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BIBLIOTECA DELLA RIVISTA <ECONOMIA E STORIA» ----------------------------------- 9
CESARE CIANO
LA «PRATICA DI MERCATURA» DATINIANA (SECOLO XIV)
Con presentazione di FEDERIGO MELIS
MILANO - DOTT. A. GIUFFRÈ - EDITORE - 1964
PRESENTAZIONE
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
Nel programma di lavoro degli Istituti di storia economica (a me aÉEdati) delle Università di Firenze e di Pisa — i quali formano tutt’uno, per questo riguardo — è contemplata, fra l’altro, l’edizione commentata, e per più aspetti elaborata, di collane di testi diretti (denominati anche interni) di storia economica, ossia di quei do cumenti che si sono concretati aid immediato contatto con l’accadimento dei fatti economici, che è quanto dire nell’interno dei sog getti — le aziende — dei fatti medesimi. Si tratta, in sostanza, del l’insieme delle fonti originali e peculiari di questa disciplina, le quali comprendono due nutrite classi: a) testi prodottisi in concomitanza dell’attività aziendale (lettere generiche e lettere specializzate — quali le lettere di cambio e le lettere di vettura — e registri di conta bilità); testi che in quello stesso ambiente sono serviti e di consul tazione e per la preparazione del personale (testi, in qualche caso — che qui sarebbe superfluo riferire —, non di emanazione azien dale, ma di una scuola). Questa seconda classe comprende quattro tipi di libri, che erano immancabili nelle aziende dalle dimensioni maggiori; 1 - la pratica di mercatura', 2 - il manuale d'abaco \ 3 - il manuale di Arte della lana (distinto in due sottospecie: quello di carattere generale riflettente i lineamenti organizzativi e tecnici del ciclo laniero, e quello di carattere specifico, più propria mente tecnico, afferente alle operazioni più delicate e complicate ed ai relativi attrezzi, come per la tessitura);
(1964) Soc. Tip. « Multa Paucis » - Varese, Via G. Gozzi, 29
4 - il portolano (nella accezione descrittiva dello sviluppo co stiero ed in particolare dei suoi punti focali, i porti, ed in quella raffigurativa dei « tolomei » e « mappamondi », cioè, le carte geo-
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grafiche; quest’ultimo gruppo, ovviamente, di realizzazione extra aziendale, come quasi sempre avveniva dei manuali di abaco). L ’edizione di questa seconda serie di fonti viene aperta dai pro fessor Cesare Ciano, da anni mio collaboratore valoroso ed appas sionato, avviato alla specializzazione del periodo di splendore del l’economia toscana, secoli XII-XVI. Come a suo tempo questi testi, vivi e vitali fra le mani del su premo dirigente aziendale, dei fattori, dei « garzoni », dei « fanciul li», erano serviti per conoscere taluni essenziali elementi onde si sarebbe dispiegata una operazione più o meno complessa, concor rendo a costruirla (i termini per ridurre le altrui espressioni di misura e di moneta alle proprie, per completare le serie di costi principali con quelli accessori e segnatamente fiscali, per procedere in rag guagli di cambi, per computare interessi e sconti, per predisporre c concatenare organi e funzioni del decentrato opificio laniero, per preparare e « conducere » un viaggio di navi, persino salendo sul ponte di comando delle medesime): così, oggi, con queste edizioni, ci proponiamo di offrire uno strumento di ausilio a coloro che si adoperano nella ricostruzione delle operazioni economiche del pas sato, dallo studioso che, pur maturo, può sempre incontrare un rap porto incognito di misure, al giovane che comincia ad affacciarsi in questo campo. Fra tutti questi strumenti il più interessante è la pratica di mer catura — e perciò ad essa abbiamo dato la precedenza — poiché spazia su terreni di maggiore ampiezza ed intorno ad aspetti mol teplici (i portolani informano sì su un terreno vastissimo, ma limi tatamente alle fattezze geografiche): e ad essa soltanto, da qui in nanzi, riferirò queste note. L ’importanza sua come fonte primaria della storia economica — che riconduca principalmente al suo oggetto fondamentale e ti pico, le azioni economiche — è stata però talvolta esagerata: è vero che essa permette l’individuazione di centri di produzione dei beni e di altri di loro distribuzione e consumo — delineando implicita mente le correnti di circolazione —; che opera spesso diversifica zioni qualitative delle merci; che sovente dichiara gli oneri accessori delle transazioni e traslazioni mercantili (fra i quali quelli essen ziali per la valutazione economica dei trasporti) e via di seguito: ma
troppi fattori seminano l’incertezza fra tali dati, per non diflEdare del suo impiego. Anzitutto è da considerare il fattore cronologico, al meno per gli esemplari finora pubblicati (compreso quello procura toci recentemente da Antonia Borlandi): questi, infatti, sono perve nuti a noi in copia, che ne ha livellato tutte le parti, le quali non sono più databili (se non con l’aiuto, ovviamente, di altre fonti: il che fa scadere questa dal rango di fonte primaria). Alludo alle agigiunte ed aggiornamenti apportativi dall’azienda in cui il manuale è stato operante e che lo ha modellato sulle sue esigenze: i quali, attraverso la « mano » e forse all’annotazione di qualche data o della fonte deH’informazione, avrebbero consentito di datare — o per lo meno di circoscriverli in un intervallo di tempo più ridotto — molti particolari significativi. Ed invece, secondo Taccenno fatto, nessun manuale è sopravvissuto in simile condizione: probabilmente, perchè erano proprio queste « brutte copie », questi quaderni impiastricciati, ad essere soppressi nelle occasioni di sfoltimenti archivistici; dopo averne, in molti casi, fissato il contenuto attraverso una copia, ad iniziativa anche di persone estranee all’azienda, che potevano pro durne la moltiplicazione (una sorta di attività editoriale). L ’inter vento degli amanuensi stabilizzava le parti antiquate, che soltanto il competente, entrando una copia in funzione di una nuova azienda, avrebbe poi eliminato o semplicemente trascurato nelle sue consul tazioni. Esemplari, diciamo, così parlanti non sono stati finora reperiti: ed e assai improbabile che se ne incontrino, dopo che abbiamo ac certato la loro assenza nelle più doviziose collezioni di documenti, quasi integre, appartenute al medesimo nesso aziendale, come l’Archivio Datini, che ha emesso appena una delle solite copie « livellate » (e, per giunta, frammentaria), dove, tuttavia, si appalesa un’integra zione autentica, ossia, compiuta dalla compagnia cui appartenne per ultima (la quale, però, sembra aver trascurato in seguito quel ma nuale, lasciandolo immutato per ben 14 anni). Da questa breve esposizione, si deduce la varietà di condizioni (intrinseche ed estrinseche), nelle quali il manuale di mercatura po teva essere stato sorpreso dall’archiviazione storica alla cessazione del suo impiego: da quella di uniformità della copia ultima, non più
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aggiornata, a quella sovraccarica di modifiche e completamenti ef fettuati tutti nella stessa azienda (su una base di partenza — la co pia — di formazione più o meno recente e ricca, che costituisce un motivo di ulteriore diversificazione). Fra tali estremi scorreva la differenziazione dipendente dal grado ed intensità degli aggiornamenti; e gli stessi estremi potevano a loro volta distinguersi: il primo, a seconda che la copiatura che ha de finito il manuale a noi pervenuto sia avvenuta all’ingresso di esso in una data sfera aziendale (come l’esemplare datiniano che qui viene presentato) o alla conclusione di un arco di vita aziendale (come nell’esemplare del Pegolotti, determinatosi in buona misura in vari nuclei operativi Bardi, cioè, in quelli afferenti all’autore principale di esso). Dovremmo, infatti, sempre riferirci ad una certa azienda, per giudicare meglio la validità e la funzione del manuale mede simo. Ed in quest’ultimo caso, quando, cioè, noi riusciamo a stabilire che, pur trattandosi di una copia, essa è promanata dall’effettivo im piego in una stessa azienda, siamo abilitati a ricostruire inclinazioni e interessi operativi dell’ente di provenienza (come l’esempio pegolottiano, riguardo — fra l’altro — all’importanza che per i Bardi avevano assunto le piazze di Venezia, quelle pugliesi e di Cipro, senza dire del « viaggio a! Cataio »); ma resta sempre l’inconveniente dell’isolamento della stratificazione inferiore apportata attraverso quel la copia nell’azienda che, poi, manipolandola alla stregua delle sue esigenze e tendenze, ne avrebbe fatto uno strumento proprio; e senza dire dell’incertczza che può avvolgere la fase della copiatura finale, verificatasi talvolta a troppa distanza di tempo, con conseguente probabile intromissione di altre mani. Quest’ultimo è ancora il caso della «pratica» del Pegolotti, la quale ci è pervenuta in una copia del 1472, distante cioè ben 129 anni dall’estinzione della compagnia dei Bardi. E, continuando ad insistere su questo esemplare — che, d’altronde, è fino ad oggi il più notevole tra queste pubblicazioni —, bisogna anche osservare che gli arricchimenti onde esso ha acquistato originalità sono soltanto quelli prodottisi alla periferia (ove agiva Francesco di Balduccio) e non, invece, alla sommità della compagnia, ehè, altrimenti, essi avrebbero spaziato su un maggior numero di zone.
Ed ancora: che cosa è avvenuto nei rammentati 129 anni nel codice pegolottiano ? Senza scendere alle minuzie, indicherò una «stranezza» che in esso riscontriamo rispetto al limite annuo supe riore della sua funzionalità originaria — o almeno principalmente ori ginaria — presso i Bardi, cioè, il 1343: si parla di panni «catalane schi» importati a Cipro, mentre tale corrente — come in genere tutte quelle della produzione drappiera di Barcellona-Maiorca-Valenza ver so il Levante — cominciò ad affermarsi nella parte finale del ’300. Fra gli esemplari (ipotetici) che ho accennato costituire l’estremo superiore di questo intervallo di assortimento, vi sarebbero quelli cu rati in gran parte personalmente dal dirigente supremo, come cosa propria: i quali avrebbero potuto rivestirsi di quella «segretezza» di cui parlò Franco Borlandi nella lucida introduzione all’edizione del «suo» manuale; ma essi, come tutte le cose riservate e personali, sono periti, purtroppo, con il loro proprietario. E fino ad oggi, sfortunatamente, dagli archivi sono afl&orate « pra tiche » soltanto nella prima condizione (con il relativo campo di va riabilità, secondo quanto ho chiarito sopra): tutte, perciò, di difficol tosa individuazione negU elementi originari, ossia, nella sicura data zione e nell’aggancio all’azienda cui sono appartenute. In quasi tutte, però, vi è un tetto cronologico: costituito dalla espressa enunciazione della data di compilazione ovvero di copiatura (come per l’esemplare di Sanminiato de’ Ricci, « copiato d’uno quaderno fatto 1396 »), o dalla databilità di un’ultima mano (come si verifica per questo manuale datiniano, ove, peraltro, tale mano è la sola differente e nuova), o altro avvenimento sicuramente databile (come la cessazione della Compa gnia dei Bardi, per il manuale del Pegolotti, nel quale però genera dubbi la troppo dilazionata estensione della copia che è giunta ai no stri giorni) e così via. Con questa delimitazione in alto, il nostro compito critico è sem plificato: riducendosi all’isolamento, in basso, delle posizioni anti^ quate che la copiatura precedente l’ammissione nella « nostra » azien da ha perpetuato e ritrasmesso nella medesima. Ma questo lavoro può riuscire bene unicamente per temi grossi e ben conosciuti (quale la trattazione delle Fiere di Champagne nel manuale di cui si era do tata la Compagnia Datini apertasi nel 1383). Ben più arduo è l’isola mento di siffatte posizioni concernenti i rapporti di misura (che, rii-
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peto, rappresentano i dati di gran lunga più interessanti ed efficienti per lo storico), a meno che non si posseggano dati paralleli di fonte sicura (ad esempio, fra le misure di peso del mondo catalano raffigu rate nel manuale datiniano non se ne rinviene una — la rova, che è un quarto di cantaro e che comprende, perciò, 26 libbre maiorchine, tutt’uno con quelle barcellonesi e valenzane —, che ho ritrovato nei carteggi e nei conti di quell’aggregato aziendale). Accennato così, come ho tentato di fare, ai vari problemi che si riconnettono al fattore cronologico, che più di ogni altro insidia que sta fonte, dirò che essa presenta ancora un lato debole: la mancanza di qualsiasi dosaggio quantitativo nei fenomeni principali — per il nostro ordine di studi, beninteso, quali le localizzazioni di produzioni e le circolazioni di beni —, tranne rare occasioni di chiarimento ap prossimativo, del tipo « da Cervia si trae gran sale... » ; « vi si mette poca grana di Provenza... », ecc. E il fatto stesso di leggere il prezzo di trasporto di un bene su un dato itinerario non si può sempre in terpretare come una corrente di circolazione di quei beni: chè po trebbe essersi trattato di semplici congetture o di episodi isolati. Il progresso degli studi, che li vorrebbe portare ad abbracciare sempre più l’indagine quantitativa, svilisce maggiormente questa fonte, che si degrada a semplice sussidio per il nostro operare fra le congerie di sistemi di misura dell’epoca. Si ritorna, così, al vero, consistente apporto della pratica di mer catura: quello di squadrarci ed inquadrarci in più sorta di misure. Questa materia è, per giunta, la meno variabile e pertanto la più attendibile, nel cammino dei decenni, per lo meno per i secoli XIVXVI (prima metà), ai quali, del resto, si riferiscono i manuali editi e i molti già individuati negli archivi: con ciò, facendo cadere parzial mente le preoccupazioni, sulle quali mi sono qui intrattenuto, in or dine al fattore cronologico. Una conferma di ciò, il lettore può averla dal raffronto dei sistemi rappresentati nei manuali più lontani nel tempo tra quelli editi, ossia quello del Pegolotti (ediz. Evans) e quello attribuito al Chiarini (ediz. F. Borlandi) : nonostante che essi siano di stanziati di un secolo, le variazioni su tale terreno sono piuttosto in frequenti e, comunque, contenute in limiti esigui. A questo raffronto fra elementi della stessa indole, sui quali può insorgere qualche dubbio, unisco la citazione di un altro, che ho com
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piuto fra i dati di tutte le «pratiche» edite e quelli che ho avuto modo di riprendere dalla fonte viva, dalla realtà operativa (vale a dire dai carteggi e dalla contabilità analitica, costituendo una « pratica di mercatura» mia, dotata in ogni suo settore, poiché l’alimento mi è stato elargito da centinaia di migliaia di rapporti semplici e plurimi): ebbene, si può affermare che, per lo meno nel mezzo secolo in sella all’anno 1400, le espressioni di misura tramandateci dalle pratiche di mercatura ritenute contemporanee sono attendibili in loto (salvo pic coli scostamenti, forse dovuti all’amanuense) e che non difFeriscono se non raramente — e sempre per lievi entità — dagli analoghi dati che le altre pratiche di mercatura autorizzano a confinare verso l’inizio del XIV e verso la fine del XV secolo. La pratica di mercatura datiniana che il Ciano oggi pubblica, pur provenendo da una sfera aziendale quanto mai vantaggiosa per il cri tico che abbisogni della conoscenza dell’ambiente in cui essa è stata utilizzata, lascia cadere questo vantaggio, perchè, entratavi nei primi due anni dalla costituzione dell’azienda (quella di Pisa), ed eccettuato il contributo di parziale innovazione delFimpiegato Cristofano Ca rocci (riconoscendo la « mano » giovanile del quale, e perciò il suo periodo di servizio a Pisa, sono stato messo in grado di fissare sul 1385 o 1386 il limite cronologico superiore di questo codice), e rima sta immutata: cioè, non assimilando punto, e non ritrasmettendoci quindi, i molteplici indirizzi propri di quello che avrebbe dovuto es sere il suo ambiente. Ma è con l’edizione che essa vuole acquistare una qualche vita lità e funzionalità: dopo che avevo garantito (al Ciano ed, attraversodi lui, a coloro che utilizzeranno queste pagine) — secondo quanto ho riferito poc’anzi — la perfetta aderenza alla realtà dei dati di fondamentale, se non esclusivo, interesse (i sistemi di misura, ripeto), il Ciano si è adoperato per rendere assai più proficuo questo apporto col legando e coordinando — negli indici finali — siffatta materia a quel la delle altre quattro pratiche edite (Uzzano, Pegolotti, Chiarini e «Tariffa» veneziana; quella del Ricci è stata edita da Antonia Bor landi quando lo scritto del mio collaboratore era già stampato), al fine di servire la causa degli studi, offrendo questo notevole strumento di ausilio.
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Sottoponiamo allo studioso questo primo saggio di edizioni delle fonti elencate come secondo gruppo di tutte quelle scaturite dalFambiente autentico: e siccome esse comportano una notevole elabora zione (i ricordati « indici » di composizione delle fonti analoghe), nel la quale gli autori possono errare e peccare, chiediamo ai colleglli, agli appassionati, maturi e giovani, di questi problemi ed ai competenti in generale di edizioni di testi, il loro giudizio, per migliorare le pub blicazioni successive, per le quali è stata già superata la fase dell’acquisizione dei testi originali alla grafia attuale. F
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I.
L e f in a l it à e l a g iu s t if ic a z io n e d e l p r e s e n t e lavo ro .
Se per un momento ci fosse concesso di andare a ritroso nel tempo e rivedere il tavolo di lavoro di un grande mercante del Medio Evo e della Rinascenza, noteremmo come su di esso si distendessero, rac colti in libri o affidati a fogli sciolti, due ordini ben differenti di docu menti. Il primo gruppo era costituito da una serie di testimonianze concretatesi in concomitanza con il fatto aziendale, quali il carteggio, scritto dal mercante stesso e conservato in copia o da lui ricevuto, i libri contabili, le lettere di cambio, di vettura^ le liste di carico e così via. Al secondo gruppo appartenevano, invece, i documenti che non si erano formati contemporaneamente all’accadimento del fatto, ma che si raccoglievano presso il dirigente di azienda, in quanto necessari a lui per istruirsi, per aggiornarsi, per conoscere ed investigare su par ticolari questioni; tali erano i manuali d’abaco^ i manuali di mercatura e, talvolta, i portulani. Tra di essi i secondi, più comunemente cono sciuti come « pratiche di mercatura », per generalizzazione di un titolo specifico ormai assunto a definire tutta una classe, rappresen tavano gli strumenti idonei per la cognizione delle zone ove s’inten deva operare, delle merci che vi si trattavano, dei sistemi di computo che vi avevano vigore e degli oneri che vi si dovevano sostenere. Per tanto, il mercante che dirigeva una impresa considerevole se ne dotava e, soprattutto, ne curava via via l’aggiornamento e li arricchiva con nuove e peculiari notizie. Questa specifica funzione esercitata da tali manuali quando erano vivi e vitali, fa sì che essi conservino oggi una certa importanza e portata quale fonte storica, per la conoscenza delle piazze commer ciali del passato, denunciando, oltretutto, spede negli aggiornamenti, le tendenze particolari dell’azienda che li possedeva. Inoltre, note vole è il loro contributo chiarificatore per rintelligenza dell’intri-
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cato groviglio delle misure e monete medievali e dei rapporti che, relativamente alle stesse, venivano allacciati. È evidente perciò, come, nel bagaglio di cui dovrebbe dotarsi lo storico dell’economia, un posto rilevante sia da riservarsi ad una o più « pratiche di mercatura », con buoni indici, al fine di riconnettere tutta la materia e poter svolgere, con prontezza, le riduzioni ed i implicano lo studio ed il dosaggio quantitativo dei fenomeni facenti capo a dati luoghi (i). Questa dotazione non può però, oggi, andare oltre i pochi manuali resi disponibili attraverso la loro pubblicazione a stampa, quali gli ormai celebri: Libro di divisamenti di paesi e di misure di mercatantie e d'altre cose bisognevoli di sapere a mercatanti di Francesco Balducci Pegolotti, Libro di ga belle, e pesi, e misure di più e dit'ersi luoghi di Giovanni da lizzano, El libro di mercatantie et usanze de’ paesi di Giorgio Chiarini e, final mente, la veneziana Tarifa zoè noticia dy pexi e mexure di luogi e tere che s’adovra marcadantia per el mondo
Mi è sembrato, perciò, opportuno aumentare tale disponibilità, attraverso l’edizione di una « pratica » atta ad essere comparata con quelle già note e per la sua congetturata data di compilazione, inserentesi cronologicamente fra le stesse ; e questo manuale ho potuto rac coglierlo sul tavolo di un grande mercante che illoimina di sè la Storia economica d’Italia nell’Età di Mezzo, su quello cioè di Fran cesco di Marco Datini da Prato (3). Il prontuario che qui presento avrebbe però, nella sua ori ginale forma, soddisfatte solo in parte le esigenze dello studioso e, di conseguenza, ho voluto renderlo più efficace e funzionale, attra verso una determinata elaborazione ed integrazione del materiale nello
(i) Assai rilevante è infatti l’impiego che oggi si fa di queste raccolte di notizie nei lavori di Storia economica; si pniò dire non vi sia saggio sul Medio Evo o sulla Rinascenza che non abbia fatto ricorso alle stesse e la loro utilizzazione si estende ad altre discipline affini. Così, ad esempio, la consul tazione delle « pratiche » può dimostrarsi di qualche utilità nella ricostruzione d d pensiero economico dell’Età di Mezzo (cfr. F a n f a n i A ., Stona delle dottrine economiche dalVantichità al X I X secolo, Milano-Messina 1955, p. 78). Non dimeno, nello studio dei fenomeni economici relativi a certe piazze, occorre tener presenti le limitazioni di carattere informativo alle quali siffatti codici sono soggetti, sì che pericoloso sarebbe, per ipotesi, tentare di dimostrare la esistenza ed il persistere di certe correnti di traffico sulla sola scorta delle affermazioni, sovente anacronistiche — rispetto alla presunta data di compila zione — contenute nei prontuari. I manuali di mercatura, in altre parole, offrono appena un’indicazione sull’attività che si è annodata tra le varie piazze e, soprattutto, servono allo storico per fargli conoscere le misure e le monete vi genti nei vari luoghi e per orientarlo su tutti gli oneri accessori che vi s’impo nevano nelle translazioni dei beni. In altre parole è opportuno ridimensionare certe affermazioni sulle possibilità chiarificatrici ed informative sui fatti econo mici che ci giungerebbero da simili prontuari, riconducendo quel contributo entro più ragionevoli confini. (2) La « pratica » attribuita a Francesco di Balduccio Pegolotti, fattore dei Bardi, il cui originale trovasi nella Biblioteca Riccardiana di Firenze, ms.
2441, fu pubblicata da A l l a n E v a n s {1m pratica della mercatura, Cambridge [M ass.] 1936). Questo codice, che si è detto scritto verso il 1340 ma che po trebbe essere m olto anteriore, era stato in precedenza edito nel III volume di G . F. P a g n in i D el V e n t u r a , Della decima e di varie altre gravezze imposte dal Comune di Firenze, della Moneta e della Mercatura dei Fiorentini sino al see. X V I , vv. 4, Lisbona-Lucca L ’opera del Pagnini contiene, inoltre, il prontuario attribuito a G io v a n n i d ’A n to n io b a U z z a n o , e posteriore di un secolo al precedente. Il trattato di G iorgio d i L o ren zo C h ia r in i , invece, ebbe una prima pubblicazione nel 1481 e fu oggetto di una edizione critica da parte di F ranco B o rlan d ! nel 1936, in (( Docum enti e studi per la Storia del Commercio e del Diritto com m erciale italiano, pubblicati sotto la direzione di Federico Patetta e Mario Chiaudano », e, finalmente, la veneziana « Tarifa » fu messa a stampa per inte ressamento dell’istituto Superiore di Scienze economiche e commerciali di Ve nezia nel 1925 ed a cura di G in o L u z z a t t o . S u ll’argomento cfr. F a n f a n i A ., Storia economica dalla crisi dell’impero romano al principio del secolo X V III, IV ediz., Milano-Messina 1956, p. 264, M e l i s F ., Note di Storia della Banca pisana nel Trecento, Pisa 1955, p. 31, nota n. 97, S apori A ., Studi di Storia economica, secoli X III, X I V , X V , F i renze 1955, V. I, pp. 525, 560 ed, ancora, in generale, F a n f a n i A ., Introduc ztone allo studio della Storia economica, Milano i960, p. 37, dello stesso A ., La préparation intellectuelle et professionnelle à l’activité économique, en Italie du XIV^ au X V l ‘ siècle, estratto dalla rivista « Le Moyen Age », n. 3-4, 1951 e PiATToLi R ., L ’origine dei fondaci datiniani di Pisa e Genova in rapporto agli auvenimenti politici. Prato 1930, p. 80, nota n. i. (3) L a « pratica di mercatura » in questione mi venne segnalata da Fede rigo M elis, che dal 1950 aveva iniziato lo studio integrale ed analitico del colos sale archivio di quel mercante. C fr. M e l is F., Aspetti della vita economica me dievale {Studi nell’Archivio Datini di Prato), Siena 1962, p. 118, nota n. 5.
r IN TRO D UZIO N E
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stesso contenuto. Ho cercato, cioè, di dotarlo di particolari chiavi di ricerca che permettano l’immediato ritrovamento della notizia di mer catura voluta, sia essa riguardante le merci, che le locaUtà o gli stru menti metrologici, senza dover scorrere più pagine e molte righe del manuale (4); necessità alla quale non avrebbero ovviato gli indici com pilati nella forma tradizionale. Infine, ho corroborato i rapporti rife riti nel codice stesso con molti altri, contenuti nei prontuari prece dentemente menzionati (5).
(4) Circa questa elaborazione, come del resto per ogni altro argomento trattato in questa edizione, il Melis mi è stato prodigo di preziosi consigli, notizie e chiarimenti. Sopra ogni cosa, pertanto, mi auguro di aver saputo trasferire nel presente lavoro tanta dovizia d ’insegnamento, per il quale assicuro al M aestro illimitata gratitudine e affettuosa riconoscenza. (5) A dimostrazione di quanto asserito nel testo, circa la disponibilità di « pratiche di mercatura » nelle biblioteche ed archivi di Toscana, richiamo, qui di seguito, i pili tardi prontuari giacenti presso la BibUoteca Nazionale di F i renze. Questi codici si differenziano notevolmente da quelli utilizzati nel pre sente lavoro, sia perchè vi sono inclusi elementi di aritmetica e computisteria che, in alcuni casi, li avvicinano, piuttosto, ai manuali d’abaco, sia perchè le piazze ed i prodotti trattati ne pongono in evidenza la loro più recente compi lazione. Così le fiere di Lione, Io zucchero di Lisbona, la piazza di Livorno, ci ricordano i grandi spostamenti verificatisi nel mercato mediterraneo rispetto alle posizioni medievali. Si ritrova dapprima una edizione a stampa della « Pratica Mercantile mo derna » del P a g n i n i , che sino a p. 36 tratta di operazioni di aritmetica e poi si articola come segue: p. 36-ss. « Tramutation delle monete di Lucca », p. 67-ss. « A valutar marchi d’oro», p. 74-ss. «Regola del 3 » , p. 88-ss. «Guadagni e perdite», p. 99-ss. « Compagnie », p. iii-ss. « Baratti », p. 114-ss. « Raffinar ori et argen ti », p. 122-SS. « Meriti e sconti simplici e a capo d’anno », pp. 132-137 M odo di fare i cambi per Lione con più piazze», pp. 138-141 «Seguono le valutation delle monete, pesi e misure, di più paesi e prima di Lione », pp. 142-155 cc Co minciano i cambi », pp. 156-164 « Condutte di più mercantie » ( P a g n in i G., Pratica mercantile moderna, Lucca 1562, B ib l io t e c a N a z . d i F i r e n z e , 20 /. 3 8 .B 32). Il secondo codice, invece, non ha alcuna intestazione e pare acefalo. Si compone di cc. 85, tutte, a quanto sembra, della stessa mano, che trattano, le prime 12 cc., le piazze di Lione ed Anversa, le seconde 17 cc., la seta (nelle quali si menziona la « compera » del 1569 di seta in Almeria ed i <( conti » del 1558). Segue poi una c. relativa al « Calculo di guadi di Tolosa per Firenze » ed ancora 4 cc., delle quali due in bianco, sui « reali di Spagna » sinché,
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L ’a s p e t t o
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La presenza di questa « pratica di mercatura » nell’Archivio Da tini di Prato non è passata inosservata agli studiosi e riordinatori che si sono avvicinati a quella grande raccolta. Il primo a con-
finalmente, si entra nel vivo della « pratica » stessa con la trattazione delle se guenti piazze : « Castiglia, Sibilia, Valenza, Saragozza, Lisbona, Barzalona, A n versa, A ugusta, Nurimburgo e Franeforte, Londra, Palermo et Messina, N a poli, Rom a, Venetia, Firenze, Ancona, Bolognia, Lucca, Pisa, Milano, Genova, Lione (alla fine con una aggiunta di mano diversa : « nota che a Lione l’anno 1575 ... l’anno 15 7 7 » ), Bisenzone, Parigi-Roano-Torsi e Nantes, Avignione, T o losa e M arsilia, Aleppo-Domasco-Tripoli-Baruti e altri luoghi di Soria, Ales sandria d ’E gip to e il Cairo, Costantinopoli ». Seguono poi paragrafi intebiati; ((Voltare da Lione a Valenza e di là in altra parte» e simili. Dopo suc cedono varie carte di diverso argomento e, verso la metà : « Elementi di aritm. ovvero breve compendio di tutte le regole e operazioni più principali e neces sarie di detta scienza per chiunque desidera d’esser perito calculatore e scritturale, disposte con buon ordine e fondato metodo da Cos. Ulivelli cittadino fiorentino » (Bii. N a z . d i F i r e n z e , M s , Conventi, c. S .iS ^ i) . Il terzo codice si suddivide in V I I parti, di cui la V I , di mano secentesca, e senza traccia di data, riporta un « Discorso sopra le monete e cose mercantili » di Domenico Bettini, di fondamentale importanza per le monete e i ragguagli e per le fiere, tra le quali vi sono menzionate quelle di Pisa. L a settima parte riferisce varie notizie mercantili di anonimo, si tratta di vari fascicoletti, legati assieme, che paiono tutti del 1600, tranne l’ultimo che è del 1704. Quest’ultima sezione riporta i seguenti « calculi » : « del grano in Genova », « della seta da comprarsi a Smirne », « dell’olio da comprarsi in Calavria », « del pepe da comprarsi in Amsterdam », « dello zucchero da comprarsi in Lisbona ». Segue poi « Q ui cominciano i ragguagli delle piazze e prima Livorno » ai quali si succedono le (( Fiere di Lione », le « Fiere di Bisenzone », « Serrate del Banco Giro di Venezia )) (seguito da usi delle lettere da pagarsi in quella città), « Fiere di Bolzano » e poi « Relazione di Venezia, Genova, Cadice, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Messina e Palermo, Milano, Piazze d’Alemagna » (compresa Bolzano); per chiudersi con delle « Istruzioni per far girar le partite in Cecca da nome a nom e» (B ib . N a z . d i F ir e n z e , M s ., I I -^ 2 ). Il quarto codice in esame lo si può definire una vera e propria <( pratica di mercatura » che, nelle ultime sue pagine, riporta le date 1591-1592. In essa sono considerati essenzialmente i cambi e vi compaiono molte piazze, tra le
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Statarne la presenza fu colui che cercò di mettere un po’ di nesso nella documentazione, ovvero Giovanni Livi, il quale fornì il nostro manoscritto di un fragile inserto, e vi annotò sopra: « i i novembre
1904. Ho appurato che questo prezioso quaderno è di mano di Nic colò di Bono, mercante fiorentino — vedere fra le lettere da Firenze a Pisa negli anni 1382 e seguenti quelle recanti esteriormente la tessera<3>, il pili delle volte sono sottoscritte ‘ Lodovico di Bono ’ ta lora ‘ Niccolò e Lodovico di Bono ’ e queste sono certamente scritte da lui » (6). Ulteriore menzione ne fece il Bensa nel suo Francesco di Marca da Prato, in particolare ricordandoci come Nicolò di Bono raccontasse, in un suo manuale mercantile conservato nell’Archivio, che non si pagava in Maiorca alcun diritto salvo d olio(7). Ma per giungere da queste vaghe e marginali notizie a chiarire il significato e la funzione del codice nell’ambito della documentazione che lo accoglie si è dovuto attendere la pubbHcazione del volume del Melis, frutto di oltre un decennio di ricerche e studi profondi in quelrArchivio e della disamina dei suoi 153.000 pezzi e 600.000 pagine utili. Solo allora, infatti, si è potuto, nell’ambito della citata opera che spazia su vastissimi orizzonti, procedere all’integrale ricostruzione del complesso sistema aziendale che si avvalse di quel manuale e quindi dare allo stesso una illustrazione critica e funzionale (8). Il prontuario in questione si presenta quale un codice di formato mezzano(9), di cc. 34 non tutte scritte: infatti nel mentre le prime
quali ; « Amburgo, Leccio, Colonia, Bergamo, Bisenzone, Francoforte, Norim berga » (<( Ragguagli di piazze con diverse altre »). Verso metà, dopo alcune carte in bianco, si presentano « Calculi » vari, nominandosi zuccheri di Santommè, a Lisbona; grani di Sinigaglia, zafferani di Puglia; sete per Londra; chermisi di Spagna; sete, per Lucca, Genova, Bologna, Lione; « Informazione... d’Anversa... sopra li grani e segale... » (importante, tra l’altro, per il noleggio di navi); «relazione di Ferrara»; «calculi di reali». Dopo qualche carta dedi cata al cambio reale e secco, segue : « Appresso sarà nota de’ pesi, misure di più luoghi...»: ove si rapportano con Lione le seguenti città: Firenze, Roma, Napoli, Venezia, Milano, Genova, Anversa, Londra, Recanati, oltre che la Spagna. Seguono ancora « Appresso misure di più luoghi » e « Informa delle fiere di Castiglia » per poi riprendere l’argomento precedente. (Bib. N a z . d i F i r e n z e , Ms., Conventi G. / / 5 9 - S. M . Novella). Un quinto codice da menzionare contiene anzitutto una prima parte : « de cambiis marcharum pro Iju'gduno di F . Hieronimi de iMca, sacra theologia professoris ordinis servorum B. Marie Virginis », di 14 cc., in latino, cui suc cede la versione: «Trattato de’ cambi et de’ Marchi per Lione, composto da fra Hieronimo de Lucca, professore della sacra Teologia dell’ordine dei frati dei servi della Vergine Maria, tradotto in volgare da un maestro di Theologia per notizia de mercatanti ». Avanti d’imbattersi nel « Trattato del cambio )>, s’incontra però una carta con ima decretale di papa Pio V , poi, ancora, 2 cc. in bianco e, finalmente, le 17 cc. della traduzione. Alla fine della prima parte c’è la data « 12. Kal. decembris M D X V If », che però deve essere stata errata nella menzionata traduzione, ove si legge, appunto, « Dato in Lucca allì 20 novembre 1416 ». È evidente, infatti, che non essendo ancora state aperte le fiere di Lione, l’importanza economica di tale città era ben scarsa nel 1416. Circa il contenuto della seconda parte, nella c. i r. si ritrova « ... se i cambi, e’ quali con più usato vocabulo si chiamano marchi per le fiere di Leone, sono giusti o usurari, ovvero in essi si commetta turpe lucro, cioè brutto gua dagno»; a c. 2 t. : « ... già molti anni sono passati, si facevano le fiere in una città della prov. di Savoia chiamata Ginevra, ma per la varietà de’ tempi, come da’ il mondo, (nel quale non è cosa stabile), le predette fiere sono state trasfe rite a Lione, città di Francia ». Nelle carte che seguono si parla ancora dei cambi, menzionandovi moltissimo Lione, piazza di grande interesse per i Fio rentini sia per l’importanza mercantile di per sè, sia per la parte che vi avevano i Toscani (Bibl. N a z . i>i F i r e n z e , B ., X , 1^66). Aggiungo infine che alcune « pratiche di mercatura » sono state oggetto di tesi di laurea, come quella discussa dal Dott. Luigi Monti — relatore il
9
Prof. Melis — neirUniversità di Pisa, nell’anno accademico 19 5 1-5 2 , e riguar dante due codici cinquecenteschi pisani dell’Archivio dell’Amministrazione del patrimonio dell’azienda Alliata, contraddistinti dai im. 1 7 e 69, e attualmente conservati nelI’Archivio di Stato di Pisa. (6) A r c h iv io D a t in i d i P rato (d’ora in poi contraddistinto con A.D.P.),. n. 1174, Miscellanea, «Pratica di Mercatura». (7) B e n s a E ., Francesco di Marco da Prato^ Milano 19 28 , p. 1 1 6 . (8) M e l is F ., Aspetti ecc., cit., pp. 2 5 , 1 1 8 . Recentemente I’ H ee r s , nel trat tare dei pesi e delle misure medievali, riconosciuta la difficoltà proveniente dall’in sufficienza delle fonti, cita, tra le disponibili, il manoscritto di Prato, al quale ricorre per alcuni riferimenti: L e Livre de Comptes de Giovanni Piccamiglio, homme d'a-ffaires Génois (14 5 6 -14 59 ), Parigi 19 59 , p. 17 . (9) Adotto, in questo caso la term in olo gia introdotta dal M e lis (7Vo/ di Storia della Banca Pisana nel Trecento, cit., p. 22), intendendo com e formate^ mezzano quello ottenuto d im ezzan d o le carte d i form ato reale (o « form ato de libri gran d i toscani » ) nel senso della m isu ra m inore.
10
INTRODUZIONE
27 sono utilizzate, sia pure con saltuari spazi vuoti, le ultime sono rimaste in bianco. In esso notevoli sono i danni sofferti, probabilmente per l’azione di parassiti vegetali e per l’umidità che, nella sua parte superiore, ha prodotto due larghi squarci che affondano nelle carte restringendosi, man mano, fino a scomparire a c. 16, e determinano un parziale impedimento nella comprensione del testo fino a c. 6. Il codice non e difeso da alcuna rilegatura, ma è tenuto insieme da una rudimentale cucitura, ormai quasi del tutto staccata. Non ha altresì rivestimenti coevi o posteriori, ma solo la fragile foderina apposta dal Livi. La carta impiegata è piuttosto grossolana e rivela accentuata la traccia di vegelle di un certo spessore, caratteristica questa della pro duzione consimile del X IV secolo (10). Controluce si riscontra una filigrana di vaga intonazione floreale. Il testo è redatto in corsivo mercantesco, con tracciato regolare, largo e rotondeggiante, che non presenta difficoltà di rilievo nell’in terpretazione, salvo per le abbreviature di unità di misura, che vi si trovano in copia e, talvolta, lasciano assai perplessi sul loro preciso significato. Impedimento alla lettura viene inoltre, come ho detto, dalle ricordate lacerazioni. Gli altri segni tachigrafici non danno luogo, di massima, a problemi di decrittazione ed anche i valori numerari, normalmente espressi in cifre romane, sono di solito interpretabili con una certa sicurezza, mentre altrettanto non può dirsi quando l’amanuense preferisce lasciare questa via, per riportare la cifra in lettere ed in forma abbreviata. Il prontuario è redatto tutto dalla stessa persona, salvo un cam bio di mano a c. 2 3 1., ove viene introdotta una breve successione di notizie relative a Siviglia e che, rappresentando l’unica integrazione del testo in questione, è di grande aiuto nella datazione. Circa, ap punto, il redattore, si è visto come il Livi sostenesse di aver potuto identificarlo in Niccolò di Bono, fiorentino, ed invitasse a confrontare la (( pratica » con le lettere sottoscritte da costui e talvolta da « Nic colò e Lodovico di Bono » e contraddistinte da un segno mercantesco
( io )
P ista r in o G ., Paleografia Latina, Genova 195.5, p. 49.
IN TRO D UZIO N E
II
d’aspetto romboidale. Ho proceduto perciò all’esame di parecchie let tere del genere ed ho potuto accertare che effettivamente la mano del prontuario assomiglia molto a quella di Niccolò : non tanto, però, da poter attribuire all’una ed alle altre la stessa paternità. Per maggior chiarimento riporto nelle tavole nn. i, 2, a titolo di confronto, alcune riproduzioni; la prima consistente in un passaggio tratto da una lettera di mano di Niccolò e le altre due in brani diversi del pron tuario (11). Da questa comparazione, nel mentre si avverte una notevole affi nità nell’insieme, si accertano pure differenze di rilievo; infatti, non tutte le maiuscole sono riportate nello stesso modo : così la « N » della lettera è nettamente diversa da quella del codice ed anche la « I )> non è affatto uguale. Inoltre, nelle minuscole si notano pure delie variazioni ; si veda, ad esempio, come termina la « s » semplice nella lettera ove e costantemente caratterizzata da una curvatura oriz zontale a sinistra, quando nel codice finisce sempre dritta. Così la (( u », nel mentre nella lettera ha le due aste parallele, nel manuale presenta la prima asta notevolmente inclinata da sinistra verso destra, similmente al cinque romano. Insomma, anche se le mani si assomigliano, in specie nel ductus^ pure non può affermarsi con sicurezza che provengano da una stessa persona: a meno che non s’intenda supporre che Niccolò abbia vo luto, nella redazione del codice, compiacersi di una maggiore ricer catezza. Pili verosimilmente la copia del prontuario è da attribuirsi a qualche oscuro amanuense, forse al di fuori della organizzazione Datini (12). Per quanto riguarda, al contrario, l’integrazione sivigliana, è facile identificare nella stessa la mano di Cristofano di Bartolo Ca rocci da Barberino di Mugello, fidato collaboratore del Datini, che ritroviamo preposto all’azienda di Pisa dal 1385 al 1386 e più tardi alla casa di Barcellona (13). (11) A . D. P., n. 444, lett. Firenze-Pisa, da Nicolo e Lodovico a Matteo di Lorenzo, 12 marzo 1382; t e st o , cc . 18 e 13 t. (12) Si veda più avanti quanto è detto in merito alla genesi delle « pra tiche di mercatura ». (13) M f x is F., Aspetti, ecc., cit., p p. 174-175, t est o c . 23 t.
12
INTRODUZIONE
La questione della mano è, come ho detto, di valido aiuto al fine di stabilire la data di compilazione del prontuario. A tale riguardo occorre però distinguere un limite inferiore ed uno superiore: sulla base del contenuto appare evidente che la (( pratica », in alcune sue parti, risale ben oltre il periodo in cui hanno avuto vita le aziende Datini, per raggiungere quello nel quale il Pegolotti avrebbe compi lato il suo manuale che, come è noto, è stato fissato verso il 1340, e con questo si associa nell’ipotesi di una età molto anteriore (14). In altre parole, la data iniziale è praticamente impossibile a stabilirsi, giacché si perde coinvolta nel complesso problema della genesi delle « pratiche di mercatura », Infatti, nel mentre i tratti esteriori del nostro prontuario ci consentono di attribuirlo, sommariamente, al decennio 1380-1390, vi si trovano testimonianze di eventi commer ciali, di merci, di monete, di palese sapore anacronistico rispetto a tale arco di tempo. Anzitutto ricordo come vi si dedichi ampio spazio alle fiere di Champagne (15), inizialmente in forma originale e poi pedissequa al Pegolotti, quando esse avevano già perduto tutta la loro importanza a seguito delle lotte tra francesi e fiamminghi e per l’ini zio della guerra dei cento anni (16), ed, ancora, come vi sia larga mente nominato Castello di Castro^ quando, dalla seconda metà del secolo, il nome di Cagliari era ormai invalso nell’uso generale. Ri connettendoci poi, in particolare, alla colossale testimonianza delFArchivio dalla quale il nostro prontuario è tratto, vediamo che nel codice sono citati, sovente, ad esempio, miglioresi e pesi di miglioresi (17);^ moneta che, invece, nella documentazione pratese non ha menzione di sorta, in quanto da tempo in disuso. Analoghe considerazioni val gono altresì per le merci, giacche vi si ritrovano prodotti quali i
( 14 )
M
( 15 )
T
e l is
F., Storia della Ragioneria, Bologna 19 50 , p. 59 3.
esto , c .
1 8 1.
(16) Non vi si rileva, al contrario, quella gravitazione verso l’Occidente che caratterizzò il calare del secolo X I V , intensificandosi i traffici verso il Mare del Nord e potenziandosi il contributo di determinati porti ispanici del Mediter raneo, sia per produzioni locali che per sviluppo di funzioni mediatrici (C fr. M elis F., Aspetti ecc., cit., p. 109). (17 )
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esto , cc . i
, it , 2 , 2t, 9t, i9 t, 20, 20t, 2 it , 2 31, 2 5.
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INTRODUZIONE
11
13
panni à'ipro (Ypres), che da tempo non venivano più trattati. Un’alternarsi, dunque, di fatti ed elementi economici imputabili a periodi di tempo diversi, non legati da alcuna norma cronologica e che ren dono praticamente impossibile stabilire una data unica iniziale. Fatto questo che ritroviamo anche negli altri codici, ove tale sperequazione è talvolta altrettanto stridente che nella nostra. Le cose divengono più semplici per quanto riflette il limite supe riore. Infatti, l’unico aggiornamento operato da Cristofano di Bar tolo Carocci non può che risalire al periodo in cui costui era prepo sto all’azienda di Pisa e perciò dal 1385 al 1386: lo scarto è minimo. Questo termine che tra i due è certamente il più importante, non soltanto costituisce un indiscutibile riferimento per la nostra, ma è valido aiuto relativamente alla datazione delle altre pratiche di mer catura. Infatti, quando una di queste presenta delle parti con elementi analoghi al codice pratese è da ritenere che la stessa non abbia supe rato la data sopra ricordata, almeno in quel settore. Certo non si potrà essere categorici e dovrà tenersi sempre presente che certe posizioni hanno durato per decenni, ma in un campo ove la datazione è sovente una questione eterea, evanescente, spesso dedotta attraverso elementi, indiretti e non sempre sicuramente avvicinabili, tale testimonianza cronologica conserva appieno la sua validità (18).
3.
Il
s u o CONTENUTO,
È anzitutto necessario sottolineare che sebbene il prontuario pro venga dalla documentazione Datini, esso ha ben poco a che fare con le attività del mercante pratese. Non c’è infatti quasi nessuna corre-
(18) Ricordo come I’E v a n s nel tentativo di datare )ìindigesta moles del Pegolotti, sia stato costretto ad un delicato processo di incastro tra i vari statuti che si erano succeduti nella Corporazione di Calimala, mentre per il capitolo su Napoli abbia potuto datarsi, in senso lato, grazie alla citazione, nello stesso, di Re Roberto che risulta vivente al momento {pp. cit., pp. X III, X X X I, X X X II, 184).
IN TRO D UZIO N E
IN TR O D U ZIO N E
lazione fra le piazze, i prodotti, ecc., interessanti le attività del Datini e gli argomenti trattati nel codice. È questo un elemento che lo diffe renzia nettamente dalla « pratica » del Pegolotti ove, invece, l’espe rienza deirAutore alle dipendenze dei Bardi si ritrova più volte nelle pagine del suo trattato, in alcuni casi in misura predominante. Ricordo, ad esempio, come il Datini, una volta lasciata Avignone, avesse aperto un fondaco anche nella sua città natale, a Prato, con aziende mercantili e industriali non certo di secondo piano (19): ebbene quella città toscana nel nostro prontuario non è neppure no minata. Questa discordanza la si può ripetere per moltissime altre località in rapporto, più o meno continuo, di affari con i fondaci datiniani, mentre l’elenco diverrebbe interminabile qualora si volesse tentare di ricordare tutti i prodotti trattati da Francesco di Marco e non inclusi nel prontuario. Unico punto di collegamento rimane, pertanto, quello delle notizie su Siviglia ottenuto, probabilmente, attraverso la gran massa di lettere che al mercante pervenivano dalla Spagna: notizie, tutta via, che si distaccano nettamente da quelle offerte sull’argomento dal Pegolotti, dairUzzano e dal Chiarini (20). Ma ritorniamo al contenuto del prontuario. Esso si distende, ho detto, in 27 delle 34 carte di cui si compone e lo si può ritenere diviso in 26 capitoli, più alcuni frammenti, che si succedono in quest’ordine : 1 ) c.
I
Alessandria.
2 ) c,
3
Costantinopoli e Salonicco.
3 ) c.
3t
Chiarenza.
( 19 )
M
(20 )
T e sto
eus
2 3 1, P e g o l o t t i , p . 270 , U z z a n o , p p. 1 7 5 - 1 7 6 , C h ia r in i, p a
gin e 12 7 -13 0 . T u tt e le citazio n i che seguiran n o, e relative al testo p uro e sem plice delle « p ratiche », saran n o sem pre rich iam ate co n il solo n o m e n ell’autore, m entre il pro n tu ario v en e zian o lo m en zion erò q u a le :
« T a r i f a » , in tend en d o,
in ogn i caso, conn etterm i alle e d iz io n i di cu i alla n ota n . 2 . Q u a n d o , invece,, p er i m an u ali del P ego lo tti e del C h ia rin i, d o vrò rife rirm i a ll’ o pera risp ettiva m ente d ell’E v a n s e d el B o rla n d i, n e ll’elaborazione, n elle p re fa zio n i, n elle n ote, n el glossari e n egli in d ici d ei m a n u a li stessi, allora citerò sp ecificatam ente q u esti u ltim i A u to ri.
6
5)
7 Barletta. 8 « Come torna il grano di Puglia in pitie parti ». 8t Napoli.
c.
6) c. 7 ) c.
8) c .
IO
Salerno, Castellammare e Gaeta.
9 ) c- lOt
Ancona.
1 0 ) c. u t
Venezia.
I l ) c.
Firenze.
1 2 ) c. 1 5
Pisa.
1 3 ) c. 1 6
Genova.
14 ) c. i 6 t
a Fiandra e come vi navichano i gienovesi e viniziani y>.
1 5 ) c. i 7t
Ntmes.
16 ) c. i 8t
Fiere di Francia.
1 7 ) c. i 9 t
T unisi.
1 8 ) c. 2 1 1
Maiorca.
19 ) c. 2 2
Candia. « Spese di merchatantia giunte in Proenza ».
2 0 ) c.
22t
2 1 ) c.
23 t Siviglia.
2 2 ) c. 2 4
aDivisamento come tornano tutte misure di saley>.
2 3 ) c. 2 4 t
« Leghe di monete d ’oro e d ’ariento ».
24) c. 2 4 1
Leghe di monete d"ariento n).
2 5 ) c. 2 5 t
(( Leghe di manette pichole ».
2 6 ) c. 2 6
« M on ette d’ariento ».
2 7 ) c. 26 t
« Leghe di monete pichole ».
2 8 ) c. 2 7
F r a m m e n ti diversi.
29) c. 2 7 t
F ., Aspetti ecc., cit., p. 2 8 1. c.
Sicilia.
4) c.
»
»
Gli argomenti dunque si presentano come distribuiti con una certa logica, almeno nella prima parte, ove vengono trattate le prin cipali piazze del bacino del Mediterraneo e dove i due capitoli non specificatamente intestati a località commerciali — Come torna il grano di Puglia in piàe parti e Fiandra e come vi navichano i gienovesi e viniziani — possono considerarsi, rispettivamente, uno parte inte grante di quello relativo a Barletta e l’altro connesso a quello su Genova, al quale, peraltro, si collega, per il ruolo fondamentale svolto dai liguri in quella regione.
i6
INTRODUZIONE
È da rilevare, in primo luogo, che nella distribuzione della ma teria, si compie un graduale spostamento da Est verso Ovest, esami nandosi dapprincipio il gruppo degli empori compresi nel settore orientale del Mediterraneo — quali Alessandria, Costantinopoli, Sa lonicco e Chiarenza — per poi risalire ed abbracciare i due versanti della penisola italica ed infine scivolare verso Occidente, con i porti francesi. Non rispettano questa organicità, le ultime piazze trattate — e precisamente Candia, la Provenza, Tunisi (21) —, ed un certo disordine si palesa, inoltre, nelle carte conclusive, dove, presumi bilmente, l’anonimo autore intendeva raccogliere una serie di notizie di carattere generale. In esse appare evidente come il codice non sia ^unto a noi integralmente, ma privato di più carte, deficienza questa che si ritrova anche all’inizio, come appare dalle considerazioni che seguono. La prima piazza trattata, ossia Alessandria, manca di una parte generale, comune, invece, a tutte le altre che si susseguono e dove, talvolta, si arriva addirittura ad esaurire l’argomento compendiandolo in un solo, esteso, paragrafo. È da credere perciò, con fondamento, che si ritrova anche all’inizio, come risulta dalle considerazioni che merci che, in generale, trattavansi nella città egiziana; non sarebbe infatti altrimenti concepibile tale lacuna. La nostra « pratica » considera Alessandria attraverso distinti paragrafi, nelle sue relazioni con Napoli e Salerno, Ancona, Venezia, Firenze, Pisa, Genova, la Provenza e « fiera » — e tra i quali si fa avanti una volta anche Cagliari {Castello di Castro) — senza nes suna notizia sulle consuetudini e gli oneri locali, evidentemente com pendiati nella parte assente. Di una generale relazione o, quanto me no, di ampie informazioni su gli usi di quell’emporio, sono invece corredati sia il Pegolotti, che l’Uzzano ed il Chiarini (22) : con i quali il prontuario di Prato ha pure legami, e segnatamente col primo. Il secondo capitolo è ancora « orientale » e si riferisce a Costan tinopoli e Salonicco. Il nostro codice presenta su questo argomento
(2 1)
T
(2 2 )
P eg o l o tt i , p p. 69-76, U z z a n o , pp. 1 0 9 -1 1 3 , C h i a r i n i , p p. 99 -10 3, ed
esto , cc .
19 1, 2 2 , 2 2 t.
aijch c pp. 3 5 , 75-8 2, 14 0 -14 2 .
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INTRODUZIONE
17
un compendio nel quale, oltre ad usi e costumi di vendite, si ritro vano sparse notizie sui rapporti con Genova, Pisa, Firenze, Ancona, Rodosto, « Regno » e Venezia, nonché sulle fonti di approvvigiona mento del grano di Bulgaria. Nell’insieme vi si rivelano una stretta parentela con l’afiìne trattazione dell’Uzzano e sporadici richiami al Pegolotti ed al Chiarini, sebbene non manchino passaggi del tutto originali. Comunque, il capitolo si esaurisce in una sola pagina, come a significarne la poca importanza. In altri termini, anche qui, si ritrova quanto ebbe ad osservare il Friedmann nei riguardi dell’Uzzano e cioè che, mentre il Pegolotti dedicava uno spazio assai esteso alla metropoli del Bosforo, il primo se la sbrigava, come nella no stra, con una sola pagina. Non si può però trarne conclusioni affini a quelle dello studioso tedesco, che prese questo fatto per dimostra re come, nei cento anni intercorsi tra l’epoca di compilazione del primo manuale e del secondo, tutti i commerci con Costantinopoli fossero notevolmente ridotti. Tale deduzione viene infatti infirmata dalla trattazione inclusa nel nostro codice, indubbiamente assai vicina cronologicamente, se non contemporanea o anteriore, al Pegolotti, e che ruzzano riporta quasi letteralmente (23). Maggior spazio è stato dedicato alla terza piazza orientale: Chiarenza, l’odierna Kyllene, centro della «Romania». In essa la tratta zione complessiva supera quantitativamente quella del Pegolotti, seb bene molti siano i punti in comune, e con essa parallelo cammina altre sì ruzzano, che si distingue però per le amenità con le quali si conclu dono le molteplici storpiamre trasferite nell’edizione del Pagnini (24). Alla parte generale, relativa alle misure ponderali, ai diritti ed alle monete, succede un capitolo interamente dedicato ai perperi, distinti in nuovi palglialocati, latini, comunali e buoni, e meticolosamente de scritti nelle caratteristiche esteriori e nel valore intrinseco. Questa
(23) F r ie d m a n n E., Der mittelalterliche Welthandel von Florenz in seiner geographischen Ausdehnung, in « Abhandlimgen der K . K . geographischen Gesellschaft in Wien », Band. X , nr. i, 19 12, p. 28; PEGOLom, pp. 33-54, U z z a n o , pp. 88-89; C h ia r i n i , p p. 30, 57, 144-145, t e st o , c . 3. (2 4 )
P e g o l o t t i , p p. 1 1 6 - 1 1 9 , U
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p p . 89-92,
t est o , cc .
31-6.
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i' ■il.
INTRODUZICWE
illustrazione, che il Pegolotti riporta in altra lontana sezione del suo codice (25), è qui seguita immediatamente dalle spese di monetaggio che si debbono sopportare in Chiarenza. Di poi succedono, brevi e concise, le sezioni dedicate alle distinte località e precisamente ai rapporti con Istip, Negroponte, Corinto (e Patrasso), Venezia (nella quale s’includono peraltro relazioni di questi ultimi luoghi con la Serenissima) ed infine con Ancona, la Puglia, Napoli e con Firenze. Insomma si mette in relazione il bacino orientale mediterraneo con TAdriatico, con il basso Tirreno e la strategica metropoli to scana (26). Nello spostamento da Est verso Ovest s’incontra poi la Trinacria» la Sicilia agitatissima del Trecento. Qui la trattazione è sviluppata in un modo del tutto particolare e cioè con un titolo che presuppone argomenti di carattere generale ed invece si concreta, dopo brevi no tizie sulle misure insulari, in una successione di relazioni della salma di Sicilia con le unità che corrono in Collioure, Marsiglia, Barcellona, Aigues-Mortes, Narbonne, Aragona, Catalogna, Valencia, Maiorca e Venezia, cioè con una apertura sulla Francia mediterranea e sulla Spa gna, con l’eccezione, questa volta, veneziana. Ai contatti con Pisa, Fi renze e Genova è dedicato, almeno nel titolo, il secondo paragrafo, mentre un tcizjo, comprensivo anche di relazioni con Barletta, ci in forma sui rapporti con le coste africane e precisamente con Timisi, Tri poli e Bougie. Aggiungo che, sebbene i titoli si riferiscano sempre alla « Cicilia », più volte è particolarmente la piazza di Messina che, nel corpo della trattazione, assume una certa evidenza (27). In questo capitolo le affinità con il Pegolotti si esauriscono nelle prime righe, giacché tale « pratica » è di gran lunga più estesa sul l’argomento, mentre l’Uzzano segue ancora la nostra, senza rispet tarne però la suddivisione in paragrafi. Esteriormente distaccato e, in vece, il Chiarini (28). ^
INTRODUZIONE
Accostandosi finalmente allo stivale, due sono le regioni di ri lievo commerciale: la PugHa, sul versante adriatico, e la Campania, su quello tirrenico. Della prima, che rappresenta un’altra grande fonte di approvvigionamento per i toscani di grano, olio e nocciole, ci viene offerta principalmente una trattazione specifica di Barletta, cui è dedicata una indipendente parte generale. Tale parte, assorbita nella Puglia dal Pegolotti, si ritrova, invece, nell’Uzzano, ove però le ricordate alterazioni portano a sconcertanti affermazioni: ad esem pio che il formaggio si vende a carati (29). Seguono poi i paragrafi intestati a Barletta con Palermo e con Tunisi (e dove, al contrario, le notizie sono relative alla Pugha in generale, vi si ricordano i rap porti con Tripoli ed affiorano la Calabria, Scalea e Palermo), con Ancona e Chiarenza (e vi si ritrova altresì trattata la Pugha in ge nere e si richiama Istip) e finalmente la logica trattazione di Bar letta con Venezia, cioè dei rapporti di misure pughesi con quelle della Repubblica di San Marco. Chiude degnamente la trattazione della regione del Tavoliere un paragrafo sul come tornasse la misura di grano di Puglia in più parti, e cioè nelle principali città dell’Italia centro-settentrionale, nelle città francesi della fascia mediterranea ed a Maiorca, ed includente, com plessivamente, 14 rapporti (30). Una più ridotta serie, quindi, di rela zioni, rispetto al Pegolotti che ne annovera 46, ed all’Uzzano, che ne registra due di più del codice pratese (31), ma, comunque, assai ben definita dal punto di vista geografico, tanto da indurci a supporla una sintesi rispetto a più estese trattazioni, operata in vista di una mag giore funzionalità. Alla Campania, e segnatamente a Napoli, è riservato un cospicuo spazio, che completa, così, il blocco delle regioni meridionali, da con siderarsi, sotto l’aspetto economico, quale un grande insieme uni tario. La città partenopea è introdotta da un’ampia descrizione gene(29)
(2 5) (26)
V e d i nota n . 24 .
(2 7 )
T esto ,
(28)
PEGOiLorn, p p . 1 0 7 - 1 1 6 , U zzAN o, p p. 93-94, C
cc.
UZZANO, p. 94, P egoixjttx , p p. 16 1- 17 6 .
N e l C h ia r in i esistono le relazioni di Firenze e Venezia con la Puglia c
P e g o l o t t i , p p. 288-289 .
Barletta (p p. 25-26 , 95-97).
6-6t. h ia r in i,
pp. 1 1 1 - 1 1 3 .
(30 )
T
(3 1)
P e g o l o t t i , p. 166, U
esto , cc .
7-8. zzan o ,
p. 95.
20
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
rale, ove la vendita del vino ricopre il ruolo principale e che si esaurisce con notizie sulla zecca locale. Seguono, quindi i paragrafi distinti di Napoli con Firenze, con Bougie e Tunisi, con Pisa e Damietta, con le vicine Salerno, Castellammare, Gaeta e con Cagliari ; un breve autonomo capitolo chiude poi la trattazione, riferendosi an cora alle ricordate località campane (32). È questa una parte fortemente indipendente rispetto al Pegolotti, mentre manifesta molte affinità con ruzzano dal quale la distinguono, però, interessanti variazioni d’ordine descrittivo ed una maggiore precisione offrendo, oltretutto, la « pratica » datiniana, la suddetta suddivisione in paragrafi, assente, invece, in quel manuale (33). Delle città dell’Italia centro-settentrionale, solamente cinque han no l’onore di una trattazione separata. La prima di esse è Ancona, ove, nella parte generale, ancora molti sono i punti di contatto con la pratica dell’Uzzano e più evidenti si fanno i collegamenti con il Pegolotti (34). In quella descrizione di diritti si rende palese la posi zione della città marchigiana nei traffici con la metropoli lagunare, con la vicina Puglia e nelle spedizioni che di là raggiungevano la Romania e Cipro. Alle relazioni con Venezia è poi, particolarmente, dedicato il primo dei paragrafi che seguono, nel quale risaltano i pro dotti essenziali di scambio fra le due località, e cioè il frumento, l’olio, il vino, per i quali Ancona rappresentava il punto di uscita verso la laguna (35). Nel paragrafo successivo, che la lega con Fermo e Cervia, appare, ovviamente, la misura di sale di quest’ultimo cen tro, mentre nella penultima sezione, dedicata ai contatti con Firenze, prevalgono le misure anonime, cioè senza riferimento a merce alcuna, a parte un richiamo al frumento di provenienza anconitana. Chiude il capitolo un paragrafo, anch’esso del tutto generico, riflettente i rap porti con la vicina Bologna (36). Ancona, dunque, è vista in una (32)
T
esto , cc .
8t-iot.
UzzANo, p p. 96-98, P e g o l o t t i , pp. 17 7 -18 9 . N e l C h ia r in i si v ed a la relazione: Firenze con N apoli (p p. 24 -2 5). (33)
(34)
P e g o l o t t i , p. 15 6 , U z z a n o , p. 99,
t e st o , c .
lot. Nel C h ia r i n i si vedano
le relazioni di Firenze e Venezia con Ancona (pp. 2 5 , 98-99). ( 3 5 ) F r ie d m a n n E., op. cit., p. 56 . (3 6 )
T
est o , c . i i
.
21
prospettiva assai ravvicinata, legandola solamente con città site in un raggio di poche centinaia di chilometri e dove la località più distante è appunto Venezia, alla quale è dedicato l’arioso capitolo che segue (37). La parte generale relativa alla Serenissima è indipendente, in buona misura, da quanto riferiscono al riguardo le altre quattro (( pratiche » cioè il Pegolotti, la « Tarifa », l’Uzzano ed il Chia rini (38). In essa s’incontrano i pesi concernenti le merci di prove nienza levantina, i metalli comuni e preziosi, i tessuti, ed altresì notizie sugli usi vigenti nel commercio e su quelli adottati nella monetazione locale. Nella chiusura della parte generale si ritrova, poi, una elencazione di diritti da pagarsi per l’accesso dei panni di Chalon, Provins, Ypres, Gand, Malines, Bruxelles, Douai, Cambrai, Lille, Parigi e Caen(39). Un certo riavvicinamento al Pegolotti si rileva, invece, nei sette paragrafi che seguono e che riferiscono i rapporti veneziani con Bolo gna e Cremona, Pisa e Lucca, Firenze, Genova, Nimes e fiera, Pa dova, Ravenna e Ferrara, Cagliari e Tunisi (40). Le molte assenze illustri sono da imputarsi al fatto che esistono, sperequate nel codice, le inverse trattazioni. Lasciato l’Adriatico, l’ospite di maggior rilievo che s’incontra, anzi il più importante quanto a spazio dedicatogli nel codice, è, senza dubbio, Firenze. In esso l’assai modesta parte rivolta alle notizie ge-
( 3 7 ) Si noti, per inciso, come, nel nostro manuale, si adotti una distribu zione delle località diversa da quella del P e g o l o t t i (pp. 137-176) che più disor dinatamente, in questa parte, scende dal Nord verso il Sud, trattando dapprima Venezia e poi il Friuli, seguito da Ancona e dalla Puglia, mentre nel codice Datini, come s’è già notato, il percorso seguito è quello inverso e, sotto certi aspetti, il pili proprio. L ’U z z a n o , invece, (p. 100 e segg.), che fino ad ora ha proceduto parallelamente al manuale di Prato, a questo punto cambia strada, ed inserisce una illogica successione di « termini di lettere di cambio da luogo a
luogo ». (38 ) r if a »,
P e g o l o t t i , p p . 137-139; U
zzan o ,
p . 104; C h ia r in i , pp. 43-98; « T
pp. 11-14 .
(39 )
T
(40)
Ibidem, cc. i2-i3t, P e g o l o t t i , p . 145, e segg.
e st o , cc .
iit-12 .
a
73.
23
IN TRO D UZIO N E
INTRODUZIONE
nerali sui pesi, e caratterizzata dalla ricordanza del peso della bi lancia e della stadera, è compensata dallo sviluppo assunto dai para grafi relativi ai rapporti con le singole località. Anche qui, nella parte generale, cioè, ci si differenzia alquanto dal Pegolotti, che ne possiede una assai più cospicua e corroborata da numerose notizie sulla zecca, suH’afììnamento dell’oro, sui termini di cambio (41); inoltre, in quel manuale, Firenze non rappresenta affatto la piazza di maggior rilievo quantitativo, essendo superata dalle trattazioni di Costantinopoli (42), di Puglia (43) e, particolarmente, di Cipro, cui è dedicato uno spa zio quasi doppio (44). Una rilevante affinità si riscontra, al con trario, nella parte interessante le relazioni fiorentine con numerose località.
Corneto, Cremona, Milano, Bologna, Faenza e Genova e con la non lontana Francia, ove si allaccia con Nimes, Avignone, le « fiere », e Parigi, con Tunica eccezione di due rapporti tunisini (47). La Toscana è ancora presente con Pisa, rispettandosi, in questa successione, l’analogo ordine del Pegolotti, al quale ci si unisce, peral tro, nella identicità delle prime righe della parte generale. Poi, nel mentre la nostra passa direttamente ai paragrafi delle relazioni per lo calità, quella si dilunga indipendentemente, per più pagine, sui senseraggi e sulle spese di trasporto da Porto Pisano da un lato e per Fi renze dall’altro, ove si procede per via acquea sino a Signa e per terra successivamente(48). Nelle due «pratiche» non si ritrovano quindi altre decise identicità continue e formali, ma limitati avvicinamenti
Passando all’Uzzano vediamo che, in quest’ultimo, le cose vanno in modo assai diverso, rispetto alla nostra « pratica » ed al codice teste considerato, mancandovi, addirittura, una parte specificatamente de dicata alla città del giglio, per la quale, invece, si forniscono notizie sulle condizioni di vendita di pelli, sul cambio, su tare d’oro e di mo nete, sulla zecca, sulle leghe fiorentine ecc. (45). Anche i rapporti che si ritrovano, qua e là, sovente inclusi in trattazioni relative ad altre località, di massima riferiscono valori diversi rispetto al manuale pratese.
qua e là. Quanto all’Uzzano, riferisce per Pisa prevalentemente notizie sui cambi monetari, tare di merce, spese di trasporto ecc., ed un certo nu mero di rapporti di scarsa connessione con la nostra (49). Il Chiarini, da parte sua, è provvisto di una duplice trattazione autonoma, intito lata Costumi ài Fisa, diversa dalla presente <( pratica », oltre che di capitoli inversi intestati a Firenze ed a Venezia con Pisa, ove si ritro vano comunque citati rapporti uguali al codice datiniano (50). In quest’ultimo, peraltro, la città di San Sisto viene coUegata con il per lei tanto importante centro di approvvigionamento di Cagliari, con Maiorca e Marsiglia (51). Completa la descrizione delle piazze italiane il capitolo dedicato a Genova, che segue, come nel Pegolotti, quello su Pisa. In questa
Pure Hmitate, sebbene in misura lievemente superiore alla pre cedente, sono le relazioni che legano le notizie fiorentine della nostra a quelle dell’opera del Chiarini, che ci offre una doviziosa elenca zione di rapporti del Capoluogo toscano con i paesi piiì disparati, ol tre che trattazioni indipendenti per i cambi e per le leghe d’argento su quella piazza saggiate (46). In particolare, nella « pratica » datiniana, Firenze è collegata, di massima, con centri italiani, quali Pisa, Lucca, Siena, Roma, Perugia,
(4 1)
P eg o lo tti , pp. 19 0 -19 7.
(42) Ibidem, pp. 32r54. (43) Ibidem, pp. 161-176. (44) Ibidem, pp. 77-102. (45) (46)
UzzANO, pp. 100, 107, 132, 135, 145, 166, 167, 188. C h ia r in i , pp. 9-11, 17-43, 158-159.
(4 7)
T esto , cc. 1 3 1 , 14 1.
(48)
L a dettagliata descrizione introduttiva del Pegolotti fu ricavata, come nota I’E van s {op. cit., p. 204, nota n. i) da una ordinanza aggiunta nel 1323 al <( Breve dell’Ordine del Mare » e pubblicata integralmente dal B o n a in i negli Statuti Pisani, III, p. 589. (49 ) UzzANO, pp. 100, 13 6 , 18 0 -18 3 , 18 4 , 18 5. (50) (51)
C h ia r in i , p p . 2 1 , 90, 1 1 5 - 1 1 6 , 13 9 . T e st o , cc . i 5 - i5 t . A rdito F., Nobiltà, popolo e signoria del .Conte
Fazio di Donoratico, in Pisa, nella I metà del see. X IV , Cuneo 1920, p. 3 7 ; C iano C ., Ciolino Cagnasso, Vettore navale del Trecento, in « Studi in onore di Amintore Fanfani », Milano 19 6 2 , voi. II, p. 3 6 7 -3 8 1.
24
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
successione sta la maggiore affinità con il trattato del fiorentino, per chè le rispettive parti generali si differenziano notevolmente, tanto da fare ritenere poco probabile una derivazione tra le due (52). Analoghe considerazioni valgono nei riguardi dell’Uzzano e del Chiarini che, peraltro, come osserva il Borlandi, sono molto vicini tra di loro (53), Si noti, ancora, che, per la Superba, non si riscontra una suddivisione per paragrafi come nei casi precedenti, ma è nella parte generale, ed unica, che si rilevano i rapporti con la Puglia, Firenze, Oristano, CagUari, Iviza, Bruges, la «Romania» e Tabriz. Segue un interessante ed originale capitolo intitolato Fiandra e come vi navìchano i gienovesi e viniziani, ove si parla delle partenze annuali delle galee e delle cocche genovesi, con informazioni sui cari chi di andata e ritorno e sui noli. A questa descrizione sono poi an nesse notizie sui diritti da pagarsi in Bruges ed ancora, rapporti di misura tra questa città ed alcuni empori italiani, quali, appunto, Ge nova, Venezia e Firenze e reperibili, in parte, nelle sezioni intestate alla città fiamminga nei ricordati trattati (54). Lasciata l’Italia, il nostro giro d’orizzonte si allarga sulle piazze del Meridione della Francia ed, anzitutto, sulla città di Nimes, alla quale viene dedicata un’ampia trattazione sia attraverso una parte ge nerale sugli usi —^e comprensiva altresì dei rapporti correnti con Pisa, Genova e Venezia per pellami diversi —, sia mediante una successione di capitoli separati sulle sue relazioni con Marsiglia e Montpellier,
Fiera, Genova e Pisa. In questo si rispecchiano quelle che erano le cor renti di scambio tra le città del Meridione francese e i comuni italiani e, segnatamente, di Genova, che introduceva da tempo i prodotti le vantini nell’interno della Francia e delle Fiandre e vi attingeva le lane, la tela di lino ed i panni fini della Linguadoca (55). Il codice pratese si distingue dal Pegolotti, sia perchè questo tratta Nimes accomunandola con Montpellier, sia in quanto il primo in clude nella parte generale il ricordato compendio di notizie sui pel lami che non si riscontra nel secondo. Un lieve accostamento fra le due « pratiche » si ha, comunque, in alcune relazioni comprese nelle divisioni per località, finché, nel paragrafo di Nimes con fiera, si ri ritrova, finalmente, una formale identità nei primi tre rapporti, anche se il Pegolotti prosegue poi con maggiori e piià estese notizie (56). Mi nimi sono, inoltre, i punti in comune con l’Uzzano ed il Chiarini, che non posseggono una trattazione autonoma su Nimes, quantunque le città della Francia Meridionale siano, in entrambi, largamente rap presentate (57). Abbandonata adesso la fascia costiera mediterranea, s’inserisce nel nostro codice una regione che per circa un secolo fu centro di com merci per le città italiane, quella delle fiere di Champagne, per la quale i porti della Provenza costituivano la porta di accesso (58). È questa, come ho accennato, una delle parti più anacronistiche del no stro codice, rispetto alla presunta data di edizione, in quanto il pe riodo d’importanza di queste fiere non si estende oltre il 1325. Il capitolo in questione lo si ritrova anche nel Pegolotti, nel quale mancano, però, i primi righi dedicati nella nostra alle forme di vendita
(5 2 ) Una diversità, principalmente di esposizione, a parte cioè l ’ugua glianza di alcuni rapporti. T esto , cc . i 6- i 6 t; P e g o l o t t i , p. 2 1 4 e segg.
(53)
25
UzzANo, pp. 159-160, 189 e segg.; C h ia r i n i , pp. 43, 89-90, 103-108,
B o r la n d i F ., op. àt., p. 103, nota n . 4.
(54) T e s t o , c . 1 6 1 , P e g o lo t tx , pp. 237-249, U z z a n o , pp. 127-129, C h ia r in i, pp. 132-134, 37-38, 83-84. Si veda anche la nota n. .135 e, in generale, D o e h a e rd R., L^s galères génoises dans Id Manche et la M er du N o rd à la fin du X 11I‘ et au début du X IV ^ s., in « Bulletin de l’Institut historique belge de Rome », voi. X IX , 1938, pp. 5-76, Les relations commerciales entre Genes, la Belgique et l’ Outremont d ’ap'es les archives notariales génoises aux X l l F e X I V ‘ siècles, voli. I-III, Bruxelles-Rome 1941; F i n o t J., Étude historique sur les relations commerciales entre la Fiandre et la RépuHique de Génes au moyenàge, Paris 1906.
(55) D o r en a ., Storia Economica dell’Italia nel Medio Evo, traduz. Lu zzatto, Padova, 1937, p. 332. Sembra che al principio del X I V secolo Montpellier superasse in importanza Nimes, nondimeno i regesti mercantili fiorentini men zionano un attivo commercio dei Toscani con questa seconda citta, dove costoro operavano come intermediari per gli affari finanziari del Re di Francia, del Vescovo di Marsiglia e di Re Carlo di Napoli ( F r ie d m a n n E ., op. cit., p. 69). (56) P e g o l o t t i , pp. 224-229, T e st o , cc. 17 1 - 1 8 . (57) U z z a n o , pp. 13 9 , 14 4 , 1 7 1 , 1 7 4 ; C h ia r i n i , pp. 38 , 4 1-4 3 , 84-85, 89,. 118-122, 131-130 , 140. ( 5 8 ) D o r en A ., op. cit., p. 3 3 6 , F a n f a n i A ., Storia Economica, cit., p. 2 3 8 .
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INTRODUZIONE
delle spezie, delle sete e delle tele. I paragrafi che seguono e relativi ai termini di apertura e chiusura delle fiere, sono, invece, molto simili nei due codici, salvo che la descrizione è, per ogni piazza, molto più «stesa in quello fiorentino (59). Questo capitolo manca nell’Uzzano, ove, probabilmente, fu eliminato una volta riconosciuto superato, man mano che il contenuto si modificava, da una trascrizione al l’altra, nello spazio di tempo che intercorre tra i due prontuari. Esso non si ritrova altresì nella « pratica » del Chiarini. La parte dedicata alle fiere è inclusiva di un’appendice relativa a Parigi di per sè ed in relazione con (Genova, Firenze, Napoli e Bruges. Evidentemente ci troviamo di fronte ad un capitolo inizialmente au tonomo che, per fatti di trascrizione, ad un certo punto, è stato fuso con quello che precede. A questo conduce anche l’osservazione che, nel Pegolotti, Parigi segue iromediatamente le fiere, come capi tolo indipendente, anche se con contenuto del tutto diverso dalla •nostra. In proposito, per ritrovare elementi di contatto fra i due co dici su questo argomento, occorre risalire alle trattazioni inverse, dedi cate a Firen2^e, Genova, Napoli e Bruges con Parigi (60). L ’Uzzano ci offre sulla metropoli francese il capitolo : Parigi per più parte, relativo però ai soU valori di cambio monetario con varie località ed anche il Chiarini possiede un capitolo dedicato a quella città, ma assai diverso da quello incluso nella nostra, sebbene si riscon trino punti di contatto tanto qui come nelle trattazioni inverse di Firenze con Parigi e di Genova con più terre (61). A questo punto, lasciato il territorio europeo, ci si sposta sulle costc africane, per ritrovare un altro importante emporio: Tunisi, al quale ampio spazio è dedicato nel nostro codice (62). Soprattutto estesa è, in proposito, la parte generale, ove, oltre a molte notizie sulla zecca locale, sulle monete che vi si battono, sui diritti che vi si deb bono pagare e sugli usi di vendita, vengono fornite informazioni sui
rapporti di misura correnti tra questa località ed Ancona, Bougie, Na poli, Venezia, Nimes e Sicilia. In particolare, relativamente a ta luni centri provenziali, vengono considerate le spese di trasporto, i diritti ecc., della cuoia, che largamente riscontriamo, appunto, riferite anche nel capitolo su Nimes. Completano, infine, la trattazione tuni sina due brevi capitoli, dedicati ai rapporti dell’emporio berbero con Pisa e Genova, e con Nimes e fiera. Molti sono qui i punti in comune con la « pratica » del Pegolotti, dalla quale appare evidente la derivazione, sebbene non manchino i distacchi e, talvolta, dei brani completamente originali (63). L ’Uz zano ed il Chiarini, invece, dedicano, entrambi, un breve capitolo a Tunisi, sprovvisto di parte generale e consistente solo nella elenca zione di un limitato numero di rapporti, peraltro non corrispondenti o non identificabili con quelli della nostra (64). Il codice di Prato lascia ora la terra ferma, per ragguagliarci su alcune isole mediterranee. Le prime considerate sono le Baleari, e pre cisamente Maiorca; ad essa viene dedicato un breve capitolo, nel quale si forniscono notizie di carattere generale, raccolte in una parte intro duttiva (che ci informa anche di alcuni rapporti con la Puglia, la Sicilia, Barcellona, Genova e Napoli), mentre in una trattazione distinta, si riferiscono altri elementi sulle relazioni siciliane e pu gliesi (65). La predetta parte generale non ha che scarsi riferimenti con la corrispettiva trattazione del Pegolotti (come pure vaghe sono le con nessioni che la legano alla veneziana « Tariffa »), mentre maggiori sono i collegamenti tra la nostra e l’opera del fiorentino nei rapporti tra Maiorca e il Meridione d’Italia (66). Considerazioni somiglianti valgono per le altre due (( pratiche » alle quali mi sono sinora rife rito (67).
(59 )
T
esto , cc . esto , c .
(6 3)
P e g o l o t t i , p p . 13 0 -13 6 .
1 8 M 9 , P e g o l o it i , pp. 2 3 3 -2 36 .
(6 4)
UzzANo, p. 1 9 3 ; C h ia r in i , p. 13 9 .
19 , P eg o l o t t i , p p. 18 9 , 2 0 1-2 0 2 , 2 2 1 , 2 4 5 .
(60)
T
(6 5)
T
( 6 1)
UzzAN o, p . 14 0 ; C h ia r i n i , pp, 38 , 10 5 , 1 3 1 .
(66)
P e g o l o t t i , p. 1 2 2 e segg., « T
(6 2)
T
(6 7)
U
esto , cc .
19 1-2 11.
est o , c .
zzan o ,
2 1 1. a r ifa
», p . 3 5 .
p. 1 1 5 , C h ia r in i , pp. 12 2 -12 4 .
27
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INTRODUZIONE
Della sola parte generale si compone la sezione dedicata a Candia, l’importante stazione sulla strada dell’Egitto e centro di approvigionamento di frumento, sale e vino in specie per i veneziani (68); in essa, oltre a notizie sulle misure di peso correnti nell’isola per vari ar ticoli, ci vengono forniti alcuni rapporti con la Serenissima, Ancona, la Marca, Firenze, Puglia e Siviglia. Nel complesso si tratta di ele menti che possiamo ritrovare anche nelle altre pratiche già conside rate, sebbene con nessuna di esse si possa identificare la nostra tratta zione, salvo per alcuni brani ove gli accostamenti con il Pegolotti si fanno più evidenti (69). A questo punto l’organicità descrittiva della regione mediterranea^ già interrotta dal precedente spostamento verso Levante, viene ancor più compromessa, per introdurre una serie di notizie, relative alle spese che si debbono sostenere per le merci da scaricare in Provenza e precisamente, ad Aigues-Mortes, Avignone, e La Rochelle, Lattes, Montpellier, MarsigHa e Nimes, per trasporto, diritti od altro. In essa si riferisce anche, con citazione originale rispetto ad altre pratiche, sul l’introduzione in Provenza di 30 mila cuoia di Barberia, offrendo di verse altre notizie sulle importazioni di tale prodotto da varie località africane. Un argomento questo, del commercio dei pellami, che si lega a quanto abbiamo già notato nella parte, appunto, dedicata a Nimes, ed a Tunisi, e che viene così a costituire una caratteristica pe culiare della « pratica » datiniana {70). Il Pegolotti manca di uno specifico capitolo simile al nostro, seb bene diverse notizie sugli oneri e sui rapporti provenzali si possano ritrovare nei capitoli, appunto, dedicati alle città francesi sopra men zionate. Anche per le pratiche dell’Uzzano e del Chiarini valgono analoghe considerazioni (71).
Chiude l’elencazione delle piazze mediterranee la parte dedicata a Siviglia, sulla quale mi sono già soffermato per considerare la inte grazione datiniana. Il nostro codice tratta la città andalusa in un unico capitolo ove, dopo brevi notizie sui costi e diritti, passa a informarci sui suoi rapporti con Tunisi, Genova, la PugHa, Valenza, Tarragona, Maiorca, Barcellona, e, finalmente, su quelli con Venezia. Vi si ri trovano, inoltre, notizie sulle relazioni tra Almeria e Genova (72). Anche il Pegolotti ci offre ima parte dedicata a Siviglia, ma, sep pure non manchino punti di contatto, sia i rapporti che la forma di esposizione differiscono notevolmente dalla nostra. Più rare sono, ancora una volta, le affinità con le « pratiche » dell’Uzzano e del Chiarini (73). Il codice pratese prosegue, offrendoci una serie di capitoli di argo mento diverso ed, anzitutto, uno relativo al confronto della misura di sale di Venezia con quella di numerose località, che si può identi ficare con quanto riferisce il Pegolotti nella parte dedicata alla Sere nissima e che non si riscontra negli altri prontuari (74). Nel capitolo successivo, primo della serie sulle monete e relativo alle leghe auree ed argentee, si ritrovano, di nuovo, molti elementi in comune con la « pratica » del Pegolotti, sebbene l’ordine di succes sione delle varie unità monetarie — 27 in tutto —, non sia uguale ed il contenuto di fino talvolta non corrisponda (75). Il Chiarini ha pure un capitolo sull’argomento, ma si differenzia notevolmente da quelli testé messi a confronto, mentre l’Uzzano è sprovvisto di una parte che riporti i valori in carati, anche se non manca di capitoli dedicati alle monete (76). Una maggiore indipendenza rispetto al Pegolotti palesa, invece, il susseguente capitolo, trattante delle; leghe di monete d’ariento\ un (7 2 )
(73) (68) D o ren a ., op. cit., p. 309, L u z z a t t o G ., Storia Economica d'Italia^ voi. I, Uantichità ed il Medioevo, Roma 1949, pp. 314-315. (69)
T
esto , c .
2 2 , P e g o l o t t i , p . 10 5 ; U
zzan o ,
p. 10 6 ; C h i a r i n i , p p . 14 5 -
146 . Nei limiti delle sue relazioni con Venezia, ci fornisce, inoltre, notizie su Candia la « T a r if a » (p p. 3 2 -3 3 , 5 9 ^ 0 ) . (70)
(71) 118-122.
T esto ,
cc.
2 21-2 3.
P e g o l o t t i , pp. 224-231; U z z a n o , p p .
29
INTRODUZIONE
17 1-172 ; C h i a r i n i , p p . 41-43,
T e st o , c. 2 3 1. P e g o l o t t i , p. 270 e segg.; U
zzan o ,
pp. 175-176; C h ia r in i , pp. 38-39,
85-80, 127-130. (74 ) T est o , c. 24, P e g o l o t t i , pp. 153-154- Neppure la veneziana « T
a r if a
»
riporta un capitolo del genere. (75) T est o , c . 24t, P eg o l o t t i , pp. 287-288. Si ricordi che quest’ultimo unisce qui alle notizie già contenute nella nostra, l’estesa descrizione sui perperi che nel codice pratese abbiamo visto, invece, far parte del capitolo su Chiarenza. (76)
C
h ia r i n i ,
pp. 147-148, U
zzan o ,
142 e segg.
