I ISBN 88-7452-087_5 @ 2006 Giorgio Agamben @ 2006 noterempo srl via Zanardelli, 34 - 00186 Roma www. edizioninottetempo.it
[email protected] Progemo grafico: Studio Cerri Associati Stampa: Stampa Editoriale srl, Avellino Carta ecologicaBioprima Fedrigoni Prima edizione ottobre 2006
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Giorgio Agamben Che cos'èun dispositivo?
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Che cos'èun dispositivo?
1. Le questioniterminologichesonoimportanti in filosofia.Come ha detto una volta un filosofo per il quale ho il piú grande rispetto, la terminologiaè il momentopoetico del pensiero. Ciò non significa che i filosofi debbano definire i loro terogni volta necessariamente mini tecnici.Platonenon ha mai definito il piú dei suoi termini: idea.Altri invece, u,importante comeSpinozae Leibniz, preferisconodefinire more geometricoIa loro terminol ogra. IJipotesi che intendo proporvi è che la parola "dispositivo"sia un terminetecnicodecisivo nella strategiadel pensierodi Foucault. Egli lo usa spessosoprattutto a partire dalla metà degli anni Settanta,quando comincia a occuparsidi quello che chiamavala "governa5
forza,sia per orientadi in una certa direzione,sia per bloccarli o per fissarli e utiliz zath.Il dispositivo è sempreiscritto in un gioco di potere e, insieme, semprelegatoa dei limiti del sapere,che derivano da essoe, nella stessamisura,lo condizionano. Il dispositivoè appunto questo:un insiemedi strategiedi rapporti diforza che condizionanocerti tipi di saperee ne sono condizionati". (Dits et écrits,vol. III, pp.299-300)
mentalità" o il "governo degli uomini". Benché non ne dia mai una vera e propria definizione,egli si awicina a qualcosacome una definizione in un'intervisradel 1977: "Ciò cheio cercodi individuareconquestonome, è, innanzitutto,un insiemeassolutamente eterogeneoche implica discorsi,istituzioni, strutture architettoniche,decisioniregolative,leggi, misure amministrative,enunciati scientifici, proposizioni filosofiche, morali e filantropiche, in breve: tanto del detto che del non-detto, ecco gli elementi del dispositivo.Il dispositivo è la rete che si stabilisce fra questielementi... ...col terminedispositivo,intendo una specieper cosí dire - di formazioneche in un certo momento storicoha avuto comefunzioneessenziale di risponderea un'urgenza.Il dispositivoha dunque una funzioneeminentementestrategica... Ho detto che il dispositivo è di natura essenzialmentestrategica,il che implica che si tratti di una certamanipolazionedi rapporti diforza. di un intervento razionalee concertato nei rapporti di
Riassumiamo brevemente i tre punti: a. È un insieme eterogeneo,che include virtualmente qualsiasi cosa,linguistico e non-linguistico allo stessotitolo: discorsi, istituzioni, polizia, proposizioni *. ' edifici, leggi, misure di filosofiche ecc. Il dispositivo in se stessoè la rete che si stabilisce tra questi elementi. I
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b. Il dispositivo ha sempre una funzione strategica concreta e si iscrive sempre in una relazione di potere. c. Come tale, risulta dall'incrocio dt rcIazíoni di potere e di relaziont di sapere. 7
