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LA MAIN OE LEONARO OE VINCI
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Dominique Le Nen, Jacky Laulan
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Preface de Domenico Laurenza
Dominique Le Nen Service de chirurgie orthopedique, traumatologique et plastique H öpital de la Cavale-Blanche Boulevard Tanguy-Prigent 29609 Brest Cedex
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Service de chiru rgie orthopedique et traumatologique H öpital Trousseau CHRU de Tours 37044 Tours Cedex 1
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ISBN: 978-2-287 -99075 -5 Springer Paris Berlin Heidelberg New York
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© Springer-Verlag France, 2010 Springer-Verlag est membre du graupe Springer Science + Business Media
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Imprime en Fran ce
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Cet ou vrage est soumis au cop yright . Tous droits reserves, not amment la reproduction et la representation, la tr aduction, la reimpression, I'expose, la reproduction des illustrations et des tableaux, la transmission par voie d'enregistrem ent sonore ou visueI, la reproduction par microfilm ou tout autre moyen ainsi que la conservation des banqu es de donnees, La loi francaise sur le copyright du 9 septembre 1965 dans la version en vigueur n'autorise u ne reproduction integrale ou partielle que dans certains cas, et en principe moyennant le paiement des droits. Toute representation , reproduction, contrefacon ou conservation dan s un e banque de donnees par quelqu e pro cede qu e ce soit est sanctionnee par la loi penale sur le copyright. L'utilisation dans cet ouvrage de designation s, denorni nations comm erciales, marques de fabrique, ete. merne sans specification ne signifie pas que ces termes soient libres de la legislation sur les marqu es de fabr ique et la protection des marqu es et qu'ils puissent etre ut ilises par chacun. La maison d'edition decline toute respo nsabilite qua nt l'exactitude des indicat ions de dosage et des mod es d'emploi . Dans chaque cas il incombe l'u sager de verifier les inform ations donnees par comp araison ala litterature existante . ä
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Maquette de couverture: Nadia Ouddane - Detail. Planche 19009 r/FA 10 r/e. 1510. Royal Library, Wind sor. Th e Royal Collectio n © 2009 He r Majesty Qu een Elizabeth II. - Dissection. Mise en page: Arts Graphiques Drouai s - Dreux
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TUE LE LIVRE
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Remerciements
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SOMMAIRE
Les auteurs
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Prefazione par Domenico Laurenza
4.
Preface par Domenico Laurenza
5.
Introduction par Dominique Le Nen
6.
Introduction par Jacky Laulan
7.
Prearnbule
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Reflexions
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Conclusion Bibliographie
Notes
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105 109
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De la fonction de prehension
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A Anne Claire Dere t
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Chercheur en histoire des seiences et des techniques au Centre Francois Viete de Nantes. Votre generosite et votre humanisme me manquent. Je vous dedie cet ouvrage que vous auriez certainement aime parcourir. Dominique Le Nen
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REMERCIEMENTS
Stephane Velut. Professeur d'anatomie au Cl-lU de Tours
et
Carlo Vecce. Professeur de litterature italienne. Universite L'Orientale, Naples
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Pascal Brioist. Historien. Centre d'etudes superieures de la Renaissance, Tours Evelyne Barbin. Professeur d'histoire dessciences et des techniques, histoire des mathematiques.
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Centre Franccis Yi ete, Universire de Nantes
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Stephane Tirard. Professeur d'histoire des sciences et des techniques, histoire des sciences de la vie. Directeur du Centre Francais viete, Universire de Nantes
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Ludovic Lajon. Interne de chirurgie orthopedique. CHU de Tours
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Gerald Deluermoz et lean-Paul Da Silva. Pieparateurs en anatomie all CHU de Tours
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Domenico Laurenza
LES AUTEURS
est professeur d'histoire des sciences al'Universitä degli Studi de Florence et a la McGill University de Montreal. 11 se consacre l'histoire de la Renaissance, en particulier dans le domaine scientifique applique aux travaux de Leonard de Vinci dont il est un specialiste reconnu. 11 a publie plusieurs ouvrages sur la Renaissanc e et Leonard de Vinci.
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est professeur des universites, chirur gien des h öpitaux au CHU de Brest ; docteur en episternologie, histoire des sciences et des techniques. 11 est aussi chercheur associe au Centre Francois Viete, l'universite des sciences de Nantes. 11 a publie plus ieurs articles et un ou vrage sur les rapports entre sciences et art s la Renaissance et sur Leonard de Vinci.
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est chirurgien des h öpitau x au CHU de Tours et un membre actif de la Societe francaise de chirurgie de la main. 11 con sacre ses travaux a la chirurgie de la main et a publie de nombreux articles dan s ce domaine. 11 se passion ne depuis toujours pour le dessin et la photographie.
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PREFAZIONE
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Devo confessare che la mia reazione nei confronti di questo lavoro di Dominique Le Nen dedicato all'anatomia della mano di Leonardo da Vinci e stata prima di tutto emotiva. Una reale dissezione del braccio di un cadavere estata realizzata in modo tale da fissare le forme anatomiche nel modo piu possibilmente vicino a quelle fissate cinquecento anni prima da Leonardo nei suoi disegni. Cio ehe viene accostato a questi disegni sono non sculture anatomiche in cera, come a prima vista potrebbe sembrare (la ceroplastica e stata in passato una forma molto avanzata di rappresentazione anatomica realistica), ma un reale braccio umano, in varie fasi e forme dissettive, documentate fotograficamente da Iacky Laulan. La mia reazione estata quella ehe ogni storico e specialista di Leonardo credo proverebbe di fronte a questi accostamenti : una reazione di spiazzamento. Provo a spiegarmi . La ricostruzione storica si basa su documenti come scritti, disegni, rappresentazioni di varia forma . Testimonianze piu 0 meno indirette rispetto alla fisicitä degli eventi e delle persone. Questa "fisicitä" 10 storico la ricostruisce mentalmente, con l'immaginazione. Invece i confronti realizzati dal dottor Le Nen pongono davanti agli occhi la situazione reale studiata e rappresentata da Leonardo , 0 almeno quella piu possibilmente vicina a quella lontana realtä. Le note con cui Le Nen presenta il protocollo di dissezione aumentano questa impressione di una radicale rievocazione della storia (in questo caso involontaria, ma certamente implicata dall'operazione, quasi naturale) : "Les dissections se sont deroulees en janvier 2008 [...]a l'H öpital Bretonneau Tours [...] pendant quatre jours consecutifs [...]': Per una coincidenza (ehe all'epoca di Leonardo era una necessitä, dato ehe solo il freddo della stagione invernale aiutava la conservazione dei cadavere) la dissezione e avvenuta in inverno, come le dissezioni di Leonardo di cui e rimasta una indicazione temporale. Ad esempio in uno dei fogli della serie da cui proviene la maggior parte dei disegni considerati in questo volume (Anatomia A) Leonardo ha annotato :"e questa vernata del 1510 credo spedire tutta tal notomia" (Windsor, Royal Library 19016 r). Anche il tono non eCOSI lontano da quello utilizzato nelle note del dottor Le Nen . La storia della scienza e in particolare l'opera anatomica di Leonardo si e spesso giovata di analisi "interne", realizzate cioe da scienziati, da medici, capaci di spiegare il contenuto intrinseco ("interno") dell'opera di uno scienziato del passato con una competenza specifica pi ü rara tra gli storici (maggiormente interessati agli aspetti "esterni'; di contesto culturale, filosofico, sociale etc.). In questo caso c'e perö qualcosa di piu . Le Nen non ha semplicemente utilizzato la sua esperienza di chirurgo e anatomista per capire il contenuto dei disegni di Leonardo. Egli ha invece realizzato una dissezione specificamente destinata a capire il contenuto di questi disegni. Una dissezione estata realizzata non per migliorare le conoscenze anatomiche contemporanee, ma per capire meglio l'opera di un anatomista del passato. Un atto quindi in certo senso "post-moderne'; ammesso che questa definizione sia ancora in grado di aiutarci a capire l'essenza della nostra epoca. Tuttavia, occorre a questo punto precisare, le fotografie anatomiche presentate in questo volume
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illustrano non ciö ehe Leonardo vide, ma, semmai, ciö ehe avrebbe voluto vedere. Le condizioni della dissezione anatomica dell'epoca non consentivano infatti di fissare in modo cosi agevole e perfetto le forme anatomiche degli arti. Occorreva procedere in modo piu parcellare, attraverso dissezioni successive di piu cadaveri, magari realizzate in tempi non ravvicinati. Questo implicava un maggiore sforzo di sintesi, di ricucitura di quanto analiticamente osservato e questo lavoro di sintesi era affidato al disegno, ehe quindi era non "documentazione fotografica", ma operazione mentale, atto altamente teorico. Posti accanto alle relative fotografie la differenza diventa anche piu evidente . Tuttavia questa "distanza" di significato non sminuisce il valore di quest i confronti tra disegni e fotografie, ma ne rappresenta semmai uno dei frutti piu preziosi, perehe permette di smascherare, come 10 stesso Le Nen sottolinea in vari casi, I'apparente realismo di disegni frutto in realt ä di una lunga elaborazione teorica, realizzata lontano dal tavolo settorio. E un primo chiarimenta fornito da questa indagine, per dei disegni (1' Anatomia A) a volte eccessivamente ed impropriamente celebrati per illoro realismo. Altri chiarimenti -di cui solo I'occhio allenato deI chirurgo specialista poteva essere capace-riguardano dettagli rilevanti come ad esempio la individuazione di una sinostosi (cioe una giunzione in uno stesso osso forse di origine postraumatica) in uno dei fogli leonardeschi (RL 19004 r)1 0 la dissezione fine implicata dalle rappresentazoni delle terminazioni di nervi e vasi in un altro foglio (RL 19012 v)2 tale da dare credito alla presenza, accanto a Leonardo, di un anatomista di professione forse da individuare con Marcantonio della Torre. Un altro aspetto enucleato come tratto saliente degli studi di Leonardo e il rapporto tra muscoli e funzioni-movimenti del braccio . Ci ö ehe prima di tutto sembra muovere Leonardo e, secondo Le Nen, la volontä di capire il meccanismo della prensione, il movimento fondamentale della mano. Le analisi presentate in questo volume e la sua stessa articolazione forniscono notevoli evidenze per la comprensione di questo risvolto funzionalistico dell'anatomia leonardiana della mano . La mano era del resto per gli anatomisti classici l' organo anatomico ehe meglio esprimeva la natura razionale dell'uorno, una concezione ehe viene ampiamente sviluppata da Galeno, ehe alla descrizione della mano come strumento della ragione dedica buona parte del primo libro del De usu partium. Questa concezione affascina molti anatomisti del Rinascimento. Connessa con alcune premesse presenti nello stesso Aristotele, essa sarä anche alla base dell'interesse di molti medici medievali e rinascimentali per la "chirornanzia" cioe la divinazione del destino dai segni della mano' , affiancata dalla "rnetoscopia', ovvero la divinazione attraverso i segni visibili nella testa, in particolare nella fronte . Priva di quest i risvolti divinatori, l'antico primato della mano come il piu umano degli organi e forse anche alla base dell' associazione da parte di Leonardo, in uno stesso foglio, della mano, strumento della ragione, edella testa, sua sede anatomica (RL 19012 V)4. Analizzando i disegni della mano contenuti in quest'ultimo foglio, Dominique Le Nen sottolinea la tendenza di Leonardo a rappresentare simultaneamente piu parti anatomiche (rnuscoli, tendini, vasi), cosa ribadita anche e soprattutto a livello funzionale . Ci ö ehe interessa Leonardo, secondo Le Nen, e il concerto di movimenti di mano, avambraccio e spalla finalizzati alla prensione. Ciö ehe conta e l'insieme, non il particolare. L'analisi "interna" di Le Nen viene in tal modo a coincidere con la lettura "esterna" ehe di questo stesso aspetto delle rappresentazioni anatomiche leonardesche e stata proposta in rapporto alla generale nozione rinascimentale di "arrnonia'". Un ultimo tratto pregevole di questo volume ehe vorrei sotto lineare e il ruolo efficace ma discreto dei testi scritti . Dominano le immagini : le fotografie e i disegni, ehe, da questo punto di vista, collimano perfettamente. Domenico Laurenza
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PREFACE
Je dois avouer que ma reaction devant le travail de Dominique Le Nen et de Iacky Laulan dedie l'anatomie de la main de Leonard de Vinci fut tout d'abord une grande ernotion. De veritables dissections de bras et de mains ont ete realisees de facon a reproduire, de la maniere la plu s proehe possible, ce que Leonard de Vinci a reproduit, il y a 500 ans, dans ses dessins. Ce qui est repre sente ne sont pas des sculptures anatomiques en eire, comme cela pourrait sembIer prerniere vue - la ceroplastie est en effet une forme avancee de representation anatomique realiste - mais un veritable bras humain a differents stades de dissection , photographies par Iacky Laulan . Ma reaction a ete celle que tout historien specialiste de Leonard de Vinci pourrait ressentir devant ces confrontations, une reaction de destabilisation. J'essaie de m' expliquer. La reconstruction historique se base sur des documents tels que des ecrits, des dessins ou toute autre representation de forme varie e. G est un ternoignage plus ou moins indirect de la materialite des evenernents et des personnes. Cett e materialite, l'historien la reconstruit mentalement, avec l'imagination. En revanche, les comparaisons realisees par les auteurs nous permettent de voir, de nos propres yeux, la situation reelle etudiee et representee par Leonard de Vinci ou du moins celle qui etait vue a cette lointaine epoque. La maniere dont Dominique Le Nen presente le protocole de dissection accroit l'impression d'un souvenir de l'histoire, mais de maniere involontaire, certainement selon des habitudes op eratoires presque naturelles : « les dissections se sont deroulees en janvi er 2008 [.. . ] l'h öpital Bretonneau de Tours [... ] pendant quatre jours consecutifs [.. .] » . Par le pur hasard (qui au xv--xvr siecles etait une necessite, etant donne qu e seulle froid de la saison hivernale pouvait aider la conservation des cadavres), la dissection s'est deroulee en hiver, comme les dissections de Leonard dans lesquelles sont donnees ces indicatio ns temporelles. Par exemple , dans l'une des planches de la serie d'o ü proviennent la majeure partie des dessins de ce volume (anatomie A), Leonard a note i « Cet hiver de l'an 1510, j' espere finir toute cette anatomie » (Windsor, Royal Library 19016 r). Aussi le ton n'est pas si eloigne de celui utilise par les auteurs. L'histo ire de la science et en particulier l'ceuvre anatomique de Leonard a pu beneficier d'analyses « internes » realisees par des scientifiques, des medecins, capables d'expliquer le contenu intrinseque (<< interne ») de l'ceuvre d'un scientifique du passe avec une cornpetence specifique plus rare chez les historiens, principalement interesses par les aspects « externes », le conte xte culturel, philosophique, social. .. Dans cet ouvrage, il y a pourtant quelque chose de plus. Les auteurs n'ont pas simplement utilise leur experience de chirurgien et d'anatomiste pour comprendre le contenu des dessins de Leonard ; ils ont au contraire realise ces dissections, en se placant dans les conditions de Leonard, pour comprendre ce contenu. Ces dissections ont ete realisees non pas po ur am eliorer les connaissances anatomiques contemporaines mais
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pour mieux comprendre l'oeuvre d 'un anatomiste du passe; un acte par consequent « postmoderne », en admettant que cette definition puisse nous aider comprendre l'essence merne de notre epoque. Toutefois, il faut preciser ici que les photographies anatomiques presentees dans ce volume n'illustrent pas ce que Leonard voyait, mais plut öt ce qu'il aurait voulu voir. Les conditions de dissection de l'epoque ne permettaient pas en effet de fixer de maniere aussi facile et parfaite les formes anatomiques de l'art. Il fallait proceder de maniere plus parcellaire, travers la dissection successive de nombreux cadavres, elles-rnemes realisees sur des periodes eloignees, Cela demandait un effort plus important de synthese, d'assemblage de tout ce qui a ete observe et analyse et ce travail de synthese etait confie au dessin qui par consequent n' etait pas un « document photographique », mais une operation mentale, un acte purement theorique. Avec les notes associees a chaque photo, la difference devient encore plus evidente. Cependant, cette difference de signification ne reduit pas la valeur de ces confrontations entre les dessins et les photographies, mais en represente dans ce cas un fruit plus precieux, car cela a permis de dernasquer, comme Dominique Le Nen le souligne plusieurs fois, l'apparent realisme des dessins, resultats en realite d 'une longue elaboration theorique realisee loin des tables de dissection. C'est un premier eclaircissernent fourni par cette enquete, au sujet de dessins (Anatomie A) souvent excessivement et improprement celebres pour leur realisme. D'autres eclaircissernents - que seul l'ceil entraine du chirurgien pouvait etre capable de voir -, concernent certains details majeurs comme par exemple l'individualisation d'une synostose (excroissance osseuse entre deux os d'origine traumatique) dans l'une des planches de Leonard (RLl9004 r)" ou la dissection fine necessaire a la representation de terminaisons nerveuses et de vaisseaux dans une autre (RLl9012 v)? qui pourrait donner du credit a la presence aux c ötes de Leonard d'un anatomiste de profession, peut-etre Marcantonio della Torre . Un autre aspect qui semble etre un trait caracteristique des etudes de Leonard est le rapport entre les muscles, les mouvements et la fonction du membre superieur, Ce qui semble pousser Leonard, c'est, selon Dominique Le Nen, la volonte de comprendre le mecanisme de la prehension, mouvement fondamental de la main. Les analyses presentees dans ce volume et son articulation elle-rnerne fournissent d 'incroyables evidences permettant de comprendre le resultat fonctionnel de l'anatomie de la main selon Leonard. La main est, du reste pour les anatomistes classiques, I'organe qui exprime le mieux la nature rationnelle de l'homme, un concept largement developpe par Galien qui dedie une bonne partie de son premier livre, De usu partium, a la description de la main comme instrument de la raison. Ce concept a fascine de nombreux anatomistes de la Renaissance. Cela est lie plusieurs theories elaborees par Aristote, et a ete a la base de l'interet de nombreux medecins medievaux et de la Renaissance pour la « chiromancie », divination du destin par les lignes de la main", qui s'apparente a la « metoscopie », c'est- ä-dire la divination a travers les lignes visibles de la tete et surtout du front . Privee de ses aspects divinatoires, l'antique primaute de la main comme le plus humain des organes fut la base de l'association de la part de Leonard dans une merne planehe de la main, instrument de la raison, et de la tete, son centre anatomique (RLl9012 v)", En analysant les dessins de mains contenus dans cette derniere planche, Dominique Le Nen souligne la tendance qu'a Leonard representer simultaneme nt plusieurs parties anatomiques (muscles, tendons, vaisseaux) en insistant aussi et surtout sur le c öte fonctionnel. Ce qui ä
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interessait Leonard selon lui, c'est le concert de mouvements des mains, avant-bras et epaules qui finalisent la prehension. Ce qui compte, c'est l'ensemble, non la particularite. L'analyse « interne» des auteurs vient donc coincider avec la lecture « externe» qui de ce merne point de vue de la representation anatomique « leonardesque » a ete proposee par rapport la notion generale, propre de la Renaissance, « d'harrnonie »10. Un dernier aspect precieux dans ce volume, que je voudrais souligner, est le röle efficace mais discret des textes ecrits. Ils dominent les images: les photographies et les dessins, qui de ce point de vue, coincident parfaitement. Domenico Laurenza
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INTRODUCTION
Cet ouvrage concretise quelques annees de mon existence d'enseignant et de chirurgien passees
aetudier, analyser Leonard de Vinci, pour ne pas dire « vivre » avec cette icöne, encore et toujours
