MASSIMO INTROVIGNE
PRETI PEDOFILI La vergogna, il dolore e la verità sull'attacco a Benedetto XVI
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SAN PAOLO
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MASSIMO INTROVIGNE
PRETI PEDOFILI La vergogna, il dolore e la verità sull'attacco a Benedetto XVI
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SAN PAOLO
per i due documenti del magistero © Libreria Editrice Vaticana
©EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2010 P iazza Soncino, 5- 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it
Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Corso Regina Margherita, 2- 10153 Torino ISBN 978-88-215-6840-4
I
LA VERGOGNA E IL DISONORE. COM ' È POTUTO ACCADERE?
l preti pedofili
esistono
I preti pedofili esistono. A molti di noi piacerebbe che si trattasse solo di un brutto sogno, o di calunnie della stampa laicista. Non è così, purtroppo. E non è quello che c 'insegna il papa. Nella magnifica Lettera ai cattolici dell'Irlanda del 1 9 marzo 20 l O Benedetto XVI parla di una Chiesa ferita e disorientata dalle notizie relative ai preti pedofili: notizie, di sgraziatamente, non sempre infondate. Il pontefice denun cia con voce fortissima i «crimini abnormi», «la vergogna e il disonore», la violazione della dignità delle vittime, il col po inferto alla Chiesa «a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione» (Benedetto XVI 2010, da cui sono tratte anche le successive citazioni). A nome della Chiesa «esprime apertamente la vergogna e il rimorso». Affronta il problema dal punto di vista del diritto cano nico - ribadendo con forza che è stata la sua «mancata ap plicazione» da parte talora anche di vescovi, non le sue nor me come una certa stampa laicista pretenderebbe, a causare la «vergogna» (torneremo su questo punto) - e della vita spi rituale dei sacerdoti, la cui trascuratezza è alle radici del pro blema e cui chiede di ritornare attraverso l'adorazione eu caristica, le missioni, la pratica frequente della confessione. 5
Se questi rimedi saranno presi sul serio è possibile che la Provvidenza, che sa trarre il bene anche dal peggiore dei ma li, possa nell 'Anno Sacerdotale avviare per i sacerdoti «una stagione di rinascita e di rinnovamento spirituale», dimo strando «a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (cfr Rm 5,20)». Peraltro, «nessuno si immagini che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo».
Com'è potuto accadere ? Com 'è potuta accadere una tragedia così immane? Il pa pa - che naturalmente non intende rubare il mestiere ai so ciologi- offre anche elementi d'interpretazione delle radi ci di un problema che, certo, «non è specifico né dell 'Ir landa né della Chiesa». Dopo avere evocato le glorie pluri secolari del cattolicesimo irlandese - una storia di santità che non può e non deve essere dimenticata-, Benedetto XVI fa cenno agli ultimi decenni e alle «gravi sfide alla fede sca turite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione della società irlandese». «Si è verificato - spiega il papa - un ra pidissimo cambiamento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo all 'inse gnamento e ai valori cattolici». C'è stata una «rapida» scri stianizzazione della società e c'è stata contemporaneamen te anche all ' interno della Chiesa «la tendenza, pure da par te di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo». «Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano II fu a volte frainteso». «Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fe de e la rendono capace di crescere, come ad esempio la fre quente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annua6
li» furono «disattesi». « È in questo contesto generale» di «indebolimento della fede» e di «perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell ' abuso sessuale dei ragazzi». In questo quarto paragrafo della Lettera ai cattolici del l' Irlanda Benedetto XVI entra su un terreno che è anche quello del sociologo, e che naturalmente non è rigidamente separato dagli altri elementi d'interpretazione. Certo, le nor me del diritto canonico furono violate. Certo, la vita di pietà di molti sacerdoti si affievolì. Ma perché, precisamente, que sto avvenne? E quando? Riprendendo temi familiari del suo magistero, Benedetto XVI elenca fra le cause il «fraintendi mento» del Concilio - altrove ha parlato di una «e imeneutica della discontinuità e della rottura» (Benedetto XVI 2005) -, non i documenti del Vaticano II in se stessi. Ma anche que sto «fraintendimento» fu possibile in un quadro generale da cui la Chiesa non poteva completamente tenersi fuori, e che oggi è al centro di un vasto dibattito. Benedetto XVI entra così nell 'importante discussione sul la «secolarizzazione», che è al centro della sociologia delle religioni contemporanea. Il dibattito è stato particolarmente caldo alla fine del secolo XX, ma - anche attraverso scam bi fra studiosi non sempre cortesi - è arrivato a un risultato che oggi la maggior parte dei sociologi condivide. Se le di mensioni della religione sono tre - le «tre B», in inglese be lieving (credere), belonging (appartenere) e behaving (com portarsi) -, tutti concordano che non c 'è, in Occidente - per ché è dell ' Occidente che si parla, mentre per l 'Africa o per l'Asia i termini sono diversi -, una significativa secolariz zazione delle credenze (believing). La grande maggioranza delle persone si dichiara ancora credente. Nonostante un'at tiva propaganda, il numero degli atei non aumenta. È inve7
ce chiaro a tutti che c'è un 'ampia secolarizzazione dei com portamenti (behaving). Dal divorzio all 'aborto e all 'omo sessualità la società e le leggi tengono sempre meno conto dei precetti delle Chiese. Il dibattito rimane vivo sulla seco larizzazione delle appartenenze (belonging) e sulla diminu zione della pratica religiosa, perché·sul modo di raccogliere le statistiche ci sono molte polemiche e fra Stati Uniti ed Eu ropa, così come fra diversi Paesi europei, i numeri variano. Non c 'è dubbio, però, che in alcuni Paesi il numero di prati canti cattolici e protestanti sia sceso in modo particolarmen te drastico negli ultimi cinquant'anni. Fra questi ci sono le Isole Britanniche, anche se in Irlanda le cifre assolute, pure in discesa, rimangono più alte della media europea.
La
rivoluzione degli anni Sessanta
Attenuatesi le polemiche sulla nozione di secolarizza zione, il dibattito si è ampiamente spostato sulle cause e le date d'inizio del processo, con un fitto dialogo fra storici e sociologi. Oltre una decina di anni di discussioni ha convinto la maggioranza degli studiosi che non si è trattato di un pro cesso graduale. C'è stata una drammatica accelerazione del la secolarizzazione - dei comportamenti e delle appartenen ze, non delle credenze - negli anni 1 960. Quelli che gli in glesi e gli americani chiamano the Sixties («gli anni Ses santa») a noi, concentrandoci sull 'anno emblematico, «il Ses santotto» appaiono sempre di più come gli anni o il tempo di un profondo sconvolgimento dei costumi, con effetti cru ciali e duraturi sulla religione. C'è stato del resto un Ses santotto nella società e anche un Sessantotto nella Chiesa: proprio il 1 9 68 è l'anno del dissenso pubblico contro l'en ciclica Humanae vitae di Paolo VI ( 1 897- 1 978: Paolo VI, 8
1 968), una contestazione che secondo un pregevole e in fluente studio del filosofo americano recentemente scom parso Ralph Mclnemy ( 1 929-20 1 0) - Vaticano Il - Che co sa è andato storto? (Mclnemy 2009) - rappresenta un pun to di non ritorno nella crisi del principio di autorità nella Chiesa cattolica. Ci si può anche chiedere se sia venuto prima l'uovo o la gallina, cioè se sia stato il Sessantotto nella società a in fluenzare quello nella Chiesa, o se non sia anche avvenuto il contrario. All'inizio degli anni 1 990 un teologo cattolico poteva per esempio scrivere che la «rivoluzione culturale» del 1 968 «non fu un fenomeno d 'urto abbattutosi dall 'ester no contro la Chiesa bensì è stata preparata e innescata dai fermenti postconciliari del cattolicesimo»; lo stesso « pro cesso di formazione del terrorismo italiano dei primi anni '70», il cui legame con il 1 968 è a sua volta decisivo, «ri mane incomprensibile se si prescinde dalla crisi e dai fer menti interni al cattolicesimo postconciliare». Il teologo in questione era il cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel suo li bro Svolta dell'Europa ? (Ratzinger 1 992, 1 25 - 1 26). Ma - ancora - perché gli anni Sessanta? Sul tema, per ri manere nelle Isole Britanniche, Hugh McLeod ha pubblica to nel 2007 un importante vohime - The Religious Crisis of the 1960s - che fa il punto sulle discussioni in corso (McLeod 2007). Due tesi si sono contrapposte: quella di Alan Gilbert secondo cui a determinare la rivoluzione degli anni Sessan ta è stato il boom economico, che ha diffuso il consumismo e ha allontanato le popolazioni dalle chiese (cfr. soprattutto Gilbert, 1980), e quella di Callum Brown, secondo cui il fat tore decisivo è stata l 'emancipazione delle donne dopo la diffusione dell' ideologia femminista, del divorzio, della pil lola anticoncezionale e dell 'aborto (Brown 200 1 ; Brown 9
2003; Brown 2006). McLeod pensa, a mio avviso giustamente, che un solo fattore non può spiegare una rivoluzione di que sta portata. C 'entrano il boom economico e il femminismo, ma anche aspetti più strettamente culturali, sia all 'esterno del le Chiese e comunità cristiane (l 'incontro fra psicanalisi e marxismo) sia all 'interno (alcune «nuove teologie»). Senza entrare negli elementi più tecnici di questa discus sione, Benedetto XVI nella sua Lettera si mostra consape vole del fatto che ci fu negli anni Sessanta un'autentica ri voluzione, non meno importante della Riforma protestante o della Rivoluzione francese, che fu «rapidissima» e che as sestò un colpo durissimo alla «tradizionale adesione del po polo all 'insegnamento e ai valori cattolici» (Benedetto XVI 20 1 0). Con molto acume un pensatore cattolico brasiliano, Plinio Correa de Oliveira ( 1 908- 1 995), parlò a suo tempo di una IV Rivoluzione - successiva appunto alla Riforma, alla Rivoluzione francese e a quella sovietica - più radicale del le precedenti perché capace di penetrare in interiore homi ne e di sconvolgere non solo il corpo sociale, ma il corpo umano (Correa de Oliveira 2009). Nella Chiesa cattolica non ci fu subito sufficiente consa pevolezza della portata di questa rivoluzione. Anzi, essa con tagiò - ritiene oggi Benedetto XVI «anche sacerdoti e re ligiosi», determinò fraintendimenti nell 'interpretazione del Concilio, causò «insufficiente formazione, umana, morale e spirituale nei seminari e nei noviziati» (Benedetto XVI 20 l 0). In questo clima certamente non tutti i sacerdoti insufficien temente formati o contagiati dal clima successivo agli anni Sessanta, e nemmeno una loro percentuale significativa, di vennero pedofili: sappiamo dalle statistiche che il numero reale dei preti pedofili è molto inferiore a quello proposto da certi media. E tuttavia questo numero non è uguale - come tutti vorremmo - a zero, e giustifica le severissime parole -
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del papa. Il maggiore studio sul tema condotto negli Stati Uniti, su cui torneremo e che parte dal l 950, conferma che «seppure ci sono stati casi di abuso di minori da parte di sa cerdoti in ogni anno, il numero è salito in modo drammati co negli anni Sessanta e negli anni Settanta. Dopo aver rag giunto l'apice negli anni Settanta il numero degli incidenti è sceso negli anni 1 980 e 1 990, ancora più ampiamente di quanto fosse salito negli anni Sessanta e Settanta» (National Review Board for the Protection of Children and Young Peo ple, 2004, 23). Lo studio della «IV Rivoluzione» degli anni Sessanta, e del Sessantotto, è cruciale per capire quanto è successo do po, pedofilia compresa. E per trovare rimedi reali, che la Chiesa ha cominciato a porre in essere, come conferma il da to appena citato del calo molto significativo del numero di casi a partire dagli anni Ottanta, gli anni della presa di co scienza della nuova rivoluzione e del lancio del programma della «nuova evangelizzazione» da parte di Giovanni Paolo II ( 1 920-2005). Se questa rivoluzione, a differenza delle pre cedenti, è morale e spirituale e tocca l 'interiorità dell'uomo, solo dalla restaurazione della moralità, della vita spirituale e di una verità integrale sulla persona umana potranno ulti mamente venire i rimedi. Ma per questo i sociologi, come sempre, non bastano: occorrono i padri e i maestri, gli edu catori e i santi. E abbiamo tutti molto bisogno del papa: di questo papa, che ancora una volta - per riprendere il titolo della sua ultima enciclica (Benedetto XVI 2009) - dice la verità nella carità e pratica la carità nella verità.
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II
LA RISPOSTA DELLA CHIESA È STATA ADEGUATA?
Abusi contro il diritto canonico, non grazie al diritto canonico Come abbiamo visto, il papa insiste su un punto: ci sono stati errori e ritardi nella risposta della gerarchia ecclesiasti ca alla crisi, in cui sono stati coinvolti anche alcuni vesco vi. Ma questi errori sono stati commessi perché il diritto ca nonico - per malinteso buonismo o tentativo, sbagliato, di proteggere la reputazione della Chiesa da scandali è stato ignorato e violato, non perché nelle norme canoniche fosse insita la protezione dei responsabili degli abusi. Di che co sa esattamente si sta parlando? Qual è la posta in gioco? La Chiesa ha anche un suo diritto penale, che si occupa tra l 'altro delle infrazioni commesse da sacerdoti e delle re lative sanzioni, dalla sospensione a divinis alla scomunica. Queste pene non c 'entrano con lo Stato, anche se potrà ca pitare che un sacerdote colpevole di un delitto che cade an che sotto le leggi civili sia giudicato due volte: dalla Chie sa, che lo ridurrà allo stato laicale, e dallo Stato, che lo met terà in prigione. Il 30 aprile 200 1 Giovanni Paolo II pubblica la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, con una serie di norme su quali processi penali canonici siano riservati al la giurisdizione della Congregazione per la Dottrina della -
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Fede e quali ad altri tribunali vaticani o diocesani (Giovan ni Paolo II 200 1). La lettera De delictis gravioribus, firma ta dal cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Con gregazione per la Dottrina della Fede il 1 8 maggio 200 1 -, talora presentata dalla stampa laicista come un documento segreto, mentre fu subito pubblicata sul bollettino ufficiale della Santa Sede e figura sul sito Internet della Santa Sede (Congregazione per la Dottrina della Fede, 200 1 ) - costi tuisce il regolamento di esecuzione delle nonne fissate da Giovanni Paolo Il. Se prendiamo come esempio di attacco laicista il documentario dell 'uomo politico irlandese Colm O'Gonnan, del 2006, Sex Crimes and the Vatican - su cui torneremo e che è una fonte decisiva per l 'attuale campagna mediatica, cui quasi tutti i critici laicisti attingono -, vedia mo che al riguardo afferma tre volte il falso: a) presenta come segreto un documento del tutto pubbli co e palese: b) dal momento che il «cattivo» del documentario dev 'es sere l'attuale pontefice, Benedetto XVI (per i laicisti il papa «buono» è sempre quello morto), non spiega che la De de lictis gravioribus, firmata dall ' allora cardinale Joseph Rat zinger come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede il 1 8 maggio 200 1 , ha l'unico scopo di dare ese cuzione pratica alle nonne promulgate con la lettera apo stolica Sacramentorum sanctitatis tutela, del precedente 30 aprile, che è di Giovanni Paolo II; c) lascia intendere al telespettatore sprovveduto che quan do la Chiesa afferma che i processi relativi a certi delicta graviora («crimini più gravi»), tra cui alcuni di natura ses suale, sono riservati alla giurisdizione della Congregazione per la Dottrina della Fede, intende con questo dare istruzio ne ai vescovi di sottrarli alla giurisdizione dello Stato e te nerli nascosti. Al contrario, è del tutto evidente che questi 14
documenti si occupano del problema, una volta instaurato un giudizio ecclesiastico, a norma del diritto canonico, a chi spetti la competenza fra Congregazione per la Dottrina del la Fede, che in questi casi agisce «in qualità di tribunale apo stolico» (così la Sacramentorum sanctitatis tutela), e altri tribunali ecclesiastici. Questi documenti, invece, non si occupano affatto - né potrebbero, vista la loro natura, farlo - delle denunzie e dei provvedimenti dei tribunali civili degli Stati. A chiunque co nosca, anche minimamente, il funzionamento della Chiesa cattolica è evidente che quando i due documenti scrivono che «questi delitti sono riservati alla competenza esclusiva della Congregazione per la Dottrina della Fede» la parola «esclusiva» significa «che esclude la competenza di altri tri bunali ecclesiastici» e non - come vuole far credere il do cumentario - «che esclude la competenza dei tribunali de gli Stati, a cui terremo nascoste queste vicende anche qua lora si tratti di delitti previsti e puniti dalle leggi dello Sta to». Non è in questione questo o quell 'episodio concreto di conflitti fra Chiesa e Stati. Le due lettere dichiarano fin dal l 'inizio la loro portata e il loro ambito, che è quello di rego lare questioni di competenza ali' interno dell 'ordinamento giuridico canonico. L'ordinamento giuridico degli Stati, sem plicemente, non c 'entra.