2. Vorrei ora provare a ttaccrafeuna sommaúa genealogiadi questo termine prima alI'interno dell'opera di Foucault e poi in un contestostoricopiú ampio. Alla fine degli anni Sessanta, piú o meno al momento in cui scriveLarcheologiadel sapere, per definire l'oggetto delle sue ricerche Foucault non usa il termine dispositivo ma quello, etimologicamente vicino, "positivité",positività, anchequestavolta senzadefinirlo. Mi sonospessochiestodove Foucaultavesse trovato questotermine, fino al momento in cui, non moltí mesi fa, ho riletto il saggiodi JeanHyppolite Introductionà la philosopbiede l'histoire de Hegel. Voi conosceteprobabilmente il forte rapporto che legavaFoucault a Hyppolite, che egli definisce talvolta "il mio maestro" (Hyppolite era stato effettivamente suo insegnateprima durante Ia khàgneal liceo Henri IV e poi aII'Ecolenormale). Il capitolo terzo del saggio di Hyppolite porta il titolo: Raison et histoire.Les idéesde positiuitéet de destin(Ragionee storia.Le idee
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di positività e di destino).Egli concentraqui la sua analisisu due opere hegelianedel cosiddetto periodo di Berna e Francoforte (179596):Ia prima è "Lo spirito del cristianesimoe il suo destino" e la seconda- quella da cui provieneil termine che ci interessa- "La positività della religione cristiana" (Die Positiuitàt der christlicheReligion). SecondoHyppolite, "destino" e "positivítà" sono due concetti-chiavedel pensierohegeliano.In particolare, il termine "positività" ha in Hegel il suo luogo proprio nell'opposizionefra "religione naturale" e "religionepositiva".Mentre la religione naturaleriguardaI'immediatae generale relazionedella ragioneumana col divino, la religionepositivao storicacomprendeI'insiemedelle credenze,delle regolee dei riti che in una certa societàe in un certo momento storico sono imposti agli individui dall'esterno. "IJna religione positiva," scriveHegel in un passoche Hyppolite crta,"implica dei sentimenti che vengono impressi nelle anime attraversouna costrizionee dei comportamenti 9
che sono il risultato di un rapporto di comando e di obbedienzae che vengono compiuti senzaun diretto interesse"l. Hyppolite mostra come I'opposizione fta naturae positività corrisponda,in questosenso, alla dialetticafualibertàe costrizioneefta ragionee storia.In un passoche non può non aver suscitatola curiosità di Foucault e che contienequalcosadi piú che un presagiodella nozionedi dispositivo,egli scrive:"Si vedequi il nodo problematicoimplicito nel concettodi positività,e i tentativi successividi Hegel per unire dialetticamente- una dialetticache non ha ancorapreso coscienzadi se stessa- la pura ragione(teoricae soprattutto pratica) e la positività, cioè l'elementostorico.In un certo senso,la positivitàè consideratada Hegel come un ostacoloalla libertà umana,e come tale viene condannata.Investigaregli elementi positivi di una religione,e si potrebbe già aggiungeredi uno stato sociale,significascoprit
J.Hyppolite, Introduction à k philosophie de I'histoiredeHegel,Seuil,Parigi 1983,p.4) (I^ed. L94B).
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re ciò che in essiè imposto attraversouna costrizioneagli uomini, ciò che rende opacala purezzadella ragione;ma, in un altro senso, che nel corso dello sviluppo del pensierohegelianofinisce col prevalere,la positività deve esserericonciliata con la ngione, che perde allora il suo carattereastratto e si adegua alla úcchezzaconcreta della vita. Si comprende dunque come il concetto di positività sia al centro delle prospettivehegeliane"2. Se "positività" è il nome che,secondoHyppolite, il giovaneHegel dà all'elementostorico, con tutto il suo carico di regole,riti e istituzioni che vengonoimposti agli individui da un potere esterno,ma che vengono,per cosí dire, interiorizzaínei sistemidelle credenzee dei sentimenti,allora Foucault,prendendoin prestitoquestotermine (chediventeràpiú tardi "dispositivo") prende posizionerispetto a un problemadecisivo,che è ancheil suo problemapiú proprio: la relazionefta gIíindividui '
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2 lbidem,p.46.
