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VITTORE PISANI
CRESTOMAZIA I ·
INDEUROPEA TESTI SCELTI CON INTRODUZIONI GRAMMATICALI, DIZ I O N ARIO C OMPARAT IVO
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\ Seconda edizione accresciuta
1941
'ROSENBERG & SELLIER TORINO
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PREFAZIONE
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TABELLA DELLE CORRISPONDENZE FONETICHE TESTI I
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III IV
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VI
VII
VIII IX
X
XI
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Sanscrito
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Armeno
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Greco .
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Albanese. Latino.
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Oscoumbro "
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67
Antico irlandese
74
Gotico
83
Lituano
,
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Antico Bulgaro .
88 97
Appendice: Lingue indeu , ropee (frigio. tra.ee. messapico, veneto, ligure)
DIZIONARIO' COMPARATIVO I
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Radici.
107
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Numera.Ii
-
Preposizioni e .avverbi isolati
159
-
Particelle isolate
164
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GLOSSARI
165
Sanscrito.
165
Antico iranico
169 173
Armeno Greco .
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175
Albanese .
181
Latino .
183
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Umbro.
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Lituano
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mahàtmabhis
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b6achtj
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sIepu.- se qual scomparso. N.B.·.«- è=ts » t,i-vi�hi-tas ( *kued/w-dhO-t-,
slepu.: s� quali scomparso. vi- vi-hi-tas
( *kudd/w-dM-t-,
k'lelram k,atram
k,etram k,atram
'l'ora [adatta] pel cieco')
'[1�ora] adatta pei cieco; o piuttosto 'proveniente dal Koc�xo<; " fiume della Misia Y)
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raddoppiato), lt. nam
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22
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viri ay-am
raddoppiato ), armo ay-n 'ille ' -n articolo n-a , ille ' nn-ti 'inde " lt. nam
eno'lo-rw-( -i), 'con quello', xivoc; (369), l'f!f} uparo.kairya-
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PREFAZIONE
I.
Questa
Crestomazia Indeuropea 'lmoZ essere una specie di libro
d'esercizi per la m-ia Introduzione alla linguistica indeuropea
(in seguito: ILI)' u.�cita ora in una ristampa emendata (Arona , '
1944), ed anche pel manuale di Glottologia indeuropea (Ma
nuali linguistici della Casa Ed. Rosenberg &i SeUier - Torino).
Suo scopo principale è di offrire all'indeuropeista in formazione
la possibilità di fare la conoscenza pratica con le lingue ·ie. an tiche
(1),
attraverso l'interpretazione e l'analisi gramm/l,ticalc e
lessicale di testi scelti; interpretazione e analisi che gli vengono a mio parere sufficientemente rese fattibili dai sussidi onde i testi sono accompagnati, e di cui si discorre qui appresso. In secondo luogo 11..0 inteso di far cosa utile a me e agli altri professori di glottologia nelle università italiane, raccogliendo alcuni testi che ( 1) In questa seconda edizione completate con l'inclusione di ilanico, arme!l0' albanese e antico irlandese; un'appendice dà qualche esempio di lingue tramandate frammentariamente. Per il tocarico e l'ittito verrà prov veduto in un fascicolo di Supplemento, se e quando mi riuscirà di venire incontro a quest'altro desiderio espresso da C. C. Uhlenbeck nella sua recen sione alla prima ediziode di quest'opera (Anthropos, XXXV-XXXVI, p. 1019 seg.).
x
PREFAZIONE
possono servire come prove linguistiche nelle lezl:oni, in attesa di quella collana di « Kleine Texte» che sarebbe tanto nece..�sarla ma non si riesce ancora ad avere: a questo secondo scopo mirano specialmente i testi di latino e di greco. Per ognuna delle seguenti ling1�e: sanscrito, antir.o persiano ed avestico, armeno, greco, albanese, latino, osco ed umbro, antico irlandese, gotico, lit1�ano e antico b1�lgaro (paleoslavo) si troverà quindi una breve 'introduzione grammatiCltle, alcuni testi con note e traduzioni, e un glossario collegato con un dizionario comparativo generale. Mi si permettano alcune parole sui criteri seguiti nel com porre e coordinare le varie parti. Per quanto riguarda i testi, osserverò solo che quelli di greco e di latino sono stati scelti con lo scopo di guidare il lettore all'ap profondimento dello studio di queste lingue. Ho cred1tto di non essere troppo audace pensando che il presente libro capiterà nelle mani di persone per cui una pagina di greco o di latino « normale Il non presenterebbe alcun interesse particolare; viceversa pochi sono gli studenti universitari che, pur conoscendo bene greco e lat-ino, abbiano a1'1tto sott'occhio i8crizioni dialetta,li greche o testi arcaici, letterari o epigrafici, latini, da cui potessero -ricavare nozioni esatte s1,i vari aspetti della grecità dialettale o del latino arcaico, aspetti tanto importanti per un retto gindizio s1tlla storia delle due lingue classiche. Dal punto di vista della grafia, ho ritenuto opportuno di segnare spesso nei testi greci anche gli ex lunghi, e di scrivt3re in latino u o v seguendo quella che è la prassi nelle comuni edi zioni di classici, e contro l'uso latino di un solo segno per l'u sia vocalico che consonantico; così pure nei testi di antico bulgaro ho introdotto qua e là delle normalizzazioni, dove mi pareva che ciò facilitasse il lavoro del lettore: è inutile far rilevare che la presente cre.'1tomazia ha fini puramente glottologici, non filologici. Le tra duzioni sono interlineari e in latino per l'osco e per l'umbro, se guendo la oramai annosa consuetudine; per le altre ling1M. esse intendono solo di mostrare qual'è il senso del testo (specialmente quella metrica del Maha-Bharata), lasciando al lettore il compito di intendere il valore p�eciso di ogni singola espressione. Per i brani biblici armeni, albanesi, gotici e paleoslavi, la traduzione
PREFAZIONE
XI
è 'omessa, perché penso che tutt,i conoscano abbastanza il testo o almeno ne abbiano a mano l'originale greco o �ma versione.
\
Il fine precipuo dei cenni grammaticali è di permettere l'analisi morfologica dei testi riportati per ogni slngola ling�ba. Essi non vogliono quindi essere affatto un sostituto delle normali gram matiche. Pero ho tentato di arrotondarli volta per volta, con qualche notizia sulle principali declinazioni, ecc., in modo da dare anche un rapido schizzo della costruzione morfologica delle rispettive lingue. Naturalmente (Uversa era la cosa pel greco e pel latino, dove si trattava invece di introdt�rre alla conoscenza dei dialetti e delle forme arcat'che come avviamento alla valuta:�ione de·i processi evolutivi; nonché per l'oscoumoro, dove la costituzione dei para digmi è forzatamente frammentaria, e dove invece era utile risalire a fasi preistoriche e indeuropee, anche per completare sotto questo punto di vista la trattazt'one dell'ILI, in cui l'oscoumbro era stato quasi completamente pas.'/ato sotto silenzio.
Mentre dunque, all'infuori dell'oscou,mbro, n momento com
parativo manca del tutto o qt�asi nei cenni gramm(lticali, poiché lo si ritrova nell'liLI, esso sta alla base del dizionarietfo che chiamo appunto comparativo,
c
che è in certo modo il C1wre del presente
libro; dizionarietto il quale, oltre a costituire un elemento per la interpretazione lessicale dei testi, vuoI fornire al lettore una rac colta di raffronti etimologici .'lUi quali egli puo istituire studi d'ogni sorta, e sopratutto esercitar�i' nel giudicare le corresponsioni fone tiche tra le varie lingue. Alla base di ognuno degU articoli del dizionario (salvo qualche numerale, aggiunto per amore di com pletezza) stanno una o più parole, compresi i nomi propri, tor nànti in uno dei testi; e queste pa1'ole vi sono raffrontate con quelle della, stessa o di altre lingue, secondo i criteri che verranno esposti più sotto. I glossari di ogni lingua
(1) rimandano al numero
den' articolo in cui la parola cercata torna.: q1bando la parola non si trova nel dizionario, essa è direttamente spiegata nel glossario.
(1) Manca il glossario dell'antico irlandese, perchè qui, in vista delle particolari difficoltà offerte dalla lingua, le singole parole sono spiegate nelle note al testo.
XII
PREFAZIONE
Le parole composte tornano generalmente in più numeri del di zionario, in corrispondenza dei loro elementi, p.' es., il latino
fenisicia nei numeri 277 (per fenum foenum) e 163 (per -sicia : seco); siccome però pel sanserito i composti sono stati già analiz zati nei cenni grammaticali, nel glossario si rimanda generalmente ad uno solo dei numeri in cui 1:l composto è addotto (p. es., per gatacetana, al num. 152 dove è trattato cetanam e dato il signi ficato di gatacetana; quanto a gata-, il lettore lo trova nel glos sario s. v. gatam che lo rimanda al num. 61 dove troverà l'analisi di questa forma) o, se il composto non è trattato ex professo in un numero del dizionarietto, ma lo sono soltanto i .suoi componenti, il lettore troverà nel glossario soltanto questi, e appresine i singoli valori dovrà, istruito da quanto ha imparato nei cenni gramma ticali, ricavare il valore dell'intero composto (p. es., trovando
prek�aI;tiyatamakrtis, che "nel § 9d dei cenni grammaticali gli è stato inltegnato doversi dividere in prek�a:t;liyatama- ed akrti-, dovrà cercare nel glossario prek�a:t;liya-, di cui prek�a:t;liyatama è il superlativo secondo il § 4b, ed akrti- ). Quando però un com
posto, di qualsiasi lingua, ha trattazione solo fin un numero del
dizionario, dove ne vien data la traduzione, ma l'elemento non trattato in questo numero non appare altrimenti nel glossario, ciò significa che esso elemento non offriva materia di comparazione con forme di altre lingue ie.; così pel ser. khecaras il glossario rimanda al num. 153 dove il lettore troverà fra l'altro ser. car-a-ti ,
si muove ', khe-cara-s 'che va pel cielo', e ne concluderà che
l'elemento khe- vale 'nel cielo '; siccome però il glossario non gli dà altre indicazioni, egli ne ded1trrà che - almeno a mio parere - per khe- (kha-) non esistono eq1tazioni etimologiche.
Quanto alla composizione verbale, quando la preposizione" non è
trattata a parte, essa lo è per uno solo dei verbi composti con essa;
così il Zit. atstojusi è trattato solo al num. 193, dove è analizzato in at- e stojusi, ne è dato il signìficato, e si trovano i raffronti per -stojusi; chi de.
PREFAZIONE
XIII
Salvo alcume formazioni più diffìcili (e l'oscoumbro), i nomi sono addotti al nominativo: per il .'tanscrito i temi in consonante sono di norma addotti nella forma del puro tema, al che ,accenna il trattino con md essa term,ina, ad es., vilapant-; invece in vihita-s il tema è vihita- e -8 la. desinenza di nominativo, il che permette pei nomi in -a- di disting1tere subito se si tratta di maschili (nom. -a-s) o nmtt1'i ( -a-m). La distinzione dei generi non è altrimenti notata se non in casi particolari (p. es., in got., dove un nome msc. non nomino in -a non può essere altro che un tema in -n-). Per le forme verbali, spes.'w invece si trova nel glos sario quella stessa, d,el testo, .'tpecie tutte le volte che questa offrit,a . qualche diffìcoltà; altrimenti si trova ll' I sg. preso o l'infin1'to (di che si tratti, dice la 'trad1lJzione). Naturalmente pel greco e pcl latino mi son permesso di fare un certo affìdamento S1tlle cono scenze del lettore; ma si tratta sempre di forme « regolari» e di analisi evid�nte. Dal dizionario e dai glossari risulta, dove ciò non avviene già nel testo (e cioè specialmente pel latino), la prosodia delle , parole. Quanto ad accenti, ho segnato quelli lituani solo nei te.'tti (cfr. i cenni grammaticali rispettivi, § 1); quelli del sanscrito sono segnati nel testo vedico, e nel dizionario ove essi siano tramandati in testi accentati o per certe categorie, come il presente dei verbi, sicuramente postulabili; nel testo tosco dell' albanese gli accenti sono segnati dietro le orme del K'ristoforidhi. Nei glossari l'ordine alfabetico è q�ello latino normale, senza tener conto di segni diacritici, del valore unitario di doppi segni (come scr. dh, che sta quindi fra de e di), ecc.; solo per il scr. ç
si è fatta una eccezione, mettendolo dopo C; per l'iranico e il gotico,
.& e rispett
. pel greco, che ha il suo ordinamento solito; si noti che f e h ven gono considerati come non esistenti (quindi fÉ� e fe:�cxxcx't'�(U stanno fra Èv't'oc8e ed È�eLfLe:v, ecc.). Pei richiami, va avvertito che: fra [parentesi q1lJadre] stanno i richiami ai testi (s'intende ai testi relaUvi alla lingua cui appar tiene la parola o il fatto grammaticale di cui si sta trattando); un numero preceduto dal segno § rin1Jia a un paragrafo dei cenni b
-
VITI'ORE PISANI, Cresfmnazia iruiRuropea.
XIV
PREFAZIONE
grammaticali che sono quegli stessi' in cui si trova il rimando Q
riferentisi al testo in nota al qùaZe lo 'stesso, rimani/,() ha luogo; altrimenti si premette I, II, III, ecc.� (dunque: I,§ 3, ecc.), indicandosi con I il sanscrito, con II l'iranico, con III l'armeno,
con IV il greco, con V l'albanese, con VI il latino, con VII l'o'sco
umbro, con VIII l'antico irlandese, con IX il go!ico, con X il
lituano, con XI l'antico bulgaro. Un numero se'1),z'altra indica zione (p. es.: 322) rimanda al rispettivo numero del dizionariQ , -
comparativo. Con ILI si rinvia aUa già citata Int-roduzione alla
linguistica indeuropea. II. Con ciò, e colle indicazioni contenute neUa parte III di questa prefazione, il zettore ,ha quanto gli occorre p'er l'uso pratico del libro. Qui �ebbo però ùidugiarmi a fare qualcke considerazione
lui criteri che mi hanno guidato nel formare e disporre il ,dizio
-.• ..
nario comparativo. Anzitutto, ho accolto in esso soltanto quelle equazioni lesswali "che mi parevano sicure ed evidenti, con il che non, intendo dire che, dove il collega glottologo _trovi omesse delle .equazioni proposte da altri o magari anche ,da me, debba concluderne che io ritengo ,
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queste errate; dovendosi proporre delle comparazioni a princi pianti, occorreva che costoro' potessèro in certo modo iurare in mea verba, e perciò che tali comparazioni rivestissero per lo meno un alto grado di probabilità, e non esigessero lunghi giri
di argomenti giustificativi. Del resto, la maggior parte aèi linguisti sarà con me d'accordo nel giudicare che un buon numero delle forme che il Walde-Pokorny ammucch,ia sotto il comodo rifugio d'una radice indeuropea, e parecchi anche degli interi articoli compresi in quel dizionario rappresentano materiale oltremodo dttbbio con il q1/,ale, è impossibile lavorare seriamente.
In testa ad ogni numero del dizionario sta una forma, diciamo così,
«
indeuropea». Questa forma non vuol essere nessun tenta
tivo di ricostruzione, ma serve solo a' indicare al lettore la base fonetica. a cui p088ono teoricamente ridursi le forme o parti di
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PREFAZIONE
forme delle varie lingue: s'intende che, pure se riconosciamo gi1�sto il sistema fonetico indeuropeo ricostruito, ciò significa solo che presupponiamo 1tn tq,le sistema fonetico come 1tna delle tante fasi precedute a quelle storiche e tramandate delle singole linglM indeuropee ma, in vista specialmente delle diverse epoche a cui possono risalire le forme lessicali da porre a base di quelle storiche , .'Jarebbe veramente assurdo vole1' proiettare tali forme-basi nel l'epoca in cui il sistema fonetico ricostruito vigeva. Tanto più che una forma può essere giunta da una parte all'altra del terri torio ie. prima o dopo la diaspora, senza che noi possiamo più accotgerci se ciò è avvenuto Iwtto l'aspetto fonetico « indeuropeo » od altro: p. e.'!., le parole del num. 59 possono essere passate dal dominio germanico a qltello baltoslavo quando già gh e bh erano divenuti g e b, e in tal caso la forma comune per i due gruppi linguistici sarebbe semplicemente greb. D1tnquej il lemma a capo delle nost1'e comparazioni ha valore puramente indicativo in sede di fonetica. E perciò nessun significato è stato attribuito a queste formule fonetiche. Si potrebbe invero senza troppa audacia ascri vere il significato « padre» alla formula *pater-; ma troppo più spesso ci troveremmo di fro.te a problemi imbarazzanti, per. non flire della arbitrarietà di dare un significato a « radici », cioè a forme che non sono mai esistite di per sé - almeno, non ne sappiamo nulla -, ma ,solo in parole di significati assai vari. A volte nei lemmi sono segnate delle varianti. Quando queste varianti sono separate fra loro da una sbarra /, ciò significa che esse stanno reciprocamente in rapporto apofonico (cfr. ILI § 23), il quale viene indicato soltanto là dove ciò poteva sembrare 1ttile pel lettore (p. es., al num. 44); quando invece la separazione ha luogo a mezzo di una virgola, come nei numeri 230 e 251, ci . troviamo di fronte a forme sicuramente in relazione fra loro ma differenti per motivi altri dall'apofonia, quali potrebbero essere diversità di suffissi ecc.; fra questi rileveremo i determinativi radicali, cioè elementi che appaiono aggiunti a una più antica radice formandone delle nuove e che sono probabilmente. antichi suffissi, come nei numeri 43 e 61. Variazioni consistenti nella presenza o meno di un s- 'iniziale (cosiddetto s mobile) o dell'aspi-
XVI
PREFAZIONE
razione sono indicate ponendo fra parentesi l'elemento facoltativo (p. es., 192 e 193). Alla base della distinzione da noi fatta fra radici (1-226a) e nomi (226b-360b) sta il riconoscimento di due tipi fondamentali, il descrittivo e il denominativo (1), nel lessico indeuropeo; tipi che possono accennare (�lla fusione in quello ie. di due schemi linguistici diversi. Il tipo descrittivo è quello per cui i concetti vengono designati da nomi in relazione con altri temi, così da indicare una certa attività o qualità inerente ad essi concetti; a quello denominativo vanno invece attribuiti i nomi che, etimolo gicamente isolati, non associano con altri concetti il concetto da, loro designato, ma si limitano a corrispondere ad esso, come un c;'rtellino alla merce su cui è incollato: in italiano, sedia è del tipo descrittivo (: sedersi, ecc.), scanno del denominativo. Na,t1J, ralmente non si vuole escludere che parole del primo tipo siano passate al secondo, per mutazioni fonetiche che ne hanno OSC11.rato i rapporti etimologici con altre parole della lingua o per scomparsa di queste, o anche, ma in minor misura, dal secondo al primo: quel che importa è la contemporanea presenza, di ambed1l,e i tipi nelle lingue ie., ambedue in misura ,notevole. Del resto, non ab biamo costruito fra le categorie di radici e nomi una m�6raglia cine.�e; seppure di solito sono state segnate sotto lo, rispettùla radice anche quelle formazioni nominali che �1. comparire in più lingue o altri criteri possono farci "itenere di antichità indeuropea, in certi casi speciali abbiamo segnato il nome nella categoria nomi nale a parte dalla radice che in esso è probabilmente contenuta o che da esso si è possibilmente sviluppata -, q1�ando tale nome ha assunto 1I·na personalità staccata fin da epoca. antichis,'iùna; come è il caso per oqu_ (309) e la radice o qU (128b), per koimo (280) � �kei (75), per reg- 're ' (329) e reg (lMa); in questi e simili casi non ho mancato di accennare ai possibili rapporti fra nome e radice. Lo, questione della forma fonetica del lemma ci ha già acco .stati al problema dell'antichità delle varie equazioni etimologiche, . ( l) Glottologia indeuropea. § 170.
XVII
PREFAZIONE
e infine del significato da dare al termine
«
indeuropeo » riferito
ad una comparazione o ricostruzione. Generalmente per « indeu t'opeo » s'intende. all'ingrosso « anteriore alla diaspora » o, in termini più netti, anteriore al distacco, comunque avvenuto, dei dialetti onde sono sorte le lingue storiche, dalla unità più o meno omogenea di cui essi facevano attivamente parte. Ma questo distacco è avvenuto sicuramente in varie epoche a seconda delle diverse lingue: il latino (dicendo latino, greco, ecc., intendo qui ,i gruppi di parlari da cui sono sorti in seguito il latino, greco, ecc., storici) ha cessato di far parte di quella unità qualche migliaio d'anni prima che il ge,.rmanico o lo slavo, se per unità ie. inten diamo l'insieme di due o più dei gruppi dialettali onde si svilup parono più tardi due o più .gruppi linguistici storici; e quindi se una equazione lessicale o morfologica o fonetica si estende anche . al latino, essa risale assai più indietro nel tempo che non una della quale il latino non partecipi (1). Ma anche se con ciò è dimostrata l'esistenza in periodo così remoto della forma o suono che sta a base di quella equazione, non ne deriva affatto che tale forma o suono sia altrettanto antica negli stadi preistorici di tutte le lingue in cui essa appare. Poniamo una forma A com1me a latino, ger manico, baltico e slavo; essa deve risalire ad età anteriore al distacco del latino per almeno una parte dei parlari confluiti nel latino ,
.
