CHUCK PALAHNIUK RABBIA Una biografia orale di Buster Casey (Rant, 2007) A mio padre, Fred Leander Palahniuk. Alza gli oc...
149 downloads
1671 Views
940KB Size
Report
This content was uploaded by our users and we assume good faith they have the permission to share this book. If you own the copyright to this book and it is wrongfully on our website, we offer a simple DMCA procedure to remove your content from our site. Start by pressing the button below!
Report copyright / DMCA form
CHUCK PALAHNIUK RABBIA Una biografia orale di Buster Casey (Rant, 2007) A mio padre, Fred Leander Palahniuk. Alza gli occhi dal marciapiede, per favore. Hai mai desiderato di non essere mai nato? Nota dell'autore Questo libro è scritto nello stile del racconto orale, forma per la quale occorre intervistare un gran numero di testimoni e successivamente assemblare le loro testimonianze. Quando molteplici fonti vengono interrogate a proposito di un'esperienza comune, è inevitabile che talvolta si contraddicano a vicenda. Per altre biografie scritte in questo stile, si vedano Capote di George Plimpton, Edie di Jean Stein, e Lexicon Devil di Brendan Mullen. 1 Introduzione Wallace Boyer ({ Venditore d'auto): Come la maggior parte delle persone, anch'io non avevo mai visto Rant Casey né ci avevo mai parlato finché non è morto. Con la gente famosa è così, quando tirano le cuoia la loro cerchia di amici intimi si ingigantisce. Un morto famoso non può girare per strada senza incontrare un milione di migliori amici che nella vita vera non ha mai conosciuto. Per gente come Jeff Dahmer e John Wayne Gacy, morire è stata la miglior mossa di carriera che abbiano mai fatto. Dopo che Gaetan Dugas è morto, il numero di partner sessuali che dicono di averci scopato è schizzato alle stelle. Come diceva Rant Casey la gente ti rende famoso parlando male di te finché sei vivo, oppure cantando le tue lodi quando non lo sei più. Per quanto mi riguarda, ero su un aereo, e c'era questa specie di campagnolo seduto accanto a me. Ha una pelle che è un po' come uno di quegli
incidenti d'auto che non riesci a non guardare: piena di segni tipo morsi, tutta bucherellata e raggrinzita. La pelle sul dorso delle mani è uno schifo pazzesco. L'assistente di volo gli chiede cosa vuole bere. Questa hostess gli chiede, per favore, se può passarmi il mio bicchiere: scotch con ghiaccio. Io però, quando vedo quelle dita mostruose intorno al bicchiere di plastica, quelle nocche tutte butterate, figuriamoci se posso appoggiare le labbra al bordo del bicchiere. Quando c'è di mezzo un'epidemia, la prudenza non è mai troppa. All'aeroporto, subito dopo il metal detector, c'era uno di quei rilevatori di febbre che usavano all'inizio per tenere sotto controllo la diffusione della Sars. La gente di solito, dice il governo, non ha idea di essere infettata. Magari ti senti bene, ma se il rilevatore suona perché hai la temperatura troppo alta, sparisci in quarantena. Magari per il resto dei tuoi giorni. Senza processo né niente. Per proteggermi, io mi limito ad abbassare il tavolino e prendo il bicchiere. Guardo lo scotch diventare chiaro e annacquato. Il ghiaccio sciogliersi e sparire. Chiunque si guadagni da vivere vendendo automobili ve lo confermerà: imitare è la madre di tutte le doti. Il fatturato della tua concessionaria lo costruisci costruendo rapporti. Queste doti si possono allenare ovunque uno si trovi. Un buon trucco per ricordare un nome è fissare gli occhi di una persona abbastanza a lungo da memorizzarne il colore: verdi, marroni, azzurri. Si chiama Interruzione del pattern: ti impedisce di dimenticare come faresti normalmente. Questo estraneo con l'aria da cowboy gli occhi ce li ha verdi. Verde antigelo. Per tutta la durata di quel volo di collegamento tra Peco Junction e la città, abbiamo condiviso lo stesso bracciolo, io al finestrino, lui sul corridoio. Ambasciator non porta pena, però i suoi stivali da cowboy erano sporchi di merda secca che si staccava a pezzetti. Quelle basette lunghe magari al liceo lo aiutavano a rimediare fica, però adesso sono grigie dalla tempia alla mascella. E poi quelle mani... Per allenarmi a costruire rapporti, gli chiedo quanto ha pagato il biglietto. Se non sei in grado di determinare i bisogni del cliente, di identificare i tasti sensibili di uno sconosciuto con cui ti ritrovi gomito a gomito su un aereo, non riuscirai mai a convincere qualcuno ad assumere la "proprietà mentale" di una Nissan, tanto meno di una Cadillac.
Per appioppare una macchina a qualcuno, un altro trucco è: su tutti i veicoli del tuo parco macchine, programmi il primo canale della radio su una stazione di musica gospel. Pulsante numero due, rock and roll. Pulsante tre, jazz. Se il tuo potenziale cliente ha l'aria di un tipo abituato a pretendere e comandare, appena apri la macchina la radio dev'essere impostata per accendersi su un canale di notizie o dibattiti politici. Se porta i sandali, schiacci il pulsante della National Public Radio. Quando girano la chiave, la radio gli dice quello che vogliono sentirsi dire. Su tutti i veicoli del mio parco macchine, il pulsante numero cinque è impostato su quelle schifezze techno da rave, casomai dovesse presentarsi uno di quei ragazzi che fanno party crashing. Il verde degli occhi del campagnolo, la merda che ha sugli stivali, i rivenditori d'auto queste cose le chiamano "appigli mentali". Le domande che hanno una sola risposta possibile sono "domande chiuse". Le domande il cui scopo è far parlare il cliente sono "domande aperte". Per esempio: "Quanto le è costato il biglietto aereo?". Questa è una domanda chiusa. Sorseggiando dal suo bicchiere di whisky, l'uomo deglutisce. Guardando dritto davanti a sé dice: «Cinquanta dollari». Un ottimo esempio di domanda aperta sarebbe: "Come fa a vivere con quelle schifose mani butterate?". Gli chiedo: Solo andata? «Andata e ritorno» dice lui, e la mano martoriata e raggrinzita gli versa un po' di whisky in bocca. «Si chiama "tariffa-lutto"» dice il campagnolo. Io che lo fisso, girato sul sedile per guardarlo in faccia, rallentando il respiro per farlo combaciare con il saliscendi della sua camicia da cowboy, la tecnica si chiama: Ascolto attivo. L'estraneo si schiarisce la gola. Aspetto un pochino e me la schiarisco anch'io, copiandolo; è quello che un bravo venditore definisce "ricalcare" il cliente. Tenendo i piedi accavallati all'altezza della caviglia, il destro sul sinistro, proprio come lui, gli dico: Impossibile. Nemmeno se sei in lista d'attesa paghi così poco. Gli chiedo: Come l'ha trovata, una tariffa del genere? Bevendo il suo whisky, liscio, lui dice: «Come prima cosa devi scappare da un manicomio». Poi, dice, devi attraversare il paese facendo l'autostop, con indosso nient'altro che un paio di ciabatte di carta e un camice di carta che non ne vuole sapere di stare chiuso sul di dietro. Devi arrivare un secondo troppo tardi per impedire a un pedofilo recidivo di violentare tua moglie. E tua madre. Come conseguenza dello stupro, devi tirare su un fi-
glio che colleziona una vagonata di vecchi denti caduti. Dopo le superiori, questo tuo figlio svitato deve tagliare la corda. Deve entrare in una specie di setta che vive solo di notte. Deve sfasciare la macchina, una cinquantina di volte, e cominciare a frequentare una certa prostituta che però non è una vera prostituta. In tutto questo, deve anche scatenare un'epidemia che uccida migliaia di persone, abbastanza da imporre la legge marziale e rischiare di rovesciare qualche leader mondiale. E alla fine deve morire tra le fiamme di un gigantesco inferno di fuoco, sotto gli occhi di chiunque al mondo possieda un televisore. Dice: «Tutto qui». Dice: «Poi, quando vai a recuperare il corpo per il funerale» e si versa un po' di whisky in bocca, «la compagnia aerea ti offre il biglietto a un prezzo speciale». Cinquanta dollari andata e ritorno. Guarda lo scotch appoggiato sul tavolino davanti a me. Ormai caldo. Il ghiaccio, sparito. E dice: «Quello lo beve?». Gli dico: Prego. Ecco quanto poco ci mette la vita a cambiare. Ecco perché il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri. Il mio dilemma è: Gli chiedo l'autografo? Rallentando il respiro, regolando il ritmo del mio petto sul suo, gli chiedo: Per caso è imparentato con quel tipo... Rant Casey? "Lupo mannaro Casey", il peggior Paziente Zero nella storia delle malattie? Il "superdiffusore" che ha infettato mezzo paese? Il "Bacio che uccide"? Rant "Cane pazzo" Casey? «Buster» dice lui, allungando la mano mostruosa a prendere lo scotch. Dice: «Il nome di battesimo di mio figlio era Buster Landru Casey. Non Rant. Non Buddy Buster». I miei occhi stanno già assimilando ogni grinza delle cicatrici che ha sulle dita. Ogni ruga e capello grigio. Il mio naso registra il suo odore di whisky e merda di vacca. Il mio gomito prende nota dell'attrito con la manica della sua camicia di flanella. Già mi vedo a strombazzare in giro l'incontro con questo estraneo per il resto dei miei giorni. Aggrappandomi a ogni istante che sto trascorrendo con lui, archiviando ogni sua parola e ogni suo gesto, gli dico: Lei è... «Chester» dice lui. «Mi chiamo Chester Casey» Seduto accanto a me. Chester Casey, il padre di Rant Casey: l'Arma biologica di distruzione di massa ambulante e parlante.
Andy Warhol si sbagliava. Non è vero che in futuro chiunque avrà un quarto d'ora di celebrità. No, in futuro chiunque si ritroverà seduto per almeno un quarto d'ora accanto a una celebrità. Typhoid Mary o Ted Bundy o Sharon Tate. La storia si divide in mostri e vittime. O testimoni. E allora cosa gli dico? Gli dico: Mi dispiace. Gli dico: «Brutta cosa, la morte di suo figlio». In segno di solidarietà scuoto la testa... Qualche respiro dopo, Chet Casey scuote la testa a sua volta, e vedendo quel gesto non sono più tanto sicuro di chi stia ricalcando chi. Chi di noi due si sia seduto per primo in una certa posizione. Che non sia questo bifolco a studiare me. A copiarmi. A cercare i miei tasti sensibili e a costruire un rapporto. Tentando forse di vendermi qualcosa, questa leggenda vivente, questo Chet Casey, mi strizza l'occhio. Senza mai superare i quindici respiri al minuto. Butta giù lo scotch. «E comunque» dice, dandomi una gomitata nelle costole, «per un biglietto aereo è pur sempre una tariffa della madonna.» 2 Angeli custodi Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Il cane da caccia sta a Middleton come la vacca sta alle strade di Calcutta o Nuova Delhi. In mezzo a ogni stradina sterrata dorme una specie di bracco imbastardito, che ansima al sole, gocciolando saliva dalla lingua penzoloni. Una specie di dosso di rallentamento coperto di pelo, e privo di qualsiasi tipo di collare o targhetta. Ricoperto da una sottile polvere argillosa marroncina che il vento porta dai campi arati. Per arrivare a Middleton ci vogliono quattro giorni interi di viaggio, ovvero il più lungo periodo mai trascorso dal sottoscritto a bordo di un'automobile senza urtare un altro veicolo. Per quanto mi riguarda, quest'ultimo è l'aspetto più deprimente dei miei pellegrinaggi. Neddy Nelson (e Party Crasher): Come si spiega che nel 1968, ad Antelope Spring, il paleontologo dilettante William Meister, spaccando un blocco di scisto in cerca di trilobiti fossili, abbia invece trovato l'impronta fossilizzata, risalente a cinquecento milioni di anni prima, di una scarpa umana? E com'è che un'altra impronta di scarpa fossilizzata, trovata in Nevada nel 1922, era impressa in una roccia del periodo triassico?
Echo Lawrence (e Party Crasher): Andando in macchina a Middleton, mentre attraversavamo tutta quella cazzo di campagna nel cuore della notte, Shot Dunyun smanettava sull'autoradio cercando aggiornamenti sul traffico. Per sentire cosa ci stavamo perdendo. Bollettini diurni o serali che arrivano da oceani di distanza. Ingorghi e intasamenti di traffico in posti dov'è ancora ieri. Tamponamenti a catena con morti e camion ribaltati su autostrade dov'è già domani. Cazzo se è strano sentire che qualcuno è morto domani. Come se fossi ancora in tempo a chiamare quel pendolare, in questo preciso istante, a Mosca, e dirgli: "Sfattene a casa!". Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un rallentamento dovuto a curiosi attende chi viaggia in direzione est sulla tangenziale Meadow nei pressi di Richmond. Scalate le marce, allungate il collo e date una bella, lunga occhiata all'incidente mortale che ha coinvolto due macchine nella corsia di estrema sinistra. Il veicolo anteriore è una Plymouth Road Runner verde acquamarina del 1974, con motore monoblocco V8 in ghisa di 1100 centimetri cubici a carburatore quadricorpo. Interni originali bianco ghiaccio. A guidare la coupé era uno schianto di femmina ventiquattrenne, biondabarra-occhiverdi, con una frattura-barra-lussazione da manuale della colonna a livello dell'articolazione atlanto-occipitale, e lesione totale del midollo spinale. Un sacco di paroloni per descrivere un colpo della strega da spezzarti il collo. Il veicolo posteriore era una strepitosa due porte New Yorker Brougham St Regis color crema con tettuccio rigido, rifiniture cromate non di serie e lunotti laterali fissi. Un gioiellino. Dando una sbirciata, potrete osservare che il conducente era un maschio ventiseienne con una banalissima frattura trasversale dello sterno, alcune fratture bilaterali alle costole, e i polmoni perforati dalle costole rotte, il tutto come conseguenza dell'impatto con il volante. Più, mi dicono i ragazzi del vagone carne, abbondanti emorragie interne. Perciò allacciatevi le cinture e rallentate. Per il momento è tutto, un saluto da Tina Qualcosa... Echo Lawrence: Avevamo violato il coprifuoco e la quarantena imposta dal governo, e stavamo attraversando queste distese di niente. Io, seduta al posto del passeggero. Shot Dunyun, al volante. Sul sedile dietro c'era
Neddy Nelson che leggeva non so quale libro, e ci diceva che Jack lo Squartatore non era morto - era tornato indietro nel tempo per ammazzare sua madre, per diventare immortale - e adesso fa il presidente degli Stati Uniti o il papa. O forse era una qualche teoria assurda sugli Ufo che in realtà sono turisti umani in visita da un futuro lontanissimo. Shot Dunyun (e Party Crasher): Andavamo a Middleton per vedere tutti i posti di cui Rant ci aveva parlato, e conoscere quella che lui chiamava "la sua gente". I suoi genitori, Irene e Chester. Il suo migliore amico, Bodie Carlyle, ex compagno di scuola. Tutte quelle famiglie di stronzi campagnoli, i Perry e i Tommy e gli Elliot, di cui lui parlava in continuazione. Fare party crashing per noi voleva dire più che altro girare in macchina e chiacchierare. Tutti quei bifolchi. Il nostro obiettivo era dare una faccia alle storie che Rant ci aveva raccontato. Una situazione stranissima. Io ed Echo Lawrence, con Neddy seduto dietro, su quella sua Cadillac Eldorado. La macchina che Rant aveva comprato per Neddy. E poi volevamo andare a mettere fiori e roba del genere sulla tomba di Rant. Echo Lawrence: Smanettando sulla radio, Shot dice: «Lo sapete, vero, che ci stiamo perdendo una bella serata "Ultrà"?». «Non è stasera» dice Neddy. «Controlla il calendario. Stasera era serata "Principianti al volante".» Shot Dunyun: Davanti a noi, in cielo, c'è una fettina di luce che illumina l'orizzonte. La fettina si ingrandisce, diventa un semicerchio di luce bianca, poi un cerchio intero. Una luna piena. Quel giorno ci stavamo perdendo una serata pazzesca di "Luna di Miele". Echo Lawrence: Anziché ascoltare musica ci raccontavamo delle storie. Le storie che ci aveva raccontato Rant, di quand'era piccolo. Le storie di Rant dovevamo ricostruirle mettendo insieme i dettagli, andando a ripescarli dalle cantine dei nostri cervelli. Ognuno buttava lì un suo ricordo di Rant, e intanto viaggiavamo, raccogliendo tutte le storie. Shot Dunyun: A un certo punto ci ferma lo sceriffo di Middleton, e noi gli diciamo la verità. Stiamo facendo un pellegrinaggio nel posto dov'è na-
to Rant Casey. Da piccolo, in notti come quella, mentre tutto il paese dormiva, Rant Casey si attaccava al suo baracchino da radioamatore. Con le cuffie in testa. Da bambino, in notti come quella, Rant girava la manopola cercando aggiornamenti sul traffico da Los Angeles e New York. Ascoltava gli ingorghi e gli intasamenti di Londra. I rallentamenti di Atlanta. Tre tamponamenti a catena a Parigi, descritti in francese. Imparava lo spagnolo a colpi di parole come neumático desinflado e punto muerto. Ovvero pneumatico a terra e ingorgo a Madrid. Imbottigliamento a Roma. Het roosterslot ad Amsterdam. Saturation a Parigi. Il mondo invisibile della sfera del traffico. Echo Lawrence: Ma sì. Se ti metti a girare in macchina in un paesino di campagna tra mezzanotte e l'alba vuol dire che qualche rischio hai deciso di correrlo. Lì la polizia non ha molto da fare, a parte spararti addosso la sirena. Lo sceriffo di Middleton si è messo a guardare le nostre patenti alla luce di una torcia, e intanto ci faceva un pistolotto sulla città. Dicendo che a Rant Casey era la città ad averlo ucciso. Che in città erano tutti assassini. Riferendosi a noi. Lo sceriffo aveva in corpo una specie di effetto Texas Ranger, doveva essersi incanalato in loop la chimica cerebrale di John Wayne. Prendi un sergente istruttore e incanalalo attraverso un giudice forcaiolo poi quello che ti riesce lo reincanali attraverso un dobermann pinscher, e avrai quello sceriffo. Teneva le spalle indietro, rigide. I pollici infilati nella fibbia della cintura. E si dondolava avanti e indietro sui tacchi degli stivali da cowboy. Shot gli chiese: «Hanno già provato a far fuori la madre di Rant?». Lo sceriffo aveva una camicia marrone con una stella dorata sul petto, una penna e un paio di occhiali ripiegati nel taschino e la camicia infilata nei jeans. Sulla stella c'era inciso: "Agente Bacon Carlyle". Dai, Shot non poteva fare una domanda peggiore. Neddy Nelson: Mi dite com'è possibile che nel 1844 il fisico Sir David Brewster abbia scoperto un chiodo di metallo piantato per intero in un blocco di arenaria del Devoniano di trecento milioni di anni prima? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Se vedi Middleton dall'alto, volando da New York a Los Angeles, ti chiedi come faccia la gente a vivere in un posto del genere. Immaginatevi divani sfasciati abbandonati sulle
verande. Macchine parcheggiate sul prato del giardino. Case mezze sradicate dalle fondamenta, appoggiate su blocchi di calcestruzzo, con galline e cani che ci dormono sotto. Se ti sembra un posto colpito da un qualche disastro naturale, è solo perché non hai visto com'era prima. Neddy Nelson: Come si spiega il fatto che una casalinga dell'Illinois, la signora S.W. Culp, spaccando un pezzo di carbone ci abbia trovato dentro una collanina d'oro? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Malgrado il paesaggio squallido, queste cittadine sono impregnate di sesso. Solo gli individui dotati di una bellezza e di una sessualità precoce vi rimangono intrappolati. I giovani femmine e maschi, che sviluppano seni e muscoli perfetti prima di aver imparato come usare al meglio quel tipo di potere, finiscono rispettivamente incinte o bloccati a vita vicinissimo a casa. Questo genere di ciclo fa sì che i corredi genetici migliori si concentrino in luoghi insospettabili. Come Middleton. Piccole colonie di imbecilli estremamente attraenti che generano figli e vivono lunghe e squallide vite. Veneri e Apolli. Dei e dee di provincia. Se la comunità di Middleton ha mai prodotto qualcosa di notevole nella sua monotona, anonima, polverosa storia, questo prodotto straordinario risponde al nome di Rant Casey. Echo Lawrence: «Il motivo principale per cui la gente se ne va dai paesini di provincia» diceva sempre Rant, «è perché così poi può sognare di tornarci. E il motivo per cui ci resta è per sognare di andarsene.» Con questo Rant voleva dire che nessuno è mai felice, da nessuna parte. Dagli appunti di Green Taylor Simms: La principale metafora del potere a Middleton, specie all'interno della famiglia Casey, era il modo in cui venivano organizzati i pranzi in occasione delle festività religiose cristiane. Per questi eventi - colazioni di Pasqua, pranzi di Natale e del Ringraziamento - i membri della famiglia venivano divisi in due classi ben distinte. Gli adulti pranzavano con stoviglie di porcellana d'antiquariato appartenenti alla famiglia da varie generazioni, piatti con bordi dipinti a mano, ghirlande di fiori e oro. I bambini venivano fatti sedere a un tavolo in cucina, più che un tavolo vero e proprio un gruppetto di tavolini pieghevoli da carte piazzati uno accanto all'altro.
Echo Lawrence: In cucina era tutto di carta, tovaglioli e tovaglia e piatti, così poi potevano appallottolarli e buttarli nell'immondizia. Quando gli adulti della famiglia Casey si sedevano a spezzare il pane, recitavano sempre la stessa preghiera: «Ti ringraziamo, Signore, per averci benedetti con questa famiglia, questo cibo e con l'abbondanza che vediamo davanti a noi». Dagli appunti di Green Taylor Simms: I membri della famiglia che cominciavano ad avere una certa età e ancora erano parcheggiati al tavolo dei bambini, a Dio chiedevano un'epidemia di salmonella. Spine di pesce bloccate nella trachea. Le generazioni più giovani si tenevano per mano e chinavano il capo pregando Dio di provocare ictus e infarti devastanti. Echo Lawrence: Rant diceva: «Una delle cose più consolanti nella vita è potersi voltare indietro e vedere in fila dietro di te gente che sta peggio». Shot Dunyun: Prima delle serate di party crashing, quando la nostra squadra usciva a cena, Green Taylor Simms, vedendo Rant mangiare tutto con la stessa forchetta, ridacchiava. Non che Rant fosse scemo, solo che non aveva mai superato la fase del cucchiaio di plastica. Alle sue spalle Green lo chiamava "Huckleberry Frocio". Dagli appunti di Green Taylor Simms: Parlando di Rant, il signor Dunyun utilizza il nomignolo "Fatina dei denti". Echo Lawrence: Senti questa. Verso mezzanotte, lì a Middleton, io e Shot Dunyun parcheggiamo all'inizio della stradina che porta alla loro fattoria, accanto a una cassetta della posta con su scritto in vernice "Casey". La casa si trova in mezzo a un sacco di campi coltivati, è bianca, con una grande veranda sul davanti, il tetto spiovente, e un abbaino che dà sulla veranda: la stanza di Rant nella soffitta, la tappezzeria con i cowboy. Ci sono cespugli e fiori che crescono vicino alle fondamenta, e tutt'intorno un prato tagliato che arriva fino alla recinzione di rete metallica. Vediamo anche un fienile dipinto di marrone, seminascosto dietro la casa. Per il resto è tutto grano, grano a perdita d'occhio fino all'orizzonte piatto che si vede tutto intorno alla Cadillac di Neddy E intanto Shot smanetta sull'autoradio, cercando aggiornamenti sul traffico.
Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un breve aggiornamento. Per chi viaggia in direzione ovest sulla superstrada City Center, prestare attenzione al tamponamento in corsia d'emergenza che ha coinvolto due macchine in prossimità del chilometro 107. Entrambi i veicoli risultano essere addobbati a nozze, con tanto di lattine appese ai paraurti posteriori. Si verificano rallentamenti per la presenza di curiosi fermi a guardare le spose e gli sposi che si lanciano addosso pezzi di torta nuziale. Si raccomanda la massima attenzione per la possibile presenza di damigelle d'onore e riso sulla carreggiata... Echo Lawrence: Shot si era addormentato, e russava appoggiato alla portiera dal lato del guidatore. Io continuavo ad aspettare un segno che Irene Casey fosse ancora viva, e che non fosse stata strangolata o accoltellata da uno sconosciuto. Neddy Nelson: Ditemi voi: com'è possibile che nel 1913 l'antropologo H. Reck abbia scoperto a Olduvai George il teschio di un uomo moderno sepolto in uno strato di terreno del Pleistocene inferiore? Spiegatemi come mai teschi umani moderni sono stati dissotterrati anche da strati del Pleistocene inferiore e medio rispettivamente a Buenos Aires, Argentina, e a Ragazzoni, Italia. Shot Dunyun: Ci siamo messi a girare per il loro squallido cimitero, un ammasso d'erbacce falciate, ma la tomba di Rant non siamo riusciti a trovarla. Assurdo, no? Cercando sull'elenco telefonico abbiamo trovato il numero del suo migliore amico, Bodie Carlyle, e l'indirizzo della sua roulotte, in fondo a una stradina sterrata. C'erano erbacce che arrivavano fino alle finestre, e nello spiazzo lercio un pitbull incatenato che abbaiava come un matto. All'alba mancavano ancora diverse ore. Non abbiamo nemmeno bussato. Echo Lawrence: Macché. Irene Casey non l'ho vista. Non abbiamo nemmeno bussato. Per quel che ne sapevamo, poteva tranquillamente essere dentro la fattoria, morta. Wallace Boyer ({ Venditore di auto): Basta che vendi automobili per un po' e poi vedi: non c'è nessuno di così originale. Qualsiasi tipo strano solitario proviene da un grosso nido di tipi strani. La cosa davvero strana è
che te ne vai in qualche cesso di villaggio in Slovacchia e di colpo anche Andy Warhol ha perfettamente senso. Echo Lawrence: Non ci potevamo credere. Verso l'alba, quello sceriffo di campagna accosta alla nostra macchina e col megafono ci urla che stiamo violando la Legge sanitaria d'emergenza e il coprifuoco imposto dalla TI-VEDO. Noi non avremmo voluto lasciare la signora Casey in pericolo, ma il Supersceriffo ci ha puntato addosso la pistola dicendo: «Facciamo che adesso venite tutti quanti in paese per rispondere a qualche domanda...». Dagli appunti di Green Taylor Simms: A Middleton, i cani che dormono hanno diritto di precedenza permanente. 3 Cani Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): D'inverno, a Middleton, i cani fuggono in branco. Quelli delle fattorie della zona prendono e spariscono, però di notte li senti ululare e abbaiare. Gli altri, la gente li molla sul ciglio della strada. Li abbandona. Chi vive in città è convinto che qualsiasi cane possa cavarsela da solo, diventando selvatico, ma la maggior parte non riesce a procurarsi da mangiare, e arriva ad avere così fame da mangiarsi la merda di altri animali. Merda che di solito è piena di uova di mosca. E così la maggior parte dei cani abbandonati muore per i vermi. Gli altri si radunano in branchi per tenersi caldo. Quelli che sopravvivono. I branchi vanno a caccia di conigli e cervi mulo. Quando arriva l'inverno, i cani delle fattorie sentono i branchi che ululano, fra gli alberi lungo il fiume, intorno a una preda appena uccisa, e tagliano la corda. Quando un cane domestico sente quegli ululati puoi chiamarlo finché vuoi, anche il più docile dimentica perfino come si chiama. A parte gli ululati, che vanno avanti per tutto l'inverno, di cani non vedi più nemmeno l'ombra. Quando comincia a nevicare, del tuo cagnolino, del tuo migliore amico, non rimane altro che un verso da lupo mannaro che risuona in lontananza nel buio. Quando l'aria si fa fredda l'eco di quel suono sembra riecheggiare all'infinito. D'inverno, il peggiore incubo di qualsiasi bambino è dover tornare a casa quando fa buio e sentire un branco di cani, tutti quegli ululati e quei fruscii
che si avvicinano nel buio, sempre più forti. Un mostro senza volto con un milione di denti e artigli. Ogni tanto qualcuno trova un cervo mulo assalito da un branco, e il cranio è il pezzo più grosso che rimane. Il resto, la pelle, lo scheletro, è sparpagliato ovunque, strappato a morsi, lacerato con i denti. Se è un coniglio, magari trovi una zampetta in mezzo a ciuffi di pelo disseminati qua e là. Sangue dappertutto. Nient'altro che una zampetta con un po' di pelo fradicio e morbido, come quelle che la gente usa a mo' di portafortuna. Anche il cane dei Casey ogni inverno scappava con i branchi, finché un giorno sparì del tutto. Quando i branchi cominciavano a girare, a caccia, il loro cane di notte si metteva a saltare sul divano, guardava fuori dalle finestre, con le orecchie dritte, in ascolto. I branchi erano più che altro una diceria, nessuno li vedeva mai. Una mezza leggenda. Gli unici mostri che abbiamo mai avuto da queste parti. Diciamo più di una mezza leggenda. L'idea che quei cani, tra cui magari c'era il tuo, potevano impazzire e darti la caccia. Che il tuo cane poteva seguirti mentre tornavi a casa da scuola. Poteva trascinarti in mezzo alle sterpaglie lungo la strada. Di nascosto. Poteva saltarti addosso e farti a pezzi, morso dopo morso. E hai voglia a chiamarlo "Fido", o dirgli "A cuccia", dirgli "Seduto". Il cane che ti ha fatto compagnia fin da cucciolo, che hai sculacciato col giornale, quello stesso cane può azzannarti al collo e squarciarti la gola. Fido può ululare sul tuo corpo mezzo morto e bere il sangue ancora caldo pompato da quel cuore che gli era tanto affezionato. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Non chiedetemi di provare pena per lui. Rant Casey si è sempre cercato una morte orribile, fin dalle elementari. Serpenti o rabbia. I Casey il loro cane l'avevano chiamato "Prendi". Era una specie di bastardino, mezzo segugio, mezzo beagle, mezzo rottweiler, mezzo bull-terrier, mezzo di tutto. E Rant Casey l'aveva chiamato così: Prendi. Edna Perry ({ Vicina d'infanzia): Non so se può interessarle, ma fra loro i Casey si chiamavano tutti con nomi diversi. Irene Casey chiamava il marito "Chef". Lui la chiamava "Reen", che era "Irene" abbreviato, e solo in sua presenza. Nessun altro la chiamava così. Rant chiamava Chester "papà". Irene chiamava il figlio "Buddy", però suo padre lo chiamava "Buster". Mai "Rant". Solo Bodie Carlyle lo chiamava Rant. E pare che Rant chiamasse Bodie "Rospo". Giuro.
Tutti chiamavano tutti con un altro nome. Buster era Rant ed era Buddy. Chester era Chet ed era papà. Irene era mamma ed era Reen. La gente rivendica i propri diritti sulle persone a cui vuole bene dandogli un nome diverso. Etichettandole come fossero roba loro. Sceriffo Bacon Carlyle: Un po' come quando abbandoni un cane. La cosa peggiore che un uomo può fare è abbandonarsi a se stesso. Echo Lawrence (e Party Crasher): Senti questa. Rant alla gente diceva: «Tu sei un essere umano diverso per qualunque persona incontri». A volte diceva anche: «Tu esisti soltanto negli occhi degli altri». Se a qualcuno venisse mai in mente di incidere una scritta sulla sua tomba, la sua frase preferita era: «Il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri». Shot Dunyun (e Party Crasher): Cazzate. La frase preferita di Rant era: «Certi nascono umani. Altri ci mettono una vita a diventarlo». Bodie Carlyle: Mi ricordo che Rant diceva sempre: «Non saremo mai più giovani come stanotte». Irene Casey ({ Madre di Rant): La domenica Buddy accompagnava sempre nonna Esther in chiesa. Quando faceva bello, Chet e io portavamo Buddy in macchina a casa di nonna Esther, e lo lasciavamo lì. Buddy aveva preso l'abitudine di farlo perché lei non aveva nessuno con cui andare a messa. Abitava a due passi dalla parrocchia. A vederli, una vecchietta col cappellino buono e un bambino col farfallino, che camminavano per quella stradina tenendosi per mano, ti si stringeva il cuore. Una domenica siamo lì in chiesa, già dopo i canti iniziali, dopo la prima lettura dal Vangelo e a metà del sermone, ma Buddy ed Esther ancora non si vedono. Stiamo facendo girare il cestino per le offerte, quando la porta della chiesa si spalanca di colpo. Si sentono dei passi veloci sugli scalini fuori, sulle assi di legno della veranda della chiesa, e poi di colpo la porta si apre, così forte che il pomello fa un buco nel muro dell'ingresso. Tutte le teste si girano, allungano il collo per guardare. Il piccolo Buddy entra col fiatone. Poi si piega, appoggiando le mani sulle ginocchia, la porta ancora aperta e la luce del sole dietro, respira affannato, coi capelli davanti agli occhi, cercando di prendere fiato. Il farfallino è sparito. Ha la camicia
bianca fuori dai pantaloni. Il reverendo Curtis Dean Field gli dice: «Ti spiace chiudere la porta?». E Buddy, ancora boccheggiante, dice: «L'ha morsa». Fa un altro respiro e riesce a dire: «Nonna Esther. Sta male, malissimo». Visto che già faceva freddo, io ho pensato a uno di quei branchi di cani, che l'avesse morsa un cane. Un cane selvatico. Sceriffo Bacon Carlyle: Mi spiace dirlo, ma a nessuno dei Casey è mai venuto in mente di ripagare il buco nel muro che Rant aveva fatto sbattendo la porta. Ammesso che l'abbia fatto davvero senza volerlo. Irene Casey: Buddy dice che nonna Esther è stata morsa da un ragno. Una vedova nera, a quanto pare. Lui e la nonna stavano camminando, erano a metà strada, quando lei di colpo si ferma, come pietrificata, e lascia andare la mano. Esther grida: «Oddio!» e si toglie il cappello con tutte e due le mani, tirando con gli spilli le ciocche di capelli grigi. Un rumore, dice Buddy, come quando strappi in due un foglio di giornale. Il suo cappellino nero della domenica, nero e rotondo, grande più o meno come una scatola di borotalco. Con una mano butta il cappello per terra, tra lo schifo. Poi ci salta sopra con tutte e due le scarpe buone, calpestando il raso nero in mezzo alla polvere. Le sue scarpe nere tutte grigie e impolverate. Una nuvola di polvere che si alza intorno al suo cappotto nero. Con la borsetta che le ciondola appesa all'altra mano fa segno a Buddy di allontanarsi, gli dice: «Non toccarlo». Attaccate al cappello, strappate alla radice, ci sono ancora grosse ciocche di capelli grigi. Con una delle sue scarpe buone, Esther gira il cappello, e tutti e due si abbassano a guardare. In mezzo alla polvere e alla ghiaia, alla veletta stropicciata e al raso accartocciato, con una zampetta piegata, una sola, c'è un ragno. Un ragno nero coperto di polvere, con una clessidra rossa sulla pancia. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Cugina del cosiddetto "ragno bottone" sudafricano, appartenente alla specie Latrodectus, della famiglia delle Therididae, la vedova nera è solita annidarsi in luoghi isolati, come le latrine esterne, o fra gli abiti poco usati. Prima della diffusione dei servizi igienici interni alle abitazioni, le vedove nere infliggevano i loro morsi soprattutto sulle natiche o sui genitali. Attualmente è più facile
che i morsi si verifichino quando l'animale rimane intrappolato tra gli abiti e la pelle della vittima, per esempio quando la vedova nera si annida in una scarpa o in un guanto dismesso o poco usato. Irene Casey: Nonna Esther si tocca la testa, tastandosi fra i capelli con due dita, spostando le ciocche da una parte, poi dall'altra, finché non tocca un certo punto, e allora spalanca la bocca e chiude gli occhi. Quando li riapre, dice Buddy, gli occhi della nonna sono lucidi di lacrime Apre la borsetta e tira fuori un fazzolettino. Dopo che Esther si è appoggiata il fazzolettino sulla cima della testa, dice Buddy, quando lo guardano vedono un puntino rosso di sangue fresco. Solo allora Esther gli dice: «Corri a chiamare tuo padre, più veloce che puoi». Esther Shelby si abbassa, appoggiando un ginocchio a terra; poi si siede, e infine si sdraia nella polvere sul bordo della strada, e dice: «Sbrigati, ragazzo mio!». Echo Lawrence: A sentire Rant, la nonna gli ha detto: «Corri più veloce che puoi, ma se non sarai abbastanza veloce ricordati che io ti voglio bene lo stesso...». Cammy Elliot ({ Amica d'infanzia): Mi venisse un colpo se dico una bugia, perché non è una bugia: i cani di Middleton si scatenavano ancor di più quando il vento era forte. Una raffica di vento come si deve può ribaltare i bidoni della spazzatura. E questo ai cani piace un sacco. La prima cosa che una femmina impara alle medie è che certe cose una fossa biologica non le può digerire. I rifiuti delle signorine, quelli che si buttano una volta al mese, vanno avvolti in un giornale e seppelliti in fondo alla spazzatura, ma proprio in fondo. Quando il camion dello spurgo viene a sturarti la fossa, se trovano qualcosa di diverso dai rifiuti organici ti fanno pagare il sovrapprezzo. E quindi, ovviamente, quando il vento ribalta un bidone della spazzatura, a seconda della casa, può anche capitare che gli assorbenti usati volino dappertutto. Nei giorni di vento forte è un po' come se tutti quanti avessero le loro cose. Assorbenti e pezzettini di carta igienica che se ne vanno in giro come un piccolo esercito spinto dal vento. I giornali in cui li hai avvolti volano via, e le macchie di sangue scuro si coprono di sabbia ed erbacce. Di ramoscelli di forasacco puntati come spilli. Ogni volta che un bidone si rovescia, quell'esercito di sangue buttato diventa più grosso, e marcia nella direzione del vento. Finché non trova una recinzione. O un cactus.
Shot Dunyun: Poco distante, Rant sentiva i branchi di cani che abbaiavano e si muovevano. Non voleva abbandonare la nonna, ma lei gli diceva di andare. Cammy Elliot: Non scherzo. Con quei batuffoli bianchi, un normalissimo recinto di filo spinato a tre fili finisce per sembrare addobbato come un albero di Natale. Guardando da vicino vedi i preservativi impigliati come palloncini sgonfi alla fine di una festa. Che si agitano al vento, verdi o grigi o azzurro chiaro, un sacco di goldoni con la punta ancora piena di roba bianca che penzola. Appesi agli spuntoni del filo spinato, agitati dal vento, ci sono salvaslip minuscoli e assorbenti giganti, da flusso intenso. Preservativi lisci e con le venature. Marche di profilattici e di assorbenti che sugli scaffali dell'emporio Trackside non vedi mai. Sangue vecchio, con pezzi così neri che sembrano catrame. Sangue marrone come caffè. Sangue acquoso e rosa. Sperma morto, trasparente quasi come l'acqua. Per la maggior parte delle persone, specie gli uomini, il sangue è solo sangue, ma su un recinto di filo spinato lungo due chilometri sfido chiunque a trovare due tamponi identici. Qui e là trovi peli pubici. Biondi, castani, grigi. Basta un po' di vento come si deve, e tutta la gente di Middleton si ritrova appesa da qualche parte, come tanti uccelli sui fili della luce. Come merce esposta alle fiere agricole della contea. Sceriffo Bacon Carlyle: Per quanto mi riguarda, la cosa peggiore era dover tenere i cani in casa. Non c'era nemmeno bisogno che uno vedesse lo sperma e il sangue impigliati al filo spinato, per capire che il vento aveva rovesciato qualche bidone. I cani davano di matto, si mettevano a guaire e grattare sotto le porte, graffiavano la vernice e sfasciavano la moquette, tanto era forte l'impulso di raggiungere quell'odore, così lieve che solo il loro naso poteva sentirlo. Non come quando dovevano uscire a fare i loro bisogni. Un cane che sentiva l'odore di quei preservativi e di quei tamponi che sbatacchiavano nel vento caldo si metteva a sbavare. E guai ad aprire la porta. La gente si attaccava al telefono e cominciava a incolpare gli altri del casino, chiedeva a qualcuno di andare a raccogliere
quella roba. Cammy Elliot: Qui intorno la campagna è così piatta che riesci a vedere ovunque. La gente normale ha troppa dignità per uscire durante un tornado di sesso come quelli. Nessuno ha voglia di farsi vedere dal resto della comunità mentre raccoglie le sue vergogne come pomodori maturi. O tutti quanti escono e raccolgono la loro roba, oppure non lo fa nessuno. Era sempre un braccio di ferro. Uno stallo del decoro. Mary Cane Harvey ({ Insegnante): Non fosse che insegno ancora, Dio! Le storie che potrei raccontarle su Buster Casey. Un ragazzo eccezionale. Sceriffo Bacon Carlyle: Non dimentichiamoci che secondo alcuni, compresi quelli dell'Fbi, nonna Esther fu la Vittima Numero Uno di Rant. Mary Cane Harvey: Nelle materie letterarie Buster non è mai andato oltre la sufficienza, ma tutti avevano l'impressione che sarebbe riuscito a costruire il mondo intero usando solo bastoncini, sassi e quelle poche parole che aveva imparato. Mi verrebbe da paragonare queste sua capacità a certe opere d'arte dei carcerati, oppure dei marinai che un tempo si imbarcavano in viaggi lunghi mesi. Che so, modellini del Vaticano fatti di fiammiferi, o un'Acropoli costruita incollando zollette di zucchero. Opere realizzate con materiali e utensili di fortuna, ma che richiedono enormi quantità di tempo e di concentrazione. Monumenti alla pazienza. Bodie Carlyle: Per darle un'idea di quant'era diventato popolare Rant all'ultimo anno, le dico solo che una sera i nostri cani si mettono a ululare e a grattare sotto la porta. Fuori tira vento, e non ci vuole certo la luce del sole per rendersi conto che si è scatenato il solito tornado sessuale. Rant viene a bussare alla porta della cucina di casa mia. Mentre mia madre è attaccata al telefono a incolpare chissà chi, Rant mi fa segno di uscire. Buttato su una spalla ha un sacco vuoto di iuta ruvida. Vedendo il sacco, mia madre mi guarda e fa no con la testa, ma io con un piede spingo via il cane da davanti alla porta ed esco fuori con Rant. È buio, il vento ci agita i capelli, ci alza il colletto della camicia. Appeso alla recinzione c'è un pezzo di imbottitura bianca che sbatacchia,
che si agita come una lepre in trappola. Preservativi che si muovono come lingue grigie con la punta coperta di saliva. Rant ne stacca uno e se lo piazza sotto il naso, con la sborra tutta schiumosa vicinissima alla bocca, e lo annusa. Dice: «Reverendo Curtis Dean Fields». Sorride e dice: «Riconoscerei questa puzza ovunque». Poi lo butta nel sacco. Prende un assorbente, che ha un microscopico puntino rosso in mezzo al cuscinetto bianco. Alla luce della luna il rosso sembra nero. Rant lo annusa e aggrotta la fronte. Poi annusa di nuovo, stavolta con gli occhi chiusi, e dice: «È LouAnn Perry, ok, ma deve aver ricominciato a prendere quelle pastiglie al fluoro...». Rant mi porge il puntino rosso, ma io scuoto la testa. Prima di imbattersi in qualcosa di decente, Rant fa in tempo a ripulire tutta la recinzione che c'è sul retro di casa mia, indovinando ogni singolo cazzo e ogni singola fica. Mary Cane Harvey: A Middleton ci sono così pochi stimoli per i giovani. La vita sociale gravita intorno alla chiesa e alla scuola. Al consorzio agrario fanno qualche festicciola ogni tanto, a volte una gara di ballo in primavera, e un mercatino dell'artigianato verso l'estate. E poi ci sono i lupetti, che a Halloween allestiscono una specie di casa stregata per raccogliere fondi per gli scout. Bodie Carlyle: Rant Casey aveva il fiuto di un cane. Era un segugio umano, riconosceva qualsiasi cosa. Se poi usciva a tarda notte, gli odori li sentiva ancora meglio. Essendo il più popolare della scuola, a ogni odore riusciva ad associare un nome. E verso la fine delle superiori tutti questi talenti hanno cominciato a funzionare insieme a suo vantaggio. «Guarda qua» mi fa Rant, mostrandomi un cuscinetto bianco con un fiorellino rosso al centro. Piccolo come una violetta. Senza nemmeno annusarlo dice: «La prof di inglese, la Harvey». Tutt'intorno, si sentono gli ululati dei cani invisibili trasportati dal vento. È della Harvey, l'ha capito dalla forma della macchia rossa. «Per questo le "impronte di fica"» dice Rant, passando un dito intorno al bordo della macchia rossa, «sono cento volte più uniche delle impronte digitali.» La macchia, dice, sembra un bacio stampato dalle sue parti basse. Non c'era bisogno di chiedere a Rant come faceva a conoscere la forma delle parti intime della signorina Harvey. Un po' come le orme degli ani-
mali nella neve o nella sabbia, lui era capace di disegnarti a mano il bacio di un'ampia gamma di fiche locali. Nate lì o di passaggio. Gli bastava guardare fino a che punto era stato srotolato un goldone, e Rant sapeva dirti da che cazzo veniva. In lontananza, dalla finestra della cucina di casa mia, si vedeva la figura di mia madre davanti al lavello, con un gomito alzato e puntato in fuori, la mano che teneva la sagoma del telefono premuta contro un lato della testa. Forse ci stava guardando. Probabilmente ci stava guardando. Rant ha staccato un altro pezzetto bianco, con una grossa macchia scura spiaccicata. Lo ha annusato, poi si è girato verso casa mia. Io gli ho chiesto: «Di chi è?» indicando con la testa il sangue vecchio. Quest'altra impronta di fica, un fiore più grosso di quello della signorina Harvey, un girasole, se paragonato alla sua violetta minuscola. Aprendo il sacco, Rant ha risposto: «Lascia stare». No, dai, gli ho detto, allungando una mano per prenderlo. «Fammi annusare.» Rant ha lasciato cadere la macchia-girasole nel sacco di iuta. Si è allontanato da me di qualche passo, camminando lungo la recinzione, dicendo: «Mi sa che è proprio di tua madre». Mia madre che ci stava guardando. Che ancora stava cercando, con l'orecchio attaccato al telefono, qualcuno da incolpare. Quando uscivi con Rant Casey, il tempo si fermava. Quello è stato uno dei momenti in cui si è fermato. Quel momento si sarebbe ripetuto per sempre nella mia testa. Quelle stelle, le stesse stelle di seconda mano su cui la gente ancora adesso esprime desideri. La luna di stanotte, la stessa identica luna di allora. Sceriffo Bacon Carlyle: Nel tempo che c'era voluto a Rant Casey per correre alla chiesa e in quello che ci avevamo messo noi per tornare dalla vecchia Esther, i branchi di cani l'avevano già trovata. La mamma di Irene. Lasciarono qualcosa di davvero brutto da raccogliere. Bodie Carlyle: Se Rant Casey si sia mai scopato mia madre, non ho mai avuto le palle per chiederglielo. 4 Stelle finte
Echo Lawrence (e Party Crasher): Prima che Rant iniziasse l'asilo, ma dopo che aveva cominciato a dormire in un letto normale, ogni giorno sua madre gli faceva fare un riposino, da quando la lancetta corta dell'orologio di cucina segnava le due, fino a quando la lancetta corta segnava le tre. Che sbadigliasse o meno, Rant era costretto a starsene su quel letto, nella sua stanza in soffitta, con il cuscino appoggiato contro il muro. A letto abbracciava un coniglio di peluche che lui chiamava "Orsetto". Immagina il momento in cui i tuoi genitori per la prima volta ti hanno visto come qualcosa di diverso da una versione carina e in miniatura di se stessi. Uguale a loro, però meglio. Più istruito. Innocente. Ecco, poi immagina il momento in cui hai smesso di essere il loro sogno. Se fuori c'era il sole e si sentivano i cani abbaiare, Rant diceva: «Orsetto vuole uscire a giocare...». Quando non era stanco diceva: «Ma Orsetto non ha sonno...». Ruby Elliot ({ Vicina d'infanzia): Quelle come noi, che erano andate a scuola con Irene Shelby, sapevano benissimo che Buster Casey era stato a un pelo dal non nascere. Chester l'ha messa incinta che aveva solo tredici anni, e il bambino è nato quando ne aveva quattordici. A dire il vero, Irene non era contentissima di essere l'unica ragazza che allattava e aveva le smagliature in terza media. Edna Perry ({ Vicina d'infanzia): Giuri di non dire a nessuno che gliel'ho detto, ma prima di avere Buster Irene diceva a tutti che voleva dipingere quadri e scolpire statue. Anche se di che tipo non l'ha mai capito. È andata addirittura dal dottor Schmidt, pur di non metterlo al mondo. È andata in parrocchia dal reverendo Fields a chiedergli il permesso di non farlo nascere. Niente da fare. Perfino sua madre, Esther Shelby, le diceva che suo figlio sarebbe stato una maledizione del diavolo incarnata. Echo Lawrence: Irene gli dava un bacetto sulla fronte. Seduta sul bordo del letto di Rant, agitava un dito verso il coniglio di peluche e diceva: «Ma il riposino dobbiamo farlo lo stesso». Diceva: «Adesso contiamo le stelle finché non ci viene sonno». E lo faceva contare: uno... due... gli faceva contare tutti gli adesivi appiccicati al soffitto imbiancato. Quattro, cinque, sei... usciva dalla stanza, camminando all'indietro, e chiudeva la porta. Ruby Elliot: Non ci crederà, ma anche Esther aveva avuto sua figlia, I-
rene, più o meno alla stessa età. Chet Casey era l'unico a voler far nascere Rant. Chet e Irene si sono sposati, ma lei ha dovuto lasciare la scuola. Oggi, vedendo che strada ha preso Buster Casey, l'epidemia che ha provocato, è difficile non pensare che Irene abbia fatto la scelta sbagliata. Echo Lawrence: In quell'ora che passava da solo, fissando il soffitto ma senza guardarlo davvero, con un dito Rant esplorava il mondo tiepido e profondo che aveva nella testa. Ogni giorno, alle due, si sdraiava lì e cominciava a infilarsi le dita nel naso. Pescava pezzetti di caccole gommose e se li rigirava fra due dita finché non diventavano neri. Quelle palline nere appiccicose gli rimanevano attaccate prima a un dito, poi al pollice, e non cadevano mai, per quanto scuotesse la mano. Prendeva quelle palline nere gommose, allungava il braccio e a una a una le appiccicava alla parete sopra il cuscino, dove la pittura bianca era disseminata di grumi neri. Coperta da uno strato di caccole nere spiaccicate, segnata da cerchiolini e riccioli, mille copie della piccola impronta digitale di Rant. Souvenir dei viaggi dentro la sua testa. Lo stesso identico ritratto dell'indice destro di Rant. Un arcobaleno di macchioline, un murale arcuato di puntini neri che si faceva più grande a mano a mano che il braccio del bambino si allungava. Le caccole secche vicino al cuscino non erano altro che puntini neri, ricordi impolverati di quand'era piccolissimo. Un centinaio di pisolini dopo, i punti diventavano grandi come chicchi d'uvetta, e si spingevano in alto e verso l'esterno fin dove Rant, sdraiato con la testa sul cuscino, riusciva ad arrivare allungando il braccio. Sul soffitto della sua stanzetta Irene aveva incollato delle stelline che quando spegnevi la luce si illuminavano di verde. La parete dietro il letto di Rant era un cielo notturno al negativo. Lì c'erano altre costellazioni, tracciate in puntini neri appiccicosi. Fino a quel giorno, Rant non aveva mai notato la differenza. Edna Perry: Se è capace di tenere un segreto, le dico che secondo me la prima vita che quel pazzo di Rant Casey ha distrutto è stata quella di Irene. Il primo futuro radioso che ha cancellato è stato quello della sua mamma. Echo Lawrence: Quando quel giorno, alle due in punto, Rant ha smesso di essere un angioletto, sua madre gli stava rimboccando le coperte per il solito riposino. Chinandosi sul cuscino, gli ha dato un bacio e gli ha detto: sogni d'oro. Il faccino rotondo di Rant è sprofondato nel cuscino. Le ciglia
lunghe si sono abbassate sulle guance rosa. Nelle vecchie foto Irene Casey è bellissima. Non solo perché è giovane. Ha la bellezza di quando hai la faccia liscia, la pelle intorno agli occhi e alla bocca rilassata, la bellezza che ti viene soltanto quando ami la persona che ti sta scattando la foto. La madre di Rant è una di quelle mamme giovani e belle, è il tocco leggero delle labbra sul viso di Rant, accanto all'orecchio. È il suo respiro, quel "Dormi bene" che sa di sigarette. L'odore caramelloso del suo shampoo. Quello di fiori della crema per il viso. Il suo respiro dice: «Sei il tesoro della mamma». Dice: «Il nostro angioletto». Le mamme dicono cose del genere, quando sono ancora una cosa sola con i loro figli. «Sei l'ometto perfetto della mamma...» Quel momento, prima degli occhi di mucca e dei morsi di serpente a sonagli e delle erezioni in classe, è l'ultimo momento in cui Rant e sua madre sono così vicini. Così innamorati l'uno dell'altra. Quel momento. La fine di ciò che vorremmo durasse per sempre. Dottor David Schmidt ({ Medico di Middleton): A mio avviso, come genitori entrambi i Casey erano piuttosto improbabili. L'esperienza mi ha insegnato che molti giovani percepiscono i figli appena nati come una sorta di brutto tiro. Una punizione, forse. Un bambino è quello che è. Non è una bella macchina cromata su cui andarsene in giro. Un bambino non ti aiuterà a trovare un bel lavoro dietro una scrivania in un ufficio con l'aria condizionata. Chet Casey guardava quel bambino come se fosse il suo peggior nemico e il suo migliore amico allo stesso tempo. Echo Lawrence: Prima di quel riposino, la madre di Rant si china sul letto. Passa le dita fra i capelli che coprono la piccola fronte, mentre lui la guarda con i suoi occhi verde chiaro, troppo grandi per quel viso. Quegli occhi che contano le stelle. Poi, mentre si tira su per tornare in cucina o in giardino o davanti alla televisione, la giovane e bella madre di Rant si ferma. Ancora china sul letto, guarda la parete dietro il cuscino, socchiudendo gli occhi e poi riaprendoli per mettere a fuoco qualcosa sull'intonaco. Le sue labbra si aprono di una fessura. Le palpebre sbattono più volte sugli occhi grigi che fissano il mu-
ro, il suo bel mento affilato si abbassa verso il collo. Poi allunga una mano, con un dito leggermente proteso, l'unghia pronta a grattare via qualcosa dal muro imbiancato. La pelle liscia che si incurva scavando un piccolo solco tra le sopracciglia. Rant si gira nel letto, inarcando la schiena per guardare. Sua madre dice: «Ma cosa...?». E l'unghia del suo dito tocca qualcosa, un punto nero, un grumo, una piccola sporgenza quasi morbida, un chicco d'uvetta schiacciato che si stacca e cade sul cuscino accanto alla testa di Rant. Una piccola impronta digitale nera accanto al suo viso. Gli occhi della madre si spostano lungo la distesa di punti neri che ricopre il muro, quello sciame di macchioline gommose che scende verso il cuscino, verso la testa del suo angioletto. Come diceva sempre Rant: «Certi nascono umani. Altri...». In un certo senso siamo tutti uguali. Quando guardiamo qualcosa, dopo un istante vediamo caccole secche. Riconosciamo quella sensazione appiccicaticcia scoperta sotto sedie e tavoli. Reverendo Curtis Dean Fields ({ Pastore della Confraternita cristiana di Middleton): Quando Rant era piccolo, non c'era peccato che non fosse disposto a commettere. Crescendo, il piccolo Buddy ha commesso più peccati della sua famiglia tutta intera. Echo Lawrence: Uno di quei momenti che durano per tutta la vita. Una scena che Rant si è visto scorrere davanti agli occhi prima di morire. Il tempo che rallenta, sempre di più, sempre di più, e infine si congela. Quell'unica isola che ritroverai nell'oceano immenso e indefinito della tua infanzia. In quel momento destinato a ripetersi per anni, il viso della madre di Rant si increspa e si contrae in mille rughe. Le labbra si ritraggono, assottigliandosi e rivelando i denti in tutta la loro lunghezza, e oltre i denti il rosa delle gengive. Le palpebre sussultano e tremano, le mani avvizziscono in artigli. Nell'eternità di quell'istante, la mamma giovane e bella china sul letto di Rant rivolge su di lui il suo nuovo viso da strega e dice: «Tu...». Deglutisce, e la gola sobbalza nel collo fibroso. Agitando le mani invecchiate di colpo verso il muro punteggiato dice: «Tu sei...». Steso sulla schiena, Rant si gira a guardare il suo vanto, la sua collezione.
Ce l'abbiamo tutti, un momento del genere. Quello in cui per la prima volta i tuoi genitori ti hanno visto come qualcuno che crescendo non diventerà uguale a loro. Le stelle finte appiccicate da Irene contro il murale di caccole vere di Rant. Il vanto di lui, la vergogna di lei. Logan Elliot ({ Amico d'infanzia): Sul serio. Quel Casey non ha mai fatto niente di eccezionale se non strappare le radici e tagliare i ponti. Shot Dunyun (e Party Crasher): In momenti come quello, agli occhi dei tuoi genitori diventi un esperimento fallito con cui dovranno fare i conti per il resto dei loro giorni. Un premio all'ultimo arrivato. E ai tuoi occhi mamma e papà sembrano divinità troppo stupide per fabbricare qualcosa di meglio di te. Diventi la prova vivente dei limiti dei tuoi genitori. Il loro capolavoro mancato. Echo Lawrence: La madre, dritta sulla schiena, ha guardato Rant dall'alto in basso, e con un tono di voce profondo che lui non aveva mai sentito, una voce che gli sarebbe risuonata in testa per il resto della sua vita, gli ha detto: «Tu sei un mostro. Mi fai schifo.» Quel pomeriggio, Rant ha smesso di essere per sua madre ciò che il suo "Orsetto" era per lui. È stato quello il momento in cui è nato davvero. La nascita di Rant come persona reale. Per la prima volta nella sua nuova vita, durante il riposino di quel pomeriggio, Rant si addormentò. Dagli appunti di Green Taylos Simms (e Storico): Al successivo pranzo del Ringraziamento, dopo che la vecchia nonna Esther era stata uccisa da una vedova nera, Irene Casey abbandonò il suo posto al tavolo in cucina. Ma a ogni modo, nella linea di successione per un posto al tavolo degli adulti prima di lei c'era la bisnonna di Rant, Hattie. La linea di successione era chiara e inequivocabile come i nomi e le date scritte nella Bibbia di famiglia. Shot Dunyun: Una cosa raccapricciante. Verso la fine di quel pranzo
del Ringraziamento, la vecchia bisnonna Hattie comincia a dimenarsi e a grattarsi. La sciarpa di volpe che indossa per le grandi occasioni - due o tre pelli di volpe messe insieme con gli spilli per potersele avvolgere intorno al collo, con tanto di teste e piedi imbalsamati - è strapiena di pulci. Non raccapricciante, di più. Quando uno è così vecchio basta un alito di vento a farlo fuori. Un'anca rotta. Una puntura d'ape. Un boccone di tonno andato a male. Come le vedove nere, anche i morsi delle pulci sono una componente chiave del meraviglioso stile di vita rurale. Poteva essere stata una tamia, una marmotta o un topolino di campagna, un coniglio, una pecora o uno scoiattolo, fatto sta che qualcosa, in quel bel mondo naturale, si era lasciato dietro le pulci. Prima nonna Hattie ha cominciato a lamentarsi per il mal di gola e il mal di testa. Per il mal di pancia. Poi ha cominciato a mancarle il fiato. Un'ora dopo, all'ospedale, è morta di polmonite. Dagli appunti di Green Taylor Simms: L'ultima epidemia provocata dal batterio Yersinia pestis e trasmessa dai ratti di cui si ha notizia si verificò a Los Angeles a cavallo fra il 1924 e il 1925. La si fa risalire alla diffusa consuetudine di distruggere le colonie di cani delle praterie introducendovi esemplari infetti. All'inizio degli anni Trenta, il 98 percento circa dei cani delle praterie era stato sterminato, ma il restante 2 percento era divenuto portatore asintomatico di peste bubbonica. Echo Lawrence: Si svegliava gridando. Nei suoi incubi, Rant diceva che la veletta della nonna, il pizzo nero, cominciava a muoversi. Il cappello sembrava prendere vita, si strappava in mille pezzi, e i fili neri le strisciavano sulle guance, mordendola, e nonna Esther urlava. In quei sogni Rant sentiva i cani abbaiare, però non li vedeva. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Quei sogni erano senso di colpa bello e buono. Per aver ucciso quelle due donne anziane. Per aver diffuso l'infezione. Shot Dunyun: Quei batuffoli di pelo che nei documentari sembrano tanto carini... Ogni anno una media di venti persone si imbatte in uno scoiattolo o in una tamia infetta dalla peste. I linfonodi si gonfiano come palloni, le punte delle dita diventano nere, e poi muoiono. Le persone, dico. Non i batuffoli di pelo.
Echo Lawrence: Chiediglielo. Chiediglielo, a Irene Casey, della parete in camera di Rant. Alla fine ci ha messo la tappezzeria. Per lei quelle caccole secche erano peggio dell'amianto. Ma anche da adulto, quando ha avuto una casa sua, la parete dietro il letto di Rant non era una cosa che ti veniva voglia di toccare. Irene Casey ({ Madre di Rant): Per quanto mi ricordo, la tappezzeria nella stanza di Buddy l'abbiamo messa che lui aveva tre o quattro anni. C'erano dei cowboy che prendevano i cavalli al lazo, e dei cactus, su uno sfondo color cioccolato, di modo che non si vedesse la sporcizia. Scura da far paura, ma per la stanza di un bambino era comoda. L'altra cosa, i moccoli secchi sulla parete, quello non è mai più successo. Buddy era un bambino bellissimo. Un angioletto. È vero che gli avevamo attaccato le stelline sul soffitto, quegli adesivi che brillavano al buio. I cowboy sotto le stelle. Quella cosa lì è vera, ma tutto il resto... Io non avrei mai dato a mio figlio del mostro, e nemmeno gli avrei detto che era una maledizione del diavolo. E comunque una storia del genere Buddy non sarebbe certo andato a raccontarla in giro. 5 Arte invisibile Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Qualche settimana prima della domenica di Pasqua, le mani della signora Casey cominciavano a puzzare d'aceto, peggio che durante la stagione delle conserve. La signora Casey metteva una pentola d'acqua bollente sul fuoco. Prima una per fare le uova sode. Poi un'altra per farci bollire acqua e aceto, in cui aggiungeva della roba tritata per dare il colore e tingere le uova. I Casey abitavano in campagna, però le galline le compravano già ammazzate. Da queste parti la cosa peggiore che puoi dire di qualcuno è che le uova se le compra, però la signora Casey le comprava. Solo quelle bianche. Uova livornesi. E quasi solo per Pasqua. Entravi nella cucina dei Casey dalla porta a zanzariera - gniiik... sbam e trovavi la signora Casey con i gomiti appoggiati sul tavolo. Gli occhiali per leggere sulla punta del naso. La testa piegata all'indietro. In mezzo al tavolo c'era una candela bianca, grossa come quelle in chiesa, accesa, alla vaniglia. Intorno alla fiamma, un laghetto di cera fusa. La signora Casey
intingeva un ago da ricamo nella cera, e nell'altra mano teneva un uovo bianco. Reggendolo con due dita, una sopra e una sotto, in modo da poterlo girare, scriveva sul guscio con la cera fusa. Era impossibile non fermarsi a guardarla. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): I giovani nelle loro case appendono specchi. Gli anziani appendono dipinti. E gli abitanti delle comunità rurali, se mi consente un'osservazione forse ingenerosa, mettono in mostra manufatti artigianali, discutibili prodotti del tempo libero, di capacità motorie limitate e del basso costo dei filati. Bodie Carlyle: Invisibile come l'inchiostro simpatico. Solo la signora Casey sapeva dove la cera bianca spariva sul guscio bianco dell'uovo. I fornelli erano invasi di pentole che bollivano e da ognuna usciva un odore diverso. Cipolle. Barbabietole. Spinaci. Puzza di cavolo rosso. Di caffè nero. Più l'odore dell'aceto. In ogni pentola, un colore diverso: giallo, rosso, verde, azzurro o marrone. Qualunque cosa ci mettevi dentro a bollire prendeva il colore dell'acqua. E il pranzo non era pronto. Incrociando gli occhi, guardando dritta davanti al suo naso, così concentrata sulla cera che la mandibola le penzolava mezza aperta, con il rossetto rosso trecentosessantacinque giorni all'anno, senza mai alzare la testa, diceva: «Se state masticando catrame, sputatelo». Diceva: «Ci sono delle gallette sulla mensola sopra il fornello». Parlando a me e a Rant. Se ti fermavi un po', a volte la signora Casey ti spiegava che la cera serviva a impedire all'uovo di tingersi. Sul tavolo accanto a lei c'erano delle uova sode che sembravano ancora bianche, ma in realtà erano già mezze decorate, nei punti in cui il colore non doveva fare presa. Guardandola ti dimenticavi che fuori magari c'era un nido di formiche ad aspettarti. O un procione morto. O anche solo una scatola di fiammiferi di legno. Anche se era ora di pranzo e avevi fame, ti fermavi lo stesso a curiosare fra le uova della signora Casey. Dagli appunti di Green Taylor Simms: È affascinante constatare come in molte culture si pratichino forme d'arte tanto meticolose quanto effimere, come una specie di rito spirituale, di preghiera o meditazione. Bodie Carlyle: Con i gomiti puntati sul tavolo, una mano che intingeva
l'ago da ricamo nella cera, l'altra che teneva le uova fra due dita, senza guardare né Rant né me, un giorno la signora Casey dice: «O prendete un uovo anche voi, oppure ve ne andate». Dice: «Mi state facendo innervosire». La signora Casey ci dà un ago e un uovo sodo freddo ciascuno, e dice di stare attentissimi a non far muovere il tavolo. «Trovate un'idea» dice. Poi ci fa vedere come si intinge la punta dell'ago nella candela e si applica una goccia di cera trasparente sul guscio di un uovo bianco livornese comprato in negozio. «E disegnate la vostra idea con l'ago» dice. Goccia dopo goccia. Bianco su bianco. Invisibile. Un segreto. Rant le fa: «Dimmi tu qualcosa. A me non viene in mente niente». E sua mamma gli dice: «Qualcosa ti verrà». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Che si tratti di uova di Pirano o dei mandala di sabbia dei buddisti tibetani, il denominatore comune è quello di riuscire a raggiungere un'intensa concentrazione, che assorba completamente l'attenzione dell'artista. A dispetto della fragilità dell'opera che ne deriva, il procedimento per realizzarla diventa un mezzo per sottrarsi alla dimensione temporale. Bodie Carlyle: Rant, io e la signora Casey, tutti e tre intorno al tavolo, chini su quella candela con la fiamma quasi invisibile alla luce del sole che entrava dalla finestra sul lavello, a disegnare roba che sapevamo solo noi, e nessuno che si ricordava più di avere fame. Nessuno pensava ad altro che alla cera e all'uovo stretto in mano. Anche in mezzo a quelle pentole di spinaci e cipolle che bollivano, con l'aria della cucina che era tutta vapore e odore di roba da mangiare, anche così nessuno ha fatto una piega quando la porta a zanzariera si è aperta - gniiik... sbam - ed è entrato il signor Casey. «Per pranzo cosa c'è?» chiede. «Pensavo mangiassi al bar» dice la signora Casey, continuando a fissare il suo uovo con gli occhi incrociati. Rant si blocca, con l'uovo in mano, smette di prendere le goccioline di cera dalla candela. Le mani e il respiro, pietrificati. Sul mio uovo io stavo disegnando una giornata di cera, il sole con i raggi, un albero, casa mia, una nuvoletta di cera in cielo, ma solo io lo sapevo. Il signor Casey dice: «Irene». Dice: «Non puoi fare queste cose al bambino».
