Roberto Sgarzi
Ultalia e le Tre Italie Sulle differenze fra
gli italiani
Brevi cenni sulle differenziazioni, culturali, sociali e politiche nelle storie dell'Italia settentrionale, centrale e meridionale
dall'antichità
al
1955
^ Pendragon
A Ver
il
mia moglie
e ai miei amici.
grande aiuto che mi hanno dato.
Roberto Sgarzi
L'Italia e le
Tre
Italie
Sulle differenze fra gli italiani
Brevi cenni sulle differenziazioni culturali, sociali e politiche nelle storie dell'Italia settentrionale, centrale e meridionale
dall'antichità al 1955
^Pendragon
Roberto Sgarzi L'Italia e le Tre
Italie
Sulle differenze fra gli italiani
© Roberto Sgarzi Tutti
i
diritti riservati
Edizioni Pendragon, 2001
www.pendragon.it
r
E
^
questo studio, mettendo volutamente l'accento sui vari errori divulgati dalla storia ufficiale e sui vari errori divulgati dal pettegolezzo popolare,
non ha per
fine
sincerità, tra
una
critica
banale e
un contributo .ali
sterile,
alla verità
ma
abitanti di tutte le regioni
nonché ad un'eguaglianza,
economico Celare Bcrtoletli,
Non
per una sola strada
è fatto solamente per portare, con
e quindi alla "vera unità" e comprensione
si
Il
e sociale, fra tutti
Risorgimento visto
può
un
arrivare ad
campo
nel
cittadini italiani.
i
dall'altra
così
sponda
grande segreto.
Aurelio Sinntiacn
Fra di ignoranza.
le
tante qualità che occorrono allo storico c'è anche
Perché solo con l'impedimento ad approfondire
un pizzico
l'analisi si
può
cogliere la sintesi dei grandi av\'enimenti.
Strachey
È compito a quelli
arduo dare una veste nuova ad argomenti
che
si
trattano per
la
prima
volta,
triti,
conferire autorità
nuo\o splendore
a quelli desueti,
chiarezza a quelli oscuri, attrattiva a quelli noiosi, e
insomma rendere
a tutti la loro natura e alla natura tutto ciò che le appartiene. Plinio. Naturalis Historia, lettera dedicatoria
Per odio e rabbia contro Nerone alcuni
hanno mentito senza
riguardi dicendo
storici
menzogne
e meritando biasimi.
Non mi
stupisce perché anche scrivendo dei suoi predecessori
non
si
sono attenuti
ai tatti storici.
Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche
Piccole verità sconfiggono grandi menzogne.
Antico proverbio russo
La
Storia deve essere raccontata e
non manipolata
come da sempre
si
a fini di parte,
fa nel
nostro paese.
Roberto Cerva so (1999)
11
futuro e un territorio del passato.
Anonimo
Forse un giorno gioverà ricordare tulio questo.
Eleonora de Fonsecn Pinientel (Napoli 1799)
Il
passato
si
può dimenticare, ma non muore mai. T.W. Rolleston
i
Indice
n
9
'^'
Premessa
^^
L'Evo ANTICO
1.
Età preromana e romana; ci in Italia;
La cultura
etruschi e cartaginesi:
ma:
Il
Il
2.
Basso Impero e
1 celti; I celti
in Italia; I celti
e
guerre puniche. La fine dei regni
le
celti-
e libertà; celti, e l'etica dei celti; Loriginalità deU'arte celtica: trascendenza
vendetta romana; La religione celtica; Lltalia mediterranea: Rol'orientalizzazione di Roma: La fine dell'Impero romano; Bisanzio
la terribile
^'^
Medioevo
La guerra greco-gotica; longobarda"; Il Regno d'Italia; I Comuni; La Dieta di RonI longobardi: Bologna e r"addizione Roma e del suo libero Comune; La Roma caglia; La "Padania", Bologna e la libertà; Il dramma di
I
"Barbari"; La caduta di
di Celestino
normanni;
V
Il
Roma; Leodorico.
I
e Bonifacio Vili (123^-1303);
Romano Impero:
Sacro
goti e l'integrazione razziale:
La
Federico
Roma
Cola
di
di Svevia, lo
II
di Rienzo;
I
bizantini; Gli arabi;
I
"stupor mundi"; Linvasione spa-
gnola
L'Evo MODERNO:
3,
II
dominio spagnolo
IL
CINQUECENTO E
in Italia;
67
SEICENTO
IL
Ritorma e Controriforma;
È
Controriforma: Venezia; Granducato
la
di Toscana; Stato della Chiesa
4.
Il
^^
Settecento
Piemonte: Lombardia; Dominio veneziano; Granducato di I Borboni e il Settecento napoToscana; Stato della Chiesa; Il Regno deUe Due Sicilie e i Borboni; 1796-1815; Le grandi riforItalia: in napoleonica letano; Lorganizzazione sociale borbonica; Letà borbonica Controrivoluzione La partenopea; me; Lo Stato pontificio: La Repubblica
LAustria potenza egemone
5.
in Italia,
^^
L'Ottocento ncllltalia
La Restaurazione
tlel
nord, del centro e del suil dal 1815
al
1848;
I
prodromi del
Mazzini; Pio IX; cenzo Gioberti; Massimo D'Azeglio; Giacomo Durando; Giuseppe bolata unità vour:
il
liclla
nazione
genio politico;
1859. Nasce
Il
ti
Il
I
la
lunga linea di sangue;
mana; Adua
si
e la
ribella;
fame
Giovanni
difficili
la
spartizione dell'Italia;
1
per
I
La conquista
ilei
Il
Vin-
la tri-
"grido di dolore";
Meridione
d'Italia;
"lager" degli italo-piemontesi destinati l'Italia
neonata; 1866: Custoza e Lissa;
Giolitti; Francesco Crispi;
degli italiani;
'48;
'48 e
preparazione: 1849-1859; Camillo Benso di Ca-
di
"Mille"; Linvasione piemontese;
meridionali; 1870-1900: Trent'anni
bardo-Veneto
decennio
patto franco-piemontese per
l'Italia unita;
"briganti" meridionali e
italiana;
11
dolorosi e sanguinosi
Roma
tatti di
ai Il
I
solda-
Lom-
e lo scandalo della Banca Ro-
Milano
6.
Il
175
Novecento
La guerra italo-turca; La Prima guerra mondiale; 1915-1918; Rapida cronistoria di un inter\'ento folle in una guerra folle; Il primo dopoguerra: comunismo e fascismo; Il fascismo nelle Tre Italie; Ual Ual: e furono le guerre; 1959-1940-1945; l'ultima grande guerra mondiale; La seconda metà della
Seconda guerra mondiiile:
Sicilia;
Piazzale Loreto;
gli alleati;
Le
La
distruzioni
al
volta siciliana anti-italiana
il
'43,
resistenza
il
al
'44 e
sud;
il
le
sud, centro e nord
'45 nelle
Tre
Italie;
Quattro giornate Italia;
La
l'ultimo dei Savoia; 1946.
referendum
Emanuele
L'"occupazione del posto": una autentica piaga dello stato
Sintetica analisi propusitiva sul presente e sul futuro del paese
Questione meridionale e malessere del nord; Le Tre
Italie
Il
in
bombardamenti deri-
secondo dopoguerra; Vitto-
istituzionale: fra
rio
Il
I
fine della guerra al sud. 1943-1947; la
per l'indipendenza; La fine della guerra;
ca;
III.
Lo sbarco anglo-americano
di Napoli;
monarchia
e repubbli-
italiano;
229
e l'attuale immigrazione clandestina; Co-
sa fare
Appendice
235
Bibliografia
237
Premessa
Questo mio studio deriva da almeno tre sentimenmio animo sin dalla giovinezza. Il primo è l'amore per l'Italia, la mia patria, cementato in mille episodi della mia vita, ormai non piìi ti
presenti nel
secondo
è l'amore per la verità e
verità storica, intesa
come
con essa per
fonte di giustizia e di
la
terzo è l'amore per
la Storia,
veramente "maestra
mia patria non possa
la
essere,
seriamente, ancora considerata unita. Riporterò di seragioni per le quali io considero in questo
le il
mio paese una
di tre nazionalità, sì
come
il
mo-
strana, spuria, confederazione
nord,
il
centro e
riferirò circa le azioni e
sud
il
d'Italia, co-
comportamenti,
i
a
volte addirittura criminali, assunti da molti indi\idui
affinché nel passato esse fossero unite
sì,
ma
nella vio-
In questi ultimi tempi c'è chi dice che "l'Italia
Non
non
vero però che
la
costruzione della Nazione, for-
ha sempre esulato dalla
Quelli che sono
Esemplari
no ben
e cioè l'amore, la stima,
coincidente,
le
il
gli italiani
rispetto, l'identità culturale
analogie storiche, tutto ciò fu e spesso
altri
unità d'Italia,
non quella
geografica,
quella degli uomini, dei cuori e delle menti,
perché sempre
si
i
ma
non è mai
è evitato di affrontare la verità.
Storia, questo grande, vero,
nità, è stesa sotto
al
riguardo
culture, costumi
(la
erain-
del
territorio con-
Rus, negli ultimi
i
immenso
uomini, donne,
spaventosamente diversi e tenuti
Grozny (dicembre 1999) un pugno di patrioti. a
Ma, turale
as-
romanzo dell'uma-
nostri occhi e se
senso e
il
il
decifrarne an-
significato.
ricerca, nel significato di
della verità storica degli eventi l'unità del nostro paese,
sta triturando l'eroismo di
una
tendenza dell'umanità
che portarono poi
di reale e autentica
vera unità dei nostri concittadini, che
può
praffazione,
felicità.
la
sofferenza,
il
I
sangue,
il
terrore ecologi-
co e nucleare ancora dividono e angosciano profonda-
mente
la
Ma
gente di questo pianeta.
è
anche vero che mai, non
foss'altro per bana-
motivi tecnologici internct-attivi, l'umanità è stata
Anche
se
la
l'inciviltà.
strada è ancora lunga, mai
questi tempi l'umanità ultimi anni ogni
avvenimenti che nei secoli determina-
linea cul-
mass media, e giustamente, fanno pervenire quotidianamente montagne di orrori che ci sdegnano e tutti siamo edotti che la so-
al
av\'enire
umana
speranza di
facciamoci fuorviare.
al-
solo nel rispetto della verità.
la
questa seconda
in
metà del Novecento si è rivelata come il più affascinante dono del MiOennio che se ne va: un messaggio
verifica
vuole essere un contributo
anche che
se questo è vero, è vero
di
più unita nel respingere
gli
.
gli industriali stati
territori, etnie, religioni,
maestramento,
In realtà
.
ove con una guerra
uno sterminato
li
Questa mia
Uniti d'America
quistato militarmente da una tribù,
meandri è compito di specialisti sta a tutti noi, ognuno secondo il suo animo, comprenderne l'am-
la
gli Stati
fattori in gioco!)
i
parlare della Russia...
fratti e
il
della
i
Non
pagandistiche.
La vera
ma
verità.
è ancora oggi, frutto di pure, bugiarde, invenzioni pro-
La
della giustizia,
nord distrussero gli agricoli stati del sud; oppure ancora il Regno... Unito d'Inghilterra (quanto sia... unito lo sanno irlandesi, gallesi e scozzesi), oppure la Spagna ove baschi e catalani dimostrano una certa... insofferenza per la sopraffazione madrilena, oppure la Francia con suoi bretoni sempre in rivolta, per non
da sempre indicati come sen-
stati
timenti e valori che uniscono in reciprocità
esistita
non
sieme solo e unicamente da una crudeltà inaudita, che
è vero.
zata e imposta con durezza e ferocia, dalle origini ad oggi,
realizzazione dei grandi stati
la
frutto
ferocia dei più forti sui più deboli.
coacervo di
esiste".
il
due-trecento anni: l'ultimo degli imperi, un
lenza e nel sangue.
E
ovunque
e
credibilmente crudele e totale,
Io credo che oggi
mento
essere consi-
favola della liberazione dalla schiavitù è ridicola.
di vita".
guito
Sempre
mutuo
rispetto fra le genti. Il
non debbono
derati eccezionali autenticità.
nazionali è stata
verde. Il
rono, nella violenza, l'unità del nostro paese e che an-
cora lo contraddistinguono
uomo
si
è
amata e mai come
ha sofferto per
le
come
in
in questi
disperazioni
di
un suo simile che, anche se immensamente lontano,
la
tecnica
to al
suo
gli
ha portato giusto
letto
o
alla
lì
sua mensa.
nella sua casa, accan-
penso
Sì,
si
possa realmente dire che questi ultimi
anni fanno ragionevolmente sperare in un a\a'enire ove i
rapporti tra
e
gli esseri
umani possano
guate autonomie istituzionali, rispetto dignità, onore e
amore
alla
Anzi
essere più giusti
nostra
Italia.
nostre Tre Itahe. Di queste
alle
parlerò,
vi
sempre con amore.
civili.
Ecco perché, alla luce di questo indirizzo universi può cominciare a sperare che anche in Italia, al-
sale,
propagan-
l'unità bugiarda, quella della violenza, della
da menzognera, possa essere sostituita l'unità vera, quella del rispetto e dell'amore fra le
pur
gli italiani,
La storia nazionale e
nel-
È fatto
loro riconosciute differenze e autenticità.
Recenti movimenti politici popolari,
ma
spesso da persone meravigliose e giuste,
l'Italia divisioni
Fortunatamente me,
tica,
a volte an-
lo stato italiano
Spesso
violente e cruente.
tratta di timori
non
zabili, veri patrioti,
realistici.
spettati e tenuti in
miei connazionali e considererei orribile, ansolo pensare di olfendere, o addirittura
il
"padano" come me. Ma se questo è ormai
agli
mente,
si
e assodato,
o\'\'io
non
hanno voluto riconoscere Se colpa
tutti,
fortunata-
deve pur dire che ad una si
è
mai quei governanti
dignità e rispetto alle tre en-
che compongono
il
vi è, essa è soprattutto di
duci e ducetti
ci hanno a tutt'oggi governato, sempre con violenmai con giustizia. A fronte di una situazione planetaria globalmente favorevole vi sono innumerevoli segnali che indicano viceversa un terribile, repentino, degrado etico, socia-
ni
e "Palazzo", a dispetto di di ogni tipo che
montagne
gi rilevanti,
in
ci sono due paesi lontani e
uno
che è veramente
terribile e pericoloso.
E
abita piti qui... guai a chi
non
ne rendes-
se
il
potere,
accusano
provvisatori" sono in
rilevati.
che da 150 an-
godono ancora oggi "decentratori
i
di privile-
di conservarli. I "
in vario
d'Italia
i
modo,
tempi, criticato per
faccio
"deprecabili im-
numerosa compagnia.
Mazzini, uno dei padri della patria, era, già le
molte rivolte da
senza alcuna base organizzativa
e,
ai
suoi
fomentate
lui
proprio per questo,
subito represse nel sangue da polizie politiche assassi-
È
efficaci.
buona parte
vero,
della storia d'Italia fu decisa
dalla diplomazia di Cavour, la
ma
l'autentico sapore del-
conquista della libertà, da parte di un popolo che i
la
"volontari" di Gari-
baldi.
Garibaldi e
non doveva
i
suoi "Mille" fecero un'Italia che così
essere nei disegni deUe Cancellerie del
tempi nuovi, coerenza e
Siamo forse
all'epilogo di
un sistema
governo
di
come un
rettile
tropicale estraneo alla nostra cultura e al nostro habiiniziato in si
modo
omicida con
la
dinastia savoiarda
è poi trasformato, adattato, ambientato,
acculturato, falsamente ingentilito, in
modo
desco, curando sempre di lasciare inalterate
fondo
gattoparle caratte-
di quel sistema istituzionale.
Bisogna trovare una soluzione che
ci salvi
dal disa-
stro.
Forse questa soluzione è nell'azzerare centocinquant'anni di bugie e crudeltà e nel restituire, con ade-
perché un autentico manipo-
Garibaldi partì da Quarto quasi senza un fucile,
perché chi
validità.
autocratico, autoritario e violento che,
l'Italia è così, lo è
lo di affascinanti "irresponsabili" così la fece.
questo nostro pur amato paese hanno esaurito, a fron-
IO
ri-
al-
di questi è di essere "deprecabili improvvisatori".
Se
Forse una certa immagine e una certa funzione di
ristiche di
vero
tempo.
se conto.
nel 1848,
vanno
È
nostro, ove senso dello stato e
il
però rilevare che nella storia
lasciamo stare carri armati e Carabinieri... Bava Bec-
te dei
che vanno
altri aspetti
voleva ad ogni costo, lo diedero
indifferenti fra di loro.
non
frantumazione dello
ed è naturale che cerchino
"centralisti"
di
quotidianamente
vomitate addosso, vivono ormai
caris
sono
la
grande considerazione.
un paese come
detengono
ne ed
e politico della nostra patria.
sì
ci
che temono
della patria; questi timori
settori della società, sociali e geografici,
za,
Questo
che
In
lo contraddistingue, solle-
ciò è naturale.
Non entro assolutamente nel merito dell'accusa,
nostro paese.
che
"Gente" propaganda
E
struttura istituzionale sono frequentemente assai labili
occhi di
giunti perché in 150 lunghi anni,
tità culturali
tresì
essere...
certa situazione di obbiettiva grande difficoltà
tat,
con esso
amo
i
l'an-
ortodossi" sono persone apprez-
"lealisti
i
stato e
colpire, alcuno... perché... colpevole di
le
che ancora
va dure anteposizioni.
Io ad esempio, e tutti quelli che conosco sono con
ridicolo,
zi
si
noto che chiunque valuti criticamente
ottocentesca, centralistica forma istituzionale del-
strutturati
che da altre di intollerabile volgarità, hanno fatto paventare per
le...
deprecabili improvvisazioni
te,
non
glieli
glieli
aveva promessi, molto semplicemen-
ma
diede,
partì
ugualmente
e,
rotta fa-
cendo, con quei due vapori stracolmi "all'albanese", inventò un assalto piratesco e rocambolesco
Talamone. Qui, con documenti segnare,
un po' con
le
buone
e
falsi, riuscì
un po' con
al
torte di
a farsi con-
le cattive, al-
cuni vecchi fuciloni in realtà quasi inservibili.
L'Eroe giunse così a Calatafimi e nello scontro con 3000 borbonici quei ridicoli, inutili fuciloni quasi causavano il disastro. Il miracolo della vittoria fu opera del coraggio folle e sublime dei garibaldini, quasi tutti
lombardi e veneti, e anche binieri genovesi,
i
soli
dell'abilità dei
pochi cara-
decentemente armati.
Roherlo Sgarzi
Continuiamo in cui lizzi ti
i
articola
si
'3
moti del
a guardare, così a caso, la storia vera
nostro passato.
il
1
e del '48
li
Lo
storico che ana-
osser\'a sconvolto
esempio. Alcuni patrioti romagnoli trascinaroi
zione e speravano di trovare altre munizioni per
Non
fu così: sparato
colpo,
il
cannone
il
dati disperati e affamati. Io, allora
(li
chiamavano
ché naturalmente pretendevano
certa:
i
il
erano temuti
"i ribelli")
per-
necessario per vive-
Altro che disegno razionale e compiuto!
Ma
i
nomi
con
di quei ragazzi, laceri, affamati,
buio negli occhi, sono oggi quelli di piazze e vie e
sempio
di molti di questi è
il
l'e-
per noi moti\'o di orgoglio
e dignità.
Un
ultimo riferimento, che è un ultimo regalo per
presuntuosi "opinionisti", che io credo mai
certi nostri
abbiano conosciuto questo nostro passato
Bologna ha due
De
Rolan-
Esse ricordano Luigi Zamboni, bolognese e G.B.
De
Rolandis, astigiano residente a Bologna; erano due
due imberbi ragazzi che avrebbero
dere a crepapelle
tutti questi nostri
tatto
ri-
odierni importanti
"soloni". I vignettisti sarebbero poi andati a nozze.
Questi due ragazzi avevano sentito parlare
cii
il
popolo
a
non raccontare, scientemente o
mente, balle
linai-
incosciente-
ridicole.
E oggi di moda affermare che la Valle Padana non ha una comune valenza storica e che fra un friulano e un veneziano esiste lo stesso rapporto che può esistere fra un friulano e un siciliano. Bello, se così fosse, ma non lo è. Queste sono banalità
che offendono più chi
ma
danno cognizione
ci
ne e dei timori che nità d'Italia
il
le
le ascolta,
sistema istituzionale, che dairu-
ad oggi duramente ci
dice che chi
della qualità delFinformazio-
ci
governa, riesce ad
in-
danno misura dell'arroganza im-
posta, tale da permettere solo timidi dinieghi a fronte di fatti ripudiati dal
senso comune.
Questi fenomeni sono ormai consentiti da un
more
ti-
immanente e kafkiano, che troppi conhanno nei confronti di uomini politici al po-
diffuso,
cittadini
Vediamo
Ma
di verificare tutto ciò
entrando nei
fatti.
prima ricordata.
un"altra cosa deve essere
a
prendere
le
armi per
la
Si
neo, loro organizzazione era tutta
bigliettini sdruciti. Figurarsi!
lì:
in
quei quattro
Furono immediatamente
traditi, individuati, arrestati, torturati e
impiccati dai
bravi gendarmi pontifici, applauditi dai solidi e strutturati "soloni" di allora.
vedibile e
i
Ma
la storia
è spesso impre-
"soloni", quelli di oggi, queUi di allora e
quelli di ogni
tempo, hanno idee pendolari e memoria
corta. Infatti,
quando
di
lì
a
poco Napoleone entrò
logna, quei "soloni" cacasotto fra
i
a
Bo-
primi applaudiro-
due ragazzi che non erano piti "improvvidi sciagurati", bensì "gli eroi che con il loro sacrificio avevano indicato la via del riscatto e della libertà al popolo tutto". alla
mente,
cosa più importante è cominciare,
la
tere, magistrati e forze di polizia.
libertà.
no
Forse
distribuirono bigliettini ove, con disarmante
candore, invitavano
La
Soluzioni
"idee
francesi" e nel 1796, con ingenuità sconvolgente e toccante,
Ridicolo, anzi peggio, pittoresco.
cutere sui sudditi e
storico.
Via Zamboni e via
vie.
dis.
studenti,
vede anche e so-
stra-
nacque da solbambino, ricordo
"43 questi nostri poveri fratelli
dalle popolazioni locali
re.
si
pensano di potere esorcizzare o allontanare un grosso problema con Io scherno o il dileggio.
stessa nostra recente Resistenza
che nel
del nostro paese
fu inservi-
Assurdo? Ridicolo? Balordo? Una cosa è nomi di quei patrioti sono incisi sulle pietre. bile.
La
La modestia
prattutto in questi opiììion leaders che, con arroganza,
no un cannone fino ad una Bologna in difficoltà con soliti austriaci; avevano però un solo colpo a disposida.
Quanto impiegherebbero per
cambiare bandiera?
per cer-
dati assurdi.
Un
antifascistissimi nel "45!
memoria
dei
Già... alcuni degli stessi soloni che oggi gridano,
usa definire Tltalia
ma
Per
come un paese
mediterra-
ciò è solo parzialmente vero. certi versi, nel
nord
Italia, la
morali sono quelli germanici e
ceppo germanico, con
tutti
i
la
cultura e
gente che
vi
i
valori
vive è di
connotati etico-culturali
di quei popoli.
Di questo non bisogna scordarsi mai! La Storia quindi. La nostra Storia, perché il nostro presente è figlio del nostro passato e perché chi non ha, né conosce il proprio passato, non ha, né potrà avere un futuro. Ed anche perché la nostra storia è il frutto di tante guerre e in ogni guerra la prima vittima è la \'erità.
Cerchiamo quindi di \edere, al di propagande vetero-nazionalistiche, cosa
là di
è e
assurde
come
si
è
nel frattempo formata questa nostra Italia.
offendono, ridicolizzano, erano fascistissimi nel "42 e
L'ilulta e le Ire Italie
11
U EVO ANTICO
1.
preromana e romana
Età
insediamenti in Valle Padana saranno più intensi e organizzati a partire dal VII secolo a.C.
Perché molti ci,
Italia
un antico
Italo,
non
si sa,
pare
in
questi luoghi. Ciò che è certo è che
(come
indistinta entità dotata di
l'I-
una certa omo-
geneità culturale) fino alla piena maturità dell'evo ro-
mano, aveva come confine naturale il crinale dell'Appennino ligure e tosco-romagnolo, anzi nei tempi più
come
antichi,
solo
la
La allora,
dice G.B. Guerri, questo
Padana non ne faceva
Valle
il territorio da quanto mai diverso dall'aspetto
lora
e riferibile ad un
enorme
essi abitato era al-
attuale: inospitale
acquitrino.
I
fiumi che dalla
cerchia alpina e appenninica portano acqua
distruggevano coltivazioni e
abitati.
Gli etruschi valicheranno con difficoltà
poteva quindi essere distinta
in quelle
l'Italia
che poi,
settentriona-
ma
dana,
anche
gli
abitanti di quelle zone; esse sa-
ranno Misa, Mantua, Felsina il
chiaramente destina-
oltralpe; colonie
commerci con
te ai
ranno mai
centrale e quella meridionale.
La parte meridionale, che
a)
innalzava fino
si
daOa Grecia (non
al
si
estendeva
alla Sicilia
Lazio, aveva abitatori provenienti
a caso
si
ecc.,
ma non
I
rapporti delle colonie greche con la madrepatria furono la
civUtà che
si
sviluppò fu fra
le
più affasci-
nanti della storia dell'uomo, anche se bisogna ricordare
che
greci "autentici"
i
ebbero un po'
di sufficienza nei
confronti dei greci "d'oltremare". Interessante
mazione
di
gli
abitanti della
Magna
te al
giorno e a dormire
in
compagnia
te
un
esercito,
dapprima fondò una il nome da quel Di-
padre della lingua etnisca. Quindi dedicò altre undici a "Dite padre"
città
.
I
rapporti tra
celti della
Val Pada-
na, etruschi e latini e iurono spesso assai bellicosi.
due
Emergono
vol-
tutte le sere".
zano
subito alcune anomalie che caratteriz-
l'italiano d'oggi nel
rapporto che lo lega a questi
nostri antichi progenitori. Sì, perché bri, il
mentre scuole,
musei, enciclopedie e quant'altro, italiane e di
mondo, sono giustamente
zione delle culture mediterranee allora presenti nelle parti centrale e meridionale della penisola, in Italia
di raf-
ci\'iltà
e di
i
i
politico
ed economico.
(ma solo
in Italia)
si
popoli che abitarono
anche
goti, franchi e
troverà pochissimo sugli amichi la
Valle Padana: celti prima,
longobardi.
sua parte europea e cioè l'Area padana.
Non
la
Assai diversa
scenza di quelle antiche culture è diffusissima.
la
parte settentrionale.
a nessLino
che
in tutti gli altri paesi
Superfluo e
La parte
settentrionale. Al
nord
degli
Appennini
penisola era abitata da popolazioni celtiche.
I
loro
ma
Naturalmente ciò non è casuale, ma è il risultato del ritinto culturale e politico che la parte mediterranea del nostro paese ha storicamente sempre avuto per
La parte centrale e quella meridionale della penisola avevano molte consonanze culturali e politiche.
la
tut-
ricolmi di ogni illustra-
grande Impero etrusco, anch'esso
buona integrazione politico-militare. Sia greci che gli etruschi si muovevano soprattut to per mare e commerciarono con porti di tutto il Mediterraneo, che appunto costituì il loro baricentro
e)
li-
La parte eentrak\ dal Lazio all'Appennino, era
costituita dal
finata
"emporio".
di
che l'etrusco Tarconte attraver-
che chiamò Mantua e che prese
città
to
b)
dimensione
sato l'Appennino con
di
Grecia, "dalle
abitudini molli, abituati a riempirsi lo stomaco
la
scritto (Cecina)
comadriatico: non
alle basi
l'affer-
un grande viaggiatore deU'epoca che dice
non apprezzare
supereranno mai
E
eguaglie-
prestigio e la ricchezza delle città della
merciali greche ed etrusche sul litorale
chiamava Magna Grecia),
dalla Fenicia e dall'intero bacino del Mediterraneo.
costanti e
crinale
il
appenninico, per fondare alcune colonie nella Val Paparte. L'Italia, già
madrepatria Etruria. Destino analogo
e
mare,
al
tormavano una ragnatela di laghi, rivi, torrenti, paludi che, con frequenti alluvioni e mutazioni di percorso,
indicava
parte estrema della Calabria.
molto grosso modo, diventeranno le,
nome
Geograficamente,
ri-
re locale, o per via dei
(da qui Vitulia) che, secondo antichi stori-
vitelli
popolavano
talia
chiamata
la si sia
ferimento ad
assurtici riferire
europei
la
sfugge
cono-
lungamente su quelle la me-
popolazioni mediterranee, delle quali è piena
moria
di
ogni lettore.
lì
..l.i.l,-
—
r
'
».*«
Carta geopolitica
14
'
.1..
1I.-.-..I
I,'
!•
•' I»w.
dell'Italia
precedente
la
conquista romana.
Roberto Sgarzi
Cominciamo con il riportare un minimo di equilidando qualche cenno su alcuni nostri antichi avi:
brio i
celti.
I
celti.
Nel programma
me
da
di videoscrittura
usato nel redigere queste parole immediatamente sotto la parola celti appare la serpentina rossa che indica
"parola inesistente nel vocabolario dello strumento.
Forse
tratta di errore. Controllare".
si
Per
no mai
vocabolario del mio computer
il
ma non
esistiti...
dopo
Finalmente,
ricerche sono rivolte
Su
non
celti
so-
millenni di oblio, molti studi e
al fine di
ottenere
il
rispetto del-
riguardo di questi nostri antichi pro-
la verità storica al
genitori.
i
solo per quello.
di loro
appaiono oggi sempre più
libri, al-
cuni dei quali veramente stupendi, scavi archeologici,
Speriamo che antiche menzogne siano cancellate da nuove verità. opere
filmati e
televisive.
furono
I celti
primi europei.
i
Alti,
biondi (o forse
rossi di capelli), autoritari e guerrieri, fra
il
colo a.C. essi furono presenti su tutto
il
dalle Isole britanniche al
Ve
VI
il
se-
continente,
Mar Nero, come
popolazio-
ne dominante. Erodoto ed, ancor prima, Ecateo di Mi-
VI
V
che loro zone d'odove sorge l'Istros" e cioè il Danubio. Essi furono noti anche con il nome di "Keltoi",
leto (fra
il
e
il
sec.) riferiscono
rigine furono "le terre
"Galli" o "Calati".
Kruta e Manfredi riportano che le
grandi
città
glomerati
celtici e
si
da ag-
altre.
notizie sulla loro cultura
gioni di cui
lo più
citano Parigi, Budapest, Praga, Bel-
grado, Bratislava, Berna e
Le
grandi capitali e
le
europee provengono per
non sono, per
varie ra-
dirà poi, particolarmente ricche. Merita-
no quindi una particolare illustrazione. Non si conoscono annali celtici o resti architettonici particolarmente significativi. Abbastanza diffuse, invece, le testimonianze di storici classici,
bio,
come
Cesare, Tiicito, Strabone, Poli-
Diodoro Siculo, Ammiano Marcellino e altri. La distruzione metodica operata dai romani di
tut-
to ciò che potesse riferirsi a questo popolo, fortunata-
mente,
si
è forzatamente fermata a ciò che c'era di vi-
sibile.
Si
operò, in poche parole, una delle prime e più ac-
curate "pulizie etniche" della storia.
Sono
stati
risparmiate
le
tombe
e
i
pozzi, spesso di
tipo rituale e molto profondi, nella volontà di questo
popolo sognante
di avvicinarsi al
mondo
del trascen-
dente. Proprio nei pozzi troviamo copiose loro
testi-
monianze. Oggetti di oreficeria, armi istoriate, monete, manufatti vari,
ci
indicano
i
celti
come
sensibilità e capacità artigianale.
dei
individui di rara
La classe sacerdotale
druidi tiominò queste popolazioni che diedero
LEGENDA: Br = Bru/i Cni = Campani Cr = Carecini Cu - Caudini El
= KImi
Eq = Equi Er = Ernici Lu = Lucani
Ma
= Marrucini
Mr
= Nlarsi
IV
=i»ilif>ni
Pi
= Piceni
Pr Sa Sn
= Pretuzi
= Sabini = Sanniti = Sicani Si llm = Umbri Vo = Volsci
m
sempre una eccezionale importanza credettero:
mondo
il
a ciò in cui più
del magico, del trascendente, del-
grande immaginazione, della tantasia. I celti furono, e i loro eredi sono, persone che vissero... a metà fra Cielo e Terra e che sempre nella vita ebbero presente
la
la
morte. Gente
Anche
i
bardi, specie di poeti cantori, ebbero fra
un
Segoveso, nella Selva Ercina e invece i
l'altro
nipote
suoi Biturgi, Arverni, Edui, Ambarni,
Senoni, Carnuti ed Aulerci, di le del
celti.
i
decise di inviare parte delle tribù guidate dal nipote
Belloveso con
cioè incredibilmente attuale.
posto di grande rilievo
Ambigato, il re dei re dei celti, rilevannelle terre ceke (nelsovrappopolazione do una certa l'uomo moderno questo fatto suscita molto stupore!) in quell'epoca,
là delle Alpi, nella Val-
Po, allora praticamente disabitata, e sarà appun-
capo celta, secondo questa versione, a fondare Mediolanum. Dice Plutarco (Camillo, XVL 3): "Questa regione to quel
I
celti in Italia
è ricca di pascoli per
Così
anche
i
come
i
celti
furono
primi "padani".
Valle del
Po
e
il
i
Con
primi europei, essi si
essi
furono
creò già allora fra
resto d'Europa, attraverso
i
di queste genti, oggi
non
come
si
fit-
esaurirà mai e che farà
allora,
un unico popolo.
Area padana che essi costruirono di reami con caratteristiche Federazione grande una culturali e di ordinamento sociale assai originali. Questa cultura si chiamò di "Golasecca" per diffe-
Fu appunto
molto
simile, centro-
"La Thène" (si tratta di due ambiti archeologici, LI primo in prossimità del Lago Maggiore). Anche se la presenza celtica è documentata in Val
Padana sino nizio del
cehica e
di
dall'età del
bronzo
(V.
Kruta) e quella di
600 a.C, fu l'iIV secolo a.C. a vedere la grande migrazione non mancheranno le particolareggiate descri-
Golasecca
in particolare è riferibile al
zioni di Livio e altri storici in merito.
Dice
avere cacciato Infatti
lo storico
romano (patavino
di nascita) che.
gli
etruschi
che
città,
i
dopo
celti,
tennero per loro".
si
furono appunto questi nuovi padani che, rotto l'antico equilibrio con gli etruschi li
dopo avere
batterono in varie dure battaglie, espellendoli dalla Valle del Po.
Cesare e Plutarco) riferiscono
Altri autori (Giulio
in
renziarla dall'altra cultura celtica,
europea detta
Aveva diciotto belle e grandi
passi alpini
facilmente valicabili durante la stagione estiva, quel to tessuto di rapporti che
la
bestiame e irrigata da fiumi.
il
invece che in quel periodo storico
pea prevalentemente abitata dai
comunque
naturali imponenti e
la
zona mitteleuro-
celti
tali
subì catastrofi
da spingere queUe
genti fuori dai perimetri geografici abituali per pure
ragioni di sopra\'vivenza, le stesse ragioni, cioè, che già nel
VI secolo
a.C.
avevano obbligato popolazioni gre-
che, con modalità poi
non molto
diverse, a spingersi
fuori dalla madrepatria. In particolare saranno alcune
bibliche inondazioni dello Jutland a spingere
tribù
le
Cimbri fuori da quelle terre. Questi autori ricordati da V. Kruta riferiscono di invasioni celtiche molto rispettose: passaggi e occupa-
celtiche dei
zioni di territori venivano pacificamente contrattati
con
le
popolazioni del luogo.
Polibio
48, 12) dà invece a questa in-
(III,
vasione che registrò massicci attraversamenti delle Alpi per
due
secoli,
cante versione circa
la
una
colorita e pic-
"causa scatenante", già
del resto riportata da Livio (V, 33, 2, 4.)
Secondo questi storici ancora una volta, dopo Troia e quant'altro, "cherchez la lemme"... in altre parole... fu una banale questione... di corna!
Pare quindi che intorno al 400 a.C. un modesto cittadino di Chiusi, tale Arronte, scoprisse una tresca amorosa fra sua moglie e un giovane lucumone, cioè un principe, etru-
Non
sco.
riuscendo a vendicarsi per
il
troppo
potere del bel principe, l'astuto e vendicativo
mercante chiusino
si
recò oltralpe invitando
i
ad occupare Chiusi. Cosa portò seco il furbone per convince-
celti
GALLià ::^4
re
i
biondi barbari a compiere
polli e portò...
16
vendetta?
Oro, argento, danari? No certo, Arronte conosceva bene
TRA Carta geopolitica della Gallia precedente la conquista romana che evidenzia slocazione delle popolazioni celtiche in quel territorio.
la
la di-
Fu
così,
colorita,
il
vino e
la frutta
i
suoi
padani!
almeno secondo questa versione
ma non
improbabile, che quei mitte-
Roberto Sgarzi
leuropei se,
innamorarono
si
della
I
birra, videro nel
latini
I testi il
rapporto dei
li
l'alcol.
celti
.
.
che ricordano tanto
inglesi del sabato sera
con
il
vino in quanto
ciò causava solenni ubriacature che
colarmente violenti e
le
!
non
essi
lo in-
rissosi. I
molto più
rendevano
li
romani erano
forti, alti
parti-
terroriz-
e atletici di loro,
ma
temevano quando erano ubriachi e il raffronto con moderni hooligans è sconvolgente. Kruta e Manfredi riferiscono di un grande Regno celtico in Padania con produzioni agricole di altissima ancor
di più
li
i
qualità e quantità (grano, miglio, avena) e grandi alle-
vamenti
di polli, bovini e, in particolare, di suini, la cui
carne veniva esportata in tutta Europa.
Anche
i
commerci fiorirono
altrimenti, per quella funzione di la
Val Padana fra
mondo
il
e
non poteva
essere
ponte costituita
ci,
na (paludi, colline, Svizzera,
mediterraneo e quello eu-
si
incrociavano merci di ogni tipo.
i
il
rame
dall'Atlantico e dalla valle del Reno.
centro-nord Europa: manufatti
bronzetti Plinio
italici,
oppure
come
vasi atti-
stoffe di particolare pregio.
124) ricorda che molte furono in Area
(III,
padana le città fondate dalle tribù ceke: i Vertamocori fondarono Novara, Boi Lodi, gli Insubri Mediolanum. Vale la pena ricordare che il toponimo Mediolanum era molto diffuso nell'area celtica perché aveva un preciso significato: in mezzo al territorio, ma anche
Non
.
fu così.
(o terra dei Boi).
due grandi imperi in espansione, non poteva non esserci e infatti esplose. Il contatto a\'\'enne ad opera di una delle molte tribù celtiche, Senoni, da sempre stanziati nelle attuali Marche. Seguiamo il racconto che fa T.W. RoUeston nel suo di
i
18, 2), Livio (V, 35, 55),
Diodoro Siculo (XIV, 113,
117), Plutarco (Camillo, 15, 32).
Attorno
400
al
mitteleuropeo è
con
al
romani
i
e,
celti
I
sono
primi da nord,
i
del dilatarsi del potere celtico si
i
accorge però
si
dei suoi interes-
e proditoriamente, all'insaputa dell'amico, infrange alleanze.
le
che assediano l'etrusca Clusium
celti
I
(Chiusi) vedono, fra le
romani che
in
per essi sacro, di
Per
alleati
li
avevano
di essi,
visitati nel ruolo,
e ambasciatori.
di più, iniziata la battaglia,
guidato da Fabio
uno
nemiche, alcuni messaggeri
file
precedenza
Ambusto
si
il
gruppo romano
gettò nello scontro e
Quinto Fabio, uccise
di sua
mano
mente,
si
erano
i
ingenuamente e
celti,
rivolti a
Roma
si
reami ove ri
i
cittadini
economici o
to in questa
onde
recavano per
si
centro di quattro il
Frequente era
politici.
zona centrale dei
disbrigo di affail
posizionamen-
tesori delle varie tribù,
evitare reciproche aggressioni per rapina.
Kruta e Manfredi
(p.
70) ricordano anche
capo
rifiutarono beffardamente di ascoltare
dicazioni.
minò
Il
popolo romano unito
addirittura
la
basciatori traditori
ottimistica-
per ottenere soddisfa-
remmo
al
il
dei celti.
zione del tradimento di quei loro soldati,
comune
buoni rap-
secondi da sud,
Roma
al di là
in
del liberale sistema istituzionale celtico, che noi definifederale: un'area
popolo
a.C. la potenza di questo
suo apice.
aggrediscono l'Impero etrusco.
Livio dice che
un particolare aspetto
molte fonti storiche (Polibio,
"I miti celtici", ispirato a
capitale dei cantoni. a significare
parte espulso ver-
valli alpine) e in
quello celtico e quello romano,
i
Questo stava
Boemia
Lo scontro
dal-
porti mediterranei: stagno e argento dalla Boe-
mia, ferro e
.
so le terre d'origine: le odierne Borgogna, Baviera,
porti
Sui regni celtici
Verso
bello gallico di Giulio Cesare.
oche del
allo scolastico
parte poi ristretto in luoghi inospitali della valle Pada-
II,
ropeo.
Verso
Brenno e
poca di gran lunga più numerosi della norma, e terminarono con la totale distruzione del popolo celtico, in
raggiungimento del
gerivano annacquato, secondo l'uso mediterraneo, e
zati dai celti,
De
all'invettiva di
antichi rap-
alle
e greci riportano con molto disprezzo
il
dell'onirico,
fine più vero della loro vita.
il
vino e
germaniche e
folle
mondo
Campidoglio,
gli
estinguano
si
odier-
quale fu sempre il
romani
Le guerre fra romani e celti sulla penisola, durarono senza interruzione per ben due secoli, contrassegnate da scontri infiniti e battaglie importantissime, quanto incredibilmente sanguinose, fra eserciti per l'e-
di droga, a quel
del sogno, del trascendente,
Già,
ubriacature di
le
vino quel mezzo che ancora meglio
mo'
pinione della gran parte degli individui porti fra celti e
che già erano famosi per
celti,
a\^'icinava, a
ne
Padania e delle sue co-
per non lasciarla mai più.
ma romani i
le
loro ri\'en-
parlamento deter-
a
promozione sul campo degli amnominandoli tribuni militari: era lo
schiaffo, era la guerra.
La
la testi-
monianza di Pompeo Trogo {Epitome di Giustino, XX, celti fondarono in Italia anche, 5, 8) secondo la quale fra le altre, Brescia, Verona, Bergamo, Trento e Vicenza. i
storia
si
ripete. L'esercito celtico, assai ordina-
tamente, marciò allora su li,
terrorizzati centri
era
Roma
e solo
Roma
risparmiando
che incontrò
Roma,
la
al
i
picco-
proprio passaggio:
spergiura,
la traditrice,
il
lo-
ro obbiettivo: una "Strafexpedition" ante litteram, una delle molte "spedizioni punitive" dei pcìpoli nordici
Poi fu la guerra
nei confronti dei mediterranei.
combattevano nudi e dipinti, non casualperché pensavano con questo di intimorire il nemico, e perché, dimostrandogli la propria noncuranza della morte (sì. la storia si ripete: anche le truppe scelte italiane scrissero "me ne frego!" suUe loro inI
Le
battaglie
l'inizio di
volta
con
con
etruschi furono per
i
celti
solo
due secoli terribili, irti di conflitti e questa ben più forte Impero romano.
il
Risulta strano
L Italia
gli
e le Tre
l latte
il
verificare
come ancora
oggi nell'o-
celti
mente,
ma
.
.
17
segne) volevano che riconoscesse
loro valore e la lo-
il
ro determinazione. giavellotti, le frecce, le corazze, l'organizzazione
I
Il
me macchine anni dopo, questa
a pezzi,
Allieiisis
ra dei celti:
Dopo
bellica, la disciplina, lo spirito di corpo, le
da guerra romane faranno elementare ingenuità.
18 luglio rimase a lungo nei calendari romani co-
U Dies
o
insomma
la
Clades
gall/ca, la strage
averla distrutta e incendiata,
padroni della
città
ad ope-
fu la loro Caporetto. i
rimasero
celti
per un anno e con essa
si
impadro-
nirono anche del Campidoglio, che una tavoletta
di-
// co-
vertente vorrebbe invece salvato dalle oche che vive-
con stupenda ricostruzione degli ambienti e dei costumi, racconta di una delle tante rivolte del popolo celtico-scozzese contro l'invasore vichingo-germanico (i normanni) nell'Inghilterra del 12001300. Quelle scene possono esserci di particolare uti-
vano su quella montagnetta e che, svegliatesi all'arrivo del nemico, avrebbero allertato i difensori. Quando si ritirarono con un enorme bottino, Brenno, il re, ed suoi ebbero soddisfazione della perfi-
un moderno
Esiste
ovvero
film Braveheart,
raggioso, che,
lità
per conoscere
ro,
metallo che secondo alcuni
celti
I
divenendo
l'affilatura
mane,
meno
assai
efficaci di quelle ro-
e in questo passo la diffamazione dello storico
cortigiano circa
è abile e
celti
battagUa perdevano facilmente
la
Non
le
capacità costruttive e artigianali dei
sottile,
ma
inutile.
poteva pensare
anni
dopo
vato
le classiche
povero Livio che duemila
il
alcuni archeologi avrebbero scavato, ritro-
guito prove metallurgiche accurate, rilevandone qualità dei metalli che,
va,
mantennero ogni
otti-
pur sottoposti ad ogni proné
e ogni affilatura,
elasticità
quello storico poteva pensare che prove comparative
con
non avrebbero
coevi "gladi" romani
i
verificato
il
re gallo:
tutti
noi è stato inse-
"Vae
vietisi",
"Guai
ai vinti!". I
romani non scordarono quel grido;
essi
persone dure e crudeli, non ricche di cultura,
Questo
e determinate.
in ogni ambito,
ma
erano
ma
serie
soprattutto
nell'odio e nella vendetta, e ciò fu la chiave dei loro
successi militari.
Così come i romani non scordarono i seguenti duecento anni di guerre assai alterne e sanguinose che di seguito
spade celtiche nelle sepolture ed ese-
me
a Clusium.
gnato cosa disse allora
perfettamente. Dice infatti Livio che
queste armi durante
romana
Dalle prime classi di scuola a
la realtà celtica antica.
combattevano solo con lunghe spade di feressi sapevano lavorare
ma non
bene,
dia
brevemente riassumo.
Polibio riferisce
ma,
i
galli
(II,
18) che,
non aggredirono
il
dopo
il
Sacco di Ro-
Lazio per trent'anni, an-
la Valle Padana due ulteriori incursioni tino alle porte di Roma nel 356 e nel 344. Molto contestata dagli storici, e lo stesso Livio dimo-
che perché impegnati nel difendere contro umbri e veneti.
Si registrano
apprezzabili differenze.
Già
poteva pensare a Livio
si
zolato e cortigiano
quando
gli stessi
come
al servizio della
"colleghi"
scrittore prez-
corte romana,
moderni hanno trovato
la
scusante per questo errore del loro antico confratello.
Non de
le
fu
menzogna
ma
quindi,
solo errore. Livio vi-
spade rotte o piegate non conoscendo l'antico
tuale funerario celtico
che così
si
comportava
in
ri-
omag-
gio al soldato defunto. Sarà...
però che soddisfazione verificare
scientifi-
camente, anche se troppo occasionalmente, di quante falsità
è intrisa la Storia... e soprattutto certa Storia!
Ritornando fiume AUia la
il
alla
spedizione punitiva
18 luglio 390 a.C, con
confluenza dell'Alila con
dalla via Salaria, tre giorni
i
celti
tici
precisione
al-
Tevere, poco distante
in
romano
e
Roma.
sola carica tremenda,
non avevano truppe vano
piìi
sul
travolsero l'esercito
dopo entrarono
Fu una
il
celtica...
di riserva,
celti a
i
quei tempi
o tattiche, né conosce-
strategia militare. Livio parla di grandi errori tat-
e strategici operati dai
romani e che
dirittura fuggiti terrorizzati
dopo
il
essi
siano ad-
forte urlo di guer-
ra dei celti, che tradizionalmente apriva la battagUa.
Tanta severità dello storico romano non trova valide spiegazioni. Forse il tentativo di edulcorare la ver-
gogna
della sconfitta, forse la volontà di oscurare la
potente famiglia dei Fabii, in quel in
18
Roma.
momento egemone
Parigi,
decorazioni
di
arte floreale caratterizzanti
la
stazione
di
un
metro.
Roberto Sgarzi
non essere convinto da questa
stra di
Nel 331
fonte,
una
gli
giunse ad un trattato di pace fra
si
i
due
popoli che viene rispettato.
deranno del futuro
bi
mentre presso celdel Rodano comparve un nuovo tipo
della valle
d'uomo in
romano aveva raggiunto
contendenti. L'esercito
i
ampio sviluppo ti
di
e capacità bellica,
e di contendente:
i
Cesati. Essi trax'alicarono
i
Padania, trampolino verso conquiste allettanti nei
ricchi paesi mediterranei e
denti a
nuove
convinsero
E
av\'enture belliche.
i
celti già resi-
questo almeno è
il
racconto di Livio.
Nei romani des gallica"
la
umani
crifici
risvegliò l'antico terrore per la "Cla-
si
al punto di compiere saCampidoglio (Plutarco, Marc, 3), per-
strage celtica,
in
ché questi Cesati erano gruppi sissimi
ma
non
per
legati,
di
prima
la
combattenti valoro-
volta,
ad alcuna tribù,
errabondi guerrieri di professione, avevano loro
codici etico-culturali ed erano portati ad ingrandire
i
loro domini. il
simbolo della Confraternita:
due draghi av\'inghiati che eruttano fiamme. Questo simbolo non cambierà per secoli e I
spade dei
che ricorda a
nome
tutti
i
nome
ben temperato"
gli artigiani
Chalybia. Quel
lari
sta
con
gli
etruschi,
ad indicare l'ottimo
ormai ottenuto dai
a livello civile,
le
celti sulla
pe-
nazionalità confi-
nanti.
A la
Sentino nel 295 a.C. per quella che sarà definita
Battaglia delle Nazioni,
enormi per l'epoca, un inizio favorevole ficio
di
si
schierarono due
rise ai
eserciti,
40.000 uomini ciascuno e dopo
agli alleati (Livio,
X, 27) e
volontario del console Decio Mure,
il
sacri-
la vittoria ar-
romani.
I Cesati combatterono da par loro, il "bel gesto" non mancò ed essi ancora una volta si batterono completamente nudi, come supremo disprezzo della morte, ma gli abili e addestrati arcieri romani ne fecero strage, a fronte dei loro scudi troppo piccoli. Era quella una lotta per la vita e per la morte e fu la morte per celti, circa 30.000 dei quali rimasero sul terreno. Fu questa battaglia che aprì, per la prima volta le porte dell'Area padana ai romani, che infatti vi si affacciarono e vi fondarono colonie, sia pure in modo contenuto. Ma il redde rationein doveva ancora giungere: fu la distribuzione ai romani di terre celtiche a i
caratte-
particolare che
del Ciclo bretone più
tori della figura del "cavaliere"
225
a.C. e l'esercito celtico era
20.000 cavalieri secondo Po-
mentre a M. Manfredi appare improponibile 200.000 uomini riferita da Diodoro Siculo.
la
I
loro capi erano
i
re
Aneroesto e Concolitano. An-
in relazione alla
erano maestri in quest'arte,
come la saga di re Artù. Insomma questi Cesati paiono
libio,
nel
fanti e
cifra di
fu Chalihur o Exchalibur,
poemi
Questo avvenne imponente: 50.000
cavalieri medievali.
Cesati davano a queste un
significava "acciaio
regione ove
anche
schierarono anche
Questo
sanniti.
determinarla.
Sulle loro spade era
rizzerà le
ai celti si i
stato di integrazione
della penisola: quella di Sentino nel
Talamone settant'anni dopo, nel 225. Molto era cambiato in quei cento anni, in entram-
295 a.C. e quella
imibri e
nisola
per\'enne così alle due grandi battaglie che deci-
Si
Insieme
batta-
romani nel 365.
glia fra celti e
essere
gli
la
nome popo-
anticipa-
che 900 anni dopo ca-
ratterizzerà la cultura medievale europea. Si era
nuovamente ad un momento storico che fadue imperi, quello celtico e quello
talmente portava
romano,
allo
i
scontro bellico.
Ga//o morente. Rimarchevole del torques,
segno
L'Ilciliii
un monile,
dell'identità celtica.
e le Ire llalie
la
presenza,
di solito in
al
collo del personaggio,
argento, che
Roma, Musei
di fatto
Capitolini.
era anche un
Callo che uccide celta Aneroesto.
la moglie davanti al nemico, scultura Roma, IVIuseo di Palazzo Altemps.
ispirata al re
19
Cora una volta, in quell'esercito,
numero
il
dei Cesati
romano
L'esercito
drammaticamente diviso
era
in
due tronconi comandati dai consoli EmUio e Attilio Regolo e subì un primo grave rovescio sul confine fra i due imperi, a Fiesole, ma, miracolosamente ricompattatosi, giunse allo scontro finiile a Talamone nel 225 a.C.
Anche
questo caso
in
gere a favore dei
parve vol-
l'inizio della lotta
ma
celti,
romana
la vittoria fu
e fu
l'ennesima strage. Polibio sulla scorta dell'annalista
Fabio Pittore, testimone oculare, battaglia, fra essi
il
Aneroesto
re
50.000
riferisce di
campo
(cinquantamila!) guerrieri celti rimasti sul
di
la
torace (Polibio, Bellum gallicum.
su
la
Questa scena è eternata da una celebre scultura "il marmorea di un bronzo del III secolo, oggi esposta al museo di Palazzo Altemps di alla libertà di
Regno
Il
eserciti
enorme pathos ogni uomo.
intrisa di
e
un vero
in-
i
Boi (popolavano
celti
la
zona
at-
stre-
nua difesa come nel 193, quando ax^enne un ulteriore scontro. L'ultima battaglia la sostennero
i
Boi nel 192
contro Publio Scipione Nasica. Valerio Anziate parla di trentamila caduti fra
mani,
ma
i
Boi e solo 1484 caduti
(XXXVI,
dice Livio
fra
ro-
i
39) (e ciò è riportato da
Kruta e Manfredi) che "nell'esagerare
le cifre
non
c'è
chi lo superi". la
presenza organica di questi nostri pro-
genitori in Val Padana, che da quel
momento divenne
colonia romana, anche se naturalmente celti
la
presenza dei
rimase.
Di tralpe
III, 22).
22).
torno a Bologna) a costituire l'ultimo ridotto di
spada nel proprio
galata suicida", copia
no
XXIV
Furono appunto
Finì così
alla testa dei superstiti si ritirò
propria donna, conficcò
Roma, un'opera
(Livio,
re Concolitano.
un rilievo e lì si batté come un leone fino alla fine, ma non cadde prigioniero. Vistosi circondato, dopo avere ucciso
Corolamo, oppure con i Boi che si scontrarono nel le truppe del console Lucio Valerio Fiacco
195 con
era alto.
Il
re
rilievo
il
tatto
che
transfughi celti rifugiatisi ol-
i
determinarono un repentino cambiamento
di
quella società e di quella cultura. Nell'Europa celtica
compar\'ero
prima non
gli
oppida, le città murate e fortificate che
esiste\'ano,
con
insediimienti
relati\'i
i
fissi
e
il
conseguente mutamento di costumi nei commerci, nei traffici, nelle
culture e nell'artigianato: nasceva l'Europa.
celta era distrutto. Negli anni seguenti gli
Celti e romani.
romani entrarono definitivamente nella Valle
Europa
e Mediterraneo: eterna an-
dopo ulteriori sanguinosissime battaglie sino giunsero a Mediolanum, che Polibio definisce la capitale del Regno celta. suoi abitanti si Il Regno celtico era tramontato e
teposizione culturale ed etica.
dispersero nelle parti inospitali dell'Area padana op-
nei loro valori morali di base, che contraddistingue-
Padana
e
i
pure
si
ma non
ritirarono Oltralpe,
era ancora finita,
suUa scena italiana stava per apparire
uno
dei grandi
Se
mana sì
Fra
Quella che Annibale condusse
in
nibale fu visto da queste popolazioni
non
tore dagli invasori romani e
fu
Italia
celti.
come un
una An-
libera-
a caso egli fu ricevuto
dall'ambasceria del re celta Magilos ben prima di traversare le Alpi, e cioè nel
218 a.C,
at-
sulla sinistra del
fiume Rodano. fatti prigionieri
mentre
loro coloni le terre
furono
le
celti
i
furono
la
consegnarono
i
romani
accingevano ad assegnare
si
padane e
truppe scelte
stenne e particolarmente a
con
fu
il
cartaginese che
in ogni battagUa
Canne
\'alorosa e fortissima
ai
che
egli so-
dove celti diamante che
nel 216,
punta di
i
sostenne vittoriosamente l'urto romano e persino a Za-
ove condivisero
la disfatta di
ebbero
moderne
le
già da allora quei connotati,
entità europee, distinguendole
le
connotazioni, originali e autentiche dei cel-
ne indicherò alcune.
(XXXI,
si
tenne fra
2;
l'etica dei celti
La prima
è l'amore per la libertà individuale e di
gruppo.
Cià Cesare riportava racconti di galli che preferivano la morte alla servitiì e alla prigionia, nella loro ferma convinzione che un Callo poteva vivere solo se libero. L'amore per la libertà, sfrenato, non temperato
XXXI,
na con 35.000 caduti
celti e
10) fra
i
numero
romani e ricordati da
come celti,
nel 201 sotto
oppure
di
Li-
Cremo-
nel 196
tale dei celti,
Impero
implicò
celtico e
il
come ogni pulsione sentimen-
la
non coesione dell'immenso
perenne,
fragile,
sfrangiamento
con
il
in
miriadi di tribù. Finì male. Sospinti nei secoli
sempre più ad
ovest,
prima dai romani, poi dalle bellicose popolazioni ger-
maniche e vichinghe, rimasero loro spitali territori: l'Irlanda, la
Scozia e
tre piccoli e inoil
Calles.
Questi nostri progenitori non sapevano creare
quel condottiero.
Inutile ricordare l'ulteriore sterminato
scontri che
20
celti,
dalla ragione, esagerato,
Fu ad Annibale che
vio
i
La cultura e
Italia
guerra che vide l'apporto determinante dei
ma
dire che
e le guerre puniche.
La fine del Regno celtico in
essi
fu assai superiore a quella celtica, bisogna altre-
ranno poi
ti,
celti
chiaro che l'organizzazione sociale ro-
nettamente da quelle mediterranee.
mattatori della storia: Annibale.
I
infatti è
isti-
tuzioni statali e ad esse sottostare. Siilvo
alcune rarissime eccezioni, quella celtica fu
sempre una confederazione di popoli, ma mai un reame. Essi non ebbero mai quindi un solo re. eccettuato
Roberto Sgarzi
forse per quel sovrano che Livio
more per
la libertà
chiama Ambigato.
ebbe sempre per
celti
i
un
L"a-
significa-
ella,
padre,
il
la sorella
e tutto
doN'uto sopportare dai romani,
uomo o donna
il
suo popolo avevano
ma
dovex'ano vedere
la
to mistico che certamente le pragmatiche popolazioni
come
mediterranee, duramente realistiche, non ebbero.
battaglia ove bisognava o vincere o morire, perché in
Negli eserciti anglosassoni attuali esiste un motto e
un principio etico che
ma
torma di disciplina, grande fondamento
ad indicare una particolare
sta
che è anche indicatore
un
di
di libertà.
Questo dice che "Ognuno
comandante
è
di se stes-
so" e ciò significa che, anche se l'individuo è sicura-
mente legato te di
quegli eserciti, anche
malmente se in
alla struttura
gerarchica, ogni il
più modesto, è tenuto for-
comportamenti coerenti e autonomi pure assenza di ordini o della presenza di un ufficiale. a
L'inglese Nelson, del resto,
Trafalgar ni
componen-
ebbe
a concludere,
prima della battaglia
rispondendo
ai
mica, l'assalterà e
Un
conquisterà
la
alla ne-
veda) nell'autunno del
(si
1917 perché,
avendo perso rapporti con gli ufficiali superiori, nessuno si sentì autorizzato a dare l'ordine di aprire il fuoco contro il nemico avanzante. La parola libertà significa anche questo. i
li
guida\'a in
ima
la schiavitù.
bene
le assai
Caio Giulio Cesare (solo
illustrate doti di
esempio) nel costruire
lon
bene capirà
strutture militari nell'assedio di Alesia e
le il
motivo della superiorità bellica latina. I romani vinsero, ma non trassero schiavi quei celti. Tutti morirono e Bodicca tra loro. Nessuno fuggì, né avrebbe potuto
".
o
l'EUR constaterà in esso
guardia con sopra
raffronto. L'esercito italiano sarà sconfitto a
Caporetto
la vita
che fosse,
La battaglia fu persa perché il potenziale in armamento dei romani era assolutamente superiore. Chiunque visiti in Roma il Museo della Civiltà Romana al-
di
propria nave
la
gioco c'erano o
subalter-
che chiedevano indicazioni, "...ma mai sbaglierà
quel comandante che accosterà
chi,
farlo, in
le loro
quanto
donne
marmo
i
carri della retro-
loro
i
erano
figli
La grande,
bloccati proprio per impedirlo. classica, scultura di
e
che rappresenta
là
già citata,
guerrie-
il
ro ceka che, dopo avere ucciso la propria donna si immerge il ferro nel torace, ancora oggi trasmette una immagine di nobiltà e forza d'animo enormi, molto diverse da quelle dei monumenti contemporanei.
Ma
forse l'esempio più evidente di quanto detto è
proprio quello dell'eroe nazionale francese, più forte, coraggioso e puro,
il
il
soldato
simbolo delle virtù mi-
una giovane ragazza dello Champa-
ktari transalpine,
La seconda caratteristica dei celti è il rapporto sociale fra due sessi. Le donne mediterranee della classicità non hanno mai rappresentato un vero soggetto sociale e culturale, ma solo poco piìi di un mero appa-
gne di diciannove anni, uccisa dal nemico inglese nel
rato riproduttivo.
statura sociale
i
Le donne ceke
invece, dipinte
come molto
belle,
bionde e con occhi azzurri, erano assai presenti in quella società. Dice Ammone Marcellino che se già era
un uomo celta in una zuffa, l'intervento delle loro donne, decise e manesche, implicava una sempre dura lezione per l'antagonista. Ancora oggi in Inghilterra è eroina nazionale Bodifficile affrontare
o Baodicea.
dicca,
Bodicca, gli Iceni,
guidò
figlia di
Prasutago, regina della
in Britannia
una
delle più
dure
Dopo
conquista di alcune
fra le quali
alla
città,
grande battaglia campale
Tacito nei suoi Annali, l'episodio storico e ca, sul rella,
suo carro
ci
rivolte celtiche
varie vittorie e la
Londinium,
lei.
si
decisi\'a.
ci illustra
racconta con quali parole Bodic-
di battaglia sul
quale era pure
la so-
campo
di
Quelle parole risultano molto interessanti,
per conoscere quella cultura, anche se sicuramente purgate dallo storico romano di corte e
Essa disse che, anche se non era abituale per ti
essere guidati in battaglia da Lina donna,
ti
non solo
in
quel
modo dovevano
essa era nobile e di nobile famiglia e
derla
nemmeno come
Llliiliii e le
".
abitatori dell'attuale Valle
Ire llidic
L|Liei
Padana. In tempi
recentissi-
mi (anni Cinquanta) era ancora presente presso
i
cel-
sokla-
vederla, anche se
non dove\-ano
ve-
vendicatrice dei troppi torti che
le ul-
time famiglie patriarcali contadine Varzdoura e cioè
la
La sua opera e la sua opinione erano sempre determmanti nelle scelte e "reggitrice", la moglie del patriarca.
nelle decisioni
Da sa,
era
comuni.
ultimo, anche se era lei la
il
patriarca a guidare
la ca-
depositaria del capitale della famiglia, pic-
colo o grande che fosse e frutto degli enormi sacrifici
comuni, proprio
A
a sottolineare la
grande opinione che
aveva.
ditlerenza dei mediterranei,
governati da regine.
È
frequente
il
i
celti
erano spesso
rinvenimento di
se-
donna risulta non uno degli
polture di grande importanza ove una essere
il
soggetto unico o principale,
"accessori" di un guerriero o di
Fra queste tombe
risulta di
un
re.
grande
rilievo quella
della cosiddetta "Principessa di Vix" ai piedi di
di parte.
la
".
Diodoro Siculo che "Le donne dei galli, per non solo sono eguali agli uomini, ma con loro competono per coraggio e autorità Mi piace ricordare come la figura della donna sia stata sempre socialmente assai considerata presso gli
iì<^\\\ìrzJi)!ini si
da par suo quel-
arringasse le truppe ceke schierate in
fronte a
ri-
tradimento: Giovanna D'Arco,
al
Scrive
stanziata nell'odierna Norfolk, nel 61 d.C.
contro l'invasore romano. giunse
de-
tribìi
1431 solo grazie
"pucelle d'Orléans
Lassois, in Francia, particolarmente
stiane Eluére in II
The
Ccl/x, Firsi
illustrata
Mone
da Chri-
Maslcrs of Europe.
riferimento alle tlonne ceke mi induce ad una
brc\e digressione
all'arte e all'orci iceria di
quel po-
polo.
21
trascendenza e libertà
L'originalità dell'arte celtica:
L'arte degli antichi celti è
uno
dei grandi tesori del-
l'umanità e fu sempre connotata da espressioni figura-
grande
tive di
che
originalità
anteposero
si
all'arte gre-
co-romana.
mo-
agli organizzatori della
C'è di che essere grati
prima Europa", tenutasi nel veneziano Palazzo Grassi nel 1991, per quella verità che in quell'occasione fu finalmente donata al mondo intero. stra "I Celti, la
In seguito all'occupazione
romana
di
buona parte
europeo la cultura e l'arte celtica scomparvero per rimanere ben radicate nella sola Irlanda e fu per l'opera dei colti monaci di quel paese che essa si del continente
disseminò poi
500 d.C.
a partire dal
morfo che perdona sempre ogni colpa, aiutato in ciò da una smisurata serie di santi (quasi amici personali del peccatore), è più che mai evidente. Esseri mostruosi, florilegi, affascinanti linee sinuo-
in tutta l'Europa,
riprendendo possesso delle antiche aree celtiche, anche e soprattutto di quelle che non avevano subito l'in-
se e rampicanti,
vasione mediterranea.
la
greco-romana
L'arte
ma
di quelle genti,
coerentemente con
fu,
duramente
l'ani-
verista. Nell'arte celtica
Kruta e Manfredi) l'immagine era destinata ad essere intermediaria fra l'uomo e il sacro, doveva esprimere la sostanza, piuttosto che l'apparenza viceversa
Nei
celti,
artistico e
quindi, siamo
di fronte
ad un
colonne e campanili che
una disperata ricerca
si
racchiudono
distendono
mostrano
di Dio,
nella celebre cattedrale gotica di
rigi,
Pa-
celtica: a
Notre-Dame,
si
elementi descritti.
tutti gli
che l'odio e U disprezzo della
Si pensi
classicità
mediterranea per quelle anime celtiche fu presente
sempre.
Non
lin-
ad una concezione dell'immagine di
l'alto in
presenza concreta e fantastica dell'arte
(cfr.
delle cose.
guaggio
verso
tutti
sanno che
l'arte celtica fu definita "goti-
ca" dai sapientoni più o
meno
mediterranei di allora,
modo
assoluta libertà e autenticità, nella volontà di quel po-
proprio per
polo, di incredibile modernità, di ricerca di introspe-
roneo, per non definirlo mendace) all'opera sottocul-
zione nell'intima materia della natura.
turale di
un popolo barbaro e
diverso,
come appunto venivano
L'immagine quindi non
è piiì
una concreta
gurazione dell'oggetto, non è più Wirs gnitia per
te
raffi-
artis, l'ar-
l'arte dei latini e cioè finalizzata a se stessa
come sempre
nel
popolo
celtico affascinato e prigio-
niero del trascendente, essa deve strappare l'uomo dalla durezza e dalla
sportarlo in un
o canoni
A
modestia della
mondo
realtà,
sognante, senza forme,
tra-
limiti,
ben guardare
la
nostra contestata, quanto ama-
un
certo
Dicono, ancora Kruta e Manfredi, che "queste che sembrano associare
prima realizzazione
ropea
[...].
I
loro arte rappresenterebbero
un'alternativa di libertà contrapposta
e
al
conformismo ordinato
Le
caratteristiche
come
tendenza nell'arte eu-
di questa
celti e la
affi-
l'arte celtica a correnti di
espressioni 'anticlassiche', potrebbero indicarla la
al
determinismo
formali dell'arte celtica sono
(tralci e virgulti),
ed
esseri favolosi e
mo-
ai soliti
e rappresentanti
stilemi neoclassici allora
il
dentale, l'arte celtica
imperan-
gusto della borghesia, in coinci-
denza con un'esplosione si
mondo
di libertà nel
occi-
ripropone imperiosa ovunque,
specie in Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Belgio
Austria e Germania... nonché nella nostra Si
Italia.
chiamerà variabUmente Liberty, Art Nouveau,
quei nostri progenitori abitanti delle foreste europee e basta sollevare lo sguardo per osservare certi "stile
villini
novecento" che ancora oggi imperano nei
delle nostre città, per rivedere trecciarsi nei boschi
i
tralci e
immaginari tanto
i
viali
tronchi in-
cari all'animo
celtico.
La qualità della gioielleria di produzione celtica, come quella rinvenuta nella sepoltura della "Principessa di Vix", è riferibile
mana, etrusca o
Sogno di una notte di mezz'estate di William Shakespeare), il tutto in una composizione assai dinamica e con abbondanza di ele-
convivenza dei
mente
l'arte
verista e ancorata alla terra
romanica, duramente
con l'arco
a tutto sesto, in
una rassicurante dimensione con un Dio antropo-
nella
alla
migliore arte greca, ro-
il lungo rapporto di con queste popolazioni, special-
tracia e del resto celti
Pianura padana, spiegava questi
inter-
scambi.
Ai
menti.
22
meno mondo defi-
o quanto
quel
è a cavallo del 1900 che improvvisamente, an-
struosi terribili, severi, implacabili abitatori delle foreste celtiche (ricordo al riguardo
L'anteposizione con
in
er-
dell'arte classica".
curve sinuose, sapientemente modellate, di derivazio-
ne vegetale
incivile,
(in
goti.
teponendosi ti
senso spregiativo
Jugendstil. Tutto, forse inconsciamente, sarà ispirato a
senso da quegli uomini.
nità,
i
Ed
ma
estetici.
arte astratta dell'uomo d'oggi, nasce in
ta,
per
niti
ma,
riferirla in
celti l'oro
seppero lavorare
piaceva in in
modo
modo
incomparabile e
superbo. Tipiche
le
ques e cioè quei torciglioni (quelli erano di solito gento) che
i
celti
portavano
al collo,
lo
loro torin ar-
quasi fosse un ca-
Roherlo Sgarzi
ma
rattere distintivo di nazionalità,
rotonde che ne delimita\'ano
parti
Dopo
distruzione del
la
aperto e con due
le
mondo
Celti,
celtico operata dai
romani, vedremo ricomparire e permanere questo par-
Europa,
ticolare gusto artistico in tutta rire dell'età
Un
etruschi e cartaginesi: la terribile vendetta
romana
estremità.
a partire dal fio-
irlandese e inglese e cioè circa dal
600 d.C.
riferimento particolarmente preciso a questa
può essere dato ricordando certe miniature su pergamena che hanno capoversi parti-
arte originalissima
i
Si ria
ricordava in precedenza che in mille anni di sto-
romana, solo
l'Urbe:
furono
celti
riguarda
il
senso del-
l'onore e della parola data.
sacco di Roma. Potrebbe sembrare assurdo
la storia celtica: la
conquista e
me
lo è.
Infatti
in
cita-
questo punto uno dei massimi eventi militari delè visto,
non
per
i
celti
il
sacco di
Roma ma.
co-
un uomo, o un popolo, valevano
funzione del rispetto che avevano
uomo
era considerato in base
celti
tre
coraggio dimostrato
al
erano sempre pronti
zone e spesso nelle battaglie
in
al
duello a singoiar ten-
capo
della tribù celta
si
faceva avanti per sfidare di fronte a tutto l'esercito
il
il
capo del fronte opposto. II raffronto con il mondo moderno francese, con
vendetta romana.
romani,
ma
di essi
trusca,
come
Selvaggi
mense città
oggi i
si
celti
foreste, senza le belle strade
romane,
i
sime romane (erano etrusche, Crudeli, mostruosi
momento
e cioè Carlo
V
di
suoi
ri-
Spagna ed Enrico fra loro, una
la
di stragi,
rono
Clusium. Assurda
i
i
patti di
celti la
doppiezza e
la
dando il via a romani non rispetta-
esplose,
duecento anni
perché
i
follia? Forse,
menzogna erano
terribi-
divoratore di bambi-
sacrificati nel
modo
più crude-
bruciati vivi!
Solo in anni recenti Sabatino Moscati,
il
maggiore
za di queste interpretazioni.
Come si vede la propaganda
politica di
regime ese-
guita da letterati prezzolati, ha radici antiche e la sua
questione europea!
La guerra celtico-romana
come
scienziato di studi punici, ha dimostrato l'inconsisten-
VIII d'Inghilterra, proprio per dirimere volta per tutte,
Mas-
parola
(la
con quel loro
cartaginesi,
i
le:
i
im-
Fenici deriva dal greco Foinikés e cioè "coloro dalle
sionante ed è forse interessante ricordare che, nei pri-
sfidò a duello, a singoiar tenzone,
in
le belle
in realtà)...
negri africani
e....
che dovevano essere
Francesco
romane,
bei ponti romani, le belle Cloache
ni
del Cinquecento, l'erculeo re di Francia
nemmeno
dice... la bolognese).
suoi molti guasconi e numerosi d'Artagnan è impres-
mi decenni
a loro volta bat-
nulla,
per quel loro vivere primitivo
pelle rosso-scura") i
non rimase
memoria, se non qualche citazione degli storici di corte, troppo spesso derisoria o infamante. Dissoluti gli etruschi (la donna etrusca era sempre dipinta come facile o prostituta. Ancora oggi la cinematografia, se vuole rappresentare una donna di facili costumi, la fa parlare con accento bolognese. Si diceva allora... l'e-
dio Baal che era dipinto
vali del
solo per un'inezia). Essi
grandi popoli uniti da un unico tragico de-
le
I
cartaginesi (questi ultimi
i
ma
la
Un
di essi stessi.
battaglia e al suo rispetto per se stesso e la parola data. I
e
Questi tre popoli non solo furono
Ultima caratteristica dei
si
celti
i
stino, frutto dell'accurata
tuti dai
Il
popoli vinsero e conquistarono
tre
etruschi,
non conquistarono Roma,
colarmente decorati.
re a
gli
ma
per
ragioni suffi-
ancora oggi, nelle cose. Le nostre
efficacia è evidente
opere
liriche e la nostra letteratura in
sentano queste popolazioni to
da
in identico
modo, mutua-
scrittori-cortigiani venduti e intimiditi, perpe-
tuando menzogne infami per
cienti per uccidere.
genere rappre-
l'eternità.
Sarà certamente stato per un incidente,
ma
è evi-
dente che nell'importante mostra "Gli Etruschi" (Palazzo Grassi, Venezia 2000),
ebbero con in evidenza.
i
celti in
E
i
tanti rapporti
Area padana non sono
questo è grave per
la
che questi stati
messi
fondamentale fun-
zione di formazione dell'opinione e della cultura che
queste iniziative hanno. Invito a visitare le rovine di Cartagine, una delle
più grandi metropoli di una delle più grandi culture della classicità mediterranea, per constatare
pera romana di demolizione
sia stata
come
l'o-
accurata e gi-'^'
gantesca.
Ecco quindi ne oggi dei
la
ragione per cui nulla o
celti, così
come
(.]uasi
rima-
nulla o quasi, rimane oggi
di etruschi e cartaginesi.
La distruzione
di queste
memorie, accurata e per-
petuatasi nei secoli, fu tale che solo recenti studi hanCattedrale
di
Notre-Dame, Medioevo
(Parigi),
animali fantastici riconducibili all'arte celtica.
Lllalta e le Ire llalie
Gocciolatoi con forme
di
no potuto sollevare alcuni
veli
su questi popoli.
Invito a visitare l'isola di Mozia, colonia punica
al
2Ì
La religione celtica
Ma
ciò che nei celti forse più affascina è la gran-
dezza della loro anima e
La loro
astrazione.
loro capacità di sogno e
la
religione
può
essere definita di tipo
animistico-panteistico-naturalistico,
puro
bile al
È
ma sempre
riferi-
spirito.
che Brenno,
scritto
gran re che conquistò Ro-
ma, scoppiò a ridere quando greci credevano che
gli
riferirono che latini e
forme umane e
dei avessero
gli
che di conseguenza erano rappresentati da statue, legno o
in pietra.
in
credevano nell'anima e nella
celti
I
sua immortalità, non nella materia. Essi credevano in
nomi molto diversi e nelle loro emaCredevano nel vento, nell'acqua, nella forza
tanti dei, dai tanti
nazioni.
Elmo
celtico.
della terra che eruttava
i
ro che tanto amavano.
I
loro boschi di quercia, l'albeloro dei erano terribili e mi-
nacciosi, erano dure, gelide nubi che mai lasciavano
uscire
largo di Trapani e in essa, fra
l'altro, la
schera ridente in terracotta. In pochi stilizzati tratti la
Paul Klee questo antico, grande, modernissimo
comunica gioia solo in una grande sta
e sentimenti che
al-
arti-
amore
ai
romani e
e l'arte di costruire.
A
di
una
popolo esempla-
vita spesa in
a tutto
il
mondo
l'arte di vivere
tutta l'arte
come da
questi ac-
quisirono l'arte delle divinazioni o dei raffinati piaceri,
umano.
esempio troppo luminoso
uno
O
i
romani tentarono
dei fattori della forza di
Roma era
il
mito della sua
questo mito doveva essere conservato
invincibilità... e a qualsiasi costo.
Di questo popolo l'alfabeto e la lingua sono stati da pochi decenni! Di una cosa romani si scordarono: le loro tombe.
svelati solo
i
Grazie
al
il
sorriso meraviglioso dei
sonaggi del Sarcofago degli Sposi, esposto
la
la
Roma: una
Gioconda, o
Primavera di
al
due
per-
museo
di
delle grandi opere deU'uo-
la Pietà,
o
i
Bronzi di Riace o
ci
questo però sto
popolo
con
strutto della Grecia e di tutte le altre parti del
ci si
si
della presenza
la fine
ha notizia
riferire
in relazione
di santuari destinati
di dei celtici,
ma
sempli-
probabilmente a dei
celtici,
ad un'età molto tarda di que-
quando esso aveva avuto
e
Ecco
la
grande
intensi contatti
originalità e la
grande eredità
ancora oggi pienamente evidenti dopo
la
celti-
riforma
Cinquecento in Europa. In ogni chiesa del Meridione europeo, mediterra-
religiosa del
neo e cattolico, trox'eremo dovizia di policromi, antropomorfi abitatori, più o meno ricoperti di monili e oreficeria di ogni tipo. Il rapporto fra l'uomo e la divinità da sempre e ancora oggi, è chiaro ed evidente, assolutamente pagano nella sua brutalità mercantile: "io ti
e
do l'anello, o il pezzetto d'argento, o tu mi guarisci dall'appendicite".
la collanina...
oggetto di culto e solo quella magica statuetta sono
realmente
mo' a
essi
deve porre.
di
efficaci,
mondo
conquistarono è un interrogativo
ecco sorgere tutt'attorno ad esse
propaganda
pubblicitaria,
un
florilegio di
a
Pgr
testimonianza dell'affidabilità dell'ordigno.
nulla,
a tante, tante altre
non un
fiore
scenza... perché?
o
la
immagini sacre invece
testimonianza di una ricono-
Ma perché l'immagine sacra priva
di
ex voto... "non funziona", "non protegge" e quindi
non
va... "retribuita".
Immagini taumaturgiche con quella contro l'altra
l'otite, quell'altra
specialità di azione:
contro
ancora contro l'impotenza e così
di Brenno!...
24
po-
l'area mediterranea.
Attorno
i
che
spiriti, essi
statuette votive. Altri autori riferiscono di sculture
Botticelli.
Alexander Kusner, un poeta e inteUettuale russo nostro contemporaneo, scrive: "Gli etruschi la sera leggevano, romani morivano...". Perché invece nulla gli invasori romani abbiano diconosciuto che
dei celti, in quanto,
Per dimostrare che proprio solo quell'immagine
Per tutte valga
mo, come
gli
Ricordo Christiane Eluére, quando afferma che
Cielo.
Villa Giulia in
Padana
non troveremo mai immagini
di can-
forse questo accadde perché
spirito.
dei di quelle genti.
agli
ca,
C'è chi dice che forse perché rappresentavano un
erano puro
Bisogna però dire che verso
dalla cucina alla sessualità, che la vita poteva concede-
cellarli dalla Storia.
ma
antropomorfe da romani appresero
i
delle costruzioni dagli etruschi, così
re all'essere
.
tevano essere adorati solo nell'universo.
modo
...
partire dall'arco,
.
esistevano chiese per
celtica in Vai
civiltà.
dolce, colto e raffinato, a quei mirabili etruschi che in-
segnarono
sole.
essendo forze cosmiche e immensi puri
possono albergare
Si pensi solo ai mirabili etruschi,
re per civiltà e per
il
Non
tamosa Ma-
Sembra ancora
il
mal
via...
di testa,
La
risata
di sentirla!
Roberto Sgarzi
.
Nulla
protestanti, che
ex
territori
questo è presente nelle nude chiese
di tutto
trovano appunto in gran parte dei
si
ognuno
l'anima e solo l'anima di
celtici:
de-
sono del resto documentati come
Terribili episodi
opera degli
romani
stessi eserciti
ma anche da
ludi gladiatori),
etruschi di Tarquinia (che erano
brutale rapporto dei romani con
la
religione era
poi esemplificato dal loro celebre motto: "Le religioni?...
Tutte stupide per l'uomo saggio, tutte
l'uomo potente ". Per celti, invece, un
per
utili
valeva quanto valeva
Ancora una
volta
il
si
scon-
prima e celtico-gerL'immagine del gruppo di soldati germani-
Ma
per
celti
i
il
o integrazione e ciò portava
considerare questi
omaggio
parola data,
alla
ancora nella memoria di
la
come
romani ad esempio
i
tanissime, ignote e mitiche, quasi alieni, esseri... lunari,
più ancora che semplici barbari.
celtiche di pacifico stanziamento nella penisola
con
vennero mai prese
considerazione di
la
inutilità,
quel sacrificio.
a
individui scesi da regioni lon-
Raramente si troverà un uomo mediterraneo che non bollerà, con la derisione e tutti.
loro
quindi tale da potere escludere ogni piano di confronto
che, nell'ultima guerra, in
discorso era diverso perché
mediterranei era realmente totale,
i
manici poi.
rifiutava di arrendersi agli straripanti eserciti alleati è
insieme,
tutti
guerra in corso!
tra contro gli eterei valori celtici
ci
questo
dai loro fegati ancora palpitanti, vaticinii sull'esito del-
ditterenza con
realismo mediterraneo
piii civili di
trecento prigionieri romani, e questo solo per trarre
la
suo onore.
il
i
ambito geografico) uccisero, lapidandoli
la
uomo
i
sua parola e
i
etruschi, cartaginesi e via dicendo. Si pensi che gli
ve esservi presente.
Il
ricordiamo
(di cui
parte di greci, sanniti,
Quindi
molte rispettose e documentate richieste
le
non
considerazione in attesa della...
in
soluzione finale.
Per capire certe cose e per capire chi erano conviene rileggersi questo giuramento che ti
dell'Ulster fecero al loro re che
li
gli
i
celti
eroi cel-
esortava a resistere
nemico, documento che è riportato nel Libro di
al
Leinster, manoscritto del
XII secolo:
''Per
il
cielo sopra
il mare che ci cirnon cadrà con una pioggia di stelle nel luogo ove siamo accampati, finché la terra non sarà squarciata dal terremoto, finché il mare blu non sommergerà con i suoi flutti la foresta del mondo dei vivi, non ci ritireremo"
Troppe erano Il
le differenze.
colore della pelle ad esempio, lunare per
e scuro olivastra per
gli altri;
mente gigantesca per
o
piccoli mediterranei che (inequivocabili
di noi, per la terra sotto di noi e per
so pompeiani) raramente superavano
conda. Finché
santa di altezza.
il
cielo
E anche
la
il
immense
calchi in ges-
metro e
ses-
loro religione era incomprensibile per
romani, con quell'adorare da parte dei palpabili,
i
uni
fronte dei
celti (1,80-1,90), a
i
gli
minacciosa-
la statura,
improbabUi,
terrificanti
celti
i
quelle im-
forze magnetiche
e universali... inesistenti puri spiriti.
Impossibile proporsi con queste eteree entità nel
Questa particolare formula
di
giuramento è soprav-
vissuta per più di mille anni e ancora
ci
commuove.
diretto cautelante rapporto
Ed
il
celti
ì
da parte
quanto
dei mediterranei?
incolti e
disprezzo per
no
il
popolo roma-
queUo mediterraneo, si trovarono a dovere affrontare un numero assai alto e difforme di nemici, ma non per tutti vi fu lo stesso livello di ostilità. Leggendo vari testi sull'argomento pare di capire e in genere
i
che per alcuni
di essi,
ma
soprattutto per
i
celti, l'ini-
to per
il
la vita,
vino che
te ubriachi, sé, alla
con barbe e
disprezzo per
il
mente non erano Nella sua lunga storia di conquiste
al
quale
i
medi-
combattere nudi con quel loro urlo spaven-
toso, e quel loro vivere
Perché tanto odio verso
uomo-dio
terranei erano abituati.
e
i
capelli lunghissimi
morte, che era poi
umani, che
sacritici
infrequenti, e li
la
il
loro
effettiva-
amore
sviscera-
rendeva poi subito pericolosamen-
facendo loro perdere quella padronanza
quale
i
di
mediterranei in genere davano un valo-
Questo e tanto
re irrinunciabile.
ribile e invalicabile
muro
fra le
nei secoli a tante difficoltà e
altro costruì quel ter-
due etnie che porterà
incomprensioni e anticipò
micizia divenne odio terribile misto a terrore feroce e
quella strana relazione etico-culturale che tu poi defi-
furono
nita di "stima senza
totali.
Rimane quindi re le
di elevato interesse cercare di capi-
protonde ragioni che portarono questi popoli
al-
stima". Situazione che a ben guardare piutroppo, an-
che se
in tracce,
molto ancora divide
gli
odierni di-
scendenti di quegli antichi e affascinanti popoli.
l'impossibilità di convivenza. Si
amore, ricambiata da amore senza
potrebbe certo escludere che ciò fosse derivato
dalla crudeltà dei celti... quella crudeltà tanto descritta e si
accampata
tratta
fatti
dagli storici
evidentemente
di
romani
di corte, in
propaganda
quanto
terroristica. In
Confronto con mediterranea
la
coeva moralità greco-romana e
crudeltà ed efferatezze erano assai diffuse fra tut-
te quelle genti di
potere usare
il
quei tempi e piacerebbe veramente
solo passato.
Lllalki e le Tir ìialic
Si
tanno
ama, giustamente, dire che "sono gli
gli
spazi che
uomini".
23
mondo romano,
Il
nere,
bizantino, mediterraneo in ge-
differenziò da quello mittel-nordeuropeo per-
si
ché laggiù
la
densità abitativa fu da sempre assai alta e
questo portò quindi continuamente integrarsi,
frontarsi,
raffrontarsi...
gli
ne come adulteratori dei loro prodotti, che danno pesi
scarsi,
dai
che mentono ad ogni
le bilance,
Ancora nell'Atene
uomini a con-
e questo fin
che alterano
occasione.
uomo
classica ogni
accusato di disonestà, Aristide noto per
considerato curiosità rara. Tucidide
tempi più antichi.
grità, è
Questo fu quella civilitas... l'esercizio al vivere in comune secondo certe ferree regole. Questo li portò ad avere sempre, tutti e comunque, sin dalla nascita, un capo o un padrone e un "capo del capo" e infine un "capo del capo dei capi". Una civilitas che tanto diede, ma che anche tanto
gli
tolse all'uomo.
eroi greci, arconte ateniese dal 493 al
Gli immensi spazi
a
nord degli Appennini e delle
un tipo d'uomo assai diverso certo qual modo, il pioniere americano.
Alpi, invece, crearono
che ricorda,
in
Quegli uomini, nelle loro sconfinate foreste, erano
sempre
soli e
avevano
al
massimo come
referenti
una
flitta
sposizione è proprio Temistocle
i
ri
eredi dell'animo celtico.
I
napoleonici
al
loro ingres-
so nelle città europee occupate, subito erigevano boli della
nuova
i
che salvò
divinità: l'albero della libertà... e
A
differenza dei
celti, la
Temistocle dopo
che con serse
doppiezza fu per i
greci, fatto
i
i
ma
volere fare scale di merito,
profonde differenze presenti cità
solo per evidenziare
già alle radici di queste
grande
classi-
greca e mediterranea, culla e origine della
civiltà
Questo senza nulla
togliere alla
il
grande Durant, nel suo fondamentale Sto-
ria della Civiltà
che l'uomo greco della
anche ammettere che l'onestà ma cercherà di ricorrere prima
sia
una
classicità
può
virtù positiva,
a qualsiasi altro
Sofocle nel suo Filottete esprime col coro
al
servizio di Arta-
propria nazione.
ta politica,
per acquistare impunità, per raggiungere
successi. Pericle stesso fu destinatario di "tangenti"
per ottenere certi appalti internazionali. Senofonte, in
francamente consiglia di
trattato sull'educazione,
mentire e rubare quando
con
si tratti
i
nemici.
Interessante è quanto affermato dagh ambasciatori ateniesi a Sparta nel il
432 a.C: "È sempre
debole debba essere soggetto al
al
la
possibilità
la forza".
grante del carattere greco,
sia
E
di
della di
si
Tebe e
questo è parte inte-
esso ateniese o spartano.
impadronisce a tradimento della il
le
ottenere
Quando Febida Lacedemone, nonostante un tato di pace,
che
stata legge
più forte... nessuno
grido della giustizia di offuscare
tratcitta-
re spartano Agesilao è interrogato cir-
ca la legittimità di questa azione, egli risponde: "Chie-
dete solo se ciò è alla
utile;
perché se questa azione è
utile
nostra patria, essa è giusta".
Ancora oggi nel lessico abituale hizcvitinismo o levanttiiisino, hanno significati ben precisi. Come si vede le radici sono antiche. Sin dai tempi antichi uno dei valori mediterranei più veri è l'astuzia, come raggiro, che si oppone alla scoperta franchezza. Nell'Ihade, primo documento storico. Omero fa conquistare Troia non dalla forza di
Diomede o
dalla bellico-
che dimostra essere
inutili alla lu-
Aiace, dall'autorevolezza di
occidentale.
Dice
proprio governo, passò
il
politi-
La malversazione, la "bustarella" imperava ed era metodo comunemente usato per procedere nella vi-
non depre-
una controversia, era assai apprezzata (si veda Ulisse, come diremo poi). Sembra ora interessante e utile un raffronto con la contemporanea etica e cultura greche perché saranno proprio quelli principi ai quali si ispireranno i Mediterranei tutti e anche i romani stessi, in misura nei secoli sempre maggiore e questo, naturalmente, senza
artefi-
gran re dei Persiani e operò con impegno con-
ambizioni, qualora avesse
prio favore
492 a.C,
471 a.C, per divergenze
non
medi-
più grande degli
l'Occidente.
ha mai permesso
La bugia, come strumento per risolvere a pro-
culture.
il
la
I,
il
quanto desiderava con
terranei e particolarmente per cabile.
le sorti di tutto
sim-
è stato certo per caso!
il
di questa predi-
ce della vittoria greca sui persiani a Salamina, battaglia
un
mente e totalmente liberi e il loro culto della libertà deriverà da questo. Sono i francesi coloro che oggi si sentono più ve-
dall'ansia del tradimento: è facile infatti trovare
Uesempio universalmente noto,
loro coscienza. Quelli erano esseri vera-
cioè la
dice che
greci disposti a tradire la propria patria.
tro
tarsi e
ci
sua inte-
uomini ambiscono più ad essere considerati furbi che onesti, e Pausania vede in Grecia tanta gente af-
una tribù. Soli dovevano affrontare le enormi difficoltà della loro esistenza, ma a nulla e nessuno sentirono di dovere un'obbedienza o una servitù. Nell'immensa solitudine di quegli spazi, veri oceani di alberi, avevano solo essi stessi con cui confronfamiglia o
politico è
la
sità di Achille, valori
ce di dieci anni di vano assedio, bensì dall'astuzia del
diabolico Ulisse.
mezzo. la
Nulla
più
di tutto
questo nella scala di valori, nella
sto-
commossa comprensione per il soldato ferito e abbandonato, ma poi consiglia Neptolemo a tradirlo e, pro-
nato eroe greco Temistocle, basti ricordare un motto
fittando della sua condizione, a trafugarne le armi e
inglese molto noto e diffuso: "Right or wrong...
abbandonarlo al suo destino. Tutti contemporanei indicano
"Nel bene o nel male, abbia essa gione, oppure torto... sarò con la mia patria!".
i
26
ria,
nell'Olimpo germanico e a proposito del su accen-
country".
i
mercanti di Ate-
E
cioè:
my ra-
Roberto Sgarzi
.
Questa nostra
dove scorre
terra
il
Po, curioso cro-
o
tarsi di filosofia,
"conoscenza" (cosa poi non
di
giolo di genti germaniche e mediterranee, deve sapere
colarmente apprezzata fino
bene bilanciare
veva andarsene ad Atene, ove invece
i
valori
che costituiscono
nostro pa-
il
alla
tarda età imperiale) do-
trimonio, spesso alternatisi, spesso opposti e contrad-
siero proliferavano dai tempi dei
dittori.
sintetizzato dal celebre
omnium doctrinarum Qualche e
ti
cel-
i
La
a caso
lustra,
come
dirà, considerazioni
si
hanno perpetuato
sprezzantemente,
si
sono
celti,
modeste che
nel tempo: Strabone
ritorno dalle battaglie
al
dei loro trofei: le teste dei nemici. di là delle Alpi
E
reperiti depositi
i
fieri
questo è vero,
chiaro significato di rituale religioso.
al
ove erano am-
Ma
questo non
è già detto che la ferocia degli
"Athaenae
dirsi, già ai
fece
Gre-
prima di dominare Ro-
a partire dal II secolo
il
come furono
così
"la
fiero vincitore", soleva
l'antica inconsistenza culturale di
che già
sì
Cristo fosse proprio
ma,
il
tempi della repubblica.
Questo perché
Roma
"Fu
inventò ogni tipo di conoscenza".
pensiero greco
a
poi
medio-orientali
le religioni
(culto di Iside, culto di IVlitra, per finire
con
i
cristia-
che sommersero l'Urbe.
ni),
ferocia infame, priva di qual-
umanità, che l'antico popolo romano dimo-
averci fatto ricordare queste antiche grandi popolazio-
Certamente
la
grande
difficilmente comparabili
sogna mai dimenticare
strò,
di Cicerone:
il popolo che con etruschi e miUe anni sconfisse e l'unico in assoluto che conquistò Roma. Ragioni per avversarli latini ne ebbero quindi non poche. Dobbiamo essere grati a recenti polemiche per
si
po-
altri
poli confinanti era equiparabOe.
siasi civile
scuole di pen-
inventrices fuerunt" e cioè:
cia vinta catturò (affascinò)
li il-
monticchiate rile\anti quantità di crani umani, con un
deve stupire:
si
le
tempi e questo è bene
"Graecia capta foerum victorem coepit":
romano-mediterranea ebbe dei
classicità
loro storici
sempre, nei
divertimenti:
i
la
classicità
rudi
ai
ebbe raffinatezze anche se non bi-
celti,
il
maggiore dei loro
ludi gladiatori.
i
ni,
sempre misconosciute dalle autorità e dalla cultura non a caso. Celti e romani erano e sono terribilmente attuali
ufficiale italiana:
In quelle arene uomini e donne, disperati, terro-
venivano scannati,
vorati dalle belve, fra le risate e
mento degli spettatori. La mostruosità dei
furono del resto
I celti
cartaginesi, in
secoli, attraverso
rizzati e prigionieri,
il
affogati,
o
di-
con
uomini
mortale tragedia è nell'animo di
tutti;
essa
allevati
per
La loro imfu una del-
loro antitesi.
che trovò
L'Italia la
gladiatori:
le
massimo compiaci-
uccidersi l'un l'altro, nel culto della morte.
le
Atene che
in
mediterranei.
i
non
ulteriore riflessione sui confronti fra
motto
parti-
sua unità politica a cavallo del-
la
metà del secolo scorso era una "cenerentola" scono-
sciuta nell'ambito dei blasonati stati europei. Necessi-
pesantemente un quarto
tava
nitori:
massime infamie dell'umanità.
di nobiltà e aulici proge-
trovò nella classicità e nell'antica
li
Roma.
L'illustrazione, la proposizione e l'imposizione di
A differenza dei grandi greci, la cultura romana eccelse nelle costruzioni edilizie e nell'arte militare,
non
quella cultura furono e sono da
sempre
e ancora oggi,
oggetto di propaganda nelle scuole e nella collettività
certo nella costruzione dell'uomo e del suo pensiero.
sulla nostra penisola.
La verità storica impone oggi di rifiutare una propaganda nazionalistica, in verità relativamente recente e
aUa diffusa coscienza di quello che Gioberti chiamerà
affermare alcuni assunti.
il
La grandezza è nelle cose.
E
di
Roma
sufficiente
e del
una
mediterraneo
visita in quella città per-
ché ognuno se ne renda conto, la
mondo
ma
si
Propaganda tendente "primato morale
non romana. Così come si deve pur dire che l'enorme numero tanti mudi opere scultoree che ornano ancora oggi sei di Roma non sono romane: esse sono frutto del saccheggio che seguì alla conquista romana della Grecia, oppure opera di artisti greci trapiantati in Roma, oppure ancora, cosa maggiormente frequente, copie di
to nibelungico in
Come ogni
originali greci
romani
in
Dice
il
Scepsi, che i
fedelmente riprodotte da
grande Plinio deve
il
suo
si
addosso
le
sembianze dell'Impero romano, con
aspetti pagliacceschi, ci attirò le risate di II
governo dell'epoca vedeva,
nei celti
ancora
gli
odiati francesi e inglesi e questo peggiorava
piti le
av\'ersata
mezzo mondo.
tra l'altro, e a ragione,
cose.
Una
per motivi
corretta e storica analisi fu ed è
politici e sciox'inisti assurdi.
abili artigiani
il
Vecchio che "Mdmclora
di
Una breve
non
e le Tre Italie
digressione.
.
.
Ulisse
nome di Misoromaios all'odio per lì
è ormai impossibile
università
L'Ittilia
Germania.
propaganda, quindi, deve essere consi-
molti esemplari.
duemila statue di bronzo
le
operazione
In periodo fascista la frenesia patologica di ricucir-
Mi
romani, ci rinfacciò di avere espugnato Volsinii per le
Ed
civile e degli italiani";
derata con molto sospetto.
fu cosa importata, fu cosa etrusca,
i
pubblico conxincimento e
del resto coeva e rapportabile alla reinvenzione del mi-
deve pur dire che
capacità di costruire, a partire dal grande Vitruvio,
al
&
C.
l'hanno fatta da padroni nell'Italia di questi ultimi ot-
poste"
non ricordare che
consento una breve digressione. Ulisse
in
Roma
esistevano, (^hi proprio voleva dilet-
per lo meno una buona parte di esormai stanca del comportamento "astuto", dell'esse-
tani' anni. L'Italia, o sa è
27
contemporaneamen-
re qualcosa o qualcuno e dell'essere
te esattamente il contrario, dell'ignorare la responsabilità sociale
che deriva
dall' assumere
un impegno
di fron-
dei reduci delle legioni ai quali erano assegnate le terre
padane.
Splendido reticolo
te alla collettività.
Buona
basi militari, coltivazioni ad opera soprattutto
città,
parte del paese è stanca di vedere le stesse
etnicamente
ostile.
in territorio
La convivenza
momento, ricorda oggi
geologicamente ed
fra
romani e
persone essere contemporaneamente comunista e anticomunista, fascista e antifascista, liberale e socialista, de-
americani e tribù pellerossa del vecchio West.
mocratico e autoritario, presidente di tutti e
uomo
A
di
partire dal 100 a.C. e fino alla caduta dell'Impe-
romano d'Occidente (476 d.C)
parte, giudice al di sopra delle parti e partigiano in favo-
ro
re di alcuno, magistrato e politico in camera'.
territorio fra
Ver questa parte
Basta.
Ulisse
non
l'Italia
d'Italia,
europea,
Padana
la Valle
più avanzati dell'impero e città
i
fu
come
Mediolanum, Augusta Taurinorum, Genua, Bononia, Mutina, Ariminum e tante
abita più qui.
il
celti, in
rapporto fra pionieri
quel
altre,
parteciparono a pieno
risplendere della civiltà romana. Nel 292 d.C. Mediolanum è capitale dell'Impero
titolo, al
Tornando
a noi,
come
si
diceva, l'organizzazione
romano d'Occidente.
sempre molto elementare. 219 a.C. Annibale transitò sulla
politica dei celti fu
Quando
nel
dei celti diretto a
Roma,
tutte le tribù galliche
si
terra
uniran-
a lui ed egli attingerà a piene mani truppe che poi impiegherà nelle quattro successive, vittoriose battaglie.
no
Interessante
ricordare,
come
Granzotto,
scrive
cartaginese che, dopo avere passato gli Appennini, non trovò alcun municipium disposto a voltare le spalle a Roma. Per gli uni l'Urbe era la nemica, per gli al-
madre.
tri la
Tutto cambia, del resto, penninico.
Il
non
il
cresce
non
si
levamento di tutto
trovano più il
insapora
i
i
il
maiale
e.
.
.
il
Anche
i
più rigido, è diverso: brache e giaccotti
Lo
moso
celti
burro, non
l'o-
la
pasta)
un clima assai e non le classi-
la birra.
La marea romana sommerge la Valle Padana in epoca relativamente tarda e a questo riguardo, sembrano significative alcune date che segnano l'espandersi dell'impero: fondazione di Roma: 754 a.C; conquista di Napoli: 326 a.C; conquista della Sicilia: 241 a.C; invasione della Grecia: 215 a.C; inizio dell'invasione della Spagna: 219 a.C; vittoria sui galli Boi: 191 a.C; fondazione di Bononia colonia: 189 a.C; apertura della Via Aemilia: 187 a.C; fondazione di Bononia Municipium: 88 a.C; conquista della Gallia con le guerre galliche di Giulio Cesare: 58 a.C. e merita riflettere sulla grande differenza in secoli che si pone fra la conquista di Napoli e la fondazione di "Bologna Municipium".
Anche se nemmeno la proverbiale ingegneria romana nulla potè a fronte di queO'immenso acquitrino che era
28
la
il momento magico con il Romanticismo. Questo movimento artistico fu di fatto introdotto da un romanzo / dolori del giovane Werther, di Johann Wolg-
avrà
Questo romanzo caratterizzerà un mondo, sarà una moda letteraria, una norma comportamentale e di vita che definirà l'Europa per tutto un secolo. Si propone uno stralcio di quest'opera. Si tratta di un carteggio che riporta alcune fasi dell'amore del protagonista per Lotte, una donna sposata e ove il giovane Werther si rivolge sia a Wilhelm, un suo amico, sia alla
con esso la vite scompaiono di là bevono uno strano intruglio schiu-
e giallastro: la "cervogia"...
celti,
riconoscendo loro una certa preminenza
stesso vino e i
dell'immaginario, così totalmente presente nei
l'eroismo dell'individuo, l'abbandonarsi alle passioni,
che toghe mediterranee dei romani. dai monti,
mondo
del sogno, del trascendente,
Padana, come
germanico-celtici.
l'abbigliamento, imposto da
mondo
al-
loro cibi.
mediterranei e carne per
Il
pecore; oggi
celti
animali da
le
cibo è diverso: tarinacei (ancora oggi
Il
per
classici
ieri le popolazioni della Valle
quelle europee, allevano lio
i
suddetto bacino:
L'anima celtica sarà sempre presente nel mitteleuropeo:
gang von Goethe, pubblicato nel 1774, che fu più di un semplice racconto in quanto definì alcune caratteristiche di quello che poi sarà il Romanticismo, e cioè
clima innanzi tutto. Nella terra dei
principe degli alberi da frutto mediterra-
nei, l'ulivo, e
come
passare del crinale ap-
al
Un documento
Valle Padana, ecco sorgere strade, ponti.
stessa Lotte, per
Non
a
sulla ragione.
comunicarle l'intenzione di
suicidarsi.
caso in questo romanzo sono presenti
quenti riferimenti ad Ossian,
appunto un grande
fre-
celta.
Ossian è un leggendario cantore-poeta cieco che sarebbe vissuto attorno
al III
secolo e
ripresa e romanzata dallo scozzese
la
sua figura fu
Mcpherson, come
gloria nazionale.
Ossian e
la
sua "saga" furono assai noti e influenti
nell'Europa romantica.
Da
"I dolori
del giovane Werther"
16 giugno
Perché non sei
- per il
ti
scrivo?
-
Me lo domandi, eppure anche tu
un esperto. Dovresti indovinare che farla breve,
cuore da vicino.
Non mi
ho
fatto
Ho
sto
bene e cioè
una conoscenza che mi tocca
- non
lo so.
sarà facile raccontarti con ordine
com'è awe-
Roberto Sgarzi
.
nuto che ho fatto
Sono contento e
creature.
li
conoscenza
la
una
di
amabi-
delle più
quindi cattivo nar-
felice, e
ratore di storie.
Un
orrore! questo lo dice ciascuno della
sua innamorata, ne\'\'ero?
come
dirti
Eppure non sono
tutti
grado
insomma
è perfetta e perché è perfetta,
ha accattivato
in
di
essa
miei sensi.
i
Tanta ingenuità e intelligenza, tanta bontà unita a tanta fermezza, e
piena e
Ma
pur
serenità dell'anima
la
scrivo di
lei.
non sono che vane
non esprimono un
semplici astrazioni che
tra volta, ora, subito voglio parlartene.
lo farò
mai
- no, non
Se non
a scrivere, già tre volte
tentato di deporre la penna, far sellare
una
uscire per
me
cavalcata.
non
stesso di
il
un'al-
lo faccio
da
sono stato
mio
cavallo e
Eppure questa mattina ho
ma
uscire,
a
ogni
momento
per vedere quanto alto è ancora
alla finestra
sol
più. Perché, sia detto fra noi,
quando ho cominciato
rato a
vita così
chiacchiere, ciò che
tratto della sua personalità. Un'altra volta
non
il
giu-
corro
sole.
Ascoltare
gemito
il
Non
un pazzo?
sei
ho più preghiere che per che
altra figura
il
felice
strappare da
confonde nel fragore del torrente
la
voce degli
mento
rirne, sulle quattro pietre
lo incontro,
la
sul
mia
a
e
lei
poco
i
dalle
un
cara stella della sera che
che tornava
mani
sulla sua fronte
tempi del pas-
sempre nuove, dolorose
al
conia prende
il
mia tomba e inutilmente
tre
trarre la
ore sono stato
di
vici-
suo portamen-
eccitano,
e
gli
occhi mi
mi sento prendere
assassino, allora
dar respiro
figlio di Fingali?'. Il
egli
una
spada e liberare
vita
il
che lentamente
chiede di
mio principe
me
dal
sulla
vorrei
tormento
spegne e fare che
si
can-
il
suo passo risuona
mia
la
anima.
il
si
annebbiano
alla
gola
21 dicembre
E
deciso, Lotte, voglio morire, e te lo scrivo senza ro-
mio cuore cerca
in
mantiche
non
fa
cui
sensi oppressi e
ai
come
esaltazioni, calmo, alla mattina del giorno in
vedrò per l'ultima
ti
volta.
Quando
leggerai queste
righe,
mondo! E -
spoglia irrigidita di quell'inquieto infelice, che per
se qualche volta la malin-
sopravvento e Lotte mi concede
la
mano
miseil
mio
devo andarmene, devo fuggire! E mi
allora
i
mi fermo per
campi; allora mi dà gioia scalare un
la
Un
un bosco
solitario
la
E quando
po'!
stanchezza o per
notte protoTida, quaiulo
la
tal-
sete e resto nel-
luna piena sta alta sopra di
mi siedo su un tronco
ricur-
vo, solo per dare qualche sollievo ai miei piedi sangui-
nanti e cado invece nella torpida calma di glia nel chiarore lunare... cilicio,
frigerio a cui la
mi conobbe
confusione - Wilhelm, spesso non so
Allora mi sento un po' meglio!
il
occhi vol-
Oh, amico! Come un nobile guerriero
che cosa mi spinge
scosceso, aprirmi un sentiero nell'intrico di un
cella,
valoroso
il
gli
mia bellezza e domanderà: 'Dov'è
".
della sua figura, del
degli
gioie dall'immota
viandante, verrà, verrà colui che
il
terra
bosco, tra rovi che mi feriscono, spine che mi lacerano!
e in
"Verrà
nell'ora della
sulla
A
nave
la
fredda, alle alte erbe ondeggianti, gridare:
E questo mi dà
aggiro a lungo per
monte
alla terra
lei.
consolazione di poter piangere sulla sua
sconforto -
non conosce
ti
con
Ah, Vi'ilhelm!
pericoli
i
vedo l'ultimo
lutto profondo,
il
- fino a quando mi debbo nuovamen-
si
un
di
sono ancora
una
i
vittoriosa, inghirlandata. Allora io leggo
tore,
è in rapporto
tro-
nasconde nel mare tem-
dei valorosi e la luna rischiarava
ve-
folle battito di
me
si
quando un raggio benevolo illuminava
cammino
non
dei padri e, ahimè,
e poi alza dolente lo sguardo ver-
mondo non
non odo più
la
la
orme
nella landa stermi-
espressione delle sue parole e a poco a
che aumentare
volta
tombe
loro
le
nel
ho goduto
miei sensi
e quasi
Non
senza limiti?
fantasia
la-
suo amalo. Allora
il
bardo grigio che vaga
il
pestoso, e nell'animo dell'eroe rivivono sato,
bosco,
al
coperte d'erbe e di muschio
suo nobile caduto,
il
nata, alla ricerca delle
so
mezzo
dolore della fanciulla che piange fino a mo-
di
va che
in
uscente dalle loro caverne e U
spiriti
me
lei.
to, della celeste
ra
lei; la
inganni te stesso? Do-
folle e
mio cuore. Quando per due o
no
se
Non
sua e intorno a
la
do che quello che qualche ora te
che scende dalle montagne,
presenza delle ombre dei suoi morti e poi,
condurrà questa passione
ti
flebile
si
ba, attingere
Infelice!
che nei va-
degli avi nella palli-
gli spiriti
splendidi eroi abbandonati barcollare sfinito sulla tom-
.
30 agosto
ve
conduce
da luce lunare.
che coprono
tutte queste
ora,
una
in
attiva.
guida questo poeta! Errare
nelle lande, investito dal vento tempestoso,
pori delle nebbie
- Che
angelo!
mondo mi
quale splendido
Oh, Wilhelm,
una cintura
mia anima
di
anela.
questi tormenti altra line clic
la
la
ultimi istanti della sua vita
non conosce dolcezza più
Ho passato una benefica. È stata questa
grande che intrattenersi con terribile e, ah!,
una notte
te.
che ha consolidato, confermato morire!
Quando
ieri
la gli
il
notte notte
mio proposito: voglio
mi sono strappato da
un
te, in
di-
sperato infuriare di sentimenti, quando tutto ciò che
mi
soffro
si
gelo atroce,
addensò
senza speranza
pena
la
mente
nel
ai
in tutto
il
suo
margini della tua - raggiunsi a mala-
mia stanza, mi
fuori di
cuore e mi colse,
visione della mia esistenza senza gioia e
la
gettai in
me e, oh, mio
ginocchio completa-
Dio! Tu mi concedesti
l'ul-
un dormive-
timo refrigerio delle lacrime più amare. Mille idee, mil-
solitudine di
le
spine sarebbero un
Addio!
mia amatissima, una fredda tomba coprirà già
Non vedo
re-
per
lo
propositi mi turbinavano nell'anima e alia fine, eccolì,
chiaro, fermo, preciso, l'ultimo, l'unico pensiero:
voglio morire! -
calma del
tomba.
Mi
risveglio,
il
gettai sul letto e la mattina, nella
pensiero è ancora con me, torte e
fermo nel mio cuore: voglio morire! - Non è dispera12 ottobre
Ossian ha preso
L'itiiliii
e le Ire ìlalic
il
posto di
Omero
nel
mio cuore.
In
certezza di aver softerto
mio dolore
zione, è
la
tondo e
di sacrificarmi per te. Sì. Lotte!
il
tino in
Perché dovrei
29
tacerlo?
Uno
essere io!
spesso
di noi tre
è insinuato
si
marito! -
te!
me,
di
di
il
sia
da come
- Quando
così!
risalivo
il
il
il
vento
del sole morente.
cimitero, verso
fa
cosa
si
la
mia tomba, guar-
ondeggiare l'erba
alta nel riflesso
- Ero tranquillo quando ho incomin-
ciato a scrivere, e ora
ri-
qualche bella sera d'estate, ricorda-
quando tanto spesso
mediterranea:
l'Italia
dunque
sguardo verso
lo
In questo cuore dilaniato
pensiero feroce di uccidere tuo
- me! - E
salirai la collina, in ti
doveva sparire e quello voglio
Oh, mia adorata!
piango come un bambino, ogni
fa così viva e vera intorno a me.
coUe, e volgi
Roma
è che per ragioni di bassa politica, di
ambizione
al
po-
tere e nel Sette-Ottocento, per alcuni, di infedele ro-
La
questo mio studio è
finalità di
dimostrare che culturali
ben
l'Italia
distinte,
renti fra di loro e
il
verificare e
il
è costituita da tre entità socio-
con
molto
storie e realtà
non certamente quello
diffe-
di creare, fra
voUe inventare che la sola Roma era deo quanto meno, della piìi grande delle civiltà di ogni tempo, tale cioè da merimanticismo,
tarle
re di
il
titolo di eterna leader planetaria.
Per questo
queste, una scala di valori e di valutazioni, cosa oggi
abbastanza diffusa ma, secondo me, errata e improponibile. Ed è con questo animo che mi accingo a parla-
si
positaria... della sola civiltà,
si
inventarono per
in
meriti, valori
un'operazione di bassa pubblicità che, naturalmen-
te le si ritorse contro,
Roma.
Roma
e glorie inesistenti, addirittura blasfeme santificazioni,
determinando accessi
di
accuse
sprezzanti, altrettanto immotivate.
nacque, a
Roma, cioè fu grande, ma non santa, né perfetta come certi storici cortigiani ci hanno voluto fare credere. Quanto sia stata grande, o quanto sia stata pic-
venuta di
cola, cosa sia stata in realtà l'Urbe in molti
Non è certamente per caso se turisti di tutto mondo da ormai duemila anni convergono sull'Urbe. i
Ciò
av\'iene
perché su quei
partire da circa ottocento anni Cristo,
una
sette colli
prima
delle grandi civiltà del
della
mondo.
Il
problema
romane
in
Rimini (Ariminum).
La robustezza delle costruzioni
romane
Il
ponte
di
ma
scrit-
di
ulti-
Costantino.
Tiberio e l'Arco di Augusto.
è incredibile. Quelle che
zioni belliche e all'incuria degli uomini, per
30
to,
hanno
credo che ciò che riporta Montanelli nelle
Roma. Arco
Roma. Le mura aureliane.
Costruzioni
il
vediamo raffigurate hanno saputo
resistere alla furia della natura, alle distru-
ben 2000 anni!
Rtihcrto Sgarzi
me
pagine del suo Storia di Roma, storia certamente
vulgata,
ma
grande, sintetica e affascinante capacità
di
cinquecentomila copie!) mi
di analisi (un best-seller:
zi,
è riferita alla qualità sociale, ambientale e culturale
più luminosa: quella della piena maturità repubblica-
na e del primissimo impero.
sembra particolarmente corretto e condivisibile. Culturalmente Roma non fu nemmeno particolarmente grande, perché non partorì nulla di nuovo, non
Storia degli uomini
eccelse certamente nella filosofia, nell'arte o nella re-
gonato
Né
che semplicemente copiò dalla Grecia.
torica,
in-
democrazia parola e greca e copiando dai faraoni la monarchia teo-
ventò nulla in realtà
Né
cratica.
scoperse
beralismo o
essendo
politica,
li-
il
agli etruschi l'arte di costruire e ai feni-
La scienza era
ci-cartaginesi l'arte di na\'igare.
e rima-
A
tutto ciò che
fluenza che
il
mondo
Roma
si
nica:
196 d.C),
ma
medio-orientale che
dezze culturali dei popoli mediterranei.
tura a distruggerla.
ro,
mari
eserciti
per difendere
che garantivano
leggi
i
il
Cri-
stianesimo a\'rebbe potuto trasformarsi da una della mille e mille sette religiose del
Medio Oriente,
gione di valenza planetaria, se non fosse stato
grande struttura
a reli-
\'eicola-
statale e amministrativa ro-
mana.
nei con-
d'argilla. elle-
spedizione
la
momento capo
fa
può considerarne
si
classica in realtà
d.C, come dicono semplicemente
si
non mori attorno
Roma
in molti.
cultura del Mediterraneo,
ben guardare
Magno
Carlo
400
al
e cioè l'animo e
enormemente
la
trasformata,
trasferì in Costantinopoli,
fu vinto solo nel 1453 (ben oltre mille anni
il
cui stato
dopo!
)
e a
è ancora variamente viva nelle odierne
strutture europee, che
Sacro e
non
a caso spesso
Romano
la
alle foci del
soggiogata dalla cultura
all'Egitto: sarà quella cul-
Attorno
alla nascita di
Cristo
il
passare di quei de-
cenni vide un forte aumento di territori orientali con-
romano, con
il
conseguente au-
mento dell'influenza di quelle genti. Il cambiamento fu enorme e repentino. L'inizio della decadenza dell'Impero romano è stato \'ariamente \'alutato, si può dire però che già a partire dal I-II
secolo d.C.
il
nerbo
delle
truppe imperiali
(specie quelle in prima linea, sul pericoloso limes,
La Roma
rievocano
Imperatore.
Basso Impero e l'orientalizzazione
Il
Nilo, sarà da quel
dopo
quistati dall'esercito
C'è di che domandarsi, con Montanelli, se
to dalla
preda della Grecia, che però
popoli dell'impe-
cittadini.
i
ebbe subito
orientale
in-
seppero dare strade per
per navigare e soprattutto uno stato con
sicuri
Cesare e Cleopa-
debole culturalmente, essa fu subi-
co-istituzionale le molte caratteristiche e le molte gran-
comunicare,
fra
dimostrò un gigante dai piedi
madrepatria, Roma,
sette coUi
amore
Forte militarmente (conquista della penisola
to
i
famosa
fronti dei romani.
una connotazione assolutamente innovativi, e soprattutto seppe fare convergere in un solo disegno politi-
tutto questo
mondo
che fatto storico, è simbolico dell'enorme
aveva recepito dalla cultura mediterranea un sapore e
A
la
di ciglia. Nulla, se para-
cavallo di quest'ultima data tutto quel
In realtà l'immortalato
ambito a Roma non molto tamiliare nell'Urbe, ad esempio l'astronomia assiro-babilonese non godette di
ma Roma seppe dare a
un batter
conquista, da parte di Cesare, dell'Egitto di Cleopatra.
se
particolare favore,
un periodo molto breve: da
100 d.C. sono solo 400 anni: per
al
millenni dell'Impero egiziano o di quello
ai
tra, oltre
Essa tolse
trattò di
si
a.C.
inizierà a crollare, ciò sarà in coincidenza della
dispotismo, tutto ciò era già stato speri-
il
mentato.
300
il
greco.
la
repubblica, l'aristocrazia,
la
In realtà circa
di
confine) era ormai
il
composto da barbari mercenari o
immigrati nel territorio romano. Così
come erano
bar-
bari o di derivazione barbara abiti, cibi, divinità, culti religiosi,
generali,
uomini
di
componenti
cultura e
l'amministrazione imperiale.
Fu ima
romano e con esso famoso "Civis romanus sum", fu semplicemente venduto con l'Editto di Caracalla nel 212 d.C. a chiunque (cioè a qualunque barbaro) avesse qualche denarium per comperarselo. la
line rapida. L'orgoglio
cittadinanza,
Roma
Da
quel
il
momento Roma
perse quindi
le
sue con-
notazioni etnico-culturali più autentiche e ne assunse
La fine dell'Impero
romano
protondamente
altre
diverse.
Questo nuovo
assetto
sarà, viceversa, forte e durex'ole nei millenni e sarà pro-
Al
mondo
gallo celtico di sapore centro-nord eu-
ropeo sopradescritto quindi
Roma, come coacervo
Ma
al di là
si
oppose vittoriosamente
prio con questa eredità cultiu^ale che dovrà poi misurarsi la storia d'Italia, passata e
Già
della cultura mediterranea.
del falso mito classicistico e sciovinisti-
non
contemporanea.
a partire dai primi anni «.lopo Cristo,
fu più quella che noi crediamo,
ma una
Roma
città in lar-
co presente nella memoria... che cosa era veramente
ga misura a sapore orientale, molto simile a Damasco,
questa Roma-"
Tebe, Gerasa ecc. I
L'immagine nella
mente
di
di
Roma
ognuno
che è abitualmente presente di noi, quella per intenderci
pubblicizzata dalla cinematografia e dai grandi roman-
Lìtaliii e le Tre llalìc
nuovi venuti divennero nei
fatti,
molto rapida-
mente nuoN'i padroni e portarono nuove consuetudini. Le principali saranno due e contigue: quella politii
co-istituzionale e quella religiosa.
n
nuovi dei saranno molti e nuovi, soprattutto
I
egi-
bligatoria per
i
suoi sudditi,
non piìi caserecci Giove, Apollo, Venere e Marte con il codazzo di ninfe, fauni, eroi e se-
vieterà ai cittadini
midei, bensì idoli siriani, persiani, ebrei, egizi: Iside,
difendere
ziani, palestinesi,
i
Osiride, Mitra, Cristo e
sorprendente per
Roma
un
cultura romana: l'imperatore.
la
acquisì così, per
non
loro case.
le
celti della Gallia, incontratisi
I
talmente refrattari
faraone).
Non
romana, né
c'era più, di fatto, legge
scritta,
né
che
era nella persona dell'imperatore e nel dio
Quindi
legge era nella parola dell'imperatore, per-
la
ché attraverso di esso parlava
Nel lasso e
di
Dio, unico e vero.
il
pochi anni l'Urbe perse
la
sformò
in assolutistico-dittatoriale
e
I
romani
della
a causare la
caduta
soprattutto: la mollezza dei costumi
grande epoca repubblicana temeva-
no la mollezza dei costumi come il veleno. Ben sapevano infatti che in un mondo enormemente violento,
come
E
stianesimo.
U grimaldello per
una soprattutto ebbe successo,
ciò è logico,
perché questa
quello in cui vivevano, l'unica possibilità di
In un
impero che
si
sal-
be
etruschi che conside-
gli
di mollezza.
Né ebbe successo con Diocleziano un populistico demagogico tentativo di collettivizzazione dell'economia, con relativo "calmiere" dei prezzi, "ammasso" e
quei
motto "Si vis pacem para bellum": "Se vuoi la pace sii pronto alla guerra Ma tutto in quegli anni era diventato troppo e troppo in fretta: troppe vittorie, troppi schiavi, troppo danaro, troppo bottino, troppo grande l'immensità dei essi
coniarono
Ìl
".
territori conquistati (tutto
pa
il
mondo
conosciuto), trop-
gloria.
Ma
Le
famiglie romane,
i
ruppe qualche cosa e
ad odiare
la
le
consumo
Roma
per
uccise se
L'imperatore Tiberio, rendendosi conto della
madri
la
si
diede a "proporre previdenze"
di famiglie
numerose
(0
fenomeno, come
ma
sappiamo,
si
era rotto
patto fra romani e subito esplosero
il
Ormai
ripeterà nella storia),
non
in quel
più:
inutilmente. Si
la
definizione
fu più veritiera per quello stato perché
tatori
erano fondamentalmente
si
il
Medioevo.
pensi che già quel-
Treviri, il
Roma non
si
Spalato, Ravenna, Milano,
contavano
Nicomedia
collasso era alle porte.
romana cominciava ormai terribilmente ad assomigliare a quella contemporanea e in essa erano ormai presenti due poteri politici: ovunque al Quell'Italia
prefetto di
Di
Roma
si
anteponeva
le
guer-
fatto
i
"romano" nuovi abi-
di tre nazionalità:
i
gal-
o celti, i germani e gli orientali. Si pensi che attorno al 200 d.C. Settimio Severo varerà la coscrizione ob-
Roma
il
vescovo.
perse subito potere e autorità. Que-
sta realtà fu formalizzata
cancellò e mise
al
bando
da Costantino che non solo tutte le altre religioni,
ma
ri-
conobbe la Chiesa cristiana come "Religione di stato e non casualmente trasferì definitivamente la capitale in oriente, nella "Nuova Roma"... la sua nuova Co",
stantinopoli (330 d.C). il
profilo amministrativo diede a quelle asso-
ciazioni di fedeli quello status di figura giuridica che
permetteva di comperare e vendere e acquisire eredità: lo Stato pontificio era
Fra
li
Ì2
in realtà le capitali oltre a
Sotto
momento che
e al suo
erano comperati e
essi
tutto era allo sbando,
li-
vincolarono
l'imperatore aveva trasferito la capitale a Nicomedia,
ma
re civOi.
Fu
fondo
si
fondo agricolo
liberi al
al
venduti, cosa questa che anticipa ormai
maternità: l'aborto e l'infanticidio diven-
situazione, subito
non più
e privazione delle
matrone cominciarono
tarono norma abituale: fu allora che stessa.
cittaciini
padrone, e insieme
stessa,
soprattutto troppi morti.
famose o modeste che fossero, avevano visto scomparire loro figli sui campi di battaglie vittoriose certo, ma sempre terribili. Si
cristiani a
la stessa intuizione).
bertà fondamentali dei cittadini. Infatti
che
i
non ebbe successo il proporre, da parte dell'imperatore Domizio Aureliano, di un monoteismo adoratore del Dio Sole (la storia si ripropone, in identiche situazioni socio-politiche fi faraone egiziano Akenaton eb-
proprio per questo odiavano
così
setta parlava
frantumava furono
di prodotti e beni di
Fu
fa-
Cri-
un popolo composto
vezza era nella forza morale e militare di un popolo e
ravano apportatori
fonte di dis-
per nove decimi da schiavi.
prima e teocratico-
Cristianesimo.
il
la
prendere lentamente possesso del potere politico e
Saranno molte strane malattie
Roma, ma due
e
rap-
tra-
si
religioso-ereditario subito dopo.
di
le religioni orientali
re saltare tutto,
di uguaglianza, di fronte a Dio, a
democrazia
potere politico da elettivo repubblicano
il
pervenne
fu dagli orientali che
E furono stato teocratico, la legge era in Dio.
il
soluzione.
egli era.
Essendo uno
della
buon rapporto
fra
Ma
orale.
La legge
romani
impero e germani. Questi ultimi furono toalla latinità perché ebbero rapporto con un impero ormai in decadenza e intessuto di molti orientali: tu una situazione di grande conflittualità. porto
del potere politico con quello religioso (classico esemil
i
quella Gallia fu grande Provincia. Diverso fu
sione tipicamente medio-orientale della coincidenza
pio:
con
riuscirono ad ottenere un
classicità,
dimen-
lasciarla più, la
ma contemporaneamente
di prestare servizio militare.
Ai romani non era evidentemente più imposto di
assolutamente
altro dio
romani
no
le tante
nella
ormai
bugie che
storia,
realtà.
facili
propagande seminaro-
particolarmente stupefacenti sono
Roberto Sgani
.
quelle riterite a questo Costantino, che è ancora oggi
il
considerato un santo.
tore.
uno
In realtà costui era
truppe
truppe
le
lealiste
gna\a non
Cristianesimo
il
contro
cristiane, la battaglia
romane
di Massenzio,
il
\'ecchia religione pagana,
la
Nasce
dei soliti generali sangui-
nari che, però, fortunatamente per
vinse con
vescovo
le
Romolo Augustolo che
tore
trapi orientali"
dice,
si
(al-
più intendono questa parola) ave\a mol-
ad uccidere, per moti\'i
Dea Fortuna
Fu, praticamente
primo pontefice...
il
non
e
esitò
moglie, figlio e nipote.
politici,
Chiesa Cattolica Apostolica
che
Da da
"
momento
quel
la
fu pura finzione, di
definizione "Impero roma-
romano non
c'era più niente.
una grossa struttura
secoli ormai. Quella era
.
di an-
ben noto tipo "satrapico-orientale". Rimase in Roma una entità amministrativa deboche
infatti
cadrà subito (-410-476 d.C.) a
diffe-
renza della struttura bizantina che cadrà ben più di
dopo (1453)
mille anni
dopo
e
essere stata
un grande
impero. In
sarà l'ultimo di quei "sa-
necessario ora capire cosa fosse quell'Impero
greco-romano d'Oriente, perché esso fu di fondamentale importanza nella formazione dei caratteri nazionali
del nostro paese e soprattutto,
come
dirà, della
si
sua
parte meridionale.
Bisanzio (o CostantinopoH, tondata da Costantino nel
330 d.C, dal greco
Impero
"città di Costantino",
che del
U cuore di un immenso
orientale e aveva di quelle società, tutte le ca-
ratteristiche.
Con
suo milione
il
di abitanti era la città
mondo e anche ne era la più bella. La differenza con Roma era enorme. Il cuore del-
più popolosa del
l'Urbe, entità di indubbia derivazione democratica, il Foro. Come tutti contemporanei visitatori possono apprezzare, esso era accessibile alla cittadinanza e proprio lì era il Senato romano, centro del potere po-
era
i
litico.
restò
Italia
un Imperatore Romano
quindi
Il
cuore
di Costantinopoli, invece, era la reggia. In
d'Occidente che aveva però acquisito queste connota-
realtà la reggia era
zioni satrapico-orientali.
città.
Questa modesta
entità amministrativa la
ro d'Oriente.
Questo
storia di Venezia,
sarà soprattutto evidente nella
che inizierà di
lì
Repubblica veneziana
della
può
si
paragonare ad un "protettorato" dell'Impe-
nelle cose
po
le caratteristiche
Bisanzio
tico e
lissima,
Romana che
fecero chiamare "imperatori ro-
si
resto era greco anch'esso) era
no
più impera-
mani d'Occidente".
e l'esempio
fu spesso seguito neOa lunga storia del potere papale.
ma non
formali e culturali di quel betteggiato pseudo-impera-
È i
la
anche papa,
è
conservò, senza mutarle nei millenni,
quale propu-
Costantino, imperatore e generale, di cristiano
to poco... infatti adorava la
Roma
come
ma il nuovo monoteismo del Dio Sole. Si trattò praticamente di una resa dei conti fra l'amministrazione imperiale romana di Massenzio e il nuovo potere dei religiosi cristiani (battaglia di Ponte MOvio, alle porte di Roma, 27 ottobre 312 d.C.)
meno come
di
"doge" e cioè "duca"
in
quanto
a pochi anni.
si
egli
Il
ca-
chiamerà sempre
sempre
ritenne
si
una componente dell'Impero bizantino,
di cui
si
In Italia
la
lentamente
vita civile
annichilì, tu
si
quella fideistica e quindi
il
potere
ma inesorabilmente,
politi-
dall'auto-
quella più propriamente religiosa.
aveva
in
l'Italia, la
Roma
presenza bizantina sarà sem-
attraverso
cioè l'imperatore prima e
Con
la
il
r"omologo"
del basileus e
Prammatica Sanzione (554 d.C.)
l'acquisizione da parte della Chiesa di
l'autorità
il
Roma
e del suo
papa), di alcune prerogative
dell'organizzazione civile dello stato: l'imperatore-pa-
pa diviene papa-imperatore, astratte, la realtà
Come si
rimane
dirà poi con
Lltaliti e le Tre llulic
un agguerrito sistema di sorveglianza a chiunque la struttura che
suo interno si
il
palazzo del dio-imperatore, che
chiamava Palazzo Sacro.
La somiglianza con l'odierna Roma e
il
suo cuore
Su tutto impera\'a appunto l'imperatore-Dio, capo supremo della religione ortodossa (dal greco "vera, giusta"),
ma sono
tutte
formule
il
(circa
770 à.C.)
basileus, parola
che
in
greco
signifi-
latino era naturalmente tramontato e, specie fu
il
greco
la
lingua ufficiale del-
l'Impero... romano.
Raramente
il
basileus parku'a. Per sottolineare la
sua natura divina egli comunica\a a gesti.
molto
egli
sedeva era
di
in alto alla line
Il
trono sul
enormi dimensioni e collocato di una lunga scalinata. Questo
trono era provvisto di complessi e nascosti
artifici
meccanici che consentivano di tare frequentemente sparire colui che vi era seduto, facendolo poi di co,
magicamente riapparire ancora più
lì
a po-
lavato, profu-
mato, ravviato ed elegantemente vestito.
Per pochi
la solita.
papa Stetano
chiamato
dopo Giustiniano,
quale
papa, poi.
imperiale romana d'Oriente riconosce lormalmenie
vescovo (che poi sarà
al
ovviamente
pre concretamente e operativamente presente in Ra-
venna e
controllava tutto l'apparato imperiale.
rendevano impermeabile
ca "re":
Nelle varie e tumultuose storie nei "secoli bui" che affliggeranno
lì,
altissime e
politico-culturale, costituito dal Vaticano, è evidente.
co trapassò lentamente, rità civile a
zione che, da
Mura
con-
siderò parte fedele.
sommersa da
una città fortificata all'interno della Nessuno poteva accedervi tranne le migliaia di addetti ad un'enorme e centralizzatissima amministra-
eletti dignitari,
un trattamento speciale,
per
i
"prescelti", vi era
di particolare familiarità,
una
}}
"confidenza" inaudita nei confronti del basileus: molti
un bacio
inchini, fronte a terra e
sua pantofola.
alla
Voglio ricordare che questo bacio della pantofola era,
non
a caso, fatto tipico della realtà pontificia an-
palazzo dell'imperatore
al
vi
era quello
uno stuolo
dell'imperatrice ed era sorvegliato da
fa
Questa figura
istituzionale assolutamente ignorata
come
ivi
in ogni regno d'Oriente, del resto.
riera a Bisanzio e tutte le più alte cariche
o
militari
avuto
rio statale avesse
quelli e
figli,
o U suo ufficio sarebbero
amministra-
non più
suo re
il
figli
conseguiva che l'interesse superiore dello stato
andava
di quel funzionario e ciò
ogni
in
modo
figli
evitato.
Stato della Chiesa, strutturato ancora oggi sul
modello bizantino, assunse anche questo assioma fondamentale, non certo
in
modo
cruento,
fondo: bastava l'impegno,
la
ma nei
promessa,
se questi venivano ignorati
deva e ancora oggi è
anche per questi motivi,
il
il
giura-
rapporto ca-
videro guerre
ter-
spa-
civili
La somiglianza
di questa
dimensione culturale con
gesuiti ecc.) è a volte sorprendente.
La
Storia
ci
comunque che
dice
politico-religiosa-amministrativa
questa struttura
imperò su
ropa meridionale e su buona parte del
per ben più di mille anni. Un'enormità della quale
tutta l'Eu-
litorale africano
confronto
al
due-trecento anni dell'Impero romano,
i
quello vero, scompaiono. L'influenza bizantina sul costume, te italiana, soprattutto al sud,
la
cultura e
l'ar-
furono enormi.
per vedere qualcosa di diverso dagli stereotipi
tipici di
immensi mosaici (AquOeia) o Christos Pantocrator (Chiese di Ravenna) che ricoprono con espressioni e visi, sempre identici e immobili, l'imquell'arte: gli
mensità dei
i
quelle absidi.
soffitti di
Quelle ligure, così come fece per quattromila anni l'arte egiziana,
rappresentavano non uomini, con
ro coscienze,
loro dolori e le loro felicità,
i
ma
le lo-
raffigu-
ravano un'istituzione che appunto come quella orien-
così.
L'obbligo di celibato per
appunto qui
si
una "certa Italia" (Roma-Lazio, Inter-Milan, Opus Dei, movimenti francescani, domenicani, benedettini,
suoi va-
i
funzionari dell'odierno
Stato della Chiesa e cioè per la classe sacerdotale, nasce
è che,
storici.
Dal 330 d.C. dovremo aspettare quasi miUe anni
sarebbe stato conflittuale nei confronti di quello dei
ma
momenti
ventose e sanguinosissime.
avrebbe subordinato ogni sua azione.
mento,
"partiti"
La cosa curiosa
l'unico oggetto delle sue
stati
speranze e del suo impegno e appunto a quei
lori di
La cosa bufsempre divisa in che erano appunto legati ai due campio-
e civile delle corse dei cavalli.
ni antagonisti nei vari
furono appannaggio di questa,
come dire... casta. La ragione di questo fenomeno non era certo di tipo bassamente sessuale, ma molto piij sottile. Si pensava cioè che quando un ipotetico funziona-
Lo
umano
il
era che tutta Bisanzio fu nei secoli
era invece
Essere castrati era molto importante per fare car-
Ne
ove però
ribilmente moderni e attuali,
dai romani (queOi veri, naturalmente),
tive, religiose
più
di eu-
nuchi di corte.
fondamentale,
circo,
due
che molto recente.
Accanto
passatempo prediletto non era quello, osceno, dei romani gladiatori, bensì quello ben il
non c'ennon avere figli.
tale bizantina,
Funzione e istituzione dovevano essere eterne e
(e la castità erotico-sessuale
tra niente): dall'imposizione politica di
essendo di natura divina, non poteva,
né doveva, avere sembianze o sentimenti umani. quindi, o costruite in dimensioni ciclopiche (pirami-
oppure con materiali tali da sfidare i mUlenni, come appunto le tessere dei mosaici che sono ancora oggi inalterate, essendo costituite da pasta di vetro. Per avere la "nostra arte" dovremo, nella storia, attendere che la dimensione etnica mediterraneo-oriendi),
Dice Montanelli che spesso riera,
ma
qualche dubbio
La presenza
la
castrazione era vo-
spontanea proprio per
lontaria, richiesta e
al
di un'istituzionalizzata omosessualità
era naturalmente diffusissima in quel
mondo, anche
se
dovuto essere. a rigor della legge di duramente punito (ricorda qualche struttura
tutto ciò avrebbe
Bisanzio,
fini di car-
riguardo sorge spontaneo.
.
.
tale-greco-romana
si
integri e in
stemperi, nella rudezza,
ma
anche
qualche
nella
modo
grandezza
si
del-
l'anima germanica.
Avremo
odierna?).
allora a partire dal 1200,
con Cimabue e
grande e
Giotto, l'inizio del nostro grande Rinascimento e con
bellissima Santa Sofia, erano luoghi socialmente im-
esso l'Umanesimo: la rivincita dell'uomo sulla divi-
portanti. Ivi avvenivano le dispute teologiche sulle or-
nità.
Anche
Chiese, con predilezione per
le
todossie e sulle eresie, di cui
sumatori e
lì
abitavano
i
i
la
greci erano ghiotti con-
monaci.
Saranno queste dispute teologiche a scatenare grandi guerre
Considerati sant'uomini si
essi,
i
monaci, erano mol-
contava". Forse qualcuno di loro
a volte esagerava in autocostrizioni, in
passare
la
quanto giunse
propria vita in piedi su una colonna
alla
ma si sa... nessuno è perfetto. momento di aggregazione in Bisanzio
a
pe-
i4
altro
prima
della conquista
chi di
Maometto
II
nel 1453, l'influenza di Bisanzio
In coincidenza con questa cessazione
vedremo
il
sorgere di una nuova arte, di una nuova cultura, di un
nuovo uomo. Molte le eredità
universali di Bisanzio,
due soprat-
tutto: l'amministrazione e la diplomazia.
riferia di Bisanzio,
Un
ma ben
Costantinopoli da parte degli orribili e selvaggi tur-
sarà finita.
civili.
to ascoltati "là ove
Allora e solo allora, di
era
Quegli imperatori inventeranno e applicheranno
Roberto Sgarzi
per un millennio l'amministrazione centralizzata dello stato.
Un popolo di fedeli sarà quindi guidato da quel-
strutturata in
modo
"bizantino") di semplici, pleona-
stiche, \aiote circonlocuzioni, frasi prive di reale signi-
l'imperatore-dio attraverso un'enorme amministrazio-
ficato e irte solo dell'uso di parole
ne, tutta strutturata e ospitata nella predetta città reg-
ignorate dalla grande maggioranza di chi riceveva
gia.
messaggio; ciò nella volontà di non esprimere un'af-
Nulla veniva deciso o demandato stevano. Per vedere
i
si
en-
fermazione chiara, percepibUe e di conseguenza impe-
non
esi-
gnativa.
Comuni dovremo
che tempo, come per
l'arte di
Giotto.
attendere qual-
Ogni chiodo che
piantava nei più remoti angoli di quello smisurato
Grazie
ai
bizantini
il
linguaggio diplomatico è da
allora sfuggente, impreciso, accennato. re forse considerato
da
coscienza o libertà. Per quelle bisogna\-a attendere.
giativa definizione: "bizantino".
bizantini inventarono anche
agenti segreti" e
"il
"diplomazia",
la
zioni quasi ri,
sempre
ignorati dai loro ascoltatori
nella volontà di potere disporre di
metica" ad
essi riservata che,
o
letto-
una lingua
"er-
per di più, convincesse
l'antagonista della sua modestia culturale.
A si
volte, corollario e integrazione di
trattava (e
mai
Fra
in
voga
si
in
LlliiUd e le Tre Italie
tratta,
quanto sopra,
perché questo "sport" è quanto
una certa
Italia,
che è ancora troppo
la
Roma
repubblicana e l'Impero bizantino (che
faceva chiamare anche romano)
me. Per
inventarono e applicarono un linguaggio politico
prolisso e complesso, irto di termini, parole e defini-
che un individuo di comportamento bugiar-
"furbo", è di solito bollato con un'altra esplicita, spre-
si
struttura della loro società
esse-
è anche
do, inaffidabile, voltagabbana, traditore, in italiano
"gli
politichese".
Coerentemente con essi
la
allora
Ciò potrà
come una grandezza, ma
impero era mosso da una mano che era controllata da "prefetti" o dal basileus. Allora come oggi e sempre nei tempi, un popolo di "pecorelle" non avrà diritto a I
il
alla scelta di
politiche periferiche che del resto
tità sociali e
poco usate e perciò
certi aspetti essi
la
differenza fu enor-
furono opposti e
Giulio Cesare nel sentire definire sileus
si
antitetici.
romano quel
ba-
sarà certo rivoltato nella tomba. Stando a Sve-
tonio nel suo Vite dei Cesari l'imperatore
comunicare
la
una prosa che,
sua vittoria su Farnace a differenza delle
II
romano per
nel 47 a.C. usò
bugiarde ampollosità
omnicomprensiva quanto sinteti"Sono venuto, ho visto ed ho vinto": "Veni. Vidi.
orientali, fu chiara e ca:
Vici".
Ma
bastò per passare
alla Storia.
35
2. Il
I
Medioevo
"barbari"
nel
Medioevo connota
in
modo
ancora più preciso
quelle differenziazioni. L'Italia si
e
i
spacca
due:
in
germanici
i
nord
al
può
Si
greco-bizantini al sud
un certo senso dire che
in
nico-gallico
mondo germa-
il
riappropria di quell'area, dalla quale
si
ma non in modo completo, era mondo romano-mediterraneo.
qualche secolo prima,
L'argomento che
interessa e cioè
ci
il
verificare
stato estromesso dal
Dobbiamo
quali siano state nei tempi le differenze fra le tre parti
oggi costituenti
l'Italia,
ha nel Medioevo
mente: dalla caduta dell'Impero romano
(scolastica-
alla
scoperta
ora orientare
nostra attenzione ben
la
più lontano dal nostro piccolo orticello euro-mediterraneo.
dell'America) connotazioni di particolare importanza.
A
cavallo del
200 d.C. l'Impero romano era
A
effet-
cavallo del 300 d.C, se
tivamente riuscito a creare una rilevante omogeneità
centro- America,
culturale fra le molte genti abitanti nella penisola.
strano grande sviluppo
Una
un solo potere amministrativo, una sola magistratura, un solo potere politico, un solo esercito, una sola moneta e a ciò si sommino strade, ponti, guarnigioni militari che davano sicurezza a uomini e commerci ecc.: tutto ciò consentì una certa sola legge,
uniformità.