.
ed almeno uno dei dialetti ofl,de sono sorti il ger'rnanico, il baltico, lo slavo; ma., da questo secondo dialetto, A può esser passato a tutti gli altri dell'insieme germanico-baltico-slavo anche mille o duemila anni dopo che il latino aveva cessato di partecipare del l'lwità indeut'opea. E ancora: se una forma ritorna solo in lingue come germanico, baltico, slavo, illirico, le quali possono aver con tinuato a formare una certa 1mità fino al 500 !l" G. (tanto per (l) S'intende che qui si tratta solo della certezza di appartenenza a periodo più o meno antico; se una. data parola non to�na in latino, ciò non vuoI dire che una volta essa non abbia appartenuto anche ai dialetti onde il latino
è
sorto: ma come si può ricavare illazioni da argomenti di
tal genere' Anche le singole lingue posseggono parole che possono risalire
ad "età indeuropea ll; ma finché non ci sovviene una comparazione con altre lingue, nulla possiamo seriamente affermare.
:
XVIII
.
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, '
PREFAZIONE
dire una cifra), ad, essa è lecito attribuire con certezza solo questa anzianità; d.ovTemo considerarla di antichità indeuropea (o, come ancor più audacemente si dice, « indeuropea Il)' PqJgio ancora vanno le cose quarulo ci troviamo di fronte a comparazioni tra Ungue che hanno avuto contatti secondari dopo la ÙJro separazione daU'unità primitiva, come l'oscoumbro e il latino che, giunti in Italia in epoche e per modi diversi, hanno ivi costituito una secon daria unità firw aU'assorbimento del primo da parte del secorulo: qui si può pemare addirittura che la equazione, lessicale o .fone tica o morfologica,' risalga' appena a un'epoca posteriore aU'in contro di latino e oscoumbro sul suolo italico. Ma, obbietterà qualcuno a questo punto, si tratterà di imprestiti e non di equazioni indeuropee. Bravo! Anzitutto, ogni isòglossa, cioè ogni comunanza linguistica, si basa su una serie d'imprestiti, . grazie a cui si è compiuto il passaggio da un centro di diffusione a territori circostanti. Soltanto, alcuni principii,�'ttUu'fistorici e .
�E. :�.,;
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soprattutto fonetici,·· ci possorw permettere di stabilire se questo passaggio è avvenuto prima o dopo una certa epoca; nella fatti specie, se esso ha avuto luogo prima o dopo il distacco di una lingua dall'unità indeuropea, inteso questo distacco, (love non sovvengano punti di vista culturistorici (1)� semplicemente nel senso del mutamento del sistema di suoni mO'll,oglottico da quello che attribuiamo allo stadio indeu'ropeo: p. es., il tedesco Pfabl. « palo Il è imprestito dal lat. palus, perché se ambedue le parole risalissero a pflriodo ie., quella tedesca (astraendo da ulteriori . diflìcoltà poste dalla probabile etimolog�:a di palus) suonerebbe *Fahl, in quanto p- latino risale a p- ie., che in tedesco dà f (scritto anche v-; quindi pater - Vater, piscis - Fisch, ecc.) (2). (1) Com'è il caso per l'equazione gr. xciwO(�tç: ted. Han,f 'canapa " dove la fonetica non av�bbe nulla da opporre all'ipotesi di derivazione da una stessa forma. ie., ma la storia della cultura c'insegna che i Greci hanno cono scinto la canapa appena nel V sec. a. C. (2) Accennerò in nota al criterio �orfologico, applicabile solo in ristretto numeri di càsi, il quale ci può far decidere a considerare imprest�to una parola se la sua costituzione morfologica è inconsueta o i,mpossibile nella lingua in cui essa s'incontra; come è il Citso del lat. dacruma lacrima che
'
.:f!.� :.� .;
"
, '.:� .�
·PREFAZIONE
XIX
Ma quando non vi siano state variazioni di fronte a quello che è lo stadio comune ie., oppure quando tali variazioni siano state identiche, il motivo fonetico vien meno: si veda quanto è stato osservato sopra a proposito delle parole confrontate nel num . 59. Un grave impedimento al giudizio sull'antichità relativa d'una comparazione è costituito dalla nostra ignoranza circa la posizione rispettiva nell'unità ie. dei vari dialetti" onde sono sorte in seguito le singole lingue. Molti studiosi (p. es., il Meillet) partono dalla ipotesi che tale posizione relativa fosse quella che troviamo nei tempi storici; ma è una ipotesi del tutto arbitraria. L'importanza di questi dati si può scorgere dalla seguente osservazione: posta una equazione come quella di lat. ferio coll'ablg. borj� (num. 22), se fino ab antiquo il latino fosse stato separato dallo slavo ad opera di quei parlari onde sono sorte le lingue germaniche, anche .
_
queste avrebbero un tempo posseduto la parola e l'avrebblJro pm' d'Uta in seguito; se invece latino e slavo sono stati vicini, o le popolazioni intermediarie erano diverse da quelle che parlavano il pregermanico, le conseguenze. sarebbero ben altre, E così di seguito; s'intende che, quanto più lontane territorialmente sono certe lingue fin dal loro apparire alla luce della storia, tanto meno probabile è che esse si siano mai trovate a contatto; e perciò saremo inclini a concedere una patente di alta antichità a parole comum' al latino e al tocario (144) o al sanscrito e al latino (236. 270. 279), seppure le equazioni siano limitate a queste lingue soltanto; e viceversa, se possiamo constatare che fra certe lingue ha avuto luogo un più intimo contatto, magari costituitosi quando esse erano già state recate nei territori ove le troviamo in epoca storica, tanto più dovremo dubitare della antichità di certe equazioni limi-
foneticamente p�rebbe essere una parola ereditaria ie. da raffrontare col
gr. 8ocxpu[Lx, ma che la stranezza di un suffisso ·ma in latino ci induce a considerare imprestito dalla forma greca (cfr, num. 240). Sulla questione
degli imprestiti si veda il mio studio Sull'imprestito linguistW!J nei Rendi·
. conti Lett.ere del R. Istituto Lombardo, VoI. LXXIII, fase. l, Milano, 1939·40, pp. 133· 142.
xx
PREFAZIONE
tate ad esse, pur· senza P.oterne in generale affermare la recenza,.,
c.ome è il cas.o di queUe german.o-baltiche (59". 80. 108. 131. 148. 173), arnten.o-greche (226à) Q addirittura lituslave (92. 103. 293.
328b) per n.on dire di quelle fra latin.o e .osc.oumbr.o (38. 326) . E bastitn.o questi cenni (1) perché si c.omprfnda la cautela' c.on cui 'Vann.o giudicate volta per v.olta le n.ostre c.omparaziOfti, e il carat� tere, c.ome si è detto, puramente indicativ.o in fatto di. f.onetica, . dei lemmi P.osti .. a cap.o di .ogni numer.o; del resto aggiungerem.o qui che le c.omparazi.oni stesse n.on s.on.o c.omplete e nell'intern.o dei sing.oli numeri abbiam.o .omess.o, .oltre alle f.orme men.o sicura mente raffrontabili, spess.o anche quelle di lingu� più remote,
Q
in cui i m'/lltamenti fonetici s.on.o stati più vi.olenti, come le lingue
celtiche, l'albanese e l'armen.o: p.oiché, come si è dett.o in principi.o
di questa prefazione, il n.ostr.o principale intent.o era quello di f.ornire . agli l4udi.osi un libr.o di esercizi, sia pure d'un genere alquanto divers.o dal solit.o.
III. ' Crediamo, di far cosa grata al lettore p .orgend.ogli, (a p. XXIV
XXVI�) una tabella de1le c.orrisP.ondenze f.onetiche. più ampia di
quella stampata nel § 25 dell'ILI. Occorre n.otare che il v.ocalismo segnato per certe lingue è quello delle sillabe t.oniche in' ep.oca sf1Jrica preistorica (in lat. e airl. l'iniziale, in armen.o la penultima ie. attùahnente ultima) e che per vocali e c.ons.onanti. c.ontinuazioni di Q
verse subentran.o a sec.onda, dei su.oni vicini, ecc. 1 più importanti partic.olari si troverann.o �ell'ILI, specialmente nel § 26. Alcune c.orrisP.ondenze son.o P.oste, in mancanza di d.ocumentazi.one sicura,
per analogia d'i casi simili e in via puramente te.orica. Per la bibli.ografia si rimanda all'ILI; per il g.otic.o si può
trarre a confr.ont.o anohe la mia Introduzione allo studio delle
lingue germaniche,
2a
ediz., Arona 1946.
(l) Chi ne vuoI sapere di più. può ricorrere alla parte Il del mio libro della. R. Accademia Na.z. dei Lincei,
Geolinguistica e indeuropeo (Memm-ie Serie VI, vol. IX, fasc. Il, 1940).
, -' �
xXI
PREFA,ZIONE
Ed eCCQ 'Una. tavola deUe abbrreviazioni 'USate: aated.
=
ab., abI. ablg. acc.
=
=
adi.
=
adv.
=
·ags.
=
mI. ante
antico alto tedesco =
antico bulgaro
impf. impt.
asass. =
aveste bsI. c.
=
=
inf.
ione (-att.)
aoristo
=
=
ante persiano
=
dato
col
da-
circa
f
I., .
ionico (-attico)
irlandese locativo
lesbico
=
léttone
=
lituano
=
locativo
=
maschile
=
mat(ed.) =
cimr. = cimrico D., dato = dativo doro = dorico Du., du. . = duale el. = eleo eolo = eolico f., femm. = femminile fute = futuro G., g(en). = genitivo gr. . greco gt. = gotico homo = omerico id. indica che il Rignifica·to =
lesb.
m.
avestico
=
lac. = laconico lat., lt. = latino
-100.
baltoslavo (c.
= =
lite
ante sassone
infinito
=
letto
ante prussiano
attivo
con
=
irl. L.
ante nordico
tivo, ecc.) ca.
imperativo
=
avverbio
=
addotto
imperfetto
=
anglosassone
ap., aperse
ultimo
indeuropeo
=
accusativo
antico
=
àpruss. atto
ie.
aggettìvo
=
=
significato
per un'altra parola
ablativo
'ante irlandese
=
anord. aor.
d'una parola è uguale al
accusativo
=
A.
medio alto tedesco
==
msc.
=
maschile
n.
neutro
:Y., nome =
nome ago npr. ntr. ,o.
= =
=
ou.
=
=
nominativo nomen agentis
nome proprio neutro
osco oscoumbro
=
part., partic. partic. passo
=.
particella
passivo perfetto
=
=
plurale
participio passato pasI
sivo preso
participio.
=
pf. = PI., pl. ppp.
=
=
presente
,
,', �'
"
XXII
PREFAZIONE
pret.
=
scr. = sanscrito
preterito
pron. = pronome
Sg.,' sg. = singolare
rado = radice rq8SO
tQc. = toca.rico '
b. = ruso, bianco
u. = umbro
S., str. = strumentale •
>
v. - vedi
indica che la. fo�ma è ricostruita o supposta, non attestata storica.mente.
indica passaggio da. una forma o significato ad un altro.
< indica derivazione di
una
forma o significato da. un altro.
Per riohiami cfr. il detto in principio di questa prefazione. Milano,
OG'pO(lanno
1946,
VITTORE PISÀ.NI.
TABELLA DELLE CORRIS}>ONDENZE FONETICHE
Tabella delle INDEUROPEO
Vocali.
Sanscrito
a
a
a
o
a, a
e
a
a
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Semivocali
Liquide consonanti
Liquide sonanti
Nasali consonanti
!lo
ex (E, o)
a
ex
o (u)
o
a
e (i)
&
a
ex, Yj
u
a
e
,a
i,
i
u
u
u
li
li
li
i
y
Y
v
v
ai
e
ae, fii
ay
oi
e
aè, fii
li
ei
e
ae, fii
au
o
ou
ao, au
o
eu
o
!! Dittonghi
r � r,
r, r,
a
ao, au ao, au
l
r
l
r ara, ar ara, ar ar
ir,
r, ir,
ur
ur
�a la
ir, ur ir, ur
m
m
Il
. Greco
(a) a (a), a a (a) a
a
fi
Avestico Armeno'
n (�)
u
u
j,
(I
g-, -g-,
Albanese
Latino
a (e)
a
a (e) a (e) je
(i, e)
e (o, a
w
e
fi
''1
o
e
U
u
u
i
i
ii, i
li
iJ -, �-, -0-
,
j
f, o
v
ext
e
Ot
e
Et
i)
v
ei >i
av
exu.
a
oy
ou
e
ou>
oy
EU
e
r, r
p
r
ou> U
au
u
r
l, l
À
l
l
ar
exp, pex
ri, ir
or, ar
al
exÀ, Àex
ar
,
expex, pex, pw
ar
ar
al
OtÀex, ÀCi, Àw
al
n
n
'J
n
m
o (u)
o
r:
.
a
m
!.L
m
ra, ar
la, al n
m
. . ..: I
.�
' ;-;:... ' ,, ' /"
.::�
pondeBZe fonetiche. 08co
Ant. Irlanll.
Gotico
a
a
a
o (e)
a
a
a
o(e)
o(u) e (i)
a
a
o(e)
i(ai)
e
e
ii.
o
o
a
o
o, uo
a
Lituano
NOTE,
Ant. Bulgaro .
,
a a
.
U (=0) e ii.
u
""
ii.
i
i
e
è
i .
i
i (ai)
i
n(au)
n
ei
y
u
n i
,
Ù
i-,-i-, -0V
ai .
1ii ei
av
I
I
e
i
i
j
f-, -0-
W
V
ai, ae
aL
ai, ie
oi, oe
ai
ai, ie
e, i
ei
ei, ie
i
au
an
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e,
ia
Ò, ua
-
j
v
e, i
,
uv
Ò,
ua
au
an
n
uv
ò,ua
in
an, ian
n, jn
r
r
r
r
r
l
l
l
l
l
Ur
ti
alir
&or
m, ar
ar, alir
al
li, al
al, ul
n
n
n
1il
m
li'
m
ul
m
-
,
ir
rn, ir
ar, ir
ra;ru
,il
In, il
al, il
la,lU
m
m
n
indica che il suono
Pel vocalismo delle sillabe atone in armeno, latino e antico irIandese, si rimanda ai Cenni Grammaticali.
Y (i) -----
j
O
Per l'antico persiano si rimanda a II § 2.
n (i)
Ù
Ù
Il segno
è scomparso.
(a)
Ù
-
Le oontinuazioni segnate fra parentesi subentrano in condizioni ben determinate (p. es. goto ai au per i, u avanti h e T; ablg. Il a i i per o e 4 y dopo consonante palatale).
n
,
. .
Segm: ' Tabella ,d�De
,
i
,
Nasali sonanti
lJ.
Ip
lJ.a
a, an
a, an
an
a, am
a, am
am
a(n)
a
an
an
a
am
p
p, f
h-,-v-,O
m . a Occlusive: Labiali
p ph
,b
bh
bh
t (t)
t th
ii
d dh
li
Palatali
kh
I dh (
k,�, t ch
h
gh qu
qoh go gah
O
k, c
kh, ch g, �
gh, h'
k, c
kh, ch
g, j
gh, h
i
Greco
AlbaneSe
Latino
ot, otV
e!
en, in
ot, ot(l
otv«,
«(lot,
7t
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b,
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P
b,
w
(j),
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T
(j)
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T
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&, .T
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&
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g, y, J
g, y, J'
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g, y,j
g, y, j
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j, z
k,x,c,s k', g, x,
X,
x
8,
x
x
X,
k, c
g, 'l, z
Y X
k, c
j, z
(j),&,X (j),&,X
,
-
,
f-, -bt
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-b-, -d e
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P
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d(q.)
gh
g
Spirante.
I
j, Q,
kh
Labiovelari .
th (th)
g
k
Velari .
f
ph
b Dentali
Avestico Armeno
Sanscrito
INDEUROPEO
e
O
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P
t
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d
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h, g
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h, g
g
k
g
g
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h, g
k
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h, g
k
g
g
k
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h
g
g
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"
P
f , b f
8, Z
.
.
·i'· ,
z
z
b
q
g
g
(g)w
g
8, O t, ( d)
8, Z
l, Z
N elle serie gutturali la. alterna zione fra palatale (scr. c eh i h; avest. é f l; armo ç é ; z; ablg. é c (d)z (d)z) e gutturale (k, g ecc.) è dovuta alla presenza (anche preistorica) o meno di una vo cale palatale (e, i) seguente.
P
,
In greco le labiovelari BOno con tinuate di norma co.n 'labiali (7t f' ep) se· segue consonante, ii, 6; con dental� (T 8 &) se segue �; con gutturali (x y X) in vicinanza di ii:; avanti r Ili alternano labiali e dentali.
t
d'
d B
s
z z
In greco e ant. irland. in alcune parole 8 è continuato con dentale, dopo una gutturale (velare o la biovelare }.
k, C, c ch, s
g, (d)i, (d)z
g, (d)z, (d)z k, c, c ch, s
g, (d)z, (d)z g, (d)i, (d)z 8, eh, �,
NOTE
Per il greco e il sanscrito si noti in particolare là legge per cui di due aspir.ate in sillabe con secutive si deaspira la prima.
ç, in
im
d
g
•
um
t, th
r'- h ,
'
imlam
f
k
,
un
t, th
, ;(
T:� ..�
Gotico Lituano Ant. Bulgaro
in, an
t
d
.';'i�:i"':'
femetiche Ant. Irland.
��en, &Il
'
z
,./
"
'"
TESTI L
Sanscrito.
-
CENNI GRAMMATICALI (1). § 1. Sistema I fonetico. Vocali: a ii i
i
u ii, r r l (f, -a, r avanti consonanti si alternano
con (i)y, (u)v, (i)r od (u)r avanti voèale).
Dittonghi: e o ai au (se1lll>!'e lunghi; si alternano con ay av
ay /iv avanti vocale). Seniivocali: y v. Liquide: r l. Anusvara: 'f!I- (indica che la vocale precedente è nasale: Q'f!I come francese on). Mute e. nasali
Gutturali Palatali . Cerebrali Dentali Labiali
.
·1
Tenli
k C
t
p
I
I
Tenui
Aspirate
kh
-
j I
�
e
e
g
il
th
Medie
di
i
th
ph
M
.
d
I
,
Aspirate
gh
�
I
ti •
ilh
?I-
bh
.m
dh
1
N agali S· prr8Jlt·I A sprrata ·
n
I
h ç
Il 8
h
I I
I
Il li
(1)..lJn numero fra parentesi quadra rimanda alla relativa strofe n61� l'inno del Rig- Veda, due al cant� e relativa strofe neÙ'episodio dal Maha Bharata. 1
-
VITTORE PISANI, Ore8tmnazia i1UÙuropea.
r
,
'
2
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
Nota: l 1: sono vocaliei; y
= i (ILI § 15). GuttUrali sempre dure (quindi pron. gMta ecc.), palatali sempre molli (quindi ca come eia, iilfii, come giii,tii ecc.);· cereq�ali�come dd in siciliano o sardo; f' come sé di scena, f lo stesso ma coll'articolaziQne cereb�aJe; n come ng hl inglese king, ii come g". �n eampQ,{J'na o come ". in Uncf!; IJ come eh nel tedesco 008; 8 come 8 ceco. Nei testi vedici è segnato un accento (mùsicale) libero che continua quello indeuropoo; nel scr. classico è invalso un accento espiratorio, di collocazione analoga a quella latina, ma retrocedente fino a.lJ.a quartultima sillaba . (Ili u u v , u -L u � , � � -L �; lunga è una .sillaba con vocale lunga, o con vocale breve seguita da due o più consonanti).
gitii
§ 2. Sandhi. I suoni finali e iniziali di parola nella frase, di parola o tema nei composti, vanno soggetti a certi muta:..
r
menti; il fenomeno, esistente in tutte le lingue, ma indicato . nella grafia solo in sanscrito e in antìco irlandese (altrove solo sporadicamente: cfr. scritture 'come it. davvero, ' daccapo, l'apo strofo in l'uomo, l'ora, ecc.), si chiama col nome indiano sandhi ' unione, c.ombinazione '. Diamo qui talune regole più · impor tanti: a) Vocali uguali incontrandosi si fondono nella rispettiva lunga: napaç:1Jata = na apa- [8!15]; 'jJatiitmiiham yata-atmii aham [9,5]; yadicchasi yadi icchas'Ì [9,8]. - -a, -a con i �d �, u- ed ii-, l'- , e- ed ai, 0- ed a ll- dànno rispettivamente e, o, ar, ai, au : upetyedam upa,-itya idam [9,12]; prasupteva bhavac = prasttpta' iva abha- [8,18]; vi,!opa.liptan = vi'!d-upa Ziptan [8,16] ; sodatÌl!�hat = sa Ild- [9,15] ; cainam = ca enam [8,15]; ml'taiva ml'ta eva [9,13]. - -i, -u, -r avanti vocale pas sano a -y, -v, o r : nyapatayat = ni-a- [8,16]; tv arto = tu arto [8 ,22] ; tanvangi tanu-angi [9,3]. - -e, -o, -ai, -au avanti vocale dànno �a, -a od -av, -a, -iiv ; se però segue -a, -e ed -o restano ed a- scompar(l (cfr. d �) vayav a [1], vaya ukthebhir [2] = vayo [3]; il!�e 'hani = i#e ahani [9,17] ( 1 ) ; so 'tha = so atha [9,2]� mitrp..varuttiiv l'tiivrdhau = -��au l'- [8]. ' b) In fine di parola non può stare che una consonante (quindi ' viZapan [9,2] per *viZapant-s nomino sing., cfr. ace. vilapant-am) ; se questa consonante è aspirata, essa perde l'aspi=
=
=
=
=
( l ) Ma 'Ved. dadhate apusam [9], con a· conservato.
