'scansione, >tz/I'psesto(G),pennelloelettronico(G),pînza,portantesuono, portante video,primocontrollo video (G),puntodigiunzionevideo, raster,
scala deigrigi,schermo luminescente, shading,sistema comlmttibile , segnale ' ? JJ ' & t?, sottoelongazione, sottopovtante di colore,sorraelongazione, staticon, supericonoscopio,ffvler,trappola ionica vt con , di
(G),vobulatoreecc.
della telecam era che inquadra rapidam ente e porta in prim o
pianoilsoggetto(M i);zumare.fareunzum (CS 2dicembre1963, 6;17 febbraio 1963,8,M i);zumata:zum (G). B)Parolepreesistentt '.
fusto,fustissimo:CS 15aprile1958,3:lasciaoraddoppia?;nomedi fortunata rubrica di telequiz: è diventata perfno m otto d'una
lista elettoralea Pescocostanzo (Ms21febbraio 1956,3)ed ha prodotto derivaticome (lasdajaddoppista (A4s 10 maggio 1957, 10);mat-tore:attoreche,nell'interpretarelasuaparte,simette in rilievo eccessivo (G):la televisione ha difuso la parola con unarubricaomonima(CS 27febbraio 1959,3);paroliere:autore delle parole d'una canzone;la difusione delterm ine pare legata
Escono fuori della cerchia teeniea, entrando nell'uso corrente , m a sparendone con rapidità,le parole fantasm a, le coniazioni occasionali. Eccone qualcuna: sul m odello di musichieve si coniano lumachiere (CS 21gennaio
1966,13),responsiere(CS 27febbraio 1959,3),critichiere
(A' 1i);da Iasda o rtzfft/o.p. pb? sitrae raddoppista (M s 10 maggio 1957,10); con tele- si hanno- teledocente (Fochi), tel emanla (CS 1 novembre
1961,6),telepotere(CS 20 gennaio 1960, 6):4 ' non netelepotevo più:),telepanico (51i),teleportiere(CS 20 novembre 1960, 6),telesegretart h (Fochi), telesogno(CS 18giugno 1961,3), teletris(CS 23 novembre 1962.8);con euro- sihanno:eurograna (CS 10 giugno 1965,12),europremio (CS 27 luglio 1964, 6),europremiato (CS 5 giugno 1966, 12).
66.M ass media,televisione e lingua parlata,
Se itecnicism ie le parole fantasm a deidue elenchipossono deinirsil'alone che accom pagna ilfenom eno dell'assunzione stabile ne1 lessico corrente d'un am pio gruppo di parole televisive, anche le parole già esistentirilanciate via TV hanno illoro alone:parole rare o dim enticate rim esse per qualche giorno in circolo in occasione di
66.M ass media, televisione e lingua parlata
449
exemplahcta.Sicché altréttanto reale è che quella lingua,che era'
qualche telequiz. Cose i, una trasmissione di Campattile sera del 9
((degliitalianihsoltanto neititolidelle gram matiche,nelle statistiche dell'em igrazione e nella patria retorica, lo è diventata davvero sera per sera,grazie alla televisione. U n prim o indice oggettivo della com plessiva in:uenza delle trasm issioni televisive puè ricavarsi osservando i progressi dell'italo-
marzo 1961rilanciasciaveroeSosso;un'altradel25 settembre dell'anno successivo rilancia cambrklione,rapazzuola,cantauro,som-
foniain Italiaduranteiquindiciannicheseparanoil1951(anno cui siriferiscono idatidellano.42alcap.111)dal1966.Naturalmente
mommolo,catorbia.pennato,borzecchino; un Giochiin Famiglia del 18 novembre 1966 insegna che la pantera caurisce e l'anatra tetrinna. I tecnicism i,com e ha scritto giustam ente il Baldelli,servono 4 !a dare un'idea diquanto illessico sidilatiper la pressione diuna nuova scoperta e di una nuova tecnica h.11fatto che m oltidi essida tecnicism i siano divenuti, attraverso l'uso quotidiano, parole trasparenti e disponibili per ogniparlante,è indizio diquanto la nuova tecnica, la televisione,si sia radicata nel costum e e nella cultura del paese, fno a intaccare,arricchendolo,ilsistem a linguistico. Le espressioni rimesse a nuovo dalla televisione sono ulteliore indizio della capacità
è dië cile separare l'azione svolta in talsenso da altrifattorie l'azione svolta dalla televisione.U n tentativo diaggirare la diflicoltà è quello divolgere l'attenzione a centriin cuil'azione dialtrifattoridiitalianizzazione è stata,ne1 periodo considerato, modesta o nulla,m entre vi si è difusa la televisione. Ora, com e si è già avuto occasione di
di incidenza linguistica delle trasmissioni televisive. Questo deve far m editare il linguista. Come altrove si è già detto a proposito di espressionilanciate dalcinem a tra le due guerre,la eccezionale difl' usione ditante espressioni,siano orm ai accettate com e norm alio av-
ripetere,idue fattorimaggioridiitalianizzazione(delresto strettamenteassociati)sonol'urbanizzazione(conlaconcomitanteimmigrazione)eildiflbndersidell'istruzionepostelementare.Ledueindagini di cui quidiséguito ciserviremo sono state condotte in due centri, Sulmona e Catanzaro, le cui caratteristiche rispetto agli altri due fattori di italianizzazione sono esposte qui diseguito. Sia Sulm ona sia Catanzaro prebentano un increm ento soltanto
modesto(inferiorecomunqueagliincrementimedinazionalideicomunicapoluogo e deicomunicon oltre 20.000 abitanti)in fatto di
vertite come pittoresche, quali ilnientepopodimenoché di M .Riva, ilsarcht s aponediW .Chiari,L'ecchequà diPappagone,non deve ipno-
aum ento degli alfabetie dei dotati di titolo di studio tra il 1951 ed
tizzare illinguista,m a deve solo essere assunta a indice della possi-
Più interessante ancora è considerare le variazionidipopolazione. Catanzaro tra il1951e il1961 ha un indice diincremento dem ografico superiore alla m edia nazionale, m a inferiore aldoppio ditale indice
bilitàdipenetrazione linguisticapropriadelleteletrasm issioni.Questa penetrazione non silim ita allessico.Investe la stessa sintassio,perlomeno,ilfraseggio, eome, dinuovo,è possibile percepire badando alla disusione diqualche formula stereotipica speciica della televi-
sione(S.oEFEoin CS 30 maggio1961,3).Ipuristieglielzeviristi lamentapo questifenom eni.Per illinguista essisono soltanto un in-
il1961(RExzISulmona 10,SICILIANOCatanzaro 12).