E la signora Casey dice: «Tu mi avevi detto che mangiavi al bar». Chinandosi sui fornelli, infilando il naso nel vapore che sale dalle pentole, annusando, il signor Casey dice: «Non lo rovinare». Fissando con gli occhi incrociati il suo uovo, il segreto invisibile della sua idea, la signora Casey dice: «Non lo che?». Rant non sta più disegnando niente. E il signor Casey dice: «Altrimenti poi chi vuoi che se lo sposi?». E allunga una mano verso la ciotola di uova che c'è sul tavolo accanto al gomito della signora Casey. Uova bianche, ma in realtà già mezze decorate con le mattine della sua scrittura segreta. Con la sua arte invisibile. «Queste no» dice la signora Casey, alzando gli occhi di scatto, guardandolo da sopra gli occhiali. Ma due uova sono già sparite nella mano del signor Casey. E gridando forte, forte come quando sei all'aperto, la signora Casey dice: «Queste no!». Il signor Casey si gira verso la finestra e - toc toc toc - batte le uova sul bordo del lavandino per rompere il guscio. Io intanto disegno in cielo un uccello di cera, che vola sopra casa mia, invisibile. Metto delle goccioline di cera minuscole sull'albero per fare le mele. Quel giorno, all'ora di pranzo, per me è stata la prima volta che il tempo si è fermato. Rant e sua madre pietrificati, l'odore di zolfo delle uova e di aceto per tingerle e di verdura che bolliva per fare il colore. È stato come se passassero settimane, un'estate intera, cento compleanni. Siamo rimasti lì seduti, con il sole fermo al centro della finestra sopra il lavello della cucina, per un secolo. Perfino gli orologi hanno trattenuto il respiro. Il signor Casey si è mangiato le uova, guardando fuori dalla finestra, con la sua ombra che rendeva la fiamma della candela abbastanza forte da illuminare il tavolo. L'odore di zolfo dei gusci che aveva buttato nello scarico. Si è fatto fuori quelle due uova e poi - gniiik... sbam - è uscito chiudendosi la porta a zanzariera alle spalle. Dopo, il sole si è spostato verso il bordo della finestra. Il tempo si è sbloccato. Le lancette dell'orologio hanno ripreso a fare tic toc. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Non diamo a Chet Casey la colpa dei crimini commessi da suo figlio. Io penso che uno quando nasce non ama nessuno. L'amore è una cosa che si impara. Come quando
insegni a un cane a fare i bisogni fuori casa. È un talento, che puoi sviluppare o non sviluppare. Un po' come un muscolo. E se non impari ad amare la tua famiglia, allora non sarai mai capace di amare davvero. Nessuno. Bodie Carlyle: Quando la signora Casey ha cominciato a mettere le uova nella tinta, per la prima volta quel pomeriggio tutti quanti abbiamo visto i disegni segreti degli altri. Ha immerso il mio uovo nella pentola dove bolliva il cavolo rosso, con quella puzza d'aceto e scorregge, e quando l'ha tirato fuori si era colorato di azzurro. Azzurro cielo. Azzurro ovunque, tranne nei punti dove la cera aveva fatto spuntare un albero carico di mele, una casa, una nuvola e un sole nel cielo azzurro. Casa mia, dove volevo tornare prima che rientrasse il signor Casey. Poi la signora Casey ha immerso il suo uovo nella pentola di barbabietole bollite, e l'ha tirato fuori tutto rosso. Rosso sangue. Rosso ovunque, tranne nei punti coperti dalla cera, un groviglio di linee, intricate come ragnatele o come tendine di pizzo. Ma non erano tendine, erano parole, parole scritte a mano. Piene di ghirigori, come le poesie sui biglietti di San Valentino. Troppi ghirigori per riuscire a leggere cosa c'era scritto. Appoggiando nel mestolo l'uovo di Rant, sua madre gli chiede: «Che colore?». Verde, dice Rant. «E verde sia» fa lei. Rigira l'uovo nella pentola piena di spinaci molli e viscidi. Quando lo ripesca, le linee di cera sono come delle striature che girano tutt'intorno all'uovo. Sembra diviso in spicchi. Rant sfiora l'uovo con un dito. Poi lo sfiora di nuovo. Lo prende dal mestolo che sua madre stringe in mano. Tenendolo per la punta, Rant intinge un pezzettino d'uovo nella pentola di cipolle bollite. La tinta gialla. Quando poi lo tira fuori, l'uovo è mezzo verde e mezzo giallo. Le linee di cera bianche tagliano i fianchi come le linee del mappamondo a scuola. «Che bell'ananas» dice la signora Casey. «Non è un ananas» risponde Rant. Un uovo mezzo verde e mezzo giallo, diviso in spicchi dalle linee di cera bianche. Stringendolo fra due dita, una sopra e una sotto, Rant alza l'uovo verde e giallo e dice: «È una granata a frammentazione MK2». Piena di granelli di tritolo, dice. Si può lanciare fino a trenta metri di distanza. Raggio d'esplosione, dieci metri. Corpo in ghisa per produrre le schegge. Letale nel raggio di due metri.
Rant appoggia la granata sullo strofinaccio dove stanno asciugando le altre uova, il mio azzurro e quello rosso di sua madre. Poi dice: «Facciamone tante altre». Echo Lawrence (e Party Crasher): A sentire Rant, il giardino e l'orto erano territorio di sua madre. Il prato, di suo padre. Irene seguiva il passare del tempo basandosi sullo sbocciare dei fiori. Prima i crochi, poi i tulipani, i nontiscordardimé, le calendole, le bocche di leone, le rose, i gigli, l'echinacea purpurea e i girasoli. Prima gli spinaci, poi i ravanelli, la lattuga e le carote precoci. Per Chester Casey, una settimana equivaleva a tosare il prato. Un'ora voleva dire spostare un irrigatore da un punto all'altro. Tutti quanti viviamo seguendo un orologio e un calendario diversi. Una volta, a Pasqua, Rant mi ha raccontato che sua madre aveva nascosto le uova fra i tulipani e i roseti. Poi gli aveva dato un cestino e gli aveva detto: «Buona caccia, Buddy». Rant ha ancora la cicatrice sulla mano nel punto dove il ragno l'aveva morso. Bodie Carlyle: La mattina di Pasqua, Rant infila la mano sotto una pianta o un cespuglio di rose, poi la tira via di scatto. Gli occhi gli fanno ba-boing - quasi dovessero schizzare fuori dalle orbite, vedendo il ragno fermo sul dorso della mano. Scuotendola lo scaccia via, ma la pelle sotto è già tutta rossa e gonfia, con le vene rosso scuro in rilievo intorno al punto in cui il ragno ha piantato i denti, pulsa e brucia. Rant corre in cucina piangendo, tenendo davanti a sé la mano morsa, con le dita già gonfie e rigide come un guantone da baseball. Il signor Casey dà un'occhiata a suo figlio, una mano gonfia e rossa, l'altra che regge un cestino rosa pieno di uova colorate, le lacrime che gli scorrono sulle guance, e gli dice: «Piantala». Shot Dunyun (e Party Crasher): Nella mente di Rant, la scena di sua nonna Esther che cade a terra, morta, è ancora fresca. L'immagine di lei che si morde la lingua con la dentiera. Bodie Carlyle: La signora Casey è in bagno che finisce di sistemarsi per andare a messa. Il signor Casey prende il figlio, che ha già su i pantaloni della domenica, gli molla uno scapaccione sul sedere e gli dice di non tornare in casa se
prima non ha trovato tutte le uova. Rant è ancora lì con quella mano tutta gonfia, e singhiozzando gli dice che è stata una vedova nera, e adesso morirà. Gli fa tanto tanto male. Il padre lo afferra per le spalle, lo rigira su se stesso e lo spinge via dicendo: «Prima tu trovi tutte quelle uova, e poi noi ti medichiamo». Chiudendo la porta a zanzariera con il chiavistello perché Rant non possa entrare, il signor Casey dice: «Se ti sbrighi forse la mano non la perdi». Sceriffo Bacon Carlyle: Rant diceva sempre che voleva scappare di casa, che voleva andarsene da qualche altra parte e scegliersi una nuova famiglia, ma questa secondo me è una cosa impossibile. Se uno non accetta i suoi anche nei loro lati peggiori, figuriamoci se un estraneo potrà mai essere all'altezza. Rant ha imparato soltanto ad abbandonare la gente. Bodie Carlyle: Rant è vestito di tutto punto, col farfallino e la camicia bianca, i mocassini e la cintura di cuoio neri, e la sua normalissima caccia alle uova ora è diventata una corsa contro la morte. Con le manine comincia a spostare i fiori, spezzando gli steli. Calpesta le petunie. Schiaccia la punta delle carote. Ogni volta che il suo cuore batte, Rant sente il veleno che dalla mano si avvicina al cervello. A poco a poco comincia a non sentire più il bruciore del morso, a perdere la sensibilità nella mano, poi in quasi tutto il braccio. Quando sua madre esce di casa lo trova per terra, ansimante, steso a pancia in giù su quel che resta del giardino, con i pezzetti di terra appiccicati alle righe di lacrime tutt'intorno agli occhi verdi. Echo Lawrence: E l'hanno lasciato lì. Hanno preso la macchina e se ne sono andati alla messa di Pasqua. Un altro di quei momenti. La fine di ciò che vorresti durasse in eterno. Bodie Carlyle: Rant di uova ne ha trovate solo tre. Un giorno intero passato a cercarle, e quando i suoi tornano a casa non ha nient'altro da mostrare. Tre uova e un morso di ragno, sulla mano che nel frattempo è tornata alle dimensioni normali. È stato quel ragno, quella vedova nera, a fargli venire la dipendenza dal veleno. E anche dopo che la signora Casey si è messa a girare per il suo giardino, in mezzo a tutte quelle piante calpestate e strappate, delle uova colorate
che aveva nascosto non è riuscita a trovarne nemmeno una. Il giardino era rovinato per il resto dell'estate. E di lì a una settimana anche il prato del signor Casey avrebbe fatto la stessa fine. Echo Lawrence: Senti questa. A me Rant ha raccontato che in realtà le uova le ha trovate tutte. Le ha messe in una scatola, e poi l'ha nascosta in un fienile o in un capanno. A partire da quel giorno, ogni settimana andava a prenderne due o tre e le lasciava nei punti dove l'erba era più alta, subito prima che il padre cominciasse a tosare il prato. Nel frattempo le uova diventavano nere, marcivano. Ogni volta che suo padre passava col tosaerba sopra un uovo, ovunque scoppiava una puzza pazzesca. Sulla lama del tosaerba, sull'erba, sugli stivali e sui pantaloni del padre. Le granate che Rant aveva dipinto trasformate in mine antiuomo. Il prato e il giardino in zone disastrate. Rant mi ha detto che il terreno dentro la recinzione era diventato una giungla. Una puzza allucinante, arrivava fino alla casa, davanti e dietro. Tante di quelle erbacce che ormai la veranda non si vedeva più. Se ci passavi accanto in macchina pensavi che nessuno abitasse lì dentro. Bodie Carlyle: Tingeva le uova di grigio con una riga rossa per farle sembrare granate antisommossa ABC-M7A2 al gas CS. Di verde chiaro con la metà sopra bianca per farle sembrare granate fumogene AN-M8. La signora Casey l'acqua di cottura colorata la metteva da parte. Quei barattoli di rosso vivo e giallo, di azzurro e verde, erano tutto ciò che le rimaneva dell'orto. Perché il sole non facesse sbiadire la tinta, metteva i barattoli in fondo a un armadietto sopra il frigo. Rant è andato avanti a rubare gocce di quei colori per tutto l'anno, dall'estate fino a Natale. Ripescava le mutande sporche del padre dal cesto della biancheria e con un contagocce per il collirio lasciava cadere dei puntini gialli in corrispondenza dell'inguine. Ogni volta dopo che si era seduto a pisciare, il signor Casey si scrollava l'uccello per far uscire anche l'ultima gocciolina. Poi si asciugava con un pezzetto di carta igienica. Eppure ogni settimana le macchie gialle nelle mutande aumentavano. Quando Rant è passato alle gocce di tintura rossa, a momenti suo padre ci restava secco. Echo Lawrence: Da adulto, quando Rant non aveva voglia di andare a lavorare, la sua tecnica preferita era mettersi negli occhi una goccia di tinta
alimentare rossa, e poi dire al capo che aveva la congiuntivite. Per via degli occhi rossi. Se voleva starsene in malattia una settimana intera usava il giallo, che dava l'idea dell'epatite. Il vero tocco da maestro era arrivare al lavoro e lasciare che fosse qualcun altro a notare i suoi occhi, rossi o gialli. A quel punto era il capo che lo obbligava ad andare a casa. Poi Rant veniva a casa mia, con quegli occhi giallo intenso, e insieme partivamo a caccia di una squadra estemporanea. Bodie Carlyle: Il signor Casey ha speso un sacco di soldi per cercare di curarsi un'infezione alla vescica che non ha mai avuto. Ha mandato giù tanti di quegli antibiotici che non è più riuscito a cagare duro per quasi tutto l'anno. Echo Lawrence: Prima di morire, Rant mi ha regalato un uovo sodo bianco, dicendo che sul guscio aveva scritto qualcosa, ma che era impossibile leggerlo per via della cera bianca sul guscio bianco. Ha anche detto che avrei potuto tingerlo e leggere il messaggio soltanto se gli fosse successo qualcosa. Ormai quell'uovo è così vecchio che ho paura a toccarlo. Se il guscio si rompe, con la puzza che viene fuori finisce che mi sfrattano. Bodie Carlyle: Dopo che Rant se n'è andato in città, dopo che è morto, l'Fbi è venuta a torchiarmi. Dovevi vedere come gli sono brillati gli occhi quando gli ho raccontato delle granate di Pasqua. Irene Casey ({ Madre di Rant): Quell'inverno, dopo che Chet ha smesso di tosare il prato, per tutto l'inverno, i branchi di cani sono venuti a rotolarsi nell'erba. Perché la puzza gli rimanesse attaccata al pelo. Gli stessi cani che avevano sbranato nonna Esther. Io proprio non capisco come possano desiderare tanto una cosa così schifosa. Una puzza così forte che quasi ti fa male al naso, e loro ne vanno fieri. 6 La Fatina dei denti Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Non rida, ma qui abbiamo avuto un'estate in cui un bastoncino di liquirizia ti costava cinque dollari d'oro. Per una normalissima pistola ad acqua te ne chiedevano cinquanta.
La primavera della Fatina dei denti ha sconvolto l'intero tenore di vita della gente di Middleton. Tutto è iniziato un sabato che Rant è venuto a casa mia, con il fazzolettone da lupetto legato intorno al collo, e ha detto a mia madre che quel giorno saremmo andati a raccogliere i vecchi barattoli di vernice per guadagnarci il distintivo di specialità in riciclaggio. Prima, io e Rant avevamo soltanto il fazzolettone. Se l'unica cosa che i tuoi genitori potevano comprarti era il fazzolettone giallo da metterti intorno al collo, eri sul gradino più basso della scala dei lupetti. Gli altri bambini, quelli benestanti, avevano la camicia azzurra della divisa. I bambini ricchi avevano sia la camicia che i pantaloncini. Milt Tommy aveva perfino il coltellino da scout, con tanto di fodero, la cintura con la fibbia d'ottone e la bussola da appendere alla cintura. La manica della camicia coperta di distintivi, che sfoggiava a ogni riunione di branco. Brenda Jordan ({ Amica d'infanzia): Giuri di non dirlo a nessuno, ma una volta, all'epoca in cui uscivamo insieme, Rant Casey mi ha raccontato di uno sconosciuto. Quel giorno che sua nonna Esther stava morendo in mezzo alla strada, una macchina è spuntata dal nulla, con a bordo uno sconosciuto. Questo signore ha detto a Rant che della nonna si sarebbe occupato lui, e gli ha spiegato dove trovare l'oro. Un uomo anziano, alto, mi ha detto Rant. Quel vecchio ha detto a Rant di essere il suo vero padre, che veniva a trovarlo dalla città. Gli ha detto che Chester Casey non era nessuno. Bodie Carlyle: Per quanto ti impegnassi per ottenerlo, un distintivo di specialità, con tutti quei ricami complicati costava pur sempre cinque dollari. Io e Rant non potevamo permettercelo. Quell'estate abbiamo cominciato ad andare in giro con una carriola da una fattoria all'altra, bussando a tutte le porte. Chiedendo: Per caso avete qualche vecchia latta arrugginita di vernice secca dimenticata da qualche parte? Stiamo raccogliendo oggetti di metallo da riciclare per i lupetti, dice Rant, e la gente sorride, ben felice di sbarazzarsi dei barattoli vecchi. Andiamo avanti per tutto il sabato, tirandone su una montagna, che mettiamo nel fienile dei genitori di Rant. Rant apre il coperchio di una latta con un cacciavite, e dentro c'è della vernice rosa indurita, i rimasugli di una camera che non è più di quel colore da chissà quanto tempo. Colori dimenticati di stanze che hanno cambia-
to inquilino in tutte le fattorie dei paraggi. Niente di sorprendente. Solo vernice secca. Finché a un certo punto Rant apre una latta, e dentro è piena di fogli di giornale, alcuni appallottolati, altri avvolti stretti intorno a qualcosa di duro. Srotoliamo i pacchettini, e dentro i fogli ci sono delle vecchie boccette. Di tanti anni fa, in vetro blu scuro. Piccoli flaconi di creme per il viso e medicinali. La carta di giornale è morbida come il panno di un tavolo da biliardo, non più bianca ma gialla, piena di crimini destinati a essere gli ultimi, di guerre e pestilenze che si dice segneranno la fine del mondo. Giornali che ogni anno annunciano una nuova fine del mondo. Hartley Reed ({ Proprietario dell'emporio Trackside): Un giorno una bambina, la figlia dei Jordan, è arrivata con una manciata di monete d'oro. Quasi tutti dollari Liberty Head, alcuni anche del 1897. Più tardi ho scoperto che aveva spaccato la dentiera di sua nonna con una pietra. Poi aveva preso i denti che si erano staccati per scambiarli con questi cosiddetti "soldi della Fatina dei denti", come li chiamavano i bambini. È venuta da me con le monete e si è portata via una casa delle bambole ordinata appositamente dal catalogo della Walker. Bodie Carlyle: Quelle latte sono piene di monete. Monete d'oro e d'argento, avvolte nei giornali per non fare rumore. Su alcune si vedono delle aquile che lottano con i serpenti, su altre delle belle donne o degli uomini anziani. Le donne sono in piedi e seminude, mentre dei vecchi si vede solo la faccia. «Risparmiatori d'altri tempi» dice Rant. Gente che non si fidava né del governo, né delle banche. Né dei vicini, né dei famigliari. Nemmeno delle mogli. Taccagni solitari, dice Rant, che passavano la vita ad accumulare oro e argento, per poi morire d'infarto senza aver mai condiviso il loro segreto con nessuno. Rant dice che se il proprietario è morto, e se ai legittimi eredi non voleva abbastanza bene da parlargli di quei soldi nascosti, tecnicamente non si può parlare di furto. Sono tesori di pirati. Barattoli di vernice allineati su scaffali e lasciati ad arrugginire nei fienili e nei bauli di auto abbandonate. A quanto pare Rant sapeva che quei soldi c'erano, non in tutte le lattine ma comunque in buona parte, e lo sapeva da tempo, ma non si era preso il disturbo di andarle a recuperare finché non gli era venuto in mente un motivo per cui impossessarsi di tali ricchezze. Così, due lupetti che avevano
soltanto il fazzolettone e non potevano permettersi di comprare i distintivi di specialità, di colpo si sono messi a spendere soldi d'oro e d'argento di più di cent'anni prima. Hartley Reed: È la legge della domanda e dell'offerta. Nessuno ha mai puntato un fucile contro quei bambini per costringerli a spendere. Erano i loro soldi, potevano farci quello che volevano. Ed è altrettanto normale che, quando la domanda aumenta, aumentino anche i prezzi. Se tutti i bambini del paese di colpo cominciano a contendersi le caramelle frizzanti alla ciliegia, il prezzo lievita per forza. Bodie Carlyle: Rant ha capito che per riciclare il nostro tesoro pirata il mezzo migliore era l'inflazione. Partendo dai nostri migliori amici in quinta elementare, abbiamo cominciato a chiedere: Chi aveva un dente che ballava? A ogni bambino con un dente che stava per cadere - ting! - davamo una moneta d'argento o d'oro e gli dicevamo di dire che gliel'aveva portata la Fatina dei denti. In quinta elementare quasi tutti i bambini ormai hanno capito che la Fatina dei denti è una bugia, ma i nostri genitori per il momento non ce l'avevano ancora detto. Ogni settimana raccogliamo barattoli di vernice, spingendo avanti e indietro quella carriola per strade sempre più lunghe, in cerca di fattorie più lontane, posti sperduti dov'erano andati ad accumularsi i veri soldi dimenticati. E ogni settimana distribuiamo ai bambini sempre più monete d'oro e d'argento, raccomandandoci di dire ai genitori che gliele ha portate la Fatina in cambio di un dente da latte. Quasi tutti sapevano che era una bugia, ma le mamme e i papà non volevano ammettere di aver mentito sulla Fatina dei denti, su Babbo Natale e via dicendo. Noi che mentiamo ai nostri genitori, loro che mentono a noi, nessuno che vuole ammettere di essere bugiardo. I nostri compagni di scuola non facevano la spia su me e Rant perché volevano tenersi i soldi, e perché avevano capito che ce n'erano altri in arrivo. Tutti quanti intrappolati nella stessa bugia. La Fatina dei denti. Se c'è di mezzo un guadagno, puoi convincere un sacco di persone a raccontare la stessa bugia. E quando tutti cominciano a raccontare la stessa bugia, allora non è più una bugia. Non più.
Livia Rochelle ({ Insegnante): Un anno che insegnavo in quinta elementare, la figlia degli Elliot è venuta da me con una moneta d'oro e mi ha chiesto quante caramelle Tootsie Roll al cioccolato e cocco ci poteva comprare. Abbiamo cercato la moneta su un volume della biblioteca, ed è venuto fuori che era un due dollari e mezzo Liberty Head del 1858. Sulla faccia inferiore c'era un profilo di donna con la parola "Liberty" incisa su una specie di diadema intorno alla fronte, e tutt'intorno tredici stelline. Stando al libro che abbiamo controllato, il valore di quella moneta d'oro era stimato intorno ai millecinquecento dollari. Il mio timore era che l'avesse rubata, e così le ho chiesto come se l'era procurata. E la piccola Elliot mi ha spiegato che gliel'aveva lasciata la Fatina dei denti in cambio di un dente che le era caduto, e mi ha indicato con un dito lo spazio vuoto a un lato del sorriso. Uno dei primi molari da latte non c'era più. Bodie Carlyle: I premolari valevano cinque dollari, d'oro. Un molare, dieci. Nel corso di quelle vacanze estive, Silas Hendersen è riuscito a sostenere di aver perso dodici incisivi, nove canini e sedici denti del giudizio. I ragazzini più grandi avevano cominciato a vendere i loro denti ai bambini di quinta elementare in cambio di metà dei soldi della Fatina. C'era chi provava a spacciare denti di cavallo, di cane, grossi denti di vacca masticati fino alla radice, poco più che moncherini. Tanto che col tempo Rant è diventato un esperto. Ha imparato a distinguere le otturazioni in argento da quelle in amalgama di mercurio. Un vero dente rotto da una capsula strappata a forza. Nella stanza di Rant hanno cominciato ad accumularsi pile di lattine di zuppa piene di denti, poi scatole di sigari, poi scatole da scarpe, poi sacchetti per la spesa. Il Museo dei denti di Middleton. Dal momento che stavamo arricchendo tutta la quinta elementare, il fatto che anche io e Rant fossimo ricchi non insospettiva nessuno. Ma per ogni moneta d'oro e d'argento che davamo a un bambino, ne mettevamo da parte due per noi. Rant risparmiava il doppio di me, perché non spendeva. Con tutti i soldi che avevano cominciato a girare in paese, quello che spendevamo io e Rant sembrava più che ragionevole. Normale, se paragonato al nuovo tenore di vita. I capitani delle squadre sportive prendevano soldi extra di nascosto, così anche il loro giocatore più sfigato riusciva a segnare qualche punto. Gli insegnanti della scuola elementare in cambio di duecento sacchi sottobanco ti facevano trovare una pagella con voti altissimi. C'erano baby-sitter che si
facevano corrompere a suon di centinaia di dollari d'argento puro per concedere ai bambini di stare svegli a guardare i film che davano dopo mezzanotte. Livia Rochelle: Il signor Reed, dell'emporio Trackside, era ben contento di vendergli caramelle. Un altro segno dei tempi che correvano è stato il fatto che dall'emporio è sparito il reparto "bigiotteria" per signora, per ampliare quello "Giocattoli e hobby" fin quasi al reparto surgelati. Per un anno intero è sembrato che mezzo negozio vendesse soltanto caramelle, fucili ad aria compressa e bambole. Se ti serviva un filtro nuovo per la caldaia dovevi prendere la macchina e andare fino a Pitman Mills, in compenso da Trackside potevi trovare razzi colorati in diciassette tonalità e dimensioni diverse. Bodie Carlyle: Abbiamo scoperto che, quando in giro ci sono abbastanza soldi, la gente è disposta a vendere qualsiasi cosa. Abbiamo scatenato l'inflazione nell'economia di Middleton. I bambini, pieni zeppi di soldi della Fatina, non chiedevano più di tosare i prati. I vuoti a rendere delle bottiglie di bibite e di birra si accumulavano sul ciglio delle strade. Da queste parti la gente ha cominciato a parlare di teoria della ricchezza "dal basso". I bambini erano ricchi. E i genitori sorridevano e se li coccolavano e facevano i simpatici per mettere le mani sulle loro ricchezze. Ripensandoci oggi, abbiamo dato il via a un boom, alla rinascita del centro di Middleton. I bambini compravano biciclette nuove, e finalmente l'emporio Trackside riusciva a far asfaltare il parcheggio. Quando quell'autunno le scuole hanno riaperto, i bambini si sono presentati con stivali da cowboy in pelle di lucertola. Cinturoni con fibbie tempestate di turchesi. Orologi da polso così pesanti che camminavano sbilanciati da un lato. Il secondo boom c'è stato a Natale, quando Babbo Natale ha riempito d'oro e d'argento le calze appese ai camini dei bambini di quinta elementare, che fossero stati buoni o cattivi. Livia Rochelle: In classe io cercavo di far capire ai miei allievi che la realtà è una questione di consenso. Gli oggetti, siano essi diamanti o gomme da masticare, hanno valore soltanto perché tutti insieme decidiamo di darglielo. Leggi come i limiti di velocità sono tali soltanto perché la maggior parte delle persone decide di comune accordo di rispettarle. Cercavo di fargli capire che il loro oro valeva infinitamente di più delle cianfrusa-
glie con cui volevano barattarlo, ma era come parlare con gli indiani che vendevano le terre delle loro tribù in cambio di perline e ciondoli. Erano i bambini a trainare l'economia di Middleton. Di lì a una settimana, la piccola Elliot ha cominciato a portarsi di nascostole caramelle Tootsie Roll in classe. Alla fine delle medie aveva una faccia che sembrava carne tritata. Echo Lawrence (e Party Crasher): La cosa inquietante era che, a parte Rant, la gente di Middleton non aveva idea di cosa alcuni fossero arrivati a fare pur di mettere le mani su quell'oro. Mary Cane Harvey ({ Insegnante): I bambini mi raccontavano che una donna si era messa a vendere granite alla ciliegia in coni di carta, due coni per un dollaro d'oro. Vedevi i bambini che ne prendevano due bocconi e poi buttavano il resto per terra. I soldi che non guadagni con il lavoro fai presto a spenderli. Brenda Jordan: La Fatina dei denti agiva in modo diverso a seconda della famiglia. Gli Elliot avvolgevano il dentino caduto in un fazzoletto di carta, e prima di andare a dormire lo infilavano sotto il cuscino. Al mattino, nel fazzoletto c'erano i soldi. I Perry buttavano il dente in un bicchier d'acqua mezzo pieno e lo lasciavano sul davanzale della cucina. Al mattino, al posto del dente c'erano i soldi. Gli Hendersen avevano lo stesso rituale degli Elliot, solo che usavano un tovagliolo che chiamavano "il fazzolettino dei denti". I Perry usavano sempre lo stesso bicchiere elegante, di vetro intagliato, e lo chiamavano "il bicchiere dei denti". A casa mia il dente lo mettevamo nell'acqua, però poi, di notte, lo appoggiavamo sul comodino accanto al letto. Vicino a una finestra che lasciavamo socchiusa, perché la Fatina potesse volare dentro. La sola e unica volta che per poco non tradisco Rant Casey è stata una sera che ho scambiato il dente nel bicchiere con un dollaro d'argento Morgan del 1897. Al mattino però ho trovato un normalissimo quarto di dollaro, con la data recente. Ho capito che erano stati i miei a prendersi la moneta vera, ma ho dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Cammy Elliot ({ Amica d'infanzia): Adulti che mentivano sulla Fatina dei denti. Bambini che mentivano. Tutti sapevano che tutti mentivano. E poi adulti che vendevano palloncini gonfiati a elio per cento dollari a
bambini inconsapevoli. Adulti che rubavano ai bambini, e negozianti che rubavano agli adulti. Avidità su avidità. Giuro, l'estate della Fatina dei denti ha distrutto la credibilità di chiunque, a Middleton. Da allora, la parola della gente non vale più nulla. Tutti pensano che gli altri siano dei bugiardi. Eppure continuano a sorridere e a fare i gentili. Shot Dunyun (e Party Crasher): Al successivo Ringraziamento, in fila per un posto al tavolo degli adulti c'è nonna Bel. Poi zio Clem. Poi zio Walt e zia Patty. A sentire Rant, sua mamma era lì che contava sulla punta delle dita: prima che lei potesse mangiare come un'adulta dovevano morire ancora quattro, cinque, sei parenti. Verso la fine del pranzo, nonna Bel comincia a sudare. Ha la febbre a quaranta, eppure dice che sente freddo. Tra gli altri sintomi ci sono capogiri, spossatezza e dolori muscolari. A sentire Rant, nonna Bel non riesce a respirare perché, come si scopre in seguito, i suoi polmoni si stanno riempiendo di liquido. I reni sono bloccati. A metà strada tra casa Casey e l'ospedale, nonna Bel smette di respirare. Echo Lawrence: Salta fuori che quella fortunella di nonna Bel si è beccata un virus mortale. Si chiama "hantavirus" e si prende da un animale che Rant chiamava "topo dalle zampe bianche". Il topo caga, e la merda secca si sbriciola in polvere. Tu respiri questa merda in polvere, e nel giro di sei settimane il virus ti uccide. Bel è una vecchia signora col rossetto rosso, il naso incipriato. Rant ci ha raccontato che il medico legale della contea ha fatto analizzare la polvere nel portacipria di Bel, e ovviamente per metà era merda di topo. Stronzi di topo secchi e macinati. Il piumino da cipria era pieno di merda in polvere. Mistero risolto. Più o meno. Shot Dunyun: Non sto dicendo che Rant Casey fosse una specie di serial killer naturopata - ragni, pulci, topi e api - ma non mi stupirei se qualcuno lo pensasse. Bodie Carlyle: Con un po' di quell'oro mi ci sono comprato la camicia azzurra e i pantaloncini da lupetto, il coltellino, la cintura e la bussola. Dal momento che Milt Tommy faceva già la prima media e non aveva diritto ai tesori, per cento dollari gli ho comprato tutte le specialità che aveva cucite sulla camicia. Distintivi di ogni tipo, da quello di Primo soccorso a quello
di Buoncittadino. La gente è davvero disposta a vendere qualsiasi cosa, per un prezzo giusto. E io ho scoperto che i distintivi di specialità comprati coi soldi non valgono un cazzo. 7 La casa stregata Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): L'unica volta che Rant ha speso i soldi d'oro è stato quando, un giorno, ha preso la carriola ed è andato fino al macello dei Perry. Reverendo Curtis Dean Field ({ Pastore della Confraternita cristiana di Middleton): La casa stregata veniva allestita ogni anno nell'edificio del consorzio agrario. Appendevano dei vecchi teloni impermeabili che puzzavano di gasolio, e costruivano un tunnel, ci camminavi dentro ed era buio pesto. I teloni li appendevano in modo che il tunnel girasse a destra e a sinistra e su se stesso, per confonderti e far durare il giro il più possibile. I bambini si mettevano in coda all'entrata, e Rant li portava dentro uno alla volta. Era una cosa per bambini. In fondo al tunnel c'era una festicciola, con una gara per il costume più bello, torte e caramelle. Un anno, perfino una pentolaccia. Dentro il tunnel il buio era totale, tranne quando per un attimo lampeggiava una luce per farti vedere qualcosa di spaventoso. Il punto più buio era in fondo, dove Rant ti bendava. Poi ti faceva infilare la mano in un grosso contenitore pieno di maccheroni al burro scotti e freddi, e ti diceva: «Sono pezzi di cervello». Oppure toccavi degli acini d'uva unti d'olio, o delle uova sode, e lui ti diceva: «Sono occhi strappati». Al giorno d'oggi certe cose non farebbero più paura a nessuno. Difficile che un bambino ci creda, stando lì al buio, con la mano dentro una ciotola d'acqua e colla di pesce tiepida, e Rant che gli dice: «Questo è sangue fresco...». Ormai non hanno più l'immaginazione che ci vuole per trovare orribili certe cose. Luella Tommy ({ Vicina d'infanzia): Alla fine del tunnel stregato, i bambini sono lì che mangiano torta e giocano a "Indovina la papera" e "Prendi l'arancia". Qualcuno chiede un fazzoletto per pulirsi le mani dopo aver toccato i cervelli e i polmoni e tutte le altre cose finte. Altri se le puli-
scono sul costume o addosso a qualcun altro. La figlia degli Elliot esce dal tunnel coperta di rosso fino ai gomiti. Rosso vero. Piangendo. Vestita da angioletto, con le ali di carta e fil di ferro, e un'aureola di fil di ferro coperta di brillantini dorati. La piccola Elliot, asciugandosi gli occhi con una mano, si imbratta la faccia di rosso. Singhiozzando dice: «Rant Casey mi ha messo in mano un cuore vero...». E io le dico: «No, amore. Sembra, ma è finto». Bagno un tovagliolino con la saliva per pulirle la faccia e le dico: «Quel cuore era solo un pomodoro sbucciato...». Lì per lì ho paura che si sia spaventata troppo. Mi metto in ginocchio a pulirle la faccia con un tovagliolino di carta, e la carta si strappa. A quel punto mi accorgo di quant'è appiccicoso tutto quel rosso, le pieghe della gonnellina si sono incollate. Appiccicoso, e con dei pezzi più scuri. Dei grumi. Non è il rosso di qualcosa che si mangia. E ha uno strano odore. Oltre alla puzza di gasolio dei teloni ce n'è un altro, come di traversine dei binari del treno quando fa caldo, un odore dolciastro, come di calendole, di vasino, di carne andata a male. Glenda Hendersen ({ Vicina d'infanzia): Dio santo. Tutti i bambini hanno una mano o entrambe le mani, alcuni perfino le braccia e i costumini da pirati e da fatine e da vagabondi imbrattati di sangue. Sangue così vecchio che da rosso è diventato nero. Toccando la torta, sporcano di sangue la glassa alla vaniglia. C'è sangue sul mestolo per il punch alla frutta e sulle arance usate per il gioco. Ditate di sangue sui biscotti della gara "Chi ne mangia di più". Sul pavimento del consorzio, all'uscita del tunnel di teloni impermeabili, spunta un esercito di piccole impronte di piedi, orme di scarpe da ginnastica e sandali, tutte stampate con sangue appiccicoso. Lowell Richards, quello che insegna alle superiori, prende una torcia ed entra a dare un'occhiata. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Peggio della peggior foto mai fatta dalla polizia sul luogo di un delitto. Luella Tommy: Giravano voci che Irene Casey, dopo la nascita di Buddy, si fosse portata a casa la placenta e l'avesse surgelata. Io, lì per lì, ho pensato che Buddy l'avesse usata per costruire una scena nella casa stregata: l'impiccato, il fantasma, l'inferno, e la placenta di Irene Casey... Grazie a Dio mi sbagliavo, anche se non di molto.
Polk Perry ({ Vicino d'infanzia): Io a Rant Casey quegli occhi non glieli avrei venduti, se avessi saputo cosa aveva in mente. A mio parere è stato un segno chiarissimo del fatto che da grande sarebbe diventato un assassino. Lowell Richards ({ Insegnante): Lì dentro, al buio, Rant Casey prende la mano del figlio degli Hendersen e gliela fa immergere in una serie di contenitori. Alla luce della torcia vedo ciotole di sangue denso come budino. Ciotole di polmoni come quelli che compri al macello. Polmoni di maiale e di bue, grigi, buttati uno sull'altro. Ciotole di cervelli grigi tutti arricciati, mescolati e spappolati. Pezzi di budella e reni sparsi per terra. C'è una terrina da insalata piena di occhi grandi e piccoli. Di vacca, di maiale, e anche di cavallo, che guardano in alto, coperti di ditate rosso sangue. Tutta quella roba sta cominciando a scaldarsi, e a puzzare. Reni e vesciche e teglie coperte di intestini. Polk Perry: Pare che lì dentro fosse come in un incubo. Lingue tagliate sparse ovunque. Lowell Richards: Con me lì che lo guardo, Rant Casey prende la mano del figlio degli Hendersen, aperta e col palmo all'insù, e gli appoggia sulle dita qualcosa di lucido e scuro, dicendo: «Questo è un cuore...». Un cuore di vacca, enorme. E il piccolo Hendersen se la ride, bendato, e lo strizza. Dalle arterie tagliate schizza fuori il sangue. Bodie Carlyle: A pensarci mette i brividi. Noi che trasformiamo i denti in oro, e l'oro in bulbi oculari. Nella vita tutto è carne o soldi, come se le due cose non potessero esistere contemporaneamente. Sarebbe come essere vivi e morti allo stesso tempo. Non si può. Bisogna scegliere. Sceriffo Bacon Carlyle: Essendo un Casey, ovviamente lui l'ha fatto passare per un incidente. Ha detto che la casa stregata l'avevano sempre fatta così. Che non poteva immaginare che delle persone rispettabili e importanti nella comunità come i capi scout, gente adulta, raccontasse ai bambini delle bugie. Tipico di Casey fare il finto tonto. Ha detto che i bambini non vedevano l'ora di toccare cervelli e polmoni veri. Che toccare
dei maccheroni scotti non faceva mica paura. A sentire lui eravamo noi a doverci vergognare, noi che avevamo sempre fatto le cose in modo rispettabile, con i chicchi d'uva e il colorante alimentare. Lowell Richards: Rant Casey non era cattivo. Era più come se cercasse di trovare qualcosa di vero. Al giorno d'oggi i bambini crescono isolati da tutto, passano il loro tempo connessi e vivono vite incanalate per loro da qualcun altro. Avventure di seconda mano. Rant voleva solo che tutti quanti vivessero almeno un'avventura come si deve. Come una comunità. Qualcosa che legasse le persone. In un paesino come questo, non basta vedere tutti quanti lo stesso vecchio film o incanalarsi tutti quanti lo stesso picco per sentirsi uniti. Invece, quando quel giorno i bambini sono tornati a casa coi costumi coperti di sangue, con il sangue sotto le unghie che non se n'è andato via per una settimana, e i capelli che puzzavano, la gente sì che si è messa a parlare. Non che fossero contentissimi, ma almeno parlavano, condividevano. Finalmente era successo qualcosa che apparteneva soltanto a Middleton. Shot Dunyun (e Party Crasher): A Rant non davano fastidio soltanto le esperienze incanalate. Era per via di tutti quegli stupidi bambinetti vestiti da soldatini e principessine. Che mangiavano torte all'aroma di vaniglia artificiale. Che festeggiavano ricorrenze ormai prive di significato. Bevendo punch industriale. Un rituale fatto per tenere buoni i fantasmi, o qualsiasi altra cazzata di Halloween, praticato da persone che dei fantasmi non avevano più la minima consapevolezza. A Rant davano fastidio le cose false, le stronzate. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): In Africa la gente non crede alla Fatina dei denti. La loro versione si chiama Topolino dei denti. In Spagna: Ratoncito Pérez. In Francia: la Bonne Petite Souris. Un piccolo roditore magico che ruba i denti e al loro posto lascia degli spiccioli. In alcune culture il dente caduto va nascosto nella tana di un serpente o di un topo, per impedire che una strega lo trovi e lo usi. In altre, i bambini buttano il dente in un falò, per poi recuperare le monete dalle ceneri quando si sono raffreddate. Da noi i bambini credono prima a Babbo Natale, poi al Coniglietto pasquale, poi alla Fatina dei denti. Rant Casey si stava rendendo conto che questi miti non sono soltanto storielle carine e tradizioni inventate per ral-
legrare i bambini. O per modificare i comportamenti. In ciascuna di queste tre si chiede a un bambino di credere all'impossibile in cambio di una ricompensa. Una serie di prove di difficoltà crescente, il cui scopo è formare la fiducia e l'immaginazione del bambino. La prima prova consiste nel credere in una persona magica, con dei giocattoli come ricompensa. La seconda nell'aver fiducia in un animale magico, e il premio sono dei dolci. L'ultima prova è la più difficile, quella con la ricompensa più astratta: credere, convincersi dell'esistenza di una fatina volante che porterà soldi. Da un uomo a un animale a una fata. Dai giocattoli ai dolci ai soldi. Trasferendo la magia della fiducia, in modo piuttosto curioso, dal mondo scintillante delle fate a un mucchietto di spiccioli ossidati. Da due ali sottili come un velo a delle monetine da cinque, dieci e venticinque centesimi. Così facendo, si spinge progressivamente il bambino che cresce a compiere balzi immaginativi sempre più intensi. Cominciando con Babbo Natale in tenerissima età e terminando con la Fatina dei denti quando al bambino spuntano i denti definitivi. O, per metterla giù più semplice, cominciando con le infinite possibilità dell'infanzia e terminando con una fiducia cieca nella valuta nazionale. Shot Dunyun: Era davvero frustrante. Tutto quel mescolarsi di realtà e finzione. L'oro che valeva caramelle. Lo zucchero che valeva oro. Maccheroni spacciati per cervelli, e adulti che giuravano e spergiuravano che la Fatina dei denti esistesse davvero. Ma anche il fatto che un'assurdità culturale come Babbo Natale regga da sola metà delle vendite al dettaglio annuali. Che a trainare l'economia di un paese sia un ciccione leggendario. Non frustrante, di più. Rant Casey, pur essendo solo un bambino, voleva soltanto che quel giorno ci fosse qualcosa di vero. Anche se quel qualcosa di vero era un mucchio di sangue e budella puzzolenti. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Ognuna di queste tradizioni festive funziona come un esercizio di sviluppo cognitivo, sottoponendo il bambino a sfide via via maggiori. Sebbene i genitori perlopiù non siano consapevoli di questa funzione, continuano tuttavia a praticarla. Rant si è reso conto che risolvere le illusioni è fondamentale affinché il bambino impari a utilizzare nuove capacità. Un bambino cui non viene insegnato a credere in Babbo Natale rischia
di non sviluppare la capacità immaginativa. Per lui, non esisterà mai nulla all'infuori di ciò che è reale e tangibile. Un bambino che venga disilluso in modo traumatico, dai suoi simili o dai familiari, o ridicolizzato per via della sua tendenza a credere e immaginare, può anche scegliere di non credere più in nulla, tangibile o intangibile che sia. Di non fidarsi né di stupirsi mai più. Ma se un bambino rinuncia all'illusione di Babbo Natale, del Coniglietto pasquale e della Fatina dei denti, ebbene, è possibile che sviluppi il complesso di capacità più importante di tutti. Questo bambino avrà forse la possibilità di riconoscere la potenza della propria immaginazione e della propria capacità di credere. Potrà abbracciare la capacità di crearsi una realtà personale. Potrà divenire la propria unica autorità di riferimento. Determinare la natura del suo mondo. La sua visione. E così facendo, mediante il potere del suo stesso esempio, potrà determinare la realtà di altre due tipologie umane: gli individui incapaci di immaginare, e quelli incapaci di credere. Reverendo Curtis Dean Fields: Uno può averlo impermeabilizzato in tutti i modi, con la cera o la vernice trasparente, ma un pavimento di legno gli odori li trattiene lo stesso. E con il pavimento che c'è al consorzio, fatto di assi di cedro chiaro a incastro, verso la fine dell'estate l'odore lo senti ancora. Quando fa caldo. È bastato che si mettesse a vomitare una bambina - Dorris Tommy, mi pare - e la puzza ha dato il la anche agli altri. Così tanti e tutti insieme che non si è mai capito chi fosse stato il secondo. Danny Perry ({ Amico d'infanzia): Nient'altro che sangue e vomito, come una specie di moquette appiccicosa che copriva tutto il pavimento. Sangue e vomito. Pare che il nomignolo di Buster Casey, "Rant", sia nato da lì. Per via di tutti quei bambini piegati in due che facevano più o meno lo stesso verso. Li sentivi strillare «Rant!», e poi giù a cacciare fuori la torta con la glassa alla vaniglia. «Rant!», e giù una cascata viola di punch alla frutta. Ancora oggi la gente di Middleton, se sta male o ha bevuto, dice: «Mi sa che devo farmi un Rant» quando sente che sta per vomitare. Bodie Carlyle: Prima di trasferirsi in città, Rant mi ha consegnato ventiquattro bidoni per il latte da quattro litri, pieni fino all'orlo di denti. Denti da latte e denti di persone anziane, recuperati da bauli e portagioielli. Se-
condo me nelle valigie che si è portato in città non c'era nient'altro che soldi d'oro. Quei bidoni Rant li chiamava il "Museo dei denti di Middleton". 8 Ricalcare Wallace Boyer ({ Venditore d'auto): Un venditore capace come prima cosa ti dà il suo biglietto da visita. Ti dice salve, ti dice come si chiama, dopodiché ti dà il biglietto da visita, perché alcuni studi sul comportamento umano dimostrano che il 99 percento dei clienti usa il biglietto da visita come scusa per sottrarsi all'acquisto. La maggior parte dei potenziali acquirenti, anche se tu gli fai schifo, perfino se gli fanno schifo le tue auto, si sentono comunque in colpa per il fatto di farti perdere del tempo. Se invece può chiederti il biglietto da visita, il potenziale acquirente si sente più libero di tagliare la corda. Per intrappolare un potenziale cliente di solito basta dargli il biglietto da visita nell'istante stesso in cui ci si presenta: a quel punto non può più scappare. Entro i primi quarantatré secondi dal momento in cui incontriamo uno sconosciuto, gli esperti di comportamento umano dicono che, soltanto a una prima occhiata, stabiliamo il suo reddito, l'età, il grado di intelligenza, e se lo rispetteremo o no. È per questo che un venditore in gamba si veste bene. Non si gratta la testa per poi annusarsi le unghie. Uno studio importantissimo, pubblicato dalla California State University di Los Angeles nel 1967 e da allora più volte confermato, dice che il 55 percento della comunicazione fra esseri umani si basa sul linguaggio corporeo, sulla postura o sul modo di guardare gli altri negli occhi. Un altro 38 percento della comunicazione dipende dal tono di voce, dalla velocità a cui si parla, e dal volume. Il dato sorprendente è che solo il 7 percento dell'informazione passa attraverso le parole. Perciò il talento più importante di un bravo venditore è quello di sapere come ascoltare. Noi lo chiamiamo "ricalcare" il cliente: regoli il ritmo del tuo respiro sul suo. Se lui batte un piede o tamburella con le dita lo fai anche tu, e alla stessa velocità. Se lui si gratta un orecchio o si sgranchisce il collo, tu aspetti venti secondi e poi fai la stessa cosa. Ascolti le parole che dice e stai attento a dove guarda mentre parla. La maggior parte dei clienti impara le cose con la vista, e di solito parlando guarda in alto, verso sinistra se sta ri-
cordando un'informazione. Se invece sta mentendo guarda a destra. Poi c'è un altro gruppo, quelli che imparano le cose con l'udito, e il cui sguardo si sposta in continuazione di qua e di là. L'ultimo gruppo, quello più ristretto, impara con il movimento e il tatto, e quando parla guarda in basso. La gente visiva dice cose come "Guardi", oppure "Vede". Dicono "Da tenere d'occhio" oppure "Ci vediamo". Echo Lawrence è così: fa tutto con gli occhi. Il cliente uditivo ti dice "Ascolti", oppure "Suona bene", oppure "Ci sentiamo". Come quel Shot Dunyun: lui praticamente negli occhi non ti guarda mai, ma se parli veloce, con un tono entusiasta, va su di giri anche lui. I clienti tattili usano espressioni come "Toccare con mano", "Guida morbida" e "Teniamoci in contatto". Un esempio? Quello più giovane, Neddy Nelson: ti si piazza vicinissimo, ed è sempre lì che ti tocca, ti sfiora con le dita, per essere sicuro che stai ascoltando. Un venditore che sa davvero prendere il ritmo del cliente adotta la sua stessa modalità di apprendimento - visiva, uditiva o tattile - al punto di imitarne anche lo sguardo, in alto o di lato o in basso. L'obbiettivo è creare un terreno comune. Non tutti siamo ossessionati dal baseball o dalla pesca, però tutti siamo ossessionati da noi stessi. Siamo il nostro hobby preferito. Esperti di noi stessi. Un bravo venditore ti guarda negli occhi, imita il tuo linguaggio corporeo, annuisce o ride o sbuffa per dimostrarti che è affascinato da te. Questi suoni o questi gesti si chiamano "segnali d'ascolto". Un venditore deve dimostrarti che è ossessionato da te tanto quanto lo sei tu. A quel punto, entrambi condividete una passione comune: te. Ma di cose ce ne sono un sacco: comandi impliciti, annullamento delle obiezioni, tasti sensibili, domande retoriche, domande aggiuntive, domande di controllo... c'è solo l'imbarazzo della scelta. Qualsiasi venditore capace ve lo confermerà: a un potenziale cliente non importa quanto sapete, vuole sapere quanto vi importa. E il venditore davvero in gamba sa perfettamente come fingere che gliene importi un casino. 9 Pesca Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Alla fine le mie dita trovano il pelo di un animale vivo. Rant continua a ripetermi di infilare il braccio più in
fondo. Con le dita unte. Io, tutto arrossato dal sole, sdraiato per terra, la mano che va sempre più giù, freddissima, nel buio della tana di un qualche animale. Magari una puzzola. Un coyote o una tartaruga. Rant mi fissa e dice: «Senti qualcosa?». Muovendo la mano alla cieca, io tocco un intrico di radici, delle pietre lisce, e poi - mmm - del pelo. I peli morbidi si scansano, spostandosi più in giù nel cunicolo, fuori dalla mia portata. Rant dice: «Seguilo». Si alza una folata di vento, che fa volare via il pezzo di carta stagnola ancora unto di polpettone, il polpettone avanzato della signora Casey. La carne macinata e l'origano in cui abbiamo affondato la mano, i pezzi di polpettone incastrati sotto le unghie, scivolosi in mezzo alle dita. E con la mano persa da qualche parte sottoterra, più in giù di dove pensavo di poter arrivare, io mi allungo a toccare quel pelo, e il battito frenetico del cuore che c'è sotto. Frenetico quasi quanto il mio. LouAnn Perry ({ Amica d'infanzia): Fra noi si diceva che Rant, se gli piaceva una ragazza, la baciava. I ragazzi invece li portava a pesca di animali. Entrambi erano modi per mettere alla prova la tua fiducia. Bodie Carlyle: D'estate la gente di solito va a pescare, sulle rive del fiume, quando fa caldo; Rant andava nella direzione opposta. Come niente decideva di prendere e andarsene nel deserto, dove per tutta la mattina si piazzava steso su un fianco, con un braccio infilato fino al gomito in una qualche buca schifosa. Il tipo di animale non aveva importanza - scorpioni, serpenti o cani delle praterie - Rant infilava il braccio sottoterra, nel buio, alla cieca, sperando nel peggio. Visto che quella mattina di Pasqua la vedova nera non l'aveva ucciso, aveva pensato bene di cercare qualcosa che ci riuscisse. «Mi hanno fatto il vaccino contro il morbillo e la difterite» diceva sempre. «I serpenti a sonagli sono il mio vaccino contro la noia.» Per lui il morso di un mocassino acquatico era "il vaccino contro le faccende di casa". Le vipere una volta su due si dimenticano di iniettarti il veleno. Stando ai libri, dice Rant, i serpenti a sonagli, i mocassini acquatici, in realtà hanno molta più paura di te. Un essere umano che emana un sacco di calore: ecco cosa vede una vipera. Trovandosi davanti qualcosa di così grosso e caldo, un serpente non può fare altro che sfoderare i suoi denti mobili e -
zac! - piantarteli nel braccio. A Rant niente lo faceva incazzare più di un morso a secco. Il dolore senza il veleno. Una vaccinazione senza vaccino. Quei forellini doppi che aveva sulle braccia, intorno ai polpacci, che non si gonfiavano. Morsi a secco. Invece di andare a pescare al fiume, Rant usciva dalla veranda sul retro, superava i bidoni per bruciare l'immondizia, il capanno degli attrezzi, i campi coltivati a erba medica con gli irrigatori che - tic, tic, tic - sparavano schizzi d'acqua sotto il sole incandescente. Dopo l'erba medica c'era l'orizzonte di ulivi russi, con le chiome fitte di foglie lunghe e argentate. Oltre quell'orizzonte venivano le barbabietole da zucchero. Dopo le barbabietole, un altro orizzonte. Un recinto di filo spinato coperto d'erbacce che tentano di scavalcarlo. Di assorbenti e preservativi che sbatacchiano al vento, pieni di sperma e sangue di Middleton. E dopo, un altro orizzonte ancora. A tre orizzonti di distanza dal retro di casa Casey, ti ritrovavi nel deserto. Quando voleva farsi mordere dagli animali, Rant diceva che "andava a pesca". Irene Casey ({ Madre di Rant): Le formiche rosse avrebbero dovuto essere un campanello d'allarme. Buddy non tornava mai a casa senza avere le mani e i piedi coperti di chiazze rosse per via dei morsi di quelle formiche. Un dolore che avrebbe fatto piangere qualunque bambino, e invece Buddy non batteva ciglio. Bodie Carlyle: I suoi non ne sapevano la metà. A volte, a scuola, Rant si arrotolava la manica della camicia e contava i morsi: formiche rosse, ragni, scorpioni. «Altri vaccini» diceva. Per tutta la prima superiore, Rant si è saltato le partite di palla avvelenata del venerdì contro quelli dell'ultimo anno, con la scusa che l'aveva di nuovo morso un serpente a sonagli. Mentre noialtri ci facevamo massacrare, Rant si toglieva un calzino e faceva vedere al prof di ginnastica il piedone gonfio e arrossato. I due buchetti da cui usciva un liquido chiaro, che tutti prendevamo per veleno. Io e lui lo chiamavamo il vaccino contro le partite di palla avvelenata. Per Rant, il primo orizzonte era il dolore. Il secondo era il veleno. La malattia non era altro che l'orizzonte successivo.
Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Il morso della vedova nera uccide soltanto nel 5 percento circa dei casi. Dal momento del morso, nel giro di un'ora la neurotossina alfa-latrotossina si diffonde nel sistema linfatico della vittima. L'addome si contrae in una massa rigida di tessuto muscolare. Possono verificarsi episodi di vomito e sudorazione abbondante. Un altro sintomo abbastanza comune è il priapismo. È la cura naturale delle disfunzioni erettili. Con i suoi genitori Rant non ne ha mai fatto parola, ma quella Pasqua è stata la prima volta che ha sperimentato un'erezione. Nella sua psiche infantile, il sesso e il veleno si sono fusi in modo indissolubile. Echo Lawrence (e Party Crasher): Ecco perché tanta passione per i serpenti. Anche dopo, in città, Rant aveva sempre bisogno di una vedova nera o di qualche altro ragno per riuscire a combinare qualcosa sotto le lenzuola. «Un richiamino» lo chiamava lui. Sconsiglio a chiunque di farlo, però il risultato è che il cazzo resta duro per ore. Ogni volta che vuoi, e grosso come una leva del cambio. Poi, per farlo tornare normale, basta un po' di gluconato di calcio. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Rant Casey si faceva mordere soltanto per il brivido. Il veleno era una droga come un'altra. L'ennesimo tipo di "sballo". Lo dico da membro delle forze dell'ordine: i tossicodipendenti non sono persone normali. Alla fine di questa storia sarete sconvolti per quello che è arrivato a combinare Rant pur di farsi. Bodie Carlyle: Non lo chieda a me. Io non ho mai capito che cosa ci trovasse. Gli altri bambini sniffavano benzina o colla per modellini. Rant invece passava l'estate steso sulla sabbia a pancia in giù vicino a un cespuglio di artemisia. La gente, da queste parti, fa di tutto per evadere dalla realtà, mentre Rant cercava di prepararsi ad affrontarla. Quelle buche schifose, quei sassi che sollevava di una fessura, quei posti in cui non riusciva a vedere erano il futuro che ci faceva paura. Ogni volta che infilava le mani nel buio e non moriva, Rant aveva un po' meno paura. Si tirava su i pantaloni e alzava un piede. Si sedeva lì, in mezzo al deserto, e infilava il piede nudo nella tana di un coyote, lentamente, come quando ti bagni l'alluce nell'acqua per vedere se è troppo calda o troppo fredda. Io lo guardavo. Rant appoggiava le mani sulla sabbia, chiudeva forte gli occhi,
faceva un bel respiro e tratteneva il fiato. In fondo alla buca poteva esserci una puzzola, un procione, un coyote femmina coi cuccioli o un serpente a sonagli. Prima la sensazione morbida del pelo, o quella liscia delle squame, il tiepido o il freddo, e poi - zac! - la stretta dei denti, e la gamba di Rant cominciava a tremare. E lui mica la tirava via, come farebbe chiunque, facendo ancora più danno perché i denti stringono forte. No, Rant aspettava che la bocca allentasse la presa. E magari stringesse una seconda volta. Affondasse i denti per bene. E poi mollasse. Annoiata. Poi un piccolo sbuffo di fiato caldo sulle dita. La sensazione di una lingua umida che sottoterra gli leccava il sangue. A quel punto, Rant tirava fuori il piede dalla buca, con la pelle strappata e maciullata, ma ripulita dalla terra con la lingua. Quella pelle tutta pulita che sanguinava - plic, plic, plic - che gocciolava sangue puro. Con due occhi che vedevi soltanto la pupilla nera enorme, dilatata. Rant si sfilava l'altro calzino, tirava su l'altra gamba dei pantaloni e infilava un altro pezzo nudo di sé nel buio, per vedere cosa succedeva. Per tutta l'estate le dita dei piedi e delle mani di Rant avevano la pelle strappata, macchiata di sangue ai bordi. Morso dopo morso, goccia di veleno dopo goccia di veleno, Rant si stava preparando per qualcosa di più grande. Si vaccinava contro la paura. Qualunque fosse stato il suo futuro, un lavoro di merda, o il matrimonio, o il servizio militare, sarebbe stato sempre meglio di un coyote che ti mastica un piede. Echo Lawrence: Senti questa. La sera che ho conosciuto Rant, eravamo a mangiare in un ristorante italiano, e lui mi fa: «Sei mai stata morsa da un serpente?». Ha indosso una giacca, perciò io non ho idea di quanto siano devastate le sue braccia. Come se il fatto di non essere mai stata morsa da un serpente fosse un mio difetto, lui attacca a pungolarmi, dice: «Non ci posso credere che uno possa vivere così a lungo senza mai farsi spruzzare addosso da una puzzola...». Come se fino a quel momento io avessi vissuto una vita di cautele e privazioni. Rant scuote la testa, e sospirando guarda il suo piatto di spaghetti. Poi, girandosi da un lato e guardandomi con un occhio solo, dice: «Se non hai mai avuto la rabbia, non puoi dire di aver vissuto». Che faccia tosta. Manco fosse una specie di santone di campagna.
Proprio lui, che non avrebbe saputo manovrare un cambio a tre marce montato sul piantone dello sterzo. Uno che prima di quella sera non aveva mai sentito la parola ravioli. Dottor David Schmidt ({ Medico di Middleton): Quel piccolo casinista, il figlio dei Casey, presentava i sintomi ancora prima che si ricordasse di dire ai suoi che era stato morso. Il virus della rabbia è veicolato dalla saliva degli animali infetti. Per diffondere la malattia è sufficiente un morso, ma anche solo una leccata o uno starnuto. Una volta contagiati, il virus si diffonde attraverso il sistema nervoso centrale, lungo la colonna vertebrale e fino al cervello, dove comincia a replicarsi. Lo stadio iniziale della malattia è detto "di eclissi", in quanto del tutto asintomatico. Un individuo può essere estremamente contagioso, ma al tempo stesso sentirsi bene e avere un aspetto normale. La fase di eclissi può durare da un paio di giorni a diversi anni. E per tutto questo tempo è possibile contagiare gli altri con la propria saliva. Bodie Carlyle: Invece di incanalarsi picchi come tutti gli altri, Rant preferiva andare a pescare. Diceva: «Avrò anche una vita breve e noiosa, ma almeno è la mia, non una di quelle vite prefabbricate, di seconda mano, già usate». Shot Dunyun (e Party Crasher): Farsi mordere da un serpente a sonagli è abbastanza low-tech. Dottor David Schmidt: L'aspetto intollerabile di tutta la faccenda era che Casey fosse un ragazzino così popolare. Perché è evidente che lo fosse. Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto a che fare con sei casi di infezione rabbica in soggetto maschio. In tutti e sei il soggetto era Buster. Ma di infezioni in soggetti femmine ne abbiamo avute ben quarantasette, ed erano quasi tutte sue ex compagne di scuola, più due insegnanti. Di queste, tre hanno scelto di interrompere la gravidanza - da padre sconosciuto - nello stesso periodo. LouAnn Perry: Giocare al gioco della bottiglia con Rant nei paraggi era rischioso, sotto tutti i punti di vista. Polk Perry ({ Vicino d'infanzia): In giro si dice che Rant Casey abbia
avuto la rabbia per buona parte della sua vita. Quando ti tieni certe schifezze nel cervello per tanto tempo è inevitabile che alla fine diventi pazzo. Eppure è pieno di gente che è attratta dai pazzi. LouAnn Perry: No, Buster non mi ha mai messo incinta, però la rabbia me l'ha passata, e parecchie volte. La prima in quinta elementare, sotto il vischio, durante la recita scolastica di Natale. Un bacio, io col mio maglioncino di velluto rosso e sotto la camicetta bianca, in mezzo alla prima fila sul palco, mentre cantavo Oh Holy Night, note dolci come quelle di un angelo, con i riccioli biondi come quelli di un angelo che mi arrivavano fino a metà schiena. Il ritratto vivente della dolcezza, e avevo la rabbia. Grazie a Buster Casey. Dottor David Schmidt: lo sinceramente non me la sento di addossare a lui la colpa di tutte le infezioni, ma è pur vero che da quando Buster Casey se n'è andato in paese non abbiamo più avuto un singolo caso di rabbia. LouAnn Perry: Un sacco di ragazze si sono prese la rabbia nello stesso modo. Direi metà della mia classe, il primo anno delle superiori. Brenda Jordan sostiene che lei se l'è presa a una festa di Halloween, giocando a pescare con la bocca le mele dall'acqua subito dopo Buster, ma la verità è che l'ha baciato. Buster Casey per certe ragazze era quello che per lui erano i serpenti. Qualcosa che i tuoi genitori ti vietano assolutamente di fare. Uno di quei piccoli errori che ti impediscono di commetterne in seguito uno molto più grosso. Errori come baciare Buster a volte è molto peggio non farli. Anche perché, dopo che un bel ragazzo ti ha attaccato la rabbia due o tre volte, quasi sempre finisci per sistemarti, sposi qualcuno di molto meno eccitante e ci passi il resto della tua vita. Echo Lawrence: Al secondo appuntamento, Rant ha voluto a tutti i costi che andassimo al parco a rovistare fra le foglie cadute. Uno dei metodi più sicuri per prendersi la rabbia è scherzare con i pipistrelli. Se ti metti a spostare foglie, prima o poi un pipistrello che ti morde lo trovi. Ricordatevelo, la prossima volta che vi viene voglia di tuffarvi su un mucchio di foglie secche.
