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SOMMARIO La morte è sempre stata considerata con grande e spontaneo timore dall'uomo, a causa del mistero che l'avvolge. Ma la vita terrena è come una scuola; e cos'è più bello per un bambino: il primo o l'ultimo giorno di scuola? Questo libro riassume le scoperte fatte negli ultimi decenni da studiosi di vari paesi, attraverso l'impiego della regressione a vite precedenti, lo studio dei moribondi e di persone rianimate. I risultati sconvolgono le comuni credenze e ci rivelano che la morte non solo non è un evento disastroso e temibile, ma è il ritorno a "casa": assai più piacevole ed attraente della nascita, che tradizionalmente è sempre stata considerata un "lieto evento". E' un contributo alla sconfitta della morte, intesa come "mistero pauroso". Offre anche una serie di risposte alle maggiori domande esistenziali, supportando o sostituendo, eventuali credenze di fede con fatti sperimentati. ________________________________________________ _
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INDICE
Ringraziamenti Nascere e morire La nascita, secondo i parenti La morte, nella comune accezione La vita e la morte: come saperne di più?
PRIMA PARTE: ESPERIENZE Osservazioni al letto di morte NDE: La morte nel racconto dei "risorti" La morte nelle regressioni La nascita nelle regressioni
SECONDA PARTE: SCAMBI CON L'OLTRE Messaggi Visioni e viaggi
CONCLUSIONI
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APPENDICE I - Il monologo di Amleto APPENDICE II - Citazioni APPENDICE III - Destino APPENDICE IV - Rapporti intimi nell'Aldilà APPENDICE V - I chakra APPENDICE VI - Il figliol prodigo APPENDICE VII - Il tempo nell'Aldilà BIBLIOGRAFIA
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RINGRAZIAMENTI
Desidero ringraziare in generale quanti hanno pubblicato scritti su questo argomento, da cui ho tratto brevi sommari e citazioni. Ringrazio: Maria Grazia Cimatti ed Orestina Nardi per i loro contributi di esperienze, Ornella Rigoni, Orestina Nardi e soprattutto Barbara Palmieri per l'aiuto nella revisione del testo. Barbara in particolare mi ha offerto una revisione scrupolosissima e molto efficace. Orestina, dopo l'esame del testo, mi ha scritto: "Complimenti: una ricerca molto approfondita! Questo libro offre un messaggio semplice, ma potente, sia per il principiante sia per il lettore più esperto" Ringrazio poi Vittoria Melchiorri e Maurizio Prosperi, della Biblioteca Comunale di Mentana, che mi hanno prontamente aiutato a reperire - da tante biblioteche italiane - testi di consultazione utili per la stesura di questo saggio.
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NASCERE E MORIRE
Da molti anni mi occupo di ricerca spirituale. Nel farlo ho, tra l'altro, avuto modo di leggere molti libri che trattano della vita e della morte. Uno di questi fu quello di Suzanne Ward "Matthew, parlami del Paradiso", che riporta i colloqui medianici tra una madre ed il figlio defunto. Mi colpì perché il defunto descrive dettagliatamente il processo della sua morte e la situazione dell'Aldilà, in toni molto entusiastici, sebbene si trattasse di una persona comune, non di un santo che meritasse chi sa quali accoglienze in Paradiso. Sicché decisi di saperne di più e da fonti più possibilmente oggettive. Mi sono così imbattuto in una serie di informazioni sulle esperienze di nascita e di morte. Tali informazioni provengono da molti studiosi e scienziati i quali si sono occupati di persone morenti, che furono in coma, oppure che si sottoposero a regressione ad eventi della loro nascita e di vite passate. Ne sono scaturite informazioni che contrastano con il comune sentire delle masse, riguardo agli eventi di nascita e morte. Infatti, comunemente la nascita è considerata un evento assai gioioso e benaugurale, mentre la morte è stata
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sempre vista con timore: una sventura ed una gran tristezza, nel caso di morte naturale, o addirittura come la massima punizione, in caso di morte procurata. E' stato proprio il contrasto tra tale comune sentire e le informazioni che scaturiscono dall'analisi delle regressioni che mi ha indotto a riassumere tali risultati per evidenziarli e condividerli coi lettori, in modo da rettificare, per quanto possibile, quest'ottica. L'ottica tradizionale sembra fossilizzata su quella dei parenti ed amici, mentre il punto di vista del soggetto è completamente ignorato. Non pretendo che quanto esposto, pur essendo tratto da molte relazioni di autori seri e qualificati, sia oro colato, o verità incontestabile, ma ritengo che possa essere un modello razionale, utile a migliorare la nostra immagine del mondo e della vita e sopratutto possa ridimensionare il timore esagerato della morte. Questo libro non fa filosofia, non pretende di dimostrare l'esistenza dell'anima o dell'Aldilà, né espone teorie, ma solo resoconti di esperienze che possono essere utili a molti ed allietare la loro vita, fornendo un quadro tranquillizzante, anzi esaltante, più che propugnando delle ideologie. La concordanza delle descrizioni di tutte le decine e decine di libri sulle ricerche in materia sembra più convincente di un'analisi teorica. Chi desideri ancora dilettarsi di disquisizioni su ipotesi alternative, sollevate da scettici può leggere altri testi, menzionati in bibliografia: molti di essi, specie quelli più pionieristici, abbondano di tali valutazioni. D'altra parte siamo in un periodo di rapidi cambiamenti, in cui è opportuno riconsiderare tutte le nostre conoscenze, tradizioni ed insegnamenti, pena l'esclusione dall'evoluzione in atto.
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Oltre ai risultati di ricerche su esperienze in punto di morte e ricordi di regressioni, che formano la prima parte del libro, ho ritenuto di completare la visione del soggetto con una seconda parte, formata dal riassunto di una serie di informazioni di altra origine, che per alcuni è considerata meno sicura: quella dei messaggi paranormali, provenienti da medium e sensitivi, che ci informano più ampiamente sulla situazione dell’Aldilà. Anche queste informazioni non pretendono di convincere gli scettici preconcetti, ma sono rivolte a chi è aperto a considerare le testimonianze altrui, con animo disponibile e desideroso di sapere. In ogni caso è bene tener presente che si tratta di informazioni probabili, raccolte al meglio delle esperienze e delle rivelazioni, ma costituenti un modello di interpretazione del mondo. Il mondo dell'Aldilà è poi assai più soggettivo di quello terreno, che è già assai soggettivo e discutibile.
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LA NASCITA, SECONDO I PARENTI
Quando si annuncia la gravidanza di una donna, parenti ed amici si precipitano a congratularsi con la gestante, col marito ed i parenti più prossimi, ritenendo tale evento molto felice e propizio. La cosa diventa ancor più eccitante quando la madre partorisce felicemente ed il bambino viene alla luce sano e vispo. E' giusto che sia così dal punto di vista dei genitori e dei nonni, che coronano così un loro desiderio di genitorialità e discendenza. In passato poi ricordiamo che i figli rappresentavano un aiuto alla famiglia nel lavoro dei campi, o nella pastorizia, tanto che ci si augurava che il nascituro fosse maschio, così che avesse buone braccia per il lavoro e non fosse destinato ad andarsene di casa, per seguire un futuro marito. Infine l'emergere di una nuova vita è di per sé un fatto eccitante per tutti e il corpicino del neonato stimola in noi un senso di commozione. Tutti questi sentimenti potrebbero anche farsi risalire all'inconscio istinto di conservazione della specie, senza il quale forse la razza umana si estinguerebbe; quindi
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potrebbero essere un mezzo, un trucco della Natura, più che una serie di motivi spontanei.
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LA MORTE, NELLA COMUNE ACCEZIONE
Nonostante gli insegnamenti religiosi, basati sull'immortalità dell'anima, la morte ha sempre spaventato l'uomo, che non ci vuole pensare, non la vuole sentire menzionare, la teme come un annientamento, la fine dell'esistenza, il distacco dalle persone care e dalle cose lungamente accumulate e tesaurizzate. Woody Allen disse in una sua battuta: "Non è che ho paura di morire. E' che non vorrei essere lì quando questo succede". Si racconta anche che in una casa di riposo americana ci fu una protesta, quando la direzione mise nella compilation di canzoni da diffondere in salone la famosa canzone di Frank Sinatra "My way". Essa inizia con le parole: "And now, the end is near ad so I face the final curtain …" ("Ed ora la fine è vicina ed io affronto il sipario finale"). Forse dietro a questa paura c'è l'istinto di conservazione, che provvede a preservare la vita materiale, a scanso di facili abbandoni, che minerebbero la continuità della specie. C'è anche la paura dell'ignoto, il non sapere nonostante la fede di alcuni - cosa sarà di noi dopo la morte,
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questione che fu ben espressa da Shakespeare nel famoso monologo dell'Amleto*. La paura della morte e di quello che ci aspetta è un elemento così importante nell'esistenza umana da essere forse l'origine principale delle speculazioni filosofiche, cioè la ragione stessa della nascita delle varie filosofie. Viceversa, possiamo osservare che nella pratica quotidiana, l'argomento stesso della morte viene generalmente evitato o sussurrato e nessuno ci spiega, o insegna alcunché di preciso su tale evento, tanto importante per tutti e tanto temuto. Pascal disse: "Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l'ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai." Anche molte persone anziane, che non possono statisticamente sperare di vivere più di pochi anni ancora, vivono spesso come se la morte riguardasse solo gli altri e si sgomentano al sentire che qualche loro conoscente è morto. Ad ogni compleanno si usa augurare al festeggiato altri "cento di questi giorni", come se una vita lunghissima fosse la cosa più bella del mondo. A Napoli si usava fare un buon augurio dicendo: <
>†; oggi quello non sarebbe più un grande augurio, specie per coloro che hanno superato i novanta, dato che recentemente la vita media si è allungata notevolmente e che nel 2010 gli ultracentenari sono in Italia circa quindicimila ed in continuo aumento. Quando una persona è affetta da una malattia mortale, i parenti in genere evitano di dirglielo e se essa se ne rende conto, fingono che guarirà e vivrà ancora a lungo.
* †
v. Appendice I dovete vivere cento anni
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C'è chi teme e presagisce di morire in circostanze paurose, come: affogando, restando vittima di un'aggressione, cadendo da un precipizio, o da un alto edificio, oppure soffocato. A parte il fatto che questi timori non riguardano tanto la morte, quanto la sofferenza, o lo stress antecedente ad essa, gli studi in merito hanno rivelato che tali timori sono per lo più conseguenza non di un presagio, ma di un'inconscia reminiscenza di una vita passata, in cui tale evento si verificò, lasciando un'impronta di timore.* Quando qualcuno muore, parenti ed amici se ne rammaricano, vivendo l'evento come una disgrazia e, prima che ciò accada, tutti fanno di tutto per evitare tale evento, prodigandosi in cure, operazioni chirurgiche, rianimazione e quant'altro, per cercare di mantenere in vita quel corpo, a cui sono attaccati sentimentalmente ed abitudinariamente. Nonostante la piena consapevolezza che siamo tutti mortali e che la nostra vita non può durare più di tanti decenni, rifiutiamo inconsciamente di morire e di lasciar morire i nostri cari. La pena di morte è considerata la più grave e gli amici del condannato, come anche i movimenti per la vita, fanno di tutto per cercare di abolirla e convertirla in ergastolo. Quando poi la morte ci coglie di sorpresa, come nel caso di incidenti, malattie fulminanti, guerre, aggressioni, e così via, non ci rassegniamo all'evento, protestando, ripensando a quanto avremmo potuto fare per evitare una simile disgrazia, recriminando, o nutrendo sentimenti di vendetta contro chi riteniamo il responsabile della morte della persona cara. Vidi in TV un film sulla vita di S. Giovanni Bosco, in cui perfino lui si disperava per la morte *
v. Vita III
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prematura del suo allievo (poi santificato) Domenico Savio, gridando al Signore: <>. Dopo il funerale, ci premuriamo di andare a trovare il defunto al cimitero, portandogli fiori e candele, come se ciò potesse compensarlo della "disgrazia" di essere morto e nel tentativo di perpetuare la nostra familiarità con lui. Questo è comprensibile, ma fa parte dell'attaccamento umano tra persone fisiche, del desiderio di avere l'altra persona presente materialmente presso di noi, di toccarla, di abbracciarla, di parlarci, di trascorrere con lei le nostre ore migliori. Insomma, a pensarci bene, quando piangiamo un defunto, piangiamo sostanzialmente per noi stessi, che lo abbiamo perso. Altre volte piangiamo per i sensi di colpa, che proviamo per aver intrattenuto col defunto rapporti conflittuali, a cui crediamo di non poter più rimediare, o per non aver fatto interamente il nostro dovere nei suoi confronti. Spesso ci prodighiamo in elogi del defunto, quasi a placare tali sensi di colpa; tanto ormai ogni rivalità o contrasto sono superati dalla definitiva separazione! Del resto, un eventuale discorso in occasione del funerale viene espressamente definito "elogio funebre". Mio nonno soleva citare scherzosamente il proverbio: "Dio ti guardi dal dì della lode", a significare che solo dopo la morte una persona viene elogiata senza remore. Sembra che nella cultura dominante ci sia una grande disinformazione sulla morte e la vita dell'Aldilà. Questo libro si propone come un contributo riassuntivo delle molte ricerche svolte da appassionati scienziati e sensitivi sull'argomento, nella speranza che qualche lettore se ne avvantaggi, per accettare più serenamente la perdita di un
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congiunto o andare incontro egli stesso alla morte con animo più tranquillo.
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LA VITA E LA MORTE: COME SAPERNE DI PIU'?
Da sempre l'uomo ha cercato di indagare sullo scopo della vita e su cosa ci sia dopo la morte. Si dice volgarmente che nessuno sia mai tornato a dirci cosa c'è dopo la morte, ma ormai da vari decenni, gli scienziati hanno studiato questo aspetto della vita, principalmente in tre modi principali: 1. racconti di medici, infermieri e familiari che assisterono una persona morente 2. interviste di persone rianimate 3. regressioni e ricordi di vite precedenti Dalla storia emergono racconti delle visioni di persone morenti, che lasciano intravedere diversi aspetti del momento di passaggio. L'italiano Ernesto Bozzano (1862-1943) sembra il primo ad aver raccolto in un libro italiano racconti di esperienze di moribondi, reperite nella letteratura delle
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prime associazioni di studi parapsicologici*, o da notizie occasionali di quotidiani.† I racconti sono generalmente più orientati a testimoniare apparizioni di defunti, che a mettere in luce l'esperienza del morente, tuttavia molte di esse includono anche le espressioni di gioia per ciò che il soggetto percepisce dell'Aldilà a cui va incontro. Alcune di queste esperienze risalgono intorno al 1860. Nel ventesimo secolo psicologi e parapsicologi hanno studiato sistematicamente tali visioni, offrendoci risultati molto interessanti. Lo scozzese Arthur Findlay‡, nel 1931 pubblicò un libro, basato su appunti precedenti al 1924, in cui riconosce l'esistenza e descrive le proprietà di un "Mondo Eterico" in cui si vive con un corpo eterico, del tutto simile a quello fisico (il termine prevalente ora usato è "astrale", ma le entità hanno vari corpi non fisici, come descritto più oltre). Le informazioni sono di provenienza medianica, ma sono molto interessanti e coerenti con quelle successive, di altra origine. A quegli psicologi se ne aggiungono altri, che si sono presi la briga di intervistare persone che furono date per morte e che poi, invece, sono tornate a vivere. Le interviste a persone rianimante, che ricordino quanto accadde loro durante il coma, sono comprensibilmente più rare da ottenere, in quanto pochissimi morenti tornano poi alla vita, ma ci offrono racconti ancora più ricchi di quelli dei morenti, dato che esplorano eventi più estesi nell'iter della morte. Anche questa pratica sembra ben rodata ed i *
la prima rivista del genere risulta la "Revue Spirite", fondata nel 1858 da Allan Kardec, organo ufficiale dell'Unione Spiritica Francese e Francofona e del Consiglio Spiritico Internazionale † v. Bozzano ‡ v. Findlay
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dati raccolti mostrano una grande coerenza tra loro, offrendoci delle risposte di indubbia probabilità. In Italia abbiamo la nota giornalista e studiosa del paranormale Paola Giovetti, che analizzò più di cento casi di persone rianimate, constatando l'omogeneità delle esperienze rilevate con quanto concluso da altri ricercatori.* Negli USA le esperienze dei morenti e degli astanti sono state identificate con la sigla "DBV" (Death Bed Visions = visioni al letto di morte), mentre quelle di persone rianimate, furono chiamate con l'acronimo "NDE" (Near Death Experience = esperienza di pre-morte) dal più famoso studioso di questo campo: Raymond Moody, che, col suo piccolo, ma notevole primo libro "La vita oltre la vita", nel 1975, rivelò al mondo i risultati delle sue ricerche ed aprì nuove conoscenze su questi argomenti†. Infine, un ramo moderno ed avanzato della psicologia sembra aver trovato, per mezzo di alcuni pionieri, una strada che getti ulteriore luce su questi interrogativi: la regressione a vite passate‡. Questa tecnica si svolge mediante sedute in cui il soggetto viene condotto in stato di profondo rilassamento, o di ipnosi. Le due tecniche sono molto simili e i due stati sono contigui. Posso dunque affermare che non c'è nulla da temere nel farlo, nonostante la caratterizzazione ingiustamente negativa che si è diffusa nell'immaginazione popolare a proposito dell'ipnosi. Personalmente mi sono imbattuto in questa attività casualmente, come ho descritto nel mio libro "La vita pare normale"§, ho affiancato le numerose esperienze della mia *
v. Giovetti I v. Moody I ‡ v. Weiss I, Vita III § v. Vita I †
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fidanzata, ho sperimentato io stesso diverse sedute di regressione ed ho provato anche ad indurle, basandomi sulle istruzioni che si possono trovare in diversi testi*. Questa tecnica è ormai praticata in tutto il mondo ed è nota attraverso molti libri, soprattutto stranieri.† Gli psicologi che la praticano si riuniscono in associazioni internazionali e partecipano a convegni specialistici. La regressione si pratica generalmente mediante sedute individuali, come una normale seduta psicologica, ma si puo' anche esercitare collettivamente, come avviene nella psicologia di gruppo, con la differenza che non c'è interattività tra i partecipanti. Una delle autrici che l'ha praticata su più larga scala sembra essere Helen Wambach ‡ , che nei suoi libri riferisce di aver condotto molte sedute con circa cinquanta persone per volta. Non potendo dialogare con loro durante la regressione ipnotica, la ricercatrice impartiva loro l'ordine di ricordare bene le loro esperienze, per poi poter riempire un questionario a conclusione della seduta collettiva. Questa psicologa ha ottenuto e riportato così risultati statistici relativi a circa 750 soggetti: un raccolta importante dal punto di vista scientifico, supportata dai risultati di tanti altri ricercatori indipendenti. Gli studi della Wambach hanno poi il pregio - ai fini del presente libro - di includere l'esplorazione degli eventi della nascita e della morte, cosa che non sempre è stata fatta da altri psicologi, spesso più interessati allo svolgimento delle vite attive precedenti ed agli elementi capaci di trovare riscontro in qualche documento, anziché agli eventi di passaggio.
*
v. , ad es. Moody III, Weiss III v. bibliografia ‡ v. Wambach I e II †
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Secondo molti pazienti, l'esperienza della loro morte in vite precedenti fu la parte migliore delle regressioni, fornendo loro un senso di leggerezza, di liberazione, di ritorno a casa, aiutandoli, tra l'altro, a superare la paura della morte. Sylvia Browne, una nota sensitiva americana ha svolto per decenni attività di regressione ipnotica, durante la quale ha accompagnato migliaia di persone di ogni razza e religione nel viaggio verso il passato; ha anche avuto esperienze di veggenza spontanea, che ha documentato nel suo libro "La vita nell'Aldilà".* Tutti questi generi di ricerca confermano il modello spiritualista della vita, secondo cui - nonostante la comune identificazione col corpo - noi non siamo solo un corpo, né un corpo che ha anche un'anima, ma siamo essenzialmente entità che assumono un corpo fisico di quando in quando, per sperimentare la materia ed evolversi. I risultati scaturiscono da indagini svolte su soggetti di varia fede religiosa o atei, di ogni nazionalità e tradizione, e non risultano legati a idee o conoscenze preconcette; anzi molti soggetti escono cambiati da queste esperienze, orientandosi verso una spiritualità più distaccata dalla specifica tradizione religiosa di appartenenza. Essa può solo influenzare l'interpretazione dell'esperienza personale, facendo identificare un essere di luce incontrato, per esempio, con Krishna (a loro noto), anziché con Gesù. Da queste ricerche emergono dati completamente diversi dall'idea e dal sentire comune e sono questi notevoli risultati che desidero riassumere in questo libro. Esso, oltre che evidenziare informazioni importantissime dal punto di *
v. Browne
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vista filosofico, potrà contribuire a dissipare il timore della morte, presente in misura maggiore o minore in noi. C'è, infine, un'altra via di conoscenza, da alcuni considerata non esattamente o interamente scientifica, ma molto interessante, in quanto conferma le informazioni tratte dagli approcci precedenti: la ricerca parapsicologica, basata su comunicazioni con l'oltre. Data la caratterizzazione scientifica meno accettata da tutti, l'ho trattata separatamente nella seconda parte del libro. Durante la mia ricerca sono rimasto sorpreso nello scoprire quanti studi esistono sulla morte e l'Aldilà, molti dei quali ho riassunto nel seguito; ognuno di essi utilizza preminentemente una sola modalità d'indagine tra quelle menzionate. In questo libro ho voluto raccogliere e sintetizzare informazioni ed esperienze di ogni categoria, con lo scopo di presentarle in forma organica e comparata, atta a farci superare ogni timore della morte, anche grazie alla loro coerenza, nonostante provengano da epoche, nazioni e culture differenti.* Inoltre ho esaminato, insieme alla morte, la nascita, che ne è il presupposto e rappresenta un passaggio simmetrico, ma altrettanto poco noto ed equivocato.
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v. Giovetti V
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PRIMA PARTE
ESPERIENZE
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OSSERVAZIONI AL LETTO DI MORTE
Quando una persona muore, spesso accanto a lei si trovano medici, infermieri, parenti o amici. Talora il morente, prima di chiudere gli occhi per sempre, dice delle cose che descrivono cosa gli sta accadendo. Uno degli studiosi più famosi, dediti a questo tipo di ricerche è stata Elizabeth Kübler-Ross, psichiatra svizzera che lavorò a lungo negli USA nel ventesimo secolo, dagli anni '60 ai '90; fu tra i maggiori tanatologi (studiosi della morte) contemporanei, esaminò circa ventimila casi di persone morenti, o passate attraverso morte apparente e poi rianimate, di diverse etnie e religioni (anche atee), in varie parti del mondo. Le sue scoperte sono riassunte più avanti, essendo relative anche ad esperienze di "risorti". Essa sostiene - tra l'altro, in base alle sue esperienze di conferenziera - che in una platea di 800 persone, mediamente circa 12 hanno avuto esperienze del genere. Parecchi individui hanno avuto esperienze di DBV o NDE in età infantile, a riprova del fatto che tali esperienze
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non sono condizionate da molti dei fattori che possono interessare un adulto.* Questa ricercatrice sostiene anche che talora, inconsciamente quanto intuitivamente, i morenti incoraggiano i parenti ad allontanarsi, con una scusa qualunque, per poter morire in pace, senza la disperazione dei presenti, la quale renderebbe loro più difficile il trapasso. Il professore olandese L. Van de Meerbek, dopo trent'anni di pratica negli ospedali e dopo aver assistito ai momenti di agonia di centinaia di pazienti, sosteneva che circa un quarto di essi mostrava qualche tipo di manifestazione di chiaroveggenza.† Nel libro di Bozzano sono riportati alcuni racconti di visioni di morenti; ne riassumo qui qualcuno. Il primo contiene anche una predizione sull'ora della morte: "Un veterano della guerra di secessione americana, ateo e libero pensatore, era moribondo; il suo caro fratello era morto di vecchiaia quattro mesi prima. Una mattina il veterano fece chiamare il professore e - con aria molto gioiosa - gli volle raccontare la sua esperienza: aveva visto formarsi un fantasma ai piedi del suo letto, percependo un benefico conforto; il fantasma si completò e lui vide che si trattava di suo fratello, che lo salutò con cenni della mano; egli ne ebbe un gran benessere. Vide scorrere davanti ai suoi occhi le scene della vita trascorsa con suo fratello, che gli disse che la domenica successiva alle undici sarebbe morto e sarebbe andato a vivere con lui, in un ambiente di * †
v. Giovetti V v. Bozzano
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pace e felicità ineguagliabili. Poi il fantasma si dileguò ed il paziente restò in lieta attesa della morte. La domenica alle undici meno un quarto, il paziente alzò la mano destra, indicando il lato sinistro del suo capezzale e disse: <<ecco qui mio fratello Giacomo .. E' venuto a prendermi … Tutto ciò è bello …>>. Scoccarono le undici ed il paziente spirò. Il secondo racconto, uno dei più remoti, risale al 1864; anch'esso contiene una predizione sull'ora del trapasso: "La piccola Daisy, californiana di dieci anni, malata di tifo, ebbe una serie di visioni durante i suoi ultimi tre giorni di agonia. Daisy disse ai suoi genitori di vedere il mondo degli spiriti, insieme a quello terreno e di conversare telepaticamente col fratellino Allie, morto di scarlattina sette mesi prima di lei. Allie era vestito di una sorta di mantello bianco, simile alla luce. Riferì anche che vedeva gli angeli, dicendosi sorpresa che non avessero le ali, come nell'iconografia tradizionale; essi non volavano, ma si "trasportavano". Le entità disincarnate le si manifestavano periodicamente numerose ed era come se le pareti della stanza scomparissero, ampliando la sua visione all'infinito; solo alcune di loro le erano familiari. Il giorno della morte volle guardarsi allo specchio, riconoscendo lo stato debilitato del suo corpo e disse che ormai stava già indossando un corpo spirituale assai più bello, mediante i cui occhi poteva vedere il mondo spirituale. Disse di amare ancora il mondo terreno, che salutò lungamente, ma di non desiderare di restarvi. La sera alle otto e trenta disse che alle undici e trenta sarebbe venuto Allie a prenderla. Alle undici e quindici chiese che si cantasse ed alle undici e trenta protese le braccia in alto, dicendo <> e spirò."
