Jasmine Cresswell
Mercanti di Morte The Inheritance © 2000 CAPITOLO 1 Suo padre stava morendo, e Isabelle Joubert era c...
24 downloads
729 Views
1MB Size
Report
This content was uploaded by our users and we assume good faith they have the permission to share this book. If you own the copyright to this book and it is wrongfully on our website, we offer a simple DMCA procedure to remove your content from our site. Start by pressing the button below!
Report copyright / DMCA form
Jasmine Cresswell
Mercanti di Morte The Inheritance © 2000 CAPITOLO 1 Suo padre stava morendo, e Isabelle Joubert era così arrabbiata che non aveva detto una sola parola da quando era salita sull'aereo all'aeroporto O'Hare, tre ore prima. Temeva che se avesse aperto bocca avrebbe cominciato a inveire contro chiunque avesse avuto la sfortuna di trovarsi a portata di voce. Oppure si sarebbe messa a singhiozzare e non sarebbe più stata capace di fermarsi. Non avrebbe pianto perché amava suo padre. Naturalmente no. Avrebbe sparso lacrime di rabbia, perché era così maledettamente infuriata per come Marc Joubert aveva scelto di indirizzare malamente i suoi talenti e di sprecare la sua vita. Secondo quanto le aveva riferito sua madre, a Marc restavano pochi giorni di vita, forse anche solo poche ore. Entro breve tempo sarebbe stato troppo tardi, per lui, per fare ammenda, troppo tardi per tutto, a parte i rimpianti. Dio sapeva che Isabelle ne aveva un'infinità, mentre, molto probabilmente, suo padre non ne aveva alcuno. Con il suo solito, spregiudicato aplomb, avrebbe affrontato la prospettiva di incontrare il suo Creatore senza neppure una punta di rimorso o di apprensione. Perché avrebbe dovuto avere paura? Aveva sempre avuto una coscienza flessibile e una suprema fiducia nelle proprie capacità. Aveva trattato con Saddam Hussein, e aveva avuto la meglio. Aveva trattato con una delle frange più sanguinarie dell'IRA e ne aveva ricavato un bel profitto. Quando l'esercito sovietico era stato spedito in Afghanistan aveva venduto missili Stinger a tre diverse fazioni di ribelli afgani e ne era uscito incolume. Nell'immaginazione di suo padre, varcare i cancelli di San Pietro sarebbe stata una sfida da prendere a malapena in considerazione. Belle pagò il tassista, aggiungendo una generosa mancia per scusarsi di non aver detto una parola, e nell'aria afosa attraversò il marciapiede che la separava da quella condizionata dell'entrata del Good Samaritan Hospital di Miami. Quando aveva lasciato il suo ufficio di Chicago, il clima era insolitamente fresco per una giornata di fine settembre. Là, a Miami, l'aria era abbastanza calda e umida da incollarle addosso il tailleur grigio di lino. Jasmine Cresswell
1
Mercanti Di Morte
Sistemò meglio sulla spalla la borsa da viaggio frettolosamente preparata e si impose di non apparire ansiosa. Per essere una donna che andava fiera di tenere le proprie emozioni sempre sotto controllo, le sue tecniche in proposito si erano dimostrate scarsamente efficaci, da quando aveva ricevuto la telefonata di sua madre. L'ospedale era immenso, e Belle si rese conto che avrebbe dovuto chiedere indicazioni. Era capace di parlare in modo civile? Chiuse gli occhi, respirò a fondo parecchie volte e riuscì a ricacciare la rabbia nel nascondiglio profondo che aveva appositamente costruito dentro di sé durante due anni di costosa psicoterapia. «Sono qui per vedere Marc Joubert» spiegò alla volontaria dai capelli grigi al banco informazioni. Si concesse una pausa poi aggiunse: «Ha avuto un intervento a cuore aperto ed è in terapia intensiva». Fu un sollievo sentire che la sua voce suonava calma e cortese. Belle lasciava volentieri il gusto per il melodramma agli altri membri della famiglia. I suoi genitori e i suoi fratelli erano capaci di trasformare un toast bruciato in un'opera tragica in quattro atti. La volontaria sbirciò una lista che aveva davanti. «Sì, il signor Joubert è in questo ospedale, ma le visite sono limitate ai parenti stretti.» Grazie a Dio, non è ancora morto. «Sono sua figlia. Isabelle Joubert.» All'improvviso, la sua voce era gravida di lacrime. Belle scosse leggermente la testa per schiarirsela e mostrò la patente di guida dell'Illinois per provare la sua identità, aspettando pazientemente mentre la volontaria cercava il suo nome sull'elenco dei visitatori ammessi. Anziché accrescere la sua tensione, l'indugio la calmò. Belle capiva la necessità di regole e approvava le misure di sicurezza nei luoghi pubblici. Anzi, approvava le norme e i regolamenti in generale, visto che rendevano la vita più civile e ordinata. Avrebbe solo voluto che gli altri membri della sua famiglia la pensassero nello stesso modo. La volontaria sorrise, tendendole un tesserino di plastica. «Grazie per la pazienza, signora Joubert. Ho trovato il suo nome, perciò può salire. Questo è il suo pass. La terapia intensiva è nell'ala ovest.» Indicò alla sua sinistra. «Può prendere quegli ascensori laggiù. Al quinto piano, segua le frecce.» Il reparto di terapia intensiva era a notevole distanza dagli ascensori. Jasmine Cresswell
2
Mercanti Di Morte
Belle percorse rapidamente i corridoi, lottando contro le immagini dell'ultima volta in cui aveva visto suo padre, sette anni prima, che le si affollavano nella mente. Marc Joubert era stato un vigoroso sessantenne, a quel tempo, ancora nel pieno delle sue forze, un maestro di fascino finalizzato alla manipolazione del prossimo. La turbava ricordare che se non fosse stato per Sandro Marchese e per il suo disperato bisogno di allontanarsi dal fallimento della loro storia, probabilmente avrebbe ceduto alle blandizie di suo padre e sarebbe rimasta a Miami. Era un'ironia che un mascalzone come Sandro avesse il merito di averla spinta fuori dal sudicio nido di famiglia, mandandola a finire in un mondo di onesto, legale lavoro. Belle odiava quel ricordo, come tutti gli altri che riguardavano suo padre. Non perché Marc fosse stato crudele e vendicativo, ma perché era sempre stato il padre ideale. Perché non poteva essere un mostro che picchiava la moglie e tormentava i figli? Perché doveva essere così maledettamente amabile... così ragionevole nelle sue seducenti giustificazioni? Come al solito, lei non poté trovare una risposta a quelle domande. Marc Joubert era la prova vivente che era possibile essere nello stesso tempo un devoto padre di famiglia, un buon vicino di casa e un mercante di morte senza scrupoli. Belle rallentò il passo sotto il peso dei ricordi pieni di dolore e di rimorso. Che cosa ci faceva lì? A dispetto di sette anni di tentativi, non era mai venuta a patti con il passato. Aveva solo trovato il modo per tenerlo sepolto dove non poteva più farle male. Quel viaggio avrebbe riaperto vecchie ferite e le avrebbe fatte sanguinare di nuovo. Ma, a quanto pareva, il sentimento era più forte della ragione, e lei continuò a camminare, anche se quando scorse l'ufficio delle infermiere fu sul punto di girare sui tacchi e tornare di corsa agli ascensori. Alla fine, però, fu spinta avanti dal primordiale bisogno di vedere suo padre ancora una volta, prima che morisse. «Sono Isabelle Joubert» annunciò a un'infermiera, mostrandole il pass. «Sono qui per vedere Marc Joubert, mio padre.» «Sì, certo. È nella stanza 506. Sua madre è con lui, ma suo fratello e sua sorella sono appena scesi al bar. Sono rimasti al suo capezzale per cinque ore filate, dall'inizio del mio turno.» L'infermiera le scoccò un'occhiata comprensiva e le porse un fazzoletto di carta. Belle si rese conto che, nonostante tutti i suoi sforzi, stava piangendo... per la frustrazione, la confusione e il dolore delle vecchie ferite, decise. Non poteva essere Jasmine Cresswell
3
Mercanti Di Morte
perché suo padre stava morendo. Non voleva che fosse perché suo padre stava morendo. Si soffiò il naso, raddrizzò le spalle e andò alla porta che l'infermiera le aveva indicato. Bussò leggermente ed entrò. Sua madre era seduta accanto al letto, tenendo la mano di Marc. Carole Joubert non aveva nulla del calore e dello spirito del marito, in compenso possedeva una riserva illimitata di emozioni viscerali. Anche se lei e Belle non avevano mai avuto un rapporto particolarmente affettuoso e non si vedevano da sette anni, non appena scorse la figlia maggiore scoppiò in un fiume di lacrime, stringendola fra le braccia e singhiozzando, come se ogni secondo di separazione fosse stato un tormento per lei. «Credevo che non saresti mai arrivata...» mormorò, asciugandosi gli occhi. «Tuo padre ha chiesto di te fin da quando è uscito dalla sala operatoria. Non sapevo che cosa dirgli. Temevo che non venissi. Sei stata così fredda e ostile al telefono. Tu non hai mai amato nessuno di noi, non è così?» Carole si sciolse di nuovo in lacrime. Belle respirò a fondo. «Mi dispiace, mamma, ho preso il primo aereo sul quale sono riuscita a salire. Non intendevo sembrare ostile, ma ero in riunione e non era facile parlare.» La sola risposta di Carole fu soffocare i singhiozzi in un mare di fazzoletti di carta. Sentendosi in colpa Belle si liberò dall'abbraccio della madre e lanciò una rapida occhiata verso la figura nel letto. Dovette deglutire prima di poter parlare. «Come sta papà?» Non avrebbe dovuto chiederlo. Le lacrime di Carole aumentarono d'intensità al punto da non permetterle di parlare, e questo fornì a Belle la risposta alla sua domanda. Versò alla madre un bicchiere d'acqua fresca e la ricondusse gentilmente alla sua sedia. «Riposati qualche minuto, mamma. Forse potresti perfino tentare di dormire un po', adesso che sono qui io. Devi essere esausta.» «Non potrei dormire» affermò Carole, con improvvisa compostezza. «Per l'amor del cielo, tuo padre sta morendo. I medici dicono che tiene duro solo per forza di volontà, e potrebbe andarsene da un momento all'altro.» «Papà ha sempre avuto una gran forza di volontà, questo è certo» convenne lei, secca. «In effetti è l'uomo più cocciuto che io abbia mai Jasmine Cresswell
4
Mercanti Di Morte
conosciuto in vita mia.» Carole corrugò le sopracciglia. «Belle, sei proprio impossibile. Non è questo il momento di rivangare i contrasti passati, tanto più che eri tu dalla parte del torto.» «Scusa.» Belle non fece alcun tentativo di difendersi. Lei e sua madre avevano caratteri così diversi che spesso si fraintendevano. Ma poiché aveva deciso di andare a Miami, si era anche ripromessa di non litigare con Carole, né con alcun altro membro della famiglia. Si avvicinò al letto, e la rabbia e la frustrazione si fusero in un dolore così intenso da soffocarla. Si chiese se trovarsi faccia a faccia con la morte era più facile ai vecchi tempi, quando la gente moriva a casa sua, senza monitor lampeggianti e numeri digitali che rivelavano l'inesorabile affievolirsi delle funzioni vitali. Aveva creduto di essere mentalmente preparata a vedere suo padre moribondo, ma scoprì che era ben lungi dall'essere pronta ad affrontare quel conto alla rovescia, secondo per secondo, verso la fine. Voltando le spalle ai grafici elettronici, Belle si insinuò fra le macchine e il letto, in modo da poter prendere la mano di suo padre. Era asciutta e leggera come carta, nella sua stretta, legata alla vita solo dagli aghi e tubi inseriti nella carne martoriata. Belle sbatté le palpebre e fissò la parete, perché, tutt'a un tratto, era troppo doloroso guardare quell'uomo morente che era suo padre. L'uomo che era stato l'idolo della sua infanzia e il faro della sua adolescenza. Sentì la voce di Carole, alle sue spalle. «Guarda, sta aprendo gli occhi. Non so se sarà in grado di parlarti. A volte ne ha la forza e a volte no.» Lo sguardo di Marc Joubert vagò per un momento, poi si fissò sul viso di Belle. Ci volle un lungo istante perché la riconoscesse. Poi, la sua bocca tremò in un sorriso. «Isabelle, la mia bellissima bambina. Sei venuta.» Con il cuore disperatamente stretto in una morsa, lei ricambiò il sorriso. «Ciao, papà. Sono venuta non appena ho saputo che stavi male.» «Non potevo andarmene senza rivederti.» Il sorriso di Marc svanì in una smorfia. «Non... piangere, piccola.» Lei sentiva le lacrime che le rigavano le guance. Si guardò attorno in cerca di una scatola di fazzoletti di carta, ma non la vide. A quel punto si Jasmine Cresswell
5
Mercanti Di Morte
strofinò gli occhi con le nocche. «Va bene, non piangerò.» Marc cercò di accarezzarle la guancia, ma non aveva la forza di sollevare la mano, con tutto il peso degli aghi e dei tubi. Belle gli sfiorò delicatamente il viso con le dita e lui chiuse gli occhi, scivolando di nuovo per qualche secondo nell'incoscienza. Quando li riaprì, il suo sguardo rimase per un momento vacuo. «Isabelle, bambina mia. Sei ancora qui. Temevo di averti sognata.» «No, sono davvero qui. È bello rivederti, papà.» «E allora perché piangi?» Belle scosse la testa. «Non piango. Sono solo contenta che tu stia abbastanza bene per parlare.» «Parlare è sempre stato il mio forte.» Con visibile sforzo, Marc la mise a fuoco, facendo appello alla sua famigerata forza di volontà per avere la meglio sulla debolezza e sulla confusione indotta dai farmaci. Il Marc Joubert che Belle ricordava era di nuovo padrone della situazione, almeno per il momento. «Meritavi un uomo migliore di me, come padre, Belle.» Il vecchio Marc Joubert non si sarebbe mai scusato, non avrebbe mai ammesso alcun possibile fallimento da parte sua. Lei chiuse gli occhi, non sapendo come reagire a quelle parole inaspettate. Alla fine, smise di lottare contro la verità e si chinò sul letto per appoggiare la testa sulla spalla di suo padre, come aveva fatto tante volte da bambina. «Ti voglio bene, papà, e quando ero piccola pensavo che fossi il padre migliore che una bambina potesse avere.» «Anch'io ti voglio bene.» Le dita tremanti di Marc le sfiorarono i capelli. «Dio, Belle, mi sei mancata tanto. Eri una bambina così felice. Sempre ridente... anche quando eri un'adolescente che traboccava ribellione da tutti i pori. Non hai idea di quanto mi sia mancato il suono della tua risata.» Era davvero stata una ragazzina che rideva facilmente? Era difficile ricordare un tempo in cui fosse abbastanza spensierata da ridere. Il periodo oscuro dei suoi vent'anni si frapponeva tra la bambina felice che suo padre ricordava e la donna seria, laboriosa, che era diventata. Non salendo che cosa dire, Belle rimase in silenzio. Era un meccanismo di difesa che aveva sfruttato anche troppo, negli ultimi anni, pensò cupamente. Anche ora, sul letto di morte, Marc Joubert era un negoziatore tanto abile da sapere quando era il momento di cambiare discorso. Le accarezzò Jasmine Cresswell
6
Mercanti Di Morte
un'ultima volta i capelli, poi parlò bruscamente. «Belle, ho bisogno del tuo aiuto.» Lei si irrigidì, subito sulla difensiva, e si rialzò. Suo padre la guardò con un'espressione colma di rimpianto. «Non temere, non ti sto chiedendo di violare quei tuoi noiosi valori morali suburbani.» «Suburbano non è una parolaccia, sai.» La reazione era stata istintiva. Belle si trattenne a stento, poi ricominciò da capo. «Che cosa vuoi che faccia, papà? Ti aiuterò, se posso.» Prima di rispondere, Marc guardò la moglie, che gli sorrise ansiosamente. «Marc, tesoro, non stancarti. Sai che cosa hanno detto i medici...» «Sicuro, lo so. Hanno detto che sto morendo.» «No.» Il sorriso di Carole svanì, e le lacrime presero di nuovo il sopravvento. «No, hanno detto che devi riposare per recuperare le forze...» «E lo farò, non appena avrò parlato con mia figlia...» sospirò Marc stancamente. Belle fece un cenno alla madre, indicandole i monitor che stavano oscillando paurosamente. Carole si rannicchiò sulla sedia, singhiozzando, e lei prese la mano di suo padre. «Ti ascolto, papà. Se è qualcosa di legale, mi impegnerò al massimo per fare tutto ciò che vorrai.» «È legale. Proprio come piace a te.» La voce di Marc era diventata così fioca e tremante che Belle dovette mettergli quasi l'orecchio sulla bocca per sentire quello che stava dicendo. «C'è un dischetto di computer nel mio studio, a casa. È nascosto dietro la tua fotografia. Sull'etichetta c'è scritto Beneficenza. Prendilo, Belle.» «Lo troverò. Vuoi che te lo porti qui? Oppure potrei stampare le informazioni che ti occorrono.» «No.» La voce di Marc tremava per l'ansietà. «Non far sapere a nessuno che l'hai tu. A nessuno, capisci? Tienilo al sicuro e usalo dopo la mia morte. Ho bisogno che tu metta le cose a posto, Belle.» «Facendo della beneficenza? Non hai disposto niente nel tuo testamento?» Gli occhi di Marc si andavano di nuovo velando. Il grido di Carole acquistò una nota di isterismo. Spingendo da parte Belle, la donna si gettò sul corpo del marito, supplicandolo di parlarle ancora una volta. Jasmine Cresswell
7
Mercanti Di Morte
La linea piatta dei monitor spiegava perché quello che un tempo era stato il potente Marc Joubert non poteva rispondere. CAPITOLO 2 Più di quattrocento persone affollarono la chiesa per il funerale di Marc Joubert, che rivaleggiò, in grandiosità e ipocrisia, con quello di un re della malavita degli anni Trenta. Gli amici e i vicini eminenti che richiesero il privilegio di pronunciare un'orazione funebre per il caro estinto furono così tanti, che Carole ebbe una crisi isterica al pensiero di fare una scelta fra i contendenti, e Belle si ritrovò sulle spalle lo sgradevole incarico di salvare la situazione. Lo fece con il semplice metodo di mettere i nomi dei dignitari in competizione fra loro nel cappello da pesca di suo padre ed estrarre a sorte quattro vincitori. Il suo improvvisato sistema di selezione funzionò egregiamente, visto che le persone intervenute al funerale non avevano alcun interesse a sentire la verità. Le orazioni funebri non sarebbero potute essere più piene di apprezzamenti se Marc Joubert fosse stato la risposta americana a madre Teresa di Calcutta. Il vescovo lodò le sue virtù di marito amoroso, padre saggio, amico leale e generoso sostenitore della chiesa. Il capo della polizia di Miami lo definì un cittadino modello, i cui sforzi in favore dei membri meno fortunati della comunità erano divenuti leggendari. Il sindaco, che stava conducendo una serrata campagna per la rielezione, colse l'occasione per celebrare l'attaccamento di Marc ai valori tradizionali della famiglia, e si espresse con frasi brevi che avrebbero fornito ai notiziari serali opportuni squarci del suo discorso. Il presidente della camera di commercio, infine, coronò il tutto ricordando con eloquenza il vitale contributo di Marc come pioniere del commercio internazionale. Belle rifletté sul fatto che niente cancellava le macchie meglio del denaro. In netto contrasto con la sua cinica figlia, Carole non diede alcun segno di ritenere che tutte quelle lodi tributate a Marc potessero essere un tantino eccessive. Sostenuta dal figlio e dalla figlia minore, oltre che dal genero, pianse per tutta la durata della messa funebre. I suoi singhiozzi, virtualmente ininterrotti da tre giorni, fecero da contrappunto alle voci del coro. Evan, il genero, si era auto nominato custode dei fazzoletti di carta. Jasmine Cresswell
8
Mercanti Di Morte
Gliene porgeva uno asciutto a intervalli appropriati, assieme a mormorii di conforto... ma niente poteva arginare il fiume di lacrime di Carole. Belle, una delle poche persone a occhi asciutti presenti in chiesa, sedeva in fondo alla panca della famiglia e guardava fisso davanti a sé, disorientata da quell'ostentazione di dolore per la dipartita di un mercante di morte. Avrebbe voluto offrire qualche conforto a sua madre, ma non riusciva a trovare le parole per esprimere ciò che provava, e meno che mai per confortare qualcun altro. Invidiò l'intimità fra i suoi famigliari e la loro capacità di esprimere così liberamente il loro dolore. Suo padre si era goduto la vita con un calore tutto mediterraneo, e aveva insegnato ai figli a fare altrettanto. Purtroppo, Belle aveva perso la capacità di ridere e piangere tanto facilmente, proprio quando aveva scoperto che suo padre era uno dei più ricchi criminali del mondo. Il suo rapporto con Carole e Tony non si era mai più rinsaldato, dopo quella sconvolgente scoperta, anche se era rimasta in termini piuttosto amichevoli con Marisa. Il fatto che la sorella minore si fosse allontanata dalla famiglia giovanissima aveva fatto sì che loro due potessero conservare una parvenza di rapporto normale, benché evitassero ancora cautamente tutti gli argomenti riguardanti il padre e le attività commerciali della famiglia. Priva del conforto delle lacrime, Belle non aveva alcuno sfogo per il peso soffocante della sofferenza che le stringeva il cuore e le faceva dolere lo stomaco. Il sarcastico distacco, scoprì, non era un valido sostituto delle lacrime come metodo per alleviare il dolore. Il corteo di macchine che scortò i resti di Marc dalla chiesa al cimitero impiegò venti minuti ad attraversare ciascun incrocio e richiese una mezza dozzina di poliziotti in motocicletta per controllare i conseguenti ingorghi del traffico. Dopo la sepoltura, duecento dei più stretti e influenti amici di Marc confluirono a casa per consumare le costose tartine e presentare di persona le loro condoglianze. Belle riuscì a resistere per più di due ore, con un sorriso educato stampato sul viso e la gola dolorante per lo sforzo di trovare le parole adatte ad accogliere le manifestazioni di cordoglio... e a subire la segreta curiosità circa il suo ritorno. Un misto di dolore e di rabbia andò gonfiandosi dentro di lei, fino a Jasmine Cresswell
9
Mercanti Di Morte
quando parve non lasciare più spazio ai polmoni per respirare. Alla fine, soffocata dal profumo dei gigli e dell'insincerità, fuggì di sopra in cerca di silenzio e di spazio. Entrò nella prima stanza deserta che trovò, lo studio di suo padre. Una volta dentro, si appoggiò alla porta, respirando a fondo. Ora che non sentiva più il vocio degli ospiti, si accorse di avere un rabbioso mal di testa. Non poteva tornare di sotto senza concedersi un po' di respiro. Andò alla finestra a abbassò le tapparelle, chiudendo fuori l'ardente sole pomeridiano. La luce filtrata era rilassante, e il pulsare della sua testa si attenuò quasi subito. Aveva sempre amato quel piccolo studio più di ogni altra stanza della casa. Era stato il vero luogo di lavoro di suo padre, diversamente dall'imponente biblioteca al pianterreno, che l'architetto aveva riempito di edizioni di classici rilegate in pelle e di poltrone antiche importate, troppo scomode per restarvi seduti più a lungo del tempo necessario per dare un'occhiata al giornale. La presenza di suo padre era più forte in quella stanza che in qualunque altro luogo, e Belle provava la sensazione che Marc dovesse entrare da un momento all'altro, chiedendo se sua moglie stesse dando un party a cui lui non era stato invitato. Marc aveva sempre amato ricevere, e sembrava vagamente indecente intrattenere tutti quegli ospiti senza di lui. Belle si aggirò per lo studio, assalita dai ricordi che aveva tenuto a bada per anni. Passò le dita sul bordo della malandata scrivania che Marc si era rifiutato di cambiare o restaurare, perché era il solo mobile che suo padre, il nonno Joubert, era riuscito a salvare dal loro appartamento di Parigi durante la seconda guerra mondiale. Aveva sentito centinaia di volte la storia di come il nonno Joubert e il prozio Pierre avevano portato la scrivania giù per le scale di servizio, mentre i nazisti bussavano alla porta principale dell'appartamento con un mandato d'arresto. Da bambina, aveva accettato quell'emozionante storia alla lettera. Più tardi aveva chiesto a suo padre perché il nonno Joubert e il prozio Pierre avevano rischiato la vita per salvare un mobile. Marc le aveva spiegato che non solo la scrivania era un caro ricordo di famiglia, ma era anche piena di documenti segreti e di disegni delle armi nemiche. Il nonno e il prozio erano membri della resistenza francese, e avevano rubato i disegni con incredibile rischio personale. Si erano perfino infiltrati nel quartier generale nazista per fotografare carte topografiche e diagrammi dei movimenti delle truppe tedesche. Jasmine Cresswell
10
Mercanti Di Morte
I documenti, diceva Marc, erano così importanti che suo padre e suo zio avevano attraversato a remi la Manica, da Calais a Dover, sfuggendo ai sottomarini e alle navi di pattuglia tedesche, per consegnarli di persona all'esercito della Francia libera in Inghilterra. I documenti erano stati esaminati dallo stesso generale De Gaulle, prima di essere usati dagli americani e dagli inglesi per aiutare a sconfiggere Hitler. A Belle piaceva ascoltare suo padre raccontare storie sulle audaci imprese compiute dai suoi famigliari durante i giorni più oscuri della guerra. Era stato solo più tardi, quando era andata a lavorare nella ditta di famiglia, che aveva appreso la parte della storia che suo padre aveva omesso: quando il nonno e il prozio si erano uniti alla resistenza e avevano coraggiosamente combattuto contro l'occupazione del loro paese da parte dello straniero, avevano anche acquisito le capacità e i contatti di base di cui avrebbero avuto bisogno per mettere su, dopo la guerra, il loro commercio, vendendo materiale bellico rubato a un mondo che sembrava deciso a far durare il meno possibile la pace conquistata così duramente. La società dei fratelli Joubert aveva prosperato fino a quando il prozio Pierre non era morto all'estero in circostanze misteriose, quando Belle era alle elementari. Erano passati anni prima che venisse a sapere che Pierre era stato assassinato quando, durante un negoziato con un dittatore africano particolarmente assetato di sangue, qualcosa era andato storto. Belle si staccò bruscamente dalla scrivania, prima che l'ondata dei ricordi diventasse troppo penosa. Respirò a fondo un paio di volte e riprese a guardarsi intorno. Anche quella sua stanza favorita era cambiata molto, negli ultimi sette anni. La tappezzeria, ora, era grigio argento, il tappeto di seta cinese. La costosa poltrona di cuoio sembrava nuova di zecca e il computer era dell'ultimissima generazione. Suo padre era stato sentimentale solo fino a un certo punto, e non aveva mai permesso a quella sua debolezza di interferire con l'efficiente gestione dei suoi affari. Marc aveva conservato la scrivania del nonno Joubert, ma non i suoi antiquati metodi di lavoro. Belle si sedette sulla poltrona dallo schienale alto e colse un lieve aroma dell'acqua di colonia importata dalla Francia che suo padre aveva usato fin da quando lei poteva ricordare. Lacrime brucianti le colmarono gli occhi, ma senza cadere. Sbatté le palpebre. Accidenti a lui. E a lei, per essere una simile idiota emotiva. Adesso smettila con i ricordi e i rimpianti. Jasmine Cresswell
11
Mercanti Di Morte
Si rese conto che era andata in quella stanza per una ragione precisa, non solo per sfuggire alla folla del piano di sotto. Le ultime parole di suo padre avevano riguardato un dischetto del computer e un elenco di donativi che voleva facesse a suo nome. Anche se non poteva cambiare il fatto che, per tutta la vita, Marc aveva venduto armi a farabutti e terroristi, lei poteva almeno soddisfare il suo tardivo scrupolo di coscienza e far sì che una parte sostanziosa dei profitti di quelle vendite fosse usata a fin di bene. Sua padre le aveva detto che avrebbe trovato il dischetto nascosto dietro una foto nel suo studio. Era un posto davvero strano, rifletté ora Belle, visto che in materia di affari Marc era stato ordinato in modo addirittura maniacale. Negli ultimi tre giorni era stata troppo occupata per riflettere sulle ultime parole di suo padre, e certo non c'era stato il tempo per provare curiosità sui particolari delle sue istruzioni o sul perché avesse scelto lei, anziché Tony o Marisa, per incaricarsi delle sue ultime volontà. Ora che aveva un momento per sedersi a pensare, era assalita dalle domande. Più di tutto, si chiedeva perché Marc aveva nascosto il dischetto dietro una foto, quando aveva un archivio costruito su misura proprio là nel suo studio. Il nonno Joubert aveva ostentato una gallica indifferenza per il governo degli Stati Uniti e il suo sistema fiscale, in compenso Marc aveva trattato l'ufficio delle imposte con grande rispetto. Dal giorno stesso in cui lui aveva ereditato la ditta di famiglia, si era assicurato di non offrire al governo la benché minima scusa per metterlo dentro per evasione fiscale. Fino all'ultimo, Marc aveva sempre tenuto minuziose registrazioni delle sue finanze personali. La contabilità era falsa, s'intende, ma scrupolosamente dettagliata, e anche prima che Belle se ne andasse da casa era già interamente computerizzata. Giusto per essere sicura che quella fosse una delle tante cose che non erano cambiate, da quando aveva lasciato Miami, Belle controllò il classificatore che conteneva l'archivio. Come si era aspettata, i cassetti erano pieni di file su file di buste di plastica per i dischetti del computer, tutti etichettati e suddivisi per argomento in un meticoloso ordine alfabetico. Rimase sorpresa di vedere che, fra i dischetti, c'era un'intera sezione dedicata alla beneficenza, ciascuno etichettato secondo l'anno, con annotate a mano le istituzioni che avevano ricevuto le donazioni. Corrugando le sopracciglia, Belle fece scorrere le buste di plastica. Se Jasmine Cresswell
12
Mercanti Di Morte
suo padre faceva donativi a istituzioni benefiche da parecchi anni, perché si era dimostrato tanto ansioso quando le aveva chiesto di incaricarsi di quelle da fare dopo la sua morte? Quelle elargizioni non avrebbero dovuto fare parte di un programma in corso, che aveva già un responsabile? Belle tirò fuori il dischetto etichettato Beneficenza 1999 e lo rigirò distrattamente fra le mani. Secondo quanto era scritto sull'etichetta, suo padre aveva donato otto milioni di dollari a istituzioni disparate, come la South Florida University e l'Esercito della salvezza, durante l'anno fiscale 1999. Erano versamenti che l'ufficio delle imposte poteva rintracciare facilmente, perciò sembrava improbabile che fossero falsi. Le donazioni che Marc voleva fare dopo la sua morte erano così rilevanti che temeva che i suoi desideri non fossero rispettati? Se era così, pensò Belle, sperava proprio che Marc avesse predisposto dei documenti a prova di bomba per sostenere le intenzioni, quali che fossero, contenute nel dischetto. Lei e la sua famiglia avevano già abbastanza motivi di disaccordo per aggiungere alla lista anche quello. Prima le cose più importanti, decise. Prima di preoccuparsi degli aspetti legali, doveva trovare le istruzioni di suo padre. C'erano foto di famiglia sparse dappertutto, sugli scaffali della libreria, sulla scrivania e sull'armadio, ma solo due erano sue, perciò la ricerca sarebbe stata facile. Belle prese le due foto e le posò sulla scrivania. Una era stata scattata mentre saliva sull'autobus della scuola, il giorno in cui aveva iniziato la prima media. Rideva, guardando l'obiettivo, con gli occhi scintillanti di malizia, i lunghi riccioli scuri raccolti in una coda di cavallo che cominciava già ad allentarsi. In mano stringeva un cestino per il pranzo di Guerre stellari e indossava un vistoso pullover di un viola fluorescente, che aveva insistito per mettersi nonostante le preghiere di sua madre perché ne scegliesse uno rosa pastello. L'altra foto era un formale ritratto in studio, fatto un paio di giorni prima che cominciasse a lavorare per la Joubert Corporation... settimane prima che la sua eccitazione per essere entrata a far parte della ditta di famiglia si trasformasse in foschi presentimenti sulla precisa natura degli affari che trattava. In quella foto aveva i capelli corti, ma i riccioli scuri le ricadevano ancora attorno al viso e gli occhi scintillavano pieni di sicurezza e di allegria, come se fosse divertita dalla posa solenne che il fotografo voleva farle adottare. Indossava un tailleur scarlatto, con enormi bottoni dorati e Jasmine Cresswell
13
Mercanti Di Morte
una scollatura di gran lunga troppo audace per un abito da lavoro. Sembrava che il suo gusto per gli indumenti vistosi non fosse cambiato molto, fra la prima media e il primo impiego, pensò Belle. Il contrasto fra quel tempo e il presente non sarebbe potuto essere più netto. I capelli erano di nuovo lunghi, ma li portava raccolti abbastanza stretti da eliminare ogni traccia di riccioli, e la sua espressione consueta era di blando distacco. Quanto al suo guardaroba, era un mix accuratamente studiato di colori neutri e tagli classici, fatti per evitare di attirare l'attenzione. Avrebbe dovuto sentirsi soddisfatta di quanto il suo gusto era maturato. Sorprendentemente, invece, provò un'acuta fitta di rammarico per la scomparsa della ragazza spensierata che era stata abbastanza audace da portare pullover viola e tailleur scarlatti. Quel sentimento la colse di sorpresa. Si rammentò che il suo attuale stile di vita le piaceva. Amava Chicago, con il suo clima stimolante e la sua vivace vita culturale. Amava vivere tranquillamente da sola, amava passare inosservata, e amava specialmente avere un compagno noioso come Donald Gates. No, non noioso, si affrettò a correggersi. Onesto. Affidabile. Premuroso. Perfino di bell'aspetto. Noioso. Belle sospirò. Okay, e così le cose non stavano andando proprio come sarebbero dovute andare, con Donald, ma quello non era il momento per analizzare perché il suo carattere fosse così carente da non saper apprezzare un uomo che aveva la stoffa del marito ideale. Gli aitanti ingegneri trentanovenni, con un impiego redditizio, senza figli né qualche ingombrante ex moglie, non erano esattamente in attesa su tre file nei bar per single. Avrebbe dovuto essere grata per quello che aveva, e smettere di volere la luna. Donald Gates era una brava persona, diversamente dagli uomini che aveva conosciuto prima di lui. Individui come Sandro Marchese, per esempio, che certamente era dotato di tutto il carisma che mancava a Donald. Purtroppo era stato anche un criminale, e apertamente infedele per giunta. Altro che carisma! Quel viaggio lungo il sentiero dei ricordi doveva cessare, si disse Belle. Non pensava più a Sandro da quando aveva completato le sue sedute con lo psicologo, e quello era un elemento di tranquillità acquisito a caro prezzo e a cui non intendeva assolutamente rinunciare. Jasmine Cresswell
14
Mercanti Di Morte
Riportò la sua attenzione sulle due fotografie. Poiché il ritratto in studio era più recente, decise di aprirlo per prima. Armeggiò con i piccoli ganci che fissavano la parte posteriore in velluto alla cornice d'argento, e impiegò meno di un minuto a scoprire che dietro la foto non c'era nulla. Rimontò la cornice e la rimise a posto, prima di aprire l'altra. E là, incollato con il nastro adesivo a un cartoncino, trovò il dischetto di cui suo padre aveva parlato negli ultimi istanti di vita, e un CDROM. Entrambi erano etichettati Beneficenza 2000, e sembravano identici ai dischetti e ai CD-ROM che Belle aveva trovato nel cassetto, a parte il fatto che la data suggeriva che fossero più recenti. Non aveva modo di sapere che cosa ci fosse di così speciale in quel dischetto e in quel CD-ROM senza inserirli in un computer e leggerli. Belle mise al suo posto anche la seconda fotografia, e stava per accendere il computer di suo padre quando fu interrotta dal cigolio della porta che si apriva. Agendo prima di avere il tempo di riflettere sui motivi, fece scivolare il tutto nella tasca della giacca e ruotò la poltrona verso la porta. Tony era in piedi sulla soglia, con aria corrucciata. Suo fratello era un bellissimo ragazzo, rifletté Belle, anche quando faceva quella faccia severa. Aveva ereditato i lineamenti della madre e il fascino del padre... una combinazione formidabile. Aggiungendo una vivace intelligenza e la migliore istruzione che il denaro potesse comprare, non ci sarebbero dovuti essere limiti a ciò che poteva realizzare. Purtroppo, aveva scelto di entrare nella ditta di famiglia e non aveva mai espresso il più piccolo scrupolo su come la Joubert Corporation realizzava i suoi profitti. Al contrario aveva detto a Belle, durante una delle loro interminabili discussioni, che la differenza fra il denaro dei Joubert e quello dei Rockefeller era che questi ultimi avevano guadagnato i loro milioni da abbastanza tempo perché il puzzo di marcio delle loro origini si fosse dissolto. Belle gli aveva fatto notare aspramente che due mucchi di letame non facevano un'aiuola di rose, ma suo fratello non si era curato di rispondere. Ora che Marc era morto, Belle sperava che Tony avrebbe interrotto la tradizione di comportamenti criminali della famiglia, e che avrebbe trasformato la Joubert Corporation in un'azienda strettamente legale. Era stanca di convivere con l'incubo che un giorno avrebbe acceso il televisore per il notiziario delle sei e avrebbe visto suo fratello ammanettato e portato Jasmine Cresswell
15
Mercanti Di Morte
in prigione per aver venduto tecnologie militari rubate a qualche gruppo di fanatici terroristi. Ora che erano soli per la prima volta dal suo arrivo a Miami, si chiese se ci fosse un modo discreto per esercitare qualche fraterna pressione per incoraggiare Tony a cogliere l'occasione offerta dalla morte di Marc. Non ci sarebbe stata una circostanza altrettanto favorevole, per Tony, per abbandonare la via dell'illegalità. Ma per quanto desiderasse migliorare il rapporto di ostilità che c'era fra loro, Belle non era certa che sarebbe stata capace di sorvolare sui punti che li dividevano. Gli affari illegali, e mortali, della famiglia si frapponevano tra loro, come una tigre che continuava a ruggire anche quando tutti si erano messi d'accordo per fingere che fosse solo un tappeto di pelliccia. Incrociando le dita, lo accolse con un sorriso stampato in viso. «Ciao, Tony. Vieni a goderti un po' di tranquillità. Stai cercando anche tu di sfuggire alla folla?» Tony non le ricambiò il sorriso. Si avvicinò, visibilmente rabbioso. «Che cosa ci fai qui, a frugare negli archivi privati di papà?» «Io non...» cominciò Belle. Poi si rese conto che, in effetti, era proprio quello che stava facendo. «Be', sì, sto frugando negli archivi di papà. Ma solo perché me l'ha chiesto lui.» «Papà ha chiesto a te di guardare nei suoi archivi personali?» La voce di Tony grondava sarcasmo. «Dev'essere perché avevate un rapporto così idilliaco, giusto? La figlia che per tutta la messa funebre non ha sparso una sola lacrima. Già, sicuro, sei esattamente la persona che avrebbe scelto per ficcare il naso nei suoi archivi.» Belle si aggrappò al bordo della scrivania e si impose di non dire qualcosa di cui si sarebbe pentita in seguito. Il suo rapporto con Tony era stato così pieno di malintesi per tanti anni, che loro due non potevano passare insieme più di qualche ora senza litigare. «Non ho alcuna intenzione di fare a chi grida più forte con te, Tony. Solo perché non ho pianto al funerale di papà, non significa che non gli fossi affezionata.» «Hai idea del dispiacere che gli hai dato quando te ne sei andata a quel modo?» Tony si interruppe bruscamente, come se rimpiangesse di aver sollevato quell'argomento. «Ti sei tagliata fuori dalla famiglia, Belle, e io non credo che papà avrebbe voluto accoglierti di nuovo.» «Puoi credermi o no, come preferisci. Ma, quale che ne sia la ragione, Jasmine Cresswell
16
Mercanti Di Morte
poco prima di morire papà mi ha chiesto di cercare un dischetto contenente delle speciali disposizioni per una somma che voleva devolvere in beneficenza. Mi ha detto di cercarlo qui nel suo studio, ed è per questo che mi trovo qui.» «Quali speciali disposizioni? Sono io l'esecutore testamentario di papà, e non so di alcuna disposizione speciale.» Belle scosse la testa. «Non ne ho idea. Non ho avuto la possibilità di inserire il dischetto nel computer prima che arrivassi tu. Ma le ultime parole di papà riguardavano questi lasciti, perciò è evidente che dovevano essere importanti per lui.» Tony strinse le labbra. «La mamma non mi ha parlato di istruzioni dell'ultimo momento da parte di papà, prima che morisse. A quanto mi ha detto, sei arrivata solo un quarto d'ora prima... prima della fine.» «Probabilmente la mamma non ha sentito quello che papà mi ha sussurrato. Era esausto, e aveva non poche difficoltà a parlare chiaramente. Ho dovuto chinarmi per sentire quello che diceva...» Tony sbuffò. «Comodo, che nessuno abbia sentito quelle ultime parole così importanti. Tranne te, naturalmente.» La pazienza di Belle si stava consumando rapidamente. «Non è affatto comodo. Non c'è niente che io voglia di meno che essere di nuovo tirata dentro i dubbi affari della mia famiglia...» «Sta' tranquilla» scattò Tony. «Se dipenderà da me, non avrai proprio niente a che fare con i dubbi affari di questa famiglia, né ora né mai. E già abbastanza brutto che abbiamo perso papà, senza dover sopportare te al suo posto.» Agguantò il dischetto etichettato Beneficenza 1999 dalla scrivania, su cui Belle lo aveva lasciato. «È questo il dischetto che papà ti avrebbe chiesto di cercare?» Lei rimase sbalordita nel rendersi conto che stava per mentire spudoratamente. «Credo di sì» rispose. «Anche se non ho avuto il tempo di controllare.» «Be', visto che sono l'esecutore testamentario e il responsabile degli affari di papà, d'ora in poi me ne occuperò io.» Tony mise il dischetto nella tasca della giacca. «Nell'improbabile eventualità che ci sia qualcosa che ti riguarda, te lo farò sapere.» Belle strinse i denti. «Okay, Tony, sei stato molto chiaro. Tu sei il figlio Jasmine Cresswell
17
Mercanti Di Morte
maschio e l'erede, e giunti a questo punto comandi tu. Ora, credi che potremmo ricominciare da capo questa conversazione? Papà è morto da meno di settantadue ore. Domani pomeriggio io sarò già in volo per Chicago. Possiamo riuscire a essere civili l'uno con l'altro per il poco tempo che passeremo insieme?» «Ne dubito.» «Potremmo almeno provare. Sarebbe bello se potessimo guardare indietro e dire che il funerale di papà è passato senza liti in famiglia.» «Non sei cambiata, vero, Belle? Sei ancora la stessa scocciatrice bacchettona che sei sempre stata.» Tony si concesse una breve pausa prima di aggiungere: «Per tua informazione, non ci sono state liti in questa famiglia, da quando tu te ne sei andata a Chicago. La mamma, Marisa e io andiamo perfettamente d'accordo. E anche Evan, quando è in città. Tu sei la sola così indaffarata a dettare leggi morali per la famiglia da farci impazzire tutti». Uscì dalla stanza sbattendo la porta prima che Belle potesse rispondere. Le sue parole la ferivano, perché temeva che fossero giuste. Tutti, nella sua famiglia, sembravano vivere felici e contenti, purché non comparisse lei a immischiarsi nei loro affari. Era così sbagliato continuare a chiedere che guardassero in faccia la realtà, che si rendessero conto una buona volta di come guadagnavano il loro denaro? A quel punto Belle si massaggiò la fronte, tentando di tenere a bada il mal di testa che era ripreso più forte. Era ancora seduta alla scrivania con la testa fra le mani quando Marisa parlò a bassa voce dalla porta. «Ciao, Belle. Hai l'aria di aver bisogno di un po' di compagnia. Posso entrare?» «Certo.» Belle accolse la sorella minore con un sorriso molto più caldo di quello che aveva rivolto a Tony. «Stavo solo cercando di radunare le energie per tornare di sotto ed essere educata con i visitatori, ma parlare con te è una scusa perfetta per restare qui.» «Sembra che la folla stia diminuendo un po', finalmente» disse Marisa. «Se restassimo qui per una decina di minuti, potremmo perfino risparmiarci un altro discorso elettorale del sindaco, quando si congederà.» «E certo uno scopo per cui vale la pena di lavorare» commentò Belle. Marisa si sedette su una poltrona, ripiegando le gambe sotto di sé. «È davvero un piacere rivederti, Belle.» «È meraviglioso anche per me rivederti. E più bella che mai, se Jasmine Cresswell
18
Mercanti Di Morte
possibile.» Marisa era stata una bambina ossuta e insignificante, che a tredici anni si era trasformata in una stupefacente bellezza, una versione più alta, più snella e più bionda della madre. La sua bocca era un po' troppo grande per una bellezza classica, ma decisamente sexy. Aveva una carnagione pressoché impeccabile e dei magnifici capelli. Era stata contattata da un'agenzia di modelle prima ancora di finire la scuola superiore, e se n'era andata da casa per proseguire la sua carriera a New York, non molto tempo dopo la partenza di Belle per Chicago. Marisa aveva avuto molto successo. Era comparsa sulla copertina di Vogue prima dei diciotto anni, e aveva girato il mondo, passando da un servizio fotografico all'altro in località esotiche. Poi, a soli vent'anni, aveva conosciuto Evan Connor, si era pazzamente innamorata, e lo aveva sposato tre mesi dopo. Avrebbero festeggiato il loro quinto anniversario in novembre, e Marisa era molto cambiata dall'adolescente estroversa che Belle aveva conosciuto prima di andarsene da casa. Aveva sofferto tre aborti nei primi due anni di matrimonio, e alla fine era stato necessario ricorrere a un intervento chirurgico perché potesse portare a termine una successiva gravidanza. Spencer, così ansiosamente atteso, ora era un vivace bambino di diciotto mesi, ed era evidente che Marisa viveva per lui. Evan sembrava, se possibile, un genitore ancora più orgoglioso. Si era mostrato molto fiero del vocabolario di suo figlio, il giorno prima a pranzo, e aveva insistito per portare fuori Belle per mostrarle come Spencer correva attorno al giardino. «Questi ultimi giorni devono essere stati particolarmente difficili per te» osservò Belle, mentre Marisa si appoggiava stancamente allo schienale. «Spencer è grande abbastanza da sentire che sei turbata, ma non tanto da capire perché lo lasci così spesso.» Marisa si ravviò una ciocca dei suoi meravigliosi capelli che le ricadeva sugli occhi. «È un po' nervoso, ma sta mettendo i denti, perciò forse lo sarebbe in ogni caso. Oggi è il giorno peggiore. Siamo via da casa già da sette ore.» «Sei fortunata ad avere una bambinaia fissa» commentò Belle. «A quanto mi hai raccontato sembra molto competente, pur essendo così giovane. Come hai detto che si chiama? Anita...» «Anita Gillespie. E ha ventiquattro anni, solo uno meno di me» rispose Marisa con una smorfia. «Per fortuna non ne ha di più, o ne sarei davvero Jasmine Cresswell
19
Mercanti Di Morte
intimidita. Evan l'ha trovata durante uno dei suoi viaggi d'affari in Inghilterra. Ha studiato in una famosa scuola inglese per bambinaie, e giuro che è un'enciclopedia ambulante di regole e norme per la corretta cura dei bambini.» «Dev'essere piuttosto rassicurante, nei momenti di crisi» osservò Belle sorridendo. «Meglio di una persona senza alcuna esperienza, in ogni caso.» «Immagino di sì. Ma Anita è così altamente qualificata che mi terrorizza.» Sembrava che Marisa parlasse proprio sul serio, e Belle provò una punta di disagio. Un tempo, sua sorella era stata anche troppo sicura di se stessa. Era triste pensare che tutti quegli aborti avevano influito sulla sua sicurezza al punto che lei ora si lasciava intimidire da una dipendente. «Stai crescendo Spencer così bene, e sta diventando un così caro bambino, che non riesco a immaginare che una bambinaia, per quanto qualificata, abbia molto da insegnarti. Inoltre, che cosa importa se Anita ha una perfetta preparazione professionale? Dopotutto, sei tu la madre di Spencer. Perciò, se Anita ritiene che un bambino debba mangiare purè di piselli tre volte al giorno e tu no... be', hai ragione tu.» Marisa parve sorpresa, ma poi rise. «Sai, hai ragione. Dovrò ricordarmene la prossima volta che darò un biscotto a Spencer e Anita mi terrà una delle sue severe lezioni sull'alimentazione infantile.» «Se diventa troppo seccante, puoi sempre licenziarla.» Marisa alzò gli occhi al cielo. «Tesoro, non vorrei offenderti, ma parli come una single senza un pensiero al mondo, che non ha mai passato ore e ore al telefono tentando di trovare una babysitter perché suo marito le ha fatto una sorpresa arrivando a casa con i biglietti per il teatro.» «Ti invidio» disse a quel punto Belle quietamente. «Per avere un bambino come Spencer vale la pena perdere un'intera vita di spettacoli teatrali.» «Sì, per lui vale la pena qualsiasi cosa.» Marisa balzò in piedi e andò alla finestra, da cui poteva vedere l'estremità del viale d'accesso, dove gli addetti al parcheggio erano molto indaffarati. «Ehi, buone notizie. Il sindaco sta salendo sulla sua limousine. Vecchio pallone gonfiato. Aspettiamo altri cinque minuti, poi potremo scendere ad aiutare la mamma Jasmine Cresswell
20
Mercanti Di Morte
per gli ultimi saluti. È talmente esausta che crollerà, se non si concederà un po' di riposo al più presto.» «Lo so, ma insiste nel dire che se cerca di dormire è peggio. Afferma che il letto le sembra troppo vuoto, senza papà accanto.» «Si ammalerà, se non stiamo attenti.» Marisa si staccò dalla finestra. «Forse Tony riuscirà a persuaderla a prendere un sonnifero, ora che il funerale è finito. Magari a lui, che è un uomo, darà ascolto.» «Naturalmente, tutti sappiamo che essere maschio è garanzia di saggezza.» «Secondo la mamma è così. Sai bene com'è fatta.» «Sì, lo so.» Belle sospirò. «Diamine, Marisa, come farà a vivere senza papà che le dica che cosa fare trenta volte al giorno? Sarà completamente smarrita.» «Dobbiamo sperare che trasferisca la sua dipendenza da papà a Tony.» «Povero Tony!» Belle scosse la testa. «Non vorrei essere nei suoi panni. La mamma è sempre stata così protetta dalla vita di tutti i giorni che credo non abbia idea di come gestire il normale andamento della casa, per non parlare delle questioni finanziarie. Pensi che capisca che qualcuno deve pagare i conti che accumula sulle carte di credito?» «Sono sicura di no, ma Tony è molto paziente con lei» rispose Marisa. «E poi ha Dave Forcier e Ray Hillmam che si occupano di gestire le sue azioni nella società.» Belle fece una smorfia alla menzione del direttore amministrativo e del legale della Joubert Corporation. «Questo dovrebbe rassicurarmi?» chiese, secca. «Non mi fido di nessuno dei due. Lo sapevi che se ho cominciato a sospettare che la società fosse infognata fino al collo in attività illecite, è stato a causa di Dave e Ray? Tanto varrebbe che se ne andassero in giro con un'etichetta che dice Mascalzone attaccata alla fronte.» «Sono cambiati, da quando li conoscevi tu» disse Marisa quietamente. «Anzi, l'intera società è cambiata, dopo che hai lasciato la Florida. Papà era troppo cocciuto e troppo orgoglioso per dirtelo, ma ha sofferto molto quando te ne sei andata. Specialmente quando, un paio di anni dopo, anche Tony è entrato a far parte della ditta e ha ribadito le stesse cose che avevi detto tu.» «Non ho mai saputo che Tony avesse protestato» commentò Belle, stupita. «Ogni volta che abbiamo parlato della ditta, ha sempre affermato Jasmine Cresswell
21
Mercanti Di Morte
che non vedeva alcun problema nel violare la legge, se questo fosse servito ad aumentare i profitti.» «Ormai dovresti aver capito che Tony è geloso e non vuole che tu torni. Non avrebbe mai fatto o detto nulla che potesse sanare la frattura fra te e papà.» «Perché mai Tony dovrebbe essere geloso di me?» «Oh via, Belle» sbuffò Marisa, impaziente. «Papà faceva di tutto per non darlo a vedere, ma Tony e io sapevamo bene che tu eri la sua preferita.» Belle avrebbe voluto protestare, ma l'onestà glielo impedì. In fondo al cuore, aveva sempre saputo che c'era un legame speciale, fra lei e suo padre. Per questo era stato tanto doloroso scoprire che il suo idolo aveva piedi di argilla molto sporca. «Papà ci amava tutti» disse debolmente. «Lo sai bene.» «Sicuro» convenne Marisa. «Solo, amava te un po' di più. Io non me ne preoccupavo troppo, perché avevo smesso molto presto di competere per la sua attenzione. Ma Tony ha solo diciotto mesi meno di te, e continuava a tentare di essere il migliore per fare una buona impressione su papà. Il problema era che, qualunque cosa cercasse di fare, tu l'avevi già fatta meglio. Quando hai rotto con Sandro Marchese e sei partita per Chicago, Tony ha colto il momento, per così dire, e finalmente ha potuto prendere il posto a cui aspirava.» «Non ho lasciato Miami a causa di Sandro» protestò Belle. Poi si rese conto di aver reagito con eccessiva veemenza. Sua sorella le rivolse un'occhiata curiosa. «L'ho visto un paio di settimane fa» annunciò. «Sandro, intendo. Era qui a Miami. L'ho intravisto all'aeroporto.» «Davvero?» chiese Belle, ostentando una disinvoltura che era ben lungi dal provare. Dopotutto, Sandro non significava più nulla per lei da sette anni. Si accorse che stava tamburellando con le dita sul bordo della scrivania e si affrettò a nascondere le mani in grembo. «Pensavo che avesse trovato lavoro dalle parti di Washington.» «Non so che cosa ne sia stato di lui. Se n'è andato da qui subito dopo di te. Ma non ne sono rimasta sorpresa, perché papà si è liberato di una quantità di vecchi dipendenti, in quel periodo. Ha tenuto Dave e Ray perché erano stati insieme per così tanto tempo, ma ha licenziato la maggior parte della vecchia guardia, e poi ha assunto una quantità di ragazzi appena usciti dall'università e ha incrementato il lato legale Jasmine Cresswell
22
Mercanti Di Morte
dell'attività. Negli ultimi due anni non una sola cassa ha lasciato i magazzini senza una regolare licenza di esportazione.» Belle era così sbalordita che non poté fare altro che fissare la sorella in silenzio, provando un misto di sollievo, speranza e rimpianto. Rimpianto per aver perso gli ultimi anni della vita di suo padre per un disaccordo su una situazione che non esisteva più. Speranza che ci fosse ancora tempo per rappacificarsi con Tony. E un indicibile sollievo perché sembrava che il lungo incubo fosse finito. Non sarebbe più rabbrividita di paura quando il telefono squillava, chiedendosi se qualcuno la chiamava per informarla che suo fratello era stato arrestato o che sua madre era sospettata di complicità nelle attività illecite della Joubert Corporation. Il sollievo fu così grande che Belle sentì tornare tutte le sue energie. Poteva affrontare gli ospiti del funerale, i vicini ficcanaso, perfino la cena in famiglia con la madre in lacrime e il fratello ostile. Tutto era possibile in un mondo che, tutt'a un tratto, sembrava un posto molto meno pauroso. «Ne sei sicura?» chiese a Marisa. «Ti prego, dimmi la verità, non quello che pensi voglia sentire. La Joubert Corporation si limita realmente al commercio di armi legali e di tecnologie militari autorizzate?» «Assolutamente» affermò Marisa. «Puoi smettere di preoccuparti, Belle. Papà ha dato via la maggior parte del suo patrimonio, e l'attività della ditta adesso è legale al cento per cento.» Belle si rese conto che stava tremando. Respirò a fondo. «Grazie a Dio...» mormorò. «Grazie a Dio.» CAPITOLO 3 La mattina del ritorno di Belle a Chicago, l'insolita armonia famigliare che aveva regnato durante la cena della sera prima andò in frantumi. Carole si abbandonò all'isterismo perché la sua crudele figlia maggiore l'abbandonava meno di ventiquattr'ore dopo il funerale del marito. Tony, ancora furioso con la sorella nonostante i tentativi di lei di scusarsi, borbottò a malapena un saluto, prima di salire in macchina diretto agli uffici della Joubert Corporation. E Marisa chiamò dalla sua casa di Boca Raton, ansiosa e poco meno che incoerente perché il piccolo Spencer aveva la febbre e aveva pianto quasi in continuazione per cinque ore. Si scusò di non andare a salutarla di persona, poi lanciò uno strillo terrorizzato e riattaccò senza finire la frase quando si rese conto che Jasmine Cresswell
23
Mercanti Di Morte
sarebbe arrivata in ritardo all'appuntamento con il pediatra. Belle rifletté tristemente che, anche se non c'era più suo padre a orchestrare il melodramma che passava per vita di tutti i giorni nella famiglia Joubert, sua madre e i suoi fratelli facevano del loro meglio per mantenere la tradizione di emotività esagerata in ogni occasione. Quanto a lei, diventava sempre più fredda esteriormente e sempre più agitata dentro, via via che le esternazioni di dolore di sua madre si facevano più stravaganti. Il livello di tensione in casa era così alto che fu un sollievo quando comparvero Dave Forcier e Ray Hillmam con vari documenti da far firmare a Carole. Ray, il legale della società, possedeva all'incirca lo stesso genuino calore di un barracuda che fingesse di essere un delfino. Ma Dave, il direttore amministrativo, era un uomo di animo gentile, nonostante il suo dubbio passato professionale e la tendenza a cambiare moglie più spesso di quanto gli altri uomini cambiassero macchina. Avendo scartato quattro o cinque consorti durante gli anni in cui aveva lavorato per la Joubert Corporation, probabilmente conosceva Carole meglio di quanto conoscesse qualunque altra donna al mondo. Con notevole pazienza, riuscì a calmarla un po', principalmente snocciolando battute di pessimo gusto sui funerali, metodo che Belle non avrebbe mai pensato di adottare, per rallegrare sua madre, neppure in mille anni. Comunque, fu abbastanza grata allo zio Dave da trasalire appena quando lui insistette per salutarla con un bacio umidiccio e tutt'altro che da zio. In un modo o nell'altro, fu decisamente un sollievo tornare alla pace e alla tranquillità della sua piccola casa in Crown Park, un quartiere per famiglie nei sobborghi di Chicago. Il complesso risaliva agli anni Sessanta, e il nome era più pretenzioso dell'architettura. Era costituito da case modeste, che mancavano di molte comodità, se considerate secondo gli standard del nuovo millennio, ma in compenso i marciapiedi erano bordati di querce frondose e i piccoli giardini mostravano orgogliosamente i segni di quarant'anni di cure assidue da parte dei proprietari. Belle pagò il taxi e salutò con la mano la vecchia signora Bruno, che viveva nella casa di fronte. Lei e suo marito erano stati fra i primi abitanti di Crown Park, ed erano i custodi riconosciuti del quartiere. Tempo permettendo, Marge Bruno passava tutta la giornata lavorando in giardino e tenendo d'occhio i movimenti dei vicini. Marge era un'inveterata pettegola. Quando era andata a vivere a Crown Jasmine Cresswell
24
Mercanti Di Morte
Park, Belle era stata così determinata a proteggere i segreti del suo passato che si era premurata ossessivamente di non fornire il minimo pretesto ai pettegolezzi del quartiere, ma alla fine si era resa conto che, per i ficcanaso di professione, niente era più stuzzicante che una vicina di cui non si sapeva nulla, perciò adesso faceva di tutto per passare per la perfetta vicina amichevole. Si era assicurata che tutti sapessero che lavorava alla gestione dei sistemi informatici della Mutual Life Insurance Company di Chicago, e nominava Donald abbastanza spesso perché tutti capissero che non era solo un amico, ma un serio candidato al ruolo di marito. Insomma, sacrificando un briciolo della sua privacy attuale, riusciva a proteggere efficacemente il passato. Ben sapendo che una breve conversazione con Marge le avrebbe risparmiato ore di speculazioni fra i vicini su dov'era stata, Belle si prese un paio di minuti per attraversare la strada e ammirare i fiori nel giardino dei Bruno. «L'ho cercata, in questi giorni» annunciò Marge, dopo i primi convenevoli. «Ho delle zucchine da darle, se le vuole.» L'offerta dei prodotti dell'orto di Marge non veniva mai rifiutata da alcun abitante di Crown Park dotato di un grano di buonsenso. Belle si sforzò di sorridere. «Ecco... sì, grazie. Le verdure coltivate in casa hanno un sapore decisamente migliore di quelle comprate nei negozi. Ma solo se è sicura di averne in più.» Marge non si preoccupò di rispondere, e Belle sapeva il perché. In quel periodo dell'anno, il suo orto produceva zucchine sufficienti per nutrire una piccola nazione europea. La signora Bruno si informò se Belle aveva già provato la ricetta del pane di zucchine con la glassa di crema di formaggio. «Il mio Wally ne va pazzo» le confidò. «Se preparerà un po' del mio pane speciale per quel suo Donald, le chiederà di sposarlo in un batter d'occhio. Ricordi, il modo migliore per giungere al cuore di un uomo è passare per lo stomaco.» Marge aveva in serbo una scorta di luoghi comuni sufficiente per una vita, e ne tirava fuori uno alla minima occasione. «Non credo di essere ancora pronta a sposare Donald» disse Belle, sorprendendosi lei stessa per quella ammissione. «Forse non dovrei cucinargli niente di troppo buono.» Jasmine Cresswell
25
Mercanti Di Morte
Marge parve considerare il commento come non meritevole di risposta. Posò il rastrello e si tolse i guanti da giardinaggio. «Se aspetta un momento, cara, vado a prenderle le zucchine. Sono sul tavolo di cucina.» «Potremmo rimandare a domani... se per lei va bene?» Belle accennò alla valigia, che aveva lasciato sul gradino della porta. «Ho bisogno di disfare la valigia, di fare un bucato e di riordinare la casa. Sa com'è quando si sta via, anche per poco.» Marge si mostrò subito interessata. «Ah, è stata via? Non ho visto luci, per qualche sera, e ho detto a Wally che doveva essere partita. Avrebbe fatto meglio a installare qualche lampada a tempo, sa. Una casa vuota incoraggia sempre i ladri.» «Ha ragione, ma non ho avuto tempo per i preparativi. Sono stata chiamata fuori città inaspettatamente.» Gli occhi di Marge scintillarono di curiosità. «Non è successo niente di grave, spero?» «Purtroppo sì. Mio... mia nonna è morta.» Belle odiava mentire e inciampò sulla parola. Per fortuna Marge non badò all'esitazione. «Mi dispiace molto» mormorò con genuina simpatia. «Dirò una preghiera per lei, stasera. Se n'è andata serenamente, spero?» «Credo di sì. C'era tutta la famiglia, benché tutto sia successo all'improvviso. Sono sicura che è stato molto importante per... lei.» Belle si schiarì la voce. «Comunque, sono arrivata in tempo per un ultimo addio.» «Questo aiuta sempre ad alleviare il dolore di una perdita» convenne Marge. «È duro quando si hanno delle cose da dire, e non si ha l'occasione di dirle. Sua nonna non era ammalata, allora?» «No. È stato traumatico per tutti, ma specialmente per me, credo. Vivo così lontano, mentre il resto della famiglia è in Florida.» «Che cosa è stato, allora?» «L'età, più di ogni altra cosa.» Belle odiava inventare bugie su bugie sulla morte di suo padre, ma visto che aveva sempre affermato di essere orfana, non poteva raccontare la verità. «Ha avuto un attacco di cuore, e i medici non hanno potuto salvarla, neppure con un intervento chirurgico.» Non aggiunse altro, e adducendo come scusa la stanchezza e una quantità di faccende domestiche che l'aspettavano, salutò Marge e riattraversò la strada per andare a casa sua. La tensione dei giorni passati Jasmine Cresswell
26
Mercanti Di Morte
cominciò ad allentarsi mentre apriva la porta ed entrava, accolta da un riposante silenzio. La sua casa non offriva nulla dell'eleganza di cui era stata circondata durante l'infanzia e l'adolescenza. Tuttavia, Belle amava ogni centimetro quadrato di spazio, perché il mutuo era pagato con il suo denaro, guadagnato onestamente e faticosamente risparmiato. Quando il suo conto in banca non era troppo pericolante, realizzava un progetto per migliorare la casa, e aveva scoperto che era molto più gratificante seminare l'erba in giardino con le sue mani che chiamare uno specialista, e passare tre week end di fila su una scala con un pennello in mano che affidarsi a degli imbianchini. E l'anno precedente si era data alle spese pazze, impiegando la gratifica natalizia in un mobile su misura per il soggiorno. Ora, il televisore spariva dietro sportelli scorrevoli di acero e la sua collezione di libri formava vivaci macchie di colore sugli scaffali ai due lati dell'apparecchio. Belle si sorprese a sorridere, salendo le scale diretta in camera da letto. Alzò le tapparelle e aprì la finestra, respirando grandi boccate d'aria fresca, e provò un improvviso senso di rimpianto al pensiero che suo padre non aveva mai visto la casa che si era fatta da sé. In qualche modo, riteneva che a Marc sarebbero piaciuti sia la casa sia il pettegolo ma amichevole vicinato. Almeno, non era troppo tardi per invitare sua madre e sua sorella a farle visita. E anche Tony, se mai avesse smesso di essere arrabbiato con lei. Ora che la Joubert Corporation operava legalmente, non c'era ragione per non riprendere dei normali contatti con la sua famiglia. Provando un rinnovato senso di sollievo, misto al rimpianto per la lontananza degli ultimi anni, Belle voltò le spalle alla finestra e cominciò a disfare la valigia. La lucina lampeggiante sulla segreteria indicava che aveva avuto otto telefonate, durante la sua assenza. Premette il pulsante e ascoltò due chiamate interrotte, cinque messaggi di condoglianze di colleghi di lavoro per la morte della nonna e uno di Donald Gates. «Ciao Belle, tesoro. Spero che te la sia passata bene a Miami.» Una pausa. «Be', immagino di aver detto una sciocchezza, visto che sei stata al funerale di tua nonna e che lei era la tua sola parente prossima vivente. Non intendevo offenderti, sono sicuro che lo capisci. Chiamo per dirti che passerò a prenderti stasera alla solita ora. Andremo fuori a cena, okay? Uno dei vicepresidenti della divisione mi ha portato in un ristorante fantastico, ieri. E costoso, ma ci andremo per festeggiare.» Un'altra pausa. Jasmine Cresswell
27
Mercanti Di Morte
«Diamine, tesoro, sto dicendo solo cose sbagliate, credo. Sai che non sono bravo in queste conversazioni con una macchina. Non intendevo esattamente festeggiare. Volevo solo che sapessi che mi sei mancata. Ci vediamo stasera alla solita ora. Credo di averlo già detto, vero? Ciao.» Belle spense la segreteria e fissò nel vuoto, cupa. Il maldestro tentativo di Donald di esprimerle la sua comprensione faceva nascere in lei un impellente bisogno di dirgli la verità sulla morte di suo padre. Era una confessione che le faceva paura. Poteva solo sperare che lui capisse perché aveva deciso di nascondere il suo passato. Quando era arrivata a Chicago era determinata a cominciare una nuova vita, senza trascinarsi dietro alcun legame con la famiglia Joubert, e dunque si era presentata come un'orfana senza fratelli né sorelle. Aveva inventato un tragico incendio in un albergo a Portorico in cui erano morti i suoi genitori, e una nonna e qualche lontano cugino, in modo da non essere tanto priva di parenti da suscitare sospetti. Aveva raccontato a Donald quella montagna di fandonie al loro primo incontro, e dopo non aveva mai trovato il momento opportuno per spiegargli la verità, neppure quando, alla fine, erano diventati amanti. Quando sua madre l'aveva avvertita che Marc era in condizioni disperate, Belle non se l'era sentita di chiamare Donald e cominciare a dargli delle complicate spiegazioni, perciò gli aveva telefonato dall'aeroporto e gli aveva detto che non potevano vedersi perché sua nonna era gravemente ammalata e lei stava partendo per la Florida. Per fortuna, il suo volo era stato chiamato prima che Donald avesse il tempo di porle delle domande difficili. Gli aveva telefonato di nuovo da Miami, chiamandolo a casa in un orario in cui sapeva che sarebbe stato in ufficio, e gli aveva lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica, informandolo che sua nonna era morta e che sarebbe rimasta per il funerale, ma che pensava di tornare nel tardo pomeriggio di venerdì e quindi si sarebbero visti nel week end. In retrospettiva, le sue bugie sembravano assurde. Andava a letto con Donald un paio di volte alla settimana da quasi due mesi, quindi perché non aveva mai trovato il momento giusto per dirgli la verità sul suo passato? Se un'appagante relazione sessuale comportava sempre la condivisione dei più intimi particolari personali, non c'era da stupirsi che il sesso con Donald l'avesse sempre lasciata vuota e insoddisfatta. Forse il loro problema, quando facevano l'amore, non era il suo timore della passione o la sua riluttanza ad abbandonarsi, come aveva pensato fino a Jasmine Cresswell
28
Mercanti Di Morte
quel momento. Fra sé, Belle si scusò con Donald per tutte le volte in cui aveva silenziosamente imputato alle sue tecniche sessuali poco fantasiose la mancanza di scintille nel loro rapporto. La causa profonda della loro insoddisfacente vita sessuale era, evidentemente, la sua incapacità di essere onesta con lui. Fin dal loro primo incontro, Donald si era dimostrato un uomo che non tollerava l'ambiguità morale. Forse questo faceva parte delle sue attrattive, visto che il codice morale di Belle aveva la solidità di una fettuccina cotta. La moglie di Donald, dopo averlo tradito per anni, era fuggita ad Acapulco con il suo migliore amico. Non c'era niente di sorprendente nel fatto che ora Donald apprezzasse l'onestà più della media delle altre persone, perciò era preoccupante immaginare la sua reazione quando Belle gli avesse rivelato che suo padre era stato, un tempo, la mente di un'organizzazione criminale internazionale. Lei decise che era troppo stanca per affrontare delle complicate spiegazioni quella stessa sera. Anzi, era troppo stanca anche solo per vedere Donald. Avrebbe preferito rinunciare alla cena in quell'elegante ristorante e raggomitolarsi nel suo letto con una ciotola di cereali e un buon libro. Tranne che non mangiava mai a letto, e Donald era il suo uomo, perciò naturalmente era contenta di uscire con lui, anche se significava che avrebbe dovuto vincere la stanchezza e mettersi in ghingheri. Donald non amava il vestire trasandato. Il che le andava benissimo, s'intende. Belle si diede mentalmente una scossa e cominciò a programmare i tempi della serata. L'orologio sul tavolino da notte segnava le cinque e qualche minuto. Donald passava sempre a prenderla alle sette e prenotava il ristorante per le sette e mezzo, perciò aveva più di un'ora prima di cominciare a prepararsi. Lanciò un'occhiata alla comoda, vecchia vestaglia appesa a un gancio dietro la porta della cabina armadio, ma poi voltò decisamente le spalle e riprese a disfare la valigia, separando con sbrigativa efficienza gli indumenti in due cesti di vimini, uno per il lavaggio a secco, l'altro per il bucato. Quando le capitarono fra le mani il dischetto e il CD-ROM che erano l'eredità lasciatale da suo padre, esitò fissando le etichette. Beneficenza 2000. Provò una punta di rimorso per non aver avvertito Tony che li aveva portati via dallo studio. Nonostante le rivelazioni di Marisa sulla Jasmine Cresswell
29
Mercanti Di Morte