Le città dell'impero non avevano mura e con non vi erano localismi. "Le mura delle nostre città no costituite dai petti delle legioni dell'impero", si
ciò sodi-
ceva.
E
opinione comune che
la
caduta dell'impero
sia
mano
due sono
(con l'India e
Attorno
esclude
si
il
misterioso
mo-
del pianeta che
le parti
Cina e l'Impero
civile: la
ro-
la Persia).
a quella data esse
raggiungono
il
massimo
i
loro im-
della loro luce e della loro espansione.
Sentendosi appagate, entrambe cinsero
mensi domini con un confine fortificato: Muraglia cinese e il lìmes romano.
la
Grande
Questa seconda struttura era forse meno grandioma di grande efficacia militare. Subito fuori dal limes era un mondo di tribù germaniche certamente turbolento, ma col quale era anche stasa architettonicamente,
un buon rapporto
to instaurato
di collaborazione, vi-
stata causata dall'improvviso, inarrestabile flusso mi-
sto che gran parte dei militari imperiali di ogni ordine
gratorio di milioni di barbari assetati dalle ricchezze di
e grado era
Roma.
Non
è vero oppure, se lo
è, lo
è solo apparente-
di nazionalità germanica.
era l'immensità delle pianure e delle steppe asiatiche.
li,
Quei
mente.
Roma cadde
per
propria debolezza, non per
la
la
forza dei barbari. Essi presero semplicemente posses-
so di strutture ormai decrepite e perciò di difendersi. Si pensi
non
in
grado
che l'ultimo imperatore,
Romolo Augustolo, sempre non fu né ucciso, né sconfitto
il
po-
vero
dileggiato dalla Sto-
ria,
in battaglia,
plicemente confinato
in
una splendida
letano e questo dal "barbaro
furono
i
romani
ceva, Costantino
Quei
appunto
Oltre queste tribù, senza particolari ostacoli natura-
secoli
non turono solo
ci
a tar
villa nel
sem-
napo-
Alarico.
cadere
Roma
mise non poco
tlcl
bui,
ma anche
e,
come
si
come
li
dominio
di
dipinge
mezzo uomini
Ammiano
quella delle parti meridionale e centrale della penisola.
e
mezzo
bestie,
Marcellino, cronista di quei
fatti.
lia,
La loro zona
di
ma
chiamarono "Xiongnu"
i
cinesi
li
provenienza era
piccola parola deri\'ò
monilo
il
nome
che non conoscevano
o pastorizia,
ma
solo omicidio e
scorrerie termineranno per
1600-1700 con
Anche le
unni.
gli
decidere buona parte delle sorti del mondo.
Le loro nel
Mongo-
e da quella
questi terribili predoni, queste fe-
scrittura, agricoltura x'iolenza, a
l'attuale
latinizzato col quale poi
axrcbbe conosciuti:
li
Furono proprio
riequilibrio etnico nel-
si
di strani individui
occhi a mandorla, particolarmente fero-
roci bestiole, piccole e orribili,
suo.
enormi migrazioni
il
selvaggi e combattivi,
ci,
di-
può verificare che la storia come si è visto, si distingue da
l'ambito del nostro paese
Padana che,
il
di
gialli di pelle,
il
che vanno circa dal 400 alI'SOO d.C.
popoli. Per quanto riguarda
della Valle
"
ma
erano
territori
la
la
Russia solo
grande Caterina.
se molte teorie, spesso fantasiose,
formulate
al
riguardo delle cause
sono
alle origini di
sta-
que-
Ì7
avvenimenti,
gli
Ciò che
naturalmente non
la verità
che per miOenni avevano battagliato altre
si
conosce.
sa è che quella congerie di primitive tribù
si
le
une contro
le
strappandosi vicendevolmente un po' di cibo,
qualche cavallo o qualche femmina, improvvisamente
Molto era cambiato anche per gli unni, evidentemente sei e più generazioni di scorrerie in mezzo mondo e l'acquisizione di una grande quantità di schiavi, alleati e concubine avevano determinato notevoli mutazioni anche in quei feroci individui.
cambiò marcia. In quegli anni (circa 250 d.C.) le tribù unirono in un solo popolo, con un solo capo, un grande esercito e pensarono (e ciò è sbalorditivo) a conquistare il mondo: prima la Cina e poi Roma. E andò proprio così... o quasi. Infatti gli unni sommersero prima la Cina e poi, dopo averla distrutta in lungo e in largo, si ritirarono da quel paese, anche a
la
causa della reazione militare cinese, e iniziarono
i
L'anno della resa dei conti fu
ta
marcia di avvicinamento
Roma:
mitica
alla
il
la len-
perico-
lo giallo che tutto brucia\'a, tutto uccideva, tutto di-
struggeva,
si
stava avviando.
Naturalmente anche per
la
grande "Orda" unna
cosa fu lentissima (secoli) e non
Superato
infatti
il
europei
affac-
trovarono terre
essi
Unghepiù a nord
(attualmente: Russia Bianca, Ucraina, Polonia,
Cecoslovacchia, Germania, Austria e
ria,
mani,
i
gallo-celtici, e
goti,
i
visigoti e
franchi.
i
terribili devastazioni,
una gigantesca
co) in
A
fine giornata
sarà la Padania.
Questi fu
il
morte
Rua
e
il
Rua, ebbero un
di
nome
suo
fu Attila.
na geopolitica euroasiatica.
romani che
del limes
si
i
sercito
erano
i
terrore angosciò le
porte
parenti già militanti nell'e-
romano. Questo permise
tenziale bellico "barbaro" e ai si,
il
germani confinanti, quindi
aprirono per quelle ben conosciute nazio-
nalità, di cui molti
ai latini di
germani
usare
il
po-
di utilizzare ba-
comunicazioni, fortificazioni e infrastrutture prezio-
una difesa adeguata a fronte del grave pericolo comune. Questo, come si vedrà, fu provvidenziale. se per
Tutto cambiò anche per
le tante tribù
Queste avevano dovuto abbandonare
le
germaniche. loro patrie,
nel senso dei territori ove abitualmente stanziavano e
andavano errabonde
sul
campo 160.000
perché è
quel
in
Europa, era
cursione: sarà verso
l'Italia
in quell'area geografica e ciò ave-
va causato guerre fratricide, fra disperati, con
le altre
il
capo Unno si rifuuna nuova in-
realizzò
e questa volta la vittima
Curiosa
la
"riconoscenza" dell'autorità imperiale
esemplare
il
grande generale... che fu sempre
in fedeltà all'autorità
Impero romano. Sarà
vittima delle gelosie di alcuni cortigiani e dello stesso
prefetto Antonio Massimo, l'eunuco Eracleo,
Il
l'imperatore Valentiniano
III
attirarono Ezio in una
congiura, nello stesso 451, e lo uccisero a tradimento (naturalmente). L'ultimo eroico difensore dell'impero
morì Il
così.
rapporto
cattivi auspici e
Lo
fra
romani e Germanici nasceva con
pessime conseguenze.
romano si muoverà a difesa di Aquileia, Padova, Brescia, Verona devastate. L'Impero romano è ferito a morte e l'Area padana dovrà atstato di totale inesistenza del potere
rileva in
quel momento. Nessuno
si
Comuni per
ri-
fermò perché chiaramente temeva un
ri-
tendere più di 500 anni e l'epopea dei
vedere
la
luce della
civiltà.
torno delle truppe imperiali e anche perché,
spettro della strage e fuggirono ove fu loro possibile.
fece incontro
re
di
in quel momento che esse cominciarono a guardacon sempre maggiore interesse ai territori romani al là del potente limes, quella specie di linea Maginot
ante litteram,
ma come
rifugio e protezione nei con-
fronti della terribile "peste gialla".
Ì8
la
popolarità del soldato vittorioso.
germaniche limitrofe. Su quelle popolazioni si abbatté la ferocia degli unni e fu una tragedia epocale, esse videro in faccia lo
tribù
Fu
si
salva.
Inseguito dal vittorioso Ezio,
dopo
re
I
momento che
imperatore che videro aumentare pericolosamente
Era cambiato l'impero perché i
romano c'era poai Campi Ca-
grandi invasioni in
L'arrivo dell"'Orda" aveva cambiato tutto nella zo-
sia
contarono
giò ad Etzelburg. L'anno
romana per Ezio
nipote di
(di
campale
battaglia
si
zelburg.
che, alla
furia gialla fu affronta-
la
(centosessantamila!) caduti, e fra questi Teodorico
di
Europa degli unni nuovo capo.
poi
talaunici e per Attila fu la disfatta.
vede un embrione
le
ma
romano-germanici
ceppo germanico. A cavallo del 400 d.C. Rua, un gran re unno, guidò r"Orda" fino alle pianure ungheresi e in tutta prossimità dell'odierna Budapest fondò la loro capitale Etsarebbero partite poi
ro-
i
tortissimi germanici che erano
Quei popoH divennero un solo esercito e si diedero un grande capo di nazionalità germanica: Ezio. La parte settentrionale del paese transalpino subì
sì
lì
i
di gran lunga la parte forte della coalizione, fra di essi
dei goti. L'Europa,
Da
li-
il
zona aveva ormai una ben curiosa amalgama di po-
poli e di poteri, tutti sovrapposti e frammischiati:
Scandinavia) permanentemente occupate da popolazioni di
451 d.C.
perforò e sconfinò nell'odierna Francia. Quel-
ta dagli alleati
facile.
grande deserto asiatico e
ciatisi ai floridi territori
la
ines, lo
il
r"Orda" contro
In quell'anno Attila scagliò
si
Attila
si
la
leggen-
da dice che, solo e indifeso, con grande coraggio,
gli si
papa Leone I lanciando anatemi vari. Non vi sono riprove storiche di questo incontro, ma anche se la favola non è vera è bene raccontata. Fu quello un ulteriore passo per un capovolgimen-
to pohtico in
Europa, che interessa direttamente
getto della nostra analisi e che
si
può
l'og-
così riassumere:
Roberto Sgarzi
dopo Attila lo spazio dell'amministrazione imperiale romana entrava in possesso dei re germanici al nord e della Chiesa
Romana
sud dell'impero
al
dionale della penisola oltre
Romana che come armi
Chiesa lo
anatemi
sì.
.
.
ma
Infatti Attila
una
offensive aveva so-
Pan-
Durante
visse solo pochi mesi.
dopo pochi
e inseguito daUe "benedizioni" giorni anche Alarico "a seguito
di breve e inesorabile malattia"... era morto.
L'Impero romano soprax'visse con alcune parvenze
affrettò a rientrare nella fida
ma
Roma
Uscito da del papa,
che non scherzavano mica.
si
nonia (Ungheria),
pure, molto
parte meri-
(la
Appennini).
gli
altri, come Attila, ad esempio optempo dopo, con Cavour.
proseguito con tanti
di struttura politico militare
to
per
altri
66 anni, poi
tut-
finì.
delle solite, orgiastiche, collettive, ubriacature alle
Xiongnu
quali spesso quegli
mongoli, poi conosciuti anche
(ovx^ero
come
unni, oxTcro
tartari) si
Re Teodorico,
dedica-
ebbene il "Capo dei Capi" ci rimase secco. Quella fu anche una incredibile propaganda dell'efficacia delle maledizioni che potevano essere scagliate dalla Roma pontificale. La cosa sarà, nei secoli a venire, un deterrente di enorme utilità nella politica in-
epocale e fu
ternazionale di quello stato.
ziali"
goti e l'integrazione razziale
i
vano...
A
questo punto riaccadde l'incredibile. Nel giro di
pochi mesi quell'enorme turba di individui, padrona di
mezzo mondo, chiuse
le
tende, fece su armi e baga-
e ripartì \'erso l'immensità delle steppe dell'Asia
gli
per
diversi,
sca e Kiev furono
"Kahn",
Le
le solite
al
1300 Mo-
"Khanati" e cioè residenze dei
selvaggi, odiatissimi e crudelissimi principi
mongoli.
1480 come data
dell'effetti-
vo allontanamento dalla Russia della dominazione
mongola. In queU'anno
il
ma
fiume Ugra,
storica battaglia del
piìi
Mosca nella
bisognerà atten-
recenti perché gli zar russi pos-
sano sistemare (definitivamente?)
La caduta di
Principe di
mongolo deir"Orda d'Oro"
sconfisse l'esercito
dere tempi ancora
infatti
la
questione.
Roma
ad opera
di
Alarico fu fatto
mito dell'invincibilità dell'im-
una tragedia
transitoria.
i
conduzione,
fasti imperiali: egli fu
i
se
Roma
Teodorico.
era in loro possesso,
la
capitale fu
Ravenna.
Teodorico nacque barbaro, nel lontano Jutland (o
Gotland) ma, allevato i
suoi goti
molto Tre
il
Roma
e cioè decisi non a semplici veloci razzie, ma a permanere per sempre nel territorio italiano, cominciarono con goti nel 489 d.C. e il loro fu un grande re che ambiva ripristinare, naturalmente con ben diversa
scorrerie in territorio
duro possesso. Fino
David NicoUe indica
fu
di
la fine del
invasioni "vere" quelle di popoli barbari "stan-
Anche
Gli unni scompar\'ero, salvo riapparire nei secoli
russo, che terranno in
ma
pero,
dove era venuta.
orientale da
con nomi
La caduta
la
Italie
alla
corte di Bisanzio, ritornò fra
come individuo
assai colto. Egli interessa
nostra odierna analisi sulle differenze fra
perché fu con
provenendo
lui,
per primo, che
i
germani,
dall'attuale Serbia, entrarono nel Bel pae-
organicamente possesso dell'Area pada-
se e ripresero
na, estendendolo poi a tutta la penisola e alla Sicilia,
ma sfumando
la
loro concreta presenza progressiva-
mente verso il Meridione. Il 5 marzo 493 Teodorico conquistò Ravenna che divenne la capitale del suo nuovo regno. "I bave a dream"... Nessuno sa se Teodorico lo disse veramente, ma sicuramente lo pensò; il sogno del duro re dei goti era lo stesso di sempre, quello cioè del dolce pastore americano: l'integrazione razziale,
Roma cadde
nel
410 d.C. ad opera di Alarico e dei contemporaneo all'ar-
suoi visigoti, quindi quel fatto fu
Rua
e dei suoi unni e alle massicce "acccttazio-
ni" di tribù
germaniche aO'interno dei conHni imperiali
rivo di
ma,
si
guardi bene, una generazione prima di AttOa.
Successe
ospiti
me
in
monica convivenza Il
fu
il
mercenarie dell'impero,
si
trovarono di fatto co-
un "supermarket" senza
vigilanza,
come
tanti
que-
"barbaro" fu un grande re con un grande sogno:
Regno
gotico-latino e fu un
speranza per
e aggressive tribù germaniche,
fra etnie diverse e opposte, in
l'ar-
sto caso fra italo-latini e goto-germanici.
che non poteva non succedere.
infatti ciò
Le numerose, primitive
le
la
momento
di
grande
penisola.
L'Italia fu in pace, innanzi tutto, e tutto vi rifiorì.
Vi riapparvero
la
sicurezza per uomini e commerci,
strade, ponti, amministrazione civile e militare, giustizia (che era
amministrata in
modo
paritetico fra latini
Teodorico impersonò mirabilmente
duri e forti guardiani in casa di un mingherlino; sem-
e germanici).
plicemente ne fecero un servo
sembianze dei grandi costruttori-imperatori romani.
gli
saccheggiarono
e,
senza troppo faticare,
la casa.
Il
Già... senza troppo faticare, bastò
cruento assedio e subito
le
porte di
avevano sostituito la serie delle
gli
in
quanto
Roma
e in-
fiironii spa-
poco e rubò molto.
lancate ad Alarico che distrusse
Ma andò poco lontano
un breve
i
pontefici, che
ormai
imperatori, inaugurarono con
lui
"maledizioni efficaci" che avrebbero poi
Llliìlkt c le in- Italie
in
"barbaro" sapeva pensare
maniera straordinaria
le
in
grande e ricostruì
grandi opere imperiali che
erano state lasciate crollare. Una cosa sopra tini,
con
la loici
cultura,
la
le
tutte:
loro esperienza di
\-ita
i
la-
e di
in grande massime cariche del
organizzazione della società, furono tenuti
considerazione e ricoprirono
le
Regno.
39
Boezio, letterato e filosofo romano, fu
gran con-
il
Con Teodorico
ebbe
si
Belisario giunse quindi a
Roma
accolto da foUe fe-
stanti e grazie all'apertura delle porte della Città Eter-
personale di Teodorico.
sigliere
Chiesa in libero
"la libera
ma
na procurata dalle forze del pontefice,
momento che
fu proprio a
stato" e le varie confessioni, ariana, cattolica, ortodossa,
partire da quel
pagana, ebbero facoltà di pacifica convivenza. Questa
no una reale opposizione che fu fortissima. Fu la guerra greco-gotica e fu una guerra terribile, senza quartiere, che durò anni, quella che mise a ferro
pensare che
liberalità fa so,
un
il
un certo
sen-
gran re germanico di molti secoli dopo: Fe-
altro
derico
goto anticipò, in
ma
II di Svevia,
da credere che U porre
c'è
su un identico piano e
rie religioni
quella cattolica
come
la
le va-
cancellazione di
"religione di stato"
non
fosse co-
e fuoco tutto
ducendo
le
il
territorio italiano, distruggendolo e
bilmente esigui.
Roma
stessa fu conquistata, persa e
conquistata da entrambi
prosieguo deOa Storia lo conferma.
era praticamente deserta.
I
il
La vera
"barbari" quindi, in pochi decenni, con straordi-
naria facilità, acquisirono eccellenti capacità nel gestire civiltà
Ma
complesse come quella imperiale.
con
ma
fantastica, statale
gran re morì anche
il
il
suo sogno e quella
evidentemente troppo
labile, struttura
che aveva reso quel sogno, anche per
soli
tragedia medievale d'Italia fu appunto que-
La distruzione
causa dei "secoli
della struttura e dell'organizzazio-
paese va identificata appunto
La guerra
in quell'evento bellico.
fu infine vinta dai greci,
ma
in
il
sogno dell'integrazione italo-germanica quanto
la
partecipazione
Al di
ben
là
del risultato diplomatico e formale
dire che,
cessaria dalle circostanze, al fine di sopravvivere in at-
presenza nelle zone dell'attuale Area padana.
Di h
tempi migliori.
negli ultimi anni di
parte latina vide
momento
il
il
Regno italo-gotico si videro già un Teodorico ormai vecchio. La
del
della "liberazione" (la storia
si
ripete).
quindi animarsi nel sud
Italia la
"resistenza" e le "quinte colonne" che prepararono
La
"resistenza" latina
alcuni notabili romani, fra
a quali "liberatori"
non aveva
i
Per sintetizzare, greco-gotica era
- nord Italia - centro-sud
gli
da appunto Boezio.
goti fu capitanata
ai
quali
Se
guardava Boezio? L'occhio
necessità di andare troppo lontano: di là
dall'Adriatico ove erano
fratelli di
i
l'Impero romano d'Oriente.
Fu
sempre,
i
greci del-
la riscossa della
di-
mensione mediterranea, perché quell'impero era in quel momento veramente forte. Dopo avere respinto le
invasioni barbariche sul suo territorio, Bisanzio con-
trattaccò con
nuova
comunque
stato
e definitiva invasione: quella
longobarda.
Scoperti, essi vennero subito giustiziati.
Ma
anni tutto sarebbe
a quindici
riequilibrato dalla
la
gran re ormai debole e sentì avvici-
A questo fine ecco eventi.
può
mentre la dominio greco, era invece gotica
talia era di totale
Le prime crepe
si
parte centro-meridionale d'I-
della parte latina a quel progetto fu finzione resa ne-
narsi
un mare
di macerie.
fu tale solo per Teodorico, in
tesa di
ri-
ma
contendenti più volte,
ne amministrativa imperiale romana sul suolo del Bel
pochi
anni, realtà.
In realtà
i
sta guerra, e qui fu la più autentica
bui".
ri-
popolazioni dei residenti a numeri incredi-
sa particolarmente accettata dall'incipiente potere poli-
tico dei pontefici e
forze gotiche iniziaro-
le
un gran
re,
Giustiniano, e un gran gene-
la
la
situazione alla fine della guerra
seguente:
presenza germanica;
a prevalente Italia a totale
presenza greco-romana.
barbariche evocano
le invasioni
in
chiunque
morte e distruzione, l'occupazione greca non fu da meno. Quella presenza coincise con la corruzione, l'insipienza, l'incapacità amministrativa più sfrenate, al
punto da
fare rimpiangere a quelle vessate popolazio-
ni la gestione dei "barbari germanici".
L'indirizzo politico e socio-economico che
i
due
contendenti assunsero nei confronti delle popolazioni assoggettate fu radicalmente opposto.
L'amministrazione greca, nella volontà di ricavare
rale, Belisario.
dal
nuovo dominio
il
massimo
possibile,
si
buttò
alla
disperata ricerca di danaro attraverso un vero esercito
La guerra greco-gotica
di famelici esattori fiscali, di
mai più dimenticata cor-
ruzione, personale e "di corpo".
Giustiniano iniziò riappropriandosi del nord Africa (già perla dell'Impero ribili
vandali e da
prima la
sulla Sicilia e poi, attraversando lo stretto risah
la
"Liberazione" (pare proprio che per
ratori" quella sia
Ovunque entusiasmo e liani
una
il
la
fuga fu l'unica salvezza
greco fu accolto con fraterno
a
papa.
Roma
e soprattutto
Infatti
sere
contributo bellico di insorti
che facevano capo
vo imperatore"...
genti
"i libe-
via obbligata!).
l'esercitò fruì del
La povera gente fu aggredita nel modo più ossessipunto che le violenze greche superarono quelle dei "barbari" germanici. Ancora una volta per queOe
vo, al
rono scampo oltre
penisola (553 d.C).
Fu
40
alla
lì,
romano) caduto sotto gli ormorte di Teodorico, piombò
al
ita-
"nuo-
il
furono
Chiesa e
il
grande latifondo ad
es-
menpopolo minuto e
referente privilegiato degli invasori greci,
tre le attenzioni dei goti ai
udite udite, cerca-
limes, in territorio germanico!
il
la
e...
andarono
al
piccoli agricoltori.
Le
fondo delle due culture, anche nuce", cominciarono ad evidenziarsi. scelte di
se "in
Roberto Sgarzi
germani erano duri conquistatori, certaavevano l'antica, sperimentata espe"padroni di schiavi" che avevano greco-ro-
Intatti
rienza di
Da
i
ma non
mente,
i
mani.
questa loro nuova patria
Verona
come
e poi Pavia),
scrive
appenninico per giungere
Quindi
a partire dal
410 d.C.
tutta l'Italia è invasa
da popolazioni germaniche provenienti dal nord,
visi-
ma
goti (410 d.C), unni (452 d.C), vandali (455 d.C),
è solo nella
Padana
"Valle
Toscana che goti(533
e in
a
fondare
s'anche per
il
loro già citato esiguo numero,
Ad
la.
ro,
esempio, a differenza dei goti che
Roma
minacciarono
essi
prossimità ad essa,
Anzi, nelle
alpine
valli
gli
stanziamenti sono parti-
colarmente accurati per ragioni strategiche, in quanto in
caso di difficoltà registrabili nel paese occupato,
invasori vogliono avere le
/
gli
sicurezza di potere ripassare
mondo germanico
Alpi verso quel
vengono (mostra
la
da dove
l'Urbe non
precedette-
romani
catturati in
prenderanno mai. Al di inori della Valle Padana (la Langobardia) loro possedimenti ebbero una strana configurazione "a macchia di leopardo" in funzione di ciò che era più la
i
facile
da catturare, o in relazione
a configurazioni geo-
Longobardi, Villa Manin di Passa-
non possono essere verificate nella loro azione. I due ultimi possedimenti citati e cioè il ducato di Spoleto e quello di Benevento, debbono essere consi-
a
determina-
le culture delle popolazioni in que-
autonomie comunali e indipendenza
stione,
ma
li
grafiche. Strategie politiche di conquista e possesso
Saranno appunto questi insediamenti coerenza con
nei con-
come una
derati
filiazione,
una specie
di colonia della
regione di partenza.
Ritornando
fronti dell'impero.
a citare
vasioni barbariche,
la
Ludovico Gatto, nel suo Le
Se molte furono
le
invasioni cosiddette barbariche
per
il
una
fra tutte le sovrastò
significato che essa avrà nella determinazione
delle differenti caratteristiche delle etnie italiane: quella
longobarda.
Non ma
si
pare che
ci si riferisse
oppure
beard),
alla
o aOa loro lunga barba (lang
loro lunga lancia {lang hard) e
non
nemmeno, con
certezza di dove fossero originari, sponde dell'Elba o da zone dell'attuale Polonia o dalla Scandinavia. Ciò che si sa è che, spinti da tribù mongole, si misero in moto in una grande migrazione e che nel 569 d.C si affacciarono in Italia attraversando il Predil, uno dei passi deOe Alpi Giulie. La storia fu sempre la stessa delle altre invasioni barbariche. Queste popolazioni avevano già conosciuto il mondo romano-bizantino, avendo servito come mercenari sotto Costantinopoli. Di questo intuirono subito la grande debolezza e la decisione di impadronirsene, nonostante il loro numero, incredibilmente si
sa
se cioè dalle
modesto,
fu
o
meno
la
momento
essa
loro patria (qualcosa di simile avvenne più
negli stessi anni per le tribù
tu soggetto
magiare che
allora
di torti contingenti bizantini
Ravenna
e Bologna,
sere vinti, dpposero torte resistenza.
Vìtalia e
si
conquista di alcune parti di questa regione fu
presenza
le
Tre Italie
i
quabi-
suoi duchi sposarono
principesse bizantine. Questo potentato ebbe
que
vita tra\'agliata e Intatti,
dopo una
di congiure il
con
comun-
breve durata. serie infinita di rivolte intestine e
l'inevitabile uccisione di chi
comando, neir849 d.C. questa
deteneva
entità politica
scom-
parve.
Tornando l'Italia
agli inizi dell'invasione
ri
longobarda nel-
settentrionale, bisogna dire che essa fu fatto
crudelissimo. Paolo Diacono
ci
riporta racconti di du-
stermini e distruzioni operati nei confronti delle po-
Queste popolazioni furono
prima
di es-
trattate
come
prigionieri di
guerra, cioè praticamente furono tutte ridotte in schia-
litico.
la
alla
ducato beneventano da parte dei
confronti di Costantinopoli e
Pannonia e ora Ungheria), ad essa diedero il nome (Langohard/a, da cui il nome... Lombardia) e non la lasceranno mai più. padronirono della regione detta
che, facendo perno su
pressione
questi longobardi nei confronti del Regno di Pavia. Questo ducato beneventano, la cosiddetta "Longobardia minore", riconobbe una specie di vassallaggio nei
vitù e
La
il
la
implicarono comportamenti ben diversi di
zantini,
im-
laboriosa per
parla
polazioni romano-bizantine presenti in Val Padana.
immediata.
Entrati nella Valle Padana, da quel
divenne
si
rispetto al
stissimo degli armati germanici e le
perché quei popoli portassero quel nome,
sa
duca-
il
ebbe una politica fortemente autonoRegno longobardo, e riuscì a sopravvivere all'avvento dei franchi, non sentendosi affatto subordinato al nuovo re Carlo (Carlo Magno). La lontananza dalle basi padane, il numero modeto di cui
ma subite dalla penisola italiana,
in-
tradizione beneventana apparve
diversa dalla longobarda settentrionale. Infatti
longobardi
I
longo-
i
essi pro-
riano, anni Novanta).
re, in
Spo-
di
da vicino, fecero
assai
schiavi e vendettero centinaia di
definitivi.
crinale
il
ducato
bardi non riuscirono mai a conquistare l'intera peniso-
no stanziamenti
popolosi e
il
o addirittura, spingersi sino a Benevento". For-
d.C), longobardi (569 d.C.) e franchi (774 d.C), creaassai
capitale fu prima
Gatto, "inizialmen-
gruppi di audaci superarono
te solo piccoli
leto
(la il
non
Fu
il
fu loro riconosciuto alcun diritto civile o po-
passaggio dell'orda longobarda, così
era già successo per
gli
unni di
Attila, a
fuga dei veneti sulle isole della laguna, ro rifugio e questo,
come
si sa,
come
determinare
come più
determinerà
il
la
sicu-
sorgere
di Venezia.
Nella seconda parte di questo
Regno longobardo
il
41
suo consolidamento, e
diminuire del timore di rivolte
il
una certa omegeneizzazione
degli individui (famiglie
miste), consentì migliori condizioni di vita per
cui fu consentito di
comperare
i
latini
I vi,
si
ottenne circa
i
longobardi furono individui sicuramente primiti-
violenti e rozzi. Scarse le vestigia di
te artigianato, primitivo
di diritto legislativo
sempre origine
ed elementare
un loro decenLI
la
(si
veda
oltre) sarà
sem-
grandi controversie.
a
erano
essi
nei giudizi erano essi a proporre
le
liberi, in
quanto
sentenze ed erano
un funzionario regio speciale, cioè lo un suo giudizio particolare, det-
sculdascio, che teneva to
"placito di sculdascia".
il
Gli arimanni erano quindi, con queste grandi auto-
loro concetto
(unicamente verbale). Del resto
"conte"
Anche giuridicamente capeggiati da
diritti politici.
il
pre difficoltoso e H pagamento di un "tributo" darà
e vendere, di contrarre
matrimonio, ricevere eredità e fare testamento, anche se nulla
loro rapporto con
nomie, tipiche del resto di ogni organizzazione "barbaassolutamente nuova nel quadro me-
inesistenza di proprietà individuali o sociali, l'assenza
ra", entità sociale
del possesso di terre o immobili per questa società se-
diterraneo-itahco, così ferreamente dipendente dall'au-
mi-nomade non
torità centrale. In
li
aveva spinti in questa direzione.
Questi germanici ebbero un curioso
modo di intendere la legge per essi
barbaro le
veramente
e...
per
stessi e
popolazioni loro sottomesse, assai diverse per
reli-
longobarda,
permarranno
me
conseguenza
vi, al
Sarà re Rotati con
vembre 643
a
dare
suo famoso Editto del 22 no-
il
popolazioni del Regno longo-
alle
bardo nuove, più compiute
leggi e.
.
scritte, fra l'altro.
.
Se, quindi, la valutazione di questo
può
popolo non
Tralasciamo l'aspetto etico, che può in qualche
loro disciplina,
to, alla
sono
sociale, in
mille miglia distanti dai celti e invece
le
veramente, oggi diremmo... tedeschi.
La ta,
una piramide turbolensommità vi era il re, capo asso-
società longobarda era
ma
granitica. Sulla
luto; subito sotto vi
erano
gli
adalingi,
guerrieri e proprietari delle terre. Essi
oxaero
i
nobili,
comandavano
la
moltitudine degli arimanni (da Arimami o Heeri?hinir.
uomo
soldato,
dell'esercito),
uomini
liberi
irreggimen-
sottoposti erano
cune categorie
a
no
sottomessi;
niente.
a coloro
I
i
servi (gli aldii) divisi in al-
seconda della funzione operativa.
Gli arimanni erano tini
i
i
longobardi,
primi erano tutto e
gli aldii i
erano
la-
secondi non era-
stati sconfitti in battaglia e di
con-
seguenza, resi schiavi e prigionieri, non potevano mai più avere
il
diritto di portare le armi.
Questa degli arimanni è allargata
storia
vinti,
la sintesi
del genio letterario, definirà
quelle genti italiche, "un volgo disperso...
nome non
che
le libertà
parlerà in seguito. Alessandro
si
ha".
Interessante
che lo stesso suddetto Editto
fatto
fi
ad un aldio (cioè ad un italo-latino
e quindi automaticamente schiavo) di sposare
gobarda. La sanzione per giustiziato e lei bandita dal
Fra
l'altro le stesse
una lon-
trasgressori era dura: lui
i
suo popolo.
dimensioni somatiche erano
duramente penalizzanti per mediterranei: la loro statura media è valutata in circa 1,60 m contro l'I, 80 per gli invasori nordici. Anche questo ha il suo peso. Nel giugno 774 la dominazione longobarda viene i
vinta e sovrastata dall'ultima delle invasioni barbariche:
i
franchi di Carlo
Magno
chiamati dal papato do-
po lunghe trattative (papa Gregorio III, poi papa Zaccaria, papa Stefano e infine papa Adriano I), proprio in
funzione antilongobarda,
come
illustrerà in
si
modo
che merita di essere
perché costituisce elemento portante del
Re Carlo assunse anche
LI
titolo di re dei
longobar-
regno finì, ma per i latini non cambiò nuUa. La nuova invasione fu poco influente per questa dimensione sociale. Nulla cambiò perché i franchi, a di e quel
i
germanici non riconoscevano alcun valore
che erano
di esse
più esteso.
tati dai gastaldi (ufficiali regi).
Loro
Ma
Manzoni, con quei
tempi successi-
fenomeno "padano" per antonomasia:
comunali.
loro valore bellico, alla capa-
una ferrea organizzazione
cità di costruire
ciò essi
al
arimanni
di
al
di re Rotati vietava
modo essere rapportato ed equiparato al già citato mondo celtico, ma riferiamoci al loro senso dello sta-
comunità
anche se solo formalmente,
cellule di libertà a dare origine, nei
essere elevata, vi sono aspetti per cui essi, soprat-
tutto se rapportati a quei tempi, lasciano sbalorditi.
Friuli, le
XVIII secolo (EnciclopediaTreccani) Saranno secondo molti storici, proprio queste pri-
volesse, in relazione alle loro passate abitudini e di alle loro tradizioni giuridiche.
il
addirittura,
addirittura fino
che ognuno facesse come
gioni, costumi, tradizioni:
alcune zone a particolare intensità
come
fu-
dispetto delle apparenze, erano anch'essi tribù germanica,
con
gli stessi
valori e lo stesso
modello
culturale,
anche se leggermente più affinati. Di nuovo il Manzoni, ancora riferendosi alle disperse e schiavizzate turbe italiche, che LUusoriamente sperarono nell'ax^'ento dei nuovi invasori come fonte
turo del Settentrione d'Italia. Gli arimanni erano più
delle tanto attese libertà e dignità di popolo,
precisamente guerrieri longobardi accantonati
sce a questi episodi storici in una sua celebre tragedia,
in guar-
nigioni stabili, erano assai importanti perché "control-
Y Adelchi. Al terzo atto (11-12)
dipendevano direttamente dal re, pur godendo di notevoli autonomie, anche economiche, in quanto potevano disporre di terre concesse
tutti gli
lavano
il
territorio" e
loro ereditariamente, in parte coltivate e in parte incolte.
42
Questi erano "uomini liberi" per eccellenza e
il
E
il
il
si riferi-
celebre Coro noto a
studenti deUe scuole italiane, così argomenta:
premio
sperato,
promesso a quei forti,
sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
d'un volgo straniero por fine al dolor?
Roberto Sgarzi
Tornate alle vostre superbe mine, all'opere imbelli dell'arse officine,
ai solchi bagnati di servo sudar
Il forte si
mesce col vinto nemico,
col )ìovo signore ri inane l'antico, l'un popolo e l'altro sul collo vi sta.
Dividono si
dividon gli armenti;
i servi,
posano insieme sui campi cruenti
d'un volgo disperso che "L'un popolo e cesse proprio così: ai
aldii
ha.
Già, suc-
l'altro sul collo vi sta "...
tempo si mescolarono ed etnia dominante e... gli
franchi nel
i
come
longobardi,
nome non
classe
continuarono ad essere...
aldii.
dominio etnico-razziale della gens germanica su quella mediterranea, con aspetti durissimi che si andarono solo assai lentamente attenuando nel tempo, Ki lungamente presente nell'area geografica relativa al Regno longobardo e cioè la Pianura padana allargata a Il
gran parte della Toscana.
può correttamente
Si
sistema di potere con
vrano germanico
riferire
termine di questo
il
morte dell'ultimo grande
la
in Italia, in
quel
momento
rappresentante (anche se fedifrago) dell'autorità
ra
centrale imperiale germanica e cioè sa, la
MatOde
Canos-
di
"grande contessa".
Matilde muore
me
il
24
luglio 1115 e
con essa
È
feudale di cui diremo subito dopo.
fatto
che
distrusse alle
rocca che
rantiva
fondamenta in
il
il
regi-
popolo bolo-
città
ospitava e ga-
lei
"Mathilde Comitissa" e dei
suoi gendarmi.
per
i
in quel
momento che
iniziò
realmente
libertà
la
nell'estate del
569 erano
trascorsi
ben 546
Troppi per non creare connotazioni estrema-
mente
caratterizzanti nelle popolazioni che da allora
nite,
una
Bologna e r"addizione" longobarda storici
sopra riportati sono evidenti nelle
pietre, nelle cose, e nell'impianto urbanistico delle no-
stre città.
Una ad
esempio: Bologna.
All'atto della transitoria conquista della città
le
non
estesa,
ma
com-
ordinata e assai fortificata. Furono
sue possenti niuia che
le
consentirono una
sì
lunga
in
modo Il
un enorme rettangolo con quattro
porte d'accesso, perimetrato da possenti mura
L'Un/ùi e le
'ire Italie
le
possono ancora alla città.
fra di loro,
Torri,
si
al
simbolo della
in quel
rilievo.
alla città di
domanderà perché mai
mente proprio
mu-
con due strade
maggiore
che giunga oggi
nio avvicinandosi
in colonia e
strade erano razionalmente disposte
perpendicolare
visitatore
San Petro-
città e cioè alle
le strade,
Due
improvx'isa-
punto, da perpendicolari,
come
raggi di un semicerchio. Le cose andarono così, cioè nel solito modo e gli avvenimenti sono appunto riferiti a quel 727 d.C. Per belle e robuste che fossero, quelle mura e quelle case di quella Bononia non interessavano ai nuovi i
conquistatori perché
La loro
Una
in sele-
là vi
città, la
sere altra cosa... e
la
erano... loro...
i
es-
costruirono.
delle quattro porte di cui si
proprio così) proprio perché da a
gli aldii...
Bologna longobarda, doveva
"Porta Ravegnana" (quel sito portava
difesa contro quegli invasori germanici. Si trattava di
si
pamento) romano, trasformatosi poi
ialini.
piuta da re Liutprando nel 727 d.C. Bologna era una città
pietra gessosa le cui cave
Trattandosi di città derivata da un castnim (accam-
quasi
fatti
a Carlo IVIagno.
ancora oggi sono, assumono l'aspetto convergente,
vivono in queste regioni.
I
Monumento
centrali (una specie di croce) di
Dal passaggio delle Alpi Giulie da parte dell'orda anni.
la Cité.
nicipium, tutte
nostri progenitori.
longobarda
de
oggi identificare in luoghi molto prossimi
sicurezza del rappresentante del-
l'impero e cioè appunto
Fu
Parìgi. Ile
sollevò e
si
"Palazzo imperiale" e cioè
pieno centro della la
il
significativo
cornimi padani) subito
tanti
potere e
il
sua morte
alla notizia della
gnese (uno dei
la
so-
addirittu-
Ravenna e cioè
in
lì
si
parlava era detta
chiama ancora oggi partiva la strada che
direzione dei luoghi sede
degli italo-bizantini, gli antichi, perenni, nemici dei
ninni conquistatori.
4}
semicerchio, ove erano
i
cipali, ai vari tratti delle
dal nemico, e questo nel
Ecco
comandi
e le residenze prin-
mura eventualmente tempo piij breve.
assaliti
perché di quella curiosa e affascinante
il
struttura radiale che caratterizzò le strade di quella
nuova
costruzione consentì
città militare, la cui
gobardi
di
rimanere
gendarmi e i padroni
i
ai
lon-
una mol-
di
titudine serva e sottomessa.
Ci fu chi per secoli e
anche
secoli,
tempi recen-
in
lica e
comportamenti e nella lingua due città: quella itaquella longobarda. Fra essi vi è un grande...
Dante
Alighieri.
rilevò differenze nei
ti,
parlata dagli abitanti di queste...
Proprio
"Divino Poeta" scrive nel suo
eloquentia che
ri
città,
(la
le
parte
Questo
(la
centro di quella porta che re Liutprando
al
come diametro appunto
mura bolognesi. Quel semicerchio
mura, vedette e corpi
torri,
nuova
con
fortezza,
divenne cioè
di guardia,
addizione longobarda".
1""
ciali
dei costruttori e divenne
nali all'uso e cioè consentire di
A)
le caratteristiche so-
una guarnigione
Medioevo
Il
feudale e
Regno
il
suo
Difficile, forse,
ma una
giungere dal centro del
nell'Italia del
crollo:
il
nord.
Regno
sul cassero
Maggiore. oggi verificare queste affermazioni,
cosa è certa:
la
maggior parte dei grandi palaz-
patrizi e senatori bolognesi, sedi e case delle famiglie
che variamente governarono mille anni,
città
si
erge con tutta
me
la città la là
per poco
meno
di
maestà derivante dalla ove
si
ergeva l'antica
longobarda.
Questo
milita-
strade ad esempio, che dovettero essere funzio-
re, le
assai diverse.
una lapide applicata
gestione del potere, proprio
Tutto in quell'ambito portò
Il
quel lato delle
zi
di\'enne una
due parti della "Borgo di Strada Borgo di San Felice
fe-
ce punto per tracciare un enorme, irregolare, semicer-
chio che aveva
vulga-
di
avevano caratteristiche
è ricordato in
di Porta di Strada
Fu
nomi
i
parte longobarda) e
italica),
De
parlate di quelle
che assunsero poi
Maggiore" Bologna. L'addizione longobarda, ovvero la nuova parte della città costruita dai conquistatori longobardi. Questo al fine di non coabitare con la popolazione di ceppo mediterraneo.
il
si sa,
sarà per caso?
Non
nella storia degli
so,
ma
certo è che, co-
uomini nulla succede mai
per caso.
regime
Il
d'Italia
e
i
Comuni
d'Italia
L'insieme dei vasti domini carolingi presenti nella penisola, praticamente coincidenti con definiti
Padania, assunse
il
nome
di
territori
i
Regno
oggi
d'Italia.
Questa definizione potrebbe determinare equivoci.
Non
si
trattava in realtà di un'entità indipendente,
bensì di un
enorme numero
di loro che
avrebbero dovuto essere vassalle dell'auto-
rità
di strutture
centrale imperiale. In realtà
il
autonome
fra
caos era totale e
questo "Regno d'Italia" era fatto puramente formale,
un che
più che veniva attribuito all'imperatore
titolo in
di volta in volta veniva incoronato.
Gli stessi contini erano largamente imprecisi e
i
rapporti con l'entità in loco antagonista, cioè lo Stato della Chiesa,
erano estremamente
dell'autorità e del potere
labili in
variamente assumevano. Questa entità più o
meno
funzione
LEGENDA:
che pontefici o imperatori
dalle Alpi alla Ciociaria,
ma
si
RICCNUM
aveva
al
(Due.) = Ducato
rr^i.lcoRUM
estendeva
(Pr.)
(CI
Ducati
suo
l.i»n[;<)b;ircli
= l'rincipatii
= Contea
Territori
ÌH^
Saraceni
interno l'allora detto Patrimonio di San Pietro, che poi era in realtà lo Stato della Chiesa.
44
L'Italia
attorno all'anno 800.
Roberto Sgarzi
Abitualmente via sì
gli
imperatori scendevano tino a Pa-
ove venivano incoronati con
detta perché conteneva
riferiva alla
Croce del
Corona Ferrea,
la
un chiodo che
la
co-
tradizione
Dopo la cerimonia, puma che però accentuava polimorfo mondo dei feu-
Cristo.
ramente formale certamente, il
suo potere all'interno del
datari germanici, tutto finiva
tore in
lì
e
il
Germania coincideva con
te della penisola, le
ritorno dell'impera-
riprendere, da par-
il
precedenti caratteristiche socio-
profondo stava cambiando in questa zona dei sia che Arduino, tutto considerato, aveva avuto atteggiamenti politici che avevano saputo determinare un certo seguito a lui favorevole. Nel concreto delle cose si può dire che \'inse quel neo re d'Italia, perché il germanico non riuscì a vincere l'assedio, e anche perché le popolazioni locali effet-
sa di
possedimenti imperiali,
tuarono guerre e guerriglie
na,
non c'era patria italianon un grande guazzabu-
c'era Italia e
di
di ciò, se
questi effettuate nei confronti dei "collaborazionisti"
con
glio.
E
già a partire dal
momento
post-carolingio che
ognuno
dal piccolo ambito territoriale ove
ognuno
era
il
si
La
proprio campanile.
Successe però che attorno struttura imperiale
viveva.
al
Mille
la
crisi
della
facesse pili acuta del solito per via
i
tedeschi.
La
i
localismi coincidono con micro-patrie rappresentate
patria di
tran-
il
Quel "Regno d'Italia" finì comunque con la morte Arduino nel 1015, dopo le inevitabili punizioni da
politiche.
Insomma, non non c'era nulla
da costringere
tali
salpino a tornarsene con le pive nel sacco.
Arduino d'Ivrea è importante anche duramente trasformata e utilizzata dagli
figura di
perché è
stata
storici
romantici
mente
aiutati dalla
tendente a ti
dell'Ottocento, in ciò larga-
italiani
propaganda patriottarda sabauda ricercare nell'antichità figure e avvenimen-
che giustificassero e consolidassero nel tempo l'idea
come
un imperatore senza eredi: Ottone III. E qui avvenne l'impensabile perché un oscuro, modesto feudatario piemontese, Arduino d'Ivrea, senza troppi problemi, compì il grande atto: andò a Pavia, con la forza si impadronì della Corona Ferrea, se la pose sul capo e, anteponendosi alle autorità imperiale e cattolica, si autonominò re d'Italia. Di fatto era nata una nuova entità, che non era Impero e non
essere credibile e fanno oggi rilevare che la "patria
era Chiesa.
liana" in quel
morte
della
di
Arduino, di discendenza franco-longobarda come tutti
i
potenti del
momento,
indisse allora un'assem-
blea dei feudatari piemontesi che gio e ratificò Il
concesse l'appog-
di Vercelli,
sto feudatario
si
astuta e accorta, naturali e cioè ci
proto-eroe che, impugnata
samente l'onore della patria
i
come
additato
Storici
visto
che cercò di opporsi, venne
Quel mode-
comportò politicamente in maniera avversando duramente suoi nemici i
grandi feudatari e
i
grandi ecclesiasti-
e favorendo invece le classi sociali
meno
elevate di
il
primo
italiana
contro
momento
germanici,
una prima spedall'imperatore germanico nel
Silvestro e affrontò
dizione militare inviata
pe-
latini, veneti, italici, ecc., ecc., tutti in
renni forti battaglie tra di loro.
me uno
dipingono
il
nostro Arduino più co-
dei soliti feudatari ambiziosi che cercano di
aumentare tipo,
storici
i
loro domini, tra astuzie e violenze di ogni
che come un
"Balilla
medievale" che, animato da
puri interessi patriottici, scaglia la prima pietra in dife-
"Madre Italia", subito seguito da popolo, che altro non aspettava che quell'e-
sa della libertà della
tutto
il
seria e credibile, certo è
papa
ita-
ben lontana dall'esistere, che era un curioso melange di arabi, bizantini, era
adeguatamente.
di
tedesco,
libera e strumentale per
vento di coraggiosa esemplare ribellione
Ignorò anzitutto e con successo una minaccia di
il
nemico storico della nostra libertà. più rigorosi hanno evidenziato tutto questo il
entrambe queste categorie. Naturalmente le reazioni dell'imperatore, della Chiesa e delle classi dominanti non mancarono, ma quel nuovo e improvvisato re d'Italia seppe resistere
scomunica
italiano,
spada, difese \ittorio-
la
come una costruzione troppo
Questi
ucciso, bruciato e la sua Chiesa distrutta.
nazione.
Arduino fu quindi indicato come il
nomina.
la
vescovo
gli
dell'Italia
largamente riconducibile cui poi
si
allo straniero,
mazziniana
"
di
dirà.
Indubbiamente no
alla "scintilla
re d'Italia",
la
anche
seconda versione se
però che
non
di
il
risulta quella
fenomeno "Ardui-
grande spessore
co, risulta di alto significato premonitore, visto
meno comunale che
esploderà di
a
lì
stori-
il
feno-
qualche decennio
1003. Questa iu battuta, costringendo lo stesso sovrano germanico ad impegnarsi personalmente per seda-
più tardi.
re la ribellione di quel vassallo.
questa sua evidente intolleranza per l'autorità inìperia-
Arduino, un anno dopo, dovette affrontare l'imperatore in persona e si
ritirò nei
stette
il
suo forte esercito.
suoi castelli su
valorosamente
rendersi,
con
il
alle
né abdicare, né
Il
"re d'Italia"
montagne impervie e
lì
resi-
truppe tedesche senza mai in
alcun
modo
ar-
venire a patii
Enrico
II,
perché era questi l'imperatore, trovò un
Lìlidid e le ire ìldliv
le
ed
è poi terribilmente simpatico
ecclesiale, le quali,
pur non rappresentando
che qualco-
con reali
autorevolezze, politiche, etiche, religiose o militari riuscivano, con l'equivoco e
scena politica
la
menzogna,
a
dominare
la
italiana.
Questo suo
rifiutare l'ossequio a queste strutture,
entrare in Pavia e incoronarsi
germanico.
territorio assai sfavorevole e ciò indicò sia
Arduino d'Ivrea
re,
è in realtà
torte, autorevole, vincente, gesto di
il
autonomia e
primo di au-
tosufficienza... cioè di libertà.
45
Questo evento largamente seguito dai suoi simili, è il primo che si verificò in Area padana. E non par poco.
effettivamente
struire in legno è
appunto
Comuni
prefetto, ancora oggi,
e sceriffo. In Italia questore e
sono
mulo
ai
Per ben capire
primi anni dell'anno Mille, per un cu-
di avvenimenti concomitanti di cui
si
dirà, av-
due
fare
il
direttamente dal go-
inviati
ma non le realtà. fenomeno comunale bisogna però
verno di Roma. Cambiano Attorno
casa "racard", anch'essa
Quei germani si davano un capo al quale riservavano la massima fedeltà. Oggi gli americani si eleggo-
no governatore, sindaco I
la
ancor oggi assai comune in Val d'Aosta.
celtica,
i
tempi,
piccoli passi indietro e tornare al
momento
venne un fenomeno sociale unico nella storia e di grande importanza per la nostra analisi perché caratteriz-
l'Impero romano cominciarono a non avere più nei
zerà con note di assoluta autenticità le popolazioni re-
suddetti "petti delle legioni"
Area padana. una particolare zona d'Eu-
sidenti nella regione definibile
Avvenne
che
infatti
in
300-400 d.C.)
(circa
cui le città che costituivano
in
nei confronti dei "barbari",
che di
lì
a
la
protezione adeguata
scomodi e
poco diverranno rapaci
bellicosi ospiti,
invasori.
zione di proni sudditi di un certo duca-signore-padro-
Fu in quel momento che le città si diedero quelle mura perimetrali difensive di cui sempre il potere ro-
ne per darsi
mano
aveva impedito
della
maggiore
ropa
gli abitanti delle città si
la
funzione di
a sistema giuridico, le-
amministrativo ed esecutivo.
gislativo,
Si ritornò, in
Il
liberi cittadini e cioè di sog-
quanto
getti auto-referentisi in
Its, ai
liberarono della connota-
demos
un certo senso, Grecia e
dell'antica
potere quindi non
maggioranza dei
piìi
ma
alla
parlamento".
terra
o
Le Il
la
Non
lare
ancor più
sivi
spesso, per l'epoca, giganteschi.
la
do che va
le
di selenite
l'Inghil-
Secondo
ad esempio, proprio
riferita la
a
costruzione delle ciclopiche
a fare della città di
San Petronio un caposaldo e un punto
latino-romano non permise mai (come
mura
di Bologna.
la città
Saranno appunto quelle mura
radici erano lontane.
certi au-
questo perio-
che avvolsero, proteggendola e salvandola
tante volte,
Spagna, ad esempio.
mondo
costruzione di questi manufatti difen-
la
torevoli storici è,
Questo fenomeno riguarderà per l'Italia solo Valle Padana e la Toscana, ma anche la Germania, Fiandre, l'Olanda, parte della Francia.
Sarà re
allepo-
loro demo-crazia.
ad un solo uomo,
cittadini "riuniti a
rapporto con l'autorità
autonomia amministrativa. Teodorico, con alcuni suoi editti, a stimo-
centrale, qualche forzata
alle città-stato,
alla
costruzione e anche, a fronte
la
difficoltà di
di riferimento
potentissimi in quel travagliato comprensorio.
ogni cultura mediterranea) nei secoli, autonomie locali.
L'amministrazione era duramente centralizzata e
come
I
i
localismi, nel
bene
e nel male,
cominciarono
così.
ne del potere romano. L'"uomo romano" rimaneva
Fu allora, dentro quelle mura, che si innescò il fenomeno che secoli dopo costituirà Comuni e fu que-
un
sto l'incontro fra la gens latina e quella celtico-germa-
municipia locali servivano
quindi inchiodato per
la vita
cinghie di trasmissio-
ad un solo padrone
in
solo luogo.
nica.
Diversa
la
cultura germanica e celtica. Quelle tribù
raramente avevano di e ciò
li
i
città,
ma
erano più sovente noma-
portava errabondi nell'oceano di foreste e
camente I
Il
rapporto con poteri superiori era prati-
inesistente.
sarà strutturato dall'innato
per l'autonomia tipico dei "barbari" e dalla ca-
pacità
romana
di organizzare e costruire
Avemmo
quindi libere società, a però grande inte-
grazione sociale e con esse un primo embrione di "stato di diritto".
loro attuali eredi,
gli
statunitensi dicono, a rap-
II
secondo passo indietro è relativo alla situazione immediatamente precedente i Comuni e dalla
presentare questo stesso loro atteggiamento, di essere
storica
sempre on the road: "in viaggio sulla strada". Tutti sanno con quale facilità e quale piacere essi caricano ancora oggi su un rimorchio ogni loro avere per trasferirsi perennemente ora qua e ora là. Altri aspetti comuni: celti e germani ax-evano solo una legge: la loro parola data. Oggi gli americani all'interno della loro morale identificano una colpa grave suUa quale non transigono, Vàfelony: l'essere bugiardi, perciò non affidabili e il presidente Clinton (in certe sue recenti disavventure) ne sa qualcosa! Ed ancora: la filmografia ha immortalato i pionieri
quale poi essi deriveranno: cioè
i
americani di fronte
i
alle
loro case di legno ballando
loro tipiche canzoni davanti
al
le
fuoco. Quelle canzoni e
quei ritmi sono irlandesi-celtici e quel
46
una società
evoluta e integrata.
pianure della Mitteleuropa in condizioni di terribile precarietà.
Questo fenomeno
istinto
modo
di co-
LI
mondo
feudale.
Nell'SOO Carlo Magno, re dei franchi, è incoronato "Sacro
Romano
Imperatore".
chiaratamente ritornare
a
Si
vuole quindi
qualcosa che
si
di-
richiami
al-
l'Impero romano e cioè ad un dominio integrato con
un solo potere economico ritorio conquistato
Toscana. Oltre
attuali Francia,
go,
Germania
e
il
ter-
da quel condottiero e che era poi
quello su accennato e cioè alla
e politico riguardante
le
l'Italia
settentrionale estesa
Alpi fanno parte dell'impero
le
Germania, Olanda, mondo fiamminBoemia.
Nulla di più.
Ma
dell'Impero romano mancavano
le leggi, l'or-
ganizzazione statale, l'organizzazione militare ed eco-
Ruberto Sgarzi
nomica e strade e ponti e punti di riiornimento... mancava tutto e c'era il troppo: troppe etnie, troppi
"sotto-zone" (borghi,
castelli,
conquistatori e troppi vinti.
proprio responsabile e
tutti afferenti
Importante
progetto,
il
ma
deboli
le
forze per co-
L'Impero carolingio cadde subito
struirlo.
del fondatore,
ma
alla
I
Germania
di
dopo con
il
Magno
sime zone
che
fatto
difficili.
rola
i
cercò di risolvere
territorio
alle quali
da
lui
il
quesito suddivi-
conquistato in moltis-
concesse autonomie, imposte dal
rapporti fra
A comandare
i
territori
erano enormemente
queste entità, che definì con pa-
germanica Mark chiamò soldati che si fossero disuo esercito e che erano noti con la parola
stinti nel
Graf.
Da
qui
il
capo della marca, cioè
il
margravio o
marchese. In altre occasioni l'imperatore
chiamò
a quell'in-
carico suoi "amici di corte" e con loro "vice amici di
corte" e questa volta
chiamano ti
gli
li
definì così
come
in latino si
in
ognuno con un al potente Mark-
ma
sua persona e cioè non ereditario, questo
limitato alla si
verificherà
dopo.
Ogni feudatario stanti,
senza
e
il
vassallo
non
suo tendo erano cellule
a sé
rapporti formali o sostanziali che
reali
integrassero. Esplicativo
Carlo
città)
potere di quest'uomo (una specie di legato im-
Il
nel 1918, per ricomparire
grande, definitivo, attuale, disegno
europeo.
dendo l'enorme
erano a loro volta suddivisi
periale) era totale sui suoi sottoposti,
finiti\'amente solo alla caduta dell'ultimo imperatore
subito
territori
Graf.
morte
solo parzialmente.
In realtà quel disegno e quella figura cadranno de-
Guglielmo
Questi ampi
il
motto
"Il
vassallo del
li
mio
mio vassallo" (da De Simone, Storia mebene capire quanto frammentata fosse l'i-
è
dioevale) per
stituzione imperiale.
Per sottolineare quanto tosse ampio il potere del margravio sui suoi servi ricorderò \o jus primae noctis, secondo il quale egli poteva godere della prima notte
nozze di ogni nuova sposa del suo "reame", anche raramente accadeva. Di solito, per sottolineare quel suo diritto, egli inviava la spada. di
se ciò
Quel toscanaccio quel
feudatario
scampava ad un
era triste
di Montanelli dice
un
ecclesiastico,
che se invece la
"pulzella"
destino con grande difficoltà.
amici: comites e vice comites... cioè con-
Di
e visconti.
Catta geopolitica d'Italia
Vltalia e le Tre 1/alic
al
tempo
rilievo
pure
certi
documenti riguardanti
le
cam-
degli Svevi,
47
pagne fiorentine (non quali
i
1160, secondo
la città) datati
Nel
i
erano comprati e venduti
servi di origine latina
assieme a campi e bestiame, mentre questo non acca-
con
deva per uomini di bassa condizione, però di gens ger-
tici
manica (Montanelli). La figura dell'imperatore, di origine fianca, si allontanò subito da quelle zone e sarà dal 900 in poi
sempre
ambito germanico.
di
Quando ve quindi
parla di Sacro
si
riferire
Romano Impero
il
talia
to
il
cui
de-
ad un re germanico imperante su una
zona a contorni nei tempi enormemente cui
ci si
fluttuanti, di
sempre parte e il Meridione d'Ipraticamente, non fece, invece, mai parte (eccetpurtroppo breve periodo degli Hohenstaufen di nord
Italia fece
L'impero ebbe con
il
centro
(possedimento
Italia
L'entità imperiale fu nei secoli
per nulla strutturato e con aspetti
conseguenza naturale tu
tonomia da parte delle
la
un fenomeno quasi quanto mai caotici;
perpetua richiesta di au-
tale franca e
"Comuni
scuno fece da
nord
del il
Italia"
il
fenomeno
post-
furono quindi, sotto
risultato della
frantumazione del
"tira e
moUa"
fra
richieste e concessioni recipro-
che furono determinate dai
autonomia amministrativa e che sem-
pre, invece, fu forte
nell'antico
si
tennero soprattutto a Pavia,
capitale longobarda, divenne capi-
l'e.x
quindi riferimento di tutto U "padano"
aperti. Si scelse
quindi
la
l'imperato-
piana di Roncaglia,
chilometri da Piacenza alla confluenza fra
Nure
(i
A
fiumi erano
Roncaglia
i
il
vincolo etnico, etico, culturale e
Impero germanico e Comuni. La presenza di truppe germaniche nei tanti Comughibellini "lealisti" era fatto comunissimo e consi-
Fu un grande evento
ma
la
novembre 1158
teso alla ricerca di
più cee per
i
una solui
Comu-
ni padani.
Convennero quindi l'imperatore germanico Federico I Barbarossa, con lui un suo forte esercito, nonché sinistra del
fiume Po.
de esercito
raccolse
un gran-
comunali con consoli,
signori,
a lui, sulla riva destra
di milizie
magistrati, rappresentanti
Di
rilievo la
i
si
Comuni
padani.
presenza di un apparato tecnico-giuri-
Questo
era rappresentato dai dottori dell'Università di
Bologna: Bulgaro, Martino, Jacopo ed Ugo.
Per dimostrare
fiducia reciproca e l'amicalità
la
si tennero parte in campo imcampo comunale, ma momento più solenne si ebbe proprio in campo comunale quando si giunse al solenne giuramento comune che sanciva
dell'incontro le sedute
periale e parte in
raggiungimento della pace e con essa una reciproca
ni
zienti di tassazione,
In realtà, ancora una volta, i
fatti salvi certi
Comuni riconobbero
derato naturale. Un'esemplificazione. Alla Fossalta
giuridica, istituzionale e fiscale dell'impero;
prima e a Zappolino poi (una
ma
una sconfitta) guelfi bolognesi affrontarono sempre truppe miste modenesi e tedesche. vittoria e
i
A differenza di
quanto poi diffuso
le lotte fra
dalla
Comuni "padani" ed
im-
per ragioni di ordine soprattutto
fi-
ed economico.
riconobbero
altresì
il
munali dovevano ricevere
principio che
le
in-
quo-
l'autorità
non
solo
autorità co-
l'investitura dell'imperatore
e ad esso prestare giuramento.
Ecco
propagan-
pero non furono guerre di indipendenza, bensì guerre scale
9
venti giorni successivi.
tesa sui maggiori problemi.
"civili" fratricide
città a
fiume Po e
autostrade dell'antichità).
le
tennero molte Diete,
si
politico che legava
da risorgimentale,
fatti poli-
re a trasferire la sede di questi incontri in spazi più
rispettivi rapporti di forza
momento. Ma una cosa va ricordata e cioè che "l'indipendendei "Comuni dell'Alta Italia" fu fondamentalmenrichiesta di
disbrigo dei
dico per l'interpretazione e l'applicazione della legge.
sé".
quindi per secoli ad un
Comuni ed impero ove
una
il
rilievo.
Regno d'Italia. Il tempo e le cose avevano però spinto
sistema imperiale feudale a seguito della quale "cia-
te
maggiore
Di fronte
l'aspetto politico,
za"
maggiorenti padani per
proprio perché
Impero romano.
del
Dieta era un incontro che
signori, vescovi, capitani tedeschi, schierati sulla riva
entità locali.
In qualche misura ciò richiama
Si assiste
la
zione dei problemi che dividevano l'impero e
staccarsene poi definitivamente.
I
i
di
Le Diete
pontificio) solo inizialmente rapporti conflittuali, per
la
medievale
lebre fu quella verificatasi l'Il
dirà).
si
mondo
l'imperatore germanico, sceso dalle sue terre, teneva
tista
me
quindi: nessuna guerra indipenden-
la verità
o patriottica
italiana.
I
Comuni
fedeli sudditi dell'impero
si
riconobbero co-
ed emerse
la
comune
vo-
lontà di pace e di riaffermazione dell'ordine e della galità imperiali.
Tutto
il
le-
resto è favola.
Riferendomi nuovamente all'arguto Montanelli La Dieta di Roncaglia
dirò quindi che
il
"perfido Barbarossa", più che
l'o-
sualmente, ignorato dai più, proprio perché smentisce
temuto ed esoso "padrone di casa", cioè colui che, pur non "ristrutturando l'appartamento", esigeva con il tramite di violenti esattori, affitti ingiustificabili. Ecco le vere ragioni di quelle
una divertente propaganda patriottarda tardo-roman-
guerre!
diato straniero, era
La "Dieta
di Roncaglia" fu
zione di quanto affermato,
ma
importante evidenziaquesto è
fatto,
non
ca-
il
tica e preunitaria.
48
Roberto Sgarzi
Vicino
Como,
alla città di
una chiesa dedicata
esiste
non molto noto,
tatto
"San Federico Barbaros-
a
proprio l'imperatore.
sa". Sì,
Accadde
infatti
che
Como,
ricono-
scenti per l'aiuto loro concesso dal Barbarossa contro
Milano, addirittura ti
le milizie di
Novara
Pavia,
ne che concretamente distrussero luogo lombardo, non purtuttavia,
quali
Furono
lo... beatificassero!
Como,
e altre città pada-
mura
le
ci\'ili,
piti
ancora
di
le
guerre per
sistema politico amministrativo feudale della mi-
croparcellizzazione dell'impero, attorno
ormai
il
fiato
al
la
Mille aveva
un imperatore "generoso", Corrado II il Sache nel 1026 ebbe l'idea di promulgare una legge:
Questa legge diceva che tutti feudatari imperiali, o grandi che fossero, non erano piti semplici i
piccoli
"rappresentanti personali" dell'autorità imperiale e
che quel rapporto non era
morte
la
piti
fiduciario e
non
termi-
dell'interessato.
No, da quel momento, ogni pur piccola
parcelliz-
zazione di quello stato diveniva proprietà personale di
ogni "castellano" e
come
andava
tale
in eredità ai di-
scendenti.
rivoluzione enorme:
i
già difficili rapporti
delle entità decentrate, fra di loro e trale,
si
con
l'autorità cen-
ridussero enormemente. L'autonomia locale
cominciò
in
quel
al
non
Non
possesso del suo territorio e fu
mai realmente contestato
deve stupire se grandi
videro con simpatia
Fu
quello
la
si
il
cui "Principa-
dalle
autonomie
spiriti
come
l'Alighieri
figura dell'imperatore.
momento
il
cedenza, coincise con
come
che,
si
diceva in pre-
morte dell'ultimo grande margravio e cioè Matilde di Canossa (24 luglio 1115), fatto con cui si può ben dire che il sistema di governo imperial-longobardo Il
si
la
estinse.
sistema del feudo-castello di cultura longobarda,
abituato alle piccole dimensioni sociali
Furono
da quel
le città
non
momento ad
resse.
avere
il
reale
davano più garanzie di protezioni, scambi e commerci. I nobili feudatari compresero che il potere sfuggiva loro e si trasferirono in massa nei grandi centri (Bologna, Firenze, Milano, Verona ecc.). Dei loro castelli portarono l'elemento più conno-
momento
e fu quella del castello.
ed essenziale:
tativo
proprio
la torre,
come arrogante
simbolo di potere e anche come provando strumento di difesa nelle
so
Fu una
Città isolate prima e
potere, anche perché queste
Constitulio de feiidh.
nava più con
città.
comunali.
grosso per molte ragioni, una di queste fu
l'opera di lico,
dicato to"
esercito.
l'indipendenza. Il
guerre comunali. Si affrontarono allora
batterono contro l'imperatore, che non aveva mai ab-
del capo-
un unico
costituivano
Quelle furono guerre
infat-
truppe germaniche, con
le
le
poi coalizioni di città (Lega lombarda, 7 aprile 11 67)
cittadini di
i
Furono
borghi, campanili, castelli e
molte guerre
comune. La
realtà era
civili
all'interno dello stes-
ormai diversa e per
le
"baro-
i
baroni
nie" lo spazio era ormai limitato in quanto
erano
intlazionati
tanti,
e "coabitanti", costretti
non più
un'" umiliante" convivenza:
ad
falconi e cacce,
duelli e sirventesi!
Bisognava guadagnarsi, come per
Già il castello... Esiste oggi la ditlusa opinione secondo la quale il castello nacque così come è oggi e cioè come la "casa del conte" e null'altro, ma non è
sulla strada e la strada della città era di tutti: nobili, po-
così.
speziali, dottori, lanaroli ecc.).
castello originario era già, in
Il
un certo senso, un
polani e uomini delle
terne a questo
avevano
come ben seppero
diritti
e doveri precisi verso
la
struttura e co-
che ne era a capo. I
doveri erano
obbligatori. Tutti
i
bini Giulietta e
vari:
soprattutto balzelli e servizi
sottoposti
dovevano
intatti
versare
un terzo del ricavato delle loro terre al castellano (di solito un longobardo) e altresì ognuno di essi doveva far parte di milizie addette alla costruzione, al
nimento e
al
castello.
diritti
I
corpo
di guardia,
mante-
diurno e notturno, del
erano semplici: quella fortezza era
il
fu facile e le rissosità in-
i
elevate,
simbolici, immortali amanti
bam-
Romeo.
mondo
11
libertà e celti,
non
mondo furono sempre molto
piccolo comune. Tutti gh abitanti di quel circondario
lui
pagnotta
(fabbri, strazzaroli, notai,
arti
Ricostruire la civilitas
tutti, la
dei Comuni si innamorò delle ritro\'ate autonomie ma, come era già successo per i
precedenti abitatori delle stesse terre, non
riu-
sciranno mai a rinunciare ad alcuna di esse per costruire
uno
stato nazionale.
per essere anche
mente
esista sul
la
La
loro grandezza finirà
loro condanna, quasi che vera-
Po un ^oi/ns
loci,
un dio del luogo,
rifugio, la casa forte di tutti e gli abitanti della zona, in
che nei millenni spinga quelle genti ad identici com-
caso di pericolo, avevano
portamenti.
il
diritto di protetta abita-
tempe-
Quei borghesi, un po' con le buone e un po' con le cattive, ma mai completamente, capirono che dovevano scegliersi di comune accordo un signore e che lo dovevano fare per alzata di mano... a maggioranza.
locale e crollata la forza
mocrazia. In quel territorio che oggi è definibile Area
zione.
La legge
di
(xirrado
il
Salico spezzò
il
sistema che
aveva un aspetto positivo e cioè quello della presenza di un'autorità superiore avente la funzione di
rare e reprimere le costanti rissosità tra vicini.
Aumentata l'autonomia dell'autorità centrale,
i
borghi più
sui più deboli e divennero,
tentissimi.
Lìlalm e
le
Tre Italie
forti
si
av\'entarono
per l'epoca, enormi e po-
Sorse un'altra alba per
la civiltà,
era rinata
la
de-
padana e solo in quel territorio era nato il Comune. Fu nei C^omuni di quella Padania che in quei tempi si posero le basi della moderna civiltà occidentale e
49
nacquero
gli
"equilibri politici" che ancora oggi
"tumulto dei Ciompi" (1345) e cioè
primi momenti di iniziazione videro una grande
I
influenza dei nobili che
si
provenienti dal contado,
ma
ti
concentrarono nelle soprattutto
i
meno
città
poten-
volevano sfuggire all'one-
fra loro che, così facendo,
rosa autorità dei nobili piiì forti. Essi esprimevano
ma
"console",
in
"podestà" che proprio per temperare
beghe
di tutte le piccole e grandi
Ma
cittadine.
fuori
al di
anch'e-
troppo spesso, era nobile, colto e guerriero e
schio che egli potesse favorire
i
opposero
Altra entità
il
LI
ri-
componente i
i
cittadini
non
cittadina era
la civiltà
organizzarono
si
in
strutture rappresentative, le "Arti e Mestieri" (quelle
Confindustria e
la
gli
Ordini
professionali).
meno
I
gai, artigiani, piccoli
i
Le condizioni
il popolo minuto, che sarebbero oggi TACna, TAssoesercenti ecc.
i
plebe e
i
servi di cui
si
dirà
i
Come zano
la
moderna, con
comunale. Le guerre
queste
si
tutte le gravi frizioni
civili
verificheranno fra
ebbe un primo capo che si chiamò Cinto Brandini; affrontò la forca con grande e stoico coraggio.
egli
L'importanza storica di questi eventi
dopo quando,
le
non
si
conteranno, e
molte "parti" (da qui
i
Geremei
nel 1378,
"
il
"popolo minuto" e
Le
ma
furono
richieste
dici a Firenze ecc. le
prime forme
di "capitali-
e cioè di concentrazioni di danaro che implica-
vano, non a fronte di produzioni di beni, un adeguato
impiego dello stesso e cioè
il
il
loro Arti minori.
come una
rifor-
da dare dignità e peso
con evidenza proprio per
al-
"Ciompi"
i
significato di "centro-sinistra" di que-
sta posizione.
risposta di coloro che detenevano
quanto mai "moderna to
temporaneamente
duò
le divisioni nel
scendo
a
"
in
le rivoluzionarie richieste, indivi-
campo opposto
Gli stessi mercanti
rompendo
potere fu
il
quanto, dopo avere accetta-
porre l'uno contro si
l'altro
opposero
i
e le utilizzò riu-
loro av\'ersari.
ai
"Ciompi",
inter-
l'afflusso dei viveri in città.
A che
artigianato e padronato corrispose, naturalmente, la
ben guardare,
con
essa, quel
cumulo
la
fulminea esplosione di
verificò in questa terra fra
il
1050 e
il
civiltà
1250
cir-
manzoniano "volgo disperso che nome non ha", almeno quello padano, conquistò il mondo. ca è sbalorditiva:
Non
il
certo militarmente,
della nostra cultura,
ma con
con quelle
fra le cose piìi
lettere
la
costruzione
che ancor oggi
piene della letteratura
europea; con quella intima, intensa, vera, religiosità francescana che ridiede decenza le arti,
al
cattolicesimo; con
che ancora oggi attirano uomini
lavoro, cioè con
mondo. Conquistò
la
mi, tessuti) e con
presenza dell'operaio salariato e dipendente, una figu-
nuovissima
si
quattro angoli del
"profitto".
fronte della comparsa di capitalismo, industria,
ra sociale
sfuggirà
rappresentano
Nei Comuni appaiono
A
le
di alta politica,
politico-istituzionale tale
non
e Lambertazzi a
Bologna, Montecchi e Capuleti a Verona, Pazzi e Me-
utile
vide subito
si
nuovamente, gli "scardassatori di lana si levarono a tumulto con un nuovo capo: Michele Landò. Questa volta con gli scardassatori c'era anche tut-
che
Guelfi e Ghibellini, papi e imperatori. Bian-
"partiti"):
chi e Neri, per poi diventare
smo"
Toscana, sottoponeva
la
indicato, le articolazioni che oggi caratteriz-
società
esse determineranno, erano già presenti nella consorteria
(l'ar-
ma
La
i
la
"tumulto" non ebbe naturalmente successo,
di seguito.
La plebe "sanzarte, né parte", non ebbe rappresentatività ed era nota con vari nomi: "Patari" a Milano, "Ciompi" a Firenze, gli "Straccioni" a Lucca, ma consistevano sempre nella medesima, terribile, nulla identità. Le lotte del proletariato erano di là da venire, eccettuati alcuni sommovimenti di cui si riferirà.
in-
dipendenti a vite disumane.
e
la
gente erano assai
contadino del conte feudatario e
padana, con predilezione per
le classi inferiori
erano
cioè, diviene "classe so-
Calimala) caratterizzava buona parte dell'Area
te di
PI, la
ceti inferiori
una strutturata rappresentanza
La massa
paleo-industrializzazione, che nel settore laniero
Arti minori,
I
fine di chiedere, per la pri-
al
sociali di quella
feriori a quelle del
ceti produttivi e cioè botte-
produttori, espressero invece le
il
la rivolta della ple-
ciale".
to
influenti fra
volta nella Storia,
il
cittadini a piìi alto potere pro-
duttivo ed economico che subito
che oggi sono per noi
ma
sindacale e politica.
Il
"capitano del popolo".
"popolo grasso" e cioè
lavoratrice di Firenze
suoi pari era concreto.
Proprio per sanare questo rischio nobili gli
il
rissosità di
le
be
il
un momento successivo apparve
questi nobili, veniva scelto in altra città, cioè
gli,
Fra queste risulta di particolare rilievo storico
ca-
li
ratterizzano.
Conquistò
il
produzione
di
il
di cultura dai
mondo con
ogni manufatto
commercio.
mondo con un modello
il
il
(ar-
di società
di pro-
(nobili, capitalisti, imprenditori, banchieri, prestatori
blemi indotti come scioperi, lotte sindacali, rappresen-
d'opera, politici, sindacalisti, partiti politici, capitani
tatività dei
e,
gruppi sociali che oggi caratterizzano
la
no-
stra società.
del
popolo
ecc.)
allora, a
ben guardare, ha
ispi-
^
Quei "padani" conquistarono infatti il mondo con commerci (Marco Polo) e con quel sistema finanzia-
Assieme al "capitalismo" ecco quindi apparire le prime "guerre sociali" e cioè conflitti armati fra parti accomunate da un sostrato ideologico, classistico ed
i
economico.
fiorentino, che
50
che da
rato l'Europa e con essa la società d'oggi.
rio tipico di questa terra, si
particolarmente genovese e
chiamò "finanza"
e consistette
non
Roberto Sgarzi
.
solo nel vendere e prestare danaro,
ma
con
addirittura,
una rete impressionante di corrispondenti internazio-
concedeva largamente,
infatti,
ad alcuni
cittadini la
li-
bertà di rendere schiavi alcuni simili, sia della loro na-
nali, di
serie
comperare e vendere danaro di ogni parte e adcomperare e vendere (con una bene indicata mondiale di fiere e mercati a questo specializza-
zione, che forestieri.
dirittura
Il principio di libertà che nacque in quei tempi in Area padana era straordinariamente diverso ed era le-
ti)...
debiti e crediti.
gato ad un innovativo concetto dell'universalità del
La banca
nome
ha questo
mon-
consorzio umano. In quel principio
il
prestarono e vendettero a papi e re di quell'universo
no era chiaramente presente. Questo concetto, rivoluzionario
e innovativo oltre
su quella loro tavola... quel loro banco
ogni dire per quel tempo, anche se può sembrare na-
do
ro
di oggi
in tutto
il
a gloria eterna di quei nostri antichi progenitori
nome
il
me...
nella loro lingua.
al
sono ovunque così
streets"
quale diede-
banchieri erano noti co-
I
"lombardi" e proprio per questo
i
che
diffuse,
le
"Lombard
ma erano
anche
av-
versati come... succhiadenari! il
mondo con
le
gli
tarono
sangue dell'economia europea e conquistaro-
il
zecchini,
no quel mondo con barda" era
i
fiorini,
i
la lingua, in
momento
in quel
ducati che rappresen-
quanto
la
lingua "lom-
i
cartoni di Asterix?), essi
diretti
con
tutti
i
si
elevarono a rapporti
monarchi e potenti di quel mondo. in pugno, avendo in mano i
Anzi spesso tennero
i
cordoni della borsa, re e imperatori. Questi "padani" sono uno dei motivi di autentico orgoglio di noi
ma
padana,
italiani d'oggi,
mondo
perché proprio
Queste due parole co documento (che
documento
in
Area
nuovo e con esso un mondo nuovo.
erano
conosca
prime
le
dell'anti-
riguardo è
al
il
primo
2 giugno 1257, ad eter-
della storia) che
no onore e vanto dei
cittadini bolognesi, decretava l'ala
liberazione, a spese della
Repubblica bolognese, di ogni "servo" schiavi) presente in quel
momento
(in realtà
erano
su quel territorio.
Quel documento contiene altresì con grande prenomi dei 5855 nuovi cittadini bolognesi, che sono quelli degli ultimi schiavi presenti in Bologna. Fu così che, come ricorda Gina Fasoli, 5855 "servi" appartenenti a 379 proprietari furono riscattati. Di questi furono 2768 i minori di 14 anni e il loro prezzo fu di otto lire, mentre 3087 furono maggiori e costacisione
i
i
rono dieci
nacque un uomo
solo in quell'ambito,
si
occidentale.
latine
bolizione della schiavitù e
lingua universale.
Questo fecero quei "padani" in pochi decenni: dalla feudale "economia curtense", che con dimensioni animalesche vincola\'a ogni produzione e consumo alla corte del castello o al villaggio (ricordate fantastici
l'uomo d'oggi, è descritto in modo esemplapreambolo ideologico del Liber Panidisus e si può considerare la prima pietra della grande rivolure nel
loro
monete:
cristia-
turale per
zione liberale del
"lombardi" conquistarono
I
pensiero
È
lire.
altresì significativo
di spesa fra
che non
vi
furono differenze
maschi e femmine.
L'esborso per l'Erario repubblicano fu di 53.014 re
da pagarsi in
Le
La Padania, Bologna e la libertà
tre rate annuali entro
Ma
turale che ancora oggi sconvolge per la forza e la qualità,
in
quanto
prirono
può ben
si
la libertà
dire che quei "padani" sco-
se gli
uomini che
delle genti in cui
nati.
le
la
ha reso
sono
memore
dell'uomo.
seguenti:
schiavi,
popolo romano, quello greco, quello celta, queUo germanico, ma questo stava solo ad indicare un certo ordinamento sociale di quelle società. Esso
stro Redentore,
ha
B)
Il
Medioevo
nell'Italia centrale
vengono
si agisce il
diritto
restituiti alla libertà
del passato e protesa verso la libertà,
il
Ottiìnamente
Perciò la nobile città di Bologna, che
combattuto per
considerò
''
natura ha creato liberi e
si
Libertà è termine largamente abusato. Libero
li-
1259.
affascinanti parole, eleganti e sintetiche, del Li-
ber Paradisus sono soprattutto fu la rapida rivoluzione etica e cul-
il
ad onore
il futuro,
di
Gesù
ha sempre Cristo, no-
riscattato tutti coloro che nella città e
nella diocesi erano vincolati alla condizione servile"
Era nato un
la
uomo nuovo e con
lui
un mondo nuovo.
violenta reazione che passò alla storia
come
"perse-
cuzioni dei cristiani".
Con una
truffa storica
si
forma un grande
Per l'imperatore era inaccettabile e considerato
stato: lo
come gravemente
Stato della Chiesa
stessa dello Stato
Verifichiamo ora quanto rico del centro Italia, se
sia
diverso
paragonato
a
il
divenire sto-
quello del Set-
tentrione ora illustrato.
Lentamente, già
a partire
tlal
11
secolo d.d.,
ispiratori di
Lllalia
l'
romano
e furono
ili
appunto
11
stato nello
minò
principi
questo allora pseudo-stato a determinare
le ire Italie
di religione
alle leggi dello stato le leggi
Esemplare
al
riguardo era
il
rifiuto di
cittadini di prestare servizio militare.
la
i
che anteponesse
della sua Chiesa. tali
Chiesa cristiana assunse una dimensione stato imperiale
cristiana
pericoloso per l'unità e l'esistenza
romano, quel cittadino
crollo dell'impalcatura dello stato laico deter-
l'acquisizione da parte della Chiesa di spazi
niinistratixi e politici.
Lo
stesso
fenomeno
si
am-
ripeterà
nel 1945.
51
Tale stato, teoricamente teocratico, sarà nei secodi fatto, l'espressione del potere della
li,
mana
nobOtà
ro-
varie per ottenere ciò che era stato da
ma
so,
pontefice.
In merito a questo
Con papa Stefano (754) infatti, la Chiesa Cattolica Romana diviene esplicitamente stato e soggetto politico, proponendosi come naturale erede del-
"percentuale"
penisola dell'Impero
sulla
romano
d'Oriente e cioè dei bizantini superstiti dell'invasione di Giustiniano del 553, era
sempre più
ormai sempre
con
frizionante, sia
le
potere temporale della Chiesa romana,
meno
effet-
ambizioni di
sia
con
l'intol-
leranza delle popolazioni italiche per la corruzione e l'inefficienza amministrativa, politica e militare
sempre
greci dimostrarono
papi furono assai
dei re franchi nulla
vece per
le
e
abili.
ovunque Se
cambiò per
i
popolazioni del nord
le
in-
senza longobarda e
la
loro minaccia a
potuto essere allontanata solo da
dura pre-
Roma
altra tribù
avrebbe
Fra
l'altro
mentre i
i
franchi erano di religione
longobardi avevano conservato
cri-
divisione degli utUi" era
prendevano
si
terre e pos-
nell'Italia centro-settentrionale
come
era nel conto), la Chiesa
to,
possedimenti che risultavano bizantini, o comun-
i
que erano ostilità fra
bizantini,
incamerava,
si
sta-
badi bene, all'apertura delle
si
franchi e longobardi.
un problema. Infatti anche se la Chiesa un robusto apparato civile, ammini-
c'era
era costituita da
strativo e militare
che controllava U
rimane-
territorio,
va purtuttavia una curiosa germinazione spontanea: era
uno
stato.
Conseguiva un certo imbarazzo per U Regno co trattare
alla pari
fran-
con una struttura che stato non
era.
non esitarono, con papa Stefano, a porproblema e a costruirsi, di sana pianta,
pontefici
I
rimedio
re
stiano-cattolica,
della
franchi
i
resto dei possedimenti longobardi nella penisola
(il
germani-
franchi.
una logica
non
papi fu di abilità e freddezla
un
attuali,
favore dei papi, che dei franchi in
sedimenti longobardi
non
regioni centro-italiche. stessi
semplice: Carlo e
Ma
con l'avvento
con termini
stese,
che definiva e implicava nel
tutto questo "affare".
in Italia.
infatti
za eccezionali. Essi compresero subito che
i
che
regno ex longobardo, tutto cambiò
L'opera di quegli
ca:
sia a
La "percentuale
La presenza
Italia e cioè del
tempo promes-
ci fu.
"profitto globale della guerra in Italia",
l'Impero romano.
I
si
"protocollo d'intesa"
Apostolica
tiva e
armato
appunto da queste grandi famiglie
e laziale e
(Orsini, Colonna, Barberini ecc.) verrà abitualmente il
infine l'intervento
al
quanto necessitava.
Quanto
la lo-
necessitava era
un
falso clamoroso: la "do-
ro religione cristiano-ariana, quindi la preferenza ave-
nazione di Costantino", frutto di una ribalderia non
va anche ragioni, almeno formalmente, dottrinali.
comune. Fu allora fatto stendere, seduta stante, da un ignoto amanuense, un falso documento datato mezzo
papi furono fortunati e puntarono, all'interno
I
della corte del Regno franco, su un giovane conte emergente e scalpitante: Pipino. L'appoggio della Chiesa fu per lui determinante, e vi fu una rapida carriera conclusa con un colpo di stato a danno del re le-
millennio prima, dal quale risultava che l'imperatore
Costantino "donava"
al
tolo di "imperatore
romano" nonché
prietà varie, cioè
Roma
te quell'evento
di
interpretò ed enunciò pubblicamen-
come
ro: i
il ti-
terreni e pro-
stato.
truffa,
ma
questo naturalmente non cambiò
la
le cose.)
"volontà del Signore" e minacciò
scomunica chi si tosse opposto Carlo e Carlomanno.
a re
Pipino e
ai
suoi
figli:
II
e ai suoi discendenti
(Già nel 1442 Lorenzo Valla, un filologo, scoprì
gittimo: Pipino era re dei franchi.
Subito
uno
papa
"costo politico" dell'operazione fu subito chia-
intervento in appoggio della Chiesa in Italia contro
longobardi e adozione del cattolicesimo,
come
"reli-
franchi
I sì.
.
in
.
tini
non guardarono per
il
sottile e
nacque co-
questo modo, lo Stato della Chiesa e
rimasero
gli stessi
i
suoi con-
per ben 1085 anni e cioè fino
1859, esattamente coincidenti sui confini fra
i
al
possedi-
menti bizantini e longobardi.
gione di stato", negli sterminati domini che questi
II
limite settentrionale dello Stato pontificio per
morte del padre Pipino e l'immatura scomparsa del fratello Carloman-
tempo è rimasto là dove confinava con Modena. Proprio lì, sul fiume Scoltenna, oggi conosciuto come Panaro, si arrestò infatti nel 643 la prima
no, era diventato
ondata dell'invasione longobarda
di re Rotari e quello
Langobardia e
la Romania, come si Regno longobardo e
nuovi "Carolingi" conquistavano
Carlo che nel frattempo, dopo
il
tutto questo
in tutt'Europa. la
solo detentore del potere, capì su-
bito l'enorme aiuto che la Chiesa poteva offrirgU e
si
diede ad una forzata e sanguinosa "cattolicizzazione" dei suoi domini.
Dopo
Costantino
egli fu
il
secondo
imperatore ad attuare una ferrea collaborazione
fra la
sua dimensione politico-militare e
civile
fu
confine fra
il
la
diceva in quei tempi e cioè fra
il
quello bizantino, presente in forze in Bologna.
e religiosa offerta dalla Chiesa cattolica. Altri esempi,
longobardi travolsero poi, partendo da quel conBologna e Ravenna, conquistandole, ma per poco tempo. Il trattato con Carlo, redatto dagli astuti pon-
nei secoli, verranno.
tefici
Per ce e
52
i
la
guerra
ai
longobardi
la
papi dovettero minacciare
i
la
dimensione
I
fine,
prevedeva,
come
si
è detto, che tutto ciò che tos-
cosa non fu sempli-
se stato conquistato dai longobardi
franchi di ritorsioni
trattato stesso
dopo
avrebbe dovuto essere
la
firma del
restituito al
nuo-
Roberto Sgarzi
vo Stato italo-bizantino e Chiesa e così
A
cioè, ormai, allo Stato della
causa di quella piccola, banale,
purtroppo vera
gamena, Bologna,
le
Romagne
e
una per-
in
Marche dovettero
le
E
risibile clauso-
da qualche ignoto amanuense
letta, inserita
e
vranno sempre battagliare con
La
le
pretese papaline di
violenta ostilità antipapalina tradizio-
zone nasce da questo. Ferrara, Mantova, Modena, Parma, Venezia,
nalmente presente
ranno invece
si
è di fronte
in quelle
importante
riguardo ricordare che attorno
al
al
Mille lo scenario geopolitico è a grandissime linee costituito da:
- nord, ovvero Area padana: assenza
subire una dominazione innaturale e millenaria e do-
acquisizione.
nella sostanza. In realtà
ad un antico dramma, fonte di odierni problemi.
tu.
nomie
di reali auto-
massiccia presenza del germanico Sacro
locali,
Romano Impero,
rappresentato dai suoi
conti e
fidi
margravi;
- centro, e cioè
sa-
- sud e cioè "da Cassino
Sarà poi l'orribile dominazione spagnola a consen-
sempre in omaggio a quel "codicilsaranno appunto le lunghe picche spagnole a rie
Abruzzo, Marche,
l'attuale Lazio,
Romagna: presenza organica
città libere.
dello Stato della Chiesa; alla Sicilia",
presenza
frammischiata di arabi, bizantini e normanni
tire la riconquista,
sai
lo"
rio e
as-
in va-
tumultuoso rapporto.
portare nel Cinque-Seicento, l'allargamento del regno del
papa
a quella parte della Val
Come contro
già
si
è detto
longobardi e acquisì anche
i
quella gente: sarà Carlo
Nel Natale dell'800
Il
il
la
guerra
titolo di re di
Grande, Carlo Magno.
iJ
re Carlo dei franchi fu incoro-
in
papato cioè è uno stato di ancora recente e mi-
nacciata esistenza
antipapi e
(gli
le
conseguenti guerre
interne fra fazioni saranno numerosi) e costituisce nella
Roma da papa Leone II come imperatore del SaRomano Impero e difensore deOa fede cristiana. E
nato cro
Padana.
franco Carlo vdnse
il
penisola una geografica "cintura centrale" costante-
mente compressa da ambo
i
lati
da forze potenti che
la
anche dall'interno.
A
aggrediscono.
Quel potere
è minacciato
qui bisogna raccontare un piccolo episodio che assu-
partire dal Mille la ventata di libertà e
merà un'incredibOe importanza. Sì, perché la cerimonia dell'incoronazione, secondo cronisti dell'epoca, non
scaturisce dalla Padania investe anche
i
era stata convenuta fra la
le parti,
imperiale, e all'ultimo
tefice si
momento quella volpe del pon-
capo
di re Carlo.
Questo
papa e solo U papa, avrebbe avuto conoscere il titolo imperiale, conferendo che
il
il
al
ri-
potere tem-
porale una caratura mistico-religiosa.
ma
dovranno attendere mille
si
anni perché un altro imperatore sistemasse
la
questio-
Napoleone che non ricadde nella trappola pontificia e, strappando al momento opportuno la corona di mano all'intimidito papa dirà "Dio me l'ha da-
ne: sarà
ta e
me
guai a chi
la
tocca
".
potere miracolistico dei papi
In materia di regnanti finì
Roma
antiche strutture senatoriali,
vigore e pretendono e ottengono
Anticipiamo lywoodiano: lo"
i
la fine
in quelle
potere.
il
della storia
"guerre per
con linguaggio hollibertà del
la
"peones padani" riuscirono eroicamente
happy end non
a batte-
si
ebbe per
i
"valorosi patrioti rivolu-
zionari" romani: essi furono battuti, alla fine di
duecento anni
voluzionari dei "cardinali cattivi", sostenuti dai feroci latifondisti e ni,
da "spade prezzolate" (saraceni, norman-
bizantini e germanici).
Per concludere... "basta guardare"... come dice
il
il
Galileo di Brecht.
solo allora.
a Carlo, in quel Natale dell'SOO
ben
di eroiche lotte, dagli eserciti controri-
Questi papi vinsero una lotta mortale per
Tornando
popo-
re le soldatesche dell'impero "cattivo"; invece questa
Pare che Carlo fosse furente per questa ulteriore gherminella pontiticia,
e le at-
fino ad allora di nessuna valenza politica, riprendono
significava
potere di
Roma
Lazio ed Umbria.
Soprattutto in
quella pontificia e quel-
impadronì materialmente dell'oggetto corona e
fu lui a porla sul
tuali
autonomia che
si
ribadì
nei confronti di quell'antico
il
potere
popolo romano con cui
ma
da parte pontificia che avversarlo avrebbe significato
essi
l'immediata scomunica e
dove l'imperatore al nord non era riuscito: impedire ogni forma di libertà per loro sottoposti. Il pericolo corso dai pontefici fu però grande e costituì una non tlimenticata lezione per la geografica "C'intura pontificia". Da quel momento quel gruppo di nobili e latilondisti con tiare e mitre ebbe la co-
la
perdita dei Sacramenti.
furono spregiudicati e
spietati,
riuscirono
là
i
Il
gioco era fatto:
La parte
l'Italia
era divisa.
settentrionale era sotto
dominio franco-
il
longobardo e cioè germanico e invece
la
parte centro-
erano ancora zone ad influenza bizantidominio pontificio di tipo mediterraneo. Resteranno divise per mille e piìi anni.
meridionale
(vi
na) era sotto
scienza che
la
salvezza di quel "bendidio", che "la vo-
lontà divina" aveva loro riservato, sarebbe nei secoli
obbligatoriamente passata attraverso le Il
dramma
di
Roma
e del suo libero
Comune
lamento delle forze lo
L'affermazione secondo
la
quale
fenomeno unicamente "padano"
Lltalm e
le
Tre llatie
i
Comuni furono
è inesatta nella iorma
la
negazione del-
libertà all'interno del loro stato e attraverso l'annulostili
presenti
al
nord e
al
sud
del-
Stato pontificio.
Come
tare? C^ol.
Cioè impedendo
.
.
divide et imperai
al
sud
di unirsi al
nord
d'Italia e
53
facendo
sì
che
le
molte forze che costituivano
Puglia e
Ed
le
lunga e sanguinosa.
Da un niti a
che ancora
nostre disgrazie odierne, nascono dal fatto
misero secolo e non da cinquecento o gli altri Stati
europei.
Ebbene queste
sono proprio originarie
Roma, che
quella
quella
in
Medioevo Roma,
in quel
abilità a massacrare... l'altra
contro
italiani,
oppure
questo fino
nieri e
piìi
come
anni,
che
e a porre italiani stra-
poco
e di
diabolico invece ha molto, c'è un aspetto che per l'uo-
che quel gruppo di
boni incredibili che costituivano glio di Pietro" riuscì a
che usò nelle azioni
pagare ogni sorta di mercenario
militari,
benedizioni, acqua santa a
uno
Il
non
imposizioni delle mani,
casuale, era an-
erano molti papi condottieri,
II, ci
rimise addirittura
la
pelle
la
alla testa dei
suoi
fortezza avversaria. le
lunghe e non accennava
a favore di
alcuna delle parti, quan-
andava per
conflitto
do entrarono prepotentemente su quello scenario tre grandi personaggi storici: Arnaldo da Brescia, il papa Adriano IV e l'imperatore germanico Federico I Barbarossa.
Fu si
a
questo punto che
allontanarono dai
fatti
le
cose del
comune romano
e dai destini dei "confratelli
padani".
con monete stupefacenti:
litri,
Lucio
dei quali,
ad una soluzione
fur-
"reggimento del So-
il
lì
fratello dell'antipapa Anacleto.
Sull'altro fronte vi
con grande
riuscì
Comu-
di probabile deriva-
assediava
In tutta questa storia, che di cristiano ha
mo moderno è esilarante e cioè
una famiglia
di
quale, fatto forse
il
"cintura" e
in...
Palazzo
dov'è ancora oggi), capitanati da Giordano Pierleoni,
durante uno dei tanti scontri, mentre
contro mercenari
italiani
al
disgrazie odierne
giorni nostri.
ai
liberi cittadini, anch'essi "riu-
Parlamento", con riferimento
zione giudaica,
sia così.
i
nale che era costruito sul Campidoglio (proprio
nostra povera Italia è nazione da poco più di un
la
lato c'erano
uomo preminente
Sicilia... ecc.
Tutte
che
al
a molti pare
Naturalmente non acconsentirono e fu una guerra
regni
i
nord non potessero, unificandosi, divenire una massa critica in grado di minacciarli. Insomma la salvezza di quella Roma avrebbe dovuto passare attraverso una costante, ctistruita, inimicizia fra Milano e Napoli, fra Venezia e Lombardia, fra presenti al sud e
mentre questi ultimi, assai pragmaticamennon misero mai in discussione l'aspetto politico delInfatti
te,
assoluzioni di ogni peccato, vite eterne in paradisi lu-
l'impero e
minosi, salute in questa vita e salvezza nell'altra.
mitandosi "semplicemente" a "onorarlo senza più dar-
Per
i
più esigenti e per
cardinalizi,
pelli
per... Lui, per
monasteri, re
ecc.
.
invece l'oro,
gli scafati c'era
oppure raccomandazioni autorevoli presso dei quattro angoli del globo,
.
i
monarchi
fine di ottenere cap-
al
tiare,
sinecure,
finché
ressato diveniva imperatore... anzi Sacro
re l'inte-
Romano
Im-
lo
economico e
posizione del
ammantarsi
politico,
dell'imperatore, U-
comune romano
di
un
ma etico,
significato
volle,
non
so-
religioso, ideologico
e teologico.
Uscendo regola)
alla
dai territori longobardi
Comuni alla
si
dell'Italia centrale
ritornava quin-
non sfuggivano
dimensione bizantino-mediterranea
dei grandi scontri sulle eresie religiose, che natural-
L'Urbe.
e
genitore della poi lunga
re,
e scusate se è poco.
Le "cose romane" sono molto cambiate?... Chissà!
il
Arnaldo da Brescia, Adriano IV Barbarossa
i
rono con lerà
Vediamo ora come come un autentico
disastro per la Storia d'Italia.
A
anche per
cavallo del Mille
bertà che da farsi
si
verificò questo, che
tempo covava
sotto
Roma la
il
rispettivi
rive-
si
fuoco di
li-
cenere cominciò a
vivo e divenne incendio nel 1141. Per
ricerca di
romani la autonomia fu ancora più facile che per cor"padani", che dovevano inventarsi tutto il i
i
gli
antichi
quanto mai adatti per quei momenti e subito costituirono il Senato dei Patrizi della Repubblica romana. Difficilmente il papato e con statuti della repubblica,
esso le grandi famiglie nobOiari
romane
di cui era l'e-
spressione, che avevano così astutamente lavorato per secoli all'instaurazione di
Chiesa
lista di eretici
ufficiale. Egli
che
si
scontra-
rappresentò quell'in-
transigenza morale, derivante soprattutto dal
che non poteva non vedere
mondo
la
profonda difformità
esi-
stente fra quella Chiesa ufficiale cattolica. Apostolica,
Romana
e l'originaria Chiesa del Cristo, dotata di va-
lori etico-culturali
esattamente opposti a quella del
pontefice. I
Gli abitanti dell'Urbe rispolverarono
la
germanico, di cui appunto Brescia era un epicentro,
nuovo.
}4
alla figura
mente nascondevano interessi assai concreti. A guidare romani su questa strada fu naturalmente chiamato il primo degli eretici medievali e un vero "esperto del settore": Arnaldo da Brescia. Arnaldo da Brescia (nato circa nel 1090) fu un pro-
peratore e cioè re dei
to,
la
viceversa, subito
di (e quei
Cosa non trascurabile perché da semplice
sudditanza
un soldo",
gli
emergente, poteva esserci anche
l'imposizione solenne della Sacra Corona.
la
ri"
e
seguaci di questa dottrina erano chiamati "Patacioè,
nel
dialetto
milanese, spregiativamente
straccioni, la loro presenza è già segnalata attorno al
1000,
ma
essi si
autodefinivano "Pauperes Christi":
Poverelli di Dio. L'esempio, ancora
una
i
volta, veniva
da lontano, dal Medio Oriente bizantino e furono viaggiatori, mercanti e crociati a portarlo fra di noi.
un regime teocratico assolu-
avrebbero potuto acconsentire.
Ancora una
volta... "bastava
guardare".
Roberto Sgarzi
Celibato, contro lussuria sfrenata; generosità contro usura; culto della povertà, contro la pratica della
più sfrenata ricchezza;
"vivere di elemosine e della
il
Adriano IV non
attese però il germanico per sedaquanto subito lanciò contro l'Urbe fulmine della scomunica.
re la ribellione, in il
Non
Prov\'idenza divina", contro un sistema costituto da
gendarmi armati fino
troni, eserciti potenti e
denti,
ai
che certo non avevano come finalità della loro vita levangeUco "offrire l'altra guancia" a chi li colpiva.
Insomma
coma
un sistema
angioletti, era
di go-
verno costruito su un cumulo di evidenti bugie, che nel rigoroso ambiente germiinico era sempre
Ciò che Arnaldo proponeva era
ritomo e
la
della Chiesa alla semplicità dei
rinunzia degli ecclesiastici
bresciano sarà fra
i
ai
meno tollerato.
rigore morale:
il
il
primi di una schiera interminabile.
Arnaldo da Brescia era un europeo.
Infatti, a
causa
scomunica
In caso di
teva seppellire
i
No,
di oggi,
che scomu-
cosa era molto con-
la
strema unzione, né alcun
in
La
modo
la collettività
morti o battezzare
dovevano affrontare
di
l'aldilà
i
colpita
neonati,
senza
il
i
non po-
moribon-
conforto dell'e-
individui scomunicati potevano
gli
essere avvicinati dai fedeli ortodossi.
freccia colpì
una
città già prostrata dal
lungo
un baratto con l'astuto inglese: via la scomunica, ma fuori la mente ideologica della rivolta e cioè Arnaldo da Brescia. assedio, ed essa acconsentì ad
del suo dichiarato pensiero critico nei confronti di quei
papi e quei cardinali, era stato costretto a fuggire dalla
menti
le
creta.
tempi apostolici
beni temporali. Quel
immagini, con
dottrinale o protocollare.
era gente che cercava di contrabbiuidare
pendagli da forca
si
nicare una città fosse allora un banale fatto di contesa
Così fu e
degU
la
il
povero, puro,
monaco
iniziò la
lunga
Città Eterna: questa volta
esiliati dalla
fi-
Fori
i
sua città natale, inseguito dai pugnali e dagli anatemi del
imperiali,
pontefice, ed era variamente approdato a Zurigo, a Pa-
dranno esule umiliato. Seppur privi del consiglio di Arnaldo, il comune e il senato romano non avevano certo rinunciato ai sogni di autonomia e di gloria. Essi inviarono quindi all'incombente Barbarossa messaggi di benvenuto, ma anche un memento esplicito: la fonte dell'autorità e del
rigi,
ove fu amico di Abelardo, e
del legato
Guido, finché nel
Anzi giunse
in quella
plesso e feroce conflitto. Rostri del
1
in
Boemia
seguito
al
145 giunse a Roma.
Roma, in preda a quel comLe sue infuocate orazioni dai
Foro romano accesero
gli
animi repubblica-
votandoli ad una lotta ancora più dura.
ni,
La
Storia fa pensare che
ramente qualche "Santo uscire dai
momenti più
il
difficili
perché riesce ad
togliendo dal famoso,
magico, cappello a cilindro, qualche papa di particolare prestigio e così fu
anche
quel cappello e in quel
in quella circostanza.
momento
uscì
Adriano
IV,
Da un
prete inglese (nella storia l'unico papa d'oltremanica) e fu
lo videro
glio e lui
Federico poteva, per augusta compiacenza
del Senato e del
mo
Popolo Romano, considerarsi il "priil primo dipendente di questo pote-
ufficiale" cioè
re politico e amministrativo.
In poche parole: vieni, comportati bene e noi coroneremo imperatore, ma i "piloti del vapore" mo sempre noi.
un grande papa. fra
il
1100 e
il
1120 ad
di storia e di sogni,
dicembre 1154, viaggiò a lungo in Europa per missioni inerenti il suo impegno pastorale. Egli dimostrò subito grande energia, alto concetto del suo ufficio, rare qualità diplomatiche e cercò una
tare e politico.
specie di autorevole mediazione che sapesse porre fine
ma
ad una guerra che sembrava senza sbocchi.
di fare
5
In questo fu addirittura preceduto (1151) da Ar-
naldo, che vedeva rapidamente scemare
pegno Il
la
forza e l'im-
il
nipote che sarà
il
pre)
con
del nord d'Italia l'occasione per fare opportuna conoscenza: Federico I, il
Barbarossa.
L'Italia e le Ire ÌUilic
di
il
questo signore
re di
Germania,
infatti finirà.
lui
riconoscimento pontificale e
pendenze interne con sempre in subbuglio. germanico scese quindi
Il
po avere incendiato na,
si
i
affrettò verso
ben più
Comuni Roma,
il
conseguente salto
di
potenti principi
te-
altri
in Italia nel
154
e,
do-
tencntiosi però alla larga
forte Milano.
con largo omaggio e larga pompa,
do
1
di Asti, Chieri e Torto-
L'astuto papa inglese subito
terzo per-
nuovo re germanico, giovane, ambizioso, rampante, duro e deciso. Non mancherà di lì a poco, anche per i Comuni quest'evento e cioè
male e così
papa inglese, al fine uno scambio (il solito scambio di semche però gli avrebbe permesso di risolvere, con il
dalla
di
finire
dell'autorità internazionale del
deschi,
Al suo posto giimse
poteva che
certamente di potere mili-
e orgogliosi repubblicani, abitatori del Campidoglio,
qualità,
sonaggio storico
ma non
Federico aveva estrema necessità non degli sparuti
militare dei "repubblicani", già divisi in fazioni.
morì.
detto
Non
mediatore poteva essere solo l'imperatore ger-
manico e cioè Corrado III, reduce da una disastrosa crociata, ma egli non potè mantenere la promessa di un immediato viaggio a Roma perché improv\isamente
sare-
più imprudente per un potere locale ricco di orgoglio,
Abbot's Langley e anch'egli prima di essere eletto pail
in-
ti
Visione allucinata e irrealistica delle cose, per di
Nicola Breakspeare nacque
pa,
acclamato protagonista, lo ve-
potere era e doveva restare per sempre sul Campido-
papato debba avere ve-
in Paradiso",
che
iu subito raggiunto.
gli
a
mosse incontro, Viterbo e l'accor-
Federico avrebbe
sì
ricevuto di
poco la corona di Sacro Romano Imperatore, ma doveva in precedenza, taanit militari, risolvere il problema della "setlizione repubblicana" del comune rolì
a
mano
e dei suoi capi.
.55
imprudentemente rimasto
in zona, fu scoperto dalle
guardie imperiali, portato a Roma,
lì
impiccato, arso e
infine le sue ceneri furono disperse nel Tevere, affinché
per
romani non rimanesse nulla di
i
Barbarossa e
Il
Roma
fatori nella
il
lui
papa entrarono insieme da triondue innaturali al-
riconquistata dai
Federico fu naturalmente incoronato imperatore, Infatti le milizie
comunali repubblicane, offese per
essere state prese in considerazione nelle loro
profferte di incoronazione (e conseguente richiesta di potere), affrontarono
prima
i
seguito del Barbarossa erano
direttamente
comune, a
costituì la
si
ben
forte
piii
la
guida di quel
"Lega lombarda",
guida Milano, che di fatto rappresentava tutto
ter-
Area padana. Legnano il 28 maggio 1176 trionfò la Lega dei A Comuni della Lombardia (regione in quel momento comprendente anche Liguria e gran parte di Veneto ed
compresa Bologna). germanico fu pesantemente sconfitto, dopo una battaglia combattuta furiosamente da entrambe le parti, da un grande esercito comuEmilia,
ivi
nale di 12.000 uomini.
soldati del papa, che al
Il
Barbarossa sfuggì
Per
rientrati nell'Urbe, e poi
i
Comuni
anche una
tedeschi di Federico.
i
se" che raccoglieva città venete sotto
L'esercito imperiale
subito fu la tragedia.
non
costituzione della "Lega Verone-
ritorio oggi
da venerare.
leati.
ma
Dopo una prima
cominciò dal secondo punto e A povero Arnaldo,
Si
romani furono coraggiosissimi e fortissimi, nemici uccisi saranno molti. II ritorno offensivo germanico fu, però, terribile e il numero di vittime romane sarà enorme. Il Campidoglio sarà salvato (cose strane avvengono I
alla
morte per puro miracolo.
d'Italia, a
ben guardare, questa
fu
rivincita.
i
La
Roma
Celestino
di
V e Bonifacio
(1235-1303)
Vili
pulsioni di ortodossia religiosa e di pauperismo,
Le
sempre nell'Urbe!) da un'improvvisa micidiale pestilenza che improvvisamente decimò l'esercito dell'imperatore germanico, obbligandolo ad un rapido ritiro. L'imperatore non pagò quindi il suo debito totalmente. Per vedere represso il problema dell'autono-
provenienti dal nord e dall'Oriente, avevano scosso
mia romana
cescanamente della propria umana modestia, "fece per
si
dovrà attendere
l'arrivo, al seguito del
papa, dell'ennesimo mercenario invasore:
i
normanni.
Bisogna comunque riconoscere che già dopo queeventi il movimento comunale e autonomistico ro-
sti
mano
si
verificano in
Roma assumono
sempre, nei tempi connotazioni di grande rilevanza e di
drammatica, repentina,
mune Dopo
catarsi,
come queste
del co-
passaggio di Federico
il
fenomeno che
comune romano può
dirsi,
purtroppo, largamente
Fu una grande occasione mancata.
e felice.
Comunque
quel sacriticio non fu inutile perché
storia dell'eroica battaglia
ma
eroiche, truppe del
eserciti pontificio e imperiale
giro del
mondo,
ferma ribellione
56
chiuse
il
riseppe soprattut-
allo straniero e fu in seguito a
padana,
il
Comuni
ma
coraggioso, che di
lì
a
questo
poco
la
7 aprile 1167, avrebbe chiamato a rac-
lombardi.
il
ben nota tradizione del papato come potenza militare, amministrativa, economica e religiosa. Insomma: l'Ecclesia cariialis subentrò totalmente spiritiialis.
Quest'uomo rappresentava laziale (al secolo era
in realtà la
dura nobiltà
Benedetto dei duchi Caetani),
se allo Stato della Chiesa le
menzognere
un ambizioso capo
tol-
e alle volte
ri-
presentò per
si
di stato,
un du-
ro e sanguinario principe, che perseguitò in maniera
brutale ogni forma religiosa che
non
tosse ortodossa
al
suo dettame politico e che volle ripristinare la supremazia del papato su principi e re d'Italia e d'Europa. Bonifacio VIII ripropose un dettame costantemenpresente
neW animus romano,
sia
che esso fosse pa-
mundi",
si
Que-
"periodo conventuale" per riabbrac-
palino o comunardo, laico o religioso:
germanico, fece subito
anzi cLEuropa, e
esempio, sfortunato
i
si
il
che aveva anteposte agli
papale.
la tiara
comune romano
Area padana, ove il movimento comunale era sicuramente più strutturato. Roma fu ben prima di Pontida il primo esempio di
colta
gran rifiuto" e cioè rifiutò
ciare la
te
to in
città
il
connotazioni "evangeliche" furono totalmente ab-
bandonate dal suo successore Bonifacio Vili con
fe-
ce capire che le truppe imperiali erano battibili.
La
ste
quello che egli era:
Uuniformare allora lo stato di autonomia e libertà comunale da Domodossola a Cassino avrebbe sicuramente dato alla Storia d'Italia un destino piìi unitario
le scarne,
viltate
dicole vesti di struttura penitenziale e
concluso.
V
secolo Pietro del Mortone), un bravo monaco, che
turbato dalle responsabilità del papato, convinto fran-
ci
interessa e cioè quello della libertà e dell'autonomia
del
(al
istituzionali e culturali dello Stato pontifi-
Esse caratterizzarono l'esperienza di Celestino
àW Ecclesia
e del Senato dell'Urbe medievale. il
cio.
quale
subì un duro ridimensionamento.
Gli episodi che
fondamenta
le
il
"primato morale e
civile" di
"Roma caput Roma con
una
ambizioni di potere planetario.
Era cioè nel suo
convinzione presente in
Roma
e
circondario, di potere utilizzare vicendevol-
mente con le, sia la
la solita
finalità di
potere politico-militare universa-
storia imperiale dell'Urbe, sia
propriamente
classici, sia l'aura
i
trascorsi più
magico-religiosa che
papi avevano saputo costruire attorno
alla
tomba
i
di
Pietro.
Secondo
il
popolo romano
(e si era già visto
du-
Roberto Sgarzi
.
rante
i
primo Comune romauno strano mix fatto di
il
depositario di
Bruto ed apostoli co-
cesari e papi, di repubblicani alla
me
Pietro e Paolo, di costruttori e poeti, di santi e na-
vigatori,
come qualcuno
epoca recente. per quei signori,
dirà in
Questo mix sarebbe stato, farne la prima città del mondo;
la città
ove
due eterne anime del mondo ca e quella temporale.
Si parla di ciò in questa ricerca perché, con quel papa Caetani, quello stato diverrà più torte e problemi dell'unità delle Tre Italie si faranno insormontabili, anche in quanto, a partire dal Giubileo di Bonifacio,
da
ed imla legit-
Infatti
da sorridere, perché è proprio quel-
mix che porterà,
ferma che:
"/4 tutti coloro
che nel presente millesimo
trecentesimo anno che verranno veramente pentiti e
2000 e che ha portato le autorità romane nei mila vendere indulgenze, principati, imperi e
confessati si recheranno alle Basiliche di Pietro e Paolo,
ai
giorni nostri,
al
lenni
concediamo
Per tornare
a
Bonifacio Vili
si
una vena
pero universale che avevano,
ma
i
medio
orientale,
incredibile a chi
convinzione
satrapi, quelli
Doc,
non un genio,
di solito
laziale
che inventò
culto religioso della persona fisica
del papa, la vendita delle indulgenze e... alla
mostra Bonifacio Vili e
il
il
Ed
di im-
molte cose e cioè un certo papato, che per molti versi il
"Ed andov-
vi grandissima gente di tutta la cristianità sì che parve
nel suo genere quell'uomo fu
è quello attuale,
dell'epoca è scritto che
insomma
di messianica
perché fu questo piccolo signorotto
(rimando
perdono dei peccati"
trattava
del solito "satrapo" di derivazione in più
il
NeDe cronache
quant'altro.
con
da allora in poi un... fiume di oro. con Bolla papale del 22 febbraio 1300 si af-
Giubileo
lo stesso
del
c"è nulla
Roma
arriverà a
timazione del loro potere... pagando s'intende!
Non
conflitto fra le
cattolico, quella monasti-
i
tale
re
peratori do\e\'ano fatalmente recarsi per avere
.
Insomma parrebbe l'ennesimo duro
del Barbarossa e del
tatti
no) esso era
.
ma, maggio 2000).
l'avesse veduto".
so l'altare e raccoglievano denaro senza fine"
Agh
eventuali dubbiosi circa la bontà dell'opera-
zione Bonifacio Vili scagliava, in altra boUa, "La ma-
Dio
ledizione di
e [per
soprammercato
n.d.a.]
anche
quella di Paolo e di Pietro!"
Insomma
Giubileo
suo tempo, Ro-
non
anche: ''Notte e giorno due chierici stavano pres-
si
trattava della concessione delle prete-
se virtù di santità miracolistica depositate nella
dei papi,
non più
ai soli re
ma
ed imperatori,
Roma
assai de-
mocraticamente,
stino sia
a chiunque ne facesse richiesta. Certamente per ottenere quella certa millantata e promessa "salvezza eterna" bisognava pagare, ma si sa
te estorte dal rivale
nessuno è perfetto.
Esiste poi un'altra diffusa interpretazione di questa figura,
perché pare che
il
Non sum
digniis di Cele-
una fandonia e che le sue dimissioni siano stacon "forti pressioni". E c'è chi dice che il povero Celestino dopo una
lunga prigionia nel castello di to dal gli
buon Caetani
Fumone
sia stato visita-
che, per concludere
avrebbe conficcato un chiodo
la
questione,
in fronte.
L'ambizioso pontefice, aveva concretamente sottolineato questo suo dettame poltico-ideologico altro editto che,
pena
ni di tassare in
alcun
Laicos 1296, forse
la
scomunica, impediva
modo
con un
ai
sovra-
religiosi (bolla Clericis
i
non ortodossa secondo una conce-
zione rigorosamente cristiana,
ma
sicuramente
utile e
gradita dagli interessati) riuscì quindi a dividere pe-
santemente flitti,
ma
causando
l'Italia,
fiere battaglie e duri
con-
era in un certo ritardo coi tempi che ormai
vedevano il formarsi di robusti stati nazionali. Disegno che non ebbe successo e lini in modo piuttosto inglorioso, in quanto Bonifacio fu semplice-
mente preso
a sberle (lo schiatto di
sari del re di
Francia Filippo
Anagni) dagli emis-
Bello,
appunto uno
di
quei monarchi che quel pontefice irrealisticamente voleva asservire
ai
suoi disegni.
Alla solita scomunica di Bonifacio, Filippo aveva infatti risposto li
con
la
convocazione degli
di Francia (1302) dai quali
rio:
"Solo Dio e non
il
Stati genera-
ebbe un giudizio
lapida-
papa, era arbitro delle volontà
dei re di Francia!".
Nel marzo 1314, per sottolineare questa stinzione tra
Roma
tara massacrare Papa Bonifacio Vili (1235-1303). Questo papa ripropose con forza la dimensione socio-religiosa di tipo bizantino-satrapico. Una delle componenti di questa cultura era la grande diffusione di immagini del papa regnante in figure di dimensioni spesso colossali. Quella in figura (anticamente arricchita da ori e gemme) è attualmente esposta al Museo Civico Medievale di Bologna.
L'Italia e le Tre Italie
i
e Stato francese,
ghiera, che rappresentavano
mondo
assassini, il
totale di-
re di Francia
cavalieri Templari, strana
ne di monaci, guerrieri, feroci Chiesa nel
il
commistio-
gente di pre-
braccio armato della
allora conosciuto.
Disegno quindi largamente ridicolizzato dai tempi
57
Quel disegno
nuovi, però utile e determinante se limitato all'interno dello Stato della Chiesa, per glaciare quella "cintura pontificia" sicuramente rafforzata, ad
un cultura
so-
resto già allora presente nel pensiero politico di molti
che soffrivano nel vedere decollare
italiani
da Basso Impero e al fine di eliminare da quello stato ogni torma di libertà politica e di autono-
zionali europei e
mia amministrativa. Sarà da quel momento e con il non improbabile chiodo di Bonifacio, che la "parte conventuale" della cattolicità non avrà più peso politico e anzi sarà utilizzata dalla soverchiante "parte temporale" come "fac-
no, sanasse
che
sociale, culturale e politica
cui realtà socio-culturale è stata
la
il-
le
continue guerre e guerricciole che angu-
rapporti fra
i
i
troppi
presenti sullo
stati
Dante e Petrarca avevano questo
vale.
Ma
grande
di
in
Roma
c'erano
i
sti-
sentire.
sogni,
non certo
un'adeguata borghesia mercantile o un "popolo minu-
Cola
di Rienzo,
vergere in
Roma
nonostante tutto, riuscì a fare con-
mezza Europa
principi e signori di
per discutere modi e tempi secondo l'autorità imperiale
divenne enorme.
lustrata in precedenza,
stiavano
divi-
se lo Stato della Chiesa dai confinanti territori toscani
e di Area padana,
italiano
na-
to" in grado di produrre elevati progetti politici.
decenza spirituale".
La differenza
norama
gli stati
permanere viceversa assente nel paun progetto di sinergie che, per lo me-
cio-politica
ciata di
romanità era del
di unità d'Italia e di
i
quali conferire
ad opera del popolo romano,
al di
fuori della volontà del pontefice o dei sovrani. Era
il
solito, antico, disegno.
La
Roma
di
Cola dì Rienzo (Nicola Cabrino,
Tutto ciò non aveva in realtà fondamenta ragione-
figlio di
Lorenzo, 1313-1354) Ai fini del significato del nostro lavoro di ricerca di
sia
dalla
la-
ziah ansiosi di riprendersi la città.
La
analogie e difformità nelle storie dei tre tronconi d'Iparticolare interesse l'esperienza politi-
talia, risulta di
ca che in
Roma
del
ebbe con Cola
Il
si
ebbe un sommovi-
popolo romano, con
la
cacciata dei casati
infatti
Roma
L'assenza da
del pontefice, a causa della
avignonese dei papi"
"cattività
(si
veda
aveva de-
oltre)
terminato grandi perturbazioni sociali per via delle sopraffazioni che
i
nobili laziali infliggevano al po-
soliti
perduta
fu l'ennesima occasione
Questa del 1347
per saldare culturalmente e politicamente U territorio pontificio
al territorio
della
Toscana e del nord
Tutto deponeva favorevolmente, soprattutto
al
potere di
lì
a
ma
poco,
ri-
Lo stesso popolo romano insorse contro il suo "tribuno della plebe" uccidendolo. I nobili comunque non tornarono al potere, ma fu instaurato
un governo
di sette
il
culturale
non fu secomunale ormai immanente
nord dei confini pontifici. Prese quindi il potere Cola di Rienzo, un uomo straordinario. Di provenienza popolare, il padre era
nei territori a
madre
a quei tempi,
lavandaia, aveva saputo, cosa inaudita
divorando
libri
su
libri,
finì di
lì
a
poco, con
il
ritorno del potere pontificio rappresentato da un car-
dinale-generale spagnolo: Egidio Albornoz.
Risulta quindi evidente, anche da questi episodi
potere
1305, ma, purtroppo per noi italiani odierni,
modeUo
popolani che diede una
Italia.
popolare e l'assenza dei pontefici dal Lazio già dal
oste e la
nostro eroe ritornò
cadde rapidamente negli antichi errori, aggravati dal fatto che compì gratuiti e immotivati atti di crudeltà a
par\'enza di democrazia. Tutto
polo tutto.
il
repubblicana fu travolta e Co-
causa del terrore e dell'isolamento in cui viveva.
nobiliari.
guito
fragile struttura
la fuggì.
di Rienzo.
che nel 1347
Av\'enne
mento
si
Roma di Cola di Rienzo fu di nuovo assalita scomunica papale, che dai principi e baroni
voli e la
storici la
grande differenza
nomiche del rizzato
territorio del
fra le strutture socio-eco-
centro-nord
Italia caratte-
da complesse organizzazioni comunali e
il
ter-
ritorio dello Stato pontificio (la geografica "cintura pa-
pale d'Italia"), ove purtroppo tale evoluzione
non
eb-
be mai compimento per molti motivi, a parte dei quali
abbiamo accennato.
elevarsi alla pro-
fessione di notaio.
Purtroppo anche
il
bravo Cola fu affascinato dalle
testimonianze classiche e ancora una volta
Roma
e
il
suo capo prò tempore partirono verso sogni di gloria imperiale. Sì, si cominciò ancora una volta a sognare e a
proporre
Roma
a
capo
d'Italia
prima e del
mondo
poi. I
vestiti e
i
Conclusioni
Il
furono sempre
piìi ispirati a quelli
Roma
5S
sti-
nostro paese che troveranno docile e diviso.
Filippo
ne e fece
sì
il
Bello
che
1377
la
al
in
si
sede del papato fosse trasferita dal
In quel periodo si...
rese subito conto della situazio-
Avignone
1305
noi?).
pagheranno
citiva nel
vità avignonese).
buffa messa in
essi tutta l'Italia
re e stati stranieri alla presenza militare coer-
degli antichi romani, nella volontà di cominciare
da "nuova Roma", ma era tutta una scena (ricorda qualcuno piiì vicino a
con
molando
subito a realizzare
la
e
per quegli assurdi "disegni di impero mondiale",
costumi del "tribuno della plebe" e di
tutta la sua corte
papato,
i
di Francia,
papi furono
suo feudo (Catti-
tutti e sette
trance-
e questo la dice lunga.
Roberto Sgarzi
e
Medioevo
II
nell'Italia
meridionale
Fra di
spiccarono
essi
i
califfati di
Catania e queUo
di Girgenti.
Medioevo
Il
del
Meridione
d'Italia
ebbe connota-
zioni socio-politiche assolutamente diverse
da quelle Centro della penisola. che porteranno ai caratteri fondamen-
del Settentrione e del
Fra
i
del
Meridione
tali
fattori
d'Italia
sioni bizantina, araba e
furono preminenti
le in\'a-
Grandi differenze quindi nella penisola dell'epoca: nord Italia germanizzato, culturalmente e socialmente elementare; centro Italia in mano ai papi; Sicilia
e pro\incie meridionali popolate
da evoluti arabi e
bizantini.
La presenza araba non si limitò alla Sicilia, ma con pili o meno rilevanti essi occuparono molte parti delle attuali Campania, Puglia e Calabria. Il metodo di penetrazione era vario, alle volte essi
normanna.
gruppi
I
bizantini
erano L'invasione bizantina del 553 e di cui rito,
te
portò
si
è già
rife-
consolidamento delle qualità tipicamen-
al
mediterranee di quelle regioni che divennero pro-
vince
In realtà per
1282
i
nostro sud da quel
il
sommovimenti, cambiamenu
momento di
i
fino
dominio,
al
le di-
verse presenze saranno infinite e continue, siamo cioè in
presenza di un nugolo di piccole entità con satrapiche medio-orientali:
caratteristiche
quindi una
le solite
necessita
sta
la
soxrapposizione,
pur
sia
in alcu-
Langobardia, esigue spedizioni
la
venturarono oltre
gli
il
Ducato
rarono subito
Come
i
di
loro destini da quelli della Langobardia. il
Regno longobardo
Regno franco
assorbito dal
al di là
fu assai pregnante nei confronti di
e,
a detta di valenti etnologi, negli
usi e nei costumi.
Un
solo esempio fra le migliaia:
suo
il
nome
la città di
Marsala
dall'originale arabo Marscì Ali e cioè
"Porto di Ali". In realtà
presenza araba, anche se non formaliz-
la
concretamente presente molto
zata, rimarrà
con particolare riferimento
alla
a lungo,
punta occidentale
del-
parte montagnosa interna. Storici e stu-
l'Isola e alla
diosi indicano proprio in questo antico retaggio la forte,
continua, presenza della mafia in quelle regioni, ap-
punto come residuo
Appen-
degli
non riconobbero la nuova situazione né U nuovo re franco-longobardo.
nini
fu vinto e
e dal suo re Carlo.
ducati longobardi presenti
I
di
quali spicca-
i
Spoleto e quello di Benevento, sepa-
ricorderà
si
fra
luo-
o ad-
non le lascerà mai piìi. Ancora oggi quei 400 anni (e cioè dall'822 a circa il 1200) di presenza araba sono assai evidenti nelle costruzioni, nei nomi della città, degli abitati, deUe vie e dei borghi (moltissimi hanno significato e derivazione
av-
si
Appennini costituendo zone
dominio autonomo. Questi domini, rono
Questa cultura
trae
partendo dalla loro nuova
Si verificò infatti che,
madrepatria,
militari,
quelle regioni: per certi versi
mode-
di
importanza, di spedizioni longobarde.
occupavano
con spedizioni
erano apprezzati come agricoltori.
dirittura
arabi), nella lingua
sintesi.
La presenza bizantino-mediterranea ebbe ne di quelle zone
ghi, soprattutto litoranei,
"Thema").
coloniali di Bisanzio (furono definite
richiesti e protetti dai vari potentati locali, in
qualità di truppe mercenarie, a volte
organizzazione
di
una elementare,
ma autonoma,
civile e giuridica.
giuridica e
militare,
Con
accorte unioni matrimoniali essi unirono
ro destini
al
ratteristiche
immanente dominio bizantino e
già
germaniche
di quei
i
lo-
I
normanni
le ca-
domini svanirono
ra-
La
storia dei
nord), anche noti
pidamente.
normanni
come
(letteralmente:
uomini del
Vichinghi, ha aspetti per certi
poiché non è molto nota, è opportuno un breve riferimento illustrativo, \'ista ro presenza nel Meridione d'Italia. versi eccezionali e,
Gli arabi
torse la lo-
Originari delle inospitali regioni scandinave, di co-
Neir827
la Sicilia
fu invasa dagli arabi. In realtà
questo evento deve essere considerato
momento
un'età
di
La
quella regione. to
mai avanzata e
gricoltura, la
prio nel
come
primo
il
particolarmente luminosa per
civiltà
araba era allora
le scienze, le arti,
infatti
quan-
l'astronomia,
l'a-
matematica e quant'altro, avevano pro-
mondo
ciò a Ironte di
islamico
un
mondo
il
loro
massimo
riferimento;
occidentale ancora immerso
indipendente dal resto del
arabo ed ebbe una propria dinastia di emiri: di
mondo
America, Groenlandia, Palestina, Grecia, sud
Italia ecc., agili
par-
sanno che giunsero ovunque: Francia, Inghil-
Tutti terra,
buona
allora conosciuto.
navi,
meno
noto, torse, è
il
discendendo lungo
i
una loro odierni russi, fondò asiatiche,
tribù,
i
fatto
che con
le
loro
fiumi delle pianure
"Rus",
gli
le città principali e
antenati degli il
nucleo
costi-
tutivo dell'odierna Russia.
nei secoli bui. L'isola fu quasi
raggio e ferocia senza limiti, conquistarono te del
Palermo. Le unità amministrative
i
mondo Kalbiti
di quello stato fu-
A
cavallo deir800 essi ebbero in affido, con
il
soli-
to sistema degli "utili mercenari", alcime isolette della
Manica.
Da
lì
sciamarono, conquistandole, nelle terre
rono
i
Califfati.
vicine e da HauteviUe (latinizzato in Altavilla) una città
L'Iliiliii
e le Ire Italie
59
di
questa loro nuova patria, proveniva un piccolo
gruppo
di crociati
normanni che casualmente da Salerno e
a passare attorno al Mille
la
si
trovò
trovò asse-
Detto
fatto,
le vesti
"gli infedeli",
un
batti-
che furono stermi-
con
comunque, manti
impegno
Particolare
di quello stato.
Due
numeriche
germanici iniziarono alcune
a contatto visivo l'una dell'altra,
alle incredibili esiguità
vistamento e difesa dalle
(quaranta!).
saraceni e
Gli abitanti di Salerno, ammirati da tanta perizia
inseguirono con doni quei demoni fino ad
Hauteville pregandoli di ritornare nella loro
città, al fi-
comportamento impru-
a difenderli:
dente.
Normandia. Essi rapidamente, foglia dopo foglia, si mangiarono quel maturo e tenero carciofo che era il sud d'Italia. Il loro primo dominio (pagamento dei loro servizi come soldati di ventura) fu Aversa e da lì mossero alla conquista di tutte
damente
in loro
le
si
mossero
dalla natia
possesso e
il
gioco era
rapi-
loro occhi
si
fermamente
i
centro dell'amministrazione e del-
sono nell'antico e poderoso Palaz-
erano
califfi
afflitti
sici-
emiri
si
affidarono
uomini d'arme e fu come
Fu un evento i
ai ser\'igi
dionale che ancora oggi identifica
il
Regno meri-
"sud della peni-
sola".
Era ciò che mancava affinché re bizantina e araba potessero di
lì
le
a
immanenti cultupoco in quelle zo-
a\'\'enture più evolute e af-
fascinanti della storia dell'uomo. a
poco
lo
shaker di questo cocktail,
zatore e ordinatore di questo meraviglioso sociale e politico, sarà il
derico
II
uno
il
il
cataliz-
fenomeno
germanico Sacro Romano Im-
suo massimo rappresentante: l'imperatore FeHohenstaufen, che i contemporanei chiame-
di quei
agli eventi
rapidissimo: di
a
lì
di quei duri
un vampiro. qualche anno
invitare a cena
normanni entrarono vittoriosi
in
Palermo.
I
saraceni rimasero naturalmente numerosi e laboriosi in Sicilia (un
realizzare, per primi,
da dure, interne,
per cui non diedero alcun peso
gli
normanni seppero quindi
pero e
i
Anche
I
Sici-
che avevano visto demolire baroni pugliesi ad opera dei "fidi mercenari" normanni.
capolavoro
splendida Monreale...!),
di
ma
maestranze arabe: quella il
loro
reame era abbat-
Il
lo
Sacro
Romano Impero:
Federico
II
dì Svevia,
"stupor mundi"
A cavallo denziare
del 1200 in
gli Stati
Europa
si
cominciano ad
evi-
nazionali e cioè Inghilterra, Spagna,
Francia e Germania
si
strutturano in entità
autonome
e definite.
hanno la radice nel fatto che l'Italia di quel momento non riuscì a darsi unità nazionale. Però in quel 1200 ci andò molto \'icino. I
problemi
dell'Italia
d'oggi
Tutto cominciò nel Meridione e furono, inconsa-
tuto. Difficile riferire
quale apporto culturale l'invasio-
ne normanna abbia potuto portare presso ridionali. I vichinghi
co erano
i
le genti
me-
erano pagani analfabeti di cultu-
ra modestissima, fra le popolazioni di
più temuti, proprio perché
ceppo germanii più feroci. La
che scaturirà nelle terre che questi duri guerrie-
occuperanno nel mondo sarà luminosissima,
sboccerà secoli dopo
Due
fattori
manna abbia
gli
fanno pensare che
inciso in
ma
eventi illustrati.
modo non
la
presenza nor-
eccessivo nella de-
terminazione dei caratteri del cittadino meridionale:
la
numero. brevità del tempo II numero degli individui normanni tu, infatti, moe la modestia del
60
il
si-
Anco-
ranno Stiipor mundi, cioè meraviglia dell'umanità.
Storia spesso sorprende e questo è
Gli emiri e
lotte civili,
ri
Palermo
nelle sue connotazioni geopolitiche quel
presi-
diata dai loro eserciti.
civiltà
di strutture a
zo dei normanni, simbolo dell'unità dei cittadini
Di h
posarono, naturalmente, sulla
perla dei possedimenti arabi e
(1072)
ra oggi in
la politica siciliane
fatto.
Il loro numero è ignorato, ma pare che quei normanni non fossero più di qualche migliaio.
La
secondo è l'edificazione
il
di av-
terribili incursioni dei pirati
ne fare esplociere una delle
provincie meridionali d'Italia.
possedimento bizantino, cadde
Bari, l'ultimo
casi.
seppero costruire
con significato
gnificato di pubblica utilità e amministrazione.
invito che quei signori subito accettarono e a
piccoli gruppi subito
lia,
serie di torri militari essi
liani.
Fu un
I
misero nell'intrapresa
esempi.
spedizioni, bisogna dire che quei guerrieri erano... 40
ne di continuare
essi
della strutturazione, politica, amministrativa e militare
Il
le quali certi invasori
bellica,
seppero costituire un uni-
militari,
primo è l'impressionante dette appunto "normanne" che
nati e messi in fuga.
Per ritornare
durata del loro regno fu brevissima. Es-
co regno, abbattendo una congerie di piccoli satrapi
dei penitenti, imbrac-
ciate lance e spade, quei terribili vichinghi in
baleno affrontarono
si
la
imbelli e rissosi.
diata dai soliti pirati saraceni.
smesse
destissimo e
normanni ad operare in tal senso. Infatti quel popolo invasore attorno al 1100 non solo aveva ormai riunito tutto il Regno delle Due Sicilie, ma nel 1081 occupò l'altra parte dell'Adriatico, Durazzo e Corfù e, sempre attorno a quegli anni, le incursioni normanne nei territori pontifici e addirittura in Roma, si fecero sempre più frequenti. La ragione che impediva e impedirà l'unità della nazione risulta una e una sola: quella "cintura pontificia" che costituisce, al centro della penisola, un duro pevolmente,
diaframma
Dopo
i
nord e sud d'Italia. 1150 questa cintura è premuta
fra
il
Federico Barbarossa,
il
al
nord da
nuovo energico imperatore
Roberto Sgarzi
germanico che vuole ridare ordine e forza imperiali
domini
ai
non
sul fronte meridionale, dalla presenza
e,
più di alcuni imbelli, deboli e ridicoli "satrapi",
ma
post-normanna (una società multirazziale ram popolata di arabi, vichinghi, germanici,
lia
liani)
di maschi.
avrebbe potuto essere e invece non
Enrico VI,
germanico padrone del nord
re
il
Barbarossa, sposò nel
figlio del
186
1
la
bizantini,
ebrei, cattolici, ortodossi, latini e... naturalmente sici-
nuovo Regno normanno. La nefasta "cintura pontificia" tremò quando Guglielmo, l'ultimo re normanno, morì senza lasciare eredalla forte irruenza del
a>ìte litte-
consentì questa età d'oro, che ancora oggi rap-
presenta per l'odierno cittadino del nostro paese un
rammarico enorme per quello che
la
Storia d'Italia
fu.
Italia,
Come
normanna Co-
oggi così sempre è stato, e
la
forza de-
stanza di Altavilla, erede diretta del trono di Gugliel-
struente dello Stato della Chiesa nei confronti dei de-
mo e
stini di
nord e del sud erano due troni. famosa "cintura" saltò, subito
gioco era
il
fatto: l'Italia del
perché uniti erano
unite,
i
Buona parte della sommersa dall'esercito imperiale geva a prendere possesso
sia dei
titolo di
mano Impero. Dunque l'Italia
era fatta?
suoi nuovi domini
dominio germanico
Purtroppo no, perché
normanna non
accettaro-
una
e scatenarono
i
fiera
ri-
rese conto che la sorte trastullo,
giunto nella
non
Sicilia in rivolta
comportamento da
il
lui
ebbe con
nord, turbolenti per moti\'i economici,
omogenei
a lui
No,
diziosa
dice Montanelli,
e,
i
corse
al
ma
purtuttavia
papa coronò quindi imperatore
porre
in conflitto
tore e di avere salvato
ma
turbata
la
Ottone
e
la
certo
non immemore
me
Enrico VI,
una repressione e l'altra, il 28 settembre 1197
fra
a soli 32 anni:
il
nuovo Regno
italiano era distrutto e
le.
Intatti la
salì
dalle stalle alle stel-
povera Costanza, vedova,
gno inferocito per
gli
a
capo
di
odiosi e barbari massacri
un
re-
non mantenevano
lo e cioè la
la
Roma
per l'inco-
popolazione romana,
i
il
patti,
il
"tede-
germanico, visto che si
riprese
il
Ancora una
volta
papato lanciò
il
Insomma,
sia a
la
scomunica e
efficacia.
causa dell'inferocito pontefice,
la crescita di
via.
Ottone scomparve e
il
figlio di
Costanza rimase
Federico sognò un nuovo ordine imperiale e subisua figura fu accostata a Carlo Magno.
Una nuo-
come
va Europa e una nuova Italia erano ora possibili e
astuto pontefice, Innocenzo
III, la tutela
del piccolo
fi-
glio. Il
nato e teva e
il
gioco cambiava, i
il
papato, con in pugno
suoi beni, morta di
dominio
Meridione Butto
il
laico e anzi
il
neo-
poco Costanza, abbatdiveniva padrone di centro lì
a
anche nelle persone che hanno fatto la Storia. Sì, perché il bravo Innocenzo III pensava forse di tare del famoso neonato un fedele e prono fraticello e invece si trovò di fronte uno dei più grandi uomini del-
uno
un uomo che
già a 14 anni era considerato
dei saggi del suo tempo, e che costituirà
un esem-
pio ancora oggi vivissimo in Europa.
Federico
II
L'Italia e le Tre Italie
pose reggia a Palermo e
la
grande
Sici-
il
so-
fu grande.
Ancora una volta si doveva però pagare un prezzo ad un papa che non era mai stato così forte, potendo egli, come abbiamo visto, in quel momento fare e distare re e imperatori a
suo piacimento.
Federico prese due impegni: lasciare
bile,
la storia;
la
gno
d'Italia.
destino dell'uomo perché così imprevedi-
in-
contrastato re e imperatore di un dominio sterminato.
to
e
sia
prestigio del giovane Federico di Sve-
per
inflitti
un grande
la-
nell'affare".
dal defunto augusto consorte, fu costretta ad affidare,
tante madri disperate, proprio ad
i
suo giocatto-
Toscana, che Sua Santità aveva ottenuto co-
"premio
ancora una volta essa fu di ottima
il
papato era salvo.
Anzi nel giro di pochi anni
seguito.
dei recenti conflitti con
camente
tini
e
te-
papa sperò con questo
suo esercito, giunti a
sco", rapporti tempestosi e
mori improN-visamente a Messina
Germania
"cintura pontificia" d'Italia,
minò subito le basi del regno e ridiede respiro al boccheggiante nemico di sempre: il papa, le cui novene romane diedero, ancora una volta, un risultato diaboliIntatti
Il
non ebbe buon il
ri-
giovane Federico con l'usurpa-
il
ronazione, ebbero subito con
efficace.
di
cioè sovrano del nord d'Italia, un oscuro principe
colonia se-
quel germanico
III
et impera.
di
roghi furono migliaia. di
vecchio divide
desco: Ottone di Brunswick.
del
utile
stava di nuo-
si
vo facendo sempre più consistente e Innocenzo
Comuni
come una
comportamento criminale
aveva riservato non un
antagonista.
suo esercito
i
profilo etnico e istituzionale.
il
bella Trinacria tu trattata
la
Il
sotto
il
tenuto con
gli
ma un grande
si li-
pericolo rappresentato dal padre di Federico e
Il
cominciò male dunque, perché Enrico VI
vide chia-
l'abile pontefice si
cioè quello di unire sud e nord d'Italia
bellione. L'Italia
si
In quegli anni Federico (a soli quindici anni)
berò della tutela del papa e subito
Il
baroni meridionali di gerts il
Enrico che giun-
imperatore del Sacro Ro-
meridionah che del
no
di
unità e armonia del nostro paese, ramente attorno a quel 1200.
rispettando
la
l'Italia divisa,
"cintura pontificia" e realizzare una
Crociata per liberare
il
Santo Sepolcro.
La questione della Crociata non aveva certo solo slumature di
un
di
ordine messianico,
ma
si
trattava
anche
orribile tranello di tipo politico e militare.
La Palestina aveva già inghiottito molte altre spenon si contavano ormai più re ed eserciti che da laggiù non avevano fatto ritorno. Le ragioni erano dizioni e
molte:
gli eserciti
saraceni,
il
deserto,
la sete, le pesti-
61
lenze, le malattie, le dispute fra crociati, l'enorme di-
L'aspetto istituzionale del governo di Federico era
largamente riconducibile
stanza.
Ricordo
le
due principali crociate
prece-
fallite in
denza:
-
Quell'imperatore era
II
Crociata (1147-1149). Indetta da Corrado
II
un satrapo,
infatti
Come
le cose.
Leone
simili a quelli del basileus bizantino.
pontefice,
Il
ma
un duro antagonista,
togliersi di
torno
e di
II,
si
una vera e propria interil papato e ogni colpo vi posta in palio era enorme.
permesso perché In palio vi era
mania
e di tutta l'Italia.
ro e Federico
II:
di fronte a loro
ropa per
divise,
la
la
il
buona parte
la storia di
essi
Da un
della
Ger-
lato vi era infatti l'impe-
volevano
l'Italia
e l'Europa unite;
papato che invece voleva
Italia
Quel regno ospitò gente che non
sopravvivenza stessa dello Stato della Chiesa.
Fu un momento
assai difficile. Italia e
furono invase da reciproche denunce dei contendenti.
Da un
lato
dall'altro
si
imputava Federico
dipingeva
si
la
Chiesa
di eresia e spergiuro,
come un covo
di paga-
na corruzione e simonia.
Le
rapidità, finché lo scenario fu attra-
un peso: andò alla crociata. cos'era questo Regno meridionale di Federico II? Quel re fece del Meridione d'Italia un esempio
racolo della
o lance,
ma
amici e
il
colo della convivenza fra germanici, ni, arabi, bizantini, latini... ni,
costumi
norman-
siciliani,
ognuno con
lingue, religio-
Le scienze
e
le arti
raggiunsero
livelli altissimi, la
produzione artigianale e agricola eccelse.