(SIcILIAxo Catanzaro10);quindi,secondolatesigiàsvolta(cap.111, 4),l'urbanizzazionevièrelativamenteinoperanteaifnidelladifusione dell'italofonia. ln altri term ini, Catanzaro conosce, accanto a forti correnti di em igrazione, deboli correnti di imm igrazione da altri
dizio.Sehainsegnatoecchequàefustissimo,amaggiorragioneoccorre direche ben altro hainsegnato latelevisione.Al70/0 dellapopola-
comunieprovincie(delrestoquasiesclusivamentelimitrofe):troppo
zione rappresentata da analfabeti, ai 26 m ilioni di italiani che nel 1961 parlavano soltanto e sem pre dialetto,ai7 o 8 m ilionidiitaliani che solo fuoridicasa e in occasionidiparticolare rilievo siavventurano a parlare italiano,la televisione,com e liha portatia conoscenza
comune.Quanto a Sulmona,essa èun centro dipartenzadiemigra-
di nientepopodimenochtq cosi ha insegnato, è da presumere, le più
anticheepiùcomuniparoleitaliane:daalbicoccaafame,dagomitolo ad andare,da imbuto a testa.T ra breve vedrem o che questinon sono
deboli per essere signifcative ai fni della difusione della lingua zione,e non è m eta diim m igrazione: tra il1951 ed il1961 la popolazione conosce addirittura un decremento, sicché puè ascriversi a quei centri in cui l'urbanizzazione non ha operato com e forza rilevante capace di diflbndere la lingua com une. La tavola seguente consente di apprezzare dunque il cam m ino dell'italofonia in due centri in cui soltanto la televisione ha agito,
450
66.M ass media, felerfHoae e lingua parlata
conformem ente alresto delpaese,in favo' re della dilusione dell'italiano.Le duecategorie estrem e sono le più interessanti.A Sulm ona tra ilaureatiè scom parso com pletam ente l'uso abituale de1dialetto, e lo stesso fenomeno siha traidiplomati.L'uso dialternare italiano e dialetto èaltreslscom parso trailaureati,etraidiplom atièristretto
a una minoranza (200/0).Tra laureatie diplomati90 su cento nèl 1966 sono abituatiad usare com unemente ilsolo italiano:quindici anniprim ail12percento restavaancora vincolatoalm onolinguism o dialettale,il34 per cento all'uso alterno diitaliano e dialetto.A Catanzaro,centro in più alto grado urbanizzato.ilprogresso è ancora più rilevante:latotalitàdeilaureatiedeidiplom atiusa com unem ente il solo italiano. Nell'una e nell'altra città meridionale al dialetto laureati e diplom ati fanno ricorso, se possono,soltanto in caso di necessità:ildialetto viene dunque a trovarsiorm ainella situazione in cui si trovava ancora quindici anni fa l'italiano, ciot nella situazione dilingua da adoperare solo in circostanze obbligate.La congeguenza ffinterna>diquesto nuovo stato è la rapida scompârsa degli elementilessicalipiù tipicidell'uno e dell'altro dialetto ampiam ente docum entata in entram be le ricerche. N on m eno signifcativo è ciè che avviene a livello deglialfabeti e analfabeti.A Sulmonasiregistra lapresenza dihpunte iulianizzanti
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t,probabilmente,ilprezzo dellam ancanza diimmigrazionea livello
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popolare e della fuga degli elem enti più attivi verso altri centri.
Catanzaro vedeinvecepassare da maggioranza a minoranza (33%)
coloro che solevano parlare soltanto dialetto,m entre la grande m aggioranza degliindividui,anche a questo livello,ha raggiunto la possibilità diparlare italiano. L'indaginediSulmonaconsentedistringerepifzdapressol'azione svolta dalla televisione ne1processo diitalianizzazione.A diecisoggetti della categoria alfabeti privi di titolo di studio e analfabeti
strati,tra glialtri,due questionari,m irantiad accertare ilgrado di conoscenza di cinquanta parole italiane ed ilgrado di accettazione della pronunzia standard toscano-rom ana. Lecinquantaparole,num erateprogressivam ente da 1a 50,sono statescelte tra quelle in corrispondenzadelle qualiildialetto ha una form a divergente non solo foneticam ente m a etim ologicam ènte e,
> > '. a .a g t r v: r ç tl.2 ..
o
e un calo solo lieve (da 83,5O /o e 800/0)deidialettofoniesclusivi.
(indicaticonlasiglaE econ un numero progressivo da 1,a 10)ea diecisoggettidellacategoriaalfabeticon licenzaelementare(indicati con lasiglaD enumero progressivo da 1a10)sono statisommini-
S mw N ;; > m o $: .J > g: G$
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452
66. M ass media,televisione e lingua parlatu
66. zj/ lass mediat televisione e fii zlgut7parlata
inoltre, tra quelle di m aggiore frequenza. Esse sono: accendere, agnello, ala, albtkocca, bagnato, bambino, ll-ï' îi' co, betretto, caldaio, cardthe, cassetto, Tercfrle, chicco,chioccia,chiocdola, crusca, dopyio,
Come sivede,e come è risultato più volte sotto iprofli più diversi, anche in fatto di ricchezza lessicale lo iato più profondo non sta tra telespettatoriabitualie saltuari,m a tra telespettatorie non telespetta-
dove sei andato,falce,. /J,1:,gabbia,gomitolo,grappolo,grattugia,
tori.Considerandoidue gruppi,l'azione dialtrevariabili(rilevante
grembiule,jzUcl b,imbuto,lucciola,madla,matterello,padella,pannocT&J, ykcolo, .poazzmérielw, prezzemolo, >JJJ, ragazzo, rammendo,
in casi individuali com e E 10, analfabeta ultrasettantenne, o, per r'agioniopposte, E 1,E 6 e D 7,fanciulliin età scolastica perfetta-
resta (sost.femm.),ri gorernare,ruggine,sedano,serratura,m#t zae, sopraesotto,strillare,tegola,testa,trasportare,zucca(RENZISulmona 65-66).
m
I risultati della som m inistrazione diquesto prim o questionario sono esposti nella tav. 2, in cui i venti soggetti sono classifcatisecondo il grado di istruzione e secondo la tripartizione per noi più interessante:personecheseguèno ognigiorno o quasila televisione; persone che seguono la televisione alcune volte per settim ana;persone che non vedono m ai la televisione. 11 confronto delle m edie non lascia dubbi:la m edia diparole note aitelespettatori abituali è 23 su 50,per itelespettatorisaltuarila m edia è 22, la m edia delle parole italiane note ainon telespettatoriè 3,8 su 50.
TAVOLA 2 -Sceltelessicalinon dialettali. 5v Jppossibt h.tra 20 soggetti #I 'Sulmona:elaborazione e st htesi da RENZI Sulmona 64-97 lla eaAna lfabe tibe seti n!a titolo distadlo
Telespettatoriabituali
Telespettatorisaltuari Non telespettatori .
M edie
..
. E E E E
M edu
1 44 2 15 9 8 10 1
jLicenza
eementare
D 1 46 D 2 37 D 4 5 D 8 21 D 9 28 D 10 25
. E :$ 2
D 3 16
E 5 7. E 6 29
D 6 22 D 7 45
. E 4 E 7 E 8
E
3 2 2
5 2
11,3
u edie
23
questionario.Aiventisoggettisono statesottoposte 68 scelte(e le risposte sono state controllate osservando il loro efettivo com porta-
mento)tra pronuncia standard toscoromana e pronuncia regionale. Ancora una volta è possibile constatare tra itelespettatori una adesione allo standard maggiore che non tra i non telespettatori: nei primi si hanno quasi 10 scelte standard su 68, neisecondi soltanto
4,8.t tuttavia notevole che la diferenza tra igruppiè,in fatto di conoscenza della pronuncia standard, assai m inore della diferenza riscontrata nella tav.3 in m ateria dilessico:ciö dipende palesemente dal fatto che i telespettatori aderiscono allo standard di pronuncia assai m eno di quanto aderiscano agli usi lessicali italiani. M entre in fatto discelte lessicaliparecchitelespettatorisiavvicinano all'opti-
mum teoricodi50(E 1,D 1,D 2,D 7 rispettivamentecon44,46,
37,4$,infattodipronunciaancheipiflvicinirestanonotevolmente lontani:E 1,D 1,D 7 com piono appena 23,17 e 21 scelte standard su 68. La divergenza richiede qualche com m ento. Sarebbe da sciocchi ricondurre la divergenza a una presunta incuria della pronuncia caratteristica della televisione.Se la questione si volesse davvero porre in questi term ini stolidam ente norm ativi,
varrebbe allorala pena diosservarecheanche altrevariabili(etàe proftto scolastico)palesementeoperantiin fatto discelte lessicali, 22
operano in m isura assaipiù ridotta in fatto discelte fonetiche.CB signifca che se qualcuno deve essere chiam ato su1banco degliim pu-
tatiegiudicato(nonsisabeneperché)daifautoridellastandardizza-
8 3,8
D
entein regolaconilorostudi)siannullanellamedia:itelespetta-
toriconoscono 22 o 23 parole su 50,inon telespettatorine conoscono m eno di4. La tav. 3 mostra i risultati della som m inistrazione de1 secondo
26,3
zionefonetica,ilqualcuno non è latelevisione,m a la scuola,m al'intera società italiana.Le varietà regionali di pronuncia esistentisono solidam ente radicate ne1 paese e la televisione, tutt'al più, data la grande varietà dei livellid'uso della lingua che, com e s'è visto, la
caratterizzano (e non possono non caratterizzarla) non fa altro se non riqettere il com une stato dicose.In realtà,la pur debole dife-
.u
r.9 454
66.M ass media, feler/it m e e lingua parlata
TAVOLA 3.-SceltedivariantiIonetiche stakdard su 68possibilltra 20 soggetti#J'Sulmona:elaborazione e sintesida RENZISulmona 105-23. Analfabeti
e alfabelisenla Medie titolo dlstudto Telespettatori abituali
Telespettatori saltuari
Non telespettatori
E E E E
Lf
eleme cen za ntare
1 23 2 18 9 8 10 8
D D D D D D
E 3 4 E 5 4 E 6 10
D D D
E 4 E 7 E 8
D
1 2 4 8 9 10
17 10 5 3 10 7
3 14 6 7 7 21
Ar paie
9,6
I '
yf
h s ' . qj
66.Mass media,televisione elinguaparlata tore,pifl o m eno consapevolm ente, sfrutta in m odo diverso le trasm issioni. Per quanto ciè possa rincrescere ai fautori delle grazie della pronunzia forentina o dell'rdasse Rom a-Firenzeh ),iltelespettatore cerca diassim ilare dalla televisione lessico e sintassi,non vezzi dipronuncia,ilnecessario alla convivenza civile e non ilsuperlluo. N on è questa soltanto un'ipotesi.All'indagine sociologica un contadino dichiara esplicitamente che va a vedere la televisione 44anche perim parare la lingua,diciam o:la zappa,come sidice in italianop
(DE RITA Contadini 99). E pensa chiaramente alvocabolo, non certo all'allèfono sordo o sonoro dell'africata dentale iniziale. L'inchiesta che Lidia de Rita ha svolto in una com unità agricola sul Basento interessa direttam ente il nostro tema.Per i con-
tadinidellaDe Ritaildialetto è la realtàlinguistica abituale (Contadini18).L'italiano è,permolti,ancora unarealtà estranea:per 22
m oltil'intervistatrice,tra le altre 4tstranezze>,presenta anche quella
diparlare italiano (op.dt.94).Prima dell'intervistatrice,e più di 8
lei,l'unico tram ite con l'italiano è stato la televisione:naturalm ente 4(la stessa lingua italiana,specie se parlata rapidamente, è percepita
in modomoltosoggettivo ecompresasolo parzialmente#(121).Per ipiù vecchidiquesticontadinil'italiano è un po'come lo spagnolo :
lbledie
15
d,1
17
#,4
* Elaborazione e sintesi da S. pp. 105-23.