conversione della Joubert Corporation da organizzazione criminale a impresa legale, aveva voluto dare la prima occhiata al dischetto lontano da sguardi indiscreti. Suo padre le aveva dato l'impressione di essere preoccupato che tenesse segreta l'esistenza del dischetto, ma questo molto probabilmente era dovuto alla debolezza mentale causata dall'approssimarsi della morte. Inoltre il gusto del melodrammatico era così radicato nel carattere di Marc Joubert, che non si poteva trarre alcuna conclusione dallo strano posto che aveva scelto per nasconderlo. Tuttavia, Belle non era riuscita a liberarsi dall'impressione che suo padre dovesse aver avuto qualche buona ragione per tanta segretezza. Dopotutto, se il dischetto non conteneva altro che una semplice lista di lasciti benefici, perché non lo aveva consegnato a Tony, che vedeva ogni giorno? Con improvvisa decisione, Belle sfilò il dischetto e il CD-ROM dalle custodie e li portò nella stanza che usava come studio e, all'occorrenza, come camera degli ospiti. Aveva cinquanta minuti per esaminarli, calcolò. C'era tutto il tempo per studiare le donazioni che suo padre voleva fare e scoprire se aveva avuto qualche valida ragione per non affidarle a Tony e agli altri esecutori del suo testamento. Accese il computer, e non appena vi inserì il dischetto trovò la password per aprire il CD-ROM. La scritta sul monitor l'avvertì che quello non era un comune CD-ROM. Marc aveva usato un DVD, con la capacità di immagazzinare non solo dati scritti, ma anche film ad alta risoluzione. Per fortuna, Belle era rimasta una Joubert abbastanza da amare i giocattoli tecnologici, perciò il suo computer era attrezzato con un drive DVD. Il monitor smise di lampeggiare, e comparve una pagina di copertina. Marc Joubert, lesse Belle. Somme da elargire in beneficenza dopo la mia morte. Esclusivamente all'attenzione della mia adorata figlia, Isabelle Joubert. Tutti gli altri, fuori dai piedi! Belle soffocò un risolino che si trasformò in un nodo alla gola. Sbattendo le palpebre, richiamò la pagina successiva. Comparve un lungo elenco in ordine alfabetico di nomi e relativi indirizzi, ciascuno affiancato da una cifra. Stranamente, i nomi sembravano tutti di singole persone, anziché di enti, ed era una lista davvero prestigiosa. Parecchi giudici dovevano ricevere donativi postumi da suo padre, per non parlare di due senatori, un responsabile regionale dell'FBI e una mezza dozzina di alti funzionari del governo. C'erano anche numerosi funzionari di polizia e dell'ufficio delle imposte, perlopiù residenti nell'area di Miami, ma anche Jasmine Cresswell
30
Mercanti Di Morte
altri con indirizzi assai più distanti, persino nello Utah. La somma menzionata era sempre notevole. Nel caso del giudice Albertson, il primo nome della lista, il lascito era di centomila dollari. Belle trovò sorprendente un dono così generoso. Ricordava vagamente di aver conosciuto il giudice subito dopo la laurea, quando era entrata a far parte della ditta di famiglia. Era un distinto gentiluomo del Sud della vecchia scuola, ma non si era resa conto che fosse un così intimo amico di suo padre. Un nome attirò la sua attenzione, facendola sussultare. Sandro Marchese. Diversamente dalla maggior parte degli altri beneficiari, non c'era alcuna professione elencata dopo il nome, ma solo un indirizzo di Washington e una somma di denaro: duecentocinquantamila dollari. Belle fissò il monitor in silenzio, sbalordita. Suo padre voleva lasciare duecentocinquantamila dollari a Sandro? Un quarto di milione? Non aveva alcun senso. Anzi, era una follia. Il rapporto di Marc con Sandro era stato esclusivamente d'affari, e Sandro aveva lasciato la Joubert Corporation anni prima, nell'ottobre del 1993. Belle ricordava esattamente la data, perché era stata lei la ragione della partenza di Sandro. Non era un ricordo di cui andava orgogliosa. Dopo anni di tentativi per cogliere Marc Joubert con le mani nel sacco, una task force di diverse agenzie federali aveva finalmente accumulato prove sufficienti a incriminare non solo Marc, ma anche alcuni dipendenti della Joubert Corporation. Belle, sbalordita e terrorizzata da quanto aveva scoperto dopo essere andata a lavorare nella ditta di famiglia, all'inizio aveva collaborato con gli agenti per raccogliere le prove contro suo padre. All'ultimo momento, però, si era tirata indietro. Invece di aiutare i federali a provare l'attività di contrabbando dei Joubert, aveva finito per far saltare l'intera indagine avvertendo suo padre e Sandro di quello che stava succedendo. Le scelte che aveva fatto a quel tempo le procuravano ancora non pochi incubi. Era già abbastanza brutto sapere di essere stata così moralmente debole da salvare suo padre dalla meritata punizione, ma il fatto che avesse aiutato anche Sandro a scamparla era cento volte peggio. Era stata una sciocca innamorata, così schiava del disinvolto fascino di Sandro che era scappata dal motel in cui i federali la tenevano in custodia protettiva, e aveva attraversato tutta la città per avvertirlo che gli agenti gli stavano addosso. La sua ricompensa era stata scoprirlo a letto con una donna la cui Jasmine Cresswell
31
Mercanti Di Morte
principale attrazione erano un paio di seni finti appena un po' più piccoli di due palloni da football. Quelli erano ricordi sepolti e proibiti, e la loro resurrezione era penosa. Belle respirò a fondo e tornò con uno sforzo al presente. Passò alla pagina successiva, resistendo all'impulso di saltare direttamente a scoprire perché suo padre avesse voluto lasciare tanto denaro a Sandro Marchese. Il monitor lampeggiò, poi comparve una pagina introduttiva sul giudice Albertson, il primo nome della lista. Belle scorse le copiose annotazioni sotto il nome del giudice, colta da un misto di stupore e di repulsione a mano a mano che si rendeva conto di che cosa stava leggendo. Strofinandosi le braccia per combattere la pelle d'oca, riconobbe silenziosamente che quello che aveva davanti non era un elenco di lasciti che suo padre intendeva fare in futuro. Era la registrazione dettagliata di mazzette che aveva pagato in passato. Tutti quei giudici, senatori e funzionari delle imposte non erano onesti destinatari della generosità postuma di Marc Joubert. Erano gli individui spregevoli che aveva pagato per tenere le sue attività illegali al riparo da ogni indagine. CAPITOLO 4 Belle allontanò la sedia dalla scrivania, dominando a stento un improvviso senso di nausea. A volte, i veleni del passato non ne volevano sapere di restarsene coperti dove li aveva sepolti. Quando fu sicura di aver recuperato il controllo del suo stomaco, passò alla pagina seguente. Scoprì che suo padre era stato tanto meticoloso nel registrare mazzette e tangenti quanto nel tenere la contabilità di tutti gli altri suoi affari. Albertson, a quanto pareva, era stato il giudice del processo in cui quattro soci di Marc erano stati accusati di contrabbando. Marc lo aveva pagato in ragione di venticinquemila dollari per ogni capo d'accusa, per assicurarsi che il caso venisse chiuso per motivi tecnici prima ancora di giungere in aula. Suo padre aveva corredato le annotazioni con una serie di foto, evidentemente scattate da una macchina nascosta. La prima mostrava lo stesso Marc che consegnava un pacchetto al giudice. Le successive ritraevano Albertson mentre apriva il pacchetto e tirava fuori un mazzetto di contanti, che riponeva nella tasca interna della costosa, impeccabile giacca di lino. La giacca, pensò Belle, acida, era di gran lunga più pulita Jasmine Cresswell
32
Mercanti Di Morte
del suo proprietario. Quando ebbe finito di esaminare analoghi dossier su Gerald Berman, senatore degli Stati Uniti, e Christopher Bush, assistente del governatore della Florida, le sue dita erano gelate sulla tastiera e il sudore le colava lungo la schiena. Il nome di Sandro Marchese era ancora parecchio più giù nella lista in ordine alfabetico, ma Belle non poteva aspettare più a lungo per sapere per quale ragione Sandro era incluso in quell'infame elenco di persone corrotte. Che cosa diamine poteva avere fatto per meritarsi una mazzetta da un quarto di milione di dollari? Mentre cercava la pagina appropriata, Belle si rese conto di stringere i denti con tanta forza da farsi dolere la mascella. Era ridicolo, considerando che non vedeva quell'uomo da sette anni e non c'era ragione che le importasse ancora qualcosa di lui. E se anche Sandro era stato uno dei molti che avevano ricevuto mazzette da suo padre? Sapeva già che la sua etica era pressoché inesistente, altrimenti non avrebbe mai lavorato per la Joubert Corporation, ai vecchi tempi in cui almeno il trenta per cento della tecnologia venduta all'estero era rubata, e un altro terzo era nell'elenco governativo delle esportazioni vietate. Ignorando il nodo allo stomaco, Belle spostò il mouse lungo l'elenco ed evidenziò il nome di Sandro. Si aprì un nuovo file. Diversamente dai tre precedenti, il file di Sandro Marchese non si apriva con una registrazione scritta delle somme offerte e ricevute. Invece, iniziava con un filmato girato nell'ufficio di Marc. Affascinata, Belle guardò l'uomo che un tempo aveva creduto di amare più di ogni altro che avanzava lentamente verso il centro del monitor. Sandro si fermò e sorrise a Marc, o meglio, direttamente alla videocamera nascosta, con aria interrogativa. «Salve, Marc, volevi vedermi? La tua segretaria ha detto che era importante.» Aveva dimenticato quanto Sandro fosse attraente, pensò Belle con distacco. La combinazione di capelli neri, occhi grigio-azzurri e fisico atletico era pura dinamite anche sul monitor. Nella vita reale, era stata letale. Non c'era da meravigliarsi se si era innamorata pazzamente di lui. A ventidue anni, appena uscita da un'università femminile, era stata matura per un disastro sentimentale, e Sandro sembrava fatto su misura per il ruolo di guastatore. Sullo schermo, Marc tossì e spense il sigaro. Jasmine Cresswell
33
Mercanti Di Morte
«Sì, è importante. Siediti, Sandro. Dobbiamo parlare.» La videocamera era nascosta in modo che non si vedeva nulla di lui, a parte le mani, ma il suono della sua voce provocò una fitta dolorosa al cuore di Belle. Sbatté con decisione le palpebre e si costrinse a concentrarsi sulla data che compariva nella parte superiore del monitor. Il filmato era stato girato quasi sette anni prima, il 15 settembre 1993... solo pochi giorni prima della brusca conclusione della sua storia con Sandro. Il suo compagno di un tempo si accomodò su una poltrona di fronte alla scrivania di Marc. I suoi movimenti erano disinvolti, quasi indolenti, e la sua espressione era a metà fra l'educato e l'insonnolito, ma Belle non si lasciò ingannare più di tanto. Sandro era uno degli uomini più determinati e privi di scrupoli che avesse mai conosciuto in vita sua. Solo, nascondeva la sua ambizione meglio di molti altri. «Ci vorrà molto?» chiese Sandro educatamente. «Devo andare a Parigi stasera e incontrarmi con Zauriac domani pomeriggio. Bisogna che parta per l'aeroporto entro un'ora.» «Sì, ricordo il tuo appuntamento con monsieur Zauriac» mormorò Marc. «Anzi, è proprio di lui che voglio parlarti. Ho ricevuto alcune informazioni preoccupanti sul suo conto.» Sandro alzò gli occhi. «Davvero? È solvibile, abbiamo controllato. Ed è disposto a pagare il prezzo che abbiamo chiesto. Qual è il problema?» «Un problema insormontabile, temo. Ho appreso che il signor Zauriac non è un agente del governo algerino, come credevamo. In realtà, gestisce una sofisticata organizzazione per rifornire di armi vari eserciti irregolari in giro per il mondo. I lanciamissili portatili che abbiamo promesso di mandargli sono destinati a un esercito ribelle che opera in uno stato africano sull'orlo della guerra civile.» Sandro sollevò un sopracciglio. «E allora?» «E allora, non possiamo proseguire la trattativa. I lanciamissili portatili sono sulla lista delle esportazioni vietate in quel paese africano.» Sandro rise silenziosamente. «Okay, Marc, non tenermi sulle spine. Sto aspettando che tu venga al punto.» «Non c'è nessun punto.» La voce di Marc era secca e fredda. «L'affare è saltato. Cancella il tuo volo per Parigi. La Joubert Corporation non può Jasmine Cresswell
34
Mercanti Di Morte
trattare con un uomo come Zauriac, che non agisce secondo parametri legali.» Sandro si alzò e si chinò attraverso la scrivania. «Che cosa diavolo succede, Marc? Sapevamo entrambi che Zauriac mentiva fin dal primo momento in cui ci ha contattati. Non c'era problema. Non ci aspettiamo certo che i nostri clienti ci dicano la verità.» «Tu forse no» disse Marc, blando. «Ma io sì.» «No, neppure tu» ribatté Sandro, scoccando al suo datore di lavoro un'occhiata ironica. «Tu ti aspetti che nessuno ti racconti la verità, e meno che mai i tuoi clienti. Ma non è questo il punto. Zauriac ha esibito tutti i documenti di cui abbiamo bisogno per ottenere il consenso all'esportazione, perciò che cosa diavolo ci importa per chi lavora in realtà? Il suo denaro è buono. Fidati, ho controllato tre volte. Concludi l'accordo, e fra una settimana la Joubert Corporation sarà più ricca di mezzo milione di dollari. E la mia commissione sulla vendita è pari al dieci per cento. Non intendo rinunciare a cinquanta bigliettoni duramente guadagnati solo perché Zauriac ha intenzione di uccidere dei Tutsi che si nascondono nei campi profughi, anziché dei fondamentalisti islamici che trovano rifugio nei villaggi dell'Algeria. A quanto ne so, questa ditta non si è mai occupata di dare giudizi morali sui clienti. Questa è una delle ragioni per cui ho scelto di lavorare qui.» «Io non do giudizi morali e non chiedo neppure a te di farlo. Ti sto semplicemente ricordando che la Joubert Corporation non può concludere affari che violino la lista delle tecnologie militari controllate dallo stato. Non ha niente a che vedere con la moralità. È semplicemente una buona regola d'affari. In quanto società commerciale che tratta la vendita di armi ad alta tecnologia e materiali strategici, dobbiamo prestare particolare attenzione a non violare i limiti imposti dal governo.» Il tono di Marc era palesemente velato di ironia. «Mi dispiace, Sandro. Dovrai guadagnarti quel premio di cinquantamila dollari con qualche altro contratto. Non posso permettere che i miei dipendenti siano coinvolti in qualcosa di illegale.» Sandro non rispose. Si voltò bruscamente e fece il giro del perimetro dell'ufficio, studiando le cornici decorative delle pareti, chinandosi a esaminare gli scaffali e guardando il lampadario centrale. Alla fine tornò alla scrivania e smontò il telefono di Marc. «Okay, dov'è la cimice!» chiese. «Chi sta ascoltando la conversazione?» Jasmine Cresswell
35
Mercanti Di Morte
«Non ne ho la benché minima idea» affermò Marc. «C'è una cimice! Se c'è, forse tu potresti dire a me dov'è nascosta. È più probabile che lo sappia tu.» A quel punto Sandro gettò i pezzi del telefono sulla scrivania. «Dimmi a che gioco stiamo giocando, Marc, e sarò ben felice di partecipare. Se nel tuo ufficio c'è un'apparecchiatura d'ascolto, allora ce l'hai messa tu, perché di sicuro io non l'ho fatto.» «Se non hai messo una cimice nell'ufficio, forse porti un microfono addosso.» «Sei pazzo? Che cosa ti salta in mente?» «Un'utile dose di realismo.» Marc prese un altro sigaro. La sua voce era gelida e spassionata, in sorprendente contrasto con il padre esuberante che Belle conosceva. «Ho fatto colazione con un vecchio conoscente del dipartimento del tesoro, stamattina... una persona molto in alto, che è tanto gentile da ricordare certi servigi che gli ho reso in passato. Aveva alcune interessanti informazioni da passarmi. Mi ha detto che nel febbraio di quest'anno, i federali hanno deciso di prendere di mira ancora una volta la Joubert Corporation con un'operazione sotto copertura. È stata formata un'apposita task force. Risultato, la mia società è sotto sorveglianza federale da cinque mesi.» Sandro si strinse nelle spalle. «Se ben ricordo, quando mi hai assunto tu mi hai raccontato che i federali ti prendono periodicamente di mira, e invariabilmente finiscono per restare a mani vuote. Il fatto che qualche agente federale ronzi qui intorno non basta ad annullare l'affare Zauriac. Mi rendo conto che non c'è ragione di correre rischi non necessari, se siamo sorvegliati, ma la documentazione che Zauriac ci ha fornito è di prima qualità, e i nostri sistemi, qui, sono a prova di bomba. Credimi, questa spedizione non sarà fermata dagli agenti federali.» «Tu dovresti saperlo» mormorò Marc. Sandro si voltò lentamente. Tutta la sua finta indolenza era scomparsa. Non un solo muscolo si muoveva, ma Belle, un tempo, aveva conosciuto il suo linguaggio del corpo così intimamente che dalla sua stessa immobilità poteva indovinare la tensione che lo attanagliava. «Che cosa diavolo intendi dire?» «Intendo dire che so chi sei, Sandro. Sei uno dei migliori agenti governativi infiltrato alla Joubert Corporation come talpa della task force Jasmine Cresswell
36
Mercanti Di Morte
investigativa.» Sandro scosse la testa, impaziente. «Per l'amor del cielo, Marc. Non puoi credere a tutto ciò che ti raccontano i tuoi informatori, quando cercano di farsi scucire un po' di dollari facili...» «Non insultarmi mentendo» scattò Marc. «Per tua regola, io non lavoro con informatori da quattro soldi. Il mio uomo al dipartimento del tesoro è abbastanza in alto da garantirmi che le sue informazioni sono oro colato. Hai avuto sfortuna, agente Marchese. Non hai alcuna prova sostanziale che questa società abbia mai concluso vendite illegali di armi o tecnologie, in passato, e l'affare Zauriac è saltato per le ragioni che ti ho esposto. E, a proposito, sei licenziato.» Invece di andarsene, Sandro si mise a sedere. «Okay, riprendiamo questa conversazione da capo...» «Io ho molto da fare, agente Marchese, e tu sei un ex dipendente. Addio.» «Stai reagendo d'istinto, invece di agire con intelligenza. Okay, Marc, hai ragione. Sono un agente delle dogane degli Stati Uniti. Ho una quantità d'esperienza di lavoro sotto copertura. Sono stato mandato dal mio direttore per montare un caso contro di te...» «Questo l'ho già saputo stamattina a colazione» dichiarò Marc, secco. «Se hai qualcos'altro di interessante da dire, farai meglio a sbrigarti, perché sto per farti buttare fuori.» «Sei nei guai, Marc. Nei guai fino al collo. Anzi, stai per essere incastrato. Questo è abbastanza interessante?» «No, perché non è assolutamente vero.» Marc allungò la mano verso il telefono interno. «Adesso chiamo Ray Hillmam per farti accompagnare fuori dall'edificio. Svuoteremo la tua scrivania e ti manderemo la tua roba personale.» «Non così in fretta.» Sandro fermò Marc prima che premesse il pulsante. «Stai diventando troppo sicuro di te, e dovresti essere il primo a sapere quanto sia pericoloso. Il fisco mi ha mandato qui perché sono il loro miglior agente operativo sotto copertura. Se voglio crearti dei guai, posso farlo. Puoi anche essere in gamba a coprirti le spalle, ma io sono anche più in gamba a scoprirtele. La principale ragione per cui non sei stato incriminato, finora, è che io ho scelto di darti una mano.» «Queste sono stupidaggini...» Jasmine Cresswell
37
Mercanti Di Morte
«No, è la pura verità. Per i primi due mesi del mio impiego, non ti ho fatto arrestare perché avevo accesso solo a robetta da poco, e aspettavo di prenderti per qualcosa di più grosso, qualcosa che ti avrebbe tolto dalla circolazione per molto più tempo, e avrebbe fatto bella figura sulle mie note personali. Poi... be', ho cambiato idea su chi aveva maggiore diritto alla mia lealtà.» Marc rise. «Non cercare di convincermi che ti si può comprare, Sandro, perché non ci riuscirai. Mi guadagno da vivere distinguendo chi può essere corrotto e chi no. Tu non puoi.» Gli occhi di Sandro si strinsero. «Stavolta hai giudicato male, Marc. Prima che tu decida per chi ho realmente lavorato in questi ultimi mesi, devi venire a casa mia e dare un'occhiata al materiale che ho raccolto su di te e sulla tua società. Raccolto e non inoltrato ai miei superiori a Washington, per inciso.» «Questo non prova niente. È facile tenersi da parte qualche piccolezza, come assicurazione proprio per queste emergenze.» Sandro si chinò in avanti, con aria quasi comprensiva. «Potremmo discutere su questo per tutto il giorno, e non approdare a niente. Veniamo al sodo. Tu credi di essere un ottimo giudice di caratteri, ma non lo sei. Nel mio caso, ti sei sbagliato di grosso. Le informazioni realmente pericolose sono archiviate nel tuo computer, quello che tieni nel tuo studio a casa. In teoria, io non vi ho accesso. Perciò, dove pensi che abbia preso la maggior parte delle prove per incriminarti?» A quel punto gli occhi di Marc si ridussero a due fessure. «Sembri impaziente di dirmelo.» «C'è solo una persona in questa organizzazione di cui ti fidi. Solo una persona può davvero rovinarti. Una persona che ha accesso ai tuoi file privati, a casa.» «Di che cosa diavolo stai parlando?» «Non di che cosa, Marc. Di chi. Sto parlando di tua figlia. La deliziosa Isabelle.» Belle si sentì mancare il respiro. Dovette interrompere il programma per un momento e poi tornare indietro per ripetere alcuni cruciali secondi del filmato che le erano sfuggiti. Suo padre aveva dovuto affrontare delle minacce per tutta la vita, ed era un maestro nel dissimulare, quando era necessario. La sua sola reazione visibile alle parole di Sandro fu emettere Jasmine Cresswell
38
Mercanti Di Morte
un perfetto anello di fumo, ma guardandogli le mani Belle notò che tremavano. Per nasconderlo, Marc scosse la cenere dal sigaro e disse freddamente: «Se cerchi di farmi arrabbiare sul serio, ci stai riuscendo. Se cerchi di spaventarmi, puoi scordartelo. Isabelle è assolutamente leale nei miei confronti». «Ne sei proprio sicuro?» Il sorriso di Sandro era sarcastico. «Non avresti mai dovuto mandarla in quel convento, Marc. Tua figlia ti è affezionata, ma ha il rigido codice morale che le suore le hanno messo in testa, e che salta fuori nei momenti meno opportuni.» «Isabelle non sa niente di me che possa turbare la sua coscienza. Mi sono assicurato che ogni progetto in cui è coinvolta sia legittimo al cento per cento. Perdipiù, su sua richiesta, non si occupa mai di vendita di armi, neanche di quelle assolutamente legali. Non sa niente che possa essere usato contro di me, e non ha ragione di sospettare che ci sia qualcosa da cercare.» «Sei davvero cieco, Marc.» Sandro scosse la testa. «Puoi anche avere messo tua figlia a lavorare su contratti strettamente legali, ma Isabelle è furba quanto te. Forse anche di più. Si è resa conto molto rapidamente che questa organizzazione opera a due livelli, e si è messa in testa di scoprire la verità. Ne ha trovata decisamente in abbondanza, e ti assicuro che è a un passo dal rivelare ai federali tutto ciò che sa.» «Come sai quali sono le intenzioni di mia figlia?» Sandro si strinse nelle spalle. «Vado a letto con lei, Marc...» «Maledizione!» Marc scattò in piedi. «Vado a letto con tua figlia» ripeté Sandro, senza battere ciglio. «Mi racconta molto più di quanto lei stessa si renda conto.» «Brutto bastardo!» Finalmente, la voce di Marc tradiva la collera. «Hai sedotto mia figlia per persuaderla a tradirmi?» «Non del tutto» rispose Sandro. «Tua figlia è una donna molto desiderabile.» Belle aveva il viso in fiamme per l'umiliazione. Erano passati sette anni da quel filmato, ma questo non diminuiva la rabbia per aver permesso a Sandro di avvilirla a tal punto. Per un attimo, Marc perse il controllo. Il suo pugno piombò sulla Jasmine Cresswell
39
Mercanti Di Morte
scrivania e i pezzi del telefono caddero sul pavimento. «Isabelle non mi tradirà mai. Mai.» La bocca di Sandro si incurvò in un sorriso ironico. «Sei disposto a scommetterci la vita?» Marc respirò a fondo. «Per quanto tu abbia approfittato dei sentimenti di mia figlia, non credo che tu abbia prove sufficienti per farmi condannare in tribunale, o mi avresti già fatto arrestare. Avevi bisogno dell'affare Zauriac... e non lo avrai. Ma se vuoi provare a rovinarmi, fa' pure. I federali ci hanno provato altre volte, e hanno fatto la figura degli stupidi. Più stupidi del normale, cioè. I miei avvocati sono i migliori che il denaro può comprare. Perciò, manda pure le tue prove a Washington, e va' al diavolo. Vedi se puoi guadagnarti una bella promozione.» Inaspettatamente, Sandro rise. «Sicuro. È proprio quello che voglio dalla vita. Una promozione al sedicesimo grado del servizio. Così, comprese le spese, con un bel po' di fortuna potrei arrivare a guadagnare ottantamila dollari, l'anno prossimo. No, Marc, come ti ho detto, se avessi voluto aiutare i federali a incriminarti, sarei venuto qui con un mandato settimane fa. Lungi dal volerti far condannare, io sono l'uomo che ti salverà dal tradimento del tuo stesso sangue.» «Che cosa vuoi esattamente, agente Marchese? Dillo chiaro.» «Okay, il più chiaro possibile. Mi piace la bella vita, Marc. Mi piace il denaro facile. Mi piace lo yacht di Dave Forcier, e ne voglio uno mio. Mi piace come le donne si comportano con un uomo che ha una montagna di soldi da spendere. Da quando ho cominciato a lavorare per te, ho scoperto che quello che non mi piace sono le norme del governo che impediscono ai cittadini americani di ricavare un legittimo profitto dal commercio internazionale.» Marc era troppo astuto per lasciarsi convincere così presto. «Sei furbo, agente Marchese, ma io capisco quando qualcuno cerca di intrappolarmi. La ragione per cui me ne sto qui, oggi, a fumare un buon sigaro cubano invece di leggere libri nella biblioteca di una prigione è che non mi sono mai fidato dei tipi come te.» «Io non sto cercando di intrappolarti.» Sandro si aprì la camicia e abbassò la lampo dei pantaloni, lasciandoli cadere sul pavimento, poi si voltò per mostrare a Marc la schiena nuda. Jasmine Cresswell
40
Mercanti Di Morte
«Ora sei convinto che non ho un microfono addosso?» «No. Mi guadagno da vivere vendendo tecnologie avanzate, ricordi? So quanto può essere piccolo un registratore. Potrebbe perfino essere impiantato sotto la pelle, volendo essere proprio sicuri che non possa essere trovato.» Tirandosi su i pantaloni, Sandro sbuffò, impaziente. «Ascolta, Marc, non ho un microfono, neppure sotto la pelle. Non mi interessa farti condannare, punto e basta. Guarda in faccia i fatti, Marc. Non sono io il tuo problema. Il tuo problema è Isabelle... a meno che non lasci a me il compito di neutralizzarla.» «Mi rifiuto di credere che mia figlia sia in combutta con i federali.» «E allora, lascia che ti aiuti a vederlo con i tuoi occhi. Ti porterò al motel dove Isabelle incontrerà un mio collega domani sera. Io devo monitorare la conversazione, perciò potrai sentire e vedere tu stesso quello che ha da dirgli.» «Qual è il tuo scopo, Sandro? Che cosa vuoi da me?» chiese Marc. «Denaro» rispose Sandro senza mezzi termini. «Perché ti è così difficile crederlo? Lavorare per te mi ha aperto gli occhi su molte cose. Prendi Zauriac, per esempio. Se ci rifiutiamo di vendergli i lanciamissili che vuole, non significa che ne farà a meno. Semplicemente, andrà a comprarli dai russi. O dai francesi, più probabilmente. Ho deciso che i delinquenti hanno lo stesso diritto di chiunque altro di comprare prodotti americani.» Marc scosse la testa. «Sei abile, ma non mi convinci. La mia fonte al tesoro dice che hai fornito al tuo capo carrettate di informazioni dannose sul sistema operativo della Joubert Corporation.» «Gli ho fornito carrettate di roba inutile» ritorse Sandro. «Informazioni banali che danno l'idea che tu operi, occasionalmente, ai margini della legge, ma niente di davvero importante. Devo passargli informazioni a sufficienza per essere certo che l'indagine non venga chiusa prima che io mi sia assicurato il mio fondo pensione personale.» «Isabelle crede di essere innamorata di te» disse Marc a quel punto, con apparente incongruenza. «Davvero?» Sandro si strinse nelle spalle. «Sì, penso di sì.» «Farò un patto con te, a una condizione... Assicurati che smetta di amarti al più presto. Non voglio che mia figlia abbia a che fare con un dannato bastardo bugiardo come te.» Jasmine Cresswell
41
Mercanti Di Morte
«Non so resistere ai complimenti» ironizzò Sandro. «Quando vuoi che pianti in asso la divina Isabelle?» «Domani non sarebbe troppo presto.» «Può darsi che Belle meriti un uomo migliore di me, ma sono io quello che vuole. E visto che tu e io ci stiamo parlando onestamente, capirai che sarei stupido a rinunciare a lei senza un adeguato compenso. Credimi, se stasera le chiedessi di sposarmi, domattina potremmo essere in una cappella per matrimoni di Las Vegas. E allora sarebbe davvero costoso liberarsi di me.» «Date le circostanze, sono disposto a rendere redditizio il fatto che fra voi non si parli mai di matrimonio.» «Quanto redditizio?» chiese Sandro. «Un quarto di milione.» Sandro cominciò ad abbottonarsi la camicia. «Ma se la sposassi, ne ricaverei molto di più.» «Niente affatto, ragazzo» tenne a precisare Marc a bassa voce. «Perché se sposerai la mia Belle, io ti ucciderò. E farai meglio a credere che non è una minaccia a vuoto. Non diventare avido. Sei troppo furbo per commettere questo errore. Accetta la mia offerta di un quarto di milione, e lascerai Miami felice.» «Stiamo parlando di un unico pagamento?» domandò Sandro. «No. Voglio delle garanzie che manterrai il patto. Ti pagherò a rate di quindicimila dollari al mese, purché tu non abbia alcun contatto con mia figlia. Questo le darà più di un anno per liberarsi da qualunque sciocco sentimento possa nutrire nei tuoi confronti. Naturalmente, se finirò in prigione, tu non avrai i tuoi dollari, perciò sarà saggio, da parte tua, fare in modo che l'indagine che i federali stanno conducendo su di me non arrivi mai in tribunale.» «Un quarto di milione non basta a convincermi a rinunciare a Isabelle e a tenere la bocca chiusa.» «Prendere o lasciare. La tua sola alternativa è assicurarti che la tua famiglia sappia se vuoi essere sepolto o cremato.» Marc non aveva affatto l'aria di scherzare. Allacciandosi la cintura, Sandro sorrise, rigido. «Date le circostanze, immagino che un quarto di milione sia una cifra accettabile.» «Molto più accettabile dell'alternativa» convenne Marc. Jasmine Cresswell
42
Mercanti Di Morte
Il monitor divenne nero, poi si riaccese mostrando colonne di numeri. Prima di poter cominciare a decifrarne il senso, Belle sentì la voce di Donald che la chiamava dal fondo delle scale. «Belle, tesoro, sei lì? Sono entrato quando non hai risposto al campanello. Posso salire?» Lei tremava così forte che riuscì a malapena a impartire i semplici comandi per chiudere il programma e spegnere il computer. «Sì, sono qui» rispose, ma la sua voce era poco più di un sussurro. Dovette schiarirsi la voce e riprovare. «Sali, Don.» Lui giunse alla porta dello studio giusto mentre il computer si spegneva, e Belle riuscì a ficcare il DVD nella borsa che aveva posato sulla scrivania. Si alzò, ma si sentiva così disorientata che non riusciva a trovare niente da dirgli. Per fortuna, Donald non parve accorgersene. «Ciao, tesoro, è bello rivederti.» La prese fra le braccia e la baciò con calore sulla bocca. Lei rimase passiva, non più capace di rispondergli che se fosse stata sotto anestesia. Donald sorrise affettuosamente. «Mmh... che buon sapore hai. Mi sei mancata, tesoro.» Finalmente, Belle ritrovò la voce. «Anche tu mi sei mancato.» Lui sorrise e la solleticò sotto il mento. «Riesci a trovare un sorriso per me, tesoro? Non sembri molto allegra.» «È stata una settimana dura.» «Certo, e mi dispiace moltissimo per te. Ma intendo ordinarti di mettere al bando i pensieri tristi, almeno per ora. Tua nonna ha vissuto una lunga, buona vita. Sono sicura che non vorrebbe vederti così triste. Non ti sei neppure messa qualcosa di carino per la nostra cena.» «Mi spiace, non ti aspettavo prima delle sette. Non è molto che sono tornata a casa.» «Non c'è bisogno che ti scusi. Sono uscito dal lavoro un po' prima, e sono venuto direttamente qui.» Donald le diede un altro bacio sulla guancia, tenendole le braccia attorno alla vita. «Okay, facciamo un patto? Stasera ci limiteremo a rilassarci e a gustare la cena, e dimenticheremo tutte le tristezze. Via, tesoro, sorridi.» Belle riuscì a sollevare gli angoli della bocca e lui sorrise, con approvazione. «Brava, la mia ragazza.» Come accadeva spesso quando era con lui, Belle trovò che era più facile accontentarlo che spiegargli ciò che sentiva realmente. Provò una familiare punta di irritazione, subito sostituita dal rimorso. Che diritto aveva lei di Jasmine Cresswell
43
Mercanti Di Morte
sentirsi irritata dai maldestri tentativi di Donald di rallegrarla? Non poteva certo rimproverargli la sua mancanza di sensibilità. Non aveva idea che stesse piangendo la morte di suo padre. «Sei pronta, allora?» chiese lui. «Stai benissimo così. Ho prenotato per le sette e mezzo, e faremo tardi, se non usciamo subito.» «Lasciami solo mettere un po' di rossetto.» In un certo senso, Belle era contenta che la presenza di Donald le imponesse di comportarsi come se non fosse successo nulla. Sandro Marchese era uscito dalla sua vita da sette anni. Aveva sempre saputo che la sua morale tendeva a zero. Era peggio scoprire che era stato anche corrotto? E perché doveva farle più male sapere che era stato comprato da suo padre, anziché averla semplicemente tradita quando si era stancato di lei? «Vieni, tesoro» insistette Donald. «Ti sentirai meglio quando saremo al ristorante. Porti la borsa che è lì sulla scrivania?» «Sì.» Belle sorrise, grata per il suo onnipresente buonumore. «Grazie, Donald.» «Per che cosa?» «Per essere così comprensivo.» Anche mentre gli faceva quel complimento, Belle si rese conto che era una bugia. Donald non capiva affatto. Ma non era colpa sua, visto che non gli aveva dato quasi alcuna possibilità di conoscerla meglio. Tutt'a un tratto, pensò che frequentava un uomo la cui principale attrattiva era che poteva mentirgli senza che lo notasse. Non era esattamente la base più solida per costruire un rapporto. Perlomeno, era comunque un miglioramento rispetto al voler sposare un uomo perché era così sessualmente attraente che lei aveva perso ogni capacità di pensiero razionale, quando lo aveva accanto. Specialmente se all'uomo in questione non importava un bel nulla di lei. Più Belle ci pensava, più si sentiva insultata dal fatto che suo padre fosse riuscito a comprare Sandro Marchese con un misero quarto di milione di dollari. Sandro aveva concluso un patto svantaggioso. Al momento della denuncia ai federali per corruzione, si sarebbe assicurata di avere l'opportunità di affrontarlo di persona. Così, avrebbe potuto dirgli che si era venduto per un prezzo irrisorio. Per tenere lontano da lei un verme simile, Belle era certa che suo padre avrebbe scucito ben volentieri diversi milioni.
Jasmine Cresswell
44
Mercanti Di Morte
CAPITOLO 5 Donald aveva prenotato al Winter Garden, un ristorante di cui Belle aveva sentito dire un gran bene, ma dove non era mai stata. Era situato in un prestigioso centro commerciale, e le finestre davano su un'area chiusa che era stata attrezzata in modo da creare l'illusione di un giardino. Dal loro tavolo, Belle e Donald potevano ammirare un'aiuola di crisantemi gialli e dalie rosso scuro, circondati da sempreverdi. All'interno del ristorante, un mormorio di voci basse e il servizio attento ma discreto creavano un'atmosfera rilassata e serena. Nonostante l'ambiente piacevole, Belle doveva fare uno sforzo per vincere l'impazienza. Non voleva essere lì... voleva essere a casa sua a esaminare il resto del DVD e a riflettere su che cosa suo padre aveva voluto farne. Correre al più vicino ufficio dell'FBI non sembrava la soluzione migliore. Visto il numero di importanti dignitari governativi che Marc Joubert era riuscito a corrompere, sarebbe stata un'ingenuità contare sull'onestà di un qualunque ufficiale pubblico senza prima assumere accurate informazioni. Purtroppo, Belle aveva davanti diverse ore in cui era tenuta a dimostrarsi serena e disponibile. Per Donald, cenare fuori era quasi un sacro rituale, e non c'era modo di abbreviare la serata senza urtare i suoi sentimenti. Belle aveva il fosco sospetto che si aspettasse anche di passare la notte con lei. Sospirò. Al momento, decisamente non era dell'umore adatto per fare sesso. Mentre mangiavano l'insalata, cominciò a inventare fra sé delle scuse che, sperava, avrebbero spedito Donald a casa sua, a dormire nel suo letto, senza ferire troppo il suo orgoglio. Sulle prime, lui non parve notare che Belle era insolitamente silenziosa. Per festeggiare il suo ritorno, aveva ordinato una costosa bottiglia di vino francese per accompagnare il filet mignon e i funghi porcini. Durante l'estate aveva visitato una delle regioni francesi più prestigiose in fatto di vini, e da allora aveva cercato di indottrinare Belle in proposito, educando pazientemente il suo palato, senza mai lamentarsi della sua incapacità di distinguere tra vini francesi importati e le imitazioni californiane. Per fortuna, quella sera era così soddisfatto della sua scelta che per tutta la prima portata rimase occupato a spiegare come i diversi tipi di terreno contribuivano a sottili variazioni nella qualità dei vini, percepibili solo da Jasmine Cresswell
45
Mercanti Di Morte
un conoscitore. Belle ascoltava a metà, interponendo qualche monosillabo e sorseggiando il vino, in parte per accontentare Donald, in parte nella speranza che, bevendone a sufficienza, avrebbe cancellato dalla memoria il sorriso ironico di Sandro Marchese quando si era venduto a suo padre per un quarto di milione di dollari. Purtroppo, aveva già quasi finito il terzo bicchiere, e fino ad allora il solo effetto sembrava essere un crescente desiderio di prendere il piatto e vuotarlo in testa a Donald. Finalmente, lui si rese conto che qualcosa non andava. Contrito, si fermò a metà della frase e allungò la mano attraverso il tavolo per battere un colpetto su quella di Belle. «Diamine, tesoro, non avrei dovuto costringerti a uscire, stasera. È troppo presto, vero? Sei ancora troppo turbata per la scomparsa di tua nonna.» Le strinse affettuosamente le dita. «Dev'essere stata una donna molto speciale, perché la sua perdita ti abbia colpita così profondamente.» Era l'occasione perfetta per confessargli che era stato suo padre a morire, non sua nonna. Belle cercò il modo meno traumatico per spiegare che era figlia di un uomo che aveva guadagnato milioni di dollari con il commercio illegale di armi. Sapeva che avrebbe dovuto farlo, una volta o l'altra, perciò, perché non quella sera? Respirò a fondo... e cambiò idea. «Tutto il viaggio a Miami è stato più difficile del previsto» disse, aiutandosi con un altro sorso a lavare via il sapore amaro della sua vigliaccheria. Donald scosse la testa con affettuosa disapprovazione. «Mia cara Belle, hai il cuore troppo tenero, ecco il tuo guaio. Dopotutto, si trattava di una donna molto anziana...» Considerando che la nonna era stata fabbricata per coprire una bugia, Belle fu sorprendentemente irritata dal modo disinvolto con cui Donald la liquidava. «Solo perché era anziana io non devo essere dispiaciuta per la sua morte?» «No, certo, tesoro.» Donald sembrava stupito che lo avesse frainteso. «Non mi ero reso conto che fossi tanto affezionata a tua nonna, o ti avrei dimostrato maggiore comprensione. Ma non andavi mai a trovarla e neppure ne parlavi, perciò, probabilmente, ho concluso che non avevate molto in comune e che eri andata al funerale più per rispetto che altro. Ho sbagliato. Scusami.» Jasmine Cresswell
46
Mercanti Di Morte
«No, sono io a essere troppo suscettibile. Tu sei stato fantastico.» L'irritazione si trasformò all'istante in senso di colpa. Era folle litigare per una persona che, in realtà, era morta quando Belle andava ancora all'asilo. Tentò ancora una volta di inserire una nota di almeno parziale verità nella conversazione. «Amavo... mia nonna, ma c'erano alcune questioni irrisolte fra noi, e ho sempre evitato di parlare di lei perché non voglio entrare nelle complicazioni della mia famiglia.» Belle cercò di apparire dispiaciuta. «La verità è che i miei rapporti con i parenti danno un nuovo e più profondo significato alla parola disarmonia.» «Mi dispiace, tesoro. Ma ormai ti restano solo dei cugini, perciò non dovrebbe essere difficile mettere a posto le cose con loro.» «Forse no, anche se riusciamo ancora ad accapigliarci per un nonnulla.» Belle provò un improvviso lampo d'affetto per la sua rumorosa, combattiva famiglia e per l'esuberanza che dimostrava nella vita quotidiana. «I miei... cugini... partono dal presupposto che non c'è evento tanto banale da non potersi trasformare in un circo a tre piste, con accompagnamento di banda.» Donald trasalì. «Povera te» commentò. «So quanto devi odiare un comportamento simile. Tu sei sempre così controllata, e certo è una cosa che ammiro, specialmente in una donna. È una qualità così rara!» Le accarezzò la mano teneramente. «Tu sei una persona che ha bisogno della sua privacy, Belle, me ne rendo conto. Non voglio che pensi che intendo ficcare il naso nei tuoi affari personali, ma non sempre è bene tenersi tutto dentro. Sai che sono sempre qui per te, quando deciderai che sei pronta a parlare di qualunque problema o preoccupazione che tu possa avere con la tua famiglia.» «Non prevedo nuovi problemi, grazie al cielo. Non devi pensare che ti escludo dalla vita della mia famiglia, Donald. Piuttosto, sono io che ho dato un taglio netto con il passato. Fino a questa settimana, non vedevo un membro della mia famiglia da sette anni.» Stava ricompensando la sincera offerta di comprensione di Donald con un mucchio di mezze verità, pensò Belle, arrabbiata con se stessa. Per peggiorare ancora le cose, invece di capire l'antifona e cambiare discorso Donald si mise a rassicurarla che non si sentiva affatto escluso da qualcosa di importante della sua vita. Evitando il suo sguardo, Belle si guardò attorno nel ristorante, nella speranza di trovare, per magia, o il coraggio di Jasmine Cresswell
47
Mercanti Di Morte
dirgli la verità o almeno l'ispirazione per un nuovo argomento di conversazione. Non trovò né ispirazione né coraggio. Quello che trovò fu Sandro Marchese seduto a un tavolo d'angolo, apparentemente immerso in una discussione con un altro uomo, che voltava le spalle a Belle. Lei sussultò con tanta violenza da rovesciare il bicchiere del vino, che per sua fortuna era di nuovo quasi vuoto. Mentre il cameriere tamponava le poche gocce di vino e le portava un altro tovagliolo, Donald le rivolse una serie di domande preoccupate, fino a quando lei fu quasi pronta a mettersi a urlare. Bevve un sorso d'acqua ghiacciata, che non fece assolutamente nulla né per calmarla né per schiarirle la vista. Quando azzardò un'altra occhiata, Sandro Marchese era ancora là, nell'angolo più lontano della sala. Sembrava più maturo e più cinico, ma per il resto non era cambiato. Doveva essere un'allucinazione provocata dall'alcol, decise Belle. Per la verità, era un'allucinazione molto solida, ma sarebbe stata una coincidenza troppo grande se si fosse trattato davvero di Sandro. Si rammentò che nell'area di Chicago vivevano tre milioni di persone, e almeno qualche centinaio dovevano essere uomini alti, bruni, aitanti e dall'aria sardonica. Era stanca, aveva bevuto mezza bottiglia di vino ed evidentemente la vista le giocava dei brutti scherzi. Sì, era così. Combinando l'eccesso di alcol con lo shock di vedere il filmato di Sandro che contrattava uno spregevole accordo con suo padre, era normale che cadesse preda di una specie di illusione ottica. «Vuoi scusarmi un momento?» disse a Donald, rendendosi conto solo dopo aver parlato che lo aveva interrotto a metà di una frase. Si sarebbe subito pentita, ma vide Sandro, o chiunque fosse quell'uomo, alzarsi dal tavolo con il suo compagno. Se ne stava andando! Ebbe l'impressione che l'avesse vista, perfino che chinasse leggermente la testa in un accenno di saluto, ma non poté esserne certa. Si affrettò ad attraversare la sala, scansando un cameriere che stava versando del cognac fiammeggiante sopra delle quaglie, e mancandone per un pelo un altro che portava tazze fumanti di caffè espresso. Se ne accorse a malapena. Quando raggiunse l'angolo dove Sandro era stato seduto, il tavolo era vuoto, e lui non era in vista. Belle imprecò fra i denti, maledicendo i tacchi alti mentre attraversava di Jasmine Cresswell
48
Mercanti Di Morte
corsa l'atrio e usciva nel posteggio. Una berlina scura stava giusto immettendosi sulla strada, ma nel buio era pressoché impossibile vedere quante persone c'erano a bordo, e meno che mai affermare che una di loro era Sandro Marchese. Ora che lo aveva perso di vista, Belle sembrava incapace di muoversi. L'addetto al posteggio le chiese se voleva che le portasse la macchina, e lei scosse la testa. Rimase là fuori fino a quando cominciò a rabbrividire per il freddo. Finalmente, con la mente paralizzata ma le emozioni in subbuglio, rientrò adagio nel ristorante. Donald stava camminando avanti e indietro nell'atrio. «Che è successo?» le chiese. «Belle, che cosa ti prende stasera?» «Mi hai già fatto questa domanda» scattò lei. «Non è successo proprio niente.» Subito pentita, si portò una mano alla fronte pulsante. «Scusami tanto, sarei dovuta rimanere a casa. So di essere una pessima compagnia.» L'irritazione di Donald non durava mai più di un paio di minuti. «Tu non potresti mai essere una pessima compagnia» ribatté con un sorriso, passandosi la mano di lei sotto il braccio. «È solo che mi preoccupo perché non sei la solita, dolce Belle.» Uscivano insieme da mesi. Non aveva notato quanto era improprio definirla dolce? Belle sapeva che sarebbe dovuta essergli grata per la sua gentilezza, ma non era di pazienza che aveva bisogno quella sera. Era una delle rare occasioni in cui gli infiammabili geni dei Joubert avevano la meglio, ed era pronta per una bella litigata. Una parte di lei desiderava che Donald perdesse la calma e che potessero abbandonarsi a una lite furiosa, che sarebbe finita soltanto quando lui l'avesse gettata sul letto per fare l'amore. Amore rude, bollente, appassionato. Ma non serviva a niente desiderare che Donald si trasformasse in Sandro... Belle bloccò quel pensiero traditore prima che la portasse troppo lontano in una direzione che decisamente non voleva seguire. Colta da un'improvvisa energia che non poteva trovare alcuno sfogo legittimo, lasciò che Donald la riaccompagnasse al tavolo. Una volta là, sbocconcellò del pane, in attesa che lui finisse la sua portata, solo per avere qualcosa da fare che non fosse tamburellare sulla tovaglia inamidata. Il pane, combinato con la boccata di aria fresca, rimediò agli effetti del vino abbastanza da consentirle di condurre una discreta imitazione di una conversazione normale senza dover realmente ascoltare quello che Donald Jasmine Cresswell
49
Mercanti Di Morte
stava dicendo. Ordinò perfino del caffè e si costrinse a berlo. Il fatto che riuscisse a inghiottirlo, sorso dopo sorso, era la prova che stava controllando la propria immaginazione. Non sarebbe corsa a casa per poter riguardare ossessivamente il DVD di suo padre e inventare storie pazze per spiegare la presenza di Sandro Marchese a Chicago, nel suo stesso ristorante. Non le importava affatto se Sandro era a Chicago. La sua messinscena doveva essere stata anche troppo efficace. Quando tornarono a casa, Donald l'accompagnò alla porta e si fermò sull'ultimo gradino del portico, sorridendo. «Be', è bello avere di nuovo con me la mia Belle allegra. Mi hai fatto preoccupare, per un momento. Sono contento che tu sia di nuovo te stessa.» Belle era così sollevata di essere a casa che non tentò di disilluderlo sul proprio stato d'animo. «Avevi ragione, come al solito, Don. Avevo solo bisogno di smettere di pensare agli avvenimenti della settimana, e adesso sto di nuovo bene. Grazie per la bella serata.» «È stato un piacere, come sempre.» «Il tuo capo ha un gusto impeccabile» affermò lei. «Non solo il Winter Garden è un ottimo ristorante, ma anche l'ambiente è delizioso. Sono contenta che tu lo abbia scelto, stasera.» Sarebbero caduti in un eccesso di sdolcinatezze, se non avessero smesso subito di scambiarsi complimenti. Impaziente di liberarsi di lui, Belle cercò la chiave nella borsetta e aprì la porta. Donald era così ignaro della sua tensione che sorrise da un orecchio all'altro, senza accennare a tornare alla macchina. «Dobbiamo tornarci presto. La loro lista dei vini è notevole.» «Con piacere, quando vorrai.» Belle avrebbe accettato di cenare in un fosso, se era quello che ci voleva per liberarsi di Donald. La serratura era aperta, ma non spinse la porta. Invece, si voltò a dargli un rapido bacio della buonanotte, pregando che capisse il senso del suo gesto: un bacio sulla porta significa che non si entra. Avrebbe dovuto sapere che non poteva aspettarsi che Donald afferrasse un suggerimento così sottile. Lui le passò un braccio attorno alla vita, poi le sollevò il viso in modo da poter trasformare quel bacio in qualcosa di molto più passionale. Troppo tardi, Belle si rese conto che la sua falsa Jasmine Cresswell
50
Mercanti Di Morte
allegria era stata un errore. Per un'ora aveva finto così efficacemente che tutto andasse bene che Donald non aveva idea di quanto lei fosse impaziente di vederlo andar via. Belle si liberò dall'abbraccio per respirare a fondo, ma ancora una volta Donald non captò il messaggio. Aprì la porta e fece per entrare con lei, stringendola a sé, mentre insinuava una mano sotto la giacca in cerca del seno. Santo cielo, possibile che quel benedetto uomo non capisse che aveva tanta voglia di fare l'amore con lui quanta ne aveva di passare la notte con un orso? Lei finse di soffocare uno sbadiglio, poi respinse Donald prima che potesse introdursi del tutto in casa. A quel punto lui, da perfetto gentiluomo, la lasciò immediatamente. «Tesoro, che cosa c'è?» Se glielo avesse chiesto un'altra volta, si sarebbe messa a urlare. Stranamente, Belle non era troppo sicura del perché fosse così ansiosa di allontanarsi da lui. Era stata stanca altre volte, eppure aveva finto abbastanza spesso di provare piacere nei loro incontri sessuali. Perché non poteva farlo una volta di più? Che cosa c'era di così diverso, quella sera? Rendendosi conto che, involontariamente, aveva individuato il problema chiave del loro rapporto, Belle si insinuò dietro la porta, frapponendo una solida barriera fra loro due. «Donald, mi dispiace, ma stanotte vorrei proprio rimanere sola. Sono stata circondata da orde di cugini e vecchi amici di famiglia per giorni, e sono stanca. Ho bisogno di un po' di spazio. E anche domani. Scusami. Forse potremmo vederci domenica... passare insieme tutto il pomeriggio e la serata.» «Sarebbe bellissimo.» Nessuno poteva accusare Donald di offendersi facilmente. «Quanto a stasera, non c'è niente di cui scusarsi. Capisco che tu ti senta svuotata e troppo stanca per aver voglia di fare l'amore. Di sicuro mi mancherai moltissimo stanotte, ma se vuoi restare sola, naturalmente rispetto il tuo desiderio. Avrei dovuto capire senza che me lo dicessi tu quello che hai passato negli ultimi giorni.» «Grazie, Donald, apprezzo molto la tua sensibilità.» Belle pensò che lei e Donald passavano una quantità del loro tempo insieme a scusarsi teneramente. Era carino che lui fosse così disposto ad accettare la sua parte di colpa in ogni disaccordo, ma sarebbe stato anche più carino se non avessero avuto sempre tanti malintesi da appianare. Jasmine Cresswell
51
Mercanti Di Morte
Nonostante il suo rifiuto di farlo rimanere, Donald sembrava contento di com'era andata la serata. E perché non avrebbe dovuto?, pensò Belle, cupamente. Non aveva avuto visioni di ex amanti, né mentito spudoratamente sul funerale a cui aveva assistito. E non era stato costretto ad ascoltare pompose lezioni sul vino per ore e ore. Aveva ogni ragione per essere contento. Rimase rigida quando lui si chinò in avanti e la baciò sulla fronte. «Dormi bene, tesoro. Ti chiamerò domani pomeriggio, e fisseremo l'ora in cui vederci domenica. Pensa a che cosa ti piacerebbe fare. Tocca a te scegliere.» «Anche a te.» Donald sorrise. «È vero, ma suppongo di essere il più facilmente accontentabile, nel nostro rapporto.» Belle non aveva intenzione di analizzare che cosa intendesse con quel commento. Gli ricambiò il sorriso. «Non preoccuparti, sceglierò qualcosa che ti piacerà di certo. Ci vediamo domenica. Buonanotte, Donald.» Gli chiuse la porta alle spalle più in fretta che poté. Non appena fu sola, tirò il catenaccio e scalciò via le scarpe con un sospiro di sollievo. Grazie al cielo se n'era andato! Rianimata dal pensiero del DVD di suo padre che l'aspettava, raccolse le scarpe e si avviò rapidamente verso le scale. Mentre attraversava il soggiorno, un uomo si alzò dalla poltrona su cui era seduto. «Ciao, Belle. È un piacere rivederti.» Lei si immobilizzò al suono della voce di Sandro. Solo le sue emozioni continuavano a tumultuare, passando in un istante dallo sbalordimento alla furia. «Che cosa ci fai qui?» chiese, incenerendolo con lo sguardo. «Come osi presentarti in casa mia? Come sei entrato?» Apparentemente, l'effetto combinato della sorpresa e della collera era che la sua voce suonava secca e gelida, come se avesse il completo controllo di se stessa e della situazione... l'esatto contrario di quello che provava in realtà. Dentro si sentiva abbastanza fragile da andare in frantumi. «Sono venuto qui perché ho bisogno di parlarti» disse Sandro. «E sono entrato dalla porta posteriore. Era aperta.» Jasmine Cresswell
52
Mercanti Di Morte
«Immagino che tu non possa fare a meno di mentire, visto che è una tua malattia congenita» ritorse Belle, sarcastica. «Ma, per favore, non prendermi per stupida, Sandro. Ho controllato le porte, prima di uscire. Le luci di sicurezza erano accese e sono certa al cento per cento che la porta posteriore era chiusa a chiave.» «Non ne dubito...» «E allora, come sei entrato? Hai aggiunto lo scasso all'elenco delle tue attività criminose?» «Certo che no. Mentre posteggiavo la macchina, ho visto qualcuno uscire correndo dalla porta posteriore della casa e sparire attraverso il giardino. Ho cercato di prenderlo, ma aveva troppo vantaggio. L'ho perso all'angolo, e ho tirato a indovinare da che parte aveva svoltato. Evidentemente ho sbagliato, perché non l'ho più visto.» «Stai dicendo che c'era un ladro in casa mia?» chiese Belle, con aperto scetticismo. «Non so se era un ladro. Sembra che qui non manchi niente, ma non volevo controllare tutta la casa senza il tuo permesso.» «Il tuo tatto è commovente.» «Sono entrato perché la porta era spalancata e temevo che l'intruso avesse lasciato qualche suo amico per aggredirti.» Belle non credette neppure per un momento che Sandro avesse trovato la porta aperta, e meno che mai che avesse visto un intruso fuggire nella notte. Era entrato per qualche suo scopo perverso, aveva perquisito la casa, e ora stava cercando di togliersi dai guai a forza di bugie. Il solo mistero era il motivo per cui si era trattenuto abbastanza perché lei lo trovasse. Che cosa poteva esserci in casa sua che interessasse Sandro Marchese? Nel momento in cui si pose la domanda, Belle seppe la risposta. Il DVD. Era entrato in casa per cercare il DVD di suo padre. In qualche modo, aveva scoperto che conteneva la prova dei suoi illeciti patti con Marc Joubert, e ora cercava freneticamente di impadronirsene per coprire i propri misfatti. Il che spiegava la ragione per la quale era ancora lì, ad aspettare che lei rientrasse. Non aveva trovato il DVD e ora sperava di indurla con l'inganno a rivelargli dov'era. Ah!, pensò Belle. Puoi scordartelo, amico! Si trattenne giusto in tempo dal guardare la borsa, dove aveva messo il DVD prima di uscire. «Non appena te ne sarai andato, controllerò la casa io stessa.» Distolse lo sguardo, deglutendo a vuoto. Chissà perché, se fissava Sandro per Jasmine Cresswell
53
Mercanti Di Morte
troppo tempo, nella sua voce compariva un seccante tremito. «Se risulterà che è stato rubato qualcosa, mi assicurerò che la polizia sappia che il sospettato numero uno è Sandro Marchese.» «Può darsi che tu non abbia molte ragioni per fidarti di me, Belle, ma vorrei che mi concedessi il beneficio del dubbio per qualche minuto. Non sono il farabutto che immagini.» «Io non immagino che tu sia un farabutto, Sandro. Io so per certo che sei un viscido delinquente.» «Hai tutti i diritti di essere arrabbiata con me, ma sei in un mare di guai, e voglio aiutarti.» Sandro fece un passo verso di lei, e Belle balzò indietro, dissipando l'illusione di essere calma e controllata. Lui ignorò la reazione e le prese la mani, attirandola verso di sé. «Belle, ti prego, devi guardarmi. Voglio che tu veda che non sto mentendo. Guardami, maledizione!» Incredibilmente, nonostante tutto quello che le aveva fatto e nonostante ciò che sapeva di lui, Belle non ebbe la forza di agguantare il telefono e chiamare la polizia. Invece, lo guardò e gli indirizzò un rigido sorriso. «Non ti crederei neppure se l'Arcangelo Gabriele comparisse in un lampo di luce e giurasse che ogni tua parola è vera. Anzi, cercherei di scoprire dove hai nascosto l'apparecchiatura per far comparire l'ologramma di un angelo.» Lui corrugò le sopracciglia, palesemente frustrato. «Maledizione Belle, non ci sono effetti speciali. Niente ologrammi. E certo niente angeli. Solo tu e io che cerchiamo di essere onesti l'uno con l'altro.» Lei rise, secca. «Hai ragione» concesse Sandro. «Non sono stato onesto con te, in passato, ma non l'ho fatto per scelta. Non ero libero di dire la verità.» «E quale sarebbe la verità, Sandro? Perlomeno, la tua versione per il nostro incontro di oggi.» «La verità è che lavoro per un ramo investigativo del fisco. Ci lavoro da oltre nove anni.» «Ci vorrebbe un rullo di tamburi per sottolineare l'effetto drammatico del tuo annuncio» affermò Belle, sarcastica. «Peccato che lo sapessi già.» «Sai anche che il mio lavoro alla Joubert Corporation era una copertura? Che per tutto il tempo in cui rimasi a Miami ero a capo di una Jasmine Cresswell
54
Mercanti Di Morte
task force che indagava sulle attività di contrabbando di tuo padre?» Belle liberò le mani da quelle di Sandro e lo respinse. «Sì, lo sapevo. Ma cerchiamo di essere precisi, vuoi? Tu sarai anche un agente del fisco, ma non lavori per loro, in realtà, vero? Immagino che guadagni il tuo denaro come hai sempre fatto... con le mazzette delle persone su cui dovresti indagare.» Se aveva sperato di metterlo in imbarazzo, rimase delusa. Gli occhi di Sandro si strinsero, ma quella fu la sua sola reazione. «È questo che ti ha detto tuo padre? Che ho accettato del denaro da lui per tenere la bocca chiusa sulle attività illegali della Joubert Corporation!» «Sì, è questo che mi ha detto mio padre.» La voce di Belle non era più così fredda. Anzi, tremava. «Allora tuo padre ha mentito» affermò Sandro. «Sapeva bene che, a parte lo stipendio che ricevevo dalla Joubert Corporation, non ho mai accettato un centesimo del suo denaro.» Tipico che tentasse di coprire il suo passato criminale incolpando un morto, pensò Belle, acida. Dovette intrecciare strettamente le mani dietro la schiena per impedirsi di schiaffeggiare quella faccia arrogante. Non che avrebbe provato qualche scrupolo, ma non voleva abbassarsi a toccarlo. Era arrabbiata fin dal momento in cui se lo era trovato in soggiorno, perciò fu sorprendente scoprire quanto più intensa poteva diventare la sua collera. Fu sul punto di gridargli che aveva le prove irrefutabili, a colori, della sua corruzione, ma il buonsenso la fermò all'ultimo momento. L'ultima richiesta di suo padre si sarebbe potuta rivelare pericolosa, rifletté. Sandro sarebbe potuto finire in prigione per anni, non appena lei avesse consegnato il DVD alle autorità competenti. Evidentemente, meno persone sapevano che aveva quel DVD, maggiori erano le sue possibilità di affidarlo alle mani giuste. Se doveva adempiere alla richiesta di suo padre, non poteva permettersi di dare sfogo alla collera che ribolliva dentro di lei. Andò alla porta principale e l'aprì, costringendosi a comportarsi come se la presenza di Sandro fosse una semplice seccatura. «Sei entrato abusivamente in una casa privata. Vattene.» Lui attraversò la stanza e si allungò per chiudere la porta, appoggiandovisi contro per bloccarla. «Non posso ancora andarmene. Dobbiamo parlare...» Jasmine Cresswell
55
Mercanti Di Morte
«Non abbiamo nient'altro da dirci» lo interruppe Belle, schizzando verso la cucina. Afferrò il telefono, ma lui la raggiunse in pochi secondi, strappandole di mano il ricevitore e riattaccando prima che potesse comporre il 911. «Quello che ho da dirti potrà anche non piacerti, Belle, ma farai meglio ad ascoltare, perché sei in un grosso guaio. Un informatore... uno che dovrebbe sapere molto bene di che cosa sta parlando... ci ha avvertiti che tuo padre ti ha affidato il suo ultimo progetto. Se l'informazione è esatta, allora dovresti essere abbastanza intelligente da capire che ti sei assunta un compito molto rischioso. La tua vita è in grave pericolo.» Belle era più infuriata che spaventata, anche se il modo in cui Sandro incombeva su di lei sarebbe potuto apparire minaccioso. «Hai intenzione di uccidermi, Sandro? Non mi ero resa conto che fossi caduto così in basso.» Lui indietreggiò, visibilmente scosso. «Gesù, Belle, che domanda assurda. Perché pensi che abbia intenzione di ucciderti?» Lei si strinse nelle spalle. «Sei un criminale. Sei entrato abusivamente in casa mia. Mi hai minacciata. Mi sembrano tre ottime ragioni.» Sandro aveva l'aria di desiderare ardentemente di prendere a pugni qualcosa o qualcuno. Invece, ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni e respirò a fondo. «Ti chiedo scusa per essere entrato in casa tua senza permesso, ma ritenevo di avere un buon motivo per farlo» borbottò alla fine. «E quando ho affermato che la tua vita è in pericolo, non era una minaccia, santo cielo! Stavo cercando di metterti in guardia.» «Diamine, mi sono sbagliata. Ma con un uomo come te, minacce e avvertimenti sembrano spesso intercambiabili.» «So che abbiamo molte cose da chiarire» cominciò Sandro a denti stretti. «Ma ora non dobbiamo pensarci. Per il momento, abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Io ho bisogno del tuo aiuto, e tu della mia protezione...» Belle gli indirizzò un sorriso tagliente. «Che cosa dobbiamo chiarire? Per parte mia, ritengo di non aver provato più nulla per te... diciamo a partire da dieci secondi dopo averti trovato a letto con quella pupattola bionda con i seni solo un po' più piccoli della cima dell'Everest.» Jasmine Cresswell
56
Mercanti Di Morte
«Era sorprendente, vero?» Sandro sembrava divertito, e questo non fece che accrescere la furia di Belle. «Ma non ho dormito con lei, sai, nonostante i suoi spettacolari attributi.» «Perfino io non ero tanto ingenua da pensare che avessi dormito con lei» scattò Belle. «Intendevo dire che non ho fatto sesso con lei» precisò Sandro. «Il suo solo compito era quello di stare sdraiata sul letto fino a quando tu non fossi entrata nella camera di quel motel e l'avessi vista. Avevo fatto un patto con tuo padre, promettendogli di rompere con te, e dovevo mantenerlo.» Belle decise di non mostrare neppure una scintilla di interesse per la storia di Sandro, benché il filmato che aveva visto suggerisse che poteva anche aver detto la verità. Che avesse fatto o no l'amore con la biondona, la parte della sua vita che aveva condiviso con Sandro era morta, uccisa dalle sue bugie, e lei non aveva intenzione di resuscitarne artificialmente il cadavere. «Che cosa ci facevi al Winter Garden stasera?» chiese. «Mi seguivi?» Sandro esitò prima di rispondere. «Non seguivo te, seguivo Donald Gates.» «Seguivi Donald?» Belle sarebbe stata meno sorpresa se Sandro le avesse detto che pedinava la Fata Turchina. «Perché mai stai dietro a Donald Gates?» Sandro la guardò in un modo che non riuscì a decifrare. «Il governo sospetta che contrabbandi tecnologie rubate alla ditta per cui lavora, usando la Joubert Corporation come tramite.» «Sospettate Donald di contrabbando?» ripeté Belle. Le girava la testa e cercò, dietro di sé, il tavolo di cucina, per avere qualcosa di solido a cui aggrapparsi in un mondo che improvvisamente sembrava dissolversi sotto i suoi occhi. «Stai mentendo» asserì, dura. Il mondo era pieno di coincidenze, ma non poteva credere di essere fuggita da Miami solo per finire fra le braccia di un uomo coinvolto nelle stesse attività criminose di suo padre. Come si sarebbe sentita? Nella migliore delle ipotesi, una sciocca. Nella peggiore, una persona corrotta, attratta istintivamente da altri criminali. Era più facile credere che Sandro cercasse di ingannarla. «Donald è un ingegnere, con un solido posto di lavoro alla Century Engineering. Progetta sistemi di irrigazione, santo cielo! Perché lo accusi di contrabbando? Qual è il tuo gioco, Sandro?» «Nessun gioco» rispose lui quietamente. «Abbiamo cominciato a Jasmine Cresswell
57
Mercanti Di Morte
sospettare di Donald Gates quando noi lo abbiamo identificato dopo un incontro con tuo fratello...» «Posso assicurarti che Donald non ha mai incontrato mio fratello!» «Abbiamo le foto» affermò Sandro. «Vuoi vederle? Posso fare in modo di mostrartele.» «No. Non ti crederei comunque. Oggigiorno, chiunque può falsificare una foto, con un computer e uno scanner. Perché mi stai mentendo a proposito di Donald e mio fratello?» «Le foto non sono falsificate» insistette Sandro. «Donald si è incontrato con tuo fratello in almeno tre occasioni, negli ultimi sei mesi.» «E come mai il fisco aveva un agente sul posto per scattare le foto?» chiese Belle. «Come sapevi che Donald e Tony si sarebbero incontrati?» «Non lo sapevo. Tuo padre e i suoi principali collaboratori erano sotto sorveglianza da diverso tempo, prima della sua morte, perciò quando Gates è comparso al quartier generale della società, ai primi di agosto, è stato fotografato. Semplice routine, la stessa per tutti i visitatori. Ci è voluto un po' per identificarlo, ma alla fine abbiamo scoperto che Donald lavorava per una società chiamata Century Engineering...» «È vero, ma Donald progetta sistemi di irrigazione. Non è coinvolto in niente che possa interessare a mio fratello...» «Donald non progetta sistemi di irrigazione» la interruppe Sandro. «La Century è una società ad alta tecnologia che lavora per il governo e per l'esercito. Donald Gates progetta sistemi di guida per missili a corto raggio.» L'idea che Donald lavorasse a progetti militari ad alta tecnologia, anziché a sistemi per annaffiare i parchi pubblici, era così assurda che Belle avrebbe riso, se non fosse stata troppo arrabbiata. E, doveva ammetterlo, troppo spaventata. Possibile che Sandro dicesse la verità? Se era così, allora lei e Donald erano stati impegnati in un gioco farsesco di reciproci inganni e bugie. «Non hai alcuna possibilità di convincermi che Donald Gates abbia mai incontrato mio fratello.» Belle parlò a voce troppo alta, e la protesta suonò vuota al suo stesso orecchio. Si affrettò a cambiare argomento. «E perché tenevate sotto sorveglianza Tony e mio padre? Se appena sai fare il tuo lavoro, dovresti sapere che la Joubert Corporation non ha effettuato una sola esportazione illegale negli ultimi anni.» Sandro non rispose. Il suo silenzio spaventò Belle più delle accuse di Jasmine Cresswell
58
Mercanti Di Morte
poco prima. Si rese conto che era così infuriata con lui, almeno in parte, perché era assai più facile che guardare in faccia l'agghiacciante possibilità che potesse dire il vero a proposito di Donald. Il fatto che il fisco avesse tenuto d'occhio la Joubert Corporation nelle settimane immediatamente precedenti la morte di suo padre era ancora più preoccupante. Dovevano avere qualche prova, per giustificare le spese di un'operazione di sorveglianza su larga scala. Belle non poteva neppure prendere in considerazione l'idea che Marisa si fosse sbagliata, e che la Joubert Corporation operasse ancora illegalmente. Se Tony seguitava a contrabbandare tecnologie rubate, come poteva lei, sua sorella, portare alle autorità un DVD che avrebbe concentrato la loro attenzione sulla Joubert Corporation? Esausta, gli voltò le spalle e uscì dalla cucina. «La conversazione è finita» annunciò. «Non ho assolutamente altro da dirti. Per l'ultima volta, ti chiedo di andartene.» «Okay, me ne vado. Ma siamo chiari sul motivo per cui sono venuto, Belle. Ti ho dato un avvertimento... un avvertimento ufficiale, se vuoi. Se tuo padre ti ha incaricata di qualche suo progetto, rinuncia. Non lasciarti sopraffare dai sentimenti e non cominciare a pensare di dover mandare avanti la ditta di famiglia al suo posto perché hai un debito con la sua memoria. È la via più facile o per la prigione, o per il cimitero. E tu sei troppo giovane e carina per entrambi questi posti.» Quell'arrogante, paternalista sorcio. Belle non rispose per la semplice ragione che non poteva parlare. Per fortuna, Sandro non pareva aspettarsi una risposta. Aprì la porta di casa e uscì. «Tira il catenaccio» le consigliò. «Non ho mentito a proposito dell'intruso.» Si allontanò senza voltarsi indietro. CAPITOLO 6 Il telefono squillò, sovrapponendosi al ronzio della stampante che sfornava copie del materiale contenuto nel DVD. Belle sobbalzò, momentaneamente distratta dalla contemplazione delle immagini di sua sorella e del piccolo Spencer che scorrevano sul monitor. Lasciando che il telefono squillasse, fissò Spencer che giocava con la Jasmine Cresswell
59
Mercanti Di Morte
madre in un prato cosparso di fiori, benché le montagne sullo sfondo fossero ancora incappucciate di neve. In lontananza, c'erano dappertutto segni di nuove costruzioni. Dal sonoro si deduceva che a maneggiare la videocamera era Evan, il marito di Marisa, e che il filmato era stato girato in maggio, all'epoca del primo compleanno di Spencer. Ai margini dell'inquadratura, Belle vide Dave Forcier, che alternativamente chiacchierava con Evan e lanciava una palla a Spencer. I suoi commenti erano limitati ai prezzi delle nuove case nella zona, che Belle concluse trovarsi in una delle regioni sciistiche dello Utah, ma non era chiaro se stava consigliando a Evan di investire in una casa per le vacanze o se riteneva che i prezzi fossero troppo alti. Era la terza volta che Belle rivedeva quel filmato, e ancora non riusciva a capire quale messaggio avrebbe dovuto trasmetterle, a parte che Spencer era un bambino delizioso e che Dave era uno zio indulgente. Marc era stato meticoloso nel montare quel DVD, ma da molti segni era evidente che aveva lavorato in gran fretta, sulla base di appunti sparsi. Belle cominciava a pensare che quel frammento di filmato amatoriale vi fosse stato incluso per errore. La segreteria scattò, e lei ascoltò il secondo messaggio di Donald in quel giorno, affettuoso e gentile come sempre. Affettuoso, gentile e probabilmente insincero, pensò Belle, premendo il pulsante di cancellazione del messaggio con più forza del necessario. Insincero, cioè, se decideva di credere alle accuse formulate da Sandro Marchese la sera precedente. E sarebbe stata pazza a farlo. Solo che trovava anche troppo facile credere che il suo rapporto con Donald fosse pieno di reciproci inganni. In un certo senso, non si era mai fidata della sua costante pazienza e dei suoi perpetui sorrisi teneri. Stava cominciando a chiedersi se la riluttanza che provava a confidarsi con lui non riflettesse un'inconscia consapevolezza del fatto che non solo Donald era troppo disposto a compiacerla, ma anche che aveva qualcosa da nascondere. Rifiutandosi di lasciare che i suoi pensieri imboccassero una strada già fin troppo battuta, allontanò la sedia dalla scrivania e si stiracchiò i muscoli intorpiditi. Mentre aspettava che la stampante finisse di sfornare le ultime pagine, andò alla finestra. Salutò con la mano Marge Bruno, che lavorava in giardino, senza badare al vento e al cielo minaccioso. Probabilmente raccoglieva un altro centinaio di zucchine da infliggere ai Jasmine Cresswell
60
Mercanti Di Morte