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come esseriviventi e I'elementostorico, intendendo con questotermineI'insiemedelle istituzioni, dei processidi soggettivazionee delle regole in cui si concr etizzano le rclazioni di potere. Lo scopo ultimo di Foucault non è, però, come in Hegel, quello di riconciliare i due elementi. E nemmeno di enÍatizzareil conflitto fta di essi.Si ftatta per lui piutrosto di investigarci modi concreti in cui le positività (o i dispositivi) agiscononelle relazioni, nei meccanismie nei "giochi" del potere. 3. Dovrebbe ora esserechiaro in che senso ho avanzatol'ipotesi che il termine "dispositivo" sia un termine tecnico essenzialedel pensiero di Foucault. Non si tratta di un termine particolare,che si riferiscesoltanto a questao quella tecnologiadel potere. È .n termine generale,che ha la stessaampiezzache,secondo Hyppolite, "positività" ha per il giovaneHegel e, nella strategiadi Foucault, essoviene a occupareil posto di quelli che egli definiscecriticamente"gli universali" (lesuniuersaux).Fout2
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cault, come sapete,ha semprerifiutato di occuparsidi quellecategoriegeneralio enti di ragionecheegli chiamaappunto"gli universali", comelo Stato,la Sovranrtà,IaLegge,il Potere. Ma questonon significache non vi siano,nel suo pensiero,concettioperatividi caratteregenerale.I dispositivisono,appunto,ciò chenella strategiafouc aldianaprende il posto degli questao quella universali:non semplicemente misura di polizia, questao quella tecnologia del potere, e nemmenouna generalitàottenuta per astrazione:piuttosto, come diceva nelI'intervista del 1977, "la rete (le réseau)che si stabiliscetra questielementi". Se proviamo ora a esaminarela definizione g ' del termine "dispositivo" che si trova nei dizionan francesi di uso comune, vediamo che questidistinguonotre significatidel termine: a. Un sensogiuridicoin sensostretto:"Il dispositivoè la parte di un giudizio che contiene dalle motrvazioni". la decisioneseparatamente Cioè la parte della sentenza(o di una legge) che decidee dispone. 13
b. Un significato tecnologico: "Il modo in cui sono disposti i pezzi di una macchinao di un meccanismoe, per estensione, il meccanismo stesso". c. Un significato militare: "Llinsieme dei mezzi dispostiin conformità di un piano". Tutti e tre questi significatisono,in qualche modo, presentinell'uso foucaldiano.Ma i dizionari,in particolarequelli che non hanno un caratterestorico-etimologico,operano dividendo e separandoi vari signtficatrdi un termine. Questaframmentazione,tuttavia, corrispondein genereallo svolgimentoe all'articoIazionestorica di un unico significatooriginale, cheè importantenon perderedi vista.Qual è, nel casodel termine"díspositivo",questosignificato? Certo il termine, nell'uso comune come in quello foucaldiano,sembrarimandare a un insiemedi pratiche e meccanismi(insieme linguistici e non linguistici, giuridici, tecnici e militari) che hanno lo scopo di far fronte a un'urgenzaedi ottenereun effetto piú o meno immediato. Ma in quale strategiadi
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prassio di pensiero,in quale contestostorico il termine moderno ha avuto origine?
4. Negli ultimi tre anni, ffii sono andato semprepiú addentrandoin una ricercadi cui comincio soltanto ora a intravederela fine e che potrei definire con qualche approssimazionecome una genealogiateologicadell'economia.Nei primi secolidellastoriadellaChiesa- diciamofta iI secondoe il sestosecolo- il svolsenella teologia termine greco oi/