renziazione tra telespettatorie non telespettatorim ostra che la televisioneappoggia,in com plesso, ilprocesso distandardizzazionedella pronuncia.A un eventuale tribunale difonostandardizzatoriper la televisionebisognerebbe dunque chiedere perlom eno le attenuanti. Se poicisilibera daicascam idelvecchio purism o e siguarda alla sostanza scientifca delfenom eno, esso sipresenta come un'interessanteed ulterioreprovadiun fatto notofin dallam età dell'ottocento a linguisticome inostriBiondellied Ascoli:le abitudinifonetiche tradizionalisono le ultim e ad essere abbandonate daiparlanti quando questipassano da un idiom a all'altro. 2 unatendenza generale,e anche la televisione deve accettarne illim ite. Tuttavia, accanto a questa interpretazione causalistica il feno, m eno amm ette una interpretazione in term ini Iinalistici. Sipuè cioè supporre che la persistenza diabitudinidialettalisia m aggiore in fatto dipronunciache non in fatto dilessico perché iltelespetta-
f(lospagnolo sicapisceunpoco!t i(ivi).Commentalaintervistatrice: ( t2 evidente che quelle poche parole similiall'italiano avvertite in qualche frase o canzone spagnola,m a più che altro la sonorità m olto sim ile, era suë ciente a dare l'im pressione m olto vaga di
arbitraria tuttavia
dell'intero discorsohLop.cit.121-122).
In tale contesto linguistico nasce l'interesse per la televisione. 1 contadini avvertono con sorprendente precisione il vantaggio di questo m ezzo rispetto allaradio.A uno cheesclam atpure una radio
messain casa...(sarebbeutile)A,un altro ribatte:L $SI,ma latelevisionelacapiscono anche ibambinipiccoli:1ui(indicando un ragazzino)tispiega tante cose,11Musl khiere,Claudio Villa,ipiratidel tesoro...A(99).Le nostre anteriorianalisihanno quiunaconferma q jsulcam po h ).Grazie alnesso con le sequenze visive,le parole della televisione hanno una com prensibilità ben m aggiore, specialm ente
per chicrede che purtroppo voglia dire nientemeno o usa delicatezze
ne1sensodiffattipersonalihh(123sgg.).SicchtIatelevisioneèutile
66. M ass media,televisione e lingua parlata
per imparare,tra l'altro,l'italiano:abbiam o già ricordato che icon-
tadinisonodici6consapevoli(99). T uttavia sarebbe un errore ridurre l'azione della televisione a ulla m era prom ozione dall'uso d'una parlata dialettale locale all'uso della Iingua com une.La televisione fa dipiù perché ha dinanzia sé assaidim eno:non un dialetto,m a idetriti miserabilidiun dialetto, non una cultura, m a uno sfascium e semantico e fonico. qAnche quandocioèildiscorsoèindialetto...sinotaun parlare
ilpensiero diquesticontadini...2 chiaro che a un linguaggio cosl povero, cosl elem entare e concreto sia nella scelta dei term ini, sia nella strutturazione del ragionam ento..-, non puè corrispondere un
pensiero molto più riceo earticolatob s(DERITA Contadini125-127). In tali condizioni, la televisione oflke modelli di parlato che, come siè visto,vanno da un m inim o a un m assimo diform alità e letterarietà e che, ad onta di ogni critica puristica, rappresentano pur sem pre usi ben altrim enti coerenti e qualihcati della lingua. Non sempre essisono apprezzabilidai contadinide1Basento:4 fSe ildiscorso b sem plice,elem entare,riferito a fattio persone conosciute o facilm ente individuabili,puö essere com preso ed è seguito, altrim enti scorre com e se nessuno lo percepisse, e se presenta qualche stim olo accessibile, qua e là,che suscita interesse,irrita addirittura.
Buonapartede1successo de1romanzosceneggiato Lk'lsola deltesoro? che ha provocato più degli altri un entusiasm o appassionato e che quindi ha avuto la m assim a risonanza in senso assoluto, è da ricercare anchenellasuaaccessibilità,nellalinearità deidiscorsidiuom ini
semplici,diragazzit $(127).In altritermini,l'accessibilitàlinguistica è collegata ad una concom itante azione di acculturazione: e non potrebbe essere altrim enti, se è vero che, com e già si è detto, 4il segno linguistico vive della vita dei parlantiA.
44Istruirsih ),istruirsiperfno guardando Carosello è (nonostante ilvoluto stuporedell'intervistatrice:97),lafnalitàconsapevole dell'ascoltodellatelevisione(91sgg.)piùspessodichiarata.11fenomeno non è lim itato alla com unità de1Basento.In una inchiesta de11964 condotta dal Servizio Opinioni della televisione si puö leggere; fdN ell'insiem eiteleabbonatiappaiono un po'più propensia riconoscere ipregideiprogram minella loro capacità ad interessare e istruire
'
66..MWU media,televisione e lingua narlata
che non in quella di divertire. Infatti le qualiliche
il4 e il6 % deltotale degliintervistati.Ciö indica che la critica di base che sifa alla TV èpiuttosto quelladinon divertire,o diannoiare, che non quella di non adem piere alle funzioni diistruire ed educare
propriedelmezzoh(QSO 10,1965,28-41). L'acquisto della lingua avviene insiem e all'acquisto d'una cultura.q Gliindividui che frequentano più regolarm ente g1i spettacoli televisiviconcepiscono l'istruzione com e qualcosa dipiù che un sem plice fatto strum entale per im parare a leggere e scrivere, e com inciano anche a guardarea quelm ondo che g1ialtriconsiderano estraneo e irraggiungibile,come a un m ondo,tutto som m ato,reale,e rispetto alquale possono misurare persino le loro condizioniattuali,...com inciare a fare un confronto con quelli <dell'altra Italia '. .Capisci, vedendo la televisione, che siam o distaccati dall'altra Italia, dove si sta m eglio. N oi siam o com e bestie...'.