TESTI - I. SANSCRITO
, , ... .......
:.-"
3
razione. Essa appare come sorda in pausa (fimi di f:rase o di emistic�io) e avanti consOIlanti sorde (k, t, p, s, ecc. ), come sonora avanti vocali, semivocali, liquide, nasali e sonore (g, gh, , d, b, h, ecc. ) : la stessa desinenza di Ili sg. appare come -t in nyapiUayat [8 ,16] e in udat��hat pramadvara [9,15], come -d in abravìd vacanam [9,2]; cfr. anche tiryag ayatam [8,15] per l'orga nico tiryak. Avanti nasale una occlusiva può anche passare nella nasale omorganica ( quindi -t in -n, �p in -m, -k ,in "M : samakraman mumiir�u?t per -mat [8, 15] ; tan mr�a per tad [9,6]. Si noti anche -cc- da -t co: abhavac capi per abhavat [8,1-8] e -tst(h)- > -�(h)- in utthiisyati per udsthii- [9,10]. c) -m diventa -'f!'lt avanti consonante: sardha'f{t sa [8,14]. -n dopo vocale breve si raddoppia avanti vocale: dharmatman.n ayur' per -man [9,6]. , d) -r e ·s: (X) dànno ·?t in pausa (cfr. b) e avanti k(h)- p(h)- , ·s avanti t(hh -r; avanti c(h)·; �) dànno -r avanti :vocali, semi· , V9cali, l, nasali, sonore. Però -as nel caso � diventa -il; nello stesso caso -as dà ·a avanti vocali altre che a-, altrimenti -Q (dopo .cui a- cade, il che è indicato col�ostrofo); ·r avanti r· scompare e la vocale precedente si allungà, se breve. Cfr. ta· pasvina?t per -nas [8,19]; sakhibhi?t kriq,ati per -bhis [8,14] ; rurus tv [8,22]; sampramattayaç codita?t per -yas -tas [8,16]; vyasur aprek�a"-,,i'!lapi per vyasus [8,1 7] ; rurudu?t krpayavi��a rurus tv arto bahir yayau ller -dur -��as artas bahis [8,22] ; ka upaya?t per kas -yas [Q,9]; ayUl!o 'rdham pet -�as a- [9,11].
§ 3. Declinaaone nominale. Paradigmi: a) Temi in -a- : çoka- msc. ' dolore ', vana- ntr. ' bosco ': ,
SINGOLARE Nomin. Vocat. Accus. Strument.. Dat. Ablat.
DUALE çoka-s ' çoka çoka-m çokena çokaya t}Okat
I
\
çakau
çokabhyam .
� f
PLURALE çokas çokan çokais ' çokebhyas
4,
CREST01U.ZIA INDEUROPEA
} çokayos
Genit. çoka-sya Locat. çoke Nom.-AQC. Ntr. vana-m
çokana.m çok�u ( 1 ) . vanani
vane
b) Temi in -a-: kànya- f. ' fanciulla ' :
AbI.
Gen. Loc.
. �I kanye
kanya kanye kanya-m kanyaya kanyayai
Nom. Voc. Acc. Str. . Dat.
kanyà-bhyàm
k,anyayli8 I
kanyas
kanyay08
kanyayiim
kanya-bhis kanya-bhyas kanya-nam kanya-su
Nota: Analogamente i temi in -io, -u- polisillabi: N, sg. kritJati, Str. pl. Bakhi·bhia.
c) Temi in -i-, -u- : agni- msc. ' fuoco " vari- ntr. ' acqua vayu- mse. ' vento ', madhu- ntr. ' miele ' : Nom. Voc. Acc. Str. Dat. AbI. Gen. Loc.
agni-s agne agni-m agni-na agnay-e
vayu-s vayo vayu-m vayu-na vayav-e
agne-s
vayo-s
agnau
vayau
i (
} ,
agni vayu
:
agn -bhyam vayu-bhyam ag�y-os vayv-os
"
agnay-as
vàyav-as
agnin agni-bhis
vayun vayu-bhis
agni-nam agni-,!u
vayii-nam vayu-�1t
! agni-bhyas vayu-bhyas
Nota: Si osservi la variazione apofonica tra. i ed e, ay (da ei od Di), tra o, a'l1 (da eu od ou) nella finale tematica; cfr. ILI § 28, p. 65. NEUTRO: Sing. N.A. vari Str. 'I1arifU'i (2) D. varilUl Ab. G. varituJ8, L. vari�i; . Du. N.A. vari�i S. D. Ab. varibhyiitm G. L, vari�B; Pl. N. A. vqri�i, il resto . come il msc. Analogamente madhu madhunii �hwne, ecc. I FEMMINILI, come gati- ' l'andare ' dTi(mu- ' vacca ', vanno come i ri spettivi maschili, ma formano Str. sg. gaty-a dhenv-a ed Ace. pl. gati6 dhenUB, e possono assumere nel D. G.-Ab. L. sg. le desinenze di b), quindi gatay-e o gaty-ai, gareB o gaty-i1,s, gatau o gaty-iitm" ece. u
ed
, ( 1 ) B diventa !I dopo i, u, e, ai, o, au, t', r, k. (2) n diventa � se nella parola preceda un 1:' r o !I, purché non siano intero' medi una palatale, cerebrale, dentale o ç, e purché non seguano t(h) d(h).
•
5
TEST! - I. SANSCRITO
d) Temi in consonante: marm- msc. ' vento ', jagat- ntr. mondo ': , , Nom. Voc. marut marut-as mar1tt-au marut-am Acc. marud-bkis marut-a Str. marud-bhyam marm-e Dat. marud-bhyas . \ AbI. marut-as marut-am Gen. marut-()8 marut-su Loc. marut-i jagant-i jagat jagat-i N. A. Ntr.
} !
}
Si noti la variazione di sorda e sonora. nella finale tematica a seconda della consonante seguente, e le aitre di N.· sg. vale , voce ' Ace. vac-am Str. pI. vag-bhis L. pI. vale-�u; N.A. ntr. taptÙ ' calore; penitenza ' �tr. sg. tapas-a D. pI. tapo-bhyas (cfr. § 2 d �), prayo-bhis Str. pI. - Alcuni temi hanno varia zione apofonica (ILI § 28, p. 65) : quindi quelli .in -oot- hanno nei casi deboli (Str. D. AbI. G . L ., nel pl. anche A.) -at- : çocant , dolente ' N. sg. çocan (da -ant-s), brhant- ' grande ' A. sg. brhant-am, ma sunvant- ' che spreme ' G. sg. sunvat-as; quelli in -an- mostrano nel N. sg. -a: yatatma ' che tiene a freno l'anima ' (cfr. lt. homo), nel V. sg. -an: dharmatman ' o tu dal l'anima, virtuosa ', nell'A. sg. -an-am (da on ) , nei casi deboli avanti vocale -(a)n-, avanti consonante -a- (da tt ) : Str. sg. leaZadharmatJ-a ' dalla. legge di Kala ', Str. pI. mahatmabhis , ' dai magnanimi '. Secondo i temi in èonsonante vanno quelli monosillabici femminili in i , -u- (avanti vocale -lY-, -uv� ) : dhi- ' mente ', bhu , terra ' N. V. sg. dM-s bhu-s A. dhiy-am Str. dhiy-a L. bhuv-i ecc. I temi in -r- hanno apofonia e si appoggiano in parte a quelli in -io, -u- : notiamo qui le forme pita ' 7tot-rijp, pater ' pitar-au , 7tot't'ép-e " pitar-as ' 7tot'tip-e; ', jaritar-as ' cantori '. -
o
o
-
o
o
§ 4. Aggettivo. a) Il femminile d.ei temi in -a- si forma con -a- (cfr. bon1M : bona) od i : codita-, 7caZa-codita- ; leaZyatJa-, 7caly.atJi-. - b) Il comparativo si forma a mezzo di -tara-. (gr. " --repo-), il superlativo di -tama- (cfr. op-timu-s) : manohara-tara- , -
o
·
6
I
CRESTOMAZIA 'INDEUROPEA
prek�a'f./,iya-t�ma-, sat-tama-. Nota anye N. pI. msc. secondo il pronome (§ 5). _
§ 5. Pronome. Personale: aham ' ego ' ecc. (361); tvam , tu ' eCC. (362). - Dimostrat�vi : sa (so avanti vocale) sii tad Ò 1) -.:6, Acc. tam tiim tad, .Str. tena tayii, Dat. tasmai tasyai, AbI. tasmat tasyii8, Gen. tasya, tasyiis, loc. tasmin tasyiim; plur. te tiis tiini, duo tau te te, il resto come i temi nomino in a , -ii- (ma gen. plur. telfiim tQ,siim, second� cui sarv,6lfiim ' omnium 'l. Inoltre enam ' illum ' kas ' quis' qui ' kim ' quid ' yad ' quod ' imam ' eam ' ime ' ii ' idam ' id ' (cfr. idem). Cfr. 364. 365. 366. 374. 375. =
-
-
_
§ 6. Verbo. Il scr. classico ha un tema del presente, da cui
si formano presel1;te, imperfetto, ottativo, impera�ivo e parti cipio, un tema del perfetto da cui si forma il pf. indico e il participio · pf. ; un tema dell'aoristo, da ' cui si forma l'aoristo (indicativo) ; un tema del futuro, che dà il futurQ e il condizio nale nonché un :participio ; inoltre uh precativo, specie di otta tivo dell'aoristo sigmatico, ma. con forme proprie. Nel ·periodo vedico i modi (cui si aggiunge un congiuntivo) possono formarsi anche dai temi dell'aoristo e del perfetto; - quest'ultimo' ha accanto a sé forme di piuccheperfetto. I preteriti (imperfetto, ' aoristo e condizionale) 'sono caratterizzati dall'aumento (a:" =<= gr. è-, nel vedico spesso mancante) e dalle desinenze secondarie; queste ultime appaiono anche nell'ottativo ; perfetto e impera tivo hanno desinenze a sé. Il perfetto è generalmente raddop piato (vi sono anche presenti e aoristi raddoppiati, p. es. da dami: 3L3Cù{L�, a-pa-pt-a-m cfr. �-m-1t1"-o-v); l'aoristo può essere radicale (a-bhut = é!-
�
.-"':
,
TESTI
-
J. SAJQ"SCRITO
7
P r i m a r i e (presente e, futuro) ,
I Sg. -mi II
,III
ATTIVO
Du. -vas� -thas -tas
-si -ti
Pl. -mas -tha -nti ( -anti, -àti)
MEDIO i,
I Sg. -e II -se III -te
Du. -vahe -ethe ( -athe) -ete ( -ate) ,
Pl. -rq,ahe -dhve -nte ( -ate)
S e c o n d a r i e (impf., aoristo, ottat.)
ATTIVO I Sg. -m ( -am)
. II III
-s : -t
Du. -va -tam -tam
Pl. -ma -ta. -an ( -ur)
MEDIO I Sg. e ( -i, otto -a) Du. -vahi
II III
-thas -ta
-etham ( -atham) -etam' , ( -atam)
Pl. -mahi -dhvam -nta ( -ata, -ran)
'Imperativo
ATTIVO Du. -ava I Sg. -ani -(-hi, -dhi) II -tam
III
-tu
I Sg. -ai
II,
III
�8va -tam
�.,. .
-tam
Pl. -ma ' -ta -ntu ( -antu -atu}
MEDIO Pl. -amahai Du. -avanai -dhve -etham ( -atham) -ntam ( �atam) -etam ( -atam)
" ' ,'
, ,. . \
CRESTOMA ZIA l'NDEUROPEA
8
Nota. Distinguiamo due coniugazioni, lo di 'temi in a. ( = vocale tema tica e/o del gr.) e II di temi non in a; a.lla II (e all'ottativo) si riferiscono le desinenze segnate fra parentesi. La II coniugo ha tema forte nel sing. attivo preso impf., n�Ue prime perso dell'impt. e nella ÌII sg; atto impto, debole altrove. '
Perfetto
ATTIVO I .Sg�
n
nl
-(I
�tha -a
Pl. -ma .
Du. -va "
-athur -atur
-a -ur
MEDIO I Sg. -e -se '
n
In
-e
Du. -vahe -athe -ate
Pl. -mahe -dhve
-re
·1 PARTICIPI si formano : pel preso e fut. a mezzo di -nt- (-ant-), fenlmin. -nti- ( -ati-) [da -lYf!-t- -ttt-, cfr. gr. cpÉpov"t"- cpÉpouO'cx (da -ov-r-icx), lt. ferent-] nell'attivo, -mana- femm. -mana- [cfr. gr. cpspò(Uvoc;, lt. n pl. passo indie. ferimini, sottinteso estis] nel medio; per il perfetto a mezzo di -vas- '(forte: -va�s-, debole: -vat- avanti C01;l.son., -�- avo voc. ) femm. -u�i- nell'attivo, -,mana- nel medio. § 7. Nei nostri testi abbiamo le seguenti forme:
a) PRESENTE. I coniugazione, attivo : pra-ya-ccM-mi (rad. yam), iccha-si (rad. i�) [-ccha- da -sko- ci\'. gr. ' �&:-O'X(Ù, lt. -sco], , arh-a-ti, ' cet-a-thas (rad. cit) ; medio : man-ya-se, jar-a-nte. ,II coniugazione, attivo : as-ti [ = �O'-"t"L]; medio : abki-dhat-se (rad. dha, .raddoppiata da-dM- debole da-dh:, ma avanti s dhat-, ILI § 2 6 O) , çe-te [= xe'L-"t"cxL], lJç-athe (a ' ad ' + rado aç), dadh-ate (rad. dM), vedo huv-e (rad. hva). b) IMPERFETTO. I coniugazione, attivo : ud-a-ti-��h-a-t (rad. stha raddoppiata, cfr. gr. t-O''t"YJ�fLL atematico, ma lt. si-st-o tematico), sam-a-kram-a-t (rad. kram; nell'a che precede sono fusi la preposizione a e l'aumento a), a-bhav-a-t (rad. bhu),
-/
'.
9
TESTI - I. SANSCRITO
ny-a-piit-aya-t ( causativo di pat), praty-a-bhii�-a-tam; medio : a-paç-ya-ta. II coniugazione, attivo : a-brav-t-t (rad. bru). .
,
c) IMPERATIVO. I coniugazione, attivo : ut-ti-��k-a-tu (rad . stM radd�pp. ), sa"!t-jiv-a-tu; medio : pra-Ya-ccka-sva (rad. yam) .. II coniugaziò�e, attivo : bru-k�, ya�ki, pa"M, yatam. d) PARTICIP-IO PRESENTE. Attivo : vi-lap-ant-, çoc-a-nt-, drav-ant-, 8u-nv-ant-, sadk-a-nt-, femm; leriq,-ati-, pra-priic-ati- ; medio : vi-cel!�-a-mana-. e) PERFETTO. Attivo : ba-bku-v-a, da-darç-a [= aé3opxe:], cu-kroç-a (rad. kruç), u-vac-a (rad. voo), ·ya-yau (rad. ya; le radici in a formano nella ): e III sg. -au), ca-kr-atur (rad. kr) ; medio : rem-ate (rad. ram, che h a nelle forme forti ra-ram-, nelle deboli remo). Participio daç-vas- (debole ,dac-�-).
f) AORISTO. Imperativo aor. vedico çru-dki, .ga-tam, ya-tam .
(radici gam, yam).
/
g) FUTURO (si .forma a mezza del suffisso -sya-). Attivo :
t>rap-sya-si (pra + rado ap), ut-tha-sya-ti (rad. stM) ; medio : kar-i-l!ye ' (rad. kr).
§ 8. Dalla radice, generalmente in grado O (ILI § 23), si formano COI;l -ta-I [gr. -TO-C; , lat. -tu-s] o -na- [lt. plè�nu-s ecc.] dei PARTICIPI ' PASSATI PASSIVI, con ,.tva dei GERUNDI: su-ta-, pa-ta-, pat-i-ta-, upa-lip-ta-, sam-pra-mat-ta- (rad. mad), ard-i-ta-, a-radk-i-ta- , mr-tatap-ta-' dhtr-takr-tasam-anv-i-ta- (rad. i) , o , o l' o , a-vil!-ta- (rad. viç), pra-sup-ta (rad. svap), uk-ta- (rad. vac), . Ìl!-�a-, a-ya-ta- (rad. yam), gllt..-ta- (rad. gam), abki�ka-ta- (rad. kan), , d�-ta- (rad. da�ç), ja-ta- (rad. jan-i), sam"upa-stki-ta- (rad. stM), vi-Mota, (rad. dM), datta- (ra�. da; per -tta-, che abbiamo ancora in a-tta- , preso ' colla preposiz, a), cod-i-ta- (di cod-aya-ti, causativo di cud); - çru-tva, drl!-tva (rad. drç), ga-tva (rad. gam). Se il verbo è composto, il . gerundio si forma dalla radice in grado O col suffisso -ya, dopo vocale breve -tya: upe-tya (cioè upa-i-tya: rad. i) ; cinl-ya (irregolarmente dal semplice). Un GERUNDIVO è pre,kl!ar;iyar (pra-ikl!-aniya-, rado ikl!). Gl'IN FINITI si formano con -tum dalla. radice in grado normale: _
tra-tum, kar-tum (kr.).
/ .
.
.
lO
CRESTOMAZIA INDEUROPEA .
§ 9. Composti nominali. Distinguiamo i seguenti tipi: . a) AVVERBI ( scr. avyayibhava) : katipayaft,asya ( -ya-a-) ' per alcuni giorni ', janma.-prabkr.ti ' fin dalla nascita ' i b) TATPURU!?A (di dipendenza), in cui il primo ' membro sta in dipendenza sintattica dal secondo (o viceversa) : kala-coditii , spinta da Kàla ', kala-dkarmarp-a . ' per la legge di Kàla " v�o paliptan ( -!la-u- ì ' imbevuti di veleno " sarpavÙ!ardita ( doppia composizione: v�a-àrdita- ' òppresso dal veleno ', e sarpa-v- . ' oppresso dal veleno del serpente '), bku-tale ' sul suolo della terra ' , e così di seguito : çoka.vivardhini, deVa-duta-s, kke-cara,
bkr.gu-nandana, kke-carottama (-ra-ut-), gandfl,arva-raja-s, dkarma raja-m, paraspara·kitai�irp-au ( -ta-elJ-), akar-vid-as, soma-pitay-e, r.ta-vrdk-au, r;ta-spr;ç-a, tuvi-jata, ri-çadas-am ' che ha cura deUo straniero ' ;
c) K4.RMADHARAYA , in cui un membro è i n -rapporto at tributivo o apposizionale coU'altro : su-du7Jkkita-s ' molto addo lorato ' i d) BAHUVRIHI (exocentrici), propriamente i tipi precedenti aggettivati (come gr. Àe:UXWÀEVOç ' dalle bianche braccia ', po8o MX'ruÀoc; ' che ha le dita di rose ' ) : vara-varrpini ' che ha un bell'aspetto. " gata-cetana ' la cui mente se n'è andata ', vy-asu-s • c:tte è senza vita ', prekl!arpiyatamakr;ti-s (ma-a) ' il cui aspetto è assai degno d'esser visto (bellissimo) ', tanu-madkyama ' che ha una cintura sottile ', e così di seguito : padma-varcas-am,
yatatma (-ta-a-), dkr;ta-vrata-s, gatayul!-as (-ta-a-), mahatma-bkis ( -ha-a-), çrngara-rupabkara'(tà (-pa-a- ; çrngara-rupa� è un tatpu ru�a, cfr. b), suta-soma-s, vajini-vasu, puta-dakf!a-m, uru-kl!aya.
e) DVANDVA (copulativi), con desinenza duale .0 plurale a seconda dei casi; talora vengono trattati come neutri singolari: indra-vayu ' Indra e Vàyu ' mitra-varu?l-au ' Mitra e Varuna '.