30
INTRO D UZIO NE
in t r o d u z io n e
complesso di 39 rapporti, dove diversi coni si possono trovare riferiti anche dall’Uzzano e dal Chiarini, benché raramente il contenuto di fino coincida con quello denunciato nella nostra (77). Analoghe con siderazioni valgono per il paragrafo che, come nella pratica del Pegolotti, segue le leghe argentee, ed intitolato : leghe di monette pichole, con complessive 41 unità, solo in parte riscontrabili nel codice anzi detto e quasi sconosciute negli altri due (78). Completa l’argomento monetario un ulteriore capitolo intestato semplicemente: monette d’ariento che richiama monete in parte ri trovabili nell’elenco del Pegolotti già citato, ma riferite qui per la misura nella quale le stesse entravano nella libbra di Firenze (79). Un soggetto, questo, trattato anche dall’Uzzano nel suo capitolo : Leghe di Monete d’ariento saggiate a Firenze^ sebbene i com quivi contenuti siano, di massima, diversi da quelli riferiti nella nostra (80). Analoghe considerazioni valgono per la « pratica » del Chiarini (81), Ha termine così, sostanzialmente, il manoscritto di Prato, rima nendo, per concluderlo di fatto, soltanto dei frammenti, uno vólto, probabilmente, ad operare aggiunte al capitolo sulle monete piccole già esposto, un secondo costituito da una frase mozza, un terzo, final mente, riferentesi ad alcuni diritti che si praticavano in Napoli (82).
4. La
g en esi
d elle
«
p r a t ic h e
di
m ercatura
».
I richiamati punti di contatto tra il codice pratese e le più celebri « pratiche », conducono istintivamente a chiederci quali relazioni in tercorrano fra i vari manuali ed in che modo le stesse si siano deter minate. Da un primo esame dei titoli degli argomenti trattati appare evidente come il criterio di distribuzione della materia sia, più o meno.
diverso da un compilatore all’altro: a tale riguardo, tenendo come base di riferimento il nostro manuale, si rileva, anzitutto, come la (( tarifa » veneziana, data la sua specializzazione ambientale, ed il codice del Chiarini, per la sua originalità di compilazione, — caratte rizzata dallo sviluppo di due grandiose aperture su Firenze e Venezia e da una concentrazione delle altre città nella parte finale del libro stesso —, si distacchino in modo rilevante dal primo. Messe poi a raffronto le « pratiche » dell’Uzzano e del Pegolotti con il manoscritto di Prato (83) si troverà in quest’ultimo la succes sione dei capitoli : Costantinopoli, Chiarenza, Sicilia, Barletta, Come torna il grano di Puglia in più parti, Napoli, Salerno, Castellam mare, Gaeta, Ajicona^ correre parallelamente all’analoga trattazione deirUzzano — sovente anche nell’ordine interno dei paragrafi nei quali gli stessi si suddividono — per cui, sicuramente, la derivazione tra i due si spinge anche nell’aspetto formale della distribuzione della materia. Un’altrettanta aderenza non si riconosce, invece, per il Pego lotti, ove accostamenti con la nostra « pratica », si possono fare solo verso la metà di quest’ultima, quando i tracciati dei due codici si avvi cinano, per correre paralleli, nella successione dei capitoli: Firenze, Pisa, Genova e Nìmes e si ritrovano ancora, poco dopo, con le Fiere di Francia. Altri notevoli punti di contatto su questo lato esteriore noa se ne riscontrano, e ciò potrebbe indurre all’errata impressione di una maggiore aderenza tra il codice di Prato e l’Uzzano, anziché tra quello ed il Pegolotti; sensazione che, però, scompare qualora dall’osserva zione dei titoli dei capitoli si faccia un passo avanti e si scenda ad esaminare la loro ulteriore articolazione, senza prendere ancora in considerazione il vivo della trattazione e cioè riguardando per il mo mento la sola suddivisione in paragrafi (84).
(80)
U zza n o , p p . 18 8 -18 9 .
(8 1)
C h ia r in i , p p . 15 8 -15 9 .
(83) Così operando, tralascio di riferire sui capitoli di argomento estraneoalla nostra, anche quando gli stessi hanno intestazione a città, quali i : termini di cambio dì Firenze, Pisa e Venezia. (84) Si osservi in proposito che, se l’iniziativa dell’autore, o meglio del l’ordinatore, poteva, a suo piacimento e senza rischi, dispiegarsi, anche per la introduzione ed integrazione con nuove porti e notizie, nella prima, generale,, inquadratura del codice, una maggiore refrattarietà dimostrava nel distaccarsi dagli eventuali centoni, quando si trattava di rimaneggiare la distribuzione in
(8 2)
T
terna della materia.
( 7 7 ) T esto , cc , 241-25, P e g o l o t t i , pp. 2 8 9 -2 9 1; U C h ia r in i , pp. 15 8 -15 9 . (78) (79 )
T esto , T esto ,
cc . c.
251-26 , P e g o l o t t i , pp. 2 9 1-2 9 2 ; U 26.
esto , cc .
26t-27tp
zzan o ,
zzan o ,
pp. 14 4 , 18 8 -18 9 ; p. 189.
32
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Sotto questo aspetto infatti non mancano i punti di contatto con il Pegolotti sino dalla prima piazza trattata nel manoscritto di Prato: Alessandria, ove dobbiamo tenere conto, peraltro, della mancanza, o meglio, della presumibile perdita in quest’ultimo della parte generale. Infatti la metropoli egiziana è rispettivamente collegata nei due codici con le seguenti città ; Ms.
P rato;
di
P eg o l o t t i ;
natamente, con l’Uzzano, sia nell’estensione delle parti comuni che, in genere, nell’aderenza contestuale. Per questo, dato per scontato questo fatto, ritengo piìi opportuno esaminare brani che ci consentano di ampliare la nostra visuale nell’ambito di siffatte relazioni relativa mente ad altri codici, piuttosto che riferire esempi dei più tipici delle menzionate aderenze. Per tale ragione richiamo dapprima il paragrafo che nella nostra notizia sui rapporti di Ancona con Fjirenze, espo nendoli in questa forma (86):
i.
Napoli (e Salemo)
I.
Napoli
« Libre 100 d ’Ancona sono in Firenze lib. 102.
2.
Ancona
2.
Salerno
« Canne 10 di Firenze sono in Ancona braccia 37 « Lo marco dA n cona torna in Firenze oncie 8 e « L a soma del formento dAncona torna in Firenze staia 8.
3.
Venezia
3 - Barletta
4.
Firenze
4-
Costantinopoli
5.
Pisa
5-
Chiarenza
6.
Genova
Messina
7.
Provenza
6. 7-
S.
Fiera
8.
Venezia
Ancona
9 - Firenze IO. Pisa II.
Genova
12.
Provenza
13-
Fiere
33
Il Pegolotti informa che (87): « Libbre 100 dAncona fanno in Firenze libbre 102. « Canne 10 di Firenze fanno in Ancona braccia 37 (( Marco i d’argento al peso d’Ancona- fa in Firenze once 8 ^ . « Soma I di grano d’Ancona fa in Firenze staia 8 scarse.
L ’Uzzano, a sua volta, ci riferisce solo i primi due rapporti (88): « Libbre 100 d’Ancona sono in Firenze libb. 102. « Canne 10 di Firenze tornano in Ancona braccia 38 e mezzo.
e, finalmente, il Chiarini ci dice che (89): Appare evidente come si segua lo stesso ordine; a parte l’esclu sione dei paragrafi che ho contrassegnato nel Pegolotti con i numeri 3’ 4> 5> ^ ^ dimostra come nella nostra si sia operato un processo di sintesi e di riduzione degli argomenti nei confronti del prototipo, che si ripete in molti altri casi. Una constatazione questa valida anche per la « tarifa », per la quale il Luzzatto avanza l’ipotesi che il com pilatore veneziano, sebbene abbia limitato lo sguardo alla propria città e ai paesi legati ad essa da rapporti mercantili, si sia largamente ser vito dell opera del fiorentino che, in molte parti, ha riassunto (85). Ma spingiamo finalmente questo procedimento di comparazione alla parte sostanziale dei prontuari, ponendo a raffronto brani di uno stesso argomento. Premetto che, anche qui, di massima, le maggiori affinità del nostro prontuario si ritrovano con il Pegolotti e, subordi(8 5)
« T
a r if a
», p . 5 .
« Libbre 100 di Firenze fanno in Ancona libre 102. (( C anne 10 di panno di Firenze fanno in Anchona braccia 37 Y^ • (( Marcho i d’ariento d’Ancona fa in Firenze once 8 denari 6. « L a soma del grano di Firenze fa in Ancona staia 6 « Mirri 40 d’olio di Ancona fanno in Firenze orcia 21 Yi-
Rimanendo ancora nell’ambito della città egiziana, operiamo adesso un altro accostamento, mettiamo cioè a raffronto il paragrafo Alessandria con Ancona, come è presentato nelle tre « pratiche » che lo contengono e cioè nella nostra, nel Pegolotti e nella «Tarifa». (86 )
T
(8 7 )
P e g o l o t t i , p. 1 6 1 .
e st o , c . i i
.
(8 8 ) (89)
U zzA N o , p. 99. C h i a r i n i , p. 25. Si noti, per inciso, come in questi rapporti, ed in
quelli del Pegolotti testé riferiti, si preferisca usare il verbo « fare », mentre nella nostra e nell’Uzzano si adoperi il verbo « essere ».
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INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Il codice di Prato riferisce (90) : « Cantaro i fortori d’Alesandra torna in Acona libre 120 in 122. « Cant. I leudi torna in Acona lib. 165 in 167. « Cant. I giervi torna in Acona lib. 255 in 260. «Menne 100 d’Alesandra sono in Acona lib. 232 in 236. « Marco i d’Ancona toma in Alesandra pesi 77 di miglioresi. « L ’oncia d’Ancona torna in Alesandra a peso di Bisanto, bisanti 6 karati 18 quarti 3.
Il Pegolotti (91) : « Cantaro i forfori d’AUessandria fae in Ancona libbre 120 in 122. « Cantaro i leuedi torna in Ancona libbre 165 in 166. « Cantaro i gemi toma libbre 255 in 260. « Mene 100 d’AUessandria fanno in Ancona libbre 225 in 230. «Marchio i d’argento d’Ancona fae in Allessandria pesi 77 di migliaresi. « Once I a peso d’oro d’Ancona fae in Allessandria pesi 6 e carati 6 3/^ a peso di bisante.
la « Tarifa » (92): « Chanter i forforin torna in Ancona livre 120 in 122. « Kanter i leitìn torna in Ancona livre 164 in 122. « Kanter i zeroin torna in Ancona livre 264 in 265. « Mine C. de Alexandria è in Ancona livre 232 in 236. « Marca i de Ancona è pexi 77 in Alexandria. « La onza de oro de Ancona è in Alexandria livre 6, karati 18 ^ .
Questi raffronti rendono, dunque, evidente la presenza di legami intercorrenti un po’ fra tutte e cinque le «ìjpratiche », e come essi talora si palesino allacciando maggiormente alcuni manuali piuttosto che certi altri. Infatti, se le più rilevanti aderenze sono, come ho detto, quasi sempre, rivolte verso l’opera del Pegolotti, quale manifestazione più cospicua di un comime filone di derivazione, non mancano, ripeto, tra ruzzano, il Chiarini, la « Tarifa » ed il codice di Prato, passaggi che mostrano affinità maggiori che non tra gli stessi e l’opera del fattore dei Bardi. (90) (9 1)
T esto , c . i . P e g o l o tt i , p. 74 .
(92)
« T
a r if a
», p. 39 .
»
35
Ceppo comune con il Pegolotti non sta, infatti, a significare deri vazione diretta dallo stesso. Non si deve dimenticare in proposito che nel documento datiniano vi sono dei passi che fanno pensare ad ele menti e notizie acquisite in un epoca che precede quella di compila zione di quel manuale. Ad esempio colpisce il fatto che mentre il prontuario del fiorentino parla di perperi nuovi nuovi a carati / / i l manoscritto pratese menzioni, nelle leghe di monete d’oro, i perperi nuovi nuovi di \ar. i^. Orbene nel campo numismatico sono noti entrambi, ma i kar. 14 sono riferibili ad un periodo precedente. Con ferma, inoltre, questa ipotesi, l’osservazione che mentre il Pegolotti riporta ben due volte i basilei di « Romania » (ossia bizantini), tra le leghe di monete d’argento, la « pratica » datiniana non H cita af fatto (93). In altre parole il ricordato, sconosciuto capo stipite si spinge ancora più indietro nel tempo, oltre il Pegolotti, che di quello può non essere altro che una derivazione, maggiormente aggiornata, in alcune sue parti, rispetto al manuale di Prato, come del resto lo sono gli altri codici considerati. Tutte, insomma, s’identificano in sviluppi, ampliamenti, riduzioni e aggiornamenti di un canovaccio standard^ operati nell’ambito delle singole imprese che di siffatto strumento s’impossessavano. E questo spiega certe differenziazioni ed accosta menti stilistici che sono emersi nella collazione precedentemente operata. La questione della derivazione ne porta immediatamente seco una altra : atteso che il manuale non costituiva un prodotto peculiare del l’azienda, dove si deve ricercare la sua originaria compilazione? Pre sumibilmente rientrava nella riproduzione, su vasta scala, da parte di copisti che già aveva assunto un notevole impulso per le opere reli giose, letterarie, giuridiche e mediche; cioè faceva parte, come osserva il Melis, di quella attività che possiamo definire « editoriale » o di una scuola (94), ed alla quale il Datini stesso doveva essere ricorso per l’acquisto del suo manuale come aveva già fatto per le opere di Tito Livio, Valerio, Seneca e per le vite di Cristo e dei Santi. E forse la (93) T esto , c . 241, P eg o l o tt i , pp. 289-290. Debbo queste osservazioni alla cortesia del Prof. Tomaso Bertele. (94) M e l is F., Aspetti ecc., cit., p. 118.
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
compera era avvenuta attraverso rintermediazione di qualcuno di quelli ebrei, rivenditori di libri, che appaiono ogni tanto nei suoi regi stri contabili (95). Alla base di questi prontuari stava cioè un notiziario di dominio pubblico, alcune liste di notizie, di « ricordanze » mercantili, come, ad esempio, poteva essere il manoscritto pisano Memoria de tucte le mercantie come cancan le navi in Alexandria e li pesi come tornan duna terra addunaltra, conservato nella Biblioteca Comunale di Siena e per il quale l’Evans ha dimostrato come il Pegolotti vi abbia attinto per una sezione del suo libro (9Q. Un nucleo arricchitosi poi, man mano, di contributi anonimi, di altre aggiunte di materiale, e sovente, di storpiature, introdottevi dall’affrettato ed ignorante scrivano, sino a raggiungere le dimensioni e la struttura di una specie di vade-mecum e del quale ci si poteva facilmente impossessare sulla piazza, da un mercante o presso una corporazione (97). E poteva accadere che que sto codice fosse ancora incompleto nelle sue ultime parti, come nel caso di quello di Prato, perchè si riservava spazio ad ulteriori dati da inserire nell’edizione, prima d’introdurla nella vita mercantile. Non è, di conseguenza, da pensare, come vuole il Peruzzi, che un bel mattino il Pegolotti si sia levato con l’idea d’inventare, in un
certo modo, la « pratica di mercatura », « pensando alle difficoltà che si presentavano ai suoi compatriotti, se inesperti nell’arte del traffico e ai pericoli che potevan correre nei lunghi viaggi sia per mare che per terra » (98), come del resto le notizie più anziane della nostra, inserite in passaggi di stretta affinità con l’opera del fiorentino stanno a di mostrare. Il Pegolotti era partito, anche lui, da un riferimento ini ziale, di certo modesto e poco organico, sul quale aveva potuto operare utilizzando le sue vastissime, personali, conoscenze e la massa di notizie di cui l’archivio dei Bardi gli consentiva di disporre (99), e que sto riferimento non era, ritengo, in questa fase una miscellanea di do cumenti, di piccole tabelle, ammucchiati su di un tavolo che, una volta nelle mani dell’agente dei Bardi, avrebbero condotto alla produzione del suo manuale ed un’altra in quelle del Chiarini, si sarebbero con cretate nel celebre <( Libro » e come le affinità contestuali tra i due trattati dovrebbero spiegare (100). Il tronco comune era, piuttosto, qualcosa di diverso che un in sieme di fogli volanti, qualcosa di maggiormente unitario e quale, appunto, poteva essere un trattato più o meno organico. Altrimenti non si spiegherebbero, inoltre, gU accennati avvicinamenti nell’ordine di distribuzione della materia; specie tra il codice di Prato ed il Pego lotti. Il fatto, ancora, che il nostro prontuario non abbia niente a che fare con le aziende Datini, che sia estraneo alle attività del mercante pratese, che la mano non si identifichi con nessuna di quelle dei soci o dei collaboratori di Francesco di Marco, conferma che fu comprato fuori, sulla piazza, e la constatazione che, nonostante questa forma di acquisizione, esso si leghi, anche nella forma esteriore, al codice del Pegolotti, conduce a dubitare del carattere privato o segreto di questi manuali. In quest’ultimo senso è nel vero il Peruzzi nel pensare che l’agente dei Bardi volesse scrivere un’opera di utilità civile (loi), solo che, come
36
(95) B en sa E ., cit., p. 63. Nei riguardi di Venezia osserva il Bor land! : « già alla fine del Duecento e nei decenni immediatamente successivi erano in uso manuali di mercatura. Fra essi io penso debba collocarsi una prima redazione originale e scheletrica del libro poliano, quella che per inten derci, avrebbe avuto motivo di essere esposta a Rialto, nel centro di Venezia mercantile, perchè ogniuno se ne potesse servire ». B o k la n d i F ., A lle orìgini del libro di Marco Polo, in « Studi in onore di Amintore Fanfani », Milano 1962, voi. I, p. 134. (96) E v a n s A ., op. cit., p. X X X V . (97) ^1 M elis (Storia della Ragioneria, cit., p. 384) definisce appunto le pratiche « Autentico vade-mecum del mercante che gli apprende le cognizio ni indispensabili al proficuo svolgimento delle operazioni connesse all’eserci zio della mercatura e del credito. Una sorta di manuale che annovera gli embrioni della tecnica mercantile e bancaria ». Poco soddisfacente mi sembra, invece, l ’aflermazione deir Alfieri, per il quale, nell’insieme, le « pra tiche di mercatura » sono trattazioni « da comprendere nella vasta classe di libri di regole, di quei libri, un tempo numerosi ed apprezzati, che riguarda vano specialmente il modo di governarsi nella vita e nelle arti. Nessuna pretenzione scientifica in esse. Norme, massime, precetti, qua e là soltanto qualche citazione pedantesca, qualche sentenza morale » ( A l f i e r i V ., L e regole, le clas sificazioni, i concetti filosofici nelle opere italiane di ragionerìa, in «Rivista Italiana di Ragioneria » a. X I, s. II, n. 3, 1918).
37
(98) P e r u z z i L . S ., Siorìa del commercio e dei banchieri di Firenze in tutto il mondo conosciuto, dal 120 0 al 1^ 4 $ , Firenze 18 6 8 , p. 30 2. (99) S a p o r i A ., L a cultura del mercante medievale italiano, in « Studi di S to ria economica, secoli X III, X I V , X V », Firenze J955, v. I, p. 83. (10 0 ) E v a n s A ., op. cit., p. X L V . ( 1 0 1 ) P e r u z z i L . S ., op. cit., pp. 15 6 , 30 2.
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ho accennato, non a lui, ma ai maestri delle singole scuole dai quali provengono i manuali si deve attribuire tale finalità. Il Sombart, quando ci precisa, del resto, che i prontuari del Pegolotti e dell’Uzzano rappresentarono la fonte cui i mercanti attinsero le loro cono scenze relative alla tecnica, alla geografia ed ai commerci, altro non fa che confermare tale assunto (102). Un ulteriore attestazione ci viene in merito dalla stessa opera del Pegolotti, ove, nella premessa, si dice; «Questo libro or dinò Francesco Balducci Pegolotti di Firenze, che sta colla com pagnia de’ Bardi... a bene e a onore e stato della detta compagnia e di lui e di chi leggiera o assemperrà il detto libro », orbene « assemperrare » vuol dire copiare (103). Una chiara allusione alla pubblica utilità nel mondo commerciale di tale strumento. La successiva fase di sviluppo ed aggiornamento delle « pratiche di mercatura » si aveva, finalmente, nell’ambito dell’azienda che se ne era impossessata, il mercante cioè la integrava con i dati raccolti dalla osservazione personale e con quelli tratti dalla corrispondenza per quanto era attinente alle zone ed al genere di attività di sua inclina zione. Il vade-mecum in altre parole aveva bisogno di conformarsi alle peculiari necessità dell’operatore commerciale che se ne impossessava, al suo raggio di azione mercantile, alle attività alle quali egli partico larmente si dedicava; e, come nel « manuale del ragioniere » di oggi, il prontuario si trasformava, si arricchiva di aggiunte e di postille, di note e di osservazioni, che ne consentivano un uso più valido e fun zionale. Sulle primitive basi si adagiavano così, presso l’ente proprietario, gli aggiornamenti e i completamenti, sino ad assumere, talvolta, un vigore prevalente nel corpo iniziale. Esempi di tal genere sono quello del Pegolotti relativamente alle notizie acquisite durante la sua di retta esperienza cipriota (104) e la nostra più modesta integrazione sivigliana (105).
Quest’ultima annotazione ha, poi, un particolare significato, per chè ci consente di cogliere il momento in cui l’esemplare acquistato dal mercante entrava nella vita pratica dell’azienda attraverso l’opera appena iniziata, di aggiornamento nell’ambito della stessa. Vi entra, però, solo per poco; infatti della moltitudine di rapporti che legavano il Datini a numerosi operatori, sperequati in molteplici nazioni, e della conseguente gran massa di notizie, delle quali il mercante veniva a disporre, quasi nulla è andato a corroborare e ad assestare il ma nuale (106).
38
(102) SoMBAKT W ., Il Borghese, Milano 1950, p. 136 e segg. (103) P eg o l o tt i , p. 3, cfr. anche; B o r la k d i R , E l libro di mercatantie ecc., cit., p. X IV , nota n. 3. (104) E v a n s A ., op. cit., pp. X X -X X I. (105) Alcune lettere relative alla corrispondenza Datini hanno persino degli allegati totalmente devoluti ad informazioni del genere (cfr. a.e. A .D .P ., n. 290, lett. Valenza-Barcellona, Comp. E>atini, 19 giugno 1396), si da far riconoscere,
5.
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39
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c o m p ic l a z io n e
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Nei riguardi della trascrizione il principio informatore della stessa è stato quello della maggiore fedeltà possibile al manoscritto, in guisa da ottenere una riproduzione dell’originale, anche per quanto riguarda le caratteristiche grafiche. Qualunque altro criterio di modernizzare il testo, infatti, non avrebbe condotto che a svisarlo e a spersonaliz zarlo — diminuendone, peraltro, la funzionaUtà ai fini di preziosi raffronti, anche formali —, introducendovi, di contro, elementi sog gettivi del trascrittore, costretto ad imporsi un criterio e stabilire dei limiti entro i quali mantenersi in quest’opera di riproduzione. D’altra parte, è questo il principio ormai invalso nei più recenti studi nei quali compaiono documenti mercantili medievali. Con lo scopo perciò di facilitare la lettura, ho introdotto, quali uniche novazioni, l’aggiunta di una contenuta punteggiatura, l’adocome afferma il M e l i s , nel carteggio mercantile la fonte primaria da cui traevano alimento le « pratiche » (Aspetti ecc., cit., p. 37). (10 6 ) L ’E v a n s {op. cit.. pp. X X X V II-X X X V III) osserva « Fortunately, the records of Francesco Datini have experienced better fortune (rispetto ai distrutti archivi dei Bardi) and, although they derive from the end of the fourteenth century, these documents may certainly be considered representative of the cori' tents of such a collection even at a somewhat earlier date. Here then are masses of accounts, copies of letters, contracts, and reports, dealing with situations most of them very similar to the ones mirrored in Pegolotti’s pages. In particular, notice has been taken of two interesting items, one a noteboo\ containing summaries of Florentine tariffs, the other a list of the dues payable by Florentine merchants upon their purchases in Pisa, a list copied upon a sheet wich had evidently been postea upon the wall of the office ».
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zione delle maiuscole ed, ovviamente, la risoluzione dei simboli rap presentativi di unità di misura e di moneta. Per il resto è stato conservato tutto; sia le lacune prodotte dal danneggiamento del testo, come le omissioni operate dal compilatore (e per distinguere le une dalle altre ho contrassegnato le prime con spazi bianchi tra parentesi quadre e le seconde con una linea punteggiata), e gli errori, per quanto cospicui essi fossero, lasciando alla nota il compito di porre in risalto la presenza degli stessi. Come ho accennato piij addietro, una delle maggiori difficoltà che si incontrano nell’impiego, nella storiografia economica, delle « pra tiche di mercatura», è data dalla impossibilità di un immediato ritro vamento del rapporto desiderato relativamente a due città, oppure riguardo a certe unità di misura o determinate merci. Inoltre per esaurire la casistica o, per lo meno, i riferimenti contestuali riguar danti quanto è oggetto della ricerca, è sempre necessario, in pratica, scorrere l’intero manuale, a causa del ripetersi degli argomenti e della scarsa organicità prodottavi dalle molteplici aggiunte e rettifiche po steriori. Anche la presenza di indici compilati nella forma tradizio nale — quando vi sono —, seppure agevola la ricerca, non elimina queste difficoltà, imponendo di ritornare sulle pagine citate, fitte di dati, e scorrerne le righe; un viaggiare, insomma, su e giù per il co dice. Si aggiungano poi, a prescindere dalle possibiU omissioni, le limitazioni alle quali gli indici stessi sono costretti e concretantesi tal volta nella esclusione di determinate misure, tra le piij comuni, quale la libbra e dei più correnti prodotti, quali la carne, la cera ed il frumento, mentre in altri casi si è ritenuto sufficiente ridurre la cita zione delle voci e, conseguentemente, delle connesse posizioni conte stuali, alle misure più insolite. Ancora più arduo è infine il lavoro quando necessiti avere, ad esempio, il quadro completo relativamente ad una data località e cioè riferire alla stessa tutte le sue relazioni, dirette od inverse, con altri luoghi, tutte le merci trattate, tutte le misure che vi hanno vigore (107).
Allo scopo di cercare di soddisfare queste esigenze, sono nati gli indici che seguono e che concretano, appunto, un tentativo di pre disporre uno strumento di rapida consulta2done e di rappresentare in quadri sintetici, ma più completi possibile, la situazione, riferita dap prima alle singole piazze trattate, poi alle merci citate e finalmente alle misure e monete, riportando per ciascuna di esse i valori delle altre due. Cioè, in altre parole, ho costruito tre distinti gruppi di indici, nel primo dei quali, entrando con le località, vi si trova: d) i rapporti con le altre piazze, l>) le misure (e monete) che vi si riferivano, c) i diritti, i noli, ecc. che vi si pagavano. Nel secondo gruppo, invece, si parte dalle merci per ognuna delle quali riporto le piazze ove si trattavano e le misure che vi correvano, riferite ovviamente alle merci stesse. Nel terzo gruppo di indici infine — il più cospicuo, tanto da richiedere un lungo lavoro di costruzione —, si parte dalle misure e monete, per ognuna di esse si elencano le merci pesate o valutate ed, ancora, le piazze alle quali le une e le altre si riconnettevano. Queste località non sono, però, esaminate indipendentemente una da l’altra, ma nelle relazioni poste dal codice di Prato, arricchite dei corrispettivi rapporti riferiti nelle altre « pratiche di mercatura » più volte menzio nate ed, ancora, di notizie raccolte ncU’immenso Archivio Datini ed altrove (108). Nella costruzione anzidetta mi sono prefisso di cercare di man tenermi fedele al testo, evitando di scivolare in interpretazioni quando le notizie del prontuario erano deficitarie o poco chiaramente de-
(10 7 ) L ’H eer s {op. cit., p. 16 ) ci ricorda « il y aurait une géographie des unités à préciser; elle permettrait de souligner I’importance des rapports entre certains centres marchands. On verrait de quelle région tei port a re^u les unités pour mesurer le grain, le vin ou Vhmle et le « poids » pour évaluer les épices... A ne considérer mème que le grand trofie international, la multiplicité
41
des mesures s’impose à l’esprity>. U n lavoro, questo, di non semplice realizza zione, come I’E vans {op. cit., p. L III) ha osservato per la redazione del codice del Fiorentino : « There is, however, one direction in which the commentary has been restricted. T h e many tables in which Pegolotti compares the weights and measures of dicerent cities have not keen collated line by line with similar material from other sources. T o do this would in effet have been to compile an extensive table of values for the mediaeval units, and badly as such a table is needed, the edition of this bulJ{y text offers for it neither an appropriate setting nor sufficient space. It is to be hoped that this w or\ will some day be undertaken in a form more complete and more convenient than would here have been possible ». (108) Dell’Archivio pratese ho utilizzato altresì — attraverso l’edizione pubblicata dal P i a t t o l i in appendice al suo lavoro sui fondaci datiniani di Pisa e di Genova precedentemente citato — un documento del 1395, intitolato: i?/‘ckordo di molti pessi chome tomono dalVuna cita al’atra, che questo A . ci dice essere collocato, anch’esso, in Miscellanea, Cart. 1174*
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INTRO D UZIO N E
INTRODUZIONE
crittabili. Tali casi rappresentano, nondimeno, un assai modesta per centuale del tutto, per cui si può, di massima, asserire che grandissima parte del contenuto metrologico ed informativo del codice sia stato rilevato. Per quanto riguarda le località, le ho riferite, di soUto, con la dizione moderna, salvo casi di dubbia identificazione o quando si è trattato di luogo attualmente scomparso o grandemente diminuito d’importanza, per cui l’antica definizione assumeva un significato prevalente. In ogni modo, accanto all’attuale nome ho dato, tra pa rentesi, quello medievale —* descritto nelle principali variazioni gra fiche che s’incontrano nel codice — che viene ripetuto, peraltro, nella posizione alfabetica che gli compete nell’ambito degli indici stessi. Per le merci di uso o conoscenza comune e stato suffitiente indi carle con la solita correzione grafica, quale « argento » invece di « ariento » o «sugna » anziché di « sungna »; i prodotti, invece, tipici quali « sandalii », « sciamiti » ecc., ho preferito riportarli nella loro forma originale, aggiungendovi, tra parentesi ed in corsivo, il corri spettivo moderno. Nell’ambito di questi indici, e di quelli di misure ho, inoltre, fatta una distinzione fra « frumento » e « grano », sebbene, sia nel manoscritto datiniano che negli altri prontuari messi a raffron to, questi due termini vengano usati indifferentemente. Questa suddivisione infatti, estesa anche al « biado », rientra in una delle finalità di comparazione del presente lavoro già accennate e per la quale una differenziazione del genere poteva essere di qualche utilità. Per gli indici di misure, finalmente, ho, ancora una volta, usata la grafia attuale, cercando di corredarli, anzitutto, di un esteso nu mero di rapporti, sebbene gli stessi non siano tutti quelli riferibili o megho impostabili, in quanto in tal senso si sarebbero potuti rag giungere dei limiti proibitivi. Così le relazioni esposte sono quelle rilevate direttamente dal prontuario di Prato, quelle risultanti nelle trattazioni inverse ed, ancora, quelle scaturite da un certo numero di caute interpolazioni. Circa l’aspetto formale di questi raffronti, preciso che in ogni gruppo di indici, le posizioni sono richiamate, per esigenze tipogra fiche, umcamente con il numero della carta, il quale, peraltro, è nel documento posto adeguatamente in evidenza e permette una pronta consultazione. Inoltre, per ragioni di omogeneità, ho fatto sempre
precedere il nome della prima locahtà dalla preposizione « in » e quello della seconda dalla preposizioni « di », anche quando nel testo viene usata un altra formulazione. Così la notizia : « La salma di Ci cilia torna i’ Nerbona sestieri quattro e sesto », risulta riferita negli indici nella forma seguente:
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SALM E IN G EN ERALE
in Sicilia (Cicilia), c. 6, salme i = 4 1 / 6 sestieri di Narbonne.
Al rapporto ho fatto seguire, come ho detto, altresì i valori che, per lo stesso, davano le principali « pratiche » sino ad ora edite, rife rendoli sulla base di questi principi: Quando i valori ritrovati sono identici a quelli della nostra, ho riportato, di seguito al rapporto da quest’ultima ricavato, l’indicazione della sola pagina e del rigo del prontuario dal quale la notizia è desimta. Quando, invece, vi sono delle varianti, sia nelle unità di misura impiegate che nei valori delle stesse, ho riportato, in forma sintetica, il rapporto stesso. Quando, ancora, quest’ultima soluzione non avrebbe, per ragioni diverse, of ferto una rappresentazione sufficientemente chiara della relazione — anche per limitate variazioni nella sola forma grafica — ho preferito riferirla in extenso tra virgolette. Seguendo tale criterio ho riportato la notizia esterna anche nei casi di eguaglianza di valore, allorché variava il solo rapporto percentuale (base i, base 100) o la sua forma, quando tale diversità poteva essere elemento di riferimento nell’esame delle derivazioni e relazioni fra le «pratiche». Riporto, a titolo d’esempio, un campione nel quale si possono ritrovare, nell’ordine, le fattispecie richiamate nel primo e nell’ultimo caso: C E N T IN A IA per
CASTAGNE GUSCIOSE
in Napoli, c. 9t, centinaia i = 130 cantari di Tunisi.(Peg. p. 134, r. 23>. (Uzz. p. 97, « cento uno » = 130 cantari di Tunisi, di « mandorle gu sciose »).
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Ove, peraltro, l’abbreviazione « Peg. » si riferisce al codice del Pegolotti, « Uzz. » alla « pratica » dell’Uzzano, mentre il testo del Chiarini e la « Tarifa » vengono rispettivamente riportati con: « Chiar. » e « Tar». Ai rapporti con gli altri prontuari ho estesi i tentativi d’interpolazione operati nella nostra, soprattutto in casi particolari e molto sicuri. Di conseguenza, poiché anche per questi altri codici ho fatto ricorso alle trattazioni inverse, quando nel riferire rapporti uguali alla « pratica » Datini, si nota che dopo il numero della pagina viene richiamato prima il rigo inferiore e poi quello superiore, è appunto a questo procedimento a ritroso che devesi imputare siffatta sovver sione. Aggiungo ancora che, quando il rapporto richiamato da altra fonte non si riferisce specificatamente alla merce trattata nella nostra ma è generale oppure afferente a merce diversa (vedi precedente esem pio), lo preciso nel rapporto stesso. Potranno aversi così chiarimenti di questo genere:
Non ho ritenuto dotare questa edizione di un glossario per ra gioni diverse : anzitutto perchè le località, le merci e le misure citate nel manoscritto, sono quasi tutte note e riferite nelle due « pratiche » del Pegolotti e del Chiarini, che l’Evans ed il Borland! hanno dotato, appunto, di estesi glossari, per cui, in questa sede, altro non si sarebbe avuta che una ripetizione degli stessi, o del noto dizionario della Edler (109); in secondo luogo gli indici adottati, per il sistema col quale sono formulati, per la loro particolare struttura e per le notizie che contengono, vanno un po’ a sostituirli, fornendoci sintetici ma strettamente pertinenti elementi su quanto è trattato nel prontuario in questione. L ’impostazione sopra illustrata lascia, infine, in disparte i lunghi elenchi monetari che si ritrovano nelle ultime pagine del codice, di relativo interesse e non sempre riferibili ed identificabili con sicurezza e per i quali mi richiamo a quanto, in analoghe circostanze, il Bor land! ha giustamente osservato (no).
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45
B R A C C IA PER PANNO
in Firenze, c. i3t, braccia 25 = 27 braccia di Lucca. (Peg. p. 197, braccia 28 = 30 braccia di Lucca, in generale). (Chiar. p. 20, braccia 100 = 107 1 / 7 braccia di Lucca in generale).
Altrettanto vale nel caso opposto, quando cioè dalla misura gene rale si passi nel rapporto al prodotto particolare, come è appunto nei riferimenti al Chiarini che si ritrovano in questo secondo esempio che riporto in forma ridotta rispetto all’originale negli indici: B R A C C IA IN GENERALE
in Firenze, C. I 2 t ,
braccia 40 = 37 braccia di Venezia, (Peg. p, 146, canne 10 = 36 braccia di Venezia). (Chiar. p. 28, braccia 40 = 3 5 ^ ^ braccia di Venezia, di panno). (Chiar. p. 90, braccia 8 = 7 braccia di Venezia, di panno).
(10 9 ) E d l e r F., Glossary of Mediaeval terms of business^ Cambridge (Mass.) 1934. (110) B o r l a n d i F ., op. cit., p. X X X III. Vedi anche E v a n s A ., op. àt., p. 436.
LA «PRATICA DI MERCATURA» DATINIANA
[
]
Lo cientinaio [ ] Tonboli cento [ ] di Salerno tornano [ ] cantari 8. Cantaro i forfo d ’Alesandra torna in [ ] 122. Cant. I leudi torna i’ Napoli libre 16 [ ]. Cant. I giervi torna i’ Napoli lib. 255 in [ ]. Lo cientinaio di corbelli di nocielle di Salerno sono in Alesandra cant. 30 giervi ( i h ) , A
lesa n d r a
co n
A
chona.
Cantare i forfori d’Alesandra torna in Acona libre 120 in 122. Cant. I leudi torna in Acona lib. 165 in 167. Cant. I giervi torna in Acona lib. 255 in 260. Menne 100 d ’Alessandra sono in Acona lib, 232 in 236. Marco i d’Ancona torna in Alesandra pesi 77 di miglioresi. L ’oncia d’Ancona torna in Alesandra, a peso di Bisanto, bisanti 6 karati 18 quarti 3.
It. [ Cantare i [ Cantare [
] ] torna [ ] a libre 140 sottili (i 12). V in e]già lib. 192 [sotjtili.
(111) Il P eg o lo t ti riferisce, sia nel manoscritto che nella edizione del Pagnini, che « tomboli 100 di nocelle di Salerno fanno in Alessandria pesi 2 e can tari 8 gerui, e ogni peso si è cantari 10 gemi ». Una equazione impossibile se, come osserva I’E v a n s (op. cit., p. 73, nota 2), 606 tomboli di Napoli equivalgono a 67 cantari gerui e i tomboli di Napoli e di Salerno sono uguali. Tenuto perciò presente quanto è detto altrove e cioè che 250 cubelli di Salerno equivalgono 606 tomboli, l’Evans ha sostituito nel rapporto anzidetto « cubelli » a « tomboli », otte nendo, per 250 cubelli, un valore non molto discosto dal precedente, cioè: 70 cantari gerui. Risultato, peraltro, non troppo lontano da quanto si ricava dalla nostra « pra tica » ove 250 « corbelli » vengono ad equivalere a 75 cantari gervi. (112) La misura di 140 lib. sottili di Venezia, riferita dal Pegolottì e dalla 4.
C.
C iano
50
la
« PRATICA DI MERCATURA )) BATINIANA
Cantare i [ Menne 100 [ Marco uno d[ resi 78 1/2.
Vijnegia lib. 300 sottili. i]n Vinegia lib. 265 sottili in 269. ] di Vinegia torna in Alesandra pesi di miglio-
L ’oncia di Vinegia torna in Alesandra, a peso di Bisanto, bisanti 6 kar. 21 q- 3* Libre 27 di zaferano di Vinegia sono in Alesandra menne 10. A
lessa n d r a con
F
L ’oncia di Firenze torna in Alesandra bisanti 6 kar. 13 q. 3,
lesa n d r a co n
P
is a .
Cantare i forfori d’Alesandra torn[a ]. Cantare i leudi torna in Pisa lib. 16 [ ]. Cantare i giervi torna in Pisa [ ]. Menne 100 d’Allesandra sono in Pisa lib. 240. La libra de l’ariento di Pisa torna in Alesandra pesi 109 di miglioresi. L ’oncia di Pisa torna in Alesandra, a peso di bisanti, bis. 6 kar. 9 1/2. Ruotoli IO di seta d ’Alesandra sono in Pisa lib. 17 1/2. Cantari 17 di pionbo di Castello di Castro sono in Alessandra cant. 10 giervi; e a questo cant, si vende, e a 10 cant, insieme. A
lesan d r a
con
G
Cantare i giervi torna in Gienova lib. 300.
Menne 100 d’Alesandra sono in Gienova lib. 257. La libra de l’ariento di Gienova torna in Alesandra, a peso di miglioresi, pesi 103 e terzo in 104. L ’oncia di Gienova torna in Alesandra, a peso di Bisanto, bis. 6 kar. i
q- 3-
2 t.
ir e n z e .
Cantari i forfori d’Alesandra torna in Firenze libre 123 in lib. 125(113). Cantare i leudi torna in Firenze lib. 170. Cantare i giervi torna in Firenze lib. 266. Menne i d’Alesandra sono in Firenze lib. 22 1 / 2 in lib. 23. La libra de l’ariento di Firenze torna in Alesandra pesi 112, a peso di migliorese.
A
LA « PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
ie n o v a .
Cantare i forfori d ’Alesandra torna in Gienova libre 139. Cantare i leudi torna in Gienova lib. 193.
]
[ Cantari i f[orfori Cantari i [
t]orna in Provenza cant, uno ruotoli 3. ] Provenza cant, uno ruot. 42 i /2.
Cantari i [ ] in Provenza cant. 2 ruot. 22. Cantari i ruot. 35 giervi d’Alesandra torna in Provenza una charicha cioè 3 cant. (114). Menne 100 d’Alesandra sono in Provenza lib. 245. La libra de l’ariento di Provenza torna in Alesandra, a peso di miglioresi, pesi 117. L ’oncia de l’ariento di Provenza torna in Alessandra, a peso di Bisanto, bis. 6 kar. 21. Menne 10 d’Alesandra sono in Provenza lib. 24 1/2.
A
lesa n d ra
con
f ie r a .
Cantari i forfori d’Alesandra torna in fiera libre 90 grosse. Cantari i leudi torna in fiera lib. 125 a libre grosse. Cantari i giervi torna in fiera lib. 194. Menne 100 d’Alessandra sono in fiera lib. i68. Menne 10 sono in fiera lib. 1 6 1 / 2 al peso sottile. La libra de l’ariento di fiera torna in Alessandra, a peso di migliorese, pesi 118. L ’oncia de l’ariento di fiera torna in Alesandra, a peso di Bisanto, bisanti 6 kar. 22 1/2.
nostra « pratica » per i cantaro forfore di Alessandria è più attendibile che non quelle di 150 e 144 lib. sottili, riferite, rispettivamente, dalla « tarifa » e dal Chia rini la prima, e dall’Uzzano la seconda (Cfr. B orlandi F ., op. cit., p. 76, nota n. 7). (113) II P e g o lo t t i riporta lib. 103, ma I’E v a n s {op. cit.^ p- 75 . nota n. i) os serva che lib. 123 sarebbero più logiche.
(114) Il P eg o lo tti riporta cantari 2 e ruotoli 35 giervi d’Alessandria per 3 can tari di Provenza, che I’E vans , sulla base di altri riferimenti, rettifica in cantari i e ruotoli 35, cioè come nella nostra (pp. cit., p. 76, nota n. i).
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LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
53 31.
C O S T A N T IN O P O L I E S[
]
In Costantinopoli à 2 libre, che [ ]li 150 sottili; al cantaro grosso si vende [ ] sotile si vende masticha e dàssi per cientinai[o ]. Sesta si vende a dicine di lib. sottile. Lino e cotone si vende a migliaio sottile. Ariento si vende a libra sottile. Chuoia si vendono a cantare gienovese e pesansi a peso grosso della tera; e libre 1000 grosse sono cant. 11 di Gienova(ii5); e lib. 100 grosse sono in Pisa lib. 154 e in Firenze lib. 147. Lo migliaio di Salonachi torna in Pisa lib. 1020. Lo migliaio de l’olio d ’Ancona torna in Salonachi metri 21. Le due moggia di grano di Salonachi sono in Achona........ Lo moggio del grano di Rodisto è magiore che quello di Salonichi il terzo; e quello di Chostantinopoli è moggia tre e quello di Salonichi anche tre. Libre 100 di ciera e di cotono di Salonachi sono in Firenze lib. 100 e infino in lib. 102. Saggi 6 kar. 4 di perperi di Salonachi sono oncie i de’ Rengnio. In Salonachi à due pesi, grosso e sottile; e libre. . . . grosse sono al sottile----- ; a peso grosso si vende ciera e cotono. Lo mogio de la grana di Rodisto torna in Gienova mine 3. Libre 10 di seta di Salonichi sono in Firenze libre 9. Grano si caricha in Bolgaria, a Varna, e a Oristo a l’entrare di Chostan tinopoli; e suole chostare di nolo e spese, infino in Cipri, perperri i q........ ; il mogio di detti luoghi e ’1 perpero vale bisanti 3 1 / 2 bianchi; e torna il moggio di Romania in Cipri mogia 10, che sono chafisi ottanta. Lo cantaro di Pera e di Costantinopoli è lib. 150 e torna in Vinegia li bre 156 sottili. Lo cientinaio di Pera e di Costantinopoli crescie in Vinegia 3 in quatro per cientinaio.
(115 )
Il P e g o l o t t i , sia nel manoscritto che nell’edizione del Pagnini, rapporta
il migliaio grosso di Costantinopoli a libbre 1 1
in 1 2
di G enova, con l’evidente
omissione di 1 1 cantari che vengono aggiunti dall’EvANS {op. cit., p. 48, nota n. 3).
[ In Chiaren[za
pjeso grosso si vende ongni mercatantia,
salv[o a[
]za ; e per tutta la Morea vanno starlini 20 a perpero; Nejgroponte vanno 12 viniziani grossi per perpero, che
vagliono stari. 23 1 / 2 comunalemente. Perperi si vendono, chi Igli achatta a danari, a carato; e 144 carati sono oncia una de’ Rengnio a peso d’oro; il perpero di Kiarenza è karati 23 e quello di Stiva è a 24. Questi sono i diritti che si paghano in Chiarenza. Di ciò che vi metti paghi a l’entrare tre per cientinaio; e’ borgiesi de la tera paghano due. E se questa merchatantia vendessi in Chiarenza e tu voli rin vestire la moneta nella terra, paghi a l’uscire 2 e q........ per cienti naio. Se la rinvestisi in avere, che si pesi in questo modo: che l’uno paghi per lo peso e i e q........ per le mura, cioè un tornesello per perpero; e se rinvestisi la detta moneta in avere che non si pesase, sì chome sono isciamiti, bechume e uve passe, si paghi i q . .. per cientinaio, cioè quello delle mura; e se rinvestisi piùe moneta che non prendesti della merchatantia che v ’ài messa, sì pagheresti cin que e quatro per cient. d ’avere di peso; d’altro avere pagheresti 4 e q....
per cientinaio. E
se questa merchatantia che metessi
in Chiarenza no’ la volessi vendere, sì la ne puoi trare sanza paghare nulla; e se la volessi poi rimettere e se la volesti poi rimettere in Chiarenza, pagheresti tre per joo o di quella o d’altra merchatantia che vi mettessi. D ’oro e d’ariento non paghi nulla, né a l’entrare, né a l’uscire. Se chonperassi biado, pagheresti 3 1/ 2 per cientinaio; se ’1 traesi fuori de la tera, è anche tornesello i per moggio. Lo dobiere de la Morea pesa ne’ Rengnio terì 5 grani 6 e ’1 fiorino de’ loro pesa terì quatro.
( 116 )
Sebbene la presente parte generale su Chiarenza sia, come ho accennato
nell’introduzione, assai simile nel Pegolotti e nell’U zzano, pure non mancano le varianti di un certo rilievo. T r a l ’altro nell’UzzANo (p. 89) manca l’intero rigo « cinque e quatro per cient. d ’avere di peso, d ’altro avere pagheresti... ».
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LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
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la zeccha di Chiarenza a oncie 2 1/2 di viniziano per libra e vànone in una libra s. 33 d. 4. Chosta chome diremo apresso:
B a tte
D i v ISAMENTO E A CH E
a.
che
legh e
so n o
SI CONGNIOSCONO SANZA
[
per
FARNE
[
] PERI ]
Perpcri nuovi palglialocati sono a karati 15 [ fi] ne per oncia. Chongniosconsi a questo; à uno viso nel petto e ’1 cierchio de la grande fighura, eh’è da l’altro lato, non è tondo, aze lungho(ii7). Perperi latini sono a kar. 161/2. Congniosconsi a questo che: che le 2 fighure, che sono da l’uno lato, l’una tiene unó pestello i’ niano pen dente a basso tra ’nbedue, e l’una fighura, da l’altro lato, à, da lato mancho, sopra la carecha dove siede, quatro punti chosì fatti i j - ; e tale e tale J*— è di questi alquanti pegiore ragione, che gli altri (118). Perpcri comunali a kar. 16 q. 3. Chongniosconsi a questo: che tiene i’ mano, l ’una de le due figure, a disotto, uno punto, ed è chosì fatto $ ; e la fighura sola, da l’altro lato, à uno punto sopra la caregha dove siede, da lato manco, e uno conio eh’è piiìe nuovo che gli altri ed è peggio intorno di fior, uno per oncia. Perpcri i buoni congniosconsi a questo: che la maestà d’ongni lato à sopra la carigha una crociellina ed è, in sul braccio ritto, così fatta : 0 , cioè una lunetta chon tre punti e questi cotali sono meglio eh’e’ terì s. 5 a fior, l’oncia a l’oncia di Puglia. E anch’è un altra ragione: uno chon questi che non ano sopra la carigha sengniale niuno, ma anno in sul braccio una lunetta, chon uno punto chosi fatta O ; ed è peggio denari 6 l’oncia che questi di sopra. Ch’à pure una crocielina, mescolate tute e tre queste ragioni, uno con questi c’à pur una crociellina sotto il braccio ritto, e in sul braccio non ano sengniale, ed è pegio l’oncia d. 6 a fior, che gli altri detti (119). (117) Il P egolotti (p. 288) riporta, «Perperi d’oro paglialoccati a carati 15 e conoscesi che Tuna delle due figure dall’un lato à uno viso nel petto, e lo cerchio della grande figura che è dall’altro lato non è tondo anzi è lungo ». L ’U zzan o (p. 90) riferisce «Perperi nuovi paglialogati sono a carati 15 e mezzo d’oro fine per oncia: cognosconsi che l’una delle due figure che sono dall’uno lato, à uno viso nel petto, el cerchio della gran figura ch’è dall’altro lato, non è tondo, anzi è lungo». Evidentemente nella nostra manca un rigo. (118) L ’E v a n s (op. ctt., p. 288) ritiene evidente, in questo caso, il riferimento al « royaux d’or à la chaise, o à la chatere », una qualità con una figura assisa in trono che fu emessa in varie occasioni posteriormente al 1303. (Cfr. anche M a r t in o r i E ., ha Moneta, vocabolario generale, Roma 1915, pp. 220-221). (119) Raffrontiamo questa poco chiara descrizione con quanto è detto in altri
i I
Callo al st[ ariini librja. Operaggio [ ] per libra. Afilatura [ J per libra. Monetieri, starlini i 1/2 per libra. Intagliare i ferri, s. 50 di grossi Tarmo. Fare i ferri al fabro, perperi 100 l’anno. Salario di que’ che stano a la bilancia, perpcri 100 l’anno. Al maestro de la zeccha, l’anno, perperi 300.
ri.C
h ia r e n z a c o n
I s t iv a
e
co’
N
egro po n te.
Libre l o o di Chiareza sono in Istiva lib. 107. Libre 100 di Chiarenza sono i’ Negroponte lib. 93. Metri 12 di vino di Stiva sono in Chiarenza metri 24; e sono una botte di mezzo milgliaio in Puglia. Quatro moggia di fermento di Stiva sono in Chiarenza tre. A Stiva s’è franco d’oro e d’ariento; entrando e usciendo di merchatantie, paghi due per cientinaio.
due manuali; anzitutto nel P ego lo tti (pp. 288-289):
«Perperi d’un altra ragione , cd è peggio denari 6 a fiorino l’oncia di quelli della quinta ragione detti di sopra, ma mescolate con queste l’altre due ragione sopradette rispondono come buono oro di terì, cioè a carati 16 2/3 d’oro fine per oncia. Perperi d’un altra ragione ch’ànno sotto il braccio ritto una crocellina, e in sul braccio non anno segnale niuno, ed è peggio che gli altri detti a dietro denari 6 a fiorino l’oncia». L ’U z z a n o (p. 90) riferisce invece: «Ancora è un’altra ragione, che questi che non anno sopra segnale nessuno, ma anno sul braccio una lettera così fatta 0 l’oncia che questi di sopra chaped. una crociellina mescolate tutte a tre queste ragioni 50ttosopra sono come il ter. buono. Àncora è un’altra ragione, con questi chapieri una crociellina sotto il braccio ritto, e in sul’ braccio non anno segnale ed è peggio l’oncia in carati 6 a fuori che gl’altri ». Si rileva così che nella nostra c'è una oscura fusione di due paragrafi provocata, probabil mente, a seguito della omis5Ìone di qualche rigo. Altrettanto confusa è la descri zione deU’Uzzano ove, peraltro, la seconda parte del disegno della « lettera » po trebbe altro non essere che una errata interpretazione di quei « denari 6 » che segue poco do po nella nostra e nel Pegolotti. Anche quei «chaped» e «chapien» po trebbero intendersi per il nostro « ch’à pure ». che anno in sul braccio una lunetta e uno punto così fatta: O
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LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
C
h ia r e n z a
con
C
Lo moggio de l’uve passe di Kiarenza pesa in Acona lib. 72 in lib. 76. La libra de l’ariento d ’Ancona torna in Kiarenza----Moggia 900 di sale di Chiarenza tornano in Acona some 100. Moggia quatro e quarto di Chiarenza tornano in Acona soma i. Moggia cinque e terzo d’orzo di Kiarenza sono in Acona una soma; e questo svario à dal grano a l’orzo però che in Acona si dà la misura de l’orzo colma e quella de’ grano si dà rasa. Moggia 100 di valonia di Chiarenza sono in Achona some 20 in 22; e pesa la soma in Acona lib. 220 in 230.
o[ ranto ] .
Libre dento di Chiarenza sono a[ ]. Il moggio d’uve passe di Coranto [ Chijarenza. Moggia 108 di grano di Patrasso son[o ] in Chiarenza. E lo staio di Patrasso è magiore di quello di Chiarenza 8 per 100. Lo peso de la grana e da la seta di Patrasso è maggiore che quello di Chiarenza otto per cientinaio. C
h ia r e n z a
V
ch on
C
in e g ia .
C h ia r e n z a
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e
co n
N
a p o l i.
co’
F ir [e n z e ]
Libre cento di Firenze sono [ ] 102. Oncie 12 1/2 d’ariento di Firenze s[ o]ncie 12. Il moggio de l’uve passe di Chiarenza [ Firenjze lib. 75 in lib. 78; è di misura istaia due [ ]to altresì. Perperi 6 e quarto di Chiarenza sono in Firenze oncie i al peso de’ Rengno. Kanne 10 di Chiarenza sono in Firenze canne 1 1 e quarto. Lo centinaio delle moggia della vallonia di Chiarenza pesa in Firenze libre 5100.
5t. ncoJ n a .
Lo peso di Ch[iarenza ] d’Ancona è tuttu uno. Moggia quatr[o v] aionia di Kiarenza sono in Acona uno quarte[rone] ; pesa il quarterone lib. 220. Braccia 333 e terzo d’Ancona sono in Kiarenza canne 10 0 (12 0 ). (120) L E v a n s (pp. cit., p. 159, nota n. 3) ha rettificato in « braccia 333 » il valore riferito, nel manoscritto e nell’edizione del Pagnini dell’opera del fiorentino di « braccia 38 ^/3 collegandosi a quanto attesta l’Uzzano e confortato dalla upiaglianza delle misure delle canne di Barletta ed Ancona. La nostra è strumento di conferma in tal senso.
ch on
di 24 d. oncia. La canna di Chiarenza e quella di Barletta è tutta una. La libra della seta e cochollo di Chiarenza cresce i’ Napoli 10 per centinaio. Sei saggi meno mezo carato di Negroponte sono ne’ Rengnio oncie i.
Lo cientinaio delle moggia de la valonia di Chiarenza torna in Vinegia moggia 6, e più, secondo che sa buona misura. Lo moggio de l’uve passe di Kiarenza e di Patrasso eh e da lib. 67 torna in Vinegia lib. 83 al peso sottile; che le lib. 260 sottili sono uno istaio in Vinegia; e pàghasene dazio in Vinegia s. 3 per Ib. Ciento moggia di grano di Coranto sono in Vinegia stàia 55 i /2.
A
h ia r e n z a
Lo peso di Chiarenza e di Puglia è tutto uno. La salma del formento di Puglia torna in Chiarenza maggia 6. La libra de l’ariento di Puglia torna in Chiarenza oncie 12 meno d. 3
Libre 100 di Chiarenza tornano in Vinegia lib. 116. Il moggio del grano di Chiarenza torna in Vinegia un mezzo staio, cioè che due moggia tornano istaio uno. Le ICO moggia di Negroponte sono in Vinegia staia 42. Ciento moggia di grano di Coranto sono in Vinegia staia 55 i /2. Le due moggia di sale di Chiarenza tornano in Vinegia staio uno; e le 12 istaia sono mogia uno in Vinegia. La libbra de l’ariento di Vinegia torna in Chiarenza lib. j, e d. 3 me[ no] quarto, di d. 24 in oncia.
[
57
CICILIA. r Mesina àe due kantara: l’uno è maggiore che l’altro ruotoli 10 per kantare. A l peso sottile si vende ongni mercatantia, salvo carne, £or-
ili
maggio e ongni grascia. E il kantare sottile è tutto uno con quello di Palermo.
58
la
« PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
E il kantare sottile è libre 250 im Messina. La salma di Cicilia torna in Choliveri mina i 1/2. Còrevi moneta di s. 18 1/2 il fiorino d’oro (121). La salma di Cicilia torna i’ Marsilia mine 7 meno quarto. La salma di Cicilia torna in Barzalona mine 4 1 / 2 . La salma di Cicilia torna in Agua Morta sestieri cinque e mezo; e crescie il centinaio delle salme sestieri sei. La salma di Cicilia torna i’ Nerbona sestieri quattro e sesto. La salma di Cicilia torna a ’Raona e in Catalongnia, in Valenza chafissi uno e mezo. Vale s. 18 i’ fior, d’oro. La salma di Cicilia torna in Maiolica quartieri 4 ischarse. La salma di Cicilia torna in Vinegia istaia 3 e quinto.
6t. ] co’
[ Lo cantaro sott[ile
F ir e n z e e c o ’ G e n o v a .
59
Chafissi 60 d’olio di Messina sono chafissi 1000 in Puglia, cioè 40 istaia. La salma del formento di Cicilia torna in Genova mine 2 1/2, e in Pisa istaia 4 e terzo, salvo la salma di Terranuova, ch’è maggiore che l’altra 10 per cientinaio, sì che torna tanto più (124). C
ic il ia
con
T
u n is i e co n
T
r ip o l i d i
B a r b e r ia
e
con
B u g ie a .
Le 100 salme di formento di Cicilia tornano in Tunisi chafissi no, e in Tripoli cafissi 80, e quella di Terranuova torna più 10 per cientinaio. Chafissi 60 d’olio di Messina tornano in Tunisi giarre 14 1/2, e a Tripoli giarre. . . . Ciento salme di vino di Messina sono in Tunisi me(ze)ruole 80(125). Cantare uno di cotono di Cicilia è nel Gharbo cant, uno ruotoli 40. Cantare uno di lino di C [i] cilia è un Buggiea cant. uno. La salma di Cicilia torna in Bugiea falache 3 1/2, o poco meno; e vale il bisante di Bugieia s. 5 i /2 di gienovini (126).
] Barletta ruotoli 90 e in Fir[enze
] e in Pisa lib. 240 e in Genova lib. 257, e i’ Nimisi
[
]•
Il marco de [ ] di Mesina è in Barletta marco uno, e in Firenze, oncie 8 e quarto, e in Pisa oncie 8 1 / 2 , e in Genova oncie 9, e i’ Nimisi oncie 7 d. 20, di d. 24 in oncia (122). Canne 10 di Firenze sono i’ Mesina e in Barletta e i’ Napoli e in Chiarenza e in Acri kanne 11 e quarto (123). (121) In questo rapporto ed in quelli successivi, non è specificato a quale salma ci si riferisca, ma da un primo confronto appare evidente che si tratta della « gene rale », giacché per quella di Terranova viene dato, alla c. che segue, un coefficente da aggiungere, e Terranova era una .località ove vigeva la salma grossa (C fr. C h ia r in i, p. 112). (122) Il P e g o lo t t i, sia nel manoscritto che nell’edizione del Pagnini, parla di cantaro d’argento di Messina, rettificato dall’EvANs {op. à t., p. n 6 , nota n. i), nella stessa misura riferita dalla nostra e dall’Uzzano. (123) Le notizie del Pegolotti avevano, ancora una volta, nel passaggio da una edizione all’altra, subita ima modificazione, sì che le canne di Firenze erano dive nute « carati », che I’E v a n s, mediante il ricorso ad altri rapporti, ha potuto retti ficare nella misura corrispondente alia nostra (op. d t., p. 67, nota n. 5). In proposito ai rapporti tra Chiarenza e Firenze, ed in particolare per le canne I’E van s (ibidem, p. 198, nota n. 3), lamenta l’impossibilità di ulteriori raffronti oltre quegli offerti dalI’UzzANo (p. 92) e dal C h ia r in i (p. 29). Lacuna ora col mata dall’edizione del codice di Prato che, seppure conferma le notizie sopra ri cordate, lascia ulteriormente perplessi, dandoci a c. 6 mi valore diverso e, precisamente, contrario a quello di cui sopra, forse a causa di una inversione di cifra.
BARLETTA In Barletta à due libre: l’una è maggiore che l’altra, tanto che lo ruotolo è oncie 30 al grosso, e al sottile oncie 34. Al peso sottile si vende oro e zafferano e garofani e macie e ongni spezeria sottile e seta e vendossi a lib.. . . Allo peso grosso si vende altro avere di Levante e vendesi a cientinaio; cotono si vende a migliaio; formaggio e carne a migliaio. E dàssi, per i migliaio, lib. 1500 di carne e di formagio. Tutte queste cose si pe sano a cantari, ch’è il cantare lib. 250. (124) Il P e g o l o t t i (p^ 112 ) divide la Sicilia in due partì, ad iniziare dal fiume Salso, nelle quali si misura il biado rispettivamente in «salma generale» e in «sal ma grande ». Il C h ia r in i, invece, specifica, una per una, le località nelle quali cor revano le due unità di misura (pp. 23-24 e 112 ); si veda, al riguardo, quanto è rife rito alla voce « salme, per frumento, in Sicilia », negli indici di misura del pre sente lavoro. (125)
L ’U zz an o
(p. 94) riferisce in merito che « caffisi 60 di Messina tor
nano in Tunizi giarre 14 e mezzo e in Tripoli giarre 100, salvo di vino di Mes sina, sono in Tunizi mezzaruole 80 ». Probabilmente egli ha effettuata una fusione in cui, oltretutto, « salme » sono diventate « salvo ». (126) Nell’analoga trattazione dell’UzzANO (p. 94), « falache » sono divenute « scilachi ».
6o
LA « p r a t ic a d i m e r c a t u r a )) DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA B arletta
co n
P alerm o
e
T
con
u n is i.
Lo millaio de l’olio di Puglia torna a Palermo cant. 8, e in Tunisi giarre 14 1/2. Ciento salme di fermento di Puglia tornano in Tunisi cafissi 107, e in Tripoli cafissi 78. Ciento salme di vino di Calavera sono in Tunisi mezeruole 82. Ciento salme di vino da la Schalea sono in Tunisi mezeruole 95.
7t. B arletta
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A
ncoJ na
e
con
C
h ia r e n z a .
Il peso di Barletta e d ’Ancona e con Chiarenza è tutt’uno. E una canna___ (127). La salma del fermento di Barletta torna in Ancona soma i 1/2, e in Chiarenza moggia 6, ed i’ Stiva moggia 8. Lo migliaio de l’olio di Puglia torna in Anchona metri 42; e 40 metri sono uno migliaio in Acona. Metri 24 di vino di Kiarenza sono in Puglia una botte di mezzo migliaio. B arletta
con
V
in e g ia .
Lo migliaio del cotone di Puglia torna in Vinegia, al peso sottile, li bre II80. Lo migliaio de l’olio di Puglia torna in Vinegia mirri 42; e 40 mirri sono in Vinegia migliaio uno. Lo migliaio del formaggio di Puglia, eh’è cant. 6, torna in Vinegia, al peso grosso, lib. 1070. Il marco di Vinegia torna in Puglia marco i stari. 3 1/2. Braccia 3 di panno di Vinegia sono in Puglia canna i e quarto. La salma di Puglia torna in Vinegia staia 3.
8 C O M E T O R N A IL G R A N O D I P [U G L I A IN P IÙ E ] P A R T I Ciento salme di fermento di Puglia sono in Vinegia staia 300. Ciento salme di fermento di Puglia seno in Bolengnia corbe 400. (12 7) L ’U zzano (p. 94) fa seguire il rapporto: «canna di Barletta e d’Ancona e di Chiarenza è tutt’uno ». È da credere che quel « E una canna... » della nostra sia l’inizio di un raffronto del genere.
Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento Ciento
61
salme di fermento di Puglia seno in Firenze staia 1200. salme di fermento di Puglia sono in Pisa staia 400. salme di Puglia seno in Gienova mine 228. salme di Puglia sono i’ Nimisi e i’ Marsilia mine 650 in 700. salme di Puglia sene ad Arli sestieri 400. salme di Puglia sono in Maiolicha quarte 400. salme di Puglia sono ad Agua Morta sestieri 550. salme di Puglia sene a Roma ruchie 193. salme di Puglia sono a Corneto moggia 53 e terze. salme di Puglia sono a Monpusalieri sestieri 400. salme di Puglia sene al Candeliere moggia 57,
8t. NAPO LI Lo cantaro di Napoli è ciento ruotoli ed è libre 250 grosse i’ Napoli. A questo peso si vende i ’ Napoli ongni mercatantia, in queste mode: cotone a migliaio, e pesasi al detto cant., e 4 cant, fane une migliaio; pepe si vende al detto cant.; zuchero, polvere e ciera e spezerie sot tili si vendono a cientinaie, ma pesansi al dette cant., e ongni cant, si ragiona cient. due e mezzo; lino si vende a dicina, e ongni dicina è 4 ruotoli. E vendesi ancora lino in grosse a cientinaio e intendesi ciento dicine per uno cientinaio. Olio si vende a staio e le 2 staia di Napoli seno uno in Puglia. Frutta si vendono a cient. di misura, eh’è il 100 tombola 606; e ongni 10 tombola sono moggia uno. Vino si vende, conprandole di fuori, n[e]l tenpo de la vendemia, a cient. di salme; e fornisele lo cient. betti 20 in 21, faciendo la bette di 24 congnia. Vèndevisi ancora a bette e puossi ragionare la bette da 23 in 24 congnia. E queste botte sono buone a navicare i’ Romania, in Cipri, in Corte e in altre parti, dove si venda a betti. Ma, chi volesse navichare in Pisa o a Gienova o in altra parte, dove si venda a misura, si vele conperare di vendemia; e fànosi le botti di congnia 26 in 30, però che si rispiarma a nolo, che no’ chosta grande fatto più che se fesse di 24 congnia. È ancora il dirite di là deve si porta, che si pagha tanto per botte. Vèndevisi ancora a cient. di congna e le . . . . congnia sono salme una. Vino ti Matalona si vende a charrata; ed è la charata 60 chongnia, cioè
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
botti 6 e mczo. Suolvi valere, a comunale pregio, da teri 30 di carlini d’argiento la carata, sanza le botti. Canovacci si vendono a cient. di braccia e misurasi a braccio. Se carichi lengnio in Napoli di frutta, sì paghi tante oncie di nolo del 100; e se vi metessi botti, sì si conta ongni 20 botti uno 100 di frutta.
Lo cantaro di Tunisi torna i’ Napoli ruotoli 58 in 60. L o cientinaio di canovacci di Napoli torna in Tunisi kanne 28. L o cientinaio di castangnie peste di Napoli torna in Tunisi kant. 230. Lo cientinaio de’ lino di Napoli, ch’è 1000 libre, torna in Bugiea cant. 4 e alquanto più.
Chuoia di Barberia vuole l ’anno N apoli 5 mila in 8 mila. V ogliono esere
Lo cientinaio delle castangnie gusciose di Napoli torna in Tunisi can tara 130.
62
pilose, di 6 in 7 per cantaro di N apoli, netti di corna e d ’ossa e bene
De’ millioresi nuovi di Tunisi, che gli otto sono uno bisanto, vanne, ne la libra di Napoli, 232; e dànne la zecha terì 38 grani 17 d’argiento de la libra.
istagionate. Som buone quelle di T u n isi di Barberia, Piana da Colle e de le montangnie di Barberia.
N
F
ir e (n )z e .
^
Lo cantaro di Napoli, eh’è 100 ruotoli, torna in Firenze lib. 250. Kanne 10 di panno di Firenze sono i’ Napoli kanne j i . La hbra de l’ariento di Fireze torna i’ Napoli oncie 12 quarti 3. Lo tonbolo di Napoli è in Firenze staio uno e mezo. La botte del greco di Napoli, ch’è congnia 24, torna in Firenze some 5
apo li co n
B u g g ie a
e
con
T
Lo migliaio de l’olio di Napoli torna in Buggiea cantari quatro. L o cientinaio delle nocielle di Napoli torna in Buggiea cantara 145, e in
D
a m ia t a .
S alern o ,
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C
astello
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M
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h aeta.
apo li
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h astro .
Lo cientinaio di canovacco di Napoli torna in Chastello...
Tunisi cant. 145 infino in 150.
sta equivalenza c soddisfatta anche da quanto figura sopra
con
Marco i 1/2 di Chastel di Castro torna i’ Napoli oncie 12 terì 12. La botte del greco di Napoli, ch’è 24 chongnia, torna in Chastello barili... Lo cientinaio de le nocielle di Napoli sono in Chastello di Chastro starella 420.
u n is i.
(128) Questa frase vuol dire che da quelle posizioni (« da indi »), si può de terminare la monetazione ottenibile in funzione della variazione, in più o in meno, di uno starlino, in base all’equivalente fissato per quest’ultimo di grani 3 Que
e
Chubelli 250 di nociole di Salerno sono i’ Napoli cientinaia uno. L o cientinaio de le frutta di Castello a Mare, ch’è cubelli 248, torna i’ Napoli tonboli 640.
N
9tapo li co n
is a
Due sestari d’olio di Napoli sono in Salerno sestari uno, e pesa lo sestaro i’ Napoli ruotoli 14.
e quarto in 5 e mezo.
N
CON P
10 N
a p o li con
apo li
Lo cantare di Napoli torna in Pisa libre 264. La botte del grecho di Napoli, ch’è 24 congnia, torna in Pisa barili ... Lo cientinaio di nocielle di Napoli torna in Pisa... La libra de l’ariento di Pisa torna i’ Napoli oncie 12 terì 12. Cantaro 4 di pionbo di Napoli sono a Damiata cant. 3 i /2.
La zeccha di Napoli dà, d’ariento di carlino, terì 38 grani 17 de la libra; di sardesco, terì 41 grani 3 ; di fine, terì 42; di viniziano, terì 40; dà, d’ongni legha d’oncie i j, starlini 3 terì 38 grani 17; e, da indi in su, d’ongni starlino, grani 3 1/2, e s’è meno, si n’abatte (128). Paghano quelli che tolghono la zecha a’ Re grani 10 per libra; e debono abattere cierta quantità, secondo che promettono; e, se battono più, paghano a quella ragione, cioè gr. 10 per libra; e, s’è meno, è loro il danno. N
63
SALER N O , C A ST E L A M A R E E G H A E T A . .
Frutta si vendono in Salerno a cientinaio.
Olio si vende in Salerno a sestaro e in Ghaeta a chafisso; e il sestaro di ^ Salerno è 25 cafissi di Ghaeta; e 10 sestari sono milliaio i in Puglia.
64
LA « PRATICA DI MERCATUIL\ )) DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA A
lOt. ANCH O NA. In Ancona à due pesi : l ’uno è m aggiore che l ’altro txe per cientinaio. A l peso grosso si ven(d)e ongni m erchatantia; salvo seta e zaferano e gharofani e noci moscade e ongni ispezieria sottile si vendono a libra sottile; m(i)ele si ven(d)e a m igliaio e ài per m igliaio libre 1500.
Olio si vende a migliaio; e misurasi e’ 40 metri sono i migliaio; ed è al peso d’Anchona lib. 1800. Anche àe in Acona due misure braccio; e canna e braccia tre e terzo sono i kanna. Ongni pannolano si vende a braccio; c panolino a channa. Questi sono i diriti si paghano in Anchona. Di ciò che vi metti paghi 2 per 100, o vendendole o portandole altrove, o per terra o per mare, sanza pagharne altro diritto. Qualunque merchatantia venisse in Acona per terra, e tu la vogli trarre per terra, paghi s. 5 per soma; se la vendessi in Achona, paghi due per 100; se la volessi portare per mare per lo gholfo, insino a Vinegia o in Puglia, paghi d. 3 per Ib. S ’andassi i’ Romania o in Cipri o altrove, fuori del gholfo, paghi due per cientinaio. Simigliantemente, quelle che rechassi per mare dentro dal gholfo e volessi trarre per terra, o per mare per lo detto gholfo, paghi d. 3 per Ib. Se la vendi nella terra per mare fuori de’ gholfo, paghi due per cientinaio. D ’ongni cosa che vengha per terra o per mare dentro dal gholfo, e tu la vendi nella terra, sì puoi rinvestire la monete sanz’altro diritto; se viene di fuori dal gholfo e tu la vendindi, no’ n’ài tratta niuna; e questo gholfo si intende infìno a Termoli.
ncona
C
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F
di
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C
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Ciento libre d ’Ancona sono in Fermo lib... Lo milliaio de l ’olio d’Ancona è minore che quello di Fermo 6 metri; e 40 metri sono migliaio uno. d e n to canne di canovaccio d’Ancona sono a Fermo... Ciento corbelle di sale di Ciervia sono in Acona staia 13. La soma del formento d’Ancona torna in Ciervia... A
ncona
con
F
ir e n z e .
Libre 100 d’Ancona sono in Firenze lib. 102. Canne 10 di Firenze sono in Acona braccia 3 7 1 / 2 . Lo marco d ’Ancona torna in Firenze oncie 8 e 1/4. L a soma del formento d’Ancona torna in Firenze staia 8. A
ncona
con
B o l o n g n ia .
Libre 100 d ’Ancona sono in Bolongnia lib. 92. Braccia ciento di Bolongnia sono in Achona braccia 102. Oncie 12 di Bolongnia sono in Anchona oncie 12 d. 9, di d. 24 oncia.
Ut. V IN E G IA .
Lo cientinaio d’Ancona torna in Vinegia libre 114. Braccia 3 7 1 / 2 d ’Ancona sono in Vinegia braccia 36. La salma del formento d’Ancona torna in Vinegia staia due. Some 20 di vino d’Ancona sono in Vinegia anfole 3. Lo migliaio de l’olio d’Ancona torna in Vinegia migliaio uno. Lo marco de l’ariento d’Ancona torna in Vinegia oncie 7 e 5 sesti (129).
In V inegia à due libre; i sottile e i grossa; e lib. 100 grosse sono lib. 156 sottili; e lib. 400 sottili sono una charicha in Vinegia. Tuto avere di Levante si vende in Vinegia a lib. sottile, a cientinaio e a charicha e a m igliaio; cotono si vende a migliaio sottile; pepe e incienso si vende a caricha; ciera. verzino e indacho e giengiovo si vendono in Vinegia a cientinaio; gharofani, chubebe e macie e ongni spezeria sottile si vendcno a libra sottile. A m igliaio grosso si vende carne, formaggio, cordovano, lana, ferro, stangnio e rame e tutte merchatantia che non sono d’avere di Levante. Uve passe si vendono a staio; e pesa lo staio in Vinegia lib. 260 sottili. Oro e ariento si vende a lib. sottile, salvo perperi, che si vendono a carato; e 144 carati sono oncie i, a peso d’oro de’ Rengnio; e vendonsi anche a saggi, che saggi 5 2 1 / 2 sono una marcha.
(129) Il P e g o l o t t i riferisce, sia nel manoscritto che nell’edizione del Pagnini, un rapporto analogo a quello della nostra, che I’E v a n s rettifica in « marco i d’ar-
o n cia )) {op. cit., p. 160), allineandosi così con quanto dice in proposito il C h ia r in i.
11 A
n co n a co n
V
in e g ia .
gento al peso di Vinegia fa in Ancona once 7 denari 20, di denari 24 pesi per i
C.
C ia n o
66
67
LA « PRATICA DT MERCATURA )) DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
Oro di fregha a paraghone e 4 grani sono i charato di stimo. Questi sono i diritti che ssi paghano in Vinegia di tutto avere di Levante che venisse d’oltremare o di Romania, in ghalea armata di viniziani paghi due per cientinaio; se viene i’ nave di Vinegia, paghi 5 per cientinaio; d’oHo paghi Ib. 8 dei migliaio. Di ciò che mandassi d’Ancona a Vinegia paghi 7 per 100; di vino paghi s. 30 de l’anfola; di panni, sei grossi per balla; e simigliante di mercie. E cheunque mercie à in quelle balle ne può tórre tre qualunque vuole. Di frutta, d. 6 per Ib.; di metallo lavorato paghi a l’uscire s. 2 per Ib.; se non è lavorato, paghi per migliaio di pesi Ib. 10. La zecha di Vinegia dà d’ongni oro a ragione di Ib. 5 s, 8 picc. a grossi lo carato del fine; e pagha di duchati s. 3 9 1 / 2 di piccioli a grossi l’uno (130). Di hno o di pannilini nuovi o vecchi paghi s. 2 per Ib.; salvo di choltre punta, non paghi nulla, nè di niuno avere di Levante; di lengniame lavorato, s. 2 per Ib.; salvo bosso, che viene d’oltremare, non paghi nulla.
r diritto che ssi pagha in Vinegia a l’entrare, ongni panno franciescho a l’entrare, d. 6 a grossi. E ’ poi dazio a vendergli o tragli fuori de la terra: panni di Cielona o di Proino, s. 20 a grossi panno; salvo proinelli, s. 10 al panno. E se nella terra si vendono, pagha il conperatore: verghati d’Ipro, s. 14; coverture, s. 7; panni d’Ipro di cholore, s. 30; panni di Guanto, d. 6 per Ib.; drappi di MelHno, Borsella, di Doagio, di Canbragio, di Lilla e di Parigi, s. 20; saie di Camo, s. 30; altri panni che si fanno per le ville del paese, d. 6 per Ib.
Di formaggio paghi Ib. 4 per migliaio; e se queste merchatantie trai per mare paghi sopra tuto d. 6 per Ib.;
V
in e g ia
con
B o l o n g n ia
e
con
C
h erm o na.
Libre 100 sottili di Vinegia tornano in Bolongnia lib. 84. Braccio 36 di Vinegia tornano in Bolongnia braccia 37. La libra de l’ariento di Bolongnia torna in Vinegia marco i d. 24 in oncia. Lo migliaio del chotono di Vinegia è di tutto peso sottile; peso chon Chermona; e torna il migliaio del cotono pesi è il peso lib. 27. La caricha del pepe di Vinegia torna in Chermona pesi 16; lib. 25.
(130) 11 P e g o lo t t i riferisce, « E se metti oro nella zecca di Vinegia, sì te ne dà la detta zecca a ragione di lire 5, soldi 8 del carato del marchio, ma di soldi 39 della detta moneta uno ducato d’oro di zecca » e I’E v a n s (o/>. «V., p. 140, nota n. 4) spiega che di ogni carato di oro fine che veniva portato nella zecca, questa dava Ib. 5, s. 8, computandoli ad una unità valutata s. 39 a ducato. In altre parole per un marchio di 24 carati d’oro la zecca dava Ib. 129, s. 12, che divise per s. 39 facevano 66 18/39, il numero effettivo di ducati d’oro che venivano pagati. La « mysterious unit » impiegata era il soldo a grossi che nel 1285 era ufficialmente valutata 39 unità per un ducato. Da quell’anno però la proporzione aveva subito ulteriori variazioni sebbene la zecca continuasse ad usare la vecchia valutazione nell’esprimere somme di ducati. Il manuale di Prato ci specifica trattarsi appunto di « s. 39 1/2 di piccioli a grossi l’uno ».
è tutto uno 36 in 37; ed ed è il peso
12 l.
12 di lana o di boldroni che rechassi di Barberia paghi 4 per cient.; di lana di Cipri, 3 per cientinaio; di ciò che trai di Vinegia in ghalea armata di viniziani paghi 2 per cientinaio; con altro lengnio, 5 per cient.; salvo di rame, stangnio e ferro, s. 2 per Ib. Da la zecha di Vinegia del marcho de l’ariento viniziano Ib. 11 s. 13 di picioli a grossi, che sono di viniziani grossi s. 9 meno mezo grosso di grossi chonpiuti.
1/2 d. 3, di
V
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P
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co’ L
ucha.
Lo cientinaio sottile di Vinegia torna in Pisa lib. 94; braccia 18 di Vinegia sono in Pisa braccia 17. La libra de l’ariento di Vinegia torna in Pisa oncie 13 in 13. Libre 10 di seta di Vinegia sono i’ Lucha libre 9. La libra de’ zendadi o di drappi di Lucha tornano in Vinegia oncie 13 e quarto; e paghano a l’entrare 2 per cientinaio. V iN E G iA
CON F
ir e n z e .
Libre 112 1/2 sottili di Vinegia tornano in Firenze lib. 100. Braccia 37 di Vinegia sono in Firenze braccia 40. Il marco de l’ariento di Vinegia torna in Firenze oncie 8 d. 10, di d. 24 in oncia. Lo staio del formento di Vinegia torna in Firenze staia 4. L ’anfola del vino di Vinegia è in Firenze congnia uno e terzo. Libre 10 di seta di Vinegia sono in Firenze libre 9. Lo moggio de la valonia di Vinegia torna in Firenze libre 850.
68
LA « PRATICA D I M ERCATURA )) D A T IN IA N A
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Lo cientinaio sottile di Vinegia torna in fiera lib, 65; e torna i ’ Nimisi lib. 95; e lib. 128 sono kantare uno. La libra de l’ariento di Vinegia torna i’ Nimisi marco i 1/ 2 starlini 2 1/2; e torna in fiera oncie 12 meno d. 7 1/2, di d. 24 in oncia. Mine 8 di fermento di Nimisi sono in Vinegia staia 3. Libre 540 sottili di Vinegia sono in fiera libre 350, cioè una charicha di fiera. V
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Libre 100 di Vinegia sono in Padova libre 100. r marco di Vinegia è in Padova marco uno; in Padova paghi diritto dell milliaio dell’orio Ib. 4.
In Firenze à due pesi: istadere e bilancie; il peso de la stadera è maggiore 2 per cientinaio che quello de le bilancie. Al peso de la stadera si vende ongni merchatantia, salvo oro e ariento, seta e zaferano e spezerie sottili, che si vendono a bilancie. Lo staio del sale di Firenze è uno e quarto a quello del grano. Olio si vende a orcio, e pesa l’orcio libre 84. Dobre coreuti ne vanno nella libra di Firenze 71 q. 3. F
ir e n z e
Le tre istaia di Ferrara sono uno staio largho a Vinegia; e ragionasi che chostasse la tratta, conperandola da’ singniori in grosso, d. 12 bolongnini o più lo staio e altre ispese; naulo e charichare, d. 3 bolongnini lo staio ferarese.
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Ciento starelle di grano di Castello di Castro tornano in Vinegia staia 49. Ciento quartini di sale di Chastello di Castro tornano in Vinegia moggia 13 e le 12 staia sono moggio uno. Marchi due oncie una e saggio mezzo d’oro di Vinegia torna in Tunisi ruotoli uno d’oro.
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Libre 100 di Firenze sono in Pisa libre 105 e i’ Lucha 102. Braccia 40 di panno di Firenze sono in Pisa braccia 34. Braccia 25 di panno di Firenze sono i’ Lucha braccia 27. La libra de l’ariento di Firenze torna in Pisa oncie 12 e terzo, e torna i’ Lucha libra una largho d. 12 a fior, di valuta. Staia tre di grano di Firenze sono in Pisa staio uno. Staio i di sale di Pisa torna in Firenze staia 23 di sale.
Chorbe 16 di grano di Ravenna sono in Vinegia staia 12, che sono i mog gio. Chosterebe di spesa a portarlo a Vinegia, per dazio i’ Ravenna, 8 viniziani grossi per moggio; per stuoie, s. 13 bolongnino per moggio; per nolo 7 viniziani grossi per moggio.
V
69
Lo migliaio de’ rame di Vinegia torna in Tunisi cant. 9 e 2 terzi; oncie 20 i /2 di seta di Vinegia fanno in Tunisi ruot. uno.
CON G i ENOVA.
Libre loo sottili di Vinegia sono in Gienova libre 97. Kanne 10 di Vinegia sono in Gienova braccia 35. La libra de l’ariento di Vinegia torna in Gienova oncie 13 e 2 terzi. La mina del fermento di Gienova torna in Vinegia staio i e quarto.
V
« PR.\TICA d i m e r c a t u r a » DATINIANA
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Libre 100 di Firenze sono in Gienova lib. 102 1 /2 ; e sono cantari uno in Gienova e torna in Firenze Kanne 10 di Firenze sono in Gienova braccia 41. La mina del fermento di Gienova torna in Firenze La libra de l’ariento e di seta di Firenze torna in F
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libre 150 di Gienova lib. 133 e terzo. staia 5. Gienova oncie 13.