Il
due grandi
I
di
sangue era
sto
stata versata e
stupendo esempio
Il
re
sia
non
di civUtà
si
ferire,
Non una
il
goccia
capisce perché que-
si
non
poco o
e cioè
non
stimarono, divennero
si
possesso di Gerusalemme e Palestina.
ancor oggi più
sia
niente.
papato non aveva previsto una conclusione così
incruenta e gloriosa per l'impero e subito scatenò al sud come al nord, ove riuscì una volta contro l'Impero, baroni e
un'offensiva furibonda
Comuni.
Federico, a partire dal 1235, accorse
rono battaglie ove batté
la
a
non
finire.
Vinse
ovunque
e fu-
Cortenova (1237)
a
ma fu a sua volta bat-
coalizione comunale,
tuto dalle città di Brescia prima e anzi
diversi.
gran sultano Al Kamil non frecce
capo arabo concesse, senza colpo
liberi
mira-
al
conobbero,
si
Ma
il
e questa cultura che
in Palestina nel 1229.
ambascerie e doni.
a sollevare, ancora
di civUtà e rese possibile
di delizie,
civiltà.
Federico inviò
di togliersi
mai più dimenticato
al-
Qui avvenne un miracolo. Un miracolo che di soprannaturale non aveva nuUa, ma tutto d'umano: il mi-
tante città della penisola, sconcertate, cambia-
rono fronte con
sbarcarono
in crociata
noto di quanto
versato da una decisione storica e cioè Federico decise
mai più
ogni razza.
di
Fu quest'uomo, questa gente
fecero guerra,
Germania
sarà
come luogo
fu considerata
luogo fortunato abitato da genti
ed Eu-
perché considerava quel disegno mortale
consi-
trettanto felice e rispettata.
minabile guerra fra l'impero e fu
erano molto
Uomo curioso e amante della conoscenza fu
La sua reggia
verificò fu
re e della corte
il
e gh
stile
derato uno dei saggi del suo tempo.
questo parleremo subito dopo.
Quella che
persona era venerata,
a Bisanzio la sua
comportamentali del
atti
proprio questa circostanza
evidenzierà l'incredibile genialità di Federico
re assolu-
giorno della sua nascita festeggiato. Anche lo
duro, pretenzioso e combattivo
il
Gregorio IX, sperava certamente di
in
considerato semi-dio, fonte e destinazione di tutte
to,
Hohenstaufen (imperatore dal 1138 al 1152); - III Crociata (1187). Capitanata da Federico Barbarossa, FUippo II, re di Francia, e Riccardo Cuor di d'Inghilterra.
immanente
cultura
alla
quell'area e cioè quella bizantino-satrapica.
Parma
(1248) poi,
difensori di quest'ultima città sterminarono
i
l'e-
sercito assediante.
commer-
La
Sicilia fu stretta in
una morsa
di polizia e le pri-
Meridione d'Italia il centro degli scambi del Mediterraneo e in quei porti approdavano pacificamente navi provenienti da tutti mari. Mercanti e ambasciatori di quel Regno erano presenti ovunque. Giuridicamente Federico stilò le Costi-
gioni siciliane furono riempite di prigionieri e di eccle-
tuzioni di Melfi, corpo di leggi compilate dal re ispi-
poche: per lo più
cio fece del
randosi largamente
al
gliori insegnanti del
Uomo
laico,
i
mi-
momento.
egli
fetti
con
non
sortì
grandi
ef-
ad anzi l'imperatore entrò nel Lazio mettendo a si opponevano, ma erano
lui
suo
gli
aprirono
ardito colpo di figlio
Enzo,
le porte.
mano
re di
navale Federico e
Sardegna
Toscana, 1224), imprigionarono
glio,
che
colpì l'intrusione della Chiesa
papa.
ferro e fuoco le città che vi
Con un
Federico fondò l'Università in Napoli (1224), Pa-
ili
Un'ulteriore scomimica papale
Corpus Juris Justiniani.
lermo e Salerno, Foggia e Lucerà, ove raccolse
che erano rimasti fedeli
siastici
i
si
dirigevano verso
Roma
(Isola del Gi-
tutti
i
cardinali
per realizzarvi un con-
clave a lui sfavorevole e infine l'imperatore giunse in-
nelle cose dello stato, fustigò quella corruzione e giun-
nanzi a Roma. L'Urbe era ormai in preda
se (incredibile per l'epoca) a fare pagare le tasse
maggiorenti di quello stato erano per lo più fuggiti per
suUe
proprietà ecclesiastiche.
ripararsi nei loro castelli laziali
CiuUo (o Cielo) d'Alcamo e Janacque la lingua "volgare" che di lì a
Alla sua corte, con
copo da Lentini, poco si sarebbe trasformata
62
in "italiano".
al
caos e
(non bisogna mai
i
di-
menticarsi che lo Stato della Chiesa era, in fin dei conti,
strutturato dalle famiglie baronali di quel luogo). Il
perché Federico
II
Hohenstaufen abbia rinuncia-
Roberto Sgarzi
Roma
una
to a conquistare
ormai prona
e priva di diie-
uno degli interrogativi della Storia, ma così andò. La storia di uno degli uomini più illustri dell'umanità e sicuramente uno dei personaggi più affascinanti sa è
Medioevo,
dei
primo: a
il
si
concluse con alcuni
tradimento del
capo dei
ribelli
figlio
terribili dolori.
Enrico che
si
era
miscellanea di genti, religioni, culture, nel rispetto del-
Ma le
del paese
sudditi
Taddeo
di Suessa, fu
alla battaglia della
modenesi e tedesche
Comuni)
le
consapevolezze.
Di
ne
di
le
a
lì
secondi.
ma
libere,
al
quale
autonomie
si
locali
le vite, le culture, le realtà,
poco comunque questa
felice
esperienza del
Bel paese finirà e per esso comincerà un lungo sonno.
Le
le provò tutminacce e le blandizie, l'oro e l'intrigo, ma non riuscì a rimuovere quei duri padani dalla decisio-
con
le
nella parte settentrionale d'Italia.
Diverse e contrapposte
Fossalta (1249).
Quell'imperatore e padre addolorato
te,
difficili,
(i
Enzo, re di Sardegna, fu battuto e catturato dai bolognesi mentre guidava le truppe
i
illuminato quello meridionale,
anteposero dure,
perdita di Enzo, figlio naturale amatissimo, leale e
la
generoso.
momento
imboccarono strade sempre più divergenprimi e cittadini
i
Regno
in battaglia del consigliere
questa parte d'Italia
è vero anche che in questo stesso
ti:
co morì.
morte
in
storie della parte meridionale e di quella settentriona-
dopo po-
ciò che più lo amareggiò, più ancora che la
raggiunse allora
particolare grandezza.
germanici. Federico lo sconfisse in
battaglia e lo fece imprigionare in Puglia ove
Ma
umano
scibile
Il
messo
ognuno: ogni aspetto dello
le libertà e dell'essere di
ragioni sono solo militari e sono costituite dal-
l'ultima e più tragica delle invasioni barbariche: quella
spagnola, che inizia nel 1282.
non liberare il prigioniero. Enzo dopo lunga e dorata prigionia morirà (1272) palazzo che è ancora oggi chiamato "di re Enzo
L'invasione spagnola
".
nel
L'importanza della presenza di questa potenza in Federico
Hohenstaufen: se tanto
II
quest'uomo è perché l'argomento che cioè le differenze fra
italiani,
gli
si
ci
è parlato di
interessa e
passa attraverso
gli
Le sì
ragioni per
diverse,
punto
producendo eventi uomini e
in questi
Federico civiltà e
indispensabile volgere
II fu
così differenti,
sono ap-
in questi fatti.
comunque un luminoso esempio
di
Ricordiamo quindi che talia, le
poche parole un vero ed ebbe un progetto di stato monarchico-assolutistico, paritetico ai modelli similari che in quel periodo storico si andavano fu in
l'Italia
Il
altri
papato e
sovrani europei
le città-stato
il
non
d'Italia,
ma
a
indipendenti del nord
lì
d'Italia dalle "stelle alle stalle"
a
poco
facendo
a conoscere
lo
tempi molto duri.
Questa regione italiana cominciò da allora a regiuna certa analogia e integrazione con gli eventi
strare
che
la
legheranno poi ad un
vaso dai saraceni:
la
altro paese anch'esso in-
Spagna.
come
Federico
II
le
i
guardare questa "età d'oro" rappresentò un di potenziale
L'Italia e le Tre Ihilw
unione del paese nella
regio-
floride province nordafricane, fu fra le più
e
il
loro
nome
sommersero
mon-
il
ancora oggi riempie di
vandali.
allora
che
il
sud spagnolo assunse
Dopo civile
il
nome che
il
loro passaggio sterminatore
lora fiorenti, Algeria, te
felice
ben poco
di
ma
al-
rimase nelle odierne rovinose e disperate,
Marocco, Tunisia e naturahnen-
Spagna e Portogallo. La gens che popolò poi
Spagna si originò quinlIì dal mescolarsi dell'originario ceppo ispano-latino con questi feroci, sanguinari, sterminatori. Fu su questa terra, abitata da questa gente, che si abbatté l'invasione arabo-islamica, causando uno degli scontri militari e culturali più lunghi, drammatici e sanguinosi della
storia dell'uomo.
Quando
la
Spagna invase
il
Meridione
d'Italia
1282) era ancora in pieno, incerto svolgimento
la
più
lunga guerra mai combattuta (771 anni): quella dei
cri-
(
stiani, abitatori della
d'Italia.
momento
dei
ha ancora oggi: casa dei vandali, "Vandal haus" e
si
rimarrà concretamente, se non
ricordo di una mitica "età d'oro" del Meridione
A ben
lì
terrore:
la
Nulla del grande sogno politico e culturale che riferisce a
invasioni dei "barbari
do mediterraneo
Ita-
perdere a questa regione forza e autorevolezza e ciò porterà di
uno
come l'Isettentrionali". Fu parti-
cadere dell'impero subì,
al
cioè... Andalusia.
ci riuscì.
(i
Meridione
ne e da
Fu
Comuni) furono, semplicemente troppo torti, ma ancora oggi noi paghiamo quel fallimento. La morte di Federico (13 dicembre 1250) porterà
lia
alle fonti.
penisola iberica,
primitive e feroci fra le molte che
europei.
altri stati
Federico cercò di formare lo stato differenza di
Roma,
la
La popolazione germanica che invase quella
sovrano nazionale per tutta
strutturando negli
risulta ora
nostra attenzione sulla Spa-
colarmente sfortunata.
nostro paese mai scordate.
Questo Hohenstaufen
conseguenze
che
di quegli anni e sulla sua qualità culturale e civile.
gioielli di
un'esperienza di unità e omogeinizzazione del
la
tali
Se vogliamo capire un fiume, risaliamo
quali le storie d'Italia furono co-
le
le relative
ancora oggi presenti, sono
culturali,
gna
eventi illustrati.
quel periodo storico e
Italia in
ni
che
la
penisola iberica, contro
i
sarace-
invasero nel 711 d.C.
La penisola
iberica
non
iu
mai completamente
6Ì
Da
conquistata dai mori e dal piccolo ridotto cristiano del
Spagna iniziò "la Reconquista" (battaglia chiave: 1212 Las Navas de Tolosa, vinta dai cristiani), che si completò nel 1492 con la resa dell'ultima città
nord
della
Quella guerra si
quel giorno simbolo di Santiago e della Spagna
uno strano segno che
spada e questi sono
Chi
Granada.
islamica:
caso
è
infinita, di cui
canta nei teatri dei pupi
ancora oggi e non
siciliani,
colpi proibiti, iniziata e poi vinta da stiani duri e irriducibili
a
guerra senza
un pugno
contro l'immenso
di cri-
mondo
isla-
per
certi versi avvelenato:
un fanatismo
terribile,
una determinazione
problemi per
La
guerra, la "Reconquista", fu una guerra di
mori, di europei contro africani invasori, di angeli contro diavoli, del
La
Bene contro
il
Male.
Fu
allora
che iniziò presso quella gente prima, ed
esportato poi, quel culto orribile e disumano per
morte e
le
sero dal resto dell'Europa. Quella guerra infinita fu
uno
dei primi esempi, nel
evento equiparabile ta" corrispettiva in Il
alla
mondo
occidentale, di
]ihad islamica:
campo
la
si
conquistò
i
campo
in
leggenda dice che nel 778, durante una delle taglie fra
i
mori e
soliti
i
con
soliti cristiani
Com-
quanto
la
solite bat-
che stavano però
la
"arrivano
i
mora-
della guerra di "reconquista" coin-
mori e
zone "liberate".
coloro che non erano in
tutti
la
il
"fuoco Ube-
tortura e ogni tipo di sof-
ferenza.
La Spagna assunse da deltà
religioso,
con
allora aspetti di inaudito fa-
rilevanti caratteristiche di cru-
pagana e primitiva (Torquemada, Santa Inquisi-
zione spagnola. Settimana santa di Siviglia), gusto della
crudeltà e della violenza (autodafé, corrida de toros,
guerra civile 1936-1939), disprezzo e attuazione del
preispaniche
le altre
culture (distruzione delle civiltà
in America meridionale, centrale e FilipSono aspetti questi che, in parte e in modo piiì o meno sommerso ancora oggi, in tracce, contraddi-
pine).
difese cristiane.
Agli islamici invece
culto
il
e della sofferenza fisica e
ratore" dei roghi, la fuga,
quindi dall'estremo nord della regione iberica
la...
Europa
verifica in
purezza di sangue o di fede, conobbero
genocidio per
le ulti-
si
"pulizia etnica" delle
per essere sommersi dalla marea africana, cancellando
me
morte
della
Ebrei, arabi,
natismo
avverso.
galloni sul
come salvezza eterna, come esprescome penitenza eseguita da pelle cui vite furono concepite come Via
La conclusione
"guerra san-
santo protettore della Spagna, Santiago de
postela
un
un
l'Occidente gravi
dell'individuo.
cise
e nella cultura spagnola connotazioni che la distin-
in tutto
un vera interminabile Crociata, una
in realtà
Crucis ed è da allora che
Quell'evento determinò nella religione, nel costu-
me
religioso violento e omicida,
sione di fede religiosa,
la
sofferenza.
la
ma
guerra concepita
disumano
sere in quanto "guerra santa".
affa-
araba
civiltà
secoli.
legrini in armi,
guerra, quella guerra così incredibile, potè es-
e
causerà infatti uno scontro
che causerà
orribile,
Fu
cri-
contro islamici infedeli, di bianchi contro
Spagna meridionale rimane
Era ed è un dono meraviglioso,
in quella regione.
morbo
stiani puri
la
contemporaneamente croce dal profondo significato.
scinato dalle infinite testimonianze della
mico, potè essere realizzata dai "re cattolici" solo con fortissima.
oggi
visiti
è
fatti
andò male perchè, proprio almomento, compar-
nostri", all'ultimo
campo di battaglia Santiago in persona che, montando un cavallo bianco, ov\'iamente simbolo del-
ve sul
la
purezza, ovviamente invoilnerabile
ri,
ovviamente con una spada fiammeggiante, fece
ai
dardi avversa-
stinguono questa nazione e questa cultura, anche se
fortunatamente in misura sempre minore ed è cosa
avanzamento
il
Spagna
degli ultimi venti anni.
Si creò in
stra-
ge dei mori, salvando così la situazione.
verificare l'enorme
gradita
civile nella
quel tempo, in quella terra, una società
un nesso indissolubile
di tipo militare,
certo tipo di cattolicesimo, fra
fra patria e
un
chiesa e monarchia,
sì
da fare sembrare nemico da abbattere ogni appartenente ad altra religione e si formò una classe di uomi-
una loro pretesa un loro compito di diffusione militare del cattolicesimo, animati da zelo fanatico, ma avidi oltre ogni misura di ogni forma ni feroci, spietati, crudeli, consci di
superiorità etica ed etnica, convinti in
di ricchezza terrena, pronti a considerare la lotta e la
guerra,
come
solo scopo della
vita.
Sempre, questi nobili hidalgos (da glio di lati
qualcuno", secondo G.B. Guerri) e
assassini
(i
bravos:
sprezzo per ogni
i
La croce-spada di Santiago (san della Spagna.
64
Giacomo)
di
Compostela:
il
simbolo
il
furto erano
il
alga: "fi-
loro prezzo-
coraggiosi), dimostrarono di-
o co-
l'omicidio, la prepotenza
loro mestiere, di fatto furono predoni
assassini, fanatici e crudeli: Il
i
de
attività mercantile, industriale
munque produttiva. La guerra, e
hijo
loro motto, che
la
nemici del genere um;mo.
dice lunga, era: "Otium,
non
Roherlo Sgani
negotium" e cioè: "Sì all'ozio e no da qualche contemporaneo?) Difficile
dui e tri
dione
400
i
figlioli
d'Italia
fra questi indivi-
camorristi, gli 'ndranghetisti e tanti
al-
che ancora oggi infestano quel Meri-
che fu Spagna, tu questa Spagna, per
anni.
A gere
Spagna potè
buona parte deO'enorme potenziale
e
le
Tre balie
300 anni conquistò
rivol-
bellico,
lentamente aveva costituito, fuori dai confini
L'Italia
il
più esteso degli imperi, quello "dove non il
sole". In realtà
il
sole
tra-
tramontò subito
in
ogni terra ove sventolò l'odiata bandiera iberica.
Ancora oggi tutti paesi che dovettero subire quehanno connotazioni di sottosviluppo e di miseria umana, morale, civile ed economica intollerai
sto dominio,
bili.
partire dal Trecento, infatti, la
nel bre\'e periodo di
Anzi
la\oro"l (Ricor-
montava mai
non vedere una analogia
mafiosi,
i
bravi
al
che
iberici e
Per
la scia di
sangue e
di
dolore che lasciò ovun-
que nel mondo, quella spagnola può forse essere
defi-
nita l'ultima e la più feroce delle in\-asioni barbariche.
l'itnpero.
65
I ^
1
Levo moderno:
3.
Cinquecento e
il
dominio spagnolo
Il
Seicento
il
Tutto ciò significa che
in Italia
la
Terra non è
piìi
il
centro
rassicurante di un Universo fisso, immobile e con pe-
somma
Per nostra
Meridione
disgrazia sul
faro di civiltà, a partire dal Trecento,
si
d'Italia,
abbatté
come
un maglio distruttore l'invasione spagnola, barbara e feroce. Lentamente essa conquistò la Sicilia nel 1282, Napoli nel
rapidamente
14-12 e poi
La guerra con
Francia per
la
risalì lo stivale.
la
supremazia
sulla
penisola fu vinta dalla Spagna imperiale di Carlo
Francesco
sull'esercito francese di
uno
battaglia che segnerà
dei
V
una disgraziata
I in
momenti
piii neri della
rimetri la si
bardia subirono
la
la
bellissima
con sconfinata violenza nell'immensità. Ai nito e del definito
guì, sancì
il
predominio spagnolo su quasi
se-
tutta l'Italia
si
oppongono
plice,
te del
mattino del 31 ottobre 1517
duomo
bliche)
questo da Federico
mico.
un nuovo eroe nazionale. E
ri,
italiano:
un'esplosione di colo-
di varietà, di gioia, di raffinatezza.
spagnola impose invece
la
La dominazione
matrice militare di quella
cultura: quei vestiti erano quasi tutti eguali e soprat tutto, assolutamente,
come
Neri,
il
sempre
lutto, la
za di speranza che
gli
(allora
momento
spagnoli in ogni
si
salveranno solo
rap-
di Savoia) e soprattutto
il
Piemonte
il
grande domi-
nio veneto. Di ciò diremo di seguito perché eia a
dare ulteriore spiegazione di
Grande
l'inizio della
Elettore di in lui
"Ritorma".
alcune cose brevi e sempli-
tesi,
tutte le cose grandi.
Dicono che
la
Fede
si
fatti recenti,
frattempo stavano accadendo grandi eventi
come conoscenza, consapevolezza
Dicono le 95 rapporto diretto fra l'uomo
tesi
che
la
Fetie in
e l'Eterno e
non può, né
deve, avere intermediari.
deve possedere
comin
ma
nel
storici.
il
Libro,
la
Bibbia, che egli deve per-
sonalmente leggere e interpretare, come unica parola
Dio
e che
primo dovere dell'uomo
va appunto essere
il
di
Chiesa dove-
favorire questo rapporto diretto.
L'immensa struttura politico-amministrativa che è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che aveva ed ha appunto il significato di mediazione fra Dio e l'uomo, è spazzata via come parassita, inutile ciarpame e con essa
Riforma e Controriforma
il
sistema politico, ideologico e sociale che è
trocento
-
inizio
passaggio del secolo (fine Quat-
Cinquecento) sono
gli
anni più straor-
dinari dell'umanità. Tutto cambia, millenarie certezze
diventano polvere:
la
scoperta dell'America e di
mondi sconosciuti sconvolge
in-
tegrante.
Saranno trent'anni al
e
Dio è
l'Impero spagnole^ che nella e della chiesa è parte
Quelli attorno
in
è cosa che riguarda l'individuo, solo lui e la sua
rispetto di sé.
di
questa tristezza
Regno
Dio
Saggio,
il
popolo germanico, che vede
Dicono che per avere questo rapporto, ogni uomo sofferenza, l'assen-
la
presentarono.
Da
come
coscienza, intesa
neri.
morte,
il
Dicono, queste 95 ci,
por-
Wittemberg (rendendole quindi pubalcuni fogli con le sue celebri 95 tesi, protetto
in
Quattrocento
momento.
egli affigge alle
di
Sassonia e da tutto
abiti del
fi-
spazza via l'antico e affronta
atto,
l'Evo nuovo, che infatti inizia in quel
forzato immobilismo culturale, scientifico ed econo-
il
limiti del
passioni e le dispe-
tedesco, Martin Lutero, con un sem-
modestissimo
fino all'inizio del Settecento: 150 anni di barbarie e di
Tutto da allora cambiò e si spense nel Bel paese e un piccolo particolare può essere preso ad esempio: colore dei vestiti. La filmografia ci ha rappresentato gli
le
razioni dell'infinito.
Il
Cateau-Cambrésis (1559) che ne
trattato di
ma
sferica.
dona, bensì un granellino di polvere cosmica scagliato
gnola (1535-1706): 171 interminabili anni! Il
che non è più piccola e piana,
L'Universo stesso, impro\'\isamente, diventa im-
Un monaco
Milano e la Lommai dimenticata dominazione spa-
anche
definiti,
menso e tutto, sempre, costantemente in moto. L'uomo non è più la creatura prediletta da un Dio che per-
nostra Storia: Pavia 24 febbraio 1525.
A causa di ciò
ben
scopre enorme e
gli
europei.
ira protestanti del
tli
nord e
terribili
guerre
ili
cattolici del sud,
religione,
che
afflig-
geranno l'Europa e la di\ideranno irrimediabilmente in i\\\e parti: sud e nord.
altri
Nel centro-nord
I
uiropa
la
ne ecessità di possedere
67
la
la
conse-
guente diffusione della stampa.
Naturalmente i
Come gli
Bibbia e di saperla leggere, implica per l'uomo
"riformato" Facculturamento obbligatorio e
la
Bibbia fu tradotta in tedesco per
tedeschi e ogni nazione protestante
la
compilò nella
Viceversa sembra di rilievo ricordare che, solo fino a pochi anni fa (Concilio Vaticano
messe nei
geli e
II,
o po-
detti e scritti in latino, la lingua di alcuni dotti
ma
sommersero tutpoi la Mesopota-
macchia
to, a
Tunisia.
la
loro civOtà
Il
viltà.
li
avrebbero, beni-
grande, grandissimo
mondo
non
mai
risorgerà
si
assai civilizzato, del
co che abbia dato
Questi
agli altri
sono
gi
ma
lentamente,
le
lunghe picche spagnole furono
inesorabilmente, respinte dalle Fian-
dre, dall'Austria e finalmente, a cavallo del Settecento, dalla
un
asiatici
passarono
villaggio cristiano
di qualsiasi scritto, manoscritto
o stampato che
nessuno
I
la
qualità
Balcani ancora og-
Quando passavano
in
salvava e risparmiamo
si
descrizioni delle "abilità" di questi mostri
sanguinari.
Già,
produzione
vietata la
a differenza
per
alla Storia
loro ricordi.
intrisi dei
al lettore le
Lombardia.
Nel sud ispano-pontificio era
ma
nome di un solo uomo turuomini un quid in più di ci-
incredibOe delle loro efferatezze.
Nel sud Europa
arabo era distrutto,
più,
inondarono il mondo della loro civiltà, ha notizia, in novecento anni di presenza in un
mondo
"spiegati e illustrati alle pe-
corelle".
anche
la Persia,
degli arabi che
delegati a pochi individui che poi
gnamente e paternamente,
prima
d'olio,
ma
lento,
e l'Anatolia, poi ancora la Siria, l'Egitto, la Libia,
la
non
assolutamente incomprensibile per
e, di
modo
la grande maggioranza delle gente, per la quale i fatti della fede continueranno ad essere misteriosi, incomprensibili e
tenti,
guerra
la
conseguenza, uccidere e rubare. In
1962-1965), van-
Controriforma erano
territori della
come nessuno:
inarrestabile quelle orde sanguinarie
mia
propria lingua.
ma
unni non sapevano tare che una cosa,
quella la sapevano fare
dopo
Balcani:
i
Dopo
fosse.
le
battaglie di
povera Grecia è appunto
la
1'
questa regione a subire
"interesse" dei Turchi.
Kosovo Polje (1389
e 1448),
Per farlo era necessario un permesso speciale della
Mohacs
censura che, dopo avere analizzato
dopo rilasciava un
narie e feroci puntarono
stampi.
gioso determinò in Occidente ulteriori spinte reattive
avere effettuato
le
il
eventuali "correzioni",
permesso particolare: "imprimatur"... Il
pezzo, e
si
sapere leggere e scrivere era di fatto riservato ad
alcuni ecclesiastici, a pochi nobUi e a coloro che lo ne-
cessitavano per motivi professionali. Interessante
(1526), Belgrado (1688), quelle orde sangui-
feroci e sanguinarie in direzione di
e contraria",
cose degli uomini.
to
sapere leggere e scrivere era considera-
il
con sospetto
Molti dei nostri problemi odierni, le,
il
gap cultura-
etico e sociale che separa parte dell'Italia dall'Eu-
ropa,
hanno
le
loro radici più dirette in quegli antichi
solo in fisica,
ma
reazione uguale
spesso anche nelle
una
L'in\'asione dei barbari Turchi causò quindi
prima naturalmente fu
la
della vita e della libertà per arabi
la
perdita
ed europei che do-
vettero soggiacere a quel dominio e la seconda fu
l'ir-
rigidimento in senso violento e liberticida che alcune parti del nostro continente dovettero registrare.
eventi.
la
non
duplice tragedia,
dalle autorità.
un'omologazione
"Ad ogni azione corrisponde una
tizzazione era causa di riprovazione sociale, per
troriformato
reli-
culturale e dogmatica durissima.
ri-
con-
cuore dell'Europa: Vienna.
Quella minaccia di assoggettamento etnico e
cordare che, mentre per l'uomo riformato l'analfabeil
al
Spagna e Chiesa reagirono con grande durezza alminaccia luterana e ad una contemporanea recrude-
scenza del costante e spaventoso pericolo che lava da oriente:
i
si
profi-
Turchi.
Ritornando cidente, in
alle
cose che av\'enivano nel nostro Oc-
buona parte
del Sacro
menicani e Gesuiti furono e
con
la
la
Romano Impero, Do-
polizia politica del regime
loro Santa Inquisizione accesero
ghi umani che ancora angosciano Altri roghi terribili
Mamma...
li
Turchi!
i
libri
non
i
terribili ro-
i
nostri ricordi.
ebbero per obbiettivo proprio
uno
autorizzati perché inclusi in
speciale
elenco: "L'Indice". L'influenza, anche se fortunatamente
non
diretta,
La "Sacra Ignoranza"
che queste genti ebbero nella nostra Storia induce ad
cominciò
alcuni sintetici riferimenti.
siasi tipo.
I
Turchi sono popolazioni di origine asiatico-mon-
gola che solo in epoca molto recente
hanno
fatto
appa-
comprensorio geografico che ci interessa. Le tribù turche, che in qualche modo sono paren-
rizione nel
ti
strette dei già citati unni,
avevano caratteristiche di
infima levatura culturale, erano in poche parole dei selvaggi assassini,
1100, con
68
la
quando
si
affacciarono attorno
dinastia dei Selgiuchidi, in Persia.
al
così,
Anche chia" ebbe
il
i
con
il
dei reami ispano-pontifici
terrore a detenere
"Divino Poeta" con suoi guai,
bruciati: fu sufficiente
sì
anche
i
il
libri.
.
.
di qual-
suo "De Monar-
libri di
Dante furono
da parte dell'Alighieri
il
noto
ri-
ferimento all'auspicata indipendenza dell'imperatore nei confronti del dagli italiani
si
papa e anche per
riser\'ò
il
il
poeta più amato
rogo.
Pochi sanno che una della più floride duttive italiane era proprio l'editoria.
attività
Il
pro-
Bel Paese
Roberto Sgarzi
libri in tutto
esportava
il
mondo
starono pochi anni di roghi di
allora conosciuto. Balibri all'/wJ/a' e
semplicemente scomparve. Quanto è difficile costruire e quanto è
quel-
l'attività
Da
struggere...!
facile di-
allora l'editoria italiana è la
pecora
un povero, immenso vecchio di 70 anni, nel romano convento della Minerva, assai probabilmente torturato con il terrò e con il fuoco, è coIn quel giorno
stretto
ad abiurare
sue grandi scoperte:
le
La situazione culturale
nera d'Europa! in
e politica di quell'Italia tu
modernissima ospite del Bel paese e innamorata
proposito ebbe a dire: "Qui di vivo...
un grande paese, anzi
sta infamia, è
il
più grande
Il
tutto lentamente,
come
data che da molti è indicata
spegne: è
l'Italia si
A)
il
ed
il
triste
la
esiste
giorno
Fortunatamente assieme
sua
giunse
una
cero, gli
in cui
soltan-
si
Santa Inquisizione,
la
Piemonte, un'altra par-
al
non arrivarono, non umani non si fe-
salvò, là gli spagnoli
uomini restarono
roghi
i
parte d'Italia,
liberi, cjuesta
fortunata e grande è Venezia.
22 giugno 1633.
Cinque-Seicento
Il
mondo con
il
isterilisce
si
sono
ci
morti".
i
te d'Italia
Rinascimento italiano irradia
ma
to
elei
momento. luce,
nome
della sua classicità, Cristina, regina di Svezia, che al
Cinque-Seicento che deve subire que-
L'Italia del
suo
quei tempi assai abilmente sintetizzata da una gran-
de,
È la Controriforma
il
era Cìalileo Cìalilei.
che aveva saputo darsi un assetto amministrativo e or-
nell'Italia settentrionale
ganizzativo assai decentrato e funzionale (contee, mar-
Se
vuole considerare
si
la
situazione politica
italia-
na nel Cinquecento e nel Seicento nelle sue varie dimensioni territoriali, si vede una penisola uniformata
Come già
basso dalla feroce presenza spagnola.
al
rife-
Padana sfuggono alla presenza iberica i domini veneti; deve essere detto però che questi ultimi erano piìi ampi dell'attuale rerito, nella
il
Regno
Valle
di Savoia e
gione veneta,
quanto
in
si
estendevano quasi fino
alle
porte di Milano.
chesati, ducati ecc.).
pre
Quell'enorme impero dovette rinunciare per semalla ancora piccola, neonata Venezia. Appunto
nell'SlO
i
barconi dei franchi rimasero intrappolati
nelle infide
acque della laguna e
le agili
imbarcazioni
Fu
venete ebbero facilmente ragione degli invasori.
una strage mai cettua
la
dimenticata. Per mille anni, se
pili
minaccia genovese,
veneziani
i
si
ec-
non vedranno
invasori nelle acque della loro laguna.
pili
Per mille anni
(circa
800-1797) Venezia fu repub-
blica liberamente amministrata dai suoi cittadini, ad-
Venezia
ditato zia,
Venezia e
Veneto sono l'unica parte
il
non
d'Italia
che
mai calpestata da
Nemmeno le
terribili invasioni
barbariche di unni,
o longobardi riuscirono
goti
a
to), a tri
Malamocco,
abitati
700
a Torcello, ad Eraclea
che poi confluiranno
in
nacquero cen-
epoche
variabili fra
il
e l'SOO d.C. nella grande Venezia.
Furono d'Italia
goffi
e
(il
ultimi invasori,
gli
figlio di
minimo,
franchi di Pipino re
di
conquistare anche
ili
quel
lembo
dell'ex Im-
tranchi
conobbero
a loro spese chi fossero quei
franchi erano in quel
momento
la
la
Francia, all'Olanda e
al
Belgio, a gran
parte di Ciermania, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia ecc.,
deduce perché proprio
Galileo Galilei, nei diciotto
nella grande, libera, ve-
felici
pii;i
e fecondi anni
compirà le sue più grandi invenzioni. Fu qui che l'inglese William Harvey scoprirà la circolazione del sangue nel corpo umano e fu qui che tanti europei portarono all'uomo
la
luce della conoscenza.
In questa Venezia libera, ca,
il
ma
pragmatica e
realisti-
Santo Uffizio, pur presente, non ebbe mai altri
la
vio-
paesi sud-euro-
pei dominati dagli ispano-pontitici: in particolare
insomma, un impero gigantesco, soprattutto per un impero che anticipava l'odierna Europa e
l'epoca,
Lìlalia e le ire Italie
Resta famosa
popolazione
dominante su un impero enorme, quello carolingio, che si estendeva su tutta l'Europa, dal nord della Spagna, a tutta
si
neta università di Padova e nell'Arsenale veneziano
l'e-
ditoria di quella città-nazione rimase libera.
veneti. I
momenti terribili della ConVenezia mantenne cultura e libertà euro-
evince perché nei
lenza assoluta che manifestò negli
pero romano. I
pee e
incredibile, baluardo di indi-
pendenza, dignità e libertà
si
della vita,
Carlo Magno) nell'810 a cercare, su
ingombranti barconi,
quell'ultimo,
i
che
queste premesse storiche politiche e militari
troriforma,
porvi piede.
Sulle Isole Reaitine (quelle attorno all'odierna Rial-
di liberalità, illuminata e severa giusti-
terra e di mare.
F da
fu
talloni stranieri.
nei secoli
esempio
saggia amministrazione, grande potenza militare di
la
posizione del governo della Sere-
nissima sul problema dei roghi dei si
rende evidente
qualche facoltà
la
libri all'Indice,
ove
necessità veneta di concedere
agli ispano-pontifici controriformisti,
mantenendo però
la
più assoluta padronanza della
propria autonomia e delle proprie libertà.
Disse quindi
il
Doge che
effettivamente
il
Santo
69
Offizio aveva la tacoltà di "abbrusciare" feriti aH' Indice, ma
che però
i
empi
libri
ri-
"Santa Congregazione"
la
doveva prima ottemperare ad una pratica irrenunciaper i veneziani: cioè che "li avesse pagati!".
La Marco suoi
ciò che voleva e se
qualcuno voleva bruciare ciò che,
avendolo pagato, era
di sua proprietà facesse pure...
Altri libri, in sostituzione di quelli distrutti, pote-
vano essere subito stampati! Grande Venezia!
fu
tutti
voglio ricordare: Sebastiano Ve-
un evento chiave per
questo
ove
nell'Italia
oggi sappiamo che
i
soli
gli ec-
quadri che
produsse erano madonne
il
no-
incita
i
suoi alla lotta contro
bisogna dire che
l'Italia e
pieno deserto
Ancora
Sant'Antonio
tortura per sfuggire alle tenta-
si
Questo avvenne che distrusse
in quell'Italia della
interni, arredi
Controriforma
ed esterni
di migliaia di
meravigliose chiese, veri tesori di arte medievale e
nel 1686, in
ri-
bugiardi stucchi, ghirigori e tlorflegi
fensiva
Questo
Lo
fu
stesso
Leone
ne dove sono
conquistato
armonia con
Peloponneso
alla civiltà e
grande offen-
la
Solo
la
la libertà di
serenità e la libertà per U suo
ieri e di oggi.
infatti dal territorio
lombardo
insegui-
"buon governatore Ferrer",
dalla
soperchieria dei bravos, dall'Innominato, dalla crudeltà e dalla corruzione del sistema ispano-pontificio e final-
mente giunge all'Adda,
il
confine che separava quel
orribile dallo Stato della Serenissima e
ben certo
di
vedere ormai in prossimità
la
quando
veneta
gno profondo, un
giustificato orgoglio,
Bergamo e con essa la sicurezza della libertà, della vita, prorompe in un grido che oggi pare essere vietato "Viva San Marco!". una maggiore influenza veneta negli equilibri italiani furono arenate dalla Lega di Cambrai indetta e animata dal papato e dal solito Giulio II, impaurito dalla forza di San Marco. Tale Lega che oltre ai pontifici e ai francesi vedeva altri staterelli italiani, batté la Serenissima ad Agnadello nel 1509. altre polizie politiche:
di
che deve esse-
San Marco è una delle vere ricchezze Negli
stessi il
li-
con amore e ammirazione.
re considerato
anni
la vicina,
d'Italia.
antica Università di Bo-
tallone ispano-pontificio, era quasi de-
Ancora oggi
si
può
ve-
dere nelle antiche, ben conservate aule d'insegnamen-
una piccola grata collocata al di sopra della catteuno spioncino dietro il quale si trovava, ben nascosto, un frate domenicano, pronto a reprimere con l'abituale "severità" e con totale autonomia di giuto,
dra: era
dizio, ogni "errore eretico".
Per capire
città
di
Le speranze
dif-
bertà politica e culturale non abbiano lasciato un se-
serta di insegnanti e studenti.
mondo
San Marco ed è
pensare che mille anni di difesa della propria
logna, sotto
to dalla polizia del
ri-
bufera rivoluzionaria bonapartista riuscirà
conto
Renzo fugge
turco. L'of-
nei suoi Promessi Sposi, sa be-
dalla
molte cose di
il
è finalmente
quei barbari sanguinari sono
Lombardia oppressa dal tallone La salvezza è là oltre l'Adda ove regna il Leone di San Marco, buono e forte. E opportuno ricordare quel passo per rendersi di
ve-
il
allontanati dalle coste d'Italia e d'Europa.
ispano-pontificio.
70
San Marco
ficile
la vita, la
Renzo che fugge
da
di
meravighosa Venezia.
la libera,
Manzoni
ebbe successo,
nel 1797 ad annullare
vari.
anni
Danubio, Venezia scatenò una po-
siva austriaca sul
nascimentale, e questo con intere rivoltanti colate di
è
soffrì in quegli
tente offensiva militare in Grecia, contro
zioni.
falsi e
nemico.
l'Occidente in genere sono
ro ostacolo insormontabile.
di spine e di
ottenne que-
si
debitori alla città lagunare della salvezza dall'invasione turca, che vide proprio nel
corone
il
Per quello che Venezia fece e
in lacrime, de-
to di apposizioni di
tur-
i
Le cronache dell'epoca raccontano di quecanuto ottuagenario che, pur ferito, come un leone
capitazioni di santi, flagellazioni sul Calvario con tan-
stro Seicento
in
dell'Occidente e fu me-
sta vittoria.
unici
gli
committenti di opere d'arte erano ormai rimasti
che
Lepanto. Questa battaglia
le sorti
Venezia, vero baluardo contro
rito principale di
sto
nell'Italia del terrore, dei roghi, delle tor-
ture, delle delazioni,
clesiastici e
sopra
nier, l'eroe della battaglia di
chi e del suo indomito ammiraglio, se
fatti suoi!
Questo
prodotto della forza e dell'eroismo dei
il
tigli.
Uno
bile
L'editoria veneziana era quindi libera di stampare
difesa della libertà e del benessere di San fu
la
differenza culturale fra
di Venezia e gli stati sti
il
ricordare che già nel 1610, per primi,
utilizzarono
il
cannocchiale, intuendone
sibilità scientifiche
libero stato
ad influenza ispano-pontificia ba-
le
i
veneziani
grandi pos-
e militari. In quegli stessi anni nel-
Bologna fu vietata la teoria eliocentrica. pena il rogo, fu insegnato che è il Sole a girare attorno alla Terra e non viceversa. Questa vergogna finì solo nel 1796, con l'entrata delle truppe nal'Università di
Sempre
cioè,
poleoniche.
Roberto Sgani
B)
Cinque-Seicento
Il
nell'Italia
centrale
schi figuri,
troppo insicura dopo
lo
scempio dei Lanzi
di tre anni prima.
Granducato
Ma
Toscana
di
non andrà molto meglio anche in Bologna in Il comandante spagnolo De Ley^'a fece allontanare da mezza città tutti gli quella rigida mattina di febbraio.
Abbattuta
la
Repubblica fiorentina e con-
libera
quistate Firenze (1530) e Siena (1555), l'imperatore
ispano-germanico Carlo
che
lo
V impone al
chiamerà poi Granducato
si
governo di
di quel-
Toscana
abitanti,
direbbe un "governo fan-
si
La perdita
opera dello straniero,
della libertà, a
della parte centrale della penisola
deve essere meglio
conosciuta per cogliere appieno l'opera orribile che
ma
papato fece sempre, contro
pe "imperiali"
di
Carlo
sa,
necessitavano di un'autorità quanto mai forte, poi-
i
quanto mai
non
vasti e dissimili e ciò
basta,
si
era ormai in presenza dello scisma luterano.
Insomma,
in breve, re
Carlo ambiva a diventare
papa. quello
si
usò prima
bastone furono
scatenò
i
su
sull'Italia e
il
bastone e poi
la carota.
veda
suoi "Lanzi" che
(si
Roma
carota tu...
trattato di Barcellona del
Questo
(1527) e
la
oltre) il
20 giugno 1529.
trattato fu l'ennesima
operazione di osce-
na simonia da parte del papato e ricorda innumerevoli
precedenti,
come
con Barbarossa
(si
quello con Carlo veda):
una
Magno
Quel
un
trattato fu
com-
Spagna,
di
fra
Clemente VII della famiglia dei Medici realtà di un figlio postumo e illegittimo
Carlo
(si trat-
tava in
di
Giu-
liano dei Medici, fratello di Lorenzo, che fu ucciso nel-
Il
Formalmente indipendente
costo era variamente descritto
abbattere
la
ma
punto
Leone
VII poi.
E
ciò che ci in-
V
doveva, fra
lamiglia dei Medici, ap-
la
dinastia dei papi
Gli spagnoli e
X
prima e Clemente
Ancora una volta Sua Santità chiede\a quindi
gonati
alla
La punizione che ai riottosi
il
In quell'anno
che difendevano
la
loro
li-
esistente fra gli stati na-
24 Ichhraio 1530 Ciarlo
V
sarà in-
Bologna. Ciò non av\'errà a Ro-
perché giudicata da quella "strana coppia"
Tre Udite
V
inflisse
"ser\'i della
mondo germanico, un'enorme
ti
un
reale
comandante
di lo-
di lo la
ac-
da pura volontà omicida e
certo disprezzo per
i
ed erano animasaccheggio, unita ad un
militare,
di
"papisti venditori di indulgenze".
Questa gente mosse dai
territori imperiali ispano-
germanici (quelli delle "Loro Maestà Cristianissime"!)
Germania, con destinazione Roma. Fu un'ennesima "spedizione pimitiva", fu
della bassa
Roma
".
L'Italia settentrionale e infine
gente rimarrà
dono
"il
sac-
l'Urbe
saranno devastate da un flagello inaudito. Quela
lungo
in
enormi
Roma sottoponendone
gli
nella \olontà di carpire loro
ogni più piccolo denaro e lasciando
berta.
II-
i
cozzaglia di autentici ladri e assassini. Questi erano
abitanti a torture
a
e di
spada per
un corpo di spedizione campagna", per
raccolse
si
parte più infame del
la
il
(la
più protestanti (italianizzati in "lanzichenecchi"),
un certo numero che
omologhi
duro "alleato" Carlo
"Land Knechts" ovvero
imperatore, di "fare fuori" senza troppi complimenti
Llhiìiii e
alleati
duci dello Stato della Chiesa fu storica, indi-
co di
ma
papi furono
i
nuova situazione
stessa
co.sì
prin-
zionali.
al
Sarà
più
la il
i
futuro imperatore, in cambio della consacrazione ad
coronato imperatore
fra l'altro
Spagna e il Credo per Roma), ma scomodi e infidi. Nel 1527 Clemente VII crede di potere "fare il furbo" nel solito gioco del cambio delle alleanze e, stufo di una presenza scomoda come quella spagnola, intesse relazioni con la Francia. Quel papa non aveva capito che le cose erano ormai definitivamente mutate e che vecchi balletti fra principati italiani non potevano ormai più essere para-
così sarà.
di italiani
è di tatto sotto
Spagna, di cui è
indispensabile supporto l'uno per l'altro
repubblica del popolo fiorentino e
riproporre su quel trono la
e politica.
cipale supporto ideologico e politico.
privi di
Pazzi).
teressa è che, in base al "baratto", Carlo l'altro,
è fatto senza particolari conseguenze.
totale influenza della
reale "contratto di vendita del-
benedizione papale" a Carlo re
Congiura dei
alla
menticabile e feroce.
stesso e
la
potere riavvicinandosi
Stato della Chiesa
e quello
ulteriore orribile
mistione fra sacro e profano.
la
il
la
imperatore e "magno", per questo c'era bisogno del
Con
ma
Grande decadenza economica
stendevano (per quanto riguarda\'a l'Europa) su
territori
Il
Francia,
V erano concretamente padro-
di buona parte della penisola, ma purtuttavia quel non era ancora imperatore e suoi domini, vicever-
si
infatti
sua unità.
la
re
ché
stretta,
cercherà di riequilibrare
il
battaglia-chiave di Pavia le trup-
la già citata
Toscana all'orbita anche se in modo più blando. Va riche nel 1600 Ferdinando I dei Medici
fatto l'appartenenza della
soprattutto in quegli anni,
sua libertà e
l'Italia, la
Dopo ne
Di
spagnola è cordato
toccio".
spetta-
gli
Nient'altro.
la fa-
miglia dei Medici, in precedenza allontanata dalla reg-
genza repubblicana. Oggi
per migliore sicurezza e fu così che
cerimonia parlarono spagnolo e tedesco.
tori alla
come souvenir un
grazioso: la peste.
Questa
fu la qualità civile e culturale del sistema
politico ispano-pontilicio.
71
C)
Il
Cinque-Seicento
nell'Italia
meridionale
epidemia, a circa 200.000 abitanti. teste, nel
Conquistata Napoli nel 1442 e riconquistatala nel 1503 dopo una brevissima presenza francese,
due
torio poi definito "delle
lonia e governato da Sia nella grande
partenopea che non
si
vita della
un
Sicilie" è
terri-
considerato co-
viceré spagnolo fino
Sicilia
il
al
da allora una decadenza di costumi
iniziò
volta popolare condotta da
Le spaventose condizioni di popolazione delle campagne, vessate dagli arresterà più.
Purtroppo non
riduce,
dopo l'ennesima
IMRE .
Vl.(»n
Oominro.
corpo
J'/.V- .-.
le
aspirazioni napoletane verso la libertà.
/.
7^
^r
."-"^
Carta storica
72
Li
''"^
°"^^
ITALIA
L
DAL 1559 AL 1700
'^ -
di spedizione mOitare spagnolo, inviato
direttamente dalla capitale Madrid, soffocò nel sangue
TEDESCO
R
sociale,
svanì nel nulla, ridando spazio alle precedenti ves-
Un
abitanti.
si
una preparazione
una fiammata fugace e il comportamento di Masanieldivenne subito assurdo e improvvido, ai limiti della follia. Venne ucciso e la rivolta che da lui prese il no-
me
popolazione che
esisteva
lo
sazioni.
gi fra la
un giovanissimo pescato-
culturale e militare di questa iniziativa. Si trattava di
tano ad un'altissima urbanizzazione che farà giungere Miseria, sottonutrizione e pestilenze causano stra-
la ri-
"Masaniello".
odiosi hidalgos e dagli assassini loro guardaspalle, por-
Napoli a ben 600.000
alcune pro-
capopolo amalfitano: Tommaso Aniello, detto
re
1707.
che nella luminosa capitale
Dopo
1647 esplode improv\'isa e durissima
^
Fiume
JP
ICQ
1^0
_
r
i
Chriometri
^.W^^V" >x
d'Italia.
Roberto Sgarzi
I
4. Il
È
il secolo che produrrà nella penicambiamenti che renderanno concreti e an-
pili
evidenti le differenze culturali e sociali che
identificano le tre parti nelle quali
si
compone
fronte di ciò l'odioso impasto di fanatica fede
pagana e
In Italia del collasso spagnolo beneficia tolica delle
Nella seconda metà del Seicento inizia
Europa
il
ovunque
spaventosa violenza, sulle quali
di
si
reggeva
la
più cat-
l'Impero ispano-pontificio, croUa.
oggi lo
stivale.
province germaniche: l'Austria.
in
crollo della potenza ispanica, che portava
del resto in sé le cause della sua stessa distruzione.
confronto con
il
in Italia
resto
luzionaria fa saltare la testa di Carlo è la rivoluzione borghese.
potenza egemone
L'Austria
d'Europa non regge. L'"uomo nuovo luterano" aveva stimolato una serie di grandi mutazioni: al nord la scienza e il progresso civile galoppano. In Inghilterra nel 1649 la mannaia rivoIl
A
Settecento
il
sola quei
cora
Settecento
E
il
I,
re assolutista
Parlamento,
come
e della sua storia gli italiani con-
servano l'immagine appresa su ogni banco
di scuola:
l'odiato tedesco, barbaro e nemico.
Essa coincide con quella voluta e falsamente co-
ed
con-
sesso di cittadini liberamente scelti dal popolo, che go-
verna. Si affaccia U secolo dei lumi.
Di questo paese
propaganda politica sabauda e italiana fiSeconda guerra mondiale. Le cose andarono in maniera diversa. struita dalla
no
alla
L'Austria è minacciata nel Seicento dall'invasione turca. L'armata
nel 1683,
dove
ottomana giunge ad assediare Vienna duramente battuta dalle armi impe-
è
austriache, unite agli alleati polacchi di re Sobie-
riali
La marea turca
ski.
refluisce, inseguita e sconfitta dal
Principe Eugenio, piemontese, maresciallo dell'impero e
gli austriaci
dilagano in Ungheria, Transilvania,
Bulgaria, Serbia, Croazia, Carnia.
La
trionfale vittoria di
Vienna
sul pericolo turco
coincise per l'Austria con un'esplosione di vitalità in
ogni ambito deUe attività di quel paese.
Nel 1706,
una
a causa di
complessi giochi dinastici
delle solite guerre e dei
tipici di
quel
momento
sto-
rico (guerra di successione spagnola 1701-171-1, trattati
Utrecht e Rastatt), l'Austria subentra
di
nel possesso della
ne sul territorio e
il
italiano,
e
mentre
in
Spagna
i
possedimenti veneti status.
momento che inizia per la Lombardia l'Europa. Non a caso Mediolanum fu nel
questo
salto verso
lontano 292 dente,
alla
come potenza egemo-
Regno sabaudo non cambiano
E il
Lombardia
non
d.(]. capitale
dell'Impero romano d'Occi-
a caso hi l'animatrice della
(11 67) e sarà la capitale della
Lega lombarda
napoleonica Repubblica
cisalpina (1797); questa città e la regione che le risce
hanno sempre avuto,
nel
si rife-
tempo, caratteristiche
di
particolare prestigio, nella produzione dei beni, nella
forza delle armi, nelle arti e nelle scienze. Situazione geopolitica d'Italia all'inizio del Settecento.
La presenza
spagnola aveva forzatamente molto depresso e com-
73
presso do.
il
potenziale innovativo e commerciale lombar-
La Lombardia, frammento d'Europa,
nel più feroce e buio mediterraneo e
teggiato per
era caduta
vedevano un mondo diverso
gli
per certi versi,
affascinante: Svizzera, Francia, Baviera
ed Austria. Era
modello
sua cultura,
la
ranni.
L'Austria
Mai
È
in
Europa, è
Ed
go compresso, entra a vele spiegate.
questa Austria, l'occasione che consente "Austria felix". Austria felice
I
dinastia regnante e
la
Lombar-
il
fiche.
principi austro-boemi avevano, è
J
\.
'
sua casa regnante.
popolo tutto e questo sempre. Pro-
<ÉKcn,,,., „,/„
il
ma
innovativa, politica quella
alta,
Settecento austriaco e lombardo, e
che fu realizzata dalla grande Maria Teresa sovrana d'Austria, illuminata e saggiamente ispirata da un
ben vero, par-
«^àX^hp» .»4!j(|..,
,,
questo è colore.
fu colore,
che caratterizzò
riaggancio.
soleva dire e ce
si
Ma
Non
è l'Austria,
ben ragione.
'
la
vide tanto rispetto e tanto amore, fra
Giuseppe ed Elisabetta di Baviera, fu la piiì amata, al punto di dedicare alla mitica "Sissi", ancora nei giorni nostri, una fortunata serie di produzioni cinematogra-
il
liberando finalmente un potenziale troppo a lun-
n'era
si
U pianeta nei secoli a
questa Europa, che
in
con
identificò
si
nella storia
prio l'ultima coppia di sovrani composta da Francesco
sua filosofia e
venire.
dia,
assai di-
suo
la
sociale, la vita di tutto
modo
non sanguinario paganesimo, amati sovrani presenti popolo e per il popolo e non osceni, violenti ti-
l'Europa, l'Europa dell'illuminismo, faro di civiltà che caratterizzerà con
la
nel
incantati viag-
e,
guer-
verso nei confronti dell'ispanismo: fede profonda e
i
giatori
le
cultura germanica, immanente
aveva tutto connotato in
in quell'area,
quanto mai duro ed esplicativo per chi si recasse oltralpe, fatto abituale per mercanti e viaggiatori, attraverso molti passi alpini assai agibili nei mesi estivi. Esattamente come oggi, oltralpe,
ma
re di religione,
raffronto fu
il
dimensione cattolica durante
la
grande marito, Francesco
Lorena.
° A,
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di
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Sucàfo
Carta storica
74
-Renelle
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I
Bn
/òrma
L 1.
.
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^<^'(fflk25iciìie:ì^)
ùomi^ìe^usMàCO
'^
A
N
E
d'Italia.
Roherlo Sgarzt
Era giunto
vincendo l'uomo
la
il
tempo
barbarie e
mondo,
fatti inglesi
i
in cui la ragione dell'uomo,
ambiva dare
superstizione,
al-
"secolo dei limii" portò all'Austria,
la ci\'iltà. Il
per prima nel
Dopo
la
il
raggio della cultura.
del Seicento
de rivoluzione occidentale positivistica e umanistica, ben prima di quella americana 1776) e di quella fran(
cese
(
1789) fu quella austriaca di Maria Teresa, di Giu-
seppe
II
Leopoldo
e di
d'Austria, con
Giusep-
figlio
imperatore e sovrano
di cultura illuministica,
II,
madre, dal 1764, attese alla secolarizal dominio clericale l'i-
la
zazione dello stato, sottrasse
prima vera gran-
la
Maria Teresa, sotto l'influenza del pe
struzione pubblica, espulse
adottò
zio,
il
libero
lermo nei confronti
i
gesuiti, instaurò
commercio
divor-
il
ebbe polso
delle autorità ecclesiatiche, fautri-
ci
della piij fiera conservazione.
le
riforme in essere con ulteriori leggi, quali
Alla morte di Maria Teresa,
II.
Quella rivoluzione, ancora oggi poco nota, ebbe
dei grani,
Giuseppe
accelerò
II
prote-
la
alcuni grandi meriti: fu la prima, fu radicale, saggia,
zione delle minoranze religiose, l'abolizione dei mona-
dotta, equilibrata. Se ancora oggi la rivoluzione au-
steri
striaca è
misconosciuta è perché non ha avuto
tocchi di truculenta follia omicida
come ebbe
la
certi
contemplativi, con conseguente incameramento
dei loro beni, e riformò l'esercito.
Nell'ambito giuridico, Giuseppe
Rivo-
luzione francese, ancora oggi rappresentata dalla cele-
poldo
bre ghigliottina, né ebbe l'enorme capacità di propa-
dell'imputato e abolirono
ganda che
che
Uniti
gli Stati
media
forza dei loro mass
ma
ganda,
si
costruirono attraverso
la
e dei loro mezzi di propa-
verrà un giorno in cui
finalmente
gli storici
che portò all'umanità un enorme avanzamento
civile e culturale,
una
senza costare
alla stessa.
.
.
nemmeno
Maria Teresa (Vienna, 13 maggio 1717
Vienna,
29 novembre 1780) lu grande moglie e grande madre. 16
al
figli
marito
marito, in 29 anni di felice matrimonio, ben
e fu sposa devota e innamorata. la
La morte
del
colpì di inesauribile tristezza.
Maria Teresa fu grande regina (1740) e una delle fondatrici dell'Europa moderna. Basilare la serie di riforme, da
lei
intraprese, che trasformarono un'orga-
uno
nizzazione feudale in della legislazione,
stato
moderno: unificazione
obbligo generale delle imposte,
duzione dei poteri
locali,
ri-
creazione (nel 1761) di un
tortura
Giuseppe
(si
(si
pensi
ai lettori la risposta,
caso fosse negativa è forse consigliabile che se
con-
i
influenzò
al
riguardo in
modo
assai positivo
che rese obbligatoria i
bambini dai
A)
Il
La legge Coppino,
in Italia l'istruzione
popolare per
sci ai no\'e anni, risale al...
Settecento
subito
la
momento
ne
assai
si
della ventata dei
a differenza di quella austriaca,
una monarchia fortemente torio
modesto
assolutistica. Sul
suo
terri-
svolsero aspre battaglie fra francesi, spagnoli,
austriaci e, naturalmente, piemontesi. Questi ultimi infatti, si
no
alle varie
potenze del momento.
però a mantenere re
il
modo
alter-
Piemonte
riuscì
allearono spregiudicatamente e in
la
Il
propria indipendenza, ad allarga-
proprio territorio fino
quisizione della Sardegna.
al
italiano.
Il
mai disomoGranducato di Parma,
ad esempio, non ebbe legislazioni avanzate.
Ticino e ad ottenere
l'ac-
si
è già detto, essa bencliciò del-
riforme asburgiche, che proprio
in
questa regione
spesso anticiparono legislazioni avanzate, poi estese resto dell'Impero. rispetto per
il
Questa parte
d'Italia
alle
ultime
zioni delle strutture dello stato, assolutamente sabili
per
Una
le altre
fra le
al
potè godere di
cittadino-suddito, di libertà politica e di
autonomia amministrativa estesa sino parti d'Italia, se
riforme
catasto generale,
al
piìi
si
eccettua
il
fra-
impenVeneto.
importanti fu l'adozione del
fine di
una corretta imposizione
del fisco (1783). l
Vllalia e le In- Italie
Settentrio-
austriaca fu però quanto
Lombardia Della Lombardia
Piemonte
modo
il
d'Italia.
genea sul territorio
le
Risentì in
storico e che fu
1877!
nell'Italia settentrionale
tempi nuovi e rimase,
pensie-
Questo a dimoLombardia si inserì in modo attivo e propositivo nel civile nuovo mondo proposto dagli Asburgo austriaci. Questo fu l'Austria e questo fu la Lombardia, uno
come
La presenza
breve, opportuno raffronto.
il
ro della corte austriaca e dell'Europa.
strare
ne popolare (1770).
Un
la ten-
gano per loro e non la confidino ad alcuno. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, particolare rilievo va dato ad un grande lombardo. Cesare Beccaria, che con il suo libro Dei delitti e delle pene,
subito occasione di riferimento per tutto
poteri dei nobili, liberò
proces-
al
con un consiglio. Nel
La sovrana
i
di-
quei tribunali?
strati in
stato avanzatissimo per quel
limitò pure
dire
meno
so Marta Russo!) avrebbero potuto mai essere magi-
Consiglio di stato quale supremo organo di governo.
tadini, vitalizzò l'industria, rese obbligatoria l'istruzio-
difesa
può ben
II).
Certi odierni magistrati italiani
Lascio -
la
prima e Leo-
II
diritti nella
cittadino di quanto prevedesse lo stato au-
al
striaco di
stilla di sangue.
Diede
poi riconobbero particolari
nostro sistema giuridico odierno offre
il
gnità
riconosceranno l'importanza di questa rivoluzione austriaca
II
!n
rallronto
si
im|Kine.
75
sanno come purtroppo, in alcune province meridionali d'Italia, il catasto sia ancor oggi e non a ca-
ni
so, fatto... discutibile, anzi quasi inesistente.
e
Tutti
Un'ulteriore riflessione: oggi l'industria tessile rap-
presenta gran parte del benessere di Lecco, della sua provincia, quella
metalmeccanica ha
e
Bergamo. Le
significato per le province di Brescia e
ragioni sono antiche e
Como
lo stesso
vanno appunto riferite alla Maria Teresa.
sag-
co.
La scoperta
delle
Americhe
avevano spostato per sempre
due
solo a
passi
La Serenissima
da
casa: vicino a
Dominio veneziano Il
mangono
ri-
incantati dalle testimonianze del Settecento.
del Canal Grande, la musica di Vivaldi,
i
i
in
come
una Ve-
nezia in dura decadenza. Nella Serenissima di quel pe-
riodo ogni divertimento fu possibile.
dentità...
E
la
dolce
perdita dell'indipendenza e
follia dell'i-
dice che l'orchestra suonasse nel Titanic
si
che affondava.
Le
B)
ché
era salva,
ragioni erano molto varie e lontane da San
Il
ma
ferita a
Il
di
la
Dalmazia.
morte.
mondo
più avanzato della navigazione era negli
modello
di
non
nel bacino di
San Marco.
governo, rappresentato da un'aristo-
tempo. Nel 1796 Napoleone, con atto odioso,
il
suo
ma
sen-
za spargimento di sangue, formahzzerà la scomparsa del millenario governo di Venezia. Alvise Zorzi intito-
un suo libro: Venezia Serenissima, mille anni buon governo. Ne avrà ben ragione.
lerà
di
Mar-
Il
Toscana
lettore
che abbia
conseguenza constatato
crollo della potenza spagnola alla fine del Sei-
cento e
in
la più grande insempre meno e fabbrica-
assistito alle riprese televisive
del processo per l'omicidio di
Granducato
Fiume,
crazia repubblicana e illuminata, aveva fatto
Settecento nelrltalia centrale
Il
il
sterminati oceani e
palazzi
pittori
Longhi, Guardi, Canaletto. Tutto fu bello
la
traffici
va ormai solo su licenza inglese o olandese e ciò per-
che oggi visitino Venezia
turista
Tutto affascina e dà immagine di grandezza:
che presagisce
baricentro di
L'Arsenale, che fu per sei secoli dustria d'Europa, produceva
il
il
commerci. Il Mediterraneo non era più il centro del mondo, ma uno dei molti laghi della Terra. La marea costituita dal terribile Impero turco, aveva sommerso tutto e travolto ogni difesa. Si arresterà
gia e provvida amministrazione di
visitatore e
e le grandi esplorazio-
conclusione della guerra di successione a
che
alle quali
sono
te in quell'orribile
Marta Russo e abbia
le terribili
di
torture psicologi-
state sottoposte le
persone coinvol-
episodio giudiziario,
si
renderà con-
Granducato di Toscana con la conseguente presen-
to della differenza che ancora oggi esiste fra quella giu-
za sul trono di principi di sangue asburgo-lorenese. Si
Toscana e questa giustizia e questa civiltà, viceversa di ispirazione borbonico-mediterranea, che gravano oggi
questo trono, fanno
sì
che
entri nell'orbita austriaca,
il
ebbe quindi H regno del granduca Francesco Stefano 1738-1765,
ma
soprattutto quello di Pietro Leopoldo,
che diverrà poi imperatore d'Austria.
Il
regno di que-
st'ultimo (1765-1790), apporterà anche in Toscana
le
auree riforme che caratterizzarono l'Impero austriaco di quel
Un
momento
e di cui già
episodio fra
i
si
è parlato.
mento
di
la
nella corte interna di quel tetro
storia dell'uomo,
morte e
Un enorme
ma-
un mattino raammassare ogni stru-
la
76
di tortura presente nelle prigioni.
fuoco liberatore e distruttore di tutte
quelle infamie tu
crea in
modo
netto
al
confine meridionale della To-
Stato della Chiesa
La
cattolica Austria, rispettosa dell'autonomia del-
lo Stato della Chiesa,
L'Illuminismo e
i
non entra
nei palazzi romani.
tempi nuovi non abiteranno, na-
turalmente, qui.
città.
niero che quel grande sovrano fece, in
dioso per
l'Italia.
può ben
dire che la linea di frattura fra Italia del nord e del sud, fra mondo ad influenza culturale germanica e mondo ad influenza culturale mediterranea, Si
scana.
tezza della Repubblica fiorentina costruita nel pieno
Fu appunto
su tutta
si
tanti.
Nel 1786 Pietro Leopoldo abolisce la sentenza di morte nel suo reame, ma non gli basta. In quel momento la prigione di stato e il luogo ove vengono eseguite le sentenze di morte è nel Bargello, l'antica forcentro della
quella civiltà asburgica, all'epoca presente in
stizia e
il
segnale del reale cambiamento nel-
duramente medievale, ortodosso e integralista, U pensiero rimane queOo tolemaico e agostiniano, U sistema di governo rimane teoIl
pontificato rimane stato
cratico feudale.
Culturalmente
lo Stato della
Chiesa
si
stacca dal
resto d'Italia.
qualità della civiltà di quella gente.
Roberto Sgarzi
C)
Il
Settecento
Il
Regno
meridionale
nell'Italia
Due
Sicilie e Borboni molto giaxe pur l'odierno cittadino fare ciò che molti di noi fanno, fingere di igno-
delle
i
l'cnso che sia italiano
rare le dure differenze che ancora oggi distinguono
È
l'I-
nord, del centro e dei sud.
talia del
grave perché, naturalmente, ciò aggra\'a
pro-
il
blema e allontana quella soluzione che tutti ci proponiamo e cioè l'annullamento di queste distanze.
E viceversa
ogni buon cittadino assume-
di
consapevolezza di queste distinzioni
re accurata
che e
dovere
che caratterizzano queste
attuali
stori-
tre parti, delle
men-
loro miserie, delle loro grandezze, e anche delle
zogne e delle feroci state disseminate
ingiustizie, spesso folli,
da interessati
unicamente geografica,
A
ma
che
le genti
la storia
Due
Napoli, Teatro San Carlo, uno degli esempi del luminoso Settecento napoletano.
l'unità nella libertà e nella
compongono
Filippo V,
l'Italia.
questo fine mi sembra di notevole importanza
seguire
gno
per
figuri sulla strada del-
Quella vera, naturalmente, non quella
l'unità d'Italia.
giustizia
che sono
del Meridione d'Italia e cioè del Re-
nuovo "spagnolissimo"
il
cosciente di questo,
si
re di
Spagna
recò a Napoli per sottolineare
suo antico possesso del sud della nostra penisola,
il
ma
tecento, fino alla spedizione di Garibaldi e Cialdini
andò male. Quel potere era ormai debolissimo e Napoli non diede né un uomo né un soldo per la dife-
che ne decretò poi
se di quella struttura socio-politica che
delle
Sicilie, dalla
Ciò perché è nissimi, che
si
la
sua nascita, attorno
conquista e
in questi
la
al Set-
scomparsa.
tempi, lontani e invece
creano, fondate su basi storiche già con-
cioè, in parole povere, le ragioni
per
le quali certi ita-
considerano, con reciproco grande dispregio,
liani si
Fu per questo che
vici-
premesse della "questione meridionale" e
solidate, le
gli
pretendenti austriaci occuparono
dopo porsi
E
di
rapporto
di
grande interesse verificare per quali ragioni,
spesso fondate e importanti, quei tempi
sibili, in
una
nità di
il
ma anche
incredibili e
nostro paese perse
le
ri-
opportu-
1°
settembre 1700
i
molti scricchiolii del
sistema di potere ispano-pontificio divennero un crol-
nale:
Carlo
I
re
ed imperatore
di
Spagna morì senza
si
i
dando ottima prova
e trattato
Perù, o
la
I
tempo
Roma, Piemonte
ì'ìliiliii
Ecco quindi talia,
la
grande occasione per
perché anche se allora
ma
au-
l'Italia. Si, l'I-
nessuno parlava,
di Italia
nel sangue,
ma anche
Meridione.
un imperatore
di
sud
ma
in re-
straniero,
lo era.
fu quindi la possibilità dell'unità
limitò dal 1706
si
la
cosa
tini
Ditticile
al
173
ma purtroppo
Furono 21 lunghi
3.
ancora oggi identificare
si
le reali
antepone
borbonica, dando interpretazioni ziale anteposizione, si
la
presenza austriaca nel
la
questo storico insuccesso, anche perché
27 anni
ammini-
anni,
lì.
italiana ufficiale e scolastica
tlel
ma meno
Asburgo
striaci.
cosa non funzionò in quanto
rapporto assai variabile che legava
popolazioni
e le Tre ìlalic
e Stato veneto, era degli
strativa, politica e militare del paese,
il
a
sempre represse
sta\'a
Utrecht e Rastatt
comprese,
la libertà,
lazione alle influenze illuministiche che ormai avevano le
trattati di
e nonostan-
popolo e nobiltà del vicereame napoletano alla Corotli Spagna era ormai usurato, sia per via delle molte
in\estito
I
che
padana com-
paesi (Area
i
duro imperio
Giuseppe
na
ribellioni
in tutti
nostro paese era concretamente riimito...
Due
il
posero gran-
il
ricordare che a quel
1700
orribili iberici si
il
bertà e dignità. In quel
sa-
quasi tutto
Sicilie era, da secoli e secoli, colonia capo un governatore (viceré) spagnolo né più e né meno come le l'ilippine, o il Colombia, cioè quasi come schiavi, senza li-
delle
si
certo sotto
molti eroici tentativi per riconquistare
Regno
subito
Sicilie e
chiari: tutta l'Italia, isole
Grande
spagnola con
Due
di speranze nell'amministrazione austriaca
d'Austria.
te
tempi non
molte
dità" e in particolare Filippo di Francia e
Dobbiamo
in altri
verificata.
avventarono suir"ere-
eredi, la caccia era aperta. Infatti molti paesi e
famiglie regnanti d'Europa
nuovi padroni, cosa che
fossero spariti dalle
causa scatenante tu apparentemente ba-
lo totale e la
capitale e subito
la
napoletani accolsero senza op-
Finalmente, dopo secoli di avvilimento etico ed
erano il
I
presa) da essa governati.
reale e concreta unità.
Proprio
Regno.
il
economico del paese, pareva che quegli
sviluppo del paese.
civile e di
i
rebbe mai
"terroni" e "polentoni", causando enormi, universali
problemi
tutto
ormai odiava.
7 luglio 1702 le truppe dei
il
comunque
si
la
ragioni di
storiografia
a quella filo-
di fiera e pregiudi-
può
dire che in quei
alternarono in Napoli ben undici governa-
tori austriaci,
senza però determinare quell'atteso mi-
glioramento di uomini e cose.
La
miseria e
le
condizioni
tli
struitamento dei "na-
77
poletani" rimasero più o si
meno
trasformò rapidamente in opposizione
austriache.
Come
no convertire rismo e
alle autorità
spesso succede in Napoli, ove
in positivo situazioni negative
si
san-
con l'umo-
realismo ottimistico e pragmatico, ecco
il
commento popolare
al
tonante, era in realtà solo un
piccolo petardo".
Ma
una cosa anche appare chiara: l'Austria, potentissima in quel momento, stava esercitando un grande
sforzo politico-militare contro
vaggi turchi per
LI
i
terribili e sel-
possesso dell'Europa orientale: Slo-
venia, Croazia, Ungheria, Valacchia, Serbia ecc. Sforzo
immane per
l'espansione in territori
piij vicini
La reazione
quanto fosse
il
sud
Italia:
che entrava nei disegni dell'Austria, non
Insomma
Regno
il
delle
Due
era questo
altro.
Sicilie era
troppo lon-
tano e troppo diverso dall'Austria per poterla
mente
Regno
real-
Qualcosa del genere avvenne pure
interessare.
re del risveglio
pero
Subito
grande ed espansiva influenza
possibilità
ipotetica
a scatafascio
una
stria,
di
appunto questa deludente amministrazione e l'intervento nella politica europea e italiana... di un abate piacentino e di. una bella parmigiana. E furono fattori questi che bastarono a sconvolgere piani .
.
i
dei governi e Il
i
trattati internazionali.
in Italia;
ma
soprattutto
quell'impero che era ormai uno dei grandi centri
Roma. Spagna una nuova
dell'Illuminismo, mortalmente pericoloso per
Soprattutto trovò per
il
re di
moglie. Già, perché successe che
V
il
succitato Filippo
Spagna rimase vedovo con due figli e la nuova moglie di quel monarca fu, sempre grazie alle manovre dell'Alberoni, una bella ed energica donna delle di
sue parti "padane": Elisabetta Farnese della casata di
Parma.
Qui
la
Storia degenera in un'incredibile "telenove-
che sempre aveva come base
zionali di
molti,
uno Stato
diede
sì
al
infatti
gli intrighi
della Chiesa minacciato,
alla bella
Parmigiana,
pesantemente negativo per
Avvenne
omogeneizzazione culturale
dell'Italia fu
l'a-
pretese
le
incitò turchi, svedesi e ungheresi contro l'Impero d'Au-
nale favorevole
mandò
sostenendo
di Giacomo Stuart; favorì e ordì congiure contro Filippo d'Orléans, previde per le sue Parma e Piacenza una
di
questo punto ciò che
moltiplicarono:
le iniziative politiche si
strazione.
A
reale auto-
con fermezza l'ammini-
bate creò difficoltà all'Inghilterra
la",
il
il
spagnolo e della continuità del suo im-
in Italia. Egli riorganizzò
Piemonte in tempi coevi a questi eventi, con lo "scambio" isic) Sardegna contro Sicilia (1720), proprio per ragioni di possibilità di amminicon
fu autorevole.
Alberoni divenne primo ministro e fu
geogra-
ficamente e più omologhi storicamente e culturalmente all'Austria di
di cintura, esattamente
centro della penisola, a dividere sud e nord.
Cioè: "Questo barone di Harrach, che era stato di-
come un fulmine
temutissima
strazione, l'economia, l'esercito, la marina.
sulamente nu tricchetrach". pinto
mo'
locato geograficamente, a
all'operato del penultimo dei go-
credevano 'nu truono chist'Arrach e invece è
la solita,
minaccia mortale per lo Stato della Chiesa che era col-
il
vernatori napoletani: Luigi Tomaso, conte di Harrach.
"O
Questo avrebbe determinato
inalterate e la delusione
che
la
i
interna-
con un
fi-
ma secondo
poveri napoletani.
brava Elisabetta Farnese
marito, bellezza, sapienza, astuzia politica
pensa, anche tutto ciò per cui
le belle
e, si
parmigiane van-
no giustamente famose ma, da brava madre-chioccia padana, in cambio di una promessa: figli dell'imperatore di Spagna avrebbero avuto un regno. i
primo fu l'evidente longa
manus
della
Chiesa cattolica
che, spaventata dal croUo della
potente "associata in impresa" e cioè di quella Spagna,
si
pegnò per
modo
risolvere, in
ad essa favorevole, della successione,
na
al
il
im-
problema
con
la
nomi-
trono di un sovrano spa-
gnolo: Filippo V.
Roma
mise
alle costole di
quel monarca in
crisi,
Giulio
Alberoni, un abate piacentino, figlio
ma
di
un povero ortolano,
autentico genio
politico:
un pericolo, che era quelsempre e cioè che il nord sud d'Italia, con la citata,
c'era lo di
e
contemporanea presenza auavessero uno stesso autorevole dominio e
stro-germanica,
cioè che
7S
l'Italia
divenisse unita.
Dipinto raffigurante Ferdinando
I
re delle
Due
Sicilie, la
moglie Maria Carolina d'Austria e
i
figli.
Roberto Sgani
Furonci
duri, inesorabili \oleri di Elisabetta, den-
i
talamo nuziale, a ridare
tro e fuori del
una Spagna che non cht e Rastatt:
esitò a stracciare
riandava
si
Napoli e del Meridione
Roma
prattutto
\edere
Utre-
trattati di
"ragazzi" del re e
i
il
giocattolo,
ma
so-
voleva allontanare l'antico pericolo
potere
in Italia lo stesso
con evidente minaccia la
piedi ad
guerra per H possesso di
alla
d'Italia...
Parmigiana volevano
della bella
i
ali ai
di
nord che
cia e
favore per
ta
la fac-
appunto
maggioranza degli
Non
il
di
gentOe assenso Spagna, sancì
Regno
ma
delle
Due
Sicilie
"
era
gover-
mente
inter-
cioè fino alla spedizione garibaldi-
momento
nerosi,
hanno riempito
non, fino
in orribili condi-
rosee e agiografiche favo-
invito
lettore
il
in
librerie (soprattutto
modo
se in
vano,
il
la
il
gusto e
Regno deOe Due la
Porta Alba) diciamo subito che
ma fatto
tiamo descrivere, stanti
Borboni e
il
connotato di aspetti contra-
altri
Diciamo subito che
italiani
è incredibile veri-
quanto di ingiusto e bugiardo, dal Risorgimento sabaudo ad oggi, sia scientificamente costruito e ancoficare
continui a fare e accettare.
E da
quel
ma anche
i:ìliili,!
momento che
le
nazioni europee.
Al riguardo Milano e Napoli presentano alcuni aspetti assai simili. za,
ìliilie
in
Il
raggiungimento dell'indipenden
o quanto meno l'allontanamento
della presenza
ispano-pontificia, liberarono grandi e complesse potenzialità.
Come
una molla compressa subito Napoli e
di Ciarlo III
tale e in
si
trasformarono
in
il
Re-
una granile capi-
un grande regno europeo. Tutto era un unico
cantiere edile con
la
realizzazione di
ponti, teatri, pala/zi di nobili che
si
nuove
strade,
trasferivano nella
capitale. 11
definizioni "boibonico",
"napoletano", "meridionale", sono messe
e le Tre
Settecento napoletano ebbe
pochi decenni a partire dalla Dichiarazione d'Indi-
gno
per quanto riguarda
Borboni nafioletani ed
il
pendenza del 1734, Napoli divenne una grande capitale con una classe intellettuale di prim'ordine e sicuramente tale da essere equiparata a quelle delle coeve
opinioni e coscienze dei cittadini amministrati.
si
da consentire un am-
presenti nella penisola.
mente non sono indicati, particolarmente nelle scuole attuali, come una delle glorie del nostro paese. Infatti
stante televisione, possa costruire a suo piacimento
ra
tale
compone-
dignità della loro libertà.
Documentandosi su questi latti e scrivendo queste non si può non essere presi da un certo scoramento nel constatare con quale facilità, in ogni tempo e sotto ogni latitudine, il potere politico ed economico, avendo a disposizione danaro, scuole, intellettuali, storici, scrittori, ma soprattutto stampa e oggi la deva-
qualità dei
alta qualità
esempi effettivamente
aspetti culturali, politici e sociali esaltanti che grave-
righe
la
Settecento napole-
anche
Sicilie,
Settecento napoletano
Così accadde per noi
il
che opposero grande esuberanza e
operativa e intellettuale ad
in
I
ric-
reale qualità socio-politica
diverso nelle varie regioni che lo
sapore,
molte e
tano non fu assolutamente l'infamia che più volte sen-
sicuramente a sufficienza per fare
sudditi del
in
napoletane gravitanti attorno
comunque
post-risorgimentale, circa
buoni e ge-
ad utilizzare l'ampia e do-
merito presente
gli altri Stati
in
piti
certa pubblicistica, scolastica e
pio raffronto con
ma
analiz-
necessaria-
giorni nostri.
ai
cumentata letteratura che
le
come sempre
lette sui Savoia, dipinti
disperanti. Realtà
ai
modo
circa la realtà storica del Meri-
epoca risorgimentale e
polemiche che alimenterà governo,
che
sintetico, l'opera e la realtà del Settecento e poi
zioni di colonia sudamericana; forse troppi per le gran-
apprezzare
orribile
Ecco perché è importante
zare compiutamente, anche se in
a
con un lungo e tragico
strutture del paese, in quel
di quel
E
storico
italiani.
stizia e nella verità.
Mentre
"bella Parmigiana
la
na, forse pochi per potere operare grandi riforme delle
di
Sicilie, è falso
vera unione del paese, se non nella giu-
po poco, conosciamo
solo in parte, perché
nato dalla dinastia dei Borboni di Spagna.
mezzo napoleonico e
vi sarà
dione napoletano, mentre
debito con
Durerà 124 anni,
Due
essa ancora sia presente nei cuori della stragrande
l'indipendenza del suo Regno da quella Corona.
il
delle
ma
Napoli, con
III di
saldato e nacque così
Regno
spagnoli sul suolo napole-
Augusto Padre Imperatore
il
dal
clamoroso, è menzognera e incredibile.
te-
costitui-
dell'Ottocento napoletano, proprio perché poco, tropgli
Carlos dei Borboni di Spagna, che divenne di
Insomma
1860 per
prima colonia sabauda,
tano (27 dicembre 1733),
conseguenza Carlo
in\'entata nel
sa alla conquista della
sua impresa di Francia e Inghil-
la
Ecco quindi tornare
del suo
Questa bugiarda equazione
mortale schiacciamento del-
dell'Austria in Europa.
Don
sviluppo, alla miseria nei cuori e nelle cose.
impresa militare picmtMitese,
che vedevano con preoccupazione l'ingrandirsi
terra,
Piemonte (oggi si direbbe Padania) nobile, efficiente e generoso, concedeva un aiuto per strapparlo al sotto-
tornava a favore, l'allontanarsi degli au-
gli
un povero mondo sottosvilupal quale "per sua fortuna" un
giustificare la terribile
al
con piccole scaramucce, tanto per salvare
il
pato, inutile e incapace,
sud,
sia al
Ecco quindi appunto Don Carlos, l'erede, sbarcare alla testa di un esercito spagnolo per riprendersi ciò che considerava suo e... costruirsi un "patrimonio". striaci
lificate e dequalificanti,
ili
geografica "cintura pontificia".
Tutto
automatica relazione con realtà particolarmente dequa-
teatro
San Carlo
Si favorì
un catasto,
si
il
tu realizzato in soli otto mesi!
commercio e
si
cominciò
cercò di temperare
le
a strutturare
prepotenze
di cle-
79
ma
il
suo lungo regno (1759-1825), fu ed è ancora oggi
il
po
e del
guappo ebbe
peggiori caratteristiche,
le
amato dai napoletani", nonostante quell'uomo
"pili
fosse ignorante, vile, remissivo, senza alcuna decenza e autorità nei confronti delle intrusioni della moglie
(quanto mai opportune) negli
Come
dirà poi,
si
riconobbero e
gli
affari di stato.
estimatori di Ferdinando
gli
I gli
riconoscono un "grande merito":
quello di "essere uguale all'ultimo dei suoi sudditi".
Emerge
questo
in
drammatico pauperismo po-
il
pulista presente nell'animo dell'uomo meridionale ita-
Perché un
liano.
guida e
che, nonostante
so e banale lettore Re Ferdinando
un sovrano
rango, è ignorante, povero, timoro-
il
come
peggiore dei suoi sudditi lascio
al
immaginare!
Una
I.
deve essere un esempio e una
re è e
traguardi possa condurre
a quali
certa asocialità che alcuni (in
modo
forzato ed
erroneo) verificano nel cittadino meridionale, un certo
potente all'ignoranza e
diritto del
ro e nobili,
mulgò undici nel
il
migliorò
si
la giustizia.
Al riguardo
"Codice Carolino" che cercava
{s/cl
)
I
il
pro-
di unificare le
vari regni
Settecento napoletano.
talmente quattro:
il
suddetto Carlo
III,
il
marchese
Bernardo Tanucci, il figlio di Carlo, re Ferdinando IV (si fece chiamare Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia,
o anche Ferdinando
zarra) e sua moglie
E una manzo
storia bella,
III
Due
delle
Sicilie:
cosa biz-
drammatica, con il
fatto è
tocchi del ro-
i
che è una storia vera.
evidentemente aveva l'occhio lungo e
sa-
principe,
ma come uno
ove ogni libertà
Napoli, acquisì tale
ma anche
ignoranza)
mai e che sempre
fu
"suo
il
stile" nel
il
quella saggezza popolare di occuparsi di ciò in cui riusciva meglio,
il
correre dietro alle sottane del regno
Maria Carolina d'Austria.
do Tanucci che subito divenne il primo ministro e uomo di potere del Regno delle Due Sicilie. II
grande progresso
di quella
reale
Napoli per circa mez-
zo secolo fu opera sua.
Anche perché
il
il
generoso pa-
mori nominando nuovo re e imperaappunto Carlo III re di Napoli. Il re di Napoli subito assunse quel trono (1759) e abdicò in favore del piccolo Ferdinando I di soli nove dre di Carlo
III,
tore di Spagna,
anni,
ma
di fatto lasciando
il
Regno
e
il
piccolo figlio
mani del reggente, il potente marchese. Il piccolo Ferdinando divenne, in modo non so quanto meritato, un personaggio mitico al quale sono stati dedicati libri a non finire e in questi ultimi tempi perfino un bellissimo film: Ferdinando e Carolina. Napoli tutta sentì subito per questo piccolo re un amore viscerale anche perché dopo secoli e secoli era il primo re veramente nato e cresciuto in Napoli. Quel re "napoletano per napoletani" iu in realtà un guapnelle sapienti
i
m
(secondo Benedetto Croce) e lasciare questo impenitente "latin
matrimonio
alle
cure del Ta-
non giunse anche per lover" ante litteram il mo-
finché
gli affari di stato,
e la sorte gli riservò
una grande
Anche quel matrimonio con Carolina
(1768) fu
una trovata del Tanucci che cercava, attraverso i soliti matrimoni dinastici, di ottenere un buon rapporto nei
egemone suUa
confronti della nazione
suddetto Filippo V,
pubblico e nel
"re
del
il
lin-
Nasone" così detto per quel suo particolare anatomico, ebbe quel "buon senso" I,
regina:
uomini come queUo:
to-
privato.
marchese Bernar-
gli
nei vicoli di
gusto dei modi e dei
il
mento
riconoscere
lì,
guaggi del popolino napoletano, che non abbandonò
rara dote di
la
for-
modestia culturale (diciamo pure
la
moderato. Evidentemente
Carlo aveva
nascono
pesce comincia a
scugnizzo, la sua fu un'infan-
nucci
re
"Il
fu consentita e
gli
conobbe e apprezzò un aretino, Bernardo Tanucci, docente di materie giuridiche nell'Università di Pisa, un illuminista piente perché in un suo viaggio in Toscana
iiUa viltà
un motto:
parti
testa", quanto mai esplicativo al riguardo. Ferdinando non crebbe come un re, né come un
Ferdinando
Maria Carolina.
storico romantico;
Carlo
I
queUe
di
puzzare dalla
zia
protagonisti di questa storia furono fondamen-
E
se così.
concomitantemente presenti
legislazioni,
Vicereame spagnolo, come reliquato dei
precedenti
si
penisola, ap-
punto l'Austria. Maria Carolina fu grande regina, una delle molte figlie della grande Maria Teresa, sorella (questo sarà fatto
drammatico per
il
nostro paese) della sventurata
Maria Antonietta, regina
di Francia.
Maria Carolina era donna quanto educata mento, quella
assai colta e
moderna
in
grande e avanzata corte del moVienna, ove si realizzò per la prima
nella
di
volta l'applicazione dell'illuminismo alle concrete cose della società.
Maria Carolina, esempio di... al marito-bambinone
ranza, lasciò
continuare a correre dietro e subito
si
illuministica toUela
le solite
soddisfazione di
sottane del
Regno
diede ad applicare le vere ragioni della sua
presenza in
Italia: fare politica.
Fu per suo merito che
Roherlo Sgarzi
la
concreta presenza
eclissò per
in
Napoli della corte di Madrid
vedere subentrare
striache e inglesi (Lord Acton).
In armonica collaborazione, za con
il
stato, la
Tanucci essa assunse qual cosa non
le
spiriti
l'illuminarono,
poi in concorren-
la reale
direzione dello
resto, di
dare
al
come G.B. Vico uno
dei massimi storici e Pietro Granione, fiero anticlericale che, in fuga dai
ma
impedì del
sovrano marito una nidiata di
Grandi
si
influssi e influenze au-
finì
i
soliti,
ben
noti, pugnali del
prigioni dello stato italiano sicuramente sta,
omicida e forcaiolo del momento:
pii!i
monte.
figli.
Ma reame e Napoli
anche
altri intellettuali
fecero realmente gran-
quello scorcio storico fu una delle maggiori capitali
d'Europa, faro di a\'anzata cultura,
musicisti e grandi pittori diedero lustro ad
si
diffuse in quel
ranza, politica e culturale.
in
liberalità e tolle-
sempre
Carta geopolitica dell'Italia centrale all'inizio del periodo napoleonico. territori
L'Italici
oscuranti-
lo Stato del Pie-
de il Settecento napoletano come cenzo Cuoco, Eleonora Pimentel,
L'Illuminismo
papa,
suoi giorni di grande difensore della libertà nelle
Si
piìj riferito ai
noti
la
il
Filangieri, Vin-
così
come
grandi
un regno
princìpi etici e sociali dei "Li-
riduzione dello Stato della Chiesa, privato dei
padani.
< le Tre Italie
81
beri Muratori", stimolati da
una regina sempre più
attuali
proseliti.
anticlericale.
ombre quel Meri-
luci e di grandi
Paese di grandi dione
esempio che, come sappiamo, ha avuto troppi
ove a fronte di una classe dirigente
d'Italia,
dubbiamente avanzata
opponeva una
si
in-
realtà sociale
L'organizzazione sociale borbonica
durissima e disperante, impersonata del resto dallo squallore del personaggio del "re Nasone".
Per ben capire questa
realtà
si
scopre di particola-
re interesse l'avveniristica "Regia fabbrica di sete di
San Leucio" (un borgo
assai vicino alla allora
nuova
e
colossale reggia di Caserta), ancora oggi indicata dai
come un luminoso, antesignano esem-
fans borbonici
buon governo borbonico, quando in\'ece può come un divertente, ludico laboratorio socia-
pio di
apparire le
voluto e animato dalla fantasia un po' grottesca del
buon Ferdinando. Avvenne infatti che Sua Maestà, momenti di lucidità extra-sessuale,
sociale, l'assenza più totale
di "etos" in quell'individuo,
tanto amato "re Lazza-
il
rone", furono solo parzialmente colmati dall'impegno di Carolina e del Tanucci
come abbiamo
e,
de esempi pericolosi e destruenti
visto, die-
lasciati ai suoi di-
scendenti.
Ma
ciò in cui la proverbiale viltà, disinteresse e pi-
grizia di
Ferdinando fu destruente è nell'assoluto
sinteresse che questo "re napoletano per
di-
napoletani"
i
dimostrò sempre nei confronti dell'organizzazione soin
uno
volle
dei rari
dare un
chiaro esempio di cosa anch'egli sapesse fare nell'ambito sociale a fronte della
disimpegno morale e
Il
scomoda concorrenza
ciale del
come
suo popolo sofferente,
certe "seterie".
polano travestito da
un nobile
no,
a parte le fanfaronate
Perché Sua Maestà non fu un poma un re travestito da popola-
re,
sempre abbandonò
dei peggiori, che
proprio destino pensando solo a non
il
rappresentata dalla moglie, dal Tanucci e dai Liberi
suo popolo
massoni che tutto influenzavano). Chiaramente ispirato alle idee di un grande pensatore come il Filangieri, Ferdinando in un tessuto sociale ove
sere disturbato nelle uniche attività che stavano a cuo-
Muratori
(i
l'individuo
si
esprimeva
in
realizzò a spese dello stato
immensa
modi alle volte selvaggi, un paese-fabbrica ove, ad
differenza di quanto avveniva tutt'attorno
al
re a quell'animo minimale: la caccia,
donne,
La
il
norme
rie di
abito rigorosamente uguale per tutti
(Mao Zedong ha
avuto dei predecessori); matrimonio permesso solo operai provetti
agli
(!);
abolizione dei testamenti;
si
impegnò,
ma non
rendono civile la convivenza deEra realmente un compito difficile, stan-
cioè che
prima del codice
per l'Europa intera e cioè:
comunque
classe dirigente
gno napoletano, ma
altresì
cibo, le
riuscì a costruire la società e l'ordine civile, quella se-
gli
i
ni di
il
il
dolce far niente.
Regno, erano previste per fortunati popolaSan Leucio promossi operai, realtà e previdenze inaudite per quel periodo storico, non solo per il Re-
in quel
vino,
es-
te
individui.
disperante stato di partenza di quella società.
il
Come
si
metà del Settecento,
ricordava, fino alla di re Carlo,
non
esisteva
nemmeno
la
legge, perché undici leggi contemporanee sono ap-
punto una non-legge. Per i riformisti battersi
fu cosa dura; l'antica strut-
Casse Mutue operaie interne (Cassa della Carità) ove
tura derivata dal vicereame spagnolo era impermeabi-
erano coperte
malattia, l'infortunio, l'invalidità,
le e ostile.
come
La
l'anzianità;
ne e
la
merito individuale
il
sola distinzio-
titolo nella carriera; l'istruzione obbligatoria
ogni popolano assunto per almeno diritti
e doveri fra
i
due
per
sei anni; parità di
sessi e altre affascinanti pre-
solidità di quell'antica struttura feudale poggia-
va su alcuni
uno
pilastri, dei quali
dei più efficaci era
rappresentato dalla "Compagnia di Gesù"...
Questa
ti".
i
"Gesui-
uomo
rogative, tutte naturalmente realizzate a spese dell'E-
motto: "Se vuoi avere in pugno un
rario.
vita, prendigli l'anima e prendigliela a sei anni".
Insomma un "kibbntz napoletano", un'"aurea città ideale"
per
l'illusoria felicità di alcuni fortunati,
collocata di peso nel bel le
troppo spesso quasi
Ferdinando
I,
il
mezzo
di
un contesto genera-
incivile.
"re Lazzarone", diede la stura con
questa sua "seteria... para-cooperativa" giocattoli
che caratterizzeranno
la
ai tanti reali
da mostrare
a so-
oppure qualificanti testamenti da lascia(abbiamo visto che c'è riuscito). Sarà quere ai posteri sto un viziacelo pesantemente presente nell'Ottocento napoletano con treni, vapori, industrie, dietro, ai quali spesso non c'era nuUa. Nulla del resto rimarrà di questa "Reale fabbrica di sete di San Leucio". San Leucio fu la prima "cattedrale nel deserto";
vrani in visita,
82
anche una
sola frazione di potere
presenza di un "gesuita": si
erano soprattutto
si
dirigenti,
ma
gli
in realtà
alla
la
fos-
vedeva
la
luce di quanto detto es-
educatori degli eredi delle clas-
avevano
la
struttura e la ragion
d'essere di una pohzia politica.
monarchia borboni-
ca, pagliacceschi fiori all'occhiello
per tutta
Proprio per questo ogni entità dello stato ove se presente
un
setta religiosa ultra-integralista aveva
Infatti
i
gesuiti, fondati
da un soldato (spagnolo,
naturalmente: Ignazio di Loyola, nel 1540),
no
sentono corpo militare e stato
in
proprie leggi e proprie costumanze.
Il
e
si
esponente era ed è
infatti definito
si
uno
sentiva-
stato,
loro
con
massimo
"generale" ma, pro-
prio per evidenziarne l'indipendenza anche nei confronti dello stesso papa, era
me
"0 papa nero". Nero
ro divisa
e,
come
ed è meglio conosciuto co-
come
molti dissero,
è totalmente nera la loil
loro animo.
Roberto Sgarzi
I
Da quanto una
quali
delle
detto
riconoscono
si
prime
per
le ragioni
Quali fossero
le
iniziative politiche della rivolu-
e
diritti
i
i
doveri di
ognuno
zione austriaca fu di allontanare dai propri domini ap-
affidato alla "sensibilità" e alla volontà del
punto questa setta religiosa. In ciò gli austriaci furono immediatamente imitati dai reggenti degli altri stati ad influenza asburgica e in ciò furono seguiti anche dal Regno delle Due Sicilie nella seconda metà del X\'III
di questi capi: questa era la loro "legge".
secolo.
gustoso esempio
stati
numero
gesuiti refluirono quindi in gran
I
mente XIV
che fu poi del resto
sciolse quella setta,
come
mondo
napoletano era allora costituito
Europa
in quasi tutta
del resto, da
se strutturato il
il
mondo
il
mondo
mondo La
modello esemplare per tutto
è che la plebe aveva (e
Una
Era
di queste era la
non potexa
a questa
capofamigUa
che
di ciambelle frit-
(la il
poteva essere venduto. il
suo massimo
Borboni del "re Lazzarone".
i
Ecco
bel regalo che
il
ci
hanno
lasciato
simpati-
il
co "re Nasone" e "Lazzarone" per primo e
suoi di-
i
scendenti poi: una società con caratteristiche paleo-tri-
Camorra, che via via spostandosi nel Meridione oggi si chiama Mafia, oppure Sacra Corona Unita, bali, la
o 'Ndrangheta, o Stidda o
altro.
/
"Lazzari"
Nel colorito
mondo
posto a parte meritano
napoletano e meridionale un i
"Lazzari", o "Lazzeri", o
detti, pare,
per quel loro ritrovarsi di
fronte alla spianata della Chiesa di San Lazzaro.
parte più disperata e dequalificata della
la
prestatori d'opera più modesti, facilmente uti-
malacar-
plebe,
i
disprez-
lizzati
dai loro datori di lavoro ad ogni livello,
Il
fatto
essere altrimenti),
tutti, la
cittadini di quel vicolo,
ai
in testa. Il resto
Questa "organizzazione" raggiunse con
prattutto per mantenere
nobiltà e contro
tenuta di quel
minimo ordine sociale che non poteva non esserci, nel bene e nel male, e a questa "organizzazione", era demandato, sia concedere agli individui avanzamenti di
i
ma
so-
della descritta or-
la stabilità
ganizzazione sociale, contro
esagerate pretese della
le
tanti tentativi di invasione
da parte
di forze straniere.
Quei poveri "Lazzari" sempre
"organizzazione" che veniva
consenso di
riservata per tacito
attività artigianali,
produzione
gratuitamente consegnato
Erano plebe
una sua organizzazione codificata, non certo neUe leggi, ma nel tempo, nelle consuetudini, nella dura realtà delle cose.
sue
sempre molto richieste dai napoletani. Ebbene il prodotto delle prime padellate costituiva il "pizzo", il tasso d'obbligo per quella società, che appunto veniva
meridionale.
vita, l'ordine, la realtà della
disinteresse del re e dei nobili era totale.
il
le
o\'\'iamente venivano coralmente realizzate nel vicolo.
"Lazzeroni", così a
nelle mani di poco da commentare, ma un
può proporre.
si
Questa società aveva
la realtà
con l'Europa brucianti,
ne! era affidata a se stessa, per questa gente
zo e
re-
nobOi è abbastanza cono-
dei
ognuno erano totalmente
fos-
plebeo.
Prendiamo Napoli il
Come
suo vertice regale. Ove, viceversa,
è sorprendente e le differenze è
in realtà,
due mondi
ciprocamente impermeabili; nobili e plebe. sciuto con
momento
te,
La durezza dell'opera di questa gente al fine del mantenimento del Meridione d'Italia nello stato orribOe in cui si trovava deve essere stata veramente efficace e feroce, se Bernardo Tanucci che andò assai vicino ad un riposizionamento di queOe terre in una dimensione europea, ebbe a dire di loro, come afferma G.B. Guerri, Gesuiti, vero canchero del genere umano. Di ordine logico e razionale, cioè di illuministico, nel Regno delle Due Sicilie vi era quindi ben poco, se non alcuni animi elevati. II
e hituro di
questi violenti figuri. C'è
ri-
costituita e riconosciuta nel 1814.
que-
In altre parole risulta esplicito che diritti, do\'eri, \'ita
dagli
un francescano, papa Cle-
evoluti finché nel 1773
in
democrazia primitiva non è dato sapere: tutto era
sta
stracciati, scalzi e
affamati! Sarà prevalentemente fra quella gente che
no
ai
fi-
giorni nostri Napoli ha trovato uomini decisi a
difendere
il
loro onore e
la
loro libertà.
il
"carriera" e prebende, sia
il
pretendere
il
naturale
compenso per mantenere in vita quella struttura, comminare pene (erano sempre durissime) a chi
sia
il
Conclusioni
si al-
lontanava dai voleri dei preposti.
La gerarchia era \'a la \ ita
la
di quella
ferrea.
Il
Era nei
gente e appunto
cellula base di quella società e
si
vicoli il
che
si
svolge-
vicolo esprimeva
chiamava "famiglia"
(erano centinaia di persone). Alla testa c'era ovviamente
il
capo-famiglia, leader duro e indiscutibile che
imponeva non certo per
alzata di
ognuno (
(gli
mano, ma per forza
diverranno dodici nel 1779), per
ottieri,
dei quali, le "regole" erano
)gni ottiere sceglieva
pitani sceglievano
ì.'Ucilia
e le Tre Italie
il
sempre
un capitano del popolo.
capo dei capi e cioè
le stesse. I
vari ca-
l'Illetto.
no
mondo
Settecento napoletano hi un
illuminato da grandi uomini e
essere definiti glorie dell'umanità. dagli spagnoli nel 1733
una
affascinan-
donne che possono I
Borboni ereditaro-
realtà sociale
veramen-
te terribile.
(Quella classe dirigente
si
personale, cinismo e crudeltà. Napoli era divisa in otto .settori
te,
1733 al
al
1799 (66 anni)
fine di realizzare
in
ne fu cosciente e operò dal
modo
un grande
variegato e composito
stato.
Come
operasse è
stato detto (commerci, legislazione, industria, agricol-
tura ecc.), ri
esempi:
sca\'i di
ma la
è forse opportuno riportare
due
ulterio-
costruzione dell'Ospedale dei Poveri e
gli
Pompei.
83
L'Ospedale dei Poveri è un edificio di dimensioni
gi-
gantesche che doveva essere devoluto all'assistenza di
Non
migliaia e migliaia di poveri indigenti.
bullonata
come
be
grande
stata di
dopo
secoli di
la "seteria",
ma una
struttura che sareb-
pensi che oggi (1999),
utilità sociale; si
abbandono, essa è
in restauro,
mensioni ciclopiche creano problemi per
Pompei furono
Gli scavi di
una
era
il
ma
suo
struttiva:
ciliabili si
ordinati, razionali e
scientificamente accurati. Essi subito alimentarono
il
grande Museo archeologico che fu appositamente costruito e che ancora oggi è una delle meraviglie dell'u-
mondo
suo
un modello d'uomo
erano veramente troppo pochi,
a cavallo della fine del Settecento
erano poste,
ma
si
buone
premesse teoriche e pratiche affinché il secolo successivo fosse un grande secolo per Napoli e il Meridione.
Lo
il
due culture incon-
nostro Meridione ne uscì
Meridione
d'Italia rifiutò in
come
l'illuminismo francese, così
18 gennaio 1799
Il
borbonica le
set-
Due
breve volo della monarchia
il
Regno
e della speranza della gente del
del-
interruppe, a ben guardare per sempre
Sicilie si
(l'ulteriore definitiva tragica esperienza del 1860, soli
sessant'anni dopo, fu forse la diretta conseguenza di
quel primo dramma). 18 gennaio 1799 a Napoli giunse un ben
vento del destino. Fu una guerra, lunga,
triste
terribile e san-
guinosa.
Quel vento e quel destino avevano un nome cognome: Napoleone Bonaparte.
e
un
stesso "re Lazzarone", sia pure in tutta la sua
spaventosa modestia individuale, un risultato lo otten-
ne e non trascurabile:
popolo
e per
un
mai raggiunto. Il Meridione
re di
napoleonica
L'età
in Italia:
T796-1815
era fatto stra-adorare dal suo
si
Napoli questo era un risultato
con un grave handiimpegno e merito ver-
Parigi 1789: "la Revolution"
Quello napoleonico fu un vero fulmine che cam-
d'Italia, partito
cap, stava correndo con grande
so una parità di condizioni la
filosofie, il
tant'anni prima aveva rifiutato l'illuminismo austriaco.
Il
Sessantasei anni per cambiare LI
momento
quel
manità.
e
scontrarono e
stroncato. In una parola:
le di-
utilizzo.
due mondi, due
con l'Europa
civili
e,
data
sua condizione di ponte fra Europa e Mediterraneo,
biò tutto, o quasi, in un'Europa conquistata a carissi-
mo
prezzo. L'Area padana fu pure acquisita in un ma-
re di sangue, le battaglie
furono durissime.
turale e politico di incalcolabile valore per tutto quel-
In Europa le imbattibili armate francesi combatterono sempre con grande vittoriosa determinazione, ma
l'ambito.
solo contro eserciti
avrebbe avuto funzioni di sviluppo ed equilibrio
Napoli non ha avuto
la
giusta riconoscenza per la
grande Maria Carolina d'Austria, questo miracolo,
po che
il
i
vero capo di
Tanucci per tarda età
aprUe 1783 te
il
a
terribili
del 1799 e
84 anni),
ma
cul-
la
vera artefice di
stato, soprattutto
si
fu ritirato (morì
in ciò influirono
do-
il
30
sicuramen-
vano la
1778
il
nostro amato Meridione stava civiltà,
quasi sentisse che
il
destino per quei no-
antichi fratelli e quel destino, costituito dai tempi
nuovi della Rivoluzione francese, portava valori e principi morali e politici accolti altrove
con entusiasmo,
purtroppo ancora incompatibili con
cultura del
Regno
delle
Due
Sicilie.
lo stato della
ma
il
destino e
la
Storia
non
li
Quel destino che proveniva
concessero. dalla Francia giunse
sulle regioni settentrionali e centrali della penisola co-
me un
vento
soffice, fresco e lieve.
che rappresentavano
op-
che considera-
come totalmente discendente fin fine
erano sistemi
dal-
istituzio-
simili alla già illustrata struttura ispano-
eserciti francesi,
dopo avere
(basti I
sconfitto quel-
pensare a Beethoven). popoli "padani" saranno
dei francesi.
fratelli
Vi furono invece due ambiti europei ove ciò non
accadde e dove stinguibile, due Italia
la
reazione del popolo fu ampia e ine-
stati simili e cugini: la
(volutamente ignoriamo
fu solo
una
città
ove
la
Spagna e
il
lontana Russia).
sud
E
vi
l'esercito francese tu costretto al-
l'espugnazione palmo a palmo: Napoli.
La questione tavano
i
era molto complessa.
I
francesi por-
lumi della ragione, l'eguaglianza,
la
fraternità
e l'avx'ersione per sistemi che prevedevano la religione
non come
fatto individuale e intimistico, bensì
come
struttura amministrativa, sociale e politica.
Quel vento giunse
In tin dei conti era
il
solito discorso già sentito e
transalpini erano nemici
amato e benvenuto da quelle popolazioni perché por-
veniva dal centro Europa.
tava la gioia della libertà. Tutto cambiò: la Storia del
dei sovrani autocratici e aristocratici,
Regno delle Due Sicilie, d'Italia e del mondo. Ma, giunto ai confini borbonici, a Gaeta e al Tronto, quel vento divenne una tempesta terribile e di-
pa,
S4
gli
le armate, ebbero sempre dalla loro parte i popoli invasi e con loro i grandi spiriti che li rappresentavano
Chissà... sarebbe-
ro forse stati sufficienti a quel volo ulteriori 60-70 anni,
molto
Ma gli
C'era un appuntamento con
ma
loro autorità
pontificia.
fine del
lealisti
ancora rappresentavano sistemi po-
Volontà Divina. Alla
nali
doveva rapidamente colmare quel grande handicap, ma quel volo purtroppo si interruppe. stri
la
ruolo di terribile persecutrice che quella
volando verso una luminosa
pii!i
autocratici, autoritari e vessatori,
litici
av\'enimenti della rivoluzione napoletana
il
regina assunse in quell'ultima parte della sua vita.
AUa
posti sovrani e
I
ma anche
del pa-
come uomo politico antidemocratico. Fu quindi tacile additare al popolo francesi come i
nemici della Vera Fede,
i
pagani anticristo distruttori
Roberto Sgarzi
di altari, gli orribili eretici
che arrivavano
infedeli,
per distruggere rapinare
le chiese,
legittime pro-
le
prietà, stuprare le \'ergini.
Ancora
una
volta
spuntarono nei popoli del
Meridione
d'Italia e della
non lontana Spagna
so-
strati fideistici e religiosi.
Fu Guerra Santa terribile. Fu
guerra
che
rale
la
favola
chisse in quei
due
e
fu
natuattec-
paesi, là
ove migliore era l'humus per secoli di dura dominazione e fu naturale che in
Bandiere dell'esercito napoleonico.
zone quella favola fosse respinta; e ciò con una linea di frattura nettissima: altre
delle I
Due
ai
contini dello Stato
terreno minato.
Sicilie.
valori connessi alla Rivoluzione francese
quindi esportati dall'armata napoleonica.
cambiò le
il
mondo
conseguenza, anche
e, di
furono
Con
essi
l'Italia,
ma
mutazioni del nostro paese furono molto diverse nei
tre
tronconi dello
ne del 200° anniversario della Rivoluzione francese: un
stivale: Italia
meridionale, centrale e
Si vi
Italia, la
e
con
Ciò perché, come cedenti, le realtà che
si
la
può evincere
dalle analisi pre-
bufera rivoluzionaria incontrò
comunque
che, pur ricordando le gra-
riferibili a
quella presenza in diritti
doveri eterni e inalienabili, connaturati alla
loro essenza
umana, ha
momento che
i
le radici in questi eventi.
È
sudditi divengono cittadini: è
9 aprile 1796, Napoleone inizia
la
in il
prima campagna
d'Italia.
furono radicalmente differenti.
Il
entrerà certamente in un'analisi storica sul-
dire
consapevolezza degli indi\'idui di avere
essi
questo
settentrionale.
Non
può
ruberie e sopraffazioni
cataclisma pervade tutto lo stivale: fra
1815
il
1796 e
le
trasformazioni dei confini interni ed esterni
la realtà
dell'Italia
furono molte e interessarono relativamente
Italia,
la
si
e sulle conseguenze deOa presenza francese in argomento ancora duramente dibattuto, come si
evince dai molti convegni
al
riguardo tenuti in occasio-
il
nostra analisi. Ci limiteremo ad alcune sintetiche in-
dicazioni.
è^'\
s.:.
*3j
Venezia 1797. Arrivo delle truppe francesi.
Vllalm e
le ire I/iilic
85
A)
Italia
settentrionale
Al centro
la
Toscana assunse
il
nome di Regno
d'E-
truria.
A
Le grandi riforme
parte insoddisfazioni causate dalla leva militare
obbligatoria e da alcune nuove tassazioni,
La partecipazione ti
delle popolazioni di queste par-
rivoluzionaria fu assai alta e
d'Italia alla ventata
spontanea. bito
Anche
adattarono
si
gli strati nobiliari di
al
loro rango e blasone, rieri e
queste zone su-
nuovo mondo, che
ma
del resto tolse
lasciò loro possedimenti ter-
danaro. Anzi furono proprio
i
ceti abbienti
che
più beneficiarono dei massicci espropri di beni eccle-
per
siastici e,
territori
i
ex pontifici, della caduta di
quel gangrenoso sistema politico.
Un
Quando
26 giugno 1796 sparute e lacere truppe francesi entrarono per la prima volta in Bologna esse furono sorprendentemente accolte da esempio.
il
è pacifica. Fra
come
spiegarsi la
gli storici
la
di quegli ideali e di quel-
musica abbia potuto entrare, attraverso
L'episodio è da mettere in sicura relazione
gente di quella
città.
Geograficamente e politicamente buona parte del
Piemonte talità di
mentre la quasi tochiamerebbe Area padana,
fu annessa alla Francia,
quella che oggi
fu riunita in solo stato
cisalpina e poi
Regno
si
che
si
d'Italia
definì
alla insoffe-
renza di quei cittadini verso presenze dominanti
prima Repubblica
con capitale MOano.
B) Italia centrale
stra-
non erano
veneti da più di mille anni
niere alle quali
i
avvezzi e che
trasformerà poi nella perdita dell'auto-
si
nomia e dell'indipendenza. L'humus culturale settecentesco e derivazione austriaca, consentì
illuministico, di
centro-nord di vive-
al
re questi brevi, tumultuosi anni, così
come
li
visse la
maggior parte d'Europa. sta
ed
la
robu-
efficiente esperienza austriaca presente in
Lom-
bardia e penahzzò, invece, Emilia e Veneto.
maglie di
le
un'attenta polizia, fino agli strati più modesti della
rilievo
Verona da parte dei ceti popolari alle truppe francesi d'occupazione (Pasque veronesi, 1797).
L'abbattimento di tante frontiere premiò
più attenti non riescono a
conoscenza
situazione
la
un certo
l'assalto in
cittadini festanti al canto della Marsigliese.
Ancora oggi
le ribellioni risulta di
Interessanti alcimi dati statistici.
Lombardo-Veneto: la produzione di bozzoli da seta fra il 1800 e il 1815 raddoppia. Nello stesso periodo la zona veronese vede dimezzare la produzione dello stesso prodotto. Alessandro Volta, un grande lombardo, scopre e presenta a Napoleone la più grande delle invenzioni del
momento:
più
le folle
la
corrente elettrica.
plaudenti che in Padania avevano accolto
le
truppe dell'illuminismo e della rivoluzione. Oltre quel confine Napoleone troverà
Lo Stato pontificio
Oggi
l'esistenza dell'Area
tivamente omogenea sotto
il
padana come
profilo storico-culturale è
non Napoleone
da alcuni contestata e da alcuni L'avvertì subito, invece.
raggiungere con Stato pontificio.
Primo console
il
suo esercito
Il
entità rela-
discendere
altri
il
1797,
penisola sarà per
fatto fonte di ostilità
gradualmente
gravantesi e già nei primi territori del papa
fraternità che
Lo
al
confine fra Toscana e
la
più feroce e
il
ri-
provenivano dall'Europa.
Il
Mediterra-
neo, ancora una volta, rifiutava l'Europa.
a\'\'ertita.
nel
l'ostilità
fiuto più netto della ventata di libertà, eguaglianza e
il
ag-
non vedrà
Stato pontificio avversò subito e totalmente
Repubblica francese, già pochi mesi dopo la Bastiglia
e questo fu nel
ne della Costituzione
marzo
la
la
presa del-
del 1791 in occasio-
civile del clero francese.
due stati furono caratterizzati dalla più netta ostilità, giungendo all'assassinio dell'ambasciatore francese ad opera del popolino romano, ovI
rapporti fra
i
viamente ispirato da "qualcuno".
Già nel 1794
..,H*\!««tH»*Pm"»fil
si
ebbero nei
territori pontifici delle
Legazioni (Emilia-Romagna) e delle Marche sommosse filofrancesi, seguite
due anni dopo
dal citato inter-
vento delle truppe napoleoniche.
Un te delle
inutile tentativo di
truppe pontificie
con caratteristiche che
opposizione militare da parsi
ebbe
gli storici
a
Castelbolognese
definiscono tragico-
miche.
Un anno dopo dopo si
1797, entrata delle truppe francesi
Miollis e Berthier.
86
comandate
dai generali
Ancona si
e le Marche,
diedero
la libertà
e
costituirono in repubblica.
Come Roma
(1797) anche
secoli di orribile servaggio,
conseguenza
di questi
ro manifestazioni antitrancesi in
punto queste
a
spingere
i
avvenimenti
Roma
si
ebbe-
e furono ap-
transalpini del generale
Roberto Sgarzi
.
E
ffil-ICIS.VIMO Ira
c^/i'
aff)tiiiiJi.u Oinim^ioiii / i-
^nth
RITOBXC)
TPTOKlt-SSTlC
m giuMo é im
Jò/w/.-i !/ii/iif/?.
df/ .'IIP Saiifo Rj/liit.
Incisione di B. Pinelli che illustra
ritorno trionfale del
il
papa
a
,
km
dalle mura),
La ragione avvenuto
in
ma
lì
i
selciati si
come
era semplice. Napoleone,
conquistatore di un paese
ostile,
il
bensì
di patrioti italiani insorti e in "difficoltà
le
già era
NEIX.A.
da /.•iii aiim
la rea-
zione".
patrioti
La tragedia era cominciata la
sangue e
la
Il
e subito
Terracina, Ferentino, Frosinone e
erano mutate, perché attese pazientemente l'abituale si
iilopapalini,
come
si
propagò
nel-
provincia e nei castelli romani: Marino, Albano, Vel-
la rivolta
centri co-
altri
antifrancese e conseguentemente
il
repressione dell'esercito di occupazione.
Lentamente tornò l'ordine in "Roma giacobina per ma era basato non sul consenso, bensì sulla vio-
verificò (a parte qualche
innocua gazzarra).
romani
come da
fucilazione di
la
pubblico avvertimento.
nobbero
questa non
ei/ Jiio Atiz amhiiij.u/no
dell'autore.
Berthier capì che le cose in quella parte d'Italia
ma
h /frrMmi
:B JìhJàlR'rt}.^-
crudeltà sia da parte del popolo romano,
letri,
sommossa,
SKDE
SUA
jito Moi/,7ira
ben ventiquattro
soccorritore
contro
E^DPE
parte francese. Di particolare gravità
significato del il
imMi.vmio
Roma. Collezione
fermarono.
Padania, non voleva avere
.S.
cAe ònimtiM i jojfitraua
Berthier fino alle porte della città (località La Storta, IO
DEL
forza",
generale fu costretto ad una pesante forzatura
lenza e
terrore.
il
dei princìpi rivoluzionari, in
quanto accampò la necessità di mantenere l'ordine pubblico in Roma e là inviò un piccolo distaccamento che eseguì arresti, prese
La storia del territorio laziale si frammischia pesantemente con quella del Regno najiolctano di cui si
ostaggi,
impose sequestri e taglie e soprattutto disarmò gendarmi pontifici. Fu allora che, presieduta da Antonio Bassi, dopo avere dichiarato decaduto il potere temporale del pontetice, hi proclamata la risorta Repubblica romana con ben sette consoli (15 febbraio). Fu allora e solo allora, che Berthier fece slio ingresso trionfale nell'Urbe; questo coincise con il tentati\o di lare accettare al papa il fatto compiuto, ma egli non volle rinunciare, come disse, "per opera degli uomini" ad uno "stato di cui era in possesso per volontà di Dio" e solo dopo molte, tlurc insistenze abbandonò
te difficoltà della
i
la
dirà e sarà proprio nel 1798, in coincidenza
sede papale. Si
[xipolari a partire da Trastevere
i'Iliilhi
e /f />(
I /lille
con eccessi
con che
no-
le si
avrà
l'occupazione di
Roma
la-
27 novembre 1798 su-
il
bito ripresa (14 dicembre) dai francesi del generale trupjie
hno
territorio laziale,
con
Championnet che poi inseguiranno
(.]uclle
a Napoli.
Saranno mesi lutti e
dolori per la
volta nei
terribili
per
il
popolazione
ci\ ile,
fatalmente coin-
fatti bellici.
La controrivoluzione borbonica dell'anno seguente
determinata dal
ritiro
francese
(si
veda)
si
esaurirà,
ancora una volta, nel superamento dei confini napoletani e
ebbero immediatamente (25 febbraio)
Italia,
reazione napoletana con invasione del territorio
ziale e
il
la
presenza francese in
con
la
momentanea
riconquista di
Roma
e dello
ri\'olte
Stato pontificio da parte del pittoresco "esercito na-
di terribi-
poletano" che entrerà nell'Urbe da Porta San Cliovan-
87
ni
il
30 settembre 1799, per poi esservi di nuovo ricacdopo per via del ritorno napoleonico. La storia del Meridione d'Italia, e cioè dello Stato
ciato alcuni anni
pontificio e del
Regno
rienza napoleonica,
delle
si
salda e
un comune contesto
in
sigente dei tempi che
Due
Sicilie, in
si
questa espe-
connota chiaramente
si
momento napoleonico La
alle
fatti militari
Regno
delle
Due
Sici-
ben
diversa da quel-
sfortunati
"re Lazzarone",
si
erano
popolo non solo non mente ostile.
Un
particolare
gli
era favorevole,
ma
pesante-
essere sottovalutato.
regina Maria Carolina aveva visto di fraternità illuministica e
i
propri
alti
La
principi
E
massonica degradati
a livel-
che aspetti criminali: sua sorella Maria Antonietta,
re-
gina di Francia, una povera ragazza innocente, aveva
perso
la testa sulla ghigliottina
e ciò scatenò in Maria
Carolina un odio inestinguibile contro quella gente.
Non invadeva
solo: fra il
sud
i
generali dell'esercito francese che
Italia vi era
proprio anche un certo Ga-
appunto quel signore che aveva personalmente condannato a morte reali di Francia. rat,
i
Ma
di più,
i
francesi erano stranieri che venivano
l'unità della naal
"Giacobini", una parte considerevo-
i
ruppe pure
si
si
con
alleò
i
l'unità territoriale del paese, per-
Lord Horace Nelson non
flotta inglese di ai
francesi allo stretto di Messina e
permise mai loro di porre piede in
Lo
Sicilia.
Stato borbonico e l'esercito borbonico
socerò, l'amato,
ma
dis-
si
Lazzarone" abbandonò
vile "re
tutto e tutti, trasferendosi, con
la
famiglia e
nobili sul-
i
sicure navi inglesi alla fonda a Napoli, divenne
loro servo e
trasferì nella più sicura
si
un
E un
Palermo.
quadretto infame che rivedremo nella nostra storia
150 anni più
tardi.
Napoli fu abbandonata anche dal vicario regio Pi-
da una rivoluzione che ebbe an-
di bassa macelleria
ruppero
francesi e tu quindi guerra civile.
le
non deve
la
quella più evoluta del napoletano,
le,
passo
fattori
a sottrarre ai napoletani la libertà reessi
sbarrò
generale Championnet invase i
di
maggioranza rimase fedele
Quando
rese conto che
Ducato
zione perché, mentre
potente
si
il
organica del territorio
segnalare l'arresto del papa che in precedenza
la
il
Piemonte e
a fare parte
centemente conquistata,
non permisero
invertiti perché, dopo che si fu liberato con poche scaramucce dell'esercito borbonico, era evidente che il
li
Da
ché
nel 1798
Lazio e l'Umbria, così co-
francese.
"idee francesi" di penetrare nel Meridione d'Italia.
regno borbonico
il
del
realtà sociale e culturale,
su descritta e
Parma, entrano
ancora una volta
fu molto differente da quello vissuto dal centro-
nord. la
il
il
era già successo per
aveva scomunicato Napoleone.
affacciavano alle Alpi.
La Repubblica partenopea
lie
occasione del ritorno in forze della
in
me
di violenza e di rigetto intran-
C) Italia meridionale
Il
Nel 1805,
presenza francese, Roma,
con
gnatelli e rimase sola
solo
i
literno, Il
suo Popolo. Rimasero cioè
il
poveri "Lazzaroni" e
assieme
il
alle fortezze
loro capo
Girolamo Mo-
che difendevano
la città.
18 gennaio 1799 Moliterno intimò alle truppe
francesi,
ormai
un colpo
di
alle porte, di
mano
non entrare
ma
in città,
dei giacobini napoletani permise lo-
ro di conquistare Forte Sant'Elmo e ciò spianò
la stra-
da all'armata repubblicana.
Furono
per
tre giorni di battaglie terribili, strada
strada.
Napoli fu pesantemente incendia-
e all'armata
ta
Championnet dovettero
aggiungersi le colonne Kellermann e
Duhesne. I
prodi "Lazzaroni", senz'armi né ad-
destramento,
mo
si
sacriticarono fino
per difendere
la
loro città e
all'ultila
loro
cultura.
Nessuna
città
europea oppose tanta
determinazione e bisogna riconoscere che non era certo i
popolani
la carriera
che spingeva
a quell'eroismo. In
ben 5000
morirono per la loro libertà in quei tre giorni, e anche questo è un episodio della nostra storia che dovremo rivedere. II ti,
loro sacrificio è ignoto a quasi tut-
non ebbero un pittore che li imcome Goya fece per paspagnoli nei suoi Capricios, né un
essi
mortalasse, così trioti
Tolstoj Napoli 1798,
88
la
sanguinosa conquista da parte dei francesi.
con
il
i
suo Guerra e Pace, né
monumenti che sono
stati eretti
tutti
i
per un
Roberto Sgarzi
Andreas Hoter, per avere anch'esso difeso morte la qualità culturale della sua gente.
sudtirolese,
francese ad Abukir
fino alla
taglia
Dispiace effetti\'amente che questi poveri, ignoti
memoria
eroi siano rimasti nella
il
1°
L'odio per
Napoli illuminista e filofrancese da
la
più colorito aspetto, quello di essere dei "Laz-
parte di entrambe queste signore
zaroni
".
mente e
Dopo i
successe ciò che non poteva non succedere,
guerra divenne guerra civile e poi orribile guerriglia,
"Lazzaroni-eroi"
Ciò che
diedero
si
al
evoluto era stato realizzato
di
ses-
in
sant'anni da parte degli illuministi napoletani nella co-
pubblica partenopea sarà
sangue.
fatto giacobino, repubblicano,
Il
illuminista e cioè la filofrancese
pea che
nomeno
Repubblica parteno-
da quella conquista francese, fu un
risultò
non accettato
elitario
dalla stragrande
fe-
mag-
gioranza del popolo meridionale.
Fu un ritorno
a
Lo zoccolo duro
un
Nelson
a
di "trattare
persona racco-
in
Napoli come una
città
ribelle d'Irlanda"... cioè lo invitava alla strage. Sarà
accontentata.
Lady Hamilton, dopo
la
scomparsa
suo ultimo protettore, abbandonata da Calais nel 1815 seguendo
la
di Nelson,
tutti,
il
morirà a
deUe segua-
sorte di molte
mondo", cioè nella più totale miseria, distrutta economicamente e fisicamente. Sicuramente napoletani non la piansero. ci
del "piij antico mestiere del
i
dure e antiche,
sche, radici culturali e fu
in
dotto di questo odio. La sovrana
struzione di una nuova società, fu spazzato via in quei tre giorni di
si mutuò reciprocaLa tragedia della Reuna buona misura il pro-
fu sanguinario e omicida.
manderà
brigantaggio.
quella bat-
te è fatta la storia!
dei posteri solo per
l'altro
la
dopo
agosto 1798;
Emma e Nelson divennero amanti. Di cosa a vol-
terribile
truci,
spagnole-
bagno
di sangue.
del baronaggio provinciale e della
La controrivoluzione borbonica
Chiesa cattolica, che avevano aspetti di privilegio e auin pugno il poteun Nelson assetato di sangue, assieme alla sua amante Emma Hamilton, una prostituta d'alto bordo, e il bagno di sangue che ne seguì ebbe aspetti
torità re,
Le
sicuramente medievali, ebbero
stimolati da
di
grande im-
portanza segnalarne alcune caratteristiche
al
a quali individui dovette sottostare
d'Italia,
regina delle
Due
Sicilie
fine di il
Meri-
una seconda e traggo alcune note da L^Jy
perché costei
Emma Hart
fu, di fatto,
riescono a trovare risposta se non fatti
Flamilton, nativa della regione inglese
ben nota per
aggressiva bellezza nel
mondo
al
la
sua esplosiva e
della prostituzione del-
corrotta e viziosa alta società inglese della fine del
vecchio
Emma
sir
fu
venduta
(sic!)
dal suo protettore
William Hamilton, ambasciatore di Gran
Bretagna a Napoli,
il
Lady Hamilton intelligenza e subito
quale
fu si
di rara e spregiudicata
introdusse
intima amica della regina,
fatti
r"uomo
a
ha conoscenza di
che
egli
momenti
la
il
grande pubblico.
rappresentò, evidenziando aspetti di crimi-
Buona
parte della storia dei
nostri fratelli meridionali è stata gestita
che avevano con questo Ruffo molti pensi che
a
ma
classe dirigente napoletana e meridiona-
nalità e ferocia terribili.
Si
relati-
che non sono noti a sufficienza
che illustrerò riguardano un indi\'iduo,
più ancora
ebbe
sposò.
la
donna
vicini a noi e
(non certo casualmente) presso
le
si
avvenuti in quei territori anche in
vamente I
del Cheshire, fu subito
Settecento.
Chiesa e bandito napoletano
affliggono certe zone del Meridione d'Italia, raramente
Hciinilton di Flora Fraser.
la
imprese di Fabrizio Ruffo,
Alcuni evidenti e gravi problemi che ancora oggi
Riguardo quest'ultima "segnorina" è
dione
Ronmna
(1744-1S27)
incredibili.
ben capire
orribili e sanguinarie
cardinale di Santa
la
da individui
lati in
comune.
Lombardia, quando questo individuo
compiere queste
atrocità,
aveva ormai da tre ge-
nerazioni l'istruzione obbligatoria di stato e
ci si
renderà
corte ove divenne
forte" del
Regno
di
Napoli. In realtà della grande Maria Carolina era rimasto
poco,
le
tragedie familiari e
la
guerra avevano natural-
mente leso l'equilibrio di quella donna; l'ascendente che Lady Hamilton ebbe sull'austriaca fu enorme e Flora Fraser lo definisce sconcertante ed "ambiguo".
Insomma tazioni,
a quella
Emma letani,
amicizia furono date varie interpre-
non ultime quelle morbose. fu
la
"Liona",
come
fu ribattezzata dai
personaggio fondamentale
napo-
nella sioria
tlel
Regno di Napoli e d'Europa. Fu inlatti grazie a lei e alle "ambigue relazioni" con la regina che la flotta di Nelson ebbe sicure basi e sicuri rifornimenti nel Regno di
Napoli e fu solo grazie a queste premesse che
grande marinaio inglese fu possibile battere
L'Italia e le Tre Italie
la
al
flotta
Busto marmoreo del cardinale Fabrizio Ruffo
89
m (.omini: di napoli
*t^yi^ MOVIMENTO NEOBORBONICO
CIRCOSCRIZIONE
ASSESSORATO
MERCATO-PENDINO
ALL'IDENTITÀ'
ASSOCIAZIONE CULTURALE
.97/ZCJ9 e
1^7 ^)p€}/o Stipo /ettuia f.
7^
i
r/'e,s'/€r
her
{/e/ fPo/ìft/o
/ti ff/f/o/uif
S
,
co/f//Hf //'uf/tccA't e^(/f(fCoo(/ti
Sabato 29 Maggio prcsentazioin-
lUllii
mosirii
ii
DiioBriifii
e
u/ìo/efttuo
(locuiiM-iiTiiriii
e del
ore
1
.oo
1
|ir<>K(-lt»;visita
Venerdì 4 Giugno
ore
guidala presso piazza .Mcr< aio.
i8.;{()
convfKno (li snidi e visita Kuiduia dal mare .li luoMlii ili-l 17!)!) dal Cariiiiiu- al Granalollo a bordo di una molonavc con canti |K)|K)lari iradizionali e «Tonache
Sabato 5 Giugno
)
ore i(>.3o
-La l<sia ili-l popolo napolciano per larrivo di Ruffo" ricostruzione .siori
i.i Duomo, da \\,\ Duomo a pia//,i S.ui Donu-nii o MaRR'ore e visita guidai. i: "Arrivo dei Calabresi': sh.nidirr.ilori: « osuiml Morii di .Siin Leucio; "é finii. la rc\oluzione"). figuranti, niuslianii i- stelle pogiolari dai Pali olii i
)
i
(
i
Domenica 6 giugno
orr i().;ì() S..Messa per rii (irdare lutti caduti del 7<)<): pr<senta/ioiie e allesiimeiilo della mostra documentaria o iconoKrafica itinerante "Il 7«)<> e il popolo, il 1 7!)<) e il .Meri alo" pri-sso il i hiostro di S.KIigio: visita guidala. i
(
1
I
i
«
i Foto
90
di
manifesto affisso
ai
muri
di
Napoli nel maggio 1999
in
occasione delle celebrazioni della controrivoluzione borbonica.
Roher/o Sgarzi
La strage di Altamura in un'Incisione ottocentesca.
conto dell'enorme differenza sociale e culturale che
di-
videva già allora, queste due zone del nostro paese.
E giustificato dania
se,
chiedersi cosa sarebbe stato della Pa-
ai
le atrocità
che inflissero
suoi concittadini l'orribile indix'iduo e
di cui
anziché avere nella nostra storia Comuni, au-
tonomie, Venezia, Piemonte, Maria Teresa, Leopoldo
avessimo dovuto subire
ecc.,
si
altri accoliti
parlerà.
L'individuo in questione è Fabrizio Ruffo di famiglia
principesca (era figlio del duca di Baronello e la
madre
era
una Colonna),
il
quale appoggiato dal
soli-
to zio cardinale entrò nell'amministrazione dello Stato
pontificio,
che
giungendo
Non
stupisce
era,
che nel 1791
carico,
ma
il
stupisce
a
diventarne
fatto,
il
il
tesoriere.
considerando
egli fu
fatto
il
delinquente
obbligato a lasciare
l'in-
che ottenesse per questo
il
cappello cardinalizio!
f^7:
Giuramento dei
sanfedisti,
VÌIaìia e le ire Ualic
stampa dell'epoca.
L'ammiraglio Orazio Nelson in un'incisione dell'epoca. Per un sanguinario persecutore.
i
napole-
tani fu
91
F.Ih
EOTMrV OCCTIEAli\ 13^ S^J01 tiijf^ma ilo. d Mb' del i8oS .vtto
Le tnfpnu7mc/t/, wnid/ìr/a/t dalpmmi/e Mu/kl,^llOmlo QnimaU. appinmw
Roma,
2 febbraio 1808.
i
,mmom
conio i/lhhjplbiift/aa:/- im/mado fiwfy apf>imifo di UtTVrf, ìmperturlyaM lU coi Cardl'ncdì ùi jo/itó Cmff'f//a
Nuova entrata
quando
Ferdinando I, abbandonare Napoli sotto
poli al seguito del suo re egli,
costretto ad
pressione dell'esercito rivoluzionario francese,
si
nel
rifu-
lì
dista".
simbolo riportato
j: jManm ju/h ma^ra df/ d foimim lòniffii^ jRò M./ù-
,
sulle loro
bandiere fu
la
Sacra
compagno
Ferdinando
di giochi di re
"meniiìo", all'uso spagnolo, secondo
Dalla Sila
i
la
I
e suo
Macciocchi).
suddetti "Difensori della Vera Fede"
ri-
almeno 20.000 assoldadegh oppositori "giacobini".
salirono lo stivale, alla testa di ti
Sua Eminenza si trasferì subito in Calabria e dalla SUa, che trasformò nel suo quartier generale, raccolse una specie di grande banda di assassini e tagliagole che costui ebbe l'infamia di definire "L'Esercito della Vera Fede", da cui derivò l'aggettivo di "SanfeIl
ragazzo
la
giò a Palermo.
Da
B Biulh .ì,U,„j^j
delle truppe francesi.
Ritroviamo questo bravo suddito del Regno di Na-
1799
ISIEMICI jmi/ di nima7U!
assassini, alla ricerca
momento furono
Da
quel
si",
proprio per
la
conosciuti
come
"i
calabre-
loro origine.
Fu un vero massacro; giacobini venivano uccisi dopo orribili sevizie, ma le prede piìi ambite erano, naturalmente, le povere donne di quei poveracci che venivano brutalizzate e poi messe a morte nei modi più i
infami.
Ogni barbarie
Croce, da cui l'ulteriore definizione di "crucisegnati",
era autorizzata in quanto U cardina-
-
ave-
Anche se Jules Michelet, Colletta, Cuoco e Carlo Botta hanno riportato questi episodi, non pare che essi siano sufficientemente noti. Maria Antonietta Mac-
va detto Sua Eminenza - che se a qualcuno di Voi
ispi-
ciocchi suUe pagine culturali del «Corriere della Sera»
Ministero, io vi accordo piena assoluzione della Chie-
ha recentemente (mercoledì 17 febbraio 1999,
sa. Fratelli
ovvero
i
nuovi
le
crociati.
ripreso l'argomento, anche alla luce di
gente documento inedito che alla
p.
33)
uno sconvol-
studiosa ha scoperto
la
Biblioteca Richelieu di Parigi nel 1995.
L'anonimo napoletano autore del manoscritto in questione descrive i fatti essendone stato spettatore. suoi luogotenenti e Assieme a Ruffo troviamo cioè Michele Pezza detto Fra Diavolo, Gaetano Mammone e un autentico mostro, tale Gennaro Rivelli (da i
92
aveva rassicurato
rato dalla chi,
Dio
o
le
i
suoi "eroi": "Vi annuncio
fiamma divina, accadesse di trucidare vecdonne dei giacobini, in virtù del mio Sacro i
inginocchiatevi. Venite a prendere la Croce.
lo vuole".
Questo in realtà lo
il
racconto riportato dalla Macciocchi,
sterminio
non
fu certo limitato
La suddetta studiosa ricorda che quei bravi "soldati" si impadronirono
ai
ma
giacobini.
nel luglio 1799 del convento di
clausura di Altamura, noto per ospitare suore di famiglie ricche e nobili.
Le quaranta
suore, che certo
non potevano
essere
Rohcrlo Sgarzi
Fu suo
il
merito dell'autentico omicidio dell'am-
miraglio Caracciolo, da lui fatto impiccare della
al
pennone
nave "Minerva".
Varie sono le interpretazioni di questo comporta-
mento,
le
più attendibili sono che forse Lord Nelson
voleva con questo ottenere le "attenzioni" di
Hamilton,
la
Emma
quale a sua volta era l'interprete ed ese-
cutrice delle volontà di una regina Maria Carolina di-
venuta spietata e vendicativa oltre ogni dire a causa della
morte
della sorella e delle sciagure
che
la
famiglia
viennese aveva subito ad opera degli eserciti rivoluzionari francesi.
Ma
la
strage sanfedista più feroce (una vera e pro-
pria pubblica mattanza) la
si
ebbe
il
20 agosto 1799
sul-
piazza del mercato di Napoli.
Fra
molte vittime
le
illustri
c'è stata
anche una
grande, colta, anima femminile: Eleonora de Fonseca Pimentel. Interessanti alcune riflessioni della Macciocchi. Ella fa rilevare
come
mai si sia leperdono per gli orribili
dalla Chiesa cattolica
vata una voce di richiesta di
commessi da un suo cardinale. La studiosa pone altresì in relazione questo
crimini
fatto
con l'atteggiamento odierno, tenuto da "certe forze",
sempre più Configurazione geopolitica della penisola nel pieno periodo napoleonico (1803). SI noti, fra l'altro, la scomparsa dello Stato veneto, ceduto all'Austria da Napoleone con Trattato di Campoformlo.
illustrativo nei confronti degli antichi re
borbonici, con particolare riferimento a quel Ferdi-
il
sospettate di simpatie rivoluzionarie, furono tutte de-
rubate di ogni bene, stuprate, torturate e infine uccise.
Re Ferdinando e il suo tutore Lord Nelson di cui non andarono per il sottile e incrementarono r"Esercito della Vera Fede" con un corpo di spe-
era in balìa
f^^ipi^HI^
dizione internazionale formato da montenegrini, russi ortodossi, inglesi mangia-papi protestanti e udite!)... ni
i
(udite,
sanguinari selvaggi turchi, islamici ottoma-
(Stona di Napoli. G.R. Edizioni, p. 123). Il
che per un esercito integralista, teso
razione della Chiesa Cattolica Apostolica
alla restau-
Romana non
era da buttar via!
Nell'agosto
1799
"l'Esercito
della
Vera Fede"
giunse a Napoli, abbandonata dai francesi e tenuta solo
da sparuti gruppi
promessa
di patrioti. Questi, arresisi
di avere salva
la
vita,
dopo
furono invece
la
tutti
massacrati in mesi e mesi di stragi orribili.
Nessuno bili,
fu risparmiato e
si
ammazzò
di tutto:
no-
illuministi e contadini, soldati e intellettuali, scien-
ziati,
poeti e sacerdoti e in questo l'aiuto dato dalla
Nelson fu determinante. Lord Horace Nelson, uno degli eroi inglesi, uno padri di quella patria, si comportò come un assas-
flotta inglese di
dei
sino assetato di sangue; approfittando di un re senza dignità, strappò follia
impegni già
presi,
omicida anche quello "stinco
superando come di
Santo"
c4el
car-
dinale Ruffo, accusandolo di troppa umanità (Bertoletti, //
VUalia e
Risorgimento visto dall'altra sponda,
le
Tre Italie
p. 35).
di Napoli giura solennemente di concedere e rispettare Costituzione napoletana. Né lui né suoi eredi lo faranno mai.
Ferdinando la
I
1
93
e
IMPERO
fuoco
il
Meridione
ed Abruzzo e Calabria
d'Italia
in
primis, con gravi efferatezze (da Bertoletti).
D'AUSTRIA
Il Meridione d'Italia, in questo secondo periodo di governo giacobino e francese, non vedrà un nuovo
"Esercito della Vera Fede", la repressione sarà durissi-
ma
e
vari capi briganti perseguitati e imprigionati.
i
Il
colonnello "(per "meriti di guerra") Michele Pezza,
meglio noto come
brigante Fra Diavolo, è impiccato
il
come
nel luglio del 1808, così in quell'anno,
varie cittadine,
sono messe a ferro e fuoco; ne
sempre
cito una,
Lauria.
la città di
La violenza chiama violenza. Il metodo usato (generale francese Manhés definito dal giacobino Pietro Colletta "inumano e violento") fu quello feroce della con
terra bruciata
riferito
tassativo divieto,
il
pena
concedere qualunque aiuto
cittadini di
che attorno
al
1810
fenomeno
il
morte,
ai
ai briganti.
E
la
del macrosco-
pico brigantaggio pare esaurito. sistema francese e giacobino
Il
può quindi gover-
sono solo nove anni, ma saranno importanti: con il regno di Giuseppe Bonaparte prima e poi con Gioacchino Murat (1808), si realizzò in Napoli e nel suo stato (la Sicilia continua ad essere esclusa), un nare:
grande programma ulteriore situazione geopolitica della penisola durante l'occupazio-
ne francese.
nando "che
allagò tutta Napoli del sangue delle sue
vittime". Fatto questo che nel giudizio della Civiltà, della Verità e della Storia, divide
te
il
dante di Ruffo
n.d.a.]
vero re e vero padre, così vicino
e simile all'ultimo dei suoi sudditi,
Capaci ministri. Zurlo prima e David Winspeare
"Meno male
si
Come,
Il
Gattopardo
il
più recettivo fra
Come
gli stati
idee francesi e ciò proprio perché l'enorme
di
componeva più
convivenza
elevati
\'olte
grandi proprietari terrieri di origine non nobilia-
ma
il
luglio
1799 e
felici.
come
il
parte
borbo-
febbraio 1806 cau-
mensione
il
1806 e
dell'
il
1815 Napoli vide
il
ritorno delle
per
nerali francesi,
94
ricostituiti in
Massena
modo
fra quelli,
come la
sistema delle contribuzio-
con l'introduzione
Come
di
negli altri stati gravitanti nella di-
illuministica
e rivoluzionaria francese,
il
alla
la
Chiesa,
processo di laicizzazione dello stato e an-
metodologia delle vendite dei suddetti beni,
il
Regno
Un
"ordine" francesi.
saranno
mi-
as-
sunsero connotazioni di sempre maggiore significato
finì così.
indolore. Vari ge-
metteranno a ferro
j 1
di Napoli.
aspetto negativo fu invece costituito dal pesan-
Nelson
esportazioni
_
dei prodotti agricoli locali, la qual cosa penalizzò mol-
f
te
Non
il
la rete viaria
vendita di terreni e immobili appartenenti
che
Fra
L'amministrazione pubblica e
professionali.
la
se contadine, nella borghesia illuminata, in certa no-
truppe e
prima.
realizzarono molte innovazioni
ed europei.
che
così
Ma non
si
ni assunse connotazioni di equità
sò feroci e sanguinose repressioni ovunque: nelle mas-
biltà avanzata.
tutto resterà
Fortunatamente
di ogni altra anelasse
sì
già detto, la succitata restaurazione
nica e inglese fra
cambierà
una nuova imposta, detta "patente", gravante su tutti coloro che erano impegnati in attività commerciali o
arretratezza di quella collettività faceva
a
illustrerà: "tutto
per non cambiare nulla".
glioreranno sensibilmente,
allora,
la
primordiale situa-
riferendosi a situazioni storiche posteriori,
analoghe.
essere considerato proprio
momenti
la
ne della piccola proprietà contadina.
re,
più civile che
spagnolesco e crimi-
zione sociale di queUe terre impedì l'ambita formazio-
come oggi, due anime duramente contrapposte e, come scrive Giovanni Montroni, per alcuni versi questo stato può anche paradossalmente italiani alle
ma
Alla nobiltà baronale infatti subentreranno alle
è visto nelle pagine precedenti lo Stato di
Napoli aveva
allo
nale baronaggio meridionale,
per Napoli e per noi".