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Nel terzo e quarto episodio che riassumo, entità disincarnate furono viste non solo dalla moribonda, ma anche dalla persona che l'assisteva: CUna ragazza inglese diciassettenne, in prossimità della morte aveva accanto a se l'infermiera che l'assisteva e che vide formarsi ai lati del letto due corpi angelici, che riconobbe: erano due amiche della ragazza moribonda, morte da un anno. La ragazza disse di veder tutto buio, ma di scorgere le sue amiche e, con grande sorriso di gioia disse loro: <<siete venute a prendermi? Ne sono felicissima, mi sento stanca>>. Porse le mani alle amiche che le strinsero, sorridendo ancor più dolcemente; lei le guardava con gioia infinita. Poi le amiche lasciarono le mani della morente, che ricaddero sul letto. Lei emise un sospiro e morì, col volto illuminato dal sorriso." "Una bambina orfana di dieci anni stava viaggiando su una nave, quando si ammalò, peggiorando vistosamente. Nella notte, il medico che l'assisteva percepiva il senso di una presenza nella cabina, che si illuminò, come il sole all'aurora; la luce si concentrò poi attorno alla bambina, palpitando e assumendo diverse colorazioni, poi sparì. Durante quella visione la bambina disse: <> stringendo la mano del dottore. Poi guardò verso l'alto dove si era formata una sfera di luce pulsante e ripeté: <>. Lentamente il globo di luce scese sul capo della bambina, conferendole una radiosità angelica irripetibile. La bambina stringeva di nuovo la mano del medico tremando e - sollevando la testa disse: <>. Il globo salì di
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scatto e sparì; la bambina ricadde sui guanciali, allentò la presa della mano e spirò. Mentre il medico era inginocchiato accanto alla morta entrò il capitano della nave, con quattro ufficiali e disse di aver immaginato che la bambina fosse morta, perché loro avevano visto un globo di luce nel salottino ufficiali, che li attirò, dirigendosi verso la porta della cabina della bambina." Le testimonianze degli astanti sono state spesso registrate episodicamente, ma più recentemente si sono organizzati e svolti veri e propri studi statistici in varie parti del mondo, classificando ed analizzando i risultati e pubblicandoli in riviste scientifiche e libri divulgativi. Una coppia di autori impegnata in questo sforzo è composta dal léttone Karl Osis e l'islandese Erlendur Haraldsson.* Prima separatamente e poi insieme, hanno condotto studi sia negli USA che in India , su migliaia di casi, riportandone interessanti risultati. Un primo studio, del 1960 coinvolse osservazioni su 35.000 pazienti, di cui oltre 2000 ebbero visioni o apparizioni. Una seconda inchiesta, conclusasi nel 1964 esaminò risposte di operatori che avevano assistito 50.000 pazienti. Ipotizzando che le risposte delle prime due ricerche potessero essere condizionate dal fatto che riguardavano soggetti di estrazione prevalentemente cristiana, i ricercatori vollero svolgere una terza inchiesta, conclusa nel 1973, in un paese totalmente diverso per tradizioni: l'India. I risultati - a parte l'adattamento culturale - furono sostanzialmente coerenti con le precedenti inchieste. I fenomeni registrati sembrano indipendenti dal sesso delle persone, dalla loro religione, dal grado d'istruzione. Essi non risultano collegati *
v. Osis & Haraldsson
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a stati febbrili, assunzioni di medicinali e droghe*, o tipi di patologie. I risultati ci dicono che il trapasso è piacevole, se non abbiamo resistenze particolari ed attaccamenti alla Terra. Qualche entità disincarnata ci viene ad accogliere per accompagnarci nell'Aldilà; quasi sempre si tratta di cari parenti in aspetto materiale, come se avessero ancora un corpo fisico, magari soffuso da un'aura luminosa; spesso vengono anche entità soprannaturali, come angeli, o figure religiose a cui siamo devoti e che assumono aspetto adeguato alla nostra tradizione: un cristiano sarà accolto da Gesù o Maria, mentre un indù vedrà probabilmente Krishna, o Rama. Secondo le testimonianze queste entità sono molto cordiali, amorevoli, addirittura spiritose.† La nuova realtà appare attraente: riguarderemo il nostro corpo fisico come un oggetto ormai estraneo o insignificante, intorno al quale i medici spesso si agitano invano, mentre le nostre sofferenze spariranno, sostituite da sensazioni di gioia e visioni di una natura lussureggiante. I morenti di cui sono state esaminate le vicende sono quelli che condivisero le loro esperienze terminali con gli astanti, mediante avvertimenti di ciò che stava loro accadendo, o semplicemente esprimendo le loro sensazioni e conversando con le entità disincarnate accorse. Uno dei primi rapporti su questo argomento narra di: "Una puerpera che, dopo il parto guardava verso un punto della sua stanza dicendo di vedere esseri bellissimi in una luce chiara, riconoscendo tra loro suo padre e sua sorella, che era morta da poco tempo, ma il cui trapasso le era *
ci sono stati anche tossico dipendenti che hanno sperimentato una NDE ed hanno potuto testimoniare che l'esperienza è ben diversa da un paradiso artificiale, ottenibile con le droghe. v. ad es.: Bailey † v. Moody I, Giovetti V
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stato celato a causa delle sue condizioni di salute precaria. Nonostante le fosse portato il neonato, lei fu talmente attratta dalla visione da preferire il trapasso, pur raccomandando suo figlio a suo marito."* In un altro racconto dell'inchiesta indiana, si riporta perfino un effetto fisico della visione del morente: "Un tubercoloso, in pieno stato cosciente, ma moribondo, esclamò di vedere degli angeli scendere da una scala, effettivamente situata nel locale della sua degenza, precisando che un bicchiere poggiato su uno dei gradini della scala era caduto, rompendosi; gli astanti guardarono e videro il bicchiere esplodere, senza apparente causa. Poco dopo il paziente spirò con un'espressione di felicità." Un rapporto mostra anche la discrepanza tra le idee del morente e i fatti, quasi a sottolineare che non c'è immaginazione o autosuggestione nei racconti: "Una donna cattolica, affetta da cancro in fase terminale ebbe una visione di Dio e di sua madre, che le indicavano che sarebbe morta di lì a poco: il primo venerdì del mese, giorno propizio per i cattolici. In base a ciò, chiese di vedere il prete la mattina seguente, credendo che l'indomani sarebbe stato il primo venerdì del mese; invece quella ricorrenza capitava una settimana dopo, quando lei effettivamente morì." Neppure si può dire che un morente si suggestioni perché è stanco di vivere: "Un giovane di vent'anni, convalescente ed in via di dimissione dall'ospedale, disse di vedere qualcuno avvolto in vesti bianche e disse risolutamente << non verrò con te!>>, ma morì subito dopo." "Un musulmano che aveva subìto un'operazione all'anca e stava per lasciare l'ospedale; disse al medico di *
v. Barrett
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sentire un dolore al petto e che sarebbe morto; il medico lo rassicurò chiedendogli perché pensasse così. Il paziente riferì di essersi sentito per pochi istanti fuori dal mondo e che Gesù gli era apparso, facendogli cenno di andare da Lui. Morì felice poco dopo." In un'intervista con la famosa giornalista e scrittrice Paola Giovetti, il dr. Osis sottolineò il fatto che - secondo una logica aspettativa - un morente dovrebbe spaventarsi nel vedere apparire delle persone defunte e poi dovrebbe ringraziare i medici che lo hanno salvato, rianimandolo. Nulla di tutto ciò risultò dalla loro indagine: gli incontri con i disincarnati davano gioia e serenità ed i morenti - una volta rianimati - si rammaricavano coi medici di essere stati riportati sulla Terra!* Riporto ora alcuni racconti offerti da mia cugina, che ha praticato, come volontaria, assistenza a malati terminali, presso una struttura specializzata di Roma: "Il primo paziente che assistei era un professore di Catanzaro, una persona dolce, di una religiosità tradizionale, privo quindi di informazioni avanzate sul trapasso e l'Aldilà. Il giorno della sua morte sonnecchiava, quando improvvisamente aprì gli occhi, assunse un'aria rapita e disse: <> Poi si riappisolò. La sera, quando di solito chiedeva che fosse tenuta accesa una luce, disse a sua moglie: <<spegni la luce, perché devo andar via di qui, devo attraversare il tunnel ed andare verso la luce>>" "Una signora, con cui si era stabilito un rapporto approfondito, stava dormendo al mattino, quando io entrai nella sua camera; mi sedetti presso di lei e cominciai a parlarle mentalmente, cercando di trasmetterle pensieri *
v. Giovetti V
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positivi. Poi lei aprì gli occhi e mi sorrise, si voltò dal lato opposto al mio per presentarmi suo marito, morto vari anni prima e che evidentemente lei vedeva al suo fianco. Io non lo vidi, ma l'assecondai, fingendo di salutarlo. Lei sorrise, facendo il gesto di strusciare la sua guancia su quella di lui." "La terza esperienza l'ebbi col mio stesso papà, a cui ero particolarmente legata. Lui era moribondo per l'età avanzata, ricoverato presso il Policlinico Gemelli. Era ormai in stato comatoso ed io l'assistevo, a turno con altri congiunti. Anche con lui accadde che improvvisamente si destò per pochi istanti, spalancò gli occhi e disse: <>; Mario era suo cognato, morto qualche anno prima, vissuto nel suo stesso paese, vicino Roma, e con cui aveva avuto particolare familiarità. Poi si riassopì. Arrivò mia sorella a darmi il cambio nell'assistenza a papà; io non sarei voluta andar via, perché quell'episodio mi aveva fatto presumere la morte imminente, ma mia sorella insisté perché mi andassi a riposare; sicché andai via un po’ a malincuore. Appena arrivai a casa, ricevetti una telefonata con l'annuncio del trapasso di papà. Successivamente ebbi a parlare del fatto con una mia amica sensitiva, rammaricandomi di aver mancato il momento supremo. Lei mi rassicurò, dicendomi che l'incidente era stato provvidenziale, dato che il mio forte legame affettivo con papà avrebbe potuto trattenerlo, rendendogli più difficile il trapasso. " Potrei ipotizzare che nei morenti, specie se agonizzanti o comatosi, sembra verificarsi un inizio di distacco, o almeno di andirivieni dell'anima dal corpo, con conseguente assunzione di alcune proprietà dell'anima
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stessa, quando è libera dal corpo, per cui si manifesta il funzionamento, magari parziale dei sensi sottili, cioè dei sensi funzionanti senza l'uso degli organi fisici corrispettivi. Questo potrebbe spiegare le relative manifestazioni parapsicologiche notate, quali le esperienze fuori dal corpo, la visione di entità disincarnate, la visione di squarci dell'Aldilà, ecc.
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NDE: LA MORTE NEI RACCONTI DEI "RISORTI"
Le persone che riprendono coscienza dopo un grave incidente, un intervento chirurgico, o una malattia apparentemente esiziale sono talora portatrici di ricordi del loro stato di coma o di anestesia generale. Questo tipo di esperienze sono più complete di quelle in punto di morte, perché riferiscono fasi del processo di morte anche più avanzate; inoltre sono tra le più probanti ed impressionanti che si possano ottenere su questa materia, poiché i soggetti ne escono spesso trasformati. Gli studiosi che hanno raccolto i loro resoconti ci informano* che i pazienti hanno esperienze non identiche tra loro, ma che manifestano molti punti in comune, quali: • anche se affetti da malattie dolorose, o incidenti gravi, non percepiscono più alcun dolore, anzi, talora viene riferito che, in caso di morte traumatica, l'anima si separa dal corpo un attimo prima del colpo mortale, sicché il soggetto non percepisce dolore, né conseguenze psicologiche di quel trauma † * †
v. Moody I, Delacour, Giovetti I e III e altri v. Ward
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spesso hanno osservato da un punto di vista esterno il proprio corpo, separato da loro, la sala operatoria ed i medici indaffarati nel rianimarli. Questa fase è del tutto analoga ad un'esperienza fuori dal corpo, su cui mi soffermo più oltre; il corpo inerme viene osservato generalmente dall'alto, da una distanza variabile da alcune decine di centimetri a diverse decine di metri. spesso hanno visto un tunnel, alla fine del quale s'intravede una bellissima luce. Margot Grey ci fornisce una descrizione molto dettagliata di questa esperienza del tunnel*: le si presentò come la luce di una piccola stella in un cielo nero; lei viaggiava a grande velocità verso quella luce, che gradualmente si ingrandiva e si presentava come la fine di un tubo; il viaggio durò circa un minuto; alla fine lei non percepì lo sbocco del tunnel, ma un'immersione nella luce chiarissima bianca-azzurra, non accecante . hanno percepito un senso di pace, di luce e talora una dolce musica†, trovando la nuova situazione piacevole ed attraente molti hanno incontrato qualche loro caro familiare o amico defunto, che veniva loro incontro, per accoglierli ed aiutarli nel passaggio al nuovo stato; talora il soggetto scopre di essere accolto da una persona che egli non sapeva neppure che fosse morta‡. I defunti appaiono in genere in aspetto giovanile, anche se morti in vecchiaia; l'età apparente è sui trent'anni. I corpi sia del morente che dei defunti (chiamati "corpi astrali", o "beta"§) appaiono concreti, come sulla Terra. Spesso a guidarli
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v. Grey v. Giovetti V, Von Jankovich, Boni e altri ‡ v. Prieur § v. Ford †
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c'e anche un Essere di luce e d'Amore, identificato con un grande personaggio: un saggio ignoto, o come Gesù, o altri Esseri, secondo le proprie credenze; Egli trasmette al soggetto una sensazione di apprezzamento ed Amore incondizionato, che prescinde dalla sua storia e comportamento terreno. Mai si è registrato l'incontro o la visione di demoni.* La comunicazione con le Entità disincarnate avviene telepaticamente segue una rapidissima, o istantanea, ma dettagliata e vivida rivista degli avvenimenti ed emozioni della propria vita appena conclusa, come mezzo di apprendimento su quanto abbiamo maturato e su cosa ci resta da perfezionare.† i morenti si sono sovente rammaricati di essere richiamati in vita dagli sforzi dei medici, preferendo il nuovo stato, a meno che l'attaccamento o l'impegno con i propri cari - specialmente i figli minori - non facesse preferire loro di rianimarsi, proseguendo l'esperienza terrena‡. Anzi per molti il fenomeno della premorte è stato simile all'assaggio di una condizione felice ed alla sua successiva privazione; un po’ come aver provato una droga esaltante, senza poterla avere più. Si può avere la sensazione di una fastidiosa pesantezza del corpo fisico, come di un ostacolo alla libertà di movimento, sperimentata quando si agiva col corpo astrale; una condizione di oppressione data dal mondo materiale, in confronto con la gioia, l'amore e la pace dell'Aldilà, un degradante rientro nel corpo fisico§. Forse
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v. Giovetti V v. Moody I, Ring & Elsaesser e altri ‡ v. Prieur, Giovetti III § v. Giovetti V †
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queste considerazioni possono contribuire a spiegare perché, nel reincarnarci, subiamo l'oblio delle vite passate e soprattutto dello stato astrale: se lo ricordassimo, forse non vivremmo serenamente la vita terrena, rimpiangendo sempre quella disincarnata. essendo tornati in vita, i morenti superano il timore della morte, considerandola la fine di un periodo difficile e l'inizio di uno più sereno e felice. Danno inoltre un senso più alto alla vita ed all'impegno da profondere in essa, e talora si convertono profondamente da una vita scellerata* tutta l'esperienza viene riferita con grande senso di inadeguatezza ad esprimere a parole la complessità e l'unicità di quanto percepito, che è definito troppo diverso dall'esperienza terrena.
Ne consegue che l'insistenza nel pregare e sperare di riavere un proprio caro in vita risulterebbe essere un attaccamento egoistico dei superstiti, che può prolungare l'esperienza terrena di una persona che gradirebbe, invece, approfittare della circostanza mortale, per prendersi un periodo di vacanza, in una condizione assai più felice di quella terrena. † Le più vecchie testimonianze sull'argomento sembrano essere riferite negli "Annali dello spiritismo in Italia" del 1880, in cui si scrive che questo tipo di fenomeni è noto da gran pezzo. George Ritchie fu uno dei primi a raccontare nel suo libretto "Return from tomorrow" ("Ritorno dall'Aldilà")‡ la *
v. Moody I e Morse I v. Aïvanhov ‡ v. Ritchie & Sherrill †
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sua personale esperienza di NDE avuta all'età di venti anni, quando "morì" di polmonite in un ospedale militare. Il più noto pioniere di queste ricerche: Raymond Moody fu ispirato ad interessarsi a questo soggetto dalla storia dello stesso George Ritchie. Egli riferisce che alcune persone che ebbero esperienze trascendentali acquisirono alcune facoltà paranormali, come: sensitività, precognizione e telepatia. Anche lui, come tutti i ricercatori, trovò che i sopravvissuti non hanno più paura della morte, che considerano un passaggio ad una vita assai più bella; uno di loro disse addirittura: <<è una liberazione dal carcere>>. Nonostante ciò accettano di buon grado di continuare a vivere per il tempo che resta loro, capendo che quello è il loro compito.* Elizabeth Kübler-Ross, insieme ad altri noti ricercatori nel campo delle NDE, quali Raymond Moody, George Ritchie, Michael Sabom, Bruce Greyson e altri, fondò nel 1978 un'associazione internazionale, dedita a questi studi: la IANDS (International Association for NearDeath Studies), che oggi annovera membri da ogni continente.† Michael Sabom, un cardiologo americano, materialista scettico, prevenuto contro le esperienze in punto di morte, si dovette ricredere, ascoltando la storia di una paziente. Partendo da quella esperienza, lesse il libro già citato di Moody "La vita oltre la vita", che trovò interessantissimo, ma privo di una raccolta di dati statistici che gli conferissero la dovuta scientificità. Decise allora di approfondire sistematicamente l'argomento con una ricerca * †
v. Moody I http://www.iands.org/
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organizzata insieme alla psichiatra Sarah Kreutziger, i cui risultati raccolse nel suo libro "Dai confini della vita"*. Esso riferisce i dati ed i commenti raccolti su centocinquanta pazienti (un numero simile a quello su cui studiò Moody) nell'arco di cinque anni: dal 1976 al 1981; lo fece mediante minuziosi questionari, ottenuti soprattutto da pazienti colpiti da infarto cardiaco e rimasti in stato d'incoscienza per alcuni minuti. Sabom trovò che nel 27% dei casi le persone intervistate vissero in parte, o in toto, le esperienze menzionate. Un'inchiesta di George Gallup del 1982 ha stimato che solo negli USA circa otto milioni di adulti (4% della popolazione) hanno avuto una NDE. D'altronde hanno avuto esperienze di NDE anche persone note, come Re Hussein di Giordania, Cino Tortorella (alias: mago Zurlì), Daniel Gelin†, Gianfranco Funari‡. Il dr. Sabom evidenzia due aspetti principali dell'esperienza NDE: quella autoscopica, in cui il paziente vede il proprio corpo dall'esterno, mentre viene soccorso dai medici e quella trascendentale, in cui il paziente ha delle visioni dell'Aldilà: incontro con parenti e figure gloriose, visioni di luce e di un mondo meraviglioso. La visione autoscopica spesso si estende anche ad osservazioni di altri ambienti, vicini o separati dalla sala operatoria, come in una generica esperienza fuori dal corpo (vedi più avanti). Una paziente, dopo la sua NDE, imparò addirittura ad uscire dal corpo di sua iniziativa. I pazienti del dr. Sabom (come quelli sentiti da altri ricercatori) che vissero la fase trascendentale, trovavano la loro esperienza indescrivibile, difficile da riferire con paragoni terreni grossolani ed insoddisfacenti; *
v. Sabom v. Giovetti V ‡ v. http://www.webalice.it/cipidoc/ndetot.htm †
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quell'ambiente non viene riconosciuto come alcunché di noto al paziente. Alcuni dissero che quella dell'Aldilà è la "vera vita", al cui confronto quella terrena impallidiva, o sembrava un sogno sbiadito. A proposito di sogni, c'è chi sottolineò che quell'esperienza era stata completamente diversa da un sogno. Un paziente, rianimato dopo un coma da infarto, disse: <>. C'è chi abbandonò l'abitudine di andare ai funerali o mandare condoglianze, ritenendo queste pratiche un'ipocrisia ed una perdita di tempo e sostenendo che alla morte di qualcuno occorrerebbe invece fare una festa. Lo stesso defunto non sembra apprezzare gran che tali cerimonie formali. Io stesso, durante la mia partecipazione ad un cenacolo di medianità*, ebbi l'occasione di sentire i medium conduttori dell'evento entrare in contatto con una loro amica appena defunta. Essa preferì intrattenersi con noi, che ci stavamo occupando di spiritualità, anziché seguire il proprio funerale che si stava svolgendo nella stesso tempo. L'unico motivo di rammarico o desiderio di rientrare nel corpo fisico sembra essere il pensiero, la tristezza o la disperazione dei superstiti, che talora sono determinanti nell'indurlo a tornare indietro da quel mondo meraviglioso. In quelle esperienze ci possono essere anche momenti di buio, solitudine o paura, ma sono ricordati come fatti marginali, subito superati da una situazione molto positiva. Il dr. Sabom volle anche verificare se la riduzione del timore della morte, che aveva constatato in coloro che avevano avuto un'esperienza trascendentale, fosse dovuta alla stessa, o semplicemente al sollievo per essere stati salvati. Perciò si premurò anche di confrontare il senso di *
v. Vita I
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timore della morte nei pazienti che avevano avuto un'NDE con quella di coloro che - pur essendo stati rianimati da un coma - non avevano avuto alcuna esperienza. Risultò che in questi ultimi non c'era stato alcun miglioramento psicologico. Un confronto analogo lo fece riguardo all'aumentata fiducia nell'Aldilà, con lo stesso risultato. Un'altra considerazione fatta riguarda il personale sanitario, che dovrebbe comportarsi rispettosamente coi comatosi come se fossero vigili, giacché essi possono spesso esserlo davvero, col loro corpo astrale. I sanitari, inoltre, dovrebbero rendersi conto ed essere istruiti su queste scoperte e non archiviare più i racconti dei rianimati come fenomeni da psichiatria. La già citata Elizabeth Kübler-Ross scrive che non è più questione di "credere", ma di "sapere" cosa accade dopo la morte e indica tre stadi che si susseguono nella morte*: Nel primo stadio si funziona ancora per mezzo del corpo fisico, che è come un bozzolo che si sta disfacendo. Poi esso cessa di funzionare e giace come un soprabito smesso, liberando l'anima. Nel secondo stadio l'anima, come una farfalla, si libera del bozzolo, ormai inservibile, e riprende tutte le facoltà, in forma completa ed esaltata; mediante dei sensi sottili può vedere, percepire ed ascoltare quanto sta accadendo attorno al suo vecchio corpo, anche nel caso di sordomuti o ciechi dalla nascita†; il soggetto può percepire anche i pensieri dei presenti, specie dei medici ed infermieri, *