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Libre 120 di Firenze sono i’ Nimisi cantari uno. Kane 10 di Firenze sono i’ Nimisi kane 11 e quarto. Il marco de Tariento di Nimisi torna in Firenze oncie 8 e terzo; e quello di Vingnione torna in Firenze oncie 8 d. 7. La mina del fermento di Nimisi è in Firenze staio i e mezo.
70
L A « PRATICA DI M ERCATURA » D A TIN IA N A
L A « PRATICA D I MERCATURA » D A TIN IA N A
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F
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Lo cientinaio di Firenze torna in fiera libre 73. Il marco de l’ariento di fiera è in Firenze onde 8 d. 15, di d. 24 in oncia. La libra di Firenze torna in fiera oncie 11 e ottavo.
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Oncie diciotto d’ariento di Firenze sono in Tunisi ruotoli uno d’ariento. Il cientinaio di Tunisi è in Firenze libre 105 1/2 di lana, e chosì se ne ricieve paghamento.
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Libre 100 di Firenze sono in Siena lib. 103 e in Perugia lib. 108. Kanne 10 di panno di Firenze sono in Perugia kanne 9 e in Siena kanne... La libra de l’ariento di Firenze torna in Siena oncie 12 e mezo quarto e torna in Perugia oncie... Lo moggio del grano di Corneto torna in Firenze istaia... La chorba del grano di Perugia è in Firenze istaia 10.
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Lo cientinaio di Firenze torna i’ Melano libre 105. Kanne 10 di Firenze sono i’ Melano braccia 34 e terzo. La marcha di Berghamo è maggiore che quella di Melano d. 6 inperiali di valuta. Libre 88 di pepe di Firenze sono in Chermona quatro pesi, e lo peso è libre 25. Libre ciento di chotono di Firenze sono in Chermona pesi quatro e lib. 4, e il peso è libre 27. F i r e n z e com B o l o n g n i a e
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PISA. In i’ Pisa à due pesi: stadera e bilancie; il peso de la stadera è maggiore che quello de le bilancie due per cientinaio; al peso di bilancie si vendono spezerie sottili a libre; e se fosse la quantità di libre ciento in su, si la peserebe a la stadera; ed è piiì sottile stadera che quella ove si vende altre merchatantie, quasi una chosa come bilancie. La lana e boldroni e pepe e giengiovo e cotone e tutto avere grosso di Levante si vendono a cientinaio a peso di stadera; charne, formaggio e choiame si vendono a cantare; ed è il quarto s. 158(131) a peso di stadera, olio si vende a staio ed è lo staio libre 240 in Pisa. P is a
R o m a n g n ia .
Lo cientinaio di Firenze torna in Bolongnia libre 95. Kanne 10 di Firenze sono in Bolongnia braccia 37. Oncie 12 di Bolongnia sono in Firenze oncie 12 quarti 3. La corba di Bolongnia e d’Imola e di Faenza è in Firenze staia 3.
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M
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La charicha di Maiolicha è libre 312; torna in Pisa libre 395, ed è la charicha chantari 3 in Maiolicha. Oncie 8 1 / 2 d’ariento di Pisa sono i’ Maiolicha marchi uno.
15t. P
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Lo cientinaio di Firenze è i’ Roma libre 96. Kanne 10 di Firenze sono i’ Roma braccia 38. Oncie 12 d’ariento di Firenze sono i’ Roma oncie 12 e quarto.
P a r ig i.
Il ciestiere di Parigi torna in Firenze staia 6 alquna cosa meno; e ’1 quarto del ciestiere di Parigi pesa libre 92 di marco di Parigi; e ’1 marco di Parigi è magiore che quello di Firenze de le 12 parte l’una, sì che da libre 66 o 67 pesa il quarto del ciestiere. Il tinello del vino di Parigi è 96 ciestieri; e’ ciestiere tiene otto pinte, sì che 2 congnia tiene il tinello e la pinta è magiore q’una metadella.
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Lo peso e la misura di Pisa e di Castello di Castro è tutt’uno, salvo che ’1 cantare di Castel di Castro è in Pisa cantari i libre 9. (131)
Così nell’originale (il simbolo di soldi), ma deve intendersi libbre.
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LA « PKATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
Se conperassi lana o boldroni o coiape non concio, e tu il volessi trare
Ciento starella di grano di Castello di Castro sono in Pisa staia 64. Marco uno e mezo d ’ariento di Casfel di Castro torna in Pisa libre i. Misure di vino e di drappi è tut’una con Pisa.
fuori de la terra, paghi denari 2 per Ib. Di grano e di tutte biadi che metti nella terra paghi 2 per 100. Lo barile de l’olio di Gienova pesa cantari uno in Gienova; e barili 8
Ciento barili di vino di Pisa sono in Marsilia mezzeruole 104 in no. Ciento quartini di sale di Castel di Castro sono in Pisa quarre 62, che sono staio uno grosso in Pisa, e sono staia 15 1/ 2 picchole; e posonsi ragionare questi 100 quartini a portata di nave salme 75 di grano.
sono uno migliaio di Puglia. Verzino co’ lengnio che si vende in Gienova si dà per 100, libre n o ; del mondo, si dà libre 100 per cientinaio. Lana si vende a cantare e torna il cantare in Firenze libre 133 e terzo. Boldroni si vendono a soma e la soma si è cant, tre, che sono in Firenze lib. 400. Mine 2 e mezzo di formento di Gienova sono in Arestano starella 7, e in Castello di Chastro sette meno terza, e sono i salma di CiciUa. Il moggio del sale di Viniza(i34) torna in Gienova 12 mine larghe. Mine 158 di grano di Gienova sono in Bruggia 100 misure, cioè ciento uti. Lo mogio del grano di Romania torna in Gienova tre mine. E il perpero di Romania vale soldi 15 di gienovini. E chosta di naulo soldi 6 di
16 G IE N O V A . Lo cantare di Gienova è libre 150 in Gienova e a questo cant, si vende lana, boldroni, alume, cotono e chuoia e altre cose grosse. Lino e canape filato e non filato si vende a torta, ed è la torta libre 52 (132). Pepe e giengiove e canella e grana e tutto avere di Levante si vende a cientinaio.
sienovini la mina di Romania a Gienova. O
Gharofani, chubebe e canfora e tutte ispezerie sottili e seta e zaferano si vendono a libra.
I61.
Questi sono i diritti che si paghano in Gienova; di ciò che vi metti paghi d. 6 per Ib.; e se questa merchatantia vendessi nella terra, sì ne riaveresti dal conperatore uno; e se la volessi trare de la terra, non paghi altro diritto (133).
Ragionasi c’à costare in Gienova Ib. 7 s. 4 il viniziano a leghato alto, e s. 6 si raxona dal viniziano a la legha d’oncie 11 d. 18. E spese infino a Turigi a la libra abiasene de la libra di Gienova a Turigi aspi 150; viene l ’aspo d. 12 di gienovini che l’ànno per giusto aspo.
Di ciò che conperi in Gienova paghi al venditore d. 2 per Ib., e l’uno è del Comune; e se questa merchatantia volessi trarre fuori de la terra, paghi al Comune d. 8 per Ib.; e se metti vino nella terra, paghi al Comune s. 6 per mezeruola.
(132)
F I A N D R A E C O M E V I N A V IC H A N O I G IE N O V E S I E V IN IZ IA N I. Partono colle ghalee e choche di Gienova al marzo o a l’aprile. E le choche portano alume e cotono e prendono di nolo, de l’alume, s. 6 di gienovini del cantaro di Gienova, E vole l’anno da 1000 saccha di cotono e da cant___ d’alume. Di là tornano chol sale e con alquno
II manuale del P eg o lo t ti riporta « corta » anziché « torta », ma I’E vans
(op. cit., p. 216, nota n. i) ha rettificato l’unità di misura di questa seconda espres sione, dopo aver consultato D i Tucci R., he imposte sul commercio genovese fino alla gestione del Banco di S. Giorgio. (133) Il P ego lo tti riporta « D ’ogni mercatantia che si mette in Genova salvo vettuvaglia si paga denari 5 per lira e più i per centinaio. E chi vende paga un diritto che si chiama riva, paga soldi 2 per lira e questo si tiene al comperatore appunto di quello che si vende la mercatantia », e I’E vans {op. cit., p. 217, nota n. i) osserva in proposito come il manoscritto e l’edizione del Pagnini riferiscano libbra anziché lira, ma questo pedaggio, lo « spedicamento », sia calcolato 5 d. per lira sul vino. Nel 1340 il pedaggio, conosciuto altresì come denarius maris, fu ele vato da 5 d. a 6. Anche I’U zza n o (p. 190) riporta il diritto a 6 d., mentre successi vamente il C h ia r in i io riferisce di d. 7 « per libra » (p. 104).
73
ti-
nolo di Sobilla e da Maiolicha, o vote (135). Le ghalee portano ispezeria, il forzo pepe e zuchero, e del giengiovo e canella e spezeria minuta e seta grossa, come ghella, e drapi di seta (134) Sta per Iviza. (135) Le galee veneziane iniziarono un servizio annuale per le Fiandre nel 1314 e ad esse si affiancarono, seppure in numero ridotto, quelle della libera navi g azio n e genovese. (Cfr. M e l is F., Malaga sul sentiero economico del X IV e X V se
colo, in « Economia e Storia », 19 5 6 , p. 159 ).
74
LA « p r a t ic a d i m e r c a t u r a )) DATINIANA
LA « PRATICA Di MERCATURA » DATINIANA
d’ongni maniera in quantità e grana e verzino asai. Anno di nolo s. i6 in i8 di gienovini del cant, di Gienova di pepe; s. 22 in 24, di cotono e di verzino e di zuchero, essendo paghati in Fiandra l’altre cose per raxone di nolo. E loro ritorno si è lana e angnielina d’Inghilterra e anno di nolo, del cantare di Gienova, a 4 mesi giunta, da s. 16 in 18 in s. 22 di gienovini. Chonpera in Fiandra mercie e tra’le pagha d. 9 per Ib., li 6 di diritto e tre di riva; e di ciò che vi metti paghi d. 6 per Ib. e se la trai paghi altri 6 sanz’altra riva; altre spese minute d. 12 per 100 d’avere. Chi desse danari in Gienova a rischio de le ghalee averebe di s. 40 i /2 o s. 41 uno reale, a Brugia, e a ritorno, a rischio de le ghalee, averebe de’ reale s. 48 in 50, ad alquno termine di tre mesi, o chosì giunto. Se alquno lengnio parte di Gienova in kalen di giungnio e va in Fiandra si verna là; ma, que’ che vanno il marzo o insino a mezo aprile, si par tono a l’aghosto di là e venghonsene a Gienova. In Bruggia non può conperare niuno forestiere per rivendere nella terra.
75
Pepe, verzino, giengiovo, incienso, lacca, cotono e ciera si vendono a
caricha; canella, indaco, orpimento, sandalii e mirabillani e sungnia e sevo si vendono a cantare. Zaferano, chubebe, gharofani, macie, spigho, noci moscade, scamonea, pepe lungho, cardamone, seta e tutte ispezerie sottile si vendono a libbre sottile e ariento vivo. Angnieline gorelline si dà i’ Nimisi 4 inazi al cientinaio, o nere o bianche che siano; in Pisa se ne dà due. Angnieline sardesche si dà i’ Nimisi 10 inazi al cientinaio; in Pisa non se n’à niuna. Di conigli si dà i’ Nimisi 10 inazi al cient.; in Pisa uno. Di caveretti si dà i’ Nimisi 10 inazi al cient.; in Pisa nulla. Di scoiattoli si dà i’ Nimisi 10 inazi al cient.; e in Gienova e in Vinegia altretanto. N
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Il cantare di Nimisi e di Monpulieri è in Marsilia cant, i ruotoli i.
17 Di ciò che si mette in Bruggia per mare o per terra si pagha uno starlino per balla di cheunque cosa; e chi conpera pagha, se lonbardo, d. 4 per Ib.; e ’1 borgiese, d. 3 per Ib.; e’ bramanzoni o del paese, d. due per Ib.; e ’1 venditore non pagha nulla. In Bruggia à pure un peso e libbre 148 o 150 di Vinegia sottili sono in lib. 100; e lib. 100 di Gienova sono in Bruggia lib. 72. Tutte merchatantie si vendono a questo peso, sì quelle a libbra, sì quelle a ino. Ciera si vende a peso e lib. 180 sono uno peso; alume si vende a charicha, ed è la charicha libre 400; guado si vende a cova, e pestasi e po’ si misura, e quella misura pesa libbre 690 di queste. Lo marcho di Bruggia, a che si vende ciera, vale 18 tornesi grossi meno I parigino. Lo marco di Bruggia d’oro e d’argiento torna in Firenze oncie 6 1/2. Grano si vende in Bruggia e in Ighilterra un quartiere.
17t. N IM ISI I Nimisi à due libbre; una grossa e una sottile; e ciento libbre grosse sono libbre 128 sottili e sono cant(a)re uno i’ Nimisi; e tre cantari sono una charicha.
L o marco di Nimisi e di Monpuslieri è maggiore che quello di Marsilia
starlini uno. La mina del formento di Nimisi torna i’ Marsilia mina una. Lo cantare di Nimisi è ttut’uno che ’n Agua Morta.
18 N
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P is a .
La caricha di Nimisi, ch’è tre cantari, torna in Gienova libbre 400. L o marcho di Nimisi è in Gienova oncie 9.
La mina del formento di Gienova è i’ Nimisi mine tre e 1/3. La libbra sottile di Nimisi è in Gienova oncie 12 1/2. La caricha di Nimisi è in Pisa lib. 378. Tre sestieri di formento di Draghingniano sono in Gienova mina una. Ciento sestieri d’Arli sono in Gienova mine 54. Sestieri otto e terzo d’Arli sono im Pisa staia 8 e in Firenze sono mog gio uno. Lo marco di Vingnione torna in Gienova oncie 9 meno i starlino. N
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Cantari quatro di Nimisi sono una charicha in fiera. Il marco de l’ariento di fiera è i’ Nimisi oncie 8 e terzo. Alle 2 1/2 di fiera sono i’ Nimisi channa una.
76
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATUR.A » DATINJANA
77 19
I8t. F IE R E D I F R A N C IA (136). In fiere di Francia si vende pepe e tutte ispezerie grosse a caricha; ed è la caricha libbre 350. In fiera, ttute altre spezerie minute si vendono a libbre; ed è la libra onde 13, e i leghami non si rifanno. Tutte sete torte si vendono a libbre; entrano onde 15 ne la lib. Tele di Canpangnia e de la Mangnia si vendono a alla; gironia si vende a caricha, ed è la caricha lib. 300 grosse. Alle 143 di tela di Renza sono in Parigi alle 82. La fiera da Langnio comincia il primo dì di gienaio; e a 17 dì apresso mette draperia; e a 19 dì grida ara e ’1 sechondo dì d’ara seggono i banchi e stano 5 semane. La fiera di Bari comincia il martedì anzi la meza quaresima; a 17 dì apresso mette dapperia; e a 19 dì grida ara, ch’è sabato d ’ulivo, e il secondo dì pongono i banchi e stanno 5 semane.
La fiera di Tresetto comincia il <3ì d’Ongniesanti, cioè in kalen di novenbre; e a 17 dì apresso mette draperia; e a 19 dì grida ara e il secondo dì ponghono i banchi e stano 5 semane. Ciasquna de le dette fiere si à, al cominciamento, 8 dì francho, che neuno avere ce vengha in fiera non pagha nulla; ma da otto dì inazi paghano secondo ch’anno stabilito, salvo che Langnino è ttutto francho, che niun’ ora pagha intrata. Lo marco è quatro fortoni; e ’1 fortone è quatro lotti; e’ lotto è steriini 7 1/2. Grano si vende in Parigi a sestieri e torna lo sestiere di Parigi in Firenze staia 5 1/2. À di spesa, dal porto di Rifoli a Parigi, s. 2 parigini al sestiere. E mine 21 di grano di Gienova sono in Parigi 20 sestieri (137). Vino si vende a tinello e 96 ciestieri sono uno tinello. Tornavi le tre botti di grecho di Napoli 2 tinelli, ciò sono 192 ciestieri: che viene che la botte del grecho sia da 64 ciestieri. Il marcho di Parigi d’oro e d’ariento torna in Firenze onde 8 d. j6. Il marco di Parigi è in Bruggia marcho uno e terzo.
La fiera di Proino di maggio comincia il martedì inanzi a l’As(c)ensione e a 17 dì apresso mette drapperia e a 19 dì grida ara; il secondo dì seggono i banchi e stanno cinque semane.
19t. T U N IS I
La fiera di Tresì San Giovanni comincia il martedì apresso a 15 dì passata la festa di San Giovanni Batista; e a 17 dì apresso mette draperia; e a 19 dì grida ara, che il dì di kalen d ’aghosto e 1 secondo dì seggono i banchi e stano 5 semane. La fiera di Proino Sant’Aiuolo chomincia il dì di Santa Crocie, di settenbre; e a 17 dì apresso mette draperia; e a 19 dì grida ara, ch’è il primo dì d’ottobre, e il secondo dì ponghono i banchi e stano cinque semane.
(136) Sulla durata delle fiere esistono otto manoscritti dei quali cinque sono conservati nella Biblioteca Nazionale di Parigi, uno nella Biblioteca di Stato di Provins, uno nella Biblioteca di S. Marco di Venezia ed uno nell’Archivio di Douai. A questi sono da aggiungere le notizie del prontuario del Pegolotti per il quale la Bassermann osserva « Die Schrift (« la pratica ») stammt aus der Zeit zwischen
^335 ^343móchte nachweisen, dass in Gegensatz zu der herrschenden Meinung die Mitteilungen des viel erfahrenen Florentiners bis auf unbedeutende Abweichungen mit den Manusì^ripten uberetnstimmen. (B a sserm an n E ., Die Champagnermesser - Ein Beitrag zur Geschichte des Kredits, Tubingen 19 11, pp. 10-12).
Tunisi à pur uno peso, cioè cantare, al quale ongni cosa si vende e conpcra, e ciento ruotoli sono uno cantare. Seta e ariento o altre cose, che si venda a ruotolo, si è di 100 ruot. nel cantare; salvo che ’I peso della zecca è alquna casa pili forte, cioè quello de l’oro ch’è magiore 1 migliorese di peso, perchè viene più in taglio al peso de le dobre. La zeccha batte moneta d’oro e d ’ariento e rende, in 15 dì, fa dobre d’oro di karati 23 1 / 2 ; à bocie aleghato ad ariento e non a rame; e ariento d’onde 11 1 / 2 di fine per lib.; e vogliono l’oro e l’ariento aleghato a questa legha in zeccha. Chi mette oro in zecha di charati 23 i /2 si rende la zecha tante dobre coniate, a peso quanto à ricieuto oro; ma toglie battitura miglioresi 2 per dobra, e più, a ongni 68 dobre i migliorese. Intendesi oro in verghe e moneta choniata in terra di cristiani; se moneta coniata in terra, di saracmi toglie fattura tre quarti di migliorese per dobra. (137)
Con questo paragrafo ha, evidentemente, inizio il capitolo su Parigi, del
q u ale è stato nella nostra omesso il titolo (Cfr. P e g o l o t t i , p. 236).
LA « PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA )) DATINIANA
Lo ruotolo con che si pesa il detto oro in zecha è oncie i6; e d’ongni ruot d’oro si ria dobre io6 e 2 parti di dobra, che nne viene per oncia di Tunisi sei e due parti. Nella zzecha à due ruot., e tanto pesa l’uno quanto l’altro; ma avi di svalio a l’oncia, che Ile oncie 16 d’oro sono i ruot. e le oncie 18 d’ariento sono ruot. uno. A queste 18 oncie si fanno i miglioresi nuovi e vànone per ruot. 360 miglior., che sono 20 per oncia, questo si fa, che chade piùe a taglio a battere i miglioresi. Chi mette ariento in zeccha alegato si li dà la zecha bisanti 45 meno ottavo de’ ruot.; e tògliegli per fattura miglior. 17 quarti 3 de’ ruo tolo: sì che resta bisanti 43 millor. i ; e paghasi diritto ch’il mette nella terra cinque per cient. Diecie miglioresi vecchi sono uno bisante e a questo si conpera e si vende ; ma miglior, nuovi sono li otto uno bisanti : e chosì si contano a paghamento otto nuovi 10 vechi. D ’oro e d’ariento che vi metti paghi 5 per 100; e per danari a’ scrivani e a’ sergienti viene bene quarto per 100: sì che 5 e quarto per 100 si può ragionare. Chi ’1 mette nascoso non pagha; e se gli è trovato a l’entrare, non pagha più che ’1 diritto usato; ma perchè fosse trovato in zeccha non pagha. Però de’ l’oro si canpa asai, ma de’ l’ariento no: perchè è di magiore inbuglio.
Olio à di fedo ongni giara 3 bisanti, o pichola o grande che sia, e chome giungnie vuole la Corte ce s’ingiarri; e se v ’à topo o osso di porcho si vi mette la Corte catrame e comanda che si tragha de la terra. E torna il looo de l’olio di Puglia da 12 1/2 in 13 e di quelle giarre, che monta bisanti 40 di fedo al 1000; e spacciasi al mettere nella terra per bisanti otto la giarra, c’a 10 i /2 per 100 viene da bisanti 10 : sì che 50 bisanti si può ragionare il migliaio di diritto e di fedo (138). E a di spesa il migliaio de l’olio, dal mare a la terra, e giarre e portare a vendere e danari chontanti si pagha in doghana e ongni maniera di spesa infino venduto bisanti 8 il 1000, che, ragionando 36 matare il migliaio, viene la matara miglioresi 2 e quarto; e di fedo e di diritto, a bisanti 60 il 1000, viene miglioresi 1 6 1 / 2 la matara, sì che 18 miglioresi e tre quarti viene la matara. Seta à di fedo bis. i quarto ruot. ; cotono, bisante 2 1 / 2 al cant. ; altre ispese, oltre a 10 i /2 per joo, ragiona i in uno e mezo per cientinaio. Fermento à di diritto miglioresi 2 per cafisso; e scaricare, infino venduto, ragiona in soma miglioresi otto i’ nove per salma; fedo non à niuno. E le 100 salme di Cicilia sono in Tunisi ciento; tanto più che se ne fano le spese in Tunisi abattendone quello eh’è ’nbolata.
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20 I cristiani pagano a l’entrare d ’ongni merchatantia 10 per 100 e non altro diritto, salvo eh’e’ fiorentini paghano 10 1 / 2 ; e avi spese di scrivani e altro bene uno onde viene 11 1/2 ; viniziani e pisani, 10, e altri, IO e quarto; e poi li scrivani e altre spese. Àvi im diritto che si chiama fedo e paghalo i saracini; ma i cristiani il s’accollano a loro per riscontarsi ne’ loro debiti co’ la Corte. E con viene chi mette in Corte faccia di patto di potere scontare ongni di ritto e fedo di cristiani e di saracini. Chi nne trae tanto quant’à messo, non pagha nulla; ma chi trae e non v ’à messo pagha mezzo diritto, cioè i fiorentini 5 e quarto per 100. Ogni cantaro di lana pagha a la Corte bisanti 5 e quarto; e à di spese sacca e altro carichata, miglioresi otto per cantare. Lo cantaro de le quoia à di fedo bisanti 4 per cant, e boldroni 4; e altre spese carichate, miglior. 5 per cant.; ciera à di fedo bisanti i 1/2 per cant, e mezo d’altre spese carichata.
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20t. Frutte ànno diritto e portaggio, infino vendute, miglioresi 5 in 5 1/2 per cant.; e non ano fedo, che viene da 15 in j6 per 100. Spezerie, stangnio, rame ànno il detto diritto; e di spese da mare a la terra, secondo che sono ragionate il pondo, tre quarti di bisante, per chè si pesa; ma, se fossero panni, canovaccio o cosa che non si pesi, raxonasi 1/2 bisante per pondo, per barche, bastagi e spese minute. La zeccha toglie bisanti vechi de Leone, che batte Banducco, darà per oro di dobre che si raxona siano a karat. 23 quarto (139).
(138)
Il Pegolotti, sia nel manoscritto che nell’edizione del Pagnini, riporta
qu esti oneri come nella nostra, ossia di bisanti 50, ma I’E van s ( o/?. à t., p. 13 2 , nota n. 2) ha rettificato tale valore in 60 bisanti, osservando che dato il fedo di 3 bisanti e il diritto di 2 bisanti per giarra, ne deriva, sulla base di 1 2 giarre per m ig lia io , una spesa complessiva di 60 bisanti; cifra confermata piiì oltre dal Pego lotti stesso.
(139)
Il Pegolotti riferisce in merito « la zecca toglie bisanti vecchi d’oro del
lione, i quali fece battere il soldano che si chiama Benduccodara, per oro di dobbla che si ragiona che sieno di lega di carati 2 3 1/ 4 d’oro fine per oncia». Il mano
scritto riportava « benduccho dara » e l’edizione del Pagnini, « Benducco; darà »,
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L ’ariento che si porta di Castello in Tunisi vuol essere in verghe piìì sot tili che quelle de Toro fine, che si fano in Firenze; e metono al marco di Castello, per ralegharlo a lega di Tunisi, d. io di rame, di 24 d. in oncia di peso; e riassi a Tunisi, del marcho di Castello, cioè d’otto oncie, netto d’ongni spese e di nolo, bisanti 18 meno quarto, fatti i’ miglioresi. Cotono si vende in Tunisi a cantare, ed ài ruot. n o per cant.; e di lino ài ruot. 105 per cantare (140). Carube si vendono a cant, e scontansi ruot. 5 del cant, di tara. Lana e boldroni si vendono a cantare. Lo peso di Tunisi e di Bugiera è tutt’uno; e il cant, de’ lino di Bugiera è in Bugiera i 1/2 d’altra merchatantia. Olio si vende in Tunisi a giarre; vino, a mezeruole; grano, a chafisso. Frutta si vendono in Tunisi a cant. E, delle nocielle, che torna il cant, di Napoli cant. 145, è lor corso: le barberelle, miglioresi 38; e le grosse, 34 in 36 il cant.; e de le castangnie ghusciose, che torna il cientinaio cant. 130, è loro corso miglioresi 38 il cantare. Del migliaio de’ rame di Vinegia, che torna in Tunisi cant. 9 e 2 terzi, si pagha diritto e spese in Tunisi 12 1/2 per cient.; vàlvi bisanti 38 lordi il cantare. Chuoia, che Ile 100 pesino cant. 21 in 22, costerebe bisanti 13 1/ 2 cant, navichate in 14; quelle che le 100 pesino cant. 17 1 / 2 in 19 costano bisanti 12 in 12 1/ 2 navichate.
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21 Varebono in Provenza le chuoia s. 40 in 45 tornesi il cantare di Nimisi, che siano le 100 chuoia cant. 18 in 22; e ’1 cant, di Nimisi è lib. 120 in Firenze. Ànno d’avaria, senseria, sortitura e lelda, eh’è un diritto, e bastagi d. i 1/2 per chuoio, i’ Nimisi e ad Agua Morta, d. i per lib.; chiaveria e per portalle d’Agua Morta a Nimisi, d. 8 per cant. E perchè vi n’avesse per volta 4000 o 6000 si si venderebono bene. Canovacci si vendono m Tunisi a cient. di canne e joo channe di cano vaccio d’Ancona sono in Tunisi kanne 93. Se mercatantia o canbio che mettessi in Tunisi non ti piaciesse di ven derla, puonela trarre e no’ ne paghi diritto niuno. Cottono si dà sacho per cotono e fasene la tara eh’è detto di sotto. T
u n is i co n
P
is a e
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G
ie n o v a .
Il cantare di Tunisi, eh’è 100 ruotoli, torna in Pisa libbre 150 in 158. Cciento barili di vino di Pisa sono in Tunisi mezeruole 67. Braccia 325 di panno di Pisa sono in Tunisi cientinaio i. Lo staio de l’olio di Pisa è in Tunisi giarre due. Libre 225 di Pisa di lino sono in Buggieia cant, uno. Libre 2 di seta di Gienova fano in Tunisi ruot. uno; e tanto più, chè se ne fanno le spese di Gienova a Tunisi e diritti e ttutto infìno vendutta.
2 1 t. ma I’E vans osserva che essendo i « bisanti vecchi » in ogni altro caso riferiti ad Alessandria, si può ritenere che quello sia il nome del primo' sultano mamaluco dell’Egitto, E 1 Malek ed Daher Bibars el Bondo\dari, 12 6 0 -12 7 7 {op. cit., p. 133, nota n. 2). Circa questo paragrafo e quello che segue, si osserva, ancora, che essi costi tuiscono nel Pegolotti la prosecuzione del capitolo « Per la zecca dell’oro e del l’argento ». Non è chiaro perchè nella nostra non si leghino alla parte precedente, relativa, appunto, alla zecca, ma siano inseriti tra i diritti che hanno vigore a Tunisi; si è portati a credere in conseguenza che nei prontuari dai quali la nostra è stata tratta, possa essersi verificato uno spostamento di fogli, così come ritiene I’E vans ipp. cit., p. XII), sia successo per il manoscritto del Pegolotti. Nel nostro caso, nondimeno, uno spostamento del genere si deve far risalire alle trascrizioni precedenti, poiché nel codice di Prato i due diversi, menzionati, argomenti si suc cedono nella stessa pagina. (140) A questo punto si ritorna sull’argomento generale, di cui a c. 19 t sugli usi commerciali di Tunisi, che nel P eg o lo t ti (p. 13 0 , r. 2 0 ) proseguono invece, senza soluzioni di continuità, nella trattazione: «T unisi di Barberia per se mede simo ». Vedi anche precedente nota n. 28.
T
u n is i c h o ’
N
im is i e
con
f ie r a .
Lo cantare di Tunisi è i’ Nimisi cant, uno ruotoli 19. Chantare uno e ruot. 36 e terzo di Tunisi sono in fiera una charicha.
M A IO L IC H A . r Maiolicha si vende mercatantia a caricha e a cantare e a libbra; ed è la charicha tre cant., e ’I cant, è lib. 104. lu tto avere di Levante si vende a caricha, salvo spezeria sottile, che si vende a libbra. r Maiolica non si pagha niuno diritto, salvo d’olio che vi paghano i forestieri uno per cientinaio. Lo migliaio de l ’olio di Puglia torna i’ Maiolicha quartari 96. La salma di Cicilia torna a Maiolicha misure 4 e quarto e coronvi reali che vale il fiorino d’oro s. 1 8 1 /2 . 6.
C.
C ia n o
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Ciento quartiere di grano di Maiolica sono a Barzalona mine no. r Maiolicha torna la mina di Gienova 4 cada; vaivi da 32 miglioresi cada; vale la dobra bisanti 11 j /2 e 10 miglioresi sono bisanti uno. Otto giarre d’olio di Maiolicha sono i botte di Napoli di cafissi 160, ed è più amato a Maiolicha l’olio di Maiolicha che quello di Puglia, e vale piùe s. 6 la giarra.
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22 t. SP E SE D I M E R C H A T A N T IA G IU N T E IN P R O E N Z A . P e r rischarichare in Agua Morta, d. . . . per pondo. P e r casaticho a l’oste, d. . . . per pondo. P e r chiaveria, d. i per Ib.
M
a io l ic a
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C
ic il ia
e
con
P u g l ia .
La salma del formento di Cicilia torna i’ Maiolicha quartieri 4. r cantare de l’olio di Palermo torna i’ Maiolica 12 quartieri. Il migliaio de l’olio di Puglia torna.......... Cantaro i ruotoli 60 di Cicilia tornano i’ Maiolicha uno canno.
C H A N D IA . In Chandia à due pesi: uno sottile e uno grosso; e libbre 1500 sottili sono 1000 grosse, che sono uno migliaio. Tutte spezerie si vendono a peso sottile, cioè a cientinaio, che Ile 100 lib. sottili sono uno 100; galingha, noci moschade e zaferano e ttutte spezerie sottili si vendono a libra sottile, e le 100 lib. sottile sono 112 grosse in Vinegia. Rame, pionbo, stangnio e ferro si vende a migliaio grosso. Miele, mandorle, nerella si vendono a migliaio sottile. Olio si vende a migliaio, eh’è magiore che quel d’Ancona 2 metri. Canovacci si vendono a cient. di braccia, che le 100 braccia de la Marcha tornano in Chandia braccia 330. Oro si vende e conpera a saggi; e saggi 77 1/2 , sono in Firenze libbra una d’oro. Grano si vende a misura, e le 15 misure sono una salma di Puglia. Sapone si vende a migliaio sottile. Chi mette merchatantia in Candia e trae quella medesima merchatantia, non pagha nulla; e se la vende, pagha 4 per cientinaio; e se vendi ne la terra e conpera cosa che non v ’abia messa, non paghi nulla; ma sse la vole trarre, paghi pure due per cient. Tonboli 22 di nerella di Puglia sono in Candia migliaio unno sottile. Vino di Creti si vende in Candia a cient. di mistati, e 34 mistati sono una botte di mezo migliaio di Puglia. Giarre 14 e quarto d’olio di Sobilia sono in Chandia migliaio uno d’olio.
P er naulo d’Agua Morta a Latte, per lo stangnio, d. 8 per balla. P er portagio, per balla, d. 4.
Per pedaggio a La Rottella, eh’è nel mezo de lo stangnio, d. 4 per balla. P e r chareggio, da Latte a Monpulieri, d. 10 per carica. Per senseria, d. i per Ib.; di spezerie minute e de le spezerie grosse, d. 12 in 15 de la caricha; e di seta, fiorini uno d’oro per fardello. P e r malatolta de’ Re di Francia, d. 2 per Ib., d’ongni mercatantia si si vende o conpera in Monpulieri per l’itaHani. D ’ongni merchatantia si venda, che non vada al peso de’ Re di Maiolicha, si pagha lelda a ’ Re di Maiolicha, d. i per Ib., come sono drappi a oro e panni e chuoia e formento. La caricha di Monpulieri è tre cantari e ’1 cantaro torna in Gienova lib. 133 e terzo, e in Pisa lib. 128. S etta si vende a libra grossa, ch’è oncie 15 1 / 2 di Monpulieri. Zaferano e spezerie minute si vendono a libra sottile, ch’è 12 oncie in Monpulieri ed è i chon quella di Gienova. Canovacci si vendono in Vingnione a charda; ed è la carda kanne 6 q. 3 in Vingnione. E le 9 canne di Vingnione sono in Firenze 8; e le IO di Firenze sono 9 a Tunisi. La carda di Nimisi è i’ Nimisi canne 6 e palmi 6; e kanne 9 1/2 di Nimisi sono in Firenze 8 canne. Chuoia di bue di Barberia si vendono in Provenza a fascio; ed è il fascio IO chuoia, e chuoia che pesi l’uno 25 libbre di Monpulieri, che sono 30 in Firenze; sono comunali e vale da Ib. 5 1 / 2 tomesi il fascio; se fosono di pivie peso, vagliono più; e, se fosono di minore, vagliono meno.
23 In Provenza vole l’anno 30.000 chuoia di Barberia e suo pregio è questo: Chuoia di Tunisi, che le 100 pesino 24 cant., in Marsilia varebe il cienti naio, cioè le 100 quoia, Ib. 60 di reaU; se pesasero più, varebono, ongni tre chantare, Ib. 10 il cientinaio.
1 ì
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Di Buona, Ib. 50; viènvene pocha. Di Sale, Ib. 50; di Zizeri, Ib. 40 in Ib. 45; da ’n Colle, Ib. 55. D ’Argilla, Ib. 60; di Nifes, Ib, 80. Tornano i 22 cant, di chuoia di Tunisi, cant. 27 in Marsilia. Tre sestieri di grano d’Agua Morta sono in Marsilia mine quatro. Per lo peso arè di Maiolicha in Monpulieri, d. 10 per caricha d’ongni roba, salvo seta, paghi d. i per Ib.
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Il chafisso del grano di Subilia fa a Barzalona mine 8 1/2. Il chafisso del grano di Subilia fa in Maiolicha quartiere 7 1/2. Al Torissi si vende spezeria a cient. di menne; e torna la menna libre 3 sottili di Vinegia. Seta si vende a libra e torna in Vinegia libbre 6 oncie 4.
24 23t. SO B ILIA.
D IV IS A M E N T O C O M E T O R N A N O T U T T E M ISU R E D I S A L E . Il cientinaio de le misure di sale da Ghelle di Schiavonia tornano in V i
In Sobilia si vende olio a rubi; e 5 rubi sono una giarra. Suole valere di primo chosto da due in tre marabottini i’ rubio. E à di spesa, la giarra, eh’è cinque rubi giarra, e diritto e portare al porto marabottini 5 1/2 ; e di nolo, per Cipri, si ragiona quatro marabottini la giarra; e a Tunisi, 3, o così; e 22 marabottini vagliono una dobra d’oro; le IO giarre tornano in Tunisi 27 matare.
negia moggia 9. Ciento misure di Navili di Schiavonia è in Vinegia moggia 9. Ciento misure di Pugio di Schiavonia sono in Vinegia moggia 9. ICO misure di Lulichi di Schiavonia sono in Vinegia moggia 9. ICO misure di Sabinichia di Schiavonia sono in Vinegia moggia 13. ICO salme di Canni e di Salpi e da Sipanto di Puglia sono in Vinegia
Lo cantaro de l’olio di Sobilia si è 10 rubi di Subilia, ed è due giarre; e la giarra torna in Tunisi matare 2 e tre quarti; e le tre giarre, che sono 15 rubi, sono in Gienova barili due e mezo, mostra che 48 rubi siano I migliaio di Puglia.
moggia 26. ICO moggia di Chiarenza de la Morea sono in Vinegia moggia 42(143). ICO salme di salle da Durazzo sono in Vinegia moggia ... 100 misure di sale sono in Vinegia moggia 16. ICO corbelle di sale di Sardingnia sono in Vinegia moggia 13. 100 misure di sale d’Evinza sono in Vinegia moggia 54. ICO misure di sale di Sarabesi di Barberia sono in Vinegia moggia 26. 1000 moggia di sale di Cipri sono in Vinegia moggia 24(144). ICO misure di sale di Chioggia sono in Vinegia moggia 4. ICO misure di sale di Cervia sono in Vinegia moggia 3. 13 staia di sale di Vinegia sono in Vinegia 12 di grano. Lo cient. del sale d’Ancona è in Vinegia moggia 37.
La dobra vale in Sobilia da 24 marabottini; e ’1 marabottino vale d. 10; e ’1 tornese grosso de lo ritondo vale in Subilia d. 15 i /2 in 16, c a d. 16 sono uno marabottino e tre quinti. In Almeria si vende grano a cada; e 4 in 4 e ottavo cada fanno una mina in Gienova (141). La dobra vi vale bisanti 11 1 /2 ; e jo niiglioresi sono uno bisante, che viene che tanti miglioresi quanto si vende il cada tanti s. di gienovini venduta la mina di Gienova. Lo cantar d’Almeria è quasi tutt’uno chol chantaro di Gienova (142). Paghanvi i gienovesi diritto 6 1 / 2 ; e’ catalani, 8 per 100, a l ’uscire. II chafisso del grano di Subilia fa pocho meno di 2 salme generali. Il chafisso del grano di deto luogho fa in Valenza 3 chafissi. Il chafisso del grano di Subilia fa a Teraghona di Chatalongnia quartiere 7.
( 14 3 )
Il Pegolotti riporta « coda » ma giustamente l’Evans osserva : « this word should probably be spelled cada » ( E v a n s A ., ofr. cit., p. 224, nota n. i). (142) II C h ia r in i riferisce, « El chantare di Gienova è maggiore che quello di Sibilla I in I per 100 », ma il B o r la n d i {op. cit., p. 105, nota n. 10) osserva che un confronto con il cantare non di Siviglia, ma di Sicilia darebbe un risultato concorde.
moggia di Ve
n ezia » su lla base del rapporto di 2 moggia di Chiarenza per i staio di Venezia, di 12
(141)
Il P e g o lo t ti , n e l manoscritto e nella edizione del Pagnini, riferisce un
rapp orto a n alo g o al nostro, T E v a n s lo ha però rettificato in « 4 ^ staia
p e r xn oggio.
Risultato questo controllabile altresì con l’intervento della
som a di A n co n a (op. cit., p. 154, nota 2; cfr. anche U zz a n o , p. 91).
(144)
È questa l’unica citazione che nella nostra «pratica» si fa dei sale di
C ip ro , il prodotto ricavato con poca fatica dai laghi presso Limisso e Larnaca e dal q u a le si ritraevano rendite assai maggiori che dal pur importante zucchero di canna (H e y d E ., L e colonie commerciali italiane nel M edio Evo, traduz. Mùller, Venezia
1866, voi. II, p. 312).
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
L ’otto alle di sale da lervi di Provenza sono in Pisa quarre 62, cioè uno istaio grosso, eh’è lo staio grosso 15 i /2 pichole.
L E G H E DI M O N E T E D ’A R IE N T O .
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I ciento quartini di sale di Castello di Castro sono in Pisa istaio uno grosso, cioè 62 quarre; e posonsi ragionare, questi ciento quartini, e posonsi ragionare a portata salme 75 di grano.
Viniziani d’ariento Guelfi di Firenze Ghibelini di Firenze Bolongnini
oncie oncie oncie oncie
II II IO IO
d. d. d. di
A I nome di Dio, amen.
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16 di fine per libra, 16 di fine per lib. 15 di fine per lib. fine (145).
25
L E G H E D I M O N E T E D ’ORO E D ’A R IE N T O . Fiorini d’oro Luchesi d’oro a chavallo Luchesi d’oro a piede Anfionsini d’oro diritti Oro di teri de’ Rengnio Gienovini d’oro a cavallo Gienovini d’oro a piede Chastelani d’oro Dobre da Mirro Dobre da Moroccho Perperi vecchi chomunali Perperi paglialocati Perperi nuovi nuovi Carlini d’oro nuovi Aghostani de’ Re Carlo sotto sopra Roelle d’Acri a crocie Roelle sanza crocie Tribolati d’oro Pezette di Bisanto Bisanti vecchi Bisanti saracinati Bisanti di Tunisi Romanini Parigini cho’ l’Angniusdeo Viniziani d’oro Raonini de’ Re di Raona Romanatti fatti chome perperi
fini. karati 24 meno quindecimo. kar. 23 1/2 . kar. 2 0 1 / 2 . kar. 16 e terzo. kar. 24 meno quindecimo. kar. 23 e quarto. kar. 23 e 3 q. kar. 23 e q. kar. 23 e q. kar. 17. kar. 15. kar. 14. fini. kar. 20 1/2. kar. 15 e 2 terzi. kar. 12 meno tre ottavi, cioè bisan ti... kar. 15 meno q. „ kar. 12. kar. 24 meno terzo, kar. 15. kar. 16 meno terzo, kar. 24 meno ottavo, kar. 24 meno q. son fini. kar. 24 meno q. kar. 22.
Sanesi nuovi Mezzo conio di stella Tornesi grossi Gienovini grossi Vienaro Tirallini Bramanzani Miglioresi Berghamaschi Marghugliesi Fiorini di stella Steriino Romanini ce pesano come tornesi Valenzani a cavallo Baldachini co’ l’aghuglia Baldachini cho’ gli angnioli Chanbrugini cho’ la testa
( 14 5 )
oncie IO d. i di fine. oncie I I d. 5 di fine. oncie I I d. 10 di fine. oncie I I d. 12 di fine. oncie 7 d. 16 di fine. oncie IO di fine. oncie IO di fine. oncie I I 1 / 2 di fine. oncie 9 d. 14 di fine. oncie I I d. 8 di fine. oncie IO d. 21 di fine. oncie I I d. 2 di fine. oncie I I d. 8 di fine (146). oncie I I d. 7 quarti di fine. oncie I I d. 8 meno ottavo di fine. oncie I I d. 7 quarto di fine. oncie I I d. 2.
Mentre I’U z z a n o (p. 18 8 ) ed il C h ia r in i (pp. 15 8 -15 9 ) riportano nume
rosi tipi di bolognini, tra i quali coniazioni dal 1376 al 1436, nella nostra se ne ri ferisce solamente uno di 10 once, forse il grosso bolognino d’argento che si prese a coniare dal 12 3 6 (Cfr. M a r t in o r i E ., o f. cit., p. 39). (14 6 )
Il Pegolotti riporta «Romanini di peso come a once 1 1 , denari 8 » ,
seguito, nel manoscritto e nell’edizione del Pagnini, da un rigo incompleto, «tor nesi grossi...», che I’ E va n s {pp. cit., p. 289, nota n. 4), ritiene presumibile anti cipazione di quello che segue comparendo, dopo un rigo dedicato ai veneziani grossi, appunto, i tornesi grossi. Potrebbe, però, quella espressione avere un’altra origine, essere cioè un imperfetto riferimento a quanto risulta nella nostra e cioè « ce pesano come tornesi ».
la
« PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
Frigiachesi da Ulea e da l’aghuglia e da la torre e del gilglio e de la luna Marsiliesi grossi Pretti che batte i’ Re di Castello, che da Tu’ lato à u’ leone e da l’altro un chastello Fiorini di stella Astighani grossi Inperiali piagientini Fiorini nuovi Luchesi d’ariento Anbrogini vechi di Melano Luchesi a chavallo Ariento di Lunghoboccho Arienti grossi nuovi Ravingniani vecchi Luchesi nuovi Verghe marchate di Gienova Cortomini Ravingniani del punto de la crocie Popolini di Firenze
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
oncie 9 d. io 1 / 2 di fine.
I oncie I I d. 6 1/ 2 di fine per libra, oncie 3 d. 20 per libra (147).
oncie IO d. 20 di oncie 8 d. 19 di oncie 9 di fine. oncie IO d. IO di oncie IO d. 5 di oncie 10 d. 15 di oncie 11 d. 1 di oncie I I d. 2 di oncie I I d. 9 di oncie IO d. 13 di oncie 10 d. 15 di oncie 11 d. 2 di oncie 7 à. 12 di oncie 10 d. 21 di oncie 11 d. 16 di
fine. fine, fine. fine, fine, fine, fine, fine. fine. finefine. fine. fine. fine.
25t.
Astighani Viglianesi Pretti che batte i’ Re di Chastello, eh a da Tu’ latto u’ leone e da l’altro uno castello Inperiali di Chermona Barselonesi Gienovini Tornesi Provisini di Sanato (148). Pisani e fiorentini Sanesi Bolongnini Ravingniani Lonbardi Fiorentini vechi Bernardi Aghuglini Medaglie di tornesi piccoli Parigini Luchesi picholi nuovi Ravingniani nuovi Mansesi vechi Reali di Marsiglia bianchi Perugini nuovi e Sanesi nuovi
89
oncie 2 d. 22 di fine, oncie 3 d . 3 di fine, oncie 3 d. 20 di fine.
oncie 2 d. 20 quarto di Chermona. oncie 2 d. 18 di fine. oncie 2 d. 15 di fine. oncie 3 d. 12 di fine. oncie 2 d. 20 di fine. oncie I d. I I di fine. oncie 2 d. 16 di fine. oncie 2 d. 16 di fine. oncie 2 d . 8 di fine. oncie 2 d. 20 di fiune. oncie I d. 20 di fine. oncie 2 d. 13 di fine. oncie 3 d . 3 di fine. oncie 3 di fine. oncie... oncie I d. 10 1/2 di fine, oncie I d. 23 di fine, oncie 6 di fine, oncie 3 d. 21 di fine, oncie I d. 12 di fine.
L E G H E D I M O N E T T E P IC H O L E . Cortonesi vecchi Cortonesi di piunto Viterbesi nuovi Inperiali piagientini, cermonesi, bresciani Voi terani del punto Volterani d’Ascholi Paperini di Roma Anchontani vecchi
oncie I d. 20 di fine, oncie I d. 17 di fine, oncie I d. 11 di fine. oncie
2 d. 18 di fine.
oncie I d. 18 di fine, oncie I d. 10 di fine, oncie I d. 22 di fine, oncie 2 d . 8 di fine.
26 Vienesi Charonati di Provenza neri Viterbesi vecchi, volterani vechi Cortonesi nuovi comunali Bolzonaglia di Puglia fine
oncie 3 oncie 3 oncie I oncie I oncie...
d. d. d. d.
22 17 20 13
di fine, di fine, i /2 di fine, di fine,
M O N E T T E D ’A R IE N T O . Ravingniani d’ariento oncie 14 quarto; entrane ne la libbra di Firenze
(147) Forse il Pepion o Pipion, moneta di biglione dei re di Castiglia e Leone, che fu abolita da Alfonso X (1254). U n’altra dimostrazione, dunque, delle notizie superate contenute nel codice di Prato. (Cfr. M a r t i n o r i E ., op. cit., p. 375).
s. 17 d. (148)
IO.
Ritengo stia per « Santo » (Cfr. P e g o lo t t i , p. 292, r. 4).
91
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
LA « PRATICA DI MERCATURA » DATINIANA
Aghuglini di d. 33 l’uno, a oncie 10 e quarto largho di fine; entrane ne la libbra di Firenze s. 8 d. 10 meno d. i di d. 24 oncia. Viniziani grossi oncie 11 d. 15 di fine. Sanesi grossi da d. 26 l’uno, oncie 11 e quarto di fine; entrane ne la libbra di Firenze s. 12 d. 6. Cortonesi grossi da d. 15 l’uno, oncie 10 di fine; entrane ne la libbra di Firenze s. 18 e d. 8. Tornesi grossi da d. 50 l’uno, oncie 11 d. 10 di fine; entrane ne la libra di Firenze s. 6 d. 11. Carlini grossi da d. 39, oncie 11 d. 5 1 / 2 ; entrane ne la libbra di Firenze s. 8 d. 7 meno d. i, di d. 24 in oncia. Volterani da d. 20 l’uno, oncie 10; entrane ne la libra di Firenze s, 14 d. 8. Fiorini grossi da d. 24 l’uno, oncie 11 d. 16 di fine; entrane ne la libra di Firenze s. 14 d. 6. Aghuglini da d. 24 l’uno, oncie ...; entrane ne la libra di Firenze s. ... Anchontani da d. 28 l’uno, oncie 11 d. .15 di fine; entrane ne la libra di Firenze s. ... Carlini da d. ... l’uno, oncie ...; entrane ne la libra di Firenze s. ... Sanesi da d. 27 l’uno, oncie ...; entrane ne la libra di Firenze s. ...
di spagho e altre avarie e storlame a mettere sotto, grani i 1/2; di diritto che si pagha nella dovana, grani 15 per oncia, mettendo e traendo, che si ragiona il sachc no’ faciendone vendita terì 2 e
90
26t. L E G H E D I M O N E T E P IC H O L E Fiorini piccioli
oncie i d. 12 di fine.
27 Quando à ben chaldo c ttu togli un ferro grande e mettilo in questa ismeratura.
27t. La spesa che à i’ Napoli il saccho de la lana di Tunisi a mettere ed a trarre sansa farne vendita, sechondo ne scrivono i nostri di Napoli: di scharichare da nave e rechare alla marina, di spesa grani j sacho; da la marina al maghazino, esendo di presso il fondacho, grani 2; di pigione di maghazino, sechondo ch’è la quantità de la lana, e quanto vi stese, ma ragioniamo il sacho chosti grani 2;
grani 10; e, vogliendosi poi charichare a lengnio, grani 3 1 / 2 . Soma ne viene al sacho, terì 3.
INDICI
PARTICOLARI
IN D IC I D I L O C A L I T À
A c r i,
cc. 6t, 24!; rapporti con Firenze c. 6t; misure canne c. 6t; A i g u e s - m o r t e s (Agua Morta), cc. 6, 8, i7t, 21, 22t, 23; rapporti con Lattes e. 22t; Marsiglia c. 23; Nìmes cc. lyt, 2 1; Puglia c. 8; Sicilia c. 6; Tunisi c. 21; misure balle c. 2 it; cantari cc. lyt, 21; libbre c. 21; sestieri cc. 6, 8, 23; diritti c. 21; noli c. 22t; varie spese cc. 21, 22t. A l e s s a n d r i a d ’E g i t t o (Alesandra, Allesandra), cc. I, i t , 2, 2 t; rapporti con Ancona c. x; Cagliari c. 2; fiera c. 2t; Firenze c. it; Genova c. 2; Napoli c. i; Pisa c. 2; Provenza c. 2t; Sa lerno c. i; Venezia c. it; misure cantari forfori cc. i, it, 2, 2t; cantari gervi cc. I, it, 2, 2t; cantari leu di cc. I, it, 2, 2t; menne cc. i, it, 2 2t; ruotoli cc. 2, 2t;
monete e pesi di monete peso di bisanti cc. i, it, 2, 2t; peso di miglioresi cc. i, it, 2, 2t. A l g a r v e (Gharbo), c. 6t; rapporti con Sicilia; misure cantari, ruotoli. A l m e r ia ,
cc. 2^t: rapporti con Genova; misure cada, cantari; monete e pesi di monete bisanti, doble, miglioresi; diritti all’entrare, all’uscire. A n c o n a (Achona, Acona, Anchona), cc. I , 3, 5t, 7t, lot, I I , u t , 2 1, 22, 24; rapporti con
Alessandria c. i; Barletta c. jt; Bo logna c. 1 1 ; Candia c. 22; Cervia c. 11; Chiarenza cc. 5t, yt; Cipro c. lot; Fermo c. i i ; Firenze c. 1 1 ; glia cc. yt, lot; Romania c.
Pu lot;
Salonicco c. 3; Termoli c. lot; Tu nisi c. 2 1; Venezia cc. lot, 1 1 , u t ,
24:
I 96
INDICI DI LOCALITÀ
INDICI DI LOCALITÀ
misure anfore c.
u t;
b a lle c.
u t;
b ra c c ia
cc. 5 t, lo t, 1 1 ; ca n n e cc. l o t ; 1 1 , 2 1 ; ce n tin a ia c c. 1 1 , 2 4 ; lib b re cc. i . 5 t, lo t,
A r s i l i a (Argilla) c. 23; rapporti con Provenza.
tinaia c. 7; libbre grosse c. 7; libbre sottili c. 7; marco c. 6t; migliaia c. 7; peso grosso c. 7; peso sottile c. 7; ruotoli cc. 6t, 7; salme c. 7t.
(150),
1 1 ; lib b re so ttili c. l o t ; m arco
cc. I , 1 1 ; m etri cc. yt, l o t ,
11, 22;
m ig liaia cc. 3 , jt, lo t , 1 1 , 2 2 ; m isu re d el
A s c o l i (A sch o li),
(Bari),
B a r -s u r - A u b e
c. i8t.
cc. 2 5 t .
grano e d e ll’orzo c. 5 t ; once cc. i , 1 1 ; peso grosso c. lo t ; q u a rte ro n i c. 5 t; salm e
c.
11;
som e
cc.
5 t,
yt,
11;
s ta ia c. 1 1 ; m onete
e
libbre
p esi cc.
di
lo t ,
u t;
d iritti
all’entrare c. lot; all’uscire c. lot. A q u il e ia
(Raona)
cc. 8t, 12, 22t, 23; rapporti con Napoli c. 8t; Provenza cc. 22t, 23; Venezia c. 12.
(149),
cc. 6, 24t; rapporti con Sicilia c. 6;
B a r c e l l o n a (Barzalona), cc. 6, 2 it , 23t; rapporti con
misure cafissi c.
c an n e 22t; c a rd e (corde) c. 22t; m arco cc. 14, 18. B a r b e r ia ,
(Ulea),
c. 2 5 .
A ragona
(Vingnione), cc. 14, 18, 22t; rapporti con A v ig n o n e
Firenze cc. 14, 22t; Genova c. 18; misure
m o n ete
6;
Maiorca cc. 2 it ; Sicilia c. 6; Sivi glia c. 23t; misure mine c. 6, 2 it, 23t.
m onete e p esi d i m o n ete soldi c. (5.
B arzalo n a,
v
. B
B a rletta, A rles
(A rli),
cc.
18 ;
8.
ra p p o rti con
Firenze c. 18 ; Genova c. 18 ; Puglia c. 8;
c.
misure sestieri cc.
8,
18 .
18 ;
Pisa
cc. 5t, 6t, 7, yt; rapporti con Ancona c. yt; Chiarenza cc. 5t, yt; Firenze c. 6t; Istip c. yt; Messina c. 6t; Palermo c. y; Sicilia c. 6t; Tunisi c. y; Venezia c. yt. misure canne cc. 5t, 6t, yt; cantari c. 7, cen-
( 15 0 ) Anche «Arzilla». Cfr. J u h e n A. (149) Non è ben chiaro che s’intenCh., Les voyages de découverte et les desse efiettivamente per Aragona; presu premiers établissements {X V e et X V l e mibilmente vi si voleva identificare l’in siècles), in « Histoire de l ’expansion et sieme delle zone alle spalle di Malaga de la colonisation Franfaises », Parigi (cfr. M e l i s F., Malaga ecc., cit., p. 154). 1948, p. 58.
.
B arcello n a.
(Berghamo), cc. 141; rapporti con Milano; misure marca; monete e pesi di monete denari imperiali.
monete bisanti c. 6t. B r u g e s (Bruggia), cc. 16 , i6t, 1 7 , 19 ; rapporti con Firenze c. 1 7 ; Genova cc. 16 , i6t, ly; Inghilterra c. ly; Parigi c. 19 ; Ve
nezia c. ly; misure cariche c. ly; cove c. 1 7 ; libbre c. ly; marco cc. ly, 19 ; peso c. ly; quar tieri c. ly; uti c. 16 ; monete e pesi di monete denari c. ly; libbre c. ly; parigini c. ly; reali c. i6t; starlini c. 1 7 ; tornesi grossi c. 17; diritti all’entrare c. 1 7 ; all’uscire c. 1 7 ; usi cc. i6t, 1 7 .
B o l g a r i a , V.
B u l g a r ia
(Borsella),
B ru xelles B olo g n a
(Bolongnia),
cc. 8, I I ,
12 ,
i4 t ;
rapporti con Ancona c. 11 ; Firenze c. I4t; Puglia c. 8; Venezia c. 12 ; misure braccia cc. 11 , 12, I4t; corbe cc. 8, I 4 t ; libbre cc. 1 1 , 1 2 , I 4 t ; once cc. 1 1 ,
a r -s u r - a u b e .
A r g il l a , v . A r s il ia .
v
B ergam o
A r e st a n o , v . Or is t a n o .
B a r i,
97
%
I4t.
B o n a (Buona), c. 23; rapporti con Provenza.
B o r sella ,
V.
c. 12 ; rapporti con Venezia. B u g g ie a , B u g g ie ia , B u g ie a , B u g ie ir a , B u g ie r a ,
v
.
B o u g ie
B u l g a r i a (Bolgaria),
c. 3; rapporti con Cipro; misure moggia; noli varie spese.
B ru xelles Buona,
v
. Bona.
B o u g i e (Bugiea, Buggiea, Bugiera, Bug-
gieia, Bugieira), cc. 6t, gt, 2ot, 21; rapporti con Napoli c. gt; Pisa c. 2 1; Sicilia c. 6t; Tunisi c. 2ot; misure cantari cc. 6t, gt, 2ot, 2 1; falacche c. 6t; 7.
C.
C ia n o
Caen
(Camo),
c. 1 2 ; rapporti con Venezia. C a g l ia r i
(Castello di Castro, Chastello
di Chastro), cc. 2, IO, I 3 t , i 5 t , 16 , 2o t, 2 4 ;
98
INDICI DI LOCALITÀ
INDICI DI LOCALITÀ
rapporti con Alessandria c. 2; Genova c. 16; N a poli c. 10; Pisa cc. I5t; 24; Venezia c. I3t; misure b a r i l i c. 10; c a n t a r i c c . 2, i 5 t ; m a r c o cc.
IO ,
i5 t , cc.
i5 t ,
24; IO,
C a l a b r ia
2 o t;
s a lm e i3 t ,
q u a r t in i cc.
cc.
i5 t,
i^t,
24:
di
Ca ta lo g n a
c. 22; rapporti con Ancona, Creta, Firenze, Puglia. Siviglia, Venezia; misure b r a c c ia , c e n tin a ia , s o t t ili,
g ro s s e , su ra ,
lib b r e
Marca,
g ro sse , li b
m e tri, m ig lia ia ,
m ig lia ia
m ig lia ia
s o t t il i, m i s t a t i,
v
. C a g l ia r i.
m i
(Catalongnia),
c. 6; rapporti con Sicilia; misure cafissi. Ce r v ia
(C ie rv ia),
c c.
24;
II,
ra p p o rti con
Ancona c. 1 1 ; Venezia c. 24; misure
s a g g i;
d i r it t i a ll’e n tra re ,
C a str o
m arco c. 2o t.
(Chandia),
a l l ’ u s c ir e .
va come si trattasse di una fonte di ap provvigionamento di sale per Venezia, c. 24; dal contesto localizzata, con una certa attendibilità, nell'Italia del Sud. Forse (151) Nel Pegolotti, Ircani, località nonVarani, la laguna a Nord del Gargano sicuramente identificabile. L ’Evans rile ( E v a n s A ., op. cit., pp. 154 , 401). «C a n n i»
(1 5 1 ),
(Canpangnia),
c. 18 t; misure alle.
cc. 2ot, 25, 25t; rapporti con Tunisi c. 2ot; misure
c. 8; rapporti con Puglia; misure moggia.
(Cielona), c. 12; rapporti con Venezia. Ch am pag n e
C a s t i g l i a (Castello, Chastello),
(Candelloro),
c. 24; rapporti con Venezia; misure cento misure di sale. C h C LIVER I, V. COLLIOURE.
23;
Ca stello
C a m o , V. C a e n .
bre
Ch am pag n e.
C a s t e l l a m m a r e (Castello a Mare, Castelamare), c. i o ; rapporti con Napoli; misure centinaia delle frutta, cubelli.
c. 12; rapporti con Venezia.
Cand ìa
V.
rapporti con Provenza.
(Calavera),
C h i o g g ia ,
c. 24.
(Nifes),
Ca s a b l a n c a c.
16.
(Canbragio),
Can d elo r
Ca n p a n g n ia ,
corbelle c. 1 1 ; cento misure di sale
C h alo n
I3 t,
s t a r e lle
c. 7; rapporti con Tunisi; misure salme. Cam brai
rapporti con Venezia; misure salme.
99
Cic il ia , v . S ic il ia .
C h a n d ia , v . C a n d ia . C h a s t e l l o , v . C a s t ig l ia . C h a s t e l l o d i Ch a st r o , v . C a g l ia r i. Cherm o na,
v
. Crem o na.
(Kiarenza), cc. 3t, 4, 4t, 5, 5t, 6, 6t, 7t, 24; rapporti con Ancona c. 5t; Barletta cc. 5t, yt; Corinto c. 5; Firenze cc, 6, 6t; Istip c. 4t; Napoli c. 5t; Negroponte c. 4t; Patrasso c. 5; Puglia cc. 4, 4t, 5t, yt; Regno c. 3t; Venezia cc. 5, 24; misure canne cc. 5t, 6, 6t; caxati cc. 3t, 4; centinaia c. 3t; libbre c. 4, 4t, 5, 6; metri cc. 4t, yt; moggia cc. 3t, 4t, 5, 5t, 6, jt, 24; once cc. 4, 5 , 5t, 6; peso della grana e della seta c. 5; peso grosso c. 3t; staia c. 5. monete e pesi di monete denari cc. 3t, 4, 5, 5t; dobbiere della Morea c. 3t; fiorini cc. 3t, 4; per peri cc. 3t, 4, 4t, 6; perperi buoni c. 4; perperi comunali c. 4; perperi la tini c. 4; perperi nuovi paglialocati c. 4; soldi di grossi c. 4; starlini c. 4; teri c. 4; torneselli c. 3t. diritti all’entrare c. 3t; all’uscire c. 3t; le mura c. 3t; varie spese di monetaggio cc. 4, 4t. C h ia r e n z a
C h o s t a n t i n o p o l i , V. C o s t a n t i n o p o l i .
C ie lo n a , C ip r o
v
C h a lo n .
.
(C ipri),
cc. 3, 8t, lot, 12, 23t, 24; rapporti con Ancona c. lot; Bulgaria c. 3; Napoli c. 8t; Cristo c. 3; Romania c. 3; Siviglia c. 23t; V am a c. 3; Venezia cc. 12, 24; misure botti c. 8t; cafissi c. 3; moggia cc. 3;
24: monete e pesi di monete bisanti bianchi c. 3; perperi c. 3; noli cc. 3. 23t; varie sp e se c. 3. C iv it a
di
F erm o , v . F erm o .
C o llo
(Colle),
c. 23; rapporti con Provenza. C o L L io u R E
(Ch oliveri),
c. 6; rapporti con Sicilia; misure mine; monete e pesi di monete fiorino d’oro, soldi. C o r in t o (Coranto),
c. 5;
lOO
INDICI DI LOCALITÀ
rapporti con
C r e t a (Greti), c. 22; rapporti con Candia.
Chiarenza, Venezia; misure moggia.
(Damiata), c. Qt; rapporti con Napoli; misure cantari.
C o r n e t o (Chorneto), cc. 8, 14; rapporti con
m o gg ia cc. 8, 14 . Co rte
c. 8t; rapporti con Napoli; misure botti.
D r a g u ig n a n
C o s t a n t in o p o l i
(Chostantinopoli),
c. 3; rapporti con Firenze, Genova, Pisa, Rodosto, Sa lonicco, Venezia; misure c a n ta ri
g e n o ve si,
c a n ta r i
grossi, ce n tin a ia, lib b re, lib b re grosse, lib b re so ttili, m ig liaia s o ttili, m o gg ia , peso grosso della te rra .
(Chermona), cc. 12, I4t, 25t; rapporti con Firenze c. i4t; Venezia c. 12; misure C rem ona
lib b re p esi
cc. cc.
12 , 12 ,
i4 t; X4t.
m ig lia ia
(Draghingniano),
c. 18; rapporti con Genova; misure sestieri.
F aen za,
12 ;
trasporto. F ia n d r a ,
c. i6t; rapporti con Genova; monete e pesi di monete denari, libbre; diritti all’entrare, all’uscire; noli varie « come vi navichano i gienovesi e
D u razzo ,
c. 24; rapporti con Venezia; misure salme. E v in z a , v . I v iz a .
c.
noli varie spese d’acquisto, di caricazione, di
viniziani ».
c. i4t; rapporti con Firenze; misure corbe.
(152) S ’intende Corte di Papa, ovveroF e r m o (Civita di F e rm o ), la corte pontificia di Avignone, ove con c. 11; fluivano nel X I V secolo prodotti d’ogni rapporti con dove e, in specie, da Napoli. Cfr. S a p o r i Ancona; A ., I l commercio internazionale nel Medio misure Evo, in « Studi ecc. », cit., voi. I , pp. 516 libbre, metri, migliaia. 5 1 7 e B r u n a ., Avignon au temps des papes, Parigi 1928, pp. 83, 88, 273, F errara,
275-
%
D o u a i (Doagio), c. 12; rapporti con Venezia.
(152 ),
c a n ta ri,
rapporti con Venezia; misure staia; monete e pesi di monete denari bolognini;
D a m ie t t a
Firenze c. 14; Puglia c. 8; misure
c. 13;
lO i
INDICI DI LOCALITÀ
F ie r a - F ie r e
F r a n c ia ,
di
cc. 2t, 13, 14, 18, i8t, 19, 2 it; rapporti con Alessandria c. 2t; Firenze 1 4 ; Ger mania c. i8t; Nìmes c. 18; Parigi c. i8t; Reims c. i8t; Tunisi c. 2 it; Venezia c. 13;
cc. it, 3, 6, 6t, 8, 9, I I , i2t, i3t, 14, i4t, 15, 16, 17, 18, 19, 2ot, 2 1, 22, 22t, 24t, 25, 26; rapporti con Acri c. 6t; Alessandria c. it; Ancona c. 1 1 ; Arles c. 18; Avignone cc. 14, 22t; Barletta c. 6t; Bologna, c. I4t; Bruges c. 17; Candia c. 22; Chiarenza cc. 6, 6t; Cometo c. 14; Costantino poli 0. 3; Cremona c. I4t; Faenza c. I4t; fiera c. 14; Genova cc. 14, 16; Imola c. i4t; Lucca c. i3t; Mes sina c. _6t; Milano c. 14!; Mont pellier c. 22t; Napoli cc. 6t, 9; Nì mes cc. 14, 21, 22t; Parigi cc. 15, 19; Perugia c. 14; Pisa c. i3t; Puglia c. 8; Roma c. i4t; Romagna c. I4t; Salonicco c. 3; Sicilia c. 6t; Siena c. 14; Tunisi cc. i4 t, 20t, 22t; Ve nezia c. I 2 t ; misure b r a c c ia
cc.
i2 t, 14 ,
13 !; I4 t,
canne
6t,
9,
li,
22t;
cc.
14 ,
i 4 t ; co g n a c c .
c c,
6,
ce n tin a ia
i2 t,
1 5 ; lib
b re cc . i t , 3 , 6, 6 t, 9 , I I , I 2 t , i 3 t , 1 4 , I 4 t , 1 5 , 16 , 2 1 , 2 2 , 2 2 t , 26; m arco c. 1 5 ; m etad elle c. 1 5 ; m o ggia c. 18 ; once cc. i t , 17 ,
19 ;
la n c ia
6, 6 t, 1 1 ,
o rci c. c.
i3 t;
i3 t; p eso
I2t,
1 4 , i4 t ,
peso d ella b i d ella
sta d e ra
c. I 3 t ; p in te c. 1 5 ; som e c. 9; s ta ia
misure alle cc. 18; i8t; i8t, 2 it; libbre libbre grosse cc. tili c. 2t; marco
cc. 6, 8, 9, I I , cariche cc. 1 3 , 1 8 , cc. 2t, 1 3 , 1 4 , i8t; 2t, i8t; libbre sot cc. 14, 18, 1 9 ; once
2t, 13, 14, 18, i8t; monete e pesi di monete fortoni 19; lotti c, 19; steriini e. 19; diritti all'entrare c.
F ir e n z e
19;
varie date d’apertura e chiusura delle fiere cc. i8t, 19. fiere di Francia in particolare: Bar-sur-Aube c. i8t; Lagny cc. i8 t , 19 ; Provins c. i8t; Troyes cc. i 8 t , i g .
i2 t,
15. 19: monete e pesi di monete doble correnti c. 13 !. G a e t a (Ghaeta),
c. i o ; rapporti con Napoli, Salerno; misure cafissi. G a n d (Guanto), c. 12; rapporti con Venezia,
i3 t,
14 ,
i4 t ,
10 2
INDICI DI LOCALITÀ
G e n o v a (Gienova),
cc. 2, 3, 6t, 8, 8t. i2t, 14, 16. i6t, 17, lyt, 18, 19, 2 1, 2 it, 22t, 23t, 25; rapporti con Alessandria c. 2; Almeria c. 23t; Arles c. 18; Avignone c. 18; Bruges cc. 16, i6t. 17; Cagliari c. 1 6 ;Costanti nopoli c. 3; Draguignan c. 18; Fian dra c. i6t, Firenze cc. 14, 16; Inghil terra c. i6t; Iviza c. 16; Maiorca cc. i6t, 2 it; Messina c. 6t; Mont pellier c. 22t; Napoli c. 8t; Nlmes cc. i7t, 18; Oristano c. 16; Parigi c. 19; Provenza c. 22t; Puglia cc. 8, 18; Rodosto c. 3; Romania c. 16; Sicilia cc. 6t, 16; Siviglia cc. i6t, 23t; Tabriz c. i6t; Terranova c. 6t; Tunisi c. 2 1; Venezia c. i2t; misure
S c h ia v o n ia » (153),
di
c. 24; rapporti con Venezia; misure centinaio delle misure di sale. G ie n o v a , G u an to ,
v
v.
H arfleur
c.
. Genova. Gand.
(Rifoli),
19;
rapporti con Parigi; monete e pesi di monete soldi parigini; varie
rapporti con Barletta c. 7t; Chiarenza c. 4t; Puglia c. 4t; misure carati c. 3!; centinaia c. 4t; libbre c. 4t; metri c. 4t; moggia cc. 4t, 7t; monete e pesi di monete perperi c. 3t; diritti all'entrare c. 4t; all’uscire c. 4t. I v i z a (Evinza, Viniza), cc. 16 , 2 4 ; rapporti con Genova c. 16; Venezia c. 24; misure cento misure di sale c. 24; moggia c. 16 .
denari cc. 16, i6t; libbre cc. 16, i6t; reali c. i6t; soldi cc. 16, i6t; soldi genovini cc. 16. i6t, 23t; star lini c. 18; diritti all'uscire
(La Mangnia),
c. i8t; rapporti con fiera, misure alle. G h a e t a , V. G a e t a . G h a r b o , V. G a r b o .
c.
16;
c. 24; rapporti con Pisa; misure alle.
ukow o
(Lulichi di Schiavonia),
c. 24; rapporti con Venezia; misure cento misure di sale. L
u l ic h i
L
ungho bo cch o ,
di
Maddalo ni
S c h ia v o n ia v.
v.
L
ukow o.
L o n g o bu c c o .
(Matalona),
L a M a n g n ia , v . G e r m a n ia .
M a n g n ia
L a M a r c h a , V. M a r c a .
M a io r c a (Maiolicha, Maiolica), cc. 6, 8, 15, i6t, 2 it, 23, 23t;
L agny
c. i4t; rapporti con Firenze; misure corbe.
(Langnio),
i8 t.
L a t t e s (L a tte ), c.
22t;
r a p p o rti con
r a p p o r ti con
Aigues-Mortes, Montpellier; misure balle, cariche; noli varie spese di carreggio.
Bruges c. 17; Genova c. i6t; misure
L il l e
In g h ilt e r r a cc. i 6 t, 17;
(Ig h ilte rra ),
quartieri c. 17. V.
L
K i a r e n z a , V. C h i a r e n z a .
c.
Ip ro ,
rapporti con Firenze c. i3 t; Venezia c. i2t; misure braccia c. I3t; libbre cc. I2t, I3t.
(lervi di Provenza),
I m o la,
monete e pesi di monete
all entrare c. 16; d’acquisto c. 16; noli cc. 16, i6t.
H vères
10 3
cc. 8t; rapporti con Napoli.
sp e s e d i tra s p o rto .
barili cc. 16, 23t; braccia cc. i2t, 14; cantari cc. 3, 14, 16, i6t, 23t; cen tinaia cc. 16, i7t; libbre cc. 2, 6t, i2t, 14, 16, 17, 18, 21, 22t; Libbre sot tili c. 22t; mezzaruole c. 16; mine cc. 3, 6t, 8, i2t, 14, 16, 18. 19, 2 l t 23t; misure c. 8t; once cc. 2, 6t, i2t, 14, i6t, 18; some c. 16; torte c. 16;
G e r m a n ia
« Gh elle
INDICI DI LOCALITÀ
Y p res.
c.
(L illa),
12 ;
rapporti con Venezia.
I S T IP (Stiva, Istiva), cc. 3t, 4 t. 7t;
L o ngobucco
(^53) Località non esattamente iden tificata.
L u c c a (Lucha), cc. i 2 t , i 3 t ;
c.
(Lunghoboccho),
25.
( L a ),
v.
G e r m a n ia .
rapporti con Barcellona c. 2 it; Genova cc. i6t, 2 it; Montpellier c. 23; Napoli c. 2 it; Palermo c. 2 it; Pisa c. 15; Puglia cc. 8, 2 it; Sicilia cc. 6, 2 it; Sivi glia c. 23t. misure botte di Napoli c. 2 it; cada c. 2 it; cantari cc. 15, 2 it; cariche cc. 15, 2 it , 23; centinaia c. 2 it; giarre c. 2 it; libbre cc. 15, 2 it; marco c. 15; mi sure c. 2 it; quartari c. 2 it; quarte cc. 8, 2 it; quartieri cc. 6, 2 ii, 23!; monete e pesi di monete bisanti c. 2 it; doble c. 2 it; fiorini d'oro c. 2 it; miglioresi c. 2it; reali c. 2 it; diritti c. 2 it; noli c. i6t. M a l in e s
c. 12;
(Mellino),
104
INDICI DI LOCALITÀ
rapporti con Venezia. M a n f r e D;On i a
c. 6; marco c. 6t; peso sottile c. 6; ruotoli c. 6; salme c. 6t. (Sipanto di Puglia),
c. 24; rapporti con Venezia; misure salme.
Bergamo c. i4t; misure
M a r o c c o (Moroccho),
M o n tagn e
M a r s i g l i a (Marsilia). cc. 6, 8, I5t, i7t, 23, 25t; rapporti con
AigueS'Mortes c. 23; Montpellier c. lyt; Nìmes c. lyt; Pisa c. i5t; Puglia c. 8; Sicilia c. 6; Tunisi c. 23; misure cantari cc. lyt, 23; centinaia c. 23, marco c. i j t ; mezzaruole c. 15 !; mine cc. 6, .8, lyt, 23; ruotoli c. xyt; monete e pesi di monete libbre c. 23; reali c. 23; starlini c. lyt. M a t a l o n a , V. M a d d a l o n i . M e l a n o , v . M il a n o . M e l l i n o , V. M a l i n e s . M e s s i n a (Mesina), cc. 6, 6t; rapporti con
Barletta c. 6t; Firenze c. 6t; Genova c. 6t; Nìmes c. 6t; Palermo c. 6; Pisa c. 6t; Puglia c. 6t; Tripoli di Barberia c. 6t; Tunisi c. 6t; misure cafissi c. 6t; canne c. 6t; cantari cc. 6, 6t; cantari sottili c. 6; libbre
v
. Marocco.
cc. I, 5t, 6t, 8t, 9, gt, 10, 19, 2ot, 2 it,
2yt; Firenze c.
14!;
braccia c. 14 !; libbre c. i4t; marca c. i4t; monete e pesi di monete
C. 24 t.
c. 24t.
M o ro cch o,
misure sestieri.
N a p o l i,
(Melano), cc. i4t, 25; rapporti con M il a n o
(La Marcha), c. 22; rapporti con Candia; misure braccia. Marca
ÌO5
INDICI DI LOCALITÀ
ambrogini v e c c h i 25; denari impe riali c. i4t. M ir r o ,
di
B a r b e r ia ,
c. 8t; rapporti con Napoli. M o n t p e l l i e r (Monpulieri, Monpusalieri, Monpuslieri), cc. 8, lyt, 22t, 23; rapporti con
Barberia c. 22t; Firenze 22t; Ge nova c. 22t; Lattes c. 22t; Maiorca c. 23; Marsiglia c. ly t; Nimes c. lyt; Pisa c. 22t; Puglia c. 8. misure cantari cc. lyt, 22t; cariche cc. 22t, 23; libbre cc. 22t, 23; marco c. xyt; once c. 22t; sestieri c. 8; monete e pesi di monete denari cc. 22t, 23; libbre c. 23; starlini c. lyt; diritti all’entrare c. 23; malatolta del re di Francia c. 22t; varie spese di carreggio c. 22t. M o rea,
c. 3 t; rapporti con Regno; monete e pesi di monete dobbieri, perperi, starlini.
rapporti con Alessandria c. i; Barberia c. 8t; Bougie c. gt; Cagliari c. 10; Castel lammare c. i o ; Chiarenza c. 5 ! ; Cipro c. 8t; Corte c. 8t; Damietta c. 9t; Firenze cc. 6t, 9; Gaeta c. 10; Genova c. 8t; Maddaloni c. 8t; Maiorca c. 2 it; Montagne di Barberia c. 8t; Parigi c. 19; Piana da Colle c. 8t; Pisa cc. 8t, 9t; Puglia c. 8t; Romania c. 8t; Salerno c. 10; Tunisi cc. 8t, 9t, 2ot, 2yt.
« N a v il i
di
S c h i a v o n i a » (154),
c. 24; rapporti con Venezia; misure cento misure di sale. N egro po n te,
cc. 3t, 4t, 5, 5t; rapporti con Chiarenza c. 4t; Regno c. 5t; Vene zia c. 5; misure c a ra ti c. 5 t; lib b re c. 4t; m oggia c. 5; sa g g i c. 5 t;
misure m o n ete e p e si d i m o n ete botti cc. 8t, 2 it; botti del greco cc. 9, starlini c. 3t; perperi c. 3t; viniziani gt, IO, ig; braccia c. 8t; canne cc. 6t, grossi c. 3t. g; cantari cc. 8t, g, gt, 2ot; carrate c. 8t; centinaia cc. 8t, gt, 10; cogna N erbo na, v . N arbo nne. cc. 8t, g, gt, 10; diecine c. 8t; grani cc. g, gt, 2 7 ! ; libbre cc. i, 5t, g, gt; lib N i f e s , V. C a s a b l a n c a . bre grosse c. 8t; migliaia cc. 8t, 9, gt; moggia c. 8t; once cc. 8t, .9, gt, N ì m e s (N im isi), IO, 2yt; ruotoli cc. 8t, 9, 10; sacchi cc. 6t, 8, 13, 14, lyt, 18, 21, 2it, 22t; c. 2 7t; salme c. 8t; sestari c. 10; rapporti con some c. 2 7t; staia c. 8t; tomboli Aigues-Mortes cc. lyt, 21; fiera c. 18; cc. 8t, 9, 10; Firenze cc. 14, 21, 22t; Genova cc. i7t, monete e coniazioni 18; Marsiglia c. lyt; Messina c. 6t; argento di carlino c. 9; argento d’ogni Montpellier c. lyt; Pisa cc. lyt, 18; lega c. g; argento sardesco c. 9; Puglia c. 8; Sicilia c. 6t; Tunisi cc. 21, argento di veneziano c. 9; carlini 2 it; Venezia cc. 13, lyt; d’argento c. 8t; starlini c. 9; terì, misure cc. 8t, g, gt, 10, 2yt; canne cc. 14, 18, 22t; cantari cc. 13, diritti 14, lyt, 18, 21, 2 it; carde (corde) all’entrare cc. 8t, 2yt; all’uscire cc. 8t, c. 22t; cariche cc. lyt, 18; centinaia 2yt; della zecca cc. g, gt, 2yt; c. i7t; libbre cc. 13, 21; libbre grosse noli c. 8t. c. lyt; libbre sottili cc. i7t, 18; marco cc. 13, 14, i7t, 18; mine cc. 8, varie 13, 14, lyt, 18; once cc. 6t, 18; ruo spese 2yt. toli 2 it; N a r b o n n e (Nerbona), c. 6; (154) Secondo r E v a n s {pp. cit., p.403) rapporti con forse risola di Veglia. Sicilia;
io6
INDICI DI LOCALITÀ
monete e pesi di monete denari c. 2 1; starlini cc. 13, i j t ; diritti all’entrare c. 21; varie spese di trasporto c. 21. O r is t a n o
(Arestano),
c. 16 ;
rapporti con Genova; misure starelle. O r is t o
(15 5 ).
c. 3;
rapporti con Cipro; misure moggia; nolo varie spese. P adova, c. 1 3 :
rapporti con Venezia; misure libbre, marco; monete e pesi di monete libbre; diritti. P ag o (Pugio di Schiavonia),
c. 24; rapporti con Venezia;
misure cento misure di sale.
INDICI DI LOCALITÀ misure canne,
corbe,
P alerm o ,
P ia n a d a C o l l e ,
cc. 6, 7, 2 it ; rapporti con Barletta c. 7; Maiorca c. 2 it; Messina c. 6; Puglia c. 7; misure
c. 8t; rapporti con Napoli.
cantari cc. 7, 2 it; cantari sottili c. 6. P a r ig i,
cc. 12, 15, i8t, 19; rapporti con Bruges c. 19; Fiera c. i8t; Firenze cc. 15, 19; Genova c. 19; Harfleur c. 19; NapoH c. 19; Reims c. i8t; Venezia c. 12; misure alle c. iSt; botti del greco c. 19; cestieri cc. 15, 19; cogna c. 15; lib bre c. 15; marco cc. 15, iSt, ig; metadelle c. 15; pinte c. 15; sestieri c. 19; tinelli cc. 15. 19; monete e pesi di monete soldi parigini c. 19; varie spese di trasporto c. 19. P a trasso , c. 5;
rapporti con Chiarenza, Venezia; misure libbre, moggia, peso della grana e della seta, staia. Pera,
c. 3; rapporti con Venezia; (155) Forse sta per Rodisto ovvero Rodosto, dato che se ne parla come fonte misure cantari, centinaia, libbre. di approvvigionamento di grano, e l’uni tà di misura adottata è il moggio (Cfr. H eyd G., Storia del commercio del Le P e r u g ia , vante nel Medio Evo, traduz. ital. in c. 14 ; rapporti con « Biblioteca dell'economista », serie V, Firenze; voi. X , Torino 19 13, p. 257).
libbre,
once.
10 7
fasci c. 22t; libbre cc. 2t, 22t; libbre grosse c. 22t; libbre sottili c. 22t; once c. 2t; pondi c. 22t; ruotoU c. 2t; monete e pesi di monete denari cc. 2 1, 22t; fiorini d'oro c. 22t; libbre cc. 22t, 23; libbre tomesi c. 22t; soldi tomesi c. 21; d ir it ti C. 22 t.
P isa ,
cc. 2, 3, 6t, 8, 8t, 9t, i2t, I3t, 15, i5t, i7 t, 18, 2 1, 22t, 24; rapporti con Alessandria c. 2; Arles c. 18; Bougie c. 21; Cagliari cc. I5t, 24; Costanti nopoli c. 3; Firenze c. I3t; Hyères c. 24; Maiorca c. 15; Marsiglia c. i5t; Messina c. 6t; Montpellier c. 22t; Napoli cc. 8t, 9t; Nimes cc. i7 t, 18; Provenza c. i5 t; Puglia c. 8; Salo nicco c. 3; Sicilia c. 6t; Terranova c. 6t; Tunisi c. 2 1; Venezia c. i2t; misure barili cc. 9t, i5 t, 2 1; braccia cc. i2t, I3t, 21; cantari cc. 15, I5t; centi naia cc. 15, i7 t; libbre cc. 2, 3, 6t, 9t. i2t, i3t, 15 , i5 t, 18, 2 1, 22t; once cc. 2, 6t, I 2 t , i3t, 15; peso della bilancia c. 15; peso della sta dera c. 15; quarre cc. I5t, 24; staia cc. 6t, 8, i3t, 15, i5 t, 18, 2 1; staia grosse cc. 15 !, 24; staia piccole cc. I 5 t, 24. P r o in o , v .