una,manoisiamo sempresottoposti...'h )(DERITA Contadini187). O ra, l'altra Italia, quale appare dagli scherm i televisivi, è un'ltalia che verbalizza le situazioni vissute, e le verbalizza in italiano. Ne consegue che LLla necessità dell'istruzione com e fatto indispensabile per entrare a far parte di una cultura diversa è orm ai una convinzionecom une,ed ilbisogno dicapire la lingua italiana e diesprimersi correttam ente con essa è enorm em ente stimolato dagli spettacoli
televisivih(0/.dt.225). 1 due sondaggi di Catanzaro e Sulm ona hanno dato qualche
indizio delfatto che(comeha ipotizzato anche Francesco Alberoni in TF p.31)latelevisione hapromosso ilprocesso diitalianizzazione linguistica; a Sulm ona si è potuto raccogliere qualche indizio m eno generico del diflbndersidelvocabolario e della fonologia dell'italiano com une tra i telespettatori. La bella ed esauriente inchiesta della D e Rita ofl' re conferm a ditutto ciè:f 4Coloro che assistono frequentem ente aglispettacolitelevisivi... hanno una più evidente tendenza a com unicare tra loro e con glialtri,e indubbiam ente g1iargom entia loro disposizione,fornitidalle trasm issioni,rappresentano un notevole incentivo alla comunicazione. Si tratta di resoconti
.7. r
.
458
f i '
66. M ass media, televisione e lingua parlata
molto elem entari, naturalm ente, anzi talvolta è solo uno scambio quasi stereotipato di inform azioni... Siprecisa chi è andato e chi no,e le ragionieventuali,e m olte volte non siva oltre.M a ipiù evolutiaggiungono ilgenere dello spettacolo visto,ed arrivano persino a raccontare,generosam ente,a chinon è andato,ilcontenuto dello spettacolo,specialm ente se sitratta diun rom anzo a puntate o diuno diqueglispettacolia suspense con una gara che continua, tipo M ustkhiere,dicuisiriferisce l'esito.E cisono poiicom m enti, anche questielem entarissim i,m a che ho visto aë narsi e divenire più sfum ati in alcuni, m an m ano che passavano i m esi, segno indiscutibile che avveniva in loro una sensibilizzazione graduale, ed un arricchim ento sia sul piano della coscienza del gradim ento e de1 signifcato deidiversispettacoli,sia su quello verbale, che m isem bra sia in fondo il più faticoso e dië cile a realizzarsiper loro. Anche questa nuova tendenza a com m entare,a scam biarsile im pressioni, fniscecoldeterm inare un nuovo bisogno ;che è altem po stesso quello divedere,com e g1ialtri,ivarispettacoliper non sentirsiesclusipoi, quando se ne scnte parlare, e quello di parlarne: sia per scaricare l'eventuale tensione em otiva non risolta subito, sia per chiarire,a sé stessiforse più che aglialtri,aiutatidallo sforzo diesprim ere quello che si pensa,eventuali riflessioni, dubbi,abbozzidicritica sulcontenuto m orale,ecc....Sesipensa alla linearità deidiscorsidiquesta gente,alla estrem a povertà dei loro m ezziespressivie deiloro stessi argom enti... si capirà l'im portanza notevole e l' insostituibile utilità che puè avere uno stim olo com e quello degli spettacoli televisivi per evolvere ed arricchire intellettualm ente, oltre che diferenziare
agettivamente,questiindividuih(Contadt hi 169-174). ln conclusione puè aferm arsi che la televisione, con ' 1a varietà di m odalità d'uso parlato della lingua che essa consente grazie alle sue caratteristiche speciiche,ha reso fam iliare a tutti isuoiascolta-
tori(due terzidella popolazione italiana)una tradizione diparlato
form ale e inform ale.Essa ha arricchito e modifcato in più punti l'insieme lessicale della lingua com une. H a portato i ceti più colti verso l'abbandono totale della dialettofonia e l'adozione integrale dell'italiano in ogni circostanza e rapporto sociale. Tra i ceti m eno coltie più poverideicentrim inori,là dove non puö avere operato la potente azione italianizzante della urbanizzazione progressiva del paese e della scuola postelem entare,ha portato un modello diitaliano parlato, ha consentito che questo m odello venisse adottato da pattuglie che operano in un am biente fino a iericom pattam entedialet-
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67. Pvoblemi linguistici della noesia ttaliana
459
tofono.11vocabolario deicetimeno coltisiè arricchito divociitaliane; la stessa pronunzia,cura precipua e forse eccessiva ditroppi puristi,si è orientata,tra itelespettatori,verso im odellistandard
tosco-romani.Per i ceti dell'ltalia plù miserabile,-per il sottoproletariato contadino, la televisione ha costituito un modello di cultura e dipossibilità diverbalizzazione,un incentivo a vincere antichi torpori,a rom pere vecchisilenzi. In una società che Iino a ierirecava im pressa nella scissura tra i dialettie lalingua ilm archio d'unastruttura in cuii4 (cappelliAche parlavano italiano dom inavano le m olte ( 4coppoleA legate senza rem issione aldialetto,ed in cuiilprogredire stesso delle condizioni socioeconom iche è andato accentuando la scissione tra un ceto intellettuale inserito linguisticam ente nella cultura europea e m ondiale e grum i di diseredati seppelliti sotto i detriti diquelli che furono un tem po organicidialetti in questa società l'età della televisione ha signifcato il recupero d'una possibilità d'unità culturale e dicom unione linguistica. 67. PROBLEMI LlxglllsTlcl.DELI-A laoEslA ITALIANA CONTEMPORANEA
Con poche eccezioni(TEDEsco Condizione crepuscolare) al linguaggio della m oderna poesia italiana si è guardato soprattutto considerandolo in rapporto al linguaggio dell'anteriore poesia e al m u-
tare delgusto e delle poetiche (v.supra cap.IV,no.95,98,99). Certam ente non è né illegittim o né inutile esam inare i problem i della parole poetica in una prpspettiva diacronica e individuarne i term ini sul piano de1 m utare dei gusti. Si puè infatti constatare facilm ente com e ilsenso de1 rapporto di opposizione e continuità col passato sia alla radice di più d'una esperienza lirica moderna: basti qui ricordare il caso di Palazzeschi, che (ttraeva futurism o dal passato più deprecabile ) ho quella preziosa testim onianza di crisi linguistica,ditram onto dell'antico lessico tradizionale,che è N onna S/owzlztzdiGozzano;o,ancora,alculmine della lirica della prima m etàde1secolo,sipossono ram m entare ilpiglio polem ico diM ontale verso illinguaggio dei%poetilaureatiA o la riscoperta della 44voce anticah )in Pavese.Viè,insom ma,am pio spazio a una considerazione diacronica.E se questa siintegracon ilrapportare lescelteprosodiche, lessicali,sintattichealsopravvenire dinuoviidealie nuove poetiche, siguadagna la possibilità dicogliere analogie tra le vicende dellin-
460
67. Problemi/i' A?#l/?' Jficidella yt/eli't7 italiana
Pvoblemi linguisticidella poesia italiana
guaggio poetico italiano etendenze efenom enipifzgeneralm ente europei.CB è tanto piflimportante in quanto spesso sitratta non solo
gine, Napoli 1957, pp. 155-83, P. Zifl' , T . D e ltlauro, Tra arte e
dianalogie constatabilia posteriori,in sede storica,ma dianalogie
M a l'analisi dei rapporti sincronicitra parole poetica e langue collettiva non risponde solo a un bisogno teorico. N el caso del linguaggio poetico italiano più recente si tratta anche di cogliere nei suoi term ini più propri la concreta e particolare situazione storica. Si puö notare anzitutto che la tensione sincronica tra esprim ersi poetico e lingua com une è stata spesso acutam ente avvertita da Leopardi a M ontale,da Pasolini ai Lnovissim ip.Avrem o più oltre
ricercatee sperimentatenelvivo.t forse quisulciente rammentare quel che Ungarettiscriveva:q Se la pàrola fu nuda,se sifermava a ogni cadenza del ritm o, a ogni battito del euore,se si isolava m om ento perm om ento nellasua verità,eraperchéin prim o luogo l'uom o sisentiva uom o,e quella glisem brava la rivoluzione che necessariam ente dovessein quelle circostanze m oversidalla parola.Le condizionidella poesia, nostra e degli altri paesi allora, non reclam avano
delrestoaltreriforme...) h(SPAGNOLETTIPoen' a229).Tuttavia,caratterizzarediacronicamentelaparolepoeticaestudiarneilconfkurarsi com e prodotto de1 sopravvenire di nuove poetiche non dà conto di una terza dim ensione rispetto a cui essa va vista: la dim ensione sincronica deisuoirapporticon la langue.