LouAnn Perry: Il fatto è che era un ragazzo molto popolare. Anche se forse il padre non la pensava allo stesso modo. Shot Dunyun: Non è poi così assurdo. Un tredicenne sessualmente confuso, con una passione per il veleno dei serpenti a sonagli e la rabbia... insomma, sarebbe l'incubo di qualsiasi padre. LouAnn Perry: Il fatto è che Buster Casey era il genere di errore che una ragazza deve assolutamente fare, finché è abbastanza giovane da potersi ancora riprendere. Bodie Carlyle: Lì nel deserto, a tre orizzonti di distanza dal resto del mondo, Rant continua a fissarmi negli occhi, e dice: «Senti un cuore che batte?». Io sento del pelo. Lo accarezzo. Sotto terra. Sepolto. Con quella mia mano pallida come un osso. Unta e puzzolente di polpettone. Sotto il sole, scottato, io faccio sì con la testa. Rant sorride e dice: «Non muoverla». La sensazione di quel pelo, morbido e tiepido, e poi di colpo - zac! - la fitta di qualcosa che mi si pianta nel lembo di pelle tra il pollice e l'indice, qualcosa di appuntito, e il mio braccio si mette a tremare così forte che sbatacchia contro le pareti del cunicolo, già stretto di suo, su, fino alla spalla, un dolore che arriva fino alla clavicola, e io che cerco di tirare fuori la mano. Le mani di Rant sul mio petto, da dietro, che mi sollevano di peso da terra. Il buco nella mano, non due forellini. Non il piccolo morso a ferro di cavallo di un coyote. Il sangue pulsa fuori da un unico foro, grande, la pelle bucata da parte a parte. Guardando il sangue, il buco che gronda, Rant dice: «Ecco». Dice: «Ti sei fatto mordere da una lepre». Rimaniamo lì, perdendo tutti e due sangue dai buchi nelle mani e nei piedi, guardando il nostro sangue che si infiltra nella sabbia sotto il sole rovente, e Rant dice: «Secondo me... è così che ci si dovrebbe sentire in chiesa». 10 Lupi mannari
Dott.ssa Phoebe Truffeau ({ Epidemiologa): Tra le più antiche superstizioni che vigevano nelle culture antiche c'era quella secondo cui non bisognava mai bere dalle pozze frequentate dai lupi. I nostri antenati evitavano perfino di cibarsi di animali - per esempio cervi o alci - che fossero stati abbattuti da un branco di lupi. Poiché si credeva che, trasgredendo a uno di questi due divieti, o anche solo venendo morso da un lupo, un essere umano si sarebbe trasformato in un mostro leggendario, mezzo uomo e mezzo cane, selvaggio e assetato di sangue: un cosiddetto lupo mannaro. Così come le prescrizioni alimentari dell'Antico Testamento, vietando il consumo di maiale e crostacei, impedirono senza dubbio a parecchi dei nostri antenati di morire di trichinosi o salmonellosi, le superstizioni relative ai lupi li tenevano alla larga da tracce di saliva che potevano veicolare il Lyssavirus, appartenente a un ceppo di virus a RNA negativo che storicamente infesta i bacini d'acqua cui attingono i mammiferi di tutto il mondo. Denise Gardner ({ Agente immobiliare): Mi sembra ancora di vederla, la mia Margot, che si precipita fuori dalla porta per raggiungere i suoi amici. Tutti vestiti di pizzo nero e calze a rete, come se fosse Halloween tutti i giorni. Portava quella bestia appesa al maglione a mo' di accessorio. Di spilla. Con quegli artigli orribili aggrappati alla lana del maglione nero. Oppure, certe sere, si raccoglieva i capelli sopra la testa, e lasciava che il pipistrello ci si appollaiasse, o che le penzolasse accanto al viso come un orecchino. Tutti i suoi amici dark volevano averle... quelle bestie. Intendo i pipistrelli, non gli amici di Margot. Per un'adolescente che si concia come un vampiro, un pipistrello è l'animale da compagnia perfetto. Tutti i suoi amici ne avevano uno. Mi vergogno a dirlo, ma noi non ci vedevamo niente di male. Se li vendevano nei negozi di animali, accanto ai cagnolini e ai gattini, non potevano essere pericolosi. Questo lo diceva Sean, mio marito. Sean Gardner ({ Imprenditore): Nostra figlia si chiamava Margot, ma i suoi amichetti vampiri la chiamavano "Mostro". E così il pipistrello l'aveva chiamato "Mostriciattolo", per poi abbreviarlo in "Mostry". Dott.ssa Phoebe Truffeau: Prima del caso Casey, la più grande epidemia verificatasi in tempi recenti è stata causata da una svista nel protocollo delle importazioni. La Direttiva sulle importazioni di animali vivi da paesi
terzi (42 CFR 71.54) vieta di vendere pipistrelli come animali domestici sul territorio degli Stati Uniti. L'importazione di pipistrelli è consentita soltanto per gli zoo certificati e gli istituti di ricerca. Tuttavia, nell'incidente isolato cui accennavo, un errore di procedura ha fatto sì che nel 1994 un carico di svariate migliaia di pipistrelli egiziani (Rousettus aegyptiacus), una volta entrato nel paese, fosse destinato alla vendita nei negozi di animali. Sean Gardner: A Margot il pipistrello gliel'abbiamo regalato per Natale. Anzi, no: se l'è comprato lei. Poi io e sua madre le abbiamo dato i soldi. C'è costato 300 dollari. Veniva dall'Egitto, o da un posto del genere. E anche il cibo costava un occhio della testa. Bat Food, mi pare si chiamasse. Ridicolo. Sua madre non voleva nemmeno avvicinarcisi. Il piccolo Mostry puzzava da far schifo. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Degli esseri umani che si infettano ogni anno, solo il 20 percento dichiara di essere stato morso o graffiato da un animale. Un caso esemplare, risalente al marzo 1995, riguardava una bambina di quattro anni, residente nello stato di Washington, nella cui stanza è stato trovato un pipistrello. Non avendo la bambina segnalato alcun contatto con l'animale, nessun trattamento profilattico è stato intrapreso. In seguito si è scoperto che entrambi, sia la bambina che l'animale, erano infetti. Tra le marmotte americane, perché la malattia si diffonda è sufficiente che un esemplare entri in una tana prima occupata da un animale infetto. Poiché il virus si trasmette principalmente attraverso la saliva, un semplice colpo di tosse o starnuto è in grado di infettare chi si trova nelle immediate vicinanze. Su un ascensore o nella cabina di un aereo il contagio è sicuro. Tecnicamente parlando, contrarre la rabbia è facile come prendere un raffreddore. Con la differenza che i sintomi del raffreddore si presentano subito. Denise Gardner: Gli insegnanti hanno cominciato a lamentarsi di Margot perché era agitata. Sembrava nervosa. Distratta. Ansiosa, a volte. Ma in fondo era una ragazzina problematica. I suoi amici dark si comportavano tutti allo stesso modo, erano sempre scostanti e maleducati. Insopportabili. Figuriamoci se potevamo pensare a una cosa del genere. Alla fine, dopo che Margot ha portato a casa un'insufficienza in educazione civica, il
medico di famiglia, quello che la seguiva fin da bambina, le ha prescritto il Ritalin. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Una volta contratto il virus, il soggetto tipico accusa una sensazione di prurito in corrispondenza del punto di contatto, che si tratti di un morso o di un graffio. Se l'infezione avviene attraverso una membrana mucosa, il punto di contatto diventa ipersensibile. Se la trasmissione si verifica per via oro-genitale, come sembra sia successo nel caso del sierotipo Casey, il caratteristico prurito che interessa la regione genitale e perigenitale viene descritto come non del tutto sgradevole. Questa sensazione piacevole può contribuire a spiegare il tasso di diffusione rapido, quasi esplosivo, dell'epidemia nella popolazione. Sean Gardner: I sintomi si manifestano in comportamenti cupi e antisociali, un'alternarsi di momenti di isolamento e accessi di aggressività. Se il Centro nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive dovesse curare ogni adolescente che mostra sintomi del genere... insomma, nessun governo ha tanto denaro. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Trascorso il periodo di incubazione, altresì noto come periodo "di eclissi", che può durare dai sei a novanta giorni, il virus comincia a replicarsi localmente, nei tessuti adiacenti la sede d'infezione. Il flusso assoplasmatico retrogrado trasporta rapidamente il virus in tutto il sistema nervoso centrale, infettando le cellule neuronali del tronco cerebrale, il midollo, l'ippocampo, le cellule di Purkinje e il cervelletto invadendo, replicandosi e prosperando in ogni cellula - e provocando la degenerazione del midollo spinale, del cervello e del cilindrasse, nonché la demielinizzazione della materia bianca del cervello. Con l'aumento della carica virale, i tessuti corporei più colpiti sono quelli maggiormente innervati, in particolar modo le ghiandole salivari. Nella prima fase della malattia, la fase prodromica, il soggetto può accusare febbre, nausea, cefalee, spossatezza e inappetenza. Sean Gardner: Sinceramente, visto come si comportano i giovani al giorno d'oggi, chi può biasimarci per non esserci insospettiti? Visto come ballano, soprattutto. Denise Gardner: Sean diceva che i suoi malumori dipendevano dalla
musica che ascoltava. Sean Gardner: Be', secondo mia moglie era colpa dei videogiochi. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Alla fase prodromica segue quella di eccitazione sensoriale, caratterizzata da ipersalivazione, spasmi muscolari, insonnia, aggressività acuta e compulsione a mordere o masticare. Una volta che l'incubazione della malattia si è conclusa e il soggetto manifesta comportamenti sospetti, non esiste più cura. La terza e ultima fase della malattia comporta paralisi e coma. Successivamente, applicando durante l'autopsia gli anticorpi della rabbia a campioni di tessuto cerebrale ed esaminandoli con un microscopio a fluorescenza, sarà possibile rilevare la presenza di antigeni. Denise Gardner: Durante una delle crisi peggiori ci chiama Sylvia Leonard. È la madre di Dean Leonard, uno degli amichetti dark di Margot. Be', insomma, Sylvia ci chiama e dice: Ehi, guardate che il pipistrello di Dean è morto. Dean l'ha trovato raggomitolato nel suo cassetto della biancheria e puzza da morire. Morto stecchito. E Sylvia vuole sapere: Per caso anche il pipistrello di Margot si è ammalato? Vuole sapere: Per caso abbiamo tenuto lo scontrino, così magari può usare il nostro per provare a farsi rimborsare il pipistrello morto? Tiriamo fuori la scatola da scarpe che Margot tiene sotto il letto. Una puzza da stenderti. Non togliamo nemmeno il coperchio. Sean, mio marito, prende la scatola, la porta in giardino e seppellisce il piccolo Mostry insieme a tutti gli altri criceti e porcellini d'india e gattini e pesci rossi e lucertole e pappagallini e topi e conigli che Margot ci ha implorato di farle tenere. Praticamente il nostro giardino è lastricato di animali morti. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Il termine deriva da una parola sanscrita, in uso tremila anni prima della nascita di Cristo, rabhas, che significa "violenza". Nel XIX secolo il virus si era ormai diffuso in tutto il mondo, e specialmente in Europa. Lì, chi temeva di essersi contagiato di solito si suicidava. Gli individui infetti, o anche solo creduti tali, spesso venivano uccisi dai loro simili, per paura. O per pietà. Storicamente, il virus si è propagato attraverso una serie di bacini d'acqua che fungevano da abbeveratoi per i mammiferi. Nel XVIII secolo la
malattia era veicolata soprattutto dalle volpi rosse (Vulpes vulpes) e prese piede anche nel Nuovo Mondo quando questi animali cominciarono a essere esportati per consentire la tradizionale caccia alla volpe britannica. Nel corso del XIX secolo l'idrofobia si diffuse fra le moffette comuni (Mephitis mephitis) con una tale intensità da far guadagnare ai suddetti animali il nomignolo popolare di "Phobey Cats", gatti fobici. A partire dal 1960, i veicoli di trasmissione animale più comuni divennero il procione (o orsetto lavatore) (Procyon lotor) e, in misura minore, il coyote (Canis latrans), che tutt'ora è responsabile di una media di cinquanta infezioni all'anno. La media di infezioni dovute a pipistrelli insettivori è invece di circa 750 all'anno. Prima dell'avvento del sierotipo di Rant, il Lyssavirus uccideva non più di centomila persone l'anno, principalmente in regioni tropicali o subtropicali. Nonostante una spesa annua di un miliardo di dollari per contenere la malattia, e un secolo di vaccinazioni e pubblica consapevolezza, nel 1993 il tasso di infezioni fra gli animali ha raggiunto un picco storico. Attualmente, in ragione dell'epidemia attribuita a Buster Casey, il maggior bacino di diffusione del virus della rabbia è rappresentato dagli esseri umani. Sean Gardner: Per quanto ho capito io, esistono due tipi di rabbia. Quella "paralitica", dove non impazzisci e non mordi nessuno. Ti raggomitoli sotto il letto e muori, nient'altro. E poi c'è quella normale, la rabbia "furiosa", che corrisponde all'80 percento dei casi. Dove sbavi, bestemmi e ti agiti come un pazzo, sfasci la stanza, compresa la collezione "Bambole di tutto il mondo", e dici a tuo padre cose come "brutto stronzo figlio di puttana testa di cazzo mangiamerda schifoso...". Ecco, la nostra Margot aveva il secondo tipo. Denise Gardner: Mi vergogno a dirlo, ma noi Margot abbiamo cominciato a piangerla il giorno che ha compiuto tredici anni e si è tinta per la prima volta i capelli di nero. Dott.ssa Phoebe Truffeau: È probabile che le antiche proibizioni relative all'accoppiamento con animali mirassero a impedire che il Lyssavirus, o qualsiasi altra malattia, venisse trasmesso agli esseri umani. In alcune culture antiche si credeva anche che i figli bastardi dei sacerdoti fossero destinati a diventare lupi mannari. Così come qualunque progenie nata da
incesto. Denise Gardner: Mi vergogno a dirlo, ma quando ho cominciato a sospettare, quando per la prima volta ho avuto sentore che Margot potesse avere la rabbia, mi sono detta che era tutta una posa. Margot e la sua cricca di amici dark era come se si sentissero in dovere di essere maleducati, di fare gli strani a tutti costi. Anche troppo. Come se prendersi la rabbia in realtà fosse il loro sogno. Ma, ripeto, mi vergogno a dirlo. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Una volta che il virus comincia a replicarsi e a viaggiare lungo i nervi sensoriali e motori, il soggetto infetto può rimanere asintomatico per mesi, pur ospitando il virus e contagiando altri soggetti. Come pare si sia verificato nel caso del presunto superdiffusore, Buster Casey. No, gli epidemiologi non usano più il termine "paziente zero". Oggigiorno, per definire gli individui responsabili di dieci o più contagi si adotta il termine "superdiffusore". Buster Casey sarebbe dunque per la rabbia ciò che "Typhoid Mary" Mallon è stata per il tifo, Gaetan Dugas per l'Aids e Liu Jian-lun per la Sars. Sean Gardner: La fine che ha fatto la nostra Margot si sa. Sono morti così tanti dei suoi amici che abbiamo fatto un funerale collettivo. Non solo Dean Leonard. Però quando seppellisci un figlio dark è diverso. Ti si spezza il cuore, certo, ma quello che vedi non è così terribile. Anzi, la nostra Margot aveva un aspetto migliore - diciamo più sano - di quando non era ancora malata. La camera ardente, con tutti quei ragazzi agghindati e col muso lungo, sembrava quasi uno dei loro balli scolastici. Solo che nessuno ballava. Né sorrideva. Né rideva. Erano tutti tristi e vestiti di nero... Ok, era proprio identico a uno dei loro balli scolastici. 11 Le api Echo Lawrence ({ Party Crasher): Senti questa. Un anno, il giorno dell'Indipendenza, tutta la famiglia Casey va a fare un picnic. Un bel barbecue a base di marshmallow e carne bruciacchiata. Tutte le zie e gli zii, i cugini, mezzo ettaro di Casey sparpagliati su coperte o sedie pieghevoli a mangiare pannocchie. Tutti che abbracciano tutti e stringono mani.
Perfino all'aria aperta, la generazione che controlla, che possiede ogni cosa, gli adulti, siede a un tavolo da picnic. Gli altri, per terra. Fra gli adulti c'è stato qualche avvicendamento, in seguito alla morte di Esther e Hattie e Bel, ma perlopiù le persone sono le stesse. Quel giorno, sotto il sole, intorno al tavolo degli adulti comincia a ronzare un'ape, poi un'altra, poi un'altra ancora. Le vecchie nonne le scacciano con una mano. E a un certo punto il tavolo è pieno. Gli adulti sono coperti di api. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Il medico legale della contea ha chiesto: Qualcuno dei morti aveva maneggiato api, ultimamente? Voleva sapere: Qualcuno di loro lavorava con le arnie? Perché forse l'attacco si poteva spiegare con una cosa che lui chiamava "attirasciami". Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Ferormoni di Nasonov. Una fialetta di plastica grossa quanto un mignolo emana una quantità di sostanza attraente per api pari a cinquemila alveari al vento. L'Apis mellifera, ovvero l'ape da miele comune, segue questo odore e cerca qualsiasi crepa o fessura in cui costruire un nuovo alveare. Quando si cerca di scacciarle con le mani, queste api rilasciano il ferormone del "pericolo", che ne attrae altre pronte ad attaccare. Poiché i loro principali predatori sono gli orsi, le api attaccano concentrandosi sugli occhi, sul naso e sulla bocca aperta dell'aggressore, dirigendosi verso qualsiasi parte corporea che possa sembrare una cavità scura, orecchie comprese. Se la vittima esala anidride carbonica, l'aggressività dell'ape aumenta. La sostanza attirasciami ha un odore gradevole, come di agrumi. Per gli umani è pressoché impercettibile. Considerata la potenza dei ferormoni di Nasonov, è preferibile conservare la fialetta di plastica in un barattolo di vetro sigillato e quindi riporlo in un congelatore. Shot Dunyun (e Party Crasher): È stato come se una nuvola cancellasse il sole, una cazzo di bufera nera gigantesca. Ronzante. Nel bel mezzo di una giornata di sole, di colpo comincia a piovere. Ma anziché acqua, piovono pungiglioni d'api. Non scherzo. Piove dolore allo stato puro. Echo Lawrence: Tutti cominciano a correre verso le macchine, gridando, con le bocche aperte piene di api che li pungono e li soffocano a morte. Quando quelli del servizio controllo insetti della contea sono riusciti a in-
tervenire, lo zio di Rant, Clem, era già morto. E anche la zia Patty e lo zio Cleatus. Zio Walt è morto all'ospedale. Shot Dunyun: Ai coglioni dell'Fbi che mi hanno interrogato sulle serate di party crashing, dopo che Rant è morto, la storia delle api è piaciuta da impazzire. Non la finivano più di prendere appunti. Echo Lawrence: Calma. Nessuno ha parlato di omicidio. Non ancora. Shot Dunyun: Assurdo, no? Sembrava roba dell'Antico Testamento: il Picnic delle api assassine, la Morte da merda di topo, la Piaga delle pulci, e il Cappello del ragno assassino. Al successivo pranzo del Ringraziamento, dopo che sette degli anziani erano morti, gli altri di quella generazione se ne sono stati a casa. I Casey più anziani hanno ceduto il tavolo degli adulti ai figli di mezz'età. Fine dell'assedio. Passaggio del testimone. 12 Il cibo Echo Lawrence (e Party Crasher): Un modo per fermare il tempo. Come i mandala di sabbia per i monaci buddisti e il ricamo per Irene Casey. Ecco cos'era per Rant leccare la fica. Mi piazzava la faccia tra le gambe e infilava la lingua. Poi a un certo punto alzava la testa, si appoggiava sui gomiti, facendo schioccare le labbra, con il mento che gocciolava, e diceva: «A colazione hai mangiato qualcosa con la cannella...». Si leccava le labbra e guardava in alto e diceva: «Non i toast alla francese... qualcos'altro». Si immergeva di nuovo, sbuffando e gorgogliando, poi alzava la testa con gli occhi luccicanti e diceva: «A colazione hai bevuto una tazza di tè Constant Comment. Ecco perché la cannella». Basandosi soltanto sull'odore e sul sapore riusciva a ricostruire tutta la mia giornata: tè, pane integrale tostato senza burro, yogurt bianco, mirtilli, un panino al tempeh, un avocado, un bicchiere di succo d'arancia e un'insalata di barbabietole. «E hai anche mangiato degli anellini di cipolla al fast food» diceva, facendo schioccare le labbra. «Porzione grande.» Io lo chiamavo "il Mago della fica". Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Nel tempo che la gente normale
ci mette a sedersi a tavola, dire la preghiera, servire la roba da mangiare, mangiarla, fare il bis, bere il caffè con una fetta di torta, poi bere un altro caffè e mettersi a sparecchiare, ecco, nello stesso arco di tempo la famiglia Casey riusciva, che so, a mangiare una forchettata. Un solo boccone di polpettone o di pasticcio di tonno, ed era ancora lì a masticarlo. E non si limitavano a mangiare lentamente, ma non parlavano, non leggevano, non guardavano la tv. L'attenzione era tutta concentrata in bocca, a masticare, assaporare, sentire. Echo Lawrence: Diciamocelo. I ragazzi di solito la lingua la usano per segnare i punti. Ogni volta che alzano la testa per respirare, sono lì che misurano il tuo piacere. E tu sai che deve corrispondere esattamente al piacere che gli darai dopo, leccata per leccata. E così tu non ti rilassi mai davvero, non ti lasci andare fino in fondo, sapendo che c'è quel tassametro che gira. Ogni colpo di lingua, un investimento sui colpi di lingua che loro riceveranno dopo. Perfino i ragazzi che detestano tenere la contabilità e calcolare le tasse, gente che se gli chiedessi il saldo del conto o della carta di credito ti risponderebbe con una scrollata di spalle, perfino loro calcolano il numero esatto di giri che la loro lingua fa avanti e indietro per la tua fica. E il compenso che li aspetta di ritorno. Come quando al lavoro fissi l'orologio in attesa che finisca il turno. O quando conti i fagioli. Sono tutti uguali. Tranne Rant Casey. Quando ti infilava la lingua lui, potevano passare anni. Potevano erodersi le montagne. Edna Perry ({ Vicina d'infanzia): Nei pranzi di Natale inglesi, se nel cibo trovi un chiodo di garofano vuol dire che sei una persona cattiva. Automaticamente. Se trovi un pezzettino di ramoscello, sei un cretino. E non si discute. E se addentando qualcosa trovi un pezzetto di straccio, o comunque di stoffa, tutti quanti sanno che sei una zoccola. Se lo immagini. Essere bollata come zoccola nel bel mezzo del pranzo di Natale. Eppure Irene Casey giura che l'ha letto in un libro. Echo Lawrence: Una volta, mentre se ne stava lì con la faccia affondata fra le mie gambe, Rant è riemerso per prendere fiato, si è tolto un pelo pubico dalla lingua e mi ha detto: «Che ti è successo, oggi? Qualcosa di brutto...». Io gli ho detto di lasciar stare.
Lui ha dato una leccata e ha guardato in alto, poi ne ha data un'altra e ha detto: «Una multa per divieto di sosta? No, peggio...». Gli ho detto di lasciar perdere. Che non era successo niente. Rant mi ha leccato di nuovo, stavolta più lento, passando la lingua per bene, da dentro a fuori, con il fiato caldissimo, dopodiché ha alzato gli occhi e si è messo a fissarmi, finché anch'io non ho ricambiato lo sguardo. Incrociando i suoi occhi verdi. Mi ha detto: «Mi dispiace». Rant ha detto: «Hai perso il lavoro, vero?». Quella merda di lavoro che avevo. Commessa in un cazzo di negozio di cellulari. Riusciva a scoprire qualsiasi cosa, lui. Con il naso, e dal sapore che avevi. Rant Casey era così. Ci azzeccava sempre. E tra un orgasmo e l'altro, io sono scoppiata a piangere. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Ogni famiglia ha le sue scritture, solo che di solito non sa esprimerle. Storie che le persone ripetono per rafforzare la propria identità: Chi sono. Da dove vengono. Perché si comportano come si comportano. Rant era solito ripetere: «Ogni famiglia è una piccola setta». Basin Carlyle ({ Vicina d'infanzia): Non rida, ma in Francia, dice Irene, quando fanno le torte ci mettono dentro un ciondolino di metallo. La regola è che chi trova la fetta con il ciondolino dovrà cucinare il pranzo successivo, solo che i francesi sono così pidocchi che piuttosto di organizzare un pranzo il ciondolino se lo ingoiano. Così non devono invitare nessuno. Irene dice di aver letto che i messicani nella roba da mangiare ci infilano una statuetta di Gesù in miniatura. In Spagna, qualche moneta. Irene mi ha fatto vedere un libretto di ricette di dolci, e lì spiegava ogni cosa. La storia delle torte di tutto il mondo. Irene Casey ({ Madre di Rant): Per quel che mi ricordo, Chet e Buddy all'inizio non mangiavano lenti. Gliel'ho dovuto insegnare io. Non ne potevo più di passare ore a preparare una torta di cioccolato farcita e vedere Chet e Buddy che se la spazzolavano in tre bocconi. Tutti e due. Si infilavano in bocca una fetta dopo l'altra, finché sul piatto non restavano soltanto le briciole. E mentre si ingozzavano con la roba che io avevo cucinato parlavano già di qualcosa da fare dopo, o leggevano un catalogo, o ascol-
tavano le notizie alla radio. Come se vivessero costantemente nel futuro, mesi e mesi avanti. L'unica eccezione era quando il cibo in tavola lo portavano loro. Ogni volta che Chet ammazzava un'anatra, a tavola non si faceva che parlare di quant'era buona. Oppure quando Buddy pescava le trote. Anche lì passavamo tutta la sera a mangiare. Perché ovviamente la trota ha le spine. Con l'anatra bisogna stare attenti ai pallini di acciaio. Se non presti attenzione al cibo che mastichi, prima o poi il prezzo lo paghi. Ti va una spina di pesce per traverso e muori soffocato, oppure ti si pianta un ossicino nel palato. Oppure trovi un pallino da caccia e ti spacchi i denti. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Le scritture della famiglia Casey stabiliscono: "Per preparare un piatto saporito, l'ingrediente segreto è qualcosa che faccia male". Non che lei volesse fare del male alla gente di proposito. Irene piazzava delle trappole nel cibo perché la sua famiglia le stava troppo a cuore. Non gliene fosse fregato niente, in tavola avrebbe servito roba scongelata e via. Basin Carlyle: Non dimentichi che io i Casey li vedevo soprattutto in chiesa. Li vedevo la domenica a messa, e poi dopo, ai pranzi che si facevano al consorzio agrario. Il trucco grazie al quale la gente assaporava per bene la crostata di pesche di Irene era buttarci dentro qualche nocciolo di ciliegia. Rischiavi di spaccarti la mandibola. Il segreto della sua torta di mele era mescolare all'impasto un bel po' di schegge affilate di guscio di noce. Quando mangiavi il suo pasticcio di tonno non parlavi, e nemmeno ti mettevi a sfogliare il "National Geographic". Gli occhi e le orecchie rimanevano concentrati sulla bocca. La tua bocca era tutto il mondo, perché dovevi tastare con la lingua, stare attento alle palline di carta stagnola che Irene Casey aveva nascosto nei pezzi di tonno. Mangiando lentamente, uno degli effetti era che sentivi davvero i sapori, e la roba era più buona. Magari altre cucinavano meglio, ma uno non se ne accorgeva. Shot Dunyun (e Party Crasher): Il padre di Rant diceva sempre: «Se una cosa sembra davvero un incidente, nessuno può arrabbiarsi con te». Irene Casey: Gli uomini fanno sempre tutto in fretta, pur di finire presto le cose le tirano via.
Echo Lawrence: Ti rivelo un piccolo segreto da donne: il motivo per cui una ragazza al primo appuntamento preferisce andare a cena, è perché così capisce com'è che lui la scoperà. Uno zoticone che si ingozza, senza mai soffermarsi su quello che mangia, be'... con uno così a letto non ci vai. Bodie Carlyle: La signora Casey preparava certe torte di compleanno che ti facevano vergognare di tua madre, per quant'era pigra. Che so, una locomotiva di torta al cioccolato con dietro un vagone merci di torta di ciliegie e un altro di vaniglia, e poi carri piatti e vagoni cisterna, tutti di sapori diversi, e per finire un vagone ristorante allo sciroppo d'acero. Dicono che trovare lo stuzzicadenti infilato in una torta porti bene. Ma con le torte della signora Casey se non stavi attento ti ritrovavi la bocca piena di schegge di legno e sangue. Logan Elliot ({ Amico d'infanzia): La verità è che la roba che cucinava Irene Casey, se non la masticavi per bene, era lei che masticava te. Irene Casey: L'avevo capito: fintanto che il sapore supera il dolore, la gente continua a mangiare. Fintanto che il piacere è più della sofferenza. Basin Carlyle: I pranzi al consorzio agrario, quelli dove tutti portavano qualcosa, in teoria dovevano essere occasioni sociali, con la gente che chiacchiera e se la racconta. Mi spiace dirlo, ma ogni volta che Irene portava il suo pollo al forno o l'insalata di fagioli, la gente era troppo occupata a togliersi roba dalla bocca per riuscire a socializzare. I piatti che cucinava non erano male, però rubavano spazio a un sacco di bei pettegolezzi. Al posto di parlare di chi aveva fatto un occhio nero alla moglie, o di chi tradiva il marito, alla fine di ogni pranzo la gente era ancora lì che ammucchiava roba da buttare accanto al piatto. Mucchietti di noccioli e sassolini e graffette. Chiodi di garofano interi, affilati come puntine. Edna Perry: A Natale in certi paesi c'è la tradizione di preparare una torta con dentro una minuscola statuetta di Gesù Bambino. Si dice che chi lo trova l'anno dopo avrà fortuna. Un pupazzetto di plastica. Solo che Irene Casey nell'impasto ci sbatteva dentro tante manciate di Gesù Bambini quante quelle di farina o di zucchero. Un Cristo in ogni boccone. Forse voleva solo che a sentirsi fortunati fossero in tanti, però non era un bello
spettacolo vedere la gente sputare confezioni intere, nidiate di Redentori nudi in plastica rosa. Partorire dalle labbra quei bambini bagnati. Con la faccina sorridente del Redentore tutta masticata e coperta di segni di denti. I pranzi di Natale al consorzio, con la gente seduta ai tavoli lunghi decorati con la cartacrespa rossa e tutti quei Gesù Bambini coperti di saliva, non sembravano esattamente una festività religiosa. Basin Carlyle: Un po' come succede con i figli. Quello a cui vuoi più bene non sempre è quello buono, ma magari quello che ti crea più problemi. Allo stesso modo, la gente si ricordava soltanto del cibo di Irene Casey. Degli altri piatti, che a volte erano anche più buoni, per esempio i biscotti alle noci di Glenda Hendersen, o la crostata di pere di Sally Peabody, ti dimenticavi nell'istante stesso in cui li mangiavi, e solo perché non avevano rischiato di soffocarti. Echo Lawrence: Stavolta, dopo l'orgasmo, dentro di me sento come una certa pressione. Non un dolore, più come quando ti si mette di traverso il tampone. Come se dovessi pisciare. Rant mi infila dentro due dita e tira fuori una cosa rosa. Più grossa di un dente. Liscia e lucida di saliva. Anche da nudi, non ci toccavamo mai. Tra la sua pelle e la mia c'era sempre qualcosa di secco e appiccicoso, o di umido e viscido. Un sottile strato di sudore o di saliva o di sperma. Appoggiato sui gomiti, Rant guarda la cosa che tiene in mano. Come se quel cosino rosa l'avesse appena succhiato fuori da me. Io, ovviamente, mi tiro su per guardare. Ma quello che vedo è assurdo. Una specie di bambolotto. Un bambino di plastica. E Rant dice: «Come c'è finito, lì dentro?». Il mantra di sua madre. Mi guarda sorridendo e dice: «Evidentemente stavolta il fortunato sono io...». E pazienza se la sua saliva mi ha passato la rabbia. 13 Sfoggiare Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Il lunedì mattina ero distrutto, dopo essere rimasto connesso tutta la notte a memorizzare Algebra II. Il signor Wyland ti rifilava sei o sette ore di compiti da incanalarti, e io puntualmente facevo tutto all'ultimo minuto. Se chiudo gli occhi mi sembra
ancora di sentire la voce della testimone primaria, la ragazza che aveva incanalato quelle lezioni. Dal momento che i pensieri non si possono scaricare - solo la roba sensoriale, tipo i gusti, gli odori, i suoni e le immagini - la testimone primaria descrive l'equazione dall'inizio alla fine, parlando a macchinetta, e intanto tu vedi la sua mano che stringe il gessetto e scrive i numeri su una lavagna. La sua voce che dice: «Se X equivale al coseno di Y, e Y è maggiore di Z, allora X...». E a quel punto io mi addormento. Continuo a incanalare, ma intanto russo. Il lunedì mattina l'unica cosa che avevo imparato era l'odore della polvere di gesso. Il rumore del gessetto ogni volta che si posava sulla lavagna per tracciare una riga. Non una lavagna luminosa, e nemmeno una lavagna bianca. Una lavagna nera, di quelle da due soldi. Sono passati decenni, eppure mi ricordo ancora che la testimone primaria scriveva con la destra e aveva un maglione rosso coi risvolti sul polso. Ricordo il sapore del caffè che aveva in bocca. Una mano da notturna, mi ha detto qualcuno. Col dorso bianchissimo. Il dorso e le nocche e il palmo della mano, tutti dello stesso colore. L'unica cosa che mi salvava era che Rant Casey era ancora più capra di me, e il signor Wyland dava il massimo a chi aveva fatto il compito migliore, e i voti più bassi a partire da quello. Di solito il lunedì mattina, prima dell'alba, Rant veniva a bussare alla finestra della mia stanza. Superavamo un paio di orizzonti, finché Rant non trovava la sua buca. Con una manica arrotolata e il braccio infilato sottoterra fino alla spalla, Rant mi chiedeva di ripetergli la lezione. Algebra. Storia. Educazione civica. Lui dava la colpa ai morsi di ragno, al veleno, oppure al fatto di avere la rabbia, ma diceva che la sua porta non funzionava. La collegava, ma non riusciva a incanalarsi niente. Danny Perry ({ Amico d'infanzia): Rant Casey si metteva a pancia in giù sulla sabbia, appoggiava i gomiti accanto alla tana e ci infilava il naso dentro. Solo dalla puzza, annusando una buca nella terra, era capace di dirti se era di coniglio o di coyote o di puzzola o di ragno velenoso. Riusciva perfino a capire che tipo di ragno. Essere amico di Rant Casey voleva dire dover superare prove in continuazione. I maschi dovevano infilare la mano in una buca scelta da lui, fino al gomito, senza sapere cosa ci avrebbero trovato. Bodie Carlyle: Lì nel deserto, guardando la luce che saliva dall'orizzon-
te, io spiegavo a Rant la Legge federale TI-VEDO, e gli raccontavo quant'era pallida e inquietante quella mano che spiegava algebra. Una mano che non aveva mai visto la luce del sole. In bocca sentivo ancora il gusto del caffè di qualcun altro. Un giorno Rant fa: «Cazzo». Si infila la mano libera nei pantaloni e digrigna i denti. «Erezione da morso di ragno» dice. «Succede sempre.» E si rimesta in mezzo alle gambe per nasconderla. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Il priapismo cronico è uno degli effetti secondari dell'avvelenamento da alfa-latrotossina. Sfruttando le erezioni indotte dal veleno, Rant stava recidendo ogni legame che gli era rimasto con la comunità. Non sarebbe più potuto tornare a casa, ma non ne avrebbe più avuto bisogno. Una cosa che i ricchi sanno e la maggior parte delle persone ignora, è che i ponti non si tagliano. Sarebbe uno spreco. Piuttosto, si vendono. Cammy Elliot ({ Amica d'infanzia): Il nostro professore di geometria, il signor Wyland, quello che ci ha torturato con Algebra I e Algebra II, quello che ti costringeva ad andare alla lavagna per dimostrare a tutti i tuoi limiti, incrocia le braccia, spinge la lingua contro l'interno della guancia, posa gli occhi su Rant e dice: «C'è qualche problema, Casey?». E Rant abbassa la testa, il mento, spinge in avanti il bacino e con l'indice di entrambe le mani si indica l'inguine, dove la cerniera è sollevata a mo' di tenda, gonfia, così tesa che si vedono i dentini di metallo. «Professore» dice Rant, «sono due ore che ho un'erezione piuttosto seria...» Giuro. Si sentono i fiati trattenuti, escluse le prime file, quelle dei voti alti. Sono più che altro gli studenti medi ad aver sentito benissimo. Un paio di file più in fondo, qualcuno da insufficienza soffoca una risata, stringendo le labbra, a bocca chiusa. «Lei è un maschio sviluppato come me, professor Wyland» dice Rant, «perciò immagino si renda conto di quanto questo possa essere doloroso e potenzialmente rischioso.» Il signor Wyland butta fuori tutta l'aria che ha dentro in un colpo solo. Un unico sospiro. Le braccia incrociate si abbassano sul petto sgonfio. Il labbro inferiore si ritrae, scoprendo i denti di sotto, color osso e macchiati di marrone tabacco. «Non pensa che dovrei farmi vedere da qualcuno?» prosegue Rant, ag-
grottando le sopracciglia e facendosi spuntare fra gli occhi una ruga preoccupata. L'equazione di geometria tracciata sulla lavagna è scomparsa, non esiste più. Sono solo segni di gesso sullo sfondo di un'aula in cui si assiste al volgare miracolo osceno dell'erezione di un adolescente. Mentalmente, il signor Wyland sta elaborando i complessi calcoli per arrivare alla risposta giusta. Si sente fregato e rischia di fare la figura del cretino davanti a tutti. Shot Dunyun (e Party Crasher): Wyland non è in trappola, di più. Se minimizza, se ride di Rant e dice a quel teppistello di sedersi e concentrarsi sui numeri, la scuola rischia una denuncia. Se il ragazzo ha un problema medico urgente, se il coso gli diventa viola e si stacca, il distretto scolastico dovrà destinare i suoi prossimi dieci milioni di dollari di budget a risarcirgli i danni. È vero che Rant è sempre stato un seccatore. È vero che avrebbe potuto illustrare la sua situazione in modo meno plateale. Ma nulla di tutto ciò avrà importanza, quando Wyland si ritroverà sul banco dei testimoni per cercare di spiegare a una giuria come mai ha ridicolizzato e umiliato uno studente che forse rischiava la morte per cancrena. Cammy Elliot: Gli occhi che si muovono impercettibilmente. Un leggero scatto dell'orecchio. Il pomo d'Adamo che sale e poi scende. Solo da questo si capisce che il cervello di Wyland è al lavoro. La faccia pallida gli diventa prima rosa, poi rosso scuro. Rossa come la lingua. Il tempo si ferma. «Professore» dice una voce maschile. Danny Perry alza la mano e dice: «Ehi, signor Wyland!». Agita la mano, le dita che si muovono veloci, e dice: «Mi sa che anch'io devo andare in infermeria. Per lo stesso motivo». Brenda Jordan ({ Amica d'infanzia): Per quel che ricordo, Rant avrà avuto sì e no due camicie. E un paio di jeans. O almeno, noi vedevamo solo quelli. Sempre la stessa camicia scozzese verde con le maniche lunghe, per nascondere tutti i segni di denti che aveva sulle braccia. E un'altra più leggera, azzurra, con dei bottoni a scatto di madreperla. Quando Casey si innervosiva lo capivi subito, perché cominciava ad aprire e chiudere i bottoni dei polsini, dal fondo della classe sentivi una specie di ticchettio. Cammy Elliot: Col pisello duro, di traverso nei jeans, che quasi pulsava
a ogni battito del cuore, Rant è andato in bagno. E intanto i polsini ticchettavano, forte e veloce come popcorn in padella. Silas Hendersen ({ Amico d'infanzia): La scusa più vecchia del mondo che le femmine usano per uscire dall'aula è dire che hanno "i crampi". Praticamente è la parola in codice per prendersi un paio di aspirine e saltare il compito di trigonometria. Paragonato a quello, un maschio non ha niente. Lowell Richards ({ Insegnante): Si è formato un chiaro legame fra le giornate di sole e il numero di allievi maschi che accusavano erezioni dolorose. Il problema non era il pene, ma il fatto di non poterlo nascondere quando si inturgidiva. Inoltre, secondo l'ufficio legale del distretto, un codice d'abbigliamento che imponesse biancheria intima contenitiva, discreta e fasciante, sarebbe stato impossibile da far rispettare, e non avrebbe fatto altro che attirare ancora più attenzione sul problema. Il nostro obbiettivo era affrontare il problema delle congestioni falliche in modo obliquo e indiretto. L'ufficio legale suggeriva di non condannarle apertamente in sede scolastica. Nessun dipendente del distretto doveva dare segno di notare le erezioni troppo palesi, né tentare di risolverle. Cammy Elliot: Il segreto più grande della vita di Rant erano i suoi vestiti. A casa aveva un armadio pieno di camicie, pantaloni, jeans e gilet. Gli attaccapanni erano così pigiati l'uno contro l'altro che l'asta dell'armadio si imbarcava al centro per il peso. Il problema era che Irene Casey non ce la faceva a non essere creativa. Per lei era impossibile non esprimersi. Provava in continuazione nuove tecniche, ricamava girasoli e foglie d'edera. Mezze lune e stelle sorridenti. Applicava pezze con il ferro da stiro o colori per stoffa con i brillantini. Borchie di metallo. Per i colori: batik e candeggina. La signora Casey restava in piedi anche mezza nottata, china sul lavoro, a cucire nella poca luce fino a rovinarsi gli occhi, cercando di trasformare abiti normali in qualcosa di speciale. Non che Rant si sentisse ferito nell'orgoglio a indossare vestiti multicolori o con i brillantini, ma non poteva sopportare quello che gli altri ragazzi dicevano dei lavori di sua madre. Non voleva sentirli dire che come artista faceva schifo. Che non aveva il minimo talento. Lui, addosso, non aveva il proprio cuore, ma piuttosto quello di sua madre.
Logan Elliot ({ Amico d'infanzia): Casey ci ha scatenati. Tutti a gridare giusti diritti per le erezioni, a dire che ci sentivamo oppressi, a bruciare i sospensori nel parcheggio della scuola. Leif Jordan ({ Amico d'infanzia): Rant si faceva portavoce dei nostri diritti, e fra le richieste c'era la mensa aperta a qualunque ora, perché si sa che è impossibile mangiare e al tempo stesso mantenere un'erezione. Chiedevamo soltanto che venisse riconosciuto il nostro naturale... Non trovavamo la parola. "Ostacolo fisiologico"? "Handicap"? "Disabilità"? Ci siamo davvero scervellati per trovare il termine giusto. Alla fine abbiamo optato per "fardello", e abbiamo chiesto "un equo riconoscimento del fardello insito nell'anatomia umana". "Fardello" suonava bene, aveva una sua nobiltà. Bodie Carlyle: In tutti quegli anni trascorsi a maneggiare i concetti aridi dell'algebra, il signor Wyland non si era mai trovato a dover gestire un'emergenza-erezioni potenzialmente letale. Fare la figura dell'asino in geometria oppure sfoderare un'erezione in classe. In entrambi i casi ti giocavi la dignità. Così almeno era Rant a creare il problema difficile da risolvere, e Wyland quello costretto a sudarsi la soluzione con tutti gli occhi puntati addosso. Leif Jordan: Avevamo perfino pensato di chiedere a qualche dottore di coniare l'espressione ufficiale "sindrome da erezione cronica". Mary Cane Harvey ({ Insegnante): Rant Casey l'ha detto a me personalmente: «Questo è il mio vaccino per non essere mai più umiliato e ridicolizzato durante le lezioni di geometria». Cammy Elliot: Ha convinto dei ragazzini ad alzare la mano e chiedere educatamente: «Mi scusi, signorina Harvey...». A dire: «Mi piacerebbe davvero tantissimo fare l'analisi logica di quella bella frase, ma tra le gambe ho un pezzo di ferro così gonfio e rosso che comincia a farmi male...». Giuro su Dio. Dicevano: «Magari prendendo una boccata d'aria...». Finché mezza classe non era fuori dall'aula. Lowell Richards: Gli insegnanti evitavano di chiedere agli studenti maschi di partecipare attivamente alla lezione, perché temevano che facendoli
alzare in piedi i segni di quell'eccitazione così fuori luogo sarebbero risultati visibili a tutta la classe, causando disordine e minando l'autorità dell'insegnante. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Fossero state erezioni naturali sarebbe stato un altro paio di maniche. Ma quelle erano artificiali, provocate chimicamente per disturbare le lezioni. Lowell Richards: Anche se più voci sostenevano che alcuni studenti abusassero di farmaci destinati a curare le disfunzioni erettili, a detta dell'ufficio legale del distretto non esistevano le basi per imporre agli studenti di sottoporsi all'esame delle urine. Dicevano che, sebbene alcune tumescenze potessero essere causate da farmaci ottenuti per vie illegali, la maggior parte delle erezioni erano naturali, e quindi protette dalla Legge per la tutela dei cittadini americani diversamente abili. Su consiglio dell'ufficio legale del distretto, l'amministrazione ha allora organizzato una presentazione destinata esclusivamente agli studenti maschi dei gruppi colpiti. Dottor David Schmidt ({ Medico di Middleton): La proiezione di immagini che avevo preparato consisteva in una serie di fotografie a colori di peni colpiti da priapismo prolungato, su cui erano visibili i danni provocati dalla cancrena. Considerato lo scopo di quella lezione, avevo scelto gli esempi più estremi, membri in cui il prepuzio, il glande, e il corpo cavernoso tumefatto avevano assunto un colore tra il nero e il violaceo, oppure il verde iridescente tipico della necrosi avanzata negli organi privati dell'ossigeno. Silas Hendersen: Alcuni ragazzi prendevano un laccio dalla scarpa e se lo legavano con quello. Altri usavano un cetriolo. Legarsi un pezzo di carne pieno zeppo di sangue può far male, ma per tenere sotto controllo un cetriolo ci vuole tutta l'attenzione di cui uno è capace. Dio ce ne scampi, a volte vedevi gente che usciva strascicando i piedi per andare in bagno a darsi una sistemata, e di colpo dalla patta dei jeans scivolava fuori un cetriolo o uno zucchino. Usavamo termini come "sfoggiare", "punteggiare" o "imbottire". "Punteggiare" voleva dire prendere una ditata di olio per friggere o shampoo, qualcosa che fosse abbastanza unto da non asciugare, e disegnarsi una macchiolina scura sulla patta dei pantaloni. Finte macchie di
sperma. Lowell Richards: La strategia del distretto ha avuto successo solo in parte. Cammy Elliot: Rant Casey a scuola portava solo quelle due camicie perché non sopportava che i compagni prendessero in giro sua madre. Anche lui si rendeva conto che quegli arcobaleni ricamati e le foglie d'edera cucite sulle gambe dei pantaloni erano un po' da sfigati. E così si era portato a casa due camicie e un paio di jeans di seconda mano, li teneva nascosti nel fienile, dove si cambiava prima di andare o tornare da scuola. Era due volte in trappola. Se si fosse messo i vestiti modificati dalla madre, gli altri avrebbero fatto tante di quelle battutacce su di lei da spezzargli il cuore. Ma se Rant le avesse detto di smetterla di decorargli i vestiti, sarebbe stato lui a spezzarle il cuore. Danny Perry: All'inizio del secondo trimestre, Rant è andato a negoziare le nostre richieste con l'amministrazione della scuola. A porte chiuse, in sala insegnanti, con noialtri che aspettavamo in corridoio. Bodie Carlyle: La sala insegnanti per noi era territorio vietato, e nessuno sapeva di una porta che dava sull'esterno. Dopo un'ora che ce ne stavamo seduti per terra in corridoio, escono gli amministratori. Ma non Rant Casey. Danny Perry: Rant se l'è svignata da quella porta segreta, per non incontrarci, con in tasca un assegno da diecimila dollari e un certificato in cui si diceva che aveva preso il diploma prima del tempo. Logan Elliot: Giuro. Ci ha mollati lì con le nostre erezioni. Prima si è fatto il suo bel gesto politico mettendo a repentaglio i nostri uccelli, e poi è sparito con l'assegno del distretto scolastico. Qui c'è ancora chi lo chiama "il Benedict Arnold delle erezioni". Silas Hendersen: Senza di lui, la Rivoluzione erettile ha perso lo slancio. Si è ammosciata. Siamo rimasti lì, con le mutande piene di verdura e i nostri bravi elastici intorno all'uccello. Fidarsi di Rant Casey è stato un errore.
Ma gli elastici sono stati un errore anche peggiore. Niente fa male come tagliare via un elastico aggrovigliato nei peli pubici. Lowell Richards: Nello scambio, Rant ci ha guadagnato una pagella nuova, con una media altissima e le lodi, più un titolo di merito in tutti gli sport. Proprio lui, che in vita sua non aveva mai calciato un pallone o fatto un metro di corsa. Ma se mai dovesse presentarsi a una rimpatriata fra compagni di classe, a Middleton c'è chi è pronto a farlo fuori. Bodie Carlyle: Un assegno per essersi diplomato. Invece del diploma e basta. Due pezzi di carta a cui la gente ha deciso, di comune accordo, di dare un valore superiore. Perché concordare su una cosa è il primo passo per trasformare una bugia in realtà. Rant aveva capito che la realtà uno poteva costruirsela. Come con la Fatina dei denti. Se abbastanza gente ci crede, una bugia non è più una bugia. Mary Cane Harvey: Dopo tutti questi anni, ancora adesso ogni tanto mi capita di trovare un banco con su inciso "Rant Casey se n'è andato da qui". Leif Jordan: È vero, qualcuno Rant non l'ha mai perdonato per averci tradito. Ma la maggior parte di noi se n'è fregata. Abbiamo tirato fuori le carote dalle mutande e siamo andati avanti con le nostre vite. Irene Casey ({ Madre di Rant): Potevamo permetterci solo roba da poco, ma io la decoravo con ricami o borchie. Ai ragazzi quei pezzettini di ferro lucido piacciono da matti. A volte ci cucivo dei bordini o delle frangette. A Buddy piacevano tantissimo. Se li metteva sempre per andare a scuola, e doveva vedere come li teneva in ordine. La sera che se n'è andato, in valigia ne ha messi un sacco. Per portarli anche in città. Ne andava così fiero. 14 Andare via Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Ci sono volute due persone, io e lui, per portare via tutti i vestiti di Rant. La sera prima che se ne andasse di casa ha fatto solo finta di metterli in valigia. Invece poi li ha infilati nei
sacchi dell'immondizia, piegando camicie e pantaloni con cura. Metà della vita di sua madre passata a ricamare. La parte migliore della sua vita spesa a piantare borchie e cucire bordini su jeans normali. Tenendo la camicia col mento, Rant lisciava tutte le pieghe contro il petto, poi piegava le maniche. Chiudeva i bottoni. Impilava i pantaloni e le camicie piegate dentro i sacchi neri. Poi ce ne siamo andati oltre l'orizzonte, dopo il frangivento di ulivi russi, a tre orizzonti dalla fattoria dei Casey, camminando fin quasi al mattino. Arrivati in mezzo al nulla, Rant ha tirato fuori una camicia da uno dei sacchi. Tenendola con una mano per il colletto, con l'altra si è messo a scuotere un accendino. Poi ha acceso una piccola fiammella ed è rimasto lì, a guardare i colori accesi delle tinte di sua madre. I suoi capolavori. La camicia è diventata sempre più luminosa, finché Rant ha dovuto mollarla, lasciandola cadere, in fiamme, ai suoi piedi. Alla luce del fuoco, tutt'intorno a noi c'erano minuscoli puntini gialli, occhi di cani e di coyote e di puzzole che balenavano nel buio, insetti, tutti che guardavano, che avevano affondato i denti nella pelle di Rant. Echo Lawrence (e Party Crasher): Quando incontri Rant per la prima volta, la prima cosa che noti sono i denti. Invece di masticare gomme, lui e i suoi amici burini prendevano pezzetti di catrame dalle strade asfaltate. D'estate, il catrame colava fuori dalle crepe dell'asfalto, e loro lo masticavano. I denti che vendevano alla Fatina erano neri come il carbone. Bodie Carlyle: Di notte Rant si portava la radio nel deserto. Camminando, smanettava con la manopola per cercare gli aggiornamenti sul traffico di tutto il mondo. Incidenti e via dicendo. Se la teneva attaccata all'orecchio, e ascoltava sorridendo. Con gli occhi chiusi diceva: «Da qualche parte è sempre ora di punta». Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Se state viaggiando in direzione nord sulla statale 417, all'altezza del chilometro 127 prestate attenzione a una splendida Dodge Monaco, fra le coupé più pesanti mai prodotte in serie, quasi due tonnellate di carrozzeria grigio scuro con motore V8 da 175 cavalli. Deliziosi fari a scomparsa. Gli agenti presenti sul posto ci dicono che la Monaco ha probabilmente perso il controllo su un tratto sdrucciolevole, invadendo la corsia di destra. A guidarla era una femmina di trentun anni che presenta numerosi tagli profondi, tipici in caso di esplosione di un
parabrezza antisfondamento. Echo Lawrence: Le sere di party crashing, Rant raccontava di quando se n'era andato da Middleton. Di come la sera prima, masticando catrame, è andato a sedersi con suo padre sul ciglio dell'autostrada, a tre buche delle lettere di distanza dal recinto di filo spinato che chiudeva la loro proprietà. Il sole si stava abbassando sull'orizzonte morbido di un campo di grano. Chester Casey, accovacciato sui talloni degli stivali da cowboy nell'odore di polvere della ghiaia. Rant, seduto su una valigia di cartone pesantissima, piena di monete d'oro e d'argento. Bodie Carlyle: La vecchia valigia che Rant si è portato via era piena da scoppiare di soldi della Fatina dei denti. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: La fiancata della Monaco è stata centrata in pieno da una Lincoln Continental Mark IV davvero da lacrime agli occhi: giallo sole della California, con interni in pelle color crema, il primo modello di auto americana a adottare i cuscinetti mobili. I ragazzi del vagone carne hanno chiamato dicendo che Miss Monaco ha riportato perlopiù ferite da impatto laterale sul lato sinistro, tra cui lacerazioni di fegato, milza e rene sinistro. Il decesso sembra tuttavia dovuto alla recisione dell'aorta. Echo Lawrence: Quell'ultima sera della sua infanzia, Rant è lì che mastica catrame. Seduto sulla valigia stracolma che si è trascinato fino al ciglio dell'autostrada. Padre e figlio che aspettano l'autobus accanto al cartello della fermata bucherellato dagli spari come un pezzo di gruviera. Il vento lo fa dondolare leggermente di qua e di là. E con il vento che soffia attraverso quei buchi arrugginiti Rant dice: «Devo rivelarti un segreto». E Chester Casey risponde: «No». Dice: «No che non devi. Tu per me non hai segreti». Appoggiandosi le mani sulle cosce, Chet Casey si alza in piedi. Inarcando la schiena e torcendola fino a farla scrocchiare, Chester batte la punta di uno stivale da cowboy contro il fianco della valigia di cartone stampata per sembrare finta pelle. Battendo la punta dello stivale contro la valigia marrone, il padre di Rant dice: «Anche se non me l'hai mai detto, io lo so che qui dentro ci sono solo un sacco di soldi». Da DRVR Radio Traffico Esplicito: E potete scommettere quanto vo-
lete che Mister Mark IV avrà delle contusioni miocardiche e qualche lacerazione del sacco pericardico, anche se non lo sapremo per certo finché il medico legale dell'obitorio non lo aprirà. Per il momento è tutto, un saluto da Tina Qualcosa, che vi ricorda il prossimo appuntamento con il "Bollettino dei Curiosi" fra dieci minuti, o in caso di incidente anche prima. Echo Lawrence: Il futuro comincia domani, e Rant ha bisogno di dire questa cosa prima che arrivi l'autobus. Questo momento è qualcosa che suo padre preferisce ignorare. Questo, dice Rant, è l'evento che dà inizio a un nuovo futuro. O a un passato nuovo di zecca. Oppure a entrambi. Scacciando le mosche, riparandosi dal vento e dalla sabbia con le mani, dice: «Giusto perché tu lo sappia» e si scaccia via una mosca dal collo, «io non mi farò mai accalappiare». Ai confini del mondo una stella si accende, diventa luminosa, poi accecante, così in fretta che ti sfreccia accanto prima ancora che tu senta il rumore, il vento e la polvere che solleva. Nient'altro che una macchina, già sparita. I fanalini di coda che scompaiono dall'altra parte del mondo. E il padre di Rant dice: «Non è vero». Torna ad accovacciarsi sulla ghiaia e aggiunge: «Lo dici solo perché credi di farmi preoccupare». Chester Casey dice: «Appena conoscerai una ragazza di nome Echo Lawrence cambierai idea». Il vento piega nella stessa direzione ogni filo d'erba e ciuffo di forasacco. Scuote gli arbusti. Nel vento si sente il fumo dei ricami in seta e dei jeans bruciati. Delle borchie. Capisci? Come faceva Chester Casey a sapere il mio nome? Non c'eravamo mai incontrati. All'epoca io non avevo mai sentito nominare né Middleton né Rant. Logan Elliot ({ Amico d'infanzia): L'unica cosa davvero brutta, quando andavi a casa dei Casey, era che la madre origliava dalla porta del bagno. Giuro. La prima volta che ci sono andato, aprendo la porta me la sono trovata lì, a bloccarmi il passaggio. Mi ha detto: «Ti sarei grata se in futuro, quando vieni a casa nostra, orinassi da seduto...». Anche se non sapevo cosa voleva dire "orinare" ho capito lo stesso. Echo Lawrence: Quella sera, aspettando l'autobus, Rant e suo padre hanno socchiuso gli occhi davanti a una nuova stella che spuntava all'orizzonte, sempre più grossa, una nuvola di vento e scarichi di diesel, una stel-
la esplosa in abbaglianti bianchi, luci di posizione gialle, fanali di coda rossi. Una cabina grande, di quelle abitabili, a doppio rimorchio. Già sparito. Rant dice: «Conoscerò una ragazza?». Dice: «E tu come lo sai?». E suo padre dice: «Esattamente come so che un vecchio ti si è avvicinato in macchina e ti ha parlato prima che tu corressi a chiedere aiuto per nonna Esther» dice Chester. «Un vecchio su una Chrysler, che ti ha detto di essere il tuo vero padre.» Sputando nero, uno schizzo obliquo sulla ghiaia, Rant dice: «Che modello di Chrysler?». E Chester Casey dice: «Così come so che nonna Esther vedendolo si è messa a gridare, dicendo che era il diavolo, e ti ha ordinato di scappare». A est del cartello della fermata spuntano le stelle vere. In alto, sopra le loro teste, ne appaiono altre. Tremolano un po', poi restano accese. Grattandosi le punture d'insetto, sfregandosi per scacciare la pelle d'oca, Rant dice: «Ammettendo che sia vero, cos'altro mi avrebbe detto, quel vecchio?». Cammy Elliot ({ Amica d'infanzia): A casa dei Casey, se mangiavi il burro di arachidi, la signora Casey ti faceva sempre lisciare la superficie di quello che rimaneva nel barattolo. Così sembrava sempre fresco, come appena comprato. Echo Lawrence: Chester Casey dice a suo figlio: «Quel vecchio ti ha detto che era il tuo vero padre, e di andare a cercarlo in città non appena potevi». La punta dello stivale da cowboy di Chester batte contro la valigia di cartone, e lui dice: «E ti ha anche detto dove trovare tutti questi soldi». E Rant sputa catrame nero, così vicino che qualche schizzo raggiunge la valigia. Saliva infetta di rabbia. Nero che imbratta la valigia immacolata. Seduto lì, Rant scuote la testa, no. Chester Casey dice: «Quel vecchio diceva la verità, quando ha detto che era il tuo vero padre». Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Non chiedetemi di provare pena per lui. Nelle grandi città sono tutti dei pervertiti. Rant raccontava quella storia solo per sentirsi come gli altri. Era una sfida come tante tra padre e figlio, solo che lui e il signor Casey si sono spinti un po' più in là.