P r o v in s .
P r o in o S a n t ’ a i u o l o , v . S t . A y o u l d e P r o v in s . P r o v e n z a (Proenza), cc. 2t, i5 t, 2 1, 22t, 23, 25t; rapporti con Alessandria c. 2t; Arsilia c. 23; B ar beria cc. 22t, 23; Bona c. 23; Casa blanca c. 23; Collo c. 23; Genova c. 22t; Pisa c. i5t; Safi c. 23; Saleh c. 23; Tunisi cc. 21, 23; misure balle c. 22t; cantari cc. 2t, 2 1, 23; cariche cc. 2 1, 22t; fardelli c. 22t;
varie spese: casatico c. 22t; chiaveria c. 22t; portaggio c. 22t; senseria c. 22t. P r o v in s (Proino), cc. 12; i8t; rapporti con Venezia c. 12. P u g io
di
S c h ia v o n ia ,
v.
P ago.
P u g l ia ,
cc. 4, 4t, 5t, 6t, 7, 7t, 8, 8t, 10, lot, 16, 20, 2 it, 22, 23t, 26; rapporti con Aigues-Mortes c. 8; Ancona cc. 7t, lot; Aj-les c. 8; Bologna c. 8; Candelor c. 8; Candia c. 22; Chiarenza cc. 4, 4t, 5t, 7t; Cometo c. 8; Firenze c. 8; Genova cc. 8, 16; Istip. c. 4t; Maiorca cc. 8, 2 it; Marsiglia c. 8; Messina c. 6t; Montpellier c. 8; N a poli c. 8t; Nìmes c. 8; Palermo c. 7; Pisa c. 8; Roma c. 8; Salerno c. 10; Siviglia c. 23t; Tripoli c. 7; Tunisi cc. 7, 20; Venezia cc. 7t, 8. misure botte del mezzo migliaio cc. 4t, 7t, 22; cafissi c. 6t; canne c. 7t; cantari c. 7t; libbre c. 5t; marco c. 7t; mi gliaia cc. 7, 7t, IO, 16, 20, 2it, 23t; once c. 4; salme cc. 5t, 7, 7t, 8, 22; staia cc. 6t, 8t; tomboli c. 22; monete e pesi di monete starlini c. 7t. R agna,
v.
R avenna, c. 13 ;
A rago na.
io8
INDICI DI LOCALITÀ
INDICI DI LOC.\LITA
rapporti con Venezia; misure corbe, moggia; monete e pesi di monete soldi bolognini, veneziani grossi; diritti dazio; nolo varie spese di trasporto. (Rengnio), cc. 3 , 3t, 5t, u t , 24t; rapporti con
rapporti con Costantinopoli, Genova, Salonicco; misure moggia.
rapporti con Provenza. S aler no , cc. I, i o ;
R oma,
cc. 8, i4t, 25t; rapporti con Firenze c. i4t; Puglia c. 8; misure braccia c. i4t; libbre c. i4t; once c. I4t; rugghi c. 8.
rapporti con Alessandria c. i; Gaeta c. 10; N a poli c. i o ; Puglia c. 10; misure centinaia c. 10; centinaia di corbelli di nocelle c. i; cubelli c. 10; sestari ( = sestieri) c. 10; tómboli c. i.
R eg n o
Chiarenza c. 3t; Morea c. 3t; Negroponte c. 5t; Salonicco c. 3; Venezia c. u t ; misure grani c. 3t; once cc. 3, 3t, 5t, u t ; monete e pesi di monete terì c. 3t; R e im s
(R en za),
c. i 8 t; ra p p o rti con fiera,
P a rig i;
m isure alle . R i f o l i , V.
H a rfleu r.
R o m a g n a (Romangnia), c. I4t; rapporti con Firenze. « R o m a n ia »,
cc. 3, 8t, lot, u t , 16; rapporti con Ancona c. lot; Cipro c. 3; Genova c. 16; Napoli c. 8t; Venezia c. u t ; misure botti c. 8t; mine c. 16; moggia cc. 3, 16; monete e pesi di monete perperi c. 16; noli c. 16. S a b i n i c h i a d i S c h i a v o n i a , V. S e b e n i c o .
(Zizeri) (157),
« R o t t e l l a » (156),
Sa fi
c. 22t; monete denari; diritti pedaggio.
c. 23; rapporti con Provenza. S aleh
(Salé),
c. 23; R o d o st o
(Rodisto),
c. 3;
(156) Nel testo segue «ch’è nel mezo de lo stangnio », una località dunque posta tra Aigues-Mortes e Montpellier, nel Pegolotti citata quale « Roccella » (cfr. E v a n s A., op. cit., p. 404).
{157) Ritengo che il nostro « Zizeri » debba intendersi una storpiatura dello « ZaflS » del Pegolotti, ovvero della at tuale marocchina Safi, in quanto il codice di Prato la include in una serie di località di quella regione, dalle quali si esportava cuoio.
S a l o n ic c o
(Salonachi, Salonichi),
c. 3;
rapporti con Ancona, Costantinopoli, Firenze. Pisa, Regno, Rodosto; misure carati, libbre, libbre grosse, libbre sottili, metri, migliaia, moggia, peso grosso, peso sottile, saggi; monete e pesi di monete perperi.
S a r d e g n a (Sardingnia), c. 24; rapporti con Venezia; misure corbelle. S c a l e a (Schalea),
c- 7; rapporti con Tunisi; misure salme. S e b e n ic o
c. 24; rapporti con Venezia, misure salme.
rapporti con Venezia; misure cento misure di sale. S i c i l i a (Cicilia), cc. 6, 6t, 16, 20, 2 it;
Genova cc. 6t, 16; Maiorca cc. 6, 2 it; Marsiglia c. 6; Narbonne c. 6; Nìmes c. 6t; Pisa c. 6t; Tripoli di Barberia c. 6t; Tunisi cc. 6t, 20; Valencia c. 6; Venezia c. 6;
(Sanato),
c. 25t; « Sar abesi
di
(Sabinichia di Schiavonia),
c. 24;
rapporti con Aigues-Mortes c. 6; Algarve c. 6t; Aragona c. 6; Barcellona c. 6; Bar letta c. 6t; Bougie c. 6t; Catalogna c. 6; Collioure c. 6; Firenze c. 6t;
« S a l p i » (158),
S anto
10 9
B a r b e r i a » (1 5 9 ) ,
c. 24; rapporti con Venezia; misure cento misure di sale. (15 8 ) Lago di Salpi in Puglia, a Nord di Barletta (cfr. E v a n s A ., op. cit.,
P- 405)(15 9 ) L ’ E v a n s {op. cit., p. 4 0 5 ), ri tiene possa essere Ras-el-Mahbes, tra Djerba e Tripoli.
misure cantari cc. 6t, 2 it; cantari sottili c. 6t; ruotoli c. 2 it; salme cc. 6, 6t, 16, 20, 2 lt. monete e pesi di monete fiorini d’oro c. 6; soldi gienovini c. 6t. S ie n a , c.
14 ;
rapporti con Firenze misure canne, libbre, once.
no
INDICI DI LOCALITÀ
SiPANTo DI P u g l i a , v . M a n f r e d o n i a .
(Sobilia, Subilia), cc. i6t, 22, 23t; rapporti con Barcellona c. 23t; Candia c. 22; Ci pro c. 23t; Genova cc. i6t, 23t; Maiorca c. 2 3!; Puglia c. 2 3!; Tarra gona c. 23t; Tunisi c. 23t; Valen cia c. 23t; misure cafissi c. 23t; cantari c. 23t; giarre cc. 22, 23t; rubi c. 23t; salme gene rali c. 23t; monete e pesi di monete doble c. 23t; doble d’oro c. 23t; marabottini c. 2 3!; « tomese grosso de lo ritondo » c. 23t; diritti c. 23t; noli cc. i6t, 23t; varie spese c. 23t. S iv ig l ia
S t iv a , v . I s t ip . St . A yo ul
de
(Proino San
t ’Aiuolo), c. i8t. (Torissi, Turigi) (160). cc. i6t, 23t; rapporti con Genova c. i6t; Venezia c. 23t; misure libbre cc. i6t, 23t; menne c. 23t; monete e pesi di monete aspri cc. i6t, 23t. T a b r iz
T a r r a g o n a (Teraghona di Chatalongnia),
c. 23t;
rapporti con Siviglia; misure quartieri. T e r m o l i,
c. IO t; rapporti con Ancona. (Terranuova),
T errano va
c. 6t; rapporti con Genova, Pisa, Tripoli di Barberia, Tunisi; misure salme. T o r is s i, V. T a b r iz . T r esetto ,
T r esì
San
G io v a n n i,
v
.
T r o yes. T r ip o l i
P r o v in s
INDICI DI LOCALITÀ
di
B a r b e r ia ,
cc. 6t, 7; rapporti con Messina c. 6t; Puglia c. 7; Sicilia c. 6t; Terranova c. 6t; misure cafissi cc. 6t, 7; giarre c. 6t. TRo Y E s c. 19. T ro yes
(Tresetto),
(T re s i
San Giovanni)
(161),
c. iSt.
rapporti con Aigues-Mortes c. 2 1; Ancona c. 2 1; Barletta c. 7; Bougie c. 20t; Cala bria c. 7; Castiglia c. 2ot; fiera c. 2 it; Firenze cc. 14 !, 2ot, 22t; Genova c. 21; Marsiglia c. 23; Messina c. 6t; N a poli cc. 8t, 9t. 2ot, 27t; Mmes cc. 2 1, 2 it; Pisa c. 2 1; Provenza cc. 21, 23; Puglia cc. 7, 20; Scalea c. 7; Sicilia cc. 6t, 20; Siviglia c. 23t; Terranova c. 6t; Venezia cc. i3t, 20t; misure cafissi cc. 6t, 7, 20, 2ot; canne cc. gt, 21, 22t; cantari cc. gt, i3t, igt, 20, 2ot, 2 1, 2 it , 23; carati cc. igt, 2ot; centinaia cc. I4t, 20, 2ot, 2 1; giarre cc. 6t, 7, 20, 2ot, 2 1, 23t; mattare cc. 20, 23t; mezzaruole cc. 6t, 7, 2ot, 21; migliaia c. 20; once cc. igt, 2ot; pondo c. 20t; ruotoli cc. I3t, I4t, igt, 20, 2ot, 2 1, 2 it; sacchi cc. 2 1, 27t; salme c. 20; some c. 20; monete e pesi di monete bisanti cc. gt, igt, 20, 2ot; bisanti vecchi del leone c. 2ot; doble cc. igt, 2ot; miglioresi cc. gt, igt, 20, 2ot; miglioresi nuovi cc. gt, igt; miglio resi vecchi c. igt; diritti all’entrare cc. igt, 2 0 ,2 0 t,2i;a U ’uscire cc. 20, 2 1; dogana c. 2ot; fedo cc. 20, 2ot; laida c. 2 1; noli cc. 20t, 23t; usi della zecca cc. g, igt, 2ot; varie spese cc. 20, 2ot, 2 1; tara cc. 2ot, 2 1.
T u n isi,
cc. 6t, 7, 8t, 9t, I3t, I4t, I9t, 20, 2ot, 2 1, 2 it , 22t, 23, 23t, 24t, 27t; (160) Ritengo che Turigi stia, ap punto, per Tabriz, considerato che nel testo si parla di Aspi cioè Aspri o Tori(16 1) Ci si riferisce alla fiera di San sini, moneta persiana (cfr. M a r t i n o r i Giovanni, assai frequentata dai toscani E ., op. cit., p. 530 e B r a t i a n u G. J ., (cfr. F a n f a n i a .. Storia economica ecc., Recherches sur le commerce gènois dans cit., pp. 2 4 1 , 2 4 5 , e S a p o r i A ., La la mer noir au X I I l e siede, Parigi 1929, cultura del Mercante italiano, in « Studi pp. 189-190). ecc. », cit.. Voi. I, p. 90).
T u r ic i, v . T a b r iz . U l e a , v . A q u il e ia .
(Valenza), cc. 6, 23t; rapporti con Sicilia c. 6; Siviglia c. 23t; misure cafissi cc. 6, 23t; V a l e n c ia
III
monete soldi 0. 6. V arna,
c.
3;
rapporti con Cipro; misure moggia; noli varie spese. V e n e z i a (Vinegia), cc. it, 3, 5, 6, 7t, 8, lot, I I , u t , 12, i2 t, 13, i3t, i6t, 17, i7t, 2ot, 22, 23t, 24; rapporti con AJessandria c. it; Ancona cc. lot, l i , u t , 24; Barletta c. 7t; Barberia c, 1 2 ; Bologna c. 1 2 ; Bruges c. 17; Bruxelles c. 12; Caen c. 12; Cagliari c. i3t; Cambrai c. 12; Candia c. 22; Canni c. 2 4 ; Cervia c. 2 4 ; Chalon c. 12; Chiarenza cc. 5, 24; Chioggia c. 2 4 ; Cipro cc. 1 2 , 2 4 ; Corinto c. 5; Costantinopoli c. 3; Cremona c. 12; Donai c. 12; Durazzo c. 24; Ferrara c. 13; fiera c. 13; Firenze c. I 2 t ; Gand c. 1 2 ; Genova c. i2t; Ghelle di Schiavonia c. 2 4 ; Iviza c. 24 ; Lille c. 1 2 ; Lucca c. I 2 t ; Lukowo c. 2 4 ; Malines c. 1 2 ; Manfredonia c. 24; Navili di Schiavonia c. 2 4 ; Negroponte c. 5; Nìmes cc. 13, i7t; Padova c. 13; Pago c. 2 4 ; Parigi c. 1 2 ; Patrasso c. 5; Pera c. 3; Pisa c. i2t; Provins c. 12; Regno c. u t ; Puglia cc. 7t, 8; Ravenna c. 13; Romania c. u t ; Sal pi c. 24; Sarabesi di Barberia c. 24; Sardegna c. 24; Sebenico c. 24; Si cilia c. 6; Tabriz c. 23t; Tunisi cc. i3t, 2ot; Ypres c. 12; misure anfore cc. 1 1 , u t , i2t; balle c. u t ; braccia cc. 7t, 1 1 , 12, i2t; canne c. i2t; carati c. u t ; cariche cc. u t , 12; centinaia cc. 3, u t , 12, i7t; centinaia sottili cc. u t , i2t, 13;
INDICI DI LOCALITÀ
112 grani c.
u t;
libbre
cc.
it ,
5,
yt,
grossi cc.
I I , u t , 12 , i2 t, 13 , 2 3 t; libbre grosse cc. yt, u t , 22; libbre sottili cc. it, 3,
12 ;
5, yt, u t , 12 , i2 t, 13 , 17 , 2 3t; marco
d iritti
cc. it , yt, u t ,
12 , I2 t, 13 , I 3 t; mi
cc.
u t,
m igliaia sottili
12 ; mirri c. yt; misure di
sale c. 24; moggia cc. I3 t,
24;
once cc.
it ,
5, 11,
i2 t ,
13 ,
12 ,
I2t,
cc. u t ,
i2 t ,
12.
12 ;
INDICI DI MERCI
13 ;
varie dazio c.
cc.
u t;
5,
spese
zecca c.
12 ; di
paragone trasporto
dell’oro c.
13 ;
« A n g n ie l in e
denari cc.
u t,
12 ;
V iN IZ A ,
oc. 5 t ,
V. IV IZ A .
cc. it , 12 ; ducati c. u t ; libbre cc. 5, u t , 12 ; libbre di grossi cc. u t , 12 ;
c.
(Ip ro ),
N ìm e s
12 ; soldi a
A v ig n o n e
rapporti
marco. B arletta,
con
c. 6t; marco.
« A n g n i e l i n e s a r d e s c h e »,
V enezia.
B o lo gna,
c. ly t; Z iZ E R i,
V.
Sa f i.
N ìm e s
c. 12 ; libbre. B r u g e s (Bruggia),
(Nimisi),
centinaia, P is a ,
c. ly . marco.
centinaia.
16 ,
i6 t,
B ru g es
(Castello di Castro),
C a g l ia r i
A llu m e,
cc.
(V in g n io n e ),
c. 14 ;
centinaia.
libbre di piccioli cc. u t , 12 ; perperi c. u t ; soldi cc. 5, u t ,
(Nimisi),
P is a ,
12 ;
11;
libbre c. 5t; marco c. 1 1 .
centinaia, Y pres
denari a grossi
A nco na,
» (16 2),
c. ly t;
13 , I3t, 24; staia larghe c. 13 ; monete e pesi di monete
g o r e l l in e
12 .
tile cc. 5, yt, 12 ; saggi cc. u t , i3 t ; u t,
soldi di piccioli
soldi veneziani grossi c.
noli c.
i3 t , 23t; peso grosso c. yt; peso sot staia cc. 5, 6, yt, 8, 1 1 ,
12 ;
all’ entrare cc. 5, u t , 12 , i2 t ; all'uscire
gliaia cc. yt, I I , u t , 12 , i3 t , 2ot; m i gliaia grosse c. u t ;
u t,
c. 12 ; soldi di piccioli a grossi cc. u t ,
cc.
i5 t ,
2ot;
marco.
ly ;
C a s t i g l i a (Castello),
(Bruggia),
c. 17 , cariche.
c. 20t;
F ia n d r a ,
C h ia r e n z a ,
c. i6 t.
cc. 3t, 5, 5t;
marco.
libbre c. 5; once cc. 5t, 6.
G enova,
C o st a n t in o p o l i,
co. 16; i6 t; cantari cc.
16 ;
c. 3; libbre sottili.
i6 t.
F ie r a ,
A rgen to ,
cc. it , 2, 2t, 3, 3t, 4t, 5, 5t, 6, 6t, 9, g t , II,
u t,
12 ,
I2 t,
13 ,
i3 t,
14 . i4 t,
15 ,
I5t, ly , 18 , 19 , ig t, 2ot; A le s s a n d r ia ,
cc.
it , 2t; peso di bisanti c. 2 t; peso di miglio rasi cc. it , 2, 2t.
cc. 2t, 13, 14, 18; libbre c. 2t; marco cc. 14, 18; once cc. 2t, 13. F ir e n z e ,
cc. it, 6, 6t, 9, I2t, I3t, 14, i4t, ly, 19; libbre cc. it, 9, I3t, 14; once cc. 6, 6t, i2 t, 14, I4t, ly, 19; peso della bilancia c.
i3t.
(162) L e m erci riferite tra virgolette sono esposte nella form a grafica del m anoscritto.
8.
C.
C ia n o
INDICI DI MERCI Geno va, CC.
I 2t,
2,
INDICI DI MERCI
lib b re cc. 5 , I 2 t , 13; lib b re sottili cc. u t , 12; marco cc. u t , 12, i2tonce cc. 1 1 . 12,; sa g g i c. u t . ’
14 ;
libbre c. 2; once cc. 6t, i2t, 14; IsTip (Stiva), c. 4t.
A r g e n t o d i c a r l in o
M a io r c a
c. 12.
cariche.
Bosso (« che viene d’oltremare »),
R o m a n ia ,
c. 9;
c.
c. i3t; libbre.
N a p o li.
V e n e z i a (Vinegia),
M a io r c a
A rg en to f in e .
c. 9;
gliaia.
V e n e z ia . C a n a p e f il a t o , c . 16 ;
gro sso
di
levan te,
to rte.
c. 15;
marco.
A rgen to d i ogni le g a ,
N a p o li,
c. 9;
cc. 9, gt;
C a n a p e n o n f il a t o
P isa ,
c . 16 ;
centinaia,
peso della stadera.
N a p o l i.
libbre cc. 9, gt; once cc. 9, gt.
Genova, to rte .
libbre.
(N im isi),
S e c c u m e {pelli di capra), Ca n fo r a ,
cc. 6t. 13, 14, 18;
A rg en to sa r d esc o ,
marco cc. 13, 14; once cc. 6t, 18; Pa r ig i,
c. 9; N a p o l i.
c. 19;
c. 3t;
c.
C h ia r e n z a ,
Geno va,
centinaia.
16 ;
libbre.
libbre.
marco.
Ca n n ella ,
B ia d o ,
P e r u g ia ,
A r g en to v e n e z ia n o ,
c. 14. once.
C h ia r e n z a ,
P isa ,
c. 4.
cc. 4, 9, 12;
cc. 2, 6t, gt, i2t, i3t, 15, i5t;
P ro ven za,
cc. 16, i6t, lyt;
Ch ia r e n z a ,
F ia n d r a , Geno va,
cc. 16, i6t; centinaia c. 16.
c. 16; centinaia.
N ìm es c.
V e n e z i a (Vinegia),
libbre, once.
c. i6t. moggia.
Geno va,
N a p o l i,
c. 9. libbre.
c. 2t;
cc. 3t, 16; c. 3t; centinaia,
once.
lib b re cc. 2, gt, 1 5 , 1 5 ! ; once cc. 6t, i2 t, i3 t, 15 .
B o l d r o n i {velli),
(N im isi),
i7 t; c a n ta ri.
c. 12.
P u g l ia ,
cc. 12 , 15 , 16 , 20, 2ot;
marco.
C a n o v a c c i,
B a r b e r ia ,
c. 5 t;
libbre.
A r g e n t o VIVO,
R oma,
c. i7t;
c. i4t;
N ìm e s
c. 12. centinaia.
(Nimisi), libbre sottili.
once. S ie n a ,
F ir e n z e ,
c. 16; libbre.
c. 14 ;
A vere di levan te,
once.
cc. 7, u t , 16, 2 it;
T u n isi,
B arletta,
cc. i4t, i9t, 2ot; once cc. igt, 2ot; ruotoli cc. i 9 t. V e n e z ia
c. u t ;
u t; cariche, centinaia, libbre sottili, m i
Avere
libbre.
c. 6t;
u t.
Geno va,
N a p o l i.
M e s s i n a (M esina),
N ìm es
c.
(Maiolicha),
c. 15; marco.
V e n e z i a (Vinegia),
(Maiolicha),
c, 2 it ;
L ucca,
libbre.
115
(V in egia),
cc. 5, I I , u t , 12, I2t, 13;
i4t,
c- 7; cantari, centinaia, peso grosso. Geno va,
c. 16; centinaia.
Geno va,
c. 16; cantari, some.
cc. 8t, gt, IO, I I , 2ot, 21, 22, 22t; A ncona, I I , 2 1; canne cc. 1 1 , 2 1. A v i g n o n e (Vignone), c. 22t; canne, carde ( = corde). C a g l i a r i (Castello di Castro),
cc.
F isa ,
C. IO.
c. 15 ; centinaia, peso della stadera.
C a n d ia ,
T u n is i,
cc. 20, 2ot; cantari cc. 20, 2ot.
c. 22; b ra c cia . F erm o , C. I I .
■ fi
ii6 F ir e n z e ,
T u n is i,
c. 22t; canne. M a r c a (La), c. 22; braccia.
cc. gt, 2ot;
N a p o li,
c. g t;
CO. 8-t. gt, io ;
N a p o l i,
COCOLLO [Kermes),
cantari cc. gt, 2ot; centinaia c. 2ot.
c. 5t;
c a n ta ri,
C h ia r e n z a ,
c. i7 t ;
N a p o l i,
c a rich e . P isa , Co ltre pu n ta .
c e n tin a ia,
u t;
c.
V e n e z ia
c a n ta ri.
(V in eg ia ),
c.
N ìm e s (N im isi),
i7 t.
lib b re , peso grosso. S i c i l i a (C icilia),
c e n tin a ia .
canne cc. gt, 21, 22t; pondo c. 2ot. C a v e r e t t i (sapretti),
c. 6t;
P is a ,
c a n ta ri.
c e n tin a ia .
C a r d a m o n e {cardamomo), c. lyt;
T u n is i,
N ì m e s (N im isi),
C o rdovano,
ce n tin a ia.
Cer a ,
cc. 6, 7, u t , 1 5 ; B arletta,
cc. 3, 8t, u t , 17, i7 t, 20;
c- 7;
B r u g e s (B ru g g ia ),
c. 17. marco, peso. F ir e n z e ,
c. 3:
c. 1 5 ;
libbre.
cantari. V e n e z i a (Vinegia),
c. u t ;
N a p o li,
grosse.
N ìm es
c e n tin a ia .
(N im isi),
Ca r r u b e , T u n f s i, c a n ta ri.
i6t, i7 t, 20, 2ot, 2 1 ; A l g a r v e (Gharbo), c. 6t; cantari,
(Salonachi),
c. 3;
libbre, peso grosso.
cc. u t , G eno va,
migliaia.
migliaia sottili.
c. I7t; libbre sottili. V e n e z i a (Vinegia), peso cc. 1 2 , i4t.
F ia n d r a ,
c. u t ; libbre sottili.
c. i6t. cc. 3, i4t; libbre cc. 3, I4t.
N a p o l i,
V e n e z i a (Vinegia),
Genova,
c. g t;
c. u t ;
cc. 16 , i6t;
c e n tin a ia .
16, I7t;
c. 16; libbre. N ìm es (Nimisi),
c. 3 ;
F ir e n z e ,
ce n tin a ia.
so ttili
Cu bebe,
c. 7:
c. 20; cantari.
cc. g t . 2o t;
m ig liaia
V e n e z ia .
ru otoli.
T u n is i,
Ca s t a g n e g u s c io s e .
7t;
Co pertu re,
B arletta,
cc. 12 , I4t; libbre cc. 1 2 ,
c.
12 .
c. 12 ;
C r e m o n a (Chermona),
cariche. S a l o n ic c o
cc. u t ,
co. 3, 6t, 7, 7t, 8t, u t , 1 2 , I4t, 1 5 , 16 ,
C o s t a n t in o p o l i,
c. ijt ; c. 20
cc. 7t, u t , 12 ; lib b re so ttili
C o to ne,
cantari,
c. 8t; c a n ta ri,
m ig liaia
V e n e z i a (V in eg ia ),
(Vinegia), migliaia grosse.
V e n e z ia
ce n tin a ia.
c c . 20 , 2 o t, 2 1 ; c a n ta r i cc. 20 , 2 o t; sa cch i c. 2 1 .
c. u t ;
P isa ,
Carn e.
P isa ,
S a l o n i c c o (Salo n ach i),
c. 3 ;
c . 20;
c. 6.
7t; m ig lia ia .
T u n is i.
ca n ta ri, m ig liaia .
ce n tin a ia , p eso d e lla sta d e ra .
c.
C o n ig l i,
Ca tr a m e,
cc. gt, 2ot, 21, 22t;
M e ss in a ,
c. 15 ; P u g l ia ,
T u n isi,
c. lyt; N ìm es (Nimisi), libbre sottili.
m ig lia ia .
N ì m e s (N im isi),
lib b re .
T u n is i,
N a p o li, c . 8 t;
lib b re . Ca st a g n e p e s t e ,
braccia c. 8t; centinaia cc. 9t, 10; centinaia di braccia c. 8t. N ì m e s (Nimisi), c. 22t; carde ( = corde).
117
INDICI DI MERCI
INDICI DI MERCI
cantari cc. 16, i6t; sacchi c. i6t.
C u o ia ,
cc. 3, 8t, 15, 16, 20, 2ot, 21, 22t, 23; A i g u e s -M o r t e s (Agua Morta), c. 2 1; cantari.
ii8
INDICI DI MERCI
A r s i l i a (Argilla),
cc. 8t, 20, 20t, 23;
c. 2 3 .
D rappi
cantari cc. 20, 20t, 23.
B a r b e r ia ,
c. C u o ia d i b u e ,
c. 2 3 .
c. 22t;
C a s a b l a n c a (N ifes),
B a r b e r ia .
c. 2 3 .
F ir e n z e ,
12 ;
c a n ta ri gen o vesi, te rra .
p e so
gro sso
D rappi d i L il l e
c.
cc. 3. 2 1 ;
c. I 2 t ; oncie.
c. 16 ;
lib b re cc. 3, 2 1 .
D r a p p e r i a (in fiera),
ca n ta ri cc. 3 , 16 .
cc.
M a r s i g l i a (Marsilia),
B a r - s u r - A u b e (B a ri), c. i8t.
ce n tin a ia.
M o n t p e l l i e r (Monpulieri), c. 2 2 t ; libbre.
c. 22t;
c. i8t. P r o v i n s (P roino),
D r a p p i d i P a r ig i,
c. i8t. St .
A yo ul
P r o v in s
de
c. 8t;
T r o y e s (Tresi San Giovanni), c. i8t.
(Nimisi),
T r o y e s (Tresetto), c. 19 .
c. 21;
c. St. P is a , cc. 3, 1 5 ;
c. i5 t ;
Castro),
ca n ta ri c. 1 5 ; lib b re c. 3 . cc. 2 1 , 2 2 t , 2 3 ; ca n ta ri c. 2 1 .
c.
12 ;
V e n e z i a (V in e g ia ).
c. 8; corbe. F erro,
Ca n d elo r
c. 22;
c. 8;
V e n e z ia
cc. u t ,
V e n e z ia .
(Candelloro),
m o g g ia .
grosse.
Ce r v ia ,
(Vinegia),
C. I I .
12 ;
m igliaia grosse c. u t . F o r m a g g io ,
D r a p p i d i C a m b r a i (C an b rag io ),
c. 12;
C a g l i a r i (Castello di Castro), c. 16 ; starelle.
Ca n d ia ,
c. 2 3 . S a l e h (Sale),
salme.
F ia n d r a ,
m igliaia D r a p p i d i B r u x e l l e s (B o rsella ),
c. 7t; B o lo gn a,
cc. u t , 12 , 22, 27;
di
A r l e s (A rli),
c. i 6 t ; G en o va.
C a g l i a r i (Castello P isa .
cc. 7t, 1 1 ; salme c. u ; some c. yt.
B arletta,
D rappi di se t a .
D r a p p i,
P r o v e n z a (Proenza),
S a f i (Zizeri),
(Vinegia).
libbre.
P ia n a d i C o l l e ,
M o rta ),
c. 8; sestieri.
c. 12; V e n e z ia
Sant’Aiuolo), c. i8t.
c a n ta ri,
(P ro in o
(A g u a
c. 8; sestieri. A ncona,
(Proenza).
P ro ve n za
N a p o l i, c a n ta ri.
A ig u e s - Mo r t e s D r a p p i a oro.
L a g n y (Langnio),
Mo n ta g n e d i B a r b e r ia , c. 8 t.
F r u m e n t o (16 3)
16 , I 7 t , 18 , 20 , 2 l t , 2 2 t ;
V e n e z ia .
i8t, 19 ;
c. 23; ca n ta ri,
cantari, migliaia. (Vinegia), cc. 7t, u t ; libbre grosse c. 7t; migliaia c. u t ; migliaia grosse c. u t .
V e n e z ia
cc. 4 t, 5 t , 6 t, 7, 7 t , 8, I I , i 2 t , 1 3 , 1 4 ,
c. 12;
16 ;
7t;
D r a p p i d i M a l i n e s (Mellino),
G eno va.
Geno va, cc. 3 ,
15 ;
cantari. c.
D rappi di L ucca,
C u o i a m e n o n c o n c io
c.
P u g l ia ,
12;
V e n e z ia ,
F ir e n z e ,
c. 2 3 .
(Lilla),
V e n e z ia .
fasci.
della
migliaia.
P isa ,
P r o v e n z a (Proenza),
c. 3;
cantari, c. 6.
libbre.
Co s t a n t in o p o l i,
T u n is i,
(Doagio),
M o n t p e l l i e r (Monpulieri),
c. 2 3 .
N iM E S
D ouai
V e n e z ia .
libbre.
(Colle),
di
M e ss in a ,
cc. 8 t, 2 3 ; B o n a (B u o n a),
C o llo
119
INDICI DI MERCI
cc. 6,
7, ‘y t ,
B a r le t ta ,
c. 7:
u t,
15 ;
(163) Per i motivi accennati nell’in troduzione, ho ritenuto di mantenere distinte, in questi indici ed in quelli di misure, le citazioni del frumento e del grano.
12 0
12 1
INDICI DI MERCI
INDICI DI MERCI
C h ia r e n z a ,
T erran o va,
Genova,
A i g u e s -M o r t e s (A g u a M o rta ),
c c . 4 t. 5 t , 7 t;
c. 6t; salme.
c. 16 ;
c. 2 3 ;
moggia cc. 4t, 5t, jt.
sestieri.
lib b re.
C o rneto ,
T r ip o l i d i B a r b e r i a ,
c. 8; moggia.
N ì m e s (N im isi);
A l m e r ia ,
cc. 6t, 7; cafissi cc. 6t, 7.
c. I 7 t ;
c. 23t; cada.
D r a g u i g n a n (D ragh in gn ian o ),
T u n is i,
c. i8; sestieri.
V e n e z ia
cc. 6t, 7, 20;
c. u t ;
F ir e n z e ,
cc. 8, I I , i2t, 14; staia cc. 8, 11 , i2t, 14.
cafissi cc. 6t, 7, 20; salme c. 20; some c. 20. V e n e z i a (Vinegia), cc. 8, I I , i2t, 13; staia cc. 8, 1 1 , la t, 13.
Genova, cc. 6t, 8, i 2 t , 14 , 16 , 18 ;
mine cc. 6t, 8, i2t, 14, 16, 18. IsT ip (Stiva),
F rutta,
cc. 8t,
cc. 4t, jt;
10,
u t,
2ot;
M a io r c a (Maiolicha),
Ca st e lla m m a r e
cc. 8, 2 it;
c.
quarte c. 8; quartieri c. 2 it . M a r s i g l i a (Marsilia), cc. 8, i jt ; m ine cc. 8, I 7 t . M o n t p e l l i e r (Monpulieri),'
c. 8;
cc. u t ,
N ì m e s (Nimisi). cc. 8, 13, 14, I 7 t , 18; mine cc. 8, 13, lyt, 18. O r i s t a n o (Arestano),
(Castello a Mare),
F ia n d ra , c.
quartieri c. 1 7 ; uti c. 16 . B u l g a r i a (Bolgaria),
Geno va, cc.
cc. 8t, 10; centinaia c. 8t; moggia c. 8t; tomboli cc. 8t, 10.
m o gg ia .
16 .
C a g l i a r i (Castello
c.
cc. I3t, I5t, 2 4 ; salme cc. i5t, 2 4 ; starelle cc. i3t,
X7t;
V e n e z ia
C a n d ia ,
della stadera.
peso
c. 2 2 ; misure;
(V in eg ia ),
c. u t ;
C h ia r e n z a ,
c. 5; moggia.
Grana, cc.
c. 2ot;
C h ia r e n z a ,
cantari, centinaia.. (Vinegia), c. u t .
c. 5F ia n d r a , c.
3,
5,
16 ,
C ip r o (C ipri),
i6 t;
c. 3: cafissi, moggia. C o r in t o (Coranto),
c. 5; moggia.
i6 t.
Genova,
C o rneto ,
cc. 3 ,
c. 14 ;
16 , i 6 t ;
c e n tin a ia c. 16 ; m in e c. 3.
c. 22.
m o gg ia .
P atr asso ,
C o s t a n t i n o p o l i (« a l ’ e n tra re di»),
c. 5.
c. 3; moggia.
R o d o s t o (Rodisto),
P u g l ia , G a r o f a n i,
oc. 5t, 7. 8; 7, 8.
cc. 7, lot, u t , 16, i7t;
c . 3; m o gg ia .
F ir e n z e ,
cc. I3t, 1 4 , 19 ; staia cc. I3t, 1 4 , 19 .
R oma,
A nco na,
c. 8; rugghi. S i c i l i a (Cicilia), cc. 6t, 16, 20, 2 it;
c. lot; libbre sottili.
cc.
B arletta,
19 , 2 0 t, 2 l t , 2 2 , 2 3 , 2 3 t , 2 4 ;
salm e cc. 6 t, 16 , 20 , 2 i t .
G rano
(16 4 ),
G enova, 3,
5,
5 t,
13 .
i 3t.
14 .
i 5t,
c- 7; peso sottile.
di Castro),
I 5t.
P is a ,
T u n is i,
libbre sottili.
17 ;
N ì m e s (N im isi),
c. 10; centinaia.
Ca n d ia ,
16 ,
c. 3;
i6 t;
ce n tin a ia .
C a l in o a ,
C. 2 2 t.
16 ,
c. 15 : ce n tin a ia ,
P isa ,
staia cc. 6t, 8. P r o v e n z a (Proenza),
i6 t.
ca rich e .
N a p o l i,
cc. 6t, 8;
B r u g e s (B ru g g ia ),
16 , i 6 t , 1 7 ;
cc.
io ;
centinaia, cubelli.
V e n e z ia
c. 16; starelle.
15 ,
cc. 2 i t , 2 3 t ; mine cc. 2 it , 23t.
(zenzero),
G e n g io v o
Salerno ,
sestieri.
cc. 3. 5 tB a r c e l l o n a (Barzalona),
so ttili.
c e n tin a ia c.
c. u t ;
A ncona,
(V in eg ia ),
lib b re
A ncona,
moggia cc. 4t, jt.
salm e cc. 5 t ,
lib b re so ttili.
16 ,
17 ,
cc. 1 6 , 1 9 , 23t; centinaia c. 16 ; mine cc. 16 , 19 , 23t. H ar fleu r
(164) Vedi nota precedente.
c. 1 9 .
(Rifoli),
12 2
INDICI DI MERCI
In g h il t e r r a ,
T u n is i,
C ip r o
c. 17 ;
c. 2ot; cafissi.
c. 12.
V a l e n c i a (Valenza),
cc. i4t, 16; libbre cc.
quartieri. M a io r c a (Maiolicha), cc. 2 it, 23t; quartieri cc. 2 it, 23t.
Varna,
c. 23; mine.
c. 3;
c. 3;
moggia.
G r a s c ia , Me ss in a . G uado,
0. 17;
moggia.
B r u g e s (B ru g g ia ),
Pe r u g ia ,
c o v e.
c. 14; corbe.
In cen so ,
P isa ,
cc.
cc. i3t, i5t; staia cc. i3t, 15 !.
N ìm e s (N im isi), c. i 7 t ;
P u g l ia ,
u t,
P is a ,
ca n ta ri.
cc. I4t, 20, 2ot, 27!; cantari cc. 20, 2ot; centinaia c. I4t; sacchi c. 27t. V e n e z i a (Vinegia), cc. u t , 12; centinaia c. 12; migliaia grosse c. u t . a g n e llin a
d
’I n g h i l t e r r a ,
i7 t ;
V e n e z ia
(Vinegia).
c aric h e. L ana,
Chatalon12 ,
B a r b e r ia ,
i4 t,
15 ,
L in o ,
cc. 3, 6 t, 8t, gt, u t , 16 , 2o t, 2 1 ; B o u g i e (Bugiea), cc. 6t. gt, 2ot, 21; cantari cc. 6 t, gt, 2 o t, 2 1 .
N ì m e s (N im isi),
c. 12 .
m ig lia ia
c. u t ;
c. u t ;
cc. u t ,
c. i it;
Ca n d ia , L eg n a m e la v o ra to ,
c. i 7 t ;
di
so ttili.
c. 22;
L acca,
S i v i g l i a (Sobilia),
i7 t ;
Mand o rle,
sacchi.
V e n e z i a (Vinegia),
c. 3:
c. 23t; cafissi.
peso sottile.
N a p o l i,
centinaia.
moggia.
c- 7;
lib b re so ttili.
cantari.
S a l o n i c c o (Salonachi),
B arletta,
c. 27t;
N ìm e s (Nimisi), c. i7 t ;
cc. 3, 16; mine c. 16; moggia cc. 3, 16.
cc. 7, u t , i7t;
V e n e z i a (Vinegia),
Indaco,
R o m a n ia ,
Mace,
lib b re
L a n a d i T u n is i,
cc. u t ,
c. 2ot; cantari. V e n e z i a (Vinegia), c. u t .
c.
c aric h e.
R o d o s t o (Rodisto), c. 3; moggia.
T u n is i,
N ì m e s (N im isi),
cantari.
corbe.
gnia), c. 23t; quartieri.
c. 6t;
G en o va,
c. u t ;
(Cicilia),
S ic il ia
c. 1 5 ;
c. 1 3 ;
T a r r a g o n a (Teraghona
lib b re.
c. 27t; sacchi.
c. i6t;
V e n e z i a (V in eg ia ),
Raven na,
P isa ,
N a p o l i,
Lana
cc. 8t, gt; centinaia cc. 8t, gt; diecine c. 8t; ruotoli c. St. c. 2 1;
i7 t ;
caric h e.
c. 22; salme.
16 .
T u n is i,
P atr asso ,
c. 5;
N a p o li,
I4t,
centinaia, peso della stadera.
c. 6;
sestieri.
c. 16; torte.
G e n o v .\ ,
P a r ig i, c. 19 ;
Genova,
c. 16 ; cantari.
moggia. V e n e z i a (Vinegia), cc. 5, 13, i3t, 24: moggia c. 13; staia cc. 5, 13, i3t, 24.
C r is t o ,
(Cipri),
F ir e n z e ,
c. 23t; cafissi.
M a r s i g l i a (Marsilia),
123
INDICI DI MERCI
16 , 20, 2ot, 27t;
so ttili. M a st ic e ,
c. 3; C o s t a n t in o p o l i, (
) so ttili. Metallo lavo rato,
c. u t ; V e n e z i a (Vinegia).
C o s ta n tin o p o li, M e ta llo non lavo rato ,
c. 3;
migliaia sottili.
0. u t ;
V e n e z i a (Vinegia),
migliaia di pesi. Mie l e ,
cc. lot, 22; A n cona,
125
INDICI DI MERCI
INDICI DI MERCI
124
Salern o ,
F erm o ,
gia rre cc. 6 t, 7, 20 , 2o t, 2 1 ; m attare
c. i; centinaia di corbelli.
c. 11; metri, migliaia.
c c . 20 , 2 3 t ; m ig lia ia c. 20. V e n e z i a (Vinegia),
T u n is i,
F ir e n z e ,
cc. 7t, l i , u t ;
cc. gt, 2ot; cantari cc. gt, 2ot.
c. i3t; orci.
m ig lia ia
cc.
7 t , 1 1 , u t ; m irri c. 7 t.
Gaeta,
c. lot; migliaia.
0.
N o celle b a r b e r e lle ,
io
Oro,
;
cc. 3t, 4t, 7, u t , i3t, 17, ig, igt, 2ot, 22.
cafìssi.
Ca n d ia ,
c. 22; migliaia sottili.
c. 2ot;
G en o va,
B arletta,
T u n is i,
cc. 16, 23!; barili cc. 16, 23t. M a i o r c a (Maiolicha),
c. 7;
cantari. M ir a b il l a n i,
c. 2 it; botti
N o c elle g ro sse.
c. I7t; N Ì m e s (Nimisi),
cantari.
c. 2ot;
N erella, N oci m o sc a t e . lo t,
ly t,
A n co na,
tomboli.
c. lo t; N o c c io l e ,
cc. 7, 2 it; cantari cc. 7, 2 it;
C a n d ia , c. 2 2 ;
centinaia.
P is a ,
I s t i p (Stiva),
c. 4t.
N ì m e s (N im isi), c. I 7 t ;
P u g l ia ,
c. ig;
cubelli.
so ttili.
lib b re so ttili. N o celle,
Ol io , cc. 3 , 6 t, 7, 7 t , 8 t, g t , IO , lo t , 1 1 ,
A l e ssa n d r ia ,
i 3 t , 1 5 , 1 6 , 20 , 2 o t , 2 1 , 2 i t , 2 2 , 2 3 1 ;
u t,
An con a, cc. 3 ,
7t,
m e tri
lo t, cc.
II, 7t,
22; lo t,
11,
cc. 3 , 7 t , l o t , I I , 2 2 . B o u g i e (B u g ie a ), c. g t; c a n ta ri.
P a r ig i,
cc. 6t, 7, 7t, 8t, IO, 16, 20, 2 it, 23t; cafissi c. 6t; migliaia cc. 7, 7t, 10, 16, 20, 2 it, 2 3!; staia cc. 6t, 8t.
cc. I , gt, IO, 2ot; c. i; cantari gervi. B o u g i e (Bugiea), c. gt; cantari. C a g l i a r i (Castello di Castro), c. 10; starelle.
once.
F ir e n z e ,
cc. 15, 21; staia cc. 15, 21.
lib b re
N a p o li, Salerno ,
c. sc
cc. i3t, 17, ig, 2ot, 22; libbre c. 22; once cc. 17, ig; peso della bilancia c. I3t.
P alerm o ,
lib b re so ttili.
c. 10;
saggi. C h ia r e n z a ,
cc. 8t, gt, IO , 2 it; botti c. 2 it; migliaia c. gt; ruotoli c. 10; sestari c. 10; staia c. 8t.
22;
c. 17; marchi. c. 2 2 ;
N a p o l i,
Ca n d ia ,
so ttile.
C a n d ia ,
c. 6t; cafissi.
c. 22;
P u g l ia ,
giarre,
M e s s in a ,
cantari.
cc.
centinaia,
quartan, quartieri.
T u n isi,
migliaia sottili.
di Napoli,
peso
B r u g e s (Bruggia),
22;
m ig lia ia
Salern o ,
R egno, c c. 3 t ,
u t;
once cc. 3t, u t .
c. 10; sestari ( = sestieri). S a l o n i c c o (Salonachi),
T u n is i,
cc. I3t, igt, 2ot; once c. igt; ruotoli cc. I3t, igt. V e n e z i a (Vinegia), cc. u t , I3t;
c. 3; metri. S i v i g l i a (Sobilia), cc. 22, 23t; cantari c. 23!;
m arch i.
c a r a ti c. m arch i,
giarre cc. 22,
23t;
i3 t;
u t; cc.
sa g g i cc.
N a p o l i,
C a n d ia ,
T r ip o l i,
c.
c, 6t; giarre.
c. i7t;
P isa ,
C ip r o (C ipri),
T u n is i,
N ì m e s (N im isi).
c. gt.
c. 2 3 t .
cc. 6t, 7, 2G, 2ot, 2 1, 23t;
m ig lia ia .
i3 t;
u t,
so ttili c.
u t;
once cc.
u t,
i3 t.
rubi c. 23t.
cc. gt, IO , 2ot; cantari c. 20t; centinaia cc. gt, 10.
22;
lib b re
u t,
O r p im e n t o
c a n ta ri.
(solfuro d'arsenico),
126
INDICI DI MERCI
INDICI DI MERCI Orzo ,
F ie r e
P a n n o l in o
c. 5 t;
c.c. lot, u t ;
A nco na,
Anco na,
some.
c.
moggia.
V e n e z ia
(Vinegia),
c. u t . P a n n i d i ch alo n
9, u t , 12, i3t, 14, 2ot, 21, 22t;
T u n isi,
c.
c c. i 3 t ,
c. u t ; balle.
V e n e z ia
(Cielona),
V e n e z i a (V in eg ia ),
cc.
cc. u t ,
L ucca,
i6 t;
c.
P is a ,
c. 15;
S a ie d i C a e n c.
(Guanto),
Sale,
V e n e z ia cc.
N a p o li,
c.
c. 9:
V e n e z ia .
12 ;
u t,
peso
d ella
sta d e ra .
(V in eg ia ), 12 ;
cc. 5, 5t, u ,
u t , 12 .
5t,
Pe pe lungo .
% c.
c. 1 2 ;
P a n n i p r o in e l l i.
P r o v e n z a (Proenza), 2 2 t.
c.
5t;
di
Castro),
i3t, i5 t, 2 4 :
P io m b o ,
I3t,
i5 t,
24.
cc. 2, gt, 22 ;
Ce r v ia ,
V e n e z ia .
A l e ss a n d r ia ,
cc.
c. P a n n i d ’ Y p r e s d i c o l o r e (Ipro ),
c. 7t; canne.
c. 12 ;
2;
c.
c. 14; canne.
m o g g ia cc. 5 , 5 t , 2 4 . C h io g g ia ,
c. 24;
C a n d ia ,
T u n is i,
cc. 2ot, 21; centinaia c. 21; pondo c. 20t. V e n e z i a (Vinegia), cc. 7t, u t , 12; balle c. u t ; braccia c. yt.
ce n to
c. 2 2 ; m ig lia ia
c. 1 2 ;
grosse.
D a m i e t t a (Damiata),
V e n e z ia .
c. Pepe,
c. 24; m o gg ia . D urazzo ,
c a n ta ri.
c.
24; salm e.
c. gt;
F ia n d r a ,
c a n ta ri.
c. R am e,
i6 t.
F ir e n z e ,
c. X3t;
F ia n d r a ,
c. i6t.
cc. u t ,
12 , i 3 t , igt, 2o t, 2 2 ;
sta ia .
INDICI DI MERCI INDICI DI MERCI
m isu re.
C ip r o (Cipri),
9 t;
N a p o li,
cc. 8t, u t , 12, i4 t, 15, 16, i6t, ly t, i8t; C r e m o n a (Chermona), cc. 12, i4t; peso cc. 12, i4t.
cc. 5, 5t, 24;
2; ca n ta ri.
P a n n i v e r g a t i d ’Y p r e s ,
24;
Ch ia r e n z a ,
c a n ta ri g e rv i.
V e n e z ia .
II,
co rb elli c. 1 1 ; cen to m isure c.
C a g l i a r i (Castello di Castro),
Sie n a ,
salm e.
c. 1 2 ;
P u g l ia ,
128
som e
c. 24;
cc. 131, 21; braccia cc. I3t, 2 1.
P ann o lano ,
24;
« C a n n i »,
lib b re so ttili.
P isa ,
c.
II.
q u a rtin i cc.
N ì m e s (N im isi),
V e n e z ia .
24;
C a g l i a r i (Castello cc.
ly t;
II,
c e n tin a ia C.
P a n n i d i P r o v i n s (Proino),
i3t, i5t, 16, i6t.
A nco na, cc.
c a rich e cc.
canne.
(Cam o),
12 ;
V e n e z ia .
cen tin a ia , P anni di G and
c. 14: canne.
1 2 , i 3 t , 2o t;
c. u t .
ly t;
V e n e z ia .
P e r u g ia ,
2o t; pondo c.
m ig lia ia cc. i 3 t , 2o t; m ig liaia 1
c a n ta ri.
(V in eg ia ).
12 :
c. I3t; braccia.
b raccia.
16 ,
ca rich e . c.
i3 t,
Geno va.
N a p o li,
P anno F r an cesco ,
cc. 9, i3t, 14; braccia c. i3t; canne cc. 9, 14.
i 9 t , 2o t;
c a n ta r i cc.
N ì m e s (N im isi),
F ir e n z e ,
A ncona,
i4 t ;
grosse.
c. 8t;
c. 12;
c. lot;
m ig lia ia
F ir e n z e ,
c a n ta ri c. i 6 t ; c e n tin a ia c. 16 .
A ncona,
C.
c. 2 2 ;
lib b re.
P anno,
cc.
Ca n d ia ,
i8 t ; ca rich e.
c. lot; canne.
Ch ia r e n z a ,
F r a n c ia ,
di
12 7
129
« S a n d a l l i » {legno di sandalo),
Geno va, cc. i6 ,
i6 t ;
mine c. « Gh elle
di
c. 3;
c. l y t ;
i6 .
centinaio di misure.
Sapo ne,
cc. 14 ,
16.
c. 24; cento misure.
N ì m e s (N im isi),
N ìm e s (Nimisi), cantari.
(Lucha),
S p e z ie r ia ,
c. i 2 t ;
ly t;
cc. 2 2 t,
C. 3t;
« N a v i l i d i S c h i a v o n i a »,
C h ia r e n z a .
(Monpulieri),
C a n d ia ,
23;
once « S c ia m it i » {seta pesante),
c. 24; salme.
cc. i6 t, 2ot, 22, 2 3 t;
M o n t p e l l ie r
so ttili.
c.
c. 22; centinaia, libbre sottili.
2 2 t.
N a p o l i,
F ia n d r a ,
c. st.N ìm e s
li b b r e S c o ia t t o l i.
P ago (Pugio di Schiavonia), c.
c. 24;
24;
staia
c.
c. 2ot; pondo. V e n e z i a (Vinegia),
(Proenza),
P ro ven za
libbre
l a r d e ll i ,
centinaia.
S a l o n ic c o
Sa l p i,
li b b r e
(Salonachi),
S p e z ie r ia g r o ssa ,
cc. i8 t , 22t;
li b b r e .
salme.
cc. 2 , 3 , 5 , 5 t , 7 , l o t , i 2 t , di
B a r b e r i a »,
c. 24; cento misure.
c. 24; corbelle. S e b e n i c o (Sabinichia di Schiavonia),
c. 24; cento misure. V e n e z i a (Vinegia),
cc. 5, i3t, 24; moggia cc. 5, i3t, 24; staia cc. 5 i3t, 24.
I 3 t , 1 4 , 16 ,
i j t , i g t , 20, 2 1 , 2 2 t , 2 3 , 2 3 t ;
T a b r i z (Torissi,
c. 2;
ruotoli.
F ie r e
Turigi),
F r a n c ia ,
cariche.
li b b r e . T u n is i,
P r o v e n z a (Proenza),
cc. i 3 t , i g t , 2 0 , 2 1 ;
c. 2 2 t;
A ncona,
ru o to li cc.
c.
lo t;
V e n e z ia
(Vinegia),
libbre sottili.
cc.
i3 t,
2 3t;
cc.
I2 t,
I2 t, li b b r e
B arletta,
i3 t,
cariche.
iQ t, 2 0 , 2 1 .
S p e z ie r ia m in u t a , 2 3t;
once
c.
13 !.
cc. i6 t, iS t , 22t; F ia n d r a ,
c. 7; peso sottile.
S e t a g r o ssa .
c. i6 t;
C h ia r e n z a ,
c.
i6 t;
F ie r e
co. 5. 5 t;
F ia n d r a ,
c. iS t;
lib b re c. 5 t .
di
c. i8 t;
c. 23t;
A l e ssa n d r ia ,
S a r d e g n a (Sardingnia),
sottili.
g ro sse .
c. 3:
Seta,
c. 24;
c. 2 3 t;
c. 2 2 t ;
V e n e z i a (Vinegia),
cc. i5 t , 24.
centinaia di menne. T u n is i,
li b b r e .
c e n tin a ia .
i3 t ;
T u rigi),
c. 2 3 t;
PiS.A., c. 2 ;
N ì m e s (N im isi),
staia grosse cc. i5 t , 24; staia piccole
T a b r i z ( T orissi,
s o t t il i .
P atra sso ,
centinaia.
cc. i3 t , I 5 t, 24;
c. i6 t.
c . 5.
ly t;
Genova,
cento misure. P is a ,
I5 t,
Geno va,
(Nimisi),
c. i7t;
cento misure.
cc.
c. i6 t;
li b b r e .
ce n tin a ia.
c. 24;
Sevo ,
c. i7 t ;
li b b r e .
c.
« Sa r a besi
1 4 ; peso della b i
I2 t,
16 , 2 1;
L ucca
(Sipanto di Puglia),
F r a n c ia ,
I3 t.
lib b r e c c . 1 6 , 2 1 ; once c. 1 4 .
« S c a m o n e a » {resina farmaceutica),
L u k o w o (Lulichi di Schiavonia),
quarre
c.
G en o va,
IvizA (Evinza),
M a n f r e d o n ia
cc. 3,
la n c ia
C a n d ia ,
lib b re
di
libbre.
li b b r e
c. 2 2 ;
migliaia sottili.
cc. 16, 24; cento misure c. 24; moggia c.
F ie r e
cc. 3 , I 2 t , I 3 t , 1 4 ;
c. 24;
c. 24; alle.
s o t t il i .
F ir e n z e ,
cantari.
H y è r e s (larvi di Provenza),
c. i8 t;
li b b r e
N ì m e s (Nimisi),
S c h i a v o n i a »,
Se te to rte.
C o s t a n t in o p o l i,
G en o va . 9.
C.
C ia n o
di
libbre.
F r a n c ia ,
130
INDICI DI MERCI
Genova,
INDICI DI MERCI
N ì m e s (Nimisi),
cc. i6t, 22t; libbre sottili c. 22t. M o n t p e l l i e r (Monpulieri), c. 22t; once. P r o v e n z a (Proenza), c. 22t; libbre sottili. S p e z ie r ia s o t t il e ,
cc. 7, 8t, lot, u t , i3 t, 15, 16, i7 t, 2 it , 22; A ncona,
Stagno ,
F ir e n z e .
P atr asso ,
C a n d ia ,
c. 5; m oggia.
c. 22; migliaia grosse. c. 2ot; pondo. V e n e z i a (Vinegia), cc. u t , 12; migliaia grosse c. u t .
centinaia, libbre. V in o .
cc. 4t. 6t, 7. 7t. St. I I . u t , i2t, 15, i5 t. 16, 19, 20t, 21;
u t;
libbre sottili cc. 5, u t ; staia cc. 5,
A ncona,
u t.
cc. I I . u t ; anfore c. u t ; some c. 11 .
{Ghiande di cerró),
V a l o n ia
cc. 5, 5t, 6, i2 t ;
Ca l a b r ia
c. 7; salme.
B arletta,
c. i7t;
c. 7:
N ì m e s (Nimisi),
Ch ia r e n z a ,
some.
m oggia cc. 5. 5t, 6.
C a n d ia ,
c. 22; libbre sottili. F ir e n z e ,
c. I3t; peso della bilancia.
T e l e d i C h a m p a g n e (Canpangnia),
F ir e n z e ,
F ie r e
libbre cc. 6, I 2 t . F r a n c ia ,
di
T ele
c. 16; libbre.
c. iSt;
M a i o r c a (Maiolicha),
F ie r e
di
G e r m a n i a (La Magna),
F r a n c ia ,
I2 t.
V e r g a t i d ' Y p r e s (D’Ipro),
c. di
12;
(Vinegia).
V e n e z ia
alle. V e r z in o
N a p o l i,
c. 8t; cantari, centinaia. N ìm es (Nimisi), c. I7t; libbre sottili. P is a , c. 1 5 :
libbre, peso della bilancia, peso della stadera. V e n e z i a (Vinegia), c. u t ; libbre sottili. S p ig o ,
T e l e d i R e i m s (Renza).
c. iSt;
cc. u t ,
i6 t ,
c.
alle.
i7 t;
i6 t.
c. i6 t; cantari.
cc. 3t. 5. 5t, 6. u t ;
N ìm e s (Nimisi),
A ncona,
c. i7 t;
c. 5 t;
cariche.
libbre.
V e n e z i a (Vinegia).
Ch ia r e n z a , 5.
c. u t ; 5t .
6;
centinaia c. 3t; libbre c. 5; moggia cc. 5, 5t, 6. C o r in t o (Coranto), c- 5;
c. 8t; botti. c. 8t; botti. F
ir e n z e ,
cc. i2 t. 15; cogna cc. i2t. 15; metadelle. c. 15; pinta c. 15. G enova.
cc. 8t. i6; mezzaruole c. 16; misura c. 8t. I s T iP (Stiva), c. 4t; metri.
Geno va, Uve passe.
cc. 3t .
[legno brasile),
F ia n d r a ,
P a r ig i,
cc. 4t, 7t; metri cc. 4t. 7t.
Co rte.
I2 t;
m oggia cc. 5,
Genova,
c. 2 it; libbre.
(Vinegia),
V e n e z ia
cc. 5,
alle.
(Calavera),
C ip r o ,
cc. 6, i2 t ;
c. i8t;
(Castello di Castro),
C h ia r e n z a ,
cc. 5, 5 t, 6 ;
cantari.
C a g l ia r i
c. i5 t.
A nco na,
c. 5t; quarteroni,
c. I7t;
Gen o va,
(Vinegia).
V e n e z ia
cc. 5,
T u n is i.
mondo.
c. 16;
c. 6; libbre, staia.
cc, u t , 12, 2ot, 22;
Sugna,
peso sottile.
V e r z in o
moggia.
libbre sottili.
c. lot; libbre sottili.
131
centinaia. V e r z i n o co ' l e g n o ,
c. 16; G eno va,
centinaia, libbre.
M a r s i g l i a (Marsilia),
c. I5t; mezzaruole. Me s s in a ,
c. 6t; salme. N a p o l i,
cc. 8t. 19; botti c. 8t; botti del greco c. 19; carrate c. 8t; centinaia di salme c. 8t; cogna c. 8t.
1 -^
INDICI DI MERCI
P a r ig i, cc.
libbre sottili.
15 ,
19 ;
B arletta,
b o tti del greco c. 19 ; c e stie ri cc. 15 , 1 9 ; tin e lli c c . 1 5 ,
19 .
P isa , cc.
c- 7; peso sottile. Ca n d ia ,
8 t,
i5 t,
21;
c. 22; libbre sottili.
barili cc. I5t, 2 1. P u g l ia ,
F ir e n z e ,
cc. 4 t, 7t, 2 2 ;
c. i3t;
b o tti di m ezzo m ig liaio cc. 4 ! , 7 t , 2 2 .
peso della bilancia.
R o m a n ia ,
Geno va,
c. 8 t;
cc. 16, 22t;
b o tti.
M o n t p e l l ie r
c. 7; salm e. T u n is i,
cc. 6t, 7, 2ot, 2 1; m ezzaruole cc. 6 t, 7, z o t, 2 1 . V e n e z i a (V in egia), cc.
Il,
u t,
i2 t;
anfore cc. 1 1 ,
u t,
i2 t.
V in o d i C r e t a , c. 2 2 ;
libbre sottili. P r o v e n z a (Proenza), c. 22t; libbre sottili. V e n e z i a (Vinegia), c. it; libbre.
Ca n d ia , ce n tin a ia
di
Zen d ad i o drappi d i L ucca,
m ista ti.
c. i2t; V in o d i M a d d a l o n i ,
V e n e z i a (Vinegia),
once.
c. 8t; N a p o l i, b o tti, ca rra te , co gn a. Zaffer an o ,
Z ucch ero ,
cc. 8t, i6t; F ia n d r a ,
c. i6t, cc. i t , 7, l o t , i 3 t , 16 , i 7 t , 2 2 , 2 2 t ;
Geno va,
A l e ss a n d r ia ,
i;
c. i6t; cantari.
m enne.
N a p o l i,
c.
A nco na, c. lo t;
(Tar. p. 35, anfore 3 % = 220 some
ALLE
libbre c. 16; libbre sottili c. 22t. (Monpulieri), c. 22t; once. N ì m e s (Nimisi), c. I7t;
Scalea,
INDICI DI MISURE
c. 8t; cantari, centinaia.
di Ancona). (Chiar. p. 98, rr. 21-22).
in G e n e r a l e in fiera, c. 18, alle 2 ^ = 1 canna di Nìmes. (Peg. p. 227, r. 17). per S a l e in Hyères
(lervi
di Provenza),
c. 24, alle 8 = 62 quarre di Pisa = i staio grosso = 1 5 ^ staia piccole. (Peg. pp. 154 , rr. 16 -17 ; 2 14 , r. n ) . per T e l a in Parigi, c. i8t. alle 82 = 143 alle di Reims. in Reims (Renza),
c. 12t, anfora i = i % cogna di Firenze. (Peg. p. 146, r. 35). (Chiar. p. 28, r. 4). B A R IL I in G e n e r a l e in Cagliari (Castello di Castro). C. IO,
barili... = I botte del greco di Napoli. (Uzz. p. 98, r. i). in Pisa, c. 9t, barili... = I botte del greco di Napoli. (Peg. p. 188, barili 25 = 100 cogna « di vino greco alla misura di Napo
c. i8t. alle 14 3 = 82 alle di Parigi.
li»). CUzz. p. 97, barili 7 « cioè la botte da 24 cogna » = i botte « di greco
per T e l e
di Napoli »). (Chiar. p. 108, barili « cornuti » 7 ==
di
Cham pagne
(Canpan-
gnia) in fiere di Francia, c. i8t. per T e l e d i G e r m a n i a (La Mangnia) in fiere di Francia, c. i8t. AN FO RE
=
I cogno di vino di Napoli).
per O l i o in Genova, c. l6 , barili 1 = 1 cantaro. (Peg. p. 174. rr. 19-20). (Chiar. p. 103, « olio vi si vende a ba rili, che barili 7 1 / 2 fanno una botte di mena cioè botte napoletana»),
per V in o in Venezia (Vinegia),
c. 16, barili 8 = 1
C. I I ,
(Peg. p. 174, r. 19). c. 23t, barili 2 1/2 = 1 5 rubi di Siviglia = 3
anfore 3 = 20 some di Ancona. (Peg. p. 160, r. 7).
migliaio di Puglia.
134 giarre di Siviglia.
c. it,
p e r V in o
bisanti 6, carati 13 3/4 = Firenze.
in Pisa, c. I5t, barili loo = 104 in n o mezzaruole di Marsiglia. (Peg. p. 2 13. rr. 17-18). c. 21, barili 100 = 67 mezzaruole di Tunisi. (Peg. p. 135. r. 3). (Chiar. p, 139, r. 14). B IS A N T I
c. 2 3 t ,
bisanti i = 5 1 / 2 soldi di gienovini. (Uzz. p. 94. r. 7). in Maiorca (Maiolicha), c. 2 lt, bisanti 1 1 1 / 2 = 1 dobra, bisanti i = 10 miglioresi. in Tunisi, cc. gt, igt, bisanti 1 = 8 miglioresi nuovi. (Uzz. p. 97, bisanti 1 = 8 « mille nuovi »). c. I9t, bisanti i =
10 miglioresi vecchi.
B IS A N T I (Peso di)
bisanti 6, carati i 3/4 = Genova.
i oncia di
(Peg. p. 75, pesi 6, carati 1 3 / 4 = oncia « d'oro » di Genova). (Chiar. p. 106, rr. 16-15). c. 2,
bisanti 6, carati 2 1 = gento di Provenza.
1
1 oncia di 1
i oncia d’ar
(Peg. p. 76. pesi 6, carati 2 1 = i oncia « d’oro » di Provenza). (Chiar. p. 122, « l ’oncia di Provenza tom a in Allessandria a peso di bixanti »). c. it, bisanti 6, carati 2 1 3/4 == i oncia di Venezia. (Peg. p. 74, bisanti 6, carati 2 1 3/4 = I oncia « a peso d’oro » di Venezia). (Chiar. p. 76, pesi 6, carati 2 1 3/4 = I oncia « d'oro » di Venezia).
in Cipro (Cipri),
I,
bisanti 6, carati 18 3/4 = Ancona.
(Peg. p. 75, pesi 6, carati i6 3/4 == i oncia « d’oro » di Firenze). (Chiar. p. 35, r. 8). c. 2,
B IS A N T I B IA N C H I
in Alessandria, c.
i oncia di
(Peg. p. 75, pesi 6. carati 9 1 / 2 = oncia « d’oro » di Pisa). (Chiar. p. 139 , rr. 13 -12 ). c. 2t,
bisanti 1 = 10 miglioresi, bisanti 1 1 1/2 = i dobra. in Bougie (Bugiea), c. 6t.
i oncia di
(Peg. p. 74, pesi 6, carati 6 3/4 = i oncia «a peso d’oro» di Ancona). (Tar. p. 39, lib. 6, carati 18 3/4 = I oncia «de l ’oro» di Ancona), c. 2t, bisanti 6, carati 22 1/2 = i oncia dell’argento di fiera. (Peg. p. 76, pesi 6, carati 22 1/2 = i, oncia « d ’oro al peso di Fiera»).
c. 3. bisanti bianchi 3 1 / 2 = 1 perpero. (Uzz. p. 88, bisanti 3 1 / 2 = 1 per pero) . (Chiar. p. 142, « Cipri sono 2 monete: bixanti bianchi e bixanti saracinati, e lo saracinato vale 3 1/3 de’ bianchi »). BO TTE per O l io
in Napoli,
(Uzz. p. 98, r. i).
C. 2 l t ,
bisanti 6, carati 9 1 / 2 = Pisa.
in Almeria,
135
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
botte (di caiissi 160) i =
c. 9. botte del greco i = 5 1/4 in 5 1/2 some di Firenze. (Uzz. p. 97, botte del greco i = ... some di Firenze), c. 9t, botte del greco i = ... barili di Pisa. (Peg. p. 188, cogna 100, «di vino greco alla misura di Napoli » = 25
8 giarre di
Maiorca. (Pag. p. 12 7, botte di mena di Napoli I = 90 quartieri di Maiorca). per V in o in Napoli, c. 8t, botte I = 24 cogna. (Peg. p. 180, r. 6). (Uzz. p. 96, r. 17). (Chiar. p. 24, botte di mena i = 24 cogna « di vino di Napoli »). (Chiar. p. 108, « E 1 congnio del vino di Napoli... dà botte i napoletana»), c. 8t, botte (Uzz. c. 8t, botte (Uzz.
barili di Pisa). (Uzz. p. 97, botte 1 = 7 barili « cioè la botte di 24 cogna» di Pisa). (Chiar. p. 108, cogni di vino 1 = 7 barili « cornuti » di Pisa). per V in o in Napoli, c. 19, botti del greco 3 = 2 tinelli di Parigi = 192 cestieri, botti del greco i = 64 cestieri. (Peg. p. 189, botti di mena di Napoli 1 1 / 2 = 1 tinello di Parigi = 96
I =
23 in 24 cogna. p. 96, r. 18). I = 26 in 30 cogna. p. 96, r. 23).
c. 8t, botti 20 in 21 = 100 salme, « faciendo la botte di 24 congnia ». (Uzz. p. 96, rr. 15-16).
cestieri, botti di mena di Napoli i = 64 ce stieri) .
B O T T E D E L G R ECO (165)
B O T T E D I M E ZZO M IG LIA IO
in G e n e r a l e in Napoli, cc. 9, 9t, IO, botte del greco i = 24 cogna. (Peg. p. t 8 o , botte di mena di Napoli, per vino greco e latino, i = 24 cogna). (Uzz. pp. 97, r. 13; 98 r. i). (Chiar. p. 24, botte di mena, « di vino di Napoli», I = 24 cogna). C. IO,
botte del greco i = ... barili di Ca gliari (Castello di Castro). (165) Cioè botte del vino greco, che considero distintamente nei casi in cui si paria solo di « botte del greco » ed in quelli in cui si cita specificatamente il vino. (Cfr. E v a n s A., op. d i., p. 433).
per V in o in Puglia, cc. 4t; 7t, botte di 1/2 migliaio i = 24 metri di Chiar enza. (Peg. p. 170, botte, di Barletta, di x/2 migliaio I = 40 metri di Chiarenza, in generale), (Uzz. p. 95, rr. 4-3). c. 4t. botte di 1/2 migliaio i =
12 metri
di Istip. (Uzz. p. 91, rr. 6-5, di vajo). per V in o d i C r e t a in Puglia, c. 22, botte di 1/2 migliaio i = di Candia.
34 mistati
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
13 ^
(Peg. p. io6, botte di 1/2 migliaio I = 33 mistati di Candia, di vino).
(Chiar. p. 99, rr. 5-6 « di panno lino e lano »).
p e r V in o d i M a d d a l o n i (M ata lo n a )
C. I I ,
in Bologna, in Napoli,
braccia 100 = 102 braccia di Ancona. (Peg. p. 160, r. 14). c. i4t,
c. 8 t,
botti 6 1 / 2 = 1 carrata. (Uzz. p. 96, botti 2 1 / 2 = c. 8t,
1 carrata),
botti 6 1/2 = 60 cogna. (Uzz. p. q6, botti 2 1/2 = 60 cogna).
braccia 3 7 = 36 braccia di Venezia. (Peg. p. 146, r. io ).
B R A C C IA in G e n e r a l e
in Ancona, c. lo t,
braccia 3 1 / 3 = 1 canna. (Peg. p. 156, r. 18). (Tar. p. 34, braccia 3 1 / 2 = 1 canna di « Drapi de lin e de lana »). (Uzz. p. 99, rr. 9-10). (Chiar. p. 99, rr. 6-7). c. I I ,
braccia 102 = 100 braccia di Bologna. (Peg. p. 160, r. 14). c. 3t. braccia 333 1/3 = 100 canne di Chiarenza. (Peg. p. 159, r. 27). (Uzz. p. 92, r. i). c. I I ,
braccia 37 1/2 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 16 1, r. 3). (Peg. p. 202, braccia 37 1/4 = canne di Firenze).
braccia 37 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 199. r. i o ). (Chiar. p. 26, braccia 37 = 40 brac cia di Firenze, di panno), c. 12,
10
(Uzz. p. 99, braccia 38 1/2 = 10 canne di Firenze). (Chiar. p. 20, braccia 37 1/2 = 100 canne di Firenze, di panno). (Chiar. p. 25, rr. 13 -12 , di panno). C. I I ,
(Uzz. p. 194, braccia 36 = braccia di Venezia). (Chiar. p. 116 , braccia 36 = braccia di Venezia).
35 1/2 35 1/2
in Firenze, C.
12t,
braccia 40 = 3 7 braccia di Venezia, (Peg. p. 146, canne 10 = 36 braccia di Venezia). (Uzz. p. 104, « Misura di Vinegia, cioè di tutti i panni lini e lani è mag giore l ’ottavo, che quella di Firenze, che braccia uno di Vùiegia è in Firen ze braccia i e un ottavo »). (Chiar. p. 28, braccia 40 = 35 1/2 braccia di Venezia, di panno). (Chiar. p. 90, bra^ccia 8 = 7 braccia, di Venezia, di panno).
in Genova, c. 14, braccia 41 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 198, braccia 3 1 = 10 canne di Firenze). (Chiar. p. 43, braccia 3 1 = di Firenze, di panno), c. I2t,
10 canne,
braccia 35 = 10 canne di Venezia. (Peg. p. 147, braccia... = 10 canne di Venezia).
braccia 37 1/2 = 36 braccia di V e nezia. (Peg. p. 160, r. 5).
(Peg. p. 147, canne 10 = di Venezia).
35 braccia
(Tar. p. 34, rr. 13 -12 , di « Drapi de lin e de lana »).
(Tar. p. 67, braccia 10 = larghe di Venezia).
15 braccia
(Chiar. p. 90, braccia 66 2/3 = 100 braccia, di Venezia, di drappi). in Milano, c. i4t, braccia 34 1/3 = 10 canne di Firenze. (Pag. p. 198, braccia 34 = 10 canne di Firenze). (Chiar. p. 20, braccia 34 = 10 canne di Firenze, di panno). in Pisa,
137
che braccia uno di Vinegia è in F i renze braccia i e un ottavo »). ( Chiar. p. 28, braccia 35 1/2 = 40 braccia di Firenze, di panno). (Chiar. p. 90, braccia 7 = 8 braccia di Firenze, di panno), c. I2t, braccia 18 = 1 7 braccia di Pisa. (Peg. p. 147, r. 8, di panno).
C. I 2t,
per C a n o v a c c i in Candia,
braccia 17 = 18 braccia di Venezia. (Pag. p. 147, r. 8, di panno).
c. 22, « si vendono a cient. di braccia ».
in Roma, c. i4t, braccia 38 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 198, r. 3). (Uzz. p. 179, canna i « ch’è palmi 8 » = « come quella dello regno tom a a Firenze », di panno). (Chiar. p. 22, braccia 26 5/7 = 40 braccia di Firenze, di panno). (Chiar. p. 1 1 3 , braccia i « ed è palmi 3 1/3 o più che detta channa * (di palmi 8) = I 1/2 braccia di Firenze). in Venezia (Vinegia), C. I I ,
braccia 36 = 37 1/2 braccia di Ancona, (Peg. p. 160, r. 5). (Tar. p. 34, rr. 12 -1 3 , di « Drapi de lin e de lana »). (Chiar. p. 99. rr. 6-5 « di panno lino e lano »). c. 12, braccia 36 =
37 braccia di Bologna.
(Peg. p. 146, r. i o ). (Uzz. p. 194, braccia 35 1/2 = 36 braco a di Bologna). (Chiar. p. 116 , braccia 35 1/2 = 36 braccia di Bologna). C. I 2 t, braccia 3 7 = 40 braccia di Firenze. (Peg. p. 146, braccia 36 = 10 canne di Firenze). (Uzz. p. 104. « Misura di Vinegia, cioè di tutti i panni lini e lani è mag giore l ’ottavo, che quella di Firenze,
(Peg., p. 105. r. 29). c. 22, braccia 330 = 100 braccia della Marca. (Peg. p. 105, braccia 330 = 100 canne di Ancona). nella Marca, c. 22, braccia 100 = 330 braccia di Candia. (Peg. p. 105, canne d’Ancona 100 «= 330 braccia di Candia). in Napoli, c. 8t, « si vendono a cient. di braccia, e misurasi a braccio ». (Peg. p. 18 1, rr. 13-14)per P a n n o in Firenze, c. I3t, braccia 25 = 27 braccia di Lucca. (Peg. p. 197, braccia 28 = 30 braccia di Lucca, in generale). (Chiar. p. 20, braccia 100 = 107 1/7 braccia di Lucca, in generale), c. I3t, braccia 40 = 34 braccia di Pisa. (Peg. p. 197, r. 13, in generale). in Lucca, c. I3t, braccia 27 = 25 braccia di Firenze. (Peg. 197, braccia 30 = 28 braccia di Firenze, in generale). (Chiar. p. 20, braccia 107 1/7 = 100 braccia di Firenze, in generale).
138
INDtCI DT MISURE in Pisa,
INDICI DI MISURE
in Aragona (Raona),
c. I 3 t ,
c. 6,
braccia 34 = 40 braccia di Firenze. (Peg. p. 197, r. 13, in generale), c. 21,
cafissi 1 1 / 2 = logna, c. 6,
braccia 325 = i centinaio di Tunisi. (Peg. p. 135. braccia 325, = lo i braccia di Tunisi).
cafissi 1 1 / 2 = 1 salma di Sicilia. (Uzz. p. 93, cafissi di « Aragona di Catalogna », 1 1 / 2 = 1 salma di Sicilia). c. 6,
in Venezia (Vinegia), c. 7t, braccia 3 = 1 1 / 4 canne di Puglia, (Peg. p. 17 1, braccia 4 = 1 1/4 canne di Barletta). (Uzz. p. 95. r. 13). (Chiar. p. 95, braccia 3 = 1 Barletta).
canna di
cafissi 1 1 / 2 lencia.
1 1/2 cafissi di Cata
=
1 1/2 cafissi di V a
(Uzz. p. 93, cafissi, di « Aragona di Catalogna », i 1/2 = i 1/2 cafissi di Valencia). c. 6, cafissi 1 1 / 2 = 1 1/2 cafissi di Aragona, c. 6,
in Ancona, c. lot, (Peg. p. 156, « panni lani si vendono a canna »). (Tar. p. 34, «Drapi de lin e de lana se vende in Ancona a brazo »). (Uzz. p . 99, r. i o ). CADA
in Maiorca (Maiolicha), c. 2 lt, cada 4 = 1 mina di Genova (Peg. p. 128, quartieri i 3/5 = i mina di Genova, di grano). (Chiar. p. 1 12 , quartieri 4 = 2 1 / 2 mine di Genova, di grano).
in Almeria, c. 23t,
in G e n e r a l e
(166) Vedi nota n. 163.
1/2 =
I
1/2 cafissi di V a
in Valencia (Valenza), c. 6, cafissi gona.
I
1/2 =
i mina di
I
1/2 cafissi di Ara
(Uzz. p. 93, cafissi I 1/2 = I 1/2 cafissi di « Aragona di Catalogna »). c. 6, cafissi I 1/2 = logna.
p er G r a n o (166)
C A P ISSI
I
(Uzz. p. 93, cafissi di « Aragona di Catalogna » 1 1 / 2 = 1 1 / 2 cafissi di Valencia).
in G e n e r a l e
cada « 4 in 4 e ottavo » = Genova, (Peg. p. 224, rr. 27-28).
cafissi 1 1 / 2 = 1 salma di Sicilia. (Uzz. p. 93, cafissi, di « Aragona di Catalogna », i 1/2 = i salma di Sicilia »). c. 6, cafissi lencia.
rum en to
in Tripoli,
in Catalogna,
per P an n o la n o
per F
I 1/2 cafissi di Cata
(Uzz. p. 93, cafissi I 1/2 = I 1/2 cafissi di « Aragona di Catalogna »). c. 6, cafissi 1 1 / 2 = 1 salma di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3 , cafissi 150 = 100 sal me generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 16-15). (Chiar. p. 1 1 2 , « barzella 1 7 che le 12 fanno uno chafisso » = i salma generale di Sicilia).
c. 7, cafissi 78 = 100 salme di Puglia. (Peg. pp. 167-166, cafissi 70 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Peg. p. 169, cafissi 69 in 70 = 100 salme J.i Puglia). (Uzz. p. 94, rr. 28-27). c. 6t, cafissi 80 = 100 salme di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3 , cafissi 75 in 80 = 10 0 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 36-35). c. 6t, cafissi 80 = 110 cafissi di Tunisi. (Peg. p. 1 1 3 , cafissi 75 in 80 = 1 1 2 cafissi di Tunisi, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 36-35)c. 7. cafissi 78 = 107 cafissi di Tunisi. (Peg. p. 1 1 3 , cafissi 75 in 80 = 1 1 2 cafissi di Tunisi). (Peg. p. 169, cafissi 69 in 70 = lo o cafissi di Tunisi, di biado). (Uzz. p. 94, rr. 28-27).
in Tunisi,
c- 7. cafissi 10 7 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, cafissi 100 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Peg. p. 169, cafissi 100 = 100 salme di Puglia). (Uzz. p. 94, r. 27). c. 6t, cafissi 110 = 100 salme di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3 , cafissi 1 1 2 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, r. 35). c. 20, (cafissi) 100 = 100 salme di Sicilia (167). (167) Nel manoscritto è omessa la pa rola « cafissi », ma il contesto e la colla zione con l ’opera del Pegolotti fanno in tendere chiaramente il riferimento a quella unità di misura.
139
(Peg. p. 132 , r. 25). 0. 6t, cafissi n o = 80 cafissi di Tripoli. (Peg. 1 1 3 , cafissi 1 1 2 = 75 in 80 cafissi di Tripoli, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 35-36).
c- 7.
cafissi 107 = 78 cafissi di Tripoli. (Peg. p. 1 1 3 , cafissi 1 1 2 = 75 in 80 cafissi di Tripoli, di biado). (Peg. p. 169, cafissi 100 = 69 in 70 cafissi di Tripoli). (Uzz. p. 94, rr. 27-28). per G r a n o
in Cipro, c. 3, cafissi 80 =
IO moggia.
in Siviglia (Sobilla), c. 23t, cafissi I = « pocho meno di 2 salme generali ». c. 23t, cafissi 1 = 8 1 / 2 mine di Barcellona, c. 23t, cafissi 1 = 7 quartieri di Maiorca. (Peg. p. 128, r. 24). c. 23t, cafissi I = 7 1 / 2 quartieri di Tarra gona, c. 23t, cafissi 1 = 3 cafissi di Valencia. (Peg. p. 272, cafissi 1 = 2 3/4 cafissi di Valencia, di biado). (Chiar. p. 128, cafissi 1 = 3 1 / 2 can tari di Valencia).
in Tunisi, c. 20t. (Peg. p. 1 3 1 , r. 8). (Chiar. p. 82).
in Valencia (Valenza), c. 23t, cafissi 3 = 1 cafisso di Siviglia. (Peg. p. 272, cafissi 2 3 / 4 = I cafisso di Siviglia, di biado). (Chiar. p. 128, cantari 3 1 / 2 = 1 cafisso di Siviglia).
140
INDICI DI MISURE
p e r O l io
CANNE
in Gaeta, c. 10, cafissi 25 = di Salerno.
in G e n e r a l e
in Acri, I
sestaro ( =
(Peg. p. 17 7. r. 15). (Uzz. p. 98, cafissi 12 5 di Salerno).
sestiere)
I
sestaro
in Messina, c. 6t, cafissi 60 =
1000 cafissi di Puglia.
(Peg. p. 1 1 5 , cafissi 58 in 60 migliaio di Puglia).
=
I
(Uzz. p. 93, r. 29). (Uzz. p. 193, cafissi 60 = di Puglia).
I migliaio
(Chiar. p. m , cafissi 60 = i migliaio di Puglia), c. 6t, cafissi 60 =
c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 letta.
=
40 staia di Puglia.
(Uzz. p. 93, rr. 29-30). (Uzz. p. 193, r. 11). (Chiar. p. i i i , rr. 15-16). c. 6t, 100 giarre
cafissi 60 = 14 1/2 giarre di Tunisi. (Uzz. p. 94, r. I , in generale).
in Puglia, c. 6t, cafissi 1000 = 40 staia.
carme 1 1 1/4 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 67, r. 15). (Uzz. p. 93, rr. 28-27). (Chiar. p. 34, canne 1 1 = di Firenze, di panno), c. 6t,
10 canne
1 1 1/4 canne di Mes
(Peg. pp. 67. r. 15; 1 1 5 . r. 17). (Uzz. p. 93, rr. 28-27). c. 6t.
in Ancona, c. lOt, canne 1 = 3 1 / 3 braccia. (Peg. p. 156, r. 18). (Tar. p. 34, canne 1 = 3 1 / 2 braccia, di « Drapi de Un- e de lana »). (Uzz. p. 99, rr. 10-9). (Chiar. p. 99, rr. 7-6).
in Barletta,
(Uzz. p. 93, rr. 29-30). (Uzz. p. 193, migliaio i =
canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Chiarenza. (Uzz. p. 93, rr. 28-27). c. 6t,
canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Napoli. (Uzz. p. 93, rr. 28-27).
cafissi 60 = ... giarre di Tripoli. (Uzz. p. 94, cafissi 60 = di Tripoli, in generale), c. 6t,
1/4 canne di B ar
(Uzz. p. 93, rr. 28-27). c. 6t,
canne 1 1 1/4 = sina.
40 staia).
(Chiar. p. i i i , migliaio i = 40 staia). c. 6t, cafissi 1000 = 60 cafissi di Messina(Peg. p. 1 1 5 , migliaio i = cafissi di Messina). (Uzz. p. 93, r. 29).
58 in 60
(Uzz. p. 193, migliaio i = di Messina).
60 cafissi
(Chiar. p. I l l , migliaio i = fissi di Messina).
60 ca
141
INDICI DI MISURE
c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Acri. (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 5t, « è tutta una » con quella di Chiarenza. (Peg. p. 170, r. 29). (Uzz. p. 92, r. 18). c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Chiarenza. (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 6t,
canne 1 1 1/4 = 10 canne di Firenze. (Uzz. p. 9 3, r. 27). c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Mes sina. (Uzz. p. 93, r. 27).