v. Kübler-Ross lo psicologo Kenneth Ring, nel suo libro "Mindsight", riporta uno studio fatto su 31 ciechi che ebbero una NDE. Essi videro tutte le cose viste dalle persone vedenti, anche se molti di loro erano ciechi dalla nascita e sperimentarono in tale occasione cosa significa vedere. †
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che cercano di rianimare il suo corpo. L'anima può spostarsi liberamente ed istantaneamente, visitando eventualmente altre persone care ed ha un corpo integro, anche se quello fisico era menomato o mutilato e si sente benissimo, stupita dall'agitazione dei sanitari che tentano di rianimare il corpo. Ciò conferma quanto ormai acquisito anche dalla scienza ufficiale, secondo cui è utile stare vicini alle persone care in coma e parlare o trasmettere loro amore, dato che esse spesso sono in grado di giovarsene. Nessuno muore solo. Il morente può incontrare persone care, morte in precedenza ed angeli o guide spirituali, giunte per accoglierlo e guidarlo. Il passaggio nel nuovo "ambiente" avviene spesso attraverso un tunnel, ma anche un ponte, o un cancello e simili. L'ingresso attraverso un cancello ricorda molto l'idea tradizionale della "porta del paradiso": chissà che tale idea non scaturisca da antiche esperienze di premorte mai registrate per iscritto? Nell'Aldilà si vedono prati fioriti di straordinaria bellezza e colori luminosi; secondo alcune fonti, un unico filo d'erba è costituito da tanti punti luminosi e vivi*. Si vede una luce bianchissima, non abbagliante†, senza ombre e si percepisce Pace ed un grande Amore incondizionato: un amore che non ha eguali sulla Terra. Dopo tale esperienza il morente non vorrebbe più tornare nel corpo fisico, sente di essere tornato "a casa" e comprende che la vita terrena è stata una scuola, una prova e una sfida, dove la cosa più importante da imparare è l'Amore. Nella terza fase, in quell'ambiente bellissimo e piacevolissimo, si rivede rapidamente la propria vita trascorsa: ogni gesto e pensiero, rendendosi conto di ciò che * †
v. Buhlman e Giovetti V v. anche Giovetti V e Grey
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si fece di bene e delle azioni inappropriate. Ci si rende conto delle conseguenze sugli altri e su se stessi e ci si giudica da soli. Anche la Kübler-Ross - che, prima di iniziare questi studi, non credeva in una vita dopo la morte, ma diventò successivamente molto spirituale, sulla base delle esperienze vissute - sostiene che chi ha avuto una NDE non ha più paura di morire. E' da notare che le visioni e le esperienze, vissute nelle varie forme e circostanze descritte in questo libro, non sono riferite da santi, o persone particolarmente spirituali, che otterrebbero questi risultati da una vita di contemplazione e fervore, ma riguardano persone normalissime, talora anche lontane dalla religiosità, o addirittura atee. Kenneth Ring, professore di psicologia all'Università del Connecticut e co-fondatore della IANDS è stato un altro leader mondiale nella ricerca sulle NDE, anche di soggetti non vedenti. Sulle sue ricerche ha scritto vari testi, confermando tutte le informazioni e conclusioni a cui sono pervenuti altri studiosi, indipendentemente dalla loro nazionalità, su soggetti di ogni estrazione, fede e cultura. Di lui menziono il resoconto di una donna che si suicidò, ma fu salvata; essa aveva la scelta di tornare in vita o restare nell'Aldilà, con la prospettiva di reincarnarsi e ritrovarsi ad affrontare gli stessi problemi che aveva cercato di fuggire.* Ring, in un altro suo libro†, mette in risalto gli insegnamenti derivanti dalle NDE e di come i soggetti ne possano uscire trasformati e più saggi. * †
v. Ring I v. Ring & Elsaesser
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Dello studioso olandese dr. Pim Van Lommel* (anche lui un cardiologo scettico, poi ricredutosi, osservando i pazienti), cito il caso di un paziente che, nel suo stato di coscienza astrale, poté vedere anche circostanze della sua vita futura. Anche lui sottolinea che ciò su cui si sofferma il nostro giudizio nell'Aldilà sono sopratutto le intenzioni dei nostri atti. A seguito di quelle osservazioni non sono stati solo i pazienti a cambiare la loro vita, ma lo stesso Van Lommel. Anche il famoso psicologo Carl Gustav Jung ebbe un'esperienza di premorte: In seguito ad un infarto si vide salire nello spazio extraterrestre, fino ad un'altezza che poi stimò sui 1500 km. Vicino a se vide un tempio scavato in un meteorite; accanto all'ingresso del tempio c'era un uomo vestito di bianco, seduto in padmasana (la posizione del loto)†. Ebbe la sensazione che i suoi interessi terreni svanissero e si identificò con la sua storia personale. Ebbe la certezza di stare per entrare in una stanza illuminata, dove avrebbe incontrato i suoi cari. Dal basso, però, lo raggiunse il suo medico, che lo sollecitò a tornare sulla Terra e la visione finì. Jung fu molto deluso del proprio ritorno nella carne; la vita gli sembrò una prigione; sentì ribellione nei confronti del medico che l'aveva "salvato", ma si preoccupò per lui, perché il loro incontro nelle visione gli fece presagire la sua
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v. Van Lommel la posizione più classica dello yoga, per meditare con la schiena eretta, senza l'ausilio di schienali: le gambe sono conserte, con i piedi poggiati sulle cosce opposte
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imminente dipartita. Infatti Jung guarì, mentre il medico si ammalò improvvisamente e presto morì!* Betty Eadie, un'americana, figlia di una donna sioux e di un irlandese, nel 1973, durante un'operazione di isterectomia, ebbe un'esperienza personale di morte apparente di alcune ore, da cui poi si riprese. Quell'esperienza fu molto ricca e dettagliata e lei la riferì nel suo libro "Abbracciata dalla luce", che è uno dei più bei resoconti di prima mano del processo della morte e della vita nell'Aldilà.† Esso comprende tutte le fasi descritte da altri, dall'osservazione del proprio corpo esanime e dei medici che se ne occupavano, all'incontro con entità accoglienti, con cui comunicò telepaticamente. La sua esperienza fuori dal corpo si ampliò alla visita della sua casa e della sua famiglia, la cui visione la confortò sull'autonomia dei propri cari e sulla propria possibilità di lasciarli serenamente. Ci fu anche il passaggio nel tunnel, un rumore roboante, la visione di un essere di luce, identificato in Gesù, che le parlò e l'abbracciò in una fusione sublime. Poi l'esperienza si ampliò alla rivista della sua vita terrena, sotto forma di una serie di ologrammi velocissimi per autovalutare i suoi comportamenti. Riferì vari altri dettagli, alcuni non narrati da altri. Naturalmente questo, come tutti i racconti di tali esperienze, vanno presi con le molle, sia perché ognuno può interpretare le esperienze secondo il proprio punto di vista soggettivo, sia perché, come gli stessi soggetti spiegano, la vita e gli ambienti dell'Aldilà sono fortemente influenzati o addirittura creati dal soggetto stesso e quindi possono differire tra un soggetto ed un altro. Nonostante ciò * †
v. Jung I v. Eadie
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rileviamo una notevolissima, anzi sorprendente, concordanza tra i racconti di tanti soggetti diversi. I racconti della Eadie concordano con quelli degli altri e presentano queste caratteristiche: Le descrizioni dell'ambiente naturale percepito dalla scrittrice, con i giardini, le montagne, i fiumi ed in particolare i fiori, sono estremamente entusiasmanti. Oltre a confermare che nel mondo astrale gli oggetti non appaiono grazie al riflesso dei raggi solari, ma brillano di luce propria, anche lei, come altri ricercatori, ci riferisce che ogni molecola sembra avere una propria intelligenza e vitalità. Comunque nell'astrale esistono - oltre ad ambienti della natura, anche manufatti, come edifici bellissimi. Il mondo terreno è come l'immagine in negativo di quello colorato astrale. La donna ebbe addirittura un'esperienza di "fusione" con una rosa, così intensamente descritta, da far pensare ad un'esperienza di "coscienza dell'unità": la sensazione di essere uno con tutto, la constatazione della non-dualità tanto declamata dai Maestri spirituali. C'è una conferma del fatto che, negli incidenti, l'anima lascia il corpo prima che esso provi dolore.* Questo fatto - che aggiunge serenità all'evento morte - mi sembra molto importante, perché temuto da molti. Un certo dr. Heim, geologo svizzero, che era stato vittima di una caduta in montagna, pubblicò uno studio nel 1892, sulla NDE di alpinisti caduti dalle montagne. Tale studio, che raccoglie le sue ricerche di 25 anni, mette in luce il fatto che essi non avevano subito né paura né dolori durante ed al termine della caduta, ma addirittura che ebbero durante la caduta stessa, prima di impattare sul suolo, alcuni dei fenomeni sperimentati da altri dopo la loro morte apparente.† In effetti * †
v. anche Ward v. Heim
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la caduta, o il trauma impressiona gli eventuali spettatori, ma difficilmente i protagonisti. Anche lo scopo dell'incarnazione sulla Terra viene confermato come un'esperienza scelta da noi stessi per l'evoluzione*, a volte anche includendo volutamente condizioni di handicap†, o di miseria e maltrattamento. Questo enfatizza quanto già spiegato nel mio libro "Reincarnando s'impara"‡, a commento dell'illustrazione delle reincarnazioni, come conseguenza d'imperfezioni comportamentali: non tutti quelli che penano stanno riparando comportamenti passati imperfetti (basti pensare a Gesù!). La Eadie riferisce di aver visitato anche altre galassie, altri mondi, e di aver incontrato altri esseri viventi che li popolano. Da quell'esperienza la Eadie trasse non solo informazioni sulla morte e la vita nell'Aldilà, ma imparò intuitivamente molto sulla vita in generale e sulle sue leggi, sull'origine delle malattie, sulla stimabilità ed utilità di tutte le religioni (che devono convergere sull'Amore: fondamento di tutta la creazione), sul perdono, sulla potenza della preghiera sincera, ecc..§ Betty Eadie avrebbe voluto tanto rimanere nell'Aldilà, ma, su consiglio pressante dei Maestri e di Gesù, accettò di tornare nel corpo per una missione imprecisata. Scoprì nel seguito della sua vita che tale missione sarebbe consistita nell'adozione di una bambina rifiutata da tutti. Quando Betty rientrò nel suo corpo, l'impressione di pesantezza che ne ebbe e la nostalgia della sua lunga e *
v. Vita II e III v. Rocha ‡ v. Vita III § v. anche Vita I, II e III †
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meravigliosa esperienza nell'Aldilà furono tali che subì una profonda depressione, da cui si riprese grazie all'affetto dei suoi familiari*. Questo, probabilmente, è uno dei motivi per cui non ricordiamo la nostra vita nell'Aldilà, altrimenti vivremmo tristemente sulla Terra, come in esilio, condizione che viene ricordata dalla nota preghiera "Salve Regina".† Stefan Von Jankovich: un architetto ungherese, emigrato in Svizzera, è forse la persona che fu più impressionata e segnata da un'esperienza di premorte. La sua vita cambiò completamente dopo un grave incidente d'auto, che lo mandò in uno stato di morte apparente per 5-6 minuti, nel 1964. Da allora - contrariamente alla maggior parte dei "risorti", che riferiscono malvolentieri le loro esperienze, per timore di essere scambiati per matti - si è impegnato a comunicare entusiasticamente la sua esperienza a tutti, mediante conferenze, articoli ed il libro in riferimento.‡ Egli dice che quell'evento fu la più bella esperienza della sua vita. Lo scopo dichiarato del suo libro è: 1. far riflettere 2. dare un esempio di trasformazione 3. offrire dati da confrontare con esperienze analoghe
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v. anche testimonianze in Giovetti V "Salve Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve! A te ricorriamo noi esuli figli di Eva, a Te supplichiamo, gementi e piangenti, in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi Tuoi misericordiosi e mostraci, dopo questo esilio, Gesù: il frutto benedetto del Tuo seno. Oh clemente, oh pia, oh dolce vergine Maria" ‡ v. Von Jankovich †
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Era un tecnico che si occupava solo di fatti materiali, non pregava e non s'interessava di filosofia, o teorie spirituali. Registrò la sua esperienza in audio subito dopo il suo risveglio, anche se poi dovette stare in ospedale per mesi. La sua morte si sviluppò in tre fasi: 1. Consapevolezza di essere morto, senso di leggerezza, percezione di suoni e colori meravigliosi, pace e luce divina 2. Osservazione del suo corpo inerme, visto dall'alto; visione degli sforzi dei sanitari per rianimarlo sul posto, inclusa la percezione dei loro pensieri; tentativo di avvisarli che era vivo. Poi decisione di allontanarsi verso la luce, che individuò in un "sole pulsante divino". Sentiva di essere pervaso da energia vibratoria e circondato da Esseri affettuosi. Era impressionato dalla bellezza del suo volo (tanto che poi volle imparare a guidare aerei). 3. Visione di immagini multidimensionali della sua vita a ritroso, che chiamò "il film della mia vita". Esaminandolo, valutava ogni azione e pensiero da sé, senza nessuno che lo giudicasse; si rallegrava per le prove superate e si rammaricava per gli errori, che riconosceva e che non classifica come "peccati" e tanto meno come offesa a Dio, ma solo come freno alla sua evoluzione, come un errore fatto da uno studente in un compito scolastico*; ne scaturiva pentimento e senso di perdono, dopodiché tali errori svanivano. *
v. anche Eadie
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Quelle considerazioni non seguivano la morale convenzionale, ma solo la legge dell'Amore. Jankovich considera questo film come la più grande scuola. Le azioni positive sono quelle in armonia con l'Amore disinteressato, anche se contrarie alla morale corrente. Quelle da correggere sono quelle egoistiche (anche se spacciate per altruistiche), quelle che interferiscono con la vita altrui (anche se dichiarate "per il loro bene") e perfino le buone azioni forzate, se violentano noi stessi, essendo innaturali, non in armonia con la nostra effettiva evoluzione Queste ultime considerazioni mi fanno venire in mente un paio di motti insegnati dal Maharishi Mahesh Yogi (il divulgatore della Meditazione Trascendentale) e che sono anche alla base del taoismo: "Effortlessly" = "Senza sforzo" : fate tutto senza sforzarvi, senza andare oltre le vostre naturali capacità e "Do not resist anything" = "Non resistete a nulla" : non cercate di far andare le cose come vorrebbe il vostro ego; lasciate fluire la vita ed accettate tutte le situazioni che vi si parano davanti, senza resistere. Anche nella vita terrena "la resistenza crea la sofferenza". Non è un fatto esterno in se che ci fa soffrire, ma il nostro rifiuto di accettare le cose come sono. Anche Gesù dette un insegnamento analogo, quando disse: "a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la
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tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due."* Dopo quelle visioni, Jankovich si ritrovò ad osservare la scena dell'incidente ed un uomo che lo stava rianimando, facendo un'iniezione nel suo petto. Ciò lo costrinse a rientrare nel corpo dolorosamente, al punto che svenne. Risvegliatosi in ospedale, ricordò e ripensò a quell'esperienza toccante, registrò tutti i suoi ricordi, per paura di dimenticarli e poi fece una serie di considerazioni: Evitare l'accanimento terapeutico, che riporti la persona ad una vita puramente vegetativa: meglio lasciarla andare. Non sono da compiangere i morti, ma, se mai, i superstiti. Paradiso, Purgatorio ed Inferno sono stati di coscienza†; il Purgatorio è per lo più lo stato terreno stesso. La reincarnazione è un concetto essenziale e lui ebbe la sensazione di aver vissuto molte volte. Occorre dire di si alla vita ed alla morte. Non è consigliabile neppure l'ascesi, se comporta uno sforzo. In Terra non c'è felicità, ma occorre accettare tutto; abbiamo la forza per superare ogni difficoltà. La ricchezza e la gloria sono inessenziali, anzi limitano la nostra evoluzione, che è lo scopo della vita, attraverso il superamento delle prove e lo sviluppo dell'Amore. Un'altra scrittrice ci riferisce la sua esperienza; è l'americana Betty Bethards, che, in seguito alla sua esperienza di pre-morte, maturò a tal punto da diventare veggente, mistica, guaritrice, insegnante di meditazione e fondatrice della "Inner Light Foundation", una no-profit
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v. Maharishi, Tao Te Ching, Vita II, Mt 5,40 v. Rosati
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organization per la diffusione di queste informazioni e l'addestramento spirituale. In uno dei suoi libri: "There is no death" riferisce* che fu colpita da polmonite, con febbre alta, si trovò separata dal suo corpo malato aleggiando a sessanta cm al di sopra di esso e non desiderava tornarci. Udì una voce che le disse che quella era la morte, se la sceglieva. Aveva un corpo e degli abiti uguali a quelli usuali. Non aveva paura, ma gran pace. Si rese conto che morendo si cambia solo stato vibratorio e si continua a vivere ed imparare. Poi vide i suoi figli, specialmente l'ultimo di soli 18 mesi e si rese conto che aveva bisogno di lei, perciò decise di tornare sulla Terra. La voce le disse che per continuare a vivere avrebbe dovuto prendere degli antibiotici. La Bethards sostiene che chi muore di malattia lenta può aver scelto (senza ricordarlo) di imparare come ricevere attenzioni e consentire ad altri di donarsi a loro. Non si tratterebbe di autopunizioni, ma di un processo di crescita per entrambe le parti. Secondo lei, spesso c'è una festa per l'accoglienza e le spiegazioni sulla vita nell'Aldilà. Per sei settimane il defunto starebbe presso gli amati superstiti. La Bethards spiega anche che i defunti non diventano onniscienti per il solo fatto di essere passati in un altro stato, ma ricevono solo le conoscenze per cui sono pronti†. Essi possono vedere il comportamento degli incarnati ed imparare da loro. La religione seguita, o i sacramenti ricevuti contano ben poco, anzi chi ha insegnato o - peggio - imposto dogmi *
v. Bethards e http://www.neardeath.com/experiences/paranormal02.html † v. anche altri, tra cui Barker
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errati, o limitanti e settari, può doverne pagare le conseguenze*: ciò che importa è quello che si è maturato interiormente, specie in termini d'amore. L'amore si manifesta come una comunione di anime, un contatto di aure; non c'è bisogno di organi ed accoppiamenti sessuali. Questo amore si può scambiare con tutti, non solo tra coniugi, che si incontrano ed eventualmente scelgono di restare insieme. Betty Bethards commentò: "Dopo la mia prima esperienza di morte ho perso ogni paura di morire. Mi sono resa conto che la vita e la morte sono parte di un continuum" "Morire è facile, vivere è duro!" "Non si può capire bene il senso della vita, senza capire il significato della morte" Questi ed altri racconti di esperienze di DBV, o NDE, ricordano molto le "esperienze di picco" o di illuminazione momentanea, come, ad esempio, quelle descritte dal medico canadese Richard Bucke, che, nel suo libro "Cosmic consciousness"† esamina e riassume la sua esperienza e quella di eminenti figure storiche. Bucke le caratterizza mediante le seguenti proprietà principali: • visone di luce e colori • elevazione morale, sensazione di essere salvo • illuminazione intellettuale, sapere che la vita è eterna, e perdita della paura della morte • perdita del senso del peccato, inteso come offesa a Dio, ma invece come lezione non ancora appresa bene * †
v. anche Findlay v. Bucke
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Gli studi psicologici non forniscono molti particolari sul proseguimento della vita nell'Aldilà: la "vacanza" dagli impegni terreni. Secondo alcuni, essa avviene su vari piani esistenziali e di coscienza, in base al livello evolutivo del soggetto. Egli si viene a trovare in compagnia di entità di un livello analogo al proprio. Anche persone che apparivano spiritualmente poco elevate, come una donna considerata spiacevole e meschina, vedono l'Aldilà come un luogo splendido*. Salvo casi di comportamenti terreni particolarmente negativi e di rifiuto totale dell'amore†, l'ambiente disincarnato è caratterizzato da un'atmosfera d'Amore ben superiore a quella terrena, forse grazie all'assenza delle necessità e stimoli materiali, quali la fame, il freddo, le malattie, i dolori fisici, le responsabilità, ecc. le quali ci fanno ripiegare su noi stessi, stimolando il nostro egocentrismo e le nostre paure, allontanandoci dall'Amore. La vasta letteratura, che riporta i numerosi studi sull'argomento, ci informa che l'esperienza dell'Aldilà è sempre positiva. Rare eccezioni sono quelle di persone che abbiano compiuto misfatti gravi e reiterati, come predoni assassini, o alcuni inveterati tossicodipendenti, alcolisti, o suicidi. Anche loro, tuttavia, non videro cose troppo negative, ma solo il buio e la solitudine, finché chiesero aiuto e si ripromisero di cambiare; a quel punto videro anch'essi la luce.‡ In ogni caso, anche queste esperienze furono per loro positive, dato che, una volta rianimati, li indussero a correggersi .
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v. Osis & Haraldsson, Ritchie & Sherrill v. Vita III ‡ v. Giovetti V †
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Nell'Aldilà nessuno ci giudica, né ci condanna, o punisce, ma il soggetto stesso si trova immerso in un ambiente d'Amore sconfinato ed incondizionato; egli rivive simultaneamente, come a volo d'uccello, e con grande intensità la sua vita terrena appena conclusa, percependo le ripercussioni dei propri atti ed immedesimandosi negli altri; si confronta spontaneamente con quell'Amore divino, si rende conto così delle proprie limitazioni ed imperfezioni, se ne pente* e viene indotto dalla legge del karma† a decidere, eventualmente con l'aiuto o la spinta di entità superiori, di reincarnarsi in modi e situazioni atte a fargli sperimentare e migliorare i propri difetti.‡ La parabola del "figliol prodigo"§ mi sembra rappresenti bene questa situazione: il figlio sceglie di fare le proprie esperienze, penose che siano, ed infine, confrontando la propria situazione con quella che gli spetta di diritto, torna dal padre, che lo accoglie a braccia aperte. A margine di questo paragone possiamo notare che il fratello, che non si era mai allontanato dalla casa del padre, può essere paragonato non tanto all'uomo retto, ma agli angeli, che stanno sempre con Dio, ma non hanno l'esperienza dell'incarnazione (e perciò sono ritenuti da molti teologi meno evoluti dell'uomo illuminato). Riporto di seguito degli estratti riassuntivi di alcuni racconti di persone rianimate dopo un periodo di morte apparente o coma.