L'istruzione Crimen sollicitationis de/ 1962 Nella nota 3 della lettera della Congregazione per la Dot trina della Fede - ma per la verità anche nel testo della pre cedente lettera di Giovanni Paolo II - si cita l 'istruzione Cri men sollicitationis emanata dalla Congregazione per la Dot trina della Fede, che allora si chiamava Sant 'Uffizio, il 15
16 marzo 1 962, durante il pontificato del beato Giovanni XXlll ( 1 88 1 - 1 963), ben prima che alla Congregazione arrivasse lo stesso Ratzinger (che quindi, com' è ovvio, con l 'istruzione non c 'entra nulla: ali' epoca faceva il professore di teologia in Germania). Si tratta, in realtà, della seconda edizione di un 'istruzione del lontano 1 922. Questa istruzione (Congregazione del Sant'Uffizio 1 962) dimenticata, «scoperta» nel 200 l solo in grazia di una nota della De delictis gravioribus e oggi non più in vigore, non nasce per occuparsi della pedofilia ma del vecchio proble ma dei sacerdoti che abusano del sacramento della confes sione per intessere relazioni sessuali con le loro penitenti. È vero che, dopo essersi occupata per i primi settanta paragrafi del caso di penitenti donne che hanno una relazione sessua le con il confessore, in quattro paragrafi, dal 70 al 74, la Cri men sollicitationis afferma l 'applicabilità della stessa nor mativa al crimen pessimus, cioè alla relazione sessuale di un sacerdote «con una persona dello stesso sesso», e nel para grafo 73 - per analogia con il crimen pessimus - anche ai casi ( «quod Deus avertat», «che Dio ce ne scampi») in cui un sacerdote dovesse avere relazioni con minori prepuberi (cum impuberibus). Il paragrafo 73 del documento è l 'unico mostrato in Sex Crimes and the Vatican, dove si lascia intendere che gli abu si sui bambini siano il tema principale del documento, men tre il problema non era all 'ordine del giorno nel 1 962 e l'i struzione gli dedica esattamente mezza riga. Clamorosa è poi la menzogna del documentario quando afferma che la Crimen so/licitationis aveva lo scopo di coprire gli abusi av volgendoli in una coltre di segretezza tale per cui «la pena per chi rompe il segreto è la scomunica immediata». È pre cisamente il contrario: il paragrafo 1 6 impone alla vittima degli abusi di «denunciarli entro un mese» sulla base di una 16
normativa che risale del resto al lontano anno 17 41. Il para grafo 17 estende l 'obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia «notizia certa» degli abusi. Il paragrafo 18 precisa che chi non ottempera ali ' obbligo di denuncia dei paragrafi 1 6 e 17 «incorre nella scomunica». Dunque non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non. li denuncia. L' istruzione dispone pure che i relativi processi si svol gano a porte chiuse, a tutela della riservatezza delle vitti me, dei testimoni e anche degli imputati, tanto più se even tualmente innocenti. Non si tratta evidentemente dell 'uni co caso di processi a porte chiuse, né nell 'ordinamento ec clesiastico né in quelli statuali. Quanto al carattere «segre to» del documento, menzionato nel testo, si tratta di un «se greto» giustificato dalla delicatezza della materia ma mol to relativo, dal momento che fu trasmesso ai vescovi di tut to il mondo. Comunque sia, oggi il documento non è più segreto, dal momento che - stimolati dalla lettura della De delictis gra vioribus del 200 1 -avvocati in cause contro sacerdoti ac cusati di pedofilia negli Stati Uniti ne chiesero alle diocesi il deposito negli atti di processi che sono diventati pubblici. Quegli avvocati speravano di trovare nella Crimen sollici tationis materiale per ampliare le loro già milionarie richie ste di risarcimento dei danni : ma non trovarono nulla. Infat ti, anche l'istruzione Crimen sollicitationis non riguarda in alcun modo la questione se eventuali attività illecite messe in atto da sacerdoti tramite l'abuso del sacramento della con fessione debbano essere segnalate da chi ne venga a cono scenza alle autorità civili. Riguarda solo le questioni di pro cedura per il perseguimento di questi delitti ali 'interno del l ' ordinamento canonico, e al fine di irrogare sanzioni cano niche ai sacerdoti colpevoli. 17
Perfino Tom Doyle, un ex cappellano militare che appare nel documentario, ha affermato in una lettera del 1 3 ottobre 2006 a John L. Alleo (che grazie alla cortesia dello stesso Al leo ho potuto consultare), forse il più noto vaticanista degli Stati Uniti, che «benché io abbia lavorato come consulente per i produttori del documentario, temo proprio che alcune distinzioni che ho fatto a proposito del documento del 1 962 siano andate perdute. Non credo né ho mai creduto che quel documento sia la prova di un complotto esplicito, nel senso convenzionale, orchestrato dai più alti responsabili del Vati cano per tenere nascosti casi di abusi sessuali perpetrati dal clero». Tom Doyle, che può essere defmito un «cattolico del dissenso», rimane del tutto ostile a quella che chiama «cul tura radicalmente sbagliata» che vede nella Chiesa di Gio vanni Paolo II e Benedetto XVI: ma anche lui si rende con to che le tesi del documentario sulla Crimen sollicitationis non sono sostenibili e cerca prudentemente, sia pure con un linguaggio che resta ambiguo, di prendere le distanze.
La
severità del cardinale Ratzinger
Un altro inganno del documentario Sex Crimes and the Vatican passato anche questa volta in una vasta letteratu ra successiva- consiste nel sostenere, a proposito della let tera De delictis gravioribus del 200 1 sottoscritta dal cardi nale Ratzinger, che si tratti del «seguito» della Crimen sol licitationis, che «ribadiva con enfasi la segretezza, pena la scomunica». In realtà nella lettera del 200 l non si trova nep pure una volta la parola «scomunica». Si ribadisce, certo, che le procedure per i delicta graviora sono «sottoposte al segreto pontificio», cioè devono svolgersi a porte chiuse e in modo riservato. Ma in questo non vi è nulla di nuovo, né -
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il segreto si applica solo ai casi di abusi sessuali. Gli attac chi laicisti, al riguardo, confondono maliziosamente sia a proposito della De delictis gravioribus sia a proposito della Crimen sollicitationis segretezza del processo e segretezza del delitto. Il delitto non è affatto destinato a rimanere se greto, anzi se ne chiede la denuncia sotto pena di scomuni ca; il processo è invece destinato a svolgersi in modo riser vato, a tutela -come accennato -di tutte le parti in causa. È questa segretezza del processo che è tutelata con la mi naccia di scomunica ai giudici, ai funzionari e allo stesso ac cusato nei paragrafi 1 2 e 1 3 della Crimen sollicitationis (quanto alle vittime e ai testi, prestano giuramento di segre tezza ma si prevede che «non siano sottoposti ad alcuna san zione» salvo provvedimenti specifici da parte dei giudici nei singoli casi). Se c'è qualche cosa di nuovo nella De delictis gravioribus rispetto alla disciplina precedente in tema di abu si sessuali, è il fatto che la lettera crea una disciplina più se vera per il caso di abuso di minori, rendendolo perseguibi le oltre i normali termini di prescrizione, fino a quando chi dichiara di avere subito abusi allorché era minorenne abbia compiuto i ventotto anni. Non i diciotto anni, come alcuni hanno scritto: infatti il termine è di dieci anni ma nel delit to perpetrato da un clericus con un minore «decurrere inci pit a die quo minor duodevicesimum aetatis annum exple vit», cioè «comincia a decorrere dal giorno in cui il minore ha compiuto ill8° anno di età», e da questa data decorre per dieci anni, arrivando così ai ventotto anni di età della vitti ma. Questo significa - per fare un esempio molto concreto -che se un bambino di quattro anni è vittima di abusi nel 20lO, la prescrizione non scatterà fino al 2034, il che mostra bene la volontà della Chiesa di perseguire questi delitti an che molti anni dopo che si sono verificati e ben al di là dei termini di prescrizione consueti. 19
Con questa nuova disciplina la durezza della Chiesa ver so i sacerdoti accusati di pedofilia è molto cresciuta con Benedetto XVI, come dimostrano casi dove, nel dubbio, Roma ha preferito prendere provvedimenti cautelativi an che dove non c'erano prove di presunti abusi che si asse rivano avvenuti molti anni fa, e la stessa nomina nel 2005 del cardinale americano William Joseph Levada, noto per la sua severità nei confronti dei preti pedofili, a prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Oggi, per rendere la normativa nei confronti degli abusi ancora più severa si parla di un'abolizione della nozione stessa di pre scrizione in relazione a questi casi nel diritto canonico. I colpevoli di abusi sessuali potrebbero essere sempre per seguiti. L'ipotesi si giustifica in relazione al particolare al larme suscitato dai casi di pedofilia nella Chiesa e nella so cietà. Non bisogna tuttavia neppure dimenticare che la pre scrizione è un istituto di civiltà giuridica, nato non per di fendere i colpevoli, ma gli innocenti, per i quali a distanza di tanti anni dai fatti provare la propria innocenza può di ventare molto difficile. Tutte queste norme riguardano, ancora una volta, il dirit to canonico, cioè le sospensioni e le scomuniche per i sa cerdoti colpevoli di abusi sessuali. Non c'entrano nulla con il diritto civile, o con il principio generale secondo cui- fat to salvo il solo segreto della confessione - chi nella Chiesa venga a conoscenza di un reato giustamente punito dalle leg gi dello Stato ha il dovere di denunciarlo alle autorità com petenti. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica le au torità civili hanno diritto alla «leale collaborazione dei cit tadini» (n. 2238): «La frode e altri sotterfugi, mediante i qua li alcuni si sottraggono alle imposizioni della legge e alle prescrizioni del dovere sociale, vanno condannati con fer mezza, perché incompatibili con le esigenze della giustizia» 20
(n. 1916). L'obbligo di «leale collaborazione» con i poteri civili viene meno solo quando i loro «precetti sono contrari alle esigenze dell'ordine morale, ai diritti fondamentali del le persone o agli insegnamenti del Vangelo» (n. 2242). Quest'ultima riserva non è stata posta a tutela dei perlo fili. Se questo limite non esistesse, se ne concluderebbe che il cittadino tedesco cattolico doveva offrire la sua «leale col laborazione» anche al Terzo Reich e denunciare alla Gesta po le violazioni delle leggi razziali di cui fosse venuto a co noscenza. Dal momento, invece, che le leggi che tutelano i minori dagli abusi non sono affatto contrarie alle «esigenze dell'ordine morale», nei loro confronti vige l'obbligo di <
satj, alla Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma mirava fin dall'inizio a garantire maggiore rigore e severità. La conclusione è chiara. Sì, ci sono stati vescovi che han no cercato di coprire casi di abusi da parte di loro sacerdo ti. Ma, così facendo, non hanno applicato norme del diritto canonico. Le hanno violate, e Roma lo ha ricordato loro ogni volta che ne è stata informata.
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ID
LA COSTRUZIONE S OCIALE DI UN PANICO MORALE
Il padre
di tutti gli attacchi: il documentario «Sex Crimes and the Vatican»
Abbiamo già fatto cenno al documentario trasmesso nel l ' ottobre 2006 dalla BBC Sex Crimes and the Vatican, il pa dre di tutta la propaganda che accusa la Chiesa di avere crea to con il suo diritto canonico un sistema per proteggere i pre ti pedofili. La versione italiana è stata trasmessa nel pro gramma Anno Zero, condotto da Michele Santoro, il 3 1 mag gio 2007. Colm O'Gorman, l'autore del documentario, ha partecipato alla trasmissione italiana ed è stato presentato da Santoro come un coraggioso giornalista che da bambino è stato vittima di abusi da parte del famigerato prete pedofilo irlandese Sean Fortune. Come tale merita certamente com prensione e simpatia, anche se Fortune si è suicidato nel 1 999 prima del processo, e manca dunque a rigore un accertamento giudiziario del ruolo preciso di O'Gorman in queste tristi e tragiche vicende. Santoro, tuttavia, ha commesso qualche peccato di omissione nel presentare Colm O'Gorman, che è anzitutto un militante omosessuale e un uomo politico. Il 3 maggio 2007 O'Gorman è stato nominato membro del Senato irlandese dal Primo Ministro Bertie Ahem, in so stituzione della senatrice Katie Walsh ( 1 947-2007), che era 23
deceduta. Alle elezioni del 24 maggio 2007 O'Gorman si è ripresentato ma ha ottenuto solo 2.162 voti, pari al 3,2%: una sconfitta piuttosto imbarazzante, ancorché in linea con i ri sultati disastrosi del suo partito, i Democratici progressisti. Ci si può chiedere se anziché soltanto come «giornalista del la BBC» Santoro avesse presentato O'Gorman come «Un se natore e attivista gay irlandese che la settimana scorsa ha su bito un'umiliante sconfitta elettorale» l'effetto sarebbe sta to lo stesso.