vicini, pensò. Si appoggiò al telaio della finestra, rilassata dalla scena familiare, ma senza realmente guardarla. Non poteva smettere di interrogarsi sul DVD di suo padre. Ora che lo aveva visionato tutto, il problema di che cosa farne sembrava anche più difficile da risolvere. La sera prima tutto era sembrato relativamente semplice... fino alla visita di Sandro. Da quella povera illusa che era, si rendeva conto che una parte di lei si era aspettata che Sandro fornisse qualche magica giustificazione che avrebbe spiegato perché aveva contrattato una mazzetta di un quarto di milione con suo padre. Era infuriata per la propria ambivalenza. Perché era così difficile accettare che Sandro fosse coinvolto nella peggiore specie di corruzione professionale? Ad accrescere la sua incertezza su che cosa fare del DVD, c'era lo spezzone di film riguardante Marisa e Spencer. Suo padre non era mai stato uomo da commettere errori o distrazioni. Perché aveva incluso quelle innocenti immagini famigliari in un DVD creato per essere una prova incriminante? Le suggeriva che doveva stare molto attenta perché Marisa e la sua famiglia sarebbero state minacciate, se avesse consegnato il dischetto alle autorità? Per quanto desiderasse vedere punite le persone che si erano lasciate corrompere da suo padre, Belle non voleva consegnare il DVD al governo fino a quando non ne avesse del tutto compreso i contenuti. Insomma, a quanto pareva non era disposta a voler fare giustizia a ogni costo. Resistette all'impulso di urlare e di battere i pugni sulle pareti. Dopo il funerale di Marc, quando Marisa le aveva assicurato che la Joubert Corporation ormai operava con criteri strettamente legali, Belle aveva pensato che i suoi problemi fossero finiti. Adesso, il suo ottimismo le appariva molto ingenuo. Ora basta. Belle fece cadere le matite nel cassetto della scrivania e lo chiuse con un colpo secco. Finalmente la stampante si fermò, e lei aggiunse gli ultimi fogli alla pila di diverse centinaia di pagine. La sorprendente definizione del DVD non poteva essere riprodotta sulla carta, naturalmente, ma le immagini di documenti quali matrici di assegni e ricevute delle banche erano chiarissime. Solo quel materiale stampato, anche senza il sostegno del DVD, probabilmente sarebbe bastato a ottenere la condanna di tre quarti delle persone coinvolte. Belle estrasse il DVD e spense il computer. Aveva bisogno di smettere di pensare a contrabbando, mazzette e corruzione per qualche ora. Era Jasmine Cresswell
61
Mercanti Di Morte
sabato pomeriggio, il cielo era nuvoloso e dal lago soffiava un vento tagliente. Le condizioni perfette per un giro al centro commerciale a cercare piccoli oggetti per la casa. Era la sua terapia preferita nei giorni più neri. Giorni come quello. Non c'era ragione di rimanere a casa a combattere con problemi che non avevano soluzioni accettabili, mentre poteva uscire a comprarsi una pistola elettrica per incollare o un nuovo tronchesino. La prossima volta che Martha Stewart sarebbe comparsa in televisione a suggerire ai suoi spettatori come fabbricare un centrotavola per le feste con barattoli da caffè e pigne dorate, lei sarebbe stata pronta. Ripose il DVD nella tasca interna della borsa, chiusa da una lampo, ed esitò un momento, incerta su cosa fare degli stampati. Probabilmente era sciocco preoccuparsi dell'intruso che Sandro aveva asserito di aver visto, ma c'era sempre la remota possibilità che avesse detto la verità. Mise gli stampati in una scatola e andò in camera da letto a cercare una giacca. Lunedì avrebbe chiesto a Wayne, l'esperto di computer del suo ufficio, che attrezzatura occorreva per duplicare un DVD. Quando avesse avuto una copia su cui lavorare, avrebbe potuto decidere se voleva eliminare quell'incomprensibile spezzone di filmato con Marisa e Spencer. A parte il problema di proteggere la sua famiglia, si sarebbe sentita molto più sicura, consegnando il DVD alle autorità, se ne avesse avuto una copia in suo possesso. Avrebbe detto molto chiaramente a chiunque avesse preso in consegna il DVD che lei ne aveva un duplicato, oltre a una copia su carta. Così, un eventuale agente corrotto sarebbe stato meno tentato di smarrire opportunamente l'originale. Nel frattempo, non aveva intenzione di lasciare in giro per casa né il DVD né lo stampato. Il materiale lasciatole da suo padre era esplosivo. I funzionari e i politici citati nel DVD non solo potevano essere accusati di corruzione, ma erano anche vulnerabili al ricatto. Una persona di pochi scrupoli avrebbe potuto usare il DVD per guadagnarsi da vivere largamente facendosi pagare per il suo silenzio. Considerando il rischio del processo e quello del ricatto, Belle immaginava che una quantità di persone avesse ottime ragioni per volere quel benedetto DVD. Probabilmente Sandro non aveva esagerato quando aveva detto che la sua vita sarebbe potuta essere in pericolo se le persone sbagliate avessero scoperto che lo aveva ereditato da suo padre. Se Sandro aveva veramente voluto metterla in guardia, e non minacciarla velatamente. Jasmine Cresswell
62
Mercanti Di Morte
Belle chiuse con un colpo secco la porta dell'armadio. Doveva smetterla una buona volta di arrovellarsi. Infilò la giacca, prese la scatola con gli stampati e corse giù per le scale. Era già in garage quando la colpì un'ispirazione improvvisa. Non credeva veramente che qualche misterioso intruso tenesse d'occhio la casa, in attesa che lei uscisse, per rubare il DVD... ma era meglio non rischiare ogni caso. Tornata in soggiorno, scovò fra la sua collezione di dischi un CD dei Black Watch, un gruppo folk che aveva sentito anni prima in concerto e che aveva sempre ammirato. Constatò con soddisfazione che ricordava correttamente il CD che aveva comprato a quel concerto. Era stato stampato privatamente, e diversamente da quelli delle grandi case discografiche non portava sull'etichetta altra indicazione che il nome del gruppo e il titolo, Settembre. Il nome suonava vagamente sinistro, e Settembre era il titolo più neutro che poteva sperare di trovare. Creava l'illusione che il DVD portasse la data del mese in corso, e poteva bastare a ingannare un eventuale ladro. Presumibilmente, se qualcuno fosse entrato in casa per cercare il DVD di suo padre, non si sarebbe aspettato di trovarlo etichettato: Elenco dettagliato delle persone importanti corrotte da Marc Joubert. Comunque, visto che non aveva un DVD vergine da usare come depistaggio, quello doveva bastare. Tolse il disco dei Black Watch dalla custodia di plastica e lo infilò in un sacchetto di carta, che poi incollò con il nastro adesivo sotto il ripiano più basso del mobile in cui teneva i cibi in scatola. Facendo un passo indietro, si assicurò che non fosse visibile da chi non si prendesse il disturbo di chinarsi a guardare. Fino ad allora, tutto bene. Se qualcuno avesse perquisito la casa da cima a fondo, quel nascondiglio non gli sarebbe certo sfuggito, e tuttavia non era abbastanza evidente da suscitare il sospetto che lei volesse che il DVD fosse trovato. Come depistaggio, un disco di musica non sembrava un gran che, ma era il massimo che poteva fare, sul momento. C'era perfino l'allettante possibilità che il ladro pensasse che la musica era una qualche elaborata forma di codice che doveva essere decifrato prima di poter accedere al vero contenuto. Belle sorrise e diede al CD un colpetto d'addio. Poteva solo sperare. Non che credesse sul serio che qualcuno sarebbe penetrato in casa sua. Era praticamente sicura che l'avvertimento di Sandro era solo una scusa per la sua intrusione. E lei non intendeva ricominciare a pensare a Sandro Marchese. Jasmine Cresswell
63
Mercanti Di Morte
Lo shopping si dimostrò un vero balsamo per l'anima, per quanto deleterio per la carta di credito. Riuscì a comprare diversi oggetti assolutamente superflui, oltre a uno scampolo di tela di lino stampata, scontato del sessanta per cento, il che riduceva il prezzo da rovinoso a semplicemente esorbitante. Fornita di borse rigonfie e di un umore molto più allegro, Belle tornò a casa, pregustando una rilassante serata passata a ricoprire le sedie della sala da pranzo comprate a una vendita di suppellettili usate il mese precedente. Peccato che il loro prezzo irrisorio sarebbe drasticamente aumentato, con quel rivestimento di lino irlandese! Belle sospirò, ma senza alcun reale rimpianto. Ormai avrebbe dovuto sapere che c'erano poche cose costose quanto un buon affare! Pensando a come avrebbe potuto tagliare il tessuto per utilizzarlo nel modo migliore, svoltò l'angolo di Maple Street, prestando poca attenzione a ciò che la circondava... fino a quando non vide le tre auto della polizia parcheggiate davanti a casa sua. Entrò nel vialetto, con il cuore in gola. Santo cielo, era stata realmente derubata? Una delle auto era ferma in modo da bloccare l'accesso al garage. Un agente in uniforme le fece cenno di fermarsi e scendere. Maledizione, pensò Belle, ancora incredula. Qualcuno dev'essere davvero entrato in casa. Con lo stomaco stretto in un nodo, scese dalla macchina. «Che succede?» chiese all'agente. «Perché bloccate il mio garage?» Il poliziotto era giovane, e sembrava stanco e scocciato. «Lei vive qui, signorina? Posso vedere la sua patente, prego?» Belle frugò nella borsa. «Sì, vivo qui» rispose, porgendogli la patente. «Perché tutte queste macchine? Che cosa succede?» Il poliziotto esaminò la patente con l'aiuto di una torcia elettrica. «Grazie, signorina» disse. «A proposito, sono l'agente Robert Kresky. Scusi il disturbo, ma stiamo cercando di controllare l'accesso alla scena del delitto. Se aspetta solo un momento, un mio collega l'accompagnerà in casa.» Belle resistette all'impulso di afferrarlo per le spalle e scrollarlo. «Quale scena del delitto, per l'amor del cielo? La mia casa è stata svaligiata?» «Non ne siamo certi, signorina, ma di sicuro è stata messa a soqquadro, e hanno sparato alla sua vicina.» Jasmine Cresswell
64
Mercanti Di Morte
«Sparato?» «Sì, signorina. Pare che l'abbiano colpita dritto al cuore, da distanza ravvicinata. Non dubitiamo che si tratti di omicidio. Mi dispiace molto» mormorò. Omicidio? Belle si voltò di scatto, accorgendosi, un po' in ritardo, che una delle auto della polizia era posteggiata nel vialetto dei Bruno. «Intende dire che Marge Bruno è morta? Che le hanno sparato?» «Sì, signorina. È stata trovata in casa sua, proprio vicino alla porta. Mi dispiace.» Inorridita, Belle guardò la porta di casa. Era aperta, e finalmente notò il nastro giallo teso attraverso il vano. Si affrettò a distogliere lo sguardo. Fissò per un momento l'agente senza vederlo, poi tornò alla propria macchina e si appoggiò al cofano. Tutt'a un tratto, le gambe le tremavano troppo per reggerla. «Mi spiace per la cattiva notizia, signorina.» L'agente Kresky sembrava a disagio, come se non fosse ancora abituato a confortare parenti e amici delle vittime. Belle fu sommersa da un'ondata di rabbiosa incredulità, forte quanto lo sbalordimento precedente. «Marge non può essere morta. Non è possibile. Vi sbagliate. L'ho salutata dalla finestra poco prima di uscire. Perdipiù, quando sono andata via stava lavorando in giardino, perciò sapeva che non ero in casa. E anche se lo ha dimenticato ed è venuta a trovarmi, ho chiuso a chiave la porta, uscendo, perciò come è potuta entrare?» Era difficile immaginare che la polizia potesse sbagliarsi su un cadavere trovato in casa sua, ma Belle non era disposta a essere razionale. Girò attorno alla macchina e corse in strada, decisa ad andare dai Bruno e dimostrare a se stessa che Marge era ancora viva. L'agente Kresky l'afferrò per il braccio, trascinandola fuori dal percorso dell'ambulanza che stava svoltando nel vialetto dei Bruno. «Attenta! Non vogliamo un'altra vittima, qui, stasera!» Belle ignorò l'avvertimento, anzi, quasi non lo sentì neppure. Si liberò con uno strattone e attraversò la strada. «Devo parlare a Wally. Come diamine farà a cavarsela senza Marge? Sarà completamente smarrito. Gesù, è orribile...» «Mi dispiace, signorina, ma non può parlargli...» «Certo che posso. Mi lasci andare!» Jasmine Cresswell
65
Mercanti Di Morte
«No, signorina, è inutile andare là. Il signor Bruno ha avuto un attacco di cuore. Il trauma di trovare il corpo della moglie è stato troppo per lui, immagino, ed è crollato solo un paio di minuti dopo il nostro arrivo. L'ambulanza è per lui, per portarlo all'ospedale.» «Oh, mio Dio!» Tutta l'energia abbandonò Belle, lasciandola svuotata e tremante. Wally Bruno soffriva di angina, e in un certo senso il suo attacco di cuore era più accettabile e reale della morte di Marge. «Povero Wally! Se la caverà?» «Non sono un medico, signorina, non saprei dirglielo.» Nel frattempo una leggera pioggia aveva iniziato a cadere. Alcune gocce gelate si erano insinuate dentro il colletto della giacca di Belle, e ora lei sembrava incapace di smettere di tremare. L'agente le stava parlando, ma lei non lo ascoltava. Un altro poliziotto, più anziano e in borghese, si avvicinò e si presentò. «La signorina Joubert? Sono il sergente Patrick Brady. Può entrare, adesso, signorina.» «Avete rimosso...» Belle si schiarì la voce prima di poter continuare. «Il corpo di Marge è stato portato via?» «Sì, signorina, anche se c'è ancora un po' di sangue sul tappeto. E devo chiederle di non toccare nulla fino a quando i nostri tecnici non avranno finito di esaminare la scena del delitto. Vorrei anche che mi accompagnasse a fare il giro della casa e mi dicesse se manca qualcosa.» Sarebbe pur dovuta rientrare in casa, una volta o l'altra, perciò era meglio farlo subito. Belle respirò a fondo, poi seguì il sergente. Lui la fece entrare in casa passando per il garage, in modo da non calpestare, le macchie di sangue vicino alla porta. Belle riteneva di essere preparata al peggio, ma si accorse subito del suo errore. Una cosa era vedere la sagoma bianca tracciata attorno a un cadavere alla televisione, un'altra scorgerla sul pavimento di casa sua, circondata da chiazze di sangue appiccicoso. Non le giovò molto affrettarsi a guardare in un'altra direzione, perché il soggiorno era completamente sottosopra. Ogni libro era stato estratto dagli scaffali, i cuscini del divano sventrati. La cucina era anche peggio. Latte, marmellata, riso, farina, zucchero, caffè e sottaceti erano stati rovesciati nel lavello in un miscuglio nauseante. I cibi in scatola erano sparpagliati sul pavimento, insieme ai frammenti di vetro dei barattoli che si erano rotti cadendo dai ripiani dell'armadietto. Jasmine Cresswell
66
Mercanti Di Morte
«Stia attenta a dove mette i piedi.» Il sergente Brady le rimase vicino mentre attraversava la cucina diretta alla zona pranzo. Senza riflettere, passando lei tastò sotto il ripiano in cerca del disco dei Black Watch. Era sparito. Non fece alcun tentativo di nascondere a Brady quello che stava facendo, ma lui parve non notarlo, perciò non gli disse nulla. Lo shock le intorpidiva il cervello quanto il corpo, impedendole di parlare. «Posso darle il nome di un paio di imprese di pulizia che può chiamare per sistemare questo caos» si offrì il sergente. «Immagino che la sua assicurazione coprirà la spesa, perciò potrebbe andare peggio.» Belle rifletté che il costo della pulizia era l'ultimo dei suoi problemi, a quel punto. «Grazie» mormorò. «Qualche numero di telefono mi sarà utile.» «Non c'è di che» rispose Brady. «I ragazzi del laboratorio avranno finito fra un paio d'ore. Rimarrà sorpresa dall'ottimo lavoro che farà l'impresa di pulizia. Qualche ora, e sembrerà che non sia successo niente.» Se ne avesse avuto l'energia, Belle gli avrebbe ricordato che ci sarebbe voluto qualcosa di più che stanze in ordine e pavimenti puliti per farle dimenticare l'accaduto, ma lo sforzo di mettere insieme le parole in una frase coerente sembrava troppo grande. L'odore era nauseante. Trovava impossibile ragionare. «Devo uscire da qui.» Scansò a tentoni il sergente ed entrò in sala da pranzo. Assurdamente, i soli mobili intatti erano le sedie di seconda mano. Il loro rivestimento non era più logoro e macchiato di prima. Belle aprì la finestra e si sporse all'esterno, respirando a fondo l'aria fredda e umida, fino a quando fu ragionevolmente sicura di poter parlare senza che la nausea le chiudesse la gola. «È lo stesso anche di sopra?» chiese. «Un po' meglio. Non c'erano alimenti da rovesciare, e pare che siano stati un po' più metodici, lassù. Forse hanno cominciato da sopra, diventando più frenetici a mano a mano che cercavano.» «Cercavano?» ripeté Belle, incuriosita dalla parola. «Sì, signorina. Non sembra un normale atto vandalico o un furto. Chiunque abbia fatto questo cercava qualcosa di preciso. E se sapessi che cosa, probabilmente sarebbe più facile identificare l'assassino della signora Bruno. Ecco una delle ragioni per cui abbiamo bisogno del suo aiuto. Visto che non abbiamo idea di quello che cercavano, non possiamo sapere se Jasmine Cresswell
67
Mercanti Di Morte
l'hanno trovato.» Il DVD, pensò Belle. Chi aveva ucciso Marge cercava il DVD di suo padre. Respinse quel pensiero. Non voleva accollarsi il rimorso di sapere che, almeno in parte, era responsabile della morte della sua vicina. «Come può essere così sicuro che cercassero qualcosa di preciso?» chiese, sperando che il sergente fosse in errore. «I ladri non buttano spesso all'aria le case che svaligiano?» «A volte» convenne lui. «Se sono drogati, o se ce l'hanno con il proprietario. Ma questo posto non è stato distrutto, è stato perquisito. I muri non sono imbrattati e le sue cose non sono state rotte solo per il gusto di farlo. Il televisore c'è ancora. E anche il videoregistratore, lo stereo...» «Marge deve averli disturbati prima che potessero portare via qualcosa.» «Non è probabile, signorina. Un ladro normale avrebbe cominciato con il computer, il televisore e lo stereo, perché sono gli oggetti più facili da rivendere. Avrebbe avuto un furgone posteggiato sul retro, e avrebbe caricato tutto il più rapidamente possibile. Non è quello che è successo qui. Chiunque abbia fatto il lavoro, cercava qualcosa di una misura ben precisa...» «Come può esserne certo?» «L'intruso ha rotto un grosso vaso di sottaceti e uno altrettanto grosso di marmellata, ma non ha toccato il vasetto della maionese né quello della senape, né nient'altro di così piccolo. La spiegazione logica è che aveva fretta e sapeva che quello che cercava non poteva essere nascosto in un recipiente dal collo stretto.» «Può essere stato un caso.» Belle doveva aver parlato con troppa veemenza, perché Brady la guardò con improvviso sospetto. «Potrebbe, signorina, ma non lo credo.» Formò una specie di cerchio con pollici e indici. «Ritengo che l'intruso cercasse qualcosa all'incirca di questo diametro. Ha idea di che cosa potrebbe essere?» La misura che indicava era più piccola di un CD, ma non di molto. Non poteva tacere l'esistenza del DVD, pensò Belle. Non ne aveva il diritto. Marge Bruno era stata assassinata. Doveva fornire alla polizia ogni informazione che potesse aiutarla a identificare il colpevole. Quante persone sapevano che lei aveva il DVD? Suo fratello, probabilmente. Sua sorella, forse. Sandro, senza dubbio, visto il suo comportamento della sera prima. Jasmine Cresswell
68
Mercanti Di Morte
Non appena li avesse nominati, la polizia li avrebbe immediatamente considerati dei sospetti. Ma questo non avrebbe avuto importanza, alla lunga. Belle non poteva credere che uno di loro fosse un assassino... neppure Sandro. Lei e Sandro erano stati amanti per tre idilliaci mesi, e nonostante le sconvolgenti rivelazioni del DVD di suo padre si rifiutava di credere che fosse capace di commettere un omicidio. I soli momenti della sua vita in cui era stata davvero felice erano quelli passati con Sandro. Se lui era un assassino a sangue freddo, allora che cosa doveva essere lei, per essersene innamorata? «Se ha qualche idea di che cosa potesse cercare la persona che ha ucciso la sua vicina, ho bisogno di saperlo» insistette Brady, interrompendo i suoi pensieri e rammentandole che non aveva alcun diritto di tacere, se era in possesso di qualche elemento utile a individuare l'assassino di Marge. Brady non era uno stupido, rifletté Belle. Sapeva che tasti toccare per ottenere da lei la reazione voluta. Abbassò gli occhi e si rese conto che le sue dita si torcevano nervosamente. Non sarebbe stato troppo difficile, per il sergente, dedurre che era stressata, pensò ironicamente, ficcando le mani nelle tasche dei pantaloni. «Credo che chi è stato qui cercasse un DVD» mormorò. «Ah.» Brady strinse gli occhi. «E l'ha trovato?» Belle ebbe meno di un secondo per decidere la risposta. «Sì.» «Capisco.» Brady tirò fuori penna e taccuino. «È quello che cercava quando ha passato la mano sotto il ripiano in cucina?» chiese. Sarebbe stato decisamente un errore sottovalutare quel poliziotto, si disse Belle. Lo guardò con riluttante rispetto. «Sì, era quello che cercavo.» Il sergente accennò al disastro che li circondava. «Dev'essere un DVD importante, perché qualcuno ci tenga tanto ad averlo» osservò. «Che cosa conteneva esattamente?» «Non lo so con certezza.» Belle cercò freneticamente qualche spiegazione che proteggesse la sua famiglia e nello stesso tempo inducesse la polizia a cercare nella direzione giusta l'assassino di Marge. Brady le scoccò un'occhiata incredula. «Non lo sa? Che significa?» «Era roba tecnologica» disse Belle, inventando rapidamente. «Non ci ho Jasmine Cresswell
69
Mercanti Di Morte
capito nulla, ma sapevo che era molto importante perché mio padre me l'ha affidato poco prima di morire, raccomandandomi di averne cura.» «Ah.» Il tono del sergente era così blando da suonare scettico. «Suo padre è morto di recente?» «Una settimana fa.» «Mi dispiace.» Brady finse appena di fare una pausa prima della domanda successiva. «Che specie di informazioni tecnologiche conteneva il DVD? Su che argomento? Tecnologia informatica? Tecnologia militare... il progetto di un nuovo aereo? Deve averne una qualche idea.» Lei scosse la testa. «Mi dispiace. Era tutto simboli e numeri. Niente che potessi capire.» «Be', se non capiva le informazioni, come sapeva che era tanto importante da doverlo nascondere?» «Gliel'ho già detto. Mio padre mi ha raccomandato di averne cura e di non far sapere a nessuno che l'avevo io. Ma non so dirle con precisione perché fosse così importante per lui, perché è morto prima di potermi spiegare che cosa voleva che ne facessi. Vorrei proprio che mi avesse dato delle istruzioni più esplicite!» Se aveva sperato di suscitare un minimo di comprensione, rimase delusa. Brady non batté ciglio. «E qual era l'attività di suo padre, signorina? Forse qualche suo collega potrebbe darmi delle informazioni più esaurienti.» E così, nonostante i suoi sforzi, il sergente era arrivato ugualmente alla domanda inevitabile. Fu un sollievo, per Belle, quando vide l'agente Kresky entrare e puntare su di loro, evidentemente per trasmettere un messaggio. «Sì, Bob, che c'è?» chiese Brady, senza nascondere l'irritazione per essere stato interrotto. «Scusi, signore, ho pensato che volesse sapere che il signor Bruno è morto durante il trasporto all'ospedale.» «Non ha ripreso conoscenza?» Kresky scosse la testa. «No, signore, temo di no.» Brady borbottò fra i denti, poi alzò gli occhi. «Non permettete al figlio che era con lui quando ha trovato il corpo di andarsene dall'ospedale prima di avere rilasciato una testimonianza, okay?» Jasmine Cresswell
70
Mercanti Di Morte
«Sì, signore. E ci sono due nuove troupe televisive. Vuole rispondere lei alle loro domande, signore?» L'agente tossicchiò. «Oppure posso pensarci io, se ha da fare.» Inaspettatamente, Brady sorrise. «Vuoi vedere la tua bella faccia in televisione, Bob?» «No, signore, pensavo che se lei è occupato...» «Lo sono» affermò Brady. «Puoi occupartene tu. Ma se dirai qualcosa di anche lontanamente confidenziale, mi assicurerò personalmente che tu sia assegnato a dirigere il traffico fino a Natale. Nome della vittima, sospetto omicidio, stiamo indagando. Nient'altro.» «Sì, signore.» Kresky tentò di non apparire entusiasta all'idea di comparire in televisione. «Ha una nuova amichetta su cui fare impressione» commentò Brady, guardandolo allontanarsi. «Prima di conoscerla, aveva un cervello funzionante. Vuole andare a vedere di sopra?» continuò, come se non ricordasse il punto preciso in cui la loro conversazione era stata interrotta. Belle non ci contava, nonostante il sollievo. «Più presto avremo finito e mi avrà detto tutto quello che sa, prima potremo toglierci di torno.» Belle lo seguì su per le scale e in camera sua. Mentre passava accanto al letto, le piume uscite dai guanciali sventrati si sollevarono e fluttuarono nell'aria. Lei deglutì a vuoto, e lacrime brucianti le colmarono gli occhi. Per la prima volta, provava rabbia per ciò che aveva subito lei stessa, e odio per la persona che aveva distrutto la casa che si era fatta con tanta fatica. «Manca qualcosa, per quanto può vedere?» chiese Brady. «No, niente.» Belle chiuse il cofanetto intatto dei gioielli. «Anche se i soli gioielli di valore sono quelli ereditati da mia nonna, e li tengo in una cassetta di sicurezza.» «Molto saggio. Non ha idea di com'è trascurata molta gente. A volte si direbbe che voglia favorire i criminali.» Brady aprì la porta del bagno. «E qui? Altri DVD nascosti?» «No.» Belle esaminò rapidamente il bagno, che era in disordine quanto la cucina, ma odorava di shampoo e profumo. Sempre meglio dei sottaceti e del caffè. «Sa a che ora è stata uccisa Marge?» «Il signor Bruno è tornato dal bowling con il figlio attorno alle cinque e mezzo. Secondo quanto ha detto il figlio, non trovando in casa la signora, Jasmine Cresswell
71
Mercanti Di Morte
sono usciti a cercarla. Il signor Bruno ha notato che la sua porta era aperta, e il figlio ha visto sporgere quello che sembrava uno stivale da giardinaggio della madre. Sono corsi qui e hanno scoperto il corpo.» «Era... era già morta?» «Sì, a sentire il figlio. Appena superato lo shock iniziale, hanno chiamato il 911. Il medico legale è arrivato qui alle sei e un quarto, e a quell'ora la signora era certamente morta.» «Da quanto tempo?» Brady scosse la testa, facendosi da parte in modo che Belle potesse precederlo nello studio. «Solo nei film il medico dà un'occhiata al corpo e afferma di sapere da quanto tempo una persona è morta. Nella vita reale, occorre un'autopsia. E anche allora individuare l'ora esatta della morte è più difficile di quanto si creda.» Belle non fece commenti, perché le condizioni dello studio l'avevano lasciata senza parole. La moquette grigia spariva completamente sotto un mare di carta. Il disastro al piano inferiore era stato una malvagità, ma quello la colpiva ancora più profondamente. Uno dei modi in cui aveva cercato di compensare il drammatico caos della famiglia Joubert era un'organizzazione quasi ossessiva. Conservava più documenti del dovuto, e archiviava tutto. Ora, i sette anni della sua vita da quando era arrivata a Chicago erano sparpagliati sul pavimento. Era una violazione brutale dell'ordine che si era sforzata di imporre alla propria esistenza. Istintivamente, cominciò a chiudere cassetti e a raccogliere oggetti. Solo allora si accorse che, mentre il monitor e la tastiera del computer erano ancora sulla scrivania, il processore era sparito. «Hanno rubato il computer» annunciò rivolgendosi a Brady. «Ah. Conteneva dei dati che valeva la pena di rubare?» Lei scosse la testa, e il sergente la squadrò, diffidente. «Nessun'altra informazione tecnologica di suo padre che lei non capisce? Ne è sicura?» «Sicurissima» dichiarò Belle. Aveva stampato il materiale del DVD, ma non aveva avuto il tempo di scaricare le informazioni sul suo computer. Ora cominciava a pensare che fosse stata una fortuna. Esaminò rapidamente la stanza ancora una volta. «Credo proprio che abbiano preso anche tutti i miei CD-ROM. È difficile dirlo, con tutta questa roba sul pavimento, ma non vedo da Jasmine Cresswell
72
Mercanti Di Morte
nessuna parte la custodia, ed è abbastanza grande da notarla facilmente. Conteneva venti o trenta CD-ROM...» «C'era qualcosa che valesse la pena di rubare?» Belle scosse la testa. «Assolutamente niente che non si possa comprare in qualunque negozio di informatica, e niente che non fosse chiaramente etichettato...» Si interruppe, ma non abbastanza rapidamente da impedire a Brady di effettuare il collegamento. «E quanto al DVD che è stato rubato in cucina? Che cosa diceva l'etichetta?» Maledizione. Se si rilassava solo un attimo, gli forniva l'occasione per un'altra domanda a cui non voleva rispondere. Che cosa diavolo gli avrebbe detto, ora? «Era etichettato Black Watch. Settembre» mormorò, dopo una pausa un po' troppo lunga. Brady sollevò un sopracciglio. «Le dispiace dirmi che cosa significa?» «Non ne ho idea. Non credo che significhi qualcosa.» Brady sembrava apertamente scettico. Bel risultato dei suoi patetici tentativi di fare la furba, pensò Belle. Eppure, doveva cercare di convincerlo che stava collaborando il più possibile. Si strinse nelle spalle con quella che sperò essere una convincente traccia di irritazione. «Le ho già detto che non ho capito nulla del materiale sul CD-ROM, perciò non c'è da stupirsi che non abbia idea di che cosa significhi l'etichetta. Ho pensato che Settembre fosse una specie di data in codice.» «Okay, proviamo ancora una volta. Vediamo se ho capito bene. La sua casa è stata messa sottosopra, e le sole cose che le sono state portate via sono il computer e una valigetta di CD-ROM, per la maggior parte in normale commercio. Uno, però, conteneva quelle che lei ritiene importanti informazioni tecnologiche. Non ha idea di chi possa aver rubato il DVD perché non sa quali informazioni contenesse.» «È esatto. Sfortunatamente.» «Molto sfortunatamente, signorina. E benché non abbia capito le informazioni contenute nel DVD, le ha capite abbastanza da temere che qualcuno potesse cercare di rubarlo, o non lo avrebbe nascosto.» «Gliel'ho detto. Mio padre mi aveva raccomandato...» «Ah sì. Ne stavamo parlando quando Kresky ci ha interrotti.» Belle non Jasmine Cresswell
73
Mercanti Di Morte
credette neppure per un momento che Brady avesse dimenticato la domanda. «Di che cosa si occupava suo padre? Come mai possedeva un DVD che qualcuno voleva al punto da essere disposto a uccidere per averlo?» Brady avrebbe scoperto ben presto la risposta, perciò era sciocco nascondergli la verità, decise Belle. Con un nome poco comune come Joubert, e con tutti i necrologi che erano stati scritti su suo padre, sarebbe bastata una semplice ricerca al computer. «Mio padre aveva ereditato la ditta di famiglia, più di vent'anni fa. Si chiama Joubert Corporation, e si occupa di import-export dalla fine della seconda guerra mondiale.» «Import-export, eh? Ed è specializzata in qualche merce particolare?» «La Joubert Corporation tratta la vendita internazionale di armi e apparecchiature ad alta tecnologia» rispose Belle, rigida. «Gli acquirenti sono soprattutto governi stranieri, per scopi militari.» «Ah, capisco. E così, lei non è rimasta affatto sorpresa che suo padre possedesse un DVD pieno di informazioni tecnologiche?» «No, non mi ha sorpreso. E non mi sorprende che qualcuno ritenga che valga la pena di rubarlo. Sono sorpresa solo che mio padre lo abbia dato a me.» «Ah» ripeté Brady. Stavolta, nel monosillabo c'era una nota di soddisfazione. «Ora stiamo finalmente approdando a qualcosa. Suo padre è moribondo e le affida un DVD contenente i progetti per qualche prodotto ad alta tecnologia, probabilmente per uso militare. Qualcuno scopre che lei ha il DVD e viene a cercarlo. Marge Bruno lo disturba, lui la uccide e se la fila con il DVD. Le sembra una ricostruzione plausibile, signorina Joubert?» «Sembra plausibile.» Belle si aggirò per lo studio, raccogliendo fogli come scusa per evitare che il sergente la guardasse negli occhi. Non vedeva l'ora che se ne andasse, per poter riflettere. Quella sera avrebbe telefonato a Tony e lo avrebbe avvertito che molto probabilmente la polizia sarebbe andata a interrogarlo in un prossimo futuro. Quando Brady se ne fosse andato e lei avesse finalmente avuto un momento di solitudine, avrebbe deciso se doveva anche dire a Tony che il ladro non era riuscito a rubare il vero DVD. Il guaio era che se diceva a Tony che aveva ancora il DVD di suo padre, lui avrebbe preteso che glielo restituisse. E lei avrebbe rifiutato. Era Jasmine Cresswell
74
Mercanti Di Morte
pronta per la lite che ne sarebbe seguita? Il sergente Brady continuò il suo fuoco di fila di domande fino a quando non ebbe appurato che suo fratello era diventato presidente della società di famiglia, che la sede era a Miami e che Belle non aveva niente a che vedere con la gestione degli affari. «Visto che suo fratello lavorava nella ditta di famiglia e ora ne ha assunto la direzione, ha qualche idea del motivo per cui suo padre ha affidato a lei questo misterioso DVD così importante?» «Ero la sola persona nella sua camera d'ospedale, quando mio padre si rese conto che stava morendo» rispose Belle. «A parte mia madre, ma lei era così sconvolta che certo non era in grado di ascoltare istruzioni a proposito di un DVD.» «Istruzioni? Mi sembrava di aver capito che suo padre è morto prima di poterle dare qualunque spiegazione sul DVD.» «Infatti. Le istruzioni erano su come trovarlo. Ovviamente mio padre non lo aveva con sé in ospedale, perciò mi disse dove cercarlo.» Con il suo infallibile istinto per porre le domande più sgradevoli, Brady chiese: «E suo fratello non le ha impedito di portare via questo oggetto così importante per la società, di cui ora è a capo?». Belle esitò un momento prima di ammettere la verità. «Tony non sa che ce l'ho io.» «Ah.» Di nuovo quell'irritante monosillabo. «Mio padre mi ha chiesto di non parlarne con nessuno» affermò Belle, sulla difensiva. «Fino a quando non avessi capito che cosa conteneva il DVD, non ritenevo di avere il diritto di ignorare il suo ultimo desiderio. Mi ha raccomandato di non dire a nessuno che l'avevo, ed è quello che ho fatto.» «Peccato. Forse suo fratello avrebbe capito che cosa conteneva, e questo ci avrebbe fornito un punto di partenza per scoprire chi può averlo rubato.» «Ha ragione. È un peccato che mio padre non abbia dato il DVD a mio fratello. Ma l'ha dato a me. E ora Marge Bruno è morta. E anche Wally. E come se non bastasse, la mia casa è sottosopra. E tutto perché qualcuno voleva assolutamente un DVD di cui io non capisco nulla. Ora, se non le dispiace, credo di averne abbastanza di rispondere a tutte queste domande. Sono addolorata per la morte di Marge e di Wally, ma non voglio più parlarne. Sono stanca e vorrei cominciare a rimettere a posto la casa.» Jasmine Cresswell
75
Mercanti Di Morte
Il fatto che Brady non protestasse la sorprese. «Ha degli amici da cui può passare la notte?» chiese, mentre scendevano le scale «Visto che, a quanto pare, il ladro ha trovato quello che cercava, probabilmente lei non corre più alcun pericolo, ma senza dubbio dormirebbe meglio se non fosse sola. Inoltre, non dovrebbe mettere troppo in ordine finché la compagnia di assicurazioni non avrà dato un'occhiata ai danni.» Visto che il ladro ha trovato quello che cercava. Belle si rese conto di aver trascurato quel punto fondamentale. Fino a quel momento, non aveva avuto paura per se stessa. Era stata così indaffarata a mentire al sergente Brady, che aveva dimenticato che il ladro non aveva trovato quello che cercava. Lei aveva ancora il DVD per il quale qualcuno era disposto a uccidere. E molto presto l'assassino se ne sarebbe accorto. CAPITOLO 7 «Sono venuto appena ho sentito la notizia alla televisione! È terribile, tesoro. Non posso crederci!» Donald piombò in casa tallonando l'agente Kresky, ma si fermò di colpo quando vide le condizioni del soggiorno di Belle. «Mio Dio!» esclamò, fissando la chiazza di sangue davanti alla porta. «È peggio di quanto immaginassi!» Avvolse Belle in un abbraccio che lei non ebbe il tempo di scansare. «Povera piccola» mormorò, arruffandole i capelli. «Che incubo per te. Ma non preoccuparti, ti porterò a casa mia, per la notte. Sarai fuori da qui in un attimo. Andiamo subito di sopra a buttare l'indispensabile in una valigia. Vieni, tesoro. Prima ci sbrighiamo, prima potremo andarcene.» Belle decise che era una donna difficile da accontentare. Il giorno prima si lamentava che Donald non era abbastanza autoritario. Quella sera, lui aveva assunto il controllo, e lei provava un'ondata di risentimento per la sua arroganza. Ma, maledizione, non aveva alcun diritto di pensare di poter piombare in casa sua e di cominciare a prendere decisioni per lei. Non troppo gentilmente, si liberò dal suo abbraccio. «Non posso andare via adesso, Donald. C'è ancora la polizia. Inoltre ho alcune cose da fare.» Lui le diede una strizzatina scherzosa. «Che cosa può esserci di più importante che prenderti cura di te stessa, Jasmine Cresswell
76
Mercanti Di Morte
cara?» «Rimettere un po' in ordine, tanto per cominciare. Fare un inventario di tutto quello che è rotto o danneggiato. Poi devo chiamare la compagnia di assicurazioni...» Donald scosse la testa. «Diamine, tesoro, non c'è ragione di mettersi a fare le pulizie stasera... specie dopo che hai avuto un terribile shock. E se ci sono delle telefonate che non puoi evitare, potrai farle molto più comodamente da casa mia. Il telefono funziona, qui? Quando ho cercato di chiamarti non ci sono riuscito.» «Probabilmente c'è solo qualche apparecchio staccato. Controllerò. Comunque, grazie per l'invito, Donald. So che le tue intenzioni sono ottime, ma preferisco rimanere a casa, stanotte.» Donald ricominciò da capo a spiegare che era sotto shock, che non pensava razionalmente, che aveva bisogno che lui la coccolasse. Visto che non dava segno di volersi fermare a riprendere fiato, e men che meno di darle il tempo di parlare, lei gli tagliò la frase a metà. «Donald» intervenne amabilmente, «se non chiudi la bocca all'istante ci sarà un secondo omicidio qui, stasera.» Lui la guardò con un'espressione di ferita meraviglia, come se il suo bassotto preferito si fosse trasformato tutt'a un tratto in un mastino. Spiegò rapidamente al sergente Brady, che stava ascoltando con interesse, che la povera, piccola Belle era troppo traumatizzata per sapere che cosa stava dicendo. Il poliziotto le indirizzò uno sguardo neutro. «È vero, signorina? Non l'avrei mai detto. È così sconvolta da non sapere che cosa stava dicendo al suo amico, qui?» «Niente affatto» scattò lei. «Donald, ti prego, va' via. Sono nel pieno possesso di tutte le mie facoltà mentali, e non voglio passare la notte a casa tua. Né oggi né mai più.» Certo non aveva avuto intenzione di rompere con Donald alla presenza del sergente Brady, ma le parole le sfuggirono dalle labbra, lasciandosi dietro uno stupefacente senso di libertà e di sollievo. Come sembrava facile, tutt'a un tratto, troncare una relazione che si era trascinata per nove monotone settimane, pensò Belle, con malinconica autoironia. Non c'era voluto altro che la morte di suo padre, l'assassinio della sua vicina e la devastazione subita dalla sua casa, e finalmente lei Jasmine Cresswell
77
Mercanti Di Morte
aveva avuto la lucidità sufficiente per vedere Donald come l'uomo equivoco che era, e la loro relazione come il patetico errore che era stata. Avrebbe dovuto sapere che non c'era speranza che Donald accettasse di essere messo al bando senza protestare. Agitando un dito nella sua direzione, lui asserì, con un irritante risolino: «Belle, dolcezza, per quanto tu ti sforzi di conservare quella tua facciata di indipendenza, sono convinto che questa tragedia ti abbia troppo sconvolta per permetterti di pensare chiaramente. Noi due siamo una coppia così perfetta in ogni senso...». «A dire il vero noi due siamo un completo fallimento, come coppia» lo interruppe lei, resistendo all'impulso di afferrare quel dito ammonitore e di morderlo. «Abbiamo gusti e opinioni del tutto diversi su quasi tutte le cose che contano.» «Andiamo d'accordo sulla politica» affermò subito Donald. Lei si trattenne dal sottolineare che la politica occupava un posto molto in basso nella scala delle cose che contavano davvero. Donald non aveva il senso dell'ironia. Avrebbe preso sul serio il suo commento, e si sarebbe lanciato in una conferenza sull'importanza della partecipazione civica al processo democratico. «Perché mi trovi sempre delle scuse, quando mi comporto male?» scattò Belle, abbastanza infuriata da dare voce a pensieri che solo in quel momento si rendeva conto di aver covato per settimane. «Molti uomini mi avrebbero piantata da tempo perché sono così difficile. E allora, per quale dannata ragione tu non l'hai fatto? Qual è il tuo vero programma, Donald? Sto cominciando a pensare che tu ne abbia uno.» Evidentemente, Donald era più preoccupato di lei per il loro pubblico. Il suo sguardo passò, imbarazzato, da Belle al sergente e al tecnico che riponeva provette vicino alla porta. «Tesoro, è una cosa terribile da dire. Non sembri la persona dolce che sei di solito, stasera...» «Io non sono dolce!» sbraitò Belle. «Io non sono dolce!» «Tesoro, ma certo che lo sei...» «No, per la maggior parte del tempo sono esigente, perfezionista e scocciante. Quella donna dolce e noiosa di cui non fai che parlare esiste solo nella tua immaginazione.» «Tu non sei mai noiosa, tesoro...» Belle non poteva sopportare un momento di più i suoi condiscendenti Jasmine Cresswell
78
Mercanti Di Morte
complimenti. «Perché sei andato a trovare mio fratello a Miami due mesi fa?» chiese. «Perché non mi hai detto che lo conoscevi?» «Tuo fratello?» La faccia di Donald assunse l'espressione spaventata di un ragazzino colto a sfogliare Playboy. «N... non capisco che cosa vuoi dire, tesoro.» «Sì che lo capisci. Smettiamola di fingere, vuoi? Senza dubbio sapevi che era stato mio padre a morire la settimana scorsa, eppure mi hai ascoltata senza batter ciglio mentre ti raccontavo che era mia nonna...» Belle si interruppe, allarmata, rendendosi conto che il sergente Brady stava ancora ascoltando e drizzando palesemente le orecchie. Forse, dopotutto, Donald aveva ragione. Doveva essere più sconvolta di quanto avesse creduto per tirare fuori un argomento pericoloso come la morte di suo padre quando un tipo sveglio come il sergente se ne stava a meno di un metro da lei, senza fare alcuno sforzo per nascondere il proprio interesse. «Be', immagino che questo non abbia più importanza» concluse, raccogliendo una pila di libri ammucchiata ai suoi piedi. Donald le tolse i libri di mano e le passò un braccio attorno alla vita. «Ma certo che ha importanza, tesoro...» Belle si riprese di scatto i libri e li allineò a caso sullo scaffale più vicino. Era molto più razionale che tirarli in testa a Donald. «Va' via, per favore» sibilò a denti stretti. «Ti chiamerò fra un paio di giorni.» Non sapeva bene se fosse più ansiosa di liberarsi di Donald o di impedirgli di rivelare qualcosa che avrebbe fatto sospettare al sergente Brady le criminose attività di Marc Joubert. Finalmente, il sorriso di Donald sparì. Andò alla porta, rigido, a passo deciso... il ritratto della dignità oltraggiata. Ma la speranza di Belle che se ne andasse senza altre proteste durò poco. Invece di uscire in silenzio, si fermò sulla soglia, con un sospiro drammatico, e si voltò a guardarla. «Non so perché diavolo usi quel tono risentito» dichiarò. «Non ti ho detto che sono andato a trovare tuo fratello. E allora? Neppure tu sei esattamente una persona sincera. Quelle assurde bugie sul funerale di tua nonna non erano le prime che mi propinavi. Mi hai mentito sulla tua famiglia fin dal primo giorno, raccontandomi quella stupida storia sui tuoi genitori morti nell'incendio di un albergo a Portorico. La povera, piccola orfanella!» sbuffò. «Eri proprio ansiosa di impedirmi di scoprire chi era Jasmine Cresswell
79
Mercanti Di Morte
tuo padre, vero?» A quel punto il sergente Brady si avventò su quella frase come un cane affamato su un osso succulento. «C'è qualcos'altro che dovrei sapere su suo padre?» chiese a Belle. «Solo che Marc Joubert era uno degli uomini più ricchi d'America!» scattò Donald. «Non si lasci ingannare da questa squallida casetta in cui Belle vive. Ora che suo padre è morto, sta per ereditare milioni di dollari. Una volta divisa l'eredità, sarà una delle ragazze più ricche del paese!» Belle lo fissò con muto sbalordimento. Donald la credeva un'ereditiera! Quali che fossero i motivi che aveva mentalmente attribuito alla visita di Donald in Florida, non aveva mai pensato che fosse un cacciatore di dote. Come sarebbe stato umiliante scoprire che la spiegazione per il suo indefettibile interesse per lei era qualcosa di così elementare e sordido come il denaro! Aveva cercato un contatto con suo fratello per assicurarsi che, anche se non nominava la sua famiglia, fosse ancora inclusa nel testamento di Marc Joubert? Belle rabbrividì di disgusto, pur provando una certa soddisfazione nel sapere quanto sarebbe rimasto deluso Donald scoprendo che lei aveva già disposto che ogni centesimo della sua eredità andasse dritto in beneficenza. Era sul punto di ordinargli di andarsene, prima che lo buttasse fuori a calci, quando una donna poliziotto entrò in casa dal garage. «Scusi, signorina, c'è qui un suo amico che chiede di vederla. Dice che il telefono non funziona.» Sorridendo e sbattendo le ciglia, la ragazza si voltò per fare cenno di entrare all'invisibile visitatore. Sandro Marchese. Ora abbiamo toccato il fondo, pensò Belle. Questa serata non può peggiorare oltre. Sandro si guardò attorno nella stanza, ma la sua sola reazione al caos fu che i suoi occhi si strinsero leggermente quando notò delle chiazze di sangue vicino alla porta. Senza fare commenti avanzò nella stanza, indirizzando un breve cenno al sergente Brady e a Donald Gates. Si fermò a mezzo metro di distanza da Belle. Non sorrise, non la toccò, ma lei avvertì la sua presenza in ogni fibra del proprio corpo. «Hai l'aria esausta» commentò. Immediatamente rianimata, lei gli scoccò un sorriso inferocito. «Davvero? La prossima volta che ammazzeranno una poveretta nel mio Jasmine Cresswell
80
Mercanti Di Morte
soggiorno, cercherò di trovare il tempo per rinfrescarmi il trucco, prima di ricevere visite.» Sandro ricambiò il sorriso, con aria divertita. «Sono lieto di vedere che hai ancora il tuo spirito combattivo, nonostante tutto quello che è successo» osservò. «Oh, sicuro. La mia vicina è morta, e anche suo marito, la mia casa è stata distrutta, e tu sei qui per la seconda volta in due giorni... ma io ho ancora il mio spirito combattivo.» «Bene. Ma se vuoi andare via da qui, stanotte, ho fissato una camera al Ritz-Carlton, in centro. Ho pensato che ti sarebbe apparso come un rifugio, dopo quello che hai passato. E prima che mi salti alla gola, è facile annullare la prenotazione, se preferisci restare a casa o andare da qualche amico.» Senza aspettare risposta, lui si rivolse al sergente. «Salve» disse, tendendo la mano. «Sono Sandro Marchese, un vecchio amico. Quanto tempo ci vorrà prima che Belle possa andarsene?» «Solo pochi minuti. Abbiamo quasi finito. Sono il sergente Pat Brady, a proposito.» Brady strinse la mano di Sandro, e uno scintillio comparve nei suoi occhi quando accennò a Donald. «E questo è un altro amico della signorina Joubert. Vi conoscete già?» Piegò la testa in direzione di Donald, con aria interrogativa. «Sa, non credo che mi abbia detto il suo nome.» «Donald Gates.» Il compagno di Belle aveva approfittato dell'interruzione per controllare la collera, e salutò Sandro con un sorriso amichevole. «Lieto di fare la sua conoscenza. È sempre un piacere incontrare un amico di Belle.» I suoi modi erano bizzarramente mondani, come se si fossero incontrati a un cocktail party. «Vive nell'area di Chicago, Sandro? Non credo che Belle mi abbia mai parlato di lei.» «Mi sono appena trasferito qui» gli spiegò Sandro. «Ho già scoperto che Chicago è una città interessante.» «Certo. E ha una magnifica architettura, anche. È qui per lavoro?» «Sì. Vengo da Washington. Lavoro per il governo federale.» L'ammissione così vaga di Sandro innervosì Belle. Perché non diceva al sergente Brady che era un agente del fisco? Di solito, i tutori dell'ordine amavano informarsi a vicenda sui rispettivi gradi e incarichi. «Oh no!» esclamò Donald. «Pensavo che il Midwest fosse ancora un rifugio sicuro per l'iniziativa privata. Non mi dica che i federali spediscono qui i loro burocrati in eccesso, oggigiorno!» Sandro sorrise, rigido. Jasmine Cresswell
81
Mercanti Di Morte
«Non tutti. Solo quelli che hanno causato troppe seccature a Washington.» «Donald stava per andarsene» intervenne Belle. «Non vogliamo trattenerti, Donald.» Se era irritato per quel rinnovato congedo, lui decise di non darlo a vedere. Le si avvicinò e parlò a voce bassa, evidentemente sperando di non essere udito dagli altri. «Me ne vado fuori dai piedi, tesoro, ma voglio che tu sappia che mi rendo conto che siamo entrambi sovreccitati, adesso. Niente di male. Anzi, probabilmente è meglio che abbiamo messo le cose in chiaro. Ti chiamerò domani e sistemeremo tutto. Se ben ricordi, avevamo un appuntamento.» Belle avrebbe voluto chiedergli se c'erano limiti a quanto era disposto a strisciare per assicurarsi l'accesso alla sua mitica eredità, ma con Sandro a portata d'orecchio preferì tenere a freno la lingua. Di malavoglia, convenne che Donald avrebbe potuto telefonarle. Era disposta a qualunque concessione, pur di liberarsi di lui. La donna poliziotto accompagnò fuori Donald attraverso il garage, non senza lanciare un'ultima occhiata di apprezzamento a Sandro, che si aggirava per il soggiorno raddrizzando mobili. Belle non si preoccupò di nascondere un sospiro di sollievo quando la porta si chiuse dietro Donald. Brady la guardò con divertita comprensione. «Questa è una delle occasioni in cui sono contento di essere sposato da vent'anni con la stessa donna» commentò. «Cambiare partner non è cosa per gente debole di cuore, oggigiorno.» «Certo che no» convenne Belle. Non guardava Sandro, ma era acutamente conscia della sua presenza. «Sto cominciando a pensare che le monache di clausura hanno avuto l'idea migliore. Mettersi insieme a un gruppo di sorelle e alzare un muro per tenere fuori gli uomini. La castità sembra un piccolo prezzo da pagare per la pace e la tranquillità che ne risultano.» Brady rise. «La mia prozia è monaca, e sono sicuro che sarebbe d'accordo con lei. Purtroppo mia figlia la pensa diversamente.» «Già, ho notato che le donne si fanno furbe un po' troppo tardi. Probabilmente sua figlia è ancora in quello stadio ingenuo in cui pensa che i maschi siano dei normali esseri umani.» Belle sentì un sommesso sbuffare dalla parte di Sandro, ma lui non Jasmine Cresswell
82
Mercanti Di Morte
parlò. Con la coda dell'occhio, vide che aveva rimesso a posto i mobili principali e stava ficcando l'imbottitura dei cuscini in un grosso sacco di plastica per l'immondizia. Donald aveva protestato la sua ipocrita simpatia e non aveva fatto niente di pratico per aiutarla. Sandro non le aveva offerto alcuna comprensione, ma aveva già ridato al soggiorno un aspetto quasi normale. Era assurdo fare quel genere di confronti, e Belle lo sapeva. Sandro era sempre stato in gamba a fingersi un uomo onesto che teneva seriamente a lei. Per questo era stata così distrutta quando lo aveva scoperto a letto con un'altra donna e, se possibile, ancora di più quando aveva visto il filmato del DVD di suo padre. Con uno sforzo, tornò a concentrarsi sul presente. «Si sta facendo tardi, sergente, e ho deciso che voglio andarmene fuori da qui. C'è qualcos'altro di cui dobbiamo parlare, prima che possa farlo?» Brady scosse la testa. «Più avanti dovremo parlare a lungo, in modo da compilare un elenco delle persone che potrebbero essere interessate a quel DVD di suo padre che è stato rubato...» Belle fu acutamente conscia del fatto che Sandro aveva smesso il suo lavoro e stava ascoltando attentamente il suo dialogo con il sergente. «Non credo proprio di poterle fornire dei nomi. Non so niente sul contenuto del DVD...» «Sì, me l'ha detto. Ma è sorprendente che cosa la gente riesce a ricordare, se le si pongono le domande giuste.» Il sorriso di Brady non faceva nulla per nascondere la minaccia implicita nelle sue parole. «Ma non la importunerò più, per stasera. I tecnici hanno finito, e io devo andare a interrogare i vicini, prima che vadano a letto e dimentichino quanto di utile possono avere visto o sentito. Comunque, in caso salti fuori qualcosa di urgente e abbia bisogno di contattarla subito, pensa di andare al RitzCarlton come ha suggerito il signor Marchese?» Lo pensava? Una camera in uno degli alberghi più eleganti di Chicago in effetti sembrava il rifugio perfetto, al momento, tranne per il fatto che era stata un'idea di Sandro. Ma per irritante che fosse adeguarsi ai piani di Sandro, sarebbe stato uno sciocco autolesionismo andare da qualche altra parte solo per contraddirlo. «Sì, sarò al Ritz-Carlton» rispose Belle. Sandro doveva aver sentito, ma continuò a ficcare pezzi di imbottitura Jasmine Cresswell
83
Mercanti Di Morte
nel sacco. Diversamente da Donald, era abbastanza furbo da sapere quando tenere la bocca chiusa. «Benissimo, allora» disse Brady. «Ecco i nomi di quelle imprese di pulizie di cui le ho parlato. Sono tutte sulla guida del telefono.» Strappò una pagina dal taccuino e gliela porse, con un sorriso inaspettatamente amichevole. «Mi auguro che le facciano un buon lavoro.» «Grazie. Sa se rispondono anche durante il fine-settimana?» «Almeno un paio lo fanno, ma non ricordo quali. Le provi tutte e veda chi può venire prima.» Brady si fermò sulla porta del garage. «Mi è venuta in mente un'altra domanda importante. Quante persone hanno le chiavi di casa sua? A parte lei, s'intende.» «Nessuno, eccetto Donald Gates» rispose Belle. «Lui mi ha dato le chiavi del suo appartamento, e non ho potuto evitare...» Si interruppe, non volendo rivelare di più sul suo rapporto con Donald, specie mentre Sandro poteva sentire ogni parola. «Non penserà che chi ha fatto questo sia entrato con la chiave!» «O ne aveva una, o è abbastanza esperto da aprire la serratura senza danneggiarla.» L'opinione di Belle su Donald non era affatto buona, al momento, ma non era disposta a credere che avesse pressoché distrutto la sua casa, e men che mai che avesse ucciso Marge Bruno. «Dev'essere un esperto» affermò. «A parte ogni altra considerazione, Donald non avrebbe mai creato un simile caos. E troppo pignolo.» Brady si strinse nelle spalle. «La gente fa le cose più insolite, quando agisce sotto pressione. Però abbiamo già stabilito che chi ha perquisito casa sua è un professionista, perciò non mi sorprende che abbia aperto la serratura. A proposito, era di un tipo piuttosto semplice. Forse sarebbe saggio farla cambiare con qualcosa di un po' più complicato. E aggiunga un bel chiavistello robusto, già che c'è. Non terrà fuori una persona veramente decisa a entrare, ma scoraggerà il ladro medio.» Date le circostanze, l'immagine di un ignoto ladro che cercava di forzare la sua serratura era anche troppo vivida, specialmente perché lei sapeva, mentre il sergente Brady lo ignorava, che l'assassino non aveva trovato il DVD che era andato a cercare. Belle non era mai stata una persona ossessionata dalla sicurezza, ma lì, in mezzo al suo soggiorno semidistrutto, con il disegno della sagoma del corpo di Marge davanti agli Jasmine Cresswell
84
Mercanti Di Morte
occhi, riconobbe che poteva volerci più di un'impresa di pulizia e un paio di serrature nuove per rendere di nuovo sicura la sua casa. A pensarci bene, il suo ostinato silenzio sul DVD di suo padre sembrava sciocco. Forse avrebbe dovuto dire a Brady la verità sul dischetto... sulle persone la cui vita e la cui carriera sarebbero state completamente distrutte se il suo contenuto fosse stato reso pubblico, sulla possibilità che una di loro fosse così decisa a proteggere la propria reputazione da andare a cercare il dischetto e da uccidere Marge... Mentre lei esitava, Brady si stava preparando ad andarsene. «Buonanotte, signorina. Mi terrò in contatto. Spero che riesca a passare una notte decente, nonostante tutto. Arrivederci, signor Marchese.» Sandro appoggiò il sacco di plastica rigonfio sul davanzale della finestra. «Arrivederci, sergente.» Ancora un momento, e Brady sarebbe andato via. Quella era l'ultima occasione per dirgli la verità, e quindi non solo accrescere la propria sicurezza personale, ma anche fare in modo che Sandro fosse punito come meritava. Belle respirò a fondo. «Sergente Brady...» «Sì?» «Io... spero che qualcuno dei vicini abbia visto qualcosa che possa aiutarla a identificare l'assassino.» Si disprezzava per il suo ripensamento dell'ultimo minuto, ma non era a rischio solo la libertà di Sandro. Pure suo fratello e sua sorella potevano essere in pericolo. Perché provava quella stupida, assurda lealtà verso i suoi famigliari, anche se avevano fatto poco o niente per meritarla? «Spero che avremo fortuna, signorina. Dobbiamo mettere dietro le sbarre questo assassino prima che causi altri guai.» Brady aprì la porta. «La terrò informata, e se le tornerà in mente qualcosa che può essere rilevante, conto che me lo faccia sapere.» «Sì, certo. Lo farò di certo.» Belle aveva parlato troppo frettolosamente, e poté vedere dall'espressione di Brady che il sergente aveva colto la sua insincerità. Per fortuna, un cronista televisivo era in attesa nel garage, e mentre rimproverava il povero Kresky e si rifiutava di rispondere al cronista, Brady parve dimenticarsi di lei. Non appena la porta si chiuse alle sue spalle, Belle si infuriò con se Jasmine Cresswell
85
Mercanti Di Morte
stessa per aver taciuto, e immediatamente riversò la sua collera su Sandro. «Perché sei venuto qui, stasera?» «Per assicurarmi che avessi imparato la lezione» rispose lui, cupo. «Quale lezione?» «Che farti carico dell'ultimo progetto di tuo padre non è solo pericoloso e illegale, ma probabilmente sarà anche la causa della tua morte. Se l'omicidio della tua vicina non ti ha insegnato che quelli che hai contro sono degli assassini senza scrupoli...» «Quelli che ho contro!» scattò Belle. «Senti chi parla! La persona che ha ucciso Marge Bruno è un farabutto immorale come te. Gli stessi sporchi motivi, la stessa determinazione a coprire le sue viscide tracce...» «Se io sono immorale, tu che cosa sei?» La voce di Sandro era dura. «Sei tu quella con una morale e dei sentimenti così confusi da non riuscire a distinguere fra il giusto e l'ingiusto, a partire dall'amore che nutrì per tuo padre, per finire...» «Non tenermi lezioni sulla morale» lo interruppe Belle al colmo della frustrazione, specie perché Sandro aveva inquadrato correttamente, nel modo più esasperante, i suoi contorti rapporti famigliari. «Tu ti sei venduto per un misero quarto di milione...» «Solo una viziata marmocchia Joubert come te considererebbe misero un quarto di milione.» «Va' a cercarti un bel buco profondo e saltaci dentro!» Belle afferrò il sacco dell'immondizia e lo scagliò in direzione della testa di Sandro. Il sacco si spaccò e una pioggia di imbottitura gli cadde addosso, soffocandolo quando aprì la bocca per rispondere. Lei lo fissò sbalordita, incapace di credere di essersi comportata in quel modo stupidamente infantile. E supremamente felice di avere avuto l'ultima parola. CAPITOLO 8 Sputando frammenti di imbottitura e, alternativamente, imprecando in un creativo miscuglio di italiano e inglese, Sandro si spazzolò via una montagna di pezzetti di imbottitura dal pullover, dai pantaloni, dal naso e dalle palpebre. Altro che essere preparato ad affrontare il suo incarico con spirito freddamente professionale! Gesù, aveva dimenticato com'era avere a che fare con Belle. Come sarebbe arrivato fino in fondo? Due incontri Jasmine Cresswell
86
Mercanti Di Morte
con lei erano stati più che sufficienti a convincerlo che sarebbe stato pronto per il manicomio, prima che l'operazione fosse conclusa. C'erano limiti ben precisi di tempo che un uomo non poteva infrangere se contava di sopravvivere a una perpetua alternanza di eccitazione sessuale e di rabbia impotente. Al diavolo il distacco professionale. Sandro si precipitò su per le scale e seguì Belle in camera sua. Ignorandolo, lei sbatté sul letto una valigia in cui ficcò a caso svariati straccetti di seta e pizzo tolti dai cassetti. Lui cercò di non guardare. Il gusto di Belle in fatto di indumenti e pettinatura poteva anche essere cambiato da vistoso a severo, dai giorni in cui erano amanti, in compenso portava ancora della biancheria destinata a ridurre gli idioti influenzabili come lui allo stato ebete di un alce in calore. «Hai dell'imbottitura rosa nei capelli» lo informò lei, passandogli accanto per entrare in bagno. «Sei buffo» aggiunse, quando tornò indietro con le mani piene di articoli da toeletta. Sandro riuscì a malapena a non esplodere. Passandosi una mano fra i capelli e recuperando il frammento di imbottitura, ricordò a se stesso che aveva affrontato alcuni dei più potenti e pericolosi criminali del mondo, e li aveva battuti. Non avrebbe permesso a quella donna di ridurlo all'impotenza. Aveva trentotto anni, ed era abbastanza furbo da sapere che funzionava molto meglio quando ragionava con il cervello, anziché con altre, più influenzabili parti della sua anatomia. «Belle, ascoltami un momento, vuoi?» disse, frapponendosi tra lei e la valigia per assicurarsi la sua attenzione. «No.» Belle gli scoccò un'occhiata sprezzante e girò attorno al letto, chiudendo la lampo della busta di plastica in cui aveva riposto gli articoli da toeletta e gettandola nella valigia. Chiuse il coperchio con un colpo secco. «Sono pronta» annunciò, passandosi la cinghia della borsa sulla spalla e prendendo la valigia. «Addio, Sandro. Grazie per essere passato.» La sua voce grondava sarcasmo. «Mi dispiace abbreviare la tua visita, ma devi proprio andartene, in modo che io possa chiudere la casa.» «Ti accompagno all'albergo con la macchina. Vado da quella parte.» «Grazie, ma preferisco usare la mia.» «Bene. Come vuoi.» Sandro contemplò brevemente il piacere di dare una bella scrollata a Belle. Ficcò i pugni nelle tasche, fumando di rabbia. Perché diavolo si dava tanto da fare quando lei non intendeva offrirgli neppure un briciolo di collaborazione? La fulminò con lo sguardo. «Sappi, Jasmine Cresswell
87
Mercanti Di Morte
comunque, che se non sei disposta a parlare con me in modo informale, sarai invitata a venire nel mio ufficio per rilasciare una dichiarazione ufficiale.» «Una dichiarazione ufficiale? E su che cosa, per l'amor del cielo?» «Sull'omicidio della tua vicina.» «L'omicidio di Marge Bruno non ha niente a che fare con il fisco. Niente. Zero. Nada.» «Ha tutto a che fare con il fisco. Sappiamo entrambi che la tua vicina è stata uccisa a causa del DVD che tuo padre ti ha affidato prima di morire.» «Non so proprio niente del genere.» Belle gli scoccò un'occhiata sprezzante. «Non minacciarmi, Sandro. Non ne hai i mezzi, e io non sono minimamente impressionata dal tuo tentativo di impersonare un onesto e laborioso pubblico ufficiale.» «Gesù, Belle! Puoi smetterla di lanciare insulti per il tempo sufficiente a renderti conto di quanto sei in pericolo? So che i Joubert sono educati da generazioni a pensare che gli uomini della legge sono il loro nemico naturale, ma fidati di me, per una volta. Al momento, il fisco e la polizia sono il minore dei tuoi problemi.» «Sono d'accordo. Anzi, non c'è alcun problema, perché io non ho fatto assolutamente nulla di illegale.» «La complicità in un reato può farti incriminare esattamente quanto averlo commesso, come sai molto bene.» «Io non sono complice di un bel niente. In caso tu lo abbia dimenticato, sono la vittima, qui.» «I criminali sono spesso le vittime di altri delinquenti. La soluzione è porre fine al tuo comportamento delittuoso.» «Nessuno ti ha mai detto che negli ultimi sette anni sei diventato un bugiardo, ipocrita, scocciatore? No? Allora lascia che io sia la prima a darti la notizia.» Belle aveva tutta l'aria di morire dalla voglia di allungargli un pugno. Sandro ricambiava di tutto cuore quel sentimento. «Non ho intenzione di perdere di vista l'argomento di cui stiamo parlando» l'avvertì, con cupa determinazione. «Non ho idea di quali siano le lotte in famiglia all'interno della Joubert Corporation o del perché tuo padre si sia rivolto a te, anziché a tuo fratello o a uno dei suoi accoliti, ma so da fonte attendibile che tu sei subentrata nell'operazione Cronos, alla morte di tuo padre.» Jasmine Cresswell
88
Mercanti Di Morte
Belle sbatté le palpebre, confusa. «L'operazione Cronos?» «Sì.» La sua finta ignoranza alimentò l'impazienza di Sandro. «Abbiamo un informatore molto attendibile. Ci ha detto che corre voce dappertutto che Marc ti ha affidato l'unica copia esistente del DVD che contiene i dettagli dell'organizzazione Cronos. Se hai ancora quel DVD, presto sarai una donna ricchissima, oppure una donna morta. Al momento, direi che la seconda soluzione è la più probabile.» «Corre voce dappertutto che mio padre mi ha dato il... DVD Cronos prima di morire?» Belle fissava Sandro come se, tutt'a un tratto, si fosse messo a parlare in una lingua sconosciuta. «È troppo tardi per tentare la scena della meravigliata innocenza» affermò Sandro, chiedendosi, per una frazione di secondo, se Belle poteva essere davvero confusa come sembrava. Tralasciò quella possibilità, seccato di essere ancora vulnerabile alle sue arti. L'aveva sentita ammettere con il sergente Brady che il DVD lasciatole da Marc Joubert era la sola cosa rubata quella sera, eppure lei era capace di fissarlo con quegli incredibili occhi nocciola, sbattere le ciglia un paio di volte, e fargli desiderare di credere che effettivamente non avesse mai sentito le parole operazione Cronos. Usa il cervello, rammentò a se stesso. «Cerca di essere onesta con me» disse. «Sarebbe non solo un'esperienza nuova, ma produrrebbe anche ottimi risultati, te l'assicuro.» «Senti chi parla di onestà» ribatté Belle stancamente. «Si dà il caso che io non ti abbia mentito.» Era bianca come un cencio, e ormai incapace di nascondere gli effetti sconvolgenti degli avvenimenti della serata. Sandro provò un impeto di compassione che si trasformò istantaneamente in rabbia verso Marc Joubert. Quell'uomo era stato un genio, dotato di una sorprendente comprensione degli usi teorici e pratici delle tecnologie moderne. A livello personale, poteva incantare con il suo fascino virtualmente ogni essere umano che incontrava, e Sandro non dubitava che avesse realmente amato Belle, a modo suo. Eppure, quell'intraprendente genio non era riuscito a capire che stava distruggendo la vita di sua figlia, coinvolgendola nelle sue attività criminose. «Vorrei poterti credere» affermò. «Quando sono venuto da te, ieri, Jasmine Cresswell
89
Mercanti Di Morte
cercavo di convincermi che non eri coinvolta nell'operazione Cronos, nonostante ogni indizio contrario, ma ora non mi è più possibile ignorare l'evidenza. Quello che è accaduto qui stasera mi persuade che tuo padre ha effettivamente affidato a te l'operazione Cronos, prima di morire. L'alternativa è accettare che Marge Bruno sia stata uccisa per puro caso, perché in casa tua era entrato accidentalmente un comune ladro che non ha rubato altro che un DVD.» «Non è impossibile. Le coincidenze esistono. Tu più di ogni altro dovresti sapere che mio padre non mi avrebbe mai coinvolta in nessuno dei suoi... affari.» «L'operazione Cronos non è un affare» ribatté Sandro, duro. «Non riesci ancora a indurti a dirlo ad alta voce, vero, Belle? Tuo padre non concludeva affari. Portava avanti progetti criminosi che mettevano vitali tecnologie americane nelle mani di terroristi e di governi brutali che opprimono i loro cittadini. Un enorme numero di persone è stato ammazzato a causa di ciò che tuo padre ha fatto. E lui se ne stava comodamente seduto a crogiolarsi nell'approvazione della comunità e a rastrellare profitti multimilionari. Non credere di avere l'obbligo morale di continuare la tradizione di famiglia, perché non è esattamente gloriosa.» Belle trasalì, e l'ultima traccia di colore sparì dal suo viso. Poi la sua espressione si indurì, facendosi impenetrabile come roccia. «Comunque tu voglia descrivere le attività commerciali di mio padre, rimane il fatto che non aveva la possibilità di passarmi alcun progetto di affari della Joubert Corporation, legale o illegale che fosse. Fino a mezz'ora prima della sua morte, non ci eravamo rivolti la parola per sette anni.» «Questo è quello che tu vuoi far credere a tutti quanti. Può essere vero. O no. Ne parleremo un po' più a lungo quando renderai la tua testimonianza ufficiale. E farai bene a ricordare che ti conosco molto più da vicino del sergente Brady, il che significa che più tu sembri sincera e virtuosa, più io mi insospettisco.» «Puoi risparmiarti gli insulti, Sandro. Non servono.» «È un insulto rammentarti che un tempo eravamo amanti e che ti conosco... intimamente?» Avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa sull'argomento. Per fortuna, Belle si rifiutò di lasciarsi attirare sullo sdrucciolevole sentiero dei ricordi. Lo raggelò con un'occhiata, ma per il resto ignorò il suo accenno al Jasmine Cresswell
90
Mercanti Di Morte
passato. «Mi rifiuto di parlare con te dell'assassinio di Marge Bruno o del furto che ha avuto luogo in casa mia stasera. Anzi, non ti rilascerei una dichiarazione ufficiale neppure sulla mia lista della spesa, a meno che tu non mi arrestassi prima. E in quel caso non parlerei senza che il mio avvocato fosse presente nella stanza a registrare ogni parola.» «Bene. Chiama pure il tuo avvocato. E già che ci sei, digli che voglio sapere se il ladro è davvero riuscito a rubare il DVD Cronos, o se lo tieni ancora nascosto da qualche parte, in attesa che si calmino le acque prima di assumere il controllo della rete.» «Non ho mai sentito parlare del progetto Cronos» dichiarò Belle. «Non ho alcun DVD connesso al progetto Cronos. Non ho in programma di assumere il controllo di alcuna rete. Sei soddisfatto? Diamine, ho fatto una dichiarazione, dopotutto. Falla battere a macchina, e io la firmerò e giurerò che è veritiera.» Lungi dall'essere soddisfatto, Sandro stava rapidamente raggiungendo uno stato di furiosa frustrazione. Desiderava credere che Belle fosse una sempliciotta innocente, e non una complice di suo padre... In effetti, lo turbava rendersi conto di quanto lo desiderasse. Ma più lei faceva la dura, più era difficile aggrapparsi alla speranza che fosse onesta con lui. Peggio di tutto, la migliore ragione per serbare il silenzio era che il ladro non era riuscito a rubare il DVD Cronos. Se era così, la sua vita valeva meno di un nichelino. E nonostante tutto lui non voleva che il risultato di quell'operazione fosse la notificazione che il corpo di Isabelle Joubert era stato trovato a galleggiare sul lago Michigan. Senza dubbio Belle doveva rendersi pienamente conto dei pericoli che correva prendendo il posto di suo padre, ma Sandro cercò ancora una volta di metterla in guardia. «Non ti preoccupa neppure un po' che la tua vicina sia morta? Un'anziana donna innocente è stata uccisa a sangue freddo perché ha messo la testa in casa tua, disturbando qualcuno che cercava il DVD Cronos. Vale la pena di continuare a rischiare la vita per la prospettiva di arrivare al posto di comando, prima di essere uccisa? Tuo padre ha lasciato un patrimonio di milioni di dollari, perciò non hai bisogno del denaro. Che cosa ti spinge, Belle? L'orgoglio? Una mal riposta lealtà? La brama di potere?» «Stai dando erroneamente per scontato che io sappia di che cosa stai Jasmine Cresswell
91
Mercanti Di Morte