§ lO. Composizione verbale. Il verbo può venir bomposto con una o più preposizioni; se fra. queste si trova a, essa vien 'posta dopo le altre ; l'aumento sta sempre fra l'ultima prepo-, sizione e il verbo. - Nel vedico le preposizioni sono ancora
,
TESTI
-
Io SAN8CRIT�
Il
sentite nel loro valore avverbiale ed hanno perciò il loro accento, si scrivono separate 4311 verbo cui possono seguir� o precedere e dal quale sono spesso separate da altre parole. Cfr. le prepo sizioni ii ed 'Upa in rapporto a gàtam e yiitam in [5] e [6]; acchii in rapporto a jarante ' cantano (perché venga) qui ' in [2]. e
§ 11. Cenni di sin�ssi. L'uso dei CASI è all'ingrosso quello delle lingue classiche: nota l'impiego simultaneo di vocativo e nominativo in [5] e [6]:. vayav indraç ca, il quale si spiega come un'attrazione esercitata sul nome del secondo dio . invocato dal verbo che segue, e di cui ambedue gli dèi sono ' pensati come soggetto ; inoltre il genitivo partitivo in tel[a'f!t piihi [1] ' bevi di essi ' . . Quanto ai due casi scomparsi o quasi anch� in latino, lo strumentale indica la compagnia, il mezzo, l'agente, la causa effici�nte; la maniera; il locativo indica lo stato in luogo, con un uso più largo dell'ablativo locale l�tino, perché lo si trova anche con verbi di moto. Cfr., per lo strumentale: sakhibhi� ' sardham [8,1�] ' insieme colle amiche " ka upayal], krto devail], ' [9,9] ' quale rimedio è stato provveduto dagli dèi Y " krpayiivil!�a [8,22] , penetrati dal dolore ', 'bruhi tattvena [9,9] ' parla secondo verità ' ; per il locativo : prasuptevabhavac capi bhu,vi [8,18] ' e stava sulla terra come addormentata " çete sa bhuvi [9,3] , ella giace . sulla terra ', daçanan a'lige nyapatayat [8,16] ' le affondò i denti nel corpo ', bhumau patita [8,17] ' caduta in terra ' . .... Spesso il locativo è_impiegato assolutamente: vivahe samupasthite , [8,14] ' essendo vicino il matrimonio ', evam ukte [9,15] ' <{osì essendo stato detto ', tCl[U tatrop avil[�el[u brahma'{l-�u [9,1] , mentre quei Brahmani si erano colà avvicinati '. L'impiego 'dei TEMPI è nel vedico analogo a quello del gr�co ; nel sanscrito epico e classico avviene un livellamento; e per fetto aoristo e imperfetto vengono usati abbastanza indiffe . rentemente. Peculiare del sanscrito è la grande estensione data alla frase' nominale ( con soppressione cioè della copula), anche con sog ' getti di I o II persona. Cfr. ime soma ara�krtal], [1] ' questi Soma (sonò) pronti ' ; yadi datta,�, tapas tapta'ff}- , guravo vii
.
/ 12
CRESTO�AZIA INDEUROPEA
maya yadi samJlag iilriidkita1.t [9,4] , se da me (è stato) donato, esercitata l� penitenza, se le persone ,v�nerande ( sono state) da me debitamente o�orate ' ; tan mr�a [9,6] ' ciò (è) invano ' j mrtai'Va ' [9,13] ' essa invero (è) morta ' j yatha janmaprabkrti 'Vai yatatmaka'f!l-- dkrtavrata1.t [9,5] ' come fin dalla nascita io (sono stato) invero uno che ha tenuto a. freno l'animo e com� piuto i suoi voti '. ' L �g - Veda, I, 2.
1. vAyav A yahi darçatemé soma çrudht havam. \ 2. vaya ukthébhir jarante tvAm accha. jaritAra� I 'sutasoma .aharvid� . 3. vayo tava prapriicatt dhéna. jigati daç�e I urfici 80mapitaye. , 4. indravayfi imé 8uta upa p�ayobhir Il gatam j indavo
vam uçanti hi. " 5. vayav indraç ca cetatha� 8uMnarp. vajinivasfi I Uv a yatam upa dravat. 6. vAyav indraç ca sunvata a yatam upa ni�krtam I mak �v ittM dhiyA nara. 7. mitra:ql huve pfitadak�a:ql varllJ;ta:ql ca riçadasam � dhi ya:ql ghrtaci:ql sadhanta.
8. rténa mitravarUI;tav :rtavrdhav rtasprça{ kratu:ql brhantam açathe. 9. ·kavi nò mitravaruQ.a tuvijatA uruk�aya " dhate apasam.
i
dak�aIp. da
II. Maha-Bharata, I, 8,14-9,15. (Con omissioni)
8,14. tata� katipayahasya vivahe samupasthite
sakhihhi� kri9.ati sardha:ql sa kanya varavarQ.ini 15. napaçyata prasupta:ql vai hhujaga:ql tiryag ayatam, pada caina:ql samakràman mumiir�u� kàlacodita.
I
TESTI
-
lo
�ANSCRITO
13
16. sa tasyap. saqlpramattayaç coditap. kaladharmaQ.a vi�opaliptan daçanan bhrçam arige nyapatayat.
17. sa da��a sahasa bhiimau patita gatacetana vyasur aprek�aQ.iyapi prek�aQ.iyatamakrtip., 18. prasuptevabhavac capi bhuvi sarpavi�ardita ; bhiiyo manoharatara babhiiva tanumadhyama. 19. dadarça ta� pita caiva te caivanye tapasvinap. vice��amanaql patitaql bhiitale padmavarcasam. , 22. taql ca kanyaql vyasuql dr�tva bhujagasya vi�arditam rurudup. k!payavi��a : rurus tv arto bahir yayau.
9,1. te�u tatropavi�te�u 'brahmaQ.e�u samantatap., 2. 3. 4. 5.
ruruç cu kroça gahanaql vanaql gatva sudup.khitap.. ço kenabhihatap. so 'tha vilapan karuQ.aql bahu abravid vacanaql çocan priyarp cintya pramadvaram : « çete sa bhuvi tanvarigi mama çokavivardhini bandhavanarp ca sarve�arp.: kiql nu dup.kham atap. param T yadi dattaql, tapas taptaql, guravo va maya yadi samyag aradhitas, tena saqljivatu mama priya ; yatha janmaprabhrti vai yatatmahaql dhrtavratap., pramadvara tathadyaiva samutti��hatu bhamini ». devadiita uvaca:
« abhidhatse ha yad vaca ruro dup. khena, tan mr�a; na tu martyasya, dharmatmann, ayur asti gatayu�a�l. 8. upayaç catra vihitap. piirvaql devair mahatmabhip.; taql yadicchasi kartuql tvaql prapsyasimam pramad [varam l).
6.
rurur uvaca :
9.
ka upayap. krto devair Y briihi tattvena, khecara; kari�ye taql tatha çrutva : tratum arhati maql bhavan
«
ll.
devadiita uvaca : lO.
ayu�o 'rdham prayacchasva kanyayai, bhrgunandana; evam utthasyati ruro tava bharya pramadvar�J ». «
14
CRESrOMAZI,A INDEUROPEA
rurur . uvàca:
11. «.àyu�o 'rdhaIp prayacchàml kanyàyai, khecarottama; çrIigàrariipàbharaJ).à utti��hatu mama priyà ». 12. tato gandharvaràjaç ca devadiitaç ca sattamau dh�maràjam upetyedaIp vacanaIp pratyabhà�atàm : 13. « dharmaràjàyuliO >rdhena ,ruror bhàryà pramadvarà samutti�thatu kalyàJ).i, mrtaiva, yadi manyase ». dharm�ràja uvàca : 14. cc pramadvarà ruror ohàryà, devadiita, yadicèhasi, utti�thaty; àyu�o >rdhena ruror eva samanvità ». 15. evam ukte tata� kanyà sodati�that pramadvarà, ruros tasyij.yu�o 'rdhena, supteva varavarJ).Ìni. 1 7. tata i�te 'hani t�yo� pitarau cakratur mudà vivàhaIp tau ca remàte parasparahitai�il,lau.
.' , �..
\
Note. I. DaI 1!g-veda, la raccolta di inni sacri (rc-), cui si dà una data a. C. L'inno è rivolto agli dèi Vayu (il vento), Indra
zione a.nteriore al 500
(il re degli dèi), Mitra e VaruJ.la (più delle altre divinità, attinenti all'ordine morale). Il metro è la
go,yatri, la cui forma fondament.àle è costituita da
tre piida di otto sillabe ciascuno, le ultime quattro di ogni piida aventi ritmo giambico ; ma molte sono le varietà e le complicazioni, su cui non ' possiamo qui fermarci.
l.
Soma, 1U!�pianta, probabilmente l'asclep1as acida, e il succo inebriante
che se ne ricava e costituisce la parte più importante dell'offerta sacrifieale ;
questo succo è stato anche divinizzato.
- 3.
La vacca di Vayu, apport,atrice
{ij heni li. chi offre il sacrificio, si identifica colla vacca che dà il latte da mescolare col Soma offert
�
al dio.
questo caso può avere -a (cfr. gr.
- 7. sadhanta è N . A. ) invece di -au : cosÌ
-w
V. duale; in vedo
pure r,taspr;ça [8J
mitro,varutui tuvijiita uruklJaya [9].
II. Episodio del grande poema epico jtIahiibho,rata, le cui parti. risalgono a varie epoche, ma che dev'essere stato completato nei primissimi secoli dell'èra volgare. Il métro è lo çloka epico, consistente di quattro pada da otto sillabe ciascuno, riuniti in due emistichi divisi da una cesura nel mezz� di ognuno (nel secondo emistichio di 9,1l la cesura ha impedito il
8andhi
fra -tui ed ut-.); le ultime quattro sillabe pi ogni emistichiò (secondo e quarto
piida) hanno ritmo giambiCO' ( v _ v �), quelle del primo e terzo piida un , ritmo qualsiasi .diverso dal gia�bo. Nei versi precedenti è raccontato come
.
Ruru, innamoratosi di Pramadvara, figlia del R",i (santo e veggente) Sthii-
. r;,, ':
TESTI - I. SANSCRITO
lakeça., ravesse chiesta in isposa" e come fosse stato fissato il giorno delle nòzze. 8, 19 awye nom. plur. con desinenza pronominale (§ 5). - 9,4, t.apaB tàptam: figura etimologica (tipo : viver� vitam, ecc.) con tapas ' penitenza ' e tap-. ' esercitare penitenze '. - 9,9. M,ava"" da bhagaviin (tema ,bhavant-), , propriamente ' il venerando ', è un termine di cortesia corrisponden� al . nostro : la Signoria volltra ; e ,si costruisce quindi col verbo in III persona. - 9, 12. Dharmaraja, il dio re del dharma e cioè della legge,divina" è Yama, , che ha insief!1e il regno sulla regione dei Padri (pitaras) e cioè l'oltretomba.
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15
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APPENDICE : TRADUZIONI
I. Rig-Veda I, "
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-!
1.
2.
O Vayu, vieni, tu di bello aspetto : questi (succhi di) Soma sono pronti; bevi di essi, ascolta l'inyocazione.
3 . 0 , Vayu, cOn lodi cantano te i cantori, essi che hanno
spremuto il Soma e conoscono il tempo (opportuno) .
3. O Vayu, feconda ·di beni viene la tua ' vacca al sacrifi cante, datrice di latte per la bevuta del Soma.
4. O Indra e Vayu, questi spremuti succhi - venite con
piacere - vi ' desiderano.
5. O Vayu e Indra, voi siete intenditori degli spremuti �succh�), o I1cchi di fmza: venite rapidamente.
6. O Vayu e Indra, venite a ciò che vi ha preparato lo ,. ,"'-'
spremitore, presto qui in confòrmità al (mio) pensiero, . o eroi.
7. lo invoco Mitra dalla .pùra volontà e VaruJ}.a che si cura dello straniero, i dùe che recano a compimento il pen siero ( del sacrificatore) accompagnato . dal burro ( del sacrificio ).
8. . Colla verità o Mitra e VarUJ).a, sostenitori della verità, raggiungete la grande possanza.
9. I due veggenti Mitra e ,VarUJ}.a possenti ed ampiamente regnanti rendono efficace la nostra opera.
16
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
II. M"habharata
I,. 8,14-9,15 ( 1).
7. [E col padre il romito si convenne /
Che a Ruru sposa andasse la don�ella; E fu assegnata al nuzial, solenne Rito, di Baga l'ascendente stella, . Alle no�� propizia;] e intanto avvenne, Pochi, di innanzi allo spuntar di quella, Che Pramadvara, per le spiagge apriche, . Se n'andasse a scherzar colle sue amiche.
8. E incalzata dal suo fato imminen�e, Ahi, moritura, aff�ettasi, e non vede Sopito attraversarlesi un serpente Sul calle erboso, e pestalo col piede. E quel coll'acre velenoso dente
Sì nel sottil, malleolo la fiede, Spinto dal fato ei pur, che appena toccf+,
Esangue al suoI la giovan� trabocca.
9. Cerea in volto, distesa in sull'arena, Sparsi i bei fregi, i capei sciolti e spanti, Giaceasi, e ne sentiano atroce pena ' Compagne e - amiche, attorno · riguar�ti. Ahi! sJ?enti della viva aura serena Spiravano mestizia i bei :sembianti, Ma come al suoI do�mente essa appariva, E anche più bella che se desta e viva.
lO. Accorso il padre, accorsero al tremendo
Caso gli Asceti ov'ella si giacea Immota al suolo, dolce sorridendo Col riso della pallida ninfea; [E i più illustri Brahmani, compiangendo,
( 1 ) Da: Il Mahiibharata tradotto in ottava rima nei suoi principali episodi da Michele KERBAKER, pubblicato a cura di Carlo FORMICHI e Vittore PISANI. Volume L Roma, ' Reale Accademia d'Italia, 1933. I passi segnati fra' parentesi quadra corrispondono agli çloka omessi nell'originale. -
17
TESTI - I SANSCRITO •.
Mesta attorno fa cevanle a sse mblea: Ousi ca, Svasti, Atreiaj Oata e Sveta; Gautama e. Bant(lva gia, il grand,e asceta,
11.
E Uddalaca e Ariste na, e il buon Pra mati, Oonsolator del fi glio a 1;"al distretta, E i pii r? miti a ccorsero, chia mati Da varie parti della selva, in fretta,]
E tutti compia ngea nsi, addolorati, Oòsì spe nta Ma trattosi
in veder la giovinetta. in disparte, i n. compa gnia ;
Del suo dolor, R uru se n'a ndò via. '
12. E me ntre i pii Bra h ma n, fa ce ndo il duolo, S ta nno alla mor ta giovi netta a c ca nto ,
Nel fitto e gli e ntra d'una selva, e solo •
Quivi dà· sfogo all'angoscioso pianto; E scla ma:
«
Fredda là se n gia ce ' al suolo
La dol ce sp osa ch'ebbi cara tanto, L utto eterno lascia ndo a me ed ai- suoi;
O che a ccader p otea di pe ggio a noi '
13.
Se l'ardue penite nze esercitfti, Se docil fui senip re\ ai maestri mi�
Se fui pietoso ai mise ri, per tai . Merti ora i n vita tornimi costei;
Se ho domati i miei se nsi, e se mpremai
I giurati da pria voti adempiei,
Per tai merti mi torni la rapita
Sposa, la dol ce Pra madvara, i n vita! . 14. Me ntre cosi R uru piange e la me nta
»
n fato. della sua sposa infeli ce, " Un messa gger del Oiel gli si apprese n ta, I n quella solitùdj ne, e gli di ce: « I nva n speri, o R uru, che' alcun qui senta
n grido che dai labbri il duol ti eli ce; Ohi i fatali compi se gnati giorni,
E sser non p uò che più in vita ritorni.
•
.
.
18
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
15. [Lagg?ù, al suolo caduta, ben l'hai scorta ,, Dal Gandarva e dell'Apsara la figlia; Però l'alma dogliosa riconforta Di quei pensier che la ragion consiglia.] Solo ad un patto la perso�a morta Tornà alla luce e sua vita ripiglia, Col voler degli Dèi. Se tu ci stai, ' Tua sposa rediviva pur vedrai! )l 16. Disse Ruru: « E in qual modo io del perduto Caro capo potrò fare il riscatto , O tu, messo del Ciel, vieni in mio aiuto, Ch'io son pronto a legarmi ad ogni patto ». E il messo: « Quando quel che ti è dovuto Tempo vital fia per metà sottratto E dato a lei, che di sua· 'vita è priva, Tua sposa avrai davanti rediviva l).
17. Disse Ruru : « Mezza la vi,ta mia, Messo del Ciel," per la mia ' sposa io dono ; Ch'io me la vegga innanzi come pria Bella e piacente; e appien contento io sono )l. E _ del re dei Gandarvi in compagnia Il . divin messo andonne innanzi al trono Di Yama, il re della Giustizia, e que8ta Gli fe', inchinando, supplice richiesta:
18.
O re del Darma, se ella non t'è COSl't Discara , quella che da me si chiede. Compri Ruru la vita alla sua SpOR�t Colla metà che della sua le cede )l. E il re del Darma: « Ed io la grazIosa Donna, messo celeste, tua mercede. Rendo a Ruru, che dié alla sua diletta La metà della vita che gli spetta )l. «
I
19. Mentre ei parlava sì, come disciolta Dal sonno, si levò la bella morta, E come quella che avea in sé raccolta , / •
.
'
TESTI - II. ANTICO IRANICO (ANTICO PERSIANO E AVESTICO)
19
Tanta parte di vita, onp.e .piÙ corta Rum fatta si avea la sua, [che a molta Etade era serbata, appien ri\orta . A nuova vita apparve allora,' e poi Che a. Ruru si agguagliò negli anni suoi.] 20. E celebraro i genitor gioiosi Le nozze ai .figli, coi solenni riti; E trascorsero i lor giorni gli sposi, D'intimo a.ffetto l'uno all'altro uniti. [Sì Ruru avendo i voti desiosi Nel raro acquisto ed �rduo compiti, Tutto nella. sua sposa si godea, ' Bella e pura qual fiore di ninfea.]
II.
-
Antico iranico (antico persiano e avestico) . CENN1
GR�)fMATICALI .
Gli antichi dialetti iranici hanno av.u�o in una fase preistorica stretta comunanza con quelli che sono diventati i dialetti indiani onde è sorto il sanscrito ; cosicché questi cenni sono basati su quelli dati pel sanscrito (I) ai quali si ricorrerà per spiegazioni delle varie . forme, salvo ove le iraniche rappresen. tino uno stato di èose particolare non dovuto a puri muta menti fonetici (1).
§ 1. Sistemi fonetici.
a) ANT. PERSIANO. Le iscrizioni .sono incise in caratteri cuneiformi, che non sempre ci dànno un chiaro indizio dei suoni pronunciati. CO!'Jì, l'n anteconsonantico e finale è sempre omesso, così pure k avanti U; è incerto se si debba porre un r voca lico o in luogo di esso si pronunziasse ar, se b d 9 fossero sempre - M o anche Spiranti sonore. Ciò premesso, segnamo : ( l ) Scriviamo le forme apers. in caratteri normali, le avo in corsivo.
,
. CRESTOMAZIA INDEUROPEA
Vocali e dittonghi: a a i i u ii r (ar t ) ai au ai au. Semivocali, liquida e nasali : y v r n m.
Mute
,.
I
Gutturali Palatali . Dentali Labiali I
Tenui
Medie
Spiro sorde
k è t
g
x·
d
3-
j
Sorde
8,
1 8
f
b
p
Sibilanti
Aspirata
Sonore
I
h
ç
z
x va pronunziato come ch tedesco in ach; 3- come th inglese in three; ç probabilmente, come 8 polacco ; s come 8C in scesa. b) AVESTICO
• •
L'Ave�ta ci è pervenuto in un aJfabet'o
creato ad hoc e derivato da Uno più · antico, aràmaico, in cui
le vocali non venivano segnate; la vocalizzazione, compiuta
sulla pronunzia tradizionale dei sacerdoti, non è andata scevra
di errori, ed errori sono certo intervenuti nella trascrizione vera
e propria dall'uno nell'altro alfabeto. L'Andreas,
é
dietro le sue.
orme il Wackernagel, hanno tentato di ricostruire il testo originale; ma il tentativo va sicuramente oltre il segno, e tutto sommato sarà ibene attenersi allà scrittura tradizionale, salvo ad avvertire dove questa ra.ppresenta indubbiamente una defor mazione grafica. Come è segnato nella tradizione, il sistema fonetico avestico è il seguente:
a a e é il (e muto francese) ?i o Q ti (un (a nasale) i' i u ii, (per i, u le quantità segnate sono . spesso erronee), aé 6i, ao au, ai, au. Semivocali, liquida e nasali: y v r 'Ii (n gutturale) n (n pa latale) n m. o
·1
Voc� e dittonghi :
largo) q
,
. Mute
Tenui
Medie
k
PalataU
c
Dentali
t
Glitturali
Labiali .
.
p
Spiranti Sorde
Sonore
g
(c, (C"
y
d
D, �
6, !
1
b
f
w
Sibilanti Sorde
8
s
Sonore
Z
z
I
Aspirata h
Il
Il
il
.1
"
'I
:1
,.
TESTI - II. ANTICO mAl!UCO (ANTICO PERSIANO E AVESTICO)
21
L a pronunzia come per l'apers. ; aggiungi : (J)f) u n (J) labiaJiz
zato ; y un (J) sonoro ;
8
come ingl.
th
in
lather; 1
dentale sorda o sonora; w ( spesso confuso con
gnolo ;
§
2.
i
come
j
'V)
una spirante come
b
spa
francese.
Origine dei suoni.