L'esigenza dianalizzare laparolepoetica in una duplice prospettiva,non solo diacronica m a anche sincronica e cioè sia rispetto all'anteriore linguaggio poetico, sia lispetto alla totalità della langue coeva,ha una sua sua generale validità.In term inigenerali,appunto, essa è m anifestata nelle tesideilinguistipraghesi.Scrivevano gliiniziatori dello strutturalism o: 44Le langage poétique a, du point de vue synchronique,la form e de laparole,c'est-à-dire d'un acte créateur individuel,quiprend sa valeur d'une part sur le fond de la tra-
dition poétique (langue poétique)etd'autrepartsur le fond de la
linguaggio,(fDe homineA,7-8,1963,pp.25-36).
occasione disegnalarlo più particolarmente.Qui,valga ad esempio quanto M ontale scriveva nella sua Intervt sta immaginaria: 411 linguaggio diun poeta è un linguaggio storicizzato,un rapporto. Vale in quanto sioppone o sidiferenzia da altrilinguaggi.N aturalm ente ilgrande sem enzaio d'ognitrovata poetica è nelcam po della prosa A
(SPAGNOLETTIPoesia269).Senzaun'analisiditalerapporto,siperde ilsenso delcontributo che l'evolversidella generale situazione linguistica italiana ha dato alla nascita d'un nuovo linguaggio poetico, e la caratterizzazione di questo risulta inevitabilm ente incom pleta.
Pur sommariamente,siè cercato dimostrare Lsupra,cap.1V, j5)comene1suosvolgersisin daiprimidelNovecentolaliricaitaliana ha tenuto d'occhio la lingua viva. Ciö è anzitutto nelle 44poe-
tiche)ho,più semplicemente,nelle intenzioniconsapevoli.t dichiarato da m aggiorie m inori: da Arturo Graf che afferm a:L $canone
d'arte:essere semplice e schietto h /,da Piero Jahierche,poeta,di-
langue com m unicative contem poraine. Les relations réciproques du langage poétique avec ces deux systèm es linguistiques sontextrem em ent com plexes et variées,et ily a lieu de 1es exam iner tant au point de vue de la diachronie qu'à celui de la synchronie... A. La nozione stessa di44linguaggio poetico p, com e linguaggio in cui entrano in gioco f dtous 1es plans d'un systèm e linguistique, qui n'ont dans le langage de com m unication que un rôle de serviceà ), ossia
chiara di f 4avere scelto di essere un uom o com une>; da Sbarbaro, che rifugge la ftandatura cantantep e signifcativam ente aggiunge: 4 fAnche della m ia lingua ho una conoscenza approssim ativa; tante parole le evito,m alsicuro del loro signifcato; e se non le cerco nei vocabolari,non è solo che deivocabolaridië do,m a che una parola non assim ilata in tantianni,non diventata carne e sangue,m isaprebbe d'accatto p.E ancora,nello stesso senso,sipossono ricordare l'amore
comelinguaggioallacuiconfkurazioneconcorrono anchequelliche
perle f (parole triteh àdiSaba,o 1 limonidiM ontale (4 (Ascoltami, ipoetilaureati/simuovono soltanto fra le piante/dainomipoco usati:bossiligustrioacanti./Io,perme,amolestradecheriescono aglierbosi/fossi...h)o,semprediM ontale,leasserzionideLLllntowista
ilPagliaro identilica com e 4fattorilinguisticiextrafunzionaliA, n on esim e,m a anzi im pone un'attenta analisideirapporti tra linguaggio poetico e langue per caratterizzare adeguatam ente il gioco, appunto,
deifattoriextrafunzionalisu1fondo deglielementifunzionali(cfr. la 4oeuvre collective du Cercle Linguistique de Pragueh, Thèses, in M élanges linguistiques #l#fg. çau I Congrh desphilologues slaves, 44Travaux du Cercle Linguistique de Prague , ), 1, 1929, pp. 5-29, in particolare pp.17-21;cfr.inoltre A.Pagliaro,La parola e /'J' vlA?2tz-
J ' zr/vltzrfpcrl ' tz già qui ram m entata; e, ancora, il senso, espresso da
Quasimodo, che essenziale per il linguaggio poetico sia l'aderire r falle lotte con la propria tradizione fondam entale, alle costruzioni e m odulazioni della propria lingua h ), adesione testim oniata anim isti-
camentedaBruno Barilli(f 4L'italianaèunalinguasinceraepoetica
462
67.Pvoblemi linguistici della toesia ï!t zIfa??t2
ma ritrosae senzapraticità...A);eirichiamipotrebberocontinuare, ricordando 4(ilprogram m a disem plicità#e la 4frase colorita diparIato) di Pavese o le franche asserzioni di M argherita Guidacci: 4le parole per m e valevano per il loro senso ordinario e corrente,
discambio...j à(cfr.SPAGXOI-ER'' I' IPoesia 75,121-22,269,397,428, 44. 9,661). Se consideriam o le efettive realizzazioni possiam o senz'altro afferm areche esse rispondono pienamente alle intenzioni.Le liriche delNovecento italiano fno a Pavese sono costruite,com ealcap.IV , 5 si è m ostrato, con gli elem enti lessicali e le strutture dell'italiano corrente. T uttavia questo Ie caratterizza solo diacronicamente rispetto algusto preziosistico,algusto perla glossa e î'hapax,ancora presenti non diciam o in Carducci e D 'Annunzio, m a perEno nei CantidiCastelvecchio.U naulteriore caratterizzazione èpossibile da1 punto divista sincronico ricorrendo aim ezzidianalisidella linguistica quantitativa.G razie a questi,possiam o renderci conto com e, specialmente in Pavese, nell'adozione complessiva del vocabolario com une siano particolarm ente privilegiati gli elem enti lessicali di più altafrequenza.Le parole in m edia più frequentinella prosa com une italiana sono cioèpresentiin percentuale nettam entesuperiore allam edianellinguaggio dellapoesia.1poetimaggioridelN ovecento parlano più dituttiillinguaggio ditutti.N eim om entim igliori,la ricerca linguistica,cui siattende com e a una scuola m orale,porta a un tessuto linguistico trasparente, im mediatam ente apprezzabile da
ognuno.t indubbio che questa trasparenza è,nella tradizione italiana, fatto nuovo e rivoluzionario. M a la rivoluzione è compiuta con i m ezzi diacronicam ente pifz antichi della lingua, quali sono le parole dipiù alta frequenza,quelle più 44trite>,44diventate carne e sangue h. Nelle sue espressioni più note, questa lirica conclude una fase storica.L'erbaiuolo,la gallinella,ilfraseggiare Ljargom entanteh ) che siafacciano tra vocaboli e strutture tradizionali nella canzone leopardiana dom inano senza contrasti in Saba, U ngaretti, Nlontale,
Quasimodo,Pavese.Porgere l'orecchio al suono d'una voce viva è diventato un atteggiam ento stabile. Con questi poeti, il linguaggio poetico haritrovato ilfondo essenziale,ilcuore della linguacom une. Dopo Pavese,in questa direzione pare efettivamente im possibile
procedere oltre.2 possibile ripetere,più o meno felicemente.O si im pone dinecessità la ricerca dinuove strade. Concludendo ne1 1959 l'introduzione alla sua Poesla c ' ftzlikzltz contenlporanea, Spagnoletti scriveva: 44Si avvicina per i poeti un
67. Problemilinguisticidella poesia italiana
tem po insidioso, in cui le cose da dire saranno,per logica inesorabile, in diretta funzione de1 m odo che il progresso metterà a loro disposizione per dirle:non un m odo regolabile,com e per ilpassato,
su uncanone...h )(PoesiaXLI).12giàinquesteparoleilpreludioalle 4poesie per gliannisessanta h /. qAccade in questianni e vogliamo m ettere com e data d'inizio de1 m ovim ento il 1956? accade in questi anni ne1 nostro paese qualche cosa di naturale,di prevedibile,di necessario:nasce probabilm ente una nuova generazione letteraria; m a anche accade, nello stesso tem po,qualche cosa dialtrettanto naturale,prevedibile,anche se certam ente meno necessario :essa fatica ad essere intesa,e la società letteraria,o ciè che anche da noiesiste com e società letteraria,
fa fatica ad accettarla...)à(L.AxcEscHl,Metodologia delnuono,in Gruppo 63.La nuova letteratura,Milano 1964,pp.7-14,a p.7). In realtà, benché il senso dell'opposizione, la volontà ingenua di épater,trovino spesso espressione neimeno provveduti44avanguardistih,illinguaggio con cuila poesia deiqnovissim ihsiviene m anifestando subisce e riiette la complessiva evoluzione linguistica ita-
lianaposterioreal1951.Ne11965M aria Corti(in un saggio in cui purtroppo è evitata la discussione delle tesi proposte ne1 1963 da
questo libro)ha scritto molto giustamente:4 fImmaginandocheLeo Spitzer avesse a risorgere e a riscrivere Italienische Umgangssprache
(del1922),alcune prospettive de1suo ritratto andrebbero assolutam ente rivedute...Soggetta a una crisi dicrescenza,la lingua parlata italiana,a diflkrenza della francese,cuida secolinon pertengono tali problem i,è volta a un recupero diquanto è stato sacrihcato in una fissità disecoli...Se siprendono in esam e ivarim om entio cicliculturalide1 N ovecento italiano, sinota che l'ultim o ventennio è decisam entequello in cuila problem aticadiunalingualetterariache debba fare iconticon le nuove entità o possibilità della lingua com une ha m aggiorm ente im pegnato e im pegna la m editazione degliscrittoripiù
avvertiti#(( 4Paragonet i182,1965,pp.4-22,orainMetodiefantasmi, Milano 1969,pp.93-108). D a un punto divista qualitativo,ifattoriche agiscono nella situazione linguistica tra il 1951 e il 1965 non sono nuovi. Ritroviam o cioè tuttiglistessifattorianteriorm ente operanti:industrializzazione, urbanizzazione, m igrazioni interne, espansione dell'istruzione elem entare e dell'alfabetism o, diFusione crescente della stam pa, della lettura, dei mass p;:ï' tz. D i qualitativam ente nuovo si registra soltanto l'estensione dim oti im m igratori a zone agricole investite dalla
j' h! . $. .