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estremamentedelicatoe vitale,forse della questione decisivanella storia della teologia cristiana:la Trinità. Quando, nel corso del secondo secolo,si cominciò a discuteredi una trinità di figure divine, il Padre, il Figlio e lo Spirito, vi fu, come c'era da aspettarsi,all'interno della Chiesauna fortissimaresistenz a da parte di persone ragionevoli che pensavano con raccapriccioche, in questo modo, si rischiavadi reintrodurre il politeismo e rI paganesimo nella fede cristiana. Per convincere questi ostinati awersari (che furono poi definiti "monarchiani",cioèfautori del governodi uno solo),teologi come Tertulliano,Ippolito, Ireneo e molti altri non trovarono di meglio che servirsidel termine oikonomia.Il loro argomento era press'apoco il seguente:"Dio, quanto al suo esseree all,asuasostanza,è, certamente,uno; ma quanto aLIasuaoikonomia, cioè al modo in cui amministrala sua casa,la suavita e il mondo che ha creato,egli è, invece,triplice. Come un buon padrepuò affidare al figlio lo svolgimentodi certe funzioni e di
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certi compiti, senzaperdereper questoil suo potere e la sua unità, cosí Dio affrdaa Cristo l"economia', l'amministrazionee il governo della storia degli uomini". Il termine oikonomia si andò cosí spectalizzandoper significare in particolaref incarnazionedel Figlio e I'economia della redenzionee della salvezza (per questo,in alcunesettegnostiche,Cristo finí col chiamarsi"l'uomo dell'economia", ho antbrópostés oikonomias).I teologi si abituarono a poco a poco a distinguerefra un "discorso- o logos- della teologia" e un "logos dell'economia"e l'oikonomia divenne cosí il dispositivo attraversocui il dogma trinitario e I'idea di un governodivino prowidenzialedel fmondo furono introdotti nella fede cristiana. Ma, come spessoawiene, la ftattura che i teologiavevanocercatoin questomodo di evitare e di rimuoverein Dio sul piano dell'essere, riapparvenella forma di una cesurache sepaîa in Dio esseree azione,ontologia e prassi. I-lazione(l'economia,ma anche la politica) questaè non ha alcunfondamentonell'essere: t7
la schizofreniache la dottrina teologicadelI'oikonornial,asciain eredità alla cultura occidentale.
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5. Pensoche anche attraversoquestaesposizionesommarta,visiateresi conto della centralità e dell'im portanzadella funzione che la nozionedi oikonomiaha svolto nella teologia cristiana.Già a partire da Clementedi Alessandria,essasi fonde con la nozione di provvidenza,e va a significareil governo salvifico del mondo e della storia degli uomini. Ebbene: qual'è la traduzione di questo fondamentale terminegreconegli scritti dei padri latini? Dispositio. Il termine latino dispositio,da cui deriva il nostro termine "dispositivo",vienedunquead assumeresu di sé tutta la complessasferasemantica deII'oikonomiateologica.I "dispositivi" di cui parla Foucaultsono in qualchemodo connessicon questaereditàteologica,possono esserein qualche modo ricondotti alla frattura che divide e, insieme,articola in Dio 18
esseree prassi,la natura o essenzae I'operazioneatffaversocui egli amministrae governa il mondo delle creature.I1 termine dispositivo nomina ciò in cui e attraversocui si rcaltzza una pur a atttvttà,di governo senzaalcun fondamento nell'essere.Per questo i dispositivi devonosempreimpliéaie un proCéssodi sogdevono, cioè, produrre il loro gettrvazLone, soggetto.--* teologica,i diAlla luce di questagenealogia spositivifoucaldianiacquistanouna p regnanz ancorapiú decisiva,in un contestoin cui essi incrocianonon soltantola "positività" del giovane Hegel, ma anche rI Gestell dell'ultimo Heidegger,Iacui etimologiaè affine a quella di dis-positio,dis-ponere(il tedescostellen corrispondeal latino ponere).Quando Heidegger, in Die Technikund die Kebre (La tecnica e la svolta), scrive che Ge-stell, sígnlfrcacomunemente "apparato"(Geràt),ma cheegli intende con questo termine "il raccogliersidi quel (dis)porre (Stellen),che (dis)ponedell'uomo, cioè esige da lui lo svelamentodel reale sul 19