Rispetto al sanscrito osserviamo
le seguenti variazioni: Le dentali non passano a cerebrali; le
kh th ph > x .& , ; T
MA
passano a
M;
e
M > Spiro sorde e sonore ( queste ultime M: fatto grafico T) avanti consonanti ( 1 ) ; restano z è i ( da z dopo i u r g ) ; k kh, 9 gh > 8 , z (ap. anche .&, d ) ; *t(h) gd(h) > st id; 8k > 8; ks, gzh > S, i ; 8; in quanto non era divenuto s (dopo i ù ;' k), passa a h ( av. h, nh; S'V > (J)", nuh) salvo avanti o dopo mute ; tt, dd > s�, zd; rt ? av. 8 o resta; tr > ap. ç. - Il vocallsmo è ,all'incirca quello del scr. ( quindi a < e, o, a, tt ie. ) , ma in avestico appaiono a g o talora i per a, (y)e per ya, -o per -as ecc. ; i dittonghi sono rimasti aperti (ap. ai, avo at oi = scr. e da ai ei oi ; ap. au, avo ao au = I scr. o da au eu ou; iran. ai = ·scr., ai, au = scr. au dai rispettivi dittonghi lunghi ie. ) ; a a avanti nasale sono in ' avestico nasalizzati in q ; avanti nasale l'avest. ha spesso o, per a. Altri fatti peculiari dell'avestico : ara da l' ; frequente anaptissi di a (a volte solo grafica) ; i u epentetici appaiono avanti sillabe contenenti i y e e avanti ru r'V : airyo atiti = scr. aryas éti, 'oouru = scr. ddru. In fine di parola, si noti: I n a p e r S . -a, -iy, -uv, -a(i)y, appaiono in perso come
-auv continuano rispettivamente
-i, -i, -fi,
-ii, -iu; delle con
sonanti resta solo -m ; avanti consonante caduta rimane
-a
- a). - I n a v e s t . -a -f -J appaiono come -a -i -u (nelle -ii) ; ,-yii come -ya ed -e; -ai > -t, -oi; - au > -0, ; -a8 > -o ' (ga.&à anche -6') ; -as > -a; -ans > -a. (ga.&a -i1n -Jng -a) ; �.in8 , -uns > -i -U; -an -am > -f! - f!n -f!m; nasali rimangono ; -t -d cadono o passano a -l ; ts p s -rs ks > -s -Is -rs - x S. Inoltre (non
ga.&a -a -i
-
-
-
( I ) 8 .� fungono da spiranti per c j; l'avestico spirantizza le M anche altrove. Per, le spiranti appaiono occlusive dopo sibilanti e n; in avo p Festa avanti t.
.
22
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
d'l)- > b-, db- >'lb-. - Le antIche finali vengono spesso_ con servate avanti enclitica.
\ § 3. Declinazione nominale (cfr. I § .3). a) Temi in -a-: SINGOLARE
DUALE
N.
xsaya.&iya pufiro pufJras-ea V. Haoma vira pufJra Ac. xsayalHyam sraiit.Jm vairim « -yam] zasti aniya-ni (sec. i pronomi) S. D . Haomiii mahrkiii a8paiibya Ab. drauga aktij xiafiriid-a ( l ) G. xsaya&iyahya a_iahe l!8aya L. xiafire airyene " N. -Ac. Ntr. daçam aot8m
b ) Temi in -a- ed \
N.
zastayo mifJwaire -i- :
�
bagaibis zastiiis diifJaiibyo dOifJriibyo
baga�am zataUf.!m maiyii nqm a8paiiu raotlaelva ( l ) §yaofJanii syao&lJ.a
daMiibii b. Ab. gaeDiiby;j, gaiDavayo G. gaef)anl!m urvariihu, gaeIJiihva (come a)
-
I
�
apara-éij vìro.rao(}a amiJSa aspanhO (doppia desino ! ) daiva vi8pe masyr!8-éa
, dainJ ' giiDa, giif)& -éa
haina daMa Ac. upastam gailJttm ; daivim urvaire astvaitim S. daMa, daenaya,; xrao!dyehy-a D. daénayiii gai{}yai; astvai{}y-ai Ab. G. hainaya 8urayJ L. gaiDe
«
\
PLURALE
c) Temi radic�li in -a- : N. Auramazda Ac. -dam G. -daha das -as , con doppia desinenza).
-
d) Temi in -i- ed -u-: Sg. N. asis, m'éJr'éJfJyus mainyus Da rayavaus Ac. azim, ratum Darayavaum S. jrasr,uiti D. xVar'éJtae « -tay-e) G. anh?ius Darayavahaus (h, non scritto -avanti u § 1, ricompare ,avanti a); Du. G. mainivd. e) Tema in -au- : N. dahyaus Ac. dahyaum.
(1)
-u
dev'essere un"antica postposizione,
=
ii § 9.
TESTI - II. ANTICO IRANICO (ANTICO PERSIAN O
E
AVESTICO)
23
f) Temi in consonante:
Sg. N . : temi radicali, af-s fr�s parq,s ( �tink-s) ; in -as-, . naire-manti; in -nt-, Vivanhtl (come se in -as-f); in -an-, 9sava zlIUrva yava; in -ar-, pita. Altri casi: Sg. V. narJ ; Ac. ap-am druf-im aI-aojanh-am visavant�am sravayant-am zrva'lt-am fìri zafan-am atr-�m; S� zam-a ayanh-a yavat-a (di yavant-, con valore avverbiale) ; D . staomain-e; G. vis-o ayanh-o astvat-o Vivanhat-o diiman . (tema in -an-); L.. vaejah-i vaejah-e (anal. di a); N .-Ac. Ntr. viS namo (tema in -as-). - Du. N. ap-a. • Pl. N. saosyant-o Ac. zamar-gu�-o.
§ 4 .. Aggettivo (cfr. I § 4). a) Il femminile dei temi in -a si forma con -a- (naiba- as.aojastama-) od -i- (daevi- ), dei temi consonan,tici con -i.. (xraozdyeh-i-, astvait-i- di -vant-). - b) Il comp�ativo si forma con -tara- dal tema, con .-yah- (scr. -i-yas-) dalla radice (xraozd-yah-) ; il superlativo 'con -tama- dal tema (x"arananuhas-tama-), " con -iSta- ( scr. -i��ha-, gr. -�O''t'o � ) dalla radice { mai}-iSta- sav-iSfa- aoj-iSta- tanc-iSta- i}wa'fs-iSta- as-iSta-). I
PF..RSONALE : adam azam ' ego ' mf!m ma ' me ' mana mana-ca ' mei ' -maiy -me !L0L ; tum , tu ' 1}wl!:m ' te ' ; -Aaiy ( 8 dopo u di hau-) he ' ei ' (gr. 'ot). DIMOSTRATIVI: N. sg. m. hO f. ha n. tal ' ille '; aita N. sg. n. (scr. etad) ' codesto ' ; N'. sg: m. aem ' is ' f. iyam Ac. f. imam scr. asya) ; S. f. aya D. m. ahmai Ab . m. ahmiit G. m. ainhe ( N. sg. m . hauv hau- ( : ·scr. a-sau). - INTERROGATIVO : N. sg. m. kO kasa (-i}wf!m) f. ka n. cil ; kataras-cil ..:... 1t6Te:POç. - RELATIVI: N. sg. m. hya yo f. hya n. yal (particella) Ac. m. yim f. tya.m yl!:m, N. pl. yoi.
§ 5. Pr�nome (cfr.
I
§ 5).
=
=
•
§ 6. Verbo (cfI.
I
§§ 6.7).
L.'uso dell'aumento è costante fu apers. (frabara da fra-a bara), saltuario in av. ; si noti in avo la desinenza II med. se .condaria -'liha ,- ha (da *-so = gr. -0'0,-0 ) . •
a) PRESENTE. trsatiy (*trs-ske-).
I
coniug., attivo : I. jad-iya-miy III .&a-tiy - II coniug., attivo : ah-mi ahi. I
•
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
24
b) IMPERFETTO. I coniug., àttivo : II. lra-srav-ayo « -aya-s) III. frabara a-bav-a-! apa-tac-a-t. Ira-spar-a-t. jan-a-t rao�-a-t kiJriJnt-a-t. (con infisso nasale) paranhat. ( *para-as-ya-t) Ja-sa-! tal-sa-t. xviso! (con -ske-, l'ultimo da *syid-ske-t) III. pl. a-pat ayiJ-n; medio : II. us.za-ya-nha (passivo) III. 1ts.zayàta pac-a-ta III. duo us.za-yoi-De Ira-car-oi-De. - II coniug., attivo : III. upai! ( *upa-a-ài-'t) a-da-da kiJriJ-nao-t; medio II. a-kiJriJ-nv-o III. hu nil-ta.
I coniup " attivo : III. pl. stavttn. d) OTTATIVO. I coniug., attivo : III. x8ay-oi-!. - II coniug., attivo : III. a-fam-iya. c)
CONGIUNTIVO.
e) IMPERATIVO. I coniug., attivo : III. bar-a-tuv ; medio : II. ya-sa-nuha ( -ske-) hu-nv-a-nuha ( dalla classe con -neu p�ssato alla I coniug.). II coniug., attivo : ll. stUi-M III. pa-tuv da-da-tuv. -
f) PARTICIPIO PRESo ATTIVO. pairi-yaoz-da-Ih-nt- (da-) srav aya-nt- yae8-ya-nt+ (femm. ; da ya-i8- raddopp. di yah- da *ias-) .
g)
PERFETTO.
III. da-dar�s-a anha ( *a-as-a). ·
h) AORISTO. Radicale, medio : III. aox-tai sigmatico, parti cipio a�mar-8-ant-. III. sg. aor. passivo iJriJ-nav-i (dal tema di presente di aro/). i) PARTICIPIO PASSATO PASSIVO (cfr. I § 8). tar8-ta- sru-ta za-ta- (zan-) da-ta- (in dato-razo, daevo-dato). INFINITO x"airYlf ( *syar-ya-m accuso di nomen actionis dal tema di preso in -io-).
§ 7. , Composti nominali ( cfr. I § 9). a)
AVVERBIO :
a-xtuirim.
b ) TATPTiRu�A : daévo-d{!ta- ga�a-vara- aspo-gara- wriJ-gara ziJmar-guz-. . c) KARMADHARAYA ; dus-iyara- a-mar8ant- a-nhao89mna a8-(to}astiJma-. d) BAHUVRIHI: uv-aspa- u-martiya- hvq{}wa- (cioè hu-v-) hvariJ.dariJsa- lJri-zalana- {}ri-kamiJriJ�a- X8VlN8-a.Yi- hazanra-yaodti-
TESTI - Il. ANTICO IRANICO (ANTICO PERSIANO E AVESTICO)
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dii,tO.raza- uparo.kairya- àiiraosa- ( -ra-ao-) arstyo.barazan- naire. manah- vi-àaéva- ahura.jkaésa- viro.raQ(ja- 7wrasaspa- . (-sa-a-) Pourus-aspa- (il primo membro all'ace. pl. ). e) DVANDV.A : pasu-vira, apa-urvaire (ambedue i membri al duale, come in scr. m,itra-vdruttau ' M. e V. ' ecc. § 8. Composizione verbale (cfr. I § 10). ITabara (fra-a-b-) pairi.yaozàii�nwm upai! ' (upa�a-} paity-aoxta us.zayata fra éaroifJe pardnhat. (para-J,�) apataéa! fra-sravayo. In avestico la preposhione è spesso ancora, separata dal v�rbo: ii... para sa!, a... yasanuha, fra... hunmnuha, aoi... stiiiM, fra... karanta!. Da un verbo compo/lto è derivato l'astratto jm-sriiiti-. § 9. Cenni di sintassi. In apers. il dativo è sostituito qua&i completamente dal genitivo: mana ... frab:ua ' mi recò '. Il relativo (apers. hya- tya-, av. ya-) è spesso usato per unire l'attributo o l'apposizione al sostantivo, e sta nel caso di questo : hé pu{}ro us.zayata yo Yimo ' a lui un figlio nacque, Yima ' ; aoi yq;m astvaitim gaéIJf!m ' sul corporeo mondo ' ; azim srvaram yi'YfJ, aspo.garam... yim visavantam ' il serpente cornuto divora tore di cavalli... velenoso '. Di qui l'i in neopersiano marà i chiib , homo bùnus '. Un ottativo storico è xsayoil (yavata x- ' finché regnò ') . PREPOSIZIONI: c. acc., a ' verso " aoi avi ' su, verso " upairi , SOp'ra ' ; c. strum., hada ' insieme con ', paiti ' contro, su ' ; coll'abl., haca ' da ' ; c. gen., vasna ' in grazia di '. AVVERBI e CONGIUNZIONI: nay n6it ' non '; -ma ma :- [L� ; -ca -éa = -que, 't'e: ; uta ' e, indi ' ; iiaj ' indi, allora ' ; yal ' che ' (§ 4). I. - Iscrizione di Dario (Persepoli d). Auramazda vazraka hya mar&ista baglanam, hauv Daraya vaum xsayar&ilyam adada, hau-saiy xsaçam frabalra; vaSna Auramazdaha DarayavauI 6s xsayar&iya. .3-atiy Darayavaus l xilaya.3-iya: iyam dahyaus Parlsa tyam mana Auramazda
' CRESTOMAZIA INDEUROPEA
%6
,
'
frabalra, hya naiba uvaspa umartilya, va�na Auramazdaha ma na<WOa Darayavahaus daya.IHyahyl a haCa àniyana naiy trsatl iy . .&atiy Darayavau� x�ayal.&iya: mana Auramazda upastam I barà,tuv hada visaibis bagail 15bis uta imam dahyaum Aura-1 Plazda patuv haca hainayl a haCa dusiyara hac:1 draluga. aniya imam dahyaum ma I ajamiya ma haina mà dusl 20iyaram ma drauga; aita adam yanam jadiyamiy Auramazdlam hada visaibis bagaibi� ; alitamaiy. Auramaz'da dadatluv hada visaibis bagaibis. II:
-
D'all'Avesta: Horn Yast (Yasoa IX), 1-15.
1. havanim a rat11,m a Haomo upaif Zaraf}ustram atram pairi .yaozda�ntam ga{}!isca sravayanwm. a dim' parasa! Zara{};ustro: «( k6 nara ahi, yim azam vispahe anh?ius astvatO sraestam, dadarasa x'!ahe ga;yehe xVanvato amasahe ? » 2. aa! me aem paityaoxta Haomo asava duraoso: « azam ahmi,/ Zaraf}ustra, Haomo asava duraoso; a mqm yasanuha, Spitama, fra m,!:m hunvanuha xVaratae , aoi mqm staomaine stuidi, ya{}a ma aparaéif saosyanto stavq,n )). ' 3. da! aoxta Zara{}ustro: « namo HafJmai ! kasa '{}wl/:m paoiryo, Haoma, masyo astvai{}yiii hunuta gael}yai? ka ahmai asis aranavi, ci� ahmai jasaf ayaptrJm? )) 4. aaf me aem paityaoxta Haomo alava duraoso: « Vivanh!i ml/:m paoiryo masyo astvai{}yai hunuta gae{}yai. ha ahmai asis rJ"rJnavi, taf altmai jasa! ayaptam, yal he , pu{}ro us.zayata yo Yimo xsaeto hvq,{}wo xVarananuhastrJmo zatanq,m hvata.darrJso masyanl/:m ; yal karanao! ainhe xsa{}rada amarsanta pasu vira anhaosamne apa u,rvaire xvairYl/:n xVara{}rJm ' ajyamnam. .5 . Yimahe xsa{}re aurvahe noi! aotem !inha noit ga ramam noi! zaurva dnha noi� mara{}yu8 noif araskO daevo.dato. panca.dasa fracaroi{}e pita pu{}rasca raodaesva katarascif, yavata xsayoi! hvq{}wo Yimo Vi'van1thato pu{}ro l). 6. « kasa {}wl/:m bityo, Haoma, màSyo astvai{}yai hùnuta gael}yai? ka ahmai asiS rJranavi, li! . ahmai jasa! ayaptrJm? )) 7. aa! me aem paityaoxta Haomo aBava duraoso: « A{}wyo mf!:m bityo . maByo astvai{}yai hunuta gae{}yai. h� ahmai asiS rJranavi, taf ahmai )asaf ayaptam, ya! he pu{}ro UB.zayata viso suray!i , eraetaono. 8. yo jana� Azim Dahakam {}rizafanam {}rikamrJra�am xsvas.asim hazanra.yao-
"
T1)]STI - II. ANTICO IRANWO (ANTICO PERSIANO E AVESTICO)
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xstim, aS.aojanham daevim drujim ayem gaefJavayo drvantfJm, yqm as.aojastfJmqm drujim traca kfJrfJnta! AMO Mainyus aoi Yt,m astvaitim gaefJqm mahrkai asahe gae{}anqm n. 9. « kasfJ {}wqm -Drity6, Haoma, masyo astpai{}yai hunuta gal{}yai? ka ahmai asis fJrfJnavi, ci! ahmai jasa! ayaptfJm? » lO. aa� me aem 'paityaoxta Haomo asava dilraoso: « eritO Samanqm sfJvisto Drt'tyo, mqm masyo astvai{}yai hunuta gaefJyai. ha ahmai asis fJ rfJ navi, tat , ahmai fasa{ ayaptam, ya�, he ' p1t{}rq, us.zayoi{}e Urvaxsayo KfJriJ siispasca: {kaeso anyo diito.razo, aaf anyo uparo-kairyo yava , gaesus ga�avaro. 11. yo fana{ azirp, srvarfJm yim aspo.garam nara.gariJm yim viSavantiJm zairitam, yim upairi viS rao�a{ , arstyo.bariJza zairitam, yim upairi kfJriJsiispo ayanha pitum pacata a rapi{}wimm zrvaniJm. tatsalca hO mairyo xVisafcai trl!:s ayanhO traspara{ yaeayantim apam paru'nha�. parq s tarsto apataca! naire. inani KfJrasaspo, ». 12. « kasa Dwqm tUiryo, Haoma, masyo astvai {}yai hunuta gae{}yai? ka ahmai asis armavi, Ci! ahmiii fasa� ayaptam? » 13. aa! me aem paityaoxta Haomo asava duraoso: « Pourusaspo mqm tuiryo masyo astvai{}yai hunuta gae{}yai. ha ahmai asiS aranavi, tat ahmai fasa! ayaptiJm, ya! he tum us. zayanha tum iJrfJzvo, Zara{}ustra, nmanahe Pourusaspa�e vidaevo ahura.tkaeso. 14. sruto airyene vaejahe tum paoiryo, Zara{}ustra, ahuniJm vairim trasravayo vibiJra{}wantiJm axtuirim aparam xraoz dyehya trasruiti. 15. tUm ziJmarguzo akfJriJnvo vispe daevà, Za ra{}ustra, yoi para ahma! ' viro.rao�a apatayan paiti aya zama; , yo aOJiSto !io tancisto yo {}waxsisto yo asisto yo viJra{}raJqstiJmo abavat- mainivu' daman , ». . \
Note. 1. Una delle iscrizioni dei re Achemenidi a Persepoli: ne esistono anche altrove, pnma fra tutte la grande di Dario a Behistun. - l. Aura mazdii (neopersiano HUTmuzd) è l'AhuTa Mazdii, il dio supremo della crea. zione buona nell'Avesta. - 14-15. baga-, avo bara- indica un dio buono ; laddove l'antico daiva- daeva- ( scr. deva-s) è passato a indicare gli dM della religione avversa (cioè quella anteriore alla riforma di Zara&ustra), quindi ha il valore di ' demonio '. In 4·5. Darayavaus xsaya&iya, e 8. hya naiba la copula è soppressa (cfr. I § Il). II. Dall'Avesta, il libro sacro dei seguaci di Zara&ustra. Gli Yast, di cui questo è fra i più noti, sono celebrnzioni. miste di invocazloni e leggende, dei pers�naggi divini ; il Hom Yast (Y. di Rltoma) è contenuto nello Yasna, =
, 28
'CRES:rOMAZIA INDEUROPEA
una delle quattro principali sezioni dell'Avesta (le altre sono � Visprat, Vidévdiit e X1JIrtiik Apasttik, scritti anche Vispered, Vendidail, Khorde Avestii, ' anteriori letture dei nomi pehlevici). - l . pairi.yaoZda1JiJ'TI,wm; qui e in , seguito il punto interno di parola separa i due termini di un compotito e risale alla tradizione indigena (quindi la divisione è spesso tralasciata, tal volta erronea). - 2. aoi scrittura difettosa per avi. saoByant- indica 'i salvatori mandati da Ahura Mazda all'umanità; uno ai essi , è Zara&ustra. . - 3,. paoiryo da (per ' ) parvyii. - 4. xsa1Jriida, ablat. con valore di locativo. - 6. astvWi{}yiii dat: di astvaiti ha 1J avanti y, § 2. 8. gaé1Jiivayo, scrittura difettosa per -iiwyo, -iibyo. - l O : yava'n-, scrittura difettosa per y(u)van-· I l . I primi due yim congiungono azim coi suoi attributi (§ 9), gli altri ' due sono accusativi retti da upairi. - 14. L'Airyana- Vaéfah- è una regione dell'Iran nord.-occidentale, probabilmente la Chorasmia, in cui gli antichi Irani vedevano la culla della loro st�e, degli Arya. ..:..:.... Ahuna vairya è il nome della preghiera che comincia: ya1Jii, aMi vairyo, una delle tre più sacre. - Ù. vlW�alif:stemo superlativo di VfJr�afan- ha �s- come se fosse da un tema in -ant (tt > st).