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d'actualite, Pourquoi une teIle passion? Il s'agit avant tout d'une passion pour la Renaissance, periode de l'histoire devant davantage etre consideree comme une somme de « courants » dans la progression de l'Humanite, dans le domaine des lettres, des sciences et des arts, que comme une entite historique bien definie, nee a une periode deterrninee. Le vocable « Renaissance» qui ne verra le jour qu'au XIXe siede, sous la plume de l'historien Iules Michelet (1798-1874) 11, se caracterise par une redecouverte de disciplines antiques, ce que l'on pourrait encore appeler « l' äge de la decouverte du monde et de I'homme ». Ce concept de Renaissance se retrouve au coeur de toutes les realisations de cette epoque, Artistes, erudits, scientifiques, philosophes, architectes et dirigeants croient que seule l'etude de l' äge d'or de l'Antiquite greco-rornaine peut mener a la grandeur et la connaissance. C' est cette epoque d' ouverture sur le monde, de riches decouvertes, d'inventions et d' echanges mais aussi de violences, de guerres et de grandes epidernies, que Leonard voit le jour Anchiano, pres de Florence. Que nous appartenions la famille des scientifiques ou celle des artistes, l'attrait qu'il suscite est intemporel, tant les notes, dessins et tableaux qu'illaisse en heritage touchent encore chacun d'entre nous. Et s'il passe la barriere du temps sans que ses ecrits, ses dessins ne perdent en qualite, n'epuisent leur source d'information, c'est parce qu'il sait attiser notre esprit critique et d'analyse, qu'il sait susciter en nous une ernotion toute particuliere. Combien d'equipes ou de scientifiques isolescherchent encore afaire vivre les projets de Leonard ? Combien de musees exposent en Europe et dans le monde ce que des masses de curieux se pressent de decouvrir ? C' est sans aucun doute ce qui nous a conduits proposer ce travail. Rien de mieux que l'oeuvre anatomique merne de Leonard, reactualisee par nos dissections, pour essayer de comprendre, de percer dans sa plus intime apparence le maitre florentin. Dominique Le Nen
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INTRODUCTION
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Quand Dominique Le Nen me proposa de participer a un ouvrage sur les etudes anatomiques de Leonard de Vinci, j' etais initialement assez retic ent, Certes la Joconde me fascine - plus par le c öte non conformiste de l'ceuvre que par sa qualite picturale - et les machines, concues par cet homme a la fin du xvs siede, m'epoustouflent, Je gardais bien en memoire quelques dessins d'anatomie et ne doutais pas qu'ils puissent pres enter un interet historique .. . Mais je voyais mal l'utilite de refair e des dissections, datant de plusieurs siedes et probablement depassees, fussentelles de Leonard en personne. Mes reticences se sont envolees en consultant les planches anatomiques de Leonard. ['ai ete ernballe par la qualite de la demarche scientifique et de la representation graphique. Meme avec cinq sied es de recul, beaucoup de ses dessins restent d'actualite et gardent une grande valeur didactique. Devant l'ampleur des travaux et la quantite des planches anatomiques de ce tra vailleur infatigable, il nous a paru rapidement evident qu 'il fallait centrer notre travail sur l'anatomie de la main, organe que nous connaisson s et etudie tardivement par Leonard. En effet, c'est arrive a maturite qu'il s'est Interesse a l'anatomie de la main. Acette epoque de sa vie, ses productions techniques et picturales etaient mo ins importantes et, surtout, ses etudes de la main ont beneficie de toute son experience anterieure. Mais qu e voit-il ? Des poulies, des corde s, des bras de levier. .. C'es t en ingeni eur qu'il s'est interesse a l'appareil moteur de l'Homme, plus captive par l'aspect fonctionnel que descriptif. Pour lui, la connaissance de l'anatomie n'avait manifestement d'interet que pour comprendre la mecanique humaine. Ace titre, il est un precurseur incontestable de l'anatomie fonctionnelle. Cette approche mecaniste lui a permis de voir des structures meconnues jusqu'alors, comme les poulies digitales. Malgre une rigueur toute scientifique, c'est en artiste qu'il a represente les resultats de ses dissections avec un indeniable talent de transmission du savoir. Et c'est probablement cet aspect qui rend son travail encore aussi attractif aujourd'hui. Ainsi, l'interet de refaire les dissections de Leonard devenait evident. Ce travail nous a permis de suivre pas pas les reflexions de Leonard de Vinci et de mieux comprendre sa demarche intellectu elle, bref de c ötoyer si peu soit-il ce touche- ä-tout de genie. Nous esperons servir de passeurs et que notre livre donnera envie de decouvrir cet aspect de l' oeuvre de Leonard et permettra au lecteur d'approcher cet homme hors du commun. Iacky Laulan ä
D. L. Nen et al., La Main De Léonard De Vinci © Springer-Verlag France 2010
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PREAMBULE
Leonard de Vinci consacre l'anatomie quasiment trente ans de sa vie. Pourtant, son implication dans ce domaine reste peu documentee par les biographes, probablement parce que la pratique de la dissection est entouree d'interdits et de tabous. L'oeuvre anatomique parvenue jusqu'ä nous comprend une serie impressionnante de dessins , propriete pour l'essentiel de la Royal Library de Windsor (reine Elisabeth 11). Cette ceuvre est unique au tournant du xvr siede, faisant de Leonard un homme « extraordinaire » au sens litteral du terme. Et merne s'il commet de nombreuses erreurs, essentiellem ent liees a son attachement aux ecrits des Anciens, l'on observe, en parcourant ses planches en maints endroits, la pointe de genie qui l'eleve au rang des plus grands anatomistes de tous les temps. Contrairement son maitre florentin Andrea deI Verrocchio (1435-1488), dans l' atelier duquel il fera ses premieres armes, et aux artistes de sa generation, il se preoccupe non seulement de la structure du corp s humain « en surface », support de l' esthetique picturale mais, le premier, il se passionne pour l'anatomie des organes en profondeur et la fonction des structures. Leonard se positionne comme un precurseur inconteste de la connaissance anatomique, descriptive et fonct ionnelle , et sa maitrise du dessin et de la peinture, « langages » qu'il situe au sommet de toute realisation, lui donne droit de cite parmi les meilleurs artistes ayant reproduit des organes comme la main , pourtant si difficile creer, Il met I'anatomie des musdes et des tendons I'honneur, non pas tant pour la description detaillee des structures concernees qu e pour en extraire un modele de mecanique humaine, pousse par sa curiosite d'ingenieur, Il voit certainement en I'Homme une de ces machines dont il aurait aime conce voir le dessin comme il etudie la structure du corps humain dans le but de mieu x peindre et de mieux modeler des statues a la perfection. Il subit aussi I'attrait de I'artiste de la Renaissance pour le corps de I'Homme. L'anatomie lui sert enfin de support la concretisation du concept de « corps de la terre ». A ses yeux, du moins a une certaine periode de sa vie, il y a similitude entre le corps de l'Homme, le microcosme, et celui de la Terre, le macrocosme - par exernple, le cours d'eau qui se jett e dans le fleuve puis du fleuve dans la mer est assimil e par Leonard l'ecoulement du sang dans les veines -, et il entend bien par la dissection confirmer ou infirmer cette relation.
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Dans ses etudes anatomiques fonctionnelles, Leonard se passionne visiblement pour la main, organe complexe auquel il consacre nombre de ses esquisses. Elles sont parmi les plus reu ssies de I'iconographie « renaissante ». Cinq siedes plu s tard, nous avons souhaite dissequer ces mains, « les main s de Windsor », redonner vie acertaines fonctions et attitudes. Cette dernarche, concretisee par un authentique travail de recherche scientifique, presente plusieurs objectifs: mieux comprendre le maitre florentin , dans ce qu'il y a de plus intime en lui, rechercher, montrer et analyser certaines erreurs ou interpretations personnelles, reveler I'influence qu'ont eu sur lui les medecins et philosophes de la lointaine Antiquite, mais aussi confirmer ou in firmer certaines
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opinions fondees ou non, diffusees entre autres par les rares biographes contemporains ayant laisse de discrets mais combien precieux temoignages sur « l'omo universale ».
Dissections Les dissections se sont deroulees en janvier 2008, dans le laboratoire d'anatomie dirige par le professeur Stephane Velut, a l'h öpital Bretonneau de Tours. Elles ont concerne deux membres superieurs sur un me me sujet, au moyen d'une instrumentation habituelle'? et des loupes grossissantes pour la dissection fine des extrernites.
Dessins et notes traduites de l'italien
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Les dessins de Leonard ont fait l'objet d'une selection, N'ayant pas souhaite nous disperser dans la complexite anatomique et fonctionnelle du corps humain, ce travail s'est volontairement focalise sur la main ainsi que sur la fonction de prehension du membre superieur, essentiellement au travers de la prono-supination 13. La plupart des dessins proviennent de la periode de maturite du scientifique florentin, entre 1505 et 1510. Pour les besoins de la dissection, un agrandissement de toutes les planches nous a aides mieux visualiser les details.
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Photogra phies
Chaque preparation anatomique fut photographiee par le docteur Jacky Laulan, l'aide d'un boitier Nikon D300 12M pixels. La lumiere etait fournie par trois sources : la premiere directe, la seconde indirecte, la troisieme placee sous la piece anatomique pour produire un effet de relief. La preparation etait disposee sur un support en plexiglas antireflet, centree par rapport aux trois sources de lumiere (fig. 1a). Deux logiciels : Photoshop CS3 Adobe professionnel et Nikon Capture NX, ont permis de retravailler certaines des images et d'homogeneiser le fond choisi.
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Methode de dissection
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Les dissections se sont deroulees pendant quatre jours consecutifs. Les mains etaient conservees dans un linge humide et refrigerees entre les seances, Nous etions probablement dans de meilleures conditions que Leonard, car au xvr' siede, les mains etaient dissequees en dernier, apres le cr äne, le thorax et l'abdomen. Elles devaient ainsi etre dans un etat de rigidite telle que la dissection en devenait difficile .
Mains Les dissections ont ete realisees plan par plan, de la superficie au plan le plus profond, du poignet aux extrernites digitales (fig. 1b).
Fonction de prehension du membre superieur Un membre superieur droit a ete disseque, dans le but essentiellement d'etudier la pronosupination. Le sujet etait fixe semi-assis. L'ablation du reveternent cutane et du plan veineux a permis l'exposition sous-faciale des plans musculaires de tout le me mbre superieur et de la partie haute du thorax.
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Les « coul isses ». a. Le support en plexiglas et les systernes d'eclairage. b. Dissection d'une main .
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Dissection ... selon la mettrode de l.eonard Chaque dessin anatornique selectionne et agrandi a fait l'objet d'une dissection la plus proehe possible de la vision « leonardienne » : fine, precise et cornplete, sans modifier les structures et en les reperant toutes, sans rien laisser au hasard, ce qu 'il preconisait dej ä dans ses notes: « Decouvre graduellement toutes les parties... d'un homme, quand tu Jais son anatomie; et continue ainsi jusqu'aux 05 . 14 » « Souviens-toi de ne jamais modifier les contours d'aucun membre en enlevant un mu scle pour en decouvrir un autre . . . 15 »
En definitive, ce travail procede d'un cheminement inverse de celui vecu par Leonard. Du dessin, nous sommes remontes ses dissections ; ce veritable « retour la source » ayant pour objectif essentiel une analyse de l'ceuvre anatomique et une meilleure connaissance de l'homme qui l'a realise e, ä
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Dans l'esprit de Leonard, la main , le mouvement de prono-supination et la rotation de l'epaule semblent bien constituer une entite faite pour la prehension, Tout mouvement du membre superieur a donc pour objectif la pr esentation optimale de la main dans le but de l'amener au geste adapte, qu'il soit conscient ou non. De meme le membre inferieur est acquis a la fonction de locomotion qui requiert la propulsion du pied , bien illustre e par Leonard dans un schema mecanique du passage du pas avec la contraction du puissant triceps sural'", scherna 6 combien dynamique! ". Les planches consacrees l'epaule - au moins 11 planches d' epaules , plus ou moins associees au bras - n'annoncent-elles pas l'importance fondamentale que Leonard accorde la fonction du membre superieur ? Les planches representant la mu sculature entiere ou le squelette entier du membre superieur montrent toujours la main, dans des positions variees mais adaptees au geste. Le premier, notre avis, il associe l'action mu sculaire aux contraintes subies par 1'os, de meme qu'il donne la main 1'orientation adaptee selon l'action soumise au squelette de 1'avant-bras et/ou du bras par les mu scles concernes. Cette adaptation du geste a1'anatomie est, dans la peinture, une equation diffieile etablir au debut du style renaissant, equation qui se resout dans un equilibre harmonieux avec Leonard et les autres peintres anatomistes dan s les ceuvres au tournant du xvr' siecle!". La plus belle illustration de ce qui vient d'etre dit est resumee dans la planehe 19011 v/FA 12 vlc. 1510 (fig. 2). Deux membres superieurs dessines en exten sion tiennent fermement ou s'appuient sur un objet cylindrique qui pourrait etre un arbuste, le poignet etant positionne en legere extension. Le premier dessin montre un membre ecorche parcouru de veines, le deu xierne, le merne membre deshabille de ses veines. Tous les tendons destines a flechir le poignet sont repr esentes , tendus par la position d'extension. A travers ce dessin , Leonard de Vinci ne se content e pas d'exposer l'anatomie des muscles, ni la fonction pour la fonction, mais il integre l'ensemble dans des applications de la vie quotidienne, replacant l'Homme dans son univers. La dynamique des structures d'un Homme en mouvement semble pour Leonard de Vinci le but suprerne de l'anatomie. Cette approche lui sert aussi, dans ses peintures, pour une repr esentation des personnages la plus proehe possible de la realite. ä
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D. L. Nen et al., La Main De Léonard De Vinci © Springer-Verlag France 2010
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a. Planche 19011 v/FA 12 vlc. 1510. Royal Libra ry, Windsor. The Royal Collect ion © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. b. Dissection.
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Les deux m embres superieurs de cette planehe. comme d'ailleurs l'ensemble de ses dessins, forment un riche recueil, un precieux tresor conduisant pour qui sait ouvrir les yeux a la connaissance du maitre. Car Leonard leur attribue un r öle essentiel pour parvenir a ses obj ectifs. Il recueille dans ses carnets sous forme de notes et de croquis, d' esquisses, de dessins plus ou moins sophistiques, toutes ses constatations, ses reflexions et les resultats de ses « expe riences » . Il avait pour projet d'editer un livre d'anatomie, qui ne verra en fait jamais le jour, a caus e semble-t-il de Francesco Melzi, un de ses fideles eleves, « heritier » peu scrupuleux. Ainsi, initialement releves pour etre agences , dans un but didactique, ses notes et dessins seront disperses et redecouverts que bien plus tard. Avant d'etudier les travaux de Leonard sur la main proprement dite, nous evoquerons des m ecanismes physiologiques jusque-Iä peu ou pas connus dans lesquels il s'impliqua et dont nous evoquerons deux aspects : la biomecanique musculo-tendineuse et la prono-supination de l'avant-bras.
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Blornecanique des tendons et des museies
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L'etude des muscles pas sion ne Leonard de Vinci . Illes represente toujours en place. Cett e facon de proceder revele l'i m portance qu 'il confere la description exacte de chaque muscle et de chaque tendon qu'il propose de modeliser avec des fils de cuivre rougis au feu servant a indiquer leur emplacem ent. Pour Leonard, il s'ag it de la maniere la plus s üre et la plus rapide pour transmettre par exemple la connaissance de tous les muscles de la main. Il precise bien d'utiliser des fils et non des lignes ou des traits, puisque seuls les pr emiers, passant les uns audessus des autres, donnent une vision de l'anatomie reell e dans l'espace. Il pr econise ensuite de completer la figuration des muscles par la det errnination de leurs attaches : « Tu feras un e second e figuration des os, dan s laquelle tu montreras comment les mu scles s'attach ent eux. !" »
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L'existence d 'une unite musculo-tendineuse apparait tres nettement dan s l'esprit de Leonard : « Decris les tendons de chaque membr e sous quatr e aspects, et comm ent ils se diffusent atravers les muscl es, comment les muscles produisent les tendons, et ceux-ci les jointures... 20 »
Parallelement l'examen de ces st ru ctur es, il s'attache a etudier leur finalite : le mouvement, qu 'il concretise en inventant des maquettes squelett iques dans lesquelles des cordelettes remplacent les muscles. Il donne l'e xplication du fonctionnement de l'unite musculo-tendineuse, appl iquant par exemple a la flexion du coude la theorie du bras de levier. Dans Le traue de la pein ture/", ce commentaire accompagne un simple scherna de l'appl ication du bras de levier au niveau du coude (fig. 3) : ä
« Les muscles qu i meu vent I'os le plus lang du bras, pour mettre celui-ci en extension et en flexion, prennent naissance vers le milieu de l'o s appele auxiliaire, l'un derriere l'autre. Celui qui nah derriete est le muscle qu i etend le bras et celui qui nah devant est celui qu i le plie.
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Que I'homme ait plus de puissance en tirant qu'en poussant , ceci se dementre par le principe « de ponderibus », OU il est dit : Entre les poid s de merne force, celui qu i developpera la plus grande pu issance est celui qui sera le plus eloigne de l'axe de leur balance . Il s'ensuit donc que, les muscles nb et nc etant de force egale, le mu scle avant nc a plus de puissance que le muscle arriere nb, parc e qu'il s'attache sur le br as au point c, qui est plu s eloigne de l'axe du coude a que b, lequel se trouve c öte de cet axe.22 »
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03 I Dessin representant le principe du bras de levier (modifie d'apres Keller A. Le traite de La peintute de Leonard de Vinci. Ed. Iean de Bonnot, Paris, 1977, p. 146).
Puis, c'est par un e exploration globale fonctionnelle du memb re sup erieur, vecteur de l'action de la main , qu'il poursuit, demandant au lecteur de repr esent er graduellement les muscles du bras qui mobilis ent la main , sans agiter les doigts, puis les muscles qui actionnent les doigts. « Quand tu repr esent es la main, dessine avec elle le br as jusqu'au coud e, et avec le br as, les nerfs et les muscles qui jouent pour le detacher du coude... Tous les mu scles partant de l'epaule, de l'omoplate et de la poitrine concourent au mouvement d'un bra s depuis l'ep aule jusqu'au coude. Et to us les muscles qui naissent ent re le coude et le bras servent au mo uvement de la main . Et ceux qui prennent naissance dan s le co u concourent au mouvement de la tete et des epaules.P »
« Mesure de representation des causes motr ices d'un membre : Fais d'abord les muscles de I'os appele humeru s ; pui s, fais dan s l'humerus les mu scles moteurs du bras qui le redressent et le
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plient ; montre ensuite separem ent les muscles qui naissent sur cet humerus et ne servent qu' ä faire tourner le bras en merne temps que la main . Represente ensuite dans le bras seulement les mu scles qui meuvent la main de haut en bas, d'un c öte et de l'aut re, sans en agiter les doigts ; figure ensuite les muscle s qu i actionnent les doigt s serres, etendus, ecartes ou rapproches, mais d'abord represent e la tonalite, comme on fait en cosmographie, et puis divise-l a pour former les susdi tes parties ; et tu procederas de merne pour la cu isse, la jambe et le picd .i" »
Leonard de Vinci integre ainsi qu'il n'y a pas de main sans coude ni de main sans epaule. 11 demontre que les muscles sont au moins mono-articulairesf voire bi-articulaires-", car un muscle commencant sur un os ne finit jamais dans le meme, sinon il ne pourrait y avoir une mobilite, Ces constatations sont extrernement novatrices et temoignent d'un don particulierement developpe d'observation et d'analyse. Le membre superieur represente donc ses yeux une veritable entite fonctionnelle, concourant une action unique, la prehension. Leonard de Vinci est loin d'avoir detaille tous les muscles, qui sont le plus souvent denommes sur ses dessins par des lettres de l'alphabet ou des epithetes-", Mais il explique parfaitement les mecanismes physiologiques les concernant: l'equilibre des muscles antagonistes, les synergies fonctionnelles, la mecanique et le tonus musculaires. Nous decouvrons bien un homme davantage preoccupe par la comprehension des « fonctionnements » de maniere generale que promoteur d'une « anatomie savante ». ä
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Mecanisrne de la pronation et de la supination
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Pourquoi Leonard porte-t-il tant d'interet et laisse-t-il tant de dessins et de notes sur ce therne ? Si l' explication est difficile donner, nous y reviendrons, sa passion pour ce mouvement est indeniable. En dehors des dessins consacres a la prono-supination , il realise entre 1506 et 1508 une serie de croquis sur le therne : « Etude de mouvements avec des figures au travail », illustrant 1'application du mecanisme de rotation de 1'avant-bras dans les gestes realises dans la vie professionnelle-". Les mouvements combines de l'epaule et de rotation de 1'avant-bras conduisent mettre la main dans toutes les po sitions requises pour couper, faucher, tirer, soulever, tailler. .. Leonard analyse precisement le mecanisme de la prono-supination. 11 disseque, souleve un muscle puis 1'autre, essaye de comprendre ce qu 'il decouvre, ce qui est nouveau, actionnant probablement po ur cela les muscles et les tendons, observant leur action sur les os et les articulations, et il termine par l'interpretation de ce qui a ete observe, 11 est possible aussi que cet acharnem ent a demonter ce mecanisme soit un clin d'oeil aux anatomistes contemporains voire passes - en dehors probablement de Galien - qui ne se sont jamais reellernent interesses la fonction des muscles etudies, 11 consacre tout ou partie de plusieurs planches ce mouvement de l'avant-bras, qui fait intervenir les chaines osteo-articulaires du me mbre superieur, 11 en decrit les muscles et definit leur r öle avec precision.