modo dell'ordinare(Bestellen)" , la prossimità di questotermine con la dispositio dei teologi e con i dispositividi Foucaultè evidente.Comune a tutti questi termini è il rimando a una oikonomia, croèa un insiemedi prassi,di saperi, di misure,di istituzioni il cui scopo è di gestire,governare,controllare e orientare in un sensoche si pretendeutile i comportamenti, i gestie i pensieridegli uomini. 6. Uno dei principi metodologiciche seguo costantementenelle mie ricercheè quello di individuarenei testi e nei contestiin cui lavoro quello che FeuerbachdefinivaI'elementofilosofico, cioè il punto della loro Entwicklungscapacitàdi sviluppo), frihigkeit (letteralmenre, il locuse il momento in cui essisono suscettibili di uno sviluppo. Tuttavra,quando interpretiamo e svolgiamoin questosensoil testo di un autore,viene il momento in cui cominciamo a renderciconto di non poter procedere oltre senzacontrawenire alle regolepiú elementari dell'ermeneutica.Ciò significache lo
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svolgimentodel testo in questioneha raggiunto un punto di indecidibílità in cui diventaimpossibiledistinguerefra I'autoree I'interprete. Benchèquestosia per I'interpreteun momento particolarmentefelice,egli sacheè ora tempo di abbandonareil testo che sta analizzando e di procedereper conto proprio. Vi invito pertanto ad abbandonareil contesto della filologia foucaldianain cui ci siamo mossifinora e a situarei dispositiviin un nuovo contesto. Vi propongonulla di meno che una generale e massicciapaftrzionedell'esistentein due grandi gruppi o classi:da una parte gli esseri viventi (o le sostanze)e dall'aLtrai dispositivi in cui essivengonoincessantemente catturati. Da una parte,cioè,per riprenderela terminologia dei teologi, I'ontologia delle crearuree dall' altra l' oi k onomi a dei di sp ositivi che cercano di governarlee guidarleversoil bene. Generalizzandoulteriormente\a giàamplissima classedei dispositivi foucaldiani, chiamerò dispositivoletteralmentequalunque co-
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sa abbia in qualchemodo la capacitàdi cattufare,orientare,determinare,intercettare'modellare,controllaree assicurarei gesti,le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseriviventi. Norsoltanto, quindi, le prigioni, i manicomi, il Panoptícon,le scuole,la confessione, le fabbriche,le discipline,le misure giuridiche ecc.,la cui connessionecol potere è in un certo sensoevidente) ma anchela penna,la scrittura,la letter atura,lafilosofia,I'agrtcoltuta, Ia sigaretta,la navigazione,i computers,i telefoni cellulari e - perché no - il linguaggio stesso,che è forse il piú antico dei dispositivi, ìn cui migliaiae migliaiadi anni fa un primate - probabil-.ttt. senzarendersi conto delle conseguenzecui andavaincontro ebbe I'incoscienzadi farsi catturare. ,l Ricapitolando,abbiamo cosí due grandi l\ .hrri, gli .rr"ti viventi (o le sostanze)e i diteîzo, i soggetti' '1i spositirri.E, fta t due, come ihiu-o soggertociò che risulta àal1arelazione e, per cosíàite, dal corpo a corpo fta t viventi . i ditpositivi. Naturalmente le sostanzee i