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TRADUZlpNI
I. AuramaMa il grande, che (è) il massimo degli �èi, costui fece re Dario, costw, a quello recò il regno ; in grazia di A. Dario (è) re. Dice Dario il re: Questa regione, la Persia, che a me A. recò, che (è) bella, ha buoni cavalli e valenti uomini, grazie ad A. e a me, Dario il . re, non teme dal nemico. Dice Dario il re: A me A. aiuto rechi insieme con tuttI gli dèi, e questa regione A. protegga dall'esercito nemico, dalla carestia, dalla frode. Il nemico in questa regione non giunga, né l'esefcito, né la · carestia, né la frode; questa grazia io chiedo ad A. inl;!i�me con tutti gli dèi ; questo a me A. dia insieme con tutti gli dèi. ' II. 1. All'ora della pigiatura (del Haoma), Haoma si accostò a Zar�ustra che , purificava il fuoco e recitava le ga.&a. Lui interrogò Z. : « Chi sei, o uomo che io di tutto il mondo corporeo il più bello ho visto nella propria vita splendente immortale Y ll.· 2. Allora a me egli rispose, Haolna il santo, allontanatore di morte : " « lo sono, Z., lIaoma . il santo allontanatore di morte; prendimi, o Spitama, pigiami per bene, lodami per magnifi carmi come i futuri Saosyant mi., debbono lodare ». 3. Allora disse Z. : « Lode a H.! Chi te per primo, H., mortal,e pigiò llel
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TESTI - Il. ANTICO mANICO (ANTICO PERSIANO E AVESTICO)
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mondo corRoreo f Quale ' a lui ricompensa fu concessa, q�ale bene gli venne ' � 4. Allora a m� egli rispose, H. il santo, allon tanatore di ' mo.rte: cc Vivahvant me primo mortale pigiò, pel' mondo corporeo. Questa ricompensa gli fu concessa, questo bene gli venne, che a lui un figlio nacque, Yima splendido dai bei greggi, gloriosissimo fra i nati, dall'aspetto di sole fra i mortali, e che rese nel regno di . questo immortali bestie ed uomini, inessiccabili acque e piante, per mangiare cibo inesau ;ibile. 5. Di Yima nel 'regno, del valoro so, non vi �ra fre�ldo né caldo, non vec6hiaia vi era né morte né invidia creata dai Daeva. Quindicenni andavano attor�o padre � figlio all'aspetto ognuno, fin quando regnò Yima dai bei greggi figlio di Vivah , 'vant ». - 6. cc Chi te per secondo, H., mortale pigiò... gli venne T » 7. Allora a me... di morte: cc A:&wya me secondo mortale pigiò. . . gli venne, c�e a lui un figlio !tacque della forte dinastia, 0rae taona. 8. Il quale uccise Aii Dahaka dalle tre bocche" tricipite, dai sei occhi, dai mille mezzi, la fortissin'ia Druj daevica, esi ziale per le creature, compagna di Druj ; la quale fortissima Druj produsse Arira Mainyu nel mondo corporeo per la distruzione degli esseri di Asa ». - 9. cc Chi te per terzo, H., mortale pigiò ... gli venne f » lO. Allora a me.. . di morte: cc 0rita, dei Sama il più forte, terzo mortale me PIgiò... gli venne, che a lui due figli nacquero, Urvaxsaya e Karasaspa:. maestro l'uno legislatore, e l'altro superiore nelle . opere, giovane ricciuto portatore di clava. 11. TI quale uccise il serpente cornuto divoratore di ) cavalli, divoratòre d'uomini, velenoso, giallastro, sopra cui il veleno cresceva �lto come una lancia e giallastro, sopra cui Karasaspa con uri (recipiente di) ferro ' cosse il cibo sull'ora meridiana. Si riscaldò quel mortifero e cominciò a sudare ; via dal (recipiente di) ferro saltò, rovesciò l'acqua bollente. Di lato impaurito. fuggì Karasaspa dall'animo virile ». , - 12. (C Chi te per quarto, H., I\lortale pigiò... gli venne f » 13. Allora a me.. . di Ip.orte: «. Pourusaspa me quarto mortale pigiò... gli venne, che a lui tu nascesti, tu invero, Z., della cas,a di Pouru saspa, nemico dei D �va, seguace della dottrina di Ahura . 14. Famoso nell'Airyana vaejah tu primo, Z., recitasti l'Ahuna
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
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Vairya con osservanza delle pause, in quattro volte, la seconda metà con più forte recitazione. 15. Tu nascondentisi nella terra "' facesti tutti i Daeva, ' Z., i quali prima di ciò con aspetto di uomini vagavano su questa terra ; (tu) il quale il più forte, il più valoroso, il più attivo, il più v�loce, il più vittorioso dive nisti (letteralmente: divenne) della creazione dei due �piriti » . /
III. CENNI
-.
Armeno. \
GRAMMATICALI.
§ 1 . Sistema fonetico. Vocali: a e a é i o u (a, -com!l {rànc. e muto, si scrive quasi solo in principio di parola, ma vien,e pronunziato. nell'interno dei gruppi consonantici, generalmente dopo la prima conso n�nte). Dittonghi: ay oy av ev iv (v pronunziato a seconda dei casi come u. o come v) ea. Semivocale : y. Liquide: l i r r. (l come in polacco ; r aH'incirca Nasali : n m. ' Occlusive Mute Tenui
Gutturali Palatali . Dentali Labiali
k
é
p
Tenui aspiro
Affricate Medie
k'
g
ç
J
{
p
'
d· b
Sorde
'1
Sonore
j
rr).
-Spiranti Sorde
x
c, ii
=
s 8
I
Aspirata
Sonore
Z
h
Z '/}
(é come c in celo, c come ts; If ç le rispettive aspirat� ; j j le rispet tive sonore; ' x l ,z come per l'·iranico II § 1 ; k' t� p' sono le- t P seguiti da un'aspirazione) .
il
Il I
I ·i
"
TESTI - III. ARMENO
, 3 1
§ 2. Origine dei suoni at'meni. In aggiunta alla tabella data nella Prefazione, sez. III, va notato : a) L'accento armo cade sull'ultima sillaba della. parola, che è la penultima della originaria forma ie. Esso ha provocato la 'comparsa della vocale (o dittongo) nella originaria ultima ' I sillaba (p. es. mard ', uomo ' da *mr;t08 scr. mrttis) e indebo-\ limenti vari nelle sillabe precedenti, ,.postituendosi un sistema di alternanze per cui ad i, u, é, oy, ea, ev in ultima sillaba (armena) corrispondono , in altra sillaba nulla, nulla, i, u, e, iv: erkir ' ' terra ' gen. erkr-i, p us-k' " spinae ' gen. p' so�ç, ' sér ' amor ' gen. siro-y, loys ' lux ' gen. luso-y" iòlovurd ' synagoga ' gen. zolovrdean abi. iolovrdené. Però i, u restano in pr!ncipio di parola avanti una conson., e avanti n + gutturale, l + 'conson. ; u, , spesso i, restano anche avanti vocale: tu-r ' dà! " tu-av ' fu dato '. =
b) e, o avanti nasale .> i,
U.
c) le. p, t, k dopo liquida o nasale > b, d, g: hing da *penq"e 382 ; bh, gh, gh (da gh g"h) palatalizzato > b- i-· j- in principio, -v-, cz-, -i- all'interno o in uscita di parola (dopo ' liquida o nasale -b-, -i-) : berem: epÉpw ma, t'ag-a-vor ' GnepOtvo-ep6poc;; ' 21, strum,. geto-v ma sktu-b; iivn X,LWV (gh-), k'e-z ' tibi ' ma in-j � h , mi i ' (-ghi di mihi) ; jerm .& pfJ.6ç (260a), ma ii ' serpente ' : OepLC;; 306&; - slc, ks > ç. =
=
d) I gruppi armeni çç çk çj > sç sk sj.
e) Velari e labiovelari ie. dopo u dànno s, c, i ( come le palatali ie.). "f) La fine di parola : vocale e dittongo di sillaba finale , ie. nei polisillabi scompaiono ( cfr. a); cadono -m dei polisillabi e le occlusive finali ; -s talora cade, talora passa a -k' ; �ns > -� ; liquidè e nasali altrimenti rimang.ono.
§ 3. Declinazione nominale. L'armeno non' ha distinzione di generi.
I TIPI TEMATICI sono : in vocale, cO- (ie. -0-), -a- (ie. -ti-), -i- (ie.' -i-), -u- (le. --a-) ; e in consonante, -n- (ie. -en-, talora -men- ecc.), -r- (ie. -er-), -1-.
'
32
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
.
DESINENZE : N
o m . e a c c . s g . sono: privi di desinenza e di vocale tematica nei temi in vocalet della vocale nell'ultiIna sillaba pei polisillabi in consonante (§ 2, a.f) : get di geto- , fiume ', anjn da -en ' persona ', hayr da *piJt61' ' padre ' (y < t avanti vocale palatale), asti da *astel ' stella ' (nei temi in consono /l'accus. è uguale al nomino per analogia di quanto avveniva presso quelli in vocale) ; n o m . p l . aggiunge -k' (da -os "as -es), a c C . p l . -s (da -ons ecc.) alla forma del N. Ac. sg. (dunque get-k' get-s da *1Jedos *1Jedons ecc. ) ; lo s t r u ID . S g . aggiunge ' -b, dopo vOC. -v ( che scompare dopo u; .cfr. § 2, c ) , lo s t r u m . p l . -bk', dopo vocale -vk' (-k' dopo u) da -bM (gr. -qn) e -bhis ( scr. -bhis) ' al tema completo di�ocali (geto-v, anjam-b con -an da -'i!-, harb, asteJb e geto-vk� ecc.) ; il . g e n . p l . aggiunge si milmente -ç (geto-ç ecc. ) . - Il d a t . è sempre uguale al gon.; " nel s i n g o l à r e il g e TI. - d a t . ha : temi in -0- , -oy (getoy) da -o-sio = scr. -a-sya gr. O LO ; temi in -i- -u-, -i -u (bani , verbi ' zgeatu ' vestis ' forse da -i-os -.u-os) ; temi in -a-, -i •
-
-
-
(forse da -i-as di temi in -i-f-ya-) ; nei temi in consono manca la desinerrza perché -es (-os) è caduto, ma la sillaba finale del tema è conservata (anjin astei; kavr da *p"tr-os). - Il l o c . nel sing. identico al gen.-dat., salvo i temi in -0- dove è uguale al nom.-ace. ; nel plur. all'acc. - L' a b I . sing. è pei temi in -0uguàile al gen., negli altri temi aggiunge ,e alla forma di nom.-acc. (ban�é zgest-e anjn-é; ma asteJ-e havr-e zòJovrden-e dai gen. asteJ havr zoJovrdean) ; nel plur. l'abI. è uguale al gen. - I nomi propri stranieri conservano spesso nel nom.-acc. la forma originaria. PAR.A.DIGMI:
Sg. N.Ac.
glux (-o�) erkir (-ii-) erkin ( -i-) arev (-u-) dustr ( -r-) , cielo '
' sole '
, figlia '
erkri .
erkni
arevu
dster
erkre erkrav erkirk'
erkne erkniv erkink'
areve arevu arevk'
dstere dsterb dste:rk' (l)
., testa ' , terra ' L. G.D.
A,b .
S. Pl. N.
li
glxoy »
. glxov gl'Ul.J)k'
( l ) I�. *dhugh( Il )Cere,.
»
»
li
»
TESTI - II,1. ARMENO
33
erkirs arevs erkinti dstera glUW8 Ac.L. arevuç dster-a-ç (1) erkraç erkniç G.D .Ab. gÙJJOç gÙlJ9JJk' 'erkravk' erknivk' arevuk' dster-a-vk' (1) S. ALTRE F.oRME
nei nostri testi:
S i n g . ' N .Ac. Yisus mkrtiç
, Herovdes Yovhannes mayr (*mater); G.D.( L . ) hivt'oy Herovdiay tisusi Herovdi aparazi mkrtçi banti Yovhannu elbavr (*bhriitr-os) - covezer (--ezr) sktef (skuU) aljkan (di aJjik), una forma a parte è knoj di kin ' donna \ 260 ; Ab. tane" (di tun, g. fan 244&); S. cana parhav erdmamb '(di erdumn g. erdman} covezerb sktelb. - 1> l u r . N . armatk� cnundk' p'usk' , zofovurdk' bazumk' zavrut'ivnk' ; Ac. akatifs caràys bazums; G.D. p'80� mereloç (di mei'eal, § 2 .a ) barjakçaç (-kiç) erdmanç; S. arakavk' (arak). ' , § 4. Pronome. PER'30NALE : es ' ego ' ( : scr. ahdm + -s, di cui appresso) du ' tu ' ; Ac. is ( : è!Jl + -s) k'ez ( dat.), D. inj k'ez (-fìhi di mihi) ecc., 361. ;362. - I DIMOSTRATIVI sono basati ·sugli elementi s ,(369) d (366) ri (370) indicanti ' questo ' ' co desto ' ' quello ' : essi vengono usati come artiooli � in tal caso posposti al n.ome (dustr-r} ' la figlia ' tane-n ' dalla casa ' erkri-n ' della terra ' ) ; altrimenti . vengono declinati. come pro. nomi e ricevono delle aggiunte, le particelle -a ay- -ik: N.Ac. sg. n-a d-a, S. nov-a-v (con doppia desinenza -v), D.L. nm-a ay-nm ay-nm-ik (desinenza -m, da -sm. . . come in scr. D. a-smai L . asmin), G. nor-a. ay-nor-ik (-ro- formante aggettivi possessivi come in gt. unsa.ra 361 ecc.1 ; Ac. ,pI. nos-a ecc. Similmente è declinato, ma senza l'aggiunta di particelle, .il possessivo ivr ' suo ' 363 : N.Ac. ivr D.L. ivrum Ab. ivrme. - INTERROGATIVO e INDEFINLTO QV , quis ' ' z-i ' quid! ' .z-inç '. aliquid ', RELATIVO or: cfr. 375. =
\
§ 5. Verbo. TI verbo armeno dispone di due temi principali: del presente , onde vengono formati il preso indic. , l'imperfetto, l'imperativo' proibitivo (con mi = fL+'), il p�s. congiuntivo, l'infinito ; del l'aoristo, onde vengon for{Ilati l'aoristo :fudi�., l'imperativo, il ( l ) Secondo i 3
- VITTORE
temi
in -a-o
PISANI, Oresfmnazia
indeuropM.
'.
, I
CRESTOMAZIA, INDEUaOPEA
34
con�untivo aoristo (che ha ' anche valore di futuro ) , il parti
, cipio pas,aato.
;rEMI di PRESENTE possono terminaré in -e-, (tipo ie. tema -e-I-o-), -i- ( tipi ie. in -e- di significato intra�sitiyo come lt. iac-e-re: iacio, gr. è-ppcX"(I)-v : p�yvU!Lt _ ecc. , ed in +), -tI- " ( vari tipi ie. in ,-ii-), -u- (vari tipi ie. in -u-)j avanti questé vocali può apparire un -n", oriundo delle classi ie. in "nii�/-na- e -neu-/ -nu- : ber-e-m ' porto ' (gl'. q)ép-e;-Te:), lk'a-ne-m ' lascio ' (cfr. Àt!L. , , mn-a-m , rI::.. � , mo�or . . ' feror \' ' mera-nt-m . 7tCX-ve:-Te: ) , ber-t-m mango ', s,ta-na-m ' àcquisto ' ( : lt. de-sti-nii-re), gel-u-m ' volto ' (lt. vol-'u -o), ar-'nu-m ' prendo ' (� &p-W-!LCXt). I
tico in
I
I
TEMI
di
AORISTO
possono essere forti, tratti direttamente
dalla radice, o deboli, formati con un suffisso flessione
attiva j in
«
-e-
(I sg.
-
i ) od una
«
-ç- j
avere una
mediale » in
-a
(I sg. -a-y): ber-i ' portai ' ber-ay } fui portato 'j gorc-eç-i ' feci ' gorc-eç-ay , ' fui fatto '._ , Come si vede, la diatesi è indicata nel tema, e quindi non
esiste, salvo alcuni resti, una diRtinzione di desinenze at,tive
e mediali.
11
PARADIGMI: bere'1fl, berim lam Znum , gom .-ntij
beres bere, beris beri, las .lay, lnus lnu, gos goy,
-m
da
-mi, -s
nella ,III sg.
a) Presente indicativo :
beremk' berimk' làmk' , lnumk' " gomk'
berek' beren berik' berin layk' lan lnuk' ' lnun goyk' gon
astratto da
-ti
es
=
' porto ' ' ' sono port,ato ' ' piango ) ' riempio ' ' sono '
Èaa(, -mk'
ha dato -y, nella II pl.
da
-tes
combinantisi in vari modi colla vocale precedente.
b)
'
-mes, -n da �yk'
ha dato
Imperfetto :
. ,berei bereir . berer, ' bereak' b.ereik' bereinj similmente layi "layt't; Zayr layak', lnui lnuir lnoyr inuak' ecc. (berei · funge da. impf. anche .a berimì.
•
TEST:!;
-
III. ARMENO
35
La cosa più chiara in . ques� forme è l'elemento -r che è quello mediale-intransitivo comparen�e in altl'e ·lingue ie. ; esso
toI'na in forllle passivali di III sg. con -iV1' da -etro: sirivr ' era , amato ' . . c) Imperativo proibitivo : .
mi berer, mi berir ecc. (II sg. ), apparentemente col -r dell'impf. ; la II pI.: è �uaJ.e a quella del presente indico /
d) Congiuntivo . presente: ,
" beriçim layf!em Znuçum coÌliugati come i rispettivi preso indie. ; l'elemento -l}- pare diffuso da içem congiuntivo di *es� ' essere ', qùindi da *es-ske- ( efr. lat. arcaico escit ' sia,
ù!�m
ber
sarà ').
e) In�to :
bertZ (anche per berim; ma esistono anche forme in il) lal ln'",Z; un antico' nomen actionis con -lo-, che può declinarsi come -
un tema in -o-. f) Àoristo indicativo :
oc) coningazione attiva: beri berer e-ber, berak' berek' (o berik' ) berin. gorceçi -çer gorceaç, gorceçak' -çekt (o -çik' ) -çin.
Nella III sg., se monosillabica, appare l'aumento e- ( = gr. È b�r. ·a -). La III sg. dell'aor. debole in -eaç mostra che l'-e<; delle altre forme è da antico -eac- in sillaba non finale (§ 2 a,). , . La. IIII .sg. è evidente continuazione di una forma · tematica . . . còn desinenza -t, quindi e-ber = gr. �-cpep-é[ -'r]; · berek' continua un -etes '(clr. il' preso indic.), -n della III pl. può essere da -n'o (cfr. ÈcpépoV't'o), la II· sg. ha. l'-r che abbiamo trovato n ell'impf. ; '
"
.
\
le prime persone sono ' çlscure. i ' �) Coniugazione t;nediale (passiva) :
' beray hM'ar bera1), bera7/ beray1c' beran gorceA}ay -çar -çav, -çak' -çayk' -çan.
"
Al tema in -a- sono agl{iunte le stesse desinenze che in " salvo nella III sg., dove ' �v continua to di tcptpe'ro ecc. -
(x,
•
36
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
g) Congiuntivo aoristo :
,a) beriç berçes berçé, berçuk< berfi1c< berçen goreeçiç goreesçes (§ 2 d, anche per gorcesfik<) ecc. La I sg. è formata dalla corriRpondente dell'aor. · indie. l,iù il -ç- che abbiam') trovato nel còngiuntiyo pres . ; le altre persone ne sono derivate. coll'aggiunta di àesinenze e conseguente '(i. 2 a) scomparsa dell'-i- di -iç-. Il f della II pl. è di altra origine.
�) goreeçayç goreesçis -sçi,. -sçuk< -sfik< -8çin.
.
La I sg. è formata dalla corrispondente dell'aor. indico col solith -ç-; le altre sono identiche alle attive, colla sostituzione di -i- ad + analoga al rapporto di berim a berem ne] preso i�dic. (ao) •
•
h) Imperativo.
«) goreea ' fa!
"
gorceçék< ' fate! ' .
�) goreeaç, gorceçaruk<.
N ella II sg. di oc resta, -ç se la forma è monosillabica, kaç di ' kGçi ' stetti ' ecc., da aor. .forte hat di hati ' tagliai '; in questo caso la II sg. di ' � prende -ir, katir.
•
i) Participio : Si forma aggiungendo -eal, gene -el-oy (tema in -0-) al �ema di aoristo (di presente , privo della yoeale finale, ' se questa è �e- o -i-) : ber-eal gore-eal (pres. gOl'c-e-m) baçeal ( di banam, aor. baçi ' aprire ') ecc. In origine formazione con -lo- dal tema di aoristo in -ea-ç- privo dell'ultimo elemento. § 6. Forme verbali nei nostri testi: a) e ' è ' ç-e ' non è ' asé
.
'
dice ' linin ' avvengono ' .
b} ér ' era ' aser ' diceva ' kamer ' voleva ' erknçer ' dubi tava, temeva ' xavsér ' parlava ' kayr ' stava ' tayr ' dava ' !/0'!/1' ' era ' untin ' avevano ' goyin ' erano '. d) un-wi ' abbia ' .
TESTI - III.
ARMENO'
37
e ) mtanel ' venire ' nstel ' sedere '· sermanel ' seminare ' cagel I sOl'gere ' lsel ' udire ' unel ' avere ' spananel ' u�cidere ' tal ' , dare ' . I
f) ot. ekn ' yenne ' eker ' mangiò ' ed ' pose ' el ' venne ' elin ' ' vennero " e.len '·furono ' barjin ' sollevarono ' ; kapeat; , legò ' kak' avea-ç , ballò ' hramaye.aç , comandò ' arak'eaç , mandò ' ,glaJateaç ' decapitò ' t'aleçin ' seppellirono ' patmeçin ., raccon tarono ' ke.ljuçin ' soffocarono ' - f3. nstav ' .si sedette ' ankdv ' cadde ' b'usav ' germogliò ' luav ' udi ' yareav ' risuscitò ' kaZav ' . tenne ' berav .' fu portato ' tuav ' fu dato ' tarav ' fu tra scinato ' ; tapaçav ' si scaldò ' çoraçav ' appari ' t'u,eçav ' sembrò ' . 'xostaçav ' pfumise ' trtme.çav ' si , rattristò ' zoloveçan ' si radu narono ' . •
luiç� , oda ' ; xndresçé ' volesse '. h) tur ' dà ! '. i) eleal ' ve�uto ' ekeal id. mereal ' morto ' matuçeal ' so g)
ot.
pravvenuto .'.