Echo Lawrence: Ai confini del mondo spunta un'altra stella. Rant dice: «Non è vero, lo dici solo per non farmi sentire nostalgia di casa...». Risistema il sedere sulla valigia di cartone piena d'oro. In città, gli dice Chester, Rant troverà il suo vero padre, e anche suo nonno. Rant scoprirà la sua vera natura. «La prima cosa che devi fare» dice Chet, «appena incontri Echo Lawrence, è darle un bacione da parte mia.» Dice: «Poi devi dirle che sa di colesterolo troppo alto». Brenda Jordan ({ Amica d'infanzia): Non lo dica a nessuno, ma una volta Rant mi ha fatto vedere una moneta d'oro da venti dollari che sua madre gli aveva dato prima di partire. Datata 1884. La signora Casey ha detto che Chet Casey non era il vero padre di Rant, ma non ha mai raccontato come aveva avuto quella moneta che Rant si è portato dietro come portafortuna. Echo Lawrence: Poi suo padre, Chet Casey, non so se per dargli la buonanotte o dirgli addio, si china sulla testa di Rant. Avvicina la faccia alla fronte di Rant, nel punto in cui il vento gli spinge indietro i capelli, verso quel pezzetto di pelle nuda, e lo tocca. Le sue labbra si posano un attimo e rimbalzano via. Chester dice: «Di' a Shot Dunyun di non far bere la sua carlina Sandy dal gabinetto». Un'altra informazione impossibile. Shot e Chet Casey non si erano mai incontrati. Nemmeno io sapevo come si chiamava la sua cagnolina. La nuova stella si ingrandisce. I fanali dell'autobus sono un punto luminoso che si spezza in due stelle separate. A mano a mano che quelle luci si avvicinano a Rant e a suo padre, i fanali si allargano sempre di più. «Appena scopri la tua vera natura» dice Chester a suo figlio, «riportala di corsa a Middleton.» Irene Casey ({ Madre di Rant): A Middleton, ogni volta che qualcuno apre bocca devi chiedergli: «Perché mi stai dicendo questa cosa?». Shot Dunyun (e Party Crasher): Assurdo, no? Eppure le ultime parole che il padre di Rant gli dice, gridando mentre lui lo saluta con la mano dal finestrino dell'autobus, sono: «Trova la verità e torna subito indietro, così forse riuscirai a impedire a quel malato di mente di aggredire tua ma-
dre...». Echo Lawrence: Chester Casey, con i pollici infilati dietro la fibbia della cintura che gli regge i jeans, dice: «Non stare a rifletterci troppo. Niente di tutto questo avrà senso finché non sarà, quasi, troppo tardi». Il padre di Rant grida: «Mi dispiace da morire al pensiero che non ti rivedrò mai più». 15 Picchi incanalati Shot Dunyun (e Party Crasher): Tu pensa che schifo. In questo negozio, in cima alla lista dei più noleggiati di tutti i tempi, c'è roba come Piccola Becky passeggia in una bella giornata di primavera. Merda del genere, puttanate rassicuranti, eppure ci sono dei coglioni che vengono qui e chiedono di noleggiarla per tutta la giornata. Io in questo settore ci sono entrato perché le trascrizioni mi sono sempre piaciute, fin da quando ero piccolo, però certe cose non le reggo. Non è merda, di più. Otto ore ogni giorno a noleggiare copie di Piccola Becky cerca conchiglie in riva al mare. Tutti che vogliono le stesse cagate commerciali. Ti dicono che è per il figlio, ma non è vero. Questi coglioni obesi di mezz'età cercano solo qualcosa per ammazzare il tempo. Niente che sia cupo, innovativo, complesso. Niente di artistico. A loro basta che ci sia il lieto fine. Una storia d'amore filtrata attraverso il cervello rose e fiori di qualcun altro. L'esperienza base, il cosiddetto "picco incanalato", non è altro che la registrazione di una trascrizione neurale, una copia di tutti gli stimoli sensoriali che un testimone ha raccolto intagliando una zucca di Halloween o vincendo il Tour de France. Ufficialmente è così che si definisce il partecipante primario: testimone. La testimone più famosa in assoluto è Piccola Becky, ma questo non vuol dire che sia la migliore. Piccola Becky è semplicemente abbastanza decerebrata da piacere al grande pubblico. La chimica del suo cervello ti fa percepire in modo dolce e delicato esperienze di picco come una partita di baseball tra bambini. Una gita in carrozza. Il giorno di San Valentino. Una merdosissima mattina di Natale. Lei è quello che un tempo erano le star del cinema. Il veicolo che ti guida attraverso un'esperienza. Piccola Becky non è altro che un individuo di
indole gentile, con i livelli di serotonina ideali, il giusto mix di dopamine ed endorfine. Sì, ammetto che forse io con tutta questa nuova tecnologia mi ci sono bruciato un po' il cervello. Ed è anche vero che con le trascrizioni ho smanettato un bel po'. Prendi una copia di Piccola Becky alla festa di Halloween, ti sei preso un acido e la rivivi. Colleghi la porta, attivi tutte e cinque le tracce: tattile, audio, olfattiva, visiva e gustativa. Ti cali un acido. E al tempo stesso scarichi la trascrizione di te che vivi la festa di Halloween sballato. Poi fai rivivere questa trascrizione a uno con la sindrome di Down o la sindrome feto-alcolica, e intanto scarichi. Poi prendi quest'ultima trascrizione e te la filtri attraverso un cane, che so, un pastore tedesco, e a quel punto sì che ti viene fuori un prodotto decente. Sul serio. Un picco che vale i soldi e il tempo persi a incanalartelo. Eppure, per quanto sembri assurdo, se una cosa del genere la metti sullo scaffale ricevi solo lamentele. La stronzissima verità è che gli utenti di questo settore sono dei coglioni. Il giorno che è uscito Piccola Becky e la caccia al tesoro, la fila di stronzi qui fuori arrivava fino all'angolo. Abbiamo messo in giro qualcosa come millecinquecento copie. I miei picchi favoriti se ne stanno lì sullo scaffale "Scelti dall'esperto" a prendere la polvere. Nessuno vuole incanalarsi dieci ore di Farsi sparare in guerra o Sessanta secondi dalla fine: gli ultimi minuti dei peggiori incidenti aerei della storia. A me la roba che piace è quella. Il mio pezzo preferito è quando il testimone inizia a scaricare l'esperienza di picco. Ha appena commutato la porta per scaricare la trascrizione, e senti l'odore del carburante dell'aereo un attimo prima che prenda fuoco. Senti il sapore di bourbon che lui aveva in bocca. La cintura di sicurezza dell'aereo è così stretta che ti sega i fianchi. I braccioli del sedile ti vibrano sotto i gomiti, e le ossa ti si irrigidiscono, tutte le giunture si bloccano dentro i muscoli contratti. Alla fine di ogni morte incanalata senti un bip, nel punto in cui la trasmissione si è interrotta. L'ultimo flusso neurale del tizio in questione, scaricato sul cellulare della moglie. Quando converti la porta dietro il collo per diffondere il segnale dei tuoi stimoli neurali, e trasmetti l'esperienza che stai vivendo, ufficialmente si dice che stai "scaricando". "Trascrittore" è il termine generico con cui si definiscono gli artisti che smanettano con le trascrizioni neurali, sia che le creino da zero o che le in-
canalino o che smorzino le tracce. Ma le loro opere non vendono. Nessuno studio è disposto a distribuire sul grande mercato i picchi davvero radicali. Gli studi hanno un linguaggio commerciale tutto loro. Magari ti lanciano un Giro dell'Antartide vissuto attraverso un primario come Robert Mason, vale a dire un paio di occhi e di orecchie noiosissimi. Ma perfino in quel caso gli studi addolciscono il picco filtrandolo attraverso un gatto castrato, un prete cattolico, una casalinga che si strafà di estrogeni. I prodotti che arrivano sul mercato sono sdolcinati, roba scialba. Le tracce non sono bilanciate, di più. È il cibo spazzatura dei picchi incanalati. E poi, adesso c'è questa novità delle interruzioni automatiche. Se mentre ti incanali un picco il tuo battito cardiaco o la pressione sanguigna superano i limiti federali, il picco si interrompe. Il che significa che c'è una schiera di avvocati che tenta di parare il culo all'industria. Roba tranquilla, morbida, sfumata, mixata su misura per diventare un regalo perfetto per ogni occasione. Non noiosa, di più. Eppure l'anno scorso l'esperienza più venduta in questo negozio aveva come titolo Viaggio attraverso il paese in treno a vapore. Giuro. Un cofanetto da settantadue ore di picchi in cui non fai niente, a parte startene seduto su un cazzo di treno a guardare il paesaggio scorrere dal finestrino. Senti l'odore dei sedili, del liquido per pulirli. Quelli della postproduzione non si sono nemmeno preoccupati di cancellare la puzza dei prodotti chimici. Il testimone è Robert Mason, e per tutto il viaggio ha indosso un paio di pantaloni di lana che prudono. Senti l'odore della sua colonia Old Spice. La cosa più emozionante è andare nel vagone ristorante a fare colazione con uova al prosciutto untissime. L'avessi fatta io, quella trascrizione, sarei sceso dal treno a ogni fermata. Avrei girato posti come Reno e Cincinnati e Missoula. Mi sarei rivissuto tutto il viaggio attraverso un cane, uno dei trucchi più classici per potenziare la traccia olfattiva. Gli odori esplodono. Per la traccia del gusto avrei usato i migliori picchi gastronomici a disposizione, filtrando le tracce attraverso qualcuno che sta facendo una dieta da fame, per rendere i sapori più corposi. Tecnicamente si dice "affilare". Metà dell'industria è composta da scoppiati che filtrano la roba per amplificare le tracce. Quella audio te la fai fare da un cieco. Oppure - anche se non è illegale, di più - prendi una traccia tattile e la filtri attraverso un bambino di un anno, e il velluto sembra davvero velluto. Il granito, granito. Niente seghe mentali sulla consistenza delle cose. Niente calli che ti
falsano la sensazione della pelle vera o dei capelli. Un bambino così piccolo non ha bisogno di ficcarsi una porta di incanalamento nel collo, anche se in giro qualcuno che ce l'ha lo vedi. L'industria dei picchi è piena di figli di puttana che non ci pensano due volte a lasciarti remixare un picco porno attraverso il figlio. Non è di cattivo gusto, di più, eppure i picchi porno reincanalati attraverso la pelle morbida e sensibilissima di un bambino li riconosci subito. Ci credo che poi il mondo reale alle esperienze incanalate gli fa una pippa. I bambini amplificano la traccia del tatto. I ciechi potenziano il suono. Gli affamati, la traccia del gusto. I cani, gli odori. Per gonfiare le tracce visive, alcuni tecnici le reincanalano attraverso gli uccelli. Falchi, magari. Sì, insomma, uccelli predatori. A scuola conoscevo dei tizi che si facevano filtrare le cose dai sordi, perché dicevano che così la traccia visiva aveva una risoluzione migliore. Prendi tutte queste tracce reincanalate, le mixi, e allora sì che hai un viaggio in treno che merita. Quello che voglio dire è: se proprio devi smerciare un'esperienza di merda, almeno fai in modo che la qualità sia alta. Il punto è che stiamo parlando di settantadue ore della vita di una persona. Quel picco prenderà il posto di qualcosa di reale che la persona potrebbe fare, perciò il minimo è che sia decente. Diavolo, non decente, di più. Se un coglione decide di buttare via tutto il suo tempo, quanto meno il viaggio andrebbe reso più piacevole filtrandolo attraverso una coniglietta di Playboy fatta di eroina. O come minimo di morfina. Così almeno, mentre guardi quelle cazzo di pallosissime montagne ti puoi accarezzare un paio di tette della madonna col cervello spappolato dagli oppiacei. Per la Festa del papà io consiglierei un regalo del genere. A scuola, quando tutte le accademie di cinema hanno fatto la conversione, quando l'intera industria cinematografia si è convertita alle trascrizioni neurali, i miei lavori migliori io li ho fatti reincanalandoli attraverso dei tossici. Intorno ai corsi di trascrizione girano un sacco di eroinomani disposti a addolcire i lavori degli studenti in cambio di denaro. Oppure gente che si fa di anfetamine e ti lascia reincanalare su di loro i picchi noiosi per aumentare il ritmo. Se ti serve soltanto un po' di sfocatura devi trovare un amante della codeina, scarichi il mix attraverso di lui e i contorni delle cose diventano meno definiti. Molto più morbidi. Nelle scuole di trascrizione a volte ti fanno l'esame delle urine, scegliendo la gente a caso. Ecco perché, per reincanalare, devi usare un esterno. Se
hai chiesto un prestito studentesco di centomila bigliettoni per prenderti il diploma in trascrizione neurale, ci pensi due volte prima di farti beccare con della roba nel piscio e rischiare di farti sbattere fuori. Se vuoi incanalare roba per il mercato, come prima cosa devi imparare come individuare un picco che abbia un potenziale commerciale. Poi devi imparare come scegliere il partecipante primario adatto a fare da testimone. Come strutturare l'esperienza. Se si tratta di un pranzo di sedici portate o di un giro in mongolfiera sopra l'Olanda, devi capire come piazzare i punti di interesse a intervalli regolari. Inoltre, devi mantenere la concentrazione: quando uno si incanala un picco di nuoto attraverso la Manica non ha voglia di farsi distrarre da un crampo o da un mal di testa. Chi cazzo vuoi che lo compri, un mal di testa di due ore? E non serve a niente reincanalarlo attraverso un picco di analgesico. Cancellare un mal di testa dalla traccia tattile non è impossibile, di più. Fidati. Se con le trascrizioni vuoi guadagnarti da vivere, la via più sicura è incanalare per il mercato dei beni di consumo. Quei picchi in cui sei sempre lì a bere Coca-Cola vestito Nike da capo a piedi, e i loghi e le marche dei prodotti appaiono al centro del campo visivo. In cui mangi roba con sapori così incredibili, così da bava alla bocca, che capisci subito quanto la traccia del gusto è stata filtrata attraverso un indigeno affamato di chissà quale paese colpito da carestia. Assurdo, no? Eppure c'è gente che, per cinquanta dollari di riso e latte in polvere, è riuscita a reincanalare tutta la traccia del gusto attraverso così tanti poveracci scheletrici che non riesci nemmeno ad arrivare in fondo al picco, perché ti viene una voglia pazzesca di comprarti una bibita. Una ciambella. Un hamburger. La colonia Old Spice. Alla scuola di trascrizione ti insegnano tutti i trucchi per dosare il ritmo nel modo più efficace, evitando di travolgere l'utente. Studi i criteri legali su cui si fondano i codici di produzione e il sistema dei divieti. Che differenza c'è tra un picco per famiglie e uno vietato ai minori di 14 anni. Le classificazioni si basano sulle reazioni fisiche, sul bilancio elettrolitico e i livelli ormonali, sul battito cardiaco e il ritmo respiratorio di un pubblico campione. Un buon modo per appiattire un picco - per esempio abbassando il divieto dai 18 ai 14 - è farlo rivivere a un tizio che si fa un sacco di canne. È il sistema più semplice. Per il diploma ogni studente doveva produrre un'esperienza di picco con una durata da distribuzione. Io ho avuto un'idea grandiosa. Qualcosa come cinque o sei ore di contenuto sensoriale commerciabile. Un'idea della ma-
donna. Ho organizzato una festa. Invitando un amico asiatico. Un'ebrea. Un nero. Un frocio. Una lesbica strafiga. Una cheerleader etero. Un nativo americano. Un burino del Sud. Un tizio latinoamericano. Un irlandese. Un eschimese. E via dicendo. Uno per tipo. Loro non lo sapevano, ma alla festa io per tutto il tempo ho incanalato, passando dieci minuti esatti a parlare con ciascuno. Come ciliegina sulla torta, alla fine ho chiesto a ogni ospite di riviversi la festa da capo. Così che tutti incontrassero se stessi, e per i dieci minuti in cui avevamo parlato potessero vedersi, sentirsi, odorarsi e toccarsi. Poi, assemblando tutti i picchi, ho creato un unico picco di quattro ore, potenziato dall'incontro di ciascuno con se stesso. L'indù che incontra l'indù. Il quacchero che incontra il quacchero. Cazzate del genere, per ore. Un altro studente del mio stesso corso ha incanalato la nascita del suo primo figlio, dopodiché l'ha rivissuta attraverso se stesso con il figlio in braccio in una giornata di sole. Quattro ore di sentimentalismo puro, tinto di Percodan. Si capisce subito quando un picco è reincanalato attraverso una persona fatta di antidolorifici, perché compare un leggero effetto flou. Ebbene, la commissione di facoltà ha stabilito che il picco di mister Percodan aveva un potenziale commerciale altissimo. Gli hanno dato 360 punti su 400. La mia tesi è stata decisamente meno apprezzata. Non un disastro, di più. Niente aumenta il contrasto come l'adrenalina. Gli ospiti della festa, vedendo come risultavano agli occhi degli altri, erano andati così in paranoia che alla fine ne è venuto fuori un picco quasi insostenibile. Non angosciante, di più. Incanalandotelo sudavi così tanto che il flusso si interrompeva in continuazione. Alcuni membri della commissione dopo due ore si sono dovuti scollegare. Il mio progetto partiva dall'idea che alle persone avrebbe fatto piacere incontrare altre persone identiche a loro. Altrimenti perché la maggior parte dei francesi se ne starebbe in Francia? E perché i battisti del Sud frequenterebbero tutti la stessa chiesa? Per stare con gente dello stesso stampo. La vera menata è che la commissione mi ha negato il diploma. Quel branco di coglioni. Adesso, ogni mese, quando devo spedire alla scuola la rata del prestito studentesco, in fondo all'assegno, dove dice "Causale", in quello spazio bianco scrivo sempre "Grazie, nessuno mi aveva mai leccato il culo così bene!".
Per pagare quelle cazzo di rate devo lavorare qui. Noleggiando copie di Piccola Becky e la caccia alle uova di Pasqua a poveracci che hanno solo voglia di riempire l'ennesima serata di solitudine. Gente che si annoia a morte. Assurdo, no? Ma in fondo in fondo, anche se non lo dico a nessuno, io so che quella tesi mancata non mi ha rovinato la vita. Mica tanto. Anche se adesso ho questi centomila dollari del prestito studentesco da ripagare, non posso lamentarmi. Perché qualcosa l'ho imparato, magari non su come si incanalano i picchi, ma sulle persone. Qualunque fortuna, talento o tecnologia possediamo, puntualmente troviamo il modo di sputtanarla. L'altro giorno viene qui il tizio del Percodan, quello che si è diplomato con un punteggio della madonna grazie alla sua esperienza di parto, per noleggiarsi un picco, con tanto di bambino in braccio. Con la massima disinvoltura mi butta lì che è riuscito a mettere sotto contratto Robert Mason per un picco di rafting su fiume che uscirà prossimamente. È diventato un pezzo grosso, lo stronzo. Un cocco dell'industria. Il bambino non ha ancora compiuto un anno, e lui gli ha già piazzato una bella porticina nera dietro il collo. 16 La squadra Echo Lawrence (e Party Crasher): Nelle serate "Luna di miele" io indossavo sempre lo stesso velo portafortuna. Altre volte mi mettevo un abito da sposa, lungo o corto. Di sera, ad agosto, su un'auto senza aria condizionata, non ti va di avere addosso centocinquanta strati di tulle coperto di seta pesante. Con tutte quelle sottogonne non riesci nemmeno a trovare la leva del cambio. D'inverno, invece, quando guidi in mezzo a una bufera di neve, facendo party crashing su una strada ghiacciata, quello stesso tulle può impedirti di morire assiderata. Shot Dunyun (e Party Crasher): Quella sera la squadra era composta da Echo al volante, Green Taylor Simms come passeggero davanti, io come co-vedetta P destra, e come co-vedetta P sinistra una certa Tina Qualcosa, che però continuava a scalciare contro il sedile di Echo dicendole dove doveva andare a cercare macchine con la bandiera esposta. Le indicazioni non richieste sono una rottura di per sé. Se poi vengono da una che viaggia in P destro è davvero troppo. Accettabile, neanche per
il cazzo. Echo accosta, e Green dice: «Basta». Questa Tina Qualcosa dice: «E va bene». Spalanca la portiera, si raccoglie le gonne dell'abito da sposa rosa. Dice: «Piuttosto che fare da schiava a voi preferisco incanalarmi un Piccola Becky». Io e Green siamo uno splendore, con i nostri smoking. Cravattino nero, garofani finti incollati al bavero. Abbiamo scritto "Oggi sposi" su entrambe le fiancate della macchina usando tubetti su tubetti di dentifricio bianco. Ci abbiamo appiccicato dei biscotti Oreo spezzati a metà. Abbiamo legato campanacci e lattine al paraurti posteriore, violando di brutto i Regolamenti antirumore della TI-VEDO, ma quando c'è di mezzo una coppia di sposini anche i diurni chiudono un occhio. Con i campanacci che rimbalzano su e giù e le stelle filanti bianche che sventolano dall'antenna della radio, ci ritroviamo accanto al marciapiede, dove c'è un tizio fermo con le mani in tasca. Tina Qualcosa gli lancia il bouquet da sposa dicendo: «Ehi, bello». Gli grida: «To'!». I fiori di seta gli atterrano dritti in faccia, ma lui riesce a prenderli al volo di rimbalzo. Il tizio ha i riflessi pronti. Ha i riflessi pronti e a noi manca una vedetta. Assurdo, no? Gli grido: «Tu!». Gli dico: «Soldi per la benzina ne hai?». E il caso vuole che il tizio in questione fosse Rant Casey. Echo Lawrence: Ti spiego. Entrare in una squadra di crashing è come iniziare un qualsiasi altro sport. Se la squadra è già consolidata, parti dal ruolo meno importante. Ovvero la co-vedetta P sinistra, che occupa il sedile posteriore dietro il conducente. La posizione numero tre è quella di covedetta P destra, sul sedile posteriore dietro il passeggero davanti. La numero due è il passeggero davanti. Il ruolo di conducente è un po' come quello del quarterback, del centravanti, del lanciatore. Il numero uno. Quello fico. Tina Qualcosa (e Party Crasher): La mia vecchia auto - io la chiamavo Cherry Bomb - è finita dal dannato rottamaio. Marchiata a morte. Può succedere, e in quei casi magari ti ritrovi a dover ripartire dal gradino più basso, dietro un conducente che la macchina ce l'ha ancora intera. Tipo Echo Lawrence. Non che abbia niente contro di lei. Ma Echo è una sparaballe. Chiedile come si guadagna da vivere. Se non ti risponde "prostituendomi", sta mentendo.
Echo Lawrence: Seguimi bene. Le "squadre estemporanee" sono quelle che si mettono insieme per strada. Uno "squalo", ovvero un conducente che gira da solo e ha bisogno di una squadra come aiuto, protezione o compagnia, comincia a girare un po' prima che si apra la "finestra", cercando di raccogliere dai marciapiedi altri giocatori. Chi non ha la macchina si piazza all'angolo di una via col pollice di fuori. Quando una macchina accosta tu chiedi: "Giochi?". Chiedi: "Ci sono posti scoperti?". E il conducente magari ti dice: "Mi manca una co-vedetta P sinistra". Oppure: "Soldi per la benzina ne hai?". A volte, per entrare in una squadra in un ruolo scoperto devi dimostrare di riuscire a girare la testa completamente, rapido, senza scrocchi strani. Non ha senso caricarsi una vedetta che si porta dietro da uno scontro precedente un colpo della strega o una lesione cervicale. I soldi per la benzina non sono indispensabili, ma dimostrano quanto uno ci tiene. Tina Qualcosa: Gente con una vertebra spostata, sfigati che notoriamente ci vedono male al buio o sono miopi... Gente così, sul marciapiede, può starci anche tutta la notte. E magari a volte passa una squadra compassionevole che se li carica in una posizione insignificante. Se l'auto è grossa, lo sfigato a volte si becca la posizione di "mascotte", in mezzo al sedile posteriore, dove l'unica cosa che può fare è parlare per tenere alto il morale. Altrimenti non ti fila nessuno. Se hai il torcicollo o la vista corta ti conviene avere sempre con te un sacco di soldi per la benzina, e pregare che passi una squadra generosa col sedile dietro bello grande. Devi coltivare le tue doti di conversazione, le battute. Echo Lawrence: La "finestra" è il periodo di tempo tra l'inizio e la fine di una partita. Che so, una finestra di quattro ore il sabato. Oppure una finestra notturna di lunedì, completa, dalle otto alle otto. Shot Dunyun: La sera che l'abbiamo conosciuto, Rant era scappato dall'albergo in cui l'avevano piazzato in attesa di assegnarlo alle residenze temporanee per notturni. In una città dove la maggior parte della gente non fa altro che lavorare o incanalarsi picchi, un ragazzo senza lavoro e con la porta che non funziona per forza se ne va in giro da solo di notte. Rant sale in macchina e mi dà una moneta da venticinque centesimi. Ma
si può? Venticinque centesimi per fare benzina. Solo che la moneta è d'oro, e datata 1887. Io non avevo idea di che moneta fosse, ma Echo ha ingranato la marcia e ci siamo infilati nel traffico. Rant è montato sul sedile posteriore della nostra macchina come se ci avesse aspettato all'angolo di quella via per tutta la sua cazzo di vita. E Green, girandosi indietro, gli ha detto: «Mi faresti dare un'occhiata a quella moneta?». Echo Lawrence: Un buon conducente deve guardare soltanto avanti. Una buona vedetta posteriore deve guardare soltanto dietro e di lato. Non sta a loro preoccuparsi di dove va la macchina. Un buon passeggero davanti copre il suo lato e mezzo parabrezza. Non devi tenere d'occhio soltanto le macchine da colpire. Ma anche quelle che vogliono colpire te. Quelle che stanno già seguendo qualcuno. Eventuali auto della polizia. E non solo durante un inseguimento, ma sempre, quando stai fermo, quando fai esca, quando draghi. Oppure quando stai braccando qualcuno. "Fare esca" significa piazzare un veicolo perfetto, vergine, pulito e lucido, al centro della strada, che in linguaggio tecnico si chiama "campo" o "rotta" o "labirinto". Solo un idiota si metterebbe a seguire una due porte rosso fuoco fresca di autosalone, che viaggia tranquilla nella corsia centrale sventolando i simboli del gioco: lattine di "Oggi sposi" o vernici di mammine che portano i figli in palestra. Ma ovviamente un sacco di principianti lo fanno. Vogliono un pezzo di quella vernice rossa nuova nuova, e partono a razzo. I veterani, le squadre che sanno cosa vuol dire "fare esca", ci pensano due volte. Nei paraggi ci sono sempre le auto-ombra, disposte a rete tutt'intorno. Sono le squadre che fanno gruppo con l'auto-esca, pronte a schiantarsi contro i principianti appena questi vengono allo scoperto. La prossima volta che sentirete su Traffico Esplicito parlare di un'epidemia di pessimi guidatori, si tratterà semplicemente di auto-ombra che fanno man bassa di novellini. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Leoni, tigri e orsi, mio Dio! Qualunque sia la mascotte della vostra squadra, prestate attenzione alla vera e propria ondata di ultra che si prepara per stanotte. A quanto pare, stasera tutti i nostri amici sportivi si sono messi al volante sventolando i colori della squadra del cuore. Forza Giaguari! Segnaliamo un tamponamento a catena che ha coinvolto sei veicoli sul lato nord del Post Circle. Difficile stabilire chi abbia vinto, ma a una prima occhiata sembrerebbero tutte
squadre di appassionati sportivi. Nessun danno da segnalare, anche se le telecamere controlla-traffico mostrano parecchie persone che litigano nella corsia d'emergenza. Echo Lawrence: La prossima volta che ti capita di passare vicino a un grosso tamponamento a catena, se sei abbastanza svelto e guardi avanti, è probabile che in lontananza tu veda l'auto-esca - che di solito è rossa e bellissima - che scompare dietro un angolo. Tina Qualcosa: Marchiare qualcuno in modo molto leggero si dice "flirtare". Che so, gli dai un colpetto sul retro con il parafango di una ruota. Se il bersaglio ti vede e gli piaci, quando ti allontani comincia a seguirti. Di solito la gente fa party crashing per stare insieme ad altre persone. È un'attività molto sociale, un modo per conoscere gente, per qualche ora te ne stai seduto in macchina a raccontare storie. Potresti tranquillamente startene seduto a casa, ma incanalarsi una festa non vuol dire stare in compagnia. Puoi anche incanalarti una festa intera, ma alla fine hai comunque passato la serata da solo. Anche il party crashing può diventare noioso, se non trovi un'altra squadra con la bandiera designata, ma almeno ci si annoia tutti insieme. Come una famiglia. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Il party crashing piace soprattutto agli individui troppo poveri o troppo ricchi per prendere parte alla corsa verso il successo economico che caratterizza la classe media. Il signor Dunyun e la signorina Lawrence erano convinti di non avere nulla da perdere. Shot Dunyun: Non facciamo in tempo a percorrere due cazzo di isolati che la nostra auto di colpo fa un salto in avanti, i pneumatici stridono sull'asfalto. Uno squalo ci ha appena piantato i denti nella vernice a ore sette, ed è pronto a marchiarci il quarto posteriore sinistro per la seconda volta. Con il bouquet di fiori di seta ancora stretto in mano, Rant si volta di scatto e dice: «Ci è venuto addosso!». Grida: «Quello ci è venuto addosso!». Nello specchietto retrovisore Echo dice: «E tu perché gliel'hai permesso?». Dice: «Vedi di tenere d'occhio il tuo cazzo di finestrino...».
Green tiene la moneta d'oro stretta tra due dita, tocca i bordi, dice: «Come sei venuto in possesso di questa moneta straordinaria?». Ed Echo pesta sull'acceleratore, imbocca la prima a destra, e lo squalo è ancora lì, che si mastica la nostra vernice. Tina Qualcosa: Tutti sanno che le sere di luna piena sono dedicate agli sposi. Una luna di miele aperta a tutti. Se lo fai ogni mese per un paio d'anni, finisci per accumulare un sacco di vestiti da matrimonio. Armadi interi. Camicie a balze e smoking con le code. I miei preferiti sono gli abiti da sposa rosa sorbetto. Ma di solito chi fa party crashing va sul classico: gonna gigante, velo vaporoso. Il più delle volte succede che una squadra dà un colpo al retro di un'altra, e tra tutte e due le macchine saltano fuori qualcosa come otto spose, che si mettono a sbraitare una contro l'altra nella corsia d'emergenza. Alcune hanno le braccia pelose e il pomo d'Adamo che fa su e giù sotto il mento squadrato e con un filo di barba. Vedi le nocche di una mano pelosa che alzano il lembo di un abito da sposa, scoprendo un paio di stivali da lavoro coperti di grasso. Tutta una squadra in gonnelloni e veli: neri, bianchi, uomini e donne. Tutte spose. Echo Lawrence: Per cominciare, le notti di luna piena sono le migliori. Le bandiere si vedono benissimo. Prendi della schiuma da barba e scrivi "Oggi sposi" sulle portiere, sul cofano e sullo sportello del bagagliaio. Leghi qualche stella filante bianca all'antenna della radio e ti metti i vestiti più eleganti che hai. Una squadra principiante per giocare spenderà sì e no dieci dollari. Gli sposi veterani devono tenere il conto con le dita. Toyota, Buick, Mazda, Dodge, Pontiac. Rossa, blu, argentata, nera. Per alcuni veterani una luna di miele può voler dire la quinta macchina di fila che comprano, per poi farla coprire di ammaccature. Shot Dunyun: Nelle serate "Luna di miele" vedi a ogni isolato auto con la scritta "Oggi sposi". Spose ferme all'angolo in attesa di uno sposo libero. Sposi con tanto di cilindro impalati sul marciapiede, che aspettano una sposa munita di quattro ruote. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Quando ci si veste per una serata "Luna di miele" è di fondamentale importanza fissare il mazzolino di fiori che di solito si porta appiccicato al petto con del nastro biadesivo. In
caso di incidente è meglio non avere uno spillone piantato in corrispondenza del cuore. Echo Lawrence: Altro consiglio: spruzzate sui sedili uno spray impermeabilizzante. Prima di Tina Qualcosa abbiamo avuto una vedetta principiante che al momento del contatto sedeva dietro. Uno squalo ci viene addosso, marchiandoci sull'angolo posteriore destro così forte che la macchina sbanda. Traffico e fari che ci vengono addosso da tutte le direzioni, clacson che strombazzano, e la novizia se la fa addosso. Il danno della marchiatura era una scemenza, roba che con un po' di vernice la sistemi. Ma il piscio di quella abbiamo continuato a pulirlo per settimane. Shot Dunyun: Lo squalo ci sta ancora attaccato al culo, vuole marchiarci di nuovo. Un coglione su una Maserati quattroporte Executive GT color bordeaux Pontevecchio. Mi giro, allungo il collo dal finestrino dietro e vedo che lo squalo non è da solo. Il passeggero davanti è una nuvola di rosa. Una sposa. Tina Qualcosa, quella che abbiamo appena scaricato. I denti di Tina disegnano un ovale, tanto ha la bocca aperta. Tanto se la sta ridendo mentre il paraurti dello squalo ci martella il culo. Con il bouquet di fiori finti di Tina ancora stretto in mano, Rant si contorce dentro la cintura di sicurezza, cercando di dare un'occhiata, e dice: «Ma perché ci segue?». Echo Lawrence: Dopo che qualcuno è stato marchiato, le spose e gli sposi, i testimoni e le damigelle d'onore, tutti quanti fingono una crisi di rabbia. Si mettono a strillare con gli occhi fuori dalle orbite. Simulano una lite a uso e consumo delle persone che rallentano per guardare. L'effetto curiosità. Il traffico rallenta per godersi lo spettacolo. La polizia non si ferma mai, non per un paraurti piegato. I giocatori lo fanno per spremere al massimo il momento in cui la loro vita di colpo rallenta. L'impulso che si produce quando due macchine entrano in contatto. È gente normale, che ogni giorno vede la propria vita strizzata in dollari, ore e giorni interi compressi come zone deformabili di una macchina sacrificata. Tutte le ore che passano a servire ai tavoli o a smistare posta o a vendere scarpe piano piano si restringono fino a diventare una somma sufficiente a comprarsi quattro ruote. Un abito da sposa. Ad attaccare qualche lattina e comprare un po' di schiuma da barba.
Poi, alla prima luna nuova, questa gente parte alla caccia. O per farsi cacciare. Girano sulle loro macchine salutando con la mano quelli che non partecipano. Guardano in tutte le direzioni in cerca di uno squalo, tendono l'orecchio per catturare il rumore delle lattine nemiche, finché un'altra squadra di "Oggi sposi" non li vede e comincia a inseguirli. Una sterzata, strisciate nere di pneumatici, macchine che sfrecciano una dietro l'altra così veloci che le lattine nemmeno toccano terra. Una luce rossa e poi... il momento in cui il tempo esplode. Quello che gli ingegneri dei crash test chiamano "l'impulso". Dagli appunti di Green Taylor Simms: A cominciare dall'esercizio cognitivo di Babbo Natale, il bambino è incoraggiato a condividere la stessa idea di realtà dei suoi simili. Per quanto palesemente fittizia e assurda possa essere tale realtà, il bambino è incoraggiato a credervi mediante i doni, che avallano e promuovono la menzogna culturale comune. La più grande forma di consenso che la società moderna conosce è il sistema del traffico. Un flusso di perfetti estranei che interagisce, condividendo uno stesso percorso, perlopiù senza incidenti. È sufficiente il dissenso di un solo conducente perché si crei l'anarchia. Echo Lawrence: Quando un'auto colpisce un'altra auto da dietro, le spose vengono spinte contro le cinture di sicurezza, e i veli le sferzano con tanta forza che sul viso si produce un'irritazione nota tra i giocatori come "bruciatura da pizzo". In quell'istante il tempo rallenta. Ogni momento lungo un secolo di tutte le giornate noiose esplode in quella frazione di secondo. Nell'impulso. Il tempo si comprime fino a esplodere al rallentatore in un istante destinato a durare anni. La macchina che hai comprato con i tuoi risparmi si è accartocciata, è un po' più piccola, ma la tua vita si è ingigantita di colpo. È più grande. È tornata alle sue dimensioni naturali, o anche oltre. Le spose sul ciglio della strada che si lanciano addosso il riso per farsi male non fanno altro che tentare di prolungare quel momento. Spremere l'impulso. Shot Dunyun: Nel lunotto posteriore, Tina e lo squalo si fanno più grandi, ridono e si sporgono in avanti al punto che il loro fiato appanna il parabrezza. Il loro paraurti ci sbatte contro a ore cinque, facendoci cigolare gli ammortizzatori. I loro pneumatici anteriori ci girano così vicini che i
sensori di parcheggio di Echo cominciano a suonare. I bip sono sempre più veloci. Lo squalo non è vicino, di più. Le sue ruote staccano una lattina dallo strascico, appiattendola e spezzando il filo. Così vicino che adesso i sensori di parcheggio mandano un unico bip continuo. Rant si sporge in avanti, dà una pacca sulla spallina imbottita dello smoking di Green e gli dice: «Comunque congratulazioni». Senza staccare gli occhi da quella moneta da venticinque centesimi d'oro, Green risponde: «Per cosa?». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Perpetuando le credenze in Babbo Natale e nel Coniglietto pasquale si spiana la strada a forme di socializzazione più evolute, tra cui la capacità di conformarsi a leggi di regolamentazione del traffico che consentono al maggior numero possibile di conducenti di mescolarsi sulle nostre arterie stradali. Ponendo inoltre l'accento sul fatto che il viaggio è sempre un mezzo per raggiungere un fine superiore, e che l'eccesso di emozioni e i pericoli insiti in esso vanno ridotti al minimo. Perpetuando così la falsa convinzione che il viaggio in sé abbia poco valore. Shot Dunyun: Tina e lo squalo si fanno fuori un'altra lattina, ci urtano di nuovo, poi indietreggiano. Se la ridono. «Be'» dice Rant muovendo un dito fra Green ed Echo, «ti sei appena sposato...» Green dice: «Nuova squadra a ore due». Ed Echo dice: «Trovatemi un buco!». Echo Lawrence: Sono lì che pigio sull'acceleratore con tutti e due i piedi, pregustandomi il momento in cui accecherò quella Tina Qualcosa con una manciata di riso crudo. Vedo già le mie quattro ruote marcire da un rottamaio, con la scritta in dentifricio "Oggi sposi" ancora fresca. Dagli appunti di Green Taylor Simms: L'attività solitamente definita "party crashing" rifiuta per l'appunto l'idea che il tempo trascorso in macchina sia qualcosa da sopportare al fine di compiere un'altra attività più utile e appagante. Tina Qualcosa: Alla prossima asta di automobili sequestrate dalla polizia voglio trovarmi a rilanciare contro Echo. Tra meno di uno scatto di contachilometri saremo in due ad aver bisogno di quattro ruote nuove.
Shot Dunyun: E quel coglione di squalo di colpo resta indietro. Echo Lawrence: Tina sbatte contro il poggiatesta, con le tette e il filo di perle che le volano su, all'altezza del collo. Bruciatura da pizzo. Da dietro di loro sale del fumo. Qualcuno li ha marchiati a ore sei. Sono fuori. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Il nostro squalo è stato aggredito da qualcun altro. La Maserati stramazza in un tripudio di campanacci, schegge di vetro e lattine. Shot Dunyun: Echo svolta un angolo e imbocca un vicolo buio. Spegne i fari e i fanalini di coda, mette in folle. Si alza il velo per guardare meglio Rant, poi gli dice: «Porta via quel tuo culo da diurno dalla mia macchina!». Offrendo a Echo la moneta d'oro, Green dice: «Hai idea di quanto vale questa?». E Rant Casey passa due dita sul sedile posteriore e se le annusa. Dice: «La ragazza che ha pisciato qui sopra tre o quattro settimane fa» Rant ci guarda, «quel giorno aveva mangiato peperoni». Rant scopre in un ghigno i denti nero catrame e dice: «Per caso qualcuno di voi conosce un certo Chester Casey?». 17 Sicari Lynn Coffey (e Giornalista): Il poeta Oscar Wilde scriveva: "Ognuno uccide ciò che ama...". Ognuno tranne quelli furbi. Se non volevano finire in prigione, i furbi assoldavano Karl Waxman. Tina Qualcosa (e Party Crasher): Io che ne sapevo di cosa aveva in mente Wax? Non potevo immaginarmelo. La prima sera che mi ha presa in squadra, durante quella serata "Luna di miele", dopo che Echo mi aveva scaricata, Wax si è accostato al marciapiede su una Maserati quattroporte Executive GT. Di un rosso molto scuro, un bordeaux Pontevecchio. Cruscotto in palissandro. Tettuccio foderato in alcantara, sedili riscaldati che ti fanno il massaggio svedese alle chiappe. Wax ha abbassato i cristalli elettrici dalla mia parte. Io sono lì sul mar-
ciapiede, con il mio vestito da sposa rosa, e Wax mi agita davanti qualcosa di molle e bianco. È così che si è presentato. «Prima di toccare qualsiasi cosa, bimba» mi dice, «mettiti questi.» Guanti di lattice. Lynn Coffrey: È una tragedia. Raramente i giovani acquistano questo genere di auto sportive sofisticate. Di sicuro non i giocatori di basket professionisti, né quelli di football. Non ci starebbero mai, su sedili di questo tipo. No, macchine simili finiscono solitamente nelle mani di persone di mezz'età o anziane, che non le usano quasi mai. Maserati e Ferrari e Lamborghini che rimangono chiuse in garage per anni, come amanti abbandonate, nascoste alla luce del sole. Jarrell Moore (e Investigatore privato): Dalle mie indagini emerge che nessuno è sicuro al 100 percento di chi gestisca il party crashing, ma è impossibile si tratti di un singolo individuo. Questa persona dovrebbe riuscire da sola a tenere il conto dei falli di ciascun giocatore. Se nell'arco di due mesi vieni accusato di tre falli, smetti di ricevere gli avvisi delle partite successive. Un fallo è marchiare troppo forte. L'impatto si calcola in base alla velocità di ciascuna macchina. Se la somma dà più di trenta chilometri orari è fallo. Se io viaggio a quindici, e tu a sedici, e tu sterzi per fare un frontale, l'impatto complessivo supera i trenta. E io se voglio posso invocare il fallo. Ma l'eccesso di impatto è solo uno dei falli possibili. Tina Qualcosa: Wax era in grado di spiegarti certi dettagli che nemmeno i legittimi proprietari sapevano. Tutti i tipi di decapottabili, la Fiat Spider, la Maserati Spider e la Ferrari Spider, prendono il nome da una carrozza del XVII secolo trainata da cavalli. Senza il tettuccio e con le ruote altissime, questa carrozza nera di tanto tempo fa somigliava a un ragno. Wax sapeva manovrare le palette del volante di una macchina da Formula 1 o con trasmissione cambiocorsa. Sapeva distinguere la tonalità di verde British Racing Green dalla Jaguar Racing Green, che è di mezzo tono più chiara. Quando apri la portiera di una Maserati, e solo di una Maserati, senti un suono acuto, quasi impercettibile... be', Wax sapeva che era la trasmissione idraulica che pressurizzava. «Mica male» diceva Wax, puntando il V8 di una Jaguar XJT color Winter Gold. Piegando le dita diceva: «Si sono scelti il volante riscaldato...».
Dopodiché, ingranava la seconda con il selettore del cambio J-gate e andava addosso a una Subaru station-wagon. Lynn Coffey: Nella cultura del party crashing, Karl Waxman era un cosiddetto "sicario". Una specie di assassino a pagamento. Shot Dunyun (e Party Crasher): La mia specialità è fornire la musica perfetta per una serata di party crashing. Ma, pochi cazzi, fare il sicario mi piacerebbe un casino. Un po' di tempo fa, una sera ho visto un sicario raschiare via fino all'ultimo centimetro di vernice dalla carrozzeria di una Saleen S7 da mezzo milione di dollari. Un'auto con un'altezza dal suolo di meno di nove centimetri, e lui che la guidava fuori strada. Non è da sadici, di più. Lynn Coffey: Il fatto che le persone assoldino un sicario è la riprova del loro amore per un certo tipo di veicolo. Un proprietario può aver voglia di distruggere una Rolls-Royce Silver Cloud o Silver Shadow, ma non riuscirebbe mai a profanare un'automobile così bella con le sue mani. Tina Qualcosa: Un giorno, su una Jaguar X-Type, Wax dice: «Non ci posso credere». Sbatte il palmo di una mano, sbam, sul volante di pelle e dice: «Ma guarda 'sto coglione! È così pidocchio che si è scelto i cerchi Tobago. Non dico i Proteus, ma almeno i Cayman!». Pigiando sull'acceleratore, Wax monta con la ruota anteriore destra sul marciapiede, quanto basta per travolgere una di quelle buche delle lettere rivestite in acciaio, un'esplosione di scintille e scaglie di vernice e buste bianche. Subito dopo, la ruota atterra con un tonfo nella canalina di scolo, e in tutto questo la lancetta del tachimetro non è mai scesa sotto i sessanta. Lynn Coffey: Tra le altre cose, Waxman si faceva pagare per eliminare automobili di lusso. Il più delle volte erano veicoli che i proprietari stavano per perdere in una combattuta sentenza di divorzio. O di cui non si potevano più permettere il mantenimento. Ma anche solo truffe ai danni delle assicurazioni. O dispetti. Un intermediario consegnava a Waxman le chiavi e una busta piena di contanti, di solito due o trecento dollari, e gli diceva dove avrebbe trovato il veicolo. Il proprietario andava fuori città, creandosi un alibi per i due o tre giorni in cui Waxman avrebbe scorrazzato con la sua auto. Quando il
proprietario tornava e denunciava il furto del veicolo, Waxman l'aveva già fatto sparire da qualche parte, dove non sarebbe mai più stato ritrovato. Shot Dunyun: Non scherzo, ho visto gente fermarsi nel bel mezzo di un funerale, con il morto che sorride lì nella bara, le vecchie che piangono, e qualcuno si ferma per cambiare la musica. Mozart anziché Schumann. La musica è fondamentale. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Mettiamo che stai viaggiando sull'interstatale in direzione sud, viaggi nella corsia di mezzo ascoltando la radio. Ti viene incontro un autorimorchio carico di tronchi di legno o tubi di cemento, una cinghia si rompe e il carico crolla sulla lamiera della tua scatoletta. Finisci sotto una montagna di cemento, schiacciato come una fetta di prosciutto fra strati di metallo e vetro. In quell'ultimo, velocissimo battito di palpebre vedi un lungo tunnel, con in fondo la luce abbagliante di Dio, e tua nonna morta che ti viene incontro per abbracciarti: saresti contento se, in un momento come quello, in sottofondo ci fosse l'ennesimo spot radiofonico che reclamizza una megasvendita di autoradio a prezzi stracciati per chiusura attività? Tina Qualcosa: Un'altra volta, mi pare al nostro terzo appuntamento su una Dodge Viper -, Wax mi spiega che prima di consegnargli le chiavi tutti i clienti lavano la macchina, passando perfino la cera, senza trascurare nemmeno un centimetro. «È come guardare certe attrici» mi dice, «certe donne che si fanno la tinta e la permanente, la manicure e la ceretta e la lampada, il tutto per poi partecipare a una gang-bang che diventerà un film porno.» Wax si lancia con la Viper giù per una di quelle scalinate di cemento che ci sono al parco, lasciandosi dietro una lunga scia di pezzi di tubo di scappamento e sospensioni, e dice: «Quelle unghie sono così perfette che mi commuoverei, se solo non fossero una cosa tanto stupida». Shot Dunyun: Non scherzo. Se la tua auto sbanda nella corsia opposta e muori ascoltando gli Archies che cantano Sugar Sugar è solo colpa della tua pigrizia. Lynn Coffey: Certi party crasher capivi subito che erano sicari o sicarie. Se il veicolo era impeccabile, perfino le Chevette o le Pinto, sempre perfette, come appena uscite dal concessionario, lucide. Se le decorazioni erano discrete, nient'altro che la bandiera semplice. E se non ci pensavano due
volte a montare sui marciapiedi, a raschiare contro gli spartitraffico di cemento. Da questi dettagli potevi dedurre che la loro quattro ruote era il sogno andato storto di qualcun altro. Una bella amante o un trofeo che il proprietario non voleva appartenesse mai più a nessuno. Jarrell Moore: Un altro modo per fare fallo è marchiare zone del bersaglio che sono off-limits. Per esempio, non si possono fare T, ovvero andare a sbattere frontalmente contro la fiancata del bersaglio. I colpi laterali fra l'asse anteriore e quello posteriore non sono ammessi. Tina Qualcosa: Sia Rant che Wax non sopportavano l'idea che si facessero a pezzi montagne e foreste antichissime per fabbricare ripiani in granito a prezzi abbordabili, destinati a finire in villette a schiera, o rivestimenti in palissandro peruviano per auto di lusso che nessuno avrebbe guidato. Una volta Wax mi ha detto quanto gli sembrava spaventoso che menti tanto brillanti da inventare farmaci miracolosi e la fissione nucleare e certi incredibili effetti speciali computerizzati spendessero i loro soldi con così poca immaginazione: ripiani di granito e auto di lusso. Guidava e intanto parlava di queste cose, e più si arrabbiava, più la lancetta del tachimetro schizzava su, oltre i centotrenta, i centoquaranta, i centosessanta. Lynn Coffey: Nel caso dei sicari, ma potremmo dire del party crashing in generale, si può parlare di rabbia automobilistica interiorizzata. Ci sono uomini che sostengono di adorare le donne. Si sposano magari una dozzina di volte, e puntualmente con i loro abusi spingono la moglie di turno al suicidio. Karl Waxman aveva lo stesso tipo di atteggiamento nei confronti di quelle automobili di lusso rubate. Amava sfrecciare a centodieci all'ora, gli sguardi invidiosi che lo seguivano, ma al tempo stesso odiava il fatto di aver bisogno di una Jaguar o di una Bmw per ottenere tali attenzioni. Il fatto che l'automobile non fosse nemmeno di sua proprietà costituiva per lui l'insulto estremo. L'espressione definitiva di tutte le mancanze che percepiva in sé. Shot Dunyun: Non scherzo: io non esco mai di casa senza portarmi dietro compilation adatte a ogni situazione. Innamorarsi. Assistere a una morte. Delusione. Impazienza. Traffico. Una compilation per ogni stato d'animo. Quando mi capita qualcosa di molto bello o molto brutto, il mio rime-
dio per non avere reazioni eccessive - per prendere le distanze dalle emozioni - è individuare la colonna sonora perfetta per quel momento. Anche la sera che è morto Rant, il mio primo pensiero, in automatico, è stato: Concerto per violino n. 2 di Philip Glass o Concerto per pianoforte in sol maggiore di Ravel? Jarrell Moore: Per come la vedo io, questo presunto capo del party crashing deve calcolare tutti i falli. Tenere nota di tutte le squadre in base alle targhe. E poi decidere la bandiera e la finestra di ogni partita. E avvisare tutti i giocatori degli eventi in programma. Se davvero è una persona sola, allora deve avere un gran da fare, e non può essere un piccolo delinquente da due soldi. No, uno così dev'essere molto sveglio. Tina Qualcosa: Che fosse una Lexus o una Rolls-Royce, alla fine di ogni serata di party crashing Wax e io ci ritrovavamo in cima alla rampa per le barche di Madison Street, nel punto in cui scende ripida nell'acqua profonda. Dietro di noi, coppiglie e cuscinetti ad aghi, olio del motore, liquido dei freni, a volte schegge di fibra di carbonio. E poi fumo, banchi di nebbia nera o azzurra. Il sistema di trasmissione che a malapena funzionava ancora. Io scendevo e guardavo Wax scalare in prima. Col motore ancora acceso, certe notti, se in giro non c'era nessuno, Wax schiacciava il pulsante per far scattare l'antifurto dal portachiavi. Un casino della madonna. La sirena, e qualunque luce non avessimo ancora sfasciato, che si accendeva e si spegneva. Mentre la Mercedes o la Lamborghini ancora strillava e sparava luce, Wax scendeva e chiudeva la portiera. L'auto scivolava giù per la rampa, con il muso in avanti, verso l'acqua nera. Era come veder affondare un transatlantico. Il Titanic. Luci bianche e gialle, clacson a manetta. Perfino mentre affondava sott'acqua, quel relitto, sogno di chissà chi, continuava a lamentarsi e a lampeggiare, sempre più piano, sempre meno luminoso, finché alla fine non si adagiava su una montagna segreta di sogni naufragati Jaguar e Saleen e Corvette - che la gente aveva chiesto a Wax di uccidere. 18 La città Todd Rutz ({ Numismatico): Il ragazzo che è morto. Quel ragazzo un giorno viene qui con un calzino di spugna annodato, comincia a sciogliere
il nodo con i denti. Difficile che in quel vecchio calzino ingiallito ci sia qualcosa degno di attenzione. Il mio permesso dice che posso tenere aperto il negozio fino a quattro ore dopo l'inizio del coprifuoco notturno, a patto che non esca. Quando inizia il coprifuoco chiudo la porta a chiave, e chi vuole entrare deve suonare. Il ragazzo col calzino a momenti non lo facevo nemmeno entrare. Con i notturni non si può mai sapere. Anche se a guardarlo si capiva subito che era un convertito. L'abbronzatura non se n'era ancora andata via. E così ho deciso di correre il rischio, magari ci guadagnavo qualcosa. Pensiamo a cos'è successo a New Orleans nel 1982, per esempio. Un bulldozer sta scavando delle fondamenta, in centro, all'ora di punta, tutt'intorno uomini d'affari in giacca e cravatta vanno e vengono. Raspando la terra, il bulldozer spacca tre casse di legno sepolte, piene di monete da un quarto di dollaro Liberty Seated 1840-O. Non d'oro, badi bene, ma comunque con un valore che si aggira tra i due e i quattromila dollari l'una. Quei banchieri e quegli avvocati in giacca e cravatta si buttano in mezzo al fango e cominciano ad accapigliarsi. A prendersi a calci e morsi per recuperare una manciata di quei quarti di dollaro di Gobrecht. Con questo voglio dire che non sai mai da dove può saltar fuori un tesoro nascosto. Edith Steele (e Responsabile risorse umane): Avevamo fatto un colloquio al signor Casey per una posizione di giardiniere notturno. Era stato segnalato alla nostra ditta dalla linea aiuto professionale della TI-VEDO. La terza volta che non si è presentato al lavoro adducendo come motivazione il quinto infortunio consecutivo dovuto a incidente d'auto extralavorativo, abbiamo deciso di interrompere il rapporto. Todd Rutz: Oppure a Baltimora, nel 1934. Due bambini stanno curiosando nello scantinato di una casa in affitto, quando trovano un buco in un muro. Il 31 agosto 1934, da quel muro tirano fuori 3558 monete d'oro, tutte risalenti a prima del 1857. Al 132 di South Eden Street, Baltimora, Maryland. Parecchie di quelle monete erano nuove di zecca, mai circolate. Delle "fior di conio", o al massimo "quasi fior di conio". Lew Terry (e Amministratore di condominio): Fosse per me io non affitterei nemmeno, ai "notturisti". I ragazzi diurni che si convertono. Gente che cambia per fare un dispetto ai genitori. Teppistelli che vogliono solo provare il brivido di vivere gli stereotipi negativi della cultura notturna di
cui hanno sentito tanto parlare - la musica spaccatimpani e i picchi di droghe - ma lo statuto dell'edilizia popolare impone di mettere a disposizione dei convertiti almeno il 10 percento delle unità. Casey si è trasferito nell'unità 3-E portandosi dietro niente, una valigia e basta. Può andare a vedere, se vuole, solo che sulla porta ci sono ancora i sigilli della polizia. Todd Rutz: Il ragazzo è lì che mastica il nodo con i denti, nella punta del calzino si sente il tintinnio delle monete. A sentire quel suono, di colpo, sono felicissimo di averlo fatto entrare. Io so riconoscere il suono dell'argento da quello del rame e del nickel. Gestisco questo negozio da così tanto tempo che mi basta sentire il rumore che fanno le monete per capire se è oro a ventidue o ventiquattro carati. E dal suono che sento mi verrebbe voglia di prendere quel calzino sporco e puzzolente e aprirlo io, coi miei denti. Jeff Pleat (e Responsabile risorse umane): Stando ai nostri registri, Buster Casey ha lavorato per noi come lavapiatti per due settimane. Il caso vuole che, nel corso del suo breve rapporto lavorativo con noi, sedici clienti abbiano trovato nel cibo oggetti estranei, tra cui delle graffette di metallo e una moneta da cinque centesimi del 1923 con l'effigie di un bisonte. Todd Rutz: Il ragazzo infila una mano nel calzino, fino al gomito appuntito, e tira fuori una manciata di... stiamo parlando di monete impossibili. E pazienza per la puzza. Un venti dollari d'oro del 1933 fior di conio. Un dieci dollari d'oro del 1933 mai circolato. Una moneta da quattro dollari del 1879, quella con su la Libertà con i capelli raccolti, quasi fior di conio. Jarrell Moore (e Investigatore privato): Se vuole le faccio una dichiarazione ufficiale: Buster Landru Casey, noto anche come "Rant" Casey, mi ha contattato telefonicamente per fissare un appuntamento al fine di discutere la possibilità di impiegare i miei servizi per rintracciare il suo presunto padre biologico. All'epoca io ho comunicato al potenziale cliente che il mio onorario base era di mille dollari la settimana più le spese. Il potenziale cliente mi ha garantito che i soldi non sarebbero stati un problema. Brenda Jordan ({ Amica d'infanzia): Giuri di non dirlo a nessuno, ma Rant Casey mi ha anche detto che il vecchio che gli ha spiegato dove tro-
vare le monete, lo sconosciuto arrivato in macchina dal nulla, gli ha rivelato di essere il suo vero padre, che da tanto tempo se n'era andato in città. Todd Rutz: Trovandomi di fronte un ragazzino come quello, ovviamente mi sono subito messo a cercare i segni di contraffazione più evidenti: dollari d'argento Liberty Walking 1928-D. Quarter Eagle d'oro 1905-D. Falsi evidenti. Che so, un dollaro d'argento o un dollaro Lafayette del 1804. Prendo un mezzo dollaro Confederate 1861-0 e lo piazzo sotto la lente per cercare eventuali strutture coralline o tracce di erosione da acqua salata, i cosiddetti "segni di naufragio", che possono rivelarmi più di quanto il ragazzo voglia dire. Cerco eventuali granulosità microscopiche provocate dalla sabbia dei fondali. E invece quelle sono monete mai lucidate né trattate. Come nuove. Al massimo con qualche graffietto dovuto all'attrito nei sacchetti della zecca. Allfred Lynch (e Disinfestatore): Non sono in molti ad avere come massima aspirazione nella vita quella di dare la caccia agli animali indesiderati, eppure Rant Casey ci si è buttato come uno scarafaggio sul cibo per gatti. Si infilava nelle cantine, nelle soffitte, e pazienza se doveva cercare dei pipistrelli vampiri. Serpenti, pipistrelli, topi, scarafaggi, ragni velenosi... Rant Casey non batteva mai ciglio. La cosa strana è che dagli esami è venuto fuori che aveva la rabbia. Niente droghe o roba del genere, però aveva la rabbia. In clinica gli hanno fatto il richiamo dell'antitetanica. Todd Rutz: Mi creda, io ho fatto solo finta di controllare i valori sul catalogo generale. Intanto gli raccontavo che il suo mezzo dollaro Barber Liberty Head, un 1892-0, appena Charles E. Barber l'aveva coniato i giornali avevano scritto che l'aquila sembrava mezza morta di fame. Che la testa della Libertà sembrava "l'ignobile imperatore Vitellio con la tiroide". Ma mentre gli raccontavo queste cose, stavo controllando i bollettini sui furti di monete dell'anno prima. Il ragazzo è lì che guarda fuori dalla vetrina. Scuote il calzino facendo tintinnare le monete rimaste dentro. Dice che sua nonna è morta e gliele ha lasciate in eredità. L'unica credenziale della sua collezione è quella. Allfred Lynch: Con Rant ho avuto solo un problema. Noi ogni mese facciamo dei controlli casuali nei cestini del pranzo. Prima che i ragazzi
vadano a casa gli chiediamo di aprirli e farci dare un'occhiata. Lavorano da soli nelle case della gente, e a volte in giro ci sono gioielli e altri oggetti di valore. Un controllo di tanto in tanto serve a tenerli in riga. Rant non l'abbiamo mai beccato a rubare diamanti, però una volta, alzando il coperchio del suo cestino, l'abbiamo trovato pieno di ragni. Vedove nere che in teoria avrebbe dovuto far fuori. Rant dice che ci sono finite per sbaglio, e io gli credo. Insomma, perché mai uno dovrebbe portarsi a casa di nascosto una nidiata di ragni velenosi? Todd Rutz: Alla fine le ho acquistate, pagandole quindicimila dollari in contanti. Gli ho dato tutte le banconote che avevo in cassaforte. Quindicimila bigliettoni in cambio del venti dollari d'oro del 1933, del dieci dollari d'oro del 1933 e del quattro dollari del 1879. Quando gli chiedo come si chiama, il ragazzo ci pensa su un secondo, si guarda intorno, in alto e in basso, poi mi dice: «Ancora non l'ho deciso». Ma guardi, per me poteva mentire finché voleva. E pazienza se ha voluto farsi pagare solo in contanti. O se i denti con cui ha slegato il calzino erano neri. Neri come l'inchiostro. Il fatto è che quella Saint Gaudens Double Eagle d'oro del 1933 è una moneta che da sola vale otto milioni di dollari. 19 Principianti Shot Dunyun (e Party Crasher): Durante una serata "Principianti al volante", Rant ha chiesto a Green Taylor Simms di scattare una foto, una foto di Rant in piedi accanto a me. Gli ha dato una di quelle macchinine di cartone usa e getta e piazzandosi una mano tesa davanti alle ginocchia gli ha detto: «Da qui in su». Quella sera Green aveva preso la sua macchina, la Daimler enorme, e stavamo facendo pit stop a un drive-in per mangiare qualcosa. Rant mi si piazza accanto, mi appoggia un braccio sulle spalle. Mi tocca la levetta della porta che spunta dietro il cranio, tra l'atlante e lo scheletro assiale, e mi fa: «Questa com'è?». Mi spiega che, per via della rabbia, la sua porta non incanala. E intanto preme con le dita, sfiora la pelle intorno alla mia porta. Ha le dita calde, come se fino a un attimo prima avesse avuto in mano una tazza di caffè.
Calde da febbre. Bollenti. Una porta è come avere un naso in più, gli spiego, però dietro il collo. Con l'unica differenza che non solo è un naso, ma anche un paio d'occhi e una lingua e due orecchie, cinque modi in più per vedere le cose. Ma a volte può essere anche una rottura di palle. In teoria, la porta la controlli tu, però ogni tanto ti viene una voglia improvvisa e irresistibile di Coca-Cola o di patatine, roba che di solito non mangeresti, e ti rendi conto che le multinazionali trasmettono picchi o effetti che riescono a entrare nella porta perfino quand'è scollegata. Green è in piedi, appoggiato alla portiera anteriore sul lato del conducente, si piazza la macchina fotografica davanti alla faccia e dice: «Dimmi tu quando». Dietro di lui passano macchine, alcune con la P di principiante attaccata al vetro. Squadre di party crashing che rallentano per vedere se abbiamo la bandiera. Rant mi chiude la mano attorno al collo, dice: «Adesso». Stasera, per esempio: non ho avuto fame finché non siamo passati davanti a questo fast food. L'acquolina che ho in bocca è reale. Ma il retrogusto di cheeseburger al bacon è un effetto incanalato. Green Taylor Simms dice: «Dite "cheeseburger"». Rant, stringendomi il collo con la mano, mi gira la faccia verso di lui e mi stampa un bacio in bocca. Quando parte il flash della macchina fotografica, la mano di Rant è affondata fra le mie cosce, con le dita allargate che mi strizzano i bottoni della patta. Quel coglione. Ho la sua lingua bollente in bocca, la sua saliva sulle labbra, veloce come il tempo che ci vuole a trasmettere la rabbia. Il flash scatta due volte, poi riesco a spingerlo via, e Rant fa: «Grazie». Si fa ridare la macchina fotografica da Green e dice: «Mio padre non ci crederà mai che ho trovato un fidanzato così bello». Ma che stronzata è? Io intanto continuo a sputare. Quel gusto bollente di formaggio e bacon e rabbia. Sputo e sputo. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Brutte notizie per chi viaggia sulla statale 213 in direzione ovest. Una quattro porte coupé è andata a sbattere contro lo spartitraffico e si è ribaltata, intrappolando il conducente e il passeggero a bordo. I paramedici del vagone carne ci dicono che il maschio di trentacinque anni al volante sta perdendo sangue da una frattura composta del femore; il polso è debole, e la pressione sanguigna sta preci-
pitando. Attualmente la prognosi è di arresto cardiaco dovuto a dissanguamento. Torneremo con altri aggiornamenti fra un quarto d'ora. DRVR Radio Traffico Esplicito: perché noi sappiamo cosa volete vedere... Shot Dunyun: Nelle serate "Principianti al volante" la bandiera è uno di quei cartelli con la P che metti appena presa la patente. I cartelli devono essere due, belli grossi. Ne leghi uno col fil di ferro tra i fanalini di coda, tra lo sportello del bagagliaio e il paraurti. L'altro davanti al cofano, in modo che non blocchi la presa d'aria del radiatore. I principianti, le squadre che pretendono troppo dalla loro ventola a frizione viscosa o dalla pompa del liquido refrigerante, mettono dei cartelli che coprono completamente la griglia, e poi li vedi fermi a bordo strada col cofano che fuma. Echo Lawrence (e Party Crasher): Il regolamento del party crashing prevede che tutte le squadre utilizzino i cartelli che si mettono sui mezzi professionali, perché qualche stagione fa un vero studente di scuola guida si è messo per strada durante una finestra. Il tizio è diventato una leggenda. Pare che il poveraccio si sia fatto marchiare la macchina a raffica da sei squadre diverse, che lo hanno inseguito per isolati e isolati, massacrandogli a turno il paraurti posteriore finché non gli si è staccata la marmitta. Mi dicono che poi lo studente e l'istruttore di guida sono fuggiti, hanno fermato la macchina su un marciapiede, lasciando le portiere davanti aperte e il motore acceso. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un aggiornamento sul veicolo ribaltato lungo la statale 213. Proseguono i lavori per estrarre il conducente, ma siamo già in presenza di evidenti segni di emorragia cerebrale subaracnoidea e pneumocefalo provocati dall'urto della fronte del conducente contro lo specchietto retrovisore fissato al parabrezza. Per il momento dalla corsia ovest non c'è altro. Appuntamento fra un quarto d'ora per ulteriori aggiornamenti. DRVR Radio Traffico Esplicito: perché noi sappiamo cosa volete vedere... Shot Dunyun: Dici party crashing e la gente subito pensa a qualcosa di emozionante, ma per noi più che altro era starsene seduti a chiacchierare girando in tondo. Battendo gli isolati in cerca di un'altra macchina che avesse la bandiera giusta per quella finestra temporale. La bandiera annunciata al telefono, o con le catene di e-mail o sms. In certe finestre ti capita-
va di vedere squadre che non erano state informate, vestite da serata "Luna di miele" e con le lattine attaccate dietro. Oppure una squadra con le parrucche colorate e la scritta "Forza Vattelapesca", perfette per una serata "Ultra". Se giri con la bandiera sbagliata fai la figura del coglione. O peggio. Secondo qualcuno, le squadre con la bandiera sbagliata sono poliziotti in borghese che cercano di interrompere la partita. Oppure sono squadre che hanno marchiato troppo forte, picchiando contro la fiancata o in uno dei punti vietati. Quando fai troppi falli, la gente comincia a telefonare al numero dei reclami e ti segnala. Se ti segnalano un certo numero di volte smetti di ricevere gli avvisi con le bandiere e le finestre. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Rieccoci per aggiornarvi sul ribaltamento lungo la statale 213. I ragazzi del vagone carne mi dicono che il conducente presenta gravi lacerazioni del pericardio, che è poi quel sacchettino duro che contiene il cuore. A quanto pare l'impatto avrebbe spinto il cuore contro la colonna vertebrale, provocando una contusione della parete posteriore del setto interventricolare. Quando uno è morto è morto, quant'è vero che tra dieci minuti saremo di nuovo con voi per altri aggiornamenti. Un saluto da DRVR Radio Traffico Esplicito: perché noi sappiamo cosa volete vedere... Shot Dunyun: Durante quella serata "Principianti al volante" io ho il ruolo di passeggero davanti, e Rant copre il sedile posteriore. Il campo è abbastanza spopolato. Abbassando il finestrino io continuo a sputare fuori, e intanto dico a Rant: «Anche se mi attacchi la rabbia io non ti faccio da fidanzatino». Sputo di nuovo e poi dico: «Soprattutto se mi attacchi la rabbia». Di solito Rant ha l'odore di un bicchiere d'acqua fresca, ma non quella sera. Nei punti in cui mi ha toccato sento puzza di benzina. «Cos'è, 'sto tanfo?» gli chiedo. E Rant mi fa: «Acido dimetilciclopropanocarbossilico». È girato da una parte, sta sorvegliando a ore cinque dal finestrino posteriore. «Dovrebbe uccidere i ragni.» Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un aggiornamento appena giunto dalla statale 213: ulteriori accertamenti hanno rivelato che il conducente presenta una frattura laterale da schiacciamento del femore destro che ha causato fratture laterali dei rami pelvici, scomposizione dell'articolazione sacroiliaca con conseguente incuneamento, e fratture dell'acetabolo. Per
chi viaggia lungo la 614 in direzione nord, lo svincolo per la statale Helmsberg in direzione est è soggetto a rallentamenti per il veicolo di un principiante in panne nella corsia di destra. Da Traffico Esplicito è tutto, un saluto da Tina Qualcosa. Shot Dunyun: Green sta tampinando un principiante, lo segue, si muove a zigzag nel traffico per avere una visuale migliore, spera di riuscire a spingerlo in una via laterale così da poterlo marchiare come si deve senza attirare troppi sguardi. Magari quelli della polizia. Green cerca di fare in modo che tra noi e il bersaglio ci sia sempre un furgone, un taxi, un autobus... qualsiasi cosa grande e appariscente... basta che il bersaglio non veda la nostra bandiera. Tenendo d'occhio eventuali squali, chiedo a Rant se è in cerca di fidanzato. E Rant mi fa: «Nah». Si scoperebbe anche un pastore tedesco, dice, se servisse a farsi volere meno bene dai suoi genitori. A risparmiargli il dolore. «Fa parte della mia strategia» dice Rant, girando la testa per coprire due quadranti, da ore tre a ore nove. «Più i miei mi disprezzano» dice, «meno soffriranno perché me ne sono andato.» Il bus che viaggia accanto a noi comincia a rallentare nei pressi di una fermata, e rimane indietro. Restiamo scoperti giusto il tempo che Green dica: «Signori, tenetevi forte», e intanto la co-vedetta P destra del bersaglio ci vede, vede la bandiera. Il bersaglio si butta nella prima traversa a destra, giù per un vicolo buio pieno di auto parcheggiate, e passando davanti all'autobus Green si lancia all'inseguimento. Due principianti che si lasciano dietro strisciate di gomma e fumo. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un altro aggiornamento dal vagone carne che sta trasportando il conducente del ribaltamento sulla statale 213. Non lo sapremo per certo fino all'autopsia, ma pare che ci sia un'altra lacerazione minore nel digiuno prossimale con comunicazione tra il digiuno e la cavità peritoneale. A detta degli esperti, basta che duemila millilitri di materiale purulento si riversino nella cavità peritoneale perché l'autista dell'ambulanza spenga sirene e luci. Un'altra informazione da tenere ben presente mentre vi dirigete al lavoro.
Shot Dunyun: Il bersaglio procede lento, ma troppo vicino alle auto parcheggiate perché lo si possa marchiare senza costosi danni collaterali. Ammaccare un'auto che gioca va bene, ma se ne ammacchi una innocente devi confessare. Pagare la riparazione. Il bersaglio lo sa e ci marcia, si tiene vicinissimo alle auto in sosta, continuerà a proteggersi finché non trova uno sbocco rapido per staccarci. Un vicolo. O un poliziotto. Continuando a sorvegliare il mio quadrante di gioco, chiedo a Rant se è finocchio o no. È quella sera che Green Taylor Simms ha cominciato a chiamarlo Huckleberry Frocio. E Rant mi fa: «La verità è che non diventerò mai un dottore. Non so nemmeno fare le divisioni lunghe». Dice: «Non c'è molto che posso fare perché i miei siano fieri di me...». E si sporge in avanti, allungando un braccio fra i sedili anteriori per alzare la radio. Gli sproloqui di Tina. Lei che riceve le telefonate di paramedici e pattuglie della stradale e mette insieme i suoi notiziari per guardoni. «Però» dice Rant, «se riesco ad abbassare le aspettative dei miei genitori, a fargli pensare che mi hanno rovinato, allora anche il semplice miracolo di me che metto nei guai una ragazza gli farà fare i salti di gioia e di sollievo.» Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un ultimo aggiornamento dai ragazzi del vagone carne a proposito del ribaltamento fatale sulla 213. La canzone che stavano ascoltando quando sono morti era My Sharona degli Knack. E dunque il premio "Canzoni di morte" oggi va a Brian Lambson. Brian, se sei in ascolto e vuoi ricevere il premio telefonaci entro un'ora. Un saluto da Tina Qualcosa di Traffico Esplicito: perché noi sappiamo cosa volete vedere... Shot Dunyun: Intanto che Rant allunga il braccio fra i sedili per smanettare con la radio, sul dorso della sua mano vedo scritto a penna blu: P295/30 R22... P285/30 R22... 425/65 R22.5. È palese che sono misure di pneumatici. Pneumatici belli grossi. Indicandogli con un cenno della testa i numeri in blu gli chiedo: «Vuoi comprare una macchina?». E Rant chiede: «Tu quanto la conosci, Echo?». Si appoggia allo schienale. Bene, gli dico. Abbastanza bene.