parlando. E inoltre non hai alcuna prova che la causa della morte di Marge Bruno non sia stata un colpo di pura sfortuna.» Belle tenne le spalle voltate, in modo che Sandro non potesse vederla in faccia, ma per la prima volta la sua voce tradì un'ombra d'incertezza. Lui approfittò di quella minuscola crepa nella sua facciata. «Rischi solo se mantieni il silenzio» affermò. «Dimmi dov'è il DVD, e la maggior parte dei tuoi problemi sparirà.» «Davvero?» Lei rise senza traccia di allegria. «Strano, ma a me sembra più complicato.» Si voltò a guardarlo, con un'espressione quasi triste. «Dimmi una cosa, Sandro. Perché mai ti aspetti che mi fidi di te, quando entrambi sappiamo che sei in vendita? Sarei l'ultima delle sciocche se mi confidassi con te.» Gli aveva già mosso prima quell'accusa, e stavolta Sandro decise di non passarci sopra. Se davvero era convinta che poteva essere comprato, allora aveva tutto il diritto di esitare a fidarsi di lui. Decise di giocare d'azzardo sull'esigua probabilità che Belle volesse fidarsi di lui, e temesse sinceramente di non poterlo fare. «Mi hai accusato diverse volte di essere corrotto» disse. «Non è vero, Belle. Non ho mai accettato una mazzetta, né da tuo padre né da nessun altro. Se Marc ti ha raccontato il contrario, ha mentito.» Per una frazione di secondo, avrebbe giurato che l'espressione degli occhi di Belle fosse di amara delusione. «Mio padre non ha mentito» affermò lei. «Sei tu che menti, Sandro. Ti ho visto chiedere a mio padre un quarto di milione di dollari il giorno in cui l'affare Zauriac andò a monte. Ti ho visto accettare la fine della tua relazione con me in cambio di quindicimila dollari al mese e la possibilità di comprarti una nuova barca. Con i miei occhi ti ho visto vantarti del materiale compromettente che avevi su mio padre e che avevi preferito non inoltrare ai tuoi colleghi a Washington...» «No» la interruppe Sandro, duro. «Belle, non sempre poi credere a quello che vedi. Non ti è mai passato per la mente che le apparenze possono ingannare...» «Certo» scattò lei, inviperita. «E tu sei l'esempio numero uno. A prima vista, se non ti si guarda troppo da vicino, tu sembri un uomo onesto.» «Perché sono onesto» asserì Sandro quietamente. «Ho un'infinità di difetti, Belle, ma accettare mazzette non è uno che puoi imputarmi.» «Non mi ascolti?» domandò lei. «Ti ho visto chiedere il denaro. Ti ho Jasmine Cresswell
92
Mercanti Di Morte
visto contrattare i termini del pagamento...» «Non so dove fossi nascosta quel giorno, o perché tuo padre abbia voluto farti assistere a quella particolare conversazione, ma quello che hai visto non era una prova lampante della mia corruzione...» «Oh no, certo.» «Quello che hai visto era il mio disperato, improvvisato tentativo di salvare sei mesi di duro lavoro investigativo che stavano per andare a monte.» Lei lo guardò con irritata ammirazione. «Sei in gamba» concesse. «Grande parata, Sandro. Pensi alla svelta, e immagino che sia un'abilità molto utile per un uomo che fa il doppio... o triplo gioco. Ma una plausibile menzogna non mi convincerà che non ho visto quello che ho visto.» Per una volta, non lanciò l'insulto con piacere. Al contrario, sembrava desolata, e Sandro si sorprese a lottare contro l'assurdo desiderio di prenderla fra le braccia e confortarla. Una reazione curiosa, visto che solo pochi minuti prima aveva provato un desiderio ugualmente forte di strozzarla. «Come puoi essere così sicura che la tua interpretazione è quella giusta?» Lo feriva il fatto che non gli credesse, anche se si rendeva conto di essere irrazionale. «Ti aspetti che io creda che tu non ti sia impadronita del DVD Cronos, ma non sei disposta, neppure per un momento, a concedere a me il beneficio del dubbio.» «Hai ragione» ammise Belle, dopo una breve pausa. «E va bene, Sandro. Convincimi che io non ho davvero visto quello che so per certo di aver visto.» Era il massimo che sarebbe mai stata disposta a concedergli, e a quel punto lui colse al volo l'occasione. «Solo, ascolta senza interrompermi, okay? Anche se credi di sapere che cosa sto per dire.» «Sì, va bene.» Finalmente, Belle aveva smesso di aggirarsi per la stanza, e lo stava davvero ascoltando. «Sette anni fa, fui incaricato di dirigere l'operazione più importante della mia carriera. Il governo di questo paese era seriamente preoccupato per un certo numero di audaci furti che avevano finito per mettere delle pericolose tecnologie nelle mani sbagliate. I miei capi decisero di investire Jasmine Cresswell
93
Mercanti Di Morte
tutte le risorse necessarie per assicurarsi le prove sufficienti a incriminare una volta per tutte uno dei contrabbandieri più brillanti e più abili che questo paese avesse mai conosciuto...» «Mio padre?» La domanda di Belle fu poco più di un sussurro. Sandro annuì. «Sì, tuo padre. Io riuscii a farmi assumere dalla Joubert Corporation, il che fu già un successo di per sé e richiese quasi tre mesi di intensa preparazione. Avevo già lavorato prima sotto copertura, con un certo successo, ma Marc era molto più furbo di tutti i criminali con cui avevo avuto a che fare in passato. Mi ci vollero altri cinque mesi prima di conquistarmi la sua fiducia. Verso la fine di luglio, mi affidò i negoziati con Zauriac. Era un compito difficile, perché Zauriac non era uno sciocco più di quanto lo fosse tuo padre, e io dovevo assicurarmi che i missili che avremmo venduto fossero autentici, ma non operativi, il che significava lavorare in stretto contatto con l'esercito. Un imbroglio piuttosto pericoloso, considerando che il sistema abituale di Zauriac per liberarsi delle persone inaffidabili è spezzar loro le gambe e gettarle in una vasca piena di coccodrilli. «Per fortuna, tuo padre godeva di una eccellente reputazione nel mercato internazionale delle armi, e io potei approfittare del fatto che i prodotti della Joubert Corporation erano sempre di prima qualità. Nel corso dei miei negoziati con Zauriac, accumulai foto e documenti che mostravano esattamente come Marc Joubert operava, almeno in quel particolare tipo di transazioni. Erano buone, solide prove che avrebbero retto in tribunale, anche contro gli avvocati di grido che Marc poteva permettersi di assumere.» Lo sguardo di Belle era fisso su di lui, intenso. Per la prima volta Sandro aveva la netta sensazione che lei lo stesse realmente ascoltando, anziché vederlo attraverso il solito filtro distorto del loro passato. «Continua» gli disse. «Il mio capo, a Washington, mi assicurò che l'affare Zauriac era abbastanza grosso da far incriminare e condannare a parecchi anni di prigione Marc e i suoi soci. Perciò, quando tuo padre mi chiamò nel suo ufficio, poche ora prima che partissi per Parigi per concludere il contratto, non fui realmente allarmato. Anzi, mi sentivo piuttosto soddisfatto, se vuoi sapere la verità... convinto di essere riuscito dove mezza dozzina di altri Jasmine Cresswell
94
Mercanti Di Morte
agenti avevano fallito. Poi, Marc lasciò cadere la sua bomba. L'affare Zauriac era saltato, mi annunciò.» «Perché era stato avvertito da una talpa al ministero del tesoro che eri un agente del fisco» concluse Belle. «Sì.» Sandro respirò a fondo. «Considera quello che accadde dopo dal mio punto di vista. Quasi un anno di lavoro, contando i tempi di preparazione, stava per andare in fumo. Avevo bisogno di salvare qualcosa... qualunque cosa, anche se fosse stato solo il mio posto alla Joubert Corporation, per avere modo di accumulare altre prove. Perciò feci la sola cosa a cui riuscii a pensare sul momento. Feci credere a Marc di potermi comprare.» Belle rimase in silenzio per un lungo, interminabile momento. «È una storia convincente» disse alla fine. «Ma lo sarebbe di più se mio padre fosse stato incriminato. Perché non lo fu?» «Perché scoprimmo che il mio era stato un compito impossibile fin dall'inizio.» Sandro si strinse nelle spalle, fingendo un'indifferenza che non provava, neppure dopo sette anni. «Il dannato bastardo che aveva detto a Marc che ero un agente del fisco era il mio capo.» Belle parve sbalordita. «Ma perché? Non ha senso. Perché ti avrebbe mandato a Miami, se non voleva che l'indagine avesse successo?» «Jim... il mio capo... non aveva molta scelta. I suoi superiori gli soffiavano sul collo, esigendo dei risultati. Fu il suo capo che volle mandare me, e Jim non protestò molto, probabilmente perché decise che era più facile controllare un agente che rispondeva direttamente a lui. E che si fidava di lui, naturalmente. Di sicuro gli rese molto più facile far sparire una quantità delle informazioni che gli passavo. E, chissà? Spesso mi sono chiesto se Jim aveva sperato che riuscissi nella mia impresa. Mettere fuori causa Marc per qualche anno era il solo modo in cui il mio capo poteva sperare di sottrarsi alla sua dominazione. Alla fine, però, Marc diede un giro di vite, e Jim si piegò.» «Che tipo di giro di vite?» chiese Belle. Sandro la guardò, dibattendo fra sé se dirle la verità. Alla fine decise che forse era tempo di infrangere qualcuna delle sue illusioni. «Fu molto facile. Senza violenza fisica, né niente di altrettanto primitivo. Tuo padre aveva certe foto molto esplicite del mio capo con un amante maschio. Minacciò di mandarle alla moglie e alle figlie Jasmine Cresswell
95
Mercanti Di Morte
adolescenti.» Belle si premette il dorso della mano sulla bocca. Non parlò. «Mi dispiace...» mormorò Sandro a quel punto, quietamente. Lei distolse lo sguardo. «Non ho ragione di crederti» affermò. «Hai avuto sette anni per inventare una storia convincente, completa di tutti i dettagli orripilanti sui coccodrilli e su mio padre che minacciava una famiglia...» «Sì, ma si dà il caso che questa storia convincente sia la verità.» Belle rimase in silenzio ancora più a lungo prima di rispondere. «È un'ironia, sai. Tu mi hai raccontato questa storia, e ammetto che è plausibile, ma ancora non so se posso fidarmi di te. O hai ingannato mio padre fingendo di essere corrotto, mentre in realtà sei onesto, o stai ingannando me fingendo di essere onesto mentre in realtà sei corrotto. Non ci sono fatti in base ai quali io possa decidere qual è la verità.» «Potresti fidarti del tuo istinto. Mi amavi, un tempo...» «Questo non è rassicurante» affermò lei, secca. «Sono giunta alla conclusione che il mio istinto non è molto affidabile, quando si tratta di uomini. Amavo mio padre, lo sai, eppure mi hai appena detto che era capace dei più spregevoli ricatti. E sì, per quello che vale, ti amavo, un tempo. Questo non mi incoraggia a fidarmi di te. Al contrario. Comincio a pensare di avere una specie di fatale difetto genetico a causa del quale sono attratta da uomini che altre donne riconoscerebbero immediatamente come mascalzoni e bugiardi. Guarda Donald Gates, l'ultima aggiunta alla mia lista di farabutti.» Per quanto non apprezzasse di essere messo in un fascio con Marc Joubert e Donald Gates, Sandro dovette riconoscere che Belle aveva, almeno in parte, ragione. Le aveva mentito dal principio alla fine della loro storia. Si era servito di lei e l'aveva ingannata deliberatamente, approfittando dei suoi sentimenti per cinque, lunghi mesi. Dal suo punto di vista, sarebbe stata pazza a fidarsi di lui, dovette ammettere. Purtroppo, lui sarebbe stato altrettanto pazzo a fidarsi di lei quando sosteneva di non sapere nulla del progetto Cronos. L'evidenza suggeriva chiaramente il contrario. E contro l'evidenza Sandro non poteva opporre nulla, eccetto il suo istinto che gli diceva che la donna che un tempo aveva sedotto per ragioni di servizio, e di cui si era innamorato contro ogni buonsenso, era incapace di mettersi a capo di un giro internazionale di contrabbando. Specialmente di un giro di contrabbando che vendeva armi Jasmine Cresswell
96
Mercanti Di Morte
sofisticate ai terroristi, anziché Rolex falsi o video contraffatti. Riprendendo la valigia, Belle accennò alla porta della camera con un mesto sorriso. «Non è così facile accordare la propria fiducia, vero, Sandro?» «Io ti ho detto la verità» insistette lui. «Tu non mi hai detto nulla.» «Sei tu che credi che abbia qualcosa da dirti. Addio, Sandro.» Lui poteva insistere per portarla nel suo ufficio, ma la conosceva abbastanza da essere certo che non gli avrebbe detto nulla. Perdipiù, per quanto fosse stanca e preoccupata, come tutti i Joubert era troppo furba per lasciarsi indurre a rivelare nel corso di un interrogatorio formale qualcosa che preferiva nascondere. La verità era che avrebbe appreso molto di più facendola sorvegliare di nascosto che con un attacco diretto. La salutò senza altre proteste, ma si fermò in fondo alla scala, incapace di resistere all'impulso di darle un ultimo avvertimento. «Sei hai il DVD del progetto Cronos, portalo all'FBI Fra le vite che salverai ci sarà anche la tua.» E, maledizione, questo era ancora importante per lui. CAPITOLO 9 Durante la notte la temperatura scese e la pioggia si tramutò in nevischio, e il risultato fu una mattinata cupa, più adatta a novembre che alla fine di settembre. Eppure il tempo era più allegro dell'umore di Sandro, quando scese dalla macchina e si incamminò attraverso il posteggio deserto, diretto in ufficio. Belle, a quanto pareva, era all'altezza delle peggiori aspettative di tutti. Nonostante un'accusa lanciata dal loro informatore all'interno della Joubert Corporation, Sandro si era ostinatamente rifiutato di credere che Belle fosse l'erede designata dell'impero criminoso di Marc Joubert. Contro l'opinione unanime degli altri membri del suo gruppo di lavoro, e quella del profiler dell'FBI specializzato nello studio dei figli di criminali, Sandro aveva conservato il suo punto di vista secondo cui Belle era incapace di assumere il comando di un'attività che le avrebbe imposto di vendere armi a dei terroristi. Diavolo, quando l'aveva conosciuta era stata contraria perfino alla libera vendita di armi da caccia! L'opinione di Sandro si era scontrata con reazioni che andavano da una blanda incredulità all'aperta derisione. Il profiler dell'FBI, che Jasmine Cresswell
97
Mercanti Di Morte
evidentemente aveva letto la pratica personale di Sandro, aveva sottolineato con paternalistica gentilezza che i conflitti emozionali irrisolti conducevano invariabilmente a cattivi giudizi professionali. Anche il suo capo lo aveva preso da parte e gli aveva chiesto premurosamente se preferiva essere tolto dalla task force che indagava sui Joubert. Cercando di apparire noncurante, Sandro lo aveva informato che una relazione, per quanto bollente, non avrebbe potuto avere conseguenze su di lui neppure sette settimane dopo la sua fine, e meno che mai dopo sette anni. Aveva saputo di mentire, e probabilmente lo aveva capito anche il suo capo. Gli avvenimenti degli ultimi due giorni sembravano dimostrare che si era completamente sbagliato nel giudicare il carattere di Belle. L'obiettivo dell'indagine si andava restringendo con sconcertante rapidità, e per essere un professionista esperto, Sandro trovava terribilmente difficile modificare le sue idee di conseguenza. Era più che tempo, per lui, di imporsi un drastico cambiamento nel suo atteggiamento verso Isabelle Joubert. Doveva smetterla una volta per tutte di lasciarsi distrarre dai ricordi dei giorni esaltanti passati a veleggiare insieme e delle notti piene di allegre risate e di sesso rovente. Il suo ruolo, in quell'indagine, non era più impedire a Belle di farsi uccidere, e men che meno dimostrare che era innocente. Ora, il suo ruolo era chiaro: impedire che la rete internazionale di contrabbando di suo padre fosse prontamente consolidata da una terza generazione di Joubert affaccendata a vendere armi altamente tecnologiche a pericolosi terroristi... e a rastrellare milioni di dollari di profitti. Ken Oliver, capo della sezione operazioni sotto copertura, era in ufficio fin dal mattino precedente. Seduto dietro a una scrivania ingombra di ciambelle e tazze da caffè in plastica, indossava la stessa tuta da ginnastica stazzonata e le stesse scarpe da tennis sporche del giorno prima, ed esibiva una barba di trentasei ore. Dal lunedì al venerdì, Ken vestiva come un avvocato di grido e si esprimeva con frasi che sembravano tirate fuori pari pari da un manuale di regole governative. A pranzo beveva acqua e mangiava un'insalata verde... presumibilmente per compensare i peccati alimentari del fine settimana. Il sabato e la domenica, invece, faceva del suo meglio per sembrare un barbone e parlava con frasi brevi e gergali, generosamente punteggiate di parolacce. E per tutti i sette giorni della settimana era l'agente del fisco più efficiente con cui Sandro avesse mai lavorato in vita sua. Ken accolse Sandro con un grugnito. Jasmine Cresswell
98
Mercanti Di Morte
«Hai un aspetto piuttosto buono, per uno che è stato in piedi tutta la notte.» «Ho fatto una doccia. Dovresti provare, una volta o l'altra. Fa miracoli.» Ken inghiottì un sorso di caffè stantio e ignorò il consiglio. «Dove hai la valigia? Devi partire non appena avremo finito di parlare.» «La valigia è in macchina. È meglio che sia qualcosa di importante, Ken. Avevo un appuntamento bollente con una barca a vela, stamattina, e mi dispiace davvero perderlo.» «Sicuro che è importante! La Joubert ha chiamato suo fratello, neppure cinque minuti dopo essere entrata nella sua camera d'albergo.» Ken sogghignò, soddisfatto. «Te 1' avevo detto.» «Perché non mi hai avvertito prima? Belle è arrivata in albergo otto ore fa.» «Lei ha chiamato subito, ma è riuscita a raggiungere suo fratello solo poco prima che io chiamassi te.» A quel punto Sandro gettò la giacca sulla spalliera di una sedia. «Fammi sentire il nastro.» Con un altro grugnito, Ken premette un interruttore sul complicato pannello elettronico alle sue spalle. La voce di Belle riempì l'ufficio, roca per l'ansietà. «Tony, sono Belle. Se ci sei, rispondi per favore. Ho bisogno di parlarti.» Fece una pausa, ma l'unica risposta fu un crepitio di elettricità statica. «Tony, non scherzare. Se ci sei, rispondi.» Silenzio. «Okay, ma devi chiamarmi appena torni, qualunque ora sia. Ti prego, non ignorare questo messaggio, perché è di vitale importanza che ci sentiamo. Sono alla camera 516 del Ritz-Carlton di Chicago.» Aggiunse il numero di telefono dell'albergo e riattaccò senza salutare. Ken Oliver spense il registratore e sogghignò di nuovo. «Di sicuro è ansiosa di parlare con il fratellino, no?» «Infatti.» Sandro riuscì a ribattere con una certa disinvoltura, anche se un'intensa delusione gli stringeva lo stomaco in un nodo. Alzò le spalle. «Ha appena scoperto il cadavere della sua vicina steso attraverso la soglia di casa, santo cielo. Non è sorprendente che lei voglia parlare con qualcuno dei suoi.» Ken gli scoccò un'occhiata compassionevole e mandò avanti il nastro. «Devi smetterla di lasciare che quello che tieni nei pantaloni prevalga sulla testa, figliolo. So che la Joubert è davvero sexy, ma delle tette Jasmine Cresswell
99
Mercanti Di Morte
fantastiche e un bel sederino non possono essere considerati una prova di innocenza.» Sandro ebbe sufficiente presenza di spirito da non abboccare all'esca che il suo capo gli faceva dondolare davanti. Si appoggiò allo schienale e posò i piedi sulla scrivania, fra due scatole vuote di hamburger da asporto. «Devo credere che non mi hai fatto venire qui all'alba di una domenica mattina solo per farmi ascoltare Isabelle Joubert che chiede al fratello di telefonarle.» «Nossignore. Ho qualcosa di meglio. Lo ha chiamato due volte prima di mezzanotte, e una volta sua sorella Marisa, chiedendole se sapeva dov'era Tony. Neppure la sorella ha risposto al telefono, perciò Isabelle ha lasciato messaggi a tutti e due. Non c'è bisogno che tu senta che cosa ha detto. Era una normale frenesia. Poi, finalmente, Tony l'ha chiamata alle cinque e cinquantasette di stamattina. Ascolta, e poi dimmi di nuovo che Isabelle Joubert non ha avuto niente a che fare con gli affari di famiglia per sette anni.» Il nodo allo stomaco di Sandro si fece decisamente più stretto. «Fammi sentire quel dannato nastro, Ken...» borbottò. «Eccolo qui, figliolo.» Ken premette il pulsante di ascolto, e Sandro sentì il clic quando Belle sollevò il ricevitore al primo squillo. «Pronto?» La sua voce era stanca e ansiosa, ma per nulla assonnata. Era stata sui carboni ardenti in attesa della telefonata, concluse Sandro. «Sono Tony. Perché tutte queste telefonate? Che cosa diavolo sta succedendo?» si affrettò a domandare. «La mia vicina di casa è stata assassinata ieri pomeriggio. Un ladro è entrato in casa mia mentre io ero fuori a fare spese, le ha sparato e poi l'ha lasciata morire sul pavimento del mio soggiorno.» «Gesù, è terribile! Mi dispiace.» Tony parve esitare un momento, come se non sapesse che altro dire. «Tu stai bene?» «No, non sto bene. Marge Bruno era una vecchietta gentile, che poteva vivere ancora per molti anni. Suo marito è rimasto così sconvolto che ha avuto un attacco di cuore ed è morto mentre lo trasportavano in ospedale. Odio pensare che due persone innocenti sono morte a causa mia.» «Non sono morte a causa tua.» Il tono di Tony era impaziente. «Anche con il tuo esagerato senso di responsabilità, non puoi pensare che l'accaduto sia colpa tua.» Jasmine Cresswell
100
Mercanti Di Morte
«A quanto pare, non è così che la polizia vede la situazione. Sembra che mi considerino la principale sospettata.» «Che altro ti aspettavi?» ribatté Tony, aspro. «Spero che fossi ben lontana da casa, quando la tua vicina è stata uccisa. Sai come si comporta la polizia con la nostra famiglia. Se non hai un alibi, ti renderanno la vita un inferno, anche se qualunque osservatore imparziale direbbe che tu sei la vittima.» «Certo che ero ben lontano da casa. Ti ho già detto che ero andata a fare spese.» «Già. Be', ascolta il mio consiglio e conserva gli scontrini, in caso la polizia decida di prendersela con te. E smettila di preoccuparti, Belle. Se eri fuori casa, gli sbirri non possono...» «Non sono preoccupata che gli sbirri se la prendano con me. Sono triste per Marge. Mi sento responsabile...» «Non dovresti. E comunque, perché la vicina era a casa tua mentre eri fuori? Come è entrata?» La voce di Tony si fece tagliente. «Non dirmi che le avevi dato la chiave. Gesù, Belle, non hai fatto una stupidaggine simile, vero?» «Certo che Marge non aveva la chiave. Penso che sia venuta a portarmi delle zucchine del suo orto. Forse ha sentito qualcuno in casa e ha pensato che fossi tornata. Mi sento così maledettamente in colpa...» «Belle, calmati. Ti comporti sempre come se fossi responsabile per tutto il mondo. Non puoi colpevolizzarti perché la tua vicina è stata uccisa in conseguenza di un casuale atto di violenza.» «Casuale? Santo cielo, Tony, sai quanto me che non è stato un casuale atto di violenza. Marge è stata uccisa perché qualcuno ha messo in giro la voce che papà mi ha affidato il suo ultimo progetto, prima di morire. Hanno buttato all'aria la mia casa per cercare il DVD di papà, e io voglio sapere chi è stato.» «Per la miseria, Belle, sta' attenta a quello che dici!» Tony sembrava assai più inorridito di quando aveva appreso della morte di Marge Bruno. «Sei in un albergo, santo cielo! Come sai che la linea è sicura ?» A quel punto ci fu un breve silenzio. Sandro poté quasi sentire i pensieri di Belle ticchettare, registrando il fatto che lui le aveva consigliato il RitzCarlton, e riconoscendo che aveva avuto tutte le opportunità di mettere sotto controllo il suo telefono. «Forse la linea è controllata» mormorò alla fine con un sospiro. «Ma Jasmine Cresswell
101
Mercanti Di Morte
dobbiamo parlare ugualmente. Perché papà ha dato il DVD a me, e non a te? Sei tu che lavoravi con lui quotidianamente. Ho bisogno di sapere...» «Scendi nella hall e trova un telefono pubblico» la interruppe Tony. «Non dire un'altra parola, Belle. Aspetto la tua chiamata.» «È tutto quello che abbiamo?» chiese Sandro. «Già. Purtroppo Belle ha seguito il consiglio del fratello e lo ha richiamato da un telefono pubblico nella hall. La tenevamo d'occhio, ma il nostro uomo non si è potuto avvicinare abbastanza da sentire quello che diceva. Ma questo nastro va benissimo. Abbiamo la tacita ammissione che Marc Joubert ha affidato il progetto Cronos a Isabelle.» «Niente affatto» ribatté Sandro. «Abbiamo un'ammissione che le ha affidato un progetto. Lei non ha mai nominato il progetto Cronos.» «Ammette che Marc le ha dato un DVD, sul letto di morte. Ammette che quel dannato DVD è abbastanza importante perché qualcuno le butti all'aria la casa per rubarlo. Si chiede perfino perché suo padre non abbia dato il DVD a Tony. Se non parla del progetto Cronos, di che cosa si tratta? Quanti DVD importanti ha distribuito Marc dal letto di morte, santo cielo?» «Forse più di uno.» In risposta, Ken si limitò a sbuffare. Sandro si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro. «Okay, se è un'idea così assurda, spiegami questo. Se è davvero il DVD Cronos, quello che Belle ha, perché Marc ha scelto lei come sua erede? E perché Tony non è furioso?» Ken si strinse nelle spalle. «Quando vivi sulla lama di un rasoio, devi imparare ad accettare che il più in gamba vinca. A quest'ora Tony dev'essersi reso conto che sua sorella può batterlo su tutta la linea, quanto a intelligenza. Inoltre, non è che Marc abbia cercato qualcuno al di fuori della cerchia famigliare. Ha scelto il Joubert più adatto a succedergli, e Tony è disposto ad accettare la decisione di suo padre.» «Tony non parla come se Belle fosse il capo» protestò Sandro. «Al contrario, anzi. Non fa che dirle che cosa deve fare.» «Be', forse questo è il suo modo di mettere in discussione le decisioni del padre. Fa l'autoritario con Belle per compensare il fatto che non ha alcun potere reale. Tipica reazione maschile.» Ken fece roteare il caffè in fondo a una tazza di plastica, ma poi decise, di malavoglia, che era troppo cattivo perfino per lui. Jasmine Cresswell
102
Mercanti Di Morte
Sandro approfittò subito delle parole del suo capo. «Già, questa è precisamente la ragione per cui Marc Joubert non avrebbe mai designato Belle come sua erede. Manca delle due qualità essenziali per negoziare con terroristi e dittatori.» «Vale a dire?» «Niente attributi. Ai tipi macho che vanno in giro uccidendo bambini piace trattare con altri tipi macho come loro, non con delle donnette.» «E così, Belle manda il fratellino a trattare con i dinosauri maschilisti del Medio Oriente. Non c'è ragione per cui Tony non possa essere incaricato delle vendite, anche se non è il vero boss. Inoltre, se Belle non se ne va in giro per il mondo, non c'è ragione che noi sospettiamo di lei. Marc deve aver sperato che impiegassimo un po' ad arrivare a Belle, e questo le avrebbe dato un momento di respiro per riorganizzare la rete. Devi ammettere che se non l'avessimo saputo dal nostro informatore, non avremmo avuto motivo di sospettare di lei.» «È vero» riconobbe Sandro. «Nessuno ha prestato molta attenzione a Belle durante il funerale. Avrebbe potuto contattare mezza dozzina di persone realmente importanti per la continuazione degli affari, e noi non l'avremmo notato.» «Già. Papà Joubert doveva sapere che avremmo tenuto d'occhio Tony.» Ken scosse la testa con riluttante ammirazione. «Bisogna riconoscere che quel dannato bastardo era un vero genio per fiutare quando i federali erano sulle sue tracce.» «È una fortuna che non si sia mai accorto di questo informatore.» «Se il vecchio bastardo fosse vissuto un altro paio di settimane, probabilmente avrebbe intuito chi era il tarlo nella sua legnaia.» Sandro riascoltò il nastro, a occhi chiusi per non lasciarsi distrarre dalla presenza di Ken. La conversazione fra Belle e Tony lo preoccupò ancora di più, a quel secondo ascolto. «C'è qualcosa che ci sfugge» dichiarò, quando il nastro finì. «Belle e Tony non hanno l'aria di lavorare insieme. Tony è notoriamente ossessionato dalla sicurezza. E allora, perché non ha rammentato subito a Belle che il suo telefono poteva essere controllato?» «Non ci ha pensato» suggerì Ken. Sandro scosse la testa. «Impossibile. La ragione per cui noi non controlliamo il telefono di Tony è che fa verificare casa e ufficio ogni ventiquattr'ore, e la sua Jasmine Cresswell
103
Mercanti Di Morte
tecnologia è più sofisticata della nostra. Non avrebbe mai dimenticato di mettere in guardia Belle se si fosse aspettato che gli parlasse degli affari della Joubert Corporation.» «E allora, perché non l'ha fatto? È evidente che hai una teoria.» «Tony non l'ha messa in guardia perché non si aspettava che Belle dicesse qualcosa che potesse interessare degli eventuali ascoltatori. All'inizio della conversazione, non sembrano due soci coinvolti in affari criminosi. Tony è solo un fratello che non se la cava troppo bene a confortare una sorella che ha avuto una pessima serata.» A quel punto Ken tamburellò con le dita sulla scrivania. Era la sua massima concessione per ammettere che trovava un fondo di verità nelle affermazioni di Sandro. «Tony è suo fratello. La stava confortando. Perché non avrebbe dovuto? Non c'è alcuna legge che proibisce ai contrabbandieri d'armi di amare la loro famiglia. Marc Joubert ne era la prova.» «Allora, ecco una domanda pratica. Entrambi riteniamo che Belle sia una donna in gamba. Se ha assunto il controllo della Joubert Corporation, perché mai si tiene in casa il DVD Cronos? Non è una mossa intelligente. Anzi, è maledettamente stupida. Deve rendersi conto del rischio. Venerdì sera l'ho avvertita che avevo visto un intruso fuggire da casa sua. Questo avrebbe dovuto accenderle il fuoco sotto il...» Ken grugnì. «Non ti ha creduto. Ha pensato che le tendessi una trappola.» «Forse» concesse Sandro, non perché fosse persuaso, ma perché sapeva che non c'era modo di spiegare a Ken i sottili e complessi segnali che, messi assieme, lo avevano indotto a ritenere, solo due sere prima, che Belle non si sarebbe mai lasciata coinvolgere nelle attività criminose della Joubert Corporation. «Ma non mi hai spiegato perché ha ancora in suo possesso il DVD Cronos, e perché Tony non la obbliga a nasconderlo in un posto sicuro sotto guardia armata. Perché correre il rischio di tenere con sé il DVD un solo giorno più del necessario? Perché diavolo Tony le permetterebbe di correrlo?» Ken si strinse nelle spalle. «Ha molto da imparare. Ci vuole un po' per digerire tutte quelle informazioni. Marc aveva in testa la maggior parte dei dettagli. Non aveva bisogno del DVD, se non occasionalmente. Belle ha avuto sette giorni per assimilare nomi, contatti e sistemi che suo padre ha speso una vita per Jasmine Cresswell
104
Mercanti Di Morte
mettere assieme. Per quello che ne sappiamo, i Joubert potrebbero avere qualche importante spedizione da fare, e lei deve avere il DVD sottomano per sapere come poter muovere la merce in sicurezza. Il fatto che papà Joubert sia morto non significa che l'attività possa interrompersi. Anzi, devono darsi una mossa per essere sicuri che il loro primo affare vada perfettamente liscio.» Questo aveva senso, concesse Sandro. Marc era morto così all'improvviso che né Belle né suo fratello avevano avuto il tempo di assumere gradualmente le loro posizioni di comando. I clienti di Marc li avrebbero sorvegliati da vicino per vedere se la nuova generazione di Joubert aveva ancora il tocco magico. Belle non poteva permettersi di sbagliare. Nel commercio internazionale delle armi, non erano ammessi errori. La reazione era invariabilmente rapida... e non assumeva la forma di un educato reclamo al servizio clienti. «Quello che è certo è che qualcuno pensa che il DVD sia nascosto in casa sua» sottolineò Ken. «Per questo Marge Bruno è morta.» «La persona che più probabilmente potrebbe tentare di rubarlo è suo fratello» asserì Sandro. «Anzi, ci sono forti possibilità che Belle rischi la vita, se si fida troppo di Tony. Potrebbe organizzare un incontro con il suo potenziale assassino.» Ken rifletté un momento. «Nella maggior parte delle famiglie criminali, direi che hai ragione, ma non trattandosi dei Joubert. In tre generazioni non c'è stata una sola lite in famiglia, e meno che mai un omicidio. Gli ficcano in testa la lealtà famigliare fin dal momento della nascita.» «La lealtà può assottigliarsi, quando sei coinvolto in un'attività criminosa ad alto rischio ed elevati profitti. Belle era pronta a testimoniare contro suo padre, sette anni fa...» «Era quello che affermava» osservò Ken. «Ma al momento buono ha avvertito suo padre ed è fuggita. Come minimo, l'indagine federale fu decimata dal venire meno della sua testimonianza. E nel peggiore dei casi, ci aveva ingannato fin dall'inizio. Come possiamo sapere se lei ha avuto dei ripensamenti all'ultimo minuto, o se era tutto accuratamente calcolato per farci pensare che avesse rotto con suo padre?» Era un'ottima domanda. Per anni Sandro si era sentito in colpa per la fine della sua storia con Belle. Aveva rivissuto infinite volte nella mente il loro ultimo incontro, chiedendosi se sarebbe potuto esserci un modo meno Jasmine Cresswell
105
Mercanti Di Morte
brutale di chiudere una relazione che stava seriamente minacciando la sua capacità di svolgere il suo lavoro. Era un'ironia pensare che Belle potesse averlo ingannato altrettanto deliberatamente, e con maggiore successo, di quanto lui avesse ingannato lei. Ken rovistò in una scatola di ciambelle e ne scelse una che grondava una crema di un rosa virulento. Le diede un morso con palese piacere. «La Joubert è nei guai fino al collo, comunque si guardi la cosa.» Si leccò lo zucchero dalle dita e frugò fra le carte sulla scrivania fino a che non trovò il fax di una prenotazione aerea. «Questa è tua» annunciò. «Dall'O'Hare al Miami International. Partenza alle otto e cinquanta, arrivo alle dodici e quaranta. Devi sbrigarti o perderai l'aereo. Il traffico è sempre nel caos quando piove.» Sandro guardò il fax. «Siamo sicuri che Tony Joubert non è in volo verso Chicago, nonostante quello che Belle gli ha detto al telefono?» «No, va lei da lui. L'abbiamo seguita all'aeroporto e Bill Sosho ha confermato che è salita sul volo delle sette per Washington. Atterrerà poco dopo le undici. Muoviti, se vuoi prendere l'aereo.» «Okay, vado.» «Buona caccia. A proposito, è stata una saggia decisione, da parte tua, non portare qui la Joubert ieri sera. Molto meglio lasciarla là fuori con abbastanza corda per impiccarsi.» Il raro elogio sfuggito dalle labbra del suo capo non fece che rafforzare nella mente di Sandro l'immagine del viso pallido di Belle, e nello stesso tempo la consapevolezza che i suoi motivi per non averla arrestata non avrebbero retto a un esame attento. «Chi terrà d'occhio Belle, una volta atterrata a Miami?» chiese, mentre Ken lo accompagnava alla porta. «Wendy Lister, con l'aiuto di Pete Lintz. Lo conosci? Nato e cresciuto a Miami, perciò conosce benissimo la città.» Sandro scosse la testa. «Dev'essere entrato in servizio dopo che me ne ero andato.» «Ti piacerà lavorare con lui. È un bravo ragazzo. Giovane ed entusiasta, ma non stupido. Chiamami non appena avrai contattato Wendy. Ti aspetterà all'Hyatt non più tardi dell'una e mezzo. Ti riferirà i movimenti della Joubert, e tu li riferirai a me. Tienimi informato. Voglio aggiornamenti di ora in ora.» Jasmine Cresswell
106
Mercanti Di Morte
Sandro aveva già lavorato con Wendy Lister in alcuni incarichi memorabili. Cinquant'anni, corporatura media, capelli color topo, era il tipo di donna che si doveva incontrare almeno dieci volte prima di ricordarne il nome. Ma Belle, purtroppo, era molto osservatrice e aveva un occhio incredibile per i particolari. Pedinarla non sarebbe stato facile, e Sandro sperò che Wendy fosse all'altezza del compito. Ken Oliver gli scoccò un'occhiata severa. «A che cosa pensi, ragazzo? Hai un'aria sognante che non mi piace.» «Sto visualizzando la tazza di vero caffè che prenderò appena uscito da qui.» «Sicuro.» Ken gli batté una pacca sulla spalla. «Testa a posto, okay? Isabelle Joubert è la figlia di un terrorista. Suo padre non era solo un contrabbandiere... comprava e vendeva armi e tecnologie che mettevano a rischio la sicurezza del nostro paese. Se Isabelle ha ereditato il suo impero, devi smetterla una buona volta di pensare che un tempo eri innamorato di lei.» «Non c'è problema» affermò Sandro. «Per me, Isabelle Joubert è una persona indagata, niente di più.» Ken sorrise, acido. «Ottimo, ragazzo. Se te lo ripeti abbastanza spesso, alla fine potresti perfino crederci.» CAPITOLO 10 Tony era già in ritardo di un'ora al loro appuntamento. Per l'ennesima volta Belle girò lo sguardo sugli altri occupanti del caffè affollato, sperando, ormai assurdamente, che uno di loro la avvicinasse con un messaggio di suo fratello. Nessuno si mosse, a parte un terzetto di cubani che uscirono dal ristorante abbracciando ogni cameriera al passaggio, e perfino allungando una pacca sul sedere a una particolarmente prosperosa. Suo padre aveva dimostrato la stessa, allegra indifferenza nei confronti del pericolo di una denuncia per abuso sessuale, nonostante i ripetuti avvertimenti dei suoi legali esasperati, e Belle provò un'ondata di nostalgia, per metà irritata, per metà affettuosa. Anche da morto, Marc Joubert poteva evocare in lei sentimenti più forti della maggioranza delle persone tuttora in vita. Al momento, Tony le suscitava sole irritazione, e nessun affetto. Suo Jasmine Cresswell
107
Mercanti Di Morte
fratello aveva proposto di incontrarsi sul terreno neutrale dell'Havana Café, vicino agli uffici della Joubert Corporation, e Belle era stata più che disposta ad accettare. L'ultima cosa che voleva era un altro incontro con sua madre o con gli ex dipendenti di Marc che potevano essere ancora implicati fino al collo nelle sue attività illegali. Fino a che lei e Tony non avessero elaborato una soluzione al problema costituito dal famigerato DVD di suo padre, non voleva mettere piede su una proprietà dei Joubert, casa o ufficio che fosse. Ma nonostante le sue promesse Tony, evidentemente, non intendeva farsi vivo. Con improvvisa decisione, Belle spinse da parte la fetta di torta al cioccolato che sbocconcellava da mezz'ora e portò il conto alla cassa. «C'è un telefono pubblico?» chiese alla cassiera. «Vicino alla toeletta.» La ragazza indicò un piccolo arco, verso il retro del ristorante, che conduceva a un breve corridoio. Belle raccolse il resto, andò al telefono e compose il numero, un tempo familiare, della Joubert Corporation. Tony le aveva detto che sarebbe rimasto a lavorare in ufficio fino al suo arrivo a Miami, cercando di vedere il fondo della pila di documenti legali che si erano accumulati dopo la morte del padre. C'era una possibilità, per quanto remota, che fosse ancora là. Belle voleva concedergli il beneficio del dubbio. Forse era possibile che fosse immerso nell'esame di qualche sadico modulo dell'ufficio delle imposte e avesse perso la nozione del tempo. Possibile, ma non probabile, pensò cupamente. Superò un sistema di risposta automatica che non esisteva al tempo in cui lavorava alla Joubert Corporation, e riuscì a raggiungere la linea di Tony prima che il suo quarto di dollaro finisse. Lui non rispose, e Belle lasciò un messaggio, frustrata dalla consapevolezza che stava perdendo tempo. La chiamata all'appartamento di Tony sul lungomare non ebbe maggiore successo. Lasciò un messaggio brusco sulla segreteria telefonica, fumando di rabbia. Accidenti a lui. Era così tipico di suo fratello! Da ragazzo aveva sempre risolto le situazioni spiacevoli evitandole, e sembrava che non fosse cambiato neppure da adulto. Che cosa diavolo doveva fare, ora? Una possibilità sarebbe stata quella di contattare sua sorella, ma purtroppo Belle non si fidava molto del giudizio di Marisa. Si era sempre tenuta a debita distanza dalla gestione quotidiana della ditta di famiglia e questa era, in parte, la ragione per cui lei e Belle avevano conservato un certo rapporto, e adesso aveva un Jasmine Cresswell
108
Mercanti Di Morte
bambino piccolo e un marito che la distraevano ancora di più. E se l'avesse convinta a consegnare il DVD all'FBI, e questo avesse provocato l'arresto di Tony? Come avrebbe potuto vivere con quel peso sulla coscienza? Il fatto che Sandro avesse accennato al DVD come parte del progetto Cronos era un altro cattivo segno, per quanto riguardava l'innocenza di Tony. Le conoscenze di Belle sulla mitologia greca erano un po' arrugginite, ma a quanto ricordava Cronos era un antico dio che aveva governato l'universo fino a quando non era stato detronizzato da suo figlio, Zeus. Il parallelo padre-figlio era preoccupante. Belle sperava che la scelta del nome del progetto fosse priva di significato e non suggerisse che Tony era implicato in una sorta di golpe per impadronirsi dell'azienda. Ma forse sbagliava lasciandosi influenzare dal nome Cronos. Il dischetto di cui suo padre le aveva parlato prima di morire era etichettato semplicemente Beneficenza, e per quanto ne sapeva lei Sandro poteva avere inventato il nome Cronos di sana pianta. Anzi, probabilmente era così. Basandosi sull'esperienza, Belle aveva tutti i motivi per diffidare di qualunque cosa Sandro le dicesse. Quale che fosse il nome che Marc aveva dato al suo ultimo progetto, in realtà non cambiava il suo problema, che era la necessità di consultare Tony prima di consegnare il DVD all'FBI. Perciò era tornata al punto di partenza. Dov'era suo fratello? Se avesse avuto per madre una persona meno emotiva, Belle avrebbe potuto semplicemente telefonare a casa e chiedere se Carole conosceva i movimenti di Tony per quel giorno. Purtroppo non poteva prevedere come sua madre avrebbe reagito alla notizia che Tony non si era presentato al loro appuntamento. C'era una forte probabilità che decidesse seduta stante che il suo prezioso figlio maschio era in grave pericolo... ricoverato al pronto soccorso di qualche ospedale, o morto sotto le ruote di un autotreno, o abbandonato, sanguinante sul margine della strada da qualche rapinatore. Belle trasalì, immaginando i singhiozzi e i lamenti. D'altro canto, Carole era abituata alle periodiche sparizioni del marito in misteriosi viaggi d'affari che spesso duravano interi giorni, e poteva anche considerare normale il fatto che Tony non si fosse presentato all'appuntamento, limitandosi a invitare Belle ad aspettare pazientemente fino a che non si fosse fatto vivo. Con Carole, era impossibile indovinare quale sarebbe Jasmine Cresswell
109
Mercanti Di Morte
stata la reazione. Belle non si sentiva abbastanza in forze da correre il rischio di suscitare una scenata melodrammatica nel più puro stile Joubert. Gli avvenimenti del giorno precedente, non ultima la ricomparsa di Sandro Marchese, avevano quasi esaurito le sue risorse emotive. Prima di tentare con sua madre, sarebbe andata di persona agli uffici della Joubert Corporation, decise. Accaldata, stanca e più preoccupata per Tony di quanto fosse disposta ad ammettere, si diresse verso gli uffici, collocati in un edificio a due piani a poco più di cinque minuti di distanza dall'Havana Café. Come aveva sperato, la porta d'ingresso era aperta. Dava accesso a una galleria d'arte che occupava la maggior parte del pianterreno e attirava un redditizio afflusso di turisti sette giorni alla settimana. Benché la stagione invernale non fosse ancora iniziata, la galleria e l'atrio erano affollati, e l'ascensore, nella sua gabbia dorata, era stato chiuso per impedire ai turisti di avventurarsi al piano di sopra. Belle individuò l'uscita di sicurezza e salì lungo la scala antincendio, pur sapendo che stava quasi certamente perdendo tempo. La scala la condusse agli uffici della Joubert Corporation passando per un corridoio deserto, sul retro. Le luci erano tenui e l'aria aveva un odore di chiuso che suggeriva che il condizionamento funzionasse al minimo, ma gli uffici non erano vuoti. Belle poté sentire un vago mormorio di voci provenire da quella che, ai suoi tempi, era la sala riunioni. Tony, pensò, mentre l'indignazione superava l'ondata di sentimenti evocati dal fatto di essere ancora una volta in un luogo dove la presenza di suo padre era tanto forte. Seguì le voci, sempre più irritata. Era proprio da Tony lasciarsi distrarre da qualche riunione di lavoro e dimenticarsi di lei. Sapeva quanto era preoccupata e quanto aveva bisogno di consultarsi con lui a proposito del DVD di Marc. Aveva inghiottito quel suo dannato orgoglio dei Joubert, la notte prima, e aveva confessato quanto si sentiva vulnerabile dopo la morte di Marge. Maledizione, non era paranoica, e non si fidava per nulla di Sandro Marchese, ma sarebbe stata sciocca a non riconoscere che gli avvertimenti di Sandro avevano senso. Il DVD di suo padre era un oggetto pericoloso, specialmente ora che era trapelata la voce che era stata lei a ereditarlo. Belle spinse la porta della sala riunioni, raccomandandosi di rimanere calma. Non poteva aggredire Tony in presenza di altre persone. Ma Jasmine Cresswell
110
Mercanti Di Morte
quando fossero stati soli... ragazzi, intendeva cantargliele chiare! Dave Forcier ed Evan Connor, suo cognato, erano le sole persone presenti nella stanza. La guardarono con stupore, quando entrò. Evan fu il primo a riprendersi. Si alzò in piedi e girò attorno al tavolo per accoglierla con un rapido abbraccio. «Belle, questa è davvero una sorpresa. Non sapevo che saresti tornata così presto.» Si passò la mano fra i capelli, con aria un po' imbarazzata. «Ho forse dimenticato che avevi in programma un'altra visita? Marisa non fa che dirmi che ho la memoria più labile del mondo per tutto, tranne gli affari e i risultati sportivi.» «No, non avevo in programma un'altra visita. Come stanno Marisa e Spencer? Spero che il raffreddore del piccolo vada meglio.» «Marisa è stanca, ma per il resto sta bene, e Spencer è sulla via della guarigione, grazie al cielo. Sembra che finalmente la nuova medicina lo abbia fatto smettere di tossire.» Evan sorrise. «Be', sono contento di sapere che la tua visita è stata una decisione dell'ultimo momento. Mi aspettavo una bella sgridata, tornando a casa.» «Rilassati, sei salvo. O, perlomeno, non avrai guai a causa mia.» Belle sorrise, e lui parve genuinamente sollevato di non aver dimenticato un'importante riunione di famiglia. Marisa aveva educato ottimamente il marito all'umiltà, pensò lei, con un breve lampo di umorismo. Non ne era affatto sorpresa. Sua sorella si era rigirata attorno al dito ogni ragazzo su cui aveva messo gli occhi fino dal tempo della scuola media. Evan era solo l'ultima aggiunta a una lista ultra decennale di devoti adoratori. «Per la verità, Marisa è troppo eccitata per arrabbiarsi con qualcuno» disse Evan. «Abbiamo preso un cucciolo per Spencer, ieri. Il bambino e il cane sono entrambi così felici che è un vero piacere vederli insieme.» «Oh, è magnifico! Per Spencer sarà bellissimo crescere con un cucciolo tutto suo. Che razza avete scelto?» «Marisa avrebbe preferito un dalmata, ma io temevo che fosse un po' troppo grosso e agitato per Spencer, perciò abbiamo finito per prendere un bassotto. L'allevatore ci ha assicurato che è un animale molto dolce, perciò spero che andrà tutto bene.» «Probabilmente è stata un'ottima scelta» convenne Belle. «Ho sempre sentito dire che i dalmati hanno bisogno di molto esercizio.» «Non so molto sui dalmati» ammise Evan. «Io ho sempre avuto dei bassotti, da bambino, e so che sono calmi e affettuosi. Spencer e il Jasmine Cresswell
111
Mercanti Di Morte
cucciolo hanno passato tutta la mattinata rotolandosi nel patio e leccandosi a vicenda. Non sono riuscito a decidere chi si divertiva di più a correre dietro alla palla che gli lanciavamo, se Spencer od Horatio.» «Horatio? E così che avete deciso di chiamare il cane? È un nome impegnativo.» «L'ho scelto io» disse Evan orgogliosamente. «Sembra abbastanza importante, no?» «Sicuro.» Belle sorrise. «Dovrò venire presto a conoscerlo.» «Marisa sarà felice di vederti. È stata un po' giù dopo il funerale di vostro padre, ed è peggiorata dopo la tua partenza. Per essere onesto, trova un po' pesante occuparsi di Carole. Tua madre è così depressa che non sopporta di rimanere sola neppure per cinque minuti. E comprensibile, certo, ma Marisa comincia a risentire dello stress di essere sempre a disposizione. Con Tony che lavora venti ore al giorno, e tu a Chicago...» Evan si interruppe, imbarazzato per quel rimprovero, anche minimo, riguardante le complesse dinamiche famigliari dei Joubert. Dave si intromise, salvando Belle dal cercare scuse per se stessa o per sua madre. Si fece avanti e la avvolse in uno dei suoi esuberanti abbracci, baciandola sonoramente sulla guancia. «E bello vederti, tesoro, ma che cosa ci fai qui?» Fece un passo indietro e l'esaminò con la franchezza critica di un uomo che la conosceva da una vita. «Hai l'aria esausta, Belle. Che cosa ti ha riportata a Miami?» «Sono un po' stanca. Ho avuto da fare a riprendere contatto con la mia vita normale, tornando a Chicago, e poi il volo di stamattina è stato così movimentato che il comandante ha perfino ordinato agli assistenti di volo di rimanere seduti con le cinture di sicurezza allacciate per la maggior parte del tempo. Ho lo stomaco ancora sottosopra.» Dave ed Evan le espressero la loro comprensione, ma lei tagliò corto. «Per la verità, sono venuta qui nella speranza di trovare Tony. È molto urgente. Qualcuno di voi sa dove può essere?» «Be', sì» rispose Dave. «In effetti tu l'hai mancato per poco. È appena andato fuori città. Sai che viaggia molto. Avresti dovuto telefonare.» «Ho telefonato. Sapeva che stavo arrivando.» Suo malgrado, Belle si trovò a lottare contro le lacrime. Non si era resa conto di quanto avesse contato sull'aiuto di Tony, fino a quando non le era venuto a mancare. Perché se n'era andato? La sua famiglia l'accusava sempre di essere rigida e altezzosa, priva delle sacrosante emozioni dei Jasmine Cresswell
112
Mercanti Di Morte
Joubert. Ma la sua rigidità era venuta meno durante la telefonata con Tony. Senza dubbio lui doveva sapere che non avrebbe mai invocato il suo aiuto, a meno che non fosse praticamente disperata. Respirò a fondo, decisa a parlare con calma e a evitare di trascinare Dave ed Evan in un conflitto che toccava a lei e Tony risolvere. «È davvero importante che parli con lui. Ha lasciato detto dove andava o quando potrebbe tornare?» «Devi essere atterrata all'incirca mentre Tony decollava» rispose Dave. «È partito per Bangkok, ma dovrebbe tornare fra una settimana. C'è qualcosa che posso fare io, nel frattempo? Se si tratta di un problema riguardante la successione di tuo padre, sono un esecutore testamentario come Tony...» «Bangkok?» singhiozzò quasi Belle. «Tony è andato a Bangkok, in Tailandia?» «Be', sì» confermò Dave. «Mi dispiace molto, cara. So bene che è stato un viaggio inaspettato, ma non ci sono scuse per essersene andato senza lasciare una parola per te.» «Dovevo incontrarmi anch'io con Tony stamattina» intervenne Evan. «Sono venuto qui a dare una mano perché, dopo la morte di tuo padre, ci sono tanti di quei documenti finanziari da sistemare che la situazione amministrativa rischia di andare fuori controllo. Tony e io eravamo d'accordo di passare la mattinata lavorando sui documenti relativi alla successione.» «E così, ha piantato in asso anche te?» Evan scosse la testa. «No, ha lasciato detto che Dave avrebbe preso il suo posto. Dal mio punto di vista, è anche meglio. Dave è così in gamba con le cifre e i moduli governativi che siamo riusciti a risolvere parecchi problemi con poche ore di lavoro. Sono sbalordito che Tony non ti abbia avvertita. Ma è rimasto davvero sconvolto dalla morte di Marc, Belle, e devi scusarlo.» «Il cliente di Bangkok ha chiamato Tony all'alba, stamattina» spiegò Dave in tono di scusa, come se l'assenza di Tony fosse colpa sua. «È uno di quei miliardari che credono di essere padroni del mondo, e ha insistito a dire che il contratto sarebbe stato annullato se Tony non fosse andato a parlare con lui entro ventiquattr'ore. Naturalmente, non c'è molta scelta di voli fra Miami e Bangkok, perciò Tony è dovuto correre come un pazzo, cercando di mettere insieme tutta quanta la documentazione prima di Jasmine Cresswell
113
Mercanti Di Morte
precipitarsi all'aeroporto. Tuttavia, sono sorpreso che non si sia ricordato di lasciare un messaggio per te, Belle. Mi ha telefonato per dirmi di Evan, perciò non capisco come abbia potuto dimenticarsi di avvertirmi che stavi facendo tutta la strada da Chicago a qui solo per parlare con lui.» «Forse c'è un messaggio nell'ufficio di Tony» suggerì Evan. «O magari sulla tua segreteria telefonica, Belle.» Lei scosse la testa. «No, sapeva che non ero in casa, la notte scorsa. E la mia segreteria è rot... spenta.» Dave si strinse nelle spalle. «Possiamo controllare nel suo ufficio, immagino» disse, senza troppe speranze. Belle era stata sul punto di dire che la sua segreteria era rotta. E, dopo, sarebbe stata anche troppo vicina a spiegare che la sua casa era stata distrutta e la sua vicina assassinata, e che lei aveva in suo possesso un dischetto per il quale qualcuno era evidentemente pronto a uccidere. Temendo di dire qualcosa che più tardi avrebbe rimpianto, si allontanò di qualche passo per riprendere il controllo di se stessa. Dave aveva le chiavi di tutti gli uffici, e lei lo seguì in quello di Tony, anche se non si aspettava di trovare un messaggio e in fondo non se ne curava. Nessun messaggio che Tony potesse aver lasciato sulla scrivania avrebbe potuto scusarlo per il modo in cui l'aveva trattata. Al diavolo l'esigenza di proteggere la famiglia, pensò Belle. Avrebbe portato il DVD all'FBI. Una settimana di notti quasi insonni cominciava a pesarle, e all'improvviso si sentì esausta. Che senso aveva preoccuparsi se suo fratello poteva essere accusato di contrabbando o di corruzione, quando lui non si curava neppure di telefonarle per avvertirla che partiva per Bangkok, invece di mantenere la sua promessa di incontrarsi con lei? In retrospettiva, non riusciva a capire perché non avesse parlato del DVD al sergente Brady. Aveva temuto di compromettere suo fratello, ma avrebbe dovuto sapere che lui avrebbe mostrato il consueto disprezzo dei Joubert per la legge e avrebbe dato per scontato che il DVD non comportava minacce per lui. E quanto al suo timore che il DVD andasse opportunamente perduto, se lo avesse consegnato a uno sconosciuto agente federale, nessuna delle persone accusate da suo padre lavorava negli uffici dell'FBI di Chicago. Il che, pur non essendo certo una prova di onestà, era perlomeno rassicurante. Jasmine Cresswell
114
Mercanti Di Morte
Sarebbe tornata a Chicago non appena fosse riuscita a liberarsi di Dave ed Evan, decise Belle. Per prima cosa, l'indomani mattina, si sarebbe rivolta a Wayne, l'esperto di computer del suo ufficio, e gli avrebbe chiesto di farle una copia del DVD... cosa a cui avrebbe fatto meglio a provvedere già quel giorno stesso, invece di volare a Chicago a caccia di fantasmi. Trasferire dei dati da un DVD a un altro avrebbe richiesto un'attrezzatura specifica, ma anche se Wayne non avesse potuto fare lui stesso una copia, avrebbe saputo dirle chi era in grado di aiutarla. Non appena avesse avuto una seconda copia del DVD, l'avrebbe messa in una cassetta di sicurezza e lasciato che la banca pensasse a proteggerla. Poi avrebbe contattato il sergente Brady, e una volta che gli avesse spiegato la situazione, quasi certamente lui avrebbe accettato di accompagnarla agli uffici di Chicago dell'FBI. Con i rappresentanti di due diverse forze di polizia presenti alla consegna del DVD, la prospettiva che andasse smarrito sarebbe stata ulteriormente ridotta. Sarebbe partita un'inchiesta, e l'FBI avrebbe incriminato i funzionari e i politici corrotti da suo padre. E il sergente Brady avrebbe avuto una tessera in più del rompicapo... una tessera cruciale che avrebbe potuto aiutarlo a scoprire l'assassino di Marge Bruno. Naturalmente, ci sarebbero state delle conseguenze. Era molto probabile che sia la Joubert Corporation sia i membri della sua famiglia fossero sottoposti a nuove indagini. Ma per fortuna Marisa era sposata con un uomo le cui entrate non dipendevano dal successo o dal fallimento della Joubert Corporation, e sua madre aveva un fondo fiduciario di parecchi milioni di dollari saggiamente ripartiti in investimenti diversificati. E Belle non avrebbe perso il sonno se Carole fosse rimasta priva di qualche altro milione a causa della chiusura della Joubert Corporation da parte dei federali. Tony era la sola persona che correva il serio rischio di finire in prigione, e per questo era la persona con cui aveva cercato di parlare. Non meritava tanta considerazione, ma Belle decise che avrebbe fatto del suo meglio per negoziare un qualche tipo di accordo con i federali, in cambio della consegna del DVD. Ma soprattutto aveva fatto una promessa a suo padre, pochi minuti prima che morisse, e voleva adempiere a quella promessa. Marc si era affidato a lei per mettere le cose a posto. Belle aveva cercato di fare ammenda dei passati crimini di suo padre senza coinvolgere la famiglia, e il risultato non era stato la giustizia o la punizione, ma l'assassinio di Marge Bruno. Non poteva permettersi il lusso di indugiare Jasmine Cresswell
115
Mercanti Di Morte
più a lungo, concluse. Era tempo di smettere di esitare e cominciare ad agire. Senza la collaborazione di Tony, consegnare il DVD all'FBI era la cosa migliore che potesse fare per soddisfare i desideri di suo padre. «Non vedo da nessuna parte un messaggio per te» disse Evan, rovistando fra le carte sulla scrivania del cognato. «Tony deve aver pensato di chiamarti dall'aeroporto» osservò Dave, sfogliando l'agenda aperta su un mobile. «Forse» convenne lei, solo per educazione. «Ma non ha più importanza. Ho deciso di tornare a Chicago e sistemare le cose da sola. Sai dove posso trovare il numero di una compagnia di taxi che faccia servizio per l'aeroporto?» Evan cominciò subito a insistere che non poteva ripartire senza cenare con lui e Marisa, e Dave sottolineò che Carole sarebbe stata molto dispiaciuta se avesse scoperto che lei era stata in città senza neppure passare a salutarla. «Tuo padre è morto solo da una settimana. Devi andare a trovare tua madre. Sai che devi.» Sì, Belle lo sapeva, e di malavoglia accettò di fermarsi per cena. Dave ed Evan organizzarono tutto quasi senza interpellarla. Marisa avrebbe lasciato Spencer con la bambinaia e li avrebbe raggiunti in macchina da Boca Raton, mentre Dave sarebbe andato a prendere Carole a Fisher's Island. Nel frattempo Evan avrebbe accompagnato Belle in uno dei suoi ristoranti favoriti di Miami Beach, in modo che potesse rilassarsi davanti a un cocktail, mentre aspettavano l'arrivo degli altri. Belle riuscì a strappare una riluttante promessa che Evan o Dave l'avrebbero poi accompagnata all'aeroporto in tempo per prendere l'ultimo volo per Chicago, ma quello fu il limite del suo controllo sui piani per la serata. Nel suo stato quasi catatonico di stanchezza, Belle non era in condizioni di rispondere a domande difficili sul motivo del suo viaggio a Miami. Dave, grazie al cielo, era così indaffarato a lasciare l'ufficio per andare a prendere Carole che dimenticò di chiederle perché aveva avuto bisogno di vedere suo fratello con tanta urgenza. Evan, dal canto suo, le fece un paio di domande, ma quando vide che non aveva voglia di rispondere, rinunciò. Belle apprezzò il suo tatto, e si chiese in che modo Marisa fosse riuscita a trovarsi un marito così simpatico più o meno alla stessa età in cui lei, Belle, aveva permesso a Sandro Marchese di spezzarle il cuore. O la sua capacità di giudicare gli uomini tendeva a zero, pensò Belle, o la vita era Jasmine Cresswell
116
Mercanti Di Morte
profondamente ingiusta. Sua sorella non solo era intelligente, bella e aveva i più favolosi capelli del mondo, ma aveva anche il marito perfetto. «Hai un fratello?» chiese a Evan, riscuotendosi momentaneamente dal suo stato letargico. «No, sono figlio unico. Perché?» «Speravo di sposarlo» rispose Belle. Evan rise. «Grazie, sono lusingato. Ma non sapevo che volessi sposarti. Marisa ti descrive sempre come una vera donna in carriera.» Belle rifletté per un po', poi scosse la testa. «Non è esatto. Amo il mio lavoro, e non vorrei che tornassero i tempi in cui una ragazza era considerata una fallita se non si sposava prima dei vent'anni. Ma voglio avere dei bambini, e per farli immagino che avrò bisogno di un marito.» «Mi guarderò intorno in cerca di candidati adatti» promise Evan, divertito. Lei soffocò uno sbadiglio, troppo stanca per cercare un nuovo argomento di conversazione. Evan si dimostrò un autista discreto e amabile in quell'occasione come lo era stato quando l'aveva accompagnata all'aeroporto dopo il funerale di suo padre. Parlò di Spencer e dei propri tentativi di diminuire il numero di viaggi che era costretto a fare per lavoro. Quasi tutti i giocattoli venduti dalla sua ditta erano prodotti in Estremo Oriente, perlopiù in Cina e in Corea, e i suoi viaggi erano anche troppo frequenti. Ma non senza qualche ricompensa, spiegò. «Tutti credono che le fabbriche di giocattoli della provincia di Guandong siano succursali dell'inferno, ma non è affatto vero. I giocattoli sono così altamente tecnologizzati, al giorno d'oggi, che richiedono anche fabbriche altrettanto tecnologizzate. I cinesi che trovano lavoro in una delle mie fabbriche sono invidiati da tutti i loro amici. E ognuno manda al suo villaggio abbastanza denaro da mantenere anche cinque o sei parenti anziani, a volte.» «Ho letto sul New York Times un articolo che sosteneva più o meno la stessa cosa» convenne Belle. «Diceva che spesso, oggi, i giocattoli sono comandati da microchip, che devono essere installati in condizioni di assoluta pulizia.» «È vero. Perfino gli animali di peluche parlano e strillano, ormai.» Evan rallentò, avvicinandosi alle doppie porte nere e oro di un elegante Jasmine Cresswell
117
Mercanti Di Morte
ristorante cinese. «Abbiamo infermieri e un ambulatorio completamente attrezzato all'interno di ogni fabbrica, e mense con cuochi eccellenti.» Sorrise. «Devo dire che ho l'impressione che i dipendenti apprezzino la buona cucina più dell'assistenza sanitaria.» «La vera cucina cinese è favolosa» approvò Belle. Evan annuì, consegnando le chiavi all'addetto al posteggio. «Nelle campagne, ci sono ancora troppi contadini che mangiano solo riso e, nelle occasioni speciali, zampe di gallina bollite. Ma anche in Cina ci sono dei magnifici ristoranti, per chi può permetterseli. Il proprietario di questo era il cuoco di uno dei più importanti funzionari di Pechino.» «Sei stato tu ad aiutarlo a emigrare negli Stati Uniti?» chiese Belle. «No, l'ho conosciuto quando il ristorante era già fiorente. Non sono mai riuscito a scoprire come ha fatto a lasciare Pechino e a finire a Miami Beach.» «Forse è meglio non chiederglielo.» Lui sorrise. «Hai ragione, credo. La Cina va avanti a forza di mazzette. Non tanto quanto la Russia, ma il solo modo di ottenere qualcosa è pagare il funzionario giusto. Sono sicuro che apprezzerai la cucina. Joe, questo è il suo nome americano, è specializzato in piatti di pesce, ma non dubito che possa rendere favolosa qualunque cosa che sia commestibile. Il suo menu è una vera enciclopedia della cucina cinese.» Erano solo le sei, e il ristorante era quasi vuoto. Gli anziani della Florida tendevano a cenare presto, ma a quanto pareva non in quel ristorante, dove l'elegante clientela aveva orari più sofisticati. Evidentemente, Evan era un cliente abituale, e il maitre li condusse senza indugio a un comodo tavolo d'angolo, da dove si godeva un'eccellente vista della sala e della decorazione centrale, un gigantesco acquario alto almeno tre metri pieno di pesci esotici. Marisa, Carole e Dave giunsero quasi simultaneamente, meno di un quarto d'ora dopo l'arrivo di Evan e Belle. Marisa era bellissima in un attillato abito bianco. Il taglio metteva in evidenza ogni curva del suo corpo, e le lunghe maniche rendevano ancora più sexy il contrasto con la profonda scollatura. Carole appariva stanca e triste. Dimenticò perfino di esclamare e gesticolare, salutando Belle, e quando il cameriere andò a prendere le ordinazioni degli aperitivi guardò Dave con aria smarrita fino a quando lui Jasmine Cresswell
118
Mercanti Di Morte
non le ordinò un kir royal. Con sollievo di Belle, quello sbaglio di Dave strappò Carole al suo anormale stato di docilità. «Santo cielo, Dave, mi conosci da una vita. Dovresti sapere che non sopporto il kir royal. E' un drink orribilmente plebeo.» «Scusa, cara.» Dave sembrava contrito, ma nei suoi occhi c'era uno scintillio che diceva che l'errore era stato deliberato. «Prenderò una coppa di champagne» disse Carole al cameriere. «E per favore, veda che sia champagne, e non qualche orrenda imitazione californiana, tutta bollicine e niente sapore.» Quella era la vera Carole. Belle scoccò a sua sorella un sorriso divertito, ma Marisa stava studiando il menu e non aveva notato il ritorno della madre alla tradizionale arroganza dei Joubert. Evan le teneva una mano sul braccio, accarezzandolo lievemente in un gesto così familiare che nessuno dei due sembrava accorgersene. Belle provò una punta non di gelosia, ma di tristezza. Con lo stomaco ancora stretto dallo stress per la partenza di Tony e dagli effetti del volo, lei ordinò un'acqua tonica. Poi aprì il menu, che era un vero e proprio volume rilegato. «Lasci che l'aiuti, signorina.» Un cameriere aprì abilmente il menu alle pagine degli antipasti. Quando glielo restituì, lei vide che, sotto il pollice, aveva un foglietto ripiegato. «Grazie.» Belle prese il menu, e con le mani sudate posò il pollice sul foglietto. Cercò di incrociare lo sguardo del cameriere, ma l'uomo si era già allontanato, unendosi al gruppo di colleghi in piedi vicino all'acquario, e lei non riuscì a identificarlo. «Vuoi scusarmi?» mormorò a Dave. «Mi spiace farti spostare quando ti sei appena seduto, ma ho bisogno di andare ai servizi.» «Certo, cara. Torna presto.» Dave si alzò per lasciarla passare. Con il cuore che le martellava nel petto, Belle si incamminò verso i servizi. Entrò in un box e chiuse a chiave la porta prima di aprire il foglietto e leggere il messaggio scritto a macchina. Belle, non dire a nessuno che hai avuto mie notizie. Chiama il 555-3031 per istruzioni. Jasmine Cresswell
119
Mercanti Di Morte
Tony. CAPITOLO 11 «Belle, sei lì? Tutto bene? Evan mi ha mandata a cercarti. La mamma ha detto che avevi l'aria di sentirti male, quando ti sei alzata da tavola.» «Sono qui e sto benissimo.» Con mani tremanti, Belle appallottolò il biglietto di Tony e lo nascose nel reggiseno. Gli istinti materni di Carole dovevano proprio risvegliarsi nel momento sbagliato! Si concesse un altro paio di secondi per calmarsi prima di uscire dal cubicolo. «La mamma si preoccupa per niente» disse alla sorella, avvicinandosi al lavabo per sciacquarsi le mani e approfittandone per evitare gli occhi di Marisa. «Sono stanchissima, ma non mi sento male.» Istintivamente, era tornata alle abitudini che aveva imparato quando lavorava come informatrice dell'FBI contro suo padre. Ammettere una parte della verità, mescolarvi una bugia, e sperare che il tutto passasse senza danni. Incontrò lo sguardo di sua sorella nello specchio. «Sai tenere un segreto?» «Certo» affermò Marisa in tono pratico. «Credo che i Joubert sappiano tenere i segreti fin dalla nascita.» Belle lasciò che un po' della paura che provava trapelasse dalla sua voce, odiando il fatto che nel momento in cui si era trovata di nuovo immischiata negli affari della famiglia Joubert, aveva cominciato a servirsi della sincerità dei suoi sentimenti per ingannare. Sandro Marchese era la sola persona che conosceva che sapesse fare meglio quel miserabile giochetto. «Per favore, non dire niente alla mamma, ma la mia vicina è stata assassinata la notte scorsa...» «Oh no!» esclamò Marisa. «Ma non è tutto. Suo marito è rimasto così sconvolto, quando ha trovato il corpo della moglie, che ha avuto un attacco di cuore ed è morto durante il trasporto all'ospedale.» «Mio Dio, che cosa terribile! Povera gente... e povera te.» Marisa prese la mano di Belle. «Eravate amici, o erano solo persone che per caso vivevano alla porta accanto?» «Eravamo amici. Erano persone gentili... gente all'antica, sai?» Belle si passò una mano sugli occhi, asciugando una lacrima inaspettata. «Ma non ti ho detto il peggio. Marge è stata uccisa in casa mia.» «In casa tua?» Marisa impallidì. Solo due macchie rosa chiaro rimasero Jasmine Cresswell
120
Mercanti Di Morte
sugli zigomi. Fino a quel momento, Belle non si era resa conto di quanto fosse abilmente truccata. «Ma perché? Che cosa ci faceva in casa tua?» «Non so esattamente perché ci fosse venuta, ma il suo corpo è stato trovato appena all'interno della mia porta.» «Gesù, è terribile.» La voce di Marisa si spezzò. «Sei stata tu a... trovarla?» «No, grazie al cielo. La polizia era già là, quando sono tornata a casa.» Belle fornì alla sorella una versione accuratamente purgata della teoria della polizia secondo cui Marge sarebbe stata uccisa perché era capitata nel momento sbagliato, durante un tentativo di furto. Evitò di menzionare il DVD, ma Marisa, purtroppo, sommò due più due, e non mancò di ottenere quattro. «È per questo che volevi parlare con tanta urgenza con Tony? Ti conosco, Belle. Non saresti mai corsa qui il giorno dopo l'assassinio della tua vicina, a meno che tu non pensassi che il furto in casa tua avesse qualcosa a che vedere con la Joubert Corporation.» Belle cercò disperatamente un frammento di verità in cui avvolgere le sue bugie. «Certo che l'ho pensato» affermò. «Tu non l'avresti fatto, al mio posto?» «Probabilmente no» rispose Marisa, con un mezzo sorriso. «Io ho un carattere meno sospettoso di te...» «Non c'è bisogno di essere sospettosa per vedere un legame, in questo caso. Papà muore, io torno a Miami per la prima volta in sette anni, e il giorno dopo il mio ritorno a Chicago qualcuno entra in casa mia e la fruga da cima a fondo, ma non porta via assolutamente nulla... neppure un televisore o una costosa macchina fotografica che era in piena vista sul tavolo da toeletta in camera mia. D'altro canto, è stato rubato il mio computer, presumibilmente perché il ladro sospettava che avessi delle informazioni interessanti sull'hard disk. Non c'è bisogno di essere paranoica a proposito delle attività di famiglia per concludere che, probabilmente, c'è un rapporto.» Marisa rifletté per qualche momento, poi annuì. «Sì, immagino che tu abbia ragione. Ma devi ricordare che i furti nelle case si verificano continuamente, e che se i ladri sono sotto l'effetto della droga fanno le cose più strane. Non ci piace accettare che qualcosa sia una semplice coincidenza, perché l'essere umano è programmato per vedere connessioni logiche anche dove non esistono.» Jasmine Cresswell
121
Mercanti Di Morte
Belle represse un sospiro di sollievo. Per fortuna, Marisa non insisteva per sapere con precisione di quale proprietà della famiglia Joubert il ladro potesse essere in cerca. «Di sicuro mi piacerebbe credere che si sia trattato di una coincidenza, perché non voglio passare i prossimi mesi della mia vita cercando di convincere un mucchio di ex accoliti di papà che non ho assolutamente niente a cui possano essere interessati.» Marisa guardò Belle con improvvisa intensità. «Ti stai chiedendo se mentivo, quando abbiamo parlato dopo il funerale di papà, vero? Ti chiedi se la Joubert Corporation sta ancora contrabbandando all'estero tecnologie rubate, e se l'accaduto è una conseguenza di qualche trattativa illegale che papà aveva in corso.» «No... No, certo. Accetto la tua parola...» «Probabilmente è così, ma ti domandi se sono rimasta abbastanza vicino a papà e a Tony per sapere veramente che cosa hanno combinato negli ultimi anni. La risposta è che sono rimasta a stretto contatto, e ti assicuro, Belle, che papà ha abbandonato il contrabbando anni fa. La Joubert Corporation vende ancora materiale bellico a un mucchio di despoti stranieri che tu non approveresti, ma almeno le vendite sono interamente legali.» Belle voleva credere alla sorella, ma le era assai più difficile farlo ora di quanto non lo fosse stato subito dopo la morte di Marc. Non dubitava che Marisa fosse convinta di ciò che diceva, ma il biglietto di Tony che le solleticava la pelle era la prova che sua sorella non aveva la più vaga idea di quello che succedeva alla Joubert Corporation. La realtà era che né Marisa né nessun altro, al di fuori della cerchia ristretta dei massimi dirigenti, poteva affermare con certezza che Marc aveva abbandonato i vecchi metodi. Era un fatto che lei aveva riconosciuto pericolosamente tardi, ammise Belle fra sé. Gettò nel cestino l'asciugamano di carta. «Fammi un favore, Marisa. Non parlare alla mamma dell'omicidio di Marge, ti prego. Ha già abbastanza preoccupazioni. E, a essere onesta, anch'io. Sai com'è fatta la mamma. Avrebbe immediatamente una crisi isterica e mi spedirebbe a casa a vivere sotto guardia armata fino all'arresto dell'assassino. Non ce la farei mai.» Marisa sorrise. «Non lo so. Una guardia del corpo interessante potrebbe essere un Jasmine Cresswell