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Pla nche 19000 v/FA I vk: 1510 La premiere planche, datee de 1510 29 , decrit sous differents angles les os du membre superieur (fig. 4) . Les squelettes semblent differents, mais tous sont representes en extensio n ou en tres legere flexion, rappelant pour certains 1'aile deployee d'un oiseau. Apres s'etre interesse au x
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mensurations des os du membre superieur, il associe dans la cinquieme figure le mecanisme de la pronation au raccourcissement apparent du radius, lorsque celui-ci s'enroule autour du cubitus. De maniere implicite, il demontre ce mecanisme, faisant figur er sur certains dessins les muscles de la pronation - le pronator quadratus, qu'il dessine sous forme de deux lignes paralleles, et le pronator teres - et ceux responsables de la supination, en particulier le biceps, dont il dessine correctement la naissance partir de deux tendons. Si la succession des dessins offre une vue des differentes parties du biceps - origine, corps musculaire et attache sur le radius -, son r öle apparait moins evident la vue que celui du pronator teres, dont l'action sur la pronation est bien illustree par le « chevauchement » du cubitus par le radius. La fonction de la main etant la finalite de la prono-supination, Leonard symbolise ce mouvement en se rapportant au monde dans lequell'Homme progresse : ä
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« La po sition habituelle de la paume de la main est d'etre tournee vers l'horizon, et sa po sition ext reme habituelle est d'etre tournee vers le eiel ou vers la terre, ce qui signifie, en direetion de la tele ou le pied de I'individu.I" »
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Le squelette de la main est montre sous divers aspects avec ses 4 metacarpiens, les 3 phalanges des do igts longs de me me que celles du pouce". Le carpe apparait plut öt « schernatique », probablement parce que celui-ci ne represente pas l'objet de l'etude presente. Le deuxierne dessin de la planehe offre une vue « explosee » pour montrer non seulement le detail des os, mais leurs rapports avec les structures enviro nnantes. .. Dans ses notes, mention est faite en maintes occasions de son intention d'inclure des coupes transverses et longitudinales des os pour montrer leur relative epaisseur et leur structure interne.
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Pla nche 19004 r/FA 5 r/c. 1510
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La deuxieme planche, datee de 1510 (fig. 5) , represente deux membres inferieurs en position presque centrale et pas moins de huit membres superieurs, Troi s des membres superieurs sont etendus, en pronation ou en semi-pronation ; cinq sont flechis ou serni-flechis. Les notes accompagnant les 10 dessins sont plus rares, plus discretes. C'est par ce commentaire que la planehe est presentee : « Ici, une dernonst ration de la faco n dont la main peut etr e tournee san s mobiliser I'os de
l'ep aule .. . 32 »
Dans la representation d'un coude totalem ent flechi et vu par l'exterieur, il dessine une excroissance osseuse qu e nous appelons « synostose" », probablement d'origine traumatique (legende * de la figure 6a). « Regarde ce qui se trouve localise
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l'interieur des deu x os du bras [iei l'avant-bras]. »
I a. Planche 19000v/FA I v/c. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. b. Dissection (4e dessin) : muscle biceps et son attache sur Je radius. c. Dissection (se dessin) : gros plan sur le biceps et le muscle pronator teres.
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19004 r/ FA 5 r/e. 1510. Royal Libra ry, Windsor. Th e Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth H. b. Deux squelettes en flexion, l'un en pronati on , gauche, l'autre en su pination, droit e. ä
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Ce passage tendrait a prouver une certaine distinction entre le « normal » et le « pathologique », ou tout au moins l'experience de dissections nombreuses de radius et de cubitus sans anomalie, autorisant par comparaison cette approche pathologique. Cette observation de Leonard pourrait aussi traduire l'opinion d'un tiers , medecin anatomiste. Il poursuit par des mesures qui entrent dans ses pr eoccupations anthropometriques, constantes, precises voire meme fastidieuses, mesures qui « l'obsedent » a la fin des annees 1480 : « Qu and le bras [avant-bras] est plie, il est plus court de troi s doigts et demi par rapport 11 l'intervalle entre l'epaule et le coude. Le bras [avant-bras] reste distant de l'ep aule 11 sa plus grand e proxirnite d'une distance n m, d'un peu moins de quatre doigts , et ceci est d ü 11 l'epa isseur de la chair qu i est interposee 11 la jointure.r' »
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Les trois dessins du bas et a droite, montrant une « excroi ssance » osseuse ayant pour legende la lettre « f », prouvent combien les decouvertes faites l'occas ion de ses dissection s lui servent de support des etudes ulterieures, et qu 'il ne laisse absolument rien dans l'ombre, du mo ins, il en exprime le souhait (legende f de la fig. 6b) : ä
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« Regard e 11 quo i la gibbosite du bras [tubercule du deltoide] sert. Et ainsi pour toutes les autres gibbosites de tous les os. Je l'ai exarnine et trouve que la gibbosit e f, sert d'attache au mu scle qui eleve le bras [deltoid e] ; et je note qu'il sera necessaire pour moi d'etudier l'utilite part iculiere de chaque gibbosite de tous les os. »
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Dans un autre dessin du membre superieur en extension et en pronation, vu lateralement en haut et a droite de la planche, il commet une erreur, dont nous reparlerons plus en detail, concernant la situation respective au niveau de l'avant-bras du radius et du cubitus. Rappelons que norrnalement, le radius est plac e a l'exterieur, le cubitus a l'interieur. Dans cett e vue du membre superieur, il inverse la situation des deux os : la partie la plus distale (= basse) du cubitus semble etre transposee la place du radius (fig. 5a) .
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Ainsi, par la multiplication des dessins, Leonard met l'accent non pas tant sur le descriptif du squel ette de la main, de l'avant-bras, du coude ou de l'epaule, que sur la fon ction du membre superieur, lci donc, tout n'est que dynamique, rien n' est veritablement statique. Seul le carpe reste rudimentaire, represente souvent par un seul os, car sans interet pour la comprehension et l'exposition du mouvem ent. A l'examen attentif des deux membres superieurs situes en haut et a gauche de la plan che, l'un en flexion l'equerre, I'autre en forte flexion, il est possible de distinguer, representee par une ligne fine, la trace du biceps et l'attache de celui-ci assez loin sur le radius, ce qui rappelle la planehe consacree au bras de levier (planche 19026 v/FB 9 vlc. 15041506). Si l'on en croit les commentaires de O'Mall ey et Saunders apropos de cette figure , les dessins de cette planehe representerai ent le membre superieur d'un singe. Cela tendrait a prouver que Leonard de Vinci n'aurait pas eu a sa disposition autant de cadavres que lui-merne ne l'avance par son propre temoignage. Ayant eu acces au debut du xvr' siede a De usu partium de Galien , oeuvre anatomique majeure fondee sur la dissection du sing e, il est possible que Leonard ait eu le souhait d'en dissequer quelques specirnens. ä
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I Schemas de details de la Planch e 19004 r/FA 5 r/e. 1510. Royal Library, Wind sor.
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Pla nche 19103 v/Q
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The Royal Collection © 2009 Her Majesty Que en Elizabeth II. a. Syno stose (*) ; b. Tuberosite (f) .
9 vlc. 1505
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La planehe la plus elaboree et la plus significative sur le mecanism e de la prono-supination (fig. 7) contient deux dessins. Le dessin du haut montre un membre superieur en extension et en pronation, celui du dessous le meme en supination. Ces dessins sont dates de 1505, les autres, non reproduits ici, sont des rajouts dates de 1510-1512, consacres l' embryologie. Les notes en ann exe ain si gue le titre de la planehe sont le reflet de l' importance donnee a ce mouvement : « D e toutes les forc es et actions des muscles du bras [avant-brasJ, ce qui sign ifie, quel muscle
le tou rne, lequelle flech it-" »
L'action antagoniste du biceps et du pronator teres parait tres claire et sans ambiguite, Comme sur les planches precedentes, il ne laisse sur les os de l'avant-bras positionne ici en pronation gue les deux muscles etudies, insistant encore sur les avantages fonctionnels devolus aux muscles antagonistes et ceux qui ont deux tendons a leur origine comme le biceps. Presque toutes les planches evoquant la prono-supination ignorent le r öle du pronator quadratus, car Leonard ne lui attribue pas veritablement un r öle de pronateur. Qu elques erreurs anatomiques d'appreciation peuvent etre observees. L'attache du pronator teres est plus eloignee de l'articulation du coude qu'elle ne l'est en realite. L'insertion du biceps sur le radiu s fait presgue un tour complet autour du col du radiu s, ce qui de merne n'est pas la ä
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19103 v/Q III f 9 vlc. 1505. Royal Librar y,Windsor. The Royal Collect ion © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. b. Dissections: deux avant-bras, l'un en supination (gauche), l'autre en pronation. Les muscles brachial anterieur, biceps et pronator teres sont seuls representes.
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realite. Passons sur la representation par trop schernatique de la partie superieure du biceps qui comporte l'etat normal deux tendons puis un muscle puissant. L'aspect que donne Leonard cette partie du biceps et meme l'ensemble du muscle pourrait etre explique par son objectif premier : etudier l'aspect fonctionnel et non descriptif des muscles et des tendons. Ainsi donc la representation du biceps, se rapprochant davantage du scherna que de la simple description, peut parfaitement s'expliquer. ä
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Planche 12612 r/Q V 5r/c. 1504 Une planeh e realisee sur le merne them e" , cinq ans avant les trois precedentes, ne rassemblant que des dessins non annotes, nous apprend beaucoup sur la methode de travail de Leonard (fig. 8). Il y comm et quelqu es inversions lorsqu'il retranscrit les donnees de ses dissections sur le papier. Quatre membres superieurs se succedent de haut en bas et de gauche droite. Le premier montre le squelette du bras et de I'avant-bras, le muscle brachial anteri eur bien dessine, se fixant sur le cubitus. Dans le second, Leonard y ajoute le biceps qui passe sous le brachial alors qu'en verite il se situe dans un plan plus anterieur. De mem e, les positions du radius et du cubitus sont inversees. Enfin, les muscles biceps et brachial anterieur se croisent dans l' espace alors qu'ils sont paralleles, comme les representent notre dissection .
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I a. Planche 12612 r/Q V 5r/c. 1504. Royal Library, Windsor.
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The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. b. Dissection : les muscles brachial anterieur et biceps ne se croisent pas comme dans le dessin de Leonard.
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Pla nche 19009 v/FA 10 V/Co 1510 Dans un dessin tres discret de la planche, Leonard montre que le mouvement de rotation du membre superieur n'interesse pas seulement les deux os de l'avant-bras, pour positionner la main dans l'attitude voulu e, mais aussi le poignet. Il explique parfaitement la complexite des mouvements de la main, qui impliquent l'action de nombreux mouvem ents elernentaires (fig. 9)37 : « La main avec le poing ferrn e a quatre principaux mouvem ents; le pr emi er est tourne vers l'interieur du bra s, le second vers la face velue du dit bras ; des deu x dern iers, I'un est tourne vers la tete [inclinaison radiale], I'autre vers les pieds [inclinaison cubitale], ou, en verite, l'un est entre la partie anterieure et dorsale vers le jocile major [cubitus] du bras, l'autre, entre la partie anterieure et dors ale vers jocile minor [radius] du dit bras . Apres ces mouvernents, designe les mouvement s combines, qu e j'appelle combines parce qu'ils relevent de deux des dits mouvernents , et ils sont infinis... Finalement , le mouvem ent rotatoire de la main [pronation, supination] ne fait int ervenir aucun des muscles mentionnes auparavant
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[comprendre les flechisseurs des doigts, mentionnes dans le dessin des doigts en coupe de la merne planche], mais seulement les muscles mobilisant les fociles [radius et cubitus] permettant la dite main de tourner, Finalement viennent les muscles et les tendons, faisant bouger les doigts." » ä
C'est donc par l'anatomie des structures dissequees, les groupes de muscles et de tendons sur lesquels il tire, que Leonard de Vinci entend bien expliquer la mecanique humaine et reveler ce qu' est en realite la prehension, un maillage de mouvements visant positionner et faire agir la main : la rotation des deux os de l'avant-bras, les mouvements propres du poignet qui creent ainsi une rotation spatiale de 360°, enfin le mouvement irnprirne par les tendons des doigts . Dans ce passage, Leonard decornpose les mouvements elementaires de chaque partie etudiee avec un objectif essentiellement didactique car la decornposition d'un mouvement conduit a la cornprehension globale du dit mouvement. Nous reconnaissons bien ici le personnage tel qu'il apparait dans bien des domaines : il chasse le detail, demorite les mecanismes pour mieux les assimiler, agissant tel l'ingenieur, ä
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Les planches consacrees la main sont parti culierement somptueuses et nous font entrer, avec les yeux et la main de Leonard, dans les profondeurs d'une anatomie qu 'aucun homme n'avait jusqu'alors aussi bien analysee.
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Apparaissent dan s cette planehe les mu scles du membre superieur, les ner fs et les arteres de la ma in (fig. 10). Les dessins situes a l'extreme droite et l'extr erne gauche montrent la musculature de l'ensemble du membre superieur, vues qu e Leonard aimera repeter, Les muscles de la face dors ale de l'avant-bras sont repre sent es assez fidelernent en deux couches successives : un e couche de muscles profonds dans le dessin de droite, une autre de mu scles superficieis dans celui de gauch e. La dispo sition de ces deux dessins et la decomposition en deux cou ches distinctes n'a rien aenvier a nos manuels d'anatomie. La premiere main, a gauche, met en exergue la distribution des nerfs median et cubital aux doigts (fig. 11). Les branches vehiculant la sensibilite ne sont pas « extraites » des autres stru ctures, elles sont replacees parmi les elernents anatomiques qui les entourent et avec lesqu els elles contractent des rapports relativement bien respectes par Leon ard de Vinci. Ce dessin est annote d'un passage remarquable, car Leonard de Vinci voit dan s l'anatomie des nerfs sensitifs un prolongement en traumatologie: il attribue les deficits de sensation ou de mobilite des lesions tissulaires au niveau de la main, sans neanmoins pouvoir en deterrniner leur reelle origine. ä
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« . . . apr es une plaie de la main, parfois la sensation et no n la mob ilite est bloq uee, et par fois la rnobilit e et non la sensation. Quelquefois, c'est la sensat ion et la mobilit e. .; 39 »
Le passage suivant reflete son mode de reflexion , avec le desir permanent de comprendre les mecani smes intimes impliques dan s le fonctionnement des stru ctures ana tomiques : « Vois si ce sens [le toucher 1est affecte chez le joueur d'orgue alors qu e l' esprit est sollicite par le sens de l'ouie. Pourquoi le merne objet touche avec le c öte b du doigt et par le c öte du second doigt a, apparait etre double, et s'il est touche par n m, apparait unique ? C'est parce que n m derivent d'un seul nerf, et a b derivent de deux nerfs. Ici, il y a mobilit e et sensation ... Si un et merne objet est touche par c et n, il semblera etre double.t" »
D. L. Nen et al., La Main De Léonard De Vinci © Springer-Verlag France 2010
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Ainsi, apres la description des nerfs, Leonard s'adonne des experi ences sur la sensation, qui tendent a prouver par la disposition anatomique que les differences de sensation provi ennent d'une organisation des nerfs de la main tres particuliere. Non seulement deux troncs nerveux se partagent la sensibilite des pulpes des doigts (nerf median et nerf cubital) , mais chaque moitie de pulpe recoit la sensation gr äce un nerf, et chaque nerf situe dans la paume se ramifie aux doigts, donnant la sensation des hemi-pulpes de deux doigts adjacents. La disposition anatomique se trouve parfaitement etudiee par Leonard, qui tire de ses constatations des consequences sur la « physiologie » nerveuse. Nous sommes ainsi dans le domaine de l'anatomie appliquee. ä
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Detail d'apres la planeh e 19012 v/FA 13 v/c. 1510. Royal Library, Windsor. a. Schema propese partir du dessin de Leonard, 1 : Tendon. 2 : Nerf cubital et ses br anches de division (ou nerf ulna ire). 3 : Nerf medi an . 4 : Branches de division du nerf medi an. b. Dissection.
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Au niveau de la main droite, l'artere cubitale et ses branches de division au niveau des commissures digitales des doigts longs sont representees (fig. 12). En revanche l'artere radiale, reliant l'artere precedente pour former une arcade, nornmee arcade palmaire superficielle, n'est pas dessinee. Mais en regardant de tres pres le dessin precedent l'aide d'une loupe , l'artere radiale - et sa division en branche dorsale et en branche palmaire -, destinee rejoindre l'artere cubitale, existe bien. Legeremerit gauche et en bas de la main, figure un scherna representant l'artere cubitale et ses branches de division, portant les legendes a 0 b c d. Il est accornpagne des explications suivantes: ä
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« La di sposition du vaisseau abc d [artere cubitale] est teile que c et d, allant dan s la main
aussi loin qu e les fentes des doigts, c'est-ä-dire a 0 [artere cubitale] qui se divise au point
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et donne trois branches p armi lesquelles la branche 0 b passe par le c öte m edi al [interne] de la m ain et les deux bran ch es 0 C et 0 d, lo nge ant les do igt s."! »
Ainsi, Leonard de Vinci revele en deux dessins I'existence des structures nerveus es, support de la sensation, des struc tures art erielles qu'il denomme « vaisseaux », et d'une structure anatomique, l' arcade palmai re superficielle, que nous n'avon s pas encore retrouvee dans la litterature, pas merne dans l'ceuvre de Vesale (1514-1564) . Elle apparaitra dan s celle de Bartolomeo Eustachi (1558-1609) .
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Il s'agit sans conteste d'une planehe majeure, entierem ent consa cree la main. Elle repre sente les muscles et les tendons de la paume de la main (fig. 13). Pour faciliter l'analyse des dessins de cette planehe tr es dense, nous les avons legendes avec des chiffres et nombres allant de 1 11. Leonard justifie en en-tere sa maniere de pr esenter cett e planche : ä
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« Ces dix dernonstrations de la m ain sera ient mieux tournees ver s le h aut , m ais m a prernier e demonst rat io n generale de l'horn me rn'oblige fair e d ifferernment ayant eu le de ssin er ä
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avec les m a ins di rigees vers le bas, et d an s le but de ne pas m' ecarter de m on pr inc ipe , je suis oblige d e les representer dessin ees ver s le bas.42 »
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Dessin n° 1 Une premiere figure (main en haut et agauehe. n° 1) montre les tendons flechisseurs profonds, passant dans le tunnel carpien, ferrne en avant par le retinaculum des flechisseurs qui est presente sous la forme d'une structure transversale dedoublee (figs. 14, 15). Leur attache, aplatie et elargie, se fait sur la phalange distale de tous les doigts longs (troisierne phalange ou encore phalangette), et sur la deuxierne phalange pour le pouce . Le nerf cubital, divise en deux branches, est represente discreternent et recline en amont du poignet.