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soggetti,come nella vecchiametafisiòa,semInil brano sovrapporsi,ma non completamente. questosenso,per esempio,uno stessoindivii,-ro,una stessi,or,urrra,può essereil luogo dii molteplici p rocessidi soggettivazione:I' utrhz-, zatoredi telefoni cellulan, rl navigatorein internet, lo scrittore di racconti,I'appassionato di tango, il no-global ecc.ecc.Alla crescita sterminatadei dispositivinel nostro tempo, fa cosíriscontrouna altrettantosterminataproliferazionedi processi di soggettívazione.Ciò può produrre I'impressioneche la categoria della soggettivitànel nostro tempo vacílli e perda consistenzama si tratta,per essereprecisi, non di una cancellazioneo di un supera-ll che spinge mento, ma di una disseminazione all'estremol'aspetto di mascheratache ha ogni identitàpersonale.l sempreaccompagnato 1 7. Non sarebbeprobabilmenteerrato definire la faseestremadello sviluppo capitalistico accuche stiamovivendo come una gigantesca di dispositivi.Cermulazionee prolif.erazione 2)
to fin da quando è apparsol'homo sapiensvt sono stati dispositivi,ma si direbbe che oggi non vi sia un solo istante nella vita degli individui che non sía modellato, contaminatoo controllato da un qualchedispositivo.In che modo possiamoallora far fronte a questasituazione,qualestrategiadobbiamoseguirenel nostro quotidianocorpo a corpo coi dispositidi distruggervi? Non si tratta semplicemente ingenui, di alcuni li, né, come suggeriscono usarli nel modo giusto. Per esempio,vivendo in Italta, cioè in un paesein cui i gestie i comportamentidegli individui sono stati rimodell ati da cima a fondo dal telefono cellulare (detto f.amrLrarmente "telefonino"), io ho sviluppato un odio implacabileper questo dispositivo,che ha reso ancora piú astrattl L rapporti f"taIe persone. Malgrado mi sia sorpresopiú volte a pensare a come distruggereo disattivarei telefonini e a comeeliminareo almenopunire e imprigionare coloro che ne fanno uso, non credo che sia questala soluzionegiustadel problema. 24
Il fatto è che secondoogni evidenzai dispositivi non sono un incidente in cui gli uomini sonocaduti per caso,ffià essihannola loro radice nello stessoprocessodi "ominizzazione" che ha reso "umani" gli animali che classifichiamo sotto la rubrica bomo sapiens.I-levento che ha prodotto I'umano costituisce,infatti, per il vivente,qualcosacomeuna scissione, che riproduce in qualche modo la scissione chel'oikonomiaavevaintrodotto in Dio fra esseree azione.Questascissioneseparail vivente da sestessoe dal rapporto immediatocon il suo ambiente,cioè con quello che Uexkùhl e, dopo di lui, Heideggerchiamanoil círcolo ricettore-disinibitore. Spezzandoo interrompendo questo rapporto, si producono per il vivente la noia - cioè Ia capacitàdi sospendere il rapporto immediatocon i disinibitori - e I'Aperto, cioèla possibilitàdi conoscereI'ente in quanto ente, di costruire un mondo. Ma, con questepossibilità,è dataimmediatamente anchela possibilitàdei dispositivi,che popolano l'Aperto di strumenti, oggetti, gadgets, 25
cianfrusagliee tecnologie di ogni tipo. Attraverso i dispositivi,l'uomo cerca di far gitarc a vuoto i comportamentianimali che si sono separatrda lui e di goderecosídell'Aperto come iule, dell'ente in quanto ente. Alla radice di ogni dispositivo sta dunque un fin troppo ,rLuro desiderio ai felicità é IÀ-é'attuiae la soggettivazíonedi questodesiderioin una sfeî a separ atacostituisce la p otenzaspecificd?E dispositivo. (q)CiO significa che la smategiache dobbia-à* udottarenel nostro corpo a corpo coi dispositivi non può esseresemplice.Poichè si tratta di liberare ciò che è stato catturato e separato attraversoi dispositivi per restituirlo a un possibileuso comune.E in questaprospettiva che vorrei ora parlarvi di un concetto su cui mi è capitatodi lavoraredi recente.Si tratta di un termine che proviene daLIasfera del diritto e della religione romana (diritto e religione sono,non soltantoa Roma,strettamente connessi): pro fanazione.