122
Mercanti Di Morte
ottimo diversivo.» L'immagine di Sandro Marchese balenò nella mente di Belle. Strano che associasse proprio lui all'idea della sua sicurezza personale. «Hai ragione» ammise, con un sorriso forzato. «Prenderò in considerazione l'idea di assumerne una... preferibilmente un tipo biondo e abbronzato, con più muscoli che cervello.» Marisa sospirò scherzosamente. «Sembra allettante, a questa vecchia signora sposata.» «Avrei detto che Evan fosse più che abbastanza per una sola donna. Sei fortunata, è davvero un tipo a posto. Vorrei aver avuto l'occasione di conoscerlo meglio in questi ultimi anni.» «Hai fatto del tuo meglio» disse Marisa. «E anch'io. Tu volevi tenerti a distanza di sicurezza dal resto della famiglia, e io ho passato due anni cercando ossessivamente di rimanere incinta. Questo ha reso difficile incontrarci.» «Tuttavia, vorrei essermi tenuta maggiormente in contatto. Se penso a com'eravamo vicine, da adolescenti, una telefonata al mese è davvero poco.» Lo stomaco di Belle doleva per la tensione di dissimulare e la frustrazione di non poter rivelare il vero problema che doveva affrontare. «Comunque, non c'è bisogno di parlare dell'assassinio della mia vicina, d'accordo? Se lo facessimo, passeremmo il resto della serata alternativamente a calmare la mamma e a raccontare fino all'ultimo particolare dell'omicidio. Cosa che assolutamente non voglio fare.» «Va bene, non dirò nulla. Ma tu devi chiamarmi quando arriverai a casa, okay? Voglio sentire come stai e se la polizia ha trovato l'assassino.» «Ti chiamerò» promise Belle. «E ora, è meglio tornare dagli altri. Mi sorprende che la mamma non sia già piombata qui a vedere se sto morendo per qualche avvelenamento da cibo.» «Non hai ancora mangiato niente!» «Da quando questo impedirebbe alla mamma di preoccuparsi?» Mentre tornavano al tavolo, Belle tremava, pressoché svuotata dallo sforzo di mantenere il silenzio sul messaggio di Tony. Evidentemente non era a Bangkok. Ma dove diavolo era? Perché voleva che tutti credessero che era dall'altra parte del globo? Era impaziente di liberarsi di Marisa, in modo da poter chiamare il numero che Tony le aveva dato, ma si dimostrò impossibile. Sua sorella voleva parlare di Carole e dei suoi coraggiosi tentativi per sopportare il suo Jasmine Cresswell
123
Mercanti Di Morte
lutto, e non si allontanò mai di più di due passi dal fianco di Belle. Passarono accanto al telefono mentre Belle stava ancora cercando una scusa plausibile per fermarsi a fare la sua chiamata. Era certa che doveva essercene una, ma il suo cervello si rifiutava di lavorare abbastanza in fretta da trovarla. Tornata al tavolo, ordinò la cena in uno stato di totale assenza mentale, e rimase sbalordita quando il cameriere le servì un antipasto di scampi e alghe con noci ricoperte di miele. Come diamine era riuscita a ordinarlo, se ora non se ne ricordava affatto? Tentò di inghiottire abbastanza cibo da non provocare domande imbarazzanti, mentre nello stesso tempo cercava disperatamente una scusa per alzarsi da tavola. Ma il doppio, prolungato sforzo la lasciò virtualmente muta. Dopo un po', si rese conto che Marisa faceva del suo meglio per coprire il suo silenzio, colmando i vuoti che lei avrebbe lasciato nella conversazione e concentrando l'attenzione su se stessa con divertenti storie su Spencer e il nuovo cagnolino. Belle era grata alla sorella, ma a mano a mano che la cena procedeva la gratitudine svanì, e la sua ansia si trasformò in vero e proprio panico. Era trascorsa quasi un'ora da quando il cameriere le aveva passato il biglietto. Per quanto tempo Tony sarebbe rimasto nello stesso posto? Sembrava probabile che avesse deciso di sparire perché stava cercando di sfuggire a qualcuno. Ma a chi? E come diavolo aveva saputo che lei sarebbe stata in quel ristorante, e come era riuscito a fare in modo che il cameriere le consegnasse il biglietto? No, non pensare a questo, adesso, si ammonì Belle. Concentrati. Il modo in cui Tony era riuscito a contattarla non aveva importanza. L'importante era che, evidentemente, non voleva che il resto della famiglia sapesse che era ancora in città. Ma perché? Perché non voleva che si preoccupassero? O per qualche altra, più sinistra ragione? Belle decise che non avrebbe potuto inghiottire un altro boccone né ascoltare un'altra delle battute di cattivo gusto di Dave. Avrebbe chiamato Tony, anche se la scusa che pensava di addurre per lasciare il tavolo era disperatamente debole. Purtroppo, non poteva dire semplicemente che doveva fare una telefonata, poiché sia Evan sia Dave erano muniti di cellulare, e le avrebbero subito offerto di fare la chiamata dal loro apparecchio, senza alzarsi da tavola... il che era esattamente l'opposto di Jasmine Cresswell
124
Mercanti Di Morte
quello di cui aveva bisogno. Un altra visita ai servizi sembrava l'unico modo di garantirsi un po' di privacy. «Mi dispiace molto» mormorò a Dave, non appena ebbe raggiunta questa conclusione. «Puoi scusarmi ancora un momento, per favore?» «Che succede, cara?» chiese lui spostandosi. Belle abbassò la voce. «Ho lo stomaco un po' in disordine...» «Non sarà qualcosa che hai mangiato qui, spero» disse subito lui. «No, il mio antipasto era ottimo. Dev'essere stata tutta quella turbolenza sull'aereo, stamattina. Torno subito.» «Vuoi che venga con te, Belle?» le domandò Marisa, sollecita. Lei sperò che nessuno la vedesse stringere i denti. «No, grazie. Starò subito bene. Goditi la tua cena. La cucina, qui, è favolosa.» Si affrettò verso i servizi. All'ultimo momento, quando fu sicura che nessuno, al tavolo, la stava osservando, svoltò a destra, anziché a sinistra, e andò al telefono. Infilò la mano nella camicetta e tirò fuori il biglietto di Tony, ma sbagliò due volte nel comporre il numero, tanto era nervosa. Al terzo tentativo riuscì a comporlo correttamente, e la risposta giunse al primo squillo... ma non da parte di Tony. Una voce maschile che non riconobbe disse soltanto: «Pronto», ma senza darle alcun indizio su chi fosse o dove si trovasse. «Sono Isabelle Joubert» mormorò lei, terrorizzata alla prospettiva di sentirsi dire che Tony era già andato via. «Mio fratello, Tony Joubert, mi ha chiesto di telefonargli.» «Ha impiegato molto tempo per chiamarci, signorina Joubert.» «Mi dispiace. Il biglietto diceva di non parlarne con nessuno, e ho avuto il problema di appartarmi senza attirare l'atten...» «Ci ha lasciato poco tempo per completare il nostro incarico. Ecco le condizioni. Non negoziabili. Se vuole rivedere vivo Tony, porti il DVD che suo padre le ha lasciato al Tropicana Hotel, all'aeroporto di Miami. Stanza 823. Ci dia il DVD, e riavrà suo fratello, più o meno tutto in un pezzo. Ha due ore per arrivare qui con il DVD. Venga sola, e non dica a nessuno dove va. Porti la polizia, e Tony è un uomo morto.» Più o meno tutto in un pezzo? Belle deglutì a vuoto. «Mi faccia parlare con Tony. Come faccio a sapere che è nelle vostre Jasmine Cresswell
125
Mercanti Di Morte
mani, e che è davvero vivo?» «Belle, per l'amor di Dio, porta il DVD.» La voce di Tony era un mormorio roco, ma perfettamente riconoscibile. «Tony, stai bene?» «Vieni... presto. Fa' quello che ti hanno ordinato. Non stanno... scherzando.» La comunicazione si interruppe. Belle sprecò parecchi, preziosi secondi ascoltando il ronzio dell'apparecchio, poi riattaccò e si mise a correre. «Scusi, signorina. Stia attenta al piatto caldo. Tutto bene?» Un cameriere la fermò giusto in tempo perché non lo travolgesse. «Sì, sì, tutto bene.» Belle scansò il cameriere e fece per rimettersi a correre, ma la breve interruzione l'aveva riscossa abbastanza dal suo cieco panico per farla tornare alla realtà. Smise di correre e cominciò a riflettere. La voce al telefono aveva richiesto la segretezza, e questo significava che non poteva permettersi di agire in modo da attirare l'attenzione. Cercò di apparire tranquilla, avvicinandosi al tavolo, ma mentre passava vicino all'acquario il panico l'assalì nuovamente. Che numero di camera aveva detto la voce? Non lo ricordava. Gesù, la vita di suo fratello era in pericolo, e lei non riusciva a ricordare un semplice numero. Belle si sentì mancare. Le ginocchia le si piegarono, e dovette aggrapparsi a un tavolo vicino per sorreggersi. Che cosa aveva detto il rapitore? 822? 832? 823? Come poteva, lei, avere già mandato all'aria qualcosa che era letteralmente questione di vita o di morte? Dio, ti prego, fa ' che ricordi. Raramente aveva pregato con tanto fervore, ma la sua mente rimase ostinatamente priva di ogni ispirazione divina. Okay, non pensarci, ora. Muoviti. Fa' quello che devi fare. Preoccupati del problema del numero della camera quando sarai arrivata all'albergo. Belle lanciò un'occhiata all'orologio. Le sette. Erano passati cinque minuti da quando aveva riattaccato. Doveva ritenere che i rapitori di Tony calcolassero il termine da quel momento, il che significava che aveva tempo fino a poco prima delle nove per arrivare all'albergo e consegnare il DVD. Come ci sarebbe riuscita senza dire a nessuno che cosa stava succedendo? Il panico le strinse di nuovo la gola. Si sforzò di dominarlo. Jasmine Cresswell
126
Mercanti Di Morte
Un passo alla volta. Il suo volo partiva da Miami alle otto e un quarto. Il ristorante distava circa mezz'ora di macchina dall'aeroporto, e Dave sapeva che non aveva bagaglio, perciò, probabilmente, contava che potessero cenare tranquillamente, prendere il caffè e lasciare il ristorante entro mezz'ora circa. In qualche modo doveva persuaderli a cambiare programma e a portarla subito all'aeroporto. Quella finestra di una manciata di minuti poteva essere tutto il tempo che aveva per salvare la vita di Tony. «Sei stata via molto tempo» osservò Carole, quando Belle tornò al tavolo. Stranamente il suo tono era più di preoccupazione che di rimprovero. «Sei sicura di non sentirti male, cara? Perché continui ad andare avanti e indietro in questo modo?» Non era molto, come spunto, ma Belle lo colse ugualmente al volo. «Per la verità, mi sento poco bene» ammise. «Non vorrei entrare in particolari poco simpatici, ma la cena non è proprio andata giù.» Carole stava già respingendo la sedia. «Andiamo a casa. Passerai la notte da me e ti rilasserai. Se non ti senti bene non puoi certo volare, Belle, e lo sai. Gli aerei non sono proprio il posto adatto alla gente che ha problemi di stomaco. Potresti stare molto male, e non avresti modo di essere assistita da un medico.» Belle si irrigidì. Non poteva certo lasciare che l'ansia di sua madre per lei costasse la vita a Tony. «Grazie per l'invito, ma devo assolutamente tornare a Chicago. Ho un'importante riunione con il presidente della mia divisione, domattina presto, e non posso permettere che un piccolo disturbo di stomaco rovini le mie possibilità di ben figurare.» «Niente è più importante della tua salute» insistette Carole. «Quando avrai la mia età, capirai che gli impieghi vanno e vengono, ma la famiglia e la salute sono importanti per sempre.» In modo del tutto inaspettato, fu Marisa a salvare Belle dal rispondere troppo duramente alla madre. «Evan, tu accompagnerai Belle all'aeroporto, vero?» Lui parve un po' sorpreso, ma accettò prontamente. «Sicuro, mi prenderò cura io di lei. Non preoccuparti, Carole. Belle può sonnecchiare durante il volo, e all'arrivo starà benissimo. Perché non partiamo subito? Così potrai fare le cose con comodo, senza doverti affrettare tanto.» Jasmine Cresswell
127
Mercanti Di Morte
«Grazie, Evan. Ti sono molto grata.» Belle credeva a stento alla sua fortuna. Si era aspettata che Evan appoggiasse l'idea di Carole di farle passare la notte a Miami. Si alzò prima che qualcuno proponesse una soluzione diversa, e prima che Evan potesse cambiare idea. Abbracciò la madre e la sorella e si sottomise all'inevitabile bacio di Dave, ringraziando tutti per la cena e promettendo che sarebbe tornata per restare più a lungo. Evan osservò quei saluti con aria comprensiva, senza dire molto fino a quando non furono sulla strada dell'aeroporto. «Spero che non pensi che io abbia interferito, ma avevi l'aria di essere sul punto di esplodere, se non te ne fossi andata» osservò, mentre imboccavano la Airport Expressway. «Non scusarti» disse Belle. «Mi hai salvata dall'impazzire.» La tentazione di raccontare a Evan che cosa stesse realmente accadendo era molto forte, ma non osò correre il rischio. Non lo conosceva bene, e magari lui avrebbe insistito per portarla direttamente all'FBI o alla più vicina stazione di polizia per chiedere aiuto, il che avrebbe messo in grave pericolo la vita di Tony. I cittadini abituati al rispetto della legge tendevano ad avere quella che Belle considerava una ingenua fiducia nella capacità della polizia di raddrizzare i torti e punire i criminali. «Le intenzioni di Dave erano buone, nell'organizzare la cena, ma è così preoccupato per Carole che non tiene conto dei sentimenti degli altri» commentò Evan. «Non ero nello stato d'animo giusto per una cena in famiglia» ammise Belle. «Ero già di malumore perché Tony non ha avuto la cortesia di aspettarmi, mentre sapeva che avevo assoluto bisogno di consultarmi con lui. Aggiungi uno stomaco sottosopra, e devo confessare che proprio non ne potevo più.» Belle non sapeva come fosse riuscita a pronunciare il nome di suo fratello senza inciampare, ma doveva averlo fatto con naturalezza, perché Evan rispose esattamente come aveva sperato. «Avere a che fare con i parenti può essere una vera seccatura» commentò lui. «Io amo la mia famiglia, ma la cosa che amo di più è che vive tutta quanta alle Hawaii... anche la vecchia zia zitella e un paio di secondi cugini, che Dio li benedica. Credimi, Belle, capisco benissimo perché hai deciso di vivere a Chicago.» Nonostante tutto, lei non poté fare a meno di ridere. Jasmine Cresswell
128
Mercanti Di Morte
«Non credo che la tua famiglia possa essere difficile quanto la mia. Nessuno batte i Joubert.» «Non conosci i miei genitori» ribatté Evan. «Mia madre è un'artista... una pittrice... e quando è presa nel vortice della creazione non è solo eccentrica, è decisamente matta.» «Tua madre è un'artista? E che cosa dipinge?» «Soprattutto paesaggi, ma anche qualche ritratto, se trova una faccia che l'attira. Fa affari d'oro con i turisti e prende la sua arte troppo sul serio per curarsi di banalità come cucinare o pulire la casa, perciò sono cresciuto più o meno in uno stato di caos a malapena controllato. Per fortuna, ora che mio padre è in pensione, sembra che non gli dispiaccia essere relegato nel ruolo di casalingo. Di sicuro a me non andrebbe. Sono davvero contento che Marisa abbia deciso di abbandonare la sua carriera e rimanere a casa con il bambino.» In circostanze normali, Belle avrebbe gradito la conversazione con Evan, ma quella sera era troppo esausta, troppo tesa per trovare delle risposte adeguate, usando la minima percentuale di cervello che non era consumata dall'ansia per Tony. Fu un vero sollievo quando giunsero all'ingresso dell'area del check-in dell'aeroporto. Un'occhiata all'orologio la rincuorò. Grazie al cielo aveva ancora parecchio tempo per raggiungere l'albergo e trovare la camera. 823. Il numero le balzò alla mente con improvvisa chiarezza. 823. Sì! Finalmente si era ricordata il numero di stanza che il rapitore di Tony le aveva dato al telefono. Doveva essere un buon segno, pensò Belle, aggrappandosi a quel fragile filo di ottimismo. «Grazie per il passaggio» disse a Evan, cercando di non dare troppo a vedere l'impazienza di liberarsi di lui, mentre saltava già dalla macchina. «Ma non pensare neppure a posteggiare l'auto, ti prego. Posso cavarmela benissimo da sola, da qui in poi.» Evan prese la sua borsa da viaggio dal sedile posteriore. «Lascia almeno che te la porti dentro.» Scese dall'auto e andò quasi a urtare una donna anziana, dai capelli bianchi, che era appena scesa dal taxi che li precedeva. «Non c'è bisogno che entri» disse Belle, prendendo la borsa e gettandosela sulla spalla. Si sforzò di sorridere, sperando di non apparire frenetica com'era in realtà. «Sei già stato anche troppo gentile. Perché rischiare una multa? Non è necessario, davvero. La borsa da viaggio è Jasmine Cresswell
129
Mercanti Di Morte
leggera, e il check-in è a due passi.» Evan, grazie al cielo, parve non provare il bisogno di dimostrare oltre il suo machismo. La salutò con un rapido abbraccio, le augurò un buon viaggio e se ne andò meno di cinque minuti dopo essersi fermato accanto al marciapiede. Aveva fatto bene a mandarlo via?, si chiese Belle. Era un uomo così pratico, concreto. Forse aveva perso l'occasione di farsi aiutare a trovare Tony, tacendo a Evan la verità. Forse doveva richiamarlo... telefonare al ristorante... o lasciargli un messaggio sulla segreteria di casa. Troppo tardi per tornare sulla sua decisione, ormai. Muoviti. C'era almeno un lato buono nella situazione. Aveva lasciato la scatola con gli stampati del DVD di suo padre chiusa a chiave nel baule della macchina, all'aeroporto O'Hare. Anche consegnando l'originale ai rapitori di Tony, le sarebbe ancora rimasta la maggior parte del materiale che Marc aveva preparato. Non sotto una forma così convincente come il dischetto che conteneva filmati e foto a colori, ma sufficiente perché la polizia potesse incriminare gran parte delle persone corrotte da suo padre. Con un pizzico di fortuna, avrebbe potuto liberare suo fratello e nello stesso tempo adempiere alla promessa di mettere le cose a posto. Trovò la fermata degli autobus navetta, prese un minibus diretto all'albergo e alle otto e diciotto era davanti agli ascensori. Dopo lo stress di trovare il modo di lasciare il ristorante, tutto sembrava filare anche troppo liscio. Era così tesa che temeva quasi di saltare come la corda di un violino, mentre camminava. Il suo cervello era parcheggiato su una corsia mentale parallela, osservando le sue azioni e aspettando... L'ascensore arrivò e Belle entrò assieme a un giovanotto e a una donna di mezz'età. «Che piano?» chiese la donna educatamente con la mano sui pulsanti. «Ottavo, grazie» rispose Belle, osservando i due di nascosto. Forse era paranoica, ma le sembrava che tutti, nell'albergo, dovessero essere in combutta con i rapitori. «Settimo» annunciò l'uomo con aria annoiata. La donna premette i pulsanti per il settimo, l'ottavo e il nono piano. Le porte si chiusero e l'ascensore cominciò a salire. Era del tipo con le pareti di vetro, che dava sempre le vertigini a Belle, anche se, dal punto di vista della sicurezza dell'albergo, probabilmente preveniva una quantità di spiacevoli incidenti. Belle concentrò lo sguardo sulla donna, che portava Jasmine Cresswell
130
Mercanti Di Morte
una grossa borsa e aveva un'aria vagamente familiare. L'aveva già vista... o aveva visto qualcuno che le somigliava, solo pochi minuti prima. Evan si era scontrato con una donna, scendendo dalla macchina, e quella donna portava una grossa borsa nera identica a quella della sua momentanea compagna di ascensore. Ma l'altra era anziana, mentre questa doveva essere sulla cinquantina. La donna sul marciapiede era davvero anziana? O aveva solo dei capelli bianchi così appariscenti che erano la sola cosa che Belle aveva notato di lei? In effetti, non l'aveva neppure guardata in faccia e non avrebbe neppure prestato attenzione alla borsa, se non avesse fissato con tanta intensità Evan, sorvegliandone ogni movimento nella sua frenesia di liberarsi di lui. C'era una strana tensione nell'ascensore. Era seguita, ne era certa. E la tensione emanava non solo da lei, ma anche dalla donna. Forse sentiva di essere stata riconosciuta? I rapitori dovevano averla seguita fin dal ristorante, pensò Belle. Avevano intenzione di cercare di prenderle il DVD senza liberare Tony? Si immobilizzò, preparandosi all'attacco che era ormai sicura di subire. Dove l'aspettavano? Tutt'a un tratto, le pareti di vetro sembravano offrire ben poca protezione. L'uomo e la donna lavoravano insieme, o lui era uno spettatore innocente? La donna aspettava solo che scendesse dall'ascensore per tirare fuori una pistola? La cabina si fermò al settimo piano e l'uomo scese senza parlare. All'ultimo momento, Belle scivolò in mezzo alle porte scorrevoli, dietro di lui, e aspettò con la schiena premuta contro il muro e il cuore in gola. Voleva allontanarsi dall'ascensore il più rapidamente possibile, ma così facendo sarebbe finita dritta nelle braccia del giovanotto. Stava per voltarsi e aggredirla? Le porte dell'ascensore non si riaprirono e l'uomo, lungi dall'aggredirla, parve non accorgersi neppure che era scesa. Ignorandola completamente, si incamminò lungo il corridoio e svoltò l'angolo. Belle respirò a fondo diverse volte, fino a recuperare il controllo, poi scattò verso la scritta al neon Uscita e trovò le scale. Salì i gradini a due per volta, e quando raggiunse il corridoio dell'ottavo piano ansimava, ma più per la paura che per l'esercizio fisico. Forse lo stress le causava delle reazioni eccessive, pensò. La borsa era stata di un tipo comune. Poteva essere certa di averla riconosciuta? Jasmine Cresswell
131
Mercanti Di Morte
Probabilmente no, decise, seguendo le frecce che indicavano la direzione della camera 823. In retrospettiva, si rendeva conto che era stato estremamente imprudente andare in quell'albergo, ma, sul momento, aveva dato per scontato che i rapitori di Tony avrebbero mantenuto i patti. In un certo senso, la sua reazione era stata condizionata dalle esperienze che aveva avuto quando lavorava per la Joubert Corporation. I negoziati di suo padre con i clienti non si svolgevano sempre secondo il manuale del perfetto uomo d'affari, e tuttavia nel giro dei contrabbandieri esisteva una specie di contorta onestà. Era indispensabile, per il funzionamento del sistema. I tipi come suo padre non investivano milioni di dollari comprando armi di contrabbando se non erano certi che gli acquirenti avrebbero pagato il conto. Reciprocamente, i dittatori non avevano intenzione di pagare milioni di dollari, per quanto mal guadagnati, se non erano certi che le armi che compravano fossero in perfetta efficienza. In base a quella mentalità, Belle aveva semplicemente presunto che se avesse consegnato il DVD, i rapitori avrebbero liberato Tony. L'incidente nell'ascensore, o forse avrebbe dovuto chiamarlo un nonincidente, le aveva rammentato che era stata di gran lunga troppo ingenua. C'erano dozzine di ragioni per cui i criminali avrebbero potuto prenderle il DVD con la forza e non liberare suo fratello. Avrebbero potuto chiedere un riscatto in denaro, visto che si sapeva che i Joubert erano ricchi. Avrebbero potuto pensare che lei avesse accesso a tecnologie di grande valore che potevano farsi consegnare senza tirare fuori un soldo, ora che non dovevano più vedersela con quel furbacchione di suo padre. E, non ultimo, c'era il fatto che in realtà Belle non aveva idea se quella gente dicesse la verità, sostenendo di avere in suo potere Tony. Aveva sentito la sua voce al telefono... ma lui aveva risposto a qualche sua specifica domanda? In effetti, no. Quelle frasi potevano essere state registrate in qualsiasi luogo e momento. Anzi, per quello che ne sapeva, Tony poteva essere in volo per Bangkok. A pensarci bene... e pensare sembrava qualcosa che aveva fatto troppo poco, nelle ultime ore... Tony aveva chiamato Dave, quella mattina, per avvertirlo che partiva per la Tailandia. Perciò, se davvero i rapitori lo avevano catturato, dovevano averlo fatto nel breve tempo intercorso fra la telefonata a Dave e l'ora prevista per la partenza del volo per Bangkok. Prima di entrare nella camera 823 e consegnare il DVD, doveva fermarsi Jasmine Cresswell
132
Mercanti Di Morte
e riesaminare le sue opzioni, decise Belle. Sentendo dei passi avvicinarsi alle sue spalle, si infilò in un'alcova che conteneva un distributore di bibite gassate e uno di ghiaccio, nascondendosi meglio che poteva fra le due macchine. Era pura paranoia pensare che ogni essere umano presente all'ottavo piano cercasse lei, ma in quel momento Belle era disposta a trattare con il massimo rispetto anche le più paranoiche delle sue fantasie. I passi si allontanarono. Rendendosi conto all'improvviso di come poteva voltare le carte in suo favore, Belle tolse il DVD dalla borsa e lo fece scivolare sotto il distributore di bibite. Dalla polvere che incontrò, ritenne di poter concludere che nessuno guardava là sotto da mesi. Sollevata di avere finalmente dimostrato un minimo di cautela, percorse rapidamente il resto del corridoio che conduceva alla camera 823. Ora, se fosse stata perquisita, non avrebbe perso il solo mezzo di scambio che possedeva ancora prima di sapere se davvero suo fratello fosse nelle mani dei rapitori. Era molto più probabile che riuscisse a farlo liberare se si fosse rifiutata di rivelare dov'era il DVD fino a quando non avessero accettato di scambiarlo con Tony. La camera 823 si trovava in un angolo, e le doppie porte si aprivano su un piccolo ingresso privato, suggerendo che poteva trattarsi di un appartamento, anziché di una normale stanza. Belle bussò alla porta e scoprì che non era chiusa a chiave. Infatti cedette e si aprì al primo tocco della sua mano. Lei esitò sulla soglia, temendo di cadere dritto in una trappola. Si aspettava da un momento all'altro una botta in testa o peggio. Quella situazione era una messinscena, se mai ne aveva vista una. Bussò di nuovo, ma quando non ci fu risposta decise che non aveva altra scelta che entrare. Aprì la porta sferrandole un calcio, più forte che poté, e balzando subito indietro per evitare un'eventuale raffica di pallottole. Non ci furono né pallottole né grida... solo silenzio. Facendosi scudo con il battente e sbirciando cautamente, Belle scoprì di avere davanti una stanza vuota, con le tende tirate e una sola, debole lampada accesa. «C'è qualcuno?» chiamò. Niente. Che cosa si era aspettata? Un gruppo di persone che balzasse fuori da dietro i mobili? Sorpresa! Noi siamo quei giocherelloni dei rapitori. Varcò la soglia e si fece avanti lentamente. Come aveva immaginato si trattava di un appartamento, e la zona soggiorno in cui si trovava era piena di mobili... ma deserta. Le tende andavano dal pavimento al soffitto, e Jasmine Cresswell
133
Mercanti Di Morte
avevano l'aria di nascondere una portafinestra che dava su un balcone. Avrebbe atteso un momento e quando si fosse sentita più coraggiosa, le avrebbe aperte... sperando che dietro non ci fosse qualche gorilla ad aspettarla. Avanzando di qualche altro passo, Belle scorse uno stretto arco che dava accesso a un angolo bar e a un cucinino, sulla sinistra. La porta a destra conduceva, presumibilmente, alla camera da letto. Il silenzio era oppressivo. Eppure non avrebbe salvato Tony restandosene in una stanza deserta. Andò alla porta interna, che era chiusa. Sentì un vago suono di voci, ma quando tese l'orecchio concluse che non si trattava di una conversazione, ma di un notiziario televisivo che parlava di un incendio in una foresta. Che i rapitori si fossero addormentati? No, era troppo ridicolo anche solo pensarlo. Era più probabile che usassero il televisore per coprire i rumori rivelatori di un gruppo di persone imboscate dall'altra parte della porta. Non ci voleva un genio per capire che la situazione era potenzialmente dannosa per la sua incolumità. O era stata ingannata o i rapitori erano appostati dietro il battente, in attesa che entrasse. A quel punto, una botta in testa era il minimo che poteva aspettarsi. Belle indietreggiò e adocchiò i mobili del soggiorno. Prese una sedia, calcolando le sue possibilità di spalancare la porta e, nello stesso tempo, di difendersi dalle persone appostate dall'altra parte. Le probabilità andavano da zero a nessuna, concluse amaramente. Se dietro quel battente ci fossero stati degli uomini armati, la sedia sarebbe stata una ben povera difesa. Forse poteva semplicemente chiamare la sicurezza dell'albergo. Se Tony era tenuto prigioniero in quella camera da letto, sarebbe stata senza dubbio la soluzione migliore. Ma se era da qualche altra parte... il che era molto più probabile... allora era facile che i suoi guardiani avessero ordine di sparargli, se qualcosa fosse andato storto. Belle si rese conto di essere del tutto impotente. Si sentiva come se gli eventi degli ultimi giorni si fossero accumulati fino a consumare tutta la sua capacità di decidere. Sull'orlo della totale paralisi, si mosse in direzione del telefono sul mobile bar. Varcando l'arco, inciampò in un piede che spuntava da sotto il bancone. Fissò stolidamente l'elegante scarpa di cuoio e il triangolo di calza. Scavalcò l'ostacolo con esagerata cautela e sbirciò sotto il bancone. Donald Gates era disteso a faccia in giù sul pavimento. L'unico occhio Jasmine Cresswell
134
Mercanti Di Morte
visibile era aperto e fisso. Il sangue era schizzato da tutte le parti e poi si era allargato in una pozza sotto il corpo. Era evidentemente morto. CAPITOLO 12 Per un lungo momento Belle rimase come paralizzata. Poi una mosca le ronzò accanto, sfiorandole la guancia prima di posarsi sul pavimento, vicino al corpo di Donald, sulla chiazza di sangue che andava coagulandosi. Nauseata, lei si mosse istintivamente per scacciarla. Quel semplice gesto parve spezzare qualche blocco interno e il suo stomaco si contrasse selvaggiamente. Si lasciò cadere sulla sedia più vicina, aggrappandosi al sedile e respirando a fondo fino a quando non fu certa che non avrebbe vomitato. Povero Donald! Povero, stupido Donald, la cui voglia di denaro facile lo aveva, evidentemente, coinvolto in una situazione troppo grande per lui. Se solo fosse stato onesto con lei e avesse ammesso con franchezza che cosa voleva dal loro rapporto, avrebbe potuto avvertirlo che i farabutti dilettanti si immischiavano con la famiglia Joubert a loro rischio e pericolo. Non poté indursi a esaminare il corpo di Donald più da vicino, ma trovò un asciugamano nel bagno di servizio e lo gettò sul cadavere, coprendo le ferite. Donald poteva anche non essere stato la persona onesta e di buon carattere che aveva creduto, ma non meritava certo di morire in quel modo, e lei non sopportava l'idea che gli insetti banchettassero con i suoi poveri resti fino a quando la polizia non fosse arrivata sul posto per portarlo all'obitorio. Sarebbe stato un suo preciso dovere chiamare il 911, ma non appena quel pensiero la colpì Belle si rese conto che non avrebbe avvertito la polizia. Donald era al di là delle miserie umane, perciò niente avrebbe potuto fare qualche differenza per lui, mentre le sue azioni potevano ancora avere un notevole effetto sulla sorte di Tony. Ora più che mai doveva concentrare la sua lealtà su suo fratello che, si sperava, era ancora vivo. Fino a che non avesse stabilito dov'era Tony, Belle non intendeva fare niente che potesse scatenare le ire dei suoi rapitori. Era così difficile pensare chiaramente! I sequestratori avevano veramente avuto intenzione di scambiare Tony con il DVD, o attirarla in Jasmine Cresswell
135
Mercanti Di Morte
quell'albergo faceva parte di qualche bizzarra e complessa messinscena? Non riusciva a immaginare perché qualcuno avrebbe dovuto prendersi tanto disturbo solo per farle trovare il corpo di Donald, perciò, a meno che il suo cervello esausto non trascurasse qualcosa di molto evidente, il fatto che Donald fosse stato ucciso e lasciato sul pavimento dietro il bar doveva significare che, nei piani dei rapitori, qualcosa era andato storto. Belle non fu sollevata da quel pensiero. I criminali i cui piani fallivano tendevano a comportarsi in modo stupido. E, secondo la sua esperienza, i criminali stupidi erano decisamente i più pericolosi. Considerando che erano anche violenti, non ci voleva molto a concludere che la situazione poteva diventare disastrosa. Se Tony era prigioniero delle stesse persone che avevano ucciso Donald, e probabilmente Marge, le sue probabilità di sopravvivere giunti a quel punto sembravano paurosamente basse. Belle si aggrappò alla speranza che i rapitori fossero abbastanza ansiosi di impadronirsi del DVD da tenere in vita suo fratello. Se era così e intendevano davvero concludere uno scambio con lei, allora la sola cosa da fare era andarsene al più presto da quella stanza, recuperare il DVD dal suo nascondiglio e aspettare che la contattassero di nuovo. Se ne sarebbe andata subito dopo aver guardato dietro quella porta sinistramente chiusa, all'altro capo della stanza. Non aveva più paura di trovarsi a faccia a faccia con dei pistoleri armati, ma temeva, aprendo la porta, di trovare dall'altra parte il cadavere di suo fratello. Vincendo il codardo desiderio di girare sui tacchi e scappare, attraversò il soggiorno, decisa, e aprì la porta. Con suo enorme sollievo, si trovò davanti una stanza deserta, una comune camera d'albergo con un letto matrimoniale e un bagno adiacente. Il televisore era sintonizzato sulla CNN. Per il resto, non c'era altro segno che fosse stata occupata da esseri umani, vivi o morti. Belle guardò nell'armadio e in tutti i cassetti, in cerca di qualche indizio su chi era stato là. Trovò tutto vuoto. Mancavano anche la Bibbia e gli elenchi telefonici. Perché gli assassini di Donald avevano temuto di lasciare impronte? O, al contrario, se l'erano filata così in fretta che avevano semplicemente ficcato tutto nelle valigie ed erano fuggiti? Nel bagno, il piano del lavabo era bagnato e c'erano degli asciugamani umidi sul pavimento, ma non era rimasto alcun oggetto personale che potesse suggerire chi lo aveva usato. O Donald era arrivato a Miami senza il minimo bagaglio o i suoi assassini avevano portato via la sua roba. Belle avrebbe preferito che dalla sua ispezione fosse risultato qualche Jasmine Cresswell
136
Mercanti Di Morte
indizio concreto sulle persone che erano state là e che, presumibilmente, tenevano ancora prigioniero suo fratello. Ma almeno non doveva preoccuparsi di come rintracciare i rapitori. Era certa che si sarebbero messi in contatto con lei, e presto... Proprio in quel momento, il telefono squillò, e il cuore le diede un balzo. Per un attimo, pensò di lasciarlo squillare, ma poi si rese conto che non aveva altra scelta che rispondere. Se i rapitori la chiamavano per darle nuove istruzioni, non poteva permettersi di ignorarli, per quanta riluttanza provasse a negoziare con le persone che, molto probabilmente, avevano appena assassinato Donald. Sollevò il ricevitore. «Pronto?» La persona all'altro capo del filo non disse nulla, ma lei avvertì un'acuta tensione in quel silenzio. Di chiunque si trattasse, aveva riconosciuto la sua voce ed era sorpreso di sentirla, pensò Belle. «Chi è lei?» chiese. «Dov'è mio fratello?» Non si era aspettata risposta, in realtà, ma rimase stranamente delusa quando un sommesso clic le disse che la telefonata era stata interrotta. Con chi si era aspettata di parlare, la persona che aveva chiamato, se non con lei? Perché non aveva detto una parola, neppure per minacciarla? Decisamente, è ora di uscire da qui. Strano come il silenzio potesse, a volte, apparire più minaccioso di qualunque suono. Belle andò rapidamente alla porta dell'appartamento e controllò che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, prima di azzardarsi a uscire in corridoio. L'ultima cosa che voleva era passare le ore successive a spiegare alla polizia perché si trovava in una camera d'albergo a scoprire la sua seconda vittima nello spazio di due giorni. La polizia di Miami avrebbe riconosciuto all'istante il nome Joubert, e a seconda di chi fosse stato a capo delle indagini, un poliziotto onesto o uno sul libro paga della famiglia, sarebbe stata gettata in prigione come sospettata di omicidio oppure cortesemente accompagnata a casa di sua madre. Al momento, entrambe le opzioni sembravano ugualmente indesiderabili. Dopo un attimo di indecisione, Belle uscì dall'appartamento, lasciando la porta aperta. Qualche cameriera avrebbe senza dubbio notato che la porta non era chiusa e sarebbe entrata a investigare. Sperò che il corpo di Donald fosse scoperto al più presto, perché voleva che i suoi assassini fossero assicurati alla giustizia, e sapeva che un rapido ritrovamento della vittima Jasmine Cresswell
137
Mercanti Di Morte
era importante per il buon esito delle indagini su un omicidio. D'altro canto, non poteva permettersi che la polizia identificasse il corpo troppo presto. I rapitori che si sentivano braccati dalla legge tendevano a uccidere le loro vittime, perciò era molto meglio che la polizia brancolasse nel buio abbastanza a lungo da permetterle di pagare il riscatto per Tony. Doveva preoccuparsi anche del sergente Brady. Se fosse venuto a sapere che Donald Gates era stato assassinato, sarebbe stato sulle sue tracce in un batter d'occhio. Percorrendo rapidamente il corridoio, Belle si chiese perché ogni sua decisione sembrasse sempre colorata di infinite sfumature di grigio. Come doveva essere godere del lusso di possedere principi morali assoluti? Che cosa avrebbe provato a prendere decisioni ogni giorno, e a essere certa ogni sera che fossero state quelle giuste? Non poteva neppure immaginare una simile, incredibile, beata sicurezza. Lottò contro l'impulso di mettersi a correre. Purtroppo, c'erano altre persone nel lungo corridoio, un addetto al servizio in camera che spingeva un carrello e una donna che aspettava l'ascensore, e lei non voleva attirare l'attenzione. Finalmente la donna entrò nell'ascensore e il cameriere svoltò un angolo, lasciando Belle momentaneamente sola. Si infilò nel vano che ospitava i distributori automatici e si inginocchiò sul pavimento, passando la mano sotto la macchina in cerca del DVD. Doveva averlo spinto più in fondo di quanto aveva inteso. Dovette addirittura sdraiarsi e infilare sotto la macchina tutto il braccio, prima di poter finalmente afferrare la custodia di plastica fra l'indice e il medio. La trascinò fuori con un profondo sospiro di sollievo. Fu solo quando si appoggiò all'indietro sui talloni per far scivolare il DVD nella borsa che si rese conto che la custodia trasparente era vuota. «Cerchi questo?» chiese Sandro Marchese alle sue spalle. Belle si voltò così di scatto che batté la testa contro uno dei due distributori. A quel punto si alzò in piedi adagio, il che le avrebbe dato il tempo di pensare a una risposta tagliente se il suo cervello non avesse ormai rinunciato a funzionare. Forse, se le fosse rimasta qualche facoltà mentale, la presenza di Sandro lì l'avrebbe sbalordita. Così, le parve solo inevitabile. Lui era appoggiato all'entrata del vano, con i piedi incrociati, il DVD penzolante da una mano e l'altra in tasca... il ritratto della noncurante Jasmine Cresswell
138
Mercanti Di Morte
indolenza. Ma Belle non commise l'errore di confondere l'apparenza con la realtà. Sapeva che le sue possibilità di sfuggirgli erano zero, e quelle di strappargli di mano il DVD meno ancora. Si inumidì le labbra aride. «Per favore, restituiscimi il DVD» mormorò. «Ne ho bisogno, Sandro.» «Ammetti che è tuo?» chiese lui. «Certo» rispose Belle stancamente. «Lo sai che è mio.» «È il DVD Cronos?» «Credo di sì. Che cosa importa? È il DVD che mio padre mi ha affidato.» «Allora devi sapere che sono costretto ad arrestarti.» Sandro distolse gli occhi un momento, poi tornò a guardarla. «Mi dispiace, Belle. Non mi hai lasciato altra scelta.» Santo cielo, non poteva permettersi di perdere tempo facendosi arrestare, e meno che mai discutendo con Sandro se quello che aveva fatto era sufficiente per un arresto. Era troppo stanca per pensare, troppo esausta per trovare qualcosa di anche solo lontanamente intelligente da dire. Le sue possibilità di distrarre l'attenzione di Sandro tanto da sfuggirgli erano nulle. Non le restava che dirgli la pura verità. «Farò qualunque cosa, se tu mi restituirai quel DVD» affermò, stringendosi al petto la custodia vuota come se potesse così, per magia, recuperarne il contenuto. «Lasciami andare. Ti prego. Fingi di non avermi vista.» Inghiottì anche l'orgoglio. «Ti supplico, Sandro. Fa' la cosa giusta, per una volta, e dammi quel DVD.» L'atteggiamento di Sandro rimase indolente, ma gli occhi erano vivi, attenti. Quando rispose, il suo tono era spassionato, quasi impersonale. «Non potrei lasciarti andare neppure se volessi. Oltre a me, ci sono altri due agenti che ti seguono da quando sei arrivata a Miami, stamattina. Se ti lasciassi andare, loro ti fermerebbero.» La donna nell'ascensore, pensò Belle stancamente. Aveva avuto ragione a ritenere di avere già visto quella grossa borsa. Aveva sospettato di essere seguita. Si era solo sbagliata su chi la seguiva. Non i rapitori, ma i federali. La donna doveva essere munita di una radio, naturalmente, e aveva avvertito Sandro che lei andava all'ottavo piano. Senza dubbio lui l'aveva vista entrare nel vano e nascondere il DVD, e probabilmente l'aveva preso pochi secondi dopo che lei ce lo aveva messo. Belle era sicura che c'era una nota d'ironia nella situazione, da qualche parte, ma al momento non Jasmine Cresswell
139
Mercanti Di Morte
era in grado di vederla. «Devo avere quel DVD» ripeté. La consapevolezza che poteva salvare Tony solo avendo qualcosa da offrire come riscatto ai suoi rapitori era come un faro che splendesse attraverso la nebbia che avvolgeva il suo cervello esausto. E quel qualcosa era il DVD di suo padre. Non poteva rinunciarvi, anche se non aveva idea di come impedire a Sandro di prenderglielo con la forza. Strinse più forte la custodia, mentre le pareti del vano cominciavano a ondeggiare e a dissolversi. «Belle? Che succede?» Il tono di Sandro era cambiato, diventando più sommesso, personale. Lo vide avanzare verso di lei. Anche se la vista le si era improvvisamente sfuocata, i contorni del suo corpo erano chiarissimi. Belle rimase dov'era, non per scelta, ma perché sapeva che se avesse fatto anche un solo passo sarebbe caduta. Era troppo sfinita per protestare, quando sentì Sandro prenderla fra le braccia. Avrebbe dovuto provare repulsione per il suo tocco. Invece, si sentiva rassicurata. Le pareti vorticarono sempre più rapidamente, fino a quando sentì le ginocchia piegarsi. Era umiliante, ma aveva bisogno dell'aiuto di Sandro, o sarebbe caduta. Tenne lo sguardo fisso sul suo viso. Per qualche ragione, non poteva distogliere gli occhi più di quanto potesse ordinare alla gambe di reggerla. Lui la guardava da dentro un alone luminoso, e la sua espressione era un misto di rabbia, frustrazione e ansia. Che strano che potesse vedere tutto questo così chiaramente, mentre il resto sembrava precipitare rapidamente nel nulla. «Hanno rapito Tony...» sussurrò. Con un supremo sforzo, aprì la bocca per pronunciare un'altra frase, ma le parole le sfuggirono e lei si sentì avviluppare dall'oscurità. CAPITOLO 13 Sandro non se la sarebbe sentita di escludere che Belle potesse fingere uno svenimento solo per commuoverlo. E, maledizione, c'era riuscita. Guardò il suo viso pallido e i cerchi violacei attorno agli occhi, provando un misto di compassione e di rabbia. Doveva essere proprio esausta come sembrava. Aveva passato metà della notte cercando di telefonare a suo fratello ed era partita per l'aeroporto prima dell'alba, perciò, molto Jasmine Cresswell
140
Mercanti Di Morte
probabilmente, non dormiva da chissà quanto. Che cosa aveva cercato di dirgli? Qualcosa a proposito di Tony. Era evidente che Belle era quasi paralizzata dall'ansia, anche se Sandro non riusciva a capire perché le importasse tanto di suo fratello. Tony era un autentico germoglio del vecchio ceppo dei Joubert, e non aveva mai mosso un dito per renderle la vita più facile. Si tolse la giacca e l'arrotolò sotto la testa di Belle, adagiandola sul pavimento in modo da poter prelevare del ghiaccio dal distributore. Teneva ancora stretta al petto la custodia del DVD come se, anche nell'incoscienza, si rifiutasse di consegnarlo. Gliela tolse di mano, soffocando un assurdo senso di colpa. Il DVD che le aveva sottratto era etichettato Beneficenza 2000, ma ciononostante doveva essere il DVD Cronos. Il vero, l'originale DVD Cronos. Belle era stata troppo determinata a mantenerne il possesso perché fosse un falso. Prese il ghiaccio dalla macchina, poi tenne il bicchiere di carta contro la guancia di lei e le passò un cubetto sulle labbra fino a quando le palpebre vibrarono, e gli occhi si aprirono. Aveva gli occhi più spettacolosi che avesse mai visto, pensò Sandro, sperando di immunizzarsi contro i loro effetti riconoscendone il potere. Negli ultimi sette anni aveva pensato a Belle più di quanto volesse ammettere. Sapendo che non poteva neppure prendere in considerazione un coinvolgimento sentimentale con la figlia di un noto contrabbandiere, aveva seppellito ciò che provava per lei sotto strati e strati di disprezzo per le attività della famiglia Joubert. Purtroppo, di fronte alla realtà della donna, quegli strati si assottigliavano a vista d'occhio. Belle era sempre stata qualcosa di assai più importante, per lui, che la figlia di Marc Joubert, benché quello fosse certo il momento peggiore per cominciare a chiedersene l'esatto motivo. Per qualche secondo lo sguardo di Belle rimase vacuo finché il senso della realtà prevalse, e gli occhi si incupirono. Tastò intorno in cerca del DVD, poi parve ricordare che Sandro l'aveva preso. Il suo viso espresse un'autentica disperazione. Disperazione per essere stata colta sul fatto da un agente federale? Molto probabile. Sandro le passò un braccio attorno alle spalle per aiutarla ad alzarsi a sedere, preparandosi a resistere a qualunque trucco scegliesse di usare contro di lui. «Hanno rapito mio fratello» fu la sorprendente affermazione. «Il DVD di mio padre è il solo mezzo di scambio in mio possesso. Non portarmelo via, Sandro.» Jasmine Cresswell
141
Mercanti Di Morte
Per una frazione di secondo... mezza frazione di secondo... lui prese realmente in considerazione l'idea di restituirle il DVD. Disgustato di se stesso, disse duramente: «Ti avevo avvertito dei rischi che correvi non consegnando il dischetto alle autorità competenti. Anche se stai dicendo la verità e tuo fratello è realmente stato rapito, non puoi prendertela che con te stessa». Le ultime vestigia di colore sparirono dal viso di Belle. Teneva la testa appoggiata sul suo petto, e lui sentì il proprio cuore pulsare contro la sua guancia. L'intimità sembrava nello stesso tempo caldamente familiare e pericolosamente proibita. Era così arrabbiato con lei, o con se stesso?, che continuò con durezza anche maggiore, pur cullandola ancora più strettamente fra le braccia. «È troppo tardi per i rimpianti, Belle. Avresti dovuto darmi spontaneamente il DVD quando ne avevi la possibilità. Dio sa che ti ho offerto ogni incentivo a cui sotto riuscito a pensare. Se avessi fatto la cosa giusta ieri, probabilmente tuo fratello non sarebbe mai stato rapito, e di sicuro ti saresti evitata la prigione.» «La prigione?» Belle sbatté le palpebre, poi scosse la testa, come se la minaccia di Sandro non avesse senso. «Ieri è passato, e non si può tornare indietro» continuò, con voce roca per la stanchezza. «Non ti ho dato il DVD, e ora la vita di Tony è nelle mie mani. Non puoi farmi una piccola concessione?» Una piccola concessione? Tradire tutto ciò che doveva alla sua coscienza? Non le importava che quella della sua vicina fosse solo una delle molte morti causate dalla sua famiglia? La compassione di Sandro svanì in un lampo di rabbia. «Niente patti, Belle. Nessun favore speciale. Niente promesse di impunità se ti offri di testimoniare. Stavolta dovrai affrontare le conseguenze delle tue decisioni. Pensi sul serio che io possa anteporre la vita di Tony a quella di migliaia di persone innocenti? La Joubert Corporation non è una piccola organizzazione che contrabbanda orologi contraffatti da poco prezzo su cui non ha pagato i diritti doganali. In caso tu lo abbia dimenticato, tuo padre ha passato la sua vita a studiare astuti, sofisticati metodi per evadere la legge in modo da poter vendere armi a terroristi e dittatori. Senza dubbio capisci perché non posso permettere alla sua rete di sopravvivere.» Il suo tono si fece amaro. «Avresti dovuto rifiutare la tua eredità, Belle. Non accettare di prendere in mano la rete Jasmine Cresswell
142
Mercanti Di Morte
Cronos.» Belle fissò su di lui uno sguardo vacuo... così vacuo che Sandro si chiese se fosse in procinto di svenire di nuovo. Poi si divincolò dalle sue braccia, tenendosi il bicchiere del ghiaccio contro la fronte e appoggiandosi alla parete. Respirò a fondo un paio di volte. «Di che cosa diavolo stai parlando? Che cosa ha a che fare il progetto Cronos con la morte di migliaia di persone?» Un osservatore imparziale avrebbe giurato che veramente non aveva capito. Sandro si rifiutò di lasciarsi trarre in inganno. «Non puoi uscire da questa situazione recitando una parte» borbottò, brusco. «La tua telefonata a Tony di ieri notte è stata registrata. Gli hai detto che avevi il DVD Cronos, perciò non serve a niente negarlo.» «Non lo sto negando. Perché dovrei disturbarmi a negare che mio padre mi ha dato il DVD, quando tu me l'hai già preso?» Belle si massaggiò la fronte dolorante. «Senti, Sandro, sono disperata. Sono disposta a offrirti un patto. Restituiscimi il DVD, e ti prometto che non...» Sandro la interruppe, sempre più rabbioso. «Niente patti, maledizione! Gesù, sei proprio una tipica Joubert! Convinti di essere al di sopra della legge e di poter abbassare tutti al vostro livello.» «Non ho mai pensato di essere al di sopra della legge» affermò Belle con voce tremante. Si arrabattò per alzarsi in piedi, appoggiandosi alla parete, e Sandro resistette all'impulso di aiutarla. O di spingerla di nuovo giù. O di fare qualcosa... qualunque cosa... che gli desse una scusa per metterle le mani addosso e farle entrare in testa un po' di rimorso. O solo metterle le mani addosso, punto e basta. «Tu sei l'ultimo a potermi accusare» continuò lei. «Io non ho scelto la mia famiglia o il modo di vivere di mio padre. Almeno non ho mai accettato una mazzetta...» «Diavolo! Ci risiamo?» Sandro appoggiò le mani sulla parete, ai due lati di Belle, forzandola a guardarlo. «Ora basta, okay? Ne ho fin sopra i capelli delle tue accuse, come se io fossi il cattivo della situazione e tu una santa. Continueremo questa conversazione in ufficio, in presenza di testimoni, in modo che i tuoi avvocati non possano sostenere che ti ho malmenata. Puoi venire spontaneamente o posso arrestarti qui e...» A quel punto lei tentò di coglierlo di sorpresa, cercando di colpirlo con una ginocchiata all'inguine. Il trucco più vecchio del mondo, e lui era così distratto dalla sua vicinanza che ci sarebbe cascato... se Belle non fosse Jasmine Cresswell
143
Mercanti Di Morte
stata ancora un po' lenta nei movimenti a causa del recente svenimento. Fu solo grazie a questo che riuscì a scansarsi, appena in tempo. Rabbioso, afferrò le manette che portava appese alla cintura. «Questo chiude il discorso. Isabelle Joubert, sei in arresto...» Lei spinse da parte le manette. Lungi dall'apparire preoccupata, sembrava furiosa. La docilità indotta dalla debolezza fisica era svanita. «Non pensare neppure di arrestarmi» scattò. «Prima di tutto, non ho fatto niente di male, e gli avvocati di papà ti ridicolizzeranno. In secondo luogo, sei tu la persona che compare sul DVD, non io. Credi che me ne starò zitta, se mi arresti? Puoi anche avere il DVD, ma distruggerlo non ti servirà a niente. Ho una copia di tutto il contenuto, e la darò alla polizia in un batter d'occhio.» Lo stava accusando di essere sul DVD Cronos? Di che cosa diavolo stava parlando? Sandro interruppe l'elencazione dei suoi diritti, con le manette ancora aperte e penzolanti. «Aspetta, torniamo un momento indietro. Hai detto che io compaio sul DVD Cronos? Parli sul serio?» Lei parve perplessa. «Devi saperlo. Altrimenti, perché saresti così ansioso di averlo? Devi sapere di essere una delle persone che mio padre ha incluso nella sua lista.» Sandro ci capiva sempre meno. Respirò a fondo, lentamente. «Ricominciamo questa conversazione. Da capo.» Le mostrò il DVD. «Questo è il DVD Cronos?» Belle si strinse nelle spalle. «Immagino di sì. Sei stato tu a chiamarlo così. Io non avevo mai sentito nominare una rete Cronos fino a quando non me ne hai parlato tu. Ricordi? Hai detto che un informatore ti aveva riferito che ero incaricata dell'ultimo progetto di mio padre...» «E tu lo hai ammesso.» «Infatti. Perché è così. Ma sei stato tu a chiamarlo progetto Cronos. È il nome che hai usato tu, non io.» Non aveva mai sentito nominare il progetto Cronos, prima che gliene parlasse lui? Sandro la fissò sbalordito, e Belle lo ricambiò con uno sguardo rabbioso. Lui respirò a fondo ancora una volta, timoroso di fidarsi delle proprie reazioni, quando desiderava così intensamente che Belle avesse una giustificazione per ciò che aveva fatto. Jasmine Cresswell
144
Mercanti Di Morte
«Sembra che dobbiamo entrambi smettere di dare certe cose per scontate» affermò. «Hai controllato personalmente il contenuto del DVD? Sai di che cosa si tratta?» «Certo che lo so.» «Dimmelo. In parole brevi e semplici.» Gli occhi di Belle lampeggiarono di sarcasmo. «Come se non io sapessi. È un elenco di tutte le persone che mio padre ha corrotto, nel corso degli anni, per impedire l'incriminazione della Joubert Corporation. Ci sono foto, filmati, copie di documenti e di conti bancari. Tutto quello di cui un onesto tutore della legge può avere bisogno per muovere accuse che neppure i più costosi avvocati sarebbero in grado di smontare.» Il primo raggio di luce cominciò a penetrare nel cervello di Sandro, assieme a un sollievo che lo sconvolse con la sua intensità. «Va bene... Belle, fammi un favore. Cerchiamo di essere chiari e molto specifici. Questo DVD contiene documenti che riguardano pubblici ufficiali e altre persone che Marc Joubert ha corrotto, e l'ultimo progetto di cui tuo padre ti ha incaricata ha qualcosa a che fare con questo elenco?» «Sì... che altro?» Belle gli indirizzò un sorriso cinico che non riuscì a nascondere del tutto la sua tristezza. «Sono sicura che ti chiedi che cosa ha detto su di te mio padre, nel DVD. Non preoccuparti, Sandro, hai una bella sezione tutta per te. C'è un intero filmato a colori di quel memorabile giorno in cui mio padre cancellò l'affare Zauriac e tu ti vendesti per un quarto di milione.» Lui era troppo sbalordito per parlare, e Belle fraintese il suo silenzio. Per un momento il suo viso si colorì, poi gli voltò le spalle come se non sopportasse più la sua vista. «Per quanto possa supplicarti, non mi renderai il DVD, vero? Non puoi correre il rischio. Che lo consegni ai rapitori in cambio della vita di Tony o che lo porti all'FBI, tu sei finito. Nel primo caso sarai ricattato, nell'altro finirai in prigione. A ogni modo, sei rovinato.» Sandro si sentiva come se un raggio di sole fosse improvvisamente esploso nella sua testa, rendendo chiarissimo tutto ciò che fino a un momento prima era stato oscuro e nebuloso. Il DVD che Marc Joubert aveva dato a Belle non faceva parte del progetto Cronos, e meno che mai conteneva la struttura base della rete Cronos. Per poco non scoppiò a ridere per il sollievo. Se solo il vero DVD Cronos non fosse stato ancora introvabile, forse lo avrebbe fatto. Non c'era Jasmine Cresswell
145
Mercanti Di Morte
da stupirsi che Belle fosse così arrabbiata con lui, o che fosse stata così riluttante a consegnargli il DVD. Pensava che lo avrebbe distrutto per eliminare le prove dei suoi crimini! In retrospettiva, era facile capire le ragioni di quel malinteso. Belle si era rifiutata di consegnargli il DVD perché non si fidava di lui. E Sandro non si fidava di lei perché si rifiutava di consegnargli il DVD. Una commedia degli equivoci con conseguenze disastrose. «Ascoltami bene, Belle, perché è importante. Non ho mai avuto un soldo da Marc Joubert.» Le prese le mani e le strinse fra le sue, come se con quel contatto fisico avesse potuto indurla a credergli. «Ti giuro che ho riferito immediatamente ai miei superiori il tentativo di corruzione di tuo padre. L'intero episodio è agli atti, il che significa che ho le spalle assolutamente coperte. Nessuno mi accuserà di corruzione solo perché c'è un filmato che mostra come sette anni fa ho fatto e detto esattamente ciò che ho riferito di avere fatto e detto.» Se aveva sperato che Belle sorridesse e gli cadesse fra le braccia, era destinato a rimanere deluso. Era chiaro che non gli credeva, e la sua tensione non diminuì affatto. Ritirò le mani, non rabbiosamente, ma adagio, come se fosse troppo stanca per curarsi di qualcosa. «Quel dischetto rappresenta il tardivo tentativo di mio padre di riparare a tutto il male che ha fatto nella sua vita. Perché vi avrebbe inserito il filmato dell'incidente Zauriac, se tu non avessi accettato il suo denaro?» «Non lo so» ammise Sandro. «Vorrei avere una risposta intelligente, ma non ho alcuna spiegazione, tranne che tuo padre è morto all'improvviso. È possibile... probabile, anzi... che per lui il DVD fosse ancora un lavoro da rifinire.» «Non è un argomento molto convincente a favore della tua innocenza.» «Se avessi davvero accettato il denaro, forse avrei pronta una storia più convincente da raccontarti. Considerando la famiglia in cui sei cresciuta, dovresti sapere che le apparenze e la verità non sempre coincidono.» Belle esitò, e per un momento Sandro pensò di averla persuasa. Poi lei distolse di nuovo lo sguardo. «Tutto questo è troppo importante per me perché corra il rischio di accettare la tua parola, per poi scoprire di essermi sbagliata.» «Hai ragione. Perciò sarai d'accordo di venire con me a un ufficio dell'FBI di tua scelta a consegnare il DVD. Questo non ti convince?» Belle non rispose, e Sandro approfittò del vantaggio. «Tuo padre è morto, e devi Jasmine Cresswell
146
Mercanti Di Morte
accettare che forse non sapremo mai perché ha incluso quel filmato nel DVD. Ma io so di non aver preso quel denaro, e posso farti vedere i rapporti che dimostrano che ho riferito subito il suo tentativo di corruzione.» «E allora, perché hai lasciato credere a mio padre che potevi essere corrotto, se non hai mai avuto intenzione di accettare il denaro?» «Le cose si muovevano in fretta, a quel tempo, e le circostanze cambiavano di momento in momento. Quando lui cancellò l'affare Zauriac, sentii che non avevo altra scelta. Ma l'indagine contro tuo padre si andava già sfaldando, e quando il mio capo si suicidò non ci fu più ragione di continuare la commedia della mia corruttibilità. Il mio capo si era assicurato che l'indagine fosse così efficacemente sabotata che se anche tu fossi rimasta a Miami e avessi testimoniato, non credo che avremmo potuto ottenere una condanna. L'incidente Zauriac fu l'ultima fiammella di vita di un'indagine moribonda. » Sandro fu quasi sollevato di vedere un po' dell'apatia di Belle sparire, sostituita dalla collera. «È pur sempre vero che sei passato direttamente dal fare l'amore con me a una stanza di motel per una tresca con quella sgualdrina. Se sei un tipo così onesto e responsabile, perché l'hai fatto?» «È stato lo stupido comportamento di un uomo che si era reso conto di essere pazzamente innamorato» confessò Sandro. «Tradotto in termini semplici, che cosa significa?» «Che avevo sedotto te perché ritenevo che fosse un ottimo sistema per avere informazioni di prima mano su tuo padre. A un certo punto, però, mi accorsi che il gioco si era ribaltato. Mi stavo innamorando di te.» Belle emise un lieve gemito, e Sandro si accorse che le stava stringendo le mani così forte da farle male. Allentò la stretta e indietreggiò di un passo. Ma un attimo dopo le tornò vicino e, finalmente, pronunciò le parole di scusa che erano in ritardo di sette anni. «Capisco perché trovi così difficile fidarti di me, Belle. Mi sono comportato nel modo peggiore possibile, con te. Eri giovane e ingenua, e io ho sfruttato la tua vulnerabilità. Hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me, ma non perché ho tradito il mio giuramento professionale e accettato del denaro da tuo padre. Dovresti avercela con me perché ho preso il mio lavoro troppo sul serio e per questo ti ho tradita. Posso solo dire che mi dispiace per quello che ho fatto.» Jasmine Cresswell
147
Mercanti Di Morte
Lei voltò il viso verso il muro. «Infatti, ce l'ho con te per questo» ammise. «Non ero solo giovane e ingenua... ero vergine. Potrei perdonarti per avere fatto sesso con me, anche se è umiliante sapere che lo facevi solo come parte del tuo lavoro. Ma non posso perdonarti di aver giocato con i miei sentimenti, di avermi fatto deliberatamente innamorare di te. Potevi risparmiarmi almeno questo.» Sandro le mise le mani sulle spalle e la costrinse a guardarlo. «Vorrei averlo fatto» mormorò. «Così, forse, avrei risparmiato anche me stesso.» Belle non rispose, ma erano così vicini che lui la sentì tremare. Solo quando la sua bocca toccò quella di lei si rese conto di quanto intensamente aveva desiderato baciarla. «No...» sussurrò Belle, ma non si mosse, e Sandro cedette all'impulso che era andato crescendo dentro di lui da quando l'aveva rivista. Baciare Belle era sempre stato diverso dal baciare qualunque altra donna. E lo era ancora. Aveva dimenticato quanto erano incredibili le sue labbra, e quanto avesse sempre trovato eccitante il contatto fisico con lei. Nello spazio di un respiro, quello che era cominciato come un gesto nostalgico verso il passato si trasformò nell'appassionata conferma del desiderio che provava nel presente. Quando, finalmente, si separarono, Belle si portò le dita alle labbra, confusa. «È stato un errore» mormorò. «Non è vero?» «Forse. Non credo di avere intenzione di scusarmi.» «Avrei almeno potuto rubarti quel maledetto DVD, mentre eri distratto» borbottò lei. Sandro rise. Come aveva fatto a dimenticare che, quando era con Belle, gli capitava di ridere nei momenti più inaspettati? La sua risposta fu prevenuta da un urlo acuto, seguito da un rumore di passi affrettati. Si affacciò sul corridoio e scorse una donna in uniforme da cameriera che correva verso l'ascensore, balbettando un miscuglio incoerente di spagnolo e inglese. Belle sbirciò la cameriera da sopra la sua spalla, e poi lanciò un'occhiata in direzione della doppia porta che era rimasta aperta in fondo al corridoio. «Oh, mio Dio!» esclamò. «Ha trovato Donald Gates.» «Che cosa ci fa Donald a Miami?» chiese Sandro. Jasmine Cresswell
148
Mercanti Di Morte
«Niente... almeno al momento. Per la verità... è morto.» CAPITOLO 14 Sandro si voltò di scatto, trascinando di nuovo Belle nel vano, fuori vista. «Come sai che Donald Gates è morto?» chiese. «Ho trovato il suo corpo» rispose lei. «Già, quadra.» Con sollievo di Belle, lui sembrava più rassegnato che sospettoso. «Com'è morto? Immagino che non sia accaduto pacificamente nel sonno.» «Gli hanno sparato. Diversi colpi, penso. Non l'ho esaminato troppo da vicino, ma c'era molto sangue.» Sandro corrugò le sopracciglia, severo. «Dimmi che hai chiamato la polizia non appena hai scoperto il cadavere.» «Ecco... no, per la verità non l'ho fatto.» «Ma certo» ironizzò lui. «Tu entri in una camera d'albergo e scopri il tuo amante morto sul pavimento. Perché mai dovesti chiamare la polizia?» «Non l'avresti fatto neppure tu» scattò Belle. «Non se ti chiamassi Joubert e la tua vicina a Chicago fosse stata assassinata da poche ore. E Donald Gates non era il mio amante. Era già un ex prima di morire. E non dire una parola sulle mie scelte disastrose in fatto di uomini. Mi sono già detta tutto da sola.» Sandro sembrava pronto a esplodere, e lei cercò di farlo ragionare. «Ho trovato il corpo di Donald solo per caso. Non so niente che possa aiutare le indagini della polizia...» «Certo, capisco benissimo che è stata una pura coincidenza» ironizzò lui. «Il fatto che Donald Gates fosse il tuo amante... scusa, il tuo ex amante... e il fatto che possa essere coinvolto nel rapimento di tuo fratello, chiaramente sono irrilevanti per qualunque indagine sulla sua morte...» «Non abbiamo tempo per il sarcasmo» lo interruppe Belle. «Che Donald fosse o no coinvolto nel rapimento di Tony, adesso è morto. Ma mio fratello può essere ancora vivo, e in questo caso devo andare in qualche posto in cui i rapitori possano contattarmi per fissare un nuovo appuntamento per la consegna del riscatto.» Per una volta Sandro non la contraddisse, e Belle interpretò il suo silenzio come una conferma della sua opinione che se Tony era ancora Jasmine Cresswell
149
Mercanti Di Morte
vivo, la sua vita era appesa a un filo. La cameriera aveva finalmente smesso di strillare istericamente, e Belle poteva vederla raccontare, singhiozzando, la sua storia a due uomini in giacca color mostarda, evidentemente addetti alla sicurezza dell'albergo. Una delle guardie additò l'appartamento, ma la cameriera scosse la testa, rifiutandosi di tornarvi. Belle non poté biasimarla. «Andiamocene, prima che la sicurezza blocchi tutto il piano» sussurrò Sandro. «Useremo le scale.» Raccolse la giacca, prese Belle per mano e la spinse verso la scritta al neon Uscita, tirando fuori dalla tasca interna un minuscolo, sofisticato apparecchio radio e iniziando a parlare mentre scendevano rapidamente le scale antincendio. «Pete, ho in custodia Isabelle Joubert. La sto portando in ufficio. Insiste che non sa nulla del progetto Cronos e che non è coinvolta in alcun modo nelle attività di contrabbando della Joubert Corporation. Di' a Ken Oliver che gli farò rapporto al più presto.» «Sì, signore. Che cosa sono tutti quegli strilli? Provenivano dalle vicinanze dell'ascensore. Ci ha ordinato di stare alla larga dall'ottavo piano, perciò non abbiamo indagato.» «È una cameriera. Sembra che abbia trovato un cadavere nella camera 823. Donald Gates, per la precisione. Gli hanno sparato.» «Donald Gates? Nella camera 823? Gesù, proprio dove la Joubert...» «Sì, lo so. La sicurezza dell'albergo è già arrivata sul posto, perciò io me ne vado da qui con la signorina Joubert prima che le guardie comincino a farci domande a cui non vogliamo rispondere. Tu e Wendy dovreste fare altrettanto. Non vogliamo questioni giurisdizionali con la polizia locale. Siete liberi per il resto della serata. Ci sentiamo domattina.» «Ha bisogno di aiuto per portare la Joubert in ufficio?» «No, la signorina Joubert collabora.» Sandro chiuse la comunicazione prima che Pete potesse fare altre domande imbarazzanti. «Vieni» disse a Belle, rimettendo in tasca la radio. «Dobbiamo andarcene da qui.» Lei lo seguì giù per le scale. «Sandro, non posso lasciarmi arrestare...» «Non ti sto arrestando. Ti prendo in custodia protettiva.» «Ci sono già passata, e non ha funzionato affatto bene. Se vengo con te, Tony è perduto. Se i rapitori non riescono a contattarmi, sai bene che uccideranno mio fratello.» «Allora dobbiamo assicurarci che possano raggiungerti.» Erano arrivati Jasmine Cresswell
150
Mercanti Di Morte
al pianterreno, e Sandro si fermò davanti alle pesanti porte antincendio che conducevano alla hall dell'albergo. «Hai un problema, però. Ti rendi conto che potresti non avere qualcosa da scambiare?» «L'avrò non appena mi avrai restituito il DVD di mio padre.» «Forse no. Probabilmente i rapitori hanno sentito le stesse voci di tutti gli altri. È possibile che ritengano che tu abbia assunto il controllo delle attività di contrabbando della Joubert Corporation e che quello che è in tuo possesso sia il DVD su cui è registrata la rete Cronos. Può essere quello che vogliono.» «Oh, mio Dio.» Belle si lasciò cadere sull'ultimo scalino, sconvolta. Quando i rapitori le avevano ordinato di portare il DVD, aveva dato per scontato che avrebbero avuto quello che volevano. Ma ora che sapeva che esistevano due DVD, si rendeva conto che poteva non essere in possesso del più importante. «Siamo stati interrotti dalle grida della cameriera, e non mi hai detto che cos'è realmente il DVD Cronos. Se è quello che i rapitori vogliono, ho bisogno di sapere perché è così importante. Almeno, sapendolo, potrei bluffare.» Grazie al cielo, Sandro non si trincerò dietro il segreto d'ufficio. «La rete Cronos è il nome che tuo padre ha dato all'insieme dei metodi di cui si serviva per condurre i suoi affari illegali. Siamo stati informati che il DVD scomparso contiene le rotte, i corrieri, i nomi degli intermediari e dei contatti all'estero, degli impiegati che hanno sottratto segreti industriali ai loro datori di lavoro, e tutti i particolari delle tattiche di tuo padre per evitare i controlli sia negli aeroporti, sia in alto mare. Insomma, tutto ciò di cui chiunque gli fosse subentrato avrebbe avuto bisogno per continuare le tradizioni della famiglia Joubert con qualche semplice ritocco amministrativo.» Belle si era chiesta perché Sandro fosse disposto ad aiutarla a trovare Tony. Ora, in un lampo, capì. «Mi aiuti a liberare Tony perché vuoi arrestarlo. Stai pensando che, se io sono innocente, allora deve essere stato lui a prendere il posto di mio padre... e ad avere il DVD Cronos.» «È una possibilità logica» ammise Sandro. «Se non sei tu l'erede designata di tuo padre, il candidato più probabile è Tony. Se c'è una cosa di cui siamo sicuri, è che Marc Joubert non si fidava degli estranei. La ragione per cui il DVD Cronos è tanto prezioso, è che Marc non ha mai comunicato neppure ai suoi collaboratori più stretti se non le informazioni Jasmine Cresswell
151
Mercanti Di Morte
strettamente necessarie. Parcellizzava tutto. Dave Forcier si occupava dei conti e delle tasse, Ray Hillmam dei problemi legali, delle società di comodo e del riciclaggio dei profitti sporchi. E nessuno dei due sa più di quanto gli occorre sapere per il suo specifico compito. Neppure tuo fratello era meglio informato sul quadro generale, almeno fino a poco tempo fa. Tony può anche avere viaggiato molto all'estero, negli ultimi anni, incontrando i più importanti clienti di tuo padre, ma Marc rimaneva il cuore di ogni contratto, mantenendo segreti i dettagli più vitali.» Sandro sapeva esattamente come operava Marc, poiché aveva passato svariati mesi a sgarbugliare i dettagli della bizantina struttura della Joubert Corporation. Belle dovette riconoscere che aveva ragione, non solo sull'organizzazione di suo padre, ma anche sul fatto che Tony era il logico erede dell'impero di Marc Joubert. E anche se avrebbe voluto protestare contro l'affermazione di Sandro che suo fratello sarebbe stato dispostissimo a continuare le attività illegali del padre, non poteva. Nutriva anche lei lo stesso timore. Eppure, Belle non poteva liberarsi dalla sensazione che stava trascurando qualcosa. Dopo un po', identificò il problema che la disturbava. In ospedale, suo padre era stato notevolmente lucido, per un uomo in punto di morte. Visto che era abbastanza in sé da darle le istruzioni su dove trovare il DVD nascosto, possibile che non si fosse reso conto del significato di ciò che le stava chiedendo? Anche sul letto di morte, un contrabbandiere astuto ed esperto come Marc Joubert si sarebbe senza dubbio reso conto che nessuno avrebbe potuto continuare a servirsi della rete Cronos, una volta che i nomi dei funzionari da lui corrotti fossero stati divulgati. Belle non poteva credere che suo padre l'avrebbe mandata in cerca del DVD, se avesse voluto che Tony continuasse le illecite attività di famiglia. Sandro allungò una mano e le ravviò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Che cosa stai pensando?» chiese. «Dimmelo, Belle. Non c'è alcuna possibilità di uscire in modo decente da questo pasticcio, a meno che non siamo onesti l'uno con l'altro.» Belle esitò. Per lei, il concetto di condividere i problemi e di collaborare a risolverli era puramente teorico. Nella vita reale, la fiducia e la collaborazione erano lussi che non aveva mai potuto permettersi. D'altro canto, i rapitori di Tony non erano spiriti goliardici in vena di scherzi. Jasmine Cresswell