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Plusieurs muscles sont representes : l'adducteur du pouce, croisant en avant la terminaison du muscle premier interosseux dorsal, lorsqu'il contourne le bord externe du deuxierne rayon, et la masse des muscles hypothenariensv', partant de l'hamatum et du triquetrum": Leonard de Vinci commente ainsi ce scherna :
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« Montre et decrit quelle corde pour chaque doigt est la plus pu issante et la plus large, et
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provient du muscle le plus large et des nerfs les plus larges et se trouve place sur les os des doigts les plus larges. Les tendons de la paume de la main avec leur muscle sont bien plus larges que ceux du dos de la main.t'' »
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Ce passage nous rarnene la conception des differents tissus formant les tendons, ernanant de notions diffusees depuis l'Antiquite. Ces notions sont complexes et souvent mal interpretees. Pour O'Malley et Saunders, se reportant Galien et aux anatomistes medievaux, « le muscle est forme par l'entrernelement de nerfs, d'arteres, de veines et de ligaments. Le tendon est un melange de ligaments et de nerfs. En consequence ... le nerf est proportionnel en dimension au muscle et il est une indication de sa puissance" ». Un autre message livre par ce passage concerne le lien entre la largeur des muscles et des tendons et leur siege. Neanrnoins, Leonard ne va pas jusqu' ä associer, comme Galien, le nombre des flechisseurs et leur diametre l'irnportance du travail en flexion des doigts. Un passage nous rappelle que, pour Leonard, la paume necessitera un certain nombre de dissections, en raison de l'existence de plusieurs couches tissulaires.
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« Decris combien de membranes - panniculi - il existe entre la peau et les os de la main.i? »
Un dernier commentaire annexe ce dessin concerne la sensibilite des doigts, rappelant l'attachement de Leonard a l'etude de la sensation : ä
«Si tu croises les doigts c [annulaire] et d [majeur] de telle maniere que a [bord interne de l'annulaire] et b [bord externe du majeur] touchent un seul et rneme objet entre eu x, et que cet objet les stimule de teile sorte que les deux doigts deviennent douloureux, je dis que l'objet donnera lieu des douleurs en trois endroits bien qu'applique en deux. Et cela arrive parce que a a la sensation par le nerf qui passe sous le coude [nerf cubital], et b, a sa sensation par le nerf qui passe l'articulation l'interieur du coude [nerf medianj.t" » ä
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Ce passage fondamental complete les commentaires de la planehe precedente. Il demontre que Leonard a suivi avec perseverance les nerfs, de leur naissance au cou leurs terminaisons aux doigts , ce qui lui permit d'individualiser les different s nerfs du membre superieur et d'en deduire apres experimentation ces consequences physiologique s.
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part ir de la main n° I (Planche 19009 r/ FA 10 r/e. 1510. Royal Library, Win dsor).
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a. Detail. Planche 19009 r/FA 10 r/e. 1510. Royal Library,Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth H. b. Dissection d'un doigt oriente de haut en bas, comme dans le dessin.
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Dessin n° 2 Au centre et en haut (schema n° 2), Leonard de Vinci represente un e disposition anatomique qui intrigue, provoque et provoquera la curiosite de generations entieres d'anatomistes voire d'artistes : la penetration ou perforation du tendon flechisseur superficiel, qui s'attache sur la deuxieme phalange (ou phalangine), par le tendon flechisseur profond, au niveau de ce que 1'0n appelle le chiasma, d'ou le nom parfois de « tendon perjor« » pour designer ce premier (figs. 16, 17).
Cette dispo sition anatomique interesse particulierernent Leonard, en raison des principes mecaniques irnpliques. L'annotation anne xee montre a quel point il associe le mouvement aux elements constituant notre anatomie : « Fais en so rte que le livre des elements de mecanique, avec les exemples qu 'il contient,
precede la demonstration du mouvement et de la force de l'hornme et des autres animaux, et ainsi tu pourras fournir la preuve de toutes tes propositions.t" »
Si Leonard de Vinci n'echappe pas a l'attrait de cette structure anatomique, le schema n'en demeure pas moins errone, si 1'0n se place d'un point de vue strictement anatomo-physiologique .
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Schernatisation des rapports entre le flechisseur superficiel (tendon « perfore ») (TS) et le flechisseur profond (TP) au niveau d'un doigt. En haut, vue laterale. En bas, vue par la face anterieure ou palmaire.
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En effet, la position du doigt sous l'action des tendons n'est pas naturelle. Leonard dessine le tendon flechisseur superficiel insere sur la phalange moyenne. On peut supposer qu'il ne tracte pas sur le tendon, sinon il y aurait une flexion de cette meme phalange. Ensuite, la traction qu'il reproduit sur le tendon flechisseur profond entraine la flexion uniquement de la phalange distale; or, dans des conditions physiologiques, nous ne pouvons obtenir par la traction sur le tendon flechisseur profond une flexion de la phalange distale sans une flexion « automatique » de la phalange moyenne. Leonard souhaite delivrer ici deux messages : le premier est mecanique, c'est d'illustrer le r öle du flechisseur profond sur la flexion phalange distale, le deuxierne est anatomique, c'est de reveler l'aspect perfore du flechisseur superficiel, dont le chiasma est mieux expose par l'eloignement de ce meme tendon de la premiere phalange. Ce schema possede, comme tant d'autres chez Leonard, un röle didactique evident.
Dans l'histoire de l'anatomie et celle de la peinture, la disposition des tendons qui flechissent les doigts aura suscite l'interet d'hommes illustres. Le portrait d'Andreae Vesalii dissequant une main en est un exemple'". Ce portrait est un savant melange de realisme et d'imaginaire : a l'exactitude avec laquelle sont traites le visage du maitre, les muscles du bras du cadavre, repond la richesse irreelle du decor, le magnifique costume de Vesale, les effets de draperie, bien peu en rapport avec les conditions d'une dissection reelle (fig. 18). Certains auteurs ont cru voir dans le fait que Vesale disseque un avant-bras, une refutation des erreurs de Galien touchant la musculature de l'avant-bras et que Vesale decrit correctement : tout un symbole! Sur la table Oll repose la main, une feuille est posee sur laquelle on peut lire, en latin : «Des muscles faisant mouvoir les doigts .. . ». Vesale montre de la main droite les tendons « perfores » du flechisseur commun superficiel, reclines vers le bas car detaches du haut, laissant ainsi voir le flechisseur commun profond en place, montre depuis l'avant-bras, passant
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par le canal carpien ouvert, jusqu'ä l'insertion distale . Les tendons flechissant le poignet sont reclines et tombent sur la table, attitude qu'il don ne volontiers aux muscles et qu'il reprendra dans l'etude de la myologie du corps en general. Le cadavre, et cela est irreel, est debout, grand, pres de Vesale ; la tete n'est pas devoilee. L'emploi de la perspective et la sensation de relief conferee par la technique des traits hachures et du trait noir rendent ses dessins particulierement reels. Ce portrait est porteur de symboles, essentiellement celui de l'affranchissement de la classique dissection a trois personnages. Le regard fixe, il semble s'adresser avec une certaine arrogance aux medecins de son temps, tout en manipulant la main, dont on connait l'importance pour Galien.
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Portrait de Vesale. De humani corporis fabrica.
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Un siede plus tard, le celebre peintre neerlandais Rembrandt (1606-1669) realisera une oeuvre symbolique et intemporelle pour les chirurgiens, la Lecon d'anatomie du docteur Nicolaes TulpSI. Devant un public particulierernent attentif, le docteur Tulp devoile l'action des flechisseurs superficiels des doigts, tirant sur les tendons l'avant-bras a l'aide d 'une pince (fig.19).
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La lecond'anatomie du doeteur NicolaesTulp.
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Rembr andt Harmensz van Rijn (1606-1669 ). Pays-Bas, La Haye, cabinet Royal des Peintur es Mauritshuis . © BPK, Berlin, Dist RMN/Lut z Braun.
Dessin n° 3 La main a la partie superieure et droite de la planehe montre une esquisse des nerfs median et cubital, reclines en amont du poignet. Le chiasma des tendons flechisseurs superficiels est represente, ici de face (fig. 20). Les lombricaux, musdes annexes sur le c öte extern e des quatre tendons flechisseurs pro fonds des doigts longs sont po ur la prerniere fois chez Leonard de Vinci clairement identifies, mais leur attache est erronee. Au niveau de l'eminence hypothenar, les musdes abducteur, flechisseur et l'opposant du petit doigt peuvent etre identifies, Nous pouvons deviner l'artere radiale au bord extern e du tendon flexor carpi radialis. Le retinaculum des flechisseurs est represente de nouveau sou s la forme de deu x cordes p q, alors que dan s certains autres schernas, il est
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represente par une structure unique - ce qui est la realite anatomique, s'etendant de p (trapezium) a q (hamatum) . De ses notes, il est impossible de savoir si ce retinaculum est considere comme un muscle ou bien s'il se refere l'action des muscles des erninences thenar et hypothenar, lorsqu'il ecrit : ä
« Dernontre quel muscle cause la contraction de . .. p q, de la paume de la main et de merne, de sa separation.V »
Tout s'eclaircit si l' on considere que la structure pq est un muscle - ce qui expliquerait sa representation schernatique sous la forme de cordes - qui assurerait la fermeture, par contraction, et l'ouverture, par relächernent, du canal carpien.
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Enfin et surtout, Leonard de Vinci est veritablernent le premier a montrer avec un si grand realisme les poulies annulaires qui retiennent les tendons flechisseurs au contact des phalanges. Pour les doigts longs, il dessine en particulier les poulies que l'on nomme de nos jours A2 (devant la phalange proximale) et A4 (devant la phalange moyenne). Visionnaire, doue d'une grande logique, il figure les deux poulies que nous considerons actuellement, parmi les six decrites (AO aAS), comme les plus importantes et celles qui doivent obligatoirement faire l'objet d'une reconstruction en cas d'arrachement total de toutes les poulies dans les accidents
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graves de la main. Avec quelques siecles d'avance, il connait aus si bien que nous, chirurgiens, le röle et l'importance devolus aux poulies A2 et A4 (fig. 21) . . -. t
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The RoyalCollection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11. b. Dissection. A2 = poulie situee devant Ja premiere phaJange ; A4 = poulie situee devant Ja deuxierne phaJange.
A la partie haute et l'extrerne droite de la planche, Leonard schematise l'action d'ecartement de deux doigts ; il cornplete ainsi les infinies possibilites de poses donnees la main par les actions de flexion extension et de lateralite que nous appelons adduction Oe fait de rapproeher les doigts) et abduction Oe fait de les eloigner) (fig. 22). Les lettres m et n representent les articulations metacarpophalangiennes de deux doigts adjacents a b et b c.
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En haut de la page, il inscrit ceci : « Chaque doigt est capabJe
son extremite d'un mouvement circulaire. . ., vo us pouvez decrire un cercle avec l'extrernite de chaque doigt parce qu'il y a qu atre tendons en chacun .P » ä
Et au-dessous de cette figure, on peut lire : « Souviens-toi de representer la cause du mouvement de separation des doigts a b, et b c. Et avec la merne regle, decrit la separation de tous les autres doigts et autres membres ; et souviens-toi qu'il doit yavoir 10 dernonstrations de l'interieur de la main. l" »
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Dans le manuscrit F de la Bibliotheque de l'Institut de France, rapporte par Maccurdy dans
Les carnets, la phrase suivante intime le lecteur d'etudier l'anatomie des structures qui ecartent ou rapprochent les doigts : « Quels sont les nerfs ou co rdons de la ma in . .. qui rapprochent et separent les do igts. .. des mains. Y »
Si Leonard evoque l' existence de ces st ru ctur es, jamais il ne donne de detail ni n'ernet d'hypotheses sur l'anatomie et le r öle de ces elements dans l'ecarternent et le rapprochement des doigts. Il s'agit dans son esprit d'un phenornene probablement obscur. Il est etonnant de constater chez Leonard de teIles lacunes dans l' exploration des muscles (les interosseux et les lombricaux) qui concourent cette action, muscles qui contribuent par ailleurs la constitution des tendons extenseurs des doigts auxquels il ne fera egalernent jamais mention. ä
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Dessins n° 5, 6 et 9 Trois figures schematisent les muscles situes dans l' espace entre le premier et le deuxierne metacarpien, vus par la face dorsale de la main (figs. 23, 24). Ils sont au nombre de deux : le premier interosseux dorsal en arriere, l' adductor po/licis ou adducteur du pouce en avant. Le mode de representation de ces muscles parait explique par le commentaire ann exe au dessin n° 9 : « Pour mieux demontrer Oll les mu scles de la paume sont att aches des fils.56 »
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Ainsi, le premier interosseux dorsal, muscle apparaissant en premier plan, est montre sous form e de deux « cordes » plus ou moins paralleles, dont la direction croise celle de l'adducteur, plus profond, represente aussi par deux cordes. Le r öle de ce schema est d'illustrer le mouvement de « ciseau » du pouce et de l'index. Ces trois figures, toutes proches les unes des autres, prouvent l'interet que Leonard porte ces deux muscles qui sont indispensables la fonction et la force de la pince pollici-digitale'". ä
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Ailleurs, il s'interroge sur la mobilite de la premiere phalange. I'ai represente ici [se referant au dessin n° 10] la cause du mou vement du premier [phalange distale] et second segment [phalange moyenne] osseu x du doigt ; il reste la repre sentation du mouvement du plus large troi sierne os [phalange pro ximale], qui fait la moitie de la longueur des doigts .. . 58»
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Planche 19009 r/FA 10 r/e. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. (1 : Muscle adducteur du pouce , parfaitement represente avecses orig ines en avant des deuxierne et troisieme metacarpiens. 2: muscle premier interosseux dorsal, aussi represente sous la forme de deux « cordes »). b. Dissection. e. Dissection. Lemuscle adducteur du pouce apparait au travers du deuxieme espace interrnetacarpien, comme dans le dessin de Leonard (fig.23 a, legende 1).
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1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. b. Dissection . Comme le preconise Leonard, les muscles doivent etre representes avec des fils de cuivre et non des lignes.
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Dessins n° 7 et 8 La main en bas et gauche (n° 7) represente le squelette du poignet et de la main, ainsi intitule : « La main vue par sa face palmairc'", » 11 s'agit de la premiere figure d'une serie de dix mains que Leonard a peut-etre dessinees suivant ses recommandations, et dont il ne reste que six (fig. 25). Il est possible de distinguer une corde p q qui schematise la position du faisceau transverse du musde adductor pollicis ou adducteur du pouce, passant de la face palmaire du troisieme metacarpien jusqu'ä la phalange moyenne - definition du xvr siede - du pouce [actuellement phalange proximale ou prerniere phalange] . Leonard de Vinci dessine egalement un ligament du poignet : le ligament collateral radial, mais admet d'apres ses notes qu'il n'a pas terrnine son croquis. Nous avons quelques difficultes comprendre l'interet de cette demonstration, d'une part parce que ce ligament n'a pas de r öleprecis, d' autre part parce que sa visualisation n'est pas chose aisee et pourrait n'etre qu'un artifice de dissection . Une autre hypothese seduisante et realiste ferait de cette structure un tendon et en particulier l' abductor pollicis longus, car les similitudes de trajet et d'insertion sont surprenantes. Dans une telle hypothese, Leonard aurait donc dessine d'une part I'adductor pollicis et d'autre part 1'abductor pollicis longus, deux structures musculo-tendineuses antagonistes du pouce particulierement importantes, prouvant encore l'objectif fonctionnel de ce simple schema, Au travers de ce dessin, Leonard attire notre attention sur le caractere precis mais aussi didactique de la dissection : le squelette sert de support la figuration des musdes et des tendons, representes avec des ficelles ou des fils de fer, et de maniere generale a la dernonstration de toutes les autres structures de la main. ä
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19009 r/FA 10 r/e. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth H. b. Squelette avec fils de cuivres schernatisant les deux structures dessinees, savoir I' adductor pollicis et probablement I'abductor pollicis longus. ä
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LA MAIN OE LEONARO OE VINCI
La main en bas et droite (n° 8) montre la musculature profonde de la paume avec une grande precision, et la partie basse de l'avant-bras, le muscle pronator quadratus sous lequel semble passer son pedicule nourricier (fig. 26). Illui affecte un röle de coapteur - de rapprochement - des deux os de I'avant-bras, lorsqu'il ecrit : ä
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« a [pronator quadratus] est un puissant musc1e, charnu, qui part d'un os du bras [comprendre avant-bras] et se termine sur l'autre et son seul r öle est de prevenir la separation des deux os [radius et cubitusl .s? »
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Au niveau de la main, sont representees les differentes couches musculaires de l' erninence thenar, I'adducteur du pouce, les muscles de l'erninence hypothenar, probablement aussi les muscles interosseux. La structure traversant transversalement l' origine des doigts est probablement le ligament metacarpien transverse. De nouveau, Leonard de Vinci suggere son dispositif favori de cordon ou de ficelle pour figurer les muscles intrinseques de la main . Pour denornmer les metacarpiens, il emploie le terme pettine, equivalent de pecten, utilise plus cornmunement, ernploye indifferernment pour les metacarpiens et les metatarsiens dans le sens de « rayon» de la main ou du pied.
a 26
1 a. Detail. Planche 19009 r/FA 10 r/e. 1510. Royal Library,Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. b. Dissection.
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Ces muscles de la main seront faits d'abord avec des fils et ensuite selon leur figure veritable . Ces muscles actionnent toute la paume [rnetacarpiens, pettine] de la main. Quand vous avez dessine les os de la main et que vous voulez representer dessus les muscles attaches ces os, faites des fils leurs places. Je dis fils et non lignes, afin de savoir quel muscle passe au-dessous ou au-dessus de l'autre, chose que l'on ne peut faire avec de simples traits ; et ayant fait cela, alors faites une autre main Oll il pourra y avoir la veritable forme des muscles, comme sur le schema.s' » «
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Dessin n° 10 Le scherna situe ala partie basse et adroite montre le r öle des tendons flechisseurs sur un doigt flechi. Leur action ne peut etre obtenue de maniere satisfaisante et totale que si ces memes tendons se trouvent plaques dans leur trajet contre le squelette phalangien par des poulies. C' est ce que Leonard de Vinci semble vouloir demontrer. Le tendon extenseur est dessine teIle une bandelette, en arriere des phalanges (fig. 27).
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S'il montre ici, comme dans le dessin precedent, le r öle des tendons flechisseurs sur la flexion des phalanges moyenne et distale, il ne connait pas avec certitude les elernents tendineux ou musculaires responsables de la flexion de la phalange proximale. Il nous ramene en particulier sa meconnaissance de l'action des muscles interosseux, dont nous savons aujourd'hui que l'insertion sur la phalange proximale entraine la flexion. l'os a b [phalange distale] est dessine et flechi par le tendon ou corde ag [le tendon flechisseur profond], et l'os b c [phalange moyenne] est flechi par la corde hf [le tendon flechisseur superficieI], qu'est-ce qui flechit I'os c d [phalange proximale] ?62»
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Il en donne partieIlement la reponse en montrant les muscles interosseux et les lombricaux dans la figure n° 8, sans etre certain de leur action sur la phalange proximale. Dans ce dessin, les poulies A2 et la partie la plus distale de la poulie A4 sont bien representees.
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27 1 a. Detail de la planehe 19009 rfFA 10 rf e. 1510. Royal Librar y, Windsor. Th e Royal Collection © 2009 Her Majesty Qu een Elizabeth II. b. e. d. Dissections.
Dessin n° 11 Par ce dessin qui schernatise l'action des muscles lombricaux et des interosseux, Leonard de Vinci s'interrog e de nouveau sur ce qui flechit les phalanges proximales et maintient les deux dernieres en extension (fig. 28). La encore, il ne donne aucune reponse, « Q u'est-ce qui flechit les doigts, laissant les trois phalanges etend ues, dan s r angle m n 0 ?63 »
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Cette position de la main l'intrigue forcement a un moment o ü un autre, puisqu'il lui consacre un schema dans cette planehe majeure. L'association d'une flexion de la phalange proximale et d'une extension des deux autres temoigne d'une reflexion, d'une certaine connaissance de l'action des mu scles responsables. Alors le passage precedent peut surprendre en premiere lecture , car chercheur, de surcroit ingeni eur, il a du tracter sur les muscles lombricaux et les interosseux, responsables de cette position du doigt. Il a donc eu l' explication de l' action de ces tendons sur la flexion simultanee de la phalange proximale et l'extension des deux autres . Il faut probablement comprendre cette phrase comme une intimation de l'auteur - lui-meme ou au potentiel lecteur - a rechercher lors d'une dissection l'element anatomique l'origine du mouvement, comme l'element anatomique qui provoque la flexion de la phalange proximale. De la affirmer qu'il a decouvert l'ins ertion des interosseux sur la phalange proximale - et donc de leur action directe sur la flexion de cette phalange - et de l'absence d'insertion directe des lombricaux, ce serait beaucoup s'avancer comme nous le montrent les observations precedentes. ä
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1510. Royal Library, Wind sor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Qu een Elizabeth II. b. Dissectio n.