464
67. ProblemiJ?r/g.j'?,/r' .çf' /' cï'della apotufc italiantl
riform a agraria e l'apparizione, tra i mass PZE' #Cb già operanti, della televisione. U n bilancio, dunque, apparentem ente m odesto. A' la se consideriam o più da presso g1iindiciquantitatividiciascun fenom eno, la novità sovvertitrice della situazione balza agliocchi.Fermiam oci su qualche indice. Particolarm ente interessante puö essere quello della popolazione agricola, cioè della popolazione relativam ente e generalm ente pifz legata alle tradizionidialettali.Sono statinecessari quaranta anni, da1 1911 al 1951,perché gli addetti all'agricoltura
passasserodal55,5% al42,6O/odellapopolazione;ne1girodeidieci annisucccssiviessipassano dal42,6% al13,30 /0.Piuttosto chedi r (progressob ) dobbiam o dunque parlare di qqesplosioneA dell'industrializzazione. E all'anteriore erosione delle basi sociologiche dei dialettifa seguito il loro crollo,se non addirittura la disintegrazione. Consideriamo un altro indice signifcativo: quello della istruzione postelem entare,l'istruzione cioè che garantisce un duraturo possesso della lingua. Dal 1931 al 1951 la percentuale di popolazione in età scolastica postelem entare efettivam ente frequentante passa da circa
il15% al18,1% ;nelgiro deisoliotto annisuccessiviessa passa da118,1% al30,70/0.Icinqueannisuccessivivedono lepercentuali salire rapidam ente, specie negli agglom erati urbani. fno a sNorare il lim ite della totalità degli obbligati. Ancora una volta registriam o qualche cosa dipiù d'un sem plice incremento:registriam o una esplosione.E una esplosione ancora si registra nelsettore deimass medt' a che,grazie alla televisione,passano dal progressivo m ero crescere delle percentuali di ricettori all'incidenza sulla quasi com pleta totalità della popolazione in ogni classe di reddito e in ogni regione
(aPP.66). Le conseguenze linguistiche sono m olteplici. Se guardiamo al rapporto tra uso della 'lingua e uso del dialetto possiam o aFerm are,
a priort' ,ma con sulcientiragioniche,tranne zone grige,opache, im perm eabili, rappresentate dalle generazioni più anziane fuori della città, l'italiano è un idiom a orm ai praticam ente alla portata
ditutti.Questo produce eflkttisia suidialettisia sulla stessa lingua com une.I dialettisono orm aiintrisidiitalianism ilessicali, sintattici, m orfologici. 11 romanesco, ad esem pio, legato a una città che ha avuto funzione di guida e m odello nella più recente evoluzione linguistica italiana, è ormai una patina fonetica, poco più che una variante direalizzazione dell'italiano com une. Ciè è indicativo d'una tendenza generale. 11 processo di rapido accostam ento alla lingua com une ha ridotto la distanza che separa dialetto e lingua com une;
( ï $ ï 'j z! '
! ,?.J L
67* Problemilinguisticidella poesia italiana
465
questo fatto,congiunto all'espansione rapida de1num ero deiparlanti italiano anche nei ceti pifl tradizionalm ente legati al dialetto, fa si che sem pre più frequentem ente e facilm ente a livello del parlato in frasi strutturalm ente italiane si inseriscano lessem i e sintagm i di origine dialettale. U na corrente diinnovazioni scuote la lingua parlata in tutto il paese:ilfenom eno non sovverte radicalm entel'organizzazione com plessiva delsistem a, tuttavia ilrinnovam ento è certo di una iûtensità senza precedentinella storia linguistica de1 paese. L'onda rinnovatrice non sale soltanto daidialetti.lndustrializzazione signifca internazionalizzazione. L'italiano vive ormai in piena comunione con quella f4cultura standard europea A su cuiha richia-
mato l'attenzione Benjamin Lee W horf.L'onda rinnovatrice proviene dunque anche dal contatto,sempre più esteso e continuo, co n le altre m aggioritradizionilinguistiche europee.M ass media e ristrutttlrazione dem ograEco-sociologica provvedono a portare le innovazioni di ogni origine alla portata di tuttig1i strati di parlanti. Nella direzione degliutentidella lingua comune la nuova situazione opera raflbrzando ilsenso disicurezza linguistica.L'esattezza diunadizione,d'un uso,lavaliditàd'unainterpretazioneod'un'estensione di signifcato, possono essere controllate attraverso m olteplici scam bie verifche a livello dell'uso vivo,efettivo. La insicurezza linguistica de1giovane Xlanzoni,privo diuna lingua viva e vera,o l'insicurezza sinceram ente espressa ancora da Sbarbaro verso le parole e icostruttipiù rari, è oggisolo un ricordo,e non solo per uno strato esiguo di scrittori m a per am pi ceti. La nuova poesia postpavesiana è in sintonia con la nuova realtà della lingua e dellecondizionid'uso della linguà.Noipossiam o riassum ere e schem atizzare le vicende de1 linguaggio poetico italiano da Pascolia Pavese dicendo che attraverso esse illinguaggio poetico ha preso possesso delle sezioni più correntem ente usate, quindi più fam iliari.de1 sistem a linguistico.N ella nuova situazione linguistica, con una lingua aperta a intense correnti di rinnovam ento, il nuovo lingtlaggio poetico pare sorgere dalla volontà difruire ditutto intero ilpatrim onio linguistico oggia disposizione deiparlanti, non soltanto nelle fasce dim aggior frequenza d'uso, m aanche nellezonerelativam ente m eno sfruttate,non solo nelle zone più tradizionali,m a nelle frangeinnovative.U natotaleaperturalinguisticacaratterizzailnuovo linguaggio poetico. CB puö trovare conferm e rnolteplici. Cosl, ad esem pio, scrive il Giuliani nella prefazione a 1 novissimt' esie per gli a'anl ',60. . Po
1 ! . '' KL <, ;p; 1 q. J.