§ 7 . Composmone. L'armeno possiede àncor,a le vecchie categorie composizionali ie. Nei nostri testi abbia�o dei TAT PURU/;'lA (I § 9 b ) : t'ag-a-vor (-a- è spesso usato come vocale di unione fra i due membri) ' portatore di corona; re ', cov-ezr , sponda del mare " serman-a-han ' gettatore del seme " çorrord -a-pet ' signore della quarta parte " harivr- vat' sn- eresn-a-vor , portatore di 100, 60, 30 ' . Da un composto glaJat ( per glaJ-hat) ' seni� capo '" propriam. ' taglio d�l capo ' deriva glaJatem , decapito '. Da ç goy ' non c'è ' .è fatto çgoy ' nulla ', onde la locuzione avverbiale ar i çgoyé ' per mancanza di '.
§ 8. Preposizioni.
z viene spésso preposto all'accusativo, cui nel singolare di sting:ue così ' dall'omofono ' nominativo : z-na ' illum ', e viene scritto· unitamente colla parola che regge (noi lo separiamo a mezzo d'una lineetta) . . , , . . Molto usato è i,. avanti vocale y ( scritto insieme colla parola che regge; da noi separato a mezzo di lineetta) \
COI�
signifièato
38
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
fondamentale ' in ' ; regge Paccusativo pel moto a luogo, il ' locativo per lo stato in luogo: Mtanel i nav-n ' venire nella nave ' ankav y-erkir ' cadde sulla terra. ' (ma ' anche ankav . y-aparazi ' cadde sulla roccia ', col locativo) ; i sermanel-n ivrum ' nel suo seminare ' y-avur y-aynmik ' in quel giorno ' ed i banti ' mise in prigione ' (ove ci aspetteremmo l'accus.). Coll'ablativo indica l'origine: eleal i tanen ' venuto dalla casa ', erknçer i zoJovrdene ' temeva , dalla sinagoga ' . Cfr. anche i veray sktel ' al disopra di un piatto '. ar ' presso, su ' regge l'acc., il gen. o lo strum. a seconda che si tratti di moto o di quiete: zoJoveçan ar na ' si riunirono attorno a lui ' nstav ar covezer-n ' si sedette presso la riva del mare " kayr ar cov8zerb-n ' stava sulla r. d. m. ' ankav ar çana parkav ' cadde sulla via ' (cfr. ankav con i). Combinato con i in ar i ç-goye (abI.) ' pel non esserci " ' in mancanza di '. md, il (scritto insieme colla parola retta) coll'acc. ' ad ' : xavser �nd nosa ' parlava ad essi ', ase ç-carays, ç-na ' dice ai servi, a lui ' . Col genitivo si costruisce vasn ' a causa di ' : vasn
Herovdiay.
§ 9. AvVerbi e particelle. Formati dagli , elementi prono minali n s e dall'interrogativo-relativo o-fu- (§ 4) sono an-ti , illinc ' u-s-ti ' unde ' ay-s-r ' huc ' u-r ' ubi ', questi ultimi coll'-r di lt. cur ecc. Altri avverbi sono yarajagoyn (col suffisso di comparativo -agoyn da y-araj ' in fronte ' ) ' prima ', vaJ valaki ' subito ', minç , mentre ', ibr ' come ' (ed ibr-ev, minç-ev con ev ' et '), i veray ' sopra ', bayç ' eccetto ' (come congiun zione, ' ma ' ) , oç ç (la seconda forma scritta colla parola se guente) ' non '. Ctmgiunzioni: ev ' e ,', zi ' che, perché ' ( è l'ace. del pron. interrogativo § 4 con z- § 8), k'an ' quam ' k'an-zi ., inquantoché '. Una interiezione è aka ' ecce ' . § lO. Alcune particolarità sintattiche dei nostri ' testi: minçev mtanel nma ' durante il venire a lui ' ' durante il suo venire ' (l'infin. è sentito ancora come un nome astratto, cfr. i sermaneZ-n ivrum ' riel suo seminare '); er or ankav ' vi fu . =
TESTI - III. ARMENO
39
' qualcuno cadde ', . er or ' harivravor ' qualcuno . quale cadde ' centuplo ' ; i zolovrdene anti ' ex synagoga illinc ',' ove l'avverbio, . ha valore di ablativo del drnlOstrativo ; z-inç ev xndr(JjJl}e ' qua' lunque cosa desiderasse ' (con ev � e ' come que in lt. quis-que). Asindeto : arak'eaç glxateaç ' mandò decapitò ', gr. 7té(LtjJocc =
tX7text:q>«ÀLae:v.
I. Matth. XIII, 1-9,.
1 . Yavur y-aynmik eleal Yisus i tane-n nstav aÌ' covezer-n. ' 2. Ev zoloveçan ar na zolovurdk' bazumk' , min�ev mtanel mna i nav-n ev nstel; ev amenayn zolovurd-n kayr aÌ' cove zerb-n. 3. Ev xavser , end uosa bazums arakavk' , ev aser: 4. (� Aha el sermanahan Rermanel; ev i-sermanel-n ivrum er òr ankav ar canaparhav, ev ekn t'Ì'�un erkniç ev eket z-na; 5. ev ayl-n ankav y-aparaii, ur o� goyr hol bazum, ev valvalaki busav ar i çgoye hivt'oy erkri-n: 6. i cagel arevu tapaçav, ev .zi oç goyin armatk', '�oraçav. 7. Ev ayl-n ankav i mej p'soç, ev elin p'usk' ev heljuçin ,z-na; 8 . . ev ayl-n ankav y-erkir bari, , ev tayr ptul : ar or harivravor, ev er or vat'snavor, ev er or eresnavor. 9. Or uniçi akanjs lseloy, luiçe » ' , II. Matth. XIV, 1-12.
1 . Y-aynm zamanaki luav Herovdes çorror�àpet z-lur Yisusi. 2. Ev 'ase ç-carays ivr: « Na e Yovhannes mkrtiç, na yareav i mereloç, ey vasn aynorik zavrut'ivnk' )inin novav l). 3. K'anzi Herovdes kalav z� Yovhannes, kapeaç z-na ev ed i banti vasn Herovdiay knòj P'ilipposi elbavr nora. 4. Zi a"ser ç-na Yovhannes : « ç -e arzan k'ez unel z-dao » 5. Ev kamer z-na spananel, bayç erknçer i zolovrdene anti: k'anzi ibrev z-margare unein z-na. 6. Ev ibrèv elen cnundk' Herovdi, kak'aveaç dustr-n Herov diay i mej bazmakani�n; ev hacoy t'ueçav Herovdio 7. Usti ev; erdmamb xostaçav tal nma z-in� ev xndresçe. . 8. Ev na yar/:lojagoyn xrateal i mavre ivrtne, « Tur inj », ase, ' « aysr i . veray sktel z-glux-n Y9vhannu mkrtçi )lo 90 Ey trtmeçav t'aga- , vor-n; bayç vasn erdmanç-n ev barjakçaç�n' hramayeaç tal
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
40
nma. lO. . Ev arak'eaç 'glxateaç z-Yovhannes i banti. 11. Ev berav glux nora: sktelb ev tuav aljkan-n, ev tarav ai' mayr ivr. 12. Ev matuçeal aAakertk'-n �ora barjin z-marmin-n ev t'aleçin, ekeal patmeçin Yisusi.
J:V. - Greco. CENNI GRAMMATICALI. § 1 . Distinguiamo i dialetti greci, in tre gruppi: dialetti ionico-attici (Ionia d'Asia, isole, Eubea; Attica), e(jlici (setten trionali: tellsalico, l�8bico ed eolico asiatico ; meridionali: arcadico e. ciprio) e dorici (settentrionali, anche « dialetti greci del Nord Ovest &: acarnano, focese, locrese, eleo, ecc. ; meridionali o pelo
ponnesiaci, anche dorici in senso stretto : corinzio, argivo, laco nico, cirenaico, ecc. ; ) il beotico rappresenta una forte mescolanza ' di elementi dorici ed eolici.
§ 2. L'alfabeto greco comunemente usato, che è quello ionico del V secolo, adottato in Attica sotto l'arconte Euclide (403 a. C.), rappresenta il punto d'arrivo di una lunga evolu zione iniziatasi almeno nel IX sec. e intesa a rendere I sempre più adatto il sistema di segni, originariamente fenicio, al sistema di suoni greco. Rileviamo qui alcuni punti che si riferiscono alle iscrizioni llaccolte:
a) in un primo tempo mancavano i segni per le aspirate X e cp; quindi la scrittura con x e 7t a Gortina xepeuovO"lx ( X7) ,
peuovacx), .'t"p�7tev (
=
. b) si usò anticamente il segno ? (x67t7tcx) per
?()�V�VOv [15] ; "
u:
,
=
't"p� cpev ) [1 4];
x
avanti o,
c) per 1; si ricorse, oltre che a xa, xa, alla gra.tia ha: f-haoxoc;,
(f)p�hao [20];
d) il ."legno H (7) si conservò a lungo per indicare l'aspirata. Poiché il dialetto ionico è psilotico (§ 3 u), questo segno diventò superfluo e fu a.llora usato' a designare e. Il segno di spirito
,
41 .
TESTI - IV. GRECO
aspro fu introdotto dai grammatici alessandrini adottando :l'uso
già vigente a Tar�to di indica,re l'aspirazione con � , la metà di H, In seguito, quando nella iscrizione H indica, l'aspirata, noi la rendiamo, seguendo l'uso comune, con h: Fhexoc8oc!J.oe [5], hocmFo�x(oc [15J ecc. ; e) in origine E O indicavano tanto le brevi e o quantQ le lunghe di pronunzia larga 1) <.ù e quelle di p�onunzia stretta e� 01) (dittonghi impropri ; cfr. § 3 f). L� perdita dell'aspirazione condusse (vedi d) all'uso di H ('1) per 1), e presto fu creato il ad indicarè <.ù; e� 01) furono adottati nell'alfabeto iònico. per le
lunghe strette, quando gli originari d�ttònghi �� 01) divennero nella pronuncia � ed Q (il punto sottoscritto indica pronunzia ohiusa). Dove l'alfabeto delle iscrizioni, non avendo adottato i nuovi segni, continua ad usare E O, scriviamo i" 0, (od i 0, se la vocale reca il cir�onflesso} a indicare che la vocale è lunga (1) od e�, <.ù od 01» ; per' ricavare il valore come 1) <.ù od �� 01)
sovvengono, quando vi sono, iscrizioni ' dello stesso Maletto in alfabeto ' ionioo. Quindi h�epsv ( = tep1jv) ivoc� ( = eIvoc�) [1], 't'o ' ( = 't'6H) [3] 't'�; .&ètç' ( , 't'où;. .&eoù;) [11] ; a v9lte è .incerto se ci " troviamo di fronte o ' od - 01) (cfr. § 3 r),
§ 3. Note di fonetica. af oc è generalmente saldo in tutti i dialetti ; ha tendenza a labializzarsi in o nei dialetti eolici ( cfr. hexo't'ov [1] ÉXOt't'ov, \ a't'po't'iX.yo�; --.:. a't'plX't'1)youç); nota Èpaevoc�'t'Épocv [18] : &p(1)v, e tepo; pel più antico tiXpo; (in tocp��ov [13], È7t�cXpO� [17]; tpov [21] pre suppone piuttosto un *isro di fronte aÌl'*isJro delle altre forme) per 3ssimilazione all'� della sillaba .vicina. =
,
CRESTOMAZIA INDlilUROPEA
42
b) oc è diventato lj nei dialetti ionico-attici.; in attico questo li è stato regresso ali oc se precedevano e, �, p,. Quindi 8ii[Lov [1],
Mii8o� [2], yiiv [8], 't'�v [Loc-r&.f><X [16] ecc. sono più antichi di atto . 8lj[L�v, M�80�, yljv, 't'l)V [LlInp <x ecc. ;.in un primo tempo lo ionico ' ha distinto "I) pa�ellenico (da e) dal nuovo � , scrjvendo con E il primo (cfr. § 2 e), con H il secondo (§ 2 d), cfr. x<XO'�yv&'t"YJ [20] = atto x<xO'�yv�'t"'I) da �yv�'t'oc. In ionicm poi questo "I) si è abbre viato in e avanti vocale: gen. plur. 'A[LcpmoÀ�'t'éCùv [21] (ma più antico almeno graficamente &,n�ov [20], cfr. anche il gen. sg. Ae�v08(x"I)0 [20]) da -cXCùv. In 't'E't'pwxov'Y<X [8] contro 't'e't'pcXxOVT<X l' Cù è forse uno svilupp� peculia.re di antico r� . . c) e si restringe talora, specie avanti nasale, in � nell'ar
cadico-ciprio : tVq:iof>(3(ev
[1] t'II. [2]
=
èv; avanti 6, se non ha luogò
contrazione, . in dorico : [LeTp �Cù[Lév<x� [8], cfr. [LeTf>éCù. Esso' si .allarga. viceversa in <X in vicinanza di I' j.n. focese, acheo, eleo :
[Loc't'cXp <X [�6], fcXpyov [17], ' ÙO'TcXp�V [18], cfr. att o [L�'t'ép<x, lpyov, " {)O''t'ep -ov; per X<XT�<xp<xt�v [18] cfr. a. i
d) lj si allarga. in _ oc in eleo (cfr. c): fp�TpOC [17], 8oc[L00'�0(ii [18], [LiX . [Loc8é [18], X<x8ocÀE[LeVO ' [17j, . èx1té!L'I't'� [1�], cfr. eù-fpe 't'clO'<X't'1) [2], 'atto e doro e:("I) , [L� [Llj8é, 8"1)À"I)'t'�p�<x_ [19], èx1té[L1tlj� ;
in beotico e tess1tlico si restringe inv-éce in �, scritto e� nell'alfa beto ionico.
e) o tende a · ,restringersi in u ( = u) nei dialetti eolici: gen. sg. 'OvocO'�yopocu [2J per -oco, aor. mèd : eùfpeTiXO'<x't'1) [2]
per -TO.
f) Le lunghe di e o per contrazione (�fr. h)
(cfr. r, s) sono � ij (larghi;
"I)
Cù
o
per compenso
in alfa.beto ionico) in laconico,
cretese, cirenaico, ecc., altrove � 9 (stretti ; e.� �u in alfab. ion. ).
I
Cft. § 2 e.
g) <x� O� passano in b�otico ad <xe oe (più tardi "I) u ) : fkexoc' 8cX [Loe [5] per .-o� (locativo) ; nota eo per eu in cpé�ye�v {21].
I
1t6À� {4] E ÙlcXp� [6] At [17j da. -�� (cfr. 1tTO À�L [2] e § ,4 c) ; !V<XL ( = 'et" ) [1] 3-uew [15] è1toc[Lwl"l) [8] 1VcX!J;("I)V (inf.) [18] da -ee(v), A�ovuO'Cù [8J cptAo ( ,= ou) [10J t�p& [13], tutti
h) CONTRAZIONI:
,
,.oJ!����w���!,�·::7''\�;'r:��il.�'�'I:,o 'r:;;(��!�r';'O 1-
'._
"
I
TESTI
-
IV.
GRECO
43
genitivi, ,da -00 ( cfr. f ) ; 1tp�'t"
ha.LE [18]. i) CRASI: cn� '1tt [3], 't"�yeto (-rou tipyetou ) [9], him rOLx(1i ( = eX è1tL-) [15], xi MfLO ( xa.t sx) [15]. =
k) Apocope delle preposizioni" in tutti i dialetti salvo lo ionico-attico,.:' &v-'t"OfLoV [8], xa.80CÀefLEvoL ( = xoc't"oc-8Yj-) [17] 1tO't" 't"w ( = 1tO't"t 't"w) [18].
, l) Variazione fra (3 avanti 0, 8 avanti E da labiovelare (lLI § 19, 3 ) : 8ELì.&'t"OCL [15] 8YjÀOfLYjP [18] da 3EÀV- accanto a' (3oUÀOfLOCL da (3oÀv-, radi� *g"el.
m) 't"L fi.n�le e suffissale passa generalmente a aL, ma resta
in dorico : 3(3o't"L [6] = 3(8(o)aL, 3L
=
3LOCxoa(ocL
n) xi dà. generalmente aa., ma n in beotico ed attico , (1tplX't"'t"(o): 1tplXaa(o) ècc. ) ; cfr. anche arcad. ÀEO-rOV [1] = ÀEuaa(o)v. o) c:: (da yi" 3�, j- ecc . ) è in epoca più 'antica uno zd, che di solito è diventato z, ma a volte ha avuto sviluppo diverso :
cfr. 3UyOL [16] : C::uy6v, VOcnL't"O)V <Ì.nocfLLov' [18]
o
=
vo'crr(�eLv ,<Ì.��fLLOV.
p) aa si semplifica in a, �n attico e altrove ; più general mente rimane, cfr. �aaoV't'ocL [4]. q)
(1
panellenico passa a h o scompare fra vocali più o
meno , spora�icamente in vari dialetti (c�prio, l:acone, argivo, eleo): xoc <Ì.v't"t [2] per xoce; ( = xa.t) · <Ì.V't"t, VLx�e; [7] = vLx �aM.Le [18] otto ìwr. �'t"6>aOCLe ( in [18] i vecchi h sono soomparsi). ' ...:. . In eleo, più tardi in laconico, - e; si rotacizza.: 't"oi:p fa.ÀetoLe; ' \ o [17] (in quest� iscrizione il fenomeno è ancora incompleto ) 't"oce; yevelXe;. 't"o"ì:e;, np [17], 't"octp ye�eoc(p [18] =
=
=
=
r)
Il gruppo -va-, -ve; rimane a lungo in certi dialetti (argivo,
cretese), aJ.tI'6V6 esso �rde il
,v ; se ,
segue consonante, questa
C;aESTOMAZIA INDEUROPEA
44
. /
perdita ,(che avviene ,anche in! argivo e cretese) non ha conse guenze, altrimenti si ha allungamento di çompenso della vocale precedente (per cui cfr. f); ma in lesbico -0'110'- -ove; -ocVO'- �ocvc; dànno -OLO'- -OLe; -OCLO'- -,OCLe;, similmente in eleo troViamo -OCtp -OLp da -CXte; -O Le;. Per la fine di parola è stato in seguito adottato uniformemente o ' l'esito con allungamento (antevocalico) o quellò senza (anteconsonantico ). Cfr. 7to LfeO'ocvc; [lO] = 7tOL�O'«e;, 't'òe; xcx8e
[4] congiuntivo da 7tplX�OVO'L per *7tplX�WV't'L (vocale lunga si è abbreviata avanti nasale + muta), 't'ocl.p yeveoc(p [18] = 't'ae; yevelXe;, où8Ée; (E = 1j) [7] da oMév-e;, ie; 7to't'ocfL oV [8] da ive; (che altrove ha dato ete;), 't'we; x,wpwe; [8] 1'�e; .&eoe; (11] 1'ol.p [18] accu sativi plurali, ocywO'ocv [8] = &youO'ocv da tiyovO'ocv (cfr. xEpeoovO'IX [14] x'1jpeoouO'IX). Cfr. § 2 e. =
s)
t) La scomparsa del digamma f ha lu�go gradatamente , e più o meno presto, a seconda dei vari dialetti. Nelle nostre l
.
iscrizioni lo si trova spesso, un paio di volte anche come posteriore aggiunta anorgan�ca (7t1'oÀLft [21 dato sg., TÀ«O'E«fo [12] gen. sg. ). Più p�esto che altrove f è scomparso in ionico-attico.
u) Similmente 'va acquistando sempre più piede la psilosi, o scomparsa dello ' spirito aspro ; essa è antichissima' in lesbico, in eleo, nello ionico d'Asia (cfr. , . oltre alEassenza di h, scritture come È7tLIX-pOL [:l. 7] xoc1'Locp�Ewv [18J per Ècp- 'xoc.&- che si avrebbe se si fosse detto ancora tocpoc;).
v), AsSIMILAZIONI SINTATTICHE (nel sandhi, cfr. ' I § 2 ) : òpxLo1'ep08 8' [14J per - e; 8', cpuyoc8eE1jfL fLoc8é [18] pèr - v fL-, 1' 1)Y y1jv [21J per 1' 1)'11 , �fL 7tO [21 J per �v , XE 8IXfLo x� 90LVOCVOV [15] per xÈx.
TESTI -. IV. GRECO
.
.