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Pla nche 19009 v/FA 10 V/Co 1510 Une derniere planche, datee de 1510, represente le squelette de la main en detail de face, de dos et de profil, certains tendons du poignet et une remarquable vue laterale des systemes tendineux et vasculo-nerveux d'un doigt (fig. 29). Cette planche, intitulee : « Representation de la main », affiche en preambule le passage suivant: « La premiere dernonstration de la main sera faite simplement par ses os. La seconde par ses
ligaments et diverses chaines de nerfs qui les joignent. La troisierne sera faite avec les muscles qui naissent sur ces os ; la quatrierne, avec les premiers tendons qui se posent sur ces muscles et transmettent le mouvement aux extrernites digitales. La cinquieme aura trait la seconde serie de tendons, ceux qui meuvent l'ensemble des doigts et aboutissent leurs avant-derniers os. La sixierne montrera les nerfs qui donnent la sensibilite des doigts de la main ; la septierne fera voir les veines et arteres qui alimentent les doigts et leur donnent leur force . La huitierne et derniere sera la main revetue de la peau ; et pour celle-ci on fera une main de vieillard, une de jeune hornme, et une d'enfant; et pour chacune, on indiquera les mesures de longueur, grosseur et largeur de toutes leurs parties.v' » ä
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Tout est dit dans ce passage. La description de la main est faite plan par plan, de la profondeur
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a la superficie, scherna que nous adoptons encore aujourd'hui dans l'apprentissage de l'anatomie
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ou dans la construction des cours. Il renvoie le lecteur au concept de l'anatomie topographique de la main, echafaudee pas a pas, dans la presentation inverse de celle d'une dissection . La distinction des structures selon l'äge et ses notions biornetriques permettent d'une certaine facon d'etablir une norme de la main de l'Hornme, norme qui justifie les travaux de Leonard dans le domaine de l'anatomie comparee,
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LA MAIN OE LEONARO OE VINCI
Main vue de dos Une premiere main est vue par sa face dorsale (1 re figure en haut (fig.30) . Ce dessin est comment e comme suit :
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gauch e de la planche)
« Prern ierement, represente ces mains avec leur s os Iegererne nt det aches les un s des aut res, de rna niere que le no mbre et la forme de leurs os soient clairement inter pretes, l'interieur comme l'exteri eur : et represent e les ligam ent s des OS.65 » ä
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Les os du carpe et du metacarpe sont representes assez fidelernent, design es par des lettres et des chiffres :
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a. Detail. Planche 19009 vlFA 10 v/c. 1510. Royal Library, Wind sor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Qu een Elizabeth II. b. Squelette de main vue de dos.
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27 os, soit 8 au poignet ou rasetta : a, b, c, d, e, f, g, h ; 4 dans la paume : KLmn ; 15 dans les cinq doigt s : ip qrS, ovxyz, 47986. Et je donne trois os au pouce comme les aut res doigts, parce qu'il ya trois segments osseux mobiles comme pom les tro is os des autres doigts de la main.P'' » «
Le carpe est designe par Leonard de Vinci sous le terme rasetta qui est derive, habituellement sous le terme raseeta, par les traducteurs d'Avicenne, du mot arabe rusgh. Ce terme, le plus utilise par les anatomistes et chirurgiens medievaux, persistera jusqu'au xvn" siede. Le nom actuel des os du carpe ne sera introduit que bien apres la Renaissance'". Et l'instar de ses contemporains et selon la theorie de Galien , Leonard de Vinci considere que le premier metacarpien actuel n'est autre que la prerniere phalange du pouce. En revanche, il est dans la realite d'aujourd'hui, et non celle de Galien, lorsqu'il designe le pisiforme, un des huit os du carpe, par la lettre d et le situant dans la prerniere rangee, Cela amene deux commentaires : d'une part c' est probablement par l'observation que Leonard a redresse cette erreur concernant le pisiforme ; d'autre part, son allegeance incornplete aux ecrits de Galien nous fait proposer deux hypotheses : une lecture soit critique, soit partielle de ses travaux.
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Main vue de face, par la paume Une autre main, a droite de la planche, est vue par sa face palmaire ou anterieure (fig. 31) . La notion exacte d'un carpe cornpose de deux rangees de quatre os apparait encore ici. Revenons cet osselet du carpe, le pisiforme, dont le siege a fait I' objet d' opinions contrastees. Certains anatomistes le placent cette epoque (quatrierne os interne de la prerniere rangee) dans la deuxierne rangee, et font du carpe une structure forrnee de deu x rangees, l'une, proximale de 3 os, la seconde, distale, de 5 os. Parmi ces anatomistes, on peut citer Galien :
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Le cinquierne os depend de cette partie [la deuxierne rangee 1 du carpe qui est reliee I'apophyse styloide du cubitus.s" »
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Ambroise Pare (1509-1590) reprend aussi cette disposition, avec 3 os pour la prerniere rangee : de l'os qui « recoit l'epiphyse styloide du coude » [pyramidal ou triquetrum actuel], l'os « recevant la connexion des deux os ensernbles » [lunatum] jusqu' ä l'os . recu du rayon -? [scaphoide] ». 1Idecrit 5 os au niveau de la seconde rangee : 3 os soutiennent les 4 os du metacarpe [trapezoide ou trapezoidum, grand os ou eapitatum, os crochu ou hamatum] . Le 4e soutient le premier os du pouce [trapeze ou trapezium], le dernier etant le pisiforme. Pour Guy de Chauliac (1300-1368), seuls 7 os forment la rafeete ou carpe, qu'il denomme encore braffelet: 3 au niveau de la prerniere rangee et 4 a la deuxieme ; il semble ignorer I'existence du pisiforme sur lequel Galien s'etend si longuement?". Mais ce « debat » sur les os du carpe que Leonard de Vinci represente avec justesse, gr äce ses observations, ne semble pas le passionner. Le dessin est accompagne d'annotations qui peuvent paraitre obscures dans une premiere approche, mais qui, a bien y regarder, revelent I'acharnement, la perseverance avec laquelle il ä
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LA MAIN OE LEONARO OE VINCI
p ratique I'ob servation anato miq ue, en I'occurren ce ici la descrip tio n des os d u ca rpe qu'il co ns idere sans o mettre auc u n des aspects : « Il est necessaire de repr esenter autant d'os de ces mains qu'on peut en separer et les distinguer les uns des autres , et avec les dimensions et les form es de chaq ue os consider e pleinement sous quat re aspects ; et tu noteras la partie de l'os unie a celle de celui qui l'entoure, et aussi la partie de l'os non unie celle de celui qui l'entoure, et qui d'entre eux doit etre mobi lise pour servir de toute action de la main. Lepremier os du pouce [premier metacarpien] et le premier os de l'index [deuxieme metacarpien] sont places sur l'os basilaire en appu i immediat, comme l'os i [premier metacarpien ] recoit le merne appui de l'os K [deuxierne metacarpien ] lequel K , recoit de l'os pI » ä
Le n om des differents os d u carpe n'existe p as I'epoque de Leo nard. C'est la raison p our laquelle l'emploi d u terme « os basilare », dont la source est in connue?", est in soli te.
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Detail.Planche 19009 v/FA 10 vlc. 1510. Royal Library,Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11.
Coupes d'un doigt D'une facon tres discrete et
a d ro ite de la planche, Leonard de Vi nci dessine deu x co upes d' un do igt vu de profil, illustrant les po ulies de reflexion tendi ne uses, les vaisseaux no ur riciers et les nerfs d u doigt (fig. 32) : « a est le tendon qui etend le doigt flechi e est le tendon qui flechit le doigt etendu best la veine qu i nourrit le doigt
d est le vaisseau [artere] qui donne 1'esprit vital au doigt
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c est le nerf qui donne la sensation ... s'il etait coupe, le doigt ne sentirait plus , me rne mis
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32 1 a. b. Details. Planche 19009 vlFA 10 vlc. 1510. Royal Library, Windsor.
The Royal Collection © 2009 Her Majesty Quee n Elizabeth II. Les fleches rouges indiquent des petites arteres formant les . arcades pre-ten dineuses tendons flechisseurs, c. d. Dissections.
».
passant sous les
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LA MAIN OE LEONARO OE VINCI
Ce dessin est remarquable plus d'un titre. Personne mieux que lui n'a dessine les vaisseaux aussi loin vers I'extrem ite et aussi fidelernent la realit e, Il figure la « corde qui etend le doigt flechi », c'est- ä-dire le tendon extenseur commun, et « la corde qui flechit le doigt etendu », en d'autres termes le tendon flechi sseur, On remarque egalement ce qu'il denomme « la vein e qui nourrit le doigt » et « le vais seau qui donne l'esprit vital au doigt » -Tartere - ; dans ces pas sages, Leonard subit toujours I'influence de la physiologie ayant cours en son temps ; dans cette theorie humorale, I'artere transporte I'esprit vital, et la veine, I'esprit naturel ou nutritif. Il em ploie frequemment le mot vena pour nommer indifferemment artere ou vein e. En observant ce dessin de plus pres, la coupe reste par trop schernatique, en raison probablement de difficultes de dissection, essentiellement du manque de miniaturisation du materiel. Il extrapole probablement en distal une conformation proximale, moins que son souhait ne soit uniquement de produire un scherna sim ple et didactique. En effet, la vue de droite schematise les poulies, le tendon flechisseur en avant, l'extenseur en arriere et trois structures satellites: le nerf, l'artere et la vein e en arriere, Mais la representation de la veine n'est pas reali ste puisque le reseau vein eux ressemble davantage a un lacis de vaisseaux dispese anarchiquement plut öt qu'ä un axe longitudinal, courant parallelement aux arteres et aux nerfs le long du doigt. ä
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Le merite essentiel de ce de ssin est de nous montrer pour la prerni ere fois la presenc e de toutes ces structures jusqu'au bout de la pulpe et de concentrer sur elles toute l'attention de l' ob ser vateur. Revenons un peu sur l'artere et le nerf. Afin de bien interpreter la legende, le dessin doit etre observe dans un m iroir, car Leonard ecrivait de droite a gauche. Ceci etant fait, il devoile une anomalie et une visio n avant-gardiste. Pour l'anornal ie, il s'agit d'une inversion entre l'artere et le nerf. Cett e ano m alie est b ien confirrnee pa r l'e xamen de pres de l' artere, revelant la visio n avantgardiste que nous evoquions : se detachent de celle-ci deux petites branches bien connues, que Leonard a parfaitement ob servees, et qu i se reunissent al'artere opposee, pas sant sous les tendons flechi sseurs (le superficiel pour la prerniere branche et le profond pour la seconde), branches destinees nourrir lesdits tendons.
REFLEXIONS
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Les mains palmaires
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manquantes
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11 ne semble exister aucun dessin de la main dans les premieres etudes anatomiques de Leonard, lorsqu'il assiste aux seances de diss ection. 11 faudra attendre le debut du xvr' sied e. Cela signifie-til qu'il n'en a pas observees i C'est possible. Et s'il n'en a pas vu , c'est probablement parce que lors des seances de dissections auxquelles il assista, les m edecins ou les peintres ne dissequent pas les mains, qu'ils s'en des int eressent. Seul ou aide, vers 1510, Leonard est veritablem ent le premier si bien apprehender cet organe. Pour expliquer des etudes si tardives, on peut aussi invoquer l'experience, la maturite requise pour de telles dissections, les elements composant la main etant de petite taille et agences avec complexite. L'heritage de Galien a certainement aussi un r öle majeur ; rappelons que la prerniere partie du De usu partium est entierement con sacree a cet organe, ce qui ternoignage dej ä pour l'auteur du r öle primordial de la main, dont l'etude detaillee passe avant celle de toute autre partie du corps.
souviens-toi que dix demonstrations de l'interieur de la main sont necessaires.?" »
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Tout l'interet de Leonard se porte sur la main dite « palmaire » ou anterieure, probablement parce qu'il souhaite etudier ce par quoi son r öle est fondamental, asavoir la prehension . La collection de mains dont nous disposons devrait repondre ce que Leonard preco nise , c'est- ä-dire la diss ection de la paume en multiples figur es.
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« Quand tu figures la main en cornmencant de l'interieur, separe d'abord legerement tous les os les uns des autres, pour pouvoir reconnaitre rapidement la veritable forme de chacun d'apres la paume de la main et aussi leur vrai nombre et leur position respective, et sectionnes-en quelques-uns dans le milieu de leur epaisseur, c'est-ä-dire dans le sens de leur longueur, pour montrer lesquels sont creux et lesquels pleins [prerniere : os « eclates »]. Apre s quoi, rajuste-Ies comme ils etaient dans la realite, et represente la main entiere grande ouverte, vue de dedans [deuxieme : os « assernbles »]. Puis, inscris les figures cornpletes des premiers ligaments osseux [troisierne]. La demonstration suivante sera consacree aux muscles qui relient le poignet au reste de la main [quatrieme]. La cinquieme representera les tendon s qui actionnent les prernieres jointure s des doigts ; la sixierne, les tendons moteur s des secondes jointures ; la septierne, ceux qui font mouvoir les troisiemes jointures de ces doigts. La huitierne reprodu ira les nerfs qui creent le sens tactile ; la neuvierne, les veines et les arteres. La dixieme montrer a la main cornplete avec son epiderrne et ses dimensions, et il te faudra aussi prendre les mesures des os. »
Mais sur les di x requises, nous ne retrouvons que six dess ins: quatre dans la planehe 19009 r/ FA 10 r/e. 15 10, deux dans la planehe 190 12 v/FA 13 vlc. 1510. Ainsi, quatre representations
D. L. Nen et al., La Main De Léonard De Vinci © Springer-Verlag France 2010
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LA MAIN OE LEONARO OE VINCI
manquent apriori. Ce sont, apres l'analyse du passage ci-dessus : le squelette en pieces detachees et en coupes; le squelette avec ligaments; les muscles « reliant le poignet la main » sont representes sur la meme planehe que les « muscles actionnant les premieres phalanges » ; enfin le plan cutane (fig. 33).
I a. Main et peau .
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b. Aponevrose palmaire.
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Leonard se detache totaleme nt de certains details anatomiques, comme par exemple une structure particuliere que l'on retrouve immediaternent apres avoir procede a l'ouverture de la peau et que l'on appelle aponevrose palmaire moyenne. Il s'agit de la continuite a la main d'un petit tendon de l'avant-bras : le palmaris longus ou long palmaire. Galien dej ä lui attribue un r öle essentiel dans le tact et la prehension" . Cette structure a pourtant inspire les anatomistes de la Renaissance qui l'ont illustree (fig. 34). Vesale consacrera a l'aponevrose palmaire mo yenne deux figures, mais en lui attribuant d'imaginaires bandelettes terminales se prolongeant jusqu' ä l'extrernite des doigts. Plusieurs planches de Bartolomeo Eustachi insistent sur la terminaison du palmaris longus dans la paume se prolongeant en cette aponevrose palmaire mo yenne , qui « envahit la face palmaire de la main » comme une nappe. Il dessine un muscle
REFLEXIONS
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accessoire, le palmaire cutane, le plus souvent ignore dans les dessins d'anatomie. Ambroise Pare (1509-1590) figure cette continuite entre tendon palmaris longus et aponevrose en detachant cette structure comme une unite tendino-aponevrotique. De me me la main gauche du Christ sur la croix, de l'artiste Alessandro Allori (1535-1607) - dessin conserve au musee du Louvre - ne nous revele-t-elle pas une magnifique disposition triangulaire en pleine paume qui n'est autre que l'aponevrose palmaire moyenne. Comment expliquer cette absence? Cette structure anatomique n'a pas d'utilite fonctionnelle propre. Au-delä de sa pure description, elle n'attire pas suffisamment l'interet de Leonard pour susciter l'ajout d'un scherna . 11 s'est en effet probablement apen;u que le simple fait de tracter sur ce tendon ne provoque qu'une flexion accessoire du poignet, et qu'il se perd dans la paume sous la forme d'une nappe aponevrotique triangulaire". Si une arcade vasculaire superficielle reliant l'artere radiale l'artere cubitale figure bien, une autre arcade, constante, l'arcade palmaire profonde n'est jamais representee. Connaissant son acharnement dissequer toutes les structures anatomiques, l'absence de dessin sur le sujet ne peut relever que de la disparition ou de l'interruption de ses recherches sur l'anatomie humaine.
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c c. Squelette et ligaments. d. Os « eclates ».
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I Dessins de l'aponevrose palmaire mo yenn e. a. Bart olomeo Eustac hi ; b. Alessand ro Allori : c. And re Vesale ; d. Ambroise Pare.
REFLEXIONS
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Erreu rs, incoherences ou messages codes ? Il existe de nombreuses incoherences entre les dessins de Leonard et nos dissections. Mais peut-on parler d 'erreurs, ce qui peut paraitre aise et repondre d'une maniere par trop facile a toutes nos interrogations ?
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Eil ce qui concetne /a paume, elles sont rares. Nous en avons essentiellement observees dans la planehe 19012 v/FA 13 vlc. 1510: un des flechisseurs de l'index prend une direction trop rectiligne (fig. 35). Leonard ne peut avoir observe une teile disposition . Il en est de merne de l'insertion haute du mu scle p ronator quadratus et de la largeur du canal carpien . Il est possible qu'un objectif didactique ait guide Leonard dans le choi x de representer le canal carpien, large, etalant les tendons y penetrant et y passant, de maniere a parfaitement apprehender le contenu du canal. Il est vrai que la simple section du retinaculum et sa resection ne montrerait que des tendons se superposant dans un espace confi ne. Mais dans l'hypothese Oll le retinaculum serait un muscle dans I' esprit de Leonard, la largeur du canal carpien tel qu'il apparait serait une position de relächernent, exposant de fait largement le conte nu endo-canalaire.
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I c. Detail. Planche 19012 v/FA 13 v/c. 1510. Royal Librar y,Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. (~ Trajet peu realiste du tendon flechisseur profond de I'index). d. Dissection des tendons flechisseu rs de I'index. Le tendon flechisseur profond, colle au superficiei, semb le davantage provenir du canal carpien , comme les aut res flechisseurs.
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Que en Elizabeth II. Pronator quadratus et canal carp ien. f. Dissection. La fleche montre la distance importante separan t le muscle pronator quadratus du canal carpi en , distance minimisee dans le dessin de Leonard ,
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Eil cequi cOllcerne Ja prono-supinatton, elles sont plus nombreuses. Dans la planehe 12612 r/Q V 5r/c . 1504, l'inversion entre radius et cubitus s'explique de plusieurs manieres (fig. 36). Il pourrait s'agir d'une authentique erreur de c öte, ce qui parait peu probable chez un anatomiste au falte de ses capacites intellectuelles. Leonard a pu dessiner un membre superieur oppose, oubliant au passage de retablir la bonne position des deux os concernes. Etant precis et probablement fidele a la realite lorsqu'il dessine d'apres les pieces anatomiques et meme tout pres d'elles, il est fort probable que ces erreurs proviennent d'une retranscription de mernoir e, realisee dans un autre lieu et a un autre moment que celui de la dissection. Le caractere schematique des dessins concern es, les erreurs de positionnement et de trajet des muscles brachial et biceps corroborent cette derniere hypothese. Dans le dessin inferieur de la planehe 19103 v/Q III f 9 v/c. 1505, comment expliquer l'existence d'un pouce oriente vers l'interieur, ce qui est exact lorsque l'avant bras est en pronation, alors que celui-ci est en supination ? On pourrait accorder cette main un r öle didactique, le ä
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pouce ainsi ori ente concretisant l'objectif de la prono-supination, celui de tourner la main vers l'interieur, afin de la diriger vers le sol, position primordiale po ur assur er des gestes de prehension fine ou grossiere . Cette version est peu probable, car dans la merne planehe. un avant-bras represente en pronation, les deux os de l'avant-bras enroules l'un autour de l'autre, devoile une main adaptee a ce geste, tournee vers l'interieur, L'explication est dans l'examen des deux mains. La prerniere n'est que soulignee, dans un e position inadequate. La seconde, mieux representee, mieux finie, montre un geste adapte. Il est vraisemblable que la pr emiere fut rajoutee, soit par Leonard, soit plut6t par un tiers n'ayant pas les connaissances necessaires.