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v. Ring & Elsaesser v. Vita III ‡ v. Hardo,Vita III e Giovettti V § Lc 15, 11 †
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"Mi sentii staccare dal corpo e salire verso il soffitto. Di lì potevo vedere il mio corpo, disteso sul tavolo operatorio. Poi mi sentii avvolta da una musica meravigliosa ed una luce fortissima, ma non fastidiosa, anzi: affascinante. Non mi interessava più nulla della vita terrena" _____ "Mi trovai davanti ad un monte coperto di fiori bellissimi, poi vidi una gran luce, che mi si avvicinava riscaldandomi. Delle persone venivano verso di me: erano amici morti; non avevo paura, ma solo curiosità" _____ "Non ho più paura di morire, perché so dove andrò: ci sono già stato! Ora cerco di agire nel miglior modo possibile; non giudico nessuno." _____ "Due persone vestite di bianco sono venute a prendermi e mi hanno accompagnato presso un terzo uomo, munito di un librone. Costui disse che gli avevano portato la persona sbagliata e mi rimandò indietro. Avrei preferito restare lì, perché il posto era bellissimo. Seppi che, poco dopo aver ripreso conoscenza, un altro paziente, mio omonimo, era morto"*. _____ "Vide un tunnel da attraversare, alla fine del quale fu accolta dalla sua cara nonna e vide un bellissimo prato dai fiori meravigliosamente colorati. Fu però riportata in vita e si sentì risucchiare indietro lontano da sua nonna. *
v. Osis & Haraldsson
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Tornata al suo stato incarnato e percependo la pesantezza del suo corpo fisico, dopo tanta leggerezza e bellezza, ne fu molto delusa e depressa ed impiegò parecchio tempo per accettarlo"* _____ "Cardiopatica, mentre dormiva si svegliò e si sentì soffocare; poi i problemi sparirono e si sentì bene, leggera, ma vide il proprio corpo sotto di sé, immobile, in una luce chiara, pur essendo buio; cosciente di esser morta procedette lungo un tunnel scuro. Dimentica della vita terrena procedeva felicissima; vide suo padre ed una luce fortissima, ma non abbagliante. Fece un esame di coscienza, e verificò alcune sue debolezze nell'amore. Suo padre le ricordò il suo impegno di assistenza verso sua madre e la sua famiglia e le chiese di tornare in Terra. Vide anche Gesù e si sentì spingere a ritroso verso il suo corpo, in cui rientrò controvoglia. Quell'esperienza le tolse ogni timore della morte, che le si era palesata come assai più attraente della vita terrena."† _____ "Durante il coma si trovò davanti ad un tunnel ed un bellissimo uomo, vestito di blu, lo incoraggiò telepaticamente ad attraversarlo; all'uscita vide un mondo meraviglioso, bianco, sotto un cielo azzurro, luminoso, senza sole né nubi. C'erano fiori e piante coloratissime. Una grande orchestra suonava una meravigliosa musica. Tra gli ascoltatori vide sua sorella, sua madre, suo padre, in punti
* †
v. Browne v. Giovetti III
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diversi, dove si recò col solo atto del pensiero. Poi fu rianimato"* _____ "Un amico di Paola Giovetti le narrò la sua esperienza di coma: era a letto con l'influenza e cominciò a peggiorare fisicamente, mentre le sue facoltà mentali si espandevano; iniziò a percepire una gran luminosità azzurro-oro ed una musica dolcissima, con una gran gioia; le sofferenze fisiche scomparvero e capì che stava morendo, senza paura, né rimpianto. Ma il pensiero dei suoi cari lo trattenne e lo fece ritornare in vita"† _____ "In un ospedale americano, un paziente si presentò al pronto soccorso, per forti dolori al petto; poi ebbe un arresto cardiaco. Fu salvato da misure opportune. Ripresosi riferì di aver avuto l'esperienza di attraversare un tunnel ad alta velocità, di uscire in un luogo meraviglioso e luminoso ed aver visto sprazzi di vita passata"‡ _____ "In un altro ospedale statunitense, una ragazza venne dichiarata morta per una grave infezione. Poi tornò a vivere e raccontò di aver avuto un passaggio dolce verso una collina bellissima, sotto un cielo azzurro e luminoso, ma senza sole. Sentì di essere accompagnata da un angelo vestito di bianco, che le era familiare. Comunicavano telepaticamente e potevano spostarsi istantaneamente. Poi l'angelo aprì una porta e lei incontrò una luce avvolgente ed *
v. Giovetti III v. Giovetti I ‡ v. Morse I †
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amorosa, che identificò in Gesù. L'angelo le chiese se voleva entrare in quel posto e lei lo desiderava intensamente, ma si ricordò di suo padre e sentì che doveva tornare da lui."* _____ "Un racconto interessante fu riferito ad un cardiologo da un ateo, andato in come durante la sostituzione del suo pace-maker: si sentì afferrare da dietro da un angelo e trasportare in volo a velocità elevata. Fu deposto in una città meravigliosa, pervasa da una bellissima luce e con alberi stupendi. Lì incontrò i suoi familiari defunti, ma, mentre cercava di abbracciarli, l'angelo lo riprese per la vita e lo riportò in ospedale dove fu rianimato. Dopo tale esperienza non poté restare ateo"† _____ "Una bambina di sette anni era quasi annegata in una piscina e fu rianimata in un ospedale dello stato di Washington, dove restò in coma per tre giorni. Dopo il fatto raccontò la sua esperienza: Si trovò in un tunnel buio; comparve una donna alta e bionda di nome Elizabeth, che l'accompagnò attraverso il tunnel, in cielo, dove tutto era bello, pieno di luce e fiori. Lì incontrò molti parenti defunti ed infine Dio e Gesù. Le fu chiesto se voleva tornare in Terra e lei disse di no; ma Elizabeth le domandò se voleva rivedere la mamma ed allora lei disse di si e si risvegliò dal coma."‡ _____
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v. Malz v. Rawlings ‡ v. Morse II †
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"Un ragazzo di undici anni fu investito da un'auto; si trovò sopra l'incidente a guardare il suo corpo ed i soccorritori, sentendosi bene. Poi si trovò in un tunnel, con una luce in fondo, con due persone che lo aiutavano. Uscendo dal tunnel riconobbe molti familiari defunti, in una luce divina e sentiva un grande amore. Di lì non avrebbe più voluto tornare indietro, ma gli dissero telepaticamente che doveva tornare in famiglia. In seguito a quell'esperienza il ragazzo non aveva più paura della morte ed aveva imparato che la cosa più importante della vita è l'amore.* _____ "L'ingegner Janvier fu vittima di un incidente d'auto e rimase privo di sensi. Gli sembrò di risvegliarsi in un tunnel buio, dalle pareti elastiche; di fronte a lui vide un punto di luce, verso cui s'incamminò. Finì per uscire in un ambiente naturale bellissimo, con vegetazione, alberi carichi di frutta, aria tiepida. In lontananza vide una città bellissima, con case dorate e grattacieli argentei. Stava su un'isola ed intorno ad un lago. Una fontana gettava acqua, che produceva una melodia. Si sentì chiamare da un essere vestito di una tunica e circondato da un'aura luminosa, che gli dette il bentornato: quella era la sua casa, da cui si allontanava periodicamente per perfezionarsi. Janvier, con l'aiuto ed il suggerimento dell'essere che aveva incontrato, capì che in quella vita non aveva completato il suo compito, per paura e che si sarebbe dovuto reincarnare per superare le prove. Chiese di essere rianimato per cercare di concludere l'opera e ciò gli fu concesso: per dargli forza,
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v. Moody II
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l'essere gli fece bere l'acqua della fontana, che gli dette energia e i medici riuscirono a rianimarlo.* _____ "Uno dei rapporti più straordinari viene da un bambino americano, che era stato in coma all'età di soli nove mesi per problemi cardio-respiratori. Quando fu in grado di parlare, spontaneamente disse a suo padre di essere morto: aveva visto buio e poi una gran luce e si era messo a correre felicemente, senza sentire più alcun dolore. Aveva comunicato con la testa e non con la bocca (cioè: telepaticamente) con un uomo ed avrebbe voluto restare lì."† _____
Elizabeth Kübler-Ross riporta- fra i tanti - due casi emblematici: "Una ragazzina raccontò a suo padre come nel coma si era trovata così bene, in un'atmosfera d'amore e di luce, che non avrebbe più voluto tornare indietro; disse di essere stata accolta da "suo fratello", anche se lei non aveva fratelli. Suo padre, commosso, le rivelò allora che in effetti lei ne aveva avuto uno, morto prima che lei nascesse e di cui nessuno le aveva mai parlato!" _____
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v. Mamani v. Ring & Elsaesser
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"Una donna pellerossa era stata investita e soccorsa da un automobilista di passaggio. Ella - cosciente di stare morendo - chiese al soccorritore di riferire a sua madre che stava bene ed aveva raggiunto suo padre; poi spirò. Il soccorritore, commosso guidò per 700 miglia, per raggiungere la riserva indiana dove abitava la madre della defunta e recarle il messaggio. Lì apprese che il padre della morta era deceduto un'ora prima di sua figlia!"* _____ "Il dr. Heim descrisse†così la sua stessa caduta e le sue esperienze, anche sulla scorta delle sue ricerche tra altri infortunati : <
v. Kübler-Ross v. Heim
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guardare la sua camera operatoria. Vide per la prima volta il proprio corpo, che riconobbe dai lunghissimi capelli e dall'anello nuziale di particolare fattura. I medici operavano sulla sua testa, da cui avevano rasato parte dei capelli. Uscì dal soffitto dell'ospedale e vide gli edifici e le luci della città. Poi venne spinta in un tubo verso una luce, giungendo in un campo luminoso e fiorito; c'erano due bambini, suoi ex compagni di scuola, morti anni prima ed altri cari. Poi intervenne una figura radiosa, che riconobbe intuitivamente come Gesù, alla cui presenza rivide la sua vita trascorsa e le fu detto che doveva tornare sulla Terra, per i suoi figli (che non aveva ancora, ma capì con gioia che ne avrebbe avuti ed infatti ne ebbe tre). Infine si ritrovò nel suo corpo, con tutto il suo peso, dolore e cecità. Da notare che Vicki, nei suoi sogni, non aveva percezioni visive, ma solo uditive, tattili e gustative e la sua NDE fu totalmente diversa da un sogno."* _____ Un'informazione che ha un impatto filosofico particolare ci viene da un racconto riportato da Kennet Ring†: la sua amica Jayne, che aveva subito una NDE, riferì - tra l'altro - di aver compreso che tutto ciò che accade è perfetto così com'é, inclusi gli eventi che a noi sembrano disastrose disgrazie, come le pestilenze, i terremoti e le guerre: ogni cosa ha una sua funzione provvidenziale. Questo concetto fa il paio con le conclusioni del mio precedente libro "Reincarnando s'impara"‡, desunte da una *
v. Ring & Elsaesser v. Ring & Elsaesser ‡ v. Vita III †
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serie di informazioni diverse, ma confluenti nella stessa direzione: il mondo è perfetto!
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LA MORTE NELLE REGRESSIONI
Le persone che si sono sottoposte ad una regressione e, nel corso di essa hanno sperimentato il passaggio da un'incarnazione alla morte, riferiscono che * : • l'evento della morte è privo di sofferenza e ci fa passare in uno stato più bello e pieno di vita • la morte conclude un periodo impegnativo, spesso sofferto • non si cessa di vivere, ma si osserva spesso quello che accade attorno al proprio corpo, da cui ormai ci si sente distinti • nei risultati della ricerca di Helen Wambach il 90% dei soggetti dichiara che la morte è un'esperienza piacevole† • tale esperienza tranquillizza ed a molti toglie ogni timore di morire Le risultanze dei racconti descrivono le seguenti fasi principali e sono generalmente indipendenti dal sesso, dalla * †
v. Williston & Johnstone, Goldberg, Browne ed altri v. Wambach
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cultura e dal credo religioso dei soggetti; esse non sono sempre e tutte presenti nelle narrazioni:* • al momento del trapasso, ci si trova in un corpo simile a quello fisico, ma privo di molte delle limitazioni di esso; ci si può muovere a piacimento, volando istantaneamente, guidati dal pensiero, verso il luogo desiderato, attraversando oggetti materiali, quali pareti, porte, soffitti, mobili; si può vedere il proprio corpo fisico separato e percepito come quasi estraneo, come un abito smesso† e le persone presenti attorno ad esso, che eventualmente si adoprano per rianimarlo • fino al momento della morte si percepisce l'esistenza di un collegamento tra i due corpi, sotto forma di una "corda d'argento", estremamente elastica, che può allungarsi a piacimento, consentendoci di spostarci a piacimento. Tale corda si interrompe al momento della morte, così come il cordone ombelicale viene tagliato al momento della nascita.‡ • si possono percepire rumori e suoni di vario tipo • si vede un tunnel buio, al termine del quale c'è una luce; il soggetto viene come risucchiato nel tunnel, per emergerne dall'altro lato • dall'altro lato si incontrano spesso amici e parenti disincarnati, che ci accolgono affettuosamente e festosamente, aiutandoci ad adattarsi alla transizione • s'incontra anche una luce bianca, accogliente e serena, in cui siamo invitati ad entrare
*
v. Goldberg, Ring I v. anche Giovetti V ‡ v. Kübler-Ross †
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La scoperta della "benignità" della morte ci può tranquillizzare e sollevare molto e ci permette di affrontarla con serenità ed addirittura con sollievo. Questo, tuttavia, non deve illuderci che il suicidio sia una soluzione ai nostri problemi, in caso di una situazione esistenziale particolarmente drammatica. Infatti siamo incarnati per imparare e, per farlo, ci programmammo anche situazioni molto impegnative, che dobbiamo affrontare e superare. Il suicidio, come sostenuto dai ricercatori, comporta una rapida reincarnazione, in condizioni analoghe a quelle che eventualmente rifiutammo. Perciò esso non è una soluzione e bene fa Amleto* a temere ciò che avviene a coloro che fuggono i problemi della vita terrena, pensando di risolvere tutto col suicidio†. Riporto di seguito alcuni brani di esperienze riferite durante regressioni individuali, da soggetti che conosco. Da essi si può constatare qualche esempio di visione del proprio corpo nel momento della morte, come separato dall'osservatore, spesso con serenità e distacco, inquinata solo dall'attaccamento ai superstiti. La sofferenza associata alla morte è sempre dovuta al modo in cui ci si giunge ed alla paura, non alla morte in sé: "Si vide morta su una zattera coperta di fiori bianchi alla deriva sul mare; sentì un senso di dolore per la creatura lasciata; poi le acque l'abbracciarono e si trovò in una luce chiara; fu come se seguisse dall'alto la zattera abbandonata al mare." _____
* †
v. monologo in Appendice I v. Vita III
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"Si percepì come giovane donna sui 15 anni, con un vestito ed una cuffietta bianchi sporchi. Era su un carretto e veniva trasportata alla ghigliottina; pianse; sentiva di essere troppo giovane: <<non ho fatto niente, …non mi ascoltano, …non e' giusto.>> Era figlia di aristocratici (durante la rivoluzione francese) ed era stata a lungo in carcere. Aveva paura, sentì odore di sangue, le grida della folla inferocita sul percorso; non capiva il perché del loro odio. Vide un soldato a cavallo, vestito di rosso e blu, col cappello. Poi la ghigliottinarono. Vide dal di sopra il suo corpo, con la testa tagliata e le esecuzioni che continuavano." _____ "Era nel deserto, con cammelli e tende; un signore anziano era seduto fuori di una tenda, forse era suo padre, o suo nonno; sapeva che era buono, ma non lo riconobbe come personaggio della vita attuale. Poi vide il suo matrimonio: era felicissima, c'erano tante collane; aveva sulla fronte e sul collo collier di monete a più strati; era scalza, con pantaloni e braccialetti alle caviglie; aveva gli occhi molto bistrati. Non vide suo marito. Poi era in ginocchio, davanti a una tenda, con un bambino piccolo in braccio. Sentì una gran dolcezza. Il bambino aveva ora 6 - 7 anni. Suo marito, che è il suo attuale padre, non era più con lei, l'aveva ripudiata per un'altra donna. Sentì rifiuto, rabbia, dolore. Subito dopo vide che il bambino aveva 15 anni circa; lei era malata, erano soli e poveri; aveva paura di morire e lasciare suo figlio solo; il nonno non c'era più. Si vide dall'alto morta."
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Un'esperienza di regressione al momento della morte ce l'offre il libro citato di Sylvia Browne: "Un suo paziente regredì a quando fu un fuorilegge del vecchio west americano; stava morendo di tubercolosi e vide una bella signora presso il suo letto; lei gli prese la mano, invitandolo a seguirla; alla di lui domanda la signora rispose di essere sua madre, morta nel partorirlo. Lui si alzò seguendola; vide la parete davanti a loro sparire, aprendosi su un prato meraviglioso, mentre il proprio cadavere giaceva sul letto. Quell'uomo lasciò lo studio della Browne senza più paura della morte."
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LA NASCITA NELLE REGRESSIONI
In grande maggioranza le persone sottoposte a regressione e condotte ad esplorare il momento della nascita hanno riferito che*: in quel momento subiscono un certo smarrimento, a causa dell'abbandono forzato dell'utero e del senso di separazione dagli altri, che non c'era nel loro stato disincarnato; i sensi corporei trasmettono percezioni forti e sgradevoli; percepiscono sensazioni di compressione e dolore; appena venuti alla luce, la luce stessa della sala parto li abbaglia fastidiosamente (d'altra parte come vi trovereste se, dopo mesi di buio, vi sparassero in faccia un riflettore? Noi ci infastidiamo per molto meno: basta che qualcuno apra la finestra quando siamo appena svegli!); contemporaneamente sentono molto freddo, per il passaggio dal seno materno all'aria ed eventualmente all'acqua con cui vengono lavati; spesso hanno paura e rimpianto per la loro tranquilla situazione uterina. Sono ulteriormente infastiditi da sculacciate e sonde, usate per drenare il liquido amniotico dai polmoni. La situazione può peggiorare se la madre non *
v. Wambach
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può abbracciare subito il neonato, a causa del suo stato anestetizzato, o per la condizione prematura o deficitaria del neonato stesso, che ne richieda il trattamento medico immediato o la deposizione in incubatrice. Gli stress per il neonato si moltiplicano se esso viene sottoposto a prelievi di sangue, intubazioni, drenaggi, ventilazioni meccaniche, ecc. Questo disagio è ben noto in psicologia, fin dal 1924, come il "trauma della nascita"*, che per lo più si subisce di per se, anche in assenza di specifiche difficoltà nel parto; c'è chi lo considera il trauma più profondo che la maggior parte delle persone subisce nella vita, addirittura paragonato - non a caso - alla "cacciata dal paradiso terrestre".† Esso sarebbe per alcuni l'origine ed il seme di tutte le angosce successive. "Una mia amica, nata prematuramente, fu subito separata dalla madre e posta in incubatrice, dove rimase un mese. In quel periodo, anziché crescere, calò di peso di un chilo; alla fine la madre, contro il parere dei medici, la portò a casa. A casa cominciò a crescere, ma dormiva solo dieci minuti per volta, svegliandosi e piangendo disperatamente; la madre doveva cullarla a lungo, massaggiandole la schiena finché riprendeva sonno. Per molti anni, nel sonno sentì il ronzio prodotto dall'incubatrice per l'aerazione." Per ridurre questo shock neonatale, il dr. Frederick Leboyer suggerì e sperimentò una serie di accorgimenti, da tenere in sala parto, quali: parlare a bassa voce, tenere luci soffuse, un ambiente caldo, lavare il neonato con acqua tiepida, adagiare al più presto il neonato sul corpo della madre. I bambini trattati così hanno mostrato risultati * †
v. Rank, Volante, Visini v. Clinton, Rank, Rosati
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migliori della media, in fatto di psicomotorio, inventiva, precocità, ecc.*
apprendimento
Volendo fare un paragone con la scuola, potremmo dire che la nascita si potrebbe comparare col primo giorno di scuola, in cui il bambino viene "abbandonato" per la prima volta dalla madre, in una struttura estranea e piange, sia per il timore di essere stato allontanato dai genitori, sia per quello che gli incute il nuovo ambiente estraneo e freddo, rispetto al calore familiare. Un altro aspetto da evidenziare riguarda la scelta di incarnarsi: in genere gli intervistati, durante o dopo la regressione, riferiscono che - nel loro stato disincarnato hanno scelto di loro volontà di rinascere. Per lo più la scelta è svolta con l'assistenza di entità tutrici, a volte dall'aspetto di anziani saggi o maestri; quei saggi risultano spesso entità già note al soggetto. Frequentemente il soggetto ha esitazioni a rientrare in un corpo fisico, ma viene convinto a farlo per la propria evoluzione. Infatti lo scopo dell'incarnazione risulta essere quello di evolvere, imparando ad amare sempre più disinteressatamente. Nello scegliere la nuova incarnazione il soggetto si accorda con coloro che gli faranno da genitori e che furono generalmente già in contatto con lui, essendo stati in vite passate: amici, figli, genitori, sposi, ecc.† Anche gli altri familiari, sposi, amanti, amici, o persone importanti per la nostra vita presente, risultano entità già note da precedenti
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v. Schlotterbeck e Giovetti III v. Wambach, Weiss II
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incarnazioni nell'87% dei casi, secondo il libro "Vita prima della vita".* I ruoli cambiano spesso: il padre può reincarnarsi come figlio; la moglie può diventare madre, o viceversa. Il motivo della scelta in ambito di famiglia e di amicizie è basato sul fatto che in vite precedenti noi abbiamo contratto dei debiti nei loro confronti, che dobbiamo sciogliere e rapporti che vogliamo perfezionare, per affinare l'Amore in noi.† Questa prospettiva dà una visione assai più ampia del libero arbitrio, che si attua nella globalità della vita, ma molto più nello stato disincarnato che in quello incarnato. In quest'ultimo molte scelte sono già state fatte e molti avvenimenti, che "ci capitano", non sono delle disgrazie, o colpi di fortuna (secondo l'impressione che ne abbiamo), ma l'attuazione di un programma ben studiato, anche se dimenticato. La stessa durata della nostra vita è stata scelta e pianificata; c'è quindi una ragione nell'eventuale morte prematura di una persona, che probabilmente doveva svolgere le sue attività terrene in un arco più breve di quello naturale. In questa luce, anziché abbandonarsi al mistero della fede, possiamo immaginarci un ragione semplicemente, quanto provvidenzialmente, dimenticata (immaginiamo se si conoscesse il giorno della morte propria o, specialmente, di una persona cara!). Anche riguardo alla scelta combattuta sulla nuova incarnazione potremmo usare la metafora della scuola: in genere lo scolaro non va tanto volentieri a scuola, considerandola un impegno meno piacevole della vacanza,
* †
v. Wambach v. Vita III
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ma si lascia convincere a farlo per la prospettiva di ciò che potrà ottenere dallo studio. Diversamente dall'impressione comune, secondo cui una madre sente il proprio bambino nella pancia e lo immagina già come una persona completa, con cui relazionarsi, c'è da notare che, secondo la grande maggioranza delle persone che prendono parte alle regressioni, l'anima entra nel corpo del feto molto tardi: generalmente al momento del parto, sebbene sia cosciente di aver "prenotato" quel corpo. Essa magari ne osserva la crescita e può avvicinarsi alla gestante, ma raramente prende possesso del feto e, qualora lo faccia, lo fa spesso negli ultimi mesi e magari solo episodicamente, entrando ed uscendo da esso. L'incarnazione definitiva avviene spesso solo al momento del parto.* Come conferma di questo risultato, riferisco quanto mi disse il dr. Claudio De Santis: un noto medico e sensitivo romano, a cui chiesi perché gli oroscopi si basano sulla data ed ora di nascita, dato che ciò mi sembrava piuttosto casuale e dipendente da elementi contingenti, o addirittura provocati dai medici, mentre mi sarebbe sembrato più logico che si prendesse un momento più intrinseco all'incarnazione della persona, quale il concepimento. Egli mi rispose che è col primo respiro che l'anima entra definitivamente nel corpo. Trovai poi quest'informazione confermata in un libro sul famoso sensitivo Edgar Cayce.† Perciò molti problemi morali, relativi all'aborto possono essere rivisti. Inoltre mi è balzata alla mente l'espressione "spirare" o meglio "esalare l'ultimo respiro" per indicare la morte e quindi l'abbandono del corpo da parte dell'anima. Sicché * †
v. Wambach, Weiss I v. Woodard
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l'anima entrerebbe definitivamente nel corpo col primo respiro e lo lascerebbe definitivamente con l'ultimo, sebbene possa aleggiare attorno ad esso, entrandovi ed uscendovi a tratti, prima di tali eventi definitivi. La nascita è dunque l'abbandono definitivo del paradiso, in cui l'entità si trovava e l'inizio dell'avventura terrestre, una sorta di rinnovata "cacciata" dall'Eden, anche secondo certi pediatri.* Riporto di seguito un paio di brani di esperienze riferite durante regressioni individuali o ricordi spontanei, da soggetti che conosco. Da essi si può constatare l'esempio di riottosità nel nascere: "La psicologa le domandò se voleva regredire prima del concepimento; risposta: non le va di nascere, perché avrà sofferenza dal rifiuto. La sua anima le disse che aveva deciso di scendere per dovere, perché aveva cose in sospeso; i suoi genitori dovevano essere loro! Non e' scesa per Amore, ma per Dovere <> Successivamente Maddalena capì che aveva scelto sua madre perché doveva perdonarla." _____ "Ero spinta in un canale buio e non volevo attraversarlo (il travaglio durò 18 ore). Vedo luci accecanti e sento voci assordanti; facce che mi guardano; mi sento male ed ho paura." _____ *
v. Giovetti III
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Una paziente di Sylvia Browne ci ragguaglia sul passaggio di una sua nascita: "La donna, si irrigidì, manifestando paura, respirava affannosamente. Disse di vedere tutto buio, in un tunnel, che non voleva percorrere.; singhiozzava, poi vide una luce molto violenta e delle mani che la tiravano; aveva molto freddo e voleva tornare indietro." Dopo tante esperienze simili l'autrice si ripropose di evitare di far riprovare ad altri pazienti il momento della nascita così inutilmente doloroso.
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SECONDA PARTE
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SCAMBI CON L'OLTRE
Nella prima parte di questo libro ho presentato i risultati di una serie di ricerche scientifiche sulle esperienze di passaggio tra gli stati di incarnato e disincarnato. Naturalmente ciò che risulta dai racconti di chi fu in punto di morte, o in coma, non è detto che rappresenti la condizione definitiva dell'Aldilà e comunque non fornisce molti dettagli sul "paradiso". Anzi, secondo varie fonti, lo stato iniziale dopo la morte, quello descritto dai ricercatori sulla base dei racconti dei morenti e di chi subì una morte apparente, è uno stato temporaneo, chiamato "intermedio", o "regno degli spiriti"*, o "mondo astrale"; in seguito le entità possono migrare a stati e situazioni diverse, di cui cerco di riassumere qualche informazione, sulla base delle molte comunicazioni abbastanza coerenti, raccolte da tanti sensitivi in tutto il mondo. Dopo l'incontro con i nostri cari defunti, il passaggio nel tunnel, la visione della luce, del giardino fiorito e lo scorrere degli eventi della vita appena terminata, cosa accade? Come si svolge l'esistenza nell'Aldilà? *
v. Swedenborg
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Questa seconda parte cerca di completare il quadro, a vantaggio dei lettori che desiderino saperne di più, anche se da fonti non da tutti ritenute scientifiche, e comunque meno evidenti di quelle della prima parte. Lo faccio, sintetizzando le principali informazioni sull'Aldilà, fornite da medium, sensitivi persone comuni e Maestri illuminati. Ne riporto le testimonianze concordanti, tralasciando, o accennando appena, ai particolari che possono differenziarle e che quindi potrebbero essere meno attendibili, magari perché dovuti alla polarizzazione personale del singolo sensitivo, o ad una visione minoritaria della situazione dell'Oltre. Non è detto che tutte le informazioni siano valide per tutte le entità disincarnate, dato che già sulla Terra noi stessi percepiamo ciò che ci circonda in modi ed apprezzamenti diversi tra noi; ancor più labile e variegata può essere la realtà dell'oltre. Tuttavia queste testimonianze ci offrono molte conferme e completamenti sulle informazioni traibili dagli studi più scientifici. Posso aggiungere che le nette somiglianze tra i messaggi dall'oltre, le esperienze regressive e le NDE tendono a confermare le informazioni sulla vita nell'Aldilà, rispondendo ad eventuali obiezioni sul fatto che le NDE siano esperienze di chi non è morto veramente e definitivamente; cioè che la premorte e la morte non differiscano sostanzialmente. In ogni caso le descrizioni della situazione dell'Aldilà sono limitate ai piani meno elevati dell'esistenza, dato che poco si può veramente dire sulla Realtà ultima e suprema, inconoscibile dalla mente umana e comunque incomunicabile assai più delle esperienze già inesprimibili dei livelli più bassi.