45
W) YARIA : 3�lJ(.xv6vTWV [8] con xv da yv; 3otpX!Locç [1] = 3potX!Locç ; tJ.ot�'t'upov [14] dissimilato per !LOCp't'upwv; in 311À 6 !L1)p [18] per Ò1lÀ6!L1lvoç pare scomparso l' .," tematico, ed -e:l/ç trattato secondo r, dopodiché il -ç .si è rotacizzato (q). .
x} ACCENTO: Il lesbico porta l'accento sulla terzultima sillaba se l'ultima è breve, sulla penultima se questa è lunga ; 8e la parola ha meno di trj3 siJ1a,be, è accentata la prima : -esempi in [31 e [4]. Nei dialetti dorici Vi è invece la tendenza a spostar� l'accento verso 1.:;1. �ne della parola. § 4. Declinanone. a) 'Temi in -oc- : gen. sg. msc. 'Ovoc(1Ly6pocu (§ 3 e) 'FÀocO"Locfo (§ 3 t) �e: w03(x1l 0 (§ 3 h) Hocye:Àoc(3oc (§ 3 h ) ; gen. pl. à.ÀÀ.�ov 'A !L CP �1tOÀ�TÉWV (§ 3 b ) 't'iiv à.1topoiiv (§ 3 h); .st�mentali di temi in li sono gli avverbi Tocu't'ii, hii-'t'�e:) [7]. b) Temi in -o � : il gen. sg. ciprio termina in -wv: 1'0 !L�0"&ovf2] 4>�ÀOXU1tpOV [2] , la vecchia desinenza epica troviamo · in XotO" Ly v�'t'o�o [12]; il locativo per il dativo singolare in beotico ed eleo : fh&Xot3iX!Loe: (§ 3 g), TOL 'OÀUV1t(OL [17] ; la fòrma di locativo con -
c) Dativi di temi in -L- : 1t6À� [4] e m6Àr.fi: (§ 3 t), EÙXOCpL [6]
di sul nominativo in -Lç invece che EjÙXOCpL't'L� Da tema , in -e:u -1lU- nota l'accuso arcadico hLe:p&V (1]. d) Temi in consonante : l'accuso sg. in -IX è accresciuto del -v di altre declinazioni in ciprio ljlX't'&pIXV [2] ele(') à.YIXÀf1.IX 't'OpIXV [18]; il dat� pl. termina in -e:0"0" L in eolico ed eleo :
x�'t'e:À&6V't'-e:0"0"L [4] cpuyoc3-e:0"0"L [18].
e) La parola per ' figlio ' ha temi in u ed in o: gen. sg. ftul.èoç [lO] e hULOU [12].
§ 5. Pronomi e numerali. I dialetti dorici hanno conser ' vato nel nom. pl.. del dimostrativo-articolò il tema TO- 't'1i (altrove sostituito da quello 6- i- del nom. sg. ) : TOL ot [8.11]. Nota la particella -t in 't'o-t 't'ot-t [17]. Dorico è 't'É't'op'atç [8J " ..ace. pl. " 't'ÉO"O"lXpe:<;. =
46
CRESTOMAZIA: I,NDEUROPEA
§ 6. Verbo. a) 'Desinenze, aumento. Caratteristiche del dorico sono - ILEC; per ':ILEV: O'UVEILETp�O'CXILEC; [8] VLXQlLec;; [11], e -T� -VTt (§ 3 m ) ; nota le lU pI. impt. lesbiche rpuì.,cXO'O'ov'rov È:1ulLéì.,eO''&ov ' [4), ' la III sg. otto aor. oc�eCXÀTwhcxLe (§ 3 q), la III pl. otto eleò li7to TlvOLCXV (17]. L'aumento manca in 7tove.&e [12) per influsso omerico. ,
b) Caratteristiche del dorico peloponndsiaco sono le for.,
mazioni dei temi sigmatici da radici in dentale con � anziché 0'(0') : �p(��v ÈlLep( �cxv -hs;PlLcX�cxV [8) di lLepl�Cù �cè. c) Caratteristico dell'eleo 'è -etCù (da -ef-iCù) invece di eoCù: rp\)ycx�e(oL [18), cfr. anche XCXTLCXpCXLCùV [18] con cx, per e ( § :3 c).
d) Nota ìl partic. pf. atto Èpp'1jyeLiic; con '1j [8], med. con « 'aumento » invece di raddoppiamento ÈypcxILILÉvOL [17); gli aoristi È\l&ov [12] e, con apofonia �, xcxTéfopyov [2); con -e- da -es;- invece' che. -e
ì.,0IL1JP [18] cfr. § 3 W. sanscr. e) Di eLvcxL si notino le forme : impf. III sg. �C; [12] as, da È-�O'-T;' 1jO'TCù ed , È� �O'T(Ù [18J, c�n ' �- forse secondo 1)lLev, (§ 3 s) ; i congiuntivi lii e �vÉiiv [17J, forse da *esalat. era =
di eram ecc.
=
f) INFINITI. In -e'II :. VÉIL-EV tVrpop�L-ev òrpì.,-Év [1] &0-.0;'11 liveì.. -év [13J TPcX7t-EV [1'4]; in -eEV, , onde -eLV od '1jV secondo § 3 f: .&oeLV [15] rpUyCX�EL'1j1L VOO'TLTT'1jV 1tCxO'X'1jv f18]; in �EVCXL:'ivCXL [1] da *È�-evcxL, �of-évCXL f2] scr. dav-ane (Q �o-févcx�, da-vane f ) ; in , -lLev: da Èc;- le forme elencate nel § 3 s, inoltre �iiILOO'L(;)-ILEV [18J; in -lLev (fu�ione di -ILE'.I ed -Eiv) �lLev (ÈO'-) li7to&é-ILEV ( li7tO�T(&'1j ILL ) [14]. § 7. Nota la distribqzione delle p�rticelle condizionali: EL arcadico e ion. -att., altrove CXL; e dubitative: xcx dorico e beotico, xe(�) eolico, �v ionico-attico e, insieme con XE, arcadico. =
§
8. Alcune particolarità , sintattiche:
, a) Specialmente nei dialetti dorici settentrionali ed eoli�i Èv ' coll'accusativo (invece di Èvc; > 'Èç, eLC;) a designare il moto a luogo : LV �«lLoV (1), Èv Ncxo1tClt,?'To'l [15]. è vivo l'antico uso di
47
, , TE8TI - IV. GRECO
b) Assai diffuso è, l�impiego dell'articolo come relativo
( già in Omero ): p. es. " ci1to'nvÉ't'� 8mÀcXO'Lov 't'w xoc Èx1tÉ(J.ioc XOC�
TW xoc ci1to8w-rOCL [1�]; 't'òv òp(�ov"oc TWC; Te ..w L\LoVU1rW TÒV (per 8v) KwvÉocc; ho L\(wvoc; �1tOCfLwXYj [8].
x wp w c;
XOCL
c} Concordanze : EùfpeTciO'oc'ru ( sing. ; , ma si potrebbe leg
gere -O'OC(V)TU) �ocO'tÀe,ù c; xocc; ci 1t'r6ÀLC;
[2]. A.pposizione : È1t� T1j LOLO'LV
TÒ �uv6v [19], ci 1t't'6ÀLc;, 'E80CÀLUEC; [2].
d) Caratter�tico dell'eolico è il patr:onimico in - L,oC; (cfr. lat.
"ÌU8 del Nomen: Maròiu8 ecc. ) accanto al genitivo; 1:d l;'&EVE(OCL -ti) { =. 't'éj») NtXùXLoL TO ( = TOU) rocuxfo [3] ' figlio di N., figlio '
di G. '.
A. Arcadico-ciprio.
1. Dalla legge relativa al tempio di At!Iena Alea in Tegea.
(Schw. 654. Solms. L ) Arqadico, pr�c. del IV sec. a. C. ,
Tòv hLEpiv ",1tÉV't'E xoct ,E(XOO'L o!C; ,VÉfLEV XOCL �e uyoc; xocl octyoc' et 8' &'v xOC't'OCÀÀcXO'O'E, EVrpOp�LO'fLòV &VOCL. Tòv hLe:POfLvocfLOVOC EVrpOp�(EV' et 8' &'v Àeu't'ov � Ev<pop�(e, kexoTòv 8ocPXfLOCC; òcPÀèv LV 8iifLOV xcxl xeXTocpFov &VOCL. 2. Dalla tabula Edaliensis.
(Schw.
679. Solms. 6). Oiprio, 445 a. C. ( ' ).
"OTt T!i(V) 1tT6ÀLV 'EMÀLOV xocTÉFopyov Mii80L XOCC; KETLEFEC; tv TOL �OXU1tpOV FéTEL TO , OVciO'Ly6 piiu , �OCO'r.)(EÙC; �TciO'(xu1tpOC; XOCC; � ' 1t'r6ÀLC; 'E80CÀJ.é.Fec; tX.voyov 'Oycx"crtÀov T6v 'OVciO'LXU1tpOV 't'òv tjOCTEpOCV xocc; 't'òc; xocO'Lyve'rOC; (jOCO'.&OCL 't'òc; ci(v)'&po1tOC; TÒC; t(V) T�� fLcXXOCL EXfLOCfLEVOC; tX.VEU fLLG'&ov. KcXt; �OCL EùFpeTci\1oc'ru �OCO't.ÀEÙC; xocc; � 1tT6ÀLt; 'OVOCO'(ÀOL xoce; 't'OLe; xoc�Lyvi'rOLe; ci(v)Tl 't'o fLLO'.&OV xoc ci(v )'t'l 't'ii ÙXEpOV 8pFévOCL � TOL FOLXOL TOL �ocO'LÀiFoc; XOCC; �� féh 1tTOÀLFL &prUpo(v) 't'cX(Àocv't'ov) oc' '
, 't'eX(�IXV't"OV). B. Eolico settentrionale. , 3 . Epitafio di Stheneias.
(Schw. 638. Solms.
7). Eolico d'Asia, prima del 400 a. C. . �['t'ciÀÀ]� '1tl :I:.&e'Jdci'L �P.fLL 't'o N LXtlXtOL 't'o rlXuXto.
\
48
(
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
4. Dal decreto ' sul ritorno degli es$ di Mitilene (r. 21 sgg.). ..
( Schw. 620. Solms. , 9). '
Lesbio, 324 a. C .
. dLW.xXTIXL<; a' �ÀeO'.&]IXL TÒV aOCfLOV ocvaplX<; e(xoaL, aéxlX [fLè:v Èx Ti;}v XOtTE;À.&6vT(I)v,�éx]1X aè: 'èx TWV Èv TOCL n6ì..i: npoO'.&e È6VTWV. [oihOL aè: CrnoualXtw<;
C. Beotico.
...
o. Epitafio di Vhèkadamos. (Schw. 452,5. Solma. 14). VI-V sec. a. C .
6. Ca.ntaro di M?gea.
(Scl1W'. 441. Solms. 15). V sec . a. C.
Moyéii ataoTL TOCt yuvCXLxL aopov E4xOCpt .EÙ't'pE't'LglOCVTO xo't'uì.ov gc; -l �aiiv ;cte. /
D, Dorico (peloponnesiaco ). IX) , Laconico (Laconia ed Eraclea).
i . Dall'iscrizione di Damonon. (Schw. 12. SoIrns. 22). Spartà, metà del V sec. a. C.
diifL6vov cXvé'&exe 'A.&.xvottii[ L] 7tO).LciXOL vLxa.Jiiiç 't'otu't'oc hi:r' où�e<; 7t�7tOXIX TOV vi.iv.
8. Dalla i tavola d'Eraclea (r. 8 sgg. ). (Schw. 62. 8oIrns. 23). Fine del sec. IV a. C. ,AveypocljJcxv TO� ÒpLO'TIXL TOL hIXLpe.&év-re:c; È7tL TWC; xwpw<; .wc; hLlXpWC; TWC; ",w dLOVUO'Ci), Cl>LÀWVU{l.0C;; ZW7tUptO'Xw; 'A7tOÀÀWVLOC; HYJpotXÀ-Ij't'w, dci��{l.oC; IIuppw, ' Cl>LÀWTiic; HLO'TLe:(W , H:tlPlXxì.zf.aiic; ZW7tUpW, Xot'&' & , /
.
TEs-ri
-
IV.
!
!
GRECO
[&>p '](�IXV x�t È't'ep(LcX�«v XIXI. cruve(Le't'p+,O'I;V X«I. È(Lept�IXV 't'c;)v H.7lPIX X).e(6)V Ò�IXXVOV't'6)V ÈV XCx't'lXxÀ�'t'6)� cV..(OC�. ,:EuVe(LeTpi)crIX(LEc;' 8è &.p�lX(Lévo� <X7tÒ 't'c;) <xv't'O(L6) 't'� ku7tèp I1lXv8oO'toc� otyov't'o� 't'6:J 8�IX't'cX!Lvov't'o� 't'WC; 't'e h�lXpwc; XWp6)C; XlXt 't'�V lh8tocv yocv è7tt 't'òv otv't'O(Lov �v Òpt�ov't'« 't'WC; 't'e 't'6:J Ll�ov60'6) XWp6)C; XlXt 't'ÒV K6)vélXC; ho Ll(6)voc; È7toc(Lwx'7l. KIX't'e't'cX(J,o(Lec; 8è (Lept81XC; 't'é't'opl%C;. 't'iv V;è:v iPchocv (Lept81X <X7tÒ 't'6:J <xv-r0(L6) 't'6:J 7tap 't'a H7lPw�8e�1X otyov't'OC; ei5p�� 7to't'L 't'�v 't'p�ocxov't'cX7t��V 't'�v 8La "'6:JV h�lXp6:JV XWp6)V &Y�O'IXV, (LOCXOC; 8è: otV6)'&1X <X7tÒ 't'OCV <X1'cOPOOCV &XP� èc; '7tO't'IX(LÒV 't'òv "Ax�p�v, XIXI. Èyévov-ro (Le't'p�6)[dvIX� Èv 't'1X6't'1i� 't'OC� (Lepetli� . èpP7lyetlic; (Lèv 8�lixlX't'tlX� (Ltli O'XOtV�lL, O'Xtp6) 8è xlXl. <xppf,x't'6) ,XIXI. 8pu!L6:J Fe�lixlX't'tlX� 't'e't'pwxov't'lX Fè� O'X0tVO� h7l(L(O'Xo�vov. '
�) A1:givo.
•
9. Iscr�ionè di Atoto e Ar g{ada. , li 80,3. 8oIrns. 25). Intorno �l 500 a. C. ' ,
(8chw;
"A't'o't'oc; è7to(�1Ìe 'Apyei:oc; x�pye�cX81ic; H�yeÀa.�81i 't'�pyeto.
(8chw.
no., Epitafio di Androcle. ,
105: '801ms. 30). Methana, VI sec. a. C. ( T )
EÙ(LcXpec; (LE 1t1X..ep ,AvapoxÀéo� Èv't'�8e O'OC(LIX . ' 7tO��IXVC; xlX't'oté.&exe ljltÀo (LVOC(LIX hu�éoc; �(Lev . .
y)
Megarico.
1 1 . Dalla dedica dei 8elinuntii.
(Schw.
166. 8oIrns 33). 8elinunte, metà del V sec. a. C. .
[�L]a 't'�C; .&eoc; 't'5[O']8e VLXOV't't 't'ol. :EeÀLVov['t'tOL ' a�]a 't'òv LltlX v�xo (Le� XIXI. a�a ...òv fl>6�9V... 8) \
(8chw.
Oorinzio
( Corinto e Colonie).
12. Epitafio di Menecrate.
133, 1. 8oIrns. 34 a). Corcira, :prinCipio del VI sec. a. C.
Hu�ou n.�(cXFo Mevexp«'t'eo� 't'o& O'OCILIX,
Ot!Xv.&éo� yève� ' 't'68e 3' IXÙ"'O� 8oc(Loc; È7tote� ' .
'" - V'ITTORE PISANI, Orut� indeuropea.
CRESTOMAZIA INDEUROPEA
50
�; y�p ' 7tp6�EVFO; aOC!J.OV. cpLÀO; ' à.ÀÀ' èVL 7t6V"t'OL v
oÀE:'tO, aii!J.60'LOV aÈ: xot?ÒV - po
,
•••
n pii�L!J.éve; a' 1X,)"t'OL y[IXLii]; à.7tÒ 7tot"t'pLaO; tv&6v O'ÙV M!J.[o]t -r6a� O'ii!J.1X XIXO'LyvÉ"t'OLO 7tOv�e. e)
Oirenaioo
( Cirene, cQlo'nia di Thera).
13. Dalla ' Lex cathartica (r.
(801ms.
26 segg. ). 39). Cirene, metà del IV sec. a. C.
A� XIX è7tL �Cù!J.(7lL McrYjL totp�tOV () "t'L !J.� v6!J.oç Mev, "t'[ò] 7tO"t'L7tLIX!J.!J.1X à.veÀÈ:v à.7tÒ TW �Cù!J.w XIXl. à.7t07tÀUVIXL Xotl. "t'ò IDo ÀU!J.IX cXveÀÈ:v èx "t'oo t�w XIX). "t'ocv LXVUV à.7tÒ ' 't'w �(ò!J.éi"> XIX). "t'ò 7ttip à.cpeÀÈ:v è; Xot&otpÒV, Xotl. 't"6xlX a� à.7tOvLljJoc!J.evo; xlX&&pci; 't"ò totpÒV xlXl. l:-ii!J.Liiv MO'ii; �o"t'òv 't"éÀeuv, , 't"6xot a� &ué"t'Cù w; v6!J.( o;). i �) Orete8e.
14. Dalle leggi di Gortina (III, r. ,45 segg.).
(8chw.
1 79, 801ms. 40). Metà del" Vt sec. �
ç.
,At ttXOL yuv� xe[p]e[U9]VO'IX, è7teÀeuO'IXL 't"OL à.vapl. è7tl. O'ttyiiv à.v"t'l. ,
..,
..
!J.IXL-rUpOV 't"pLOV. At aÈ: !J.e aéXO'IXL't"O, è7tL 't"iiL lLii't"PL e!J.ev 't"ò 't"éxvov e ..
..,
't"pOC7tEV e à.7to&é!J.EV. òpxLmpOa a' SlLEV 't"ò� xiiaeO''t"av; XlXl. 't"òç !J.IXE-ru, -,. , plXVç, IXL, e7t �l\euO'lXv.
E. Dialetti del Nord-Ovest C qorico settentrionale). IX)
Locre8e.
lo. Dalla legge di Locri Ipocnemidia
sulla �olonia di Naupatto. ( 8chw.
362. 801ms. 44). Principio del, V sec. a. O. \
'Ev NlXu7tiix't"ov xa 't"ovae k�7tLFoLX(ii. Ao<j'pòv 't"òv Hu7toxvii!J.LaLOV . è7te:L XIX NIXU7tOCx't"LO; yéVHIXL, NotU7tOCx't"LQV è6vTlX, ho7to �évov, �O'LIX ÀQtyxtive:tv XIX). &ue:tv è�e:i:!J.e:v è7tt't"U:J(6'r.1X, IXL XIX ae:LÀet-IXL' IXL- XIX ae:LÀe't"otL, Me:LV. XIX). �otyx&.ve:tv x� a&!J.o x� ?otviXvov IX')�Ò� xlXl. 't"Ò ' yévoç XIX't"lXtFe:L.
l
TESTI
-
51
IV. GRECO
, � ) Focese.
16. Basi delle statue di Cleobi e Bitone. '
(8chw.
317. Solms. 47). Délfi, , metà del VI sec. a. C.
Kjjo��c; xOtl B(}t'ov ,ia,v /Lii't'lXpOt (h)&yOtyov 't'o� auyo�. [iloÀ]u/LEaiC; s1to(ee h�pyei:oc;. y) Eleo. 17. Patto fra gli ,Elei e gli Ereesi. '
(Schw. 413. SoOOs.' 52). VI o V sec. a. C. � , !A Fp&'t'pii 't'oi:p FiiÀe(o�.:; XOtt 't'òi:c; !EpFOtOLOLC;. Luv!LOtX(ii x' �i
ÈXOt't'òv Ff:.'t'eOt, &pxo� af XOt 't'ot. At aé 't'L 8éoL Ott't'E Fé1toc; Ott't'e FlXpyov, auvé'iiv x' cX(À)À&ì..o�c; 't'IX 't" &ì.(ÀOt) XOt! 1tÒtp 1toÀé/Lo. A[ aè �cx auvf:.iiv, 't'lXì.Otv't'ov x' cXpyupo cX1to't'(VO�OtV 't'oi: À� 'OÀUV1t(OL 't'o! xIX8iiÀ&/Levo� ÀOt 't'peLO/LeVov. A[ 8é 't'Lp 't'Òt yplXq>eOt 't'oct XOt8iiÀéoL't'O, IXhe Ff:.'t'ii,c; Othe 't'e Àe:O"t'� Ott't'e .8iiiLoc;; Èv 't" ÈmlXpoL x' ÈVéXOL't'O 't'oi: 'v't'Oti:h' ÈYPOt(/L)/LéVOL .
,
18. Legge sugli esuli e i loro discendenti.
(Schw. 424, Solms. 53). Metà del IV sec. 8t. C, , Be&;. TuXii TOt!p 8è yeveOt!p � q>uyoc8e(1l/L /Lii8è XOt't" Ò1toi:ov 't'p01tOV, /L&'t'e ÈpuyOt�dot Othe 't'Òt XPl)/Loc't'Ot 8ii/Loeuyé't'Cù 1tò't' 't'w À�òp 't'wÀU/L1t(Cù oct/LOt't'op, xOt! XOt't'tOtpOt(Cù'J, Ò 81lÀ6WflP cXVIXOt't'Op �uyOt8euOtv't't, 't'oi: 81lÀo�vot vo
.
8è è�' �{(J)