Secondoil diritto romano, sacreo religiose erano le cose che appartenevanoin qualche modo agli dei. Come tali, esseerano sottratte al libero uso e al commerciodegli uomini, non potevanoesserevendutené date in pegno,cedute in usufrutto o gravatedi servitú. Sacrilego era ogni atto che violasseo trasgredisse questaloro specialeindisponibilità,che le riservavaesclusivamente agli dei celesti(ed erano allora dette propriamente"sacre")o inferi (in questo caso, si dicevano semplicemente "religiose").E seconsacrare(sacrare) erail termine che designavaI'uscita delle cose dall,a sfera del diritto umano, profanare significava per conversorestituireal libero uso degli uomini. "Profano,l'potevascriverecosíil grande giurista Trebazio,"si dice in sensoproprio ciò che, da sacroo religiosoche era, viene restiTuito àll'usoe alla proprietà degli uomini". Si può definire religione,in questaprospettiva,ciò chesottraecose,luoghi, animalio personeall'usocomunee le trasferiscein una sfera separata. solo non c'è religione senza \o"1 ! ;
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separuzíone,ma ogni separazionecontiene o conservain sé un nucleo genuinamentereligioso.!1 dispggltivoche attuae regolala separazioneèil saòiificio:attraversouna seriedi riaùalimínu2iosi,diversisecondola varietàdelle culture, che Hubert e Mausshanno pazientementeinventarrato,essosanciscein ogni caso il passaggiodi qualcosadal profano al sacro, dalla sferaumanaa quella divina. Ma ciò che è stato ritualmente separato,può essere restituito dal rito alla sferaprofana. La profa' nazioneè il controdispositivo che restituisce all'usocomuneciò che il sacrificoavevaseparato e diviso. LA .1Î.2r t:DpL 9-'P'
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9. Il capitalismoe le figure modernedel potere sembrano,in questeprospettiva,generaItzzarce spingereall'estremoi processiseparativi che definisconola religione.Se consideriamo la genealogiateologica dei dispositivi che abbiamoappenadisegnato,che li connette al paradigmacristiano deII'oikonomia,cioè del governo divino del mondo, vediamo che i
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dispositivimoderni presentano,però, una differcnzarispetto a quelli ttadizionali, che rende particolarmenteproblematicala loro profanazione.Ogni dispositivoimplica infatti un pro-\ cessodi soggettivazione,senzail quale il dispositivonon può funzionarecomedispositivo di governo,ma si riduce a un mero eserciziodi violenza.Foucault ha cosí mostrato come, in una societàdisciplinare,i dispositivimirin o attraversouna seriedi pratichee di discorsi,di saperi e di esercrzialla creazionedi corpi docili, ma liberi, che assumonola loro identità e la loro "libertà" di soggettinel processostesso del loro assoggettamento. I1 dispositivoè, cioè, innanzitutto una macchina che produce soggettrvazioni,e solo in quanto tale è ancheuna macchinadi governo.Llesempiodella confessione è qui illuminante: la formazionedella soggettivitàoccidentale,insiemescissae, tuttavua,padrona e sicura di sè, è inseparabile dall' azioneplurisecolaredel dispositivo penitenziale,in cui un nuovo Io si costituisceattraversoIa negazionee, insieme,I'assunzione 29
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del vecchio.La scissionedel sóggetto'operata dal dispositivopenitenzialeen, cioè, produttiva di un nuovo soggetto,che trovavala propria verità nella non-verità dell'Io peccatore ripudiato. Consideruzíonianaloghepossono farsi per il dispositivoprigione, che produce piú o meno imprevistaIa come conseguenza costituzionedi un soggettoe di un milieu delinquente, che diventail soggettodi nuove- e, questavolta, perfettamentecalcolate- tecniche di governo. ft-Quel che definiscei dispositivi con cui ab'birmo a che fare nella faseattualedel capitaj [ismo è che essinon agisconopiú tanto ^túalfirercola produzione di un soggetto,quanto dei processiche possiamochiama\lattru'o.rso momento desog:,Yl if" a1 desoggettrvazio.n gettivantéera certo implicito in ogni procese I'Io penitenzialesi coso di soggettivazione stituiva, 1o abbiamo visto, solo attraversola propria negazione;ma quel che awiene ora è che processidi soggettivazionee processidi desoggettivaztonesembrano diventare reci-