Come
un duro colpo
poi, diedero
ma
La Macciocchi conclude acutamente:
quella società.
tiva fondiaria.
come Napoli non
avrebbe avuto mai più".
di riforme e di riorganizzazione
tutti gli aspetti di
Le difficoltà si rivelarono subito enormi: una fra tutte. La non esistenza di un catasto rese di fatto impossibile l'applicazione della nuova riforma contribu-
gravemente ancora
nord e un certo sud. Ella, fra l'altro, si riferisce ad un libro recentemenapparso in cui si definisce "re Ferdinando [il man-
una volta
che investì
blocco posto dalla
flotta di
alle
to quell'importante settore produttivo.
Roberto Sgarzi
p
non
fece troppa fatica (aborriva
le fatiche)
prese
e con tutta tranquillità
Costituzione inglese co-
la
piandola
integralmente,
salvo
modeste, banali cor-
fatte alcune,
rezioni.
Naturalmente
un
trattava di
si
Naconseguenze si
orribile "scherzo" di "re
sone"
le
cui
estenderanno
ai
successori: quel-
l'impegno non sarà mai onorato.
Borboni con quel docu-
I
mento scateneranno grandi
atte-
se di modifiche istituzionali
con endemiche
insurrezioni
relative
nei territori del regno per
mezzo
secolo. Essi giureranno e rigiure-
ranno mille volte
di applicare la
Costituzione ma, superati
j^M
^•-'
tuzionalisti,
.
^
,.
—
ignoreranno sempre
parola data di fronte a Dio e
agli
uomini.
Quel Borbone nella sua smania di essere ben visto dagli inglesi si liberò anche della scomo,-
_^
Pizzo Calabro 13 ottobre 1815. Fucilazione di Murat.
jg Maria Carolina che ritornò, tramite
la solita
ospitale nave di
Nelson, nella sua Vienna tutto ava'enne
troppo
tardi: nel 1811. L'unica
seria analisi statistica di quella situazione fatta all'epo-
ca da
Gioacchino Murat,
illustra
una disperante con-
braio 1814, di nascosto con re pubblicità
duttivo:
manodopera
appunto quello
dell'unico settore pro-
agricolo.
Nel 1812 Giangiacomo Egg detto, è
il
quattro
figli.
2 feb-
il
Onde
evita-
suo passaporto era intesta-
anagramma
Certamente Sua Maestà, privata pensante, sarà stato più malleabile
di Napoli.
di quella
alla
mente
pretese degli
inglesi.
di
Zurigo impianta
la
prima moderna manifattura cotoniera nel mezzogior-
no ma, come
non gradite
i
to alla "marchesa di Lipona",
dizione delle attrezzature, della produttività, dell'orga-
nizzazione della
vari
pericoli insurrezionali dei costi-
la
Ma
i
ormai troppo
Nel 1815 tutto detinitivamente
tardi.
a
crolla,
perché Napoleone è battuto
Waterloo, dopo
la
Russia e
dopo
la
sconfitta di Lipsia.
Interessante è pure un'altra della classiche, puerili,
hmfaronate del "re Lazzarone".
Il
13 luglio 1812 in
Palermo ove era rifugiato, in modo solenne re Ferdinando emana a sorpresa la Costituzione del Regno delle
Due
diti
Sicilie, la
prima Costituzione concessa
su suolo italiano da un
re.
sud-
"
alle otti-
innovazioni liberali del "regime murattiano"
Napoli, anche
amati sudditi.
Regno napoletano murattiano cerca coraggiosadi difendersi nei confronti dello strapotere de-
gli alleati
ma
Murat cerca disperatamente di difendere borbon 'izzo Calabro
è catturato dai
di-
il
e
trono. lì
luci-
13 ottobre 1815. L'avventura napoleonica è fini-
lato
il
Borbone "regalava qualcosina" ai suoi Per stilare il documento re Ferdinando
ta e
per
L'Italia e le Tre Italie
fa-
sastrosamente battuto a Tolentino.
in
il
dopo alcuni iniziali e Marche ed Abruzzo, è
antinapoleonici ma,
vorevoli risultati in Emilia,
Era successo, molto
semplicemente che onde "hire concorrenza
me
ai
Il
mente
il
Regno
delle
Due
Sicilie
comincia
la
seconda
tribolatissima Restaurazione borbonica.
95
L'Ottocento
5.
La Restaurazione nell'Italia del nord, del centro e del sud dal 1815 al 1848
mondo
cose del
situazione precedente alla caduta
alla
della Bastiglia: via gli alberi della libertà e dentro
rucchini incipriati, fuori
La cometa napoleonica
dopo una
si
spense
battaglia che rese celebre
15 giugno 1815 una piccola città
il
ora belga: Waterloo.
A
battere l'esercito che aveva portato in
Europa
i
lumi della Rivoluzione francese fu una grande coalizione di sovrani assolutistici.
comandante Il
dice che Wellington,
inglese, inquadrasse
nocchiale e dicesse: "Ecco Settecento e
cavalieri e
Si
le
là
il
il
il
còrso nel suo ca-
gran ladro d'Europa".
finito,
ora
si
affrontavano interi popoli, divisi da convinzioni ideologiche ed etiche profonde e opposte. vincitori
si
Dopo Waterloo
i
diedero ad un odioso massacro dei nemici.
Alla caduta napoleonica seguì
Vienna che, con troppa
facilità,
il
pensò
Congresso
di
di riportare le
i
par-
parlamenti popolari e dentro
sovrani assolutistici.
Chiaramente non poteva andare e non andò. L'esaurirsi della tempesta napoleonica sulla penisuddetto Congresso di Vienna (1° novembre
sola e
il
1814
9 giugno 1815) riportarono effettivamente
-
tuazione geopolitica allo stato precedente
ma non
francesi,
troveremo
glorioso degli Stati nazionali,
sue guerre fra piccoli eserciti di
uomini d'arme era veramente
i
i
fra quelli la
gli
la si-
eventi
più antico e
il
Repubblica
di
Venezia,
che pur non avendo mai parteggiato per Napoleone ed
essendo
stata viceversa
come
fu annullata
che così costituì tuiranno
la
il
una
delle sue
prime "vittime",
libero stato e assegnata all'Austria,
Lombardo-Veneto.
I
vincitori costi-
Santa Alleanza, così detta perché doveva
"santamente" e "fideisticamente" opporsi ideali
nistici
democrazia
di
agli illumi-
ereditati dall'esperienza
napoleonica.
Ma
hanno buona memoria
veneti
i
quant'anni
certi conti
saranno
e di
lì
a cin-
saldati.
A) La prima metà dell'Ottocento nell'Italia settentrionale
È
costituita dal suddetto
Veneto",
co, dallo Stato del
piccoli
"Granducato Lombardo
in realtà parte integrante
Piemonte
dell'Impero austria-
e da
una
"Granducati" che vedono tutte
regnanti strettamente imparentate con stria.
Un
esempio:
il
serie di molti le
la
loro dinastie
Casa d'Au-
Cjranducato di Parma è governa-
to dalla ex consorte di Napoleone, Maria Luigia, figlia
appunto dell'imperatore
austriaco.
In tutti questi stati e staterclli riapparvero quindi
i
precedenti duri sovrani, ansiosi di severe repressioni
che garantissero
il
loro rinnoxato potere.
Std/o del PiciHoiite
Nei vari reami la situazione fu molto di\'ersa, sicuramente il più duro e omicida, come dirò, fu lo Stato del Piemonte e questo nei confronti non solo del Settentrione, Conclusione delle guerre napoleoniche. Situazione geopolitica cJopo Trattato cJi Vienna (1 1 novembre 1814 La restaurazione
in Italia.
ma
di tutta la penisola.
La ragione
di questa realtà va forse ricercata nel
il
9
giugno
1815).
fatto che,
come
si
ricorderà,
il
Piemonte era
stato ac-
97
corpato allo Stato francese durante il periodo napogodendone quindi delle libertà e del prestigio.
leonico,
Il ritorno ad una monarchia savoiarda, modesta, montanara, retriva e forcaiola, non poteva che essere particolarmente duro per piemontesi. i
Oppure forse perché fra il 1821 e il 1849, la sorte come sovrani, suUa strada dei nostri amati fratel-
mise, li
piemontesi, tre individui presentanti aspetti partico-
larmente penosi.
primo Vittorio Emanuele I alle prime difficoltà subito si dimise, il secondo Carlo Felice presentò invece da sempre caratteristiche indi\'iduali di particolare Il
ferocia ai limiti della criminalità omicida.
L'ultimo infine, Carlo Alberto, fu
con turbe
sonalità infantile,
uomo
dalla per-
religiose maniacali,
che
più volte nella nostra storia fu portato a comporta-
menti contraddittori e opposti, anche da un giorno l'altro, la
il
ritorno trionfale del
La cosa
primi moti insurrezionali tendenti ad ottenere
che erano
diritti politici
sta di
una "Carta Costituzionale" esplosero
sintetizzati nella richie-
di
lì
a
po-
co nel 1821 (13 marzo) e sicuramente sull'onda dei primi moti sollevati nella penisola, quelli napoletani del 1820 e di cui
Avvenne
dopo
infatti
si
a
Roma.
ridicola fu che durante la notte seguente
Sua Maestà, puerilmente, cambiò
nuovi
papa
al-
qual cosa causò, naturalmente, autentiche
tragedie. I
Incisione di B. Pinelli illustrante
Collezione dell'autore.
dirà.
che a fronte delle dure richieste di
Costituzione da parte degli insorti torinesi Vittorio
moto
ma ormai
idea,
era già in atto nelle università di Torino e di
il
Ge-
nova, e nelle guarnigioni di San Salvario, Vercelli, Va-
Di compiuto Carlo Alberto, che in quel momento era Reggente, ricambiò idea e promise formalmente la Costituzione. Quel povero, piccolo uomo, che sarà soprannominato "re Tentenna", fu immediatamente esautorato da
lenza, Ivrea, Biella e nella stessa cittadella di Torino.
fronte
al fatto
una semplice
Carlo Felice e subito abban-
Emanuele abdicò a favore del fratello Carlo Felice. II problema era che costui non era in Piemonte, ma a Modena, in visita ufficiale: ecco perché fu al prin-
donò
cipe Carlo Alberto che transitoriamente venne affida-
mignolo popolare... "Carlo Feroce") non esitò a fare
ta la
Il
lettera del re
congiura, congiurati e promesse di Costituzione. re Carlo Felice (che
intervenire anche
reggenza.
striaco contro
Potrà sembrare curioso, sa fu proprio zi
era solo
il
il
ma
più alto in grado poiché quell'uomo,
ricerca di spazi personali,
cola superficialità
proposta
rosa, quello
capo della sommos-
principe ereditario Carlo Alberto, an-
sì
ma
U 6 marzo 1921,
aveva avuto di
le-
la ridi-
accondiscende-
costituzionalista di Santorre di Santa-
un grande
liberale e la vera
mente
ti
a
del-
Novara
di spedizione au-
furono battu-
aprile 1821) e a scatenare
Una Corte Marziale i
costituzionalisti
te,
cinque
una
terribile
Le
subito nominata per giudicare
pronunciò settanta condanne a morperpetua e venti a pene varianti.
alla galera
università di Torino e
Genova saranno
per un anno, certe lauree annullate e
i
chiuse
funzionari di go-
verno e sacerdoti dovettero prestare uno speciale giui
ramento
l'iniziativa.
1*8
un modesto corpo
patrioti piemontesi (che
i
e sanguinosa repressione.
alla
non avrebbe mai avuto
vatura etico-politica adeguata,
re alla
a
pure dovette subire un no-
di fedeltà al re.
(Oolkn. i^linwi.letUi
Re Carlo Felice
9S
di
Piennonte.
Re Carlo Alberto
di
Piemonte. Ritratto giovanile.
Roberto Sgarzi
.
wmi
Santorre di Santarosa, ispiratore dei moti liberali del 1821 in Piemonte, morirà da prode a Sfacteria combattendo contro turchi per i
la
liberta della Grecia.
fame, non posso non riferire del prosieguo dell'indecente storia di Carlo Alberto. Il
suddetto signore
di essere di
si
diede ad una disperata volontà
perdonato da "Carlo Feroce"
conseguenza riammesso come erede
facile
volontà dei veri padroni
marzo 1821. Torino, Carlo Alberto reggente parteggia con congiorno dopo. LI abbandonerà
Non
fu
di escluder-
impedito solo dalla
for-
d'Italia: gli austriaci.
Interessante l'ulteriore 6
fine di essere
trono.
perché Carlo Felice aveva già pensato
lo dalla successione e ciò gli fu te
al
al
comportamento di Carlo rifarsi una verginità con-
Alberto che, nella volontà di
i
giurati liberali costituzionalisti.
il
servatrice e
un "buon nome" tra conservatori e, pur dovere "buona prova di sé", andrà adSpagna, ove era in corso una ribellione dei i
di dare a chi di
dirittura in
Santorre di Santarosa sarà costretto ad emigrare e
morirà da prode nel 1825 di fronte a Navarino, per libertà della
Grecia contro
si
erge un
monumento
napoletano Giuseppe Rossarol. per via di
la
persona
di
certi aspetti a caratteristica di-
chiaratamente omicida e criminale, di fatto patologica.
Sono
in
possesso degli storici lettere autografe
(Bertoletti, Verità e giustizia, p.
74 e
ss.)
gli
elogi del suo co-
Sarà questo e altro a convincere Carlo Felice, poco
prima
di morire, a rifare di quel Principe di
un erede Il
Merita un particolare riferimento Ciarlo Felice
tecipare alla mattanza: meriterà
a
quel prode e dei suoi amici:
Collegno, Pietro Torcila, Antonio Pecorara e del generale
patrioti spagnoli e a iVladrid riuscirà finalmente a par-
mandante.
Turchi.
gli orribili
Su quel suolo ancora oggi rict)rdt) del sacriticio di
la
regno
Carignano
al
trono (regno di Carlo Alberto: 1831-1849).
di
Carlo Alberto fu brutale come quello del
predecessore. Altre ribellioni sono segnalate a Geno\'a nel 1831 e nel '33. Ulteriori sanguinose insurrezioni
no ad Alessandria
nel 1832 e a
si
verifica-
Chamberv, ove
il
20
del suddetto
figuro ove egli scriveva: "Se essi (gli stude>iti di l'orino) si
ostinano a
riunirsi,
bisogna arrivare alla carneficina,
che è l'unico sistema"; oppure: "Spero che essi saranno impiccati; impicca, impicca, così va bene"; tello:
"Dimenticavo di
dirti
perché ogni quindici giorni
Nel periodo gna
furono
\i
quante
si
in cui
in
Poiché vo di
il
va bene,
uomo"
Carlo Felice fu viceré di Sardein dieci
anni
ciò basti per definire
compito
di
in tutto
Regno
il
un individuo.
questa mia ricerca è
il
tentati-
stabilire certe verità storiche e metterle in raf-
fronto, al di là di re
la giustizia
impicca un
al fra-
quella sola isola più impiccagioni di
erano verificate
sabaudo e penso
che qui si
oppure
quanto affermato
in
epoca posterio-
da ima propaganda sabauda, a volte veramente
Vltalia e le Tre Italie
in-
Torino 1821, sanguinosa repressione del moti
liberali,
eccidio di stu-
denti.
99
maggio 1833 furono condannati a morte tre patrioti, e il 10 giugno furono emanate altre gravi sentenze. Nel giugno del '33 in Genova vi furono condanne, morti, impiccagioni e quant'altro. Fra
morte
contumacia spuntano nomi
in
i
condannati a
i
di
Interessante una lettera di Carlo Alberto a quella
Ferdinando
di
re delle
II,
Due
Sicilie, nella
quale lo imputa di essere troppo tollerante nei riguardi dei seguaci della neofondata, mazziniana "Giovane
ad essere più duro e feroce.
Italia" invitandolo
Vincenzo Gioberti teologo
nuove
idee, è incarcerato
il
di
Casa Savoia aperto
31 maggio 1833 ed
esi-
liato in Francia.
Anche
me
Gli
altri stati
Non la
mammola
piemontese
si
distingue co-
pilastro della più dura conservazione l'ordine dei
Regno
di
Piemonte e
del nord Italia
interessa particolarmente alla nostra indagine
penosa cronologia
quant'altro,
ma
di moti,
verificare
il
condanne, esecuzioni, o
come
la
situazione fosse
universalmente di grande repressione.
Nel Lombardo-Veneto e nei Granducati U clima si viveva era solo leggermente migliore di quello piemontese, ma a quello di fatto equiparabile. Per brevità non se ne parlerà, se non per un rapido riferimenche
to alla presenza di sette carbonare e resti,
in questo Stato
altro fu quel
Sardegna.
Mazzini e Ga-
ribaldi.
alle
Questo e non
ai
conseguenti
processi e dure pene inflitte nel '20-2
1
ar-
a Pellico,
Maroncelli, Romagnosi, Borsieri, Gonfalonieri, Arcomolti
nati, Pallavicino e
altri.
Gesuiti.
B) La prima
Di particolare durezza
metà dell'Ottocento
1829) contro
nell'Italia centrale
le
il
Regno
di
Leone XII (1823-
volontà riformatrici presenti nelle Ro-
regni di Pio VIII (1829-1830) e di magne. Anche Gregorio XVI (1831-1846) ebbero le suddette carattei
Nella prima metà dell'Ottocento nel centro c'erano due
stati:
Granducato
il
di
Toscana e
Italia
lo Stato
ristiche repressive.
Ben diverso
pontificio.
Lo
Stato pontificio presenta connotazioni socio-
politiche rigorosamente assolutistiche e teocratiche,
non
ombra
vi è
di volontà di alcun tipo di riforma.
Anche
in
questo caso
i
sotterranei tentativi di sedi-
zione, soprattutto ad opera di sette segrete e carbonare
sono
Pare
clima socio-politico nel Grandu-
di
grande evoluzione
un certo interesse un motto
civile.
caratteristico
del Fossomboni, un insigne scienziato, ministro del Granduca: "Il mondo va da sé" a sottolineare la necessità di non usare violenza nel divenire degh uomini.
sempre repressi nel sangue. La corru-
diversi,
il
striaca, consentì situazioni di
L'ordine pubblico è garantito da truppe mercenarie straniere, per lo più svizzere.
fu
Toscana ove la reggenza degli Asburgo-Lorena (Leopoldo di Lorena, 1824-1859) di derivazione au-
cato di
In
un quadro
italiano culturalmente piuttosto de-
privilegio di alcuni no-
presso, è di rilievo l'apertura del "Gabinetto scientifi-
bili laziali è totale.
co letterario" di Giampietro Vieusseux, ove affluirono
fia
Recentemente libri e cinematograhanno illustrato in modo ampio e illuminante la
le
zione è rilevante e spicciola,
realtà del
C) La
regno del papa-re
il
in
menti più acute di ogni parte
d'Italia.
questo periodo storico.
prima metà dell'Ottocento meridionale
nell'Italia
Questo è
il
periodo storico che più interessa
la
no-
stra indagine al fine di \-erificare le reali differenze fra
nord e sud della nostra nazione nell'importante momento immediatamente precedente l'unità d'Italia. Vi
si
alternarono quattro sovrani:
nando
I,
Francesco
IL meglio noto
Ferdinando la
I,
come I, il
Ferdinando
già
noto FerdiFrancesco
Franceschiello.
re
Nasone, sbarcò,
"vacanza palermitana",
poli sottoposta ad
il
II e infine
il
al
ritorno dal-
17 giugno 1815 in
una Na-
un duro controllo da parte del con-
tingente austriaco del generale Neipperg,
il
vincitore
dei francesi e fra le acclamazioni della foOa festante. Il
"re Lazzarone" era quasi tutto nuovo: aveva
faceva chiamare Ferdinando
nuovo nome,
si
Due
una nuova moglie, che era poi
nw
Sicilie, e
un
I
re delle
la
sua an-
Re Ferdinando
II
delle
Due
Sicilie.
Sarà più noto
come
"re
il
bomba".
Roberto Sgarzi
.
amante
tica
duchessa di Floridia,
la
erano
teristiche personali
ma
astuzia e carat-
presentò con un proclama che aulicamente pa-
Si
reva ispirato alla poletana: ''Chi ha
dato ha dato.
.
massima
scurdammece
.
canzonetta na-
di un'antica
ha vuto, ha vuto; chi ha dato, ha
viito,
simme
passato,
'o
Na-
'e
pule paisà" il
re
Lazzarone
credibilmente, mantenne
in-
parola.
la
Sua Maestà veniva da pacificatore e chiunque avesse bene operato non doveva temere e avrebbe mantenuto il "posto". Riconoscendo che le riforme illuministico-giacobine di Murat e del periodo francese in genere erano stapolitiche,
particolarmente
te
revocò quella Costituzione (1812) e restaurò
smo
Non
(1814).
solo
ma
di
la
sua
l'assoluti-
pochi anni (gennaio
a
lì
1820) raccolse a Cadice un esercito
al
line di riconqui-
per
utili
Maestà Borbonica
mantenne
le
Sua cam-
del paese,
la crescita
biando semplicemente loro
Fu appunto
tutte in essere,
re di
Spagna
1820).
Fu
tenare
i
di
impose al Costituzione (marzo
imperialistica e
riconfermare
la
quell'esperienza nella nazione gemella a sca-
pochi mesi dopo.
militari napoletani, solo
Essi innalzarono
vessillo rivoluzionario azzurro,
rosso e nero ed entrarono in Napoli (8 luglio 1820).
Due storie parallele. Anche giurando
affrettò a ribadire,
qui l'oggetto della con-
che subito
tesa era la Costituzione
il
re
napoletano
si
13 luglio 1820 nella
il
Chiesa dello Spirito Santo.
Ma
nomi, nonché qualche
i
quell'esercito che, ispirato dalle filo-
sofie di uguaglianza ereditate dalla Rivoluzione francese, si ribellò a quell'iniziativa
proclama promulgato dalla reggia era chiaramente: non vi sarebbero state vendette
Infatti nel
scritto
popolo spa-
Naturalmente, anch'esso, caduto Napoleone,
libertà.
mo-
quel
fu, in
più turbo dei sovrani italiani e per di più,
il
il
stare le colonie americane.
C'è poco da dire,
mento,
questo evidentemente per non deludere
gnolo che aveva così duramente combattuto per
intatte.
tutto fu subito prevedibile caos. Dietro quella
vedevano significati molto diversi. La Sicila sempre tanto agognata indipendenza e ribellò, con circa 600 fra morti e feriti con
\'irgoletta.
parola
Codice Napoleonico divenne il Codice fernandeo, chiamò Senato l'amministrazione municipale
lia
della città, le leggi principali rimasero inalterate (sal-
l'immediata repressione sanguinosa del napoletano
vo
Il
ri
divorzio, che fu abolito) e
il
i
dente regime rimasero
sogna ricordare,
ai
loro incarichi.
E
subito
milita-
Florestano Pepe, poi sostituito da un generale ex gia-
prece-
cobino, nonché storico: Pietro Colletta.
terribih e
sanguinose vendette da parte dei consevatori anti-na-
Grande la
come già citato storico Pietro Colletta, applaual buon governo che lentamente faceva capoli-
no e
di
conseguenza... "prosperava lo stato, felice
presente, felicissimo
Ma
si
il
avere
Qui avvenne
il
corpo
solito
l'incredibile
Napoli superò se
pure
fra le
nonché
fra
stesso.
soliti austriaci,
i
la patria,
che
di spedizione armato.
perché
Ferdinando
re
Con grande
mobilitò e inviò l'esercito ad affrontare
minacciavano
presentava l'avvenire".
c'era
cortigiani del re,
idee chiare furono
le
subito inviarono
il
dirono
i
nobiltà locale.
Ad
Pareva essere una buona soluzione e molti giaco-
programmi
differenza di
varie sette carbonare, fra
poleonici.
bini,
si
i
questo, bi-
un'Europa percorsa da
in
intendeva
il
funzionari e
che avevano servito correttamente durante
tutti
di
autorità infatti gli inx'asori
che
ma immediatamente dopo
fu
forza dalla mai
filofrancese e filoeuro-
Lubiana al congresso della conservatrice Santa Alleanza, ove di fronte ai rimproveri degli austro-russi semplicemente cambiò idea. Il 23 febbraio 1821 emanò di conseguenza un opposto proclama nel quale si invitava la popolazione ad accogliere amiche\'olmente l'armata austriaca e a collaborare con essa per il bene della patria. Proprio in Lubiana Ferdinando invitò gli eserciti
pea
mediterraneo.
stranieri
periodo illuministico aveva fatto molti pro-
il
Carboneria esplose come importanza:
la
pre-
senza di questa setta nei territori del Regno delle
Due
e la
seliti
Sicilie
divenne
capillare.
La questione ra
e
cosmesi
era
sempre
la stessa, al di là della
legislativa: l'applicazione della già
pu-
concessa
mai abrogata Costituzione e questa era chiesta con quel
in
Già
doma frazione mondo duramente
nel 1817
Carbonari di Puglie, Salernitano,
i
convocato
che sfociò concretamente, nelle prime ore del
mattino del 2 luglio 1820, nei primi moti
liberali dcl-
Fu
Si
può
dire che
il
Risorgimento del paese cominciò
quel giorno ad opera degli uHiciali Morelli, Salviati e
Cìuglielmo Pepe,
ma
le radici
madrepatria del Meridione Successe
mentre
il
infatti
erano lontane, nella vera
d'Italia: la
Spagna.
che Ferdinando VII
paese soffriva sotto
la
di
Spagna,
dura dominazione
francese, immortalata da Cìoya, emise anch'egli
Costituzione assai liberale e ispirata
l.'Iliiliti
po,
il
e te in- ìudie
alle
una
idee francesi e
in
la
propria
questa incredibile situazione che subito do-
7 marzo, Guglielmo
Pepe
poletani cercò di arrestare quali
ritalia.
ad intervenire militarmente contro
patria, per ristabilire un'ortodossa situazione politica.
Napoli, Basilicata e Calabrie iniziavano l'azione politica
a
appunto
vi
le
alla testa di
24.000 na-
forze austriache, fra le
era quel re che mai
come
in
quel ca-
so meritò l'epiteto di "Lazzarone" (Storia di Napoli,
G.R. Edizioni,
p. 144).
Quel povero esercito e quei po-
veri soldati napoletani, confusi, umiliati, traditi, sfug-
Pepe. Ci furono due parvenze di battaglie
girono
al
(Rieti e
Antrodoco, marzo 1821) ed
irrimediabilmente. In breve non fortezze aprirono
le
porte
ci
alle forti
essi
si
sbandarono
fu più esercito e le
(50.000 uomini) ar-
mate austriache.
101
Naturalmente ad opera ministro di polizia,
con
sione,
cere duro.
le
Un
verificò la solita violenta repres-
si
fughe,
Ferdinando e del suo
di
carcere,
il
altro quadretto
l'esilio, la
forca,
il
car-
che rivedremo nel 1943,
1944, 1945.
Fra
i
fortunati che salvarono
e Carrascosa, mentre
avevano
iniziato
il
gli ufficiali
la vita
i
generali
Pepe
A
Ferdinando succedette per un regno incolore, quanto breve, il figlio Francesco 1. Da registrare una ribellione di stampo liberale a Bosco di Salerno con l'abituale lunga fila di forche, ben 26 questa volta; fra le vittime il canonico locale De Luca.
La
Morelli e Salviati, che
moto, furono
fra
coloro che perse-
Esisteva cioè una
ro la loro nobile vita sul capestro. I
moti di Messina furono giudicati da un'ulteriore
28 febbraio 1822 comminò ai ben cinquanta imputati nove condanne a morte e numerose condanne all'ergastolo e alla galera. La povera Corte Marziale che
il
e bella Sicilia cominciava
che sarà
terribile
La mattina
suo calvario
del 4 gennaio 1825
zarone concluse ta e
il
in
la
sua vita terrena,
torie, saponifici,
re
ci
giudizio su quest'uomo divide ancora oggi stori-
e cittadini e questo in funzione della loro derivazio-
ne culturale ed
etica.
A
molti pare incredibile
de favore di cui Ferdinando i
napoletani e
I
il
gran-
gode ancora oggi presso
meridionali conservatori in genere.
i
Scrive Bertoletti che in molti è l'opinione che Ferdi-
nando
I
stia nella
abbia distrutto
base morale della sua dina-
ma a questa dimensione economica l'auuna valutazione quantitativamente trascurabile. Viceversa a tronte di una globiilità commerciale
no
con finanze gravemente compromesse,
prima nave a vapore salpata il
su un sovrano,
Dio", che, fra presente fra
non condividere questa opinione capo di un popolo per "grazia di
difficile il
le
molte sue
le fila di
un
discutibili iniziative, era
esercito che
si
batteva contro
suoi sudditi.
nella penisola
il
vi so-
come
aspetti di evoluta organizzazione sociale,
la
21 settem-
viaggio inaugurale Napoli-Genova e la di navigazione nel
Mediterraneo fon-
data nel 1823.
Sempre
un
nel già citato Storia di Napoli si descrive
paese totalmente
allo sfascio civile e culturale e
grado
i
di ripetere
fasti del
Settecento:
non
mai
in
né
pittori,
musicisti o scultori di vaglia a causa dei larghi vuoti causati dagli
del 1799 e del 1820.
esili
Esuli uomini
come Cuoco o
Rossetti, le
accademie
Unico esempio di preebbe un solo merito: essere il maestro di Francesco de Sanctis. L'8 novembre del 1830 morì Francesco I. Aveva soli 53 anni ma, a quanto scrissero i contemporanei, ne furono pesantemente
coscienza della nazione.
Sembra
i
la
tin-
fabbriche di candele, mobili e altre pic-
prima compagnia II
di lana, seta e
tore dà
bre 1818 per
65 di regno.
buona produzione
cole industrie,
precaria,
Nasone e Lazdopo 74 anni di vi-
il
situa-
cotone con crescita di fonderie, stamperie, concerie,
un secolo
per quell'isola.
una
Storia di Napoli (p. 144) riferisce di
zione economica contraddittoria.
stigio
il
sxoiotate.
pacifico Basilio Puoti che
dimostrava 80.
Siamo quindi
al
penultimo Regno bor-
bonico, quello di Ferdinando Kimie tare
il
"re
Bomba"
bombardare
i
li
meglio noto
per quel suo vizietto di
sudditi irrequieti,
ma
quale ingiustamente non sono noti
del
altri
aspetti di largo merito. Sì...
perché tutto considerato
egli fu
sovrano più serio dei quattro di cui
si
Ereditò un'economia disastrata che per chiarazioni dello stesso sovrano
il
parla. di-
ammontava
un ammanco di 1.128.167 ducauna somma enorme per l'epoca, al quale cercò immediatamente di porre rimedio con nel 1831 ad ti,
l'esborso personale di 370.000 ducati e tutta
una
serie di progetti di politica della lesina
su spese varie, soprattutto militari e sui molti
bilanci ministeriali che consentiranno al
sovrano
di
portare
il
bilancio dello Stato
borbonico ad un sostanziale pareggio. L'odierna politica economica del nostro ideali borbonici, pur non ottenendo, purtroppo, pari risultati. "Re Bomba" ebbe anche altri meriti e due riguardano minimi aspetti istituzionali
Paese ha certo modelli
Ferdinando re delle Due Sicilie, dopo avere sconfitto l'esercito. da conquistatore in Napoli, scortato da generali di Vienna! I,
Ì02
napoletano entra
Ruberto Sgarzi
della corte dei precedenti sovrani napoletani, talmente folcloristici
da lasciare
sbalorditi.
nava
Mediterraneo per frenare l'espansionismo
il
fran-
cese e consistevano pure nel vino che era usato in quel
Ma
Ferdinando cioè cancellò alcune "figure istituzionali". La prima era il cerimoniere che organizzava le
Paese
audizioni a Corte dei poveri, dei diseredati e dei di-
Il commercio di questi prodotti era regolamentato da contratti capestro per i napoletani, stilati da "re Nasone" in momenti di grande difficoltà militare per il
sperati, al fine di presentare
suppliche
al re.
Queste audizioni \'enivano ottenute tramite il verdi una quota al ciambellano. Spesso il ticket superava l'elemosina, con proteste di quei poveracci. Il samento
ciambellano fu licenziato e
no
pubbliche udienze furo-
le
gratuite.
La seconda, gustosissima,
fu
licenziamento del
il
Ministro di polizia Nicola Intontì che organizzava false
"sommosse liberali", ad opera di poliziotti travestiti, onde impaurire il re e poterlo \'ariamente influenzare.
Non
si
vuole con ciò lasciare intendere che simili
Regno
Sicilie".
modello di paragone degli monte,
stati
non meridionali
il
mociello di integrità.
risce: "/
Si vendevano
devano
i
le cariche, e
ma
favori, si
quelli dei pubblici impie-
vendevano
vendevano
i titoli, si
ven-
Tutto
ven-
le sentenze.
si
Ferdinando fece opportuna clemenza, cercando richiamare in patria ben circa 500
ne
esiliati
di
e graziando-
esonerati o imprigionati. Fra essi Guglielmo
altri
rilievo
ai
prigionieri politici in
occasione della nascita di Francesco, l'erede
diede adito a molti timori nel nord
dava
al
Italia,
al
trono,
che già guar-
Meridione con timore dopo
le "sbandate proNasone". Proprio quel-
costituzionali" avute dal "re
un intervento
i
Ci fu un ultimatum inglese: insomma
si
un
fu ad
passo dalla guerra.
Ferdinando ebbe l'occasione con un celebre motto da
mi
di passare alla storia
enunciato
lui
in quell'occa-
fido più nella forza del diritto, che nel di-
ritto della forza".
La
forza della flotta inglese tu troppo alta e fran-
cesi e napoletani
dovettero cedere,
ma
il
messaggio
di
autorevolezza era stato lanciato. Si deve riconoscere
che da quel
momento
piìi
lezza di "re
la linea
internazionale napoleta-
quella dell'odiosa e ridicola arrendevo-
Nasone", bensì fu impostata ad un sano
berismo tendente
li-
miglior risultato nell'interesse del
al
Paese.
sembrare marginale, e invece implicò grande risonanza in tutta
gieri.
Un'amnistia di Ferdinando
quel
In quegli anni av\'enne un episodio che potrebbe
rientro in esercito del generale Filan-
il
in
minore.
glio
Pepe, Gabriele Rossetti, Alessandro Poerio.
Di
quando troppo
vantaggioso, con francesi. Successe il finimondo e le squadre navali inglesi e napoletane ebbero confronti pericolosi e reciproci sequestri di navi-
na non fu
deva''.
Sicilie e cioè
altro, assai piiì
più feroci spogliatori nel Piemonte non erano
quelli delle pubbliche vie, ghi.
rife-
Due
delle
sione: "Io
Ebbene, Brofferio nel suo Storia del Piemonte
mag-
il
mai dimenticato, sanguinario Lord Nelson. Ferdinando dimostrò grande coraggio e dignità perché volle abrogare quel contratto e stipularne un
Pie-
assai illustrato dalla storia ufficiale del nostro
come
paese
come
In questa indagine è stato preso
antagonismo con quello francese.
paese dipendeva dalla volontà e dalla benevolenza del
corruzioni fossero caratteristiche del solo stato delle
Due
in
giore interesse inglese era per lo zolfo siciliano.
un'Europa che guardava
Regno deUe Due
al
con indifferenza e distacco,
cilie
Si-
stanti le solite distin-
hanno sempre diviso Europa e Mediterraneo. Avvenne infatti che un importante uomo politico inglese, Lord Gladstone, ebbe a visitare il regno napozioni che
letano e con esso
le
sue prigioni.
di Carlo Alberto nei
L'inglese che già aveva espresso dure critiche nei
confronti della Corte napoletana per stimolarla ad es-
confronti di quel Cioverno, ebbe a definirlo "La nega-
l'amnistia causò
sere ossequiente nei confronti degli la
impegni presi con
zione di Dio".
Questa
Santa Alleanza.
E 1837
interessante lo Stato delle
conoscere
Due
Sicilie era
come
costituzionalisti italiani
inhitti
che attorno
al
indicato dai liberali
faro di
promesse
di
li-
bertà.
frase efficacissima lece
d'Europa con
giro
risultati
immediataniente
il
detonanti e alimentò nel
Settentrione d'Italia, soprattutto negli incipienti ro-
mantici circoli patriottici e unitari, le
la
convinzione che
regioni del Meridione d'Italia "dovessero essere
li-
berate dal dominio di una dinastia corrotta e malvaSotto di
il
profilo della politica internazionale risulta
grande interesse,
al
line di
ben
cio-politica di quella società, ricordare la "guerra dello zolfo"
con
perché
Sì,
la il
Gran Bretagna.
il
realtà
romantici
i
l'Italia in
risvolti
che poi
con
le
conseguenze che
Qualunque
l'Inghilterra ave-
genere non aveva in si
vollero intravedere
tutti
conosciamo.
turista oggi visiti le antiche prigioni, in
quelle che oggi sono isole mediterranee esclusive per ricchi vacanzieri,
grande interesse che
Meridione e
va per
gia",
(.letinire la qLialità so-
ti
ma
che solo
ieri
erano scogli sperdu-
abbandonati da Dio e dagli uomini, non può che
sere d'accordo con U
Ma
per inderogabile necessità di obiettività, alcu-
negli atti delle gentildonne londinesi filo-mazziniane,
ne cose debbono essere dette, perché negli
ma erano molto
potevano essere
concreti ed erano rappresentati dalle
basi militari per l'assistenza alla sua Ilenia, che dcMui
L'I/uliit
e
/(•
Tn- liolie
es-
duro Lord Gladstone.
visti,
anche nell'evoluto
peo e occidentale, alni
stessi
mondo
anni
euro-
identici spettacoli.
10}
.
Cavour scriveva le carceri
America
critiche più o
meno analoghe
Uniti compresi,
(in Brasile fino al 1892), Stati
anche neonati naturalmente, ve-
schiavi di ogni colore,
nivano tranquillamente comprati e venduti
al
Successe l'inevitabile. Subito
sul-
piemontesi di Cagliari; sui mercati di tutta
migliore
arrivo
bambini di cinque anni miniera, immersi nell'acqua fino
lavoravano
al
alla cintola.
.
.
buio
in
i
tutto questo nella piena lodata legalità di
borboni-
almeno questo non avveniva. Insomma i Borboni di Napoli, anche se non bevevano il tè alle cinque, in quanto a "negazione di Dio"... erano in buona compagnia. che...
L'intero ta la
questo non
modi insomma nione che per tra quelli
doveva e voleva sapere. In
si
fratelli
i
zio di tutto questo
muoversi
a
Come
dei conti.
si
predecessori:
Già to.
Era
IX
la Sicilia
soglio pontificio
al
Ferdinando
disse
"O
II
riferendosi
ai
tietnpo d'è pappavalle è fernuto!"
"tempo
il
dei pappagalli" era veramente fini-
'48 e la parola era alle armi.
il
prima dobbiamo
illustrare
i
prodromi
del '48.
Conclusioni
fu soprattut-
ci
che conosciamo e un certo
può
prima
verificare nella
i
ini-
delle
fratelli Attilio
ed
un amaustriaca che, viaggiando molto e patrioti veneziani, figli di
imbevuti di romantico mazzinianesimo,
si
cominsero
grande genovese e cioè che per
oppressa e in particolare per
il
territorio
ta
1848 vediamo un'Italia pesantemente
ma
striaci
mazioni
un'Unione liti
momento
ad un
di fronte
o\'e le varie parti,
della penisola,
di libertà regionale, Si registra la
hanno bene
risulta scon-
quale questi giovani
organizzarono quella spedizione, in cui
la
pre-
senza di spie e malfattori in cerca di prebende era mas-
a
ipotizzando
mente
ane-
gli
o macroregionale.
economiche e sociali di queste enben gelosa e orgogliosa delle
proprie caratteristiche storiche.
la
di grandi trasfor-
alle volte
presenza di grandi differenziazioni
culturali, politiche,
ma ognuna
pur
nelante contesto socio-poUtico l'incendio della libertà.
cronache dell'accaduto
au-
come potenza egemone ovunque mOitarmente
tità,
le
gli
presente.
era "sufficiente una scintilla" per provocare in quell'a-
superficiahtà con
uniformente coper-
da un'identica repressione conservatrice, con
la patria
"napoletano"
al
divisa nelle classiche tre parti,
Siamo due
questi
miraglio della flotta
patrioti
del resto tut-
pappagalli, ingenuo e sciocco divertimento dei suoi
Emilio Bandiera.
la
come
era,
vari
cominciò ad assumere
spedizioni da nord a sud, quella dei
Rileggendo
il
delle nostre Tre Italie era alla resa
la storia
Dal 1815
caratteri risorgimentali
volgente
di
aveva creato grandi attese.
(di cui si dirà)
del sud bisognava muoversi e
storia del paese, cioè,
della tesi del
tra-
poco dopo, nove
era diffusa attorno a quel 1844 l'opi-
che cominciarono
Furono
Regno napoletano
soprattutto ove l'avvento di Pio
to Mazzini.
La
e,
Penisola percorso da pulsioni di libertà,
Ma
Ma
del loro
loro fucilati nel vallone di Rovito, vicino a Cosenza,
Ormai orribili prigioni
momento
25 luglio 1844.
Sua Maestà britannica. Beh, nelle sicuramente
al
spedizione furono
la
scoperti, arrestati, giudicati
diti,
offerente e nello splendido isolamento dell'arrogante
Albione di Lord Gladstone,
ventuno componenti
i
di esse è
Sicuramente nessuna delle entità presenti
sulla pe-
ambisce ad essere "liberata", o tanto meno
nisola
"conquistata" da alcuna altra frazione di questo "caleidoscopio Italia".
siccia.
I
-
prodromi del '48
centro lo Stato della Chiesa e
al
il
Granducato
di
Toscana; In Italia
la
nuova forzata frantumazione
in mille
staterelli alle soglie dell'evo industriale e ferroviario,
creò problemi
politici,
economici e doganali, non
poco conto. Le esperienze di unità mica avute con la presenza francese esempi germanici
politica
e
di
sud
al
il
Regno napoletano.
Tutti erano dotati del loro bravo sovrano assolutistico. I microstati
non contavano.
ed econo-
contemporanei
i
-
di zolìverein e cioè di aree di libero
Fu una guerra fra furbi. Ogni sovrano (rigorosamente
scambio, crearono convinzioni e speranze ditticilmen-
in Itiilia
te eludibili.
droni di casa che erano
Fu
allora
prattutto di
che
si
come
cominciò
a parlare d'Italia e so-
Le presenze geografico-politiche
il
nord con
in
causa erano
Napoleone. Quei regnanti dovevano quindi
temporaneamente
si
ma
es-
con-
trovavano a dovere governare
sta-
ti e staterelli in cui la borghesia pretendeva sempre piti diritti politici e le piazze sempre più libertà e sempre
lo Stato
piemontese e
il
Regno Lom-
bardo-Veneto (con governatore austriaco);
104
doveva naturalmente rispondere ai veri pagli Austriaci, in quanto vinci-
sere assai osservanti nei confronti di Vienna,
farla.
quelle di sempre:
-
tori di
assolutista) regnante
più... Italia.
La
possibilità,
seppure remota, che questa
Italia
Roberto Sgarzi
realmente poi un giorno
si
pure contro
realizzasse, sia
ogni volontà o previsione di quei governi, spingeva
qualcuno
in modo da massimi vantaggi loro casate. Quindi "assolutamente
di questi reucci a
comportarsi
potere trarre da questa eventualità possibili per le
o forse
no,...
i
sì".
Quindi severo rigore dei sovrani per r"ortodossia assolutistica", ma contemporanea "comprensione" dedi questi stessi sovrani
gli intellettuali
"per
i
tempi
nuovi". In poche parole:
to le
menzogne
solito ridicolo teatrino impasta-
il
un buffo, povero gioco pratica"un po' per gioco e un po' per non morir", nel qua-
to di
e
viltà,
vari sovranucoli
i
"furbo fra
i
cercavano eventuali vantaggi:
furbi" fu
Furono anni
Piemonte con
il
i
il
più
suoi Savoia.
ri
continuamente infiammati da moti rivoluziona-
fino a culminare nel cataclisma del 1848. Il
concetto di
economico, lettuali
che
ma al
Come
duri, quei primi quaranta dell'Otto-
cento, dominati da associazioni segrete e repressioni feroci,
Vincenzo Gioberti.
Italia in
quegli anni fu fatto politico,
soprattutto culturale e fra
riguardo
i
molti intel-
distinsero citerò: Silvio Pelli-
si
co (Le mie prigioni, Saluzzo 1789), Cesare Balbo (Le 1789), Massimo d'Azeglio Romagne, Torino 1789), ma an-
to la
si
potesse liberare
dominazione austriaca
la
e
gran parte dTtalia
come
si
sot-
potesse trasfor-
mare in nazionalista quell'autorità papalina che da sempre (si iniziò con Carlo Magno nel 774 d.C.) aveva chiamato di
uno
ranno
stranieri in Italia per opporsi alla
stato nazionale, questo Gioberti le
dure
realtà
ma
questo progetto,
formazione
non
diceva. Sa-
poHtiche e militari a fare in quel
momento...
fallire
agli italiani
speranze d'Italia, Torino
Gioberti piacque perché diceva che
(Degli ultimi casi delle
scere nella convivenza pacifica e senza guerre: dal con-
che Vincenzo Gioberti (Del primato morale e gli italiani,
vincimento e dalla cultura.
Torino 1801), Giuseppe Mazzini (Dei do-
L'idea era bella e civile,
ma purtroppo
Giacomo Durando Mondovì 1 807
Fra nord, centro e sud,
la
veri dell'uomo, (
civile de-
Genova
1805),
Della nazionalità degli italiani,
)
immaginare che proprio
Italia
confederale nel
nome
del
derazione
italiana,
berti
modello
il
d'Italia
proposto da Vincenzo Gio-
che inizialmente emerse e
si
impose: era un mo-
dello confederale.
tre entità
se
non
concetto di questo prete piemontese, cappellano
Il
Italia
spetti di collusione
era
della Storia
corte dei Savoia, poi arrestato e bandito per so-
Il
alla
si
il
con
i
rivoluzionari, era semplice:
mune
la
logica della
cultura a fronte dei tempi nuovi avrebbe dovu-
to convincere
i
vari Stati italiani, ai quali
andava ga-
autonomia amministrativa e rispetto per
rantita
avevano prodotto
citiismo della real-politik faceva presagire che, se
vibrare per
l'Italia
era poi soprattutto
sei intellettuali
va
le
i
sovrani
italiani,
virtù e l'autorità necessarie
nizzare
le
Gioberti vede-
per forzare e armo-
varie forze centrifughe. Interessante
nizione del suo stato,
il
Piemonte, da
lui
definito "di-
venuto italiano", proprio per sottolinearne l'etnia a
grande
Vìldiui e le Tre
ìliilic
carattira francese.
la defi-
la
cultura e
la
parte
nomi
dei
su accennati... tutti erano stidditi pie-
Successe, fra
me re
si
l'altro,
che nel 1831 nelle
come diremo
"Gregoriaccio",
mandato
alle
sue truppe scelte,
modo
XVI poi) i
Ro-
solite
verificassero alcuni moti, in realtà
di soffocare nel fra
i
montesi.
multuosi e seguiti. Papa Gregorio
Solo nel papa,
prodotto del-
settentrionale del Bel paese, basti dire che
le
papa.
il
effettivamente poi accadde.
capo di questa confederazione avrebbe dovuto essere, coerentemente con la storia e il costume (era la religione cattolica il solo filo che legava in comunità gli il
ca-
pesantemente difformi e non armonizzabili, lungo periodo.
magne
italiani),
i
nel
identità culturali, ad unirsi in confederazione. Il
realizzano
e invece
nella nostra penisola
poteva esserci, essa sarebbe stata
A
o
comune convenienza e della co-
si
buona misura omogenee
conquista della parte più forte sulle più deboli, co-
me
neogueltismo confederale.
Egli, sinteticamente, diceva che, senza violenze
guerre,
la
questo po-
il
za storica dicono che le confederazioni
solo fra entità in
Fu
a
comando dell'ipotizzata confema non solo: la natura e l'esperien-
tesse essere affidato
papa (corrente moderato-riformista. Neoguelfismo)
irrealistica.
parte di gran lunga più
arretrata era proprio lo Stato pontificio del papa-re. Difficile quindi
Vincenzo Gioberti:
doveva na-
l'Italia
poco
tu-
(conosciuto co-
non
esitò a da-
mercenari
svizzeri,
più omicida e sanguinario
tali
sollevazioni. Cili svizzeri, in
Rimini, Fano, Faenza e molti
altri
centri minori, uccisero, sterminarono, saccheggiarono,
stuprarono a più non posso. Targhe marmoree ste città
in
que-
ricordano ancora oggi quegli avvenimenti.
Comportamento
più spro\'\'ediito di questo
non
/05
poteva certo esservi per chi avesse voluto guidare un
tempi nuovi, con metodi nuovi. fu chi pensò ad evidenziare tutto questo
popolo nuovo, Subito
ci
in
Proprio quel signore i
si
era distinto nel massacrare
patrioti spagnoli nelJ'incarcerare e uccidere
piemontesi autori dei moti
del '21.
i
patrioti
L'ottimo D'Azeglio
però, seppe ben giocare le sue carte anche perché eb-
e costui fu Massitno D'Azeglio.
be
pur non nascondendo le caratteristiche come "un pentito" trovando,
l'abilità,
dell'uomo, di dipingerlo
Massimo
D'Azeglio: l'unità d'Italia nel
Piemonte (corrente
del
albertista,
nome
del re
moderata)
come sempre evidentemente
nel nostro paese,
orecchie per questi concetti.
Con D'Azeglio cominciò
Uomo e di
di rara cultura e amabilità, nobile (di stirpe
animo) piemontese. Massimo D'Azeglio fu orato-
re affascinante,
noto
sai
Manzoni
commediografo
in tutta Italia,
e scrittore, pittore as-
imparentato con Alessandro
e con amicizie importanti in tutta
l'Italia
ove
aveva intensamente viaggiato (cosa non frequente
lui
per quei tempi). Egli subito
il
dito accusatore sul papa nel
la
grande, repentina e
per molti versi impensabile ascesa, che porterà vinciale casa dei Savoia
loro imprevedibilità, travolsero tutto e tutti e
sarebbe andata
la
questione lo
si
un anno che
è assurto a sinonimo di
profonde inadeguatezze di quella struttura statale e politica, ma anche la sproxa'edutezza dei moti rivoluzionari troppo spesso improv\àsati. D'Azeglio propose
voluzionario:
il
poi
e ai cittadini anelanti l'unificazione d'I-
ai patrioti
talia un'altra
metodologia
di
comportamento
e un'al-
di
nome
pandemonio
ri-
1848, di cui parleremo subito dopo.
Giacomo Durando:
persona da porre come capo dell'ipotizzata confederazione. Non più moti romantici rivoluzionari im-
come
vide già nel corso di
le
suo Degli ultimi casi delle Komagne facendo rilevare
pro-
la
ad impadronirsi, nel giro
una ventina d'anni, di tutta l'Italia. Molto vicino al pensiero di D'Azeglio è Cesare Balbo, autore nel 1844 di Le speranze d'Italia. Ma furono le cose, gli avvenimenti storici che, con la
puntò
buone
dei tre popoli
l'unità
confederale
d'Italia nel
delle Tre Italie
tra
provvidi, improvvisati e perciò facilmente battuti,
una
seria, realistica,
ma
aperta preparazione... lealista
torno a colui che appunto avrebbe dovuto guidare
atla
"Crociata liberatrice", contro lo straniero. Chi poteva essere costui?... di
ma
il
suo monarca, Carlo Alberto re
Piemonte. Come?... con
la
realtà storica
che vedrà l'unità
ra dei vari popoli
nomamente l'opera di
la
d'Italia,
sua proposta
non come ope-
dot-
fin dal
suo ritorno in patria nel 1844
raltro
prima della pubblicazione uscirono
tate del Gioberti, del Balbo, e del
e
modo
diritti
le
Pe-
opere
D'Azeglio che
ci-
egli
di leggere.
Egli accusa questi scrittori di
bastanza dei
italiani.
non tenere conto
ab-
e degli interessi delle popolazioni e
cerca "un simbolo di transazione e un complesso di
come
forme pieghevoli a tutte le ragionevoli esigenze". Immagina il nuovo assetto suUa base dell'alleanza sardo-
a trovare la via della libertà, bensì
un solo principe e un solo popolo su
tutti gli
napoletana e dell'eliminazione dell'Austria, quindi
nome
di Carlo
un rottame
tistica
Mondovì (1807-1894),
che riescono armonicamente e auto-
Alberto in quella prima metà del-
l'Ottocento era difficilmente presentabile, trattandosi di
di
concepì l'opuscolo Della nazionalità degli
la
altri. Il
Spagna dal 1831,
ebbe tempo
guerra.
D'Azeglio anticipa quindi, con
Giacomo Durando
tore in Giurisprudenza, esule in Belgio, Portogallo e
della conservazione autoritaria e assolu-
più feroce.
ipotizza: "conquista in le
comune; riordinamento di
tutte
Provincie geograficamente appartenenti all'Italia, pre-
ventivamente e segretamente pattuite sulla base dei due regni di Alta e Bassa Italia; le Isole di
Sicilia,
Sardegna,
i Am Massimo D'Azeglio.
106
Ritratto giovanile e nella maturità.
Giacomo Durando.
Roberto Sgarzi
.
L'aspetto geopolitico della penisola italiana proposto da Durando.
il'
Elba, la Savoia,
per
contado di Nizza e
il
compensi e
l'Istria,
disponi-
geopolitiche
debbano
essere tenuti in grande conside-
di territori dovuti al
razione. Alla luce di queste egli ipotizza Tre Italie:
pontefice e ai Principi dell'Italia centrale: rispetto alla
quella continentale che chiama Eridania, quella penin-
Santa Sede e a tutti
sulare o appenninica e quella insulare.
bili
i
le sostituzioni
i diritti
legalmente posseduti"
Nell'analisi dei trascorsi storici
che Punita
italiana fu
papato. In L|Lianto
il
impedita dairAppennino e dal
papato...
ma anche
Firenze com-
presero di non potere, per moti\'i diversi, unificare talia a
proprio vantaggio e
pedire che
altri
e le Tre
Ilci/ie
l'I
allearono spesso per im-
potessero compiere l'impresa unitaria.
Egli pensa che
L'I/nlici
si
i
A
Durando afferma
fatti storici e le realtà
culturali e
co
nessuno sfuggirà che, essendo "Eridano"
nome con
cui
si
intendeva
il
quel 1844 ipotizza l'Area padana
dente e 11
in
im certo
modo
l'anti-
fiume Po, Durando
come
federato agli
in
stato indipenaltri.
conline di quell'Area padana anda\a da Kimini a
Pietrasanta sul Tirreno. Nell'ambito di questa ipotesi letterato
vede
il
nortl Italia e cioè quella zona,
come
il
Re-
107
Giuseppe Mazzini: l'unità d'Italia nel nome del Popolo (corrente rivoluzionario-democratica) Al federalismo prudente e pragmatico del neo-
nome
guelfista Gioberti e all'unità "dei nobili in
re" proposta dal conte D'Azeglio,
si
del
oppose r"unità
di
Giuseppe Mazzini. È immagine arcinota quella secondo la quale Garibaldi fu la spada, Cavour la mente e Mazzini l'anima popolo"
di
del Risorgimento italiano.
Sono
interessanti queste parole di
Giosuè Carduc-
grande patriota e incise nel marmo frontone della casa comunale di Reggio Emilia: ci
duro gendarme della conservaEuropa (Museo del Risorgimento, Bologna).
L'austriaco principe di Metternich,
zione
in Italia
e
in
il
gno dei Savoia e tutto il resto della penisola (che Durando chiama genericamente "sud") come principato dei Borboni napoletani, ma con alcune "enclaves". In un disperato tentativo di ottenere l'unità all'insegna dell'armonia e del rispetto dei tanti interessi, egU prevedeva "compensazioni"
ai
vari principi
che aveva-
E
cioè: alla
Sardegna, Elba e indennità pecuniarie anSanta Sede, che nel continente conservava
solo le città di
gnata
no
e Civitavecchia;
Malta era conse-
all'Inghilterra, Corsica alla Francia,
Canton
Svizzera e questo ''per non complicare
alla
lite
Roma
con
altri stranieri'': e inoltre la Sicilia
Tici-
nostra
la
diveniva pa-
trimonio dei principi di Toscana, Savoia e Nizza dei
Borboni
di
Lucca,
l'Istria della
l'immenso Impero turco nei Balcani avrebbe appagato la fame di territori delle altre potenze e cioè Russia, Francia, Inghilterra e soprattutto Austria,
non avrebbero creato
tipo di soluzione del "problema
È
popoU
Sotto interesse,
tarono
al
amore che
che stanno ad
tutti gli italiani
indi-
sempre por-
genovese.
In realtà l'uomo fu un grande europeo, perché
sua vita
si
la
svolse soprattutto all'estero, ove era stato
le
Vi sono pagine toccanti nella sua biografia che ci consentono una corretta interpretazione del suo pensiero.
Si
racconta
infatti
che giunto
to dello stato orribile in cui italiani (la
si
a
Londra
trovavano
maggior parte dei residenti
va meglio) e soprattutto si
i
rese con-
si
gli
emigranti
inglesi
non
sta-
bambini.
guardi bene, era dotato di fascino
personale enorme, ospite dei migliori e inseguito dalle grandi
dame
della
salotti londinesi
Londra
vittoriana
(Mazzini fu incredibile tomheur de femmes),
le quali
quaU pro-
ostacoli a questo
il
ma non
diritti certo,
profilo dell'analisi storica risulta di grande
ancora una volta
la valle
di quel-
delle nostre isole.
del
Po
sociale e politica,
il
rifiuto della guerra,
Tre
ve-
Italie e co-
risultasse im'imica entità culturale, sì
da prevederne l'indipendenza e
riconoscimento come
il
stato.
Durando prevedeva quindi un'unità per
gradi,
un
partito
partendo dai due grandi regni, per opera
di
chiama "razionalista". Interessante il quesito pone a mò di deterrente per suoi contempo"£ se il Piemonte che ha una posizione privile-
che
egli
che
egli
ranei:
care O grande
ma
Italia".
rificare già allora l'evidenziazione delle
me
Versi alati e forse retorici,
sua artificiosità quasi mercantile e
la
che tiene conto di alcuni dei
il primo dei moderni. L'nomo che tutto sacrificò, che tanto amò e molto conìpatì, e non odiò mai.
questa una proposta che chiaramente risulta
sgradevole per
li
sul
L'ultimo dei grandi italiani e
Quest'uomo,
Modena.
casa di
L'autore prevede che l'imminente spartizione del-
prio per questo
al
spinto già giovanissimo da bandi e condanne.
no subito "espropri". davano
dedicate
i
giata si mette al capo del riformismo, che avverrà?".
le
Sarà appunto quello che accadrà di lì a tre anni e drammatiche conseguenze sono oggi sotto gli occhi
di tutti.
\08
Giuseppe Mazzini.
Roberto Sgarzi
N'ersarono
somme
enormi, per suo tramite,
acquistare fucili per
mentale
la
al fine di
guerra di liberazione risorgi-
là
insegnò a quei bambini.
soprannominarono "l'Apostolo". Mazzini era innamorato del "Popolo" che rimase sempre suo vero e unico referente. Il sucì motto era "Dio e Popolo, Pensiero ed Azione". Il suo pensiero fu contemporaneamente dolce e durissimo. Quanto losse duro Mazzini lo dice un carteggio che il genovese ebbe con quella specie di toro con baffi che lu Vittorio Emanuele II. Il sabaudo cercava quegli italiani lo
i
che
mercanteggiare
le
componenti con loro strumenti La romantica visione politica i
la
reciproche posizioni
politi-
questo
la libertà (in
re evidente),
di
Mazzini concepiva
ma
la
derivazione francese pa-
esaurì, in questo terribile
si
modo,
G.B. Guerri, pensa che questa lunga serie
di improvvi-
si
e improv'vidi tentativi del "popolo" di Mazzini di "fa-
re
da solo", non riuscendo però mai ad ottenere alcuna
reale conquista politica
tato nel
popolo
o
sentimento
stesso, quel
territoriale,
italiano quella
abbia poi alimen-
penosa valutazione
di "autoinsufficienza",
Mazzini, patriota, apostolo e letterato, sognò un'Isione contederale della Nazione egli avvertiva
la
loro
Fede
e la Verità di
Mazzini erano nel popolo
italiano e fino alla fine dei suoi giorni,
il
genovese
per liberarsi da re e tiranni.
Grandi anime e modeste Innumerevoli furono tativi di rivolta, ni,
ma
la possi-
per nobili e latifondisti di non concedere
alle ple-
un po'
le "scintille" e
con esse
in tutta Italia, indetti
i
penultima
non darà
il
così: la tanto
riferito,
ma
i
fratelli
partico-
di queste iniziative, la
"spedizione di Sapri" che assunse l'aspetto di grande
Carlo Pisacane, colto patriota ed ex ufficiale napo-
un
sol
boccone
temuti
i
dell'Italia
Una,
modo. perché
fallì
una
in
romantica,
culttira
egli
vide o meglio sognò, un'Italia e un "Popolo" che in quel
momento non
esistevano,
si
ma ebbe
grande me-
il
futuro ad un popolo che
rito di indicare la strada del
stava formando.
La sua dottrina
e
il
suo messaggio sono
infatti at-
tualissimi.
Importanti
tragedia.
ambita e perseguita "unità
che Mazzini immaginava:
risultato
Mazzini
ten-
da Mazzi-
piccato da quelle "scintille". Si cominciò con
la
andrà
popolo", a costo di tanto sangue e tanta ingiustizia,
ottenuta in quel
realtà.
Bandiera nel '44 di cui è già stato
Non di
nobili e agrari faranno
invano: tutte fallirono e nessun incendio fu ap-
larmente penosa tu
auspicava.
so-
gnò che questo popolo che immaginava come grande, forte, buono e imprigionato, aspettasse solo una "scintilla"
bilità
e repubblicana, perché nella suddivi-
bi quel benessere e quella dignità di cittadini che egli
loro Verità.
La Fede
di se
ancora
oggi percepibile in varie parti del nostro paese.
"Sennò... no!". la
come
ganizzate e ispirate dal grande genovese. C'è chi,
talia unita, libera
Le grandi anime non mercanteggiano
la
troppo lunga serie di spedizioni, spesso visionarie, or-
fermezza di Mazzini chiese: "E...
e, di tronte alla
i
di lavoro: asce e falci.
sennò?". Mazzini rispose con affascinante semplicità:
e
la
armata del popolo", come l'unico mezzo per
"rivolta
ottenere
Se dalle romantiche signore inglesi era amato,
infatti di
fecero breccia nella turba di popolani che aggredì piccola spedizione facendone letteralmente a pezzi
italiana.
Quel genovese affascinante, ma parco e a modo suo morigerato, si immerse nel mondo disperato degli emigranti italiani, lo aiutò, lo protesse, fondò una scuola e
che sicuramente Pisacane urlò, non
le Italia e libertà,
suo pensiero sociale e
il
sua conce-
la
zione economica di "capitale e lavoro in uniche mani",
mondo
letano, cercò disperatamente di portare la libertà ai
che anticipava
suoi connazionali.
zione del pensiero mazziniano, che sempre avversò
Genova approdò il 28 una cittadina calabrese. Le paro-
Partito con pochi seguaci da
giugno 1857
a Sapri,
l'incipiente
lirolonda di
il
cooperativo. Altra anticipa-
messaggio marxista, era
una missione un'Europa iie di
costituita
popoli
liberi, in
uto spettare
come (
i
"
"Roma
dei Cesari"
massima
assolutamente
come sappiamo,
civiltà.
fantasioso riaffaccerà
si
pessi-
risultali.
La sua opera fondamentale V
la
a\'rebbe do-
purtroppo prepotentemente con mi
di
questo quadro
depositaria della
Concetto he,
alla
mondo
da una tederazio-
iunzione di "paese guida \
convinzione
la
civilizzatrice nel
cleirVomo ricorda che
di cittadini
i
/
Dove-
nostri diritti
derivano dalla coscienza dei
nostri doveri sociali. In altre pox'cre parole: "chi
mangiare, Fucilazione dei fratelli Bandiera ad opera delle truppe borboniche
Ullalki e le Ire Italie
il
25 luglio 1844
mangiare
non lavora non ha
ma e...
chi lavora ha
il il
diritto di
diritto di
sempre meglio".
109
Nelle caratteristiche personali della polizia pontificia nel 1833 era
"Giuseppe Mazzini. Capelli Occhi neri e brillanti". Dicono le cronache che quegli occhi, specchi di una grande anima, affascineranno tutti scritto:
nerissimi. Fronte bellissima.
coloro che
vedranno.
li
Questo italiano, vero padre della patria, mente e anima della nostra Nazione odierna, morirà a Pisa il 10 marzo 1872, "al tocco, dopo mezzodì". Era inseguito dagli sgherri del
questo morì in clandestinità
re e per
sotto
ma
falso
il
nome
di "signor Rossi",
anche "Brown" o "Braun". La ad arrestare solo
polizia riuscirà
ma U
suo corpo,
suo
spirito,
onesto, sarà da quel
parte rali
e la
bella d'Italia. Ai suoi fune-
piìi
ogni manifestazione sarà proibi-
ma
ta,
puro
momento
il
in tutte le mille città d'Italia
tennero rievocazioni. baldi invierà
A Roma
Gari-
tricolore dei Mille.
il
C'erano ormai due
Nel nome
si
di
Italie.
Giuseppe Mazzini,
a quella "certa Italia" dei Savoia
si
incominciava ad anteporre "un'altra Italia".
Mazzini fu grande scrittore e
grande
vane Roma
1846, manifestazioni popolari di giubilo per l'avvenuta elezione a pontefice di Pio
noti
dicitura "Viva l'amnistia".
il
la
popolo romano staccasse
i
Secondo un'antica tradizione era costume,
in
questi
litico
IX. Si
casi,
genovese fu
uomo
di intensissima religiosità che
aveva però qualità centro-europee e di conseguenza vagamente protestanti. Egli avversò duramente, come del resto fece tutto
il
momento
illuministico franco-ita-
liano, la struttura statale e amministrativa
che
costitui-
tissimo lixello. rienza politica
breve,
"Quei
venderebbero trenta
preti:
denaro!".
Sì,
sione per
il
Cristi...
per un solo
per l'apostolo genovese fu totale l'avver-
prete inteso
come uomo
politico rappre-
uno stato in cui comandava quel papa-re, non riconosceva il diritto a governare. Sempre in lui vi fu viceversa rispetto per l'uomo di
ma
i
istituzionale
Un
Per questa ebbe accenti sprezzanti: "Là troverete
fondato
Come il
romana
si
Q primo partito po-
in Italia.
uomo
e fu
Repubun esempio di al-
dirà a proposito di quell'espe-
periodo di sopravvivenza fu troppo
princìpi esposti, anche se
to:
furono
aspetto
di governo, co-
ispiratore della
rono e sono importantissimi. Il pensiero politico di Mazzini e
va lo Stato della Chiesa. superstiziosi e ipocriti. Veri credenti... mai" e ancora:
Italia" sarà
me autentico blica
Il
politico e la sua "Gio-
Mazzini fu
che
cavalli e trascinasse a braccia la carrozza.
Ancora, anzi oggi soprattutto, sono parole preziose.
uomo
gli
alti,
ma
non la
irrealistici
attuati, fu-
sua proposta
e romantici.
va però unanimemente riconosciu-
questo pensiero aveva
radici,
non
in
pochi
nobiliari o presso corti e stati maggiori militari,
variamente immerso
e distribuito nel "popolo",
salotti
ma
era
anche
ed enormemente variegata. monarchia sabauda si impossessò,
se entità ancora indistinta
Purtroppo
la
sentante di
utilizzandolo spregiudicatamente, di questo pensiero
di cui
ottenendo che fosse concesso
Chiesa, diretto
come con
i
servo del Signore e per
fedeli.
Anzi come
uomo
suo rapporto
militare) un'autorevolezza e
politico della Re-
politico-cultural-sociale che
il
pubblica romana previde per quella figura un pubblico stipendio, proprio per garantirne bertà.
110
fi
decoro e
la
li-
al
disegno
politico-isti-
tuzionale dell'unità d'Italia (non certo di popolo,
no certo accampare. La verifica, nella
una giustificazione eticopiemontesi non poteva-
i
tragedia, che
teva "fare da solo", unita
al
ma
"il
popolo
"
non po-
concetto che solo l'unità
Roherlo Sgarzi
d'Italia
avrebbe portato
nessere, portò dritto
il
ta e militare di stati e
le
plebi verso
la libertà
e
il
be-
Bel paese verso Timione forza-
popolazioni, che non
protonde ditterenze. Le Loro Maestà Sabaude quindi,
la
voleva-
no, alla luce di
gnia, arraffarono
in
buona compa-
scordarono dei "dove-
"diritti" e si
Proseguiranno su questa strada per circa un seco-
ri".
lo,
i
riuscendo a devastare l'anima e corpo
d'Italia.
Altre correnti
Altre correnti che da\'ano ulteriori interpretazioni politiche all'unità d'Italia sono:
- corrente
Incisione allegoncd idppiesentdnte
neoghibellina. In anteposizione
fismo proponeva uno stato unitario e gi di riferimento:
G.B. Nicolini e
F.
laico.
Personag-
Guerrazzi.
esplicativo affetto lo sta
- corrente federalista repubblicana. G. Ferrari e C. si
yloiificazione di Pio
IX.
anche
chiamò Carducci, imbroccò iniziativa,
giu-
che aveva invece gran-
la Lega italica. Questo progetto, che avrebbe potuto dav\'ero
cambiare
dirà di seguito.
seconda
la
de, illuminato spessore:
Cattaneo.
Di Cattaneo
la
al guel-
destino del nostro paese era semplice. Si
il
un'unione doganale
tratta\'a di
modello germani-
(sul
co dello zollverein) che costituiva, sul disegno confederale,
Pio
IX.
Un uomo...
al di sotto delle parti
una prima armonizzazione economica
come
rie entità statali d'Italia,
fra le va-
chiara e premonitrice
anticamera ad una loro integrazione politica nel più Gli anni che vanno dal '45
che daranno
quelli
la
al
'48
sono proprio
connotazione più vera
lungo periodo.
Di
dell'o-
federali perdute e quelli
deUe
tive.
A partire rono nelle ta
-
scelte autoritarie defini-
dal '40 le bandiere tricolori
si
moltiplica-
tolleranti piazze d'Italia e la spinta e la scel-
confederale di tipo giobertiano sembrano ormai
le
alla
papa
riaccio", fu
il
morte del non rimpianto "Gregoconte Giuseppe Maria Mastai Fer-
papa Mastai, fu... Pio IX! è tatto ignoto ai più e sembra quasi incredibile, ma Mastai e non Carlo Alberto avrebbe dovuto essere l'eroe risorgimentale, almeno di questo erano convinti da Senigallia,
retti,
fu...
Oggi
i
ad un'incredibile
costanze occasionali e fortuite.
ai
mantenimento dell'ordine pubblico; - concessione della Costituzione. Questo
politici (Editto del
Non
era
Comimque
azzeccò su-
di prigionieri
Perdono).
un gran che, ma
subito vedessero in
lui ciò
mercenari
però solo
il
14
svizzeri, francesi, tedeschi e spagnoli
marzo 1848 e
Quindi lenta, ancora una volta canto
questo
ciò farà
sì
che
i
patrioti
ai
fisiologica, evoluzione.
la
e,
Carlo Alberto e più vinciale, nobiltà
"più grande era in realtà la di
uomo del secolo" e la colpa di costui, che uomo fortunato quanto mediocre, lu quel-
lasciarlo credere,
Il
non dicendo mai né
fortunato "Cittadino Mastai",
VUaliii e
II-
Tn-
il
Ittilie
sì,
ne no.
come con grande
anche
ac-
giallo vaticano e
il
grande
sto
generale l'ambiziosa, pro-
in
piemontese, compressi dalla Francia e
dall'Austria, capirono che
a\e\ano
meschina
di
quella di una grande monarchia.
re,
sicuramente di gran lunga più
mano
Lo
sentirono
come
in
parte
il
solidi e
compiuti de-
Lombardo-Veneto), ma
una durissima
arcaica, provincia-
oligarchia.
Reame rono di
portata di
in relazione alla loro cultura e al loro pote-
pur sempre chiusi le
a
dimensione piutto"reame montanaro" per addi\'enire a
possibilità di uscire dalla
gli altri stati d'Italia (a
un con-
piazza,
purtroppo, capì anche (.arlo Al-
vero leader della Crociata liberatrice per un'Italia confederale. Si raggiunsero livelli divertenti. In
ri-
diceva lunga.
poterono,
gresso a Bruxelles, papa Mastai fu indicato come...
La
semplicemente mise
entusiasta,
tre colori italiani
uomo di caratteristiche eccezionali e lo indicassero come "l'uomo nuovo", r"uomo della Provvidenza",
il
av\-errà
marasma
berto.
la
che Pio IX non era e cioè un
cioè in pieno
voluzionario e prebellico.
serie di favorevoli cir-
una mossa tortunata: un'amnistia
bito
di stato (Specie di
nel
Tutti capirono
Mastai non avrebbe mai dovuto essere Pio IX. Lo
stampa;
Consulta
l'istituzione della
no
suoi entusiasti contemporanei.
tu solo grazie
libertà di
Parlamento con finalità unicamente consulti\'e): - la Guardia Civica. Milizie locali che subentrava-
preferite.
Nel 1846,
riforme realizzate da questo papa:
rilie\'o fra le
- una modesta
dierno Stato italiano, quelli delle grandi occasioni con-
l'Italia
militare,
come
come
Confederazione cioè
palina, intralciava
erano, questi signori senti-
conc]uista militare e questa proposta
i
la
Lega
Italica,
più o
meno
pa-
loro progetti.
111
ma
Roma
ancora una
che in
volta la piazza, questa volta la piazza piemontese e an-
a capo
Infatti inizialmente la rifiutarono,
qualcosa era cambiato.
Il
che
a questi signori
che quella genovese, fece capire
re di Torino
ebbe timore
papa, l'Austria
il
passò
ni,
Po
il
Costituzione e l'unità con
la
17 luglio '47 superò
il
e
ma
essere scavalcato in questa "fuga in avanti", sia da que-
sto, abituale,
nuovo popolarissimo papa, sia dai rivoluzionari, sia dai "napoletani" come Ferdinando II che addirittura
furono particolarmente violente.
sto
"ri-concesse"
poldo
II
la
"Costituzione",
sia
dal toscano Leo-
che stava per seguirne l'esempio,
sia dal si-
gnor Mazzini, che cominciava ad usare terribili concetti come quello repubblicano, che già affascinava
un milanese insegnante di fisica, il professor Giovanni Cantoni, con atto geniale, inventò lo "sciopero del fumo", invitando i suoi concittadini a non fumare per protestare contro la
presenza austriaca in Milano. Si iniziò proprio
vedrà poi che era una bugia)
alla
Lega
ma ma
no,
piij
italica,
Quello
il
modi. Rilanciò concedendo in pochi giorni
ai
sempre negato. sue prerogative di monarca
Rinunciando cioè
alle
assoluto e prevedendo invece alcuni suoi sudditi
lamento, legislazione e governo
E
come miele per
disordini
i
estesero a Pavia, Trevi-
si
Sarà veramente... un quarantotto con implicazioni Italie.
per
di Par-
'48 nell'Italia meridionale
il
Regno
delle
Due
Sicilie
relativi.
Parola che era solo un proponimento,
Parola che era
È
le
ma
terribile.
infuocate piazze del
qui che iniziano
diede
via
moti risorgimentali
i
concretamente un patriota
romantico Bel Paese del 1848, parola che era spaven-
protagonisti del Risorgimento. scintilla"
all'inizio del-
l'anno delle rivoluzioni europee, una parola che da
momento
nostra
Italia.
ta definitiva, a
una
caratterizzerà
ben guardare forse
i
la
scel-
soli realizzabili
da
terribile parola fu... guerra.
Siamo
siciliano,
Giunto
Come
quali
Giu-
Cantoni fu
per Milano, La Masa lo fu per
Palermo consultato con altri a
l'S
gennaio del
dopo
'48,
"la
la Sicilia.
essersi
patrioti siciliani, improvvisata
una
bandiera tricolore, impugnata una pistola e seguito da
un pugno
campane
classe dirigente di nobili e generali.
Quella breve, al
con dolori inenarrabili
Quella parola sarà un progetto e una
ai
seppe La Masa, che sarà poi con Garibaldi uno dei
tosamente verosimile perché proposta quel
della vendita del
"patatrac". Vi furono molti morti, feri-
diverse nelle Tre
con un'ulteriore, breve parola.
rilanciò
monopolio
Padova, Venezia, Udine.
so,
pur restando tali, divenivano anquesta non sarà una "tarantella alla na-
E ma una vera Costituzione, con tanto
il
imprigionati e
ti,
quali,
i
cittadini.
poletana",
diritti politici
il
prusi da parte dei soldati nei confronti dei cittadini.
propri
sudditi quella Costituzione che aveva
avendo
stato,
Successe
come posta
futuro d'Italia, Sua Maestà rilanciò. Rilanciò in due
che
1°
il
tabacco, ebbe gravi danni economici, con reazioni e so-
bastava.
In questo disperato poker, che aveva
i
vi-
le reazioni nei vari Stati
Infine, negli ultimi giorni del "47,
Carlo Alberto e soci intuirono l'errore e subito, sfrontatamente, rimediarono: quindi, non
non
questa volta
gennaio 1848.
tanti cuori.
sì (si
confi-
i
occupò Ferrara. per Vienna di un atto, come abbiamo
Si trattò
di
chiedevano
di amici
gridava: "Viva
Ci fu
1848. il
primo
il
12 gennaio 1848 fece suonare
della chiesa di Sant'Orsola.
il
di
la
La
folla
le
accorsa
Costituzione".
primo caduto. Si chiamava Pietro Amedeo, una troppo lunga fila di martiri per la li-
bertà.
1848 e la tribolata unità della nazione italiana
Quello che
Il
in realtà
al solito, la libertà
da
volevano
tutti "i
i
siciliani era,
come
continentali" e la rivolta
ebbe subito successo, conflitti nei confronti degli occupanti napoletani aumentarono e tutta la Sicilia prei
I
primi mesi del Quarantotto e l'inizio delle guerre
risorgimentali
Mazara,
se fuoco; insorsero Cefalù, Castrogiovanni,
Acireale, Caltagirone e poi Noto, Siracusa e Messina,
Nel 1848 successe quel che doveva succedere: un pentolone chiamato Europa, troppo a lungo tappato da una restaurazione violenta e criminale.
saltò
Come ogni
cataclisma
il
Quarantotto fu preceduto
ove
gli
Ferdinando Messina
da alcuni eventi premonitori. Nell'estate del '47 una
così
ba".
me ovunque
in Italia,
ma con
particolare intensità in
"Area padana"; questo provocò violente reazioni popolari, in Lombardia si assalirono barche e carriaggi carichi di grano.
A
112
Non
fronte delle
solo.
sempre più intense manifestazioni
i
borbonici furono par-
ticolarmente num.erosi.
grave carestia determinò penuria di viveri e relativa
fa-
episodi di valore contro
di
che da quel
Il
II
diede ordine
bombardare
la
momento
alla flotta
popolazione la
storia lo
ai torti di
chiamò "re Bom-
15 gennaio giunse nel porto di Palermo
napoletana con 5000 uomini e cannoni, a sedare si
e
in rivolta e fu
il
moto
insurrezionale, le truppe
la flotta
ma non
riuscì
monarchiche
ritireranno dall'isola.
Cacciato dalla
Sicilia,
"re
Bomba"
reagì
con
la
ti-
Roberto Sgarzi
.
jiica
astuzia mediterranea e cioè: la finta resa
tosi,
con
la
ai rivol-
liberazione dei detenuti politici e conces-
sione della richiesta Costituzione (29 gennaio "48). cortigiano napoletano
"Proclamando
gli dirà:
primo a pronunciare
i
de-
l'affa-
la
non seguirà
ce parola, perché a quella
solita,
menda-
la reale
applica-
povera,
zione del provvedimento. Il
10 febbraio 1848 è
borbonica
gli Stati dell'Italia
infatti
concessa da Sua Mae-
maggio l'apertura del primo parlamento dello Stato delle Due SicOie. Ciò non a\'\'errà mai. il
15
All'alba di quel giorno alcuni disordini popolari verificatisi in
Napoli autorizzarono Sua Maestà a fare
occupare quella
città dalle
tarmente contro
i
ri\'oltosi
no innalzato alcune
truppe e
a
procedere
mili-
filoparlamentari che aveva-
barricate.
Il
Parlamento fu occu-
pato e sciolto.
un sanguinoso mattino
la
brevissima
speranza napoletana di democrazia.
Un nuovo '48,
aggiornato per volontà del re
al
fatto definitivamente sciolto
m
al
il
12
con
ma
in realtà
il
volere
una Costituzioquell'uomo, come diverse volte avevano fatto nella direzione di
i
un documento, già sapendo che non l'avrebbe onorato... l'en-
nesimo furbo bugiardo! Quale fosse il vero e unico volere evidente: riconquistare
che
la Sicilia
Ferdinando fu
di
era conquistata
si
l'autonomia.
Messina fu subito assediata dai 300 cannoni della flotta napoletana. Bombardata, con spaventose perdite popolazione
forte di Milazzo,
civile, la città si
il
marzo
12
non aveva
arrese così
questo con
e...
la
come
il
Costitu-
nulla a che vedere. Si voleva so-
lo tenere "aperta la porta della Sicilia", in attesa della
nuova invasione, che
infatti si verificherà in
settembre!
30 no-
'49 fu di
marzo
ridicolo fra l'altro
a quei parlamentari
suoi predecessori, firmava con molta facilità
da "re Bomba", ormai su
durissime posizioni conservatrici,
modo,
7 luglio
il
5 settembre, e
sempre per la stessa ragione fu riaggiornato vembre. Di nuovo rimandato al 1° febbraio
In questo
ne...
non andava
zione certo
Parlamento fu convocato per
rimproverano
per ottenere riforme più incisive,
nella
Finì così in
settentrionale.
storici
napoletani di non avere saputo attendere tempi nuovi
del re
Costituzione del regno ed è fissata per
la
un penoso e forse fondamentale,
fu
di negativa dilterenziazione nei confronti de-
Alcuni
Già, sarà una parola, sarà
concluse questo secondo esperimento
si
Anche questo elemento
scinante parola"
stà
causa del disprezzo e dell'autoritarismo della
costituzionale napoletano.
lo statuto
cadrà l'impeto dei liberali e Vostra Maestà regolerà stini d'Italia, giacché sarà il
Un
rinvìi, a
monarchia,
il
tutti
'48 nell'Italia settentrionale.
La Padania è in
'49.
fiamme
quei
Proprio
quei giorni
in
si
verificarono
importanti eventi: in Francia Filippo,
gi
Vienna fu
la
due
ulteriori
rivoluzione cacciò Lui-
sovrano conservatore e subito anche
il
in rivolta.
Vienna e Austria significavano
in realtà la testa di
un enorme impero centro-europeo con numerose nazionalità
che
suo interno, convivevano:
al
austriaci, te-
deschi, ungheresi, italiani, russi, rumeni, croati, cechi, slovacchi, bosniaci, sloveni ecc..
.
di essi
.
erano sempre
state rispettate le lingue, le culture e le religioni... cattolica, protestante, islamica e
Come
si
vede questo Impero austriaco, che alcuni
come
oggi indicano
un'anticipazione dell'entità euro-
pea, rispettava culture e
metodo questo che
autonomie amministrative,
era forse l'unico per consentire
coesistenza e collaborazione. si
ortodossa.
Ma
ogni nazionalità non
accontentava evidentemente più della "magnanima
generosità di Sua Maestà Imperiale", l'avx'entura napoleonica
l'indipendenza e L'Austria
ma Al
f
#
3-
1
ì
"^
popoli dopo
volevano subito.
non cacciò certo
la
sua amata monarchia,
cacciò colui che aveva costruito e custodito
l'inte-
ro sistema di restaurazione assolutistica europea:
principe di Metternich,
il
il
"carabiniere d'Europa", era
definitivamente battuto.
Napoli 15 maggio 1848, repressione dei moti filo-costituzionalisti.
I.ìldlm e le Tre Italie
la
i
volevano ben di più, volevano
L'Austria, la
quindi giunto cantato, urlato
il
il
padrona
d'Italia, era
momento per chi nome d'Italia.
senza
testa.
Era
tanto aveva scritto,
Ili
In quei giorni
si
deciderà
iJ
destino del nostro Pae-
se e della sua forma-stato. In quel
momento
tutto
il
no-
doveva ancora essere deciso: repubblica, monarchia, rapporto governo-cittadini, libertà o autostro futuro
ritarismo.
Mentre
i
tanti stati e staterelli
mersi nel solito chiacchiericcio
con
partire
erano
inutile,
al
palo, im-
ecco due entità
lo scatto dei veri cavalli di razza:
Milano e
Venezia.
Milano e Venezia
La questione non
è più concettuale: la parola è al-
armi.
le
Milano cia
e Venezia
marzo 1848:
la rinascita
comin-
lì.
Sarà una vera,
seria, ribellione di tutto
un popolo,
nobili e popolani, quella che in cinque durissime gior-
nate di battaglia, dal 18
al
22 marzo, riuscirà
un deciso comandante: Ra-
forte esercito austriaco e
il
a battere
detzky.
Mirabile
ove
i
il
primi moti
litici,
fra cui
contemporaneo esempio tesi alla
Manin
e
di Venezia,
liberazione dei prigionieri po-
Tommaseo, sono
del 16 marzo:
subito risorge lo Stato veneziano con tanto di regolare,
ordinato governo presieduto dal doge Ludovico Manin e con esso riappare
il
suo esercito con
le varie ar-
mi, gerarchie e responsabilità: anche sulla laguna
drone austriaco è battuto e Il
15 giugno 1848
il
il
pa-
già citato
ta
Serenissima comandante in capo delle truppe di
ra
che
si
ter-
trovano nel Veneto. sfuggirà ad alcuno
da Manin nella direzione
di
il
mirabile esempio offerto
un
reale rispetto per la vo-
infatti,
in Area padana a sostegno degli insorti e che fu poi subito ritirato da Ferdinando II (si veda oltre). E interessante confrontare il suddetto comporta-
napoletano che avrebbe dovuto intervenire
mento, opera
il
di
un governo
patriottico e popolare e gli
che certo non era veneziano, offriva
grandi capacità professionali ed etico-patriottiche, era questi infatti
dominazione
atteggiamenti poi presi dalla monarchia sabauda!
lontà unitaria di quei patrioti.
Pepe
alla
Guglielmo Pepe, ge-
nerale dell'armata napoletana, è nominato dalla risor-
Non
Venezia 1848. La ribellione del popolo veneziano austriaca.
in fuga.
comandante
del
corpo
di spedizione
Rimarchevole
Milano minacciò la città,
ma non
il
di
comportamento di Radetzky: in bombardare indiscriminatamente
lo farà
mai
e
i
caduti austriaci saranno
più numerosi di quelli sofferti dai rivoltosi. In breve tutta
scacciarono
ne
si
la
Lombardia,
gli austriaci
e in ogni
il
Veneto e
si
Friuli
formò un governo provvisorio.
Nelle ore e nei giorni della Milano to
il
capoluogo di regio-
delinearono due
in rivolta subi-
due linee politiche diverdue immagini dell'uomo e
filoni e
due culture e del suo futuro. Erano due linee antitetiche e referenti di queste due politiche furono: Carlo Cattaneo e Ga-
se e opposte:
i
brio Casati. Presentarli è fondamentale perché evidenzia le radici culturali
degli invariati problemi dell'Italia odierna.
SìIjb^^ Carlo Cattaneo. Bergamasco, repubblicano e fedeIl
maresciallo Radetzky.
114
ralista,
tribuno del popolo, di origine popolare, scien-
Roberto Sgarzt
amministrativa e politica, libertà del resto della quale
popolo ungherese, nostro omologo
il
all'interno del-
l'Impero austriaco, già godeva ampiamente da anni nei confronti di Vienna.
Carlo Cattaneo non voleva
Lombardo- Veneto le crociate, dopo Cattaneo, come Mazzini, in
alcuna "crociata" di nessun monarca;
tolgono
la strage,
la libertà.
non \ole\a uomini da sé"
tare
ma
graditi,
politico.
si
senza prevedere
Ed
popolo deve
reali
ricompense
di
ordine
il popolo fece da sé. Milano (160.000 abitanti), mentre
infatti
popolo
Il
della Pro\\idenza: "Il
diceva allora. Aiuti di volontari erano
di
gli
abitanti delle vallate alpine, organizzatisi e incolonnati1848. Le cinque giornate di Milano in un'Incisione d'epoca.
si,
si
dirigevano in aiuto
più forti eserciti del letterato,
intellettuale,
ziato,
uno
insegnante, è
dei
Fu chiamato furor di
14.000 soldati secondo
Museo
grandi personaggi del nostro paese.
gruppo dirigente ri\oluzionario a popolo, per la gran fama della sua persona
ai
mondo
del Risorgimento
loro
mostra
la
uno
vinse
fratelli,
dei
(guarnigione austriaca; ben nel
// tricolore
e di Città,
'48,
Milano 1999).
nel
Conte Gabrio
Casati.
Nobile milanese era solo un
nell'opera di costruzione dell'animo, della coscienza e
grosso proprietario terriero e rappresentava unica-
della cultura della sua gente.
mente
A
tal fine
aveva fondato una
rivista periodica, «Il
Politecnico», con particolare riferimento alle cose pra-
Cattaneo diceva cose molto chiare ben comprendere quanto avesse visto Diceva, questo
combina
si
uomo
di pensiero,
mondo, con
ciale,
il
che con
in Italia, l'Austria
guer-
se
.
.
una il
"filia-
centrali-
il
sistema politico esistente
un monarca con un
altro,
con entrambi", come beffardamente
lo
"meglio derideva
Cattaneo.
questo era
Casati riscatterà poi sé
temeva
Que-
godere
quel "bendidio" di cui era padrone, doveva
e quindi sostituire
versi era considerato Italia) di cui
di tutto
salvaguardare e conservare
più avanzate
in realtà filo-austriaco e anti-francese
Piemonte per molti
Alberto, erano atterriti
tessero sfociare in una rivoluzione di tipo sociale.
nazione mit-
piccolo Piemonte, arretrato, provin-
zione" della Francia in
smo
le
e pericoloso affare.
Cattaneo era (il
le
per certi versi addirittura medievale.
un magro
come Carlo
Casati e soci,
"sindacalista".
sto signore capiva che, se voleva continuare a
giusto.
teleuropea ad organizzazione civile fra del
possiamo
e oggi
e costruisce poco: che sostituire, nel ruo-
potenza egemone
lo di
un patriota era un
dalla possibilità che quegli eventi indipendentisti po-
tiche e scientifiche della società.
re
suoi interessi e di quelli dei suoi
la difesa dei
"colleghi". Più che
non
con grande forza
mento con
la
del
ampiamente un'immagine
impegnandosi negli anni
esaltante,
in
popolo
di
a seguire
un'azione tendente all'accultura-
italiano, azione
che
si
concluderà
legge suUa scolarizzazione obbligatoria di stato.
violento e arrogante.
Quello che Carlo Cattaneo, insieme
il
Lombardo-Veneto prevedeva un'ampia autonomia
Carlo Cattaneo in un ritratto nella maturità.
L'Italia e le Tre Italie
Cattaneo era
a tanti altri,
perseguiva era un sistema federale italiano e per
vincere e
permise
Il
non
la
in anticipo di
vinse,
ma
la
cento anni, non poteva
grande Milano capì e non
sconfitta politica di Cattaneo.
conte Gabrio Casati.
Ili
Carlo Alberto e
Infatti...
no mai chiamati sto
e
salvataggio di Milano (che del re-
a...
era già liberata da sé)
si
come ancora
suo esercito non furo-
il
come
indugi passò
gli
confine e
il
sap-
tutti
a
mezzogiorno,
ma come
giunse per restarvi, perché
vitavano ad inseguire
oppose un netto
rapida
gli austriaci in
il
ritirata,
era arrivato
un nuovo
le
rivoltosi
sue
fratello,
etico,
rischiò di essere subito persa e a difenderla,
con suc-
ma
tutti ave-
solito Cattaneo,
vano ormai capito come sarebbero andate cose.
Il
rapporto e cioè
gli "altri"
cattivi)
difficile fra
patrioti,
i
cominciarono,
ranno peggio:
le
i
"regolari"
i
volontari, gli "irregolari"
come
si
(i
vede, male e prosegui-
ragioni sono chiare.
Diciottomila lombardi saranno
il
rifiutati dall'eserci-
proclamava solennemente che
suo esercito a dare l'aiuto che
No, non era
Furono
le
non da
pure
il fratello of-
bene lo "una vele-
lo definiva
cose che dimostrarono questa menzo-
fratello,
milanesi
i
ma
re
il
sabaudo
si
comportò
da padrone e quando fuggì da Mi-
somma
lano dovette farlo con
inseguito dalle in-
viltà,
anche da qualche
schioppettata.
Fu
Franzini, ministro della guerra piemontese,
il
chi oggi
diavolo per colpa dei pie-
al-
"ac-
credibile e Carlo Felice, che
gna, perché con
bardi rischierà di andare
ma sono
lo
nosa vipera traditrice", non se ne sarebbe stupito.
che dimostrò
montesi... se fossero austriaci pazienza,
non
un rottame
era veramente credibile che
conosceva e che pubblicamente
indignò
si
gli altri Stati
misura della loro pre-
giare"?
scrivendo: "una leva meravigliosa di diciottomila lomal
la
vettive sprezzanti dei milanesi e
to "regolare" e questa volta anche Casati
Carlo
fre al fratello, senza nulla chiedere, senza nulla patteg-
a finire le
"buoni") e
(i
di
quale era Carlo Alberto, fosse sincero quando
l'inizio del conflitto
cito piemontese: la libertà conquistata sulle barricate
il
Piemonte
senza?
correva coti
dovevano subito consegnare le armi giual nuovo monarca e arruolarsi nell'eser-
cesso, fu naturalmente
il
Bes
nuovo, duro, padrone.
rando fedeltà
cioè,
lanese e per quali vere ragioni tutti
Insomma,
Savoia dimostrò subito
non
sgradite intenzioni:
I
milanesi che lo in-
ai
Per quali vere ragioni,
Alberto intervenne militarmente nell'insurrezione mifecero e se lo fecero, quale fu
dibattito.
comporta-
Stati italiani e dei loro reciproci atteg-
giamenti.
rifiuto.
Appena giunto
ma un
26
il
e perché vi sia giunto
non casuale
è ancora oggi oggetto di
E
quesiti riguardano la vera natura dei
I
generale
il
Bes con 5000 uomini e cannoni giunse a Milano
marzo
d'Italia
menti dei vari
sabaudo effettivamente, come
piamo, ruppe
gimento
legge sui libri
si
scolastici di storia.
L'esercito
gravi e quasi misteriosi interrogativi nel Risor-
Savoia pretendeva
il
troppo spesso,
oggi,
Due
cito
ai
veneziani quale "fratello egli fosse".
A
domandasse perché mai U "fraterno" eserpiemontese non sia allora corso in aiuto ad una si
teste italiane".
Venezia, già del resto liberatasi da
La verità era che i piemontesi di Carlo Alberto erano lì per due ragioni. Iniziare la conquista d'Italia con-
le
tro gli italiani e controllare militarmente che le insur-
dere un'Italia unita,
rezioni liberali fossero incanalate in senso di ossequio
cassero per questo antico e nobile stato una certa au-
Savoia e non in dimensioni repubblicane autono-
tonomia, affermò che "se Venezia non avesse deciso
ai
In quei primi mesi del 1848 tutto era ormai evidente: nelle pianure lombarde
si
sarebbe deciso
il
de-
stino d'Italia.
Sarebbe
Questi, di fronte
le
che
con ampi spazi per le autonomie politiche e amministrative locali, oppure un'Italia di devoti sudditi,
come volevano
i
ti,
il
momento
la libertà,
Dov'è
la
Lega
della verità per
Ma
dove sono
italica?
se
il
nostro pae-
r"Area padana" è
in
Come
Dove sono
toscani,
i
i
papa-
sere
nuovo Vate Itahco? Dove sono
sti
i
Quindi
città e
province che
l' ii7imediata
si
dimostrassero
annessione" (Bertolet-
vede
i
guasti
moderni
itaUani
hanno
anti-
radici. la
che sin
verità è
territoriale, nella
me
i
strata
dall'inizio l'atteggiamen-
i
federali-
come
Da condo la
volontà di ottenere nuovi uomini co-
non nuovi
preminente
napoletani?
giobertiani, gli intellettuaU,
del centro e del sud d'Italia?
sen.à e
Questo
Pio IX, colui che aveva lasciato intendere di es-
il
si
che e solide
gli altri?
lini di
Dove sono
ad attuare
to piemontese, poi immutato, fu quello della conquista
se e la parola è alle armi.
armi per
allo Stato sardo era impossibi-
p. 162).
vari Carlo Alberto,
Gabrio Casati ecc.? quello
dotata di normati\'e che impli-
re esponesse le sue truppe e gravasse le proprie
finanze per liberare
dini, di libere coscienze,
E
il
riluttanti
stata un'Italia europea, un'Italia di citta-
risposta è nel-
volontà di Venezia di preve-
alla
ma
l incondizionata adesione
me... e così avverrà.
sé, la
parole del suddetto signore.
fratelli
come
compatrioti.
dimouna forza
nella convinzione piemontese, poi
valida dai
fatti,
di rappresentare
sulla penisola.
questa valutazione discende quesito. Gli altri Stati
la risposta al se-
non parteciparono
a quel-
guerra per una duplice paura: se avesse vinto l'Au-
stria c'era
il
timore delle ritorsioni austriache
se vinto O Piemonte,
il
e,
se aves-
timore era per l'ingigantimento
di quello stato aggressivo.
116
Roberto Sgarzi
È 1848
cosa non particolarmente nota che nell'aprile del
papa indisse
il
Roma un
a
congresso di
Stati italiani teso a stabilire le basi e
comune
perazione
si
ma non
sentiva ormai
padrone
di
lì
in
dell'Italia e
di
di patteggiare nulla
Fu forse in quel momento che napoletano Ferdinando coniò il motto... "acca nisciuno è tesso!". Storici filoborbonici hanno poi variamente rimil
proverato
alla storiografia ufficiale
piemontese
di ave-
presenza di formazioni volontarie
re ignorato la
E ciali,
poletane,
come
X
il
Reggimento
uffi-
o toscane o na-
di linea,
comandato
dall'eroico colonnello Rodriguez, che invece sicura-
mente
si
Per di
l'apporto di numerosi volontari provenienti dal
Bologna e da
lì
con
dici anni
per
i
così
al
sia stato
marcia per aiutare
in
imposto dal suo re
IX abbia intimato
e perché Pio
tria
i
al
il
suo esercito
di re-
amata
tempi recenti
uno
stato primordiale, in pezzi e per
"furbone
l'altro
popoli,
l'impegno militare si
combatteva,
Quegli
ma
piazze e molte coscienze ovun-
e Napoli, chiesero a gran voce
in favore dei fratelli italiani là
questo non
eserciti
de di guerra,
le
Roma
que, a Firenze,
si
il
di entrare in battaglia
prosieguo della storia
Vediamo
sul pie-
saranno
i
d'Italia.
particolari di questa guerra fra "italici
non perdona. Re Ferdinando di Borbone, quella mammola di "re Bomba", in realtà aveva una sola preoccupazione: rientrare in possesso della Sicilia, che come abbiamo
furbi",
perché
detto era stata
la storia
la
prima
a ribellarsi,
quindi ebbe alcune
iniziative di tipo politico e militare
un
fine:
sedare
in cro-
non dire, fare e non fare, non reggeva più, l'uomesso alle strette e gli si chiese o un sì o un no. La risposta, naturalmente, fu un no e anche un po'
naturalmente):
al
balcone disse chiaro e tondo
ai
"Non possiamo, non
non
dobbiatno,
vogliamo''... ascoltare le voci di italianità e indipen-
denza.
Correvano del resto voci
Regno
pontificio
Con ima
si
di possibilità di scisma e di
campo
passaggio dell'Austria in
luterano, nel caso che
il
fosse schierato con Carlo Alberto.
pugnalata omicida, operata da un repub-
IX
blicano, pagherà per le colpe di Pio
la
piazza e molto napoletanamente
L'esercito napoletano
lantuomo
"ti-
tervento in terra di Padania,
ma
in realtà
ad un
in-
fu tutta un'ulteriore
irritante falsità, esso fu subito ritirato senza sparare
un
colpo, prima di entrare in Val Patlana e in\'iato, anco-
ancora
suo primo
il
Santa Sede, un ga-
la
lo studio di
Bologna
allora
avvocato
mani nell'impresa disperata
in
appartenente
un uomo che cercava
allo Stato della Chiesa):
di
met-
di trasformare lo
Stato della Chiesa in qualcosa di accettabile per
i
tem-
moderni.
pi
Pio IX disse ancora esplicitamente, finalmente, di non avere mai affermato volontà confederali o comunque italiofile, disse che doveva essere ringraziato per avere permesso ai volontari di partire e che il suo eserconfini papalini cito si era mosso solo per difendere i
a
fronte di vicini così turbolenti. All'Italia
augiuava buona fortuna, pace e bene e
un "latebenefratelli" omnicomprensivo. La favola della Lega e guelfa lità
accennò
(di cui esiste
via Barberia 11, in quella
che avevano solo
rare a campare".
Lìldlia e la Tre Italie
messo
fu
",
fu
tere le
verificherà.
furono effettivamente messi
ma prima
dove
richiamati in patria. In questo episodio è la chiave che
spiegò
ammini-
che dai suoi ministri. L'astuzia del
ambasciatore di Francia presso i
piena bufera del
ministro testé nominato e cioè Pellegrino Rossi, già
Italia.
In verità
un
sta ritrovando
in
allarme dalla disgregazione della classe
Affacciandosi
quei molti "furbi" stavano ottenendo e
otterranno un risultato disastroso: questa nostra povera e
suo
il
sprezzante.
ritorno in pa-
starsene sulla difensi\-a, alla difesa del suolo pontificio.
Insomma
in
Anche Pio IX,
Cur-
quanto detto, perché
cfi
napoletano di Pepe,
Po,
messo
ce, sia dalla piazza,
mo
neUe campagne padane contro lo straniero,
patrioti
in
dirigente, e dal dissolvimento dell'apparato
dire e
di
"fratel-
patrioti e alla piazza in subbuglio (lo disse in latino...
spiega quindi, alla luce
giunto
comunella con un
Carlo Alberto, visto
strativo e dell'esercito.
la gui-
tatone e Montanara.
all'esercito
a fare
dopo.
1859, lasciando nulla
Regno
come avvenne
commoventi studenti toscani e napoletani
Si
andare
Ferdinando, che
da del generale Durando, mossisi verso Vicenza, dove
combatterono con grande valore,
la ri-
comportamento nei confronti degli eroici milanesi, non era punto consigliabile. 11 famoso, già ricordato, motto "Acca nisciuno è fesso" era sicuramente nella sua mente e non a torto, visto il servizietto che sarà poi reso dai re piemontesi alla monarchia napoletana do-
batterono con grande valore sui campi del-
l'indipendenza ed è ingiustamente scarsamente noto
pontificio, concentratisi in
pili
lo italiano" del calibro di
suo pubblico di estimatori, morirà
leggere sui cippi o sui documenti
difficile
riferimenti a formazioni pontificie
per reprimerne
Ferdinando avrà sicuramente pensato: "Ha da pas-
in
quel conflitto e ciò è vero e sgradevole.
Sicilia
sa a m(ttaUi...'\
quel
che
poco avrebbe conquistato.
a
una volta nella povera
ra
cerca di autonomia.
una coo-
Piemonte, che
conseguenza non aveva volontà
con coloro che
limiti di
nella guerra in atto. Tutti gli stati
erano rappresentati,
momento
i
tutti gli
si
chiudeva,
italica, dell'Italia
dopo
l'insuccesso per responsabi-
piemontese del congresso
non per sempre:
la
confederale
ma
dell'aprile del 1848,
"balena bianca"
(la
Dc) sarebbe
ri-
spuntata esattamente cento anni dopo, con connotazioni e finalità diverse e
per
il
momento non
dopo
tragedie a
non
finire,
ma
se ne sarebbe parlato più.
117
La seconda metà del '48 e '49
Facile parlare dell'impegno toscano... anch'esso
svanì
come neve
al sole.
Moltissimi e sempre eroici, comunque,
i
Se mi è permesso un solo ricordo preferenziale, va ai battaglioni di studenti toscani e napoletani che, pur digiuni di guerra e battaglie,
piemontesi dall'accer-
i
Forse alcuni non sanno che
il
oggi l'inno degli studenti, di tutti
loro inno è ancora
gli
studenti d'Italia.
se la coscienza dei cittadini è sensibile a questi
esempi,
la
durezza della politica non lo
GU non
sul
così
non
momento
quel
menzogneri, sarebbero il
avremmo
fatto gli
quei re e quei reami, furbi e stati
solo potenziali prede per
si
rovinosamente
gli
italo-piemontesi.
le
piano globalmente militare
(le
forze in
il
campo
gli austriaci),
semplice motivo, ampiamente trattato nel-
pagine seguenti, che
i
generali sabaudi iniziarono in
si
concluderà nel-
campagna d'Africa e di Grecia del 1940. Ecco comunque un'analisi della situazione.
Alla testa delle truppe protagoniste di questo
luminoso
tatto d'armi
la storia d'Itaha:
causa della decisiva sconfitta di Custoza
la
si
questa occasione quell'incredibile serie di orribili e go-
A) Fine '48 e '49 nell'Italia settentrionale: la sconfitta
Ma
badi bene non tanto per una reale differenza
equivalevano con un lieve vantaggio per
la
A
numeimmensa era anche la dimenrivolta. La riorganizzazione del
liardiche incapacità professionali che
carniere dei famelici Savoia.
al-
successivi sei mesi.
ebbero U tempo per riorganizzarsi e
loro esercito,
il
quanto per
fu.
i
non
nemico fu rapida e a Custoza, alle porte di Verona, il 23 1848 l'esercito austriaco, comandato da Radetzkj
eserciti fossero giunti sul
ma
prima metà
luglio
bero dovuto essere. Se quegli
Da
austriaci
per
sione del loro impero in
questo
di battaglia, "fatta l'Italia,
nella
fu per loro cosa facUe. Infatti, se efficiente e
non furono dove avreb-
italiani",
dirsi
riuscì a battere
è.
ebbero
significato esaltante per noi italiani,
può
trettanto
eserciti nazionali
Quegli
campo
un
roso era
chiamento.
Ma
fatti bellici e politici
i
del '48
sacrificarono a Curta-
si
tone e Montanara salvando
Se
volontari.
A
Pa-
troviamo un
nome
non
infausto nel-
Alfonso La Marmora.
Custoza nel '66
(si
veda) quell'uomo troverà di
dania è in fiamme, Milano è abbandonata da Carlo Al-
fronte a sé l'agguerrito esercito austriaco e sicuramen-
berto, inseguito, insultato, beffeggiato dai milanesi e in
te la situazione sarà
fuga precipitosa. Michele Rosi nel suo
ta dai
(voi. II, p.
242) riferisce che
i
Italia
odierna
milanesi inferociti e sen-
titisi traditi,
spararono contro quel re anche alcuni
pi di fucile,
ma
La
capitale
Dopo un
col-
senza colpirlo.
lombarda
il
nuovo definitivamente
i
battuti a
Emanuele II è re. Questo signore era degno
comporterà certo da eroe, perché
sto
(si
il
proprio eser-
veda).
Cominciò così la lunga e luminosa carriera di quere, un figuro al quale sono dedicate innumerevoli
piemontesi sono di
piazze e strade d'Italia, per nostra fortuna questo indi-
23 marzo
viduo troverà suUa sua strada una mente pensante, acuta ed europea, di cui si dirà: Cavour.
Novara
il
1849. Carlo Alberto se ne va, abdica e suo figlio Vittorio
si
preso da panico fuggirà abbandonando
è riconquistata "dal tedesco".
conflitto e
difficile di quella costitui-
disarmati popolani genovesi. In quell'occasione
La Marmora non cito
breve armistizio Carlo Alberto irrespon-
sabilmente riapre
ben più
figlio di
tanto padre e
i
primi pro\'\'edimenti furono di estrema durezza nei confronti dei "liberali" l'irresponsabilità di liare,
È
imputava
ai
quali scioccamente, e
monarchia e
non
al-
classe militare e nobi-
la disfatta.
un episodio che la carità di patria è sempre riuscita a celare gelosamente. La città di Genova, abituata nei secoli a grandi autonomie e che già aveva mal tollerato il recente domidel 1849
momento
nio piemontese, approfittò del
di crisi in To-
rino per dimostrare volontà autonomiste.
Immediatamente
bombardò
la città
scriminato. Subito lita
e di
il
nuovo
dopo
re inviò la flotta
modo
dal mare, in
(aprile 1849)
nuovo bombardata da
pe scelte dello Stato sabaudo:
Genova
terra dalle i
che
criminale e indifu assa-
nuove trupil cui com-
bersaglieri,
portamento omicida fu degno di una truppa di occupazione coloniale con numerosi morti e feriti.
ÌÌ8
Vittorio
Emanuele
II,
re del
Piemonte.
Roberto Sgarzi
Venezia
né dalla
La
non turono
ni veneziani, che
grande Venezia merita una citazione a parte. Sarà e non a caso, l'ultima ad essere sommersa nel '49, ben dopo Milano, o Roma, o il Pielotta della
e dopo un conflitto gigantesco, bombardata un enorme numero di efficaci artiglierie, assediata da da uno dei più grandi eserciti del mondo, per mare e
monte
battuti né dall'esercito,
flotta austriache, bensì dalla
Come
cantò
poeta: "//
il
morbo
manca. Sul ponte sventola bandiera offende
anche
E
leone di San Marco,
il
la
memoria
fame e dal
colera.
pan mi Chi oggi
infuria, il
bianca''.
si
ricordi che offende
si
scordano.
di quegli eroi.
queste sono cose che non
per terra. Il
mondo
difensori
intero
Alessandria e
striaci in
commosse per
si
quell'evento.
I
"crucchi" rimasero stupiti per
i
quanto pochi, giovanissimi e male armati erano coloro che avevano tenuto
in
scacco per ben più di un anno
l'armata imperiale. Il
fatto è
La resistenza delle città padane
prigionieri furono condotti dagli au-
fatti
Con
totale spontaneità le città
che erano autentici
sì
eroi, co-
al
ritorno dell'inx'asore austriaco e alla sconfitta e alla fu-
Due
ga di Carlo Alberto.
marzo
Brescia (23
che quelli
padane reagirono
di Tito Speri
i
esempi: Brescia e Bologna.
1° aprile 1849). Sotto la guida
-
popolani bresciani, battendosi come
mandati da autentici esperti generali, anch'essi auten-
leoni,
vanno segnalati molti meridionali, il comandante in capo Guglielmo Pepe e Cesare Rossarol, caduto il 27 giugno 1849 e un grande letterato,
Haynau. Per espugnare
Alessandro Poerio, anch'egli caduto.
logna è investita da un forte contingente austriaco di
tici
Fra
eroi.
tanti
i
Fra quegli eroi merita un particolare rilievo Enrico
Cosenz, un calabrese animatore della durissima ditesa in
Marghera
Questo grande soldato
e Mestre.
di-
si
affrontarono l'esercito austriaco del generale la città
l'invasore dovrà
com-
battere casa per casa.
Bologna
(8
maggio
16 maggio 1849).
-
ben 15.000 uomini, che memore
Anche Bo-
della sconfitta subita
ad opera dei popolani bolognesi r8 agosto 1848,
la
sottopone ad un duro e martellante assedio. Sarà un
stinguerà nei successivi eventi militari, fino a divenire
continuo cannoneggiamento dalle alture soprastanti
Maggiore dell'esercito unitario. Il tricolore è abbassato il 24 agosto 1849 e con esso la bandiera di San Marco... sì proprio quella che abbiamo visto umiliata in Venezia in certi giorni. Dif-
città
capo
nel 1882
di Stato
scordare!
ficile Il
bocchi
il
che
treno o in vettura im-
in
ponte che collega Venezia
non noterà,
forse
in località
che caserme abbandonate e
alla terra-ferma,
Mestre e Marghera. anticentro del ponte un pic-
al
monumento con due cannoni. Quel piccolo, troppo modesto, monumento ricorda l'eroismo consuma-
colo
to,
Dopo
per un lungo anno, proprio
in
quei luoghi dai leo-
innumerevoli episodi di eroismo e dopo ave-
re respinto molti assalti,
liana cadrà, per civile
turista frettoloso
la
su inermi cittadini.
da
La nabita,
fame
lutti inutili,
anche durissimi,
la città
emi-
e per risparmiare la popolazione il
16 maggio 1849.
Ugo Bassi un frate baruna vera "voce del popolo" bolognese, ma an-
vittima più illustre sarà
che animatore della resistenza dei brevi, eroici giorni della
Repubblica romana
di
Garibaldi e Mazzini.
Sarà fucilato 18 agosto 1849, assieme Livraghi, milanese,
come
al
capitano
sciocca vendetta dei
fatti di
un anno prima.
B) Fine '48 e '49 nell'Italia centrale
La Repubblica romana: per
l'Italia
una grande
occa-
sione abbattuta dalla violenza straniera
Il
28 novembre 1848 Pio IX luggi da
volta: fu
Roma
in ri-
Repubblica romana.
Questo termine non si riferisce, si badi bene, alla Roma, ma a tutto l'ampio Stato pontificio,
sola città di
dal
Po
a Cassino,
locali rette
che fu libero e governato da entità
da assemblee
elettive.
Dunque anche Roma
verso
la
fine del '48
si
sve-
per opera soprattutto di intellettuali e del popolo
gliò,
minuto e la volontà riformista prese dendo la Costituzione, cioè diritti
l'iniziativa preten-
politici e
governo
laico.
Pio IX, finalmente, gettò Egli
non
la
maschera.
(loteva accettare simili richieste
I.ltulhi [ le Tre itdlic
i.-
non
le
Roma
1849:
i
triumviri della Repubblica
romana.
;;y
Monarca
accettò.
teocratico e assoluto era natural-
mente impermeabile a tali istanze. Papa Mastai quindi fuggì da Roma, abbandonando le pecorelle al loro destino e rifugiandosi nella vici-
-
il decentramento amministrativo che proponeva uno stato confederale; - la libertà di culto;
-
Da
come
lì,
al solito
secondo una secolare tradie pretese dopo, attraverso
l'intervento di soldati (spesso mercenari) stranieri per
camminando
e sui diritti delle suddette pecorelle,
il
sangue
sul
perduto potere
temporale. L'invito sarà accolto dai francesi che,
una decisione per
in
ti
ad essere più rapidi di perché anche
molto
essi
altri interessati
napoletani,
i
anche
difficile,
se len-
riuscirono
concorrenti.
Sì,
austriaci e gli spagnoli
gli
(anche se con molti grossi grattacapi di varia natura)
sarebbero apprestati all'intervento. Anzi, drà,
poi
La Repubblica romana che mente) e
la
si
ve-
repubblica. si
costituisce in quei
giorni, sarà in realtà la repubblica di
e
si
napoletani, purtroppo per loro, aggrediranno
i
la
come
di
Garibaldi
braccio),
(il
di
ispi-
-
popolare come, "giudice
l'istituzione della giuria
di fatto";
-
razione politica di prima grandezza e sarà di Quirico Filopanti, da Budrio di Bologna.
proprietà;
pubblica moralità;
Mazzini (l'anima
ma con una
alla
l'arresto, della flagranza di reato
- il principio del "giudice naturale"; - il divieto dei tribunali speciali; - l'abolizione della pena di morte; - la sacralità del domicilio; - l'abolizione della censura preventiva; - l'abolizione della carcerazione per debiti; - il diritto alla libera manifestazione del pensiero; - la libertà d'insegnamento; - il diritto di associazione; - il diritto al segreto epistolare; - il diritto di petizione; - l'indipendenza della magistratura; - l'inamovibilità dei magistrati; - la pubblicità dei processi, salvo che per ragioni
l'azione delle frazioni cattoliche dei vari stati europei,
riottenere )7ianu militari e cioè
personale e
diritto alla libertà
o del mandato dell'autorità giudiziaria;
prima
zione, egli implorò
il
- l'obbligo, per
na, ospitale, borbonica fortezza di Gaeta.
di fatto
la
divisione delle carriere fra apparato giudican-
te e inquirente,
con
l'istituzione dell'ufficio del
Pub-
blico Ministero;
- l'arruolamento volontario per La Repubblica
si
dà
la
Costituzione
Questa repubblica rappresenta un'ulteriore occasione, drammaticamente ed eroicamente perduta, per costruire l'Italia su princìpi deltà,
ma
non
gli
di sopraffazione e cru-
-
la
costituzione della Guardia Nazionale per
il
conferimento di ogni grado nella Guardia Na-
-
le pari
opportunità
fra
i
cittadini dei
due
sessi.
individui.
documento della costituzione della Repubblica romana è atto di enorme importanza civile, ma non casualmente, ancora oggi, esso non ha la notorietà che
fu sciolta dalle baionette francesi spianate contro
dovrebbe avere.
lo del loro
Notiamo come questa Costituzione enunci modo dovrebbe essere appunto costituito uno
L'Assemblea Nazionale della Repubblica romana
usurpatore.
tortura,
il
gioranza dei paesi ci,
bando, e
civili
la
pena
in cui la stragrande
mag-
era retta da governi assolutisti-
meglio del pensiero laico italiano riferendosi,
il
di
migliorandolo ampiamente,
al
operò in Nei cinque mesi di vita della repubblica, in 106 sedute operative, l'Assemblea dello stato sancì, fra l'alse,
inglese e tedesco,
tro,
la sovranità
il
popolare;
miglioramento delle
proprie condizioni morali e materiali;
Ì20
Non
si
può
dire che molte siano state le
premesse ideali, ma la durata della Repubblica romana fu veramente troppo con
le
breve.
C'è da domandarsi
come
si
sarebbe edificato
il
no-
stro paese se, a partire dal 1849, la sua gran parte centrale fosse stata rappresentata
un esempio
di civiltà e
liberi cittadini
stro
suffragio universale; diritto dell'individuo al
l'arrivo dei miliziani dell'esercito
animo è
la
da uno stato di
diritto,
convivenza, una repubblica
dotata di elevati valori
Naturalmente nessuno ha
l'uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini; il
diritto, attesero sui loro scranni e in-
compito
realizzazioni coerenti
quanto segue:
-
pet-
che caratterizzarono questa repubblica fu
importante.
ma
mondo politico francemodo illuminato.
i
che con grande coraggio, armati so-
L'esempio concettuale di progetti istituzionali e
at-
legislativi
censura preventiva,
buon
stato, e
In un contesto universale in cui ancora esisteva lo
la
di quei deputati
tenti al loro
traverso l'unità d'Italia.
Italia la
ti
qual
in
rileviamo quanto diverso fu lo stato che emerse poi
morte,
la di-
zionale per elezione;
Il
schiavismo e in
del-
fesa del territorio;
sul diritto, sulla cultura, sulla civiltà e sul ci-
vico rispetto fra
formazione
la
l'esercito;
certezza di
una
di
politici.
la risposta,
ma
nel no-
realtà strutturata di
una
grande qualità culturale, fondata nel pacifico rispetto per le varie etnie e sulle autonomie locali. Sicuramente ai nostri concittadini
sarebbero
stati
risparmiati im-
mensi dolori e frustrazioni che connotarono
il
nostro
Roberto Sgarzi
ASSEDIO DI ROMA NEL
Mappa
dell'epoca raffigurante
passato,
connotano
caratterizzino
il
il
I
luoghi dell'assedio
di
Roma
1849
del 1849.
nostfo presente e speriamo non
nostro futuro.
rivelerà fatti
esempio fondamentale
che porteranno
Le condizioni poste L'intervento francese
ebbe alcune connotazioni
par-
ticolarmente odiose: repubblicani contro repubblicani, libertari
contro libertari e non avrà vita
della gioventù italiana (specialmente na, lo affrontò sui colli dell'Urbe Il
facile:
il
tiore
lombarda) e roma-
si
dominava Roma
rono perse e riconquistate innuincrcN'oli
il
fu-
\-olte in attac-
il
coraggioso, esiguo, romantico, esercito
italo-romano fu schiacciato dal peso dell'organizzazio-
ne bellica francese,
I.'Ilii/ia
e le Tre ìtulic
ma
le
vendette e
le ritorsioni.
Queste furono invece, di lì a poco, largamente e crudelmente attuate dalla polizia del papa, ritornata in
Roma
all'ombra delle baionette francesi.
Mazzini ebbe sempre \a alla Repubblica
quella esperienza di popolo
si
blemi
offrì
mi del
Ne
'49,
la
coscienza che quella
la
romana
ben più grande guerra che battendo per
chi furibondi.
Infine
dai vincitori furono, natural-
mente, magnanime e poche
con grande valore.
Gianicolo, Villa Medici, Porta San Pancrazio,
Vascello: quelle posizioni da cui
ormai imminenti
negli
all'unità d'Italia.
il
popolo
italiano stava
sua libertà. Nonostante
(unico esempio)
un corpo
relati-
era solo una frazione di
al
Savoia
i
una com-
grandi pro-
in difficoltà ai pri-
di spedizione di 10.000 uomini.
ottenne uno sdegnoso silenzio che dà un'ade-
121
ro proprio a Comacchio, all'inizio della laguna veneta,
prima
di dovervi rinunciare.
Un
non adeguatamente noto è l'aggressione, contemporanea all'intervento francese, ad opera di un corpo d'armata dell'esercito napoletano proveniente dal Meridione, una vera pugnalata alle ulteriore fatto
spalle del piccolo esercito repubblicano, già minaccia-
to dai francesi. il buon "re Bomba", attraversò un forte contingente di 12.000 uomini pensando forse di effettuare una delle solite
Il
il
20 maggio 1849,
confine
alla testa di
territori abitati dai suoi
sanguinose passeggiate nei
po-
veri sudditi. Il
te.
Borbone evidentemente non aveva capito
Non
aveva capito che
i
nien-
tempi erano cambiati, che
quel suo "sport preferito" era ormai inagibile e sbagliò
due
volte.
Sbagliò
la
prima
volta,
esponendosi con ciò
alla
impadronendosi
di Velletri,
pronta reazione di qualche
migliaio di patrioti che lo sconfissero duramente, ob-
bligandolo Basso Lazio 1849, la battaglia la Repubblica romana,
di Velletri fra
ti,
che per certa gente animò il nostro Risorgimento. A Venezia! Nel giugno del '49 quello era l'ultimo lembo di terra italiana in cui ancora ci si battesse per e proprio in quella direzione
mai sbandato piccolo esercito
si
orientò
l'or-
di Garibaldi espulso
dall'Urbe.
Nonostante fosse inseguito dagli eserciti di mezzo mondo vi arrivò a due passi: Garibaldi e Anita giunse-
C) Fine '48 e '49 nell'Italia
fuga precipitosa, all'abbandono di mor-
e prigionieri e
feriti
Ma guata misura del reale "spirito di unitaria fratellanza"
la libertà
alla
borbonici e difensori del-
dere
sconfitta
al re delle
piemontese
Due
Custoza fece compren-
Sicihe che aveva
mano
libera per
risolvere certe questioni nel suo regno e queste questioni,
come sappiamo
si
chiamavano
i
suoi confini.
Volturno quel conto sarà saldato. Purtroppo questo av\'errà con un'orribile guerra fratricida, il cui sangue ancora pesa suUa coscienza delpoli e al
la
nazione.
Tuttavia a partire dall'agosto '48
meridionale di
ritorno entro
guenze catastrofiche per la sua dinastia e per tutti noi, perché a capo di quei diavoli c'era Garibaldi, il quale subito intuì la grande fragilità dell'esercito napoletano e sicuramente non se ne dimenticò. Di lì a soli undici anni a Calatafimi, Palermo, Na-
dell'isola cessò:
La
al
sbagliò una seconda volta e questa con conse-
il
la
breve libertà
generale napoletano Filangieri con
un grosso corpo di spedizione l'aggredì. La forza di assalto napoletana, composta da flotta ed esercito, lascerà sulla bella "Trinacria" una gigantesca scia di sangue. L'8 settembre 1848 è conclusa la
Sicilia.
ri-
era di-
conquista di Messina e dopo una campagna dura e
chiarata libera e indipendente, era retta dal Generale
lunga, nel maggio 1849 fu Palermo a dovere nuova-
suo presidente era Ruggiero
mente subire la dominazione napoletana. Questo ulteriore feroce supplizio al quale furono
L'isola, che fino dai primi giorni del '48
Parlamento
di Sicilia e
il
si
Settimo.
La situazione
politico-sociale lasciava
comunque
molti interrogativi per l'inconsistenza dell'apparato
amministrativo e per
la
presenza di numerose bande
armate che scorrazzavano nel paese.
122
sottoposti
i
siciliani
vide quindi proseguire quell'infi-
nita storia di sofferenza di questi nostri connazionali e
spiegherà ulteriormente ormai
la
prossima, felice con-
clusione dell'impresa dei Mille.
Rohcrlo
Sgiirzi
Un documento
La popolazione
La soluzione federale secondo l'interpretazione di Carlo Cattaneo
contenuto
siero federalista e repubblicano,
ne
da Dell'insurrezione di Milano nel ÌH4H
tratte
opera del 1849, susseguente
cessiva guerra,
piemontese
pen-
il
queste pagi-
in
e della suc-
alla sconfitta
Novara.
di
numero
a quella
che
Francia aveva
E
oso dire, e potrei dimostrare, che U nostro popolo, se non
in
Piemonte, certamente
al
non
gidì
della irresistibOe sua rivoluzione!
in
Toscana, e nel Lombardo- Vene-
più culto che non fossero allora, e che og-
to, e nell'Emilia, è
Di Carlo Cattaneo (1801-1869) giova ricordare
dell'Italia è pari di
tempo
la
siano, in Francia
dipartimenti del ponente so-
i
Né
prattutto, e del centro, e del mezzodì.
mente manca
mamento militare,
il
volere final-
[wpoli, purché solo vi sia chi decreti
ai
quanto
l'ar-
nome. La questione non è dunque tanto
in loro
civile.
Ora qual
sarà
il
magistrato che lo de-
creti?
Ogni Il
stato d'Italia dc\'e rimaner so\'rano e libero in sé.
doloroso esempio dei popoli della Francia, che hanno
conquistato tre volte
dimostra vero conservare sì,
mai non l'hanno avuta,
e
la libertà,
detto del nostro antico savio,
il
la libertà se
popolo non
il
ogni popolo in casa sua, sotto
delli altri tutti.
Così ne insegna
la
famiglia politica deve avere
il
suoi magistrati, le sue armi.
Ma
muni
vi tien le
potersi
sicurtà e la vigilanza
la
sapiente America. Ogni
separato suo patrimonio,
deve conferire
communi grandezze
necessità e alle
non
mani sopra;
vare
gere
che preparano, nell'intima coordinazione e
leggi
tra
il
ai singoli stati,
magistrato nazionale e
dei prìncipi.
no
le
vendite dei beni nazionali,
comandanti, per infliggere l'infamia
i
Ma ti
sto
ne
le
quote dell'esercito
le
per eleg-
ai vili, la
morte
stanno
le cor-
i
commu-
nazione; e deliberare in
la
magistrato dittatorio creato
ai traditori.
deve sedere con sovrana e libera rappresentanza nel congresso fraterno di tutta
il
banche, e
le finanze, e le
per assegnare
com-
alle
debita parte:
la
Certo, dovrebb'essere
didla Costituente italica, per governare la guerra, per atti-
E
i
soldati
Napolitani andare
no del
Abbiamo
re.
eserciti
alle corti, e terran-
sguardo nel volto del prìncipe. Abbiamo pur
fisso lo i
li
obbediranno
campo e
al
visto
vi-
tornare, al mutabile cen-
piemontesi consegnar, senza ros-
i
del tutto. Finché l'Italia avrà governi sconnessi, mLiniti di
nemico le città che dovevano difendere. Necessita dunque che decreti della Costituente trovino eserciti
forze ineguali, infetti dalla barbarica ambizione d'assog-
pronti a obbedirla fedelmente; ossia che trovino in ogni
uniformità delle parti,
gettarsi
i
vicini, la
tata d'invocare
la indistruttibile
parte debole o corrotta sarà sempre ten-
contro
il
peterebbe eternamente vitù.
Non
mare
le
ambizioni e
nicipii, se
non
essendoché perciò
za; e
verso
alla
i
la
l'Italia
la
si ri-
scelerata istoria della nostra ser-
insidie dei regali d'Italia e dei
le
mutua
deboli
il
spada straniera; e
fratello la
sore, al
i
un esercito cittadino e non uno sgherro
stato
quale torni lo stesso combattere
vi
costituiranno sempre
la
Perche dunque
maggioran-
di battaglia
polare
i
si
E non
sia
maggiore
può
vi è
di quella dell'universa nazione.
parlare da eguale alla Germania, alla
Europa,
si
è che
la
causa italiana
è serva delli stranieri,
in Italia, e vi
potente a dominare da sé
erano solo d'essere
sia
Italia,
e gene-
questione prin-
ma
"l'I-
de' suoi". L'Austriaco
il
la
la
nazione.
di far
quale
E
si
l'Austriaco
da padrone, ove
i
si
mai ottantamila
colla nutla forza
è per-
suoi patti
servo armato, e l'aguzzino d'un po-
stranieri,
gione povera, semibarbara e
un
faro.
Ma
l'etficacia
bertà nei singoli siasi
me
per
insomma
stati.
inteso,
dal progresso effettivo della
li-
Col che vorrei avere adombrato che
quando più
25
in cate-
che vengono da una
iliscortle,
Ora
re-
potrebbero oppri-
milioni d'un popolo, cui
la
natu-
non
volte dissi che
si per-
nazionale, se
non
devono congiungersi non
col-
alla \ittoria
ni scrisse
mente quando d'uomini
sì
vario intelletto?
perfidia dei prelati e dei cortigiani?
liberi,
la
la
col principio
morale del-
i
nazioni
sarà più costretta a tenere in armi sei-
cui capitani
Poco importa che
tl'un presidente;
le
Francia avrà intorno a sé cento milioni
non
lenziosi dipartimenti
o
E
parola s'incarni nel fatto. Sola-
centomila soldati, né ad attamare
bertà.
e
ma
questa verità nei Diritti dell'Uomo.
ora sono ni.iiuie perché
la
animo
dominio,
l'eguaglianza e della libertà. La Francia, già da sessant'an-
potrebbero, se non combattesse per loro l'ambizione e
alto
nazioni europee
le
l'unità materiale del
l'esercito,
Lllaliii e le Tre ìhilie
finale e infallibile,
dalla potenza e popolarità
la via della libertà.
lo
sì
una meta
dipende
viene all'indipendenza, cioè
per
Come
ra privilegiò di
sarà all'Italia un'insegna gloriosamente
e irrevocabilmente spiegata,
conosce im-
polo che monsignori e ciambellani volevano tenere
mere
che abbiano vigor po-
può rimanere solamente come merce-
duto per l'arroganza sua
Come
campo
Costituente sul
dei singoli parlamenti, dall'uniformità e genialità della loro
nario tl'una minoranza retrograda,
na.
cit-
parlamenti d'ogni stato.
La Costituente
grandezza, né forza, né
cipalmente, anzi unicamente, militare. Giova ripetere:
venne
i
voto uscirà sempre propizio all'equità e av-
L'errore più grave, assai vulgarc però in
non
l'efficacia della
faccia sentire, vuoisi
origine elettorale,
talia
di corte; al
nemici, o trucidare
tadini.
mu-
tutela d'un congresso nazionale;
Francia, all'Inghilterra.
rale in
i
a obliterare le diseguaglianze, e disar-
prepotenza.
maestà che Solo
modo
v'è
unità e coesione
il
il
il
popolo per dislamare
conculcheranno sempre il
telegralo ingiunga
ai
sua
li-
docili e
si-
la
comando d'un imperatore o d'un
re
destino della moltitutline dei francesi.
I2i
sempre l'obbedienza; ed
fuori della cerchia di Parigi, fu
a fronte della
una dura necessità per conservare
Ma in
gia l'unità militare.
mezzo
un'Europa
a
tutta amica, l'unità soldatesca potrà far
Europa
è
tutta libera e
luogo
alla
popola-
puro modello americano.
princìpio della
Il
non
a distruggerlo, dissolverà
perii dell'Europa orientale; e
popoli
tramuterà
li
i
fortuiti im-
in federazioni di
essere arrestato, o tradotto in giudizio, se
nei casi previsti dalla legge, e nelle
La stampa
Art. 28. gli
Art. 32.
È
riconosciuto
Stati Uniti
li
d'Eu-
od
Art. 65.
Il
di
Carlo Alberto e della Costituzione del-
Repubblica romana, come
da Costituzione
riportati
I.
dello Stato
IL
alle
quali
adunanze
rimangono
in in-
e revoca
suoi ministri.
i
romana
è per diritto eterno nel popolo.
romano
Art.
La
ì.
religione cattolica, apostolica e
romana
conformemente
tollerati
Non
Art. 2.
Lo
presentativo. Art.
Re
e da
5.
due Camere:
il
che l'interesse e
a ciascuna
altri,
la
il
Re
Il
tutte le forze di terra
notizia alle
sicurezza dello Stato
solo sanziona
Re può
Camere
Art. 24. Tutti
Tutti
litto,
e politici.
tutti
propugna
popoh come
i
fratelli:
l'italiana. [...]
non dipende
l'esercizio dei
[...]
i
prima
Camera
Art.
le
Art.
Re ed
Art.
ammissibili alle cariche
determinate dalle
civili,
e politici, e
8.
morte e
L'insegnamento è
di confisca
non
sono
proscritte.
permesso penetrarvi
è
del pensiero è libera: la legge
sono
libero. [...]
L'Assemblea è costituita da rappresentanti del
popolo. Art. 17. ci,
a
Ogni
cittadino,
che gode
i
diritti civili
e politi-
21 anni è elettore, a 25 eleggibile. Art. 20.
I
comizi generali
si
radunano ogni
tre anni, nel
21 aprile.
e militari, salve le eccezioni
Il
popolo
vi
elegge
i
suoi rappresentanti con voto uni-
versale, diretto e pubblico.
leggi.
Art. 25. Essi contribuiscono indistintamente, nella pro-
porzione dei loro averi,
di
domicilio è sacro:
La manifestazione
7.
Art. 16.
dei deputati.
diritti civili
Le pene
6. Il
punisce l'abuso senza alcuna censura preventiva.
pene.
regnicoli [Cittadini del Regno], qualun-
i
essere arrestato che in flagrante de-
che nei casi e nei modi determinati dalla legge.
loro titolo o grado, sono eguali davanti alla legge.
godono egualmente
e le proprietà sono inviolabili.
o per mandato di giudice, né esser distolto da suoi giu-
Art. 5.
promulga.
delle leggi apparterrà al
alla
Le persone
Nessuno può
dici naturali. [...]
tosto
[...]
commutare
3.
Art. 4.
deUe due Camere. Però ogni legge d'imposizione
Stato, sarà presentata
il
cittadini.
La Repubblica riguarda
Art.
permettano, ed
il
le leggi e le
far grazia e
La proposizione
pace, d'alleanza,
trattati di
i
dandone
dei tributi, o di approvazione dei bilanci e dei conti dello
sia
i
VII. Dalla credenza religiosa
potere esecutivo. Egli è
comunicazioni opportune.
7. Il
Art. 10.
la
pri-
di casta.
rispetta ogni nazionalità:
comanda
dello Stato:
commercio, ed
Art. 8.
IV.
Senato e quella dei deputati.
e di mare; dichiara la guerra; fa
Art.
di tutti
diritti civili
Al Re solo appartiene
le
né
delle condizioni morali e materiali
Stato è retto da un governo monarchico rap-
capo supremo
unendovi
di nobiltà,
muove U miglioramento è la
[...]
titoli
potere legislativo sarà collettivamente esercita-
3. Il
Art.
o
riconosce
colle leggi e colle istituzioni pro-
sono
alle leggi.
popolo
Il
Repubblica democratica.
è costituito in
regime democratico ha per regole l'eguaglianza,
II
III.
sola religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti
124
i
La Repubblica
Statuto alhertino
que
pubblico,
della Repubblica
La sovranità
vilegi di nascita
di
re-
alle leggi di polizia.
libertà, la fraternità.
il
che possono
Principi fondamentali
a titolo esemplificativo, alcuni ar-
italiana.
to dal
alle leggi
ed alcuni principi fondamentali dello Statuto
Piemontese
Lo
al
Re nomina
La Costituzione
propongono,
aperti
tieramente soggetti
ropa.
Un documento
legge ne reprime
golarne l'esercizio nell'interesse della cosa pubblica.
Questa disposizione non è applicabile
A\'remo pace vera, quando avremo
la
ma una
diritto di adunarsi pacifica-
il
mente e senz'armi, uniformandosi
liberi.
Si
sarà libera,
abusi. [...]
luoghi pubblici,
ticoli
forme che essa pre-
scrive.
nazionalità, provocato e ingigantito della stessa oppressio-
ne militare che anela
libertà individuale è guarentita.
Niuno può
re libertà: e l'edificio costrutto dai re e daUi imperatori potrà rifarsi sul
La
Art. 26.
re-
ai
carichi dello Stato.
Art. 29. la
L'Assemblea ha
pace, della guerra e dei
il
potere legislativo. Decide del-
trattati.
Roherlo Sgarzi
decennio
Il
di
preparazione: 1849-1859
Ferdinando ni di cui
29
II
morì
22 maggio 1859: aveva 49 an-
il
di regno. Gli succederà
il
Francesco
figlio
C-B) Dal '48 al '59 nell'Italia meridionale e centrale
li,
Regno napoletano furono connotati da grande immobilismo politico. Nel
Borbone. Fernando II sarà forse stato un pessimo re e un pessimo uomo, ma fu sicuramente un ottimo marito e un ottimo padre. Il solo figlio e le due mogli che ebbe furono sempre da lui amati e rispettati.
Sia
Regno
il
Napoletano
il
Ferdinando chiuse d'autorità, con
re
scioglimento,
pontificio che
una \olta l'impossibilità di riforme
ra
lo
parlamento dimostrando quindi, anco-
il
liberali
presso
i
Borboni.
meglio noto come Franceschiello, e sarà l'ultimo dei
Franceschiello era persona assai debole di
figlio
Il
fisico,
ma
soprattutto di carattere, con elementi di
anche se lieve, patologia. Era figlio di Maria Cristina
Sarà questo a determinare l'orientamento, da par-
di Savoia,
te dei patrioti napoletani, verso l'unità d'Italia presie-
po un parto
difficile
duta dal re del Piemonte.
chiamava
Santa" per l'aspetto e
Awengono numerosi complotti, con attentati e sommosse. A queste segue il triste, abituale, corollario deUe esecuzioni e delle varie dure condanne.
mi, e dolce fu anche
Fra
molti martiri Silvio Spaventa, Luigi Settem-
i
brini, Filippo Agresti, Carlo Poerio. Nel dicembre
Ferdinando sfugge miracolosamente, per via una cotta d'acciaio, al ferro di un attentatore. Sono segnalati numerosi lavori pubblici, come
1856 di
re
strade, ponti, ferrovie, ospedali e ospizi,
troppo
alle quali
inattidabilità delle strutture locali,
ne pubblico e
la difesa
si
è
ormai le
ormai, per totale
sono
affidati l'ordi-
le
il
profondo malessere
il
7 e
l'S luglio,
questi nuovi
ben seimila uomini capitaShumacher si ammutinarono, met-
"pretoriani svizzeri" e cioè nati dal colonnello
il Napoletano in un'ulteriore crisi profondissima. Durante il decennio 1849-1859 è segnalato un discreto incremento nella costruzione di strutture di pubblica utilità. Bertoletti (p. 188) segnala una spesa
tendo
Sissi,
soggiacque
fin dal
be "turbative"
Per mesi e mesi
il
trasse all'atto sessuale
Fu
ponti, piazze, argini, bonifiche e (si
Regno
pontificio, Taran-
le
to, la
Calabria. Gli appalti per queste iniziati\'e e altre
Di
l'illuminazione pubblica a gas,
rilievo le bonifiche:
filoborbonici segnalano
Ferdinando
II,
che proprio
te... riserve di caccia.
vedono
Il
con
la
si
sot-
balda valchiria, per timore
l'intervento di
povero Franceschiello meritò veramente questo
zione garibaldina e forse l'unità d'Italia sarebbe stata
ben diversa e
giusta.
Ma forse questo poveretto messo suUa strada del fuDue Sicilie era un segno del destiLa spada dell'Eroe dei due mondi era ormai alle porte e il Regno di Napoli e delle Due Sicilie era finito. Per quanto riguarda
un po' o\'unque. Gli
storici
a questo scopo avrebbe sanumerosissime e stermina-
Sempre nell'ambito
delle bonifi-
il
Regno
ormai paragonato ad un paese stasi culturale,
nimenti. Pio sul
iniziative.
l'elevato spirito di sacrificio di
crificato alcune delle sue
tremebondo Franceschiello
badi bene solo
verso
da queste
le
soprannome e sbagliò, clamorosamente e follemente, anche il primo atto del suo regno: rifiutò l'offerta (1859) che gli veniva dal Cavour circa un'alleanza offensiva e difensiva fra Piemonte e Regno delle Due Sicilie, firmata la quale non vi sarebbe mai stata spedi-
progettuale! per l'allargamento della rete ferroviaria
ditte francesi beneficiate
infinita.
un suo confessore, lo scolopio BorreUi, che riuscì a superare il blocco di Sua Maestà e a dare finalmente corso concretamente al mae... pudicizia.
no.
come
debolezza
che l'intimoriva oltremodo.
turo dello stato delle
strutture
di
la
primo momento. Franceschiello eb-
14.688.000 (quattordicimilioniseicentottantottomi-
il
ma
popolo
rilevanti sotto l'aspetto sessuale, fatto
ducati per costruire strade, camposanti, chiese, col-
Puglie, l'Abruzzo,
figlio,
Il
carattere dolcissi-
l'immortalata moglie di Francesco Giuseppe e
la)
quant'altro. Interessante la spinta
il
il
intelligente e autoritaria ragazzona bavarese, sorella di
di
legi, università, teatri,
e dandolo alla luce.
Franceschiello sposò Maria Sofia, una splendida,
di questo
ragioni dell'imminente suo tra-
ricorderà che fra
"la
che morì do-
trimonio (Stona di Napoli, p. 150).
del regno.
Proprio per definire
regno e meglio capire
ma
per crollare e non serviranno
tardi, tutto sta
truppe mercenarie svizzere
collo,
si-
cura,
pontificio
può
essere
campagna, a totale ove non pervengono, né luce, né àvxe-
IX
di
ritorna, grazie alle baionette francesi,
trono pontificio. L'integralismo socio-politico è totale
mente, non
si
natural-
e,
registrano evoluzioni di alcun tipo. La
polizia pontificia è
dura e attenta
nel reprimere even-
tuali tentativi di sedizione.
Tutto
si
trascina stancamente, quasi in attesa del
che, furono invece di assoluto rilievo la pianificazione
cataclisma politico che, di
e l'inizio della realizzazione della bonifica della Piana
stato medievale.
hucino (21 luglio 1853), che ottenne un duplice importante risultato: il risanamento di un'area infestante e apportatrice di malattie e per converso l'otte-
A) Dal '48
lì
a
poco
in\'estirà
questo
del
nimento Si
di un'area agricola smisurata,
avviano pure studi di
zione di linee telegrafiche.
Llltdia e le Tre Italie
fattibilità
quanto per
al '59 nell'Italia
settentrionale
fertile.
la realizza-
A
dispetto della sconfitta militare
ilei
'4S-49
la \'o-
lontà di riscossa nel Piemonte è altissima e influenza
125
pesantemente rale,
anche
sia dal
punto
di vista politico
A
tutti gli stati vicini.
che cultu-
dispetto delle ana-
certo senso
subì e
la
si
trovò a gestirne l'unione perché
imprevedibilmente, andarono,
le cose,
cronistiche divisioni territoriali r"Area padana" è or-
in apertura, in quella direzione.
mai unità culturale ed economica. Strade e ferrovie uniscono in modo sempre più efficace e organico le
potuto amarla per
città e
i
molti
e staterelli presenti nella valle del
stati
Po. L'Italia unita ha ormai
Un
piccolo grande
te a tutti questi aneliti.
la
uomo
nobbe, né
ma
la
Quest'uomo
fu:
mai.
mise piede oltre
piemontese nacque potente, nobile e ricco, figlio del capo della polizia piemontese e di una facoltosa
il
genio politico.
del realismo e della glaciale spregiudicatezza
.