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I a. Planche 12612 r/Q V 5r/c. 1504. Royal Library, Wind sor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Qu een Elizabeth II. b. Squelett e d'u n memb re superieu r, mo nt rant qu'en supination , les deux os de I'avant-bras sont bien sepa res, avec en dedans le cubitus et en dehor s, le radius . c. Detail. Planche 19103 v/Q III f 9 v/co 1505. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. La fleche rouge indique la position du pouce , tourne vers l'interieur, alors qu e vu la position de l'avant-bras, en supination, il devrait se situer I'exter ieur. ä
REFLEXIONS
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La microd issection trahit-elle l.eonard ? Si Leonard represente la coupe d'un doigt, en extrapolant la constitution de l'extrernite partir de la disposition proximale, il en est tout autrement en ce qui concerne les dessins de pulpes vues de face. Il s'agit d'une veritable microdissection montrant les terminaisons des nerfs et des vaisseaux (fig. 37). Observons de plus pres ces elernents. Les arteres courent de chaque c öte des doigts, donnant quelques branches, mais la destinee terminale de ces arteres n'est visible que de maniere tres imparfaite. Par contre les extrernites nerveuses se divisent en plusieurs branches qui s'unissent des branches identiques provenant du nerf oppose, Dessiner une teile disposition microscopique, a fortiori partir d'un cadavre, demandait plusieurs qualites : une extraordinaire dexterite, des connaissances anatomiques et aussi une aide technique, en I'occurrence une magnification par l'intermediaire d'une loupe - d'autant que Leonard cette epoque est äge de plus de 55 ans - et d'instruments fins. Nous avons beaucoup de mal croire que Leonard ait pu seul reproduire par le dessin de teiles informations. Si tel etait le cas, I'« omo universale» est purement et simplement un etre exceptionnel. Ces observations renforcent plut öt l'hypothese, pour certaines dissections probablement, de l'aide d'un anatomiste. Nous y reviendrons. ä
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I a. b. Details. Planche 19012 v/FA 13 v/e. 1510. Royal Librar y, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. e. Dissection de la pulpe d'un doigt.
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Influence des Anciens : le pouce a-t-il deux ou trois pha langes ? L'influence des Anciens sur Leonard est indeniable. La notion d'un pouce trois phalanges est un des exemple s les plus frappants de son allegeance aux auteurs de l'Antiquite, et en particulier Calien (table au 0. Neanrnoins, parmi les plus anciens reconnaissant au pouce sa structure actuelle avec deux ph alanges, il faut mentionner deux hommes : Aristote (384-322 av. J.-c.) et Euderne (ne sied e). En ce qu i concerne Euderne, nou s ne possedons que le ternoignage de Huard et Imbault-Huart que nou s n'avons pas pu verifier?". La reference aAristote est probablement un passage dans Histoire des animaux : ä
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«
A. la main appar tiennent la paum e, les cinq doigts; une partie d u do igt est flexible, c'est
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I'articulat ion, l'aut re part ie est non flexible, c'est la ph alange . Le pouce est ar ticule u ne fois, les autres doigts le sont deux fois.?" »
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Un autre auteur, Rufus d'Ephese (rer_ne siede), reconnait qu e l'an timain - comprendre le pouce - « . .. a partir de sa base, n'a que deux os.7 9 » Les opinions de ces auteurs sont des exceptions dans le courant anatomique de l'Antiquite, car la notion d'un pouce a trois phalanges sera vehiculee a partir sembl e-t-il de Galien et en passant par le Moyen Äge jusqu'aux plu s illustres anatomistes de la Renaissance. Galien attribue en effet au pouce troi s phalanges :
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« La partie situee entre le carpe et les do igts se no mme met aca rpe et se joint au carpe par synarth rose - ar t iculat ion immobile -, tandis qu'elle est un ie pa r d iarthrose - art iculation mobile - au pr emier ran g des d oigt s. Seul, le premier os du pouce se joint lat eralem ent par diarthrose au carpe. Cha que doi gt a trois os. .. Le pouce, lui aussi, est compose de trois os et le pr emier doit etre compte avec le metacarpe, puisqu'il est join t par di arthrose de ch aque c öte, ce qui advi en t au p rem ier os de s do igts et non ceu x du met acarpe .s? »
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Tableau I Con cept de pouce 3 ou 2 phala nges selon les aut eurs Nombre de metacarpiens Aristote Euderne Rufus d'Ephese Ce1se Claudc Galicn Hcnri dc Mondcvillc GlIY de Chauliac Leonard de Vinci Berengario da Car pi Andre Vesale Amb roise Pare Andre du Laurens Anatomistes actuels
Quatre (-7 pouce a3 phalanges)
Cinq (-7 pouce a 2 phalanges) + + + +?
+ + + + + + + +
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REFLEXIONS
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Ainsi, dans son interpretation, le premier os du pouce est phalange car, comme les autres phalanges, il est articule de chaque c öte par deux articulations mobiles. Mais Gali en ne semble pas ignorer l'existence de partisans anatomistes pour qui le pouce est compose de deux phalanges. N'ecrit-il pas : Le metacarpe « . . . est cornpose de quatre os et les cinq doigts reunis comprennent quin ze os. Pour ceux qui attr ibuent le premier os du pouce au metacarpe, celui-ci possede cinq os et les doigts quatorze ? 8 1 »
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II est pos sible qu'il se refere au x anatomistes contemporains tel Eudeme (ne siede) . Galien est donc conscient de cette opposition et I'admet dans son texte , sans polern ique . Au Mo yen Äge, Henri de Mondeville (v. 1260-v. 1317) reprend la these de Galien. Pour Guy de Chauliac (I 300-1368) de meme, les doigts comptent 15 os, 3 pour chacun dont le pouce 82 ; notion qui prevaudra jusqu'au xvr siede avec Ambroise Pare, Andre du Laurens (1558-1609) et me me Andre Vesale. Apres Galien, Pare est notre sens celu i qui donne expl icitement la meilleure ju stification a sa theorie :
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Or quant aux cinq premiers os des doigts, quatre sont conjoints avec les quatre os du rnetacarpe [deuxierne, troisieme, quatrierne et cinquierne metacarpien s actuels 1 par synarthrose [articulation immobile], vu que les os du metacarpe ne se meuvent point manifestement . Le cinquierne [premier metacarpien actuel] par merne conn exion se lie avec le second rang des os du carpe. Et ne peut cet os etre dit du metacarpe, ainsi qu'aucuns ont voulu dire, vu qu'il a mouvement manifeste, et est conjoint par diarthro se [articulation mobile], au contraire de ceux du metacarpe, lesquels sont lies par syna rthrose.P »
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Ain si, ces auteurs de la Renaissance - Leonard y compris - veh iculent un « concept », un raisonnement de Galien, que certains pourraient encore qualifier « d'erreurs », parmi peut-etre les moins connues'".
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Le mouvement de lateralite des doigts : un concept
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Si l'allegeance aux Anciens ponctue parfois l'ceuvre de Leonard, on peut douter de l'influence, que nou s qualifierions de positive, de Galien. C'est notamment le cas pour le mouvement de lateralite des doigts, qui represente pour ce dernier davantage qu'une constatation anatomique, il en fait un concept. Dans l'esprit de Galien, les anatomistes presument de la fonction de certa ins muscles alors que leur dissection agressive rend l'analyse difficile ; parfois aussi, ces anatomistes ignorent l'existence de certains muscles. C'est fort de ce constat qu'il decouvre l'ignore : l'anatornie « de la lateralite ». Le terme de lateralite dans la main n'a pas de signification particuliere si l'on n'en comprend pas le sens fondamental. Sans lateralite, il n'y a ni rapprochement, ni ecartement, et donc aucune fonction de prehension, qu' elle soit globale ou fine. Galien decouvre les acteurs de cette fonction, qu'il met en exergue, comme pour mieu x encore donner credit aux critiques qu'il adresse aux anatomistes contemporains ou passes, ignorants de l'existence des muscles et tendons responsables. Il reconnait malgre tout, dans son premier traite « De la dissection », qu'il ne connait pas encore ces petits muscles de la main. La lateralite sera aussi pour lui, pendant quelques annees, un vrai mystere : « I'imaginais aussi, de facon erronee, que les tendons tirant chaque doigt sur le c öte etaient analogues ceux qui flechissent ou etend ent les doigts'" ... »
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Il corrigera lui-rneme son err eur, comme en atteste ce passage: Deux de ces mu scles [interosseux] concernent chaque doigt . Ils parviennent la part ie interieure de la prerniere art iculation et sont fixes sur les c ötes. Pour cette raison, ils ne produisent pas une courbe raide et uniforme, mais ils inclinent le doigt legerement sur le c öte de teile sorte que chacun , lorsqu'il est contracte, courbe la prerniere jointure legerernent , mais que lorsque les deux agissent ensemble, le doigt prend un e position droite et rigide.86 » ä
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La prise en compte de ce mouvement de lateralite a une portee qui va bien au-del ä d'une simple decouverte anatomique : c'est aussi la revelation que pour assurer normalement ses fonctions, la main ne peut le faire uniquement avec des muscles et des tendons de l'avant-bras. Les petits muscles de la main, qui autorisent cette lateralite, sont d'une importance fondamentale. Galien dit en substance que de maniere automatique, involontaire, l'extension des doigts entraine leur ecarternent et que la flexion entraine leur rapprochement, sans que l'on se serve des mou vements lateraux, par le biais des flechisseurs et extenseurs, ce qui est exact. Il etudia ainsi le mouvement d'ecarternent des doigts de man iere tres approfondie. Revenons Leonard. On peut douter, au travers de cette analyse, qu'il ait toujours parfaitement lu ou interprete Galien, comme nous l'avons dej ä souligne . Le faible developpernent reserve a l'anatomie et la fonction qui decoule du mouvement de lateralite explique le fait qu'il ne propose aucune theorie mecanique satisfaisante pour decr ire ce mouvement de rapprochement et d'ecartement des doigts, bien qu'il laissät un scherna sur le sujet, ternoignant de l'interet qu'il y portät (fig. 22). ä
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Inexistence ou dispa rition de I'appareil extenseur : un rnvstere ! Il est tres surprenant de ne retrouver aucune mention notee ou dessinee sur l'appareil extenseur de la main, alors que celui-ci figure bien chez Bartolomeo Eustachi ou encore Andre Vesale (fig. 38). Comment Leonard n'a-t-il pas ete fascine par une teIle structure anatornique, comme peut l'etre le chirurgien moderne? Merne dans une dissection de la paume, il ne peut pas etre reste indifferent la presence de l'appareil extenseur, bien visible dans l'intervalle de chaque doigt (fig. 39). Les seules references ces tendons proviennent de certaines parties de dessins, mais ils demeurent alors imparfaitement representes voire inacheves (fig. 40). Si l'on observe de pres la main "qui tombe" dans l'une de ses planches, il est possible de distinguer le tendon extenseur commun des doigts et certains tendons du pouce dont I'abductorpollicis longus, constitue de ses multiples bandelettes tendineuses, parfaitement dessine par Leonard'" . Plusieurs hypotheses peuvent etre proposees. La prerniere pourrait etre en rapport avec le non finito dont est accuse Leonard de Vinci : il n'a pas eu materiellement l'opportunite de terminer son travail sur la main. C'est possible, mais alors comment expliquer que l'on ne dispose nulle part d'aucune esquisse ou meme d'un schema, sachant que les planches de Leonard melent volontiers les thernes dans les notes et les dessins, selon ses aspirations et les fluctuations dans le travail, si ce n'est parce qu' a priori, il n'a pas aborde cette partie de I'anatomie humaine ? Dans une autre hypothese, son attachement a la fonction, objectif premier de l'anatornie, pourrait expliquer l'ignorance dont il entoure la « main dorsale ». Pour Leonard de Vinci, la finalite de la main de l'Homme etant la prehension, les structures l'interieur de la paume et des doigts, autorisant la flexion, sont les seules dont l'etude est digne d'interet. Mais Leonard de Vinci n'aurait alors pas a l'esprit que le premier temps de la prehension est l'ouverture de la main, devolue a un appareil cornplexe, et que sans extension, il n'y a pas de prehension correcte. Cette reflexion amene a une derniere hypothese : l'apparente meconnaissance de Leonard de Vinci pour l'appareil extenseur pourrait provenir de l'irnpossibilite pour lui d'apprehender, de dissequer, de decrire cette structure autrement plus complexe au doigt que celle des tendons flechisseurs. Il ne nous reste plus a present qu' ä imaginer les mains perdues ou non dessinees de Leonard, que nos dissections concretisent dans une certaine mesure (fig. 40). ä
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I Appareil ou systerne extenseur au dos de la main et des do igts. -+ a. Main de Bartolomeo Eustaehi . b. Main de Vesale. c. Main de Leonard, d. Disseetion d' apres le dessin de Leonard (c).
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I Dissection
de la pau me. Entre chaqu e doigt, apparait correspondant l'app areil extenseur (f-).
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Les dessins de l.eonard sont-ils demeures secrets ? Co ncern ant le r öle de l'anatomie leonardienne, Huard ecr it ce passage, reprenant la conclusion de O'M alley et Saunders : « Sans Leon ard, le flirt ent re I'anato mie et les arts graphiques, commence, avant lui, dans les officines florentines du XIVe sied e, n'a ura it peut-etr e pas abouti leur ma riage, dans la Fa brica de Vesale (1543), synthese medico-ar tistique de la Renaissance.I" » ä
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Cela signifie-t-il pour autant que Vesale - ou tout aut re anatomiste voire un peintre - ait eu acces a ses dess in s? Nous allons tenter d'y repondre. A cette epoque, les dessin s des peintres circulent volontiers, l'influence des un s sur les autres stimule et entretient la realisation artistique. Leon ard n'y echappe pas. Illaissera un dessin , real ise en 1504, d'apres le David de Michel-Ange'". Probablement fut-il irnpressionne par cette etude de la musculature, pour laquelle il se passionnera au debut du xvr' sied e. Qu 'en est-il des dessins de Leonard ? Ils n'ont semble-t-il ete vus de son vivant que par Antonio de Beatis, secretaire du cardinal Lou is d'Aragon , lor s de leur visite au Clos Luce. Alb recht Dürer (1471-1528) les verra aus si, lorsqu'il viend ra etudier en Italie au debut du xvr siecle?". La bibliotheque de Dresde conserve un de ssin execute par Dürer en 1517, representant tous les elements de la planehe 12613 v de Leonard - savoir, dans un ordre different, un croquis de jambes, une jambe et ses nerfs, un bras, un bras et ses nerfs ?' . Dans le dessin de D ürer, le caractere schernatique et rudimentaire de la realisation devoile le manque de connaissanc e anatomique par rapport Leonard ou tout au moins, son manque d'attrait ; de plus, le dessin comporte une main de squelett e assez sommaire, copiee - vue l'extreme ressemblanc e - d'une autre planehe de Leonard'", Bien qu e rivaux, de caractere et de style differents, un dessin de Michel-Ange (1475-1564) rappelle etrangement une planehe de Leonard : il y a de fortes similitudes en effet entre le dessin de quatre jambes de Michel-Ange (Quatre etudes de jam be ecorchee. 1518-1519. Haarlem , Muse e Teyler) et les planches 19035 v (FB 18 vl c. 1492) et 19036 v (FBI9 vlc. 1504-1506) de Leonard, conservees la Royal Library de Windsor, similitude dans la muItiplication des membres inferieurs en rectitude, vus de face, de profil et de dos. De m eme l'index d'Adam, dans la celebre fresque de Michel-Auge, La Creati oii", presente de fort es similitudes avec un e des mains anatomiques de Leon ard (19013 v, FA 14 vlc. 1510) (fig. 41). La main d'Adam est totalement au repos, le poignet tombant, avec sa cascade d igitale, l'articulation interphalangienne du pouce en extension. Le membre superieur est ma intenu en pronation, soutenu un iquement par le coude, repo sant luime me sur le genou gauche. L'adequation entre le geste souhaite et sa representation approche la perfection. Le parallele est etonnant lorsque l'on observe le deuxierne de ssin partant du haut et de la gauche de la planehe de Leon ard, representant un membre superieur et surtout un avantbras vu pa r sa face laterale, te rminant par une ma in dont l' inde x, le pouce, le poignet prennent la me me pos ition de repos que celle dessinee par Michel -Ange. Tournons-la de 180° selo n un axe vertical, donnons-lui une rotation antihoraire de 40 45° et l'on decouvre alors la ma in d 'Ad am dans La creation. Michel-Ange cop iera dans un de ses dessins certains elements de la Bataille d 'Anghia ri tel que le cheval cabre du groupe principal?" ; de merne que Raphael reproduira le groupe de l'etendard et un detail de la « chevauchee'" ».
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En 1680, Constantin Huygens, secretaire du roi d'Angleterre Guillaume III, annonce avec orgueil a son frere qu 'il vient d'acheter un livre de dessins de Leonard de Vinci :
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« I'ay achepte icy un livre in qu arta escrit et dessigne de Leona rdo da Vinc i. Il traitte du desseing des figures nues hommes et femmes et enfants, il ya quelque cho se aussi des chevaux et de la perspective. Les figures pour la plupart ne so nt que contournees, et les muscles marques legerernent, mai s elles sont fort belles, et paroissent estre d'une grande ma in. Le dessein de I'autheur est de rendre compte de toutes les proportion s des membres et des parties du corps. J'en ay paye 3 1/ 2 gu ineas, je ne le donnerois pas pour quatre fois autant." »
Ce livre fut cornpose entre 1560 et 1580, par un peintre milanais. Les illustrations, de merne que les textes qui les accompagnent, representent pour la plupart des originaux de Leonard de Vinci dont un certain nombre ont disparu. Dans ce livre, les folios 53-68 copient des etudes de Leonard sur les proportions humaines, a l'exception du dessin du folio 6797 • Il est peu probable que Vesale ait vu les dessins anatomiques et ait ete le plagiaire de Leonard de Vinci comme le pretend Jackshath (Leonardo da Vinci und Vesal. Jackshath. Natürforcher und Arzte. 1902)98. De meme, ne lit-on pas que les trois squelettes des feuillets volants de Tabulae anatomicae sex de Vesale 99 - de gauche droite, un squelette entier, en rectitude, vu de face, au ä
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milieu, le meme de profil, enfin droite, le meme vu de dos - , qui ont des analogi es avec les dessins d'une planehe de Leon ard'?", passent difficilement pour un e simpl e comcidencel'". Il est permis d'en douter: Leonard dessine en effet un squelette de face, de profil et de dos . Contrairement a Vesale, il ne s'agit pas d'un squelette entier. Mais mettre sur le compte du plagia le fait qu e Vesale ait montre de la merne facon un squelette dans ces trois postures est un raccourci facile, car Vesale n'avait probablement pas d'autre intention, comme Leonard, qu e de figurer le squelette dans les trois plans, comme ill'a fait avec ses plan ches myologiques ou les os du carpe . Son objectif etait didactique. Rien ne prouve donc qu e Vesale, du moins pour ces planch es, ait eut acces l'oeuvre de Leonard. Neanmoins, le milieu arti stique etant place sous le signe des echanges, des rencontres, heureuses ou non d'aill eurs , quelques similitu des ne sont peut-etre pas le fait du simpl e hasard. ä
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I c. Dissection. d. La Creation d'Adam , 1508- 1512. Detail de la vo üte de la chapelle. Commande du pape Iules Tl. Michel-Ange (dit) Michelangelo Buonarrot i (1475-1564). Vatican, Musei Vaticani. © Archives Alinari, Florence, Dist RMNIFratelli Alinari. CAL - Alinari Archives, Florence.