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Nel presentare questo tipo d'informazioni, mi sono proposto di separarle in due categorie: "Messaggi" e "Visioni e Viaggi", per catalogare separatamente i dati provenienti attraverso interposta persona da quelli di prima mano; questo anche se mi rendo conto che si tratta di una suddivisione personale e discutibile.
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MESSAGGI
I messaggi da cui possiamo trarre delle informazioni sono quelli ricevuti dall'oltre, mediante un'attività di tipo medianico. Essi possono essere ottenuti da scritture ispirate o automatiche , o da sedute tradizionali medianiche. La scrittura ispirata si pratica raccogliendosi in silenzio con un foglio ed una penna, pensando alla persona cara disincarnata, meglio se avendo invocato l'assistenza di un'entità spiritualmente elevata, la nostra guida spirituale, di cui siamo tutti dotati anche senza saperlo, che ci possa fare da intermediario sicuro, per evitare l'intrusione di spiriti burloni*. Nel seguito preciso meglio la figura di tale guida. Dopo un eventuale periodo di attesa e di disorientamento, lo scrivente percepisce delle parole spontanee, che deve scrivere senza critiche o censure, senza domandarsi dove vadano a parare; con l'esercizio, tali parole formano delle frasi coerenti, che lo stesso scrivente può non aspettarsi. La scrittura ispirata è spontanea in alcune persone, ma può essere appresa e praticata da tutti ed
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v. Vita I e III
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io stesso l'ho fatta per anni, dopo averla imparata e sperimentata in diversi corsi d'introduzione.* La scrittura automatica è un sistema simile al precedente, ma più specifico di personalità medianiche spontanee; in essa la mano scrive messaggi che il medium stesso non detta, né segue completamente, ma interpreta solo a posteriori, o addirittura la penna scrive da sola, senza neppure essere tenuta da alcuna mano.† Ernesto Bozzano, il pioniere di queste ricerche, riferì una serie d'informazioni sull'argomento, tratte da contatti medianici coi trapassati‡. Esse ricalcano quanto sperimentato da chi fu in coma: I trapassati si trovano in forma umana, dopo aver rivisto la loro vita appena trascorsa; sono stati accolti dai loro cari defunti, in un ambiente meraviglioso, analogo a quello terreno, ma spiritualizzato (salvo il caso di individui depravati, che lo fuggono, non potendo tollerare quel clima d'Amore). Molti sono passati attraverso un periodo di riposo I defunti dicono che, nel loro ambiente, si comunica per mezzo della trasmissione del pensiero; la visione è tridimensionale, cioè si può vedere un oggetto o un essere di fronte di dietro, di lato ed attraverso di esso; il pensiero poi crea e produce quanto desiderato; perciò le loro visioni possono essere influenzate dai loro stessi desideri; ciononostante si riscontrano notevoli concordanze tra i vari racconti sia dei defunti - raccolti per via medianica - sia di tutte le altre fonti qui di seguito menzionate, tanto da poter dare loro una buona credibilità. I disincarnati possono spostarsi dove vogliono con un solo atto di volontà e si *
v. Vita I e III v. Giovetti II ‡ v. Revue Spirite, agosto 1929 †
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collocano automaticamente nell'ambiente più affine al loro stato evolutivo. Un libro particolarmente interessante e dettagliato sulla morte e la condizione dei disincarnati è stato scritto più recentemente da una mamma che perse un figlio giovanissimo. Essa, nel suo comprensibile dolore e rimpianto, cercò un mezzo di comunicazione col figlio; lo trovò dapprima attraverso dei medium, ma poi, dopo quattordici anni, scoprì spontaneamente quanto inaspettatamente di poter dialogare lei stessa con lui, attraverso la scrittura ispirata già menzionata. Mediante la scrittura ispirata, la signora americana Suzanne Ward, comunicò con suo figlio, morto in un incidente stradale, e riportò quei messaggi nel libro: "Matthew, parlami del Paradiso"*: un saggio molto bello, entusiasmante e ricco di particolari sulla vita disincarnata. Esso conferma molte delle informazioni già contenute nel notevole libro, già citato: "Sulla soglia del mondo eterico"†. Tra l'altro, secondo questi messaggi, le persone che muoiono a seguito di esperienze traumatiche e spaventose, o che soffrivano di rimorsi, sensi di colpa o profonda tristezza, vengono accolte da entità specializzate nella loro assistenza psicologica individuale, per aiutarle ad adattarsi alla nuova situazione, in cui istantaneamente si vengono a trovare. Secondo i messaggi ricevuti, il "paradiso" (chiamato anche "Nirvana", "Eden", "Campi Elisi", "Walhalla", ecc.) non è un luogo lontano‡, ma una realtà coesistente fisicamente con la Terra, uno stato di essere, funzionante in uno spettro energetico a frequenza superiore a quello *
v. Ward v. Findlay ‡ v. anche Altea II †
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terreno*, invisibile all'occhio fisico, come invisibili ci sono le onde radio. Il paradiso, inteso come piano astrale (pur non essendo che il primo livello degli stati beati, v. oltre), è in tutto simile alla Terra ed è dedicato alla Terra stessa; nell'Universo esistono altri pianeti abitati e ciascuno ha il suo paradiso; molti di noi hanno vissuto anche in quegli altri pianeti, anche se non lo ricordano più†; in paradiso tutto esiste al suo massimo splendore e stato di conservazione, in una luce soave, emanata dagli oggetti stessi, non prodotta dal Sole e quindi senza notti‡; sarà per questo che è invalsa la frase "luce perpetua", riferita ai trapassati? Il clima è sempre mite e non piove, ma la vegetazione prospera perfettamente (probabilmente grazie all'acqua inesauribile dei fiumi e del sottosuolo, come nell'Eden)§. Anche i continenti, gli edifici, i monumenti e le realizzazioni umane di tutti i tempi vi sono preservate, incluse quelle ormai distrutte sulla Terra ed in stato di grande magnificenza. Bellissime sono anche le abitazioni dei trapassati e degli angeli, che decidono di averle e che le ottengono più o meno grandiose, in base al loro stato evolutivo.** Ci sono anche gli animali: pacifici ed amichevoli (salvo quelli meno evoluti, che sono esclusi) e vi possiamo incontrare (temporaneamente††) quelli domestici a noi affezionati, che avevamo sulla Terra, o che moriranno dopo di noi‡‡.
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v. anche Markides I v. anche Aïvanhov, Yogananda ‡ qualche esperienza menziona l'esistenza di un sole non abbagliante: v. Jung II e Von Yankovich § Nota dell'autore, v. Genesi 2,6-10 ** v. anche Swedenborg †† secondo Findlay ‡‡ v. anche Altea II †
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Gli esseri umani hanno un corpo analogo a quello fisico terrestre, con l'apparente età di una trentina d'anni*, qualsiasi sia l'epoca del loro trapasso: se erano anziani ringiovaniscono, se erano piccoli, appaiono bambini per poco tempo, ma poi crescono rapidamente; comunque l'aspetto del corpo può essere modificato a piacere, come si cambia un vestito ed eventualmente adattato alla visione della persona da incontrare; così un disincarnato può apparire ad una persona cara rimasta in vita, assumendo l'aspetto che aveva prima di morire, per farsi riconoscere meglio. Per lo stesso motivo le Grandi Entità (normalmente residenti in mondi eccelsi) assumono la forma prediletta dai loro devoti, per cui uno vedrà il suo Signore sotto l'aspetto di Gesù, un altro del Budda, un altro di Krishna, ecc.. I residenti nel paradiso astrale sono dotati dei cinque sensi, ma percepiscono tutto col sesto senso, incluso il mondo terreno, ma con maggiore intensità†. Essi indossano in genere abiti bianchi, ma, non sono soggetti al caldo o al freddo. Si nutrono di energia e non hanno bisogno di mangiare, di respirare aria, né di dormire o di possedere una casa o mezzi di trasporto, sebbene tutte queste cose ci siano e siano permesse ed usate da chi lo desidera: se uno vuol gustare un cibo che gli piace può farlo; se ama auto sportive può averle. Nell'Aldilà non si sta immobili su una nuvoletta, in contemplazione, ma c'è possibilità di grande attività e coinvolgimento. Ognuno svolge attività simili a quelle terrestri, ma senza necessità di guadagno, per puro interesse evolutivo.
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v. anche Vita II v. Markides I
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Tutti i desideri vengono materializzati col solo atto del pensiero*, che può comandare la trasformazione della materia in energia e viceversa†; ci sono dei limiti posti dal grado evolutivo dell'entità: più uno è evoluto, più ampia è la gamma di cose che può ottenere, utilizzare e cambiare: una bella casa, bei vestiti, automobili; insomma è un mondo che dalla nostra situazione terrena ci appare magico. Chi sa che qualche piccola reminiscenza inconscia di tale situazione abbia generato l'attrattiva nostalgica per certe fiabe, come Aladino, Harry Potter, o le storie dei supereroi, come Superman, Spiderman, che godono di alcuni poteri, che abbiamo effettivamente nell'Aldilà? Forse i bambini possono avere ancora qualche ricordo del mondo "magico" dell'Aldilà e perciò amano le favole e ci credono. Conseguentemente alla situazione sociale dell'Aldilà, non c'è necessità di denaro né di mezzi di trasporto, dato che ognuno può trasportarsi istantaneamente dove desidera con un atto di volontà. Esiste ogni genere lecito di svago, come concerti, spettacoli, sport, biblioteche‡, musei, ecc. Tutto è dal vivo e gratuito, realizzato dalle migliori personalità ed artisti di ogni tempo. Secondo alcuni messaggi non ci sarebbero TV, films, registratori o computers, ma si tratta probabilmente di una visione soggettiva, giacché nell'Aldilà esiste per ciascuno tutto quello che desidera§. Secondo alcuni messaggi nel paradiso astrale non ci si sposa, ma c'è chi riferisce il contrario, menzionando una forma sublime di unione intima.** Non ci si riproduce (visto anche che la riproduzione sulla Terra consiste solo nel *
v. Bruce v. Yogananda ‡ v. anche Barker, lett.14 § v. Brune e Ritchie & Sherrill ** v. Appendice IV †
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fabbricare un corpo che verrà usato da un'entità già esistente). Ognuno si associa spontaneamente con chi è al suo livello evolutivo*, per cui, a differenza della Terra, si sta con entità di evoluzione simile. Secondo alcuni†, più si progredisce nel livello evolutivo, più le entità tendono a stare vicine ed unite tra loro, in conformità con la preghiera di Gesù‡ (mentre ai livelli più bassi ciascuno è solo, isolato dagli altri, sebbene altre entità possano essere presenti abbondantemente intorno a lui). Si comunica per lo più telepaticamente, senza barriere linguistiche, cioè si comunica leggendo nel pensiero altrui. Di conseguenza ognuno manifesta ciò che realmente pensa, senza inganni o ipocrisie. I trapassati sono in grado di leggere anche i pensieri e le chiamate delle entità incarnate. La lettura però è limitata a ciò che gli incarnati consentono esplicitamente, rivolgendosi ai disincarnati; mentre non è permesso entrare nei pensieri privati delle persone, né di influire sulle loro vite, senza loro richiesta. E' comprensibile come tutte queste caratteristiche vantaggiose rispetto alla condizione terrena eliminino gli stress e le sfide presenti sulla Terra e rendano, già per questo, il mondo astrale un paradiso terrestre. In Terra c'è bisogno di mangiare, di coprirsi dal freddo e quindi di lavorare per guadagnarsi il denaro per acquistare il necessario per sopravvivere e procurarsi una casa; la difficoltà di trovare lavoro complica ulteriormente le cose, suscitando preoccupazioni e stress. Nei mondi superiori non c'è bisogno di mangiare, né di acquistare vestiti o case: tutto si ottiene con un atto di volontà. Sulla Terra ci si ammala e *
ibidem v. Markides III ‡ " perché tutti siano una sola cosa " Gio 17,21 †
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si soffre fisicamente, mentre nell'Aldilà non esistono malattie o sofferenze fisiche; eventuali ferite vengono risanate prontamente, con un atto di volontà. Perfino il parto è doloroso sulla Terra, mentre i disincarnati non procreano; non hanno rivalità scaturite dal sesso e dal possesso, dall'ipocrisia e dall'inganno. E' molto comoda anche la mancanza di confronto e scontro con individui di evoluzione inferiore (con cui invece siamo mescolati in Terra), giacché nell'Aldilà viviamo assieme ad entità di evoluzione omogenea alla nostra, mentre abbiamo accesso ai consigli ed aiuti di Maestri. Nel mondo astrale superiore non ci sono lotte di potere, giacché l'avidità di potere è un sentimento che trae verso i livelli inferiori dell'astrale, per cui, chi ne fosse affetto, anziché dominare gli altri, cadrebbe più in basso. C'è un'enorme disponibilità di documentazione e di istruzione, accessibile a tutti. Sebbene si goda di comprensione e memoria assai maggiore che sulla Terra, i disincarnati non diventano automaticamente onniscienti, come alcuni pensano, ma maturano gradualmente e rapidamente conoscenza ed esperienza con lo studio, e l'applicazione, come in Terra; poi, con l'elevazione spirituale, accedono a conoscenze intuitive. Molti disincarnatati si dedicano all'assistenza invisibile alle persone incarnate sulla Terra. Infatti ognuno di noi dispone di una Guida spirituale*. Un brano di un messaggio ispirato, raccolto nel febbraio 2005 da una mia amica, lo dettaglia: <<… Ognuno ha accanto a esseri disincarnati, che, per amore, hanno scelto di seguirci dalla nascita; loro sono molto più attivi di quanto possiate immaginare. Sono coloro *
v. anche Vita I
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mandati da Padre per ognuno di noi, perché per Lui siamo tutti importanti, tutti speciali …>> Altri s'interessano di ricerca, progettazione, invenzione; le loro idee ed informazioni vengono ispirate agli incarnati, che s'illudono di averle prodotte da se e le utilizzano sulla Terra. Altri si dedicano all'accoglienza di chi è appena trapassato in circostanze traumatiche. Per guadagnare esperienza nelle difficoltà tipiche della Terra ed evolvere più rapidamente, o correggere alcuni aspetti manchevoli della propria personalità*, ognuno di noi è portato a reincarnarsi volontariamente, come un cavaliere che abbia fallito un ostacolo e - disarcionato - rimonti in sella e s'impegni subito a riprovarci. A volte, nel programmare una nuova incarnazione, possiamo esagerare nella scelta delle sfide da superare, senza renderci conto che possono essere troppo dure; mi viene da paragonare questa situazione a quella di uno che decida di fare il navigatore solitario, che s'imbarca in una traversata oceanica, sull'onda dell'entusiasmo per l'attrattiva dell'avventura; magari poi, nel cuore di una tempesta, si rammaricherà per essersi esposto tanto. La Terra, perciò potrebbe essere il vero purgatorio, in cui ci si purifica e s'impara di più a proprie spese. Le visoni ed i contatti diretti di persone comuni con i propri cari defunti sono state catalogate negli USA con la sigla ADC = After Death Communication† (gli americani sono patiti degli acronimi).
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v. anche Vita III v. Guggenheim e la loro ricerca su 3300 casi
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Paola Giovetti, la nota giornalista del paranormale, nel suo libro "Il paranormale in 200 parole chiave"* riporta l'esperienza medianica di una donna che aveva perso due figli in guerra; uno di essi le riferì che, al momento della morte l'entità si libera dal corpo fisico come una farfalla che lascia la sua crisalide e poi viene aiutato da spiriti familiari; l'analogia con la nascita c'è tutta. Roberto Setti, il medium del "Cerchio di Firenze" ricevette messaggi† che ci informano delle stesse cose apprese da altri: abbandonato il corpo fisico ci può essere un momento d'incertezza sulla nuova condizione; si può essere disturbati dalla disperazione degli astanti‡, si rivede la vita trascorsa e si viene aiutati dai propri cari defunti. Si vive nel mondo astrale, in tutto simile alla Terra, ma assai più perfetto. Dopo una sosta lì, le anime evolute, il cui corpo astrale è abbastanza puro - cioè privo di passioni e desideri se ne liberano; esso si dissolve facilmente, e le entità possono procedere, con corpi più sottili§ verso il livello superiore: lo stato o mondo "mentale", o quinta dimensione, dove si studia e si medita e poi oltre, nei mondi superiori, sempre più felici.** La Ward ci informa anche che gli angeli e le entità più elevate, pur comparendo ogni tanto nel mondo astrale, vivono a livelli superiori, in relazione al loro grado.
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v. Giovetti II v. Cerchio ‡ v. anche Altea II, Ward § v. oltre, nel capitolo "Visioni e viaggi" ** v. Aïvanhov e Besant †
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Ancor più famosa è la sensitiva e scrittrice inglese Rosemary Altea, che, attraverso i suoi numerosi libri, getta ulteriore luce sul mondo dell'oltre, ribadendo, tra l'altro, l'inutilità del suicidio.* E' bene comunque non generalizzare e non giudicare mai, perché anche in questo campo, come in altri, ci sono eccezioni e spiegazioni, come quella descritta in un messaggio dall'oltre, ricevuto da una mia amica medium nel gennaio 2008: <<X non può venire, sta riposando. Ancora è in uno stato confusionale. Vedere cosa il proprio gesto ha provocato negli altri, nelle persone amate, lascia molto male. Ma le cose vanno così per tanti motivi. Spesso perché doveva accadere, per altre persone, che dovevano sperimentare in Terra il dolore e l'esperienza di un caro che si suicida. Ovviamente è servito anche a X, ma il suo gesto è stato un atto di infinito amore, "premeditato", con altre anime, prima di nascere! Un simile gesto d'amore va vissuto fino in fondo, affinché non sia stato vano>> La sensitiva americana Sylvia Browne ha colloqui continui con la sua guida spirituale, che le ha illustrato, o fatto percepire direttamente molti dettagli sulla condizione dell'Aldilà, che risultano assai simili a quelle riportate dalla Ward e ci mostrano una condizione base - quella di un giardino meraviglioso, pieno di fiori dai colori ineguagliati in Terra - che ricorda molto quella che viene descritta nella Bibbia a proposito del paradiso terrestre; d'altra parte la parola "paradiso" sembra derivare dai termini analoghi ebraico (pardès), persiano (pairidaeza) e greco (paràdeisos) che significano "giardino". *
v. Altea I e Brune
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Molti altri medium parlano di una condizione dell'Aldilà meravigliosa, simile a quella terrena, ma assai più perfetta; la Terra sarebbe solo un riflesso sbiadito dei mondi ultraterreni, assai più completi, raffinati e scintillanti*. Come già accennato, i trapassati si occupano di molte attività, quali, ad esempio: † • assistenza ai "nuovi venuti": le entità appena trapassate, che possono aver bisogno di orientamento, o addirittura di terapie, se morirono in circostanze devastanti. • cura dei "bambini": i piccoli morti prematuramente, che poi crescono rapidamente • assistenza e guida alle persone ancora incarnate.‡ • istruzione, sia per interesse intellettuale ed evolutivo, che per lo svolgimento delle altre attività • amministrazione • edilizia • spettacolo Se non si può procedere verso livelli più elevati dell'Aldilà, si permane nel mondo astrale per un periodo proporzionale ai meriti acquisiti sulla Terra e poi ci si reincarna, per correggere gli aspetti manchevoli della nostra personalità. Un giorno andai a trovare una mia amica, che mi pregò di rimetterle in funzione un PC, traslocato da un'altra abitazione. "Per caso" notò tra i files sul desk-top un "messaggio dall'Aldilà", che aveva ricevuto: non ricordava come e quando. *
v. Markides I v. Ward ‡ v. Osis & Haraldsson †
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Era di un'anziana signora, morta oltre dieci anni prima rispetto alla ricezione del messaggio, che rispondeva alle richieste di una nipote. Mi sembra riassumere molte delle rivelazioni di altra fonte sulla morte e la vita nell'Aldilà e - tra l'altro - conferma le predizioni sul 2012 di varia origine; perciò ho pensato opportuno ed interessante citarlo: " ... Ognuno di noi continua, anche dopo quella che chiamate morte, il suo cammino evolutivo. La sua anima rimane legata all'energia del corpo fisico, più o meno radicalmente, e quindi risente delle condizioni della sua incarnazione precedente. … una volta oltrepassato il velo dell'oblio, ho iniziato a "vedere" ed a "percepire" tutta la mia vita sulla Terra in modo diverso, focalizzandomi soprattutto sugli episodi che più mi hanno turbato emotivamente. E' stato un processo lungo, dal punto di vista umano, e molto intenso come esperienza dell'anima perché ci si trova confrontati con se stessi, con le proprie responsabilità. Tutta la nostra vita ci scorre davanti e questi episodi ci coinvolgono particolarmente sino a quando non riusciamo a fare chiarezza in noi stessi e con noi stessi. Posso qui dirti, mia adorata nipote, che ognuno ha il suo ritmo, la sua esperienza, e, per quanto mi riguarda, sono ancora ben lungi dall'aver compreso bene il significato della mia incarnazione, la lezione in essa nascosta. Si avanza un passo dopo l'altro dopo aver chiarito a noi stessi e con noi stessi il senso di tutte le nostre esperienze, rivivendo emotivamente gli episodi della nostra vita umana, anche quelli che sul momento ci apparivano poco significativi.
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Tutto ciò che viviamo ha la sua importanza e la lezione da apprendere riguarda soprattutto la consapevolezza, perché bisogna diventare consci di tutto ciò che facciamo, dei nostri pensieri. Soltanto dopo aver appreso questo, ci è consentito di procedere nel nostro cammino, per ascendere a livelli di consapevolezza maggiore, sia rimanendo su questi piani non visibili (per voi) della Creazione, sia scegliendo una nuova incarnazione sulla Terra, o in altri mondi, sempre compatibili con le nostre impronte energetiche. Durante questo lavoro però non siamo lasciati a noi stessi, ma veniamo assistiti dall'amore divino che si manifesta in molteplici modi, assumendo, fra l'altro, le sembianze di esseri di luce, di angeli, o di altri esseri che spesso riflettono le nostre credenze e le nostre esperienze terrene. Ma non sempre è così perché l'Amore divino si manifesta in modi che a noi possono apparire oscuri, che non osiamo definire, e che invece sono indispensabili per portarci ad una nuova consapevolezza. Anzi, proprio ciò che a noi appare essere come demoni che attentano all'integrità dell'anima serve a metterci a confronto con la parte oscura di noi stessi, con ciò che ci insegnano a negare come facente parte della Totalità, al fine di poter andare oltre i limiti del mondo duale. Come vedi, la mia anima ancora sta facendo il lavoro più impegnativo ed è tutta focalizzata su di esso, ecco perché la mia presenza accanto a voi è discontinua. Tuttavia, a mano a mano che procedo, mi libero sempre più dei vecchi condizionamenti e scopro di essere anch'io una particella di Dio, al pari di tutto ciò che esiste, indipendentemente dalla forma. Così pensando ora non mi sento più blasfema. Anzi sentirsi Dio, diventare consapevoli
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della propria divinità, è lo scopo del nostro vivere da incarnati, per poi poter agire di conseguenza. Ora, infatti, so che la responsabilità del mio vivere, delle mie scelte umane, è solo mia e che quelli che io definivo sbagli, con i miei limiti, erano tentativi per imparare a crescere in maniera autonoma. Nessuno può imporci nulla se non noi stessi. Ora io vorrei che anche tu imparassi ciò mentre sei ancora in vita sulla Terra, per evitare poi di dover attraversare il buio tunnel dove l'anima si sente smarrita ed angosciata, quando si ritrova oltre il velo, carica di sovrastrutture e di protezioni che le impediscono di sentire la sua vera natura divina. L'anima è oltre ogni divisione manichea, è al di là del bene e del male, perché partecipa del Tutto ed in quanto particella divina comprende in sé ogni cosa. Ma sulla Terra raramente raggiunge questa consapevolezza, se non in quelli che chiamate stati alterati di coscienza, negli stati mistici, con flash improvvisi che per un attimo squarciano i veli dell'oblio per poi subito rinchiuderli alla mente conscia. Per usare un termine improprio, ma più attuale, l'anima ubbidisce soprattutto alle leggi della fisica quantistica piuttosto che alle leggi comuni nel vostro mondo. ... Comunque sta in te la chiave di tutto. Dipende da te prendere coscienza dei tuoi limiti, ma anche delle tue grandi possibilità perché, ad immagine e somiglianza di Dio, sei tu a creare la tua realtà, al pari di ognuno di noi, che si incarni sulla Terra o che scelga altri livelli di manifestazione. Per agire però devi arrivare al nucleo di te stessa, con pazienza, togliendo uno strato dopo l'altro, sino a sentirti veramente libera dentro di te. Io vedo che ti trovi
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davanti ad un bivio e che dunque devi fare le tue scelte, ma per una volta lasciati guidare dal cuore piuttosto che dalla ragione, metti da parte il tuo ego per lasciare che sia il tuo Sé Superiore ad esprimersi per indicarti la strada più adatta a te. Il cammino è ancora lungo, la sofferenza non può essere eliminata di colpo, ma sarà più agevole a mano a mano che diventerai più consapevole di te stessa, dei tuoi limiti e delle tue potenzialità. La crescita è sempre positiva e non può essere ostacolata completamente perché fa parte della divinità dell'uomo ... I tempi a venire non sono certo facili e molte difficoltà andranno affrontate nella vita di tutti i giorni. Tu ti preoccupi per quanto possa avvenire negli anni 20122015. Da parte mia posso dirti che ci sono molte potenzialità, molti futuri probabili e che quindi adesso non ci è dato poter dire cosa ci sarà di vero nelle previsioni che molti fanno sui prossimi anni. Di sicuro c'è che la Terra si sta trasformando dal punto di vista energetico, così come tutta la Creazione. Dal punto di vista umano questo può significare che ci saranno tensioni in molte aree del vostro mondo. Tutti gli squilibri attuali, i conflitti presenti fra i popoli e tra gli individui, dovranno essere superati e quindi ci sarà un tempo in cui la giustizia e la pace saranno diffuse ovunque, ma prima di raggiungere la fase del Nuovo Eden ci sarà molto da penare. La stessa struttura geofisica del pianeta sta andando alla ricerca di un nuovo equilibrio e quindi le trasformazioni si manifesteranno sotto forma di disastri naturali, che avverranno in quelle zone dove maggiori sono le tensioni sociali, perché non c'è alcuna separazione fra l'emotività, i pensieri dell'uomo, ed il comportamento di
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Gaia*, un essere a tutti gli effetti, dotato di anima come noi. La ricerca dell'equilibrio quindi è totale. Ma cosa succederà all'uomo? Non verrà distrutto; il vostro mondo non sparirà se è questo che ti angoscia. Si tratta di una trasformazione profonda, con cambiamenti che porteranno alla nascita di una nuova coscienza. Ognuno però vivrà la sua propria esperienza, in armonia con la sua struttura energetica, in base al suo progetto di anima, agli accordi presi per questa esperienza terrena. Anche il corpo fisico dell'uomo è destinato a trasformarsi, ma non tutti saranno in grado di sopportare l'aumento vibrazionale della Terra. Ognuno dunque vivrà le esperienze che ha deciso di sperimentare in funzione del suo percorso di crescita spirituale, ecco perché è importante che ci sia una buona connessione con la propria anima, essendo questa la guida che può davvero".