procamenteindifferenti e non danno luogo alla ricomposizionedi un nuovo soggerto,se non in forma latvata e, per cosí dire, spettrale. Nella non-verità del soggerronon ne va piú in alcun modo della suaverirà. Colui che si lascia catturare nel dispositivo "telefono cellulare",q,rul.rnquesia l'intensitàdel desiderio chelo ha spinto,non acquista,per questo, una nuova soggettività,ma soltanto un numero attraversocui può essere,eventualmente,controllato;lo spettatoreche passaie sue seratedavanti alla televisionenon riceve in cambio della sua desoggettiva zLoneche la mascherafrustrante dello zappeuro I'inclusionenel calcolo di un indice di ascolto. Di qui la vanità di quei discorsi benintenzionatt sulla tecnologia, che affermano che il problema dei dispositivisi riduce a quello del loro uso corretto. Essi sembranoignorare che, se a ogni dispositivocorrispondeun determinato processodi soggettivazione(o, in questo caso,di desoggetttvazione), è del tutto impossibileche il soggertodel dispositivo Q-.rvv9úv2-f Bú *:)A ytrp
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lo usi "nel modo giusto".Coloro chetengono simili discorsi sono, del resto, a loro volta il risultato del dispositivomediaticoin cui sono catturati . 10.Le societàcontemporanee si presentano cosí come dei corpi inerti attraversatt da gíc-ui ganteschiprocessi di desoggettrvazíone reale. non fa riscontro alcunasoggettivazione Di qui I'eclissedella politica, che presupponeva dei soggetti e delle identità reali (il movimento operaio,la borghesiaecc.),e il trionfo dell'oikonomia,cioè di una pura attivitàdi governo chenon mira ad altro cheallapropria riproduzione.Destrae sinistra,che si alternano oggi nella gestionedel potere,hanno per quelsto ben poco a che fare col contestopolitico I da cui i termini provengonoe nominanosemlp[cemente i due poli - quello che punta seniru t.t.tpoli sulla desoggettivazionee quello i.h. vorrebbeinvecericoprirla con la masche- di \ra ipocrita del buon cittadino democratico " góvernamentale. ìr", stessar'ulfi"l
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Di qui, soprattutto,la singolareinquietudine del potere proprio nel momentoin cui si trova di fronte il corpo socialepiú docile e imbelle che si sia mai dato nella storia dell'umanità.È per un paradossosoltantoapparenteche I'innocuo cittadino delle democraziepostindustriali (i\@;o"t, comesi è efficacementesuggerito di chiamarlo)cheeseguepuntualmenterutto ciò chegli si dice di fare e lasciachei suoi gesti quotidiani come la sua salute,i suoi svaghi come le sue occupazioni,la sua alimentazione comei suoi desiderisianocomandatie controllati dai dispositivi fin nei minimi dettagli,è considerato- forse proprio per questo- dal potere comeun terroristavirtuale.Mentre la nuova normativaeuropeaimpone cosía tutti i cittadini quei dispositivibiometrici che sviluppanoe perfezionanole tecnologie antropometriche (dalle impronte digitali alla fotogr afiasegnaletica) che eranostateinventatenel secoloxIX per I'identificazionedei criminali recidivi, la sorvegltanzaattraverso videocameretrasforma gIi spazipubblici delle città in interni di un'im33
mensaprigione.Agli occhi dell'autorità- e forse essaha ragione- nulla assomigfiaù terroristacomeI'uomo ordinario. Quanto piú i dispositivisi fanno pervasivie disseminanoil loro poterein ogni ambito della vita, tanto piú il governo si trova di fronte un clelagnlq -inaffe-rrabjlc-che semb r a sfu ggi re alla suapresaquanto piú si sottomettedocilmentea essa.Ciò non significache essorappresentiin se stessoun elementorivoluzionario né chepossaarrestareo anchesoltantomiIn luonacciarela macchinagovernamentale. go dell'annunciatafine della storia, si assiste, rnfattt,all'incessantegirare a vuoto della macchina, che, in una sorta dt immane parodia dell'oikonomiateologica,ha assuntosu di sé I'eredità di un governo prowidenziale del mondo, che, invecedi salvarlo,lo conducefedele,in questo,all'orig tnaríavocazioneescatolologica della prowidenza - aIIa catastrofe. I1 problema della profanazionedei dispositivi - cioè della restituzioneall'usocomunedi ciò che è statocatturatoe separatoin essi- è, per
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questo, tanto piú urgente. Esso non sí lascerà porre correttamente se coloro che se ne fanno carico non saranno in grado di intervenire sui processi di soggettrvazione non meno che sui dispositivi, per portare alla luce quell]npverr _ nabile, ghe è l'rnizio e, insieme, il punto di fu.
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