Il
caso O' Grady. Storia di una manipolazione Chi ha visto in televisione o su Internet il documentario
Sex Crimes and the Vatican tratto dal programma Panorama della BBC è rimasto senz'altro colpito dalla sinistra figura dell'ex prete Oliver O'Grady. Il nome di questo sciagurato sacerdote è letteralmente dovunque nelle inchieste che attac cano la Chiesa, il che giustifica un esame approfondito del suo caso. Sex Crimes and the Vatican si apre e si chiude con l'ex sacerdote irlandese, che ha vissuto negli Stati Uniti dal 1971 al 2000, ripreso mentre descrive in termini piuttosto espliciti come adescava le sue vittime e quali tipi di ragazzi ni gli piacevano. Queste riprese sono un pugno nello stoma co: ma sono, a loro modo, anch'esse una bugia. Non si tratta infatti di uno scoop della BBC ma di se quenze tratte dal film del 2006 Deliver Us from Evi/ («Li beraci dal male») della regista Amy Berg. Un film tecnica mente ben fatto, che ha ricevuto perfino una nomination per l'Oscar, ma dove il ruolo di O'Grady ha sollevato molte per plessità fra i sociologi e i criminologi che studiano i casi di pedofilia di cui sono stati protagonisti sacerdoti. Infatti la collaborazione di O'Grady con Amy Berg non è stata gra24
tuita. È la conseguenza di un accordo con gli àvvocati delle sue vittime, i quali- dopo che O'Grady era stato condanna to nel1993 a quattordici anni di reclusione -hanno citato per danni in sede civile la diocesi americana di Stockton, ot tenendo un risarcimento di trenta milioni di dollari ridotti poi a sette in secondo grado. O'Grady si è prestato alle vi deo-interviste degli avvocati -e di Amy Berg -per la cau sa contro la diocesi, e in cambio essi non si sono opposti al suo rilascio dal carcere dopo sette anni, accompagnato dal l'espulsione dagli Stati Uniti verso la natia Irlanda, dove og gi il pedofilo è un uomo libero. Molti hanno criticato la Berg per avere collaborato con un individuo i cui crimini sono francamente ripugnanti, e le cui blande espressioni di pentimento non appaiono sincere. Ma per chi vede il documentario della BBC l'importante è capire che le dichiarazioni di O'Grady s'inquadrano in un accordo con avvocati che avevano bisogno soprattutto di sen tirsi dire che il sacerdote pedofilo era stato protetto dalla Chiesa, cui speravano di spillare, come in effetti avvenne, qualche milione di dollari. Uno sguardo ai documenti del processo civile di secon do grado-dove i danni sono stati ridotti a meno di un terzo -mostra che O'Grady non è neppure del tutto attendibile. Egli afferma-con evidente gioia degli avvocati -che il ve scovo di Stockton (e in seguito fino al 2010 cardinale arci vescovo di Los Angeles) Roger Mahony sapeva che era un pedofilo e, nonostante questo, lo aveva mantenuto nel mini stero sacerdotale. La causa racconta un'altra storia. Mahony diventa vescovo di Stockton nel1980. Tra il1980 e il1984 deve occuparsi di tre casi di preti accusati di abusi sessuali su minori. Fa qualche cosa che stupirà i fan del documenta rio della BBC: non solo indaga, ma fa segnalare i sacerdoti alla polizia. In due casi la polizia conferma che, dietro al fu25
mo, c'è del fuoco: e i sacerdoti sono sospesi a divinis, cioè esclusi dal ministero sacerdotale. Nel terzo caso, quello di O'Grady, la polizia nel 1984 ar chivia il caso e dichiara il sacerdote innocente. Mahony si limita a trasferirlo, dopo che due diversi psicologi che lo hanno esaminato per conto della diocesi hanno dichiarato che non costituisce un pericolo. Tutti sbagliano: non solo perché già nel 197 6 O'Grady aveva «toccato in modo im proprio una ragazzina» (tutto si era risolto con una lettera di scuse e, contrariamente a quanto dice l'ex prete, gli av vocati non hanno potuto provare che il vescovo lo sapesse), ma perché si trattava di un soggetto pericoloso, che finirà arrestato e condannato. Una versione alternativa di questi fatti è stata proposta dal Los Angeles Times, un quotidiano di cui l'arcidiocesi di Los Angeles ha ripetutamente denunciato il pregiudizio an ticattolico, e cui ha risposto sul caso O'Grady con una di chiarazione ufficiale (disponibile sul sito della stessa arci diocesi) in cui afferma di «avere ormai perso il conto delle volte» in cui il Times ha diffuso su quel caso «notizie vec chie di dieci anni» e «affermazioni basate esclusivamente su persone che hanno legami (... ) con gli avvocati delle parti at trici (nella causa civile)». L'arcidiocesi fa notare che si è bat tuta per pubblicare, anche a mezzo Internet, i documenti del le cause civili e in particolare i proffer, cioè i fascicoli che mostrano che cosa le diocesi cattoliche sapevano dei casi di pedofilia in genere e del caso O'Grady in particolare, e qua li misure furono prese: ma un ordine della Corte d'Appello dello Stato della California del 22 settembre 2005 ha vieta to questa pubblicazione per ragioni di privacy, ancorché non vieti alle diocesi di mettere le informazioni e i documenti a disposizioni di studiosi e altri che abbiano valide ragioni per conoscerle. La riservatezza qui non dipende da un desiderio 26
della Chiesa di nascondere informazioni -al contrario, la Chiesa si è battuta in tribunale per renderle pubbliche-, ma da un ordine del giudice. I fatti che emergono dai documenti che la Chiesa vor rebbe, ma non può, pubblicare e di cui hanno comunque te nuto conto i giudici di appello, smentiscono il Los Angeles Times su una serie di punti cruciali. Premesso che la Chiesa non è il KGB e non ha un sistema di fascicoli segreti sui suoi preti, il cardinale Mahony quando divenne vescovo di Stock ton non fu informato dell'incidente del 197 6 relativo a O'Grady. Certamente, con il senno di poi, si può dire che questo incidente fosse stato sottovalutato dal precedente ve scovo: ma l'affermazione del Los Angeles Times secondo cui Mahony lo conosceva (mentre il cardinale afferma il con trario) non è sostanziata da nessun documento. Quanto al l'episodio del 1984 , anzitutto il Los Angeles Times incau tamente ripreso, senza tenere conto delle polemiche che lo hanno coinvolto, anche da alcune fonti italiane - almeno, a differenza del documentario Sex Crimes and the Vatican, am mette che la Chiesa denunciò immediatamente O'Grady al la polizia. Non si tratta di una differenza di poco conto. Il Ti mes afferma però che il detective che si occupò di O'Grady, Jerry Cranston, era convinto che il sacerdote fosse colpevo le. Tuttavia quando Cranston si è presentato a testimoniare nella causa civile contro la Chiesa era ormai un ex poliziot to e la sua versione era opposta a quella della diocesi ma, ve di caso, cadeva a fagiolo per gli avvocati che cercavano di ottenere un risarcimento di milioni di dollari. Chi mentiva? Un fatto, piaccia o no al Los Angeles Times e a chi ne riproduce gli articoli in Italia, resta indisputabile: il caso contro O'Grady fu archiviato dalla polizia. Un prin cipio giuridico generale è che gli atti -nel caso, un'archi viazione - prevalgono sui ricordi più o meno spontanei di -
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ex poliziotti sulle opinioni che potevano avere espresso quat tordici anni prima della loro testimonianza in tribunale. Il Ti mes insiste pure sul fatto che O'Grady era stato dichiarato «immaturo» (ma non pericoloso, e anche qui la differenza è importante) da uno degli psichiatri che lo avevano esamina to: ma si dimentica di dire che questa informazione è stata resa pubblica dalla diocesi stessa, insieme ad altre. Ancora, il Times non spiega perché l'allora vescovo Mahony, di fron te a tre casi di sacerdoti accusati di abusi, ne sospese, come si è accennato, due -Antonio Camacho e Antonio Muiioz (indicato come «Munoz» da tutte le fonti processuali ancor ché il cognome sia in effetti Muiioz) - ma non il terzo, O'Grady. La spiegazione della diocesi è quella ovvia: solo nel caso O'Grady l'indagine di polizia era stata archiviata. In Italia si è sostenuto per la verità, in polemiche via In ternet, che l'allora vescovo Mahony non sospese i sacerdo ti Muiioz e Camacho ma si limitò a trasferirli fuori della dio cesi. Ma nella deposizione in tribunale del 2004 del cardi nale Mahony il porporato dichiara che, con riferimento a questi due sacerdoti, «esercitai le mie prerogative di vesco vo per porre fine alle loro facoltà e al loro incarico (termi nate their faculties and their assignment)» (Mahony 2004). Il riferimento allefaculties (e non solo all'assignment, che è l'incarico o mandato per uno specifico ministero nella dio cesi) è evidentemente alle facoltà sacerdotali in genere. Né risulta che Camacho e Muiioz abbiano cercato di esercitar le in Messico o altrove. Nella deposizione il cardinale-che non è stato smentito da nessuno-riferisce anche che la Chie sa cattolica non mancò di segnalare i casi Camacho e Muiioz all'autorità di polizia. Non è ben chiaro che cosa in queste polemiche si voglia dimostrare, dal momento che non si ne ga l'essenziale, e cioè che anche nel caso O'Grady la dioce si si rivolse alla polizia. Né vale sostenere che chi materia!28
mente informò la polizia era lo psichiatra incaricato dalla diocesi di esaminare O'Grady, William Guttieri, e non il ve scovo perché dal punto di vista legale in quel momento il dominus dello psichiatra era la diocesi, e ogni comunica zione dello psichiatra con la polizia era a tutti gli effetti una comunicazione della diocesi. Il documentario Sex Crimes and the Vatican omette di riferire questo fatto essenziale, pre ferendo insistere sul comportamento imprudente della Chie sa (senza spiegare che questo coinvolgeva anche i terapisti consultati dal vescovo e la stessa polizia) durante e dopo i fatti del 1984. Errori della diocesi? Certo. Complotti per proteggere O'Grady? È un po' difficile sostenerlo, dal momento che il vescovo e poi cardinale Mahony - uno dei «cattivi» del do cumentario-di fronte a tre preti accusati di abusi nella dio cesi ne sospende due dal sacerdozio ma non il terzo, fidan dosi in tutti e tre i casi delle indagini della polizia e del pa rere degli psicologi. Mahony avrebbe potuto fare di più? Cer tamente oggi, dopo anni di ricerca scientifica sul tema, la Chiesa spesso agisce in modo più radicale (e lo fa seguendo le direttive del cardinale Ratzinger prima e di Benedetto XVI poi) di quanto non facesse nel 1984. Ma prendere per oro colato le bugie di un reo confesso come O'Grady non è mai buon giornalismo.
La costruzione sociale di un panico morale Dopo avere dominato le cronache per diverse anni il no me di O'Grady è oggi meno noto di altri, come Hullerman o Murphy. Nel 2010 infatti all'improvviso i preti pedofili sono tornati a diventare materia di prima pagina, con accu se che si riferiscono a persone vicine al papa e anche al pa29
pa stesso. La sociologia ha qualche cosa da dire su questa campagna, o deve lasciare libero il campo ai soli giornali sti? Credo che la sociologia abbia molto da dire, e che non debba tacere per il timore di scontentare qualcuno. La di scussione nata nel 20 l O sui preti pedofili -considerata dal punto di vista del sociologo-rappresenta un esempio tipi co di «panico morale». Il concetto è nato negli anni Settan ta (Cohen 1972; Hall, Critcher, Jefferson, Clarke e Roberts 1978; cfr. pure Goode e Ben-Yehuda 1994 ; Jenkins 1992; Jenkins 1998) per spiegare come alcuni problemi siano og getto di una «ipercostruzione sociale». Più precisamente, i panici morali sono stati definiti come problemi socialmen te costruiti, caratterizzati da una amplificazione sistemati ca dei dati reali, sia nella rappresentazione mediatica sia nel la discussione politica. Altre due caratteristiche sono state citate come tipiche dei panici morali. In primo luogo, problemi sociali che esistono da decenni sono ricostruiti nelle narrative mediatiche e po litiche come «nuovi», o come oggetto di una presunta e dram matica crescita recente. In secondo luogo, la loro incidenza è esagerata da statistiche folkloriche che, benché non con fermate da studi accademici, sono ripetute da un mezzo di comunicazione ali'altro e possono ispirare campagne me diatiche persistenti. Philip Jenkins ha sottolineato il ruolo nella creazione e gestione dei panici di «imprenditori mora li» (Jenkins1996, 5) le cui agende non sono sempre dichia rate. I panici morali non fanno bene a nessuno. Distorcono la percezione dei problemi e compromettono l'efficacia del le misure che dovrebbero risolverli. A una cattiva analisi non può che seguire un cattivo intervento. Intendiamoci: i panici morali hanno ai loro inizi condi zioni obiettive e pericoli reali. Non inventano l'esistenza di un problema, ma ne esagerano le dimensioni statistiche. Lo 30
stesso Jenkins ha mostrato come la questione dei preti pe dofili sia forse l'esempio più tipico di un panico morale. So no presenti infatti i due elementi caratteristici: un dato rea le di partenza, e un'esagerazione di questo dato ad opera di ambigui «imprenditori morali». C'è qui, anzitutto, il dato reale di partenza. Esistono pre ti pedofili. Alcuni casi sono insieme sconvolgenti e disgu stosi, hanno portato a condanne definitive e gli stessi accu sati non si sono mai proclamati innocenti. Questi casi - ne gli Stati Uniti, in Irlanda, in Australia -spiegano le severe parole del papa e la sua richiesta di perdono alle vittime. An che se i casi fossero solo due - e purtroppo sono di più-, sa rebbero sempre due casi di troppo. Dal momento però che chiedere perdono-per quanto sia nobile e opportuno -non basta, ma occorre evitare che i ca si si ripetano, non è indifferente sapere se i casi sono due, duecento o ventimila. E non è neppure irrilevante sapere se il numero di casi è più o meno numeroso tra i sacerdoti e i religiosi cattolici di quanto sia in altre categorie di persone. I sociologi sono spesso accusati di lavorare sui freddi nu meri dimenticando che dietro ogni numero c'è un caso uma no. Ma i numeri, per quanto non siano sufficienti, sono ne cessari. Sono il presupposto di ogni analisi adeguata.
Ci sono anche gli innocenti calunniati: il caso di don Giorgio Govoni Per capire come da un dato tragicamente reale si è pas sati a un panico morale è allora necessario chiedersi quanti sono i preti pedofili. I dati più ampi sono stati raccolti negli Stati Uniti, dove nel2004la Conferenza episcopale ha com missionato uno studio indipendente al John Jay College of 31
Criminal Justice della City University of New York, che non è una università cattolica ed è unanimemente riconosciuta come la più autorevole istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia. Questo studio (National Re view Board for the Protection of Children and Young Peo ple 2004) ci dice che, dall950 al 2002, 4 .392 sacerdoti ame ricani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni ses suali con minorenni. Di questi poco più di un centinaio so no stati condannati da tribunali civili. Il basso numero di condanne da parte dello Stato deriva da diversi fattori. In alcuni casi le vere o presunte vittime han no denunciato sacerdoti già defunti, o sono scattati i termini della prescrizione. In altri, all'accusa e anche alla condanna canonica non corrisponde la violazione di alcuna legge civi le: è il caso, per esempio, in diversi Stati americani del sa cerdote che abbia una relazione con una- o anche un - mi norenne maggiore di sedici anni·e consenziente. Ma ci sono anche stati molti casi clamorosi di sacerdoti innocenti accu sati. Questi casi si sono anzi moltiplicati negli anni Novanta, quando alcuni studi legali hanno capito di poter strappare transazioni milionarie anche sulla base di semplici sospetti. Gli appelli alla «tolleranza zero» sono giustificati, ma non ci dovrebbe essere alcuna tolleranza neanche per chi calun nia sacerdoti innocenti. Non posso mancare, qui, d'include re un riferimento ali 'Italia e a un caso tragico che mi ha coin volto personalmente come esperto chiamato a partecipare al processo. È la vicenda dolorosissima di un sacerdote italia no, don Giorgio Govoni (1941-2000). Questo parroco della Bassa Modenese -un parroco esemplare, amatissimo dai suoi parrocchiani è accusato nel 2007 da un'assistente so ciale, che afferma di avere intervistato tredici bambini, di guidare un gruppo di «satanisti pedofili» che praticherebbe ro riti satanici in diversi cimiteri tra Mirandola e Finale Emi-
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lia, violentando e talora uccidendo bambini (di cui peraltro non si sono mai trovati i corpi). Rinviato a giudizio, è rite nuto colpevole dal pubblico ministero che chiede per lui quat tordici anni di carcere. La Curia di Modena si schiera fin dal l'inizio con il sacerdote e ne sostiene la difesa, facendo ap pello anche a chi scrive, il quale crede di avere dimostrato in una perizia di parte il carattere assolutamente inverosi mile delle accuse. Ma, dopo l'arringa del pubblico ministe ro, don Giorgio muore stroncato da un infarto nell 'ufficio del suo avvocato il 19 maggio 2000. La morte del sacerdote estingue le accuse contro don Gior gio, ma la sentenza nei confronti dei coimputati mostra che i giudici del Tribunale di Modena credono nonostante tutto agli accusatori. La situazione però si rovescia in sede di ap pello, interposto anche dai difensori del sacerdote defunto per riabilitarlo almeno post mortem. L'll luglio 200l la Cor te d'Appello di Bologna dichiara che nella Bassa Modene se non è mai esistito un gruppo di «satanisti pedofili» e che don Giorgio è stato ingiustamente calunniato sulla base di fantasie indotte in bambini molto piccoli da un'assistente so ciale che ha letto una certa letteratura su casi americani. Nel 2002 la sentenza di appello è confermata dalla Corte di Cas sazione, con soddisfazione delle autorità ecclesiastiche e dei parrocchiani che hanno sempre visto in don Giorgio un ec cellente sacerdote travolto da accuse inventate. Ogni anno i suoi parrocchiani, spesso con la presenza del vescovo di Modena, si riuniscono sulla tomba di don Gior gio. Io, che l'ho conosciuto personalmente, sono rimasto sia edificato dalla sua testimonianza di sacerdote e di uomo d 'in tensa preghiera, sia spaventato dalla facilità con cui chiun que -magari per essersi scontrato con un'assistente sociale sulla gestione di alcune famiglie in difficoltà - può essere umanamente e moralmente distrutto da accuse infamanti im,-
mediatamente riprese dai media prima di ogni verifica. Ri cordare il dramma di don Govoni non assolve certamente nessun sacerdote davvero colpevole di abusi. Ma ci ricorda che esistono pure i fabbricanti di calunnie.