(Peg. p. 67, r. 15). (Uzz. p. 93, rr. 27-28). (Chiar. p. 34, canne 10 = 1 1 canne di Acri, di panno), c. I I , canne 10 = 37 1/2 braccia di Ancona.
c. 6t, canne 1 1 1/4 =
(Peg. p. 16 1, r. 3). . (Peg. p. 202, canne 10
=
37 1/4
braccia di Ancona). (Uzz. p. 99, canne 10
=
38
1 1 1/4 canne di N a
poli. (Uzz. p. 93, rr, 2 7-28 ).
in Chiarenza,
1/2
braccia di Ancona).
c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Acri. (Uzz. p. 93, rr. 27-28 ).
(Chiar. p. 20, canne 100 = 37 1/2 braccia di Ancona, di panno).
c. 5 t,
c. 6t, canne 10 = 1 1 1/4 canne di Barletta.
canne 10 0 =
3 3 3 1/3 braccia di A n
(Chiar. p. 25, rr. 12 -13 ,
panno),
cona. (Peg. p. 15 9 , r. 27). (Uzz. p. 92, r. i).
(Uzz. 93, r. 27). c. I4t, canne 10 = 37 braccia di Bologna.
c. 5 t,
(Peg. p. 1 9 9 . r . i o ) . (Chiar. p. 26, braccia 40 = 37 brac cia di Bologna, di panno),
« è tutta una » con quella di Barletta. (Peg. p. 170 . r. 29). (Uzz. p. 92, r. 18). c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di B ar letta. (Uzz. p, 93, rr. 28 -2 7).
di Chiarenza).
c. 6, canne 10 = 1 1 1/4 canne di Firenze. (Uzz. p. 92, canne 10 = 10 1/4 canne di Firenze). (Chiar. p. 29, canne 10 = canne di Firenze, di panno),
11
1/2
c. 6t, canne 1 1 1/4 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 198, r. 22). (Uzz. p. 9 3 , rr. 2 8 -2 7). c, 6t, canne 1 1 1/4 =
c. 6. canne 1 1 1 / 4 = 10 canne di Chiarenza. (Uzz. p. 92, canne 10 1/4 = 10 canne
1 1 1/4 canne di Mes
(Chiar. p. 29, canne 1 1 1/2 = canne di Chiarenza, di panno),
c. 6t, canne 10 = 1 1 1/4 canne di Chiarenza. (Peg. p. 198, r. 22). (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 14, canne 10 = 41 braccia di Genova. (Peg. p. 198, canne 10 = 31 braccia di Genova). (Chiar, p. 43, canne 10 = 31 braccia di Genova, di panno),
sina. (Uzz. p. 9 3, rr. 2 8 -2 7).
c. 6t, canne io =
c. 6t, canne r i 1/4 =
sina. (Peg. p. 1 1 5 , r. 17). (Uzz. p. 93, r. 27). (Chiar. p. 23. canne 10 = 1 1 canne di Messina, di panno),
1 1 1/4 canne di N a
poli. (Uzz. p. 93, rr. 28 -2 7).
in Firenze, c. 6t, canne 10 =
11
1/4 canne di Acri.
10
n
1/4 canne di Mes
1/4
c. I4t, canne 10 = 34 1/3 braccia di Milano.
142
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 198, canne 10 = 34 braccia di Milano). (Chiar. p. 20, canne 10 = 34 braccia di Milano, di panno), c. 6t, canne (Pag. fa in per I
10 = 1 1 1/4 canne di Napoli. p. 188, « canne i di Firenze Napoli palmi 9, di palmi 8 canna»).
(Uzz. p, 93, rr. 27-28). (Uzz. p. 97, caime 10 = di Napoli, di panno).
1 1 canne di
(Chiar. p. 24, « la chaima del panno di Napoli si è palmi 8 che palmi 8 fanno una channa di Firenze»). (Chiar. p. log, 8/9 di canna = i canna del Regno, canna i = 91/22 di palmi di canna del Regno). c. 14. canne 10 = 1 1 1/4 canne di Nimes. (Peg. p. 200, r. 29). c. I4t, canne 10 = 38 braccia di Roma. (Peg. p. 198, r. 3). (Uzz. p. 179, «come quella dello regno torna a Firenze » = 1 canna « ch’è palmi 8 » di Roma). (Chiar. p. 22, braccia 40 = 26 5/7 braccia di Roma, di panno). (Chiar. p. 1 1 3 , braccia 1 1 / 2 = 1 braccia di Roma, « ed è palmi 3 1/3 o più che detta channa * (di palmi 8)). in Messina (168), c. 6t, canne 1 1 1/4 = n 1/4 canne di Acri. (Peg. pp. 115 , r. 17 ; 67. r. 15). (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 6t, canne 1 1 Barletta.
1/4
=
n
1/4 canne di
(168) A .D .P., n. 368, c. 349 t., 17 aprile 1385, in Sicilia: canne 1 = 8 palmi. Cfr. anche M a r t i n i A ., M a nuale di Metrologia, Torino 1883, p. 438.
(Uzz. p. 93. r. 27). c. 6t, canne 1 1 1 / 4 = 1 1 1/4 canne di Chiarenza. (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 6t, caime 1 1 1/4 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 1 1 5 , r. 17). (Uzz. p. 93, r. 27). (Chiar. p. 23, canne 1 1 1 / 4 = 10 canne di Firenze, di panno), c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di N a poli. (Uzz. p. 93, r. 27). in Napoli, c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Acri. (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Bar letta. (Uzz. p. 93, rr. 28-27). c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Chiarenza. (Uzz. p. 93, rr. 27-28). c. 6t, canne 1 1 1/4 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 188, « canne i di Firenze fa in Napoli palmi g, di palmi 8 per I canna »). (Uzz. p. 93, rr. 28-27). (Uzz. p. 97, canne 1 1 = 10 canne di Firenze, di panno). (Chiar. p. 24, « la channa del panno di Napoli si è palmi 8 che palmi 8 fanno una channa di Firenze »). (Chiar. p. 109, canne, del Regno, I = 8/g di canna di Firenze, palmi gi/22. = I canna di Firenze). in Nimes (Nimisi), c. 6t, canne 1 1 1/4 = 1 1 1/4 canne di Messina. (Uzz. p. g3, rr. 27-28). c. 18. canne 1 = 2 1 / 2 alle di fiera.
INDICI DI MISURE (Peg. p. 227. r. 17). c. 14, canne 1 1 1/4 = 10 canne di Firenze, (Peg. 200, r. 29). in Venezia (Vinegia), 0. I2t, canne 10 = 35 braccia di Genova. (Peg. p. 147, canne 10 = ... braccia di Genova). (Peg. p. 147, braccia 35 = 10 canne di Genova). . (Tar. p. 67, braccia, larghe, 15 = 10 braccia di Genova). (Chiar. p. 90, braccia 100 = 66 2/3 braccia di Genova, di drappi). per C a n o v a c c i in Ancona, c. I I , canne 100 = ... di Fermo. (Peg. p. 160, canne 12 5 in 128 = 100 canne di Fermo), c. 21, canne 100 = 93 canne di Tunisi. (Peg. p. 136, r. 6). in Avignone (Vingnione), c. 22t, canne 6 3/4 = i carda. (Peg. p. 201, « canovacci si vendono a corda, ed è la corda canne 6 e 3/4 »), (Peg. p. 229, « panni di Vignone sono lunghi canne 10 la pezza, di palmi 8 la canna »). (Uzz. p. 172, «corda una di Vignone, a che si vendono le tele »). (Chiar. p. 42, rr. 16-15). c. 22t, canne 9 = 8 canne di Firenze. (Peg. p. 201, corda 1 = 6 canne scarse di Firenze, di tela). (Uzz. p. 1 7 1, palmi 9 1 / 2 = 1 canna di Firenze, di drappi). (Uzz. p. 172, corda i = 22 braccia di Firenze, di tela). in Fermo, c. I I , ..... = 100 canne di Ancona.
143
(P e g . p. 160. canne 100 = 12 5 in 128 canne di Ancona). Firenze, c. 22t, canne 8 = 9 canne di Avignone. (Peg. p. 201, caime, scarse, 6 = 1 corda di Avignone, di tela). (Uzz. p. 1 7 1, canne i = g 1/2 palmi di Avignone, di drappi), (Uzz. p. 172, braccia 22 = i corda di Avignone, di tela). C. 22 t, canne 8 = g 1/2 canne di Nimes. (Peg. p. 200, canne 10 = 1 1 1/4 canne di Nimes, in generale) . C. 22 t, canne 10 = 9 canne di Tunisi. in Nimes (Nimisi), C. 22 t, canne 6, palmi 6 = 1 corda. (Peg. p. 225, « a misura di corda, che è canne 6, si vendono tele line e canovacci »). C. 22 t, canne 9 1 / 2 = 8 canne di Firenze. (Peg. p. 200, canne 1 1 1 / 4 = 10 canne di Firenze, in generale). in Tunisi, c. 2 1, canne g3 = 100 canne di Ancona. (Peg. p. 136, r. 6). C. 22 t, canne 9 = 10 canne di Firenze, c. gt, canne 28 = i centinaio di Napoli. (Peg. p. 134 , canne 28 = 100 braccia di Napoli). (Uzz. p. g7, canne 28 = « ciento uno * di Napoli). per
P
an n o
in Firenze, c. g, canne 10 = 1 1 canne di Napoli. (Peg. p. 188, canne 1 = 9 palmi, « di palmi 8 per i canna * di Napoli, in generale). (Uzz. p. g7, r. 10).
144
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
(Chiar. p. 24, canne 1 = 1 canna, e « la channa del panno di Napoli si è palmi 8 »). (Chiar. p. 109, « tom a detta channa in Firenze 8/9 di channa, e palmi 91/22 di detta fa in Firenze channa I * = I canna del Regno), c. 14, canne 10 = 9 canne di Perugia. (Peg. p. 197, braccia 40 = 9 canne di Perugia, in generale). (Chiar. p. 21, braccia 10 = 9 braccia di Perugia), c. 14 .
canne 10 = ... canne di Siena. (Chiar. p. 21, braccia 4 = 3 braccia di Siena, in generale).
in Cagliari (Castello di Castro),
in Siena, c. 1 4 .
canne... = 10 canne di Firenze. (Chiar. p. 21, braccia 3 7 / 8 = 4 brac cia di Firenze, in generale). per P a n n OLINO in Ancona, c. lot, (Peg. p. 156, « panno lino si vende a braccia »). (Tar. p. 34 « Drapi de lin e de lana se vende in Ancona a brazo »). (Uzz. p. 99, r. II).
7/8
in Napoli, c. 9, canne 1 1 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 188, palmi 9 « di palmi 8 per I canna » = i canna di Firenze, in generale). (Uzz. p . 97, r. i o ). (Chiar. p. 24, canne i « del panno di Napoli si è palmi 8 » == i canna di Firenze). (Chiar. p. 109, canne, del Regno, = «toma detta channa in Firenze 8/9 di channa e palmi 91/22 di detta fa in Firenze channa i »). I
CAN TARI in G e n e r a l e
in Almeria, c. 23t, cantari i = « è quasi tu tt’uno chol chantaro di Gienova ». (Peg. p. 224, r. 29). in Aigues-Mortes (Agua Morta), c. i7 t, « è ttu t’uno che 'n Agua Morta » = I cantare di Nìmes. (Peg. p. 226, « Lo peso di Nimissi a che si vendono e comperano le mercantie in Nimissi si è tutto uno peso con quello d’Aguamorta »).
in Perugia, c. 14 ,
canne 9 = 10 canne di Firenze. (Peg. p. 197, canne 9 = 40 braccia di Firenze, in generale). (Chiar. p. 21, braccia 9 = 10 braccia di Firenze). in Puglia, c. 7t, canne i 1/4 = 3 braccia di Venezia. (Peg. p. 1 7 1, canne, di Barletta, 1 1 / 4 = 4 braccia di Venezia, in ge nerale) . (Uzz. p. 95, r. 13). (Chiar. p. 95, canne, di Barletta, 1 = 3 braccia di Venezia).
in Bougie C.
(Bugiea, e c r .) .
2 0 t,
cantari « d’altra raerchatantia » i 1/2 = I cantaro di lino. (Peg. p. 133, rr. 35 - 34 )-
in Maiorca (Maiolicha),
c. I5t, cantari 1 = 1 cantaro, 9 lib. di Pisa. (Peg. p. 2 13 , r. 4). in Costantinopoli,
cc. 15, 2 lt, cantari 3 = 1 carica. (Peg. p. 122, r. 22). (Tar. p. 35, r. 10).
c. 3. cantari i = 150 lib. (Uzz. p. 88, r. 36).
(Uzz. p. 1 1 5 , rr. 13 -14 ) (Chiar. p. 87, rr. 21-22). (Chiar. p. 12 3, cantaro barbaresco
c. 3. cantari i = 156 lib. sottili di Venezia. (Uzz. pp. 88-89, cantari i = 150 lib. sottili di Venezia, « cioè crescie detto cantaro in Vinegia 3 0 4 per 100 »). (Chiar. p. 57, lib. sottili 96 = 100 lib. sottili di Venezia). in Genova, oc. 14, 16, cantari i = 150 lib. (169). (Peg. p. 214, r. 25). (Tar. p. 66. r. 17). (Uzz. pp. 160, r. 23; 16 1, r. 3; 189,
I = 1 1 7 lib.). c. 2 lt, cantari i = 104 lib. (Peg. p. 12 2, r. 25). (Tar. p. 35, cantari 3 = 312 lib.). (Chiar. pp. 87, rr. 19-20; 88, rr. 9-10;
r. 29). (Chiar. pp. 43, rr. 7-8; 90 r. 5; 103, r. 8 ; 106, r. 7). c. 23t, « quasi tu tt’uno chol chantaro di Gie nova » = X cantaro d’Almeria. (Peg. p. 224, r. 29). c. 14 . cantari i = 13 3 1/3 lib. di Firenze. (Pag. p. 198, cantari i = 138 1/3 lib. di Firenze). (Uzz. p. 160, cantari i = 138 lib.
in Barletta, c. 7. cantari i = 250 lib. (Uzz. p. 94, «carato » i = 250 lib.). (Chiar. p. 96, di Puglia: migliaio 1 = 4 cantari cantari i = 25 gaiatra gaiatra 1 = 4 ruotoli ruotoli I = 2,5 lib., di bambagio; conseguentemente: cantari i = 250 lib.).
145
di Firenze). (Chiar. p. 43, cantari i lib. di Firenze).
=
138 1/3
( i 6g) Corrisponderebbe al rajiporto posto dal De R o o v e r {The Medici Bank, its organization, managen'Xent, operation and dscliné> T'T. 'i-ork i 94 ^> P- 47 » iiota n. 47) che ci dà cantari i = 150 lib. avoir dupois, cioè 70 kg. L'Autore non ci dice però di quale cantaro si tratti (Cfr. in proposito; R o c c a P ., Pesi e misure anti che di Genova e del Genovesato, Genova 18 7 1, pp. 9-104; M a r t i n i A., op. cit., p. 224. Vedi anche la nota n. 186). IO.
C.
C ia n o
124, r. I ) . (Chiar. p. 88, cantari i = 140 lib.) (170). in Marsiglia, c. I7t, cantari i, ruotoli 1 = 1 cantaro di Montpellier. c. I7t, cantari i, ruotoli 1 = 1 cantaro di Nìmes. (Peg. p. 226, r. 28). in Messina, c. 6. (Peg. p. 107, rr. 4-6). (Tar. p. 33, rr. 12-14). (Uzz. p. 93, rr. 3-5). (Chiar. pp. 23. 9 3 . in Montpellier
14 1) -
(Monpulieri),
C. 22 t,
cantari 3 = 1 carica. (Peg. p. 2 2 1, r. 4). (Chiar. p. 4 1, r. 23). c. 22t, cantari i = 13 3 1/3 lib. di Genova. (Peg. p. 2 21, carica i, di 3 cantari, = 400 lib. di Genova). (Chiar. p. 119 , carica i, di 3 cantari. = 384 lib. di Genova, di spezie), c. 17 1, cantari 1 = Marsiglia.
1 cantaro, i ruotolo, di
(170) Cfr. però B o r l a n d i F ., op. cit., p. 88, nota n. i.
146
INDICI DI MISURE
c. ly t ,
cantari 1 = 1 cantaro di Nìmes. (Peg. p. 226, « è tu tt’uno peso con quello di Monpolieri » = il peso di Nìmes). C. 22t ,
cantari i = 128 lib. di Pisa. (Peg. p. 2 13, cantari i = 129 lib. di Pisa). in Napoli, c. 8t, cantari i = 2,5 centinaia. (Uzz. p. 96, rr. 8-9). (Chiar. p. 92, cantari i = 275 lib.) (171). c. 8t, cantari i = 250 lib. grosse. (Peg. p. 177, ruotoli 1 = 2 1 / 2 lib. grosse). (Uzz. p. 96, r. 3). (Chiar. pp. 24, r. 10; 92, rr. 8-9, di spezie). c. 8t, cantari 4 = 1 migliaio. (Peg. p. 177, r. 20). (Uzz. p. 96, rr. 5-6). cc. 8t, 9, cantari i = 100 ruotoli. (Peg. p. 17 7, r. 21). (Uzz. p. 96, r. 3). (Chiar. p. 108, r. 17). c. 9 . cantari i = 250 lib. di Firenze. (Peg. p. 188, cantari « di cosa che non manchi » i = 258 in 260 lib. di Firenze). (Uzz. p. 97, r. 9), (Chiar. p. 24, cantari i = 255 in 256 lib. di Firenze). (Chiar. p. 108, cantari i = « è tutto uno chon Firenze»), c. 9t, cantari i =
264 lib. di Pisa.
A ., op. cit., p . 3 9 5 , in Napoli: Canteiro i = 100 ruotoli = = 2 7 7 3/4 lib. = 89 kg. ( 1 7 1) M a r t in i
(Peg. p. 188, cantari « di cosa che non manchi » i = 270 in 272 lib. di Pisa). (Uzz. p. 97, r. 14). (Chiar. p. 108, cantari i =- 265 lib. di Pisa). in Nimes (Nimisi), cc. i7 t, 18, cantari 3 = 1 carica. (Peg. pp. 2 13 , rr. 20-21; 221, r. 4; 225. r. i). (Tar. pp. 37, r. 24: 38. r. i). c. 1 3 ,
cantari i = cc. i7t,
147
INDICI DI MISURE
128 lib.
cantari i = 128 lib. sottili = 100 lib. grosse. (Peg. pp. 224, rr. 35-36; 225, r. i). (Tar. p. 37, cantari i = 1 1 8 lib. grosse = 210 lib. sottili), c. i7 t, cantari i = « è ttut'uno che ’n Agua Morta ». (Peg. p. 226, « L o peso di Nimissi a che si vendono e comperano le mercantie in Nimissi si è tutto uno peso con quello d’Aguamorta *). c. 18, cantari 4 = 1 carica di fiera. (Peg. p. 227, r. 15). c. 14, cantari i = 120 lib. di Firenze. (Peg. p. 200, cantari i = 122 1/6 lib. al peso della stadera, di Firenze), c. i 7 t , cantari 1 = 1 cantaro, i ruotolo, di Marsiglia. (Peg. p. 226, r. 28). c. I7t, cantari 1 = 1 cantaro di Montpellier. (Peg. p. 226, « Il peso a che si vende la mercatantia in Nimissi è tutt’uno peso con quello di Monpolieri a che si vende la mercantia»). c. 2 lt , cantari i, ruotoli 19 = Tunisi.
i cantaro di
(Peg. p. 135, cantari i, ruotoli 20 = i cantaro di Tunisi).
in Pera, c. 3. cantari i = 150 lib. (Peg. pp. 32, 148, cantari genoveschi I = 150 lib. genovesche). (Uzz. p. 88, r. 36). (Chiar. p. 30, cantari i = 150 lib. grosse). (Chiar. p. 57, rr. 12 -11). c. 3 . cantari i = 156 lib. sottili di Venezia. (Uzz. pp. 88-89, cantari 1 = 150 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 57, lib. 100, di 150 lib. per cantaro = 103 in 104 lib. di Venezia) in Pisa, c. 15 , 1/4 di cantaro = 158 s. a peso di stadera (172). (Peg. p. 203, cantaro i = 158 lib. al peso di stadera), c. i5t, cantari i, lib. 9 = i cantaro di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 2 13, r. 4). in Provenza (Proenza), c. 2t, cantari 3 = 1 carica. (Chiar. p. 14 1, r. 8). c. 2t, cantari i, ruotoli 3 = 1 cantaro forforo d’Alessandria. (Peg. p. 75, r. 33). (Uzz. p. I l i , quintali, i, ruotoli 3 = 1 cantaro forforo di Alessandria), c. 2t, cantari 2 ruotoli 22 = i cantaro [ ] d’Alessandria. (Peg. p. 75, cantari 2, ruotoli 22 = i cantaro gervo di Alessandria). (Uzz. p. I l i , «cantaro unogiervi tom a in detto luogo [in Provenza] quintale 2 ruotoli 25; sicché cantaro uno ragionasi 35 d’Alessandria sono can taro i di Provenza, cioè quintali 3 »). (Chiar. p. 14 1, cantari 3 = 1 cantaro (172) Vedi nota n. 1 3 1 .
gervo d’Alessandria). c. 2t, cantari 3 = 1 cantaro gervo, 35 ruotoli d’Alessandria. (Peg. p. 76, r. I). (Chiar. p. 14 1, cantari 3 = 1 cantaro gervo d'Alessandria), c. 2t, cantari i, ruotoli 42 1/2 = i cantaro [ ] d’Alessandria (Peg. p. 75, cantari i, ruotoli 42 1/2 = I cantaro leudo di Alessandria). (Uzz. p. I l i , ruotoli 66 = I cantaro leudo d’Alessandria). (Chiar. pp. 143-14 2, cantari i, ruotoli 4 7 1/2 = I cantaro leudo d’Ales sandria) . in Sicilia, c. 2 lt, cantari i, ruotoli 60 = i « canno » di Maiorca. (Peg. p. 127, cantari i, ruotoli 60, « al peso comunale », = i carica di Maiorca). in Tunisi, c. 2 1, cantari i = 100 ruotoli. (Peg. p. 130, r. 14). (Chiar. p. 82, r. 14). (Chiar. p. 139, cantari i = 25 cantari), c. 2 lt , cantari i ruotoli 36 1/3 =
i carica
di fiera. (Peg. p. 135, cantari 3, ruotoli 25 in 26 = I carica di fiera), c. 9t, cantari i = 58 in 60 ruotoli di Napoli. (Peg- P- 134. r- 14)(Uzz. p. 97, r. 24). C. 2 lt, cantari 1 = 1 cantaro, 19 ruotoli di Nìmes. (Peg. p. 135, 20 ruotoli di c. 21, cantari i = (Peg. p. 135, Pisa).
cantari 1 = Nimes).
1 cantaro,
150 in 158 lib. di Pisa. cantari i = 15 3 lib. di
14 8 (Uzz. p. 193, cantari i di Pisa).
=
150 lib.
(Chiar. pp. 139-140, cantari i = lib. di Pisa).
158
per A l l u m e
per C a s t a g n e
tare di Nimisi, che siano le 100 chuoia
in Tunisi,
g u s c io s e
in Tunisi, c. 2ot, corso delle nocelle e castagne; cantari i = 38 migliorasi, c. 9t,
C. 20 t ,
cant. 18 in 22 ».
cantari i = n o ruotoli. (Peg. p. 130, r. 20).
per C u o i a d i B a r b e r i a in Napoli, c. 8t, cantari i = 6 in 7 cuoia. (Uzz. p. 96, « Quoja... da 6 in 7 per
per C u o i a
in Genova, c. 16,
cantari 130 = i centinaio di Napoli. (Peg. p. 134 , r. 23).
(Peg. p. 2 15 . r. 9).
(Uzz. p. 97, cantari 130 == « cento uno » di Napoli, di mandorle gu sciose) .
in Genova, c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. i o ) . (Uzz. p. 19 1, r. 8). (Chiar. p. 103, r. 12).
c. 16 ,
per C a s t a g n e
cantari 1 1 =
(Chiar. p. 103. « vendesi in Gienova a chantare »).
in Tunisi, c. 9t,
per B o ld r o n i
cantari 230 = i centinaio di Napoli. (Peg. p. 134 , r. 19, di castagne monde).
per « A l t r e
co se
g r o sse
»
in Genova,
(Uzz. p. 97, cantari 230 = « ciento uno » di Napoli di castagne secche).
(Peg. p . 2 15 , r . I I ) . (Chiar. p. 90, rr. 4-5). c. i6 , c a n ta ri 3 =
peste
(Peg. p. 2 15, cantari 4 = c. ì6,
1 soma),
cantari 3 = 400 lib. di Firenze. in Tunisi, c. 20t, (Peg. p. 130, r. 25, « di ruotoli 100 per I cantaro »). p er C a n n e l l a
in Napoli, c. 8t,
cantari i, ruotoli 40 = Sicilia.
i cantaro di
(Peg. 2 15, r. 9). (Uzz. p. 19 1, r. 3).
in Tunisi, c. 20t, « e scontansi ruot. 5 del cant, di tara ». (Peg. p. 130 « e dassi ruotoli 105 per I cantaro »).
(Uzz. p. 96, r. 5). in Sicilia, c. 6t, 1 cantaro, 40 ruotoli di
(Uzz. p. 94, cantari i = cantara... se non 40 »).
c. 21, cantari i =
120 lib. di Firenze.
c. 2 1, « che siano le 100 chuoia cant. 18 in 22 », valgono soldi tomesi 40 in 45 11 cantaro di Nimes. in Tunisi,
(Chiar. pp. 90, rr. 4-5; 103, r. 11). in Napoli, c. 8t.
cantari 1 = Algarve.
22 cantari di Tunisi.
in Provenza,
per C a r n e
per C a r r u b e
(Peg. p. 203, r. 38). in Puglia,
in Nimes (Nimisi),
in Algarve (Gharbo), c. 6t,
in Ntmes (Nimisi), c. lyt, (Tar. p. 38, rr. 5-6).
c. 15. (Peg. p. 203, r. 38).
poli, in generale). (Tar. p. 17 , cantari 1 1 = 1 « miero grosso » di Costantinopoli). (Uzz. p. 88, cantari 1 1 = 900 lib. gros
c. 23, cantari 2 7 =
per C o t o n e
« nel Garbo
(Peg. p. 203, r. 38). per F o r m a g g io in Pisa,
in Marsiglia,
(Uzz. p. 96, rr. 7-8).
per C u o i a m e in Pisa.
stantinopoli. (Peg. p. 48, cantari 1 1 , lib. 1 1 in 12 = = I migliaio grosso di Costantino
generale).
(Uzz. p. 94, «cantara... se non 40» = I cantaro di Sicilia). in Genova, c. 16,
in Pisa,
1000 lib. grosse di Co
se di Costantinopoli). (Chiar. p. 144, lib. 160 = i centi naio grosso di Costantinopoli, in
per C e r a 1 so m a.
zoo di Napoli»).
c. 15 ,
c- 3.
in Genova,
c. 16 ,
14 9
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
c. 23, cantari 22 = 27 cantari di Marsiglia, c. 20t, « che Ile 100 pesino cant. 2 1 in 22, costerebe bisanti 1 3 1/2 cant, navichate in 14; quelle che le 100 pesino cant. 1 7 1/2 in 19 costano bisanti 12 in 12 1/2 navichate ». c. 20t, « varebono in Provenza le chuoia [di Tunisi] s. 40 in 45 tornesi il can
c. 1 5 .
c. 7t, cantari 6 = 1 migliaio. (Peg. p. 1 7 1 , r. 9). (Uzz. p. 95, r. 10). (Chiar. p. 95, r. 2). c. 7t, cantari 6 = 1070 lib. grosse di Ve nezia. (Peg. p. 1 7 1 , rr. 9-10). (Uzz. p. 95, rr. l o - i i ) . (Chiar. p. 95, cantari 6 =
iio o lib.
grosse di Venezia). per F r u t t a in Tunisi, c. 2ot. per I n d a c o in Nimes (Nimisi). c. X7t. (Peg. p. 225, r. 16), (Tar. p. 38, rr. 5-6). per L a n a in Genova, c. 16 , cantari i = 13 3 1/3 lib. di Firenze. (Pag. p. 198, cantari i = 138 1/3 lib. di Firenze, in generale), (Chiar. p. 43, cantari i = 138 1/3 lib. di Firenze, in generale).
150
INDICI DI MISURE
in Tunisi, c. 20t. (Peg. p. 130. r. 25, «d i ruotoli 100 per I cantaro »). p e r L in o
in Bougie (Bugiea, ecc.), c. 20t, cantari 1 = 1 1 / 2 cant. « d’altra merchantantia ». (Pag. p. 133, rr. 34 - 35)-
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 97. cantari 14 5 == « ciento uno » di Napoli), c. gt, cantari 14 5 = Tunisi.
14 5 in 150 cantari di
(Uzz. p. g7, rr. 22-23). in Napoli, c. 20t, cantari i = 14 5 cantari di Tunisi. (Peg. p. 134 .
1000
centinaio i = 14 5 in 150 cantari di Tunisi, di nocelle grosse,
(Uzz. p. 97, cantari 4 1 / 2 = « ciento uno... ch’è lib. i n » di Napoli), c. gt,
centinaio i = 16 5 in 170 cantari di Tunisi, di nocelle barberesche; centinaio i = 12 6 cantari di Tunisi, di nocelle).
C. Qt,
cantari 4 « e alquanto più » = lib. di Napoli.
cantari 4 « e alquanto più » = tinaio di Napoli.
i cen
(Uzz. p. 97, cantari 4 1 / 2 = « ciento uno... ch’è lib. i n * di Napoli), c. 21, cantari i = 225 lib. di Pisa. (Peg. p. 214, r. 9). c. 6t, cantari 1 = 1 cantaro di Sicilia. (Uzz. p. 94, r. 5). in Sicilia, c. 6t. cantari 1 = 1 cantaro di Bougie. (Uzz. p. 94, r. 5). in Tunisi,
(Uzz. p. 97, « ciento uno » == 14 5 in 150 cantari di Tunisi). in Tunisi, C. 20 t, corso delle nocelle e castagne: nocelle barberelle; cantari x = miglioresi, nocelle grosse; cantari i = miglioresi,
c. 2o t,
cantari i = 105 ruotoli. (Peg. p. 130, r. 21).
cantari 14 5 = c. gt,
per M ir a b il l a n i
cantari 14 5 in 15 0 = Napoli.
(Tar. p. 38, rr. 5-6). per N o c e l l e
in [Alessandria], c.
I,
cantari 8 = 100 tomboli di Salerno. in Bougie (Bugiea, ecc.), c. gt, cantari 145 = i centinaio di Napoli. (Peg. p. 188, r. 26).
=
38
145 cantari di
(Uzz. p. 97, rr. 23-22). c. 2ot,
in Nìmes (Nimisi), c. I7t.
34 in 36
castagne gusciose; cantari i miglioresi. c. gt, cantari 145 in 150 = Bougie.
38
i cantaro di Napoli, i centinaio di
(Peg. p. 134 , cantari 14 5 in 150 = i centinaio di Napoli, di nocelle grosse, cantari 16 5 in 170 = i centinaio di Napoli, di nocelle barberesche, cantari 12 6 = i centinaio di Napoli, di nocelle). (Uzz. p. g7, cantari 14 5 in 150 = «ciento uno» di Napoli). per O l i o in Bougie (Bugiea), c. gt.
151
cantari 4 = 1 migliaio di Napoli. (Pag. p. 188, cantari 4 « e alcuna cosa più » = I migliaio di Napoli). (Uzz. p. 97, r. 21). in Genova, c. 16, cantari 1 = 1 barile. (Peg. p. 174, rr. 20-19). (Chiar. p. 103, « olio vi si vende a ba rili, che barili 7 1 / 2 fanno una botte di mena cioè botte napoletana »).
per P io m b o in Cagliari (Gastello di Castro) c. 2, cantari 17 = 10 cantari gervi di Ales sandria. in Damietta (Damiata), c. g t, cantari 3 1/2 = 4 cantari di Napoli. (Peg. p. 188, cantari $ ijz = 2 cantari di Napoli). (Uzz. p. 97, r. ig).
in Palermo, c. 2 lt , cantari i = 12 quartieri di Maiorca. (Pag. p. 127, r. 22). (Uzz. p. 165, r. 37). (Chiar. p. i n . rr. 17-18).
in Napoli, c. gt, cantari 4 = 3 ifz cantari di Damietta. (Peg. p. 188, cantari 2 = 3 1 / 2 can tari di Damietta). (Uzz. p. g7, r. ig).
c- 7. cantari 8 = 14 1/2 giarre di Tunisi. (Pag. p. 169, cantari 8 = 37 1/2 mattare di Tunisi). (Uzz. p. 94, rr. 25-26, in generale). c. 7, can tari 8 = 1 migliaio di Puglia. (Pag. p. 169, r. 13). (Uzz. p. 94, r. 25). in Siviglia (Sobilla), c. 23t, cantari i = 10 rubi = 2 giarre. (Peg. p. 270, rove 5 = 1 giarra; rove IO = I cantaro). (Uzz. p. 176, cantari 1 = 4 rove, rove I = 25 lib., in generale). (Chiar. p. 39, cantari i = 10 rove, rove I = 18 lib.). (Chiar. p. 85, cantari i = 10 rove, rove 5 = 1 giarra, rove I = 18 lib.), per O r p im e n t o in Ntmes (Nimisi), c. i7t, (Tar. p. 38, r. 5 «plumento»). per P e p e in Ntmes, c. i7t, (Pag. p. 178, r. 10).
per R a m e in Tunisi, cc. I3t, 2ot, cantari g 2/3 = i migliaio di Venezia. (Peg. p. 135, cantari g, ruotoli 33 1/3 = 1000 lib. grosse di Venezia, in ge nerale) . (Chiar. p. 82, cantari g ruotoli 33 1/3, di ruotoli xoo per cantaro = i mi gliaio grosso di Venezia, in generale). per S a n d a l o in Ntmes (Nimisi),
Ci I7t. (Peg. p. 225, rr. 15-17). (Tar. p. 38, r. 5). per S e t a in Tunisi, c. igt, cantari i = 100 ruotoli. (Peg. p. 1 3 1 , « seta cruda vi si vende a ruotoli, e dàssi ruotoli i et once 1/2 per I ruotolo e d’once 16 per I ruotolo »). per S e v o in Ntmes (Nimisi), c. i7t.
15 2
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
per S p e z ie r ie
s o t t il i
(Peg. p. 72. cantari forfori i == 120 in 12 2 lib. di Napoli).
in Napoli, c. 8t. (Uzz. p. 96, rr. 7-8). (Chiax. p. 92, rr. 8-9, per spezie).
i
cantari forfori i = [ ]. (Peg. p. 75, cantari forfori i = lib. di Pisa), c. 2t,
p er S u g n a
in Nimes (Nimisi), c. I7t.
=
48
c. 2t, cantari gervi i =
in Napoli, c. 8t. (Uzz. p. 96, rr. 7-8).
cantari [.-
C A N T A R I F O R FO R I
] i
=
130
140 lib. sottili
[ -]■
in G e n e r a l e
(Peg. p. 74, cantari forfori i = lib. sottili di Venezia).
in Alessandria, c. I,
cantari forfori i = di Ancona. (Peg. p. 74, r. 13). (Tar. p. 39, r. 10). c. 2t, cantari forfori i = fiera.
120 in 122 lib.
90 lib. grosse di
(Peg. p. 76, cantari forfori i = lib. di fiera), c. it, cantari forfori i = di Firenze.
90
12 3 in 12 5 lib.
(Peg. p. 75, cantari forfori i = lib. di Firenze).
103
(Uzz. p. 109, cantari forfori i = lib. di Firenze).
12 6
(Uzz. pp. I l o , 1X2, cantari forfori i = = 125 lib. di Firenze). (Chiar. p. 35, cantari forfori i = lib. di Firenze), c. 2,
126
cantari forfori i = 13 9 lib. di Genova. (Peg. p. 75, r. 25). (Chiar. p. 140, cantari forfori i = 13 3 1/3 lib. di Genova, di « quasi ogni spezaria grossa »). c. I, =
[
] 122.
140
(Tar. pp. 28, 60, cantari forfori I = 144 lib. sottili di Venezia). (Uzz. p. 109, cantari forfori i = 144 lib. sottili di Venezia). (Uzz. p. 1 1 2 , cantari forfori i = 144 lib. di Venezia). (Chiar. p. 76, cantari forfori i = 150 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p, 100, cantari forfori i = = 146 1/7 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 140, cantari forfori i = = 104 lib. di Venezia). CAN TARI G EN O VESI per C u o i a
in Costantinopoli, c- 3 . (Peg. p. 33, « a cantaro »). (Tar. p. 17 . r. 3). (Uzz. p. 88, r. 16). (Chiar. p. 144, rr. 7-8). CANTARI G ER V I in G e n e r a l e
in Alessandria, c. I , cantari gervi i = Ancona.
=
194 lib. di fiera.
(Peg. p. 76, r. 13).
cantari forfori i = i cantaro, 3 ruotoli di Provenza. (Peg. p. 75, r. 33). (Uzz. p. I l i , cantari forfori i == i quintale, 3 ruotoli di Provenza), c. it,
p e r Z u c c h e r o (p o l v e r e d i )
cantari forfori i
(Uzz. p. I l i , cantari forfori ruotoli, 420 lib. di Napoli), c. 2,
(Peg. p. 74. r. 15)(Tar. p. 39, cantari « zeroin » i = 264 in 265 lib. di Ancona).
2 55 in 260 lib. di
c. it, cantari gervi i = 266 lib. di Firenze. (Peg. p. 75, r. 9). (Uzz. p. n o , cantari gervi i =
278
lib, 3 once, di Firenze), c. 2. cantari gervi i = 300 lib, di Genova. (Peg. p. 75. r. 27). (Uzz. pp. iix , 1 1 2 ,
cantari gervi
153
(Peg. p. 76. r. i). (Chiar. p. 1 4 1 , cantari gervi 1 = 1 carica di Provenza), c. it, cantari [ ] i = 30 0 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 74, cantari gervi i = 300 in 3 0 1 lib. sottili di Venezia). (Tar. pp. 28, 6 1, cantari gervi i = 3 1 2 lib. sottili di Venezia). (Uzz. p. n o , cantari gervi i =
318
lib. sottili di Venezia). (Chiar. pp. 77 , 99, cantari gervi I = 3 1 6 lib. sottili di Venezia). (Chiar., p. 1 4 1 , cantari gervi i = 3 1 8
i = 200 lib. di Genova). (Uzz. p. 1 12 , « diecine di giervi » =
lib. di Venezia).
2000 lib. di Genova). (Chiar. p. 14 1, r. 3). c. i, cantari gervi i = 2 55 lib. in [
per N o c e l l e
in Alessandria, ],
di Napoli. (Peg. p. 72, cantari gervi i = 255 in 260 lib. di Napoli). (Uzz. p. I l i , cantari gervi i = 12 raotoli, 180 lib. di Napoli). (Chiar. p. 14 1, cantari gervi i — 1 1 2 lib. di Napoli, «che sono libre 180 in 182 »). c. 2, cantari gervi i = [ ] di Pisa. (Peg. p. 75, cantari gervi i = 280 lib. di Pisa), c. 2t, cantari [ ] i = 2 cantari, 22 ruo toli di Provenza. (Peg. p. 75, cantari gervi 1 = 2 can tari, 22 ruotoli di Provenza). (Uzz. p. I l i , cantari gervi 1 = 2 quintali, 25 ruotoli di Provenza, « sicché cantaro uno ragionasi 35 d’Alessandria sono cantaro i di Pro venza, cioè quintali 3 »). (Chiar. p. 14 1, cantari gervi 1 = 3 cantari di Provenza), c. 2t, cantari gervi i, ruotoli 35 = i ca rica « cioè 3 cant. » di Provenza.
c. I, 100 corbelli di cantari gervi 30 Salerno. (Peg. p. 7 3 , pesi 2 e cantari gervi 8 « e ogni peso si è cantar 10 gerui » = 100 cubelli di Salerno). per P io m b o
in Alessandria, c. 2, cantari gervi 10 = 1 7 cantari di Ca gliari (Castello di Castro). C A N T A R I L E U D I ( 17 3 ) in G e n e r a l e
in Alessandria, c. I, cantari leudi i =
16 5 in 16 7 lib. di
Ancona. (Peg. p. 74. cantari leudi i = in 16 6 lib. di Ancona).
16 5
(173) F ra le molteplici maniere di tra durre l’arabo « la y ty », e cioè laradi, laudi, laundi, levedi ecc., ho preferito adottare quella esposta, utilizzata nel manuale di Prato.
154
INDICI DI MISURE
(Tar. p. 39, cantari « leitin » i = 164 in 122 lib. di Ancona), c. 2t, cantari leudi i = 12 5 lib. grosse di fiera. (Peg. 76, cantari leudi i = 12 5 lib. di fiera), c. It, cantari leudi i = 170 lib. di Firenze. (Peg. p. 75, cantari leudi i = 1 7 1 lib. di Firenze). (Uzz. p. 110, cantari leudi i == ... lib. di Firenze). (Chiar. p. 35, r. 5). c. 2, cantari leudi i == 193 lib. di Genova. (Peg. p. 75, r. 26). c. I, cantari leudi i = 16 [ ] lib. di Napoli. (Peg. p. 72, cantari leudi i = 165 in 170 lib. di Napoli). (Chiar. p. 142, cantari leudi i = 165 in 170 lib. di Napoli), c. 2, cantari leudi i = 16 [ ] lib. di Pisa. (Peg. p. 75, cantari leudi i = 180 lib. di Pisa), c. 2t, cantari [ ] i = i cantaro, 42 1/2 ruotoli di Provenza. (Peg. p. 75, cantari leudi 1 = 1 cantaro, 42 1/2 ruotoli di Provenza). (Uzz. p. I l l , cantari leudi i = 66 ruotoli di Provenza = 156 in 170 lib. di Provenza). (Chiar. pp. 142-143, cantari leudi 1 = 1 cantaro, 47 1/2 ruotoli di Pro venza) . c. It, cantari [ ] i = 192 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 74, cantari leudi i = 193 lib. sottili di Venezia). (Tar. pp. 29,61, cantari leudi i = 200 lib. sottili di Venezia). (Uzz. p. 110, cantari leudi i = 170
INDICI DI MISURE
lib. di Venezia). (Chiar. p. 78, cantari « laradi » i = 200 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. lo i, cantari « laundi » I = 205 lib. sottili di Venezia). C A N T A R I S O T T IL I in G e n e r a l e in Messina, c. 6, cantari sottili i = 250 lib. (Peg. p. 107, r. 8). (Tar. p. 34, cantari sottili i = lib.). (Uzz. p. 93, rr. 6-7). c. 6t,
(Chiar. p. 23, r. 5). c. 6t, cantari sottili i = 240 lib. di Pisa. (Peg. p. 116 , cantari sottili i = 240 in 245 lib. di Pisa). (Uzz. pp. 93, rr. 20-21; 193, rr. 9-10). (Chiar. p. i i i , rr. 8-9). in Palermo, c . 6, « è tu tt’uno con quello di Palermo »
200
cantari sottili i = 90 ruotoli di Bar letta. (Peg. p. 1 1 5 , r. 2). (Uzz. p. 93, cantari sottili i = 91 ruotoli di Barletta), c. 6t, cantari sottili i == [ ] di Firenze. (Peg. p. 1 1 5 , cantari sottili i = 228 in 234 lib. di Firenze). (Uzz. p. 93, cantari sottili i = 228 lib. di Firenze). (Chiar. p. i i i , cantari sottili i = « Or è tutto uno chon quello di Firenze »). c. 6t, cantari sottili i = 257 lib. di Genova. (Peg. p. 116 , cantari sottili i = 254 lib. di Genova). (Uzz. p. 93, rr. 20-21). (Uzz. p. 193, cantari sottili i = 260 lib. di Genova). (Chiar. p. i i i , cantari sottili i = 260 lib. di Genova), c. 6t, cantari sottili i = [ ] di Nìmes. (Uzz. p. 93, cantari sottili i = 243 lib. di Nìmes). c. 6, « è tu tt’uno con quello di Palermo ». (Peg. p. 107, r. 7). (Tar. p. 34, r. 2). (Uzz. p. 93, r. 6).
= i cantaro sottile di Messina. (Peg. p. 107, r. 7). (Tar. p. 34, r. 2). (Uzz. p. 93, r. 6). (Chiar. p. 23, r. 5). CARATI p e r O ro
in Chiavenza, c. 3t, carati 144 = i oncia a peso d’oro del Regno. (Uzz. p. 89, carati 154 == i oncia a peso d’oro del Regno). in Venezia (Vinegia), c. u t , c a r a t i 144 = i oncia a peso d’oro del Regno. C A R D E ( = CORDE) per Cano v acci
in Avignone (Vingnione), C. 22 t , card e 1 = 6
3/4 canne. (Peg. p. 201, «canovacci si vendono a corda ed è la corda canne 6 e 3/4 »). (Peg. p. 229, « Panni di Vignone sono lunghi canne 10 la pezza, di palmi 8 la canna »). (Uzz. p. 172, « Corda una di Vignone, a che si vendono le tele»). (Chiar. p. 42, rr. 15-16). in Nìmes (Nimisi), C. 22 t , carde 1 = 6 canne, 6 palmi. (Peg. p. 225, « a misura di corda, che è canne 6, v i si vendono tele line e canovacci »).
155
C A R IC H E in G e n e r a l e in Fiera, c. 1 3 ,
cariche i = 350 lib. (Peg. p. 148, rr. 9-8). c. 18, cariche 1 = 4 cantari di Nìmes. (Peg. p. 227, r. 15). C. 2 lt, cariche 1 = 1 cantaro, 36 1/3 ruo toli di Tunisi. (Peg. p. 135, cariche 1 = 3 25 in 26 ruotoli di Tunisi),
cantari,
c. 13, cariche i = 540 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 148, r. 8). in Maiorca (Maiolicha) (174), cc. 15, 2 lt, cariche 1 = 3 cantari. (Peg. p. 122, r. 22). (Tar. p. 35, r. 10). (Uzz. p. 1 1 5 , rr. 14-13). (Chiar. p. 87, rr. 22-21). c. 1 5 ,
cariche i = 3 12 lib. (Peg. p. 122, cariche 1 = 3 cantari, cantari i = 104 lib.). (Tar. p. 35, rr. lo -ii; 65 rr. 12-13). (Chiar. p. 87, rr. 22-21). c. 15. cariche i =
395 lib. di Pisa (175).
(174) A.D .P., n. 1 1 7 1 , 18 agosto 1395. a Maiorca: carica i = 300 lib. (175) A .D .P., lettera Barcellona-Pisa, 23 ottobre 1387; vi si accerta che nel centro catalano la carica si stimava uguale a centinaia 3 3/4 di Pisa. L a ca rica, inoltre, era pari a 12 rove, cui cor rispondevano 3 cantari. L a rova, infine, si componeva di 26 lib. Appare evidente, dunque, come in Barcellona corressero misure vicine a quelle date dalla presente « pratica » per Maiorca.
156
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 128, cariche i = 384 lib. di Pisa, di spezierie). (Uzz, p. 1 1 5 , cariche i = 360 lib., circa, di Pisa, di cera). (Chiar. p. 123, cantari barbareschi I = 145 lib. di Pisa), c. 2 lt, « canno » 1 di Sicilia.
=
1 cantaro, 60 ruotoli
(Peg. p. 12 7, cariche 1 = 1 cantaro, 60 ruotoli « al peso comunale » di Sicilia). in Montpellier (Monpulieri),
(Peg. p. 137, r. 17). (Tar. p. 67, rr. 12 -1 3 , di pepe). (Uzz. p. 16 1, cariche i = 400 lib.). (Chiar. pp. 44, rr. 12 -1 3 ; 61, r. io; 76, r. 14, di pepe). per A l l u m e in Bruges (Bruggia), c. 17, cariche i = 400 lib. (Peg. p. 238, rr. 5, 25). (Chiar. pp. 37, r. 8; 84, r. 7; 132 , r. 17, in generale).
C. 22t,
cariche 1 = 3 cantari. (Peg. p. 2 2 1, r. 4). (Chiar. p. 41, r. 23). in Nimes (Nimisi), cc. lyt, 18, cariche 1 = 3 cantari. (Peg. pp. 2 13, rr. 21-20; 2 21, r. 4; 225, r. I ) .
(Tar. pp. 37, r. 24; 38, r. i). c. 18, cariche i = 400 lib. di Genova. (Peg. p. 221, r. 4). c. 18, cariche i = 378 lib. di Pisa. (Peg. p. 2 13, cantari i « e li 3 cantari sono I carica» = 129 lib. di Pisa). in Provenza (Proenza), c. 2t, cariche 1 = 3 cantari. (Chiar. p. 14 1, r. 8). c. 2t, cariche 1 = 1 cantaro gervo, 35 ruo toli di Alessandria. (Peg. p. 76, r . I ) . (Chiar. p. 14 1, cariche 1 = 1 cantaro gervo d’Alessandria). in Venezia (Vinegia), c. u t , cariche i =
400 lib. sottili (176).
per A v e r e d i l e v a n t e in Maiorca (Maiolicha), c. 2 lt , (Peg. p. 12 3, elenca 19 articoli che si vendono a carica). (Tar. p. 35, elenca 10 articoli che si vendono a carica; a p. 65 ne elenca 9). (Chiar. p. 88, elenca 7 articoli che si vendono a carica). in Venezia (Vinegia), c. u t , per C e r a in Nimes (Nimisi), c. i7 t, (Peg. p. 225, r. 6). (Tar. p. 38, r. 2). per C o t o n e in Nimes, (Nimisi), c. i7 t. (Peg. p. 225, r. 8, « mapputo e fi lato »). (Tar. p. 38, r. 2, « bambaxo in marpa (e) filà»). per G e n g i o v o in Nimes (Nimisi), c. i7 t. (Peg. p. 225, r. 6).
INDICI DI MISURE (Peg. p. 225, r. 7). (Tar. p. 38, r. 2). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 137, a centinaia). (Tar. p. I I , a peso sottile). (Tar. p. 67, a centinaia sottili). (Chiar. p. 44, a peso sottile di lib.
100). per L a c c a in Nimes (Nimisi), c. i7t, (Peg. p. 225, r. 6). per P e p e in Fiere di Francia, c. i8t, cariche i = 350 lib. in Nimes (Nimisi); c. i7t. (Peg. p. 225, pepe tondo a carica, pepe lungo a lib. sottili). (Tar. p. 38, r. i). in Venezia (Vinegia) (177), c. u t . (Peg. p. 137, r. 25, «pepe tondo»). (Tar. p. I l , a peso sottile). (Chiar. p. 44, r. 12). c. 12, cariche i = 16 pesi di Cremona. (Pag. p. 146, r. 4). (Chiar. p. 50, cariche i = 15 pesi di Cremona). per S p e z i e r i a g r o s s a in Fiere di Francia, c. i8t, cariche i = 350 lib. per V e r z in o in Nimes (Nimisi), c. i7t.
(Tar. p. 38, r. i, « zenzevero »). (176) A.D .P. a Venezia « la char, si è lib. 40 0 sotili », di pepe ( P i a t t o l i R ., op. cit., p. 82). Cfr. anche M a r t i n i A .. op. cit., p. 818.
per I n c e n s o in Nimes (Nimisi), c. i7 t.
(177) A .D .P ., a Venezia «pepe si vende a charicha » ( P i a t t o l i R ., op. cit., p. 82).
157
(Peg. p. 225, r. 9, di « verzino mon do »). (Tar. p. 38, r. i). CARRATA per V
in o d i
M a d d à l o n i (Matalona),
in Napoli, c. 8t, carrata 1 = 6 1 / 2 botti. (Uzz. p. 96, carrata 1 = 2 1 / 2 botti), c. 8t, carrata i = 60 cogna. (Uzz. p. 96, r. 26). C E N T IN A I A in G e n e r a l e
in Ancona, C. I I ,
centinaia i = 1 1 4 lib. di Venezia. (Peg. p. 160, lib. 100 = 1 1 4 lib. sot tili di Venezia). (Tar. p. 34, lib. sottili 100 = 110 lib. di Venezia). (Chiar. p. 99, lib. 100 = lib. sottili di Venezia).
1 1 5 in 116
in Costantinopoli, c. 3. centinaia i = « crescie in Vinegia 3 in quatro per cientinaio ». (Peg. p. 50, lib. 96 = 100 lib. sottili di Venezia, di seta). (Tar. p. 14, centinaia sottili i = « xe mazior de quelo de Veniexia livre
6»). (Tar. p. 42, centinaia sottili i = « è mazor de quelo de Veniexia da 4 per C », di spezierie grosse). (Tar. p. 42, lib. i = « avanza in Ve niexia da 4 per C », di spezierie mi nute) . (Uzz. pp. 88-89, cantari i, di lib. 150 = 150 lib. sottili di Venezia « cioè crescie detto cantaro in V i negia 3 0 4 per 100 »). (Chiar. p. 57. lib. sottili 96 = 100 lib. sottili di Venezia).
158
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
in Firenze, c. i4t, centinaia i = 95 lib. di Bologna. (Peg. p. 199, lib. 100 = 95 lib. di Bologna). (Uzz. p. 194, lib. 104 = I cantaro di Bologna) (Chiar. pp. 17, 26, lib. 100 = 95 lib. di Bologna). (Chiar. p. 116 , lib. 104 = 100 lib. di Bologna). c. 14 .
centinaia i = 73 lib. di fiera. (Peg. p. 201, lib., al peso della sta dera, 100 = 73 lib. di fiera), c. i4t, centinaia i = 105 lib. di Milano. (Peg. p. 198, lib. 100 = 105 lib. di Milano). (Chiar. pp. 17-18 , lib. 100 = 103 in 105 lib. di Milano). (Chiar. p. 28, lib. 100 = 105 lib. di Milano). (Chiar. p. 117 , lib. 97 = 100 lib. di Milano). c. i4t, centinaia i = 96 lib. di Roma. (Peg. p. 198, lib., al peso della sta dera, 100 = 96 o 97 lib. di Roma). (Uzz. p. 179, lib. 100 in 102 = I cen tinaio di Roma). (Chiar. pp. 17-18 , lib. 100 = 98 lib. di Roma). (Chiar. p. 22, lib. 100 = 98 in 99 lib. di Roma). (Chiar. p. 113 , lib. lo i in 102 = 100 lib. di Roma). in Napoli, c. 8t. centinaia 2,5 = i cantaro. (Uzz. p. 96, rr. 9-8). (Chiar. p. 92, lib. 275 = i cantaro). in Pera, c. 3.
centinaia i = « crescie in Vinegia 3 in quatro per cientinaio ». (Peg. p. 148, lib. 100 = 103 in 104 lib. sottili di Venezia).
(Uzz. pp. 88-89, lib. 150 tili di Venezia « cioè cantaro in Vinegia 3 o (Chiar. p. 57, lib. 100 lib. di Venezia).
= 150 lib. sot crescie detto 4 per 100 »). = 103 in 104
per « A n g n i e l i n e g o r e l l i n e » in Nimes (Nimisi), c. I7t, « si dà 4 inazi al cientinaio ». in Pisa, c. I7t, « ... se ne dà due » ... « inazi al cien tinaio ». per « A n g n i e l i n e s a r d e s c h e » in Ntmes (Nimisi), c. i7t, « si dà IO inazi al cientinaio ». in Pisa, c. I7t, «non se n’à ninna» ... «...in azi al cientinaio ». per A v e r e
d i levan te
in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, rr. 20-21). in Genova, c. 16. (Peg. p. 2 15 , nomina 2 1 articoli che si vendono a centinaia). (Chiar. pp. 89-90, nomina 9 articoli che si vendono a centinaia). (Chiar. p. 103, « spezie si vende tutte a centinaio »). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Chiar. p. 5 1, « spezie grosse e minute che a Vinegia si vendeno a centinaio »). per Ca n n e l l a
in Genova, c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. 13). (Tar. p. 67, a libbra). (Uzz. p. 19 1, r . 16). (Chiar. pp. 89-90, rr. 21-2).
per C a n o v a c c i in Napoli, C.
IO,
centinaia i = .... di Cagliari (Castello di Castro). c.gt, centinaia i = 28 canne di Tunisi. (Peg. p. 134 , braccia 100 = 28 canne di Tunisi). (Uzz. p. 97, « ciento uno » = 28 canne di Tunisi). per C a p r e t t i (c a v e r e t t i ) in Nimes (Nimisi), c. i7 t, « si dà... IO inazi al cient. * in Pisa, c. I7t, « ... si dà » ... « nulla », «... inazi al cient ».
(Uzz. p. 104, a centinaio sottile). (Chiar. p. 44, al peso sottile, che « è libre 100 di Vinegia»). per C o n ig l i in Ntmes (Nimisi), c. i7 t, « s i dà ... IO i n a z i a l c ie n t . in Pisa, c.
per C a s t a g n e p e s t e in Napoli, c. 9t, centinaia i = 230 cantari di Tunisi. (Peg. p. 134 , r. 19, « delle castagne monde »). (Uzz. p. 97, « ciento uno » = 230 can tari di Tunisi, di castagne secche). per C e r a in Napoli, c. St. (Peg. p. 179, r. 12). (Uzz. p. 96, rr. 7-8). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 138, r. 2). (Tar. p. II, al peso sottile). (Tar. p. 68, a libbra sottile).
»
I7 t,
« si dà » ... « uno », «... inazi al cient. ». per F r u t t a in Castellammare, C. IO,
centinaia i = 248 cubelli. (Peg. p. 187, centinaia i = belli). (Uzz. p. 97, centinaia i = boli). C.
per C a s t a g n e g u s c io s e in Napoli, c. 9t, centinaia i = 130 cantari di Tunisi. (Pag. p. 134, r. 23). (Uzz. p. 97, « cento uno » = 130 can taridi Tunisi,di «mandorle gusciose»).
159
240 cu 248 ru-
IO ,
centinaia i = 640 tomboli ( = moli), di Napoli.
to
(Peg. p. 187, rr. 3 0 3 1 ) • (Uzz. p. 97, rr. 36-37). in Napoli, c. 8t, « si vendono a cient. di misura ch’è il 100 tombola 606 ». (Uzz. p. 96, r. 13). in Salerno, C.
IO .
(Peg. p. 176, centinaio i = 640 tom boli). per G e n g io v o in Genova, c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. 13). (Tar. p. 67, a libbra). (Uzz. p. 19 1, r. 16). (Chiar. pp. 89-90, rr. 21-2). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 137 , r. 27). (Tar. p. 67, a centinaia sottili). (Uzz. p. 104, a centinaia sottili).
i6o
INDICI DI MISURE
per G ran a
per N o c e l l e
in Genova, c. i6. (Peg. p. 2 15 , r. 17). (Tar. p. 67, a libbra). (Uzz. p. 19 1, « grane da vermi, ver nice in grana »). (Chiair. pp. 89-90, rr. 21-2).
in Napoli, c. 9t,
p er I n d a c o
in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 137, r. 27). (Tar. p . I I , a p e s o s o t t i l e ) . (Tar. p. 67, a centinaia sottili). (Chiar. p. 44, a peso sottile che « è libre 100 di Vinegia»). per L a n a
in Tunisi, c. I 4 t,
centinaia i = 105 1/2 lib. di Firenze. (Peg. p. 135, cantari i = 14 5 1/2 lib. di Firenze, in generale). (Uzz. p. 193, cantari i = 150 lib. di Firenze, in generale). (Chiar. p. 139, cantari i = 150 lib. di Firenze, in generale). p e r L in o
in Napoli, c. 8t, centinaia i = 100 diecine, c. 9t, centinaia i = 1000 lib. (Peg. p. 180, « lino si vende in Napoli a centinaio di dicine, di libbre 10 grosse per dicina »). (Uzz. p. 96, « lino si vende a diane, e ogni diana è 4 ruotoli, e vendesi ancora lino in grosso a cientinajo, e intendasi 110 uno cientinajo»). (Uzz. p. 97, « ciento uno » = i i i lib.). c. 9t, centinaia 1 = 4 cantari: « e alquanto più » di Bougie. (Uzz. p. 97, «ciento uno... ch’è lib. Ili » = 4 1 / 2 cantari jdi Bougie).
centinaia i = 14 5 cantari di Bougie. (Peg. p. 188, r. 26). (Uzz. p. 97, « ciento uno » = 145 cantari di Bougie), c. 10, centinaia i = 420 starelle di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 189, rr. 4-5). (Uzz. p. 98, rr. 2-3). c. 9t, centinaia i = ... di Pisa. (Peg. p. 188, centinaia i = 275 staia di Pisa). (Uzz. p. 97, r. 17). c. 10, centinaia i = 250 cubelli di Salerno di « nociole ». (Peg. p. 17 7 . r. 9, di «nocelle»). (Uzz. p. 97, cantari i = 150 « rubelli » di Salerno), c. 9t. centinaia i = 14 5 in 150 cantari di Tunisi. (Peg. p. 134, centinaio i = 145 in 150 cantari di Tunisi di nocelle grosse, centinaio i = 165 in 170 cantari di Tunisi di nocelle barberesche, centinaio i = 12 6 cantari di Tunisi di nocelle). (Uzz. p. 97, « ciento uno » = 145 in 150 cantari di Tunisi). per P a n n o in Tunisi, c. 21, centinaia i = 325 braccia di Pisa. (Peg. p. 135, braccia lo i = 325 braccia di Pisa).
INDICI DI MISURE (Uzz, p. 19 1, r. 16). (Chiar. pp. 89-90, rr. 21-2).
(Peg. p. 17 9 , r. 10). (Uzz. p. 96, rr. 7-8). C E N T IN A IA D E L P E SO D E L L A S T A
per S a l e in Ancona,
DERA
c. 24, centinaia i = 37 moggia di Venezia. (Pag. p. 154, misure 100 = 37 mog gia di Venezia). per S c o i a t t o l i in Genova, c. I7t, <( si dà... IO inazi al ciant. ». in Nìmes (Nimisi),
0. i7t,
per A v e r e g r o s s o d i l e v a n t e in Pisa, c. 15. (Pag. p. 203, per « avere di Levante »), per B o l d r o n i in Pisa, c. 1 5 .
(Peg. p. 203, rr. 36-37).
«si dà... IO inazi al cient. ». in Venezia (Vinegia),
per C o t o n e in Pisa,
c. i7 t, « si dà IO inazi al cient. ».
c. 1 5 ,
c. 1 5 .
(Peg. p. 203, rr. 36-37).
per V e r z i n o in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 138, r. i). (Tar. p. II, a peso sottile). (Tar. p. 67, a centinaia sottili). (Chiar. pp. 44, a peso sottile, che « è libre 100 di Vinegia»). il
(Peg. p. 203. rr. 36-37). per G e n g io v o in Pisa,
per S p e z i e r i e s o t t i l i in Napoli, c. 8t. (Uzz. p. 96, rr. 7-8).
per V e r z i n o c o n in Genova,
16 1
legn o
per L a n a in Pisa, c. 1 5 ,
(Peg. p. 203, rr. 36-37). per P e p e in Pisa, c. 1 5 .
(Peg. p. 203, rr. 36-37). C E N T IN A IA S O T T IL I
c. 16, « per 100 », si dà lib. 110 .
in G e n e r a l e in Venezia (Vinegia),
per P e p e
per V e r z i n o m o n d o in Genova, c. 16, « per cientinaio », si dà lib. 100.
in Genova, c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. 13). (Tar. p. 67, a libbra).
per Z u c c h e r o (Polvere) in Napoli, c. 8t.
centinaia sottili i = 65 lib. di fiera, lib. sottili 540 = 350 lib. di fiera. (Peg. p. 148, lib. sottili 100 = 65 lib. di fiera, di spezieria). (Peg. p. 148, lib. sottili 540 = I carica, cioè 350 lib. di fiera). (Peg. p. 148, lib. sottili 100 = 88 1/2 lib. sottili di fiera).
c. 1 3 .
IÓ2
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE (Tar. p. 38, r. 13, di «Franza»).
c. 1 3 ,
centinaia sottili i = 95 lib. di Nimes. (Peg. p. 147, lib. sottili 100 = 94 lib. sottili di Nimes). (Peg. p. 148, lib. sottili 4 16 = I carica, eh’è cantari 3, di Nimes). (Tar. p. 38, lib. sottili 100 = 71 lib. di Nìmes). C. I 2 t , centinaia sottili i = 94 lib. di Pisa. (Peg. p. 147, lib. sottili 100 — 92 in 93 lib. di Pisa). (Chiar. p. 90, lib. sottili 100 = 90 lib. di Pisa). p e r M a s t ic e
in Costantinopoli, c. 3, (Peg. pp. 34-35, a cientinaia). (Tar. p. 17, a centinaia). (Uzz., p . 8 8 , r . i o ). (Chiar. p. 144, rr. 6-7). c. 3.
centinaia sottili i = [ ]. (Peg. p. 32, centinaia i = 100 lib. genovesche, in generale). (Uzz. p. 88, «le libb. 100 grosse sono lib. 150... al 100 sottile si vende ma stica e dassi per 100 libbre 104»). (Chiar. p. 144, centinaia sottili i = = ... lib.). C E S T IE R E in G e n e r a l e
in Parigi, c. 15 ,
1/4 di cestiere = 92 lib. « di marco » di Parigi, c. 15. 1/4 di cestiere = 66 o 67 lib. di F i renze. (Pag. p. 201, carica i = 500 lib. al peso della stadera, di Firenze). (Chiar. pp. 18-17, lib. sottili 90 = 1 1 2 lib. grosse di Parigi = 100 lib. di Firenze).
(Chiar. p. 38, carica grossa i = 350 lib. grosse, 15 once sottili di Parigi = 487 lib. di Firenze), c. 15, cestiere 1 = 6 staia e « alquna cosa meno » di Firenze. (Peg. p. 202, sestieri 1 = 5 1 / 2 staia di Firenze, di grano). (Chiar. p. 38, sestieri 1 = 5 1 / 2 staia di Firenze, di grano). per V in o in Parigi, cc. 15, 19, cestieri 96 = i tinello, cestieri 1 = 8 pinte. (Peg. p. 201, rr. 28-29). (Chiar. p. 38, r. 11). COGNA in G e n e r a l e in Napoli, cc. 9, 9t, IO, cogna 24 = I botte del greco. (Pag. p. 180, cogna 24 = i botte di mena di Napoli, di vino greco e la tino). (Uzz. pp. 97, r. 13; 98, r. i). (Chiar. p. 24, cogna 24 = i botte di mena « di vino di Napoli »). c. 8t, cogna ... = i salma, c. 9, cogna 24 = 5 1/4 in 5 1/2 soma di Firenze. (Peg. p. 188, cogna di greco 2 1 = x cogno di Firenze). (Uzz. p. 97, cogna 24 = ... soma di Firenze). (Chiar. p. 24, cogna 20 = i cogno di Firenze, di vino). per V in o in Firenze, c. 1 5 .
cogna 2 = 1 tinello di Parigi. (Peg. p. 202, rr. 2-1).
(Chiar. p. 38, rr. 1 4 - 1 3 ) c. I2t, cogna 1 1 / 3 = 1 anfora di Venezia. (Pag. p. 146, r. 35). (Chiar. p. 28, r. 4). in Napoli, c. 8t, cogna 24 = I botte. (Pag. p. 180, cogna 24 = i botte di mena di Napoli, di vino greco e la tino) . (Uzz. p. 96, r. 17). (Chiar. p. 24, cogna 24 = i botte di mena, «di vino di Napoli»). (Chiar. p. 108, « E 1 congnio del vino di Napoli... dà botta i napoletana»), c. 8t, cogna 23 in 24 = i botte. (Uzz. p. 96, r. 18). c. 8t, cogna 26 in 30 = i botta. (Uzz. p. 96, r. 23). per V in o d i M a d d a l o n i (Matalona) in Napoli, c. 8t. cogna 60 — 6 1/2 botti. (Uzz. p. 96, Cogna 60 == 2 1/2 botti), c. 8t, cogna 60 = I carrata. (Uzz. p. 96, r. 26). CO RBE in G e n e r a l e in Bologna, c. i4t, corbe 1 = 1 corba di Faenza. (Pag. p. 199, rr. 12-16). c. I4t, corba 1 = 3 staia di Firenze. (Peg. p. 199, r. 12, di grano). (Uzz. p. 194, corba 1 = 3 1 / 2 staia di Firenze). (Chiar. p. 116 , corbe i = « 3 1/4 in 1/2 » staia di Firenze, di grano), c. i4t, corbe 1 = 1 corba d’Imola.
16 3
(Peg. p. 199, rr. 12 -14 , di grano). in Faenza, c. I4t, corba 1 = 1 corba di Bologna. (Peg. p. 199, rr. 16-12, di grano), c. i4t, corbe 1 = 3 staia di Firenze. (Peg. p. 199, r. 16, di grano), c. i4t, corbe 1 = 1 corba d’Imola. (Peg. p. 199, rr. 16 -14 , di grano). d’Imola, c. i4t, corbe 1 = 1 corba di Bologna. (Peg. p. 199, rr. 14 -12, di grano), c. i4t, corbe 1 = 1 corba di Faenza. (Pag. p. 199, rr. 14-16, di grano), c. i4t,. corbe 1 = 3 staia di Firenze. (Pag. p. 199, r. 14, di grano). per F r u m e n t o in Bologna, c. 8, corbe 400 = 550 sestieri di AiguesMortes. (Pag. p. 167, corbe 400 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-29, di grano), c. 8, corbe 400 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, corbe 400 = 420 se stieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-25, di grano), c. 8, corbe 400 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 20-33). c. 8, corbe 400 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. 167, corbe 400 = 53 1/2 moggia di Cometo, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-30, di grano), c. 8, corbe 400 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, corbe 400 = 1200 staia rase di Firenze, di grano).
164
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 167, corbe 400 = 1050, staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-21, di grano). (Chiar. p. 26, corbe 1 = 3 staia di Firenze, di grano).
corbe 400 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, corbe 400 == 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-19, di grano).
(Chiar. p. 116 , corbe i = « 3 1/4 in 1/2 » staia di Firenze, di grano), c. 8,
di G r a n o in Perugia,
corbe 400 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, rr. 7-10 , di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-23, di grano), c. 8, corbe 400 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, corbe 400 = 364 quar tieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-28, di grano), c. 8, corbe 400 = 650 in 700 mine di Mar siglia. (Peg, p. 167, corbe 400 = 620 se stieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-24, grano), c. 8, corbe 400 = 400 sesteri di Montpellier. (Peg. p. 167, corbe 400 = 53 3 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-26, di grano), c. 8, corbe 400 = 650 in 700 mine di Nìmes. (Peg. p. 167, corbe 400 = 770 se stieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-24, di grano), c. 8, corbe 400 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, corbe 400 = 4 14 1/2 staia leggere, di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, corbe 400 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20-22, di grano), c. 8, corbe 400 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, r. 7, di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 20, di grano), c. 8, corbe 400 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, rr. 7-2 1, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 20 -31, di grano).
c. 8,
cova I = 690 lib. (Peg. p. 238, cova I = 650 lib.). (Chiar. p. 38, cova i = 650 lib,). (Chiar. p. 133 , « si vende a uno pexo
c. 13, corbe 16 =
in Morea, c. 3t. dobbiere i pesa 5 terì, 6 grani del Regno. (Peg. p. 1 1 7 , r, 32). (Uzz, p. 89, r. 37).
CU BELLI
i moggio di Venezia,
c. 1 3 .
corbe 16 = 12 staia di Venezia. (Peg. p. 1 5 1 , corbe 1 = 1 staio meno 2/5 di Venezia).
D O B R E ( = D O B LE )
per F r u t t a
CO RBELLI
C. IO,
cubelli 248 = I centinaio. (Pag. p. 187, cubelli 240 =
(Peg. p.
17 7,
I centinaio di Napoli. r. 9,
di «nocelle»),
(Uzz. p. 97, «rubelli» 150 = 30 cantari gervi d’A -
(Peg. p. 73, cubelli 100 = 2 pesi e 8 cantari gervi « e ogni peso si è cantar 10 gerui » di Alessandria). per S a le
in Cervia, C. I I ,
corbelli 100 = 13 staia d’Ancona. (Peg. p. 160, corbe 100 = 13 staia d’Ancona). in Sardegna, c. 24, corbelli 100 = 1 3 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, misure 100 = 1 3 mog gia di Venezia). CO R D A V . C A R D A
c. 2 lt , dobre i = 1 1 1/2 bisanti. in Siviglia (Sobilia), c, 23t, « vagliono una dobra d’oro » =
per N o c c i o l e
C. IO,
c. I ,
in Maiorca (Maiolicha),
i centi
naio) . (Uzz. p. 97, ruboli 248 = I centinaio).
cubelli 250 = per N o c e l l e in Salerno,
in Almeria, c, 23t, dobre i = 1 1 1/2 bisanti.
in Castellammare (Castello a Mare),
in Salerno,
corbelli 100 = lessandria.
D O B B IE R E
eh’è de libre 650»).
c. 1 4 .
corbe i = 10 staia di Firenze. (Peg. p. 197, r. 29). (Chiar. p. 2 1, r. 13). in Ravenna,
i can
taro di Napoli di «nocelle»).
D IE C IN A per L i n o in Napoli, c. 8t, diecine 1 = 4 ruotoli (178). (Uzz. p. 96, « diana » 1 = 4 ruotoli). c. 8t, diecine 100 =
i centinaio.
(Peg. p. 180, « lino si vende in Napoli a centinaio di dicine, di libbre 10 grosse per dicina »). (Uzz. p. 96, « lino si vende a diane, e ogni diana è 4 ruotoli, e vendesi ancora lino in grosso a cientinajo, e intendesi n o uno cientinajo*). (Uzz. p. 97, «ciento uno» = n i lib.).
22
marabottini, « la dobra vale in Sobilia da 24 mara bottini ». (Peg. p. 2 7 1, « In Sobilia si spendono uno numero di moneta chiamata marabottini, i quali marabottini non è moneta che si veggia; ma àvi una moneta picciola che s’appella ... e che se ne fa pagamento e dàssene IO della detta muneta picciola a conto per I mar abottino...»). (Chiar. pp, 39, 85-86, « la dobra chorrente vale 8 tomini. EI tornino vale denari 12 o voi dire che detta dobra vagli maravidis 7 1 di bianche 2 per maravidis e sempre sta chosi »), (Chiar, p, 129, « In Sibilia si tiene ra gione con charte e vendevixi merchantie a dobre chorrenti e a tomini e piccoli che tomini 8 vale una dobra e piccoli 1 1 2 vale uno tornino»),
COVA per G uado
in Bruges (Bruggia), c. 17,
165
(178) M a r t i n i A., op. cit., p, 395, per lana: decina 1 = 4 ruotoli.
Tunisi, c. i9t, « si ria dobre io6 e 2 parti di dobra che nne viene per oncia di Tunisi sei e due parti », da i ruotolo, in zecca. (Peg. p. 133 , « dobble io6 2/3 che ne viene per oncia di Tunisi dobble 6 2/3 » « ogni ruotolo si ragiona » in zecca).
i6 6 DO BRE CO RREN TI
dobre correnti 71 3/4 = i lib. di Firenze. (Peg. p. 135, dobre 71 3/4 d’oro cor renti di Tunisi = I lib. di Firenze). (Chiar. p. 35, dobre 7 1 3/4 d’oro di Tunisi = I lib. d’oro di Firenze).
G E N O V IN I
in G e n e r a l e
V.
16 in
M ARCO SO L D I D I G E N O V IN I
G IA R R E i
(Uzz. p. 94, « scilachi 3 e mezzo o poco manco t = 1 salma di Sicilia).
(Uzz. p. 94, rr. 26-25, in generale), giarre 2 =
di bu e
in Provenza (Proenza), C. 22 t , fascio I = IO cuoia « che pesi l’uno 25 libbre di Monpulieri ». FIO R IN O in Morea,
per O li o in Maiorca (Maiolicha), c. 2 lt ,
c. 7, giarre 14 1/2 =
giarre 8 = fissi 160.
(Peg. p. 169, mattare 37 1/2 =
1 botte di Napoli, di ca-
in Siviglia (Sobilia), c. 23t, giarre 1 = 5 rubi. (Peg. p. 270, r. 30). (Chiar. p. 85, rr. 14 -13). c. 23t, giarre 2 = 10 rubi, giarre 3 = 1 5 rubi, c. 22,
giarre 3 = c. 23t,
i migliaio di Candia.
2 1 / 2 barili di Genova,
giarre 1 = 2 3 / 4 mattare di Tunisi, giarre 10 = 27 mattare di Tunisi. in Tripoli, c. 6t,
FIO R IN O D ’ORO in Aragona (Raona), c. 6, fiorini d’oro i = 18 s. (Uzz. p. 93, fiorini d’oro, i = 18 s.).
16 in
in Catalogna, c. 6,
giarre ... = 60 cafissi di Messina. (Uzz. p. 94, giarre 100 = 60 cafissi di Messina, in generale), c. 6t, giarre ... = 14 1/2 giarre di Tunisi. (Uzz. p. 94, giarre 100 = 14 1/2 giarre di Tunisi, in generale) (179).
=
i migliaio di Puglia. i
migliaio di Puglia).
giarre 14 1/4 = c. 2 3t,
c. 3t. fiorino I, pesa 4 teri del Regno. (Uzz. p. 89, rr. 37-38).
1 staio di Pisa.
(Peg. p. 13 5 . r. 5).
(Peg. p. 12 7, « la botte del mena di Napoli fae in Maiolica quartieri 90 »)
FASCIO
fiorini d’oro i = 18 s. (Uzz. p. 93, fiorini d’oro i in 18 s.).
c. 7. giarre 14 1/2 = 8 cantari di Palermo. (Pag. p. 169, m attare 37 1/2 = 8 cantari di Palermo). c. 21,
in Bougie (Bugiea, ecc.), c. 6t, falacche 3 1/2 « o poco meno » = salma di Sicilia.
p er C u o ia
V.
20 t.
(Peg.p. 130, «Olio v is i vende di Tunizi a mataram»), c. 6t, giarre 14 1/2 = 60 cafissi di Messina, (Uzz. p. 94, r. I , in generale),
in Valencia (Valenza), c. 6,
PO R TO N I
FA LA CCH E
C.
fiorini d’oro i = 18 1/2 s. (Uzz. p. 93, rr. 8-9).
fiorini d’oro i = 18 s. (Uzz. p. 93, fiorini d’oro i = 18 s.).
L IB B R E
in Tunisi,
in Collioure (Choliveri), c. 6,
in Firenze, c. i3t,
16 7
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 94, rr. 26-25, in generale). c. 20, giarre 12 1/2 in 13 = Puglia. c. 6t, giarre 14 1/2 =
... giarre di Tripoli.
(Uzz. p. 94, giarre 14 1/2
=
100
giarre di Tripoli, in generale) (180).
in Ancona, c. I , lib. 120 in 12 2 = I cantaro forforo d ’Alessandria. (Peg. p. 74. r. 13). (Tar. p. 39, r. 10). c. I , lib. 255 in 260 = I cantaro gervo d’A lessandria. (Peg. p. 74, r. 15). (Tar. p. 39, lib. 264 in 265 = i can taro « zeroin » d’Alessandria), c. I , lib. 165 in 167 = I cantare leudo d’Alessandria. (Peg. p. 74, lib. 165 in 166 = I can tare leudo d’Alessandria). (Tar. p. 39, lib. 164 in 122 = i can tare «leitin» d’Alessandria), c. I , lib. 232 in 236 = ICO menne d’Alessandria. (Peg. p. 74. lib. 225 in 230 = ICO menne d’Alessandria). (Tar. p. 39, lib. 232 in 236 = 100 mine d’Alessandria). C. I I ,
lib. 100 = 92 lib. di Bologna. (Peg. p. 160, r. 13).
G R O SSI V E N E Z I A N I in Negroponte, c. 3t, grossi veneziani 12 =
C. I I ,
lib. 100 =
gento 12 =
I
« piperò »).
(Uzz. p. 89, rr. 11-12 ). c. 3 t, grossi veneziani 12 = 23 1/2 starlini. (Peg. p. 119 , gento 12 =
... lib. di Fermo.
C. I I ,
i perpero.
(Peg. p. 119 , grossi veneziani d’ ar
grossi veneziani d’ar
lib. 100 = 102 lib. di Firenze (181). (Peg. pp. 16 1, r. 2; 202, r. 5). (Uzz. p. 99, r. 26). (Chiar. pp. 18 -17 , 98 = 100 lib. di Firenze). (Chiar. p. 25, lib. 102 = Firenze).
100 lib. di
23 1/2 starlini).
(Uzz. p. 89, grossi veneziani 12
=
24 1/2 «stelli»).
(181) A.D .P. n. 844, 13 giugno 1398, c. it, in Ancona « ragionate questo peso chome quello di Firenze, è 2 per cento
(180) Ibidem.
maggiore ».
16 (179) Vedi nota n. 125.
il «10 0 0 » di
in G e n e r a l e
i6 8
INDICI DI MISURE in Barletta,
c. 7 . lib. 250 = I cantaro. (Uzz. p. 94, lib. 250 = I « carato (Chiar. p. 96, in Puglia: migliaia 1 = 4 cantari, cantari i = 25 gaiatra, gaiatra 1 = 4 ruotoli. ruotoli I = 2,5 lib., di bambagie, conseguentemente: lib. 250 = i cantaro). in Bologna, C. I I ,
lib. 92 = 100 lib. d’Ancona. (Peg. p. 160, r. 13). c. I4t,
104 lib. di
(Chiar. pp. 17, 26, lib. 95 = di Firenze). (Chiar. p. 116 , lib. 100 = Firenze). c. 12,
100 lib.
104 lib. di
lib. 84 = 100 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 146, r. 9). (Uzz. p. 194, cantari i = di Venezia). (Chiar. p. 48, lib. 82 = tili di Venezia).
1 1 9 lib.
100 lib. sot
(Chiar. pp. 1x 6 -117 , lib. 100 = lib. di Venezia). in Bruges (Bruggia), c. 17,
119
lib. 72 = 100 lib. di Genova. (Peg. p. 221, lib. 100 = 13 9 lib. di Genova). (Peg. p. 221, r. 31). (Uzz. p. 158, lib. 72 = Genova).
I centinaio di
(Chiar. p. 105, lib. 71 = Genova).
100 lib. di
(Chiar. p. 132 , lib. 100 = 14 1 lib. di Genova), c. 17, lib. 100 =
(Peg. p. 248, lib. 100 = 14 5 lib. sot tili di Venezia, « di cosa che non manchi »). (Tar. pp. 36-37, lib. 100 = 148 1/2 in 150 lib. « over zirca in quel con torno » di Venezia). (Chiar. pp. 49-48, lib. 67 = sottili di Venezia).
100 lib.
(Chiar. p. 8 3, lib. 66 in 68 = 100 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 132, lib. 100 = sottili di Venezia). in Chiarenza,
150 lib.
[ ] = 100 lib. di Chiarenza. (Peg. p. 118 , lib. 102 = 100 lib. di Chiarenza). (Uzz. p. 91, lib. 104 =
140 in
148 o 150 lib. di Venezia.
104 lib. di
[lib.] 102 = 100 lib. di Firenze. Peg. p. 198, lib. 100 = 102 in 103 lib. di Firenze). (Uzz. p. 92, lib. 100 = Firenze).
102 lib. di
(Chiar. p. 29, lib. 98 in 100 = lib. di Firenze), c. 4t,
100
lib. zoo = 107 lib. di Istip. (Peg. p. 118 , r. 21). (Uzz. p. g ì, r. 3). c. 4t. lib. 100 = g3 lib. di Negroponte. (Peg. p. 118 , r. 26). (Uzz. p. g ì, rr. 3-4). c. 5 . lib. 100 = 1 1 6 lib. di Venezia. (Peg. p. 149, centinaio i = 1 1 5 in 118 lib. sottili di Venezia). (Tar. p. 40, lib. 100 = 1 1 3 lib. sottili di Venezia, di grana e di seta). (Tar. p. 5 1, lib. 100 = 1 1 5 lib. sottili di Venezia, di seta). (Uzz. p. 9 1. r. 18). (Chiar. p. 54, lib. 100 = 1 1 5 lib. sot tili di Venezia, di seta). [in Corinto'] (Coranto), c- 5.
lib. di
in Costantinopoli, c. 3 , lib. 15 0 = I cantaro. (Uzz. p. 88, r. 36). in Fermo, c. I I , lib... =
100 lib. d’Ancona.
in Fiera,
lib. 100 = [ , di Corinto]. (Peg. p. 118 , lib. 100 = 102 lib. di Corinto). (Uzz, p. g ì, lib. 100 = Corinto). c. 6,
ICO
Chiarenza).
c. 5.
lib. 9 5 = I centinaio di Firenze. (Peg. p. 199, lib. 95 = 100 lib. di Firenze). (Uzz. p. 194, cantari i = Firenze).
INDICI DI MISURE
c. 13 ,
lib. 350 = I carica. (Peg. p. 148, rr. 8-9). c. 2t, lib. 194 =
I cantaro gervo d’Ales
sandria. (Peg. p. 76. r. 13). C . 2 t, lib. 168 =
100 menne d’Alessandria.
(Peg. p. 76, r. 14). c. 14, lib. 73 = I centinaio di Firenze. (Peg. p. 201, lib. 73 = 100 lib., al peso della stadera, di Firenze). c. 13 ,
lib. 65 = 95 lib. di Nimes. (Peg. pp. 148 -147, lib. 65 = 94 lib. sottili di Nimes, di spezieria). (Peg. pp. 148 -147, lib. sottili 88 1/2 = 94 lib. sottili di Nimes) (182). (Tar. p. 38, lib. 65 = 7 1 lib. sottili di Nimes). c.
13 ,
lib. 65 =
I
centinaio sottile di V e
nezia, lib. 350 = 540 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 148, lib. 65 = 100 lib. sottili di Venezia, di spezieria). (Peg. p. 148, carica i, cioè 350 lib., = 540 lib. sottili di Venezia). (Peg. p. 148, lib. sottili 88 1/2 = 100 (18 2) V e d i I ’E v a n s A., op. cit., p . 14 7 , n o ta n . 4.