Green Taylor Simms accarezza il pedale dell'acceleratore, paziente. Il bersaglio è così vicino alle auto parcheggiate che quasi le tocca. Le sfiora. Le nostre due macchine si muovono lentissime, in prima. L'odore d'insetticida. Il sapore della rabbia. E Rant fa: «Pensavo di prenderle un regalo...». Echo quella sera non c'è, lavora. Fa una qualche cazzo di cosa che ora non mi va di spiegare. Roba complicata. Rant dice: «Per caso Echo, con tutto il suo cuore e dal profondo dell'anima, odia qualcuno?». Io gli chiedo: non è che per caso voleva dire "ama?". E Rant si stringe nelle spalle e dice: «Non è lo stesso?». 20 Rottamai Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Per quanto riguarda l'aspetto strettamente spettacolare, il picco della cultura del party crashing erano le serate "Albero". L'idea, come sempre, era quella di scegliere una bandiera che agli occhi della gente ignara sembrasse banale, normale, o al limite accidentale. Tra le bandiere accidentali c'erano le tazze di carta per il caffè e i sacchetti per il cibo. Le squadre di crashing le utilizzavano per le serate "Ops". Durante una serata "Ops-caffè", per esempio, i giocatori segnalavano la loro partecipazione al gioco imbullonando o incollando sul tettuccio del veicolo una grande tazza di carta da asporto. Il caffè era facoltativo. Se invece era una partita "Ops-sacchetto", le squadre incollavano sul tettuccio uno di quei sacchetti di carta marrone per portare il pranzo. Ai profani queste bandiere sembravano lasciate lì per caso, e magari capitava che un conducente ignaro si accostasse alla tua macchina ridendo e indicando il tettuccio, cercando di attirare la tua attenzione per aiutarti a risolvere il problema. Per gli eventi "Bimbo a bordo" si usava un altro tipo di bandiera accidentale. E, comprensibilmente, la reazione della gente alla vista di un'auto che sfrecciava nel traffico con un seggiolino sul tettuccio e dentro tanto di bambino era un po' meno gioviale. Shot Dunyun (e Party Crasher): Il banditore fissa il prezzo di partenza a cinquanta dollari, e dice: «Chi offre cinquanta? Chi piazza un'offerta ini-
ziale di cinquanta dollari per il lotto numero 1?». Siamo da "Sammy Rimorchi", perciò dev'essere martedì sera. L'asta di mercoledì la fanno a "Radiotraino". Sono organizzatissimi. Di venerdì invece andavamo a visionare i pezzi al deposito comunale. Auto sequestrate dalla polizia. Abbandonate. Confiscate durante le retate antidroga o per multe in divieto di sosta non pagate. Auto rimosse da parcheggi a pagamento e mai reclamate che finiscono al miglior offerente a prezzi ridicoli. Se cerchi una macchina da guidare per qualche giorno, da decorare con scritte e roba appiccicata, per poi speronare qualche altra auto scassata, il tuo mercato è qui. Sui finestrini di qualche veicolo, scritto a matita grassa fluorescente, si legge "Cinghia trasm. fuori uso". Oppure "Supp.ti motore rotti". Su una grossa quattro porte, ancora con la scritta "Oggi sposi" fatta con il dentifricio e le lattine attaccate dietro, c'è scritto: "Lobi camme usurati". L'auto che stanno battendo ora, tutta accartocciata e ammaccata, nove su dieci ha ancora tracce di sangue secco e capelli sul cruscotto. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Il bambolotto e il seggiolino ovviamente erano imbullonati al tettuccio. Le squadre di solito usavano lo stesso bullone tutte le settimane, alternando seggiolino, tazza o sacchetto. Altre squadre, a mano a mano che il veicolo accumulava ammaccature e graffi, diventando così un bersaglio meno attraente, cominciavano con le variazioni sul tema. Al posto di una grossa tazza da caffè magari fissavano una macchinetta per l'espresso e un vassoio con tazzine e piattini. Un cestino di pain au chocolat. Un vaso sottile con dentro una rosa rossa che si agitava al vento. Shot Dunyun: Il banditore è lì che ripete: «Settantacinque, settantancinque, chi offre ottanta? Chi offre ottanta dollari? Ho sentito ottanta dollari...?». Rant ed Echo stanno ancora curiosando in giro per il deposito, dando un'occhiata sotto i cofani. Echo indica un furgoncino scassato e arrugginito, ancora decorato con strisce di cartacrespa e una scritta a tempera che dice "Forza Tigri! Prossima tappa: scudetto!". Sui sedili ci sono gli incarti di snack e cibo fast food della serata "Ultrà" in cui la squadra si è ritirata. Echo apre la portiera davanti di una coupé che ha un albero di Natale finto tutto sbiadito, legato al tettuccio. Con un dito spinge un pulsante dell'autoradio, ma non succede niente. Lo spinge di nuovo, più forte, ed
esce un cd. «La mia compilation da inseguimento preferita» dice, agitando il disco per farlo vedere a Rant. «Pensavo non l'avrei mai più ascoltata» gli fa. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Quando si avvicinava il giorno del Ringraziamento, il semplice tema del bicchiere dimenticato si ampliava fino a includere tacchini di cartapesta, pitturati di marrone e lucidi di vernice trasparente. Calici a stelo lungo pieni di vino rosso. Saliere e pepiere. Perfino candele bianche in candelabri di ottone, con fiammelle rimpiazzate da lampadine alimentate a batteria. Allestimenti di questa portata di solito venivano predisposti quando una squadra progettava di guidare un'auto per l'ultima volta: se volevi montare piatti di patate dolci e fagiolini dovevi fare decine di buchi col trapano nel tettuccio e nella fodera. Per questi addii elaborati - detti "funerali" o "ultime corse" - le squadre andavano nella griglia (o campo) dell'evento almeno un'ora prima della finestra. In attesa dell'inizio ufficiale della partita, le auto facevano una sorta di parata, sfoggiando le decorazioni, dando un addio in grande stile prima di cominciare l'ultima corsa, che si sarebbe conclusa dal rottamaio. Shot Dunyun: Il trascrittore che è in me come sempre va in cerca di eventi degni di essere scaricati. Mi appoggio un dito sulla porta, pronto a commutarla. Che so, magari riesco a scaricare un momento di percezione interessante. L'aspetto che ha una macchina arrugginita. O il sorriso di Rant mentre guarda il sedere di Echo che spunta da sotto un cofano semiaperto, la voce di lei smorzata dal grasso e dalle lamiere che dice: «Questa valvola a farfalla è sputtanata». Qualche catorcio più in là, troviamo una coupé mezzo sfondata immersa nel fango fino ai cerchioni. Sullo sportello del bagagliaio, in rosa acceso, in smalto per unghie rosa coi brillantini, c'è scritto "Cherry Bomb III". Accanto al catorcio c'è Tina Qualcosa. Quando le dita di Tina si chiudono a pugno e lei parte in quarta verso di noi, puntando il sedere di Echo, io commuto la porta per scaricare la carneficina. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Come ho già detto, in termini strettamente spettacolari niente batteva le serate "Albero". Erano eventi abbastanza rari, e le macchine, vecchie o nuove che fossero, arrivavano tutte in anticipo per mettersi in mostra. L'idea originaria era di legare un
albero di Natale vero al tettuccio del veicolo, come se la squadra fosse una famigliola felice che se lo portava a casa da un bosco. Ma, così come il bicchiere di carta si era evoluto in un vero e proprio banchetto, ben presto un semplice pino non era più bastato. Di solito le squadre usavano alberi artificiali, legati per il lungo sul tettuccio, il tronco che sporgeva sul cofano, assicurati al paraurti con dei cavi. Fin dalla primissima serata "Albero" hanno cominciato a addobbare i rami con striscioline di stagnola. C'era chi fissava sulla punta delle stelle luccicanti che ciondolavano sul bagagliaio. Chi incollava o legava con il fil di ferro palline e altre decorazioni. Le parate cominciavano anche due ore prima della partita. Sul tettuccio, gli alberi lampeggiavano di lucine colorate, alimentate da un cavo collegato attraverso un finestrino all'accendisigari o direttamente alla batteria. Le autoradio sparavano canti natalizi ad altissimo volume. Nell'istante in cui si apriva la finestra di gioco, le lucine si spegnevano di colpo. Le autoradio tacevano. Le squadre si sparpagliavano, e aveva inizio la caccia vera. Shot Dunyun: Il banditore sta dicendo: «Quaranta dollari. Qualcuno per quaranta dollari? Forza, gente! Un pieno di benzina lo pagate di più. Qualcuno che offre trenta...?». Echo è ancora piegata in avanti, le braccia infilate fino alle spalle nel motore, faccia a faccia con un coprivalvola, quando Tina le si piazza dietro e le dice: «Ehi, brutta troia!». Rant, i gomiti appoggiati su un paraurti anteriore, sta guardando Echo sotto il cofano. Il banditore dice: «Ho sentito venticinque? Qualcuno offre venticinque?». E Tina dice: «Devi piantarla di segnalare falli finti contro di me». Parlando al sedere di Echo, Tina dice: «Tu li segnali contro di me, e io li segnalo contro di te». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Spegnendo le lucine natalizie, le auto da "Albero" diventano nere, irsute, taglienti... dei mostri. Il tintinnio delle palline e delle decorazioni di vetro è l'unica, flebile traccia della loro presenza. Capita che una squadra passi accanto a quello che nel buio sembra solo un cespuglio o una siepe, e di colpo nello specchietto retrovisore lo vede accendersi di mille colori. Uno stridore di gomme, e la massa
di lucine e colori lampeggianti gli è addosso, li sperona, per poi sparire di nuovo nella notte. Shot Dunyun: Il banditore sta dicendo: «Venti dollari? Possiamo partire da venti...?». E da dentro il motore, il viso ancora piazzato davanti al dispositivo antincendio, Echo dice: «Ma figurati. Non so nemmeno che targa hai, adesso». Continuando a rivolgere a Tina soltanto il sedere, Echo dice: «Come faccio a segnalare i tuoi falli se non so nemmeno che targa hai?». Il banditore dice: «Venti! Abbiamo un venti. Chi offre venticinque? Nessuno per venticinque...?». Rant guarda Echo, sempre con i gomiti puntati sul paraurti. Io osservo la scena, e intanto la scarico per rivivermela dopo a casa. Tina dice: «Ehi, diurno...». Poi, più forte, rivolgendosi a Rant dice: «Tu con i denti neri! Diurno!». Rant alza gli occhi. Ha le maniche della camicia arrotolate, e sugli avambracci si vedono le cicatrici dei morsi. E Tina dice: «La tua ragazza te l'ha detto come si guadagna da vivere? Dove trova i soldi che spende in macchine?». Rant non dice nulla. Io, ormai per abitudine, sputo. Poi sputo di nuovo. Da sotto il cofano, spunta un braccio di Echo, il gomito si piega e appare una mano. La mano infila una chiave a pappagallo in una tasca posteriore dei pantaloni. E al sedere di Echo, a quella chiave a pappagallo che le spunta dalla tasca, Tina Qualcosa dice: «La tua fidanzata che ti piace così tanto i soldi se li guadagna scopando». Tina incrocia le braccia, si appoggia su un fianco, e grida: «La tua fidanzata è una puttana!». Dagli appunti di Green Taylor Simms: All'indomani di una serata "Albero" le strade luccicano. Scintillano. Capelli d'angelo dorati e argentati che si agitano al vento. Palline di vetro ornamentali sbriciolate dal passaggio dei pneumatici. Shot Dunyun: Il banditore sta dicendo: «Abbiamo un ventitré. Ventitré dollari e uno...». Echo fa un passo indietro, si tira su, e si volta verso Tina. E Rant dice: «È vero?». Il banditore dice: «Ventitré dollari e due...».
Echo ruota la testa prima da una parte e poi dall'altra, facendosi scrocchiare il collo, poi dice: «È vero cosa?». Rant dice: «Quello che ha detto lei». Dice: «È vero che sei la mia fidanzata?». E il banditore dice: «Aggiudicato!». 21 Echo Canada Mercer ({ Ingegnere informatico): Io e mia moglie abbiamo assunto Echo Lawrence dopo una cena. Una coppia che conoscevamo, i Tyson-Neal, aveva appena avuto il primo figlio, e i bisogni del bambino continuavano a interrompere il pasto. Quando, per l'ennesima volta, la madre si è alzata da tavola per andare a vedere cosa aveva, il padre ha commentato: «Sono davvero contento di avere sperimentato le cose a tre prima di mettere su famiglia». Con un bambino piccolo, ha detto, non avrebbero mai avuto il tempo e la privacy necessari per provare il bondage, i vibratori e le divise da poliziotto. Ora che se li erano lasciati alle spalle, invece, il bambino non gli faceva rimpiangere nulla. Sembravano felicissimi. Dopo quella cena, tornando a casa, io e Sarah ci siamo sentiti davvero indietro rispetto a loro. Stavamo pensando di avere un bambino senza prima aver mai provato il sesso anale. L'ipotesi di fare una cosa a tre non l'avevamo mai nemmeno presa in considerazione. Di lì a qualche giorno abbiamo telefonato ai Tyson-Neal per chiedergli dove avevano trovato una donna disposta ad avere rapporti con una coppia. Conoscevano una ragazza che lavorava esclusivamente con coppie della nostra età. Una notturna che sarebbe stata ben felice di venire a casa nostra dopo il coprifuoco. Echo Lawrence (e Party Crasher): Macché. Lo stronzo che ha distrutto la mia famiglia la polizia non l'ha mai trovato. L'ultimo ricordo che ho dei miei genitori è che eravamo in macchina. Ci passavamo la vita, in macchina. Mia madre guidava sempre un'auto aziendale grigia, così coperta di ammaccature che sembrava un pezzo di stagnola accartocciato e poi lisciato. Era un ingegnere dei Trasporti, perciò mi faceva sempre una testa così con i livelli di flusso: livello di servizio E contro livello di servizio K. Si fermava a metà di un cavalcavia da cui potevamo guardare il traffico che scorreva sotto, e mi faceva domande sul volume orario, sul fattore ora di punta e sui metodi per misurare il deflusso del traffico.
Stavo dormendo sul sedile posteriore di quell'auto grigia quando qualcuno ci si è schiantato addosso. Un frontale. Sarah Mercer ({ Direttrice marketing): Quand'è arrivata, abbiamo subito notato che aveva un braccio, come si suol dire, rattrappito. Il gomito ritorto, leggermente piegato, e la mano sembrava non essere cresciuta. Le dita erano richiuse nel palmo, e lei non le usava mai. La gamba sullo stesso lato era più corta, e camminando sembrava che la dovesse tirare avanti a forza. Zoppicava visibilmente. Sarebbe stata carinissima, non avesse avuto quella paresi che le bloccava completamente il lato sinistro del viso, rendendolo inespressivo. Povera cara. Cominciava una frase e poi, arrivando alle ultime parole, rimaneva lì con la bocca aperta, tentando di tirare fuori la parola giusta. Era una tortura; lo sforzo di non intervenire e completare tutti i suoi pensieri. Dopo un bicchiere di Merlot, ci ha spiegato che i suoi handicap derivavano tutti da un'unica lesione cerebrale, provocatale dalla madre, che l'aveva colpita in testa. Echo Lawrence: È vero. Alla gente dico così. Che mia madre mi ha colpita. Anche mio padre mi ha colpita, ma non come credono loro. Tecnicamente, sono io che li ho colpiti. L'impulso di quell'incidente mi ha fatto volare in avanti, e li ho colpiti entrambi dietro la testa. L'agente non l'ha scritto nel verbale, ma ho spezzato il collo a tutti e due. La mia testa ha sbattuto contro quella di mio padre così forte che mi si è schiacciato il lobo temporale destro. Il braccino che ho adesso è lo stesso di quando avevo otto anni. La gamba un po' è cresciuta. L'afasia invece, quando non mi vengono le parole, be', quella è un po' una posa. Fingo che l'ultima parola di una frase mi rimanga bloccata in gola, fin quasi a... e lì mi fermo.... soffocarmi. Come se non riuscissi a trovare la parola... giusta. Questa tensione fa sì che la gente mi ascolti davvero. L'auto che ci è venuta addosso era uguale alla nostra, una berlina grigia di proprietà della divisione traffico della contea, identica a quella che guidava mia madre. Un frontale pieno, e l'altro conducente non è mai stato trovato. Suona un po'... aspetta la parola... sospetto. Sarah Mercer: Era cresciuta orfana, e andava con chiunque glielo chiedesse. Una volta uno dei suoi fidanzati l'ha portata in un club di scambisti dove la gente lo faceva davanti a tutti. L'ha convinta ad avere un rapporto
sessuale in mezzo alla sala. Prendendola da dietro. Quella sera è l'unica donna presente, e così i due hanno un sacco di attenzioni non richieste. Per sopportare la situazione, lei chiude gli occhi. Il fidanzato le stringe per tutto il tempo la manina rattrappita, sussurrandole all'orecchio «Meine kleine Hure...». Lei, segretamente, si sente lusingata da tutte quelle attenzioni, dalle decine di uomini che si fermano a guardarla. Finito il calvario, si rende conto che sulla pelle le scorre qualcosa di più del semplice sudore. È contentissima di non essersi tolta le scarpe, perché intorno le si è formata una piccola pozzanghera. Il suo corpo gocciola dello sperma di tutti i presenti. Per quanto possa suonare grottesco, a quanto pare la serata ha fatto meraviglie per la sua autostima. Fino a quel momento non sapeva nemmeno che il fidanzato di turno parlasse tedesco. Canada Mercer: Abbiamo tirato fuori la questione delle malattie veneree, e la Lawrence ci ha detto più volte che non sarebbero state un problema. Ci ha spiegato che le prostitute utilizzano sempre il sesso orale come pratica preliminare. Ma il vero scopo dell'atto è di esaminare i clienti per capire se hanno qualche malattia. La sifilide, ci ha detto, sa di pollo al curry. L'epatite sa di vitello con capperi. La gonorrea, di patatine fritte con salsa di yogurt e cipolle. L'Hiv di popcorn al burro. Guardando mia moglie ha detto: «Si faccia leccare la fica, così le dico se si è esposta a condilomi, o se rischia di sviluppare un cancro della cervice uterina». I cancri, dice, sanno perlopiù di salsa tartara. Echo Lawrence: Una volta adulta, mi sono resa conto che prendere l'autobus mi faceva sudare le mani. Sui taxi quasi non riuscivo a respirare. Guidando, il cuore mi batteva così forte che lo sentivo nelle orecchie, e non percepivo più i colori. Mi sentivo a tanto così dallo svenire. Ero sicura che da un momento all'altro una macchina mi sarebbe venuta addosso. Sono arrivata al punto che non riuscivo più ad attraversare la strada, per paura che una macchina bruciasse un semaforo rosso. Il mio mondo continuava a ripiegarsi su stesso, diventando sempre più piccolo. Sarah Mercer: Canada glielo confermerà. Quella cara, dolce storpietta si è presentata a casa nostra con una sacca di cuoio nero, e l'ha posata sul
tavolo della sala da pranzo. A un certo punto, durante la serata, ha posato il bicchiere di Merlot, si è avvicinata alla sacca e aprendo la cerniera ha cominciato a tirare fuori questi... aggeggi. Aggeggi di gomma rosa lunghi e spessi, in certi punti così consumati che avrebbero tranquillamente potuto rompersi dentro. Gomma rosa coperta di macchie e strisciate. Macchie marroni che potevano essere sangue secco. Incrostazioni nere nei punti in cui le pile avevano perso liquido. Aggeggi. Non saprei che altra parola usare. Manette e bende. Una pompetta per clisteri con un beccuccio non esattamente pulito. Guanti di lattice. Una serie di orribili congegni pieni di mollette che sembravano cavi per far ripartire la macchina, e che lei chiamava "pinze da capezzoli". Tutto puzzava di candeggina. E lei appoggiava questi orrori sul mio tavolo Drexel Heritage appena lucidato, proprio dove al pranzo del Ringraziamento appoggiavamo il tacchino. E poi, Dio, uno specolo così vecchio che nella plastica trasparente c'era una crepa. Ricordo che ci ha detto: «Su di me potete usare quello che volete...». Echo Lawrence: Il mio discorsetto introduttivo - quello sul sapore che hanno l'epatite e i condilomi - lo facevo già molto tempo prima di conoscere Rant Casey. E scoprire che lui ci riusciva davvero, cazzo, è stato incredibile. Una volta, dopo avermi leccato, mi ha detto di smetterla di mangiare il tuorlo delle uova. La mia fica sapeva di colesterolo troppo alto. Allora ho fatto gli esami del sangue: ci aveva preso in pieno. Canada Mercer: Questa ragazza, Echo, ha tirato fuori una grossa candela bianca e l'ha accesa, dicendoci di lasciar sciogliere la cera per poi versargliela sui seni nudi. Scuotendo il fiammifero per spegnerlo ha detto: «Io non voglio che mi torturiate perché vi faccio pena. Voglio che torturandomi vi divertiate». Ha detto: «Stasera i protagonisti siete voi». Poi ha aggiunto che disprezzava il cosiddetto "sadomaso compassionevole". Echo Lawrence: Senti questa. A un certo punto ho escogitato la terapia ideale: se riuscivo a mettere in scena un incidente e a sopravvivere, allora forse potevo cominciare a superare la paura. Tamponando un'altra macchina, piegandole il paraurti, mi sarei resa conto che gli incidenti mortali sono così rari che non vale la pena di stare a preoccuparsi. E così ho cominciato a seguire le altre auto, cercando quella perfetta da tamponare. L'incidente
perfetto. Un unico incidente perfetto, controllato. A volte mi capitava di vedere una macchina che sembrava perfetta, ma quando mi avvicinavo abbastanza da colpirla con il paraurti mi accorgevo che sul sedile posteriore c'era un seggiolino. Oppure il conducente era così giovane che un incidente gli avrebbe fatto schizzare la polizza alle stelle. Altre volte, mentre ero lì a tampinare qualcuno, mi rendevo conto all'improvviso che aveva uno stipendio da fame, e un colpo di frusta era l'ultima cosa che gli serviva. Ma quel ribaltamento dei ruoli mi faceva bene ai nervi. Anziché aspettare di essere uccisa da un altro pirata della strada, avevo scelto di diventare il predatore. Il cacciatore. Ci passavo le notti. Ho perso il conto delle persone che ho tallonato cercando di capire se valeva la pena o no di colpirle. Canada Mercer: No, a tre con lei non lo abbiamo fatto. Non si è nemmeno tolta la giacca. Di lì a una settimana, tornando a casa, l'ho trovata in cucina che beveva il tè con Sarah. Le abbiamo dato duecento dollari, in contanti, per starsene lì un'ora a bere il tè. Sarah continuava a dirle che era bellissima. La settimana dopo, un giorno sono tornato a casa e Sarah le stava lavando i capelli nel lavello in cucina. Le ha fatto una leggera permanente e i colpi di sole, dopodiché le ha dato seicento dollari, duecento per ognuna delle tre ore che era rimasta lì. La nostra speranza era che, se Sarah fosse riuscita a farle guadagnare un po' di autostima, Echo forse sarebbe riuscita a trovare un lavoro diverso. A forza di parlare con lei, di farle complimenti, ci siamo dimenticati del nostro progetto di avere un bambino. Quella ragazza ci portava via così tanti soldi e così tanto tempo libero che non potevamo più nemmeno permetterci un cane. Ancora adesso la vediamo tutte le settimane. Secondo me stiamo cominciando a fare qualche progresso. Echo Lawrence: Alla fine il mio incidente perfetto è stato un tizio con un cervo morto legato al tettuccio dell'auto. Un pezzo di merda che andava in giro ad ammazzare Bambi, con la giacca mimetica e il cappello con i paraorecchi. Al volante di una berlina a quattro porte, con il cervo morto legato per il lungo e il muso che ciondola sul parabrezza. In città un cervo morto non passa inosservato, è facile non perderlo di vista, e così, tenendomi a distanza, comincio a seguirlo da un quartiere all'altro, aspettando il momento giusto, cercando il punto perfetto per sfondare il culo a quell'assassino. Un posto dove un incidente non bloccasse il
traffico o mettesse in pericolo gente innocente. Senti che roba. Sono lì che gli do la caccia, proprio come lui ha dato la caccia a quella povera bestia. Aspetto il momento giusto per sparare. Mi sto davvero divertendo un casino. Cazzo, sono proprio su di giri. Passo coi semafori gialli, mi tengo un gruppo di macchine dietro di lui. Quando svolta, rallento e resto un po' a distanza, dopodiché giro dalla stessa parte. Lascio che qualche macchina si infili tra noi, in modo che lui non noti da quanto tempo gli sto fissa nello specchietto retrovisore. A un certo punto lo perdo, quello stronzo. Un semaforo diventa rosso, ma lui lo brucia e si infila in una traversa a destra. Mesi di perlustrazioni, e adesso l'incidente perfetto mi è sfuggito. Il semaforo diventa verde, e io mi lancio all'inseguimento, imbocco la stessa traversa, ma lui è sparito. Vado avanti per un altro isolato setacciando ogni incrocio, sperando di intravedere un pezzetto del cadavere di quel cervo, quel povero cervo massacrato, eppure nada, non c'è un cazzo di niente. Nessuno. Le lancette dell'orologio corrono veloci verso l'inizio del coprifuoco mattutino, e mi ci mancano solo cinquecento sacchi di multa per essermi fatta beccare alla luce del giorno. Sarah Mercer: Abbiamo telefonato ai Tyson-Neal, e anche loro hanno ammesso di non aver mai fatto sesso con lei. Il motivo per cui alla fine avevano deciso di avere un bambino era perché gli sarebbe costato meno che vedere Echo tutte le settimane. Echo Lawrence: Seguimi bene. Me ne sto tornando a casa, contenta perlomeno di non prendermi una multa per coprifuoco violato, o di non essermi dovuta trovare faccia a faccia con un cacciatore ignorante dopo avergli accartocciato il paraurti, quando di colpo vedo il cervo morto. La macchina è uscita dalla strada principale, adesso è ferma col motore in folle nella coda di un fast food con il drive-in. Il finestrino dal lato del conducente è abbassato, e vedo una faccia barbuta che abbaia l'ordine in un altoparlante. Sotto le luci al neon del vialetto, si vede che l'auto è coperta da chiazze di ruggine. Ha la vernice graffiata. È quasi tutta giallo piscio, ma ha la portiera del conducente blu. Lo sportello del bagagliaio beige. Accosto e aspetto. Dalla finestrella del fast food spunta una mano che porge un sacchettino bianco verso il finestrino, il conducente consegna alla mano qualche banconota. Un attimo dopo, la macchina giallo piscio scende dal marciapiede
e si infila nel traffico. Prima di perderlo di nuovo, mi ci attacco al culo. Allaccio la cintura di sicurezza ben stretta sui fianchi. Un secondo prima che il mio paraurti anteriore colpisca il suo posteriore, faccio un bel respiro. Chiudo gli occhi e schiaccio l'acceleratore. E di nuovo niente, cazzo. Nada. L'auto schizza in avanti, infilandosi tra le altre macchine così in fretta che il culo del cervo mi scodinzola davanti. Mentre lo inseguo, mi dimentico di avere un braccio e una gamba sputtanati. Mi dimentico che metà della mia faccia non può sorridere. Mentre lo inseguo non sono più orfana, né femmina. Non sono una notturna con un appartamento di merda. Il culo del cervo sfreccia a zigzag nel traffico, e io non vedo altro. Più avanti, un semaforo diventa rosso. Gli stop dell'auto giallo piscio si accendono di rosso, sta rallentando per svoltare a destra. Per un attimo il cervo scompare, poi oltrepasso la curva ed eccolo di nuovo. E lì, in una stradina laterale tranquilla, senza passanti né polizia, chiudo gli occhi e... ba-bam! Quel rumore. Ce l'ho ancora registrato in testa. Il tempo si è congelato. L'unico rimpianto che ho è non aver scaricato la trascrizione dell'inseguimento e dell'attacco, ma comunque non lo dimenticherò mai. Il muso della mia macchina è così piantato nel suo bagagliaio che il cervo morto si è slegato. I cavi si sono rotti, e il cervo si è spezzato. Più o meno all'altezza della pancia, la carcassa si è aperta in due. E dentro, anziché sangue e budella, il cervo è... bianco. Bianchissimo. Il conducente spalanca la portiera e scende. Ha la barba. Un giaccone mimetico imbottito ed enorme. Mentre avanza verso di me, i lembi del paraorecchi si sollevano a ogni passo. Gli dico: «Questo cazzo di cervo...». Gli dico: «È finto». E lui mi fa: «Certo che è finto». E io: «Ma è... di polistirolo?». Salta fuori che il cervo è un bersaglio a grandezza naturale per allenarsi alla caccia con l'arco. Il cacciatore mi fa: «E tu la bandiera dove cazzo ce l'hai?». Girando intorno alla mia macchina, va a leggere la targa e dice: «Ci puoi giurare che ti segnalo il fallo. Anzi... niente bandiera, eccesso d'impatto... fallo multiplo». Canada Mercer: Alla fine il bondage e le divise da poliziotto non le abbiamo mai provate. Per Natale abbiamo chiesto a Echo che cosa voleva
da Babbo Natale, e lei ci ha detto: «Un dildo a forma di pugno». Ma noi ci siamo messi d'accordo con i Tyson-Neal, e insieme le abbiamo regalato una macchina. Pare che guidi malissimo. Echo Lawrence: Quei cazzo di colpi di sole. Non vedevo l'ora che i capelli ricrescessero. Sarah Mercer: E poi, ancora oggi, davanti alla salsa tartara mi passa l'appetito. 22 Una storia Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Per quanto mi riguarda, il motivo che mi spingeva a praticare il party crashing è piuttosto semplice: considero la mia vita preziosa. Adoro i miei amici e i miei famigliari. Ho molto a cuore la mia salute e la miriade di possibilità che il mio corpo e la mia mente, entrambi non giovanissimi ma perfettamente sani, mi offrono. Mi ritengo una persona estremamente fortunata, eppure gli incidenti capitano. Ogni anno in questo paese vengono assassinate in media sedicimila persone. Nello stesso arco di tempo, circa quarantatremila muoiono in incidenti stradali. Ogni volta che mi metto al volante di un veicolo motorizzato, tutto ciò che ho di più caro mi può essere strappato. Rubato nel giro di un istante, e senza giusto processo. Quando ti trovi a bordo di un veicolo motorizzato, la morte ti sfiora ogni pochi secondi. Ogni volta che un veicolo passa accanto al mio nella corsia opposta, rischio di essere sottoposto a torture più violente e dolorose di quelle che qualsiasi dittatore si abbasserebbe a commettere. Può essere che un altro conducente per tutta la vita non abbia mangiato altro che hamburger, e mentre la sua macchina si avvicina alla mia il suo cuore intasato ceda di colpo. Accecato dal dolore, lui si stringe il petto infartato. La sua automobile sbanda lateralmente ed entra in collisione con la mia, spingendomi verso un'altra macchina, un'autocisterna carica di benzina, un guard-rail, giù da un precipizio. E io, a dispetto di una vita passata a rifiutare dessert troppo ricchi, a fare jogging la sera, nonostante tutta la mia moderazione e la mia autodisciplina, mi ritrovo intrappolato, schiacciato dentro un guscio d'acciaio e allu-
minio. Con il corpo violato in innumerevoli punti da schegge di vetri infranti. Il mio sangue a bassissimo contenuto di colesterolo che mi abbandona in caldi e rapidi fiotti. A dispetto di tutte le mie precauzioni, sia io che l'infartato moriamo. Gli incidenti capitano. Echo Lawrence si è avvicinata al party crashing per risolvere la sua vicenda personale. Il signor Dunyun, per vivere qualcosa di reale dopo una vita passata a incanalarsi avventure registrate da altri. Quanto a Rant Casey, ritengo che nel suo caso si possa parlare di un semplice desiderio di stare in mezzo ad altri esseri umani. Io invece mi sono avvicinato al party crashing perché gli incidenti capitano. Le persone che amiamo muoiono. Niente di ciò che ci è caro dura per sempre. E io ho bisogno di accettare e accogliere questa realtà. Irene Casey ({ Madre di Rant): Ricordo che, più o meno in questo periodo, abbiamo ricevuto una lettera di Buddy. Nella busta c'era una fotografia di lui che baciava uno strano ragazzo. Non sapevo cosa pensare. In un'altra foto, Buddy era vestito in giacca e cravatta per il matrimonio di un amico, e allora Chester ha detto che c'era ancora speranza. Buddy scriveva che stava lavorando per una ditta di disinfestazione, e aveva un appartamento tutto suo. Era andato dal dentista. E aveva conosciuto una ragazza che gli stava insegnando yoga. Una ragazza, Dio sia lodato. Gli abbiamo scritto dicendogli che Cammy Elliot ci aveva chiesto di lui dopo la messa. Aveva appena fatto l'ultimo ciclo di antirabbica. Casomai lui e i suoi amici avessero avuto fame gli ho spedito un po' di caramelle fondenti fatte in casa. Quelle che piacciono a lui. Piene di gusci di noce e puntine da disegno. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Prima dell'entrata in vigore della Legge sul traffico e l'incremento della viabilità e dell'ordine - comunemente nota con l'acronimo TI-VEDO - gli ingegneri dei Trasporti che tentavano di studiare un modo per consentire al sistema di sopportare un maggior numero di veicoli, come prima cosa si sono messi a studiare i modi in cui il flusso del traffico si inceppa. Su quali principi si basa la reazione a catena che, a partire da un singolo incidente, produce un accumulo di veicoli in ogni direzione? Molte di queste informazioni vanno accettate sulla fiducia. Quando si tratta di questioni così riservate, non c'è legge sulla libertà di informazione che tenga. Non esistono documenti ufficiali che
attestino l'esistenza delle auto mercenarie. Sulle carte governative il progetto è indicato con la formula "Creazione di eventi di incidenza". Irene Casey: In altre foto che Buddy ci ha spedito si vedevano i suoi nuovi amici. In una c'era una ragazza dall'aria malaticcia. Aveva un braccio che era, Dio, come la zampetta di una mantide religiosa. Un braccio minuscolo, tutto piegato, con la mano all'altezza del petto. Tra le piccole dita stringeva una specie di mazza da baseball rosa, così lunga che la punta le poggiava sulla spalla. Era seduta a gambe incrociate su un pavimento di moquette, e con l'altra mano, quella normale, sfregava sulla mazza un pezzetto di qualcosa, forse carta vetrata. In un'altra foto la vedi che spalma sulla mazza rosa del lucido da scarpe. Ho pensato: può anche scordarsi di venire a fare quelle cose a casa mia, che poi magari mi sporca la moquette. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Creare eventi di incidenza in poche parole significa che gli ingegneri del ministero dei Trasporti requisiscono macchine vecchie e prive di segni distintivi, dopodiché le usano per andare volontariamente a sbattere l'uno contro l'altro sulle grandi arterie del traffico negli orari di punta, al fine di studiare gli effetti. Il progetto permetteva di prendere due piccioni con una fava: da un lato, una serie di obsolete berline quattro porte venivano sacrificate al progresso dell'umanità, dall'altro gli ingegneri dei trasporti raccoglievano materiale video che documentava le reazioni degli automobilisti nei pressi di un incidente. Gli impatti non avvenivano mai a velocità tali da ferire i colleghi, e i danni si riducevano a graffi sulla vernice e lamiere deformate. Eppure, nelle riprese si vede il traffico che istantaneamente rallenta fino a diventare una lenta marcia voyeuristica. Il famigerato e fastidioso effetto curiosità. Dottor Brannan Benworth (e Dentista): Stando ai nostri registri, Buster Casey è venuto in studio una sola volta. Una delle mie assistenti racconta dei suoi denti ancora adesso. Le macchie peggiori che avesse mai visto. Al signor Casey il nostro studio era stato consigliato da un cliente di vecchia data, molto popolare tra i nostri dipendenti, un giovanotto di nome Karl Waxman. Dagli appunti di Green Taylor Simms: I ficcanaso non richiesti, quelli che si indignano a comando, spesso protestano per gli aggiornamenti sul traffico di DRVR Radio. I bollettini Traffico Esplicito. Con quella voce
che annuncia lo slogan: «Perché noi sappiamo cosa volete vedere...». Naturalmente dietro questa trasmissione c'è il ministero dei Trasporti. Gli ingegneri volevano semplicemente capire se gli automobilisti, sapendo in anticipo che cosa avrebbero visto, avrebbero ugualmente rallentato per sbirciare. Se un conduttore radiofonico gli avesse descritto anche i dettagli più truculenti, il traffico si sarebbe intasato lo stesso? Il ministero dei Trasporti fa il monitoraggio delle frequenze radio delle ambulanze, e trasmette al conduttore della DRVR i dettagli cruenti. Il grande pubblico perlopiù adora questo programma. La gente va matta per gli incidenti stradali. E un'occhiata, rapida o approfondita che sia, la dà sempre volentieri. Echo Lawrence (e Party Crasher): Sì, io volevo che Rant facesse yoga, prima del party crashing. Dovrebbero farlo tutti, per mantenersi elastici ed evitare di farsi male. Yoga e stretching. Gli insegnavo la posizione del cane con la testa in giù e quella della lepre. Mi ricordo che stavamo facendo quella dell'arciere, quando mi ha chiesto del sicario con cui gira Tina Qualcosa, il suo ragazzo, Karl Waxman. Rant aveva un'ammirazione sfrenata per i suoi denti. Tina Qualcosa (e Party Crasher): Me ne frego di quello che dice la polizia. Non è stato Wax a uccidere il bifolco. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Gli ingegneri dei Trasporti giocavano già agli autoscontri molto prima dell'avvento del moderno party crashing. Li si vede nelle riprese video. Quattro cervelloni su ogni macchina: uno al volante, un altro che riprende con la telecamera, e due che si guardano intorno in cerca di altre auto grigie coperte di ammaccature e graffi. Tutte macchine governative: quattro cilindri, trasmissione automatica, cinture di sicurezza a tre punti e un bel cartello "Vietato fumare" fissato sul cruscotto. Gli ingegneri adoravano darsi la caccia tra loro. Quelle berline grigie erano così facili da individuare, specie quando finivano gli orari di spostamento degli impiegati di banca. Avevano un'assicurazione sanitaria che copriva tutto, guidavano una macchina non loro, erano autorizzati, anzi, incoraggiati a fare incidenti. Gli pagavano perfino gli straordinari. Gli ingegneri dei Trasporti erano gelosissimi del loro lavoro.
Jarrell Moore (e Investigatore privato): La nostra società è riuscita a trovare un solo individuo riconducibile alla vaga descrizione che il cliente ci ha fornito del proprio padre biologico. Un signore che risponde al nome di Charles Casey. E questa è la buona notizia. Il Charles Casey in questione, detto "Charlie", ha ottenuto lo status di notturno e l'assegnazione di un alloggio nell'ambito del programma di reclutamento della TI-VEDO. Ha avuto diversi impieghi, sempre per il governo, nel periodo in cui frequentava il college. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Creare eventi di incidenza era così eccitante che quando il periodo di studio si è concluso e la forza lavoro è stata riassegnata agli studi di flusso e alla semaforistica, i cervelloni non hanno voluto smettere. Anche se nessuno li pagava, e per farlo dovevano sfasciare la propria macchina, gli ingegneri hanno continuato con i loro giochi. Col tempo, naturalmente, la cosa ha preso piede anche tra i non addetti ai lavori. Per quanto ci si sforzi di mantenere un segreto, gli incidenti capitano. Jarrell Moore: La brutta notizia è che il Charles Casey che abbiamo trovato è scomparso da quasi sedici anni, e si presume sia morto. Lavorava come ingegnere del traffico in città, ed è morto in un incidente d'auto. A quanto pare ha sottratto un veicolo dal parco macchine del ministero, ed è andato a schiantarsi contro un'altra auto, guidata da una collega. Lei e suo marito sono morti sul colpo. La figlia della coppia, che dormiva sul sedile posteriore, nell'incidente è rimasta menomata. Il corpo di Casey non è mai stato ritrovato. I due coniugi che ha ucciso si chiamavano Larry e Suprema Lawrence. Irene Casey: Nell'ultima foto spedita da Buddy si capisce che l'oggetto che la ragazza storpia sta lisciando e lucidando non è una mazza da baseball. Quel grosso bastone rosa su cui sfrega la carta vetrata e le pagliette di ferro e che colora con il lucido da scarpe e le bustine di tè usate ha tutta l'aria di essere un gigantesco arnese sessuale. Una ragazza così, con un braccio storpio, che si costruisce un coso enorme come quello... Difficilmente la vedo a fare da madre ai miei nipoti. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Per strano che possa sembrare, il personale delle strutture di pronto soccorso continua imperterrito a invia-
re a Tina Qualcosa i dettagli cruenti degli incidenti stradali. Non lo troverete mai scritto su carta intestata del governo, eppure è così. È tutto collegato. La Legge TI-VEDO. Gli incidenti a squadre. La separazione fra notte e giorno. Il Traffico Esplicito. I soldi dei contribuenti sono stati il trampolino di lancio per quella che sarebbe diventata la cultura del party crashing. Le squadre ministeriali, quegli ingegneri misconosciuti... è su loro consiglio che si è deciso di dividere questo paese in base al giorno e alla notte. E sono loro che dobbiamo ringraziare per il programma radiofonico diurno più seguito del settore. Echo Lawrence: Sì, cazzo. Sì. Il nome sulla lapide di mio padre è Lawrence Lawrence. Non c'è niente da ridere. Ma è vero che è stato Waxman a uccidere Rant. Avrà anche dei denti fantastici, ma quell'uomo è malvagio. Shot Dunyun (e Party Crasher): Non malvagio. Di più. 23 Amore Shot Dunyun (e Party Crasher): Quando Rant è venuto a chiedermi quale modello di macchina avesse i sedili posteriori più grandi, ho capito subito dove voleva andare a parare. Il consiglio che gli ho dato è stato di scegliersi un'auto con le fodere scure. Echo Lawrence (e Party Crasher): Macché. La prima volta che ci siamo trovati da soli, ho chiesto a Rant che cosa voleva davvero. Per caso aveva in mente di mettersi con me per poi portarmi a casa come una specie di mazza deforme con cui bastonare i suoi genitori? Uscire con una storpia era il suo atto estremo di ribellione adolescenziale? Un modo sicuro per spaventare mamma e papà laggiù nella bella fattoria? O ero una specie di fantasia erotica? Fare sesso con le ragazze normali, quelle con due braccia e due gambe uguali e una bocca che poteva ricambiare i baci, era troppo noioso? Scoparsi una come me era solo un'ennesima tappa nella grande corsa al ribasso della sua vita sessuale? Oppure ero semplicemente l'unica ragazza che conosceva nella città grande e cattiva? Il suo mentore. Una guida alla vita dei notturni. Il sesso era un modo per aggrapparsi a me e non sentirsi solo in questo mondo
nuovo e spaventoso? Seduta sul sedile posteriore di quella Eldorado, gli ho detto tutto ciò che pensavo. Avevamo parcheggiato vicino a dei cespugli, lontano dai lampioni, anche se in città il buio completo non esiste. Mi ricordo che Rant aveva la tuta azzurra da disinfestatore, e puzzava di roba chimica. So che non suona molto romantico. Shot Dunyun: Per il lavoro che faccio, ovvero affittare picchi di merda a degli imbecilli, ogni tanto mi tocca incanalarmene qualcuno anch'io, per tenermi al corrente sulle uscite. Erano due settimane che dai distributori arrivavano solo trascrizioni difettose. Mi incanalavo un picco di dessert e la traccia del gusto saltava. Una bella fettona di torta al cioccolato in bocca diventava un boccone di poltiglia appiccicosa e unticcia. Del cioccolato aveva l'odore, ma in bocca era soltanto roba gommosa. Una volta, mentre ero chiuso in casa durante il coprifuoco, mi sono incanalato il mio picco porno preferito, e le vagine non avevano odore. Ma il problema non erano le trascrizioni. Era il mio cervello. Echo Lawrence: Seduto su quella Eldorado, Rant mi fissa finché non smetto di parlare. Resta in silenzio più o meno il tempo di due semafori, poi dice: «Cos'hai mangiato ieri a colazione?». Di macchine non ne passano. La strada è deserta. Gli occhi di Rant si muovono nel buio. I denti neri sono invisibili. Ieri? In cucina ho dei waffel surgelati, ma quando vado a fare colazione al Tommy's Diner ordino altro. Dico a Rant: «Cereali». Dico: «No, anzi. French Toast. No... pan tostato alla cannella...». Rant fa scivolare la mano sul sedile fino a toccare le mie dita. Mi prende la mano e se la porta davanti alla faccia, mi sfiora le nocche con le labbra, annusa, con gli occhi chiusi, poi dice: «Sbagliato». Dice: «Ieri hai mangiato muesli con zucchero d'acero e semi di zucca, yogurt alla vaniglia e lamponi secchi...». E ovviamente ci ha preso in pieno. Shot Dunyun: La maggior parte dei picchi sono cagate, se li paragoni anche alla più pallosa delle serate di party crashing, in cui almeno stai in macchina con delle persone, ascolti musica, mangi, e c'è sempre quel sottofondo di pericolo. È come essere in missione segreta per incontrare altri sconosciuti. Gente vera. Un viaggio senza meta. Io però i picchi me li faccio da quando portavo il pannolone. I miei geni-
tori mi incanalavano i picchi per lo sviluppo del bambino. Metà della mia infanzia l'ho passata attaccato a picchi di babysitteraggio. Un trascrittore che non riesce a collegare la porta è come un pittore cieco, o un musicista sordo. Non un incubo, di più. Echo Lawrence: Rant sposta la mia mano verso di me, dice: «Annusa». E io mi sporgo ad annusare, e sento solo la mia pelle, il sapone, l'odore di plastica dello smalto vecchio. L'odore di insetticida che ha lui addosso. Mentre me ne sto lì, con la faccia piegata sulla mia mano, Rant si avvicina e mi piazza il naso fra i capelli, le labbra vicino al collo, sotto l'orecchio; annusa e dice: «E per cena due sere fa?». Le mie dita sono ancora intrecciate con le sue. Sento il suo respiro sul collo. Le sue labbra e la punta tiepida della sua lingua mi premono umide sulle pulsazioni, sul battito del cuore nel collo, e io gli dico: «Tacchino?». Dico: «Lasagne?». E il fiato caldo di Rant mi sussurra all'orecchio, dice: «Insalata di carne. Con cipolle bianche. Non gialle, né rosse». Dice: «Lattuga iceberg. Carne di pollo sminuzzata». Con i capezzoli già mezzi duri gli chiedo: «Parte bianca o parte scura, del pollo?». Shot Dunyun: Se hai il raffreddore, un picco può risultare distorto. È un po' come quando non stai bene e la roba da mangiare ha un sapore diverso. Forse mi stava venendo il raffreddore. Passa una settimana e io non ho né il naso che cola né il mal di gola, eppure non riesco ancora a incanalarmi un picco come si deve. Pensavo di avere un tumore al cervello. Echo Lawrence: Baciandomi le palpebre Rant mi ha sussurrato: «Quelle rose dovresti buttarle via...». A casa mia non c'era mai stato. All'epoca non sapeva nemmeno dove abitavo. Gli ho chiesto: «Che rose?». «Te le ha regalate un fidanzato?» dice lui. Gli ho chiesto di dirmi di che colore erano. «O una fidanzata?» dice lui. Gli ho chiesto se per caso si era messo a spiarmi. E Rant dice: «Rosa». Continuando a baciarmi la fronte, ad annusarmi e toccarmi la pelle, gli occhi chiusi, il naso e le guance, mi dice: «Due dozzine. Rose Nancy Reagan con ciuffi di velo di sposa e garofanini minusco-
li». Erano un regalo, gli dico, da una coppia di simpatici signori di mezz'età per cui lavoro ogni tanto. Shot Dunyun: Il medico dell'ambulatorio mi chiama una settimana dopo - in realtà mi chiama una centralinista - e dice che devo tornare lì appena possibile. Al telefono non può dirmi i risultati degli esami del sangue. Quando hanno quella specie di sorrisetto del cazzo nella voce capisci che non sono buone notizie. Tipo che l'amministrazione ha bisogno che saldi la rata prima di schiattare, cose del genere. E così ci vado, e il dottore mi dice... che ho la rabbia. Niente cazzi, proprio rabbia. Mi fa la prima di cinque iniezioni. Non può garantirmi che riuscirò di nuovo a incanalarmi picchi. Dall'ambulatorio, dal telefono a moneta che c'è nella sala d'attesa, ho chiamato Echo e le ho detto di non farsi mai, mai, mai, baciare in bocca da Rant Casey. Echo Lawrence: Baciandomi sulla bocca, Rant mi dice che il rubinetto della mia doccia è di ottone e non d'acciaio. Dall'odore e dal sapore che ho, si capisce che dormo su cuscini di piume d'oca. Che ho una candela profumata al cocco mai accesa. Lew Terry (e Amministratore condominiale): L'unica volta che sono entrato nell'appartamento del signor Casey ho avvisato con ventiquattro ore di anticipo, come da regolamento. Mi era giunta voce che tenesse animali in casa. A una prima occhiata non ho visto niente. Un materasso per terra. Una segreteria telefonica. Una valigia. Appese nell'armadio c'erano quelle tute azzurre che metteva sempre. Mai visto vestito diversamente. Pulito o sporco che fosse, Casey odorava sempre di veleno. Se anche avessi voluto prendere qualcosa, non c'era niente da prendere. Echo Lawrence: Non è che gli ho permesso di baciarmi perché dall'odore capiva cosa avevo mangiato. L'ho baciato io quando ho visto la gentilezza con cui trattava quel suo enorme ragno orrendo. Lì, sul sedile posteriore della Eldorado, a un certo punto Rant si apre la cerniera della giacca e ci infila dentro una mano. Quando apre le dita vedo un ragno gigante. Girando lentamente la mano, Rant guarda il ragno spostarsi dal palmo al dorso, piazzandosi proprio sulle vene in evidenza. Siamo tutti e due lì che fissiamo questo ragno gigante, e io gli dico: «È
velenoso?». Lucido, senza peli. Otto zampe nero inchiostro sottili come aghi ipodermici, e il ragno le piega tutte e otto, abbassandosi a sfiorare la pelle di Rant. Quel ragno è brutto quanto mi sento brutta io. E Rant dice: «Io la chiamo Doris». Lew Terry: Lì, in fondo all'armadio di Casey, allineati sul ripiano più basso, trovo dei barattoli. Barattoli di diverse dimensioni, da maionese, da sottaceti, da sugo, di vetro trasparente, lavati. Lì per lì mi sembrano vuoti, ma decido lo stesso di aprirne uno. Dentro non c'è niente, ma quando faccio per riavvitare il coperchio... sotto ogni coperchio c'è un ragno nero enorme. Dei bestioni così, schifosi. Possono dire quello che vogliono, ma io non ho preso niente. Né soldi, né altro. Echo Lawrence: Con il fiato avevamo già appannato i vetri dell'auto, ma guardando quel ragno abbiamo trattenuto tutti e due il respiro. Nell'istante in cui Rant aveva respirato, il ragno l'aveva morso. Rant ha inspirato, io ho inspirato, e poi lui ha detto: «Abbassa il finestrino». Ho aperto il finestrino. Sporgendosi su di me, Rant ha spinto la mano fuori. Scrollandola, ha lasciato cadere il ragno fra i cespugli accanto alla macchina, dicendo: «Buonanotte, Dorry». Quando si è sporto su di me, premendo il bacino contro il mio, si sentivano già gli effetti del veleno della vedova nera. Todd Rutz ({ Numismatico): Lew Terry l'ho conosciuto più o meno nel periodo in cui compravo monete da Casey. Anche lui mi ha portato qualche bell'esemplare. Se non ricordo male, un due dollari e mezzo Indian Head del 1910 in stato di conservazione "splendido". Un due dollari e mezzo Liberty Head in stato di conservazione "AU-50". Niente di spettacolare, ma glieli ho comprati lo stesso. Solo quando la polizia mi ha interrogato ho scoperto che Terry e Casey abitavano nello stesso palazzo. Echo Lawrence: Mentre la lingua di Rant mi lecca la gola, lo sfido a scoprire dall'odore che tipo di anticoncezionale uso. La lingua scende sul petto, e Rant dice: «Nessuno. Il ciclo ti è venuto
trentaquattro... no... trentasei ore fa». Quando dico «mi lecca la gola» intendo da fuori. Todd Rutz: Questo Lew Terry è palese che è nato notturno. Pallido. La faccia e le mani chiare come il giorno in cui è venuto al mondo. Portava sempre lo stesso impermeabile marroncino lucido, e una specie di berretto di lana marrone fatto a maglia, troppo calcato sulle orecchie. Echo Lawrence: «E poi» dice Rant, «perché una che è vergine dovrebbe usare anticoncezionali?» Todd Rutz: Una sera, in negozio, questo Terry mi offre la Liberty Head e la Indian Head, dicendo che non vuole scendere sotto i millecinquecento dollari. Echo Lawrence: Certo che ero vergine. Con questo braccio tutto storto. Anche se non me ne accorgevo, avevo quasi sempre la bavetta che mi colava da un lato della bocca. Quello paralizzato. Sulla mia totale mancanza di attrattiva ci ho costruito un lavoro a domicilio con un giro d'affari della madonna. Secondo te anche se lo volessi potrei migliorarmi? E come? Schiocco le dita e da fenomeno da baraccone mi trasformo in strafiga? Todd Rutz: Col passare del tempo, Casey ha cominciato a portare sempre meno monete. Cinque centesimi col bisonte. Monete da un centesimo Lincoln Wheat Ears. Niente di memorabile. Probabilmente stava finendo le scorte. Echo Lawrence: La sera dopo, Rant mi ha fatto recapitare due dozzine di rose rosse. E le chiavi di una Galaxie 500. Shot Dunyun: Quelle cazzo di iniezioni per la rabbia non finivano mai. E il fatto di reinfettarmi ogni volta che usavo il mio spazzolino non aiutava. Alla fine la mia porta è morta definitivamente, come quella di Casey. Non morta, di più. Lew Terry: L'unico altro dettaglio che ricordo dell'appartamento di Casey è che, attaccati al muro dietro il letto, c'erano come dei piccoli grumi. Rotondi e scuri, sembravano insetti. Morbidi come palline di hashish. Solo
che il sapore era diverso. Echo Lawrence: Quella prima sera, sola con lui sulla Eldorado, per tutto il tempo tra me e me ho continuato a ripetermi: grazie a Dio i sedili di pelle sono bordeaux scuro. 24 Lupi mannari II Vivica Brawley (e Ballerina): Vede questo piede con la pelle tutta liscia e bianca come una saponetta? Prima che quello mi aggredisse avevo piedi bellissimi. Un sacco di uomini me lo dicevano. Che fossi nuda non importava, bastava che mi sfilassi le scarpe e c'erano clienti che i soldi me li lanciavano. Dott.ssa Phoebe Truffeau ({ Epidemiologa): Al culmine della Guerra del Peloponneso, nel 431 a.C, Tucidide scrisse di un'epidemia che dall'Etiopia si diffuse a nord, attraverso l'Egitto e la Libia. Ad Atene, i cittadini accusavano febbre, starnuti e tossi violente. I loro corpi si arrossavano e illividivano, tanto che molti si strappavano di dosso i vestiti, e venivano colti da una sete così inestinguibile che finivano per affogare nelle acque fredde e profonde dei pozzi e delle cisterne pubbliche. La città-stato era in preda allo scoramento, la sua flotta navale decimata. Fu così che il morbillo distrusse la civiltà degli antichi greci. Nel I secolo d.C., un ceppo particolarmente virulento di vaiolo costrinse gli unni ad abbandonare la nativa Mongolia per spingersi a ovest, verso Roma. Il nemico ultimo della Grande Armata di Napoleone fu il batterio Rickettsia prowazekii, altresì noto come tifo. Tutte le nostre più grandi civiltà sono state distrutte da malattie epidemiche. Carlo Tiengo (e Gestore di nightclub): Viv? Ma sa, all'epoca tutte le ballerine per stare su di giri si incanalavano qualche effetto, perlomeno quando si esibivano. Le nostre di solito usavano un effetto oppiaceo che veniva procurato dal club stesso. Non che sia la cosa più legale del mondo, ma sa, è facile. Basta che uno si faccia di qualcosa - una botta vera, primaria, un buco o una tirata - dopodiché si incanala un episodio di quelli in commercio, diciamo una tra-
scrizione Piccola Becky. Poi scarica l'esperienza, e noi la processiamo attraverso un'equazione sottrattiva che la ripulisce da tutto ciò che è Piccola Becky. Quello che rimane è un effetto oppiaceo puro. Una droga wireless. Poi noi la proiettiamo in maniera selettiva, soltanto sul palco, in loop, così l'effetto rimane costante. Quando una ballerina viene investita da quella specie di faretto di benessere non ha più una preoccupazione al mondo. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Nel 1347 l'Inghilterra era un paese di agricoltori, che coltivavano ed esportavano grano. Quell'anno, alcuni mercanti italiani arrivarono da Genova portando la Peste Nera, che di lì al 1377 uccise un milione e mezzo di inglesi, vale a dire quasi un terzo della popolazione. Data la conseguente scarsità di manodopera agricola, l'intera economia passò dalla produzione di grano all'allevamento ovino, e il sistema feudale inglese fu distrutto. Vivica Brawley: Alla porta c'era Bernie. È stato orribile. Prima che arrivasse la polizia hanno avuto il tempo di farlo a brandelli. Carlo Tiengo: Ma sa, per i clienti è diverso. La nostra attività consiste nel vendere un'esperienza primaria unica e irripetibile. Chi viene beccato a trascriverne o a scaricarne una viene automaticamente sbattuto fuori dal club. Per proteggere il nostro prodotto trasmettiamo un effetto di disturbo, che impedisce alle porte di funzionare. Le intasa. Se non facessimo così ci ritroveremmo il locale pieno di trascrittori che scaricano le ballerine e poi le mettono su Internet. Basta un numero di lap dance in rete e una povera ragazza si ritrova con la carriera rovinata. Paga solo il primo stronzo che la vede, ma poi tutti gli altri se la godono gratis. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Durante la Grande Peste di Londra, nel 1665, fino al 1° luglio il tasso di decessi settimanali oscillò tra i cento e i quattrocento. A metà mese era salito a duemila. A fine luglio, ogni settimana morivano seimilacinquecento persone, e a fine agosto settemila. Sebbene la fonte più comune di contagio della peste bubbonica fossero le pulci del ratto nero europeo (Rattus rattus), l'esplosione delle infezioni derivò da un mutamento nelle modalità di trasmissione. Anziché attraverso i morsi delle pulci, il microrganismo che le causava, la Pasteurella pestis, aveva cominciato a diffondersi da persona a persona attraverso le goccioli-
ne di saliva e muco che venivano espulse con i colpi di tosse e gli starnuti. Carlo Tiengo: È la rabbia. Per quello negli ultimi tempi lavoriamo tanto. Gli assatanati che ce l'hanno non riescono più a incanalarsi le porcate di seconda mano scaricate da Internet. Sono costretti a venire in città e pagarsi un'esperienza primaria. Ma sa, avrei dovuto capirlo. Quando, di martedì, vedi in sala più di sei persone deve suonarti un campanello d'allarme. La sera che abbiamo perso Bernie, intorno al palco ci saranno stati una cinquantina di sbavanti. Con gli spasmi. I fili di bava che penzolavano agli angoli della bocca. Gli occhi socchiusi anche con le luci basse. Tutti sintomi della rabbia. Dott.ssa Phoebe Truffeau: A cominciare dal 1490, una nuova epidemia cominciò a diffondersi in Europa e in Asia. Il primo sintomo era una piccola ulcerazione nella sede di infezione, che scompariva dopo tre/otto settimane, lasciando una lievissima cicatrice. Nel giro di poche settimane, dunque, chi l'aveva contratta appariva come non infetto. I cinesi la chiamarono "mal di Canton". I giapponesi, "mal cinese". Per i francesi era il "mal spagnolo". E per gli inglesi era il "mal francese". Il nome moderno deriva da quello dell'immaginario pastore protagonista di un poema del 1530 a opera di Girolamo Fracastoro, Syphilis sive Morbus Gallicus. Vivica Brawley: Uno dei miei spettatori fissi, un notturno quasi pelato, non sembra stare benissimo. È seduto con i gomiti appoggiati sul bordo imbottito del palco e sbava, la bava gli cola sul mento, lucida. La regola è guardare e non toccare, ma lui allunga un biglietto da cinque dollari tutto ripiegato, come se volesse infilarmelo tra le dita dei piedi. È un camionista, se non ricordo male. Prima mi facevo sempre il pedicure alla francese, quando avevo ancora dieci dita. Ormai se dall'estetista mi tolgo le scarpe la ragazza che fa le unghie scappa urlando. Dott.ssa Phoebe Truffeau: In questa fase latente avanzata, la sifilide terziaria indebolisce le pareti dei vasi sanguigni, provocando la morte per arresto cardiaco o infarto. La malattia inoltre penetra nel sistema nervoso centrale, provocando danni al cervello. Tra i sintomi si riscontrano mutamenti della personalità caratterizzati da ottimismo maniacale e aumento dell'eccitabilità, che solitamente sfociano in una cerebropatia paralitica.
Questa iperattività, unita al calo delle inibizioni provocato dai danni cerebrali di cui sopra, può inoltre spingere il soggetto infetto a ricercare il piacere attraverso un'attività sessuale compulsiva e occasionale, diffondendo ulteriormente la malattia, motivo per cui la sifilide si è guadagnata il comune soprannome di "malattia di Cupido". Carlo Tiengo: Viv allarga le dita dei piedi, come fa sempre per accettare le mance. Lo sbavante è un povero assatanato qualunque che fa un salto al locale dopo aver preso lo stipendio. Si alza dallo sgabello e si sporge oltre il bordo del palco. Viv è seduta con le mani appoggiate a terra, spinge un piede verso di lui, perché a quelli piace così. Poi di colpo si mette a gridare. Vivica Brawley: Vedi il mio piede destro, qui dove dovrebbero esserci il medio, l'anulare e il mignolo? Sono quelli che si è infilato in bocca. Il camionista pelato. Mi afferra la caviglia con tutte e due le mani e morde, e io comincio a gridare: «Bernie!». Carlo se ne sta dietro il bancone senza muovere un dito. Con l'altro piede comincio a prendere a calci il camionista sulla fronte, sugli occhi. A quel punto Bernie lo piglia per la spalla da dietro e lo tira via. Il rumore dei denti che si chiudono, quel click, ce l'ho ancora in testa. Il mio piede è così come lo vedi da quando ho sentito quel click. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Prima del 1564, Ivan IV, il primo zar di tutte le Russie, consentiva la libertà di opinione e di parola. Accettava le istanze di tutte le classi di sudditi, e perfino i cittadini più poveri potevano comunicare con lui. Dei suoi tre figli, uno morì a sei mesi, l'altro nacque affetto da letargia e ritardo mentale, il terzo accompagnò il padre nel percorso che gradualmente lo condusse a guadagnarsi il soprannome di Ivan il Terribile. Tutti e tre i figli soffrirono di sifilide congenita. Dopo il 1564, a mano a mano che la sifilide cerebrale progrediva, il padre giustiziò migliaia di persone facendole bruciare e bollire vive. Nella città di Novgorod, per cinque settimane lo zar e il figlio fustigarono a morte i prigionieri, arrostendoli vivi o affogandoli sotto il ghiaccio che copriva il fiume. Il 19 novembre 1581 lo zar uccise il figlio, che portava lo stesso nome, trafiggendolo con la punta di ferro del suo bastone. Carlo Tiengo: Benjamin Searle - chiamato "Bernie" - era enorme. Sarà
stato centoquaranta chili. Per una stagione ha perfino giocato a football da professionista, nei Raiders. Bernie ha preso quello psicopatico e l'ha tirato via. Gli ha aperto le mandibole per tirar fuori il piede di Viv e poi l'ha allontanato, e quello gli ha azzannato il collo. La vena che c'è di lato. Velocissimo. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Tra i personaggi di spicco colpiti e uccisi dalla sifilide ci fu il re d'Inghilterra Enrico VIII, così come i re di Francia Carlo VIII e Francesco I. Tra gli artisti, Benvenuto Cellini, ToulouseLautrec e lo scrittore Guy de Maupassant. Nella Parigi del 1500, un terzo dei cittadini erano portatori di sifilide. Tra la nobiltà francese coloro che non ne erano affetti, racconta Erasmo, venivano tacciati dai loro pari di ignoranza e rozzezza. Il chirurgo William Clowes scrive che nel 1579 ne erano affetti tre quarti dei londinesi. Vivica Brawley: È strano come si ricordano le cose, ma io mi sono guardata il piede e ho visto dei fili che spuntavano. Fili argentati e plastica rosa. E per un secondo ho pensato che ero un robot, una specie di androide, e lo scoprivo solo ora... e invece no. Avevo in circolo l'effetto incanalato, stavo sanguinando ed ero sotto shock. Ma di sicuro non ero un androide. Il fil di ferro c'era perché il pelato portava un ponte, un ponte parziale superiore, e quei due denti ce li avevo ancora piantati nel piede. I suoi denti veri invece erano piantati nella gola di Bernie. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Come nel caso della peste bubbonica, anche il tasso di trasmissione della sifilide esplose per via di un mutamento nella natura dell'organismo che la provocava. Anziché essere stata importata dal Nuovo Mondo, è più probabile che la malattia fosse in origine l'infezione cutanea africana nota come framboesia, che si trasmetteva soprattutto mediante il contatto tra i bambini che giocavano nudi. Dal punto di vista batteriologico le due malattie sono identiche, sebbene la framboesia si trasmetta attraverso il contatto fisico solo in presenza di eruzioni cutanee. Per via dell'abbigliamento richiesto dai climi più rigidi dell'Europa, la framboesia si sarebbe evoluta in una malattia trasmissibile attraverso la forma di saluto più diffusa: il bacio bocca a bocca. Solo quando la sifilide divenne epidemica gli europei abbandonarono il bacio in favore della stretta di mano, e la malattia assunse l'attuale forma venerea.
Carlo Tiengo: Dev'essere la vista del sangue, o va a sapere. Fatto sta che nel giro di un attimo tutti gli sbavanti e ipervertiti presenti in sala si buttano su Bernie. Viv e le altre ragazze corrono a chiudersi a chiave nei camerini. Io e il barista ci chiudiamo nell'ufficio e chiamiamo la polizia. La porta è di rovere massiccio, spessa come un elenco telefonico, eppure le urla di Bernie che chiede aiuto si sentono lo stesso. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Non sarebbe del tutto irrealistico supporre che - proprio come la peste bubbonica e la sifilide - l'epidemia di rabbia attualmente in corso sia dovuta al contatto casuale, che si stia trasformando in una malattia infettiva tipica dei centri urbani densamente popolati. Come la sifilide, anche la rabbia provoca nel soggetto uno stato di agitazione che aumenta le probabilità di cercare e infettare altri soggetti. Occorre inoltre sottolineare che il danno provocato dal Lyssavirus al sistema nervoso centrale impedisce a chi ne è affetto di "incanalare", ovvero di godere in solitudine dello svago offerto dalle trascrizioni neurali. Tale menomazione aumenta le probabilità che l'individuo infetto cerchi il suo svago fuori casa, dedicandosi a forme di interazione sociale a rischio, come il "party crashing" e il sesso occasionale. Vivica Brawley: Povero Bernie. Dopo che i poliziotti hanno fatto fuori tutti quanti, ai morti hanno dovuto aprire lo stomaco per recuperare i pezzi che si erano ingoiati. Le orecchie, il naso e le labbra di Bernie. All'ospedale i chirurghi mi hanno fatto vedere delle dita in un recipiente di soluzione salina, dicendo che avrebbero potuto riattaccarmele. Le unghie avevano ancora il pedicure alla francese, con le punte bianche belle precise. Ma vedendo quelle dita tutte mangiucchiate dal camionista e già mezzo digerite io gli ho detto: «Lasciamo stare». 25 Il capro espiatorio Irene Casey ({ Madre di Rant): Dipende se uno vuole credere alla ragazza deforme o alla polizia, ma la prima notte che hanno passato insieme, in teoria, è anche quella in cui Buddy avrebbe ucciso quella donna. La proprietaria del negozio di animali, la Libby.