152
Mercanti Di Morte
Doveva accettare che erano degli assassini senza scrupoli. Se Sandro era disposto ad aiutarla a liberare Tony, doveva approfittare della sua offerta... e preoccuparsi più tardi delle conseguenze. «Stavo pensando che se mio padre ha dato il DVD Cronos a Tony e questo a me, allora non capisco i suoi motivi» rispose. «Sono sicura che era sincero quando ha detto che voleva riparare. Le sue ultime parole sono state di rimpianto per il passato.» «Se stai cercando di convincermi che tuo padre rimpiangeva sinceramente molto di ciò che aveva fatto, non ce n'è bisogno. Ho spesso pensato che Marc avesse un atteggiamento ambivalente verso la vita che conduceva. Ma a parte questo, i pentimenti dell'ultimo momento non sono insoliti. Anzi, sono la norma.» «Lo so, ma ecco il mio problema. Ammetto che è possibile che mio padre abbia espresso pentimento solo perché si era reso conto che stava per andare a incontrare il suo Creatore, e che aveva dei pesanti peccati da farsi perdonare. Ma è rimasto lucido quasi sino alla fine, e credo che lo fosse abbastanza da capire le implicazioni di quello che mi stava chiedendo di fare. Deve aver saputo che, denunciando i funzionari che aveva corrotto, avrebbe anche distrutto l'attività di contrabbando della Joubert Corporation.» «Perché dici questo?» chiese Sandro. «Marc Joubert può anche avere fatto della rete Cronos la più efficiente attività di contrabbando della storia americana, ma la Joubert Corporation non può andare avanti, in patria o all'estero, senza che dozzine di funzionari, qui negli Stati Uniti, siano pagati per guardare dell'altra parte.» «Hai ragione» convenne Sandro. «Maledizione! Non posso credere di non averci pensato!» «Allora, abbiamo un dilemma» continuò Belle. «Perché mio padre avrebbe dato a Tony il DVD Cronos... e nello stesso tempo avrebbe dato a me un altro DVD che avrebbe reso inutile il primo? L'uno annullava l'altro.» «Ho una risposta, ma può darsi che tu non voglia sentirla.» «Provaci.» «Okay. La mia ipotesi è che Marc abbia deciso di darti il DVD solo nell'ultimo momento della sua vita. Prova a pensarci. Supponiamo che Marc abbia dato il DVD Cronos a Tony prima del tuo arrivo a Miami. Ma, rivedendoti, tuo padre è sopraffatto dai rimorsi. Torna sulla sua decisione Jasmine Cresswell
153
Mercanti Di Morte
di fare in modo che le operazioni di contrabbando passino alla terza generazione dei Joubert. Sapendo di avere già consegnato il DVD Cronos a Tony, ti dice dove trovare una lista dei funzionari che ha corrotto. Bingo! Tony è bloccato. Più tardi, Tony scopre che cosa Marc ti ha dato, ed è furioso.» «Perché è evidente che nel momento in cui io rendo pubblica la mia lista, la rete Cronos diventa inutile.» «Sì» affermò Sandro. «Immagino che dobbiamo dare per scontato che Tony sarebbe... altamente motivato a farsi consegnare il DVD da te.» Motivato abbastanza da uccidere la sua povera vicina? Belle rabbrividì. Voleva protestare contro le conclusioni di Sandro, ma non poté. Tony era ancora uno studentello dell'università, quando lei era partita per Chicago. I conflitti sulla Joubert Corporation li avevano tenuti separati, dopo di allora, e in realtà lei non poteva sapere che tipo d'uomo fosse diventato. Belle seguì fino in fondo il corso di quei pensieri, per sgradevoli che fossero. Se Tony sapeva che cosa suo padre le aveva chiesto di fare, questo avrebbe spiegato perché era così arrabbiato quando era entrato nello studio di Marc, il giorno del funerale. In un primo tempo, lei aveva pensato che si trattasse di normale gelosia. A pensarci ora, il suo comportamento assumeva un'aria più sinistra. Quanto a come suo fratello avesse scoperto l'esistenza del DVD, non era un mistero. Carole era presente, quando Marc era morto. In quei momenti drammatici Belle aveva concentrato la sua attenzione su suo padre, e non aveva badato molto a lei, ma era possibilissimo che Carole avesse sentito le parole del marito. Marc aveva parlato a bassa voce, e alcune parole erano state quasi incomprensibili, ma dopo una vita passata insieme ogni sfumatura della sua voce doveva esserle familiare. Carole poteva aver ripetuto le ultime parole di Marc al figlio, forse anche nel contesto di qualche discussione sul testamento del marito. E una volta saputo che suo padre aveva chiesto a Belle di cercare un DVD e mettere le cose a posto, era possibile che Tony fosse giunto alle corrette conclusioni circa l'importanza del DVD stesso. Belle non vide ragione per rifiutarsi di ammettere che l'ipotesi di Sandro era logica. «Tony può essersi reso conto di che cosa mio padre mi aveva chiesto di fare» concesse. «E se lo sa, allora è certo abbastanza intelligente da capire che le operazioni di contrabbando della Joubert Corporation sarebbero Jasmine Cresswell
154
Mercanti Di Morte
finite per sempre, nel momento in cui io rendessi pubblico il contenuto del DVD.» L'espressione di Sandro era comprensiva, ma la voce rimase fredda. Ed era una fortuna, poiché Belle rimaneva aggrappata al proprio autocontrollo con un filo molto fragile, e la compassione di Sandro l'avrebbe fatta crollare definitivamente. «C'è un ultimo punto» disse lui. «Se Tony sa che cosa hai ereditato da vostro padre, ha anche tutte le ragioni di inscenare il proprio rapimento. Ti è passato per la mente che questo supposto sequestro potrebbe essere una montatura? Che in realtà non sia mai accaduto?» «Che cosa?» esclamò Belle. «Perché mai Tony avrebbe dovuto inscenare il proprio rapimento? Come puoi insinuare che mi abbia inflitto questa tortura...» Si interruppe bruscamente. Non voleva sentire la risposta di Sandro a quella particolare domanda. Se lei poteva prendere in considerazione la possibilità che Tony fosse coinvolto negli omicidi di Marge Bruno e di Donald Gates, allora non poteva escludere che suo fratello fosse anche disposto a causare qualche ansia pure a lei. Guardò male Sandro, facendo ricorso alla collera per vincere la paura. «Dovevo sapere che avresti concluso che i Joubert sono impegnati in qualcuno dei loro vecchi, disonorevoli trucchi.» «E io dovevo sapere che tu avresti concluso che la polizia perseguita i Joubert senza alcuna ragione.» Sandro le afferrò il polso, costringendola a smettere di camminare avanti e indietro sulla stessa striscia di cemento. «Ascoltami fino in fondo, okay?» «Lasciami il polso» ordinò lei a denti stretti. «Dammi la tua parola che non scapperai. Che resterai qui e ascolterai quello che ho da dire.» «La parola di un Joubert?» ritorse lei, aspra. «Perché dovresti fidartene?» «Non la parola di un Joubert» tenne a precisare Sandro. «La tua.» La rabbia di Belle sfumò. Ancora una volta, Sandro aveva trovato le parole giuste per disarmarla. Fu assalita dai ricordi... ricordi lontani di quando lei e Sandro avevano fatto l'amore nel calore tropicale delle notti della Florida, e dopo erano rimasti stretti l'uno all'altro ascoltando i battiti dei loro cuori mentre chiacchieravano e ridevano, nel piacevole languore dell'appagamento fisico. Il più leggero tocco di un dito sulla pelle nuda bastava a riaccendere fra loro il desiderio, sopito, ma mai estinto. Jasmine Cresswell
155
Mercanti Di Morte
Quei ricordi potevano anche essere ingannevoli e illusori, ma erano troppo forti per ignorarli. Belle guardò Sandro negli occhi e vi vide riflesso il suo stesso, riluttante desiderio. «Non scapperò» promise. «Grazie» ribatté lui con voce roca. Aveva perso la sua tipica aria di freddo distacco. Belle ebbe la netta sensazione di trovarsi sull'orlo di un precipizio e la colpì il sospetto di essersi già spinta troppo oltre per impedire il disastro. In un ultimo sforzo per evitare la caduta, si allontanò da Sandro e indietreggiò fino a quando non urtò contro il muro. Il poco spazio recuperato non sembrava sufficiente a garantire un comportamento sensato. «Che cosa mi stavi dicendo?» chiese. «L'ho dimenticato.» «Non lo ricordo neppure io.» La voce di Sandro si fece più profonda. «Quello che stavo pensando è che sei la donna più bella che abbia mai conosciuto.» Lei fece uno sforzo per rispondere con deliberata ironia. «Modera i complimenti, se vuoi renderli un po' più credibili.» «Okay, che ne dici di questo? Sette anni dopo l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore, mi eccito ancora pensandoci. Il sesso con te è stato il migliore che abbia mai avuto, e voglio che lo facciamo di nuovo. Lo voglio davvero molto, al momento. Qui contro il muro andrebbe benissimo.» La voce di Sandro assunse una sfumatura di ironia. «È più credibile, così?» Lo era, eccome. Quando Donald le diceva quanto gli piaceva fare l'amore con lei, Belle non provava altro che una leggera impazienza. La stessa cosa, detta da Sandro, le faceva tremare le ginocchia. Ragione, istinto di conservazione, buonsenso... tutto si dissolveva in un rovente impeto di desiderio. Ma doveva essere saggia. Anche se avesse potuto concedersi il lusso di credere che Sandro era sincero, la vita di suo fratello era in pericolo. Belle appoggiò le mani aperte alla parete di cemento e vi si premette contro, come se questo avesse potuto rimettere in funzione le sue cellule cerebrali latitanti. «Mio fratello è stato rapito» affermò. «Dobbiamo mantenere la concentrazione.» Sandro avanzò verso di lei, con gli occhi scintillanti di determinazione. Jasmine Cresswell
156
Mercanti Di Morte
«Credimi, in questo momento mi sento molto concentrato.» «Ma concentrato sulla cosa sbagliata!» «Questa non è la cosa sbagliata» le sussurrò lui sulle labbra. «È la cosa più maledettamente giusta che abbia fatto da sette anni a questa parte.» Belle chiuse gli occhi... proprio un bel modo di dimostrare la propria resistenza, pensò, sarcastica. Sandro era sempre stato capace di eccitarla con un semplice bacio, e gli anni non avevano cambiato l'attrazione che c'era fra loro. Resistette al tocco delle sue labbra per ben dieci secondi, prima di stringersi contro di lui e ricambiare il bacio con tutta la passione che era mancata dalla sua vita negli ultimi sette anni. Passò molto tempo prima che si separassero. Sandro indietreggiò, molto serio. «Non è finita fra noi. Per nessuno dei due.» «No» ammise Belle. «Non è finita.» Sandro la baciò di nuovo, con passione, una traccia di rabbia e un sottofondo di dolcezza. Belle capiva la sua rabbia, perché la provava anche lei. E alla passione sarebbe stato facile resistere. Era la dolcezza che la lasciava senza difese. Bisogni che aveva represso troppo a lungo si abbatterono su di lei come un'ondata di marea, distruggendo le difese costruite così accuratamente e lasciando brutalmente esposta la realtà dei suoi sentimenti. Respinse Sandro, pressata dalla disperata necessità di nascondere la verità. Non poteva permettersi di amare Sandro. Non là. Non in quel momento. «È una pazzia...» mormorò. «Non possiamo starcene qui a baciarci mentre forse i rapinatori aspettano di vedermi uscire da quella porta. Dobbiamo pensare a trovare mio fratello.» Sandro non disse nulla, e lei si costrinse a continuare nello stesso tono pratico. «Formuliamo ipotesi da un quarto d'ora, ma non sappiamo se qualcuna di queste è esatta. E mentre noi teorizziamo, la vita di Tony è in pericolo.» Per un momento, parve che Sandro avesse dimenticato chi era Tony. Poi si passò la mano fra i capelli, tornando visibilmente alla realtà. «Hai ragione» concesse, staccandosi da lei con riluttanza. «Dobbiamo trovare un posto dove ci sia un telefono, in modo che i rapitori possano mettersi in contatto con te. Che la richiesta di riscatto sia autentica o meno, abbiamo bisogno di riceverla.» «Non posso credere che mio fratello sarebbe tanto perverso da inscenare Jasmine Cresswell
157
Mercanti Di Morte
il proprio rapimento» insistette Belle. «E se io avessi avvertito mia madre? Deve sapere che esiste questa possibilità.» «Sì, ma può darsi che pensi di non avere scelta, quali che siano le conseguenze.» «Certo che ha scelta...» Sandro scosse la testa. «No, se è deciso a impedirti di rendere pubblico il contenuto del tuo DVD. Tu e Tony siete cresciuti insieme. Ti conosce e sa che non gli consegneresti il DVD volontariamente. Facendolo, non solo tradiresti l'ultimo desiderio di tuo padre, ma andresti anche contro tutto ciò in cui credi. Comunque, sa pure che sei molto attaccata alla famiglia. Conta sul fatto che, ricevendo una richiesta di riscatto, farai tutto il necessario per consegnare il DVD ai supposti rapitori e salvargli la vita.» Belle avrebbe voluto negare le parole di Sandro, ma suonavano tristemente plausibili. Di nuovo esausta, tornò a sedersi sull'ultimo scalino e valutò le sue opzioni. «E se ti sbagli?» chiese. «Che cosa dovrei fare la prossima volta che i rapitori si metteranno in contatto con me? Non posso semplicemente ignorarli. E se davvero Tony fosse loro prigioniero?» «Dovrai agire esattamente come se fossi convinta che il rapimento è autentico. È compito mio fare in modo che quando andrai a consegnare il riscatto tutto sia pronto per l'arresto dei rapitori, di chiunque si tratti e quali che siano i loro motivi.» «Se a questo punto io accetto di tenerti informato, tu puoi assicurarmi che mio fratello non sarà ucciso?» Sandro la guardò negli occhi. «Sai bene che è impossibile.» «Mia madre impazzirà se perderà anche Tony, oltre a mio padre.» «Perciò dovrò darmi molto da fare per assicurarmi che i miei uomini capiscano che Tony deve essere preso vivo. E tu dovrai darti altrettanto da fare per convincere tuo fratello a consegnarsi senza opporre resistenza.» «È più facile a dirsi che a farsi.» Belle si alzò e riprese a camminare avanti e indietro. «Tony non ha esattamente l'abitudine di seguire i miei consigli.» Sandro allungò un braccio per fermarla. «Puoi solo fare del tuo meglio» disse a bassa voce. «Non sei personalmente obbligata a fare ammenda per tre generazioni di Joubert che hanno cercato guai.» Jasmine Cresswell
158
Mercanti Di Morte
«È buffo che tu dica questo. Tony ha detto più o meno la stessa cosa, l'ultima volta che l'ho visto.» La frase terminò con un suono soffocato pericolosamente simile a un singhiozzo. «Tu continua a ripeterti che non sei responsabile per le scelte sbagliate dei tuoi parenti» insistette Sandro. Le sfiorò la guancia con le nocche. «Okay?» Belle respirò a fondo. «Okay.» «Pronta a muoverti?» chiese lui. Lei annuì. «Dobbiamo prendere alcuni accordi pratici. Come ci terremo in contatto? Io non posso farmi vedere con te, in caso qualcuno ti riconosca come un agente del governo. I rapitori... veri o falsi che siano... non mi telefonerebbero mai, in quel caso.» «Dobbiamo decidere qualcosa di ancora più fondamentale» ribatté Sandro. «Sono quasi le dieci. Dove pensi di passare la notte? Ti consiglio di prendere una camera in questo stesso albergo o di andare da tua madre. In questo modo i rapitori non dovrebbero avere difficoltà a trovarti.» Erano solo le dieci? Belle non riusciva a credere che fosse passato così poco tempo da quando aveva salutato Evan all'aeroporto. Si sentiva come se metà della sua vita fosse stata compressa nella settimana trascorsa dalla morte di suo padre. Il suggerimento di andare da sua madre le fece balenare, un po' tardivamente, l'idea che non avrebbe dovuto prendere quelle drammatiche decisioni di vita o di morte riguardanti Tony senza consultare nessuno della famiglia. In teoria, sua madre aveva più diritto di chiunque altro a decidere che cosa si sarebbe dovuto fare per salvare Tony. Ma Carole era ancora così emotivamente fragile, dopo la morte del marito, che Belle poteva immaginare come avrebbe reagito alla notizia che Tony, il suo unico figlio maschio, era stato rapito. Forse era meglio aspettare ancora qualche ora e sperare che Tony venisse liberato prima che Carole fosse informata del sequestro. Marisa però, era fatta di un materiale più resistente della madre. I rapitori avevano avvertito Belle di non dire niente a nessuno, ma non poteva rimanere in silenzio indefinitamente. Forse sarebbe stata una mossa intelligente andare a casa di sua sorella e chiedere aiuto. L'idea le piaceva, Jasmine Cresswell
159
Mercanti Di Morte
e provò un immediato senso di sollievo alla prospettiva di condividere con Marisa il peso delle decisioni da prendere. Sua sorella poteva chiudere deliberatamente gli occhi sul fatto che la Joubert Corporation aveva continuato la sua tradizione di criminalità fino al momento della morte di Marc, ma era intelligente e saggia, per quanto riguardava la vita in generale. Inoltre aveva frequentato Tony assai più di lei, negli ultimi sette anni, e doveva conoscere piuttosto bene il fratello. Avrebbe potuto fornire informazioni sul carattere di Tony che a lei erano sconosciute. «Hai ragione. Bisogna che informi qualcun altro della mia famiglia di quello che sta succedendo» ammise, sentendosi già meglio all'idea di parlare con Marisa. «Ma non mia madre. Non voglio che si preoccupi.» «Tua sorella, allora?» chiese Sandro. Belle annuì. «Sì. Chiamerò Marisa e le spiegherò che Tony è sparito e che ho bisogno di un posto dove passare la notte.» «Dovrò restare con te» l'avvertì Sandro. «Avrai bisogno di me quando i rapitori ti telefoneranno.» Belle non protestò. La verità era che, in quel momento, la prospettiva di avere Sandro vicino le faceva piacere. Dopo ventiquattr'ore di stress praticamente ininterrotto, aveva quasi esaurito le energie, e la presenza di Sandro gliele rinnovava. Avrebbe riflettuto più tardi sulle implicazioni di quel fatto... quando non fosse più stata così in ansia per Tony. «Marisa ed Evan hanno una bambinaia in casa, perciò forse non dispongono di una camera per gli ospiti» osservò. «Ma devono avere un paio di divani su cui possiamo riposare un po'.» «Bene. Nessuno di noi due dormirà molto, immagino. E, con un po' di fortuna, i rapitori non tarderanno molto a telefonare, quando sarai arrivata da tua sorella.» «Lo spero. Oh, Dio, lo spero proprio.» «Dammi l'indirizzo.» Sandro le prese il viso fra le mani. «Mi fido che tu vada davvero dove hai detto, Belle. Sono uno stupido?» «No.» Lei frugò nella borsa, grata di avere una scusa per distogliere lo sguardo. «Ho l'agenda degli indirizzi qui, da qualche parte. Ecco... 354 King Palm Drive. E questo è il numero di telefono.» Sandro copiò indirizzo e numero in un piccolo taccuino. «Ecco il piano» disse. «Va' fuori e usa un telefono pubblico per chiamare tua sorella. Non cercare di nasconderti. Quando avrai avvertito Jasmine Cresswell
160
Mercanti Di Morte
Marisa del nostro arrivo, chiedi al portiere di chiamarti un taxi. Assicurati di dirgli che vai a Boca Raton. Quando il taxi arriva, dagli l'indirizzo di tua sorella prima di salire. In questo modo, se i rapitori di Tony ti tengono d'occhio, avranno tre possibilità di sentire esattamente dove stai andando.» «E tu?» «Io ho una macchina di servizio» rispose Sandro. «Non appena ti vedrò salire sul taxi, andrò da tua sorella. Ci vorranno almeno quaranta minuti per arrivare a Boca Raton... abbastanza perché possa chiamare il mio capo e avvertirlo di tenere pronti degli agenti, in modo che possano muoversi rapidamente, quando avrai notizie dai rapitori. Una volta che tu sarai scesa dal taxi a casa di tua sorella, io farò il giro dell'isolato per controllare chi e che cosa potrebbe starti alle costole. Poi posteggerò a una certa distanza e verrò da tua sorella a piedi. Non voglio entrare dalla porta principale, in caso sia sorvegliata, perciò troverò quella posteriore. Dovrei essere là non più di un quarto d'ora o venti minuti dopo di te.» Belle tese la mano. «Ho bisogno del DVD, Sandro.» «Non posso dartelo.» L'espressione di Belle doveva rivelare quanto si sentiva tradita, perché lui si affrettò a continuare: «Non è che non mi fidi di te. Tengo io il DVD perché è più probabile che i rapitori riescano a ingannare te piuttosto che il sottoscritto. Tony non è mio fratello, perciò, in una situazione. d'emergenza, è più facile per me pensare con il cervello, anziché con il cuore. Inoltre, io sono stato addestrato per questo». Al momento, Belle sospettava che Tony avesse un disperato bisogno di qualcuno disposto a concedergli il beneficio del dubbio. Ma Sandro aveva accettato di comportarsi come se il rapimento fosse autentico fino a quando non fossero stati sicuri del contrario, e niente, nel suo piano, lasciava pensare che fosse disposto a mettere a rischio la vita di Tony per recuperare il DVD Cronos. Doveva accontentarsi di questo. «Sandro...» «Sì?» «Grazie per quello che stai facendo.» «Non c'è di che.» Sandro le sfiorò le labbra con le dita ed esitò un momento prima di avvertirla. «Non contare su di me, Belle. Quando si arriverà al dunque, tu vorrai salvare tuo fratello, e io vorrò recuperare il DVD Cronos e arrestare i cattivi.» Perversamente, lei fu più rassicurata dal suo avvertimento di quanto lo Jasmine Cresswell
161
Mercanti Di Morte
sarebbe stata se le avesse giurato che poteva contare su di lui fino in fondo. Belle era troppo abituata alle lealtà ambigue e alle false promesse. Sua padre era stata un maestro delle promesse sorridenti, fatte con charme ma infrante quasi prima che le parole si dissolvessero nell'etere. Il conflitto fra lealtà, dovere e amore a volte era così intollerabile che un avvertimento sincero era il massimo che una persona onesta fosse in grado di dare. «Be', immagino che sia meglio che mi muova.» Belle si rese conto che stava guardando Sandro, chiedendosi perché non la baciasse di nuovo. Si irritò immediatamente con se stessa, rimproverandosi di sprecare tempo ed energie in qualcosa di così irrilevante, quando la vita di suo fratello era in pericolo. «Sì, è meglio che tu vada. Anche se l'assassinio di Donald Gates non rientrava nei piani, ormai i rapitori dovrebbero essersi riorganizzati.» Belle andò alla porta, frugando nella borsa alla ricerca delle monete per telefonare. Voleva chiedere se c'era qualche speranza che Tony evitasse la prigione, se fosse scampato al rapimento, ma sospettava di conoscere già la risposta... e non voleva sentirla da Sandro. Perciò, preferì rimanere in silenzio. Sandro tenne aperta per lei la pesante porta antincendio. All'ultimo momento chinò la testa e la baciò lievemente sulle labbra. «Buona fortuna...» mormorò. «Ci vediamo a casa di Marisa.» CAPITOLO 15 «Entra, entra» disse Marisa aprendo la porta e tirando dentro Belle. «Hai fatto presto. Santo cielo, sembri esausta, e la cosa non mi stupisce di certo. Non posso credere che tu abbia perso l'aereo. Che cosa è successo? Evan dice che siete arrivati all'aeroporto con molto anticipo. Per caso il volo è stato cancellato?» Marisa sembrava molto dispiaciuta per la sorella. Era anche bella da togliere il fiato. Si era cambiata, tornando a casa dal ristorante, e ora assomigliava a una visione uscita da un film degli anni Trenta, in vestaglia di raso bianco con le maniche aderenti lunghe fino al polso, in contrasto con una scollatura abbastanza profonda da essere provocante. Portava perfino delle pantofole con il tacco alto, decorate con candide piume di cigno. L'illusione di un intimo glamour domestico era perfetta. Di fronte all'eleganza della sorella, Belle si rese conto di essere non solo Jasmine Cresswell
162
Mercanti Di Morte
esausta, ma anche sudata e sporca. Indossava gli stessi abiti che si era messa alle cinque di quella mattina. Avevano l'aria di essere stati utilizzati per un test destinato a stabilire fino a che punto un tessuto potesse stropicciarsi, e le si incollavano alla pelle in tutti i punti sbagliati. «Hai detto che avevi qualcosa di molto importante da discutere con me» continuò Marisa, introducendola in una cucina vivamente illuminata, con piani di lavoro immacolati e un lucente pavimento di piastrelle. Aprì il frigorifero e tirò fuori una caraffa di cristallo col coperchio d'argento... una versione molto più lussuosa di quella di plastica che Belle teneva nel suo. «Qualcosa da bere?» chiese, mostrandole la caraffa. «E succo di frutta mista, per la maggior parte uva e mela. L'ho preparato io. Oppure ho del tè freddo.» «Il succo andrà benissimo.» Belle si sentiva così sporca che quasi non osava sedersi al tavolo. «E vero, Marisa, ho bisogno di parlarti. Ho un problema...» «Certo... spero di poterti aiutare. Vuoi uscire nel patio? Preferisco sempre sottrarmi all'aria condizionata, a quest'ora della sera.» Il loro dialogo stava assumendo i toni surreali di una conversazione mondana. Belle si rese conto che nel suo tentativo di evitare di allarmare la sorella, quando aveva telefonato, aveva finito per non farle capire affatto l'urgenza della situazione. Era evidente che Marisa non aveva la più pallida idea che fosse portatrice di cattive notizie. Mentre dibatteva fra sé se era il caso di informarla senza altri indugi che Tony era stato rapito o di tergiversare cercando di attutire il colpo, i pensieri di Belle furono interrotti da un suono acuto che sembrava venire da dietro di lei, seguito da un colpo di tosse e da uno strano lamento. Sobbalzò, guardandosi alle spalle. «Diamine, mi sono spaventata...» mormorò imbarazzata, quando capì che si trattava di un baby monitor. «Spero che il mio arrivo non abbia svegliato Spencer.» «Oh no. E irrequieto e dorme poco, ultimamente, Sta mettendo i denti e ha qualche linea di febbre.» Marisa posò la caraffa sul tavolo e corse verso le scale. «Devo andare da lui prima che si metta a piangere sul serio. Torno subito. Serviti da sola, vuoi?» Belle l'afferrò per il braccio mentre le passava accanto. «Aspetta, Rizzie.» Il nomignolo dell'infanzia le sfuggì inavvertitamente. «Prima devo darti una cattiva notizia. Mi dispiace, ma non so come Jasmine Cresswell
163
Mercanti Di Morte
mitigarla. Tony è stato rapito.» Marisa si fermò di colpo, poi si voltò, con gli occhi spalancati per lo shock. «Rapito?» ripeté, come se non avesse mai sentito la parola e non ne capisse il significato. «Tony?» Il baby monitor squillò di nuovo, e lei si rimise subito in moto. «Scusa, devo andare» disse, correndo su per la scala. «Si arrabbia se lo si lascia solo.» Belle guardò la sorella allontanarsi, corrugando le sopracciglia. Marisa sembrava nervosa, quella sera, e la sua reazione alla notizia del rapimento di Tony era stata... strana. Si versò un bicchiere di succo e rimise la caraffa in frigorifero, sperando di avere scelto il punto giusto. I ripiani erano in perfetto ordine, con i contenitori più alti dietro, in modo che tutto fosse chiaramente visibile, e non c'erano avanzi non identificati, poiché ogni contenitore era etichettato con meticolosa cura. Belle non sapeva se essere ammirata o inorridita. La loro madre era una cuoca fantastica ma una massaia disastrosa, che non riusciva a tenere la casa in ordine nonostante una domestica fissa e un'impresa di pulizie che, due volte alla settimana, si incaricava di vetri e pavimenti. Marisa, a quanto pareva, soffriva di una reazione eccessiva all'atteggiamento disinvolto della madre verso l'organizzazione domestica. Guardandosi attorno, Belle notò che l'intera cucina era ordinata quanto il frigorifero, e che tutto l'ambiente sembrava predisposto per un servizio fotografico di House Beautiful. Lei si considerava una persona ordinata, ma odiava pensare a tutto il tempo e a tutta la fatica che doveva sprecare Marisa per tenere la casa così immacolata. E quanto doveva essere triste per Spencer. Sperava che ci fosse almeno una stanza in cui il povero bambino potesse giocare e lasciare le cose in giro a suo piacimento. Ricordò improvvisamente Horatio, il cucciolo. Dov'era? Non c'era traccia di lui da nessuna parte. Niente scodella dell'acqua, niente coperta, niente giocattoli. Evan scese mentre Belle portava il suo drink nel portico. «Marisa mi ha appena dato la terribile notizia su Tony» disse, aprendo le porte scorrevoli per lei. «Gesù, Belle, è terribile. Spiegami che cosa è successo e che riscatto chiedono i sequestratori. A proposito, come si sono messi in contatto con te? A quest'ora dovresti essere su un aereo in volo per Chicago.» «Mi hanno contattata mentre ero al ristorante.» «Che cosa?» Evan sembrava sbalordito e seccato nello stesso tempo. «Belle, non Jasmine Cresswell
164
Mercanti Di Morte
posso credere che tu non lo abbia detto a nessuno! Che mi abbia lasciato recitare tutta la farsa di portarti all'aeroporto, senza dirmi una parola su Tony! Per l'amor del cielo, perché non mi hai chiesto aiuto? Ho qualche esperienza in questo genere di cose, sai. Quando si hanno degli interessi in Estremo Oriente, come me, si deve essere preparati al peggio. Ho perfino partecipato a un seminario su come gli uomini d'affari americani possono minimizzare il rischio di essere rapiti e di dover consegnare come riscatto le loro società.» «Mi spiace di averti tenuto all'oscuro» mormorò Belle in tono di scusa. «So che devi avere una quantità di utili consigli da darmi. È per questo che adesso sono qui. Desideravo disperatamente raccontare la verità a tutti, quando eravamo al ristorante, ma i rapitori mi avevano ordinato di non parlare con nessuno, o avrebbero ucciso Tony.» «Ma certo che te l'hanno ordinato! Che cosa ti aspettavi? Che ti consigliassero di chiamare l'FBI?» Evan respirò a fondo e si sedette al tavolo, di fronte a Belle. «Scusami tanto, non è proprio il caso di fare del sarcasmo. Immagino di essere ancora sotto shock. Non fare quella faccia così desolata, Belle. Sono sicuro che hai fatto del tuo meglio in una situazione peraltro molto difficile.» «Ci ho provato. Ma il fatto è che Tony è ancora nelle mani dei rapitori, perciò il mio meglio non è bastato. Mi dispiace approfittare di te e Marisa, ma non sapevo a chi altri rivolgermi. Non volevo coinvolgere la mamma in questo pasticcio. E già così provata per la morte di papà, che temevo che sarebbe crollata del tutto, sapendo che Tony era stato rapito.» «Hai ragione. Anche se Carole non ci perdonerà mai se succederà qualcosa a suo figlio e scoprirà che non l'abbiamo informata. Come diavolo potremmo giustificare il nostro comportamento se non riuscissimo a concordare un riscatto e i rapitori lasciassero il cadavere di Tony davanti alla sua porta?» Evan si interruppe bruscamente, arrossendo per l'imbarazzo quando si rese conto di ciò che aveva detto. «Scusami tanto...» borbottò. «Manco proprio di tatto.» Belle notò che non si scusava per aver ipotizzato che Tony poteva essere ucciso, ma solo per averlo detto ad alta voce. «Non devi scusarti per essere stato onesto con me, Evan. Ho bisogno di sapere che cosa pensi veramente. Quindi, mi consigli di dire alla mamma quello che sta succedendo? Devo anche sentire l'opinione di Marisa...» «Mmh... ora che me lo chiedi direttamente, è una scelta difficile» Jasmine Cresswell
165
Mercanti Di Morte
ammise Evan con una smorfia. «È molto più facile criticare che prendere decisioni, vero? Direi che se riusciamo a riavere Tony sano e salvo, la risposta è no. Non c'è ragione di allarmare Carole, se tutto andrà a finire bene.» Doveva parlare forte, perché le voci di Spencer che piangeva e di Marisa che cercava di calmarlo uscivano a tutto volume dal baby monitor, attraverso le porte aperte del patio. Poi, si sentì una voce sommessa, gradevole, dall'accento britannico, che si offriva di tenere il bambino se Marisa voleva raggiungere la sorella e il marito dabbasso. Doveva essere la bambinaia, pensò Belle. Anita qualcosa. Marisa rifiutò l'offerta di Anita, ma piuttosto timidamente. Evan si alzò e chiuse le porte scorrevoli. Le voci provenienti dal baby monitor divennero un mormorio quasi impercettibile, e lui tornò a sedersi. «Così va meglio. Non so che cosa stia succedendo a Spencer, da un paio di settimane a questa parte. Marisa lo adora, ma è troppo ansiosa. Continuo a ripeterle che i bambini sani come Spencer non sono fragili. Non succede niente se non corre subito da lui non appena si mette a piangere.» «Be', ha sofferto parecchio prima di avere Spencer, e questo deve renderglielo ancora più prezioso» osservò Belle. «Vuole solo essere certa di fare tutto nel modo più giusto. Se avrete un altro bambino, immagino che sarà molto più sicura di sé.» «Non sono certo che riuscirebbe a cavarsela con due bambini, anche ammesso che potesse portare a termine un'altra gravidanza. Si lamenta già che le giornate non sono abbastanza lunghe per tutto quello che ha da fare.» «Imparerà presto a cavarsela. Marisa era una delle ragazze più efficienti che abbia mai conosciuto, da adolescente, e queste caratteristiche della personalità non cambiano col passare del tempo.» Belle alzò gli occhi, vedendo la sorella entrare nel patio. «Ehi, hai fatto presto. Spencer si è riaddormentato?» Marisa scosse la testa. «È ancora sveglio, l'ho lasciato con Anita.» «Lei è d'accordo?» chiese Evan. «Questa dovrebbe essere la sua serata libera.» «Non c'è problema. Anzi, è venuta quasi prima che potessi prenderlo in braccio.» «Siamo davvero fortunati ad avere Anita» commentò Evan, offrendo una Jasmine Cresswell
166
Mercanti Di Morte
sedia alla moglie. «Non solo si occupa meravigliosamente di Spencer, ma è anche una persona socievole e di poche pretese. E le piace vivere in Florida, grazie al cielo, perciò non dobbiamo preoccuparci che le venga la nostalgia di casa e torni di corsa in Inghilterra.» «Dimmi di Tony» chiese Marisa rivolgendosi a Belle, non appena Evan ebbe finito di parlare. «Quasi non ho capito, quando hai detto che era stato rapito. Mentre ero con Spencer continuavo a pensare alle tue parole, ma l'idea di un rapimento non mi sembrava reale. E impossibile. Come può essere stato rapito? L'ho visto appena ieri.» Sembrava che stesse per piangere, e a quel punto Evan le passò un braccio attorno alle spalle. «Devi essere forte» le raccomandò. «Tuo fratello avrà bisogno che tu tenga la testa a posto e agisca in modo intelligente. E che tutti noi facciamo altrettanto. Puoi farcela, Marisa? Per amore di Tony?» Lei respirò a fondo. «Certo che posso farcela» affermò, anche se Belle poteva vedere che doveva faticare non poco per conservare il controllo. «Quanto vogliono i rapitori come riscatto?» chiese di nuovo rivolgendosi ancora alla sorella. «E perché si sono rivolti a te, anziché alla mamma? Hai parlato con loro? Quando è stato rapito Tony? Come...» «Aspetta!» la interruppe Belle. «Lasciami rispondere a una domanda alla volta.» «Calmati, Marisa. Da' a tua sorella la possibilità di parlare» disse Evan gentilmente. «Okay, Belle, comincia da quando e come hai saputo che Tony era stato rapito. Finché non capiremo che cosa è successo, non potremo prendere alcuna decisione sensata sul da farsi.» «I rapitori mi hanno contattata mentre ero al ristorante» spiegò Belle. «Ti ricordi, Rizzie, quando sei venuta ai servizi per chiedermi perché ci mettevo tanto? Ero sotto shock, immagino. Un cameriere mi aveva appena passato un biglietto che mi chiedeva di telefonare a un certo numero.» «I rapitori sono riusciti a trovarti al ristorante?» chiese Marisa per l'ennesima volta, stupita. «Ma come sapevano che eri là? Abbiamo preso quegli accordi solo all'ultimo momento. Sono telepatici o che cosa?» «Non so come l'abbiano scoperto...» «Mio Dio, dovevano sorvegliarci» mormorò Marisa. «Mi dà i brividi pensare che erano proprio là, nel ristorante...» «Stiamo divagando» osservò Evan. «So che è difficile, Marisa, ma devi Jasmine Cresswell
167
Mercanti Di Morte
cercare di non interrompere Belle. Dobbiamo sapere che cosa è successo, non quanto è orribile.» «Scusami...» mormorò Marisa. Era così turbata che tremava visibilmente. Evan le passò gentilmente la mano sul braccio e intrecciò le dita alle sue. Belle fu sollevata nel vedere che quel gesto pareva aver calmato la sorella. «Stavi spiegando che in qualche modo i rapitori ti hanno trovata e ti hanno passato un biglietto» disse Evan a Belle. «Che cosa c'era scritto, di preciso? Lo hai ancora, a proposito?» «Sì... per quello che vale.» Belle allargò sul tavolo il foglietto accartocciato, in modo che gli altri due potessero leggerlo. «Ma questo non è dei rapitori!» esclamò Marisa, spingendo il biglietto verso Evan perché lo vedesse anche lui. «È di Tony. Sei sicura che sia stato rapito? Non è quello che c'è scritto qui. Ti chiede solo di contattarlo.» «Lo so. Ma quando ho chiamato quel numero, mi ha risposto un uomo che mi ha detto che tenevano prigioniero Tony e che se volevo liberarlo dovevo andare al Tropicana Hotel prima delle nove. Ha promesso che avrebbero rilasciato Tony in cambio del DVD.» «Un dischetto?» chiese Evan. «Niente denaro? Che strano. Un semplice DVD?» Belle annuì. «Sì, loro volevano un DVD che mio padre, prima di morire, mi ha spiegato come trovare nel suo studio.» «Deve contenere dei programmi di altissimo valore, perché quella gente si prenda tanto disturbo» commentò Evan. «Di che si tratta? Qualche tecnologia militare?» «Per la verità, non contiene affatto dettagli del genere» rispose Belle. «È un DVD su cui mio padre ha registrato dettagliate informazioni su tutte le persone che ha corrotto per evitare indagini sulla Joubert Corporation.» «Ma a chi può servire? E come hanno fatto i rapitori a sapere che lo avevi tu?» chiese Evan. Marisa emise un piccolo suono di protesta e lui la guardò con aria colpevole. «Okay, non c'è bisogno che tu me lo dica. Mi comporto proprio come te... faccio domande a cui Belle non può assolutamente rispondere.» «Non capisco perché i rapitori non hanno chiesto denaro» osservò Marisa. «Perché vogliono uno stupido DVD, qualunque cosa contenga? Papà ha condotto esclusivamente operazioni legittime per gli ultimi cinque Jasmine Cresswell
168
Mercanti Di Morte
anni, quindi le informazioni devono essere piuttosto datate. Perché qualcuno dovrebbe ritenere una vecchia lista così importante da rapire Tony?» «Tuo padre ci ha detto che le sue operazioni erano legali» puntualizzò Evan, precedendo Belle. «Ma come possiamo sapere se era la verità? Nessuno di noi due è coinvolto nella direzione dell'azienda, perciò si tratta solo di sentito dire.» Marisa appariva sempre più ansiosa e, mentre parlava, Evan le passava la mano sul braccio per calmarla. «Pensaci, cara. Probabilmente su quel DVD ci sono i nomi di molte persone importanti. Chiunque di loro può essere disposto a ricorrere a misure estreme per salvare la carriera e la reputazione dalla rovina.» Marisa chinò la testa. «Non posso credere di non essermi accorta di nulla, mentre tu dovevi affrontare tutto questo» mormorò rivolgendosi a Belle. «Mi dispiace di essere stata così poco perspicace... e così poco utile. Ero preoccupata per la mamma, e non prestavo attenzione a nessun altro, immagino.» «Non sei stata poco osservatrice. Sono io che ho fatto del mio meglio per sembrare normale, proprio perché tu non notassi che qualcosa non andava. I rapitori mi avevano avvertita che se avessi parlato dell'accaduto, o portato qualcuno con me all'albergo, avrebbero ucciso Tony.» Marisa si liberò della mano di Evan. Respinse la sedia e si alzò, nervosamente. Belle sentì avvicinarsi un saggio del tipico gusto dei Joubert per il melodramma. «Non sopporto di starmene seduta qui a chiacchierare!» esclamò Marisa. «Dovremmo fare qualcosa. Tony è in una situazione terribile, lo sento. Ho sempre avuto una capacità quasi telepatica di individuare i guai... lo sai, Belle. Dobbiamo agire adesso, prima che succeda qualcosa di orribile.» Belle represse un sospiro e si trattenne dal sottolineare che non c'era bisogno di poteri telepatici per concludere che un uomo in mano a dei sequestratori era nei guai. «Tutti vogliamo fare qualcosa» osservò Evan pazientemente. «Ma prima di poter prendere dei provvedimenti utili dobbiamo conoscere i fatti. Belle non ci ha ancora detto che cosa è successo all'albergo, che cosa è andato storto quando ha cercato di consegnare il riscatto per Tony.» La sua calma logica parve rassicurare Marisa, almeno un po'. Smise di camminare avanti e indietro e si appoggiò a una colonna del patio, facendo a pezzi un tovagliolo di carta. «Evan ha ragione» riconobbe. «Raccontaci il Jasmine Cresswell
169
Mercanti Di Morte
resto, Belle.» «Dopo che Evan mi ha lasciata all'aeroporto, sono tornata indietro e sono andata all'albergo. I rapitori mi avevano detto che mi avrebbero aspettato nella camera 823, ma quando ci sono arrivata, la porta era socchiusa e l'appartamento vuoto.» «Hanno lasciato qualche indizio su chi può averlo occupato?» chiese Evan. «Assolutamente nessuno. L'appartamento era stato ripulito. C'erano degli asciugamani umidi sul pavimento del bagno, e penso che possano averli usati per cancellare le impronte. I mobili sembravano spolverati di recente. Forse un esame minuzioso da parte della polizia potrebbe rivelare qualcosa di utile, ma per me non c'era modo di stabilire chi fosse stato là e per quanto tempo, solo guardandomi intorno.» «Perciò, siamo alla mercé dei rapitori» concluse Marisa. «Non possiamo cercarli, quindi non abbiamo altra scelta che aspettare che ci contattino. Magnifico.» «È vero che non sappiamo niente di loro. Tranne...» Belle respirò a fondo. «Tranne che l'appartamento non era proprio vuoto. Ho... ho trovato un cadavere sul pavimento. Era un uomo che conoscevo. Si chiamava Donald Gates.» Evan sembrava troppo sbalordito per parlare. «Oh no!» esclamò Marisa. «Tutto questo... tutto questo non fa che peggiorare di minuto in minuto. Che cosa hai fatto?» «Sono rimasta ferma fino a quando non sono stata sicura di non vomitare» rispose Belle, asciutta. «Poi ho girato sui tacchi e me la sono filata dalla stanza.» «Come conoscevi questo Donald Gates?» chiese Evan, ritrovando la voce. «Donald e io ci frequentavamo da un po' di tempo» rispose Belle. «Viveva a Chicago, non molto lontano da me, perciò sono rimasta davvero sbalordita di trovarlo morto in una stanza d'albergo di Miami. Voglio dire, che cosa ci faceva là?» Si massaggiò la fronte, dove il mal di testa cominciava a pulsare ferocemente. «Era coinvolto nel rapimento? Ma questa è una domanda stupida. Doveva essere coinvolto, altrimenti non sarebbe stato là, morto sul pavimento.» «Ma se era in combutta con i rapitori, allora perché usciva con te?» chiese Evan. «Non può essere una coincidenza.» Jasmine Cresswell
170
Mercanti Di Morte
Era umiliante, ma Belle ammise la verità. «Sapeva che papà era ricco. Credo che abbia pensato che lo sarei stata anch'io, un giorno, e voleva il mio denaro.» Gli occhi di Marisa scintillarono di lacrime, facendola somigliare ancora di più alla protagonista di un film sentimentale. «Mi dispiace» mormorò, asciugandosi gli occhi. «Tu sei quella che ha subito tutto questo, e io piango.» «Credimi, avrei già pianto a dirotto a quest'ora, se non fossi stava così occupata a non cedere al panico» le assicurò Belle. «Finalmente tutto comincia a sembrarmi reale.» Marisa prese un altro tovagliolo di carta dal tavolo del patio e si soffiò il naso. «Io devo accettare che il mio adorato fratello è stato rapito da gente disposta a uccidere...» Non poté finire la frase. Fu Evan a rompere il silenzio che seguì. «Hai informato le autorità del ritrovamento del corpo di Donald?» chiese a Belle. «No» rispose lei, e. troncò subito le proteste di Evan aggiungendo: «Non potevo correre il rischio. Avevo frequentato Donald per parecchio tempo e non potevo giustificare la mia presenza in quell'appartamento. O almeno non c'era nessuna spiegazione che fossi disposta a dare alla polizia. Temevo che mi portassero dentro per interrogarmi. E in quel caso i rapitori non avrebbero più potuto raggiungermi». «Hai fatto bene» convenne Evan. «Hai tenuto la testa a posto in una situazione difficile, Belle.» «Grazie, ma sembra che non sia servito a molto. Nessuno mi ha chiamata con una nuova richiesta di riscatto.» «Dagli tempo. I rapitori devono rintracciarti.» «Il nostro numero di telefono non è sull'elenco» disse Marisa ansiosamente. «Hanno trovato Belle in un ristorante di Miami, come hai fatto notare tu stessa. Non credo che un numero di telefono che non figura sull'elenco possa fermarli» obiettò Evan. «Denunceremo l'accaduto all'FBI?» chiese Marisa. «Come credi che reagirebbe tua madre?» chiese Evan. «Certo, l'FBI ha risorse che noi non abbiamo. D'altro canto, una volta chiamati, insisteranno per fare tutto secondo le regole. Le loro regole, non le nostre.» Per ragioni che si era rifiutata decisamente di esaminare troppo da Jasmine Cresswell
171
Mercanti Di Morte
vicino, Belle era riuscita a raccontare gli avvenimenti della giornata senza accennare a Sandro Marchese. Ma adesso era venuto il momento. Non poteva più evitare di nominarlo. «Per la verità, la polizia è già coinvolta. Ma non si tratta dell'FBI. Sono gli agenti del fisco.» «Il fisco?» Marisa era abbastanza una Joubert per spaventarsi solo a sentire la parola. «Belle, per l'amor del cielo, perché hai coinvolto il fisco? Sai che quella gente non alzerebbe un dito per liberare Tony. Probabilmente pensano che merita tutto quello che può capitargli.» «Non ho avuto molta scelta» rispose Belle. «Purtroppo, sembra che il fisco tenesse sotto sorveglianza la Joubert Corporation. Hanno intercettato la telefonata che ho fatto a Tony la notte scorsa, e quando sono arrivata a Miami mi hanno seguita. Quando sono uscita da quella camera, all'albergo, c'era Sandro Marchese ad aspettarmi.» «Sandro Marchese?» chiese Evan, perplesso. «È un agente del fisco» spiegò Belle. «Lo conosco da molto tempo.» Aspettò che Marisa intervenisse con qualche drammatico commento su Sandro, ma per fortuna sua sorella rimase in silenzio. «Sto diventando come Marisa» riconobbe Evan. «Ma ho una brutta sensazione su questa faccenda. Che cosa non ci hai ancora detto, Belle? Che cosa ha in mente di fare Sandro Marchese?» «Niente che non faremmo anche noi.» «Mi sembra improbabile.» «Be', potrai chiederglielo personalmente. Dovrebbe essere qui da un momento all'altro. Vuole... ecco, vuole passare la notte qui in modo da tenere sotto controllo qualunque telefonata dei rapitori.» «Viene qui? Sei impazzita?» Marisa era impallidita. «Belle, devi mandarlo via. Non appena i rapitori si accorgeranno che collaboriamo con un agente del governo, si infurieranno. Santo cielo, vuoi far uccidere Tony?» «Non posso liberarmi di Sandro» dichiarò Belle, fredda. «Ma certo che puoi» scattò Marisa. «No, non può» affermò Sandro, comparso dal nulla. «Ho io il DVD che i rapitori vogliono come riscatto. L'ho preso a Belle in albergo.» CAPITOLO 16
Jasmine Cresswell
172
Mercanti Di Morte
A mezzanotte stavano ancora aspettando la telefonata dei rapitori. Il tempo trascorso dall'arrivo di Sandro era passato con angosciosa lentezza, in un'atmosfera insopportabilmente tesa. Sandro era stato cortese ma implacabile nella sua determinazione di rimanere al fianco di Belle sino alla liberazione di Tony, e alla fine Marisa si era chiusa in un silenzio ostile, accettando la sua presenza solo perché non poteva impedirla. Né la sua carriera a New York né il fatto di avere sposato un fabbricante di giocattoli sembravano aver avuto ragione dell'atavico odio dei Joubert contro chiunque avesse a che fare con il fisco. Sulle prime, Evan non era stato più tollerante di lei nei confronti di Sandro, ma a mano a mano che il tempo passava e i rapitori non si facevano vivi, parve contento di avere un altro uomo con cui condividere l'attesa. Giocarono a scacchi e riuscirono a concentrarsi abbastanza da finire la partita, il che era più di quanto Belle o Marisa sarebbero state capaci di fare. Marisa non si era mossa dal suo posto accanto al telefono. Sedeva sull'orlo della poltrona, con la mano sul ricevitore, pronta a sollevarlo al primo squillo. Aveva già squillato una volta, e i nervi di Belle avevano rischiato di saltare... ma a chiamare era stata un'amica di Marisa, e sua sorella aveva riattaccato spiegando seccamente che lei ed Evan non erano liberi di parlare. Quella telefonata prosciugò gli ultimi residui di energia di Belle. Si ritirò in un angolo del soggiorno e riempì i minuti lunghi come secoli sfogliando le pagine di diverse riviste patinate che trovò su un carrello vicino alla poltrona. Quando il pendolo dell'ingresso finì di battere la mezzanotte, Sandro le si avvicinò e le tolse di mano una copia di Bon Appétit. «È ora di riposare un po'» le disse. «Hai letto la stessa pagina tanto a lungo da sapere a memoria come preparare un banchetto nuziale per duecento invitati.» Belle guardò la rivista e vide che era rimasta a fissare la fotografia di una torta nuziale a molti piani. Non si mosse, perché il solo segnale in grado di riscuoterla, a quel punto, sarebbe stato lo squillo del telefono. Sandro le ravviò una ciocca di capelli dagli occhi e gliela avvolse delicatamente dietro l'orecchio. «Va' a fare una doccia» disse a bassa voce, tirandola in piedi. «So che è inutile chiederti di dormire, ma sembri sull'orlo dello sfinimento, e hai bisogno di fare qualcosa.» Jasmine Cresswell
173
Mercanti Di Morte
Lei ricordò che mille anni prima, quando era arrivata lì, si era sentita sporca e in disordine, ma ormai aveva superato da tempo quel tipo di preoccupazioni. «Non posso fare la doccia» affermò, irritata che Sandro avesse pensato di darle un consiglio così sciocco. «E se i rapitori chiamassero...» «Allora uno di noi busserà alla porta per avvertirti. O Marisa ti porterà il telefono. Avanti, Belle, crollerai se non fai qualcosa che ti aiuti a rilassarti.» «Ha ragione, sai.» Evan si avvicinò. «Non serve a niente che ce ne stiamo tutti seduti qui, fingendo di non essere esausti per questa attesa. Intendo persuadere Marisa a venire a letto.» Andò a togliere la mano della moglie dal telefono, proprio come Sandro aveva preso la rivista a Belle. «Vieni, cara. Tua sorella vuole fare una doccia e ha bisogno di qualcosa di pulito da mettersi.» «Come?» Marisa fissò il marito come se non capisse. «Belle ha bisogno di un cambio d'abiti. Puoi trovarle qualcosa di comodo da mettersi?» «Oh... certo. Scusa, Belle. Avrei dovuto pensarci.» Marisa si alzò in piedi, ma non si mosse verso le scale. «Salgo con te» annunciò Evan. «Immagino che non ci sia speranza di dormire, ma abbiamo bisogno di sdraiarci per un paio d'ore. Io ce l'ho, almeno. Comincio a sentirmi più uno zombie che una persona.» «Non potrei dormire» affermò Marisa con convinzione. «Forse no» convenne Evan. «Ma non saremo di alcuna utilità a Tony restando in piedi fino a essere troppo esausti per pensare con un minimo di lucidità.» La toccò gentilmente sul braccio. «Vieni a letto, cara.» «Credo di essere un po' stanca...» Marisa si rivolse a Belle. «Ti porto subito qualcosa da metterti.» «Grazie.» Belle sbadigliò, il che era all'incirca il massimo di attività che aveva esercitato nell'ultima mezz'ora. Abbracciò la sorella. «Cerca di riposare, Rizzie, anche se non riuscirai a dormire. È seccante quando gli uomini hanno ragione, ma stavolta è così.» «Tenterò.» Marisa cercò di sorridere. «In questo momento sono così tesa che non so se voglio buttarmi sul letto o correre dieci volte attorno all'isolato.» Anita scese le scale giusto mentre Marisa ed Evan si preparavano a Jasmine Cresswell
174
Mercanti Di Morte
salirle. Portava in braccio Horatio, come aveva fatto due ore prima, quando era scesa a fare la conoscenza di Belle e Sandro. Indossava una tuta da jogging e si era struccata per prepararsi ad andare a letto. Belle aveva trovato Anita piuttosto insignificante, quando l'aveva vista in un elegante abito di lino, ma senza trucco e vestita in modo informale stava molto meglio, anzi, appariva perfino sexy. «Porto fuori il cane ancora una volta» annunciò. «Grazie.» Marisa avrebbe proseguito su per le scale, ma Evan si fermò a parlare con la bambinaia. «Spero che il cucciolo non ti abbia svegliata, Anita. Ti ruba davvero troppo del tuo supposto tempo libero.» Anita scosse la testa e accarezzò Horatio. «È un piacere. Sai, noi inglesi andiamo pazzi per i cani, specie i cuccioli. Anzi, dormiva tranquillamente, perciò sono stata io a svegliare lui, e non il contrario. Ma non vorrei dovermi alzare alle quattro del mattino per portarlo fuori.» «Si sta comportando molto bene, vero? Non ha ancora distratto niente in casa.» Evan diede una grattatina al cucciolo sotto il mento, e lui gli leccò la mano. «Ehi, piccolo, fa' il bravo con la tua tata, eh?» «Fa sempre il bravo. Non è vero, piccolo?» Anita sorrise. «Credimi, dopo aver abituato tanti bambini all'uso del vasetto, Horatio è uno scherzo da ragazzi, al confronto.» «Marisa e io ti siamo davvero grati del tempo extra che ci dedichi. Non è vero, tesoro?» «Sì.» Marisa non degnò di un'occhiata la bambinaia e si guardò bene dall'accarezzare il cane. «Sei molto gentile, Anita, e sembra che il cane si abitui benissimo.» Belle ricordò che non aveva toccato Horatio neppure la volta precedente. Strano. Sua sorella aveva sempre amato gli animali, specie i cani. Ma non Horatio, a quanto pareva. Marisa continuò a salire le scale, e dopo aver mormorato qualcosa ad Anita in tono di scusa, Evan la seguì. «Torno subito con gli indumenti per te» disse a Belle, voltandosi in cima alle scale. «Grazie.» Belle era tutta dolorante, anche in punti in cui, non aveva mai saputo di avere dei muscoli, e ora che si era concessa di interrompere la sua guardia Jasmine Cresswell
175
Mercanti Di Morte
per il tempo necessario a fare una doccia, improvvisamente moriva dalla voglia di mettersi sotto un getto d'acqua calda e strofinarsi con del sapone profumato. «Oh, Horatio sembra un po' impaziente. È meglio che mi affretti a portarlo fuori» osservò Anita. «Ho le chiavi, perciò non vi disturberò al ritorno.» Esitò un momento, si accertò che Evan e Marisa fossero entrati nella loro camera, poi aggiunse: «Spero di non essere indiscreta, ma è evidente che c'è qualcosa che non va, e ho notato che Marisa è molto turbata. È una madre così meravigliosa e una così cara persona... Mi chiedo se posso fare qualcosa». «Grazie, ma purtroppo questo è un problema di famiglia» rispose Belle. «Però sono sicura che mia sorella apprezzerebbe la sua offerta, se la conoscesse.» «Be', se c'è qualcosa che ritiene possa fare, me lo faccia sapere. Nel frattempo, è meglio che porti fuori Horatio, prima che capiti uno spiacevole incidente. È così carino. Spero che Marisa gli si affezioni, quando si abituerà di più a lui.» «Ne sono sicura» mormorò Belle. «Vuole che l'accompagni?» chiese Sandro. «È piuttosto tardi per uscire sola.» «Non fa niente, grazie. Provengo da un duro ceppo scozzese, sa.» Anita sorrise. «Inoltre, sono cintura nera di karate.» «Ora capisco perché Marisa si lascia tanto intimidire da lei» commentò Belle, quando la porta si chiuse alle spalle della bambinaia. «Santo cielo, non basta che abbia tutti quei diplomi in puericultura. Sa anche addestrare gli animali ed è cintura nera di karate, per giunta. Per non parlare dell'accento britannico, che la fa apparire due volte più intelligente di quello che probabilmente è.» Sandro, che sembrava distratto, non rispose. Evan scese, portando una pila di indumenti accuratamente piegati. «Marisa è di nuovo incollata al telefono» annunciò scuotendo la testa. «Non riesco a convincerla che non lo farà squillare prima, covandolo.» «Immagino che non possiamo obbligarla a dormire, se non vuole» osservò Sandro. «Ma quanto reggerà, in questo modo?» obiettò Evan. Sandro si strinse nelle spalle. «Il problema si risolverà da solo, perché questa situazione non può Jasmine Cresswell
176
Mercanti Di Morte
andare avanti per molto. Se i rapitori non ci avranno contattato prima di domani mattina, dovrò avvertire l'FBI, e allora l'attesa non sarà più una responsabilità di Marisa.» «Non puoi chiamare l'FBI di tua iniziativa!» esclamò Belle, inorridita. «Devo prima parlare con mia madre. Se i rapitori non telefonano stanotte, è suo diritto scegliere che cosa fare... non mio, e certo non tuo.» «Non dal mio punto di vista» ribatté Sandro quietamente. «Mi dispiace, Belle, ma una volta informato che è avvenuto un rapimento, io sono tenuto a notificarlo alle autorità competenti. Ho avuto il permesso di mantenere il segreto per qualche ora perché ho convinto il mio capo che c'è ragione di credere che questo sia un caso di estorsione, con il DVD di tuo padre come obiettivo, piuttosto che un vero e proprio rapimento. Siamo tutti e due sulla lama di un rasoio.» «Metterà a grave rischio la vita di Tony, chiamando l'FBI» osservò Evan. «Potrei correre un rischio ancora più grave non chiamando i federali. Quando i rapitori si metteranno in contatto, potrebbero pretendere un incontro troppo ravvicinato nel tempo per permettermi di chiedere rinforzi. E allora, avremo fallito.» «Non necessariamente» affermò Evan. «Sono sicuro che Marisa e Belle, per non parlare di Carole, tengono molto di più a riavere Tony vivo piuttosto che a catturare i suoi rapitori. Non posso credere che la famiglia della vittima non abbia alcuna voce in capitolo in una situazione come questa. Non è giusto.» «È la legge» ribatté Sandro. Evan sbuffò. «Be', questo di sicuro non mi convince a prendere il telefono e a chiamare subito l'FBI.» «E invece dovrebbe» affermò Sandro. «L'FBI ha esperti disposti a lavorare a stretto contatto con le famiglie delle vittime. Non piombano sul posto con qualche rigido piano inadatto alla situazione.» «Immagino che sia un argomento su cui dovremo riconoscere il nostro disaccordo.» Evan si sforzava visibilmente di rimanere educato. «Per fortuna, abbiamo ancora ogni ragione di sperare che i rapitori ci chiameranno stanotte. È presto, ed è possibile che si stiano ancora riorganizzando dopo l'assassinio di Donald Gates.» Belle non sopportava più quella conversazione. Jasmine Cresswell
177
Mercanti Di Morte
«Vado a fare la doccia.» Era stanca di tornare sempre sullo stesso argomento, di tentare e ritentare di immaginare le intenzioni dei rapitori, di tormentarsi con immagini di Tony che soffriva nelle mani di brutali carcerieri. O, peggio ancora, di chiedersi se fosse tranquillamente seduto da qualche parte a bere birra e a decidere quanto farla ancora aspettare prima di prendere il telefono e fissare le condizioni per il proprio riscatto. Prese gli indumenti puliti e si avviò con passo deciso lungo il corridoio che conduceva alla stanza degli ospiti, inseguita dai demoni della sua immaginazione. Quella doccia, decise sotto il getto di acqua caldissima, era all'incirca la cosa migliore che le fosse capitata quel giorno, ma anche così era troppo nervosa per godersela a lungo, e dopo pochi minuti ricominciò a preoccuparsi perché il telefono non squillava. Si asciugò rapidamente e si cosparse di talco profumato, sentendosi finalmente di nuovo quasi un essere umano. Oltre a una camicia da notte e agli articoli da toeletta, Marisa le aveva prestato anche un leggero abito stretto in vita da una cintura, di stile vagamente messicano. Non volendo perdere neppure un minuto, se il telefono fosse squillato, Belle scartò la camicia da notte e preferì invece il vestito. Il tessuto era morbido e vivacemente colorato. Era il tipo di indumento che Belle aveva portato ai vecchi tempi, prima di fuggire a Chicago e chiudere con il passato... o, almeno, fingere di farlo. Marisa, probabilmente, lo aveva scelto solo per ovviare alla differenza nella loro taglia, ma Belle si sentiva a suo agio in quel vestito. Come i suoi sentimenti per Sandro, messi al bando per sette anni, ora risorgevano in tutta la loro forza, sembrava che anche la sua predilezione per gli abiti vistosi fosse semplicemente rimasta in attesa dell'occasione di rifarsi viva. Anita e Horatio tornarono dalla loro passeggiata mentre Belle usciva dal bagno degli ospiti. «Missione compiuta» annunciò Anita, scuotendo un piede per impedire al cucciolo di rosicchiarle le stringhe. «Ci vediamo domani mattina. Spencer e io di solito ci alziamo verso le sette, ma cercherò di non disturbarvi. Buonanotte.» Anita prese in braccio Horatio e corse agilmente su per le scale, piena di energie nonostante l'ora tarda. Poteva anche essere professionalmente qualificata in modo addirittura irritante, pensò Belle, ma era educata e allegra, e Marisa era fortunata ad Jasmine Cresswell
178
Mercanti Di Morte
averla. Anita avrebbe potuto scegliere qualunque professione le piacesse, perciò se faceva la bambinaia doveva amare i bambini, il che era certo un bene per Spencer. Belle seguì il rumore di un lontano sciacquio fino al patio, e trovò Sandro che nuotava una vasca dopo l'altra con feroce concentrazione. Ne completò altre cinque, mentre lei lo osservava, poi si issò fuori dalla piscina e andò a prendere l'asciugamano sulla sdraio dove l'aveva lasciato. Il fisico esausto di Belle aveva conservato giusto l'energia sufficiente a reagire con eccessivo entusiasmo alla vista del corpo seminudo di Sandro. Lui si avvicinò al telefono e modificò il volume della suoneria. «Lo avevo alzato per poter sentire lo squillo mentre nuotavo» spiegò. «Perché non hanno chiamato?» chiese Belle, come se lui avesse potuto darle una risposta. «Perché sono disorganizzati.» Sandro si infilò la camicia, ma senza abbottonarla. «Perché non sanno dove sei. Perché vogliono tormentarti al punto che, quando chiameranno, sarai disposta a fare qualunque cosa ti chiedano. Scegli tu.» «Se a quest'ora non sanno dove sono, allora non lo scopriranno mai.» Belle rabbrividì. «Forse non hanno lasciato qualcuno all'albergo per tenermi d'occhio. Forse abbiamo dato loro credito di troppa intelligenza.» «Se hanno perso le tue tracce, il primo posto dove ti cercheranno sarà a casa di tua sorella.» «Lo credi davvero?» chiese Belle. Sandro distolse gli occhi. «E quello che dovrebbero fare, se sono appena un po' furbi.» Belle si strinse le braccia attorno al corpo. «Mio fratello morirà, vero?» «No, se potrò impedirlo.» Sandro si avvicinò. L'acqua gli gocciolava ancora dai capelli sulla fronte e sulle spalle. Senza riflettere, Belle allungò una mano e gli sfiorò la pelle, seguendo la traccia di un rivoletto che scendeva lungo il suo corpo. Lui le afferrò la mano, stringendosela sul petto, in modo che lei potesse sentire il battito del suo cuore. Abbassò gli occhi scuri e inquieti a guardarla. «Dovresti andare a letto, Belle. Sono più di trentasei ore che non dormi.» Il desiderio che Belle provava era abbastanza forte da scacciare la Jasmine Cresswell
179
Mercanti Di Morte
stanchezza, abbastanza impellente da offrire una temporanea anestesia contro il dolore per la scomparsa di suo fratello. Si chinò in avanti, appoggiando la guancia sul petto di Sandro. «Vieni con me.» Le braccia di lui le si strinsero intorno, e lei sentì le sue labbra sui capelli. «E va bene. Posso capire che tu non voglia rimanere sola.» L'accompagnò nella camera degli ospiti, tenendole leggermente una mano sulla vita. Giunti nella stanza, sollevò il ricevitore del telefono e se lo portò all'orecchio. «Funziona, perciò puoi rilassarti.» Scoprì il letto e aspettò che lei si sdraiasse, ma invece di raggiungerla avvicinò una poltrona. «Okay, è ora di riposare. Non preoccuparti se dovessi assopirti. Io sarò qui e risponderò al telefono appena squillerà. Vuoi che spenga la luce? Forse ti renderà più facile prendere sonno.» Belle si rialzò a sedere, stropicciando nervosamente fra le dita il lenzuolo bordato di pizzo. Era proprio il momento meno adatto perché Sandro cominciasse a comportarsi da perfetto gentiluomo. «Non mi importa della luce. Non voglio dormire. Voglio che tu venga a letto con me.» «Potrebbe non essere una mossa intelligente» ribatté lui, secco. «Al momento, non ho molto sonno.» Lei sospirò. «Non mi stai facilitando le cose, Sandro. Non voglio che tu dorma con me. Voglio fare l'amore.» Sandro andò a sedersi sul letto accanto a lei, ma sopra le coperte. Tese una mano, posandogliela teneramente sulla guancia. «Non sarebbe una buona idea, Belle.» Lei arrossì penosamente. «Scusami. Pensavo che mi desiderassi.» «Certo che ti desidero. Ho voglia di fare l'amore con te da tre giorni.» Sandro sorrise malinconicamente. «Diavolo, ho voglia di fare l'amore con te da sette anni. Ma questo non è il momento giusto, Belle.» «Perché?» «La prima volta che abbiamo fatto l'amore, è stato per le ragioni sbagliate. Io mi servivo di te per giungere a tuo padre. Quando ho cominciato ad accorgermi che tenevo veramente a te, sono stato costretto a Jasmine Cresswell
180
Mercanti Di Morte
convivere con la consapevolezza che avrei fatto ugualmente l'amore con te, quella prima volta, anche se ti avessi odiata e disprezzata.» «E ora... ci tieni a me?» «Ci tengo moltissimo. E non voglio che facciamo l'amore adesso perché sei così sconvolta per la scomparsa di tuo fratello che vuoi fare qualcosa... qualunque cosa... pur di non pensare al fatto che i rapitori di Tony non hanno chiamato.» Lei voltò la testa per baciargli il palmo della mano. «Per essere un tipo in gamba, a volte puoi essere davvero ottuso, Sandro. Questo non ha niente a che vedere con mio padre. Credimi, si tratta esclusivamente di me e di te.» Gli intrecciò le dita dietro la testa, attirandolo a sé finché le loro labbra si sfiorarono. «Baciami, e poi ripetimi che questo non è il momento giusto per fare l'amore.» «Uno di noi dovrebbe dimostrare almeno una briciola di buonsenso» brontolò Sandro. «So che lo rimpiangerai.» «Ti sbagli anche qui, Sandro. Questa è una delle poche cose successe negli ultimi giorni che non rimpiangerò mai.» Lui chinò adagio la testa fino a quando la baciò. Il suo bacio fu duro, carnale, esigente. La risposta di lei immediata e appassionata. Il desiderio le annebbiava la mente e le toglieva il respiro. Si aggrappò a lui vibrando di una passione che si era andata accumulando da ben sette anni. Lui si sfilò il costume ancora umido e la spinse contro il guanciale. Sandro era sempre stato un amante tanto abile quanto appassionato, ma quella notte Belle sentì in lui un'avidità nuova. Prima, lui era stato il maestro, e lei la volonterosa allieva. Ora erano due adulti che si davano l'uno all'altro per libera scelta, senza finzioni e senza segreti a fare da filtro all'intensità di ciò che provavano. Sandro si mosse dapprima adagio, poi sempre più rapidamente, portandola sull'orlo dell'orgasmo, prima di affondare dentro di lei un'ultima volta. Piombarono insieme in un vuoto accecante. Quando Belle fu di nuovo in grado di pensare, scoprì che Sandro era ancora dentro di lei, reggendosi sui gomiti. Con una mano le ravviò dalla fronte i capelli e la costrinse a guardarlo. Parlò a voce molto bassa. «Ti amo, Isabelle Joubert. Credo di averti sempre amata.» Lei sentì le lacrime vibrarle sulle ciglia, e Sandro gliele asciugò con i baci. E allora Belle pronunciò le parole che non aveva mai detto a Jasmine Cresswell
181
Mercanti Di Morte
nessuno... neppure a lui. «Anch'io ti amo tanto. Credo di averti sempre amato.» CAPITOLO 17 L'abbaiare di un cane svegliò Belle. Balzò a sedere sul letto e un'occhiata all'orologio le disse che erano solo le cinque e mezzo. Tuttavia non poteva credere di aver dormito per più di quattro ore. Sandro si alzò dalla poltrona e andò a sedersi sul letto vicino a lei. «Ciao» mormorò, passandole lievemente la mano sui capelli. «È presto. Speravo che dormissi un po' di più.» «Non sono stanca.» Belle lo guardò, sconfortata, poi gli rivolse la solita, angosciosa domanda. «Perché i rapitori non hanno chiamato? Sono passate parecchie ore...» Un grido isterico precedette la risposta di Sandro. «Aiuto! Qualcuno mi aiuti!» Sandro corse via, ma Belle dovette fermarsi a mettersi qualcosa indosso prima di rincorrerlo in direzione delle grida. Quando giunse in soggiorno, trovò Anita semi sdraiata su una poltrona, singhiozzante. Horatio, con il guinzaglio ancora penzolante dal collare, correva intorno in cerchio, abbaiando, al colmo della confusione. Per il resto, la stanza era linda e in ordine come la sera prima. Sandro era già chino sulla poltrona di Anita e le teneva le mani per impedirle di aggrapparsi freneticamente al collo della maglietta che indossava. «E ferita?» chiese. «E caduta? Che cosa è successo? Parli, Anita. Ci dica che cosa sta succedendo.» Belle andò in cucina a prendere un bicchier d'acqua, e riuscì a farne inghiottire qualche sorso ad Anita. In quel momento Evan scese di corsa le scale, seguito da Marisa che si stava allacciando la vestaglia. «Che cosa è successo? Mio Dio!» Anita cominciò a tossire, ed Evan le allontanò il bicchiere dalle labbra. «Si sta soffocando» disse, consegnando il bicchiere a Belle. Lei lo posò sul tavolino più vicino, sentendosi in colpa per non avere notato che la bambinaia aveva difficoltà a deglutire. Visto che Marisa sembrava troppo sbalordita per muoversi, Belle assunse il controllo di Horatio, che aveva smesso di dare la caccia al guinzaglio e aveva Jasmine Cresswell
182
Mercanti Di Morte
cominciato a mordicchiare un cuscino del divano. Evan si inginocchiò di fronte a Sandro, dall'altra parte della poltrona, e afferrò il mento di Anita, costringendola a voltarsi a guardarlo. «Basta, Anita! Calmati e dicci che cosa è successo. Smettila con questi isterismi, e subito. Subito, hai capito?» La sua severità parve più efficace dell'approccio comprensivo di Sandro. Anita respirò a fondo, e il panico cominciò a svanire dai suoi occhi. «Mi stavano aspettando» mormorò, roca. «Erano in agguato quando ho portato fuori il cane.» «Chi era in agguato?» chiese Evan. «Due uomini. Mi hanno aggredita da dietro e tenuta per la gola. Soffocavo, non potevo respirare. È stato orribile. Ancora adesso non riesco a deglutire. Uno di loro mi ha messo la mano sul seno...» Si interruppe, rabbrividendo, di nuovo sul punto di perdere il controllo. «Sporchi bastardi.» Sandro ed Evan si scambiarono una rapida occhiata. «Ti hanno violentata?» chiese il secondo, stringendo un braccio attorno alle spalle di Anita. Il suo tono era più gentile di prima. «No. Horatio mi ha salvata.» Il risolino isterico di Anita si trasformò subito in un singhiozzo. «Si è messo ad abbaiare e a saltare addosso a quei due. Deve aver capito che qualcosa non andava, perché non stava giocando come al solito. Il guinzaglio dev'essersi attorcigliato attorno alle loro gambe, almeno quel tanto da distrarli un momento. Mentre imprecavano, cercando di districarsi, sono riuscita a liberarmi e a correre a casa. Non mi hanno seguita, grazie al cielo. Li ho sentiti allontanarsi correndo.» Gli occhi di Sandro si strinsero. «Li ha visti abbastanza da poterli identificare?» Anita scosse la testa. «Praticamente non li ho visti affatto. È ancora piuttosto buio, fuori.» «Dove l'hanno aggredita?» chiese Sandro. «Era sulla strada?» «No, non sono uscita dalla proprietà. Sto cercando di insegnare a Horatio a riconoscere i confini. Devono essersi nascosti dietro gli alberi all'entrata del vialetto. Mi sono balzati addosso. Tutti quegli anni di karate, e la prima volta che mi imbatto in un guaio nella vita reale, dimentico tutto quello che so sull'autodifesa.» Anita continuava a stringere freneticamente il collo della maglietta. «Mi hanno infilato una cosa nel reggiseno. Devo tirarla fuori.» La voce salì di tono, rasentando di nuovo il panico. «Oh, Jasmine Cresswell
183
Mercanti Di Morte