.
466
67.Pyoblemi linguistici della .poesftz italiana
M ilano 1961, pp. XVII-XV III: ftN eppure condividiamo la nevrotica,indiscrim inante paura ditaluniperlalinguacom unecontelnporanea.Cisono form e diquesto m eccanico esperanto dell'im m aginazione che,a dispetto della m anipolazione diclasse cuisono soggette, non sipossono considerare in se stesse negative o positive,m a unicam ente fattuali:fanno parte de1m ateriale...che l'epoca ofl' re allo scrittore A. E ancora: f 4sarem o al centro... di una precarietà che néciesaltairrazionalm entenécifavergognarediesserequalisiam o h ). Su1piano delle realizzazioni,la m essa in opera di ognisorta di m ateriale linguistico disponibile, è facilm ente constatabile.Siveda ad esem pio un qualsiasi passo della Ragazz' a Carla di Pagliarani
(1960): t dalla line dell'estate che va a scuola Guida tecnica yt?r l'uso vazionale della macchina la serale difaccia alla Bocconi,m a già più
Metodoyrvcl yc >er l'apkrendimento
della dattilograjla con tuttedieci le dita
non capisce se è un gran benep com e pareva in casa, spendere quelle due mila lire almese Vantaggi dellbautenttko
utilitàSnologica,visultato duraturo corretta scrittura re/oczd resistenza
PIANO DIDATTICO PARAGRAFO PRIM O La scuola diuna volta,il suo grembiule tutto di seta vera, una maestra molto bella. iproblemicoimattoniele case,egiàdicevano la guerra M ussolinila Francia l'Inghilterra.
Quidi gente un cam pionario:sei uom inie diciotto
67.Problemilinguistlki della Aoew' c italiana
L'utilizzazione di elem enti lessicalie intere strutture pertinentia varie zone de1 lessico e de1 patrim onio linguistico com une e colto puè esemplifcarsi altrettanto bene con Sanguineti:
ma 4le com piaciute descrizioni) /;e allora:oggi(disse);(e allora,anche, onze,l' lzePayenne,' ,(Acomplete diindirizzoA):oggisiamo,lo siamo (disse anche); perché quello diResnais (dissi) è un film (inconsciam ente)fascista : m a oggi(disse Octavio Paz)tutti lo siamo (marxisti),e intanto intendeva
ribolfente ancora,che porta su disé isegnideldistacco dallo stato m entale, della fusione non com pletam ente avvenuta con lo stato verbale. Le strutture, ancora barcollanti,prolifcano im prevedibilm ente in direzioniinaspettate, lontano dall'im pulso iniziale,in una autentica avventuraA. Di qui,il forte asintattismo e l'im pressione di anarchia, di cuisi va apertam ente in cerca: (fU n atteggiam ento fondam entale del fare poesia diviene dunque lo 'stuzzicare ' le parole, il tendere loro un agguato mentre si allacciano in periodi, l'im porre violenza alle strutture de1linguaggio,lo spingere a lim iti dirottura tutte le sue proprietà.Sitratta diun atteggiam ento volto a sollecitare queste proprietà,le cariche intrinseche ed estrinseche del linguaggio,e a provocare queinodie quegliincontriineditie sconcertantiche possono fare della poesia una vera frusta per il cervello
dellettore...) h(N.BALESTRINI,1 zlog s. ufrzlf,cit.,pp.163-64). Risultanze estrem e in tale direzione possono vedersi nelLjlibre boite éditée en rom e italie...recueillie etfaite par em ilio villa' hcon testidivaripersonaggi.N e1prologo visileggono cose com e:
donne,più le due che fanno scuola
Nella .pcrle centrale delcarrello,solidale ad esso C'è poca luce nella scuola e il gesso va negli occhi...
467
...PerChé la scrittura' etichetta è diventata intollerabile... nec
*. *f ' 'j ' 4 . , 1 ' r 4 7 ! p k' ' . 7k ,
468
.
67.Problemiff7zgru-sffcf della poesia italiana
serve un catàlogos delreale,m a unam otivazione dilogosle m otassem blage-
de-mots(ia joiici)infatti,che abolisce un senso accumulandone molti,in unas-caricadiallusioni(adludos)chemetteincrisil'esistenzadelVocabolo, lo dissocia nelle proprie componenti(i1m 'hondo)ele-m entali... Continua l'elaborato collettaneo: che: 1.la poesia deve essere cosl 2.la poesia deve servgre cosl 3.ex-altare l'uom o 4.de-nigrare la bestia
5.cantare (lae tare)la ci-viltà 6.s-com unicare ildem onio m acchina
N on è chiaro se questo catalogo esprim e ciù che gli elaboratori voglionoo non vogliono dallapoesia.Chiaroèchepastichesdelgenere non hanno alcun preciso senso,nell'accezione com une e tecnica di questo term ine, né sono storicarnente nuovi, m a riecheggiano alla lontana non soltanto fenomeni europei del passato, m a anche fenom eni italiani, provinciali, com e la ( 4spazzatura i s de1 Palazzeschi, g1i44zanghete zanghete# h,it 4voglio fottere ilcielo ' )degliAccadem ici d'Italia e difuturisti.Sivorrebbe aggiungere,m a siesulerebbe con ciö dai com piti di una caratterizzazione propriam ente linguistica, che eiezioni sifatte non sono nem lneno piacevoli.
Izpw machen ztu' r,,dassallesfrisch und neu Und mit Bedeutung auch jv/lfàl jrsein? D,' :. ç Wunder gcfr/?fauf so verschiedne Leute .
Der D tkhter nur...
gcome facciamo perché tutto sia fresco e nuovo e,avendo senso, sia
anche piacevole?Solo il poeta realizza su gente cosldisparata questo mira-
colo...q. Le parole de14 tPrologo in teatro h delFaustindividuano bene ilproblem a centrale della poesia italiana dopo Pavese, di una poesia che per la prim a volta nella storia dellasua tradizione linguistica sa esente dipotersirivolgere a tutticon unalingua che tuttiintendono, e pui) correre quindi la sua avventura ai lim iti estrem i delle possibilità di utilizzazione delcom une patrim onio linguistico.
A bbreviazionie sigle
A bbreviazionicorrenti
ab.
abitante
app.
appendice di documentie questionim arginali ne1 presente volum e confronta citato,citati colonna,colonnc
edito,edizione ed. naz.
edizione nazi onale
hggb.
herausgegeben
edizione della collana 4tScrittori d'Italia)à, Laterza,Bari n.
nklm ero
n .y no .
nota
Opera
pagina, pagine provincia edizione della collana LçLa letteratura italiana. Storia e testih à,Ricciardi, M ilano-N apoli Sg.y Sgg.