16 9
lib. sottili di Venezia). (Tar. p. 38, r. 13, di «Franza»). in Firenze, c. I3t, Ib. I = 71 3/4 dobre correnti. (Peg. p. 13 5 , Ib. I = 71 3/4 dobre d’oro correnti di Tunisi). (Chiar. p. 35, Ib., d’oro, i = 7 1 3/4 dobre d’oro di Tunisi), c. it, lib. 12 3 in 12 5 = I cantaro forfore d ’Alessandria). (Peg. p. 75, lib. 103 = I cantaro for fore d’Alessandria) (183). (Uzz. p. 109, lib. 126 = I cantaro forfore d’Alessandria). (Uzz. pp. n o , 1 1 2 , lib. 125 = I can tare forfore d’Alessandria). (Chiar. p. 35, lib. 126 = 1 cantaro forfore d’Alessandria). c. it, lib. 266 = I cantaro gervo d’Ales sandria. (Peg. p. 75, r. 9). (Uzz. p. n o , lib. 278, once 3 = cantaro gervo d’Alessandria), c. it, lib. 170 =
1
i cantaro leudo d’Ales
sandria. (Peg. p. 75, lib. 1 7 1 = I cantaro leudo d’Alessandria). (Uzz. p. n o , lib .... = I cantaro leudo d’Alessandria). (Chiar. p. 35, r. 5). c. it, lib. 22 1/2 in 23 = IO menne d’Ales sandria. (Peg. p. 75, r. i o ). (Uzz. p. 109, lib. 2, once 2 1 / 2 = 1 « almena » d’Alessandria). (Uzz. p. 1 1 2 , lib. 2 1, once 10 1/2 = 10 menne d'Alessandria). (Uzz. p. n o , lib. 250 = I centinaio di menne d’Alessandria). (183) L ’E v a n s (pp. cit., p. 75, nota n. i) osserva che 12 3 lib. sarebbero più appropriate.
17 0
INDICI DI MISURE (Chiar. p. 35, lib. 2 1 7/8 in 22 = «manne» d’Alessandria).
10
C. I I ,
lib. 102 = 100 lib. d’Ancona (184). (Peg. pp. 161, r. 2; 202, r. 5). (Uzz. p. 99, r. 26). (Chiar. pp. 17 -18 , lib. 100 = 98 lib. d’Ancona). (Chiar. p. 25, lib. 100 = 102 lib. d’An cona), c. 6t, [ ] == 90 ruotoli di Barletta. (Peg. p. 1 15 , lib. 228 in 234 = ruotoli di Barletta).
90
(Uzz. p. 93. lib. 228 = 91 ruotoli di Barletta). (Chiar. p. 26, lib. 98 = 40 ruotoli di Barletta, di spezierie), c. 6, lib. ICO = 102 lib. di Chiarenza. (Peg. p. 198, lib. 102 in 103 = 100 lib. di Chiarenza). (Uzz. p. 92, lib. 102 = 100 lib. di Chiarenza). (Chiar. p. 29, lib. 100 = 98 in 100 lib. di Chiarenza). c. 14, lib. 1 = 1 1 1 / 8 once di fiera. (Peg. p. 201, lib. I = II once, 3 d. di fiera), c. 14, lib. 13 3 1/3 = I (Peg. p. 198, lib. di Genova). (Uzz. p. 160, lib. Genova). (Chiar. p. 43, lib. di Genova), c. 6t,
cantaro di Genova. 138 1/3 = I cantaro 138 =
I cantaro di
138 1/3 = i cantaro
[ ] = 257 lib. di Genova. (Peg. pp. 1 1 5 -1 1 6 , lib. 228 in 234 = 254 lib. di Genova). (Uzz. p. 93, lib. 228 = 257 lib. di Genova). (Uzz. pp. 93-193. lib. 228 = 260 lib.
(184) Vedi nota n. 181.
INDICI DI MISURE
di Genova). c. 14,
(Uzz. pp.
lib. 1 3 3 1/3 = 150 lib. di Genova. (Uzz. p. 160, lib. 138 = 150 lib. d. Genova). (Chiar. p. 43, lib. 138 1/3 = di Genova), c. 14,
150 lib.
lib. 100 = 102 1/2 lib. di Genova (185). (Pag. p. 19 8 ,lib., al peso della stadera, 100 = 108 1/3 lib. di Genova). (Uzz. p. 159, lib. 92 = 100 lib. di Genova). (Chiar. pp. 17 -18 , 43, lib. 100 = 108 in 109 lib. di Genova). (Chiar. p. 105, lib. 92 = Genova). c. i3t,
100 lib. di
lib. 100 = 102 lib. di Lucca. (Peg. p. 197, lib., al peso della sta dera, 100 = lo i o 102 lib. di Lucca). (Chiar. p. 17, r. 20). c. 6t, [ ] = sina] .
I cantaro sottile [di Mes
(Peg. p. 1 1 5 , lib. 228 in 234 = cantaro sottile di Messina).
I
(Uzz. p. 93, lib. 228 = I cantaro sot tile di Messina). (Chiar. p. i i i , « or è tutto uno chon quello di Firenze » = j cantaro sottile di Messina), c. 9. lib. 250 = i cantaro di Napoli. (Peg. p. 188, lib. 258 in 260 = i can taro di Napoli « di cosa che non man chi »). (Uzz. p. 97, r. 9). (Chiar. p. 24, lib. 255 in 256 = i cantaro di Napoli). P- 9 . lib. 250 =
100 ruotoli di Napoli.
(185) A .D .P ., «lib. C di Gienova tor nano in Firenze lib. 92, salvo chose sotili, che tornono lib. 94 » ( P i a t t o l i R., op. cit., p. 81).
96,
r. 3;
97,
r.
9).
c. 14 , lib. 120 = I cantaro di Nimes. (Pag. p. 200, lib. al peso della sta dera, 122 1/6 = I cantaro di Nimes). c. 6t, [ ] = [ ] di Nimes. (Uzz. p. 93, lib. 228 = 243 lib. di Nimes). c. 15, lib. 66 o 67 = 1/4 del cestiere di Parigi. (Peg. p. 201, lib., al peso della sta dera, 500 = I carica di Parigi). (Chiar. pp. 17 -18 , lib. 100 = 90 lib. sottili di Parigi, = 1 1 2 lib. grosse di Parigi). (Chiar. p. 38, lib. 487 = i carica grossa di Parigi = 350 lib. grosse, 15 once sottili di Parigi), c. 14, lib. zoo = 108 lib. di Perugia. (Peg. p. 197, lib., al peso della sta dera, 100 == 104 lib. di Perugia). (Chiar. p. 17, lib. 100 = 102 in 104 lib. di Perugia). (Chiar. p. 2 1, lib. 100 = 102 lib. di Perugia). c. 6t, [ ] = 240 lib. di Pisa. (Peg. pp. 1 1 5 - 1 1 6 , lib. 228 in 234 = 2 4 0 in 245 lib. di Pisa). (L^zz. p. 93, lib. 228 = 240 lib. di Pisa). c. i3t, lib. 100 = 105 lib. di Pisa. (Peg. p. 197, lib., al peso della sta dera, 100 = 105 lib. di Pisa). (Chiar. p. 17 , r. 21). c. 14, lib. zoo = Z 0 3 lib. di Siena. (Peg. p. Z 9 7 , lib-, al peso della stadera, 100 == 103 lib. di Siena). (Chiar. p. 17, r. z8). (Chiar. p. 2 Z , r. 6). C.
Z2 t ,
lib. zoo = 1 1 2 nezia.
z/2 lib. sottili di V e
(Peg. p. 146, lib. 100 = 1 1 3 in 1 1 3 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 17, lib. 100 = 1 1 4 2/7 sottili di Venezia). (Chiar. p. 27, lib. 100 = 1 1 4 2/3 sottili di Venezia). (Chiar. pp. 48, 90, lib. 86 = 100 sottili di Venezia).
17 1 1/2 lib. lib. lib.
in Genova (186), cc. 14, 16, li b . 150 = I c a n t a r o . (Peg. p. 214 . r. 25). (Tar. p. 66, r. 17). (Uzz. pp. 160, r. 23; 161, r. 3; 189, r. 29). (Chiar. pp. 43, rr. 8-7; 90, r. 5; 103, r. 8; 106, r. 7). c. 2, lib. 139 = I cantaro forforo d’Ales sandria. (Peg. p. 75, r. 25). (Chiar. p. 140, lib. 13 3 1/3 == i, can taro forforo di Alessandria, di « quasi ogni spezaria grossa »). c. 2, lib. 300 = I cantaro gervo d’Alessan dria. (Peg. p. 75, r. 27). (Uzz. pp. I I I , 112 , lib. 200 = I can taro gervo d’Alessandria). (Uzz. p. 112 , « a diecine di giervi, ch’è libb. 2000 di Genova»). (Chiar. p. 14 1, r. 3). c. 2, lib. 193 = I cantare leudo di Ales sandria. (Peg. p. 75, r. 26).
(186) L a lib. di Genova era secondo il CiASCA, gr. 3 15 {L'arte dei medici e speziali nella storia del commercio fio rentino dal secolo X I I al X V , Firenze 1927, p. 648), mentre il M a r t i n i {op. cit., p. 224), precisa che la lib. grossa era di gr. 317,664 e la sottile gr. 316,750. Vedi anche quanto è detto alla nota n. 169.
172
INDICI DI MISURE
C. 2 ,
lib. 257 = 100 menne d’Alessandria. (Peg. p. 75, r. 28). c. 6t, lib. 257 = 90 ruotoli di Barletta. (Peg. pp. 1 1 6 -1 1 5 , lib. 254 = 90 ruo toli di Barletta). (Uzz. p. 93, lib. 257 = 91 ruotoli di Barletta). (Uzz. pp. 193-93, lib. 260 = 9 1 ruo toli di Barletta), c. 17, lib. 100 =s 72 lib. di Bruges. (Peg. p. 221, lib. 139 = 100 lib. di Bruges). (Peg. p. 221, r. 31). (Uzz. p. 158, centinaio i = di Bruges). (Chiar. p. 105, lib. 100 = Bruges).
72 lib.
71 lib. di
(Chiar. p. 132, lib. 140 in 14 1 = lib. di Bruges), c. 6t,
100
lib. 257 = [ ] di Firenze. (Peg. pp. 1 1 6 -1 1 5 , lib. 254 = 228 in 234 lib. di Firenze). (Uzz. p. 93, lib. 257 = Firenze).
228 lib. di
(Uzz. pp. 193-93, lib. 260 lib. di Firenze), c. 14. lib. 102 1/2 ze (187).
=
=
228
100 lib. di Firen
(Peg. p. 198, lib. 108 1/3 = 100 lib. al peso della stadera, di Firenze). (Uzz. p. 159, lib. 100 = 92 lib. di Firenze). (Chiar. pp. 18 -17, 43 . lib. 108 in 109 = 100 lib. di Firenze). (Chiar. p. 105, lib. 100 = 92 lib. di Firenze). c. 14. lib. 150 = 1 3 3 1/3 lib. di Firenze. (Uzz. p. 160, lib. 150 = 138 lib. di Firenze).
(187) Cfr. nota n. 185.
INDICI DI MISURE
(Chiar. p. 43, lib. 150 = di Firenze), c. 6t, lib. 2 57 = sina] .
13 8 1/3 lib.
(Peg. p. 116 , lib. 254 = sottile di Messina). (Uzz. p. 93, rr. 21-20).
I cantaro
(Uzz. p. 193, lib. 260 = sottile di Messina).
I cantaro
(Chiar. p. i i i , lib. 260 = sottile di Messina). 0. 22t,
i cantaro
I cantaro di Mont
(Peg. p. 2 2 1 , lib. 400 = I carica, di 3 cantari, di Montpellier). (Chiar. p. 105, lib. 100 = 80 lib. al grosso, 100 lib. al sottile, di Mont pellier). (Chiar. p. 119 , lib. 384 = i carica, di 3 cantari, di Montpellier, di spe zie), c. 6t, lib. 2 57 = [ ] di Kimes. (Uzz. p. 93, lib. 257 — 243 lib. di Nìmes). (Uzz. pp. 193-93, lib. 260 = di Nìmes). c. 18,
243 lib.
lib. 400 = I carica di Nìmes = cantari di Nìmes. ' (Peg. p. 2 21, r. 4). c. 6t,
3
lib. 2 5 7 = 240 lib. di Pisa. (Peg. p. 116 , lib. 254 = 240 in 245 lib. di Pisa). (Uzz. p. 93, rr. 20-21). (Uzz. p. 19 3, lib. 260 = Pisa).
240 lib. di
(Chiar. p. i i i , lib. 260 = di Pisa).
di Pisa). (Chiar. p. 105, lib. 100 = Pisa). C. I 2 t , lib. 97 =
92 lib.
99 lib. di
100 lib. sottili di Vene
zia (189). (Peg. p. 147, lib. 96 = 100 lib. sot tili di Venezia). (Tar. p. 67, lib. 93 1/2 = « C“ » sot tile di Venezia). (Uzz. p. 158, centinaio i =
106 lib.
i cantaro).
c. 15 . lib . 3 1 2 = I c a r ic a . (Peg. p. 122, lib. 104 = I cantaro, e la carica = 3 cantari). (Tar. pp. 35, rr. ii- i o ; 65, rr. 13-12). (Chiar. p. 87, rr. 21-22). in Messina, c. 6, 250
=
I c a n ta r o s o ttile .
100 lib.
sottili di Venezia). (Chiar. p. 105, lib, 100 =
(Peg. p. 107, r. 8). (Tar. p. 34, lib. 200 =
105 lib.
sottile). (Uzz. p. 93, rr, 7-6). in Milano, c. i4 t, lib. 105 = I centinaio di Firenze. (Peg. p. 198. lib. J0 5 = 100 lib. di
sottili di Venezia). in Istip (Stiva), c. 4t, lib. 107 = 100 lib. di Chiarenza. (Peg. p. 118 , r. 21). (Uzz. p. 9 1, r. 3). in Lucca, c. i3t, lib. 102 = 100 lib. di Firenze. (Peg. p. 197, lib. lo i o 102 = 100 lib., al peso della Stadera, di Firenze). (Chiar. p. 17, r. 20). c. i3 t, lib. 102 = 105 lib. di Pisa. (Peg. p. 197, lib. lo i o 102 = 105 lib. di Pisa). (Chiar. p. 17 , rr. 20-21). (Chiar. p. 139, lib. 98 = 100 lib. di Pisa). in Maiorca (Maiolicha), C . 2 lt, lib . 104 = I cantaro,
p. 8 0). A .D .P .,
« Lib.
C
di Gienova
t o r n o n o in Vinegia lib. 107 e di chose s o t i li lib.
p. 8 1 ) .
1 0 5 » (P ia t t o l i
R .,
op. cit.,
i cantaro
Firenze). (Chiar. pp. 18 -17 . lib. 103 in 105 = 100 lib. di Firenze). (Chiar. p. 28. lib. 105 = Firenze). (Chiar. p. 1 1 7 . lib. 100 =
100 lib. di 97 lib. di
Firenze). in Napoli, c. I , [ ] 122 =
I cantaro forfore d’A
lessandria. (Peg. p. 72. lib. 120 in 122 = I can taro forforo d’Alessandria). (Uzz. p. I l i , ruotoli 48, lib. 420 = i cantaro forforo d’Alessandria). c. I . lib. 2 55 in [
c h o se si pesino ale bilancie sotili torna
(18 9 )
(188) A .D .P., * Lib. C di Gienova di chose si pesino ale bilancie grose tornono in Pisa lib. 98. Lib. C di Gienova di
124, r. i). (Chiar. p. 88, lib. 140 =
lib .
in P i s a lib. 1 0 0 » ( P i a t t o l i R . , op. cit.,
12 8 lib. di Pisa (188).
cantari 3 = 1 carica. (Peg. p. 122, rr. 22-25). (Tar. p. 35, lib. 3 1 2 = 3 cantari). (Chiar. pp. 87, rr. 20-19; 88. rr. 10-9;
di Venezia). (Chiar. p. 90, lib. 93 1/3 =
240 lib.
C. 2 2 t ,
lib. 1 3 3 1/3 =
100 lib. di
Pisa). (Uzz. p. 158, centinaio i =
I cantaro sottile [di Mes
lib. 1 3 3 1/3 = pellier.
(Pag. p. 2 13 , lib. 103 =
17 3
] =
I cantaró gervo
di [Alessandria]. (Peg. p. 72. lib. 255 in 260 = I can taro gervo di Alessandria). (Uzz. p. I I I . ruotoli 12, lib. 180 == 1 cantaro gervo di Alessandria). (Chiar. p. 14 1, lib. 1 1 2 «che sono libre 180 in 182 » = i cantaro gervo d ’Alessandria).
174
INDICI DI MISURE
c. I,
lib. i6 [ ] = I cantaro leudo d ’A lessandria. (Peg. p. 72, lib. 165 in 170 = I can taro leudo di Alessandria). (Chiar. p. 142, lib. 165 in 170 = i cantaro leudo di Alessandria). in Negroponte, c. 4t, lib. 93 = 100 lib. di CMarenza. (Pag. p. 118 , r. 26). (Uzz. p. 91, rr. 4-3). • in Nimes (Nimisi), c. 13. lib. 128 = I cantaro. (Peg. p p . 224-225, lib . s o t t ili 128 =
I
c a n ta r o ) .
(Tar. p. 37, lib. grosse 1 1 8 sottili 210 = I cantaro), c. 6t,
=
lib.
[ ] = 90 ruotoli di Barletta. (Uzz. p. 93, lib. 243 = 91 ruotoli di Barletta), c. 13, lib. 95 = 65 lib. di fiera. (Peg. pp. 147-148, lib. sottili 94 = = 65 lib. di fiera, di spezieria). (Peg. pp. 147-148, lib. sottili 94 = 88 1/2 lib, sottili di fiera). (Tar. p. 38, lib. sottili 7 1 = 65 lib. sottili di fiera), c. 6t, [ ] = [ ] di Firenze. (Uzz. p. 93, lib. 243 = 228 lib. di Firenze). c. 6t, [ ] = 257 lib. di Genova. (Uzz. p. 93, lib. 243 = 2 57 lib. di Genova). (Uzz. pp. 93-193, lib. 243 = 260 lib. di Genova). c. 6t, [ ] = sina].
I cantaro sottile [di Mes
(Uzz. p. 93, lib. 243 = I cantaro sot tile di Messina), c. 6t, [
] = 240 lib. di Pisa.
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 93, lib. 243 = Pisa).
240 lib. di
c. 1 3 .
lib. 95 = nezia.
I centinaio sottile di Ve
(Peg. p. 147, lib. sottili 94 = 100 lib. sottili di Venezia). (Peg. p. 148, carica i, ch’è cantata 3 = 4 16 lib. sottili di Venezia). (Tar. p. 38, lib. 71 = 100 lib. sottili, di Venezia). in Padova, c. 13, lib. 100 = 100 lib. di Venezia. (Peg. p. 14 5, lib. 100 = 100 lib. sot tili di Venezia). in Parigi, c. 1 5 ,
lib. « di marco » 92 = in Pera, c. 3 . lib. 150 =
1/4 di cestiere.
I cantaro.
(Peg. pp. 32, 148, lib. genovesche 150 = I cantaro genovesco). (Uzz. p. 88, r. 36). (Chiar. p. 57, rr. 11 -1 2 ). c- 3 . lib. 150 = I cantaro in Pera = 1 5 6 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 148, lib. 100 = 103 in 104 lib. sottili di Venezia). (Uzz. pp. 88-89, lib. 150 = I cantaro in Pera = 150 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 57, lib. 100, di 150 lib. per cantare, = 10 3 in 104 lib. di Venezia). in Perugia, c. 14, lib. 108 = 100 lib. di (Peg. p. 197, lib. 104 peso della stadera, di (Chiar. p. 17, lib. 102 lib. di Firenze). (Chiar. p. 21, lib. 102 Firenze).
Firenze. = 100 lib., al Firenze). in 104 = 100 =
100 lib. di
c. 14, lib. 108 = 10 3 lib. di Siena. (Peg. p. 197, lib. 104 = 103 lib. di Siena).
175
(Chiar. p. 17, lib. 102 in 104 = 103 lib. di Siena). (Chiar. p. 2 1, lib. 102 = 103 lib. di Siena).
(Uzz. p. 93, rr. 20-21). (Uzz. p. 193, lib. 240 = 260 lib. di Genova). (Chiar. p. 1 1 1, lib. 240 = 260 lib.
in P isa (190) c. 2, [ ] = I cantaro forfore d’Ales sandria. (Peg. p. 75, lib. 130 = I cantaro forfore d’Alessandria),
di Genova), c. 22t, lib. 1 2 8 = 1 3 3 1/3 lib. di Genova (191). (Peg. p. 2 13, lib. 100 = 103 lib. di Genova). (Uzz. p. 158, lib. 92 = I centinaio di Genova). (Chiar. p. 105, lib. 99 = 100 lib. di Genova). c. i3t, lib. 105 = 102 lib. di Lucca. (Peg. p. 197, lib. 105 = lo i o 102 lib. di Lucca). (Chiar. p. 17, rr. 21-20). (Chiar. p. 139, lib. 100 = 98 lib.
c. 2, [ ]
=
I cantaro gervo d’Ales-
sandria. (Peg. p. 75, lib. 280 = I cantaro gervo d’Alessandria), c. 2, lib.i6[ ] = i cantaro leudo d’AIessandria. (Peg. p. 75, lib. 180 = I cantaro leudo d’AIessandria). c. 2, lib. 240 = 100 menne d’AIessandria. (Peg. p. 75, r. 19). c. 6t, lib. 240 = 90 ruotoli di Barletta. (Peg. pp. 1 1 6 - 1 1 5 , lib. 240 in 245 = 90 ruotoli di Barletta). (Uzz. pp. 93-19 3, lib. 240 = 9 1 ruo toli di Barletta), c. 6t, lib. 240 = [ ] di Firenze. (Peg. pp. 1 1 6 - 1 1 5 , lib. 240 in 245 = 228 in 234 lib. di Firenze.) (Uzz. p. 93, lib. 240 = 228 lib. di Firenze). c. i3 t , lib. 105 = 100 lib. di Firenze. (Peg. p. 197, lib. 105 = 100 lib., al peso della stadera, di Firenze). (Chiar. p. 17, r. 21). c. 6t, lib. 240 = 257 lib. di Genova. (Peg. p. 116 , lib. 240 in 245 = 254 lib. di Genova).
(190)
L a lib. di Pisa era gr. 327, 6.
C fr . C iA SC A R., op. cit., p. 648.
di Lucca), c. 15. lib. 395 = I carica, di lib. 312 , di Maiorca (192). (Peg. p. 128, lib. 384 = I carica di Maiorca, di spezierie). (Uzz. p. 1 1 5 , lib., «circa» 360 = i carica di Maiorca, di cera). (Chiar. p. 123, lib. 145 = i cantaro barbaresco di Maiorca), c. 6t, lib. 240 = I cantaro sottile [di Mes sina]. (Peg. p . 116 , lib. 240 in 245 = I can taro sottile di Messina). (Uzz. pp. 93, rr. 21-20; 193, rr. 10-9). (Chiar. p. i n , rr. 9-8). c. 22t, lib. 128 = I cantaro di Montpellier. (Peg. p. 2 13 , lib. 129 = I cantaro di Montpellier). c. 9t, lib. 264 = I cantaro di Napoli. (Peg. p. 188, lib. 270 in 272 = I cantaro di Napoli, « di cosa che non manchi »). (191) Vedi nota n. 188. (192) Vedi nota n. 175.
17 6
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE (U zz. p . 9 7 , r. 14 ).
(Chiar. p. 108, lib. 265 = i cantaro di Napoli), c. 6t, lib. 240 = [ ] di Nìmes. (Uzz. p. 93, lib. 240 = 243 lib. di Nimes). c. 18, lib. 378 = I carica di Nìmes. (Peg. p. 2 13, lib. 129 = I cantaro, « e li 3 cantari sono i carica »). c. 3.
lib. 1020 == I migliaio di Salonicco. (Uzz. p. 88, lib. 120 = 100 lib. di Salonicco). c. 21, lib. 150 in 158 = I ruotoli, di Tunisi. (Peg. p. 135, lib. 15 3 Tunisi). (Uzz. p. 193, lib. 150 Tunisi). (Chiar. pp. 140-139, cantaro di Tunisi), c. I2t, lib. 94 = nezia.
cantaro di 100 = =
(Chiar. p. 1 1 3 , lib. 100 = lib. di Firenze). in Siena, c. 14,
lo i in 102
lib. 103 = 100 lib. di Firenze. (Peg. p. 197, lib. 103 = 100 lib., al peso della stadera, di Firenze). (Chiar. p. 17 , r. 18). (Chiar. p. 2 1, r. 6). c. 14, lib. 103 = 108 lib. di Perugia. (Peg. p. 197, lib. 103 — 104 lib. di Perugia). (Chiar. p. 17 , lib. 103 = lib. di Perugia).
102 in 104
(Chiar. p. 2 1, lib. 103 = 102 lib. di Perugia). in Venezia (Vinegia),
(Uzz. p. 9 1, r. 18). (Chiar. p. 54, lib. so ttili 1 1 5 = lib. di C hiarenza, di seta).
per A r g e n t o 100
tinopoli. (Peg. p. 50, lib. s o ttili 100 — 96 li b . di C ostan tinopoli, di seta). (Tar. p. 14 , « x e m azior de quelo de V en ie xia livre 6 » = i centinaio sot tile di C ostantinopoli). (Tar. p. 42, « è m azor de quelo de V en ie xia d a 4 per C.» = i centinaio sottile di C ostantinopoli di spezierie grosse).
I cantaro di
C. I I ,
I cantaro di
lib. 1 1 4 = I centinaio di Ancona. (Peg. p. 160, lib. sottili 1 1 4 = ICO lib. di Ancona).
(Uzz. pp. 89-88, lib. so ttili 150 «cioè crescie detto cantaro in V inegia 3 o 4 p er 100 » = I cantaro, di lib. 150,
(Tar. p. 34, lib. 110 = di Ancona).
di Costantinopoli).
=
i
I centinaio sottile di Ve
(Peg. p. 147, lib. 92 in 93 = 100 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 90, lib. 90 = 100 lib. sottili di Venezia). in Provenza (Proenza), c. 2t. lib. 2 4 1/2 = IO menne d ’Alessandria. lib. 2 4 5 = 1 0 0 menne d’Alessandria. (Peg. p . 7 6 , lib. sottili 2 4 1/2 = IO menne d’Alessandria). in Roma, c. I4t, lib. 96 = I centinaio di Firenze. (Peg. p. 198, lib. 96 o 97 = 100 lib., al peso della stadera, di Firenze). (Uzz. p. 179, centinaio i = 100 in 102 lib. di Firenze). (Chiar. pp. 18 -17, lib. 98 = 100 lib. di Firenze). (Chiar. p. 22, lib. 98 in 99 = 100 lib. di Firenze).
100 lib. sottili
(Chiar. p. 57, lib. so ttili 100 = 96 li b . so ttili di C ostantinopoli),
(Chiar. p. 99, lib. sottili 1 1 5 in 1 1 6 = 100 lib. di Ancona), c. 17. lib. 148 o 150 = 100 lib. di Bruges. (Peg. p. 248, lib. sottili 14 5 = 100 lib. di Bruges, « di cosa che non manchi »).
c. 13, lib. 100 =
100 lib. di P ad ova.
(Peg. p. 145, lib. so ttili 100 =
100
lib. di P ad o va), c. 3 . « crescie in V inegia 3 in quatro per cientinaio » = i centinaio di Pera. (Peg. p. 148, lib. so ttili 103 in 104 = 100 lib. di Pera).
(Tar. pp. 36-37, l'ib. 148 1/2 in 150, « over zirca in quel contorno » = 100 lib. di Bruges). (Chiar. pp. 48-49, lib. sottili 100 = 67 lib. di Bruges). (Chiar. p. 83, lib. sottili 100 = 66 in 68 lib. di Bruges). (Chiar. p. 132 , lib. sottili 150 = 100 lib. di Bruges).
(Uzz. pp. 89-88, lib. sottili 150 «cioè crescie detto cantaro in V inegia 3 o 4 per 100 » = 150 lib. di Pera). (Chiar. p. 57, lib. 103 in 104 = 100
c. 5.
lib. 1 1 6 = 100 lib. di Chiarenza. (Peg. p. 149, lib. sottili 1 1 5 in 118 = I centinaio di Chiarenza). (Tar. p. 40, lib. sottili 1 1 3 = 100 lib. di Chiarenza, di seta e grana). (Tar. p. 5 1, lib. sottili 1 1 5 = 100 lib, di Chiarenza, di seta).
L i b b r a d e l l ’A r
c. 5t,
lib. I = ... di Chiarenza. (Uzz. p. 92, lib. I = ... lib. di Chia renza). in Bologna, c. 12, lib. 1 =
1 1 / 2 marchi, 3 d., di d. 24
in oncia, di Venezia. (Peg. p. 146, lib. I = 12 once, 3 d. pesi, d’once 8 per i marco e di d. 24 pesi per i oncia, di Venezia). (Uzz. p. 194, marco 1 = 8 once, 23 d. di Venezia). (Chiar. p. 49, once 7, d. 2 1 = i marco d ’argento sodo di Venezia). (Chiar. p. 116 , marco 1 = 8 once, 3 d. di Venezia). in Chiarenza, c . 5t ,
......... = i lib. d’Ancona. (Uzz. p. 92, lib....... = i lib. d’Ancona). c- 5 . lib. i, d. 3 meno 1/4, di d. 24 in oncia, = i lib. di Venezia. (Peg. p. 149. rr. 12 -11). (Tar. p. 52, « è mazor de quela de Clarenza... 4 per C ° » = i lib. d’oro di Venezia). ((Uzz. p. 91, lib. I , carati 3 meno 1/9 di carato = i lib. di Venezia). (Chiar. p. 54, « è maggiore che quello di Chiarenza 4 per 100 * = il peso dell’oro e dell’argento filato di Ve nezia) . in Fiera,
lib. di Pera).
c. 2t, lib. I =
per
sandria. (Peg. p. 76, rr. 15-16 ).
A
llum e
in Bruges (B ruggia), c. 17, lib. 400 = I carica. (Peg. p. 238, r. 25). (Chiar. pp. 37, r. 8; 84, r. 7; 132, r. 17, in generale). 1 2.
(=
g e n to ),
in Ancona,
c. 3. « crescie in V in egia 3 in quatro per cientinaio » = i centinaio di C ostan
(Tar. p. 42, « avan za in V en iexia da 4 p er C. » = I lib. di C ostantinopoli, di spezierie minute).
lib. 158
177
C.
C i ano
1 1 8 pesi di miglioresi d’Ales
in Firenze, c, it, lib. I = 1 1 2 pesi di miglioresi d’Ales sandria. (Peg. p. 75, rr. 13-14 ).
178
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 142, lib. I = 1 1 2 pesi di « melidi » d’Alessandria). (Chiar. p. 20, rr. 3 - 1 1). c. 14, lib. I = 13 once di Genova. (Peg. p. 198, lib. I = 12 once, 22 d. di Genova). (Uzz. p. 142, lib. I , d'once 12, = 12 once, 20 in 21 d. di Genova). (Chiar. p. 20, lib. i = 12 once, 2 1 d. di Genova). (Chiar. p. 43, lib. i — 12 once, 23 d., 12 grani di Genova). (Chiar. p. 106, once 1 1 , d. 3 = 1 lib. di Genova). c. 13 !, lib. 1 = 1 lib. larga, 12 d., « a fior. di valuta », di Lucca. (Peg. p. 197, lib. I = 12 once, i 1/2 ; d. di Lucca). (Chiar. p. 20, lib. i = 1 1 once, | I 1/2 d. di Lucca), c- 9 . lib. I = 12 3/4 once di Napoli. (Peg. p. 188, lib. « d’oro e d’ariento » I = 12 once, 24 teri di Napoli). (Uzz. p. 97, r. 11). (Uzz. p. 142, lib. I, d’once 12, = 1 1 once, 18 d. di Napoli). (Chiar. p. 20, lib. i = 1 1 once, 18 d. di Napoli). (Chiar. p. 24, lib. i = 12 once, 24 teri, di d. 30 per oncia, di Napoli). (Chiar. p. 109, once 12, d. 6 = i lib. d’argento di Napoli). c. 14, lib. I = ... once di Perugia. (Peg. p. 197, lib. 1 = 1 lib. di Perugia). (Uzz. p. 142, lib. I = 12 once di Perugia). (Chiar. p. 21, lib. 1 = 1 lib., 5 3/4 d. di Perugia), c. i3t, lib. I = 12 1/3 once di Pisa. (Peg. p. 197, lib. I = 12 once, 8 d. di Pisa). (Uzz. p. 142, lib. I , d’once 12 = 12 once, 17 d., al peso antico, di Pisa).
INDICI DI MISURE
(Chiar. p. 20, lib. i = 8 d. di Pisa),
12 once, 7 in
c. 1 4 ,
lib. I = Siena.
1 2 once « e mezo quarto » di
(Peg. p. 197, lib. I == 12 once, 3 d. di Siena). (Uzz. p. 142, lib. I , d’once 12 , = 12 once di Siena). (Chiar. p. 2 1, lib. i = di Siena).
c. i5t, lib. 1 =
stello di Castro). (Peg. p. 2 13, r. 7). c. gt, lib . I = 12 o n c e , 1 2 t e r ì di Napoli. (Pag. p. 188, lib. I = 12 once, 13 t e r ì , 1 6 g r a n i di Napoli). (Uzz. p. 97, r. 18).
12 once, 6 d.
(Chiar. p. 11 4 , « E l peso dell’ariento [di Siena] è pari chon quello di F i renze »). in Genova, c. 2, lib. I = 103 1/3 in 104 pesi di miglio resi d’Alessandria. (Peg. p . 75. lib. I = 103 1/3 pesi di miglioresi di Alessandria). (Chiar. p. 106, lib. i = 103 1/3 pesi di « miarexi » di Alessandria). in Lucca, c. i3t, lib. larga i, d. 12 « a fior, di valuta » = I lib. d’argento di Firenze. (Peg. p. 197, once 12, d. 1 1 / 2 = 1 lib. d’argento di Firenze). (Chiar. p. 20, once 1 1 , d. i 1/2 = i lib. d’argento di Firenze), c. i3 t, lib. larga i, d. 12, «a fior, di valuta» = 12 1/3 once di Pisa. (Peg. p. 197, once 12, d. i 1/2 = 12 once, 8 d. di Pisa). in Napoli, c. 9t, lib. I = 232 miglioresi nuovi di Tunisi. (Peg. p. 134 , r. 24). (Uzz. p. 97, lib. I = 232 « mille nuo vi » di Tunisi). in Pisa, c. 2, lib. I = 109 pesi di miglioresi di Ales sandria. (Peg. p. 75, r. 20). (Chiar. p. 139, rr. 10 -11).
1 1 / 2 marchi di Cagliari (Ca
in Provenza (Proenza). 1 1 7 pesi d i miglioresi d’Ales
s a n d r ia .
(Peg. p. 76, lib. « al peso diMarsilia » I = 1 1 7 pesi di miglioresi, d’Ales sandria) . (Chiar. p. 118 , lib., di Marsiglia, i = 1 1 7 pesi di « miarexi » di Alessandria). in P u glia, c. 5t, lib. I = 1 2 once meno 3 d ., d i 2 4 d . l ’oncia, di Chiarenza. (Pag. p. 170, lib. 1 = 1 lib. meno 3 d. di Chiarenza). (Uzz. p . 9 2 , lib . I = 1 2 o n c e m e n o 3 carati di Chiarenza). in Venezia (Vinegia), c-
5.
lib. 1 = 1 lib., 3 d. meno 1/4 , d i d . 24 in oncia, di Chiarenza. (Pag. p. 149, rr. 11-12 ). (Tar. p. 52, lib., d’oro, i = « è mazor de quela de Clarenza... 4 per C®»). (Uzz. p. 91, lib. 1 = 1 lib., 3 carati mano 1/9 di carato di Chiarenza). (Chiar. p. 5 4 il peso d’oro e d’argento, filato [di Venezia] = « è maggiore che quello di Chiarenza 4 per 100 »). c.
(Peg. p. 147, marchi 1 = 9 once, 3 d. di Genova). (Tar. p. 67, marchi i = 12 1/4 once di Genova). (Uzz. p. 143, marchi 1 = 9 once, 2 d. di Genova). (Chiar. p. 49, marchi «dell’ariento sodo » 1 = 8 once, 2 d. di Genova). (Chiar. p. 106, once 10, d. 10 = i lib. di Genova), c. 1 3 .
c. 2 t , lib . I =
179
13 .
lib. I = 12 once meno d. 7 1/ 2 , di d. 24 in oncia, di fiera. (Pag. p. 148, once 8, d. 5 = i marco di fiera). (Tar. p. 38, marca i = 12 once, 7 d. di fiera). C. I 2 t , lib. I = 13 2/3 once di Genova.
lib. 1 = 1 1 / 2 marchi, 2 1/2 starlini di Nìmes. (Peg. p. 147, marchi 1 = 8 once, 2 d. di Nimes.) (Tar. p. 38, marco 1 = 1 1 / 2 marchi di Nìmes). c. I2t, lib. I = « 1 3 in 1 3 » once di Pisa. (Peg. p. 147, rr. lo -ii). (Chiar. p. 49, marchi « dell’ariento sodo» 1 = 8 once, 16 d. di Pisa). per A r g e n t o d i c a r l i n o in Napoli, c. 9.
« la zeccha di Napoli dà, d’ariento di carlino, teri 38, grani 17 de la libra ». (Uzz. p. 97, r. i). (Chiar. p. 1 5 1 , « L a zecha di Napoli rende della libra dell’ariento di carilini once I I starllini 3 1/3. Carllini 39 1/4 di libbra una d’ariento fanno tari 40 di carllini di zecha »). per A r g e n t o f i n e in Napoli, c. 9.
di lib. I di fine dà la zecca teri 42. (Peg. p. 182, r. 19). (Uzz. p. 97, r. 2). per A r g e n t o d ’ o g n i l e g a in Napoli, c. 9.
di ogni lega d’once 1 1 dà la zecca starlini 3, terì 38, grani 17.
i8o
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 97, d’ogni lega d'once i i dà la zecca steriini 3, teri 38, grani 27).
INDICI DI MISXJRE
per C e r a
« cresce i ’ Napoli 10 per centinaio »
in Bruges (Bruggia),
= I lib. di Chiarenza. (Peg. p. 119 , lib. 100 =
c. 1 7 .
per A r g e n t o d i s a r d e s c o
in Napoli, c. 9.
di lib. I d’argento di sardesco dà la zecca terì 41 grani 3.
Chiarenza), (Uzz. p. 92, «crescie in Napoli 10 per ICO » = 1 lib. di Chiarenza).
c. 3.
per C o t o n e in Cremona (Chermona),
tinopoli. (Peg. p. 199, r. 23, in generale).
c. i4t, lib. 27 == I peso (194). (Peg. p. 199, r. 5). in Firenze, c. i4t, lib. 100 = 4 pesi, 4 lib. di Cremona. (Peg. p. 199, lib. 100 = 1 1 2 lib. di
(Tar. p. 17, rr. 6-5). (Uzz. p. 88, lib. 157 ==
(Peg. p. 203, lib. 100 = Salonicco).
per A r g e n t o d i v e n e z ia n o
(Peg. p. 203, lib. 9 = nicco) (193).
100 lib. di
IO lib. di Salo
(Uzz. p. 88, lib. 102, saggi 6 = i centinaio di Salonicco). (Chiar. p. 30, lib. 100 = 100 lib. di Salonicco). in Salonicco,
(Peg. p. 182. di lib. I d ’argento di veneziano dà la zecca terì 40, grani 12). (Uzz. p. 97, r. 2). p er B o l d r o n i
(Peg. p. 203, lib, 100 = Firenze).
lib. 400 = 3 cantari di Genova = soma di Genova. p er C a n a p e
fila t o
e
non
i
fila t o
in Genova, 0. 16, lib. 52 = I torta. (Peg. p . 216, r. I l , di lino). (Tar. p. 67, r. 8, di lino). p er C a n f o r a
in Genova, c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. 20, di «caffera*). (Uzz. p. 1 9 1 . r. 35).
Cremona, in generale). (Chiar. p. 28. lib. 100 = 1 1 3 in 1 1 4 lib. di Cremona, in generale).
c. 3.
lib. 100 = 100 lib. « infino in lib. 102 » di Firenze.
in Firenze, c. 16, j
c. 3.
lib.
100 lib. di
in Barletta,
« infino in lib. 102 » =
Salonicco). in Salonicco,
(Chiar. p. 30, lib. loo =-c 100 lib. di Firenze).
in Firenze, c. 3.
di Firenze. (Peg. p. 203, lib. 100 =
c , 5t .
ICO lib. di
Firenze). (Uzz. p. 88, centinaio i =
lib. I = « cresce i ’ Napoli 10 per cen tinaio *.
6 saggi di Firenze). (Chiar. p. 30. lib. 100 =
100 lib. di
102 lib., 100 lib. di
Firenze),
« crescie in N a
c. 5 t ,
(193) Questo rapporto probabilmente è stato riferito erroneamente alla cera anziché alla seta (Cfr. B o r l a n d i F ., op. cit., p. 30 nota 2).
100
lib. grosse
di Costantinopoli). (Chiar. p. 30, r. 9 , in generale). (Chiar. p. 144, lib. 14 4 = i centinaio grosso di Costantinopoli, in generale). C. 22t, lib. 30 = 25 lib. di Montpellier. (Peg. p. 200, lib., al peso della sta dera, 12 2 1/6 = I cantaro di Mont pellier, in generale). (Chiar. p. 48 , lib. 8 6 =
75 lib. di
Montpellier, in generale). (Chiar. p. X05, lib. 92 = 8 0 lib. al grosso e 100 lib. al sottile di Mont pellier, in generale), c. 2 1 , lib. 12 0 =
I cantaro di Nimes.
c. 22t, lib. 25 = 30 lib. di Firenze. (Peg. p. 200. cantaro i = 122 1/6 lib., al peso della stadera, di Firenze, in generale). (Chiar. p. 4 8 , lib, 75 =
8 6 lib. di
Firenze, in generale), (Chiar. p. 105, lib. al grosso 80 e lib. al sottile 100 = 92 lib. di Firenze). in Pisa,
per C u b e b e in Genova,
lib. 154 =
c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. 19 ) . (Tar. p. 67, r. 2).
tinopoli. (Peg. p. 52, r. 4, in generale). (Tar. p. 17, lib. 144 =*= 100 lib, grosse
(194) M a r t i n i A ., op. cit., p. 182, in Cremona, peso per lino = 27 lib. = =
100 lib. grosse di Costan
in Montpellier (Monpulieri),
c. 3. lib. 100 = 100 lib. « infino in lib. 102 »
per C o co L L o in Chiarenza,
(Peg. p. 119 , lib. 100 = Napoli).
100
Salonicco). (Uzz. p. 88, lib. 102, saggi 6 = 1 centinaio di Salonicco). (Chiar. p. 30, lib. 100 = 100 lib. di
per C a rn e
c. 7 , lib. 1500 = i migliaio. (Uzz. p. 94, r. 22).
ICO
lib. di Salonicco. (Peg. p. 203, lib. 100 — 100 lib. di
(Peg. p. 203, lib. IO = 9 lib. di Firenze) (193). (Uzz. p. 88, centinaio i == 102 lib. 6 saggi di Firenze).
(Uzz. p. 92, lib. I = poli IO per 100»). in Napoli,
per C u o ia
lib. 14 7 =
lib. 100 « infino in lib. 102 » == 100 lib. di Salonicco.
in Napoli,
100 lib. di
lib. 180 = I peso. (Peg. p. 238, rr. 9-8). (Chiar. p. 133 , r. 20). in Firenze,
(Peg. p. 182, di lib. I d’argento di sardesco dà la zecca terì 4 1, grani 11). (Uzz. p. 97, rr. 1-2).
c. 9 , di lib. I d’argento di veneziano dà la zecca terì 40.
(Uzz. p. 19 1, r. 34). (Oliar, p. 90, « a centinaio»).
8.36 kg.
c. 3.
100 lib. grosse di Costan
di Cost antinopoli). (Uzz., p. 88, r. 18). (Chiar. p. 144, lib. 1 5 1 = i centinaio grosso di Costantinopoli, in generale).
1 82
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
p er F o r m a g g io
in Barletta, c. 7 . lib. 1500 = I migliaio. (Uzz. p. 94, rr. 22-21). per G a r o f a n i
in Genova, c. 16 ,
(Peg. p. 2 15, r. 19). (Tar. p. 67, rr. 1-2). (Uzz. p. 19 1, r. 33). (Chiar. pp. 89-90, a centinaio). per G u a d o
in Bruges, c. 17. lib. 690 = I cova. (Peg. p. 238, lib. 650 = I cova). (Chiar. p. 38, lib. 650 = i cova). (Chiar. p. 133, « si vende a uno pexo ch’è de libre 650»). per L a n a
in Firenze, c. 16, lib. 13 3 1/3 = I cantaro di Genova. (Peg. p. 198, lib. 138 1/3 = I can taro di Genova, in generale). (Chiar. p. 43, lib. 138 1/3 = i can taro di Genova, in generale), c. I4t, lib. 105 1/2 = I centinaio di Tunisi. (Peg. p. 135, lib. 145 1/2 = I can taro di Tunisi, in generale). (Uzz. p. 193, lib. 150 = 1 cantaro di Tunisi, in generale). (Chiar. p. 139, lib. 150 = i cantaro di Tunisi, in generale). p er L in o
in Genova, c. 16, lib. 52 = I torta. (Peg. p . 216, r . I I ) . (Tar. p. 67, r. 8). in Napoli, c. 9t,
lib. 1000 = I centinaio. (Peg. p. 180, « lino si vende in Napoli a centinaio di dicine, di libbre 10 grosse per dicina »). (Uzz. p. 96, « lino si vende a diane, e ogni diana è 4 ruotoli e vendesi ancora lino in grosso a cientinajo, e intendesi n o uno cientinajo»), (Uzz. p. 97, lib. I l i = « ciento uno »). c. 9t, lib. 1000 = 4 cantari « e alquanto più » di Bougie. (Uzz. p. 97, «ciento uno... ch’è lib. I l i » = 4 1/2 cantari di Bougie). in Pisa, c. 21, lib. 225 = I cantaro di Bougie. (Peg. p. 214 , r. 9).
(Chiar. p. 19, « Olio vi si vende a orcia ch’è un barile di 32 metadelle. E questo barile pesa libre 85 »). (Chiar. p. 37, lib. 85 = i orcio). in Pisa, c. 1 5 , lib. 240 = I staio. (Peg. p. 204, lib. di peso 20 = lib. di misura, lib. di misura 12 = i staio).
i
per O lio in Ancona, c. lOt, lib. 1800 = 40 metri = i migliaio. (Peg. p. 156, lib. grosse 1700 = 40 metri = 1 migliaio). (Tar. p. 35, « Ojo se vende a miero, e xe miri 40; lo dito mier geta a Veniexia miero i; e miro i pexa livre 1800 de Ancona ». (Uzz. p. 99, rr. 8-7). (Chiar. p. 99. lib. 1800 = i migliaio). in Firenze, c. i3t, lib. 84 = i orcio. (Peg. p. 19 1, lib., di misura, 8 = 1 orcio, lib., di misura, i = 10 5/8 lib., al peso di stadera, lib., al peso di stadera, 85 = i orcio).
in Firenze, c. 14, lib. I =
13 once di Genova,
c. 3, lib. 9 = IO lib. di Salonicco. (Peg. p. 203, r. 29) (196). (Uzz. p. 88, r. 30). (Chiar. p. 30, r. 4). c. I2t, lib. 9 = IO lib. di Venezia. in Genova,
per O r o in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, rr. 18-19). in Firenze, c. 22, lib. I = 77 1/2 saggi di Candia. (Peg. p. 105, rr. 32-31)-
per M i e l e in Ancona, c. lOt, lib. 1500 = i migliaio. (Peg. p. 156, lib. grosse 1560 = i mi gliaio) . (Tar. p. 34, lib. 1560 = i « miero »). (Uzz. p. 99, lib. 900 = I migliaio).
183
c. 16. (Peg. p. 2 15 , r. 22). (Tar. p. 67, r. 2). (Uzz. p. 192, rr. 16-17-18 ). c. 21, lib. 2 = 1 ruotolo di Tunisi. (Peg. p. 135, r. 9). in Lucca, c. I2t, lib. 9 = IO lib. di Venezia.
per P e p e in Cremona (Chermona),
(Peg. p. 147, r.14).
c. I4t, lib. 25 = I peso (19 5 )(Pag. pp. 146, rr. 4-5; 199, r. 4). in Fiere di Francia, c. i8t, lib. 350 = I carica. in Firenze, c. I4t, lib. 88 = 4 pesi di Cremona.
in Napoli, c. 5t. « cresce i’ Napoli 10 per centinaio » = I lib. di Chiarenza. (Peg. p. 119 , lib. 100 = ICO lib. di Chiarenza). (Uzz. p. 92, « crescie in Napoli 10 per 100» = I lib. di Chiarenza). in Pisa, c. 2, lib. 17 1/2 = IO ruotoli d’Alessandria.
per S e t a in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, r. 18). in Chiarenza, c. 5 t, lib. I
=
in Salonicco (Salonachi),
« cresce i ’ Napoli 10 per
centinaio ». (Peg. p. 119 , lib. 100 =
100 lib. di
Napoli). (Uzz. p. 92, lib. I = « crescie in N a poli IO per 100 »).
(195) M a r t i n i A., op. cit., p. 185, peso di Cremona = 25 lib. = 7,74 kg.
c. 3. lib. IO = 9 lib. di Firenze. (Peg. p. 203, r. 29) (196). (Uzz. p. 88, r. 30). (Chiar. p. 30, r. 4). in Tabriz (Torissi, Turigi). c. 23t, lib. I == 6 lib., 4 once di Venezia. (Peg. p. 30, menne 1 = 6 1 / 4 lib. sottili di Venezia).
(196) Vedi nota n. 193.
18 4
in Venezia (Vinegia), (197), c. I2t, lib. IO = c. I2t,
lib. 72 in 76 = I moggio di Chiarenza. (Peg. p. 159. r. 29). (Uzz. p. 92, rr. 3-2). in Chiarenza,
9 lib. di Firenze,
lib. IO == 9 lib. di Lucca. (Peg. p. 147, r. 14). C. 23 t , lib. 6, once 4 = 1 lib. di Tabriz. (Peg. p. 30, lib. sottili 6 1 / 4 = menna di Tabriz). p er S e t e
to rte
in Fiere di Francia, c . l 8t ,
lib. I =
15 once.
p er S p e z i e r i e g r o s s e
in Fiere di Francia, c. i8t, lib. 350 = I c a ric a . p er S p e z ie r ie
m in u t e
in Fiere di Francia, c. i8t, lib. I = 13 once. p er S p e z i e r i e s o t t i l i
in Genova, c. 16. (Chiar. p. 103, r. 7, «spezie tutte»). in Maiorca (Maiolicha), c. 2 lt, (Peg. pp. 12 3-12 4 , elenca 28 articoli, tra i quali molte spezie, che si ven dono a « libbre del cantaro della terra »). (Tar. p. 36, «spezaria... e tute altre spezarie menude »). (Chiar. p. 88, « spetie minute » si vendono a «libra della charicha»), per U v e p a sse
in Ancona, c. 5 t.
c. 5.
I
lib. 67 = I moggio. (Peg. p. if 9, r. 15). (Uzz. p. 91, r. 31). c. 6.
lib. 75 in 78 = 2 staia. (Uzz. p. 92, rr. 27-26). c. 6, I moggio di Chia
(Peg. p. 198, lib. 78 = Chiarenza). (Uzz. p. 92. rr. 27-26). (Chiar. p. 29, lib. 78 = Chiarenza). in Patrasso.
C. I 2t, lib. 850 = I moggio di Venezia. (Peg. p. 146, r. 36). (Chiar. p. 28, lib. 850 in 900 = moggio di Venezia).
L I B B R E G R O SSE in G e n e r a l e i
per V e r z i n o c o n i l l e g n o in Genova,
moggio 1 = 2 staia di Firenze. (Uzz. p. 92, rr. 27-26). in Firenze, c. 6,
lib. 75 in 78 = renza.
18 5
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
I moggio di
i moggio di
c- 5. lib. 67 = I moggio. (Uzz. p. 91, r. 31). per V a l o n i a in Ancona, c. 5t, lib. 220 = I quàrterone. (Peg. p. 159, lib. 220 = I quartiere). (Uzz. p. 91, r. 38). c. 5t, lib. 220 in 230 = i soma. (Uzz. p. 92, r. 12). in Firenze, c. 6, lib. 5x00 = 100 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 198, r. 23). (Uzz. p. 92, r. 32). (Chiar. p. 29, lib. ... = i «Maggio » di Chiarenza) (198).
(197) A .D .P., n. 1083, 22 novembre 1401, la lib. della seta di peso di Venezia era 12 once, ed i oncia equivaleva a (198) Cosi l'edizione curata dal Bor2 saggi. Cfr. anche M a r t i n i A ., op. cit., landi ed inclusa nel codice Panciatip. 818. chiano, ma lo stesso Studioso c ’informa
c. 16, lib. 100, si dà « per 100 ». per V e r z i n o m o n d o in Genova, c. 16, lib. ICO si dà «per cientinaio ». per Z a f f e r a n o in Genova, c. 16. (Pag. p. 2 15 , r. 22). (Tar. p. 67, r. 2). (Uzz. p. 192, rr. 14 -15 -16 ). (Chiar. p. 90, a centinaio). in Venezia (Vinegia), c. it, lib. 27 = 10 manne d’Alessandria. (Peg. p. 74, lib. sottili 265 in 268 = 100 manne d'Alessandria, in generale). (Tar. p. 62, lib. sottili 26 = diecina di menne d’Alessandria). (Uzz. p. 109, lib. sottili 250 = I centinaio « d ’Almena » d ’Alessandria, in generale, lib. 2 1 / 2 = 1 « Almena » d ’Alessan dria, in generale). (Chiar. p. 76, lib. sottili 27 = 10 « manne » d’Alessandria). (Chiar. p. 78, lib. sottili 25 in 26 = IO menne d’Alessandria). per Z e n d a d i o d r a p p i in Lucca, C. 12t, lib. 1 = 1 3 1/4 once di Venezia. (Peg. p. 147, rr. 15-16 , di « zendadi o di drappi di seta »). che la copia del codice Magliabechiano riporta invece « libre 5100 ».
in Barletta, c. 7.
once, di lib. grosse, 30 = i ruotolo. (Peg. p. 16 1, lib. grosse 2 1/2, d’once 12 grosse per lib., e di tari 33 1/3 per I oncia grossa, = i ruotolo). (Uzz. p. 94, r. 17). (Chiar. p. 96, « lo ruotolo [di Puglia] è libre 2 1/2 e pesa oncie 30 di Pu glia»). in Candia, c. 22, lib. grosse 1000 = = I migliaio.
1500 lib. sottili =
(Peg. p. 105, migliaia grosse i = 1540 lib. sottili). (CMar. p. X 45, peso sottile = 1 0 0 lib., peso grosso = 1 5 0 lib.). in Costantinopoli, c. 3.
lib. [ ] = 150 [ ] sottili. (Peg. p. 32, cantari genoveschi i = 150 lib. genovesche). (Uzz. p. 88, lib. grosse 100 = 150 lib.). (Chiar. pp. 140 -14 1, lib. grosse 100 = =
140 lib. sottili).
(Chiar. p. 144, centinaia grosse i = 140 lib., centinaia sottili i = in Fiera, c. 2t, lib. grosse 90 = d'Alessandria.
lib. ...).
i cantaro forforo
(Peg. p. 76, lib. 90 = foro d'Alessandria). c. 2t, lib. grosse 12 5 d'Alessandria.
=
i cantaro leudo
(Peg. p. 76, lib. 12 5 leudo d’Alessandria). in Napoli, c. 8t,
I cantaro for
=
I cantaro
i8 6
INDICI DI MISURE
lib. grosse 250 = looruotoli = i can taro (199). (Peg. p. 177, lib. grosse 2 1 / 2 = 1 ruotolo, e ruotoli 100 = i cantaro). (Uzz. p. 96, r. 3). (Chiar. p. 24, lib., grosse 250 = i cantaro). (Chiar. p. 108, ruotoli 100 = i can taro) . in Nimes (Nimisi), c. I7t, lib. grosse 100 = 128 lib. sottili = i cantaro, e cantari 3 = 1 carica. (Peg. pp. 224, rr. 35-36; 225, r. i). (Tar. pp. 37-38, lib. grosse 1 1 8 = 210 lib. sottili = I cantaro, e cantari 3 = I carica). in Salonicco (Salonachi), c. 3.
lib. grosse ... = ... lib. sottili. (Uzz. p. 88, rr. 27-28). in Venezia (Vinegia), c. l i t , lib. grosse 100 = 156 lib. sottili (200). (Peg. p. 137, lib. grosse 100 = 158 lib. sottili). (Tar. p. I I , lib. grosse 100 = 158 lib. sottili). (Tar. p. n , migliaio grosso i = 1580 lib. sottili). (Tar. p. 68, migliaio grosso i = 1560 lib. sottili). (Uzz. p. 161, centinaio grosso i = 158 lib.). (Uzz. p. i6 i, migliaio i = 1580 lib.). (Chiar. p. 43, migliaio grosso i = 1500 lib. sottili), c. 22, lib. grosse 112 = 100 lib. sottili di Can dia. (Peg. p. 106, lib. grosse iio o = i migliaio grosso di Can dia). (Peg. pp. 106-105, lib. sottili 1 140
(199) Vedi nota n. 1 7 1. (200) M a r t i n i A., op. cit., p. 818, in Venezia, lib. grosse 12 = 19 lib. sottili.
INDICI DI MISURE
= I migliaio sottile = 1000 lib. sottili di Candia). (Tar. p. 32. lib. IT2 = di Candia).
«C» sotil»
(Chiar. p. 65, lib. grosse iio o = i migliaio grosso di Candia). (Chiar. p. 65, lib. sottili 1 1 2 in 114 = 100 lib. sottili di Candia). (Chiar. p. 145, lib. sottili 1 1 2 = 100 lib. sottili di Candia). per C e r a in Salonicco (Salonachi), c. 3 (Uzz. p. 88, r. 28). per C o t o n e in Salonicco, c. 3(Uzz. p. 88 r. 28). per C u o ia in Costantinopoli, c. 3.
lib. grosse 100 = 14 7 lib. di Firenze. (Peg. p. 199, r. 23, in generale). (Tar. p. 17, rr. 5-6). (Uzz. p. 88, lib. grosse 100 = 157 lib. di Firenze). (Chiar. p. 30, r. 9, in generale). (Chiar. p. 144, centinaio grosso x = 144 lib. di Firenze, in generale), c. 3, lib. grosse 1000 = 1 1 cantari di Ge nova. (Peg. p. 48, migliaio grosso i = 11 cantari, 1 1 in 12 lib. di Genova, in generale). (Tar. p. 17, «micro grosso» i = 11 cantari di Genova). (Uzz. p. 88, lib. grosse 900 = 1 1 can tari di Genova). (Chiar. p. 144, centinaio grosso i = 160 lib. di Genova, in generale), c. 3. lib. grosse 100 = 154 lib. di Pisa. (Peg. p. 52, r. 4, in generale).
(Tar. p. 17, lib. grosse 100 = 144 lib. di Pisa). (Uzz. p. 88, r. 18). (Chiar. p. 144, centinaio grosso i = 15 1 lib. di Pisa, in generale). per F o r m a g g io in Venezia (Vinegia), c. 7t, lib. grosse 1070 = i migliaio di Pu glia = 6 cantari di Puglia. (Peg. p. 1 7 1, rr. 10-9). (Uzz. p. 95, rr. 11-10 ). (Chiar. p. 95, lib. grosse iio o = i migliaio di Puglia = 6 cantari di Puglia). per S e t a in Montpellier (Monpulieri) (201), C. 22t ,
lib. grosse i = 15 1/2 once. (Peg. p. 225, « a libbre grosse si ven dono seta cruda di fardelli d’ogni ra gione »). (Chiar. p. n g , « vendevixi sete di tutte sorte a libra di chintari ») L I B B R E S O T T IL I in G e n e r a l e in Barletta, c. 7, once, al sottile, 34 = i ruotolo. (Peg. p. 161, <( la libbra sottile si è once 12, di tari 30 pesi per i oncia sottile »). (Uzz. p. 94, r. 17). (Chiar. p. 96, « lo ruotolo [di Puglia] è libre 2 1/2 e pesa oncie 30 di Pu glia»). in Candia c. 22, lib. sottili 1500 = 1000 lib. grosse = I migliaio. (201) A .D .P., n. 574, 23 agosto 1398; 198 lib. grosse di Montpellier sono sot tili, a lib. 128 per 100, lib. 253 oz. 1 1 .
18 7
lib. sottili 100 = « uno 100 ». (Peg. p. 105, lib. sottili 1540 = I migliaio grosso, migliaio sottile i = 1000 lib. sottili, lib. sottili 100 = I centinaio). (Chiar. p. 145, peso sottile = 100 lib.). c. 22, lib. sottili 100 = 1 1 2 lib. grosse di Venezia, (Peg. p. 106, migliaio grosso i = iio o lib. grosse di Venezia). (Peg. pp. 105-106, migliaio sottile i = 1000 lib. sottili di Candia = 1140 lib. sottili di Venezia). (Tar. p. 32, «lo C» sotil» = 1 12 lib. di Venezia). (Chiar. p. 65, lib. sottili 100 = 1 12 in 1 1 4 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 145, lib. sottili 100 = 1 1 2 lib. sottili di Venezia). in Costantinopoli, c. 3. [ ] sottili 150 = 5 [ ] lib. (Peg. p. 32, lib. genovesche 150 = i cantaro genovese©). (Uzz. p. 88, lib. 150 = 100 lib. grosse). (Chiar. pp. 141-14 0 , lib. sottili 140 = 100 lib. grosse). (Chiar. p. 144, lib. 140 = i centinaio grosso, lib. ... = I centinaio sottile). in Fiera, c. 2t, lib. sottili 16 1/2 = lessandria.
IO menne d’A-
in Nimes (Nimisi), c. I7t, lib. sottili 128 = 100 lib. grosse = I cantaro, e cantari 3 = 1 carica. (Peg. pp. 224, rr. 35-36; 225, r. i). (Tar. pp. 37-38, lib. sottili 210 = 1 1 8 lib. grosse = i cantaro, e cantari 3 = 1 carica), c. 18, lib. sottili I = 12 1/2 once di Genova, c. 6t,
i8 8 [ ] = sina].
I cantaro sottile [di Mes
(Uzz. p. 93, lib. sottili 243 = taro sottile di Messina).
I can
in Salonicco (Salonachi), c. 3.
I cantaro [
(202). pepe). I carica). 61, r. 10;
(Uzz. p. n o , lib. sottili 3x8 = cantaro gervo d’Alessandria).
(Chiar. p. 14 1, lib. 3 18 = gervo d’Alessandria). c. it,
i cantaro
lib. sottili 192 = d’Alessandria.
(Tar. p. I I , lib. sottili 158 = grosse).
(Peg. p. 74, lib. sottili 19 3 = taro leudo d’Alessandria).
100 lib.
(Tar. p. 68, lib. sottili 1560 = gliaio grosso). (Uzz. p. 161, lib. 158 = grosso).
=
i
i mi
I centinaio
(Uzz. p. 16 1, lib. 1580 = I migliaio). (Chiar. p. 43, lib. sottili 1500 = i migliaio grosso), c. it, lib. sottili 140 = d’Alessandria.
I cantaro [
]
(Peg. p. 74, lib. sottili 140 = I cantaro forforo d’Alessandria). (Tar. pp. 28, 60, lib. sottili 144 = i cantaro forforo d’Alessandria). (Uzz. p. 109, lib. sottili 144 = I cantaro forforo d’Alessandria). (Uzz. p. 112 , lib. 144 = I cantaro forforo d’Alessandria). (Chiar. p. 76, lib. sottili 150 = i cantaro forforo di Alessandria).
(202) Vedi nota n. 176. (203) Vedi nota n. 200.
I
(Chiar. pp. 77, 99, lib. sottili 3 16 = i cantaro gervo d’Alessandria).
lib. sottili 156 = 100 lib. grosse (203). (Peg. p. 137, lib. sottili 158 = 100 lib. grosse).
(Tar. p. I I , lib. sottili 1580 migliaio grosso).
]
(Peg. p. 74, lib. sottili 300 in 301 = i cantaro gervo d’Alessandria). (Tar. pp. 28, 61, lib. sottili 3 1 2 = i cantaro gervo di Alessandria).
in Venezia (Vinegia), c. u t , lib. sottili 400 = I carica (Peg. p. 137, r. 17). (Tar. p. 67, rr. 13 -12 , di (Uzz. p. 161, lib. 400 = (Chiar. pp. 44, rr. 13 -12 ; 76, r. 14, di pepe), c. u t ,
(Chiar. p. 100, lib. sottili 146 1/7 = i cantaro forforo d’Alessandria). (Chiar. p. 140, lib. 104 = i cantaro forforo d’Alessandria). c. it, lib. sottili 300 = d’Alessandria.
lib. sottili ... = ... lib. grosse. (Uzz. p. 88, rr. 28-27).
18 9
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
I cantaro [
]
I can
« chantare di mena » d’Alessandria,
(Chiar. p. 90, lib. sottili 100 = 93 1/3
di spezierie diverse). (Chiar. p. 103, lib. sottili 2 1 / 4 = « mena » d’Alessandria).
lib. di Genova). (Chiar. p. 105, lib. sottili 105 =
c. 12, lib. sottili 100 =
1
c. 3 .
84 lib. di Bologna.
(Peg. p. 146, r. 9). (Uzz. p. 194, lib. 1 1 9 =
I cantaro di
Bologna). (Chiar. p. 48, lib. sottili 100 = 82 lib. di Bologna). (Chiar. pp. 1 1 7 - 1 1 6 , lib. 1 1 9 = 100 lib. di Bologna), c- 3 , lib. sottili 156 = I cantaro di Co stantinopoli, = 150 lib. di Costanti nopoli. (Uzz. pp. 89-88, lib. sottili 150 = I cantaro di Costantinopoli, « cioè crescie detto cantaro in Vinegia 3 0 4 per 100 »). (Chiar. p. 57, lib. sottili 100 = 96 lib. sottili di Costantinopoli),
(Tar. pp. 29, 61, lib. sottili 200 = i cantaro leudo d’Alessandria). (Uzz. p. Ilo , lib. 170 = I cantaro leudo di Alessandria).
c. 13 , lib. sottili 540 = I carica di fiera. (Peg. p. 148, r. 8).
(Chiar. p. 78, lib. sottili 200 = cantari «laradi» d’Alessandria).
i
lib. sottili 112 1/2 =
(Chiar. p. lo i, lib. sottili 205 = cantari « laundi » d’Alessandria). c. it,
i
renze. (Peg. p. 146, lib. sottili 1 1 3 in 1 1 3 1/2
lib. sottili 265 in 269 = d’Alessandria.
(Peg. p. 74, lib. sottili 265 in 268 = 100 menne d’Alessandria). (Tar. pp. 29, 62, lib. sottili 250 = 100 menne d'Alessandria, di spezierie diverse). (Uzz. p. 1 1 2 , lib. sottili 250 = I « cantaro di mena » d ’Alessandria, di spezierie diverse). =
I 2t,
100 lib. di F i
= 100 lib. di Firenze).
100 menne
(Chiar. p. 77, lib. sottili 2 1 / 2 menna di Alessandria).
C.
1
(Chiar. p. 78, lib. sottili 2 5 in 26 = i « decina di mena » d’Alessandria, di zafferano). (Chiar. p. 78, lib. sottili 250 == i
100
lib. di Genova),
(Chiar. p. 17, lib. sottili 1 1 4 2/7 = 100 lib. di Firenze). (Chiar. p. 27. lib. sottili 1 1 4 2/3 = 100 lib. di Firenze). (Chiar. pp. 48, 90, lib. sottili 100 = 86 lib. di Firenze). C. I 2 t ,
lib. sottili 156 = 150 lib. di Pera = 1 cantaro di Pera. (Peg. p. 148, lib. sottili 103 in 104 = 100 lib. di Pera). (Uzz. pp. 89-88, lib. sottili 150 = 150 lib. di Pera
=
i
cantaro di
Pera). (Chiar. p. 57, lib. 103 in 104 = 100 lib., di 150 lib. per cantaro, di Pera). per A r g e n t o in
Costantinopoli,
c. 3. (Peg. p. 40, a libbre). (Tar. pp. 15, 41, a libbre). (Uzz. p. 88, r. 15). in Venezia (Vinegia), c. u t , « oro e ariento si vende a lib. sot tile... » (205). (Peg. p. 138, « A marchi si vendono ar gento in piatti, argento in verghe, ar gento in buglione d’ogni ragione »). (Tar. pp. 12, 68, « tuto arzente e oro, ..., se vende a marche; ... E lo dito marco xe onze 8, e l’onza xe quarti 4, e lo quarto xe karati 36 »). (Uzz. p. 104, « a libre sottile si vende oro, e ariento filato, e sodo »). (Chiar. p. 45, « tutto oro filato e sodo e ariento..., si vendeno a libra, ch’è de once 10, quarti 3, charati 28 »).
lib.sottili 100 = 97lib. di Genova (204). (Peg. p. 147, lib. sottili 100 = 96 lib. di Genova). (Tar. p. 67, « C ° » sottile = 93 1/2 lib. di Genova). (Uzz. p. 158, lib. 106 = I centinaio di Genova).
(205) L o Z e r b i {Le origini della par tita doppia, gestioni aziendali e situazioni di mercati nei secoli X I V e X V , M ilan o 1952, p . 223, n o t a n . 14), c i ric o rd a la m arca
d ’ a rg e n to
v e n e z ia n a
d i 8 once
p a ri a 238, 499 g ra m m i. C fr. an ch e M a r
(204) Vedi nota n. iJ
t in i
A ., op. cit., p , 818.
ig o
INDICI DI MISURE p er A r g e n t o v iv o ,
in Ntmes (Nimisi), c. lyt. (Peg. p. 225, a cantaro).
in Barletta, 0. 7. (Uzz. p. 94, a peso sottile .
p er A v e r e d i l e v a n t e
in Ntmes (Nimisi). c. I7t. (Peg. p. 225, r. I I ) .
in Venezia (Vinegia), c. i it . (Tar. p. I I , « E a 1’altro pexo sotil se vende tute marcadantie che se duxe da Levante »).
in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 138, r. 12). (Tar. p. I I , a peso sottile.) (Tar. p. 68. r. i).
p er C a r d a m o n e
(Uzz. p. 104, a centinaio sottile). (Chiar. p. 44, a lib. d'once 12),
in Ntmes (Nimisi), c. lyt. (Peg. p. 225, r. 12). p er C o t o n e
in Venezia (Vinegia), c. yt. lib. sottili 1180 = I migliaio di Puglia (Peg. p. 17 1, r. 6). (Uzz. p. 95, rr. 7-6). (Chiar. p. 96, « Libre 118 0 d’atone in Vinegia fanno in Barlletta i migliaro »).
per M a c e in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, a peso sottile). in Ntmes (Nimisi), c. I7t. (Peg. p. 225, r. I I ) . (Tar. p. 38, r. 7). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 138, r. 12). (Tar. pp. 12, rr. 5-6; 68, rr. 1-3). (Chiar. p. 44, a lib. d’once 12).
c. i7t. (Peg. p. 225, r. I I ) . (Tar. p. 38, r. 7). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 138, r. 12). (Tar. pp. 12, r. 7; 68, r. i). (Chiar. p. 44, «a libre d’once 12»). p er G a l i n g a
in Candia, c. 22. per G a r o fa n i
in Ancona, c. lOt. (Uzz. p. 99, a peso sottile).
se vende a marche; ... e lo dito marco xe onze 8, e l ’onza xe quarti 4, e lo quarto xe karati 36 »). (Tar. p. 14, « oro filado se vende a livre; e la dita livra pexa i marca, onze 2 quarti 3, karati 20 »). (Tar. p. 68 « oro filado se vende a livra, e la dita livra pexa marcha i, onze 2, quarti 3, karati 28 aponto »). (Uzz. p. 104, « a libre sottile si vende oro e ariento filato e sodo »). (Chiar. p. 45, « tutto oro filato e sodo, ... si vendeno a libra ch’e de once 10, quarti 3, charati 28 »). per P e p e l u n g o in Nhnes (Nimisi), c. lyt. (Pag. p. 225, r. 12). per S c a m o n e a in Ntmes, c. i7t. (Peg. p. 225, r. 13).
« oro e ariento si vende a lib. sot tile... ».
per S e t a in Ancona, c. lot. (Pag. p. 156, rr. 12-13). (Tar. p. 34, « a sotil »). (Uzz. p. 99, a peso sottile). in Costantinopoli, c. 3, <( a dicina di lib. sottile ». (Peg. p. 35, « a dicine di libbre, seta cruda d’ogni ragione »). (Tar. pp. 15, 42, a diecine di libbre). (Uzz. p. 88, r. 12). (Chiar. p. 144, r. 7). in Nimes (Nimisi), e. lyt. (Pag. p. 225, «seta tinta torta e istorta »). (Tar. p. 38, r. 8).
(Peg. p. 138, « a carato di marchio si vende... oro in verghe, oro in piatti, oro in buglione d’ogni ragione »). (Tar. pp. 12, 68, « tuto arzente e oro.
per S p e z i e r i a in Venezia (Vinegia), c. 23t,
p er C u b e b e
in Nimes (Nimisi),
INDICI DI MISURE
per N o c i m o s c a t e in Ancona, c. lOt. (Uzz. p. 99, a peso sottile). in Candia, c. 22. in Nimes (Nimisi), c. i7t. (Peg. p. 225, r. I I ) . per O ro in Venezia (Vinegia), c. u t ,
19 1
lib. sottili 3 = 1 menna di Tabriz. (Peg. p. 30, lib. sottili 300 = 100 menne di Tabriz). per S p e z i e r i a m in u ta , in Genova, C. 22 t , lib. sottili 1 = 1 lib. sottile di Mont pellier. (Peg. p. 2 21, r. 14). (Chiar. p. 105, lib. 100 = 80 lib. al grosso, e 100 lib. al sottile, di di Montpellier). (Chiar. p. 118 , « vendevixi a libra sottile alcuna chosa, la quale libra è tutta una con quella di Gienova »). in Montpellier (Monpulieri) (206), c. 22t, lib. sottili I = 12 once. (Peg. p. 225, r. 4, in generale). (Tar., p. 38, « tute spezie menude se vende tute a livra sotil »). (Chiar. p. 119 , lib. grosse i = 12 once). c. 22t, lib. sottili I = I lib. sottile di Ge nova. (Peg. p. 221, r. 14). (Chiar. p. 105, lib., al grosso, 80 e lib., al sottile, 100 = 100 lib. di Ge nova) . (Chiar. p. 118 , « vendevixi a libra sottile alcuna chosa, la quale libra è tutta una con quella di Gienova»). in Ntmes (Nimisi), c. I7t. (Tar. p. 38, rr. 7-8). per S p e z i e r i a s o t t i l e in Ancona, c. lot. (Peg. p. 156. r. 13). (Tar. p. 34, « se vende tuta spezaria a sotil »). (Uzz. p. 99, a peso sottile).
(206) Vedi nota n. 201.
192
INDICI DI MISURE
in Barletta, c. 7. (Uz2. p. 94, rr. 18-19). in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, a libbra). in Venezia (Vinegia) (207), c. u t . (Peg. p. 138, « tutte spezierie mi nute »). (Tar. p . I I , a p e s o s o t t i le , « t u t e s p e zie m e n u d e »).
(Tar. p. 68, « tute altre spezie me nude »). (Uzz. p. 104, « al centinajo sottile si vende... ogni spezieria...»). (Chiar. p. 51, « Spezie grosse e minute che a Vinegia se vendeno a centinaio e a libra sottile... »). per S p ig o in Ntmes (Nimisi), c. I7t. (Peg. p. 225. r. 12). per U v a
passa
in Venezia (Vinegia), cc. 5, u t , lib. sottili 260 = I staio. (Peg. pp. 139, r. 25; 149, r. 16). (Uzz. p. 91. rr. 32-33). (Chiar. p. 46, r. 15). c- 5. lib. sottili 83 = I moggio di Chiarenza. (Peg. p. 149, rr. 16-15). (Tar. p. 5 1, staia 50 = 100 moggia di Chiarenza). (Uzz. p. 91, rr. 32-31). c- 5 . lib. sottili 83 = I moggio di Patrasso. (Tar. p. 51, staia 48 = 100 moggia di Patrasso). (Uzz. p. 91, rr. 32-31).
INDICI DI MISURE
per Z a f f e r a n o in A ncona, c. lot. (Peg. p. 156, rr. 12 -13). (Tar. p. 34, « a sotil»). (Uzz. p. 99, a peso sottile). in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, a peso sottile). in Candia, c. 22. (Tar. p. 32, r. 17). in Genova, c. 22t, lib. sottili I = pellier.
I lib. sottile di Mont
(Chiar. p. 105, « libre 100 di Gienova fanno in... Monpulieri libre 80 al grosso, e al sottile libre 100 », in generale). (Chiar. p. ii8 , « Vendevixi [a Mont pellier] a libra sottile alcuna chosa la quale libra è tu tta una con quella di Gienova »). in Montpellier (Monpulieri). c. 22t, lib. sottili I = 12 once, (Peg. p. 225, rr. 11-4 ). (Tar. p. 38, « Ziafaran... se vende... a livra sotil »). C. 2 2 t , lib. sottili I = i lib. sottile di Ge nova. (Chiar. p. 105. « libre 100 di Gienova fanno in ... Monpulieri libre 80 al grosso e al sottile libre 100 », in gene rale) . (Chiar. p. 118 , «vendevixi a libra sottile alcuna chosa la quale libra è tutta una con quella di Gienova »). in Ntmes (Nimisi), c. I7t. (Peg. p. 225, r. I I ) . (Tar. p. 38, rr. 7-8).
(207) A.D .P., « a Vinegia si vendeM A R A B O T T IN I tante ispezie sotili a lib. sotili » ( P i a t in Siviglia (Sobilla), TOLI R., op. cit., p. 82). C. 2 3 t ,
« 22 marabottini vagliono una dobra d ’oro »,
« la dobra vale in Sobilla da 24 ma rabottini », marabottini i = 10 d., marabottini i 3/5 = 16 d. (Peg. p. 271 « In Sobilia si spendono uno numero di moneta chiamata marabottini, i quali marabottini non è moneta che si veggia; ma àvi una moneta picciola che s’appella., e che se ne fa pagamento; e dassene 10 della detta muneta picciola a conto per I marabottino... »). (Chiar. p. 39, 85-86, « la dobra chorrente vale 8 tomini. E 1 tornino vale denari 12 o voi dire che detta dobra vagli mar avidis 7 1 di bianche 2 per maravidis e sempre sta chosì »). (Chiar. p. 129, « In Sibilla si tiene ragione con charte e vendivixi merchantie a dobre chorrenti e a tomini e piccoli che tomini 8 vale una dobra e piccoli 112 , vale uno tomino»). M ARCA in Bergamo, c. I4t, marca i = « è maggiore che quella di Melano d. 6 inperiali di valuta ». in M ilano, e. i4t, « è maggiore che quella di Melano d. 6 inperiali di valuta » = i marca di Bergamo. MARCO in G e n e r a l e in Ancona, c. I , marco 1 = 77 pesi di miglioresi d’A lessandria. (Pag. p. 74, marco d’argento i = 77 pesi di miglioresi d'Alessandria). (Tar. p. 39, marca i = 77 pesi d’Alessandria). c. I l ,
193
marco 1 = 8 1/4 once di Firenze. (Peg. p. 16 1, marco d’argento i = 8 1/4 once di Firenze). (Chiar. p. 25, marco d’ argento 1 = 8 once, 6 d. di Firenze). in Avignone (Vingnione), c. 18, marco 1 = 9 once meno i star lino di Genova. (Peg. p. 2 21, marco d’argento 1 = 9 once meno i 1/3 d., di d. 24 pesi per I oncia, e d'once 8 per i marco di Genova). (Chiar. p. 12 1, lib. d’argento i = 13 once, d. 17, di Genova). in Bruges (Bruggia), c. 19. marchi 1 1 / 3 = 1 marco di Parigi. (Peg. p. 245, marchi, al peso d'ar gento, 21 = 16 marchi di Parigi). (Peg. p. 245, marchi, al peso d’oro, 1 = 1 marco di Parigi). (Peg. p. 245, marco, d’argento, 1 = 6 once, 2 d., 6 6/7 grani, di grani 24 per I d. e di 24 d. per i oncia, di Parigi). in Cagliari (Castello di Castro), c. 10, marco i 1/2 = 12 once, 12 teri, di Napoli. (Peg. p. 189, marco, d’argento, 1 = 8 once, 22 1/2 teri di Napoli). (Uzz. p. 97, r. 40). in Fiera, c. 19, m a rc o 1 = 4 fo rto n i (208). fo rto n i I == 4 lo tti, lo tt i I =
7 1 / 2 steriin i.
(Peg. p. 235, « lo marchio, de’ panni, si è 4 fortoni, e ogni fortone si è 4 lotti, e ogni lotto si è steriini 7 1/2, di soldi 13, denari 4 steriini il mar chio »). (208) Fortone = vierding, e lotto = lot, erano unità monetarie in uso nella Champagne (Cfr. E v a n s A ., op. cit., p. 436 e M a r t i n o r i E . , op. cit., 253).
INDICI DI MISURE
194 in Marsiglia, c. i j t,
* è maggiore che quello di Marsilia starlini uno » = i marco di Mont pellier, c. ly t, « è maggiore che quello di Marsilia starlini uno » = i marco di Nìmes. (Peg. p. 226, « è maggiore che quello di Marsilia i steriini » = i marco dell’argento di Nìmes). in Montpellier (Monpulieri), c. i j t , marco i = « è maggiore che quello di Marsilia starlini uno ». c. i7t, marco 1 = 1 marco di Nìmes. in Nìmes (Nimisi), c. 18, marco 1 = 9 once di Genova. (P eg. p . 221, m arco , d ’oro e d ’a rg e n to , 1 =
9 once m eno 6 g ra n i,
d i g ra n i
24 per I d. e di 24 d. p e r o n cia , di G e n o v a ). c. i 7 t ,
marco i = « è maggiore che quello di Marsilia starlini uno ». (Peg. p. 226, marco, dell’argento, I = « è maggiore che quello di M ar silia I steriini»), c. lyt, marco 1 =
1 marco di Montpellier.
in Padova,
(Peg. p. 245, once 6, d. 2. grani 6 6/7, di grani 24 per i d. e di d. 24 per I oncia. = i marco d’argento di Bruges). in Puglia, c. 7t, marco i, steriini 3 1 / 2 = 1 marco di Venezia. (Peg. p. 1 7 1 , once 8, steriini 3 1/2, in Barletta = i marco, d’argento, di Venezia). (Uzz. p. 95, « mari star. 3 e mezzo » = I marco di Venezia). (Chiar. p. 95, once 8, steriini 3 1/2 «in Puglia, cioè in Barlletta » = i marco di Venezia). in Venezia (Vinegia), c. 13 ,
marco I = i marco di Padova. (Peg. p. 145, marco 1 = 1 marco d’argento di Padova). (Chiar. p. 47, « a Vinegia, Padova e Verona si lavora ariento a llegha d’once 7 di fine per marcho»), c. 7t, marchi 1 = 1 marco, 3 1/2 steriini di Puglia. (Peg. p. 1 7 1 , marco, d’argento, 1 = 8 once, 3 1/2 steriini di Barletta). (Uzz. p. 95, marco i = «m ari star. 3 e mezzo »). (Chiar. p. 95, marco i == 8 once, 3 1/2 steriini « di Puglia, cioè in Barlletta »).
c. 13 ,
marco 1 = 1 marco di Venezia. (Peg. p. 145, marco, d’argento, 1 = marco di Venezia).
1
(Chiar. p. 47, « a Vinegia, Padova e Verona si lavora ariento a llegha d’once 7 di fine per marcho»). in Parigi, c. 19 ,
marco 1 = 1 1 / 3 marchi di Bruges. (Peg. p. 245, marchi 16 = 2 1 marchi al peso d’argento di Bruges). (Peg. p. 245, marco 1 = 1 marco al peso d’oro di Bruges).
per A r g e n t o
in Ancona, C. I I ,
marco 1 = 7 5/6 once di Venezia. (Peg. p. 160, once 7, d. 20 = i marco di Venezia) (209). (Chiar. p. 99, once 7. d. 20 = i marco di Venezia). in Avignone (Vingnione), c. 14, marchi 1 = 8 once, 7 d. di Firenze. (209) Vedi nota n. 129.
INDICI DI MISURE (Peg. p. 201, r. 3). (Chiar. p. 42, r. 11). (Chiar. p. 12 1, lib., d’argento, i = once, 19 d. di Firenze).
12
in Barletta, c. 6t, marco 1 = 8 1 / 4 once di Firenze. (Peg. p. 1 1 5 , marco 1 = 8 once, 6 d. di Firenze) (210). (Uzz. p. 93, rr. 23-24). (Uzz. p. 193, once 8 = 7 once, 12 d. di Firenze). (Chiar. p. i i i , once 8 = 7 once, 12 d. di Firenze). 0. 6t, marco 1 = 9 once di Genova. (Pag. pp. 1 1 5 -1 1 6 , marco 1 = 9 once, 2 1/3 d. di Genova] (211). (Uzz. p. 93, rr. 23-25). (Uzz. p. 19 3, once 8 = 8 once, i d. di Genova). (Chiar. p. i i i , once 8 = 8 once, I d . di Genova). 0. 6t, marco 1 = 1 marco di Messina. (Pag. p. 1 1 5 , r. 3). (Uzz. p. 93, r. 23). (Uzz. p. 193, once 8 = 1 marco di Messina). (Chiar. p. i i i , once 8 = 1 marco di Messina). c. 6t, marco 1 = 7 once, 20 d., di d. 24 in oncia, di Nìmes. (Uzz. p. 93, marco 1 = 7 once, 20 carati di Nìmes). c. 6t, marco i = 8 1/2 once di Pisa.