Quanti sono davvero i preti pedofili Tornando agli Stati Uniti, aggiungo che le cifre non cam bierebbero in modo significativo se si aggiungesse il perio do 2002-20 1 0, perché già lo studio del John Jay College no tava il declino notevolissimo dei casi negli anni 2000 . Le nuove inchieste sono state poche, e le condanne pochissime, a causa di misure rigorose introdotte sia dai vescovi statu nitensi sia dalla Santa Sede. Lo studio del John J ay College ci dice, come si legge spes so, che il quattro per cento dei sacerdoti americani sono «pe dofili»? Niente affatto. Secondo quella ricerca il 7 8,2% del le accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pu bertà (National Review Board for the Protection of Children and Young People 2004, 26). «"Preti pedofili" - è l 'opinione del John Jay College - è un 'etichetta inaccurata o incompleta. Il manuale diagnosti co e statistico dell' American Psychiatric Association, il DSM IV, classifica la pedofilia come una malattia e la defmisce come l 'attrazione sessuale di un adulto verso minori prepu beri. ( . . . ) Benché sia difficile stabilire in via generale se uno specifico atto di abuso sessuale di un minore costituisca pe dofilia, e l'età in cui inizia la pubertà vari in ogni caso indi viduale, in via generale si considera come indicativo della pedofilia un atto che comincia quando il minore ha meno di undici anni» (ibidem). Avere rapporti sessuali con una di ciassettenne non è certamente una bella cosa, tanto meno per 34
un prete: ma non si tratta di pedofilia. Dunque i sacerdoti ac cusati di effettiva pedofilia negli Stati Uniti sono 958 in cin quantadue anni, diciotto all'anno. Le condanne sono state 54 , poco più di una all' anno. Il numero di condanne penali di sacerdoti e religiosi in al tri Paesi è simile a quello degli Stati Uniti, anche se per nes sun Paese si dispone di uno studio completo come quello del John Jay College. Si cita spesso una serie di rapporti gover nativi in Irlanda che definiscono «endemica» la presenza di abusi nei collegi e negli orfanotrofi (maschili) gestiti da al cune diocesi e ordini religiosi, e non vi è dubbio che casi di abusi sessuali su minori anche molto gravi in questo Paese vi siano stati. Lo spoglio sistematico di questi rapporti mostra peraltro come molte accuse riguardino l'uso di mezzi di cor rezione eccessivi o violenti. Il cosiddetto rapporto Ryan del 2009 (Commission to lnquire into Child Abuse,2009) usa un linguaggio molto duro nei confronti della Chiesa cattolica, e documenta alcuni episodi effettivamente atroci, senz'altro te nuti presenti da Benedetto XV I nella sua lettera del2010. Su 25.000 allievi di collegi, riformatori e orfanotrofi nel perio do che esamina riporta 253 accuse di abusi sessuali da parte di ragazzi e 128 da parte di ragazze, peraltro non tutte attri buite a sacerdoti, religiosi o religiose, di diversa natura e gra vità, raramente riferite a bambini prepuberi e che ancor più raramente hanno condotto a condanne.
l preti
non sono più «a rischio» di altre categorie
Una domanda sgradevole - perché il semplice porla sem bra difensivo, e non consola le vittime-ma importante è se essere un prete cattolico sia una condizione che comporta un rischio di diventare pedofilo o di abusare sessualmente di 35
minori - le due cose, come si è visto, non coincidono per ché chi abusa di una sedicenne non è un pedofilo-più ele vato rispetto al resto della popolazione. Rispondere a que sta domanda è fondamentale per scoprire le cause del feno meno e quindi per prevenirlo. Non si possono accettare le obiezioni secondo cui porsi queste domande mette in se condo piano le responsabilità dei preti pedofili e non serve a nulla. Tutta la sociologia della devianza ha alla base l'in dagine sistematica su quali categorie siano più o meno a ri schio di cadere in comportamenti devianti. La stessa pre venzione non può prescindere dai dati statistici. Secondo gli studi di Jenkins se si paragona la Chiesa cat tolica degli Stati Uniti alle principali denominazioni prote stanti si scopre che il tasso di sacerdoti condannati per abu si sessuali a seconda delle aree geografiche varia dallo 0,2 all'1,7 % del totale (Jenkins 1 996, 81), mentre tra i ministri protestanti «il 1 0% circa è coinvolto in abusi sessuali e dal 2 al 3% è pedofilo» (ibid. , 50). Vale la pena di aggiungere qualche esempio, a fronte di una stampa che si concentra quasi esclusivamente sui sa cerdoti cattolici. Eccone uno: quattrocento bambini mole stati, un'intera zona infestata da ministri di culto pedofili che i superiori per quarant'anni si limitano a trasferire da una parrocchia ali'altra, ostacolando in ogni modo le indagini della polizia. Una commissione d'inchiesta, condanne, scu se pubbliche che secondo le vittime non possono bastare, un vescovo che si dimette. L'ennesimo episodio di pedofilia nel la Chiesa cattolica? Niente affatto: si tratta dello scandalo dei pastori pedofili nella Chiesa anglicana dell'Australia del Nord, scoperto nel2003. La Comunione anglicana fin dagli anni Ottanta è stata de vastata da alcuni dei più clamorosi scandali di abusi di mi nori e di pedofilia dell'intero mondo anglosassone. Nel gior36
no di venerdì santo del2002 William Persell, vescovo di Chi cago della Chiesa episcopaliana-la branca statunitense del la Comunione anglicana -dichiarava in un sermone: «Sa remmo ingenui e disonesti se dicessimo che quello della pe dofilia è un problema della Chiesa cattolica e non ha nulla a che fare con noi anglicani perché abbiamo preti sposati e donne prete. Non è così» (Episcopal News Service 2002). Per questo i commenti dell'arcivescovo di Canterbury e responsabile mondiale della Comunione anglicana, Rowan Williams, che il3 aprile20 l O in un'intervista alla BBC (BBC News 2010a) ha scatenato un attacco senza precedenti con tro la Chiesa cattolica, unendo la sua voce all'assalto in cor so contro Benedetto XVI, hanno lasciato perplessi molti. Dal punto di vista statistico Williams -che qualche ora dopo si è peraltro scusato per il tono della sua intervista (BBC News 2010b)-ha certamente torto. Un rapporto del2002 di un'a genzia protestante americana, Christian Ministry Resources, concludeva che «i cattolici ricevono tutta l'attenzione nei media, ma il problema è maggiore nelle Chiese protestanti» (Clayton, 2002) dove le accuse (certo da non confondersi con le condanne) negli Stati Uniti erano arrivate al bel nu mero di settanta alla settimana (ibid. ). Nelle congregazioni della Comunione anglicana i siti specializzati riportano cen tinaia di casi. Secondo Jenkins la sola branca statunitense della Comunione anglicana nel 1992 era arrivata a trasferi re alla sua società di assicurazione trentanove casi ali'anno relativi ad abusi su minori (Jenkins 1996, 51). Nel 2002 in Australia il pastore anglicano Robert Ellmo re, sposato, fu condannato per avere abusato di numerosi bambini, fra cui la sua nipotina di cinque anni (il caso è ci tato e documentato, come i seguenti, dal sito www.reforma tion.com). Un pastore episcopaliano di Tucson, in Arizona, Stephen P. Apthorp, nel 1992 era stato condannato per ave37
re violentato 830 volte la figliastra, inducendola a tentare il suicidio, a partire da quando aveva dieci anni. In Australia nel 1995 la Chiesa anglicana aveva deciso di occuparsi del problema costituendo un comitato della Chiesa sugli abusi sessuali. Uno dei membri più noti del comitato era il cano nico anglicano Ross Leslie McAuley. Quando lo nominaro no, i vertici della Chiesa anglicana sapevano già che era sot to inchiesta per diversi casi di abusi omosessuali. Più tardi sarebbe stato descritto dai suoi stessi superiori come «un pre datore sessuale». Negli Stati Uniti hanno ammesso abusi omosessuali su minori un vescovo episcopaliano e il vice presidente della House of Deputies, uno dei principali orga ni di governo della Chiesa episcopaliana (Jenkins 1996, 5 152). 11 12 marzo 2009 in Australia un ex responsabile della Church of England Boys Society è stato condannato a di ciotto anni di carcere per una lunga catena di abusi sui bam bini. E non si tratta dell'ultimo caso. Sarebbe naturalmente sbagliato ogni atteggiamento del ti po: «mal comune mezzo gaudio»: a costo di ripeterei, riba diamo che le responsabilità di altri non fanno venire meno quelle gravissime dei sacerdoti cattolici effettivamente col pevoli. Ma i dati sono rilevanti per rispondere alla domanda se essere un sacerdote cattolico sia una condizione che predi spone particolarmente alla pedofilia. Le statistiche mostrano almeno che non è vero che i sacerdoti cattolici corrano mag giori rischi di diventare pedofili rispetto ad altre categorie di persone a causa del celibato. La maggior parte dei pastori pro testanti è sposata, e l'incidenza degli abusi sui minori e la pe dofilia non sono meno significative rispetto al clero cattolico. E non solo. Nello stesso periodo in cui un centinaio di sa cerdoti americani era condannato per abusi sessuali su mi nori, il numero di professori di ginnastica e allenatori di squa dre sportive giovanili -anche questi in grande maggioran38
za sposati - giudicato colpevole dello stesso reato dai tribu nali statunitensi sfiorava i seimila (Dobie 2002, 25). Secon do uno studio commissionato dal Ministero dell 'Educazio ne negli Stati Uniti il 6,7 % dei bambini americani è vittima di molestie sessuali a scuola da parte di maestri e personale non insegnante (Shakeshaft 2004, 20). Gli esempi potreb bero continuare, non solo negli Stati Uniti. E soprattutto se condo i periodici rapporti del governo americano (se ne ve da un sommario in Catholic League for Religious and Civil Rights 2004 ) due terzi circa delle molestie sessuali su mi nori non vengono da estranei o da educatori-preti, maestri di scuola e pastori protestanti compresi - ma da familiari: patrigni, zii, cugini, fratelli e purtroppo anche genitori. Da ti simili esistono per numerosi altri Paesi.
L'attacco alla Chiesa cattolica: il ruolo degli avvocati e delle assicurazioni Perché sui giornali, allora, si sente parlare quasi solo dei preti cattolici? Una prima ragione è di carattere economico. La struttura gerarchica della Chiesa cattolica permette di an dare al di là delle congregazioni locali e richiedere risarci menti miliardari alle diocesi - qualcuno tenta di chiederli al la stessa Santa Sede -che, a differenza delle singole par rocchie e piccole comunità protestanti, per non parlare dei maestri di scuola, sono in grado di pagarli. La sola arcidiocesi di Los Angeles ha accettato una tran sazione da 660 milioni di dollari. Queste cifre devono esse re collocate nel contesto legale americano, dove è ipocrita parlare di 660 milioni versati «alle vittime». Al contrario, una parte cospicua della somma è destinata a coprire le spe se legali. Inoltre, la maggioranza delle persone che hanno 39
agito contro l'arcidiocesi ha sottoscritto con i propri studi le gali - di solito sempre gli stessi, ormai specializzati in que sto tipo di cause- patti di quota lite (contingency), cioè ac cordi in virtù dei quali gli avvocati non si fanno pagare per rappresentare i clienti ma intascano poi in caso di transa zione o di successo una percentuale importante (spesso il cinquanta per cento, o anche di più) di quanto al cliente spet ta a titolo di risarcimento. I patti di quota lite - di recente in trodotti anche in Italia, dove in precedenza erano illeciti sono per definizione segreti. Ma è pressoché certo che al meno la metà, e forse ben di più, dei famosi 660 milioni so no finiti non alle· vittime ma nelle capaci tasche di un pic colo numero di voraci avvocati. È anche vero che le decisioni sulle transazioni in casi di ri chieste di risarcimento per abusi sessuali sono ormai prese ne gli Stati Uniti non dalle istituzioni religiose attaccate - non tutte cattoliche, dal momento che richieste di danni miliarda ri hanno colpito anche protestanti, induisti ed ebrei - ma dal le compagnie di assicurazione. Queste ultime - in particolare una, indiscussa leader su questo mercato-assicurano le isti tuzioni religiose (e non solo) contro il rischio di pagare dan ni per casi di abuso sessuale anche verificatisi molti anni pri ma della stipula della polizza. Le assicurazioni pagano una parte consistente di questi risarcimenti, ma gestiscono le tran sazioni e qualche volta preferiscono pagare senza discutere per poi alzare i premi, già tutt'altro che modesti, che ormai tutte le organizzazioni religiose, scolastiche e sportive degli Stati Uniti pagano per assicurarsi contro il rischio di catastro fi economiche che seguono accuse di abusi sessuali. Lo schema vede dunque in campo dal punto di vista eco nomico due attori principali che restano poco noti al pub blico: le società di assicurazione, che pagano una buona par te dei risarcimenti (e si rifanno alzando i premi) e gli studi 40
legali specializzati, che incassano il grosso delle somme. Né le une né gli altri sono particolarmente interessati ali' accer tamento della verità. Per quanto sia poco politicamente corretto dirlo, c'è poi un dato che va considerato con cautela ma è assai più signi ficativo: nell'S I % dei casi i sacerdoti accusati di pedofilia sono omosessuali, maschi che abusano di altri maschi (Na tional Review Board for the Protection of Children and Young People, 2 1 ) . Se nella Chiesa cattolica c'è stato effettivamente un problema, questo non è stato il celibato, ma una certa tol leranza dell'omosessualità nei seminari particolarmente ne gli anni Settanta, quando è stata ordinata la grande maggio ranza di sacerdoti poi condannati per gli abusi. È un proble ma che Benedetto XV I sta vigorosamente correggendo. Sa rebbe certamente sbagliato -e non è la mia tesi - sostenere che tutti i sacerdoti omosessuali sono pedofili. Ma è un fat to, piaccia o non piaccia, che la maggioranza dei sacerdoti accusati di abusi pedofili è omosessuale. Una maggiore vigilanza nei confronti di una subcultura omosessuale, che in qualche situazione locale è stata ogget to di malintesa tolleranza nei seminari, può dunque essere parte della soluzione. Più in generale il ritorno alla morale, alla disciplina ascetica, alla meditazione sulla vera, grande natura del sacerdozio è l'antidoto ultimo alle tragedie vere della pedofilia. Anche a questo dovrà servire la riflessione sui risultati dell'Anno sacerdotale.
«Novità» di trent' anni fa: il caso Hullerman Le polemiche del 20 10 mostrano anche un'altra caratte ristica tipica dei panici morali: si presentano come «nuovi» fatti risalenti a molti anni or sono, in alcuni casi a oltre 41
trent'anni fa, in parte già noti. Il fatto che - con una parti colare insistenza su quanto tocca l'area geografica bavare se, da cui viene il papa, e la Congregazione per la Dottrina della Fede negli anni in cui il cardinale Joseph Ratzinger ne era il prefetto- siano presentati sulle prime pagine dei gior nali avvenimenti di tanti anni fa come se fossero avvenuti ieri, e che ne nascano furibonde polemiche, con un attacco concentrico che ogni giorno annuncia in stile urlato nuove «scoperte», mostra bene come il panico morale sia promos so da «imprenditori morali» in modo organizzato e sistema tico. Il caso del sacerdote tedesco Peter Hullerman, che-co me alcuni giornali hanno titolato- «coinvolge direttamente il papa», è a suo modo da manuale. Si riferisce a un sacerdote della diocesi di Essen accusa to di abusi su un undicenne e trasferito nel 1980 nell' arci diocesi di Monaco di Baviera e Frisinga, di cui era arcive scovo l'attuale pontefice, e dove avrebbe dovuto curarsi. Fu incautamente assegnato a un incarico pastorale, e nuova mente accusato di abusi. Il caso emerse nel1985 e fu giudi cato nel 1986 da un tribunale tedesco, il quale accertò tra l'altro che la decisione di avviare al ministero pastorale at tivo nell'arcidiocesi il sacerdote in questione non era stata presa dal cardinale Ratzinger e non gli era neppure nota, il che non è strano in una grande diocesi con una complessa burocrazia. Perché un quotidiano tedesco decida di riesu mare questo caso e sbatterlo in prima pagina ventiquattro an ni dopo la sentenza dovrebbe essere la vera questione.