Shot Dunyun (e Party crasher): La cosa che più ti piace del party crashing è quanto somiglia alla vita vera. Voglio dire, a un automobilista ubriaco non gliene frega niente se è tutta la vita che dipingi e la tua prima mostra si inaugura la settimana prossima. Che schifo, no? L'alce di settecento chili, quello che aspetta nell'ombra a bordo strada, pronto a balzarti davanti, non ha idea che la settimana prossima ti nasce un figlio. La guarnizione del freno scivolosa o il tizio che parla al cellulare... Il dado di bullone allentato o il camionista assonnato... Non frega un cazzo a nessuno se hai smesso di bere da tre anni o se finalmente stai di nuovo bene in due pezzi o se hai incontrato la persona giusta e la ami profondamente, pazzamente, appassionatamente. Oggi, mentre vai a recuperare i vestiti al lavasecco, a faxare quei documenti, mentre pieghi il bucato o lavi i piatti della cena, qualcosa che non ti aspetti è già lì che incombe su di te. Agente Romie Mills (e Investigatrice squadra omicidi): La vittima, Edith Libby, misurava un metro e settantatré per cinquantotto chili. Il suo cadavere è stato rinvenuto durante il giro di ricognizione del coprifuoco mattutino, in una zona confinante con il distretto diurno e con quello notturno. La causa del decesso non era evidente. Non si sono riscontrate ferite. Il luogo non era controllato dal sistema di telecamere di sorveglianza cittadino. Shot Dunyun: Quel proiettile o quell'automobilista ubriaco o quel tumore con su scritto il tuo nome. Il mio modo per riuscire a sopportare tutto questo è fare party crashing. Per una sera riesco a dominare il caos. Prendo parte al destino che non sono in grado di controllare. Danzo con l'inevitabile, e sopravvivo. È la mia piccola prova costumi. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Qualsiasi concetto di progresso impone di non guardare il passato troppo da vicino. È innegabile che oggi le strade siano meno affollate di prima dell'entrata in vigore dei coprifuoco previsti dalla TI-VEDO, ma una società deve sempre fare i conti con una certa quantità di risentimento da parte delle persone che si sentono raggirate dagli eventi. Lynn Coffey (e Giornalista): Basta studiare una qualsiasi democrazia degna di tale nome, dagli antichi greci in avanti, per capire che questi si-
stemi, per funzionare, hanno bisogno di una classe lavoratrice di schiavi. Peones che ripuliscano la spazzatura perché sul livello superiore sia possibile fare campagna elettorale e votare. È questo che sono diventati i notturni: un modo comodo ed efficace per tenere fuori dai piedi la classe schiava. Mi spiace, ma dopo vent'anni passati a scrivere di politica locale, ritengo di essermi guadagnata il diritto di dire la verità una volta per tutte. E la verità è che nessun notturno è mai stato eletto presidente. Agente Romie Mills: Wade Morrison è un'altra faccenda. Ventiquattro anni. Notturno di nascita. Di punto in bianco, una notte si accascia a terra, morto, proprio come la Libby. È ovvio che questi casi all'inizio non sono stati gestiti come omicidi, finché non hanno cominciato a emergere delle analogie. Lynn Coffey: Sempre di segregazione si tratta. Solo, non spaziale. Niente sedili d'autobus o palchi di teatro riservati. È una segregazione di tipo temporale. Chiamatelo pure contratto sociale, come i limiti di velocità o il codice di regolamentazione edilizia, ma significa pur sempre essere condannati al turno di notte per tutta la vita. Tu prova a sforare di un minuto il coprifuoco mattutino, e poi discutiamo di cosa s'intende per uguaglianza. La risposta, di solito, è che i notturni possono decidere in qualsiasi momento di abbandonare un'area urbana e andare a vivere in un distretto rurale non soggetto alla TI-VEDO. Ma per farlo ci vogliono soldi. E le opportunità di lavoro e di studio si trovano perlopiù nelle città. Agente Romie Mills: Per quanto riguarda l'omicidio Morrison, un testimone sostiene che la vittima ultimamente fosse soggetta a sbalzi d'umore e accessi di aggressività. Durante una di queste crisi, un diurno si è rifiutato di servirlo dopo il coprifuoco. Uno dei metodi principali per far rispettare il coprifuoco è multare le attività commerciali che servono o vendono merci a chi risulta fuori dal suo domicilio in una fascia temporale cui non appartiene. Nel caso di Wade Morrison, il commesso di un alimentari gli ha chiesto di vedere la carta di status. Constatato che era un notturno, il commesso si è rifiutato di vendergli le sigarette, e il testimone riferisce che Morrison, prima di andarsene dal negozio, l'ha minacciato verbalmente.
Irene Casey: All'epoca Buddy continuava a frequentare quella ragazza con la faccia tutta storta. E poi lo Stato aveva già le sue impronte, da quando aveva fatto domanda per diventare uno di quelli che vivono di notte. Sapevano tutto ciò che gli serviva sapere per farlo diventare un capro espiatorio. Un ragazzo come lui, che veniva da fuori, da una famiglia come tante. Avevano bisogno di un signor nessuno, e l'hanno trovato. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Tra i movimenti di protesta presenti nella cultura notturna, il mio preferito è quello che vorrebbe abolire il sole. Vendono abbigliamento e adesivi con impressi i loro slogan. Per esempio: "Basta sole". Oppure: "La luna fa luce abbastanza". Purtroppo, non stupisce che ciò preoccupi le autorità. L'ultima cosa di cui questo Paese, già così provato, ha bisogno è una guerra civile fra notte e giorno. Un altro adesivo piuttosto diffuso è: "Riprendiamoci il giorno!". Quella che per qualcuno è una battuta, per altri può facilmente trasformarsi in una chiamata alle armi. Alcuni storici sostengono che il Mein Kamp fosse in origine un'opera satirica piuttosto tagliente, una parodia che il grande pubblico ha poi preso troppo alla lettera. Lynn Coffey: Fu Thomas Jefferson il primo a dirci che qualsiasi Paese ha bisogno di una frontiera come valvola di sfogo o di un luogo in cui contenere l'eterna marea dei pazzi e degli idioti. Anche se la propaganda ufficiale si guarda bene dal dirlo, la fascia notturna è il grande cassonetto in cui gettare le menti difettose. Gli arrabbiati solitari. Gli invalidi. I notturni hanno l'assistenza sanitaria gratuita. Fa parte del programma di incentivi. Gli ambulatori fanno schifo e sono sovraffollati, ma non li paghi. Le case popolari sono sovvenzionate dallo Stato. Sei costretto a fare lavori in genere poco qualificati, ma ti pagano quei due dollari in più rispetto a quanto prenderesti facendo lo stesso lavoro senza sbocchi di giorno. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Detto col senno di poi, noi non avevamo idea degli eventi che stavano prendendo forma. Leggevamo delle morti sui giornali, certo, ma senza starci a pensare granché. Eravamo più impegnati a preparare la prossima serata "Luna di miele", o a addobbare l'albero di Natale per una serata "Albero". Su Rant si stava allungando un'ombra minacciosa, e intanto noi discutevamo se mettere le lucine bianche o colorate. Pontiac o Dodge? Pino o abete?
Agente Romie Mills: La terza vittima è morta esattamente come le altre due. Dall'autopsia è venuto fuori che il cervello era affetto da encefalite e mielite, con presenza di corpi di Negri nelle cellule piramidali dell'ippocampo e di cellule di Purkinje nel cervelletto. Riassumendo: rabbia. Tutte e tre le vittime sono morte di rabbia non diagnosticata e non curata. Irene Casey: Buster ci ha scritto dicendo che era innamoratissimo e stava corteggiando una persona. Io e suo padre abbiamo pregato che fosse la ragazza, e non il ragazzo. Agente Romie Mills: Secondo il Centro per il controllo delle malattie infettive, l'ultimo caso di rabbia diagnosticato fino a quel momento nella zona era stato un maschio di ventisei anni di nome Christopher Dunyun. La quarta vittima c'è stata a indagini preliminari avviate. Si è accasciata al suolo ed è morta, per un'encefalite non diagnosticata, riconducibile alla rabbia. Il nostro timore era che la malattia si stesse diffondendo in modo esponenziale. Potevano esserci cento come diecimila persone già infette senza saperlo. Shot Dunyun: A uccidere Rant avrebbe potuto essere un terremoto. O un incendio. O una cazzo di epidemia di influenza mortale. È rassicurante sapere che, con tutti gli incidenti a cui sono sopravvissuto facendo party crashing, il giorno in cui alla fine incontrerò la morte saremo come due vecchi amici che per tanto tempo si sono persi di vista. Io e la morte, separati alla nascita. 26 Rifiuto della realtà Shot Dunyun (e Party Crasher): Assurdo, no? L'ultima sera che sono uscito con Rant Casey abbiamo sprecato tutta la finestra a fare "crashing di beneficenza". Nel party crashing, più danni frontali ha la tua macchina, più fai bella figura. So di squadre che appena hanno una macchina nuova pigliano il paraurti e i parafanghi davanti a martellate, sfasciano i fanali e la griglia, e tutto per non sembrare dei principianti. L'esatto contrario vale per i danni dietro, quelli che ti fai quando ti marchiano. Primo perché passi per uno sfigato che si è fatto sfondare un sacco
di volte. Secondo perché se dietro hai troppi danni la gente non si abbassa nemmeno a inseguirti. Quando uno squalo fa un danno vuole che si veda. Qualsiasi squadra preferisce colpire roba nuova. Magari è tutta la notte che insegui un'auto scassata, ma se ti passa accanto un gioiellino con la vernice intatta e una carrozzeria da autosalone, e ha la bandiera, tu ti butti sulla ciliegina. Neddy Nelson (e Party Crasher): Hai presente cos'è una serata "Saldi", nel linguaggio del crashing? E lo sapevi che in quei casi la bandiera è dipingersi in bianco un prezzo sul parabrezza e sul lunotto posteriore? E che per mantenere la bandiera esclusiva bisogna sempre e solo scrivere tredici dollari e cinquanta centesimi? Altrimenti ti immagini il casino se chiunque potesse mettere il prezzo che vuole? Shot Dunyun: Una volta, in una serata "Cervo morto", siamo lì che giriamo con il nostro bel cervo di polistirolo legato al tettuccio, quando di colpo sbuca dal nulla una cazzo di Park Avenue. Ci spacca il fanale destro, un tubo del radiatore, e noi cominciamo a perdere liquido di raffreddamento in un tombino. La Park Avenue indietreggia, con appena qualche danno alla lamiera. Li sentiamo ridere anche se hanno i finestrini chiusi. Rant scende dal sedile posteriore e va da loro. Da bravo Mister Sacco di Soldi qual è, si china sul finestrino del conducente e tira fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni un rotolino di banconote. Morale: quelli gli hanno mollato la macchina su due piedi, e sono tornati a casa portandosi il cervo morto sull'autobus. Noi abbiamo trasferito il nostro cervo sulla loro auto e ci siamo giocati il resto della finestra con la Park Avenue. Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): In una lettera Rant diceva che quand'eri su una macchina non riuscivi a distinguere i maschi dalle femmine. I bianchi dai neri. A sentire lui, le squadre più dure da battere erano gli handicappati. Gli handicappati o i finocchi. Mettine uno dietro un volante, e allora sì che vedrai un bel po' di frustrazione repressa. Nessuno guidava grintoso come i paraplegici coi comandi manuali. O come certe ragazzette secche da quarantacinque chili. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): La sera in questione, l'ultima che abbiamo passato insieme, era una serata "Materasso". L'immagine che più mi torna in mente è quella di Rant Casey che si sbot-
tona la tuta da lavoro azzurra in un parcheggio illuminatissimo dove stiamo bevendo caffè. Mi ricordo che aveva il petto coperto di capezzoli extra, un'infinità di bitorzoli rossi rotondi. «Ragni delle cantine» mi ha detto. «Ne ho trovati un po' al lavoro.» Aveva cercato di portarseli a casa di nascosto infilandoseli nella maglietta. Shot Dunyun: In certe finestre di gioco capita che te ne stai in giro tutta la notte senza riuscire a marchiare nessuno, e senza che nessuno marchi te. Allora, per non andartene a casa deluso, magari vai a sbattere contro un vecchio squalo scassato. In una finestra di gioco vedi sempre qualche macchina che cade a pezzi, avvolta in una nuvola di fumo azzurro, il retro accartocciato in una massa di lamiere che tremano e cigolano. Carcasse ambulanti. Se gli vai addosso, almeno quel povero squalo fracassato si sente parte del gioco. Quando vai a sbattere contro un catorcio per pietà o disperazione si chiama "crashing di beneficenza". Echo Lawrence (e Party Crasher): E che palle. Dunyun era tutto un "Non fare questo, non fare quest'altro". Non ti immischiare con Rant. Non innamorarti. Mi prendeva in continuazione da parte per dirmi: «Riesci ancora a incanalare?». Per dirmi: «Guarda che ha la rabbia!». E questo quando Rant era fisso sul mio sedile posteriore da mesi. Shot Dunyun: L'ultima partita che abbiamo giocato come squadra è stata una serata "Materasso". Certi dipingono il materasso di nero con la bomboletta, perché si veda meno. Per me il modo migliore è aprire i finestrini di uno spiraglio e far passare la corda dentro la macchina. Leghi bene e lasci il nodo dentro. Così, se becchi la polizia, puoi slegare il nodo da dentro e buttare il materasso in corsa. Quello scivola via portandosi dietro la corda, e di colpo sei solo un'auto innocente che gira per strada come tante altre. Quell'ultima serata "Materasso", ogni volta che vedevamo un vecchio scassone arrugginito che andava avanti a strappi, con un materasso tutto macchiato legato al tettuccio, Rant diceva: «Dagli un colpetto». Diceva: «Su, che così va a casa contento». Echo Lawrence: Pensa quant'era romantico Rant. Un conto è regalare a una ragazza un mazzo di rose che vedrà appassire e marcire. Ma regalarle
una Skylark super accessoriata tutta da demolire è un pensiero molto più carino. Una volta che era serata "Luna di miele" il mio amore mi ha consegnato le chiavi di una Lincoln Continental bianca con tutto elettrico. Una quattro ruote coi controfiocchi. La guida era così morbida e lo stereo così potente che a un certo punto una Jetta ci ha speronati da dietro, rimanendo col muso piantato sotto il nostro paraurti, e manco ce ne siamo accorti. Ci siamo fatti mezza partita trascinandoci dietro quella macchinetta piena di gente incazzata nera. Shot Dunyun: Che cazzata, no? Quando fai "crashing di beneficenza", appena tiri via il muso da un paraurti tutto ammaccato, sfondato, arrugginito, ti penti di non essertene andato a casa senza marchiare nessuno. Ti senti così triste e in colpa che non ti viene nemmeno voglia di scendere a urlare. Fai toccata e fuga. Toccata e fuga. Per il regolamento del party crashing sarebbe fallo, ma il più delle volte chi guida uno scassone del genere ti è troppo riconoscente per segnalarlo. La cosa peggiore è che in quei casi riesci a immaginare come sarai dopo qualche altro anno di crashing, a trascinarti dietro un rottame col culo accartocciato, nella speranza di trovare qualcuno così annoiato o disperato da venirti addosso. Uno dei motivi principali per cui si fa toccata e fuga è che vedere quelle auto scassate è triste, ma vedere chi le guida è insopportabile. Magari è un tizio col collarino cervicale, che cammina col bastone, tutto rigido, zoppicando. Nove su dieci, di lì a qualche anno sarai così anche tu. Echo Lawrence: Fammi pensare. Rant mi ha comprato una LeSabre che ho sfasciato in un secondo. Una Cavalier che ho schiantato nel culo di una Audi. Poi una Regal che ho piantato nella fiancata di una Taurus. No, anzi, prima c'è stata una Grand Am, anche se non ricordo esattamente in che ordine. Una Grand Am e una Cougar e una Grand Marquis. Ah, e poi la Lebanon che abbiamo incendiato cercando di mangiarci sopra la fonduta durante una partita. Forse quella non conta. Shot Dunyun: Siamo fermi a un semaforo rosso, quando dietro di noi spunta un mucchietto di lamiere che avanza sputacchiando e traballando, più o meno a un isolato di distanza, e punta a marchiarci il culo. Si sentono le punterie del motore che sferragliano da un isolato all'altro, gli ammortizzatori che cigolano, i fari che sfarfallano. La cinghia della ventola geme, e sul tettuccio ballonzola un materasso. Il mostriciattolo si avvicina, ma
noi siamo bloccati in attesa del verde. Diventa verde, e il mostriciattolo è ancora lì che si trascina verso di noi, avanzando pian pianino verso il nostro paraurti posteriore. Echo comincia a far rombare il motore, ma Rant le dice: «Aspetta». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Il giovane Rant stava compiendo il più gentile e benevolo atto di generosità. Shot Dunyun: Rimaniamo fermi per tutto il verde, poi per tutto il rosso, e un attimo prima che spunti il secondo verde quel vecchio scassone sputacchiante e tremante... be', ci dà un microcolpetto sul paraurti e muore. Definitivamente. La cinghia della ventola manda un ultimo gridolino e poi tace. Dalla griglia esce uno sbuffo di vapore, e i pezzi di lamiera bordata di cromature smettono di sbatacchiare. La vecchia auto sembra accasciarsi sugli assali, e il conducente scende. È un ragazzino, avrà sì e no sedici anni. Giuro. Un bambino di nome Ned... Neddy... o Nick, non ricordo. La nostra auto era una Cadillac Seville. Di spazio ce n'era, e così Rant ha offerto al ragazzino la posizione di mascotte in mezzo al sedile posteriore. Eravamo stati la sua prima marchiatura. Mi ricordo che aveva un sorriso da un orecchio all'altro. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Un altro aspetto piacevole del party crashing era l'effetto pentolaccia. Le persone sono solite proiettare sui veicoli che si ritrovano intorno i loro tratti peggiori. Immaginiamo che chi ci supera a tutta velocità sia pieno di arroganza. Gli automobilisti lenti, quelli dietro i quali rimaniamo intrappolati, ce li immaginiamo autoritari o affetti da qualche infermità. La vera gioia la si prova quando, dopo un colpetto o un graffio, il veicolo nemico esplode e fuori si riversano collezionisti di francobolli, appassionati di calcio, madri, nonni, spazzacamini, cuochi, assistenti legali, sacerdoti, insegnanti, uscieri, operai, unitaristi, camionisti, giocatori di bowling, esseri umani. Nascosta in quel duro guscio di vernice lucida e vetro c'è una persona tenera e spaventata tanto quanto te. Shot Dunyun: Quando facevamo crashing di beneficenza, Rant cercava di non andarci troppo pesante. Un colpo qui. Un graffio là. Più che altro flirtava. Ricordo che mi ha detto di aver finito i soldi, e non avrebbe potuto comprare un'altra macchina per la squadra. Ha detto che l'auto su cui sta-
vamo girando ci sarebbe dovuta durare almeno fino alla prossima seratona "Albero". Echo Lawrence: Quando prima dicevo che Rant "era fisso sul mio sedile posteriore" intendevo letteralmente. Neddy Nelson: Hai presente quanto era grande Rant? Sai cosa ha fatto la volta che mi hanno scaricato davanti al mio palazzo subito prima del coprifuoco? Ti hanno mai detto che mi ha lanciato una moneta d'oro dicendo: «Per le tue prossime quattro ruote...»? Ti immagini come ci sono rimasto quando per quel dollaro Liberty Head del 1884 il negozio di monete mi ha offerto diecimila bigliettoni? Conosce qualcun altro così generoso? Non fosse stato per Rant Casey avrei avuto un'altra macchina così presto? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Immagino fossero gli ultimi rimasugli del patrimonio che Rant Casey si era costruito grazie alla Fatina dei denti. Echo Lawrence: Quando Shot diceva "rabbia", io capivo "scabbia". I risultati erano negativi, grazie a Dio, ma mi sa che ho chiesto l'esame sbagliato. 27 Serata "Albero" Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Dopo lunghissime discussioni, abbiamo deciso di usare un albero vero, optando per un abete nobile. Addobbato di lucine blu, e sormontato da una stella blu luminosa. Legato al tettuccio della Cadillac Seville, l'albero pareva una cometa blu: la grande stella che dondolava sul parabrezza, seguita da una scia di centinaia di lucine blu scintillanti. Neddy Nelson (e Party Crasher): Mi credi un idiota se ti dico che la cosa migliore del party crashing, quella che lo rende fantastico, è il fatto che spezza? Che spezza un circuito? Hai presente com'è quando tua madre ti strilla addosso, dandoti del fancazzista, quando hai perso l'ennesimo lavoro, i tuoi ex compagni di scuola si sono tutti sistemati, e tu non hai
nemmeno la ragazza? Cosa succede se, proprio mentre la tua testa è un cesso totale, di colpo - ba-bum! - qualcuno ti si schianta addosso e tu ti senti meglio? Non è un dono che qualcuno ti venga addosso? Non scendi dalla macchina tremante, sotto shock? Come un bambino che viene al mondo? O come un bel massaggio rilassante condensato in mezzo secondo? Il party crashing non è una specie di elettroshock per la depressione? Dagli appunti di Green Taylor Simms: La sera che è morto, Rant indossava una camicia di jeans decorata da una quantità di arcobaleni e fiori, ricamati con parecchio entusiasmo ma senza particolare perizia. Una bel salto rispetto alla sua solita tuta azzurra che puzzava di insetticida. Mi sembra di ricordare delle aquilegie, o qualche altro fiore locale, disegnate con del filo viola tutt'intorno al colletto. Sul taschino davanti, proprio sopra il cuore, si librava un colibrì verde smeraldo che becchettava un narciso giallo. Lew Terry (e Amministratore condominiale): L'unica altra volta che sono entrato nell'appartamento di Casey è stato un giorno che sono sceso in cantina a svuotare i contenitori del riciclaggio, e nel bidone del vetro ho trovato i barattoli che avevo visto nel suo armadio, stavolta però vuoti. Niente ragni. Sopra ogni barattolo Casey aveva scritto un nome, "Dorry" oppure "June". Ogni barattolo un nome di donna. Alla ditta dove lavorava Casey, quella di disinfestazione, mi hanno detto che si era licenziato. Gli insetti, più che farli fuori, li trasferiva. Essendoci di mezzo un potenziale pericolo d'infestazione avevo tutto il diritto di usare il mio passe-partout per entrare a dare un'occhiata. Dentro non c'era più niente, a parte la sua valigia vuota e quei grumetti scuri sul muro dietro il letto. Niente insetti, niente topi, niente di niente. L'unica cosa un po' strana era un uovo, bianco, normalissimo, appoggiato in mezzo al cuscino del letto. E se qualcuno dice che quell'uovo l'ho preso io, sia chiaro che a prenderlo sono stati gli investigatori della polizia. Da allora la contea ci minaccia costantemente di multe, con tutti quei ragni velenosi in giro. Quel malato di mente deve aver liberato tutta la sua collezione. Echo Lawrence (e Party Crasher): Prova a immaginare. Avevamo preparato ore e ore di musiche di Natale da sparare a tutto volume. Prima che la finestra si aprisse, alle dieci, per due ore le macchine hanno continu-
ato a fare avanti e indietro per sfoggiare i loro alberi. Una parata di auto cariche di ghiaccioli argentati che dondolavano. Ricoperte di capelli d'angelo dorati e palline di vetro che cadendo scoppiavano sull'asfalto. Gente ferma a ogni angolo, con il berretto rosso bordato di pelliccia bianca, che si sbracciava per trovare posto in una squadra, strillando e mettendo in mostra le carni pur di salire su una qualsiasi di quelle macchine addobbate di luci e decorazioni. Centinaia di aspiranti crasher vestiti da Babbo Natale. Shot Dunyun (e Party Crasher): Assurdo, no? Passavi accanto a un Babbo Natale fermo a un angolo, e il caro, dolce vecchietto ti faceva vedere le tette. Maschio o femmina che fosse. Vedevi dei san Nicola con le bocce di fuori. Per dirti in che razza di carnevalate si trasformavano le serate "Albero". Echo Lawrence: Per due ore che precedono la finestra, nessuno è fedele alla propria squadra. Quando tutti fanno avanti e indietro per mostrare le decorazioni, la gente non fa che scendere da una macchina e salire su un'altra. Un pit stop continuo. Squadre che si formano e si disfano. Una specie di grande festa in cui tutti si mescolano in un mare di auto illuminate. Shot Dunyun: Più o meno un minuto prima che la finestra si apra, le macchine spengono le lucine di Natale e si sparpagliano. Non all'istante, di più. E di colpo siamo ancora tutti nemici. Echo Lawrence: Io ricordo solo che Shot continuava a dire: «Niente vischio! Niente baci! Niente rabbia!». Dagli appunti di Green Taylor Simms: La cultura del pit stop si è sviluppata come propaggine del party crashing. Le squadre si fermavano per fare benzina, andare in bagno e comprare cibo o caffè. Inizialmente sbrigavano le loro faccende nel minor tempo possibile, per rientrare subito in partita, ma di tanto in tanto capitava che qualche squadra si attardasse in una stazione di servizio o nel parcheggio di un alimentari. Il pit stop era percepito come uno spazio sicuro dove riposarsi o rifugiarsi durante un evento di party crashing. Quella serata "Albero" ci siamo fermati in una stazione di servizio. Rant
ci ha detto che avrebbe fatto il pieno, intanto che Echo, Shot e io andavamo nel negozietto a fare provviste. Echo Lawrence: Mentre era fermo accanto alla macchina per fare benzina, Rant ci ha chiesto di prendergli le patatine al bacon. E una bibita. Shot Dunyun: Io ho preso un hot dog con la senape. Patatine di mais. E dei nachos scaldati al microonde. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Il mio debole, lo confesso, sono i bastoncini rossi di liquirizia morbida. Shot Dunyun: E un po' di striscette di carne essiccata. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Non è un caso che raramente guidassimo lo stesso veicolo per più di tre settimane. Una macchina si può rendere inservibile in tanti modi, sia da fuori che da dentro. Il formaggio dei nachos, per esempio, faceva crollare il valore dell'usato più in fretta di qualsiasi incidente. Shot Dunyun: Esco dal negozio e Rant è sparito. Dove prima era parcheggiata la Cadillac, ora c'è soltanto una grossa pozzanghera di benzina. Echo Lawrence: L'auto non c'è più, e in fondo alla strada vediamo una specie di cometa blu che vola via. Dietro la Seville c'è un'intera foresta mobile di alberi con le luci spente che la sta inseguendo. Come un branco di lupi. Rant ha lasciato le lucine natalizie accese, e ogni singola macchina nella partita lo vuole marchiare. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Una notizia appena giunta: sulla Landover Parkway è in corso un inseguimento della polizia. Stando ai primi resoconti, il veicolo sospetto è una Cadillac Seville che ha ignorato un semaforo rosso all'incrocio fra Winters Street e la Centoventiduesima. La Seville sta attualmente viaggiando in direzione ovest, e gli ultimi avvistamenti ci dicono che sul tettuccio ha un albero di Natale illuminato. Non è uno scherzo. L'auto in fuga ha un albero coperto di luci blu legato al tettuccio, ed è inseguita da tre volanti della polizia che a breve dovrebbero essere coadiuvate da un elicottero. Al seguito della Seville sembra viaggia-
re una quantità insolita di curiosi, che approfittano del passaggio aperto dalle sirene e dalle luci delle volanti per accodarsi. Da Traffico Esplicito e da Tina Qualcosa per il momento è tutto. Echo Lawrence: E che cazzo. Ho fermato una squadra e sono saltata sulla loro macchina. Al conducente ho detto solo: «Vai!». Era un gruppetto di ragazzini strafatti di canne. Gli ho indicato in fondo alla strada, dove si intravedevano ancora le lucine blu di Rant in mezzo a una foresta di alberi spenti, e ho detto: «Laggiù!». Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un rapido aggiornamento sull'inseguimento di polizia in corso. All'altezza dello svincolo per la Highland, un'auto vigilante guidata da un privato cittadino si è inserita sul viale principale da una traversa, andando a sbattere contro il nostro albero di Natale blu. L'albero sta ora viaggiando a velocità sempre più sostenuta in Waterfront Avenue. E pensate che coincidenza: anche l'auto che ha tentato di fermare il veicolo in fuga ha un albero di Natale legato al tettuccio. Sarà la stagione. Da DRVR Traffico Esplicito e da Tina Qualcosa per il momento è tutto. Shot Dunyun: Io sono lì impalato, con le mani piene di schifezze, liquirizie rosse e roba del genere, ed Echo pianta tutti in asso. Green corre verso il marciapiede e ferma un taxi. Nel giro di un attimo sono tutti e due non spariti, di più. Rant se n'è andato, e io rimango lì sul marciapiede carico di nachos scaldati al microonde e quella cazzo di bibita per lui. Symon Praeger (e Pittore): Noi eravamo fermi alla pompa 3. Questo tizio, Casey, era alla pompa 7, e di colpo sfila via il tubo dalla macchina. Non è stato un incidente. Si è messo a innaffiare di benzina l'albero di Natale che aveva sul tettuccio. Ramo per ramo. Aveva la benzina che gli colava perfino sulla fiancata. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: La polizia e il centralino del soccorso mobile chiedono ai cittadini di astenersi dall'ostacolare il veicolo sospetto, che nel frattempo è stato speronato da almeno sei auto private, tutte dotate di albero di Natale. La polizia sostiene che all'origine del proseguimento della fuga vi sia proprio questa raffica di incidenti. Gli elicotteri della polizia ci dicono che il principale sospetto sta ora
viaggiando in direzione nord sulla Greenbriar Thruway. Ci ricollegheremo con voi non appena vi saranno altri aggiornamenti. Da DRVR Traffico Esplicito e da Tina Qualcosa per il momento è tutto. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Chiedo scusa se mi sono lasciato trascinare dalla foga del momento. Non era mia intenzione abbandonare il signor Dunyun. Ho agito d'impulso, fermando un veicolo e lanciandomi all'inseguimento. La sensazione era proprio quella di una caccia, con una fiumana di luci e sirene, come se fossimo una muta di cani che abbaiavano alla stessa volpe. Il poco che ricordo del signor Dunyun nella concitazione del momento è la sua bocca spalancata per lo sconcerto, e quella lingua coperta di formaggio arancione. Sono salito su un taxi e ho detto al conducente: «Segua l'albero di Natale con le luci blu». Da DRVR Radio Traffico Esplicito: L'inseguimento della Cadillac Seville bianca si è ora spostato nella zona ovest della città. Le ultime stime ci dicono che al seguito dell'auto con l'albero di Natale sul tettuccio si è formata nel frattempo un'onda di traffico composta da circa duecento veicoli, e alcuni testimoni affermano di aver assistito ad almeno dodici collisioni intenzionali da parte di macchine che si trovavano in coda. Al momento, la Seville avrebbe perso il paraurti posteriore e l'intero sistema di scarico. Dalle scintille si direbbe che abbia almeno una delle ruote posteriori completamente a terra. Vi faremo sapere se il serbatoio prende fuoco. Da DRVR Traffico Esplicito e da Tina Qualcosa per il momento è tutto. Shot Dunyun: Che stronzata, no? Siamo davvero convinti che una striscia di vernice in mezzo alla strada possa proteggerci. Che una striscia bianca o gialla sia una sorta di protezione. Quanto meno Rant Casey non diventerà uno di quei vecchi squali che si trascinano in giro sperando che qualcuno sia così clemente da speronarlo. È proprio vero che morire non è il modo peggiore per essere morti. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Quello che è iniziato come il semplice tentativo di fermare un'auto passata con il rosso si è ingigantito fino a diventare uno dei più drammatici inseguimenti di polizia che la città ricordi. Nonostante le lamentele della polizia, i veicoli al seguito non fanno che colpire quello in fuga frontalmente, lateralmente, posteriormente,
graffiandolo e ammaccandolo. Continueremo a tenervi aggiornati sugli sviluppi. Da DRVR Traffico Esplicito e da Tina Qualcosa per il momento è tutto. Dagli appunti di Green Taylor Simms: A pensarci bene, nessuna strada è mai stata chiusa per la morte di un individuo. Ancora oggi è possibile transitare nei punti in cui sono morti James Dean, Jayne Mansfield o Jackson Pollock. Nel punto esatto in cui un autobus ha investito Margaret Mitchell. Lo stesso vale per Grace Kelly. Ernie Kovacs. La morte è un evento tragico, ma interrompere il flusso del traffico è comunque considerato il più grande dei crimini. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: La nostra Cadillac con l'albero di Natale inseguita dalla polizia ha ora raggiunto il viadotto di Barlow Avenue. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Tutti gli incidenti d'auto che ho fatto mi hanno sempre procurato la stessa sensazione: quella di nuotare nell'ambra, o nel miele. Un momento che continua a svolgersi per anni, il tempo che quasi si ferma, come quando uno riesce a sognare ore e giorni interi nei sette minuti che intercorrono tra l'istante in cui schiaccia il pulsante della sveglia e l'allarme successivo. Negli incidenti automobilistici, tutto rallenta in un tempo onirico. Il tempo si addensa o si congela al punto da permetterti di ricordare ogni momento di ogni momento di ogni momento, proprio come Rant Casey era capace di ricostruire una vita intera dal sapore di un unico bacio. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: L'auto con l'albero di Natale inseguita dalla polizia sta salendo sul viadotto di Barlow Avenue dopo aver imboccato la rampa d'accesso est. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Un concetto comune alla maggior parte delle dottrine spirituali è quello di "tempo liminale". Per gli asceti può essere il momento di massima sofferenza. Per i cattolici è quello in cui l'ostia consacrata viene offerta ai fedeli. Il momento varia a seconda della confessione religiosa o della pratica spirituale, ma di per sé il tempo liminale rappresenta un momento in cui il tempo smette di scorrere. La definizione corrente è quella di momento "fuori dal tempo".
Questo momento diviene così l'eternità del paradiso o dell'inferno, e raggiungere anche solo un istante di tempo liminale è l'obiettivo della maggior parte dei rituali religiosi. In quel momento, si è completamente presenti e vigili e consapevoli del creato nella sua interezza. Nel tempo liminale, il tempo si ferma. L'individuo si ritrova al di là del tempo. Essere coinvolto in incidenti automobilistici mi ha portato più vicino a questo tipo di illuminazione di qualsiasi rituale o cerimonia religiosa a cui abbia mai preso parte. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: L'ultima notizia è che l'albero di Natale sul tettuccio della Cadillac si è incendiato, trasformandosi in un gigantesco falò volante e continua a sfrecciare lasciandosi dietro scintille e una scia di fumo azzurro. La polizia ha intanto chiuso l'uscita ovest del viadotto di Barlow Avenue, dov'è stato istituito un posto di blocco. Shot Dunyun: Non è un classico, di più. Ogni volta che mi sono ritrovato a marchiare o farmi marchiare, il tempo è rallentato. Lento come in una foto stroboscopica in cui vedi il proiettile fendere l'aria, premere contro la buccia della mela, perforarla, sparire per un istante, quindi gonfiare la buccia sul lato opposto, squarciarla e uscire. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Mi confermano che abbiamo appena ricevuto una telefonata dal conducente della Cadillac in fiamme. Stiamo cercando di mandarla in onda. Ce l'abbiamo in onda? Il segnale regge? Echo Lawrence: Strano cosa ricordi di una persona... Da DRVR Radio Traffico Esplicito: La polizia ci segnala che la Cadillac in fiamme si è ribaltata con l'albero di Natale blu ancora luccicante, e sta ora scivolando verso il fianco nord del viadotto di Barlow Avenue, nel punto più alto sul fiume. Con un po' di fortuna, tra qualche secondo riusciremo a farvi sentire la voce del conducente non identificato... Echo Lawrence: Ogni volta che Rant aveva un orgasmo, o subito dopo che eravamo stati colpiti da un'altra squadra, quando sbattendo le palpebre si rendeva conto di non essere morto, sorrideva e diceva la stessa cosa. In
quel momento Rant sorrideva sempre, con lo sguardo un po' ebete, e diceva: «È così che ci si dovrebbe sentire in chiesa...». Rant Casey su DRVR Radio Traffico Esplicito: «... Io ti amo, Echo Lawrence, ma devo tentare di salvare mia madre». Shot Dunyun: Questo non lo scriva, ma diverse settimane prima di quella sera io avevo cominciato a sbriciolare nella roba che beveva Echo delle pillole del giorno dopo. Non ho idea di quanti piccoli Casey ho fatto fuori. Rant Casey su DRVR Radio Traffico Esplicito: «... E se la realtà non fosse altro che una malattia?». 28 Comandi impliciti Wallace Boyer ({ Venditore d'auto): Ricordati che qualsiasi acquirente di automobili rientra in uno di questi tre stili di apprendimento: visivo, uditivo e cinetico. Quando parli con Echo Lawrence, per esempio, lei alza gli occhi e guarda il soffitto. Ogni due frasi tira fuori espressioni tipo "Per come la vedo io..." oppure "Occhio a quella stronza di Tina Qualcosa...". Per ricalcare Echo basta guardare in alto quando si pensa. Chiudere le dita della mano sinistra a pugno, in modo non troppo vistoso, per imitare la postura della sua mano. Accelerare fino a quaranta o anche cinquanta respiri al minuto. Sbattere le palpebre almeno trenta volte al minuto. Ricordatelo sempre: è la persona che pone la domanda a condurre il gioco. Il modo migliore per ottenere quel grande, impossibile "sì" è accumulare una montagna di "sì" più piccoli e facili. Un buon venditore comincia rivolgendoti le cosiddette domande retoriche e aggiuntive; domande come "Vuol fare felice sua moglie?" oppure "Ci tiene alla sicurezza di suo figlio?". Domande a cui la gente deve rispondere con un "sì" deciso. Gli chiedi: "Per lei è importante risparmiare sui consumi?" e "Vuole una macchina affidabile?". E così facendo continui ad accumulare piccoli "sì". Più un cliente risponde "sì", più diventa malleabile. Un altro tipo di domanda sono le "domande di controllo", come per esempio: "Preferisce i colori chiari o scuri?". Oppure: "Sta cercando un'auto
o un pickup?". Le domande di controllo contengono le uniche risposte che il cliente può dare. In questo modo le risposte possibili si limitano alle opzioni fornite. Due porte o quattro porte? Tettuccio rigido o decappottabile? Sedili in pelle o in stoffa? E quando una persona dice: «Un attimo» oppure: «Mi dia retta», quello si definisce "comando implicito". Per vendere le auto i comandi impliciti si usano in continuazione. Qualche esempio: «Ma ha visto la doppia sfumatura di vernice di questo gioiellino?» «Si conceda uno sfizio. Tocchi queste fodere in pelle.» «Dio, ma lo sente questo stereo?» Se uno ascolta con attenzione Echo Lawrence, si rende conto di come metà delle parole che le escono di bocca siano comandi impliciti. Domande di controllo, domande retoriche e comandi impliciti: è così che un buon venditore ti costringe ad aprirti. Per ricalcare Shot Dunyun bisogna asciugarsi le labbra con il dorso della mano mentre si parla. Incrociare le braccia sul petto e far ciondolare la testa da una spalla all'altra. Dire cose come: "Mi è giunta voce..." e "In giro si dice...". Convincere Shot che sei uno che apprende in modo uditivo. Tendere le orecchie per individuare le sue "porte", ovvero i piccoli scorci che offre sulla sua vita personale. Il suo cane, per esempio. Il carlino. E ovviamente, ripensando a com'è morto il suo cane, lo sguardo di Shot si sposterà di qua e di là. Ma se Shot Dunyun guarda verso il suo orecchio destro, allora sta mentendo. Per il momento ricorda: Echo Lawrence è visiva. Shot Dunyun è uditivo. Neddy Nelson è cinetico. In quest'ultima frase, la parola "ricorda" era un comando implicito. Ribadisco: per ottenere quel grande e impossibile "sì", bisogna cominciare accumulando un sacco di piccoli "sì" facili. 29 Lupi mannari III Neddy Nelson (e Party Crasher): Ti ho mai raccontato del giorno più lungo della mia vita? Quello in cui per poco non morivo? Jayne Merris (e Musicista): Se vuoi il mio parere, all'inizio faceva perfino ridere. I miei amici li chiamavano "sbavanti"; chi ha la rabbia all'ultimo stadio se ne frega altamente del coprifuoco. La maggior parte degli in-
fetti di solito si sente solo un po' più incazzata ogni giorno che passa. Sono nervosi e scostanti. Fanno corsi per imparare a controllare la rabbia e prendono inibitori del riassorbimento della serotonina. Vanno a fare ritiri di meditazione zen, oppure terapia del dialogo cognitiva, e tutto per imparare a gestire la propria rabbia crescente. Scemenze come la respirazione profonda e la visualizzazione creativa. Un sacco di scemenze, finché un bel giorno si svegliano non soltanto con la luna storta, ma con gli spasmi, la gola che si contrae, magari le gambe mezzo paralizzate: si svegliano sbavanti, insomma. Dopodiché, li vedi nelle telecamere per il controllo del traffico, mentre si trascinano in giro violando il coprifuoco mattutino delle otto. Dott.ssa Phoebe Truffeau ({ Epidemiologa): Esiste un precedente storico. Nel 1763, durante la guerra tra Inghilterra e Francia per il controllo territoriale del Nordamerica, l'ampia popolazione di nativi americani si schierò perlopiù con i francesi. Con un gesto che parve di benevolenza, gli inglesi fornirono agli aborigeni coperte che erano state usate negli ospedali in cui si curavano le vittime del vaiolo. I nativi americani, privi di anticorpi naturali contro il virus Variola major, morirono in numero incalcolabile. Galton Nye ({ Consigliere comunale): L'epidemia di rabbia è stata un'autentica tragedia. E continua a essere una tragedia di proporzioni sbalorditive. Massima solidarietà, ma bisogna anche capire l'esigenza di contenere la malattia all'interno del segmento di popolazione che vive di notte. I cosiddetti notturni. Trasformare una tragedia circoscritta in un problema collettivo non sarebbe stata la risposta giusta. Ma per cortesia: che non si parli di genocidio intenzionale. Neddy Nelson: Sicuro che non te l'ho già detto? Di quando durante una finestra di gioco, proprio verso la fine, a non più di un'ora dall'inizio del coprifuoco mattutino, uno squalo mi ha sfasciato la ruota posteriore destra? Ti sono mai venuti addosso così forte da mandarti a puttane l'albero dell'assale? Hai un'idea di quanti Newton per metro di momento torcente ci vogliono per spanare la filettatura di un albero in acciaio temprato? Ti sorprende se ti dico che una botta del genere mi ha fatto sbattere la testa sul volante mettendomi ko per un paio d'ore? Galton Nye: Giravano voci su come i notturni radicali stessero proget-
tando di diffondere l'infezione al di là del confine temporale. Per frustrazione, questi stessi attivisti radicali accusavano i diurni di aver progettato l'epidemia in laboratorio, al fine di contenere il tasso di nascite tra i notturni e impedire così che finissero per divenire una maggioranza elettorale. Jayne Merris: Dalle telecamere per il controllo del traffico vedevi gli sbavanti che si aggiravano zoppicando, strascicando una gamba, con la mandibola penzoloni, ringhiando. Persone che fino a poco prima erano state mogli, padri, perfino bambini, completamente impazzite. Si nascondevano nei gabinetti pubblici e nei camerini di prova dei grandi magazzini con un unico scopo: affondare i loro denti grondanti saliva nella carne di qualcuno. Neddy Nelson: Lo sai chi sono gli squali che marchiano così forte? Gli unici giocatori così stupidi da farlo? Hai mai sentito parlare degli sbavanti? Ci credi che una persona con la rabbia allo stadio terminale, in preda a una furia incontenibile, riusciva ancora a guidare e a fare party crashing? Capisci in che razza di casino si stava trasformando il party crashing? Dott.ssa Phoebe Truffeau: Nel 1932, uno studio commissionato dal governo identificò circa quattrocento maschi afroamericani affetti da sifilide. Anziché curare la malattia, gli studiosi permisero che si evolvesse per quarant'anni, al fine di individuare i processi di infezione ed effettuare l'autopsia dei soggetti una volta morti. Questo studio realizzato dai Servizi di sanità pubblica degli Stati Uniti e noto come "Esperimento Tuskegee" si concluse nel 1972, quando una fuga di notizie riservate raggiunse il quotidiano "Washington Post". Galton Nye: Dovevamo agire con prudenza. Tutti i primi gruppi infetti dovevano essere confinati alla notte, e le infezioni di diurni venivano regolarmente ricondotte a interazioni dirette con notturni. Essendo la maggior parte di questi incontri di natura clandestina, e caratterizzati dall'utilizzo di droghe illegali e contatti sessuali, i diurni infetti erano riluttanti a riconoscere e segnalare i sintomi. Jayne Merris: Prima degli sbavanti, per rendere effettivo il coprifuoco ci voleva un attimo. Suonava la sirena, a meno dieci minuti e poi a meno uno. Quindi partiva la campana del coprifuoco, e chiunque fosse ancora
per strada si ritrovava la faccia o la targa fotografate dalle telecamere del traffico, e i servizi governativi addetti alle verifiche gli spedivano una multa pesante. Cinquecento o mille dollari, a seconda dei precedenti di violazione. Quando hanno cominciato a spuntare gli sbavanti, la polizia ha esteso il minuto di controllo coprifuoco a dieci minuti, affinché gli agenti battessero le strade per accertarsi che non ci fossero sbavanti nascosti dietro edicole o auto in sosta. Il giorno che uno sbavante infrattato in un cespuglio ha aggredito un gruppetto di bambini di quarta elementare, in pieno giorno, il minuto di controllo coprifuoco è diventato un'ora piena. E secondo me è troppo. Neddy Nelson: Ti sei mai svegliato con la fronte insanguinata e il volante che si è staccato per il colpo? Sentendo le sirene del coprifuoco mattutino e con le palpebre incollate dal sangue? L'auto completamente sfasciata? La cintura di sicurezza che per poco non ti taglia in due? E quando riesci ad aprire gli occhi la prima cosa che vedi è una pattuglia dal grilletto facile che fa la ronda nella via in cui sei bloccato? Una banda di vigilanti impauriti il cui obiettivo è fare piazza pulita a colpi di pistola di qualsiasi notturno stordito e con lo sguardo annebbiato come te? Galton Nye: Quei cosiddetti idrofobi impazziti che giravano per le strade a cavallo del coprifuoco mattutino sono diventati l'equivalente biologico dei kamikaze. Jayne Merris: Per gli sbavanti la notte era ancora sopportabile. Non c'era la luce del sole. Ma quando partivano le sirene mattutine non sapevano più come rientrare, e se le pattuglie del coprifuoco beccavano qualcuno che si nascondeva o fuggiva davano per scontato il peggio e lo uccidevano. Se vuoi il mio parere, all'epoca l'unica cura per uno sbavante era un proiettile. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Nel 1940, quattrocento detenuti dell'area metropolitana di Chicago furono segretamente infettati con il virus della malaria per consentire alla sanità pubblica di testare nuovi metodi di cura della malattia. Neddy Nelson: Hai presente quanto fa schifo la luce del giorno? Ti è
mai capitato di montare sul sedile posteriore di un'auto distrutta scavalcando il sedile davanti mentre uno squadrone di assassini a pagamento armati di pistola viene verso di te? Ti sei mai nascosto sotto la roba che c'è sul sedile posteriore, le fodere elasticizzate e i vestiti sporchi e le cartacce di fast food, contando i battiti del tuo cuore per impedirti di schizzare fuori dalla macchina terrorizzato e metterti a correre in mezzo a una pioggia di proiettili? Qual è il tuo record di battiti del cuore? Sei mai arrivato a diecimila? A ventimila? E a 41.234? Galton Nye: Massima solidarietà, ma dovevamo anche pensare ai nostri figli. Alle nostre famiglie. I cittadini hanno il dovere personale di comportarsi in modo da minimizzare il rischio di contrarre malattie infettive. Le persone perbene, i membri produttivi di una società hanno il dovere di proteggere la generazione successiva. Perché i bambini sono il nostro futuro. Dott.ssa Phoebe Truffeau: A partire dal 1963, i funzionari della Willowbrook State School, una casa di cura per bambini colpiti da disturbi dello sviluppo a Staten Island, New York, infettarono intenzionalmente bambini sani con il virus dell'epatite, per analizzare gli effetti delle gammaglobuline sulla malattia. Per tre anni iniettarono ripetutamente ai bambini agenti virali, finché nel 1966 lo sdegno dell'opinione pubblica non costrinse il programma a chiudere. Neddy Nelson: Hai presente quanto può fare caldo su un'auto parcheggiata con tutti i finestrini chiusi in una giornata di sole? Sepolto sotto strati di roba? Sentendo una città intera che fa avanti e indietro intorno a te? Sapendo perfettamente cosa succederebbe se tu, notturno dalla nascita, uno che in vita sua il sole l'avrà visto sì e no per sei ore, uscissi da un'auto sfasciata con la faccia imbrattata di sangue e sudore, gli occhi gonfi e pesti? Quanto pensi che ci metterebbero a spararti? Galton Nye: Massima solidarietà. Non sto dicendo che c'è gente che merita di impazzire ed essere abbattuta dalle pattuglie del coprifuoco, ma la prego di tenere presente lo stile di vita dei notturni. Non sarebbe giusto che chi come noi vive nel rispetto della parola di Dio e del buon senso fosse costretto a pagare per i loro peccati. Basta pensare a come si comportano i notturni. Per loro la vita non è che
un'unica grande festa continua. Le loro esistenze ruotano intorno al sesso. Incidenti d'auto e sveltine prive di senso con sconosciuti. Il nostro pastore ha dedicato un intero sermone a descrivere il loro stile di vita. È un po' difficile provare compassione per individui che trattano la propria salute con tanto disprezzo. Queste cosiddette vittime sono persone che non hanno rispetto per se stesse. E nemmeno per Dio. Se davvero ci tengono tanto a decimarsi, io dico: lasciamoglielo fare. Dott.ssa Phoebe Truffeau: A metà degli anni Sessanta, l'antropologo americano James Neel inoculò ad alcuni membri della tribù venezuelana yanomami un ceppo particolarmente virulento di morbillo. In seguito, Neel e il gruppo di ricercatori si rifiutarono di curare i malati, preferendo invece documentare le modalità di diffusione della malattia, che uccise migliaia di persone, al fine di testare una controversa teoria eugenetica. Neddy Nelson: Hai idea di quanto sia accecante la luce del sole per uno che è cresciuto di notte? Hai mai passato centomila battiti del cuore a chiederti se non stai già morendo di rabbia? Quando magari sono settimane che non incanali più per paura di non riuscirci? Hai mai visto un tuo amico abbattuto da una raffica di mitragliatrice attraverso le telecamere per il controllo del traffico? Ti sei mai trovato intrappolato in un mondo dove sei l'incubo peggiore di tutti quelli che ci vivono? Jayne Merris: Se vuoi il mio parere, il primo segnale è stata la chiusura notturna dei bagni pubblici. Di lì a poco, un sacco di fontane hanno preso a funzionare soltanto di giorno. I diurni piantonavano i bagni e i ristoranti e le fontane che volevano loro, e i notturni dovevano accontentarsi del resto. E a mano a mano che l'epidemia di rabbia si allargava, la segregazione peggiorava. Quelle dodici ore che passavamo sulla parte posteriore del pianeta, la notte, a mio parere si è trasformata in un ghetto come tanti altri. Neddy Nelson: Hai idea di che meraviglia può essere il tramonto dopo che hai vissuto la giornata a sudare e sanguinare, pisciandoti addosso, sul sedile di un'auto a pezzi? Riesci a immaginare quanto può essere dolce il suono delle sirene del coprifuoco serale?
Galton Nye: Nel gruppo di studi biblici giravano certe storie. Si diceva che questi cosiddetti sbavanti cercavano di sputarti in bocca. Il comportamento dei notturni, le loro proteste così urlate, sono solo un modo per coprirti gli occhi e il cibo di sputi. E questo costituisce un comportamento ad alto rischio del tutto intenzionale. Massima solidarietà, ma a mio parere la quarantena prima o poi doveva cominciare. 30 Lutto Lynn Coffey (e Giornalista): Il giorno dopo la morte di Rant Casey un apparente suicidio avvenuto sotto gli occhi di migliaia di persone, milioni se si contano i canali televisivi che hanno ritrasmesso l'esplosione della sua auto - un veterano delle pattuglie di coprifuoco di nome Daniel Hammish, quarantasette anni di cui diciannove trascorsi nella polizia del coprifuoco, durante una ronda serale ha aggredito un passante. Hammish ha morso lo sconosciuto senza che questi lo provocasse, affondandogli i denti nella pelle del collo. I paramedici dell'ambulanza intervenuta sul posto hanno trovato Hammish in preda al delirio e alle allucinazioni, in seguito ha perso i sensi ed è morto. Todd Rutz ({ Numismatico): La polizia viene da me in negozio e mi mostra una foto segnaletica del ragazzo che mi vendeva le monete. Così scopro che si chiama Buster Casey. Mi dicono che è morto in un incidente d'auto, l'hanno detto anche al telegiornale. Mi chiedono cosa so di quel ragazzo, di quel Casey. Mi chiedono se ha mai mostrato atteggiamenti violenti. Se ha mai tentato di baciarmi. O di mordermi. Domande assurde. Lynn Coffey: A mio parere la morte di Casey ha avuto un che di artificioso. Innanzitutto si è scelto la macchina più grossa e luminosa della serata, l'ha caricata di luci, inondata di benzina, dopodiché si è messo a vagare per il campo di gioco tentando di attrarre più marchiatori possibile. E poi gli elicotteri delle televisioni, e il fatto di chiamare la radio e continuare a parlare finché non ha preso fuoco. Anche quel semaforo rosso, bruciato sotto gli occhi di una pattuglia di polizia, sembra studiato a tavolino per farsi scortare all'altro mondo da un bel corteo di luci e sirene.
Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Come si fa a compensare la morte di un proprio simile? Ripensandoci, a volte mi chiedo se non siamo stati noi a inventare Rant Casey. Il nostro gruppo. Se non avevamo bisogno di un personaggio indomabile, mitico, per rappresentare le nostre vite sempre più evanescenti. Un meraviglioso, scintillante antieroe, una sfida che noi sopravvissuti - il signor Dunyun, la signorina Lawrence e io - potessimo raccontare. Nell'istante in cui è esploso alla televisione, in cui le fiamme hanno avvolto la sua macchina, Rant è diventato una fantastica storia da raccontare sui nostri trascorsi di party crashing. E anche noi, bagnati dalla luce del suo palcoscenico fiammeggiante, saremmo apparsi mitici per associazione. Shot Dunyun (e Party Crasher): Assurdo, no? Poco importava se negli ultimi anni mille persone avevano fatto party crashing ricavandone al massimo un colpo di frusta. Fino a quel momento non avevamo mai visto cosa poteva succedere davvero. Non ce ne rendevamo conto. Quando abbiamo visto quello che sarebbe potuto succedere se qualcosa fosse andato storto cazzo, potevamo morire, morire bruciati vivi - il party crashing ha cominciato a tramontare. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Non voglio sembrare eccessivamente moralista, ma è vero che a volte la morte di un individuo può giustificare la morte di un'intera cultura. Lynn Coffey: Tre giorni dopo la morte di Casey, le navi di recupero hanno ripescato la sua auto dal fondo del fiume. Nel giro di quasi tre ore hanno tirato fuori l'involucro di lamiere bruciacchiate della Cadillac Seville - con tanto di scheletro carbonizzato dell'albero di Natale ancora legato al tettuccio - e l'hanno issato sulla rampa per le barche di Madison Street. Neddy Nelson (e Party Crasher): Il governo non ha forse tutto l'interesse a evitare che Rant Casey diventi un martire? Da che mondo è mondo, la gente oppressa non va forse in chiesa per trovare conforto? Incontrandovi altre persone oppresse? Le più grandi rivoluzioni non hanno sempre avuto inizio da gruppi di persone che si riunivano per lamentarsi e intonare canti e organizzare azioni violente?
Il party crashing non era forse la nostra chiesa, un modo per unirsi ad altre persone? Come nei pit stop, lagnarsi tutti insieme? Non eravamo forse una rivoluzione sul punto di scoppiare ogni sera... ogni sera... sempre sul punto di scoppiare, e invece continuavamo soltanto a schiantarci uno contro l'altro? Se fosse emerso anche solo un leader - Rant Casey come chiunque altro - il nostro esercito, pronto a combattere e a morire, non sarebbe forse stato invincibile? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Di fatto stavamo piangendo mille veicoli carichi di snack, corteggiamenti e terapia del dialogo. Era stato un modo per risvegliare le coscienze. Ma anche un'occasione per creare legami, sognare, progettare, e forse addirittura realizzare scambi culturali. Da quella sera, ogni sera si è trasformata in un'analisi post mortem del party crashing. Un'autopsia, non di Rant Casey, ma di una sottocultura che per alcuni notturni aveva finito per incarnare una possibilità di migliorare la qualità della vita. Lynn Coffey: Essendo tutti i finestrini chiusi, l'interno in velluto della Cadillac bruciata era rimasto pressoché intatto. Secondo alcuni testimoni oculari, il cambio automatico era ancora in drive e i fari erano ancora accesi, nonostante la batteria fosse completamente allagata. Gli interni azzurro chiaro contenevano acqua di fiume, una camicia di jeans ricamata a fiori, dei jeans ricamati a foglie d'edera e un paio di scarpe da ginnastica Converse alte, ma nessuna traccia di Buster Casey. Inoltre, per aprire il veicolo gli agenti presenti sul posto hanno dovuto usare un attrezzo apposito, perché tutte le sicure erano chiuse. E la chiave era ancora inserita nel motore d'avviamento. Reverendo Curtis Dean Fields ({ Pastore della Confraternita Cristiana di Middleton): La Bibbia ci dice che accadrà in un batter d'occhio. L'Assunzione in Cielo. Rant è stato portato in Paradiso. È quanto mi sono fermato a raccontare a Chef e Irene. Non ho mai visto una coppia così affranta. Agente Romie Mills (e Investigatrice squadra omicidi): È a quel punto che il dipartimento ha emesso un mandato di arresto per Buster Casey.