(210) Più esattamente p. 1 1 5 , marco d’argento di Messina = marco d’argento di Barletta, marco d’argento di Messina = 8 once, 6 d. di Firenze. (211) Più esattamente: p. 115 , marco d’argento di Messina = marco d’argento di Barletta; p. 116 , marco d’argento di Messina = 9 once, 2 1/3 d. di Genova.
195
(Peg. pp. 1 15 , r. 3; 1 1 6 r. 3). (Uzz. p . 93, rr. 23-24). (Uzz. p . 193, once 8 = 7 once, 12 d., di Pisa). (Chiar. p . i i i , once 8 = 7 once, 18 d. di Pisa). in Bruges (Bruggia), c. 17 ,
marco 1 = 6 1 / 2 once di Firenze. (Peg. p . 246, marco 1 = 6 once, 13 1/2 d. di Firenze). (Chiar. p . 37, marco 1 = 6 once, 14 1/2 d. di Firenze). in Cagliari (Castello di Castro), c. i5 t, marco i 1/2 = i lib. di Pisa. (Peg. p. 2 13 , r. 7). in Fiera, c. 14, marco i = 8 once, d. 15. di d. 24 in oncia, di Firenze. (Peg. p . 201, r. 19). c. 18, marco 1 = 8 1/3 once di Nìmes. (Peg. p . 227, marco 1 = 8 1 / 4 once di Nìmes). in Maiorca (Maiolicha), c. 1 5 ,
marco 1 = 8 ifz once di Pisa. (Peg. p . 128, marco 1 = 8 once, 13 1/2 d. di Pisa). in Messina, c. 6t, marco 1 = 1 marco di Barletta. (Peg. p . 1 1 5 , r. 3). (Uzz. p . 93, r. 23). (Uzz. p . 193, marco 1 = 8 once di Barletta). (Chiar. p . i i i , marco 1 = 8 once di Barletta). c. 6t, marco 1 = 8 1 / 4 once di Firenze. (Peg. p . 1 1 5 , marco 1 = 8 once, d. 6, di Firenze). (Uzz. p . 93, rr. 23-24). (Uzz. p . 193, marco 1 = 7 once, 12 d. di Firenze).
19 6
INDICI DI MISURE
(CMar. p . I l i , marco 12 d. di Firenze). c. 6t. marco 1 = 9
=
i
7 once,
once di Genova.
(Peg. p. 1x6, marco 1 2 1/3 d. di Genova).
=
9 once,
8 once, i
(Chiar. p. i i i , marco i — 8 once, i d. di Genova). 0. 6t, marco 1 = 7 once, 20 d., di d. 24 in oncia, di Nìmes. (Uzz. p. 93, marco 1 = carati di Nimes).
7 once, 20
c. 6t, marchi i =
marco 1 = 6 1 / 2 once di Firenze. (Peg. p. 246, marco 1 = 8 once,
marco i = 78 1/2 pesi di miglioresi d’Alessandria.
15 d. di Firenze). (Chiar. p. 37, marco 1 = 8
(Peg. p. 74, r. 26).
16 d. di Firenze).
=
7 once,
(Chiar. p. i i i , marco 1 = 18 d. di Pisa).
7 once,
(Tar. p. 62, marco i = 78 1/3 pesi di miglioresi d’Alessandria). (Chiar. p. 75, r. 22). c. 12, marchi i 1/2, d. 3, di d. 24 in oncia, = I lib. di Bologna. (Peg. p. 146, once 12 d. 3 « d’once 8 per I marco di Vinegia e di denari 24 pesi per i oncia » = i lib. di Bo logna) .
(Chiar. p. 49, marco, d’argento sodo, I = 7 once, d. 21 di Bologna). (Chiar. p. 116 , once 8, d. 3 = i marco di Bologna). c. I2t, marco 1 = 8 once, 10 d., di d. 24 in oncia, di Firenze. (Peg. p. 146, r. 31).
ifi Nimes (Nimisi), c. 13 ,
marchi i 1/2, starlini 2 1/2 = 12 once meno 7 1/2 d., di d. 24 in oncia, di fiera. (Tar. p. 38, marca i 1/2 = 7 d. di fiera).
78 2/3 pesi
(Uzz. p. 194, once 8, d. 23 = i marco di Bologna).
8 1/2 once di Pisa.
(Peg. p. 116, r. 3). (Uzz. p. 93, rr. 23-24). (Uzz. p. 193, marco 1 12 d. di Pisa).
in Venezia (Vinegia), c. it,
(Tar. p. 30, marco i = d’Alessandria).
(Uzz. p. 93, rr. 23-25). (Uzz. p. 193, marco 1 = d. di Genova).
12 once,
c. 14 ,
marco 1 = 8 1 / 3 once di Firenze. (Peg. p. 200, marco 1 = 8 once, 8 d. di Firenze), c. 13 ,
marchi i 1/2, starlini 2 1 / 2 = d’argento di Venezia.
1 lib.
(Peg. p. 147, once 8, d. 2 = x marco d’argento di Venezia). (Tar. p. 38, marchi i 1/2 marco d’argento di Venezia).
=
in Parigi, c. 19, marco 1 = 8 once, 16 d. di Firenze. (Peg. p. 201, rr. 24-25).
x
(Uzz. p. 194, once 8, d. 2 3 = 8 once, I I d. di Firenze). (Chiar. p. 28, once, d’argento sodo, 8 = 8 once, 10 d. di Firenze). (Chiar. p. 49, marco, d’argento sodo, I = 8 once, II in 12 d. di Firenze). (Chiar. p. 116 , once 8, d. 3 = 8 once, I I d. di Firenze). per C e r a in Bruges (Bruggia), c. 17, marco i = 18 tornesi grossi meno i parigino. (Peg. p. 238, marco i = parigini,
3 1 s., 4 d.
d. 2 1 «di detti parigini» = so tomese d’argento). p e r O ro
in Bruges, c. 17,
197
INDICI DI MISURE
once,
in Parigi, c. 19, marco 1 = 8 once, 16 d. di Firenze. (Peg. p. 201, rr. 24-25). (Chiar. p. 38, marco 1 = 8 2/3 once di Firenze). in Venezia (Vinegia), c. I3t, marchi 2, once i, saggio 1/2 =
i
per O lio in Tunisi, c. 23t, mattare 2 3/4 = i giarra di Siviglia, mattare 27 = 10 giarre di Siviglia.
265 in 269 lib. sottili
di Venezia. (Peg. p. 74, menne 100 = 265 in 268 lib. sottili di Venezia). (Tar. pp. 29, 62, menne 100 = 250 lib. sottili di Venezia, di spezierie diverse). (Uzz. p. 1 1 2 , «cantaro di mena» I = 250 lib. sottili di Venezia, di
H ENNE in G e n e r a l e in Alessandria, 232 in 236 lib. d 'A n
cona. (Peg. p. 74, menne 100 = 225 in 230 lib. d’Ancona). (Tar. p. 39, mine 100 = 232 in 236 lib. d’Ancona), c. 2t, menne 100 = 168 lib. di fiera. (Peg. p. 76, r. 14). C. 2t ,
c. it, menne 10 =
240 lib. di Pisa.
menne 10 = 24 1/2 lib. di Provenza, merme 100 = 245 lib. di Provenza. (Peg. p. 76, menne 10 = 24 1/2 lib. sottili di Provenza), c. it, menne 100 =
16 1/2 lib., sottili, di
f ie r a ,
i gros
c. 2, menne 100 = C. 2t,
M ATTARE
menne 10 =
c. 2, menne 100 = 257 lib. di Genova. (Peg. p. 75, r. 28).
(Peg. p. 75, r. 19).
ruotolo d’oro di Tunisi.
c. I, manne 100 =
(Uzz. p. 1 12 , menne 10 = 2 1 lib., IO 1/2 once di Firenze). (Uzz. p. 1X0, centinaio di menne I = 250 lib. di Firenze). (Chiar. p. 35, «manne» 10 = 2 1 7/8 in 22 lib. di Firenze),
22 1/2 in 23 lib. di F i
renze. (Peg. p. 75, r. i o ). (Uzz. p. 109, « almena » 1 = 2 1/2 once di Firenze).
2 lib.,
spezierie diverse). (Chiar. p. 77, menne 1 = 2 1 / 2 lib. sottili di Venezia). (Chiar. p. 78, « decina di mena » I = 25 in 26 lib. sottili, di zafferano). (Chiar. p. 78, « chantare di mena » I = 250 lib. sottili, di spezierie di verse) . (Chiar. p. 103, « mena » 1
=
21/4
lib. sottili). per S p e z i e r i a in Tabriz (Torissi, Turigi), c. 23t, « a cient. di menne ». (Peg. p. 26, spezieria grossa a cen tinaio di menne, spezieria sottile a diecine di menne). (Chiar. p. 3 1, «mene 100 di spezie...»), c. 23t, menne 1 =
3 lib. sottili di Venezia.
198 (Peg. p. 30, menne 100 = sottili di Venezia).
300 lib.
1800 lib.
(Peg. p. 156, metri 40 = grosse).
per Z a f f e r a n o
in Alessandria (212), c. I t ,
menne 10 = 27 lib. di Venezia. (Peg. p. 74, menne 100 = 265 in 268 lib. sottili di Venezia, in generale) (Tar. p. 62, diecina di menne = 26 lib. sottili di Venezia). (Uzz. p. 109, centinaio * d’Almena » I = 250 lib. sottili di Venezia, in generale, « Almena » i = 2 1 / 2 lib. di Venezia, in generale). (Chiar. p. 76. « manne » 10 = sottili di Venezia). (Chiar. p. 78, menne 10 = lib. sottili di Venezia).
metri 40 =
2 7 lib.
25 in 26
(Chiar. p. 99, migliaio i = 1800 lib.). cc. 7t, lot, I I , metri 40 = i migliaio. (Peg. pp. 156, r. 16; 160, rr. 22-23; 170, rr. 5-6). p. 35, « miri » 40 = i « miero »). pp. 95, rr. 1-2; 99, rr. 7-8). 42 = i migliaio di Puglia. p. 170, r. 5). p. 95, r. i).
in Salonicco (Salonachi), c. 3.
M ETAD ELLE
metri 2 1 = i migliaio d'Ancona. (Peg. p. 16 1, r. 7). (Uzz. p. 88, r. 20).
p er V in o
in Firenze, c. 1 5 ,
« è magiore q’una metadella » = pinta di Parigi.
1700 lib.
(Tar. p. 35, « Ojo se vende a miero e xe miri 40; e lo dito mier geta a Veniexia miero i; e miro r pexa livre 1800 de Ancona»). (Uzz. p. 99, rr. 7-8).
(Tar. (Uzz. c. 7 t, metri (Peg. (Uzz.
1
(Peg. pp. 201, r. 29; 202, r. i). (Chiar. p. 38, rr. 13 -12 ). M ETRI p er O lio
in Ancona, c. lot. (212) Non si fa nel nostro codice men zione dello « zaffiore » ossia dello zafierano falso d'Alessandria — ampiamente commerciato da Nicolò detto Pignol Zuchello, mercante di Pisa vissuto a lungo a Venezia, ed a Candia — , e che si conosce trattato in quest’ultima piazza a cantari leudi, al prezzo, nel 1347, di 6 bisanti per cantaro ( D e l l a R o c c a R . M., Lettere di Mercanti a Pignol Zucchetto, 1336 -1350 , in « Fonti per la storia di Venezia, sez. IV , archivi privati». Venezia 1957, PP- X I I I , 76).
per V i n o in Chiarenza, c. 4t,
(Uzz. p. 9 1, metri 24 = d’Istip, di vaio), cc. 4t, 7t,
12 metri
i botte di 1/2 migliaio
(Peg. p. 170, metri 40 = i botte di 1/2 migliaio di Barletta, in gene rale) . (Uzz. p. 95, rr. 3-4). in Istip (Stiva), c. 4t,
M EZZARU O LE per V in o in Marsiglia, c. I5t, mezzaruole 104 in n o =
in Salonicco (Salonachi),
100 barili
di Pisa. (Peg. p. 2 13 , rr, 18-17). in Tunisi, C. 20 t. (Peg. p. 130, r. 27). (Chiar. p. 139, r. 14).
per A v e r e d i l e v a n t e in Venezia (Vinegia), c. u t .
1. mezzaruole 82 — 100 salme di Ca
labria. (Peg. p. 136, mezzaruole 82 = salme di Turpia di Calabria).
100 salme di Mes
sina, di vino. (Uzz. p. 94, « Caffiisi 60 di Messina, tornano in Tunizi giarre 14 e mezzo, e in Tripoli giarre 100, salvo di vino di Messina, sono in Tunizi, mezza
24 metri di
metri 12 = i botte di 1/2 migliaio di Puglia.
c. 7. (Uzz. p. 94, r. 21). (Chiar. p. 96, « anche si vende in Pu glia chame insalata e grasso a mi gliare... »). c . 7.
migliaio I = 1500 lib. (Uzz. p. 94, r. 22). per C o t o n e in Barletta,
100 barili di Pisa.
(Peg. p. 135, r. 3). (Chiar. p. 139, r. 14). 95
per C a r n e in Barletta,
100
(Uzz. p. 94, r. 29).
c. 7, mezzaruole
migliaia i = 1020 lib. di Pisa. (Uzz. p. 88, lib. 100 = 120 lib. di Pisa).
c-
c. 6t, mezzaruole 80 =
in Napoli, c. 8t, migliaia 1 = 4 cantari. (Peg. p. 17 7 , r. 20). (Uzz. p. 96, rr. 6-5).
c . 3.
=
100
salme
di
Scalea. (Peg. p. 136, r. i o ). (Uzz. p. 94. r. 30).
in Napoli, c. 8t. (Peg. p. 178, « Cotone mapputo d’ogni ragione »). (Uzz. p. 96, r. 5). in Puglia,
in G e n e r a l e in Candia, c. 22, migliaia i = 1000 lib. grosse = 1500 lib. sottili. (Peg. p. 105, migliaio grosso j = 1540 lib. sottili, migliaio sottile r =
c. 7. (Uzz. p. 94, r. 2x). (Chiar. p. 96, « in Puglia si vende banbagio a migliare »).
M IG L IA IA
metri 12 = 24 metri di Chiarenza. (Peg. p. 118 , r. 23). (Uzz. p. 9 1, metri 12 = Chiarenza, di vaio), c. 4t,
(Uzz. p. 91, metri 12 = i botte di 1/2 migliaio di Puglia, di vaio).
ruole 80 »), c. 21, mezzaruole 67 =
metri 24 = 12 metri dTstip. (Peg. p. 118 , r. 23).
metri 24 = di Puglia.
19 9
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
1000 lib. sottili).
c. 7t, migliaia i =
1 180 lib. sottili di Ve
nezia. (Peg. p. 1 7 1, r. 6). (Uzz. p. 95, rr. 6-7). (Chiax. p. 96, « Libre 1180 d'atone in Vinegia fanno in Barlletta i migliaro »).
200
INDICI DI MISURE
in Venezia (Vinegia) (213), c. 12, migliaia i = 36 in 37 pesi di Cremona. (Peg. p. 146, r. 2). (Cliiar. p. 50, migliaia i = di Cremona, di bambagie).
36 pesi
migliaia i =
INDICI DI MISURE 40 metri.
(Peg. p. 17 5 , migliaio i
(Peg. pp. 156, r. 16: 160, rr. 23-22; 170, rr. 6-5). (Tar. p. 35, « miero » i = 40 « miri »). (Uzz., pp. 95, rr. 2 -1; 99, rr. 8-7). c. 22, migliaia i = « ch’è magiore che quel d’Ancona 2 metri » di Candia. (Peg. p. 105, r. 27).
p e r F o r m a g g io
in Barletta, c. 7.
C. I I ,
« minore che quello di Fermo 6 me tri » = I migliaio di Fermo. (Peg. p. 160, r. 22).
migliaia 1 = 6 cantari. (Peg. p. 17 1, r. 9 ). (Uzz. p . 95, r. io ). (Chiar. p. 95, r. 2). c. 7t,
migliaia i = 2 1 metri di Salonicco. (Peg. p. 16 1, r. 7). (Uzz. p. 88, r. 20). c. I I ,
c. 3.
1070 lib. grosse di V e
(Peg. p. 17 1, rr. 9-10). (Uzz. p. 95, rr. lo -ii). (Chiar. p. 95, migliaia i = grosse di Venezia).
iio o lib.
in Ancona, c. lot, migliaia i =
1560 lib.
(Tar. p. 34, «miero» i = 1560 lib.). (Uzz. p. 99, migliaia i = 900 lib.).
migliaia i = 14 1/4 giarre di Siviglia. in Fermo, c.
in Ancona, c. lot, migliaia i =
40 in
migliaio « ch’è magiore che quel d’An cona 2 metri » = i migliaio d'Ancona. (Peg. p. 105, r. 27\. c. 22,
p er O l io
1800 lib.
(Peg. p. 156, migliaia i = grosse). (Tar. p. 35 «m iro» i = (Uzz. p. 99, rr. 7-8). (Chiar. p. 99, rr. 8-9). cc. jt , lO t, I I ,
1700 lib. 1800 lib.).
(213) A.D .P., « Chotone vi si vende a migliaia, eh’è libre M sotili » ( P i a t i g l i R., op. cit., p. 82).
II,
migliaia i = « minore che quello di Fermo 6 metri » d'Ancona. (Peg. p. 160, r. 22). in Napoli, c. gt, migliaia 1 = 4 cantari di Bougie. (Peg. p. 188, migliaia 1 = 4 cantari * e alcuna cosa più » di Bougie). (Uzz. p. 97, r. 21). in Puglia, c. 23t, migliaia i =
c. 7 t, migliaia i =
C. I I ,
42 metri d’Ancona.
migliaia 1 = 1 migliaio d’Ancona. (Peg. p. 160, migliaia i, metri i 1/2 = I migliaio d’Ancona). (Tar. p. 35, «... e lo dito mier geta a Veniexia miero i »). (Uzz. p. 95, rr. 8-9-1-2). (Chiar. p. 99, mirri 40 in 41 1/2 = i
(Peg. p. 170, r. 5). (Uzz. p. 95, r. i). c. 16 , migliaia 1 = 8 barili di Genova. (Peg. p. 174, r. 19). 2 lt, migliaia i = 96 quartari di Maiorca. (Peg. pp. 12 5 -12 7 , migliaia i = 144 « quartare », « quartieri » di Maiorca),
magliaio d’Ancona).
1 = 8 cantari di Palermo. 169, r. 13). 94, r. 25).
per R a m e in Venezia, cc. I 3 t , 2 0 t , migliaia 1 = 9 2/3 cantari di Tunisi. (Peg. p. 135, lib. grosse 1000 =- 9 cantari, 33 1/3 ruotoli di Tunisi, in
1 = 10 sestari di Salerno. 17 7, rr. 2-1). 98, sestari 9 = io sestari di
generale). (Chiar. p. 82, migliaia grosse 1 = 9 cantari, 33 1/3 ruotoli, di ruotoli 100 per cantaro, di Tunisi, in gene
c. 2 lt, migliaia i ... [di Maiorca]. c. 7. migliaia (Peg. p. (Uzz. p. c. IO, migliaia (Peg. p. (Uzz. p.
rale) .
Salerno). =
in Candia, c. 22,
1500 lib.
(Peg. p. 156, migliaia i = grosse).
migliaia 1 = 1 migliaio di Venezia. (Peg. p. 160, migliaia 1 = 1 migliaio, I 1/2 metri di Venezia). (Tar. p. 35, « ... e lo dito mier geta a Veniexia miero i »), (Uzz. p. 95, rr. 1-2-8-9). (Chiar. p. 99, migliaia i 41 1/2 mirri di Venezia),
p er M ie l e
(Peg. p. 1 7 1 , migliaia i = 40 metri), (Uzz. p. 95, migliaia i = 40 metri). (Chiar. p. 97, rr. 18-19).
62 1/2
rove di Siviglia).
C.
migliaia i = 1500 lib. (Uzz. p. 94, rr. 21-22). in Puglia, c. 7t,
migliaia i = nezia.
=
48 rubi di Siviglia.
c. 7, migliaia (Peg. p. mattare (Uzz. p.
201
i = 14 1/2 giarre di Tunisi. 169, migliaia i = 37 1/2 di Tunisi). 94, rr. 25-26, in generale).
c. 20, il « 1000 » =
M IG L IA IA G R O SSE
12 1/2 in 13 giarre di
Tunisi. c. 7t, migliaia i = 42 mirri di Venezia. (Peg. p. 1 7 1, migliaia i = 42 metri di Venezia). (Uzz. p. 95, migliaia i =
42 metri
di Venezia). (Chiar. p. 97, « e ’ 1 migliaro di Puglia si è staia 4 grosse e gittano in Vinegia mirri 2 avanti più che meno »). in Venezia (Vinegia), c. 7t, migliaia i =
40 mirri (214).
(214) A .D .P ., n. 1082, 3 gennaio 1398, « I migliao d’olo 40 mini » in Venezia. Cfr. anche M a r t i n i A., op. cit., p. 818.
in G e n e r a l e in Venezia, c. u t , « tutte merchatantia che non sono d’avere di Levante» (215). per C a r n e in Venezia, c. u t . (Peg. p. 139, r. 3, per «carne insa la ta »). (Tar. p. I l , al peso grosso). (Tar. p. 68, rr. 6-8). (Chiar. pp. 43, rr. 14 -17; 5^> rr. 20-21, per « charne insalata »). per C o r d o v a n o in Venezia, c. u t . (215) Cfr. M a r t i n i A., op. cit., p. 818.
202
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 14 1, « A stadera grossa si vende cordovano »). per F e r r o
in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, r. 25). (Tar. p. 32, r. 15). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 139, r. 2). (Tar. p. I I , al peso grosso). (Tar. p. 68, rr. 5-6-8, per « fil... de fero »). (Chiar. p. 5 1, rr. 20-21). p er F o r m a g g io
in Venezia, c. u t . (Peg. p. 139. r. 4). (Tar.p. I I , al peso grosso per «chaxo»). (Tar. p. 68, per formaggio salato). (Chiar. p. 43, rr. 14-17). per L a n a
in Venezia, c. u t . (Peg. p. 139, r. 2). (Tar. p. I I , al peso grosso). (Tar. p. 68, « tute lane, salvo quele de berete »). (Chiar. p. 43, rr. 14, 16, 17). per Piom bo
in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, r. 25). per R am e
in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, r. 25). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 139, r. 2). (Tar. p. I I , al peso grosso). (Tar. p. 68, per « rame de boia, rame chavado duro e in bande, fil de rame »). (Chiar., pp. 43, rr. 14-16 ; 5 1, rr. 20-21).
per S t a g n o in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, r. 25). (Tar. p. 32, a « Co sotil»), in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 139, r. 2). (Tar. p. I I , r. 4, al peso grosso). (Tar. p. 68, rr. 6-8). (Uzz. p. 104, a centinaio grosso). (Chiar. pp. 43, rr. 14-16; 5 1, rr. 20-21). M IG L IA IA S O T T IL I
(Chiar. p. 50, migliaia i = 36 pesi di Cremona, di bambagio).
miglioresi 34 in 36 =
per L in o
gusciose.
(Uzz. p. 88, a lib. sottile). in Cremona (Chermona), c. 12, « è tutto uno peso chon Chermona » = I migliaio, « di tutto peso sottile » di Venezia. (Peg. p. 146, « il peso di Vinegia e quello di Chermona sono tu tt’uno peso in generale). in Venezia (Vinegia), cc. u t , 12. (Peg. p. 138, « a migliaio v i si vende cotone mapputo »). (Tar. p. I I , «e a l’ altro pexo sotil se vende... bombaxo »). (Uzz. p. 104, « al centinajo sottile si vende... cotone filato»). (Chiar. p. 44, a « peso sottile ...si vendeno chottoni sodi e filati »). c. 12, migliaia « di tutto peso sottile » I = « è tutto uno peso chon Cher mona ». (Peg. p. 146, « il peso di Vinegia e quello di Chermona sono tutt'uno peso », in generale). c. 12, migliaia i = 36 in 37 pesi di Cre mona, ed il peso è lib. 27. (Peg. p. 146, rr. 2-3).
i cantaro di
nocelle grosse, miglioresi 38 = i cantaro di castagne
in Costantinopoli,
c. 3(Peg. pp. 33 - 34 > a cantari). (Uzz. p. 88, a lib. sottili). per M a n d o r l e in Candia, c. 22. (Pag. p. 105, r. 26, schiacciate »).
di « mandorle
(Peso di)
in Alessandria, c. i, pesi di miglioresi 77 = i marco d’Ancona. (Peg. p. 74. pesi di miglioresi 77 = i marco d’ argento d'Ancona). cona) .
per M i e l e
c. 2t, pesi di miglioresi 1 1 8 =
in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, r. 26). per K
M IG L IO R E S I
(Tar. p. 39, pesi 77 = i marco d’An
per C o t o n e in Costantinopoli, c. 3.
203
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 76, rr. 16-15). c. it, pesi di miglioresi 1 1 2 =
erella
in Candia, c. 22. (Peg. p. 105, r. 26). c. 22, migliaia sottili i = Puglia. (Peg. p. 106, r. 30).
i lib. del
l’argento di fiera.
i lib. d’ar
gento di Firenze). (Peg. p. 75, rr. 1 4 - 1 3 ) . (Uzz. p. 142, pesi di « melidi » 1 1 2 = 22 tomboli di
I
lib. d’argento di Firenze).
(Chiar. p. 20, rr. 11-3). c. 2, pesi di miglioresi 103 1/3 in 104 = i
per S a p o n e
lib. dell’argento di Genova.
in Candia, c. 22. (Peg. p. 105. r. 26).
(Peg. p. 75, pesi di miglioresi 103 1/3 =
I
(Chiar.
lib. dell’argento di Genova). p.
103 1/3 =
c. 2, pesi di miglioresi 109 =
in Almeria, 23t,
miglioresi 10 = i bisante. in Maiorca (Maiolicha), C.
2lt,
miglioresi 10 = in Tunisi,
« miarexi »
nova) .
M IG L IO R E SI
C.
106, pesi di
I lib. dell’argento di Ge
i bisante.
C. 2 0 t ,
corso delle nocelle e castagne: miglioresi 38 = i cantaro di nocelle barberelle,
i lib. d’ar
gento di Pisa. (Peg. p. 75, r. 20). (Chiar. p. 139, rr. ii-io ). c. 2t, pesi di miglioresi 1 1 7 =
i lib. d’ar
gento di Provenza. (Peg. p. 76, pesi di miglioresi 1 1 7 = i lib. dell’argento « al peso di Marsi na »).
204
(Chiar. p. 118, pesi di « miarexi » 1 1 7 = I lib. d’argento di Marsiglia), c. I t , pesi di miglioresi 78 1/2 = [ ] di Venezia. (Peg. p. 74, r. 26).
i marco
M IG LIO R E SI N U O VI in Napoli, c. gt, di lib. I di miglioresi nuovi di Tu nisi dà la zecca di Napoli teri 38 gr. 17(Peg. p. 182, r. 24). in Tunisi, cc. gt, i g t , miglioresi nuovi 8 = 1 bisante. (Uzz. p. 97, « mille nuovi » 8 = 1 bisante). c. igt, 10 miglioresi
c. i g t ,
miglioresi nuovi 20 = gento.
i oncia d’ar
(Peg. p. 133, rr. 1 7 - 1 9 ) . c. i9 t , miglioresi nuovi 360 = 1 8 once d’ar gento = I ruotolo. (Peg. p. 133, rr. 18-16). c. 9t, miglioresi nuovi 232 Napoli. (Peg. p. 134, r. 24).
=
i
8 migliorasi
M IN E in G e n e r a l e
(Tar. p. 30, pesi 78 2/3 = i marco d’argento di Venezia). (Tar. p. 62, pesi di miglioresi 78 1/3 = I marco d’argento di Venezia). (Chiar. p. 75, r. 22).
miglioresi nuovi 8 = vecchi.
miglioresi vecchi 10 nuovi.
lib.
(Uzz. p. 97, « mille nuovi » 232 = lib. di Napoli). M IG L IO R E SI V E C C H I
di
i
in Barcellona (Barzalona), c. 6, mine 4 1 / 2 = 1 salma di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3 , quartieri 440 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, mine 4 1 / 3 = 1 salma di Sicilia).
F r u m e n t o
in Genova (217), c. 8, mine 228 =
550 sestieri di Aigues-
Mortes. (Pag. p. 167, mina 228 = 520 sestieri di Aigues-Mortas, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 23-29, di grano). (Chiar. p. 107, mine i = 2 1/4 sestieri di Aigues-Mortas, in generale). c. 8. mine 228 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, mine 228 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz., p. 95, rr. 23-25, di grano). (Chiar. p. 107, mine 1 = 2 sestieri
mine 1 1 / 2 = 1 salma di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3 , mine 150 = 100 salme di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, r. 8). in Genova (216), c. 18,
= 400 corbe di Bologna. 167, rr. 10-7, di grano). 95. rr. 23-20, di grano),
mine 54 = 100 sestieri di Arles. (Peg. p. 224, mine 45 = 100 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 190, mine 1 = 2 sestieri di Arles). (Chiar. p. 107, mine 1 = 2 sestieri di Arles, di grano)." c. 2 lt, mine 1 = 4 cada di Maiorca. (Peg. p. 128, mine 1 = 1 3 / 5 quar tieri, di Maiorca, di grano). (Chiar. p. 1 1 2 , mine 2 1 / 2 = 4 quar tieri di Maiorca, di grano). in Marsiglia, c. 6, « mine 7 meno quarto » = i salma di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3 , sestieri 675 = 100 salme di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, mine 6 3/4 = i salma di Sicilia).
c. I9 t,
i bisante.
per
(Chiar. p. 1 1 2 , quartieri 3 = 1 salma generale di Sicilia, di grano). in Collioure (Choliveri), c. 6,
in Tunisi, miglioresi vecchi 10 = c. i9t.
205
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
(216) L a mina di Genova valeva se condo il R o c c a lib. 105, 7 {op. cit., p. 96).
di Arles, c. 8 , mine 228 (Pag. p. (Uzz. p.
di grano),
c. 16. mine 2 1 / 2 = 7 meno 1/3 starelle di Cagliari (Castello di Castro). (Pag. p. 222, mine 43 = i centinaio di starelle di Castello, di grano) (Uzz. p. 190, mine 62 = 13 5 starelle di Sardegna, in generale). (Chiar. p. 107, mine 62 = 13 5 sta relle di Sardegna, in generale), c. 8, mine 228 =
57 moggia di Candelor.
(Uzz. p. 9 5 , rr. 2 3-33, di grano). c .8, mine 228 =
53 1/3 moggia di Cor
neto. (Peg. p. 167, mine 228 = 53 1/2 moggia di Corneto, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 23-30, di grano).
(2 17 ) Cfr. R o c c a P., op. cit., p. 96, che ci dà la mina pari a kg. 82,434. Il M a r t i n i , op. cit., p. 223, riferisce, tra le misure di capacità per granaglie, una mina di litri 1 1 6 , 5 . m a aggiunge che, nel grosso commercio, gli aridi si vendono a peso, corrispondendo la mina a kg. 95 »3 -
(Chiar. p. 107, mine 3 7 / 8 = 1 mog gio di Marche di Cometo, in generale), c. 18, mine 1 = 3 sestieri di Draguignan. (Peg. p. 224, r. 24, di grano), c. 14, mine 1 = 5 staia di Firenze. (Peg. p. 198, mine i =
4 9/16 staia
di Firenze, di grano). (Uzz. p. 190, mine i « e alcuna cosa più » = 5 staia di Firenze in gene rale) . (Chiar. p. 43, mine i = 44 8/15 staia di Firenze, di grano). (Chiar. p. 107, mine 1 = 4 1 / 2 staia di Firenze, in generale). (Chiar. p. 1 1 3 , mine 1 7 / 8 = 8 3/4 staia di Firenze, di grano), c. 8, mine 228 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, mine 228 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, mine 228 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 3-2 1, di grano), c. 8, mine 228 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, mine 228 = 364 quar tieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 23-28, di grano). (Chiar. p. 1 1 2 , mine 2 1 / 2 = 4 quar tieri di Maiorca, di grano), c. 8, mine 228 = 650 in 700 mine di Mar siglia. (Peg. p. 167, mine 228 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95. rr. 23-24, di grano). (Chiar. p. 118 , inina i — 3 “ ine di Marsiglia, di grano), c. 8, mine 228 = 400 sestieri di Montpellier (Peg. p. 167, mine 228 = 5 3 3 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 9 5 . rr. 23-26, di grano), c. 8, mine 228 = 650 in 700 mine di Nlmes.
2 o6
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 167. mine 228 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 23-24, di grano), c. 18, mine 1 = 3 1 / 3 mine di Nimes. (Peg. p. 2 21, mine 1 = 3 1 / 3 sestieri di Nimes). c. 16, mine 2 1 / 2 = 7 starelle di Oristano. (Peg. p. 223, mine 33 in 35 = 100 starelle di Oristano, di grano). (Uzz. p. 190, mine 62 = 1 3 5 starelle di Sardegna, in generale). (Chiar. p, 107, mine 62 = 1 3 5 sta relle di Sardegna, in generale), c. 6t, mine 2 1 / 2 = 4 1/3 staia di Pisa. (Peg. p. 2 13 , mine 59 = 100 staia di Pisa, di grano). (Uzz. p. 93, rr. 31-32). (Chiar. p. 107, mine 1 = 1 1/4 staia di Pisa, di grano) (218). (Chiar. p. 139, mine 62 in 63 = 100 staia di Pisa, in generale), c. 8, mine 228 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 1 1 2 , mine 250 = 450 staia « leggieri e picchiate » di Pisa, di biado). (Peg. p. 167, mine 228 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, mine 228 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 23-22, di grano), c. 8, mine 228 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, r. IO, di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 23, di grano), c. 8, mine 228 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, rr. 10 -21, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 3-31, di grano). (Chiar. pp. 107, 1 1 3 , mine i 7/8 = i rugghio di Roma, di grano). (218) Cfr. p. 107, nota c.
208
B o rla n d i
F .,
op.
INDICI DI MISURE
207
(Peg. staia (Peg. staia (Uzz.
p. 167, sestieri 620 = 4 14 1/2 leggere di Pisa, di grano). p. 167, sestieri 620 = 390 picchiate di Pisa, di grano). p. 95, rr. 24-22, di grano),
cc. 6t, 16,
(Uzz. p. 95, rr. 24-33, di grano),
mine 2 1 / 2 = 1 salma di Sicilia (219). (Peg. p. 1 1 2 , mine 250 = 100 salme di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, r. 31).
c. 8, mine 650 in 700 =
(Uzz. p. 190, mine 3 = 1 salma grossa di Sicilia, in generale). (Chiar. pp. 107, 1 1 2 , mine 3 = 1 salma grossa di Sicilia, di grano). (Chiar. pp. 107, 1 1 2 , mine 2 1 / 2 = 1 salma generale di Sicilia, di grano), c. 8, mine 228 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, mine 228 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 3-19 . c. I2t,
di grano),
53 1/3 moggia di
Corneto. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 5 3 1/2 moggia di Cometo, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-30, di grano), c. 8, mine 650 in 700 =
1200 staia di
Firenze. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, sestieri 620 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-21, di grano). (Chiar. p. 43, mine 2 = 3 staia di
mine i = i 1/4 staia di Venezia. (Peg. p. 147, r. 2 1, in generale). (Tar. p. 67, « Masa » 1 = 1 1/4 « stera » di Venezia). (Chiar. p. 90, r. 12). in Marsiglia, c. 8,
Firenze, di grano), c. 8. mine 650 in 700 = 228 mine di Ge
mine 650 in 700 = Aigues-Mortes.
(Chiar. p. 118 , mine 3 = 1 mina di Genova, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = 400 quarte di
550 sestieri di
(Peg. p. 167, sestieri 620 = 520 se stieri di Aigues-Mortes. di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-29, di grano), c. 8. mine 650 in 700 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-25, di grano). (Chiar. p. 118 . mine 1 1 / 2 = 1 se stiere di Arles, in generale). c. 8, mine 650 in 700 = 400 corbe di Bo logna. (Peg. p. 167. sestieri 620 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-20, di grano), c. 8. mine 650 in 700 = 5 7 moggia di Candelor.
cit., (219) Vedi nota n. 253.
INDICI DI MISURE
nova. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 228 mine di Genova, di grano). (Uz2. p. 95, rr. 24-23, di grano).
Maiorca. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 364 quar tieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-28, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = 400 sestieri di Mont pellier. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 5 3 3 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-26, di grano), c. 8, mine 650 in 700 =
mine 1 =
=
100 salme di Pu
glia. Peg. p. 167-166, sestieri 620 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 24, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = Roma. (Peg. p.
167,
19 3 rugghi di
sestieri 620
=
193
rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 4 -31, di grano), c. 8, mine 650 in 700
=
300 staia di
Venezia. (Peg. p. 167, sestieri 620 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-19, di grano). in Nimes (Nimisi), c. 8. mine 650 in 700 = 550 sestieri di Aigues-Mortes. (Peg. p. 167. sestieri 770 = 520 se stieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-29. di grano), c. 8. mine 650 in 700 =
400 sestieri di
Arles. (Peg. p. 167, sestieri 770 = 420 sestieri di Arles. di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-25, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = 400 corbe di Bo
650 in 700 mine
di Nìmes. (Peg. p. 167, sestieri 620 sestieri di Nimes). (Uzz. p. 95, r. 24, di grano), c. i7 t,
c. 8, mine 650 in 700 =
770
1 mina di Nimes.
c. 8, mine 650 in 700 = 400 staia di Pisa.
logna. (Peg. p. 167, sestieri 770 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-20, di grano), c. 8, mine 650 in 700 =
57 moggia di
Candelor. (Uzz. p. 95. rr. 24-33 .di grano), c. 8,
INDICI DI MISURE
209
mine 650 in 700 = 5 3 1/3 moggia di Corneto. (Peg. p. 167, sestieri 770 = 53 1/2 moggia di Corneto, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-30, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = Firenze. (Peg. staia (Peg. staia (Uzz. c. 14,
1200 staia di
p. 167, sestieri 770 = 1200 rase di Firenze, di grano). p. 167, sestieri 770 = 1050 colme di Firenze, di grano). p. 95, rr. 24-21, di grano),
mine 1 = 1 1 / 2 staia di Firenze. (Peg. p. 200, sestieri 1 = 1 1/2 staia di Firenze, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = Genova.
228 mine di
mine 650 in 700 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, sestieri 770 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, sestieri 770 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-22, di grano), c. 8, mine 650 in 700 = Puglia.
100 salme di
(Uzz. p. 95, r. 24, di grano), c. 8, 19 3 rugghi di
(Peg. p. 167, sestieri 770 rugghi di Roma, di grano).
=
193
(Uzz. p. 95, rr. 2 4 -31, di grano), c. 8,
(Peg. p. 167, sestieri 770 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-23, di grano), c. 18, mine 3 1 / 3 = 1 mina di Genova. (Peg. p. 221, sestieri 3 1 / 3 = 1 mina di Genova), c. 8,
(Peg. p. 167, sestieri 770 = 292 staia di Venezia, di grano).
mine 650 in 700 = Maiorca.
(Peg. p. 148, sestieri 8 = Venezia, di grano).
400 quarte di
mine 650 in 700 = nezia.
300 staia di Ve
(Uzz. p. 95, rr. 24-19, di grano), mine 8 = 3 staia di Venezia. 3 staia di
mine 650 in 700 = 650 in 700 mine di Marsiglia.
mine 11 0 = 100 quartieri di Maiorca.
1 mina di Marsiglia,
mine 650 in 770 = Montpellier.
400 sestieri di
(Peg. p. 167, sestieri 770 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-26, di grano), c. 8.
20 sestieri di Parigi.
(Peg. p. 2 2 1, r. 27). mine 3 = 1 moggio di Rodosto (221). (Uzz. p. 88, mine 3 = 1 moggio di « Rodiscò »). c. 16, mine 3 = 1 moggio di Romania. in Marsiglia, c. 23, mine 4 = 3 sestieri di Aigues-Mortes. per S a l e in Genova, c. 16, mine larghe 12 = i moggio d’Iviza. (Peg. pp. 224, 232, mine 12 = i mundino d'Iviza). (Chiar. p. 12 7 , mine 9 1 / 2 = 1 mon dino d’Iviza).
in Barcellona (Barzalona), c. 2 lt , (Peg. p. 127, « Lo peso e la misura di Barzalona di tutte cose è tutto uno peso e una misura con quello di Maiolica »). (Chiar. p. 1 12 , quartieri 3 = tieri di Maiorca, di grano), c. 23t, mine 8 1 / 2
=
4 quar
per V i n o d i C r e t a in Candia, c. 22, «si vende a cient. di mistati » (223). (Peg. p. 106, r. i) (Tar. p. 32, r. 19). (Chiar. pp. 32, 65, 145, « la mal vagia * vi si vende a mistati »). c. 22, mistati 34 =
I botte di 1/2 migliaio
di Puglia. (Peg. p. 106, mistati 33 = i botte di 1/2 migliaio di Puglia, di vino). M IS U R E in G e n e r a l e in Cagliari (Castello di Castro) c. i5 t , « lo peso e la misura di Pisa e di Ca stello di Castro è tu tt’uno salvo che '1 cantare... ». in Maiorca (Maiolicha),
M IR R I
c. 2 lt , misure 4 1 / 4
per O l i o in Venezia (Vinegia),
per G r a n o
mine 1 = c. 8,
c. 19, mine 2 1 =
(Chiar. p. 97 « e '1 migliaro di Puglia si è staia 4 grosse e gittano in Vinegia mirri 2 avanti più che meno »). M IS T A T I
di Bruges),
c. 1 3 .
(Peg. p. 167, sestieri 770 = 364 quar tieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 24-28 ,di grano), c. 8,
(Peg. p. 167, sestieri 770 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 24, di grano), c. i7 t,
c. 16, mine 158 = 100 uti di Bruges. (Peg. p. 222, mine 1 1 / 2 = 1 « utto »
c. 3.
(Peg. p. 167, sestieri 770 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano).
mine 650 in 700 = Roma.
(Peg. p. 224, rr. 28-27) (220).
c. 7t, mirri 40 = i migliaio (222). (Peg. p. 1 7 1 , metri 40 = i migliaio). (Uzz. p. 95, metri 40 = i migliaio). (Chiar. p. 97, rr. 18-19).
=
1 salma di Sicilia.
in Pisa, c. I5t, « lo peso e la misura di Pisa e di Ca stello di Castro è tu tt’uno, salvo che ’1 cantare... ».
c. 7t, mirri 42 == i migliaio di Puglia. (Peg. p. 1 7 1 , metri 42 = i migliaio
per D r a p p i in Cagliari (Castello di Castro),
di Puglia). (Uzz. p. 95, metri 42 =
c. I5t, « è tu t’una con Pisa ».
i migliaio
di Puglia).
in Pisa, c. I5t,
1 cafisso di Siviglia.
in Genova, c. 23t, mine i = « 4 in 4 e ottavo » cada d’Almeria.
(220) Vedi nota n. 14 1. (221) Nel manoscritto « mogio de la grana ». (222) Cfr. anche nota n. 214. TA.
C.
Ciano
(223)
M a r tin i
A., op. cit., p. 134, kg . 10.20
I mistate d’olio di Candia =
= Ut. I I , 93-
2 10
INDICI DI MISURE « è tu t’una con Pisa », la misura di Cagliari (Castello di Castro).
per G r a n o
in Candia, c. 22, misure 15 = i salma di Puglia. (Pag. p. 106, misure 14 2 5 = 100 salme di Puglia, di frumento). (Tar. p. 32, « Formento se vende a mexura »). per S a l e
[in Alessandria], c. 24. misure 100 = 16 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, misure 100 = 16 mog gia di Venezia). in Cervia, c. 24, misure 100 = 3 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, r. 14). in Chioggia, c. 24, misure 100 = 4 moggia di Venezia. (Peg. p. 154. r. 13). in « Ghelle di Schiavonia », c. 24, misure 100 = 100 misure di Lukowo. (Peg. pp. 153, r. 29; 154 , r. 2). c. 24, misure 100 = 100 misure di Navili di Schiavonia. (Peg. p. 153, rr. 29-30). c. 24, misure 100 = 100 misure di Pago. (Peg. p. 153, rr. 29-31). c. 24, misure 100 = 9 moggia di Venezia. (Peg. p. 153, r. 29). in Iviza (Evinza, Viniza), c. 24, misure 100 = 54 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, r. 10). in Lukowo (Lulichi di Schiavonia), c. 24, misure 100 = 100 misure di Ghelle di Schiavonia.
INDICI DI MISURE
(Peg. pp. 154, r. 2; 153, r. 29). c. 24,
misure 100 = 13 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, r. 3).
misure 100 = 100 misure di Navili di Schiavonia. (Peg. pp. 154, r. 2; 153, r. 30). c. 24,
per V i n o in Cagliari (Castello di Castro),
misure 100 = 100 misure di Pago. (Peg. pp. 154 , r; 2; 15 3 , r. 31). c. 24, misure 100 = 9 moggia di Venezia. (Peg. p. 154 , r. 2). in « N avili di Schiavonia », c. 24, misure 100 = 100 misure di Ghelle di Schiavonia. (Peg. p. 153, rr. 30-29). c. 24, misure 100 = 100 misure di Lu kowo. (Peg. pp. 153, r. 30; 154, r. 2). c. 24, misure 100 = 100 misure di Pago. (Peg. p. 153, rr. 30 -31). c. 24, misure 100 = 9 moggia di Venezia. (Peg. p. 153, r. 30). in Pago (Pugio di Schiavonia), c. 24, misure 100 = 100 misure di Ghelle di Schiavonia. (Peg. p. 153, rr. 31-29). c. 24, misure 100 = 100 misure di Lukowo. (Peg. pp. 15 3 , r. 3 1; 154 r. 2). c. 24, misure 100 = 100 misure di Navili di Schiavonia. (Peg. p. 15 3 , rr. 31-30). c. 24, misure 100 = 9 moggia di Venezia. (Peg. p. 15 3 . r. 31). in « Sarabesi di Barberia », c. 24, misure 100 = 26 moggia di Venezia. (Peg. p . 154, r. I I ) . in Sebenico (Sabinichia di Schia vonia), c. 24,
c. I5t, « è tut'una con Pisa ». (Peg. p. 2 13 . r. 8). in Pisa, c. I5t, « è tu t’una con Pisa », la misura di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 2 13 . r. 8). M O GGIA in G e n e r a l e in Chiarenza, c. 5t, moggia 4 1 / 4 = 1 soma d’Ancona. (Peg. p. 159, r. 32, di grano). (Uzz. p. 92, r. 6). in Firenze, c. 18, moggia I = 8 1/3 sestieri di Arles. (Peg. p. 200, staia 2 2/3 = i sestiere di Arles, di grano). (Chiar. p. 42, moggia i = 10 1/3 sestieri di Arles, di grano), c. 18, moggia 1 = 8 staia di Pisa. in Negroponte, c. 5 moggia 100 = 42 staia di Venezia. (Peg. p. 149, r. 23, di biado). (Tar. p. 4 1, moggia 100 = 4 1 1/2 staia di Venezia). (Tar. p. 50, moggia 100 = 40 staia di Venezia, di sale). (Chiar. p. 56, r. 7, di biado). per B i a d o in Chiarenza. c. 3t, (Chiar. p. 55, « Formento e zibibi e tutte altre biade si vendeno in Chia renza a 100 di moggia»).
2 11
per F r u m e n t o (224) in Candelor (Candelloro), c. 8, moggia 57 = 550 sestieri di AiguesMortes. (Uzz. p. 95, rr. 33-29, di grano), c. 8, moggia 57 = 400 sestieri di Arles. (Uzz. p. 95, rr. 33-25, di grano), c. 8, moggia 57 = 400 corbe di Bologna. (Uzz. p. 95, rr. 33-20, di grano), c. 8, moggia 57 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Uzz. p. 95, rr. 33-30. di grano), c. 8, moggia 57 = = 1200 staia di Firenze, (Uzz. p. 95, rr. 33 -2 1, di grano). c. 8, moggia 57 = 228 mine di Genova. (Uzz. p. 95,. rr. 33-23. di grano). c. 8, moggia 57 = 400 quarte di Maiorca, (Uzz. p. 95, rr. 33-28, di grano). c. 8, moggia 57 = : 650 in 700 mine di Marsiglia. (Uzz. p. 95. rr. 33-24, di grano). c. 8, moggia 57 := 400 sestieri di Montpellier. (Uzz. p. 95, rr. 33-26, di grano). c. 8, moggia 57 = 650 in 700 mine di Nìmes. (Uzz. p. 95. rr. 33-24, di grano).
(224) I rapporti che seguono, rile vati direttamente o interpolati tra quelli esistenti a c. 8, sono stati raccolti sotto la voce « frumento » sebbene il titolo del capitolo sia « come tom a il grano di P[uglia in piùe] parti » in quanto sino dal primo rapporto si usa la denomina zione « frumento », che scompare dal quinto confronto in poi.
2 12
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
c. 8. moggia 57 = 400 staia di Pisa. (Uzz. p. 95, rr. 33-22. di grano), c. 8, moggia 57 = ICO salme di Puglia. (Uzz. p. 95, r. 33. di grano), c. 8, moggia 57 = 193 rugghi di Roma. (Uzz. p. 95, rr. 3 3 -3 1, di grano), c. 8, moggia 57 = 300 staia di Venezia. (Uzz., p. 95, rr. 33-19 , di grano). in Chiarenza, c. yt, moggia 6 = 1 1 / 2 some d’Ancona. (Peg. p. 170, rr. 28-4) (225). (Uzz. p. 94, rr. 35-34, in generale), c. moggia 6 = 1 salma di Barletta. (Peg. p. 170, moggia 6 = 1 salma di Puglia, di grano). (Uzz. p. 94, rr. 35-34, in generale), c. 4t. moggia 3 = 4 moggia d’Istip. (Peg. p. 118 , r. 22, di biado). (Uzz. p. 91, r. 7). c. 7t, moggia 6 = 8 moggia d’Istip. (Peg. p. 170, rr. 28-8) (226). (Uzz. p. 94, moggia 6 = 8 moggia d’Istria, in generale), c. 5t, moggia 6 = 1 salma di Puglia (227). (Peg. p. 170, r. 28, di grano). (Uzz. p. 92. r. 15). In Corneto, c. 8,
(225) Più precisamente: « Salme i di fermento di Puglia fa in Ancona some I 1/2 » e « salme i di grano di Puglia fa in Chiarenza moggia 6 ». (226) Più precisamente; « Salme i di fermento di Barletta fa in Istiva moggia 8 » e « salme i di grano di Puglia fa in Chiarenza moggia 6 *. (227) Nel manoscritto * maggia ».
moggia 5 3 1/ 3 = 550 sestieri di AiguesMortes. (Peg. p. 167. moggia 5 3 1/2 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95. rr. 30-29, di grano), c. 8, moggia 5 3 1/3 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167. moggia 5 3 1/2 = 420 sestieri di Arles. di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-25, di grano), c. 8, moggia 53 1/3 = logna.
400 corbe di Bo
(Peg. p. 167, moggia 5 3 1/2 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-20, di grano), c. 8, moggia 53 1/3 = delor. (Uzz. p. 95, rr. c. 8, moggia 5 3 1/3 = renze.
57 moggia di Can30-33,
di grano),
i2 o o \ t a i a di F i
(Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30 -21, di grano), c. 8, moggia 5 3 1/3 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, moggia 5 3 1/2 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-23, di grano). (Chiar. p. 107, moggia, di Marche di Cometo, 1 = 3 7/8 mine di Genova, in generale), c. 8, moggia 5 3 1/3 = 400 quarte di Ma iorca. (Peg. p. 167. moggia 53 1/2 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-28. di grano), c. 8, moggia 53 1/3 = Marsiglia,
650 in 700 mine di
(Peg. p. 167, moggia 5 3 1/2 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-24. di grano).
c. 8, moggia 53 1/3 = 400 sestieri di Mont pellier. (Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 53 3 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-26. di grano), c. 8. moggia 53 1/3 = 650 in 700 mine di Nimes. (Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-24, di grano), c. 8, moggia 5 3 1/3 = 400 staia di Pisa. (Peg. p, 167, moggia 53 1/2 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 30-22, di grano),
2 13
moggia 8 = 1 salma di Barletta. (Peg. p. 170, r. 8). (Uzz. p. 94. moggia d'Istria 8 = 1 salma di Barletta, in generale), c. 4t. moggia 4 = 3 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 118 , r. 22. di biado). (Uzz. p. 9 1, r. 7). c. 7t, moggia 8 = 6 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 170, rr. 8-28) (229). (Uzz. p. 94, moggia d’Istria 8 = 6 moggia di Chiarenza. in generale). per F r u t t a in Napoli, c. 8t. moggia I = IO tomboli. (Uzz. p. 96. r. 14).
c. 8, moggia 53 1/3 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di
per G r a n o in Ancona,
grano). (Uzz. p. 95, r. 30, di grano),
... = 2 moggia di Salonicco. (Uzz. p. 88. moggia 1 = 2 moggia di
c. 8. moggia 53 1/3 = 1 9 3 rugghi di Roma. (Peg. p. 167. moggia 5 3 1/2 = 1 9 3 rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95. rr. 30 -31. di grano),
Salonicco).
c. 8. moggia 53 1/3 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, moggia 53 1/2 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95. rr. 30-19, di grano). in Istip (Stiva), c. 7t, moggia 8 = 1 1/2 some d'Ancona. (Peg. p. 170, rr. 8-4) (228). (Uzz. p. 94. moggia d’Istria 8 = 1 1 / 2 some di Ancona, in generale), c. 7t.
c. 3.
in Bulgaria (Bolgaria). c. 3 in Chiarenza, c. 5 . [ ] = 108 moggia di Patrasso. (Peg. p. 119 . moggia 100 = 108 mog gia di Patrasso, in generale). (Uzz. p. 91, moggia 100 = 108 moggia di Patrasso, in generale), c. 5 . moggia I = 1/2 staio di Venezia, moggia 2 = 1 staio di Venezia. (Peg. p. 149, moggia 2 = 1 staio di Venezia, di biado). (Uzz. p. 9 1, rr. 18-19-20, in generale). (Chiar. p. 54, moggia 2 = 1 staio di Venezia, di sale). (Chiar. p. 55, moggia leo = 50 staia
(228) Più precisamente; « Salme i di fermento di Puglia fa in Ancona some (229) Vedi nota n. 226 ai presenti in I 1/2 » e « salme i di fermento di B a r dici. letta fa in Istiva moggia 8 ».
214
INDICI DI MISURE
di Venezia, di « fermento e zibibi e tutte altre biade *). in Cipro, c. 3 . moggia IO =
80 cafissi.
c. 3 . moggia IO = I moggio di Romania. (Uzz. p. 88, r. 34). in Corinto (Coranto),
in « Romania »,
moggia 1 =
3 mine di Genova.
in Salonicco (Salonachi), c- 3.
in Corneto, c. I4 t,
(Uzz. p. 88, moggia 2 = d’Ancona).
Venezia,
1/2
c. 13, moggia
I
(Uzz. p. 183, moggia i = Firenze).
18 staia di
c. 13. moggia
I
(Chiar. p. 21, moggia i staia di Firenze).
=
per O rzo
18 3/5
in Costantinopoli, c . 3-
in « Cristo » (230). c. 3.
1 moggio
c. 3 . « è magiore che quello di Salonichi il terzo » = I mòggio di Rodosto. (Uzz. p. 88, rr. 23-22). in
moggia I = ... staia di Firenze. (Peg. p. 197, moggia i = 22 staia di Firenze).
= =
12 staia. 16 corbe di Ravenna.
in Chiarenza, c. 5t .
moggia 5 1 / 3 = 1 soma d'Ancona. (Peg. p. 159, r. 33). (Uzz. p. 92, rr. 7-8).
in Patrasso, c- 5.
moggia 108 = [ ] di Chiarenza. (Peg. p. 119 , moggia 108 = 100 mog gia di Chiarenza, in generale). (Uzz. p. 9 1, moggia 108 = 100 mog gia di Chiarenza, in generale). in Rodosto (Rodisto), c. 3 (231). moggia 1 = 3 mine di Genova. (Uzz. p. 88, moggia di « Rodiscò » 1 = 3 mine di Genova). c. 3.
moggia I = « è magiore che quello di Salonichi il terzo ». (Uzz. p. 88, rr. 22-23).
(230) Probabilmente sta per Rodosto. (231) Nel manoscritto « grana ».
p er S a l e
in Chiarenza, c. 5t, moggia 900 = 100 some d’Ancona. (Peg. p. 159, moggia 900 = lo i some d’Ancona). (Uzz. p. 92, r. 5). c. 24, moggia 100 = 42 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, moggia 100 = 4 1/2 moggia di Venezia) (232). c. 5 . moggia 2 = 1 staio di Venezia. (Peg. p. 149, r. IO , di biado). (Uzz. p. 9 1, r. 24). (Chiar. p. 54, r. 6).
(232) Vedi nota n. 143.
moggia 42 =
in Cipro,
c- 3. moggia I = IO moggia di Cipro. (Uzz. p. 88, r. 34). c. 16,
moggia 2 = ... d’Ancona.
c. 5 . moggia 100 = 55 1/2 staia di Venezia. (Peg. p. 149, r. 30, di biado). (Uzz. p. 91, rr. 22-23). (Chiar. p. 55, rr. 4-5, di biada).
215
INDICI DI MISURE
c. 24, moggia 1000 = 24 moggia di Venezia. (Peg. p. 154 , moggia 1000 = 27 moggia di Venezia) ' (Tar. p. 26, « lo miero de le mexure de sai » = 2 6 12 7 moggia « se tu as bona mexura » di Venezia). (Chiar. p. 70, moggia i = 26 in 27 moggia di Venezia). in Iviza (Evinza, ecc.) (233), c. 16, moggia 1 = 12 mine larghe di Genova. (Peg. pp. 224, 232, mundino i = 12 mine di Genova). (Chiar. p. 12 7 , mondino 1 = 9 1 / 2 mine di Genova). in Venezia (Vinegia), cc. 5, i3 t. moggia I = 12 staia. (Peg. p. 153, r. 5). (Uzz. p. 9 1, r. 25). (Chiar. p. 54, moggio i = 12 staia di Chiarenza). c. 24, moggia 16 = 100 misure [d’Alessandria]. (Peg. p. 154 , moggia 16 =
100 mi
sure d’Alessandria), c. 24, moggia 37 = I centinaio d’Ancona. (Peg. p. 154, moggia 37 = 100 mi sure d’Ancona), c. 24, moggia 26 = 100 salme di Canni. (Peg. p. 154, moggia 26 = 100 misure « d’Ircani »). c. i3 t, moggia 1 3 = 100 quartini di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 153, rr. 5-4). c. 24, moggia 3 = 100 misure di Cervia. (Peg. p. 154 , r. 14). c. 24,
(233) Nel manoscritto «Viniza».
100 moggia di Chia
renza. (Peg. p. 154, moggia 4 1/2 = moggia di Chiarenza) (234).
100
c. 24. moggia 4 = 100 misure di Chioggia. (Peg. p. 154, r. 13). c. 24, moggia 24 = 1000 moggia di Cipro. (Peg. p. 154, moggia 27 = 1000 mog gia di Cipro). (Tar. p. 26, moggia 2 6 12 7 « se tu as bona mexura » = « lo miero de le mexure de sai » di Cipro). (Chiar. p. 70, moggia 26 in 27 = i moggio di Cipro), c. 24, moggia ... = 100 salme di Durazzo. (Peg. p. 154, moggia ... = 100 misure di Durazzo). c. 24, moggia 9 =
100 misure di Ghelle
di Schiavonia. (Peg. p. 153, r. 29). c. 24, moggia 54 = 100 misure d’iviza. (Peg. p. 154, r. i o ) . c. 24, moggia 9 = 100 misure di Lukowo. (Peg. p. 154, r. 2). c. 24, moggia 26 =
100 salme di Manfre
donia. (Peg. p. 154, moggia 26 = 100 misure di « Spanto »). c. 24, moggia 9 = 100 misure di Navili di Schiavonia. (Peg. p. 153, r. 30). c. 24, moggia 9 = 100 misure di Pago. (Peg. p. 153, r. 31). c. 24, moggia 26 = 100 salme di Salpi. (Peg. p. 154, moggia 26 = 100 mi sure di Salpi).
(234} Vedi nota n. 143.
2 i6
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
c. 24,
in Corinto (Coranto),
moggia 26 = di Barberia. (Peg. p . 154. c. 24,
100 misure di Sarabesi
moggia I = [ ] di Chiarenza. (Pag. p. 118 , moggia i = «cresce in Chiarenza libbre 4 »).
r. I I ) ,
moggia 1 3 = IC O corbelli di Sardegna. (Peg. p . 154, moggia 13 = 100 misure di Sardegna), c. 24, moggia 13 = nico.
c. 5.
100 misure di Sebe-
(Pag. p. 154, r. 3).
(Uzz. p. 91, moggia i = Chiarenza lib. 4»).
« crescie in
in Patrasso, c. 5.
moggia I = 67 lib. (Uzz. p. 91, r. 31). c. 5 . moggia 1 = 1 moggio di Chiarenza. (Uzz. p. 9 1, r. 3 1).
p er U v a p a s s a
in Chiarenza,
c. 5.
c. 5.
moggia I = 67 lib. (Pag. p. 149, r. 15). (Uzz. p. 91, r. 31).
moggia I = 83 lib. sottili di Venezia. (Tar. p. 5 1, moggia 100 = 48 staia di Venezia). (Uzz. p. 91, rr. 31-32 ).
c. 5 t, moggia I = 72 in 76 lib. d'Ancona, (Pag. p. 159, r. 29). (Uzz. p. 92, rr. 2-3).
per V a l o n i a in Chiarenza,
c- 5. [ ] = (Pag. p. libbre 4 » (Uzz. p. lib. 4 » = c. 6,
I moggio di 118 , «cresce = i moggio 91, « crescie I moggio di
Corinto. in Chiarenza di Corinto). in Chiarenza Corinto),
moggia I = 75 in 78 lib. di Firenze. (Peg. p. 198, moggia i = 78 lib. di Firenze). (Uzz. p. 92, rr. 26-27). (Chiar. p. 29, moggia i = 78 lib. di Firenze), c. 6, moggia 1 = 2 staia di Firenze. (Uzz. p. 92, rr. 26-27). c- 5 . moggia 1 = 1 moggio di Patrasso. (Uzz. p. 91, r. 31). c- 5. moggia I = 83 lib. sottili di Venezia. (Peg. p. 149, rr. 15-16 ). (Tar. p. 51, moggia 100 = 50 staia di Venezia). (Uzz. p. 91, rr. 31-32).
c . 5t ,
moggia 4 [ cona.
] = I quarterone d’An
(Pag. p. 159. moggia 4 1 / 3 = tiere d’Ancona).
1 quar
(Uzz. p. 9 1, moggia 4 1 / 3 = terone d’Ancona),
i quar
(Uzz. p. 9 1, moggia 100 = 6 moggia « dal più al meno secondo la misura »). in Venezia (Vinegia), c- 5. moggia 6 « e più secondo che s’à buona misura » = 100 moggia di Chia renza. (Peg. p. 149, moggia 6 = 100 moggia di Chiarenza). (Uzz. p. 9 1. moggia 6 « dal più al meno secondo la misura » = 100 moggia di Chiarenza). C. I 2t ,
moggia I = 850 lib. di Firenze. (Pag. p. 146, r. 36). (Chiar. p. 28, moggia i == 850 in 900 lib. di Firenze).
O N CE in G e n e r a l e in Ancora, c. I , once 1 = 6 bisanti, 18 3/4 carati d’A lessandria. (Peg. p. 74, once « a peso d ’oro » 1 = 6 pesi, 6 3/4 carati d’Alessandria). (Tar. p. 39, once « de l ’oro » 1 = 6 lib., 18 3/4 carati d’Alessandria).
c. 5 t.
C. I I ,
moggia 100 = 20 in 22 some d’An cona. (Uzz. p. 92, rr. 1 1 -1 2 ) . c. 6,
once 12, d. 9, di d. 24 in oncia, = once di Bologna. (Peg. p. 160, rr. 15-16). in Bologna,
moggia 100 = 510 0 lib. di Firenze. (Peg. p. 198, r. 23). (Uzz. p. 92, r. 32).
C. I I ,
(Chiar. p. 29, «Maggio » i = ... lib. di Firenze) (235). c. 5.
moggia 100 = 6 moggia di Venezia, « e più secondo che s’à buona mi sura ». (Peg. p. 149, moggia 100 = gia di Venezia).
(235) Cfr.
nota
n.
198.
6 mog
once 12 =
12
12 once, 9 d., di d. 24 in
oncia, d’Ancona. (Peg. p. 160, rr. 16-15). c. I4t, once 12 = 12 3/4 once di Firenze. (Peg. p. 199, once d’argento 12 = 12 once. 18 d., di Firenze). (Chiar. p. 20, once 1 1 , d. 3 = i lib. d ’argento di Firenze). (Chiar. p. 26, lib. d’argento 1 = 1 lib., 18 d. di Firenze). fChiar. p. 116 , marchio d’argento 1 = 8 once, 1 1 d. di Firenze).
2 17
in Fieta, c. 14. once I I 1/8 = I lib. di Firenze. (Peg. p. 201, once 1 1 , d. 3 = i lib. di Firenze). in Firenze, c. it, once 1 = 6 bisanti, 1 3 3/4 carati di Alessandria. (Pag. p. 75, once « d’oro » 1 = 6 pesi, 16 3/4 carati « a peso di bisante » d’Alessandria). (Chiar. p. 35, r. 8). C. I I ,
once 8 1 / 4 = 1 marco d’Ancona. (Pag. p. 16 1, once 8 1 / 4 = 1 marco d’argento d’Ancona). (Chiar. p. 25, once 8, d. 6 = i marco d’argento d’Ancona), c. i4t, once 12 3/4 = 12 once di Bologna. (Peg. p. 199, once 12, d. 18 = 12 once d’argento di Bologna). (Chiar. p. 116 , once 8, d. 1 1 = i marco d’argento di Bologna). (Chiar. p. 20, lib. d’argento i = 1 1 once, 3 d. di Bologna). (Chiar. p. 26, lib. i, d. 18 = i lib. d’argento di Bologna), c. 6, once « al peso de’ Rengno » 1 = 6 1 / 4 perperi di Chiarenza. (Peg. p. 198, once « a peso del regno di Puglia, perché perperi si vendono e pesano in Firenze al peso dal regno » 1 = 6 1/4 perperi al peso di Chiarenza). (Uzz. p. 92, once « di Napoli » i = 6 1 / 4 perperi di Chiarenza). (Chiar. p. 29, once 1 = 6 1 / 4 parperi). in Genova, c. 2, once 1 = 6 bisanti, i 3/4 carati d’A lessandria. (Peg. p. 75, once « d’oro » 1 = 6 pesi, I 3/4 carati d’Alessandria). (Chiar. p. 106, rr. 15-16). c. 18,
2i8
* oncie 9 meno i starlino » = i marco d’Avignone. (Peg. p. 221, once 9, meno d. i 1/3, di d. 24 pesi per i oncia e d’once 8 per I marco, = i marco d’argento d'Avignone). (Chiar. p. 1 21, once 13, d. 17 = i lib. d’argento d’Avignone). c. 18, once 12 1/2 = I lib. sottile di Nìmes. c. 18, once 9 = 1 marco di Nìmes. (Peg. p. 221, once 9, meno 6 grani, di grani 24 per i d. e di 24 d. per oncia, = I marco d’oro e d’argento di Nimes). in Napoli, C. IO,
once 12, teri 12 = i 1/2 marco di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 189, once 8, terì 22 1/2 = i marco d’argento di Castello di Castro). (Uzz. p. 97, r. 40). in Pisa, c. 2, once 1 = 6 bisanti, 9 1/2 carati d’A lessandria. (Peg. p. 75, oncia « d ’oro » 1 = 6 pesi, 9 r/2 carati di bisanti d’Ales sandria) . (Chiar. p. 139, rr. 12 -13). nel Regno, c. 5t, once 1 = 6 saggi meno 1/2 carato di Negroponte. (Peg. p. 171, once i a peso d’oro di Barletta = 6 saggi meno 1/2 carato, di carati 24 per i saggio, di Negroponte) . (Uzz. p. 92, once 1 = 6 saggi meno 1/2 carato di perperi di Negroponte). c. 3 . once 1 = 6 saggi, 4 carati di perperi di Salonicco. in Venezia (Vinegia), c. it. once 1 = 6 bisanti, 2 1 3/4 carati d’Alessandria.
(Peg. p. 74, once « a peso d’oro » 1 = 6 bisanti. 2 1 3/4 carati d’Ales sandria) . (Chiar. p. 76, once « d’oro » 1 = 6 pesi, 21 3/4 carati al peso di bisanti d’Ales sandria) . per
A rgen to
in Chiarenza, cc. 5, 5t, once I = 24 denari. (Peg. p. 170, n. 32). (Uzz. p. 91, once i = 24 carati), c. 6, once 12 = 12 1/2 once di Firenze. (Peg. p. 198, marchi i 1/2 = once di Firenze). (Uzz. p. 92, r. 25).
12 1/2
(Chiar. p. 29, marchi 1 1 / 2 = di Firenze),
1 lib.
c. 5t, once 12 meno d. 3, di d. 24 l’oncia, = I lib. di Puglia. (Peg. p. 170, lib. I meno d. 3 = i lib. di Puglia). (Uzz. p. 92, once 12 meno 3 carati = I lib. di Puglia). in Fiera, c. 2t, once 1 = 6 bisanti, 22 1/2 carati d’A lessandria. (Peg. p. 76, once « d’oro » 1 = 6 pesi, 22 1/2 carati, al peso di bisante, d’Alessandria). c. 1 3 ,
once 12 meno 7 1/2 d., di d. 24 in on cia, = I 1/2 marchi, 2 1/2 steriini di Nìmes. (Tar. p. 38, once 12, d. 7 = i 1/2 marche di Nìmes). c. 1 3 ,
once 12 meno d. 7 1/2, di d. 24 in oncia = I lib. d’argento di Venezia. (Peg. p. 148, marco 1 = 5 d. di Venezia). (Tar. p. 38, once 12, d. 7 = di Venezia).
2 19
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
8 once,
in Firenze, c. 14, once 8, d. 7 = I marco d'Avignone. (Peg. p. 201, r. 3). (Chiar. p. 42, r. 11). (Chiar. p. 12 1, once 12, d. 19 = i lib. d’argento d’Avignone). c. 6t, once 8 1/4 = i marco di Barletta. (Peg. p. 1 1 5, once 8, d. 6 = i marco d’argento di Barletta) (236). (Uzz. p. 9 3 . rr. 24-23). (Uzz. p. 193, once 7 d. 12 = 8 once di Barletta). (Chiar. p. i i i , once 7, d. 12 = 8 once di Barletta), c. 17, once 6 1/2 = i marco di Bruges. (Peg. p. 246, once 6, d. 1 3 1/2 = i marco di Bruges). (Chiar. p. 37, once 6, d. 14 1/2 = i marco di Bruges), c. 6, once 12 1/2 = 12 once di Chiarenza. (Peg. p. 198, once 12 1/2 = i 1/2 marchi di Chiarenza). (Uzz. p. 92, r. 25) (Chiar. p. 29, lib. 1 = i 1/2 marchi di Chiarenza). c. 14, once 8, d. 15, di d. 24 in oncia, = i marco dell’argento di fiera. (Peg. p. 201, r. 19). c. 6t, once 8 1 / 4 = 9 once di Genova. (Peg. pp. 1 1 5 - 1 1 6 , once 8, d. 6 = 9 once, 2 1/3 d. di Crenova). (Uzz. p. 93, rr. 24-25). (Uzz. p. 193, once 7, d. 12 = 8 once, I d. di Genova). (Chiar. p. i i i , once 7, d. 12 = 8 once, I d. di Genova), c. 6t, once 8 1 / 4 = 1 marco [ ] di Mes sina.
i marca (236) Vedi nota n. 210.
(Peg. p. 1 1 5 , once 8 d. 6 = d’argento di Messina). (Uzz. p. 93, rr. 24-23).
i marco
Uzz. p. 193, onca 7, d. 12 = i marco d’argento di Messina). (Chiar. p. i i i , once 7, d. 12 = im arco d’argento di Messina), c. 14, once 8 1/3 =
i marco dell’cirgento
di Nimes. (Peg. p. 200, once 8, d. 8 =
i marco
d ’argento di Nimes). c. 6t, once 8 1 / 4 = 7 once, 20 d., di d. 24 in oncia, di Nimes. (Uzz. p. 93, once 8 1 / 4 = carati di Nìmes). c. 19, once 8, d. x6 =
7 once, 20
i marco d’argento
di Parigi. (Peg. p. 201, rr. 25-24). c. 6t, once 8 1 / 4 = 8 1/2 once di Pisa. (Peg. pp. 1 1 5 -1 1 6 , once 8. d. 6 = 8 1/2 once di Pisa). (Uzz. p. 9 3. r. 24). (Uzz. p. 193, once 7, d. 12 = 7 once, 12 d. di Pisa). (Chiar. p. i i i , once 7. d. 12 = 7 once, 18 d. di Pisa « ed è ora tutto chon quello di Firenze »). c. I4t, once 12 = 12 1/4 once di Roma. (Peg. p. 198, lib. I = 12 once, 6 d. di Roma). (Chiar. p. 22, lib. i = Roma). c. I4t, once 18
=
I
12 1/4 once di
ruotolo d’ argento di
Tunisi. (Peg. p. 135, r. 30). (Chiar. p. 35, lib. 18 =
i lib. di Tu
nisi), c. I2t, once 8, d. 10, di d. 24 in oncia, = marco di Venezia. (Peg. p. 146, r. 31).
i
220
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 194, once 8, d. 1 1 = 8 once, 23 d. di Venezia). (Cliiar. p. 28, once 8, d. 10 = 8 once d’argento sodo di Venezia). (Chiar. p. 49, once 8, d. 1 1 in 12 = i marco d’argento sodo di Venezia). (Chiar. p. 116 , once 8, d. 1 1 = 8 once, 3 d. di Venezia). in Genova, c. 6t, once 9 = 1 marco di Barletta. (Peg. pp. 1 1 6 -1 1 5 , oiice 9, d. 2 1/3 = I marco dell’argento di B ar letta) (237). (Uzz. p. 93, TX. 25-23). fUzz. p. 193, once 8, d. i = 8 once di Barletta). (Chiar. p. i i i , once 8, d. i = 8 once di Barletta), c. 6t, once 9 = 8 1 / 4 once di Firenze. (Peg. p. 1 1 6 -1 1 5 , once 9, d. 2 1 / 3 = 8 once, 6 d. di Firenze). (Uzz. p. 93, rr. 25-24). (Uzz. p. 193, once 8, d. i = 7 once, 12 d. di Firenze). (Chiar. p. i i i , once 8, d. i = 7 once, 12 d. di Firenze). c. 14, once 13 = I lib . d i Firenze. (Peg. p. 198, once 12, d. 22 = i lib. di Firenze). (Uzz. p. 142, once 12, d. 20 in 2 1 = i lib., d’once 12, di Firenze). (Chiar. p. 20, once 12, d. 2 1 = i lib. di Firenze). (Chiar. p. 43, once 12, d. 23, grani 12 = I lib. di Firenze). (Chiar. p. 106, lib. i = 1 1 once, 3 d. di Firenze), c. 6t, once 9 = 1 marco [ ] di Messina. (Peg. p. 116 , once 9, d. 2 1 / 3 = 1 marco d’argento di Messina). (Uzz. p. 93, rr. 25-23).
(237) Vedi
nota n. 2 11.
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 193, once 8, d. i = i marco d’argento di Messina) (Chiar p. i i i , once 8, d. i = i marco d’argento di Messina), c. 6t, once 9 = 7 once, 20 d., di d. 24 in in oncia, di Nìmes. (Uzz. p. 93, once 9 = carati di Nìmes).
7 once, 20
c. 6t, once 9 = 8 1 / 2 once di Pisa. (Peg. p. 116 , once 9. d. 2 1 / 3 = 8 1/2 once di Pisa). (Uzz. p. 93, rr. 25-24). (Uzz. p. 193, once 8, d. i = 12 d. di Pisa).
7 once,
(Chiar. p. i i i , once 8, d. i = 7 once, 18 d. di Pisa), c. I2t, once 13 2/3 = I lib. di Venezia. (Peg. p. 147, once 9, d. 3 = i marco di Venezia). (Tar. p. 67, once 12 1/4 = i marco di Venezia). (Uzz. p. 143, once 9, d. 2 = i marco di Venezia). (Chiar. p. 49, once 8, d. 2 = i marco « dell’ariento sodo» di Venezia). (Chiar. p. 106, lib. i = 10 once, 10 d. di Venezia). in Napoli, c. 9, once 1 2 3 /4 = I lib. di Firenze. (Peg. p. 188, once 12, teri 24 = i lib. « d ’oro e d’ariento » di Firenze). (Uzz. p . 97, r . I I ) . (Uzz. p. 142, once 1 1 , d. 18 = i lib., d’once 12, di Firenze). (Chiar. p. 20, once 1 1 , d. 18 = i lib. di Firenze). (Chiar. p. 24, once 12, terì 24, di d. 30 per oncia, = i lib. di Firenze). Chiar. p. 109, lib. i = 12 once, 6 d. di Firenze), c. 9t, once 12, teri 12 = i lib. di Pisa. (Peg. p. 188, once 12, terì 13, grani
(Uzz. p. 93, rr. 24-23). (Uzz. p. 193, once 7, d. 12 = 8 once di Barletta). (Chiar. p. i i i , once 7, d. 18 = 8 once di Barletta),
16 = I lib. di Pisa). (Uzz. p. 97, r. 18). in Nìmes (Nimisi), c. 6t, once I = 24 d. (Uzz. p. 93, once i
=
24 carati),
c. 6t, once 7, d. 20, di d. 24 in oncia, = marco di Barletta. (Uzz. p. 93, once 7, carati 20 = marco di Barletta),
i i
c. 18, once 8 1/3 = i marco di fiera, (Peg. p. 227, once 8 1/4 = i marco di fiera), c. 6t, once 7, d. 20, di d. 24 in oncia, = 8 1/4 once di Firenze. (Uzz. p. 93, once 7, carati 20 = 8 1/4 once di Firenze), c. 6t, once 7, d. 20, di d. 24 in oncia, = 9 once di Genova. (Uzz. p. 93, once 7, carati 20 = 9 once di Genova), c. 6t, once 7, d. 20, di cl. 24 in oncia, = i marco [ ] di Messina. (Uzz. p. 93. once 7, carati 20 = i marco dell’argentcì di Messina), c. 6t, once 7, d. 20, di d. 24 in oncia, = 8 1/2 once di Pisa. (Uzz. p. 93, once 7, carati 20 = 8 1/2 once di Pisa). in Perugia, c. 14, once ... = I lib. d i (Peg. p. 197, lib. 1 renze). (Uzz. p. 142, once Firenze). (Chiar. p. 21, lib. i, di Firenze). in Pisa,
221
Firenze. = 1 lib. di F i 12
=
i lib. di
d. 5 3/4 =
i lib.
c. 6t, once 8 1 / 2 = 1 marco di Barletta. (Peg. pp. 1 1 5. r. 3; 116 . r. 3).
c. I3t, once 12 1/3 = I lib. di Firenze. (Peg. p. 197, once 12, d. 8 = i lib. di Firenze). (Uzz. p. 142, once 12, d. 17, al peso antico , = I lib. di 12 once, di F i renze) . (Chiar. p. 20, once 12, d. 7 in 8 = i lib. di Firenze), c. 6t, once 8 1 / 2 = 8 1/4 once di Firenze. (Peg. p. 1 1 5, once 8 1 / 2 = 8 once, 6 d. di Firenze). (Uzz. p. 93, r. 24). (Uzz. p. 193, once 7, d. 12 = 7 once, 12 d. di Firenze). (Chiar. p. i i i , once 7, d. 18 «ed è ora tutto chon quello di Firenze » = 7 once, 12 d. di Firenze), c. 6t, once 8 1 / 2 = 9 once di Genova. (Peg. p. 116 , once 8 1 / 2 = 9 once, 2 1/3 d. di Genova). (Uzz. p. 93, rr. 24-25). (Uzz. p. 193, once 7, d. 12 = 8 once, I d. di Genova). (Chiar. p. i i i , once 7, d. 18 = 8 once, I d. di Genova), c. I3t, once 12 1/3 = I lib. larga, d. 12, « a fior, di valuta », di Lucca. (Peg. p. 197, once 12, d. 8 = 12 once, I 1/2 d. di Lucca), c. I5t, once 8 1 / 2 = 1 marco di Maiorca. (Peg. p. 128, once 8, d. 13 1/2 = i marco di Maiorca), c. 6t, once 8 1 / 2 = 1 marco di Messina. (Peg. p. 116 , r. 3). (Uzz. p. 93, rr. 24-23). (Uzz. p. 193, once 7, d. 12 = i marco di Messina).
222
(Chiar. p. i i i , once 7, d. 18 = i marco di Messina), c. 6t, once 8 1 / 2 = 7 once, 20 d., di d. 24 in oncia, di Nimes. (Uzz. p. 93, once 8 1 / 2 = 7 once, 20 carati di Nìmes). c. I2t, once « 13 in 13 » = I lib. di Venezia. (Peg. p. 147, rr. ii-io ) . (Chiar. p. 49, once 8 d. 16 = i mar chio « dell’ariento sodo» di Venezia). in Provenza (Proenza), c. 2t, once 1 = 6 bisanti, 2 1 carati d’Alessandria. (Peg. p. 76, once « d’oro » 1 = 6 pesi, 2 1 carati a peso di bisanti d’Ales sandria). (Chiar. p. 122, « l’oncia di Provenza toma in Allessandria a peso di bixanti »). in Roma, c. I4t, once 12 1/4 = 12 once di Firenze. (Peg. p. 198, once 12, d. 6 = i lib. di Firenze). (Chiar. p. 22, once 12 1/4 = i lib. di Firenze). in Siena, c. 14, once 12 « e mezo quarto » = i lib. di Firenze. (Peg. p. 197, once 12, d. 3 = i lib. di Firenze). (Uzz. p. 142, once 12 = i lib. d’once 12, di Firenze). (Chiar. p. 21, once 12, d. 6 = i lib. di Firenze). (Chiar. p. 1 14, « E 1 peso dell’ariento [di Siena], è pari chon quello di F i renze »).
once 18 = 360 miglioresi nuovi = ruotolo. (Peg. p. 133 , rr. 16-18). C. I I ,
once 7 5/6 = 1 marco d’Ancona. (Peg. p. 160, marco 1 = 7 once, 20 d. d’Ancona) (239). (Chiar. p. 99, marco 1 20 d. d’Ancona).
=
7 once,
I9 t,
once I =
2 0 m ig lio r e s i n u o v i.
(Peg. p. 133, rr. 19-17)c. i9t,
C. 2 2 t .
on ce 1 5
1/2
=
I li b . g r o s s a .
(l'eg. p. 2 2 5 . «a lib. grosse si vendono seta cruda di fardelli d’ogni ragione »). (Chiar. p. 119 , «vendevixi sete di tutte s o r t e a libra di chiatari»). in Venezia (Vinegia), c. i 3 t, on ce
20
1/2
=
I
ruotolo di Tunisi.
(Peg. p. 1 3 5 , r. 2 7 ) . (Chiar. p. 82, r. 15}.
p e r O ro
in Firenze, 17. once 6 1 / 2 = I marco di Bruges. (Peg. p. 246, once 8, d. 15 = i marco di Bruges). (Chiar. p. 37, once 8, d. 16 = i marco di Bruges).
per
c. 19 .
c. i 8 t ,
once 8, d. 16 = i marco di Parigi. (Peg. p. 201, rr. 25-24). (Chiar. p. 38, once 8 2 / 3 = 1 marco di Parigi).
<jnce
nel Regno, c. 3t, once I = 144 carati di Chiarenza. (Uzz. p. 89, oncia i = Chiarenza).
154 carati di
144 carati di Venezia.
in Tunisi, c. I 9 t , o n c e 16 = I r u o t o lo . (Peg. p. 13 3 , rr. 15-16).
Sete
to rte
in Fiere di Fran cia,
c.
c.
in Genova, c. 14. once 13 =
15
==
I
lib .
in Fiere di Fran cia,
13 === 1 lib.
in M ontpellier ( VIonpulieri), c. 22 t,
12 == I lib. sottile. (Pag. p. 225, in generale). (Tar. p. 38, « tute spezie menude se v e n d e tute a livra sotil »). (Chiar. p. 119 , oace 12 = i lib. grossa).
(jn ce
per
Z
afferan o
in M on tpellier, C.
22t,
o n ce 1 2
==
I lib . ;;o t t ile .
(Peg, p. 225. rr. 4 -11). (l'ar. p. 38, <1 ziafara.n... se vende... a iivTa soti] »). per Z e n d a d i o
d r a p p i
C. I2t,
c. I3t, orci I = 84 lib. (Peg. p. 19 1, orci 1 = 8 lib. di misura, lib. di misura i = 10 5/8 lib. al peso della stadera, lib., al peso della stadera, 85 = orcio). (Chiar. p. orcia eh’è E questo (Chiar. p.
i
19, « olio vi si vende a un barile di 32 metadelle. barile pesa libre 85»). 37. orcio i = 85 lib.).