Benedetto XVI «incriminato» in Texas ? Un' altra menzogna Si è anche letto che il cardinale Joseph Ratzinger sareb be stato «incriminato» nel 2005 in Texas per avere «protet42
to i preti pedofili» e si sarebbe salvato solo perché, eletto pa pa, avrebbe iniziato a godere dell'immunità in quanto capo di Stato estero. Anche questo non è vero, e denuncia una scarsa familiarità non solo con il diritto canonico ma anche con il diritto degli Stati laici moderni. Quasi tutti conoscono, o dovrebbero conoscere, la diffe renza fra diritto civile e diritto penale. Nelle cause penali si è «incriminati» per avere commesso un reato. Nelle cause civili si è «citati» in giudizio (non incriminati) da qualcuno che pensa di avere subito un torto. Mentre si è incriminati dopo un'indagine, che può sì originare da una querela di par te ma dove una pubblica autorità indaga sul caso e decide che vi sono almeno indizi di un possibile reato, per essere citati in una causa civile basta che un avvocato si rechi da un ufficiale giudiziario con le carte e i bolli in regola. Così può avvenire che sia citato letteralmente chiunque. La citazione non implica nessun accertamento delle ragioni e dei torti (dunque, della fondatezza della citazione stessa), che semmai verrà dopo. Negli Stati Uniti in un caso famo so qualcuno citò perfino in giudizio «Satana e i suoi diavo li»: problemi di notifica e di giurisdizione -come notifica re una citazione all'Inferno? - portarono al rigetto delle do mande, ma la citazione era davvero partita, con tutti i timbri e i bolli in regola. Dopo queste premesse che ribadiscono l'ovvio, ci chie diamo: nel caso tornato alla ribalta nel2010, deciso il22 di cembre 2005 a Houston (Texas) dal giudice Lee Rosenthal, il cardinale Joseph Ratzinger era stato «incriminato»? La ri sposta è no. Il cardinale Ratzinger era stato citato in giudi zio dallo studio legale Kahn Merritt & Alleo in una causa ci vile relativa a danni reclamati ali'arcidiocesi di Houston da persone che si asserivano molestate sessualmente da un se minarista della stessa arcidiocesi, Juan Carlos Patino-Aran43
go. L'ex seminarista era anche oggetto di una diversa causa penale, con la quale però il cardinale Ratzinger non c'entra nulla. La mossa dello studio Kahn mirava evidentemente a massimizzare l ' importo dei danni esigibili, sia coinvolgen do le casse della Santa Sede sia creando la massima riso nanza mediatica intorno al caso. Su parere (obbligatorio) del Dipartimento di Stato cui ha ritenuto di conformarsi, il giudice Rosenthal ha ritenuto im procedibile la citazione contro il cardinale Ratzinger in quan to rivolta contro un capo di Stato estero. Peraltro, lo studio Kahn non inventava nulla. In passato studi legali creativi avevano già cercato di citare Giovanni Paolo II e la Con gregazione per la Dottrina della Fede per danni, senza mai ottenere soddisfazione dai giudici per una vasta gamma di ragioni procedurali. E i tentativi di avvocati senza scrupoli contro Benedetto XVI continuano, al duplice scopo di re clamare danni miliardari alla Santa Sede e di farsi pubbli cità gratuita sui giornali di tutto il mondo. Comunque sia, la parola «incriminato» ha un senso spe cifico, che si riferisce a «crimini» e a processi penali. Le cau se civili non c 'entrano, e chi sostiene che l' attuale papa Be nedetto XVI è stato incriminato in Texas o mente sapendo di mentire o manifesta una vera e propria idiosincrasia quan do si tratta di questioni giuridiche anche molto semplici.
La strana campagna del New York Times sul caso Murphy L' insistenza sul papa «incriminato» ha una fonte di ori gine, un giornale autorevole ma che non può non venire in mente quando si parla di lobby laiciste e anticattoliche: il New York Times. Il 25 marzo 2010 il quotidiano di New York ha confermato questa sua vocazione sbattendo il pa44
pa in prima pagina con un ' altra notizia tendenziosa relati va a Benedetto XV I e al cardinale segretario di Stato Tar cisio Bertone. Secondo il quotidiano nel 1996 i cardinali Ratzinger e Bertone avrebbero insabbiato il caso, segnalato alla Con gregazione per la Dottrina della Fede dali' arcidiocesi di Milwaukee, relativo a un prete pedofilo, don Lawrence Murphy (1925-1998). Incredibilmente-dopo anni di preci sazioni e dopo che il documento è stato pubblicato e com mentato ampiamente in mezzo mondo, svelando le falsifi cazioni e gli errori di traduzione delle lobby laiciste-il New York Times accusa ancora l'istruzione Crimen sollicitationis del 1962 (cui abbiamo già fatto ampio cenno) di avere ope rato per impedire che il caso di don Murphy fosse portato al l'attenzione delle autorità civili. I fatti sono un po' diversi. Nel 1974 don Murphy è accu sato di abusi particolarmente gravi e sgradevoli in un colle gio per minorenni sordi, la St. John's School. Il caso è tem pestivamente denunciato alle autorità civili, che non trova no prove sufficienti per procedere contro don Murphy. La Chiesa, nella fattispecie più severa dello Stato, continua tut tavia con persistenza a indagare su don Murphy, giacché so spetta che sia colpevole, e a limitare in diversi modi il suo esercizio del ministero, nonostante la denuncia contro di lui sia stata archiviata dalla magistratura inquirente. Quasi vent'anni dopo i fatti, nel 1993 - in un clima di for ti polemiche sui casi dei preti pedofili - l'arcidiocesi di Milwaukee riapre formalmente il caso di don Murphy, che comincia a fare qualche ammissione, e - avendo accertato al termine di un'ampia istruttoria che il sacerdote ha anche abusato del sacramento della confessione, crimine canonico di competenza romana - lo segnala nel 1996 alla Congre gazione per la Dottrina della Fede. La segnalazione eviden45
temente non ha nulla a che fare con l'indagine civile, che si è svolta e si è conclusa vent'anni prima. Il seguito della vicenda è stato ricostruito, documenti alla mano, dal giornalista italiano Riccardo Cascioli in un esem pio di giornalismo investigativo, questo sì, serio, le cui con clusioni non posso che trascrivere: l'arcidiocesi di Milwaukee chiede alla Congregazione per la Dottrina della Fede, a pro posito del caso Murphy, «se è di pertinenza della diocesi o della Congregazione. Dai successivi documenti non sembrerebbe che la lettera sia mai arrivata sul tavolo del cardinale Ratzinger e dell ' allora mons. Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. In ogni caso, in mancanza di una risposta, l ' arcidiocesi di Milwaukee va avanti per la sua strada e il 1 0 dicembre 1 996 informa padre Murphy che il 22 novembre è stato aperto un procedimento penale ecclesiastico a suo carico con un tribu nale creato ad hoc. La richiesta dell ' accusa è la "destituzione di padre Murphy dallo stato clericale". Il problema che però si pone è quello della prescrizione dei crimini commessi, per cui a norma di diritto canonico si sa rebbe impediti di procedere. Ma l ' arcivescovo di Milwaukee è intenzionato a individuare una deroga al canone tenuto conto della situazione fisica e psicologica delle vittime. Intenzione avallata poi da mons. Bertone nella lettera del 24 marzo 1 997. Alla fine del 1 997 il processo passa poi alla diocesi di Supe rior [dove don Murphy si è trasferito e vive] , ma il presidente del tribunale rimane lo stesso di Milwaukee, padre Thomas Brundage. Dai documenti presentati dal New York Times si evin ce chiaramente l ' intenzione delle autorità ecclesiastiche di Milwaukee e Superior di procedere nel modo più spedito pos sibile per arrivare a un atto di giustizia e di riparazione per le vittime e la comunità della St John's School. Nel frattempo, padre Murphy scrive una lettera al cardina le Ratzinger ( 1 2 gennaio 1 998), chiedendo l ' annullamento del
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processo a suo carico perché l 'Istruzione del 1 962 prevede per avviare l'azione penale un termine di 30 giorni dal momento in cui è presentata l ' accusa. Padre Murphy afferma tra l 'altro che - oltre a essere pentito - è gravemente malato e comunque vive ritirato da 24 anni . Per cui chiede almeno di non essere ri dotto allo stato laicale. 11 6 aprile 1 998 moos. Bertone scrive a moos. Fliss, vesco vo di Superior, a nome della Congregazione per la Dottrina del la Fede spiegando che - dopo aver esaminato attentamente la vicenda - non esiste un termine per l 'azione penale così come invocato da padre Murphy, per cui il processo può continuare anche se - aggiunge Bertone - è giusto tenere conto dell ' arti colo 1 34 1 del Codice di diritto canonico secondo cui una san zione penale deve essere comminata solo dopo aver constata to che non sia «possibile ottenere sufficientemente la ripara zione dello scandalo, il ristabilimento della giustizia, l ' emen damento del reo» con altri mezzi. Monsignor Fliss risponde il 1 3 maggio a monsignor Berto ne affermando che, conformemente a quanto indicato dalla Con gregazione, c'è la necessità di un processo a padre Murphy te nendo conto della gravità dello scandalo e del grande dolore inferto alla comunità cattolica della St John's School. Si arriva quindi al 30 maggio quando in Vaticano c'è un in contro tra moos. Bertone, il sottosegretario della Congregazio ne per la Dottrina della Fede, padre Gianfranco Girotti, e i pre suli americani interessati alla questione. Dalla minuta dell 'in contro si evince che nella Congregazione ci sono dei dubbi cir ca la fattibilità e l 'opportunità del processo canonico, data la dif ficoltà a ricostruire i fatti accaduti 35 anni prima, soprattutto per quel che riguarda il crimine in confessionale, e dato che non ri sultano altre accuse per il periodo dal 1974 in poi. Bertone quin di, a conclusione dell'incontro, riassume le due linee fondamentali da tenere: una restrizione territoriale per il ministero sacerdota le (in pratica padre Murphy deve restare a Superior) e un'azio ne decisa per ottenere il pentimento del sacerdote, inclusa la mi naccia di «dimissione dallo stato clericale». 47
Il vescovo di Milwaukee scrive ancora il 1 9 agosto a mons. Bertone per metterlo al corrente delle misure prese per attuare le linee indicate dalla Congregazione, e informarlo del fatto che la sua diocesi continuerà a farsi carico delle spese per sostene re le terapie alle vittime degli abusi sessuali. Infine, il 2 1 ago sto padre Murphy muore, chiudendo defmitivamente il caso» (Cascioli 20 1 0).
Una sola nota a pié di pagina dell'eccellente indagine di Cascioli. Il New York Times ha riportato sul suo sito Web tut ti i documenti in suo possesso sul caso Murphy. Come e da chi li abbia avuti è una questione che chiama in causa i so liti studi legali alla ricerca d'indennizzi miliardari, i quali non brillano però per correttezza e riservatezza, e anche am bienti cattolici «del dissenso» ostili a Benedetto XVI. Ma qui interessa l 'uso dei documenti da parte del quotidiano di New York. La versione originale, in lingua italiana, del re soconto dell'incontro del 30 maggio 1998 con l'allora mons. Bertone conferma facilmente la versione di Cascioli. Il sito del New York Times però contiene anche una traduzione in glese del resoconto, fatta con un traduttore automatico sca ricato da Internet nel 1998 a beneficio di un vescovo che ca piva male la lingua italiana. I traduttori automatici, come sa chiunque li usi, funziona no abbastanza male oggi e funzionavano ancora peggio nel 1998. Il problema è che il New York Times nel suo commen to-come ha mostrato un'attenta analisi pubblicata sul quo tidiano il Foglio il 6 aprile 2010 - ha utilizzato questa ver sione inglese molto imprecisa ignorando l'originale italiano, con il risultato di far dire al cardinale Bertone più o meno il contrario di quello che disse effettivamente il 30 maggio 1998 («Quello che il NYT non traduce», 20 10). Da Sex Crimes and the Vatican - che includeva clamorosi errori di traduzione dal 48
latino dell 'istruzione Crimen sollicitationis - al New York Ti mes la campagna contro Benedetto XVI è piena di traduzio ni sbagliate. Tutte e sempre in buona fede?
La macchina della propaganda
laicista contro Benedetto XVI
I casi Hullerman e Murphy non sono gli unici venuti in
questione nella campagna di stampa del 20 1 0. Ma lo sche ma è sempre lo stesso, e conferma come funzionano i «pa nici morali». Per infangare la persona del Santo Padre si ti vangano episodi di trenta (Hullerman) o anche trentacinque (Murphy) anni fa, noti e discussi dalla stampa locale già a distanza di decenni, la cui gestione - per quanto di sua com petenza, e un quarto di secolo dopo i fatti - da parte dell ' at tuale pontefice fu peraltro canonicamente e moralmente im peccabile, e non meno severa di quella delle autorità statali. Rispetto al 2006 - quando la BBC mandò in onda il do cumentario-spazzatura Sex Crimes and the Vatican - e al 2007 - quando Santoro, come abbiamo visto, ne propose la versione italiana su Anno Zero - non c 'è, in realtà, molto di nuovo, salva l 'accresciuta severità e vigilanza della Chiesa. I casi dolorosi di cui più si è parlato nel 20 1 0 non sono sem pre inventati, ma risalgono a venti o anche a trent'anni fa. Nulla si dice invece del fatto che, grazie alle misure più se vere introdotte dalla Congregazione per la Dottrina della Fe de proprio nel periodo in cui il suo prefetto era il cardinale Ratzinger, i casi a partire dagli anni Ottanta sono notevol mente diminuiti. O, forse, qualche cosa di nuovo c 'è. Perché riesumare nel 20 1 0 casi vecchi o molto spesso già noti, al ritmo di uno al la settimana, attaccando sempre più direttamente il papa un attacco, per di più, paradossale se si considera appunto la 49
grandissima severità del cardinale Ratzinger prima e di Be nedetto XVI poi su questo tema? Gli «imprenditori morali» che organizzano il panico han no un 'agenda che emerge sempre più chiaramente e che non ha veramente al suo centro la protezione dei bambini. La let tura di certi articoli ci mostra come - alla vigilia di scelte po litiche, giuridiche e anche elettorali che un po' dovunque in Europa e nel mondo mettono in questione la somministra zione della pillola RU486, l 'eutanasia, il riconoscimento del le unioni omosessuali, in cui quasi solo la voce della Chie sa e del papa si leva a difendere la vita e la famiglia - lobby molto potenti cercano di squalificare preventivamente que sta voce con l ' accusa più infamante e oggi purtroppo anche più facile, quella di favorire o tollerare la pedofilia. Queste lobby più o meno massoniche - con cui collaborano cattoli ci «del dissenso» che non amano il papa e ne contestano l ' in segnamento in campo teologico e morale - manifestano il sinistro potere della tecnocrazia evocato dallo stesso Bene detto XVI nell'enciclica Caritas in veritate e la denuncia di Giovanni Paolo II, nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1 985, a proposito di «disegni nascosti» - ac canto ad altri «apertamente propagandati» - «miranti a sog giogare tutti i popoli a regimi in cui Dio non conta» (Gio vanni Paolo II 1 984, n. 6). Davvero è questa un'ora di tenebre, che riporta alla men te la profezia di un grande pensatore cattolico del XIX se colo, il vercellese Emiliano Avogadro della Motta ( 1 7981 865), secondo cui alle rovine arrecate dalle ideologie !ai ciste avrebbe fatto seguito un 'autentica «demonolatria» (Avogadro della Motta 1 853- 1 860; cfr. pure Avogadro del la Motta 1 85 1 ) che si sarebbe manifestata particolarmente nell 'attacco alla famiglia e alla vera nozione del matrimo nio. Ristabilire la verità sociologica sui panici morali in te50
ma di preti e pedofilia di per sé non risolve i problemi e non ferma le lobby , ma può costituire almeno un piccolo e do veroso omaggio alla grandezza di un pontefice e di una Chie sa feriti e calunniati perché sulla vita e la famiglia non si ras segnano a tacere.
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IV
«VEGLIATE E PREGATE PER NON ENTRARE IN TENTAZIONE»
La
crisi predetta da rivelazioni private ?