.
chi auspicava
chiuse quindi nel
una
poco nota,
sa
ti
piìi
infausto per
entità chiamata Italia. Fra l'altro, co-
Vittorio
concordato con sul trono,
modo
Emanuele
II
il
gli austriaci vittoriosi,
un piano
di
in cui
La lingua che
pensava era
il
Francia, Belgio, Olanda,
nuove
sorbì le teorie
aveva
A soli 25
pur
rimanere
di ritorno in
i
patrio-
ma il
soprattutto in Inghilterra.
senso laico dello stato e
le
economiche
Adam
liberali di
Smith.
anni l'irrequieto e intelligente Camillo fu
Cavour ove
il
padre
gli
affidò la gestione
dell'azienda agricola di famiglia, subito da lui trasfor-
mata
democratici.
egli parlava, scriveva
francese, anche se natural-
teorie politiche e sociali. Dall'Inghilterra as-
re,
di
Po.
mente capiva e parlava bene anche il piemontese. La sua patria fu l'Europa che subito, giovanissimo, visitò con permanenze anche assai durevoli in Svizzera,
nuovo
grande durezza contro
il
Il
Dalla Francia recepì si
co-
la
ropa,
come conquista piemontese
1849
né mai avrebbe
l'Italia,
semplice ragione che non
saprà dare corpo e men-
Camillo Benso conte di Cavour:
Il
diceva
vide mai. Cavour visitò a lungo tutta l'Eu-
cittadina svizzera.
L'Italia
la
si
sua culla.
e...
L'Italia
amò
Camillo Benso non
come
in
impresa di avanguardia tecnologica.
Nessuno in queU'anno osava forse sperare che di lì a soli due lustri tutto, o quasi tutto, si sarebbe, in qualche modo, risolto. La risoluzione del caso Italia si chiamò Camillo
Cavour ottenne grande favore nella società pesantemente provinciale, ma attenta, di quel Piemonte e suoi
Benso, conte di Cavour: nato
a lui se le ferrovie
1810:
"il
in
Cavour, Piemonte, nel
fu
molò
e le sue conferenze furono molto seguiti. Egli la
realizzazione di
nuove
un grande
servitore del suo stato,
il
europeo e un grande Piemonte, ma molto diversastatista
mente dagli altri padri della patria non fu un patriota, non fu filo-italiano, non volle l'Italia unita, anzi, in un
infrastrutture
sti-
ed è grazie
piemontesi negli anni Quaranta e Cin-
quanta assunsero grande
tessitore".
Cavour
i
scritti
efficacia e rilevanza.
Nel 1848 è deputato, nel 1850 ministro dell'Agricoltura, nel 1852, a soli 42 anni questo piccolo, geniale
piemontese, dagli occhi arguti e furbi, nascosti dai
Cavour", questo "eterno
classici occhialini, "alla
amante
gle''
mo
donne
sin-
e della bella vita, è pri-
Regno di Piemonte. momento, ma solo in quel momento, che
ministro del
E il
delle belle
in
quel
Piemonte cambia
status e
si
converte da banale pseu-
in un rinnostampo europeo; Torino diverrà un polo di
do-contea montanara, a reame impegnato
vamento
di
attrazione culturale per studiosi, economisti e intellettuali di tutta Italia. Il
gato all'Austria
il
debito pubblico è risanato e pa-
debito di guerra.
Al governo, Cavour
si
batté contro
gli
"opposti
estremismi" di allora, e cioè conservatori da una parte (fra
i
più duri d'Europa) e dall'altra parte
le pulsioni,
spesso visionarie e romantiche, di Mazzini e dei suoi associati. Il
Piemonte pullulava ormai
italiane e
Società nazionale, Vittorio
delle migliori
menti
proprio queste diedero origine nel 1857 il
cui
motto
alla
esplicito era: "Italia e
Emanuele", associazione che
si
prefiggeva
la
costituzione di un'Italia unita a direzione dichiarata-
mente piemontese.
Dopo
viarie
Cavour accelerò il suo piano montese e si avvicinò militarmente
di
nali,
Camillo Benso, conte
U6
di
Cavour.
l'accostamento economico all'Europa, reso
ancora più evidente ed efficace da
unioni doga-
espansione pie-
a Francia e Inghil-
Roherln Sgarzi
il
comune
spedizione
terra: è la
colosso russo che
terranei". Infine
Crimea, per arginare
in
affaccia\a
si
aspetti,
marchesa
piccanti, visto linterx'ento della
momento
con
la
Nei nostri
Napoleone
libri di
III
cioè Alta Italia e Toscana.
-
Italia del centro: il
ma
e Cavour.
scuola è da sempre riportata
nota e bugiarda tavoletta secondo
la
Regno
due
pontificio era diviso in
e provincia sarebbero rimaste
parti.
Solo Ro-
pontefice. Tutto
al
il
resto di quei possedimenti avrebbe do\'uto costituire
Francia e
un nuovo reame che avrebbe dovuto essere poi gover-
suo imperatore, variamente impauriti dagli attentati
nato da Girolamo Napoleone, l'augusto cugino (piut-
ammirati dall'eroismo dello stesso, attana-
tosto anziano e obeso) dell'imperatore dei francesi
di Orsini, gliati
quale
la
la
dall'erotismo della marchesa di Castiglione, inte-
Nizza e Savoia,
ma
soprattutto
il-
luminati dalla generosa, romantica volontà di dare
la
ressati all'acquisto di
libertà a tutto Italia...
ci
il
mondo,
Una mai
in
il
a
modo
piene mani e nel
né
il
che non interessavano né
francese,
commutando
ma
il
ma
solo un banale e volgare. si
.
cam-
.
trasferiva a Parigi,
il
Non
era assolutamente certo che gli italiani avrebbero
tatto
un buon
Non
non ancora una penisola ad una delle due
c'era niente di più, se la
zionali, antiche, aree di influenza: la
certi.
-
Italia
del sud:
lo Stato delle
Francia o
Due
Sicilie
Non
però cambiava padrone. spagnoli:
la
accordi riportati
al
nuova dinastia regnante sarebbe
la
Spa-
qualità di questi
grande pubblico anche da G.B. l'Italia,
che di
sarebbe poi nata, era diversa dai
dalle volontà di coloro
(i
lì
a
stata di
Forma
confederale: quegli
presenti nella pe-
stati
dovuto assumere
una
fra di essi
strut-
dinamento ad un papa pesantemente ridimensionato
Guerri nel suo interessantissimo Antistoria degli italiaper evidenziare quanto
confini,
Borboni
discussi
influenza francese, con casato ancora da definire.
presidenza e
la
il
coor-
nei territori.
Questa era il
caso e
la
un'Italia
l'Italia
che
si
voleva e
ma
perseguiva,
si
spregiudicata azione di Crispi porteranno ad
ben diversa da quella che
la
logica e la conve-
nienza dei popoli facevano presagire. Cavour morirà
6 giugno 1861 giovanissimo a la
i
tradi-
tavole.
invece verificare
più
tura confederale, affidandone
italiano e l'abile
E importante
non cambiava
volta,
propaganda sabauda, vollero coprire questa azione spregiudicata, quanto astuta, con nobili, patriottici, romanticismi, con una serie di
il
II.
molto adumano ma, dato
II si sia
dolorato per questo osceno sacrificio
gna (ove per Spagna si intenda l'Impero austro-spagnolo). Poi... ancora una volta il grande animo del
dero
che Vittorio Emanuele
nisola avrebbero
affare... anzi!
l'appartenenza per
ni,
come
Emanuele
Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Si dice
piemon-
Piemonte in un protettorato francese maggiore peso di quanto non lo fosse da sempre.
popolo
quale veniva data in sposa,
cosa ridicola. In verità in quell'accordo non tu
bio di proprietà, che da Vienna
di
al
ulteriore "reale garanzia" la povera, ignara, giovanissi-
l'uomo, non c'è da esserne assolutamente
loro aiuto militare.
discussione né l'unità, né l'indipendenza del no-
stro paese, aspetti tese,
detto "Plon Plon",
e con esso alla vicina e cugina
abbiano donato
più disinteressato
si
propri possedimenti a
i
quella parte d'Italia oggi definibile "Area padana" e
donna
e in realtà agente piemontese: l'alleanza
fra
del nord:
Piemonte estendeva
Francia, stilata nel 1858 a Plombières in un ac-
cordo segreto
il
anche
di Castiglio-
ne, nota per essere la più bella e spregiudicata
del
Italia
"mari caldi medi-
ai
capolavoro dai molti
il
-
ferma Sergio Romano,
sorte
la
soli gli
51 anni
eviterà
il
e,
come
il
af-
dolore di do-
vere misurare le sue forze con una realtà "così mostruo-
samente diversa da quella che
egli
aveva preparato".
pochi me-
realistici progetti e
franco-piemontesi) che die-
Il
"grido di dolore"
via agli eventi politico-militari.
Questo anche per spazzare
via costruzioni
menzo-
gnere operate dallo Stato sabaudo risorgimentale nella volontà di dare a quell'Italia che stava nascendo connotazioni e convinzioni diverse dalla realtà.
Vittorio Emanuele lì di lì a poco nel ricevere il corpo diplomatico leggerà il famoso breve discorso con cui proclamerà di "non essere insensibile al grido di dolore" che gli pro\'eni\a dal resto d'Italia. Era la
guerra!
Non Il
patto franco-piemontese per
dell'Italia (gli
la
spartizione
accordi di Plombières)
tutti
ro di Torino"
ghe
sanno che
le
non erano
riflessioni,
famose parole
"To-
lette dal
sue, bensì dettate,
dopo
proprio dal romantico, patetico ed
lunele-
giaco, imperatore francese.
L'accordo parlava chiaro:
vuto seguire striaci ta in
alla
l'Italia
che avrebbe do-
guerra fra franco-piemontesi e au-
non avrebbe dovuto essere
questo modo...
1,'eventuale "utile" di
gli alleati
era evi-
dente:
unita, bensì costitui-
-Ca\(Hir e
gamento
Lltalin e le Tra Italie
entrambi
il
PiLMiionte ottenevano
dei loro domini,
incamerarlo
un ampio gli stati di
allar-
gran
127
Alla fine di quella giornata tutto sarebbe cambiato
per
il
nostro paese.
La grande
battaglia vide in realtà di fronte, nella
sua più gran parte, francesi e austriaci, questo a Solferino.
Contemporaneamente
Martino
sul vicino
affrontavano
gli italiani
colle
di
San
munite difese au-
le
striache.
Dopo pere
il
alterne vicende
ritirata.
A San
Martino
la
cosa fu più difficile e solo sul
come
un
la fecero.
terribile,
improvviso diluvio, ce vista strage.
.
.
leoni e sotto
per moti\i tecnici.
due schieramenti fecero un massacro. A fine giornata ben 40.000 (quarantamila) caduti giacevano sul campo. Francesco Giuseppe e Napoleone III interruppero subito quella guerra e I
Trattato di Plombières.
francesi riuscirono a rom-
far della sera gli italiani, battendosi
Fu un'immane, mai Torino 1859, Luigi Napoleone Bonaparte (il "Plon Plon", cugino di Napoleone 111) assieme alla giovanissima moglie Maria Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele III. Quel matrimonio era parte del
i
fronte av\'ersario e l'austriaco diede l'ordine di
nuovi
fucili adottati nei
quell'ecatombe, che entrambi avrebbero pagato pe-
lunga più evoluti della penisola e qualità culturale torinese...
i
più omogenei
alla
na". Parimenti non assumevano responsabilità di gestione degli
altri stati
dello stivale, sicuramente in pre-
da ad un pauroso gap culturale e
- Napoleone molto talia,
Roma
eccettuate
stato diviso in
III e la
due
parti
Francia invece ricevevano il
resto d'I-
e provincia (al papa) sarebbe
(Regno del centro
nord) da assegnarsi a due dinastie francesi
e
Regno
tiilia,
in giù,
nia di quei signori.
i
III,
prussiani solo alcuni anni dopo.
contrav\'enendo
Plombières, interruppe
per due ragioni;
la
la
accordi di
agli
guerra, fondamentalmente
prima era che
vi
era
umane, imprevedibilmente elevato
un costo
e la
in vi-
seconda era
che capì che difficilmente quel "contratto" avrebbe potuto poi essere concretamente realizzato per un'altra ragione semplice: gli italiani
non l'avrebbero con-
sentito.
del
collaterali.
Altro che fraterno aiuto dei cugini d'Oltralpe!
da Grosseto
Napoleone
te
sociale.
quanto a superficie. Tutto
di più, in
santemente contro
insomma, r"Area pada-
L'I-
sarebbe diventata una colo-
Napoleone con questa acquisizione
attuava lo status di potenza preminente nel Mediterra-
neo, saldandosi alle colonie nordafricane già in suo
possesso e soprattutto rinverdiva del grande zio, Il
la
gioire e la graiideur
cosa sempre importante
in Francia.
potere nel Mediterraneo di Inghilterra e Turchia
sarebbe stato cancellato!
Il
29
aprile
1859
si
va
alla
guerra. Sarà la
Seconda
guerra d'indipendenza.
1859. Nasce
L'Italia
Garda 1859:
in il
l'Italia
unita
nacque sulla riva meridionale del lago di un terribile, afoso, giorno dell'estate del
24 giugno.
In quel giorno della seconda guerra d'indipendenza tre eserciti
per
il
si
affrontarono in una battaglia campale
da una parte gli aucomandati dal giovanissimo Francesco Giusep-
predominio
striaci,
sulla penisola:
LEGENDA: Kt-gno di S.irJcin.i
Temcon
prima dL'M'jpnk
nel
liKKI
annes-ii
novembre 1860
Ti^rriton ceduti alla
rciriton annessi
Francia nel 1860
neirottobrc 1866
TcrTitori
Tenitori annessi
annessi
nel luglio
185Q
nell'ottobre
1870
pe, dall'altra parte l'armata francese d'Italia, agli ordil'emlori annessi
ni di
Napoleone
nuele
II e
verità
da
il
accanto ad essa Vittorio Ema-
tanti patrioti italiani.
250.000 uomini.
Ì28
III e
suo esercito piemontese, incrementato
in
nel
mimo
Tenilori annessi nei 1919.1920
18()0
Temirtn annessi ncllollobtc 1860
Complessivamente ben La formazione dello stato italiano fra
il
1859 e
il
1920.
Roberto Sgarzi
24 giugno 1859, alture
Quello che
San Martino
di
(fra
Verona e
Brescia), L'ultimo vittorioso assalto delle
francese Lamartine aveva definito
il
"un popolo di morti", buscandosi per questo una da a duello con relativa biltnente,
ferita,
sfi-
dimostrava, imprevedi-
E una fini
il
Italia
proprio Napo-
"liberatore" che, fra l'altro, aveva
passeggiata
la
quinto grado e
si
gli
ai
con-
dimostrava un'arrampicata
francese "cornuto e mazziato" se
il
ne tornò a casa fingendo di "essere ben portato
avevano il
rifilato
felice di avere
classico
il
"bidone"
Da
la
campagna
militare senza
quel
morirà di
il
momento
la
lì
a
un paio
si te-
suo equilibrio.
sua vita e
sua salute fu precaria e infat-
di anni.
Garibaldi viceversa, animato da autentico e ro-
mantico
spirito unitario dirà:
"La pace di
che molti tennero come calamità e
io
Villafranca,
invece
come una
fortuna'".
La strada per
l'unità,
ma una
terribile unità, era
aperta.
si
infranse
quel 24 giugno 1859,
ferino e San Martino, fu
un momento
il
giorno di Sol-
storico,
perché
poco di assolutamente non
e questo significò, nelle cose, la nascita di
che quei progetti
Comunque,
all'italiana!
progetto di Plombières, quindi,
quell'Italia unita
la
cugini italiani". In realtà costoro
la libertà ai
Tutto
mette per
ti
una Prussia esplosiva, non poteva permetterselo.
Insomma di
guerra imperialista in
III...
voleva continuare
alle posizioni austriache.
l'aiuto francese; è riferito di propositi suicidi e
che proprio morto non era e che viceversa
era disposto a dare la vita per la propria libertà.
leone
statista
truppe italo-piemontesi
lì
a
prevedevano. L'il luglio 1859
ci tu la pace di VillaVeneto restava agli austriaci. La nuova e inattesa situazione riportò quei "po-
tranca.
Il
tenti" a riprendere attenzione per la
derò
il
Toscana e
come
il
vecchio progetto:
Quindi si riconsiritorno dei granduchi austriaci a Modena, in
Confederazione di la
stati italiani.
partecipazione dell'imperatore d'Austria,
principe italiano in possesso di
Veneto,
alla
confederazione
Questo progetto
fu
buona parte
del
italiana.
naturalmente
assai
ben
visto
da emiliani e toscani che con movimenti insurrezionali
(dopo Solferino)
si
erano autonomamente
liberati
dai vecchi padroni.
Ma questo era un ipocrita pseudo-progetto delle "Loro Maestà Sabaude" e altri cervelloni, tutto finirà nella polvere: il mondo italiano era ormai cambiato profondamente. (^a\(Hir
ebbe una reazione personale violentissima,
a trontc del parziale
insuccesso di tutta
la
zione diplomatica. Follemente e irrealisticamente lo
I.'ìliilìci
< /( Tre Uiilie
(iMb^ Wan^lMUt.
sua costruNapoleone
Ili.
imperatore dei francesi.
129
come
nord,
staterelli del
poi del sud, fu sempre prece-
duta da un plebiscito tendente a valutare
la
volontà
delle popolazioni interessate a quel fatto politico.
ebbe quasi sempre Per
di quei plebisciti,
appunto... plebiscitari.
risultati
la verità storica
bisogna dire che
che spesso
turisti
i
il
significato
vedono immorta-
marmoree accollate ai tanti muniRomagna, Toscana e quant'altro, non
grandi lapidi
lati in
cipi in Emilia,
deve essere considerato realmente
un
Ciò
significativo. Esiste
particolare infatti di segno opposto e contrario.
Quando
piemontese
la
città di
Nizza fu consegnata
al-
come "pagamento" dell'aiuto trancampagna di liberazione del 1859, anche
lo Stato francese,
salpino alla
questa operazione fu preceduta da un plebiscito
guardante
cittadini nizzardi.
i
Ebbene pure
in
questo caso
il
risultato fu "plebi-
scitariamente" a favore... della Francia e totalmente
Francesco Giuseppe, imperatore d'Austna-Ungheria.
contrario all'appartenenza
alla
madrepatria
SuUe mura del palazzo comunale da quel
momento
gli austriaci
scomparvero
dalla peni-
sola trattenendosi ancora, per soli sette anni, te del
una par-
Veneto.
Subito dopo quel giorno,
fiammarono
e
da
pili parti si
le
piazze d'Italia
chiesero
le
in-
si
"annessioni
al
i
Italia!!
Bologna è an-
la
lapide
del plebiscito istituzionale
202.659, contrari 254
(duecentocinquantaquattro!),
nulli 421. Il
Questo fatto spinse ancor piti francesi a disimpegnarsi in quanto fu evidente che sarebbe stato per tut-
di
marmorea che ricorda il risultato "delle Romagne" prò o contro l'annessione al Regno di Piemonte: favorevoli cora affissa
Piemonte".
ti
ri-
che
ne per
il
fa rilevare l'antica
propensione di queste zo-
classico "voto alla bulgara",
ma
dimostra an-
che che chiaramente molte cose non funzionavano.
assai difficile ottenere l'applicazione pratica dei van-
taggiosi, segreti accordi di Plombières.
aveva una nuova "potenza egemone":
L'Italia
La rivoluzione neH"'Area padana
Il
e in parte dell'Italia centrale
piccolo Piemonte.
Ma
cosa fosse questo Piemonte diremo anche in
Ricordiamo
seguito.
Sembra però ormai quanto detto una te falsata
luce di
difficile contestare, alla
verità storica
troppo frequentemen-
da una bugiarda propaganda patriottarda
bauda post-risorgimentale na misura
il
e cioè che l'Italia è in
risultato di alcune guerre di
sa-
buo-
espansione
domini che, coerentemente con la cultura sette-ottocentesca, lo Stato piemontese e la dinastia dei
missario regio Diodato Palitteri.
A Modena Bologna la
Dopo
A) L'unità al nord
e le
È il
pure
la
relativo ti
consenso di buona parte dei cittadini degli
poi annessi.
Fu importante
il
sangue di quei
lontari, nel perseguire Il
le...
L'annessione
ìio
una nazione
forti pressioni del
Furono
il
sta-
quindi, nel formarsi del-
cittadini,
progetto federativo cui
nato su
nord
connotazione di liberazione dallo straniero e
l'unità e della coscienza nazionale, la volontà, ficio e
al
si
il
sacri-
spesso patrioti volibera
ad unita.
accennava fu accanto-
governo piemontese.
"annessioni". al
Regno piemontese
na,
l'il
giugno.
È com-
Romagne sono il
anch'esse libere, ritiro delle
dopo
guarnigioni
commissario regio Massimo D'Azeglio. soli 11
il
anni tutta
Piemonte dilagò e nel l'Italia
sarà sua. Tosca-
Lombardia, Emilia, Romagna, parte del Veneto
chiesero immediatamente l'annessione, cioè semplice-
mente si donarono cettò, senza
a
niente doveri...
Un
Sua Maestà, che graziosamente
si
Per
i
Savoia quindi solo
e
diritti
cominciava non male... malissimo.
episodio assai poco noto,
ma
illustrativo della
situazione socio-politica di quel periodo riguarda città di
ac-
prendere alcun impegno nei confronti dei
cittadini "donatori".
le esito
dei vari stati e
fugge
24 giugno 1859
breve giro di guerre ebbero
V
fuga del legato pontificio e
austriache.
tali
Francesco
missario regio L.C. Farini.
Savoia effettuarono nel secolo scorso.
indubbio peraltro che
eventi salienti.
A Firenze una rivolta costringe Leopoldo II ad abbandonare la Toscana (27 aprile 1859). È nominato un governo provvisorio, lo presiede l'ambasciatore del Piemonte, Carlo Boncompagni. A Parma fuga della duchessa (9 maggio). E com-
dei propri
È
gli
Perugia. Quella città
non
attese
il
la
fondamenta-
favorevole della battaglia di Solferino e San
Martino e ben quattro giorni prima, cioè
il
20 giugno
Roberto Sgarzi
'59,
ribello alle tiupiie pontificie di
si
occupazione
l'intenzione di unirsi aU'Italia, che ormai
mando. La repressione
si
andava
nel-
trovarono più di fronte
for-
perugini,
buon Pio IX,
poi di-
truppe scelte del papa, costituite dai reparti merce-
nari svizzeri del colonnello Schmidt, sugli abitanti della città
si
a\'\'entarono
umbra.
I
pericolo corso dal papa lo spinse a mantenere in
confronti di ulteriori problemi e questo fu un errore il
tempo,
una
Infatti di talia fu
lì
è galantuomo e la questionon finì lì. qualche mese proprio quella parte d'Ialle volte,
a
Stato della Chiesa il
"eroi
gli
a più
di
un anno prima. Ecco chi erano quei
Sporchi e
Non i
vili
si
soldati del santo
"papa
re"!
mercenari.
conosce
punizione che
la
patrioti perugini e
soldati italiani
i
essi
subirono,
non furono
ma
certo,
e giustamente, teneri.
volta,
zione che nel 1860 avrebbe conquistato te dello
gambe
i
invasa dalle truppe italiane del corpo di spedi-
garibaldini
diedero a
arresero, affidandosi, alla clemenza delle loro vittime
quella città le truppe svizzere, per precauzione nei
perché
dei cittadini
italiani, già vit-
non posso rifugiandosi nella fortezza perugina. L'assedio durò pochissimo e dopo soli tre colpi di cannone mercenari si
Fu un autentico massacro di uomini, donne e bamcome la "strage di Perugia".
ne, ancora
nude nocche
le
baionette spianate degli
morti svizzeri furono pochissimi, perché
elvetici" se la
bini, passato alla storia Il
le
toriosi sui pontifici a Casteliidardo.
pontificia del
chiarato santo nel Giubileo del 2000, fu spaventosa e le
ma
e,
possesso degli
Le "eroiche truppe
come
stati
si
la
B) L'unità al centro
e
al
sud.
più gran par-
scelte s\'iz/ere" quindi
ra
non
si
andarono in maniedeve ricordare che era esattamente successo sessant'anni prima, con In questa parte d'Italia le cose
dirà, rilevato dai
meridionali.
molto diversa... anzi opposta.
ciò
Si
l'avx'entura napoleonica.
^S^^^i^^iSJEf^^f^'^
rt^f"^-'
L'acquisizione da parte del Pie-
monte
Regno
del
delle
Due
Sicilie e
dello Stato pontificio tu invece molto difficile e sanguinosa: essa fu de-
terminata da una guerra combattuta
da
non contro
italiani
nieri, invasori e
tro fratelli italiani, stessi stati
eserciti stra-
mercenari, i
ma
con-
cittadini degli
poi conquistati, anche con
grandi battaglie campali
come
Cala-
tatimi. Volturno, Castelfidardo,
Gae-
Battaglie dure e sanguinose, ove
ta.
la \'ittoria
fu spesso indecisa per
stremo impegno delle
l'e-
parti.
Purtroppo quella del centro-sud Italia non fu una liberazione... ma una guerra civile, una conquista per gli
uni e una sconfitta per
Come sta
gli altri.
diceva in apertura, que-
si
guerra non avrebbe do\'uto
secondo
nire,
gli
momento. Bisogna
potenti del
av\'e-
intendimenti dei riba-
dire che l'Italia naccjue grazie ai suddetti accordi e
piemontesi nei confronti delle
dai
con particolare
cancellerie,
mento con
impegni precisi presi
il
alla
suo esercito
in Solferino, la ve-
ra arteiice della vittoria
per sempre \alle
(.lei
riferi-
Francia, che fu appunto
Po
i
che escluse
padroni austriaci dalla e piii in generale dall'I-
talia.
C^ome già detto nel pensiero di Cavour e degli europei l'Italia si sa20 giugno 1859,
la
l'ìuibii e le Tre llalie
strage di Perugia a opera dei mercenari pontifici.
rebbe dovuta estendere
alla Valle
Pa-
Uì
verni e cancellerie con una "clandestina"
V
7.
\
z
e
ITALIA
L'
f?
spedizione che, partendo dalla nuova
DAL lassALieee
Àt
ìao
po
di volontari
combattenti a sollecitare
la rivolta, in Sicilia
"CV»'
OK, oK//
avrebbe portato un consistente grup-
»M
lio
Chilomerri
,
^JJ^
u 2
n »
,>*» S
>e»?
Ita-
lia,
prima e
in tutto
il
Me-
ridione poi.
«nÌM^
IMPERO Il 1860. "Annus mirabilis". L'aggressione e l'invasione del Meridione d'Italia
ofynennà
£ma^
OTTO MANO
•/jrj
2.
f/rente
tr:
^ Ancona
^^'''SiS^SS' ffrtzo
\
afforzar
Sembrava un'ennesima spedizione
VbApnc
di
/A.
-« «^
m,fS^
'»-'°<» «J-»»
Corsica ^j»ccto
tipo improN^'isato,
^-fe -.^
,
dm, '"°''°^°~'
'**^"'%}
4' «""'laf,^
««the
y
-*"
;
'
viceversa cambiate.
Il
alcune cose erano
Regno
delle
Due
Sufino/id
Horrm^%^\
5-
ma
Ol^nhrtìonié
fbnftKotvo
Cjfv9
sentivano ormai
Caserta
N
Italia unificato,
si
ad ope-
fiato sul collo
potente,
e socialmente assai avanzato.
Meridione
Il
e
U/ltfre
il
militarmente vittorioso, economicamente
lecceo
Taranto
oOra/ono
Coglivi
un nord
ra di **
Sardegno
Chiesa
Sicilie e lo stesso Stato della
ma
d'Italia,
la Sicilia so-
Cas*
prattutto,
f.SJnfràCO
come
si
è detto, aveva
dovuto
subire repressive spedizioni militari du-
M
if
tifièrt
/
sanguinarie e vessatorie, da parte di una corte monarchica napoletana che, re,
O
i -
''*~*5
e
i
,
i
I
I
CH&nlsNIa
a
s
.
docet, aveva del rapporto
con i sudditi, soprattutto se siciliani, una concezione di antico stampo coloniale e
''tiri
Boni /
Bomba"
"re
Atlanta
funiai
O
omicida. I
)
I
t
i^Bi
Ay/7
L j^
ef V/à/fà
La misura,
cioè, in Sicilia era colma.
Veneto
Infine di diverso c'era
5tsto Pontifìdo
Garibaldi, l'Eroe dei due mondi, era già allora
Carta d'Italia
dopo
il
il
protagonista
imprese eroiche
1859.
sia in
lui.
cii
.
.
Garibaldi.
innumerevoli
Sudamerica, che
in
La fama che lo circondava era enorme, corroborata da due aspetti: Italia.
dana,
suno
alla
Toscana e
a parte del
di questi signori
infatti
Veneto, null'altro. Nes-
pensava a
Roma
capitale,
strenuamente difesa dai francesi contro
gli ita-
meno che meno ad un accorpamento piemontese del Regno delle Due Sicilie.
Uani nel 1849 e nel 1867 e
Questo, secondo quei signori, era contrario
alla lo-
sempre, evidentemente,
come
così serie
le
Quello etico era chiaro.
cose degh uomini,
uno sviluppo
sorprendente per allora come per oggi.
orticello,
Successe
spi in testa,
che
infatti
e soprattutto
che
in
i
i
fautori dell'unificazione d'I-
Torino avevano animato quel dise-
gno a partire dalla suddetta Società Nazionale, pensarono che fosse reale il pericolo che I'" Operazione Risorgimento" si concludesse con il raggiungimento di un'Italia che in quel momento coincideva con soli confini della "Area padana". Questi pensarono quindi di forzare la mano a goi
132
con
il
sacchetto di semi per iniziare
Il
rapporto con
i
mitici eroi
la-
romani
della
prima
re-
L'aspetto magico era, naturabnente, più discutibile,
ma
fu ugualmente di grande importanza nel formare
l'aura eroica che caratterizzò
molti meridionali, Francesco Cri-
ri-
pubblica era evidente.
popolo talia
immense
voro di seminagione.
previste e imprevedibili, in quell'Europa romantica
del 1860, diede alle cose che successero
fronte delle
compense sostanziali... era il classico eroe puro. Mai lui accettò contee o marchesati, come si usava allora ed egli dopo ogni impresa si ritirava sempre nel
quelle della natura, sono dominabili e una
impressionante di situazioni internazionali im-
A
sue benemerenze militari non aveva mai accettato
suo
gica, alla realtà e ai loro stessi interessi.
Non
quello etico e quello magico.
che fu
italiano, di
il
nizzardo nell'animo del
ogni estrazione culturale o di censo.
poche parole era diffusa l'opinione secondo la biondo eroe fosse immime alle armi nemiche. Curiosamente la cosa si dimostrò verosimile e infatti In
quale
solo le "fraterne" pallottole degli italianissimi bersaglieri del
dopo
colonnello Pallavicini riusciranno alcuni anni
a colpire
Garibaldi.
La spedizione che Garibaldi e suoi Mille attuarono, partendo diilla Liguria il 6 maggio 1860, aveva tutto l'aspetto di una delle molte spedizioni già tentate e tutte i
Roher/n
Sgiirzi
abortite a causa di banali azioni di polizia, spesso attuate
con
l'ausilio delle
grazie a
una
popolazioni locali (Sapri)... invece
serie incredibile di circostanze locali favo-
revoli, tra cui rinter\'ento del di,
il
coraggio e
una
biondo Eroe
dei
due mon-
decisione dimostrati dai quegli eroi e
una grande guerra franco-tedesca,
l'ax-xicinarsi di
lizzò
la
si
rea-
serie di aspetti positi\i e favorevoli alla realiz-
zazione dell'acquisizione del grande
Regno
Il
giorno 28 aprile giunse un telegramma cifrato
che affermava i
garibaldini,
causando grave scoramento
la verità,
ma
il
fra
giorno dopo esso fu seguito da un
altro messaggio, questa volta
menzognero (che
si
disse
inventato da Crispi), di senso opposto, che determinò
partenza e cioè
la
l'inizio della
spedizione (dal Berto-
letti).
Garibaldi partì disarmato... o quasi. L'Eroe era in
del sud.
un gran numero
realtà in possesso di
di ottimi fucili re-
golarmente acquistati tramite una sottoscrizione popoMille
i
non avrebbero dovuto
In realtà
esistere
perché
Garibaldi chiese a Vittorio Emanuele per la progettata spedizione meridionale, il 48° reggimento della Brigata
Bergamo,
ma
ottenendo da Sua Maestà,
molto sabaudo, prima un L'Eroe
cambiò
che erano depositati in Milano... ma non gli furono consegnati. Questo perché Cavour, che pubblicamente dilare
appeOò
si
di molto:
sì
un no. popolo e
in
modo
sprezzava Garibaldi
di
Milano, di sequestrarli e così
la
cosa non
"l'avventuriero"),
bili (Bertoletti, p.
fu.
ma
Poi qualche fucile arrivò,
e poi
allora al
(lo definiva...
aveva comandato a Massimo D'Azeglio, governatore
erano quasi inservi-
200).
suoi Mille saranno per la maggior
i
parte proprio bergamaschi. In quali situazioni sia partito Garibaldi è cosa fon-
damentale per bene comprendere
Quale sia stata la reale posizione del governo piemontese in questo frangente è ancora oggetto di studi
la qualità politica
e ricerche storiche. Si dice addirittura che Vittorio
Garibaldi partì perché fu ingannato, e questo è un
Emanuele II avesse emesso in merito ordini esattamente opposti gli uni agli altri e cioè sia favorevoli che
dell'iniziativa.
non
trascurabile. Infatti agenti di Crispi
in Sicilia
per fomentare alcune ribellioni che
giallo politico
erano già
avrebbero dovuto avere successo. Era quella zione posta dal nizzardo per scatenare
una sommossa
nestarsi su di
già in atto
la
condi-
l'iniziativa: in-
con successo.
Quegli agenti cercarono effettivamente di realizzare qualche ribellione,
ma
senza esito, ancora una volta
tutte abortirono...
di opposizione.
Non
deve stupire: Cavour e Vittorio Emanuele
proseguivano te.
Essi
l'antico,
piemontese, gioco deUe
non volevano entrare
in collisione
con
ni europei, nel rispetto degli accordi presi e
II
tre car-
gover-
i
che esclu-
devano aggressioni piemontesi agli altri stati della penisola, ma contemporaneamente non era loro volontà il lasciarsi sfuggire una grande, ipotetica occasione di allargamento del regno, cosa che poi
si
verificò.
Comportamento
piuttosto irre-
non sarebbe Cavour di sem-
sponsabile, quindi che forse coerente
%
ma
pre,
\
con
tere in relazione c|uei ti
il
che è probabilmente da met-
mesi,
non
ad atteggiamenti
abituali e
di
sorprendena
poco
Alcuni riferiscono (ma sono
affer-
in
quello statista, che di
\i
morirà.
non facilmente verificabili) che Cavour, che fu sempre un grande mazioni
libertino, avesse contratto tia
la
allora
una malat-
molto frequente e incurabile:
lue e che questo
morbo, proprio
in
quei giorni, evidenziasse aspetti patologici di tipo neurologico.
Comunque
l'Eroe partì e in
avventuroso sbarcò
La Francesco
II
fisica del re
re delle
e
la
Due
Sicilie
e
la
moglie Sofia. La foto dell'epoca testimonia
la
pochezza
particolare bellezza di questa regina, sorella della più celebre Elisabetta det-
moglie di Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria. La "guerra personale" di Maria Sofia contro Savoia non cesserà mai. Di lei sì sentirà riparlare anche in occasione dell'uccisione di Umberto Per gentile concessione del Museo del Risorgimento, Bologna.
ta "Sissi",
battaglia
modo
in Sicilia.
fondamentale fu
la
prima, quella di Calatafimi, che av-
venne quattro giorni dopo dei garibaldini a Marsala,
l'I
lo 1
sbarco
maggio
i
I.
L'Italia e le Tre Italie
1860.
ììì
naturale da parte dei siciliani verificare le reali volontà
da parte dei nuovi, ennesimi invasori della loro
La collaborazione con da vittoriosa
mente vero
i
locali vi fu,
battaglia, quella
ma
nella secon-
per Palermo, ed è sicura-
che, a partire da quell'evento, le truppe ga-
ribaldine furono decisamente ingrossate da
mero
terra.
che
di patrioti
un gran nu-
raggiunsero, chi provenienti dal
le
Settentrione, chi dalle regioni meridionali d'Italia.
Come
tutti
ricordiamo Garibaldi travolse un
fati-
scente esercito napoletano e conquistò Palermo e Napoli.
Si pili
deve ricordare che
Napoli di allora era
la città
affascinante del Mediterraneo e altresì la più po-
polosa
d'Italia,
220.000 circa
Dopo le della
con
di
i
suoi 450.000 abitanti, a fronte dei
Roma
e Milano.
Napoli L'Eroe
spedizione:
nuovamente Volturno.
l'esercito
quale
Fu
si
Roma.
rivolse verso l'obiettivo fina-
Ma
prima dovette affrontare
napoletano compresso a ridosso
ben disposto
del confine pontificio e
ni,
la
soldati di Franceschiello
i
a cavallo del
fiume
quella una grande battaglia campale nella
minacciando
piìi di
una
si
batterono
come
leo-
volta la vita di Garibaldi
stesso e lasciando a lungo in forse la vittoria.
Le vittime da ambo alla fine la
delle
Due
le parti
saranno numerose,
giornata fu per le camicie rosse:
Sicilie era
veramente
non
il
ma
Regno era
piij
italo-piemontesi, con
un
finito e
vi
alcuno serio ostacolo fra esse e Roma. Giuseppe Garibaldi.
Ma corpo
fine, nel
La rono
Storia patria ci racconta
la "scintilla" di
che quei mille diavoli
mazziniana memoria che accese
"sacro fuoco patriottico" dei
siciliani.
"picciotti siciliani" in quella battaglia senti.
Come
raccontano
ca, sin dallo sbarco,
fu-
il
le
Non
è vero.
non furono
numerose cronache
il
saranno proprio
gli
di spedizione proveniente dal nord,
famoso incontro Saranno loro
ribaldina...
che misero
di
Teano,
a
"bloccare rav\^enturiero",
alla
spedizione ga-
come diceva Cavour.
I
pre-
dell'epo-
contingente di spedizione fu os-
servato da lontano da gruppi di isolani armati e a cavallo,
verosimilmente uomini di fiducia dei nobili
non
vi fu
locali,
ma
alcun contatto, iunichevole o ostile che fosse.
Del resto bisogna riconoscere che, a fronte
dell'as-
soluta assenza di preparazione sul territorio invaso, era
II
Francesco Crispi nella maturità.
U4
La battaglia
cii
CalatafimI (11
maggio
1850).
Roberto Sgani
.
.
Torino e Cavour avevano vinto una ben
difficile
Cattaneo, Filopanti, era naturalmente molto diverso
lotteria.
Tenendo lontano Garibaldi da Roma avevano
da quello che stavano realizzando monarchi, generali e
placato
le ire di
Francia e Austria e contemporanea-
nobili.
mente, con un modesto sforzo bellico, avevano acquiproprio" due
sito "in
menso reame
terzi dTtalia,
appunto quell'im-
Regno delle Due Sicilie e Regno pontificio, proprio
costituito dal
dalla più gran
parte del
quella che avrebbe dovuto costituire
il
pretium doloris
deirinter\'ento francese verificatosi solo pochi mesi
prima e conclusosi con
un certo senso
In
momento prova
quel
la
ri.
Era tutto un
va
ponendo
il
ben
rara efficacia,
ma
in
quell'u-
nione forzata, \iolenta e innaturale strideva nei con-
un giusto rispetto dei
della
modo
Repubblica romana ricorda-
inequivocabile su
diritti
e doveri
mondo nuovo
istanze,
e diverso che
anche violente,
affaccia-
si
Europa
in tutta
e.
.
quarantotto lo aveva proposto drammaticamente. Il
diede
in
di cittadini e preposti, di amministrati e amministrato-
pace di Villafranca.
lo "Stellone dTtalia"
di
La Costituzione va e riferiva
ma
quesito, se Garibaldi
si
fosse impossessato di Ro-
o meno, era fondamentale e questo non solo per
perché se un nuovo stato mato da Grosseto e Urbino fino
l'Italia,
si
tosse for-
Mazara
del Vallo
italiano
a
genti in Ita-
con caratteristiche repubblicane e socialmente avanzate, esso avrebbe rappresentato, per tutta quell'Europa
suo Storia d'Un Ha dal
socialmente in fermento, un modello pericolosissimo.
Risorgimento ai giorni nostri di una lettera che Napo-
Modello che, r"altra Europa", quella degli Junkers e delle Teste Coronate, temeva come il veleno. Di lì a dieci anni si verificherà un episodio che confermerà questa tesi dei conflitti non fra popoli, ma fra classi dirigenti e a\'\'errà in Francia. La Prussia aveva già battuto le forze dell'impero di Napoleone III e
fronti di
e in
lia
Europa.
Sergio
leone
diritti delle
Romano
III scrisse a
riferisce nel
Vittorio
Emanuele
quale
II nella
al
riguardo è detto che: "/e trasformazioni politiche sono l'opera del
tempo
e che
una completa aggregazione può lungamente dal-
essere durevole soltanto se preparata
l'assimilazione degli iìiteressi, delle idee e dei costumi;
una parola penso che l'unità avrebbe dovuto seguire non precedere l'unione"
in
e
Parole purtroppo sagge e vere quanto inascoltate,
anche se bisogna pur sempre ricordare che da cui veniva date
la
predica non era fra
i
il
possesso di Parigi, quando
in
nesima rivoluzione, questa
ispirata a
Marx
ro significato comunista: la
Comune
di Parigi.
pulpito
piti credibili...
L'esercito dell'imperatore
terruppe
in
questa
città
germanico
avvenne
si
e
in
l'en-
con chia-
arrestò, in-
quella zona le ostilità contro l'esercito
francese e permise
circostanze di bruciante delusione.
le
dilagando nella pianura francese stava per entrare
ai
"regolari francesi", e cioè all'e-
sercito di quella borghesia, di rientrare in Parigi per
L'invasione piemontese
Un
forte esercito,
comandato da
Cialdini, partì
quindi dai confini romagnoli del nuovo Regno d'Italia nel
settembre 1860, esso aveva
il
benestare austriaco e
due obiettivi: primo, conquistare due regni e cioè la maggior parte del Regno pontificio e la totalità del Regno delle Due Sicilie e... secondo, tagliare francese, e
militarmente strada verso
Per la
i
la
strada all'esercito garibaldino nella sua
Roma.
francesi, alla luce di
quanto detto poco sopra,
situazione era particolarmente imbarazzante e que-
sto fu sintetizzato in "faites,
mais
un dispaccio
agli italo-piemontesi:
faites vite" e cioè "fate,
ma
fate in fretta".
Va sottolineato comunciue che l'esercito italo-piemontese aggredì due stati indipendenti, battendo pri
ma
i
pontifici in alcune battaglie e assedi di lortezze,
prima
di tutte Castelfidardo (18
settembre 1860) e San
Leo e infine assediando con mesi e mesi tli brutale bombardamento (anche Vittorio Emanuele II in quanto a "re Bomba" non scherzava) la fortezza borbonica di
Gaeta.
Ma
a
ben guardare quello
tu
un intervento soprat-
tutto contro Cìaribaldi e quello che egli significava. Intatti
il
modello istituzionale
avevano Garibaldi e
Vltdm
e le Tre Itiilic
gli
altri
di stato italiano
patrioti,
come
che
Mazzini,
Disegno lia
satirico dell'epoca.
Il
già italiana e garibaldina,
carretto napoletano
ma
finisce nel
si
affida alla
Sici-
burrone dello stretto
di
Messina.
13}
.
.
schiacciare quei "ribelli" in
uno
storico
bagno
di san-
mo, di costituire
problema non era militare, ma ideologico e politico; nel 1860 quell'Italia, repubblicana, mazziniana e garibaldina, "non s'aveva da fare", pena un intervento armato di qualche sovra-
Insomma, tornando
a noi,
il
la
vera e cioè
te a filosofie
po-
il
Rosi, Italia odierna)
p. 216):
''Il
lo stesso statista scrive (Bertoletti,
piano che ho adottato ha dei
polo avrebbe allora "fatto da sé" come voleva Catta-
l'entrata di Garibaldi a
neo, rendendo addirittura ingombrante, perché inuti-
cora; se ciò avvenisse sarebbe lui e
un regime monarchico.
le,
si
quanto
inarrestabile in
marcia di Garibaldi era
egli si
accingeva ormai a passa-
re lo stretto di Messina. il
pensiero dei
Savoia quando scrive questa lettera all'ammiraglio
Persane, comandante
la flotta
piemontese
largo del-
al
ma
non
Vittorio
Ema-
vero re d'Italia"
il
È drammaticamente ti
come
campane, e questo il 29 agosto 1860 e cioè ben prima che Garibaldi arrivasse in NapoH. le flotte
ma
ni,
il
da questi documen-
esplicito
vero pericolo e
il
vero nemico per Cavour
suo Piemonte, non fossero certo
e quel
Al riguardo Cavour sintetizza bene
pericoli,
Napoli ne ha dei più grandi an-
a
la
che ormai
intuì
nuele,
piemontese fu decisa quando
L'intera operazione
Torino
erano Gari-
classi piìi deboli. I suoi leader
Oppure quando
L'Eroe avesse conquistato Roma,
intende quel-
presa di potere da parte della forze ispira-
repubblicane e di riscatto sociale e culturale
Cavour (da
cosa di loro proprietà.
poi... se
si
ri-
baldi e Mazzini, n.d.a.].
i
come
la
da parte delle
no europeo, cosa che Savoia rifiutavano categoricamente in quanto consideravano ormai il territorio ita-
E
senza lasciarci soverchiare dalla
voluzione [in questo caso per "rivoluzione"
gue (1870).
liano
l'Italia
i
re napoleta-
rivoluzione sociale, ispirata da Garibaldi,
la
Cattaneo e Mazzini, che si avvicinava a Napoli, minacciando così l'equilibrio politico dello stesso nord Itaha.
È
altrettanto esplicito che proprio su Garibaldi e
i
suoi patrioti e con l'aiuto dei napoletani (borbonici o
Signor Ammiraglio
Siccome se
le scrissi
una rivoluzione
si
per telegrafo,
Abbia o non abbia diatamente i
il
comando
Napoli e vicinanze tutto
il
Dovendo
dovrà assumere immei
a
surrogandoli con liberali provati.
numero
Ho
due vapori
di bastimenti napoleta-
il
"San Mi-
della Transatlantica e [omissis]
.
.
.
Se
mandi la
i
ciò
non
ci
tutti gli ufficiali
n.d.a.]
non
si
compie prima
saremo in condizioni gravissime.
napoletana e
la siciliana,
commissioni; farà prestare loro
to al re e allo statuto; e poi vedremo. Intanto sarà la riunisca tutta la
Ma
il
bene che
El-
squadra a Napoli, o nelle vicinanze, per
il re, il
ducia in Lei. Segua è possibile.
Ma
ove
paese e
le istruzioni si
il
fratricida,
e la grande
sudamericano". lui,
che la
di-
pa-
si
fossero irresponsabil-
prodi garibaldini,
l'Ita-
si
A
sarebbe comunque realizzato subito Italie
purtroppo
forse
diverse e oppo-
inconciliabili, con-
A Teano
fra
Milano del 1898.
26 ottobre 1860, con Garibaldi e Vittorio Emanuele, il
lo storico incontro si
concluse quindi l'e-
vento storico in un possesso monarchico del Meridiod'Italia.
comportamento dell'esercito piemontese fu avevamo già registrato in Milano nel '48, quello di un nuovo, duro e questa volta anche sanguinario padrone, non quello di un nuovo amato fratello. Il
quello che
In realtà da certi reali e concreti comportamenti,
può ta,
si
dire che la conquista, così imprevista, così forza-
nuova e
così sconosciuta, fu
la pacifica
acquisizione dell'ul-
di quella terra, così
considerata non
come
timo lembo di terra irredento,
ma
a causa
deir"oppo-
sizione dura, inequivocabile e sanguinaria dei cittadini
per quanto
meridionali"... (questa era la versione "governativa"),
che io
il
partire dai fatti di
Ministero hanno piena file traccio,
presentassero casi
per lo meglio, onde raggiungere
736
civiltà
sarebbe poi formata? Forse assai difficilmente.
due culture
ste,
darà a
giuramen-
avere le maggiori forze possibili a sua disposizione.
Ammiraglio,
potenti cannoni rigati
esercitati sui generosi e
quel confronto violento fra due
ne
turberemo punto. Ella s'impadronirà, potendo-
lo dei forti; riunirà la flotta
dell' "avventuriero
sangue
l'esperienza popolare garibaldina per trasformare suffi-
legni della nostra squadra.
monarchiche filo-piemontesi... per
la
rivoluzione [conquista di Napoli da parte di forze
dell'arrivo di Garibaldi,
i
ben guardare
ma
può somministrarci.
Se non può disporre di legni napoletani in numero ciente
di
grande
fronto che fu poi solo posposto, per esplodere poi a
occorrono ancora almeno cinque o sei grossi vapori, che flotta napoletana
bagno la
detestava.
lia si
una divisione pie-
pronto a Genova, a questo scopo, solo i
cannoni piemontesi, senza À-
unita del forbito nobile piemontese, che invece la
tria
Se
certo
i
orribile
mostreranno con ciò molto più vero amore per
mente
ni e suoi per trasportarla.
chele" ed
umanità proprio
radunerà in
dell'esercito. Ella
spedire subito a Napoli
Genova un
un
che sarà poi evitato solo per
naviglio napoletano, allontanando
montese composta dalle brigate Aosta e Piemonte, vedrà di
mandare
riserva per
Sarà appunto Garibaldi, e Mazzini con
Real Navi; e occorrendo, assumere
gli ufficiali devoti al re e [...]
ella accetti la dittatu-
della flotta napoletana e occupare
comando
il
che,
si
cuna
.
la dittatura,
bersaglieri o
provvisoriamente
governo desidera
compie a Napoli,
ra se gli venisse offerta dal popolo.
forti con
il
volevano puntare
non),
non
previsti operi
grande scopo a cui miria-
come
la
ciarono
conquista della prima colonia... e qui comini
nostri guai di oggi.
Ruberto Sgarzi
Lltalia settentrionale realizzava quella conquista
imprevista senza neppure conoscere le caratteristiche
che andava ad acquisire. At-
della entità geopolitica
che Cialdini iniziò
tenti storici riferiscono
cia d'invasione del
Meridione
d'Italia
sua mar-
la
senza
nemmeno
anno dimostravano
lo
no
Silvestrelli la
intolleranza, se lo stesso Betti-
che pure era
Ricasoli, il
il
Cavour scriveva
vice di
a
28 ottobre 1860: "La stupida pedanteria e piemontese ci costringerà a una nuo-
laida burocrazia
va rivoluzione per rigettare quel giogo che ci è più anti-
avere carte geografiche idonee ad una adeguate cono-
patico di quello che fu l'austriaco.
scenza del terreno che
che vogliamo essere italiani e avere un 'anima italiana e
Né mento il
si
può
accinge\'a a conquistare!
si
certo parlare di particolare apprezza-
delle più importanti personalità piemontesi per
Meridione
d'Italia, se
Cavour come luogotenente, scriveva al suo primo mi"Che barbarie! Altro che Itani,
Questa è Africa:
sono fior di virtù
Guida
dotto,
i
di Nobili e
alla
vogliono capire
maniera loro" (Carteggio
cura
a
Camerani).
Luigi Carlo Farini, inviato da
nistro in questi termini: lia!
non autonomi...
Non
beduini, a riscontro di questi cafo-
civili"
(Giardina, Sabbattucci, Vi-
Ciò che Cavour pretese con enorme durezza fu l'annessione totale e immediata (cioè
condizioni di tutto
Meridione
senza
la resa),
d'Italia. L'iniziale
po-
sizione siciliana di richiesta di trattativa fra Stato
ita-
il
liano e un'assemblea elettiva siciliana fu considerata
alla storia, voi. II, p. 788).
quasi un atto di guerra.
E
per
i
meridionali,
facile accettare la
Già... ni,
specie
non la
nuova
\'inti
non
piiì colta, della
sfruttamento
al
gli
atto di guerra fu considerato, e infatti lo era to-
talmente, quello attuato contro l'esercito italiano da
fu facile convincere quelle popolazio-
parte
E
fu certo
situazione.
zione Torino". Era sotto terribile
e occupati
bontà deir"opera-
occhi di
tutti lo stato di
quale era sottoposta
Sardegna da parte dello Stato sabaudo
(e
la bella
ormai da
tre fortezze
borboniche ancora assediate
del passaggio di consegne da Garibaldi
momento
al
piemontesi:
ai
quella di Gaeta, quella di Civitella del Tronto e di
Messina che continuarono lungamente
Quelle truppe erano comandate,
in
queOa
la
lotta.
Gaeta, addirittura
150 anni), determinando\'i una situazione di depres-
dal loro re e dall'indomita moglie bavarese e
sione economica e culturale dal quale ancora oggi es-
bene che Franceschiello era per il popolo "il tiglio della regina Santa": questo non deve essere sottovalutato. Cialdini per domare Gaeta assediata
sa fatica a strapparsi.
E
già gli "stati annessi"
da un so-
necessiterà
sessantamila
di
si
badi
proiettili
e
scriverà a Sofia di Baviera chiedendole di
segnalare
la
sua abitazione con una ban-
diera, ciò per evitare di colpire la sua per-
sona. Sofia risponderà con un netto e veramente regale, quanto sprezzante, rifiuto. La guerra fra l'Italia e il Regno delle
Due
Sicilie fu
durissima
e,
così
awenuto
sessant'anni prima
l'esercito
sabaudo
ai
come
era
francesi,
verificò subito che
il
passaggio del contine tra Stato pontificio e
Regno meridionale implicava rapporto con solo di\'erse, 11
le
popolazioni,
ma
situazioni di in x'crità
non
opposte.
problema apparve essere il "controlquesto non poteva cer-
lo del territorio" e
to avvenire a fronte della presenza sulla
zona recentemente conquistata di un cito napoletano,
eser-
ancora parzialmente
in
armi e parzialmente combattente contro gli italiani.
Si
impone\a quindi
la
resa piti rapida
anche
possibile delle tre tortezze ed
ruolamento forzato dei nell'esercito italiano e
mento"
in
campi
il
L'Italiii
di
Teano
fra Garibaldi e Vittorio
e le ire ÌUilic
Emanuele
(26 ottobre 1860).
Due
l'ar-
borbonici
loro "riaddestra-
dell'Italia del
Insomma si iniziò in mento e la deportazione Incontro
militari
nord.
realtà l'allontana-
dell'esercito cfelle
Sicilie e tutto ciò è assai
bene docu-
ì}7
un
meritato in
bomba"
"libro
brerie napoletane:
F.
in circolazione nelle
E
li-
qui qualche "nota caratteristica" di questo
gnore bisogna
Izzo, / lager Jet Savoia).
darla.
Enrico Cialdini nacque
"proclama
Il
Emanuele poletane
II
che
Loreto", con
di si
apprestava ad invadere
presentava
si
quale Vittorio
il
ai
le terre
na-
meridionali, parlava chiaro.
fratello e rispettava le decisioni dei soldati
Veniva da
nuovo
napoletani, a piacer loro: o a casa, o nel
Quel documento
to italiano.
eserci-
sarà tutta carta straccia.
Esso sarà subito sostituito con un altro proclama ben più duro e vero: soldati napoletani sbandati e che non i
si
fossero presentati alla nuova autorità militare sareb-
bero
considerati disertori e traditori e perciò fuci-
stati
La
Nel 1943-1945
storia si ripete.
sesso militare dell'Italia da parte sti
determinò analoghe
sercito italiano che
poco
a
lì
frizioni
dei nazisti e dei fasci-
con
non volevano
gli
sbandati dell'e-
si
oppongono
parte vincente
alla
briganti.
i
i
nomicamente;
il
Dopo
clusione.
i
,
padre condannato
a dieci anni di re-
primi anni di vita scioperata e
l'attiva
partecipazione a vari moti insurrezionali in Emilia, En-
raggiungendo
rico fuggì,
sua carriera militare
come mercenario,
Parigi.
come
Fu da
in Portogallo in
re civili, al servizio di
qui che iniziò
soldato semplice
Don
una
delle tante guer-
Pedro, già imperatore del
Uomo
duro, a volte crudele, autoritario e corag-
gioso Cialdini
si
distinse in battaglia raggiungendo, da
semplice soldato,
i
massimi gradi. La sua
vita fu traintri-
cate vicende di quella guerra civile e dove sposò Maria
Martinez de Leon.
A
36 anni era
soli
già colonnello e
inviato in Francia per aggiornamenti. Era ormai
ti
Uomo
bellici.
dal carattere
ombroso si
una
e forte di
ovun-
distinse
que, a Vicenza (1848), a Novara (1849) e entrò in
mi rapporti con Massimo D'Azeglio. La sua partecipazione alla guerra
La conquista del Meridione d'Italia L'acquisizione del Meridione fu
dunque
larmente sanguinosa e andò ben oltre
Fu
partico-
rapida incur-
la
perdonare agh
a fare
montese e divenne uomo
fra
i
Crimea riuscì non essere pie-
più influenti dell'eserci-
to sabaudo. Politicamente accorto, Cialdini
sione del brigantaggio".
rini,
infatti necessaria
"Briganti" numerosi e aggressivi, se
si
pensa che
i
caduti nell'esercito regolare (piemontese-italiano) in
questa guerra turono equivalenti
ai
indipendenza sommati assieme. Si una guerra civile (quasi contemporanea a quella di secessione americana), una guerriglia, con terribili episodi di brutalità e ferocia da entrambe tre guerre di
Tutti noi abbiamo, sin dalla
un Meridione
di
tivo e sanguinario ad
due mondi
prima età scolare,
d'Italia liberato
l'im-
da un re cat-
sura in quel
Sicilie fu
comando
il
modo, ma
solo per
i
in
questa veste che fu ritenuto
ma
più idoneo diplomaticamente, vista la sua esperienza più
il
anche militarmente,
che decennale come repres-
sore o autore di guerriglia in Spagna, a guidare di spedizione dell'esercito italiano che, si
sia
il
cor-
partendo
inoltrò in territorio pontificio nel
1860, conquistandolo in larga parte per poi invadere tutto
Regno
il
di Napoli,
come
si
dirà di seguito.
delle
Due
modenese generale Enrico Cialdini che, al un grande esercito di ben 120.000 (cento-
di
conquista della durata di ben quattro-cinque anpiù.
"briganti" meridionali e
la
lunga linea di sangue
.
.
chi erano questi "briganti"?
La
storia del
Meridione
d'Italia dal
1860
al
'65-66
presenta uno degli aspetti più drammatici e per conse-
ventimila) uomini, combatté una lunga, terribile guer-
ÌÌH
Fu appunto
po
cen-
il
buona mi-
primi mesi e per una
duro conquistatore del Regno
anche
con Napoleone
strada a Garibaldi e conquistare
Italia.
Ma. in
frazione limitata del territorio. vero,
esperto mOitare di Fa-
ma purtroppo
ad iisiini poptili. cose andarono realmente
costruita
In effetti le
come
e,
e dai suoi Mille romantici e generosi
Favola stupenda e commovente,
ni... e
tro-sud
I
una favola
ra di
piemontesi
la
ra-
opera del buono e biondo Eroe
patrioti.
Il
per bloccare
seppe
gli interessi delle alte sfere poli-
fu autore degli opportuni contatti
dalle basi emiliane
le parti.
dei
tico-militari
caduti italiani del-
trattò in realtà di
magine
pidamente affiancare
otti-
di
gradi di...
alti
una ulteriore lunga guerra, allora conosciuta come "campagna meridionale", poi convertita in "campagna per la repressione garibaldina.
'48
il
e Cialdini tornò in Italia per partecipare a quegli even-
lunga esperienza pratica sul terreno,
le
la
e, di fatto,
scorsa largamente in Spagna, ove partecipò alle
unirsi ai germanici.
del
l'Italia
e sempre, coloro che sono...
l'S
Santyan y Velasco. La famiglia benestante evidenziò un impegno liberale e, dopo moti del '3 1 fu rovinata eco-
presa di pos-
la
nord sarà coperta da mai "Achtung banditen". avvertimento: cartelli di scordati E cioè "attenzione zone infestate da briganti". Ancora
Di
Modena
BrasUe, poi tornato nella patria europea d'origine.
sul posto.
lati
a Castelvetro di
da Giuseppe e dalla spagnola Luigia
1811
agosto
si-
guenza, volutamente,
meno
conosciuti del nostro pas-
sato. Il
realtà
fenomeno
del brigantaggio è
sempre
stato
una
molto diffusa nell'area meridionale.
Già nel Cinquecento uno dei sohti, truci, governatori spagnoli pensò di sradicare il fenomeno.
Rohirlo Sgarzi
Naturaijnente, quel bravo "difensore della fede"
usò
il
cidio.
solo sistema che conosceva:
Ben 18.000
potè cambiare pili.
altrettanto naturalmente nulla
un po'
in meglio: ci fu solo
odio
di
Sarà così e anche peggio nel 1860.
Le cause
di tutto questo
erano diverse,
ma
erano sottoposte
ta alle quali
prietari terrieri più
o
meno
le
masse
blasonati,
timi, nei secoli, ritti
sempre
i
fero-
Per questi
doveri rimasero sempre brutali e
i
dell'Inghilterra medievale,
Lo
stesso Pascoli lo definisce: "Il Passator cortese,
re della strada, re della foresta".
Ma sono
i
fatti bellici
alcun
in
fuorilegge.
di-
già
si
modo
riguardanti
gli
riconducibili
anni suddetti non ai soliti
povera gente, dopo l'antico arrivo degli
orribili hiJal-
fuoco
gruppi di
Di questo e delle odiose feroci rappresaglie i contemporanei europei (soprat-
erano accorti
tutto francesi e inglesi), che bollarono
inesistenti.
Robin
o a Stefano Felloni,
il Passatore, ancora oggi immortalato bandito, simbolo del coraggio romagnolo.
ul-
L'alba della civiltà stentava a spuntare per quella
si-
detto
da pro-
rurali
ma sempre
e spietati nei confronti dei sottoposti.
vi-
rappresentanti di un odiato
Basti pensare al più classico dei fuorilegge:
Hood
spesso
riconducibili alle terribili e vessatorie condizioni di
ci
in
come
sfidare le guardie,
gnore.
(diciottomila!) siciliani catturati fu-
ma
rono massacrati,
violenza e l'omi-
la
il
con parole
di
sanguinario e coloniale comportamento dell'e-
sercito italiano, in quei giorni e in quei luoghi.
gos spagnoli.
Nell'animo popolare,
infatti,
governo, più ancora dei briganti,
erano i
i
veri responsabili di
questo stato di cose inalterato nei secoli. Essi. cora che
i
tagliaborse e
i
tagliagole. Si
.
può ben
.
più an-
dire che
questo animus non è molto mutato.
tempo
In ogni
disperata
e sotto ogni cielo,
antepone
si
al
governo,
il
drlU band»
\<'Xx.*
quando
la
gente
brigante è visto con
(jlovanni
segna\'a tolò
una
il
Pacami
dvlla
bunda
il
Tronto,
confine del Regno napoletano.
terribile
il
fiume che
Da
lì si
sro-
lunga linea di sangue, di violenza, di
sopraffazione e di dolore che valicando
sovrapponendosi
favore e simpatia, per quella sua capacità di opporsi e
^ tnrrnro Ciniulo
Tutto cominciò poco oltre
reggitori del
al
gli
Appennini
confine giungerà fino a Gaeta e
se-
ben guardare per sempre, il nord e il sud d'Italia. Avrebbe potuto essere una linea di fraternità, diventò una linea rossa come il sangue e carica di odio. parerà, a
l-i-unr
L;--b.inJa Gjui-ii-.
l'I
I'(i
(ucviso in ffoniliiio).
I
.
^
-
..I
r.f»!i.i
Vificn'u l*ornr/o ilclb
l-ind--
'-wr'"
Fucilazione di Vincenzo Petruzziello, Montefalcione 1861. Questa
Fotografie d'epoca che mostrano alcuni dei cosiddetti "banditi napoletani" prima o dopo l'esecuzione.
LÌUiìhi < /(
ì'rc ìltilie
immagine divenne
il
simbolo della resistenza meridionale contro
l'invasore piemontese.
lì')
Le truppe italo-piemontesi del generale Cialdini e, come responsabile di zona, del generale Pinelli, asse-
un unico capo, eletto il 7 aprile del 1861 a Lagopesole in Lucania, una specie di Pontida locale. Egli fu Carmine Crocco (al secolo Carmine Donatelli), ex pastore ed ex garibaldino, datosi alla macchia per vendicarsi e ci riuscì con gli interessi. Padre e ma-
diavano quella fortezza, tenuta da milizie regolari bor-
dre erano
E
tutto cominciò subito, nel 1860 in Abruzzo, a
Civitella del Tronto,
gno
Due
delle
appena passato
il
confine del Re-
Sicilie.
boniche, quando un"impro\'visa sortita di questi ultimi militari
portò ad unirsi a individui definiti dai pie-
li
addirittura
cale, in
stati infatti fatti
quanto "colpevoli"
Questa specie conducibile
cora le
lì
questi gruppi
la storia si ripete,
nuove autorità
si
gettarono a fondo valle
e,
an-
massacrarono ed esautorarono con i pie-
il
uomo
noto per
sua ferocia, era tempe-
la
una "rapida sanare una si-
no,
stato di richieste dell'autorità centrale per
normalizzazione della zona"
al
fine di
tuazione imbarazzante per Torino, di fronte all'Euro-
pa e
Insomma bisognava chiudere
all'Italia.
ne e invece quella fortezza che
non
si
buon
questio-
arrendeva era ora
minacciavano
aiutata dall'esterno da guerriglieri che
strade e rifornimenti.
la
Quei "briganti" minacciavano
esito dell'operazione e
con esso
il
la carriera del
La
repressione del Pinelli fu durissima, per inten-
un proclama disse che "in quelle circostanze la sarebbe stata un delitto". Il grande massacro co-
dersi in
pietà
minciava.
Anzi cominciava quella che
lo stesso
Garibaldi
in
Parlamento, durante una burrascosa seduta, definì co-
me
fratricida, voluta e organizzata dalla
"una guerra
fredda e nemica va vanificato I
i
mano
del Ministero, che "al sud ave-
prodigi dei volontari garibaldini".
"briganti" erano quindi costituiti, in
modo
qualche
ri-
ma
questa volta
È profondamente falso definire questi individui comuni tagliagole, perché essi sicuramente lo furoma furono anche qualcosa Come ignorare favore di
di diverso. tutta la
il
cale per quella che ni attuali,
che
da
tanti
essi affrontarono, battendoli, a
campo aperto fiancati
Come
Ruvo
del
scordare
lo-
scordare
Monte,
e manovrato, reggimenti di fanteria
da squadroni
Come
popolazione
era considerata, con termi-
un'armata di liberazione?
in af-
di cavalleria?
la
conquista di Melfi, Venosa, Ri-
pacandida e Ginestra, da parte dell'esercito
sempre grazie
ganti", e questo
generale.
di esercito era in
forze sanfediste antinapoleoniche del
alle
finale fu diverso.
dei
PineUi,
di essersi difesi
cardinale Ruffo di sessant'anni prima,
tese alla collaborazione
montesi.
lo-
dai morsi
del suo cane.
montesi "briganti del locale Appennino".
Da
morire da un signorotto
alle
di "bri-
contemporanee
in-
surrezioni dei relativi abitanti di quei centri abitati.
Come
scordarsi che a Casalduni quegli abitanti in
analoghe circostanze e guidati dal clero, massacrarono
ben cinquanta bersaglieri di guarnigione? Perché nel clero essi avevano la loro guida: infatti Riario Sforza, cardinale di Napoli e con lui numerosissimi cardinali, per non contare comuni ecclesiastici, furono esiliati o arrestati, per collusione con i briganti i
ribelli.
buona misu-
ra, dai soldati reduci dell'esercito borbonico, sbandati
E l'altro
proprio dal confinante Stato pontificio, ove fra
ancora risiedeva
napoletano Francesco
l'ex re
II
di
meglio noto come Franceschiello e la di lui terribile consorte Sofia di Baviera, venivano aiuti di ogni tipo,
tutto: militari, malviventi, banditi, galeotti sfuggiti alle
fantasiosi gradi militari ai criminali capibanda, danaro,
prigioni, avo'enturieri e leali sudditi borbonici.
ordini e armi.
e senza paga, che
si
riunirono in numerose bande di
regolari, all'interno delle quali, nel
I
loro capi pili
tempo
si
radunò
ir-
importanti furono quasi tutti ex sol-
dati e graduati borbonici:
Cosimo Giordano con il suo Nanco
luogotenente Martummé, Schiavone, Ninco
(Giuseppe Nicola
Romano
(il
Summa
da Avigliano, PZ), Pasquale
Sergente Romano), Cosimo Mazzeo (Pizzi-
chicchio), Nicola Rubino, Giovanni Fortunato (Cop-
poco noto, si Spagna che, forse giustamente, non dimenticava i 500 anni di rapporto con il Meridione d'IIn queste circostanze, episodio assai
fece viva la
cui
talia, di
si
considerava
la
madrepatria.
Intervenne quindi, proveniente dal boccheggiante territorio iberico,
un distaccamento
militare spagnolo,
nello Castagna, colonnello Francesco Luvarà, Giusep-
guidato da José Borges, un alto graduato di quell'esercito, che voleva porre ordine in quelle bande spesso
pe Carlo (l'Armiere), Francesco Ferrante (Cicquagna)
selvagge e senza alcuna disciplina. Gli andò male: cat-
e mille
turato a Tagliacozzo r8 dicembre 1861 dai regolari
pa),
Giovanni Piccioni (Maggiore
altri.
Questi che ti"
pontificio), colon-
la
storiografia ufficiale
chiama "brigan-
erano e sono considerati "eroi patrioti" dai legittie, stando allo scritto di Fulvio Izzo
misti meridionali (p. 125),
per volontà di Francesco
II e
per comunica-
zione scritta del generale napoletano Bosco, ogni "patriota" arruolato riceveva
"grana"
al
50 ducati per l'ingaggio e 40
140
cilato
maggiore Franchini,
con
fra di loro,
si
erano date
tutti
i
lo
spagnolo fu subito
ita-
fu-
suoi commilitoni.
Fu una guerra ove gli italiani impiegarono un'armata di 120.000 uomini, ma fu una guerra sporca, una guerra civile, ove le crudeltà, come si diceva, furono orribili
da entrambe
Dopo
giorno di paga.
Queste bande, integrate
liani del
i
le parti.
primi tempi
i
regolari italiani, provenienti
dalle regioni del nord, furono
gradualmente
affiancati
Roberto Sgiini
da una forza di polizia, chiamata "Guardia mobile", o
anche "Squadriglieri",
costituita
opportunamente da
forze locali di remunerati collaborazionisti, assai più
esperta nel muoversi fra
gli
uomini e
monti meridio-
i
filomonarchici,
"squadroni della morte" composti da
di fatto
nali:
anche se mascherati da lealisti, sanfedisempre tali rimangono, come tali trattati e spesso sfruttati dai soliti tristi figuri, a ben guardare peggiori di loro. briganti,
I
sti,
dopo un
Settant'anni
altro siciliano. Salvatore
mercenari.
liano, scriverà la stessa storia,
uomini dell'armata italo-piemontese grande fu anche il problema della comprensione della lingua
più tragico.
Per
gli
parlata in quei luoghi, per loro assolutamente inaccessibile.
Alle atrocità dei banditi l'esercito regolare rispose
Crocco trovò ad aspettarlo le guardie papaline che in catene in una buia prigione e ivi lo tennero fino al 1870, anno in cui il brigante, tutto incate-
lo
buttarono
che, con
struosi assassini "pentiti" (toh, chi
portavano
incontra!) che,
cambiavano campo e godevano quindi di impunità essendo diventati "consulenti ed esperti di fiducia" di comandanti e generali.
come
Illustri storici,
a
il
Montanelli e G.B. Guerri,
ste,
insomma quel corredo
mo
recentemente visto messo
in
opera dai tedeschi a
Marzabotto e dintorni, dagli Americani dai Serbi in Kosovo.
La
storia
si
che abbia-
di rappresaglie
in
ditismo
spense lentamente, lasciando
Nei suoi
accuserà
scritti
ma
lanza del crimine,
le
autorità italiane di ave-
di avere tollerato e
manova-
perdonato
i
"capoccia".
Non
siamo certo
I
stupiti.
il
posto
al
"lager" degli italo-piemontesi destinati
ai soldati
meridionali
ban-
Ma
ditismo spicciolo dei tagUagole e dei sequestratori di
perché mai
i
difensori di Civitella
non
si
arre-
sero alle fraterne truppe italo-piemontesi del generale
Pare comunque che una delle ultime bande azione
sia stata quella
ta nel
1872.
Da
in
comandata da Manzo e distrutla morte eroica di un suo
Ferdinando al
si
tariamente nell'intento di consentire
sacrificò volonla
fuga
deOa medaglia d'oro
valor militare?
trattamento che
il
si
riservava a quei
prigionieri?
suoi
ai
Pinelli, poi insignito
Qual era cioè
segnalare
componente, Antonio Bottone, che
trattamento era durissimo,
Il
ma
era spietato so-
prattutto per coloro che avessero troppo a lungo ritar-
compagni.
Nel Meridione scese quindi finalmente assomigliava però
la
pace che
quella dei cimiteri, che a quel-
piìi a
un civile consesso. I capobanda si fecero tutti ammazzare con fuciloni in pugno e le fotografie dei loro corpi attorniati dalla Guardia mobile e dai Reali Caradi
i
(come nel caso di Civitella del Tronto), o che continuassero a mantenere fede al giuramento e al patto d'onore che ancora sentivano dato
il
to, la
morirono anche le loro uomini in quanto a decisione e ferocia... un riferimento a Michelina De Cesare, donna di particolare bellezza della quale esistono drammatiche fotoessi
regolari
ai
loro cultura e
Per
giro del
feriori ai loro
loro resa
la
vincolante nelle loro coscienze per
mondo. donne, certo non in-
binieri impettiti e marziali, fecero
quelli,
i
la
"regolari"
Logico quindi che da
quelli
zini,
C'è chi racconta dei loro corpi nudi appesi nei vapaesi meridionali "normalizzati"... e anche
Michelina non sfuggì (brocco,
a
la
bella
capo dei capi",
le cui
erano naturalmente diventate leggendarie tenute nascoste dalla censura
al
loro
re,
il
i
non avevano
pietà.
soldati napoletani fuggissero
che erano sicuramente concepiti come aguz-
per via delle torture e delle fucilazioni
che, ormai
ro con
i
loro sta-
si
in
massa
era venuto a risapere, avevano gravato
Logico che
locali, nei classici vestiti dei
(ciocie e cappelloni), logico
che
si
essi si unisse-
contadini locali
facessero aiutare da
quei locali, padroni dei monti e degli anfratti più na-
questa sorte.
"il
il
loro collettività.
sulle popolazioni della zona.
grafie dell'epoca.
Carmine
dopo memorie che
re sterminato "le serpuncole", e cioè la bassa
gli italiani
sempre.
ri
in tarda
pare essere intelligente e gradevole.
partire dal 1865-1866, quel tipo di ban-
e, a
Con
morì
all'ergastolo e
avere dato alle stampe un libro sulle sue
Vietnam, o
Alla fine di questo gigantesco massacro
la
l'unità nazionale.
condannato
ripete.
"vinsero" si
fu
italiani
e dello Stato pontificio,
età nel 1905 a Portoferraio, nelle carceri italiane,
questo esercito italiano fucilazioni in mas-
sa, distruzioni di interi paesi, incendi colossali di fore-
compimento
a
agh
titolo di merito,
Roma
conquista di
la
Crocco
catturati,
imputano
come
nato, fu consegnato,
con brutalità inaudite e collusioni disgustose con mosi
Giu-
con un epilogo ancora
al
imprese sud,
nord, resistette fino
ma
scosti,
che
soli
potevano insieme
a loro trovare cibo,
acqua e salvezza. Già... salvezza perché per
al-
un soldato napoletano
l'ultimo e poi riusci a rifugiarsi in territorio pontificio.
in
fuga (insomma quelli del...
L'uomo, duro e feroce cjuanto ingenuo, aveva creduto
ra
da parte degli italo-piemontesi poteva significare o
molte promesse dei cardinali pontifici e dei nobili
la
fucilazione immediata,
alle
borbonici rifugiati testa,
ma non
in Lazio,
Franceschiello e Sofia in
tro\'ò la fanfara.
L'ilaluì f le Tre Italie
ghissima prigionia
numerosi e
in
di x'aria
uno
"tutti a casa!") la cattu-
oppure
spaventosa lun-
la
dei campi,
i
terribili "lager"
natura che riprendo dall'interes-
Ì4I
.
.
.
Non
sante già citato libro di Izzo e anche dal pure interes-
ma meno credibile,
sante,
/
Savoia e
il
Massacro del sud
Antonio Ciano.
di
.
.
mento,
tutti
i
prigionieri subivano lo stesso tratta-
qualità del quale, pare di capire, era deter-
la
minata da vari parametri: alla
"rieducazione",
l'età,
la
disponibilità del soggetto
l'appartenenza a truppe che
avevano opposto resistenza, grado, arma, fedeltà Il
sistema
di
deportazione dei soldati napoletani
chiarata I
L'esercito napoletano, al
momento
del suo collas-
constava in circa 97.000 uomini. Di questi circa
so,
27.000 furono catturati e trasportati Si cercò di
convincere
presentazione di
la
campi
soli
a
minacce,
ma
si
ot-
"campi
di
Napoli
lano e
altri
di prigionia"
erano molti e
come Torino San Maurizio.
Quest'ultimo, comandato da un "duro",
Ma
se per tutti
prigionieri la vita era durissima,
i
esposti
lombardi, liguri o piemontesi e
da
cie nelle isole del Tirreno,
lì
na e Rimini. Varie sono l'epoca circa
sumane,
le
Anco-
descrizioni di cronisti del-
condizioni, che paiono veramente di-
le
nelle quali av\'enivano questi trasferimenti e
che ricordano
i
Particolarmente descrittive sono
le
si
pagine riporta-
dilungarono
sul-
l'argomento. Italia,
o meglio negli stati
sardi, esiste
tratta dei Napoletani. Si arrestano
napoletani in gran quantità,
peggio che non
si farebbe
to assistere
ri,
Ho
si
proprio
la
da Cialdini soldati
stipano ne' bastimenti
mandaho dovu-
degli animali e poi si
no a Genova. Trovandomi ma.
e
un vero dramma.
disertori era
i
e se venivano catturati questi ultimi erano
ludibrio della folla nei vari centri emiliani,
al
no molte Nelle
e
le
angherie allora era-
ben documentate.
Romagne
il
passaggio di ex prigionieri napo-
letani disertori dall'esercito italiano,
oppure compo-
nenti l'esercito pontificio, determinava grande turba-
mento, per disprezzo per
i
primi e per l'odio colà
esi-
stente per le divise dei secondi. I
tentativi di linciaggio
erano frequenti. Sempre
«Civiltà cattolica» lamenta che "anche la colta Bologna
da «Civiltà cattolica», che allora "/«
gli irriducibili
Quando
più recenti carri bestiame verso Au-
schwitz.
te
per
caricati su navi italiane
e condotti principalmente nei porti di Geno\'a,
genera-
accogliere migliaia e migliaia di prigionieri.
20.000 uomini.
prigionieri venivano variamente concentrati, spe-
il
Decavero, era veramente gigantesco, destinato ad
le
soluto. I
tutti in terri-
Bologna Casaralta, Mi-
Furono ben 50.000 quindi soldati che sfuggirono alla cattura e che andarono errabondi alla macchia in tutto il sud, inseguiti da un esercito duro, crudele e rii
di-
ecc.
torio sicuro, cioè Alessandria,
nord.
al
72.000 rimanenti a presentarsi
i
con un bando che univa blandizie tenne
in
al re
ad uno di que'
testé in quella città
non fu immune da questo turpe comportamento" Per i disertori sfortunati, che non riuscissero a giungere in territorio austriaco (pare che 4000 napoletani siano riusciti a guadagnare il suolo Veneto, allora ancora austriaco), o francese e per ragonabile
affamati, piangenti: e sbarcati vennero distesi sulla
pubblica via come cosa da mercato.
Si trattava di
un deposito di questi sventurati. Alcune centinaia ne furono mandati e chiusi nelle carceri di Fenestrelle: un ottomila di questi antichi sol-
Assarotti dove vi è
dati Napoletani vennero concentrati nel
campo
di San
Maurizio"
il
un posto
dal quale uscire vivi
forte prigione di Fenestrelle.
un'enorme fortezza
sulle Alpi
ove
le
condizioni di vita erano impossibili, ove fame e malattie
mietevano vittime,
ciale, a
Spettacolo doloroso che si rinnova ogni giorno in Via
alla Siberia,
era fatto difficile:
spettacoli che lacerano l'ani-
visto giungere bastimenti di quegli infelici, lace-
refrattari al rein-
i
dottrinamento... c'era l'inferno in Terra, un luogo pa-
ma soprattutto ove
il
freddo
gla-
fronte delle povere giubbe in tela assegnate
prigionieri, era già
una
ai
tortura.
Toccante una lettera, riportata da Fulvio Izzo, di un pastore valdese che impietosito dalle orribOi condizioni in cui versavano
colonna
si
i
prigionieri che, incatenati e in
avx'iavano a quella fortezza, riuscì a scam-
biare alcune parole con un ufficiale papalino. Questi
"Penso che un traditore sia sempre da consideun uomo spregevole; io avevo giurato di difendere
gli disse:
Nel giornale «L'Armonia» del 3-9-1861 è "A Rimini il mal umore dei soldati giunge fino sperazione di darsi
la
scritto:
rare
alla di-
la
morte. Parecchi si sono annegati
nel mare volontariamente. Sicché dovettero le autorità
porre delle guardie in piccole barchette per impedire
si-
mili eccessi"
bandiera del papa e l'ho fatto fino alla fine"
Quindi ancora una volta erano gnitosi ad essere perseguitati e
i
i
migliori,
i
più di-
voltagabbana ad esse-
con la vita, una divisa pulita e un pasto caldo! Sembra di capire che dopo un periodo eli "riedu-
re invece premiati
asciutta e
sono
stampa dell'epoca
cazione" e anche diciamo pure di riaddestramento a
e riportati nel libro di Fulvio Izzo: '^Sabato erano tra-
nuove divise, nuove armi, gradi, lingua e cultura, la maggior parte dei sopravvissuti a condizioni disumane
Altri episodi
descritti nella
una quantità di soldati napoletani stretti a due a due da una lunga catena, perché rei di essersi ammutinati e di aspirazioni al loro
veniva accorpata a reparti dell'esercito regolare già in
sovrano"
controllarne l'operato.
dotti nella cittadella di Alessandria
Ì42
essere, in
numero talmente
diluito
da potere sempre
Roherlo Sgarzi
.
Prudenza questa quanto mai opportuna perché in realtà l'esperimento di immissione dei napoletani nell'esercito italiano ebbe all'inizio un pessimo risultato: il
numero
dei disertori fu altissimo.
In questo
mare
meritano
quel
momento
era quello che era.
un
stato in realtà
Il
Risorgimento era
largamente di vertice e legato
fatto
al-
volontà di potere della monarchia sabauda prima e
la
di disperazione e violenza brutale
situazione politica, sociale e storica deO'Italia in
te; la
poi della nobiltà italiana tutta, che
si
sentiva garantita
un posto
a parte lo
odiati mercenari del
e gratificata nel duro sistema politico del tempo: per
papa
Autori riferiscono che, a differenza della
nobili e ambiziosi borghesi vi era spazio solo per pote-
re.
gli
Francia che subito pretese, ottenne e accolse concittadini che avevano militato sotto
papa,
mercenari
i
propri
bandiere del
svizzeri, irlandesi e inglesi, a
dei pessimi rapporti fra la Santa si
le
i
Sede e
i
Questa guerra
do
al
loro orribile destino.
fra fratelli italiani,
per
come
fu combattuta, costò e continua a costarci
e quan-
enorme-
mente.
La Marmora parlò
In termini di \ittime
ma
grande
cifra in
di
voci che
le
in
dissonanza nei con-
propaganda sabauda una soprattutto, quella del grande Massimo D'Azeglio, che non si può certo definire un rivoluzionario marxista; egli appare ammirevole per qualità dei toni e per capacità di quella sintesi del pensiero che riprendere-
mo
poco avanti
e che contraddistingue
grandi pen-
i
Romano
da Sergio
50.000 fuggiti in Europa.
ma
sempre maggiore durezza
tempo
Dei caduti "briganti", che
gli
si
A
la
sempre più
Ma ci vogliono,
è già detto,
austriaci in
ben
tenere
incisivi.
ne uccisero più
i
guerre di indi-
tre
pendenza.
abbiamo
non
il
tutti
è
inaugurato un piccolo museo che nelle testimonianze e negli accenti vuole riportare
almeno un poco
di verità
il
settentrionali,
60 battaglioni per
Mi
ci
non
diranno: e
si
ebbe, a causa di
nell'animo della gente: dei
stati costretti
vogliono, SI o
briganti,
suffragio
là
sì.
esser corso qualche errore.
NO.
che gl'italiani che non la
li
Italia,
credo
vogliono hanno diritto di fare
guerra.
Ma a
ad azioni inde-
gne e dei meridionali per avere dovuto subire tanta
il
ma so che di qua
vogliono 60 battaglioni e di
Perché a chi volesse chiamar tedeschi in
danno più grave
per essere
bastino,
Dunque, o cambiar principio o cambiare atti, e trovar modo di sapere dai napoletani una buona volta se ci
storica in questo contesto.
follia colonialista,
non
universale? lo non so niente di suffragio,
non
stabilire
universale.
e pare
ne vogliono sapere.
Dunque deve si
mi pare
qui proclamati.
regno, ed è notorio che, briganti o
dal Tronto
Solo nel 1998, meritoriamente, in Lucania,
sin
Napoli abbiamo cacciato un sovrano per
un governo sul consenso
italiana nella repressione ot-
risultati
italiani
come
tenerla
che vogliamo, per comodo di circostanze, cambiare quei
di rilievo, la valu-
tazione del suddetto autore, che fa notare
forse
D'Azeglio in una lettera di incredi-
che dovrebbe dipendere più di tutti dai napoletani, salvo
princìpi che
Curiosa, forse un po' cinica,
Ma
il
che fu poi ripresa dalla stampa europea:
La questione del tenere Napoli o non
parlano di
80.000 imprigionati nelle segrete dei "liberatori",
tenesse nel
Scrive infatti bile attualità
difetto.
Altri autori riportati
questa
levarono
si
fronti del potere e della
7151
chiaramente c'è da pensare ad una
10.000 "napoletani" fucilati o caduti in combattimen-
circa
i
satori.
briganti uccisi,
to,
Fra
causa
loro governi,
videro privati della nazionahtà, dell'assistenza con-
solare e abbandonati
danaro e allargamento dei confini, non certo per
re,
diritti cix'ili.
ildliani che,
unirsi a noi,
rimaìiendo
non abbiamo
il
italiani,
non volessero
diritto di dare archibusate.
violenza.
Carmine Crocco, sebbene brigante
e semi-analta-
beta, diceva cose che Montanelli riporta e
che non
si
"Non si con/muove ancora il ciclo, non jrcnic non straripa il mare al cospetto delle infamie commesse ogni giorno dall'invasore piemontese?" In realtà quel bagno di violenza lascerà una traccia, una lunga linea di sangue, che ancora di\'ide il nord duro conquistatore e il sud vinto e umiliato, impossibile pensare che oggi, nel profondo dell'animo della gente del sud questa ferita non sia ancora ben presenscordano: la
lena,
te e
dolorosa.
Lo
si
av\'erte visitando quei luoghi, in
certe dure occhiate, in certi silenzi eloquenti, nei rac-
conti popolari e nelle stesse spontanee testimonianze.
Già
in quegli anni le parti politiche
ramente contrapposte dai
fatti
denunciati dalle allora forze
L'I/iilhì
e le Tre ìlalic
erano state du-
su esposti chiaramente
di sinistra,
ma
inutilmen-
Il
generale Enrico Cialdlni.
14}
.
.
.
Credo bene che
non
in generale
ma siccome io non
modo,
si pensa in
questo
intendo rinunciare al diritto di
fronti del stile
Meridione
giorno prima di morire,
"il
dopo avere
ricevuto l'ultima visita del
re,
quasi parlando fra sé e
sé, rivolto ai presenti, disse
pa-
ragionare, così dico ciò che penso.
giugno 1861,
5
Il
Tessitore" (Lettera di
Massimo D'Azeglio a Carlo Matteucci M. D'Azeglio, Scritti e discorsi po-
del 2 agosto 1861, in litici,
Firenze 1931-1938, voi.
[N.d.a.:
confine fra
il il
fiume Tronto
Regno
delle
399 e
Ili, p.
in
Due
ss.). il
Sicilie e lo Stato ponti-
libri storici
anche
il
e che
sono
divulgativi,
sì
ma
riportate in mol-
che per
la
Ma,
al
riguardo,
le
parole che ancor oggi più col-
piscono per l'intensità del pensiero, sono forse quelle
Cavour morente. E
ciò
non può non
stupire, per
l'indubbia durezza che quel politico dimostrò nei con-
j9
,
loro im-
portanza non sono sufficientemente note presso
i
con-
cittadini.
Parlando dei "poveri napoletani" Cavour
ficio).
di
commuovono
role che ti
quell'epoca segnava
con
d'Italia della cui conquista,
coloniale, egli fu l'autore.
disse:
L'Italia del nord è fatta, non ci sono più lombardi, né piemontesi, né toscani, né romagnoli; siamo tutti italiani;
ma
Oh,
ci
c'è
_..-.^--j.
G.
sono ancora
i
napoletani.
molta corruzione nel loro paese.
Non
è col-
dì-Manfredonia
ifou^
Mar 1
r
r
'"•'-W='
e
n
-^>:;icrv
^
/>
<<.„:..,;-"
<ì-
S ^ /
TEATRQ.i.ilGUERRA ^ 'ò'
^
^
Scijm
[ (i:n
(Mi/KJii.i
ti
r Regno
Ì44
delle
Due
Sicilie.
Mappa
illustrativa dei
luoghi della guerra del 1860 e seguenti.
Roberto Sgarzi
pa
loro, poveretti, suiìo stati così
mal governati.
non può
corruttore
non
È colpa
un governo
di quel furfante di Ferdinando. No, no, essere restaurato,
la
così
Provvidenza
gioventù, creare
giuriando
i
asili,
paese, educare l'infanzia e la
collegi militari;
ma non
è certo in-
napoletani che riusciremo a cambiarli.
che lavorino,
ma
con gli
stati d'assedio.
strerò ciò che dieci
[...] tutti
non
libertà
riuscirà
a
Le parole
la libertà
e
mo-
possono fare di queste
con essa le
la
dimensione
si
forse
i
la
inserite in
mattanza di Cialdini e
di brutalità e ferocia
Tutto
pensare di
fa
E
sì.
un paese
che
vol-
si
tutto fa pensare che
il
no-
assai più civile e felice.
raccomando.
Nord e sud non ride
Atene piange Sparta
Raramente sentiremo un messaggio più vero, più d'amore per "poveri fratelli napoletani"; per di più stupefacente perché Cavour parlava francese e non aveva mai visto Napoli. Anzi doppiamente stupefacente perché egli era il primo ministro invasore e conquistatore e si era in pie-
gioni su accennate, nel nord.
na "repressione del brigantaggio", cioè... sanguinosa e
ne gravi problemi
crudele guerra
più nel trentennio che va dal 1870
i
civile.
Cosa pensare, quindi e quale
cambiò
dare all'unità d'Italia?
stro sarebbe oggi
intenso, più traboccante
Cavour
di
un prospiegano ampiamente.
Cavour avrebbe fermato
ric-
d'Italia.
gli stai! d'assedio, vi
morte
la
vanno
del "tessitore"
getto politico e con esso
belle regioni. Fra veni' anni saranno le province più
No, basta con
che purtroppo
produrre. Quella morte, con molti
destini del nostro paese.
sanno governare
Li governerò con
anni di
trattava quindi di darle quella veste
si
di civiltà e libertà
soprattutto niente elargizioni, l'impie-
niente stati d'assedio
stato ita-
volesse riproporre "in chiave eu-
aspetti misteriosi, repentina e terribile
decorazioni, carriera; bisogna
gato non dev'essere neppure sospettato.
E
la
ropea". Fatta l'halia
il
Mi chiedono impieghi,
che
liano e soprattutto
lo permetterà.
Bisogna moralizzare
forma dello
stesse ripensando fortemente la
La dione
diversi, ma... se
situazione drammatica che caratterizzò d'Italia
non
Meri-
il
fu certo presente, per le molte ra-
si
Ma
anche nel Settentrio-
evidenziarono subito e ancora di al
1900.
significato dare a
queste parole? Si trattava solamente di elucubrazioni di
un malato morente o C'è da pensare che
in cui
Minghetti,
il
c'era qualcosa di
ci
fosse
ben
altro.
i
suo ministro dell'Interno
di cui
molte libertà
L'Italia fu fatta
si
proponeva insieme a Cavour un progetto altamente liberale e democratico di riforma istituzionale del paese e anche di questo si dirà. Si parlava di ampio decentramento amministrativo dirà,
e di
Cos'era quel Piemonte
ben altro? Erano mesi
del
C'è da pensare quindi che
il
gruppo
di
quindi ad immagine e somiglianza
e qui
cominciarono
perché quello stato era duro
e...
problemi per
i
montanaro,
di
tutti,
nome
e di fatto, cioè chiuso e oligarchico perché la struttura era stata la
locali.
Piemonte
sì
ammodernata
dal geniale Cavour,
ma
quel-
presenza fu troppo transitoria.
Cavour
primo ministro morì
Il
come
infatti,
si
diceva, nel
1861, a soli 51 anni.
La forma-stato piemontese era chica e fortemente accentrata. gi,
poco
è cambiato.
.
.
cioè
autoritaria, oligar-
come
l'Italia
La monarchia sabauda,
restaurazione post-napoleonica,
si
d'og-
in fase di
era distinta in feroci
e sanguitiarie repressioni nei confronti di chi chiedeva istanze politiche innovative. Solo per fare alcuni esem-
genovese Mazzini che
pi, sia
il
nizzardo CJaribaldi,
sudditi piemontesi, avevano pendenti sul
ne
capestro e questo
al
fin dalla
capo condan-
loro più giovane età.
Pochi governi come quello avevano, per motivi poe non,
litici
la
torca tacile.
La monarchia sabauda pre-
stava addirittura alla reazione europea
i
propri ram-
come Carlo Alberto, da usarsi come forza di repressione, più o meno mercenaria, delle istanze di lipolli,
bertà nei vari paesi. In Piemonte prima e in Italia poi, il potere era ovunque nelle mani del rappresentante del re: il prefetto.
Per
la
sindaco, Venezia, Riva degli Schiavoni.
Ululiti e le Tre
1/cilie
Monumento
a Vittorio
Emanuele
I
cioè
gli
piccola amministrazione era responsabile
ma
anch'esso era di nomina regia,
la
il
carica
era assegnata direttamente, ancora una volta da
Ì4i
problemi attuali non sfugge e sonon sfuggirà ad alcuno quanto essi siano anda sempre radicati nell'animo dei cittadini lom-
rapporto con
Il
i
prattutto tichi e
bardi e veneti.
Disattesi progetti di
decentramento
In realtà anche questa volta
pino, perché le cose
quel modo,
il
caso
ci
mise
zam-
lo
non sarebbero dovute andare
in
ma
riprenderemo l'argomento. Già, perché le menti più illuminate del governo
italiano e cioè
Cavour e
Marco Minghetti, cui unità
lia la
toritario,
si
il
suo ministro degli Interni
nel 1860
avevano capito che un'Ita-
stava
compiendo
in
avrebbe avuto possibilità
modo duro
e au-
di stabilità e di evo-
luzione solo se ampiamente decentrata nelle sue com-
petenze politiche e amministrative.
Ne
seguì
im progetto
di assetto istituzionale del
paese che prevedeva un ampio decentramento burocratico, l'eleggibilità diretta dei sindaci e,
come
si di-
ceva, molte assunzioni di responsabilità politiche e
amministrative da parte dei poteri
locali.
L'autore era un grande bolognese, appunto ghetti,
nato nel 1818. Personaggio di cultura,
Cavour
di cui era
molto viaggiato
l'uomo
in
ed esempi
di
Museo
del
condotta pohtica,
nacque suddito, subito si era dato causa dell'unità d'Italia e fu appunto costui che
to pontificio di cui alla
curò
Sua Maestà e
a lui e solo a lui,
amministrato,
Questo tipo
non certo
al
popolo da
sindaco stesso doveva rispondere.
il
amministrazione trovò, natural-
di
mente, ostacoli già
1866 in Lombardia La Lombardia, infatti era abituata al sistema di governo austriaco che stimolava autonomie regionali: esse appunto avevano dato ottimi risultati di sviluppo economico e sociale; insomma i va(ecco che
ri
ci
siamo!
permessi e
a partire dal
).
le varie autorizzazioni,
da sempre abituati
a farseli
da
i
lombardi erano
Il
le
abitudini
dovere andare a
Roma o
Firenze per ottenere un
permesso, un'autorizzazione od una firma e forse chis-
dovere pagare qualcosa
a
la
Il
transizione dei poteri dall'Emilia
bolognese, però, così
come
il
al
Piemonte.
suo paritetico "col-
lega toscano" Bettino Ricasoli, avrebbe volentieri previsto, in
occasione delle "annessioni
Piemonte",
al
qualche Cardenal Nepote,
al-
cune autonomie amministrative locali. Furono appunto progetti di questo tipo che videro addirittura Bettino Ricasoli detto il "barone di ferro", ma non solo lui, spingersi al punto di ipotizzare di richiamare dopo il '59, granduchi austriaci; ipotesi questa (già riferita) però inverosimile per l'assoluta sua i
improponibilità. Bisogna del resto dire che
soli.
lombarde e venete, il cittadino aveva sì duri doveri di suddito, ma aveva anche dignità e dimensione appunto... di cittadino. Per
sà
casuali.
tentativo di riforma dello Sta-
del Risorgimento, Bolo-
gna.
lui
dal-
in Italia.
Quelle autonomie proposte non erano
dopo un
il
di fiducia e l'alter ego, aveva
che appunto voleva riproporre
Marco Minghetti. Concessione
Min-
Europa, traendo soprattutto
l'Inghilterra stimoli
Minghetti,
il
come
il
ritorno
dei vecchi principi ai loro molteplici piccoli troni del
centro-nord ItaUa, faceva parte essenziale dei
trattati
Seconda guer-
di
pace
ra
d'Indipendenza, documento che però fu travolto
c4i
Villafranca che conclusero la
dagli avA-enimenti, dalla storia e dall'eroico patriotti-
smo
degli italiani che
si
rifiutarono nel
modo
più deci-
per averla, proprio a quei lombardi non andava giù,
so di ritornare a \'ecchie schia\'itù, ormai infrante dal
ma
soprattutto aumentava in loro perdurando questo stato di cose,
la
convinzione che,
loro sacrificio.
il
raffronto con
rapporti economici o culturali, diventava sempre più
Tutto quel progetto di decentramento istituzionacadde nel 1861, per ragioni di politica internazionale e per la forza della cosiddetta destra storica, che più che un partito era una holding, una specie di Spa, di
penalizzante.
nobili e generali.
stati
europei confinanti,
ressanti, in
146
quanto
i
soli
i
soli
con
i
per
essi
quali da
veramente
gli
inte-
sempre avevano
le
Ruberto Sgarzi
Quel progetto autonomistico quindi con
i
con Bettino Ricasoli, (tutto l'opposto)
ti"
cambiato duro regime
cosiddetto "regime dei prefet-
al
che a ben guardare non è da
allo-
centro dell'amministrazione dello stato. In effetti
chiacchierò molto delle curiose, sud-
si
comporta-
il
il
classe dirigente piemontese,
Si dice intatti che, fra l'altro, egli usasse
una bara indossando una corazza (da qui
il
dormire
in
"barone
di
il
buon Bettino il
suoi affari
li
sapeva fare e
caso che a partire da quei tempi
il
"Consorzio del
(Ricasoli)
consentì
al
"barone
non poco
stu-
di... ferro",
l'accumulo
di autenti-
Progetti di decentramento politico e amministrati-
come
Marco Minghetti, furono quindi suin Lombardia, come reazione, organizzò un movimento autonomista che, alla lon-
tana, anticipava
i
quelli di
bito avversati si
proprio
e,
Lega lombarda odierna, ma tutto
la
questo accadde qualche anno dopo, nel trentennio
pore.
In effetti questo repentino rovesciamento di fron-
La costruzione e l'imposizione
tassi,
to sulla penisola;
assunte dalle varie lingue parlate in quel
insomma una
momen-
specie di "puzzle", di
gioco ad incastri linguistico: quella fu chiamata Fatta
l'Italia si
e
fatti (o
quasi)
gli italiani, alla
classe
presentò un ulteriore problema: "fare
liano" e cioè
l'ita-
gua tradizionale"
nuova nazione. La questione fu rilevante anche perché relativamente inattesa. Era infatti romanticamente diffusa l'opinione che il "Bel paese ove il sì suona" avesse un comune idioma sufficientemente omogeneo. Naturalmente non era così, si trattava infatti di molte lingue e molte
veda
(si
Romano,
S.
"lin-
Storia d'Italia
dal Risorgimento ai giorni nostri, p. 68).
consisteva invece nell'acquisizione, in
ma più rapido, nome e per con-
to di tutta la collettività nazionale, di
una
lingua che avrebbe dovuto essere par-
la
lata e scritta dall'Italia unita, la
ter-
1870-1900 e di ciò parleremo dopo.
ribile
della lingua italiana
dirigente
si
in... oro.
buon padre", cosa che
già allora suscitò
i
Chianti Ricasoli", con sede naturalmente in Brolio,
vo,
iJ
nel-
e au-
Ingenuo, o trasformista, o mezzo matto che fosse,
governo del suo feudo di Castello di Brolio come un antico signore medievale, in un rapporto con suoi sudditi da "severo, terrò") e che egli amministrasse
deve identificare
si
come sempre dura
tocratica.
che fortune
del Ricasoli a partire dal 1860.
cer-
vero responsabile di questo penalizzante av-
vio del nostro stato unitario lo
dà
dette "stranezze' che caratterizzarono
mento
tamente la
ma
da parte del toscano non potè che stupire,
te
di polizia,
ma
cittadini,
ai
cadde
molto e che, né più, né meno, era un ove nessuna libertà era lasciata duramente tutto deciso e imposto dal
di
ra
di Minghetti
suoi estensori, per dare di seguito vita,
Il
secondo metodo più brutale,
scelta fra quelle in
avesse di
le
una
uso
al
momento
il
la
cui fonetica
si av\'i-
pensiero e
la \'alu-
più possibOe allo scritto.
Al riguardo tu determinante
letteratiu'e diverse, caratterizzate
nello "stivale", che
connotazioni più autentiche, che fosse dotata
letteratura importante, e
cinasse
sola lingua,
il
e strutturatesi in secoli di storie e apporti assai diffe-
tazione del grande della letteratura e dell'italianità del
profilo fonetico, che lessicale: l'arabo
nostro Ottocento: Alessandro Manzoni, "el sciur Li-
renti, sia sotto
per
la Sicilia
il
e la Calabria,
il
il
germanico (austriaco) per
il
Veneto e così
Lombardia,
la
il
Piemonte,
lo slavo per
via.
sander" tanto amato dai milanesi. quesito, anManzoni aveva già in realtà sciolto dando a "sciacquare suoi panni in Arno", dando cioè il
i
Per quanto riguarda in
francese per
il
Piemonte, bisogna dire che
realtà la cultura e la lingua
realmente parlata
in
alla
la
comunemente usato
e assai correttamente, dal-
corte, dalla nobiltà, dai militari di
dalla borghesia,
mentre
la
lar-
gamente imperfetta. se
Lo Statuto come lingua Solo nel
Si
appunto il franceufficiale da usarsi alla Camera. 1860 la lingua italiana, per iniziativa di C.
Bottero, tu resa obbligatoria
al
Parlamento... italiano!
vide subito che
i
va lingua italiana" per
melotli per ottenere tutti
gli
italiani
una "nuo-
Lìtiiliii
e
/('
Vru Iliilic
il
ma
"fio-
il
problema non
fu trattato
invece adeguatamente sperimentato e
pio L'Assommoir di Zola) contemporaneamente,
sia in
"tradizionale" che in "fiorentino". Tutti sappiamo come finì que quindi così come nacque
tutti gli italiani di
Al di
là
i
governo ordinò
cambiare lingua e
conosciuto da solo
punto erano
con un'improv-
sia
pur bellissima
tutti gli italiani.
Infatti l'autorità di
ma
e la lingua italiana naclo stato:
dura e rapida imposizione della
lingua toscana a
erano fonda-
mentalmente due. Il primo consisteva nella costruzione di una lingua nuova di zecca, una specie di esperanto, realizzata con l'apporto di "parti" e cioè parole, grammatiche, sin-
quindi
giunse a tradurre alcuni romanzi stranieri (ad esem-
visa, Si
le caratteristiche lingui-
in ballottaggio tu
pensi però che tutto
banalmente, si
albertino prevedeva
sua poesia
rentino".
grado elevato e
loro lingua italiana era
alla
La seconda lingua
quello stato era quella francese. Questo idioma era quello
sua prosa e
stiche tipiche della lingua parlata nella città di Firenze.
il
3%
in
pochi mesi a
di usare
un
idio-
degli italiani, quanti ap-
toscani.
del tipo
ili
soluzione, torse inevitabile, del
Ì47
.
problema, furono della
nuova lingua e
la
Perché non solo anche
durezza usata per ottenere
il ri-
che lasciarono e lasciano notevoli perplessità.
sultato,
impose una lingua nuova, ma non usare piìi, da quel mo-
si
propria originale e cioè l'idioma abi-
in poi, la
tualmente usato tino ad allora suUe piazze, nei mercati, negli uffici pubblici, per
comunicare con
tempo
In realtà in quel
dopo l'adozione
e per molto
ufficiale, l'italiano fu la
il
prossimo.
ciale,
tempo ancora lingua per
gli
un po' come il latino oggi per noi: una linbuona misura impermeabile, con un lessico er-
in
metico riservato
Una cembre
ricerca dell'ISTAT
un
ha messo in evidenza
La durezza usata
suo
il
(di-
ancora
italiano su quattro usa
lingua preferenziale proprio
dialetto.
dal governo centrale per sradica-
nelle scuole, negli uffici pubblici, nei tribunali, nell'e-
o\amque, per comunicare, quella e solo quella
Oltre all'imposizione formale e autoritaria altre,
si
usaro-
realtà so-
forzata unità d'ItaHa
problemi
a colpi di
cannone, fucilate e carcere duro,
che credettero diversamente.
altri
Come
vede
si
le co-
non sono poi molto cambiate. Alcuni altri credettero in un mito romantico, una panacea magica e affascinante, un evento mistico che subito avrebbe risolto te le distinzioni,
tutti
i
problemi, uniformato tut-
armonizzato tutte
le anteposizioni:
d'Italia.
Ma, come tanno rilevare importanti storici, la nanon fa salti e anche questo, come molti miti si rivelò pura immaginazione. Questo si può verificare neltura
la letteratura.
grandi romanzi ottocenteschi sono
I
prece-
tutti
denti l'unità d'Italia e par di capire dai commentatori
che
non abbia ottenuto, dopo
nostra letteratura
la
paragonarla
alla
Del resto
miglior dimensione internazionale.
un punto
c'è al riguardo
di riferimento:
l'acquisizione di premi Nobel, talmente
classi dirigenti.
L'uso del dialetto fu subito considerato deprecabie disdicevole, sintomo inequivocabile di dequalifi-
cazione sociale e culturale, una dirimente evidente fra colti e ignoranti, fra alta e
la
Vi furono alcuni che credettero di potere risolvere i
più insinuanti forme di convincimento e questo
ad opera non del governo, bensì delle
le
che
quell'evento, le dimensioni che possano permetterci di
tu la lingua accettata e autorizzata.
no
politica
aveva determinato.
re lingue e dialetti autoctoni fu altissima e repentina:
sercito,
dura e quasi impossibile
la
economica e
questo mito fu quello dell'unità
a caste elitarie e fortunate.
1999), che
questi eventi tutti naturalmen-
se
eruditi, cioè
come
conoscevano
te
sic et simpliciter di
mento
gua
Quando accaddero
rapidità imposta nell'adozione
la
ci
impone
una dura
modesta che verità: l'unità
da accettare, per non dire ferounità d'ItaHa, quanto meno non fece quei miracoli
d'Italia, quella difficile
ce,
che alcuni
bassa gente.
di guardare in faccia
si
attendevano, anzi...!
L'uso del dialetto divenne un marchio d'infamia e di basso livello sociale:
Ma
in
una regione
una vergogna. questa macchina-
d'Italia tutto
non funzionò: non a caso ciò avvenne nel Veneto. Ancora oggi Veneto è bilingue, naturalmente vi si parla un ottimo italiano-toscano, ma all'interno di quella collettività, quando un veneto parla ad un altro veneto, non vi è individuo che, con scrupoloso orgoglio, non usi proprio l'idioma originale. Anzi, il non zione
comportarsi in questo
modo
sarebbe considerato, in
quella regione, offensiva stravaganza.
Nulla accade per caso
e, se
ché proprio nella lingua parlata
un popolo
e
i
questo avviene, è persi
sintetizza la storia di
veneti sono giustamente orgogliosi del
loro passato e della loro cultura
ai
non
quali proprio
al
di là delle autoritarie imposizioni mi-
nisteriali, l'acquisizione dell'italiano,
gua per
l'Italia,
fu e ancora è
come unica
molto lenta per
la
lin-
dura
realtà culturale. Si pensi
che
al
d'Italia nell'Ottocento
È ormai
acquisito da tutti che la nazione che seguì
momento
statistiche, forse generose,
dell'Unificazione certe
davano un
50%
di
popola-
da un mosaico di popoli
a questi episodi fu costituita
con lingue, culture, percorsi
comune connotazione:
storici
gli italiani".
Ci
si
provò.
Ed
Bisogna riconoscere
modi. monarchia sabauda una
in molti
alla
rilevante attenzione per l'omogeneizzazione e l'equili-
brio fra le varie etnie che rappresentavano solo per questo,
che proclamò principe di Napoli trono e fu proprio in questa
la
effettuò
perplessità.
.
da quelle parti è purtroppo diffusa, nota e invalsa opinione che "si diventa uomini sulla strada, non a scuola",
con
le
conseguenze
conosciamo.
UH
di descolarizzazione
che
tutti
I
al
che questo povero
sarà poi purtroppo Vittorio
III,
del
neonato erede
nuele
Ema-
propria educazione, ad opera
però di un severo istruttore milanese.
Non
a caso
si
spostò
la capitale,
fu cosa
enormi
l'Italia
Umberto
nano deforme, che
90%
nelle regioni meridionali destano
il
città
Firenze (1866) e poi da Firenze a
Sardegna. Ancora oggi certe realtà scolastiche
diversi. Sola
religione cattolica.
la
zione analfabeta in Padania, per giungere fino ad un in
molto
Ricordiamo ancora Massimo D'Azeglio, per la sua famosa affermazione: "Fatta l'Italia, bisogna ora fare
momento. Esemplare, ma
vogliono rinunciare. In realtà,
Società ed economie del nord e del sud
I
prima da Torino
Roma
a
(1870) e non
da poco.
tumulti torinesi avversi a questa operazione cau-
sarono morti e le del
Di
feriti,
ma
il
paese, giustamente,
baricentro politico e socia-
si
spostò.
rilievo fu l'impiego di ministri e politici di
parte d'Italia (Crispi, Orlando e tanti
altri tra
i
ogni
meri-
Roberto Sgarzi
munque un
r.
gustoso aspetto di quella cultura e quella
società.
un
Interessante infatti, a questo riguardo,
mento
riferi-
Papa sempre la
storico che riguarda lo Stato della Chiesa.
Gregorio (vulgo "Gregoriaccio")
rifiutò
strada ferrata che considerò "opera del diavolo",
ma
nel '58
papa Pio IX, si rese conto che la grande superficie che ricopriva lo Stato della Chiesa doveva essere ormai valorizzata da qualche ferrovia. Fece quindi elaborare in Inghilterra un modello di locomotiva perfettamente funzionante e lo inviò, per costruzione delle macchine autentiche, nell'unica
la
dei suoi domini che, per dimensione tecnico-
città
grado
scientifica, fu reputata in
gegni: Bologna, città
ai
produrre
di
tali
contini di quell'impero e
con-
ben
al
qua dell'Appennino. Il modello è ancora lì nel Museo dell'Istituto di Fisica dell'Università di Bologna e non fu mai utilizzato, in quanto l'unione del 1859 cambiò tutti piani. di
i
Ma
perché mai, per produrre queste macchine,
il
Centro-meridione
d'Italia
bi-
Roma? Perché mai
sognava spingersi tanto lontano da
non aveva capacità pro-
duttiva? stampa
a ricordo dei primi trafori delle Alpi.
La
risposta è che queste
zione materializzata di un
come
se e liberale, dionali),
mentre invece
rimasero saldamente nali,
tino
le alte
gerarchie dell'esercito
trionale,
macchine erano
mondo
l'esplica-
illuministico borghe-
quello dell'Europa centro-setten-
che appunto
si
arrestava
al
confine toscano.
mani piemontesi, o settentrio(Badoglio), con un'importante
in
all'ultimo
breve e non casuale eccezione per Diaz,
in
piena Ca-
1867: Mnnterotondo e Metìtatia
poretto.
Roma
Nel 1867
è l'obiettivo dell'ennesima spedi-
zione garibaldina di stampo mazziniano e cioè impeto
economie
A) L'Ottocento: società ed
al
nord
molto romantico ne
Lo sviluppo economico, con
rimase però, fino
caratteristica della sola
VaOe Padana, anzi
te di essa: ci
il
al
1946, una
di
una par-
cosiddetto triangolo industriale con verti-
Milano, Torino e
vecento)
come
Genova
e con
il
riterimento
dell'unificazione inlatti
la
\a un Prodotto Interno
Lordo
lo dell'intera
Marghera
(nel
1870. Al
al
momento
Padana produceai óuc terzi di quel-
pari
gli
co fu sempre pesantemente modesto
in tutto
il
Meri-
tlione d'Italia e legato al solo aspetto agricolo.
questo argomento è rimandata
popolo
Questo aveva
tre
componenti:
po
di
il
città, di settantaset-
Enrico e CtÌousando due barconi armati, si fecero sciTevere;
comando
il
tratelli
terzo, intine, in
un grosso cor-
di Garibaldi,
entrò direttamen-
Lazio pontificio.
La chiave
alle pa-
prima consisteva
spedizione (4652 volontari) che, da Passo Core-
se, al diretto
te nel
che comandati dai
C^airoli,
la
nella capitale; la secon-
da l'intervento, direttamente nella te volontari
della questione era l'insurrezione di Ro-
ma, promessa dai patrioti romani: ma non Per l'ennesima volta la "scintilla" non
gine seguenti.
so B) L'Ottocento: società
ed economie
al
centro
la
nuovo
Roma.
una spontanea insurrezione
vanni
del governo
dalla prigionia do-
episodi dell'Aspromonte, mise in atto un
intervento su
volare lungo
penisola.
In effetti l'intero apparato produttivo ed economi-
lAinalisi di
po
in
sola Valle
comportamento
centrale, liberato a furor di
No-
estrapolazione.
Interessante
Garibaldi, deluso dal
particolare riferimen-
to a quello industriale,
a tronte di un'inesistente preparazio-
organizzati\'a.
"fiamma
Garibaldi
ci fu.
a\'eva acce-
patriottica". si
rese subito conto della situazione e,
memore speranzoso Anche lia
di
Roma, dopo
il
1860-1861
pontificio è ormai confinato
al
Lazio),
più diffusamente nelle pagine seguenti,
L' haliti e le
Tre luilw
centro
(il
si
si
Ita-
parlerà
segnala co-
dei trascorsi della Repubblica romana, attese preoccupato l'insurrezione popolare del-
l'Urbe.
Venti anni non erano trascorsi iiu'ano e
Roma
ave-
149
non c'era che Nessun romano si mosse in
va ormai capito dove spirava d'attenderlo e così fece.
il
aiuto di Garibaldi.
Fu
dopo una
là,
i
Fu
furibonda
lotta
alle
porte della Città,
quel parco, furono so-
in
da preponderanti forze francesi e pontificie.
praffatti
così che
terotondo,
vittoria sui pontifici a
pericolosamente per
assottigliò
si
Non
arrivarono quindi
i
Mon-
le
defe-
corpo
patrioti romani,
poi intervennero
Quei
francesi.
i
transalpini avevano
i
fucili
"Chassepot".
nuove armi con un podirà cinicamente
hanno fatto meraviglie". Più che una battaglia fu un massacro di poveri
De
Polhès, quei "Chassepot
mantici ragazzi che, fucile pili
come
"il
manico
roil
la
guerra tecnologica e per
ramente non c'era
Fu un
finiti, si
le "scintille
affacciava
mazziniane" ve-
disastro. Garibaldi fu di
movimenti popolari erano
nuovo
arrestato e
i
Roma
si
e la sua gente, per
in-
non
essere intervenute nella battaglia.
do,
Fu da quel momento che Garibaldi in prima peril movimento politico che a lui, in qualche mofaceva capo, dimostrò sfiducia, se non disprezzo,
per
Roma e
sona e
questo purtroppo pesò molto nella forma-
zione delle coscienze e delle opinioni degli italiani e nei futuri rapporti fra
Roma
però
se, è
.
irresi-
France-
Ed
flotta, strutturato
e organizza-
da mille volontari quasi disarmati?
in cosa consisteva
questo esercito?
Ancora oggi non è facile rispondere per via di fonti spesso in duro disaccordo. Lodi sperticate da un lato, opposte ad una storiografia ufficiale e scolastica che nei lustri, con quel "di FranceschieUo", connota valutazioni taglienti e sprezzanti.
che
Credo che in realtà le considerazioni su quell'esernon possano essere che negative, perché se è vero i
soldati napoletani incorporati nell'esercito
come quando
leonico diedero ottima prova
Europa
tenti in
e in Russia,
napo-
valorosi combat-
come
essi,
alle
entità
forze austriache
o francesi furono sempre duramente
battuti, oppure neppure combattere. Quell'esercito fu battuto anche dai poveri difensodella Repubblica romana, già aggredita dalle potenforze francesi. E non si può certo affermare, come fa
addirittura
ti
Bertoletti,
dissolsero senza
si
che
il
già citato episodio di Velletri,
ma
fronte a pochi,
decisi, garibaldini
si
quando
ritirarono di
possa essere in
una vittoria. Questo perché, secondo quell'autore meridionalista, napoletani coscienti della loro evidente superiorità e per non dispiacere ai francesi anelanti ad una vittoria da non spartire con alcuno, avrebbero compiuto non una fuga, ma una "ritirealtà considerato
finiti.
risvolto politico rilevante: dell'insuccesso
colpò fondamentalmente
.
molte migliaia di soldati napoletani
posto.
piìi
è fatta di.
la sconfitta dell'esercito "di
uomini, con una grande
ri
vecchi tempi erano veramente
Un
Innanzi tutto
della baio-
netta". I
non
armata autonoma, furono opposti
Garibaldi, consideravano
che un'arma da fuoco,
la storia
schieUo". Perché mai un forte esercito di ben 97.000
cito
Come
anche se
stibilmente affascinante cercare di verificare eventuali
pontifici del generale Kanzler,
i
tenziale di fuoco dieci volte superiore alle precedenti:
erano
ma
fece
si
di spedizione francese
riuscirono a battere
ma
origine geografica di coloro che analizzano
to, fu sconfitto
comandato dal generale De Polhès, incrementato da 5000 mercenari pontifici (in tutto ben 11.000 uomini), che affrontò Garibaldi a Mentana il 3 novembre 1867. I patrioti italiani fecero un miracolo e inizialmente il
faci-
funzione
in
ipotesi.
porte dell'Urbe.
zioni, e si arrestò anch'esso alle
avanti invece
vede risposte duramente contrapposte
l'argomento. Del resto rispondere non è cosa agevole,
principale corpo di spedizione gari-
il
dopo una prima
baldino,
lità,
della...
furono co-
settantasei eroi sui barconi
ad arrestarsi a Villa Glori,
stretti
e
che
così
Quesito interessante e serio che, con troppa
vento...
capitale e
il
i
rata strategica".
Tesi assurda: in realtà ai
garibaldini e
i
campo
il
napoletani
si
di battaglia rimase
ritirarono.
questo e solo questo che conta, non
La
resto della na-
verità è che,
le
Per
la storia
è
chiacchiere.
non casualmente, buona parte
dei
zione.
quadri direttivi dell'esercito napoletano, in quel 1860,
Anni dopo, a conquista ormai av\'enuta, ai romani che lo acclamavano in modo forse eccessivo, Garibaldi dirà glacialmente: "Romani, siate seri". E nul-
erano collusi
col...
non "perdere
il
Quando di
questo
si
re
to inadeguato
dirà.
italiano, nella
"FranceschieUo", un povero ragazzot-
da ogni punto
di vista, accingendosi,
perché battuto, ad abbandonare "Messaggero", C) L'Ottocento: società
ed economie
al
sud
opinione assai diffusa
d'Italia
zone
che
le
fra le genti del
Meridione
condizioni socio-economiche di vaste
di questa regione, spesso assai insoddisfacenti,
siano ancora oggi da imputare aUa lontana conquista militare di
un
allora florido
degli italo-piemontesi.
1^0
ed evoluto paese da parte
il
il
regno
si
imbarcò
6 settembre 1860, segnalò
navi della flotta in rada a Napoli di seguirlo di
E
volontà di
quella gente era considerata molto probabile.
l'altro.
Ma
nemico
posto" a causa di una sconfitta, che da
alla volta
Gaeta. Solo
obbedì si
sul
alle altri
il
"Partenope", comandato da Alberto Pesca
a quell'ordine, viceversa tutti gli altri
vascelli
mandanti ad tesi di
numero-
furono portati, ordinatamente, dai loro counirsi alle
"nemiche" unità italo-piemon-
Persano, che già incrociavano
al
largo in minac-
ciosa attesa.
Roberto Sgani
racconta di molti semplici marinai che, renden-
Si
dosi conto del tradimento,
raggiungere
il
loro
buttarono
ribeOarono
si
di
ai
si
concentravano
si
spostavano quotidianamente con lunghi e
in città e
trasferimenti per accudire
Palermo, a Capua, a
citati casi a
Napoli, ove soldati della bassa truppa, gnità,
nuoto pur
a
re.
come sono
Così
si
ma
di alta di-
loro comandanti in fuga di Fron-
te ai garibaldini.
paesi ben protetti, da
dove
faticosi
campi.
ai
L'antico ordinamento feudale risultava evidente
anche nei contratti agrari di quei tempi in quei luoghi, ove emergeva l'asservimento personale del contadinolavoratore nei confronti del nobile-latifondista.
Citando questi
non
fatti
una dura analogia con
i
può non evidenziare
si
fatti
del
1943, a fronte di
un'immanente "meridionalizzazione" del paese
e sem-
L'impegno del proprietario nei confronti stione del
fondo era
inesistente.
della ge-
disprezzo del "ba-
Il
rone" per
bra quasi di percepire l'anima nefasta del "re Lazzaro-
il lavoro tisico o intellettuale che fosse, era completo ed era ancora imperante il modello cultura-
ne" spingersi dal Vesuvio su tutta
le dell'antico
la
penisola.
Quell'esercito fu battuto perché furono battuti
mondo la
e la
il
cultura che esso rappresentav'a e cioè quel-
feudale pre-borghese, e questo ad opera di forze, in-
mondo borghese e industriale. Fu il nuovo che soverchiava il vecchio. Quanto quel mondo fosse vecchio e quanto questo fosse nuo\'o può forse essere evidenziato in uno dei tanti loro aspetti e cioè l'organizzazione delle campagne della penisola, così come è illustrata da Guida alla
negotium",
mento concreto, quotidiano,
Sabbatucci e Vidotto.
motto, "otium non
Il
del "nobile-latifondista"
Il
suo tempo lo passava oziando, oppure andando
oppure ancora prevaricando i pochi diritti dei neppure conosceva personalmente quanto la separazione fra nobili e "malacarne" do-
a caccia,
suoi contadini, che in
veva essere
totale.
Frequenti
i
"voli di rondini" e cioè colossali perdi-
gioco fra
i
nobili che
te al
enormi proprietà
determinavano
anche
terriere,
stionale del feudo e che costruiva
capitalistica;
re
fatto di imprenditoria
ambito cioè ove l'agricoltore-imprendito-
organizzava in
modo
razionale, in funzione
grande impegno personale,
dito e con
o
nali" (fattorie), piiì
meno
In queste strutture
si
levamento del bestiame e
red-
propri "casci-
integrati fra di loro.
collegava l'agricoltura altresì alla
loco dei prodotti relativi (formaggi, ni, ecc.).
i
cfel
all'al-
trasformazione in
daspalle,
i
guardiacaccia,
sottomessi con
che
i
ottima e
"mezzadria". a quelle
reciproco fra
civile e l'odio
guar-
la stessa
violenza
modo
individui che lo costi-
gli
tui\'ano.
la
La "insostenibile tesi audace"
E questo
tecnologia usata elevatissima.
il
mondo
Ivi le
colture cerealicole
arboree (olivo,
viti)
si
mescolava-
e ciascun podere (spes-
ma
ove ormai
ciali
Questo sistema non permetteva
torti
investimenti
di capitale e conseguenti evoluzioni tecnologiche,
consentì una
buona
e
ma
armonica "pace sociale", che an-
cora oggi traspare nell'elevata
civiltà di
quei luoghi e
di
oppose, nel 1860
immense
me
il
alle
coimtiiisiìio di
mon-
uscito dall'illuminismo di organizzazioni so-
sue espressioni
Marx
al
imperfezioni,
che stavano ormai sbocciando. Questo
di
il
si
r"uomo nuovo"
della produzione).
trattava di entità piccole,
le al-
che
tutte le sue
imperava con tutto un coroUario
non integrate con mantenimento della tre) produceva il necessario per famiglia presente sul fondo e per il pagamento del canone dovuto al proprietario ilei fondo (di solito metà si
i
un mondo, ormai decrepito ove imperavano la corruzione, un assoluto privilegio, l'assenza di ogni diritto
giunse addirittura
so
fattori,
vari gradi di servi
violenza ed era con
la
i
opero-
di
cereali, car-
filati,
Nel centro (Toscana, Umbria, Marche) dominava
no
i
la struttura ge-
minimo
cortigiani tenevano impastato in qualche
do borghese, con la
gli abati,
passaggi di
personale di queste aziende era abitual-
Il
mente salariato, cioè libero, non legato alla "cascina" se non per limiti temporali ben definiti. La produttività era
il
presente in quelle strutture; erano
sità
Nel nord l'agricoltura era
i
una sola notte.
in
Era una piccola corte che costituiva 1860. Conclusioni
Il
comporta-
meridionale.
vece, in pieno
storia di Giardina,
hidalgo spagnolo.
di quella gente era presente nel
mondo
piiì radicali,
e Engels enunciato nel
co-
Ma-
nifesto del 18-4S. In questo scenario storico culturale, l'opera attuale
alcuni
storici
quell'ottocentesco
meriilionalisti,
di
riproposizione di
mondo borbonico-feudale come una
specie di favolosa "età dell'oro" per quelle regioni ove tanto, se teriale,
non
tutto, era cultura,
umanità, benessere ma-
fondata speranza nel futuro e
felicità
umana...
quelle popolazioni.
sembra veramente una improponibile "tesi audace". Si usa dire che in \erità il regno borbonico prima
Nel Meridione e nell'Agro romano imperava il "latifondo" e cioè gigantesche proprietà di nobili con una
dell'unione avesse grandi industrie operative e grandi
chiara organizzazione feudale. Le popolazioni
divano vivere
Lllalia e
le
Tre
sul
ìliilic
"londo" per timore
ilei
non
ar
banilitismo e
potenzialità industriali, poi tarpale lialla concorrenza delle merci settentrionali e dalla politica penalizzante
operata dai piemontesi \incitoii. Di questo
si
dirà.
151
A
convalidare quell'affermazione
usa portare
si
l'esempio della ferrovia Napoli-Portici (1838), che in
prima ad essere
effetti fu la
Non
realizzata nella penisola.
è così.
Questa ferrovia non aveva
infatti
il
significato di
autentica funzione di collegamento integrativo e ope-
un apparato produttivo che non esisteva. Questo sarà il vero significato di una vasta rete che coprirà, di lì a poco (1840), il nord Italia e, subito dopo, rativo, di
la
Toscana.
La Napoli
Portici
non
fu
una
ma un
ferro\'ia vera,
giocattolo destinato all'augusto posteriore dell'augusto sovrano
partenopeo
al fine di
percorrere, in
più divertito e confortevole, quei 10
km
modo
che separava-
no la reggia del Borbone da una sua villa di delizie, che appunto era a Portici. L'augusto "giocattolo" era tutto
made
in Englaiid.
treno "Bayard" (treni e locomoti-
Il
ve avevano allora nomi fantasiosi e fantastici) fu costruito a Newcastle.
Ad ogni buon conto, talia
al
le
tallurgica napoletana, è di re le
fine di verificare la reale dif-
due economie e se veramente l'unità d'Iabbia tarpato le ali ad im'importante industria me-
ferenza fra
dimensioni delle
1859,
un anno prima
qualche importanza ricorda-
ferro\'ie del
centro-nord
Italia al
della spedizione dei Mille.
Granducato di Toscana, 322 km Regno di Piemonte, 835 km Regno Lombardo-Veneto, 656 km Nel 1853 sorge, a Genova Sampierdarena, l'Ansaldo grande industria metalmeccanica che si identifica nei progetti di sviluppo di Cavour. Produrrà ogni gran-
de cosa metallica, navi, armi, industrie, motori, e poi anche auto, cannoni e aerei, ma in quel 1853 saranno
i
treni a rappresentare
E appunto pendenza
suo prodotto principale.
il
all'Ansaldo
risolverà la
si
annosa
di-
della penisola nei confronti delle locomoti-
ve e delle attrezzature relative, perché appunto da qui
usciranno
le
due prime macchine
to, realizzazione
a
vapore di proget-
e costruzione totalmente autonome.
chiameranno "Alessandria" e "Sampierdarena" e saranno immediatamente seguite da una produzione Si
impressionante, per qualità e quantità.
Ritornando
ai
Borboni,
essi realizzarono in realtà,
un momento successivo, anche un impianto industriale di buone proporzioni che avrebbe dovuto coin
struire gli impianti ferroviari necessari al a
regno e oltre questo ridiedero fiato all'industria di manufatti tes-
sili
che,
come
si
è detto, era stata inaugurata nel
dallo svizzero Zuegg,
1812
ma entrambe
queste industrie napoletane avevano, già in origine e del resto era inevitabile,
due
strie italiane,
vizi
che poi
si
vedranno
anche odierne:
venzione da parte dello
Questo implicò
la
in
molte indu-
protezionismo e
la
sov-
stato.
loro
non
efficienza e
la
loro in-
/^UJ
dopo
capacità di sostenere,
l'unità, la
concorrenza da
parte delle industrie lombarde e piemontesi che già
avevano caratteristiche e capacità operati\'e ben superiori.
Per
poche e minute industrie meridionali
le
iu la
fine.
•
:L
LA
Vi
La ricchezza
di quei territori.
sulta difficile, potere credere a
Sarebbe
ma
bello,
Su«.!t
ri-
Francesco Saverio Nit-
primo ministro) e altri, quando affermano che nel 1860 la massa monetaria ti
(politico meridionalista, poi
circolante nel
Regno
delle
Due Sicilie era
pari a più del
doppio di quella circolante in tutto il resto cTItalia. Sarebbe bello, ma purtroppo contraddice ferocemente con altri parametri assai più credibili, perché coerenti con caratteristiche politico-sociali, che indicano viceversa la Valle Padana come depositaria in quegli anni dei due terzi dell'intera produzione agricola e industriale della nazione.
La
sud e nord è
citata rete ferroviaria di centro,
al
riguardo un illuminante termine di paragone.
Quindi
iJ
Meridione
afferma, bensì
un povero paese,
ma
arretratezze e problemi,
quando, a
non
d'Italia
benessere economico e sociale"
era
da un mare
affetto
vedere per quei nostri
di
fratelli,
esso fu aggredito mili-
giorò enormemente, rendendole insopportabili,
le
di vita dei meridionali,
tenui speranze che
Dopo
il
appena
si
di
spegnendone
accendevano.
economico
La
e sociale
Secondo uno stituiva
il
monte,
anche
i
"padani" sentirono l'unità
in
Non
in quello del... patrimonio.
al
Pie-
ogni ambito e
essendovi più
un Tesoro napoletano, con molta semplicità furono svuotate
le
casse e
facendo sentire
i
fondi del
Regno
delle
Due
nia o di terra di conquista.
In una lettera di Liborio Romano (personaggio quanto mai discusso!) a Cavour, si denunciava il prelievo, ad opera del governo centrale, di ben 80.000.000 (ottanta milioni!) di lire oro e cioè sale, visto
poi
il
solo 390.625,07
reinvestimento nel lire in
ville
si
Si
l'ombra
casse "padane" erano
magre
Né
ì
Italia
si
Atalia e le Tre Italie
prezzi
o dei primi borghesi emergenti di
latifondisti,
Nulla di grave o di nuovo, se non
il
fatto
che tutto
ricavato fu, anch'esso, trasferito alle "padane" casse
dal sud
al
Secondo Nitti e altri il drenaggio di danaro nord si prolungò per decenni e non è cosa di
poco conto
il
fatto
che quegli acquisti av\'ennero spes-
so tramite danaro prestato dal governo centrale
al ri-
dicolo tasso del 6"^) di interesse.
Questo tatto si tradusse in un ulteriore peggioramento del tenore di vita delle masse rurali, in quanto erano proprio
i
meno
Tesoreria di Napoli
coloro che consentivano a
religiosi
contadini e fittavoli
le
condizioni migliori, o quanto-
di sopra\'\'ivenza.
Il
passaggio di quelle pro-
prietà terriere a famelici borghesi e hidalgos fu
na e
la
disperazione per tanti coltivatori,
pote\'a ovviare in
proseguì peggio, perché
le
duramente stremate da dodici e Crimea e si buttarono sulle
risorse meridionali in
bisogna
alla
(i
reale valore di mercato) di no-
due
soli
la rovi-
alle quali
si
modi, entrambi spaventosi:
banditismo o emigrazione.
(tla Bertoletti, p. 274).
cominciava male e
anni di guerre in
una somma colosMeridione sarà di
opere pubbliche.
Di dieci milioni promessi
non
al
Sicilie,
condizione di colo-
a quei cittadini la
più gran parte) che co-
quelle regioni.
il
l'annessione dell'Italia meridionale
la
questo avvenne a favore
erano molto inferiori
del nord.
Dopo
napoleonico, l'enorme patrimo-
potere della Chiesa cattolica fu venduto.
Come sempre
quale
accenno brevemente.
stile
nio immobiliare (o almeno
bili
al
risoluzione fu, per certi aspetti, facile: l'aliena-
zione dei beni ecclesiastici.
le già
disastro culturale e quello militare segui-
rono, fatalmente, quello
per quelle regioni nel più favorevole dei modi.
d'Italia vio-
neppure una dichiarazione
guerra, e questa terribile, lunghissima violenza peg-
dure condizioni
nimento del grande esercito di conquista di Cialdini e del folto gruppo di mercenari locali al suo seguito. Sempre secondo le affermazioni di Bertoletti, nel 1861 il Piemonte aveva un debito pubblico di 63.800.000 lire, ma di questi ben 32.800.000 furono caricati suUe spalle di un regno meridionale invaso, conquistato, con commerci, industrie e agricoltura in malora: certamente l'unità d'Italia non si presentava
cominciava
si
tarmente e brutalmente da un Settentrione lento e arrogante, senza
di
oggi
è anche vero che proprio
qualche spiraglio di luce
forse,
un "faro
come qualcuno
La celebre piazzetta di Capri (1999), Anche ad essa non è stata risparmiata una delle molte "targhe votive" in marmo dedicate, nell'ex Regno di Napoli, alle "loro maestà" sabaude.
(.linienticarc
modo
famelico.
l'enorme costo
ilei
La di "re tiere
Bomba"
\ano
mise effettivamente in canun notevole numero di proopere pubbliche e infrastrutture che consentivedere uno spiraglio nell'arretratezza generale
(ma solo
getti di
niantc-
dinastia borbonica negli ultimi anni del regno
di
(circa 1855)
in cantiere)
153
(industrie metallurgiche e
Castellammare, strade rotabili
di
La quasi
cantie-
ma
naturalmente
presenza dopo
la
1860 delle forze e di conseguenza dell'industria
il
italia-
na, trasmetterà a queste ultime quel mercato.
Al sud rimase quindi lo sfruttamento del comparto agricolo, anche se in condizioni assai penalizzate sotto l'aspetto organizzativo e tecnologico, a volte pri-
La pur difficile e improbabile, ma possibile, uniodue grandi culture e due grandi entità politico
ne
fra
come
nord e il sud d'Italia, che avrebbe pocon cultura, civiltà e illuminato spirito liberale, produrre una grande nazione, si risolse quindi nel disastro che è ancora sotto nostri occhi. Il comportamento folle e omicida di un pugno di nobili e militari piemontesi tramutò il sogno in una trasociali,
il
tuto, se attuata
i
La modestia della struttura era spesso, però, compensata dalla incredibile fertilità di certe piane co-
gedia, tarpando le
me
venza per
mordiali.
e
quelle napoletana, catanese e pugliese che avevano
hanno una produttività spontanea quantitativa
e
qualitativa eccezionale.
Era certamente con questi prodotti che contavano
do
grandi
le
pagare
di
città di
Ma
diterraneo.
una Padania,
commesse
le
Borboni
i
francesi alimentan-
quel paese che già dominava
meno
questi prodotti interessavano
assai
meno
ricca
Me-
il
Da
quegli italiani, privati di tutti la
speranza,
E
prio
la
la
cancellazione delle
con
dei dazi"
neonata
la
commesse
Italia
giunse
abbandonò
duro striali
con
alti
si
al
i
rocemente
la
una certa unità
di
finire "sacra".
Cavour
la
terranei e francesi e fu
un
pro-
ai
ulteriore disastro.
quindi l'industria del nord e
ma
la
i
alle
l'Italia
con
questo a scapito
quali
le
le
abbandonare
lo
di tutto ciò,
scomodo "abbrac-
si
nemici di sempre:
gli
austro-tede-
stipulerà la Triplice Alleanza (1882).
condizioni per
le quali la
parte meridiona-
del paese, già divisa dal resto dell'Italia dalla
sum-
menzionata "lunga linea di sangue", precipitò in condizioni di umile provincia, con Napoli una grande capitale, privata di status
adeguato che
solo l'apparato produttivo,
naturalmente I
non poco
a de-
epoca successiva,
o, in
il
i
cuore.
trasferita a
le
ma anche
vide tolto la
Firenze prima e
più terribile;
i
tanti, tutti terribi-
difficile
individuare
possa ferire di più
Forse questo "primato" spetta
me
Ducato
il
di Gaeta,
Enrico Cialdini,
ai titoli
il
tormentatore del sud.
se ancora più colpiscono le tante lapidi e
menti votivi
onorifici co-
che Vittorio Emanuele
i
II
con-
Ma for-
tanti
monu-
a quei re e quelle regine italiane che
i
po-
veri fratelli meridionali, le più vere vittime di quei guri,
furono
costretti
fi-
ad erigere sulle loro piazze e sui
muri dei loro municipi. leffi,
forse proprio queste lapidi bugiarde, veri sber-
imposti con
e rattrista ogni stizia,
la
violenza, sono ciò che più indigna
uomo, dotato
che passi da quelle
di
umanità e senso
di giu-
parti.
non
ruling class,
Roma
il
senso del vero e sincero "amor patrio".
poi.
Una breve divagazione dell'Italia
sulla struttura sociale
nell'Ottocento
grandi, raffinati, palazzi patrizi di Via Toledo e
La borghesia (da
Spaccanapoli divennero irrimediabilmente degradati
condomini popolari.
1.54
fatica
a quei confratelli meridionali,
ferì a
conseguenze politiche
i
nord
Sì,
Ecco
di
quale, fra le tante offese portate da quegli italiani del
il
cio dei cugini francesi" e buttarsi in innaturali rappor-
con
si
Difficile dire quale aspetto, fra
possa essere...
sua agri-
dell'economia meridionale.
di alleanza
che
primi filmati, ancora oggi stringono
li,
tradizionali mercati medi-
i
molto meglio strutturata,
che videro
d'Italia
Certe antiche fotografie
del più
propri prodotti indu-
ritorsione francese precluse
dotti agricoli meridionali
Accenno
banchine
sulle
dazi sui corrispettivi prodotti stranieri,
Fatalmente
Si salvò
sud carichi di milio-
come pacchi
scaricati
cosiddetta "guerra
quanto mai autoritaria e aggressiva.
di Crispi,
interi paesi
mezzo moneto, sono l'ultimo e più doloroso risultato
1880), in quanto
la linea di
coprendo
il
loro case,
le
da allora che
ni di fratelli italiani, laceri e disperati, per essere poi fe-
questo stimolata dalla linea politica internazionale
schi,
È
Quei vapori che lasceranno
unita continuaro-
meridionali.
alla
Francia (attorno
liberalismo,
ti
abbandoneranno
meridionali sono solo entità fatiscenti.
sull'Italia
grande e potente indufrancese, che certo non aveva visto con simpatia
coltura,
uomini, donne e bambini che, a
di
partire da quegli anni,
della nazione
Fu per questo che
in
sarà solo una: l'emigrazione.
per alcuni aspetti, vero ancora oggi.
è,
in alcuni pic-
Proprio
sopravvi-
del rispetto e del-
madrina involontaria
la
a rivolgersi gli appetiti della
stria
diritti,
che ipotizzava però smembrata
coli stati satellite.
no
la via
i
con dolori comprensibili.
Francia
italiana
ciò
Saranno milioni
fosse pro-
la possibilità di
sventurati fratelli meridionali, persegui-
gli
da più parti: da un duro esercito invasore, sempre con i suoi lidi quanto sanguinari mercenari, e parimenti vessati dai pur amati "briganti" (banditi, guerriglieri, lealisti borbonici, liberali e quant'altro). Per
e autosufficiente sotto l'aspetto agroalimentare.
come
a tutta la nazione.
ali
momento scemò
quel
tati
ed evoluta della Francia,
Si è visto nelle pagine precedenti
un caotico
capitale europea divenne
paesone mediterraneo.
ecc.).
totalità di questi appalti fu assegnata a
ditte francesi,
La quarta
ferrovie, ponti, baci-
Calabria e ampliamento dei
ni di carenaggio in ri
tessili,
fica
burg, etimo germanico che signi-
"centro abitato") è fenomeno sociale che investe
Ruherlo Sgarzi
solo e Linicamente, nel
Medioevo,
il
mondo germanico
Un città
rende
liberi".
Si
nord è all'avanguardia
questa sco-
in
perta dell'autodeterminazione delle collettività cittadi-
con
la
grande età dei Comuni (Firenze, Milano,
Ma
Genova, Venezia, Siena, Verona ecc.). lo sti\'ale, il fenomeno, già dopo Siena
scendendo
affievolisce e
si
scompare.
lie
La prima grande differenza culturale fra le Tre Itaè evidentemente, molto antica. Nel Meridione d'Iriferimenti storici
bertà comunali e viceversa
come
quelli delle
presenza di un feudale
la
tifondismo spietato e sanguinario, che
li-
la-
perpetua e
si
si
trasforma nel fenomeno mafioso, rendono impossibile cittadino,
nomia
anche
In quelle regioni
da parte
il
tallone della malavita e dell'ar-
tenzialità individuali
emigratoria e da qui
si il
Da
isteriliscono.
qui
fiorire, lontani dalla
la
fuga
no
esserlo ai siciliani.
deve pur chiedere
il
grandi attività nel Settentrione
d'Italia, al
di
quale corri-
un comune denominanord Italia e che lo di-
È
luogo comune oggi,
simili ai veneti di
Penso che in
tali
le genti
lom-
quanto posso-
affermazioni pos-
modo molto
grave, soprat-
non vere. Nessuno piii dello scrivente sarebbe felice se ciò fosse vero, ma non lo è. In effetti una connotazione culturale comune cittadini della cosiddetta Area padana, da altri definita i
Padania, l'hanno.
Ed
è
comune modo
il
di
opporsi
ai
problemi e di
con fiducia e stima nelle proprie
forze, l'ave-
fede nella vittoria della loro volontà, della loro ope-
re
ra e delle loro capacità organizzative.
E
il
piacere di
la-
vorare insieme con un fine comune.
Non no
perché dello sviluppo
il
tutto
loro terra
natia, di notevoli talenti di origine meridionale.
esiste
stampa, affermare che
di certa
barde sono altrettanto
risolverli
roganza del potente soffocano ogni cosa e grandi po-
si
non
stingue dalle regioni limitrofe.
volonteroso, ipotesi di auto-
piti
il
artigianale o imprenditoriale e cioè borghese.