PERPERI
c. 3t, perperi i = 23 carati. (Uzz. p. 89, perperi i =
23 « chaf-
fisi »). c. 3t, perperi i = 20 steriini. (Peg. p. 116 , r. 33). (Uzz. p. 89, perperi i = 20 « stelli »). c. 6, perperi 6 1 / 4 = 1
oncia di Firenze,
« a peso de' Rengno ». (Peg. p. 198, perperi 6 1 / 4 = 1 oncia di Firenze « a peso del regno di Pu glia, perché perperi si vendono e pe sano in Firenze al peso del regno »). (Uzz. p. 92, perperi 6 1/4 = i oncia « di Napoli » in Firenze). (Chiar. p. 29, perperi 6 1/4 = i oncia di Firenze). in Cipro (Cipri), c. 3 . perperi 1 = 3 1 / 2 bisanti bianchi. (Uzz. p. 88, perperi 1 = 3 1 / 2 bi santi).
di Lucca. (Peg. p. 1 4 7 , rr. 1 6 - 1 5 , di «zendadi o di drappi di seta »).
on ce 1 3
(238) Z e r b i T., op. cit., p. 223, nota n. 14, l ’oncia d’argento veneziana = 24 denari = 29, 8 12 grammi. (239) Vedi nota n. 129.
per O lio in Firenze (241),
in Chiarenza, p e r S P E Z IE R IA M IN U TA
in Venezia (Vinegia), I lib . d i Firenze.
ORCI
i8 t,
on ce
per S e t a
in Tunisi, c.
iìi M ontpellier '.'Monpulieri) (240),
i
in Venezia (Vinegia) (238),
c. u t , once I =
223
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
1/4
=
I li b .
'240) Vedi nota ri. 201.
(241) A .D .P., n. 356, c. 13, orcio d'olio 1 = 8 lib.; n. 1082, 3 gennaio 1398, 1 «de’ nostri orci da Firenze», d’olio =
2 « mini » in Venezia.
224
(Chiar. p. 142, « Cipri sono 2 monete: bixanti bianchi e bixanti saracinati; e lo saracinato vale 3 1/3 de’ bianchi »). in Istip (Stiva), c. 3t, perperi i = 24 carati. (Uzz. p. 89, perperi i =
(Uzz. p. 94, r. 32) 5t. 7t, « è tu tt’urio » con quello di Chiarenza. (l’eg. p. 159, «libbre 10 0 di m ercantia al peso d ’Ancona fa in Chiarenza libbre 100 »). (Uzz. pp. g ì, r. 36; 94, r. 32).
(Uzz. p. 90, « e questi tali so’ meglio te. a fiorini 10 once a l ’oncia di Puglia »).
cc.
P E R P E R I CO M U N ALI 24 cafissi).
in Marea, c. 3t, perperi i = 20 steriini. (Peg. p. 116 , r. 33). (Uzz. p. 89, perperi i == 20 «stelli»). in Negroponte, c. 3t, perperi i = 12 grossi veneziani. (Peg. p. 119 , «piperò» i = 12 grossi veneziani d’argento). (Uzz. p. 89, rr. 12 -11). c. 3t. perperi i = 23 1/2 starlini « comunalemente ». (Peg. p. 119 , rr. 21-22). (Peg. p. 149, perperi i = 25 steriini). (Uzz. p. 89, perperi i = 24 1/2 « stelli »). in « Romania », c. 16, perperi i = 15 soldi di genovini. in Salonicco (Salonachi), saggi 6, carati 4 « di perperi » = oncia del Regno.
in Chiarenza, c. 4,
in Barletta,
« sono a kar. 16 3/4 ». (Peg. p. 228, r. 22). (Uzz. p. 90, r. 13).
c. 7t.
« è tu tt’uno » con quello d ’Ancona, (l.^zz. p. 94, r. 32). c. 7t, « è tutt'iino » con quello di Chia renza. (l’eg. p. 170, « la cann a di B a rle tta è tu tt’una misura » con la canna di Cliiarenza). (Uzz. p. 94, r. 32).
P E R P E R I C O M U N ALI D I « UNO CO N IO C H ’È P I Ù E NUO VO C H E G L I ALTRI » in Chiarenza, c. 4, « ed è peggio [rispetto ai perperi co munali] intorno di fior, i per oncia ». (Peg. p. 288, rr. 25-26). (Uzz. p. 90, « è peggio intorno di fior. I per ciento »).
in Bougie (Bugiea ecc.),
« ò tu tt’uno » con quello di Tunisi. (Peg. p. 133. «lo cantaro di Tunizi e quello di Buggiea si è tu tt’uno can tar »).
P E R P E R I LA T IN I
c.
P E R P E R I BUONI in Chiarenza, c. 4.
« sono meglio eh’è terì s. 5 a fior, l’oncia a l’oncia di Puglia ». (Peg. p. 288, « sono migliori che oro di teri da soldi 20 a fiorino l ’oncia al l ’oncia di Puglia in Firenze »).
i5t,
« è t u t t ’ uno » con quello di Pisa, salvo
e
il cantaro. (Peg. p. 2 13, « e la. m isura del vino di Castello è tu tt’una colla m isura di Pisa »).
fi] ne per on
5t, 7t, « è tu tt’uno » con quello d’Ancona(Peg. p. 159, lib. loo = 100 lib. «d i niercantia al peso d’Ancona»). (Uzz. pp. 91, r. 36, 94, r. 32).
in Chiarenza,
i
cc.
P E R P E R I N U O V I P A G L IA L O C A T I in Chiarenza, c. 4. « sono a karati 15 cia ».
[
c.
J t,
« è tu tt’uno » con quello di B a rle tta . (Peg. p. 170, «la canna di Chiarenza e la canna di B a rle tta è t u t t ’una misura »). (Uzz. p. 94, r. 32). c . 5t, « è tutto uno » con quello di P u glia. (Uzz. p. 92, r. 14).
(Peg. p. 288, « perperi d’oro paglialoccati a carati 15 1/2 »). (Uzz. p. 90, « sono a carati 15 e mezzo d’oro fine per oncia»). PESI in G
« è tu tt’uno » con quello di Cagliari (Castello di Ccistro), salvo il cantare. (Peg. p. 2 13 , « è tu tt’una colla misura di Pisa », la « misura del vino di Ca stello »). in Puglia, c. 5t, « è tutto uno » con quello di Chia renza. (Uzz. p. 92, r. 14). in Tunisi, c. 20t, « è tu tt’uno » con quello di Bougie. (Peg. p. 133, « lo cantaro di Tunisi e quello di Buggiea si è tutt’uno cantar »). per C e r a in Bruges (Bruggia), c. 17, pesi I = 180 lib. (Peg. p. 238, rr. 8-9). (Chiar. p. 133, r. 20).
in Cagliari (Castello di Castro),
in Chiarenza, c. 4, « sono a kar. 16 1/2 ».
(Uzz. p. 90, « sono a carati 15 mezzo »). • „
in Venezia (Vinegia), c. u t , « si vendono a carato ... e vendonsi anche a saggi che saggi 52 1/2 sono una marca ».
20 t,
C.
(Peg. p. 288, r. 17, «perperi latini d’oro »).
c. 3.
225
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
en er ale
in Ancona, c. 7t.
per C o t o n e in Cremona (Chermona), c. I4t, pesi I =
27 lib. (242).
(Peg. p. 19 9 . r. 5). c. i4t, pesi 4, lib. 4 = 100 lib. di Firenze. (Peg. p. 199, lib. 1 1 2 = 100 lib. di Firenze, in generale). (Chiar. p. 28, lib. 1 1 3 in 1 14 = 100 lib. di Firenze, in generale), c. 12, pesi 36 in 37 = I migliaio di Venezia. (Peg. p. 146, r. 2). (Chiar. p. 50, pesi 36 = i migliaio di Venezia, di banibagio). per G r a n a in Chiarenza, c. 5.
in Pisa,
c. i5 t,
* è tu tt’uno » con quello di Barletta, iS.
C.
C iano
(242) Vedi nota n. 194.
226
INDICI DI MISURE
pesi I = « è maggiore che quello di Chiarenza otto per cientinaio » pesi di Patrasso. (Peg. p. 119 , moggia 100 = 108 moggia di Patrasso, in generale). (Uzz. p. 91, rr. 16 -15). in Patrasso, c. 5. « è maggiore che quello di Ghiarenza otto per cientinaio » = i peso di Chiarenza. (Peg. p. 119, moggia 108 = 100 mog gia di Chiarenza, in generale). (Uzz. p. 91, rr. 15-16 ). per P e p e
in Cremona (Chermona), cc. 12, i4t, pesi I = 25 lib. (243). (Peg. pp. 146, rr. 5-4; 199, r. 4). c. i4t, pesi 4 = 88 lib. di Firenze, c. 12, pesi 16 =: I carica di Venezia. (Peg. p. 146, r. 4). (Chiar. p. 50, pesi 15 = Venezia),
D ELLA
B IL A N C IA
in Chiarenza, c- 5 . pesi I = « è maggiore che quello di Chiarenza otto per cientinaio » pesi di Patrasso. (Peg. p. 119 , moggia 100 = 108 mog gia di Patrasso, in generale). (Uzz. p. 91, rr. 16 -15). in Patrasso, c. 5. « è maggiore che quello di Chiarenza otto per cientinaio * = i peso di Chia renza. (Peg. p. 119 , moggia 108 = 100 moggia di Chiarenza, in generale). (Uzz. p. 91, rr. 15-16).
SI vende altre merchatantie quasi una chosa come bilancie ». (Peg. p. 203, « e se fusse la quantità da libbre 100 in su si si [sic] pese rebbe a una stadera ch’è più sottile peso che la stadera ove si vende l'a l tra mercantantia 1 per centinaio »).
in G e n e r a l e in Firenze, c. i3t, « è maggiore 2 per cientinaio che quello de le bilancie » = peso della stadera. (Peg. p. 190, rr. 29-28). (Chiar. p. 18, « In Firenze non v ’è se non un pexo e una libra »). in Pisa (244),
per
in Firenze,
« è maggiore che quello de le bilancie due per cientinaio » = peso della stadera. (Peg. p. 203, rr. 32-31).
PESO D I B IS A N T I v. B IS A N T I PESO GROSSO in
per A r g e n t o in Firenze, c. i3 t , (Peg. p. 190, r. 32). p e r O ro
in Firenze, c. I3t, (Peg. p. 190, r. 32). per S e t a in Firenze, c. I3t, (Peg. p. 190, r. 32). per S p e z i e r i e s o t t i l i in Firenze, c. i3 t , (Peg. p. 190. r. 33). in Pisa (245), c. 15 ,
« se fosse la quantità di libre ciento in su, si la peserebe a la stadera, ed è più sottile stadera che quella ove
G
en erale
in Ancona,
I
e. lot, « è maggiore che l ’altro tre per cien tinaio » = I peso sottile. (Peg. p. 156, r. I I ] . (Tar. p. 34, « e l ’un pexo è mazor de l ’altro X per C° »). (Uzz. p. 99, r. 3). per
A vere
d i
le v a n te
in Barletta,
c. 7. (Uzz. p. 94, rr. 20-21).
(245) A.D .P., « Queste sono tute chose sotili che si pesono in Pisa a le bilan cie » ( P i a t t o l i R ., op. cit., p. 80).
P E SO D I M IG L IO R E S I v. M IGLIO-
P E SO S O T T IL E in G e n e r a l e in Ancona, c. lot, peso sottile = « è maggiore che l’altro tre per cientinaio). (Peg. p. 156, r. I I ) . (Tar. p. 34, « e l ’un pexo è mazor de l ’ altro X per C ° »). (Uzz. p. 99, r. 3). in Messina, c. 6, « salvo carne, formaggio e ongni gra scia ». (Peg. p. 107, a cantaro sottile). (Tar. p. 33, a cantaro sottile). (Uzz. p. 93, a cantaro sottile). (Chiar. p. 110 , a cantaro sottile, « salvo opera di grascia » in Sicilia).
c. 3.
(Peg. p. 33, a cantaro). (Tar. p. 17, r. 4). ( U z z . p. 88, r. 16). (Chiar. p. 144, a « chantara gienovexi »).
per M a c e in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, r. 18.)
C u o ia
in Costantinopoli,
per
Ogni
m e r c a n z ia
in Ancona, (244) A .D .P ., in Pisa, il peso della bilancia è « minore peso che quelo dele stadere I J per C » ( P i a t t o l i R ., op. cit., p. 80).
in Chiarenza, c. 3t, salvo [ ]. (Peg. p. 116 , salvo oro e argento). (Uzz. p. 89, salvo oro).
per G a r o f a n i in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, r. 18).
per
227
RESI
Zafferan o
c. i3 t. (Peg. p. 190, r. 32).
c. 15 .
i carica di
per S e t a
(243) Vedi nota n. 195.
P E SO
INDICI DI MISURE
c. lot, salvo seta, zafferano, garofani, noci moscate e ogni spezieria sottile, (Peg. p. 156, salvo seta, zafferano e tutte spezierie sottili). (Tar. p. 34, salvo seta, zafferano e ogni spezieria).
per O r o in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, r. 18). per S e t a in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, rr. 18-19).
228
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
per S p e z ie r i e s o t t i l i
si vende altre merchatantie quasi una chosa come bilancie ». (Peg. p. 203, « e se fusse la quantità da libbre 100 in su si si [s?V] peserebbe a una stadera ch’è più sottile peso che la stadera ove si vende l ’altra mercatantia i per centinaio »).
in Barletta, c. 7(Uzz. p . 94, IT. 18-19). p er Z a f f e r a n o
in Barletta, c. 7. (Uzz. p. 94, rr. 18-19).
P E SO D E L L A S T A D E R A (A C E N T I N A IO D I S T A D E R A ).
PESO D E L L A S T A D E R A
PER a v e r e
in G e n e r a l e
gro sso
DI LEV A N TE
in Pisa, c. 15.
in Firenze, c. I 3 t ,
peso della stadera = « è maggiore 2 per cientinaio che quello de le bilancie ». (Peg. p. 190, rr. 28-29). (Chiar. p. 18, « in Firenze non v ’è se non un pexo e una libra »). in Pisa (246), c. 1 5 ,
peso della stadera = « è maggiore che quello de le bilancio due per cientinaio ». (Peg. p. 203, rr. 31-32). c. 1 5 .
s. 158 a peso di stadera = cantaro.
1/4 di
(Peg. p. 203, lib. 158 al peso di sta dera = I cantaro). per O g n i m e r c a n z ia
in Firenze,
(Peg. p. 203, rr. 36-37, per « avere di Levante »). per B o l d r o n i , in Pisa, c. 1 5 .
(Peg. p. 2 0 3 ,
IT.
3 6 -3 7 ) -
per C o t o n e in Pisa, c. 15. (Peg. p. 203, rr. 36-37). per G e n g io v o in Pisa, c. 15. (Peg. p. 2 0 3 , rr. 3 6 -3 7 )per L a n a in Pisa, c. 15. (Peg. p. 2 0 3 , rr. 3 6 -3 7 ) -
p e r S p e z ie r i e s o t t i l i
per P e p e in Pisa, c. 15. (Peg. p. 2 0 3 . rr. 3 6 -3 7 ) PE SO D E L L A Z E C C A
per
Sale
in P is a ,
cc. i5t, 24, quarre 6 2 = i staio grosso = 15 1/2 staia piccole. (Peg. pp. 154, rr. 16 -17; 2 13, r. 10; 2 1 4 , r. I I ) , c. i5t, quarre 6 2 = 75 salme di grano «a p ortata di nave» . (Peg. p. 2 13, rr. lo - ii) . cc. i5 t, 24, quarre 6 2 = 100 quartini di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 2 13, rr. 10-9). c. 24, quarre 6 2 = 8 alle di Hyères. (Peg. pp. 154, r. 16; 214, r. il) . g CARTARI per
O l io
c. 2 lt, quart ari 9 6 = i migliaio di Puglia. (Peg. pp. 125-127, <1 quartare », « quar tieri », 144 = I migliaio di Puglia). C.
2lt,
... =
I
migliaio di Puglia.
Q UARTE per
F
c. 1 5 .
« se fosse la quantità di libre ciento in su, si la peserebe a la stadera, ed è più sottile stadera che quella ove e 244.
in Tunisi, c. I9t. P IN T E per V in o in Parigi,
c. 8, quarte 400 = 550 sestieri di Mortes. (Peg. p. 167, quartieri 364 sestieri di Aigues-Mortes, di (Uzz. p. 95, rr. 28-29, di
c. 8, quarte 400 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-25, di grano), c. 8, quarte 400 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-20, di grano), c. 8, quarte 400 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 28-33, di grano), c. 8, quarte 400 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 53 1/2 moggia di Cometo, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-30, di grano), c. 8, quarte 400 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, quartieri 364 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95. rr. 28-21, di grano). (Chiar. pp. 26-123, quartieri 3 3/4 = IO 1/3 staia di Firenze, di grano). (Chiar. p. 11 2, quartieri 4 = 10 1/2 in I I staia di Firenze, di grano), c. 8, quarte 400 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-23, di grano). (Chiar. p. 1 1 2 , quartieri 4 = 2 1 / 2 mine di Genova di grano), c. 8, quarte 400 = 650 in 700 mine di Mar siglia. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 620 sestieri di Marsiglia). (Uzz. p. 95, rr. 28-24, di grano),
rum ento
in M aiorca,
in Pisa,
(246) Vedi note nn. 1 3 1
g iA R R E
in M aiorca (Maiolicha),
c. I 3 t ,
salvo argento, oro, seta, spezierie sottili e zafferano, che si vendono a bilance. (Peg. p. 190, rr. 30-31).
c. 1 5 ,
pinte I == « è magiore q’una metad e lia » di Firenze. (Peg. pp. 201, r. 29; 202 r. i). (Chiar. p. 38, rr. 12 -13).
Aigues-
c. 8, quarte 400 =
=
pellier. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano).
520 grano). grano).
400 sestieri di Mont
230
INDICI DI MISURE
(Uzz. p. 95, rr. 28-26, di grano), c. 8, quarte 400 = Nimes.
quarte 400 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, quartieri 364 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-22, di grano), c. 8, quarte 400 = loo salme di Puglia. (Peg. pp. 167-166, quartieri 364 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 28, di grano). (Chiar. p. 123, quartieri 3 3 / 4 = 1 salma di Puglia, di grano), c. 8, quarte 400 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 19 3 rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-31, di grano) . c. 8, quarte 400 == 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, quartieri 364 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-19, di grano). (Chiar. p. 1 12 , quartieri 4 = 3 1/3 staia di Venezia, di grano). Q U ARTERO NE a l o n ia
in Ancona, c. 5t. quarterone i = 220 lib. (Peg. p. 159, quartieri i = (Uzz. p. 91, r. 38). c. 5t, quarterone i = Chiarenza.
(Uzz. p. 9 1, quarterone i moggia).
=
4
650 in 700 mine di
(Peg. p. 167, quartieri 364 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 28-24, grano), c. 8,
per V
INDICI DI MISURE
4 [
peso e una m isura con quello di Maio Q U A R T IE R I in
G
lica >). (Chiar. p. 1 1 2 , qu artieri 4 = 3 quar tieri di B arcellon a, di grano),
en erale
in Maiorca (Maiolicha), c. 6, quartieri scarsi 4 = cilia.
c.
1 salma di Si
(Uzz. p. 193, quartieri 4 = di Sicilia). (Chiar. p. 1 1 2, quartieri 4 = generale di Sicilia).
2 3t ,
quartieri 7 1/ 2 = i cafisso di Siviglia. (Peg. p. 128, r. 24).
(Peg. p. 12 7, quartieri 4 = 1 salma generale di Sicilia, dì biado). (Peg. p. 1 1 3 , quartieri 400 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, quartieri 4 1 / 4 = 1 salma di Sicilia).
in Tarragona (Teraghona di Chatalongnia), c. 23t, qu artieri 7 =
1 salma
per O l i o
1 salma
c. 2 rt, quartieri
1 cafisso di Siviglia.
in Maiorca (M aiolicha), 12
=
i
cantaro di Pa
lermo.
per
(Chiar. p. i i i , rr. 18 -17 ).
F
rum ento
(l'eg. p. 12 7 , r. 22). (Uzz. p. 16 5, r. 37).
^
I
m igliaio
di
...
quartieri 4 = 1 salma di Sicilia. (Peg. p. 12 7, quartieri 4 = 1 salma generale di Sicilia, di biado). (Peg. p. 1 1 3, quartieri 400 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, quartieri 4 1 / 4 = 1 salma di Sicilia, in generale). (Uzz. p. 193, r. 13, in generale). (Chiar. p. 123, quartieri, scossi dalla polvere, 4 = 1 salma generale scarsa di Sicilia, di grano).
( l ’eg. p. 12 7 , quartieri 14 4 =
i mi
gliaio di P uglia).
OrARTINI S a le
lìi Cagliari (Castello di Castro), cc. i5 t , 24, quartin i 100 « posonsi ragionare... a po rtata di nave salme 75 di grano », in (Peg.
rano
in Bruges (Bruggia), 220 lib.).
c. i 6 t . in Inghilterra, c. i6t.
=
41/3
2 13 ,
r.
II),
cc. i5 t , 24, quartin i 100 = 62 quarre di Pisa = i staio grosso di P isa =
15 1/2 staia
piccole di P isa.
in Maiorca (Maiolicha), c. 2 l t , quartieri 100 = lona.
p.
110 mine di Barcel
rove I = 18 lib.) (Chiar. p. 85, rove 10 =
i cantaro,
rove 5 = 1 giarra, rove I = 18 lib.). c. 23t, rubi IO = 2 giarre, rubi 15 = 3 giarre. c. 23t, rubi 15 = 2 1/2 barili di Genova,
per
F
rum ento
in Roma, c. 8, rugghi 193 = 550 sestieri di Aigues-
Pisa. G
c. 23t, rubi 5 = 1 giarra. (Peg. p. 270, r. 30). (Peg. p. 270, rove 10 = i cantaro). (Uzz. p. 176, cantari 1 = 4 rove, rove I = 25 lib. in generale). (Chiar. p. 39, rove 10 = i cantaro,
R U G G H I (R U CH IE)
P u glia.
C. 2 l t ,
per
per O l io in Siviglia (Sobilia), (247),
di Puglia).
c. 2 lt ,
in Maiorca,
RUBI
c. 23t, rubi 48 = I migliaio di Puglia. (Peg. p. 175, rove 62 1/2 = i migliaio
(Chiar. p. 123, quartieri, scossi dalla polvere, 4 = 1 salma generale scarsa, di Sicilia, di grano).
per
] moggia di
(Peg. p. 159, quartieri 1 moggia di Chiarenza).
(Peg. p. 12 7 , « lo peso e la misura di B arzalo n a di tu tte cose è tutto uno
^31
Mortes. (Peg. p. 167, rugghi 19 3 = 520 se stieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-29 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 420 se stieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-25 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, rr. 2 1-7 , di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-20, di grano).
(Peg. p. 2 13 , rr. 9-10). c. i3 t , q uartin i 100 = 13 moggia di Venezia. (Peg. p. 15 3 , rr. 4-5).
(247) A .D .P ., n. 372, 18 febbraio 1395, c. 100, a Barcellona, i rova = 26 lib. e 12 rove = i carica.
232
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
c. 8, rugghi 193 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 3 1-3 3 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. p. 167. rugghi 193 = 53 1/2 moggia di Cometo, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-30 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 1200 staia di Firenze. (Peg. 167, rugghi 19 3 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, rugghi 193 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Peg. p. 198, « rubbi » 100 = 620 staia di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 3 1-2 1, di grano). (Chiar. p. 113, rugghi 1 = 8 3 / 4 staia di Firenze, di grano), c. 8, rugghi 193 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, rr. 2 1-10 , di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-2 3 , di grano). (Chiar. pp. 107, 1 1 3, rugghi 1 = 1 7 / 8 mine di Genova, di grano), c. 8, rugghi 193 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-28 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 650 in 700 mine di Marsiglia. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 620 se stieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-24, di grano), c. 8, rugghi 193 = 400 sestieri di Mont pellier. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-26, di grano), c. 8, rugghi 193 = 650 in 700 mine di Nìmes. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 770 se stieri Nìmes, di grano).
(Uzz. p. 95, rr. 31-24 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 4 14 1/3 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, rugghi 193 = 3^0 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 31-2 2 , di grano), c. 8, rugghi 193 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, r. 21, di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 3 1, di grano), c. 8, rugghi 19 3 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, rugghi 193 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95,
rr.
3 1- 19 ,
di grano).
R U O TO LI in
Gen
erale
in Barletta, c. 7. ruotoli I = 30 once, di lib. grosse. (Peg. p. 16 1, ruotoli 1 = 2 1 / 2 lib. grosse, d’once 12 grosse per lib., e di tari 33 1/3 per i oncia grossa). (Uzz. p. 94, r. 17). (Chiar. p. 96, «lo ruotolo [di Puglia] è libre 2 1 / 2 0 pesa ©ncie 30 di Puglia »). c. 7. ruotoli I = 34 once, a lib. sottili. (Peg. p. 16 1, «la libbra sottile si è once 12, di tari 30 pesi per i oncia sot tile »). (Uzz. p. 94, r. 17). (Chiar. p. 96, « lo ruotolo [di Puglia] è libre 2 1/2 e pesa oncie3odi Puglia»), c. 6t, ruotoli 90 = [ ] di Firenze. (Peg. p. 1 1 5 , ruotoli 90 = 228 in 234 lib. di Firenze). (Uzz. p. 93, ruotoli 91 = 228 lib. di Firenze). (Chiar. p. 26, ruotoli 40 = 98 lib. di Firenze, di spezierie), c. 6t,
233
ruotoli 90 = 257 lib. di Genova. (Peg. p. 1 1 5 - 1 1 6, ruotoli 90 = 254 lib. di Genova). (Uzz. p. 93, ruotoli 9 1 = 257 lib. di Genova). (Uzz. pp. 93-193, ruotoli 91 = 260 lib. di Genova), e. 6t. ruotoli 9 0 = I c a n t a r o s o t t ile [d i Messina]. (Peg. p. 1 1 5, r. 2). (Uzz. p. 93, ruotoli 91 = I c a n t a r o sottile di Messina), c. 6t, ruotoli go = [ ] di Nìmes. (Uzz. p. 93, ruotoli 91 = 243 lib. di Nìmes). c. 6t, ruotoli 90 — 240 lib. di Pisa. (Peg. pp. 1 1 5 - 1 1 6 , ruotoli 90 = 240
(Uzz. p . 97, r. 9). c. 9t, ruotoli 58 in 60 = I cantaro di Tu
in 245 lib. di Pisa). (Uzz. pp. 9 3-19 3. r u o t o li 91 = lib. di Pisa). in M essina,
(Peg. p. 13 5 , r. 30). (Chiar. p. 35, lib. i =
240
c. 6,
r.
i can
taro). per
A
rgento
in Tunisi, c. i9t, ruotoli I = 18 once, (Peg. p. 133, r. 16). c. I4t, ruotoli I = 18 once di Firenze. 18 lib. di F i
renze) . per
C o to ne
20 t,
r u o t o li n o 14 ,
di Sicilia).
3).
c. 9 ,
ruotoli 100 = 250 lib. di Firenze (250). Vedi nota n. 1 71 . Ibidem . (2 5 0 ) A.D .P., n. 534, 2 6 giugno 1385. Vi si rileva che ruotoli 40 di Napoli sono in Pisa lib. 105; e poiché lib. 100 di Fi(2 4 8 )
I c a n ta ro .
(Peg. p. 130, r. 14). (Chiar. p. 82, r. 14). (Chiar. p. 139, cantari 25 =
c.
in Napoli, co. 8t, 9 , ruotoli 1 0 0 = I c a n t a r o ( 2 4 8 ) . (Peg. p. 177, r. 2 1 ) . (Uzz. p. 96, r. 3). (Chiar. p. 108, r. 17). c . 8t, ruotoli 100 = 250 lib. g r o s s e (249). (Peg. p. 177, ruotoli 1 = 2 1/2 lib. grosse). (Uzz. p. 96,
ru o to li 10 0 =
in Tunisi,
(Peg. p. 107, r. 5). (Tar. p. 33, r. 1 2 ) . (Uzz. p. 93. r. 3)(Chiar. p. n o , r.
nisi. (Peg. p. 134 . r. 14). (Uzz. p. 97. r. 24). in Tunisi, c. 21,
=
I can taro .
(Peg. p. 1 3 0 , r. 20). per
L
in o
in Napoli, c. 8t, ru o to li 4
=
1
d iecin a (2 5 1) .
(Uzz. p. 96, ruotoli 4 = in Tunisi, c. 2ot, ru o to li 1 0 5 =
1 «diana*).
I c a n ta ro .
(Peg. p. 130, r. 21). per
O lio
in Napoli, C. IO, r u o t o li
14 =
I se sta ri.
(Uzz. p. 97. r. 39).
(2 4 9 )
renze sono 105 lib. di Pisa, ne viene che ruotoli 100 = 250 lib. di Firenze. (251) Vedi nota n. 178.
^34 p e r O ro
in Salonicco (Salonachi), c. 3. saggi 6, carati 4, di perperi = i oncia del Regno.
in Tunisi, c. igt, ru o to li I =
i 6 once d ’oro.
(Peg. p. 133, rr. 16-15). c. igt,
in Venezia (Vinegia), c. u t ,
da ruotoli i in zecca « si rià dobre 106 e 2 parti di dobra, che nne viene per oncia di Tunisi sei e due parti ».
saggi, a 52 1/2 =
(Peg. p. 133, «ogni ruotolo si ragiona», in zecca, « dobble 106 2/3 che ne viene per oncia di Tunisi dobble 6 2/3 »). c. I3t, ruotoli 1 = 2 marchi, i oncia, 1/2 saggio di Venezia.
in Alessandria, c. 2,
ruotoli I O = 17 1/2 lib. di Pisa. in Tunisi, c. igt, ru o to li 10 0 =
I c a n ta ro .
(Peg. p. 1 31 , «seta cruda vi si vende a ruotoli, e dàssi ruotoli i et once 1/2 per I ruotolo, e d’once 16 per i ruotolo »). c. 21, ruotoli 1 = 2 lib. di Genova, (Peg. p. 135, r. 9 ). c. i3t, ruotoli I = 2 0 1/2 once di Venezia. (Peg. p. 135, r. 27). (Chiar. p. 82, r. 15).
perperi,
per O r o in Candia, c. 22, saggi 77 1/2 = I lib. d’oro di Firenze. (Peg. p. 105, rr. 31-32).
in G e n e r a l e
in Negroponte, c. 5t,
i oncia
(Peg. p. 171, saggi 6 meno 1/2 carato = I oncia, a peso d'oro, di Barletta). (Uzz. p. 92, saggi 6 meno 1/2 carato, di perperi = i oncia del Regno).
mine
c. 6t, salm e 1 = 3 1/2 « o poco meno » falacche di Bougie. (Uzz. p. 94, salme i == « scilachi 3 e mezzo, o poco manco», di Bougie). c. 6, salm e 1 = 1 1 / 2 cafissi di Catalogna. (Uzz. p. 93, salme i == i 1/2 cafissi di « A ragon a di Catalogna »). c. 6,
mine di Collioure, di biado). (Uzz. p. 93, r. 8). c. 2lt, salm e 1 = 4 1 / 4 misure di Maiorca.
salme i = ... cogna. in Puglia, c. 7t. salma 1 (Peg. p. 2j25, di (Uzz. p.
(Uzz. p. 93, salme 1 = 4 1 / 3
di B arcello n a). (Chiar. p. 1 12, salme generali 1 = 3 quartieri di Barcellona, di grano).
salm e 1 = 1 1 / 2 mine di Collioure. (Peg. p. 11 3, salme generali 100 = 150
SA LM E
c. 6,
= 3 staia di Venezia. 171, salme 1 = 3 staia meno grano). 95, r. 15).
(Chiar. p. 95, salme 1 = Venezia, di grano).
3 staia di
(Chiar. p. 97, salme 1 — 3 staia grosse di Venezia, di frumento). in Sicilia (Cicilia), c. 6, salme 1 = 5 1 / 2 sestieri, « e crescie il centinaio delle salme sestieri sei » di Aigues-Mortes. (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 550 sestieri di Aigues-Mortes, di biado). (Uzz. p. 93, r. 12, « e crescie il 100 delle salme sestieri 5 »). c. 6,
SA G G I
saggi 6 meno 1/2 carato = del Regno.
cui si vendono I marca.
in G e n e r a l e in Napoli, c. 8t,
p er S e t a
235
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
salme 1 = 1 1 / 2 cafissi d’Aragona. (Uzz. p. 93, salme 1 = 1 1 / 2 cafissi di « Aragona di Catalogna »). c. 6, salma 1 = 4 1 / 2 mine di Barcellona. (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 440 quartieri di Barcellona, di biado).
salm e 1 = 4 quartieri scarsi di M aiorca. (Peg. p. 12 7 , salme generali 1 = 4 qu artieri di Maiorca, di biado). (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 400 quartieri di Maiorca, di biado). (Uzz. p. 93, salme 1 = 4 1/4 quar tieri di Maiorca). (Uzz. p. 193, salm e 1 = 4 quartieri di M aiorca). (Chiar. p. 1 1 2 , salme generali 1 = 4 q u artieri di Maiorca). (Chiar. p. 123, salme generali scarse 1 = 4 quartieri scossi dalla polvere di M aiorca, di grano), c.
0,
salm e 1 =
7 mine meno 1/4 di Mar
c. 6, salme 1 = 1 1 / 2 cafissi di Valencia, (Peg. p. 1 1 3. salme generali 100 == 150 cafissi di Valencia, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 15-16). (Chiar. p. 1 1 2, salme generali di Si cilia I = « barzella 1 7 che le 12 fanno uno chafisso » di Valencia, di grano), c. 6, salme 1 = 3 1 / 5 staia di Venezia. (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 320 staia di Venezia, di biado). (Tar. p. 33, salme 1 = 3 staia di Venezia, di biado). (Uzz. p. 93, r. 17). (Chiar. p. 1 1 2 , salme generali 1 = 3 1/3 staia di Venezia, di grano). per F r u m e n t o in Ancona, c. I I , salme 1 = 2 staia di Venezia. (Peg. p. 160, some 1 = 2 staia di Venezia). (Tar. p. 35, some 1 = 2 staia di Ve nezia) . in Barletta, c. 7t, salme 1 = 1 1 / 2 some d’Ancona. (Peg. p. 170, salme di Puglia 1 = 1 1 / 2 some di Ancona). (Uzz. p. 94, r. 34). c. 7t, salme 1 = 6 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 170, salme di Puglia 1 = 6 moggia di Chiarenza, di grano). (Uzz. p. 94, rr. 34-35, in generale),
siglia. (Peg. p. 1 1 3, salm e 100 = 675 se stieri di M arsiglia, di biado). (Uzz. p. 93, salm e 1 = 6 3/4 mine di M arsiglia),
c. 7t, salme 1 = 8 moggia d’Istip. (Peg. p. 170, r. 8). (Uzz. p. 94, salme 1 = 8 moggia d’I-
c. 6,
in Puglia, c. 8. salme 100 =
salm e 1 = 4 1 / 6 sestieri di Narbonne. (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 4 17 sestieri di Narbonne, di biado). (Uzz. p. 93, r. 14).
stria, in generale).
550 sestieri di Aigues-
Mortes. (Peg. p. 167, salme di Manfredonia
236
INDICI DI MISURE
di Puglia 100 = 520 sestieri di AiguesMortes, di grano). (Uzz. p. 95, r. 29. di grano), c. 8, salme 100 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, salme di Manfre donia di Puglia 100 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, r. 25, di grano), c. 8, salme loo = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, r. 7, di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 20, di grano), c. 8, salme 100 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, r. 33, di grano), c. 5t, salme I = 6 moggia di Chiarenza (252). (Peg. p. 170, r. 28, di grano). (Uzz. p. 92, r. 15). c. 8, salme 100 = neto.
53 1/3 moggia di Cor
(Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 53 1/2 moggia di Comete, di grano). (Uzz. p. 95, r. 30, di grano), c. 8, salme 100 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, r. 21, di grano). (Chiar. p. 26, salme i = 10 1/3 staia di Firenze, di grano), c. 8, salme 100 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, r. IO, di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 23, di grano), c. 8, salme 100 = 400 quarte di Maiorca.
(252) Vedi nota n. 227.
(Peg. pp. 166-167, salme di Mantredonia di Puglia, 100 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, r. 28, di grano). (Chiar. p. 12 3 , salme 1 = 3 3 / 4 quar tieri di Maiorca, di grano), c. 8, salme 100 Marsiglia.
=
650 in 700 mine di
(Peg. pp. 166-167, salme di Manfredo nia di Puglia 100 = 620 sestieri di Mar siglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 24, di grano). c. 8,
>
salme 100 = 400 sestieri di Montpel lier. (Peg. p. 167, salme di Manfre donia di Puglia 100 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, r. 26, di grano), c. 8, salme 100 = Nlmes.
650 in 700 mine di
(Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 770 sestieri di Nlmes, di grano). (Uzz. p. 95, r. 24, di grano), c. 8, salme 100 = 193 rugghi di Roma. (Pt.g. p. 167, r. 2 1 , di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 3 1, di grano), c. 8, salme 100 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia ICO = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, r. 22, di grano), c. 7, salme 100 = 78 cafissi di Tripoli. (Peg. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 70 cafissi di Tri poli, di grano). (Peg, p. 169, salme 100 = 69 in 70 ca fissi di Tripoli),
INDICI DI MISURE
237
(Uzz. p. 94, rr. 27-28, di grano).
1 = 4
quartieri di Maiorca, di grano
c. 7,
scosso dalla polvere),
salme 100 = 107 cafissi di Tunisi. (Pag. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 100 cafissi di Tunisi, di grano). (Pag. p. 169, salme 100 = 100 ca fissi di Tunisi). (Uzz. p. 94, r. 27).
c. 16, salme 1 = 7 starella di Oristano. (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 750 starelle di Oristano, di biado).
c. 8,
salme 100 300 staia di Venezia. (Pag. p. 167, salme di Manfredonia di Puglia 100 = 292 staia di Venezia di grano). (Uzz. p. 95, r. 19, di grano), (Chiar. p. 97, salme 1 = 3 staia grosse di Venezia). in Sicilia (Cicilia), c. 16, salme 1 = 7 meno 1/3 starelle di Cagliari (Castello di Castro). (Pag. p. 113 , salme generali 100 = 580 starelle di Castello di Castro, di biado). co. 6t, 16, salme 1 = 2 1 / 2 mine di Genova (253), (Pag. p. 1X2, salme 100 = 250 mine di Genova, di biado), (Uzz. p. 93, r. 31). (Uzz. p. 190, salme grosse 1 = 3 mine di Genova, in generale), (Chiar, pp. 107, 1 1 2, salme grosse 1 = 3 mine di Genova, di grano), (Chiar. pp. 107, 1 1 2, salme generali 1 = 2 1/2 mine di Genova, di grano). C. 2 l t ,
salme 1 =
4 quartieri di Maiorca, (Peg. p. 127, salme generali 1 = 4 quartieri di Maiorca, di biado), (Peg. p. 113, salme generali 100 = 400 quartieri di Maiorca, di biado), (Uzz. p. 93, salme 1 = 4 1 / 4 quartieri
c. 6t, salme 1 = 4 1 / 3 staia di Pisa (254). (Peg. p. 1 1 2, salme generali 100 = 450 staia leggere e picchiate di Pisa, di biado). (Uzz, p, 93. 31-32). c. 6t, « la salma di Terranuova ch’è mag giore che l’altra [di Sicilia] 10 per cientinaio si che tom a tanto più ». (Peg. p. 1 12, « in Cicilia si ha due mi sure di biado, cioè che tutte le piaggie di verso il ponente infino al fiume Salso si è una misura per sè che si chiama salma generale di Ci cilia, e dal fiume Salso in là verso le vante fino a Messina si è altra misura che si chiama salma grande di Ci cilia, ed è maggiore che la salma generale delle piagge 20 per centi naio, e nella detta grande misura si si intende Terranuova bench’ella sia in tra le piagge e il detto fiume Salso») (255). (Uzz. p. 93, rr. 32-33, 36-37), (Chiax, pp, 23-24, « In tutta Cicilia si vende a salma gienerale il grano in questi luoghi come apresso: e pri ma a Fiuma, a Salso, alla Lichata, a Monteciaro, a Giorgiante, a la Sichuliana, a Mazara, a Marzalla, a Bo(254) A ,D ,P ., n. 1170 , 14 novembre 1385, scritta di vendita di grano sici liano: salme di Sicilia 200 = 800 staia
di Pisa. (255) L ’E v a n s {pp. cit., p. 1 12, nota n. 5), rimarca l’errore geografico del Pegolotti, perché Terranova si trova a (253) A .D .P ., n. 544, 6 giugno 138 3, levante del fiume Salso e quindi, ricade naturalmente nella regione della salma « L a salm a di C icilia tom na sl Gievona grande. mine 2 1/2 »,
di Maiorca, in generale), (Uzz. p, 193, r. 13, in generale). (Chiar. p . 123, salme generali scarse
238
veggia, a Sampietro, a Castello in mare, a Palermo, a Sdento, a Ter mina, a Cifaolio, a Ucieglia, a Tusa, a Capo d’Orllando, a Patti, a Milas e ogni salma è 16 tonboli. L a salma grossa si vende a Messina, a Tabernina, a Ghatti, a Chattania, alle Branchole, a Ghosta, a Seraghosa, al Bendichar, al Posaglio, a Terra nuova, alla Falconiera, e questa salma è maggiore che la gienerale 20 per 100. A Trapani è una salma che è maggiore che la gienerale 6 per 100 »). (Chiar. p. 1 12 , « In tu tta l ’isola si vende grano, a (due) salme ed è mag giore l’una che l'a ltra chome dirò appresso; vendesi a salm a gienerale in questi luoghi di marina chominciando da fiume Salso, alla Lichata, a Montechiaro, a Giorgiante, alla Sichuliana, a Mazara, a Marzalla, a Bovestia, a Sanpiero, a Chastello a mare, a Palermo, a Sdento, a Ter mina, a Cifoglio, alla Uzaglia, a Tusa, a Capodorlando, a Patti, a Milas, e ogni salma è 10 tomoli. A Trapani è un altra salma, oh’è de maggiore che la gienerale 6 per 100 cioè tomoli I per salma. Vende visi a un altra salma che si chiama salma grossa eh’è de maggiore che la gienerale 20 per 100 e vendevixi in questi luoghi e prima a Messina, a Tabernina, a Ghacci, a Chattania, alla Bruchola, a Ghosta, a Seraghosa, a Bardighar, al Pozaglio, a Terranuova, alla Falchonera » (256). c. 6t, salme 100 = 80 cafissi di Tripoli. (256) A.D .P., n. 676, I luglio 1386, c. 2, si rileva che i salma grossa = i salma ordinaria più 1/4 ed anche che « salma grosa lo quinto più che l ’a(l)tre », e «... salma di 20 tonboli, dove l’ altra è di tonboli 1 6 ». Cfr. anche C h i a r in i , P‘ 94 -
(Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = 75 in 80 cafissi di Tripoli, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 35-36). c. 6t, salme 100 — n o cafissi di Tunisi (Peg. p. 1 1 3, salme generali 100 = H 2 cafissi di Tunisi, di biado). {Uzz. p. 93, r. 35). c. 20, salme 100 nisi (257).
=
100 [cafissi] di Tu
(Peg. p. 132 , r. 25).
iix
=
26 moggia di Venezia).
Lìi D i i r a z z o ,
I' ^4. -.a:ine 100 = ... moggia di Venezia). 1 ’ g. p, 15 4 , m isure lo ó = ... moggia à i W nezia). Vìi M anfredonia
(Sipanto di Pu
glia). ' . -’ 4 .
100 = lo o salme di Cànnì. p. 154, misure di «Spanto» ii.ij = 100 misure « d ’Ircani»).
Il eg.
c 24, a, Ime 10 0 = 10 0 salme di Salpi. ( 'eg. p. 154, misure di «Spanto»
per G r a n o in Pisa, cc. i5 t, 24,
1
salme di grano 7 5 = « posonsi ragio nare... ciento quartini di sale di Castello di Castro (Cagliari) a por tata di nave » == i staio grosso. (Peg. p. 21 3, rr. 11-10 -9 ). in Puglia, c. 22, salme i = 1 5 misure di Candia. (Peg. p. 106, salme 100 = 1425 mi sure di Candia, di frumento). (Tar. p. 32, in Candia «Fermento se vende a mexura »). in Siviglia (Sobilla), c. 23t, « pocho meno di2 salme generali» = i cafisso. per S a l e in Canni, c, 24, salme 100 = donia.
239
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
c
100 misure di Salpi).
=
jo
24,
K lime ICO = 26 moggia di Venezia, (i’eg. p. 154, misure di «Spanto» ! 0 0 = 26 moggia di Venezia). in S a lp i, ' ■ - 4' ; alm e 100 = 100 salme di Canni, l ’eg. p. 154, misure 100 = 100 mi sure « d ’Ircani»). 24, ^alme 100 = 100 salme di Manfre donia. (l'eg. p. 154, misure 100 == 100 mi sure di « Sp an to »).
c. 24, salm e 100 = 26 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, misure 100 — 26 mog
gia di Venezia). 100 salme di Manfre
(Peg. p. 154, misure « d'Ircani » 100 = 100 misure di «Spanto»), c. 24, salme 100 = 100 salme di Salpi. (Peg. p. 154 , misure « d ’Ircani» zoo = 100 misure di Salpi di Puglia), c. 24, salme 100 = 26 moggia di Venezia. (Peg. p. 154, misure « d ’Ircani» (257) Cfr. nota n. 167.
ruole 80 »). in Napoli, c. 8t, salme 100 = 20 in 21 botti, « faciendo la botte di 24 congnia ». (Uzz. p. 96, rr. 15-16). in Scalea, c- 7 . salme 100 == 95 mezzaruole di Tu nisi. (Peg. p. 136. r. io ). (Uzz. p. 94, r. 30). S E S T A R I (258). per
O l io
in Napoli, c. 10, sestari r = 14 ruotoli. (Uzz. p. 94, r. 39). c. io , sestari 2 — i sestaro di Salerno. (Uzz. p. 9 7. r. 38). in Salerno, c.
IO ,
sestari i =
V
in o
in Calabria (Calavera), 7,
salm e 100 = 82 mezzaruole di Tunisi. {Peg. p. 136, salme di Turpia di C alab ria 100 — 82 mezzaruole di Tunisi). (Uzz. p. 94, r. 29). in Messina, c. 6t. salm e 100 = 80 mezzaruole di Tunisi. (Uzz. p. 94, « caf&si 60 di Messina, tor nano in Tunizi giarre 14 e mezzo.
25 cafissi di Gaeta.
(Peg. p. 17 7, r. 15). (Uzz. p. 98, sestari i == 12 5 cafissi di Gaeta). C. IO,
sestari 1 = 2
sestari di Napoli.
(Uzz. p. 9 7 . r. 38). C. IO,
sestari 10 =
per c.
e in Tripoli giarre 100, salvo di vino di Messina, sono in Tunizi mezza
i migliaio di Puglia.
(Peg. p. 17 7 , rr. 1-2). (Uzz. p. 98, sestari 10 =
9 sestari
di Puglia). S E S T IE R I in G e n e r a l e in Aigues-Mortes (Agua Morta), (258) Lo stesso che « sestieri » che tengo distinti da questi per ragioni di fedeltà al manoscritto e per le finalità di cui faccio cenno nell’introduzione.
!
240
f-
INDICI DI MISURE
c. 6, sestieri 5 1 / 2 = 1 salma di Sicilia, e « crescie il centinaio delle salme sestieri sei ». (Peg. p. 113, sestieri 550 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, r. 12, e « crescie il 100 delle salme sestieri 5 »). in Arles (Arli), c. 18, sestieri 8 1 / 3 = 1 moggio di Firenze. (Peg. p. 200, sestieri 1 = 2 2/3 staia di Firenze, di grano). (Chiar. p. 42, sestieri 10 1/3 = i moggio di Firenze, di grano), c. 18, sestieri 100 = 54 mine di Genova. (Peg. p. 224, sestieri 100 = 45 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 190, sestieri 2 = 1 mina di Genova). (Chiar. p. 107, sestieri 2 = 1 mina di Genova, di grano), c. 18, sestieri 8 1 / 3 = 8 staia di Pisa. (Peg. p. 214, sestieri 10 = g staia di Pisa, di grano). in Narbonne (Nerbona), c. 6, sestieri 4 1 / 6 = 1 salma di Sicilia. (Peg. p. 113, sestieri 4 17 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 14). p er F r u m e n t o
in Aigues-Mortes (Agua Morta), c. 8, sestieri 550 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 420 sestieri di Arles). (Uzz. p. 95, rr. 29-25, di grano). (Chiar. p. 107, sestieri 2 1/4 = 2 sestieri di Arles, di grano), c. 8, sestieri 550 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-20, di grano).
c. 8, sestieri 550 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 29-33, di grano), c. 8, sestieri 550 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 53 1/2 moggia di Corneto, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-30, di grano), c. 8. sestieri 550 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, sestieri 520 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29 -21, di grano). (Chiar. p. 107, sestieri 2 1 / 4 = 4 staia di Firenze, in generale), c. 8, sestieri 550 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-23, di grano). (Chiar. p. 107, sestieri 2 1 / 4 = 1 mina di Genova, in generale), c. 8, sestieri 550 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-28, di grano), c. 8, sestieri 550 = 650 in 700 mine di Marsiglia. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-24, di grano), c. 8, sestieri 550 = 400 sestieri di Mont pellier. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-26, di grano), c. 8, sestieri 550 = 650 in 700 mine di Nìmes. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 770 sestieri di Nìmes, di grano).
INDICI DI MISURE (Uzz. p. 95, rr. 29-24). c. 8, sestieri 550 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167; sestieri 520 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, ' di grano). (Peg. p. 167, sestieri 520 = 390 staia picchiate, di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-22, di grano), c. 8, sestieri 550 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 1 6 7 , -sestieri 520 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 29, di grano). c. 8, sestieri 550 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-31, di grano). c. 8, sestieri 550 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, sestieri 520 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 29-19, di grano). in A rles (Arli), c. 8, sestieri 400 = 550 sestieri di AiguesMortes. (Peg. p. 167. sestieri 420 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 23-29, di grano). (Chiar. p. 107, sesstieri 2 = 2 1/4 sestieri di Aigues-Mortes, di grano), c. 8, sestieri 400 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-20, di grano). c. 8, sestieri 400 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 25-33, di grano). c. 8, sestieri 400 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 53 1/2 moggia di Corneto, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-30, di grano). c. 8, sestieri 400 = 1200 staia di Firenze. C.
C .iw n
241
(Peg. p. 167, sestieri 420 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, sestieri 420 — 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-2 1, di grano). (Chiar. p. 107, sestieri 2 = 4 1 / 2 staia di Firenze, di grano), c. 8, sestieri 400 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-23, di grano). (Chiar. p. 107, sestieri 2 = 1 mina di Genova di grano), c. 8, sestieri 400 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 364 quar tieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-28, di grano), c. 8, sestieri 400 = 650 in 700 mine di Marsiglia. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-24, di grano). (Chiar. p. 118, sestieri 1 = 1 1 / 2 mine di Marsiglia, in generale), c. 8, sestieri 400 = 400 sestieri di Mont pellier. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-26, di grano), c. 8, sestieri 400 = 650 in 700 mine di Nimes. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 770 sestieri di Nimes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-24). c. 8, sestieri 400 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, sestieri 420 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-22, di grano), c. 8, sestieri 400 = 100 salme di Puglia.
242
INDICI DI MISURE
(Peg. pp. 167-166, sestieri 420 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 25, di grano), c. 8, sestieri 400 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, sestieri 420 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 5-3 1, di grano), c. 8, sestieri 400 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167. sestieri 420 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 25-19 , di grano). in Draguignan (Draghingniano), c. 18, sestieri 3 = 1 mina di Genova. (Peg. p. 224, r. 24, di grano). in Montpellier (Monpulieri), c. 8, sestieri 400 = 550 sestieri di AiguesMortes. (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-29, di grano), c. 8, sestieri 400 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 — 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-25, di grano), c. 8, sestieri 400 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, sestieri 533 1/3 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-20, di grano). 0. 8,
sestieri 400 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 26-33, di grano), c. 8, sestieri 400 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. p. 167, sestieri 533 1/3 = 53 1/2 moggia di Corneto, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-30, di grano), c. 8, sestieri 400 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 1200 staia rase di Firenze, di grano).
243
INDICI DI MISURE
(Peg. p. 167. sestieri 53 3 1/3 ^ staia colme di Firenze, di grano) (Uzz. p. 95, rr. 26-21, di grano). (Chiar. p. 42, sestieri 1 = di Firenze, di grano), c. 8,
(Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-19, di grano).
2 staia per
G ran o
in Aigues-M ories
(Agua Morta),
sestieri 400 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, sestieri 533 1/3 = 228 mine di Genova, di grano).
c. 23, sestieri 3 = 4 mine di Marsiglia. in P a rig i
(Uzz. p. 95, rr. 26-23. c. 8,
19, sestieri 1 = 5 1/2 staia di Firenze. (Peg. p. 202, r. 3). (Chiar. p. 38, r. 17). c. 19, sestieri 20 = 2 1 m'ne di Genova. (Peg. p. 221, r. 27).
di grano),
sestieri 400 = 400 quarte di Maiorca (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-28, di grano), c. 8, sestieri 400 = 650 in 700 mine di Marsiglia. (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-24, di grano), c. 8, sestieri 400 = 650 in 700 mine di Nimes. (Peg. p. 167, sestieri 5 3 3 1/3 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Uzz., p. 95, rr. 26-24, grano), c. 8, sestieri 400 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, sestieri 53 3 1/3 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 26-22, di grano), c. 8, sestieri 400 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, sestieri 533 1/3 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 26, di grano), c. 8, sestieri 400 = 19 3 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, sestieri 533 1/3 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 6 -31, di grano), c. 8, sestieri 400 = 300 staia di Venezia.
C.
SO LD I T O R N E S I in Provenza (Proenza), c. 2 1, soldi 40 in 45, vale i cantaro di Nìmes di cuoia di Tunisi. « che siano le 100 chuoia cant. 18 in 22 ».
SOM E in G e n e r a l e in Ancona, c. 5t. some 1 = 4 1/4 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 159, r. 32, di grano). (Uzz. p. 92, r. 6). in Firenze c . 9.
SO LD I
some 5 1/4 in 5 1/2 =
in Aragona (Raona), c. 6, soldi 18 = 1 fiorino d’oro. (Uzz. p. 93, s. 16 in 18 =
I fiorino
d ’oro). in Catalogna, c. 6, soldi 18 = I fiorino d ’ oro. (Uzz. p. 93, s. 16 in 18 = I fiorino d’oro). in Collioure (Choliveri), c. 6, soldi 18 1/2 = I fiorino d ’oro. (Uzz. p. 93, rr. 8-9). in Valencia (Valenza), c. 6, soldi 18 = I fiorino d 'o ro . (Uzz. p. 93 s. 16 in 18 = I fiorino
c . 9.
some greco (Uzz. greco
5 1/4 in 5 1 / 2 = di Napoli. p. 97, some ... = di Napoli).
1 botte del i botte del
p e r BOLDRONI
in Genova, c. 16. some 1 = 3 cantari. (Peg. p. 21 5, some 1 =
4 cantari),
c. 16, some I = 400 lib. di Firenze.
d’oro). SO LD I D I G E N O V IN I in Bougie (Bugiea, ecc.), c. 6t, soldi 5 ij'z = I bisante. (Uzz. p. 94, r. 7). in « Rom ania », c. 6, soldi 15 =
24 cogna di
Napoli. (Peg. p. 188, cogna i = 2 1 cogna di greco di Napoli). (Uzz. p. 97, some ... = 24 cogna di Napoli). (Chiar. p. 24, cogna i = 20 cogna di Napoli, di vino),
per F r u m e n t o in Ancona, c. 7t, some 1 1 / 2 = 1 salma di Barletta. (Peg. p. 170, some i 1/2 = i salma di Puglia). (Uzz., p. 94. r- 34 )-
I perpero.
C. I I ,
INDICI DI MISURE
244 some c. 7t, some (Peg. (Uzz.
I =
... di Cervia,
1 1 / 2 = 6 moggia di Chiarenza. p. 170, rr. 4-28) (259). p. 94, rr. 34-35, in generale).
C. I I ,
some 1 = 8 staia di Firenze. (Peg. p. 16 1. some 1 = 8 staia scarse di Firenze, di grano). (Peg. p. 202, some 1 = 7 staia colme di Firenze, di grano). (Chiar. p. 25, staia 6 1 / 2 = 1 soma di Firenze, di grano), c. 7t, some 1 1 / 2 = 8 moggia di Istip. (Peg. p. 170, rr. 4-8) (260). (Uzz. p. 94, some 1 1 / 2 = 8 moggia d’Istria, in generale). p e r O rzo
in c. 5t, some (Peg. (Uzz.
Ancona, 1 = 5 1 / 3 moggia di Chiarenza. p. 159, r. 33). p. 92, rr. 8-7).
per S a ì e
in Ancona, c. 5 t. some 100 = 900 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 159, some lo i = 900 moggia di Chiarenza). (Uzz. p. 92, r. 5). p er V a l o n i a
in Ancona, c. 5t, some I = 220 in 230 lib. (Uzz. p. 92, r. 12). c. 5t, some 20 in 22 = 100 moggia di Chia renza. (Uzz., p. 92, rr. 12 -11).
(259) Vedi nota n. 225.
(260) Vedi nota n.
228.
per V in o in Ancona, C. I I ,
some 20 = 3 anfore di Venezia. (Peg. p. 160, r. 7). (Tar. p. 35, some 220 = 3 1/2 anfore di Venezia). (Chiar. p. 98, rr. 22-21). S T A IA in G e n e r a l e in Chiarenza, c- 5 . « è magiore di quello di Chiarenza 8 per 100 » = lo staio di Patrasso. (Uzz. p. 9 1, r. 14). in Firenze, c. I4t, staia 3 = 1 corba di Bologna. (Peg. p. 199, r. 12, di grano). (Uzz. p. 194, staia 3 1 / 2 = i corba di Bologna). (Chiar. p. 116, staia « 3 1/4 in 1/2» = I corba di Bologna, di grano), c. I4t, stala 3 = 1 corba di Faenza. (Peg. p. 199, r. 16, di grano), c. I4t, staia 3 = 1 corba d’Imola. (Peg. p. 199, r. 14, di grano), c. 9, staia 1 1 / 2 = 1 tombolo di Napoli. (Uzz. p. 97, staia 2 = 1 tombolo di Napoli). (Chiar. p. 25, r. 8). c. 15 .
staia 6 e « alquna cosa meno » = i cestiere di Parigi. (Peg. p. 202, staia 5 1 / 2 = i sestiere di Parigi, di grano). (Chiar. p. 38, staia 5 1 / 2 = 1 sestiere di Parigi, di grano). in Patrasso, c. 5 . « è magiore di quello di Chiarenza 8 per 100 » = I staio di Chiarenza. (Uzz. p. 9 1, r. 14).
INDICI DI MISURE in Pisa,
c. 18, staia 8 = 8 1 / 3 sestieri di Arles. (Peg. p. 214, staia 9 = 10 sestieri di Arles, di grano), c. 18, staia 8 = 1 moggio di Firenze. in Venezia (V inegia), c. 5. staia 42 = 100 moggia di Negroponte. (Peg. p. 149, r. 23, di biado). (Tar. p. 41, staia 41 1/2 = 100 mog gia di Negropònte). (Tar. p. 50, staia 40 = 100 moggia di Negroponte, di sale). (Chiar. p. 56, r. 7, di biado), c. 7t, staia 3 = 1 salma di Puglia. (Peg. p. 171, staia 3 meno 2/25 = r salma di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95. r. 15). (Chiar. p. 95, staia 3 = i salma di Puglia, di grano). (Chiar. p. 97, staia grosse 3 = 1 salm a di Puglia, di frumento). c. 6 , staia 3 1 / 5 = I salm a di Sicilia. (Peg. p. 1 1 3, staia 320 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Tar. p. 33, staia 3 =» i salma di Si cilia, di biado). (Uzz. p. 93. r. 17)(Chiar. p. 112, staia 3 1/3 = i salma generale di Sicilia, di grano). per
F r u m e n t o
in Firenze,
c. 8 , staia 1200 = 550 sestieri di AiguesMortes. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 21-29, di grano). (Chiar. p. 107, staia 4 1 / 2 = 2 1/4 sestieri di Aigues-Mortes, in generale).
245
c. I I , staia 8 = 1 soma d’Ancona. (Peg. p. 16 1, stala scarse 8 = 1 soma d'Ancona, di grano). (Peg. p. 202, staia colme 7 = 1 soma d’Ancona, di grano). (Chiar. p. 25, some 1 = 6 1 / 2 stala di Ancona, di grano), c. 8, staia 1200 = 400 sestieri di Arles. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 1-2 5, di grano). (Chiar. p. 107, stala 4 1/2 = 2 sestieri di Arles, di grano), c. 8, staia 1200 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz., p. 95, rr. 21-20, di grano). (Chiar. p. 26, staia 3 = 1 corba di Bologna, di grano). (Chiar. p. 116 , staia « 3 1/4 in 1/2» = I corba di Bologna, di grano), c. 8, staia 1200 = 5 7 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 2 1-33 , di grano), c. 8, stala 1200 = 53 1/3 moggia di Cor neto. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 53 1/2 moggia di Cometo, dì grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 53 1/2 moggia di Cometo, di grano). (Uzz. p. 95 . rr. 21-30 , di grano), c. 14, stala 5 = 1 mina di Genova. (Peg. p. 198, staia 4 9/16 = i mina di Genova, di grano). (Uzz. p. 190, staia 5 = 1 mina * e alcuna cosa più » di Genova, in ge nerale) . (Chiar. p. 43, staia 44 Sji^ = di Genova, di grano).
i mina
246
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
(Chiar. p. 107, staia 4 1/2 = ì" mina di Cìenova, in generale). (Chiar. p. 1 1 3, staia 8 3/4 = i 7/8 mine di Genova, di grano), c. 8. staia 1200 = 228 mine di Genova. (Pag. p. 167, staia rase 1200 = 228 mine di Genova, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 1-2 3, di grano), c. 8, staia 1200 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 21-28, di grano). (Chiar. pp. 26-123, staia 10 1/3 = 3 3/4 quartieri di Maiorca, di grano). (Chiar. p. 1 1 2 , staia 10 1/2 in 1 1 = 4 quartieri di Maiorca, di grano), c. 8, staia 1200 = 650 in 700 mine di Mar siglia. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 21-24, di grano). (Chiar. p. 43, staia 3 = 2 mine di Firenze, di grano), c. 8, staia 1200 = 400 sestieri di Mont pellier. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 53 3 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di gra
no). (Uzz p. 95, rr. 21-26, di grano). (Chiar. p, 42, staia 2 = 1 sestiere di Montpellier, di grano), c. 14, staia 1 1 / 2 = 1 mina di Nìmes. (Peg. p. 200, staia 1 1 / 2 = 1 se stiere di grano, di Nimes). c. 8,
staia 1200 Nìmes.
=
650 in 700 mine di
(Peg. p. 167, staia rase 1200 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = j j q sestieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 21-24, di grano), c. 8, staia 1200 = 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 41 4 x[2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 4 1 4 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 1-2 2, di grano). (Chiar. p. 20, staia 3 3/4 = i staio di Pisa, di grano), c. 8, staia 1200 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 2 1, di grano). (Chiar. p. 26, staia 10 1/3 = i salma di Puglia, di grano), c. 8, staia 1200 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Peg. p. 198, staia 620 = 100 « rubbi » di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 1-3 1). (Chiar. p. 1 1 3, staia 8 3 / 4 = i rugghio di Roma, di grano), c. I2t, staia 4 = 1 staio di Venezia. (Peg. p. 146, r. 34. di grano). (Uzz. p. 93. staia 1 1 1/4 = 3 i /5 staia di Venezia, in generale). (Chiar. p. 28, staia 3 1/2 in 3 3 / 4 = ^
staio di Venezia, di grano). (Chiar. p. 112 , staia 10 1/2 in 1 1 = 3 1/3 staia di Venezia, di grano). c. 8, staia 1200 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, staia rase 1200 = 292 staia di Venezia, di grano). (Peg. p. 167, staia colme 1050 = 292 staia di Venezia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 1-19 , di grano). in Pisa,
c. 8, staia 400 =
550 sestieri di Aigues-
Tvlortes. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di
grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-29, di grano). c. 8, staia 400 = 400 sestieri di Arles. (i^eg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 420 sestieri di Arles, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-25, di grano), c. 8, staia 400 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, staia leggere 414 1/2 = 400 corbe di Bologna, di grano), (l^eg. p. 167, staia picchiate 390 = 400 corbe di Bologna, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-20, di grano), c. 8, staia 400 = 57 moggia di Candelor. (Uzz. p. 95, rr. 22-33, di grano). c. 8, staia 400 = 53 1/3 moggia di Corneto. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 53 1/2 moggia di Corneto, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 53 1/2 moggia di Corneto-, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-30, di grano). c. 8, staia 400 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 =
247
1200 staia rase di Firenze, di grano) (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-21, di grano). (Chiar. p. 20, staia 1 = 3 3/4 staia di Firenze, di grano), c. 6t, staia 4 1 / 3 = 2 1/2 mine di Genova. (Peg. p. 21 3, staia 100 = 59 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 93, rr. 32-31). (Chiar. p. 107, staia 1 1 / 4 = 1 mina di Genova, di grano) (261). (Clùar. p. 139, staia 100 = 62 in 63 mine di Genova, in generale), c. 8, staia 400 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 1 1 2, staia «leggieri e pic chiate * 450 = 250 mine di Genova, di iaiado). (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 228 mine di Genova, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-23, di grano), c. 8, staia 400 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, staia leggere 414 1/2 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 364 quartieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-28, di grano), c. 8, staia 400 = 650 in 700 mine di Mar siglia. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 620 sestieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-24, di grano), c. 8, (261) Vedi nota n. 218.
248
staia 400 = 400 - sestieri di Montpel lier. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 — 533 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-26, di grano), c. 8, staia 400 = 650 in 700 mine di Nìmes. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 770 sestieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-24, di grano), c. 8, staia 400 = 100 salme di Puglia. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 100 salme di Manfredonia di Pu glia, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 100 salme di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 22, di grano), c. 8, staia 400 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 193 rugghi di Roma, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 2 2-31, di grano), c. 6t, staia 4 1/3 = 1 salma di Sicilia (262). (Peg. p. 112, staia «leggere e pic chiate » 450 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). (Uzz. p. 93, rr. 32-31). c. 8, staia 400 = 300 staia di Venezia. (Peg. p. 167, staia leggere 4 14 1/2 = 292 staia di Venezia, di grano). (Peg. p. 167, staia picchiate 390 = 292 staia di Venezi^ di grano). (Uzz. p. 95, rr. 22-19, di grano).
(262) Vedi nota n. 254.
in Venezia (Vinegia), c. 8, staia 300 = Mortes.
550 sestieri di Aigues-
(Peg. p. 167, staia 292 = 520 sestieri di Aigues-Mortes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-29, di grano). C. I I ,
staia 2 = 1 salma d’Ancona. (Peg. p. 160, staia 2 = 1 soma d’An cona). (Tar. p. 35, staia 2 = cona) . c. 8, staia (Peg. stieri (Uzz. c. 8,
249
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
1 soma d’An
300 = 400 sestieri di Arles. p. 167, staia 292 = 420 se di Arles, di grano). p. 95, rr. 19-25, di grano),
staia 300 = 400 corbe di Bologna. (Peg. p. 167, staia 292 = 400 corbe di Bologna, di grano), (Uzz. p. 95, rr. 19-20, di grano), c. 8, staia 300 =
57 moggia di Candelor.
(Uzz. p. 95, rr. 19 -33 . di grano), c. 8, staia 300 = 53 1/3 moggia di Corneto. (Peg. p. 167, staia 292 = 53 1/2 moggia di Cometo, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-30, di grano). C. I 2t ,
staio 1 = 4 staia di Firenze. (Peg. p. 146, r. 34, di grano). (Uzz. p. 93, staia 3 1/5 == 1 1 1/4 staia di Firenze, in generale). (Chiar. p. 28, staia 1 = 3 1 / 2 in 3 3/4 staia di Firenze, di grano). (Chiar. p. 1 1 2, staia 3 1/3 = 10 1/2 in I I staia di Firenze, di grano), c. 8, staia 300 = 1200 staia di Firenze. (Peg. p. 167, staia 292 = 1200 staia rase di Firenze, di grano). (Peg. p. 167, staia 292 = 1050 staia colme di Firenze, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19 -2 1, di grano). C. I 2t ,
staia 1 1 / 4 = 1 mina di Genova. (Peg. p. 147, r. 2 1, in generale). (Tar. p. 67, « stara » 1 1 / 4 = 1 « Masa » di Genova). (Chiar. p. 90, r. 12). 0. 8,
staia 300 = 228 mine di Genova. (Peg. p. 167, staia 292 = 228 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-23, di grano), c. 8, staia 300 = 400 quarte di Maiorca. (Peg. p. 167, staia 292 = 364 quar tieri di Maiorca, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-28, di grano). (Chiar. p. 112, staia 3 1 / 3 = 4 quar tieri di Maiorca, di grano), c. 8, staia 300 = 650 in 700 mine di Mar siglia. (Peg. p. 167, staia 292 = 620 se stieri di Marsiglia, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-24, di grano), c. 8, staia 300 = 400 sestieri di Mont
pellier. (Peg. p. 167, staia 292 = 5 3 3 1/3 sestieri di Montpellier, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-26, di grano), c. 8, staia 300 = 650 in 700 mine di Nìmes. (Peg. p. 167, staia 292 = 770 se stieri di Nìmes, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-24, di grano), c. 13, staia 3 = 8 mine di Nìmes. (Peg. p. 148, staia 3 = 8 sestieri di Nìmes, di grano),
c. 8, staia 300 == 400 staia di Pisa. (Peg. p. 167, staia 292 = 4 14 1/2 staia leggere di Pisa, di grano). (Peg. p. 167, staia 292 = 390 staia picchiate di Pisa, di grano). (Uzz. p. 95, rr. 19-22, di grano), c. 8, staia 300 = 100 salme di Puglia, (Peg. p. 167, staia 292 == 100 salme
di Manfredonia di Puglia, di grano). (Uzz. p. 95, r. 19, di grano). (Chiar. p. 97, staia grosse 3 = 1 salma di Puglia), c. 8, staia 300 = 193 rugghi di Roma. (Peg. p. 167, staia 292 = 193 rugghi di Roma, di grano), (Uzz. p. 95, rr. 19 -31, di grano). per
G ran o
in Ferrara, c. 13. staia 3 =
1 staio largo di Venezia.
(Peg. p. 145, moggio giusto 1 = 7 staia meno 1/5 di Venezia, di fru mento) . (Peg. p. 145, staia giuste 20 = 7 staia meno 1/5 di Venezia, di fru mento) . (Peg. p. 145, staia rase 22 = 7 staia meno 1/5 di Venezia, di frumento). (Chiar. p. 50, moggio giusto i = 16 4/5 staia di Venezia). (Chiar. p. 50, staia 20 = 16 4/5 staia di Venezia). (Chiar. p. 50, staia rase 22 = 16 4/5 staia di Venezia). in Firenze, c. i3t, staia 1 = 1 1 / 4 staia del sale. (Chiar. p. 19, staia 24 = 50 in 54 lib.). (Chiar. p. 19, staia rase 24 = i moggio). c. 14. staia ... = I moggio di Comete. (Peg. p. 197, staia 22 1/2 = i moggio di Cometo). (Uzz. p. 183, staia 18 = i moggio di Cometo). (Chiar. p. 21, staia 18 3/5 = i mog gio di Cometo). c. 19. staia 5 1 / 2 = 1 sestiere di Parigi. (Peg. p. 202, r. 3). (Chiar. p. 38, r. 17). c. 14,
250
staia IO = I corba di Perugia. (Peg. p. 197, r. 29). {Chiar. p. 21, r. 13). c. I3t, staia 3 = 1 staio di Pisa (263). (Peg. p. 197, staia colme 2 11/ 16 = i staio picchiato di Pisa). (Peg. p. 209, staia 2 3 / 4 = 1 staio di Pisa). (Chiar. p. 20, staia 3 3/4 = i staio di Pisa). (Chiar. p. 21, staia 3 = 1 sacco di Pisa). (Chiar. p. 115 , staia 2 = 1 sacco di Pisa). (Chiar. p. 139, staia 8 2/3 = 3 sacchi di Pisa). in P isa ,
c. I5t, staia 64 = 100 starelle di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 213. staia 76 in 78 = 100 starelle di Castello di Castro), c. i3t, staia 1 = 3 staia di Firenze (264). (Peg. p. 197, staia picchiate 1 = 2 11/16 staia colme di Firenze). (Peg. p. 209, staia 1 = 2 3/4 staia di Firenze). (Chiar. p. 20, staia 1 = 3 3/4 staia di Firenze). (Chiar. p. 21, sacco 1 = 3 staia di Firenze). (Chiar. p. 115 , sacco 1 = 2 staia di Firenze). (Chiar. p. 139, sacchi 3 = 8 2/3 staia di Firenze). in Venezia (Vinegia), c. 24, staia 12 = 13 staia di sale. (Peg. p. 154, r. 19). c. I3t,
per
c- 5.
staia 2 = 1 staio di Puglia. (Peg. p. 180, staia 2 = 1 staio di
staia 1/2 = I moggio di Chiarenza, staia I = 2 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 149, staia i = 2 moggia di Chiarenza, di biado). (Uzz. p. 9 1 , rr. 18-19-20, in g en era le). (Chiar. p. 54, staia 1 = 2 m o g g ia di Chiarenza, di sale). (Chiar. p. 55, sta ia 50 = 100 moggia di Chiarenza, di «fermento e zibibi e tutte altre biade »). c. 5. staia 55 1/2 = 100 moggia di Corinto. (Peg. p. 149, r. 30, di biado), (Uzz. p. 91, rr. 23-22). (Chiar. p. 55, rr. 5-4, di biado), c. 13,
staia larghe 1 = 3 staia di Ferrara. (Peg. p. 14 5, staia 7 meno 1/5 = i moggio giusto di Ferrara, di fru mento) . (Peg. p. 145, sta ia 7 meno 1/5 = 20 staia giuste di Ferrara, di frumento). (Peg. p. 145, staia 7 meno 1/5 = 22 staia rase di Ferrara, di frumento). (Chiar. p. 50, staia 16 4/5 = i moggio giusto, di Ferrara). (Chiar. p. 50, staia 16 4/5 = 20 staia di Ferrara). (Chiar. p. 50, staia 16 4/5 = 22 staia rase di Ferrara), c. 13,
staia 12 = 16 corbe di Ravenna. (Peg. p. 15 1, staia i meno 2/5 = corba di Ravenna).
i
c. 1 3 ,
per
N
I
moggio di Ravenna.
o celle
c. gt, I centinaio di Napoli. (Peg. p. 188, staia 275 = 1 centinaio di Napoli). (Uzz. p. 97- r. 17). ... =
O lio
in N apoli, c. 8t,
B a rle tta ). (Uzz. p. 96, r. 12). in P isa , c. 15 -
s ta ia I == 240 lib. (Peg. p. 204, staia i m isura,
=
12 lib. di
lib. di misura i = 20 lib. di peso). c. 21, staia 1 = 2 giarre di Tunisi. (Peg. p. 135, r. 5). in P u glia, c. 6t,
staia 40 = 1000 cafissi. (Uzz. p. 93, rr. 30*29). (Uzz. p. 193. staia 40 = i migliaio). (Chiar. p. i i i , staia 40 = i migliaio). c. 6t, sta ia 40 = 60 cafissi di Messina. (Uzz. p. 93, rr. 30-29). (Uzz. p. 193, r. I I ) . (Chiar. p. i i i , rr. 16-15). c. 8t, sta ia 1 = 2 staia di Napoli. (Peg. p. 180, staia di B arletta 1 = 2
staia di Napoli). (Uzz. p. 96, r. 12). per
Sale
in Ancona,
in P isa ,
(263) Vedi nota seguente. (264) A.D .P., n. 574, I giugno 1389, c. 235t. staia di grano provenzale 8 pisane = staia 23 meno 3 metadella alla misura fiorentina.
in P isa ,
staia 49 = ICO starelle di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 153 , rr. 3-2).
staia 12 =
251
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
c.
II,
staia 13 = 100 corbelli di Cervia. (Peg. p. 160, staia 13 = 100 corbe di C ervia). in Firenze, c. I3 t, s ta ia 1 1 / 4 = 1 staio del grano. (Chiar. p. ig , s ta ia i = 72 lib.). c. i3 t, sta ia 23 = i staio di Pisa. (Peg. p. 197. staia 33 = i staio di Pisa).
c. I3t, staia I = 23 staia di Firenze. (Peg. p. 197, staia i = 33 staia di Firenze). in Venezia (Vinegia), cc. 5, I3t, staia 12 = I moggio). (Peg. p. 153, r. 5). (Uzz. p. 91, r. 25). (Chiar. p. 54, staia, di Chiarenza, 12 = i moggio), c. 24, staia 13 = 12 staia di grano. (Peg. p. 154, r. 19). c. 5.
sta ia 1 = 2 moggia di Chiarenza. (Peg. p. 149, r. IO, di biado). (Uzz. p. 91, r. 24). (Chiar. p. 54, r. 6). per
U
v e
pa sse
in Firenze,
c. 6, staia (Uzz. c. 6, staia (Uzz.
2 = 75 in 78 lib. p. 92, rr. 26-27).
2 = 1 moggio di Chiarenza. p. 92, rr. 27-26). in Venezia (Vinegia), c. u t . (Peg. p. 139, r. 25), (Tar. p. I I , a peso sottile). (Uzz. p. 91, r. 33). (Chiar. p. 46, r. 15). cc. 5, u t , staia I = 260 lib. sottili. (Peg. pp. 139, r. 25; 149. r. 16). (Uzz. p. 91, rr. 33-32). (Chiar. p. 46, r. 15).
ST A IA G R O SSE per
S
ale
in P isa , cc. I5t, 24,
staia grosse i = 62 quarre = 15 1/2 staia piccole.
252
INDICI DI MISURE
INDICI DI MISURE
(Peg. pp. 154, rr. 16 -17; 2 13, r. 10; 214, r. 11). cc. I5t, 24, staia grosse i = 75 salme di grano, « a portata di nave ». (Peg. p. 213, rr. lo -ii). cc. i5t, 24, staia grosse i = 100 quartini di Ca gliari (Castello di Castro). (Peg. p. 213, rr. 9-10)STAIA PICCO LE per S a le
in Pisa,
c. i5t, 24, staia piccole 15 1/2 = i staio grosso = 62 quarre. (Peg. pp. 154, rr. 17-16; 213, r. 10). cc. i5t, 24, staia piccole 15 1/2 = 75 salme di grano, « a portata di nave ». (Peg. p. 213, rr. lo - ii) .
(Peg. pp. 11 3 - 1 1 2 , starelle 580 = 100 salme generali di Sicilia, di biado). in Oristano,
c. 16, starelle y = j starelle meno 1/3 di Cagliari (Castello di Castro). (Peg. p. 1 1 3, starelle 750 = 580 starelle di Castello di Castro), c. 16, starelle 7 = 2 1 / 2 mine di Genova. (Peg. p. 223, starelle 100 = 33 in 35 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 190, starelle, di Sardegna, 135 = 62 mine, di Genova, in gene rale). (Chiar. p. 107, starelle, di Sardegna, 135 = 62 mine di Genova, in gene rale) . c. 16. starelle 7 = 1 salm a di Sicilia. (Peg. pp. 1 1 3 - 1 12 , starelle 750 = 100 salme generali, di Sicilia, di biado). per
STARELLE per F
rum ento
in Cagliari (Castello di Castro), c. 16, starelle 7 meno 1/3 = 2 1/2 mine di Genova. (Peg. p. 222, centinaio di starelle I = 43 mine di Genova, di grano). (Uzz. p. 190, starelle, di Sardegna, 135 = 62 mine di Genova, in gene rale) . (Chiar. p. 107, starelle, di Sardegna, 135 = 62 mine di Genova, in gene rale) . c. 16, starelle 7 meno 1/3 = 7 starelle di Oristano. (Peg. p. 113 , starelle 580 = 750 sta relle di Oristano), c. 16, starelle 7 meno 1/3 = i salm a di Sicilia.
G
rano
in Cagliari (Castello di Castro),
c. I5t, starelle 100 = 64 staia di Pisa. (Peg. p. 2 13. starelle 100 = 76 in 78 staia di Pisa), c. I3t, starelle 100 = 49 staia di Venezia. (Peg. p. 1 5 3 . rr. 2-3). per
N
o celle
in Cagliari (Castello di Castro), C. IO,
starelle 420 = i centinaio di Napoli. (Peg. p. 189, rr. 5-4). (Uzz. p. 98, rr. 3-2). S T A R L IN I in Chiarenza
c. 3t. starlini 20 = i perpero. (Peg. p. 1 16, r. 33), (Uzz. p. 89, « stelli » 20 =
I
perpero).
nella Marea,
c. 3t, starlini 20 = i perpero. (Peg. p. 116, r. 33). (Uzz. p. 89, « stelli » 20 =
I
perpero).
in Negroponte,
c. 3t, starlini 23 1/2 = 12 grossi veneziani. (Peg. p. 119 , steriini 23 1/2 = 12 grossi veneziani d’argento). (Uzz. p. 89, «stelli» 24 1/2 = 12 grossi veneziani). c. 3t,
starlini 23 1/2 = i perpero « comunalemente ». (Peg. p. 119, rr. 22-21). (Peg. p. 149, steriini 25 = i perpero). (Uzz. p. 89, « stelli » 24 1/2 = I per pero) .
253
teri 40 dà la zecca di i lib. d’argento di « viniziano ». (Peg. p. 182, terì 40, grani 12, dà la zecca di i lib. d’argento di « lega di viniziano »). (Uzz. p. 97, r. 2). c. 9t, terì 38, grani 17 dà la zecca di lib. i di miglioresi nuovi di Tunisi. (Peg. p. 182, r. 24). nel Regno
c. 3t, terì 5, grani 6 pesa il dobbiere della Morea. Peg. p. 117 , r. 32). (Uzz. p. 89, r. 37). c. 3t, terì 4 pesa i fiorino di Morea. (Uzz. p. 89, rr. 38-37). T IN E L L I
TE R i in Napoli,
c. 9, terì 38 grani 17 dà la zecca di i lib. d’argento di Carlino. (Uzz. p. 97, r. i). (Chiar. p. 151, «la zecha di Napoli rende della libra dell’ariento di carllini once I I starllini 3 1/3. Carllini 39 1/4 di libbra una d’ariento fanno tari 40 di carllini di zecha»). c. 9, terì 42 dà la zecca di i lib. di fine. (Peg. p. 182, r. 19). (Uzz. p. 97, r. 2). c. 9, starlini 3, terì 38, grani 17, dà la zecca d’ogni lega d’once 1 1 . (Uzz. p. 97, steriini 3, terì 38, grani 27, dà la zecca d’ogni lega d’once 11). c. 9, terì 4 1 , grani 3, dà la zecca di i lib. d’argento di sardesco. (Peg. p. 182, teri 41, grani 1 1 dà la zecca di i lib. d’argento di sardesco). (Uzz. p. 97, rr. 2-1). c. 9,
per
V in o
in Parigi,
cc. 15, 19, tinelli I = 96 cestieri, cestieri 1 = 8 pinte. (Peg. p. 201, rr. 28-29). (Chiar. p. 38, r. 11). c. 1 5 .
tinelli 1 = 2 cogna di Firenze. (Peg. p. 202, rr. 1-2). (Chiar. p. 38, rr. 13-14). c. 19, tinelli 2 = 3 botti del greco di Napoli = 192 cestieri, cestieri 64 = i botte del greco. (Peg. p. 189, tinelli 1 = 1 1 / 2 botti di mena di Napoli = 96 cestieri di Parigi, cestieri 64 = i botte di mena di Napoli). TOMBOLI ( = TOMOLI) in
G e n e r a le
in Napoli, c. 9.
254
INDICI DI MISURE
tomboli 1 = 1 1 / 2 staio di Firenze. (Uzz. p. 97, tomboli 1 = 2 staia di Firenze). (Chiar. p. 25, r. 8).
«TO RN ESI G R O SSI D E LO RITONTO» in Siviglia (Sobilia),
c. 23t, tornesi « grossi de lo ritonto » 1 = 15 1/2 in 16 d.
per F r u t t a
INDICE GEN ERALE
in Napoli,
c. 8t, tomboli 606 = I centinaio. (Uzz. p. 96, r. 13). c. 8t, tomboli IO = I moggio. (Uzz. p. 96, r. 14). C. IO, tomboli 640 = I centinaio di Castel lammare. (Peg. p. 187, rr. 31-30). (Uzz. p. 97, rr. 37-36). per N e r e lla
in Puglia,
in Chiarenza,
c. 3tTO RTE per C a n a p e f i l a t o
e
non
fila to
in Genova,
c. 16, torte I = 52 lib. (Peg. p. 216, r. I l , per lino) (265). (Tar. p. 67, r. 8, per lino).
tomboli 2 2 = I migliaio sottile di Candia. (Peg. p. 106, r. 30). per [ N o c e l l e ]
in Salerno,
=
8 cantari [d’AIes-
T O R N E SI GRO SSI in Bruges (Bruggia), c. 17, tornesi grossi 18 meno i parigino = l marco « a cui si vende ciera ». (Peg. p. 238, tornesi grossi d’argento i = 21 d. parigini, s. 31, d. 4 di parigini = i marco).
L ’aspetto formale e la data di compilazione del codice in esame
.
.
3.
Il suo c o n t e n u t o ............................................................................
15
4.
La genesi delle « pratiche di mercatura » ..................................
30
5.
I criteri seguiti nella trascrizione e nella compilazione degli indici
39
9
«PR A TIC A DI M ER CA TU R A» D A TIN IA N A 47
in Genova,
c. 16, torte I = 52 lib. (Peg. p. 216, r. I I ) . (Tar. p. 67, r. 8). U TI
c. I ,
Le finalità e la giustificazione del presente lavoro .
LA
.
5
1. 2.
La trascrizione..........................................................................................
per L in o
c. 22,
tomboli 100 sandria]
T O R N ESELLI
per G r a n o in Bruges (Bniggia), c. 16, uti 100 = 158 mine di Genova. (Peg. p. 222, « utto » 1 = 1 1/2 mine di Genova).
V E N E Z IA N I ZIA N I
V.
A R G EN T O D I V E N E
(265) Cfr. nota n. 132.
INDICI PARTICOLARI Indici di località
95
Indici di m erci .
113
Indici di m isure
13 3