La duplice crisi che la Chiesa deve affrontare in questi anni - gli episodi vergognosi e criminali, come li ha defini ti Benedetto XVI, dei preti pedofili e l'attacco di lobby !ai ciste che, partendo da questi episodi ma esagerandone i nu meri, attaccano la Chiesa e il papa stesso - costituisce un episodio di eccezionale gravità nella storia della Chiesa. Se davvero siamo arrivati «a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione» (Benedetto XVI 20 l 0), non sorprende che alcuni cattolici si rivolgano alle ri velazioni private, dove avvenimenti di questo genere erano stati in qualche modo anticipati. I riferimenti a Fatima e a La Salette si moltiplicano, soprattutto su Internet. Che cosa pensame? La Chiesa raccomanda grande cautela di fronte a testi che non sono mai «ufficiali» e non godono certo della stessa au torevolezza della Rivelazione pubblica e neppure degli in segnamenti del Magistero, così che nessun fedele deve rite nersi obbligato a seguirli. Il Catechismo della Chiesa Cat tolica ricorda che il ruolo delle rivelazioni private «non è quello di "completare" la Rivelazione defmitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata 53
epoca storica» (Catechismo della Chiesa cattolica, 1 992, n. 67). Nulla vieta, peraltro, senza esagerarne la portata, d'in terrogarsi sulle possibili relazioni fra alcune rivelazioni pri vate e la crisi attuale. Che il sacerdozio cattolico, per la Chiesa la più santa del le istituzioni, sia esposto a rischi di deviazioni e corruzioni emerge appunto anche da rivelazioni private. Già in un ci clo del XIV secolo Gesù si rivolge a santa Brigida di Svezia ( 1 303- 1 373), co-patrona d'Europa, con un'espressione mol to forte: «l preti mi sono diventati insopportabili» (Sicari 2000 , 49). Un avvenimento di grande portata per la storia spirituale - ma anche culturale e letteraria - della Francia è l 'appari zione della Madonna a La Salette nel 1 846. Quest'appari zione è stata riconosciuta dalla Chiesa come autentica. Tut tavia, del cosiddetto «segreto» che una delle veggenti, Mé lanie Calvat ( 1 83 1 - 1 904 ) , mise per iscritto nel 1 85 1 il Sant'Uffizio proibì la divulgazione, ancorché esso non sia mai stato dichiarato formalmente falso. Dev 'essere quindi avvicinato con particolare cautela. In questo segreto si leg ge la profezia di tempi in cui «il numero dei preti e dei reli giosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande; fra queste persone vi saranno perfino dei vescovi» (Corteville e Laurentin 2002, 60). «La Chiesa subirà una crisi spavento sa. ( ... ) Si vedrà l 'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori ( ... ). Il demonio userà tutta la sua mali zia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato» (ibid., 6 1 ). «l sacerdoti con la loro cattiva vita ( . . . ) sono diventati delle cloache d'impurità» (ibid., 59). Non c'è da stupirsi se questa profezia oggi appare a molti di par ticolare attualità. Ma non bisogna dimenticare che nello stesso segreto di La 54
Salette si annuncia pure che «il Santo Padre soffrirà molto ( ... ). I cattivi attenteranno diverse volte alla sua vita>> (ibid., 6 1 ). Il testo è stato recentemente ricostruito filologicamente dalle sue varie e sofferte redazioni e studiato da specialisti di rivelazioni private, alcuni dei quali ritengono che - in sieme a mere fantasie della veggente, che sarebbe impru dente prendere alla lettera - contenga il nucleo di un 'au tentica esperienza spirituale. Ed è suggestiva l ' idea di ri ferire a Giovanni Paolo II l ' allusione di La Salette a un at tentato alla vita del papa.
Il messaggio di Fatima e Benedetto XVI Lo stesso riferimento a un attentato al papa si ritrova nel terzo segreto di Fatima, pubblicato in modo molto ufficiale dalla Santa Sede con un commento dell 'allora cardinale Rat zinger nel 2000 . Qui la Madonna mostra «il Santo Padre (che) attraversa una grande città mezza in rovina; e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di sol dati che gli spararono vari colpi d'arma da fuoco e frecce» (Congregazione per la Dottrina della Fede 2000) . Lo stesso cardinale Ratzinger nel commento teologico al segreto (ibid.) metteva in relazione la visione di Fatima con l' attentato che Giovanni Paolo II subì il 1 3 maggio 1 98 1 , giorno della festa della Madonna di Fatima. Ma notava pu re che l 'immagine è figura di tutte le persecuzioni che il pa pa e la Chiesa nella storia continuamente subiscono. Anche le persecuzioni mediatiche sul tema dei preti pedofili fanno parte dei «colpi d'arma da fuoco e frecce» che sempre «sol55
dati» al servizio di progetti ideologici anticristiani sono pron ti a lanciare contro il papa. Che questi progetti siano stati oggettivamente favoriti dai crimini molto reali di un piccolo numero di preti pedofili co stituisce l 'aspetto più tragico - e misterioso, com'è sempre misteriosa l 'iniquità - di tutta questa vicenda. Ma un nume ro percentualmente molto ridotto di mele marce non deve e non può far dimenticare a nessuno che la stragrande mag gioranza dei sacerdoti opera nel mondo come autentica te stimone di Cristo al servizio del bene di tutti. Quella dei pre ti pedofili è un'ombra oscura e disgustosa. Ma è l 'ombra di una grande luce, quella delle centinaia di migliaia di preti che nella storia, XX e XXI secoli compresi, hanno vissuto per Cristo e nella Chiesa, offrendo tutta la loro vita e spes so accettando anche la morte e il martirio. Dobbiamo tutti resistere a chi vorrebbe chiederci di dimenticarlo. «Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole» (Mt 26,4 1 ).
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RIFERIMENTI
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60
APPENDICI
l
CONGREGAnONE PER LA DOTTIUNA DELLA FEDE LETTERA DE DEUCTJS GRAVIORIBUS (200 1 )
Per l 'applicazione della legge ecclesiastica, che all 'arti colo 52 della Costituzione apostolica sulla curia romana di ce: «[La Congregazione per la Dottrina della Fede] giudica i delitti contro la fede e i delitti più gravi commessi sia con tro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti, che ven gano a essa segnalati e, ali' occorrenza, procede a dichiara re o a infliggere le sanzioni canoniche a norma del diritto, sia comune che proprio» 1 , era necessario prima di tutto de finire il modo di procedere circa i delitti contro la fede: que sto è stato fatto con le norme che vanno sotto il titolo di Re golamento per l' esame delle dottrine, ratificate e conferma te dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo Il, con gli articoli 28-29 approvati insieme in forma specifica2• Quasi nel medesimo tempo la Congregazione per la Dot trina della Fede con una Commissione costituita a tale sco po si applicava a un diligente studio dei canoni sui delitti, sia del Codice di diritto canonico sia del Codice dei canoni delle Chiese orientali, per determinare «i delitti più gravi sia contro la morale sia nella celebrazione dei· sacramenti», per ' Ioannes Pau1us Il, Constitutio apostolica Pastor bonus de Romana curia, 28.6.1988, art. 52: Acta Apostolicae Sedis (AAS) 80 (1988), 874. 2
Congregatio pro Doctrina Fidei, Agendi ratio in doctrinarum examine,
29.6. 1 997: AAS 89 ( 1 997), 8 3 0-8 35.
63
perfezionare anche le nonne processuali speciali nel proce dere «a dichiarare o a infliggere le sanzioni canoniche», poi ché l 'istruzione Crimen sollicitationis finora in vigore, edi ta dalla Suprema sacra Congregazione del Sant'Offizio i1 1 6 marzo 1 9623, doveva essere riveduta dopo la promulgazio ne dei nuovi codici canonici. Dopo un attento esame dei pareri e svolte le opportune consultazioni, il lavoro della Commissione è fmalmente giun to al termine; i padri della Congregazione per la Dottrina del la Fede l 'hanno esaminato più a fondo, sottoponendo al Som mo Pontefice le conclusioni circa la determinazione dei de litti più gravi e circa il modo di procedere nel dichiarare o nell 'infliggere le sanzioni, ferma restando in ciò la compe tenza esclusiva della medesima Congregazione come Tri bunale apostolico. Tutte queste cose sono state dal Sommo Pontefice approvate, confermate e promulgate con la lette ra apostolica data in forma di motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela. I delitti più gravi sia nella celebrazione dei sacramenti sia contro la morale, riservati alla Congregazione per la Dottri na della Fede, sono: - i delitti contro la santità dell 'augustissimo sacramento e sacrificio dell'eucaristia, cioè: l o l ' asportazione o la conservazione a scopo sacrilego, o la profanazione delle specie consacrate4; 3
Suprema Sacra Congregatio Sancti Offic ii, lnstr. Crimen sollicitationis ad
omnes patriarchas, archiepiscopos, episcopos aliosque locorum ordinarios "etiam ritus orientalis": De modo procedendi in causis sollicitationis, 16. 3 .1962, Tipo grafia poliglotta vaticana 1962. 4
64
Cfr. Codex Iuris Canonici (CIC), can. 1 367; Codex Canonum Ecclesiarum
2° l 'attentata azione liturgica del sacrificio eucaristico o la simulazione della medesima5; 3° la concelebrazione vietata del sacrificio eucaristico as sieme a ministri di comunità ecclesiali, che non hanno la suc cessione apostolica né riconoscono la dignità sacramentale dell 'ordinazione sacerdotale6; 4o la consacrazione a scopo sacrilego di una materia sen za l 'altra nella celebrazione eucaristica, o anche di entram be fuori della celebrazione eucaristica7;
- delitti contro la santità del sacramento della penitenza, cioè: l 'assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento del Decalogo8; lo
2° la sollecitazione, nell 'atto o in occasione o con il pre testo della confessione, al peccato contro il sesto comanda mento del Decalogo, se è finalizzata a peccare con il con fessore stesso9; 3° la violazione diretta del sigillo sacramentale10; - il delitto contro la morale, cioè: il delitto contro il sesto Orientalium (CCEO), can. 1442. Cfr. et Pontificium Consilium de Legum Texti bus Interpretandis, Responsio ad propositum dubium, 4.6.1999. 5
Cfr. CIC cann . 1 378 2 n. l e 1 379; CCEO can. 1443.
6
Cfr. CIC cann. 908 e 1 365; CCEO cann. 702 e 1 440.
7
Cfr. CIC can. 927.
1
Cfr. CIC can. 1 378 l ; CCEO can. 1457.
9
Cfr. CIC can. 1 38 7; CCEO can. 1458 .
10
Cfr. CIC can. 1 38 8 l ; CCEO can. 1456 l .
65
comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 1 8 anni di età. Al Tribunale apostolico della Congregazione per la Dot trina della Fede sono riservati soltanto questi delitti, che so no sopra elencati con la propria definizione. Ogni volta che l 'ordinario o il gerarca avesse notizia al meno verosimile di un delitto riservato, dopo avere svolto un'indagine preliminare, la segnali alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale, a meno che per le partico lari circostanze non avochi a sé la causa, comanda ali ' ordi nario o al gerarca, dettando opportune norme, di procedere a ulteriori accertamenti attraverso il proprio tribunale. Contro la sentenza di primo grado, sia da parte del reo o del suo patrono sia da parte del promotore di giustizia, resta validamente e unicamente soltanto il diritto di appello al su premo Tribunale della medesima Congregazione. Si deve notare che l 'azione criminale circa i delitti riser vati alla Congregazione per la Dottrina della Fede si estingue per prescrizione in dieci anni 1 1 • La prescrizione decorre a nor ma del diritto universale e comune12; ma in un delitto con un minore commesso da un chierico comincia a decorrere dal giorno in cui il minore ha compiuto il l 8° anno di età. Nei tribunali costituiti presso gli ordinari o i gerarchi, pos sono ricoprire validamente per tali cause l'ufficio di giudi ce, di promotore di giustizia, di notaio e di patrono soltanto dei sacerdoti. Quando l 'istanza nel tribunale in qualunque 11 12
66
Cfr. CIC can. 1 362 l
n.
l ; CCEO can. 1152 2
Cfr. CIC can. 1 362 2; CCEO can. 1152 3 .
n.
l.
modo è conclusa, tutti gli atti della causa siano trasmessi d'ufficio quanto prima alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Tutti i tribunali della Chiesa latina e delle Chiese orien tali cattoliche sono tenuti a osservare i canoni sui delitti e le pene come pure sul processo penale rispettivamente dell 'u no e dell 'altro Codice, assieme alle norme speciali che sa ranno date caso per caso dalla Congregazione per la Dottri na della Fede e da applicare in tutto. Le cause di questo genere sono soggette al segreto pon tificio. Con la presente lettera, inviata per mandato del Sommo Pontefice a tutti i vescovi della Chiesa cattolica, ai superio ri generali degli istituti religiosi clericali di diritto pontificio e delle società di vita apostolica clericali di diritto pontifi cio e agli altri ordinari e gerarchi interessati, si auspica che non solo siano evitati del tutto i delitti più gravi, ma soprat tutto che, per la santità dei chierici e dei fedeli da procurar si anche mediante necessarie sanzioni, da parte degli ordi nari e dei gerarchi ci sia una sollecita cura pastorale.
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 1 8 maggio 200 l JOSEPH CARD. RATZINGER prefetto TARCISIO BERTONE SDB arcivescovo emerito di Vercelli, segretario
67
2
BENEDETTO XVI LETTERA AI CAITOUCI DEU'IRLANDA (201 0)
l . Cari fratelli e sorelle
della Chiesa in Irlanda, è con gran de preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale. Come voi, sono stato profondamente turbato dal le notizie apparse circa l ' abuso di ragazzi e giovani vulne rabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda, in partico lare da sacerdoti e da religiosi. Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccami nosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati. Come sapete, ho recentemente invitato i vescovi irlande si a un incontro qui a Roma per riferire su come hanno af frontato queste questioni nel passato e indicare i passi che hanno preso per rispondere a questa grave situazione. Insie me con alcuni alti Prelati della Curia Romana ho ascoltato quanto avevano da dire, sia individualmente che come grup po, mentre proponevano un' analisi degli errori compiuti e delle lezioni apprese, e una descrizione dei programmi e dei protocolli oggi in essere. Le nostre riflessioni sono state fran che e costruttive. Nutro la fiducia che, come risultato, i ve scovi si trovino ora in una posizione più forte per portare avanti il compito di riparare alle ingiustizie del passato e per affrontare le tematiche più ampie legate ali ' abuso dei mino69
ri secondo modalità conformi alle esigenze della giustizia e agli insegnamenti del Vangelo. 2. Da parte mia, considerando la gravità di queste colpe e la risposta spesso inadeguata a esse riservata da parte del le autorità ecclesiastiche nel vostro Paese, ho deciso di scri vere questa Lettera Pastorale per esprimere la mia vicinan za a voi, e per proporvi un cammino di guarigione, di rin novamento e di riparazione. In realtà, come molti nel vostro Paese hanno rilevato, il problema dell 'abuso dei minori non è specifico né dell 'Ir landa né della Chiesa. Tuttavia il compito che ora vi sta din nanzi è quello di affrontare il problema degli abusi verifica tosi all 'interno della comunità cattolica irlandese e di farlo con coraggio e determinazione. Nessuno si immagini che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo. Posi tivi passi in avanti sono stati fatti, ma molto di più resta da fare. C 'è bisogno di perseveranza e di preghiera, con gran de fiducia nella forza risanatrice della grazia di Dio. Al tempo stesso, devo anche esprimere la mia convin zione che, per riprendersi da questa dolorosa ferita, la Chie sa in Irlanda deve in primo luogo riconoscere, davanti al Si gnore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi. Una tale consapevolezza, accompagnata da sincero dolore per il danno arrecato alle vittime e alle loro famiglie, deve condurre a uno sforzo concertato per assicu rare la protezione dei ragazzi nei confronti di crimini simili in futuro. Mentre affrontate le sfide di questo momento, vi chiedo di ricordarvi della «roccia da cui siete stati tagliati» (/s 5 1 , l ) . Riflettete sui contributi generosi, spesso eroici, offerti alla Chiesa e all 'umanità come tale dalle passate generazioni di uomini e donne irlandesi, e lasciate che ciò generi slancio per un onesto autoesame e un convinto programma di rin70
novamento ecclesiale e individuale. La mia preghiera è che, assistita dali' intercessione dei suoi molti santi e purificata dalla penitenza, la Chiesa in Irlanda superi la presente crisi e ritorni a essere un testimone convincente della verità e del la bontà di Dio onnipotente, rese manifeste nel suo Figlio Gesù Cristo. 3. Storicamente i cattolici d 'Irlanda si sono dimostrati una enorme forza di bene sia in patria che fuori. Monaci celtici come san Colombano diffusero il Vangelo nell 'Europa oc cidentale gettando le fondamenta della cultura monastica me dievale. Gli ideali di santità, di carità e di sapienza trascen dente che derivano dalla fede cristiana hanno trovato espres sione nella costruzione di chiese e monasteri e nell'istitu zione di scuole, biblioteche e ospedali che consolidarono l ' i dentità spirituale dell 'Europa. Quei missionari irlandesi tras sero la loro forza e ispirazione dalla solida fede, dalla forte guida e dai retti comportamenti morali della Chiesa nella lo ro terra natìa. Dal '500 in poi, i cattolici in Irlanda subirono un lungo periodo di persecuzione, durante il quale lottarono per man tenere viva la fiamma della fede in circostanze pericolose e difficili. Sant'Oliver Plunkett, l ' arcivescovo martire di Ar magh, è l 'esempio più famoso di una schiera di coraggiosi figli e figlie dell 'Irlanda disposti a dare la propria vita per la fedeltà al Vangelo. Dopo l 'Emancipazione cattolica, la Chie sa fu libera di crescere di nuovo. Famiglie e innumerevoli persone che avevano preservato la fede durante i tempi del la prova divennero la scintilla di una grande rinascita del cat tolicesimo irlandese nell' 800. La Chiesa fornì scolarizza zione, specialmente ai poveri, e questo avrebbe apportato un grande contributo alla società irlandese. Tra i frutti delle nuo ve scuole cattoliche vi fu un aumento di vocazioni: genera zioni di sacerdoti, suore e fratelli missionari lasciarono la pa71
tria per servire in ogni continente, specie nel mondo di lin gua inglese. Furono ammirevoli non solo per la vastità del loro numero, ma anche per la robustezza della fede e la so lidità del loro impegno pastorale. Molte diocesi, specialmente in Africa, America e Australia, hanno beneficiato della pre senza di clero e religiosi irlandesi che predicarono il Vange lo e fondarono parrocchie, scuole e università, cliniche e ospedali, che servirono sia i cattolici, sia la società in gene re, con particolare attenzione alle necessità dei poveri. In quasi tutte le famiglie dell 'Irlanda vi è stato qualcuno - un figlio o una figlia, una zia o uno zio - che ha dato la propria vita alla Chiesa. Giustamente le famiglie irlandesi hanno in grande stima e affetto i loro cari, che hanno offer to la propria vita a Cristo, condividendo il dono della fede con altri e attualizzandola in un amorevole servizio di Dio e del prossimo. 4. Negli ultimi decenni, tuttavia, la Chiesa nel vostro Pae se ha dovuto confrontarsi con nuove e gravi sfide alla fede scaturite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione del la società irlandese. Si è verificato un rapidissimo cambia mento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo ali 'insegnamento e ai va lori cattolici. Molto sovente le pratiche sacramentali e de vozionali che sostengono la fede e la rendono capace di cre scere, come ad esempio la frequente confessione, la pre ghiera quotidiana e i ritiri annuali, sono state disattese. Fu anche determinante in questo periodo la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimen to al Vangelo. Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano II fu a volte frainteso e in verità, alla lu ce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verifi cando, era tutt'altro che facile valutare il modo migliore per 72
portarlo avanti. In particolare, vi fu una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, a evitare approcci penali nei con fronti di situazioni canoniche irregolari. È in questo conte sto generale che dobbiamo cercare di comprendere lo scon certante problema dell'abuso sessuale dei ragazzi, che ha contribuito in misura tutt' altro che piccola ali 'indebolimento della fede e alla perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti. Solo esaminando con attenzione i molti elementi che die dero origine alla presente crisi è possibile intraprendere una chiara diagnosi delle sue cause e trovare rimedi efficaci. Cer tamente, tra i fattori che vi contribuirono possiamo enume rare: procedure inadeguate per determinare l 'idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente for mazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei semi nari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scan dali, che hanno portato come risultato alla mancata applica zione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona. Bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori, che hanno avuto conseguenze tan to tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione. 5. In diverse occasioni sin dalla mia elezione alla Sede di Pietro, ho incontrato vittime di abusi sessuali, così come so no disponibile a farlo in futuro. Mi sono soffermato con lo ro, ho ascoltato le loro vicende, ho preso .atto della loro sof ferenza, ho pregato con e per loro. Precedentemente nel mio pontificato, nella preoccupazione di affrontare questo tema, chiesi ai Vescovi d'Irlanda, in occasione della visita ad Li mina del 2006, di «stabilire la verità di ciò che è accaduto in 73
passato, prendere tutte le misure atte a evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i princìpi di giustizia vengano pie namente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti co loro che sono colpiti da questi crimini abnormi» (Discorso ai Vescovi dell'Irlanda, 28 ottobre 2006). Con questa Lettera, intendo esortare tutti voi, come po polo di Dio in Irlanda, a riflettere sulle ferite inferte al cor po di Cristo, sui rimedi, a volte dolorosi, necessari per fa sciarle e guarirle, e sul bisogno di unità, di carità e di vicen devole aiuto nel lungo processo di ripresa e di rinnovamen to ecclesiale. Mi rivolgo ora a voi con parole che mi vengo no dal cuore, e desidero parlare a ciascuno di voi indivi dualmente e a tutti voi come fratelli e sorelle nel Signore.