Dio, continuo a sentire quelle sudicie mani che mi stringono il seno. Voglio togliere questa maledetta cosa dal reggiseno. Mi dà i brividi.» «Aspetti, lasci che l'aiuti» si offrì Belle. Anita era così sconvolta che, evidentemente, non le era neppure passato per la testa che sarebbe stato più facile passare da sotto l'orlo della maglietta che non arrivare al reggiseno passando per il collo. «Cerchi di arrivarci dal fondo, anziché da sopra.» «Oh sì.» Anita respirò a fondo, improvvisamente più calma. «Perché non ci ho pensato io?» A quel punto frugò sotto la maglietta per un paio di secondi e tirò fuori un pezzo di carta appallottolato. Un brivido gelido corse lungo la schiena di Belle. Gli stupratori non infilano biglietti nel reggiseno delle loro vittime. Anita fissò il pezzo di carta, stupefatta, prima di consegnarlo a Evan. Lui lisciò il foglietto appallottolato, e mentre lo leggeva il suo viso assunse un'espressione rabbiosa. «Gli uomini che ti hanno aggredita non erano stupratori. Erano rapitori.» «Rapitori!» esclamò Anita. «Oh, mio Dio! Spencer! Non sono andata a vederlo!» Balzò dalla poltrona, ma Evan si affrettò a fermarla. «Spencer sta benissimo» disse. «Purtroppo, Tony Joubert è stato rapito ieri, ed è per questo che Belle e Sandro sono qui. Questo è un messaggio delle persone che lo hanno sequestrato. Non ci è mai passato per la mente che tu potessi essere coinvolta in questa situazione, altrimenti ti avremmo spiegato che cosa stava succedendo.» Evan porse il biglietto a Belle. Un nodo le strinse lo stomaco mentre lei leggeva ad alta voce le concise istruzioni degli astuti rapitori di suo fratello. Isabelle Joubert. Venga all'incrocio fra King Palm Drive e Lake View Road. Venga sola. Porti il DVD che le ha dato suo padre. A suo fratello rimane un'ora di vita. Marisa emise un gemito, ed Evan si voltò a metterle una mano sul braccio in un gesto rassicurante. «Che cosa pensi di fare?» chiese a Belle. Lei cercò di parlare con voce ferma. Jasmine Cresswell
184
Mercanti Di Morte
«Be', il biglietto parla chiaro. Dammi il DVD, Sandro. Devo partire subito.» Sandro le afferrò le mani. «Stai reagendo esattamente come i rapitori vogliono che tu faccia, Belle. Fermati a riflettere, prima di precipitarti a ubbidire.» Lei liberò le mani e respirò a fondo, tamburellando per qualche secondo con le dita sul tavolo, prima di rispondere: «Okay, mi sono fermata a riflettere. E ho deciso che ho bisogno del DVD. Subito». «Smettila di fare il gioco dei rapitori» ribatté Sandro, duro. «Non sai neppure se Tony è ancora vivo. Diavolo, non sai neppure se è davvero nelle mani di questi cosiddetti rapitori. Prima di partire a testa bassa per liberare tuo fratello, hai bisogno di avere qualche garanzia che quando consegnerai il DVD Tony sarà rilasciato.» «Che garanzia suggerisci?» chiese Belle. «E come potrei ottenerla? Dovrei mettermi nel portico e chiedere a qualche rapitore che per caso stesse di guardia di farsi avanti e promettermi che giocheranno pulito?» «Ti hanno dato un'ora» rispose Sandro. «Puoi impiegare cinque minuti a valutare le tue opzioni. Ubbidire ciecamente agli ordini dei rapitori non è la sola cosa che puoi fare. Potrei far arrivare degli agenti di rinforzo in quaranta minuti. Un elicottero della polizia impiegherebbe ancora meno.» Marisa parlò per la prima volta. «No» disse, stringendo la mano di Evan ancora posata sul suo braccio. «Tony è mio fratello, e non si può fare una cosa del genere. Quella gente ha già ucciso due volte. Chiamare la polizia sarebbe come firmare la condanna a morte di Tony.» «Sono d'accordo» affermò Belle. «Mi avevi avvertita che noi due avremmo potuto finire per vedere la liberazione di Tony da prospettive diverse, Sandro, e temo che siamo arrivati a quel punto. Tu vuoi catturare i rapitori. Al momento, a me questo non interessa affatto, e neppure a Marisa. Dammi il DVD. Non abbiamo il tempo di stare qui a discutere!» «Che cosa succede se consegni il tuo unico mezzo di scambio, e Tony non si trova? Pensaci un momento.» «E' facile per lei parlare, perché Tony non è suo fratello» intervenne Evan. «Lei sta giocando d'azzardo con la vita di un uomo. Credo che Marisa e Belle abbiano il diritto di decidere che non vogliono correre il rischio.» Jasmine Cresswell
185
Mercanti Di Morte
«Marisa?» Belle si rivolse alla sorella. «Pensi che dovrei fare ciò che chiedono i rapitori?» Marisa esitò. «Potrebbe essere pericoloso per te, Belle.» «Non hanno alcuna ragione di farmi del male» affermò lei, con convinzione maggiore di quella che provava in realtà. «Il punto è che vogliono il DVD. Quando lo avranno, perché dovrebbero prendersela con me?» «Per impedirti di parlare» dichiarò Sandro. «Per impedirti di identificarli. Per vedere se possono estorcere un altro riscatto alla tua famiglia. Devo continuare?» Marisa arrossì. «Potrebbe avere ragione, Belle. Non ho il diritto di chiederti di rischiare la vita per salvare quella di Tony. Potrei andare io.» «Perché mai dovrebbe essere meno pericoloso per te che per me? e poi tu devi pensare a Spencer» disse Belle quietamente. «Non sono pazza e non ho voglia di cacciarmi in una trappola, ma che cosa succede se non vado? Non posso vivere il resto dei miei giorni sapendo che mio fratello è stato assassinato perché io ero troppo spaventata per andare a un incrocio fra due strade e consegnare un DVD» Si concesse una pausa, poi si rivolse a Sandro. «Non cambierò idea. Per favore, dammi il DVD.» Sandro fece per protestare, poi rinunciò. «È nella camera degli ospiti» disse invece. «Vado a prenderlo. Belle, vieni con me. Come minimo intendo mandarti a questo appuntamento con un segnalatore radio inserito nel tacco di una scarpa. Niente discussioni.» Evan li seguì nella camera degli ospiti, lasciando Marisa a prendersi cura di Anita. «Riuscirà a seguire Belle senza essere notato?» chiese a Sandro. «Sì, non è un problema. Il raggio d'azione di questi apparecchi è di oltre quaranta chilometri.» «Perché pensi che i rapitori mi porteranno da qualche parte?» chiese Belle. «Non è più probabile che arraffino il DVD e gettino Tony sul marciapiede?» «Speriamo che sia così...» borbottò Evan, lasciandosi sfuggire un sospiro. «Non è forse la cosa più probabile, Sandro?» «No.» Sandro aprì la lampo della sua valigetta con forza eccessiva. «Dammi una scarpa, Belle. La sinistra.» Lei ubbidì in silenzio, e lui Jasmine Cresswell
186
Mercanti Di Morte
esaminò criticamente la calzatura. «Può andare.» Belle lo osservò mentre praticava un piccolo taglio nel tacco e inseriva un microchip nell'apertura. «Non si danneggerà mentre cammino?» chiese. «È piuttosto ben protetto» rispose Sandro. «Ecco, puoi rimetterla.» Lei infilò la scarpa e si rialzò, tendendo la mano. «Sono pronta. Mi occorre solo il DVD.» Sandro lo prese dalla valigetta e glielo porse senza parlare. «Grazie» mormorò lei, voltandosi per uscire. «Belle...» «Sì?» «Sta' attenta. E ricorda, io sarò vicino a te, anche se non potrai vedermi.» «Che macchina hai?» «Una Ford Taunus bianca. È la più diffusa in Florida, perciò non sarò notato.» Sandro la prese fra le braccia e la baciò. L'abbraccio era stretto, e le labbra di lui si muovevano avidamente sulle sue, ma Belle lo aveva baciato abbastanza spesso da sapere che quel bacio era tutta scena e niente sentimento. Si agitò fra le sue braccia, a disagio, ma lui rese il bacio ancora più aggressivo. «Vado a vedere come sta Anita» disse Evan con tatto. Non appena furono soli, Sandro mise una mano sulla bocca di Belle e le parlò all'orecchio, così piano che lei riuscì a malapena a sentirlo. «Non dire niente. No! Tienimi le braccia attorno al collo. Bene. Il tuo orologio è sul letto. C'è un altro segnalatore radio attaccato alla cassa. Prendilo e mettilo. Non fare domande. Non accennare in alcun modo a questo secondo segnalatore.» All'improvviso alzò la voce, sempre tenendola abbracciata. «Gesù, Belle, non credo di poterlo fare. Come diavolo potrei starmene da parte a guardare mentre tu vai verso il pericolo? Oh, Marisa...» mormorò infine scorgendo la sua ospite. Marisa guardò la sorella. «Stiamo facendo la cosa giusta?» chiese. «Non lo sopporterei, se ti capitasse qualcosa, Belle.» «Non mi capiterà niente.» Belle cercò di non apparire disorientata come si sentiva. «Inoltre, Sandro mi seguirà. Con un pizzico di fortuna, potrebbe essere tutto finito in pochi minuti.» Belle prese l'orologio dal letto con una disinvoltura che le parve non solo falsa, ma anche ridicola. Lo allacciò al polso, sentendo il rigonfio quasi Jasmine Cresswell
187
Mercanti Di Morte
impercettibile del segnalatore premere contro la pelle. Non aveva idea di che cosa stesse succedendo ma scoprì, con sorpresa, che si fidava di Sandro abbastanza da fare ciò che le chiedeva senza capirne le ragioni. Quando rientrarono in soggiorno, Anita si alzò. «E molto coraggiosa» disse rivolgendosi a Belle, un po' imbarazzata. «Mi dispiace avere fatto una scena così sciocca, poco fa. Credo di avere proprio perso la testa.» «Ha pensato che quei due uomini volessero stuprarla» la incoraggiò Belle. «Questo basta a spaventare qualunque donna.» «Io devo accompagnare Belle, ma Marisa resterà qui con te» annunciò Evan, battendo una leggera pacca sulla spalla di Anita. «Sarò di ritorno fra un momento. Belle, vengo con te, in modo da poter annotare la targa di qualunque vettura ti segua. È meglio uscire attraverso il patio, così Sandro potrà raggiungere la sua auto mentre tu giri attorno alla casa. Se i rapitori ci sorvegliano, è molto meglio che non lo vedano salire in macchina.» «Per fortuna ho posteggiato oltre l'angolo, nella strada dietro a questa» disse Sandro. «Dammi un paio di minuti prima di uscire nel vialetto, Belle. Mi occorrono per raggiungere la macchina.» «Sì, certo.» Lei non sottolineò il fatto che un segnalatore radio non avrebbe offerto molta protezione contro una pallottola. Lo sapevano già tutti abbastanza bene. Sandro la baciò lievemente sulle labbra... un vero baco, stavolta, pieno di tenerezza e di passione, poi tagliò attraverso il cortile posteriore, sparendo fra i cespugli di oleandro che segnavano, sul retro, il confine della proprietà. «Sembra una brava persona» commentò Evan. «È molto più flessibile della maggior parte di quegli agenti del governo di Washington. A essere sincero, mi aspettavo che se ne infischiasse dei nostri desideri e chiamasse semplicemente l'FBI.» «Ha lavorato perlopiù sotto copertura, da quando è entrato nel fisco» spiegò Belle. «Immagino che abbia riportato molti successi, perciò gli permettono di agire a modo suo.» Lanciò un'occhiata all'orologio, ma era troppo nervosa per leggere realmente l'ora. «Sono passati due minuti? Non credo di poter sopportare oltre questa attesa.» «Potremmo cominciare a incamminarci lentamente verso il davanti della casa» propose Evan. «Purché mi fermi in fondo al vialetto, non credo che i Jasmine Cresswell
188
Mercanti Di Morte
rapitori se la prenderanno se ti accompagno.» «Grazie per il sostegno morale.» Il cuore di Belle cominciava a martellare. Il sole non si era ancora alzato, e nell'aria perdurava il fresco della notte. Sperò che fosse quella la ragione per cui rabbrividiva. «Sai bene che mi sarei offerto di andare al tuo posto, se fosse servito a qualcosa» disse Evan, serio. «Ma temo che i rapitori se l'avrebbero a male se trovassero ad aspettarli un uomo, mentre hanno chiesto specificamente di te.» «Evan, non sei tenuto a darmi spiegazioni.» «Sto avendo un attacco di rimorso dettato dall'orgoglio maschile perché permetto a una donna di affrontare un pericolo del genere. Ma a quel seminario sui rapimenti di cui ti ho parlato, una delle cose su cui hanno insistito maggiormente era la necessità di seguire le istruzioni. Diversamente dai sequestri politici e dalle situazioni in cui ci sono delle persone tenute in ostaggio, quando è necessario chiedere l'assistenza degli agenti federali al più presto possibile, se si ha a che fare con dei criminali che vogliono denaro o comunque qualche vantaggio economico, accettare le loro richieste senza coinvolgere la polizia è spesso il modo migliore per negoziare il rilascio della vittima.» «Non preoccuparti, Evan. Capisco perché devo essere io a consegnare il DVD, davvero» disse Belle. Erano arrivati al punto in cui il vialetto si immetteva sulla strada, ed Evan si schiarì la voce, palesemente a disagio per essere quello che stava per tornarsene alla sicurezza della casa mentre Belle proseguiva da sola. «Lake View è alla tua destra» le spiegò. «Noi siamo su King Palm, e Lake View è il secondo incrocio. Buona fortuna, Belle. Pregheremo tutti che tu esca da questa situazione sana e salva.» Lei svoltò a destra, turbata al punto che dimenticò perfino di salutare Evan. Camminando come una sonnambula, si sforzò tuttavia di scrutare i dintorni, come se notare cose banali come un coniglio che faceva colazione con le petunie del giardino di un vicino avesse potuto, in qualche modo, tenere lontano il disastro. A quell'ora del mattino, le strade dell'elegante quartiere residenziale erano deserte. Belle impiegò meno di cinque minuti per arrivare all'incrocio fra Lake View e Palm Drive. Si fermò all'angolo sud-ovest, stringendosi le braccia attorno al corpo nello sforzo di tenere a bada il Jasmine Cresswell
189
Mercanti Di Morte
freddo, e aspettò che i rapitori facessero la loro mossa. Una vecchia Toyota passò sferragliando. Il guidatore gettava i giornali sui vialetti. Quasi aspettandosi che la macchina invertisse la marcia all'ultimo momento e ne saltassero fuori i rapitori, Belle tenne lo sguardo incollato sul veicolo fino a quando sparì alla vista. Si tese di nuovo quando un uomo in tuta da jogging le passò accanto correndo, con gli auricolari inseriti nelle orecchie. Ma l'uomo mantenne un passo regolare, senza mostrare alcun interesse per lei. L'attesa la innervosiva, il che era probabilmente lo scopo dei rapitori. Sbirciò fra la folta vegetazione tropicale all'angolo opposto della strada, ma non vide nessuno imboscato fra i cespugli. Dov'era Sandro? Anche tendendo l'orecchio, non sentiva alcun rumore di un motore in folle. Probabilmente era un buon segno. Se lei non poteva sentire la macchina di Sandro, c'era da presumere che neppure i rapitori di Tony ci riuscissero. Aspettò altri due minuti, poi altri due. Provava l'impressione di avere aspettato per ore, eppure aveva i nervi così tesi che i secondi sembravano volare. Era il momento perfetto per riuscire finalmente a capire la teoria della relatività di Einstein, pensò Belle, con una punta d'isterismo. Una Lincoln Continental argentea svoltò l'angolo fra Lake View e Palm Drive. Rallentò e si fermò vicino a Belle. La portiera posteriore si aprì e Dave Forcier si sporse fuori. «Salve, tesoro. Credo che tu abbia un DVD per lo zio Dave.» Dave Forcier! Belle si sentì piegare le ginocchia per lo shock, ma si rifiutò di darglielo a vedere. «Non ho niente per te finché non avrò visto mio fratello. Dov'è?» «Sali in macchina e ti porterò da lui.» Belle scoccò a Dave un'occhiata sprezzante. «Mi stai confondendo con te stesso, Dave. Non sono io la stupida.» «No, tu sei proprio la tipica Joubert» convenne Dave. «Arrogante fino all'ultimo.» Estrasse una pistola munita di silenziatore e gliela puntò all'altezza dello stomaco. «Sali, Belle.» «In modo che tu possa uccidermi con comodo? Non credo.» Vide il dito di Dave muoversi sul grilletto. Un pop soffocato le risuonò all'orecchio mentre la pallottola faceva schizzare via la ghiaia dal marciapiede. «La prossima volta mirerò a un ginocchio. Sali in macchina, Belle.» Jasmine Cresswell
190
Mercanti Di Morte
Lei fece l'unica cosa possibile. Ubbidì. CAPITOLO 18 Marisa finì di cambiare Spencer e lo mise a sedere sul fasciatoio per potergli allacciare le scarpe. Di solito, il troppo poco tempo che passava con Spencer era la luce della sua giornata e ne assaporava ogni minuto, ma quella mattina neppure la gratificante routine di prendersi cura di suo figlio poteva attenuare il terrore che rendeva maldestre le sue mani e le faceva martellare il cuore. Spencer finì di battersi la spazzola sulla testa... il suo modo di pettinarsi. «Bravo, piccolo» mormorò Marisa, sforzandosi di impedire che le tremasse la voce. «Sei bellissimo, adesso.» Lui sorrise, poi indicò l'animale ricamato sul taschino della sua camicia. «Tighe» disse. «Sì, la tigre. Ti piace la tigre?» «Tighe» ripeté Spencer in risposta. Si muoveva in continuazione, rendendo quasi impossibile a Marisa allacciargli le scarpe. Emise un risolino soddisfatto quando riuscì ad afferrare l'orsetto grassoccio che, seduto su un lato del fasciatoio, sembrava osservare il procedimento con i suoi benevoli occhi di vetro. «Pooh» disse, indicando il giocattolo preferito. «Pooh cotto.» Marisa non ebbe difficoltà a tradurre quell'enigmatica espressione. «Pooh vuole un biscotto?» Marisa sollevò le sopracciglia con finto stupore. «Quell'orso vuole sempre biscotti. Vuoi un biscotto anche tu?» Spencer annuì con entusiasmo e sorrise mostrando i dentini candidi. «Me, cotto!» Marisa gli arruffò i capelli, ricciuti e ancora soffici come la seta. «Prima i cereali e un bicchiere di succo di frutta. Poi tu e Pooh potrete avere un biscotto.» Spencer era un bambino sorprendentemente accomodante e accettò la modifica dei suoi programmi senza protestare. Annuì di nuovo con vigore, e Marisa lo baciò sulla punta del nasino con il cuore traboccante d'amore. Anche quel giorno, quando il novanta per cento dei suoi pensieri era concentrato su Belle e ciò che poteva accaderle, la meraviglia di essere madre di un bambino così carino e intelligente non l'abbandonava mai. Stava giusto prendendolo in braccio quando sentì aprirsi la porta della Jasmine Cresswell
191
Mercanti Di Morte
cameretta, alle sue spalle. Istintivamente accentuò la stretta, e lui lanciò un piccolo strillo di protesta. «Santo cielo, gli fai male» osservò Anita. «Ormai avresti dovuto imparare a tenerlo come si deve, Marisa. Lo prendo io. Lo porto a fare colazione.» «No, grazie» ribatté Marisa sforzandosi di sopprimere ogni traccia di ironia dalla risposta. «Sono sicura che hai bisogno di riposare, dopo la terribile avventura di stamattina.» «Grazie, sei molto premurosa. Per fortuna, ho notevoli capacità di recupero.» Anita sorrise. «Inoltre, Evan vuole parlarti. È in camera da letto.» «In camera di chi?» «Ma la vostra, naturalmente.» Anita tese le braccia a Spencer. «Vieni dalla tua Anita, tesoro. Andiamo a dare la colazione a Pooh, vuoi?» Spencer andò con lei ben volentieri, stringendo l'orsacchiotto per l'unico orecchio che gli era rimasto. E perché non avrebbe dovuto?, pensò Marisa tristemente. Suo figlio passava molto più tempo con Anita che con lei, e il genuino affetto di Anita per il bambino era una delle poche, minuscole luci nell'oscuro incubo che era la sua vita. Sentendosi come se le strappassero il cuore dal petto, affidò Spencer alla bambinaia. Non espresse alcuna aperta protesta, trattenuta da un misto di orgoglio e di paura. L'orgoglio era praticamente la sola cosa che la sostenesse, e se rendeva la vita di Anita troppo difficile c'era sempre la mostruosa possibilità che quei due mettessero in atto le loro minacce e le portassero via Spencer del tutto. Non poteva permettersi di fare aspettare Evan. Dando a Spencer un ultimo bacio e costringendosi a sorridere nel salutarlo, Marisa si affrettò lungo il corridoio, verso la propria camera. Trovò Evan seduto al tavolo da toeletta, occupato a frugare nel cassetto del trucco. «Non mi piaceva il rossetto che hai messo ieri» le disse, come saluto. «Era troppo scuro. Ti faceva apparire volgare. Credevo che a quest'ora avessi imparato che non mi piace che porti colori scuri.» Marisa evitò di guardarlo, tenendo gli occhi fissi sul pavimento. A ogni modo, Evan la preferiva umile. «Mi dispiace» mormorò. «Vuoi sceglierne uno tu per oggi?» Aveva smesso da molto tempo di combattere su cose che per lei non avevano alcuna importanza. Jasmine Cresswell
192
Mercanti Di Morte
«No, il cassetto è troppo in disordine, e non mi interessa perdere tempo cercando qualcosa che dovresti essere capace di trovare da sola. Rimettilo a posto e trova un rossetto più chiaro. Si suppone che tu sia preoccupata per tuo fratello. Assicurati di sembrarlo.» Lei raccolse tutto il suo coraggio. «Io sono preoccupata per mio fratello. E anche per Belle. Andrà tutto bene?» Evan si alzò in piedi. Marisa era alta, e lui era solo di statura media, ma quando incombeva su di lei in quel modo le sembrava un gigante. «Che cosa vorresti dire? Stai insinuando che io non sono preoccupato per loro?» «No, sono sicura che lo sei.» Marisa non riusciva mai ad apparire sottomessa come avrebbe dovuto, ed Evan avvertì subito il sottofondo di cui lei non si era neppure resa conto. «Stai insinuando che ho ragione di essere preoccupato? Che ritieni che abbia commesso qualche errore nel gestire il maledetto pasticcio che tuo padre si è lasciato dietro?» «No, no certo. Sono sicura che hai tutto sotto controllo. Solo, ieri sera mi è sembrato che le cose non andassero lisce come al solito.» «Sei troppo stupida per sapere quando i miei affari vanno lisci. Visto che non sai affatto di che cosa stai parlando, dovresti chiudere quella bocca.» «Sicuro.» «Il sarcasmo non è attraente nelle donne» affermò Evan, afferrandola brutalmente per un braccio. «Specie quando i loro mariti sono impegnati in un affare importante e hanno bisogno di sostegno morale.» Lei trasalì alla pressione delle sue dita sui lividi, vecchi e nuovi, che le segnavano il braccio dalla spalla al polso. Ma non si lamentò, temendo che Evan l'avrebbe punita togliendole Spencer per il resto della giornata. Lui si stancò di farle male sorprendentemente presto, segno che aveva ben altro a cui pensare. Il telefono cellulare trillò, ed Evan allontanò Marisa con uno spintone abbastanza forte da farla cadere. Aprì il telefono. «Sì?» Ascoltò in silenzio, poi parlò seccamente. «Bene. Portala al magazzino.» Chiuse l'apparecchio. «Se Sandro Marchese torna qui, puoi manifestare orrore e sgomento per il fatto che ha perso le tracce di tua sorella. Se consiglia di chiamare l'FBI, puoi accettare, dopo qualche esitazione. Non lasciare che avverta tua madre che Tony e Belle sono Jasmine Cresswell
193
Mercanti Di Morte
spariti. Dave ha già abbastanza preoccupazioni, al momento, senza dover anche tenere sotto controllo quella stupida vecchia.» Marisa non batté ciglio all'insulto rivolto a sua madre. Ne aveva sentiti tanti altri a volte anche peggiori. «Perché pensi che Sandro Marchese tornerà qui? Ha perso le tracce di Belle?» «Sì, naturalmente.» Per qualche ragione, fu un colpo per Marisa sentirselo confermare, anche se conosceva già la risposta. A che cosa serviva un segnalatore radio, se suo marito aveva già informato Dave Forcier che poteva trovarlo nel tacco di Belle? Sua sorella, però, era incredibilmente in gamba. Quanto tempo avrebbe impiegato a capire per chi e con chi lavorava Dave? La paura di Marisa era cresciuta in modo esponenziale fin da quando, la sera prima, aveva appreso che Donald Gates era morto. Chiaramente, gli avvenimenti si erano evoluti in modo incontrollato, dopo la morte di Marc Joubert. Evan e Dave agivano sotto un'intensa pressione, per dimostrare che potevano consegnare le merci con la stessa efficienza di quando Marc era vivo. Ma da come andavano le cose, Marisa temeva che ben presto suo marito si sarebbe sentito così vulnerabile che non gli sarebbe rimasta altra scelta che eliminare tutti coloro che potevano sospettare che avesse passato gli ultimi tre anni in una titanica lotta per il controllo dell'impero criminoso dei Joubert. «Belle e Tony sono i miei fratelli» affermò, con sorprendente coraggio. «Non posso fare a meno di preoccuparmi per loro. Ti prego, Evan, so che non ho alcun diritto di ficcare il naso nei tuoi affari, ma potresti almeno dirmi quando saranno liberati?» Non nominare neppure l'orribile possibilità che vengano uccisi. «Saranno liberati quando lo dirò io.» Evan entrò nel suo spogliatoio e cominciò a indossare un formale completo scuro. Era l'unico indizio da cui Marisa poté dedurre che non intendeva passare la giornata in casa. Si mise a riordinare il cassetto del trucco, che era stato perfettamente organizzato fino a quando Evan non aveva cominciato a frugare fra i rossetti. «Perché ritieni che Belle abbia il DVD Cronos? Non lo ha mai nominato, ieri.» «Perché vostra madre ha detto a Dave che lo ha lei. Né l'uno né l'altro Jasmine Cresswell
194
Mercanti Di Morte
DVD sono importanti, a ogni modo. Li rivoglio solo per precauzione. Ora vestiti, e non fare altre stupide domande.» Evan mentiva. Per la sua stessa sicurezza, Marisa aveva imparato a leggere ogni sfumatura del suo linguaggio del corpo. Le mentiva continuamente, su dove andava, chi incontrava, che intenzioni aveva. Spesso non mentiva per uno scopo pratico, ma perché ingannarla, tacerle i particolari della propria vita gli dava un senso di potere. Ma quella non era una banale bugia destinata a dargli la soddisfazione di avere il controllo, pensò Marisa. Evan aveva un disperato bisogno di avere accesso ai dettagli delle operazioni di contrabbando di suo padre, e sembrava averne anche un bisogno immediato. Perché tanta urgenza? Poteva essere solo perché stava cercando di far uscire in modo illegale dal paese qualcosa di particolarmente redditizio, pericoloso e proibito. In quel momento, in qualche magazzino c'era una merce che scottava, che poteva mandare lui e Dave in prigione per molti anni. Marisa ne era certa. Di che merce poteva trattarsi? Presumibilmente, non qualcosa di piccolo e super-tecnologico che poteva essere contrabbandato sotto le spoglie di un innocuo componente per una delle fabbriche di giocattoli di Evan in Estremo Oriente. Doveva essere qualcosa di grosso e ingombrante. Qualcosa che aveva bisogno della garanzia di un percorso sicuro, e dozzine di funzionari pagati per guardare dall'altra parte. Il fatto che Donald Gates fosse stato ucciso suggeriva che la merce da contrabbandare avesse qualcosa a che vedere con la tecnologia militare. E se avevano tanto bisogno del DVD Cronos, con i suoi preziosi percorsi e i nomi dei contatti all'estero, significava che dovevano spedire delle vere armi, non solo le istruzioni o i disegni. Il telefono squillò, ma Marisa lo ignorò. Non le era consentito di rispondere fino a quando Evan o Anita non le accordavano il permesso di parlare con la persona che chiamava. Lottando contro la disperazione, finì di riordinare il cassetto. In qualche modo, se non fosse stata stupida quasi quanto affermava Evan, sarebbe dovuta essere capace di trovare un modo per rivelare ciò che sapeva alle autorità, senza rischiare la vita. Negli ultimi diciotto mesi, però, non lo aveva trovato. E proprio non voleva morire. Non che la vita che conduceva sarebbe stata una gran perdita. Ma non poteva neppure pensare a quale sarebbe stata la sorte di Spencer, se si fosse trovato completamente alla mercé di suo padre e di Anita Gillespie. Spencer aveva bisogno almeno di un genitore capace di insegnargli Jasmine Cresswell
195
Mercanti Di Morte
qualche valore morale. Evan tornò in camera con in mano un cordless. Lo porse a Marisa, col sorrisetto soddisfatto che lei aveva imparato a odiare e temere. «Mia cara, cattive notizie, temo. Ma non devi perdere le speranze.» Parlava abbastanza vicino all'apparecchio perché la persona in linea sentisse ogni parola. «Chi è?» chiese Marisa con la gola secca. «Sandro Marchese. Mi dispiace, ma ha chiamato per dirci che ha perso le tracce di Belle.» «Oh no» mormorò lei. «È terribile.» «Vuole parlare con te.» Evan gettò il telefono sul letto. «Qualunque cosa decidiate, sai che ti sosterrò al cento per cento.» «Certo.» Marisa prese l'apparecchio. Aveva i palmi così sudati che le scivolò di mano, ricadendo sul letto. Si asciugò frettolosamente le mani con un fazzoletto di carta, poi respirò a fondo, costringendosi a recitare la parte che le era stata imposta. «Sandro, è terribile! Com'è successo? Il segnalatore ha smesso di funzionare?» «Può darsi. Oppure i rapitori lo hanno trovato e distrutto. Il punto è che non ho idea di dove abbiano portato Belle.» «Oh, mio Dio! Che cosa facciamo, ora?» «Non abbiamo molta scelta. Ho già chiamato l'FBI. Mi dispiace solo di non averlo fatto ieri.» Marisa si concesse il lusso di qualche lacrima. Se non piangeva esattamente per le ragioni che Sandro avrebbe pensato, almeno le lacrime erano genuine. «Adesso cosa può succedere, Sandro? Perché l'hanno presa?» «Non lo so, Marisa. Vorrei tanto saperlo. Ma non ho alcuna risposta, per il momento.» «Sarò costretta ad avvertire mia madre.» Le lacrime di Marisa divennero più copiose. «Sandro, tieni lontano da lei l'FBI ancora per un po', vuoi? Lascia almeno che la prepari, prima che i federali bussino alla sua porta.» Tutt'a un tratto aveva preso a dargli del tu. «Farò il possibile. Al momento, non sono nella posizione di proporre patti ai miei superiori. Cerca di non preoccuparti, Marisa. Ti prometto che tirerò fuori Belle viva da questa storia» ribatté lui di rimando. Jasmine Cresswell
196
Mercanti Di Morte
Lei sperò che potesse mantenere la promessa, ma ne dubitava. Lottò contro il panico e la disperazione: se ce l'avesse fatta a rimanere sola, si sarebbe sforzata di raccogliere le idee e trovare un modo per salvare sua sorella. Forse la soluzione c'era, e se fosse riuscita a ritrovare la lucidità e il coraggio... «G... grazie, Sandro, per il tuo aiuto. Conto su di te. Ti prego, non abbandonare Belle.» «Non lo farò. Hai la mia parola. Devo andare, Marisa. Mi dispiace. Ti chiamerò appena possibile.» «Sì, vai. Se non mi trovi qui, sarò da mia madre.» Marisa interruppe la comunicazione prima di restituire il telefono a Evan. «Ho detto quello che volevi?» chiese in tono piatto. «Asciugati gli occhi» ordinò lui. «Il mascara si sta sciogliendo e sei un disastro.» CAPITOLO 19 Dave Forcier ripose la pistola nella fondina a spalla e si appoggiò al morbido sedile in pelle della Lincoln. «Gira intorno per un paio di minuti, Ray, mentre io controllo che non abbia armi nascoste.» «Non ho alcuna arma nascosta» affermò Belle. Dave si voltò con un sorrisetto lascivo. «No, probabilmente non ne hai. Ma lo zio Dave ha bisogno di vedere se hai addosso qualche registratore, tesoro.» «Non ho neppure quello» dichiarò Belle. «Toglimi le mani di dosso, farabutto.» «Niente da fare, tesoro. Aspetto di fare questo da anni. Inoltre, non voglio davvero che qualcuno dei tuoi amici del governo ascolti la nostra chiacchierata.» Dave fece scorrere le mani sul corpo di Belle con nauseante piacere, preoccupandosi a malapena di fingere di cercare un registratore. Anche quando trovò il DVD, nella tasca del vestito, si limitò a gettarlo sul sedile accanto a sé e continuò a palparla. Belle guardò fuori del finestrino, cercando di non dargli a vedere che le faceva accapponare la pelle. Non poteva impedirgli di toccarla, ma non gli avrebbe dato la soddisfazione supplementare di trasalire e protestare. Avrebbe potuto allungargli una ginocchiata all'inguine, ma, Jasmine Cresswell
197
Mercanti Di Morte
realisticamente, sapeva che non avrebbe ottenuto altro risultato che farlo infuriare. E non riteneva che, facendo infuriare Dave, avrebbe migliorato la propria situazione. Con uno sforzo di volontà, concentrò l'attenzione sul problema di decidere le mosse successive. Qualunque cosa era meglio che sentire le sue mani strisciarle sulle cosce. Ray Hillmam, silenzioso come sempre, guidava in direzione sud, tornando verso Miami. Sembrava ignorare le attività di Dave sul sedile posteriore. O forse aveva fatto altre volte da autista al suo vecchio amico e aveva imparato a non guardare. Belle si chiese perché non fosse stata bendata. Fatto ancora più preoccupante, Dave e Ray non facevano nulla per impedirle di vedere dove stavano andando, così come non le avevano nascosto la loro identità. Subito dopo, si pentì di essersi posta quella domanda. Le risposte che trovò non le piacevano affatto. «Togliti le scarpe» ordinò Dave, secco, quando finalmente si stancò di palparla senza ottenere alcuna reazione. «Perché dovrei fare una cosa così stupida?» «Perché io possa disfarmi del segnalatore radio che hai nascosto in un tacco, tesoro. Perché altro?» «Non ho un segnalatore radio in una scarpa.» «Certo che ce l'hai. Quel dannato bastardo di Sandro Marchese non ti avrebbe mai persa di vista se non avesse avuto modo di rintracciarti. E molto probabilmente è in una scarpa, perché lo mettono lì di solito. Non vai mai al cinema? I nostri nascondono sempre il microchip nel tacco di una scarpa.» «Sandro non lavora nel cinema» ribatté Belle. «No, tesoro, ma gli agenti federali trovano le loro idee migliori nei film. Ora dammi quella maledetta scarpa.» Trovò il segnalatore quasi immediatamente e lo estrasse del tacco con l'unghia. Con un sorriso soddisfatto, aprì il finestrino e gettò il microchip sulla strada, davanti alle ruote di un camion che stava sopraggiungendo. «Questo è sistemato» dichiarò, fregandosi le mani. «Suppongo che ora il Principe Azzurro non correrà più in tuo soccorso.» Fu istintivo toccare l'orologio per rassicurarsi che il secondo microchip fosse ancora lì. Dave, grazie al cielo, parve non notare il gesto, anche se Belle riconobbe di non meritare tanta fortuna. Ripromettendosi di stare più Jasmine Cresswell
198
Mercanti Di Morte
attenta in futuro, pregò silenziosamente che l'apparecchio stesse trasmettendo un segnale forte e chiaro, e che Sandro fosse sulle loro tracce, a non più di qualche macchina di distanza. Si allontanò da Dave il più possibile, e si voltò ad affrontarlo. «Visto che, a quanto pare, ti ispiri al cinema, veniamo al punto, okay? Qual è lo scopo di tutta questa folle messinscena? Quello che è successo negli ultimi due giorni è insensato. Quando intendi liberare mio fratello?» «Be', questo dipende soprattutto da te, tesoro.» Dave tirò fuori un computer portatile dal cassetto della macchina e se lo mise sulle ginocchia. «Prima le cose più importanti. Vediamo se stavolta mi hai portato il DVD giusto.» Guardò l'etichetta, mentre il computer si attivava. «Beneficenza 2000» lesse. «Spero proprio che non sia un altro dei tuoi giochetti, dolcezza. Devo dirti che non mi è piaciuto mandare uno dei miei uomini migliori a perquisire la tua casa, solo per essere ricompensato con un CD di dannata musica pop.» E così, Dave era il responsabile dei vandalismi perpetrati in casa sua. «Questo è il vero DVD» affermò Belle. «Spero per te che tu mi dica la verità, tesoro, perché lo zio Dave è davvero deluso dal modo in cui ti sei comportata finora.» Aspettò che il programma si caricasse, poi passò da una schermata all'altra, assimilando in silenzio il contenuto del DVD. Ray parlò per la prima volta. «Lo ha portato?» chiese. «A metà.» Donald chiuse il programma e spense il computer. «Okay, dolcezza, ora viene la domanda veramente importante. Quello che hai qui è molto interessante, ma non basta. Dov'è il DVD Cronos?» «Non ce l'ho» affermò Belle senza mezzi termini. «Sì che ce l'hai.» La voce di Donald si indurì. «La tua cara, vecchia mamma mi ha raccontato tutto su quella commovente scena al letto di morte di tuo padre. Mi ha assicurato che Marc ha dato il DVD a te, giusto poco prima di andarsene in cielo.» «Il solo DVD che mio padre mi ha dato è quello che hai in mano. Contiene un elenco di tutte le persone che ha corrotto, con le prove necessarie per condannarle.» «Perché diavolo gli è saltato in testa di preparare un DVD del genere?» intervenne Ray, in un tono colmo di odio. «Che cosa gli era preso, in questi ultimi anni? Era come se avesse avuto una conversione religiosa e si Jasmine Cresswell
199
Mercanti Di Morte
sentisse in dovere di mandare a monte un modo di vivere perfetto, che ci aveva mantenuti ricchi e felici per anni.» «Qualunque cosa sia accaduta e abbia fatto cambiare idea a mio padre sull'attività che esercitava, lui non ha mai tradito la sua amicizia nei vostri confronti» affermò Belle. «Ha lasciato te e Dave completamente fuori dall'elenco. Non c'è niente sul DVD che mi ha dato che possa compromettere uno di voi. Assolutamente niente.» «Diamine, è stato davvero generoso da parte sua» ironizzò Ray. «Spiacente di non apprezzare di più il gesto. Sai una cosa? È una fortuna che tuo padre sia morto, perché ero quasi pronto a ucciderlo io.» «Ma che cosa ti aveva fatto?» chiese Belle. «Non capisco. Avete lavorato insieme per anni...» «Avete lavorato insieme per anni» le rifece il verso Dave. «Già, sicuro. Per una vita ho lavorato per tuo padre, dandomi da fare perché la famiglia Joubert potesse rotolarsi nei dollari, senza mai avere guai con la legge, riciclando il denaro sporco attraverso società di comodo e tenendo alla larga il fisco. E qual è la mia ricompensa? Marc si fa venire degli scrupoli e decide di passare a un'attività legale. Comincia a chiudere una rete operativa che ci sono volute tre generazioni a costruire. Ma si consulta con me o con Ray su quello che sta per fare? No, certamente. Lui è l'arrogante Marc Joubert, perciò dà per scontato che noi seguiremo docilmente i suoi cambiamenti. Si aspetta che continuiamo a essere i servitori fedeli del regno dei Joubert, proprio come lo siamo sempre stati.» «Io sono stato assunto negli anni Sessanta» si intromise Ray. «E in tutto questo tempo in cui lo abbiamo tenuto fuori dai guai, Marc non ci ha mai fatto diventare suoi soci. Non ne ha mai neppure parlato. Non eravamo dei Joubert, perciò non contavamo nulla.» «Immagino che di tanto in tanto abbia gettato un milione di dollari nella vostra direzione, per addolcire il peso della vostra servitù» osservò Belle, acida. Il viso di Dave si colorì per la rabbia. «Sei proprio la figlia di tuo padre, eh? Siete tutti uguali. La stessa aria altezzosa, lo stesso tono tagliente. Ma non posso dire che sentirti parlare mi renda tenero e nostalgico. Anzi, mi fa venire una gran voglia di darti il fatto tuo. Una specie di compensazione per tutte le volte in cui me ne sono stato lì a subire le lavate di capo del tuo caro, vecchio babbo. Perciò ti darò un consiglio, tesoro. Non offrirmi una scusa per sfogare le mie fantasie di Jasmine Cresswell
200
Mercanti Di Morte
vendetta. Potrei diventare davvero cattivo.» «Allora, trattiamo questa faccenda con efficienza, proprio come il rapporto d'affari che è. Voi avete Tony. Ed è vero, io ho il DVD Cronos.» Belle riuscì a pronunciare la bugia senza che la voce le tremasse. «Non serve a niente starcene seduti qui a scambiarci insulti. Vi ho consegnato uno dei DVD di mio padre, come gesto di buona volontà. Ma finora voi non mi avete dato alcuna prova che mio fratello è nelle vostre mani.» «Sicuro che te l'abbiamo data» protestò Ray. «Hai parlato con lui al telefono.» «Quando ho chiamato dal ristorante, vuoi dire?» Belle scosse la testa. «Ha borbottato un paio di frasi. Banalità generiche. Avreste potuto registrarle, e poi ucciderlo.» Parlava con freddezza, come se la prospettiva della morte di suo fratello non la turbasse minimamente. Quando Dave aveva affermato che era la vera erede di Marc Joubert, era stata colpita da una improvvisa ispirazione, rendendosi conto che il paragone poteva essere sfruttato a suo vantaggio. Nessuno sapeva meglio di Dave e Ray che suo padre non era un uomo con cui si potesse scherzare. Poteva solo sperare che la loro reverenza per l'abilità e la mancanza di scrupoli di Marc venisse trasferita su di lei. «Tuo fratello è vivo» dichiarò Dave. «Hai la mia parola.» Belle rise. Lui le assestò un manrovescio sulla bocca. L'anello che portava le tagliò il labbro, e ne colò un filo di sangue. Belle non si permise di dare a vedere che aveva notato la ferita, neppure leccandosi il sangue. Aspettò che il bruciore diminuisse per poter parlare chiaramente. Poi scosse i capelli per allontanarli dagli occhi e incenerì Dave con lo sguardo. «Se tu vuoi sperare di mettere le mani sul DVD Cronos, io devo vedere mio fratello. Portami da lui. Questa è una richiesta che non si può negoziare.» «Già, tesoro, ne sono sicuro. Tutte le richieste dei Joubert sono sempre non negoziabili. Ma oggi, sono io che ho la pistola.» «E se io sarò morta, tu non vedrai mai il dischetto Cronos. Stallo, zio Dave.» «Chiedimelo molto gentilmente, tesoro, e può darsi che ci ripensi.» Dave si chinò su di lei, spingendola nell'angolo della macchina e palpandole il seno. Belle sentì la sua erezione premuta contro la coscia, e Jasmine Cresswell
201
Mercanti Di Morte
la sensazione la nauseò. Zio Dave poteva essere un titolo di cortesia, ma lo conosceva da tanto tempo che un contatto sessuale con lui le appariva quasi incestuoso. Di sicuro era rivoltante. «Lasciami» sibilò a denti stretti, ma la sola risposte di Dave fu quella di afferrarle i polsi e sollevarle le braccia al di sopra della testa, in modo da avere un più facile accesso al suo corpo. Belle lottò per allentare la stretta sui polsi. E, tutt'a un tratto, fu libera... e Dave teneva in mano il suo orologio. Oh, mio Dio, pensò lei freneticamente. Quando Dave le aveva afferrato i polsi, il cinturino si era strappato e l'orologio si era girato, mostrando il fondo della cassa. Dave guardò dal microchip a Belle, con gli occhi cupi per la rabbia. Lei gli ricambiò lo sguardo con un atteggiamento di sfida che era ben lungi dal provare. «Ha un altro segnalatore» annunciò Dave rivolgendosi a Ray. «È attaccato dietro l'orologio.» «Vuoi dire che qualcuno ci ha seguiti per tutto il tempo, e tu non mi hai avvertito?» Ray sembrava più seccato che spaventato. «Non preoccuparti, ce ne libereremo. Svolta qui a sinistra. No, non accelerare. Probabilmente non ci seguono a vista, e non voglio fare niente che possa innervosirli. Ti dirò io quando fermarti.» Dave scrutò l'autostrada con intensa concentrazione. «Ecco, ho trovato. Entra nella stazione di servizio sulla tua destra.» «Ma è chiusa» obiettò Ray. «Non vedi che è abbandonata?» «Che cosa importa, per l'amor del cielo? Non dobbiamo fare benzina.» Dave consegnò la pistola a Ray e accennò con la testa a Belle. «Sparale, se fa tanto di sbattere le palpebre. Se starnutisce, sparale due volte.» «Se mi spara, non troverete mai il DVD Cronos» affermò Belle. «Ben detto.» Dave parlò a Ray da sopra la spalla, scendendo dalla macchina. «Se si muove, sparale a un ginocchio.» Si chinò a battere un colpetto sulla gamba di Belle. «Il dolore è atroce, ma il rischio di morte è ridotto. Io me ne starei fermo, se fossi in te, tesoro.» Impotente, Belle guardò Dave attaccare l'orologio, con il suo segnalatore, a una delle pompe di benzina abbandonate. Meno di un minuto dopo essere entrati nella stazione di servizio, lui era già risalito in macchina. Jasmine Cresswell
202
Mercanti Di Morte
«Muoviamoci» disse, riprendendosi la pistola. «Ma non superare i limiti di velocità.» Si rivolse a Belle. «Ora, tesoro, è il momento di cominciare a trattare sul serio.» Sollevò la mano e la colpì alla tempia con la canna della pistola, con brutale forza. «Questa è la mia offerta d'apertura.» Belle non ebbe il tempo di rispondere prima di piombare nell'oscurità. Sandro chiuse il cellulare e fissò la lucina verde lampeggiante sul sistema di navigazione della macchina. Non sapeva ancora bene fino a che punto Marisa fosse coinvolta nella scomparsa di Tony, ma c'erano parecchie cose, a proposito della strana famiglia Connor, di cui era assolutamente certo. Tanto per cominciare, Anita Gillespie non era stata aggredita, quella mattina. La storia del tentato stupro era pura fantasia, e questo significava che, comunque fosse entrata in possesso del biglietto dei rapitori, di certo non lo aveva avuto da due tizi brutali appostati in giardino. Vista la facilità con cui i rapitori avevano ricostruito i movimenti di Belle, il giorno prima, Sandro aveva fatto sorvegliare la casa, durante la notte. Sapendo che c'erano degli agenti che vigilavano sul davanti e sul retro dell'edificio, aveva avuto dei sospetti nel momento in cui Anita aveva dichiarato che due uomini erano saltati fuori dai cespugli e l'avevano aggredita in piena vista di chiunque si trovasse a passare. Una donna che era cintura nera di karate sarebbe dovuta essere addestrata a reagire d'istinto a qualunque attacco, per quanto potesse essere mentalmente spaventata. Perciò, o Anita mentiva sulla sua abilità nel karate o mentiva sull'aggressione. La seconda ipotesi sembrava la più probabile, visto che né Pete né Rick lo avevano chiamato per riferirgli l'incidente. E una volta che aveva avuto ragione di dubitare di Anita, le anomalie non avevano fatto che accumularsi. In seguito, Pete gli aveva confermato che la storia di Anita era pura invenzione. Era uscita da casa Connor alle cinque e venticinque, si era trattenuta per pochi minuti in giardino con il cucciolo ed era rientrata senza incontrare assolutamente nessuno, e meno che mai due potenziali stupratori. Sandro era anche certo non solo che Anita fosse l'amante di Evan Connor, ma che Marisa lo sapesse. I segnali di tensione fra le due donne erano chiaramente visibili, se si guardava sotto l'innaturale tranquillità della superficie. Jasmine Cresswell
203
Mercanti Di Morte
Era meno sicuro di ciò che Marisa provava nei confronti del marito. Sapeva che i suoi sentimenti erano intensi, ma non riusciva a decidere se si trattasse di odio o di amore. La sera prima, quando Evan aveva passato gentilmente la mano sul braccio di Marisa, Sandro aveva avvertito ondate di emozioni represse emanare da lei. Perché la tenerezza del momento le era preziosa? O perché il tocco del marito la infastidiva? Rimaneva con Evan perché nutriva nei suoi confronti un'attrazione così potente da essere disposta a condividerlo con un'altra donna? O perché aveva paura di lasciarlo? Sandro propendeva per la seconda ipotesi. Marisa non era una povera donnetta ignorante, intrappolata nel proprio isolamento e incapace di offrire un tetto a suo figlio. Se realmente voleva liberarsi del suo matrimonio, come poteva Evan costringerla a restare? Il segnale proveniente dall'apparecchio attaccato all'orologio di Belle funzionava ancora alla perfezione, grazie al cielo. Sandro controllò la posizione sul sistema di navigazione della macchina. Fino a quel momento stavano percorrendo l'autostrada, diretti a sud. Tutt'a un tratto la luce verde lampeggiante deviò bruscamente a sinistra, indicando che Belle e i suoi rapitori puntavano verso est, girando attorno all'aeroporto "di Fort Lauderdale. Compose il numero del cellulare di Pete. Preferiva non servirsi della radio, in caso le frequenze fossero controllate. «Stanno andando verso est» annunciò, aggiungendo le esatte coordinate, in modo che Pete potesse avvicinarsi. «Non possono andare molto lontano in quella direzione, o finiranno nell'Atlantico. Che notizie da Rick?» «Ha chiamato cinque minuti fa. Dice che a casa Connor non si muove niente.» «Quante telefonate hanno ricevuto dopo la mia?» «Sei. Non sappiamo da chi, naturalmente. Abbiamo avuto l'autorizzazione del giudice un quarto d'ora fa.» «Quanto ci vorrà per poter intercettare le loro chiamate?» «Ancora un'ora... se saremo fortunati» rispose Pete. Sandro represse un moto di impazienza. «Probabilmente non stiamo perdendo niente di importante» borbottò, più per rassicurare se stesso che Pete. «Le telefonate importanti saranno senza dubbio protette. Con il genere di affari che trattano, avranno tecnologie ben più sofisticate delle nostre.» Sandro si interruppe. «Si stanno fermando» annunciò. «Cerco di avvicinarmi a vista. In questo momento il Jasmine Cresswell
204
Mercanti Di Morte
segnale è stazionario.» «Vuoi che chieda rinforzi?» «Sì. Sembra che siano arrivati a destinazione. Aspetta il mio ordine, prima di avvicinarti.» Sandro chiuse la comunicazione, poi si avvicinò cautamente, seguendo il segnale. Proveniva da una stazione di servizio che, stando a un grande cartello, era chiusa per restauri. Una malandata Honda Civic si allontanò dalle pompe di benzina con un'accelerata, come frustrata per non aver trovato il carburante. Per il resto, l'intera area era deserta. Sandro cominciava a provare un gran brutto presentimento. L'unità di controllo emise un bip di avvertimento, indicando che era a meno di otto metri dalla fonte del segnale. Ma non c'erano altre auto posteggiate in quel raggio e nessun'altra struttura, a parte la pensilina di cemento sopra le pompe chiuse. Anche l'edificio prefabbricato che ospitava l'annesso autogrill era chiuso e sprangato, ma in ogni caso l'entrata distava più di una dozzina di metri dalla macchina di Sandro, il che significava che Belle e il segnalatore non potevano essere all'interno. In realtà, il segnale poteva provenire solo dalla piazzola deserta. Con una brusca accelerata, Sandro entrò nella stazione di servizio e si fermò vicino alle pompe abbandonate. L'unità di controllo indicò subito che era a meno di tre metri dalla fonte del segnale. Sandro abbandonò ogni tentativo di non farsi vedere. Evidentemente, non c'era bisogno di cautele. Scese dalla macchina e si avvicinò alla fila di pompe, sapendo già che cosa lo aspettava. Eppure, lo stomaco gli si contrasse quando lo trovò. Sulla pompa di mezzo, incollato con del nastro adesivo, c'era l'orologio di Belle, con il segnalatore radio ancora attaccato alla cassa. Sandro batté il pugno sulla pompa, imprecando. Era stato preso in giro. Quei bastardi lo avevano battuto al suo stesso gioco. Per un'ora aveva inseguito un fantasma. Ironicamente, adesso la sua telefonata a Marisa si rivelava vera. Non aveva idea di che cosa diavolo fosse accaduto a sua sorella. Dolore. Un feroce dolore che le martellava dentro la testa fino a darle la voglia di urlare. Tranne che urlare avrebbe richiesto molta più energia di quella a cui poteva fare appello. Belle si sforzò di ricadere nell'incoscienza, ma qualcuno la scuoteva per una spalla, impedendole di Jasmine Cresswell
205
Mercanti Di Morte
scivolare di nuovo nel luogo oscuro dove poteva nascondersi alla sofferenza. «Belle, svegliati. Sono io, Tony.» Obbediente, lei aprì gli occhi, ma il mondo oscillò così paurosamente che li richiuse subito. La voce era gentile, ma insistente. «Ora ti faccio appoggiare la testa sulle mie ginocchia. Dimmi se ti faccio male.» Tony. Belle si rese conto che era lui, prima che i suoi pensieri tornassero a confondersi. Finalmente, la nebbia che le avvolgeva la mente cominciò a diradarsi, e sentì le mani di suo fratello afferrarla sotto le ascelle, delicatamente, e sollevarla dal pavimento di cemento, dov'era distesa, per appoggiarsela in grembo. Stavolta, quando capì dov'era e con chi, riuscì a mantenere il contatto con la realtà. «Ciao, fratellino. Che strano trovarti qui.» Belle cercò di sorridere, anche se i muscoli facciali erano troppo rigidi per rispondere in modo adeguato. «Ti stavo giusto cercando.» «E io sono davvero contento che tu mi abbia trovato.» Tony le tastò la ferita alla tempia e lei trasalì, per quanto il suo tocco fosse stato delicato. «Penso che sopravviverai. È brutta, ma superficiale.» «Di sicuro a me non sembra tanto superficiale. Da quanto tempo sono qui, comunque? e che posto è mai questo?» «Ray Hillmam ti ha buttata dentro una mezz'ora fa. E siamo in una specie di magazzino vuoto. Molto vuoto, per la verità. Non ho visto neppure un topo.» «Questa mi pare una buona notizia.» «Dipende da quanto tempo ci terranno qui» ribatté Tony, secco. «La carne di topo potrebbe cominciare a sembrarci piuttosto appetitosa fra un altro paio di giorni.» Belle si sentì rivoltare lo stomaco e passò un lungo momento prima che potesse di nuovo parlare. «Non dobbiamo preoccuparci di morire di fame. Dave e Ray non possono tenerci qui molto a lungo.» «No, certo, non possono» convenne Tony, con anche troppa convinzione. La testa di Belle doleva disperatamente, ma non ci volevano molte Jasmine Cresswell
206
Mercanti Di Morte
cellule cerebrali per capire che il modo più facile, per Dave e Ray, di risolvere il problema di liberarsi di due persone vive nascoste in un magazzino vuoto era trasformarle in due persone morte. Spinta dal bisogno di fare qualcosa di concreto per liberarsi da quei cupi pensieri, Belle si sollevò dal grembo del fratello e si sistemò accanto a lui, con la schiena appoggiata alla parete. Era all'incirca la posizione più comoda che potesse trovare, in quel magazzino dove non c'era neppure una cassa vuota. Il pavimento di cemento era duro, ma almeno sembrava asciutto, e in quella stagione l'aria sapeva di chiuso, ma non era eccessivamente calda. Decise di pensare in positivo e di essere grata per i piccoli vantaggi che registrava. Ora che poteva vederlo, si rese conto che il viso di Tony era gonfio e ammaccato, e un occhio era decisamente nero. Nonostante questo... o forse proprio per questo... non ricordava di essere stata altrettanto contenta di vederlo. «Ho un aspetto bello come il tuo?» gli chiese malinconicamente. Tony sorrise. «Diciamo solo che non avresti bisogno di alcun trucco per riuscire a essere uno spettro convincente a un party di Halloween.» «Diamine, fai dei complimenti davvero splendidi.» Belle tese la mano e gli sfiorò delicatamente l'occhio nero. «Come ti sei fatto questi lividi? Sono un regalo dello zio Dave?» «No, sono tutti cortesie di Ray e dei suoi scagnozzi. Anche se ho l'impressione che Ray non cambierebbe marca di dentifricio senza chiedere prima il permesso a Dave.» «Già, non è esattamente il buon vecchio zio Dave che credevamo, eh?» Tony la guardò per un lungo momento, poi distolse bruscamente gli occhi, palesemente a disagio. «Sai che Donald Gates è morto, vero? Mi dispiace molto. Non volevo che accadesse.» Belle lo fissò, stupefatta. «Vuoi dire che... che tu hai ucciso Donald?» «Certo che no!» scattò Tony, offeso. «Donald e Ray hanno cominciato a litigare per come le cose erano andate avanti dopo la morte di papà. Donald era furioso perché la tua casa era stata buttata all'aria. Continuava a ripetere che lui avrebbe potuto trovare il DVD Cronos mentre dormivi, se solo Ray e Dave fossero stati disposti ad aspettare un altro paio di notti. E Jasmine Cresswell
207
Mercanti Di Morte
Ray lo accusava di non essere in grado di controllarti, diceva che avevi bisogno di qualcuno che ti mostrasse chi era il padrone.» Tony si schiarì la voce, imbarazzato. «Comunque, hanno litigato per un pezzo, e mentre erano distratti io sono riuscito a liberarmi dalla sedia su cui mi avevano legato. Ho cercato di arrivare alla pistola che Ray aveva posato sul tavolino, ma Donald mi ha visto e ha tentato anche lui di prenderla. Abbiamo lottato...» «Ed è partito un colpo?» lo sollecitò Belle, quando la voce gli morì in gola. «No. Ray si è avvicinato e gli ha sparato a bruciapelo.» Il sangue abbandonò il viso di Tony, facendo risaltare ancora di più i lividi. «Quello è stato il momento in cui mi sono reso conto che non conoscevo affatto Ray, anche dopo averlo frequentato per una vita.» «Entrambi credevamo di conoscerlo. E anche Dave. Eravamo terribilmente in errore.» Tony rabbrividì. «Non riesco ancora a credere alla facilità con cui Ray può uccidere. Donald era diventato un intralcio, e lui l'ha ucciso con la stessa indifferenza che avrei provato io investendo uno scoiattolo sulla strada. Anzi, con un'indifferenza di gran lunga maggiore.» «Avremmo dovuto sapere di che cosa erano capaci» disse Belle quietamente. «Sapevamo che lavoravano con papà. Sapevamo che non avevano scrupoli a fare affari con i terroristi.» «Ma papà non avrebbe mai ucciso Donald Gates» protestò Tony. «Non avrebbe mai commesso un omicidio a sangue freddo.» «Papà ha commesso degli omicidi» ribatté Belle. Quelle parole le strinsero la gola fin quasi a soffocarla. «Solo perché non ha visto le sue vittime da vicino, questo non lo rende meno colpevole.» Tony si strofinò nervosamente il viso ispido di barba. «Hai sempre avuto una tale visione in bianco e nero di ciò che papà faceva, Belle...» «Non hai idea di quanto mi sia sforzata di vedere il grigio.» Belle respirò a fondo. «Comunque, papà è al di là del nostro giudizio, perciò è meglio cambiare argomento. Visto che non ho alcuna intenzione di restare qui abbastanza a lungo perché Dave mi usi come sacco da pugile, immagino che dovremmo studiare seriamente un piano per fuggire.» «Sono d'accordo» affermò Tony, apparentemente sollevato di Jasmine Cresswell
208
Mercanti Di Morte
abbandonare un argomento che, come la sorella, trovava molto difficile da trattare. «C'è solo un problema. Ho già esaminato il magazzino da cima a fondo, e non c'è modo di uscire da qui...» «Ci sono delle finestre. Devono esserci. Vedo la luce del sole.» «Già, ma sono a quattro metri da terra.» «Be', non perdere la speranza. Adesso siamo in due» lo incoraggiò Belle. «Sei sicuro che le finestre siano troppo alte per arrivarci, anche salendo sulle tue spalle?» «Sì, sono sicuro» rispose Tony, cupo. «Ci ho pensato anch'io, ma rimarresti sempre almeno a una ventina di centimetri sotto il davanzale.» «Non importa. Metteremo insieme le nostre idee e troveremo qualcosa di brillante.» «In questo momento, non sono sicuro neppure di poter trovare qualcosa di mediocre.» Tony distolse lo sguardo. «Mi dispiace dimostrarmi così inutile. Tu sei stata meravigliosa, Belle, e non merito tutti gli sforzi che hai fatto per me. Specialmente dopo il modo in cui ti ho trattata negli ultimi anni.» «È stata la situazione con papà a rovinare il nostro rapporto.» «Già, credo che sia così. Comunque, voglio che tu sappia che ti sono grato per tutto quello che hai fatto per liberarmi.» «Non c'è di che essermi grato.» Belle sorrise tristemente. «Ci sarebbe solo se avessi fatto qualcosa di utile. Finora, sembra che abbia fallito su tutta la linea. A come la vedo io, abbiamo un solo punto a nostro vantaggio.» «E sarebbe?» «Dobbiamo ricordare che Dave vuole il DVD Cronos almeno quanto noi vogliamo uscire da qui.» «Questo non ci aiuta molto, visto che io non ho il DVD Cronos.» «Certo che no, perché ce l'ho io.» Belle non aveva avuto intenzione di mentire e rimase sbalordita dalla prontezza con cui la bugia le era uscita di bocca. Era solo perché voleva proteggere suo fratello, si rassicurò, non perché si stesse trasformando in una bugiarda congenita. Tony non era mai stato capace di nascondere i propri pensieri e sentimenti, e non sarebbe mai riuscito a sostenere un bluff con Dave e Ray, a meno che non fosse sinceramente convinto di ciò che diceva. «Questo è un bel sollievo» commentò lui. «O almeno, un mezzo sollievo. Dove lo hai nascosto?» Jasmine Cresswell
209
Mercanti Di Morte
Ottima domanda. Belle sperò di trovare una risposta credibile prima che Dave e Ray le chiedessero la stessa cosa. «È meglio che tu non lo sappia» rispose. «Così, solo uno di noi dovrà serbare il segreto.» Tony abbozzò una smorfia, poi trasalì quando i suoi muscoli facciali ammaccati protestarono per il movimento. «Be', okay. Ma se Dave diventa cattivo, ti avverto subito che gli dirò che hai tu il DVD. Di sicuro non vale la pena di essere torturati per salvarlo.» «Non preoccuparti, non sono per niente ansiosa di diventare una martire. Quello che dobbiamo fare, però, è elaborare un modo veramente astuto di operare lo scambio.» «Dave e Ray non si fideranno di noi più di quanto noi ci fidiamo di loro» obiettò Tony. «Realisticamente, una volta che avranno il DVD, come gli impediremo di ucciderci? La rete Cronos può anche essere l'ottava meraviglia del mondo, ma Dave e Ray non potranno servirsi di alcuna informazione contenuta nel DVD se tu ne hai nascosto una copia da qualche parte, pronta per essere consegnata ai federali nel momento in cui sarai libera. È evidente che si sentiranno minacciati.» «Non ho alcuna copia del DVD» asserì Belle. «Vorrei averla fatta, ma non ce n'è stato il tempo, e comunque non avevo l'attrezzatura necessaria.» «Questo è tutto molto bello, ma purtroppo il fatto che tu dica la verità affermando che non hai una copia del DVD non convincerà Dave e Ray.» «Immagino che questo sia un altro problema su cui dovremo lavorare» ribatté Belle. «Prima, però, dobbiamo mettere insieme le nostre informazioni se vogliamo elaborare il miglior piano possibile per negoziare. Dobbiamo scoprire dove sono vulnerabili, su che punti sono disponibili a ragionare, e poi lavorare su queste due aree. Allora, come ti hanno rapito?» «E stato facilissimo» rispose Tony, stringendosi nelle spalle. «Dave e io abbiamo avuto delle divergenze, negli ultimi mesi, ma non mi era mai passato per la testa che arrivasse a questi estremi, perciò non pensavo neppure a stare in guardia. Dovevamo incontrarci per studiare alcuni problemi di imposte relativi all'eredità di papà, ma all'ultimo momento gli ho telefonato per avvertirlo che dovevo rimandare perché ero d'accordo di vedermi con te. Gli ho detto che sarei uscito entro un'ora. Sono arrivato fino al parcheggio sotterraneo, e là... Barn! Una botta alla nuca, ed è stata la fine. Mi sono svegliato qui, con una sete rabbiosa e un mal di testa Jasmine Cresswell
210
Mercanti Di Morte
infernale. E Dave mi stava addosso, esigendo risposte a un mucchio di domande sul DVD Cronos, alla maggior parte delle quali non ero in grado di rispondere.» «Ma gli hai detto che lo avevo io?» chiese Belle. Tony fece per scuotere la testa, poi si fermò bruscamente. «Scusa. Un attacco di vertigini. No, non ho detto niente a Dave sulla nostra conversazione telefonica. Non ho mai ammesso di sapere che cos'è il DVD Cronos. Naturalmente, Dave ha promesso di liberarmi se gli avessi detto dov'era sparito il DVD dopo la morte di papà. Anche se lo avessi saputo, non glielo avrei mai detto, perché non mi fidavo di lui.» La sua bocca si contorse in un sorriso amaro. «Immagino che sia stato un giudizio azzeccato, da parte mia.» «Avevi qualche ragione particolare per non fidarti di Dave?» «Parecchie.» Tony fissò un punto in lontananza. «Ti ho mentito al funerale, Belle. Non tutto è andato per il meglio dopo la tua partenza da Miami. Quando hai tagliato i ponti con la famiglia, papà ha perso tutto il suo fuoco, il suo entusiasmo. Quando ho finito l'università e ho cominciato a lavorare con lui, gli ho detto chiaro e tondo che non avevo passato tutti quegli anni a studiare solo per aiutarlo ad applicare le ultime tecniche di management a un'attività il cui unico scopo era mettere armi sempre più terrificanti nelle mani di terroristi. Ho aggiunto che se avesse continuato i suoi affari illegali, avrei considerato mio dovere fare in modo che venisse incriminato.» «Papà dev'essere stato furioso. Odiava che qualcuno mettesse in questione la sua autorità.» «Questa è stata la cosa strana. Non si è affatto infuriato. È questo che intendevo quando ho detto che aveva perso tutto il suo fuoco. Invece di reagire, ha accettato docilmente di smetterla con il contrabbando.» «Non sembri così sollevato come mi sarei aspettata» osservò Belle. «Dopotutto, era quello che tutti noi figli avevamo sperato da quando siamo stati abbastanza grandi da capire che cosa stava succedendo.» «Nonostante le sue promesse, non mi fidavo di papà... non del tutto.» Tony sospirò. «Sai com'era. Trattare con lui era come cercare di capire qualcosa in una scatola cinese. Per quanti compartimenti segreti tu riesca ad aprire, non sei mai certo di avere un'idea chiara dell'intero oggetto. Non potevo liberarmi dal dubbio che avesse finto di abbandonare il contrabbando solo a mio beneficio, in modo da poter continuare i suoi Jasmine Cresswell
211
Mercanti Di Morte
affari come sempre. Poi, circa un mese prima che morisse, ho sentito casualmente una discussione fra Dave e papà che sembrava confermare i miei sospetti. Peggio ancora, ho avuto l'impressione che Dave lo minacciasse, costringendolo a prendere parte a un affare che lui avrebbe preferito rifiutare. Quando ho affrontato papà, lui si è arrabbiato molto, ma non ha negato le mie accuse. Sono uscito da quella discussione praticamente convinto che non solo la Joubert Corporation fosse attivamente impegnata nel contrabbando, ma che papà volesse uscirne e non ne trovasse il modo.» «Se Dave e Ray lo ricattavano per costringerlo a continuare, non capisco perché non abbia smascherato il loro bluff. Come potevano costringerlo a collaborare contro la sua volontà? Poteva semplicemente rifiutarsi di fornire le informazioni necessarie. O poteva passare dall'altra parte e chiamare la polizia. Tutto quello che doveva fare erano un paio di telefonate per far arrestare i buoni, vecchi Dave e Ray in un batter d'occhio.» «Come poteva farli arrestare senza correre lo stesso rischio?» «Papà avrebbe potuto concludere un patto» suggerì Belle. «Offrirsi di aprire i suoi archivi, di rivelare nomi, itinerari, contatti, in cambio dell'impunità.» Tony scosse la testa. «Gli inquirenti non sarebbero mai arrivati a questo punto. Non avrebbero potuto farlo, per quanto desiderassero avere accesso alle informazioni. Inoltre, papà aveva una reputazione così temibile, per la sua furbizia e la sua abilità nel doppio gioco, che se fosse andato a chiedere aiuto ai federali, scommetto che avrebbero sospettato una trappola. Credo che, alla fine della sua vita, papà abbia scoperto che la sua stessa astuzia lo aveva battuto. Aveva gridato al lupo una volta di troppo, e non poteva più ottenere l'aiuto di cui aveva bisogno.» Ascoltando il fratello, Belle diventava sempre più depressa. Se Marc Joubert, il maestro del negoziato, non era stato capace di trovare un modo per uscire dalla trappola che si era scavato da solo, allora che speranze aveva lei di salvare se stessa e Tony? La testa le doleva al punto che pensare era difficile, e decise che alzarsi in piedi e fare un giro nel vasto magazzino poteva aiutare il suo cervello a funzionare in modo un po' più efficiente. «Faccio due passi» annunciò, cercando di alzarsi. Le gambe erano più Jasmine Cresswell
212
Mercanti Di Morte
molli di quanto avesse creduto, e barcollò contro il petto di Tony, afferrandosi alla sua camicia per non andare a sbattere contro il muro. «Attentai» esclamò lui, indietreggiando di scatto. «Oh, scusami. Ti fanno male le costole? Avresti dovuto dirmelo.» «Non è niente.» Tony distolse lo sguardo. «Solo un'ammaccatura. Davvero.» Stava mentendo... le taceva qualcosa. Cercava di nascondere una ferita veramente grave? La gola le si strinse a quel pensiero. Chinandosi su di lui, gli tirò su la camicia prima che potesse fermarla. «Tony, devi dirmi la ver...» Vide il filo piatto, rivelatore, che usciva dal minuscolo microfono attaccato con il cerotto al centro del petto, e lo strappò via. «Chi ci sta ascoltando?» «Non... non lo so. Dave, Ray. Uno degli altri.» «Come hai potuto!» «Mi dispiace, Belle, davvero. Non volevo, ma mi hanno picchiato.» «E così, hai deciso che era meglio che picchiassero me?» «No, non è stato così. Avevano solo bisogno di essere sicuri che avevi tu il DVD Cronos e che non ne avevi fatto una copia. Nient'altro. Tutto quello che ti ho detto è la verità. Volevano solo essere certi di poter negoziare in buonafede.» «Non possono» ritorse lei, tagliente. «E, a quanto pare, neppure tu. Nessuno di voi riconoscerebbe la buonafede e l'onestà neppure se saltassero su a mordervi il naso.» Il rumore di una pesante porta metallica che si apriva risuonò alle sue spalle. Belle si rifiutò di voltarsi a guardare. «Tipetto in gamba, tua sorella, eh?» Dave entrò con calma nel magazzino, seguito a ruota da Ray. «Ho fatto quello che mi avete chiesto...» borbottò Tony. «Ora dovete lasciarmi andare.» «Sicuro. È giusto quello che pensavo di fare.» Dave assestò un pugno al mento di Tony. Osservò con distaccato interesse Belle che si precipitava a sorreggerlo perché non si facesse male cadendo, poi toccò con il piede il corpo inanimato. «Non vale proprio la pena di salvarlo, sai. Dovresti smettere di pensare a lui e andare avanti per conto tuo.» «Se nel mondo fossero ammesse solo persone meritevoli, a te e Ray sarebbe stata mostrata l'uscita molti anni fa.» Jasmine Cresswell
213
Mercanti Di Morte
«Ti sbagli» obiettò Dave. «Ci sono moltissimi posti, in questo mondo, in cui sono considerato il buono... l'uomo che fornisce le armi per permettere al popolo oppresso di combattere per i propri diritti.» «Ma noi sappiamo la verità, no? Tu e Ray non siete eroi. Siete feccia.» Gli occhi di Dave lampeggiarono d'odio. «Non sai quanto sei fortunata che abbia bisogno che tu rimanga lucida» dichiarò. «Perciò smettiamola con i preliminari verbali, per piacevoli che siano. Sei pronta a dirmi dove posso trovare il DVD Cronos?» Sarebbe stato infinitamente soddisfacente dirgli di andare all'inferno, ma Belle si piccava di essere realista. «Il DVD Cronos è la sola cosa che sta fra me e la mia morte» affermò. «No, non sono pronta a dirti dov'è, fino a quando non avrò qualche garanzia sulla mia salvezza.» Dave si avvicinò, minaccioso, afferrandole il braccio e torcendoglielo dietro la schiena, in una stretta dolorosa. «Senti, tesoro, devi renderti conto che la mia pazienza è esaurita. Ti farai male sul serio se non collabori.» «Non sta scherzando, Belle» si intromise Ray, per la prima volta. Trasalì e guardò dall'altra parte quando Dave accentuò la pressione sul braccio di Belle. «Voi due... dovete... rendervi conto... una buona volta... che io sono Isabelle... non Tony.» Belle aveva il respiro spezzato, ansimante, e sentiva il sudore colarle lungo le tempie. «Le tue minacce... non mi convinceranno... a consegnarti la sola cosa che mi tiene in vita... zio Dave. Ma, per un giusto prezzo, sono disposta a mostrarti... dov'è nascosto... il DVD Cronos. Ti darò un indizio. È qui in Florida.» La pressione si allentò leggermente. «Qual è il tuo prezzo?» «La vita di mio fratello e la mia.» «Sicuro, affare fatto.» Dave le lasciò il braccio. «E ora, dov'è il DVD?» Belle si massaggiò la spalla dolorante, poi sorrise, nonostante le labbra gonfie, la testa pulsante... e la paura che le attanagliava lo stomaco. «Spiacente, Dave. I cadaveri in cui mi sono imbattuta negli ultimi giorni mi rendono un po' nervosa all'idea di fidarmi della tua parola come garanzia.» «E allora, che garanzia vuoi?» chiese Ray. «Ne voglio parecchie. Primo, Ray non verrà con noi, visto che mi fa Jasmine Cresswell
214
Mercanti Di Morte
piacere aumentare un po' le mie probabilità di sopravvivenza. Secondo, porteremo Tony con noi, in modo che Ray non possa farsi venire la brillante idea di ucciderlo mentre non ci sono. Terzo, tu non avrai alcuna arma, Dave. Mi fiderò di te molto, ma molto di più se disporrai solo dei pugni per sostenere il tuo punto di vista. E da ultimo, dovete sapere entrambi che, anche se ho detto a Tony che non ho duplicato il DVD Cronos, questo era vero solo tecnicamente. Non ho un duplicato, in compenso ho uno stampato.» «Non credo che avresti mentito a tuo fratello» affermò Dave. «Dici che hai uno stampato solo per proteggerti.» «Sbagli di nuovo, zio Dave.» Belle indirizzò uno sguardo sprezzante a Tony, che cominciava proprio allora a riaversi. «Conosco mio fratello da una vita. Credi sul serio che mi sarei fidata a raccontargli tutta la verità su qualcosa di così importante come il DVD Cronos? Farai meglio a credere che ho passato la maggior parte di sabato stampando il contenuto del DVD. Se muoio, quel materiale sarà automaticamente inviato ai federali e, credimi pure, la tua attività di contrabbando sarà finita. Perciò, se voi due volete impadronirvi della rete Cronos e continuare da dove mio padre ha lasciato, non pensate neppure di pagare qualcuno per farmi fuori e liberarvi di me, dopo essere entrati in possesso del DVD.» Dave e Ray si scambiarono un'occhiata. Finalmente, il primo si voltò a incenerirla con lo guardo, ma sapeva di essere battuto. «Non rinuncio alla pistola» affermò. «Come vuoi.» Belle si strinse nelle spalle... un ottimo modo per nascondere che tremava. Certo che Dave non era disposto a rinunciare alla pistola. Già il fatto che fingesse di accettare gli altri termini era la misura del suo disperato bisogno di mettere le mani sul DVD. Belle gli voltò ostentatamente le spalle, come se la sua mossa successiva le fosse del tutto indifferente. Si inginocchiò accanto a Tony e gli tastò il polso, notando con sollievo che cominciava a muoversi. Dave l'afferrò per la spalla e la tirò bruscamente in piedi. «Okay, accetto le tue condizioni. Niente armi, e Ray rimane qui. Ora, dove si va?» Belle scosse la testa. «Oh, oh, zio Dave. Prima io ti perquisisco. Poi saliamo in macchina... tu, io e il mio patetico fratellino, qui. Poi ti dirò dove andiamo.» Jasmine Cresswell