Ci
suole dire che
tore culturale che caratterizza
sano essere considerate
talia l'assenza di
al
cos'è questa "Area padana"?
antico pro\erbio germanico dice "l'aria della
L'Italia del
ne,
Un'ulteriore breve divagazione:
ma
mitteleuropeo cioè carolingio.
può non ricordare che
si
afflitto
terremoti che han-
hanno
Meridione hanno avuto
strutto alcune parti del
ben
i
Settentrione d'Italia e quelli che
il
di-
esiti
Tutto ricostruito quassù, ancora tutto de-
diversi.
questo fenomeno ad una pre-
sponde una drammatica inedia in quel Meridione, che pure gode di posizione geografica invidiabile per questo suo essere ponte fra Europa e Mediterraneo! Guardando il passato, purtroppo ancora recente, di quelle popolazioni, bisogna riconoscere che una
molito laggiù.
certa rozzezza in alcuni costumi, l'assenza di alcuni
dana", ha ormai un grande numero di cittadini prove-
una vera educazione civica, nascevano da un pessimo esempio derivante dalle classi di-
nienti dalle regioni meridionali che spesso offrono
un
ottimo esempio di qualità di vita e di opere. Fra di
lo-
principi morali e di
certi
doloroso per ogni italiano non vedere in
costumi di oggi
connotazioni di
la
sopravvivenza
di
che domandava quali modi seguissero per sopravvivere, fu risposto:
quente da parte ché bugiarda.
i
so, dotati di
la
voleva,
non poteva apportare
libertà, giustizia,
l'Italia
Forse non
equilibrio sofelicità
liane,
i
il
di quei gover-
ma, sbaragliando
i
quasi tutti spagnoli),
le
truppe scelte
affacciarono oltre
le
mura
mercenari del papa (non l'Italia
somma
stanzia-
e realmente fuoriuscita dalle casse dello stato, fu paa circa
un miliardo per ogni lamiglia
quei nostri
fratelli,
quei danari non
sappiamo dove sono
li
disastrata,
hanno mai
ma
visti.
liniti.
prepotenza e da un mare
di
sangue,
ma
pur
di a
trent'anni che seguirono dimostrarono tutta
l'in-
capacità di quella classe dirigente a go\'ernare un pae-
Ro-
se
caso
era fatta.
complesso e polimorfo come quello; e dimostrarono anche che dalla violenza e dalla coercizione dilficilmente gli uomini possono poi trarre umana felicità: tu
un
Tre ìlalie
sanno che l'enorme
ita-
Era un'Italia che, così com'era, nasceva dall'ingiu-
L'Italiii e le
tutti
tuttavia era fatta.
20 settembre 1870 si
a ca-
ri
stizia, dalla
difficili
neonata
bersaglieri,
non
ta
I
Quando
addetti all'edilizia,
grande professionalità.
ricostruzione dell'Irpinia, del Belice e quant'altro.
Tutti
1870-1900: trenfanni
cosiddetta "Area pa-
bati dei danari che lo stato italiano aveva stanziato per
nanti.
per
la
suoi sudditi
benessere e
umana. Né era certo questa l'ambizione
gli
nord,
frega l'altro,
la
con esso
L'Italia del
ben voluto ricostruire le loro case e la loro terra: se non l'hanno fatto è semplicemente perché non è stato consentito loro di farlo. Non solo: essi sono stati deru-
Quell'unificazione, militare e violenta di un'Italia
ciale e
fre-
accennava,
Santità"!
che non
un comportamento
di alcuni settentrionali, è infame, per-
Questi nostri concittadini meridionali avrebbero
si
"Ognuno
lavoro da parte "dei meri-
alcune gravi
ieri.
Allo stesso papa Gregorio, cui prima
al
dionali", accusa che fa parte di
ro molti sono proprio
rigenti e dagli ecclesiastici. Difficile e
riferire
Il
propensione
tesa scarsa
disastro.
Monarca,
notabili e proprietari terrieri,
duramcn-
135
te rmìn
ipoazzar:
;ìie i.£^ressrve
'
di
rrn'
k gnsn
misaii per }*Lì
c^
.
.:.;:
-
•
-
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j
-
-
-
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.
—1
-
03
ni di ^ka. civiE
Europa
le
e uQtaoe.
Jo come
-
:
-
dimiostrc
::---;
:
:..\:.
m
realtà,
di
si
sccMifìtte,
_i_>-ciraatezza alludiiante di e.
Custoza
perse è incredibile perché
uno
stato
mag-
come vedremo. vHc
E interessante al riguardo lifetirsi al contenuto od. libr:
:
rì-_ ir^
-
-
-
:..r;_-.
._
.
^,^_
--.':•
I-r
:r ^r__
"-erto Pollio.
-no dal 190S
.
1914.
al
A Custoza
:
""
.
giore ridicolo
-
7
Venezie e soprattutto Io status
rr_za intemazioiiale.
:
e Liisa.
Eaaesne. piò che: cM cocsenso dei sooi rTrtartrmi dai tn~
dE e
r
questi nostri "aquilotti' vicdevano ancbe
Tre
.\ndò male; due battaglie e due
-_ j.
Lo scoolto ìxa classe airigenre. ts\>ce- ambiziosa e - :-; :—:--; — :— — — ;— :-^ e disperjri. -, paese re" _:
' -
r.
:
,
a.
'
-
_
;
-e.
Lèmp: t"
1
plebi ridiiede'
cn
-
~
r:
;
li
TotSo qtsesLO in pcesenza di orrir _.
m
geranza"
(
a sud di \ eresiai
gli iTMli^ni
erano assai
uomfni e mezzi esercirò italiano: 220.000 uomini 37.000 cavalli 456 cannoni; esercito austriaco dd sud 115.000 efiemvL 15.000 cavalli. 192 cannoni superiori in
1
.
1.
e invece
1866: Custoza e Lissa
a
presentarono allo scontro con
'
-
"
"^
izza
Di questo mezzo esercirò il gener^ nso La Marmora. s proprio il massacratore di Genova era esercito.
-
(
il
tr_;_._c-
_
rraal-
rrateEo di .-Alessandro,
Bersaglieri
I
addiricttira
piccola parte; comie
LT _ .i-i-
ro teme, par dt ssramii^-
reffi-
do
al
il
tondatore del corpo dei
impegnò
in battaglia solo
un pugile che
si
una
presenta con inm
—
----- -^^^ su Enrico Ciaì"inde re?" 5- rr:prioupe ,, sud il quale essenoomaDdo defl'esercito italiano posizionato al sud -.:
>
Roòerto Sgsr:
Battaglia navale di
Po non mora erano del
I
issa fra italiani
potè,
o non
austrìaci.
volle (le
grandi), anraversare
gere le terze italiane contro spetto di
e
numerose
L'affondamento della 'Re
ri\-alità il
con La Mar-
fiume per congiun-
gli austriaci.
richieste di aiuto di
E questo a diLa Marmora e
Vìnorio Emanuele.
d'Italia*.
questi indi\idui fu enorme, perché oltre a lutto, tolse
nazione
alla
che ci avTebbe a Trento e Trieste e\itandoci. forse, il
la possibilità di \inoria
portati dritti
massacro del '15-18. Nella pianura veneta, in quel 24 giugno 1866,
i
sol-
Insomma il "prode generale', non più nella comoda posizione di hidlatore di contadini meridionali, bensì trovatosi di fronte ad un regolare e fone esercito, trovò più prudente e comodo non entrare in battaglia, e rifugiarsi nei campi trincerati di Modena e Bo-
vantaggio, erano saldamente sulle loro posizioni, infat-
logna.
ti
Ecco
chi erano certi "conquistatori".
Il
danno
di
dati italiani furono eroici e coraggiosissimi, inflissero al
nemico perdite superiori del doppio
delle proprie e la sera, all'interruzione di difficile
e incerta,
ma
che
n^
con£nMiti
una battaglia
vede\'a in condizioni di
li
le perdite italiane risultarono essere di
717 morti e
"
2564
feriti,
striaci
contro b,
'da A. Pollio,
<
5983
'
.
,_
feriti
au-
.
ad una chiara vinoiia al riil suddeno terrodi Stato Nlaggiore peraltro molto anzia^aie
-j
-
,.c. ~
.2r>o
-^
v.^ax-ido. viceversa, 1
scappò) a
(anzi... 'i
nervi, si
:eralmente in
diore di fuggire di bonie rata, in
al
^>
-
"
italiani -
:i-
a\'ere... \-
che parlavano di
i
~:
'-.idamatti!
Marmora non fu né fudlato^ né richiamato, né esonerato per ques: .
nìto.
,^
nemico. Fu qu
fadlmente immaginab
Gli austriaci seppero di
td^rammi --
:e.
qualdie caso fuga precipitosa,
sui combattenti
-
G
ir.
.1
i:a:o
nio. \icv
'
_.___.. :e dal re
Riporto U gener^e Alfonso La Marmora.
'.:tbaeleTKÌÈdie
..
.-
le testua.
questo episodio: "che un
ulv
ùì
un
abbandoni nel momento in cui che mai una direzione, nel momento
esercito lo
è più necessa-
ria
in cui le cose
erano pressoché
ristabilite su tutta la
Covone aveva
generale
fronte
l'e-
lasci l'esercito
comando, anzi senza
generale Pianell dava, di sua
il
bene adatti
la
ribella
si
semplice violenza o
propaganda hanno
la
portato civile omogeneizzazione e convivenza delle genti.
il
lasciare disposizioni di sorta è in-
comprensibile, mentre iniziativa, ordini
senza rimettere a nessuno
Lombardo-Veneto
Mai
valoroso
(il
ripreso Custoza e ristabilito
quilibrio della battaglia) è cosa pressoché inesplicabile.
Che poi
Il
L'Italia
nelle sue tre
rimase quindi profondamente diversa
componenti
sempre:
di
il
sud. Ciò che era realtà culturale ed
il
nord,
centro e
il
economica diven-
ne anche, come naturale conseguenza,
fatto politico.
Verifichiamolo.
alla circostanza''.
L'industria avanzava prepotentemente e nacquero
Le
erano state riequilibrate
sorti della battaglia
portandoci in grande vantaggio, da un "terrone" assai perseguitato dalla "nomenclatura" piemontese:
il
Ge-
nerale conte Pianell, già ministro della guerra nel go-
verno napoletano, poi generale subalterno
nell'eserci-
to unitario.
Quell'uomo
di fronte allo stacelo dell'armata, al-
l'assenza di ordini di
La Marmora
to del disastro,
ebbe
ordini
prese in
rice\aiti,
in
fuga e
al
cospet-
coraggio di contravvenire
il
mano
dere nuove posizioni e slancio
la
agli
situazione, fece pren-
agli italiani. Quell'eroe,
di fatto, vinse quella battaglia e solo l'ulteriore già
notte seguente lo scontro
tata, follia della
pienezza della
ci-
ci tolse la
i
grandi complessi: Ansaldo 1853,
catini 1888, Fiat
i
complessi, impianti di trasformazione del prodotto agricolo.
Nascono grandi quotidiani
vittoria.
i
Custoza non fu solo una sconfitta si
di pili in
quanto dimostrò che
militare,
ma
l'esercito unitario
batteva molto peggio degli eserciti preunitari perché
non
riusciva
ad armonizzare e integrare
Insomma
regionali.
le
molte entità
molti pezzi di cui era costituito
i
il
nostro erigendo paese, erano un puzzle di cui incapaci
giocatori
non trovavano disgraziatamente
gli
inca-
stri.
colo
XIX»
(1885), r«Avanti»
(
crescendo rilevante
tirature in a
e cioè
il
«Corriere del-
Sera» (1876), «Il Resto del Carlino» (1885),
160.000 copie
in trent'anni),
1896), («Il
la
il
«Se-
«Stampa», con
Secolo»: da 40.000
r«Avanti» 400.000 co-
Questo sta ad indicare un grande fermento culturale con alta curiosità di conoscenza e alta volontà di apprendimento, questi giornali infatti sono in realtà aziende editoriali molto complesse. Il «Corriere» pubblica, oltre U quotidiano, settimanali «La domenica del Corriere» e il «Corriere dei Piccoli» e i servizi sono di alta qualità soprattutto dall'estero, ove seguono le grandi av\-enture e le esplorazioni italiane. L'entusiasmo con cui questi reportages sono seguipie nel 1914.
i
La giovane e.
1880, Monte-
tralasciarono le teorie
si
economiche liberiste che con Cavour avevano legato il Piemonte all'Europa. Quel comparto produttivo infatti trovava difficile un raffronto tecnologico e commerciale con gli altri stati europei e considerò più facile e remunerativo indirizzare propri prodotti verso le ampie e recettive zone del Meridione d'Italia. La stessa agricoltura stava diventando industria, con un'irrigazione ottimale, una meccanizzazione interessante e con strutture, le cascine, che erano veri,
la
molto
ma
1899,
Pirelli
da quello
patria,
ma
illustrati a
i
e fresca Italia
di Lissa, sul quale
si
sorvola per carità di
appaiono
cui contorni
assai simili a quelli
proposito di Custoza, una frustrazione e
uno scoramento
gravissimi che permasero per lustri.
Naturalmente sponsabili
ebbe da questo episodio
le
mutazioni di governi e uomini
non cambiarono una pesante
re-
realtà delle
ti
è sintomo di alta volontà di sviluppo e di affranca-
mento
dalla mediocrità e dalle frustrazioni del periodo
Crispino.
cose che aveva profonde radici politiche. Ciò, soprattutto, in
conseguenza
di
una forma
gravemen-
di stato
con
te accentrata, autoritaria, in contrasto
la
qualità
storica e culturale della neonata nazione.
Risulta sorprendente,
che Sergio
Romano
guerra, per cui
si
ma
rimanda
sorgimento ai giorni nostri stante
gli
al
condotta
suo Storia
(p. 90): "Il
la
difesa
di questa
d'Italia dal Ri-
successo nono-
scacchi".
Per evidenziare ancora meglio tutto ciò, è opportuno accennare ad alcuni ulteriori fenomeni che caratterizzarono questo periodo storico:
zati
l'insorgere
movimenti
158
fame
i
diritti delle
plebi
si
facevano
l'istintiva solidarietà.
E
qui che apparvero le prime
Casse Mutue di Solidarietà
ne rimase
in
fra lavoratori. L'emigrazio-
dimensioni accettabili, per diminuire dra-
sticamente dopo
il
passaggio del secolo.
Compare una
nuova figura: l'imprenditore. Il grande artigianato, da sempre presente
in queste
zone, divenne industria, sull'esempio delle confinanti nazioni europee e questo in Piemonte, Lombardia, Li-
Lombardia
gli strati sociali
lo scandalo della la
in
di dissenso (provenienti, e
portante, da tutti
-
immediato
inauditi, lentamente,
strada, questo attraverso le scuole, la naturale socialità,
acuta, l'analisi e
fa a difesa della
In questa parte d'Italia, con fatica terribile e dolori
di organiz-
questo è im-
dalla regione).
Banca Romana.
degli italiani e l'aN-xentura coloniale.
guria,
Veneto e
Fra
i
in
misura minore
in
Emilia e Toscana.
grandi e illuminati imprenditori del momento,
uno sopra di Vicenza,
tutti: il
Alessandro Rossi di Schio
in provincia
fondatore delle odierne "Lanerossi".
Sull'esempio germanico, allora
il
vero faro di
ci-
Roberto Sgarzi
previdenza sociale
viltà e
garanzia
Europa,
in
di: casa,
cibo, scuola,
prestatori d'o-
i
avevano per loro e per
pera di Rossi
le
loro famiglie,
ospedale
asilcì infantile,
pio è stato seguito. Un'altra famiglia,
durrà dopo, molto dopo, ricchezza e
Marzotto, pro-
i
civiltà in quella
zona.
e assistenza medica, vecchiaia serena e addirittura una
Due
tomba! Interessante
questa famiglia di impren-
la storia di
perché dimostra l'incredibile modernità del
ditori
si-
stema istituzionale austriaco del Regno Lombardo-Ve-
come
neto e
esso permettesse
la crescita
degli individui
merite\'oli.
Attorno
1800 e cioè pochi decenni prima degli
al
eventi su descritti,
vediamo
intatti
Rossi
i
non come
o grossi borghesi, ma come poveri pastori nelle dure, anche se bellissime, terre dell'altopiano di Asianobili
go. Subito essi
trasferiscono a valle per cominciare a
si
commerciare U prodotto della loro attività: la lana. Sarà Francesco Rossi nel 1817 ad impiantare il primo laboratorio, prima per la tintura e poi per la fabbricazione dei tessuti e
prima qualità, \iene Il
il
il
prodotto
punto che
al
rivela subito di
si
lo stesso Stato austriaco di-
miglior cliente.
salto di qualità definitivo
l'avvento
si
compie nel 1842 con
direzione dell'azienda di Alessandro
alla
Rossi subito divenuto esemplare per l'abilità imprenditoriale, la cultura, l'umanità, la sensibilità nei
problemi dei suoi collaboratori, insomma:
fronti dei
ima grande anima e un grande Alessandro Rossi porterà
mi
li\'elli
con-
la
uomo
d'affari.
sua industria
massi-
ai
tecnologici nell'ambito italiano ed europeo,
dimostrando che
le
avanzate previdenze umanitarie
at-
non
tuate dalla ditta Rossi nei confronti dei dipendenti
non ostacolavano l'avanzamento e l'ingrandimen-
solo
to delle strutture produttive,
rapporto con
le
ma
maestranze e
di
rendevano ottimale il conseguenza consen-
tivano un'esemplare produttività degli impianti.
Saranno circa settant'anni
non
solo per
la ditta,
nel frattempo
ideologie
si
ma
di civUtà d'avanguardia,
per Schio e
le
zone
vicine,
era espansa l'impresa. Verso
con
\ite e destini opposti, \'itiime di
si-
drammaticamente differenti. Due uomini e due realtà culturali, istituzionali e etiche distanti anni luce... due pastori quasi contemporanei: Alessandro Rossi, veneto, che immagina e realizza una civiltà evoluta in soli \'enti-trent'anni e Carmine Donatelli, detto Crocco, calabrese (si veda), un personaggio, un uomo sicuramente acuto e intelligente, divenuto capo bandito e assassino per la necessità di
difendere e vendicare
un signorotto difesi dai
locale in
i
genitori, fatti
quanto colpevoli
morire da
di... essersi
morsi del suo cane.
L'esempio di Alessandro Rossi non nasce\a naturalmente dal nulla, in quanto nel nord
Italia,
ma
solo
cominciò a farsi strada e ad essere apprezzato l'esempio prussiano. Fu Bismarck l'ispiratore. Questo grande statista, nella seconda metà dell'Ottocento, si era reso conto di una cosa: che la progressiva industrializzazione allontanava contadini dalle campagne. La società rurale offriva molte e spontanee previdenze per il singolo individuo: malato o vecchio che fosse, un pane, un letto, o un aiuto erano sempre prequi,
i
senti per
lui.
Tutto questo veniva a cessare nell'urbanizzata società industriale.
Se non
si
volevano turbe
giamente prevedeva,
si
sociali,
che Bismarck sag-
imponeva che
lo stato stesso
doveva organizzare e strutturare quelle previdenze sociali che venivano a mancare per quei cittadini allontanati dal
mondo
rurale.
ove
1910
il
italiani
tuazioni politiche
le
affacceranno prepotentemente anche in
si
quell'ambito e tutto subirà un notevole cambiamento: i
tempi erano mutati.
Esemplare gli,
allevati
condo
il
rapporto
di
Alessandro Rossi con
ad una dura scuola "partendo da zero",
l'uso austriaco, e subito
i
fi-
se-
responsabilizzati in
competitiva selezione nei problemi gestionali. La legge
non esisterà in quell'ambiente. La scuola per loro sarà l'Europa e sarà Gaetano, il quartogenito, a brillare per capacità dopo un lungo periodo di apprendimento in Inghilterra, Francia e sodel maggiorasco
prattutto nella germanica Alsazia. Attentissimo pi
moderni, Gaetano Rossi guiderà
ai
tem-
sul suolo italiano la
prima automobile con motore a scoppio
(2
gennaio
Peugeot numero 125, 4 posti, motore 2 CV, da «Ruote classiche», dicembre 1999). Le grandi scuole e le grandi anime creano struttu1893, per
re
la
cronaca
che non sono
la
scalfite dal
tempo: ancora oggi
la
La-
nerossi è industria leader nel settore e in zona l'esem-
l.'1/iilki
e le ire
ìliilie
Giovanni
Giolitti, Ritratto giovanile.
U9
Nacquero un
i
primi esempi di assicurazioni sociali e
associazionismo di varia qualità (quello ginnastico
sportivo ad esempio), che nell'Area padana ebbe subi-
Questo non impedirà certo le feroci lotte sociali ma il tutto in un reciproco riconoscimento di legittimità. che seguiranno,
Interessante
to proseliti.
sud d'Italia il governo, che ormai ha sede in Roma, non prevedeva affrancamento dal barbaro latifondismo che tiene e terrà ancora per lungo tempo, i Per
fratelli
il
meridionali
in
una disperata barbarie, né
sero in essere misure di alcun tipo tendenti
al
si
di
opposizione
Giolitti
l'e-
Le
sola speranza di sfuggire alle brutalità e
di riferimento. Giolitti fu
personale che tura,
ciano a divergere. Gli interessi politici del nord sono: protezione do-
ganale della nascente industria locale, utilizzo dei ca-
sviluppo della stessa e anche
vanzamento dell'agricoltura. Questo porterà alle alte
al fine dell'a-
doganali del 1887
tariffe
tura con rilievo particolare per l'olio,
il
ca,
uomo al
di particolare integrità
Parlamento, per
affermando che non voleva
né
in
Europa, né
in
Itiilia. Il
a\'\'enture,
cifre.
l'investi-
né in Afri-
suo dire era intessuto,
ai limiti dell'aridità, di logica scientifica, di
il
comparto agricolo
vino, la frutta e gli ortaggi.
relio
numeri e
di
Nel suo pensiero vi erano cose, fatti, previsioni una specie di misto fra Ugo La Malfa e Au-
La posizione del nord Italia era quindi contraria al colonialismo, che fu duramente a\'\'ersato, sia dagli imprenditori settentrionaH, raccolti attorno
al
giornale
partiti di sinistra e dai sin-
Ciampi.
non era un "glorioso reduce" come allora andava molto di moda, non aveva lo svolazzo, la frase Egli
alata e roboante, zi
che dai nascenti
presentò
si
razionali:
che, fatalmente, inizialmente danneggeranno l'agricol-
«Il Sole»,
un grande il punto
posizioni su illustrate vedranno in
piemontese, Giovanni Giolitti (Cuneo 1842),
Gli stessi interessi delle due parti d'Italia comin-
meridionale e cioè
un
prove-
po-
alla miseria.
pitali allo
alla politica
niente dal governo centrale.
Giovanni
Per questi concittadini sempre e ancora oggi, è la
movimento
vasto
sorgere
di industria o artigianato in quella zona.
migrazione
verificare, già all'indomani dell'u-
il
nità del paese, l'insorgere in questa parte d'Italia di
il
romantico gusto dell'iperbole, ancome sicuramente
forse le disprezzava convinto,
quanto poco potessero essere utili alla soluzione dei problemi dei suoi concittadini. Il suo programma, il suo obiettivo, era appunto h, nei problemi interni della nazione che stava nascendo, nei suoi pub-
era, di
inadeguati e insuffi-
dacati dei lavoratori ancora agli albori; entità queste
blici servizi, già allora giudicati
che vedevano, giustamente, in questa imminente av-
cienti, nel
ventura oltremare, nuove sofferenze per
zione, nello sviluppo e nella omogeinizzazione di uo-
i
loro rappre-
mini, idee e capitali.
sentati.
Interessante questo saldarsi,
al
diterraneo.
d'opera attorno a comuni interessi economici e
Roma, 20 settembre 1870. Le truppe
Giolitti era
personaggio schivo, riservato, austero
fino alla sgradevolezza;
sociali.
160
Programma europeo per un paese largamente me-
nord, di interessi e
posizioni politiche di proprietari, imprenditori e prestatori
sistema bancario agli albori, nella circola-
italiane
penetrano
nella città attraverso
la
non aveva un passato
ricco e
breccia di Porta Pia.
Roberto Sgarzi
.
da studi politico-economici e
glorioso, veniva
la
sua
formazione era axa-enuta nell'amministrazione delle
nanze dello
uomo
Era
stato.
fi-
realistico fino al cinismo,
ben sapeva che la politica era l'arte del possibile e che doveva essere giocata con le carte, gli uomini, le reali possibilità etico-sociali, che il paese poteva offrire: era il maestro del compromesso.
La sua
cultura, in realtà, era quella francese del
coniDìh de italiota,
dei servitori dello stato,
l'état,
non
quella
ma
quelli della sua meravigliosa gente, sentati
erano rappre-
da alcuni baronetti onnipotenti. Nel
Dna di quei
nipotini dei lontani hidalgos era evidentemente rimasto
qualche tratto di quei loro Sarà,
non
uomo
e discutibile
spietati progenitori.
un famoso meridionale, discusso
a caso,
uomo
decente
politico,
di cultura,
a\'venturoso garibaldino, a farsi interprete di queste istanze e a dare inizio alle avventurose spedizioni colo-
Francesco Crispi.
niali italiane in Africa:
spesso pagliaccesca, di molti individui che ani-
mavano e animano Parlamento. Chiudendo il discorso, di cui prima si fermò: "Se non volete lavoro e serietà, ma il
parla\'a, af-
Francesco Crispi
solo retori-
avete ragione a darci voto contrario".
ca, allora
Francesco Crispi (Agrigento 1818) era esattamen-
Questo uomo duro e silenzioso, lui al governo, non permise mai i massacri operai di cui poi si dirà, non concepì mai guerre coloniali o europee (anche se
va fatto di tutto.
fu costretto a quella libica di cui
magistrato, duro rivoluzionario di sinistra e durissimo
si
parlerà), favorì l'or-
l'opposto di Giolitti: nella sua vita tumultuosa ave-
te
Facondo oratore
era stato avvocato, giornalista,
ganizzazione delle forze operaie e contadine, conce-
conservatore dell'ultra-destra, garibaldino, agente
dendo
pubblicano mazziniano e agente monarchico, bigamo,
loro
il
massimo
delle libertà consentite dalla le-
ministro dell'Interno, primo ministro.
gislazione vigente.
Le riforme
Da
Superiore del Lavoro;
costituzione dell'Assicurazione Sociale contro
la
l'Invalidità e la Vecchiaia;
-
donne e minorenni;
- normative popolazione
emigrata nel mondo;
- impegno determinante per grande polo industriale
(il
grande numero pcdit
la
me
la
recuperava
di italiani
furono forse
aumentò
gli
aggravi
Un
dato curioso. Crispi aveva grande fiducia
un
nel taschino. Alla "forza taumaturgica" di questo ag-
geggio affidò spesso
Sembra
i
destini della nostra patria.
incredibile,
ma
ci
sarebbe da credere che
ex-
molte delle nostre tante disgrazie
co-
(Adua, Milano,
Sicilia,
di
Banca Romana
quel periodo
ecc.) siano forse
state causate dall'insufficienza operativa di quel... coso.
il
il
grande Crispi e Giolitti.
suffragio uni-
due
ture,
e avesse prestato
raneo. Interessante
servizio militare.
temendo r"alluvione degli analfabeti" gli dubbio che "certi ignoranti" potessero
chi,
in
grosso inseparabile corno rosso che portava sempre
versale (solo maschile) per chi avesse avuto trent'anni
A
realizzò disastrose avventu-
fiscali,
Non
il
intuendo vicino
macello del '15-18 riuscì ad ottenere
manifestò
radice di gravi problemi poli-
l'Italia
che ancora, dopo
tardi, nel 1913, forse
il
alla
nazionali (Banca Romana).
Di lui è scritto con mirabile sintesi: "Represse ferocemente tumulti operai specie nel suo Meridione,
democratica un
alla vita
propria patria.
Più
mo-
creazione di un
veda), aveva rifiutato di considerare
(si
sonali,
triangolo industriale con
Milano e Genova); - accordo sociale ed elettorale con le forze cattoliche. Si stemperava così un'ancora grande frizione tra si
lo fece in
re coloniali".
vertici Torino,
Stato e Chiesa e
onorò e spesso
li
difficilmente definibOe. Proprio questi debiti per-
i
e organizzazioni a protezione della
italiana
do tici
strutturazione di una legislazione a tutela del
la
lavoro di
inseguito dai debiti suoi e della secon-
da moglie, non sempre
segnalare:
l'istituzione del Consiglio
Fu sempre
cuneese
di carattere civile attuate dal
furono innumerevoli.
-
re-
la
Italie
Due uomini
attualissimi,
diverse e opposte: il
Europa
due
cul-
e Mediter-
loro anteporsi nello scandalo del-
Banca Romana.
il
essere degni della dignità del voto, Giolitti rispose
che l'essere pronto
sembrava
titolo
a versare
sangue per
la
patria gli
incontrovertibilmente più che
Roma
e lo scandalo della Banca
suffi-
Nel disastroso quadro
ciente.
traversava
Nel sud
d'Italia, invece,
re alle limitrofi
fortuna. La spiegazione ce stria,
il
colonialismo da impor-
zone africane godette subito la offre,
Indro Montanelli riferendola
di
buona
con l'abituale maealla
volontà "di po-
poli sottosviluppati a cercare sollievo nelle miserie di popoli più sottosviluppati di loro"
L'aspetto e l'anima del Meridione non erano, allora.
/.7/rf/w e
/('
]'rc
Italie
Romana
l'Italia di
quel
di
generale protesta che
momento
e di cui
un nome risulta assente: Roma. La cosa è più che mai motivata perché
si
at-
parlerà
di seguito,
Roma vinse al lotto. Roma (non quella del
in quegli
anni
suo popolo,
ma
quella dei
non volle mai l'Italia e non a caso l'Urbe fu l'ultimo lembo d'Italia ad entrare nel corpo della nazione. (,)uesto fu perché il suo papa re si dimostrò il
suoi potenti),
161
più forte,
il
più duro,
più strenuo e accorto opposi-
il
tore di un'unità che lo vedeva né papa, né
Fu un'opposizione dura mo:
la
re.
e determinata fino all'ulti-
breccia di Porta Pia
non
una passeggiata, italiani ben 190
fu
bensì un'azione militare che costò agli perdite, fra morti e
La
città
che
si
feriti.
offrì alla vista degli italiani
che
en-
vi
trarono aveva una struttura di tipo medievale, perché
medievale era
la
sua cultura che,
pensiero che
come
si
diceva, rima-
impermeabile ad ogni corrente
se sempre, nei secoli,
di
allontanasse da quello piuttosto antico
si
Di illuminismo, mai né pensato né parlato. Per scoraggiare eventuali "eretici" o "teste calde", roghi della piazza di Campo dei Fiori o la ghigliottina di Piazza del Popolo erano sempre pronti per la lo(bimillenario) aristotelico-tolemaico.
da quelle
non
parti,
si
era
i
ro funzione. Si pensi
Comune
che coeva dei
fatti di
cui
si
parlerà fu
la
di Parigi che, al di là di ogni valutazione di
merito, proponeva un ipotetico modelle^ di
uomo
e di
società assai avanzato.
Roma re
1870: monarchia teocratica assoluta, con un
che affermerà di essere anche Dio (dogma dellin-
Roma
faUibilità pontificia).
1870: 230.000 abitanti, po-
tenziale forza lavoratrice circa 100.000 unità, di cui
50.000 disoccupati e 30.000 accattoni
Roma
1870, con
il
suo dedalo
"ufficiali".
di terribili tuguri sui
incombevano abbandonati ruderi
quali
classici e
im-
Roma con abinemmeno sudditi, ma
mensi, lussuosissimi palazzi nobiliari, tanti
che non erano cittadini e
solo "pecore smarrite" nelle
mani
di
un duro papa
re,
padre padrone.
Roma fini di
1870 era solo un borgo mediterraneo ai conun'Europa che entrava nel più bel momento
della sua storia: la Belle
Roma all'eroica
epoque.
1870 era profondamente cambiata rispetto
Urbe
della
ventun anni prima.
Repubblica romana
Due
di
appena
episodi interessanti e illumi-
nanti.
Primo. Garibaldi nel 1867 giunse a Mentana,
due
passi
VES. ìrchicostr. E
a
da Roma, con un impro\'\'isato ed esiguo
ciitTsr.prv-
GXOSE
nr.ix-
I E
DEI- le
.
cano
prime
suoi fedeli di recarsi alle urne alle
ai
zioni della storia unitaria (motto dei cattoHci: ti
e né elettori"),
insomma
"Né
eleelet-
era chiara la volontà di
escludere ogni possibilità di collaborazione
civile.
Ciò fu ribadito nel 1874 con la bolla Non ExpcJit (non è opportuno) ed era stato preceduto dalla suddetta scomunica secondo la quale, e non pare sia stata mai revocata, Pio IX enunciò che: "Ribadiamo davana Dio e a tutto il mondo cattolico che non possiamo
ti
senza alcuna sicurezza speditamente e affatto liberamen-
Nostra suprema autorità pastorale" ed
te esercitare la
emanò
"la
più grave scomunica per tutti coloro che
gniti di qualsivoglia dignità,
ma
menzione, hanno perpetrato l'invasione
menti i loro mandanti, renti"
insi-
specialissi-
[...] e pari-
fautori, adiutori, consiglieri, ade-
.
Insomma... tutto
me
anche degna di
popolo
il
italiano era nelle fiam-
dell'inferno.
Povero papa Mastai, queir"uomo
al
di sotto delle
non ne azzeccò una di buone in politica! Quella scomunica fu acqua fresca, trascorse nell'indifferenza generale e questo ciimostrò che il buon tempo antico era veramente finito, ma anche che quel potere religioso, se non supportato e sottolineato dal potere politico e militare, non aveva reali possibilità di parti" proprio
stampa
satirica
d'epocd
"la difficile
cudbitdzione fra Chiesa e Stato".
che continuò e continua ad irradiare e coordinare
presenza nelle società degli uomini.
ovunque la sua azione politica con milioni di presenze sempre ottimamente organizzate ed efficienti: le par-
Emanuele
rocchie, le missioni,
seminari, le nunziature,
i
vicaria-
sociazioni
sindacali,
associazioni
culturali,
ospedali
Insomma
la
"chiesa dei preti" continuò ad oppor-
"chiese degli uomini"
alle
e,
nel nostro caso,
anche
scomunicato degli
italiani,
Vittorio
h a poco avrà sacramenti e funerali
di
Cosa pensava quel papa
degli italiani?
da G.B. Guerri, un'allocuzione
tata
suoi cardinali:
ecc.
si
più...
il
II,
re-
Hgiosi!
arcivescovadi, le scuole cattoliche, legazioni, as-
gli
ti,
i
Infatti
morale
si
ripor-
trattava di dichiarare
una vera guerra
allo stato, "che accoglie nei pubblici uffici gli in-
apre ai loro figli
fedeli,
Ecco
di quel signore ai
le libere
scuole"
,
dando
"libero
varco alla miscredenza"
alio stato italiano.
A Pio IX,
un noto e orgoglioso papa-re, fu tolto un un minuscolo reliquato di pochi chilometri quadrati. Il papa rimase papa, ma non fu più re, perché ormai privato del territorio. Al papa rimase quindi il potere spirituale e gli fu
enorme
sottratto
il
potere temporale.
A
pochi
cattolici "puri"
VEcclesia spirttiidlis piacque, nel convincimento che ciò
avrebbe dato
al
papato un'autenticità e una purez-
In realtà la struttura amministrativa e politica del-
(Chiesa
ma
non
solo
non gradirono
l'iniziativa italiana,
la lotta di
Pio IX prima e degli
A
poi tu totale e senza colpi proibiti.
altri
papi
partire dal 1860
prima e ancor più dal 1870, quel papa, che solo venti anni prima (1848) era "il più amato dagli italiani", le prox'ò tutte contro gli italiani stessi
e,
subito
dopo Por-
cominciò scomunicandoli per empietà verso
ta Pia,
la
forte
a partire dal
opera
no e ciò tu
Vltalki
<•
/(•
bastò
il
linguaggio di Vittorio
proponeva "come
si
figlio e fedele
Emanuele
II,
obbediente", né
"legge sulle Guarentigie". Quest'ultima rappresen-
tava un estremo tentatix'o dello stato italiano di
namento
al
e prevedeva
la
piena indipendenza dello Stato del Va-
ticano, l'esenzione per
ne e
ax'X'ici-
papato, fu approx'ata nel maggio del 1871
i
vescovi dall'obbligo di giura-
di fedeltà al re d'Italia, totale libertà di riunio-
attività
3.225.000
per tutto
lire
pari al
il
clero e
5%
una somma enorme:
dell'intero bilancio del Re-
d'Italia.
La folle prepotenza di quel tardo Pio IX determinò guai giganteschi al neonato stato italiano creando artatamente due fazioni duramente contrapposte: cattolici e... infedeli.
Ovunque, ma soprattutto
nel Meridione, quella
"guerra fredda dei preti" ingigantiva una già presente e dura ostilità nei contronti dello stato, e invitò le po-
Chiesa.
Già
la
gno
l'avversarono a morte.
L'odio e
che
mento
za morale sbiaditi nel tempo.
la
Non
stato e gli rimase
di
1861
i
sacerdoti iniziarono una
propaganda contro
il
utficializzato dal dixicto
ire ìltdìe
nuovo
stato italia-
imposto dal
Vati-
polazioni a rivolgersi all'antagonista stato-clero per un
appoggio.
Fu
allora
che
lo stato italiano
cominciò ad essere
163
.
additato all'odio e
.
disprezzo dei suoi cittadini. L'o-
al
pera di demolizione era cominciata. Ci
si
riuscirà
am-
ne vide
Con Roma, con
in quella
Chiesa solo un gruppo di spregiudi-
politici che, attraverso la superstizione e
uomini
cati
il
incontriamo!),
mo
tutte le strade,
re l'atipicità
duato nella
vita del nostro
paese scrivendo nel suo
Contratto sociale: ''La Chiesa, dando agli uomini due
due
gislazioni,
due
capi,
patrie, li
le-
pugno
i
suoi colli
Storia e nobiltà erano però
lì,
in
to straccionesco... bisognava subito,
una città d'aspetprima dell'arrivo
dei parenti illustri in visita, rifarle l'abito.
Per l'anima c'era tempo: queste cose non va
pa,
i
razionalismo,
il
trimonio re
uno
vera
principali ottanta "errori" della nostra epo-
quali la libertà di culto, di opinione e di stamil
socialismo,
che
civile, la teoria
stato.
la
Obiettivamente
Italia, divisa in tre parti
il
liberalismo,
il
ma-
Chiesa non debba ave-
difficile
da
per
la
nostra po-
storie, clima, culture,
cose, tradizioni ecc., trovare un'unità
con "inquilini"
altri
Inquilini (Pio
IX
ottima coscienza di
&
liani",
Giovanni Bosco, un zione della
gioventi^i:
uomo
di
il
sulla
forma-
Appunto per
rifare l'abito della nuova capitale dei un fiume d'oro da quella povera Italia. L'Urbe cominciò subito a costarci enormemente! Come indica Ugo Pesci, un'analisi del governo nel
Savoia, giunse
1871 indicò in 40.180 stanze piegati che
Già, per
gli italiani l'avere
Una qualche
soluzione
poi nel 1948, esaudendo
i
Dio".
al
uno
la
si-
problema si avrà Gaetano
voti del gesuita
il governo liberale con un altro. schiettamente e integralmente cattolico" La De la "balena bianca" cominciò il suo viaggio e risultati sono oggi sotto gU occhi di tutti.
to sostituire
.
.
"caput mundi"
trasferiti in
però
al
1870, con tutte
Roma
disponibilità di soli
ai lettori la risposta, si
Dal 1870
al
1900-1910
il
con una ciclopica operazione di,
divennero case, I
sue deficienze, era
centro geografico d'Italia ed era in possesso di Savoia avevano terribile necessità:
Il
vani.
cinico, scetti-
Roma
di reale
in trenta-
ville,
moderna
città.
borgo mediterraneo
fu,
di ingegneria urbanisti-
Catapecchie, tuguri, palu-
giardini, boulevards.
grandi palazzi patrizi cambiarono proprietà: dal
papa e dentro il re, via la. "Madama" Carlo V) e dentro il Senato, via conventi e dentro gli uffici della nuova amministrazione, Quirinale via
il
.
.
(era la figlia di
i
via altri padroncini e dentro deputati, ministri, ministeri,
nobili vari, istituzioni,
insomma... Per
Roma
alti
e bassi funzionari ecc.,
divenne una vera capitale.
certi aspetti fu
una devastazione colpevole e
non
si
ville
principesche, subito invasi dal cemento
ebbe
rispetto per
rono fortunatamente le
capitale.
500
trasformò da pittoresca e medievale
i
meravigliosi giardini delle (si
salva-
giardini di Villa Torlonia e Villa
i
Borghese). Parimenti, antichi
Roma
fabbisogno degli im-
"corte dei miracoli" in una grande,
i
Questa
il
profondamente pagano e quanto dotato
co,
dei massimi
Zocchi, che nel 1879 disse: "i credenti avrebbero dovu-
Roma
sarebbero
ca, sventrato e trasformato.
per "inquilino... un
gnore... a livello di Dio", costituirà
problemi.
si
municipio indicò
papa al di sopra
livello di
il
Nient'altro.
se).
quaranta anni,
papa a
il
in
Don
grande peso
"Gesù ha posto
Gesù ha messo
ma
moralità lascio
dei profeti, al di sopra del suo precursore, al di sopra degli angeli.
sesso (incontenibile
il
cucina, le sue famiglie (ne aveva... ovviamente, diver-
bolla papale sull'" Infal-
pontificia" (18 luglio 1870) che farà dire a
libilità
una
interes-
che ave-
come U "padre di tutti gli itamodo concreto, non certo simbolico!) la
Pure lasciando immutato un animo
C.) che del resto avevano
sé, vista la
interessi: la caccia,
II
baffone... era indicato
problematica convivenza.
di così
la
pri-
naso.
tempo fedeli e cittadini" Ancora G.B. Guerri nel suo Antistoria degli italiani ricorda il Sillabo e cioè un documento papale redatto nel dicembre 1864 da una commissione di cardinali e teologi che, dopo avere consultato 255 vescovi,
i
il
con la città alla quale portavano con L'Urbe... c'era poco da storcere
savano certo Sua Maestà Vittorio Emanuele
ca, fra
fatali,
con
Virgilio, Seneca, Boezio,
contraddittori, e impedisce loro di potere essere nello
elencava
cosa
degli Apostoli,
sottomette a doveri
stesso
la
dei papi, autentici e diretti eredi di Pietro,
paganesimo, cercavano di reimpadronirsi di prebende,
duramente ricordache Jean Jacques Rousseau aveva indivi-
in
suoi cesari imperatori (ecco chi
i
suoi eterni destini,
i
con Orazio, Catullo,
Roma
sinecure e feudi ormai cancellati dalla storia. Infine quel Santo Padre faceva
Roma
con
cambiava.
piamente. Dall'altro canto una grande parte della popolazio-
ma
erano ben poca cosa,
monumenti romani,
fra
cui la storica Porta Salaria, furono follemente demoliti,
in
un'infame corsa
al
danaro.
sentato dai Savoia-Aosta era quasi niente. Sposarsi
non dire mesi, i pittoreschi peromano, ciarlatani di Belli, simpatici disoccupati e straccioni dal coltello facile, così bene rappresentati nei disegni di Pinelli, che mai avevano visto un treno, si trasformarono in... moderni impren-
"bene", per un Savoia, non era facile e ben lo sapeva
ditori.
ciò di cui
i
il
titolo
nobiliare.
L'Europa dell'epoca era Europa
di case regnanti.
All'interno del club di queste famiglie
raio".
\b4
il
pedigree pre-
Emanuele II che era considerato "un re pecoCapitali come Courmayeur, Grenoble o Torino
Vittorio
In pochi anni, per
corai dell'Agro
Le
zolle
i
i
ove pascolavano
le
loro capre divennero
improvvisamente d'oro.
Roberlu Sgarzi
Come poi di
lì
evince dalla guida del Tei (1977)
si
trentanni
popolazione raddoppiò, per
la
poco. La compagine urbana esplose e
a
Dopo
consistenza fu triplicata.
contenuto dalla vie, piazze,
si
sua
conquista italiana
dall'età
e interi quartieri.
contentabile)
la
la
romana era ampiamente mura aureliane, debordò e nacquero
che
l'antico borgo,
Un
certo Ludovisi (in-
un intero quartiere dalle parti Veneto... e con questo si guadagnò
costruì
dell'odierna \ia
addirittura l'immortalità!
Av\-enne
una
fantastica, antica scultura
greco-romana. Poiché
la forma di un sedile; qualcuno la paragonò ad un trono, di qui il "trono Ludovisi", ora esposto al
aveva
museo Il
di
Palazzo Altemps.
Tevere:
non avendo
rive di
ma. Resta evidente che per
contenimento,
i
papi e
i
al
facil-
in tutta
Ro-
cardinali così in-
tenti all'edificazione di ville, palazzi e giardini
bene
la Banca Romana poi, tutto era molto facile, in quanto essa aveva allora ottenuto mandato, con Regio Decreto 2 dicembre 1870, di stampare moneta. Sem.
plicemente
ne stampò molto, molto
l'Istituto
dichiarato, del consentito e del convenuto!
.
piii
Era
monu-
riparo dalle inondazioni, le case delle
macchine e la carta non costava poi Era naturalmente necessario che qualcuno "in
tare funzionare le
tanto!
alto", spesso
"molto
in alto",
chiudesse un occhio,
problema, evidentemente, fu
Questa irresponsabilità, questa incoscienza, questa ricordano ad ognuno di noi qualcosa di molto presente e attuale e cioè due miUoni e cinqueceninciviltà,
i
tomila miliardi di
lire
che costituiscono (1998)
il
debi-
Ma come fu possibile questo fenomeno? Questo è molto interessante, perché dimostra, ancora una volta, la
incapacità di quella classe dirigente a costruire
alte responsabilità a cani e porci,
con
vizi di
forma e
vene che dai muraglioni. Era
rificante frana,
ma
muri
in realtà un'autentica
un
come sia stata strutturata una pubblica amministrazione, dando frequentemente
paese e dimostra poi anche
sostanza che crearono precedenti che furono una
i
ma
risolto.
"pecorelle" potevano essere meglio protette dalle no-
continua tragedia e
del
facile
to pubblico.
mente ad ogni piena causava inondazioni
mentali,
questo subito, già pochi mesi dopo Porta Pia.
Per
il
che durante quegli scavi emerse
intatti
E
quei
in
triplicarsi
mai
piti
ter-
contenuta.
delle case della vecchia Ro-
ricordano questi drammi con adeguate antiche
Le cose andarono
così.
Era divenuto direttore
iscrizioni.
con opera ciclopica, costruì in quei trentanni anche una struttura colossale di contenimento del fiume, che, infatti, da allora fu domato. La costruzione della "grande Roma" fu il business del secolo, fu "il grande affare", ma "natura non facit saltus" e subito fu affare "alla romana", anzi alla "Banca Romana"... e fu uno scandaloso disastro. L'Italia,
di questa banca un certo Bernardo Tanlongo, non certo per meriti eccezionali o
per particolari capacità di tipo economico,
in
quanto
il
suo cursus honorum era avvenuto come accorpato
Lo scandalo Successe quindi che, a fronte di questa improvvisa pioggia di ogni ben di Dio, ogni
buon romano (anche
se recentemente importato) credette
speculazione
alla
edilizia,
per poi rivenderli a
1,
Il
problema era
il
emersero
i
darsi
U).
rin\'cnimento del danaro d'ac-
quisto che, naturalmente, to
opportuno
acquistando case e terreni a
non bastava mai
e qui subi-
problemi connaturati a questa
città, a
questa cultura e che ancora oggi, in buona misura, so-
no
i
nostri
Così,
problemi
come per
attuali. la
Cassa del Mezzogiorno,
di no-
buona attuale memoria, ognimo aveva nella BanRomana, allora principale istituto di credito di
stra
ca
il
quella città, qualche amico, qualche "cardinal nepote", al
qualche parente o
zio,
qualche padrino insomma,
quale chiedere un piccolo favore: qualche miliardi-
no
ben s'intende l'essergli poi riconocon la vecchia abitudine romana: la "bustarella", o la "raccomandazione" di pontilicia memoria! attuale, salvo,
scenti.
Come?
Facile,
Ll/tilhi e le Tre Italie
Umberto
I,
re d'Italia.
165
(spia) deUa polizia papalina e come individuo assai abOe e disponibile nel procurare "distrazioni" ai mon-
Il
Roma
simpatico e affabile con
in
era un'istituzione: era "Er sor Bernardo".
Con
questa sua padronanza
aspetti più "interessanti",
anche con
re disponibile di più
i
di esse-
nuovi venuti perfino
ai
gra-
come
se in tutta Italia,
il
Quest'uomo aveva corrompere
specialità, si
che
i
perpetuò e
malevoli si
diffu-
colera.
la
e di creare corresponsabOità, connial-
alte cariche dello stato.
L'" humus
romano" aveva permesso che
palino divenisse in pochi mesi
amico
il
il
topo pa-
simpatico e affabile
di baldorie, confidente e ispiratore addirittura
di Crispi, di molti altri Primi ministri e delle
Loro
appunto Giacomo sti
Galantuomo", di cui era semplicemente U fattore di alcune campagne romane acquistate dal Savoia subito dopo la conquista di Roma. Col furbo "Baffone" il rapporto non fu ottimale, in quanto pare che due avessero screzi al riguardo di alcune contabilità "non ortodosse" tenute dal Sor Bernardo, ma si continuò poi con Umberto I, l'augusto figliolo, "il re Buono", che gli affidò (con meno acume dell'augusto papà) la tenuta delle finanze della amata marchesa Litta, per salvare le quali il ginepraio divenre
i
terà poi ancora più fetido.
Questa gente, naturalmente, non seppe fermarsi e accontentarsi di tutto quell'inatteso "bendidio" e fu
uno scandalo con
crack: scoppiò
chiesta di prammatica,
ma
la
conseguente
subito essa fu (toh, chi
si
il
Fu fermò
Crispi
un certo commendatore Monuna autentica canaglia. I due ispettori, presentatisi al Tanlongo per la verifica della contabilità, furono inizialmente bistrattati e zilli,
trattati
si
sapute certe cose,
rebbe stata
che
la
si
fossero
diffamazione dell'intero paese
Meglio tacere
orribile.
tutto.
in recenti
si
del
cronache,
Egli pensò forse di essere ormai
possibile guaio, finì così
ma
il
al di
della cosa e stesero ta al
modo
Fu
questo punto che
banda di delinscoperto grazie a due piccoli.
si
realizzò
Crispi-Miceli, con O suddetto esclusa), a fare
(forse
già citato ten-
il
da parte del duo
MonziUi
(la
canaglia
da consigliere.
La reazione dell'apparato di corte e governativoministeriale fu fortissima, non si usarono mezzi termini. Giacomo Alvisi, il patriota bellunese, risorgimentale,
puro
il
Crispi,
di cuore,
il
il
garibaldino e Gustavo Biagini,
il
"travet" che, pur povero in candella corruzione a palate...
derisi dal
governo e soprattutto da
capobanda.
comandato
Biagini fu
e trasferito in Sardegna e Al-
mano
morì
di
crepacuore nel ve-
a quei delinquenti l'Italia,
per
la
quale
lui
avevano sacrificato e donato la loro vita. Una copia della relazione fu fatta però pervenire
e tanti
altri
Napoleone Colajanni, che nel dicembre 1892 la fece "esplodere L'ammanco risultò di ben di sessanta milioni: una somma colossale. I nomi di coloro che avevano ricevuto dalla "Banall'onorevole
".
Romana" regali e favori illegali emersero subito. Umberto I e la sua augusta compagna, la marchesa Litta; Crispi e signora; primo ministro Urbano Rattazzi e insieme a loro un numero impressionante di ca
il
parlamentari, notabOi, giornalisti, politici ecc.
Tanlongo è arrestato assieme a agli agenti che lo prelevano: "Ma adesso dove andranno a prendere danari?". Giolitti, che nel frattempo aveva sostituito Crispi, II
quenti "eccellenti" fu
166
a
tativo di insabbiatura-depistaggio
sei
di questa autentica
Sor Ber-
quali, ritirati-
i
una relazione-bomba poi presenta-
in
partico-
Roma "Er
ministro Miceli.
già anziano del resto,
sopra di ogni
caro Biagini,
resero conto dell'enormità
si
dere
prefetto Tan-
lei
documenti nel loro Veneto
visi,
invece questa storia affascinante
e merita sia raccontata in
complotto
i
ri-
lareggiato.
Il
subito con
un'opportuna prudenza),
sa-
novembre del 1892, in gran regno; uno dei saggi del paese.
le cattive.
mettete nei guai...
nardo" trovò due uomini incorruttibili
danaro
La cultura
un po' con
vi
da maritare!").
il
longo, fu nominato, nel
pompa, senatore
figlie
na, aveva rifiutato
la
e
L'eccezionale fu che in quella
l'oscuro impiegato,
Cominciò così nel fango, nella menzogna, nel sospetto, nella corruzione, la lunga marcia della nostra amministrazione e di quanto si sia poi depurata, anche di ciò, lascio al lettore la risposta.
come
buone
("Ecco qua una bella bustarella, per
per "ragion di
lo faceva
incontra!), disse che, se
le
Voi non sapete chi mi è amico!") e un poco blanditi
della finzione, la vinse.
non
poi un po' con
Cioè un poco minacciati ("Voi
furono infamati e
d'autorità. Disse
stato" (toh, chi
Così,
funzionario del Ministero e addirittura che fosse
estraniato dall'inchiesta
in-
primo ministro (naturalmente), che
il
un galantuomo,
aggravato dal fatto che que-
Alvisi,
in-
contra!)... insabbiata.
badi
potesse utilizzare un altro galantuomo Gustavo Bia-
Al riguardo Tanlongo cominciò con Vittorio EmaII, "il
si
bene, essere riservata ad uso interno del Ministero.
che ha tante
Maestà. nuele
decise di malavoglia nel 1889 ad in-
si
dire un'indagine conoscitiva, che doveva però,
gini,
capacità di corrompere, di
venze, complicità fra amici e amici degli amici, tino
più
sull'onda delle molte dicerie che correvano sulla
Banca Romana,
L'errore fu di affidare l'inchiesta ad
alti.
definirebbero tutta romana, che
le
fatto
dal Ministero dell'Agricoltura e l'allora ministro Miceli,
della città e dei suoi
non aveva mancato
Quest'uomo aveva una
tarsi
appunto
tutti,
parlamentare
Alvisi,
Gustavo Biagini impiegato statale. è che in quei tempi le banche dipendevano
bellunese, e
signori.
Uomo
Giacomo
grandi, ignoti, italiani:
13 gennaio 1893
complici e
domanda
i
Roberto Sgani
.
nomina una commissione sui fatti,
no
ma
i
di sette "saggi"
risultati e di ciò
nessuno
si
per indagare
segno politico-istituzionale, che di
stupisce, so-
avuto grande popolarità: "Rinvigorire
un
ridicoli.
tiepido, fumante,
In un'Italia disperata e affamata questo affare
provoca un'ondata di naturali proteste. I giornali satirici portano racconti curiosi, come quelli secondo
C'è da essere
briganti romani starebbero
i
Roma...
città insicura,
troppo
bati è
ove
Ma
alto.
la
il
ben
alla larga
da
rischio di essere deru-
regina Margherita troverà
benpensanti non buttano
Non
(sic!)
capisco
le
come
panche
tutti i
veri agenti,
Anche
ma
in tutta l'operazione (in
importante (ricorda qualcosa di
fatti,
la
re-
Mazzini,
&
C. inviano, secondo
alternativamente suppliche e
Ma
i
il
a\rebbe somministrato
mente ingenti somme di danaro. Alcune delle carte compromettenti "volate"
De
illegal-
in
Va-
In altre lettere l'ex direttore disse che "/ veri col-
vittime sono
le loro
impunemente per a...
le città d'Italia e
Regina Coeli" Forse aveva .
Garibaldi,
i
il
ci si
vi
le
Cattaneo,
no
ra-
non
come
si
tini
lì
suicidi, citi,
vi fu tutt'attor-
di strani... suicidi, autentici
i
napoletani... so-
per tanto tempo governati così male!".
stati
Approfittando
di questa grave situazione, Crispi
almeno una piccola parte della colpa di quanto era successo e mai si appurò se questa accusa, che sempre lo stesso Giolitti negò con sdegno, fosse vera. In verità la rivolta, causata dalla fame e dalla richiesta di pane e civiltà della povera gente, stava montando. La soluzione per Crispi stava neUo schiacciare queste istanze nel sangue, per Giolitti era nella con-
Pur litti.
nostro bravo
II
dal domicilio coatto
55.000
lire
diritti
e giustizia.
dove era
ristretto, a
Londra con
avute dal "Sor Bernardo".
Utilizzò
maniere
terrieri forieri di
"torti",
molti Tanlongo, di cui era ormai strutturata
la
usò
i
nostra
amministrazione e usò pure (udite, udite!) una magistratura assai
prona e pronta ad essere usata da una
parte politica, contro
la
parte politica av\'ersa (ricorda
qualcosa?). In quell'Italia, nell'Italia dei Crispi e dei Tanlongo, il
piemontese non poteva che perdere e perse.
governo
Giolitti
si
di-
mise e ridivenne primo ministro Crispi, "l'uomo col bastone", che era poi re della
Una delle molte uccisioni ruotanti attorno al "caso Banca Romana" riguardò un personaggio molto parti-
nocciolo della
lì.
mezzo contro Gioun Parlamento costituito in buona parte
Nell'altalena alla guida del
Commendator
Il
di vincere, Crispi usò ogni
da proprietari
punto... tombale.
Monzilli scappò,
e richiesta
e la
riuscì a fare ricadere su Giolitti "il liberale"
omicidi feroci e spa\'entosi dichiarati ed espli-
morti per... infarto, sui quali scese un silenzio ap-
feriti
Campania tra le prime. ricordò che Cavour sul letto di morte
la Sicilia
questione, antica e moderna, era tutto
senatore Tanlongo) fu arrestato
anni assai tur-
dirà, viveva
era rivolta con morti,
cessione di libertà,
il
molto male.
e tini
Tanlongo ottenne ciò che voleva: la libertà. Dopo qualche mese fu liberato da magistrati "comprensivi". Fu, quindi, mezza fine del mondo, perché solo mezza verità venne a galla. Anche l'opposizione parlamentare, conosciuto il documento, e vedendo quanto, dovunque, era diffuso il problema, preferì seppellire per sempre il problema. Dal momento che Tanlongo no un quadro costellato
I
D'Azeglio sembra-
i
gione.
(anzi
del-
capitale.
mille miglia.
storia
paese,
ovunque
Non
la
dopo Roma
aveva detto: "Siate comprensivi con
ticano riapparvero.
pevoli passeggiano
i
dei singo-
al di là
morale pubblica
la
cambiata,
autonomia:
lo-
ricatti.
presidenti del Consiglio, dal compianto
Pretis in poi", ai quali
caso,
d'Italia e tutto tini a
recenti.
Italia fosse
ancora
Tutto bati:
strumento nelle mani dei preposti e soprattutto
"di tutti
L'ammanco, guarda
ad av\'enimenti
vano ormai lontani
di
In certe lettere egli afferma di essere stato solo un utile
lì.
neonata Banca
perché dimostra quanto
neonata
no-
cente?).
Dal carcere Tanlongo
tale individuo.
quest'ultima situazione, risolutiva del "ca-
so", ci riporta
e per conto delle Casse Vaticane) aveva avuto un
stile,
tutto finì
Tutta questa storia è importante,
documenti più importanti però non si trovano... dove sono volati?... Ma in Vaticano...! Portativi dal pro\'\'idenziale (la Divina Provvidenza non c'entra)
ro
nazione non abbia parti-
in testa a
I
ruolo oscuro,
di sangue!".
la
tarallucci e vino.
li
me
ma
fu assorbito dalla
quei farabutti!"
Cardinale Vanvitelli, che
la
Ci furono tentativi osceni di incolpare alcuni po-
queste sole, incredibili parole: ''Quante cose sconvenienti dicono questi radicali.
che
colarmente sofferto della dipartita di
i
quali
bagno
certi
poco avrebbe nazione con
a
lì
in realtà
il
capobanda óeW affai-
Banca Romana. il capobanda diventò il Capo Questo avvenne nel 1893 e fu la fine.
Insomma stri...!
dei mini-
colare. Si trattò di
ciale,
Rocco De Zerbi, parlamentare
e uffi-
particolarmente distintosi alcuni anni prima nel
tare fuori, senza tanti
Crocco
di cui
si
complimenti,
i
è già detto.
Egli era sostenitore e anticipatore di un curioso di-
L'Italia e le ire ìlalic
I
lunghi sette anni di Crispi
"Briganti" di l'uront) sette-otto anni spaventosi, Crispi già
pochi giorni dall'inxcstitLua, reinventandosi
la
dopo tavola
167
dei "briganti" di trent'anni prima, fece sbarcare in Siesercito di 40.000 (quarantamila) uomini, che
un
cilia
ribile stato di vita delle plebi francesi, la situazione ita-
liana era particolarmente grave.
La ragione
invase quell'isola sempre più povera e disperata.
è presto detta. L'unità della nazione
con centinaia di perdite e migliaia di arresti. Approfittando della reale esistenza di un legale movimento autonomista "I fasci siciliani", Crispi si inventò di tutto, anche un movi-
usciva da un periodo di guerre che aveva stremato
mento indipendentista, con tanto ti da... tutto il mondo!
Uomini di spicco e di riferimento di tutto il disegno saranno Umberto I, in realtà un poveraccio, un buon manovale posto dal destino sul trono, noto più ancora che come re, come "il marito della regina Mar-
Fu un bagno
di
sangue
orribile,
di agenti provenien-
un anonimo una specie di no-
L'orribile "eroe" della situazione fu
Morra
generale, certo
di Lavriano,
con grandi poteri e grandi cru-
vello "viceré di Sicilia"
non
deltà:
esitò a sfoderare
te
anelavano ad un grande esercito e ad una grande co-
stosa av\'entura: le colonie d'Africa.
gherita" (questi motti popolari
me
entrambe.
A
ben
fare
i
conti, nel giro di soli settantatré anni,
Morra
di
Lavriano e del bravo Cri-
spi fu la quinta sanguinosa invasione di forze prove-
anni,
che non
il
Questa dopo quella del "re Nasone e Lazzarone" del '20, quella di "re
Bomba"
nel '48-49, quella gari-
Fu
fra
serio e
il
il
faceto, avessimo
quale memoria
potremmo
definiti a
dovuto subire
le genti
che attua-
rono quelle autentiche aggressioni? Ancora oggi (anno 2001) si sentono a volte giudizi taglienti nei confronti dei siciliani. A ben guardare chi, alla
luce di questi eventi storici, potrebbe in Piemonte,
Liguria,
Non
Lombardia o Emilia,
trovare
signor marchese Anto-
il
denaro necessario? Semplice: nel si gravò la pagnotta di una
povera gente e
della
semplicemente foUe. FoUe, come
tassa aggiuntiva
furono quasi tutte
le iniziative di
folli
quel periodo.
pensi che ben conoscendo l'inevitabile, prevedi-
Si
reazione della popolazione disperata e affamata,
quarantamila nuovi soldati (due
che avrebbero appunto avuto
lanciare la
classi di carabinieri),
funzione di schiaccia-
fame di quei poveretti. In certe zone d'Italia, come appunto
cilia, il
questa tassa odiosa rappresentava
provento
povera
la
r85%
Si-
di tutto
fiscale.
Quanto costava U pane
al
chilo?
riabile dai 45 centesimi di Milano,
ai
Una somma
55 di
Napoli
va-
ai
64
di Monselice.
Quanto guadagnava un operaio?
prima pietra?
io!
la
re a fucilate la
poi conservare, nel
nostro immaginario collettivo, per
il
parte di quel danaro fu devoluta all'assunzione di ben
questa valanga di violenza solo, tre-quattro generazioni fa,
il
Dove
bile,
tanto dolore e tanto sangue.
Se noi "polentoni del nord", come siamo
metà
vedremo Francesco Crispi di cui si è detto il 9 marzo '95, una settimana dopo nuovo primo ministro anch'egli un duro, ar-
nio Starrabba di Rudinì.
baldina del '60 e quella italo-piemontese di Cialdini del '61-65.
insie-
dimetterà
caico, conservatore siciliano:
pane
"da sprecare"!
è...
si
Adua) e
media quindi una ogni quattordici
nienti dall'Italia. In
dicono lunga),
la
a costui
(che
quella dell'eroico
le
casse dello stato, viceversa monarchia e classe dirigen-
A Milano,
alla Pi-
un'operaia, per undici ore di lavoro, incassava
relli,
80 centesimi, un capofamiglia circa 1,80 lire. Nel ravennate un bracciante riceveva circa 1,30 lire giornaliere e a Minervino Murge, nelle Puglie, circa 80 circa
L'Italia era sulla la
violenza.
Come
dura china della menzogna e del-
sempre, in ogni dittatura, anche
il
nostro bravo Crispi cercò di trasferire e scaricare
all'e-
centesimi, per finire con
stero l'attenzione della gente, per distoglierla dai
lutti,
li i
fame e dalle tragedie interne. Si una guerra confezionata apposta.
dalla in
Crispi infatti rispolverò niali
e per noi tu
storia e
si
uno
le
agitò
il
tricolore
Ma
La fame, sono
la
fame
tutte
La
questa è un'altra storia.
per
Adua e
la
caro e
i
politici,
mente non molti furono sto
i
presupposti
etici
i
i
generali o filantropi,
i
modo,
banditi. Sicura-
né
vi
o culturali perché
erano del
re-
168
Hugo
la pellagra, le malattie, la
in questi
i
qua-
richiesta
aveva descritto nei suoi Miserabili
il
ter-
disperazione,
quattro numeri.
umanitaria dell'istituzione di torni,
distribuzione di pane alle plebi affamate,
difficile
stato
non
Cuba
fra
fa
il
fornaio",
si
non
disse.
e Stati Uniti rendeva più
l'approvx'igionamento di grano ameri-
cano che sarebbe stato determinante.
Furono anni di terribili rivolte in fronte di un governo, come quello che ma, che dimostrò, per
vi fossero.
Pur riconoscendo che anche in buona parte d'Europa le condizioni del popolo minuto erano non molto dissimili e pur ricordando che solo da pochi anni Victor
lì:
ebbe risultato: "Lo Per di più la guerra
degli italiani
In quegli anni, in quell'Italia, nata in quel
molti furono
braccianti siciliani per
pane.
vecchie pulsioni colo-
dei punti più bassi della nostra
chiamò: Adua.
i
60 centesimi giornalieri che costituivano la loro paga, erano appunto sufficienti per acquistare un chilo di
i
tutto
il
paese a
risiedeva in Ro-
propri sudditi, assai maggiore
insensibilità e spietatezza dei regimi precedenti l'unità, infatti già da allora si cominciarono a ricordare con nostalgia e ammirazione. Il paese tutto fu scosso da terribili, quanto oggi
che
Roberto Sgani
ignorate, ri\oltc contadine e proletarie.
Torino, lia,
come
come
in Emilia,
in Puglia,
Mai, nessuno dei mille e più cittadini arrestati tu trovato in possesso di pistole o
giornali dell'epoca parlarono, riferendosi alle ple-
i
"ferocia da cannibali e selvaggi", di "voluttà di
bi, di
sangue e vendetta". In ogni regione
Le
tumulti, feriti e morti. ti,
Ovunque, a come in Sici-
quegli anni,
in
si
ragioni?.
affacciarono
partiti proletari e socialisti,
.
.
d'Italia si
Anche
ebbero
se in effet-
alla ribalta politica
furono
la
fame
e
il
dolore
i
a
l'avventura africana, naturalmente,
le
andò
due
re locale, ci aveva già inflitto
il
sconfitte,
all'Amba Alagi (1895) e a Makallè, che avrebbero dovuto insegnare qualcosa a certa gente ricca solo di va-
quando
nità,
1°
il
marzo 1896 un grande
generali da operetta che
schi
animato da pura,
commise
e dintorni, la cavalleria e
feriti fra gli insorti,
indicarono queste dimensioni caduti tra
1
opera dallo stato italiano
con
la
per
la
grande
venne
suoi
anche
essi
i
in quegli anni...
si
trova nelle bibliote-
poco si disse e poco si scrisse. Ancora oggi (le cose non sono poi tanto cambiate), poco si dice e poco si scrive. Ciò che si sa è che Umberto I e la regina Marghedi fronte al
paese
in
fiamme, diedero ordine
piemontese generale Bava Beccaris
al
di presidiare dura-
mente Milano, la perla del nord. Questo Bava Beccaris era un anonimo, anziano
nerale che aveva trascorso un'intera stagione di guerre
senza mai segnalarsi
in
alcun modo. Cercava evidente-
mente l'occasione per fare scrivere di sé ed esordì annunciando minaccioso: "Darò una lezione alla plebaglia!". Passerà effettivamente alla storia: come il ma-
zioni del 50° anniversario delle cinque giornate di Mi-
ma
a determinarli fu, ancora
allora
una
volta, la fame.
che l'esercito sabaudo... quell'esercito
baudo, dimostrò per
i
sa-
milanesi più ferocia di quella di-
mostrata cinquant'anni prima dagli austriaci e tlimostrò altresì piii aggressi\'ità, determinazione e capacità distruttiva di gli abissini. si,
quelle dimostrate due anni prima contro
Abissini che però, a differenza dei milane-
Le "armi"
L'Itiilia
dei milanesi furono infatti bastoni e te-
tetti... null'altro.
e le Tre Italie
diagnosi in realtà
nessuno
Nessuna arma
tla
fuoco.
si
riferivano
muscolari o abrasioni
di questi
si
evidenziarono
tra-
ferite
armi da fuoco.
un numero imprecisato
di can-
nonate.
L'evento "bellico" terminò con un episodio che sa-
rebbe stato degno
immersi
in
di
una
farsa, se
non
si
fosse invece
una sanguinosa tragedia.
un '"informazione segreta un falso clamoroso, secondo la quale i capi della rivolta erano annidati nel monastero di frati Cappuccini di Corso Monforte, oggi via Piave. In quel tempo (e quella tradizione è immutata ancora oggi), a mezzogiorno quei buoni fraticelli distribui\ano un pasto ai poveri e per evitare assembramenti Bava Beccaris ebbe
infatti
e accurata", dimostratasi poi
Mezzo
essi
chiudevano
il
canceUo.
sabaudo converse quindi, proprio a quell'ora, con un'impeccabile manovra a tenaglia sul "fortilizio degli insorti" e al segnale convenuto ecco rombare il cannone che aprì una breccia nel muro di cinta, subito seguita da scariche di fucileria e dal clasesercito
sico assalto alla baionetta!
"valida reazione" e
non ebbe naturalmente non vollero cer-
gli attenti militari
to "cadere nel tranello di credere che le ti
fossero vere e
Dopo
barbe dei
fra-
non adeguati mascheramenti".
inseguimenti, baionetta innestata, a quei po-
veri disgraziati
che
in
pochi secondi passarono dalla
tanto attesa zuppa calda di verdura alle cannonate.... l\'r finire,
botte a
tutti, a frati
e barboni, a santi e pec-
catori... e tutti in catene in galera!
Nella truppa assaltante un erculeo ufficiale cipitò a
erano... armati.
gole dai
le
L'eroica azione militare
L'occasione dei tumulti fu costituita dalle celebra-
Fu
che
a distorsioni, strappi
L'esercito sparò "Lifficialmente" diecimila colpi di
cellaio dei milanesi affamati e disarmati.
lano,
è l'ennesimo falso, perché storici at-
o intrusioni sgradite, ge-
da quegli
testimoniati dalle autorità furono
feriti
ma
fucile, mille di pistola e
abilità (forse l'uni-
che, perché allora
rita,
di
farsi fucilare
milanesi disarmati.
fratelli
stati
poco
il
sabaudi per essersi rifiutato di sparare sui
ufticialetti
Fra di
sua polizia politica.
In merito ad essi oggi
forze deU'"ordine" furono due,
le
che accettò volontariamente di
errori gigante-
è cosa ancora oggi
difficile,
testimoni oculari in gra\'e ditetto.
autentico eroe (vero questa volta), un giovane soldato
La rivolta popolare, che già come abbiamo visto era endemicamente presente, si accentuò ancora tino a culminare nei fatti di Milano del 6, 7, 8, 9 maggio 1898.
ca) posta in
ma
come
dei
Milano
quanto mai
stra-
clima di
ita-
scurabili. In
fatti
il
primo probabilmente colpito dalle tegole lanciate dai tetti e il secondo sicuramente raggiunto incidentalmente dal fuoco dei commilitoni. È citato anche un
tenti verificarono
Parlare e scrivere di questi
un "ottimo lavoro". Fu una
feroce repressione. Fonti governative parlarono di 127
cinquantuno, fatti di
baionette
uno
ridicola, sete di notorietà,
dolorosi e sanguinosi
le
ge di entità difficilmente computabile, dato
battuto e annientato nella conca di Adua.
i
pietà contro
esercito
liano (16.000 uomini), guidato da Baratieri, soliti
Duomo
Piazza
della fanteria, fecero
male. La lontana Abissinia inghiottix'a battaglioni e
Menelik,
fucili.
cannone tuonò senza
il
semplici mani callose degli operai meneghini. In
morti e 450
spingere questi poveracci sulle strade e sulle piazze.
Anche
In quei giorni
si
pre-
spada sguainata su quei disgraziati urlando:
"Arrendetevi!". (^)uelli
tremanti,
nemmeno
in gratlo
ili
bene com-
169
"Ma
prendere risposero: mo... qui
semm
cosa volete che
tucc poeritt!" ("Qui siamo
vi
rendia-
tutti
pove-
mia, se
retti!")
Quei poveracci saranno liberati solo dopo dieci giorni, quando un tribunale speciale, per la "graziosa volontà" delle Loro Maestà Augustissime, dichiarerà il non luogo a procedere. Bava Beccaris consentirà ai suoi soldati di farsi fotografare sulla breccia del convento (quasi a fare
so a ben altra breccia!
A
suo
)
ver-
il
andò proprio
due anni dopo, il 29 Gaetano Bresci, abbatterà (il
1900 un anarchico,
a rivoltellate
luogo è simbolico,
seguirono e terminarono
infatti in
testa all'idra insurrezionale",
re
il
re che, a
il
questa
territorio nazionale. In ciò
alla reggia.
si
distinsero particolar-
mente Roma con un monumento
colossale a Villa Bor-
to
il
ghese e
Monza con
l'elevazione di
una colonna vede una
pica alta ben 35 metri alla cui base
la
Sulla vetta di questa gigantesca costruzione
curioso, assai tardivo
momento
di lucidità e di
ravvedimento, ebbe a scrivere: ''Essendo
la
repressione
i
propri con-
d'una sommossa un atto di rivolta contro
non debbono,
cittadini,
quelli che
incarico, credere d'avere
umano
ne ebbero
il
ri-
.
Volontario che Lascio
.
pur
.
di salvar l'anima.
.
un
così che cominciò
rapporto fra po-
difficile
polo ed esercito italiano e fu così che vero e autentico che
le classi
dei cittadini in armi:
intuì l'uso piìi
si
dirigenti intendevano fare
una forza
di repressione di tipo
poliziesco nei confronti delle manifestazioni di insod-
disfazione o di protesta provenienti dalla società civUe.
Gli spazzini ripulirono le vie centrali di
con largo
per disinfettare
utilizzo di calce
i
Milano
selciati dal
sangue versato.
Terminarono
lì
a
questo orribile modo, questi
però una
poco avrebbe prodotto
altri
e
realtà storica
ben
che
più tragici av-
venimenti.
Giosuè Carducci
li
definirà
"Le Cinque giornate
di
pone
un Corpo
Movimenti localistici e regionalistici, come "I Galli Cisalpini" o "La Repubblica Ambrosiana" furono indicati dal vecchio Crispi e da Di Rudinì come la fonte di tutte le sedizioni, e
come
i
segreti sediziosi ispira-
sommovimenti, che minavano
la
"sacra unità
del territorio nazionale" (anche questo ricorda qualco-
a custodia di cripta e sacello.
come
precedenti famiglie Savoia,
le
famiglia.
Umberto aveva sposato Margherita infatti egli
legato affettivamente alla marchesa Litta,
nave scuola
di dieci
anni più anziana di
ce avesse conosciuto
i
Ietti regali
Dal regale matrimonio riosissimo,
il
uscì,
Troppo pochi parlarono
lui e
che
si
di
di-
mezza Europa. dopo un parto labo-
piccolo principino che risultò subito han-
dicappato, non psichicamente,
ma
fisicamente: nella
gambe soprattutto. Umberto che Elena dimostrarono sempre il massimo disinteresse per quel povero essere, di cui Sia
forse
si
vergognarono, essendo l'unico frutto della
ro pseudo unione dandolo a mani di
e che subito
abbandonarono
lo-
affi-
istruttori, tra l'altro severissimi.
che Umberto
delle caverne,
I, dimostrando caratteri da un giorno additando il figlio ad
alcuni dignitari di corte, dicesse in
modo
spregiativo:
"Visto che bei frutti dà l'unione fra cugini!
Così crebbe questo poveretto troppo, furono affidati
i
".
quale poi, pur-
al
destini della unità della patria
e di cui diremo. Il
nuovo giovane
re,
apparentemente, non dimo-
della verità: la fame, l'in-
l'anarchico omicida, anzi alcuni dicono che facesse
moglie ad
concedere un
ne, presenti nella povera gente, del disprezzo presente
sassino, che nel frattempo era stato
nell'alto ceto e della
paura reciproca presente
in
ogni
in
questo caso
Due uomini pagheranno
vitalizio alla
alla figlia dell'as-
condannato
all'er-
gastolo.
Bel gesto, molto umanitario e apprezzato dall'opi-
strato della società. la storia
per
tutti:
non
finirà così.
Bava Beccaris
e
nione pubblica, che aveva tributato all'ucciso "re Buo-
no" migliaia
di lapidi e di colossali
monumenti
in tut-
ta Italia.
I.
Bava Beccaris pagherà moralmente,
170
una specie
di
giustizia, l'assenza di qualsiasi speranza, la disperazio-
Umberto
(sua cugina),
rimase sempre
strò particolari volontà di vendetta nei confronti del-
sa di recente).
anche
Guardia
ogni sconfortato commento!
per ragioni di pura politica e
uomo
Ma
di
alla
ben strana
Si dice
Milano... alla rovescia".
tori dei
sono
luglio
statura e alle così, in
orribili eventi, illuminanti
di
cripta.
ergono
Emanuele III, si dimostrò assai morte così drammatica del padre, questo ha ampie spiegazioni in quanto quella fami-
era una
Fu
29
si
L'erede, Vittorio
glia Savoia, così
!
.
si
sia in essere
al lettore
freddo di fronte
ma
.Certa gente.
croci di alabastro che, ogni
Pare che ancora
compiuto im'azione superiore
compensa''. .
due enormi
si
ciclo-
illuminate.
penoso
al loro dovere, né essere stimati degni di particolare
pro-
di espiazione su tut-
d'Italia
Umberto I conferirà le massime decorazioni e nomina a senatore. Quel generale, nelle sue memorie, in un dubbio,
città
moti milanesi) dopo avere
i
ad un saggio ginnico, rientrava
assistito
la vita.
troppi morti di Mi-
i
luglio
lano,
Monza
pagherà con
a cercare,
proprio per vendicare
Questo scatenò una vera orgia
Monforte", che con l'espugnazione del convento avela
il
Infatti,
posa marziale!
in
questo eroico militare, a questo "invitto eroe di
va "schiacciato
li
nome per l'eternità sarà bollato con lettere d'infama Umberto I, poveraccio, che certi problemi
in
quanto
il
Bel gesto di poco costo, perché di
lì
a
poco, fatto
Roberto Sgarzi
molto misterioso,
di cui parlerò di seguito, Bresci sarà
trovato impiccato nella sua cella e anche della moglie e della
figlia,
curiosamente,
persero
si
Maria Soha
le tracce!
di
Gaetano Bresci (Prato 11-11-1869, Porto Santo
uomo
Stefano 22?-5-1901) fu
che incise profonda-
mente nella storia d'Italia. Era un operaio tessile, un uomo del popolo, gradevole e forte, vivace e colto, era un anarchico, ribelle discriminazioni sociali dell'Italia
alle ingiustizie e alle
sabauda. Per questo aveva molto sofferto per opera di
una dura polizia e per questo aveva dovuto lasciare
ma
permeato della cultura violenta tipicamente anglosassone ed ebbe a soffrire del disprezzo che gli americani, platealmente, riservavano agli emigranti italiani. Per quei nostri compatrionali libertà di pensiero,
ti
fu
Paterson quel cocktail tu esplosivo e
di
contro chi
giustizia e ritorsione
aveva costretti ad
li
dio di Gaeta nel 1860 e che, anche
dopo
tanamento da Napoli, non cessò mai nale contro
l'Italia
il
suo allon-
guerra perso-
la
sabauda.
Dal suo rifugio francese di NeuUy, ove si era ritiraMaria Sofia, pure in età ormai avanzata, ordì con il suo danaro e la sua intelligenza ogni sorta di congiura ta.
contro
sabauda.
l'Italia
Nel viaggio
di ritorno
Bresci passerà, certamente
da Paterson verso
l'Italia,
non occasionalmente, pro-
prio dalla Francia e fu dal nido dell'"Aquiletta bavara", serà,
come la definirà D'Annunzio, che a sua volta pasdopo il regicidio di Umberto I, proprio Errico
Malatesta
E
richiesta di
la
Napoli e vedova di
Questa era una donna fortissima che, a differenza un marito imbelle, già si era distinta nel lungo asse-
l'I-
per Paterson, Stati Uniti. Qui godette di eccezio-
talia
di Baviera, e.\ regina di
Franceschiello.
il
"grande vecchio" degli anarchici
docimientato
una
in
italiani.
lettera autografa di Malate-
sta (ritrovata nelle carte segrete di Giolitti)
che quella
emigrare fu forte e organizzata da un leader carismati-
"strana coppia"
co: Errico Malatesta.
ex regina e dal principe degli anarchici potenzialmen-
Chi fosse di 3
trasferiva al carcere di
Ai marinai che
gli
che per
voi,
ma non
All'ufficiale
chi
mo
che
mai credesse
che passerà
una piccola lancia che
in
il
gli
beffardo
"L'ho fatto an-
Aveva ragione. Nella
domandandodisse: "Sono un uo-
all'offesa all'umanità vi fu e
do, che
come pochi
altri
Questi erano no,
ancora
sintetizzò sogni,
vi è
ma
pili
il
buon successo
del
diretti
contro
altri
Savoia, contro
importante dei progetti era un ipotizzato
mano
colpo di
Giolitti
contro
il
penitenziario di Santo Stefano
un
18 maggio 1901 e
il
La data
gri-
"si
ufficiale della
morte era
il
22,
ma
medici
i
che fecero l'autopsia rilevarono decomposizioni del
corpo
paure e spe-
"!
possesso di
in
giorno stesso Bresci
il
era suicidato".
mentre voi sarete polvere". storia della ribellione al so-
pruso e
il
altri attentati.
per liberare Bresci. Questa lettera entrò
grado di capirlo".
di essere, Bresci
ranze: "Viva Bresci
modo
ingiunse di tacere
alla storia,
primo,
e vendicativa
grandi industriali e contro altre personalità del gover-
in
re lui disse:
siete in
aveva in progetto, visto
te omicidi,
lo
Santo Stefano.
domandavano
perché mai avesse ucciso
gli
e coraggioso toscano
anni è detto da Arrigo Petacco quando riferisce
1
due sue risposte date
di
duro
Bresci, questo
composta da un'anziana
tali
da indicare
la
morte
in quattro giorni prima.
colpaccio ordito da Malatesta e dalla "nota
Il
gnora" aveva chiaramente
il
si-
fine di riaprire la "que-
stione meridionale" utilizzando Bresci nell'ex regno delle
L'uccisione di
Umberto
Due
Sicilie
Questo
I:
l'estrema vendetta borbonica?
i
fatti di
come capopolo
in un'Italia
Adua
sabauda
rivoluzionario. in crisi terribile,
e Milano, e tutti
gh
altri
dopo
innumerevoli
episodi di sanguinosa repressione, avrebbe potuto
Questi ti
messi
in
fatti
di sapore romanzato,
ma
veri,
sono
sta-
luce solo recentemente, grazie ad abili ricer-
che di Arrigo Petacco suUe carte segrete di Giolitti e
mando I
al
suo
Lanarchico che venne dall'Anierica.
personaggi sono molti,
otto: 1) "la
nota signora" con
ma i
i
suoi
fidi;
il
duca
di
Angelo
2) il
In-
gesuita Re-
San Martino, anch'egli proprietario
terriero napoletano; 5) Errico Malatesta,
il
già citato
leader degli anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti;
6) Giolitti
"uomo
forte" del
governo
in carica; 7)
Alessandro Doria, ispettore generale delle carceri del
regno
e,
Ma
il
naturalmente; 8) Gaetano Bresci.
perno
di tutto
il
Era questa
la
grande complotto era
definizione criptata con
Vllalia e le Tre Italie
stava ipotizzando
I
Non
lei:
"la
la
e|ualc
i
nientemeno che
a caso
proprio
una sospensione
si-
Um-
delle garan-
zie statutarie (fonte A. Petacco).
"suicidio" di Bresci risolse
mente
si
il
problema.
affermò che Bresci, incatenato
rebbe alzato fino asciugamano,
ma
alle
al
Inizial-
muro
si
sa-
sbarre per poi impiccarsi con un
fu fatta un'obiezione: l'uso dell'a-
sciugamano non dovex'a essere consentito
in
quel
re-
clusorio.
Fu effetti
fatta
quindi da quel governo una correzione:
Bresci
ma con
il
non
si
in
era suicidato con l'asciugamano,
suo... to\agliolo.
C'ome questo
sibile lascio al lettore la risposta.
nota signora".
"Servizi segreti" italiani definivano
berto
Il
fondamentali sono
sogna, conte borbonico fedelissimo; 3)
mer; 4)
ri-
gnificare esiti imprevedibili.
Una
sia stato
cosa
pos-
comunque
emerge evitlente e cioè che l'amministrazione del governo sabaudo di Roma non temexa il ridicolo. Assai sospetta in quel 18 maggio è la presenza in Santo Stetano tli un certo Alessandro Doria un'ennesi-
171
ma
vera anima nera dell'amministrazione del governo
sabaudo che, partendo da
zero, aveva scalato
gradini della carriera con
giungere
all'alto
molti
i
mezzi più ignobili, fino
i
a
di Ispettore generale delle car-
grado
salto di carriera quell'individuo lo fece
appare
testo
il
con pre-
irrealistico, sdolcinato,
senze degli adulti assai vessatrici e soverchianti nei
quell'amministrazione durante
di
la
Già
ri-
sultando particolarmente gentile e utile ad un'altra
anima nera
odierno
confronti dei ragazzi.
ceri del regno.
Un buon
momento e cioè Dio, patria, iamiglia, socialità, eroismo civile e militare, anche se allo smaliziato lettore
sua
il signor commendatore senatore Bernardo Tanlongo, di cui abbiamo appena detto. Come si vede quel mondo era... piccolo, piccolo.
suo tempo, del
a
cadde sotto
resto, l'opera
gli
ebbe a dire: "Potessi mio dolce Edmondo. ".
strah ironici di Carducci che
piangere.
.
come
.
Comunque
detenzione:
!
il
.
citati valori
i
tempo
fondanti di Cuore,
la
no-
levatura morale dello scritto so-
biltà, la fierezza, l'alta
no, in ogni
.
e sotto ogni latitudine,
gli
elementi
portanti di ogni nazione.
Dopo
Come
tragedia della conquista del Meridione,
la
Amba
Custoza, Lissa,
Alagi, Makallè,
Adua
e Milano,
ma
anche un certo tipo
la
toccò veramente un fondo di nullità etico-culturale e di disperazione umana ma, come vedremo, saprà risol-
vozione aprioristica e fanatica lì
levatura dello scritto,
poco causerà un mare
a
A
Si
chiudeva
così, in
modo drammatico
e sanguino-
stati
che certamente testimoniano
regicidio e omicidio di Bresci, quell'Italia sabauda
levarsi.
comunque
brani esemplificativi sono
stralciati tre brevi passi,
per
di lutti
di de-
casa regnante che di
alla
Ìl
paese.
dimostrazione dell'importanza che ebbe Cuore
momento
nella cultura del
e in quella susseguente pa-
"messaggio forte" contenuto nel brano
so l'Ottocento, un secolo affascinante, romantico, che
re di rilievo
lasciava alle sue spalle un'Italia percorsa da situazioni
divisa nelle tre realtà di sempre: Settentrione, centro e
Umberto". Cioè che la carezza del fiero reduce popolano che aveva stretto la mano del re doveva essere intesa come una carezza di Sua Maestà: questo sarà un
Meridione.
concetto poi in seguito variamente ripreso.
terribili e
ma
soprattutto unita formalmente,
ancora
i
Edmondo De Amicis
di
"re
Esso fu recentemente riproposto anche dal papa Giovanni XXIII in una sua celebre allocuzione, quando disse: "Andate alle vostre case, accarezzate vostri bambini e dite loro: questa è una carezza del papa!".
Un documento Cuore
il
bro edito nel 1886, tradotto
in
(
1845-1908) è un
li-
moltissime lingue, che
ebbe, e ancora ha, un'enorme importanza nella forma-
//
ragazzo calabrese
zione della gioventù non solo italiana.
È
infatti
secondo solo
al
Pinocchio di Collodi nel-
22, sabato
l'ambito dell'editoria italiana per ragazzi. Si tratta di
una specie
Ieri sera,
di diario scolastico
immagi-
nario, diligentemente tenuto in Torino dallo scolaro
Piero Bottini, che offre insieme sili"
l'occasione per
rale e
un vero
ai
suoi "racconti
trattato di
men-
formazione mo-
per uno spaccato della scuola e della società, so-
Nel succedersi degli
eventi,
lo scorrere dei personaggi
di
Cuore e cioè Garrone,
sa.
Derossi, Franti e
altri,
lieti
o
tristi
che animano
la
che siano,
molte storie
le
maestrina dalla penna ros-
sono
in questi
ni divenute esemplificative degli italiani
cento e più an-
medi
e dei lo-
ro comportamenti etico-culturali.
De Amicis
conquistò
certamente etereo,
mise
il
bene
al
ma
il
entrò
ri,
con
le
vestito di scuro,
chio zo,
pubblico con un ottimismo
centro della vita quotidiana, sempre
Allora
le
forze buo-
piemontese combattente nel '66 a CustoAmicis scrisse molte altre opere, che non ebbe-
Ufficiale
ro però la fortuna letteraria di Cuore.
U2
i
valori tradizionali del
di
marocchino nero
dopo aver
il
maestro
gli
Reggio
venuto diede
di lontano. Egli è
all'Italia degli
ratori e bravi soldati; in
modo impareggiabimondo italo-sabaudo del
gliategli
nato
uomini
una
in
ragaz-
spau-
alla clas-
nella scuola
di Calabria, a al
il
come
neri,
prese una mano, e disse
italiano nato a
in-
parlato nell'orec-
- Voi dovete essere contenti. Oggi entra
un piccolo
abitate da
le
Direttore,
maestro, se ne uscì, lasciandogli accanto
stra patria,
in
occhi grandi e ne-
che guardava noi con quegli occhioni
rito.
se:
con una cintura
alla vita. Il
al
gli
quecento miglia di qua. Vogliate bene
fortemente convincente, che
Uautore seppe interpretare
dava notizie del povero
ci
sopracciglia folte e raggiunte sulla fronte; tutto
che strappa da una condizione di latenza ne presenti nell'animo di ognuno.
De
maestro
so molto bruno, coi capelli neri, con
gloriosamente trionfante e vivificato dal sentimento
za,
il
camminare un pezzo con le stampelle, Direttore con un nuovo iscritto, un ragazzo di vi-
il
torno
prattutto piccolo borghese, dell'epoca.
mentre
Robetti, che dovrà
più di cin-
vostro fratello
una terra gloriosa, che
illustri,
e le
dà dei
forti lavo-
delle più belle terre della no-
dove son grandi foreste e grandi montagne, un popolo pieno d'ingegno e
di coraggio.
Vo-
bene, in maniera che non s'accorga di esser lon-
tano dalla
città
italiano, in
trova dei
dove è nato;
fategli
qualunque scuola
fratelli.
vedere che un ragazzo
italiana
metta
Detto questo s'alzò e segnò
il
piede,
ci
sulla carta
il punto dov'è Reggio di Calabria. Poi - Ernesto Derossi! - quello che ha sempre
murale
d'Italia
chiamò
forte:
Roberto Sgani
il
primo premio. Derossi
s'alzò.
- Vieni qua, - disse
il
maestro. Derossi uscì dal banco e s'andò a mettere ac-
canto la
tavolino in faccia
al
scuola,
-
venuto, in
gli
disse
nome
al
- Come primo
calabrese.
nuovo compagno; Piemonte al figliuolo della
di tutta la classe, al
l'abbraccio del figliuolo del Calabria. - Derossi abbracciò
il
calabrese, dicendo con
sua voce chiara: - Benvenuto! - e questi baciò
guance, con impeto. Tutti batterono
le
zio!
- gridò
mani
-
Ma
si
batton
le
vedeva ch'era contento. Anche
si
contento. al
maestro, - non
Il
maestro
gli
assegnò
la
lui sulle
mani. - Silen-
lIuc
il
del-
maestro, - dà l'abbraccio del ben-
il
in iscuola!
calabrese era
il
posto e lo accompagnò
il
banco. Poi disse ancora: - Ricordatevi bene quello che
Perché questo
vi dico.
fatto potesse accadere,
come in Torino fosse come
che un
ra-
gazzo calabrese fosse
casa sua a Torino, e che un
ragazzo di
in casa
Calabria,
il
fra \oi;
i
mai
piii gli
tricolore.
suoi vicini
un
compagno
per-
renderebbe
si
dal
contegno
\illania
per
- Appena
il
calabrese fu seduto
banco,
altro ragazzo, dall'ultimo
alla
dove
memoria,
per tanti anni
alle
E
domani
stu-
ne
tu
presente
queOa che
tuo mondo, dove hai fatto
il
fianco di tua madre, provato
prime
le
al
prime commozioni, aper-
idee, trovato
te:
è stata
primi passi
i
i
primi amici. Essa è
t'ha istruito, protetto. Studiala
nelle sue strade e nella sua gente, e amala, e
quando
la
senti ingiuriare, difendila.
Tuo Padre
gli
Re Umberto
mandò un
La
lunedì
le
lance calate, scaricammo
quando
Io t'osservavo dalla finestra, questa sera, navi da casa del maestro: tu hai urtato
tuoi passi e
perché non dovresti far
Anche
strada.
la
i
tor-
una donna. Bada lì
sono dei
ci
una casa
tuoi gesti in
pri-
che è
lo stesso nella strada,
casa di tutti? Ricordati, Enrico. Tutte le volte che in-
la
fucili,
i
polvere
si
un nu-
diradò...
terra era coperta di cavalli e di ulani feriti e morti, lo
voltai indietro, e vidi in
i
vivi; se
al
25, sabato
doveri. Se misuri
troverai la
di poterla ripercorrere tutta col pen-
volo di polvere nascose tutto... Poi
per
Dove
troverai la \illania nelle case.
siero, la tua città, la tua piccola patria,
3,
come cammini
gridare. Rispetta la
giudica innanzi tutto
fossi sbalestrato lontano, saresti lieto d'averla
bene
Vidi venir
la
si
in-
La strada
vata,
non
ch'egli tien per la strada.
le strade,
diale, le strade; studia la città
francobollo di Svezia.
meglio a
guardar nessuno riden-
popolo
strada. L'educazione d'un
la vi-
passeg-
al
occhi da terra quando passa
regalarono delle penne e una stam-
gli
Non
la via.
do, non correre senza bisogno,
una madre per
una bandiera
pa, e
domanda
ti
stata
di alzare
posto,
gicro che
mente
chi di voi offendesse questo
una deformità
chi ha
qualcuno. Rispondi sempre con gentilezza
ta a
to la
ma
non vedere
ceso che tu trovi sui tuoi passi, che potrebbe costar
propria a Reggio di
ché non è nato nella nostra provincia,
degno
di
ripugnante o ridicola. Spegni sempre ogni fiammifero ac-
nostro paese lottò per cinquant'anni e trenta-
mila italiani morirono. Voi dovete rispettarvi, amarvi tutti
sempre
passa. Fingi
mezzo
a noi
guardava intorno, tranquillo, con
l'aria di
nessuno graffiato dei miei ragazzi? "Evviva!" sulla faccia, to!...
Ecco
il
".
E
a cavallo,
mi
che
domandare: "C'è
noi
gli
matti. Sacro Dio,
gridammo:
che
momen-
treno che arriva.
La banda suonò, punta
come
Umberto
gli ufficiali
accorsero, la foUa s'alzò in
di piedi.
un povero, una donna con un uno storpio con le stampelle, un uomo
contri un vecchio cadente,
bimbo
in
braccio,
curvo sotto un carico, una famiglia vestita il
a lutto, cedile
passo con rispetto: noi dobbiamo rispettare
chiaia, la miseria, l'amor
materno, l'infermità,
morte. Ogni volta che vedi una persona tlosso se è
una carrozza,
tirala via, se e
un
sciato cadere. Se
due
il
bastone
al
vec-
a cui arriva ad-
fanciullo, avvertila,
un uomo; domanda sempre che cos'ha
solo che piange, raccogli
la
la fatica, la
al
bambino
vecchio che l'ha
fanciulli rissano, dividili; se
la-
son due
uomini, allontanati, non assistere allo spettacolo della violenza brutale, che oftende e indurisce
do passa un uomo legato
fra
il
cuore.
re la tua alla curiosità crutiele della lolla: egli
un innocente. Cessa ritlere
quando
quan-
di parlar col
può
compagno
tuo
essere
e di sor-
incontri una lettiga d'ospedale, che porta
un moribondo, o un convoglio mortuario, che ne
torse
potrebbe uscir uno domani renza due:
E
due guardie, non aggiunge-
tutti i
di casa tua.
quei ragazzi degli
ciechi,
i
muti,
i
bandonati: pensa che è
iridila e le Tre
lliilie
istituti
Guarda con
che passano
rachitici, gli orfani, la
sventiu-a e
la
i
a
rive-
due
a
tanciulli ab-
carità
umana che
IVIonza. Colossale
monumento funebre
dedicato a Umberto
I.
173
Eh, non esce mica subito, - disse una guardia - ora
- Evviva! - gridò
gli
fanno un discorso. Coretti padre ci
non
penso, - disse, -
lerosi e io l'ho
i
sempre
corda anche che
gli
stava più nella pelle.
io lo
vedo sempre
là.
terremoti e che so altro; anche in
mente come
con quella faccia
noi,
lui del
là
- Ah! quando
Sta bene tra
quarto del
E
Allora Coretti perde
ma
glione del quarantanove!
'49,
mezzo
anche adesso che è
farebbe piacere di averci una volta a tavola,
a
ri-
re,
e
ha generali e signoroni e galloni; allora
dei poveri soldati. Se role, a quattr'occhi!
ci Il
potessi
ci
aveva che
nostro generale di ventidue anni,
Quindici anni che non lo vedo...
Ah! Questa musica mi rimescola
il
nostre baionette...
alle Il
il
nostro Umberto, va.
Madonna mia, come s'è fatto grigio! scoprimmo U capo; la carrozza veniva innanzi lentamente, in mezzo alla folla che gridava e agitava cappeUi. Lo guardai Coretti padre. Mi parve un altro; paTutti e tre ci
cato contro
il
un po' paUido,
174
ritto appicci-
a
un passo dal
con
gli
fu
mano! -
la
mano
gh passò
e
pila-
in alto.
- Qua, la
rimase
lì
come
Il
si
batta-
rivoltò
la
mano
re
un gruppo
sce
so
il
la
re.
-
È
il
mano. -
re
che
Ha
si
nome
U
fi-
slanciò ver-
ho ancora calda
al viso,
dicendo:
la
gli
occhi
pipa tra
fissi sulla
le
mani,
che lo guardavano. -
- dicevano. l'ha
Co-
".
trasognato, con
di curiosi
La carrozza di vista
ritrovammo, an-
figliuolo
intorno
carrozza lontana, sorridendo, con a
lo
piccino, che
mano
"Questa è una carezza del
E
perdemmo
un momento. Subito
so di lui ed egli gridò; la
ci divise,
occhi umidi, che chiamava per
tenendo
gliuolo,
È un
riconosciuto. -
dato una supplica
in
È uno
soldato che cono-
E
al re
lui
-
che
disse
gli
ha
te-
uno più
forte.
No, - rispose gli
me
pilastro.
La carrozza arrivò davanti a noi, stro. Evviva! - gridarono molte voci.
Ma
padre.
retti
sante,
i
reva diventato più alto, serio,
salto avanti e gliela strinse.
del quadrato del '49,
Poi disse piano; -
-
un
Coretti fece
passò, la foUa irruppe e
mezzo
prima carrozza. E lui! - gridò Coretti, e rimase come incantato.
- Quarto
fuor della carrozza.
sangue, parola d'onore.
nella
e urlò;
la testa
che s'era già voltato da un'altra parte,
re,
Il
scoppio di grida l'interruppe, migliaia di cappelli
s'alzarono in aria quattro signori vestiti di nero salirono
lo sguar-
verso di noi, e fissando Coretti negli occhi, stese
tutti in-
un po' barattare quattro pa-
nostro principe, che era affidato
Uno
non
gli altri.
un momento
sulle tre medaglie.
co-
son sicuro che se ne
dopo
Coretti,
in viso e arrestò
i
l'ho \'isto allora, in
tranquilla.
do
guardò
è stato bravo:
sieme, quelli che s'è visto intorno in quei momenti. Adesso ci
re lo
Il
Coretti, voltandosi bruscamente;
ho dato nessuna supplica, la
io.
Un'altra cosa
- non
gli darei, se
domandasse...
Tutti lo guardarono.
Ed
egli disse
semplicemente: -
Il
mio sangue.
Roberto Sgarzi
Novecento
6. Il
Gli anni che vanno dal 1900
ma
nostro paese, più
felici
soprattutto per
1915 furono per
al
nord
il
Furono anni
della sua storia.
di
pace e
quando
riferisce nel
suo Stomi
XIX
dell'ultimo decennio del è
amica
Non è un
di tutti.
che
d'itdlia
di
Romano
espansione commerciale. Ricordo Sergio
Europa disprezzabile per un
paese che per diventare nazione ha bisogno di pace".
Europa
centrale termoelettrica che in
conferire luce e forza motrice a quella
Bisogna riconoscere che
al
La tragedia
settentrionale
Adua
di
e
la
terminarono
la fine dell'era
re di Giolitti
il
quale o
mini politici da lascerà piij
lui
Crispi e
di il
Umberto ritorno
il
de-
pote-
prima persona, o tramite uoinfluenzati (come Zanardelli), non fino
al '14.
natura geografica e oro-
la
line della
La grande chiostra
segno
di
un
con
alpina,
conse-
il
tutti aventi
un
regi-
d'acque rilevante e continuo durante tutto l'anno, costruzione di dighe dotate di un grande
permise
la
slivello.
Questo consentì un'ottima produzione di
che
tricità
no si
convergeva dall'arco
tutta, facilmente,
di-
elet-
alpi-
zone industriali piemonte-
nelle vicine, sottostanti,
e lombarde.
Le cose non furono altrettanto fortunate nel Merid'Italia, ove non erano presenti, se non in pochi
dione
Per verità già negli ultimi anni del secolo minciato a vedere
al
I
in
comando
il
morte
fu devoluta a
città.
padana fu incredibilmente fortunata produzione di energia idroelettrica in que-
sta regione.
me l'Italia
Miprima
di
la
grafica dell'Area
guente notevole numero di fiumi, A) 1900-1915:
Duomo
lapide posta a pochi metri dal
lano ricorda che in quel punto fu inaugurata
"alla fine
secolo, l'Italia in
risultato
Una
il
anni
Italia, gli
si
era co-
cambiamento fattori. Il primo
rotta e questo per molti fortunati
ma
grandi bacini imbriferi,
casi,
di
no fiumi
fu
costante.
telice
soprattutto qui vi era-
non
a carattere torrentizio,
ma
regime d'acque
a
Non tutti sanno che proprio l'elettricità, prima e più ancora del socialismo, fu considerata "il
tentrionale, partecipò a questa ondata di felicità e di
sole dell'avvenire".
pace che attraversò tutto
l'elettricità.
Il ti
problema era queUo, ancora una
di energia.
Fino
ai
volta, delle fon-
primi dell'Ottocento furono
con quelle
cambiamento fu
ro si
la
si
faceva poca cosa. Poi,
macchina
azionarono industrie,
a
il
ve-
vapore e con quella
treni, navi e quant'altro: era
una magia meravigliosa certo,
ma
anch'essa aveva
i
ma
mento,
soprattutto
ti
cominciarono
della
il
come
si
mondo
diceva quella set-
occidentale del
moneta
(importanti
e,
le
rimesse in oro dei molti emigran-
a fare sentire
il
direzioni ebree e
le
nici) iniziarono
dustria tessile,
loro peso sul valore
quasi naturale conseguenza,
ad
la
i
le
banche
nuovi capitali germa-
investire: la metallurgia (Fiat), l'in-
razionalizzazione e
meccanizzazio-
la
suoi problemi: era pericolosa per eventuali, frequenti
ne dell'agricoltura, esplosero
scoppi, pesante e ingombrante. Quel passaggio di se-
grande, mera\'iglioso, faticatissimo e incredibile
colo forniva ulteriori cose meravigliose,
il
nuovo mo-
economico
Ed
tore a scoppio ad esempio, leggero, sicuro e potente,
con
il
ni e
quale azionare automobili e addirittura aeropla-
soprattutto l'elettricità che miracolosamente,
traverso
fili,
dava motori
at-
silenziosi e sicuri e la luce in
permettendo di proseguir\'i la vita ben oh tramonto, perché nelle abitazioni, (ino a quel mo
raie, le
e che
candele, o
notte scenile\'a rapida e solo poche, deboli i
focolari, vi
si
opponevano.
le
Società
Ope-
le
il
mezzi di comunicazione,
ecco varare
la
vero
boom
le Casse Mutue. Ecco intuire (somomento), che la lame può essere vinmalattie possono essere curate. Ecco appa-
per
tre
mento,
il
Cooperative,
rire
il
Area padana:
è quello.
tutte le case,
i
in
ecco sorgere qui come funghi
lo intuire ta
mo-
c'è di più.
In quegli anni
le
povere masse muscolari di uomini o animali a produrre l'energia e
L'Italia,
rapidità
i
il
telefono e
il
telegrafo,
grandi transatlantici che con sicurezza e
mettono
in
ctimunicazione
i
volare aerei e dirigibili, ecco perforare
continenti, ecco i
tunnel sotto
le
In quegli anni furono costruite in Lombardia le prime centrali elettriche e da quel momento tutto tu
giungono
luminoso e
traverso le varie gallerie comunicare con Francia, Sviz-
l'ottimistno.
il
futuro fu improntato
al
progresso e
al-
Alpi che, con incredibile confortevole rapidità, conle
nazioni europee: ecco l'Area padana
at-
zera ed Austria in poche ore.
175
B) 1900-1915:
meridionale
l'Italia
L'antica struttura sociale oligarchica, baronale, tifondista,
permane.
controllati
da
voti elettorali
I
ristretti
la-
sono facilmente
gruppi di individui per
quali,
i
da quel momento, questi diventano arma di pote-
già
pressione e di ricatto. Giolitti, purtroppo, otterrà
re, di
con
facilità
consensi dei parlamentari portavoce di
i
quegli interessi. Infatti
per ottenere
naturale, grave condizione
la
servizi di quelli
i
segno di scherno
gli
che saranno
"ascari", sarà
il
definiti in
consentire
la
pro-
tezione di quella società, quell'economia, quella cultura meridionale.
Come? Con esempio
il
dazio di protezione sul grano ad
e qui ritorniamo pari pari ai limiti della poli-
borbonica.
tica
Come
aveva saggiamente sintetizzato Tomasi di
Lampedusa: "Tutto era
stato cambiato, affinché nulla
cambiasse".
Meridione produceva
Il
praticamente solo
infatti
prodotti agricoli e con più precisione grano, ad opera del latifondo baronale,
come
cializzati
ma
vite, frutta
anche
od
generi più spe-
altri
ortaggi e questi ad opera
della piccola proprietà contadina che Primi anni del Novecento; personaggi della piccola borghesia na (foto d'epoca).
e
lità
si
mescola con
Grano faci-
le
Casse Nazionali
di
Previdenza ed Assi-
Al nord
Italia la vita è
ma
le plebi operaie,
la
Il
sommovimento
stimolare
mentare
sociale è
enorme: è
la
il
o quant'altro appar-
colosso industriale
tengono sempre più ad un passato non rimpianto.
ma
all'era dei
affascinanti,
commendatori re e del
Di
"commendatori", forse un po' perché mentre conti si nasce,
si
enorme importanza. affacciano un nuovo
il
le
in
modo
La
un esempio
con
il
la-
di
politica.
NuUa
di tutto
nostra esportazione degli
altri
prodotti
parlamentare era dura e
difficile, Giolit-
il
con
grano meridionale. fatto fu gravissimo, esso
si
antepose
ai
vo-
Giustino Fortunato, un grande meridionalista, e
causò un ulteriore collasso dell'economia, della cultura e della società meridionale.
A
causa dell'assenza di qualsiasi stimolo prove-
duzione di, gli
di
grano rimase
la
qualità della pro-
intatti primitiva
per
i
meto-
strumenti e l'organizzazione della sua produ-
zione.
Con
essa, naturalmente, rimasero primordiali le
qualità di vita delle plebi rurali e cittadine, private di
potere politico, economico e sociale. Quel grano veniva prodotto con H primitivo aratro a chiodo che impli-
di interessi,
il
consenso elettora-
partiti,
cooperative, al
cava enormi fatiche per
al
sud
Italia.
contadini e per
gli
Anche per questo
stato di cose l'Italia
animali e
non
tosufficiente sul piano alimentare. Se U paese
va
questo succede
i
pure una produttività modestissima per quantità.
rappor-
cittadino, all'impegno di azione e co-
noscenza
qualità di quei beni e anche di vedere au-
la \'ita
Questo
tipo di etica e
ideologie è difficile e spinge l'uomo politico to diretto
avrebbe
realtà la linea politi-
europeo: ottenere
un ginepraio
ma
vita politica si evolve
suo merito. Diviene
ca perseguita da Giolitti.
quindi in
che
tipo di società: quelle del rispetto per l'indi-
viduo e per
locale,
spinta della concorrenza, di
niente dalla libera concorrenza,
scerà per tre generazioni un'impronta e
cultura sociale di
la la
produzione la
a\'eva necessità dei voti degli "ascari" e protesse
dazi
diventa, in ragione del proprio valo-
si
rilievo in Ivrea la dinastia degli Olivetti,
un nuovo
ti
leri di
proprio lavoro.
In Padania
Ma
borghesia
Giovanni Agnelli, un
torinese. Conti, marchesi, baroni
Siamo
gran lun-
agricoli, quelli della piccola proprietà contadina.
semplice imprenciitore, a fondare
rozzi,
soffrire quella
sì
speranza di liberarsi dalla
affaccia e sarà
si
di
Accettare quei cereali esteri avrebbe significato ve-
dere
ancora molto dura, specie
miseria c'è ed è grande.
produttiva che
banchine dei porti meridionali a prezzi
però permesso, sotto
stenza degli operai.
per
statunitense o sudamericano era offerto sul-
ga inferiori a quelli praticati dai baroni meridionali.
usando quei tunnel quella gente diventa Europa.
Nascono
affacciava a
italia-
le
Operai, merci, idee, ogni cosa
si
quella ribalta.
la
si
era au-
sfama-
non sempre) era perché quei vapori americani, alfin fine, deponevano i loro carichi suUe nostre ban(e
chine.
176
Roberto Sgani
.
Questo ebbe conseguenze disastrose per la nostra ma non solo. La terribile guerra mondiale che ci vedrà purtroppo di lì a poco protagonisti, avrà
economia, Fra ra ti
fattori
i
e che
la
che spingeranno l'Italia ad entrare in guervedranno scegliere una parte dei belligeran-
proprio questo:
continuare
il
a
potere fruire di gra-
no e altri alimenti americani senza quali gli italiani, molto semplicemente, sarebbero morti di fame. Il derelitto Meridione d'Italia non ebbe quindi a i
prio di fronte alla Sicilia dell'ultimo ritaglio d'Africa
non ancora occupato
potenze
dalle
coloniali, l'accordo,
anzi l'incoraggiamento che provenivano dalle altre po-
tenze coloniali europee, un certo attlato romantico presente nella cultura e nel costume spingevano
l'Italia
verso qucll'av\'entura: c'era una diffusa volontà di scatto e potenza,
insomma
me-
L'antica vocazione coloniale, tipica delle zone ridionali, aveva
ri-
c'era voglia di colonie.
ormai conquistato tutta
la
penisola.
beneficiare di quella che l'Europa giustamente definì la
Belle epoque. Per questi nostri fratelli continuerà ad
imperversare un oscuro Medioevo.
Per perseguire condizioni
entrò in guerra, quindi, contro l'Impero turco
Si
nonostante
di vita civili
o di sempli-
ce soprav\'ivenza, rimaneva loro, ancora una volta, una
di civiltà e
sola strada: l'emigrazione.
to, nel
Questo fenomeno infatti in quegli anni affliggeva il Meridione d'Italia in modi, ancora oggi dolorosamente presenti, nella letteratura e nelle
canzoni popolari di
Il
al
suo paese
in termini
benessere e che forse, meglio l'ha conosciu-
bene
e nel male.
Studi storici approfonditi dimostrano oggi che
mori ché
di Giolitti
ti-
campo erano enormemente sproporzioavemmo mol-
forze in
le
i
erano fondati. La guerra fu vinta per-
nate a nostro favore e nonostante questo
tutta Italia.
1901
molti timori di Giolitti, che a ben guar-
i
dare è l'uomo che più ha dato
numero complessivo degli emigranti italiani dal 1914 (Sergio Romano) fu di ben 8.623.730 per-
al
sone
ti
problemi. La reazione non tanto delle forze regolari
turche, quanto degli elementi locali fu molto forte, a
li-
vello di guerriglia soprattutto. L'orribile azione di re-
pressione da parte delle forze italiane di occupazione,
grave e odiosa, fu necessaria praticamente tino
1911:
la
per mantenere
guerra italo-turca
il
Spesso r "operaio colonizzatore" Per
l'Italia
il
momento magico
cia franare a cavallo già dal 1911.
che
l'altra
Italia,
l'altra
su illustrato comin-
È
in quel
momento
parte della cultura italiana,
quella crispina, quella aggressiva, nazionalista, colonialista e bellicosa, di cui già
Riappare cioè
colonizzatore e imperialista", del "proletario che
storma
mondo
mincia ad ottenere simpatie nel sarà, di
lì
a
tra-
lì
socialista e
che
l'Italia
ribili di
esige l'impero,
il
posto
al
sole e
di fronte c'è la Libia, trazione del decrepito
Impero turco-ottomano. Conquistare il "bel suol d'amore" non doN'rebbe essere difficile e con esso un po-
non
litti
di
sarà particolarmente difficile,
non impegnare mai
fra l'altro
Gio-
la
il
paese in avventure coloniali,
ragione per
la
quale
ebbe anche
mente sottili. Le sconfitte
di
imbarcò
Cìiolitti si
risvolti
che, se
gli italiani
24 gennaio 1932 Pietro Ba-
momento
il
si
di ribellione risulte-
momento
considera che in quel a
800.000
buono
la
popolazio-
abitanti, ci
si
rende
e colonizzatore", animato
L'ondata di bugie che investì
ce
il
ma
la
il
mondo".
paese tu enorme
favola di "Tripoli bel suol d'amore" fe-
miracolo, cancellò secoli di frustrazioni e
addosso quelle che
ci
ci
cucì
vesti di "duri soldati conquistatori", di
esercito invincibile, che
non erano
in realtà le nostre.
.
piacevano tanto.
Questo ebbe contemporaneamente
aspetti positix'i
e negativi.
di
Adua
avevano
di loro stessi. Erava-
mento ti
che
paesi europei.
dopo
penalizzava a fronte degli positiva che
sava a cavallo del 191
I,
il
altri
nostro paese attraver-
l'allontanarsi nel
date infauste precedentemente
riferite, la
tempo
delle
presenza pro-
ma anche
nel tatto che
che già nel 1860 auspicavano
smo, avevano poi
rità
La situazione
degli italiani,
siciliani,
Il
e le Tre llulic
ter-
truppe italiane di fatto
alle il
dalla solita ansia di "missione civilizzatrice nel
quindi di fronte ad un complesso di grave inferio-
L'Iltiliii
vergogna
ricordano aspetti ignorati e
mai e quando
crato dair"italiano
mo
ci
si
in
Gli aspetti positivi erano nel nuo\'o autoconvinci-
Custoza e Lissa prima e
avevano determinato una dura situazione nella va-
lutazione che
trasformò
conto che almeno un ottavo di quella gente fu massa-
nel-
più psicologica-
si
lo raccontarono.
ranno uccisi almeno 100.000 (centomila!) indigeni, dal
ma
l'affare sarà per noi molto magro.
l'impresa libica
poi,
ma
contrav\'iene all'impegno preso venti anni prima
Ma
esaurì
si
non
quella vicenda.
ovunque,
dentali.
non
giornali
scritto del 1989, // tricolore della
del Boca,
doglio dichiarerà vinto
sto di ulteriore prestigio all'interno delle potenze occi-
Infatti
i
ne autoctona assommava
poco perfezionato dal fascismo.
Di nuovo proprio
si
soldato conquistatore", principio che co-
in
Angelo
questo
La resistenza indigena
vecchio principio dell'" operaio
il
uno
In di
è detto, riappare.
si
ma
aguzzino,
1936
al
possesso del territorio.
visto,
almeno
baricentro d'Italia l'unità del 1870, per
teresse che
si il
i
il
baronetcoloniali-
in parte, giusto.
spostò ancora più a sud,
nuovo obiettivo peso
improvvisamente acquisivano
le
e in-
province
meridionali.
Napoli, Marsala, Trapani, Bari, Palermo, Brindisi,
\n
Augusta ti
non erano più
ecc.
oscuri, lontani
siti
sperdu-
qualche carta geografica nei confronti dei quali a
in
Roma
Area padana
e in
renza per culturali,
un'immensa
sentiva
si
eh no! i
sarebbero più movimentati solo grano, vini o
macchine
secchi, bensì treni, materiali edilizi, cibi di ogni
tipo,
rimontarono pari
si
precedentemente
acciaio
fichi
utensili,
banchine.
pari, interi
pensi che in
Si
enormi
fortini in
no
giungere fino a quei porti questi materia-
li
fioritura del
Meridione, ancora oggi
voli stUi Liberty delle
modesta.
di isolette fra le quali l'affascinante Rodi, proaltri risvolti inat-
drammatici: essa significò che l'Impero ottoma-
era ormai fradicio e sollevò quindi
appetiti e la
gli
più che motivata voglia di libertà di molte nazioni eu-
ropee da un dominio spesso mostruoso, bia, Grecia, Bulgaria, Austria,
Fu proprio la
fra
queste Ser-
Romania.
spartizione degli immensi territori di
Costantinopoli nella zona balcanica che causò lo scontro fra Serbia
ed Austria, con
glierà ogni reale la,
da quel
ra,
degh
la
conseguente deflagra-
visibile nei grade-
momento
le to-
la
vedrà vassal-
e per chissà quanto
tempo anco-
peso internazionale e
Stati Uniti.
1914: fu definito
depositi, organizzazione amministrativa e quant'altro.
In quegli anni ricomincia una certa, pur modesta,
stata,
Dodecaneso (un
di Libia e
zione mondiale che ridurrà l'Europa in cenere,
costruiti in Italia.
E per occorrevano ferrovie, ponti, strade, alberghi, posti di ristoro, ospedaU, assistenza varia con tutti suoi bravi far
tesi e
ospedali e cannoni, autoblindate
(std), soldati, proiettili, gru,
Libia
guerra sarebbe
in quell'occasione, assai
Ma la conquista itahana gruppo
la
prio di fronte alle coste turche), ebbe
Quelli erano le nostre nuove porte, punti di imbarco e di sbarco per l'impero, i punti più prossimi alle nuove conquiste coloniali. Da quelle banchine non si
medio per
dell'itiiliano
come sempre, anche
indiffe-
distanza in miglia, chilometri e differenze
la
pensione
"il
suicidio d'Europa", fu
pentina fine della Belle epoque e
ne tragedia: fu
la
l'inizio di
la re-
una imma-
Prima guerra mondiale.
innumerevoli passeggiate a mare
di quelle zone, arricchite dalle evidentemente coeve co-
Per riassumere
dell'Amministrazione dello stato italiano
struzioni
Ma non
cominciava
a diventare
gativo della cosa fu che le
una
che
ali
le
e che
il
Italia
A
spuntarono furono
il
coraggio di riporta-
ad un giusto equilibrio, se non il solito Gioil tutto avvenne maledettamente in prossi-
mità di uno degli anni più neri di tutta manità:
A)
partire dagli ultimi anni del 1800 la Padania de-
la storia dell'u-
sparmio,
che
meccanicizza in
si
sociale,
che Giolitti nel 1911 aveva sull'appara-
to militare italiano furono confermate in questa occa-
sione e rafforzarono in
rogare ni)
il
al
suo impegno neutralista. Di
cuneese avrebbe avuto
non più poco (tre
decisione di
lui la
modo
lì
a
de-
dità delle sue convinzioni. Sì, l'affare
Libia, a
Il
fu
un pessimo
egregio, l'organizzazione
con particolare riferimento
mutue
di
alle classi
grandi quantità
le
si
raddoppia
in
meno
ab-
case popolari,
pensionamento e contro
reddito prò capite
ri-
le malattie.
pochi anni,
il
risparmio comincia ad essere fenomeno diffuso, l'emi-
Le automobili non sono tunnel ferroviari, si
ben guardare
modo
il
una agricoltura
grazione diminuisce rapidamente.
an-
di verificare la vali-
di eccellenza europea, in
l'industria, l'organizzazione di
bienti. Si affacciano in
1914.
riserve
una dimensione
questo territorio tutto assume un grande sviluppo:
le casse
Le
del nord, centro e sud
settentrionale
colla verso
guaio fu che nessuno ebbe
re le cose litti,
Italia
realtà, l'aspetto ne-
troppo grandi. Il
primi quindici anni del
se finalmente, concretamente in queste cose e
solo nei cori degli scolari delle scuole elementari,
l'Italia
i
1900. Confronto:
adattate a magazzini, arsenali ecc.
la
fatto episodico, strade,
ferrovia Bologna-Firenze... tutto
moltiplica e favorisce
un grande movimento.
af-
fare.
Innanzi tutto
gli
italiani
non
conto che "lo stupido scatolone
cuno ebbe
renderanno mai
si
di sabbia",
a definire quel territorio, era
pieno del petrolio più fino e puro che perché,
come
ribelli al
si
ed è
dominio coloniale
creò in
in
una
per
la
forte
a
italiano
non
stessa
assume un ottimo sviluppo con
Nathan, un grande sindaco.
come pochi
altri:
dopo
propensione naturale del popolo italiano
guerra, per l'eroismo militare e per
la
Al
Tripo-
l'erronea convinzione
Italia, a vari livelli,
C) Italia meridionale
finire.
conquista
di sotto della capitale la situazione è invece di
totale stagnazione: quasi nulla,
biato dal periodo borbonico.
Il
o troppo poco, è camreddito prò capite è in-
variato e le condizioni di vita della quasi totalità di
quei concittadini sono ancora spaventose. Unica dolo-
dei territori altrui.
Questo pare invece zioni segrete di Giolitti secondo
sia stato
178
Roma
in realtà
conosca e poi
L'aspetto più grave forse fu però che, si
B) Italia centrale
qual-
detto, quegli arabi erano proprio duri e
furono sanguinose rivolte
li,
come
le
contraddetto da relaquali la suddetta pro-
rosa soluzione rimane l'emigrazione che raggiunge, co-
me
si
è detto, punte record.
Rohcrto Sgdrzi
La Prima guerra mondiale: 1915-1918
Sul iiume \'eneto era scritto:
E non
coppati!''.
Quella guerra cambiò rapidamente ogni cosa, Italia, in
Europa
e nel
in
"O
Eppure, mentre nasceva
re e cioè l'analisi
deOe
che compongono
il
a cuo-
ciifferenziazioni fra le tre parti
nostro paese,
guerra '15-18 fu di
la
rara efficacia per mescolare, in quegli osceni e ri\oltanti tritacarne dialetti. gli,
che furono
Tutte uguali poi
di fronte al dolore.
terre venete
Le
le I
le
nostre trincee, uomini e
madri,
figli,
i
i
padri, le
mo-
fanti meridionali difesero le
con raro eroismo. furono ba-
zolle friulane, vicentine, trentine,
E
Il
una
totalmente
strutta dal
nemico
(Cfr. E.
di-
Lussu, (7« anno sull'Alti-
piano).
parti,
in
quel
momento che
il
paese e
le
sue tre
Fu una grande ribeUione sedata primo furono le fucilazioni in massa
non
è obiettivamente
unito, perché troppo diverso nelle entità che lo
pongono, né esso può essere
diviso,
com-
come qualcuno
ma anche
non può oggi
perché
unì per
si
Al fronte non
si
o
le
delle fidanzate,
dividersi per molte ragioni,
sempre
unirono solo
i
o
le lettere
pagnotte di tante persone troppo
diverse per capirsi.
No. Sul Piave, unì il sangue
so, si
do retorico e
E
Grappa,
di quella
figurato,
ma
sul Montello, sul Car-
gente e
si
unì
non
in
di
poveri uomini disperati, che venivano ammazzati
posto senza processo, senza
to in fuga;
domande e senza
nostro paese. Così
come
in
quel
pietà.
menzogna, una pro-
fu un'indegna
dopo
"guerra vittoriosa"
la
consegnata
ai
contadini e
sarebbe
la terra
fabbriche date agli
le
operai con l'azionariato popolare.
r80%
Quello era un esercito composto per
da
contadini non proprietari delle loro terre, cioè presta-
d'opera per conto di alcuni proprietari
tori
terrieri e
il
senso di quella guerra e di quel massacro era per loro
un pezzo. La bugiarda promessa
il
momento
eroico era
svanito da
gente
di regalare a quella
"dedicavano"
la
loro terra,
a tutti
i
non
Qualcosa
è difficile per l'uomo
si
ma
da una parte
sputi che
i
socialisti
i
non voleva
l'Italia
per una classe dirigente
nella quale
gli
reduci.
Caporetto significò che
tempo
povera
che lavora\'ano fu l'ultima beffa: a casa
la terra
avrebbero trovato non
tersi
quasi impossibile per l'uomo d'oggi rendersi
il
modo
messa coscientemente bugiarda (i "furbi" bugiardi di sempre) che quello Stato Maggiore fece a quell'eserci-
mo-
concreto del termine.
conto dell'immensa carneticina che colpì
in ritirata, ufficialoni e uf-
bastoni dei fascisti e dall'altra sul
Il
e furono centi-
sul
in quelle trincee.
dialetti
due modi.
in
facevano estrarre ogni volta qualche dozzina
molto difficilmente percepibile:
oggi vorrebbe. L'Italia
colonne di soldati
naia: dalle ficialetti
entrarono in quel maledetto ginepraio che anco-
ra oggi le angustia, infatti esso
di più: fu
ribellione.
stata
Fu però
si
si
era annichilito.
ma molto
Quella non fu solo una sconfitta,
L'altro
ministro Orlando scoppiò in singhiozzi di fron-
questo travaglio
vide a Caporetto, ove questo paese
gnate da fiumi di sangue siciliano, pugliese o sardo. te ai fanti della brigata Sassari, quasi
in
degli italiani, essa
l'Italia
già moriva, per ragioni profonde. ci sta
Piave, o tutti ac-
quel... tutti.
mondo.
Per quanto riguarda l'argomento che
il
erano distinzioni regionali
vi
piìi
bat-
incapace, omicida,
folle,
riconosceva più.
si
era rotto e
si
era rotto per sempre.
Si era rotta l'illusione, la speranza in
un autentico
d'oggi rendersi conto dell'enorme sforzo e dell'eroi-
patto di civiltà fra governanti e governati, l'illusione di
smo che consentirono dopo Caporetto.
essere cittadini e
L'Italia fu
all'esercito italiano la vittoria
coperta di croci da quella che
ce definirà, giustamente, "l'inutile strage".
il
non
trastulli nelle
Si era rotta l'illusione in
Pontefi-
mani
di alcuni or-
individui.
ribili
uno stato europeo, di tipo dopo Giolitti, non si ri-
liberale e parlamentare che,
presenterà mai più.
Già da prima del momento dell'entrata in guerra, non saranno più le maggioranze che governeranno nel nostro paese, ma la Piazza. Saranno cioè piccoli gruppi di \'iolenti ad imporre il loro volere ad una in Italia
nazione impreparata a difendere
diritti e
nobiltà de-
mocratiche, troppo fresche per essere radicate. In Italia,
da quel momento,
bastone, allo stato di diritto
codice giuridico
il
si
alla
legge
sostituì la
si
sostituì
prepotenza,
il
al
privilegio di casta, di censo, di ap-
partenenza ad un gruppo o ad un partito.
Fu italiani tria,
in c|LR-l si
Lìldlia e le Ire Italie
nella
maggior parte degli
andò compiutamente formando circa la paabbiamo già vista piene mani dalla Chiesa cattoUca, già dal
quella valutazione negativa che
sparsa a 1915, Manifestazioni di irredentisti e interventisti.
momento che
1860.
J79
Si strutturò cioè lia
convincimento che da
il
quell'Ita-
potessero solo uscire corruzione, violenza e ingiu-
che
stizia e
come un aguzzino
interpretò lo stato
si
Vediamo
luzione lenta. liani
il
rifiuto,
il
di
un feno-
molto antiche, e che ha avuto evo-
radici
gran parte degli
nella piìi
disprezzo e
non
il
nesso c'è e consiste neU'evidenziare cause e conle quali l'Italia,
ita-
identificarsi in al-
cunché rappresenti il nostro stato. Ogni referendum popolare che oggi dica "no" a qualunque ordinamento istituzionale che "sia Italia" ha sempre l'approvazione dei cittadini. Siamo alla frat-
cità,
per
le
gini,
per
i
talia,
troppe "famiglie", per
significato. L'aggressione
vandalica di cui oggi sono oggetto prietà della
Cosa pubblica (due
zione delle cabine telefoniche e ni e carrozze) e
mico
il
del proprio simile
(i
altri
la distru-
deturpazioni di
che ogni cittadino
fatto
tuazioni ignote agli
le
esempi,
si
sassi dai cavalcavia),
sono
hanno
paesi europei ed
tre-
senta nesi-
radici
benessere, nella civiltà e nella pace,
Per troppi tricolore è
Come
(650.000
terribile sciagura
morti, senza contare l'immenso
numero
soli
i
di feriti) ave-
ben piij forte, la nazione si stava formando, ma con connotazioni che l'immenso macello tinse di significati mistici, religiosi, L'unione delle etnie
astratti,
si
era fatta
Già,
della res publica voluta dal politico piemontese,
sogno romantico. cercava di risolvere il problema
sovrapposto Si
r"Ala
si
era
fame con ben guarda-
della
della gloria e del sacrificio" (fatto a
all'
tro al
sogno non
nomeni
vi
"furbi". L'essere "furbo" è considerato da
i
incredibile,
ma da tempo immemorabile
ci
"italiano" e cioè di individuo disonesto, bugiardo,
Stridente è glosassone, che
il
raffronto con
la
dimensione
oppone un proverbio
diffusi fra quella gente: "Il
modo
fra
etica an-
piìi
i
noti e
migliore per essere
furbi... è quello di essere onesti".
tutelare di Ulisse era Atena, la dea dell'in-
telligenza. Ulisse, infatti,
intelligente e
cosa
come
tale
non
non
era solo astuto, era anche
sapeva che l'aspetto fonda-
vera, era saperla dissimulare.
Molti dei reggitori di
ieri
e di ogni
non possono, né vogliono ormai
niente.
i
"siste-
inaffidabile.
come eroismo e disprezzo della razionalità, buttando "0 cuore oltre l'ostacosofferenza), indicando la vita
poi diranno
al-
vantiamo di una fama poco lusinghiera che purtroppo dobbiamo riconoscere da lunga pezza viene riferita
no,
come
l'ennesimo atto di banale furbizia
mentale deO'astuzia, come raggiro, come illusione di
il
Ma uno stato e una
il
dro, borseggiatore".
re abbastanza prevedibile in un'antica cultura della
lo",
ma
baciare
il
occhi di troppi, non un reale mo-
quale c'è solo un nipote cretino da
La dea
Alla pratica, concreta, costruzione della
agli
cioè che "furbo" deriva dal francese /o«r^e e cioè "la-
immateriali. civUtà,
fatto tutto
un notevole numero di italiani il massimo dei valori positivi dimostrando con questo un antico retaggio. Non tutti sanno ciò che riferisce G.B. Guerri e
va connotazioni ben diverse da quella che vi era entrata.
di questi furboni nostrani
ormai
Sembra
Giolitti aveva inutilmente previsto, l'Italia
hanno
l'I-
paese, nel
il
mare".
proprio in antiche situazioni storiche.
che uscì da questa
troppi nipoti e cu-
hanno condotto
l'opposto ed hanno calpestato quella bandiera.
pro-
le strutture di
soli
i
coloro che avrebbero dovuto unire
la fine del
grande
sbriciolato.
troppi amici, coloro che
se legale". di
ma
è stato po-
dell'Italia,
stupidità, per autentica foUia, per ignoranza e incapa-
to dell'animo,
esempi
cuore
co per volta non solo diviso,
tura fra "gente" e "palazzo", fra "paese reale" e "pae-
Piccoli
il
Per troppo tempo per cause infami, per banale
uno scherano di alcuni odiati individui. Oggi vediamo le estreme conseguenze
meno che ha
e
Il
cause per
tempo non piìi
san-
dissimulare
fascisti.
nazione non
sono anche
si
reggono, se die-
concreti, integranti fe-
i
del benessere, dello sviluppo
economico
e ci-
vile dei suoi cittadini. Il
risultato finale dell'antico progetto socio-cultu-
non poteva sommerse tutto e tut-
ral-politico, intriso di follia e di sangue, la tragedia, che infatti prima nel 1918 e poi nel '40-45.
che essere ti,
Una
breve divagazione:
Il i
lettore
si
i
furbi
domanderà
il
nesso che può esistere fra
"fattacci brutti" costituiti dalla follia dell'intervento
nella
Prima guerra mondiale,
re e cioè
e
il
O verificare se esista o
tema che
ci sta
meno una
renza sociale, culturale, storica e politica fra gioni che
IHO
compongono
a cuo-
reale diffele varie re-
Estate 1914. re d'Italia è accolto festosamente (con baci!) sullo yacht di Guglielmo imperatore di Germania, suo alleato. Di li a pochi Il
mesi
l'ItaUa d'oggi.
l'Italia
dichiarerà guerra alla
Germania (Museo
del Risorgi-
mento, Bologna).
Roberto Sgani
.
Più che degli Ulisse sono dei magliari.
se
Sì,
a proposito di
non
abita piìi qui.
molte parti
d'Italia.
.
.
(fondato
ormai
Ulis-
14
il
novembre 1914 con danaro del servizio Marco Palla {Fa-
segreto francese e ciò è riportato da
scismo, p. 40), sindacalisti capeggiati da Filippo Corri-
doni e alcuni gruppi di
intellettuali guidati
D'Annunzio. La presa di questi ultimi
da Mari-
netti e
Rapida cronistoria in una guerra folle
un intervento
di
folle
il
intervenne
L'Italia
lora, a
non molta
quel cataclisma perché era
una democrazia imperfetta:
definisce
modo
cogestito, in
chia e
in
potere era cioè
due entità: la MonarPurtroppo nella politica
caotico, da
Parlamento
il
il
si
eletto.
follia
che ispirava
movimento. "La guerra sola igiene del mondo!", era il loro la loro produzione letteraria aveva coerenti
al-
differenza d'oggi, quello che ora
sui giovani era incredibi-
nonostante l'evidente romantica
le,
"credo" e
immagini poetiche come... "Santa Mitraglia"(sic!).
Ma l'uomo di maggiore riferimento fu Gabriele D'Annunzio. Non a caso fu definito "il vate", il suo fa-
estera e in quella militare, per moti\'i costituzionali, la
scino sulle giovani generazioni fu altissimo,
presenza del re era molto forte.
che
in
dia
La nave,
citi
per appartenere ad un paese non sufficientemente
Nel 1914
il
paese era ancora parte integrante, con
Germania ed Austria, della Triplice Alleanza, le da tempo Giolitti aveva dato saggiamente
alla
qua-
un'inter-
Roma dopo
dal teatro, infero-
gli spettatori, all'uscita
proiettato fuori dai suoi confini nell'ansia di conquista,
pretazione unicamente difensiva.
si
quadro politico nazionale e internazionale era poi cambiato a partire dal 1905. La Francia aveva operato un accorto riavvicinamento all'Italia e non a caso la nostra conquista della Libia non aveva trovato ostacoli da parte dei transalpini, sempre ingordi di ogni
lando loro un passo dell'opera: ''Amia
colonia.
come, come
Il
Le
ragioni che
spinsero nella braccia degli an-
ci
glo-francesi furono molte,
ma
Dopo l'avx'entura
Primo.
soprattutto quattro.
libica l'antico (1860) sen-
lanciarono sugli ignari passanti a suon di sberle, ur-
conquistare
Di
"Chi ha
il
folli
volontà di conquiste imperialistiche.
ferro ha
il
Blanqui ornò subito diretto da
Così
pane",
disse e questo
si
de
la testata
«Il
motto
Popolo
di
d'Italia»
un giovane Mussolini.
connazionali,
altri
Nelle sue orazioni
il
...
francese,
poche parole lo sfruttatissimo, affamato, salariato ma anche pugliese, anche veneto, anche lom bardo, si vedeva "padroncino in una futura colonia. Però chi aveva il monopolio delle colonie erano gli
dedicato
In
"
anglo-francesi e proprio loro
Secondo. cit
L'Italia, in
ci si
doveva ingraziare.
quanto ad alimenti, era
in defi-
e questa deficienza poteva essere colmata solo da
francesi e anglo-americani (la guerra infatti fu poi vinta dagli Alleati le
non
popolazioni e
sul fronte,
ma
dalla
eserciti degli
gli
fame che
distrusse
ma
alle
tare (toh, chi lo
si
numerico e
assai
composita sotto l'aspetto
ideologico e culturale,
Vi erano presenti della
Dalmazia e
ma pugnace gli esuli
dell'Istria,
e già con
I.'lliìliti
il
profi-
politico,
e bellicosa.
interventisti guidati
dall'ex socialista Benito Mussolini già
con
il
suo lascio
suo nuo\'o giornale «Il Popolo il'Iialia»
r le ire I/alic
Fuor vaincre
vitti-
les en-
France ilfaut de l'audace, encore de l'auda-
la
de l'audace; e cioè "per battere
toujoiirs
abbiamo
i
nemici
necessità di audacia, ancora e
sempre audacia", che poi altro non era che il "Memento audere semper" di D'Annunzio. Saranno le letture di Proudhon (quello de "la proprietà è un furto") e Blanqui a formare culturalmente il
Mussolini che conosciamo.
politica
civile.
che
li'onti di
la
Se
la
dirigeva
deboli e
si
la
ripeterà.
classe
necessaria inevitabile
dimostrarono eflettivamente
Ma
silenziosa e sarà
un fenomeno che fenome-
se vi tu accettazione di questo
no, fu anche perché (ed anche questo
taceva
la
difendersi nei con-
vili.
Fu maggioranza si
società e soprattutto
non seppero
questi criminali con
durezza, fu perché essi
dalle province italiane
gli
ri-
Parigi ha
Questi individui erano nemici dell'uomo e della
formando una forza extraparlamenil
approdato con grande
monumento che
rivoluzionario Danton, lui stesso poi
al
della Francia
imperi centrali).
incontra), modesti.ssima sotto
Sul
della sua ghigliottina, è scritto:
nemis de ce,
nostre
convivenza Terzo. Si stava
dell'avversario,
In questa cultura c'era molto di un sanguinario tar-
rive.
siciliano,
disprezzo
urlava.
tardo
in
loro follia, con
sempre indicato come indegno e come vile, era integrato con un invito alla sua punizione. "/ più maneschi e i più feroci di voi saranno coloro che più avranno me-
Corridoni).
Meridione e
la
mutilazioni e dolori indicibili. Questa sarà
do romanticismo
tensità nel
prora e va a
la definirà Sergio Romano, Tltalia "demente e velleitaria di D'Annunzio". D'Annunzio, ancora più degli altri predicava la violenza e la morte del nemico e degli avversari politici, il suo primo bersaglio era Giolitti, naturalmente.
ritato!"
ma con particolare inun certo sindacato (Filippo
a
la vita, le
pensava o\'unque,
si
lì
la
mondo!" poco quei poveretti pagheranno e faranno il
pagare a milioni di
timento aggressivo, nazionalista e colonialista era esploso con
pensi
si
rappresentazione della sua trage-
la
comodo
a
ciualcuno e
ai
si
ripeterà) esso
suoi tlisegni nefandi.
181
Quarto.
re e le sue "antipatie".
Il
Emanuele
Vittorio
Il
un Savoia
III era
problema è che da
e quei signori
sempre, nelle molte guerre del Sei e Settecento, erano
un campo all'altro con una disinvoltura spa"Con Pranza o Spagna, pur che se magna" era
passati da
ventosa. il
Il mito degli italiani traditori, germanici "è megUo avere davan-
loro motto imperante.
quelli ti,
che secondo
come
i
nemici, anziché alle spalle,
come
alleati", evi-
dentemente, ha radici antiche.
Ma
anche
i
tedeschi e
bilmente antipatici, così
gli austriaci gli
altre ragioni.
.
.
terri-
e autoritari e lui così pic-
alti
colo, rachitico e timoroso... e
che
erano
non
erano an-
solo. Vi
sgarbi fra parenti, anche se ciò
può
sembrarci incredibile.
Quel mostriciattolo bizzoso che era Vittorio Emanuele III non aveva mai digerito una specie di scortesia compiuta da Francesco Giuseppe al padre Umberto I; infatti il piemontese aveva compiuto nel 1881 una visita diplomatica all'austriaco e mai questo aveva restituito
gesto,
il
Comunque
come tra
il
1914 e
Emanuele, autori menti con entrambi rio
mente messo
il
avrebbe imposto.
1915
gli inviati di
Stemperarsi per
Vitto-
contendenti, avevano pratica-
i
sangue degli
il
italiani:
molto
sarebbero schierati con chi offriva di
si
insomma.
Esiste
un interessantissimo disegno al
riguardo
di tante valutazioni ufficiali.
sforzo, chi di
fune" simboleggiante In
mente cando ove
mezzo vediamo al
Questo
la
di
il
il
là,
satirico
Questo ta,
ritrae
i
vari rap-
con grande
ad un ipotetico
"tiro alla
il
le
ambi-
1915. Trent'anni dopo, nel 1945,
nel
la
a livello planetario,
da due guerre
e dai
folli
tempi
In verità già da
piccolo re italiano che, esatta-
senti (la Triplice Alleanza), aveva speso la sua sa in
un accordo segreto con
coinvolgimento
dell'Italia in
Ciò fu tutto compiuto
in
gli
popok^
liano e del
Come
un
loro fianco.
al
grande segreto e
al di là
parlamento
ita-
italiano.
definirlo, se
Vittorio
promes-
anglo-francesi per
guerra
della volontà o della responsabilità del
vincitore del "gioco" per decidere
dei capitani di ventura stentava a
tempo Sua Maestà, con un chiaro
tradimento delle alleanze ancora concretamente pre-
schierarsi.
La vocazione
sposava con
Quali "furbi", quali aquile preveggenti questi Sa-
conflitto in atto.
centro di quella fune, osser\'a pensieroso cer-
di intuire
si
che ormai rifiutavano questa infame dimensione.
dei
dice più lunga
stati belligeranti intenti
qua e chi
Savoia e ben
voia!
primi mesi del 1915 che
presentanti degli
re d'Italia.
tanto ambita dimensione coloniale sarà ormai distrut-
più, in termini di espansione territoriale e coloniale...
imperialistica
i
III,
zioni imperialistiche immanenti.
mercanteggia-
di lunghi, orribili
all'asta
semplicemente
hoii tou
il
Emanuele
Vittorio
Emanuele
non un "colpo III
portò
il
di stato"?
popolo
italiano in
una guerra foUe, senza forse ben sapere neppure lui il perché (ben al di là del comportamento di quei poveri quattro deficienti artistoidi alla D'Annunzio - una mera, utile, copertura -, che in altre circostanze, e Milano sapeva bene come, sarebbero stati fucilati sul posto, in piena piazza, in men che non si dica dai bravi Reali Carabinieri).