6. Alle vittime di abuso e alle loro famiglie Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente di spiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sop portato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il ri morso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che in contriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le feri te del suo ingiusto patire. Egli comprende la profondità del la vostra pena e il persistere del suo effetto nelle vostre vite 74
e nei vostri rapporti con altri, compresi i vostri rapporti con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche en trare in una chiesa dopo quanto è avvenuto. Tuttavia, le stes se ferite di Cristo, trasformate dalle sue sofferenze redentri ci, sono gli strumenti grazie ai quali il potere del male è in franto e noi rinasciamo alla vita e alla speranza. Credo fer mamente nel potere risanatore del suo amore sacrificale anche nelle situazioni più buie e senza speranza - che porta la liberazione e la promessa di un nuovo inizio. Rivolgendomi a voi come pastore, preoccupato per il be ne di tutti i figli di Dio, vi chiedo con umiltà di riflettere su quanto vi ho detto. Prego che, avvicinandovi a Cristo e par tecipando alla vita della sua Chiesa - una Chiesa purificata dalla penitenza e rinnovata nella carità pastorale -, possiate arrivare a riscoprire l 'infmito amore di Cristo per ciascuno di voi. Sono fiducioso che in questo modo sarete capaci di tro vare riconciliazione, profonda guarigione interiore e pace.
7. Ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente co stituiti. Avete perso la stima della gente dell 'Irlanda e rove sciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramen to dell 'Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e al la pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa. Vi esorto a esaminare la vostra coscienza, ad assumervi la responsabilità dei peccati che avete commesso e a espri75
mere con umiltà il vostro rincrescimento. Il pentimento sin cero apre la porta al perdono di Dio e alla grazia del vero emendamento. Offrendo preghiere e penitenze per coloro che avete offeso, dovete cercare di fare personalmente am menda per le vostre azioni. Il sacrificio redentore di Cristo ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali. Allo stesso tem po, la giustizia di Dio esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla. Riconoscete apertamente la vostra colpa, sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio.
8. Ai genitori Siete stati profondamente sconvolti nell 'apprendere le co se terribili che ebbero luogo in quello che avrebbe dovuto essere l 'ambiente più sicuro di tutti. Nel mondo di oggi non è facile costruire un focolare domestico ed educare i figli. Essi meritano di crescere in un ambiente sicuro, amati e de siderati, con un forte senso della loro identità e del loro va lore. Hanno diritto a essere educati ai valori morali autenti ci, radicati nella dignità della persona umana, a essere ispi rati dalla verità della nostra fede cattolica e ad apprendere modi di comportamento e di azione che li portino a una sa na stima di sé e alla felicità duratura. Questo compito nobi le ed esigente è affidato in primo luogo a voi, loro genitori. Vi esorto a fare la vostra parte per assicurare la miglior cu ra possibile dei ragazzi, sia in casa che nella società in ge nere, mentre la Chiesa, da parte sua, continua a mettere in pratica le misure adottate negli ultimi anni per tutelare i gio vani negli ambienti parrocchiali ed educativi. Mentre porta te avanti le vostre importanti responsabilità, siate certi che 76
sono vicino a voi e che vi porgo il sostegno della mia pre ghiera.
9. Ai ragazzi e ai giovani dell'Irlanda Desidero offrirvi una particolare parola di incoraggia mento. La vostra esperienza di Chiesa è molto diversa da quella dei vostri genitori e dei vostri nonni. Il mondo è mol to cambiato da quando essi avevano la vostra età. Nonostante ciò, tutti, in ogni generazione, sono chiamati a percorrere lo stesso cammino della vita, qualunque possano essere le cir costanze. Siamo tutti scandalizzati per i peccati e i fallimenti di alcuni membri della Chiesa, particolarmente di coloro che furono scelti in modo speciale per guidare e servire i giova ni. Ma è nella Chiesa che voi troverete Gesù Cristo che è lo stesso ieri, oggi e sempre (cfr. Eb 1 3 ,8). Egli vi ama e per voi ha offerto se stesso sulla croce. Cercate un rapporto per sonale con lui nella comunione della sua Chiesa, perché lui non tradirà mai la vostra fiducia! Lui solo può soddisfare le vostre attese più profonde e dare alle vostre vite il loro si gnificato più pieno indirizzandole al servizio degli altri. Te nete gli occhi fissi su Gesù e sulla sua bontà e proteggete nel vostro cuore la fiamma della fede. Insieme con i vostri fra telli cattolici in Irlanda guardo a voi perché siate fedeli di scepoli del nostro Dio e contribuiate con il vostro entusia smo e il vostro idealismo tanto necessari alla ricostruzione e al rinnovamento della nostra amata Chiesa.
1 0. Ai sacerdoti e ai religiosi dell'Irlanda Tutti noi stiamo soffrendo come conseguenza dei pecca ti di nostri confratelli che hanno tradito una consegna sacra 77
o non hanno affrontato in modo giusto e responsabile le ac cuse di abuso. Di fronte alroltraggio e all 'indignazione che ciò ha provocato, non soltanto tra i laici ma anche tra voi e le vostre comunità religiose, molti di voi si sentono perso nalmente scoraggiati e anche abbandonati. Sono consape vole inoltre che agli occhi di alcuni apparite colpevoli per associazione, e siete visti come se foste in qualche modo re sponsabili dei misfatti di altri. In questo tempo di sofferen za, voglio darvi atto della dedizione della vostra vita di sa cerdoti e religiosi e dei vostri apostolati, e vi invito a riaf fermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa e la vostra fiducia nella promessa di redenzione, di perdono e di rinnovamento interiore del Vangelo. In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, so vrabbonda la grazia (cfr. Rm 5 ,20). So che molti di voi sono delusi, sconcertati e adirati per il modo in cui queste questioni sono state affrontate da al cuni vostri superiori. Ciononostante, è essenziale che colla boriate da vicino con coloro che sono in autorità e che vi adoperiate a far sì che le misure adottate per rispondere alla crisi siano veramente evangeliche, giuste ed efficaci. So prattutto, vi esorto a diventare sempre più chiaramente uo mini e donne di preghiera, seguendo con coraggio la via del la conversione, della purificazione e della riconciliazione. In questo modo, la Chiesa in Irlanda trarrà nuova vita e vitalità dalla vostra testimonianza al potere redentore del Signore reso visibile nella vostra vita.
1 1 . Ai miei fratelli vescovi Non si può negare che alcuni di voi e dei vostri prede cessori avete mancato, a volte gravemente, nell 'applicare le 78
norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi. Seri errori furono commessi nel trattare le accuse. Capisco quanto era difficile afferrare l 'e stensione e la complessità del problema, ottenere informa zioni affidabili e prendere decisioni giuste alla luce di con sigli divergenti di esperti. Ciononostante, si deve ammette re che furono commessi gravi errori di giudizio e che si so no verificate mancanze di governo. Tutto questo ha seria mente minato la vostra credibilità ed efficacia. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del pas sato e per assicurare che non si ripetano. Oltre a mettere pie namente in atto le norme del diritto canonico nell 'affronta re i casi di abuso dei ragazzi, continuate a cooperare con le autorità civili nell 'ambito di loro competenza. Chiaramen te, i superiori religiosi devono fare altrettanto. Anch'essi han no partecipato a recenti incontri qui a Roma intesi a stabili re un approccio chiaro e coerente a queste questioni. È do veroso che le norme della Chiesa in Irlanda per la tutela dei ragazzi siano costantemente riviste e aggiornate e che siano applicate in modo pieno e imparziale in conformità con il di ritto canonico. Soltanto un 'azione decisa, portata avanti con piena one stà e trasparenza potrà ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa alla quale abbiamo consacrato la nostra vita. Ciò deve scaturire, prima di tutto, dal vostro esame di voi stessi, dalla purificazione interiore e dal rinno vamento spirituale. La gente dell'Irlanda giustamente si at tende che siate uomini di Dio, che siate santi, che viviate con semplicità, che ricerchiate ogni giorno la conversione per sonale. Per loro, secondo l 'espressione di sant 'Agostino, sie te vescovi; eppure con loro siete chiamati a essere seguaci di Cristo (cfr. Discorso 340, 1 ). Vi esorto dunque a rinnova re il vostro senso di responsabilità davanti a Dio, a crescere 79
in solidarietà con la vostra gente e ad approfondire la vostra sollecitudine pastorale per tutti i membri del vostro gregge. In particolare, siate sensibili alla vita spirituale e morale di ciascuno dei vostri sacerdoti. Siate un esempio con le vostre stesse vite, siate loro vicini, prestate ascolto alle loro preoc cupazioni, offrite loro incoraggiamento in questo tempo di difficoltà e alimentate la fiamma del loro amore per Cristo e il loro impegno nel servizio dei loro fratelli e sorelle. Anche i laici devono essere incoraggiati a fare la loro par te nella vita della Chiesa. Fate in modo che siano formati in modo tale che possano dare ragione in modo articolato e con vincente del Vangelo nella società moderna (cfr. l Pt 3 , 1 5), e cooperino più pienamente alla vita e alla missione della Chiesa. Questo, a sua volta, vi aiuterà a ritornare a essere guide e testimoni credibili della verità redentrice di Cristo.