215
Mercanti Di Morte
Dave rifletté un momento. «Il solo modo in cui posso accettare una condizione del genere è che tuo fratello sia legato, e sia io a guidare. E non pensare neppure di portarmi in un affollato centro commerciale e seminarmi, tesoro. Perché se appena ti perdessi di vista, girerei sui tacchi e farei una visita alla tua cara, vecchia mammina. E per quella visita porterei la pistola.» La minaccia contro sua madre gelò il sangue a Belle, ma il patto che aveva concluso era ancora il migliore che poteva sperare. Dave non le avrebbe mai permesso di guidare, sapendo che sarebbe andata diritto filato alla più vicina stazione di polizia. «D'accordo» disse. Si impose di parlare in tono duro, autoritario. «Faccia al muro, Dave, gambe e braccia larghe. Intendo assicurarmi che sei davvero disarmato.» Finora tutto bene, pensò Belle mentre perquisiva Dave e lo privava di altre due pistole, una 38 Colt e una Makarov 9 millimetri russa, in aggiunta alla 44 Magnum con cui l'aveva colpita poco prima. Adesso era disarmato, il che rendeva un po' più equilibrata la partita. Ma dove diavolo lo avrebbe portato? Non c'era alcuna risposta brillante, alcuna soluzione perfetta che avrebbe eliminato tutti i rischi. Per un momento, lei si concesse di provare un'autentica rabbia contro suo padre. Ciò che le aveva lasciato in eredità non era un fondo fiduciario da un milione di dollari. E non era neppure un DVD che denunciava dei funzionari corrotti. Il legato di Marc Joubert era quella tremenda paura che, qualunque cosa facesse e per quanto aspramente combattesse, le faceva capire che lei non sarebbe mai stata in grado di proteggere se stessa e la sua famiglia dalle conseguenze delle sue attività criminose. Ma poiché quella terribile eredità era un problema di tutti i Joubert, forse il modo per risolverlo era smettere di lottare da sola e coinvolgere la sua famiglia. Dave sapeva che aveva passato la notte precedente da sua sorella. Avrebbe trovato assolutamente credibile la sua affermazione di avere nascosto il DVD in casa di Marisa. E una volta là, avrebbe avuto Evan, Marisa e Anita per aiutarla. Faceva correre un rischio a Spencer? Certamente no. Dave era disarmato, e sarebbe stato in grave minoranza di fronte ai membri della famiglia Joubert. Evan, in particolare, era giovane e forte, e non era probabile che tollerasse qualche sciocchezza da parte di Dave Forcier. Jasmine Cresswell
216
Mercanti Di Morte
C'era perfino la debole speranza che Sandro fosse tornato a casa di Marisa. Anzi, più Belle ci pensava, più si convinceva che portare Dave da Marisa fosse la migliore soluzione possibile. Se fosse riuscita a risolvere il problema a breve termine di sopravvivere per le due ore successive, anche quello a lungo termine di proteggere se stessa e la sua famiglia sarebbe stato risolto. Appena arrivati a casa di Marisa, lei, sua sorella e suo cognato si sarebbero coalizzati per sopraffare Dave e chiamare la polizia. Con Dave e Ray sotto chiave, finalmente sarebbero stati salvi. E, perdipiù, lei avrebbe potuto recuperare il DVD di suo padre e consegnare ai federali la lista dei funzionari corrotti. L'ultimo desiderio di Marc sarebbe stato realizzato. Per la prima volta in molti giorni, Belle si sentiva quasi ottimista. CAPITOLO 20 Dopo una breve ricerca nelle vicinanze della stazione di servizio abbandonata, Sandro chiamò il quartier generale per riferire il fallimento del suo tentativo di seguire Belle. Ken Oliver fu educato e comprensivo, il che non ebbe altro risultato che far sentire Sandro anche peggio. Anche durante la settimana, nei suoi giorni in completo gessato, Ken era comprensivo solo con i sottoposti che l'avevano deluso profondamente. Poiché Sandro non aveva altre piste da seguire e il caso, adesso, era diventato un doppio rapimento, venne informato l'FBI. Ken non aveva avuto bisogno di puntualizzare che il fisco sarebbe stato messo alla berlina per il caso Joubert per mesi. I federali provavano sempre un macabro piacere a pubblicizzare i fallimenti delle altre agenzie. «Ti aspetti di essere incaricato di agire come collegamento ufficiale fra il fisco e l'FBI, in questo caso?» chiese Ken a Sandro. Essendo un giorno feriale, ogni traccia di accento e di linguaggio da sceriffo sudista era sparita. «Credo che Pete sarebbe perfetto, come collegamento» rispose Sandro. «E informato di tutto quello che sta succedendo e collaborava con me nel pedinamento.» «Allora autorizzerò Pete a fungere da collegamento. Ma se hai in mente di condurre un'indagine separata, ho bisogno di esserne informato.» «Fidati, Ken. Se avrò qualcosa da riferire, sarai il primo a saperlo.» «Ti ho mai detto, agente Marchese, che non mi fido mai, assolutamente Jasmine Cresswell
217
Mercanti Di Morte
mai, delle persone che mi dicono di fidarmi di loro?» «Sei un uomo saggio, Ken.» Sandro interruppe la comunicazione e spense il cellulare, in modo che il suo capo non potesse richiamarlo. Sapendo che l'FBI avrebbe condotto le ricerche di Belle in modo metodico, lui si sentiva autorizzato a seguire l'istinto. E l'istinto gli gridava che la famiglia Connor meritava ulteriori indagini. Poiché sapeva che Anita non era stata aggredita, quella mattina, ne seguiva che il biglietto dei supposti rapitori doveva provenire dall'interno della casa. Sembrava ragionevole pensare che Anita non agisse da sola. Ma collaborava con Evan? Con Marisa? O con entrambi? Sandro lo ignorava. Aveva avvertito un'acuta tensione nei rapporti fra i Connor, ma non era riuscito a individuarne la causa. Poteva essere qualcosa di banale come la gelosia da parte di Marisa, perché Evan aveva una relazione con la bambinaia. O poteva essere qualcosa di più sottile, come per esempio il fatto che Evan fosse l'erede designato di Marc Joubert, e il suo matrimonio con Marisa una combinazione dinastica all'antica, che lei mal sopportava. D'altro canto, forse la tensione insorgeva perché Marisa era l'elemento dominante nel matrimonio, ed Evan si sentiva svirilizzato. Dopotutto, Marisa era figlia di Marc Joubert, e il fatto che fosse carina e avesse un bel bambino non dimostrava la sua estraneità alle attività criminose del padre. La sola cosa certa, concluse Sandro, era che, chiunque fosse il complice di Anita, quella mattina qualcuno, in casa Connor, aveva scritto la richiesta di riscatto, e quello stesso qualcuno doveva sapere dov'era stata portata Belle. Avendo finalmente raggiunto una decisione, invertì la marcia e si diresse a nord, verso Boca Raton. Marisa non incolpava nessuno, tranne se stessa, per la situazione disastrosa della sua esistenza e del suo matrimonio. Nel suo disperato desiderio di sfuggire alla complessità della sua vita come figlia minore di Marc Joubert, aveva colto al volo l'occasione di andare a New York e di crearsi una professione indipendente. In men che non si dica aveva avuto successo al di là delle più rosee speranze... ma aveva imparato ben presto che anche il successo era accompagnato dal suo inevitabile strascico di complessità. Essendo una delle modelle più ricercate dei primi anni Novanta, era stata Jasmine Cresswell
218
Mercanti Di Morte
invariabilmente circondata da uomini che la trovavano bellissima e la trattavano come una principessa. Anzi, anche meglio di molte principesse autentiche. Gli uomini con cui lavorava erano perlopiù gay, e avevano nei confronti del suo aspetto un'ammirazione puramente estetica, anche se la consideravano poco più di un oggetto da esibire in passerella o da guardare attraverso l'obiettivo della macchina fotografica. Poiché era un oggetto costoso che aveva bisogno di essere coccolato e lusingato, la trattavano di conseguenza. Gli uomini con cui usciva non erano gay, ma erano altrettanto inclini a trattarla più come un oggetto che come una persona. Il fatto che volessero portarla a letto o esibirla davanti ai loro amici, anziché fotografarla, non l'aveva certo aiutata a sentirsi una persona vera. Sulla difensiva, dopo essere stata ferita e delusa una volta di troppo, aveva presto scoperto che fare sesso era il modo migliore mai inventato per evitare l'intimità. In una vita affollata di uomini, nessuno si era mai curato di scoprire che sotto la superficie scintillante di Marisa, la modella sexy, viveva Marisa la ragazza semplice, la cui massima ambizione nella vita era essere una mamma di una zona residenziale suburbana, con una covata di bambini felici e amati. Prima che Evan Connor entrasse nella sua vita, lei aveva passato un paio d'anni consumando quantità crescenti di alcol e fumando una sigaretta dietro l'altra per non sentire i morsi della fame causata dalle continue diete. Le modelle, aveva scoperto a sue spese, apparivano emaciate perché erano sempre affamate, non perché fossero geneticamente predestinate ad avere gli zigomi alti e le costole sporgenti. Ma anche se seguiva uno stile di vita che praticamente garantiva l'autodistruzione, il suo odio per ogni attività illegale l'aveva sempre tenuta lontano dalle droghe. Altre modelle potevano anche fluttuare in passerella su una nuvola di eroina, ma Marisa era sostenuta solo dalla forza di volontà e da un perverso orgoglio che le impediva di ammettere che era sfuggita alla distruttiva patologia della famiglia Joubert solo per cadere a capofitto nel mondo della haute couture. Tornare a casa non era mai stata un'opzione. Come Belle, che Marisa ammirava moltissimo, anche lei, una volta spezzata la catena dei Joubert, non aveva avuto alcuna intenzione di riavvicinarsi a Miami abbastanza da essere catturata di nuovo. A Evan, maggiore di lei di otto anni e molto più esperto della vita, non erano occorsi più di un paio di appuntamenti per capire esattamente come Jasmine Cresswell
219
Mercanti Di Morte
comportarsi. Aveva conquistato il suo cuore semplicemente trattandola come la ragazza della porta accanto. Invece di accompagnarla nei soliti ristoranti di lusso, dove non poteva mangiare le ricche portate, e nei locali notturni dove non c'era spazio per ballare, l'aveva portata nelle piccole città e nei paesini dell'interno, mostrandole le bellezze naturali, incoraggiandola a gustare meraviglie gastronomiche casalinghe proibite, e passando favolose notti in piccole locande dove lui riusciva sempre a fare amicizia con i proprietari e a farsi raccontare piccole storie umane che incantavano Marisa proprio perché erano così semplici e quotidiane. Quanto al sesso, Evan batteva di molte lunghezze i suoi predecessori. Nei primi tempi della loro relazione, i rapporti sessuali avevano costituito la prova irrefutabile che non c'era bisogno di alcun profondo sentimento per produrre magnifici orgasmi... nel caso di Marisa, i primi che avesse mai raggiunto. Evan era abbastanza intelligente da capire che lei voleva essere corteggiata e che era intimidita dalla sua sessualità prorompente. Si impegnò a fare l'amore con lei esattamente nel modo che aveva sempre desiderato: lento, delicato, tradizionale... rispettoso. Dopo un mese che usciva con lui, Marisa era già pazzamente innamorata. Due mesi più tardi, quando Evan le aveva chiesto di sposarlo, non aveva avuto bisogno di alcuna persuasione. Evan era l'uomo dei suoi sogni. Si erano sposati segretamente, e Marisa aveva passato una meravigliosa luna di miele fantasticando sulla casa perfetta che avrebbe creato per loro due e i loro numerosi bambini. Il sogno era sopravvissuto a tre dolorosi aborti e a un intervento chirurgico per correggere una serie di problemi riproduttivi. Era finito bruscamente una settimana dopo la nascita di Spencer, quando lei aveva appreso la verità sull'identità di Evan e sul motivo per cui l'aveva sposata. Era stato allora che si era resa conto che solo la sua volontaria cecità l'aveva mantenuta così a lungo nell'ignoranza. Aveva anche capito che era tipico della perversa pazienza di Evan aver sopportato più di tre anni di matrimonio... tre anni di menzogne quotidiane, tre anni passati a fingere di amarla... solo per raggiungere lo scopo di essere il padre del primo nipotino di Marc Joubert. Purtroppo, la nascita di Spencer non gli aveva assicurato i riguardi che sperava. In Marc, Evan aveva finalmente trovato un avversario dalla volontà forte quanto la sua, e altrettanto privo di scrupoli. Data la natura di Evan, la vendetta era stata prevedibile. Non poteva piegare la volontà di Jasmine Cresswell
220
Mercanti Di Morte
Marc, perciò torturava sua figlia, sapendo che Marisa non l'avrebbe mai lasciato fino a quando poteva minacciarla di toglierle Spencer. Marisa interruppe quelle riflessioni, di gran lunga troppo familiari per essere utili, e assunse un'espressione neutra quando Evan entrò nella cameretta di Spencer. Stava mettendo a posto i giocattoli, sia per accontentare il marito, che aveva un patologico bisogno di ordine, sia perché le dava qualcosa da fare mentre si preoccupava angosciosamente per quello che poteva accadere a Belle. Anita aveva portato Spencer in piscina e gli stava insegnando a nuotare. Se avesse avuto fortuna, e se avesse obbedito senza discutere a tutti gli ordini di Evan, Marisa avrebbe avuto il permesso di dare da mangiare a Spencer e di metterlo a letto per il sonnellino pomeridiano. Le sue giornate erano fatte di quelle piccole minacce e speranze, e anche se era in ansia per Belle non poteva mettere da parte il suo disperato bisogno di guadagnarsi qualche momento in più con suo figlio. «Marisa, mia cara, non credo che tu abbia sentito suonare alla porta. C'è Sandro. Dovresti scendere subito.» «Sì, certo.» Marisa si alzò di scatto, sperando di avere notizie attendibili di Belle e Tony. Evan, naturalmente, ignorava del tutto le sue domande e la tormentava deliberatamente rifiutandosi di rassicurarla sul fatto che Belle fosse sana e salva. Fino a quel momento, sapeva che Evan non aveva ottenuto ciò che voleva, e cioè il DVD Cronos, perciò sperava ragionevolmente che Belle non fosse in pericolo di venire uccisa. Per intanto. Quanto a Sandro, quali che fossero le notizie che portava, non poteva aver trovato Belle e Tony, altrimenti Evan non avrebbe avuto quell'aria soddisfatta. Il che significava che risolvere il dilemma nel quale lei si dibatteva da un paio di giorni diventava più urgente di secondo in secondo. Quanto poteva ancora aspettare senza prendere l'iniziativa e dire a qualcuno ciò che sapeva? Poteva fidarsi che Sandro Marchese l'avrebbe aiutata? Evidentemente, Belle si fidava di lui, e Marisa sospettava che sua sorella fosse più saggia di lei, in fatto di uomini. Tuttavia, Sandro era in gamba e grondava sex appeal da tutti i pori, perciò era possibile che, in quel particolare caso, Belle fosse un pessimo giudice di uomini quanto lei. Era prudente ritenere che Sandro sarebbe stato dalla parte della legge? Nascondendo il tumulto dei suoi pensieri dietro l'espressione neutra che Jasmine Cresswell
221
Mercanti Di Morte
aveva perfezionato quando faceva la modella, Marisa entrò nel soggiorno dove Anita Gillespie aveva inscenato la sua farsa mattutina. La bambinaia era riuscita a ingannare Belle e Sandro solo perché lei aveva taciuto, ricordò Marisa tristemente. Ma come poteva metterli in guardia, quando Evan l'aveva minacciata di portarle via Spencer per sempre, se avesse fiatato? Come poteva consegnare suo figlio a quel mostro? Anita, appena rientrata dalla piscina, era di nuovo in soggiorno, seduta sulla stessa poltrona in pelle bianca su cui si era lasciata cadere al mattino. Spencer giocava sul tappeto ai suoi piedi, con l'orsacchiotto e un grosso camion ribaltabile di plastica. Cogliendo l'occasione di tenere un po' il bambino, Marisa attraversò la stanza e lo prese in braccio, attenta a non spaventarlo stringendolo troppo forte. Si sentiva sempre più coraggiosa, quando teneva fra le braccia suo figlio, e non aspettò il segnale di Evan per parlare. «Sandro, sono contenta che tu sia tornato. Ero molto preoccupata. Che notizie ci porti?» «Niente di buono» rispose lui. «Ma sono ottimista. Troveremo tua sorella, e presto. L'FBI ha mandato un'intera squadra. Stanno passando al setaccio la zona in cui ho perso le sue tracce, e seguiranno ogni possibile indizio.» «È un vero peccato che i rapitori abbiano scoperto il microchip che era stato nascosto nella scarpa» commentò Evan. Bastardo ipocrita, pensò Marisa. Sandro scoccò a Evan un'occhiata che lei trovò difficile da decifrare. «Il microchip nella scarpa non sarebbe stato un problema» disse lui. «Mi aspettavo che lo trovassero. Purtroppo hanno scovato anche l'altro.» «L'altro?» chiese Anita, sorpresa. Anche Marisa era stupita. Non sapeva che, lasciando la casa, Belle fosse protetta da ben due segnalatori, ed era certa che non lo sapesse neppure Evan. Non aveva accennato a un secondo microchip quando aveva chiamato Dave per informarlo di quello nella scarpa. «Ho attaccato un secondo segnalatore sotto l'orologio di Belle» spiegò Sandro. «Ma l'orologio è stato ritrovato in una stazione di servizio sull'autostrada. Comunque, sono ragionevolmente sicuro che i rapitori non si sono resi conto di essere seguiti fino a poco prima di liberarsi dell'orologio, nel qual caso abbiamo un'idea abbastanza precisa dell'area in cui possono averla portata.» Jasmine Cresswell
222
Mercanti Di Morte
Evan abbozzò una smorfia. «Miami è una grande città, con una quantità di posti in cui nascondersi. L'FBI può impiegare giorni... o settimane, a trovarla.» «È vero» convenne Sandro. «Comunque, la zona nei pressi dell'autostrada è solo un aspetto su cui lavoriamo. Ce ne sono altri. Per esempio, l'FBI farà delle ricerche sul biglietto che lei mi ha dato stamattina, Anita. Sono sicura che avranno molte domande da farle in proposito.» «Sperano che io possa identificare gli uomini che mi hanno aggredita?» chiese Anita. «Oh no» rispose Sandro. «Ci rendiamo tutti conto che non c'è alcuna probabilità che possa farlo.» «Vorrei averli visti più chiaramente...» mormorò la bambinaia. «È così frustrante non poter essere di maggiore aiuto.» «E difficile vedere persone che non esistono» convenne Sandro, disinvolto. Il suo tono era così blando che Marisa impiegò un paio di secondi ad assimilare ciò che aveva detto. Quando ci riuscì, lo fissò con assoluto sbalordimento, così sorpresa che dimenticò perfino di lanciare un'occhiata a Evan per vedere la sua reazione. «Di che cosa sta parlando?» «Sì» intervenne Evan, apparentemente più incuriosito che altro. «Che cosa ha inteso dire con quella strana affermazione, Sandro?» «Ho messo questa casa sotto sorveglianza fin dal momento in cui sono arrivato qui, ieri sera» spiegò lui. «Non c'è stata alcuna aggressione ad Anita, stamattina. Non ha avuto neppure un incontro amichevole con qualcuno, e meno che mai una colluttazione. Ha fatto un giro con il cane ed è tornata dritta a casa, senza parlare con anima viva.» Sorrise secco. «Per come la vedo io, questo significa che la richiesta di riscatto è stata scritta da uno di voi tre. Belle non è molto fortunata nei rapporti umani, eh?» Anita cominciò a insistere che era stata aggredita, ma Evan la zittì con un gesto. «Se sapeva che il biglietto era stato scritto da uno di noi, perché ha permesso a Belle di andare all'appuntamento?» «Perché Belle desiderava disperatamente ritrovare suo fratello» ribatté Sandro, duro. «Ho pensato che se vi avessi detto che il vostro piano per Jasmine Cresswell
223
Mercanti Di Morte
intrappolarla non aveva funzionato, c'erano buone probabilità che Tony venisse ucciso.» «E così, hai giocato d'azzardo con la vita di mia sorella e hai perso» affermò Marisa, così furiosa con lui da dimenticare la sua paura di Evan. Sandro si voltò, e lo sguardo che le rivolse era un umiliante misto di disprezzo e di pietà. «Non ti ho vista muovere un dito per proteggere tua sorella» ribatté. «Dov'è, Marisa?» Lei nascose il viso nei morbidi riccioli di suo figlio. «Non lo so...» mormorò, troppo sopraffatta dalla vergogna per sostenere lo sguardo di Sandro. «Se hai qualche idea, devi dirla» la sollecitò lui a bassa voce. «Hai paura di tuo marito? Se è così, devi renderti conto che rimanendo in silenzio fai il suo gioco e gli concedi il potere di cui ha bisogno per fare del male a tua sorella. Se parli, sarai libera... e anche Belle. Parla, Marisa. Dimmi dov'è Belle.» «Non lo so, davvero» protestò Marisa disperata. «Vorrei tanto saperlo!» «Ma sai perché è stata rapita, vero? Il DVD Cronos è sparito, e quelli pensano che lo abbia Belle. È questa la causa di tutto?» «Non rispondere, Marisa» disse Evan. «E questo è un ordine.» Stringendosi Spencer al seno, Marisa si voltò a guardare il marito e vide che puntava una pistola direttamente al cuore di Sandro. Provò una nuova ondata di disperazione. Evan non si separava mai dalla sua pistola, ma lei si era aspettata che cercasse di uscire da quella situazione bluffando. Doveva essere davvero disperato per estrarre l'arma, e quindi rinunciare alla speranza di potersi fingere uno spettatore innocente. Evan e la disperazione erano una combinazione terrificante. «Evan è un tiratore infallibile» mormorò. «Non muoverti, Sandro, o ti ucciderà.» «Grazie, mia cara. Non avrei saputo esprimermi meglio.» Evan fece un cenno con la pistola. «Anita, controlla se l'agente Marchese è armato. Non vogliamo brutte sorprese.» La bambinaia si alzò, visibilmente incerta. «Evan, questa faccenda sta andando troppo oltre. Metti via la pistola. C'è tuo figlio nella stanza. Potrebbe rimanere ferito, santo cielo!» «Nell'improbabile eventualità che voglia la tua opinione, te la chiederò» affermò Evan. «Altrimenti, chiudi il becco e obbedisci. Ti ho chiesto di Jasmine Cresswell
224
Mercanti Di Morte
controllare se l'agente Marchese è armato. Fallo!» Anita sembrava sbalordita e spaventata al tempo stesso dall'atteggiamento di Evan. Che cosa si era aspettata?, si chiese Marisa. Per più di un anno quella donna aveva visto Evan maltrattare sua moglie in ogni modo immaginabile. Era stata davvero tanto sciocca da credere che la sua brutalità non si sarebbe mai rivolta verso di lei? «Porto Spencer in camera sua» dichiarò, e si mosse come se si aspettasse che Evan le permettesse di farlo. Il trucco non funzionò. «Torna qui» ordinò lui, freddo. «Non ti ho dato il permesso di uscire.» Marisa si voltò, disposta a umiliarsi e a supplicarlo, per suo figlio, se non per sé. «Evan, ti prego. E tuo figlio e potrebbe rimanere ferito.» «Resta qui. Ti voglio dove posso vederti. Non posso fidarmi che ti comporti come dovrebbe fare una moglie leale.» Evan non la guardò, mentre parlava, ma Marisa sapeva che sarebbe stato perfettamente capace di spararle a una gamba se avesse ignorato il suo ordine e tentato di andarsene. A occhi bassi, tornò indietro e si sedette su una poltrona, il più lontano possibile da lui. Solo guardarlo le dava la nausea. Evan schioccò le dita in direzione di Anita. «Sto ancora aspettando che controlli Marchese.» Lanciando un'occhiata preoccupata a Spencer, Anita si avvicinò lentamente a Sandro. «Mi dispiace, ma devo perquisirla.» «Si accomodi.» Sandro allargò docilmente le braccia, e Anita non impiegò molto a trovare la pistola nella fondina a spalla. La tenne in mano, incerta, palpando la sicura. «Attenta» l'ammonì lui. «È carica e pronta a sparare.» Anita non lo guardò né reagì in alcun modo all'avvertimento, ma a quanto pareva, mettendo a rischio il bambino Evan era andato troppo oltre anche per lei. Con sorpresa di tutti, e specialmente di Marisa, si voltò di scatto e puntò l'arma contro Evan. «Mi hai detto che nessuno si sarebbe fatto male» annunciò, con voce tremante di rabbia. «Mi hai detto che era solo una lotta in famiglia per l'eredità di tuo suocero, e che Belle cercava di impedirti di ottenere il divorzio da Marisa. Erano tutte bugie, vero?» Jasmine Cresswell
225
Mercanti Di Morte
«Non minacciarlo! Non farlo arrabbiare!» Marisa urlò l'avvertimento, ma era troppo tardi. Non vide Evan premere il grilletto, perché teneva lo sguardo fisso su Anita. Ma sentì l'esplosione e si gettò sul pavimento, proteggendo Spencer con il proprio corpo. Il bambino strillò, poi tacque di colpo, perché la pressione del corpo della madre sopra di lui gli toglieva il respiro. Marisa si sollevò abbastanza da permettergli di prendere fiato, facendo del suo meglio per calmarlo senza alzarsi. Quando finalmente poté sollevare gli occhi, Anita era distesa sul pavimento di marmo, a malapena cosciente e con il sangue che sgorgava da una ferita alla spalla. E Sandro aveva in mano una pistola puntata direttamente alla testa di Evan. «Immagino che Anita non sapesse che non viaggio mai in compagnia di ladri e assassini senza portare almeno due pistole» commentò. «Prema il grilletto, ed è un uomo morto» ribatté Evan. «Forse» convenne Sandro. «O forse no. Nel frattempo, potrebbe essere interessante discutere sul da farsi. Possiamo starcene qui a giocare a chi è il più duro di noi due, o possiamo mettere via le pistole e parlare di che genere di accordo potrei cercare di ottenere per lei dall'FBI, se mi porta da Belle e Tony. Subito, prima che vengano uccisi.» «Spiacente, agente Marchese, ma come capita sempre a voi sbirri, è in ritardo di un giorno e di diversi milioni di dollari.» «Sono la migliore possibilità che le rimanga di evitare una condanna all'ergastolo in una prigione federale.» Evan rise, aspro. «Non ho intenzione di ciondolare intorno abbastanza da essere incriminato. Forse non potrò vivere felice e contento qui negli Stati Uniti, ma posso salire su un motoscafo veloce e sparire nel tramonto dei Caraibi. Portando con me la mia cara moglie e mio figlio, s'intende. Uno degli aspetti più gratificanti della professione di contrabbandiere è che ti puoi mettere da parte dei simpatici conti in banca nei paesi che si rifiutano di trasmettere informazioni finanziarie allo Zio Sam.» Sandro piegò la testa da un lato. «Sa, Evan, le credo. Sono sicuro che ha del denaro imboscato all'estero. Non tanto quanto le piacerebbe, forse, ma abbastanza. Ed è vero che fino a ieri avrebbe potuto prendere una barca a Miami e veleggiare verso le isole, e nessuno avrebbe alzato un dito per fermarla. E allora, perché non l'ha fatto? Jasmine Cresswell
226
Mercanti Di Morte
Perché è rimasto qui, praticamente invitando l'FBI a venire a prenderla?» Evan si strinse nelle spalle, ma senza perdere la mira. «Avanti. Sembra deciso a dirmelo.» «Già, infatti. Dev'essere che lei non può partire. È evidente che sta lavorando a un affare così grosso che ogni sua mossa è sorvegliata. Non dal fisco o dall'FBI, né da alcuna altra forza di polizia. Ha dei clienti spietati e immorali quanto lei che le stanno addosso così da vicino che se lei starnutisce si prendono il raffreddore.» Evan assunse un'aria annoiata. «Quello che dice non ha molto senso, agente Marchese. Secondo la sua logica, ho per le mani un affare enorme, e tutto quello che devo fare è concluderlo, prendere il mio denaro, dire grazie e partire per le isole.» «È quello che vorrebbe» convenne Sandro. «Ma non può concludere l'affare perché, per sua sfortuna, Marc Joubert è morto e lei non sa come spedire la mercanzia. Ha un disperato bisogno di mettere le mani sul DVD Cronos. Perché dovrebbe preoccuparsi di bazzecole come finire in una prigione federale o essere tenuto d'occhio dall'FBI? Ha problemi molto più grossi. Se non trova il DVD Cronos in fretta, molto in fretta... vale a dire oggi, nelle prossime ore... sarà fatto a pezzetti e dato in pasto agli alligatori.» «Be', è una teoria interessante. Se lei avesse ragione, allora direi che è una fortuna che pochi minuti prima del suo arrivo io abbia ricevuto una telefonata da uno dei miei soci, che mi avvertiva che Belle è disposta a mostrarci dove ha nascosto il DVD Cronos. La finestra è dietro di lei, ma sono sicuro che non vorrà voltarsi per timore che le spari. Comunque, dovrebbe poter sentire che una macchina sta giusto entrando nel vialetto. È una Lincoln Continental e... sì, credo proprio che Belle sia arrivata. Sono sicuro che spera di ottenere tutto il sostegno possibile da sua sorella e suo cognato.» Evan non guardò la moglie, ma Marisa aveva imparato a temere... e odiare... il sorriso crudele che aveva sulle labbra. «Che peccato che tua sorella abbia così malamente frainteso la situazione, non credi, mia cara? La povera Belle rimarrà terribilmente delusa.» CAPITOLO 21 Con grande sollievo di Belle, il viaggio fino a casa di sua sorella si Jasmine Cresswell
227
Mercanti Di Morte
compì senza problemi. Certo che nessuno dei suoi passeggeri poteva causargli la benché minima preoccupazione, Dave aveva concentrato la sua attenzione sulla guida. Prima di lasciare il magazzino, lui e Ray avevano legato Tony mani e piedi, in modo che potesse muoversi solo saltellando. Lui aveva protestato debolmente, ma Belle non aveva sprecato tempo a compatirlo. Gli aveva salvato la vita... o almeno, lei se lo augurava di tutto cuore. Quanto al resto, era ancora furiosa nei confronti di suo fratello e non le dispiaceva affatto che lui soffrisse un po'. Non ce l'aveva con Tony per aver accettato di portare addosso il microfono. Dave poteva anche essere vicino alla sessantina, ma era ancora forte, e lei poteva immaginare che Tony fosse stato picchiato selvaggiamente e che fosse molto sofferente e disposto a cedere su tutto, dopo ventiquattr'ore nelle mani dei suoi rapitori. Ma non era ancora pronta a perdonargli di non aver fatto il minimo tentativo per avvertirla che la loro conversazione veniva ascoltata. Sarebbe stato facile, per Tony, aprirsi silenziosamente la camicia e mostrarle il microfono. Aveva preferito non farlo, e Belle era arrabbiata per il suo tradimento. Tony aveva cercato di borbottare qualche parola di scusa, dopo che erano saliti in macchina, ma lei non era disposta ad ascoltarlo. Suo fratello, a quanto pareva, non aveva ancora imparato che cercare la soluzione più facile di solito causava più problemi di quanti ne risolvesse. Nonostante le sue febbrili riflessioni durante il viaggio verso Boca Raton, il grandioso piano di battaglia di Belle non era ancora niente di più sofisticato della speranza che, con l'aiuto di Marisa e di Evan, sarebbe stata in grado di sopraffare Dave. Il fatto che il piano fosse così vago la preoccupava non poco, ma fu solo mentre si incamminavano verso la porta della casa di Marisa che ebbe i primi, seri dubbi. Percorrendo il vialetto, con Tony che le saltellava davanti e Dave che chiudeva la fila, fu colpita non solo dall'idea di quanto Dave fosse vulnerabile, ma dal pensiero che anche lui doveva senza dubbio saperlo. Lei aveva bluffato sfacciatamente, nel magazzino. Ma perché Dave e Ray erano caduti nel suo bluff? Per quale ragione Dave aveva docilmente accettato di andare là? Sul momento, lei aveva pensato che quei due avessero un così disperato bisogno del DVD da essere disposti ad accettare qualunque condizione. Ma ora, di fronte alla realtà della situazione, era assalita dai dubbi. Perché Dave aveva accettato di essere disarmato, quasi senza protestare? Perché non si era reso conto che nel momento in cui Jasmine Cresswell
228
Mercanti Di Morte
fossero entrati in casa di Marisa ed Evan, le probabilità sarebbero state contro di lui? Non capiva che si sarebbero trovati almeno tre contro uno, e che non aveva armi per ovviare allo svantaggio? Nel momento in cui si pose quelle domande, Belle si rese conto di una cosa: Dave non sarebbe mai stato tanto stupido da cadere in una trappola così ovvia. Perciò, doveva sapere qualcosa che lei non sapeva. Che cosa? A quel punto un abisso di desolazione le si spalancò davanti. Sua sorella. La minore dei Joubert, l'erede più giovane della disastrosa tradizione di famiglia. Belle aveva ciecamente dato per scontato che Marisa sarebbe stata dalla sua parte. Ma Dave doveva saperne di più, o non sarebbe andato tranquillamente lì, disarmato e in minoranza, a casa di sua sorella. In un lampo di disperazione, Belle comprese che era lei, non Dave, la persona che si stava cacciando in trappola. Si voltò per fuggire, ma ormai era troppo tardi. Fingendo un comportamento passivo, evidentemente Dave l'aveva sorvegliata come un falco pronto a balzare sulla sua preda. Nell'attimo in cui si mosse, lui si girò di scatto, colpendola con un gomito alle costole, abbastanza forte da toglierle il respiro. Mentre barcollava, l'afferrò, torcendole di nuovo il braccio dietro la schiena, più dolorosamente di prima, e la spinse per gli ultimi, pochi passi che mancavano agli scalini. Evan o Marisa dovevano averli visti arrivare, perché la porta era aperta. Dave spinse Belle attraverso la soglia, e Tony si trascinò dietro di loro, protestando debolmente. Fu Marisa ad accoglierli, con Spencer in braccio. Fino a quando non scorse la sua espressione inorridita, Belle aveva dimenticato l'aspetto terribile che la sua faccia doveva avere, dopo il trattamento di Dave. «Oh, mio Dio!» esclamò Marisa, impallidendo. «Che cosa ti è successo?» «Ho dovuto instillarle un po' di buonsenso» spiegò Dave con un'alzata di spalle. «Chissà perché, Belle aveva difficoltà a capire il mio punto di vista.» Marisa gli scoccò un'occhiata bruciante d'odio. «Tale il padre, tale il figlio...» mormorò. «Se non potete avere la meglio in una discussione, usate i pugni.» Detto questo si allontanò senza aspettare risposta. Ma non sembrava sorpresa di vedere Dave, e non fece alcun tentativo di sottrarre Belle alla Jasmine Cresswell
229
Mercanti Di Morte
sua dolorosa presa. «Di che cosa sta parlando?» chiese Tony. «Quale padre? Quale figlio? Sta dicendo che io sono come papà?» «Credimi, figliolo, tu non somigli affatto a Marc Joubert» affermò Dave. «E tua sorella non stava parlando di te e tuo padre. Parlava di me. Me e mio figlio, Evan Connor.» Il tono di Dave era oltremodo divertito, come trovasse spassosa la bomba che aveva appena lasciato cadere. Belle alzò la testa di scatto e lo guardò senza capire. «Che cosa hai detto?» Il sorriso di Dave divenne maligno. «Ho detto che Evan Connor è mio figlio. Sua madre era la mia prima moglie, e anche più strega delle altre tre. Se ne andò con Evan quando lui sapeva a malapena camminare, e mi ci sono voluti vent'anni di ricerche per rintracciarlo alle Hawaii.» Belle sentiva le parole di Dave, ma aveva difficoltà ad assimilarle. Evan era il figlio di Dave? Non aveva mai saputo che avesse dei figli... solo una quantità di mogli. Era paralizzata dallo shock, e nel momento in cui Dave la spinse avanti, inciampò. Anche mentre lui la tirava di nuovo in piedi, non riusciva ancora del tutto ad afferrare il fatto che Marisa fosse sposata con il figlio di Dave. Il che, presumibilmente, significava che Evan era in combutta con suo padre e che, come minimo, Marisa doveva essere una complice silenziosa dei loro piani. Non c'era da stupirsi che Dave fosse stato così disposto a lasciarsi disarmare. Belle gli aveva proposto di portarlo dritto dove voleva andare! Come poteva essere stata così ingenua da non chiedersi la ragione dell'acquiescenza di Dave? Come poteva essere stata così stupida? Ci stava mettendo troppo a muoversi, e Dave le strattonò il braccio. «In soggiorno, tesoro. Credo che sia là che mio figlio aspetta di riceverci.» Quando Belle entrò in soggiorno, la vista di Sandro le sollevò non poco il morale. Teneva una 38 puntata contro Evan... fatto che l'avrebbe rallegrata moltissimo, se non fosse stato che anche Evan puntava contro Sandro un'arma consimile. Anita giaceva a faccia in giù sul pavimento, apparentemente priva di sensi, col sangue che usciva da una ferita alla spalla. Fuori uno, ne restano ancora tre, pensò Belle cupamente. Jasmine Cresswell
230
Mercanti Di Morte
«Ciao, Belle.» Lo sguardo di Sandro rimase fisso su Evan. «Vedo che sei riuscita a recuperare tuo fratello. Congratulazioni.» «Ciao, Sandro.» Belle pensò che non era il momento di puntualizzare che aveva recuperato suo fratello solo per portarlo dritto in una trappola. «Sono proprio contenta di vederti. Mi sembri piuttosto indaffarato.» «Già. Sto cercando di salvare il mondo da farabutti come Evan e Dave. E un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo.» Il dito di Evan si mosse sul grilletto. «Mi dica perché non dovrei semplicemente tirare questo grilletto e liberarmi di lei, Marchese.» «Perché se lo facesse, sparerei anch'io. E lei sarebbe morto. Ci conti, mascalzone.» Dave sbuffò, impaziente. «Basta con questa gara a chi è più macho. Siamo qui per una ragione, e cioè per prendere il DVD Cronos. Okay, Belle, hai detto che lo hai nascosto in casa di tua sorella. Dove?» «Se lo vuoi, va' a cercartelo, zio Dave.» Belle cercò di apparire calma e coraggiosa... anche se le ginocchia le si piegavano e lo stomaco minacciava di rivoltarsi. «No, non ho intenzione di cercarlo. Sarai tu a portarmi dov'è. Basta con i giochetti.» Stavolta, non c'era sarcasmo nella sua voce... solo brutale impazienza. Le afferrò il mignolo e lo piegò all'indietro finché si spezzò. Belle urlò, incapace di trattenersi. Il dolore era così forte che fu sul punto di perdere i sensi. «Ben fatto, tesoro.» Dave sembrava soddisfatto. «Tu probabilmente eri troppo occupata per notarlo, ma quando hai strillato il tuo macho favorito è stato sul punto di venire in tuo soccorso. È riuscito a mantenere la mira, questa volta, ma hai ancora nove dita. Come credi che reagirà al prossimo?» «Reagirò benissimo» ribatté Sandro. «Sarò ispirato dal pensiero del piacere che proverò quando finalmente arresterò te e tuo figlio.» «A parlare ci vuole poco» ritorse Dave. «Di' pure quello che vuoi, Marchese, ma io so che non sopporti di veder soffrire la gente. Una sfortunata debolezza per un uomo nella tua posizione. E ora, Belle, te lo chiedo per l'ultima volta. L'ultima volta prima che succeda qualcosa di veramente brutto. Dov'è il DVD Cronos?» Jasmine Cresswell
231
Mercanti Di Morte
Attraverso una nebbia rossastra di sofferenza, Belle cercò una risposta che potesse offrirle qualche debole speranza di sopravvivere. «È di sopra» disse. «L'ho nascosto nella cameretta di Spencer.» «Mente» affermò Evan. «Non è mai rimasta sola nella camera di Spencer.» «Sì, invece» si affrettò ad asserire Belle. Scosse la testa, lottando contro un'ondata di vertigini. «Sono andata di sopra con Marisa quando abbiamo sentito Spencer tossire. Tu e Sandro giocavate a scacchi nel patio, ricordi? Marisa è andata in bagno, mentre eravamo là. Aveva bisogno di aggiungere dell'acqua nell'evaporatore di Spencer. È stato allora che ho nascosto il DVD.» «Dove?» chiese Dave. Belle cercò di ignorare il bruciante dolore al dito. Che cosa poteva dire? Per quanto cercasse di inventare, la verità sarebbe presto saltata fuori. E una volta che Evan e Dave avessero scoperto che non aveva affatto il DVD Cronos, la sua vita non avrebbe più avuto alcun valore. Il puro istinto di conservazione la spinse a trovare ancora un'altra tattica dilatoria. «Ho nascosto il DVD in uno dei giocattoli di Spencer» dichiarò. «È... dentro l'elefante di peluche.» «Sta per svenire» annunciò Dave. «Marisa, va' in camera di Spencer e guarda nell'elefante.» «Spencer ha almeno mezza dozzina di elefanti» ribatté Marisa in tono piatto. «Di quale parli, Belle?» «Ti faccio vedere.» Belle era costretta a riporre tutte le sue speranze nella possibilità di ottenere l'aiuto della sorella, anche se in quel momento sembravano speranze assurde. «Non possiamo fidarci a lasciar andare di sopra Belle e Marisa da sole» osservò Evan. «Va' con loro, Dave.» Perché non si fidava a lasciar andare Marisa di sopra sola con lei?, si chiese Belle. Finora sua sorella non aveva detto né fatto assolutamente niente che indicasse che disapprovava il comportamento del marito e di Dave. Anzi, si era alzata dalla poltrona su cui era seduta con Spencer non appena Dave le aveva ordinato di andare a prendere il DVD. Ed era sembrata non solo disposta, ma anche impaziente di obbedire. E quando Dave ribadì seccamente l'ordine di andare di sopra, lei li precedette Jasmine Cresswell
232
Mercanti Di Morte
docilmente. «Devo mettere Spencer nel lettino» disse al suocero, quando i tre raggiunsero la cameretta. «Non posso cercare il DVD con lui in braccio.» «Avanti, sbrigati» ordinò Dave. «È meglio che Spencer non resti dabbasso, comunque. Non vorrei che capitasse qualcosa a mio nipote.» Marisa depose Spencer nel lettino, mormorando qualche parola quando lui cominciò a piagnucolare. Gli diede il suo orsacchiotto favorito e un libro, continuando a sussurrare parole rassicuranti fino a quando non si calmò e, con il pollice in bocca, cominciò a sfogliare le pagine cartonate. «Qual è l'elefante?» chiese poi, evitando accuratamente di guardare Belle, come se non potesse sopportare di vedere in faccia sua sorella nel momento del tradimento. «Era nella cassapanca dei giocattoli, ieri» rispose Belle, cercando freneticamente di trovare un modo per rimanere sola per qualche minuto con Marisa, per poter almeno chiedere il suo aiuto. «Ho riordinato la cassapanca stamattina e ho messo via alcuni peluche con cui non gioca più. Probabilmente l'elefante di cui parli è nel ripostiglio. Ora lo prendo.» Dave si voltò di scatto per seguirla con lo sguardo mentre attraversava la stanza. Era così teso che la sua stretta sul braccio di Belle si allentò leggermente, ma lei resistette alla tentazione di liberarsi prima di aver programmato la mossa successiva. Marisa uscì dal ripostiglio portando un enorme elefante grigio. Il peluche che Belle ricordava era molto più piccolo, ma poiché il DVD non si trovava in nessuno dei due giocattoli, la misura dell'elefante non aveva molta importanza. «Credo che dica la verità» annunciò Marisa a Dave, premendo la pancia dell'elefante. «Sento qualcosa di duro.» «E allora apri quella dannata cucitura e tiralo fuori.» La presa di Dave sul braccio di Belle si allentò ancora di più, nella sua ansia di impadronirsi del prezioso DVD. «Okay. Vado a prendere un paio di forbici in bagno.» Marisa passò dietro di lui. «Vedi di non farti venire qualche strana idea di usare le forb...» Belle sentì la mano di Dave aprirsi del tutto, e si affrettò a balzare lontano dal suo raggio d'azione. Girò su se stessa e vide che Marisa gli aveva gettato attorno al collo una specie di catena, e stava tirando con tutte Jasmine Cresswell
233
Mercanti Di Morte
le sue forze. Lui aveva afferrato la catena con le due mani ed era evidente che Marisa non aveva la forza di sopraffarlo. Guardandosi attorno freneticamente nella stanza, Belle agguantò il primo oggetto pesante che le capitò sottomano e lo abbatté sulla testa di Dave. Lui crollò sul pavimento ai suoi piedi in un gratificante fagotto inerte. Belle e Marisa si scambiarono un'occhiata leggermente isterica. «Ho rotto la lampada di Winnie-Pooh di Spencer» disse Belle. Marisa tolse il guinzaglio del cane dal collo di Dave, mettendosi un dito sulle labbra. Belle ricordò il baby monitor, piazzato in cucina, ma probabilmente udibile anche dal soggiorno. Tenendosi il dito rotto e lottando contro ondate di nausea, non poté offrire aiuto a Marisa, quando andò in bagno e tornò con un rotolo di nastro adesivo, che usò per tappare la bocca a Dave e legargli le mani. Per buona misura, gli avvolse anche il guinzaglio attorno alle caviglie, stringendolo più che poté. Dalla sicurezza del suo lettino, Spencer osservava quelle strane attività, interessato. «Che diavolo succede lassù?» chiese la voce irritata di Evan. «Avete trovato il DVD?» Marisa uscì sul ballatoio e si sporse da sopra la ringhiera. «Abbiamo trovato un DVD nell'elefante. Ora lo porto giù. Non c'è alcuna etichetta, ma immagino che sia quello giusto.» Rivolta a Belle, bisbigliò: «Dovevo portare Spencer al sicuro prima di poter fare qualunque mossa. Evan tiene le altre armi chiuse a chiave, perciò non possiamo prenderne una. Non so che cosa fare, adesso». Belle prese una coperta dal lettino di Spencer. «Con Dave e Anita fuori combattimento, siamo tre contro uno» sussurrò. «Quattro, se contiamo Tony. Quando scenderemo, Evan ci darà le spalle, e Sandro sarà voltato verso di noi. Questo gioca a nostro favore. Distrai Evan, quando gli darai l'elefante, e io gli getterò la coperta sulla testa. Questo ci darà un paio di secondi per strappargli la pistola. Sandro reagirà in fretta e ci aiuterà.» Marisa alzò gli occhi al cielo... il che era un giudizio piuttosto eloquente sul suo piano, ammise Belle. Ma considerando la situazione in cui si trovavano, cominciava a sentirsi sorprendentemente ottimista. La consapevolezza che sua sorella non era complice di Dave ed Evan era il migliore incoraggiamento che potesse avere. Meglio ancora di qualche farmaco per attenuare i dolori assortiti al dito, alla testa e alla spalla. stretto al petto come se sperasse che potesse proteggerla dalle ire di Jasmine Cresswell
234
Mercanti Di Morte
Evan. Giunsero all'entrata del soggiorno. Per fortuna Evan non poteva vederle, e a causa della sua situazione di stallo con Sandro Marchese non aveva la possibilità di voltarsi e controllare che cosa precisamente stavano facendo, o dove erano. «Ecco l'elefante» annunciò Marisa, fermandosi un po' di lato, fuori dalla linea del fuoco. «Voglio il dischetto, non l'elefante» scattò Evan. «Sei solo stupida o cerchi deliberatamente di farmi arrabbiare? Perché diavolo lo hai rimesso nell'elefante?» Mentre Marisa frugava nella cucitura della pancia del peluche, Belle scivolò in punta di piedi alle spalle di Evan con la coperta tesa, pronta a gettargliela sulla testa. Dave le aveva rotto il mignolo della destra, ma lei era mancina, perciò aveva, forse, la possibilità di gettare la coperta con sicurezza sufficiente ad accecare Evan, almeno per un momento. Sapeva che Sandro doveva averla vista, ma lui non tradì la sua presenza neppure con un battito di ciglia. Tony fu meno disciplinato. Era raggomitolato su una poltrona in un angolo della stanza e sulle prime non la notò, ma quando la vide avvicinarsi in punta di piedi alle spalle di Evan si alzò a metà, poi tornò frettolosamente a sedersi, cercando di guardare da un'altra parte. Belle e Marisa non avrebbero potuto studiare una diversione migliore neppure se l'avessero provata per ore. I movimenti di Tony suggerivano chiaramente che qualcosa di pericoloso per Evan stava accadendo alle sue spalle. Per un cruciale secondo, Evan divise la sua attenzione fra Tony e Sandro. Belle gli gettò la coperta sulla testa proprio nel momento in cui lui premeva il grilletto. Due colpi esplosero in rapida successione. Evan crollò sul pavimento. Sandro sentì la pallottola di Evan attraversargli il braccio sinistro, ma non ebbe il tempo di provare dolore. Il suo avversario era a terra ferito, non morto. «State indietro!» gridò, tuffandosi sul pavimento per afferrare la pistola di Evan. Buon Dio, aveva avuto una così tremenda paura di colpire Belle, quando aveva sparato, che aveva mancato il colpo. Non solo Evan Connor era ancora vivo, ma quel bastardo stava prendendo di mira sua moglie. Jasmine Cresswell
235
Mercanti Di Morte
Sandro abbatté la propria pistola sul polso di Evan e l'arma schizzò lontano, sul pavimento lucido. Per buona misura, gli assestò anche un colpo alla testa con il calcio, e finalmente Evan crollò, privo di conoscenza. Ansimando, Sandro si arrabattò in piedi e si appoggiò al muro più vicino. Marisa guardò il marito. «È morto?» chiese, con voce priva di qualunque emozione. «No» rispose Sandro. «Non ancora. Ma è gravemente ferito e ha bisogno di assistenza medica, se vogliamo tenerlo in vita abbastanza da subire un processo.» «Ci servirà a molto, un processo» osservò Marisa amaramente. «I suoi avvocati lo tireranno fuori, in un modo o nell'altro. Gli Evan Connor di questo mondo non rimangono mai in prigione per molto tempo.» La ferita doveva aver reso Sandro un po' meno acuto del solito, perché non si rese conto di ciò che Marisa aveva intenzione di fare fino a quando lei non raccolse la pistola e la puntò contro il corpo inerte del marito. «No, Rizzie, non sparargli!» Belle si frappose fra Evan e la pistola. «Per l'amor del cielo, adesso sei libera. Non fare qualcosa che distruggerebbe il resto della tua vita.» Marisa non rispose per un lunghissimo momento. Poi gettò a terra la pistola. «Hai ragione. Non vale proprio la pena di finire in prigione per lui» mormorò. «Belle, hai bisogno di sederti, prima di crollare. E anche Sandro. Io chiamo il 911 e vedo di trovare qualcosa per medicarvi.» Sandro si avvicinò a Belle e le passò un braccio attorno alle spalle. Lei lanciò uno strillo di dolore, e lui sorrise. «Immagino che ci vorrà qualche giorno prima che possiamo di nuovo fare l'amore, eh?» «Ventiquattr'ore almeno.» Non riuscì del tutto a ricambiargli il sorriso. Ora che il livello di adrenalina stava calando, trovava difficile reggersi in piedi. Sandro l'aiutò a raggiungere il divano più vicino e poi si sedette accanto a lei, guardando impotente il sangue che colava dal braccio ferito sulla mano. Se avesse avuto un po' più di energia, avrebbe riso del quadretto che dovevano formare. Marisa tornò di corsa con dell'acqua e alcuni asciugamani puliti. Finalmente, Tony emerse dal suo torpore abbastanza per chiedere di venire Jasmine Cresswell
236
Mercanti Di Morte
liberato. Marisa tagliò il nastro adesivo e, con palese impazienza, gli porse la caraffa. «Ecco, renditi utile. Vedi se puoi fare qualcosa per Anita e da' un goccio d'acqua a Sandro e a Belle. Io torno subito.» «Dove credi che sia andata?» chiese Sandro, bevendo un sorso d'acqua. «A vedere Spencer, immagino.» A quel punto Belle si appoggiò alla spalliera del divano. Aveva a malapena la forza di reggere il bicchiere. «Senti le sirene? Sto cominciando a pensare che una bella iniezione di morfina sarebbe la benvenuta, in questo momento.» Marisa scese di corsa le scale. Aveva in mano l'orsacchiotto di Spencer. «Hai un aspetto orribile.» Allungò una mano e ravviò delicatamente una ciocca di capelli a Belle. «Allora, l'aspetto corrisponde a come mi sento» borbottò lei stancamente. Gli occhi di Marisa si colmarono di lacrime. «Non so come ringraziarti. Mi hai salvato la vita.» Belle fece per protestare, ma Marisa la fermò rimboccandosi le maniche del vestito e scoprendo due braccia che erano una paurosa tavolozza di lividi e contusioni più o meno recenti. «È così che Evan mi faceva tacere» disse semplicemente. «Minacciava di portarmi via Spencer, se non avessi fatto esattamente quello che mi ordinava. Come potevo rischiare di lasciare mio figlio in mano a un uomo che era capace di abusi fisici come questi ogni volta che era arrabbiato o frustrato? Ma tu mi hai dimostrato che, per quanto le possibilità appaiano ridotte, c'è sempre un modo per lottare.» Belle fissò le braccia della sorella, con la gola stretta. Anche Sandro, più abituato di lei a vedere le conseguenze della brutalità fisica, era sconvolto. Ricordò lo strano effetto che il tocco di Evan sembrava avere su Marisa, e ora ne capì il motivo. Le chiudeva la bocca terrorizzandola ogni volta che gli veniva il sospetto che potesse trovare il coraggio di ribellarsi. La minima pressione di Evan sui lividi precedenti bastava a ricordare a Marisa che doveva piegarsi alla sua volontà... o affrontare le conseguenze. Non solo per se stessa, ma anche per suo figlio. Finalmente Belle si riprese abbastanza per parlare. «Credo proprio che sia tutto il contrario, Rizzie. Tu hai salvato la vita alla sottoscritta aggredendo Dave e distraendo tuo marito con l'elefante.» Marisa sorrise. Un po' debolmente, ma era pur sempre un sorriso. Jasmine Cresswell
237
Mercanti Di Morte
«Avevi visto giusto più di quanto potessi sapere, Belle.» «Su che cosa?» «Sul DVD Cronos e il suo nascondiglio.» Marisa aprì una cucitura dell'orsacchiotto con un coltello, tirò fuori una manciata di imbottitura e, finalmente, estrasse un piccolo, lucente laser disk. «Il DVD Cronos» spiegò, tendendolo a Sandro. «Mio padre lo ha dato a me.» EPILOGO «Marisa, è tutta la settimana che cerco di chiamarti! Ora so perché non sono riuscita a raggiungerti.» Sorridendo, Belle spalancò la porta. «Perché non mi hai detto che avevi in programma di venire a Chicago con Spencer? Entra. È una magnifica sorpresa.» Non volendo intimidire il nipotino, Belle si chinò fin quasi al suo livello prima di prendergli la mano. «Ehi, piccolo, come va?» La sola risposta di Spencer fu chinare la testa, perciò Belle ritentò. «Sandro e io abbiamo una nuova gattina. Ti piacerebbe venire a conoscerla? Si chiama Dottie. E molto carina e ha una morbida pelliccia grigia.» Spencer non rispose. Attaccato ai pantaloni della madre, nascose il viso contro la sua gamba, rifiutandosi anche solo di guardare Belle. «E un po' timido, ultimamente» spiegò Marisa, mettendogli una mano sulla spalla in un gesto protettivo. «Ha dovuto adattarsi a una quantità di cambiamenti. Penso che sia troppo piccolo per curarsi di dove vive, ma ho l'impressione che senta la mancanza della casa e della piscina.» «Gli ultimi mesi devono essere stati davvero duri per voi due. Ma dagli qualche settimana per abituarsi, e sarà di nuovo allegro e vivace come prima.» Belle temeva di apparire troppo ottimista, ma in quel periodo l'ottimismo sembrava essere diventato il suo tratto distintivo. Senza il minimo sforzo, riusciva a trovare un filo d'argento in ogni nuvola che si azzardasse ad attraversare il suo luminoso orizzonte. «Spero che tu abbia ragione.» Marisa si chinò a prendere in braccio Spencer e lo portò in soggiorno. «Continua a chiedere di suo padre e anche di Anita, e questo mi fa male.» «Si abituerà, Rizzie, vedrai. Che cosa ne è stato di Anita, a proposito? Sandro ha detto che intendeva tornare in Inghilterra. Lo ha fatto?» «Sì, appena è uscita dall'ospedale.» Jasmine Cresswell
238
Mercanti Di Morte
Belle strinse la mano della sorella. «Allora non devi più preoccuparti né dell'uno né dell'altra, anche se immagino che Spencer ne sentirà la mancanza per un po'.» Marisa rise senza la minima allegria. «Certo che ne sente la mancanza. Perché non dovrebbe? Da quando ha compiuto un anno, Evan non mi ha mai permesso di passare con mio figlio più di un paio d'ore al giorno. Perciò, dal punto di vista di Spencer, ha perso le due persone che si occupavano maggiormente di lui.» «Non posso credere che tu abbia vissuto un simile incubo senza avere nessuno a cui chiedere aiuto.» Belle provò un'ondata di rammarico per il solco che aveva permesso si scavasse fra lei e Marisa. Durante gli anni in cui si era sforzata di venire a patti con la scoperta delle attività criminose del loro padre, aveva dato per scontato che, in qualche modo, sua sorella fosse cresciuta immune da quel problema, che avesse trovato rifugio nel mondo scintillante dell'alta moda, senza alcun bisogno di combattere i demoni che popolavano i suoi incubi. Belle era così furiosa, ogni volta che pensava a ciò che Evan aveva fatto a Marisa, che se suo cognato non fosse morto in seguito alle ferite, sarebbe stata tentata di ucciderlo lei stessa. Preferibilmente dopo lunghe torture. Non si rese conto che stava piangendo fino a quando Marisa non allungò una mano per prendere la sua. «Ti prego, Belle, non piangere, o piangerò anch'io. E l'altra settimana ho giurato a me stessa che avevo chiuso con le lacrime. Due mesi di autocommiserazione sono più che sufficienti.» «Okay.» Belle trovò un fazzoletto di carta e si soffiò il naso. «Parliamo di cose allegre, per un po'. Sandro è andato in ufficio per un paio d'ore, per mettersi in pari con le scartoffie, ma dovrebbe essere a casa da un momento all'altro. Parlava di cucinare i suoi famosi involtini per cena...» «Non posso fermarmi molto» disse Marisa. «Sono venuta a salutarvi. Spencer e io andiamo... via... per un po' di tempo.» «In vacanza?» chiese Belle. «Fantastico. Di sicuro te la sei meritata. Dove vai?» Marisa scosse la testa. «Non in vacanza. Spencer e io ricominceremo da capo in qualche posto completamente nuovo. Ho concluso la vendita della casa... la casa di Evan... la settimana scorsa, e ho firmato tutti i documenti necessari perché la mia quota dell'eredità di papà vada alla fondazione benefica che hai Jasmine Cresswell
239
Mercanti Di Morte
creato.» Lanciò uno sguardo preoccupato in direzione di Spencer. «Sono stata tentata di mettere da parte un po' di denaro per lui, sai? Mi fa paura pensare che d'ora in avanti dovrò mantenerlo con il denaro guadagnato da me.» «Te la caverai magnificamente. E anche se non ve la passerete troppo bene, di tanto in tanto, non rimpiangerai il denaro che hai dato via.» «Spero che tu abbia ragione.» Marisa si sforzò di sorridere, poi tirò fuori un libro illustrato dalla borsa e lo mise sul tappeto per Spencer. «Hai parlato con Tony di recente?» Belle esitò. «Non nelle ultime due settimane.» «Sta cercando di fare ammenda per tutto quello che ha combinato» mormorò Marisa. «Ha un bel po' di ammende da fare» commentò Belle, secca. «La sua vita è stata più dura della nostra» osservò Marisa. «Se per noi era difficile essere le dilette, viziate bambine di Marc Joubert, puoi immaginare che cosa deve avere significato essere il suo solo figlio maschio, destinato a prendere il posto di papà pur odiando il suo genere di commercio? Quali che possano essere le sue nevrosi, immagino che le abbia acquisite giorno dopo giorno, crescendo...» «So quanto è stato duro per lui» riconobbe Belle. «E so che sta cercando di riparare dedicando i prossimi anni a mettere in piedi la fondazione benefica e a farla funzionare con efficienza, in modo che il denaro dei Joubert sia finalmente usato a fin di bene. È solo che mi ci vorrà un po' di tempo prima di poter dimenticare che ha sempre cercato la via d'uscita più facile, che non gli è mai importato se qualcun altro ci rimetteva, mentre lui salvava la sua pelle.» «Non è che non gliene importasse, ma aveva paura. Devi parlare con lui, Belle. Ha bisogno del tuo perdono prima di poter ricominciare.» Lei sospirò. «Va bene, gli parlerò. Okay?» «Sì.» Marisa sorrise. «Grazie.» «Non è il caso di ringraziarmi. Sono in debito con te. Come ha preso la mamma la notizia che tu e Spencer lasciate la Florida?» Marisa si strinse nelle spalle. «Conosci la mamma. Si è lamentata che le porto via il suo unico nipotino e che non mi importa di quanto si sentirà sola, ora che è una Jasmine Cresswell
240
Mercanti Di Morte
povera vedova abbandonata. Non ricordo che mi abbia fatto una sola domanda su dove pensavo di andare, o che cosa volevo fare, e meno che mai su come contavo di mantenere suo nipote.» «So che pensi che la mamma non ci abbia mai offerto il sostegno che avevamo il diritto di aspettarci, ma non serve a niente arrabbiarsi con lei» disse Belle quietamente. «Anzi, hai molte più ragioni per avercela con me che con lei. La mamma ha vissuto tutta la vita senza mai fare domande, per timore che le risposte non le piacessero. Io non ho questa scusante. Quando hai smesso di venirmi a trovare e il nostro rapporto si è ridotto a una cartolina a Natale e una telefonata ogni tanto, avrei dovuto capire che qualcosa non andava e insistere per avere una spiegazione.» «Tu avevi i tuoi problemi» le ricordò Marisa. «Non mi sono mai aspettata che risolvessi i miei. Inoltre, non avrei mai chiesto il tuo aiuto, per quanto potessi insistere. Evan mi aveva plagiata al punto da farmi credere che tu e Donald Gates collaboravate attivamente con lui e Dave.» «Che cosa?» «Perché sei così sorpresa? Ero a dir poco sbalordita quando, dopo la nascita di Spencer, appresi che Dave Forcier era il padre di Evan. Ma la scoperta confermava la mia convinzione che niente è mai come sembra. Se il vecchio zio Dave poteva nascondere dei segreti, per non parlare di una feroce ambizione di impadronirsi dell'impero Joubert, come potevo essere certa che la tua avversione verso l'attività di papà fosse genuina?» «Santo cielo, e non mi hai mai detto niente!» «Ero troppo imbarazzata. Ma il fatto che ci siamo fraintese a vicenda fino a questo punto dimostra che ho ragione sulla mamma. Sarebbe dovuta essere al nostro fianco, pronta a sostenerci, ma non c'era. Avrebbe dovuto protestare di più, e non solo chiudere gli occhi per tutto il tempo. Papà l'amava. Le avrebbe dato ascolto, se avesse insistito per fargli abbandonare le sue attività illegali. Anche verso la fine, quando papà pensava realmente di tirarsi fuori, e Dave ed Evan lo costringevano a continuare, la mamma non si è mai fatta avanti a dirgli che poteva rivolgersi alle autorità e chiedere il loro aiuto. La verità è che le piaceva il potere sociale che derivava dall'avere tutto quel denaro, e non era disposta a rinunciarvi. Avrai notato che non ha dato in beneficenza neppure un centesimo della sua eredità.» «Può essere, ma non è solo la sua posizione sociale che voleva proteggere. Si preoccupava che papà potesse finire in prigione. Se ci pensi Jasmine Cresswell
241
Mercanti Di Morte
bene, Rizzie, tutti noi abbiamo preso decisioni che ora rimpiangiamo a causa di papà. Io gli volevo bene, ma non possiamo chiudere gli occhi sulle sue colpe. Non mi convincerai mai che la mamma sapeva realmente come la Joubert Corporation guadagnava i suoi milioni.» «Eppure avrebbe dovuto saperlo» ribatté Marisa. «È una donna intelligente. Se non sapeva come papà guadagnava il suo denaro, allora dev'essersi impegnata molto per restare nell'ignoranza. Si è mai disturbata a guardarci, quando eravamo bambini... guardarci davvero, intendo... e a chiedersi che cosa ci sarebbe successo a causa della sua compiacente cecità?» Belle strinse la mano della sorella, confortante. «Per quello che vale, Marisa, non hai vissuto tutto quell'incubo inutilmente. I federali e gli agenti del fisco sono felici che tu abbia deciso di consegnare loro il DVD Cronos, anziché distruggerlo semplicemente, quando papà te l'ha dato. Sono stati in grado di lanciare una massiccia operazione di pulizia, e sostanzialmente distruggere l'intera rete di contrabbando, grazie alle informazioni contenute in quel DVD e in quello che papà ha dato a me.» «So che è stato utile» convenne Marisa. «Immagino che valesse lo sforzo che ho fatto per tenerlo nascosto a Evan... anche se quando penso ai Bruno mi chiedo...» «L'assassinio di Marge è stato un prezzo terribile da pagare, ma non avresti potuto prevedere in alcun modo la sua morte. Inoltre, devi tenere conto delle vite che sono state salvate. E quanto a noi... pensaci, Rizzie. Con la rete Cronos fuori causa, non dovremo mai più chiederci se la bomba che farà saltare la prossima ambasciata americana è stata venduta dai Joubert.» «Hai ragione, e anch'io sto cercando di vedere i lati positivi della vicenda. Sono grata a Sandro. È stato veramente gentile a tenermi informata. Fra il DVD che papà ha dato a me e quello che ha dato a te, dice, il tribunale potrebbe essere costretto ad assumere nuovi giudici per tenere tutti i processi che ne deriveranno!» «E non dice per scherzo» le assicurò Belle. «Credevo di essere troppo cinica per scandalizzarmi, ma è stupefacente quanta gente si è lasciata attirare nel gioco di papà. Alcuni politici e uomini d'affari molto in vista se la stanno vedendo molto brutta.» Spencer, che fino a quel momento aveva sfogliato il libro, balzò Jasmine Cresswell
242
Mercanti Di Morte
improvvisamente in piedi. «Gatto!» esclamò. «Mamma! Gatto!» «Sì, tesoro, lo vedo. Ricordati, non fargli male.» Marisa si chinò ansiosamente sul bambino. La gattina, troppo giovane per capire la regola felina che i gatti non devono mai mostrare interesse per un semplice essere umano, ruzzolò sul tappeto e andò a fermarsi ai piedi di Spencer. Il piccolo l'accarezzò, con gli occhi scintillanti. Quando la bestiola rotolò sulla schiena, agitando le zampe in aria, rise, deliziato. «Dottie ha colpito ancora» constatò Belle sorridendo. «Che ne è stato di Horatio? Lo hai affidato a un canile fino a quando non vi sarete sistemati?» Marisa abbassò gli occhi, stropicciando fra le dita il tessuto dei pantaloni blu. Belle sapeva già che Evan l'aveva costretta a vestirsi sempre di bianco, come simbolo di purezza e sottomissione. Per vendetta, il pullover che indossava quel giorno era un vistoso accostamento di verde e viola. «L'ho dato via» rispose Marisa. «Mi sono assicurata che avesse una buona sistemazione, ma non potevo tenerlo. Horatio era il cane di Evan, e lui aveva già cominciato ad... addestrarlo. Sembra impossibile, ma è così.» Tanti orrori inespressi erano suggeriti da quella semplice affermazione. Belle si inginocchiò accanto alla poltrona della sorella, lottando contro una cieca rabbia nei confronti del defunto cognato. Si rendeva conto che la rabbia era controproducente, ma pensare agli abusi subiti da sua sorella la faceva ancora infuriare. Quello che provava Marisa doveva essere inimmaginabile. Spencer lanciò uno strillo quando, inavvertitamente, Dottie gli sfiorò la mano con le unghie, e Marisa gli fu accanto in un attimo. Lo stava rassicurando quando Belle sentì lo scatto della chiave che girava nella serratura. La porta si aprì e Sandro entrò. Dottie abbandonò la battaglia con il suo topo giocattolo e si lanciò sulle sue scarpe. E lei provava quasi lo stesso entusiasmo della gattina, pensò Belle, correndogli incontro. Sandro si liberò di Dottie, gettò da parte la borsa portadocumenti e strinse le braccia attorno alla vita di Belle, praticamente in un solo movimento. «Scusa il ritardo. Ho combattuto una battaglia all'ultimo sangue con un esercito di moduli governativi per tutto il pomeriggio.» «Hai vinto?» «No, ho decisamente perso.» Jasmine Cresswell
243
Mercanti Di Morte
«Hai un aspetto magnifico, per un perdente.» Belle sorrise, illuminandosi tutta, come sempre quando vedeva Sandro. «Abbiamo visite. Marisa e Spencer sono venuti a dirci che traslocano.» «Non troppo lontano, spero.» Sandro le diede un rapido, rassicurante bacio prima di andare a salutare Marisa. L'abbracciò affettuosamente, poi si chinò a prendere in braccio Spencer, sollevandoselo sopra la testa. «Ehi, ometto, vuoi fare l'aeroplano?» «Plano!» approvò Spencer, eccitato, mentre Sandro lo faceva volteggiare per la stanza con tutti i rumori appropriati, evitando i mobili per pochi centimetri. «Ancora» reclamò, quando Sandro fece per riconsegnarlo alla madre. «No, ti girerà la testa» disse Marisa. «Adesso basta, Spencer.» «Giocheremo di nuovo più tardi» promise Sandro. «Dove pensi di trasferirti?» chiese poi a Marisa. «Potrai tornare in Florida quando comincerà il processo a Dave Forcier, il mese prossimo? So che l'accusa considera molto importante la tua testimonianza.» «Non mancherei allo spettacolo per niente al mondo» affermò Marisa con quieta determinazione. «Ma è abbastanza facile tornare. È quello che avete fatto voi per il processo di Ray, no?» Belle annuì. «È stato un tale sollievo vederlo condannare. Non mi ero resa conto di quanta rabbia contro Dave e Ray avevo represso fino a quando il giudice non ha pronunciato la condanna a vent'anni di prigione, e ho avuto voglia di mettermi a ballare per la gioia.» «Vent'anni sono molto meno di quanto Ray meritava» affermò Sandro, cupo. «Non credo che abbia mai provato neppure un'ombra di rimorso. Il suo solo dispiacere è stato quello di essere scoperto.» «Speriamo di ottenere una condanna anche più dura per Dave» disse Marisa. «Di sicuro io intendo fare tutto quanto è in mio potere perché la giuria capisca esattamente che cosa stava cercando di fare, e fino a che punto era pronto ad arrivare per conseguire i suoi scopi. Ma non volevo restarmene in Florida a contare i giorni che mancavano al processo. Nelle ultime settimane ho avuto l'impressione di non fare nulla, tranne aspettare l'inizio del resto della mia vita.» «Hai ragione. È tempo di riprendere la nostra vita, per tutti noi» convenne Sandro. «Ma sono sorpreso che tu sia riuscita a concludere tutti i dettagli pratici così in fretta.» Jasmine Cresswell
244
Mercanti Di Morte
«La casa è stata venduta più facilmente di quanto mi aspettassi» spiegò Marisa. «A quanto pare, il bianco assoluto, con specchi e marmi dappertutto, è molto richiesto. E la coppia che ha comprato la casa ha tenuto tutto l'arredamento, anche lo spargisale.» Rabbrividì. «Dio, quanto ho odiato quella casa!» Belle l'abbracciò, e fu un sollievo vederla sorridere. «Non dovrai mai più metterci piede, Rizzie.» «Grazie al cielo. Comunque, lo scorso fine settimana ciondolavo a casa della mamma, commiserandomi, e tutt'a un tratto mi sono accorta che non ce la facevo più. Così, ho fatto i bagagli e me ne sono andata. Non ho ancora deciso dove andrò, ma Spencer e io prenderemo in esame un paio di località in Colorado. Non abbiamo fretta di prendere una decisione. Non è come se lui dovesse già andare a scuola, o qualcosa del genere.» «Perché il Colorado?» chiese Sandro. «C'è qualche ragione speciale?» Marisa sorrise tristemente. «Be', non somiglia per niente alla Florida, e questo lo porta automaticamente in cima alla lista dei miei posti preferiti. Ma c'è anche una ragione più pratica. Denver sta attraversando un boom economico, e spero che non sarà troppo difficile trovare lavoro.» «Le ditte si daranno battaglia per assumerti» le assicurò Belle. Lei fece una smorfia. «Speriamo. Comunque, mi terrò in contatto, mentre sarò in viaggio, e quando avrò una nuova casa voi due sarete i primi a saperlo, ve l'assicuro. Ma in questo momento voglio solo dirigere la macchina verso ovest e vedere che cosa succede.» «Noi vuoi tornare a lavorare come modella?» chiese Belle. Marisa represse un brivido. «No, e comunque sono troppo vecchia. Voglio trovare un noioso, tranquillo lavoro come segretaria o impiegata, e sottolineo noioso.» «Potrebbe essere la soluzione migliore, dopo quello che hai passato negli ultimi anni» riconobbe Belle. Sandro si voltò a guardarla. «Hai dato a Marisa la nostra notizia?» chiese. Lei scosse la testa, arrossendo. «Non c'è stato il tempo. È arrivata solo pochi minuti prima di te. Diglielo tu.» Marisa guardò dall'uno all'altro. Jasmine Cresswell
245
Mercanti Di Morte
«Dirmi che cosa? Dev'essere una notizia eccitante, a quanto pare.» Sandro passò un braccio attorno alla vita di Belle, un po' imbarazzato... almeno per quanto poteva essere imbarazzato un tipo come lui. «Belle ha finalmente accettato di sposarmi» annunciò. «Ho dovuto metterla incinta, prima che capitolasse, ma finalmente ha pronunciato il fatidico sì, e abbiamo fissato la data per il prossimo sabato.» «Ecco perché cercavo di telefonarti» aggiunse Belle. «Speravamo che venissi alla cerimonia. Sarà una cosa molto semplice e intima.» «Aspetti un bambino?» Gli occhi di Marisa si colmarono di lacrime. «Oh, Belle, è meraviglioso! Congratulazioni. Quando nascerà?» Belle rise. «Il quattro luglio, perciò mancano ancora quasi otto mesi. L'abbiamo saputo con certezza solo tre giorni fa, e tu sei la prima persona a cui l'abbiamo detto.» «Allora, resterai per il matrimonio?» chiese Sandro. «A Belle e a me farebbe molto piacere.» «Sì, certo che resterò» rispose Marisa. «La mia nuova vita può ben aspettare una settimana.» «Grazie» mormorò Belle. «Significa molto per noi avere qui te e Spencer.» «Non vorrei mancare per niente al mondo.» Il sorriso di Marisa era solo un po' tirato. «Auguro a entrambi tutta la felicità del mondo.» Sandro strinse più forte Belle a sé e si chinò a baciarla. «L'abbiamo già» affermò. «E contiamo di tenercela ben stretta.» FINE
Jasmine Cresswell
246
Mercanti Di Morte