seguente, seguenti vedi,vedere
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' CC. Ir *>4. A . .DirN7u! *.','.C. 'k,z >. /4'o r*i 'o''LI 'X' .' J
Simboli delle trascrizioniJbnologiche
Sim bolidelle trascrizionifonologiche
11sistemaditrascrizionequiseguito è quello dell'lnternationalPhonetic Association;in particolaresisono tenutepresentile convenzionidella
transcription 'dell'italiano (cfr.ThePrl ' zlcp yfe. ço. fthe1.Ph.A. Londra1949, rist.1958,p.22;ecfr.giàD.JoNss,A.CAMILLI,Fondamenttdigraha./bzzetica,Londra1933,14).Nellaprim aedizionel'adesionefu spintafinoaindicare,anchetrabarreoblique(trascrizionefonematica),lalunghezzadellevocalitoniche in sillabaaperta;m a poichè ciù haofl-eso lasensibilitàfonem a-
ticadiqualche recensore (chenonaveva letto l'avvertenza allaprima edizione,p.467),in questa nuova edizioneèparsopreferibileeliminarel'indicazione diquantità vocalica nelle trascrizionitrabarreoblique(non in quelle traparent siquadre).Si tainoltreche,sempretrasbarreoblique!laman,e . avver
canza d indicazione d accento neinon m onosillabiindica che la slllaba da accentare è la penultim a.La duplicità de1grafem a nella rappresentazione di $doppie'o fintense 'e la duplicità o triplicitàdigrafem a nella rappresentazione diafricate sem plicio risp.intensenop impegnano minimamente l'opinione sulla interpretazione ditalifonem i.E invece indicativo diuna tesiil
fatto che trasbarreoblique/. i/e/w/sono tenutidiatintida /i/e /u/. simbolo valore
equivalentein ortograha corrente
vocale centrale aperta
a difatto, parole
vocale anteriore (sem ilaperta vocale anteriore (sem ilchiusa vocale posteriore (semilaperta vocale posteriore (semilchitusa
edimantello e dicostretto o ditolse o disole
(z;.b.:insillabaatonal'opposizionefonematicatravocalisemiaperteese-
m ichiusenon sussiste;com e nella'broad transcription 'deli'l.Ph.A .siadope-
rano quindiduesolisegni(eed 0)indipendentementeda1tipo direalizzazionepiù o meno sem iapertao semichiusa). vocale anteriore chiusa aprocheila vocale posteriore chiusa procheila vocale centrale indistinta semivocale anteriore aprocheila sem ivocale posteriore procheila
i disi u diun
i di viene u di cuore,buono
fricativa bilabiale sorda fricativa bilabiale sonora fricativa labiodentale sorda fricativa labiodentale sonora fricativa dentale sorda fricativa dentale sonora fricativa dentale sibilante sorda fricativa dentale sibilante sonora fricativa m ediopalatale sorda fricativa m ediopalatale sonora frîcativa velare sorda fricativa velare sonora fricativa glottidale sorda
507
f difare v di vado s di spesso s disdegno scdiscena, scidisclalo
vibrante linguale (dentale)
r di remo
laterale dentale laterale palatale nasale bilabiale nasale dentale nasale palatale africata dentale sorda afl-ricata dentale sonora afrricata mediopalatale sorda
I di luce gl digll,glidimeglio m dimeno n dinaso gn dignom o z di forza.innanzi z diorzo c dicena,cidi ciao
aflricata mediopalatale sonora
gdigelo,gidigioco
occlusiva bilablale sorda occlusiva bilabiale sonora occlusiva dentale sorda occlusiva dentale sonora occlusiva velare sorda occlusiva velare sonora indica che la vocale precedente è lunga
p di padre b di buono t ditono d di dono cdicane,chdiche, chi g digatto, gh dirighe
indicachelasillabasuccessivaèaccentata(viene omesso neimonosillabie nelle parole piane)
indica che la parola è trascritta fonematicamente indica che laparola è trascritta foneticam ente
lndice generale
,4vvertenza
A vvertenza alla nuova edizione A vvertenza alla prim a edizione <4#(JZ )> A vvertenza allaprim a edizione <<3t fZ)> zl- pzuwra' ro osz-z-'l.raz-zAN o
1. Lingua e nazionalità in Italia 2. Alloglotti nei conlini italiani 3. Italiani e italofoni
1 9 12
IJN A LIN GIJA r)ELEZION E
1. Vicende storiche e linguistiche preunitarie 2. La ffselvah dei dialetti 3. Lingua e dialetti flno all'unità 4. L'italiano negli anni dell'unità 5.Program m i e prospettive
15 21 27 36 46
111. NUO VE COND IZION I LIN GUISTICH E
1. Riëessi soeioli e linguistici dell'urétà 2. Gli eflktti dell'em igrazione 3. Conseguenze dell'industrializzazione 4. Urbanesim o e m igrazioni interne 5. Lingua e dialetti nella scuola 6. Fattori di unihcazione: b' urocrazia ed eser 'cito 7. La stam pa quotidiana e periodica 8. Spettacoli e trasm issioni di m assa 9. Lingua com une e dialetti: espansione e regressione 10. Fortuna delle varietà regionali
51 53 63 68 88 105 110 118 126 142
Indicegenerale.
Indice generale
Le varietà regionali diitaliano, p. 369 - 58. Italianizzazione fonologica e lessicale dei dialetti, p. 375 - 59.Varietà settentrionale diitaliano,p.378 - 60.Varietàtoscanl' diitaliano,p.385 - 61.Varietà romana diitaliano. p.391) 62.Varietâ meridionale di italiano p. 395 - 63. Varietà regionali m inori, p. 402 - 64.Innovazioni fonologiche,p. 402 - 65. La lingua della legislazione italiana.
NuovE FORME E FIJNZIONI
1. 1 dialetti verso la lingua com une 2. Le varietà regionali dell'italiano 3. L'apporto dialettale 4. lmpulsiesogenied endogeni:rinnovamento e tradizione 5. Lingua colta e lingua poetica: 4la voce antica , h
149 159 186. 201 235.
p... 420 - .. 66. M aqs -media, televisione c Iingult parlatl' negli anni sessanta, p. 430 - 67.Problemi linguistici della poesia italiana contem poranea, p.459.
DOCUM ENTI E QUESTIONI M ARGINALI
1.Linguaenazione:primetracce in Oriente,p.267 - 2
Abbreviaziont'e si gle
Linguae nazione:tradlzionegreca elatina, p.269 - 3.Na-. zionalismo linguistico nel m ondo antico, p. 270 - 4.11 principio di nazionalità, p. 271 - 5. G1i stati nazionali: il nesso lingua-nazione, p. 273 - 6. Polemiche letterarie l. 273 - 7.Polemiche religiose, p.274 - 8.Stereotipl P
Abbreviazioni correnti R'iviste ed enciclopedie Libri e articoli Sim boli delle trascrizioni fonologiche
471 472 476 506
Indice delle parole e dei suë ssi lndice dei nomi Indice degli argom enti Indice generale
511 535 553 571
lnçuisticipopolarie semidotti.p.274 - 9.Bacone Vico
Lelbniz, p.275 - 10. Vacuitâ retorica,p. 276 - 11. Assem blee politiche,p.277 - 12. Germania e Italia,p. 278 13.Purismo ingenuo, p. 279 - 14. M anzoni,p. 281 15. opardi,p. 283 - 16. Isole linguistiche albanesi, p. 283Le 17. lsole linguistiche greche p. 284 - 18. lsole linguistiche minori,p. 285 - 19. 11,francese in Piemonte
iltedesco in Alto Adige;politica elegislazionelinguistica,,
p. 286 - 20. Italiani fuorl d'Italia, p. 290 - 21. D iscon-. tinuità territoriale, p.293 - 22.Fram m entazione etniea e rom anizzazione, p. 294 - 23. 11Patrimonium Petri: conseguenze storiche e linguistiche ne1Sud, p.296 - 24. Difform ità dialettale italiana, p.297 - 25,Linea La SpeziaRi mini,p.298 - 26. Dialettisettentrionalio galloitalici, p. 299 - 27. Dialettiditransizione tito, p.300 - 28.D ialet scani,p. 300 - 29. Tradizioni dialettali e lingua comune ne1Sud,p.301 - 30.11fiorentino lingua comune, p.305 31. La componente linguistica nell'opera diG . G .Belli, p. 306 - 32. 11 44genio * dell'italiano,p. 316 - 33.Cam-. biamentifonologici, p.319 - 34. 11m odello latino, p.321 -
35.Versiambivalenti,p.322 - 36.Polimorismi,p.322
37. Le condizioni oblettive della #tquestione della lingua 'h,p. 323 - 38. I m anzoniani, p.325 - 39. G 1i anti-
manzonialzz ',p.327 - 40.11superamento della 4questione
della lingua)à,.p.327 - 41. Croce.p.330 - 42. Unlficazionepolitica e m ercato unitario, p. 332 - 43. Incertezze dei dati statistici, p. 392 - 44. Valutazione demografca dell'em igrazione, p. 333 - 45. L'emigrazione verso l'estero, p.334 - 46. Im utam entinell'econom ia, p.335 - 47. M igrazioniinterne e urbanesim o, p.336 - 48. La scuola elem entare,p.337 - 49.L'analfabetism o, p.342 - 50. Scuola mediainferioree superiore,p.345 - 51.Stampae editoria,p. 347 - 52.Clnema e altri spettacoli, p.351 - 53. Radio e televisione, p. 352 - 54.Giudizi sul florentino, p. 354 - 55.Dialettomania e dialettofobia, p. 357 - 56. Esotism ie neologism i:reazioni e consensi, p. 362 - 57.
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