1 2. A tutti i fedeli dell'Irlanda L'esperienza che un giovane fa della Chiesa dovrebbe sempre portare frutto in un incontro personale e vivificante con Gesù Cristo in una comunità che ama e che offre nutri mento. In questo ambiente, i giovani devono essere inco raggiati a crescere fino alla loro piena statura umana e spi rituale, ad aspirare ad alti ideali di santità, di carità e di ve rità e a trarre ispirazione dalle ricchezze di una grande tra dizione religiosa e culturale. Nella nostra società sempre più secolarizzata, in cui anche noi cristiani sovente troviamo dif ficile parlare della dimensione trascendente della nostra esi stenza, abbiamo bisogno di trovare nuove vie per trasmette re ai giovani la bellezza e la ricchezza dell 'amicizia con Ge sù Cristo nella comunione della sua Chiesa. Nell'affrontare la presente crisi, le misure per occuparsi in modo giusto dei 80
singoli crimini sono essenziali, tuttavia da sole non sono suf ficienti: vi è bisogno di una nuova visione per ispirare la ge nerazione presente e quelle future a far tesoro del dono del la nostra comune fede. Camminando sulla via indicata dal Vangelo, osservando i comandamenti e conformando la vo stra vita in modo sempre più vicino alla persona di Gesù Cri sto, farete esperienza del profondo rinnovamento di cui og gi vi è così urgente bisogno. Vi invito tutti a perseverare lun go questo cammino. 1 3 . Cari fratelli e sorelle in Cristo, è con profonda preoc cupazione verso voi tutti in questo tempo di dolore, nel qua le la fragilità della condizione umana è stata così chiaramente rivelata, che ho desiderato offrirvi queste parole di incorag giamento e di sostegno. Spero che le accoglierete come un segno della mia spirituale vicinanza e della mia fiducia nel la vostra capacità di rispondere alle sfide dell 'ora presente traendo rinnovata ispirazione e forza dalle nobili tradizioni dell 'Irlanda di fedeltà al Vangelo, di perseveranza nella fe de e di risolutezza nel conseguimento della santità. Insieme con tutti voi, prego con insistenza che, con la grazia di Dio, le ferite che hanno colpito molte persone e famiglie possa no essere guarite e che la Chiesa in Irlanda possa sperimen tare una stagione di rinascita e di rinnovamento spirituale. 14. Desidero proporvi alcune iniziative concrete per af frontare la situazione. Al termine del mio incontro con i vescovi dell 'Irlanda, ho chiesto che la Quaresima di quest'anno sia considerata tempo di preghiera per una effusione della misericordia di Dio e dei doni di santità e di forza dello Spirito Santo sulla Chiesa nel vostro Paese. Invito ora voi tutti a dedicare le vo stre penitenze del venerdì, per un intero anno , da ora fino al la Pasqua del 20 1 1 , per questa fmalità. Vi chiedo di offrire il vostro digiuno, la vostra preghiera, la vostra lettura della 81
Sacra Scrittura e le vostre opere di misericordia per ottene la grazia della guarigione e del rinnovamento per la Chie sa in Irlanda. Vi incoraggio a riscoprire il sacramento della Riconciliazione e ad avvalervi con maggiore frequenza del la forza trasformatrice della sua grazia. Particolare attenzione dovrà anche essere riservata al l ' adorazione eucaristica, e in ogni diocesi vi dovranno es sere chiese o cappelle specificamente riservate a questo fi ne. Chiedo che le parrocchie, i seminari, le case religiose e i monasteri organizzino tempi per l 'adorazione eucaristica, in modo che tutti abbiano la possibilità di prendervi parte. Con la preghiera fervorosa di fronte alla reale presenza del Signore, potete compiere la riparazione per i peccati di abu so che hanno recato tanto danno, e al tempo stesso implo rare la grazia di una rinnovata forza e di un più profondo senso della missione da parte di tutti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli. Sono fiducioso che questo programma porterà a una ri nascita della Chiesa in Irlanda nella pienezza della verità stessa di Dio, poiché è la verità che ci rende liberi (cfr. Gv 8,32). Inoltre, dopo essermi consultato e aver pregato sulla que stione, intendo indire una Visita apostolica in alcune dioce si dell'Irlanda, come pure in seminari e congregazioni reli giose. La Visita si propone di aiutare la Chiesa locale nel suo c ammino di rinnovamento e sarà stabilita in cooperazione con i competenti uffici della Curia Romana e la Conferenza Episcopale Irlandese. I particolari saranno resi noti a suo tempo. Propongo inoltre che si tenga una Missione a livello na zionale per tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. Nutro la speranza che, attingendo dalla competenza di esperti predi catori e organizzatori di ritiri sia dali 'Irlanda che da altrove, re
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e riesaminando i documenti conciliari, i riti liturgici dell 'or dinazione e della professione e i recenti insegnamenti pon tifici, giungiate a un più profondo apprezzamento delle vo stre rispettive vocazioni, in modo da riscoprire le radici del la vostra fede in Gesù Cristo e da bere abbondantemente dal le sorgenti dell 'acqua viva che egli vi offre attraverso la sua Chiesa. In questo Anno dedicato ai Sacerdoti, vi do in consegna in modo del tutto particolare la figura di san Giovanni Ma ria Vianney, che ebbe una così ricca comprensione del mi stero del sacerdozio. «Il sacerdote, scrisse, ha la chiave dei tesori del cielo: è lui che apre la porta, è lui il dispensiere del buon Dio, l 'amministratore dei suoi beni». Il Curato d ' Ars ben comprese quanto grandemente benedetta è una comunità quando è servita da un sacerdote buono e santo: «Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il tesoro più grande che il buon Dio può dare a una parrocchia e uno dei doni più preziosi della divina misericordia». Per intercessione di san Giovanni Maria Vianney possa il sa cerdozio in Irlanda riprendere vita e possa l 'intera Chiesa in Irlanda crescere nella stima del grande dono del mini stero sacerdotale. Colgo questa opportunità per ringraziare fin d'ora tutti coloro che saranno coinvolti nell 'impegno di organizzare la Visita apostolica e la Missione, come pure i molti uomini e donne che in tutta l 'Irlanda stanno già adoperandosi per la tutela dei ragazzi negli ambienti ecclesiali. Fin da quando la gravità e l 'estensione del problema degli abusi sessuali dei ragazzi in istituzioni cattoliche incominciò a essere piena mente compreso, la Chiesa ha compiuto una grande mole di lavoro in molte parti del mondo, al fme di affrontarlo e di porvi rimedio. Mentre non si deve risparmiare alcuno sfor zo per migliorare e aggiornare procedure già esistenti, mi in83
coraggia il fatto che le prassi vigenti di tutela, fatte proprie dalle Chiese locali, sono considerate, in alcune parti del mon do, un modello da seguire per altre istituzioni. Desidero concludere questa Lettera con una speciale Pre ghiera per la Chiesa in Irlanda, che vi invio con la cura che un padre ha per i suoi figli e con l 'affetto di un cristiano co me voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa. Mentre utilizzerete questa preghiera nelle vostre famiglie, parrocchie e comunità, possa la Bea ta Vergine Maria proteggervi e guidarvi lungo la via che con duce a una più stretta unione con il suo Figlio, crocifisso e risorto. Con grande affetto e ferma fiducia nelle promesse di Dio, di cuore imparto a tutti voi la mia Benedizione aposto lica come pegno di forza e pace nel Signore. Dal Vaticano, 19 marzo 2010, Solennità di san Giuseppe BENEDICfUS PP. XVI
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PREGHIERA P ER
LA CHIESA IN IRLANDA
Dio dei padri nostri, rinnovaci nella fede che è per noi vita e salvezza, nella speranza che promette perdono e rinnovamento interiore, nella carità che purifica e apre i nostri cuori ad amare te, e in te, tutti i nostri fratelli e sorelle. Signore Gesù Cristo, possa la Chiesa in Irlanda rinnovare il suo millenario impegno alla formazione dei nostri giovani sulla via della verità, della bontà, della santità e del generoso servizio alla società. Spirito Santo, consolatore, avvocato e guida, ispira una nuova primavera di santità e di zelo apostolico per la Chiesa in Irlanda. Possano la nostra tristezza e le nostre lacrime, il nostro sforzo sincero di raddrizzare gli errori del passato, e il nostro fermo proposito di correzione, portare abbondanti frutti di grazia per l 'approfondimento della fede nelle nostre famiglie, parrocchie, scuole e associazioni, per il progresso spirituale della società irlandese, e per la crescita della carità. della giustizia, della gioia e della pace, nell'intera famiglia umana. A te, Trinità, con piena fiducia nell 'amorosa protezione di Maria, Regina dell'Irlanda, Madre nostra, e di san Patrizio, di santa Brigida e di tutti i santi, affidiamo noi stessi, i nostri ragazzi, e le necessità della Chiesa in Irlanda. Amen. 85
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IL PRECEDENTE NAZISTA. COME UN GESUITA SVELÒ IL COMPLOITO
«Ci sono casi di abusi sessuali che vengono alla luce ogni giorno contro un gran numero di membri del clero cattolico. Purtroppo non si può più parlare di casi individuali ma di una crisi morale collettiva che forse la storia culturale del l 'umanità non ha mai conosciuto in una dimensione così spa ventosa e sconcertante ( ... ). Numerosi sacerdoti e religiosi sono rei confessi. Non c 'è dubbio che le migliaia di casi ve nuti a conoscenza della giustizia rappresentino solo una pic cola frazione dell ' ammontare autentico, dal momento che molti molestatori sono stati coperti e nascosti [dalla gerar chia] ». Un editoriale del New York Times del 201 0? No: un discorso del 28 maggio 1 937 di Joseph Goebbels ( 1 8971 945), ministro della propaganda del Terzo Reich. Questo discorso, di grande risonanza internaziQnale, si situa al cul mine di una campagna lanciata dal regime nazista per scre ditare la Chiesa cattolica coinvolgendola in uno scandalo di preti pedofili. 276 religiosi e 49 sacerdoti secolari sono ar restati nel 1 937. Gli arresti si susseguono in tutte le diocesi tedesche, in modo da tenere gli scandali sempre sulla prima pagina dei giornali. Il 10 inarzo 1 937 con l 'enciclica Mit brennender Sorge papa Pio XI ( 1 857- 1 939) condanna l'ideologia nazista. Al la fine dello stesso mese il Ministero della Propaganda gui87
dato da Goebbels lancia la campagna contro gli abusi ses suali dei sacerdoti. La programmazione e la gestione di que sta campagna è nota grazie a documenti la cui storia è al l ' altezza dei migliori romanzi di spionaggio. Nel 1 937 il ca po del servizio di controspionaggio militare tedesco è l'am miraglio Wilhelm Canaris ( 1 887- 1 945). È diventato gra dualmente antinazista e sta maturando le convinzioni che lo porteranno a organizzare il fallito attentato a Hitler del 1 944, in seguito al quale sarà impiccato nel 1 945. Canaris disap prova le manovre di Goebbels contro la Chiesa e incarica l' avvocato cattolico Josef Mtiller ( 1 878- 1 979) di portare a Roma una serie di documenti segretissimi sul tema. A di verse riprese Mtiller - prima di essere arrestato e internato nel campo di sterminio di Dachau, cui sopravvivrà diven tando nel dopoguerra ministro della giustizia della Baviera - porta i documenti segreti a Pio XII ( 1 876- 1 958), che chie de alla Compagnia di Gesù di studiarli. Con l 'approvazione della segreteria di Stato le indagini sul complotto nazista contro la Chiesa sono affidate al ge suita tedesco Walter Mariaux ( 1 894- 1 963), che dopo ave re animato in Germania l 'organizzazione antinazista Pau luskreis è stato prudentemente inviato come missionario in Brasile e in Argentina. Qui come dirigente della Congre gazione mariana esercita la sua influenza su tutta una ge nerazione di laici cattolici, tra cui il noto pensatore catto lico brasiliano Plinio Correa de Oliveira, che frequenta un suo gruppo a San Paolo. Mariaux pubblica nel 1 940 a Lon dra in inglese e nel 1 94 1 a Buenos Aires in spagnolo (El Cristianismo en el Tercer Reich, 2 voli., Buenos Aires: Edi toria! «La Verdad», 1 94 1 , dal cui vol. II, pp. 55-92, sono tratti i dati e le citazioni di questa appendice), con lo pseu donimo di «Testis Fidelis», due volumi sulla persecuzione anti-cattolica nel Terzo Reich: oltre settecento pagine di 88
documenti commentati, che suscitano una grande emozio ne in tutto il mondo. L'espressione «panico morale», come abbiamo visto nel testo, è stata coniata dai sociologi solo negli anni 1 970 per identificare un allarme sociale creato ad arte amplificando fatti reali ed esagerandone il numero attraverso statistiche folkloriche, nonché «scoprendo» e presentando come «nuo vi» avvenimenti in realtà già noti e risalenti nel tempo. Alla base ci sono eventi reali, ma è il loro numero che è sistema ticamente distorto. Anche senza avere a disposizione la so ciologia moderna, Goebbels risponde all 'enciclica Mit bren nender Sorge nel l937 con un'operazione da manuale di crea zione di un panico morale. Come sempre nei panici morali, i fatti non sono total mente inventati. Prima dell 'enciclica vi erano stati in Ger mania alcuni casi di abusi su minori. Lo stesso Mariaux con sidera colpevoli un religioso di una scuola di Bad Reiche nall, un professore laico, un giardiniere e un bidello con dannati nel 1 936, rilevando però che la sanzione decisa dal Ministero della Pubblica Istruzione della Baviera - la revo ca dell 'autorizzazione a gestire istituti scolastici a quattro or dini religiosi - è del tutto sproporzionata e si collega alla vo lontà del regime di stroncare le scuole cattoliche. Anche sul caso di alcuni francescani di Waldbreitbach, in Renania, Ma riaux rimane aperto ali' ipotesi di una colpevolezza degli ac cusati, benché storici successivi non abbiano escluso una montatura nazista. I casi - pochissimi ma reali - avevano determinato una fermissima reazione dell'episcopato. Il 2 giugno 1 936 il ve scovo di Mtinster, il beato Clemens August von Galen ( 1 8781 946) - l'anima della resistenza cattolica al nazismo, beati ficato nel 2005 da Benedetto XVI -, fa leggere nelle Messe domenicali una dichiarazione dove esprime «il dolore e la 89
tristezza» per gli «abominevoli delitti» che «coprono d'i gnominia la nostra Santa Chiesa». Il 20 agosto 1 936 dopo i fatti di Waldbreitbach l 'episcopato tedesco pubblica una let tera pastorale collettiva nella quale «condanna severamen te» i responsabili e sottolinea la collaborazione della Chie sa con i tribunali dello Stato. Alla fme del 1 936 le severe mi sure prese - a fronte di pochissimi casi, alcuni dei quali dub bi - dai vescovi tedeschi sembrano avere risolto i problemi reali. Sommessamente, i vescovi fanno anche rilevare che fra i maestri delle scuole di Stato e nella stessa organizza zione giovanile del regime, la Hitlerjugend, i casi di con danne per abusi sessuali sono molto più numerosi che nel clero cattolico. È l'enciclica contro il nazismo di Pio XI che determina la grande campagna del 1 937. Mariaux lo prova pubblicando istruzioni dettagliatissime inviate da Goebbels pochi giorni dopo la pubblicazione della Mit brennender Sorge alla GE STAPO, la polizia politica del Terzo Reich, e soprattutto ai giornalisti, invitati a «riscoprire» i casi giudicati nel 1 936, e anche episodi più antichi, riproponendoli costantemente al l ' opinione pubblica. Alla GESTAPO Goebbels ordina di tro vare comunque testimoni che accusino un certo numero di sacerdoti, minacciandoli di arresto immediato se non colla borano, anche quando si tratta di bambini. La frase prover biale: «c'è un giudice a Berlino», che nella tradizione tede sca indica una fiducia nell'indipendenza della magistratura dai potenti di turno, vale però - entro certi limiti - perfmo nel Terzo Reich. Dei 325 sacerdoti e religiosi arrestati dopo l' en ciclica, solo 2 1 sono condannati. È pressoché certo che fra questi ci siano degli innocenti calunniati. Quasi tutti fmiran no nei campi di sterminio, dove molti moriranno. Il tentativo di squalificare la Chiesa cattolica su scala in ternazionale tramite le accuse di immoralità e pedofilia ai 90
sacerdoti, invece, non riuscirà. Grazie al coraggio di Cana ris e dei suoi amici e alla persistenza del gesuita detective Mariaux la verità verrà fuori già durante la guerra. La perfi dia della campagna di Goebbels susciterà più indignazione dell'eventuale colpevolezza di alcuni religiosi. Il padre di tutti i panici morali in materia di preti pedofili scoppierà in mano agli stessi propagandisti del nazismo che avevano cer cato di organizzarlo.
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INDICE
I. LA VERGOGNA E IL DISONORE. COM' È POTUTO ACCADERE? I preti pedofili esistono Com'è potuto accadere? La rivoluzione degli anni Sessanta II. LA RISPOSTA DELLA CHIESA È STATA ADEGUATA?
Abusi contro il diritto canonico, non grazie al diritto canonico L'istruzione Crimen sollicitationis del 1 962 La severità del cardinale Ratzinger m . LA COSTRUZIONE SOCIALE DI UN PANICO MORALE
Il padre di tutti gli attacchi: il documentario «Sex Crimes and the Vatican» Il caso O 'Grady. Storia di una manipolazione La costruzione sociale di un panico morale Ci sono anche gli innocenti calunniati: il caso di don Giorgio Govoni Quanti sono davvero i preti pedofili I preti non sono più «a rischio» di altre categorie
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L'attacco alla Chiesa cattolica: il ruolo degli avvocati e delle assicurazioni «Novità» di trent'anni fa: il caso Hullerman Benedetto XVI «incriminato» in Texas? Un' altra menzogna La strana campagna del New York Times sul caso Murphy La macchina della propaganda laicista contro Benedetto XVI IV. «VEGLIATE E PREGATE PER NON ENTRARE IN TENTAZIONE» La crisi predetta da rivelazioni private? Il messaggio di Fatima e Benedetto XVI Riferimenti
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APPENDICI
l . Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera De delictis gravioribus (200 1 ) 2 . Benedetto XVI, Lettera a i cattolici dell'Irlanda (20 1 0) 3. Il precedente nazista. Come un gesuita
svelò il complotto
Stampa Società San Paolo, Alba (Cuneo) Printed in ltaly
Secondo Benedetto XVI la tragedia dei p reti pedofi l i ha fatto p i ù d a n n i a l l a C h iesa d e l l e g ra n d i persecuz i o n i , d i c u i p u re l a sto ria è piena. L a colpa, a nzitutto, è deg l i stessi preti pe dofi l i , «ve rgog n a e d i sonore » per l a C h i esa se con d o le parole del pa p a . S u l l a b a s e d e l l a Lettera ai cattolici dell'Ir
landa d i Benedetto XVI, riprodotta i n appen d ice, e d i anni d i ricerche soci ologiche sul tem a Mass i m o l ntrovigne si c h i ede c o m e u n a s i m i le scon certa nte vicenda s i a stata poss i b i l e n e l l a C h i esa, e con centra l a s u a attenzione s u l l a r i vol uzione e l a contestazione contro l a morale d eg l i a n n i 1 960 a l l 'este r n o e a l l ' i nter n o d e l m o n d o catto l i co. Dalla triste rea ltà d e i preti pedofi l i l n trovi g n e d i sti n g u e p e r ò l ' a m p l ificaz i o n e d e l l o ro n u m e ro attrave rso statistiche fas u l le, e i l so spetto genera l izzato i n g i usta mente gettato sui sace rdoti nel loro i nsieme, s u l la C h iesa e su Be nedetto XVI da una lobby l a icista , i cu i a rgo menti sono sistematica m e nte smontati con i l rigore d e l sociologo e l a passione del cattol ico che si sente vici no a un papa addolorato e ca l u n n iato.