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la Terra
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VISIONI E VIAGGI
Questo genere d'informazioni proviene da esperienze personali dirette: visioni, o da viaggi fuori dal corpo. Le visioni sono esperienze spontanee di sensitivi, che hanno avuto accesso a stati ultraterreni. I viaggi fuori dal corpo, detti OBE (Out of the Body Experience) sono esperienze spontanee, o ottenute volutamente, che portano il soggetto a muoversi nelle realtà ultraterrene, esplorando gli ambiti spesso identici a quelli in cui esistono ed operano le entità disincarnate.* Tali esperienze, sebbene meno scientificamente documentate, gettano luce assai più ampia e sublime sulla situazione dell'Aldilà e sulla costituzione stessa dell'uomo e delle creature in generale. La realtà della loro sussistenza è peraltro convalidata dai risultati delle ricerche scientifiche sopra esposte, svolte sulle esperienze dei morenti e dei "risorti", che includono - quasi sempre - una fase iniziale di OBE. Per meglio comprendere quest'ultimo approccio e chiarire cosa intendiamo per "anima", giova presentare un modello della costituzione dell'uomo e del mondo *
v. Buhlman, Di Simone
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"allargato" oltre quello terreno. Esso è stato presentato indipendentemente da varie tradizioni, tra cui campeggia quella indiana e da vari sensitivi in maniera sostanzialmente simile e indica l'esistenza di vari gradi del paradiso, di cui quello descritto dalle ricerche summenzionate è solo il più basso. Tale modello può aiutarci a immaginare quali parti operano nei corrispondenti stati di incarnazione e Aldilà. Secondo la descrizione della tradizione orientale, delle scuole esoteriche*, come i Rosacroce†, di noti sensitivi, come Annie Besant‡, Mikhaël Aïvanhov§ e Rudolf Steiner**, e tanti altri, l'uomo è costituito da vari involucri concentrici (di cui indico i nomi sanscriti, ben noti nella tradizione indiana), come sfoglie di una cipolla, ciascuno più ampio ed elevato dell'altro e ciascuno più o meno sviluppato, secondo il livello evolutivo dell'individuo; ognuno di essi opera in un analogo livello di esistenza, "stato" o "mondo": 1. corpo fisico (Annamayakosha): usato sulla Terra; l'unico visibile all'occhio umano; noto e caro a tutti gli incarnati, ma privo di vitalità ed il più effimero; si decompone con la morte. 2. corpo eterico o vitale (Pranomayakosha), o doppio eterico; è quello che dà vita al corpo fisico; lo hanno tutti gli esseri viventi (inclusi animali e piante). Si separa dal corpo fisico al momento del decesso e si disintegra alcune ore dopo, specie per i suoi componenti inferiori; il *
v. Markides II http://www.iltibetano.com/testi/rosacroce_anatomia%20uomo%202.ht m ‡ v. Besant § filosofo bulgaro vissuto in Francia nel XX secolo, v. Aïvanhov ** v. Steiner e altri, quali: http://xoomer.virgilio.it/sothis/corpisottili.htm †
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fuoco pare aiuti tale dissoluzione, per questo (anche se ormai se ne ignora il motivo reale) si usa disporre delle candele attorno al corpo del defunto. Il corpo eterico assorbe energia dall'universo (prana), principalmente dal sole, e la utilizza per il soggetto ed anche per canalizzarla ad altri (pranoterapia). 3. corpo astrale, o emozionale, o del desiderio, o psichico (Manomayakosha); ci fa sentire gioie e dolori; è il primo costituente dell'anima; lo hanno anche gli animali, ma non le piante; il corpo astrale può spostarsi a grandissima velocità, o istantaneamente, cosa che fa anche in gran parte dei sogni, staccandosi dal corpo fisico; è quello usato nel piano intermedio: il primo mondo dell'Aldilà, o quarta dimensione, o quarta densità, o Astrale: quello normalmente descritto in questo libro. 4. corpo mentale, o noetico inferiore (Vijinanamayakosha): ulteriore costituente dell'anima, proprio solo dell'uomo, come gli altri corpi superiori successivi; serve allo sviluppo del pensiero organizzato e concreto e ci dà accesso al relativo piano o stato "mentale" del paradiso. 5. corpo causale (Anandamayakosha), o noetico superiore, o akasico; primo componente dello Spirito dell'uomo; serve al pensiero astratto, all'intuizione ed alla volontà; conserva memoria di tutte le vite precedenti, permane tra una vita e l'altra e ci dà accesso al relativo piano "causale", favorito dall'Amore disinteressato. Vi albergano coloro che hanno completato la loro esperienza umana e sono diventati Maestri Spirituali
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6. corpo di resurrezione 7. spirito individuale (che alcuni dividono in vari piani, mentre altri riuniscono in un solo livello insieme al corpo di resurrezione, individuandolo come il SE superiore) Alcuni autori indicano dei raggruppamenti, come: corpo materiale (1^ +2^), psichico (3^ + 4^), o anima e noetico (5^, 6^ e 7^), o Spirito* Ciò che viene sperimentato dai pazienti nelle NDE sembra quindi essere generalmente il corpo astrale. L'insieme di questi corpi, sottili e normalmente invisibili, avvolge il corpo fisico in una serie di involucri successivi, concentrici e sempre più ampi. Essi, o parte di essi, possono essere visualizzati da alcuni sensitivi, in misura maggiore o minore, col nome di "aura", eventualmente decifrandone alcune proprietà del soggetto†. Più una persona è avanzata spiritualmente, più la sua aura è ampia e luminosa; è per questo che i santi vengono normalmente dipinti contornati di "aureole", che evidentemente furono viste da qualcuno ed il loro ricordo ne fu tramandato. Un aspetto importante, riferito dalle comunicazioni medianiche è il fatto che sia i corpi che gli stati e gli ambienti sono costituiti da energia vibrante a frequenze sempre più elevate, attraverso cui evolviamo‡. E' per questo che con gli occhi fisici non riusciamo a vedere i corpi superiori, come non riusciamo a vedere le onde elettromagnetiche che pure ci circondano e rendono possibile la ricezione radio, TV, di telefonia cellulare ecc.
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v. Markides II e Besant v. Rampa I ‡ v. Weiss II †
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Per lo stesso motivo i corpi superiori possono attraversare muri, porte e soffitti. Viceversa, chi si trova ad usare un corpo più sottile è in grado di vedere i mondi e le entità con corpi più densi, infatti ci sono alcuni defunti che non si rendono conto di esserlo e credono di vivere ancora nel loro corpo fisico, sulla Terra, cercando di interagire coi viventi. Passando dallo stato materiale, denso, terreno agli stati superiori dell'Aldilà anche la misura e la percezione del tempo cambiano; quello che sulla Terra appare un periodo come un anno, nell'Aldilà sembra durare pochi giorni o poche ore, a seconda del livello del percettore, che comunque ha difficoltà a valutare il tempo, in assenza dei cicli stagionali e giornalieri terrestri*. Perciò spesso le informazioni e previsioni medianiche sono incerte in fatto di tempo. L'accesso e l'impiego dei corpi più sottili, oltre che ai disincarnati è possibile anche a chi ne abbia la capacità. Tale capacità può essere innata - come nella maggior parte dei casi - cioè ottenuta attraverso una conquista in vite precedenti, oppure acquisita. L'acquisizione sembra avvenire attraverso lo sviluppo e la purificazione dei corpi superiori, che tutti abbiamo in forma più o meno imperfetta. Tale sviluppo sembra avvenire spontaneamente nei mistici e nei santi, i quali si purificano attraverso digiuni e preghiere; sembra poter anche avvenire praticando volutamente dei consigli forniti da studiosi e maestri.† Ci sono perciò maestri, veggenti e filosofi che ci offrono ulteriori informazioni ed interpretazioni sul mondo dell'Aldilà. * †
v. anche Swedenborg v. Buhlman
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Uno dei maggiori esploratori dell'Aldilà tra i sensitivi fu Emanuel Swedenborg: uno scienziato svedese del diciottesimo secolo, che nella sua maturità divenne veggente e si dilungò parecchio sulle condizioni della vita oltre la vita. Secondo le sue visioni, riportate nel libro "Cielo e Inferno", lo stato a cui si accede subito dopo la morte è una sorta di stazione intermedia, caratterizzata da pace, bellezza ed amore, come testimoniato da tutte le altre fonti menzionate*. Di lì eventualmente si potrà poi passare a stati più alti (cielo) o più bassi (inferno), per proprio autogiudizio e scelta di attrazione. Anche l'aiuto e la preghiera di entità incarnate e disincarnate può aiutare molto in tale ascesa, in quanto collaborano alla disintegrazione del corpo astrale, liberando l'entità, che così può passare oltre†; lo stesso Dio, col suo Amore infinito, offre aiuti in tal senso, attraverso l'opera di ogni tipo di entità, anche di sensitivi incarnati‡. Swedenborg conferma anche quanto descritto dalla Ward sul fatto che nell'Aldilà vi siano condizioni ed attività analoghe a quelle terrene, sebbene di livello diverso, il che mi fa pensare al detto iniziatico "Come in alto, così in basso", tramandato da Ermete Trimegisto sulla "Tavola di smeraldo".§ Swedenborg, inoltre, conferma che l'Aldilà sia composto da molti stati e società diverse, conformemente alla lapidaria informazione di Gesù: "Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto."** Il sensitivo cipriota, vissuto nel ventesimo secolo: Spyros Atteshlis, soprannominato "Daskalos" (Maestro) in *
v. Swedenborg v. Ghooi e Brune ‡ v. Markides I, anche Vita III (episodio "Da soldato a pompiere") § testo trovato da Sara, moglie di Abramo, inciso con un diamante su una tavola di smeraldo, tradotto poi nel medioevo dall'arabo in latino ** Gio 14,2 †
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una serie di interessantissimi libri a firma del sociologo Kyriacos Markides, conferma ulteriormente che - sebbene comunemente si attenda la morte con paura - la realtà è opposta: la morte è come un piacevole sonno dopo una giornata di lavoro*; essendo anche un esperto viaggiatore astrale (facoltà che in greco si chiama "exomatosis"), ci conferma anche la somiglianza del mondo astrale a quello terrestre e che l'aspetto di tale mondo (più correttamente dovremmo chiamarlo "stato", perché non ha una posizione fisica identificabile e separata dalla Terra, ma piuttosto uno stato vibratorio diverso, come un programma TV irradiato, che pervade tutto, senza avere una collocazione fisica) è adattato alle aspettative, desideri e vibrazioni di ogni singola entità, sicché - ancora una volta - nessuno ci giudica o ci condanna, ma ciascuno di noi si crea inconsciamente il suo cielo (o inferno) personale, che dipende dalle nostre stesse passioni e desideri†. D'altra parte, chi odia non può sopportare la Luce e si rifugia nell'oscurità, o nella penombra, come una persona malata, a cui la luce intensa dà fastidio, perché mette in evidenza i suoi difetti‡, o comunque nell'ambiente che gli è più consono, in analogia a quanto avviene sulla Terra: uno può trovarsi a suo agio ubriacandosi in una bisca piena di delinquenti, mentre altri lo troverebbero intollerabile e fuggirebbero quei posti, preferendo un concerto sinfonico, considerato noioso dai più.§ Mi è venuto in mente un altro aspetto del parallelo tra la vita e la scuola: alla fine dell'anno scolastico, la *
v. Markides I v. anche Barker ‡ v. anche Brune § v. Markides I e III †
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maggior parte degli alunni viene promossa e va in vacanza, chi con voti alti, chi con una media più bassa, ma sufficiente; alcuni possono manifestare delle lacune in qualche materia e ripareranno durante l'estate; solo eccezionalmente c'è qualcuno che risulta bocciato e deve ripetere l'anno, o addirittura viene radiato dalla scuola per comportamento inaccettabile; anche costoro, però, possono svolgere la loro vita senza un titolo di studio, esercitando mestieri più umili. Per immaginare come le valutazioni della vita siano automatiche e senza giudizi personali, possiamo paragonarle a dei voti scolastici, attribuiti da un computer, sulla base di compiti a risposte predefinite (quiz). L'alunno non ha nessuno a cui addebitare i suoi insuccessi, se non a se stesso. E' bene, quindi, sgombrare il terreno da un'illusione assai diffusa: quella secondo cui dobbiamo aspettarci una vita di tutto riposo e felicità, come descritto nell'ideale delle favole, in cui tutti vissero felici e contenti, sia pure dopo un periodo di contrasti. Ciò è vero se quella felicità la collochiamo nel mondo astrale (o i quelli superiori); purtroppo la maggioranza di noi s'illude che anche in Terra ce la dobbiamo aspettare e specialmente il matrimonio ce la possa portare. Quanti auguri di nozze sono improntati a quest'illusione! Essa può portare solo sconforto, dato che la convivenza è una delle prove più impegnative della vita. Anche celebri Maestri spirituali ci ragguagliano concordemente a proposito dell'Aldilà, come Sri Yukteswar: (il guru di Paramahansa Yogananda) e Sai Baba.* C'è chi entra ancora più a fondo nella illustrazione dell'Aldilà, come il mistico indiano contemporaneo Arya†. * †
v. Yogananda e Ghooi v. Arya
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Egli avrebbe sperimentato e ci riassume schematicamente due stati nel paradiso astrale: quello inferiore, il "chandra loka" (mondo della luna), dove andrebbero le entità più grossolane, soggette ai maggiori attaccamenti e quello superiore, il "surya loka" (mondo del sole), dove andrebbero le entità più elevate, che si dedicarono alla ricerca spirituale. Altri suddividono il mondo astrale in sette livelli*, che costituiscono i vari gradi di evoluzione umana base. Tutte queste categorie (da alcuni indicate con la "quarta dimensione", in cui lo spazio è neutralizzato e ci si può spostare istantaneamente) sono soggette a reincarnazione, che sembra più prossima quanto più bassa è la loro condizione. L'evoluzione continua nel mondo "mentale" o "noetico" ("quinta dimensione, in cui anche il tempo è superato e ci si può spostare nel passato o nel futuro)†; per accedervi è opportuno sviluppare le facoltà mentali fin dall'incarnazione terrena, mediante la meditazione, lo studio e l'esercizio della mente; forse per questo molte religioni insistono nell'occuparsi di istruire i giovani. Anche questo piano esistenziale è suddiviso in sette livelli ed è di questo che si parla (senza saperlo) quando si menziona il "settimo cielo": il più alto del paradiso mentale. Poi l'entità accede ai mondi superiori‡: il mondo causale, o sesta dimensione ed oltre, da cui non è più necessario reincarnarsi. L'accesso allo stato causale sembra favorito grandemente dallo sviluppo dell'Amore disinteressato, su cui insistono tutte le religioni.§ Tuttavia le entità più elevate maturano un tale grado di Amore che sentono l'urgenza di incarnarsi volontariamente per aiutare *
v. Ghooi v. Markides I ‡ v. anche Weiss IV § v. Ghooi †
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chi si trova nei mondi inferiori (terreno, o astrale)*, divenendo così degli avatar di minore o maggiore levatura, secondo la loro statura spirituale; ciò contribuisce alla loro ulteriore evoluzione.† Un aspetto interessante, perché polarizza l'attenzione di molti ricercatori spirituali riguarda l'accoglienza del defunto. Molti pregano e sperano che alla loro morte ci sia il loro Maestro, o Avatar (Gesù, Maria, Krishna, Sai Baba, la Guida spirituale, o altri, secondo la nostra affezione ed aspettativa) ad accoglierli, guidarli e tenerli con se nell'Aldilà. Secondo una tradizione indiana poi, chi fu discepolo di un Guru, in base al loro sacro rapporto, gode di diritto del Suo impegno a presentarsi al momento della propria morte, per essere introdotto alla nuova vita nel mondo astrale.‡ A questo proposito, riassumo, dal racconto di una mia amica, l'esperienza di una visione al letto di morte, avuta non dal morente ma solo da sua figlia§: La mia amica Veronica e suo padre erano devoti di Sai Baba**, mentre sua sorella Paola era scettica sulla figura del grande Avatar. Il padre era in clinica, in fin di vita, per un tumore. Paola e sua madre assistevano il morente, riposando su delle poltrone, all'alba di uno degli ultimi giorni. Paola si svegliò e vide una persona in fondo alla camera, che le sembrò una donna, con una veste arancione e molti capelli neri; essa le disse di stare tranquilla che avrebbe portato via suo padre. Paola chiese *
v. Yogananda v. anche la dichiarazione di Gesù risorto:"Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra" (Mt 28,18) ‡ v. Yogananda § v. "Sai Baba e la straordinarietà quotidiana" http://stop.to /paolovita ** v. dedica in fondo al libro †
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dove lo avrebbe portato e la "donna" rispose che dove lo avrebbe portato non avrebbe più sofferto. In quel momento si svegliò anche la madre di Paola che le chiese con chi stesse parlando; Paola disse che stava parlando con "quella signora laggiù", ma la mamma non vedeva nulla, neppure dopo insistenza di Paola; frattanto la "donna" scomparve. Dopo circa 3 giorni il padre morì; Veronica: la sorella di Paola, commentando la morte del padre, da brava devota, disse: <>. Allora Paola rammentò l'episodio occorso e lo riferi' a sua sorella, che disse: <>. Secondo le descrizioni disponibili, però non esiste un unico Aldilà, né esso è statico, ma c'è una sequenza di stati sempre più elevati fino al raggiungimento del Paradiso supremo. Perciò, sebbene l'Entità di nostra elezione ci possa accontentare nel riceverci al trapasso, per aiutarci ad accettare lo stato disincarnato ed il nuovo ambiente, potrebbe trattarsi di un'accoglienza temporanea; tutto dipende dalla nostra maturità evolutiva: più saremo evoluti, più saremo in grado di seguire il Maestro in stati elevati; altrimenti potremmo restare indietro, o ci lasceremo distrarre ed affascinare dalle varie bellezze dei mondi ultraterreni e perderemo il passo. Un esempio di questa situazione fu descritto da Teresa Neuman*, che "vide" il trapasso di suo padre: egli fu accolto dai parenti, dall'angelo custode e da Gesù, ma rimase indietro, nel percorso ultraterreno, per un breve soggiorno nello stato purgante.† *
mistica tedesca 1898 - 1962, povera contadina cattolica; ebbe le stigmate e visse senza mangiare né bere per 36 anni, durante i quali ebbe visioni dettagliate della passione di Gesù ogni venerdì, e parlava anche in aramaico. † v. Giovetti IV
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La costituzione dell'uomo nei suoi vari corpi e la relativa descrizione dei mondi o stati sottili al di là della terza dimensione terrestre sono supportati anche da coloro che hanno sviluppato la facoltà già menzionata di viaggiare ed operare nei corpi superiori e specialmente in quello astrale, visitando ambienti ed incontrando entità che vi albergano. Una di queste persone: William Buhlman è un americano, operante a cavallo degli anni 2000; egli incappò per "caso" nella possibilità di imparare a viaggiare fuori dal corpo fisico e si esercitò sistematicamente, finché riuscì ad utilizzare non solo il corpo astrale, ma a lasciare anche quello e sperimentare corpi e mondi superiori*; d'altra parte tutti noi nei sogni viaggiamo inconsciamente col corpo astrale, solo che non ricordiamo gran che di ciò che vediamo. Chi riesce ad utilizzare anche se parzialmente ed inconsciamente i suoi corpi superiori ed a ricordare qualcosa - anche se non sa come e perché - può trarne ispirazione per sviluppare scritti, invenzioni, scoperte e capacità paranormali. A questo proposito, a titolo di esempio, mi è venuto in mente che il grande successo della canzone "Nel blu dipinto di blu" possa essere dovuta al fatto che descriva senza precisarlo e probabilmente senza saperlo un'esperienza fuori dal corpo e che gli ascoltatori inconsciamente ci ritrovino un richiamo nostalgico alla felice condizione dello stato astrale. I viaggi di Buhlman e le sue esperienze sublimi, descritte nel suo notevole libro "Avventure fuori dal corpo" (un caposaldo per chi voglia approfondire le OBE), sono coscienti ed assomigliano molto ad esperienze mistiche, *
v. Buhlman
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ottenute mediante la ricerca esplorativa, anziché "capitate" spontaneamente a soggetti impegnati spiritualmente ed offrono perciò una nuova interpretazione delle visioni dei mistici; queste ultime potrebbero essere ora viste come dei salti spontanei nei mondi soprasensibili, anziché necessariamente come delle estasi miracolose. Anche da Buhlman ci vengono conferme sulla costituzione di base di tali stati. La sua osservazione, basata sull'esperienza diretta e che ritengo più importante, è che la vita non è limitata all'altalenare tra incarnazioni sulla Terra e soggiorni nel mondo astrale, ma è un iter infinito di evoluzione verso stati sempre più elevati e meravigliosi.* Queste osservazioni offrono inoltre un utile contributo alle eterne domande sullo svolgimento della vita. Una famosa sensitiva e scrittrice: Anne Givaudan, ha la facoltà di effettuare viaggi nel corpo astrale, visitando zone diverse della Terra ed anche del mondo astrale ed incontrando entità che vi albergano. Con tale conoscenza, la Givaudan ci fornisce informazioni sulla condizione delle persone che si tolsero la vita, nel suo libro: "Il patto violato vite interrotte"†: Anche quelle informazioni sono coerenti con le risultanze delle regressioni e delle NDE. Ci sono anche visioni spontanee di persone che non sono state sensitive abituali, ma hanno avuto visioni, in relazione a cari defunti a cui erano particolarmente affezionati. Un esempio di ciò viene riferito da Melvin Morse nel suo libro "Visioni di congedo"‡: "Una donna ebbe una bambina che morì poco dopo la nascita, per insufficienza respiratoria. Disperata per la *
v. anche Ghooi e Weiss IV v. Givaudan e Piccola Eternità ‡ v. Morse I †
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perdita, la donna si disinteressava del marito e della sua prima figlia e si recava quotidianamente sulla tomba della piccola defunta. Una sera d'estate era lì ed iniziò a sentir freddo; poi l'oscurità della sera s'illuminò, lei si sentì attrarre in un tunnel, alla fine del quale si trovò su una collina; di lì vide delle persone giocare con dei bambini, tra i quali sentì che c'era sua figlia. Poi fu riavvolta dall'oscurità del cimitero. Tornata a casa non disse nulla, ma la sua bambina di sei anni le disse di essere stata con lei a vedere la sorellina e le chiese di abbracciarla da parte sua, se l'avesse rivista." A titolo di esempio, tra i milioni che si possono reperire nella letteratura medianica, riporto alcuni brani di comunicazioni ispirate, tratti da messaggi ricevuti da medium da me conosciuti personalmente: <> _____
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<<E' sempre così nella vita e nella morte; anche quest'ultima, tanto deprecata dai "viventi" è una bella cosa; è come la Laurea, che vi introduce nel mondo del lavoro, che è più piacevole e meno faticoso dello studio.>> _____
<<Sapete che la morte non c'è in quanto dissoluzione? E' solo un cambio di abito. Si lascia l'abito materiale e si è più liberi e veloci. La nascita terrena è un esercizio faticoso, ma utile, perché Vi porta ad evolvere più rapidamente e così vi innalzate a più alti livelli spirituali, vi unite più vicini al Signore. Non c'è molto da temere in queste operazioni: si prova e si riprova la vita nella materia, che è pesante e difficile. La vita nello Spirito, invece è più facile e leggera ed i suoi tempi sono diversi, più rapidi. Ogni situazione va vissuta pienamente e serenamente, essendo presenti.>> _____
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Come potrei starti lontano! Come puoi solo pensarlo! Tu riusciresti a voltare le spalle ai tuoi figli? No, ti amo troppo, mai potrei separarmi da te.>> _____
<<Sono molto felice. Non ho rimpianti, creo nessuno ne abbia veramente. Tutto ciò che fai sulla Terra è esperienza, ricca e preziosa; anche le azioni o i sentimenti che, da incarnati vengono ritenuti poco buoni, sono qui benedetti, perché aiutano comunque il nostro spirito a crescere, capire e crescere…>> _____
<<… Vivete l'opportunità che Dio vi ha dato, attimo per attimo, approfittate di ogni istante con gioia, non piangete più per chi è venuto prima di voi e vi ha già lasciato o vi sta per lasciare, perché vista da qui la vita dura un attimo, è come la gita di un giorno! Asciugate quindi le lacrime e godetevi la vostra "gita", sapete che quando tornerete a casa ci rivedremo tutti. Preparatevi ad immergervi in questo grande Amore, di cui vi ho parlato, assaporatelo subito, amandovi disinteressatamente, amandovi senza aspettarvi di essere ricambiati, amandovi come si ama Dio, Dio in ognuno di voi!>> _____
La prossima citazione sembra riassumere il nocciolo di questo libro: <<… Ognuno di noi ha un suo tempo "determinato" sulla Terra, determinato da alcune esperienze che deve fare per crescere, finite le quali si torna a vivere. Quando X è rinato*, io sono stata accanto a lui, sono la prima persona *
si intende "trapassato", rinato, tornato al mondo dell'oltre
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che ha incontrato; vi lascio immaginare la commozione che ci ha pervaso, a lungo. Poi abbiamo festeggiato il suo ritorno con i nonni e gli amici che sapete. E' stato molto bello e gioioso. Ecco vedete, quello che per voi, appesantiti dalla materia, è un dolore, per noi è una gioia. Del resto bimbi miei, il ritorno al Padre può essere un momento di dolore? Voi avete detto addio al suo corpo, al rivestimento di pochi attimi, perché lui è vivo, attivo, vi vede, vi ascolta, è con voi, come me, del resto. Il legame d'amore che unisce delle anime incarnate continua anche quando alcune si disincarnano. Non ti addolorare, pensando di essere stata abbandonata, al contrario, ringrazia e gioisci per noi, liberi di fare quello che vogliamo, liberi dalla pesantezza della materia, che tanto opprime.>> _____
In calce a queste citazioni, aggiungerei un caso che non è medianico, ma letterario, eppure sembra rivelare un'esperienza, una visione non dichiarata da un grande scrittore: Leone Tolstoj; nel suo libro "La morte di Ivan Il'ic", egli descrive così la suprema esperienza del protagonista, che ricalca parte delle tante esperienze finora menzionate: "… precipitò in un buco nero e là, al fondo, qualcosa di estremamente brillante. Questa visione gli diede un profondo senso di calma, Cercò la paura, così abituale nella sua mente, ma non la trovò: << dov'è la morte?> - si disse - Non aveva più paura, perché la morte non esisteva più. Al posto della morte vedeva la luce".