La gli
lettura dei termini dell'accordo concluso
con
anglo-francesi è poi sconfortante: alcune città e
quattro isolette dell'Adriatico, più un troppo larvato accenno all'impero: ecco, il nostro "guadagno" nel mostruoso "affare" era tutto lì. A nulla servì dimostrare quanto preziosa e quanto utile fosse la neutralità per i nostri commerci.
A
nulla servì dimostrare che
nostro apparato
produttivo era da tempo in gran parte tegrato con
la
tecnicamente Gabriele D'Annunzio.
U2
"Il
vate"
A nuUa
omogeneo
produzione germanica,
alla
e in-
quale era
assai legato.
ser\'ì
il
mostrare a Sua Maestà
i
nostri por-
Roherlo Sgarzi
questo disegno satirico si illustra la situazione politica nel 1915. piccolo re d'Italia assiste alla contesa fra gli alleati e gli imperi centrali sono dipinti in modo più favorevole). Notare la piccola sciabola di Vittorio Emanuele, chiamato "sciaboletta" perché la sciabola d'ordinanza gli era troppo lunga a causa della sua bassa statura. Si dovette costruirne una su misura per re, naturalmente piccolissima. In
Il
(questi ultimi
il
ti
colmi di vapori battenti
bandiere delle potenze
le
dentale e a
belligeranti che caricavano di tutto per quei poveri
militari in
popoli in preda
prussiani
A nulla le
alla tragedia.
servì la posizione degli industriali che,
con
chiedevano
«Il Sole»,
di essere lasciati in quel-
condizioni commerciali di potenziali conqui-
le ideali
ste di grandi mercati.
La ragione ormai non aveva
piìi
potere...
tuna,
la
"il
cuore
buona
for-
sperava, avrebbero colmato e ripianato errori,
si
manchevolezze e follie. Fra l'altro, poco prima della nostra entrata
(come "guadagno" già da noi pattuito anglo-francesi; la consegna era subito e
guerra, l'Austria
disse disponibile
si
consegnarci tutto
con
gli
Alleati
in
nel '66) a
il
gratis.
Questo pur
evitare
di
un nostro coinvolgimento
state
colpo di
fucile,
Trento e Trieste
Ma
il
piccolo
re,
voleva anche passare re
Soldato e "salire
re re
E
al
né un morto sarebbero co-
Fu
alla storia
nel 1866,
come un grande
di categoria" fra
i
re,
re:
il
cioè diventa-
si
avviò
l'altro in
Si pensi
alla strage:
litari
di
modo
le
come pecore
al
massime autorità mi-
pensavano, coerentemente con
dovere tare guerra
L'ìudia e le Tre Italie
ai
opposti con
nuovi
i
al-
anglo-francesi.
Qualche data incredibile. Il 26 aprile 1915 è firmato segretamente il Putto di Londra in merito al quale abbandoniamo gli alleati austro-tedeschi e abbracciamo la nuova alleanza. In base a questo l'Italia si impegna ad entrare in guerra entro trenta giorni, anche se con un numero risibile di armamenti, e con una mobilitazione insufficiente. Questo perché il fronte russo sta cedendo e queOo stato, per conseguenza della nostra entrata in guerra, spera in una diminuzione dell'impegno austro ungarite
si
in
quel settore; cosa che poi effettivamen-
verificherà.
tutto ciò
non
è avvisato
le
alleanze in atto,
franco-inglesi sul lioiite occi-
neppure
(>ailorna,
il
Stato Maggiore supplente, perché purtroppo rale Pollici (quello
uomo
sì
un ottimo
a Torino.
caiio di il
gene-
militare), era improv\'i-
Purtroppo, perché Cadorna
avendo sempre dimostrato la volontà di strafare, nell'intimo convincimento di dovere costantemente essere degno dell'alto nome deUa famiglia Cadorna, strutturata da conti piemontesi e con la scomoda memoria, a mo' di
era
ci riuscì.
ridicolo.
che fino all'ultimo
mentre questo accadeva,
in essere piani identici e
samente morto
cosa buffa è che per qiuilche anno
così che ci
ridicolo,
Emilio Faldella, storico militare, afferma che di
nonno
l'augusto
macello.
Fra
nevano
nostro paese.
come
ed imperatore! la
Ridicolo nel
co e tedesco
nella guerra.
Non un
armonia e collaborazione con quegli austroquali avrebbero, di lì a qualche mese, spa-
ai
funzionari di governo dello stesso nostro reuccio po-
leati
era oltre l'ostacolo", l'improvvisazione e
manovre
in piani e
rato addosso.
responsabili dichiarazioni del grande giornale eco-
nomico
impegnarono
tal fine si
a rischio, soprattutto nel carattere,
paragone, del padre e dello senti alla conquista
ili
zio, anch'essi generali, pre-
Roma,
alla
Cernaja ecc.
183
Il
4 maggio
denunzia
l'Italia
il
Trattato della Tri-
plice Alleanza. Il
9 maggio Giolitti giunge a Roma: 300 deputati e
100 senatori
gli
dimostrano condivisione per
le
sue po-
sizioni neutraliste.
maggio Salandra si dimette. Il re respinge le sue dimissioni. Le massime cariche dello stato tacciano di viltà e tradimento chiunque si opponga all'entrata in guerra. La piazza si scatena, la propaganda pure. Il
13
Sono
distribuite curiose statuine in gesso rappre-
sentanti la
Madonna
un bambino bambino dice: la manine che mi
e di fronte ad essa
con le braccia protese e sanguinanti. "Santa Madre di Dio, fammi ricrescere hanno tagliato gli orribili tedeschi" menzogna infame.
Il
Si tratta di
.
Undici giorni dopo,
il
24 maggio 1915,
l'Italia
una
en-
tra in guerra.
Ecco quale cumulo schinità, celarono al
di miserie,
menzogne
e
povero e meraviglioso popolo
meita-
liano certe toccanti e melense "cartoline patriottiche"
che circolarono
in
quel tempo, impastate del "Piave
che mormorava", dei "sacri e inviolabili confini della patria", delle
"campane
Turrita, in armi e
San Giusto", deir"Italia
di
impaludata nel tricolore" ecc.
Ecco cosa ha coperto
nostro povero, amato,
il
tri-
colore.
Ecco cosa ha coperto
la
nostra bandiera, che per
essere tale deve però essere onorata con
fatti
e
non con
commedianti e null'altro. La propaganda governativa diede in quegli anni ulteriore attuazione ad un disegno culturale ormai in piena esecuzione dal 1870: creare la religione della patria. esibizioni di
Creare quindi non un'immagine della patria come consorteria di liberi cittadini,
immateriale,
mistica,
ma come entità
unicamente
astratta
Quella nuova divinità sarebbe vissuta dolore e del sacrificio che
i
in
suoi cultori
religiosa,
e
ideale.
funzione del le
avrebbero
donato: se ne dimostrò insaziabile. In un paese di tradizioni e cultura cattolica bimillenarie questo fu facile.
\
«>».. M»Ùt
libro di S.
Romano,
dal Risorgimento ai
Storili J'itnlia
giorni nostri (uomini in armi: Italia 3.258.001, Austria-
Ungheria 4,669.692, Ciermania 6.868.000). Bilancio bellico; Italia
246.000.000, Austria-
lire
Ungheria 430.667 063, Germania 677.223.000,
Opinione le
e
folle,
doppiamente colpevole, perché
enormi, efficacissime fortificazioni alpine austro-un-
gariche, ove
nemico,
il
comodamente
assai
piazzato e
dovevano pur fare pensare! Quanto fosse ridicolo questo convincimento è poi
armatissimo
ci
aspettava,
stato dimostrato dal reale svolgersi degli eventi successivi.
In realtà proprio sul fronte dell'Isonzo
due anni
di
guerra e tredici [sicD offensive consecutive nella stessa
zona porteranno
alla
conquista di qualche centinaio di
metri di pietraia carsica e migliaia di uomini: ecco
cumulo
dove
Generale conte Luigi Cadorna (Pallanza, 4 settembre 1850
da condottieri!
fronte che
quindi una "passeggiata trionfale",
Bordi-
si
sarebbe saldato con l'esercito russo, an-
ch'esso in gravi difficoltà contro
gli efficaci
germanici.
quando l'Italia entrò in guerra non erano moda, né fra gli austro-tedeschi, né fra gli anglo-
queste,
pili di
Le ribellioni del popolo italiano
francesi.
In realtà da almeno dieci mesi nessuno dei contendenti parlava
ché
piij di
"passeggiate trionfali" e ciò per-
guerra, che era in corso da quasi un
la
a quell'infame macello
anno
Molte e molte volte
(era
gli italiani si
ribellarono a quel-
scoppiata alle ore 11 del mattino del 28 luglio 1914
la
con
certi episodi siano ignorati dalla più
la
dichiarazione di guerra dell'Austria
aveva già impantanato
i
alla Serbia),
soldati degli opposti eserciti in
quelle orribili e puzzolenti incisure nel terreno che
guerra orribile. Risulta incredibile che, ancora oggi,
le trincee, ove cadaveri ed escrementi determinavano un fetore insopportabile.
(Juella guerra orribile aveva già inchiodato a terra tutti
quei poveri soldati con
il
nuovo,
terribile filo spi-
nato, per poi massacrarli con le nuove, micidiali armi: mitragliatrice e
i
riviste specializzate. Il
timore è evidentemente che
modo
qualche
in
la storia
vera possa
turbare o deturpare quella funebre
aura di misticismo grondante sangue con
la
quale
'15-18.
Fra
gli infiniti
con un mare
aspetti di ribellione, tutti schiacciati
di morti,
ne
riferirò tre.
Primo. Nella prima decade di maggio del 1917
Quando
l'Italia
entrò in guerra,
il
24 maggio 1915,
era già chiaro a tutti che quel conflitto
non aveva
or-
mai più nulla in comune con quelli precedenti e che si era di fronte solo ad un orribile massacro che avrebbe distrutto tutte k* nazioni europee. bellici
erano categorici
al
Almeno due
ammutinò Isonzo;
fici,
parte austro-germanica era tramontala
la spe-
ranza in una fulminea conclusione della guerra con loro sconfitta nella "battaglia della
la
Marna" (settembre
1914), alle porte di Parigi.
Da
parte anglo-francese, parimenti,
una rapida conclusione del conflitto
mente concluse li,
in
Turchia
(3
Fu appunto
ragione di questo erano
la
si
le
speranze
in
queste
i
fra le
armi migliori
ZM, Maxim
Secondo. Fra
donne
il
21 e
nell'industria di guerra.
quei luoghi che (l'idea era del giodi
spedizione anglo-
di cui
disponeva:
1
le
le
disperazioni,
di più la
27 agosto 1917
il
si
ribellaro-
i
Le ragioni erano le solile: milloro uomini ammazzati al fronte e per
fame, non ancora placata dagli imminenti,
consistenti aiuti americani.
avrebbe dovuto allontanare la guerra dall'Europa, formando un nncno immenso
blindate fecero un "ottimo lavoro". Le perdite
L'Italia e le Tre Italie
nuo-
Torino e molte di esse erano operaie
di
francese tu sconfitto dai turco-germanici e con gravi perdite. Esso invece
le
assai mobili e dota-
crata e molti dei superstiti fucilati sul posto.
novembre 1914 in
a
ben tre mitragliatrici calibro 6,8 mm, in grado di sparare ognuna ben 600 colpi al minuto. La Brigata Catanzaro fu "fraternamente" massate di
no
vane Churchill), un forte corpo
enormi perdite,
gli incredibili sacri-
più efficienti reparti di cavalleria e
vissime autoblindate Lancia
erano infausta-
25 aprile 1915).
le
raffrontati ad una disciplina brutale. Contro quei poveri fantaccini lo Stato Maggiore
sugli stretti dei Dardanelli, a Gallipo•
si
Brigata Catanzaro schierata sul basso
impiegò alcune fra
Da
la
fronte di nessun risultato bellico e
episodi
riguardo.
si
vuole, ancora oggi, coprire ogni aspetto della guerra
gas asfissianti (prima apparizione:
Lens, Francia, 7 ottobre 1914).
gran parte dei
connazionali e che essi affiorino quasi casualmente in
erano
la
-
ghera, 23 dicennbre 1928).
passeggiata di quel
finì la
di incapaci puerili, travestiti
Si ipotizzava
ma
perdita di centinaia di
alla
Anche
in
questo caso
la cavalleria
e
le solite
auto-
umane
185
dei rivoltosi riferite dal governo furono di
300
ma
mille arrestati,
feriti,
siderarono assai inferiori
50 morti,
testimoni oculari
le
con-
alla realtà.
Gli operai torinesi furono allora strappati alla fab-
briche e inviati essere te,
al
che
essi
alla larga dalle
dovettero
odiate autoblinda-
ricordavano con l'odio più profondo.
Terzo. Caporetto: 24 ottobre
Su questo episodio sono
ma
ma
fronte per punizione,
sempre tenuti
9
-
stati scritti
esso è universalmente noto ben
fitta militare,
come
rinuncia di
la
novembre 1917.
fiumi d'inchiostro, pili
un
che una scon-
intero popolo a
partecipare a una guerra follemente combattuta e
folTrincee italiane. Prima guerra mondiale.
lemente condotta.
Da glio
Luigi Mondini è riportato con malcelato orgoun episodio avvenuto durante quelle terribili gior-
porta, nessuno osò
Mondini pare
nate.
Nel
caos generale l'auto di
Cadorna,
"il
generalis-
simo" (da Pallanza, Piemonte), rimase isolata dalla scorta di Carabinieri e Cavalleggeri che abitualmente costituivano
la
mezzo
di disperati,
al
fiume
di soldati sbandati, di feriti,
che guadagnavano
Tutti quegli
uomini
no grado
in rotta, umiliati, impauriti, af-
le
evidenti bandiere che dichiarava-
>'
'
Situazione
d
1'
q*nna
Barrtglii di Virtcr.c
>
ri-
Non
lo attraversa
terrorizzati
fraterni Reali Carabinieri,
non
le
si
molto di
Rommel che
li
Il
paese,
le
canne
giovane tenen-
incalzavano dappresso.
e quell'esercito
gli interessi.
aggiungerà
rispet-
dai fucili dei
piìi
che avevano ormai
dal terrore e dalla violenza.
gato con
il
U dubbio che quegli
lo fossero dai fucilieri bavaresi del
te Erw'in
protesta.
costanti fucilazioni sommarie, di quanto
Quel paese
e identità del trasportato, ma, quell'autore
^^.^^-t--*--»--*.
nonché
uomini fossero
le retrovie.
famati, infreddoliti, riconobbero quella vettura e quell'individuo,
Cadorna.
roventi per
indispensabile Guardia personale.
Per ore quell'uomo, pare molto allarmato, rimase isolato in
to per
una parola, un cenno, una identificare in quel silenzio
Di
lì
erano tenuti insieme a
poco
tutto sarà pa-
Purtroppo, perché
alla
violenza
altra violenza.
dopo Caporetto,
sarà salvato da
un meri-
j\6
wniro ad •vtnrs'a g«n»rBle
.^»li^n3
Nuovo co«fint
Carta geografica del fronte italiano. Prima guerra mondiale.
186
Roberto Sgarzi
un Napoletano con
dionale,
mando
enne maiuscola: Ar-
la
Diaz, e questo ricorda non poco
il
già illustra-
to episodio di Custoza nel 1866.
Le
ragioni furono molte, sintetizzate nel fatto che
nostro
come
fu,
è,
un grande paese.
Ma
mentale per vita
altri.
Al cieco disprezzo per
umana dimostrato da
il
Luigi Cadorna,
anche
vi fu
ma
un'altra ragione, forse marginale per alcuni,
fonda-
soldato e
la
sostituì
da
si
parte di Diaz un briciolo di rispetto e di umanità.
Con
la
"gestione Diaz" infatti
un obbligo per
fu il
tutti
i
miglioramento
il
delle condizioni generali di vita per
il
soldato italiano
comandi. Migliorò
la
qualità e
contenuto calorico del pasto, furono apprestati
rico-
veri in trincea e al di fuori di essa, piij sicuri e confor-
Furono
tevoli.
per ti
le
assicurati congrui periodi di riposo e
truppe provenienti
comodi,
alloggi
fronte furono organizza-
cial
possibilità di svago,
come
spettacoli
di arte varia, spacci di \ari articoli a prezzi sitnbolici.
Sorsero anche, nelle retrovie, osterie e postriboli, che
concedevano
un momento
a quella povera gente
di fe-
Un
truppe.
italiano del
oggetto particolarmente contestato:
la
borraccia.
sto perché essa era strutturata in legno,
guenza che l'acqua che
damente
imbe\'ibile. Vi
vi era
la
nio
dovette attendere Caporetto.
inutilmente. Per avere
soldato italiano
la
la
"P"
sta
il
Dopo
quella disfat-
ottenne subito.
per "propaganda". Era un ser\izio indipen-
sul
campo, che
si
doveva
ai
co-
interessare, cosa
inaudita in precedenza, dell'assistenza, della vigilanza, del benessere e del morale dei soldati e questo con rapporti periodici diretti
unicamente
anche da
registro.
la vittoria finale
passò
lì.
Aspetti sociali, culturali e militari della rotta di
Caporetto (24 ottobre
agli alti
Le cause
-
9 novembre 1915)
di quella tragica sconfitta militare
molteplici e risulta di
servizio "P", tenuto dagli "ufficiali P".
dente e autonomo, un'entità svincolata e parallela
mandanti
però cambiava
borraccia in allumi-
Ci fu anche una novità destinata ad avere un lunseguito:
la stessa,
molti piace pensare che
conse-
erano state proteste e contesta-
ma
il
con
rimaneva
A
Que-
contenuta diventava rapi-
zioni,
ta, infatti,
1915 c'era un
L'uomo quindi continuava ad essere "carne da ma lo si rispettava un briciolo di piìi, la mu-
cannone",
piccolo particolare assai esemplificativo. Nell'e-
quipaggiamento del soldato
go
Era in un certo senso anche un controllo del comportamento dei comandanti nei confronti delle loro
sica
licità.
si
Generale Armando Diaz.
comandi.
un certo
alcune perché sono coerenti
furono
interesse identificarne
alla
cultura di quell'Italia
e alla sua intima natura sociale e politica.
Successe zione delle
infatti
che nell'autunno del '17
ostilità sul lontanci
la cessa-
fronte russo rese liberi
alcuni corpi germanici che subito vennero indirizzati
verso
il
fronte occidentale e quindi anche verso
Agli austriaci
non
nostri _
^__^
si
aggiunsero quindi
i
l'Italia.
tedeschi. Per
i
nuove divise e nuovi potenti armamenti, ma anche con un nuovo esercito, portatore di nuovi con-
fu solo lo scontro con
cetti e la
tecniche militari, e questo perché
società di cui esso era espressione, era
di\'ersa e assai piii ta
con quella
la
austriaca.
axanzata se confronta-
italiana,
ma anche
con quel-
Nell'esercito e nella società italiana
non
vi
era alcuno spazio per
la
valorizza-
zione delle individualità. In quelle strutture ogni entità era al duro e unico servizio dell'entità ad essa superiore nella scala
gerarchica, senza alcuna possibilità di
contributo personale del soggetto sottoposto.
Quindi,
in
una
scala durissima, ogni
ilecisione e ogni scelta venivano, per pauTrincee italiane. Prima guerra mondiale.
L'Ilalia e le Tre Italie
ra,
pigrizia
o convenienza,
evitate,
de-
187
Questo perché fra i tedeschi chi comandava, ad ogni livello, aveva grande stima di chi era comandato, mentre invece troppo spesso erano il disprezzo e violenza a caratterizzare
la
tra
comandanti
rapporti
i
e sottoposti nell'eserci-
to italiano.
Fu proprio la possibilità di utilizzaautonome di grande efficienza come queUe tedesche che permise a re entità
quell'esercito di mettere a
punto una questo
tecnica
bellica
avvenne
sul tronte russo e fu detta "tec-
rivoluzionaria;
nica di Riga". Il
litare
problema
di tattica e tecnica mi-
che caratterizzò
mondiale fu
la
Prima guerra
la
grande superiorità delle
armi di difesa (cannoni, mitragliatrici),
(cavalleria,
contro
le
bombe
fucili,
spinato,
filo
armi di offesa
mano
a
e
una guer-
quant'altro) causando quindi
ed escludendo ogni guerra movimento.
ra di trincea
di
Saranno, sul finire del conflitto, aerei e sta
i
carri armati a
gli
capovolgere que-
anticipandoci ciò che
situazione,
succederà nella Seconda guerra mondiale.
Quel primo
conflitto fu caratteriz-
zato da gigantesche offensive frontali di centinaia di migUaia di uomini che, su fronti si
immensi
di moltissimi chilometri,
macellavano e
camente contro
si
annullavano recipro-
filo
spinato e mitragUa-
trici. Fortificazioni sul fronte alpino. Prinna guerra mondiale. Per gentile concessione di foto vinelli,
Po
Contro Russia e
Pinzolo (Trento).
Italia,
tro Francia e Inghilterra,
mandate re,
o
il
Ed
superiore in grado e infine lasciate a Lui;
al
il
era logico, perché
il
merito veniva ignorato ed
Qualcosa quindi che ricorda
La
il
basileus, o
fragilità di
e as-
Impero mediterral'uomo non
centralizzato,
satrapo, invece era tutto.
il
questo esercito e di questa società
sultarono evidenti a Caporetto, ove furono anteposti
germanici e
in
misura molto modesta,
ri-
ai
agli austriaci.
Nell'esercito e nella società germanica la durissima disciplina
autonomie
non escludeva
e anzi incoraggiava, larghe
e assunzioni di responsabilità conferite alle
comandanti responsabili. Quindi (e qui sta, a ben guardare, l'ennesima distinzione fra il mondo germanico e quello mediterra-
varie unità e
ai
loro
neo) grande valorizzazione dei vari soggetti,
competeva naturalmente e delle sinergie tra
188
i
riguarda) usarono
(a
un com-
il
ai
quali
dovere delle collaborazioni
singoli.
Tutto
il
loro potenziale bellico fu impiegato e con-
centrato contro un solo punto del fronte e cioè in due,
le strutturatissime
burocratizzate entità dell'antico
neo e bizantino, ove tutto era era niente e
ci
con-
tedeschi
portamento diverso.
generalissimo.
eventuali responsabilità pesantemente punite.
sai
Caporetto per quanto
ma non i
tre chilometri di trincee,
superando quelle difese come
una fiamma ossidrica buca una lamina di metallo. Era attraverso quel pertugio che si infilarono gli addestratissimi reparti germanici, i quali, appunto in molte, piccole unità autonome, che sapevano rimanere per giorni senza rifornimenti o comunicazioni con le autorità superiori, si
avventavano contro
nemiche distruggendole con nava quindi
facilità.
le retrovie
Questo determi-
collasso delle linee del fronte avversario
il
che non avevano, per conseguenza dell'azione
di quel-
le unità, né ordini, né rifornimenti e che venivano così
ad essere accerchiate, anche se
alle spalle
un numero incredibilmente modesto
Insomma Si disse
sorpresa.
e
avevano solo
di uomini.
era un'anticipazione della guerra moderna. si
Non
dice che Caporetto fu
il
frutto di
una
è assolutamente vero.
Roberto Sgarzi
I comandi italiani sape\'ano da mollo tempo, do\e, come, con quali truppe e quando il nemico avrebbe attaccato. Fu per questo che lo aspettavano a pie fermo,
anzi
gli
Ma
che o telefoniche posizionate tuto a\'visare con mezzi noti?
organizzarono una specie di trappola. ogni aspetto di questo tranello, che
rivelò
si
in siti strategici, forse
agenti infiltrati nelle linee nemiche, che avrebbero po-
No. Naturalmente Badoglio non si Secondo lui nessuno, fra le centinaia
no.
fidò di nessudi migliaia dei
tragicomico, doveva essere manoxrato solo e unica-
suoi sottoposti, era in grado di dare segnalazioni at-
mente
tendibili e affidabili
dai capi.
E
i
capi in quel settore erano
tre:
Capello, Bado-
Cadorna, naturalmente.
glio e
Fra di loro
si
germe
parla\'ano in piemontese.
iniziativa,
anche
la pili
que, pena
piccola poteva essere pre-
ogni situazione e questo ovun-
minacciate punizioni
le
piìi
ma
sicuramente durissimi nei confronti dei loro fucili
I
sempre
dei Reali Carabinieri erano
pronti...!
Come
sia finita la
gigantesca "trappola" ordita da
quei "geni dell'arte militare" contro striaci lo
sappiamo benissimo:
miliazione più profonde.
Ma
i
ciò che
tedeschi e
non
Furono
queste ne citerò una e riguarda
il
gli
au-
è risaputo è
infinite,
ma
fra
generale Pietro Ba-
generale Scuti, sperimentato veterano, per sosti-
il
con un anonimo subalterno,
tuirlo
Dopo
Ecco scrutare
ricor-
ambizioni enormi, giovanissimo generale di
il
di
carriera bisognava ancora farsela e la con-
la
là
mai furono
giusto in cui
co di preparazione
si
il
quintli nello scegliere
nemico, dopo
trincee per l'attacco. Ecco, era quello l'esatto to in cui le fatto
truppe italiane
fuoco tutte insieme,
glierie
a lui
ma
rale
i
le
arti-
che proprio per questo erano state disposte
sbarramento della Valle del Natisene pronte
con un enorme numero
Ma
il
punto era
chi,
al
a
fuoco e
di ciò
da),
e le In- lldlie
ri,
come
e
quando avrebbe
ma
fu
I
furono
non spararono quindi
nostri
e
fatte prigioniere, senza tirare
senza... colpo ferire.
una
che
si
sconfitta, fu
un disastro
e fu
il
ripeter-
era già visto a C^ustoza nel 1866
(si
ve-
questa volta lo stellone d'Italia era distratto.
perdite: 700.000 uomini, quasi tutti fatti prigionie-
perché non
Con
ci
fu battaglia.
precisione:
10.000
30.000
morti,
feriti,
280.000 prigionieri, 350.000 sbandati. L'esercito italiano era distrutto. In
un ignobile tentativo
di allontanare le
proprie
colpe Cadorna emetterà un menzognero bollettino che
cominciava con qiieste parole: "La mancata resistenza di reparti arresisi
senza combattere...
Alla fine della guerra
di proiettili a disposizione.
dove,
dovuto dare l'ordine? Forse vedette appo.state ovunque, forse segnalatori specializzati con strutture otti-
ÌHliiliii
si
momen-
tante
nemico che
sul
ebbero più paura del loro gene-
nostri soldati
che del nemico.
Non
sottoposte avrebbero
soprattutto
colpi dell'artiglie-
cannoni non spararono
nostri
1
l'atteso fuo-
sarebbe proiettato fuori delle
"acuti ordini" deir"Aquila del
gli
avanzava perché Badoglio non potè dare l'ordine e
Le
La sua "trappola" consisteva
momento
dopo avere superato le non ar-
arrivare,
fortunati o accorti che fossero, avevano
un colpo e
il
tanto ambiti
i
tagliato quelle linee telefoniche.
lui
la vittoria.
Badogho ottenuto
La ragione era semplice, alcuni ria avversaria,
si andava ormai avvicinando poteva essere una buona occasione per emergere, per mettersi in luce, apparendo come il decisivo stratega... colui che con autorex'oli decisioni avrebbe consentito
che
trappola
a fare scattare la
trincee italiane nella conca di Tolmino, ciò che
correnza era dura. Quella grande battaglia di Capoper
Aquila d'Italia" erto suUe vette a
nemico, pronto
il
intere divisioni
retto
1'"
In un mattino pieno di nebbia e di pioggia U ne-
perché
paese.
fece trasportare su
Mrzli), da
piìi alti gradi.
sercito italiano, carica che in quell'Italia significava in
gran consigliere del re e quasi padrone
fuoco,
il
adeguate comunicazioni.
le
quindi
velleità aggressiva e
d'Armata, naturalmente piemontese, voleva
duramente subentrare all'anziano Cadorna come capo di Stato Maggiore, e cioè divenire grand patron dell'e-
si
di aprire
mortale ove r"odiato tedesco" avrebbe perduto ogni
riverà
Ma
tattica militare
Monte
(il
per
telefonisti
Mrzli".
tutto
colonnello...
il
dove poteva tutto osservare e di conseguenza tutto dirigere e comandare. Il generale, naturalmente, aveva portato una squadra di
renti disgrazie nella nostra travagliata storia, era indi-
realtà essere,
suo segnale prima
il
questo mostro di un'alta vetta
\iduo (^orpo
artiglie-
avere dato durissime e minacciose consegne
di attendere
mico non tardò ad
ss.).
Quell'uomo, che sarà una delle massime e di
non
rie,
doglio (1871-1956) (da R. Posani, Storia della prima guerra mondiale, p. 765 e
il
della sconfitta.
ad allontanare, come comandante delle
nella tragedia e nell'u-
quali siano state le incredibili insufficienze di quegli
individui e dei loro accoliti.
In
esitò
Minacce che terrorizzavano, perché quegli "pseu-
soldati.
in gra-
lui e lui solo!
Cannoniere.
severe.
do-capi" erano certo incapaci nei confronti del nemico,
Naturalmente
Anzi, per essere certo della sua leadership
re-
parto muoversi, senza l'autorizzazione dei capi. Nes-
sa dai singoli reparti, in
perché uno e uno solo era
di capire. Chi?...
questa esemplare sfiducia e disistima reciproca era
Nessuna arma avrebbe dovuto sparare, nessun suna
do
si
".
scoprirà che
i
reticolati di
fronte a Tolmino erano intatti e questo è logico perché il
bombardamento con
i
gas effettuato dai germanici
con bombole e cannoni aveva determinato
la
morte
189
istantanea (meno di in minuto) eli interi reparti che... non avevano maschere idonee per fronteggiare quel-
l'arma orribile. Tali gas erano assai noti sugli ti
dal 1914,
ma
in Italia
i
nostri
e
Badoglio letteralmente scomparve per almeno due
neppure sapere, nel caos generale, cosa anche a poche centinaia di metri
giorni senza
accadeva
da
in realtà
pulcino di
il...
è
rati politici e militari italiani.
Gli
piccolo re che
proprio
il
stati sul
Piave!
Fu
la si identificò
con
si
Po
e
impose:
il
ma
Mincio,
ci si
favo-
la
un popolo
con
la
di contadini batté gli
loro tecnica e
l'Italia, la
si
e
la
Imperi
loro grande industria.
un dolore
patria d'oggi, nacque, in
sconfinato, su quel dolce fiume della pianura veneta,
il
novembre 1917. fiume stesso
Quando
tutto
sembrava
ormai perduto e che
il
nemico potesse
gendoci, intervenne
il
vecchio Piave in prima persona
valicarlo travol-
con una piena improv\'isa e fortissima travolse ponti, armati e armamenti austro-tedeschi.
e,
muro
Sul
scritta
tutti
sbrecciato di un casolare
si
lesse a
semplice e incerta; "sul Piave o
accoppati e furono
ta di quell'ignoto
rendono orgogliosi
tutti eroi,
zogna più
ma
i
capo
di Stato
Maggiore
di
o
la scritci
Armando
Capo
di Stato
Maggiore
dell'intero
"pulcino di Caporetto" era di nuovo diventato
ti
d'Italia
con divise da operetta, una delle quali con
diletterà
si
al-
pennacchi bianchi. Un'autentica buffoneria. nata con
L'Italia era
il
sacrificio dei suoi
figli.
Ma la
nazione era morta: qualche figuro, travestito da aquila e aquilotto, le aveva lacerato l'anima.
le
responsabilità.
Sembra
incredibile,
ma
neralissimi, pieni di gradi e
quell'Italia di generali e ge-
pennacchi
buona mi-
fu, in
sura battuta da un oscuro tenentino germanico, coman-
anche
dante di una compagnia di montagna del Wurttemberg.
quali, era scritto nella relazione,
vide an-
Quel militare, incoraggiato e stimato dai superiori, ebbe un'enorme autonomia e autorità nello sviluppo di quella battaglia. Con un pugno di soldati conquistò una posizione chiave del fronte italiano (il monte Ma-
burloni
tajur) e vinse e catturò... interi reparti italiani, bersa-
il
era colpa dei comunisti!
da generali,
si
poteva esagerare e
gruppo
veri responsabili di
si
di
quell'immen-
so disastro, cominciando, naturalmente da Badoglio.
Le sue responsabilità erano
ma
vice
a carico dei "pacifisti disfattisti"...
che... qualche pesante colpa in quel
fuoco,
peggior soldato dell'esercito e costui sarà
il
poco
del nostro paese.
Ovviamente non travestiti
alcuna pietà, nella men-
intollerabile, sarà cancellata ogni colpa di
1919, addirittura
Il
della discordia.
Insomma
di soldati-ragazzini fucilati
quei liguri senza
r"Aquila del Mrzli". Divenuto Maresciallo
sull'onda della Rivoluzione russa avevano portato
germe
comandanti pure Naturalmente
Diaz, colui che sostituirà Cadorna, e a partire dal
Ci fu naturalmente una commissione d'inchiesta
naturalmente,
a
certi
di orribili vigliacchi.
lungo
fantaccino è una delle cose che
parlamentare che subito evidenziò
Queste risultarono
un mare
per niente da
lì
si
più capaci e coraggiosi,
improvvisamente divenuti, secondo quanto
non ebbero risposta. In mezzo ad un mare
di
per-
soldati italiani, che
Esercito italiano.
accoppati". Quella scritta era vicino ad una po-
tutti
i
bugiardamente dichiaravano
stazione di mitragliatrice distrutta dai cannoni nemici.
Furono
fra
i
tutto,
tutti eroi
affi-
avviavano ad
domandarono ad Orlando
doveva credere che
si
Badoglio, protesse.
ci
si
di Peschiera (che seguì la rotta di
gli alleati
erano sempre dimostrati
italiani,
Forse
una
ché mai
Quello che successe su quel fiume fu veramente
centrali,
Il
Caporetto)
fossero
la realtà storica
non volevano
loro soldati che
i
intervenire in appoggio all'esercito italiano in rotta!
un popolo battudimostrò un popolo di
incredibile:
9
fu
sarebbe arre-
su quel fiume che in effetti
to e offeso da alcuni incapaci, eroi.
asserirono infatti che
alleati
Nel convegno il
al-
co-inglesi e nonostante le forti rimostranze degli appa-
Caporetto! Si parlò di ritirarsi oltre
veda) era
sappiamo che Cadorna sarà destituito, ma forse noto che ciò fu imposto dagli alleati fran-
dare a simili incapaci
L"'Aquila del Mrzli" fu
(si
Tutti
in trincee
lui.
Tanlongo
l'opera, più che mai.
non
contro misure.
te
né ad Orlando, di questo loro com-
a lui,
L'Italia dei Crispi e dei
fron-
altri
comandi non aveGermania, adegua-
alti
vano predisposto, come Francia
mai conto, né portamento.
(Storia della
in tredici
pagine di
Prima guerra mondiale,
p.
781)
glieri e fanti
parchi di
della Brigata Salerno,
interi...
artiglieria.
Vicino a Lui co in trici
nonché
soli
150 uomini e due mitraglia-
catturarono 2000 bersaglieri e 50
ufficiali.
Rommel. Di
primo ministro Vittorio Emanuele Orlando inviò il senatore Giuseppe Paratore proprio per impadronirsi di quelle pagine e farle distruggere. Questo av\'enne con molta sicurezza e facilità... e fu così che si strapparono la verità e la giustizia. Paratore, in questo suo compito sicuramente illegittimo, fu abilissimo, non si troverà una sola copia di
Tutto questo non succedeva nell'esercito italiano, ove
quei documenti.
evidentemente non
il
Fino
190
alla
sua morte (1967) nessuno domanderà
Quel tenentino qualche anno tutto me...
la
si
chiamax'a Erwin
il
mondo
lì
a
l'avrebbe conosciuto co-
"volpe del deserto".
Quell'uomo, che corazioni e
i
in patria ottenne le
massime de-
massimi riconoscimenti, ebbe ampie,
in-
coraggiate possibilità di esprimere le sue doti militari.
si
avanzava per merito,
ma
per...
familiarità.
Roberto Sgarzi
.
La ragione della ma molto più
non
scontitta
E
riferito
condanne
ben capire dove ci avevano condotto una certa cultura e un certa classe diri-
ebbero 220.000 (duecentoventimila!)
per diserzione, di cui 18.000 (diciottomila!)
per "gravi" moti\'i e cioè pare di capire,
condanna
care la
tali
morte. Ancora nel 1919
a
da implicontava-
si
no 130.000 disertori. Nessuno saprà mai il vero numero delle fucilazioni sul campo. Quelle "ufficiali" furono: 1915 = 1102; 1916 = 1079; 1917 = 1267; 1918 = 169. Rilevanti anche
i
un piccolo, marginale episodio, uno
tu
ci
sberleffo che va riportato per
(Le guerre del Duce) che nei quattro ansi
l'impero? Nulla.
Anzi
isti-
tuzioni del nostro paese.
ni di guerra
E
era nella lontana
vicino, nella cultura e nelle
Russia,
sabotaggi,
il
gente.
primo ministro Vittorio Emanuele Orlando che aveva queUo che a molti italiani sembrava un Era
pregio,
allora
ma
che dagli
come un
cato
alleati vincitori
era viceversa indi-
ridicolo difetto: piangeva in pubblico
ad
ogni momento. In occasione di qualsiasi difficoltà politica o diplo-
matica quell'uomo
esibiva nella produzione di
si
un record.
di liquido lacrimale:
Al Congresso di Parigi
più importante dei
litri
Francia era allora rap-
la
un vero
quali fu l'affondamento in porto della corazzata Leo-
presentata da Clémenceau, detto
nardo da Vinci per il quale fu condannato Archito Valente, un intellettuale di sinistra.
condottiero, una specie di bestione senza paura che
però aveva un problema: era un prostatico ti
Per
mento
mo-
entrare in quella guerra, in quel
l'Italia
menti e quell'esercito... fu comportamento frutto la
più completa
del-
un errore
fu
politico-militare,
ma un
Fu un crimine
il
re d'Italia,
dopo
in-
terminabUi rivoltanti voltafaccia nei confronti di en-
trambe
ad urinare.
Vedendo una
le parti e
dopo avere ancora una
volta,
dato
di-
mostrazione di un ethos orribile (ed anche questo poi pagheremo), molto semplicemente avevano scelto la
Quella era
parte che sarebbe stata perdente e
in
vincente solo grazie all'enorme,
in-
tervento degli Stati Uniti con milioni di soldati, due
anni
dopo
(1917),
ma
nessuno
allora
si
accorse di ciò
che quella "tutela" avrebbe poi rappresentato per ta
tut-
Ma
chiederà ora... e Giolitti? E...
ci si
quell'i-
Comunque e dei traditori",
quell'Italia
come
sabauda, r"ItaHa dei furbi
fu considerata dalle potenze vin-
Congresso di Parigi, non ricevette utile per quel suo comportamento. Come tutti coloro che sono considerati traditori e infidi essa fu pagata con soldi
come
si
dice dalle mie parti.
Parla-
1915 continuava ad essere l'uomo
Giolitti in quel
le),
forte di riferimento.
parlamento era
modo non
allora costituito, in
dissimile dal presente, dai liberali di Giolitti, dai socialisti
di Turati e dai cattolici di Gentiloni. Tutti
ramente contrari ad una nostra entrata
ma appena
vore di chicchessia,
la
piazza
erano
guerra
in si
fie-
in fa-
mobilitò e
si
scatenò in favore della guerra con l'opera, sicuramente
bande
di assassini, tutti
quegli impettiti, baffuti e tronfi signori, si
dispersero nel
Nessuno
citrici nel
"soldi di cuoio",
il
ministro (l'ennesimo, duro, conservatore meridiona-
criminale, di
l'Europa.
falsi,
li-
tigre" in pieno congres-
mento? Perché acconsentirono a questa follia? In effetti, anche se Antonio Salandra era il primo
Il
la
trasformò
si
"il
esclamò: "ah se io potessi pisciare tanto quanto
parte sbagliata.
che
così grande, facile, emissione di
quidi da parte di Orlando,
e dei peggiori, aggravato dal tatto
negoziatori di Sua Maestà
i
tut-
difficoltà
taliano piange!"
crimine.
che
come
so e con viso afflitto e invidioso, quanto sprezzante,
follia.
Quello non
e,
da questa malattia, aveva grandi
gli affetti
evoluzione del conflitto, con quegli arma-
di
tigre",
"il
se
si
modo
del resto
i
parlamentari, si
chinarono e
più vile e colpevole. si
era opposto
quando
certe co-
cominciarono a sapere, in colpevole sudditanza
ad un re che aveva operato rio alle
volontà e
modo
in
agli interessi del
segreto e contra-
parlamento eletto
dal popolo.
Non pagò
certo a sufficienza quel gruppuscolo di
nobili e generali che aveva
imposto
la
guerra.
Italia pagò essa sì un appunto ciò che aveva già e due città. Null'altro. Nul-
Quella nostra povera e amata
enorme
tributo e ricevette
conquistato: due isolette
che pura
l'altro
iollia.
Follia nella follia,
anni avrebbe scatenato l'Italia
altri lutti
che
di
li
il
mito
a soli venti
['
/<•
potenza egemone nei Balcani? Nulla.
Ire Italie
come potè
e,
intuendo
freddo e compassato. Le
un momento
ro e ci fu
la il
tragedia
suo
stile
provò tutte, urlò forte e chia-
in cui
sembrò che
forse
la sal-
vezza era possibile. 9 maggio 1915 quando, Ciò a\a'enne in Roma poco tempo prima dell'irreparabile, trecento deputati lasciarono
il
loro biglietto da visita nel palazzo in cui
Giolitti a\eva preso alloggio e ciò proprio per
e altri dolori.
tutte le colonie africane e asiatiche alle quali
Maestà ambiva? Nulla.
L'Itiilhi
batté
il
perché tutto ciò innescò
della "vittoria tradita e mutilata",
E E
Cìiolitti si
che stava per abbattersi sul paese, perse
strargli l'assenso e
Sua
lista,
ma
dimo-
l'appoggio nella sua azione neutra-
era troppo tardi e
dalla follia collettiva,
il
piemontese fu travolto
che ormai aveva contagiato
tutti.
191
Una
verifica
parlamentare che avrebbe dovuto
sere contraria all'intervento
trasformò,
si
es-
dopo pochi
giorni, nell'accettazione dello stesso: di fronte alla vo-
lontà di certi "poteri forti" e alle conseguenti violenze della piazza
neve
trecento deputati
i
erano
si
sciolti
come
al sole!
QueU'aula era veramente "sordida e grigia". Di lì a poco l'ennesimo av\'enturiero, che sventolerà poi il nopovero tricolore per
stro
la
sformerà in un "bivacco per
Una
gioia delle masse, la tra-
suoi manipoli".
i
nazione, una classe dirigente, un'amministra-
zione dello stato, una bandiera, sono
È
la
loro storia.
non vedere
oggi oggettivamente difficile
ragioni
cambiamenti nell'organizzazione di uno stato che ha dato prove di questo tipo e altre che, come vedremo, darà. di
una certa
validità in chi chiede alcuni
Vittorio
Emanuele Orlando, primo
ministro.
immenso. Solo chi, come chi mente conosciuto anche solo una re
L'Italia
LI
24 maggio 1915 andò
in trincea,
guidata
due fra i tanti. Un re che era un piccolo re, ma che tanto voleva diventare un grande re soldato come il nonno e per di più anche imperatore. Oltre a lui D'Annunzio, un poeta ladro, pazzo e irresponsabile, ma felice almeno per due buone ragioni: la prima è che "avrebbe visto la morte in faccia" (la cercherà in mille modi, ma purtroppo non fu accontentato) e la seconda, forse un po' piiì cruda, ma grada
orribili individui:
dita era,
come
scrissero alcuni, che
ha personal-
scrive,
donne può
di queste
rendersi conto delle loro tragedie.
È
la storia e
donerà mai
Su
a
rispetto che le
il
tutte le
tombe
deve che non per-
si
& C.
Cadorna
di quei ragazzi in mille cimiteri,
da Redipuglia a Gorizia, daU'Adamello "Per
scritto:
È
vero.
la
Piave, è
al
patria".
Quei
morendo, donarono La nostra madre.
ragazzi,
fresche vite alla patria.
le
loro
Ma non basta.
servizio di spio-
naggio francese (sicuramente non a caso), aveva pagato proprio in quei giorni
che
il
Su quelle tombe non è
l'enorme cumulo di debiti
Vate aveva contratto a Parigi durante
sua lun-
la
terribOe chiese
La
ga e folle permanenza.
Ecco come, perché e per crare
"i
risposta è breve,
quanto feroce: per niente.
Un documento
alle famiglie.
Ecco come, perché e per chi furono ammazzati seicentocinquantamUa ragazzi italiani, ne fu storpiato un
politici, scientifici e militari,
numero incommensurabile
ra
pre,
il
e
si
spezzò, forse per sem-
futuro di quello che avrebbe potuto essere e for-
se stava diventando,
Scrive
perché quella madre
scritto
loro giovani cuori.
chi furono fatti massa-
ragazzi del '99", autentici ragazzini di 17-18
anni strappati
i
un grande
Mondini che
paese.
la sinistra
I
Cadorna. E vero, ma solo parzialmente. Chi non perdonerà mai al signor "Noi, Conte, Cavaliere di Gran Croce, Tenente Generale Luigi Cadorna", un uomo che così si presentava e si firmava, ria Luigi
le
testimonianze,
si
è
documentazione
[sic] //
mondo
Giuseppe Reina, testimone
pelli,
dei
fatti,
In ogni nostro soldato c'era
il
cuore di quell'individuo. No.
di seicentocinquantamila ragazzi, che
ranno
a
mai più
seicentocinquantamila casolari
in tutt'Italia.
laceri fazzoletti neri,
ne che per
m
il
come
il
i
loro
ma
nei
leale,
un
lotta più ardente,
tristi
il
vinto era per
soldati dell'im-
peratore era finito ogni senso di umanità; per loro
la lotta
era odio, rancore, vendetta.
Non brama\'amo
ritorne-
Seicentocinquantamila povere donne, con
creatura umana, che, pur nella
noi creatura sacra, inviolabile;
Chi non perdonerà mai nei secoli a quell'uomo saranno seicentocinquantamila povere donne, le madri
cer-
edito da Cap-
un combattente
cuore di
come
pensa-
un
Bologna, nel 1920.
sapeva vibrare di sentimenti puri e grandi;
materiali,
di
di sanguigno' del capitano di fante-
sarà solo la sinistra, o la destra, o
centro, entità im-
testi
Prima guer-
comunque
cordandoci che prima era conte e poi generale, non il
la
i
ambiente culturale, alcuni passi di ''Noi che tignem-
mo ria
monografie,
le
riguardanti
mondiale sono innumerevoli,
to di riproporre, a titolo di to
non perdonerà mai
romanzi,
ma
uccidere, con tutti
vincere, i
ma
distruggere,
mezzi anche
sleali,
non
ferire,
anche inumani
(p. 97).
loro cuore distrutto, don-
resto delle loro vite soffriranno
un dolo-
[...]
Roberto Sgarzi
Una
mattina, sulla strada che da
Brazzano, mentre eravamo ripetere "Il re,
rendere
guardando con
un
nebbione. C'era
fitto
sentimmo
il
re,
il
colonna proseguisse
no
con vivissima
nostro
re.
Era
fatto
cenno che
il
tutti.
un grido
S'alzò
solo,
sommesso
un senso
grande.
Colui, in
anche
a tutto,
giorni nostri
In
comunismo "Le guerre non
le
Le perdono
vince nessuno.
tut-
Pochi motti come questo ben rappresentano l'Europa e conseguentemente l'Italia del 1918: un continente distrutto. ti".
Le
teste
coronate e con esse
dirigenti di questa parte del
come
ognuna
cuore e
il
le relative corti
e clas-
mondo, avevano
"gio-
questa "attività"
di orgoglio e soddisfazione. Si dice al
proposito che
creto, così
per
secoli,
trovando
nel Settecento
tando
il
a frustate
in
prussiano Federico i
Grande, affron-
il
suoi soldati in ritirata, urlasse loro;
Le pochi
ghe
file di
nelle
mani dei monarchi diventa\'ano lun-
re
i
il
morti.
i
comuni,
casolari di
come
proporzionata all'evento e sfumato, altre in
in Russia.
Fu
un'ulteriore terribile
ed ebbe un nome, fu
zionalismo proletario socialista dei soviet,
La
la
modo modo conl'interna-
il
comuni-
dittatura del proletariato.
ribellione
cee d'Europa,
nacque
ma
nelle trincee, in tutte le trin-
in Russia, nel I9I7, si
ebbe
l'esplo-
sione più forte con ben due rivoluzioni, quella dei (di
stampo borghese parlamentare)
e quella dei bolscevichi poi, capeggiati dal leader Le-
nin che realizzò un sistema di governo radicalmente
ri-
voluzionario poggiante sui soviet (cioè consigli di ope-
La guerra
era ormai lotta,
tinaio di luccicanti corazzieri,
uomini con mezzi era più
un dolore:
teste saltarono, alcune in
modo piij
menscevichi prima
soldatini di latta.
non capirono che tempi erano cambiati, quevolta ci scappò morto, anzi un enorme numero di I
sta
altri,
lutto o
follia fu
strage, fu la rivoluzione
schiere in battaglia costituite da contadini, po-
veracci, fabbri, maniscalchi, mendicanti, cantastorie e
un
molte
figurato, altre in
smo, fu
"Cani... volete vivere in eterno?".
suo posto aveva messo
delle mille famiglie dei mille
reazione a questa fu spaventosa:
del resto avevano
al
campagna, spesso, erano vuoti. Cominciano in quel momento i... giorni nostri. Tutto ricominciò da capo, ma tutto fu frutto di quella guerra: le nuove ideologie, le nuove forme politiche, le nuove arti, il nuovo senso estetico, l'ulteriore grande conflitto, tutto insomma... nel bene e nel male. Successe ciò che non poteva non succedere. La
sempre fatto grande motivo
cato alla guerra",
nostro sovrano.
pietra.
delle mille città, c'era
si
il
alla vita.
aveva strappato
primo dopoguerra: comunismo e fascismo Il
vicino
del quale ciascuno era pronto a rinunziare
Milite ignoto
una Il
anime smar-
un non so che d'indefinibi-
Avevamo veduto da
nome
le
d'oblio, di soddisfazione, di contentezza,
di misteriosa aspirazione verso le e di
I
un sorriso
re".
rite, in
al
la
ma-
e solenne; "Viva
L'automobile sparì. Noi restammo con
Roma. Monumento
la
saluto rispettoso agli Ufficiali
il
e fissava tutti in maniera indimenticabile. Aveva
per
a corsa,
solo. Egli
marcia. Portava di continuo
la
berretto, restituendo
al
preparammo per
ci
curiosità,
mi apparve calmo, sorridente. Aveva già
a
delle voci
Ecco apparire un'automobile
ansia, dietro di noi. fra
Ci fermammo,
re".
il
onori,
gli
Manzano conduce
marcia,
in
il
non
piti
per qualche cen-
ma ha immense masse
di distruzione inauditi; la
di
guerra non
beau gesle, era diventata r"inutile strage".
Nel 1918 l'Italia turrita
l'esito del conflitto
vedeva
e paludata del tricolore,
L'Ildìki e /( Tre ìlalic
sì
già
le
istituzionale era ispirato alla tilo-
comunista
di matrice marxista,
che era
da tempo viva e presente nelle nuove masse prole-
tarie,
vincitrice
ma qualcuno
Questo sistema
rai).
solia politica
pa e
soprattutto operaie, che caratterizzavano l'Euro-
gli Stati
La
Uniti d'America.
x'iolenza e la brutalità omicida, le stragi gigan-
Ì9Ì
tesche che subito viet e
sorgere delle Repubbliche dei So-
al
per circa settant'anni insanguineranno
sono ancora oggi oggetto
vigliosa terra russa
merasdegno
la
di
e incredulità.
Così
come
in tutte le trincee
contadino italiano non
anche nelle nostre
il
aveva mai capito perché era
un
stato costretto a conficcare
ferro nel torace del con-
tadino boemo, o austriaco, o ungherese, che aveva di fronte. Nelle
deva
mani
del
nemico morto,
suoi piedi, ve-
ai
che erano nelle sue mani; negli oc-
gli stessi calli
spegnevano non vedeva odio e ferocia, non vedeva la bestia assetata di sangue di cui certi eleganti e forbiti ufficialetti gli avevano parlato. In quegli occhi vedeva campi arati, mogli disperate e mute di bambini chi che
si
affamati...
Vittorio
Emanuele
compagnia
MI in
del presidente
traria alle pretese di
In quegli occhi vedeva l'odio per
il
suo colonnello
allargamento territoriale italiano nei Balcani, fu
durissima.
boemo, o austriaco, o ungherese che fosse, che, più o meno, era poi anche il padrone delle terre che coltivava e che, dopo averlo ucciso di lavoro e fatica, ora lo
in
faceva uccidere di baionetta.
to più forte e partecipato: fu
Quel soldato-operaio-contadino quegli occhi erano
accorse che
si
suoi occhi e che quel terrore era
i
il
suo terrore, quell'uomo capì che chi aveva ucciso era suo
che esplose
fratello e l'odio
L'odio per droni e per
nemici
i
i
un odio spaventoso
colonnelli e fu
i
pa-
e in-
commensurabile. Si verificò
il
concetto di nazione;
rifiuto del
va patria universale sarebbe stata
che non ha confini";
il
lei "la
la
una sua parte tutto questo
nuo-
grande classe
d'Italia le forze di sinistra, sia nelle le industrie,
la fine
socialisti,
valorosi, contro
i
e colpì anche
si
diffuse
l'Italia.
della guerra guerreggiata, dal
'18 al '21 fu guerra sociale,
da parte dei
politica
filosofia
ovunque come un incendio
dopo
ma
fu
anche assurdamente,
guerra contro
i
reduci, contro
graduati, quasi che l'evento bellico
vessero voluto loro e che quei 650.000 morti
non
i
l'a-
fosse-
ro le prime dolorosissime vittime di quell'evento.
in quella parte
campagne, che
nel-
erano di gran lunga più organizzate e anle
grandi concentrazioni di operai,
compagnata da scioperi ministrazione e
ai
e sabotaggi alla pubblica
am-
servizi pubblici.
Al sud
piazze, ferrovie, amministrazione e ordine
Tutto avvenne in modo più sfumato, ma comunque quanto mai drammatico. Fra le innumerevoli sommosse, scioperi, disordini e repressioni, di rilievo, alla fine del marzo 1920, l'occupazione in Napoli, delle industrie Miani e Silvestri con l'elevazione dell'abituale bandiera rossa. Il conseguente intervento della polizia determinò il solito,
doloroso, corollario di morti e
feriti, al
quale
se-
uno sciopero generale che coinvolse il notevole comparto industriale presente nella cintura della città.
guì
In quegli anni fu rivoluzione proletaria e campi, stalle,
mol-
ovviamente nel triangolo industriale, a creare al potere costituito la maggiore opposizione e ciò con l'occupazione armata delle fabbriche e delle campagne, ac-
Dalla Russia, dove era nata su basi germaniche
Italia,
modo
nord, fu neir"Area pa-
proletariato.
(Marx, Engels), questa
In
fu vissuto in
al
dana" e ciò è naturale, proprio perché
che perché furono
in lui fu terribile.
trasformò in odio per
si
americano Wilson.
La posizione politica di quest'ultimo, fieramente e giustamente con-
vedeva terrore e dolore.
pub-
blico furono messi a dura prova: su treni e fabbriche,
ovunque, sventolò Il
la
bandiera rossa deU'occupazione.
tentativo di realizzare anche in Italia
fascismo
Il
un governo
ove terre, amministrazione e apparati di produzione industriale fossero espropriati e condotti
Fu
socialista,
da gestioni
statalizzate, fu duro.
Si sperava, la
da parte
socialista,
piazza, che aveva portato
essere usata per portarlo nel
Naturalmente e subito vi fu chi
i
treni
si
il
che l'eversione del-
paese
in guerra,
potesse
comunismo. la
centro dell'Area padana, fu qui che
in orario
bisogna.
guerra, e cioè il
194
gli "inter\-entisti",
modo
gruppi che con
la si-
lenziosa" giù per la china della guerra, congiunse
i
loro benefici e
le
le classi
medio
alte,
i
che vedevano
loro proprietà minacciati dalla rivo-
uomo
di quelle parti, particolarmente in-
telligente, spregiudicato e cinico in Italia in
i
terrore avevano spinto la "maggioranza
luzione sociale.
e centro
Tutto ciò non av-x-enne
picco-
la
violenza e
Vi fu un
Al nord
la
pattuglia di coloro che avevano tenacemente voluto
propri interessi con
non marciavano più
propose per
al
la
uniforme.
bito
al
comando
che seppe mettersi su-
della locomotiva nazionalista e sciovi-
Roberto Sgarzi
che
nista
metteva
si
moto.
in
capo tu
11
il
romagnolo
Benito Mussolini (1883-1945) che rispolverò per casione
suo movimento politico prebellico:
il
l'oc-
infatti
"Fasci Italiani di Combattimento", fondati in Milano
23 marzo 1919, debbono essere
come
intesi
zione dei "Fasci di Azione Rivoluzionaria" fondati
1915 con motivazioni
l'inizio del
di Forlì
il
25 luglio 1883 ed era un predestina-
Suo padre Alessandro, un fabbro anarchico, gli impose tre nomi espliciti, quelli di tre rivoluzionari, Benito Juarez, Amilcare Cipriani e Andrea Costa. Marco Fascismo, p. 38) dipinge
(//
come persona
violenta, chiusa e vendicativa e ipotizza
come
questi aspetti
piccolo Mussolini
il
retaggi di
un periodo
sai
credente) e
dubbi
il
(la
sospeso per cattiva condotta dalle scuo-
Pili volte
per poi
strale (1901)
diploma magi-
il
trasferirsi in Svizzera
come emi-
grante. Al suo ritorno, in quanto fu espulso per vità politiche illegali,
il
atti-
futuro duce iniziò a costruire
Nel dopoguerra
il
fascismo
si
antepone
Quell'uomo sapeva che l'ordine costituzionale e la potevano essere facilmente spezzati in Italia. Lo sapeva perché nel '15 l'aveva già fatto quando,
legalità
con pochi duri seguaci, aveva terrorizzato spingendolo
truppe
paese
il
in guerra.
Mussolini "adottò" subito
i
Italie
e inesorabilmente
potere viene nel
il
concreto assunto dal fascismo, che 1922, armi alla mano, attua
la
il
28-29 ottobre
Marcia su
chiaro intendimento di esautorare
il
Roma
con
il
parlamento:
il
classico colpo di stato.
Sarà di nuovo facOe, come sette anni prima, battere un Parlamento che era ormai solo un simulacro di autorità e libertà. Si manda in scena un copione già visto. Come allora chi deve decidere è Sua Maestà, ma gli interessi rie, si
del re impaurito dalle sinistre rivoluziona-
saldano con quelli di nobili, agrari e grande bor-
Come
nel '15 questi signori sbagliano tutto.
Credono di potere usare a loro piacimento "quel gruppo di ragazzetti un po' maneschi... ma in fin dei conti un poco fessi e buoni patrioti". Così non sarà: la fine dell'avventura sarà drammatica e buona parte di quegli "astuti e spregiudicati si-
scelte,
i
i
i
reietti e perseguitati
reduci, con predilezione per
bersaglieri, gli arditi;
usò
loro motti, le loro canzoni, le loro divise
nera) e ne strumentalizzò in rale aggressività e la
soliniana.
Questo permesso
sarà negato da
modo
i
loro miti,
(la
durissimo,
camicia la
natu-
Sua Maestà,
l'e-
sercito toglierà mitragliatrici e reticolati alla difesa di
Roma consentendo
l'ingresso alle camicie nere.
Macchia, appunto nera, anche per
dalla sinistra socialista, le
sua
duce fu veramente una "resistibile ascesa". Il 28 ottobre 1922, il giorno della Marcia su Roma, il governo legittimo ed eletto chiederà al re di proclamare lo stato d'assedio e cioè la legge marziale, al fine di potere opporre la forza pubblica all'eversione mus-
socialcomunismo
al
la
gnorotti" sparirà, senza lasciare rimpianti. L'ascesa del
fascismo.
il
fascismo nelle Tre
ghesia.
e interrogativi.
dello stato. Mussolini conseguì
le
di studio tra-
madre era asriferimento non può non suscitare
scorso presso un collegio di religiosi
Il
Lentamente
to.
Palla
operò
al-
Pre-
a
iscritti,
i
inter\'entiste.
Benito Amilcare Andrea Mussolini nacque
dappio
conta\'a ormai 300.000
trasformazione in partito.
il
prosecu-
la
mento che
l'esercito italiano
che solo 24 anni prima aveva massacrato a cannonate
meneghini disarmati che volevano U pane e ora invece ritirava di fronte alle
sov\'ersivi I
"squadre" inquiete, e caotiche
che pretendevano addirittura
molti filmati e
le
il
i
si
di
potere.
molte fotografie di quell'aweni-
sperimentata violenza.
Anche il fascismo, come il socialcomunismo, fu fenomeno essenzialmente "padano" e investì fondamentalmente
il
nord
to inizialmente,
Non
a caso
Italia il
il
solamente sfiorando, soprattut-
resto d'Italia.
fascismo nacque
Milano
in
San Sepolcro nel "Circolo dell'alleanza per
mento
politico,
ma
alle elezioni del 17
novembre 1919,
che affrontò nel solo capoluogo lombardo I
ut
uro duce non
proporre
riuscì a
lini,
(in
quanto
liste sul territorio
nazionale, pur presentando grossi nomi,
come Musso-
Marinetti e Arturo Toscanini), quel partito otten-
ne un misero pugno di voti ri
gli interes-
commerciali ed agricoli". Esso sorse come movi-
si
il
piazza
in
74.000,
E
il
fascisti
1920
il
(socialisti
170.000, popola-
4795).
momento
del decollo, tiuaiulo
il
"mo-
vimento" diventa "squadrismo".
Nel Congresso
L'I/cilia
e
/('
In- I/ulic
di
Roma
(no\'cmbrc 1921
Benito Mussolini nel dopoguerra: )
il
movi-
il
fascismo
si
antepone
al
socialco-
munismo.
19^
mento testimoniano comunque che quei furono
sfOare per
fatti
Roma
immediatamente allontanati
sere poi
subito dopo,
vaati alle città d'origine
es-
dalla città e rin-
non avevano
Infatti la
marcia e l'ingresso
illustrate
come una alle
porte della
città,
proprio in quanto
quelle "squadre" erano considerate pericolose e inaffidabili per la sicurezza e l'ordine
Insomma, per quegli
utili
pubblico della capitale.
Dal
64%
'22 in poi
sono
consegna
il
governo
È
Quel regime
a Mussolini;
fu
il
III
parlamento, "l'aula
per quei manipoli".
un momento
ciò follemente e goliardicamente
di cui godette
il
6 aprile 1924,
duce è Pnf =
Pnf
iscritti al
sono 800.000, nel 1934
nel 1931
Naturalmente questi
debbono
dati
non era che non è
cioè (fra l'altro) chi
iscritto al "partito"
trovava lavoro...
fatto trascurabile.
il
momento
non
quando
gli
imperi coloniali erano ormai
finiti,
trascurò,
Meridione buttando assurdamente uo-
mini e risorse in Africa, tolse
agli italiani
goglio della libertà e anche
valore della critica.
il
che seguì fu U più interessante
fascista
dell'omogeneizzazione delle etnie
fini
ai
presenti suUa penisola:
il
concetto santificato di patria
e nazione era molto duro nei confronti di eventuali
Fu quello il momento in cui le Tre Italie no di più a divenire una sola nazione.
un intero
destini di
i
in brevi giorni, scoprì velleità imperialistiche
il
consenso
si
avvicinaro-
Bru-
follia.
popolo
il
il
cifra: elezioni del
aspirazioni a connotazioni di individualità regionale.
politico liberticida,
impastato di tardo-romantica, spesso goffa,
relativamente,
ve-
essere rapportati a condizioni politiche particolari, ove
Il
dittatura fascista.
la
il
succes-
il
giovanotti scapestrati, lo
marcia su Roma, Vittorio Emanuele
tetra e grigia", è "bivacco
Una
già 1.800.000.
ed efficace la
la radio,
dei voti!
Gli
"scherzo"... finiva in periferia.
Dopo
informazione di massa:
di
cleterminante strumento che determinerà
so dei vari "regimi" dell'epoca.
furono
vittoriosa "conquista",
consentite dai veri "padroni" solo ad individui che fu-
rono disarmati
ro,
incredibile.
che poi saran-
in città,
grande mezzo
ar-
non qualche bastone e qualche pugnale.
mi, se
no
che
fascisti
rapidamente, per
assai
gusto e
l'or-
Difficile definire politicamente e culturalmente
il
fascismo. Esso fu soprattutto una dottrina "anti"...
opposta ad
altre ideologie, e
contrappose
si
demo-
alla
crazia, alla fraternità, all'uguaglianza, ai diritti civili e
che derivavano dalla Rivoluzione francese.
alla libertà
L'esaltazione della purezza della razza, della violenza,
Ancora una volta, per molti versi, il fascismo sostituì nelle anime degli italiani la fede alla ragione. Il fascismo non ebbe solo un torto, ne ebbe mille e tutti gravi, ma fu un regime di incredibile efficienza.
della guerra e la pulsione nichilista lo spinsero poi ver-
Quando
un po'
modo
finalmente,
vendette politiche,
mento te
il
potrà studiare
si
fascismo in
il
scientifico e al di fuori di paure, speculazioni o
accorgerà dell'enorme avanza-
ci si
so
di
solo pochi anni or sono
si
propose
(fonte: Montanelli)
di togliere la cattedra universitaria al prof.
Renzo De
suo
politici relativi al
Nel 1922
ufficio, gli
ventennio
l'Italia,
avvenimenti socio-
fascista.
grande potenza
cee della
Grande
guerra,
si
lia.
Da
mente
lì
campagne
e da Napoli marciò su
Roma
del
nord
Ita-
e indiscutibil-
padane: l'amore per
che
fosse,
il
l'amore per
lavoro,
manuale o
intellettuale
la patria e la famiglia, la
concre-
tezza operativa, l'impegno personale e sociale,
il
rigo-
re morale.
Negli
pubblici del "ventennio" era scritto a
grandi lettere "Qui non vora!".
Una
si
Qui
parla di politica.
delle foto piij diffuse dalla
si la-
propaganda
era quella di Mussolini che, a torso nudo, alla trebbiatrice,
mieteva U grano. Populismo banalotto,
credibile efficacia dilatato ogni oltre dire
3%
ma
c4al
di in-
primo
politico
Italia,
Hitler, Francia
con
per poi il
mon-
le
Croci
simili in tutto
le
Heimwehem, Romania con Co-
Diversa, più colta e sottile l'interpretazione che ne
21 e
De
Felice (Intervista sul fascismo,
ss.).
Dice
lo storico che, se l'acquisizione del
potere politico tradizionale e
potere da
compromesso fra fascismo, il tempo suc-
parte del partito di Mussolini, fu
il
cessivo (diciotto anni di regime) vedrà una rivoluzione sociale rapida,
ma
di
ampia portata. Nelle campagne,
nelle città e negli impianti di produzione, tutto
trasformò assai rapidamente. La meccanizzazione trattori agricoli) e le le
campagne,
su
gomma,
i
bonifiche tolsero molte braccia
possibilità di
La
le
automobili
utilitarie e
motociclette e
ampie
movimento.
sanità dei ceti più modesti
massicce.
(i
al-
trasporti di ogni tipo, sia su rotaia che
biciclette diedero a tutti (soprattutto al nord)
di dignità,
si
esplosero ovunque.
Appar\'ero uffici
movimento
affermò in tutta
Fuoco, Portogallo con Salazar, Gran Bretagna con
come
fu la tirannide.
Tirannide che aveva alcune positività tipicamente
si
Germania con
e cioè:
dà lo storico Renzo p.
era poi strutturato con bru-
tale violenza nelle città e nelle
Po
dreanu, eccetera.
vincitrice, fu do-
nata ad un regime, quello fascista, che, nato nelle trin-
"di maniera" del fascismo,
Mosley, Austria con
Felice perché colpevole di iniziare a... studiare, coe-
rentemente con
morte.
vedere sorgere fenomeni molto
Non
deve scordare che
la
che dalla Valle del
do
si
guerra e
Quella indicata è una valutazione molto diffusa e
sociale e civile che l'Italia potè ottenere duran-
"deprecato \'entennio".
la
con campagne
Lo
di
ebbe
caratteristiche
prevenzione e profilassi
sport ebbe un grande
svOuppo e
i
"treni
popolari", cioè l'uso dei treni a bassissimo prezzo nei
Roberto
Sgiirzi
fine settimana, diede
muoversi e
di
Questo
anche
al
basso ceto
la
possibilità
di scoprire le belle cose d'Italia.
mafia e
e tante altre innovazioni scardinarono
stema sociale prebellico e
il
il
si-
scemò rapidamente. Crebbe il potere di un nuovo ceto medio-basso, sia pure con divisa fascista, formato da piccoli imprenditori, coltivatori diretti.
darà
alla
scuola
Il
artigiani, professioni-
grande impulso che
il
fascismo
pure pesantemente ideologizzata)
(sia
non può
to politico in
tificato
movimen-
essere troppo semplicemente iden-
qualche migliaio di violenti e maneschi
"guardaspalle", tutori di alcuni vecchi signorotti.
Il
scismo ebbe anche una sua rivoluzionaria cultura
fa-
vano con
una coraggiosa proiezione del soggetto nel futuro, chiudendo nei confronti del pas-
che
"
dura
\'itto-
si
comunismo
ovvia e naturale conseguenza del
deva nella garanzia
buona collaborazione con
e ve-
di sicurezza e nelle caratteristiche
culturali su accennate del fascismo le
Sarà in questo l'attuazione della "promessa rivolu-
assai più
Quelli che vanno dal '19
che essa rappresentava.
polo", a respingerli e a vincere Il
momento
oppure come
i
"gruppi rionali", chiare anticipazioni dei nostri quar-
che stimolarono l'auto-amministrazione conce-
dendo spazio amministrativo
ciali di
simi dei ceti medio-bassi, sia pure se
non
particolar-
cui fu l'autore.
miseria e all'alcolismo.
Le condizioni ne
di vita di
italiana alla fine della
detti "benestanti", sfuggiva
Le previdenze
del
nord
nuovo regime
premurose, furono più giovani i
altro
fenomeno
socio-
politico che attraversò quel lungo e stretto budello che l'Italia,
in
funzione delle differenti realtà socio-culturali che
cammino verso come nel momento
incontrò sul suo
no socio-politico che denti
momenti
il
sud. Bisogna però
un fenomeebbe più evi-
fascista,
attra\-ersò lo stivale
Penso comunque che
si
possano
dell'impegno
fascista: al
nord
identificare,
come
in direzione delle rifor-
di ordine sociale, al centro attenzione per la
sem-
pre più centralizzata struttura amministrativa anche
l.'ìlaha e le Tre Italie
a
i
cosid-
orribile.
protezione di
goderne e questo
av-
bagni obbligatori furono frequenti, riscaldati e
per l'igiene e
la profilassi
perso-
campagne
scher-
capillari iniziarono
azione contro quella che
in
quel
momento
una
era
la
for-
ma-
lattia del secolo: la tubercolosi.
Fu proprio per
affrontare questa malattia che
si
approntarono numerose "colonie marine e montane", in
quanto era da tempo
verificato
come
l'elioterapia
fosse di grande vantaggio nella terapia e nella profilassi
del
morbo
di
Koch
nell'infanzia.
Sembra do\'eroso un
di analogia nelle Tre Italie.
linee di tendenza, le seguenti differenti caratteristiche
me
te
assunse naturalmente connotazioni diverse,
dire che mai,
a
nale e di massa furono scrupolose,
come ogni
italiani,
ad una realtà
quelle fasce più deboli furono immediate, attente e
mografiche e vaccinazioni
è
gran parte della popolazio-
Prima guerra mondiale erano
spaventose e solo una minima parte di
I
fascismo, così
ri-
unicamente esemplificativo, all'assistencon particolare riferimento ai bambini, e
gratuiti, l'attenzione
Il
la lotta.
pacifico e felice del fascismo fu quello
venne facendo perno sulle scuole pubbliche.
versati nelle cose della politica.
al
in "arditi del po-
Riguardo queste, che furono innumerevoli, mi
e responsabilità di ge-
stione della cosa pubblica anche a giovani e giovanis-
fascismo
furono anni san-
temporalmente centrale, quello del consenso e ciò perché ebbe a beneficiare delle molte trasformazioni so-
alla lotta alla
l'interclassismo e le corporazioni,
spontaneamente
dini, organizzatisi
Si videro in realtà entità sociali fasciste innovative,
Il
al '22
guinosi per l'Area padana. Ivi infatti av\'ennero ovun-
za sanitaria,
A)
al
quello del consenso e quello della ribellione.
ferirò a titolo
mente
Da
diramò
drammatiche di quelle assunte nel centro-sud. Possiamo identificare in quel movimento tre periodi storici: quello rivoluzionario,
contestavano anche l'assetto sociale, vagamente feuda-
tieri,
si
fascismo, nato "padano", in questa parte d'Italia
ebbe connotazioni
dando potere a questi nuovi ceti che del resto negavano ampiamente legittimità al potere politico nelle mani della classe nobiliare e di questa
zionaria fascista",
come
questure e
grossi borghesi, sia industriali che terrieri.
centro-sud.
fondamenta qua-
litativamente irrinunciabili.
le,
le regie
agi-
scontri durissimi e sanguinosissimi, furono quei citta-
Questo "ceto medio emergente la
buo-
identifica-
dalla
voleva potere e l'avrà.
la
in
"proletarizzazione" che era
Questo nuovo medio ceto usciva
va nel fascismo rifiutava
lotta alla
que autentiche battaglie fra sinistra socialista, fascisti e Guardie regie, come successe ad esempio in Parma dal 1° al 6 agosto 1922, quando agli ordini di Italo Balbo vi convennero "squadre fasciste" un po' da tutta quella zona, con l'intento di conquistarla. Viceversa, dopo
sato senza reticenze o perplessità.
ria bellica,
in i
questo territorio quel movimento politico
eti-
co-politica, impastata di
sud
fatto eversivo dell'u-
L'Area padana, già a partire dal '19-20 era,
Il
Felice fa inoltre rilevare che questo
come
malavita, intese
na misura, nelle mani delle "squadre" fasciste che
sarà, a quel fine, determinante.
De
alla
nità dello stato.
potere di nobili e proprie-
tari terrieri
sti,
negli aspetti ambientali e urbanistici, al
ribili
ulteriore riferimento alle or-
condizioni di vita delle masse popolari italiane
torno a quel 1920 e questo perché molto di quelle
attri-
stezze è stato cancellato, rimosso nell'immaginario collettivo della nostra
gente e anche perché
alle
nuove
ge-
nerazioni queste non parrebbero possibili.
197
In quegli anni, anche in grandi storiche
Bologna,
maggior parte
la
medievale e cioè buie, umide e
di tipo
pavimento
in assi
o
mattoni,
in
città,
come
delle abitazioni era in realtà
rittura in terra; spesso le finestre
fatiscenti,
quando non avevano
con
Ricordo, in quel 1940, l'ordine,
da stracci o carta, non vi era luce elettrica, non acqua corrente in casa e rappro\'\igionamento avveniva ad un pozzo o ad una fontana, spesso molto
ma
bito,
stituiti
perfetta, colarità:
riscaldamento era affidato ad un focolare
il
ma
con camino,
spesso
la
legna da ardere era cosa ine-
accuratamente
quell'uomo e
stirata e pulita,
economica erano aggravate da un
ulteriore flagello:
uno
visiera,
Era
grigio,
un cappello rotondo
L'enorme numero
di osterie stava
molto semplicemente, che ogni sabato,
significare,
a
momento
al
di
con
i
copricapo.
al
Il
con quale
cature.
estraeva con atto solenne e rituale.
per quelle povere donne
torniate da nugoli di
bambini
laceri,
piangenti e affama-
c'erano spesso solo legnate. Quella povera gente
aveva alcun aiuto da nessuno e l'ebbero dai lì,
at-
i
i
Già,
ma
il
famoso
olio di ricino era
in grandi quantità,
una semplice pur-
come appunto veniva e,
vio-
portava
stringe
il
stile lo
metteva o
lo toglieva,
l'orologio da tasca, ad esempio, che
Penso a quell'uomo quando vedo oggi un capostazione.
cuore.
1935,
al
ma
anche fino
ma
consenso entusiastico, per
finire.
E
1938
al
vi fu
quindi
quei pochi, brevi anni di se-
ottimismo stavano
renità intrisa di felice, orgoglioso,
venne da molto lontano, da alcuni somalo in un'oasi dal nome
la fine
disperati pozzi nel deserto
assurdo... Ual Ual
veda).
(si
nome finì rivolta, in modo
Con
quel
mere però
l'aspetto di
il
periodo del consenso e
af-
inizialmente fievole, per assu-
una
violenta, sanguinosa tem-
pesta.
na-
turalmente, imponenti scariche diarroiche. fatto è
si
fiorò la
lentemente somministrato, causava acuti dolori
Il
E mi
più duri, c'era
l'olio di ricino.
ga,
e a quel cappello
Fino
un pacco di sopravvivenza, con pane, carne e legna... per non morire di fame o freddo. E poi... per padri violenti non furono più tempi felici perché, accompagnati appunto nei "covi" fascisti, non per
con quale
fatto era
Il
fascisti.
e cioè
in più,
lui
non
nelle caserme, che trovarono la "sporta fa-
ricevevano certo carezze e
tre
ufficialità.
quando guardava
a casa
come
fatto era
un sempre misero salario, gli "uomini di casa" spendevano quasi tutti quei denari per terribili ubriaAl loro ritorno
due o
gradi rappresentati da
quel cappello, con quale eleganza, con quale dignità,
ricevere
"
duro gendarmi
di feltro
di quei cappelli tipici dei
e grossi, che in bella mostra giravano
rossi
nastri,
tutt'intorno
l'alcolismo.
scista
parti-
cappello di quel signore era molto diverso dai
Il
umana ed
Tutto questo squallore e questa miseria
Fu
con una
francesi e da loro chiamati "chepì".
sistente.
ti,
sua divisa,
la
cappello.
il
cappelli d'oggi, era
con
cose.
senso di responsabilità so-
il
ciale presente negli occhi di
vi era
lontani;
due
soprattutto ricordo
Ricordo l'orgoglio e
era addi-
vetri rotti so-
perfe-
la pulizia, la
zione assoluta di ogni piccolo particolare in quell'am-
Il
popolo
italiano,
alla ribellione
o meglio una parte di esso, era
che divenne poi, nel 1943, guerra civUe.
che queste scariche erano immediate e
quegli uomini così puniti venivano scaraventati fuori
caserme senza possibilità di accedere
dalle
Era la
che axa'eniva
in strada
il.
.
.
ai gabinetti.
B)
indicibile:
il
ritorno a casa era fonte di vergogna
una vera gogna, una vergogna
intollerabile e
al
bastone
il
ci
fu la carota e
furono
i
"Centri
furono "Dopolavoro", fu lo sport popolare, cinema di massa e di regime, fu la massiccia co-
rionali",
fu
i
struzione di case popolari, che diedero collocazioni abitative impensabili fino a
poco prima
dani" motivi di vita più elevati e
Fu
quello
il
e a tanti "pa-
"periodo del consenso" e fu un con-
di
appartenere ad una grande nazione
scesero nel cuore di tutti o... quasi
Mi
sia
certo di lo
un uomo destinato
uomo come
cia di
198
che
si
il
fatto
im numero
richiamano
in
Roma
imperiale
che ancora oggi
tanti:
il
alla storia,
ma
capostazione di
una piccola Modena.
un piccouna stazione di
cittadina, Vignola, in provin-
Roma
sia
assai elevato di forze di destra
qualche
modo
al
Questo
fascismo.
come
fascista
nes-
un certo senso Roma "fu" il fascismo e questo per ragioni profonde e antichissime. Esiste da sempre in questa città una vocazione al primato planetario, primato che da politico-militare si sun'altra città, anzi in
trasformò (forzatamente) attorno
somma
era
ma
al
400 d.C.
in
che pur sempre... primato
la solita
prima-
era.
In-
vecchia storia del "Caput mundi".
Primato religioso che però, e si era già visto nel Medioevo (si veda), non appagò mai nei romani alcune istanze serpeggianti
tutti.
concesso un ricordo personale. Quello non
ferroviaria di
deve stupire
depositaria di
to religioso,
civili.
senso assolutamente universale ed entusiastico. L'ordi-
ne e l'orgoglio
al centro:
perché Roma, a partire dal 1930, fu
indimenticabile.
Oltre
fascismo
Non
gente, con calzoni o\'\'iamente... orribilmente spor-
chi e puzzolenti,
Il
fattaccio e per quel-
in quella città.
Essa sognava, più ancora che
le eteree, cattoliche,
legioni di angeli trionfanti, guidate da Papi troppo
spesso forestieri,
le
molto più solide e
mano-italiche, ancora una sta militare del
mondo
reali legioni ro-
volta proiettate alla conqui-
e questa volta con "duci" asso-
Roberto Sgarzi
O quanto meno
lutamente caserecci.
conquista di
alla
sponde di quel Mecominciò a richiamare con
vere",
il
suo "Senatus PopulsQue Romanus",
ciò che c'era alle soglie di casa, le
"Cesari imperatori" e
diterraneo che da allora
naftalina da
la
lingua latina:
Era
il
per quasi due millenni allo stato semi-
netti, rimasti
mentre
mondo
il
tre ogni dire, era
poco sognante e
il
occidentale era avanzato
perseguire
il
una specie
irrealistico, di
ol-
sempre
di
imperatori,
non
certo per
nuovi schiavi) ove
i
le lo-
ro grandi villae fossero popolate di "faccette nere",
prone
come
loro desideri, che infatti,
ai
remo
vicino a
nanzi
al re "...
ci si
In realtà
Il
povero borgo mediterraneo del 1870, trasforma-
to dai Savoia in capitale nazionale
1914 circa, rUanciò quindi
tutto aveva connotazioni
pesantemente
In quegli anni attorno
al
1930, in tutto
mondo,
il
l'imperialismo era ormai in netto e rapido declino e
Roma
paesi del terzo mc^indo, che
si
erano veriticate
mussoliniana avrà anche un suo
in altri
stradali,
gradevole commistione
diterranei con
possibile, ancora oggi,
i
metterà.
ma per Roma sarà un sogno un sogno inseguito per millenni e sfuma-
Sarà tutto un sogno,
to in
prime
Il
un paio di decenni, ma indimenticabile. sogno sarà poi generosamente supportato da un
enorme numero la capitale,
game commerciale o
qualche
di lasciare
linguistico
le-
con quelle genti do-
minate in precedenza.
Ma
Roma
mussoliniana
nessuno volle, o meglio seppe, rendersi conto: la dimensione paesana e localistica non lo permise. Tutti sappiamo comunque che il sogno imperiale italo-romano era assai precedente questi fatti, avendo radici nei romantici proto-patrioti dei primi dell'Otto-
cento per
i
sere inteso
l'Europa
quali l'imperialismo occidentale
come doverosa missione
civile e illuministica nei
do barbaro, animalesco
e,
doveva
es-
civilizzatrice del-
monquel mo-
confronti di un
per molti versi
in
mento, ancora inesplorato.
E pure culturali,
tutti
imprese
libica
ed
si
per quanto riguarda i
il
con Mussolini
eritrea, e infine
fascismo a suggellare, ridicolo, la
in
moilo
ma
plateale, e a voile
dimensione trionfale del nostro
imperialismo e saprà dare a questo anche una connotazione mitizzata, simbolizzata
L'itii/hi c le ire ììalic
nuovo aspetto una miriade
il
militare della Città, codi
nuove
strutture, co-
comandi, caserme, acquartieramenti, aeroporti,
mento, accademie, strade.
Roma ebbe anche
come la maestopompose parate
aspetti trionfali,
sa via dei Fori Imperiali, costruita per militari e anche,
secondo un antico vezzo dei Cesari,
testimonianze deOe vittorie
come un
militari,
le
antico
obelisco trasportato dalla lontana città sacra abissina di
Axum, oppure
Roma modo ad
e
i
molti musei storico-militari.
con essa tutto
il
centro
essa afferente, ancora
qualche
Italia in
una
\'olta,
fruirono
quindi di un enorme apporto di risorse e prestigio da
C)
in
un nome: Roma. suo "biondo Te-
suoi "Crolli fatali",
il
Il
fascismo
al
sud
La genesi del lascisnn) na",
fu
i
me
nel-
è detto altrove circa l'antica vocazione dell'I
Roma con
rilievo
sogni
i
aspetti molto... concreti.
struito attraverso
nostro
meridionale all'espandersi nel Mediterraneo,
il
Di
di facile ric-
quale
Savoia nel-
talia
veramente
hanno sempre
la
etico-
l'impresa abissina.
Già
incremento
relatix'o alto
chezza per quella popolazione, presso
positivi, si siano poi trasformati in
orribili,
paese prima con Crispi, poi con Giolitti e le
di strutture di stato, tutte presenti nelil
tLitta Italia.
sappiamo come questi principi
per allora
opere spesso
con
strutture logistiche, posti radio, istituti di perfeziona-
questo nella sognante
di
di stilemi classici
del
ovunque nell'Urbe, ma con predilezione per quartieri dell'EUR, costruiti appunto per quell'Esposizione Universale Romana che la guerra del 1959 non per-
Europeo e fu in quel paese che si affermò Gandhi. Fu appunto la "Grande anima" che in soli 15 anni, diede il grande esempio vincente e da quel momento i popoli imperialisti si accingeranno a mollare cercando disperatamente
pre-
stile,
memomento. ammirare tutto questo
mode europee
le
azioni vincenti contro certe nazioni dell'Occidente
tutto,
le ca-
sente nell'urbanistica, nelle costruzioni, negli arredi
affascinante,
le
al
metropoli imperiale.
ratteristiche di
tutto era cominciato proprio là ove nel Seicento quel
fenomeno era iniziato: in India. Fu appunto in quel paese, ma anche prima
da quella data
sua esplosiva e sorpren-
la
dente avventura di trasformazione, acquisendo
E il
forma
la
una riproposizione urbanistica adeguata.
classiche e
grammino"! puerili e irrealistiche.
a questa
mentis imperiale, con una riacquisizione delle vestigia
diceva una
proponeva "quando sate t'inneggeremo innanzi al duce e inper quei poveracci uno "splendido pro-
canzonetta allora in voga,
suoi...
ben 1600 anni.
Roma e seppe dare anche nuove, protonde convinzioni,
città
modo un
ritorno, in
favoleggiata "età d'oro" (naturalmente per questi nuovi
i
"sogni imperiali"... in
relativi
Mussolini trasformò
vocazione imperiale presente in quei baro-
la
brutale,
si
Mare nostrum.
i
il
ma
duce subito
sta
tu
indubbiamente "pada-
è interessante per la nostra indagine si
il
fatto
renda conto della pericolosità
assenza di equilibrio territoriale di
(.[uel
di
che
que-
mcnimento
politico e immediatamente vi ponga rimedio, infatti primo grande raduno assembleare fascista, si terrà a Napoli ii 25 ottobre 1922, con cinquantamila fascisti il
ammassati sotto
E
tatto
la
pioggia battente all'Arenacela.
poco noto che
la
Marcia su
Roma
farà le
19')
.
prove generali, e fisserà
maggiori concentrazioni di aderenti
le
proprio punto di partenza proprio in quella
il
La marcia per poli.
Dirà
il
conquista di
la
Roma
partirà da
calabrese Michele Bianchi: "Fascisti, a
poli ci piove
che
ci state a
Era un invito
alla
la sinistra
me una
data e da quell'Arenaccia.
NaNa-
ma non convincono
te molteplici,
quelle divulgate dal-
marxista che interpretavano tutto questo co-
semplice, violenta, costrizione del cittadino
meridionale medio ad opera degli interessi del baro-
naggio e del grande latifondo, che effettivamente quel caos istituzionale, avevano risollevato
fare?".
Marcia che
infatti partirà
Le testimonianze
subito
la testa.
individuali portano a pensare
dopo. Tutto considerato era proprio dal Meridione
che
che veniva, ovviamente, un sempre maggiore invito ad
Sessanta tanti meridionali fossero ancora grati
un'azione eversiva e violenta nei confronti della capi-
per un lungo, affascinante sogno durato dal '24
ha
Si
tale.
Mussolini aveva visto giusto.
Questo messaggio
sarà subito recepito dalle
grande favore.
Ma
Trecento
lunga storia del Meridione
È Nino
Tripo-
all'attualità, l'unico in cui si
Furono
Mussolini vide subito nel Meridione un forte vet-
indagine in quanto,
no dei fannidloni, degli oziosi [...], il tanto diffamato e così malamente conosciuto Mezzogiorno d'Italia, è in
centrale, che
una
delle forze più potenti della nazione, in quan-
Fece poi un'ulteriore lode
done
nostro sud, elogian-
al
"sentimento unitario, manifestatosi nei secoli"
il
sua grande
erano certo quelle
Comunque, ria di
sua cultura e
la
già a partire
la
non
gi
da quel momento,
la sto-
Mussolini e del Meridione furono consonanti.
antifascista e a
un'Emilia rossa furiosamente
con valenze
a volte
zone meridionali, come
viceversa
la
la
omicide,
Calabria o
si
giungeva
la Sicilia,
ove
simpatia per queW^ Ancien regime risultava
il
angosce di Giolitti e di uomini
dalle stra
contemporaneità:
la
da baronetti e
latifondisti siciliani,
Si parlerà dell'azione fascista in Sicilia
d'Italia,
comportamento
portamenti di aperta
a
com-
rivolta nei confronti di governi
centrali di centro-sinistra e questo nonostante segni
drammatici, ovunque presenti, determinati dalla guerra voluta e persa
da Mussolini.
Questo curiosamente
cosiddetti
come esemil
Meri-
in Sicilia
che
ta
malavita raggiunse
i
livelli
più
il
massimo
il
e per conseguen-
alti
governo mussolinia-
delle sue forze.
fascismo dimostrò
al
sud
una vera rivopassato perché fu
di essere
una radicale rottura con il fondamentalmente una vera guerra contro la Mafia. La Mafia: intesa come eversivo braccio armato di un sistema di potere pericolosamente avulso dal corpo della nazione, potere incompatibile con quella autorità luzione,
governativa.
conseguenza di quella guerra persa: il ritorno delMafia e soprattutto, come si dirà, di quella filiazione
La guerra cominciò subito, cioè il 6 maggio 1924, due giorni dopo lo sbarco a Palermo di MussoUni, all'inizio di quel viaggio che rappresentò una vera aper-
Mafia americana, ennesima conseguenza
tura di ostilità nei confronti di quella certa Sicilia di
a fronte di un'ulteriore terri-
bile la
no-
l'aspetto eversivo e criminale di certa politica e di cer-
Il
che spesso davano adito
i
in tutto
anche perché fu proprio
no spiegò
elettorali fortissime
politici della
Parlamento nazionale che potevano essere
plificazione di questo
dione
bef-
necessità disperata dei voti
ragioni d'età, avevano avuto occasione di sperimen-
certa destra ave\'a in quell'ambito roccaforti
modo
demo-plutocratica", era svincolato
za tu proprio in quell'isola che
Una
cen-
fascismo mussoliniano, a
accentuata ed evidente soprattutto in coloro che, per
tarlo.
il
fragilità.
"l'Italietta
"ascari".
Da
Settentrione europeo.
differenza di quella che poi sarà definita in
elargiti
diverse del paese.
al
Sistema dittatoriale,
nord "padano"
profondo sud della penisola si offrivano, come sempre, immagini socio-politiche ben
Sicilie, di
millenni), dimostrò, invece, in quei brevi sedici anni, la
Al turista che negli anni Sessanta avesse viaggiato al
Due
Meridione
elettorali al
dal
delle
d'Italia (che sembrava e ancora ogsembra ad alcuni graniticamente inalterabile nei il
fardo
sua storia.
Regno
tura istituzionale e culturale che caratterizzava
Mussolini non eccelleva certo nell'apprezzare e coe l'etica delle libertà comunali...
cintura pontificia
sia la teocratica
feudale ex
un governo forte e autoritario, ma anche indubbiamente autorevole, tutta l'antica impalca-
era pure convinto.
la storia
i
fronte di
tro e
noscere
il
avvicinamento
un nord viceversa "frammentario e comunalistico". Le cose non stavano, naturalmente, in questo modo, ma così gli faceva comodo dire. O forse ne a fronte di
fine di la-
al
sapore tardo ispanico, ebbero a godere di un effettivo
A
to [...] riserva di braccia, di soldati, di saggezza"
noto e
ma mutamenti sostanenormi e questo interessa la nostra
solo sedici anni,
ziaH furono, infatti,
tore di consenso e potere, dicendo che "// Mezzogior-
realtà
il
immutato".
sciare tutto
di a darci ulteriori spiegazioni.
Duce al '40.
Lampedusa
di
quale "tutto cioveva cambiare
il
al
d'Italia, dal
smentì
variamente riportato motto di Tomasi
secondo
perché mai proprio da Napoli?
quegli anni
tutti, in
sensazione che quel breve lasso di tempo
la
sia stato nella
un nuovo equilibrio popolazioni meridionali con
a favore di
nonostante tutto e
in realtà e
in
della terribile
del disastro militare.
Le
200
spiegazioni di quel
mafiosi e baronetti.
fenomeno sono chiaramen-
Fu
in
quell'occasione che
il
duce
rifiutò
un omag-
Roherlo Sgarzi
.
gio ad Lina antica consLietueline e cioè la scorta di "uo-
mini di tidiicia" dei baronetti
modo
che invece beffeg-
locali,
emettono lano
ordini, pianificano le attività criminose, rego-
amministrativa. Il sindaco della cittadina di
la vita
axTolse di un im-
Cangi, barone Sgadari, ha rifiutato recentemente un
penetrabile cordone di carabinieri e poliziotti: lo stato
contributo dello stato per l'illuminazione pubblica per-
stava arrivando.
ché
giò in
A
mi
si
Girgenti (G. Tricoli, La repressione della Mafia
siciliana) "
devastante. Mussolini
l'uomo
di
Predappio
dirà:
stizia:
Voi avete bisogni di ordine materiale che conosco:
si è
parlato di strade, acque, bonifiche,
che bisogna garantire tadini che lavorano.
proprietà e
la
Ebbene
l'
mi
si è detto
incolumità dei
cit-
vi dichiaro che prenderò tut-
te le
misure necessarie per tutelare i galantuomini dai de-
litti
dei criminali.
Non
briganti preferiscono che le strade restino al buio.
i
deve più essere tollerato che po-
amministrano addirittura una sorte di giu-
I briganti
riparano
ganti che
i torti,
dominano
risolvono le questioni [...]
I bri-
campagna hanno anche
stretti
la
contatti con l'alta mafia che risiede in
un
città.
Ne
sono, in
L organizzazione
certo senso, l'organo esecutivo.
ha
capi e gregari in ogni ceto sociale, controlla la vita politica
ed economica
dell'Isola, elegge deputati, regola le
impone
fittanze agrarie,
ai latifondisti
i
propri campieri,
che centinaia di malviventi soverchino, immiseriscano,
svolge azioni di antisciopero, si intromette negli appalti
danneggino una popolazione magnifica come
e in ogni altro affare lucroso.
Non
la vostra".
menzogne, ben note ai siciliani in tempi antichi e recenti, ma l'avvio di una concreta rivoluzione: stava decollando il breve sogno deuna
era
maggio 1924 mese veniva nominato prefetto di
Mussolini concluse e
il
24 dello stesso
il
suo viaggio
Trapani, per divenire subito
con sede
tutta la Sicilia
in
il
12
dopo "superprefetto"
Palermo, un
protezione e pagano senza protestare
che ha preso
il
nome da un
colorito
gnari u pizzu', fare bagnare
abitanti della nostra bellissima isola.
gli
uomo che
ceni
di
poi
un mito: Cesare Mori. Fu guerra e non fu guerra né facile né breve, perché il nemico del paese e dei siciliani era forte e ag-
.
Per questo, proprietari e commercianti ne cercano
delle solite
una piccola
offerta
Di quanto
sia
il
modo
becco, ossia
poi cambiata al
la
tazza
di dire: fari va-
un lavoro fatto dagli
da quel 1924 ad oggi, lascio
una
il 'pizzu',
compensare 'amici'".
situazione siciliana,
la
lettore ogni
commento.
diverrà
guerrito. Per evidenziare chi fosse e
quanto fosse
forte
È ra.
in queste condizioni
che Mori
iniziò la sua guer-
Interessanti alcuni aspetti di quel preletto,
non
par-
ticolarmente noti.
Mori non era un
quel nemico risulta significativo (di nuovo da G. Trico-
fascista... anzi era
un
antifascista
Emanuele Orlando, un recente ex primo miun uomo ancora potentissimo, nistro (il primo ministro della "vittoria" del 1918), che nelle elezioni dell'agosto 1925 presentò a Palermo una lista autonoma da opporsi alle liste fasciste. In quell'occasione elettorale Orlando alla fine di
più volte minacciato di morte (anche in una canzonet-
luglio disse:
una Bologna
li)
riportare lo scritto di Vittorio
"Ora
IO dico signori,
che se per mafia
si
intende
il
morire") dai
parossismo,
generosità che fronteggia
la
ge al debole,
la
e indul-
il forte
fedeltà alle amicizie, più forte di tutto,
anche della morte. Se per mafia
si
intendono
nuto con l'abituale pugno di terrò
cessi, allora in tal
senso
si tratta
i
loro ec-
di contrassegni indivi-
duali dell'anima siciliana, e mafioso
mi
dichiaro e sono
fiero di esserlo".
Ma Ne
ilclla Sicilia?
di ferro di Arrigo Petacco è descritta
situazione così
come
riportata in
documenti
la
ulHciali
praticamente controllata dall'oìiorata
cietà che, approfittando della conjusioiw e del
potere seguiti al dopoguerra, ha allargato fluenza. Vaste zone montane,
come
le
la
vuoto
so-
esiste: le i
banditi.
Madonic. sono
forze dell'ordine devono scendere a patti .
.
Vìtiilki e le Tre lliilic
"
di Balbo,
Alla violenza egli aveva risposto con sulle strade
e
il
rimasero morti e
feriti,
ma
la
violenza:
l'ordine ritornò
si guadagnò il rispetto degli avnon si scordarono. metodo Mori non piacque a Giolitti e Bonomi,
"Prefetto di ferro"
versari... II
che
timorosi dei
avevano;
il
di lui
fascisti e delle "alte
protezioni" che essi
nostro fu collocato a riposo.
Mori era un uomo che amava l'ordine sociale che due successive circostanze aveva già conosciuto la Sicilia come funzionario di polizia, ma sempre senza quanto,
reali risultati in litaria
come
in
tempi recenti,
Le bande sono acquartierale
alla so-
azione coraggiosa veniva opposto da una certa
mento che annullava
il
un comporta-
suo valore.
di
letteralmente occupate da bande armate che governano,
con
"squadre
Arpinati e Grandi.
Bisogna riconoscerlo: Mori,
propria in-
a loro modo, decine di villaggi. L'autorità dello stato
non
e poi (febbraio 1922) in
in balìa delle terribili
struttura statale, alle volte connivente,
dal prefetto Scelsi di Palermo: "L'isola è
egli era interve-
in disordini causati
in
quali erano le condizioni sociali
11 prefetto
Roma prima
dalla destra, in
tutti questi
sentimenti e questi atteggiamenti, sia pure con
bolognesi. Proprio nel rovente
fascisti
1920 (24 maggio) e nei mesi seguenti
senso dell'onore portato fino alla esagerazione, l'insofferenza contro prepotenza e sopraffazione, portata sino al
non proprio bene augurale: "Mori devi
ta dal titolo
nei paesi,
per
la
sua autorevolezza,
la
l'antifascista, fu scelto
sua forza e
la
sua decisione
massimo aiuto possibile. Il comportagli fu offerto mento dell'uomo fu evidente già al suo arrivo; essendo egli venuto a conoscenza che un noto mafioso si faceva beffe della legge, procedette al suo arresto immee
il
201
non
dialo e per questo
suo
modo
suo
il
un
fucile e in
volle agenti,
andò
conflitto a fuoco uccise
il
con
solo,
bandito.
il
Fu
Teatro Massimo di Palermo
al
ronamento
La "guerra" di Mori fu guerra senza esclusione di colpi e assai cruenta, ampiamente descritta sia da Arben 1 1 cadu14 medaglie d'argento, 47 di bronzo e 50
350 feriti, encomi solenni, questo in soli tre anni, ma bisogna dire che metodi furono obiettivamente brutali. I prigionieri dello stato "dovevano" rivelare tutto e immediatamente: ci si riusci, ma risparmio al lettore i
ci si riuscì.
Naturalmente
furono proteste anche ad opera
vi
molti degli stessi fascisti
me
sola
siciliani,
di
che ebbero però co-
conseguenza l'espulsione dei medesimi dal
Pnf.
Le co non
si
e
i
conflitti a fuoas-
Gangi, con assalto finale, rastrellaun numero elevatissimo di latitanti. fu con Mori e con esso la magistratu-
città,
e cattura di
Tutto lo stato
Chi voleva portare
ra.
gli arresti
contarono. Vi fu anche un vero e proprio
sedio ad una
mento
imboscate,
retate, le
gittima suspicione"
i
processi fuori dall'isola "per
non
fu accontentato,
ebbe questo riconoscimento: 1928
effettuati dal
al
i
la
le-
Mafia non
cosiddetti "processoni"
1929, soprattutto in Palermo, da-
ranno un numero impressionante e interminabile di condanne: fra i condannati vi era di tutto, banditi cer-
ma
to,
anche... sindaci, "galantuomini", "colletti bian-
ad ogni
chi", consiglieri
livello, avvocati, sacerdoti,
me-
si
"25 e re
il
finì
lì.
decreti emessi
il
25 dicembre
Mori aggrediva i centri del potedove esso formava la sua forza sociale ed
là
economica attraverso
"protezione" e
la
la violenza.
In merito ai suddetti decreti le attività di guardia-
no, curatolo, vetturale, campiere
come U
ne"
nell'attività della
classici
(i
personaggi
14
marzo 1927
fu "rimesso ordi-
"guardianìa dei giardini dell'agro
palermitano".
Si
Un
dormire con
porte aperte".
le
antifascismo di facciata e di maniera ha poi in-
terpretato, in tempi recenti, la cessazione dell'azione
Mori come una resa alla cultura mafiosa da parte Questo non stupisce in forze politiche, veramente demo-plutocratiche, composte di uomini che non sono stato, portate per conseguenza a considerare lo stato solo in alcuni uomini. Dice un vecchio proverbio: "Chi male pensa, male fa". La verità è che Mori raggiungeva in quei giorni il massimo dell'età per quel servizio e che la sua presendi
dello stato.
za in Sicilia (sei anni di attività) era ormai sin troppo lunga. Prolungarla avrebbe significato creare privilegi e far
sì
derata
che
la vittoria sulla
come
vittoria di
Mafia potesse essere consi-
un uomo
e
non
Sarebbe stato un errore gravissimo
non
chi di dovere
lo
dello stato. e,
giustamente,
commise.
un particolare Illuminante al riguardo riportato da Giuseppe Niccolai. La popolazione siciliana organizzò una generosa Esiste
e spontanea raccolta di fondi in favore di Cesare ri,
gli
che
si
allontanava dalla
Sicilia, al fine di
l'acquisto di un'abitazione che
lui,
Mo-
consentir-
di fatto,
non
aveva.
ta
questione. Mori ricevette un diniego telegrafico:
"Accettare
dono sarebbe inopportuno",
il
prima
al
quale
il
"Prefetto di ferro" rispose: "Sono pienamente d'ac-
cordo". La
somma
venne poi devoluta...
raccolta
badi bene, all'assistenza delle famiglie dei restati
si
siciliani ar-
per Mafia.
Infatti
il
principio era che
non Mori, ma
italiano aveva vinto quella guerra.
nulla era
lo stato
All'uomo quindi
dovuto e un dono ad una persona che, sem-
plicemente aveva fatto
nobilotti locali furono paralizzati: per la
I
6. Gros1925 = 45; 1928 = 6. dice ancora oggi, con un motto popolare, che al-
lora in Sicilia: "Si poteva
del potere mafioso) furono sottoposte a verifica prefettizia, così
1925 = 79; 1928 =
14. Estorsioni:
Chiesta a Mussolini valutazione sull'intera, delica-
Con due
5 gennaio '26,
mafioso
a co-
abigeati:
dici, farmacisti... ecc.
Non
=
289; 1928
rigo Petacco, che da Pasquale Squitieri nel suo bel film; essa causerà fra le forze dell'ordine
come
marzo 1929,
17
Omicidi: 1925 = 268; 1928 = 25. Rapine: 1925 =
di presentarsi.
ti,
il
della sua lunga presenza in quella zona:
il
proprio dovere, era appunto
"inadeguato e inopportuno".
volta in ottocento anni agli orribili eredi dei conquistatori hidalgos ni,
venivano strappati
i
loro fedeli assassi-
La luce
del diritto, nonostante la violenza,
nono-
stante tutto, cominciava a riaffacciarsi per la nobile Trinacria, e quello fu i
cittadini del
un sogno, bello quanto breve che d'Italia non avrebbero scor-
Meridione
ancora non
finì
Con
lì.
realtà brucia alla sensibilità
1926 è
glio
istituito
il
coloro che
I risultati
bile,
202
un'ulteriore legge, che in
dell'uomo d'oggi,
il
15 lu-
"confino di polizia": di fatto una
prigionia alla quale sono il
cato del fascismo nel sud d'Italia.
incontestabilmente le regioni d'Italia to,
ristretti,
senza processo,
tutti
prefetto ritenesse opportuno. di tutta questa azione, forte
sono nel bilancio che
lo stesso
quanto
le
d'Italia, al di
rinnovamento violenza dall'esterno e cioè dal nord
sopra e
al di
come del enormemente meno nobili, almeno cinque
una
Cesare Mori darà
volta
il
fuori della volontà e della resto, sia
pure per ragioni
era av\'enuto nell'Ottocen-
feroci invasioni.
Intatti \'enuta a cessare la terri-
presenza di quello stato,
dissoltosi nel 1943 a causa della guerra perduta,
chi equilibri e
i
se
ebbero finalmente sviluppo adegua-
cultura siciliana,
to in
signifi-
Questo perché,
condizioni della civiltà per quel-
è anche vero che ancora
fu imposto con la
dato facilmente.
E
imbarazzante per un italiano democrati-
co odierno, tentare di dare una valutazione del
loro hravos.
i
Difficile e
i
vec-
vecchi poteri risorsero immediatamen-
Roberto Sgarzi
riportarono
te e
brutalità in quella
la
amata regione
Lasciamo comunque ad un grande siciliano che Leonardo Sciascia, dare \'oce, interpretazione e soluzione a questi dubbi. Nel suo // giorno della civetta egli parla delle amare riflessioni del protagonista di quel romanzo, il capitano Bellodi, che come tutti sanno si riferisce in qualche modo ad una figura autentica, un parmigiano, negli anni Cinquanta visse questi fatti,
capitano dei Carabinieri
in Sicilia,
quel Carlo Alberto
Dalla Chiesa che sarà poi negli anni Ottanta protagonista tragico e
amaro
che denunceranno
di fatti
uno
senza, in quei momenti, di
ben diverso da quello
la
stato vinto e umiliato,
di cui fu vittorioso rappresen-
interna riflessione,
al
suo
Bellodi-Dalla Chiesa:
"G// vennero
come
industriali,
quello di Ponii-
pri sentimenti.
Il
la
di Mori,
le repressioni
misura delle proprie
Ma durava la collera,
la
sua collera di uo-
del nord che investiva la Sicilia intera: questa regio-
che, sola in Italia, dalla dittatura fascista
aveva avuto
mando
del "fitaurari" Shifferà per
oasi del deser-
al
co-
possesso di alcu-
il
ni di pozzi d'acqua.
Quelle lontane lo
fucilate, accolte in Italia
dicevano in realtà che
l'Italia
equilibrio e di pace. Era di
usciva dal
nuovo
guerra per l'impero, per
la
la
con giubi-
momento
di
guerra ed era di
la solita,
annosa "mis-
romana nel mondo", per quelimperio... appunto di impero.
sione di civiltà dell'Italia
fame
di potere, di
Da
momento
quel
violenza.
Il
sangue e
alla
la nascita...
chi
al
una inarrestabile scalata alla non aveva rinunciato
fu
fascismo, purtroppo,
violenza di cui era impastato sino dalera illuso in
si
un "fascismo moderato"
pagherà duramente.
Nel 1935 fu dichiarata guerra all'Abissinia e l'Itauna guerra moderna contro quei poveri,
vita e dei beni.
lia
era costata
scalzi e laceri abissini
sul banco degli imputati, nei grandi processi di Assise,
una sperduta
in
(una guarnigione di confine della colonia italiana della
in effetti libertà, la libertà che c'è nella sicurezza della
Quante altre libertà questa loro libertà i siciliani non volevano sapere: avevano visto
dicembre 1934
5
Somalia) affrontarono uomini armati abissini
il
idee, dei pro-
guerre
le
to somalo-abissino, l'oasi di Ual Ual, soldati italiani
la
memoria
alla
fascismo: e ritrovò
Dal Ual: e furono
nuovo
come
Sciascia fa dire,
ne
enormi complessi
pre-
tante Cesare Mori.
mo
di
gliano d'Arco.
d'Italia.
scagliò
che parevano
usciti dell'età del
bronzo. Contro quei lontani uomini, di cui
la
più gran
commen-
parte degli italiani non conosceva l'esistenza, furono
datori della Corona, medici e avvocati che si intrigavano
lanciati carri armati, lanciafiamme, artiglierie, mitra-
tutti
alla
'don e gli '
i
malavita o
rotti
erano
il
potenti capi elettori e
il
i
proteggevano; magistrati deboli o cor-
funzionari compiacenti
stati destituiti,;
lontanati. Per
per
la
'zii', i
contadino, per
il
al-
piccolo proprietario,
pastore, lo zolfataro, la dittatura parlava questo
linguaggio di
Le
libertà''.
realizzazioni fasciste nel
rono innumerevoli,
sia nella
Meridione
coltura, che nella costruzione di
me strade,
opere pubbliche, co-
ponti, ferrovie, ospedali, acquedotti. Sareb-
be tedioso quantificare tutto dicare (dal 1924
al
investimenti e a
riferire,
Comuni
d'Italia fu-
trasformazione dell'agri-
ciò,
ma mi
siciliani torniti di
esemplificazione, che
i
acqua potabile salirono da
la
Dopo
sua base di partenza,
resto,
come
an-
proprio nel Merigli
opera-
delle trasformazioni urbanistiche piii
impo-
la
sua linfa e
da quel paese e solo cinque anni dopo. Ual Ual il fucile non tacque più.
La conquista fine,
di
Addis Abeba
maggio 1936 e la non arrestarono ma coincisero addirittura con il
5
formale, della guerra abissina
una endemica l'ax'X'io
politica imperiale mussoliniana ebbe,
che precedenti esperienze del dione
espellerci
1934) in circa mille miliardi questi
come
i
fu
limiterò ad in-
55 a 158.
La
aviazione e proibitissimi gas asfissianti: non una guerra, fu una strage. Quei poveracci pagheranno il riscatto italiano nei confronti di un nome ormai vecchio di 37 anni: Adua. Si disse allora che un certo conto era saldato e che, per di più, avevamo l'Impero, ma si cominciò con le grandi menzogne. Non era vero. L'esercito italiano non controllò mai l'enorme territorio abissino. Saranno comunque gli inglesi ad gliatrici,
guerriglia,
dell'intervento italiano nella guerra civile spa-
gnola in appoggio
alle
truppe del generale Franco, che
opponeva alle forze lealiste del governo repubblicano e di sinistra in quel momento al potere in Spagna.
si
tori più assidui e fedeli.
Una
nenti ed evidenti in
si
vide e
si
vede ancora oggi, pn^prio
Napoli.
ufficiali del
nell'Italia
tre al
1932, Lavori pubblici e
Meridionale
nord andò
il
29
il
%
49% e
al
Anas
spesero
del loro bilancio,
centro
il
21
mcn
"'„.
Di particolare interesse fu l'intervento
ilello stato
una
\x'ra
guerra, tu terribile e tu
In certo
modo
fu
anche l'anticipazione
guerra civile italiana che esploderà di per
\'ia
della presenza in
lì
della
a sette anni,
campo repubblicano
anti-
tranchista di numerosi oppositori antifascisti in esilio.
Spesso
nella costruzione di a\'anzati stabilimenti aeronautici e
Vllalia e le Tre llalie
ci si illuda, \u
connotata da episodi di crudeltà inaudita da entrambe le parti.
Dice comunque Gabriele Pergola che, secondo dati
Non
si
il
sangue
numero enorme
di per-
giunse allo scontro fratricida e
scorse a fiumi.
Quella guerra
ci
costò un
20}
anche
dite e
verifica
che
la fiducia in la
noi
stessi. Si
armamento erano ancora una riori a quelle
ebbe
già allora la
nostra organizzazione militare e
nemiche,
di
nostro
il
Anche
in
questo caso nel 1939 la vittoria
cessazione di
la
dei franchisti sulle truppe
del governo regolare coincise con lo scoppio di un'al-
guerra e sarà quella mondiale e
tra
la-
Ma
un problema
c'era
di ordine tecnico-militare,
quanto due guerre, due piccole guerre, quella di Spagna e quella di Etiopia, avevano messo in ginoc-
in
chio
nostro apparato bellico.
il
vo italiano era
Il
potenziale produtti-
modestia incredibile e Mussolini ben
di
sapeva che un confronto con forze industriali gigante-
come
sche,
terribile.
non
di Hitler e le motivazioni ideologiche
sciavano dubbi.
volta pesantemente infe-
provenienza largamente so-
vietica.
quelle ostilità per
mania
le
"potenze democratiche", allargate addi-
ed Unione Sovietica
rittura a Stati Uniti
una pa-
era, in
rola... ridicolo.
La guerra moderna era ormai
1939-1940-1945:
grande guerra mondiale
l'ultima
modi
e
è certo
compito
di questa analisi
il
verificare
i
tempi dell'implicazione del nostro paese nel-
i
grado
sole regioni in
di
competere: Lombardia e
Piemonte. Avere di fronte mezzo
mondo non
Seconda guerra mondiale, ma alcune valutazioni debbono essere compiute proprio perché sarà questo evento terribile e demolitore che distruggerà queUa
no" ingannato da perfidi collaboratori:
abborracciatura di unità nazionale che era stata fatico-
questo, così
dimostrerà
altresì
epoca monarchica e
in
la labilità di
La guerra esplose
La vox
1939 con
dichia-
la
razione di guerra da parte di Francia e InghOterra
Germania tica
alla
dramma-
nazista. Sarà questa l'ultima e piìi
reazione delle cosiddette "potenze democratiche"
a fronte di
atto dalla
una politica di forte aggressione messa in Germania nei confronti di quelle piccole
realtà nazionali uscite dalla risistemazione geografica
del territorio europeo, conseguita alla fine della
prima
ed Austria
così infatti che Cecoslovacchia
Mussolini era perfettamente
come
al
ridicolo.
corrente di tutto
sapeva, in quel 1940, che
carro armato più diffuso, se paragonato
lissimo, tutto costituito
il
da piastre imbullonate che
senza tettuccio, in
diale, scoperto,
con due
mitragliatrici:
con
Spitfire e
quasi
il
ferro e tela,
filo di
otto,
ma
anche dodici,
avevano avvertito O Condottiero con accenti
doglio, generali vari, industriali, ambasciatori,
aggredita
il
di Hitler e subito
1° settem-
dopo,
il
17
politici...
vamo
Una Germania che to
buona parte
avesse ulteriormente inghiotti-
del territorio polacco sarebbe divenuta
troppo forte e Francia e Inghilterra, lo
ventanni prima avevano vinto
diale,
sarebbero state relegate
quel teatro europeo che, con
al
il
le
potenze che
scoppiò
A flitto
la
so-
Prima guerra monruolo di comparse su la
conflitto '14-18, aveva-
no pensato di dominare a piacimento. Potevano queste permetterlo? Proprio
e
somiglianza di quanto av\'enne nel primo conl'Italia
anche se già aveva
non entrò subito
stretto un'alleanza,
nel conflitto,
il
Patto d'Ac-
maggio 1939), che la uni\'a militarmente a Germania e Giappone e le ragioni del mancato interciaio (22
vento furono molteplici.
A
differenza del
non "mise si
all'asta
con chi fosse
scelto in
204
modo
il
piti
primo
le ridicole
sangue dei suoi proficuo.
Il
mondiale
figli
"
Maggiore, Ciano, Ba-
re ci aveva provato: noi
l'Italia
per schierar-
"partner" era già stato
inequivocabile e ultimativo nella Ger-
uomini
non pote-
il
generale Car-
suo Perché perdemmo
la guerra, in-
capacità produttive della nostra in-
dustria a fronte di tanto impegno. Ricordo che noi, fra
non producevamo materie prime fondamentali e cioè nemmeno un litro di petrolio, né un chilo di ferro o di rame e che le nostre riser\-e erano al lumicino. l'altro
sulla
Manica
pilota inglese inqua-
nel collimatore di sparo
dei nostri arcaici trabiccoli in tela e filo di ferro.
Scriverà poi che to:
un
riportato che nel 1940
drò un giorno
non sapeva cosa
fare in quel
"se ridere di scherno, o piangere per
la
momen-
pietà".
Leggendo e rileggendo libri su quei giorni emergono le enormi responsabilità personali proprio di Mussolini e del sistema istituzionale dittatoriale e autoritario
conflitto
il
di Stato
fare quella guerra!
dicava
uno
guerra.
mondiale,
perfino
lo Favagrossa, nel
È no...
Capi
Tutto è documentato. Già nel 1946
settembre 1939, dall'Unione Sovietica staliniana.
razzi,
mitragliatrici.
ch"; era la politica del carciofo; la prossima foglia infatti
lo
YHiirricdiic, corazzati, veloci e potenti
a volte disperati:
si
reg-
sarebbe confrontato con
doppio, quindi imprendibili e armati con
Tutti
di-
si
vennero parte integrante del cosiddetto "Terzo Rei-
chiamava Polonia, che fu bre 1939 dalla Germania
nostro
produzio-
alla
gevano a malapena ai colpi di fucile e di mitraglia. Il duce sapeva anche che il nostro aereo più diffuso era un modello biplano degno della Prima guerra mon-
cannoni e
guerra mondiale (Trattato di Versailles).
Fu
popi/ li inventò poi la favola del "capo buo-
ne francese, americana o sovietica non aveva possibilità alcuna di competere in quanto più leggero e fragi-
questa amalgama.
3 ottobre
il
che
fascista e
era pro-
prio possibile.
la
samente costruita
li-
vello sia qualitativo che quantitativo e l'Italia aveva
due
Non
fatto produttivo a
che a
lui
faceva capo.
Negli anni e nei mesi decisivi, quelli precedenti nostra entrata in guerra (10 giugno 1940,
quasi un anno
dopo
come
si
la
vede
l'esplosione della stessa), le crona-
che dicono che Mussolini non ascoltò nessun collabora-
Roberto Sgarzi
tore e nessuna delle infinite voci che sconsigliavano, con
ampie motivazioni, l'entrata dell'Italia nel conflitto. Varie sono le valutazioni sull'uomo Mussolini del 1940, ma una cosa è certa: era molto malato ed era molto diverso dal geniale uomo politico degli anni Venti-Trenta apprezzato da tutto il mondo, per cominciare da Churchill e per finire con il Vaticano, che addirittura lo indicò
come r"Uomo
Mussolini era affetto da molte malattie, ra e
la
più du-
dolorosa era l'ulcera gastrica che Io tormentava
giorno e notte e che allora non vedeva cure
efficaci, la
seconda era l'amebiasi (grave e cronica malattia
pesantemente indebolente),
stinale
quella di cui
non
vergognosa...
ma
la
E intatti diffusa opinione
che Mussolini fosse luetico
e che l'autopsia del suo corpo eftettuata da medici americani abbia
messo
E
iji
evidenza
gli
degenerativi e
fatti
ultimi stadi di quella distrutti\'i cerebrali.
non abbia poi causato lesioni nell'abito mentale, nelle scelte e nei comportamenti quotidiani; la dottrina e la clinica
sono
al
riguardo inequivocabili.
QueU'uomo,
fra l'altro (per
quei tempi) ormai in
avanzata età (era nato nel 1883) e consunto da vita e malattie durissime, rimase quasi infantilmente incantato dalla potenza e dalla qualità della
Germania,
ma un
evento lo convinse ad entrare precipitosamente in
il
sta era rivolta li
alla
primavera del 1940
fronte franco-tedesco era rimasto silenzioso;
pretendeva
ragione era semplice,
la
ad Oriente, contro i popoli gli
veva essere una
Con
la
non
si
guerra nazi-
slavi dei
qua-
sterminati territori e per riuscire do-
blitz krieg...
una guerra lampo.
la
modus vivendi che avrebbe \'isto sicuramente la Germania come potenza egemone, ma non schiavizzante le
"potenze democratiche".
Anzi
il
tre
offrì in
modo
dopo
(10 ottobre 1939) uno sprezzante
Fu
in
vivendi
un tragico 1940 che
non
si
si
capì che quel n/odiis
poteva ottenere, soprattutto per via di
quella terribile Inghilterra che costantemente con navi e aerei da
bombarclamento colpiva
il
sì,
a sconfiggere
ritorsione, colpivano
il
i
bombardieri tedeschi che, per territorio inglese (battaglia ae-
Fu per questo che la Germania, dopo avere risolto problema polacco (resa polacca: 6 ottobre 1939) e di affrontare
l'enorme guerra contro l'Unione
sovietica, decise di risolvere la guerra sul tronte occi-
dentale, quello
appunto franco-tedesco e sarà vera-
mente una guerra lampo.
Lìlalia e le Ire llalie
flotta di sot-
Sarà
"pugnalata
la
alla
schiena". Mussolini entrerà
ma
migliaio di morti da buttare sul tavolo della pace",
totalmente convinto di combattere una guer-
non certo sul campo. Quel Mussolini e di conseguenza, forzatamente quell'Italia, giocarono ad uno strano gioco e... persera solo sulla carta,
Nessuno, per debolezza o
mare
duce
il
fu in grado di fer-
viltà,
e la sua piazza scatenata...
cialismo impedì di considerare
loro provin-
Il
recente storia e che
la
due potenze extraeuropee, naturalmente, avrebbero impedito alla Germania quell'evoluzione: Stati Uniti ed Unione Sovietica. Ancora una volta la storia e questa volta ci andò di mezzo il forlivese, non fu "maestra di vita Il cuore e la mente di quell'uomo, malati e romantici... erano ormai oltre l'ostacolo. Quell'ostacolo '.
contro cui sbatteremo poi
tutti noi!
guerra determinò
in
Fummo battuti
annunciata.
su tutti
co, quello francese e quello libico.
i
la
tragedia
fronti: quello gre-
La
stessa notte del
12 giugno 1940, aerei inglesi, provenienti dalla loro
lontana
isola,
gno 1940)
e
caduti, militari e
I
civili,
nostri strumenti di difesa
caci e tutti
i
lì
poco (14
a
giu-
porto di Genova subiranno un
il
bombardamento navale da
francese. I
colpirono Torino e di
la città
si
parte della flotta
furono moltissimi.
dimostrarono
mezzi nemici ritornarono indenni
La tragedia
ineffialle lo-
della nostra nazione
era cominciata.
Riapparvero allora negli che già
si
erano
visti
italiani
dopo Custoza,
si
batterono nuo\amente
scritto sul
tortuna,
Non
monumento
non si
il
al
come
Lissa ed
trattò di fortuna,
carri, scarpe,
leoni.
A
Adua
e
nostri soldati
i
El Alamein è
soldati) italiano
valore". Bello,
complessi
soliti
i
"Mancò
ma inesatto. ma di carri armati,
la
auto-
munizioni, armi, aerei, navi, strumenti
elettronici, cibo, cannoni, esplosivi, ferro,
rame, gom-
ma, nichel, carbone, petrolio e quani 'altro che
noi, vit-
time di un pazzo, non avevamo.
rea d'Inghilterra).
prima
da una
guerra quasi per un folle gioco, per avere "qualche
in
territorio del Rei-
ch, inorgoglita, per di più, dal tatto di essere riuscita
il
e... quell'isoletta là ol-
e isolata
ancora una volta ingiustamente, perché
rifiuto.
quella
in
tomarini.
plateale la pace a Francia e Inghilterra, ottenendo però
quattro giorni
il primo conflitto Germania pareva Europa pareva concluso:
quella
Sì,
Manica pareva battuta
ro basi di partenza.
6 ottobre 1939 U germanico
sfilò
Mussolini, ricordava
Francia era vinta e occupata
terribile
popoli europei Hitler prevedeva un certo
i
come
Chi,
La nostra entrata
Dallo scoppio della guerra
14
Il
germanico occupò Parigi e
mondiale rimase colpito.
guerra. Vediamolo.
sparò un colpo:
l'esercito
sotto l'Arco di Trionfo.
ro.
pensare che tanta patologia specifica
difficile
giugno 1940
in realtà
la lue.
malattia e cioè
va, gli eserciti francese, inglese, belga e olandese.
inte-
più grave era
poteva parlare, perché considerata
si
gio 1940, in soli quaranta giorni con facilità sbalorditi-
proprio imbattibile e tutto
del destino"!
mag-
L'esercito tedesco liquiderà, a partire dal 10
Le opere storiche ex'enti riferiscono
straniere che trattano questi
sovente di una certa debolezza di
te-
nuta bellica dei nostri soldati e questo è comprensibile in sì
chi
erano
si
doveva battere con "scatole
definiti
i
di sardine" (co-
nostri ridicoli carri armati), contro
enormi e armatissimi mostri
d'acciaio,
ma
in
un nume-
205
enorme
ro si
di occasioni
dobbiamo
E non
guerra fu fuori dei confini della patria, perché
che affrontò
guerra '40-45 fu un'Italia
la
unita e concorde
sociali,
la
l'Italia
ma
fragile,
come mai prima, anche
renze economiche, culturali e
pegno
essere orgogliosi.
furono problemi di regionalità finché
vi
se le diffe-
problemi regionali quello
bito
paese
il
Quanto ti
con
quando
verificarono
la
le
come
sia
si
saranno quarantacinque giorni d'inferno,
perdite da entrambe
si
poi ricompattato nei seguen-
le parti.
decide quindi di utilizzare senza mezzi termini e
molti modi, in appoggio all'azione militare,
in
nelle sue Si
la
che aveva appunto molti
mala-
siciliani
file.
comincia dal capo dei capi: Lucky Luciano, un
sanguinario assassino, detto
spaccherà in due.
55 anni lascio
forti
vita italo-americana,
truppe anglo-america-
leggera quell'im-
In America, già in fase di preparazione dello sbar-
sulle coste meridionali della Sicilia e su-
si
e
si
10 luglio 1943.
il
giorno in cui
il
ne sbarcarono
Italia
si
alleato:
co,
guerra giunse in
Fu
germanico co
alle
vedono giusto. La conquista della Siciduro e sanguinoso e gli eserciti italiano e opporranno con forte decisione all'attac-
bellico e
sarà fatto
lia
naturalmente
permasero. I
Gli Stati Uniti non prendono
immen-
nostri soldati furono
i
eroi di cui noi italiani
mille volte sfuggito alla
"il
fortunato" per essere
morte nei bassifondi
d'oltre
oceano.
al lettore la risposta.
Responsabile della parte applicativa e finale dell"'operazione" è
La seconda meta della Seconda guerra il '43, il '44 e il '45 nelle Tre Italie
colonnello Charles Poletti,
il
mondiale:
gli
americani ed è subito nominato capo dell'ammini-
strazione militare alleata: per anni, sarà
È in questi tre anni modo alcuni anni prima
che
un'Italia,
prima
za,
ma Il
qualche
buona ancora una
frattura
si
in due, poi tre parti e in
questa circostan-
almeno inizialmente, non per ragioni
che,
in
socio-politi-
militari.
fronte taglia
il
nostro paese ferocemente in due
parti e le storie dei vari tronconi
riappaiono prepotentemente
le
sono molto
diverse:
un vero nuovo
viceré d'Italia.
era sulla strada di una
integrazione etnica e culturale, volta
che
italo-
americano nativo del Vermont. Sbarca anch'egli con
Dalla
Sicilia
il
"colonnello" Poletti risale
la al seguito delle truppe alleate
la
ed è sempre
E
sieme a belle donne e grandi automobili.
peniso-
visto as-
considera-
un benefattore, benedetto dal papa e riceverà la cittadinanza onoraria di Roma. Fiutato il tempo, il furbone, si presentava come una specie di santo benefatto
tore.
Santo dalle curiose frequentazioni. Riferisce Ro-
differenziazioni etico-
berto Gervaso che un sergente della polizia militare
culturali.
statunitense raccontò di avere incredibilmente trovato
uno dei massimi ricercati negli "don" Vito Genovese e naturalmente non
nell'ufficio di Poletti Il sud e il centro Italia: lo sbarco anglo-americano in Sicilia
Stati Uniti:
riuscirà
mai ad
Sono Il
'43,
il
'44 e '45
colarmente per
rappresentano per
la Sicilia,
il
il
sud e
ripresentarsi, in
modo
ticolarmente virulento, di un antico fenomeno: lavita organizzata, la mafia,
ma con
parti-
la
caratteristiche
la
Trinacria
il
con
mercio
maben
storie
le
rappresenta per
non deve
che solo poco prima, poveri
resti delle
essere ignorato
in Tunisia, era stato
il
Rommel;
fatto
battuto dai
armate d'Africa, tedesca e
delle truppe dell'Asse:
al
italiana
Co-
delle trup-
pe americane: Eisenhower. Perdite americane: 3.000 uomini e 200 carri armati).
206
sono ancora oscure.
Immensa
la
differenza fra
non
la
vecchia mafia, detta
era se
non un barbaro ed
Questi nuovi elementi importati sono
Uniti
(battaglia di passo Kasserine, 1-23 febbraio 1943.
mandante
certe
organizzazione criminale.
gli Stati
stesso esercito americano, sceso in
fatto bellico e
com-
governare una società agro-pastorale, e questa nuova
guerra da solo pochi mesi, sta ancora abituandosi
duro
al
ma
crimine organizzato ameri-
primo contatto con la guerra sul continente europeo. La potente nazione statunitense è però in quel momento impegnata su molti fronti e particolarmente su quello del Pacifico contro il Giappone ed è ancora in
Lo
"cose" americane in quegli anni,
elementare sistema giuridico e sociale che tendeva a
il
forte difficoltà.
vari traffici,
truppe USA, sbarca nella bel-
fior fiore del
in Sicilia
di
i
che gravitano attorno
legittimi,
"dei campi", che altro
cano e qui bisogna fare un passo indietro.
Lo sbarco
meno
par-
più feroci e dirompenti. Infatti nel '43
più o
arrestarlo.
molti a fare risalire a Poletti
in
i
feroci de-
linquenti di un sistema sociale avanzatissimo e con essi
giunge ciò che
gli Stati Uniti: la
za, lo
essi
conoscono bene per
connessione
sfruttamento della prostituzione,
ta di tassa
la pratica
fra politica e il
ne-
delinquen-
"pizzo", sor-
imposta dal capomafia locale ad un certo
ambiente mercantile,
la
"tangente",
come pagamento
una certa somma per chi volesse avere rapporti di affari con il demanio e infine la più devastante: il controllo della produzione e del commercio delle droghe, cocaina, eroina, morfina, oppio. Fenomeni, questi, tutdi
ti
ignorati dai pastori della "mafia dei campi". Sia per gli Usa, che per
bra interessante. Per
i
"Cosa Nostra",
l'affare
governanti americani
ci si
sempriva
Roberta Sgarzi
una
\'olta
per tutte della peggior feccia d'America e per acquisisce
controllo della antica terra
questi signori
si
d'origine, da
dove eventualmente spiccare
il
conquista di Calabria, Puglia, Campania o
giunge
Si
come l'ennesimo
caso,
va
punto
al
donia. Di
alla
non a una nuo-
stato degli Stati Uniti:
ma
una
è tutta
fan-
poco ecco spuntare l'illusoria azione sedi un fantomatico esercito siciliano e l'ap-
cessionistica
Ma
parizione del banditismo di Giuliano e compagni. di
questo
Una
parlerà di seguito
si
cosa è certa:
veramente
il
(si
veda).
"fortunato" Lucky Luciano è
turo, alla splendida Sicilia,
Sicilia
e
il
Meridione
sta terribile esperienza
buon
con
che escono da que-
hanno connotazioni ben diverse
Questa parte bile e
'45",
resto del paese, diventa pesantissima.
il
d'Italia
non conoscerà
fenomeno
il
sanguinoso "resistenza e guerra
con
le
note conseguenze fino
civile,
al
quegli uo-
mini del sud e del nord furono terribilmente diverse e diversi
Anche
furono
i
USA
queste operanti a favore
e Inghilterra.
se gli eventi militari
al
non
fronte bellico
fu-
rono influenzati da questi episodi, è però ben vero che formazioni parti-
l'illusione e l'orgoglio presenti nelle
il
fasci-
furono grandi.
sta"
Ma
anche
Nel
'44, in
caos e l'equivoco furono grandi.
il
un mondo ancora tutto da disegnare,
formazioni partigiane operanti nel nord e dall'ideologia
badi bene,
si
smo
Italia
le
e in Ju-
destini delle persone che ne emersero.
comuniste
di derivazione sovietica che,
come sempre
anticipano l'internazionali-
proletario agli interessi e alla visione "nazionale"
delle cose.
Naturale quindi che sul fronte jugoslavo
terri-
dal "43
1949. Per molti
al
ma per certo le storie di
questo sarà un bene,
Sovietica,
goslavia erano chiaramente dominate dalla dimensione
tutti.
d'Italia
dalle precedenti e la differenza sociale e culturale, che già esisteva
Unione
di
fu-
ove avrà invece una serena
a rispettato da
vita, riverito
tedeschi contro forma-
giane, di "avere cacciato lo straniero tedesco e
americane, ove non avrebbe certo avuto un
La
litiche e sostrato ideologico,
perché passa direttamente dalla galere
tale,
i
zioni partigiane, delle più varie dimensioni, finalità po-
a
lì
civile, di
pubblicana cobelligeranti per
iiltro.
di prospettare la Sicilia e
bandiera americana,
stella nella
volo
il
uno scontro sanguinoso, brutale e crudele tra due culture, fra due opposte ideologie. Fratelli contro fratelli: Brigate nere e Guardia Nazionale Re-
guerra
sti
nostrani siano stati
i
comuni-
i
più zelanti collaboratori delle
forze bolsceviche di Tito... quelle che anticiparono la "pulizia etnica", li
con
terribili
massacri di soldati e
civi-
di nazionalità italiana.
Ecco quindi un'ulteriore enorme distinzione della nord e sud dell'Italia: tutto questo non accadde nel Meridione. Ma, purtroppo c'è di più. Negli anni '44 e '45 si vede una volontà separatista, omologazione e integrazione al sud Italia, per il quale storia del
Con
sbarco americano del '43 inizia quella "cac-
lo
ciata dello stato italiano" dalla terra di Sicilia che, forte di si
adeguate protezioni politiche internazionali, non
ormai è certa e definita l'appartenenza air"orbita" oc-
arresterà più. Il
bili e
nord
conoscerà
Italia
mente medicherà che spetta
le
ai fratelli
anni prove
in quegli
terri-
ma lentamente e parzial-
distruzioni di ogni tipo,
proprie
ferite.
La
terribile sorte
meridionali, invece, è di quelle che
un segno assai più grave e duraturo. Da quel momento, nord e sud del paese assumono nuovamente caratteristiche sociali, culturali e politiche sempre
lasciano
più difficilmente conciliabili.
cidentale.
Al nord invece ribellione, sangue, enorme violenza,
ma anche grande
tensione morale, grande incertezza
nei confronti del futuro e degli stessi contini di stato.
Chi
in
quei
Stato sovietico telliti slavi
momenti auspica un nord Italia come e come tale integrato nel sistema di sa-
della Russia, sarà deluso.
Infatti in quella distrutta e insanguinata
Europa
del 1943, '44 e '45 tutto era ancora da ridisegnare e stati,
A) Nord Italia
confini, ideologie dominanti, aree d'influenza,
probabile e possibile.
Verso Italia
la
fine del 1943 e all'inizio del
esplode. Al centro-sud
se certamente distrutto,
ma
cf'Italia
1944
invece, in
il
nord
un pae-
ormai senza guerra,
la si-
tuazione politica pare ormai adeguarsi, ancora una volta, alla volontà della vecchia classe dirigente
mo-
fenomeno Resistenza e Repubblica sociale italiaancora oggi a mezzo secolo di distanza, non può
Il
essere analizzato seriamente e scientiticamente sotto profilo storico.
La situazione
il
politica attuale è ancora
quella che contrappone vinti e vincitori, con violenze attuali e potenziali evidenti nei confronti di individui
non "ortodossi" al riguardo. Si può però serenamente
L'halui e le Tre ìlalic
sbarco alleato
dire che
si
trattò di
una
in
Si
pensi che
Normandia
(4
al
momento
giugno 1944)
la
dello
guerra
era ormai decisa da tempo.
Tutto era stato definito sul campo, molto tempo
prima e
in
almeno due ambiti: El Alamein (30 giugno-
21 luglio 1942) e Stalingrado (dicembre 1942), da quel
momento
narchica e feudale.
na,
ti-
pologia delle forze di occupazione: tutto era ancora
alleati
anglo-americani e sovietici spingeran-
no avanti, sconfitta dopo sconfitta, germanici come una carriola; di particolare e decisiva importanza l'ennesima disfatta germanica neir"C)perazione Zitadell" a Kiev, terminata con la distruzione, quasi totale dei carri armati con la croce uncinata. Quando gli anglo-americani, il 4 giugno 1944, si decisero allo sbarco in Francia daranno una pugnalata finale :kI un esercito germanico ormai ilistrutto, con i
i
207
sovietici stria,
che ormai
apprestavano ad invadere Au-
si
Cecoslovacchia, Bulgaria, Ungheria, Romania,
nord Italia! Nulla era ancora stato ancora concordato fra i vincitori circa la spartizione delle reciproche zone di con-
Polonia e quant'altro, chissà forse anche
italiani,
momento
in quel
ma
di
i
Le
il
quista; quindi le speranze e le ambizioni bolsceviche
che avevano
munisti" di proporzioni enormi
molti agenti comunisti
stragi,
paragonabili alle "purghe" staliniane fu-
terribili nel '45 e
successivi. Si
"Brigate Rosse",
ma
Questa
del nord, dalle Alpi alle Linea go-
l'Italia
il
Pci clandestino, spes-
terribile
delle
l'assenza di
gli
ordini ricevuti, realizzano una
rete di resistenti "partigiani" (dal russo partizan), il
doppio compito
di guerriglia
in difficoltà le retrovie del fronte
porre tive
In poche parole
organizzazione gerarchica. Essi subito,
le basi istituzionali,
con
armata tesa a mettere
germanico e
altresì di
amministrative e organizza-
gemella:
nord
la
Italia
che avrebbe avuto un'istituzione
confinante federazione delle repubbliche
socialiste jugoslave che, alla fine del 1944, era invece
C'è in realtà per quei comunisti un terzo compito
hanno visto applicato nelda dove provengono e cioè lo ster-
l'Unione Sovietica
agenti
pensava allora che
che
l'esercito
in
realtà delle cose la spartizione dell'Europa sarà poi più
ordinata di quanto alcuni pensarono e sperarono!
Le date
lungo lo
della vittoriosa risalita alleata
vale spiegano molte cose: Sicilia, 10 luglio
Sti-
17 agosto
-
1943; sbarco a Salerno, 8 settembre 1943: inverno
modo
1943 addirittura linea del Garigliano (grosso i
confini dell'antico
Regno napoleta-
Roma, 4 giugno 1944.
no);
L'inverno del 1944 vede
e cioè la distruzione fisica degli oppositori "borghesi",
fenomeno che quegli
primo
coincidente con
un'assoluta certezza.
si
una certa zona d'Italia se ne assicurasse poi l'egemonia, in omaggio ad un vecchio motto slavo "U possesso è metà deOa proprietà", ma nella arrivava per
per formare un'ipotetica Repubblica popolare so-
vietica del
peni-
la
zone meridionali da esse occupate, squadre comuniste filosovietiche.
vuto indottrinamento ideologico, addestramento mili-
coerentemente con
connotazione storica caratterizzò
truppe alleate che lentamente risalivano
sola garantì, nelle
ferrea
questa è un'altra storia.
solo la parte settentrionale d'Itaha, perché la presenza
so provenienti dall'Unione sovietica, ove hanno rice-
tare,
Il
formazione sovietica, erano fondate.
inondata di componenti
tica, è
veda Pisano,
andarono scemando negli anni possono ritenere concluse nel 1949, salvo riapparire poi nei tardi anni Settanta-Ottanta con le rono
Quali sono queste speranze?
Dal 1943
(si
triangolo della morte).
ca", coincidente circa
con
il
fronte sulla "Linea goticrinale appenninico che
il
sbarra l'accesso alla Val Padana.
minio delle forze politiche antifasciste di derivazione Esiste
culturale parlamentare filo-occidentale.
Questo terzo compito è attuato sì, ma solo in minima parte, in quel caos di quell'Italia e rimandato di fatto solo a dopo conclusa la guerra. La cosa sarà in effetti attuata dopo l'aprile 1945, con stragi di "non-co-
un particolare poco noto riguardante
con-
la
quista e l'ipotesi di spartizione dell'Italia.
Nel tardo autunno del 1 944 il fronte tedesco sugli Appennini era ormai talmente assottigliato che, per usare i termini di un generale tedesco, "era più simile ad una linea di osservazione, che ad una reale linea di difesa".
In seguito ad una fortu-
nata
azione bellica questa
esigua e flebile linea fu rotta a
Montebattaglia, nelle
colli-
ne romagnole. Davanti
alle
americane
avanguardie spalancò
la
irrompenti si
grande Pianura
padana, anzi addirittura
lag-
giù sul fondo, all'orizzonte,
erano
visibili,
di
all'altezza
Via Emilia e
Imola,
la
rovia
che alimentavano
la feril
fronte vicino a Rimini; rag-
giungere queste arterie
ormai
a portata di
vitali,
mano,
rebbe stato facilissimo. l'avanzata
Gruppo
di partigiani
operanti sull'Appennino tosco-emiliano. F. Parri, Bologna.
posito. Per gentile concessione dell'Istituto
20»
Autunno
1944.
Si
noti
l'armamento com
non
ordinata una,
si
sia
saiVIa
fece, anzi fu
pur mode-
sta, ritirata.
Roberto Sgarzi
venivano assegnati,
di carta
ri-
una
presi, cancellati e divisi, in
specie di incredibile mercato.
Furono Germania ad essere scussione.
Polonia
e
vero oggetto di
il
di-
e Jugoslavia
Italia
scivolarono in un "terzo mer-
un gergo bor-
cato", per usare
pare che la padana" non fermamente ac-
sistico, e in verità
sorte deir"Area tosse poi così
nemmeno
certata
costanza,
ne il
il
in quella cir-
comunque
mondo
alla fin
penna che
tratto di
fi-
divise
assegnò all'Occi-
ci
dente.
In quello strano gioco d'az-
zardo che è
ma QUERZOLA
estrassero
una Partigiani.
Si
notino
sione dell'Istituto
F.
il
in
l'Italia,
Valle Padana,
la
momento
quel
carta alta.
molti simboli connunisti applicati su bandiere e fazzoletti. Per gentile conces-
i
Parri,
Bologna.
Non solo. Nelle sue memorie il generale americano Jim Clark, il comandante alleato, fece una troppo fugace menzione di questa situazione, inconfutabile sotto
la Storia,
soprattutto
profilo storico e sicuramente imbarazzante.
Perché mai non
si
Piazzale Loreto Piazzale Loreto è molto di
lano ove
fece quell'ulteriore piccolo bal-
piìi
del piazzale di Mi-
29 aprile 1945 fu esposto
il
cadavere di
il
Mussolini. Piazzale Loreto è un simbolo.
E
il
simbolo
zo che avrebbe consentito di determinare immediata-
della durezza, spesso di atrocità e ferocia oltre misura,
mente
alla
il
crollo del fronte germanico,
con
conse-
la
guente immediata conquista dell'Area padana, l'accor-
ciamento della guerra
di otto
mesi ed evitato
alle
quale imprevedibilmente può giungere
litica nella
po-
la lotta
po-
Valle del Po.
Infatti a Piazzale
Loreto accaddero molte cose. Ac10 agosto 1944 un plotone di
polazioni di quel territorio un periodo di orribili tra-
cadde innanzi tutto che
gedie?
volontari della brigata nera "Ettore Muti" aveva fucila-
Questa rinuncia
immediatamente
a tare
crollare
il
fronte tedesco parrebbe una assurda foUia!