31 Una spiegazione Irene Casey ({ Madre di Rant): Secondo me, il figlio maggiore dei Carlyle ha deciso di diventare sceriffo solo per poter dare le brutte notizie. Si presenta sulla nostra veranda nel bel mezzo della colazione, il giorno dopo che Buddy ha avuto l'incidente, e attacca a bussare alla porta finché Chet non gli va ad aprire. A quel punto Bacon Carlyle gli dice: «Sono spiacente di informarvi che vostro figlio Buster Landru Casey è rimasto ucciso in un incidente stradale intorno alle ventitré e quarantatré di ieri notte». Leggeva da un cartoncino bianco, guardando quello invece che noi. Pronunciando bene le parole, lentamente, come un bambino di seconda elementare. Poi, tutto rispettoso, si è tolto il cappello, ha girato il cartoncino e ha letto dall'altro lato: «Vi porgo le mie più sentite condoglianze in questo momento di dolore». Quella frase l'avevamo già vista mentre leggeva dall'altra parte. Chet gli chiede: «Il corpo l'hanno già trovato?». Bacon, quel bestione imbecille, ha scrollato le spalle. Ha infilato il cartoncino bianco nel cappello e se l'è rimesso in testa. Lew Terry (e Amministratore condominiale): Arriva a casa mia questa specie di contadino in tuta da lavoro, si attacca al campanello e mi tira giù dal letto in pieno giorno. I diurni non hanno proprio rispetto. Non se ne vuole andare, e in mano sventola una busta che ha come mittente l'indirizzo del mio palazzo. Sostiene di essere il padre di Casey. È venuto fin qui da chissà dove per recuperare la roba del figlio. Ovviamente gli ho fatto le condoglianze. La polizia aveva già setacciato l'appartamento, ma non mi avevano detto che i parenti potevano entrare. La cosa strana è che questo edificio non ha una struttura molto logica. Per trovare l'unità in cui viveva il figlio bisogna salire al primo piano, andare in fondo al corridoio, prendere la scala antincendio, salire al secondo piano e farsi tutta la balconata fino all'ultima porta. Io al padre non lo dico, ma quando riemergo dal mio appartamento con il passe-partout quello è scomparso. Un, due, tre: il padre di Casey ha trovato l'appartamento del figlio da solo ed è entrato, lasciando tracce di merda di vacca su tutti i pavimenti, e senza sbagliare un solo passo. Come se vivesse lì da sempre, anche se posso giurare che non aveva mai messo piede nel palazzo. Per aprire la porta
dell'appartamento mi fa vedere che basta alzare un po' il pomello e i cardini si muovono, le viti fanno gioco e la serratura si sblocca. Io rimango lì impalato con il passe-partout in mano, e lui mi fa segno di entrare. Ma qualcuno ci ha battuti sul tempo. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Le persone più fredde che esistano. I Casey, dico. Il loro unico figlio scappa di casa e poi si ammazza, probabilmente solo per dare un dispiacere al suo vecchio. E quel giorno, sulla porta di casa loro, Chet Casey ha ascoltato la notizia come se fossero le previsioni del tempo alla radio. Senza un filo di emozione sul viso. Niente di niente. Immagino che un figlio svitato come Rant Casey per i genitori fosse morto da parecchio tempo. Lew Terry: Siamo in casa di Casey, il padre è lì accanto a me, eppure si sente qualcuno che si muove nel bagno. Un ladro. Questi topi di appartamento sono così farabutti che prima leggono un necrologio sul giornale, oppure un articolo su qualcuno che ha tirato le cuoia, e poi gli entrano in casa per rubargli lo stereo, il televisore, i farmaci. Quello era in bagno così ho pensato che di sicuro doveva essere un tossico intento a svuotare l'armadietto dei medicinali. Il padre del morto non ha l'aria troppo preoccupata. E nemmeno troppo triste. Sta passando una mano sul muro, toccando la vernice con il palmo. La porta del bagno si spalanca di colpo, ed esce una ragazza. Ha un braccio che non è a posto, tutto rattrappito, e con l'altra mano regge un sacco nero della spazzatura. Guarda me e il padre di Casey, poi dice: «E voi chi cazzo siete?». E il campagnolo sorride. Con un ghigno da scimpanzé stacca la mano dal muro e dice: «Echo...». Dice: «Dannazione che bello rivederti». Irene Casey: La mattina che l'ho accompagnato in macchina all'aeroporto di Peco Junction, per andare a prendere il corpo di Buddy in città, Chef mi ha detto una cosa stranissima. Mi ha ricordato la tappezzeria marrone con i cowboy che avevamo messo nella stanza di Buddy. Mi ha detto di staccarla. Di inumidirla un po' con il vapore e poi di strapparla. Dentro il muro, dietro tutte le caccole che Buddy aveva appiccicato da bambino, Chet mi ha detto di scavare. Se lo facevo, non avrei mai più avuto bisogno di soldi in vita mia. L'unica cosa, mi ha detto, prima di toccare
le caccole dovevo mettermi i guanti di gomma. Lew Terry: Al che la ragazza col braccio tutto storto e il sacco della spazzatura guarda il padre del ragazzo e dice: «Ci conosciamo?». E Mister Fattoria le indica con la testa il sacco nero e dice: «Cosa c'era di così importante da entrare in casa di nascosto?». «La chiave me l'ha data Rant» dice la ragazza. E il padre di Casey dice: «Scusa. Dimenticavo». Poi, a me, la ragazza dice: «Ha mai sentito l'espressione "amico salvafaccia"?». Dice che quando uno muore di solito c'è un amico che ha il compito di correre a casa sua e portare via eventuali droghe e roba pornografica. Le cose che non vogliono far trovare ai genitori. Agita il sacco nero che ha in mano e dice: «Qui dentro c'è tutto quello che non vorrebbe mai sapere di suo figlio». Shot Dunyun (e Party Crasher): Eravamo tutti preoccupati per Echo. Io sono andato a trovarla. Una sera le ho portato un cartone di zuppa di pollo preso al negozietto ventiquattr'ore. Volevo essere sicuro che mangiasse. Abbiamo chiacchierato un po', e non me ne sono andato finché non ha mangiato tutto quanto. Per evitare eventuali casini in extremis, la zuppa l'avevo riempita di pillole del giorno dopo. Per ripulirla ben bene. Non riempita, di più. Lew Terry: Il padre del ragazzo è tornato a tastare le pareti, toccando quei grumi neri e soffici che, a occhio e croce, dovevano essere hashish. Mentre stava ancora tastando la parete, senza nemmeno dare un'occhiata a quella ragazza con la sua borsa, il padre fa: «Due riviste porno di seconda mano, del Percocet avanzato da una delle sue visite dal dentista, un vibratore macchiato, e un paio di manette, foderate in similpelliccia». La ragazza guarda nel sacco. «Gli ultimi due sono tuoi» dice il padre di Casey, «ma se vuoi puoi prenderti tutto.» E la ragazza fa: «Ma come cazzo...?». Agente Romie Mills (e Investigatrice squadra omicidi): La procedura standard è piantonare l'abitazione di chiunque ricopra per il sospettato un valore emotivo. Abbiamo piazzato agenti a sorvegliare la casa della Lawrence e quella del sospettato. Eravamo perfettamente al corrente degli
spostamenti di Chester Casey, e possiamo confermare che lui ed Echo Lawrence sono stati nell'appartamento del sospettato insieme al padrone di casa, Lewis Terry. Lew Terry: Il padre tocca un punto sulla parete, picchiettando le dita sull'intonaco, e dice: «Guardate». Indicando uno dei pallini di hashish. Il padre di Casey tira fuori dal taschino della tuta un coltellino a serramanico; apre la lama e la pianta nel muro. E io gli dico di smetterla. Che la cauzione non basta a coprire un muro bucato. Lui comincia a muovere la lama del coltello piantata nel muro e dice: «Ma i soldi che lei ha rubato forse sì...». Io di soldi non ne ho rubati. Gliel'ho detto. E l'ho detto anche a lui. Da quell'appartamento non ho rubato proprio un bel niente. «Chiediamolo al negozio di monete di Grinson Street» dice il padre di Casey e sfila la lama del coltello dal muro. Poi infila due dita nel buco. Tira fuori qualcosa e lo ripulisce dalla polvere di gesso. Una moneta d'oro. Dice: «Le ricorda niente?». Agente Romie Mills: Resta da chiarire come mai dopo quell'incontro Echo Lawrence abbia invitato il padre del sospettato a casa sua. E come mai abbia permesso a Chester Casey di stabilirsi da lei. All'epoca, non avevamo nessun indizio consistente su dove potesse trovarsi Buster Casey. Irene Casey: Quando ho portato Chet a prendere l'aereo credo che avesse una paura matta di morire. Pover'uomo, mi ha detto: «Reen, tu non hai avuto una vita facile». Si è scusato di tutto, mi ha detto che mi amava, che mi avrebbe sempre amata. L'ultima volta che mi ha guardata, davanti alla porta da dove si saliva sull'aereo, Chet ha detto: «Sei stata una madre meravigliosa». Shot Dunyun: Dio santissimo. Un giorno il padre di Rant spunta in città, ed è completamente matto, matto come un cavallo, matto da legare. Si piazza in casa di Echo. Chiama quella ditta di disinfestazione dove lavorava Rant per chiedergli di assumerlo al posto suo. La prima volta che lo incontro, quel cretino mi piazza una mano dietro il collo, mi tira verso di sé e
mi pianta la bocca proprio lì. Poi dice: «Ti sono mancato?». Assurdo, no? Quando dico "proprio lì", intendo sulla bocca. Lew Terry: Io e la ragazza handicappata guardiamo il padre del morto che gira avanti e indietro per la stanza. Ovunque c'è uno di quei pallini neri, lui ci pianta il coltello e tira fuori una moneta d'oro. Guardando la ragazza dice: «L'ultima sera che tu e Buster siete stati insieme, a casa tua, quando ti sei addormentata, lui ti ha appiccicato delle caccole sui muri». L'handicappata dice: «Rant si è pulito il naso sulle pareti di casa mia?». «Ovunque troverai una caccola» le dice il padre, «vorrà dire che Rant ti ha lasciato un tesoro.» Lei dice: «Continuo a non capire». E lui: «Non stare a fare l'esame per la rabbia. Comincia la cura e basta». E la ragazza dice: «Non è che lei è un poliziotto?». 32 Col senno di poi Ruby Elliot ({ Vicina d'infanzia): Mi creda, farsi lasciare dal marito all'aeroporto di Peco Junction non è la cosa peggiore che sia successa a Irene Casey. Glenda Hendersen ({ Vicina d'infanzia): Io, Basin e Ruby con Irene ci siamo andate a scuola, e lei marinava sempre. A sentirla non aveva nessuna importanza che fosse venuta al mondo senza un padre. Irene era piena di grandi progetti. Diceva sempre che sarebbe andata al college o entrata nell'esercito, qualsiasi cosa che la portasse via dal paese. La cosa triste è che non è mai andata oltre la terza media. L'estate dei tredici anni, io, lei, Basin e Ruby eravamo scatenate, passavamo tutto il tempo fuori casa. Poi di colpo Irene ha smesso di rispondere al telefono. Diciamo pure che ha smesso di fare praticamente tutto. Ruby Elliot: Che rimanga tra noi due, ma nessuno si è stupito quando Irene è rimasta incinta. Tre mesi prima di sposare Chef, o così si dice. A quanto pare Chester Casey un bel giorno si è presentato a casa sua e ha chiesto alla madre, Esther, se poteva parlare un attimo con la signorina Irene Shelby. Come se lui e Irene fossero due perfetti sconosciuti. Qui in
paese nessuno aveva idea di chi fosse questo Chester. È spuntato dal nulla, senza un lavoro né una famiglia, semplicemente è arrivato a Middleton e ha cominciato a dire: «Buongiorno, dottor Schmidt... Salve, reverendo Fields». Chiamando tutti per nome. Prima di quel giorno Esther non sapeva nemmeno che sua figlia fosse incinta. Dottor David Schmidt ({ Medico di Middleton): Nel bene e nel male, era il figlio di Chet. Data l'età di Irene, volevamo essere certi che non stesse commettendo un altro errore, che non stesse solfando cercando un uomo, uno qualsiasi, che la aiutasse a tirare su quel figlio. Chester avrà avuto diciannove, vent'anni. Abbiamo fatto l'esame di paternità, e tutti i marker genetici indicavano che il figlio era suo. Con il senno di poi, potremmo anche dire che tutti i marker genetici indicavano che il figlio era lui. I suoi geni e quelli del bambino erano così simili da essere indistinguibili. Reverendo Curtis Dean Fields ({ Pastore della Confraternita cristiana di Middleton): Il mio ricordo più chiaro è che, durante gli incontri prematrimoniali obbligatori, la coppia non ha voluto affrontare alcun tipo di discussione sulla sfera intima. Io ho attribuito la loro riluttanza al fatto che Irene fosse già così in là con la gravidanza. Fargli una lezione sulla contraccezione a quel punto sarebbe stato come chiudere la porta della scuderia ben dopo che il cavallo era scappato. Non so se fosse per via della gravidanza o cosa, ma non ho mai visto due fidanzati meno attratti l'uno dall'altra. Non ha idea di quanto sembrassero freddi al matrimonio. Quando ho detto a Chester che poteva baciare la sposta, lui le ha dato un bacio sulla guancia. Dottor David Schmidt ({ Medico di Middleton): La nostra riserva più seria riguardava la possibilità che Chester Casey avesse violentato la tredicenne Irene Shelby, e che le circostanze avessero costretto quest'ultima a sposare il suo aggressore. I paesini di provincia hanno la tragica capacità di intrappolare le persone e costringerle a pagare certi piccoli errori per il resto della loro vita. Ruby Elliot: Tutti gli Shelby sono nati sotto una cattiva stella, perlomeno le femmine. La trisnonna di Irene era stata assalita da un uomo. La bi-
snonna Bel Shelby, quando aveva tredici o quattordici anni, anche lei era stata aggredita da uno sconosciuto mentre tornava da scuola. Un forestiero. Nessuno sceriffo l'ha mai catturato, ma Bel Shelby dopo quella violenza ha avuto una bambina, e quella figlia illegittima era la nonna di Irene, Hattie. È come se le donne della famiglia di Irene fossero perseguitate dalla cattiva sorte. Basin Carlyle ({ Vicina d'infanzia): Non fatemi ridere. Evitiamo di chiamare "aggressioni" episodi che sono solo la conseguenza di costumi un po' troppo rilassati. Le donne della famiglia Shelby sono sempre state piuttosto allegre. Su di loro non c'è nessuna maledizione, se non quella della promiscuità. Ruby Elliot: Ma appena Hattie Shelby ha compiuto tredici anni è successo di nuovo. Un altro sconosciuto e un'altra bambina. Questa bambina era la madre di Irene, Esther. Edna Perry ({ Vicina d'infanzia): La gente di Middleton ha continuato a chiamare la loro fattoria "Casa Shelby" anche dopo che è arrivato Chet Casey. Nel corso degli anni è stata Bel a crescere Hattie, che poi ha cresciuto Esther. Da queste parti si dice che la piccola Esther è rimasta incinta di Irene il giorno stesso che ha compiuto tredici anni. Ruby Elliot: Con i precedenti di famiglia, non può biasimarci se quando Irene ha iniziato la terza media io e Glenda Hendersen abbiamo cominciato a temere il peggio. La accompagnavamo ovunque, non perdevamo di vista la nostra migliore amica nemmeno per un secondo. E quando non la tenevamo d'occhio noi, ci pensavano sua madre e sua nonna. Può darsi che sia stato proprio quello a farla un po' uscire di testa, un sacco di gente che le faceva da chioccia. Forse è proprio perché si sentiva troppo sorvegliata che Irene ha preso l'abitudine di uscire di nascosto. Per starsene un po' per conto suo, andare a passeggiare al fiume, nei boschi lungo le rive, da sola. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): Con i branchi di cani inselvatichiti che girano qui intorno, andarsene nei boschi da soli è come volersi fare del male a tutti i costi. Se poi si tratta di una bambina com'era Irene all'epoca, è proprio da pazzi suicidi.
Ruby Elliot: Sì, ma forse Irene non aveva voglia di passare la vita a nascondersi in casa, dietro le sue amiche e dietro la gonna della mamma. Basin Carlyle: Irene Shelby ha cominciato ad andarsene in giro di nascosto. Si è fatta mettere incinta. E poi ha sposato Chester. Nessun mistero. È da pazzi pensare che uno stupratore se la sia presa con quattro generazioni della stessa famiglia. Non fatemi ridere. Reverendo Curtis Dean Fields: Eppure io non ho mai visto un bambino somigliare tanto a suo padre. Insomma, chiunque avesse conosciuto Buster e Chester Casey avrebbe giurato che erano fratelli gemelli. Non fosse che erano nati in due generazioni diverse. Glenda Hendersen: C'è da dire che Chet aveva qualche annetto più di Irene. Per quello non si lasciavano andare ad atteggiamenti intimi, non in pubblico. Non si davano nemmeno la mano. Eppure sembrava che si volessero bene davvero, almeno fino al giorno che Chet ha preso quell'aereo e non è mai più tornato. Irene Casey ({ Madre di Rant): Mi sta chiedendo se sono stata violentata? Se sono stata aggredita da uno sconosciuto che forse poteva essere mio padre, e mio nonno, e mio bisnonno? Ma perché tirare fuori una cosa così brutta? Non lo so. Io mi dimentico. Non ricordo. 33 Lupi mannari IV Shot Dunyun (e Party Crasher): Una vera cazzata, ripensandoci adesso. Non una cazzata, di più, ma io a volte quando mi lavo i denti penso ad altro, e anziché nel lavandino mi capitava di sputare il dentifricio nel gabinetto. La forza dell'abitudine. Mica stavo a pensare che uno sputo non è altro che saliva, e che il mio cane aveva l'abitudine di bere dal gabinetto. Jayne Merris (e Musicista): Te lo ricorderai anche tu, com'era diventata la gente. Alcuni dicevano che i notturni prendevano le mele nei negozi, le leccavano e le rimettevano a posto, sperando di infettare i diurni. Altri dicevano che di giorno i notturni sputavano dalle finestre ai piani alti dei
palazzi. Neddy Nelson (e Party Crasher): Il muro di Berlino... la Grande muraglia cinese... quella zona che separa Israele dai palestinesi... la Corea del Nord e la Corea del Sud... In fin dei conti, il coprifuoco delle otto non era diventato un po' la stessa cosa? Galton Nye ({ Consigliere comunale): Il mio problema principale con i notturni è che sono arroganti e mi danno del fanatico. Nessuno può permettersi di dire che sono prevenuto. Per loro informazione, mia figlia è una cosiddetta notturna. La mia bambina. E da quasi tre anni. Neddy Nelson: Quanto tempo sarebbe passato prima che i diurni arrivassero alla conclusione che tutti i notturni erano portatori di rabbia? Compresi quelli che servivano cibo? Che lavoravano negli ospedali? Che facevano da baby-sitter? Ti viene in mente un solo diurno che sarebbe stato ancora disposto ad assumere un notturno? Shot Dunyun: Il mio cane si chiamava Sandy, una femmina carlino di tre anni. Era capace di inseguire una pallina da tennis finché era così stanca che dal parco dovevo riportarla a casa in braccio. E per tutto il tragitto dormiva. Sapevo che non potevo più incanalarmi i picchi, e sapevo anche perché. Ma si può essere così stupidi? Jayne Merris: Ti ricordi? Giravano voci su persone che non sapevano di essere infette e baciavano il marito o la moglie, genitori che attaccavano la rabbia ai figli dandogli il bacio della buonanotte. Le chiese dove durante la comunione si condivideva il calice di vino, ecco un'altra voce che è girata parecchio. Il fatto che tutti i cattolici e i battisti avessero la rabbia. Shot Dunyun: Sandy dormiva sempre sul mio letto, con la testolina appoggiata sul cuscino accanto al mio. Si infilava sotto le coperte come un bulldozer in miniatura, mi girava intorno ai piedi e poi risaliva fino a far spuntare fuori la testa. Aveva una personalità pazzesca. Russava perfino come un essere umano. Capiva quando le dicevo «prendi» e «pancia in su» e «aspetta».
Galton Nye: Per quanto io e sua madre tentassimo di metterla in guardia, lei ci respingeva. Abbiamo cercato di insegnarle a distinguere il bene dal male. L'abbiamo implorata di non buttare via la sua vita per uno stupido gesto di ribellione da adolescente. Siamo stati molto chiari sul fatto che quella fra il giorno e la notte era una scelta di vita del tutto consapevole, ma lei non ha voluto saperne. Neddy Nelson: Lo sapevi che, prima di cominciare a fare i suoi orribili esperimenti sui prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz, Josef Mengele era un antropologo stimatissimo? Che aveva viaggiato in giro per l'Africa raccogliendo campioni di sangue umano e virus? Che il sogno della sua vita era individuare fattori atti a dimostrare la differenza tra il sangue delle varie razze? Per creare malattie razziali specifiche? Sapevi che molte delle scoperte di Mengele sono arrivate negli Stati Uniti con il progetto Paperclip, nell'ambito del quale la Cia ha concesso l'indulto e una nuova identità agli scienziati nazisti che accettavano di condividere le ricerche di Mengele? Jayne Merris: L'insulto peggiore era dare a qualcuno dello sbavante, o dirgli di "non fare l'idrofobo". Se all'inizio la cultura notturna era vista come una sorta di élite moralmente equivoca, col tempo è diventata oggetto di disprezzo. Per liquidare un qualsiasi argomento si usava l'espressione "è da notturni". Galton Nye: La nostra bambina si è diplomata con il secondo miglior punteggio del suo corso alla Christian Pathways Academy. Su quasi quaranta studenti. Ha gestito il gruppo giovanile della nostra parrocchia, per tre anni consecutivi, e ha giocato nella squadra di calcio dell'università come titolare. La settimana dopo che è scappata di casa, io e sua madre abbiamo assunto un cosiddetto investigatore privato. Con tutti i soldi che gli abbiamo dato, è riuscito a procurarci soltanto una foto di lei in compagnia di un ragazzo su un'auto scassata, con la scritta bianca "Oggi sposi" sotto il finestrino, e nostra figlia che rideva con un velo da sposa in testa. Il ragazzo indossava una camicia bianca e il cravattino. Avevamo tanto sognato di regalare alla nostra bambina un bel matrimonio in chiesa con tutti i crismi, e vedendo quella foto a sua madre si è spezzato il cuore. La Bibbia dice: "Non piangete gli scarti putrescenti che maggiormente giova perdere".
Cinquemila dollari per una fotografia mossa che ci ha soltanto spezzato il cuore. Perlomeno ora sappiamo che quel bastardo di un notturno alla fine l'ha sposata. Shot Dunyun: Me ne frego di cosa dice la canzone. A volte un bacio non è solo un bacio. Poco ma sicuro. La mia teoria è che Rant, quando si faceva mordere da un pipistrello o da una puzzola, ogni volta prima di farsi curare lasciava progredire la rabbia un po' di più. Che lo volesse o no, Rant stava creando un virus che la scienza medica non avrebbe potuto scalfire. Dott.ssa Phoebe Truffeau ({ Epidemiologa): Prima dell'identificazione del serotipo Rant, gli unici due virus rabbici incurabili che si conoscevano erano i ceppi africani Mokola e Duvenhage. Galton Nye: La Bibbia dice: "... poiché il posto di un figlio guasto non è accanto ai genitori". Lo tenga presente. Neddy Nelson: Hai mai letto il rapporto Kissinger, quello sottoposto al Conglio nazionale di sicurezza nel 1974? In cui Henry Kissinger indica come la maggiore minaccia per il futuro degli americani il sovrappopolamento dei paesi del Terzo Mondo? Hai presente cosa dice? Che a noi servono i minerali e le risorse naturali dell'Africa? E presto tutte quelle repubbliche delle banane sprofonderanno nel caos, se la popolazione cresce troppo? E che l'unico modo perché l'America riesca a proteggere il proprio benessere e la stabilità politica è quello di spopolare il Terzo Mondo? Dovremmo stupirci sapendo che il virus dell'Aids è apparso intorno al 1975? Hai presente cosa significa la parola "spopolare"? Jayne Merris: Le leggi antiesclusione della TI-VEDO garantivano l'accesso ai luoghi pubblici in ugual misura ai diurni e ai notturni; ma, se vuoi il mio parere, la gente stava diventando così paranoica per il sudore sulle attrezzature delle palestre e roba del genere, tipo la saliva sulle mele, che i posti più belli - bar, ristoranti, negozi di lusso - la notte hanno cominciato a tenere chiuso. Le due culture condividevano la stessa città, ma per il resto continuavano ad allontanarsi. Neddy Nelson: Come spieghi il fatto che la prima esplosione di infezio-
ni da Aids in Africa è cominciata negli ospedali missionari in cui i volontari cristiani utilizzavano più volte le stesse siringhe per vaccinare i bambini contro il vaiolo e la difterite? Ti suona familiare? Stiamo parlando di milioni di bambini. Questo non spiegherebbe forse come mai, tra il 1976 e il 1980, in certe zone dell'Africa occidentale la curva di infezione sia schizzata dallo 0,7 al 40 percento? Uno scenario del genere non ti fa venire voglia di fiondarti nell'ambulatorio più vicino e metterti in fila per farti vaccinare contro qualsiasi cosa? Dott.ssa Phoebe Truffeau: Le vaccinazioni comportano un rischio minimo di encefalite post trattamento, perciò era inevitabile che alcuni individui immunizzati grazie a una profilassi preespositiva sviluppassero forme leggere di rabbia che richiedevano ulteriori terapie. La quantità di persone vaccinate rendeva impossibile effettuare un tracking di ogni singolo paziente, e sì, almeno due persone sono morte come probabile risultato dell'immunizzazione. Shot Dunyun: Un mattino, svegliandomi, ho trovato il cuscino accanto al mio fradicio, tanto aveva sbavato il mio cane durante il sonno. I carlini sbavano un casino, e così non gli ho dato importanza. Quando si dice non voler vedere la realtà. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Il passaparola all'interno della comunità colpita ha gonfiato e male interpretato la questione delle morti legate alle vaccinazioni, minando la volontà dei notturni di prendere parte a ulteriori programmi di profilassi, garantendo di fatto l'esistenza all'interno della popolazione notturna di un bacino d'infezione permanente di proporzioni considerevoli. Shot Dunyun: Rant Casey diceva sempre: «Qualunque cosa succeda, succede sempre adesso...». A volte era un po' indecifrabile. Secondo me, voleva dire che noi viviamo nel presente della realtà, e non importa cos'è successo prima, non importa quanto abbiamo voluto bene a una persona o a un cane: se un bel giorno decide di attaccarci, noi reagiremo al pericolo del momento. Neddy Nelson: Non è un po' strano che un rapporto governativo suggerisca di spopolare l'Africa e alla fine del XX secolo stiano morendo intere
generazioni? Non è sospetto il fatto che le ex colonie europee ricche di risorse naturali come oro e diamanti, paesi come il Botswana, lo Zimbabwe e il Sudafrica, siano stati i più colpiti dall'epidemia dell'Aids? Shot Dunyun: Avevo una cagnolina fantastica, e le ho lasciato bere la mia saliva. A volte non sono stupido, di più. Poco ma sicuro. Una sera mi sveglio sentendo la sirena a dieci minuti dal coprifuoco, e mi ritrovo Sandy sul petto, con quel musetto tutto rincagnato che mi gronda bava sul collo. Le labbra nere sono tese, si vedono tutti i denti fino alle radici gialle. Sento il suo alito caldo sulla faccia, e subito dopo la vedo che si mette in posizione come per prendere al volo una pallina da tennis, con le zampe dietro piegate, pronta a saltarmi alla gola. Nell'istante in cui si lancia, le butto addosso le lenzuola e le coperte, e gliele avvolgo intorno in modo che non possa uscire. Sandy pesava sì e no come una palla da bowling, e così faccio per sollevare quel sacco di coperte, solo che lei è come impazzita, sembra un lupo mannaro, ringhia e tira zampate, e le mie coperte sono così vecchie che sembrano fatte di garza. Riesce a strapparle in un punto, e intravedo le sue unghie nere. Le coperte sono impregnate di saliva, ed è un po' come tenere un procione in un sacchetto di carta bagnata. Basta un'altra zampata e Sandy riesce a liberarsi e mi morde. Per stordirla, magari farle perdere i sensi, sbatto il fagotto contro il muro. Sandy continua a ringhiare e a dimenarsi, e allora sbatto il fagotto contro il muro una seconda volta. Lei continua a lottare, e io continuo a sbatterla, finché a un certo punto il mio vicino non comincia a picchiare contro la parete. Suona la sirena a un minuto dal coprifuoco, poi la campana di inizio. Sulla parete dove sto sbattendo il fagotto di coperte è apparsa una macchia rossa. E anche il fagotto, nel punto in cui colpisce il muro, è inzuppato di rosso. Gocciola. Il vicino continua a dare colpi e mi urla di piantarla lì, ma Sandy ha smesso di muoversi e di fare rumore. Non è per niente come in Zanna gialla. Panico totale. Capisci che cazzo di idiota decerebrato sono? Neddy Nelson: Si può trascurare il fatto che, prima dell'epidemia di rabbia, la comunità dei notturni, relativamente più giovane, fosse sul punto di superare numericamente la popolazione diurna? Una bella epidemia non avrebbe avuto sui notturni l'effetto che l'Aids ha avuto sull'Africa? Non avrebbe devastato il potere politico di una comunità in ascesa preservando le strutture di potere esistenti?
Galton Nye: Non sappiamo se si sia infettata o meno, ma preferiamo non correre il rischio. Dobbiamo preoccuparci della nostra salute. Non sto dicendo che io e sua madre abbiamo smesso di volerle bene, ma la sera in cui nostra figlia ha deciso di andarsene con quel suo cosiddetto fidanzato per noi è morta. Che Dio la benedica, ma se una notte dovesse decidere di presentarsi qui, sappia che troverà la porta chiusa. 34 E se...? Neddy Nelson (e Party Crasher): Rispondi a questa domanda: ti sei mai chiesto perché la cultura dominante dice certe cose? Perché ti martella per inculcarti l'idea che certe cose sono assolutamente, totalmente impossibili? Tipo quello che la scienza chiama "paradosso del nonno"? Quello in base al quale i viaggi nel tempo non andrebbero mai e poi mai presi in considerazione, perché poi magari vai indietro nel tempo e per errore fai fuori tuo nonno, per esempio, e di punto in bianco - puf! - non esisti più? Voglio dire, se uno si fidasse degli esperti del governo ci penserebbe davvero due volte prima di tornare indietro nel tempo? Echo Lawrence (e Party Crasher): Ero piccolissima, eppure mi ricordo di quando con la Legge TI-VEDO sono stati interrotti gli studi sull'effetto curiosità. Quegli ingegneri governativi, tra cui mia madre, che andavano a schiantarsi gli uni contro gli altri per studiare gli effetti sul traffico. Ricordo quando mia madre mi diceva che qualcuno era sparito dall'ufficio, e io pensavo che intendesse perché l'avevano licenziato o messo in cassa integrazione. Ogni settimana spariva qualche ingegnere. Io le chiedevo se anche lei voleva andarsene, e lei mi rispondeva di no. Mai, diceva, mai senza la sua piccola Echo, ovvero io, e senza mio padre. Diceva che non ci avrebbe mai abbandonati. Neddy Nelson: E se invece le cose non stessero così? Se qualcuno tornasse indietro nel tempo e riuscisse a modificare il passato, noi come faremmo a saperlo? Non conosciamo forse soltanto il presente in cui viviamo? E se invece la realtà venisse risistemata continuamente, nei piccoli dettagli? O se i i potenti avessero già sistemato il passato per arrivare al
potere e adesso venissero a dire a noi di non scherzare con la storia, altrimenti rischiamo di tornare indietro e ammazzare i nostri antenati e tutte le generazioni successive e di non nascere più? La gente che controlla i soldi e la politica potrebbe inventarsi una forma di dissuasione più spaventosa? Non è forse vero che un tempo erano proprio gli scienziati a dire che la Terra era piatta? Ed era di fondamentale importanza che ce ne stessimo a casa a fare i contadini e i servi, altrimenti rischiavamo di precipitare nel vuoto? Echo Lawrence: Da bambina, mi ricordo, andavo a un casino di funerali, quasi sempre di gente che lavorava con mia madre. Seduto in chiesa, mio padre le dava di gomito dicendo: «Ecco che fine fanno...». E mia madre, da dietro il velo nero, gli rispondeva: «Non tutti...». Chiusi nella loro stanza li sentivo parlare di trasferirsi, di andarsene, di sparire. Mia madre lo chiamava "pionierismo al contrario". Partire per un posto dove l'aria era pulita e tutt'intorno avremmo avuto un sacco di terra intatta. Era un bel sogno, ma a sentirla sembrava pazza perfino a me che ero bambina. Nel mondo moderno, inquinato e sovrappopolato, di posti del genere ormai non ne esistono più. Neddy Nelson: Rispondi a questa domanda: e se al posto del "paradosso del nonno" esistesse, mettiamo, una specie di "paradosso della nonna"? Non dico che qualcuno l'abbia fatto davvero, ma se una persona tornasse indietro nel tempo e scombinasse il suo passato? Senza fare grossi cambiamenti, limitandosi a sistemare qualcosina qua e là per avere un presente... migliore? Se tu ripiombassi nel passato e incontrassi la tua trisnonna in un momento in cui non ci sarebbe nulla di male a uscirci? E se la tua trisnonna fosse una gran figa? E se vi metteste insieme? E se lei poi avesse una figlia, che sarebbe al tempo stesso tua figlia e tua bisnonna? Ti rendi conto di cosa può provocare una prospettiva del genere in una mente folle, malata? Qualcosa come un ibrido di te stesso con dei superpoteri? Non potresti decidere di continuare a vivere così, rimorchiando le tue antenate successive, tua nonna e tua madre, rimpolpando il tuo corredo genetico in modo che il futuro te stesso - ma anche il te stesso presente - sia più forte, più intelligente, più pazzo... insomma, che sia qualcosa di più? Shot Dunyun (e Party Crasher): Giuro. Me la ricordo, la grande campagna mediatica perché tutti si facessero installare una porta per incanalar-
si i picchi. Prima i negozi hanno smesso di vendere film e libri. Trovare una cassetta o un disco è diventato impossibile. Da un giorno all'altro l'industria ha cominciato a produrre esclusivamente porte e trascrizioni. Il target su cui si accanivano di più erano i giovani adulti, dai quattordici ai quarantacinque anni. In quella fascia demografica non avere una porta equivaleva a non saper leggere. A non essere vaccinati contro una malattia comune. A non portare gli occhiali anche se ne avevi bisogno. Insomma, eri un cretino. Non è un caso che la stessa fascia di età sia anche quella in cui è più probabile finire a praticare il party crashing, entrare in una squadra come conducente o gregario. Ma è meglio se sto zitto. Sssh. Di queste cose non si parla. Neddy Nelson: Tornare indietro nel tempo non sarebbe un po' come esistere parallelamente alla storia, sapendo sempre cosa succederà perché l'hai già vissuto? Non potresti passare la vita a rimorchiare i tuoi avi, a cercare di inseminare una generazione di te stesso diversa, migliore? A comprare biglietti della lotteria e scommettere su corse di cavalli vincendo sempre? Vivendo abbastanza a lungo non potresti rischiare di vederti nascere? Di crescerti? Di essere tuo padre? Echo Lawrence: Senti questa. I crash test delle automobili di solito vengono effettuati a una velocità che non supera i sessanta chilometri orari. L'industria dell'automobile dà per scontato che il conducente voglia evitare lo scontro e schiacci il pedale del freno prima del momento dell'impatto. Prima dell'impulso. Mia madre no. La polizia sosteneva che la nostra macchina aveva oltrepassato la mezzeria senza mai rallentare. Non c'erano segni di frenata. Con me che dormivo sul sedile posteriore, mia madre si era diretta contro un'altra macchina di proposito. Per quanto ne so, aveva ragione mio padre. Eppure è strano: io ho provato un sacco di volte a cercare gli ingegneri che lavoravano con i miei genitori, per incontrarli e parlare con loro. Adesso avrebbero una quarantina d'anni o giù di lì. Ma sono tutti morti. Morti o scomparsi. Uccisi in incidenti stradali o semplicemente svaniti. Neddy Nelson: Io dico solo questo: e se il tempo non fosse fragile quanto un'ala di farfalla come continuano a dire gli esperti?
Se il tempo fosse più paragonabile a una catena di metallo impossibile da deformare? E se anche uno riuscisse a deformarla, magari mille volte, noi come faremmo a saperlo? Qualsiasi presente, qualsiasi "adesso", è semplicemente quello che è. Capisci? Lynn Coffey (e Giornalista): Se uno si prende la briga di andarsi a guardare i comunicati stampa, le dichiarazioni ufficiali del governo sembrano contraddire i fatti. Gli studi sull'effetto curiosità non sono stati sospesi per via dell'entrata in vigore della Legge TI-VEDO. Li hanno chiusi perché gli ingegneri che li conducevano hanno smesso di presentarsi al lavoro. Facendo un controllo incrociato dei conti spese e dei libri paga e dei verbali di polizia si scopre tutto un filone di veicoli governativi distrutti, e parecchi degli ingegneri che li guidavano risultano fuggiti dal luogo dell'incidente. Non sono morti, ma nessuno li ha mai più rivisti. Neddy Nelson: E quando sei vecchio, tipo che cadi a pezzi, vecchio da buttare, e hai piantato il seme dell'ultima versione di te stesso, non ti verrebbe voglia di avere un piccolo faccia a faccia sincero con quel te stesso ultimo modello, giovane? Quando quest'ultimo nuovo ibrido di te ultraperfezionato magari ha diciotto o diciannove anni? Tina Qualcosa (e Party Crasher): Ma figurati. Nessuno ti dirà mai qual è lo scopo vero del party crashing. Continua pure a pensare che siamo solo gente che gioca. Un branco di decerebrati che si diverte a schiantarsi in macchina. E poi, la maggior parte di questi idioti agisce basandosi su voci. Nessuno sa veramente come funziona. E nessuno ti dirà mai qual è il succo di tutta la faccenda. Ma alcuni di noi diventeranno degli dei. Neddy Nelson: Io dico solo questo: e se Rant non avesse la colpa di essere il prodotto di un piano malato che va avanti da tanto tempo? Non era proprio lui a dire sempre: «Il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri?». Mi segui? 35
Un flashback Chester Casey ({ Agricoltore): Una marea di scemenze. La sera prima che mio figlio Buster si ammazzasse, un signore anziano gli racconta una storia lunghissima e assurda. Questo vecchio pieno di soldi di nome Simms gli dice che, quando aveva l'età di Buster e si era trasferito in città, ha avuto un incidente d'auto. Questo Green Taylor Simms era un giovanotto, e mentre se ne andava in giro in macchina, un'altra macchina che veniva in direzione opposta ha sbandato nella sua corsia senza rallentare e gli è andata addosso. Shot Dunyun (e Party Crasher): Per come me l'ha raccontata Rant, Simms si sveglia in un letto d'ospedale e chiede: «Da quant'è che sono qui?». E l'infermiera gli dice: «Quattro giorni...». Echo Lawrence (e Party Crasher): All'ospedale lui ha chiesto: «La macchina che fine ha fatto?». E i dottori gli hanno detto: «Che macchina?». La polizia l'aveva trovato svenuto per strada. Era coperto di lividi, con una clavicola e lo sterno rotti. Lui ha chiesto: «E i miei vestiti?». E i dottori: «Quali vestiti?». La polizia l'aveva trovato nudo. Chester Casey: Tutti sanno che cose del genere le può dire solo un pazzo, ma evidentemente Buster non lo sapeva. Buddy deve avergli creduto. Echo Lawrence: Quel giorno di tanti anni fa la polizia gli ha chiesto come si chiamava e come potevano mettersi in contatto con la sua famiglia, e lui gliel'ha detto. Il giorno dopo sono tornati all'ospedale dicendo che quella gente, la sua famiglia, non esisteva. Shot Dunyun: I poliziotti gli hanno chiesto il nome, il numero di documento d'identità e della previdenza sociale. E il giorno dopo sono tornati a dirgli che lui non esisteva. Echo Lawrence: All'ospedale, i dottori gli hanno visto le cicatrici sulle braccia, tutte quelle punture e le grinze sulla pelle, e gli hanno chiesto: «Di che droghe ti facevi?». Gli hanno chiesto: «Sapevi di avere la rabbia?».
Jarrell Moore (e Investigatore privato): Le ferite che Simms ha descritto a Rant Casey - i lividi sulla cresta iliaca del bacino, lo sterno fratturato e la clavicola rotta - erano tutte compatibili con le ferite da cintura di sicurezza subaddominale e diagonale tipiche di uno scontro frontale ad alta velocità. Shot Dunyun: E così, Green Taylor Simms, che all'epoca aveva ventitré anni, scappa dall'ospedale. Qualcuno accenna alla possibilità di trasferirlo nel reparto psichiatrico, e lui taglia la corda prima che lo rinchiudano. Simms ruba dei vestiti, un paio di scarpe e alza i tacchi. E fuori, dopo che si è perso appena quattro giorni, la città non è divisa in giorno e notte. Non più. Nessuno ha una porta dietro il collo. La gente legge: libri. Riviste. Quotidiani. Dalle finestre vede gente che guarda la televisione. Dalle radio e dagli stereo sente uscire musica. Simms si fa dare un passaggio per l'unico posto che gli sembra sicuro. Torna a casa dei suoi, a Middleton. Sì, lo stesso paesino di Rant. Chester Casey: Mi viene da piangere se penso alla quantità di scemenze che quel pazzo di Simms ha vomitato addosso al mio ragazzo. Shot Dunyun: Nei pochi anni passati da quando Simms si era trasferito in città, qualcuno aveva tagliato le quattro robinie che stavano agli angoli del giardino di casa sua. Al loro posto avevano piantato quattro robinie giovani, sottilissime, che non gli arrivavano nemmeno al ginocchio. Sulle pareti esterne della casa, ha raccontato Simms a Rant, qualcuno aveva tolto i vecchi rivestimenti scrostati e deformati, per sostituirli con delle assi nuove, drittissime, dipinte di un bianco così pulito che sembravano quasi azzurrine. La vernice era così fresca che si sentiva ancora l'odore. Le sue chiavi non entravano nella serratura, e quando aveva bussato era venuta ad aprirgli una ragazzina. Chester Casey: Si chiamava Hattie, ed era bella come le persone a cui vuoi bene nelle vecchie foto. Quando sono ancora giovani e ansiose di vivere. Prima che il tempo e il lavoro e tu gli distruggiate la giovinezza. Settant'anni fa, Hattie aveva tredici anni ed era appena tornata da scuola. Era in casa da sola, e aspettava che di lì a qualche ora i suoi genitori tornassero dal lavoro.
Qualcosa in quel Simms dev'esserle piaciuto, perché l'ha fatto entrare in casa e se l'è portato a letto quasi subito. O comunque poco dopo. Echo Lawrence: Ovviamente questa è la sua versione. Lui non ha violentato nessuno. Non ha capito chi era davvero quella ragazzina finché, mentre se ne stavano distesi ad aspettare il tramonto e i suoi genitori, Hattie non gli ha detto: «L'unico modo perché ti lascino rimanere è che io resti incinta...». E hanno fatto sesso di nuovo. A metà del secondo round, Hattie gli ha detto che sperava fosse una femmina. Così l'avrebbe chiamata Esther. E quello strano ragazzo, mentre raggiungeva l'orgasmo, ha visto l'orologio e il calendario che c'erano sul comodino. Le ha chiesto: «Quello è giusto?». Hattie ha girato la testa sul cuscino per guardare, e gli ha detto: «Minuto più o minuto meno...». E lui le ha detto: «No». Le ha detto: «Dicevo il calendario...». Chester Casey: Questo vecchio che ha riempito mio figlio di scemenze gli ha anche detto di essersi accorto del momento in cui quella bambina era stata concepita, perché si era sentito come travolto da un'ondata di energia, di intelligenza, di coraggio e di pazzia. Ne era sicurissimo. «Meglio ancora» gli ha detto, «del morso di un animale, del veleno, o di un semplice mal di denti.» Gli anche ha detto che, non essendosi lui fermato per conoscere i suoi genitori, non avendo permesso alla piccola Hattie di tenerlo come un cagnolino randagio, lei doveva aver raccontato ai suoi di essere stata aggredita. Echo Lawrence: Per come lui l'ha raccontata a Rant, quando ha baciato questa Hattie, Simms ha sentito il sapore del polpettone alle cipolle e salsiccia che lei aveva mangiato per pranzo alla mensa della scuola. E anche la cena del giorno prima, fegatini di vitello fritti. E di tre sere prima, cotoletta di pollo con cipolline in salsa e crema di gelatina alle arance. Nell'istante in cui hanno concepito la loro futura figlia, la sua vista e il suo udito, l'olfatto e il tatto e il gusto sono come... esplosi. Shot Dunyun: in macchina, girando a vuoto, Rant mi ha raccontato che in pratica Green Taylor Simms era tornato indietro nel passato di qualcosa come sessant'anni. Dopo essersi fatto un giro con la sua bisnonna, Hattie
Shelby, Simms aveva cominciato a sentirsi da dio. Di notte gli bastava dormire due ore. Era diventato una specie di Superman. Tina Qualcosa (e Party Crasher): È solo uno degli obiettivi segreti del party crashing. La gente di solito lo chiama "flashback". Altri lo chiamavano "pionierismo al contrario". Quando generi te stesso, come ha fatto Simms, si dice "rimpolpare". Echo Lawrence: Stai attento. Questo presunto profugo ventitreenne, bloccato nel passato, di colpo vorrebbe disperatamente aver studiato un po' più di storia contemporanea. O almeno aver imparato a memoria qualche numero vincente della lotteria. Comincia a lavorare come lavapiatti per mettere da parte un piccolo capitale. Lavora ogni minuto della giornata, e intanto chiede agli sconosciuti: «La Microsoft si è già quotata?». E la gente gli risponde: «La Micro-che?». «La Microsoft» ripete lui. Ma la gente scuote la testa e alza le spalle. Shot Dunyun: Chiedeva: «Hanno già inventato la tecnologia per incanalare i picchi?». E pazienza se loro si stringevano nelle spalle. Quanto gli sarebbe piaciuto essere stato un po' più attento durante le lezioni di matematica e scienze. Periodicamente, passati pochi anni tornava a spiare sua figlia, Esther, la sua futura nonna. E visto che non poteva inventare niente, a un certo punto l'ha sedotta, ha cominciato a vederla di nascosto, a darle dei soldi. Le ha raccontato il suo sogno di una dinastia futura, il fatto che per sbaglio era tornato indietro nel tempo. L'incidente d'auto. Echo Lawrence: Che lei gli credesse o meno, o che l'abbia o meno violentata, quella ragazzina ha avuto una figlia che ha chiamato Irene, dopodiché lui, che nel frattempo aveva preso a farsi chiamare Green Taylor Simms, è scomparso per altri tredici anni. Jarrell Moore: Secondo l'anziano signore in questione, ogni generazione, ciascuna di queste vergini tredicenni era consenziente, e addirittura eccitata all'idea di prendere parte al progetto. Echo Lawrence: Simms sostiene che ogni volta che uno spermatozoo
incontrava un ovulo lui si sentiva un po' più forte. E intanto continuava ad accumulare oro, creando una fortuna e mettendola da parte per il futuro se stesso. Shot Dunyun: Era fuori come un balcone. Jarrell Moore: Demenza senile, per usare un eufemismo. Shot Dunyun: L'attimo del concepimento gli provocava una specie di sballo. Una botta in cui tutti i suoi cromosomi o che so io si modificavano. Risistemandosi. Nuovi e migliorati. E, come con ogni dipendenza, lui non riusciva più a fare altro, e così lo faceva, a ripetizione. Continuava a fottere il passato. A riempire il futuro di un nuovo se stesso. Chester Casey: Dopo aver raccontato questa storia assurda a mio figlio, il vecchio rintronato ha chiesto a Buster di rimboccarsi le maniche della camicia. Poi gli ha indicato le tracce dei morsi, le macchie tatuate dai denti nelle mani e nelle braccia di Buster, e gli ha detto: «Tasso... coyote... vipera...». Azzeccando ogni cicatrice. Echo Lawrence: Green Taylor Simms ha chiesto a Rant di tornare indietro nel tempo, di fare un incidente d'auto. Ormai la gente viveva più a lungo. Rant poteva tornare indietro di cent'anni. Seminare altre generazioni di se stesso. Poteva memorizzare numeri della lotteria e progetti di invenzioni di là da venire, costruendosi un patrimonio ancora più grande. Jarrell Moore: E nel frattempo, farsi i suoi comodi con delle tredicenni. Shot Dunyun: Simms ha anche promesso a Rant un modo per vivere in eterno. Per diventare immortali. Echo Lawrence: Inoltre, forse per nascondere le sue tracce, o perché tutti quegli accoppiamenti tra consanguinei lo avevano reso pazzo, Simms ha cominciato a tornare indietro per uccidere quelle ragazzine di Middleton una volta diventate anziane, usando ragni velenosi, pulci portatrici di peste bubbonica e api assassine...
Shot Dunyun: Rant dice a questo vecchio pazzo di Simms: «Memorizzare? Tu non hai idea di cosa la rabbia può fare al cervello...». Echo Lawrence: E Green Taylor Simms dice a Rant: «So esattamente che cosa sei in grado di fare». Gli dice: «Io sono te...». Neddy Nelson (e Party Crasher): Non per dire, ma... la Vergine Maria non era forse figlia di Dio? E ai tempi della Bibbia cosa poteva avere, tredici anni? Shot Dunyun: Sessant'anni fa, quest'altro Rant Casey è ripiombato nel passato e ha dovuto aspettare che tornasse il presente, facendo nel mentre qualche modifica. Rimpolpandosi. Neddy Nelson: E poi vogliamo parlare di quel pezzo agghiacciante dell'Antico Testamento in cui le due figlie di Lot fanno ubriacare il padre per poi... "conservare la razza"? Chester Casey: A quanto ho capito sarebbe per colpa di quella storia da pazzi che Buddy si è buttato giù dal ponte con la macchina. Per realizzare i sogni del vecchio balordo. Ma io scommetto che il mio Buddy non l'ha fatto per questo. 36 Sicari II Tina Qualcosa (e Party Crasher): L'ultima volta che esco con Wax, e intendo proprio l'ultimissima, siamo lì che ci facciamo una serata "Luna di miele" a bordo di una Maserati GranSport fichissima, ovvero rubata, quando a un certo punto Wax vede un casino di luci di veicoli d'emergenza in fondo ai binari del treno accanto a Wentworth Avenue, e così decide di avvicinarsi per dare un'occhiata. Non resta altro che metallo fumante. Perfino la parte centrale del treno è bruciata, e i pompieri sono lì che tentano di avvicinare il divaricatore idraulico agli enormi resti accartocciati di una Lincoln Town Car. Dalla parte dei binari dove siamo noi, il fumo solleva stelle filanti e altra roba. Un velo di pizzo bianco inzuppato di sangue. Un bocciolo di rosa rossa, di quelli da appuntare alla giacca.
Allan Blayne (e Vigile del fuoco): Appena ho aperto la bocca ho capito che quello che avrei detto sarebbe sembrato una stupidaggine. Quella cosa che ho detto alla ragazza. Col lavoro che faccio, quando capitano gli incidenti davvero brutti io inserisco il pilota automatico. L'incidente in questione aveva coinvolto due macchine: il veicolo numero uno era fermo a un passaggio a livello in attesa che passasse un treno merci. Secondo alcuni testimoni oculari, il veicolo numero due è andato a schiantarsi contro il veicolo fermo, spingendolo contro la fiancata del treno in corsa. Poi il veicolo numero due ha proseguito la sua traiettoria in avanti, entrando in collisione con il treno. Entrambe le automobili sono finite sotto le ruote del treno, che le ha stritolate e trascinate per più di cento metri. Tina Qualcosa: Io i paramedici li conosco tutti, per via del fatto che lavoro a Traffico Esplicito, e quando Wax si ferma a curiosare chiamo questo tizio che conosco perché lavora in un servizio di pronto intervento. Gli chiedo cosa è successo, e lui risponde che se me lo dice non ci credo. Dentro uno dei rottami c'è una ragazza ancora viva. I vestiti si sono bruciati, ma lei non ha un graffio. Il paramedico scuote la testa e mi fa: «Nemmeno un'unghia spezzata». Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): L'argomento principale che viene sollevato contro la possibilità del viaggio temporale è quello che i teorici definiscono "paradosso del nonno", vale a dire l'idea che se una persona potesse tornare indietro nel tempo potrebbe uccidere uno dei suoi antenati, eliminando quindi la sua possibilità di nascere e di tornare nel passato a commettere l'omicidio. In un mondo dove miliardi di persone credono che il loro dio abbia concepito un figlio mortale con una vergine umana, è incredibile quanta poca immaginazione dimostri la maggior parte della gente. Neddy Nelson (e Party Crasher): Vuoi che corra il rischio di parlarti degli storici? Ma hai presente cosa succede quando qualcuno mette in giro queste voci? Cos'è, non ti viene in mente un modo più rapido per farci ammazzare tutti e due? Shot Dunyun (e Party Crasher): Dopo il pionierismo al contrario, di-
ventare uno storico è il secondo sogno inconfessabile di ogni party crasher. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Una delle teorie esistenti sul viaggio nel tempo risolve il "paradosso del nonno" ipotizzando che, nel momento in cui si modifica la storia, questo cambiamento frantumi il flusso unico della realtà in una serie di diramazioni. Dopo aver ucciso un proprio antenato, per esempio, la realtà si dividerà in due percorsi paralleli: una realtà in cui si continua a essere nati e il proprio antenato non muore, e una diramazione in cui l'antenato muore e non si viene concepiti. I teorici definiscono ogni revisione apportata al passato e la nuova realtà che essa crea come una "biforcazione". Neddy Nelson: Cosa credi che siano tutti i bastardi più ricchi e potenti del mondo, se non degli storici? E secondo te vogliono che noialtri lo sappiamo? Quegli stronzi pieni di soldi? Secondo te non sono persone che ogni sessant'anni o giù di lì fingono di morire per trasferire soldi e proprietà alla loro nuova identità? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Nella spiritualità orientale o asiatica esiste il concetto per cui è soltanto l'ego a mantenere l'individuo ancorato al mondo temporale, dove egli sperimenta la realtà e il tempo fisici. Secondo tale concezione, alcuni esseri illuminati sono tuttavia in grado di riconoscere questo vincolo autoimposto, il legame con il mondo immediato, e possono scegliere di liberare le loro coscienze e viaggiare in ogni luogo o tempo della storia. Mi spiace per il signor H.G. Wells, ma non occorre alcuna macchina del tempo. Chiunque può spostarsi nel tempo o nello spazio semplicemente allentando la propria aderenza alla realtà circostante tramite la meditazione e la crescita spirituale. Neddy Nelson: Secondo te una persona intelligente ti viene a parlare degli storici? E il fatto che io ti abbia già raccontato tutte queste cose non la dice lunga sulla mia intelligenza? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Esiste poi una terza possibilità, ma non è mai stata discussa in modo approfondito. Pur prendendo le distanze dal concetto di biforcazione e dall'idea di viaggio nel tempo mediante la liberazione della coscienza, anche questa terza opzione riesce a risolvere il "paradosso del nonno", e lo fa collocando il viaggiatore all'in-
terno del tempo liminale, che si colloca al di fuori dell'andamento lineare conosciuto dagli esseri umani. In parole povere, il tempo liminale non ha inizio né fine. Nulla è soggetto al naturale processo di deterioramento e sostituzione. Nulla nasce e nulla muore. È comprensibile quindi che soltanto le divinità abbiano potuto sperimentare questa condizione immortale. Finora. Allan Blayne: Sia il veicolo uno che il veicolo due si sono incendiati, appiccando il fuoco al carico dei vagoni ferroviari adiacenti e alle traversine dei binari trattate chimicamente. I testimoni collocano il momento dell'incidente intorno alle 23.35, e in seguito alla chiamata d'emergenza sono intervenute quattro autopompe con relativo equipaggio. Per riportare la situazione sotto controllo si è reso necessario l'intervento di ulteriori rinforzi, ma intorno alle ore 4.15 i rottami si erano ormai raffreddati abbastanza da consentire il recupero dei corpi. Dagli appunti di Green Taylor Simms: In tutte le mitologie, gli dei generano una versione mortale di se stessi per poter procreare con donne mortali. La divinità emerge dall'infinito del tempo liminale e si manifesta sotto forma di angelo o cigno o belva, per compiere la seduzione o l'annuncio che risulterà nella nascita di una progenie mortale. Il divino che si fa carne. L'infinito che diviene finito. Sovrapponendo questa mitologia al "paradosso del nonno" si profila la possibilità contraria, ovvero che la carne mortale possa farsi divina. Allan Blayne: Nel corso delle operazioni di ricerca, la nostra unità ha recuperato i resti carbonizzati di due maschi adulti e due femmine adulte, che secondo le testimonianze oculari al momento dell'impatto si trovavano a bordo del primo veicolo, quello fermo al passaggio a livello. Perlustrando i rottami della seconda macchina, uno dei nostri uomini riferisce di aver sentito dei singhiozzi provenire dalla parte anteriore dell'abitacolo, tutta accartocciata. Servendoci di una cesoia idraulica per rimuovere le lamiere fortemente compresse dell'abitacolo, abbiamo constatato la presenza di un unico sopravvissuto, una donna adulta, a quanto pare la conducente del secondo veicolo. Il suono che inizialmente era parso un pianto si è in realtà rivelato essere una risata, probabilmente di natura isterica.
Dagli appunti di Green Taylor Simms: Se una divinità può incarnarsi concependo una nuova vita con un essere mortale, forse un mortale può ottenere l'immortalità viaggiando all'indietro nel tempo ed eliminando uno o entrambi i suoi genitori. Rispondendo in questo modo al "paradosso del nonno", il viaggiatore temporale elimina le sue origini fisiche, trasformandosi in un essere privo di esistenza fisica e dunque di fine. In parole povere: in un dio. Allan Blayne: In veste di vigile del fuoco, ho subito prestato assistenza alla sopravvissuta, una donna di circa venticinque anni, convincendola a rimanere calma affinché i paramedici presenti sul posto potessero visitarla. Il corpo della sopravvissuta era completamente avvolto da quello che potrei definire un guscio o un bozzolo di materia rigida. Dalle analisi della superficie interna di questo guscio è emerso che si trattava dei resti bruciati e fusi di un abito e di un copricapo in fibra sintentica, nello specifico di un lungo abito bianco e di un velo, simili a quelli indossati dalle spose nei matrimoni tradizionali. Sforzandomi di far mantenere la calma alla sopravvissuta le ho chiesto l'età, il nome e la data di nascita. La donna, forse a causa dello shock, ha risposto: «Compio centosessantatré anni il mese prossimo». Ruotando le spalle e il busto dentro il bozzolo di fibre disintegrate, la sopravvissuta ha aggiunto: «È stata una figata. Però adesso toglietemi di dosso questa roba bruciacchiata...». Tina Qualcosa: Waxman guarda questa miracolata attraversare i binari a piedi nudi, avvolta in una coperta, poi si gira verso di me e dice: «Ecco a cosa voglio arrivare io...». Ho pensato volesse dire che era carina. La miracolata lo guarda dritto negli occhi. Ma Wax non intendeva quello. Nemmeno alla lontana. Neddy Nelson: Vuoi che ti presenti uno storico? Preferisci vivere da ignorante o morire da saputello? Dagli appunti di Green Taylor Simms: In una sorta di atroce parodia dell'Annunciazione, il viaggiatore temporale compirebbe un pellegrinaggio presso un suo diretto antenato, preferibilmente la madre o il padre, in un'epoca precedente al concepimento del viaggiatore, allo scopo di ucciderlo.
Shot Dunyun: Ma, ripeto, non confondiamo il rimpolpamento con la risoluzione dell'origine. Rimpolpare significa generare un se stesso migliore. Risolvere l'origine significa ammazzare un antenato per evitare di nascere. E credimi, entrambe sono cose abbastanza brutte. Neddy Nelson: Gli storici non usano forse l'espressione "distruggere la fonte" o "recidere l'origine"? Hai mai sentito parlare di risoluzione dell'origine? E allora non ha forse senso supporre che serial killer come l'Assassino dello zodiaco e Jack lo Squartatore fossero persone tornate indietro nel tempo che hanno avuto qualche problema a "risolvere" le loro madri? Tina Qualcosa: Da quel giorno Wax non lo sento più, almeno fino a molto, molto tempo dopo che Rant Casey si suicida buttandosi con la macchina da quel ponte. Intanto, un po' di poliziotti vengono a chiedermi se Wax si è fatto vivo con me. A quanto pare, dei ragazzini sono morti schiantandosi contro il muro di cemento di un tunnel sull'autostrada, a bordo di una Jaguar X-Type. La macchina è risultata rubata, e dalla tasca posteriore di un paio di jeans ritrovati fra i rottami hanno recuperato il portafoglio di Wax. Come se Wax avesse sfasciato una Jaguar, uccidendo due ragazzini, per poi lasciarsi dietro i suoi cazzo di pantaloni... Neddy Nelson: Ti chiedi mai perché continuino a esistere le guerre e le carestie? Riesci ad accettare il fatto che la gente che comanda tutto, gli storici, godano a vederci schiattare da bravi mortali? Tina Qualcosa: Un paio di settimane dopo i poliziotti mi richiamano per sapere di Wax. Dicono che è morto un altro ragazzo su un'auto rubata, stavolta una Bmw 3 Serie 325L A quanto pare un testimone giura che, un attimo dopo aver visto la macchina volare dalla cima di un parcheggio a otto piani, schiantandosi di testa sul marciapiede e uccidendo sul colpo il ragazzo che viaggiava sul sedile del passeggero, be', subito dopo quel disastro Karl Waxman è sbucato dal lunotto posteriore sbriciolato e se ne è andato sulle sue gambe. Ai poliziotti ho ripetuto che di lui non avevo notizie. Neddy Nelson: Come ci si può aspettare che gli storici provino qualcosa di fronte alle nostre sofferenze? Per caso, tu piangi quando un fiore appas-
sisce? O quando un cartone di latte va a male? Secondo te con tutta la gente che hanno visto morire, la loro compassione, o solidarietà, o quel che è, non si è, come dire, un pochino prosciugata? Tina Qualcosa: Poi la polizia mi chiama di nuovo, dicendo che le impronte trovate sul volante della Bmw combaciano con quelle ritrovate nell'appartamento di Wax. Mi chiedono: non è che per caso lo sto nascondendo? Dagli appunti di Green Taylor Simms: Uno dei principi che accomunano dottrine spirituali per altri versi estremamente distanti è la regola secondo cui un individuo può ottenere un autentico potere soltanto "uccidendo il padre". È possibile che questa regola non fosse intesa in senso strettamente metaforico. La difficoltà principale consisterebbe nel trasportarsi indietro nel tempo fino a prima della propria nascita. E poi naturalmente nel compito, più semplice da un punto di vista fisico ma emotivamente assai più complicato, di uccidere uno dei propri genitori. Tina Qualcosa: Per tentare di rintracciare Wax ho cercato sull'elenco telefonico il numero di sua madre, Gloria Waxman, ma non l'ho trovato. Il suo cognome da ragazza è Elrick, e così chiamo quei pochi Elrick che riesco a trovare. Uno mi dice che ho sbagliato numero. Chiamo il secondo e mi risponde una vecchietta, le chiedo di una certa Gloria Elrick o Waxman, e lei mi sbatte il telefono in faccia. Alla decima volta che la vecchietta mi sbatte il telefono in faccia, decido di fare un salto all'indirizzo segnato sull'elenco. Da dietro la porta dell'appartamento la stessa voce mi dice di andare via, ma io non mi muovo. Continuo a bussare, sempre più forte, dicendo che so che Gloria e Wax sono lì, e voglio solo parlare. Alla fine, quando minaccio di chiamare la polizia, sento la chiave girare nella serratura. Mi apre un vecchietto, ma solo di una fessura, vedo la catena ancora agganciata, e mi dice di andarmene, altrimenti la polizia la chiama lui. Dice che sua figlia, Gloria Elrick, è morta una ventina d'anni fa. Era con il suo ragazzo su una macchina parcheggiata, quando un pazzo è arrivato e li ha uccisi entrambi a colpi di pistola. Un perfetto sconosciuto, un giovane che a quanto pare non aveva un movente, un tizio che nessuno aveva mai visto né sentito nominare, ha ucciso Gloria e il suo fidanzato. Poi il vecchio mi sbatte la porta in faccia.
Davanti alla porta chiusa gli chiedo come si chiamava il fidanzato. E il vecchio dice: «Se ne vada!». Gli urlo: «Mi dica solo il nome!». E il vecchio dice: «Anthony». Da dietro la porta urla: «Tony Waxman». Urla: «E adesso vada via!». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Ciò nondimeno, se una volta compiuto il viaggio e portata a termine la missione, un individuo può diventare immortale, vivere eternamente in un mondo dove tutto e tutti finiranno per consumarsi e morire intanto che lui accumula conoscenze e ricchezze, trasformandosi nel leader più potente di tutti i tempi - e per tutto il tempo - direi che il gioco vale la candela. Neddy Nelson: Credi che uno storico non sarebbe pronto a ucciderti giusto per divertirsi un po'? Tina Qualcosa: L'ultima volta che ho visto Wax stavo cercando una squadra estemporanea. Ero lì, col mio abito da sposa, a tentare di farmi caricare in extremis da qualcuno, quando una Rolls-Royce Silver Cloud accosta al marciapiede. Sulla fiancata lucida della carrozzeria, in vernice spray bianca e rosa, c'è scritto "Oggi sposi". Il finestrino del passeggero davanti si abbassa e dal volante si sporge Wax, sorride e mi dice: «Ehi, bellezza. Salta su...». Gli chiedo: «Dov'eri finito?». E Wax mi dice: «Ce l'ho fatta...». «A fare cosa?» gli chiedo. Neddy Nelson: E poi, una volta che hanno "estinto le origini", gli storici non attraversano forse una lunga fase, la cosiddetta "dissoluzione del residuo", durante la quale ogni traccia del loro antico io scompare? Tina Qualcosa: Karl Waxman mi dice che non ha più futuro né passato. Che non dovrà mai più mangiare un solo boccone di cibo o dormire un solo minuto. Tagliarsi i capelli. Andare al gabinetto. Niente invecchiamento, niente ferite, niente malattie. Niente morte. È fuori dal tempo. Wax dice: «Non ho più un inizio né una fine». Dice: «E posso fare di te una dea». Certo, gli dico io. Come hai fatto con quel ragazzo morto bruciato sulla
Bmw? E con quelli sulla Land Rover? Wax ride e dice che loro sono stati un errore. Dice che quando diventi immortale dimentichi che gli altri non lo sono; cominci a cazzeggiare, e alla fine qualcuno ci rimette la testa. Ma le loro urla, dice, facevano troppo ridere. Con me, dice, sarà diverso. Come no, gli rispondo. Mi renderà immortale come ha fatto con sua madre e suo padre? La portiera sul lato del passeggero della Rolls-Royce si apre, e Wax dice: «Salta su, bellezza». Batte delicatamente la mano sul sedile accanto al suo, dice: «Che la vita è troppo breve...». Dice: «A meno che tu non ti fidi di me». Ma io sulla sua macchina non ci sono salita. Ho sbattuto la portiera e gli ho detto che era stato un bastardo a non chiamarmi. Che stavolta toccava a lui aspettare. «Oh, ma io posso aspettare» ha detto Wax. Nel frattempo si avvicina un gruppetto di party crasher, ragazzini con abiti da sposa e da sposo di seconda mano, che si accalcano intorno alla Rolls con lo strascico di lattine e le stelle filanti bianche, pronti a salire a bordo. Chiedono a Wax se gli serve una squadra, se ha posto per tutti. E ai ragazzini dico: «No». Blocco la portiera con i fianchi e gli strillo di levarsi dai coglioni. «Se salite in macchina» gli dico, «questo stronzo psicopatico vi ucciderà.» E i ragazzini mi guardano come se la stronza psicopatica fossi io. Quell'ultima sera che vedo Wax, l'ultima cosa che lui mi dice è: «Cerca di non dimenticarmi, bellezza». Mi soffia un bacio, riparte, si infila nel traffico. Da allora non ho più giocato una sola serata. Spero solo di aver visto Karl Waxman per l'ultima volta. Neddy Nelson: Non ti viene da pensare che tutti quegli dei e salvatori del passato, tipo Apollo e Iside e Shiva e Gesù, siano soltanto degli sfigati che hanno fatto party crashing con una Torino o una Mustang e poi hanno trovato il modo di "recidere le loro origini"? Che siano tanti signor nessuno, intorno ai quali, a mano a mano che la loro realtà si dissolveva, si è costruita una nuova storia? Tina Qualcosa: Rientrata a casa, ho telefonato subito all'investigatore di
polizia che mi stava assillando. E lui mi ha detto che questo Karl Waxman non l'aveva mai sentito nominare. Allan Blayne: Quella cosa stupida che ho detto alla ragazza mi è uscita quasi senza volerlo. Quando l'abbiamo liberata e le abbiamo dato una coperta, le ho detto: «Lei è fortunata, signorina». Tina Qualcosa: In ogni cazzo di foto che ho di me e Wax, lui non c'è più, è scomparso. Ci sono solo io che sorrido, abbracciando il nulla. Io con le labbra arricciate che bacio l'aria. Anche sforzandomi, non saprei nemmeno dirti se aveva gli occhi marroni o verdi. Torna a chiedermelo fra qualche mese, e scommetto cento sacchi che di Karl Waxman non avrò mai sentito parlare in vita mia. Shot Dunyun: Per come me l'ha raccontata Rant, Simms non gli ha chiesto di tornare indietro nel tempo per scoparsi qualcuno. Ora che Simms era diventato il super ibrido di se stesso, voleva anche essere immortale. Voleva che Rant tornasse indietro nel tempo e uccidesse sua madre. O meglio, la madre di entrambi. 37 Risoluzione dell'origine Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): A Middleton, i cani che dormono hanno diritto di precedenza permanente... in senso sia metaforico sia letterale. Echo Lawrence (e Party Crasher): E così siamo tornati a Middleton. Per vedere la chiesa della Confraternita cristiana. Il tornado sessuale. Con un po' di fortuna, anche il Museo dei denti e i branchi di cani. Neddy Nelson (e Party Crasher): A Middleton non ci siamo tornati per vedere se Irene Casey era morta? Il nostro vero obiettivo non era scoprire se Rant aveva compiuto la missione affidatagli da Simms? Shot Dunyun (e Party Crasher): Abbiamo parcheggiato la Cadillac di Neddy all'inizio della stradina di ghiaia che portava a una fattoria bianca
all'orizzonte, la casa di Rant. Circondata dal giardino dove Rant aveva disseminato quelle uova puzzolenti perché il padre ci passasse sopra con il tosaerba. Echo Lawrence: Ci siamo fermati lì, nel cuore della notte, a guardare la casa. Nel riquadro giallo di una finestra della cucina si vede il profilo scuro di Irene. Con una mano regge una sagoma in grembo, l'altra si avvicina e si allontana in continuazione da questa sagoma. Si avvicina e si allontana. La testa china, la luce dietro di lei. Ricama. Siamo rimasti a guardare finché Shot e Neddy non si sono addormentati. Shot Dunyun: Finché Echo non si è addormentata. Irene Casey ({ Madre di Rant): Un anno, per Natale, mia madre e mia nonna Hattie mi hanno regalato un maglione fatto da loro. Mi pare che l'avesse fatto Hattie, e poi mia madre aveva ricamato i particolari. Sul davanti c'erano delle roselline rosse in filo di seta, imbottite di feltro, con i gambi verdi in rilievo. Un lavoro che non le dico. In mezzo alle rose c'erano dei boccioli di pervinca fatti di punti lunghi e corti. Sparpagliati sullo sfondo c'erano così tante canuttiglie e piccoli punti nodini che il filato bianco del maglione sembrava quasi azzurro. Non un grumo, non un filo che spuntasse. Era un maglione da portare al chiuso, o magari in chiesa la domenica. Ripensandoci adesso, forse avrei dovuto metterlo sottovetro, incorniciarlo e appenderlo al muro. Era davvero un capolavoro. Io non vedevo l'ora di sfoggiarlo, ma mia madre mi diceva di non uscire di casa. A Natale però, quando hanno cominciato ad arrivare i parenti per il pranzo, tutte le zie, gli zii e i cugini, la casa era così piena di gente che sono riuscita a uscire di nascosto senza problemi. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Sono restio a parlare ancora di questo individuo patetico, questo Rant Casey. Mi pento solo di aver discusso con lui le mie teorie sul tempo liminale. Al di là di questo, Casey soffriva di allucinazioni dovute a una terribile malattia cronica, e si è cercato una morte orribile perché, nel suo delirio, riteneva che gli avrebbe procurato la salvezza. Dipingerlo come una vittima, o anche solo come uno stupido, significa sprecare la propria attenzione e le proprie energie per farne un martire.