quello
Il messaggio più bello ed autorevole, secondo me è di S.Agostino, che ho riportato all'inizio
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dell'Appendice II e che desidero adottare anch'io come estremo saluto ai miei cari. Sebbene la grande maggiorana dei morti segua l'iter illustrato e viva nelle condizioni esposte, ci sono un paio di eccezioni: La prima riguarda coloro che erano particolarmente attaccati a qualcuno o qualcosa in Terra: una persona, una casa, un interesse, una paura, un odio. Essi possono restare attaccati alla Terra, anche per ignoranza e rifiuto dell'idea di avere un'anima*, senza capire o voler accettare di essere disincarnati: sono i "fantasmi" che vagano nei luoghi dell'attaccamento; essi non capiscono neppure perché i vivi li ignorino e non si accorgano di loro, sicché spesso cercano di produrre rumori o scompiglio, sia nel tentativo di essere notati, sia per scacciare i viventi da quella che continuano a considerare la loro casa, in cui sono subentrati. Queste anime vengono aiutate, sia dai defunti che dai vivi esperti in queste cose, a comprendere la loro situazione, allentare i propri attaccamenti e dirigersi verso la luce.† La seconda categoria di entità che fa eccezione è quella di coloro che hanno fuggito totalmente la luce divina: sono quelli che rifiutarono completamente l'amore e sfruttarono gli altri, senza scrupoli; un esempio teorico (teorico, perché nessuno può giudicare gli altri e ognuno è un caso personale a se stante) è quello del "boss mafioso", che cinicamente abbia usato, torturato, ucciso crudelmente chiunque si fosse parato sulla sua strada delittuosa. Questo tipo di entità, che fossero in vero "peccato mortale" (= peccatum ad mortem, cioè negazione totale dell'amore) non vedrebbe affatto il mondo astrale di mezzo, * †
v. Eadie v. Aïvanhov, Di Simone
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o superiore, ma allontanandosi dalla luce, cadrebbe nella tenebra del mondo astrale più basso; quell'ambiente è eventualmente allacciato col mondo terreno, a cui quelle entità sono spesso attaccate, a causa dei loro desideri e passioni e col quale cercano di interferire, sorde ai richiami d'amore degli angeli e dei Maestri che cercano di avvicinarle. La situazione è descritta con dettagli nel libro "Ritorno dall'aldilà"* Da quella condizione spesso ci si reincarna in una condizione umana molto pesante e normalmente vittima di individui simili a se stesso nella precedente vita†. Perciò direi che la Terra fa spesso anche da "inferno". Anche secondo l'ebraismo, a sentire il rabbino Toaff‡, l'inferno è temporaneo, non eterno, giacché sarebbe inconcepibile l'Amore di Dio che non prevedesse una redenzione.
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v. Ritchie & Sherrill v. Vita III ‡ v. Giovetti III †
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CONCLUSIONI
La grandiosa messe di testimonianze e dossier di studi sulla morte non lascia più spazio a dubbi sul trapasso, mentre le relazioni dei sensitivi offrono interessanti spiegazioni sullo svolgimento della vita nell'Aldilà. Non voglio perder tempo a riferire e contestare in dettaglio ipotesi alternative, costruite da materialisti scettici, per cercare di trovare spiegazioni tradizionali delle visioni dei morenti e dei comatosi, che si possano incanalare in stati fisiologici o psicologici catalogati dalla medicina o dalla psicologia ufficiale attuale. Esse cercano di spiegare solo un aspetto alla volta delle esperienze riportate, ignorando un onesto esame della vasta messe di testimonianze e studi riferiti nella vastissima letteratura in questione, con tutte le controprove riportate; risultano perciò preconcette, lacunose e più incredibili delle spiegazioni dirette e naturali degli interessati. Tali discussioni sono riportate su molti dei libri in bibliografia. Alcuni degli esempi citati mostrano come i soggetti abbiano visto, mediante il loro corpo astrale, i tentativi di rianimazione fatti sul loro corpo fisico inerme, riferendoli ai medici, che soli potevano conoscerli, o
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abbiano incontrato defunti di cui ignoravano la morte, o addirittura l'esistenza. Cosa scaturisce dagli studi di eminenti scienziati, medici e psicologi sull'osservazione del momento della morte, dai racconti di persone rianimate e dai ricordi di vite precedenti? Ci limitiamo a considerazioni riguardanti il momento della morte ed il livello iniziale, "intermedio" dell'Aldilà, giacché non ne abbiamo e penso non sarebbe comunque possibile esprimerle sui livelli superiori del paradiso, quelli più mistici e contemplativi, quelli che molti immaginano siano più propri del Paradiso più eccelso e quindi rifiutano l'idea di uno stato intermedio così antropomorfico, quale si rivela alle indagini qui presentate. Infatti la comune concezione del Paradiso per eccellenza è quella del Nirvana buddista o vedantico: un'unità, una fusione con Dio, concepito come una pura energia intelligente, senza forma. Da quanto esposto, ai fini che mi sono riproposto, cioè di gettare una luce rassicurante sulla morte, risulta che : 1. Non è esatto dire che "la morte non esiste", secondo quanto dicono molti esoteristi, per intendere che la vita continua: la morte c'è in quanto esaurimento o guasto del corpo fisico, col suo conseguente abbandono. Non esiste invece, se con la parola "morte" intendiamo l'annullamento e la sparizione della persona umana, nelle sue componenti più sostanziali e sottili. 2. Non è vero, come molti affermano con aria di ovvietà, che nessuno è mai tornato a raccontarci cosa c'è nell'Aldilà: si tratta solo di interessarsi e cercare le
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informazioni, ormai sempre più copiose, tanto che è quasi impossibile leggere tutti i libri scritti su queste testimonianze.* Tutti quelli che raccontano queste esperienze - e sono migliaia, nonostante una diffusa riottosità a parlarne, per timore di essere considerati pazzi - tengono a precisare che i loro racconti sono approssimativi ed il linguaggio è inadeguato a descrivere propriamente le esperienze che travalicano il nostro mondo terreno e le nostre stesse tre dimensioni†. 3. Le ricerche e le esperienze descritte dimostrano quello che le religioni affermano, senza il supporto di con esperienze concrete: la morte non è affatto una fine e non ha nulla di drammatico. Nel trapasso siamo accolti da Entità disincarnate, spesso parenti e Maestri, che ci aiutano ad ambientarci. E' il passaggio ad uno stato diverso e generalmente assai migliore. Insomma morire è bello, non solo perché ce lo dice la fede, ma perché ce lo testimoniano tantissime esperienze. 4. Nel morire non c'è nulla da temere. La vita terrena è come un dramma, in cui recitiamo una parte e la morte è la nostra uscita di scena. Chi ha avuto un'esperienza di pre-morte, con visioni dell'Aldilà, generalmente riferisce di non aver più paura della morte‡, ma di attenderla con gioia e rimpiange di essere stato rianimato. La paura spesso è dovuta a mancanza d'informazione e soprattutto di conoscenza diretta. Ciononostante è umano che, in *
v. intera bibliografia ed oltre; io stesso, pur svolgendo una vasta ricerca, non ho potuto leggere tutto quello che è stato pubblicato sull'argomento e che viene menzionato nelle bibliografie dei vari libri † v. ad es. Moody I ‡ v. anche Giovetti V
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prossimità del trapasso, si possa avere un brivido di timore. E' accaduto persino a Gesù ed al maestro di Paramahansa Yogananda: Shri Yukteswar, che disse: «Un uccello che ha trascorso tanto tempo nella stessa gabbia, esita sempre un po' a lasciarla quando gli si apre la porta». Oltre alla conoscenza offerta da questo libro, un metodo più profondo di superare la paura della morte è la meditazione; non la meditazione sulla morte: la meditazione pura e semplice. A differenza delle spiegazioni e convincimenti razionali, la meditazione opera di per se su questo e su tanti altri aspetti della vita, indirettamente ed inconsciamente, ricollegandoci al nostro SE superiore ed ai valori eterni dell'Essere.* 5. La vita non è limitata all'esistenza materiale sulla Terra, ma, al contrario, la maggior parte di essa si svolge fondamentalmente nell'Aldilà: una dimensione incorporea, a noi invisibile. E' la vita terrena ad essere un'impegnativa avventura, che intraprendiamo per evolvere. 6. Lo stato disincarnato iniziale non consiste in una eterna contemplazione immobile. Nella maggioranza dei casi, è simile a quello terreno, ma assai più felice di quello corporeo, non essendoci le necessità alimentari, abitative, di riposo, di trasporto, eccetera†. L'ambiente in cui ci si trova è normalmente assai più piacevole, con colori e suoni molto più vivaci ed in cui l'Amore è enormemente più presente che sulla Terra. Quindi la locuzione, spesso usata in tono eufemistico: "passare a miglior vita" è sostanzialmente corretta, mentre è un non * †
v. Maharishi, Osho, Vita I e III v. anche Rosati
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senso dire: <>. Il morto non è affatto un "poveretto", ma, al contrario, un beato. La morte - volgarmente considerata dai superstiti come una perdita incolmabile - è invece, per il soggetto, la fine di un periodo faticoso e l'accesso al meritato riposo, in uno stato normalmente assai più piacevole. Anche di questo non ci rendiamo conto, perché la nostra mente razionale non ricorda quante volte e come siamo morti. Certamente per i superstiti può essere un gran dolore, una mancanza incolmabile, ma il trapassato sta benone. Dunque la buona notizia è che, se siamo stati ragionevoli, non ci aspetta né l'inferno né il purgatorio, ma neppure il Paradiso nel senso più alto. Dovremo invece fare molte altre esperienze, nello stato incarnato o disincarnato.* 7. Coerentemente con l'essenza di un Dio-Amore, nell'Aldilà nessuno ci giudica, né ci condanna, o punisce, ma noi stessi, confrontandoci con l'Amore, che pervade quel mondo, ci rendiamo conto delle nostre limitazioni ed imperfezioni, ce ne pentiamo, ci perdoniamo e perdoniamo gli altri. Il "peccato" non è dunque un'offesa a Dio, ma un'occasione mancata, come nell'espressione comune, con cui la si indica, usando lo stesso termine†. Se il pentimento non bastasse a superare quei problemi, decideremo eventualmente, con l'aiuto o la spinta amorevole di entità superiori, di reincarnarci in modi e situazioni atte a farci sperimentare e migliorare i nostri difetti. Solo chi è stato così totalmente egocentrico *
v. Vita III, Rosati per esempio: <> <<non lo sapevo, che peccato!>>
†
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da odiare sempre tutti non può sopportare quell'atmosfera d'Amore e si rifugia in una condizione di tenebra, finché riuscirà a superarla*. Gli atei, o agnostici, non fanno differenza: non importa cosa si sia creduto, o che religione si sia seguita; conta solo come ci siamo comportati e perché (coerentemente con l'insegnamento evangelico "non chiunque dice <<Signore, Signore>> entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio")†. Questo non significa che la religione sia inutile, dato che le pratiche religiose e spirituali sincere aiutano molte persone a mantenersi vicini a Dio e lontane dal male. 8. Le informazioni paranormali ci presentano una gradazione molto ampia di stati incorporei, che vanno da uno stato molto simile a quello terreno a stati sempre più elevati e sottili, dove il corpo gradualmente perde forma e le gioie diventano sempre più divine. Questo modello concilia le concezioni del paradiso di religioni diverse, da quello mussulmano: più sensuale ed antropomorfico, a quello buddista: più eccelso ed impersonale. 9. La felicità non è di questo mondo; sulla Terra c'è solo un'alternanza di gioie e dolori. Lo stato incarnato è una vera e propria palestra impegnativa e provocatoria, che abbiamo scelto coraggiosamente per evolvere. Lo scopo dell'incarnazione è di sperimentare la materia ed imparare ad esercitare l'Amore disinteressato, anche in mezzo alle difficoltà terrene. Le "disgrazie" che ci capitano, ma che avevamo programmato, sono solo *
un'inchiesta Gallup trovò che solo l'1% di chi sperimentò una NDE ne ebbe un senso di tormento † Mt 7,21
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compiti che dobbiamo svolgere. Invece di una felicità piena, magari basata sull'ottenimento di ogni comodità e soddisfazione (cose che, peraltro, non possono saziare l'essere umano), possiamo avere una vita terrena godibile, se ci aspettiamo di fare delle esperienze costruttive, anche se impegnative. A questo proposito sono stato piacevolmente sorpreso da una dichiarazione fatta dal cantautore Califano nel corso della trasmissione televisiva "Niente di Personale" (La7 del 7/1/2011); Califano, che fu imprigionato per tre anni e mezzo, per poi essere riconosciuto innocente, disse che non se ne rammaricava, ma prendeva quella come un'esperienza utile. 10. La nascita e la morte hanno il ruolo di semplice transizione tra uno stato e l'altro. Sono come l'inizio e la fine di un anno scolastico. Similmente per molti alunni, specie elementari, l'inizio è più sofferto della fine, a causa dei timori del distacco dalla famiglia per diverse ore e dell'ambiente nuovo in cui si deve stare; la fine dell'anno è in genere gioiosa, almeno per gli studenti che abbiano avuto un profitto sufficiente. Alcuni autori paragonano l'esperienza del tunnel, sperimentato in occasione della morte, al passaggio nel canale del parto, durante la nascita. Il parallelo tra nascita e morte viene ribadito dall'usanza, presente in varie popolazioni primitive, di seppellire i morti in posizione fetale.* 11. I due stati: quello incarnato e quello più comune dell'Aldilà, si potrebbero paragonare alla scuola ed alle vacanze: si va a scuola per imparare, sebbene ciò sia *
v., ad esempio: http://imperivm.globalfreeforum.com/viewtopic.php?f=25&t=573
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impegnativo, laborioso e fonte di ansia e di stress, poi si riposa andando in vacanza e dedicandosi ad attività piacevoli, ludiche, o anche impegnative, ma meno stressanti. 12. L'ignoranza di questo modello, l'oblio che caratterizza l'incarnazione, con conseguente scomparsa del ricordo delle vite precedenti e dello stato disincarnato intermedio, complicato dalla difficoltà di comunicazione tra i due stati, sono fonte di equivoco, rimpianto ed attaccamento esagerato allo stato incarnato, tanto da augurarsi ed augurare ai propri cari di vivere più a lungo possibile; ma - sebbene la scuola sia utile ed interessante - chi vorrebbe restare nella stessa scuola e nella stessa classe per sempre? 13. Un altro equivoco molto diffuso è quello di associare la malattia e la sofferenza alla morte. Le due cose sono separate ed indipendenti: la malattia e la sofferenza possono colpirci in ogni momento, anche se non sono mortali, anzi aumentano le nostre difficoltà se restiamo in vita. La morte, invece, pone fine ad ogni sofferenza fisica ed è indolore di per sé; anzi è apportatrice di gioia. Perfino le morti violente sono generalmente indolori. Questo può consolare molto i superstiti, che possono confidare nel fatto che i loro cari - a dispetto delle apparenze - non soffrirono nel trapasso 14. La nascita - comunemente considerata dagli altri come un "lieto evento" - è, invece, spesso percepita dal soggetto come dolorosa e sgradevole; non ce ne rendiamo conto perché quell'evento è generalmente dimenticato dalla nostra mente cosciente adulta. Si può
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cercare di attenuare lo shock del neonato mediante qualche accorgimento, quale: tenere le luci soffuse, la temperatura della sala parto elevata, le voci basse; lavare il neonato rapidamente, con acqua calda e deporlo al più presto sul petto della mamma. Ella, infatti, dovrebbe accarezzare e massaggiare dolcemente il suo bambino per rassicurarlo, trasmettergli amore ed energia.* Recentemente pare si stia diffondendo un revival del parto in casa, in ambiente familiare, senza freddezze, artifici e tubi aspira muco. Esso va - magari senza saperlo - nel senso di agevolare la nascita al neonato, oltre che il parto per la puerpera. 15. Sembrano esserci delle simmetrie tra nascita e morte: nel nascere passiamo attraverso un tunnel fisico: il canale del parto; morendo attraversiamo un tunnel analogo, ma non fisico, che ci riporta nell'Aldilà. in prossimità della nascita, l'anima si aggira attorno al corpo, entrandovi ed uscendone; in prossimità della morte - se non è istantanea e traumatica - l'anima comincia ad affacciarsi nell'Aldilà, lasciando momentaneamente il corpo e sperimentando alcune proprietà dell'anima disincarnata. 16. Il momento della morte è caratterizzato dall'incontro con entità disincarnate, angeliche, o divine, o che furono maestri, parenti ed amici del morente e che lo accompagnano ed aiutano nella transizione. E' perciò consigliabile evitare di distrarre il moribondo da quell'incontro, o cercare di trattenerlo con manifestazioni di dolore ed attaccamento. Meglio accompagnarne la dipartita, con compostezza, preghiere, *
v. Bellini
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gesti e pensieri affettuosi. I parenti che si siano trovati lontani dal morente al momento del trapasso non devono coltivare sensi di colpa: probabilmente la circostanza è stata voluta dalla provvidenza, o dal morente stesso, per agevolarne la dipartita, specie se il loro attaccamento poteva generare disperazione, o eccessivo desiderio di trattenere la persona in vita. 17. Per lo stesso motivo, se veramente si ama il defunto, è bene accettarne la dipartita e superare il dolore della separazione; esso ed il relativo stato depressivo causano infelicità e depressione allo stesso defunto, che diciamo di amare e ne frenano l'evoluzione. Bene fanno gli abitanti di New Orleans, che accompagnano lietamente il feretro con la banda jazz. Del resto la partecipazione al funerale - che nella comune accezione sembra un atto di affetto al defunto - non ha molto senso per lui, a cui potremmo meglio collegarci con atti di pensiero affettuoso, anziché con una presenza materiale. Il funerale serve, per lo più, a far sentire la propria vicinanza ai familiari ed eventualmente a testimoniare agli altri il proprio affetto e stima per il defunto. 18. Il detto popolare, secondo cui un defunto "si rivolterebbe nella tomba" se vedesse ciò che i parenti fanno, è da mettere da parte, sia perché l'ipotetica "se vedesse" non è applicabile, dato che i defunti effettivamente possono vedere tutto ciò che avviene in Terra, sia perché i resoconti di chi ha subito una NDE ci dicono, che in genere, il corpo lasciato e le vicende terrene scompaiono dagli interessi del morente a confronto con le visioni dell'Aldilà. In ogni caso al moribondo andrebbe consigliato di allentare gli attaccamenti alla Terra, quali
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affetti, preoccupazioni e possessi, che possono rendergli più difficile il passaggio e di ignorare la sorte del loro corpo fisico in disfacimento*. In realtà, la maggior parte dei morenti, che l'hanno potuto riferire, osserva il proprio corpo separato da se, con disinteresse, o addirittura con ripugnanza. Perciò le cure e gli onori che attribuiamo ai cadaveri dei nostri cari hanno significato solo per noi e per i nostri attaccamenti (a meno di casi particolari di defunti che restino attaccati alla Terra ed aspettino i parenti al cimitero)†. La sepoltura, con la relativa coda delle visite cimiteriali è comprensibile, ma tende a mantenere una relazione col corpo del caro defunto e con le sue cose, che ci danneggia, come disse anche Gesù‡. L'aspetto positivo di ciò può essere trovato nel fatto di rammentarci di pregare per lui, ma faremmo meglio a collegarci ai nostri defunti col pensiero, senza la necessità di stimolare il ricordo con le visite al campo santo. In tal senso mi sembra che la cremazione e successiva dispersione delle ceneri nel mare, o altro specchio d'acqua, sia una pratica più consona, oltre che da un punto di vista materiale, soprattutto sotto il profilo di un avanzamento spirituale dei superstiti. 19. La morte, dunque, risulta un passaggio di sollievo verso uno stato assai attraente e di gran lunga migliore, tanto da far rimpiangere ai pazienti di essere stati rianimati. Perciò – nonostante la vita sia un bene prezioso ed una grande opportunità - sembrerebbe opportuno evitare l'accanimento terapeutico, che tende a mantenere in vita *
v. Barker v. Bilotta ‡ "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio" Lc 9,60 †
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ad ogni costo e spesso in condizioni penose chi potrebbe e preferirebbe passare a miglior vita. Questo naturalmente non significa incoraggiare l'eutanasia, che sarebbe un atto - deliberato e pericoloso per chi lo commette - di soppressione di una vita il cui prolungamento può avere motivi ben precisi, sebbene a noi ignoti. Ciò vale, naturalmente, per ogni forma di omicidio, che può anche essere un bene per la vittima, ma può danneggiare molto chi lo commette; infatti ogni azione genera delle conseguenze, come ampiamente descritto e documentato nel mio libro "Reincarnando s'impara"*. In caso di malattie terminali supposte dolorose, è possibile ricorrere a cure palliative, oggigiorno disponibili anche a domicilio, attraverso varie organizzazioni volontarie gratuite†. 20. Lo stato dei trapassati consisterebbe fondamentalmente nell'essersi liberati dal corpo fisico, con tutte le sue limitazioni e difetti (incluse malattie e mutilazioni) e poter vivere ed operare nel corpo astrale, o nei corpi superiori, dimostrando un'età apparente di circa trenta anni. Le descrizioni di tante persone che ebbero una NDE menzionano sempre il senso di leggerezza del corpo astrale rispetto a quello fisico e mi fanno venire in mente un paragone con un'armatura (o uno scafandro da palombaro): se indossassimo un'armatura, faremmo fatica a portarla in giro, saremmo impacciati e lenti nel camminare, limitati nei movimenti e nella visione, oppressi dal caldo sotto il sole; insomma non vedremmo l'ora di togliercela e liberarcene! La possibilità di * †
v. Vita III v. ad es.: www.ryderitalia.it/index.php,
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www.antea.net
viaggiare ed operare con i corpi sottili è disponibile temporaneamente, o stabilmente, casualmente, o deliberatamente - anche per le entità incarnate, purché esse sviluppino e purifichino i loro corpi superiori. Questa osservazione può dire molto sulle facoltà e poteri dei mistici e dei maestri, fornendoci una spiegazione razionale di tali fatti, normalmente considerati "miracolosi" ed avvolti dal mistero. 21. Le informazioni di chi ha sperimentato la morte da vicino ci suggeriscono come comportarci per evolvere più in fretta e senza sbalzi, confermando gli insegnamenti dei maestri spirituali: occorre mettere da parte l'egoismo, privilegiare l'Amore disinteressato, trascurando il moralismo, rispettando le scelte altrui, senza intromettersi nella loro vita, neppure "a fin di bene", perché ognuno deve imparare da sé. In contrasto con la moda corrente, diventare una persona di successo sulla Terra non ha alcuna importanza per l’evoluzione ed una vita orientata verso i conseguimenti materiali è un fallimento. 22. In base all'esperienza di Von Jankovich, nella vita ci conviene evitare d'imporre agli altri - generalmente ai nostri figli - le nostre scelte e desideri, per non pentircene poi. Infatti ognuno deve fare le proprie esperienze e seguire la propria vocazione. Non ci possiamo sostituire - se pure a fin di bene - alla vita degli altri. 23. Rivedere la propria vita durante il coma è un evento raro, ma provvidenziale, una grazia particolare; è un mezzo in più per comprendere la vita, oltre a quello
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delle regressioni, che possono fornirci il mezzo per capire perché ci accadono certe cose. Queste esperienze mettono in luce i nostri difetti, le conseguenze dei nostri comportamenti e ci aiutano a correggerli, per evolvere più rapidamente. Perdonare è anche molto importante, per evolvere e non restare abbarbicati a problemi del passato.* Chi torna nel corpo dopo un episodio di NDE, specialmente se ha sperimentato la rassegna della sua vita, generalmente prosegue la sua incarnazione con una comprensione superiore della VITA, riguardo al: • suo scopo, che è il progresso nell'Amore • proprio valore, come entità amata incondizionatamente da Dio, con l'autostima che ne deriva • valore delle esperienze che ha fatto o può fare • peso delle sue azioni, pensieri, parole e relazioni • motivo di tanti avvenimenti, sofferenze, condizionamenti, convenzioni, aspettative altrui Tale esperienza risulta assai più pregnante e risolutiva di ogni psicoterapia ed anche di una serie di regressioni†. Chi ebbe una NDE diventa poi spontaneamente più pronto ad immedesimarsi nei sentimenti altrui.‡ Tutto ciò è anche una prova indiretta della veridicità delle NDE, che sono convalidate dai loro frutti. 24. Le informazioni raccolte ed esposte in questo libro, oltre che offrire una nuova prospettiva della morte e della nascita, ci propongono una visione assai diversa e più ampia della vita, in tutte le sue fasi ed evoluzioni, conferendole un respiro di grandezza ineguagliabile, *
v. Vita III v. Vita III ‡ v. Ring & Elsaesser †
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sulla base di dati non più solo fideistici, ma anche esperienziali. 25. Da quanto esposto e, soprattutto dall'esperienza di Von Jankovich, si possono dedurre delle regole per l'assistenza ai moribondi: star loro vicino, con discrezione ed affetto*, ma solo se lo desiderano, altrimenti lasciarli morire in pace; assisterli nelle loro necessità e pregare per loro; evitare l'accanimento terapeutico. I parenti ed i sanitari dovrebbero sapere che le persone, anche se moribonde o in coma, non sono necessariamente "prive di conoscenza", ma spesso sono ben deste nel loro corpo astrale e possono vedere e sentire tutto come e meglio di una persona vigile. Perciò occorre trattare le persone in tale stato con rispetto e discrezione, evitando di dire o fare cose che non si farebbero con persone sane e coscienti. Infine è ora di smetterla di considerare chi riferisca esperienze di questo tipo come uno che abbia dei problemi psichici, o allucinazioni. Anche altri autori si esprimono in tal senso.† Cesare Boni, nel suo libro "Dove va l'anima dopo la morte"‡, riassume alcune accortezze generali, da usare nell'assistenza ai moribondi: essi andrebbero "accompagnati", specie nella fase finale, da persone che credono esse stesse nella bellezza dell'Aldilà e nella benignità della morte, in modo che non vi siano neppure comunicazioni non-verbali, di timori contrari; questo atteggiamento dovrebbe essere concordato e, per quanto possibile, fatto proprio da tutti i familiari.. L'assistenza *
v. anche Ostaseski v. Fenwick ‡ v. Boni †
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dovrebbe essere silenziosa e amorevole; occorre soprattutto ascoltare; nel silenzio, si può usare il suono "SHHH" (come per incoraggiare il silenzio); tale suono induce uno stato di pace (è, infatti, la radice della parola pace in alcune lingue, come l'ebraico "shalom" o il sanscrito "shanti"). Solo su richiesta del moribondo si dovrebbero dare risposte rassicuranti, ma non mendaci, cercando di ricondurre la memoria del morente ad esperienze felici della sua vita. Evitare di fare discorsi teorici per cercare di convincere intellettualmente il moribondo e - peggio ancora - di convertirlo ad idee non sue; non indicare eventuali dati di prognosi temporali sulla durata residua di vita. Suonare eventualmente musica scelta dal morente, possibilmente un mantra, o una litania gioiosa. Dopo la morte il corpo dovrebbe essere lasciato in pace per almeno 24 ore, continuando ad assisterlo, suonando la musica preferita e pregando. Evitare l'affollamento di visitatori nella stanza del morto, specie se affranti, o se lo si fa per una semplice formalità.