L'Area padana non poteva e non
doveva essere invasa, perché esisteva ancora
un accordo
fra le
potenze alleate non
r"ambito
circa
di influen-
za" nella quale essa sarebbe poi ricaduta.
ben quindici
prigionieri politici.
un attentato, appurarono mai bene le vere responsabilità. Anche il quel caso si fece scempio di cadaveri e questo ad opera del caldo che deformò i corpi, esposti per ben ventiquattr'ore. Piazzale Loreto fu scelto dai Si disse
Esiste una sola spiegazione, ormai accettata dagli storici del settore.
to per rappresaglia
il
ma non
che
trattava di vendicare
si
si
partigiani proprio per quel terribile episodio prece-
dente.
Mentre per il centro-sud rono mai dubbi circa l'area
d'Italia, quindi,
di influenza
non
che
il
futuro
avrebbe riservato, per conoscere come sarebbe poi to
il
sta-
destino del tanto tempestoso nord d'Italia biso-
gnò attendere vincitori:
lo
svolgimento delle
Teheran (28 novembre
Yalta (4-9 febbraio 1945),
-
tre 1
Potsdam
Conferenze dei
dicembre 1943),
(17 luglio
-
Dal novembre del
ci fu-
2 ago-
po questa
me
padana quindi
sorte dell'Area
bi-
sognò attendere e questo avvenne in realtà nella seconda conferenza, quella di Yalta, cioè a due soli mesi dal dilagare angloamericano nella Valle del Po.
A
Yalta tutto a\'venne,
l'avvenimento, in
secondo
modo molto
caotico, ove popoli e paesi su di
Vìlalia e le Tre Italie
i
resoconti di quel-
confuso, impreciso,
un
qualsiasi
un pezzo
il
ma
'45,
"Piazzale Loreto" furono
ma anche
Villadeati,
anche do-
infiniti,
in piccoli
Ravenna,
Forlì;
co-
cen-
insom-
ma... quasi ogni abitato, piccolo o grande che fosse,
ebbe
a soffrire linciaggi, impiccagioni
vidui mai 1
la
i
Bologna, Parma,
come Cumiana,
tri
sto 1945).
Per verificare
data,
a Torino,
'43 a tutto
sommarie,
reduci di Salò (capitale della fascista Repubblica
sociale italiana) parlarono di trecentomila morti la
liberazione,
ma
la cifra
non pare
re
dopo
verosimile.
La controparte (Giorgio Bocca) parlerà cimila vittime nello stesso periodo,
ha
indi-
più ritrovati, platealizzazioni delle pene.
ma
la
di quindi-
verità e che,
comuni, occultamento dei cadaveri e il buttaquei corpi a centinaia nei grandi fiumi, nessuno safosse
prà mai
in realtà
quanti furono
gli uccisi.
209
giorni prima e subito fucilati, furono portati a nella notte fra
il
Milano 28 e 29 aprile ed "esposti", e cioè but-
per terra
alla vista del pubblico, sin dalle prime ore una fiumana di persone riempiva le strade che portavano a quella piazza. tati
del mattino:
Questo voleva sicuramente avere anche un
signifi-
cato "educativo" e cioè rendere esplicita ed evidente a tutti la
morte e
del "mito" e altresì dichiarare
la fine
la
potenza delle armi partigiane vendicatrici.
La reazione terribile e lo Il
della folla milanese, che in effetti ave-
guerra fascista come poche altre, fu scempio dei cadaveri fu spaventoso.
va sofferto per
la
più bersagliato
ov\àamente,
fu,
il
cadavere di
Mussolini, che risultò poi quasi irriconoscibile. Il
piccolo picchetto di partigiani respinse in vario,
non convinto, modo quella gente, ma senza riuscirci. Un donna che aveva avuto cinque figli morti sotto bombardamenti, sfilò di tasca un revolver e sparò contro iJ duce cinque colpi; bastonate, sberleffi, scempi vari non si contarono; gli si infilò in bocca addirittura un topo morto e ci fu chi orinò su quel cadavere. Tutti ricordano le immagini di Mussolini e dei gei
Piazzale Loreto. ci
e di
altri
corpi appesi di Benito Mussolini, di Claretta Petac-
I
gerarchi
I colpiti
fascisti.
furono di ogni specie, uomini
uo-
politici,
mini di cultura, come Giovanni Gentile, semplici partigiani
o
fascisti,
certamente
vi
furono anche
reali cri-
ma dopo
minali, efferati assassini e torturatori,
'45
il
rarchi appesi per
Non
Edoardo Weber, bolognese,
tutti:
geniale
inventore automobilistico di caratura mondiale.
Non
neppure fascista. Fu ucciso e il suo corpo mai più perché colpevole di essere... "padrone". "Padrone" di un'industria che ancora oggi esiste e dà lavoro e pane a migliaia di bolognesi. Queste brutalità furono spesso, ma non sempre, una risposta, anzi mille risposte, a migliaia di situazio-
la
glesi
prattutto nei ratterizzati
due anni
da una
di
il
fascismo,
occupazione
ma
so-
Queste reazioni
sociali e individuali,
impregnate
sono
alle
e in-
ore 14 dello stesso giorno e
per evidenziare
come
la
grandezza delle genti pa-
dane possa virare verso una ferocia implacabile e questo in modo rapido, quanto totale. Il
non considerare
questi precedenti e questi epi-
sodi è fatto sconsigliabile e imprudente. di
fat-
to tutto considerato piuttosto frequente in Padania, e al
te e
nazifascista, ca-
lotta politica di ferocia inaudita.
così tanta violenza, vere e proprie mattanze,
sassate.
mano, obbligarono il ricovero dei corpi, in una camera mortuaria. Piazzale Loreto è utUe e necessario per ben valutae definire, nel bene e nel male, la qualità di una gen-
che, armi alla
ormai maciullati,
durante
corpi allo scempio.
Furono pattughe americane
che intervennero
ritrovato,
re
i
cosa più grave fu che nessun italiano fece
finire quella oscenità.
era
ni preesistenti verificatesi
giunse verso mezzogiorno,
bastò, perché anche in alto quei cadaveri fu-
Forse per
si
rono raggiunti da bastonate o
logiche.
Uno
piedi alla tettoia del distributore di
proprio nel tentativo di sottrarre
i
più furono persone uccise per ragioni personali o ideo-
i
Piazzale Loreto: a questo
Un documento
riguardo ricordo in queste terre una seconda metà
dell'Ottocento molto violenta.
Questo certo
tipo di violenza
Da/la dichiarazione conclusiva di Yalta
non
ridione, ove pure questa è endemica,
si
vede nel Me-
ma con
Al nord cioè
si
Ed
uccide all'impazzata per r"idea",
o per potere.
Crimea
ri-
dal
primo ministro inglese, dal presidente degli Stati Unid'America e dal presidente dei consiglio dei commissari del popolo dell'Unione delle repubbliche so-
ti
cialiste sovietiche.
è un'ulteriore radicale differenza fra queste
Paiono
di particolare interesse
i
paragrafi sull'oc-
cupazione e controllo della Germania, e l'ipotizzata
genti.
Una
è stata emanata quale
sultato della conferenza tenuta a Yalta in
mentre al sud, per lo più, si ammazza senza esitazione, per un particolare modo di intendere r"onore", oppure per danaro,
La seguente dichiarazione
valenze e
motivazioni totalmente diverse.
descrizione dell'episodio "Piazzale Loreto" è
conferenza delle Nazioni Unite.
quindi d'obbligo (da G. Oliva, Piazzale Loreto. La Resa dei Conti). altri
2W
I
cadaveri di Mussolini, della Petacci e di
diciotto gerarchi fascisti, catturati a
Dongo due
12 febbraio 1945. Ci siamo accordati per e piani
comuni per l'esecuzione
una
politica
delle disposizioni di
una
Roberto Sgarzi
imporremo insieme alla Germania dopo avere definitivamente spezzato la resistenza armata tedesca. Questi regolamenti saranno resi noti dopo
Non appena
resa incondizionata che
nazista
Germania.
la sconfitta definitiva della
prevede che
le
Cina e
saranno terminate
consultazioni con
le
del progetto per
la
procedura
la
le
Francia,
consultazioni con
divulgherà
si
il
la
testo
di voto.
piano approvato
Il
forze armate delle tre potenze occuperanno
ognuna una zona separata
della
Germania.
piano preve-
11
La resistenza
sud:
al
Quattro giornate
le
Napoli
di
de un'amministrazione coordinata e un controllo, median-
una commissione centrale
te
mandanti supremi è deciso che
caso
il
la
assumere una quarta zona d'occupa-
in cui desideri
come quarto membro
sentanti presso la
nazismo e
che
a garantirci
grado di turbare
mare
commissione
mezzo
dei loro rappre-
commissione consultiva europea. Siamo
inflessibilmente decisi a distruggere il
alla
il
militarismo tedesco
Germania non
la
sarà più in
pace nel mondo. Siamo decisi
la
a disar-
e a sciogliere tutte le forze armate tedesche, a
scom-
paginare per sempre lo Stato Maggiore tedesco che così so-
ha portato
\'ente
alla rinascita del
militare tedesco;
ad eliminare o controllare ogni industria tedesca che possa essere utilizzata per sta e rapida
loro storie la
la
produzione
punizione
nere riparazioni
a tutti
il
giu-
criminali di guerra; ad otte-
i
merci per
in
deschi; ad eliminare
una
militare; a dare
le
distruzioni operate dai te-
partito nazista, le leggi, le organizza-
parte settentrio-
la
moderne anche perché
nella
dura e sanguinosa resistenza armata
Ma
non
cosa che invece
fasciste,
si
prima
si
verificò
truppe nazi-
alle
vide nel sud
d'Italia.
questa abituale verifica deve essere completata Il primo di ordine temporale e settembre '43 ax-x'enne la resa ita-
con alcuni chiarimenti.
Quando
militare.
l'S
liana agli alleati, seguita dal te
monarchica,
le
cambio
di fronte della par-
truppe alleate avevano già da tempo
attraversato lo Stretto di Messina e risalendo lo Stiva-
dopo un grande sbarco
le,
erano ormai
a Salerno,
giunte quasi a Napoli.
Non
militarismo tedesco, ad
armamento
eliminare o distruggere ogni
precedenza che
Si osser\'ava in
nale e quella meridionale del paese diversificano nelle
confini della zona francese saranno fissati
1
dai quattro rispettivi governi per
e
a Berlino. Si
Francia sarà invitata dalle tre potenze, per
zione e partecipare di controllo.
composta dai co-
di controllo,
potenze con sede
delle tre
la
solo. In quelle condizioni politiche e militari
componente
fascista, così
come
in tutto
da non essere nem-
in condizioni di totale collasso,
sì
meno
Roma
più rappresentata fino a
paese, era
il
un
e oltre. Per
eventuale "oppositore partigiano", operante in quella
non esisteva quindi nemmeno più un "nemico nazifascista" contro cui opporsi e "resistere".
parte d'Italia,
zioni e le istituzioni naziste; ad allontanare ogni influenza nazista o militarista dai pubblici uffici e dalla vita culturale
ed economica del popolo tedesco e ad adottare
mune accordo
in
Germania
altre
essere necessarie per la pace e
la
è nostra intenzione distruggere lo
quando nazismo
nella
mondo. Non
popolo tedesco, però,
e militarismo saranno estirpati,
potranno sperare
schi
misure che potrebbero
sicurezza del
il
una
in
di co-
i
so-
tede-
decisi a creare
tare aggressioni,
il
piìi
presto possibile, insie-
quanto per eliminare
e sociali della guerra,
rotta collaborazione fra tutti
basi te
sono
state gettate a
i
le
ragioni politiche,
con una
popoli che
stretta, ininter-
amano la
carono
Dumbarton Oaks.
sono il soggetto manzi e racconti. Infatti in quel
renza delle Nazioni Unite, da riunirsi
San Francisco e per
la
preparazione
di
il
tli
Il
si
era però riuscita a
di
una confe-
Infatti
ma
da lasciare
aveva ancora un
la
difesa
non
ci fu.
generali Pentimalli e Del Tetto (da Storia
di Napoli, p. 167 e
ss.)
semplicemente se l'erano
tale
Quella gente se
ufficiali.
masti, ancora soldati e
come una
reazione
s\'i-
a catena,
i
una
governo provvisorio hancese
l'era
data a
volta, a difendere la città
i
gli ri-
semplici
semplici marinai.
questo fu
il
primo affronto
ai
napoletani, parti-
colarmente sofferto. Poi
la
tragedia
affacciò:
si
Napoli aveva nuovi pa-
droni, la guarnigione germanica, che subito attorno
10 settembre
che
debbono essere consultati e invitati senza indugio a diramare gli inviti alla conferenza, insieme ai governi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e dell'Unione delle Repubbli-
ti,
che Socialiste Sovietiche.
cisi.
Llialia e le Tre Italie
i
non
sprezzo, a Napoli e il
bellici spaventosi, tali
ferite terribili,
gnata e insieme a loro,
25 aprile 1945 a
una carta per
a
di pellicole cinematografiche, ro-
Sull'importan-
Dumbarton Oaks. governo della Cina e
verifi-
gambe: erano
pace.
organizzazione nel senso delle consultazioni noti impegnative
si
Napoli che. non
tempo Napoli aveva subito bombar-
urbano
gione, viceversa
E convocazione
di
apparato di difesa di tutto rispetto e una forte guarni-
risolvere tale difficoltà. la
questo quadro che
Quattro giornate
caso,
sul tessuto
spontanea resistenza del no-
tutto l'apparato militare dirigente, cioè quasi tutti
accordo alcuno. L'attuale conferenza è
Ci siamo accordati per
infatti le
in
Le
questione della procedura di votazione non
giunti ad
Fu
damenti e accidenti
me coi nostri alleati, un'organizzazione internazionale comune per la conser\'azione della pace e della sicurezza. Siamo persuasi che essa è di importanza vitale, tanto per evieconomiche
secondo riferimento riguarda uno dei non mol-
stro paese: Napoli.
un posto
vita dignitosa e in
comunità dei popoli.
Noi siamo
Il
tissimi fatti di autentica e
al
al
il
proprio
di-
suo popolo, prima e più ancora
resto d'Italia.
Gli
atti di
Inermi
non
esitò a dimostrare
al
crudeltà furono molti e orribili.
cittadini, così
luggiti e
non
come
arresisi,
semplici, poveri solda-
lurono barbaramente uc-
211
A
Particolarmente odioso fu l'assassinio, sulle scale
un giovane marinaio e questo daad assistere in ginocchio, di
dell'università, di
una
vanti ad
folla costretta
fronte alle armi spianate.
era sotto controllo tedesco
anche se nessun germa-
e,
personali alla memoria.
napoletani salvarono così
I
fici,
loro ponti,
i
to era stato
ad ogni tedesco ucciso avrebbero corrisposto cento
ci riuscì:
loro
loro
la
monumenti
corda tesa fu un ulteriore editto
primo segnale
26 settembre (si veda oltre) che ricordava che chiunque non si fosse recato al lavoro coatto sarebbe
re:
stato fucilato sul posto:
te
del
Militare
Germanico, Napoli
un primo esempio
e
era possibile riconquistare
hanno
servizio obbligatorio di lavoro
corrisposto in quattro sezioni della città complessivamente circa
150 persone, mentre secondo lo stato
ciò risulta
il
avrebbe-
civile
po
la libertà.
alcune brevi, toccanti, righe che
Liberazione,
la
giornale
il
«Roma», per
Armate Germaniche
e del Ministero
degli Interni italiano.
Incominciando da domani, per mezzo ri,
ronde
di
sì
scoraggiatevi anche al cospetto di
sovrumana, come quella che
ohimè
che,
ci
attende in una
ha d'ogni cosa depauperato.
le
donne che
ci
vUe e sottomessa, si
ma un
(si
peritò di
ri-
un altro generale, il franveda), usando con napoletani risultati.
E pessimi risultati ottenne questo pessimo giorno dopo e cioè tutti
i
il
missari politici,
non
ci
fu alcuna preparazione, né
non
militare,
gialli, rossi,
come accadde
battaglioni
questo,
Scholl;
ma ugualmente
ci
o
bertà e per
il
Quindi
ci
o
Padana, nulla di tutto
in Val
fu un popolo intero che, con
proprio onore.
si
E
batté per
li
la
propria
li-
ma
a
il
po-
Napoli bastarono
quattro giorni per dimostrare che, se
gli
eventi l'aves-
sero reso necessario, anche
il
popolo
dionale avrebbe saputo fare
il
proprio dovere.
meri-
dell'Italia
con morti e
feriti,
seminando
lutti e
distruzione nei paesi che attraversava.
Napoli era libera e così leati
gravi;
212
si
presentò
che due giorni dopo entrarono
bre 1943.
non
Il si
riscatto era costato
conosce
1940
La distruzione di essere "i
agli eserciti alil
2 otto-
570 morti e 160
l'entità dei feriti leggeri.
feriti
quale fu sottoposta
l'Italia
dal
fu dei cuori, delle cose e delle case.
che erano
stati
assurdamente convinti
nuovi cesari" e cioè
mondo, furono
del
al
il
1945.
cuori: coloro
nuovi conquistatori
i
sottoposti ad ogni forma di umilia-
zione. Riesplosero negli itahani vinti e imprigionati, tutte le antiche
forme di frustrazione e già noti comQuesto anche nelle piccole cose: i
plessi di inferiorità.
solo
le
motociclette tedesche erano efficaci, solo
gli ae-
americani potevano volare, solo un soldato russo
rei
era eticamente e perciò militarmente vincente, solo
un
partigiano jugoslavo era sufficientemente forte, solo
sì
via.
solo
la
Ed
inglese era tatticamente preparato... e co-
anche: solo
il
cioccolato svizzero era buono,
cucina francese era mangiabile, solo
Alpi... austriache era respirabile...
l'aria delle
insomma una pena
fra le pene. il
disprezzo delle autorità per
sottoposti risultò terribile e fu secondo solo zo.
per
in città,
al
In quegli anni
quattro giorni di battaglia l'esercito tedesco
ritirò battuto,
".
per un giovane del 2001 immaginare
difficile
un generale
conquistò.
in effetti l'esperienza della Resistenza
polo meridionale non l'ebbe,
Dopo
al-
furono cioè com-
verdi, brigate, o gruppi,
eroismi e sacrifici incredibili,
si
il
27 settembre, Napoli era di fuoco
cuna organizzazione
barbarie nemi-
la
degli alleati
grado di distruzione
I
napoletani imbracciarono un'arma. L'aspetto
incredibile fu che
E
i
metodi analoghi, aveva ottenuto pessimi
e
gioia,
bombardamenti
cri-
cordargli che 150 anni prima
Championnet
co-
quella
dimostrò un criminale
si
minale ignorante; nessuno comunque cese
come
di Napoli, Scholl I
città
che
una sorte
i figli che ci hanno rubato e ucciso, per hanno violato, per le case che, saltabechanno offerto alla dinamite. Napoletani
vi scongiuriamo, in piedi
che credeva quella
del
In piedi, per
cando di
Questo Scholl non solo
si è vissuta,
città
ca
dalle ronde, senza indugio fucilati.
Comandante
penna
suoi concitta-
ai
in piedi!
tandosi sono contravvenuti agli ordini pubblicati, saranno
Il
giorno do-
la
accresciute realtà del vostro Calvario, vi scongiuriamo:
milita-
non presen-
farò fermare gli inadempienti. Coloro che
il
enormemente, paurosamente,
''Napoletani, sulle
dini:
Non
sabotaggio che viene praticato contro
ordini delle Forze
gli
un
popola-
documenti che riguardano quelle terribili giornasono tanti e tutti commoventi. Fra i molti sono sta-
ro dovuto presentarsi oltre 30.000 persone.
Da
loro opi-
di riscossa
suo direttore Emilio Scaglione, lanciò il
i
I
te scelte
Comando AI decreto per
città,
e le loro strade. Tut-
Quell'esercito diede anche all'Europa intera
napoletani massacrati. la
i
minato e stava per esplodere, ma Scholl non glielo impedì un esercito di improvvisati eroi.
nico era ancora stato colpito, un editto ricordava che
Ciò che ruppe
riconoscimen-
il
to della medaglia d'oro al valor militare alla città e 13
12 settembre tutta la città
Il
questo fiume di sangue fu dato
.
.
al
i
loro
disprez-
dei sottoposti per le autorità. L'aggettivo italiano,
gli italiani,
divenne sinonimo
di
estrema, ridicola,
dequalificazione. All'aspetto
ideologico e
odiarono
socio-culturale
gli
poi. Si
italiani si
odiarono
si
sovrappose quello
disprezzarono prima e tutti:
padri e
figli, fratelli
si
e
Rober/u Sgarzi
sorelle. piti di
solo ricordo di quei tempi spezza
Il
ogni altra cosa mi
Erano la
cuore e
il
sovvenire certi occhi.
fa
patria e nella sua grandezza: quegli occhi erano
non
spenti e
si
Due
riaccenderanno mai più.
genera-
zioni erano scomparse, bruciate nella fornace della
non
guerra. L'Italia era distrutta, polverizzata e
sono comprendere
i
ricordano questi eventi di
spuntarono
soli
pos-
si
non
nostri problemi odierni, se
cinquant'anni
fa:
si
il
In soli venticinque anni
ma
nel 1918
privata del cuore
l'Italia,
grande potenza internazionale, era
sta-
ad una entità intorme e senza alcun peso nel
ta ridotta
consesso delle nazioni.
Fu questa cosa sminuzzata, offrì agli
fu questa l'Italia che
si
adolescenti del 1945 e se poi, con 55 anni di
sofferenze inaudite, essi siano riusciti a ricostruire
qualcosa o meno... non
Furono
to
degli Highlanders,
ma
chewing
gata ebraica e
gli
c'erano anche
i
gum
e
indiani e
con
gli
i
i
gonnellini
americani con
francesi,
i
brasiliani, e
con
polacchi, e
gurka nepalesi e
i
quan-
di invasione
gli inglesi,
bombe,
ro truppe coloniali, e
le lo-
la bri-
loro era un riarmato esercito italiano di osseral
quale non fu riconosciuta
gnità di corpo combattente... detti alle varie sussistenze,
re coloro che portavano,
prima
in
ma
la di-
di trasportatori, ad-
erano cioè
gli autisti,
oppu-
con muli, armi e rifornimen-
linea.
hi impiegato in
quel nuovo esercito italiano
si
ma
le ferrovie,
le
germaniche che potevano
a loro le forze
mongoli derivanti dal
con l'Unione Sovietica. Con queste era l'eserRepubblica sociale italiana e cioè fascista,
città,
Furono
ripiene di
questi
italiani
o tedeschi, che subito venivano aggrediti
loro levarsi in volo, o
"medaglie
to, anzi le
Adriano Visconti,
valore"
al...
si
sprecheranno e
si
pilota,
un vero eroe pluridecorato e uno dei pochi che si alzas-
asso dell'aviazione italiana,
sero con
che
il
loro piccolo aereo contro nugoli di nemici
dall'aria
città,
macellavano proditoriamente
fu ucciso dai partigiani
dopo
nostre
le
"Liberazione".
la
Questi "piloti militari" usarono tecniche incredibi-
come bombe
a
potenziale esplosivo gigantesco, in
grado di distruggere che
si
incendiava e
interi quartieri,
si
bombe
esplosivi
che
o penne
stilografiche,
appena
lanciati dagli aerei,
distruggevano
i
al
fosforo
conficcava nelle carni senza
potersi spegnere e altre diavolerie,
come
piìi
giocattoli
anch'esse esplosive,
giunti a terra e raccat-
piccoli destinatari.
Tutto ciò è testimoniato da innumerevoli docu-
menti e
di particolare efficacia ci
pare
mostra Dc-
la
Non
Croce Rossa, identificante un ospedale, città furono riconosciute meritevoli, per bontà degli "alleati", di esvi fu
o opera d'arte che fosse risparmiata. Tre
Non
fronte fu valoroso.
si
Roma;
tutto
il
resto po-
fece.
è possibile ancora oggi dare a quei piloti
leati definizioni
Ricordiamo alcuni
vinto,
con limitazioni
mente
dalla vicenda di quei bravi tnarincs che,
aspetti, oggi rimossi dalle no-
stre coscienze.
Alcuni esempi. Le truppe mercenarie coloniali usate da un incredibile esercito francese provenivano dalle colonie di quel paese e
na e animalesca abitudine:
avevano una strana, osce-
la
omicitii e saccheggi a volontà,
ma
solo per alcune ore,
dopo
di
\'ano
impedi\'ano che quegli animali continuassero
torbiti ufficiali francesi
che
li
comanda
nell'esercizio di questi loro "sindacali diritti acquisiti
Ciò che è rappresentato nel film La troppo, drammaticamente vero.
Lìlalia e le Tre ìlalic
".
ciociara è, pur-
colossali, dimostrate concreta-
come
poveri ebeti, sull'Alpe del Cermis nel 1998 hanno ucciso a
sangue freddo una ventina
un gioco! Le cose non sono poi
di turisti europei...
quasi fosse
conquista di un abitato
di quei "soldati" consentiva loro furti, stupri,
al-
appropriate. L'Italia era ed è un paese
L'Italia fu martirizzata.
i
già al
al rientro.
teva essere bruciato e così
che
loro
pugliesi, c'erano solo alcune, sparute decine di caccia
sere evitate: Venezia, Firenze e
da parte
i
"
l'altro fu
riaddestrato e armato in Germania. Anch'esso nel suo al
grandi
fron-
un "lavoro \'ile. Ad opporsi alle migliaia di aerei alleati che quotidianamente si av\'entavano suLl'"Area padana" levandosi dalle vicine basi Fra
cito della
impiego
del resto abbatterono
Icnda Boììonid del 1998.
fruire di elementi caucasici e
conflitto
come
nostro paese, e
ponti, o
i
al
grandi bombardieri che realmente
bersagli.
prima
comportasse con
vero eroismo.
Di fronte
i
buona parte della stessa Francia. loro obiettivi non furono le unità armate al
o
tati,
Ciò non impedì che, quando linea,
te,
il
Germania I
li,
vanza monarchica,
ti
distrussero la
greci e
i
tanti altri.
Con
furono
piccoli aerei
muovesse
si
sprecano tuttora. Per converso bisogna ricordare che
da alcuni corpi
mai policromi. C'erano sigarette e
si-
di barbari.
Per questo immenso crimine nessuno ha mai pagari-
e quanto.
L'Italia fu invasa
ma
suolo,
so.
distrutte le cose e le case e qui bisogna
come
cordare
civili. I
da caccia distruggevano ogni cosa che
inermi, donne, vecchi e bambini.
solo antico riferimento.
sì,
autentiche distinzioni fra militari e
ri-
campanili, almeno quei pochi rimasti,
i
anche questi avvenimenti, degni
Gli eserciti inglese e americano non dimostrarono
occhi di coloro che avevano creduto nel-
gli
hanno nascosto e
Liherté, Egalité e Fratémité
gnificato
tanto cambiate da quel 1943.
Questi tre "intelligenti gentlenien' sono rati
dai loro superiori
come
stati
conside-
"ragazzini indisciplinati",
dei "nionellacci in vena di scherzi", dei "gianburrasca",
ricevendo solo un limbrotto dalle autorità statunitensi
ed essere subito dopo rimessi
non possiamo né punire, né
in libertà.
Noi
italiani
affrontare quei signori, né
impedire loro che uccidano ancora a loro piacimento, e
21 i
nemmeno nemmeno
definirli
criminali
io lo farò,
come meriterebbero
non posso
farlo;
ancora oggi
e la
reazione riservata agli eventuali individui "non osser-
dobbiamo
vanti" sarebbe terribOe... noi vinti
tacere,
bombe
ciato nel 1943 alcune
più noto:
Due
le
non
Torri e
il
nostro simbolo
hanno
colpite per pu-
contro le
comunque
ro miracolo, riuscendo
a distruggere a
E
accettare e sorridere. Ciò è stato ufficializzato dalla no-
forse "un'infamia antiamericana" ricordare che
stra Cassazione,
che ha riconosciuto che sul nostro suo-
quel palazzo dista cinquanta metri dalle
lo gli Stati Uniti
hanno
che quelle costruzioni erano
Mi forse
il
autorità di paese sovrano.
limiterò a fare rispettosamente osservare che
Ed
si
pro-
sì
Due
ma
ancora.
furono
gli
obiettivi
Altri
"militari"
Pompei", ove ancora oggi sono alleate. È fatto noto che la cultura media di un giovane medio americano non è mai stata... gigantesca. Anche in storia non sono un "scavi archeologici di
bombe
pongono i pOoti anglo-americani come eroi di guerra, sarebbe un modo per rispettare la memoria di decine di migliaia di donne e bambini italiani massacrati da
visibili residuati di
quei "soldati" nel 1943, '44 e '45.
granché (studiano solo Storia americana...
dure
ma
pimizioni da parte delle truppe alleate ancora occu-
che
Possiamo chiedere questo senza timore panti
il
nostro paese?
di
Una domanda non può non
uscire spontanea: noi italiani, ancora nel 2000,
vertiamo proprio tanto nel vedere
yankees che massacrano
i
al
cinema
i
nostri piccoli fratelli, inermi
si
sarebbe forse ora, dopo ben 55 anni, che
evitasse di dovere ascoltare ridicolaggini
come
ci
quel-
i
poverini),
bisognerà pure che qualcuno dica a questa gente
le fortificazioni di Pompei risalgono non sono cose moderne!
Ed
per ritornare
infine,
un riferimento
al
al...
100 a.C.
alle distruzioni dei cuori,
signor Enrico Eermi. Questo signore
abbandonò giustamente splosione del conflitto,
e indifesi?
E non
e
ci di-
biondi
Torri e
costruzioni militari,
1080?
risalenti al...
proibire opc legis di proiettare sul territorio na-
zionale film antichi e moderni, ove ancora oggi
metà
l'antico e vicino palazzo della Mercanzia.
il
nostro paese, prima dell'e-
come
protesta per le "Leggi
che avevano un orribile significato razzistico
Razziali",
e cioè di affermazione della
supremazia della cosiddet-
la che questi omicidi erano causali da "quei malaugurati, ma inevitabili, incidentali, errori, che in guerra
ta "razza ariana" nei confronti di altre popolazioni.
sempre accadono"? A Bologna, la mia
timo periodo di quel regime, violando città, aerei
americani hanno lan-
Leggi che
il
regime
fascista
aveva adottato nell'uli
diritti delle
genti e più particolarmente della moglie di Eermi, di etnia ebrea.
Questo
italiano
una nuova bomba
nostri nemici
struttiva, al fine
nullamento
può egli
bomba
si
di inaudita capacità dil'an-
distruzione più totale, della sua
atomica.
Non
aveva diritto?
credo che
gli allora
che questa fosse usata proprio per
fisico, la
patria: era la
Ne
vendicò costruendo per
si
so dare una risposta,
possa dire che
dr.
il
come eroe
essere additato
voleva distruggere
alle
Un numero enorme
ma
Fermi difficilmente
di quella nazione,
che
fondamenta.
di scuole sul territorio nazio-
nale porta appunto il suo nome: Enrico Fermi, ma qualcuno, prima o poi dovrà pur dire a quegli scolari che, se essi sono nati, questo è av\'enuto per puro miracolo; la volontà di quel signore consisteva appunto
nell'ammazzare... ammazzare e polverizzare tutto ciò
che fosse
italiano.
Nella parte d'Italia occupata dalle forze germaniche le
cose furono altrettanto orribili e questo è quanto mai
noto per via di immensa pubblicistica e filmografia.
Un nome
fra
infamia per chi
i
mille basterebbe a risuonare
commise quel
come
crimine: Marzabotto.
Repressioni, fucilazioni, torture, massacri indiscriminati, rappresaglie,
non
liani collaborazionisti lità
Bologna. Antico palazzo della Mercanzia Come si vede nella foto, la parte sinistra strutta
da una
ricostruita.
214
Da
bomba americana F.
e,
dopo
D'Ajutolo, Bologna ferita.
50 m dalle Due Torri). di questo edificio fu di-
(a
la
guerra, accuratamente
contro
la
si
contarono e tedeschi e
gareggiarono
popolazione e contro
spesso veri eroi
ma
i
in criminali i
patrioti in armi,
cui comportamenti,
pisodio di via Rasella in
Roma,
ita-
bruta-
come
nell'e-
peraltro, furono in sva-
riate circostanze assai discutibili.
Roberto Sgarzi
ma con
napoletani e poi con
i
gli ita-
liani.
La
1943 fu un evento
rivolta del
oggi quasi sconosciuto,
ma
assai gra-
ve perché sanguinoso, confuso e con pesanti risvolti di frammistione con
mafia e malavita. Fu una guerra, una
una
guerra autentica fra
l'Italia
vante frazione della
Sicilia; fra l'altro
e
rile-
ebbe anche una vera battaglia con feriti e che durò ben sei ore! Questo mio scritto è riferito all'opera si
morti e
Enzo Magri,
addio! di
Italia
traggo
la
maggior parte dei
L'anima e
dal quale dati.
mente del tentativo un avvocato di Paler-
la
di secessione fu
mo, Andrea Finocchiaro Aprile. di Pompei, Casa del Fauno. Accanto americane, residuati bellici.
1999: scavi archeologici
bombe
porta grossi frammenti
alla
senza porre indugio, già
di
1943,
al
momento
to in Sicilia, riunì
Le distruzioni
sud, centro e nord Italia
al
fondò
laboratori,
il
nella tragedia le cose
do analogo per te,
le tre parti
del paese
e,
martirio che colpirà
come
Infatti,
metà
americani
si
parte sud dello stivale. città di
la totalità del
potenziale of-
due anni suc-
dopo
verificò
i
questo
sulla Toscana,
orribili distruzioni della
Due esempi
Napoli e l'Abbazia
anglo-
alleati
riverserà per
padana e
cessivi, solo sull'Area si
si
fra
moltissimi:
i
la
Montecassino.
di
si
suoi più stretti col-
i
un manifesto,
intitolato Italia ad-
rivendicava l'indipendenza appunto
della Sicilia.
Ma
A
Finocchiaro non era solo.
sua insaputa, sul
versante catanese. Santi Rindone un chirurgo, fondò
possesso degli
naturalmente,
dio!, nel quale
il
Settentrione.
il
fensivo di quegli eserciti
comunque
a soffrire
diceva, già nell'ottobre del '43 qua-
d'Italia era in e,
mo-
in
fortunatamen-
nostro Meridione d'Italia non ebbe
il
si la
non andarono
dello sbarco allea-
ClS (Comitato per l'Indipendenza
della Sicilia) ed emise
Anche
Egli,
10 luglio
il
con un cospicuo numero
di seguaci
\'imento per l'Indipendenza della
MlS
il
e cioè
il
Mo-
Sicilia.
Scorrendo nomi degli aderenti ai due movimenti emerge il "Gotha" dell'isola e cioè latifondisti, come "Don" Lucio Tasca di Bordonaro, i duchi Franz e Guglielmo di Carcaci, nobili Arezzo, Belmonte, Bordonaro, Cammarata, De Simone, Fioristella, La Motta, i
i
Linguaglossa, Notarbartolo, Tasca, Petrulla, Pietratagliata, Pottino, Villarosa e fior di professionisti e ricchi
Del resto era proprio
al
nord che
si
trovava
la
più
gran parte degli obiettivi sensibili da colpire e cioè, dustrie, servizi, ferrovie, scali,
in-
nodi e stazioni ferrovia-
"Don" Calogero capo
Se, obiettivamente, l'Italia del
nord era nel 1940
di
dotata di ogni tipo di caratterizzazioni
piii
una società evoluta di quanto non fosse il sud, si deve verificare che nella primavera del 1945, questo divadi
rio era stato annullato: al
nord
struttrice era stata quasi totale.
Italia la
Non
missione
di-
esisteva più nulla.
al
sud. 1943-1947:
la rivolta
il
famoso
Vizzini che nel 1929 era stato eletto
il
nocciolo della questione.
America e
il
chevole, fra
Fu appunto
Sicilia
e
una
il
certa
rapporto personale, particolarmente amiFinocchiaro Aprile e l'inglese Lord Run-
nel (presiedeva
I'Amgot
e cioè l'ente devoluto all'am-
ministrazione dei territori da parte degli eserciti alleati),
che consentì un buon radicamento dell'indipen-
dentismo
in Sicilia.
C'era poi un fattore facilitante
La fine della guerra
come
mafiosi,
perverso collegamento fra una certa
viadotti e così via.
gran lunga
capi
della mafia siciliana ad... Atlantic City (USA).
Ecco
strade, impianti di trasmissione, depositi, ponti,
rie,
ma anche
borghesi,
il
tutto
ed era una
"pregiudiziale ideologica" contenuta nel "Manifesto
Atlantico" che era poi una specie di antica, paranoica
siciliana anti-italìana per l'indipendenza
e bugiarda "vocazione" americana.
A
partire dal 1943 e per cinejue lunghi anni,
lo dello stato italiano spinse alcuni siciliani a
l'indipendenza per vità.
Come
verificato
si
ben
la
loro isola.
Non
sei volte: nel
crol-
chiedere
era certo
ricorderà, nell'Ottocento ciò
il
si
una noera già
1820, 1837, 1840, 1860,
1866, 1892 e sempre con sanguinosissimi scontri pri-
Lllalta e
le
Tre llalie
Quella che, essentlo ra e assoluta libertà", di portarla a tutti
i
gli
il
pro[iria libertà,
il
diritto a tutti
il
i
depositari della "ve"do\'cre messianico"
mondo.
popoli del
tino consisteva e questo era sto", nel dare
UsA
avevano
i
Il
primo
jiasset-
messaggio del "Manifepopoli di proclamare
con dichiarazioni o
plebisciti... e
la
que-
215
sto era naturalmente miele per
baronetti"
scenario,
venne dal ministro degU Esteri sovietico Vi-
scinsky in visita in quei posti e che mal vedeva, in pie-
siciliani.
fatto
Il
palati dei "baroni e
i
che ambasciatori e attuatori
dell'illustre
no Mediterraneo, una
progetto fossero gentiluomini del calibro di Lucky Lu-
americana.
"Don" Calogero Vizzini, o Charles Poletti, evidentemente non costituiva alcun motivo di perplessità
politico-culturale
per
personaggi esposti, c'era
ciano,
certi signori.
fra gli anglo-americani, in quel 1943,
Sicuramente ci
fu chi
pensò che,
in
uno scenario mediterraneo ed
tati
Comunque ormai
il
dado
non
si
accontentava più nessuno dei
Dal maggio 1944 e scontri a fuoco
europeo ancora tutto da verificare e definire, in presenza di un'Unione Sovietica trionfante e in minacciosa espansione, U possesso di una Sicilia fedele e osservante, utilizzata come grande portaerei in pieno Medi-
carabinieri.
terraneo, poteva eventualmente essere utile.
turalmente.
Sì.
.
.
furono
gli alleati,
già autori della citata
eventuale base inglese o
Sicilia
Già
i
era tratto e dell'aspetto
in ballo
la Sicilia
potere!
il
è in fiamme con atten-
fra separatisti, anti-separatisti e
nostri Carabinieri... infatti l'il febbraio '44
l'amministrazione dell'isola è consegnata nuovamente loro espressione cobelligerante, na-
agli italiani, nella
La parola
"Ope-
era "alle armi" e infatti '44
nacque
MlS
no americani
Volontario per l'Indipendenza della
bandiera
i
tanti
automezzi che inalberavano
spesso baciata in pubblico dai mili-
siciliana
tari alleati! Si parlò, in
"Trinacria" era la
il
la
questo clima, non a caso, della
come ennesimo
USA
stato degli
una operazione che vedeva
in
Fu appunto I'AmcOT che impose
i
primi sindaci
nella Sicilia conquistata e, scrive ancora
Enzo Magri
nel suo Italia addio!, che nella sola provincia di Paler-
tutti,
sindaci,
ben 67 erano
separatisti e
primo
fra
proprio nel capoluogo, U già citato "Don" Lucio
Tasca.
L'"Operazione separatismo" pareva bene avviata si verificarono, da parte italiana, le prime rea-
quando
zioni e questo aNa^enne ad opera di
suo dorato
esilio
gestione per
la
Don
Sturzo che, nel
americano, vedeva già ampi spazi di
sua
Dc
e voleva naturalmente "tutta"
e non certo dei pezzetti. Anche il Cln fece sentire la sua voce
l'Italia
di opposizio-
ne e un ulteriore diniego, ax'versante quell'ipotizzato
l'EviS, cioè l'Esercito
Canepa
Sicilia;
Einoc-
di organizzarlo e co-
mandarlo. L'aspetto giuridico formale adcfotto dagli indipendentisti era semplice.
ridione e
principale propugnatore.
mo, su 76
20 ottobre
chiaro incaricò Antonio
e questa
Michelangelo Cipol-
il
congresso del
al
razione Poletti", a farci questa e ulteriori cortesie. Era-
li
del re nel
i
siciliani dal loro
rendeva ulteriormente
quanto
liberi, in
impegno era nei confronti di uno non certo di uno repubblicano. Di qui le tre regioni d'Italia che
stato
essi
(e
il
loro
monarchico,
consideravano
sfruttate a livello di colonia e cioè Sicilia,
Lucania
Me-
aveva distrutto
dell'Italia,
impegno giurato; l'imminente, previsto avvento di una repub-
solo,
blica
La fuga proditoria
suo abbandono
liberato
l'Italia e
non
il
Sardegna e
questa era una novità) avevano U diritto a
trovare una loro via indipendente alla libertà e
be-
al
nessere.
Aggiungevano poi, reale fondamento, che causato
la
loro rovina
e questo aveva allora qualche l'Italia
il
fascismo, avrebbe
imponendo
causato un'ulteriore terribile disgrazia ro
il
dopo avere
del nord,
imponendo
comunismo, che vedevano
lo-
assai pre-
sente nel Settentrione d'Italia.
Questo proprio non
si
sentivano di
sopportarlo.
C'era poi un ulteriore aspetto, questa volta
no
umano, che va considerato.
italiano, nel 1943, all'apparire
vi alleate
pronte
\a chiamato fra
allo
sbarco in
gover-
Il
deUe na-
Sicilia,
molte forze che
ave-
si
ap-
prestavano a difenderla una notevole
ali-
quota di
siciliani, nel
appunto quei terra,
le
soldati,
convincimento che
difendendo
la
loro
avrebbero compiuto uno sforzo par-
ticolarmente coraggioso.
Questo
fu
sottolineato dal generale
Roatta in un incredibile proclama nel quale
era scritto: "Siciliani resistete al nemico,
perché noi
italiani
verremo
a liberarvi"... e
questa netta distinzione di ruoli e nazio25 aprile 1945,
la
stazione ferroviaria di Bologna viene rasa
americani. Per gentile concessione dell'Istituto
216
F.
Parri,
al
suolo dai borribardamenti
Bologna
"''^"^ suscitò
grande repulsione
in tutti
i
siciliani.
Roberto Sgarzi
Comunque
quel 44 apparvero chiare a
in
profonde divisioni interne
al
separatismo e
il
tutti le
che
tatto
questo movimento diveniva sempre più lo strumento degli agrari latitondisti,
i
quali infatti
cominciarono su-
bito ad usarlo contro le plebi rurali e cittadine, che
chiedevano condizioni di
appena sopportabili.
vita
In quell'anno tutto precipitò e
rono
creando quindi problemi enormi:
mercato,
approvvigionamento
di
era alla fame.
la Sicilia
passare dei mesi vide una presenza repressiva
Il
liana
sul
sempre più
forte e
'45) la spartizione del
disegni fantasiosi:
Fu
quello
il
non
la
quanto
a caso, in
convegno dei
giorni a Yalta (nel
mondo
ita-
quei
in
vincitori del febbraio
aveva ormai chiuso
momento
di raffronto
con
il
gione
il
separatismo, per irrobustire
appello, in
nuto
15
il
ma
mafia,
Di vano:
Il
quale
la
i
separatisti agi-
indicatrici!
Ma
ormai tutto
sta-
placarono, quell'autono-
si
un colpo Il
il
ai secessionisti.
riunirà
si
il
ma
25 maggio 1947;
ci
di coda, odioso e criminale.
colpo di coda avrà un solo
vatore Giuliano, Il
Parlamento della Re-
il
vedono il trionfo del Partito 63,7%, daranno solo uno stri-
Siciliana
ma
nome e cognome.
Sal-
molti mandanti.
movimento operaio
muoveva decisamente,
si
in
quel dopoguerra, per reclamare decenti condizioni di vita e
per ottenere soluzione
al
problema
di sempre...
le terre ai contadini.
smembrare
Si trattava cioè di
con
loro campi di addestramento erano indicati,
da frecce
8,7%
L'Assemblea
del banditismo.
sulle strade,
va per
propria azione fece
un incontro con il bandito Giuliano avvemaggio '45, all'impegno non più della sola
rilievo la sicurezza i
la
Autonoma
minzito
alla Si-
scarcerazione dei molti prigionieri politici
monarchico, con ben
paratismo e imboccò quella dura; contemporaneamente
la
mia concedeva moltissimo. Era finita: le elezioni per
sarà
se-
che
secessionisti. Molti appetiti
in cui l'amministrazione ita-
morbida
l'Autonomia amministrativa
a sei mesi, sia
lì
cilia,
certi
SicUia sarebbe rimasta italiana.
liana interruppe la linea
"
di
agrari imbosca-
gli
grano prodotto, non ponendolo
il
ri-
Questo durò ben sei ore ad iniziare dalle 9,30 del mattino: morirono un secessionista, un carabiniere, un contadino di passaggio, e in più si ebbe un buon numero di feriti. L'EviS era schiacciato, il suo comandante arrestato e l'Italia, "magnanimamente concedette
prietà, sotto utilizzate,
tempi di Carlo sciti a
quelle enormi pro-
che "baroni e baronetti
V e usando
i
",
dai
sistemi più vari, erano riu-
conservare.
C'era chi pensava che bisognava fermare... "quel-
finire.
17 giugno 1945 in un'imboscata sono uccisi An-
li
là"... la
"malacarne".
che saranno poi oggetto di discussioni, quelle di Giu-
primo maggio 1947, il "colonnello dell'EviS" Salvatore Giuliano ed suoi uomini apriranno il fuoco su un folto gruppo di pacifici contadini che, con don-
liano e Pisciotta ad esempio, evidentemente
ne e bambini,
tonio Canepa,
Fu una vera
capo
il
dell'Ex'ls, e molti suoi seguaci.
e propria trappola che ricorda altre morti
gli
agenti
erano all'opera. Particolarmente doloroso fu lo
italiani
scontro di Bellolampo, ove
i
separatisti tesero un'im-
Il
Fu una
Da
sei
5 luglio 1950 e
vo comandante Concetto Gallo
scoprirà mai
te aiuto di Salvatore
e forti del determinan-
Giuliano, nominato colonnello,
ma
nell'ottobre del
1945 alcune grandi retate causarono molti questi ultimi e
si
riempirono
le
arresti fra
nel
dicembre del 1945
tempo e che gli l'ordine", come suol
era più
I.a
ro,
notte
tic) 2(S
il
italiani
fatto più
erano "decisi
montagna
di
ben 5000 uomini, con
secessionisti fu lo scontro.
Uìlalia e le Tre Italie
ma
nessuno
quell'isola.
cambiò poco. italiani
italiano,
Concetto Gallo,
si
Come
ai
tempi
lanciarono
di Giolitti
come
che nel "parlamentino",
i
assatana-
da usarsi le
il
capo militare
sia al
assem-
dell'EviS, sarà subito
scarcerato e di\-errà parlamentare della regione
Non
si
riesce a resistere alla tentazione di ripren-
Referendum
for-
carri armati e
Sicilia.
dere, dal racconto del Magri, alcune testimonianze
Pare quindi che la
10 febbraio 1954,
alla ricerca dei preziosi voti siciliani,
Parlamento
il
dei mandanti di cinque anni di do-
sangue per tutta
nuovi governanti ti,
il
nomi
San Mau-
dirsi.
dicembre
i
portate appunto da Concetto Gallo.
mortai, fra loro molti soldati della divisione Sabauda)
60
morti e 56
suo vice Gaspare Pisciotta, ucciso col
a riporta-
ove era quel campo, fu accerchiata da enormi
ze italiane (pare
e per quei
1
1
blee della nuova onnipotente Democrazia Cristiana;
prigioni di Ponza.
duro di tutti questi avvenimenti. Gallo (nome di battaglia Secondo Turri), sui suoi possedimenti (i baroni non cessano mai di esserlo) organizza un campo militare di secessionisti; quel latifondista non aveva capito che ormai non re
lori e di
In Sicilia
zionali a favore dei separatisti,
il
veleno in prigione
sue bande.
Finocchiaro Aprile continuò a fare appelli interna-
È
fe-
Salvatore Giuliano pagherà, ucciso col piombo,
mesi d'inferno per
i
le
accingeva a
strage. Sul terreno restarono
una Sicilia già in fiamme e secessionisti dell'Evis seminarono la morte fra le forze dell'ordine, con il nuo-
con
si
a PorteUa della Ginestra.
feriti.
momento furono
quel
acceso confronto ideo-
paese,
Lavoro
steggiare la Festa del
boscata ad un'autocolonna di Carabinieri, causando
molte perdite.
in quei giorni di
logico e politico per tutto
l'uomo,
in
ri-
all'inizio del 1946, alla vigilia del
istituzionale repubblica/monarchia, quel-
carcere in Palermo, ricevesse
la visita
generale Achille Campo-Schiavio, aiutante di
del
campo
Umberto II, del già menzionato, onnipresente, "Don" Lucio Tasca, e altri indi\ÌLlui.
di re
217
l'auto
mondo; poco dopo la Fiat mette in produzione modello 1400, un veicolo già rinnovato e ade-
guato
ai
tutto
il
tempi nuovi.
Sono
solo
due
ma
episodi,
esemplari e simbolici,
tra migliaia.
L'Area padana è distrutta dalla guerra e dalle contrapposizioni etico-politiche,
progresso
civile, politico
ma
è già in
moto verso
il
ed economico.
Ancora una volta, purtroppo: due realtà, due mondi, due vite diverse.
due
storie,
La fine della guerra
La 1943. La bandiera degli insorti
siciliani
indipendentisti.
L'offerta era semplice: rendersi disponibile per ca-
peggiare un movimento
insurrezionale filo-monarchi-
potuto immediatamente uscire dal carcere.
Nel racconto
di
Gallo c'era
il
suo
categorico
piìi
ri-
si
È
un'Italia distrutta e divisa,
identificava lo stato
moralmente, cultural-
crudele guerra secessionista, che vede finalmente con-
to vinto e sarà to di frontiera
da
partire
uno statrattato come tale, ma è anche uno staa grande rischio. Poco dopo sorgerà, a
Seconda guerra mondiale.
il
Trieste, quell'enorme,
L'Italia è
sanguinoso confine
che dividerà l'Europa e che Churchill chiamerà Gli Alleati
debbono
ora affrontare
bombe
donne, ponti, strade, ferrovie, poste,
una
guerra fra nord repubblicano e riformatore e
terribile
sud conservatore e monarchico: sarebbe
stata
una
canto
fantasiosa. Ac-
nostra penisola, a pochi minuti di volo, in
alla
un'altra grande e antica nazione del Mediterraneo, la
Grecia, di terribile
lì
a
poco
guerra
si
civile,
sarebbe scatenata una lunga e
con
le stesse
connotazioni di
quella evocata dal racconto di Gallo.
Forse sia
la
tragedia
ci sfiorò
Rimane quindi
una delle sue prime visite po dell'"altra patria".
momento
a
archivi, telefoni,
insomma:
tutto.
generale Clark, che entra
truppe vittoriose, rivolge
Sua
Santità,
il
papa,
il
ca-
un nuovo ciclo storico. Anzi si torna prepotentemente ad un "buio pontificio", antico e ben conosciuto. Ma intanto se ne va un altro individuo, fra magIn quel
inizia
per
l'Italia
i
molto più
di
quanto
si
mai potuto pensare.
"Profondo sud
Non è certo casuale se Roma alla testa delle sue
il
in
non deve sembrare troppo
L'ipotesi
comunicazioni, polizia e carabinieri,
tra-
gedia dagli sbocchi imprevedibili.
ge-
americane: uomini,
to è stato polverizzato dalle
momenti un grosso
rischiò
la difficile
stione in prima persona di questo stato Italia, do\'e tut-
dio, risulta evidente che la nostra patria corse in quei si
"il si-
pario di ferro".
bene raccontato.
pericolo, in quanto
crollo del
mente e fisicamente, attraversata al nord ancora da momenti di feroce violenza ideologica e al sud da una
piombo dei soldati della divisione sabauda, appunto come era "sabaudo" quel re. Non vi sono, naturalmente, verifiche storiche di questo racconto e non si può quindi sapere se risponde a verità o meno, ma coassai probabile, della verità dell'episo-
il
il
italiano.
ra ricordava nelle carni sue e dei suoi commilitoni
Nel caso,
con
collasso di ogni impalcatura or-
cludersi la
è
identificò
regime implicarono
ganizzativa e politica nelle quali
fiuto alla partecipazione a quel progetto, perché anco-
munque
si
la sconfitta bellica e
co, in caso di vittoria referendaria della Repubblica. In
questo caso avrebbe avuto danaro e onori e avrebbe
struttura del regime fascista
quella statale e perciò
giori responsabili delle sciagure della nostra patria,
forse quello dotato di
minore senso
etico.
un'ulteriore misteriosa storia del
d'Italia", un'altra storia
intrighi, misteri, uccisioni, corruzione,
impastata di
sangue e
privi-
il
secondo dopoguerra
legio medievale, fatto di ereditarietà di titoli e poteri.
Un
Vittorio
raffronto.
Nel 1945-1950 fratelli del sud Italia e della Sicilia sono fermi nella miseria, nella disperazione e vedono
Emanuele
MI, l'ultimo
dei Savoia
i
dilatarsi
dramma
il
potere della malavita e
d'oggi è figlio del
dramma
Gli stessi anni nel nord
dell'illegalità,
il
di quei giorni.
Italia, sia
pure
in
preda
a
drammatiche lotte politiche e ideologiche, vedono: nel 1946 la Piaggio di Pontedera, in provincia di Pisa, mette in commercio lo scooter Vespa che si impone in
218
monarchico era orpuramente formale, perché nel ventennio fascista era radicalmente mutata la qualità della società del paese: dell'antica dimensione sabauda, feudale, baronale, nobiliare e latifondista, stava restando sempre Alla line della guerra lo stato
mai
entità
meno,
il
tempo,
le cose, la tecnica, la
scienza e
gli
uo-
mini avevano ormai cambiato tutto.
Roherlo Sgarzi
Ma
monarchico era mutato anche per
lo stato
l'e-
cessità di credibilità, di serietà, di moralità
Non
norme numero di atti orribili di cui si macchiò nel tempo l'ultimo re, \'ittorio Emanuele III. Le sue colpe vanno ricordate al fine di ben capire chi siamo oggi e dove andiamo noi oggi. Vittorio Emanuele III tradì tutti. Cominciò, come primo atto del suo regno, con il tradire la memoria del padre (invero ben poca cosa)
mente.
"facendo fuori" (cioè allontanandola dalla corte)
dere
mante dell'augusto proseguì tradendo
genitore, l'amata la
Germania
marchesa
l'a-
Litta e
e l'Austria, suoi alleati
nel '14, dichiarando loro guerra nel '15.
Tradì
popolo
il
consegnandone
nuovo il popolo italiano, ad un dittatore: Mussolini.
la libertà
Vari sono
non
europea.
vera, se sarà delle sole
modi per operare
i
Europa.
inserire l'Italia in
monete.
Si
al
fine di inserire o
opera contro
paese
il
e contro la sua parte europea, continuando ad offen-
parte
la realtà storica a fini di
come
alcuni fanno
ancora oggi a proposito di questo individuo: Vittorio
Emanuele talia dal
di
Europa
Una nazione è fatta di un comune sentire, di un comune gioire, commuoversi, piangere, volere profonda-
dichiarando una guerra
italiano,
che esso non voleva e tradì
sarà
vi
Il
III Savoia,
1900
al
che per nostra disgrazia tu re
1943 (per certuni fino
d'I-
1946).
al
9 maggio 1946, a Napoli, quell'uomo abdicò e
subito partì per
l'esilio.
che fece nella sua
Fu
buona cosa
quella l'unica
vita.
Tradì Mussolini, tacendolo arrestare mentre era
come suo
nella sua casa
ospite
traditori tradiscono
(i
sempre, anche nelle piccole cose: nel tentativo di trarre
no si
il
proprio prigioniero
Emanuele
liberare, Vittorio
cambiasse spesso
ambulanze
della
il
1946.
sot-
diede ordine che
III
spregio
in
alle
conven-
Risulttìto filiale:
Tradì di nuovo l'alleato tedesco dichiarandogli
guerra nel '43 e tradì soprattutto di nuovo
il popolo fuggendo nel più infame dei modi di fronte al nuovo nemico germanico, al fine di rifugiarsi fra le ac-
italiano,
no
a
non dandogli
loro volta
questa
gusto
somma
ma
viltà: la
giustamente, lo tradirola
corona
mercede
d'Italia
pattuita per
per l'amato au-
figliolo.
Per questo infame disegno trentasei divisioni liane furono
abbandonate
al
loro destino da
stà e soci, senza ordini, senza
rifornimenti.
La corona
"vai
ita-
Sua Mae-
comunicazioni, senza
bene una messa", avrà
si-
curamente pensato quell'individuo!
Su
tanti fronti,
ma
so-
prattutto sul fronte greco, migliaia di giovani italiani
pagarono con dignità.
la vita la
Le tombe
disperate,
come
le
colpa di avere onore, coraggio,
di Cefalonia
madri
di
sono ancora
lì,
mute
ogni parte d'Italia che
vano attesero loro figli. Vittorio Emanuele III dimostrò che
e
in-
si
in Italia
non
si
i
soldati traditori, per codardia di fronte
fronte
in
al
quale era fuggito insieme
Vene, In
ai
al
nemico,
di
suoi accoliti.
Oggi c'è chi lo propone per il Pantheon degli Eroi Roma. Non certo il popolo italiano, colpito a morte
da quell'uomo e che lo perseguitò
nome
in vita
con nomi-
il
sud
e
il
momento nord,
in
le
del popolo italiano).
La questione era molto più antica di quanto appaLa monarchia non è solo un re, ma è un sistema istituzionale che vede nel monarca la cima dell'iceberg. L'enorme struttura è composta dai nobili che, come un reticolo di baroni, conti e marchesi, coprono l'intero risse.
nome
governano ogni sua porzione
e per conto del sovrano, che è a sua volta
nato dai nobili,
tiene famiglia.
Nessuno più di lui meritava (come hi chiesto dal Cln) di essere fucilato nella schiena, come si fucilano
guer-
la
due metà che lo compongono, emergono crudamente e drammaticamente evidenti, quasi quantificabili in una loro durezza contabile ed è il 2 giugno 1946. Fu il referendum istituzionale per scegliere fra monarchia e repubblica e fu fatto assai più drammatico, controverso e indeciso di quanto per lo più oggi si pensi (traggo buona parte delle informazioni riportate dallo scritto cui le svariate differenze fra
territorio nazionale e
i
tiene patria...
ra
ì^ord - vota massicciamente repubblica; Sud = voto corale per la monarchia Il voto spacca in due l'Italia e fa rischiare civile fra le due parti della nazione
di G.F.
per colpa di quell'uomo,
monarchia
repubblica voti 12.718.641; mo-
Nella storia del nostro paese esiste un
coglienti braccia dei nuovi alleati.
quali bugiardamente,
fra
narchia: 10.718.502.
zioni internazionali).
I
referendum istituzionale
gli
nascondiglio e sempre usando
Croce Rossa,
Il
e repubblica
tedeschi che lo voleva-
ai
ma
Chiaramente è
in
nomi-
illuminato dalla Grazia Divina. il
possesso tisico del territorio così
disegnato a determinare
la
sostenibilità del sistema.
Tutto questo cambia già all'avvento dell'industrializzazione, dell'acculturamento delle plebi sottomesse, del-
l'avvento del sistema viario e ferroviario dei trasporti e nello sviluppo delle comunicazioni. Tutto
quando
il
cambia cioè con
sutldito sottomesso diviene cittadino
ma anche
con precisi
gnoli sprezzanti (Lino di questi: Vittorio e sua moglie
gravi doveri, certo,
Elena, per via della piccolezza di
problema è, come abbiamo già visto, che questo cambiamento avviene nel nostro paese in modo molto dittorme nei modi e nei tempi nelle sue due compo-
pastorali di
lei,
lui
e delle origini...
furono soprannominati... Curtatone e
Montanara). C'è ormai nel nostro paese angosciosa, dilhisa ne
VlliiUa e
le
Tre ìttilw
diritti.
Il
nenti settentrionale e meridionale,
ma
c'è di più.
219
mo\'imento repubblicano era naturalmente molto vicino ai movimenti socialisti operai e questi erano Il
con
La Chiesa
organizzati ed efficaci soprattutto nelle industrializza-
nord e
te regioni del
aveva governato
qui, per di più, dal 1943 al 1945,
Repubblica sociale
la
aveva potuto abbondantemente diffondere
pubblicano e che
che
italiana,
verbo
il
re-
aveva ampie caratteristiche
fra l'altro
(Carta di Verona) di tipo socialista. Naturalmente
la
non aveva mancato di propagandare le malefatte e tradimento di una monarchia e di una dinastia che
"Bela Rosin" e
la
va
si
dotato di tanto di
Totalmente opposta
situazione
la
risposta.
sud ove
la pre-
senza, anche fisica, del re e quindi dei suoi rappresen-
anche nel suddetto periodo, non mancare e questo in presenza di una
tanti (baroni ecc.),
era mai venuta a struttura
come appunto
socio-politica,
latifondo
il
ove questo sistema era perfettamente
La questione
gestibile.
della defenestrazione della
e della dinastia sabauda che
rappresentava, era una
la
delle priorità subito aftermate
diil
come
zione Nazionale che anzi,
Comitato
di Libera-
propose
detto,
Le cronache dell'epoca parlano
di
una certa
rasse-
gnazione della monarchia all'evento.
Un
rimedio provò
abdicando
III
il
giorno dopo e lasciando luogotenente,
il
al
il
suo posto, come monarca
Umberto
figlio
l'esilio
più noto
II di Savoia,
per una certa ipotizzata "vivacità erotica" (tutto
il
bi-
movimento
Subito
che
Si verificò poi
come
certezza che aleggiava in Ita-
la
circa l'avvento della repubblica, era frutto di
lia
costruzione ed è interessante verificare chi e
pensò e strutturò. Il primo fattore fu
la
Chiesa. In quel 1946
Democrazia
E
come
cinghia di trasmissione della
piccolo,
un suo uomo: Giusempre in disordine,
toli onorifici a
un
che andava
re
montagne
contro
che essa considerava, e
componente
la
monarchia sabauda,
a ragione,
come
delle forze che questo stato
la
la
marchesi e quant'altro. si
povera gente.
E
Nel "tour elettoun voto, anche il pa-
limitò a questo.
distribuì, dietro la
alla
promessa
di
questo, ancora una volta,
La gente aveva disperazione, fame
e.
i
begli spiriti che dissero che
editti, lanciati
ricorderemo
di Vittorio
contro
Emanuele
veva "sistemare"
220
l'Italia
e
il
suo
la "sensibilità alla
il
II,
per
il
re.
Forse non
tut-
questione" da parte
banale motivo che do-
suo problema del rapporto
illegale
sud.
povero Umberto
il
anche
distribuisse a certi napoletani scalzi
ma
solo... le destre; le sinistre
scarpe,
le
sarebbero state conse-
gnate solo in caso di vittoria della monarchia! si
appurerà mai
Ma c'era molto, gale e cioè
il
la
molto
verità del racconto.
di peggio. Alla residenza re-
Quirinale, era una processione di indivi-
dui delle più varie qualità,
re
ognuno con
richieste (era
opposizione e resistenza armata
in
comunque che
Umberto non abbia mai previsto tale possibilità. È cosa comunque accertata che la grande burocra-
zia amministrativa, la magistratura,
i
quadri dirigenti
dell'esercito e l'arma dei Carabinieri erano tutti a fa-
vore del
re.
Diverso e astutissimo
Nel marzo 1946
ricorderemo minacce, scomuniche, bolle,
al
soprattutto in
Napoli, per quei doni Sua Maestà sarà premiata. Vi fu-
distruzio-
dello Stato della Chiesa. Tutti
ti
principale
avevano uni-
to e che proprio per questo aveva causato
ne
l'entità
ti-
cavalieri, conti, ba-
caso di vittoria della repubblica, pare
rire e soprattutto
in gi-
di buffi pezzi di carta:
neo-commendatori,
fatto risaputo) di
Chiesa contro lo stato italiano sin
aprì la
si
ostili.
potente struttura socio-politica della Chiesa Cattolica
compiuta dalla dal suo primo appa-
di-
demolita, a fare propaganda per se stes-
Sua Maestà non "
si
politico.
delle ostilità belliche
fu triste e ridicolo vedere
so e a distribuire
roni,
uomo
Apostolica Romana. Tutti ricordiamo la lotta mortale
Giulio
Il primo ad iniziare fu proprio nord venne pochissimo, inseguito com'e-
ro, in un'Italia
l'Italia
Cristiana, par-
dr.
elettorale".
al
da dimostrazioni
Non la
era ormai in piena era della tito politico inteso
una
come
ma
re...
rono
vero.
Un uomo
finire
al
"campagna il
peggio "el tacon
del buso" e cioè è peggio la pezza del buco. In quella
circostanza quel motto fu dimostrato
il
dell'av\'ento della repubblica fu
mostrerà un eccezionale
ne alle volte è
De Gaspeun giovane
dall'aspetto trascurato e trascurabile e che invece
evanescente.
Veneto che
come
vide
sarà papa), Alcide
laico e socialista e
seppe Romita.
rale
in
poco
secondo fattore
Il
snonno quel ragazzo), che per l'autorevolezza e la qualità di un carattere effettivamente, drammaticamente
Dicono
ai lettori la
Andreotti.
ra
9 maggio 1946, partendo per
a
promettente, allevato nella curia romana,
metterlo Vittorio Emanuele
a
lì
allora presidente del consiglio e infine
ri
la fucila-
zione del re Vittorio Emanuele III per alto tradimento.
tutte
guar-
infallibilità pontificia...
repubblica... lascio
la...
Quell' "operazione repubblica"
rio di stato (di
il
monarchia
una volta per
massimi autori Monsignor Montini, allora Prosegreta-
agrario (per di più in assenza di industrie e di trasporti),
politico e amministrati-
Fu per questo che la Chiesa sposò la causa della repubblica e come possa un papa re ad impronta teocradare con simpatia
al
e che per questo
degli odiati Savoia.
tica,
fonte di ogni disgrazia.
modo
vo, di tutta l'Italia e altresì liberarsi
il
la
figli
accorse in quel dopoguerra che pote-
impossessarsi, in
sia
Rsi
erano additate come
suoi molti
i
aveva necessità deUa "comprensione" della Chiesa...!
ma
il
comportamento
egli indisse le elezioni
di
Romita.
amministrative,
solo in alcuni comuni... guarda caso proprio in
quelli più presidiati dai partiti politici favorevoli alla
repubblica. Sarà... naturalmente un trionfo. La repubblica era ormai data come trionfante e questo. Romita aveva vi-
Roberto Sgarzi
La Corte
sto giusto, fu determinante in quell'Italia al tine di tro-
vare ulteriori consensi ad un sistema istituzionale che,
stando
così
dava già per vincente.
le cose, si
con grandi
giornali uscirono
I
titoli,
La questione
de-
si
E come
strade, ponti, comunicazioni, treni o automobili.
Anche
funzionamento dei
il
giunse così
Si
darie:
al
gran giorno delle elezioni referenalle 14 del
piedi e accusava
missione dei
stato di
momento
sia al
certificati elettorali,
di voto e scrutinio,
uno
tutto av\'enne in
dell'e-
che delle operazioni
che nella trasmissione dei
e questo fu sicuramente più difficile
al
stato di devastazione e distruzione era
enorme.
ed erano favorevoli
monarchia, mentre ch'essi favorevoli al
il
questo punto
verificò
si
un
cambiò campo.
cioè la Chiesa, ra (riportata
il
ma
quando giungono
nord... dall'Area padana: voti repubblicani
trionfante,
l'Italia
anche
De
De Ga-
se
il
il
etici e reali
una valanga
cessero alcuni
di
e
feriti
la
La
i
nord contro
sera del 12 giugno avvenne
un drammatico
in-
De Gasperi. ma persero la
sta, a
te-
dimostrazione dello stato di grande tensione.
Gasperi, che chiedeva che
malo modo
cifero rispose in
da buttò
Fu vaso.
gli
e in
A
ne andasse. Lu-
segno di scherno e
sfi-
occhiali sul panciotto del trentino.
quella
De
re se
il
la
piccola goccia che fece traboccare
Gasperi imperturbabile
mattina o verrà
lei
a trovare
me
a
disse: "Sta
il
bene, do-
Regina Coeli, o verrò
io a trovare lei!".
Non to
una
era
una minaccia
a
vuoto.
Dopo
avere respin-
richiesta del re tendente a dilazionare ogni de-
governo, all'unanimità,
il
stilò a
mezzanotte
con toni moderati, an-
ma
campo
t^ombardia 2.270.3.^5
Vene/ia Tridentina
1.257.18,^
.13.728
19 1.4.SO \tnet*>
componente evidentemente, non cam-
millenni,
la
.•S
1.40.1441
Kniilia
I.526.H.ÌH 4.';-4.58'>
comportamenti.
vorrebbe partire per fatti. Il
repubblicani
dalla guerra civile:
Erano due anziani gentiluomini,
De
i
lacerazione di bandiere prive del-
d'Italia.
cisione,
risultato.
carattere debole ed evanescente del re
stra subito e
pomerig-
i
di brogli.
Napoli, Palermo, ovunque insomma, era
stemma sabaudo. Si era ad un passo
sud
risultati del
i
Gasperi... ripassa in
politico-culturale cattolica,
l'esilio,
campo monarchico
delusione cocente che seguì
la
lo
è una repubblica.
repubblicano! Passano
bia valori
tratta di
si
che capovolgono
Per conseguenza
accettò
lette-
ministro della Real Casa,
il
destinate a spegnersi
gio dello stesso giorno,
II
una
Esiste infatti
del 5 la gioia e l'esaltazione dei monarchici
Romita
governo
rivolta filomonarchica, la folla assaliva
alla
sono elevatissime,
nuncia:
Gasperi, e
monarchia sabauda da parte della conseguente "salto di campo" sono espliciti.
ove l'apertura
ed
De
da Vittorio Gorresio) inviata da
speri a Falcone Lucifero,
La mattina
A Roma,
fatto grave e cioè la
frantumazione del fronte repubblicano:
De
il
contro fra Falcone Lucifero e Alcide
ziale equità.
A
e rigoroso, che voleva
rimase calmo.
stbellico,
alla
Roma e Lazio erano, pure anre, ma numericamente in sostan-
parte
pomeriggio del cinque giugno ora puntava
il
con morti,
Forse proprio per questo giunsero per primi parte dei risultati del sud d'Italia
tlella
con conseguente azzera-
Nei giorni 8, 9, 10, 11 giugno 1946 il sud esplose, mentre il nord, del resto in stato ancora duramente po-
risultati
nord, dove lo
un ricorso
di
mento del risultato elettorale. Quel re-reggente, sdegnato
rissima e pericolosissima. il
rifiu-
la validità
schede nulle e quelle bianche?
di fronte alla corte,
partire
Indubbiamente
le
chiaramente
Si parlava
giorno dopo. La settimana successiva sarebbe stata du-
grande collasso amministrativo,
Procura generale
la
repubblica e verificare
era capziosa. Tutto era stato regolare!''
considerare
perdente
telefoni era aleatorio.
2 giugno 1946, con estensione sino
il
la
del voto... "in attesa di controlli".
ma non
ve mai scordare che quella era un'Italia ove non esiste-
vano
Cassazione e
di
tarono di ratificare
le
si
dimo-
ma... sucreagì e
non
grandi spe-
ranze di 48 ore prima e non credette...
Non credette cioè che "Torino monarchica avesse abbandonato Sua Maestà sabauda". Non credette al divario di voti deir"amata Milano", non credette nel "voltafaccia della grande Venezia" e non credette nella validità
del fatto elettorale verificandovi notevoli
"anomalie organizzative" (abbiamo già detto che questo in fatto Il
tici.
un paese distrutto, senza nemmeno pilli
a
telefoni, era
penosamente pate-
tutto aveva aspetti squallidi e
Fu
i
che comprensibile). questo punto che,
come
Repubblica 12.718.541
prevedibile, a favoI
re della
monarchia intcrwnnc
Lltdlid e le Tir I/aìic
l'alta
magistratura.
risultati del
può vedere
la
referendum
Monarchia 10.718.502
Istituzionale favorevoli alla repubblica.
netta spaccatura
Si
dell'Italia.
221
un provvedimento che
del 12 giugno to esautorava
re e
il
proclamava
Insomma, "Sua Maestà"
la
d'autorità, di fat-
Un documento
repubblica.
era buttata fuori a calci
dei Savoia
Le! cacciata
nel sedere!
In tutta quella drammatica notte fra
giugno Umberto
una
ricerca di
vagherà
II
tra gli
decisione e di
un
consiglio,
loro seppe però quale sarebbe stata del
12 e
il
alla
nessuno
di
definitiva
la scelta
Testo del provvedimento legislativo che determina
13
il
Roma,
amici di
l'esautoramento del re e
proclamazione della
notte fra
12 ed
il
il
repiib-
governo italiano nella
13 giugno 1946.
re.
Egli poteva e doveva scegliere, fra andarsene op-
pure
scatenando
restare,
guerra
civile fra
Umberto Il
in
nord e sud
quest'ultimo caso una
giorno dopo
imbarcò per
si
l'esilio a
dell'aviazione italiana e
non
sa-
corse in quei giorni un pericolo morta-
l'Italia
non
le di cui
si
sarebbe scordata.
È opportuno
che continui a
massima prudenza
referendum
tomaticamente
fatta
il
10 giugno dalla corte di
capo prosaàsorio dello
stato, l'esercizio
capo dello stato medesimo spetta ope
dalle leggi luogotenenziali,
popolo
non può
derarsi modificata dalla comunicazione odierna di to
Il al
presidente del consiglio.
ter contare sul
momento
Il
attuale, decisivo
per
tutti
tutti gli
perché nel
del paese all'interno
le sorti
loro vigile disciplina e con
la
Umber-
organi dello
cittadini,
i
e nei rapporti internazionali, lo sorreggano
con
nelle
consi-
governo, sapendo di po-
senso di disciplina di
rinnova O suo appello a
stato,
te
le-
presidente del consiglio in carica. Tale situazione co-
stituzionale, creata dalla volontà sovrana del
forme previste
è d'obbligo.
il
delle funzioni di gis al
con certa gente
farlo,
instaurazione di un regime transitorio
alla
durante U quale, fino a quando l'assemblea costituente non abbia nominato
rebbe mai più ritornato nel suo paese.
Ma
consiglio dei ministri riafferma che la proclamazione
creto luogotenenziale 23 aprile 1946, n. 219, ha portato au-
ore 13
alle
Il
dei risultati del
cassazione nelle forme e nei termini dell'articolo 17 del de-
d'Italia.
scelse bene.
Ciampino su un aereo
la
la
stilato all'unanimità dal
hlica,
concordemen-
loro operante pa-
il
triottismo nel compito di assicurate la pacificazione e
l'u-
nità nazionale.
Dal 1945 al 1955
In quel mitrofi,
Questi furono in cui
nacque
la
i
"giorni nostri" e questo fu U
nostra libertà e con essa
modo
repubblica
la
ribile
come
che,
ci si
presentò in quei giorni era
perché quasi incredibili erano per meglio dire era distrutta
distruzioni deU'I-
le
la
ter-
La
patria era di-
prima
patria.
.
re-
.
fatto l'autorità civile, retta
rompendo
emanazione
dici antichissime,
e
il
Vaticano: due patrie per
La penisola
italiana
la
pica, se raffrontata
Come
si
con
gli altri stati
ati-
europei.
ricorderà, già a partire dal
tempo deOe
fi-
ne delle grandi invasioni barbariche, a cavallo dell'SOO
d.C,
si
zionali,
formano in Europa gli embrioni degh stati naognuno dei quali rappresentato e governato da
una propria organizzazione pregnata di
222
religiosità,
ma
civile e politica,
laica.
della prima.
meno
la
La cosa
essendo proprio
In questa nostra Italia,
tino
terri-
quanto mai
anche
di
seconda era
di-
l'autorità rehgiosa era
o quanto
il
del resto ha ra-
faraone egiziano O
metà Mediterraneo e metà i
penisola
ha sempre avuto sul suo
torio un'organizzazione sociale e civile
ma
Europa, sono da sempre presenti entrambi sistemi. Gli italiani cioè hanno sempre avuto due culture,
antichi equilibri risorgimentali.
due morah, due L'Italia
li-
danno un'organizzazione
prototipo della sovrapposizione delle due funzioni.
stava la seconda patria, che subito s'impadronì dell'inte-
ro paese,
mediterranei rivieraschi si
quella araba, era teocratica.
Per questi ultimi
scenario che
taUa nei cuori, neOe case e nelle cose. strutta,
gli stati
sociale e culturale avanzatissima, per quei tempi,
italiana.
Lo
tempo
Spagna compresa,
spesso im-
tradizioni,
due
storie,
due lingue
(il
la-
e... le altre).
Abbiamo, ancora oggi la coincidente convivenza contemporanea su tutta la penisola di due organizzazioni civili e statali. Noi italiani abbiamo da sempre due patrie e due capitali: il Vaticano e Roma! La prima patria, la Chiesa cattolica, è la più importante e la più antica, presente ovunque in modo univoco e indiscusso, uniforme, con leggi chiare e verissime, rigidamente e
duramente
se-
strutturata in ge-
rarchie ferree e con alcuni risvolti aventi caratteri militari.
Roberto Sgarzi
In tutta Italia ogni più piccolo agglomerato di
Am
dividui è raggiunto dal rappresentante di questa
ministrazione che subito Signore,
ma
Chiesa, casa
vi erige la
anche luogo ove,
allora
come
in-
si
del
oggi,
si
esplica attività culturale, scientifica, educativa, assistenziale, artistica e cioè civile.
Capo
assoluto della Chiesa cattolica è
per alcuni
territori della
La seconda patria una congerie
il
penisola, è anche
papa che,
re.
è rappresentata, nei secoli, da
infinita di stati e staterelli presenti sulla
con culture, tradizioni,
legislazioni,
eserciti, rapporti internazionali, diversi.
Questi sono
penisola,
tutti
e
i
termini dell'esposizione di queste eterne
\olontà di "primato" sono a volte realmente sorprendenti per l'assoluta assenza di rapporto con
capi di questo curioso mélange di
non
stati
e
In una trasmissione televisiva del 3 gennaio 2000 si sono sentite affermazioni che sembrano incredibili: "La storia di Roma è la storia del Mondo! ", oppure "Roma Caput Mundi", "Roma è la mondo", oppure (fase modesta) "Roma
d'Europa", per
pure
ma non
meno
per questo
in-
siamo noi!".
credibile: addirittura... "la storia
Siamo ripiombati
capitale del è la capitale
con un'altra massima riportata
finire
una canzonetta,
in
mento, è superfluo
spesso alternantisi.
la verità
delle cose.
la realtà
quasi sempre succubi di vari dominatori stranieri,
I
modi
1
nei sogni messianici.
Ogni com-
e... lasciato al lettore!
si
contano: duchi, conti, dogi, reucci, despoti ecc. Nell'Italia del
1945 di questa seconda patria non
1945: note culturali del potere di
Roma
resta più nulla.
NuUa
L'apparato politico e amministrativo cattolico, che
è restato dell'organizzazione sociale e civile
mico, perché
come
perché,
laica: tutto distrutto
fascista,
perché
si
diceva allora, ne-
ostile agli ideali di libertà
ed eguaglianza, affermati e propugnati dai
Infatti
il
nuovo nemico,
il
la
naturale alleata.
comunismo, ha
capo
Le
fotografie dell'epoca
calze bianche e pontefici
notazione: nei territori conquistati dalle truppe con
di
stella rossa le
chiese sono bruciate e
i
sacerdoti perse-
E, naturalmente, a questa enorme, capillare, struttura di secolare esperienza amministrativa, che vengoaffidate dai vincitori le nostre sorti.
strutte
Non
più
Esso
enormi ventagli
ci
illustrano dignitari in
con attorno
piume
in
nel-
i
flabelli,
specie
che, montati su grandi
pertiche, permettevano di agitare l'aria attorno
al
pa-
caserme della Benemerita controllavano
il
presenza offre molti spunti. La corte era
momento medievale
e gli stessi erano
terri-
sulle e dalle nostre fatiche: quelli della nobiltà e della
plificatrice.
cura della curia romana: Cristiana,
il
di coloro
sarebbero poi spartita l'enorme torta costruita
si
curia romana.
Democrazia
nomi
che
ma le parrocchie. La favola guareschiana di Peppone e Don Camillo è quanto mai veritiera ed esemcosì che nasce la
i
la stessa del
le di-
torio,
E
è detto.
pa. Strumento, questo, di derivazione faraonica la cui
guitati e uccisi.
no
si
tempi, dalla cultu-
spagnola.
terialismo storico, nell'ateismo, la sua più intima conla
i
molto conservava, nell'intimo e
ra illuministica e
ma-
di cui
stato toccato, nonostante
l'esteriorità, dell'eredità
nel
romana, poco differiva
alla curia
da quello borbonico napoletano
non era
vincitori.
Intatta, invece, l'organizzazione cattolica che, agli
occhi degli anglo-americani, è
nel 1945 faceva
brac-
deOa Chiesa cattolica, l'argine al comunismo sovietico che, con varie forme e varie personalità di riferimento, avrà l'identico periodo di vita della ragione politica che ne aveva determinato l'ascesa e con essa cadrà 40 anni dopo: U sipario di ferro. cio secolare
Già nel primo dopoguerra
si
comincia
a
mettere in luce un giovane laziale allevato e istruito a
Il
e
il
suo punto
il
dr.
Giulio Andreotti.
Quello
di forza?
di essere
il
fiduciario
referente politico di questa grande, fideistica, strut-
tura...
una specie
di
papa
laico.
come
L'amministrazione pontificia, così
l'ammini-
strazione borbonica, furono e rimasero sinonimo di inefficienza, incapacità, insipienza, corruzione e
nepo-
tismo. L'Europa era molto lontana dal Soglio di San
Ma
è
anche
così
che rimane
Roma", che però, dopo
il
il
"mito della Eterna
privato delle legioni e della gloria militare e di limitato alla
E
dimensione
nuovo
più vari "liveUi") che
Il
non
il
Vaticano del resto
l'ultima
merito, era,
ma
il
privilegio.
ed è tuttora,
la
sede del-
monarchia assoluta e teocratica del mondo.
religiosa e teocratica.
ormai solo a questa che l'Urbe e l'enorme
tura amministrativa (un
Pietro. Lì vi regna
1945, per l'ennesima volta, è
mare
la costituisce,
Tutti
strut-
di addetti e impiegati dei
affidano ogni spe-
della
conosciamo
l'altra faccia (fra le
cento facce)
Chiesa cattolica, quella nobile, quella santa.
Quella popolata da
indi\'itlui
mezzo uomini
e
mezzo
ranza e ogni ambizione di "primato". Q)uesta orgo-
dei (altra figura molto presente nel panteon mciliter-
gliosa e utopica
ambizione di potere planetario viene immediatamente ribadita nel Ciiubileo del 1950 e avrà
raneo di sempre:
mille e mille esempi, per riesplodere nel Ciiubileo
la
2000, che ridarà zione dei le:
fasti
im copione
la
stura ad una stucchevole rievoca-
romani, con connotazioni a volte ridicogià visto troppe vohi- nella storia.
L'ilalia e le Tre Italie
Gente che
i
semidei), appunto
i
santi.
lascia sbalordito chiuncjuc
abbia axuto
fortuna di incontrarli per loro impressionante leva-
tura
umana
e culturale.
Gente destinata
un segno e un esempio, umana, eli importanza enorme.
a lasciare
sulla strada della ci\'ilià
223
Gente
anteponendo
che,
civiltà
la
quella dell'odio, affascina anche scettici.
dell'amore
con
loro esempio, è realmente de-
il
ma
nostro problema è che in
il
da quel 1945
si
usò
il
loro
nome
che alcuni individui (i religiosi e para possono non e non debbono fare: governare. re ciò
i
Furono quindi
manager
per
si
improv\'i-
ed economicamente
veramente enormi ladroni) che fu affigestione di un grande paese industriale: natu-
Babà, con
dirigere la Fiat! Potrebbe succedere solo
Che
strofe!
Nel momento
un
guita ad
ed
massima potenza
di
coincidenza con
in
della Chiesa, se-
abile pontificato di Wojtyla,
essa ha fatto
due
Roma
Sono due messaggi
papa polac-
il
Giubileo romano del 2000,
il
una radunata oceanica
cose:
lione di giovani a
San Francesco, Arsenio Lupin ed Ali
se
suoi quaranta ladroni, fossero chiamati a
i
Chiesa
rapporti fra
i
e
la
di
un mi-
beatificazione di Pio IX.
politici.
disastro.
il
Fu come
la
situa-
Stato e Chiesa.
co,
(alcuni erano
ormai accettato. Sono
cattolica avesse
improvvisano e furono imposti come
si
di ogni cosa tangibile
ralmente fu
Nel settembre del 2000 è riesplosa una certa zione istituzionale che in tanti speravano che
al-
questo curioso mélange di santi e di peccato-
a
ve dimostrate dai cittadini del nord.
religiosi)
utile nel nostro paese.
la
un curioso sen-
fa-
alcuni santi veri (molto pochi) e
furboni travestiti da santi (molti), che
sarono, ancora
data
a creare
occupare qualunque posto pubblico, come legge di compensazione alle capacità imprenditoriali e operati-
Italia a partire
ri
venne
Gente come San Francesco o suor Maria Te-
stinata all'immortalità,
Fu
si
so del diritto da parte di tanti cittadini meridionali ad
resa di Calcutta,
tri
Concettualmente
a
più scettico degli
il
una
cata-
Naturalmente non
un
pregare, è questo
E nessuno
ognuno.
raduna
ci si
un milione per
in
che riguarda
fatto
mai
riuscirà
l'intimità di
a convincerci che, per
anni, in precedenza, organizzazioni complessissime di
infatti si verificò.
migliaia di parrocchie e decine di migliaia di individui
Come un dopo
il
diale,
dopo
quarto ciclone,
in soli, brevi, trent'anni,
la dittatura,
ciale causata dal
dopo
secondo
Ma
la disfatta militare
il
nostro stremato paese.
è stata quest'ultima esperienza che, in cin-
quanta implacabili anni
di
scempio, ha spezzato prima
e distrutto poi, la nostra nazione,
perché impose un
erano quelle vaticane. la storia si
era fermata
al
sistema
socio-politico ispano-pontificio. Tutto era glaciato
al
E
in Inghilterra,
né soprattutto
né quella americana nel 1776,
l'odiata Rivoluzione francese e
"orribile illuminismo",
insomma
Tibet mediterraneo. Al riguardo pontificio di Pio
Fu
quella
IX
che non deve essere confusa con
suo
già citato
"SUlabo"
accrescere
il
le
conseguenze
fu-
rono adeguate.
ima manifestazione
Si è trattato di
che coincide con
Questa
secoli fa.
E
poi c'è Pio IX,
questo tipo di amministrazione e
questa cultura, potevano essere attuate solo da persone ad esse omogenee. In quegli anni Cinquanta, in
modo sempre
più de-
terminato, ogni ambito di amministrazione dello stato italiano fu
occupato da
che è anch'esso un sim-
i
sudditi
ribelli.
Autorevoli commentatori politici identificano que-
messaggi
sti
come
la
dichiarata volontà delle autorità
nuovamente poteri
politici
avvertendo esse un imminente futuro particolarmente
che non potrebbe essere convenientemente civili
la
Chiesa,
non
si
può
af-
non particolarmente apprezla
DC,
braccio secolare del-
dire che questa valutazione sia in-
giustificata).
Un
esempio:
Biffi,
cardinale in Bologna,
porta ora (dicembre 2000) sempre più
si
com-
come sindaco
della città... è fatto casuale? Il
ritorno ad
uno
stato
con sempre maggiori con-
notazioni teocratiche sarebbe difficilmente accettato
questo comportamento era quello stesso già
dall'Area padana e un imminente referendum in que-
veda
Secondo settore
i
governi precedenti, da Giolitti in poi
(si
fonti autorevoli essi rappresentano ancoil
veda
sto
ambito sancirà autonomie regionali enormi,
for-
s'anche per prevenire frizioni prevedibili.
oltre).
ra oggi circa
224
ma
re,
del
adottato da tutti (si
papa
sua durezza nel trattare
cittadini di "sicura osservanza"
provenienti soprattutto da regioni meridionali, resto
il
bolo: quello del potere temporale della Chiesa e della
zate (per quanto riguarda
politica,
di forza politica
ropeo di essere sommersi da un nuovo pericolo islamico riaffacciatosi alle frontiere d'Furopa, come solo due
difficile
c'è di più.
che
timore assai diffuso in ambito eu-
il
frontato da autorità
Ma
fa
non
sospetto.
ecclesiastiche di assumere
parlava chiaro.
altre precedenti,
dimenticate adunate oceaniche "cattive", non
quello stato era un... il
cultura imposta e
la
il
una adunata oceanica ed II venirci a una adunata oceanica "buona",
stata questa
dire che è stata questa
Seicento. Per essi nulla era av\'enuto, né la rivoluzione
borghese
fede
fini di
religiosa.
ti-
di cultura e di società medievali e primitive quali
Per quei signori
hanno abilmente lavorato unicamente per
e so-
conflitto mondiale, quel tipo
di cultura e di politica, investì
po
mon-
cimitero sterminato della prima guerra
90%
Per
il
Meridione
il
discorso è diverso.
degli impiegati italiani in questo
oltre).
Rohcrlo Sgarzi
L"'occupazìone del posto": una autentica piaga del-
Sotto l'aspetto politico, questa nuova, popolosa, classe amministrativa e impiegatizia
lo stato italiano
Qui bisogna
un passo indietro
tare
e
(ctr.
R. Ro-
manelli, Storia dello stato italiano dall'unità a oggi)
cordare che
la
radice del problema è molto antica.
Questo problema fu
sollevato da Nitti (poi
primo mi-
generica polemica contraria
strando e contestando cittadini settentrionali
il
che
fatto
sua gente, dimo-
alla
momento
quel
in
erano ancora
maggioranza
in
i
in
un profilo culturale parmoderatismo, al tradizionalismo, ad un certo senso di un certo stato, im-
Tutto ciò cambiò, anzi
con
quali dava
ai
sui valori ispirati al
i
pregnato di osservanza e ubbidienza. In questo periodo giolittiano
forza decisionale,
come
Cominciò che
questo periodo storico che
si
sovrapposero
la re-
formazione di una forte classe dirigente, compoesclusivamente da settentrionali.
secondo fu
Il
la
economico, produttivo e finanziario con nomi-
pubblica amministrazione
si
cola e media borghesia meridionale,
rivolse alla pic-
di sicura "osser-
vanza" e dotata della locale e quasi proverbiale "laurea in
Giurisprudenza".
le
che
Giolitti subito stese
nali (gli "ascari"... ri
con
i
poggiava
il
i
parlamentari meridio-
portatori d'acqua, fedeli esecuto-
E Cammelli dando
almeno una parte
della
dell'Ammi-
vitali
ricompensa per
Sarà queste una delle ragioni per
politica
opposta a
scriverà
un
Giolitti di cui era
testo rimasto famoso,
cusa contro l'avversario politico:
un
ma
ficati.
la
Fra
le
polemiche più
forti, al
riguardo degli squi-
nel reclutamento degli appartenenti
al-
pubblica amministrazione, è da segnalare nel primo
dopoguerra quella
di Luigi
Einaudi (poi Presidente
della repubblica). Il
fenomeno divenne da quel momento
in poi
ben
il
si
può
dire che le amministrazioni locali (co-
al-
di valenza
di atto d'ac-
oggi, già nel lonta-
tasso d'incremento per-
componente meridionale
di quella settentrionale (Romanelli, p. 236).
e le Ire llalic
Non
al-
era di fronte alla Meridiona-
centuale su base annua deUa
amministrazione. siano poi molto
dell'Amministrazione" e autori posteriori
fanno rilevare ben nell'r/o
della pubblica
lontanate da questa "filosofia di base", per di più
stione meridionale. Dimensioni e reclutamento della bu-
"si
comunque
qualsiasi livello, statali, o
neces-
Gaetano
Cassese, nel suo Questione amministrativa e que-
no 1977 affermava che
alle reali
richiesta di "posti" di
munali, provinciali o regionali)
mijiistro della miila-
ad
o personale vario rispetto
con una sempre maggiore
premier.
(si veda G. Salvemini, Il ministro della malavita). Già allora derivò da tutto ciò una situazione di grande difficoltà di rapporto fra economia e istituzioni, in quanto ognuno di questi comparti veniva caratterizzato e connotato da uomini con culture e princìpi di vita pesantemente diversi: si era alla dicotomia.
rocrazia amministrativa dall'unità
sità,
la
vita"
L'Itiilia
questione
la
Naturalmente tutto ciò sollevò subito grandi avversioni, intuendo gli scompensi che si sarebbero veri-
si
largandola a clientele politico-ideologiche.
fiero oppositore,
una specie "il
il
le quali
Salvemini, altro grande meridionalista,
danno
nel 1980 che analizzerà
valide verifiche del problema.
di dirigenti
fedeltà manifestata dai suddetti "ascari" per
lizzazione
struttura privata: la strada ver-
potere politico di quel primo ministro ed
assunzioni, in quel collocare nei nodi
S.
la
conosciuto e fu una piaga dello stato e cioè un eccesso
nistrazione dello stato italiano "gente di loro fiducia",
a
vano, indirizzavano",
loro voti, gran parte della base sulla qua-
è facilmente intuibile che, proprio in quelle massicce
era costituita
fi-
che "davano pareri, studia-
di fiducia dei vari ministri,
della nobiltà feudale meridionale), essi infatti costi-
tuivano, con le
i
rapporto preferenzia-
il
e società
nanziarie di individui o addirittura gruppi di individui
libri territoriali
ricordava in precedenza
Si
italiani, nei consigli
banche
di industrie,
so la nazionalizzazione di ogni cosa era aperta.
amministrativa dello stato in rapido ingigantimento; a tal fine la
amministrazione
una burocrazia
realizzazione di
classe,
chiamerà poi "parastato", anche all'interno del
si
settore
di
(Genova, Milano, Torino) e questo determinò
nuova
allora l'influenza di questa
primo fu l'espansione produttiva e industriale del nord, con predilezione per A "triangolo industriaIl
sta quasi
come
pp. 11-20 e Cassese-
ne d'autorità, da parte dei governi
lativa
posi-
la
entità mediatrice dei conflitti
fra le parti sociali (Gir. Cassese,
alcuni fenomeni, indotti dal rapido sviluppo del paese.
le"
accentua
si
zione della pubblica amministrazione, più che
ribaltò, nel successivo de-
si
cennio giolittiano. in
residenze,
ticolare
Caracciolo 1971).
tutte le carriere dirigenti.
Fu
come
acceso meridionalista, che nel 1900 confutava
nistro), la
ri-
prendeva possesso di lavoro che
come luogo
dei nuovi centri urbani, sia
di
Sempre nel Guido Melis
dagine dell'ISAP
testo del Romanelli,
ma
per
la
ricerca
236) è riportata un'interessante
(p.
riferita agli
in-
anni Sessanta che mette in
evidenza che nelle regioni del nord ovest erano pre-
per ogni 100.000 abitanti, a fronte
senti 15,4 dirigenti
del valore 102,9 al sud, di 48,4 al centro e centro-nord,
per concludersi con un enorme 127,5 nelle
È da
porre
proporzionali
la
evidenza
in
come
produttività e
numero percentuale
il
isole.
siano inversamente
reddito prò capite,
dei dirigenti della pubblica
al
am-
ministrazione.
Di fondamentale importanza venienza territoriale circa penisola:
l'intera
33%,
isole:
38,6%,
Italia
gli
il
calcolo della pro-
impiegati di concetto del-
da Puglia, Campania e Calabria:
14%,
Italia
centrale
nord-orientale:
e
nord-occidentale: 12,5%.
Interessante pure
il
fatto
che
l'età
media
di questa
225
.
Gli anni susseguenti riveleranno una drammatica
popolazione risultava assai elevata, evidenziando un "processo di invecchiamento" assai alto. Tra le lauree
evoluzione
in possesso di questo personale quella "classica" in
del
Giurisprudenza rappresentava Se
si
il
59,4
%
tati
me
rivolge l'analisi statistica all'intero universo
I
dipendenti
civili
dello stato italiano risultavano:
40,47% provenienti da Campania, Puglia
l'iRFlS,
il
indicazione quantitativa ed
un'ulteriore
fenomeno su
indicato: l'evidenzia-
allievi di un'illustre istituzione del
cademia Militare
Modena, per
di
nostro paese: la
Ac-
la
formazione degli
ufficiali.
Italia
La cosa
è della
massima importanza, proprio peril massimo, più amato e delicato si espliciti una nazione: in questo
ché l'esercito è forse
dato, evidentemente, impressionante.
organismo
Riferisce Melis (Romanelli, p. 237) che l'identikit
in cui
ogni parte di essa deve essere e sentirsi rappresentata.
un individuo medio meridionale, ri-
Voglio ricordare che una delle cause di maggior
un tale soggetto, affrontare un riammodernamento della pubblica
peso della deflagrazione della Jugoslavia di Tito fu il totale monopolio delle sfere militari da parte della et-
piuttosto anziano, laureato in Giurisprudenza e che sultava molto difficile per in quegli anni
mille, ricor-
i
Mezzogiorno, l'IsvEIMER,
il
zione, per regioni di origine, della provenienza degli
In sintesi: Italia centro meridionale: 86,30%;
rivela
Cassa per
esemplificativa del
del nord (Area padana): 13,7%.
gruppo
la
ClS, I'Eni, le Regioni ecc.
Diamo
20,10% dalla Sicilia; 2,22% dalla Sardegna; 21,33% dall'Italia centrale; 13,70% dall'Italia settentrionale.
del
crescente... "fa-
e Cala-
bria;
Un
dilatarsi
di posti".
do riNA Casa,
non cambiano.
il
Pubblici creati ex novo, forse trop-
Solo a titolo di esemplificazione, fra
risul-
i
negativo del problema, per
di Enti
po spesso per soddisfare una sempre
del totale.
dei dipendenti pubblici genericamente inteso,
in
numero
nia serba.
amministrazione
Fortunatamente
nostro paese non ha nul-
il
comune con l'ex Jugoslavia, ma ciò non significa che pericolosi la in
punti di squilibrio e di possibile LECCE BACALE (LECCE) ALESSANO (LECCE)
non debbano
frizione ti
BRINDISI
essere temu-
e sanati.
FONDI (LATINA) MESSINA San Pietfo
GAETA (LATINA) m Lama (LECCE) NAPOLI
ALVIGNANO (CASERTA) CASERTA S Giorgio
a
Non
7
B
di
9.
10.
Cfemano (NA)
12
GENOVA
13
FOGGIA
14
ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA
15
in
grado di
conseguenza valutare
mente,
11.
sono
le
riferire e statistica-
provenienze
territoriali
dei cadetti dell'Accademia di
Mo-
dena, esiste però una pubblicazio-
ne edita a cura della stessa istituzione, molto gradevole, simpatica ed elegante, dalla quale possono
15 15 15
15 15
essere attinti dati interessanti, an-
che se incompleti.
È
l'annuario
dell'Accademia.
Di particolare
significato nel-
l'edizione del 1989 risulta essere la
pagina 245, nella quale
risulta la
composizione per provenienza
ter-
ritoriale di una frazione di quell'U-
niversità dei cadetti. Si tratta infatti della
composi-
zione di un gruppo di questi, che BARI
18.
17.
CHIFTI
20. 21.
TORINO CATANIA
23,
SALERNO
ad una compagnia; ebbene segnata una retta orizzontale che sul-
bile
19.
PALERMO
SPRESIANO (TREVISO) COLLEFERRO (ROMA)
verosimilmente mi pare equipara-
16
Ouanu SanCEtena (CA) TELESE (BENEVENTO) Torre dei Passeri (PESCARA)
la città di
22.
Luoghi
226
di
i
provenienti da sud e solo...
25,
cadetti 3,
pro-
26
245 dell'Annuario del 169° Corso dell'Accademia Militare provenienza degli allievi. p.
attraversi la peni-
24.
venienti Figura ispirata alla
Roma
sola risultano essere 23
di
Modena.
Se
eia il
omologo
nord
di questa linea.
dato dovesse risultare al
dato dell'intero corpo
Roberto Sgarzi
degli allievi ciò sarebbe di gravità politica di rilevanza
eccezionale. L'esercito italiano deve intatti essere tale
perché composto da
cittadini di tutta la penisola e
non
solo di una parte di essa.
Non
nemmeno
mi consento un assurdo paradosso, che
giusto,
denomina-
la
zione "Esercito italiano" significasse in realtà "Eserci-
Re^no
delle
Due
pazione. Questo perché
personale analisi
l'Italia
continua a non liberarsi
connotazione di strano paese.
L'Italia
è ancora ciò che è sempre stato: un "paese a metà".
Metà Europa e metà Mediterraneo, metà stato e metà Chiesa, metà Fede e metà Ragione, metà corru-
come
zione, data
Sicilie".
comunque ad una
sfuggirò
di questa curiosa
sarebbe cioè opportuno e
to dell'antico
Non
del nostro attuale paese e lo tarò con grande preoccu-
valore irrinunciabile e metà abnega-
zione commovente, metà passato e metà futuro. Il
1955. Fine della trattazione storica
problema
fronto fra
Non
a caso l'oggetto di questa
termina nel 1955.
E
il
quel
mia
analisi storica
momento che
si
può pen-
sare che l'Italia abbia ormai acquisito le caratteristiche di
fondo che poi
la
connoteranno tino
al
momento
odierno (2001), e ciò nel bene e nel male. Alla Storia dei gioni! nostri sto è
compito
L'Itiilki
c le Tre llalic
di
sovrappone quindi l'attualità e quegiornalisti e uomini politici.
Sì
è che
tinta situazioni di la
ormai
il
"villaggio globale"
questo tipo e che
dimensione
E
stato Internet che
corrotti, locali "re
nuare
bruciante
ri-
raf-
italiana e quella giapponese,
svedese, o germanica, o francese che e costante.
il
Nasone",
i
a narrarci la tavoletta
sia,
o
è immediato
ha rovinato
i
molti,
quali vorrebbero conti-
che "tutto
il
mondo
è
ugual paese".
Ormai liani, le
schermo e bugie non reggono più. su quello
nelle
anime
degli ita-
227
Sintetica analisi propositiva
sul presente e sul futuro del paese
Questione meridionale e malessere del nord
ne... passi... fetti,
Come
era naturale presagire, in quel 1945
ma
sia
chiaro che noi saremo
i
vostri pre-
questori, generali, bidelli, giudici, presidenti di
presa
tribunale, postini, presidi, poliziotti, carabinieri, capi-
del potere da parte della Chiesa cattolica in un'Italia di-
stazione, dirigenti e impiegati di ogni cosa dello stato
strutta coincise
co
con
sparizione dei valori etico-politi-
la
illuministici e risorgimentali (patria, legalità, diritti
civili,
ca),
umanistica e
scientifi-
nuovamente imposte
tradizio-
fraternità, libertà, cultura
per dare posto
alle
regno del pa-
nali, antiche, caratteristiche culturali del
pa
la
re e del
Regno
assenza dei
diritti
delle
Due Sicilie
(fede, sopraffazione,
dell'uomo, disprezzo per l'umanesi-
mo, l'illuminismo e l'organizzazione civile). Questa situazione non poteva certo determinare risoluzione della "questione meridionale" e causò
la
un nuovo problema,
alcune vivaci formazioni politiche, fra
no
le
di
lunghi anni (dal '45 air85 circa), in tutta
con predilezione per nienti dal
le
di
zone lombardo-piemontesi e
un enorme numero di connazionali provenostro Meridione, una vera, biblica, emigra-
zione interna, ha causato socio-culturali di
la
perdita delle connotazioni
fondo delle popolazioni,
ospitate
sia
che ospitanti, causando, come sempre succede ste circostanze,
un movimento tendente
alla
in
que-
conserva-
zione delle stesse.
Purtroppo
nelle province settentrionali
la
rapida "invasione"
da parte del grande nume-
ro di cittadini meridionali ha causato
non
ni di incompatibilità fra le diverse culture
tunatamente, par di capire che
siamo
di fronte
Nell'ambito
il
se, for-
tempi
formazione
di quello
preminenza
la
meridionali
(si
veda «Rivista
da parte
che è sia
di cittadini
di cultura politica», p.
Lìldìld c
le
Tre
conseguenza, secondo
1/il/ìc
i.|uali
noi
marciamo
la
vox populi, co-
non
ma
scritta,
in
omag-
presente e
operante.
Par
che
di capire
"posto pubblico"
il
ni '45-50 in poi, proprietà "di
d'autorità
al
nipote,
glio dell'amico
Circola in
sia,
dagli an-
qualcuno" assegnato poi
al figlio, allo zio, al
parente,
o all'amico del figlio. "Padania" una storiella secondo
la
al fi-
qua-
una certa qual cattedra universitaria, in questa macroregione, fosse un giorno degli anni Ottanta acquisita da un personaggio proveniente da una piccola cittadina del sud.
Questa cattedra era responsabile
di
un ambito
cor-
so di studi aperto riservato ad alcuni studenti ammessi
dopo un severo esame.
Così, naturalmente,
si
fece e
i
Italia,
subirono appun-
to un... "severo, imparziale, esame".
Grande imbaraz-
candidati, provenienti da tutta
zo e scalpore suscitò risultò
che
il
fatto
che
90'/'ó
il
alla
proclamazione dei
dei vincitori risultarono
provenienti dallo stesso piccolo paesino, di cui appunto era originario, proveniva
il
nostro inclito, integerri-
mo, severo, imparziale, cattedratico, esaminatore! Lascio ai lettori il dubbio e la suspence se il fatto illustrato sia realtà o fantasia. Se per caso non fosse Nei li,
cittadini e soprattutto nei giovani
e va be-
connaziona-
di ieri e di oggi, tutto ciò è devastante. Il
metro comune, che
sta Italia,
l'impegno personale e teresse privato,
il
il
unire, in que-
diritto civile e
rispetto del cittadino,
o familiare e il
dovrebbe
tutti
pare non essere più
ancora una volta
ss.).
In parole povere: voi settentrionali hu'orate e costruite le automobili sulle
ma
realtà le assomiglia molto.
già citata "occupazione"
della pubblica amministrazione
di
stantemente "sottoposte ad interpretazioni",
di questi rap-
"malessere del nord", pare di capire che
di particolare
149 e
fenome-
in questi ultimi
questo fenomeno e
porti, a volte dilficili, nella
definito
lievi
anche
ad un miglioramento del problema. di
sono
risultati,
Inutile celarcelo.
mercato,
le
Padania,
la
il
ci
cittadino più meritevole quel certo pubblico incari-
co,
quali spicca-
Lega nord e la Liga veneta. Ciò non deve stupire. Il sopravvenire, nell'arco
la
venete, di
al
vi-
"Malessere del nord",
il
che ha avuto come conseguenza politica l'emergere
pure
prenderemo gli stipendi fissi". La legge, U diritto, la logica del pubblico concorso che, così come in tutta Europa, dovrebbero assicurare noi
gio a questa pseudo-legge
ceversa rav\'ento, soprattutto a partire dagli anni Settanta, di
ecc. ecc. ecc. Quindi: "prendetevi
il
con ciò
ma
l'in-
nepotismo (insomma,
"suo particulare" secondo Guic-
ciardini).
Ne consegue naturalmente
che l'autorità rischia
di
229
non
essere più autorevole, perché nell'animo di tanti
concittadini fruitori, colui che detiene
avrebbe più
la
il
potere non
da
tanti,
da troppi concittadini,
che
cittadini meridionali
i
risul-
tano dipendenti dello stato e che ogni caso dovrebbe essere
loro stima.
Infatti l'autorità
guarda genericamente
attentamente verificato prima di esprimere
qualsiasi opinione.
potrebbe essere valutata e considerata come usurpata. Ovviamente in un infinito numero di casi questo sentimento è ingiusto, ma troppi scandali, di cui da
avverte cosi frequentemente ascoltando certa gente e
ormai mezzo secolo e più è affetto
mente un cittadino
i
no
distrutto
il
"rapporto di
il
nostro paese, han-
civiltà" fra
amministrati e
amministratori.
E ri
morali non
camminando per
può
esistere alcuna reale, evoluta, civile,
Non può
Sempre secondo
molto spesso
Un
vox
la
che detiene
popiili. colui
non
av\'ertire
alcun
angustiano
Cosa minando
i
non
sentirebbe espressione.
si
non da comando,
nostri connazionali c'è chi pensa che
essi egli infatti ricevette l'onore e l'onere del
ma
momento, individuo operante in spesso potenti quanto ignorate, se non addicapopopolo, all'uomo di pan-
a lui, solo a lui, al
za, a
questo capo... di qualche cosa... che un gran nu-
mero
degli appartenenti alla pubblica amministrazione
italiana
(sempre secondo
sarebbe
lui,
vita e della
dare
e solo
lui,
il
paese.
le
Tre
Italie è costituito dai
che
significa questa questione
squilibri
sta
enormi e aggravantisi
però deter-
nelle regioni
con particolare evidenza nel settore giu-
ridico?
degli a\'\'ocati,
mondo
(rimanendo ad esempio nel
Significa che
stato di
ma
problema è
il
ammissione
agli
assai più
ampio) va-
Ordini professionali, o ad
per consentire l'accesso
alla
professione:
solo e unicamente
"posto":
sono però
riser\'ati
sidenti da
molto e molto tempo
la
A
vox populi) deve
lui e
solo a lui
il
dovrebbe an-
provincia che
offre
anche particolari sono
inseriti in
in
concorsi
tali
e
ai nativi
ai re-
una certa regione o
sia.
Quindi, per capirci, in Calabria esami solo per ca-
utilità a chi
potere in Roma, perché spesso garantisce
fedeltà assoluta di coloro che
al-
questo che risulta determinante
tre arti liberali, fatto
devozione del fruitore del "posto".
Questo sistema detiene
rapporti fra
i
quindi, l'unico arbitro della sua
sua carriera.
la totale
onesto e quindi il
riabilmente province e regioni organizzano esami di
rittura illegali.
E
italiano, viceversa
assai evidente.
settentrionali,
dal potente del
strutture
certe strade, di offendere ingiusta-
"Concorsi provinciali o regionali, però con valenza na-
che non rispetterebbe, non amereb-
Fra
si
ulteriore aspetto dei tanti motivi di frizione che
zionale".
quali
errore, che
La mia valutazione riguarda quindi non singoli individui, bensì un certo fenomeno sociale e culturale
tipo di legame, o spirito di servizio, nei confronti dei cittadini fruitori,
doppio
prezioso per l'Amministrazione e per
esistere, cioè, la nazione.
l'incarico e l'autorità rischia poi di
be e dei
nel
i
questo è un problema, perché senza questi valo-
collettività.
Questo per non cadere
labresi e in Emilia
Tutti coloro che superano
la
questo
esami solo per emiliani.
ambito perverso.
possono però poi esercitare
Un ulteriore duro aspetto del problema è che per un grande numero di connazionali di origine meridionale inseriti nella pubblica amministrazione non esiste
ta Italia.
possibilità di scelta.
Questi non possono infatti decidere di inserirsi, come potrebbe fare un cittadino settentrionale, nel settore pubblico, e ciò come frutto di una scelta fra
tali
esami,
i
quali
valenze geografiche strettamente riservate le varie
ai
hanno locali,
professioni in tut-
Quindi i siciliani promossi potranno esercitare in Lombardia, così come lombardi promossi lo potranno fare in Sicilia. Il problema è però nel fatto che la severità e il rii
gore che
si
riscontrano nell'esecuzione di questi esami
nell'Italia del
nord
(riservati ai residenti dell'Italia del
questo e un settore privato produttivo, che in questa
nord) sono assai più elevati di quelli posti in essere dal-
zona è particolarmente florido e recettivo. Nelle regioni meridionali, purtroppo, questa seconda possibilità non esiste: il settore privato produt-
le
tivo
non
c'è,
quindi
il
un "qualcuno" che famoso "posto".
Non
gli
possa procurare e assicurare
collettività
riconoscenza mia e di tutta
la
per l'enorme
numero
di esemplari funzio-
dizioni di notevole difficoltà, esplicano
un lavoro
di
grande e fondann ntale importanza per tutto il paese, con precipuo riferimento alla "Area padana". Voglio
230
risultassero
che
la
mia argomentazione non
gli
esaminandi nelle regioni meridionali e, viceversa per quanto detto, nessuno degli esaminati nelle regioni
promossi
lo risultasse
settentrionali, ciò significherebbe
che
i
cittadini Italia-
la
nari di origine meridionale che, troppo spesso in con-
altresì sottolineare
ragione, tutti
non
vorrei essere frainteso e vorrei invece rimar-
care l'ammirazione e
Se quindi, ragionando per paradosso, per questa
sopravvivenza dell'individuo e
la
dei suoi familiari dipende unicamente dalla benignità di
equipollenti commissioni operanti nell'Italia del sud
ed insulare (naturalmente solo ed esclusivamente per gli esaminandi residenti nell'Italia del sud ed insulare).
ri-
Scandalo d&fli esami
fadli.
avvocalo bolognese
ammeKe. "Sono andato
a Catanzaro per essere sicuro della promozione*
"A noi nessuno sviluppò il compito, ma commissione ci promosse tutti o quasi"
la
Estate 2000. Titoli di giornali relativi agli "esami" per
procuratore legale tenuti
in
la
nomina
a
Catanzaro.
Roberto Sgarzi
che su tutto
ni
messi
alla
iJ
sarebbero am-
territorio nazionale
professione forense e ad altre "arti liberali
",
Questa non è naturalmente è che le
si
ma
la realtà,
proble-
il
patibili
assomiglia parecchio ed è gravissima.
dopo decenni
di "disattenzio-
stampa ha lato esplodere al riguardo pseudo-esami uno scandalo enorme.
ne"
la
con
di questi
storico quale quello dell'unione forzata e sanguinosa di tre entità socio-culturali
ma
stere,
che potevano certo coesi-
difficilmente potevano fondersi.
propone un
lità
Ora
l'attua-
ulteriore grave aspetto di tutto ciò:
l'immigrazione repentina e massiccia di popolazioni di
ma
ogni parte della Terra,
soprattutto
musulmano-me-
il
squalli-
di autentici sottoproletari (l'indispensa-
elettorale per certi
movimenti
poli-
a cittadini.
ricordare, perché fatto assai esemplificati-
episodio della Corvetta Sibilla e cioè
triste
avvenuta anni addietro
lisione
Otranto
fra
una nostra unità
al
la col-
centro del Canale di
militare che, in ottempe-
ranza a precisi ordini ricevuti, pattugliava quel mare e
un'imbarcazione albanese. Quest'ultima
una notte
in
tempestosa voleva, senza consenso, forzare
la
vigilanza
italiana al fine di scaricare illegalmente sulla nostra costa
solito carico di clandestini.
il
Fu un
diterranee, che porta nelle Tre Italie, in ugual misura,
incidente drammatico e doloroso, che
problemi di rapporti con questi nuovi ospiti e di con-
solse
servazione dell'identità nazionale.
ve albanese, che
Da
società di individui.
verificata l'ex'oluzione socio-culturale degli italiani
Debbo
un problema
i
non sono com-
casi
i
operazione obbligatoria per questi signori, aven-
tici)
e l'attuale immigrazione clandestina
illustrata è l'analisi storica di
padroni-schiavisti, per
come
nazioni, intese
prima
bile materia
vo,
Quella
le
mondo
terzo
da sudditi Italie
primi... e tutti uguali gli
della cosa e cioè l'artata importazione diretta dal
do Le Tre
i
ai
Ignoriamo volutamente U possibile aspetto
do Nell'estate del 2000,
Dio per
uomini-proletari di fronte
secondi. Chiaramente entrambi
sarebbero solo e unicamente cittadini meridionali.
ma
ni-tedeli di fronte a
con
il
si ri-
capovolgimento e l'affondamento della nasi
muoveva
a zigzag.
debbono affrontare un nuovo, drammatico problema; queOo di una biblica
Morirono tante persone, uomini, donne, bambini, individui in cerca di speranza e benessere. Fu una tra-
invasione di immigrati, quasi sempre clandestini. Si
gedia.
circa dieci anni le Tre Italie
trat-
un autentico dramma umano che ha per protagoni-
ta di
molto spesso, inermi disperati che non vogliono
sti,
gredire alcuno,
In
torme nuove
mezzo
ma solo
sfuggire alla
fame e
alla
ag-
morte.
mescolano però, astutamente, che importano e per noi ignote forme di brutalità. a loro
si
di orribili e sanguinari criminali
Quella gente, fatto unico pianeta,
può
territorio,
identità,
entrare a proprio piacimento nel nostro
anche senza alcun permesso o documento
che
in Italia: tutti
re folle,
fra tutte le nazioni del
li
ai
accettati e assistiti.
Il
che pare esse-
anche perché essendo ormai risaputo che quemoUe d'Europa" (così Churchill definì l'I-
prima ancora
mo
attua questo eccezionale
comportamento,
in questa corsia preferenziale
do e con loro anche
i
i
attiria-
disperati del
mon-
è naturale in
un paese
a
parti
non
ma che
implica
notevoli problemi per chi vive in una società
umana
che deve invece darsi norme ben precise. di
si si
Fu
forse questo che spinse a farsi
to alle vittime.
e le ire
lliilie
ma
di
un crimine.
nostre personalità di
L'equipaggio della Corvetta Sibilla fu additato la
patria
la
alla
sensa-
zione fu orribile.
ciolo di nazione che
ci
Difficile parlare di stato e
bandiera se poi pregiu-
dizialmente, senza ancora conoscere rità
dell'accaduto,
ignora
il
si
bri-
era rimasto.
la
complessa ve-
antepone un clandestino,
nome perché
egli
si
di cui
rifiuta di dircelo,
si
ad un
cittadino italiano che ha, insieme a chi governa, costruito e diteso lo stato. \'olla di hontc atl una burla: lo non esiste più, altro che localismi de\'astatori...! Sembra incredibile, ma vi sono segni che dimostrano, in questi ultimi tempi, come il vero amore e
Siamo, ancora una
il
colo di perdita dell'identità.
Vìliìliii
troppe
convinzione che
la
pubblica riprovazione e per chi ama
marxistico. uguali sul nostro pianeta
buoni e
i
Da
immediatamente carico del risarcimenEra un'accettazione della colpa.
vero rispetto
tutti
le
cattivi.
i
era trattato di un incidente,
un populismo pauperistico che ancora si intorma ad un internazionalismo proletario di stampo di
Insomma
erano
in Itala cer-
stato
Insomma siamo tli Ironie ad un governo impastato ecumenismo cattolico e, per quanto riguarda la si-
nistra,
che
aveva sbagliato,
evidenziò immediatamente
governo
determinante influenza
costume e nella politica. Come disse infatti il papa in piazza San Pietro l'I 1 giugno 2000 aOe ore 12.07: "/ cattolici non hanno patria. La loro patria è il Cielo'\ suggestiva,
verificare
il
loro dove-
Tutto questo e tanto altro sta demolendo quel
della parte cattolica nel
Immagine certamente
il
tezza universale era che... gli albanesi erano
peggiori delinquenti.
In realtà ciò che potrebbe sembrare un'eccezionalità
anche
di sapere chi
gli italiani, tutti gli italiani,
sto "ventre talia)
nostri marinai, colpevoli di avere fatto
re in difficili condizioni e lia
spesso distrutto prima di entrare
infatti è
sono
di
Ciò che ricordo con disgusto è l'attacco feroce, im-
mediato e pregiudiziale, portato da troppi connaziona-
gli
nomi
fra
i
cittadini italiani stia crescendo. For-
se ciò avviene proprio
Questo causa una
come
reazione
nuo\'a,
al
concreto peri-
comune consapevolezza
231
una nuova unione, molto importante e appagante. Questa è almeno una speranza, anche perché, come dicevano latini... "Spes ultima dea". e
2 giugno, mentre per converso ha dilatato
le del
nu-
il
mero, già enorme, delle feste della religione cattolica?
E
i
immaginabile, solo per esempio, un francese che
ipotizzi l'abolizione della festa del 14 luglio?
Due
intere generazioni di italiani
potuto pronunciare
Cosa fare
le
non hanno mai
parole "la mia patria", nel timo-
re di essere derisi, beffeggiati, offesi, bastonati, o peg-
Siamo, in
fronte ad un
effetti, di
un
istituzionale per\'erso che, da
nord
dini del
non
le
be
lato fa sentire
i
riconoscono, vedendolo totalmente privo di
si
sud Ita(come direb-
cittadini del
i
quasi siano "nella vigna a far da pali"
poeta), in luoghi molto lontani dalle loro case e
il
dalla loro realtà culturale,
con stipendi spesso inadeama-
guati alle necessità, troppo spesso incompresi, né ti
dalle
comunità
locali (e ciò è
dare a questi connazionali
la
male) e tutto ciò senza concreta possibilità di
le loro qualità potenziali,
mettere in luce
gio.
citta-
un'apparato nel qua-
Italia prigionieri di
corregionali, e dall'altro confina lia,
sistema politico-
spesso assai
Qui è, ed è stata, la vera demolizione dello stato. Quando mai, in questi cinquant'anni, si è visto un
omaggio si
fa in tutti
paesi
i
civili
è visto l'ascoltare
si
compreso,
in rispettoso,
mondo?
del
Il
sentimenti erano permessi erano.
.
.
qui bisogna essere chiari perché.
Quando
.
.
.
Roma non
.
Roma ci si deve Roma e ai suoi cittadini, ma
è
e
Roma. non
ad un sistema
politico istituzionale accentratore, strutturato ni di tutta l'Italia,
Roma
che però in
siede, e che è stato via via sabaudo,
senza mai
Roma
è in
in realtà riferire
dice
si
alla città di
lì.
da
italia-
effettivamente
ri-
fascista e clericale,
Chi ha sempre amato e ancora ama diera,
può ben
dire che questo
tolto ai cittadini delle Tre Ita-
non per
re ora,
autentici sentimenti,
positivo per applicare in
propria banl'ha
mai
real-
modo
la si
vuole scopri-
ma come filtro im-
violento, ancora
una
una certa concezione autoritaria dell'Itaha e questo non è bene! La dura anima di Enrico Cialdini, di cui si è parlato a proposito della conquista del Meridione d'Italia, evidentemente, è presente ancora oggi nel nostro paese.
Analizzando
le
cose dall'angolazione che
dobbiamo hanno contraddistinto
ressa
cienza che
ticità
e le loro originalità storiche e culturali.
d'Italia dal
1860 fino
ormai estese
Le
a tutto
terribili e
il
il
Centro-meridione
1955, oggi sono connotazioni
al
paese.
ben note condizioni
di insicurezza, di
malavita e di sottosviluppo, che fino a poco si
ci inte-
dire che l'approssimazione e l'insuffi-
possibilità di difendere e rispettare le loro auten-
motto ingiurioso, "Roma ladrona", con cui la Lega nord tappezzò alcuni anni fa i muri di mezzltalia e stupisce che mai i componenti di quel partito politico si siano poi peritati, con troppa
la
amore non
volta nella storia,
lie la
Tutti ricordiamo quel
pallone!
mente avvertito nella nostra organizzazione sociale. Questo amore pare una novità di questi ultimi tempi e quanto sia sincero non so dire.
recedere dalle caratteristiche culturali di
sempre e che sempre ha
solo
le partite di
Forse l'importanza del tricolore
nocciolo del problema è quindi
l'in-
come momento in
silenzio, così
cui tutto ciò era tollerato, l'unico attimo in cui questi
elevate. Il
nostra bandiera o
alla
no nazionale
tempo
fa
rilevavano con grande preoccupazione nel sud del
superficiahtà, di chiarire
paese, oggi sono presenti ovunque. Possiamo quindi
un
ben
rilievo
un equivoco che trasformava politico-culturale di un certo peso, in un'ac-
cusa infamante, assurda, generica, per
non documentata
della capitale,
e,
mi
tutti
i
cittadini
consenta, gra-
si
tico,
ma, perché per queste e
tutti
un grande proble-
di fronte a noi
ormai avvertiamo che
il
nostro paese,
non regge più e che è allo sfascio. Non esiste infatti un altro paese al mondo ove gli ergastolani siano congedati dalle carceri perché non si
altre ragioni,
trovano giudici che
ed è
dato
il
li
questo sfascio,
iVIa le,
il
Quanto potrà durare uno
stato
come queUo
italiano
potrà portare
il
considerare
come
negli occhi ogni retaggio patriottico, sia esso risor-
zionalistico era
Dove
ed è osteggiato come "fascista"?
potrà andare uno stato,
che ha avaito
il
Due
Sicilie.
come
nord è oggi
ribaltata.
E
il
sud che
ha vinto e quindi occupato militarmente, so-
cialmente e culturalmente tutto
il
paese.
Per quanto riguarda l'Area padana diremo che la situazione è epocale: la parte mediterranea della peniespellendo da quel territorio, ancora una volta, te
quello italiano,
coraggio di abolire l'unica festa naziona-
passato ben noto,
europea, Il
sia
triste,
ed
par-
incolore, ingiusto, pol-
triste
fantasma di Ferdinando
valle del
Con
Nasone",
Po
aleggia,
I
delle
valenza
la
per r"Area padana", che per tutta
l'orribile "re la
la
germanico-europea.
veroso e disperato sta sconfiggendo l'ipotesi e
il
gimentale, o altro? Dove, se ogni forma di richiamo na-
2}2
in realtà
Un
originato negli anni Cinquanta e Sessanta, così privo di
pepe
borbonico. Regno delle
del sud da parte del
paese.
Dove
nostra amata Italia ha condipossono essere riferite all'an-
sola sta travolgendo e stravolgendo tutto e tutti
giudichino.
ancora una volta, non è casua-
prodotto del comportamento di chi ha gui-
etica sociale?
la
L'antica invasione di quel regno e l'occupazione
vemente elementare.
Abbiamo quindi
dire che oggi tutta
zioni socio-culturali che
l'Italia.
Due
Sicilie
come un vampiro,
sul-
e su tutta la penisola.
quel fantasma,
la
Storia parla chiaro,
non
vi
sono né Libertà, né Eguaglianza, né Fraternità. Se non cambierà qualcosa, per conoscere il nostro
Roberto Sgarzi
tuturo non sarà necessaria
ba-
la stera di cristallo, ci
Regno di Napoli. Diceva Carlo Cattaneo, uno dei padri della nostra
sterà guardare al passato del
ma
patria,
che
la
patria nostra voleva diversa, che: "Si
può andar d'accordo
ognuno
solo se
padrone
è
pretendendo municare za mai lenti
nemmeno
sia.
Quindi bisogna riprendere coscienza dell'esistenza deUe Tre Italie, di cui in questa mia analisi si è parlato
bili
diffusamente circa
sconvolto di fronte
bertà e
la realtà
storica e ridare loro la
con
tipici del
che
striaco,
con
di
gli
mondo
germanico, con lo Zollverein,
Già, se proprio non
tratta
vogliono prendere in consi-
si
ecc.),
anche
Spagna, che sempre nel passato tu indicata nel rapcittadini
i
raffrontata
al
come modello
nostro paese, una
un importante esempio
negativo, è oggi, se
avanzatissima,
civiltà
di evoluzione istituzionale. Sì,
giovani spagnoli stanno costruendo un miracolo e
grande paese che ben poco ha
in
un grande problema non
l'Euzkadi,
un
comune con l'immacostituito dal-
risolto,
che non scherza!).
Intendo la
immagini
alle
fatti
televisive
in
il
uno
di questi,
che
grave ferimen-
il
lungo rimase
a
fra la vita e la
Mi rendo certamente conto che esplicare un'attinon è come andare ad un picnic e che chi attua comportamenti come quelli degli "otto del Campanile" deve essere pronto al peggio, comunque quella violenza era veramente troppa e quella visione ha causato nel mio animo, così come penso nell'ani-
mo
di tanti italiani, sentimenti di
tano poi a considerare
le istituzioni
li
por-
con distacco
e so-
spetto.
Questo non deve succedere. Non deve succedere mai.
Ledere
l'affetto
per
la patria in
milioni di conna-
che deve essere evitato ad
zionali è fatto gravissimo,
riferirmi, fra l'altro, alla Costituzione del-
angoscia che
ogni costo.
come
il
nord
Italia lo è
per
il
nostro, con
Per parte mia, comunque,
come Milano lo è gode di una Costituzione autonoma, di un Parlamento autonomo, di capacità di legiferare e di autonomie amministrative in genere tali che, se appli-
io
sono nato, sono
semplicemente vede per
per
istituzionale più rispettosa delle naturali
e
l'Italia
cate nel nostro paese (e questo indifferentemente per
Tre
sarebbe fenomeno
Italie),
tale
da sanare,
final-
deUe entità che
Un i
Ed
Carlo Cattaneo e tare oggi ciò che quel grande
Quindi bisogna dare ad ognuna delle Tre Italie una propria fiscalità, una propria polizia territoriale, un proprio sistema scolastico, un proprio sistema madi
e
legislativo, prevedendo, naturalmente compensazione fra le entità regionali e
l'atitorità federale.
Bisogna
governo federale, un solo
un solo sistema
all'estero e in
esercito,
di trasporti,
nale, per molti ambiti
sola bandiera e
altresì
costituire
un solo
una polizia federa-
una sola banca nazio-
un solo sistema
legislativo,
una
una sola rappresentanza diplomatica la Svizzera è lì con il
Europa. Insomma
suo esempio da seguire. a tutto ciò
Llliilia e le Tre llalie
bisogna giungere
i
propri connazionali, con
C'è poi un fatto personale ed è che
da
me
la
mia fedeltà
intimamente promessa
a quat-
tro persone.
La prima è il sig. Rosario Ammirato, nato nel 1899 uno sperduto paesino del Meridione. Io non ho mai visto alcuna sua fotografia, ma mi piace immaginarlo come un tipico ragazzo del nostro sud, carico di vita, scuro di capelli, con occhi vivaci, sempre allegro e dal in
bel sorriso solare.
Pasquale fu fatto ammazzare per niente, da chi
sappiamo, 1918.
Da
sulle
pietraie
allora riposa in
l'immenso cimitero
del
Carso nell'ottobre del
una piccolissima tomba
del-
di Redipuglia, vicino a Trieste.
Pasquale non ha mai saputo di morire per niente.
Quando
morì, a diciotto anni, aveva però un'intima,
forte convinzione: quella di sacrificare la sua vita per la
Questo penso possa rappresentare
ma
tutti
identico amore.
uomo
diceva allora.
momenti
autonomie
compongono. che, sempre e comunque, considererà
alla patria è stata
è questo che bisogna lare. Bisogna ricordarsi di
gistratuale
italiano
proprio paese una forma
il
lo
propri connazionali,
mente, buona parte dei problemi inaugurati dall'autoritarismo omicida dei Savoia.
vis-
suto e morirò italiano, un libero e fedele italiano, che
Barcellona "capitale morale", così
se,
tra-
vità di polizia
cuore amministrativo e commerciale di quel
paese, così
le,
che eviden-
queU'occasione,
Catalogna. Questa importante regione spagnola, è
di fatto
le
depreca-
confessare di essere rimasto
Risultò poi in questa circostanza to di
paese Basco: attenzione, quella è gente
il
San Marco,
di Piazza
ma debbo
che questi erano disarmati).
gine storica che abbiamo di quel paese iberico (c'è solo
fatti
morte.
esempi di decentramento amministrativo
gli
porto con
i
si
Spagna.
alla
mitteleuropeo (Belgio, Olanda, Germania la
ma
odierni "Land" germanici,
guardare accuratamente
derazione
i
certamente,
scinavano con brutalità uno dei manifestanti (ricordo
larghe autonomie caratterizzanti l'Impero au-
le
anche
Ricordo
ziavano quattro carabinieri che,
Si tratta di ridare fiato a sistemi istituzionali
sono
li-
rispetto.
il
di qualsiasi valenza e prove-
alla violenza,
nienza essa
sa propria".
ma anche sen-
pensare di potere usare sistemi vio-
per giungere a quell'obiettivo.
Guai
in ca-
di potere essere ascoltati e di potere co-
progetto istituzionale, certo,
il
in
il
bene del pae-
tempi
fisiologici,
libertà del
suo paese e per
che sarebbero venuti dopo
la
grandezza degli
di lui.
(
,ioè
italiani
per me.
2}}
Ed
C'è quindi un patto fra
Un
Non
è questo ciò che conta.
patto scritto con
spetterò.
E una
il
me
suo sangue
di ragazzo,
che
io
ri-
questione di riconoscenza.
La seconda e la terza persona sono miei due figli, che ho cresciuto in un semplice rapporto di civiltà con i
che li ha visti nascere e diventare uomini ho sempre loro dipinto con enfasi e amore. Quella collettività non è mai stata anonima per noi tre, ma ha sempre avuto un nome: Italia. E quando erano bambini, per loro, ero io che la e che io
rappresentavo.
2Ì4
di coerenza.
L'ultima persona è una donna, ormai molto anziana, che ancora oggi attende della
la collettività
una questione
lo scorderò, è
e Rosario Ammirato.
squadra nazionale
time occasioni
in cui essa
tare l'inno nazionale e
Quella donna mi
con fervore gli incontri quanto sono le ul-
di calcio, in
possa avere
vedere garrire
la gioia di ascolil
tricolore.
ha allevato nel culto del rispetto
dei miei fratelli italiani e nel culto della patria.
Quella donna è mia madre e anche con
lei
c'è
un
patto e una promessa.
E,
È una
si sa,
una promessa
è
una promessa. Per sempre.
questione d'onore.
Ruberto Sgarzi
Appendice Una
bella favoletta
"Di Umberto, detto
il
lupo mannaro,
no, chissà perché, cattedra era responsabile di
Si trattava di scegliere, fra
Esiste in Padania una favola, sicuramente frutto
popolo
della fantasia del
locale,
che racconta quanto
venti bravi ragazzi:
E
lui
solo
ti
una cittadina meridionale chiamata Burlotta. Questi era un bra\'o signore, buono e gentile e ben sapeva che il "posto" che egli aveva così ottenuto, era sì il frutto di tanto suo lavoro, ma sapeva anche che quell'incarico era
Le
tanti favori e di tanti viaggi a
le
Roma
e di tanti
buono, che era stato inviato
di quello
lio,
litri
d'o-
non
solo:
a tante
piccole crocettine, su tante piccole schedine, che "illustre zio,
uomo
quali naturalmente da
cambio
in
suo
panza", aveva fatto fare a tante
di
brave donne e tanti buoni uomini delle loro dato loro
il
uomo
del favore, tante piccole cose co-
Eh sì lo zione era domandava un favore
me... chili di pasta, uova, scarpe ecc.
uomo gli
buono... difficilmente, se
veniva rifiutato.
per ottenere
"posto" del
il
deUa partenza
"l'illustre zio"
e
momento
al
non
scordarti
buon
nipote, di quello che
nato. Vai e restituisci Il
il
viaggio fu lungo e faticoso e
Oddio gente
ta...
delle leggi,
in
è stato do-
favore".
paese diventava sempre finalmente giunse
ti
meno
il
sole risalendo
splendente e caldo,
uno strano paese
di
il
ma
mangiapolen-
seria, onesta, laboriosa e rispettosa
ma anche un
po' sospettosa. "Chissà poi
perche, torse sono razzisti"... pensò fra sé e sé e non
sapeva bene cosa significasse,
ma
l'aveva sentito dire
nella televisione nazionale, che ave\'a poi sede in Burlotta e gli piaceva tanto.
Mettendosi seguente
L'iliilui
gli
al
lavoro, nel
Il
nuovo
ufficio,
e le ire Udlie
clic
il
giorno
chiamava-
vincitori erano risul-
emerso che
lombardo, o
il
il
il
parla-
romanesco, chi
trentino, o l'emiliano e
ma
la
contusione
nostro eroe, che era stempiato, faceva largo uso
profumata
pelli
che dava
brillantina,
uno splendore
neri
preoccupato per
da
il
ai
suoi lunghi ca-
inusitato. Egli
pensò:
tarsi e
"Ma
era
molto
questa è una
Disfida di Burlotta!". Esisteva in quei tempi, proprio nella sua Burlotta,
una buona fatina e ad essa
si
ché essa andasse ad aiutare
rivolse "l'illustre zio" per-
il
nipote tanto lontano e
in
tanta difficoltà.
Eh
sì...
perché
l'aiuto dello zio
stono
le
La la
non
con l'ottenimento del "posto"...
suo consiglio c'erano sempre, e
"buone
fatina
famiglie",
buona, che
si
si
in
il
si
era certo
ri-
suo aiuto e
il
questo che consi-
disse.
chiamava Consigliora, con
sua bacchetta magica diede un colpettino sulla testa
del
buon nipote (un
cia,
dissero alcuni) ed ecco che subito successe una co-
sa maravigliosa...
po' un invito e un po' una minac-
furono immediatamente nominati
i
venti vincitori del concorso e risultò... cosa maravigliosa
che
tutti
parla\'ano
sa maravigliosa... tutti lo
la
stessa lingua, perché... co-
provenivano dallo stesso picco-
paese del "buon nipote" e deir"illustre zio"
cosa maravigliosa,
tutti
i
vincitori
di cui,
erano devoti seguaci
e ammiratori.
Ecco quindi che, parlando scese
dissero che quell'incarico
i
era poi
era grande.
lo salutò al limitare della porta, alto e
baffuto qual era, dicendogli austeramente... "e ora
alla fine
ma sempre
bravissimi,
Alcuni dicevano che era giusto,
solto
consumato buon nipote
Sette paia di scarpe avea
là in
ambi-
disfide precedenti dirette dal suo predecessore,
siciliano, chi
parti, ai
di cuore qual'era, aveva
a conferire gli
così via.
di
posto" era anche dovuto
"il
bravo nipote", sarebbe stato
tenzone e infine
\'ano lingue terribilmente diverse, chi
nella capita-
e in Settentrione a chi di dovere.
Ma
tati sì
il
Bel paese, solo
migliori.
i
erano state durissime e
risultato di tante telefonate e di
il
il
doveva dare loro un premio e do-
premi.
tedra universitaria che un bel giorno degli anni Ottan-
un autorevole signore proveniente da
si
lui, "il
alto a dirigere la
C'era una volta, in quella lontana regione, una cat-
cinque volte cento pre-
tendenti, che provenivano da tutto
vex'ano essere
segue.
ta fu acquisita da
un com-
pito molto difficile.
e di tanti signori per bene".
la
pace
in
tutti la stessa lingua,
quel difficile paese.
L'"illustre zio",
per festeggiare questa bella cosa,
dal paese natale lece avere a tanii amici in Settentrio-
2)}
ne
tanti
bianca
litri
come
tanto ed
egli,
neve, perché quella polverina piaceva
la
uomo
che era un
zucchero e voleva che
gli
di cuore, disse
che era
amici avessero sempre
il
caffè
Oh, gran bontà ne tornò
convocata per
il
alla
sua Burlotta, in attesa di essere
prossimo concorso.
che disse che qualcosa non
gli
piaceva in
tutti
quegli
mandava
Era
concorso di cui
si
a costoro infatti
buono
l'olio
e,
come
tutti
tutti
amici
che r"illustre i
vincitori del
è detto, provenivano dallo stesso
Ma subito arrivarono due grosse guardie con un giudice
alto,
i
baf-
duro, severo e nero chiamato Sal-
vatore Di Paolo, questi era
cattivo fu giustamente portato via in cate-
ne, disse la gente che era
un
nazista e tutti applaudirono.
orribile razzista, fascista,
La
televisione, incaricata
Ma non
riprese
un uomo
del
scena.
popolo che
in
un an-
golo, nell'impossibile lingua ostrogota del luogo disse:
"Par
me qué
ai
suzed un gran casein" (secondo
me, qui succede un pandemonio).
avvenimenti meravigliosi.
uno che andava per
Nessuno capì capì dopo...
ma
al
momento
cosa volesse dire.
Lo
si
era troppo tardi.
le spic-
suoi tribunali erano rapidi ed efficienti, mica co-
ce,
i
me
quelli europei:
agli inquisiti
con qualche buon
ecco pronte
pronte
lì
sul tavolo.
"tratto di corda"
le confessioni
erano già state preparate da
236
zio"
dall' "illustre zio", riprese tutta la
E così vissero tutti felici e contenti. Tutti meno un uomo del luogo (tale Umberto, persona assai cattiva)
e
quei signori erano anch'essi
deir"illustre zio".
L'uomo
dei cavalieri antiqui!
infine l'ultima cosa maravigliosa: Fatina Consi-
gliora se
fi
tutti
paesino del ridente sud del Bel paese.
dolce.
Ed
Eppoi
di olio e tante belle bustine di polvere
che del resto
solerti funzionari
ed erano
Stretta è la soglia, larga è la via, HO DETTO LA MIA.
DITE la vostra, CHE
Roberto Sgarzi
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in «Storia illustrata»,
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University of California Library
Los Angeles This book
is
DUE on the last date stamped below.
310/825-9188 APR ]
4
?(ìof)
Finito di stampare nel dalla Grafiche
mese
di
marzo 2001
Damiani (BO)
Il
L 008 371
Nella nostra penisola, dall'antichità ad oggi, guerre.
tato a scatenare gli
-
vincitori
I
loro "storici di corte" per ricostruire, spesso infedelmente,
i
eventi storici in
menzogna Ecco perché di
colarmente
sono combattute tantissime tempo - non hanno esi-
si
sotto ogni bandiera, latitudine e
modo da porsi in una luce favorevole, spargendo ogni tipo
sugli sconfitti. nella lunga e affascinante storia del nostro paese, è cosa parti-
difficile
distinguere fra
ma non
che, frequentemente,
la verità e la storia ufficiale
sempre, coincidono con
e scolastica
versione popolare.
la
L'autore ha scelto alcuni degli episodi salienti della nostra storia, anche recente, cercando di riportare equilibri e \'erità spesso assenti
oppure volu-
tamente ignorate.
Questa ricerca ha conseguenza,
Non re
ci si
che
l'obiettivo di dimostrare
hanno avuto
centrale e quella meridionale
l'Italia settentrionale,
nei secoli storie
quella
molto diverse
e, di
culture locali difformi tra loro.
aspetti
però di reperire notizie storiche finora ignote poiché l'auto-
ha attinto a studi autorevoli
piii
o
meno
noti,
riportandone valutazioni e
conclusioni già conosciute dagli specialisti.
Ciò che
questo lavoro è
l'ha spinto a
limitato di italiani è
numero
al
convinzione che un numero troppo
la
corrente di alcune ormai inconfutabili verità, nono-
di appassionati di storia aumenti,
stante
il
modo
affascinante.
Molti, moltissimi studiosi, ad esempio,
conoscono
giorno dopo giorno,
in
san-
la tragica verità sulla
guinosissima conquista del meridione d'Italia ad opera di un numeroso e
determinato esercito sabaudo,
ma
pide recenti aperture di alcuni
testi scolastici.
Certe
verità, del resto,
tempo
e la
la patria
non sono sempre
menzogna hanno
Questo velo è fatto definito "amore per
pochissimi
riportano, nonostante le
la
così scoperte
ed
attingibili: a volte
che persone, pagate per questo, hanno a volte
di tabù
l'unità della patria". L'autore
crede che
il
vero amore per
consista nel rispetto della verità ed è perciò convinto che
come suoi modelli Indro Montanelli, Giordano Bruno Guerri Romano; riuscire in qualche modo a ricordarli è la sua speranza.
Roberto Sgarzi è nato e vive
a
a
Bologna, dove svolge
medico stomatologo. Non
lungo dalla sua
città,
ma
fin dai piij teneri
grande amore è
anni
il
Ha suo
stata la storia, soprat-
tutto l'Ottocento risorgimentale e vita della
788883"420702'
motivi
€23,3
turistici
o di
ricerca storica,
ha girato in lungo e
in
largo
l'Europa e sostiene
di
l'Italia
e
trovarsi a casa propria in ogni luogo,
anche L. 45.000
la
gente della valle del Po. Per
professionali,
se è sotto le
Due
è
pro-
mai allontanato
Torri che
respiro è particolarmente lieve.
si
nella cultura, nella politica
e nella pubblica amministrazione.
saggio,
si
la
che ama profondamente e dove
impegna nell'associazionismo,
ISBN 88-8342-070-5
la cre-
la giustizia.
L'autore ha
fessione di
il
calato un velo che deve essere rotto e asportato.
scente cultura della nostra gente riporterà
Sergio
tie-
il
suo
scritto novelle e
un
e