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OU I'art rencontre I'anatomie
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Revenons sur cette planehe magnifique des deu x membres superieurs, disposes l'un au-dessus de l'autre, tenant fermement un objet cylindrique. Nos tentatives d 'imitation du geste dessine se sont averees difficiles. Il est clair que le dessin de Leonard ne repre sente pas ce qu'il a observe, car pour obtenir une approximation du geste teIle qu 'il app arait sur les photographies, il aura faIlu tenir en merne temps le poignet fortement etendu, ensuite fermer la main sur l'objet par le mo yen de sutures - qui ont disparu gr äce au traitement de l'image (fig. 42). Au travers de ce dessin , Leonard « sublime» la prehension et extrapole l'observation statique du cadavre a la realite dynamique de la vie. Nous pouvons en conclure qu 'il dissequa pour mieu x dessiner la realite, ce qui explique d'une certaine maniere la raison pour laqueIle il ne dessina pas toujours ce qu'il observa. Ce dessin de Leonard combine ainsi une vision arti stique et fonctionneIle de l'anatomie.
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I a. Detail. Planche 19011 v/FA 12 v!c. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majest y Queen Elizabeth Il . b. Dissections.
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Une anatomie evolutive... revolutionnal re ! L'examen des dessins de mains, mais davantage encore celui des visages et des dissections du cou, revele l'evidence une modification de la methode. Vers 1487, le jeune Leonard age de 35 ans assiste pour I' essentiel aux dissections et ne recolte gue quelques pieces anatorniques. Ses dessins ressemblent davant age des schernas qu' ä d'authentiques reproductions de specimen. Entre 1510 et 1515, alors qu'il reside essentiellement Milan, Leonard est en pleine periode de maturite et realise de sublimes dessins, des verites anatorniques (tableaux II, III) . Comment expliquer cette progression? L'acces au cadavr e;. « instrument-merne » de la dissection lui est-il plus facile ? Ou est-ce un temoignage indirect de la difficulte de dissequer la main , necessitant un e certaine experience, qui lui est venue avec le temps et le travail ? Et si son coup de plume s'est ameliore, il est legitime de se demander s'il a reellement disseque par lui-rneme ou bien s'il a dessine les dissections d'un tiers? Il faut alors citer le nom de Marcantonio della Torre (1478-1481-151111512), qui semble avoir eu sur Leonard une influence certaine. Enfin, son int eret subit pour la main peut avoir un e autre explication, l'acces au De usu partium de Galien gue nous avons dej ä evoque . Cette periode de maturite correspond aussi a une production picturale moins intense. ä
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Et udes ch ro no logiq ues des mu scles du membre supe rieur, de la rotation de l'av ant -b ras et de la main
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Main : 15 10 ++ - Nerfs de la main 1504-1508, 19025 v - Planches main 1510, 19012 v, 19009 r - Mouvement s main 1510, 19013 r - Squelette main, vaisseaux doi gts 1510 , 19009 v Prono-supinati on : 1505-15 10 - 1505, 19 103 v - 1510, 19004 r Muscles tend on s du membre supe r ieu r : 1510
Revenons quelques instants a cet anatomiste, Marcantonio, un des quatre principaux mentors » de Leonard 102. O'Malley et Saunders apportent dans leur ouvrage des precisions sur Marcantonio gue nous reprendrons et gue nous adapterons selon nos propres reflexions. Celui-ci a-t-il contribue d'une maniere ou d'une autre a l'ceuvre anatornique de Leonard ? Marcantonio della Torre, ne a Verone en 1478-1481, pourrait avoir influence la production anatornique de Leonard, mais aucune certitude n'est etablie sur le sujet. Professeur de Medecine a Padoue , il devient, gr äce l'extension de sa celebrite, directeur du departement d'anatomie Pavie pendant le contröle de Milan par Ludovic Sforza, en 1509. C'est a Pavie ou pendant une visite Milan gue Marcantonio della Torre rencontre Leonard en 1510-1511. Galeniste apparemment convaincu - pouvait-il d'ailleurs en etre autrement cette epoque Oll les anti-galenistes passaient pour des heretiques ? - il ne laisse la posterite aucune trace connue d'un ecrit dans son dornaine' I". Cette notion de collaboration entre Leonard et Marcantonio della Torre proviendrait de ternoignages «
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transmis d'auteur en auteur par Giorgio Vasari qui detenait lui-rneme ses informations de source indirecte 104. Certains arguments poussent penser que cette collaboration n'a pas l'influence si vantee sur l'oeuvre anatomique de Leonard, En premier lieu, l'artiste etant plus age que Marcantonio, il eut bien avant lui cette passion pour l'anatomie qu'il avait dej ä etudiee. Deuxiemement, on aurait probablement constate un changement au contact de Marcantonio dans la terminologie de Leonard. 11 n'en est rien . Troisiemement, si les deux hommes avaient collabore, nous devrions trouver mention de l'anatomiste sur quelques-uns des dessins . Une fois seulement, une reference a l'anatomiste est employee, en bas et droite d'une planehe consacree a l'embryologie (19102 rl Q III 8r/e. 1510-1512), mais dont l'affiliation est controversee : ä
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"sur l'eau"
a messer Marco Antonio »105
a qui attribuer cette phrase de Leonard :
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De meme, l'on ne sait pas tr es bien
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« 1510 - Le vingt-sixieme jour de septembre, Antonio s'est case la jambe. Il devra rester quarante jours im m obile. » 106
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Tableau III Milan (1506-1513)
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Peintures
Anatomie
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47 planches
1508- 15 13?
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Leda et le cygne (L) 150311504
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Vierge au x rochers 2 (L) 1495/99 - 1506/08
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Sainte Anne, la Vierge, le Chris t et I'Agneau. lnachevee
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Leonard fait-il reference a l'anatomiste ou plus probablement reference a l'un de ses eleves, Giovanni Antonio Boltraffio ? Ensuite, si Marcantonio della Torre avait vu les note s de Leonard, il ne pouvait pas ne pas avoir ete irnpressionne par elles et on peut presumer qu'il lui aurait conseille de s'entendre pour leur publication. Enfin, leur collaboration n'aurait dure que moins de deux ans, car Marcantonio meurt a Riva del Garda, victime d'une epidemie de peste qui devastera la region de Verone de 1510 a 1512. A l'inverse, un argument de poids pourrait donner credit cette collaboration : le changement radical de qualite dans la representation anatomique de Leonard, Les dessins n'ont jamais ete aussi precis ni autant artistiques, et surtout apparait une certaine systematisation, en ce sens que les planches sont davantage monothematiques : les planches consacrees par exemple l'epaule sont somptueuses, variant les vues, devoilant sous l'enveloppe cutanee les muscles superficiels puis profonds puis les nerfsl'". Ainsi, Marcantonio peut avoir eu une reelle influence, au minimum comme conseiller, au mieux comme un veritable collaborateur. Par ailleurs, le progres dans la repres entation ne proviendrait-il pas d'une amelioration des instruments de dissection ? 11 est difficile d'y repondre car, explicitement ou implicitement, nous n'avons pas de reelles indications dans les notes et croquis sur les instruments utilises par Leonard pour dissequer (fig. 43) 108. ä
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Relisons ses rares notes consacrees aux medecins, et l'on pourra se convaincre d'une attaque, d'une grande acid ite verbale vis-ä-vis de cette corporation pour laquelle il n'avait point de consideration, « T äche de te maintenir en sante : tu y reu ssiras d'autant mi eux que tu eviteras les m edecins v-, car leurs drogues sont un e sorte d'alchimi e au sujet de laquelle il n'e xiste pas moins de livres que de rem edes.l''? »
I Instrumentation d'Andre Vesale, De humani corporis[abrica.
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Ainsi, s'il sollicite l'avis de certains d'entre eux, comme Marcantonio della Tone, il est clair qu 'il ne s'ad resse qu' ä leurs cornpetences anatomiques.
De I'ordre de la dissection.. .
a l'ecriture speculaire
Nous evoquions la systernatisation. Elle existe bien car l'ordre de dissection de la superficie a la profondeur est respecte . Tentons de numeroter les dessins de mains selon cet ordre de dissection . D'une part, la chronologie est parfaitement respectee au niveau des deu x planches principales; d'autre part, la presentation des dessins suit celle inversee du texte (fig. 44) , car Leonard de Vinci etait gaucher. . . et il ecrivait de droite gauche. La litterature s'attarde sur ce mystere, cette tendance a l'ecritu re speculaire, dont I'origine a fait l'objet de nombreuses hypotheses. Pour certains, elle demeure encore une enigme, D'autres comme le mathernaticien Luca Pacioli l'interpretent comme une simple ecriture « cryptee », que l'on peut facilement dechiffrer l'a ide d'un miroir '!". ä
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Leonard apprend a ecrire seul dans son enfance. 11 aura en effet une edu cation qui ne suivra aucune ligne directrice, ni aucun plan . Suivant son penchant naturel, il apprend ecrire de la main gauch e et a l'envers 111• Certains gauchers autodidactes tend ent en effet inverser spontanement l'image des lettres dans leur ecriture car, lorsqu'ils ecrivent norrnalement , de gauehe a droite, ils effacent l'encre de la main qui tient la plurne. 11 n'y a donc probablement rien d'enigmatique dans l'ecriture de Leonard. Lorsqu'il prend des notes rapidement , dans l'exercice de I'anatomie par exernple, le naturel prend le dessus. 11 utilise alors l' ecriture inversee, car illa maitrise parfaitem ent et elle lui fait probablement gagner du temps. En revanche, pour proposer ses services Ludovic Le Mor e, ou dans ce passage annoncant la mort de son pere, il est aussi capable d'ecrire normalement de gauche droite : ä
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« Le neuvierne jour de juiIlet 1504, mercredi sept heures, mou rut au Palais du Podestat, ser Piero da Vinci, not aire, mo n pere... il avait qu atre- vingts ans, il laisse dix fils et deux filles.ll2 »
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c 44 1 a. Detail. Planche 19012 v/FA 13 v/e. 1510. Royal Librar y,Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II.
b. Dissect ions. e. Planche 19009 r/FA 10 r/e. 1510. Royal Librar y, Windsor. The Royal Collectio n © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II.
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d. Dissections.
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t'lnteret pou r la prono-su pination a-t-il une explication ? Une etude aussi detaillee de la prono-supination ind ique visiblement une passion pour ce mouvement. En ternoignent la multiplication des planches, ce!le des dessins, qu'ils concernent des sque!ettes ou des os recouverts des muscles acteurs de ces mou vements . L'explication est peut-etre dans ce passage de Leonard que nou s rapportons de nouveau : « La position habituelle de la paume de la main est d'etre tournee vers l'horizon, et sa position extreme habituelle est d'etre tou rnee vers le ciel ou vers la terre, ce qui signifie, en direction de la tete ou le pied de I'individu.!' :' »
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L'illustration de ce passage est gravee dans sa peinture - et dans la peinture en general s-, avec par exemple I'index du Saint [ean-Baptiste dirige vers le ciel, main ferrnee et en supination ; la main gauche de la Vierge dans La Vierge aux roehers; ou encore la main gauche de la Vierge de l'Annoneiation (fig. 45). Raphael parvient certainement le mieux illustr er ce passage de Leonard dans sa celebre fresque : L'J~eole d'Athenes, exposee au Vatican, quand ille represente sous les traits de Platon, tenant sous le bras l'un de ses dialogues, le Timee. Vetu d'une toge rornaine, son allure est majestueuse (fig. 46). L'index de « Leonard-Platon » qui pointe vers le eie! ala maniere de saint Iean- Baptiste, indique le monde des idees. Asa gauehe se tient Aristote, la main drohe tournee en direction de la terrel!". Raphae! marque ici clairement l'opposition entre la theorie platonicienne des idees - l'ideal platonicien, preexistant a la matiere - et le rationalisme, l'ernpirisrne d'un monde sensible, pr önes par Aristote'! ". Ainsi donc, la prono-supination, support fonctionne! du positionnement de la main vers le eie! ou vers la terre, symboliserait I' existence meme de l'Hornme et les divergences conceptuelles qui le caracterisent : la transcendance portee par le personnage de Platon et l'immanence par celui d'Aristote,
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Dans une de ses notes, Leonard compare le mecanisme de rotation des deux os de l'avant-bras l'un autour de l'autre avec celui d'une tariere ou trephine, instrument employe dans le domaine de la chirurgie.
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« Et le second mu scle r p [brachial anterieur] est fait pour flechir le bras quel qu'en soit le degre angul aire. Il est attache l'humerus b n, et a I'os du br as [comprendre avant-bras]... qui est le [ucile maggiore [cubitus]. Il est tres pu issant car il doit supporter un poids tres important; et il ne peut pro voquer de rotation du bras comme le mu scle abc [biceps] et le muscle d e [pronator teres] qui ont des mouvements contraires, comme les poignees d'une trephinel! ", un inst ru ment de forage ... 11 7 » ä
Mais faut-il se poser tant de questions au sujet de la prono-supination ? Ne devrions-nous pas tout simplement, comme Leonard, nous emerveiller pour le caractere sophistique de la mecanique humaine, dont l'observation fut reellement analysee avec les yeux de l'ingenieur et de l'inventeur de si nombreuses machines.
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I a. Saint lean-Bap tiste. xv' -xvr' sied e. Vinci Leonard de (1452-1519). Paris, musee du Louvre. © RMN/Franck Raux.
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b. L'Annonciation (1472-1475) . Detail. Vinci Leonard de (1452-1519). Italie, Florence, Galieria degli Uffizi. © Archives Alinari, Florence, Dist RMN/Georges Tatge. CAL - Alinari Archives, Florence .
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c. La Vierge, I'Enfant lesus, Saint [ean-Baptiste et un ange, dite La Vierge aux rochers. Vinci Leonard de (1452-1519). Paris, mus ee du Louvre. © RMN/Franck Raux.
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Chambre de La Signature: L'EcoLe d'Athenes, 1509-1510 (Detail) . 1 de Vinci) tenant le Timee, Aristote tenant l'Ethique. Cabinet de
Platon (sous les traits de Leonard travail et bibliotheque de Iules TI. Commande de Iules TI. Michel-Auge (dit) Michelangelo Buonarroti (1475-1564). Raphael (dit) Sanzio Raffaello (1483-1520) . Sodoma Giovanni Antonio Bazzi (1477-1549) (dit 11). Bramante, Donato di Angelo (1444-1514) (dit). Vinci Leonard de (1452-1519). Vatican, Musei Vaticani. © Archives Alinari, Florence, Dist RMN/Fratelli Alinari. CAL - Alinari Archives, Florence.
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Avide d'apprendre, avide de lecture, il decouvre ou travaille les sciences comme les ceuvres litteraires. Cette frenesie de l'esprit se traduit par une propension a toucher tout, suivre le fil de ses idees qui le conduisent, selon ses aspirations, le moment de la journee, les evenements intercurrents, a passer d'un sujet a un aut re, d'un projet a un autre, d'une realisation a une autre. Il prefere ne pas terminer plutöt que de se precipiter, tant il est atta che a la precision, a la chasse au detail, la cornplexite. Nous rejoignons aussi l'opinion de Paolo Galluzzi, directeur de I'Institut et du Musee d'histoire de la science Florence, lorsqu'il ecrit : ä
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Le non fin ito, qui caracterise son activite arti stique, vaut tout aussi bien pour ses projet s technologiques. Leonard avait une teile ambition, une teile exigence de nouveaute, qu'il ne pouvait jamais se convaincre tout fait qu'il etait parvenu a ses fins. 118 » «
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De meme, Gian Paolo Lomazzo (1538-1600), peintre italien appartenant au courant manieriste, ecrira de lui :
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« Ainsi, quand i! comrnencait peindre , on avait le sentiment qu e Leonard etait anxieux a toute heure, et pourtant, il n'ach evait aucune oeuvre, par con science de la grandeur de l'art ; il trouvait des defauts jusque dans les choses Oll d'autres voyaient des merveilles.'! ? »
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Le paradoxe entre son desir de toujours aller le plus loin possible dans la recherche et son incapacite achever certains projets irritera plus d'une fois ses contemporains, notamment ses commanditaires, car il est vrai et bien connu qu e nombre de realisations ne sont pas achevees, Il n'a probablement pas termine son programme de dissection anatomique, bien qu'apres un survol rapide, celui-ci paraisse relativement complet. Combien de tableaux ou de fresques ne resteront que des intentions ou bien des ceuvres inachevees. Filippino Lippi (1457-1504), fils de Filippo Lippi (1406-1469), acceptera dans certains cas de poursuivre et de terminer le travail du maitre. Parfois encore, Leonard laisse une ceuvre pour ne la repr endre qu' aposteriori, pour finalement ne l'achever qu'inconstamment. Son ceuvre ecrite ne restera cantonnee qu' ä de simples notes, fussent-elles , en volume , considerables. Vers 1505 et jusque vers 1513-1515 , annees instables qui prefigurent son depart de Rome, il fait un effort pour reprendre des travaux anterieurs . Gest le cas du Trattato delta pittura - « Traite de la peinture » - qui revient l'ordre du jour, tandis que se precisent ou sont repris des recueils separes dans le domaine de l'anatomie comme des mathematiques. Plusieurs facteurs expliquent cette inconstance : tout d'abord son attrait pour toutes les formes de savoir et donc une certaine dispersion; ensuite cette incapacite qui le caracterise ne jamais se convaincre qu'un projet est total ement acheve s'il n'est pas alle au bout de sa recherche, car Leonard est avant tout un perfectionniste obsessionnel ; pour des raisons financieres, trahi par quelque commanditaire peu scrupuleux au niveau de ses emoluments - mais l'inverse, il percevra parfois sans honorer son « contrat » ; par manque de temps, car Leonard voit a long terme et le temps est compte, il vieillit, presente des difficultes a utiliser ses mains ; enfin , son depart pour la France met un terme ses entreprises.
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11 faut admettre enfin qu e l'inachevement d'oeuvres arti stiques, qui n'est pas l'apanag e de Leonard , a une aut re signification : «Au deb ut d u xvr siede . . ., avec l'avenement de Michel-Ange sur tout, on commence 11 aimer auss i les oeuvres inachev ees. La valeur artistiq ue de l'ceuvre n'est plu s associee exclusivernent 11 son cont enu religieux, mais peut de plus en plus s'app uyer sur des criteres comm e l'invent ivite de l'artiste o u le caract ere innovateur de la represe ntation.P? »
Les main s de Leonard, la fonction globale de pr ehension telle qu'il l'etudie, tout ceci denote d'un travail acharne. Le non fin ita qui le caracterise dan s la litterature ne reflete pas la verit e et con fere ici ce terme une con sonance particulierernent negative. Non, il ne s'agit simplement POUf Leonard , att eint d'une veritable boulimie de connaissance, qu e de perfectionnisme, de desir absolu du tr avail bien fait, qu el qu e soit le temps requi s POUf y aboutir.
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Au terme de cette etude anatomique, la confrontation de nos dissections avec I'analyse des planches annotees de Windsor nous renseigne davantage sur l'oeuvre et le personnage me me de Leonard de Vinci.