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APPENDICE I
Il monologo di Amleto (con evidenziate le perplessità comuni sull'Aldilà)
Essere o non essere, questo è il problema. Se sia più nobile sopportare le percosse e le ingiurie di una sorte atroce, oppure prendere le armi contro un mare di guai e, combattendo, annientarli. Morire, dormire. Niente altro. E dire che col sonno mettiamo fine al dolore del cuore e ai mille colpi che la natura della carne ha ereditato È un epilogo da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare: ah, c'é l'ostacolo, perché in quel sogno di morte il pensiero dei sogni che possano venire, quando ci saremo staccati dal tumulto della vita, ci rende esitanti. Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del
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tempo le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi, le ferite dell'amore disprezzato, le lungaggini della legge, l'arroganza dei burocrati e i calci che i giusti e i mansueti ricevono dagli indegni. Qualora si potesse far stornare il conto con un semplice pugnale, chi vorrebbe portare dei pesi per gemere e sudare sotto il carico di una vita logorante se la paura di qualche cosa dopo la morte, il paese inesplorato dal quale nessun viandante ritorna, non frenasse la nostra volontà, facendoci preferire i mali che sopportiamo ad altri che non conosciamo? Così la coscienza ci fa tutti vili e così il colore innato della risolutezza, lo si rovina con una squallida gettata di pensiero e le imprese d'alto grado e il momento, proprio per questo, cambiano il loro corso e perdono persino il loro nome di azioni.
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APPENDICE II Citazioni
"Se tu sapessi il mistero immenso del cielo dove vivo, Se tu potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra, Tu non piangeresti se mi ami! L'incanto di Dio e delle sue espressioni di sconfinata bellezza sono ormai parte del mio essere. Le cose di un tempo, al confronto, sono immensamente piccole e quasi senza colore. Mi e' rimasto un intenso affetto per te, una tenerezza che non ho mai conosciuto. Sono felice di averti incontrato e amato nel tempo; ma tutto era allora cosi' fugace e limitato. Ora vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi: tu pensami cosi'.
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Nelle tue difficolta' richiama alla mente questa meravigliosa casa, dove non esiste piu' la morte e dove, insieme, ci disseteremo, nel trasporto piu' intenso e piu' puro, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore. Non piangere se veramente mi ami." (S.Agostino) _______ "Il termine dell'amore che ci conduce a Dio non ha termine. Non cesseremo mai di progredire in esso, ora e nell'Aldilà, aggiungendo gloria alla gloria e conoscenza alla conoscenza" (Giovanni Climaco - "La scala del paradiso") _______ "Quando vedo morire una persona mi dico: quali cosa nuove, grandi ed estreme, sta per vedere!" (Caterina da Genova - Trattato del purgatorio) _______ "O morte, non so come ti si possa temer, poiché in te è la vita!" (Teresa d'Avila - Exclamaciones) _______
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"La gente teme di morire perché non sa cos'è la morte. Il sapiente è già morto, e ha visto che non c'era d'avere paura. "Non temo la morte, perché non ho paura della vita. Vivo una vita felice e morirò una morte bella. È una disgrazia nascere, non lo è morire! Tutto dipende da come guardi." "I vostri famigliari sarebbero disperati. Che cosa direste loro? Ciò che si dice in questi casi: non temete, la vita continua, Dio avrà cura di voi, saremo presto di nuovo insieme; e cose del genere. Per me tutta la faccenda, con lo scompiglio che comporta, è priva di senso, perché non sono l'entità che si immagina viva o morta. Non sono nato e non morirò." "Cosa pensate delle preghiere per i defunti? Prega sempre per loro. Lo gradiscono tanto. Ne sono lusingati." "Per me la morte non è una calamità, così come la nascita di un bambino non è una gioia. Il bambino va verso i guai, il morto ne è fuori. L'attaccamento alla vita è attaccamento al dolore. Amiamo ciò che ci fa soffrire. Tale è la nostra natura. Per me la morte sarà un momento di giubilo, non di paura. Piangevo quando nacqui, e morirò ridendo." "Quando sai che la morte tocca al corpo e non a te, ti limiti ad osservare come esso ti cada di dosso via via, come un abito smesso. (Nisargadatta Maharaji, Maestro indiano del XX secolo) _______ "La morte viene per liberarci. Non dovete desiderare la morte, ma essere confortati che essa è la nostra
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liberazione da tante afflizioni; è una pensione che ci spetta dopo il duro lavoro della vita" (Paramahansa Yogananda) _______ "Non insultatemi con le vostre grida di compassione, mentre m'innalzo verso il paese di luce ed amore eterni. Sono io che dovrei avere compassione di voi. Per me non più malattie, fratture d'ossa, né tristezza, né atroci dolori del cuore. Io sono gioia, navigo nella gioia, respiro eternamente nella gioia" (Da una storia indiana, riportata da Yogananda) _______ "Il peggior servizio che si possa rendere ad un moribondo è quello di impedirgli di morire, tormentandolo con interventi eroici, con l'intento di rianimare il suo cuore" (Thorwald Dethlefsen - psicoterapeuta) _______ "La nascita e la morte biologiche sono semplicemente l'entrata e l'uscita da questa densa dimensione esteriore di energia". "Il corpo fisico è soltanto un veicolo biologico temporaneo, che usiamo per manifestarci in un ambiente denso" (William Buhlman, esploratore dei mondi ultrasensibili) _______ "Se sperimentassi per un momento quella che chiami la vita dopo la morte (con in mente il tuo pensiero di Dio
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più elevato) saresti pieno di gioia ad ogni funerale" (Neale Donald Walsh, sensitivo americano) _______ "Dobbiamo prendere in considerazione il fatto che il nostro mondo - con tempo, spazio e causalità - è in rapporto con un altro ordine di cose (che si cela sotto o dietro di esso) nel quale né il <>, né il <<prima e dopo>> hanno un significato" (Carl Gustav Jung) _______ "Amica, nulla vi è da temere dalla morte. Non è una cosa più difficile che fare un viaggio all'estero" (Emma Barker - "La vita dopo la morte" - Lettera 9a) _______ "Oggi la morte la penso come una ricompensa e non mi fa affatto paura, perché so com'è: meravigliosa!" (Amalia A., che sperimentò la NDE) _______ "La più bella esperienza della mia vita è stata la mia morte" (Stefan Von Jankovich, che sperimentò la NDE) _______ "Esistono due realtà fondamentali: il nostro mondo dell'1%, fatto di oscurità, e quello del 99%, il regno della Luce" (Yehuda Berg - "Il potere della Kabbalah")
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_______ "La mente pare agire indipendentemente dal cervello, un po’ come un programmatore informatico agisce indipendentemente dal computer, sebbene per determinati scopi dipenda molto dall'operatività della macchina. Ma chi - o che cosa - è quel programmatore?" (Wilder Penfield - neurochirurgo) _______ "La nascita nel corpo fisico è morte nel mondo spirituale. La morte fisica è nascita nello spirituale" (Edgar Cayce - sensitivo) _______ "Se poteste vedervi prima di nascere, sareste sbalorditi dalla vostra intelligenza e dal vostro splendore. La nascita è sonno e oblio" (Betty Eadie - "risuscitata") _______ "Se sai come morire, la morte è trasformata. Tu non vieni distrutto! Quando sai come morire, sei tu a distruggere la morte con un sorriso, con una risata del tuo essere, accogliendola. La morte non è presente: è solo Dio, il tuo Amato che giunge a te. Quando la definisci morte fraintendi. La morte in quanto tale non esiste: si cambia semplicemente corpo e il viaggio continua. Al massimo, la morte è la sosta di una notte in un caravanserraglio. Al
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mattino, torni a muoverti. La vita continua." (Osho Rajneesh) _______ "La morte non è una disgrazia malaugurata, è un passo nella luminosità propizia al di là." (Sai Baba - da "Il Pensiero del Giorno di Prashanti Nilayam" - 26 Luglio 2010) _______ "Tengo a sottolineare che per me, come per chiunque si sia avventurato su questa strada, si tratta di "sapere" con certezza che ciò che noi chiamiamo morte non è altro che il passaggio ad un'altra dimensione, immensamente più felice e più ricca di questa e non di "credere" in qualcosa" (Elizabeth Kubler-Ross - esperta mondiale di NDE)
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APPENDICE III Destino
In questa appendice aggiungo qualche considerazione riguardante il timore non della morte, ma dei rischi di morte che preoccupano tante persone, specie i genitori di giovani, che sentono il desiderio di intraprendere attività considerate rischiose. Questo timore può sfociare nell'interferenza nella vita altrui, che può portare conseguenze spiacevoli nella vita e nella reincarnazione del genitore. Per cercare di attenuare questi timori, vorrei ribadire che, secondo un'altra serie di ricerche, gli accadimenti principali della nostra vita sono stati scelti da noi stessi prima di incarnarci concordandoli con le nostre guide spirituali*. Perciò è assai difficile che - usando una normale attenzione - ci capiti "per sbaglio" di morire, o subire gravi conseguenze da attività considerate rischiose. I genitori, o i coniugi, evitino quindi di bloccare le aspirazioni dei loro congiunti, orientate verso
*
v, Vita III
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attività che loro temono, quali il volo, il paracadutismo, gli sport estremi, ecc. In questo ci possono aiutare tanti esempi di personaggi famosi del passato, che ebbero vite "pericolose" : Alessandro Magno, uno dei più celebri conquistatori di un impero enorme, morì di malattia (o - alcuni dicono - avvelenato). Giulio Cesare, condottiero di tante guerre impegnative nel nord Europa, morì a Roma, ucciso da un complotto. Napoleone, altro condottiero instancabile, morì di malattia (o avvelenato?) nella lontana isola di Sant'Elena Garibaldi, eroe coraggiosissimo, sempre in prima linea, morì anziano nel suo letto a Caprera Ambrogio Fogar, paracadutista, pilota acrobatico di aerei, poi ardimentoso navigatore solitario, naufrago, ed infine conquistatore del Polo Nord a piedi, fu traumatizzato per un incidente d'auto e finì per morire d'infarto vari anni dopo. Sir Edmund Hillary, leggendario pioniere e primo scalatore dell'Everest, morì a 88 anni nel suo paese.
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APPENDICE IV Rapporti intimi nell'Aldilà
In questa appendice offro delle informazioni prodotte da varie fonti, secondo cui nell'Aldilà esiste una forma di rapporto intimo. Una nota tradizione vuole che nell'Aldilà non si faccia sesso e che gli angeli non ne abbiano uno definito; anzi c'è un noto detto, secondo cui dibattere su una cosa che non ha senso, o possibilità di conclusione è come " discutere del sesso degli angeli". Vari sensitivi forniscono informazioni diverse. Emanuel Swedenborg* sostiene - in base alle sue visioni - che gli angeli, come i trapassati, possono assumere un sesso: maschile e femminile e vivere in coppie. Sia gli angeli che i trapassati potrebbero quindi mantenere delle relazioni amorose, anzi gli angeli vivrebbero in coppia, così intimamente unita, da essere una sola entità. C'è chi sostiene che le relazioni affettive, anche in Terra, sono caratterizzate da attrazione e fusione delle *
v. Swedenborg
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aure, cioè hanno caratteristiche energetiche piuttosto che fisiche, con piacere ed intima condivisione enormemente maggiore*. Potrebbe darne prova un aneddoto: in una trasmissione televisiva ("Verdetto finale" su RAI1, del novembre 2010) notai il racconto di un uomo che aveva incontrato una ragazza e ne era rimasto immediatamente colpito, ma poi l'aveva subito persa di vista; due anni dopo, ad una festa mascherata, era stato attratto da una ragazza ed aveva ballato con lei tutta la sera, senza vederla in viso. Solo alla fine, lei si tolse la maschera ed egli la riconobbe per quella che lo aveva fulminato due anni prima. Finirono per sposarsi. C'è però chi sostiene† che i rapporti possano essere analoghi a quelli sessuali fisici terreni, ma con continenza, cioè senza che l'uomo giunga alla eiaculazione, come insegnato dal tantrismo. Questo tipo di rapporti, anziché disperdere energie, le sublima, accelerando il risveglio e la sublimazione delle energie sottili, dormienti nei chakra‡ più bassi. Anche in presenza di questo tipo di rapporti, la profonda fusione delle due entità sarebbe sublime ed il piacere sarebbe decine di volte più forte di qualsiasi orgasmo terreno. Naturalmente questi rapporti non portano ad alcuna procreazione. D'altronde non è sorprendente notare che il sesso puro e semplice porta magre soddisfazioni anche in Terra, se non è accompagnato da un considerevole coinvolgimento affettivo ed energetico; direi anzi che lo scambio energetico - sebbene ignoto ai più - giochi un ruolo fondamentale nelle relazioni di coppia. Si può *
v. Buhlman, Ward v. Browne, Pernin?, …. ‡ v. Appendice V †
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provare a notarlo stando vicini ad una persona che ci attrae, possibilmente stando di fronte ad essa e guardandola negli occhi; lo scambio si può intensificare visualizzando mentalmente l'energia dell'Universo (prana), che entra in noi attraverso i nostri chakra più elevati: la sommità del nostro capo, o il centro della nostra fronte (il "terzo occhio"); per favorire la ricezione del prana dell'Universo si può inspirare profondamente, visualizzando il prana che entra con l'aria, a cui è associato, per poi indirizzarla mentalmente verso la persona interessata, attraverso il centro del nostro petto, (il chakra del cuore, che si trova in corrispondenza della punta dello sterno*; forse inconsciamente e spontaneamente lo facciamo quando "sospiriamo" d'amore). Se le circostanze lo consentono, (per esempio trovandosi all'aperto, con un bel panorama) si può incrementare l'assorbimento di prana, sollevando verso l'alto le braccia, o almeno i gomiti, con le mani dietro il capo. Tutti sono d’accordo che nell'Aldilà non vi è possessività ed esclusivismo: ognuno è libero di rivolgere le proprie attenzioni a chiunque, senza che un partner se ne ingelosisca e senza formalizzazioni matrimoniali. Le effusioni amorose non sono fine a se stesse, ma un mezzo di donazione ed evoluzione. C'è poi la ben nota tradizione musulmana, secondo cui un fedele, che si sia comportato bene, incontrerebbe nell'Aldilà addirittura un harem di vergini pronte a deliziarlo. Quella è probabilmente una realtà dei piani iniziali del paradiso. *
v. Appendice V e Vita I
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APPENDICE V I Chakra
I chakra (parola sanscrita: letteralmente "ruote") sono dei punti di concentrazione e dinamizzazione dell'energia (prana) che, secondo la tradizione esoterica, anima i corpi sottili dell'uomo. I chakra principali sono sette, allineati lungo la colonna vertebrale, in vicinanza di ghiandole del corpo fisico, posti rispettivamente: 1. alla base della colonna, presso il perineo (spazio tra l'organo sessuale e l'ano); associato alle gonadi: Muladhara (radice); sovrintende all'attività sessuale; infatti una pressione sul perineo stimola l'eros. 2. sopra i genitali, presso il pube; associato alle ghiandole surrenali: Svadhisthana; sovrintende alla creatività. 3. sotto l'ombelico, associato al pancreas: Manipura (o Nabhi); sovrintende alla volontà, all'autoaffermazione ed al potere; infatti nell'Italia meridionale il boss viene anche definito "un'omm' 'e panza".
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4. presso il cuore, associato al timo: Anahata; sovrintende alle emozioni ed all'Amore puro; infatti l'amore viene sempre associato col cuore. 5. nella gola, associato alla tiroide: Vishuddha; sovrintende alla parola e la comunicazione. 6. al centro degli occhi, associato alla ghiandola pituitaria: Ajna; sovrintende alla visione interiore e paranormale ed è perciò chiamato il "terzo occhio".* 7. il più importante, sta alla sommità del capo (fontanella), associato alla ghiandola pineale: Sahasrara; sovrintende alla presa di coscienza superiore. L'energia, che giace dormiente nel primo chakra, sale gradualmente, con l'evoluzione del soggetto, alimentando i chakra superiori, collegati tra loro da un sottile canale, anch'esso invisibile, chiamato "Sushumna". Questo processo può essere favorito se, invece di sfogare tale energia all'esterno, mediante l'eiaculazione, si riesce a indirizzarla verso i chakra superiori. Ciò può avvenire mediante la meditazione e la continenza (tradizionale in tutti i movimenti religiosi e spirituali, che però dev'essere spontanea), oppure mediante rapporti tantrici. Per maggiori dettagli si può vedere il sito web: http://it.wikipedia.org/wiki/Chakra
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v. Rampa II
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APPENDICE VI Il figliol prodigo (Lc 15, 11 e segg)
"Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
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Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
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APPENDICE VII Il tempo nell'Aldilà
Il tempo è una grandezza molto misteriosa e relativa, difficilmente definibile e spiegabile. Sant'Agostino nelle "Confessioni" scrisse: « Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più. ». Potremmo dire che il tempo è un concetto primario, indefinibile con altri concetti: la misura della successione degli eventi. Il tempo è anche un concetto ed una grandezza relativa già nella fisica, dato che la teoria della relatività ne indica la variabilità rispetto all'osservatore ed al suo stato di moto. Abbiamo visto poi, dalle esperienze menzionate, che il tempo nell'Aldilà è diverso rispetto a quello sulla Terra. I disincarnati hanno una sensazione assai diversa del trascorrere del tempo rispetto a noi e non sanno bene come correlare i loro tempi con gli eventi terreni. Ciò accade non solo a causa dell'assenza delle stagioni e dell'alternanza tra giorno e notte nel mondo astrale e superiori, ma soprattutto perché quei mondi sono basati su manifestazioni vibratorie di frequenza superiore alla nostra tanto più alta quanto più
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quel mondo è raffinato. E' esperienza comune quella di chi riceve messaggi medianici dall'Aldilà, con indicazioni temporali che risultano molto diverse dalle nostre; ad esempio un avvenimento annunciato come "imminente" si può verificare sulla Terra dopo mesi. Questo potrebbe conciliarsi con la teoria della relatività, secondo cui chi potesse viaggiare nello spazio a velocità molto elevata, tornando sulla Terra troverebbe i suoi amici molto più invecchiati di lui. La tradizione indiana ci fornisce delle indicazioni su tali differenze di misura*: Un giorno dei Deva (Angeli) è pari ad un anno terrestre. Un giorno di Brahma (livello molto più elevato) è pari a 4,32 miliardi di anni terrestri; un secondo di Brahma è pari a 100.000 anni terrestri.
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v. "Surya Siddantha" http://it.wikipedia.org/wiki/kalpa
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http://www.victorzammit.com/book/italian/Prove%20inconf utabili.pdf
NOTA: Gli indirizzi dei siti web e quelli di posta elettronica citati possono cambiare nel tempo.
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QUESTO LIBRO E' DEDICATO A :
SRI SATHYA SAI BABA
Sai Baba è nato il 23 Novembre 1926 a Puttaparthi, un villaggio nella regione dell'Andra Pradesh nel centro-sud dell'India. Ha decine di milioni di devoti in tutto il mondo. Ha operato ogni sorta di miracolo. Ha realizzato ospedali, scuole, villaggi, acquedotti, ecc. per sollevare la condizione dei più disagiati. Ha lasciato il corpo il giorno di pasqua 24/4/2011. (per maggiori informazioni vedere: http://www.sathyasai.it/)
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