Irene Casey: Spesso andavo a passeggiare lungo il fiume, fra gli alberi, sulle rive del Middleton, e fingevo che l'acqua fosse il rumore del traffico. Immaginavo di vivere in una città piena di frastuono, dove potevano succedere cose meravigliose. In continuazione. Non come a Middleton, dove mia madre e le mie zie al tramonto chiudevano le porte a chiave. Anche se la casa più vicina, quella degli Elliot, era a quasi un chilometro di distanza, prima di accendere una sola luce mia madre tirava tutte le tende. Lei e le zie mi tormentavano dicendo che non dovevo mai rivolgere la parola agli sconosciuti. Ma di sconosciuti non ce n'erano. Non a Middleton. Dagli appunti di Green Taylor Simms: A tutt'oggi, quattordici individui disturbati sono morti lanciandosi di proposito con le loro macchine contro ostacoli o nel vuoto, sembrerebbe per imitare Rant Casey. Sul piano personale, sono profondamente indignato per essere stato accusato da Casey di essere uno stupratore e un assassino recidivo. Irene Casey: Di solito, giù al fiume, c'era vento e rumore, ma non quel giorno. Quel giorno tutto era silenzioso e immobile. La terra era così dura che non rimanevano le impronte. Il vento non sollevava le foglie e non muoveva i rami degli alberi. Era come camminare nella fotografia in bianco e nero di un paesaggio invernale, senza suoni e senza odori. Come se l'unica cosa viva nei paraggi fossi io, che passeggiavo lungo il fiume. Dalla bocca mi uscivano nuvolette che sembravano fantasmi. L'aria era così secca che ovunque toccassi facevo scintille. Per quanto mi ricordo, in un giorno in bianco e nero come quello i miei occhi dovevano avere fame di colori, perché a un tratto hanno visto un piccolo bagliore d'oro. In mezzo al fiume gelato, sul sottile strato di ghiaccio che copriva l'acqua profonda, i miei occhi hanno visto una minuscola macchiolina dorata. Tina Qualcosa (e Party Crasher): Green Simms ti direbbe che Rant era pazzo. Lui fa parte dell'elite, e non gli va di vedere il suo status minacciato da un nuovo ordine. Irene Casey: Con la punta della scarpa da ginnastica ho dato un colpetto alla macchia dorata, rotonda e luccicante. Una moneta. Mi sono tirata su la
manica del maglione, alzando il polsino per non sporcarlo, e mi sono abbassata a toccarla. Per vedere se magari era di cioccolato. Una moneta dei pirati di cioccolato, fasciata nella stagnola dorata, di quelle che vendevano all'emporio Trackside. Con l'altra mano mi sono scostata i capelli tenendoli fermi dietro la testa. Perché non mi finissero davanti agli occhi. Il ghiaccio del fiume era ruvido di terra, ma le scarpe scivolavano lo stesso. Sotto, l'acqua era così profonda che sembrava nera. Con due dita ho tirato fuori la moneta dallo strato di brina e terra. In lontananza, da qualche parte lungo il fiume, fra gli alberi e i giunchi, si sentivano i cani che abbaiavano e ringhiavano. Tra i denti la moneta era dura, non si spezzava, così fredda che mi rimaneva appiccicata alle labbra. Una moneta vera. Un tesoro. Quel sapore che sentivo sulla lingua era oro, con la data del... Di colpo: «Ciao». Qualcuno mi ha detto: «Ciao». Lontano, i cani invisibili ululavano. Alle mie spalle, un uomo stava camminando controcorrente verso di me, nel punto in cui l'acqua è più profonda, piatta come una strada di ghiaccio. Ghiaccio tutt'intorno a noi. Mi ha detto: «Ma quanto sei carina...». Dietro di lui, il cielo di Natale era azzurro come filo da ricamo. Echo Lawrence: Loro non sanno che li ho visti, ma quando mi sono svegliata, sul sedile posteriore della macchina, ho visto Shot che baciava Neddy Nelson sulla bocca. Shot gli ha detto: «Ecco, adesso sei infetto». E Neddy ha risposto: «Lo spero bene, perché col cavolo che lo rifaccio». Irene Casey: L'uomo ha allungato le dita a sfiorare la manica del mio maglione, dicendo: «Ma che bello». Io ho fatto per indietreggiare, stringendo in pugno la moneta d'oro, per nasconderla, casomai fosse stata sua. Indicandogli con la testa i giunchi, gli ho detto: «Guardi che ci sono i cani randagi, signore». I suoi occhi e la bocca hanno fatto una certa espressione. Non sorridente, nemmeno arrabbiata, più come la faccia di uno quand'è da solo. Le sue dita si sono strette intorno alla trama del maglione, e lui mi ha detto: «Rilassati». Io gli ho detto: «No, signore». Gli ho detto: «Mi lasci il braccio, per favore». Lui mi ha tirato la manica del maglione, così forte che si è sentita la cu-
citura scricchiolare, un filo strapparsi, poi ha detto: «Non voglio farti male». Io stringevo la moneta per nasconderla, per non perderla, e così potevo usare una mano sola. Le scarpe scivolavano sul ghiaccio. Per salvare il maglione mi sono avvicinata, gli ho detto: «Così me lo rovina...». Neddy Nelson: Non capisci che la chiave di tutto è la rabbia? Irene Casey: La trama del maglione era come una rete. Una ragnatela di acrilico. Le dita delle sue mani erano impigliate, sprofondate fra i nodi e i fili, e quando si è messo in ginocchio il suo peso mi ha trascinata giù. Mi si è attaccato al collo, e io mi sono girata per schivare le sue nuvolette di fiato fantasma, e quando lui si è lasciato scivolare di schiena sul ghiaccio sporco mi ha tirata giù. Siamo rimasti lì, legati, annodati. Nella boscaglia intorno a noi i cani abbaiavano. Lui ha chiuso le labbra come in un bacio, facendo: «Sssh. Zitta». Sotto la giacca, il suo cuore batteva un colpo ogni quattro dei miei. I suoi occhi si sono girati in direzione dei latrati, verso i cani, e io ho pensato che volesse salvarmi. Stavo bene. Mi aveva stretta e tirata giù solo per proteggermi. Aveva sentito il branco di cani avvicinarsi, e non voleva che ci vedessero. Quando i latrati hanno cominciato ad allontanarsi, scendendo lungo il fiume, con le dita ancora impigliate nel mio maglione, lui mi ha guardata, così vicino da vedere solo gli occhi. Sfiorandomi le ciglia con le ciglia ha detto: «Ti sei mai chiesta chi sia il tuo vero padre?». Neddy Nelson: Non è la rabbia che ti danneggia la porta impedendoti di incanalare i picchi? A quel punto non sei forse libero di partire per un flashback? Irene Casey: Ricordo che cercavo di trattenere il fiato, perché ogni volta che buttavo fuori l'aria il suo peso mi schiacciava un po' di più, accorciandomi il respiro seguente. Mi premeva sulla pancia sempre più forte, finché ho cominciato a vedere intorno agli occhi delle stelline di luce. Nel cielo azzurro seta. Mi ha detto: «È un po' che controllo la vostra spazzatura». Ricordo le maniche lunghe del mio maglione, tese e attorcigliate intorno a me, che mi stringevano come le camicie che nei film fanno mettere ai
matti perché non muovano le braccia. Le dita, ognuna delle mie dita, accavallate in una posizione diversa. Avendo controllato la spazzatura, ha detto: «So esattamente quante ore e quanti minuti sono passati da quando hai avuto le mestruazioni». E ha aggiunto che il bambino concepito in quel momento quasi sicuramente sarebbe stato un maschietto. E quel maschietto sarebbe diventato un re. Un imperatore. Un genio che mi avrebbe fatto diventare ricca e più importante di tutte le altre donne. Ogni volta che buttavo fuori il fiato lui era sempre più pesante, e il respiro sempre più corto, finché non mi è sembrato di addormentarmi. Neddy Nelson: Non è per questo che il governo ha insistito tanto perché tutti si installassero una porta? Non c'erano un po' troppe persone che facendo party crashing rischiavano di incasinare la storia? Irene Casey: L'aria sapeva di acqua pulita dentro un bicchiere trasparente in una giornata calda. Il ghiaccio non aveva odore. La terra era indurita dal gelo. Il fiume, ghiacciato. Non un alito di vento. Come se quell'uomo fosse fuori dal tempo. L'unica cosa che stava succedendo eravamo noi. Mi ha detto che gli spermatozoi maschi nuotano più veloce, ma non vivono quanto gli spermatozoi femmina, e aveva il fiato che sapeva di rutto come quando a colazione hai mangiato salsiccia di maiale. Gli ho detto che mi scappava la pipì. E lui mi ha risposto: «Dopo». Neddy Nelson: Non hai mai sentito parlare dell'effetto che il governo trasmette segretamente? La gente non si rende nemmeno conto di incanalarlo, ma non è forse proprio questo effetto che ti tiene bloccato qui, impedendoti di manipolare la storia? Irene Casey: Ricordo che mi sono scusata tantissimo per avergli fatto la pipì addosso. Addosso a lui e addosso a me. Ma mi faceva così male, e con quel freddo il male era ancora più forte. All'epoca, quando uscivo, mi infilavo anche nove, dieci paia di mutandine, per disegnarmi i fianchi in attesa che spuntassero. Io non volevo, ma quando lui mi ha abbassato la cerniera e ha infilato il pollice gelido dentro tutte quelle mutandine, e poi dentro di me, la pipì mi
è scappata. L'ho sentita colare, calda, nei jeans e nelle mutandine. Il caldo che impregnava i fili del maglione. Il resto del corpo, freddo come il ghiaccio. Sdraiata lì per terra, col mio maglioncino di Natale e quell'uomo che mi svuotava l'aria dai polmoni dicendo che ero "la madre del futuro", ho pensato che peggio di così non poteva andare. Mi ricordo di lui mentre mi rigirava la mano davanti alla faccia, con le dita bagnate che gocciolavano al freddo, e io gli dicevo: «Scusi». Gli ho detto: «Adesso siamo al sicuro». Con le sue dita bagnate dentro, io continuavo a chiamarlo "signore". A dire: «I cani sono andati via». Neddy Nelson: Gli storici non lo chiamano forese "Oblio", il luogo senza luogo, dove il tempo non scorre? Il luogo fuori dal tempo? Irene Casey: Lui ha alzato una gamba sul mio petto, come per inginocchiarsi su di me, poi l'ha abbassata, agganciando con la punta della scarpa nera il cavallo dei miei jeans. Mentre me li abbassava insieme alle mutandine fino alle caviglie, ricordo di aver pensato a tutte le persone che si sarebbero sedute a tavola per il pranzo di Natale a casa mia. Troppe perché mia madre sentisse la mia mancanza. Echo Lawrence: Sull'uovo che mi ha lasciato, Rant aveva scritto qualcosa con la cera, di modo che inzuppandolo nella tinta potessi leggere il suo messaggio nascosto. Irene Casey: Peggio di quando Basin Carlyle a ginnastica, nelle partite di palla prigioniera, ti colpiva troppo forte e proprio lì. Peggio dei crampi. I colpi, quelle spinte, quella cosa dentro. Fa male. E poi la terra ruvida e fastidiosa, l'acqua sporca, e il ghiaccio che mi si scioglie sulla schiena. Quella sottile lastra gelata che sotto di me diventa una poltiglia di fango. Mi immaginavo come un pezzetto di stoffa, bloccato in un angolino, trafitto mille volte dall'ago di una macchina da cucire enorme e lenta. Le braccia fasciate, strette come quelle di una bimba piccola o di una mummia, appena nata o definitivamente morta, e quell'uomo che mi si muoveva addosso, sempre più veloce, finché di colpo non si è fermato, e tutti i suoi muscoli e tutte le giunture sono diventate dure come pietra, immobili.
Poi il suo corpo si è ammorbidito, rilassato, ma non mi ha lasciata andare. Le sue dita continuavano a stringermi. Con il cuore che rallentava mi ha detto: «Non è successo. Non ancora. Per sicurezza, dobbiamo rifarlo». Echo Lawrence: Anziché usare una tinta, io ho messo l'uovo in una tazza di caffè. Quando ho finito di berlo, era lì in fondo alla tazza, e le parole di Rant mi dicevano: «Fra tre giorni risorgerò». Una specie di citazione pasquale. Irene Casey: Intanto che aspettava, lui si annusava la mano e diceva: «Hai lo stesso odore che avevano tua madre, tua nonna e la tua bisnonna alla tua età». Niente si muoveva. Niente abbaiava. «Metti al mondo questo bambino» mi ha sussurrato, appoggiandomi le labbra sulle palpebre chiuse, «e diventerai la madre più famosa della storia...» In basso aveva ripreso a muoversi, schiacciandomi contro il ghiaccio, contro l'acqua sotto il ghiaccio. Ha detto: «Se non lo metti al mondo, io tornerò e lo rifarò...». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Se proprio ci tiene a saperlo, il messaggio nascosto sul mio uovo era: "Fottiti". Irene Casey: «Sì» ha detto a un certo punto, sfregandomi i peli del mento contro la pelle del collo. E poi: «Sì. Sì. Oh, sì». Ha detto: «Ti prego». Mi ha spinto i fianchi addosso così forte che una, due, tre crepe si sono aperte nel ghiaccio come fulmini. Da sotto, l'acqua ci è schizzata addosso. Crepe bianche che correvano a zigzag verso la riva. Shot Dunyun: Non so perché, ma sul mio uovo c'era scritto: "Green Taylor Simms". Irene Casey: Alzandosi sui gomiti, mi ha guardata e ha detto: «Stai sanguinando». Poi ha guardato la mia mano, e io avevo stretto così forte la moneta che l'oro mi aveva aperto la pelle del palmo, incidendo con i bordi un taglio perfettamente rotondo, più profondo nella parte sopra e in quella sotto del
cerchio. Lui mi ha aperto le dita a forza, e dentro, la moneta d'oro era rossa come il Natale. Per qualche settimana del nuovo anno avrei avuto un livido viola datato 1884. E lui mi ha detto: «Tienila. Così ti ci fai lavare il maglione». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Fino a questo momento il party crashing non aveva mai avuto un volto, e mi sembra imprudente affibbiargliene uno adesso. Fenomeni come i "flashback" non esistono. E neppure i presunti "storici" immortali. Che cos'è più probabile? Tutte le fandonie sui viaggi nel tempo o il fatto che un giovane abbia perso il senno? Sostenere il contrario sarebbe estremamente incauto e irresponsabile. Irene Casey: Si è tirato su i pantaloni, con il coso che ancora fumava di pipì e sangue. Che gocciolava sperma. Si è tirato su la cerniera e ha dato un'occhiata intorno. Poi, abbassando gli occhi su di me, ha detto: «Resta qui finché non mi vedi più». E si è incamminato lungo il fiume, controcorrente, ed è sparito all'orizzonte. Tina Qualcosa: No, la vera bugia, i veri bugiardi, sono Echo Lawrence e Shot Dunyun, che sanno la verità ma non la dicono. Viaggiare indietro nel tempo e manipolare gli eventi è possibile. E loro ci provano ancora, tutte le sere. Irene Casey: Sono rimasta lì, con le gambe spalancate verso il cielo azzurro di Natale. Il maglione, gelandosi, si era appiccicato al ghiaccio in più punti. Mezzo intontita, dopo tutto quel tempo senza quasi respirare, con gli occhi ho visto l'acqua gorgogliare dalle crepe tutt'intorno. Con le orecchie ho sentito il lamento e il gemito del fiume che spingeva via i pezzi rotti. Il mio sangue e la mia pipì congelati. I suoi spermatozoi. Il ghiaccio del fiume che si muoveva, si spezzava. Riprendeva vita. Tina Qualcosa: È così che la maggior parte delle persone di potere ha anticipato e tratto profitto dagli eventi di oggi. Può darsi che questo modo di acquisire il controllo esista da sempre. O forse i viaggi nel passato si limitano alla storia moderna. Non lo so. Impossibile saperlo. Io so solo una cosa: c'è chi li fa. E non vuole che altri li facciano.
Irene Casey: Sto lasciando che il ghiaccio mi trascini giù, nel freddo profondo, quando le mie orecchie sentono una voce dal bosco. Dai giunchi che crescono lungo il fiume gelato, una voce mi ha detto: «Signora Casey?». E poi: «Irene?». La voce ha detto: «Mamma?». Ed è spuntato un ragazzo seminudo, tremante, che si stringeva nelle braccia. Sul davanti era coperto da un foglio di carta azzurra. Un camice da ospedale. Ai piedi aveva un paio di ciabatte di carta. Dice: «Non riuscivo a trovare un passaggio». Battendo i denti mi ha detto: «Sono arrivato tardi». Ha detto: «Sono arrivato tardi?». Echo Lawrence: Sul braccialetto dell'ospedale che Chester aveva quel giorno c'era la data di quando l'hanno tirato fuori dal fiume. Diciannove anni prima che Rant si lanciasse con la macchina nello stesso corso d'acqua. Quel braccialetto ce l'ho ancora. Chet me l'ha regalato. Il giorno in cui Rant è scomparso nel fiume, e il giorno in cui Chet è riemerso. Il 21 dicembre. Irene Casey: Il ragazzo stava con le punte dei piedi rivolte in dentro sulla fanghiglia gelata, con le dita delle mani intrecciate nel vapore che gli usciva dalla bocca. Il corpo che tremava tutto ripiegato, come un pugno pelle e ossa. Ha detto: «Non ti preoccupare... Andrà tutto bene...». Aveva le braccia coperte di cicatrici, da cima a fondo. Quei denti che battevano erano neri. Poteva fare sì e no le superiori. Lì, in mezzo ai giunchi, nudo come un bambino, non fosse stato per il pezzo di carta azzurra. Neddy Nelson: So che è disgustoso, ma Rant non ha forse sposato sua madre? Non si è fatto cambiare il nome in Chester Casey e si è fermato lì per tirare su il bambino? Per dare una mano a crescere se stesso? Irene Casey: Ero così incollata al ghiaccio che non riuscivo ad alzarmi. Non riuscivo nemmeno ad allungare un braccio per tirarmi su i pantaloni o le mutandine.
Mentre le lastre di ghiaccio si spostavano e si rovesciavano, lui è venuto verso di me. Continuava a dire: «Non muoverti». A dire: «Ti sei fatta male». Con l'acqua del fiume che saliva a inondare il ghiaccio mi ha detto: «Non ti venga mai in mente di fare autostop vestita così». Strascicando le ciabatte di carta, scivolando, arriva e si piazza accanto a me, si abbassa per aiutarmi a tirare su le mutandine, i jeans. Quando le sue dita tremanti si avvicinano per afferrarmi, tra noi guizza una scintilla. Tra la sua mano e la mia schiocca una scintilla di elettricità statica. Forte. Bianco acceso nella luce del giorno. Tra il suo polpastrello e il mio. Neddy Nelson: Non è un po' come... la Trinità? Rant, Chester e il vecchio Green Taylor Simms. Come nella Chiesa cattolica, tre individui che sono una persona sola, ma divisa? Irene Casey: Entrambi congelati, ci tiriamo fuori dal ghiaccio spezzato, e le mie orecchie sentono lo scroscio del fiume alle nostre spalle. Ho il maglione di Natale tutto sporco e stiracchiato. Macchiato di rosso e giallo. Di sangue e pipì. Sformato e rovinato. Il ragazzo nudo dice: «Mi dispiace per... per quello che è successo». E io mi sono sbottonata il maglione e ho sfilato le braccia dalle maniche infangate, dicendo: «Tieni. Se no ti viene un accidente». Neddy Nelson: Questo non spiega forse come mai Chef Casey non fosse particolarmente addolorato per la morte del figlio? Come mai Chet sia spuntato dal nulla e abbia messo su casa? Non ti rendi conto che è tutto un unico grande anello temporale che collega il presente con il passato? Irene Casey: Tornando verso casa per il pranzo di Natale, io gli ho chiesto: «Ma tu chi sei?». E il ragazzo mi risponde: «Lasciamo stare...». Echo Lawrence: Anelli, come punti di ricamo. Shot Dunyun: Assurdo, no? Rant Casey non è morto, è diventato Chester. Il padre. Quando l'auto di Rant ha preso fuoco ed è volata con il suo bell'albero di Natale giù dal viadotto di Barlow Avenue, lui si è fatto un flashback. È tornato indietro nel tempo, ma non per uccidere Irene, come
voleva Simms. Rant è tornato indietro per impedire che Irene venisse aggredita. Non è assurdo, di più. Irene Casey: Ed è così che Chet è entrato nella mia vita. E quel giorno, anche se lì per lì non ne ero sicura, e l'ho saputo soltanto quando ho saltato il ciclo successivo, quel giorno anche Buddy è venuto al mondo. Echo Lawrence: Mi hanno svegliata i cani che abbaiavano. Eravamo ancora parcheggiati lì, a guardare la vecchia casa di Rant. Era ancora notte. La luce della veranda si è accesa, e la porta a zanzariera ha cigolato. È spuntata fuori una sagoma, e una voce di donna ha gridato: «Prendi!». Gli ululati, i latrati e il ringhiare si sono attenuati, il rumore si è allontanato. Shot Dunyun: La donna sulla veranda, alla luce di una lampadina gialla, ha gridato: «Prendi! Vieni qui, bello!». Da accanto al tronco di una robinia si è staccata una sagoma. Una figura si è fatta avanti, e una voce maschile ha detto: «Signora Casey?». Echo Lawrence: E Irene ha detto: «Bodie? Bodie Carlyle?». Nel frattempo la figura aveva appoggiato un piede sull'ultimo gradino della scaletta che saliva alla veranda. La porta a zanzariera ha cigolato, e Irene ha detto: «Vieni dentro, che ti viene un accidente». Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Sai, la vita ti tratta bene o male soltanto per un po'. Poi fa l'esatto contrario. Shot Dunyun: L'uomo è entrato. La luce della veranda si è spenta. Neddy Nelson: E non è stato proprio allora che quell'idiota dello sceriffo Carlyle ci ha arrestati? 38 Communitas Dott. Christopher Bing ({ Antropologo): Il fenomeno comunemente noto come "party crashing" altro non è che la più recente manifestazione di uno spazio liminale che offre la possibilità di una sublimazione catartica,
generando una communitas normativa mediante la quale deviare l'ostilità repressa verso lo status quo e preservare la struttura sociale esistente. Dal saggio Liminalità e Communitas di Victor Turner ({ Antropologo): Profeti e artisti tendono a essere persone liminali e marginali, "uomini di punta" che si sforzano con sincerità appassionata di liberarsi dei cliché legati al possesso di status e all'esercizio dei ruoli per entrare in rapporto vitale con altri uomini, nella realtà o nell'immaginazione. Dott. Christopher Bing: Come formulato dall'antropologo Victor Turner nel libro Il processo rituale (1969), gli spazi liminali si creano in corrispondenza degli interstizi tra due fasi distinte della vita. Secondo Turner, sono l'assurdità e il paradosso a definire la regolarità. Ed è il caos dello spazio liminoide che, verificandosi con regolarità, consente l'esistenza di una civiltà organizzata. Dott.ssa Ina Gebert (e Teologa): Probabilmente uno dei migliori esempi di spazio liminale è rappresentato dal rituale secolare di Halloween, così come viene osservato negli Stati Uniti. In quella specifica serata, la gerarchia di potere viene sovvertita, e i bambini possono esigere tributi dagli adulti. Lo fanno indossando maschere atte a scimmiottare simboli di potere, tra cui fantasmi e scheletri che incarnano la morte; streghe che distruggono la fertilità; belve quali lupi e leoni; oppure personaggi culturali marginali come cowboy, vagabondi e pirati. Così mascherati, i bambini minacciano gli adulti di danneggiare le loro proprietà qualora non ricevano una ricompensa. Dott.ssa Erin Shea (e Teologa): Come esempi consolidati di estesi spazi liminoidi possiamo citare l'annuale festival Burning Man nel Black Rock Desert del Nevada, il ConFest in Australia, i raduni internazionali della Rainbow Family e la cosiddetta "Celtic Renaissance" che si tiene a Glastonbury, in Inghilterra. Dott. Christopher Bing: In linea generale, la differenza tra liminale e liminoide si può esprimere in questi termini: l'aggettivo "liminale" si riferisce a un rituale che segna il passaggio da una fase della vita a un'altra, come per esempio un battesimo, una laurea, una luna di miele. Per contro, gli eventi tipicamente "liminoidi", come un concerto rock, un rave o un festi-
no sessuale consensualmente poliamoroso, si verificano al di fuori delle convenzioni dominanti, ma al tempo stesso non segnano un momento di transizione esistenziale. La caratteristica peculiare dello spazio liminoide è che chiunque vi prende parte si comporta da pari. Le divisioni sociali o di casta vengono accantonate, e i presenti sperimentano un affetto reciproco egualitario. Turner definisce questa solidarietà e questo amore spontanei con il termine latino communitas. Dott.ssa Erin Shea: Esempi minori di spazi liminoidi sono i pellegrinaggi religiosi, le vacanze "on the road", i cosiddetti fight club e gli eventi di party crashing. Dott.ssa Ina Gebert: Tra gli spazi liminali, i più comuni sono i rituali ove tra i membri di una società avviene uno scambio temporaneo di status. Il re diventa servo. Il servo diventa re. Il papa della Chiesa cattolica romana si inginocchia a lavare i piedi dei poveri. Il celebrante del culto pentecostale, ben vestito, rispettabile, si accascia al suolo dimenandosi e proferendo parole prive di senso. A bordo dei sottomarini atomici, che restano in immersione anche per tre mesi consecutivi, gli ufficiali e i membri dell'equipaggio si scambiano periodicamente i ruoli in rituali come l'"Hefe Café", una cena formale che si tiene a metà missione, in cui i comandanti devono servire i sottoposti e obbedire ai loro ordini. In ciascuno di questi casi, la degradazione temporanea serve a consolidare il potere duraturo dell'entità dominante. Dott. Christopher Bing: Nelle forme meno riuscite, l'evento liminale o liminoide funge da valvola di sfogo per l'accumulo di ansie, proteggendo così la civiltà nel suo complesso. Nelle forme più riuscite, gli spazi liminali o liminoidi diventano laboratori sociali in cui i partecipanti possono sperimentare e sviluppare nuove forme di espressione e di struttura sociale. Dott.ssa Ina Gebert: I vivi si sentono sempre superiori ai morti. Tenga presente che la morte rappresenta la degradazione estrema, nonché l'occasione per una comunità di esprimere tranquillamente i propri sentimenti autentici nei confronti di un individuo. Prendiamo per esempio la scena del funerale di Tom Sawyer, in cui la comunità è convinta che il protagonista sia annegato, e celebra un funerale per piangerlo pubblicamente. In questa circostanza, a dispetto del consueto disdegno per il "defunto", la comunità
esprime il proprio amore represso. Quando Tom Sawyer riappare, apparentemente tornando dall'aldilà, la comunità ne gioisce. Dott.ssa Erin Shea: Si potrebbe addirittura ipotizzare che le autorità locali siano perfettamente consapevoli dell'esistenza del party crashing, e ne permettano di proposito lo svolgimento. In quest'ottica, il rituale fornirebbe uno sfogo catartico per gli impulsi antisociali e antiautoritari, esaurendo le energie degli individui che vi partecipano, o rendendoli invalidi, o eliminandoli del tutto mediante la morte. Quale che sia il risultato, il party crashing fungerebbe così da utile ed efficace programma di controllo finalizzato a preservare l'ordine sociale esistente. Dott. Christopher Bing: Un rituale liminale tipico si articola in tre fasi: pre liminale, liminale e post liminale. Nel caso del fenomeno party crashing, le fasi si articolano nel seguente modo: decorazione e ostentazione del veicolo; ricerca di altri veicoli e relativi incidenti; pubblica messa in scena di liti e manifestazioni emotive, comunemente definita "spremere l'incidente". Dott.ssa Erin Shea: Una tendenza intrinseca del party crashing è di sovvertire i simboli liminali tradizionali. La donna che indossa un abito da sposa non è una vera sposa. Tale "donna" può addirittura essere un maschio. Gli elementi di arredo legati al tettuccio delle automobili non segnalano il trasloco di una famiglia. Il cartello solitamente utilizzato dagli studenti di scuola guida non mira a proteggere un automobilista inesperto. Dott.ssa Ina Gebert: Come la resurrezione rituale di Tom Sawyer richiama alla mente quella di Cristo, ossia una giovinezza luminosa che muore per poi rinascere immortale, allo stesso modo la cultura contemporanea continua a produrre divinità che seguono un identico modello. Negli ultimi decenni, celebrità tipo Elvis Presley, Jim Morrison e John Belushi sono state corrotte dal successo, morendo prematuramente e generando in seguito una ridda di voci che le vorrebbero ancora in vita. Tale resurrezione potrebbe essere il segnale di un rifiuto da parte dell'opinione pubblica di prendere atto della loro scomparsa, ma al tempo stesso deriva da una manifestazione collettiva di dolore e apprezzamento per l'individuo, che contribuisce a costruirvi intorno una mitologia, rendendolo immortale.
Dott.ssa Erin Shea: Tra gli esempi di liminalità nel linguaggio possiamo citare l'espressione francese con cui si indica il tramonto o il crepuscolo: "Tra cane e lupo". La stessa espressione è utilizzata per descrivere gli ultimi mesi della vita, quando le capacità mentali e fisiche di un essere umano vengono meno. In inglese, l'espressione con cui ci si riferisce al crepuscolo, "quando tutti i gatti sono grigi", dimostra l'appiattimento della gerarchia sociale e degli indicatori evidenti di status. Dal saggio Liminalità e Communitas di Victor Turner: È come se li si riducesse o li si livellasse a una condizione uniforme per rimodellarli da capo e dotarli di nuove capacità per metterli in grado di affrontare la loro nuova situazione nella vita. Dott.ssa Ina Gebert: Rant Casey e Karl Waxman rappresentano la più recente incarnazione di questo modello antichissimo. Di entrambi, degradati da una morte pubblica violenta, si vocifera che siano vivi, e non soltanto vivi: immortali. Di Waxman si dice che abbia viaggiato indietro nel tempo e ucciso i suoi genitori prima che lo concepissero, preservandosi così in una condizione liminale permanente. Casey, be'... Casey è un'altra faccenda. La sua è stata più che altro una forma di redenzione attraverso il pubblico riconoscimento e l'emozione collettiva, un rifiuto da parte della massa di accettare l'idea che sia morto, seppure in un incidente automobilistico ampiamente documentato. Shot Dunyun (e Party Crasher): Tutte 'ste cazzate da corso di antropologia non sono noiose, di più. Il party crashing è solo un modo per divertirsi. Un divertente momento di gioco. Vi prego, non ammazziamolo coi paroloni. 39 Lupi mannari V Hudson Baker ({ Studentessa): È un po' difficile da spiegare, ma nella mia scuola - io faccio le superiori - in ogni singolo bagno c'è scritto: "Amber Nye ha la rabbia!". Solo che a scriverlo è stata proprio Amber. È davvero difficile da spiegare.
Toni Wiedlin (e Party Crasher): Gli studenti delle superiori facevano una specie di ballo che chiamavano "dello sbavante", perché imitava la paralisi parziale della gamba che colpisce i malati di rabbia in fase terminale. Giravano per la pista zoppicando, schiumavano dalla bocca mettendosi una compressa di Alka-Seltzer sulla lingua, andavano a sbattere addosso agli altri e ringhiavano. Si dice che se la polizia ti becca a farlo ti spara. Shot Dunyun (e Party Crasher): Le persone che vogliono farsela attaccare vengono chiamate "sputacchiere". Quelle disposte a passarla sono gli "smerciatori". Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Come diceva Charles Dickens descrivendo il regno del terrore in Francia, in tempi di epidemia ci sarà sempre chi non trova pace finché non riesce a infettarsi. Hudson Baker: Io e Amber ci coprivamo da capo a piedi di protezione solare altissima, tipo 40. Volevamo a tutti i costi far girare la voce che eravamo notturne, e che la polizia del coprifuoco cercasse di arrestarci. Ripensandoci adesso, volevamo fare paura. Come se da un momento all'altro potessimo impazzire e azzannare alla gola gli studenti della Christian Pathways Academy. Toni Wiedlin: Ho sentito alcuni ragazzini notturni imbecilli vantarsi di quello che loro chiamavano "pedigree", ovvero la fonte originale del loro ceppo di rabbia. Tutti, ma proprio tutti, giurano di essere stati infettati da Rant Casey o da Echo Lawrence. Vogliono sentirsi speciali, essere considerati tali dai loro simili, però non troppo. I ragazzi di solito vogliono solo sentirsi speciali tanto quanto i loro amici. Hudson Baker: La madre e il padre di Amber non avevano idea che uscissimo di nascosto ogni notte. Ci mettevamo delle parrucche nere e del trucco bianco. Ripensandoci adesso, agli occhi dei veri notturni dovevamo sembrare due imbecilli sfigate senza speranza. Ci mettevamo i collant neri sotto abitini neri che compravamo nei negozietti di seconda mano. I signori Nye non sapevano nemmeno che ce li avevamo. Ci piazzavamo all'angolo di una strada e aspettavamo che si fermasse una macchina carica di party crasher. È davvero difficile parlarne adesso.
Toni Wiedlin: Me lo ricordo, tutti dicevano che Rant Casey era il padre del party crashing, e che non era morto. La stessa gente ti diceva che Elvis e Jim Morrison e James Dean si erano semplicemente stancati dei riflettori e avevano finto di morire per potersene andare nel Sud della Francia a scrivere poesie. Quando tutti quanti cominciano a mentire dicendo di aver visto Rant e di averlo baciato, le loro bugie si sommano, formando una realtà che fa comodo a ciascuno. Il governo dice che Rant è vivo perché un cattivo torna sempre comodo. I ragazzi dicono che è vivo perché hanno bisogno di un eroe. Hudson Baker: Amber era così innamorata di Rant che andava all'ufficio postale e rubava i manifesti con la scritta "Ricercato" dalla bacheca delle dieci persone più ricercate dall'Fbi. Ogni volta che lo rimpiazzavano, lei tornava a rubarlo. Aveva la foto di quand'era migrato nella fascia notturna. Fosse stato per Amber, con quei manifesti ci avrebbe tappezzato la stanza, ma il signor Nye avrebbe sclerato di brutto. Toni Wiedlin: Per i giovani, Rant ed Echo sono diventati una sorta di Adamo ed Eva generazionali. Come Francis Scott Fitzgerald e Zelda, John e Yoko, Sid e Nancy, Kurt e Courtney. Mi ricordo che quelli che facevano risalire il loro ceppo di rabbia alla bocca di Rant o Echo, si facevano chiamare "figli di Rant" o "bambini di Echo". Ogni scuola ha il suo Romeo e la sua Giulietta, la sua coppia tragica. Ogni generazione. Hudson Baker: Di notte, nel nostro liceo, gli stessi banchi e le stesse aule venivano usate da un corpo studentesco completamente diverso. I notturni. Avevano i loro insegnanti notturni, i loro bidelli notturni e via dicendo. Perfino la ragazza dell'infermeria era notturna. I ragazzi notturni occupavano i nostri banchi mentre noi a casa dormivamo, e noi li occupavamo mentre dormivano loro. A volte sotto il banco trovavi un bigliettino attaccato col chewing gum, un notturno che cercava di mettersi in contatto perché anche tu gli lasciassi un bigliettino nello stesso posto. È così che io e Amber abbiamo conosciuto Gregg Denney. Gregg Denney (e Studente): Le troiette diurne venivano da noi perché ne avevano le palle piene di essere vergini. Io avevo una scorta di fica fre-
sca senza fondo. Appena una troietta diurna sentiva dire che ero infetto cominciava a darmi la caccia. Noi le chiamavamo "sputacchiere", tanto avevano fame di saliva. Shot Dunyun: I coglioni diurni che dicono di essere stati baciati da Rant si definiscono "purosangue". Troppo patetici. Manco fossero cavalli da corsa o vampiri. Non patetici, di più. Hudson Baker: Gregg Denney è un predatore totale, fatto e finito. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Come succede con la Fatina dei denti, ogni cultura possiede il suo "babau", una figura misteriosa il cui scopo non è portare doni ai bambini, ma punirli. Per esempio Zwarte Piet, il personaggio olandese che aiuta san Nicola frustando i bambini che si sono comportati male. In Spagna, El Coco è un mostro peloso e informe, e divora i bambini che non vogliono andare a dormire. In Italia, l'Uomo Nero è un tale con un mantello nero che rapisce chi si rifiuta di finire il cibo nel piatto. Simili a Babbo Natale sono l'Homem do Saco dei portoghesi, il Tobalan bulgaro, e il Lulu-Khorkhore persiano, che vanno in giro con un grosso sacco non per portare doni ai bambini buoni, ma per far sparire quelli indisciplinati. Hudson Baker: Io e Amber c'eravamo fatte una promessa: non saremmo mai salite su una macchina separatamente. Se una squadra di party crashing aveva posto per una sola, li salutavamo e aspettavamo la macchina dopo. O tutte e due o nessuna, era una promessa che ci eravamo fatte per sempre. Dott.ssa Phoebe Truffeau ({ Epidemiologa): La società moderna ha cominciato a combattere la questione dei superdiffusori fin dal giorno in cui Mary Mallon si rifiutò di modificare il suo comportamento. Poiché insisteva per continuare a lavorare come cuoca, "Typhoid Mary" trascorse gli ultimi ventitré anni della sua vita in quarantena a North Broker Island, New York. In tempi più recenti, nel 1999, il "New England Journal of Medicine" ha pubblicato il caso di un bambino di nove anni, del North Dakota, i cui polmoni ospitavano una sacca insolitamente ampia di bacilli della tubercolosi, e pur essendo in perfetta salute aveva infettato la sua famiglia e cinquantasei compagni di scuola. In un caso simile risalente al 1996,
l'"Annals of Internal Medicine" ha documentato l'esistenza di un reparto di terapia intensiva post operatoria in cui si era verificata un'epidemia di infezioni da staffilococco resistenti agli antibiotici, in seguito ricondotta alle colonie di Staphylococcus aureus situate nei seni nasali di uno studente di medicina apparentemente sano. Neddy Nelson (e Party Crasher): Hai mai sentito parlare della Legge sanitaria d'emergenza? Emanata da quel presidente dopo il fiasco dell'11 settembre? Sapevi che in base a tale legge il governo può bollare chi vuole come minaccia per la salute pubblica e rinchiuderlo per il resto dei suoi giorni? Hai mai sentito parlare di giusto processo? Secondo te, in quei casi si viene giudicati da un tribunale? Vuoi scherzare? Dott.ssa Phoebe Truffeau: Nella Cina rurale, la stigmatizzazione sociale che accompagnava la lebbra spingeva molte persone infette a nascondere la propria condizione. In tutta risposta, il governo cominciò a offrire ricompense in denaro a chiunque avesse segnalato un caso di lebbra, per costringere gli infetti a curarsi ed eliminare la malattia dal Paese. In India, dove una forma più democratica di amministrazione impedisce azioni simili, i casi di lebbra sono tuttora piuttosto comuni. La Legge sanitaria d'emergenza permette al governo federale di sospendere ogni potere statale o locale, di confiscare la proprietà privata e mettere in quarantena la popolazione per poter gestire gli agenti infettivi in maniera efficace. Hudson Baker: Per Amber infettarsi rappresentava il legame definitivo. Come se lei e il tizio in questione fossero destinati a stare insieme per sempre. Ripensandoci adesso, probabilmente pensava che giocare con la morte le avrebbe permesso di godersi di più la vita. Che l'avrebbe fatta sentire più viva. La gente normale l'avrebbe compatita, oppure ne avrebbe avuto paura, o schifo, ma per Amber sarebbe stato solo un modo per avere più attenzioni. Diceva che così avrebbe smesso di incanalarsi picchi. Voleva vivere una vita autentica, sentirsi davvero viva. Mi rendo conto che è un casino da spiegare. Dagli appunti di Green Taylor Simms: La parola inglese con cui si definisce il "babau", "bogeyman", deriva da "Boney", il termine dispregiativo
con cui gli inglesi chiamavano Napoleone Bonaparte. Nel corso del tempo si è evoluto in "boneyman" e quindi in "bogeyman", ma è sempre stato usato come minaccia nei confronti dei bambini, per farli ubbidire. Hudson Baker: Amber voleva che andassimo tutte e due in squadra con Gregg Denney. È stata quella sera che ho deciso di non salire sulla sua stessa macchina. L'ho lasciata andare da sola. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Com'è assai probabile che sia successo nel caso di Rant Casey di solito un portatore asintomatico di infezione risulta immunocompromesso da una malattia precedente. Per fare un esempio, uno dei principali superdiffusori del Coronavirus, comunemente noto come Sars, aveva sofferto di una patologia renale pregressa che gli aveva permesso di incubare e trasmettere grandi quantità di virus. Gregg Denney: Una di queste troiette si fa mettere incinta e dice che vuole avere mio figlio anche con la rabbia. Vuole vedere se riesce a metterlo al mondo senza curarsi l'infezione. Io le dico che non so di cosa parla. Hudson Baker: Amber mi diceva sempre: «Il padre della mia rabbia è Rant Casey..». Come se l'avesse incontrato e lo conoscesse e via dicendo. A sentire lei, un bacio aveva sigillato il loro amore. Gregg Denney: Avrò anche messo incinta qualche troietta diurna, ok, però la rabbia mica ce l'ho mai avuta per davvero. Lo dicevo solo per fare il figo. Hudson Baker: Nel frattempo, Amber era andata a vivere con Gregg Denney. Pensava che suo figlio sarebbe nato, non so, mezzo uomo e mezzo animale. Una volta mi ha detto: «Voglio far fare all'evoluzione un passo indietro da gigante...». Dott.ssa Phoebe Truffeau: Come nel caso del serotipo di Lyssavirus Rant, la maggior parte delle epidemie moderne hanno "fatto il salto" dagli animali agli esseri umani: la Sars è una variante del Coronavirus bovino, altresì nota come "febbre da trasporto" del bestiame; il morbo di Creutzfeld-Jakob è la variante umana dell'encefalopatia spongiforme bovina, o "malattia della mucca pazza"; e la sindrome da immunodeficienza acquisi-
ta, con tutta probabilità, deriva dal virus delle scimmie. Dagli appunti di Green Taylor Simms: Una volta morto, o quantomeno scomparso, Rant Casey è diventato un "babau" estremamente comodo per lo Stato. Ogni volta che il governo federale voleva distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla propria incompetenza, il ministro della Sanità si limitava ad annunciare nuovi sviluppi nell'epidemia di rabbia, o nelle ricerche di Rant, o in entrambe le cose. Neddy Nelson: Ti rendi conto che non esiste nessuna epidemia di rabbia? Che Rant Casey è soltanto un capro espiatorio politico? Credi davvero che Lee Harvey Oswald abbia agito da solo? O che James Earl Ray, quello che ha ucciso il reverendo Martin Luther King, fosse davvero un assassino solitario? E Sirhan Sirhan? O John Wilkes Booth? Davvero credi che un uomo da solo sia riuscito a provocare un'epidemia di rabbia a livello nazionale? Gregg Denney: Con una che ha gli ormoni sottosopra e il cervello spappolato dalla rabbia io col cazzo che mi ci metto. Ma figurati. Ho sentito di gente che con la saliva infetta può tirare avanti per anni. Magari era una di quelli. Dott.ssa Phoebe Truffeau: Altri termini per definire un superdiffusore sono "superpropagatore" e "supercontagiatore". Per via della nebbiolina invisibile e letale di goccioline di saliva e muco che circonda questi individui infetti, a volte gli epidemiologi li chiamano "casi nube". Neddy Nelson: Non ti spaventa l'idea che la Legge sanitaria d'emergenza possa sospendere in forma preventiva ogni diritto legale dell'individuo? Shot Dunyun: Il modo per rinchiudere i tuoi nemici senza che siano accusati di nessun crimine e senza fornirgli un avvocato si chiama quarantena. Oggigiorno i medici sono diventati giudici e giuria. E la malattia è la nuova arma di distruzione di massa. Neddy Nelson: Secondo te, perché a qualunque politico un minimo radicale viene "diagnosticata" la rabbia, e poi viene rinchiuso fino a quando, inevitabilmente, ne viene annunciata la morte? Non capisci che è come a-
ver legalizzato l'omicidio? Hudson Baker: Quando non ce l'ho fatta più, ho telefonato ai signori Nye e gli ho raccontato tutto, di Amber e dei bigliettini appiccicati col chewing gum e del party crashing, e loro hanno assunto un investigatore privato. Solo che quando sono andati a casa di Gregg Denney, Amber non c'era più. Neddy Nelson: Come si fa a dire che Rant ha reagito in modo eccessivo? Come vuoi che reagisca una persona intelligente quando scopre di non essere altro che il prodotto di un sistema corrotto e malvagio? Come puoi continuare a vivere sapendo che ogni tuo respiro, ogni dollaro di tasse che paghi, ogni bambino che metti al mondo e a cui vuoi bene servirà soltanto a perpetuare un sistema marcio? Come fai a vivere sapendo che ogni tua singola cellula e goccia di sangue è parte integrante di questo marciume? 40 Ultime connessioni Wallace Boyer ({ venditore d'auto): Se tu adesso ti mettessi a grattarti un orecchio, io mi gratterei un orecchio. Se tu piegassi la testa da un lato, io piegherei la testa da lato, ricalcandoti. Vendendo la mia merce con il contatto visivo, dimostrandoti che a te ci tengo. Ti direi: "Guardi". Un altro comando implicito. Se tu mi dicessi: "Viaggiare nel tempo è impossibile", io annullerei la tua obiezione dicendo: "È vero, molte persone sostengono che è impossibile, ma un tempo la gente non diceva anche che i fratelli Wright non sarebbero mai riusciti a staccarsi dal suolo?". Echo Lawrence (e Party Crasher): L'ultima volta che ho visto Green Taylor Simms stavamo giocando insieme in una serata "Materasso". Simms aveva legato un materasso al tettuccio della sua Daimler rossa. Stavamo facendo pit stop prima che si aprisse la finestra, per riempire il serbatoio, eravamo appoggiati contro la macchina ferma davanti alla pompa. Green aveva indosso il suo gessato, stringeva in mano la pistola del distributore schiacciando la leva. Si sentiva odore di benzina e pollo fritto.
Quella sera non avevo avvertito Shot, perché volevo andare da sola con Green. E mentre eravamo lì fermi, gli ho detto che il padre di Rant, Chester, era venuto in città. Guardando i numeri della pompa che giravano, i soldi e i litri che si accumulavano, Green ha detto: «Di' un po', è vero che questo signor Casey è completamente pazzo?». Nel frattempo ci passano accanto delle Torino e delle Vegas e delle Toronado, tutte con un materasso legato al tettuccio. E le facce a bordo si girano a guardare il nostro materasso. C'è gente ferma a ogni angolo, col pollice di fuori. Alcuni agitano i soldi per la benzina. Io ho detto a Green Taylor Simms quello che mi aveva raccontato Chester Casey. Green non ha detto niente. Ha ascoltato in silenzio. Guardando le altre squadre che guardavano noi. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Ci giunge in questo momento una notizia che ha l'aria dell'ennesimo déjà-vu. Tre veicoli della polizia stanno inseguendo un'auto in fiamme che viaggia ad alta velocità sulla tangenziale Madison in direzione ovest. Un saluto da Tina Qualcosa, e appuntamento al prossimo "Bollettino dei Curiosi". Wallace Boyer: Può essere d'aiuto, mi ha spiegato Chet Casey, partire da qualcosa di semplice. Immaginarsi il tempo, più che come un fiume, come un libro. O un disco. Qualcosa di compiuto. Tipo un film, con un inizio, uno svolgimento e una fine, già girato e finito. A quel punto bisogna pensare che viaggiare nel tempo equivale un po' a buttare per terra il libro che stiamo leggendo e perdere il segno. Quando lo raccogliamo e apriamo le pagine, finiamo su una scena che viene prima o dopo, ma mai nel punto esatto che stavamo leggendo. Echo Lawrence: E continuando ad ascoltare, Green Taylor Simms ha lasciato la pistola della benzina infilata nel serbatoio, ha fatto il giro della macchina e si è sporto dentro il finestrino del conducente. Ha detto: «Ti ascolto», dopodiché ha premuto il pulsante dell'accendisgari. Per dirti quant'era vecchia la sua auto. Nessuno di noi fumava. Shot Dunyun (e Party Crasher): Rant una volta ha detto che noi per-
cepiamo il tempo come chi ha il potere vuole farcelo percepire. Tipo il limite di velocità di un'autostrada. Babbo Natale o il Coniglietto pasquale. Quasi il tempo fosse la Fatina dei denti a cui ci hanno educati a credere. Come un sentiero o un fiume che procede solo in una direzione. Ma i limiti di velocità cambiano. Babbo Natale non esiste. Rant mi ha detto che il tempo non è come pensiamo noi. Il tempo si avvolge su se stesso. All'infinito. Si ferma e riparte. E questo è solo il poco che ha scoperto lui. La maggior parte delle persone, dice Rant, si muove attraverso il tempo come un uccello che non sa volare e cammina sulla terra. Secondo Rant questa visione del tempo è stata ideata perché le persone non vivano in eterno. È l'obsolescenza pianificata su cui tutti abbiamo deciso di concordare. Tutti, tranne quelli che non muoiono. Gli storici. «Nessuno ti dice che devi crederci per forza» mi ha detto Rant. «Puoi sempre scegliere di morire e basta.» Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un altro aggiornamento sull'inseguimento di polizia. L'incendio sembrerebbe circoscritto a un materasso in fiamme legato al tettuccio dell'auto. Il conducente sta ancora viaggiando in direzione ovest sulla tangenziale Madison, e in questo momento si avvicina al CenterPoint Business Park. Per il momento il "Bollettino dei curiosi" si conclude qui, ci ricollegheremo con voi non appena ci saranno altre notizie. Un saluto da Tina Qualcosa. Echo Lawrence: Lì al distributore di benzina, dentro la Daimler di Green, l'accendisigari è scattato con un tink metallico. Dagli appunti di Green Taylor Simms (e Storico): Sintetizzando: il cervello umano opera sostanzialmente su quattro livelli di frequenze cerebrali. Di norma, in condizione di veglia e lucidità, si opera sul livello "beta", con una frequenza di onde cerebrali che va dai tredici ai trenta cicli al secondo. In stato di rilassamento, la mente scivola sul livello "alfa", con una frequenza tra i nove e i quattordici cicli al secondo. Quando si sogna o ci si sente assonnati, la mente rallenta fino al livello "theta", tra i cinque e gli otto cicli al secondo. E quando si passa al sonno profondo e senza sogni, il cervello rallenta ancora, fino a raggiungere una frequenza di onde cerebrali che va da uno a quattro cicli al secondo.
Wallace Boyer: Nessuno ti dice di credere a cose del genere. O anche solo di ascoltarle. Però pensa a quante persone intelligenti, ricche e potenti, nel corso della storia sono morte giurando e spergiurando che era il sole a girarci intorno. E pensa che un giorno, quando tu sarai morto e decomposto, i bambini con i denti da latte, seguendo in classe la lezione di geografia temporale, rideranno della tua stupidità. Echo Lawrence: La pompa di benzina ha fatto clunk e i numeri hanno smesso di girare. Il tubo ha sussultato, e poi silenzio. Green Taylor Simms si è infilato una mano nella giacca del gessato e ha tirato fuori il portafoglio. «A sentire Chester Casey» ho detto a Green, «noi abbiamo incontrato Rant perché proprio tu l'hai riconosciuto su quel marciapiede...» Green ha sfilato fuori con due dita un biglietto da venti, un altro da venti, uno da dieci, un cinquanta. Ha svuotato il portafoglio. Gli ho detto: «Tirati su le maniche». Ho detto: «Fammi vedere le braccia». E Green ha detto: «Secondo te chi è stato a inventare questo giochino che ti piace tanto?» Ha detto: «Chi è che stabilisce il campo e la bandiera e la finestra, e poi fa girare la comunicazione?». Ha detto: «Cosa pensi che ne sarebbe del party crashing senza di me?". Intorno a noi, puzza di benzina. Green Taylor Simms mi ha allungato i soldi e ha detto: «Saresti così gentile da andarmi a comprare un po' di liquirizie rosse?». Dagli appunti di Green Taylor Simms: Interessante più di ogni altra cosa è l'idea che una persona media possa raggiungere facilmente lo stato di meditazione mistica, quello delle onde cerebrali "theta", la condizione ricercata dai monaci e dai pellegrini, semplicemente guidando un'automobile. Nei lunghi tragitti, ogni volta che si copre una certa distanza senza accorgersi di averlo fatto è perché si è immersi in un profondo stato meditativo di livello theta. Aprendoci alle visioni. Al nostro inconscio. Alla creatività, all'intuizione e all'illuminazione spirituale. Echo Lawrence: L'ho lasciato lì, la pistola della benzina ancora infilata nella macchina. Sono entrata, ho comprato le liquirizie, ho pagato la benzina e sono uscita. E quando sono uscita, manco a dirlo, la Daimler rossa non c'era più.
Dagli appunti di Green Taylor Simms: Il livello di attività cerebrale theta è particolarmente interessante. Secondo i mistici, proprio quando le onde raggiungono questa frequenza è più probabile che si verifichino visioni e ispirazioni. In questi momenti di rilassamento, quando facciamo il bagno o guidiamo o ci stiamo addormentando e scivoliamo nelle onde theta, siamo solitamente in grado di recuperare ricordi profondi, lontani. Di effettuare connessioni e vivere rivelazioni. Al fine di stimolare l'attività cerebrale di tipo theta, i mantra dei buddisti tibetani vengono recitati in tono sommesso e a un ritmo ripetitivo che coincide con quello delle onde rallentate. Nelle culture che fanno uso di percussioni, i percussionisti sciamanici innescano l'attività di tipo theta mediante un ritmo costante di quattro battiti al secondo. Pattie Reynolds (e Barista): Io ero alla pompa 7. Il signore che dice lei era alla 5. Ho sentito un rumore di liquido versato, e mi sono girata a guardare. Il signore anziano stava innaffiando di benzina il materasso legato sul tettuccio della sua auto rossa. Era vestito elegante, con la giacca blu. I capelli grigi. Un paio di bei mocassini. Il materasso assorbiva la benzina, anche se gocciolava un po' ai lati della macchina, sui finestrini. L'odore era soffocante. Ricordo che è salito al volante ed è partito. Ha dovuto accendere i tergicristalli, per via di tutta la benzina che gli colava sul parabrezza. Wallace Boyer: Come ho già detto, io non avevo mai incontrato Rant Casey finché non è morto. Durante il resto del volo, per il tempo che sono rimasto seduto accanto a Chester Casey, lui ha cercato di insegnarmi cose impossibili. Si è bevuto il mio scotch è mi ha spiegato che il tempo non è una linea retta. Il tempo non è un fiume. Né un orologio, né una clessidra. Non scorre in un senso solo. Puoi mettere insieme un branco di super esperti per spiegare tutto quanto punto per punto, ma alcune persone anche vedendo le prove, continueranno a sostenere che il mondo è piatto. Che gli esseri umani non discendono da qualcos'altro. E che Elvis Presley è ancora vivo. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Siete di nuovo collegati con Tina Qualcosa per un bollettino Traffico Esplicito d'emergenza. Tutte le corsie
della tangenziale Madison in direzione ovest sono state chiuse in seguito a un incidente. Un'auto in fiamme si è schiantata in prossimità dell'uscita CenterPoint. I vigili del fuoco presenti sul posto stanno tentando di domare l'incendio. Il traffico è già bloccato fino allo svincolo per la Market e all'uscita per la statale 287. E anche sulla Madison, in direzione est, è praticamente fermo... Shot Dunyun: Cazzo ne so del funzionamento dei flashback. Non so nemmeno dirti come funziona una lampadina, figuriamoci costruirne una. Però so usarla. Ti bruci il cervello con la rabbia. Ti metti in macchina ed entri in questa specie di trance theta. Vai a sbattere da qualche parte e ti risvegli nudo in un altro punto della storia. Wallace Boyer: Se può esserti d'aiuto, pensa a come un tempo la gente credeva che il mondo fosse piatto. Bidimensionale. Credevano solo in ciò che potevano vedere, finché un bel giorno qualcuno ha inventato le navi, e qualcun altro di coraggioso è partito per andare a cercare il resto della Terra. Ecco, considera Rant Casey un po' come il Cristoforo Colombo dei viaggi nel tempo. Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Il traffico in direzione ovest è fermo. Un parcheggio. I vigili del fuoco ci dicono che l'incendio in prossimità dell'uscita CenterPoint è stato spento, e il rottame dell'auto è stato rimosso dalla carreggiata, eppure i ragazzi del vagone carne stanno ancora aspettando il loro carico. Secondo le prime indiscrezioni, la Daimler-Benz bruciata risulterebbe vuota. State ascoltando DRVR Traffico Esplicito: tutto il sangue che volete... 41 Rant rivisitato Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Per capire che stanotte c'è luna piena non occorre guardare il cielo. Ci è già stato segnalato un tamponamento al chilometro 22 della statale 217, dove due gruppi di sposi si starebbero lanciando addosso manciate di torta nuziale. Il "Bollettino dei curiosi" torna fra dieci minuti, un saluto da Traffico Esplicito e da Tina
Qualcosa. Neddy Nelson (e Party Crasher): Non lo sanno tutti che la gente continua a fare party crashing? Per raggiungere la trance automobilistica che ti stimola le idee? O forse solo perché gli piace inseguirsi? Conoscere gente e passarci un po' di tempo insieme? Echo Lawrence (e Party Crasher): Rilassati. Se Shot Dunyun dovesse riuscire a trasportarsi nel passato, ci risveglieremmo in una realtà dove il padre della tecnologia dei picchi incanalati è lui. Shot riuscirebbe a sfruttare le cose che ha studiato a scuola per diventare il Thomas Edison delle trascrizioni neurali. Sempre che si ricordi abbastanza della scienza moderna. Un conto è essere un autore, un altro è inventare l'intera forma d'arte. No, anzi, se davvero Shot riuscisse a tornare indietro e manipolare la storia, probabilmente il giorno dopo ci sveglieremmo in un mondo in cui le trascrizioni neurali non esistono. In cui la gente guarda ancora i film e legge i libri. E la sua carlina, Sandy, sarebbe ancora viva. Shot Dunyun (e Party Crasher): Forse Rant non era... cazzuto e in gamba come ce lo ricordiamo. Forse è così che si creano le figure religiose. Sono i loro amici che ne cantano le lodi, ingigantendole, al solo scopo di rimorchiare. Me lo immagino san Pietro in un bar, mentre dice a una bella ragazza: «Sì, io Gesù Cristo lo conoscevo. Eravamo amicissimi...». Forse non è vero che la gente viaggia nel tempo. Forse sono le bugie come questa, l'invenzione di una cosa qualsiasi che sia meno brutta dell'idea della morte - la morte nera, nerissima, eterna -, sono le bugie accattivanti come questa a creare le religioni. Forse Rant è morto e basta. Echo Lawrence: Tieni presente con chi stavi parlando. Forse Shot Dunyun vuole solo tornarsene indietro nel tempo senza concorrenti. Shot Dunyun: Stronzate. Sai, se Echo riuscisse a tornare indietro nel tempo ce la ritroveremmo in giro con le braccia e le gambe normali. Con i genitori vivi. Non passerebbe il suo tempo a modellare e sporcare giocattoli sessuali. Echo avrebbe la stessa età di Rant, o Chester, o come si fa chiamare ora. Sarebbero una normalissima e noiosissima coppia di mezz'età. Echo Lawrence: Se Neddy dovesse riuscire a tornare indietro, la Legge
sul traffico e l'incremento della viabilità e dell'ordine non esisterebbe. La gente vivrebbe come ai tempi delle caverne, tutti potrebbero stare in casa e uscire quando gli pare. Niente coprifuoco. Il mondo sarebbe un unico ingorgo gigantesco, come ai bei tempi. Shot Dunyun: Potremmo anche dire che noi il passato lo modifichiamo in continuazione, anche senza tornare indietro nel tempo. Quando chiudo gli occhi, il Rant Casey che vedo non è la persona vera. Il Rant di cui ti parlo è filtrato e colorato e distorto da me. Come qualsiasi picco incanalato. E tutte queste modifiche che faccio al passato... di solito non mi rendo nemmeno conto di farle. In pratica è come se scombinassi in continuazione il passato, il presente e il futuro. Echo Lawrence: Se Rant ce la fa, se davvero riesce a tornare indietro in tempo per impedire a sua madre... di diventare sua madre, è probabile che di Rant Casey nessuno sentirà mai parlare. Lui e Green diventeranno storici, esseri senza un inizio né una fine. Shot Dunyun: Assurdo, no? Al posto di essere una biografia, questa storia diventerebbe un romanzo. Un manufatto storico che documenta un passato mai successo. Come Babbo Natale e il Coniglietto pasquale. Un'altra verità obsoleta. Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): Ho la testa che mi fuma, a furia di cercare di capirci qualcosa. Certi matti dicono che Rant sia tornato indietro nel tempo, e che forse farà qualcosa perché tutto questo non succeda. O forse solo perché lui non succeda. Qualcuno dice che c'è un gruppo di persone a gestire il mondo intero. Gente che non muore mai, e che per divertirsi rende la vita difficile a noi. In base a come loro decidono di trafficare con la storia, domani io potrei non essere mai esistito. Come Superman o Re Artù. Non ci vuole una mente per capire che sono tutte balle. Neddy Nelson: Chiediti questo: cos'ho mangiato stamattina a colazione? E ieri sera a cena? Lo vedi quanto poco ci mette la realtà a svanire? Tina Qualcosa (e Party Crasher): Che cosa cambierei? Appena fanno
una serata di party crashing, la prima Maserati o Rolls-Royce che accosta al marciapiede io ci salgo. E voialtri sfigati, be'... godetevi pure la vostra morte. 42 Contributi Hudson Baker ({ Studentessa): sta preparando la tesi di laurea in giurisprudenza con indirizzo penale. Brannan Benwort (e Dentista): è isolato in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Dott. Christopher Bing ({ Antropologo): si è recato in Giappone a studiare la cultura del teatro Noh. Allan Blayne (e Vigile del fuoco): è isolato in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Wallace Boyer ({ Venditore d'auto): è disponibile a raccontare a chiunque, nei dettagli, il suo breve incontro ad alta quota con Rant Casey. Vivica Brawley (e Ballerina): è isolata in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Sceriffo Bacon Carlyle ({ Nemico d'infanzia): deve rispondere dell'accusa di arresto ingiustificato che faceva seguito a presunti abusi di potere su alcuni visitatori del Museo dei denti di Middleton. Basin Carlyle ({ Vicina d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Bodie Carlyle ({ Amico d'infanzia): è direttore e curatore del recentemente inaugurato Museo dei denti di Middleton. Chester Casey ({ Agricoltore): è sparito in relazione a un incidente d'auto poco dopo la sparizione di Green Taylor Simms. Irene Casey ({ Madre di Rant): è diventata una ricca filantropa, nonché principale finanziatrice e guida del Museo dei denti di Middleton. Lynn Coffey (e Giornalista): ha scritto e pubblicato il saggio Toccata e fuga: storia del party crashing. Gregg Denney (e Studente): è deceduto, colpito a morte dalla polizia in quanto sospetto idrofobo. Shot Dunyun (e Party Crasher): precedentemente noto con il nome di Christopher Dunyun, risulta scomparso da quando il veicolo che guidava è uscito di strada precipitando da un dirupo alto cento metri. Cammy Elliot ({ Amica d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vi-
ta di comunità. Logan Elliot ({ Amico d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Ruby Elliot ({ Vicina d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Reverendo Curtis Dean Fields ({ Pastore della Confraternita cristiana di Middleton): ha modificato il rituale della comunione, dopo che la condivisione di un calice di vino ha provocato un'esplosione di contagi di rabbia fra i seicento fedeli della sua parrocchia. Denise Gardner ({ Agente immobiliare): ha ricevuto una promozione per aver venduto proprietà per oltre un milione di dollari nel mercato regionale di villette unifamigliari di fascia media. Sean Gardner ({ Imprenditore): gestisce con la moglie la linea telefonica d'aiuto DarkStop, un programma di intervento e terapia per genitori di adolescenti intrappolati nello stile di vita dark. Dott.ssa Ina Gebert (e Teologa): non si perde una festa. Mary Cane Harvey ({ Insegnante): sta per andare in pensione, e sogna di trascorrerla "ovunque tranne che a Middleton". Glenda Hendersen ({ Vicina d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Silas Hendersen ({ Amico d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Brenda Jordan ({ Amica d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Leif Jordan ({ Amico d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Allfred Lynch (e Disinfestatore): è isolato in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Canada Mercer ({ Ingegnere informatico): ha recentemente festeggiato il primo compleanno del suo setter irlandese Lulu. Sarah Mercer ({ Direttrice marketing): dovrebbe partorire il suo primo figlio a settembre. Jayne Merris (e Musicista): continua a esibirsi dal vivo con il suo gruppo punk rock, ogni qualvolta il lavoro di contabile glielo permette. Agente Romie Mills (e Investigatrice squadra omicidi): è stata recentemente nominata amministratore capo del Programma federale di contenimento della rabbia. Si occupa dell'arresto e della quarantena degli individui infetti.
Jarrell Moore (e Investigatore privato): è isolato in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Neddy Nelson (e Party Crasher): è stato avvistato per l'ultima volta sul sedile del passeggero dell'auto a bordo della quale è scomparso Chester Casey. Galton Nye ({ Consigliere comunale): con la sua opera di lobbying è riuscito a istituire un programma per relegare gli individui sospettati di rabbia in quarantena, fino a quando l'attuale situazione di minaccia sanitaria non sarà risolta. Danny Perry ({ Amico d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Edna Perry ({ Vicina d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. LouAnn Perry ({ Amica d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Polk Perry ({ Vicino d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Jeff Pleat (e Responsabile risorse umane): lavora con successo come modello per costumi da bagno. Symon Praeger (e Pittore): continua a dipingere ritratti ogni qualvolta il lavoro di avvocato glielo consente. Hartley Reed ({ Proprietario dell'emporio Trackside): si è dichiarato innocente al processo intentatogli dopo che alcuni testimoni lo avevano visto leccare le mele poi messe in vendita. Pattie Reynolds (e Barista): continua a lavorare come barista ogni qualvolta la tossicodipendenza glielo consente. Lowell Richards ({ Insegnante): ha di recente festeggiato i suoi primi sei mesi da sobrio. Livia Rochelle ({ Insegnante): ha di recente festeggiato le sue prime sei settimane da sobria. Todd Rutz ({ Numismatico): è andato in pensione e si è trasferito su un'isola privata nel Mediterraneo. Dottor David Schmidt ({ Medico di Middleton): ha chiuso l'ambulatorio per accettare l'incarico di direttore regionale della quarantena nell'ambito dalla Legge sanitaria d'emergenza. Dott.ssa Erin Shea (e Teologa): è isolata in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Green Taylor Simms (e Storico): è tuttora ricercato dalla polizia in re-
lazione alla scomparsa di Buster L. Casey. Tina Qualcosa (e Party Crasher): è stata avvistata per l'ultima volta mentre saliva su una Dodge Viper che in seguito si è schiantata contro la fiancata di un treno merci ed è esplosa. I paramedici intervenuti sul posto non hanno trovato nessuno, né vivo, né morto. Edith Steele (e Responsabile risorse untane): è isolata in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Lew Terry (e Amministratore condominiale): sta scontando una condanna a venticinque anni di carcere per abusi sessuali su minore. Carlo Tiengo (e Gestore di nightclub): è isolato in quarantena sanitaria governativa a tempo indeterminato. Luella Tommy ({ Vicina d'infanzia): si divide tra famiglia, chiesa e vita di comunità. Dott.ssa Phoebe Truffeau ({ Epidemiologa): è diventata la zarina federale della lotta alla rabbia, coordina le attività, in costante ampliamento, degli agenti incaricati di far rispettare la Legge sanitaria d'emergenza. Victor Turner ({ Antropologo): autorità internazionale in materia di rituali e metalinguaggi, sognava di aprire una scuola di samba in Brasile. È morto nel 1983. Toni Wiedlin (e Party Crasher): continua a partecipare agli eventi di party crashing, ma nega di aver rilevato il ruolo di organizzatore del gioco. FINE