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Tout d'abord il est clair que Leonard dissequa ce qu'il observa. Sa soif de connaitre, cette volonte de chasser le detail et un esprit de synthese hors norme sont certainement les ingredients qui lui ont permis de realiser une teile oeuvre. Neanmoins, illaissa certains aspects de I'anatomie de la main inexploites, Sans doute n'a-t-il pas toujours eu le temps d'achever son travail, notamment dans la periode qui l'a conduite Rome a partir de 1513, Oll aucun autre dessin de main ne fut realise. Les dissections laissees de c öte et l'analyse des dessins que l'histoire nous a livres plaident aussi pour une implication de Leonard dans des etudes davantage mecaniques qu'anatorniques pures ; I'anatomie des muscles et des tendons, I'anatomie de la main, c'etait de toute evidence dans I'esprit de Leonard autant une anatomie tournee vers la fonction qu'une anatomie destinee percer les mysteres de la vie, une anatomie visant comprendre le corps. Mais, s'il dissequa ce qu'il observa, quel en fut le fil conducteur, quels sont les facteurs qui ont offerts Leonard cette competence pour dissequer aussi loin dans l'infiniment petit, aussi loin dans le detail i Par quel hasard arriva-t-il au plus profond des couches de la main et selon quel plan, car une teile dissection impose systematisation, methode, et quelques elements de connaissance ? Cette aide fut-elle livresque, fut-elle physique, et sut-il s'entourer de competence i Cela reste a nos yeux un mystere. Mais scrupuleux jusqu' ä l'extrerne, il s'intima « l'ordre » d'aller plus loin dans ses travaux futurs ; observait-il une tuberosite, une anomalie anatomique qu'il souhaitait etudier ce phenomene dans d'autres regions du corps; ne savait-il pas comment fonctionnait une articulation qu'il s'interrogeait, ouvrant ainsi la voie des etudes futures . Son ceuvre n' est donc qu'un commencement, qu'un travail en cours, probablement inacheve, et qui n'aurait de toute maniere jamais reellement ete termine, meme s'il en avait eu materiellernent les moyens et le temps necessaire, tellement I'obsession du parfait le tenaillait. Le nombre inacheve de ses peintures et de ses autres realisations procede du me me phenomene.
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Meme s'il dessina sur les lieux mernes, de la dissection, ille fit probablement parfois de mernoire. N'ayant pas eu les bases necessaires pour redresser certaines des erreurs qu'il a faites, nous comprenons mieux les divergences d'interpretation avec nos propres dissections. Ce n'est pas neanrnoins la seule explication. Certainement aussi fut-il lie par son allegeance Galien qui dissequa le singe, s'ecartant ainsi de I'Homme. Le recours de Leonard a la dissection animale, des debuts probablement difficiles en anatomie avant de cötoyer tardivement Marcantonio della Torre, expliquent ä
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pour une part aussi les erreurs. Mais les inexactitudes qu 'il laissa dans les proportions des muscles, leur aspect, leurs attaches, les rapports, ne le rendent-elles pas nos yeux plus « humain », lui le « mythe ». 11 s'est trompe, comme tout un chacun, car il n'etait ni medecin, ni anatorniste, mais son ceuvre est unique et surtout. .. elle est sienne. Et puis nous devons replacer ses etudes dans le contexte renaissant : rien d'aussi beau et d'aussi precis n'avait ete dessine avant Leonard, en cela il est extra ordinaire. ä
S'il dissequa, observa et dessina de sa main gauche, Leonard extrapola aussi beaucoup partir de ses lectures, avec une reference indiscutable Galien, directement ou indirectement, a partir des auteurs qui s'en sont inspires -la plupart des auteurs « modernes » d'ailleurs. Car rien n'avait ete ecrit d'aussi detaille et d'aussi complet sur la main avant Claude Galien. L'existence d'un pouce trois phalanges est un des exemples les moins connus et les plus caracteristiques de son attachement aux concepts du medecin grec. Au travers de cet exemple, Leonard ne fit ni mieux, ni moins bien qu'Andre Vesale et d'autres anatornistes, car cette epoque, Galien dominait la scene medicale, la scene de concepts physiologiques, hippocratico-galeniques, aujourd'hui depasses, Mais curieusernent, cet attachement Galien est loin d'etre constant chez Leonard, soit parce qu 'il n'a pas eu acces l'ensemble de De usu partium, soit parce qu'il s'en est ecarte ou merne a ignore certains des aspects pourtant clairement discutes dans l'ouvrage (exemples de l'aponevrose palmaire moyenne, du pisiforrne, du mouvement de lateralite ... ). ä
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Si Leonard de Vinci exen;:a la dissection avec une vision mecanique de la fonction du membre superieur, l'aspect artistique n'etait jamais tres loin . 11 ebaucha par exemple des esquisses d' epaules et de membres superieurs de vieillards, tournant autour comme s'il etait muni d'une carnera, authentiques dessins preparatoires des ceuvres picturales. Mais ses cornpetences d'ingenieur, d'anatorniste et de peintre avaient un point commun : une merne vision scientifique. Lorsque Leonard produisit Sainte Anne, la Vierge, le Christ et I'Agneau, conservee au Musee du Louvre, tout fait de cette ceuvre une realisation scientifique; nous somme loin de la spontaneite, de l'elan d'inspiration qui aboutit pour tout ou partie d'un tableau, a la creation sans retouche de details. Chaque detail du tableau s'additionne a un autre puis a un autre pour procurer l'ernotion de l'ensemble, comme chaque detail de notre anatomie s'agence un autre pour composer la « mecanique humaine ».
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Ainsi, le dessin, mode de transmission du savoir de Leonard, de ses travaux, de ses observations, reste le ternoignage le plus fidele de sa pensee. Aussi, nous rejoignons la reflexion de Domenico Laurenza lorsqu'il ecrit en introduction a son ouvrage consacre aux machines de Leonard : merne s'il utilisait des maquettes tridimensionnelles pom diverses reche rehes (rnach ines, peinture, anatomie), il semble avoir don ne au dessin la pre seance sur les maquettes, en reconnaissant sa valeur conceptuelle et cogn itive.l-' »
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BIB LIOGRAPHI E
Sources prima ires
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D. L. Nen et al., La Main De Léonard De Vinci © Springer-Verlag France 2010
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Sources seconda ires -
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NOTES
1. Cf. figs. 5-6. 2. Cf. fig. 10.
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3. Cf. Manuali medievali di chiromanzia, a cura di Stefano Rapisarda e Rosa Maria Piccione, Roma, Carocci, 2005.
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4. Cf. fig. 10.
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5. Cf. D. Laurenza , La ricerca dell'armonia. Rappresentazioni anatomiche nel Rinascimento, Firenze, Olschki, 2003.
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6. Cf. figs. 5-6.
ne .
7. Cf. fig. 10.
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8. Cf. Manuali medievali di chirom anzia, Stephano Rapisarda et Rosa Maria Piccion e Rom e, Carocci 2005.
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9. Cf. fig. 10.
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10. Cf. D. Lorenza, La ricerca dell'armonia rappresentazione anatomiche nel Rinascimento, Florence, Olschki, 2003. 11. Murray P, Murray L. Eart de la Renaissance. Ed. Thames et Hudson, 2001, p. 9.
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12. Le materiel minimum necessaire fut : un bistouri, des pinces adissequer, des ciseaux dissequ er, plu s ou moins fins, des pinces dites « hemostatiques ». Des fils de cuivre, des fils de suture et des fils de plus gros diametre ont egalement ete employes.
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13. La prono-supination est ce mouvement de l' avant-bras, provoque par la rotation 1'un autour de 1'a utre du rad ius et du cubitus, permettant de diriger la paume de la main vers le haut (supination) ou vers le sol (pronation), sur un coude flechi , 14. Maccurdy E. Leonard de Vinci. Les carnets T 1. Gallimard, 2004. p. 193. 15. Ibid, p. 136.
16. Le triceps sural est le mu scle situe la jambe - par analogie au tr iceps brachial, situe au niveau du bras - qui etend la cheville et autorise par exemple la marche sur la po inte des pieds. ä
17. O'Malley CD, Saunders JB. Leonardo da Vinci on the human body. Grame rcy Books, New York, 1982, p. 192. Plan che 19010 v. 18. Lorsque l' on examine par exemple le Christ couronnant la Vierge de Fra Angelico, fresque du couvent de San Marco (vers 1442), la gr äce des main s cache assez mal l'inadequation existant entre le dessin et le geste: la tenue de la couronne est maladroite, inadaptee. La lim ite entre la realite et le figuratif semble prouver la difficulte pour 1'arti ste a ce moment de l'histoire a repre senter la ma in de 1'Homme, en dehors de certaines poses classiques et stereotypees : les prieres ma ins jo intes, mains ferm ees ou mains appliquees sur la poitrine. Il s'agit d'un caractere commun aux arti stes
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contemporains ou qui le precedent ; tant que le peintre ne possede pas une grande expertise dans la representation de la main, il n' existe pas de rapport fidele entre la forme et le geste. 19.Maccurdy E, Ibid, T 1, p. 107. 20 ,lbid, p. 191. 21. Le traue de la peinture ne vit jamais le jour du vivant de Leonard. Ses notes sur le sujet furent
dispersees apres sa mort, en particulier par la negligence de son heritier : Francesco Melzi (14931570). La prerniere publication fut editee aParis en 1651 et en italien par Raphael Trichet du Fresne (1611-1661) : Trattato della pittura. La prerniere traduction francaise revient Roland Freart, sieur de Chambray (1606-1676) . ä
22. Keller A. Le traue de la peinture de Leonatd de Vinci . Ed. Iean de Bonnot, Paris, 1977, p. 146. 23. Maccurdy E. Ibid, T 1, p. 112.
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24. Ibid, p. 111.
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25. Mono-articulaire signifie qu'un muscle passe en pont au niveau d'une articulation et qu'il provoque le mouvement de l'os situe immediatement en aval de ladite articulation.
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26. Bi-articulaire signifie qu'un muscle passe en po nt au niveau de deu x articulations et qu'il provoque le mouvement de l'os situe entre les deux articulations comme celui de l'os immediateme nt en aval de 1'articulation la plus eloignee .
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27.Ce n'est qu'au xvnr siede que la nomenclature anatomique sera elaboree par Cowper (1694), Douglas (1707), Albinus (1734) et Chaussier [Huard P. Leonard de Vinci, Dessins anatomiques. Ed. Dacosta Paris, 1968, p. 29].
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28. Zöllner F.Leonard de Vinci. Tout l'ceuvre peint et graphique. Taschen, Paris, 2003, p. 334,335. Planches 12644 r, 12644 v, 12645 r, 12645 v. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11.
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29. Planche 19000 v/FA I v!c. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11.
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30. 0 'Malley et Saunders. Ibid, p. 489.
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31. Leonard considere le pouce compose de trois phalanges, le premier metacarpien eta nt pour lui la phalange proximale.
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32 .0 'Malley et Saunders. lbid, p. 56. 33. Au niveau de l'avan t-bras, la synostose est un pont osseux entre radius et cubitus, pouvant avoir une origine congenitale ou etre secondaire a une fracture . 34. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 56. 35. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 478. 36. Planche 12612 r/Q V 5r/c . 1504. Royal Library,Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11. 37. Planche 19009 v/FA 10 v!c. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Collection © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11. 38. O'Malley et Saunders. lbid, p. 58. Pour les auteurs, ce passage paraphrase un texte de Galien dans De usu partium. 39. O'Malley et Saunders. lbid, p. 152. 40. O'Malley et Saunders. lbid, p. 152.
NOTES
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41. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494. 42. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 154. 43. L'eminence hypothenar est le relief povoque par la masse des muscles saillant a la face interne de la main, par opposition l'eminence thenar, correspondant au relief des muscles saillant au bord externe de la main. 44. L'hamatum ou os crochu appartient a la deuxieme rangee des os du carpe, en amont des e 4 et s e metacarpiens. Le triquetrum ou pyramidal est l'os le plus interne de la premiere rangee des os du carpe, articule en distal avec l'hamatum et en dehors avec le lunatum. 45. O'Malley et Saunders. lbid, p. 154. 46. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 154. 47. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 154. 48. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 154. 49. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 154. Maccurdy E. Ibid, T 1, p. 104. 50. Portrait de Vesale. De humani corporis fabrica . 51. Rembrandt. La lecon d'anatomie du docteur Nicolaes Tulp. 1632. Mauritshuis Museum, La Haye. 52. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494. 53. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494. 54. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494. 55. Maccurdy E. Ibid, T 1, p. 198 : Commentaire dans le manuscrit de l'Institut de France F 95 v. 56. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 495. 57. Pince fonctionnelle entre le pouce (pollicis) et les autres doigts, en particulier l'index et le majeur. 58 . O'Malley et Saunders. Ibid, p. 495. Ce passage de Leonard n'est pas sans rappeler la theorie des nombres de Fibonacci. En 1202, Leonard de Pise ou Fibonacci (1170-1245), en etudiant les proprietes d'une serie numerique (0, 1, 1,2,3,5,8, 13,21...), Oll chaque nombre est egal la somme des deux nombres precedents, decouvrit que cette serie ou suite correspondait une spirale equiangulaire. La longueur respective d'un metacarpien et des deux phalanges d'un merne doigt correspond lors de la flexion de ce doigt Ja progression observee dans la suite de Fibonacci. Les ares de flexion des differents segments d'un doigt permettent l'extrernite du doigt de decrire une spirale dont le rayon decroit progressivement, ce qui permet au doigt, en se refermant, d'entourer des objets de diametre de plus en plus petit (Tubiana R. Notions d'anatomie fonctionnelle a l'usage des musiciens. In : Pathologie professionnelle des musiciens. Ed. Elsevier, 2002, p. 54). 59. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494. 60. O'Malley et Saunders. lbid, p. 495. 61. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494, Maccurdy E. Ibid, T 1, p. 104-105. 62. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 495. 63. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 495. 64. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. Maccurdy E. Ibid, TI, p. 105. 65. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. 66. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. 67. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. 68. Galien . Epitome, tome III, p. 196.
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69. Pare A. CEuvres. Declaration des os du carpe, metacarpe et des doigts. De l'anatomie, lesixieme livre, chap. XXVII , p. CCXXIII . Ed . du fleuve, Lyon.
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70. Chauliac Gui de . Ibid, p. 62. 71. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. 72. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. 73. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 58. 74. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 494 . 75. Galien C. Epitome en quatreparties. M. Rob er t. n° 1990, Union latine d' ed itions, Paris, 1962, T III, p. 72. 76. Les tendons principaux responsables de la flexion du poignet son t le flexor carpi radialis ou flechisseur radial du carpe, en dehors, et le flexor carpi ulnaris ou flechisseur ulnaire du carpe, en dedans. 77. Huard P. et Imbault-Huart MJ. A. vesale, Iconographie anatomique (Fabrica, Epitome, Tabulae sex). Ed. Roger Dacosta, 1980. 78. Aristote. Histoire des animaux. Trad. J. Bertier. Ed . Gallim ard, 1994, p. 90. 79. Daremberg C, Ruelle E. CEuvres de Rufus d'Ephese. Imprimerie Nationale, Paris, 1879, p.189. 80. Galien. Epitome. Ibid, TIII, p. 196. 81. Galien. Ibid, p. 196. 82. Chauliac Gui de, annote par Ioubert Laurent. Lagrande chirurgie. Ed itio n de 1632, p. 61, 62. 83. Pare. De ['Anatomie, le sixierne livre. Ed . du fleuve, Lyon. chap. XXVII, p. CCXXIII. 84. Parmi les « erreurs » co n nues de Galien , citons la m ächo ire inferieure, qu 'il considere constituee de deux parties alors qu 'il s'agit en realite d 'un seul et me me os. 85. Galien. Epitome. Ibid, TIII, p. 212 86. Galien. Epitome. Ibid, TIII , p. 228 . 87. Planche 19013 v, FA 14 v/c. 1510 88. Huard. Ibid, p. 40. 89. Des sin d'apres le David de Michel-Ange et croquis d 'architecture. Vers 1504. Plume, encre et Pierre noire. 270 x 201 mm. Windsor Castle. Royal Library (12591 r). 90. Pour Huard. Ibid, p. 25. 91. Etude de jambes et de bras, d 'apres Leonard, Plume et encre. Dresde, Sächsi sche Landesbibliothek (Carnets d 'esquisses de Dresde, f' 130 vO). 92. Planche 12613 r/Q V 21 v/c. 1487. Royal Library, Windsor. The Royal Coll ection © 2009 Her Maj esty Queen Elizabeth II. 93. La creation d'Adam. Chapelle Sixtine, Vatican, Rome. 94. Vecce C. Leonard de Vinci. Ed. Flammarion. Paris, 2001, p. 210. Citant: London, Bristish Museum. Cf. W 12340. 95. Vecce C. Ibid, p. 210. Citan t : Oxford, Ashmolean Mu seum, n° 535. 96. CEuvres completes de Christian Huygens, publiees par la societe hollandaise des Sciences, Amsterdam, IX, 1901, p. 379, n° 2569. Dans : Panofsky E. Le codex Huygens et la theorie de ['Art de Leonard de Vinci. Idees et Recherches. Flammarion, 1996, p. 11. 97. Panofsky E. Ibid, p. 32. 98. Huard Pet Imbault MJ. Ibid, p. 26.
NOTES
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99. Huard P et Imbault MJ. Ibid, p. 242-246. 100. Planehe 19012 r/FA Brie. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Colleetion © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth II. 101. Heilmann C. La Fabrica de Vesale ou la miseen scene de la raison medicale. Alliage, 1999,39. 102. Les autres mentors de Leonard sont : Galien, Luea Paeioli le mathematicien et Alberti, theoricien de la peinture. 103. Pour Carlo Vecce, Mareantonio della Torre prepare cette epoque un traite contre Mondino dei Luzi, Oll il insiste sur la necessite de revenir aux textes de Galien (Veeee C. Ibid, p. 259). 104. Vasari G. Vie de Leonard de Vinci. Dans: Leonard de Vinci. Traite de la peinture. Trad. Chastel A., M . Calmann-Levy, 2003, p. 36. 105. Maeeur dy E. lbid, Ti, p. 182. La note d'Edward Maeeurdy sur ce sujet evoque l'hypothese de Mare Antonio della Torre. Le eontexte indique pour l'auteur qu'il s'agit de la presence de l'eau dans l'uterus pendant la gestation. Pour O'Malley CD, Saunders JB (Ibid, p. 474), eela pouvait ou non etre della Torre, ear Mare Antonio est un prenom frequent cette periode, 106. Maeeurdy E. Ibid, T 2, p. 544. 107.Planehes 19003 v/FA 4 v/c. 1510, 19003 r/FA 4r le. 1510. Royal Library, Windsor. The Royal Colleetion © 2009 Her Majesty Queen Elizabeth 11. 108. Dans un feuillet du CodexAtlanticus (CA 1055 v), Leonard dessine un speculum et possiblement une seie chirurgicale (Domenico Laurenza. Leonard de Vinci. Artiste et scientifique. Belin. Paris 2005, p. 30). En dehors de ces instruments, utilises par les chirurgiens, nous n'avons pas d'indications sur ceux qu' employait Leonard pour ses recherches anatomiques. 109. Maccurdy E. Ibid, TI, p. 227. FA 2 r. 110. Vecce C. Ibid, p. 54 111. Vecce C. Ibid, p. 34 112. Maccurdy E. Ibid, T 2, p. 542. 113. O'Malley et Saunders. Ibid, p. 489. 114. Dans la Madonedes Harpies, d' Andrea del Sarto, son retable le plus celebre et date de 1517, la main gauche de Marie se detache particulierernent d'un fond compose de drapes d'un bleu et d'un rouge intenses; sa main gauehe rappelle celle d'Aristote tenant l'Ethique a Nicomaque dans ['Ecoie d'Athenes . 115. Daniel Arasse, dans son Histoire de peintures (p. 188), refute l'hypothese que Leonard apparaisse sous les traits de Platon. Raphael donne les traits d'un homme a barbe blanche Platon, a partir d'un portrait qui eircule cette epoque, cense representer non pas Platon mais Aristote. Pour renforcer eette hypothese, Daniel Arasse avance que Raphael n'a pas reneentre direetement Leonard depuis une dizaine d' annees. 116. La trephine est un instrument eylindrique, ereux, aux bords tranchants, fait pour percer un os et en prelever un fragment, notamment au cr äne. 117. O'Malley et Saunders. lbid, p. 478. 118. Galluzzi P. Leonard de Vinci. Ceci n'estpas une automobile! L'Histoire, 2005, 299, p. 49. 119. Gian Paolo Lomazzo, 1590. Dans : Zöllner F. Leonard de Vinci. Tout l'ceuvre peint et graphique. Taschen, Paris, 2003, p. 50. 120. Zöllner F. Ibid, p. 50. 121. Laurenza D, Taddei M, Zanon E. Les machines de Leonard de Vinci. Ed. Gründ, 2006, p. 11
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